Rebirth, and a new life

di Queen59Yaoi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dei, una scelta per il guerriero caduto ***
Capitolo 2: *** Un racconto, e un nome sussurrato tra le ombre ***
Capitolo 3: *** Dei, ritorno al mio cuore ***
Capitolo 4: *** Dopo la pioggia, una tazza di the ***



Capitolo 1
*** Dei, una scelta per il guerriero caduto ***


Dove mi trovo? intorno a me vedo solo luce... Poi ricordo, sono morto … rivedo Bilbo e le lacrime sul suo viso mentre è chino su di me…
 
 
“Thorin Scudodiquercia”
Dinanzi a me apparve una figura alta e coperta da un mantello scuro come la notte.
“Seguimi, devi presenziare dinanzi ai figli di Ilúvatar”
Lo seguo attraversando una specie di radura … alla sua fine vedo quattro troni, e seduti davanti a me c’erano i Valar.
Mi inginocchio tremando “Lode a voi,o Potenti! Possano la mia anima e il mio cuore bearsi di fronte a voi!”
“Rialzati, nobile Thorin figlio di Thràin. Lunga e piena è stata la tua vita: hai affrontato molte fatiche per il tuo popolo, e per questo sarai celebrato nelle sale dei tuoi antenati.”
Mi rialzo e chi mi ha parlato mi sorride
“Tutti noi sappiamo chi sei, Thorin … noi siamo i figli di Ilúvatar: io sono Manwë, Signore dei Valar; loro sono i miei fratelli.”
L’essere alla sinistra di Manwë, vestito con un’armatura di bronzo e oro, si alza in piedi e noto che regge un martello arricchito da gemme.
“Io sono Mahal, e so che hai seguito e tramandato le mie arti al tuo popolo. Possano esse durare tra i Nani.”
“Vi ringrazio per le vostre gentili parole, ma ho il cuore oppresso dal dolore per la perdita dei miei nipoti … vorrei solo rivederli e stare con loro nella pace eterna.”
“Nobile Thorin, vedo il peso che ti porti dentro.”
Una delle due Valië si avvicina a me: porta una corona di stelle, e sulla veste è raffigurata una luna argentata.
“Io e mia sorella Yavanna, dea della terra, ci siamo consultate con i nostri fratelli e insieme abbiamo deciso di concederti una scelta: se vuoi rivedere i tuoi antenati e i tuoi amati nipoti, dovrai solo seguire Nàmo …. Oppure potrai tornare in vita, e continuare la tua esistenza tra il tuo popolo.”
Sorpreso da tali parole, osservo la dea che porta sul capo un velo coperto di stelle argentee.
“Ho gradito le vostre parole, ma non mi ritengo degno di tale onore. Perché tale decisione, se posso chiedere, mia signora?”
“Ho visto il tuo cuore… e ho provi amore per il tuo popolo, e per Bilbo Baggins.
Potrai tornare e amare di nuovo, o rimanere tra i tuoi antenati.”

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Capitolo 2
*** Un racconto, e un nome sussurrato tra le ombre ***


Il sole stava per tramontare dietro gli alberi, e Frodo era in ritardo per la cena.
Bilbo si siede sulla panca sotto la finestra e tira fuori la pipa.
Benedetto ragazzo… sarà andato in cerca di Elfi tra gli alberi e le colline qui vicino …
Immerso nei suoi pensieri, fuma dell’erba pipa e saluta i piccoli hobbit che passano correndo e saltellando.
Poi vede una piccola testolina di capelli neri e ricci, e finalmente Frodo sale i gradini verso la casa.
“Ragazzo mio, vieni: la cena è pronta!”
Il piccolo inizia subito a raccontargli la sua giornata, mentre saltella tutto eccitato.
“Non sai cosa ho fatto oggi: ho corso fino al bosco e mi sono incantato a guardare i fiori tra l’erba alta … scusami per il ritardo”.
“E va bene, cerca, però, di tornare prima … giù in paese già corre voce che assomigli sempre più al tuo strampalato zio”.
“Tu non sei strampalato, zio Bilbo; voglio vivere anch’io un’avventura!”
Bilbo ridacchia e scompiglia i capelli a Frodo mentre mangiano.
 
 
“Frodo, è ora di dormire!”
“Ti prego, raccontami una delle tue storie”.
“Ti piace quella del drago?” Frodo annuisce felice e china la testa sul cuscino.
“Il drago era immenso, con ali grandi come le vele di una barca e zanne affilate come lame, aveva il corpo coperto da scaglie nere e rosse … e quando sputava fuoco … OH! Ti sentivi come un pollo allo spiedo, tanto alto era il calore delle fiamme!”.
 
“Il drago amava moltissimo il suo tesoro fatto di oro e di pietre preziose, e lo custodiva gelosamente. Il drago aveva bruciato tutta la valle, e le persone che vivevano nei villaggi non riuscivano a coltivare nulla per sfamarsi … la situazione era tragica”.
“E poi cosa successe?”
“Un giorno, un eroe giunse fino alla sua tana e lo sfidò a morte … L’eroe si difese dalle fiamme dietro al suo scudo, che era protetto da degli incantesimi, e ferì il drago sulle ali.”
 
“L’uomo ebbe pietà della creatura e non la uccise, ma gli fece promettere di non tornare più in quelle terre. Il drago, per ringraziare l’eroe che non l’aveva ucciso, gli donò il tesoro e sparì, e la pace tornò in quella valle.”.
Bilbo sospirò e rimboccò le coperte a Frodo, ormai addormentato.
“E così l’eroe fu acclamato da tutti, e del drago non si seppe più nulla”.
Bilbo si alzò e baciò Frodo sulla fronte, prima di uscire dalla stanza.
 
La luce della candela tremava, e Bilbo si stropicciò gli occhi … per quella sera aveva già trascritto molti appunti del viaggio che aveva fatto mesi prima, doveva andare a letto.
Si stiracchiò le braccia, e sbadigliando se ne andò a letto … poco prima di addormentarsi, udì un sussurro quasi inudibile: era qualcuno che aveva pronunciato il suo nome.
Quella voce … solo una persona poteva avere quella voce …. Ma subito si diede dello stupido, non poteva essere lui.
Lui era morto, e a Bilbo era rimasto impresso il ricordo di Thorin morente e coperto di sangue, poco prima che chiudesse gli occhi per sempre.
Respirò a fondo, e chiuse gli occhi, ma il sonno tardò ad arrivare quella notte.

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Capitolo 3
*** Dei, ritorno al mio cuore ***


Ciao a tutti! Innanzitutto volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto la mia storia … e mi scuso fin da ora se per caso avete notato degli errori di qualsiasi genere J
Se avete qualche dubbio riguardo alla storia, o se ho tralasciato qualche particolare, non esitate a chiedere.
Alla prossima, allora! Ciao J
 
 
 
 
 
La stanza si affacciava sul piccolo mulino e sulla valle circostante … l’arredamento era semplice e curato, e una candela profumava l’aria.
Mi sedetti sul letto e sospirai … avevo viaggiato a lungo, e la cena era squisita: era meglio che mangiare bacche e bere dai torrenti.
Dopo un bagno caldo, iniziai a scrivere una lettera … ma le parole erano vuote, non riuscivo a esprimere i pensieri che mi turbinavano nella mente..
Più volte strappai la pergamena e ricominciai, ma mi arresi quando l’inchiostro scivolò sul tavolo.
Quanto mi sarebbe piaciuto avere un consiglio dallo Stregone … ma ero ritornato lì per una ragione, e volevo che fosse Bilbo il primo a sapere del mio ritorno.
 
 
 
“Vedo il dubbio dentro di te … ma puoi fare una sola scelta, nobile Thorin.”
Varda, la sposa di Manwë, si avvicina a me e appoggia una mano sulla mia spalla.
“Ti possiamo concedere un momento per decidere.”
“Vi ringrazio, dal profondo del mio cuore.” Con un fruscio, essi svaniscono e rimango solo a riflettere.
 
I suoi occhi verdi sono pieni di lacrime, mentre mi incoraggia a resistere. Ma vedo i contorni del suo viso come sfocati, mentre sento il dolore nel petto crescere sempre di più; non voglio lasciare questo mondo, non voglio lasciare lui, Bilbo.
Troppo tardi ho compreso la debolezza che mi attanagliava il cuore, non mi rendevo conto che proteggendo il tesoro stavo perdendo lui … era lui il tesoro più prezioso che esistesse: timido quanto coraggioso, leale e altruista, e con un cuore gentile.
Cerco di sorridere, e mi congedo da lui, mentre le sue lacrime scendono sul mio volto … poi non sento più nulla, ma vedo il dolore nel suo sguardo.
Anche se la mia anima dovesse vivere in eterno, perfino l’aldilà sarebbe insopportabile: dovrei rivedere in ogni momento il suo viso, e non potrei perdonarmelo.
Chiedo a Nàmo se può richiamare i Valar, e loro tornano dopo pochi secondi; sospiro, mentre mi inginocchio davanti a loro.
“Ho preso la mia decisione: voglio tornare a vivere, o Saggi!”
“Molto bene. Fratelli, concediamo una benedizione a Thorin, in modo che il suo futuro sia meno travagliato.”
“Mio signore, vorrei concedere un mio dono al nobile Thorin.”
Alzo lo sguardo sulla dea dai capelli ramati, vestita con una veste verde giada, che portava sul capo una corona di fiori.
“Io posso farti rivedere i tuoi nipoti, se lo desideri … sono sicura che vogliano salutarti e augurarti buona fortuna.”
Vedendo le mie lacrime, la dea chinò il viso, e davanti a me comparvero Fili e Kili.
“Zio!” Li abbraccio a me e osservo i loro sorrisi, imprimendoli nella memoria.
“Non essere triste … puoi ancora compiere delle avventure zio … e poi la compagnia ha bisogno di te, e anche Bilbo.”
“Bilbo sarà così felice di rivederti, caro zio … è stato un valido collaboratore e un caro amico per te e per noi … e si merita di essere felice con te.”
Mi asciugo le lacrime dal viso e scompiglio i capelli ai ragazzi
“Sono così fiero di voi, nipoti. Farò ricordare il vostro nome e il vostro coraggio nelle storie del nostro popolo. Che i saggi Valar vi benedicano, Fili e Kili: voi siete della dinastia di Dùrin, siete stirpe di re!”
Mi sorridono per l’ultima volta, prima di svanire.
I Valar si mettono a cerchio intorno a me, e pronunciano una benedizione in una lingua sconosciuta, ma così musicale che sembra un canto dimenticato. Poi Manwë mi porge una ciotola, spigandomi che bevendo da essa sarei ritornato a vivere.
Appena bevvi, sentii come un calore bruciante sul petto, poi tutto svanì in un turbinio di colori … vidi le stelle più luminose del cielo, e la luna piena di luce bianca …
 
Mi ritrovai disteso sulla fredda terra, mentre il sole spariva dietro gli alberi.
All’alba m’incamminai lungo il sentiero, e dopo un giorno di cammino arrivai nei pressi di un villaggio. Cercai un posto in cui pernottare, e un mercante di vino m’indirizzò alla Locanda del puledro impennato. Ripresi le forze, e chiesi indicazioni per la Contea e continuai il viaggio.
Finalmente riconobbi il villaggio hobbit ed entrai nella piccola locanda, dove ordinai una birra e qualcosa da mangiare.
Un ragazzino dai capelli neri entrò sorridendo, rincorso dall’amichetto biondo e paffuto e ridendo, corsero lungo la sala.
“Non vedo l’ora di rivedere Gandalf, Sam; quando è ripartito, mi ha promesso che mi avrebbe fatto partecipare a una delle sue prossime avventure".
“Non hai paura? Ci sono esseri cattivi oltre la Contea…”
“Sam, se sarò con Gandalf, non mi succederà niente.”
Presi la collana che portavo al collo e la rigirai tra le dita … poi andai di sopra, cercando la stanza che avevo pernottato.

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Capitolo 4
*** Dopo la pioggia, una tazza di the ***


La pioggia aveva fatto ritornare tutti dentro le case, ma io rimasi fuori, seduto su una roccia vicino al sentiero.
In lontananza notai il piccolo hobbit dell’altra sera tornare verso casa … e vidi che la persona che lo stava accogliendo era lui, Bilbo.
Mi feci coraggio e andai verso la casa situata sotto le radici di un grande albero; mi tolsi il mantello e bussai alla porta.
“Ma chi sarà mai a quest’ora? Frodo, apri tu per favore?”
Il ragazzino incontrato alla locanda fece capolino dalla porta, e mi salutò con un sorriso.
“Zio Bilbo, è il signore che ho visto alla locanda insieme a Sam.”
Dalla cucina l’altro hobbit arrivò nell’ingresso: appena mi vide, lessi sia sorpresa che dubbio nei suoi occhi verdi. Il piatto che aveva in mano cadde a terra, ma lui non se ne rese conto.
“No… non è possibile! Eri.. eri a terra, coperto di sangue!” Lacrime scesero sulle sue guance, e chinò il capo.
“Zio! Perché piangi?” Il piccolo cerca di abbracciarlo ma lo afferro per il braccio
Alla voce del nipote Bilbo si riprese “Aspetta! Non voglio che ti tagli con i cocci del piatto” e raccolse il piatto distrutto dal pavimento.
“Frodo, per favore va in camera tua; ti porto del the più tardi” Il piccolo hobbit sale le scale, e Bilbo attende che la porta della stanza si chiuda, prima di osservarmi.
“Forse … ma sì, sto sognando! Insomma, non ci credo che tu sia qui!” Ridacchia nervosamente prima di appoggiarsi alla parete.
Appesi il mantello, e mi chinai su di lui.
“Bilbo …” M’interruppe alzando una mano
“Ora salgo da Frodo, sperando che quando tornerò in cucina non ti vedrò più. In fondo, sicuramente mi sarò addormentato in poltrona.”
Sbuffai divertito, mentre barcollando saliva le scale. Mi sedetti in cucina, apprezzando il calore del caminetto e il profumo del pane cotto a legna.
Sentii un singhiozzo soffocato e mi girai di scatto: era in preda alle lacrime, sembrava così minuto … Lo abbracciai, lasciando che si sfogasse.
“Come … come hai fatto? Ero lì con te, ho sentito le tue ultime parole … chi ti ha salvato? Dimmelo, dimmelo ti scongiuro!”
“È una storia lunga … che ne dici se prima mi riscaldo con del the bollente?”
La sua risata mi rallegrò il cuore “Ma certo! Che padrone di casa sarei se non offrissi qualcosa ai miei ospiti?”
 
 
“Non ci credo! Hai visto i Valar?”
Era seduto sulla poltrona, rintanato sotto una coperta patchwork, e beveva il the a piccoli sorsi.
“Ero scioccato anch’io… ho ricevuto la loro benedizione … e ho parlato con i miei nipoti”
Un’ombra di tristezza cancellò il sorriso dal suo volto.
“Thorin, mi … mi dispiace! Avrei voluto proteggerli meglio …”
“No, non è colpa tua… sono stati loro a scegliere di seguirmi in battaglia”.
Bilbo si asciugò le guance e mi regalò un sorriso stirato
“Ora… cosa farai? Tornerai a Erebor? Di sicuro il resto della compagnia sarebbe felice di rivederti.”.
Sospiro prima di rispondere “Mi spiace, ma non voglio … ho causato solo dolore con le mie azioni, e non intendo riprendere il trono dei miei padri.”
“Almeno scriverai una lettera a Balin? Così potrebbe consigliare al meglio tuo cugino Dáin”
“Mio cugino?Perché?”
“Finita la battaglia, lui e Balin si sono consultati con Gandalf, Re Thranduil e Bard per decidere il futuro dei rispettivi popoli. Dáin ha accettato di regnare, e ha ricompensato gli abitanti di Pontelagolungo con parte del tesoro.
Re Thranduil non ha più voluto le gemme di luce stellare, e pochi giorni dopo è tornato a casa accompagnato da Bard.”
“Io sono ritornato nella mia Contea, e ho iniziato a scrivere un libro, dove racconto della mia avventura” Bilbo chiude gli occhi, sospirando “E ora sto crescendo mio nipote Frodo, rimasto orfano.”
Il silenzio cade tra di noi, interrotto solo dallo scoppiettio della legna nel caminetto e dai nostri respiri.
“Bilbo … so che il mio ritorno è stato inatteso e sconvolgente; se ti farà sentire meglio, potrei rimanere alla locanda e ripagare l’oste lavorando come aiuto del fabbro”.
Mi perdo nei suoi occhi verde chiaro e rimango sorpreso dalle sue parole.
“Vorrei che ti sistemassi qui … la mia gente non vede di buon occhio gli stranieri; Gandalf è dovuto rimanere qui a lungo prima di essere accettato. Fra un mese ci sarà la festa di mezz’estate: saranno tutti concentrati nei preparativi e sarà un’ottima occasione per farti conoscere.”

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