The Maze Runner - Il Labirinto di Dedalo

di Tigre p
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Capitolo - Benvenuto Al Campo Estia! ***
Capitolo 2: *** Il mio nome è... ***
Capitolo 3: *** L'Eidolon ***
Capitolo 4: *** L'Idra e la figlia di Afrodite ***
Capitolo 5: *** 1° Fase ***
Capitolo 6: *** Addio amico... ***
Capitolo 7: *** Verso la salvezza...forse ***
Capitolo 8: *** La fine dell'incubo o...l'inizio di un altro? ***



Capitolo 1
*** 1° Capitolo - Benvenuto Al Campo Estia! ***


Ciò che è fuori di te è una proiezione di ciò che è dentro di te, e ciò che è dentro di te è una proiezione del mondo esterno. Perciò spesso, quando ti addentri nel labirinto che sta fuori di te, finisci col penetrare anche nel tuo labirinto interiore. E in molti casi è un'esperienza pericolosa.

Haruki Murakami

 


< Ricordati ..>
< La C.A.T.T.I.V.O. è buona.. >
< Presto tutto cambierà ..>
< Svegliati! >

Il ragazzo aprì gli occhi di scatto, davanti a sé solo il buio. Non vedeva nulla, nemmeno la punta del proprio naso. Sentiva solamente lo stridulo di un mezzo che veniva sollevato e delle catene che si muoveva da qualche parte di attorno.
Panico, terrore e paura.
Dove si trovava?
Dove lo stavano portando?
Chi era lui?
Si alzò e iniziò a spingere le pareti, sembrava una specie di gabbia, come quelle che servivano per contenere gli animali pericolosi. La cosa peggiore di tutta quella situazione era che non si ricordava nulla, non sapeva nulla della sua famiglia, di quanti anni avesse e nemmeno il nome. Cercò di pensare ma la testa iniziò a dolore terribilmente e lasciò perdere, cercando di testare ogni parte della gabbia in cerca di una via d'uscita. Inciampò su qualcosa e cadde a terra.
Allungò le braccia e iniziò a testare l'oggetto capendo, infine, che si trattava di una scatola. Si portò le mani tra i capelli, non riusciva a capire nulla di tutta quella situazione.
Perchè si trovava in una gabbia e, soprattutto, dove lo stava portando?
Cerco di non cadere nel panico e respirò profondamente per un paio di secondi.
Non servì granchè, odiava non avere risposte alle sue mille domande



Iniziò a gridare il ragazzo, rialzandosi con la speranza di venir salvato da qualcuno...cosa che non avvenne.
Iniziò a sbattere una di quelle pareti della gabbia, doveva assolutamente uscire di li ma non riusciva a veder nulla! La gabbia di botto si fermò e il ragazzo cadde per la seconda volta a terra. Borbottò qualcosa tra sé a sé, massaggiando appena il fondo schiena mentre la gabbia iniziò ad aprirsi, facendo entrare finalmente un po di luce. Il ragazzo chiuse subito gli occhi per non farsi accecare dalla luce e iniziò a sentire delle voci. Non riusciva bene a capire cosa dicessero, sembravano appartenere a dei ragazzi.
Timidamente, il ragazzo aprì gli occhi e assottigliò appena lo sguardo, mettendo a fuoco alcuni visi di ragazzi che, curiosamente, stavano guardando verso la sua direzione .
Chi erano?
Cosa volevano?
Il ragazzo si appiattì contro l'angolo della gabbia, non voleva uscire da lì, non conosceva quella gente, potevano essere li per ucciderlo o, peggio ancora, mangiarlo! Uno di loro entrò nella gabbia e lo prese per la maglietta, trascinandolo poi fuori.
Il ragazzo cadde a terra, per fortuna l'atterraggio fu morbido per via dell'erba. Si rialzò in fretta e senza guardare niente e nessuno, iniziò a correre velocemente, in cerca di una via di fuga, doveva subito allontanarsi da loro. Non fece molta strada, inciampò e cadde di nuovo a terra, facendo anche una bellissima capriola che scatenò le risate dei ragazzi, i quali, si avvicinarono velocemente al ragazzo.

< Ehi fagiolino, dove scappi? Non puoi scappare da qui, siamo tutti intrappolati!>

gridò uno di loro.
Il ragazzo si girò verso di loro, non capendo le sue parole. Iniziò a guardarsi intorno: c'era una specie di casa, alcuni animali rinchiusi in un recinto, un piccolo boschetto e...delle grosse e alte mura di metallo.
Perchè c'erano quelle mura?
Dove si trovava?
La testa riprese a dolore per tutte quelle domande e non si accorse che uno dei ragazzi si avvicinò al lui, dandogli una leggera pacca sulla spalla

< Ti sarò spiegato tutto. Ora seguimi >
< Per dove? Chi siete? Dove ci troviamo? >
< Ehi, quante domande per essere un Fagio. Tutto si sarà spiegato, ora seguimi in silenzio>

Il ragazzo si morse il labbro inferiore per non far uscire ulteriore domande e seguì il ragazzo che lo portò in una specie di “prigione”.
Si sedette e iniziò a stracciare l'erba con fare nervoso, non stava capendo nulla di tutta quella situazione e più ci pensava e più la testa gli faceva male, a volta scivolarono anche alcune lacrime per il nervosismo.
Dopo essere stato messo li, passarono alcuni minuti fino all'arrivo di un ulteriore ragazzo dalla pelle scura e dal viso sembrava molto più cordiale dell'altro.

< Ehi fagiolino, scusa per il trattamento ricevuto ma sembravi un po scosso. Il mio nome è Alby e...>
< Dove ci troviamo? Perchè non mi ricordo nulla? > si affrettò a domandare il ragazzo, rimettendosi subito in piedi
< Calma fagiolino, ogni domanda avrà una risposta. Ti libero e passeggiamo un po > e detto questo, liberò il ragazzo.

Iniziarono a camminare, il ragazzo guardò con occhi curiosi il paesaggio che lo circondava, c'erano molti ragazzi come lui li, al momento indaffarati a svolgere alcuni lavoretti. Fino a quel momento, aveva capito solo una cosa: quei ragazzi non erano pericolosi.

< Ci troviamo nel campo di Estia, fagiolino, lei ci protegge da tutti i pericoli che si trovano nel labirinto. Sei appena salito dalla Botola e lo stesso è accaduto a tutti noi, ricorderai il tuo nome e il tuo genitore divino tra qualche giorno. Io sono figlio di Zeus, ad esempio e, ognuno di loro, ha una madre o un padre divino. Non so darti una risposta alla tua mancanza di memoria, è accaduto lo stesso a tutti noi > spiegò Alby con calma, mentre camminarono per il campo

< Chi ci ha portato qui? Perchè quelle mura? Perc..>
< Ehi, piano con le domande! Non sappiamo chi ci ha portato qui e quelle mura fanno parte de labirinto. Il campo si trova proprio in mezzo ad esso. Ora basta con le domande> e rimase in silenzio mentre si avvicinò a loro un ragazzo.

Il ragazzo sospettò che Alby avesse trovato la giusta scusa per non rispondere a tutte le sue domande, nessuno gli aveva ancor detto niente sul labirinto e lui odiava non saper nulla.
Il ragazzo che si avvicinò era alto e snello, zoppicava un po da una gamba, i suoi capelli erano biondi e aveva un sorriso birichino sul volto. Lo aveva già visto quando era uscito dalla Botola, era uno di quelli che lo aveva osservato per bene fin dal primo momento

< Fagiolino, questo è Newt, figlio di Hermes. Sarà lui a farti da guida in questi giorni >
< Benvenuto fagiolino > disse Newt, stringendo la mano del ragazzo e facendogli un piccolo sorriso.

Dopo alcuni brevi dialoghi tra i due, Newt li salutò, dicendo al ragazzo che si sarebbero visti il giorno dopo. Il ragazzo non potè non continuare a guardarlo, gli era rimasto impresso in modo particolare quel ragazzo e i suoi occhi lo seguirono mentre si dirigeva verso i campi. Alby attirò di nuovo la sua attenzione e lo fece avvicinare a un ulteriore ragazzo.
Basso e un po cicciotello, aveva un aria amichevole, il tipico ragazzo che poteva risultare simpatico a tutti.

 

< Lui e Chuck, figlio di Dioniso. Ehi Chuck, trovagli un posto dove farlo sistemare , lo affido a te > e detto questo, salutò il ragazzo per poi andare via.

Il ragazzo guardò Chuck, forse lui era uno a cui poter rivolgere un po di domande a cui gli altri non avevano ancora risposto.
Passò il resto delle ore in sua compagnia, il ragazzo scoprì che Chuck era un po goffo nelle varie faccende e non finiva di parlare , una cosa positiva per il ragazzo che di parlare, non ne aveva propria voglia in quel momento. La sua testa pensava sempre e solamente una cosa: chi era e cos'era quel posto. Trattenne le sue domande per un momento più opportuno, cenò con tutti gli altri ragazzi, notando lo sguardo micidiale di uno di loro. Notò che quel ragazzo lo aveva fatto uscire dalla Botola e non capiva perchè lo stava guardando con odio

< Ehi Cuck, chi è quello? > domandò con curiosità mentre finì la cena
< Lui è Gally, figlio di Ares. Meglio stargli alla larga > si silimitò a dire Chuck, intento a riempire il calice con del vino.

Il ragazzo non fu sorpreso da quella specie di “magia”, alcuni ragazzi riusciva a fare cose inspiegabili! Aveva visto Jeff e Clint, i due che i occupavano di guarire e curare tutti gli altri, cantare una strana melodia per chiudere la ferita di un pive ( aveva scoperto che tutti si chiamavano in quel modo ) . Entrambi erano figli di Apollo e sembrava che avessero ereditato quella caratteristica dal padre. Altri, invece, potevano resistere al fuoco o curare le piante.
Dopo cena, il ragazzo e Chuck si posizionarono sotto un albero per preparare i loro “letti” e il ragazzo seppe che era il momento adatto per parlare

< Cosa c'è nel labirinto? Perchè ci troviamo qui?> iniziò a domandare il ragazzo
< I-io non lo so, sappiamo solo che è per-pericoloso andare li, infatti, ci vanno solo i V-velocisti. N-noi non s-sappiamo niente > disse Chuck con fare nervoso mentre iniziò a sistemare delle coperte per il ragazzo.
< Voglio essere un vVelocista allora! Voglio sapere cosa c'è lì!> disse senza ombra di paura il ragazzo, posando gli occhi verso il labirinto.

Fin dal primo momento in cui aveva poggiato il piede il quel campo, il ragazzo sentiva un strano legame con il labirinto, lui voleva andare li dentro e se l'unica soluzione era diventare Velocista, lo avrebbe fatto.

 

< Ehi fagiolino, sei appena arrivato e già vuoi morire? Non ci pensare, n-noi stiamo bene qui. I Velocisti trove-troveranno una soluzione > e si affrettò a infilarsi nelle proprie coperte, come per concludere quel discorso.

Il ragazzo rimase in silenzio e guardò verso il labirinto.
Perchè era li?
Cosa c'era in quel labirinto?
Perchè non ricordava ancora il suo nome?
Inoltre, era un semideo come tutti gli altri?
Mille emozioni stavano attraversando il ragazzo, aveva un genitore divino da qualche parte del mondo ...perchè non li salvavano?
O, erano stati proprio loro a portarli li?
La testa iniziò di nuovo a dolore e piccole lacrime calde iniziarono a scendere lungo il viso, perchè si trovava in quella situazione?
Perchè non ricordava?
Chi era lui?
Con tutte quelle domande, il ragazzo si addormentò.

 

Il soggetto A2 è stato attivato.
Presto avremo i primi dati, il soggetto per ora è in fase confusionale, notiamo la sua curiosità e la voglia di far già qualcosa, tipico della madre.
Presto le cose cambieranno.


Angolo autore
Eccomi qui con una nuova ff , tutta per voi! Spero piaccia xD
Non so bene come sia iniziato il tutto, so solo che alcune cose mi hanno ispirata a questo e un mattino mi sono alzata e mi son detta "perchè non provarci?" ed eccomi qui xD
Come avrete ben capito, sarà un Maze Runner mitologico , i nostri pivellini saranno semidei e...non posso dire altro o sarebbe spoiler. Avrete ben capito chi è il ragazzo arrivato nel campo v.v
Vi sfido a indovinare il suo genitore divino!
Ringrazio chi mi è stata accanto e per avermi aiutata a smistare(?) i pivellini nei rispettivi genitori divini! 
Ditemi la vostra..e...alla prossima, Pive!

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Capitolo 2
*** Il mio nome è... ***


Il giorno dopo, il ragazzo fu brutalmente svegliato all'alba. La sua testa sbucò da sotto la coperta, i capelli un po sparati in aria, gli occhi ancora mezzi chiusi mentre uno sbadiglio comparì sul volto.
Sembrava che si fosse addormentato da poco, si sentiva letteralmente stanco, come se non avesse dormito per nulla

< Cos..> farfugliò mentre si sedette, stropicciandosi gli occhi per poi guardare il “colpevole”.

< Muoviti fagiolino, devo spiegarti un po di cose oggi. Mangia e poi raggiungimi ai campi > disse velocemente Newt, lanciandogli un pezzo di focaccia < L'ho preso di nascosto per te, i ringraziamenti li voglio dopo > e dopo avergli sorriso, andò via, dirigendosi verso i campi.


Il ragazzo mangiò velocemente il pezzo di focaccia e si guardò un po intorno, quel campo sarebbe stata la sua nuova “casa” da adesso in poi. La testa non gli doleva più e la sua memoria non era ancora tornata. Pazienza, Alby aveva detto che avrebbe ricordato il proprio nome dopo un paio di giorni. Eliminò l'idea di essere l'unico sfigato a rimanere senza un nome e si alzò, notando che Chuck non era li. Erano tutti mattinieri da quelle zone?
Dopo essersi lavato un po la faccia, il ragazzo si diresse ai campi, raggiungendo cosi Newt. Tra tutti quelli che aveva conosciuto, Newt era simpatico, non parlava molto come Chuck, non era antipatico come quel Gally ed era molto più alla mano rispetto ad Alby. Chissà, forse lui avrebbe risposto alle sue mille e più domande. Non poté fare a meno di guardare il labirinto, la voglia di scoprire qualcosa di più su quel posto era enorme, come potevano rimanere indifferenti gli altri?

< Eccoti qui, fagiolino. Allora, prima di tutto, devi sapere che qui ognuno ha un proprio compito, nessuno resta a far niente o muore. Ci sono delle regola che bisogna rispettare ma, prima di tutte le altre, ricordati: mai entrare nel labirinto. Intesi? > disse Newt, alzando un sopracciglio , come per far capire al ragazzo che non accettava compromessi

< Si...voglio essere un Velocista! > esclamò subito il ragazzo, da quel che aveva capito, era l'unico modo per poter entrare nel labirinto
< Fagio, non è semplice. Non tutti possono farlo, può essere pericoloso e devi saperti orientare bene e, sopratutto, non devi perderti. E, prima che tu dica altro, no. Ci sono molti altri lavoretti che potresti fare, di velocisti ne abbiamo e presto troveranno una via che ci permetterà di lasciare questo posto. Ora, ti spiegherò un po di cosette. Come ben sai, oltre i Velocisti, abbiamo chi si occupa dei campi, tra cui ci sono io. Di solito sono i figli di Hermes a farlo ma anche i figli di Demetra. Il nostro compito e assicurarci che voi pive non moriate di fame. Poi ci sono i Costruttori, di cui capo è Gally, che hanno il compito di costruire ripari per noi, ci sono i Medicali che sono impegnati a curare le nostre ferite , gli Squartatori che allevano gli animali e provvedono per la carne e..>
< Ci sono anche i Velocisti > si intromise il ragazzo, ormai si era fissato per quel ruolo, sembrava che fossero legati l'uno all'altro
< Sei una vera testa di Caspio, fagiolino. Si, ci sono i Velocisti, che come sai, provvedono a trovare una possibile via d'uscita da questo posto >
< Avete mai provato con altre vie? Tipo arrampicarvi o scendere da dove siamo saliti oppu..>
< Si, fagiolino, abbiamo provato tutto, l'unica soluzione e uscire attraverso il labirinto> concluse Newt, dando una leggera pacca al ragazzo < Seguimi, ti faccio vedere il resto >


Il ragazzo trascorse la mattinata insieme a Newt e imparò un po di cose di quel campo. Seppe che erano ormai da due anni che i pivellini si trovava li senza aver trovato una via d'uscita, ogni mese saliva un pive dalla Botola insieme ad alcuni alimenti e oggetti espressamente richiesti dai pivelli, molti non avevano poteri o avevano difficoltà a usarli. Inoltre, molte volte avevano cercato di usare i loro poteri divini per rompere quelle mura ma , invano. Le mura sembravano risucchiare i loro poteri, senza farsi nemmeno un graffio. La “porta” del labirinto si apriva all'alba e si chiudeva al tramonto, in modo da non far passare le creature che si annidavano al suo interno. Potevano sentire i loro versi, i loro passi o ruggiti ma, nessuno sapeva con esattezza che cosa fossero. Nessuno era mai riuscito a passare una notte nel labirinto e chi l'aveva fatto, non era mai tornato per raccontarlo. Il ragazzo, però, non cambiò minimamente la sua idea, voleva assolutamente essere un Velocista e non smise nemmeno una volta di insistere

< Come posso diventare Velocista? >
< Fagiolino, sei proprio sicuro? > chiese Newt, nemmeno dopo le sue parole il ragazzo aveva cambiato idea, sembrava determinato a raggiungere il suo scopo.

< Si >
< Va bene... vedrò cosa posso fare ma > Newt si mise davanti a lui e poggiò le mani sulle spalle del ragazzo, guardandolo dritto negli occhi < Devi fidarti di me, okay? Non fare nulla, non metterti nei pasticci e lo diventerai molto presto, Siamo intesti?
< Certo! Farò tutto quello che vuoi! > esclamò felice il ragazzo e guardò Newt con un misto di ammirazione e adorazione, quel ragazzo non era come tutti gli altri, lo stava veramente aiutando.


Il ragazzo andò a pranzare, pensando tra sé e sé. Pensò a tutto quello che aveva imparato da Newt e a cosa servisse rimanere li, insomma, qual'era lo scopo di tenere dei ragazzi rinchiusi nel campo?
Cercò di pensare ad altro e osservò per un po gli altri pivelli, soffermandosi su Newt, intento a parlare con Alby.
La mattinata era passata in modo molto piacevole, quel ragazzo era simpatico e sembrava veramente disponibili nei suoi confronti oltre ad aver avuto la pazienza di ascoltare tutte le domande.
Come se Newt avesse sentito il suo sguardo e i suoi pensieri, si girò verso di lui. Il ragazzo, rosso in viso, si affrettò a guardare il piatto, sperando di non essere stato scoperto.
Dopo aver pranzato, senza più alzare il viso in direzione di Newt, iniziò a giocherellare distrattamente con una mollica di pane, erano accadute cosi tante cose in quei due giorni che doveva sistemare un po le sue idee. Era finito in quel campo insieme ad altri ragazzi, o meglio pive, come lui. Tutti erano semidei e tutti sapevano solo due cose: il proprio nome e il proprio genitore divino. Volevano scappare da li ma l'unica via d'uscita era il labirinto e, nessuno era mai riuscito a uscire dal labirinto. Il ragazzo si domandò chi c'era dietro a tutto questo e cosa volevano da loro.
Perchè erano chiusi in quel campo?
Chi c'era dietro a tutto questo?
I suoi pensieri vennero interrotti da Gally, il quale, si posizionò dietro di lui e avvicinò le labbra al suo orecchio

< Io so chi sei. Tutto questo è per colpa tua. Apri bene gli occhi, fagio, o la tua vita finirà in un secondo > sibilò con rabbia Gally, allontanandosi poi dal ragazzo come se nulla fosse, raggiungendo i suoi amici.

Il ragazzo rimase con il cuore in gola, cosa significavano quelle parole?
Perchè era colpa sua?
Mille domande e nessuna risposta.

Dopo aver passato un pomeriggio ad aiutare Chuck, calò la sera. Il ragazzo vide finalmente alcuni che faceva parte dei Velocisti e la voglia di essere uno di loro era enorme. Seguì con sguardo curioso la chiusure del labirinto, quelle mura fredde e grigie sembravano volessero tenerli al sicuro ma al tempo stesso, tenerli prigionieri per sempre.
Il cielo iniziò a oscurarsi lentamente, stelle iniziarono a comparire e un gran fuoco spuntò al centro del campo, seguito dalle risate e dai canti dei pivelli. Il ragazzo iniziò ad avvinarsi a loro, curioso di capire cosa stessero festeggiando di tanto importante da creare tutto quel casino. Si fermò a qualche metro di distanza da loro. Le fiamme danzavano allegramente e illuminavano i pivellini, in quel momento impegnati a mangiare e bere uno strano liquido, parlando tra di loro e cantando felicemente. Già, erano bravi a essere felici e spensierati in tutta quella situazione. Il ragazzo non era ancora del tutto abituato alla sua nuova vita, a differenza di loro. Andò a sedersi dietro a d'un tronco, guardando il cielo stellato e pensando alla sua vita precedente. Aveva avuto una famiglia?
Andava a scuola?
Aveva degli amici?
E, soprattutto, sarebbero mai usciti da li?
I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo di Newt, il quale, si sedette vicino a lui, tenendo in mano un bicchiere pieno di quel liquido strano che girava tra i pivelli

< Ehi fagiolino, come mai tutto solo? La festa è soprattutto per te , sai? > disse Newt, porgendosi appena per guardare il viso del ragazzo
< Stavo pensando...e poi c'è Gally che vuole farmi fuori > disse con borbottio il ragazzo, girandosi per guardare Newt
< Non far caso a lui, ha un carattere particolare. A cosa pensavi? >
< Se usciremo da qui un giorno > si limitò a dire il ragazzo, sospirando per poi tornare a guardare davanti a sé.

Neewt lo guardò per un attimo in silenzio, dal primo giorno aveva notato che quel ragazzo era diverso dagli altri. Aveva accettato tutta quella realtà senza batter ciglio mentre altri ci mettevano anche mesi. Inoltre, si era testardamente messo in testa di diventare Velocista per trovare una via d'uscita. In due anni, nessuno ci era riuscito ma questo non sembrava influenzasse particolarmente il pensiero del fagiolino. Ammirava la sua determinazione nel raggiungere il suo scopo. Non gli erano sfuggiti gli occhi curiosi e svegli del fagiolino e, nemmeno la sua voglia di sapere. Le sue mille domande lo divertivano e non voleva vedere il ragazzo isolato e pensieroso

< Certo che usciremo, che domande sono fagiolino. Un giorno, i Velocisti troveranno una via d'uscita e tutti noi potremmo andar via da qui. Arriverà quel giorno fagiolino ma , per adesso, limitiamoci a festeggiare e bere > e porse il bicchiere al ragazzo, il quale lo guardò con occhi curiosi, facendogli capire che doveva spiegare quello che stava offrendo < Non so cosa sia, se vuoi saperlo. Ricetta segreta di Gally, tranquillo, non è velenoso > e, sorrise.

Il ragazzo prese il bicchiere e bevve un po. Subito sentì la gola bruciare, sembrava avesse appena bevuto delle fiamme. Sputò il liquido, sentendo alcune lacrime uscire dagli occhi e la gola andare letteralmente in fiamme

< Mi vuoi morto! > sussultò il ragazzo con voce roca
< Scusa fagiolino, non vol..> tentò di dire Newt ma , ormai incapace di resistere ancora per qualche minuto, iniziò a ridere < Sei uno spasso, fagiolino! >

Il ragazzo diventò rosso come un peperone e borbottò altre parole tra sé e sé mentre un sorriso comparve sul volto e si unì alla risata di Newt.

< Andiamo fagiolino, uniamoci agli altri > disse, dopo essersi calmato, Newt.

Il ragazzo annuì e si alzò insieme a Newt, dirigendosi verso il falò. Notò Alby parlare animatamente con Jeff e Clint, altri erano vicino al fuoco intenti a scaldarsi o mangiare un po di carne ma, la maggior parte di loro, era radunati a veder qualcosa. Curioso, il ragazzo si unì a loro con Newt, cercando di capire cosa stessero guardando tutti. In mezzo al cerchio c'era Gally, aveva appena mandato a terra uno dei pive e aveva un braccio alzato in segno di vittoria, gridando di essere invincibile .
Il ragazzo guardò Newt, il quale si limitò a sollevare le spalle

< Ehi fagiolino, vieni qui, vediamo cosa sai fare! > gridò a d'un tratto Gally, indicando il ragazzo con l'indice.

Il ragazzo non ebbe nemmeno il tempo di dire qualcosa che fu trascinato dagli altri pive nel cerchio. Cercò di trovare una via d'uscita ,lui non sapeva combattere e poi, era molto più magro di lui, sarebbe stato sconfitto in un niente! Cercò di uscire ma nulla, i pive lo tenevano nel cerchio, incitandolo a scontrarsi con Gally. Il ragazzo guardò Gally e , quando lo vide correre verso di sé, si spostò di lato, facendo scontrare Gally con gli altri pive.
Sorrise, Gally era forte ma il ragazzo era piuttosto agile e veloce nei movimenti. Continuò cosi per altri secondi ma alla fine, Gally riusci a colpire con un pugno il fianco del ragazzo, il quale sentì l'aria mancare per alcuni secondi. Notò un bastone che teneva uno del “pubblico” e, senza pensar due volte, corse per rubarcelo. Tese il bastone e, quando Gally si avvicinò per tirargli un altro pugno, il pive riuscì a colpirlo sulla palmo con il bastone. Tutti furono meravigliati, come ci era riuscito?
Nemmeno il ragazzo seppe dare una risposta, non aveva mai usato un bastone come arma e,in cuor suo, sapeva che era portato per quelle cose.
Gally si avvicinò ulteriormente e il ragazzo diede un colpo di bastone sul fianco e poi su una delle due ginocchia, facendolo cadere a terra. Tutti iniziarono a gridare e fischiare contro Gally e il ragazzo sorrise, credendo ormai di aver vinto. Non fece in tempo a girarsi che Gally si alzò velocemente da terra e diede un pugno dritto sulla testa del ragazzo, il quale, cadde a terra e svenne.

< La C.A.T.T.I.V.O è buona >
< Dobbiamo farlo..>
< Thomas!>
< Tutto sta per cambiare >
< Thomas svegliati! >

Il ragazzo aprì lentamente gli occhi, la testa gli doleva terribilmente per il colpo subito e sentì chiaramente i vari bisbigli dei suoi compagni ma, soprattutto, la voce di Newt che sgridava Gally

 

< Per caso hai dello sploff in testa o cosa? Potevi ucciderlo! > gridò Newt contro Gally e , appena si accorse che il ragazzo si stava svegliando, corse da lui < Tutto bene fagiolino?> chiese con un po di preoccupazione
< Thomas..> sussurrò il ragazzo, mettendosi a sedere
< Eh..? >
< Il mio nome...il mio nome è Thomas > disse ad alta voce, cosi da farsi sentire da tutti

Newt sorrise e aiutò Thomas ad alzarsi da terra mentre tutti brindarono, gridando “Thomas”. Dopo il brindisi, tutti guardando attentamente Thomas, sembravano aspettare qualcosa in particolare.

< Perchè mi gu- guardate? > chiese un po imbarazzato Thomas verso Newt
< Strano...di regola, quando si ricorda il nome, spunta un simbolo sulla testa del pive che indica il suo genitore divino >
< Oh bene, è spuntato anche a me, allora? > domandò con curiosità Thomas
< No..non è apparso nulla..> mormorò Newt.

Dopo un paio di minuti, tutti tornarono a festeggiare. Nessun simbolo era uscito su Thomas, il quale, deluso dalla cosa, andò a dormire.
Perchè il suo genitore divino non l'aveva riconosciuto?
Forse era normale e non un semidio?
Forse era odiato dal suo genitore divino?
Inoltre, chi era la ragazza che aveva gridato il suo nome?
Alcune lacrime uscirono dal volto di Thomas, non riusciva a capire perchè non sapesse il suo genitore divino a differenza di tutti gli altri.
Pieno di rabbia e dubbi, il ragazzo si addormentò.


 

Nessun simbolo apparso nel soggetto A2.
Sospetto affermato sul suo genitore divino.
Primi scontri tra A2 e A9, tutto secondo i nostri piani.
Fase due, appena attivata.

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Capitolo 3
*** L'Eidolon ***


Thomas si allontanò dal muro del labirinto, sentiva lo sguardo dei suoi compagni dietro di sé e la cosa, lo fece leggermente innervosire. Sul muro, a grosse lettere, era stato appena scritto “Thomas” insieme a tutti gli altri nomi dei pivelli. Alcuni erano stati cancellati, di sicuro erano quelli morti nel labirinto o che erano impazziti stando nel campo. Da quel momento in poi, Thomas apparteneva al campo in tutto e per tutto, escludendo il problema “genitore divino”. Aveva spremuto a più non posso le meningi, cercando di capire perchè il suo genitore divino non si era mostrato a lui ma, non aveva risposte da darsi e nessuno sapeva dare una spiegazione. Era la prima volta che nel Campo che succedeva una cosa del genere, stando alle parole dette da Chuck , tuttti erano stati riconosciuti nel momento esatto in cui ricordavano i propri nomi,Thomas era l'eccezione alla regola.
A Thomas non piaceva tutto questo, già faceva sogni strani, più Gally gli ripeteva in ogni momento della giornata che era colpa sua e ora anche questo! Insomma, perchè tutto a lui?
Non poteva essere come tutti gli altri pive?
Dopo aver scritto il suo nome sul muro del labirinto, Thomas si diresse ai campi per aiutare Newt, doveva ubbidirgli se voleva diventare Velocista,anche quando faceva delle richieste che a Thomas non andavano proprio a genio.

< Eccoti qui,Tommy > esclamò Newt appena vide arrivare Thomas.
< Come promesso, eccomi qui > disse Thomas con un piccolo sorriso.

Newt era l'unico che usava quel nomignolo, tutti lo chiamavano Thomas, pivello o fagiolino ma, Newt era l'unico a chiamarlo Tommy. Non che a Thomas gli dispiacesse la cosa , anzi, era abbastanza carino come nomignolo e, non sapeva nemmeno il perchè, gli creava uno strano effetto quando Newt lo chiamava in quel modo, diventava subito rosso e imbarazzato, per non parlare dello stomaco che iniziava a comportarsi in modo strano.
Iniziarono a lavorare quando Thomas,ormai a pezzi e con le braccia addoloranti, si fermò un attimo, asciugandosi il viso

< Quando potrò diventare Velocista? > domandò senza giri di parole
< Molto presto Tommy, sii paziente > rispose Newt, prendendo un secchio per poi lanciarlo al ragazzo < nel frattempo, prendi un po di fertilizzante > e fece un piccolo sorriso birichino.

Thomas non replicò e lasciò i campi, dirigendosi verso il piccolo bosco che si estendeva su una parte del Campo. Fece dondolare il secchio avanti e indietro < Perchè il lavoro più sporco tocca a me, vai a prendere il fertilizzante e bla bla.. > disse tra sé e sé Thomas mentre iniziò a incamminarsi nel boschetto. Grazie agli alberi che facevano ombra sul resto, il caldo non arrivava, anzi, a volte tirava un bel venticello fresco che sollevava un po l'umore del pivello, intendo ad raccogliere il fertilizzante.
A un certo punto, notò qualcosa di strano e, spinto dalla curiosità, iniziò a incamminarsi verso quella direzione, Thomas era sempre stato un ragazzo curioso e, se vedeva qualcosa di strano, doveva subito esplorare e capire di cosa di trattasse. Poggiò il secchio a terra mentre si avvicinò a una serie di pietre messe in verticale. Su di esser erano incisi dei nomi e sparsi nel terreno, c'erano delle ossa. Dopo qualche secondo, Thomas capì che si trovava in un cimitero. Si affrettò ad allontanarsi dalla possibile tomba e rimase ad osservare il posto: erano li che venivano portati i pivelli morti?
Contò le pietre e si domandò da quando erano li e da quando era iniziato il tutto. Loro erano stati i primi ad arrivare nel campo?
Perchè erano morti?
Anche loro, come Thomas, speravano di uscire da li e tornare dalle proprie famiglie?
Thomas rimase per alcuni minuti li, era un posto tranquillo, togliendo la leggera puzza che proveniva dalla ossa sparse sul terreno.
A un certo punto, Thomas sentì un ramo spezzarsi dietro di sé e si girò velocemente per vedere la causa di quel rumore. Davanti a sé, c'era un ragazzo. L'aveva visto di sfuggita con gli altri velocisti...cosa ci faceva li?
Inoltre, cos'era quella cosa verde che copriva metà del suo corpo?
Gli occhi curiosi e leggermente paurosi di Thomas si soffermarono sugli occhi del ragazzo,...erano completamenti bianchi, senza pupilla.

< E-Ehi...> balbettò Thomas, iniziando a fare qualche passo indietro mentre il ragazzo iniziò ad avvicinarsi a lui
< Non scappare piccoletto, abbiamo molte cose da dirci > disse il ragazzo con una strana voce, poteva sentire quella sfumatura di divertimento misto alla pazzia che fece capire a Thomas di dover scappare immediatamente da li.

Thomas iniziò a correre ma il ragazzo riuscì a raggiungerlo, lo afferrò per un braccio e lo strattonò indietro, facendolo cadere di schiena a terra. Thomas gemette di dolore , l'atterraggio non era stato uno dei migliori. Il ragazzo si buttò sopra di lui e iniziò a stringere le mani sul collo di Thomas, pronto a ucciderlo. Iniziò anche a ridere di gusto, come se stesse guardando una commedia. Il cuore di Thomas si gelò completamente, iniziava a sudare freddo e gli veniva da vomitare a causa della puzza che proveniva da quella strana sostanza verde e, in più, non riusciva a respirare. Cercò di tirare qualche pugno contro il ragazzo ma sembrò che gli facesse solo il solletico.

< Ah ah, caro piccolo semidio, non sei portato per la lotta corpo a corpo. Se non hai un arma, sei un fallito, ringrazia tua madre per questo > e riprese a ridere, stringendo maggiormente la presa sul collo di Thomas.

Thomas ricordò la strana sensazione avuta quando le mani aveva afferrato il bastone nella lotta contro Gally e, iniziò a guardarsi intorno in cerca di qualcosa da poter usare come arma. Allungò le braccia per testare il territorio finché una mano non si posò su un osso. Puntini neri iniziarono ad occupare la sua vista, il respiro si faceva sempre meno, doveva respirare o sarebbe finita male. Con tutta la forza che aveva, alzò il braccio e colpì la testa del ragazzo con l'osso, il quale, allentò la prese sul collo di Thomas, gemendo di dolore.
Thomas colse l'occasione al volo e lo spinse via, rialzandosi velocemente per poi iniziare a correre, cercando di prendere finalmente un po di aria, la gola bruciava per la stretta. Sperò di essersi allontanato da quel pazzo ma...era non cosi. Il ragazzo correva dietro di lui, riuscì di nuovo ad afferralo e farlo cadere. Thomas sentì la mano del ragazzo sulla caviglia e cercò di dargli un calcio, sentendo qualcosa rompersi e grida di dolore provenire dal ragazzo. Gli aveva rotto il naso, probabilmente.
Thomas si rialzò nuovamente e corse, riuscendo a uscire dal boschetto. Si girò appena e vide che il ragazzo, con il viso insanguinante, continuava lo stesso a inseguirlo ed era sempre più vicino. Thomas, appena uscito dal boschetto, iniziò a gridare aiuto agli altri pivelli del campo, sperando che qualcuno venisse in soccorso. Il ragazzo riuscì nuovamente a far cadere Thomas e questa volta, infuriato per quello che aveva subito, iniziò a colpirlo con pugni e calci, sicuro di non aver nessuna interruzione da parte di Thomas, il quale, si stava proteggendo dai colpi con le braccia e le gambe. Il ragazzo, però, non aveva fatto i conti con il resto dei pivelli.
Newt, infatti, si era accorto della situazione e senza pensarci due volte, aveva preso il bastone ed era corso in soccorso di Thomas. Corse il più velocemente possibile e colpì il viso del ragazzo con il bastone, facendolo allontanare da Thomas. Gli altri pive, intanto, bloccarono subito il ragazzo, infatti, due di loro, fecero spuntare delle grosse radici che bloccarono completamente il pazzo.

 

< Stai bene Tommy? > si affretto a domandare Newt mentre aiutò Thomas ad alzarsi
< S-si..ch-che su-succede? > balbettò appena Thomas, un po traumatizzato da quello che gli era appena accaduto.
< È stato colpito da una delle creature del labirinto, quello che vedi sul suo corpo è veleno ma non so perchè ha iniziato ad attaccarti > spiegò Newt, guardando attentamente il ragazzo, il quale, iniziò a ridere
< Oh bene bene, quanti bei semidei abbiamo qui. Vi ricordate di me? Di sicuro quello li si > e indicò Gally < Ti ricordi quando mi sono impossessato di te, uccidendo uno dei tuoi amichetti? Ah, peccato che questa volta non ci sono riuscito > e guardò torvo in direzione di Thomas, come se la colpa fosse la sua
< Impo-Impossessato? Ch-chi sei? Com-come fai a sap-sapere di mia mad-madre> domandò Thomas, incapace di trattenere la sua curiosità anche in momento del genere

< Bla bla bla, troppe domande, ragazzo. So di tua madre perchè lavoro con quelli che vi hanno portato qui, dovresti ben saperlo, mio caro ragazzo. Oh giusto, non ricordi niente > e scoppiò a ridere < alcuni di voi però lo sanno, specialmente quelli che hanno avuto l'onore di essere impossessati da me, ho ridato a loro un po di memoria. Vero, Gally? > e guardò divertito in direzione di Gally , il quale, si limitò a guardarlo male per poi andarsene
< Vattene via,lascia il corpo del ragazzo! > disse con voce ferma e decisa Alby, mettendosi davanti a tutti e afferrando il ragazzo per il colletto
< Oh oh lo farò, ero giusto passato da qui per divertirmi. Oh, vi avverto, questo corpo ormai è morto per il velenp, scusatemi tanto> e , dopo aver fatto una linguaccia, il corpo si afflosciò.

Il ragazzo era sul serio morto e chi l'aveva impossessato, era andato via. Il corpo fu portato via e Thomas rimase in silenzio e tremante. Newt poggiò la mano sulla sua spalla, dispiaciuto per quello che aveva appena passato il ragazzo.

< Quello che hai visto era un Eidolon, è un spirito che si impossessa dei corpi. Non sappiamo altro...purtroppo arriva qui quando incontra qualcuno nel labirinto e , da come hai potuto constatare tu stesso, si diverte a...combinare danni grossi. > spiegò con calma Newt, sperando che la sua spiegazione servisse a Thomas in qualche modo
< Voleva uccidermi > mormorò appena Thomas < e, ha detto che se non ho un arma, sono un fallito e per questo devo ringraziare mia madre...> e si mise le mani sulla testa, troppi pensieri e troppe domande iniziavano a circolare 
< Ehi calmo Tommy, non devi starlo a sentire, lui si diverte a dire questo per farci impazzire, okay? Ora se ne andato, non ci devi pensare > cercò di rassicurare Newt, stringendo la spalla di Thomas.

Thomas annuì piano e si girò verso Newt, facendo un piccolo sorriso per dirgli che era tutto okay. Qualche ora dopo, il corpo del ragazzo venne portato nel cimitero e tra i pivelli salì un triste silenzio.
Thomas andò a sedersi sotto un albero e si appisolò, dopo tutto quello che aveva subito, si sentiva come un straccio. Iniziò cosi a sognare....

Era in un labirinto, alte siepi non gli permetteva di veder nulla. Iniziò a correre in cerca di una via d'uscita, girò a destra e poi a sinistra, fini in un vicolo cieco e, dovette tornare indietro. Cercò di pensare lucidamente e di non andare in panico, quel labirinto doveva avere una via d'uscita
< Non riuscirai mai a uscire > disse una voce da donna.
< Chi sei? > domandò Thomas, fermandosi sul posto
< Una che odia profondamente tua madre e te. Parlo a nome di tutti i miei amici, ognuno odia un particolare semidio e, sai? Alla fine, morirete tutti. Non c'è via d'uscita > e iniziò a ridere, una glaciale e terrificante risata che iniziò a rimbombare per tutto il labirinto.
Dei serpenti iniziarono a spuntare dalle siepi. Thomas iniziò a correre velocemente finchè la strada non fu bloccata da un Minotauro che teneva in una mano...la testa di Newt.

Thomas gridò dal terrore e si svegliò dal suo sonno. Sbatté più volte gli occhi e sospirò quando vide il Campo davanti a sé. Sentì delle gocce di sudore scendere lungo la schiena e, al solo pensiero di quello che aveva appena sognato, brividi di puro terrore si fecero largo sul suo corpo. Si alzò e corse in cerca del ragazzo, con qualcuno doveva pur parlare e Newt, era l'unico con cui poterlo fare. Lo trovò a togliere alcune erbacce con il viso rivolto verso l'entrata del labirinto. Thomas seguì lo sguardo e notò che tra i Velocisti, c'era anche Alby. Cosa si faceva lui li?

< Perchè Alby è con loro? > domandò Thomas appena arrivò vicino a Newt e, per un momento, dimenticò del resto
< Ha preso il posto del ragazzo > disse con aria un po contraria Newt,corrugando appena la fronte
< E.. non va bene? > domandò cauto Thomas nel notare il viso del ragazzo
< È l'unico che può farlo, quindi ci va bene > e, sollevò le spalle, guardando Thomas < Ehi, tutto okay? Ti vedo un po bianco >

Thomas racconto l'incubo a Newt fino alla fine, anche la parte della sua testa in mano a un Minotauro. Newt lo ascoltò attentamente e senza interromperlo una sola volta, una cosa che Thomas ammirava, odaiva essere interrotto mentre parlava. Dopo il racconto, Newt ci rifletté un po su, picchiettando l'indice contro il mento

e sorrise, scacciando via quella visione orrenda della sua testa staccata dal corpo e in mano a una creatura
borbottò con fare scocciato Thomas
< Forse sei speciale o lo è tua madre > gli fece notare Newt
< Io , speciale? Ma dai > disse subito Thomas, arrossendo leggermente per quelle parole
< Lo sei Tommy e preso lo dimostrerai a tutti > ribatté con decisione Newt, avvicinando di poco il viso a quello del ragazzo.

Thomas sentì il cuore battere a mille quando vide cosi vicino a sé il viso del ragazzo. Potè vedere i suoi occhi color nocciola, le sue labbra sottili e quella fronte sempre un po corrugata. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo, sentiva solo lo stomaco fare capriole e il corpo tremare come una foglia. Mancavo pochi centimetri...pochissimi...

< Newt, puoi venire un attimo? > gridò un pive , interrompendo il momento
< Arrivo > rispose Newt, allontanandosi dal viso di Thomas con un espressione tra il confuso e l'imbarazzato e si alzò, andando a raggiungere il pive che l'aveva chiamato.

Thomas rimase di sasso. Se quel pive non avesse interrotto quel momento..che cosa sarebbe successo?
Sospirò appena, non sapeva dare una spiegazione a quello che era appena successo, non si era mai sentito cosi strano. Newt era il primo che gli suscitava quell'effetto. Cos'era?

Le ore passarono e ben presto sarebbe calata la sera. Thomas era con Chuck quando notò qualcosa di strano...i velocisti non erano ancora arrivati, o , meglio ancora, ne mancavano due. Era strano, di regola erano molto puntuali , di certo non volevano rimare bloccati nel labirinto.

< Ehi Chuck, non sono ancora tornati...>
< Presto torneranno > disse con convinzione Chuck, facendo poi segno a Thomas di dirigersi verso l'apertura del labirinto.

Non furono gli unici a notare quella stranezza, infatti, subito dopo, furono seguiti da altri pive, preoccupati di non veder tornare i due. Mancavano all'appello solo loro: Minho e Alby. Chuck si auto-convinceva che sarebbero tornati presto e cosi molti fecero molti altri. Newt era silenzioso al fianco di Thomas, gli occhi puntati sul labirinto mentre Thomas...lui,bè, non si dava pace. Iniziò a pensare di entrare per vedere che fine avessero fatto i due pive e perchè nessuno li andava a cercare, insomma, non erano forse loro compagni?
Perchè stavano li, fermi e muti, ad aspettare?

< Perchè non mandiamo qualcuno a cercarli? > domandò a Newt
< Perchè la regola parla chiaro, nessuno mette piede li. Arriveranno >

Thomas iniziò a fidarsi ben poco di quelle parole, la voglia di entrare e far qualcosa era enorme ma..c'era la caspio di regola che vietava di entrare li.
Perchè si dovevano rispettare le regole quando qualcuno era in pericolo?
Era una pazzia!
Le porte iniziarono lentamente a chiudersi e, proprio in quel momento, spuntarono Minho e Alby. Tutti iniziarono a incitarli ma Thomas notò subito che qualcosa non andava: Minho stava trascinando il corpo di Alby, ricoperto per un quarto di veleno. Minho non riusciva ad andar più veloce con il corpo di Alby, infatti, lo depose a terra e iniziò a trascinarlo dalle caviglie ma non ce l'avrebbe mai fatta...il labirinto si stava chiudendo. Sarebbero rimasti li. Thomas, intanto, aveva iniziato a muoversi sul posto, non poteva vedere i suoi amici li, non poteva non far nulla per aiutarli, non poteva rimanere a guardarli come tutti gli altri. Dimenticò le regole e di tutto il resto, lui voleva e doveva aiutarli. Scattò e iniziò a correre , entrando nel labirinto. Per un tratto aveva sentito delle mani afferrare la maglietta ma, era riuscito a non fermarsi, entrando cosi nel labirinto.
Cercò di correre velocemente per non rimanere schiacciato e ci riuscì per un soffio. Cadde a terra e si rialzò subito, notando che era dentro il labirinto. Aveva appena violato la regola più importante ma pazienza, voleva dare una mano a chi ne aveva bisogno.

< Complimenti, ti sei appena suicidato > fu il commento di Minho

Che si sarebbe suicidato o meno non gli importava, Thomas non si era pentito della scelta fatta. Non era uno che si limitava a guardare e basta, se qualcuno era in pericolo, avrebbe fatto di tutto per aiutarlo. Anche al costo della vita...

 

Piano riuscito, fase terza appena iniziata.
Il soggetto A2 è nel labirinto, primo soggetto che viola le regole per soccorrere soggetti in difficoltà.
Soggetti A2 e A5 sono da tener d'occhio.
Creatura pronta per l'attacco nel labirinto.

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Capitolo 4
*** L'Idra e la figlia di Afrodite ***


Thomas si avvicinò ai due ragazzi, Alby sembrava aver perso completamente i sensi. In alcune parti del suo corpo era presente la sostanza verde vista, precedentemente, sull'altro pivello.

< Cos'è successo? > domandò a Minho, chinandosi per guardare meglio Alby
< Non lo so..stavo correndo nel labirinto quando Alby mi ha tagliato la strada, spingendomi contro il muro, di sicuro era impossessato dall'Eidolon e aveva quelle chiazze di veleno sul corpo. Sono riuscito a fargli perdere i sensi, lo spirito è andato via e Alby non si è più svegliato > raccontò Minho con un leggero terrore negli occhi, la paura di aver ucciso completamente l'amico stava aumentando sempre di più
< Non è morto..ne sono sicuro > affermò con sicurezza Thomas,guardandosi poi intorno < Non possiamo nasconderci da qualche parte per la notte? >
e, si sedette a terra,ormai privo di speranza.
< Sei troppo pessimista > fu il solo commento di Thomas, alzandosi in piedi per studiare il posto
< Che bella scoperta, sono un figlio di Ade, è nella nostra natura > commentò aspramente Minho, tornando a guardare il corpo di Alby.

Thomas rimase in silenzio,almeno aveva appena avuto la conferma che non era un figlio di Ade, il pessimismo non era nel suo DNA, per fortuna. Non c'era granché nel labirinto, solo mura e dei rampicanti. Guardò attentamente i rampicanti e poi Alby, la sua mente iniziò a lavorare, doveva trovare una soluzione per nascondere almeno il suo corpo e chissà, anche loro

< Avete mai provato ad arrampicarvi li? > domandò Thomas, indicando i rampicanti
< Si ma, non serve granchè...ti raggiungono anche da li....te l'ho detto che siamo spacciati >
< Ce la faremo > disse quasi ad alta voce Thomas, facendo capire a Minho che non bisognava arrendersi subito < Aiutami a portare il corpo di Alby vicino al muro > e senza aggiungere altro, prese le braccia del pivello svenuto.

Minho lo guardò come se fosse un alieno, perchè quel fagiolino insisteva?
Non aveva capito che ormai era finita?
Si alzò in silenzio a prese le gambe di Alby e , insieme a Thomas, lo portarono vicino al muro, mettendolo poi seduto, attenti a non farlo scivolare a terra. Minho guardò Thomas, il quale, stava iniziando a saltare per prendere dei rampicanti e fare strani nodi. Minho si guardò intorno, la paura che una creatura uscisse allo scoperto era enorme, dovevano andarsene da lì e in fretta.
Thomas, nel frattempo, era totalmente concentrato a sistemare i rampicanti per Alby. Aveva pensato di legare il corpo di Alby e sollevarlo, nascondendolo tra i rampicanti e, in caso spuntasse qualche creatura, Thomas avrebbe attirato la sua attenzione, nessuno avrebbe mai trovato Alby se lui faceva da esca. Era un piano folle ma ehi, sempre meglio di niente, no?
Iniziò a legare Alby con i rampicanti, erano abbastanza robusti, di sicuro avrebbero retto il peso del pivello svenuto. O, almeno, era quello che sperava.
Dopo aver finito la prima parte del lavoro, afferrò un altro rampicante e fece segno a Minho di aiutarlo. Iniziarono a tirare il rampicante e il corpo di Alby iniziò a sollevarsi.
Erano a metà del lavoro quando si udirono dei passi che quasi facevano tramare il labirinto e dei ringhi che facevano rizzare la pelle. Qualcosa si stava avvicinando.

< Io non voglio morire > esclamò con puro terrore Minho e, senza curarsi di Thomas e del corpo di Alby, abbandonò il rampicante e corse via.

Thomas maledì mentalmente il ragazzo mentre il rampicante iniziò a scivolargli tra le mani , facendo tornare in basso il corpo di Alby. Cosa caspio avrebbe fatto ora?
Senza andare nel panico, Thomas iniziò a salire sui rampicanti , si sistemò sopra il corpo di Alby e iniziò a sollevarlo. Le braccia dolevano come non mai, le gambe cercavano di non mollare la presa dai rampicanti e, la paura cercò di non manifestarsi in lui mentre i passi della creatura si avvicinavano sempre più. Riuscì a sollevare per qualche metro il corpo del ragazzo, Thomas era al limite delle forze, non poteva fare di più. La creatura era ormai vicina a loro. Cercò di mettere un po di rampicanti sopra Alby, in modo da nasconderlo quando qualcosa ringhiò forte. La creatura era ormai arrivata.
Thomas si girò e rimase per un attimo paralizzato. Era una grossa creatura con nove teste, gli occhi gialli e minacciosi lo guardavano come se avessero appena visto un pollo succulente. Era un'Idra dal colore della notte, il corpo di un serpente e, aveva denti bianchie a aguzzi.
L'Idra ringhiò ancora e una testa iniziò ad avvicinarsi velocemente su Thomas. Il corpo del ragazzo reagì immediatamente, non voleva diventare la cena di quella creatura mostruosa. Lasciò la presa e cadde a terra. L'atterraggio non fu del tutto morbido, senti un braccio pulsare dal dolore ma, in quel momento, doveva solo scappare dalla creatura. Si alzò un po barcollando e sentì uno strano bruciore su un fianco. Guardò giù e, notò che era stato colpito dal veleno verde...era l'Idra ad avvelenare i suoi amici. Riportò lo sguardo sulla creatura, le teste erano pronte a spuntare il loro veleno e, prima che potesse essere colpito di nuovo, iniziò a correre verso la sua direzione. L'Idra spuntò con tutte le sue teste e Thomas riuscì a schivare in tempo il veleno e puntò a passare in mezzo alle gambe della creatura. Era un mossa suicida ma doveva portare l'Idra lontana da Alby. Una delle teste dell'Idra si abbassò velocemente per colpirlo e Thomas riuscì a spostarsi in tempo , facendo poi un salto verso le due gambe. Riuscì , per pura fortuna, a rotolare sotto il suo corpo, uscendo, cosi , dall'altra parte. Si rialzò velocemente e iniziò a correre, schivando la grossa coda della creatura. L'Idra, arrabbiata per essersi fatta scappare la sua preda, si girò e iniziò a seguire il ragazzo.
Le gambe di Thomas protestavano per la stanchezza ma il senso di sopravvivenza era cosi forte che continuarono a correre per gli innumerevoli vicoli del labirinto. Destra, sinistra, ancora sinistra, Thomas aveva ormai perso il senso d'orientamene, la sua mente pensava solo di scappare dalla creatura. Girò appena il viso, l'Idra lo stava raggiungendo e aveva ripreso a sputare il suo veleno, colpendo in pieno la schiena del ragazzo. Thomas urlò per via del bruciore, un po di quel veleno era finito sulla sua pelle, la maglietta non  l'avrebbe protetto per sempre. L'Idra allungò una delle sue teste e la fece sbattere contro la parete del labirinto. Alcuni massi iniziarono a cadere proprio su Thomas, il quale, non avendo vie d'uscita, fu colpito in pieno. Cadde terra e si coprì la testa dai pezzi di muro, sangue iniziò a colare dalla testa e il senso di svenire da un momento all'altro era più forte che mai. Sarebbe morto?
L'idra l'avrebbe mangiato? 
Thomas non poteva arrendersi, doveva combattere e sopravvivere. Per un momento, pensò a Newt. Come l'averebbe presa il ragazzo se scopriva della sua morte?
E poi, avevano lasciato una cosa in sospeso...
L'Idra, intanto, iniziò a togliere i vari massi dal corpo del ragazzo, convinta che la vittoria fosse ormai sua.
Thomas rimase fermo e immobile mentre riuscì a prendere un pezzo di muro tra le mani e, appena si sentì del tutto libero, si girò velocemente, lanciando il pezzo dritto su uno degli occhi della testa più vicina. L'Idra iniziò a urlare ma le altre teste erano pronte a far banchetto con il suo corpo. Thomas iniziò a gattonare, cercò di alzarsi per poter scappare ma era troppo debole, le gambe tremavano e iniziava a vedere tutto sfocato a causa della ferita sulla testa.
Era davvero la sua fine?

< Lascia stare Thomas> gridò una voce davanti al ragazzo.

Anche se vedeva sfocato, Thomas riconobbe quella voce: era Minho. Voleva dirgli di scappare e di mettersi in salvo ma le parole non vennero fuori. Vide Minho alzare le braccia e...degli spiriti iniziarono ad uscire dal terreno. Il cuore di Thomas si gelò completamente, la temperatura era scesa di molti gradi , come se gli spiriti avessero portato con loro il freddo e, nello stesso momento, l'Idra iniziò a gridare di dolore. Thomas si mise seduto e, si girò verso la creatura: gli spiriti la stavano attaccando. La creatura, ormai incapace di andare avanti, iniziò a sbattere dappertutto, cercando di schiacciare via gli spiriti che, nel frattempo, continuavano a darle fastidio. Infine, l'Idra andò via ma non senza aver lanciato uno sguardo di puro odio verso Minho. Appena l'Idra andò via, gli spiriti scomparvero.

< Tutto bene? > chiese preoccupato Minho, andando a controllare Thomas
< D-diciamo > balbettò il ragazzo, guardando Minho < Que-quei co-cosi...>
< Li ho chiamati io, si...l'ho imparato recentemente ma nessuno lo sa. Insomma, già sono figlio di Ade, se faccio comparire anche i morti mi avrebbero già spedito nel labirinto> spiegò brevemente, sembrava che si fosse appena tolto un peso < Non lo dire a nessuno, intesi?>
< S-si > annuì, massaggiandosi un po la testa che doleva dal colpo ricevuto precedentemente < Quindi questa è la creatura? >
< Una delle tante..dobbiamo alzarci...ritornerà presto, ne sono certo >

Thomas annuì e , con l'aiuto di Minho, si alzò. Iniziarono a camminare nel labirinto, Thomas si lasciò guidare da Minho, rimasero in perfetto silenzio, le orecchie pronte a captare ogni probabile rumore. Le ore passarono e presto le porte del labirinto si sarebbero di nuovo aperte, forse sarebbe riusciti a sopravvivere sul serio a quella notte

< Vieni, tra poco si chiuderà lo scompartimento sette, meglio sbrigarsi > disse a d'un tratto Minho
< In che senso? > chiese curioso Thomas
< Ormai ci sei dentro, che senso ha nasconderlo...il labirinto è diviso in otto sezioni, questa è la settima, Ogni giorno, le sezioni cambiano. Ora la sette è aperta ma domani sarà chiusa, ad esempio. Seguono un ordine ben preciso. La notte, infatti, anche i muri cambiano...il labirinto si muove ma ormai sappiamo anche i suoi movimenti > spiegò tranquillamente Minho a voce bassa.

Thomas non fece in tempo ad aprire bocca che i passi iniziarono di nuovo a sentirsi. Minho iniziò a correre, seguito da Thomas, non voleva avere un altro incontro con quella creatura. Erano quasi arrivati al vicolo da girare quando dall'altra parte, comparì l'Idra, la quale, lanciò un grido di guerra e iniziò a correre per raggiungere i ragazzi. Minho e Thomas riuscirono per un pelo a entrare nel vicolo e iniziarono a correre a più non posso per raggiungere la salvezza. L'Idra era ormai dietro le loro spalle , i suoi passi diventavano sempre più forti. Girarono un angolo e i due ragazzi notarono che le mura si stavano restringendo. Minho iniziò a correre ma Thomas non lo seguì...aveva appena avuto un'idea.

< Thomas, che caspio stai aspettando! > gridò Minho dall'altra parte della parete

Thomas lo guardò con fare rassicurante e aspettò che l'Idra lo raggiungesse. Ormai aveva perso il conto di quante volte stava rischiando di morire per le sue idee suicide ma, era anche l'unico modo per dare una lezione alla creatura. Appena l'Idra lo raggiunse, Thomas iniziò a correre, attraversando la parete che lentamente si stava chiudendo. L'Idra, non facendo caso alla parete, allungò una delle teste verso Thomas, pronto a prenderlo. Thomas riuscì a superare la parete ma la testa, rimase del tutto schiacciata al suo interno, staccandosi dal resto del corpo.

 

< Per tutto lo sploff del Campo, gli hai staccato una delle teste, complimenti! > si congratulò Minho, incredulo di quello che era stato in grado di fare Thomas, il quale, tirò un sospiro di sollievo.

Riuscirono a ritrovare il corpo di Alby e uscire cosi dal labirinto. Erano sopravvissuti nel labirinto per una notte intera.

Quando i muri del labirinto si aprirono, Chuck era fermo davanti all'entrata insieme agli altri pive, ansiosi di sapere se gli sfortunati pivelli erano sopravvissuti o meno alla notte. Per i primi minuti, nessuno arrivò e molti iniziarono a perdere le speranze. Newt era rimasto silenzioso da quando Thomas aveva fatto quella pazzia. Non aveva mangiato, si era isolato da tutti, immerso nei suoi pensieri. Profondo occhiaie dimostravano che il pivello non aveva dormito per niente, i suoi pensieri erano rivolti ai tre pivelli e, in special modo, a Thomas. Perchè era entrato?
Perchè doveva sempre fare di testa sua?
Aveva trovato in Thomas qualcosa di speciale e non voleva perderlo proprio adesso. Sospirò, voltandosi per tornare al lavoro, il cuore in mille pezzi mentre un solo pensiero vagò per la sua mente: erano morti...Thomas non sarebbe più tornato.
Chuck era l'unico che rimase lì, in cuor suo sapeva che sarebbero sopravvissuti e, quando scorse tre figure nel labirinto, iniziò a gridar a gran voce del loro arrivo. Tutti i pivelli corsero vicino all'entrata e subito aiutarono Minho e Thomas a prendere il corpo di Alby, portandolo da Jeff e Clint. Tutti iniziarono a tempestare di domande i due pivelli, come era riusciti a sopravvivere?
Che cosa avevano visto?
Minho rimase in silenzio, il resoconto doveva essere fatto prima ai vari capi della Radura e poi al resto, inoltre, Thomas doveva essere processato per non aver rispettato la regola. Anche se aveva salvato Alby, rimaneva il fatto che aveva disubbidito a una delle più importanti regole del Campo. Thomas, intanto, cercò di recuperare un po le forze, la testa girava leggermente ma le bruciature erano per fortuna passate. Newt si avvicinò a lui con furia e lo prese per il colletto della maglietta, iniziando a trascinarlo verso il boschetto, lontano da tutti, informando Minho che presto avrebbero raggiunto gli altri per la riunione.
Thomas non parlò e si lasciò trascinare dal pivello. Dopo essersi addentrati un po nel boschetto, Newt spinse Thomas contro un albero e strinse maggiormente il colletto della sua maglietta. Il suo sguardo era ferito e arrabbiato, i suoi occhi leggermente rossi e pieni di paura e sollievo

< Tu, razza di sploff che non sei altro > iniziò a gridare contro Thomas mentre alcune lacrime uscirono dal suo viso < Non hai idea di quanto io sia stato in pensiero per te! Potevi morire ,anzi, era più che certo che morivi nel labirinto. Cosa ti è saltato in mente!? Perchè hai rischiato la tua vita!? Stavo morendo nel saperti li dentro! > gridò ancora, sfogando tutta la sua rabbia contro Thomas
< S-scusa..non v-volevo..> balbettò appena Thomas, non avrebbe mai immaginato di provocare qualcosa del genere
< Non lo fare mai più > sibilò Newt, avvicinandosi a Thomas < per piacere..non voglio perderti Tommy > e questa volta le parole uscirono come una specie di mormorio di supplica, i suoi occhi si posarono su quelli di Thomas, la rabbia era passata
< No...> sussurrò appena Thomas, incapace in quel momento di dire altro. Ripensò a quello che gli era successo e si ricordo di un particolare < Sai..mentre rischiavo di morire..nella mia mente sei apparso tu..e mi hai dato la forza di continuare..> rivelò con timidezza, le guance diventarono leggermente rosse mentre abbassò lo sguardo.
< Tommy...> mormorò piano Newt, rimanendo incredulo e un po felice di quelle parole.

Newt prese il mento di Thomas e gli alzò il viso per poi poggiare piano le labbra su quelle del ragazzo. Fu un bacio veloce e timoroso che esprimeva quello che Newt sentiva per il ragazzo. Non aveva mai baciato nessuno da quel che ricordava e, quando sentì Thomas ricambiare quel piccolo bacio, sentì il cuore battere come non mai. Non sapeva dare una spiegazione a tutto questo, possibile che fosse...no...non poteva essere. Quando i due pivelli si staccarono, rimasero per alcuni secondi in silenzio a guardarsi, entrambi stavano metabolizzando quello che era appena successo.

< I-io...dobbiamo andare..> si limitò a dire Newt, non accorgendosi dello sguardo un po deluso di Thomas.

I due pivelli uscirono cosi dal boschetto e raggiunsero gli altri pivelli che si erano già organizzati per il processo. Thomas si sedette, era circodato da tutti quelli che avrebbero dato una punizione per la sua disubbidienza. Thomas si fece forza , infondo aveva salvato Alby, non poteva davvero andar male..o forse, si?
Minho spiegò tutto quello che successe nel labirinto e Thomas lo ringraziò mentalmente per aver ricordato che aveva salvato Alby quando lui era scappato via dalla paura.

< Poteva salvare anche tutto il Campo ma ha disubbidito ha una delle più importanti regole del Campo e per questo, deve essere punito! > gridò con determinazione Gally, guardando con fare minaccioso tutti i presenti, compreso Thomas, il quale, sprofondò maggiormente nella sedia, come poteva uscire da quella situazione se c'era Gally?
< Avrà pure disubbidito a una regola ma l'ha fatto a fin di bene, aiutando e salvando i suoi compagni > ribatté Newt, guardando male Gally < Lui ha avuto il coraggio di mettere a rischio la sua vita per gli altri cosa che noi non siamo mai riusciti a fare> e guardò tutti i presenti, alcuni stavano annuendo alle sue parole
< E quindi? Lo lasciamo fare quello che vuole? Le regole sono chiare, non possiamo chiudere un occhio solo perchè lui ha salvato Alby! Tutto questo è per colpa sua, lo volete capire? Chi mi dice che è stato tutto programmato? Di sicuro si era messo d'accordo con le creature! Ecco la risposta, altro che salvare Alby! > disse con fare quasi convincente Gally
< Thomas stava per morire quando l'ho trovato. Si è offerto di fare da esca alla creatura per salvare Alby e,se non fossi arrivato io, sarebbe di sicuro morto. > disse Minho con una voce quasi scocciata, Gally stava mettendo sul piatto ipotesi assurde pur di colpire Thomas.

Dopo varie discussioni,tutti doveva dare ormai il loro verdetto. Thomas sperò di cavarsela e di non essere cacciato dal Campo ( suggerimento uscito dalle labbra di Gally ) , perchè doveva essere punito per aver salvato un suo compagno?

< Io dico di cacciarlo dal Campo, cosi può raggiungere i suoi amichetti > disse Gally con fierezza, quasi sperando di togliersi via dalla vista Thomas
< Tommy rimane qui e tutti sono d'accordo con me. Rimarrà per una notte nelle prigioni> e guardò per un attimo Minho < Inoltre, Minho lo promuove come Velocista. La questione è chiusa >
< Una notte in prigione e diventa anche Velocista!? Voi non sapete chi è lui! Vi farete uccidere tutti! > gridò Gally e andò via, sbattendo energicamente la porta.

Lentamente, tutti uscirono e Thomas si alzò dalla sedia e si avvicinò a Newt, ringraziandolo per averlo salvato dalle grinfie di Gally. Newt fece un piccolo cenno con il capo e un silenzio imbarazzate nacque tra i due, rotto da uno strano suono che rimbombò per il Campo.

< Cos'è? > domandò Thomas, non aveva mai sentito nulla del genere
< È un segnale per avvertirci che la Botola sta salendo..ma..> rispose Newt, corrugando la fronte
< Ma? Qualcosa non va? > domandò ancora Thomas, ormai conosceva fin troppo bene il ragazzo
< La Botola sale una volta al mese> e, subito uscì, seguito da Thomas che ancora non capiva cosa c'era di strano < Il mese non è ancora passato! > disse Newt, girandosi appena per guardare Thomas e,subito dopo, iniziò a correre verso la Botola.

Tutti i pivelli, dopo aver raggiunto tutti la stessa conclusione di Newt, corsero alla Botola, perchè era salita ora?
La Botola arrivò e si aprì. Newt scese per vedere cosa c'era dentro e sollevò lo sguardo verso gli altri pivelli, guardandoli come se avesse appena visto un alieno

< Newt, allora, chi c'è? > domandò uno dei pivelli
< È una ragazza! > esclamò sorpreso Newt.

Tra i pivelli iniziò a vagare la parola “ragazza” e Thomas capì fin troppo bene che era una cosa del tutto strana. Perchè era stata mandata una ragazza e , soprattutto, perchè proprio dopo di lui?
Aveva già altri problemi per la mente,ci mancava solo che fosse anche questa colpa sua.
Alcuni pivelli aiutarono Newt a far uscire il corpo della ragazza. Sembrava addormentata.
Thomas, curioso, si avvicinò per guardarla meglio e rimase di sasso...la conosceva, o meglio, era apparsa nei suoi sogni.

Come se la ragazza sentisse lo sguardo di Thomas, si svegliò di scatto < Thomas! > e ritornò a “dormire”.

Tutti i ragazzi si girarono verso Thomas, il quale voleva sprofondare o rendersi invisibile, perchè quella ragazza conosceva il suo nome?
Newt, intanto, notò un biglietto nella mano della ragazza e, dopo averlo preso, ne lesse il contenuto:

“Lei è l'ultima. L'oscurità avanzerà su di voi”.

Tutti rimasero in silenzio, potevano sentire il loro cuore gelarsi da quelle parole e per un attimo ,si dimenticarono della ragazza. Che cosa significavano quelle parole?
Erano in pericolo?
Gally, intanto, prese per un orecchio Thomas e lo fece avvicinare alla ragazza, iniziando a dire a tutti che era colpa sua

< Dimmi Fagio, la conosci? > gridò Gally contro l'orecchio di Thomas
< I-o non l-lo so> balbettò Thomas, riuscendo a liberarsi di lui
< In che senso non lo sai? > domanda cautamente Newt, studiandolo per bene
< Ho la sensazione di conoscerla...Teresa...si chiama cosi... > rispose Thomas, rimanendo sorpreso di aver ricordato il nome della ragazza.

Tutti rimasero in silenzio finchè Chuck  non li avvisò di guardare la ragazza. Thomas posò gli occhi sulla ragazza e notò qualcosa di luminoso spuntare sulla testa della ragazza. Era un cuore.

< Figlia di Afrodite > fu il commento di Newt.

Thomas rimase scioccato,quella ragazza, non solo era svenuta ma era stata appena riconosciuta dalla madre e lui...ancora no.

La ragazza fu portata da Jeff e Clint, alcuni pivelli iniziarono a guardare con sospetto Thomas, molti iniziavano a credere alle parole dette da Gally.
Newt fece cenno a Thomas si seguirlo per portarlo alle prigioni.

 

I soggetti A2 e A7 sopravvissuti al labirinto.
Soggetto A1 attivato
Soggetti A2 e A5 da dividere
Si da il via al cambiamento: 1° fase in attivazione

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Capitolo 5
*** 1° Fase ***


Thomas fu portato nella prigione, non si lamentava della sua punizione, se fosse stato per Gally, a quest'ora era nel labirinto. Alzò la testa e guardò Newt intento a chiudere la cella, dalla sbarre poteva vedere il cielo stellato e sereno, non che lo scenario cambiasse, non c'erano mai nuvole o pioggia in quel posto. Newt era stranamente in silenzio, Thomas iniziò a temerne che anche lui si fosse lasciato abbindolare dalle parole di Gally e, chissà, forse si stava anche pentendo di non averlo ascoltato e di averlo salvato dalle sue grinfie.
Newt alzò lo sguardo e, come se avesse letto i pensieri di Thomas, accennò un piccolo sorriso

< Non ti incolpo per quello che sta succedendo, Tommy > disse con sincerità, sedendosi davanti alla cella < E, anche se hai lavorato con chi ci ha messo qui dentro come dice Gally,quello che penso di te non cambia. Sei una ragazzo come noi e hai dimostrato più di una volta di voler trovare una soluzione per portarci via da qui...è questo che conta, ora, non il passato. Manderò qualcuno più tardi con la cena, domani inizierai a fare il Velocista come volevi > e, fece un piccolo occhiolino per poi alzarsi e andare via.

Thomas rimase con un piccolo sorriso stampato sul volto, le guance erano leggermente rosse e dimenticò il resto, pensando solamente a Newt. Si poggiò al muro della prigione e rimase li, in silenzio, tra i suoi mille pensieri.
Alla fine, si addormentò.

Era in un labirinto, lo stesso del precedente sogno. Iniziò a correre per trovare una via d'uscita finché un voce di donna non lo fermò. Era la stessa voce dell'altra volta, la quale, ripetè le stesse parole. Thomas riprese a correre per scappare dai serpenti che uscirono dalle siepi , bloccandosi, infine, davanti a un Minotauro che teneva bloccato Newt. Thomas iniziò a correre velocementre, doveva salvare Newt a ogni costo ma, qualcosa non andava. Il Minotauro sembrava sempre più lontano , Thomas correva a più non posso ma mai riuscì ad avvicinarsi alla creatura. Alla fine, il Minotauro prese per il collo Newt e, con un gesto netto e deciso, gli staccò la testa. Thomas iniziò a urlare mentre vedeva rotolare la testa di Newt. Crollò in ginocchio e iniziò a piangere quando due occhi gialli apparvero davanti a lui. Thomas guardò gli occhi e non sentì più il suo corpo. Era bloccato. Davanti a lui iniziarono a scorrere altre immagini: Minho divorato dall'Idra, Chuck colpito da una freccia , Alby fatto a pezzi. Thomas voleva urlare e salvare i suoi amici ma, il suo corpo sembrò pietrificato, non poteva far nulla, era del tutto impotente

Urlò e si svegliò dal suo incubo, il respiro affannoso e la maglietta del tutto appiccata al suo corpo sudato. Si guardò intorno, era nella prigione , per fortuna.

< Ehi, tutto bene? Ti ho sentito urlare > domandò con preoccupazione Chuck, era seduto davanti alla cella con un piccolo fagotto tra le mani
< I-Incubo > balbettò appena Thomas, avvicinandosi alle sbarre
< Doveva essere veramente spaventoso...tieni, ti ho portato la cena > e detto questo, fece passare tra le sbarre il fagotto.

Thomas ringraziò Chuck e iniziò subito a divorare la cena accompagnato da un bicchiere di vino, allungato con acqua, preparato da Chuck. Parlarono di quello che era successo quel giorno, Alby si stava riprendendo mentre la ragazza era ancora addormentata. Seppe che Gally cercava di convincere tutti che il colpevole di tutta quella situazione era di Thomas ma, pochi lo credevano.
A un certo punto, Thomas iniziò a rabbrividire, la temperatura era scesa di colpo e non fu il solo ad accorgersene. Chuck iniziò a strofinare le mani lungo le braccia per riscaldarsi mentre piccole nebbioline iniziarono a uscire dalle loro labbra.
Perchè la temperatura si stava abbassando?

< N-non è m-mai accaduto qualcosa d-del ge-genere > balbettò dal freddo Chuck.

Ed era vero, il tempo nel Campo non era mai cambiato. La temperatura era sempre piacevole, né troppo calda e né troppo fredda...fino a quel momento. Chuck si alzò e andò a cercare gli altri, promettendo a Thomas di ritornare da lui con qualche coperta.
In effetti, nella prigione il freddo si sentiva molto, Thomas non sarebbe sopravvissuto una notte li o avrebbero ritrovato un ghiacciolo al posto del ragazzo. Thomas si rannicchiò e cercò di scaldarsi come meglio poteva, la prigione si stava completamente ghiacciando, il naso era rosso dal freddo e alcune parti del corpo iniziarono a congelarsi. Guardò oltre le sbarre e notò che che si stavano formando delle lastre di ghiaccio.
Chuck tornò accompagnato da Newt e un altro pivello.

< Caspio, ma sta congelando! > esclamò Newt appena vide in che condizioni era Thomas.

Il terzo pivello si avvicinò alle sbarre e fece comparire sulle mani due lingue di fuoco che iniziarono , lentamente, a scaldare il posto e ad alzare la temperatura della prigione. Appena sentì quell'ondata di calore provenire dalle mani del ragazzo. Thomas strisciò subito vicino alle sbarre, avvicinandosi, cosi, alla fonte di calore. Iniziò a muovere piano le parti congelate, fino a un momento prima aveva temuto seriamente di trasformarsi in un ghiacciolo ma, per fortuna, avevano pensato a salvarlo. Thomas poggiò la testa sulle sbarre e si lasciò coccolare dal fuoco che usciva dalle mani del pivello

< Grazie > mormorò piano Thomas guardando il ragazzo e poi Newt e Chuck
< Di cosa, Tommy, non potevi di certo morire congelato. Comunque, lui è Tim, figlio di Efesto > spiegò, indicando il ragazzo che stava riscaldando la prigione
< Sapete cosa sta succedendo? > domandò curioso Thomas, ora che si era ripreso, aveva le forze per soddisfare le sue domande
< Non lo sappiamo..non è mai successo > ammise Newt, scrollando le spalle e guardando gli altri < La temperatura si è abbassata di colpo >
< Abbiamo trovato un pivello congelato vicino alla mandria di animali > si intromise Tim < appena si era accorto del freddo, è corso ai recinti per salvare gli animali che stavano morendo congelati...lo abbiamo trovato come un ghiacciolo > e, abbassò un attimo la testa, dispiaciuto per la fine del suo amico.
< I figli di Efesto stanno riscaldando tutto con il loro fuoco ma altro non possiamo fare > continuò Newt < Tim rimarrà qui con te questa notte, io e Chuck dobbiamo andare a controllare il resto > e, guardando per l'ultima volta Thomas, iniziò ad allontanarsi, seguito da Chuck.

Thomas passò la notte con Tim, era un pivello per bene, sulle prime un po timido e impacciato ma molto simpatico. I suoi lunghi ricci neri coprivano appena il suo viso un po tondo, occhi blu, mani sporche di olio e aveva uno strano accento.
Ben presto entrambi si addormentarono mentre un allegro fuoco scoppiettava vicino alle sbarre e, per fortuna, non ci furono altri  morti.
Il giorno dopo, Thomas fu svegliato da Minho.
Non faceva più freddo, il ghiaccio si era praticamente sciolto ma, la temperatura non era tornata nemmeno nella norma. Faceva caldo, dannatamente caldo. La prigione sembrava un forno e Thomas un pollo che presto sarebbe stato cotto a puntino. Si era svegliato in un lago di sudore, aveva sete e le pareti scottavano. Dal gelo artico erano passati al caldo desertico e, questo, non era affatto una buona cosa. Thomas, felice di vedere Minho, lo incitò subito a farlo uscire da lì. L'aria era irrespirabile e il caldo insopportabile.

< Non so se preferivo il freddo di questa notte o questo caldo > borbottò appena Thomas mentre prese lo zaino da Minho e, si diresse con lui verso l'entrata del labirinto
< Non so, dipende se vuoi morire a forma di ghiacciolo o senza liquidi nel corpo. Alcuni sono svenuti e molti sono disidratati, come se non avessero bevuto da secoli. Non va affatto bene...> disse Minho con tranquillità, il pessimismo era nel suo DNA
< Vediamo di trovare una via d'uscita prima che le cosi peggiorino > e, ripensò all'incubo avuto quella notte, non voleva di certo vedere i suoi amici divorati e fatti a pezzi.

Appena entrarono nel labirinto, i due pivelli iniziarono a correre. Thomas seguì Minho, il quale, gli spiegò le loro scoperte e i percorsi fatti. Thomas prese appunto mentalmente di tutto mentre memorizzò il percorso che stava facendo con Minho, sperando, in cuor suo, di non incontrare nessuno. Cercarono di trovare anche la testa staccata dell'Idra ma, era del tutto scomparsa. Non sapevano se fosse una cosa positiva o meno.
Corsero per metà della mattinata finchè non sentirono il familiare ringhio dell'Idra. I due ragazzi si appiattirono contro il muro e spiarono: l'Idra era seduta in mezzo al vicolo come se facesse la guardia a qualcosa. Dopo che Thomas studiò per bene il vicolo e la situazione , i due pivelli tornarono indietro.

< La via d'uscita è dopo l'Idra, ci scommetto > affermò con decisione Thomas, era elettrizzato nel aver fatto quella scoperta
< Tanto finiremo tutti mangiati da lei, se mai sarà questa l'uscita > disse con fare pessimista Minho, stiracchiandosi appena
< No, dietro di lei ci sarà un porta o qualcosa che ci permetterà di uscire! Dobbiamo solo...>
< uccidere l'Idra > finì la frase Minho < cosa impossibile... a meno che non sei Ercole >
< Non del tutto impossibile e poi Ercole si è fatto aiutare. Non c'è bisogno di forza qui ma solo un po di astuzia>
< Cosa che avrai sicuramente tu, no?
< Forse > e, si fece scappare un piccolo sorriso . < Secondo la leggenda, cauterizzando la testa appena tagliata dell'Idra, queste non cresce. Mentre Ercole attirava l'attenzione dell'Idra e staccava le sue teste, Iolao le cauterizzava con il fuoco. La testa immortale, invece, fu schiacciata da un masso. Potremmo fare una cosa del genere anche noi, ci sono i figli di Efesto che sanno usare il fuoco > propose mentre era immerso nei suoi pensieri, calcolando ogni probabilità e ogni possibile attacco
< Sei un caspio di genio, fagiolino. C'è solo un piccolo problema: chi pazzo verrebbe con noi a uccidere l'Idra? > domandò Minho, il quale, per ogni cosa, trovava sempre un problema
< Di sicuro verrà qualcuno con noi, tutti vogliono uscire da qui > puntualizzò Thomas con un sorriso stampato sul volto.

Tornarono al campo e, prima che potessero informare gli altri sulle novità, entrambi furono chiamati per dirigersi in infermiera. Alby aveva qualcosa da dire a Thomas.
Thomas, da canto suo, non capiva perchè Alby volesse parlare proprio con lui, aveva fatto qualcosa di sbagliato?
Quando arrivarono a destinazione, notarono che c'era anche Newt li, intento, in quel momento, a parlare con Alby. Quando entrambi notarono l'arrivo di Thomas e Minho, Alby si sedette e guardò Thomas.

< Ti ho visto, Thomas. > si limitò a dire < e so perchè Gally ce l'ha con te. Ti ho visto insieme ad altre persone e parlavate di noi. Sei uno di loro... >

Thomas sentì le gambe tremare, non ricordava nulla di tutto ciò, come poteva mai difedersi?
Lui non era il loro nemico , anzi, aveva trovato una possibile via d'uscita e, come loro, anche lui sperava di scappare da li. Non sapeva cosa dire, la gola era completamente secca mentre il cuore batteva come un pazzo per la paura di essere cacciato da loro. Guardò per un momento Newt, sperando, in cuor suo, che non avesse cambiato idea su di lui.
Newt, accorgendosi dello sguardo d'aiuto del ragazzo, si alzò e si avvicinò a lui, poggiando una mano sulla sua spalla

< Alby la pensa come me, il passato non conta nulla , sei un pivello nuovo dal momento in cui sei salito da quella Botola> lo rassicurò
< Newt mi ha raccontato di quello che hai fatto e stai facendo per noi, Thomas. Non sei un nostro nemico, non ti preoccupare > aggiunse Alby < e ora ditemi, avete novità?>
< Si-Si > disse incerto Thomas per poi riprendersi < Abbiamo trovato l'uscita >
< Forse, non lo sappiamo con certezza > lo corresse Minho, mettendosi a braccia incrociate < L'Idra protegge quel vicolo, dovremmo ucciderla per poi vedere cosa c'è dopo di lei>
< Sappiamo come ucciderla ma... abbiamo bisogno di un figlio di Efesto > continuò con eccitazione Thomas
< Quindi sarà del tutto impossibile ucciderla > finì di dire Minho con pessimismo, ricevendo una profonda occhiataccia da Thomas.

Calò in silenzio nella stanza, Newt e Alby erano immersi nei loro pensieri e iniziarono a studiare la situazione insieme a Minho e Thomas. Thomas, da canto suo, raccontò della leggenda di Ercole e di come poteva ucciderla insieme a un pivello che poteva padroneggiare il fuoco. Era una mossa suicida ma , fino a quel momento, tutti i piani di Thomas erano riusciti alla grande. Perchè questo non poteva esserlo?
Newt si allontanò un attimo da loro e tornò insieme a Tim, il pivello che aveva salvato Thomas dal freddo glaciale. Tim si offrì subito di aiutarli. Il pivello aveva paura ma, il desiderio di uscire da quel labirinto era più forte del terrore di finire mangiato dall'Idra. Finirono di sistemare il piano, pranzarono li e, dopo aver fatto gli ultimi preparativi, Thomas, Minho e Tim erano pronti ad entrare di nuovo nel labirinto. Secondo i calcoli di Alby, aveva buone possibilità di uccidere l'Idra e di tornare prima della chiusura del labirinto. Gli altri pivelli si fidavano di lui e, dopo gli ultimi saluti e i buona fortuna, i tre pivelli si diressero verso il labirinto per affrontare il nemico. Oltre a loro cinque, nessuno sapeva del piano, meno persone lo sapevano e più tranquillità c'era nel Campo.
Newt e Alby iniziarono a girare per il Campo per risolvere alcuni problemi causati dal caldo, l'acqua stava scomparendo e gli animali stavano soffrendo terribilmente. Se continuava cosi, sarebbero morti e loro sarebbero rimasti senza carne e latte. Alcune piante iniziarono ad appassire per la mancanza di acqua e i pivelli erano cosi stanchi e disidratati che non riuscivano a far nulla se non mettersi al riparo dal sole.
Intanto, Minho, Tim e Thomas erano nel labirinto e ben presto, raggiunsero il vicolo dove si trovava l'Idra. Non si era spostata di un solo millimetro. Thomas notò che le teste erano diventate dieci, dopo averne staccato una, altre due avevano preso il suo posto. Il piano era semplice: Thomas e Minho avevano il compito di attirare l'attenzione dell'Idra e di staccare le sue teste mentre Tim ,doveva subito cauterizzarle cosi da non fa crescere le altre. Per la testa immortale, non sapevano come bloccarla, a quello, ci avrebbero pensato dopo.
Thomas guardò gli altri due e , dopo un breve cenno con il capo, uscì allo scoperto insieme a Minho. Con una mano brandiva una spada data da Alby mentre Minho aveva una lancia.

< Ehi faccia di caspio, volevo dire, facce, almeno nessuna si offende, siamo qui > gridò Thomas verso l'Idra,la quale, vedendo i due ragazzi e, soprattutto, Minho, iniziò a ringhiare ed allungare le teste verso di loro.

Thomas e Minho iniziarono a scansarsi dalla teste per non farsi divorare, furono colpiti un po dal suo veleno ma, per fortuna, non furono presi in pieno. Tim, lentamente e silenziosamente, si appiattì contro il muro del labirinto e, aspettò che i due pivelli iniziassero a tagliere le teste. Thomas prese con due mani la spada e , quando una testa si avvicinò a lui, fece un salto e colpì in pieno la testa dell'Idra, staccandola. Subito, Tim corse vicino a lui mentre dalle mani iniziarono a uscire delle lingue di fuoco. Iniziò a bruciare la parte dove mancava la testa e, quando si annerì del tutto, Tim si fermò e si allontanò subito. Thomas aspettò alcuni minuti per vedere se le teste sarebbero cresciute o meno, il terrore che la leggenda avesse mentito era tanta ma, per fortuna, nessuna testa uscì dal collo.
Una testa in meno.
A ogni fendente e testa in meno, Thomas si accorse che la spada faceva parte di lui, molto più di un bastone o di tutti gli oggetti usati come arma fino a quel momento. Non aveva mai imparato a usare una spada ma, in quel momento, sembrava essere nato con una spada in mano. La sua mente si domandava da dove fosse nato quel talento e, una vocina dentro di sé, sperava che fosse collegato alla sua madre divina. Inoltre, nei sogni, i mostri ripetevano sempre che, senza armi, sarebbe stato una nullità.
Con lo stesso metodo, fecero fuori le altre teste ma, a un certo punto, l'Idra capì che il ragazzo con il fuoco doveva essere eliminato. Aveva ancora tre teste quando, le mirò contro Tim. Subito iniziarono a sputare veleno e Tim, non accorgendosi del pericolo, fu colpito in pieno dal veleno. Thomas urlò, Tim non doveva morire. Minho, accorgendosi che l'Idra aveva cambiato preda, evocò di nuovo i morti. Forse, cosi, l'Idra avrebbe ricordato del suo odio profondo nei confronti di Minho. I morti iniziarono a tormentare l'Idra, la quale, si dimenticò del ragazzo con il fuoco e girò le tre teste verso Minho, ricordandosi della sua vendetta nei confronti di quel ragazzo. Le tre teste si allungarono contro Minho, il quale, rotolò via, riuscendo a non farsi prendere. Thomas , intanto, guardò in direzione di Tim, era ancora in piedi e aveva le mani sul petto. Stava morendo?
Tim alzò la testa e fece segno di stare bene. Sollevato da quella notizia, Thomas corse ad aiutare Minho e riuscì a staccare un'altra testa, cauterizzata subito dopo da Tim e, dopo un paio di secondi, Minho fece altrettanto con l'altra testa, bloccata poi anch'essa dal fuoco. E, cosi, rimaneva la testa immortale. Come l'avrebbero bloccata?
I tre ragazzi si posizionarono al centro mentre l'Idra si preparò per attaccare. Era impossibile staccarle la testa come per le altre, Ercole aveva usato un grosso masso ma , loro?
Cosa poteva usare?

 

< Minho, Tim , intrattenete l'Idra mentre penso a una soluzione > sussurrò Thomas ai due ragazzi e si allontanò da loro di qualche passo, osservando il vicolo.

Non c'erano massi li e poi, anche se ci fossero stati, non erano abbastanza forti per sollevarlo. Thomas mise le mani nei capelli mentre guardava Minho e Tim lottare contro l'Idra. Scansarono il suo veleno e i suoi denti aguzzi, cercarono di far sbattere la testa contro i muri del labirinto ma nulla, la creatura non aveva nemmeno un graffio. Thomas chiuse gli occhi e cercò di pensare: come poteva soffocare l'Idra?
Aprì di nuovo gli occhi , i quali, si posarono sui rampicanti.
E se...
Corse subito verso i rampicanti e iniziò ad arrampicarsi, guardandosi attentamente alle spalle in caso l'Idra l'avesse attaccato ma, per sua fortuna, la creatura era concentrata a vendicarsi di Minho e Tim. Appena fu all'altezza della testa dell'Idra, Thomas prese un rampicante e iniziò a staccarlo dalle mura del labirinto, fino a creare una specie di corda penzolante. Prese tra le mani il rampicante e piegò le gambe, si diede una forte spinta e si staccò dalla parete, tenendosi ben stretto al rampicante. Thomas spinse il corpo il più possibile verso l'altra parete e, per pura fortuna, riuscì ad afferrare un rampicante della parete opposta, tenendo ben stretta l'altra. Prese un grosso respiro.
Il rampicante che aveva usato come corda si trovava dietro il collo della creatura. Ora, doveva ritornare indietro e passare davanti alla creatura.
Esatto, voleva soffocare la creatura usando il rampicante.
Piegò nuovamente le gabbie e volò di nuovo, riuscendo ad arrivare alla parete precedente. L'Idra non si era accordata di avere il collo imprigionato dal rampicante , un po perchè la stretta era ancora larga e un po pechè Minho e Tim la stavano facendo arrabbiare di brutto. Thomas fece di nuovo il giro, il rampicante fece un secondo giro sul collo della creatura, che , sentendo qualcosa sul collo, iniziò a capire il pericolo che stava correndo. Appena Thomas saltò di nuovo in aria per arrivare alla parete, l'Idra colpi in pieno il ragazzo in direzione dello stomaco, facendolo tornare indietro .Thomas urlò di dolore mentre si scontrò contro la parete. Perse la presa e scivolò per alcuni metri dal rampicante per poi ritornare ad afferrarla con forza.
L'idra, intanto, iniziò a muoversi e iniziò a portarsi insieme Thomas.

< Qualcuno la fermi! > gridò Thomas verso gli altri due pivelli, in quel momento fermi a guardare la scena.

Minho disse qualcosa all'orecchio di Tim e, dopo che quest'ultimo annuì, fece comparire un gruppo di morti dietro la creatura, la quale, notandoli, iniziò a muoversi verso i due ragazzi, cercando di scappare dai morti. Tim, a questo punto, fece comparire delle fiamme davanti alla creatura. L'Idra era bloccata, non poteva più andare né indietro e né avanti. Thomas, appena notò la situazione, si diede subito una spinta e arrivò alla parete opposta. Il rampicante aveva ormai circondato il collo della creatura. Thomas iniziò a tirare con forza il rampicante mentre con i piedi cercò di mantenersi alla parete del labirinto, tenendoli ben bloccati nei rampicanti e, più tirava e più il rampicante iniziò a segare il collo della creatura.
Minho e Tim corsero in aiuto, salirono sui rampicanti e iniziarono a tirare insieme a Thomas. Tirarono con forza il rampicante per alcuni minuti finchè la creatura non morì, soffocata.
Il suo corpo crollò a terra , era morta.
Appena i tre ragazzi scesero, notarono che il corpo della creatura si stava dissolvendo, diventando polvere nera. Ce l'avevano fatta, avevano sconfitto l'Idra. Felici, si buttarono per un momento a terra, non credevano ai loro occhi, grazie al cervello fuori dal comune di Thomas, erano riusciti ad ucciderla. Tim si lamentò appena del bruciore del veleno mentre Thomas aveva una seria di ammaccature lungo il corpo che ben presto sarebbero diventati lividi mentre Minho, aveva qualche graffio qua e là. Infine, Thomas si alzò e guardò il vicolo. Li doveva esserci l'uscita!
Iniziò a incamminarsi

< Ehi Pive, dove credi di andare? > gridò Minho, alzandosi insieme a Tim
< Secondo te? Li si trova l'uscita, dobbiamo andare immediatamente a vedere! Non sei curioso?! > domandò con eccitazione Thomas, guardando la fine del vicolo con occhi pieni di curiosità, era impaziente di vedere cosa si trovasse li
< Si, sono curioso ma tra poco il labirinto si chiuderà e noi dobbiamo essere al campo > si limitò a dire Minho
< Non corriamo nessun pericolo ormai! L'idra è morta! > protestò Thomas
< Quindi? Di sicuro non è l'unico pericolo e siamo tutti feriti. Dobbiamo tornare indietro, immediatamente! >
< Tornate indietro voi, io vado a vedere..> iniziò a dire Thomas
< THOMAS! > gridò Minho < tu ora torni con noi al Campo. Se non vieni, dirò tutto a Newt! > minacciò Minho
< Va bene...> borbottò Thomas e raggiunse i due compagni
< Basta dire Newt e Thomas ubbidisce subito, ah, l'amore > commentò divertito Tim mentre iniziarono a correre

Thomas si limitò a borbottare e, insieme agli altri due ragazzi, uscirono dal labirinto e vennero accolti da Newt e Alby. Appena diedero la notizia della morte dell'Idra, Alby informò felicemente anche al resto del campo della morte della creatura e della possibile via d'uscita. Quando tutti si allontanarono, soddisfatti delle notizie ricevute, si avvicinò Jeff.

< Ehi Thomas, la ragazza si è svegliata e chiede di te > disse verso Thomas mentre gli altri pivelli iniziarono a guardarlo.

Thomas guardò Alby e Newt , i quali, annuirono come per dirgli di andare. Thomas seguì Jeff fino ad arrivare alla camera della ragazza.

“Finalmente” disse una voce nella sua mente.
Thomas sussultò appena quando entrò nella camera, chi aveva parlato?

“ Non avere paura, sono io, Teresa. Posso parlarti nella mente, oltre a sentire tutti i tuoi pensieri e le tue emozioni”

Thomas schiuse la lebbra con fare stupito mentre la ragazza davanti a sé, era in perfetto silenzio. Parlava nella mente?
Com'era possibile?
Si sedette su una sedia e la guardò attentamente: si, era la ragazza presente nei suoi sogni.
Aveva un'aria cosi familiare, come se si conoscessero da una vita.

< Come fai? > domandò alla ragazza
< Non lo so Thomas, lo so fare e basta > si limitò a dire Teressa, scrollando le spalle
< Io non posso farlo, però, giusto? >
< Esatto, posso parlare solo nella tua mente e sapere tutto su di te. >
< Chi sei? Ci conosciamo? > domandò ancora Thomas

< Sono Teresa, una semidea che non ricorda nulla. Per la tua seconda domanda, non lo so, dentro di me e come se ti conosco da una vita ma non ricordo nulla e so che per te è lo stesso, vero? > domandò cautamente la ragazza, incrociando le gambe e guardando attentamente Thomas
< Si...> mormorò Thomas mentre cercò di ricordare qualcosa che non arrivò, c'era solo il vuoto
sussurrò Teresa, porgendosi per prendere la mano del ragazzo.

Thomas si ritrovò ad annuire senza sapere il perchè, quasi incantato da quelle parole.
Thomas non sapeva perchè si sentisse in quel modo, come poteva sapere che la ragazza stava usando al lingua ammaliatrice su di lui?
Come figlia di Afrodite, aveva il potere di poter incantare le persone con le parole, facendogli fare ciò che voleva, comandandoli a bacchetta.
Thomas, insieme a Teresa, cenarono con gli altri pivelli.
Parlano animatamente tra di loro, ridendo e scherzando come se si conoscessero da una vita.

< Allora sei veramente un cervellone, i miei complimenti > disse Teresa con un piccolo sorriso sul volto mentre portò un pezzo di pane tra le labbra di Thomas
< I-io bè, cerco di fare il massimo per salvare i miei amici > spiegò Thomas, diventando rosso dal gesto della ragazza per poi allontanare il viso e prendere il pezzo con le mani, cosa che infastidì non poco la ragazza ma lui parve non accorgersene
< Oh no mio caro, tu sei molto intelligente. Posso leggerlo nella tua mente > ridacchiò Teresa e afferrò il braccio di Thomas , avvicinandosi a lui.
< Se lo dici tu > disse nervosamente il ragazzo, cercando di allontanarsi da lei.

Si trovava bene a parlare con lei ma quando iniziava a toccarlo o fare gesti un po “dolci” , voleva solo scappare da lei. Thomas aveva un altro tra i suoi pensieri e non gli sembrava giusto assecondare la ragazza. Alzò lo sguardo verso Newt e, il cuore per poco non si gelò. Newt lo stava guardando come un cucciolo ferito.
Infatti, Newt aveva guardato tutta la scena e l'idea di andare li e uccidere la ragazza era più forte che mai. Il sangue gli ribolliva nelle vene mentre tremanva appena dalla rabbia. Non era arrabbiato con Thomas ma con lei, perchè si era appiccicata a Thomas?
Cosa voleva da lui?
Lui era..no, non era suo ma...non sapeva nemmeno lui cosa erano.
Quando Newt notò lo sguardo di Thomas, si alzò e andò via. Non sopportava più vedere la ragazza insieme a lui, si era appena svegliata e già la odiava.
Appena Newt si alzò dal tavolo, Thomas fece lo stesso, dicendo di dover andare al bagno e corse via, scrollandosi di dosso la ragazza.
Raggiunse Newt e lo fermò. prendendolo per la maglietta

< Newt > lo chiamò debolmente
< Cosa vuoi? Torna dalla tua amichetta > disse freddamente Newt in preda alla rabbia.

Thomas rimase in silenzio ma non mollò la presa della sua maglietta.
Perchè Newt si comportava cosi?

< Newt, guardami > mormorò Thomas, stringendo maggiormente la sua maglietta
< Cosa c'è Tommy! > e si girò,mostrando la sua rabbia e la sua...gelosia < Da quando si è svegliata è sempre attaccata a te , mi hai già dimenticato fors..>
< Newt ma che caspio stai dicendo! > esclamò subito Thomas, interrompendolo < e lei che sta sempre vicino a me e, sembra che siamo affiatati ma solo perchè eravamo amici anche prima di tutto questo o, almeno, è quello che entrambi sentiamo ma, questo non significa che io ti abbia dimenticato Ci parlo per sapere di più e basta, e lei che fa altro...e, se hai visto, io non le do corda > spiegò Thomas con leggera rabbia
< S-scusa..non so cosa mi sia preso > mormorò Newt, accorgendosi della situazione < Non voglio perderti...ecco >
< E non mi perderai > disse Thomas con un piccolo sorriso e abbracciò Newt < Oserei dire che sei geloso > mormorò divertito Thomas
< Io non sono geloso > borbottò Newt, dandogli un piccolo pugno sul braccio ma con un piccolo sorriso sul volto
< Certo certo > ridacchiò Thomas e spostò appena il viso per guardarlo negli occhi e, timidamente, gli diede un piccolo bacio sulle labbra

Quel bacio, non finì inosservato. Teresa era nascosta e aveva visto ogni cosa.

 

1° fase conclusa.
Creatura 003 sconfitta.
Soggetto A1 contro soggetto A5.
Enormi sviluppi in A2.
2° fase in attivazione.

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Capitolo 6
*** Addio amico... ***


 

Dopo una notte relativamente tranquilla, l'alba iniziò a tingere di sfumature rosse a arancioni il cielo, svegliando cosi i pivelli, pronti ad affrontare un nuovo giorno.
Uno di loro era già sveglio da tempo e aspettava con impazienza l'apertura del labirinto. Non vedeva l'ora di scoprire cosa proteggesse l'Idra, la sua curiosità era a mille. Esatto, Thomas si era svegliato di buon'ora ed era già pronto a correre nel labirinto, senza aspettare Minho o gli altri Velocisti.
Appena il labirinto iniziò ad aprirsi, Thomas sfrecciò al suo interno e iniziò a correre velocemente per i vari vicoli, il cuore che batteva a mille e l'eccitazione che sfrecciava fino alle stelle, era pronto a scoprire la via di fuga, pronto a scappare insieme ai suoi amici. Non si accorse delle parolacce che uscirono dalle labbra di Minho, il quale, appena svegliato, aveva notato Thomas infilarsi nel labirinto.
Iniziò a lamentarsi mentre si sedette a tavola per far colazione con gli altri pivelli.

< Cosa succede? > domandò divertito Newt quando affiancò l'amico cercando, nel frattempo, di appiattire i propri capelli
< Quel fagiolino è già andato nel labirinto! > si lamentò Minho , bevendo un po di latte
< Non possiamo farci niente, nessuno lo ferma quando si mette in testa qualcosa > disse Newt per poi ridacchiare tra sé e sé, ormai sapeva com'era fatto il ragazzo.

Intanto, Thomas era ormai arrivato al vicolo.
Si fermò e spiò. La paura di vedere di nuovo l'Idra era tanta ma, per fortuna, il vicolo era completamente vuoto. Sorridente, iniziò a incamminarsi, avrebbe trovato l'uscita, finalmente sarebbe scappato da quel posto. Chissà, forse avrebbe trovato i suoi genitori, avrebbe scoperto di avere una sorella o un fratello e di vivere in un enorme villa. Era immerso nel suoi sogni quando, girando il vicolo, per poco non cadde da un precipizio. Riuscì a fare un passo indietro e finì con il sedere a terra. Sbatté per un paio di volte gli occhi e guardò davanti a sé: dov'era l'uscita?
Perchè c'era un precipizio?
Schiuse le labbra con fare sorpreso... no, non era possibile, non poteva essere davvero cosi! Si erano quasi ammazzati per uccidere l'Idra e... per cosa?
Per un precipizio?
Thomas si mise a gattoni e guardò giù dal precipizio. Sembrava che il cielo non finisse più, il precipizio non aveva una fine e, davanti a sé, non c'era nulla. Solo il cielo con qualche nuvola bianca qua e là. Si mise a sedere e portò le mani tra i capelli, iniziando a innervosirsi: doveva esserci un'uscita da qualche parte! Forse era giù dal precipizio?
Impossibile, non c'era una fine e non avevano di certo una corda cosi lunga. Per cosa, poi?
Sembrava un precipizio senza fine e, rischiare la vita cosi...no, non era affatto una buona idea.Si affacciò e guardò ogni possibile punto: niente, nessuna porta sospesa o anche una freccia che indicasse la vita d'uscita. Tutta quella fatica per nulla! Osservò quella distesa di cielo per quasi un'ora, nella speranza di trovare un piccolo segnale, un'ispirazione, insomma, qualcosa che lo portasse alla via d'uscita.

< Ho ragione io, non c'è nessuna via d'uscita > disse una voce dietro le spalle di Thomas
< Minho non ti ci mettere anche tu > borbottò Thomas, girando appena il viso per guardare il ragazzo
< Come vuoi, io vado, qui non c'è nulla. Tutta fatica sprecata > e lasciò solo Thomas.

Thomas rimase in silenzio, non voleva assolutamente dar ragione a Minho, una via d'uscita c'era..era solo... ben nascosta, ecco.
O, meglio ancora, era quello che sperava.

Intanto, nel Campo Estia, Newt stava sistemando il piccolo vigneto che, con il variare della temperatura, aveva subito grossi danni. Per fortuna, insieme ai figli di Dioniso, erano riusciti a salvare metà del vigneto. Newt sperava di non ricevere altre sorprese o avrebbero perso quel po che avevano salvato e sarebbe stata dura dover ricominciare di nuovo, rischiando, intanto, di rimanere al secco.
Si fermò un attimo e asciugò la fronte con la manica della sua maglietta, erano ore che lavorava lì vicino, senza darsi un attimo di riposo, oltretutto. Non gli piaceva tutta quella situazione, in tre anni non era mai successo qualcosa del genere e, dentro di sé, si domandava perchè proprio ora, esattamente dopo l'arrivo di Thomas e di quella strana ragazza. Sbuffò appena, non credeva di certo alle parole di Gally ma voleva capirci di più da tutta quella situazione. Si stiracchiò appena , pronto a ricominciare quando, un colpo di tosse, lo fece fermare. Si girò appena e gli occhi di Newt incrociarono quelli di Teresa.

< Posso fare qualcosa per te? > domandò calmo Newt, girandosi completamente verso di lei
< Mmhh no, volevo solo parlarti un attimo > disse la ragazza, incrociando le braccio sul petto
< Ehm...okay, dimmi >
< Devi lasciare Thomas> disse con freddezza la ragazza, puntando gli occhi su quelli di Newt
< Come, scusa? Perchè dovrei? > domandò incerto Newt, quella ragazza diventava sempre più odiosa
< Perchè non avrete mai un futuro insieme. Io e lui siamo legati e nessuno potrà spezzare questo legame. Nemmeno tu > rispose con calma la ragazza, facendo un piccolo sorriso divertito.
< Senti, non mi interessa del tuo legame con lui, tu non sei nessuno per dire cosa devo fare o meno. Thomas si trova bene con me, se sei gelosa, non è colpa mia > e la guardò male, corrugando appena la fronte
< Sei un figlio di Hermes, giusto? Non poi competere con me, figlia di Afrodite. È una battaglia presa. Io ti ho avvisato > e, dopo aver fatto un largo sorriso, andò via.

Newt rimase fermo, confuso e incerto di quello che aveva appena sentito da quella ragazza. Era leggermente pazza...pazza e strana o...nascondeva qualcosa. Perchè ci teneva tanto a separarlo da Thomas?
Cosa voleva da lui?
Fin dal suo risveglio, la ragazza si era appiccata a lui, senza lasciarlo in pace nemmeno per un minuto. Come se questo non bastasse, ora era venuta da lui a dirgli di stare lontano da Thomas! Roba da matti! Newt non si sarebbe mai diviso da Thomas, ci teneva al ragazzo e poi, al solo pensiero del fagiolino, lo stomaco iniziava a restringersi e il cuore battere più velocemente. Gli piaceva...quel piccolo pivello combina guai, era ormai entrato nel cuore di Newt.
Sospirò piano, preoccupato per le ultime parole della ragazza.
Perchè era una guerra persa?
Certo, lei era la figlia della dea dell'amore in persona ma, Thomas non si era lasciato trascinare da lei...non era poi un guerra persa.
Immerso nei pensieri, Newt riprese a lavorare.

Intanto, Thomas era ancora alle prese con il precipizio. Non aveva trovato nessuna soluzione, aveva iniziato a lanciare anche dei piccoli sassi per vedere se effettivamente fosse un precipizio o soltanto qualcosa di finto ma...i sassi cadevano giù fino a scomparire. Sbuffò, doveva arrendersi, lì non c'era nessuna via d'uscita, La testa di Thomas, però, non voleva ancora arrendersi. L'Idra non si sarebbe mai fatta uccidere per una cosa del genere, doveva esserci un motivo valido. Forse doveva cercare bene...cosa che aveva fatto già mille volte.
Deluso e stanco, si alzò e iniziò a tornare indietro, uscendo dal labirinto.
Cercò di non incrociare nessuno, era deluso da se stesso per non aver trovato nessuna via d'uscita.
Avevano fatto tanto per uccidere l'Idra e per cosa?
Per nulla!


< Ehi Thomas! > salutò Teresa, avvicinandosi velocemente a lui
< Ehi > disse solamente il ragazzo, continuando a camminare
< So come ti senti ma vorrei parlarti > e, si affiancò al ragazzo, facendolo fermare
< Dimmi > sospirò Thomas, guardando la ragazza, la quale, alzò un braccio, facendogli vedere una strana scritta
disse la ragazza, indicando la scritta < Fino ad ora non mi ero accorta di averlo e, l'unico che può capirmi sei tu...cosa significa? >
< Non lo so...non è la prima volta che sento questa frase > commentò il ragazzo, grattandosi appena la testa < Quel nome compare anche sugli alimenti e sulle scatole...e nei miei sogni, qualcuno ripete sempre quelle parole. Penso che ci sia la Wicked dietro tutto questo > e aprì appena le braccia, indicando il campo
< E perchè ho questo...cosa centra con me? > domandò cauta la ragazza
< Teresa non lo so...so solo che siamo gli unici a fare strani sogni e poi , alcuni dicono che è colpa mia...non so come spiegarlo > e, scrollò le spalle
< Riusciremo a trovare una soluzione > mormorò Teresa, poggiando la mano sulla spalla del ragazzo < E, non ti abbattere, lo leggo nella tua mente cosa è successo ma, sono sicura che troverai una via per uscire da qui>
< Lo spero > e, sorrise appena per poi allontanarsi da lei.

Non solo doveva pensare al precipizio ma anche alla Wicked. Troppe domande e nessuna risposta, voleva tanto capirci di più e, soprattutto, sapere qualcosa del suo passato e perchè ricordasse certe cose che altri, invece, sembravano non ricordare. Gally lo odiava a e gli dava la colpa di tutto, Alby aveva confermato le parole di Gally ma, a differenza di quest'ultimo, non gli importava del ruolo avuto prima del campo...per tutto lo sploff del mondo, anche Thomas voleva sapere!
Si sedette pesantemente a tavola e iniziò a mangiare distrattamente la carne, non parlò con nessuno, non si accorse nemmeno delle occhiate che alcuni pivelli gli davano e degli occhi preoccupati di Newt nel vederlo di quell'umore. Anche Teresa gli stette alla larga. Appena finì di pranzare, Thomas decise di ritornare nel labirinto ma, non fece in tempo ad alzarsi che un grido riecheggiò nel campo, un grido pieno di malvagità che fece rizzare la pelle a tutti.
Cos'era?
I ragazzi uscirono per vedere chi avesse provocato quel grido e i loro occhi si riempirono di paura. Per il campo stava volando una strada creatura , aveva il corpo di uccello e il volto da donna, due lunghe ali e artigli aguzzi e ricurvi, di sicuro potevano far a pezzi qualunque cosa. Non c'era bisogno di chiedersi cosa fosse, tutti sapevano cosa vedevano davanti ai propri occhi: un'Arpia.
I pivelli iniziarono a scappare in cerca di un nascondino, cercarono di fuggire dalla sua furia mentre Alby iniziò a gridare degli ordini ai pivelli, mantenendo la calma. L'arpia iniziò ad alzare il vento, formando delle piccole trombe d'aria che fecero volare animali, alberi e pivelli. Averebbe distrutto l'intero campo. Thomas corse subito a prendere la sua spada, da quando aveva ucciso l'Idra, non si era più separato da quella spada. Gli altri pive presero le loro armi mentre i figli di Eolo cercarono di calmare il vento, essendo figli del dio dei venti, avevano imparato nel corso del tempo a controllare i venti.
Fu una cosa del tutto invana, l'Arpia era troppo potente per loro.

< Illusi, non potete fermarmi! > gridò l'Arpia contro i pivelli che cercarono in tutti i modi di controllare i venti < Sono Celeno e sono qui per uccidervi tutti > gridò ancora l'Arpia facendo scendere l'oscurità nel campo mentre il vento continuò a far volare ogni cosa che trovava nel suo cammino.

I figli di Eolo, ormai privi di forza, finirono per essere spazzati via dal vento e di loro si perse ogni traccia.
Thomas , intanto, era aggrappato vicino a d'un albero, le nocche bianche per lo sforzo di non finire come gli altri, sparsi ormai nel cielo e di sicuro morti. Come potevano fermarla?
Era impossibile avvicinarsi a lei!
Con la coda dell'occhio, notò gli altri pivelli aggrapparsi alla prima cosa che trovavano.

< Dobbiamo fare qualcosa! > gridò Thomas verso gli altri pivelli, sentendo strani scricchiolii provenire dall'albero
< La mente sei tu, pensa! > gridò Minho che, dopo tutto quello che era successo nel labirinto, aveva intuito una certa intelligenza in quel ragazzo.

Thomas cercò di pensare ma, improvvisamente, l'albero in cui era aggrappato iniziò a sradicarsi. Thomas spalancò gli occhi, sarebbe volato via con l'albero da un momento all'altro. Iniziò a guardarsi intorno con la paura dipinta sul suo volto, doveva salvarsi a tutti i costi. Newt, accorgendosi dell'albero mezzo sradicato del pivello, allungò un braccio verso la sua direzione

< Tommy, prendi la mia mano! > gridò Newt verso Tommy
< Non ci riesco > sussultò con paura Thomas, si, in quel momento, aveva paura di volare via
< Hai fatto una promessa Tommy > gridò ancora Newt con aria quasi minacciosa e cercò di allungare maggiormente il braccio verso la sua direzione.

Thomas annuì piano , non poteva lasciare Newt e poi, aveva promesso di trovare una via d'uscita. Staccò una mano dall'albero e l'allungo verso quella del ragazzo ma, le dita appena si sfiorarono tra di loro. Cercò di allungarsi ancora di più mentre l'albero continuò a sradicarsi , fino a staccarsi del tutto. Thomas, pieno di terrore, fece un salto, prendendo con forza la mano di Newt mentre l'albero volò via. Si mantenne alla mano Newt con tutta la forza che aveva mentre il resto del corpo si lasciava sbattere da una parte all'altra dal vento. Non avrebbero retto a lungo

< Usate i vostri poteri! Qualcuno la può colpire? > gridò Thomas, sentendo la mano scivolare dalla presa di Newt
< Posso provarci io > rispose Alby
< Sei ancora debole Alby> gridò Newt, rosso in viso per lo sforzo di non perdere la mano di Thomas.

Alby non ascolto le parole di Newt e chiuse gli occhi, alzando un braccio verso il cielo. Grosse nubi nere si formarono sopra la creatura che, ignara di tutto, continuava a far volare ogni cosa. Un tuono e poi un grosso fulmine scese velocemente sulla creatura, colpendola in pieno. L'Arpia iniziò a gridare di dolore mentre atterrò e, nello stesso momento, anche il vento cessò. Thomas cadde a terra e si lasciò scappare un piccolo gemito di dolore , la sua mano ancora stretta con quella di Newt.

< State bene? > gridò con un po di fatica Alby, quel fulmine aveva prosciugato le sue forze ma il pivello non si sarebbe di certo arreso.
Infatti, corse in direzione della creatura insieme agli altri pivelli.

Thomas, Newt Minho seguirono Alby con le armi tese, pronte per ogni pericoloso. L'Arpia , infatti, non era ancora stata sconfitta del tutto. Si alzò da terra e riprese a volare ma senza più usare il vento. La creatura guardò con odio Alby e iniziò a scendere in picchiata contro i pivelli, colpendoli con i suoi aguzzi artigli. I pivelli iniziarono a difendersi, cercando, nel frattempo di colpirla. Thomas si unì a loro con la sua spada ma non riuscì granché a colpirla, era veloce e letale.
A un certo punto, l'Arpia mirò contro Minho, il quale, stava cercando di allontanare i feriti dal campo di battaglia insieme ad altri pivelli. La creatura iniziò a scendere velocemente verso la sua direzione, gli artigli pronti per afferrare il pivello ma, all'ultimo minuto, Alby si buttò davanti a Minho e venne preso al suo posto.
L'Arpia gridò mentre gli artigli si conficcarono nella pelle di Alby. Sangue iniziò a scendere dalla labbra del pivello mentre la sua spada si conficcò nel collo della creatura. L'arpia iniziò a gridare di dolore ma non lasciò la presa su Alby, anzi, iniziò a farlo a pezzi, strapagandogli lembi di pelle e dando morsi al suo collo. I pivelli iniziarono a gridare dal terrore per quello che stavano vedendo finchè Jeff, con il suo fidato arco, non scoccò una freccia in direzione del petto della creatura. L'Arpia iniziò a precipitare insieme a quel che ne restava di Alby e, appena si scontrò con la terra, scomparse con una leggera nebbiolina nera.
I pivelli corsero verso il corpo di Alby, alcuni vomitarono mentre altri iniziarono a svenire. Alby era precipitato in una strana posizione, la testa del tutto girata, un braccio staccato dal suo corpo, la gamba piegata in modo strano e ampi graffi lungo il suo corpo. Il sangue del pivello iniziò a sporcare l'erba , era stata la morte più orrenda che i pivelli avessero mai visto. Thomas rimase immobile come una statua: Alby era morto come nel suo sogno. Non poteva essere vero, il suo sogno non poteva aver rivelato sul serio il futuro, infondo, Minho non era stato divorato dall'Idra. La gola del pivello era del tutto secca mentre un senso di nausea iniziava a farsi avanti e calde lacrime scivolavano sul volto di Thomas . Si sentiva in colpa, voleva aver fatto di più e,invece, Alby aveva fatto tutto per poi morire. Perchè la vita era cosi ingiusta?
Thomas guardò Newt, sapeva che i due erano sempre stati ottimi amici e, infatti, Newt era completamente a pezzi. Il suo volto era bianco come un cadavere, tremava leggermente mentre si torturava il labbro inferiore. Non piangeva, tipico di lui, voleva mostrasti più forte di tutti gli altri perchè sapeva che i pivelli sarebbero andati da lui per farsi consolare. Newt era sempre stato cosi, pensava sempre agli altri ma mai a se stesso. Infatti, iniziò a dare ordini di raccogliere i corpi dei pivelli e portarli al cimitero per seppellirli. Thomas decise di andare da lui dopo aver finito di sistemare i morti e, iniziò ad aiutare gli altri senza aprir bocca, guardando Minho gridare di aver colpa della morte di Alby e che doveva esserci lui al suo posto.
Il campo era sempre stato un posto sicuro per tutti...fino a quel momento.
L'arpia proveniva dal labirinto?
Perchè era entrata nel campo?
Cosa stava succedendo?
Nessun pivello sapeva dare una risposta a questo, nei tre anni vissuti li, nessuna creatura era mai entrata nel campo. Stavano accadendo troppe cose strane, una dopo l'altra, i pivelli stavano morendo giorno dopo giorno, dovevano far qualcosa. Thomas decise che avrebbe passato le intere giornate nel labirinto per trovare la via d'uscita, non avrebbe permesso a nessuno di morire ancora.
I funerali di Alby e di tutti gli altri pivelli fu del tutto straziante, ci furono solo pianti e singhiozzi. Per quel giorno, nessuno pensò ai danni del campo. Quel giorno erano dedicato solamente ai loro amici morti , avevano messo la loro vita in pericolo per salvare gli altri.
Scese ormai la sera e Thomas cercò di trovare Newt, non era venuto a cena e nessuno l'aveva più visto dopo i funerali. Riusci, infine, a trovarlo.
Era vicino al boschetto, appoggiato alla parete del labirinto e rannicchiato su se stesso. Thomas non poteva vederlo in quelle condizioni. Si avvicinò piano a lui e ,si mise in ginocchio, di fronte a lui. Per la prima volta nella sua vita non trovava le parole adatte per consolarlo. Si sentiva inutile in quel momento e, decise di fare qualcosa che di sicuro poteva aiutare il pivello. Allungò le braccia e attirò Newt tra di esse, abbracciandolo e stringendolo a sé, come un bambino da proteggere dalle cattiverie del mondo. Newt poggiò la testa sulla spalla del pivello mentre si strinse a lui e ,Thomas iniziò lentamente ad accarezzare la sua schiena, rimanendo in silenzio e dandogli tutto il conforto possibile.

< Sfogati pure con me Newt...non ti trattenere ..> mormorò a un certo punto Thomas , continuando a stringerlo a sé
< Era mio amico..> sussurrò con voce rotta dal pianto Newt, lasciando cadere altre lacrime sul suo viso
< Mi dispiace..>

< La pag-pagheranno ca-cara...> disse , infine, Newt, portando una mano a stringere la maglietta di Thomas < Non voglio altri morti, non voglio vedere altri miei amici morire qui...dobbiamo uscire...Tommy...ti prego..trova la via d'uscita..> supplicò quasi Newt, stringendo ancora di più la maglietta di Thomas, il quale , annuì piano.


Thomas non aveva detto a nessuno che il vicolo portava a un precipizio e, non lo avrebbe mai fatto. Newt contava su di lui e non poteva deluderlo proprio in quel momento. Avrebbe fatto di tutto per farli andare via da li, nemmeno lui voleva vedere altri morti.
E se... Newt sarebbe stato uno dei prossimi?
No, non poteva permetterselo.

< Troverò la via d'uscita, sono a un buon punto. Non morirà più nessuno > lo rassicurò Thomas
< Promettimelo Tommy, promettimi che andremo via da qui , non voglio vedere il tuo cadavere un giorno di questi> sussurrò Newt e si staccò da Thomas, prendendo il viso del pivello con le mani per poi premere con forza le labbra su quelle di Thomas.

Thomas rimase sorpreso da quel bacio, era del tutto diverso a quelli avuti precedentemente. Quei due baci erano stati fugaci, veloci e molto timidi mentre questo...per tutto lo sploff del mondo, questo era nettamente diverso e migliore. Newt iniziò a baciarlo con forza, come se fosse un affamato e le labbra di Thomas fossero cibo. Le loro labbra iniziarono a muoversi insieme, Thomas poteva sentire il sapore salato delle lacrime di Newt, il loro bacio diventava sempre più passionale, come se stessero esperimento tutt i sentimenti che entrambi avevano sempre provato per l'altro. Il cuore di Thomas batteva come un matto mentre lo stomaco si ribaltava più e più volte, le gambe tremavano e le sue labbra cercavano di tenersi unite a quelle di Newt per più tempo possibile. Quando entrambi rimasero senza aria, Newt si staccò dalle labbra di Thomas e ritornò tra le sue braccia, affondando il viso sul petto del pivello.
Rimasero cosi per un po di tempo finchè entrambi non iniziarono a sentire i primi segni del sonno

< Puoi rimanere qui? > domandò Newt dopo esseri diviso da Thomas, non voleva passare la notte solo, non dopo tutto quello che era successo
< Certo, vado a prendere le coperte e torno > rispose Thomas alzandosi e ,dopo aver scompigliato appena i capelli di Newt, corse a prendere delle coperte.

Dopo un po tornò con due coperte e i due ragazzi si distesero uno vicino l'altro per poi addormentarsi.
Quella notte, Thomas non ebbe incubi.

Il giorno dopo, Thomas si svegliò di buon ora e lasciò dormire Newt. Aveva bisogno di un po di riposo dopo tutto quello che era successo. Andò a fare colazione e, dopo aver rubato una mela, corse nel labirinto. Quel giorno, avrebbe trovato la via d'uscita, lo doveva a Newt e a tutti i pivelli.
Mentre correva, diede qualche morso alla mela e, quando arrivò al precipizio, si fermò e si sedette, iniziando a pensare. Riprovò di nuovo a tirare i sassolini in ogni direzione possibile ma, questi non fecero altro che cadere. Impossibile, doveva esserci qualche trabocchetto.
Spazientito, buttò il resto della mela dritto davanti a sé. La mela scomparve nel nulla.
Thomas si alzò di scatto e guardò il punto in cui aveva lanciato la mela. Prese altri sassolini e ne lanciò uno in quella direzione ma, il sassolino finì leggermente sotto e precipitò . Tirò un ulteriore sassolino e questa volta, andò nel punto essatto in cui era andata la mela e...scomparì del tutto. Thomas per poco non gridò dalla gioia, li doveva esserci un passaggio! Lanciò altri sassolini e, nessuno precipitò giù. Li doveva esserci un tunnel o qualcosa che li avrebbero portati via. Eccitato da quella scoperta, Thomas iniziò a correre per uscire dal labirinto, non vedeva l'ora di dare la buona notizia. Newt sarebbe stato al settimo cielo, ne era certo.
Appena mise piedi nel campo, notò che qualcosa non andava. Tutti i pivelli erano radunati intorno a uno di loro, quest'ultimo, inoltre, muoveva l'arco contro di loro con fare divertito. Era uno dei figli di Apollo , erano gli unici a usare bene l'arco ma...perchè stava facendo cosi?
Corse verso gli altri pivelli e si affiancò a Chuck

< Cosa succede? > domandò piano al pivello
< È tornato l'Eidolon...si è impossessato del corpo ferito del pivello > sussurrò Chuck, guardando con terrore lo sfortunato pivello
< Avete provato a fermarlo? >
< Si ma è agile...non so cosa vuole da noi > spiegò con una smorfia Chuck.

Thomas guardò attentamente il pivello impossessato, i suoi occhi erano completamenti bianchi mentre del sangue usciva copiosamente dal suo fianco, la ferita si era aperta e, se lo spirito non andava via dal suo corpo, sarebbe morto.

< Non uscirete mai da qui! Avete vinto ieri maaaaaaa.... questo non significa nulla, arriveranno altre creature che vi uccideranno uno a uno! > gridò con felicità lo spirito, giocherellando con una freccia < Sono venuto qui per avvisarvi piccoletti eee.. per uccidere qualche bel corpicino, iniziando da questo. Chissà, forse ferirò qualcuno di voi e entrerò nel suo corpo, sarebbe divertente in effetti > squittì lo spirito, facendo finta di tirare una freccia verso uno dei pivelli per poi ridere di gusto.

Thomas rimase immobile e iniziò a pensare: Alby e Gally avevano ricordato qualcosa dopo essere stati posseduti dallo spirito e se..
Voleva sapere qualcosa di più e, l'unico modo era ferirsi e farsi possedere dallo spirito. Avrebbe ricordato e capito...
Sfilò la spada mentre tutti si girarono verso di lui, compreso lo spirito.
Chuck sembrò capire qualcosa e cercò di fermarlo ma, Thomas conficcò la lama sul suo fianco.
Cadde a terra mentre iniziò a vedere tutto nero...e qualcosa, entrò in lui.

 


2° fase terminata
Creatura 005 deceduta
Soggetto A1 debole contro Soggetto A5
Soggetto A2 continua a stupirci
Creatura 004 attiva nel Soggetto A2

 

Angolo Autore
Volevo ringraziere in particolar modo Alma_valdez per le sue recensioni e per le sue parole , sono felice che la storia ti abbia preso cosi tanto e spero di non deluderti :D
Volevo avvisare a tutti che Sabato dovrò trasferirmi e non so quando/come avrò Interent li... quindi, potrà volerci un po per il prossimo capitolo. Non vi preoccupate, non mi dimenticherò e appena avrò la possibilità , pubblicherò gli altri capitoli <3

 

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Capitolo 7
*** Verso la salvezza...forse ***


Un fugace abbraccio, urla di dolore
Una bambina di qualche anno più grande.
Lui e la bambina diventano amici.
La costruzione di un labirinto insieme alla sua nuova amica.
La sua intelligenza al di sopra di tutti, 0 probabilità di uscire dal labirinto con lui.
Bambini che scompaiono nel nulla.
Il corpo di Gally rinchiuso in una capsula piena di acqua e lui che lo guarda con odio mentre lentamente si addormenta.
Computer ad alta tecnologia, schermi che raffigurano un labirinto e schede di ragazzi, anzi, di soggetti, presenti nel campo, elenco di test e di creature.
Il ragazzo alza la testa e davanti a sé vede il viso di Teresa che sorride e lo incita a continuare.
Thomas si gira intorno, è rimasto solo lui e lei...gli altri sono nel campo.
Ritorna a guardare il computer e li osserva.
Occhi grigi fissi su di lui , una voce da uomo che ripete sempre le stesse parole:
“Thomas, la Wicked è buona”.
“Fai parte di un grande progetto”.

Thomas si svegliò di colpo e iniziò a respirare con fatica e vedere pallini neri davanti a sé. 
Qualcuno lo tranquillizzò e gli fece poggiare la testa sulle sue gambe. Lentamente, riprese coscienza e si accorse di essere nella prigione, insieme a Teresa che, intanto, accarezzava la sua testa per calmarlo. Oltre le sbarre, c'erano Minho, Newt e Chuck con visi preoccupati. La testa gli pulsava ma, tutto sommato, non sembrava essere messo male. Iniziò a ricordare: si era ferito per farsi impossessare dall'Eidolon e ricordare...ricordare che lui e Teresa avevano costruito il labirinto e osservato i suoi amici anni e anni.
Si sedette e guardò prima Teresa e poi i suoi amici

< Cos'è successo? > domandò con voce incerta, massaggiandosi la testa dolorante e accorgendosi, solo in quel momento, delle bende sul corpo.
< Oh niente, ti sei solo infilzato con una spada e lo spirito si è divertito a usare il tuo corpo per un po. Ah si, ho dovuto colpirti sulla testa per farti svenire e far uscire lo spirito, non ringraziarmi per il mal di testa > raccontò Minho con voce aspra e arrabbiata, guardando male Thomas
< Dovevo farlo...ho ricordato alcune cose > mormorò piano Thomas < Gally aveva ragione, tutto questo è per colpa mia, mia e di Teresa >
< C'ero anch'io? > domandò per nulla sorpresa Teresa
< Si...> annuì con fare grave < ho costruito io il labirinto e vi ho osservato mentre vi preparavano per portarvi nel campo e...ero dietro a degli schermi con Teresa mentre voi cercate di sopravvivere qui...ha ragione Gally..> e, abbassò lo sguardo
disse ad alta voce Newt < tu non hai nessuna colpa. Voi siete stati usati , non sapevate tutto ma...conta quello che siete ora, entrambi. Hai combattuto sempre Tommy, hai trovato il modo per uscire da qui e ci hai salvato più di una volta, non sei cattivo e questo non mi stancherò mai di dirlo. Sono molto arrabbiato per quello che hai fatto, potevi rischiare seriamente di morire ma...capisco perchè l'hai fatto. Sei l'unico che può portarci via da qui Tommy...e, noi oggi usciremo da qui>

Thomas alzò lo sguardo e guardò dritto negli occhi di Newt. C'era speranza nei suoi occhi ma anche rabbia e sollievo.
Thomas annuì piano e si mise in piedi, guardandosi intorno

< Perchè siamo qui? > domandò mentre aiutava Teresa ad alzarsi
< Gally...ha preso lui il comando di tutto e vuole fare un sacrificio agli dei...usando voi...intende bruciavi > mormorò Chuck
sospirò tristemente Teresa, camminando per la prigione < Dobbiamo uscire da qui e andare nel labirinto...so che molti altri pivelli vogliono lo stesso.. >
< Hai ragione Teresa ma, c'è il fattore “Gally”...li terrorizza > disse con pessimismo Minho
< Ho un'idea > disse Thomas con un piccolo sorriso sul viso

Dopo aver preparato il piano, i tre ragazzi corsero via mentre Thomas e Teresa rimasero in prigione, ritornando a sedere.
Thomas si sdraiò e fece finta di essere ancora svenuto per il colpo. Dopo pochi minuti, arrivò Gally insieme ad altri tre figli di Ares. Due presero il corpo di Thomas mentre l'altro iniziò a spingere con una lancia Teresa.
Si diressero verso il centro del campo dove c'erano tutti gli altri pivelli.

< Oggi offriremo ai nostri genitori questi due pivelli con la speranza che nessuna creatura più arrivi da noi > disse, quasi con fare solenne Gally mentre legò Teresa su una lastra di legno. Thomas, intanto, era stato posato a terra.
< Offerta agli dei? > gridò Teresa, girando il viso verso Gally < Questa è una pazzia, le creature torneranno ancora. Non lo capite? Vi vogliono uccidere tutti, uno a uno! Nessuno resterà vivo se rimaniamo qui. Liberateci e insieme potremmo uscire da qui! > gridò ancora la ragazza, guardando i pivelli.
< La pazza sei tu. Ricordiamo che è stata lei ,insieme al suo amichetto, a portarli qui! Voi siete la mela marcia del campo e, morti voi, noi torneremo alla pace di un tempo! Alza l'altro e legalo, razza di sploff, muoviti > ordinò Gally.

Un figlio di Ares iniziò a sollevare Thomas, ma, a un certo punto, si ritrovò a terra.
Infatti, Thomas gli aveva fatto uno sgambetto e, si era alzato velocemente, rubando la lancia allo sfortunato per poi mirarla su Gally.
Nello stesso stesso momento, Minho e Newt mirarono contro Gally e, in lontananza, Cuck stava arrivando con alcune armi e zaini.

< Noi non bruceremo, vuoi capirlo che i mostri ritorneranno? L'unica salvezza è il labirinto! Inoltre, so l'uscita, possiamo fuggire da qui! > disse con convinzione Thomas, guardando i pivelli
< Non lo sentite, mente> gridò Gally, guardando con disprezzo Thomas
< Io e gli altri andremo via. Chi vuole salvarsi con noi, non deve fare altro che seguirci > disse Thomas per poi far cadere la lancia a terra e prendere la sua amata spada quando Cuck si avvicinò a lui.

Newt e Minho corsero vicino a lui, prendendo gli zaini da Cuck e, i cinque ragazzi guardarono gli altri pivelli per vedere se qualcuno li avesse seguiti o meno. Tim e altri figli di Efesto camminarono verso la loro direzione per poi mettersi alle loro spalle e, cosi fecero gli ultimi due figli di Eolo ( sopravvissuti per miracolo) , Jeff e Clint con altri figli di Apollo. Molti ragazzi scelsero di seguire Thomas mentre altri rimasero dietro Gally. Quando tutti ebbero fatto la loro scelta, Thomas e gli pivelli corsero dentro il labirinto.
Corsero per un bel tratto, riposandosi solo per pochi secondi per quei pivelli non proprio abituati alla corsa ma, in breve tempo, riuscirono ad arrivare al precipizio.
Thomas iniziò a spiegare dell tunnel nascosto proprio davanti a loro e, insieme agli altri pivelli, iniziarono a pensare come passare dall'altra parte.

< Se qualcuno avesse le ali, il gioco era fatto > disse tristemente Minho, guardando l'altra parte del precipizio
< Non è necessario avere le ali > disse Thomas , sfregandosi piano le mani < Ci saranno altri mille modi...dobbiamo solo trovarli >

< Buona fortuna fagiolino > disse Minho , mettendosi a sedere
< Illusi, non troverete maii il modooo > gridò per poi ridere uno dei pivelli.

Tutti si girarono terrorizzati da quello che avevano appena sentito. 
Non era difficile capire chi avesse parlato, lo spirito era di nuovo tra di loro. La voce proveniva dal figlio di Apollo, lo stesso che era stato impossessato prima che Thomas facesse quella pazzia. Pazzia che aveva salvato il figlio di Apollo, oltretutto.

< Lascia il pivello, spirito del caspio > minacciò Tim, facendo uscire delle lingue di fuoco dalle sue mani
< Nooo...non c'è nulla d'interessante se non voi > disse lo spirito,ritornando a ridere
< Invece si > s'intromise Teresa, avvicinandosi allo spirito < Ci sono ancora altri ragazzi nel campo > spiegò con fare divertito
< Vero ma...siete molto più simpatici voi >
< Oh no no, tu trovi molto più simpatici loro e, infatti, ora andrai nel campo a divertiti un po o, penseranno che tu abbia paura di loro...e, tu non vuoi questo, vero?
< I-io...n-no...non lo voglio. Hai ragione, vado da loro. Addioo> e lo spirito scomparve dal ragazzo.
si limitò a dire Teresa quando tutti la guardarono con fare sospettoso.

Tutti annuirono piano, sorpresi che quella ragazza ussasse cosi bene il suo potere, tutti, tranne Newt, il quale lo sospettava già da tempo.

< Io e alcuni figli di Hermes possiamo andare dall'altra parte ma ,non possiamo trasportare persone > spiegò Newt dopo un po
< In che modo? > chiese curioso Thomas
< Volando. Nostro padre ne è capace > e, sorrise con fare birichino < Possiamo portare qualcosa con noi...una corda o altro...cosa ne pensate? >
< Newt, non rubare il ruolo a Thomas > si limitò a dire Minho per poi annuire < per me va bene, preferisco una corda a voi, inoltre. Non si sa mai che lasciate la presa >
< La tua fiducia nei nostri confronti è allarmante, Minho > disse divertito Newt
< Lo so, cosa posso farci >
< Un attimo...e, se al posto delle corde, usassimo delle piante? > disse un figlio di Demetra mentre altri dietro di lui annuirono piano < Insomma, delle radici al posto delle corde o dei grossi rami che possono mantenere i figli di Hermes dall'altra parte >
< Ottimo! Possiamo fare cosi > esclamò Thomas e iniziò a dare piccoli ordini ai pivelli.

Dopo gli ultimi preparativi, Newt e altri figli di Hermes si sistemarono vicino al precipizio. Dietro di loro, i figli di Demetra iniziarono a far spuntare da sottoterra dei grossi rami. I figli di Hermes presero le punte dei rami e saltarono dal precipizio. Tutti rimasero a bocca aperta , timorosi che non ce l'avrebbero fatta. Thomas aveva il cuore in gola quando Newt spiccò il salto ma, subito dopo, fece un piccolo sospiro di sollievo. Newt e gli altri iniziarono a correre velocemente nel cielo. Stavano volando sul serio! Erano strano vederli correre nel vuoto mentre trasportavano ognuno un ramo.
Quando arrivarono sul punto indicato da Thomas, scomparvero nel nulla e dopo un po, i rami si fermarono. Erano arrivati alla fine del tunnel. I rami avevano formato una specie di ponte che scompariva poi nel nulla. Felici e speranzosi , i pivelli iniziarono d arrampicarsi sui rami , raggiungendo l'altra parte. Appena uno di loro raggiungeva il tunnel, questo iniziava a scivolarci dentro. Sembrava uno scivolo, come quelli usati negli Acquaparck ma, dopo qualche curva, non finivi nell'acqua ma in un manto di erba. Quando tutti raggiunsero la fine del tunnel, Thomas guardò un attimo Newt con felicità ma, notando lo sguardo pieno di terrore di Newt, iniziò a guardarsi intorno.
Il cuore di Thomas si fermò. Grosse siepi si alzavano intorno a loro e a vicolo pieno di incroci. Era nel suo incubo. No, non poteva essere cosi!
Non erano usciti dal labirinto, anzi, erano appena entrati in un altro labirinto! Come sarebbero usciti da li?
Tutti guardarono Thomas e, il ragazzo capì che tutti aspettavano che li guidasse. Sospirò piano e iniziò a correre, girò di tanto in tanto qualche vicolo e memorizzò il percorso insieme a Minho , situato al suo fianco. Dopo un paio di ore, si sedettero per riposarsi un po.
Thomas , Minho e gli altri Velocisti mapparono un po quello che avevano percorso mentre gli altri mangiarono o si addormentarono, segnando i turni di guardia. Dopo aver finito con i Velocisti, Thomas si sedette in disparte dagli altri, guardando con terrore le siepi. E, se il sogno era una premonizione?
Infondo, Alby era morto come nel sogno e ora si trovava nello stesso labirinto. Solo la parte di Minho non si era avverata...e se...sarebbe comparso il Minotauro...e se...Newt...

< Ehi Tommy, non perdi l'abitudine di isolarti > esclamò Newt, sedendosi al suo fianco mentre il labirinto iniziò a oscurarsi un po , ma , stranamente, non arrivò mai il buio totale
< Pesavo> si limitò a dire Thomas, cercando di non fargli vedere la sua preoccupazione ma, senza successo
< Cosa ti preoccupa? > domandò Newt, guardando attentamente il ragazzo

Thomas iniziò a raccontare del sogno e di come le cose stessero avvenendo man mano. Quando raggiunse la morte di Newt, notò che il pivello non si spaventò. Era rimasto calmo, come sempre. 

 

< Sono solo coincidenze Tommy e, stai certo che non morirò...non quando ho te qui > lo rassicurò Newt , poggiando la testa sulla spalla di Thomas
< Lo spero...e, speriamo di trovare una via d'uscita > mormorò Thomas, poggiando la testa su quella del ragazzo.

Quando il labirinto diventò nuovamente più luminoso, come se fosse di nuovo giorno, i pivelli ripresero la loro corsa, passando per vicoli non presi il giorno precedente e tenendo in mente possibili particolari. Aveva le stesse caratteristiche del labirinto precedente , escludndo le siepi al posto delle mura e di alcune orma di zoccolo in alcuni punti. Thomas era preoccupato di quelle orma perchè riconosceva la creatura a cui appartenevano. Sperò con tutto il cuore di non incontrare mai quella creatura.
Nemmeno il tempo di formulare quella speranza che, dopo aver girato un vicolo, tutti si fermarono di botto. Davanti a loro , infatti, c'era il Minotauro. I suoi occhi rossi iniziarono a guardare male ogni pivello, come se fosse arrabbiato con loro. Aveva il corpo da umano e la testa, zoccoli e coda da toro, era alto il doppio di pivelli e, il suo corpo era coperto da peli marroni. Lunghe e grosse corna bianche facevano bella mostra sul suo capo , corna che iniziarono ad arrivare a livello pivello. Una gamba iniziò a fare avanti e indietro, come se stesse caricando. I pivelli ,spaventati, capirono: il Minotauro era pronto a colpirli.
Infatti, il Minotauro iniziò a correre velocemente contro di loro, dividendoli e sbattendoli contro le siepi. Thomas finì schiacciato dagli altri pivelli mentre i suoi occhi guardarono da una parte all'altra, in cerca di Newt. Non vedendolo, iniziò a preoccuparsi ma , appena guardò in alto, notò i figli di Hermes ( compreso Newt ) volare sopra le loro teste e su quella del Minotauro ,il quale , alzò lo sguardo e iniziò a guardarli con odio, come un gatto che non riusciva ad arrivare all'uccellino che svolazzava davanti ai suoi occhi. Thomas iniziò a gridare degli ordini, cercò di far allontanare da li i pivelli, raggruppando, nel frattempo, quelli che avrebbero combattuto contro la creatura. Thomas e tutti gli altri che avrebbero combattuto si raggrupparono davanti alla creatura mentre gli altri, guidati da Teresa, si allontanarono da li per mettersi al sicuro. I figli di Hermes, intanto, iniziarono a lanciare oggetti sulla testa del Minotauro , nemmeno Thomas sapeva da dove provenissero tutti quei oggetti ma, non ci fece caso, concentrato com'era a trovare una soluzione per uccidere la creatura. Intanto, il Minotauro riprese a caricare, pronto a fare a pezzi quel gruppetto , cercando , intanto,di lasciar perdere quelli che volavano, impossibili da raggiungere.
Caricò e iniziò a colpire con le corna alcuni pivelli. Un figlio di Efesto fu preso in pieno, una delle due corna gli perforò il petto per poi uscire dall'altra parte del suo corpo mentre, altri pivelli cercarono di ferirlo. Impossibile, il Minotauro riusciva a schivare e parare ogni colpo, sembravano troppo lenti per lui. Il Minotauro tornò indietro , muovendo appena il capo per far uscire il corpo del pivello ormai morto dal suo corno, lanciandolo contro gli altri. Una delle due corna splendeva di rosso, rosso come il sangue del pivello ormai morto davanti ai pivelli.
Thomas non sapeva cosa fare, il Minotauro era troppo veloce e forte per loro. I figli di Apollo si misero davanti agli alti pivelli e, dopo un segnale di Jeff, caricarono le frecce per poi lanciarle contro il Minotauro. Thomas capì perchè il Minotauro non era stato ferito nemmeno una volta...la sua pelliccia resisteva alle armi. Le frecce, infatti, rimbombarono contro il suo pelo per poi cadere a terra. Tutti capirono che era una guerra persa, senza armi, come potevano mai vincere contro di lui?
Thomas iniziò a ricordare la leggenda del Minotauro. Era riuscito a sconfiggere l'Idra ricordandosi della sua leggenda...forse potevano farlo anche per il Minotauro.
Il Minotauro, intanto, caricò di nuovo e cercò di colpire nuovamente ma, questa volta, riuscì solo a ferire un figlio di Apollo.

< Thomas, pensa a qualcosa! > gridò Minho mentre cercò di rallentare il Minotauro usando dei morti
< Sto pensando! > rispose con voce bassa Thomas, stava cercando in tutti i modi di non entrare in panico, se impazziva lui, nessuno sarebbe sopravvissuto.

A un certo punto, i figli di Hemers iniziarono a scendere in picchiata, cercando di colpire gli occhi della creatura o punti meno coperti dal pelo. Il Minotauro si arrabbiò ulteriormente e, iniziò a muovere le braccia sui figli di Hemers, colpendo alcuni allo stomaco per poi farli cadere a terra.
Il cuore di Thomas si fermò.
Il Minotauro era riuscito a far cadere a terra Newt.

< NEWT > gridò Thomas con terrore mentre il Minotauro prese da terra il ragazzo svenuto.

No, non poteva essere cosi. Era solo un incubo, non doveva accadere per forza. Thomas rimase fermo mentre il Minotauro muoveva a destra e sinistra il corpo di Newt, come se fosse un premio. Che cosa doveva fare?
Come poteva salvare Newt?
Si mise in ginocchio, le mani sulla testa e il cuore che batteva lentamente, come se fosse pronto a cedere appena il Minotauro avesse ucciso Newt. Batté un pugno sull'erba, no, non poteva morire Newt. Dovevano uscire insieme da quel labirinto e, dopo tutte le ore passate insieme, non poteva abbandonarlo. Guardò il Minotauro con odio mentre quest'ultimo, afferrò Newt per il collo, iniziando a stringere.
L'avrebbe ucciso...

“Pensa dannata testa del caspio, pensa” iniziò a pensare Thomas mentre lacrime iniziarono a uscire dai suoi occhi. Non poteva finire cosi, Newt non poteva morire.
Iniziò a pensare a Teseo...come aveva ucciso il Minotauro?
Alcune leggende raccontavano che Teseo l'avesse pugnalato nel sogno ma, mentivano. Il pelo del Minotauro lo proteggeva dalle armi.
Altre leggende, invece, raccontavano che Teseo avesse ucciso il Minotauro con un suo corno. Era riuscito a staccarlo e usarlo contro di lui, si raccontava che il corno fosse l'unica arma in grado di uccidere il Minotauro.

Thomas si alzò e, impugnando la spada con decisione, guardò il Minotauro e Newt, il quale, si era ripreso e cercava di allentare la presa della sua mano.
Thomas guardò negli occhi Newt , non lo avrebbe lasciato morire, aveva fatto una promessa e l'avrebbe mantenuta. Negli occhi di Newt c'era speranza e fiducia: sapeva che Thomas avrebbe fatto di tutto per lui. Thomas strinse maggiormente l'elsa della spada e guardò il Minotauro

< Tu non ucciderai Newt, pive che non sei altro! Newt,strappaci un corno e usalo contro di lui! > gridò con furore mentre lanciò la spada verso il Minotauro.

Mentre il Minotauro era concentro a stringere il collo di Newt e, incapace di sapere quello che aveva appena detto Thomas per la sua poca intelligenza ( aveva il cervello di un toro , non poteva di certo capire qualcosa ) , la spada di Thomas si conficcò su uno degli occhi del Minotauro. La creatura lanciò un grido di dolore mentre lasciò cadere Newt a terra , portandosi le mani sull'occhio , estraendo la spada per poi lanciarla a terra, guardando con l'occhio sano Thomas. Nel frattempo, Newt aveva di nuovo spiccato il volo e, dopo aver rubato la spada da uno dei figli di Hemers, mirò contro il Minotauro, tagliando di netto uno dei sue due corni. Prese il suo corno e lo conficcò dritto sopra la sua testa. Il corno perforò facilmente il pelo della creatura e, iniziò a conficcarsi nella sua testa. Il Minotauro cadde a terra per poi scomparire con una nebbiolina nera. Anche il corno scomparve e Newt finì a terra, le mani che mantenevano ormai il vuoto. Tutti iniziarono a gridare di gioia e, mentre alcuni andarono a cercare gli altri e curare i feriti, Thomas si avvicinò a Newt.
Il ragazzo aveva segni violacei sul collo per via della stretta del Minotauro ma, a parte questo, sembrava star bene. Lacrime iniziarono a scendere sul viso di Thomas mentre guardò il ragazzo: se non si fosse ricordato della leggenda, a quest'ora Newt sarebbe morto come nell'incubo. Thomas non riusciva a capire se l'incubo fosse un sogno premonitore o meno. Tutte le cose viste stavano accadendo man mano, con la sola differenza di esser riuscito a salvare due persone sue tre. Ripensando all'incubo, Thomas aveva capito perchè quella donna ripeteva sempre che senza un'arma, sarebbe stato il nulla. Senza la sua amata spada, Thomas non avrebbe potuto distogliere l'attenzione del Minotauro su Newt e, con la stessa spada, era riuscito a vincere contro l'Idra con gli altri pivelli. Mentre con l'Arpia, la spada era stata un po inutile...e, Alby ne aveva pagato il prezzo. Thomas non sapeva dar spiegazione a tutto questo e, in quel momento, non voleva nemmeno pensarci.
Newt era salvo.

< Ora non piangere Tommy, credevi sul serio che un Minotauro potesse farmi fuori? > disse con un cenno divertito Newt mentre si alzò da terra, massaggiandosi appena il collo < Sto bene e questo grazie a te. Cosa ti avevo detto a proposito dei tuoi sogni? Non sono veri, io sono vivo > e, scompigliò piano i capelli di Thomas
< Abbiamo solo avuto fortuna > mormorò piano Thomas mentre guardò i suoi segni violacei
< No, il tuo caspio di cervello ci ha salvato di nuovo. Sei un fottuto genio > e, gli rubò un piccolo bacio < Riprendiamo la nostra corsa > disse, infine.
Thomas annuì con un piccolo sorriso sul volto.

Dopo che il gruppo guidato da Teresa tornò, i pivelli ripreso la corsa nel labirinto. Non fecero molta strada che, dopo aver girato alcuni vicoli, trovarono una piccola scalinata davanti a loro. Senza dir nulla, iniziarono velocemente a salire, i loro cuori erano speranzosi, forse si stavano avvicinando all'uscita. Forse, tutto quell'incubo era finito.
La scalinata portò a una grossa stanza e, alla fine della stanza, c'era una porta con la scritta “Exit”.

< Questa sembra tanto una presa in giro > commentò Minho appena notò la scritta .

Thomas corse verso la porta, era davvero la porta per uscire da li?
Avrebbero lasciato quel posto , iniziando, cosi, una nuova vita?
Avrebbe mantenuto la promessa di Newt e, chissà, avrebbe vissuto con lui in qualche città. Era cosi felice che non controllò la stanza, semplicemente, corse verso la porta. Tese la mano, pronto ad aprire e uscire da li con tutti gli altri, quando, però, una voce che lui conosceva molto bene non lo fermò.

< Se non vuoi che faccio cadere queste belle statue, ti inviterei a non aprire quella porta >

Era la voce dell'incubo. Thomas girò appena la testa e...era solo.
Solo con delle statue.

 

Fase 2 in corso
Creatura 008 deceduta
Creatura 004 imbrogliata dal Soggetto A1
Creatura 009 in attivazione
Test per Soggetto A2
Base: libera 



Angolo Autore
Dopo essermi impossessata del Wifi di mia zia, eccomi qui xD
Ormai siamo arrivati alla fine, ma, chissà, potrei dedicarmi anche al secondo libro se volete v.v
Intanto...avete capito chi è la prossima creatura?
E...avete capito chi è il genitore divino di Thomas?

Alla prossima :3

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Capitolo 8
*** La fine dell'incubo o...l'inizio di un altro? ***


Il cuore di Thomas si pietrificò nel vedere le statue.
Ogni statua raffigurava un pivello: c'era una identica a Teresa, una uguale a Newt, a Minho...e, capì.
Capi che quelli erano i suoi amici...qualcuno li aveva pietrificati. Quasi tutti avevano gli occhi spalancati per la sorpresa, Newt aveva un po la fronte corrugata mentre la bocca di Minho era leggermente spalancata, come se stesse iniziando a dir qualcosa. Il pivello non ci mise molto a capire il colpevole...e, infatti, c'era una donna girata di spalle intenta ad accarezzare il viso pietrificato di Chuck. Thomas si girò e chiuse gli occhi, il cuore aveva ripreso a battere mentre la sua mente iniziò a lavorare. L'istinto non sbagliava, se la donna si fosse girata ,lui sarebbe stato la prossima statua. Medusa...ecco chi era.
Thomas iniziò a ricordare qualche particolare di lei: sapeva che poteva pietrificare chiunque con i suoi occhi, aveva serpenti al posto dei capelli e, adorava collezionare statue.
Cercò di respirare lentamente e non perdere il controllo della situazione, era solo e doveva fare di tutto per salvare i suoi amici. La paura di perderli per sempre era forte ma, non poteva farsi vincere da essa.
Doveva rimanere concentrato per trovare una soluzione e salvare i suoi amici.

< Oh, ma guarda, sai già che non devi guardarmi. I tuoi amichetti non ci sono riusciti. Non mi meraviglio, il cervellone della situazione sei tu, no? > disse Medusa con una mezza risata divertita mentre si girò per guardare il ragazzo, o, meglio ancora, le sue spalle < Non voglio ucciderti e nemmeno renderti statua o...almeno...non per ora. Voglio parlare un po con te >

Thomas rimase in silenzio, gli occhi chiusi e i nervi tesi come corde di violino. Era sempre stata lei a parlare nei suoi incubi, i serpenti che uscivano dalla siepi erano quelli presenti ora nei suoi capelli e, quando non riusciva più a muoversi, era per via del potere di Medusa. Ancora una volta, l'incubo aveva predetto il futuro. L'unica differenza?
Non era ancora stato pietrificato e sperò che non accadesse sul serio.
Era l'unica salvezza per i suoi amici.

< Zeus ti ha mangiato la lingua, Thomas? > domandò divertita Medusa mentre si avvicinò piano al ragazzo.
< No > disse con decisione Thomas, scacciando via la paura
< Non sei curioso di sapere perchè ti ho risparmiato? >
< Si...> rispose con sincerità il ragazzo.

Brividi corsero lungo il corpo del pivello appena Medusa si mise davanti a lui. Senti uno dei suoi serpenti accarezza il volto mentre un altro iniziò a sibilare vicino all'orecchio. Non doveva assolutamente aprire gli occhi o per lui sarebbe stata la fine. Infatti, li strinse ancora di più mentre Medusa afferrò il suo mento, facendogli alzare il viso.
Girò appena il volto e Medusa rise per poi lasciare il suo viso e allontanarsi da lui, camminando per la stanza con tranquillità

< Ti ho risparmiato perchè meriti un trattamento migliore...chi l'avrebbe mai detto che un giorno avrei incontrato il figlio della mia acerrima nemica >
< Non capisco...> mormorò appena Thomas , anche nell'incubo lei diceva di odiare sua madre...ma...perchè?
E, soprattutto, chi era sua madre?
< Non capisci? > domandò divertita Medusa < giusto, tua madre non ti ha riconosciuto, non si smentisce mai...> e, scoccò la lingua sul palato, come per gustare quel momento
< Allora...chi è? Perchè la odi? > domandò duramente Thomas, era stanco di non sapere chi fosse il suo genitore divino
< Sei intelligente, puoi arrivarci da solo. Ti do un piccolo suggerimento...i miei capelli, la mia bellezza..rovinati da tua madre> sibilò con rabbia Medusa.

Thomas iniziò a pensare... c'erano molte leggende su quella creatura e, una di quelle, raccontava che Medusa fosse un tempo una bellissima donna fino a quando, dopo aver giaciuto nel tempio di una divinità con Poseidone, quella divinità non si fosse vendicata di lei. Altri racconti, invece, narravano che Medusa avesse sfidato una divinità, dicendo di essere più bella di lei. In entrambi i racconti, la divinità in questione era...Atena.
Il cuore di Thomas si fermò...Atena era sua madre?
No, non poteva essere cosi...o, si?
Infondo, era sempre stato il cervellone di tutti , era bravo con le armi...rispecchiava a pieno le qualità della dea in questione.

< Atena...> mormorò appena Thomas, non sapeva se essere felice o meno di quella scoperta.
< Oh, ci sei arrivato piccoletto. Si, sei figlio di Atena, colei che mi ha rovinato la vita. Ora, rovinerò la tua. Pezzo dopo pezzo, perderai tutto > e, senza aggiungere altro, fece cadere una statua che si ruppe in mille pezzi.

Thomas badò la sua curiosità, non poteva girarsi e, non poteva vedere chi era il pivello appena fatto a pezzi. Un brivido di terrore percorse il suo corpo all'idea di vedere Newt fatto a pezzi, salvanto dal Minotauro per poi morire con Medusa. Non poteva essere cosi crudele il fato. Nemmeno voleva vedere Minho o Teresa fatti a pezzi, come nemmeno Tim e tutti gli altri pivelli del Campo.
Doveva fermarla in qualche modo...ma ...come?
Non poteva guardarla, non sapeva dove si trovava. Si morse l'interno della sua guancia con rabbia, si sentiva di nuovo impotente e, questa volta, era solo.
Nemmeno le leggende potevano aiutarlo, Perseo aveva decapitato Medusa, sembrava un gioco da ragazzi escludendo il fattore “occhi”.

< Ops...un ragazzino in meno > disse divertita Medusa < farò a pezzi ogni tuo amichetto e poi farò a pezzi te. Unico figlio di Atena che morirà per mano mia >
< Unico? > domandò curioso. Doveva perdere tempo con lei, più Medusa avrebbe parlato e più lui poteva pensare a una soluzione.
< Si...Atena è la dea vergine, non si è mai interessata a nessun uomo. Tu. Tu sei un gran mistero. Non la vedo come una mamma affettuosa, vorrei proprio sapere cosa l'ha spinta a questo e, chi è l'uomo che è riuscito ad entrare nel suo cuore di ghiaccio. Chissà se ci tiene a te... >
< Non credo o mi avrebbe riconosciuto > mormorò con un groppo alla gola il ragazzo
< Vero...fa nulla, ti ucciderò lo stesso, dopo i tuoi amici, ovvio>

Thomas strinse l'elsa della sua spada, Medusa non poteva uccidere i suoi amici.
Doveva fare qualcosa. Sentì un'altra statua cadere a terra e la rabbia di Thomas aumentò. Scacciò dalla mente i suoi pensieri, non poteva farsi assalire dalla mille domande e paure, doveva convincersi che Newt fosse salvo.
Medusa si limitò a ridere di nuovo, divertita da quella situazione e felice di poter vendicare finalmente la sua nemica usando il suo unico figlio.

Thomas ..”

Thomas sobbalzò appena e sperò che Medusa non se ne fosse accorta.
Aveva appena sentito la voce di Teresa...forse c'era una possibilità.

“ Thomas ascoltami attentamente. Ti guiderò verso Medusa e quando dirò di attaccare, alza la spada. Devi staccarle la testa, okay? “
“Okay” pensò Thomas mentre la sicurezza e la speranza tornò in lui, avrebbe salvato i suoi amici insieme a Teresa
“Fai cinque passi indietro”

Thomas iniziò a seguire le indicazioni di Teresa ma, quando Medusa si accorse che il ragazzo si stava avvicinando a lei, si spostò velocemente,rimanendo in silenzio.

< Vuoi giocare? Giochiamo allora > disse divertita per poi avvicinarsi al ragazzo.

I serpenti iniziarono ad attaccare Thomas, mordendolo in ogni parte del suo corpo mentre Thomas cercò di allontanarli con la spada ma, a un certo punto, Medusa riuscì a togliergli la spada dalla mano e lanciarla a metri di distanza dal ragazzo. Rise e si allontanò dal ragazzo, raggiungendo le statue per poi farne cadere un'altra.

“ Corri verso la tua sinistra, la spada è li. Corri Thomas, corri “

Thomas seguì la voce di Teresa, sentì qualcosa di caldo scendere dalla guancia e parecchi dolori lungo il corpo, quei serpenti aveva fatto un buon lavoro con lui. Ruscì a riperdere la sua spada mentre un'altra statua finì a terra, rompendosi in mille pezzi.

“Thomas, si sta avvicinando..”
“Avvertimi quando è dietro di me..”

Minuti, secondi, Thomas era fermo come una statua, le orecchie tese a cogliere ogni singolo rumore mentre aspettava l'ordine di Teresa. Poteva sentire la creatura avvicinarsi a lui, era il momento giusto.
Strinse l'elsa della sua spada e respirò a fondo, preparandosi a quel momento.

“Ora”

Appena Teresa riempì la sua mente con quella parola , Thomas si girò e alzò la spada in direzione della creatura, sperando, con tutto il cuore, di aver centrato la sua gola. Conficcò la spada nella sua carne e spinge con più forza l'arma, raggiungendo l'altra parte della creatura.
Medusa iniziò a urlare di dolore per poi scompare come tutte le altre creature.
Thomas rimase con gli occhi chiusi, aveva paura di aver fallito , paura che Medusa si fosse solo allontanata. Solo quando sentì i suoi amici abbracciarlo e dargli delle pacche di gratitudine, Thomas aprì gli occhi. I suoi amici erano tornati normali, uccisa Medusa, l'incantesimo che li rendeva statue era scomparso. Iniziò a piangere dalla gioia mentre si lasciò abbracciare dai tutti i pivelli.
Era riuscito a salvarli insieme a Teresa, il suo incubo era del tutto morto ora, non ci sarebbero state altro sorprese.

< Dovete ringraziare anche Teresa, lei mi ha guidato > disse a un certo punto Thomas, indicando la ragazza, non voleva di certo prendersi tutto lui il merito, senza la ragazza, sarebbe rimasto fermo ad ascoltare solo il rumore delle statue che si facevano a pezzi.
< Lei? > chiesero incerti alcuni pivelli
< Ecco...mi parla nella testa..non sappiamo come spiegarlo, ha questo dono >

Tutti si congratularono anche con lei, un po incerti da quella notizia ma, a un certo punto, Clint scoppiò a piangere e tutti si girarono verso la sua direzione. Le statue fatte a pezzi avevano lasciato i cadaveri dei loro amici. Erano morti...alcune parti del corpo staccate e sangue iniziava ad espandersi dai loro corpi. Tra di loro, c'era Jeff.
Dopo alcuni minuti di silenzio, i pivelli decisero di continuare la loro corsa verso la salvezza, i pivelli morti volevano che continuassero invece di rimanere li a guardarli. Thomas aprì la porta e la varcò insieme a tutti i pivelli.
C'era un lungo corridoi illuminato da neon, c'erano solo grossi tubi e qualche pozzanghera di acqua. Iniziarono a camminare ma senza perdere la concentrazione, non sapevano se i guai fossero finiti o meno. Arrivarono a un'altra porta e, dopo averla aperta, entrarono in un'enorme stanza. Thomas ebbe un tuffo al cuore: ricordava quella stanza.
C'erano alcuni morti a terra, i computer erano del tutto distrutti, vetri spaccati e sangue dappertutto.

< Dove caspio ci troviamo? > domandò Minho mentre iniziò a vagare per la stanza, guardando attentamente un cadavere che aveva ormai il camice bianco tinto di rosso
< Qui e dove vi osservavamo > disse Thomas mentre si fermò alla sua postazione.

Alzò lo sguardo e vide che Teresa aveva fatto lo stesso e, lo guardava negli occhi, come se si fosse ricordata di qualcosa di quel posto.
A un certo punto, tutti guardarono Thomas e, quando il ragazzo se ne accorse, li guardò con fare interrogativo

< Ho qualcosa che non va? > domandò con un po di preoccupazione
< Sei stato appena riconosciuto da tua madre, Tommy > disse quasi con orgoglio Newt < Thomas, figlio di Atena >

Infatti, sopra il capo di Thomas, era appena spuntata una civetta bianca, simbolo del suo genitore divino.
Thomas si sentì fiero, finalmente la madre l'aveva riconosciuto ma, una parte di lui, si domandava perchè proprio ora.
Perchè aveva aspettato cosi tanto tempo?
Abbassò lo sguardo e notò un pulsante rosso sullo schermo del computer. Curioso, schiacciò il pulsante e apparve davanti a loro uno schermo nero. Dopo un paio di minuti comparve un uomo. Aveva capelli ricci e castani, sembrava avesse messo ore e ore per sistemarli in quel modo. I suoi occhi erano grigi, il suo volto coperto dalla barba. Indossava un camice bianco e, come sfondo, c'era la stanza in cui ora si trovavano loro. Riconosceva quell'uomo, era quello apparso quando l'Eidolon si era impossessato di lui, era l'uomo che aveva ripetuto parole come “La Wicked è buona”.

< Salve. Se state vedendo questo video significa che avete superato il test del labirinto. Congratulazione. > iniziò a dire con un piccolo sorriso sul volto per poi farsi serio < Avrete di sicuro molte domande nella mente e, cercherò di darvi delle risposte. Anni e anni fa, le divinità greche iniziarono a farsi guerra tra di loro, una guerra che coinvolse padre e figlio, zii e nipoti. Questa guerra causò danni sulla Terra. Maremoti, tempeste di fulmini, uragani...in poche parole, la fine del mondo. Quando le cose iniziarono a calmarsi, la popolazione era stata dimezzata mentre il mondo era ormai del tutto distrutto. Questo, però, non è tutto. Iniziò a farsi avanti una malattia terribile, malattia che colpiva sia gli umani che i semidei, trasformandoli del tutto. La chiamiamo mutazione, un virus che colpisce il cervello, facendo impazzire la persona fino alla morte. Per gli umani, la mutazione li rende incontrollabili e pazzi. Per gli semidei, è peggio. Non solo impazziscono ma, iniziarono a usare i loro poteri contro tutti e, alla fine, diventano creature malvagie. Nel corso degli anni, abbiamo trovato alcuni bambini speciali, immuni a questo virus. Li abbiamo raccolti e studiati per trovare il vaccino , per trovare il perchè questi bambini sono speciali. Ecco perchè siete qui, voi siete speciali, siete la salvezza per il mondo> mentre parlava , i pivelli notarono che dietro le sue spalle erano entrati alcuni uomini armati, i quali iniziarono a sparare < Molti non accettano i nostri metodi ma noi lo facciamo per la salvezza del mondo. Ricordatevi, la Wicked è buona > e , detto questo, l'uomo scomparve.

Tutti rimasero in silenzio. Non sapevano cosa dire, le loro idee erano del tutto confuse. Tutto quello che avevano passato era un test?
Loro dovevano salvare il mondo distrutto dai loro genitori divini?

< Usciamo da qui > si limitò a dire Thomas, guardando una seconda porta che, si sicuro, li avrebbero portati via.

Aveva la testa del tutto confusa , non sapeva cosa pensare in quel momento. Dovevano riparare quello che avevano causato i loro genitori?
Perchè le divinità avevano iniziato questa guerra?
Chi era la Wicked e come avrebbero trovato il vaccino in loro?
Domande e solo domande che avrebbero fatto scoppiare la testa di Thomas in quel momento. Si avvicinò alla porta, voleva scappare da quel posto e da tutto quello che aveva visto e sentito.
Dalla porta entrò Gally, Thomas si fermò e lo guardò con sorpresa e confusione. Era sporco di sangue e aveva appena puntato una freccia contro Thomas. Tutti rimasero sbalorditi, come erano riuscito ad arrivare li?

< Nessuno esce da qui! > gridò Gally mentre la mano che teneva l'arco iniziò a tremare
< Gally! > gridarono alcuni pivelli
< Non capite che non usciremo mai da qui? Non capite! >
< Gally calmati, siamo usciti ormai, siamo salvi! > disse Thomas
< Non saremo mai salvi > disse Gally con disprezzo < Tutto per colpa tua > disse ancora, rivolgendosi a Thomas < Ti odio e ora so anche il perchè. I nostri genitori si odiano, faccio bene ad odiare te, tu credi di essere nel giusto ed essere il cervello di tutto e, intanto, chi ti segue muore! Ora basta, tu morirai ! > e , scoccò la freccia in direzione di Thomas.

Quello che accede dopo fu confusionale agli occhi di Thomas. Si sentì spingere da qualcuno e cadde a terra mentre Clint colpì Gally con una freccia. Thomas si rialzò e notò che Gally era scappato via. Si controllò, nessuna freccia era arrivato al suo corpo. Accanto a sé, era appena crollato Chuck...Chuck.
Solo allora, Thomas capì. Chuck l'aveva spinto e aveva preso la freccia al posto suo. Una chiazza rossa iniziò a farsi largo sul petto del pivellino sul punto in cui si era conficcata la freccia.

< CHUCK > gridò Thomas mentre abbracciò il ragazzino < Andrà tutto bene, resisti > disse ancora mentre iniziò a piangere , il viso di Chuck perdeva colore a vista d'occhio
< Saluta mio padre da parte mia > mormorò appena Chuck e poi la vita lasciò il suo corpo.

Era morto.
Thomas iniziò a gridare dal dolore mentre uomini armati iniziarono a entrare nella stanza, invitando i pivelli a lasciare la stanza. Thomas si avvinghiò al corpo di Chuck, non voleva lasciare il suo amico, non dopo tutto quello che avevano passato, non dopo averlo quasi portato alla salvezza.
Perchè si era buttato per salvarlo?
Perchè proprio lui?
Chuck era sempre stato buono con lui, certo, a volte era un po irritante ma non per questo non gli aveva voluto bene. Si era sempre preoccupato per lui,  l'aveva salvato dal gelo della notte , gli aveva portato da mangiare e da bere, non mancava occasione di ricevere un bel bicchiere di vino da parte sua. E, ora, era morto. Thomas non poteva accettarlo, non era giusto!
Due uomini strapparono Thomas dal cadavere di Chuck e lo trascinarono via. Thomas continuò a piangere mentre seguì gli uomini fuori dalla struttura , salendo, infine, su un elicottero. Davanti a se, c'era solo un grande deserto, il sole scottava ma Thomas aveva ancora la testa altrove, pensava a Chuck e a tutto quello che era successo.

< Ehi Tommy..> mormorò piano Newt mentre si sedette vicino a lui e lo abbracciò.

Thomas rimase in silenziario e si strinse a Newt mentre l'elicottero iniziò a prendere quota, allontanandosi dalla loro prigione.
Erano salvi.

 

Fase 2 conclusa
Creatura 009 deceduta
Soggetto A2 riconosciuto
Fase 3 in attivazione


Intanto nella base della Wicked
Una lungo tavolo pieno di persone con camici bianchi attendevano l'arrivo del loro capo, colui che aveva dato il via a tutto questo. Tutti erano silenziosi e curiosi di sapere come sarebbero andate le cose. Dopo un po, l'uomo entrò. Era lo stesso uomo apparso nel video dei pivelli.

Si sedette e guardò i suoi colleghi con un sorriso stampato sul volto < I ragazzi sono usciti dal labirinto, molti sono i sopravvissuti , non nascondo di essere meravigliato dalla cosa. Meravigliato, soprattutto, da Thomas. Ora i nostri soggetti sono ignari di tutto, penseranno di essere al sicuro > e , rise appena < non sanno che inizierà un altro test per loro. Spero che berranno le menzogne che ho lasciato per loro, non sanno che loro sono la chiave per distruggere le divinità > e, fece un piccolo ghigno maligno, accarezzandosi appena la barba < la chiave per rendere noi potenti >
< Signor Str
öm, cosa avete in mente per i ragazzi? > domandò uno dei presenti.

L'uomo, si girò verso di lui e, dopo averlo osservato per bene, sorrise. Era uno degli ultimi arrivati, un po più curioso di molto altri ma sembrava un buon acquisto per la Wicked. Capelli sul biondo, occhi azzurri, mente brillante, un uomo molto interessante.
Naturalmente, la Wicked doveva stare attenta ai nuovi, non volevano di certo spie.

< Signor Cathal, lo scoprirà molto presto > si limitò a dire con un sorriso. 

Angolo Autore
E con questo, siamo arrivati all'ultimo capitolo!
Per la vostra felicità, però, presto inizierò il secondo libro e scoprirete che fine faranno i nostri pivelli divini!

 

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