The story of a tomboy

di TheSensitiveGirl94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***




Prologo


Mi chiamo Ashley, ma odio che la gente mi chiami così. Preferisco Ash, mi rappresenta di più.
Ho 20 anni e vivo nel West Side di Los Angeles.

Fin da piccola preferivo stare con i maschi, giocare con loro, andare sullo skate, giocare a baseball.
Mi vestivo un po' come loro: t-shirt, jeans, cappellino con la visiera al contrario, sneakers o anfibi, felpe larghe, giacca di pelle. Da sempre porto i capelli corti e sbarazzini.

Mia mamma, non era molto entusiasta di questo mio modo di essere. Lei voleva una principessa che indossa gonne, vestiti, e robe del genere. Quando andavamo a fare shopping insieme se ne usciva con frasi del tipo:"Ashley, cosa ne pensi di questo vestito? Saresti proprio carina! Perché non li provi?". Subito dopo la mia faccia era un ghigno disgustato e scappavo nel reparto dei ragazzi.
A mio papà invece non dispiaceva. In fondo era come se avesse il figlio maschio che avrebbe voluto, perché io e la femminilità siamo proprio due mondi a parte. Passavamo del tempo a in garage a parlare di moto e di auto, a ripararle, dato che lui se ne intendeva, nonostante non fosse un meccanico di professione. A volte giocavamo in giardino a baseball.

Ora vivo da sola, gioco a baseball per la squadra femminile del west side, le Blues Foxes e lavoro come meccanico nell'officina vicino casa.

Ma la mia infanzia e la mia adolescenza non sono state poi così facili.

___________________


Nota dell'autrice:

Ciao bellezze! Sono ritornata, dopo tanto tempo, con una storia originale. Mi è mancato un po'.. 
Questa volta ho voluto scrivere una storia con protagonista una ragazza che in gergo LGBT si potrebbe chiamare tomboy, cioè una ragazza androgina nel vestire, nel comportamento e negli interessi. 
Ho anche deciso di dare un volto ai miei personaggi principali:

 

  • Ashley "Ash": Katherine Moennig
  • Jake: Ian Somerhalder
  • Hamilton: Jacob Artist
  • Charlotte: Bailey Buntain

Spero vi piaccia! Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensioncina! :D
Siccome l'ho postata prima su wattpad e lì ho già pubblicato gli altri due capitoli successivi, ve li posto già così sono anche in pari..xD
Un bacio, 
Erica ♥

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***




Capitolo 1
 

15 giugno 2000

Quel giorno a scuola successe una cosa che mi colse di sorpresa.

Erano poche settimane che avevo iniziato il primo anno di liceo e ancora conoscevo poche persone. Io poi ho un carattere tendenzialmente chiuso, timido, mi fido poco delle persone.
Con i ragazzi avevo socializzato subito, trovandomi a mio agio con i loro argomenti, tra il baseball, i videogames ecc. e a loro non importava che fossi una ragazza.
Con le ragazze invece facevo fatica. Il fatto è che non sopportavo i loro argomenti futili, superficiali, tra make up e abbigliamento. Mi sarei trovata a disagio. Di cosa avrei parlato io? Dei nuovi tricks che ero riuscita a fare con lo skate, dell'ultima partita di baseball vista in tv? Nah, mi avrebbero guardata strana e il silenzio sarebbe piombato inesorabile. 
Fino ad allora avevo legato con Jake ed Hamilton, mi piacevano, erano simpatici e il pomeriggio ci trovavamo spesso al parco con i nostri skate per sfidarci sulle rampe. 
Quel giorno, come sempre, a ricreazione in mensa, ero seduta al tavolo con Jake ed Hamilton.

"Ash hai visto ieri la partita dei Dodgers contro i Padres? Mamma che match!" iniziò con enfasi Jake.
"Sì, è stata fantastica! I Dodgers meritavano quella vittoria!" risposi gesticolando.
"Con questa partita abbiamo guadagnato un ottimo posto in classifica!" intervenne Hamilton.

Improvvisamente notai che un gruppetto di ragazze sculettanti in gonna e lipstick si avvicinava al nostro tavolo. Sembravano tutte coalizzate, con Charlotte davanti a tutte, quasi come fosse la leader del gruppo. Non prometteva nulla di buono.

"Ciao ragazzi... Oh scusa Ashley ci sei anche tu!" iniziò Charlotte con quel tono smorfioso che mi dava sui nervi.
Cercai di fare una faccia indifferente: se l'intento era far ridere o offendermi, beh non l'è riuscito.

"Mi sono sempre chiesta, perché stai con loro e non con noi? Sei una ragazza..." continuò ancora con quel tono.

Si diceva in giro che lei fosse innamorata di Jake, quindi molto probabilmente questa sua uscita era dettata puramente da gelosia ed invidia.

"Devo proprio risponderti Charlotte? Ma ti senti quando parli? E poi perché dovrei stare con voi se non condivido i vostri futili interessi?" risposi con una punta di arroganza.
"Come puoi definirli futili! In fondo tutte le ragazze parlano di quello di cui parliamo noi... Che razza di ragazza sei?" disse con uno sguardo quasi di sdegno.
"Sicuramente non una ragazza vuota come voi che pensate solo a farvi belle, a mettere in mostra le vostre tette e il vostro culo solo per compiacere i ragazzi... Siete ridicole!" riposi alzandomi in piedi, non riuscivo più a stare seduta.

Se avesse detto ancora qualcos'altro le avrei stampato le mie cinque dita su quella faccia con tremila strati di fondotinta.

"Ma sentila! Come ti permetti! - che voce stridula, insopportabile - Lo sappiamo che sei innamorata di Jake! È tutta un scusa questa..." disse puntando il dito contro di me e di Jake.

E lei chi cazzo era per fare certe accuse? Smorfiosa di merda. Io e Jake? Ma per piacere! E poi passare del tempo con i ragazzi non implica che mi piacciano. A me sono sempre piaciute le ragazze - non come lei chiaramente - anche se non avevo ancora fatto coming out.
Prima che Jake avesse il tempo di dire qualcosa, io ero già lì che schiaffeggiavo quella odiosa. Le facce di Charlotte e del suo seguito erano impagabili.

"Solo perché Jake non ti caga di striscio non significa che tutti quelli che stanno con lui vogliano starci insieme. Sai, cara piccola Charlotte, le persone hanno degli interessi e tendono a parlare e stringere amicizia con persone con cui li condividono, non importa che siano un ragazzo ed una ragazza. Lezioncina imparata? - dissi tirandole un buffetto sulla guancia con sarcasmo - Se la prossima volta farai altre accuse del genere ci andrò giù più pesante e non basteranno tre quintali di trucco per coprire gli sfregi!" conclusi con il mio sorrisetto sardonico.

Sentendosi umiliata, scappò insieme alle sue comare.
Subito dopo tornai al mio posto e Hamilton mi diede il cinque e anche Jake, superato lo shock iniziale.

"Ash sei una bomba! Le hai fatto il culo! Hai tutta la mia stima." disse Hamilton.
"Hahah grazie Ham! Meritava una lezione. Era un po' che avevo notato le sue occhiate di traverso quando parlavamo in classe... Che odiosa." dissi con una faccia disgustata.
"Ash, davvero sei stata un mito... Grazie per aver detto quelle cose... Io poi non la sopporto proprio, meglio che sappia già che tra noi non ci sono possibilità." disse Jake.
"Tranquillo... Questo e altro per un amico! Ora me la devi, per averti liberato da lei!" risi e subito dopo ci stringemmo la mano in simbolo di promessa.

Poi tornammo in classe a lezione.
Chi avrebbe potuto sapere che mi sarebbe servito subito il suo aiuto.

 ________

Personaggi:
  • Ashley "Ash": Katherine Moennig
  • Jake: Ian Somerhalder
  • Hamilton: Jacob Artist
  • Charlotte: Bailey Buntain

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***




Capitolo 2

 

Dopo la lezione di inglese mi diressi al mio armadietto. Ero andata a prendere i libri per la lezione successiva di scienze.

Improvvisamente alle spalle mi sentii sbattere contro l'armadietto. Mi voltai e vidi che era Vladimir, un ragazzo russo del terzo anno che si era trasferito da poco negli States. Il suo fisico era notevole, era alto almeno 1.80 m, aveva dei bicipiti che non passavano inosservati, le spalle larghe e dei pettorali che si intravedevano da sotto la t-shirt. Faceva parte della squadra di football del liceo, per questo indossava la classica giacca rossa e bianca della squadra come tutti gli altri. I suoi occhi azzurri mi fissavano minacciosi.

"Ehi razza di ibrido umano! Cos'è che sei, maschio o femmina?" chiese strafottente.
"Sono Ash e basta... Il resto non ti riguarda!" risposi decisa.
"Beh sai che ti dico non me ne frega un cazzo... Ma si da il caso che tu abbia alzato le mani su Charlotte, la cheerleader di punta della nostra squadra..." disse poggiandosi all'armadietto con la mano destra. 
"Cos'è, ha sgangiato i cani per venire a vendicarsi per un semplice schiaffo che si è cercata in mensa?" dissi sorridendo per la situazione ridicola.
"Uno schiaffo? - mi fece cadere i libri scaraventandoli per terra - vuoi sentire i miei schiaffi? - e me ne tirò forte due, uno per guancia - che mi dici ora, scherzo della natura, eh?" disse soddisfatto.

Dentro di me stava bollendo una rabbia e un odio che non avrei mai pensato di provare. Quanto non sopportavo i bulli che si ergevano a giustizieri, picchiando senza motivo le persone. Io a quella puttana di Charlotte avevo tirato solo uno schiaffo, senza sfregiarla. Le sarà rimasta la guancia arrossata per qualche minuto ma niente di che. 
Raccolsi tutte le forze insieme alla rabbia che avevo in corpo e lo scaraventai con uno spintone contro la fila opposta di armadietti. Lui e i suoi compagni erano sbalorditi.
"Come hai osato, brutta stronzetta?" disse e si lanciò violentemente contro di me verso il mio armadietto.
"Ah, improvvisamente ti ricordi che sono una ragazza? - rispondo sarcastica - vuoi provare l'ebrezza di esserlo anche tu?" e gli tirai un calcio ai testicoli così forte che lo atterrai.

Poco dopo arrivano Jake ed Hamilton. Appena mi vedono mi corrono incontro preoccupati.

"La prossima volta pensaci prima di venirmi a rompere per un semplice schiaffo tirato ad una puttanella... Ti è costato le palle!" dissi rivolta a Vladimir che pian piano si rialzava aiutato dalla squadra.

Poi mi diressi da Ham e Jake.
Mi ero proprio sfogata. Un senso di soddisfazione si era insinuato in me. Non ero una persona violenta, ma se venivo provocata non potevo non rispondere. Cosa fai quando vieni colpito, ti metti a dialogare ed argomentare con l'aggressore? Ma per piacere... Chi usa la violenza non può che essere bacato, e sicuramente non capirebbe le tue mille argomentazioni.

"Stai bene, Ash?" chiese Jake ponendomi una mano sulla spalla.
"Sì tranquillo... Certa gente non ha un cazzo da fare e crede di guadagnare rispetto picchiando senza motivo, per difendere delle stupide senza cervello." risposi.
"Aspetta hai del sangue sulle labbra..." e prese un fazzoletto e me lo asciugò delicatamente.
"Comunque sei stata grande, Ash!" disse Hamilton.
"Meritava una lezione quel russo tutto muscoli e cervello." risposi soddisfatta.

Raccolsi i miei libri e andammo a lezione di scienze. 
Appena entrai in classe vidi quella smorfiosa di Charlotte che mi guardava e rideva sotto i baffi.

"Cazzo ridi, stronza?" le dissi guardandola di sottecchi. 
"Cosa ti è successo, Ashley? Hai sbattuto contro l'armadietto?" fece la finta tonta.
"No, è stato il tuo amico russo senza cervello... Ma fidati a lui è andata peggio..." le dissi sorridendo e sedendomi al mio posto.
"Sei proprio una stupida Charlotte!" le disse Jake, l'ultima persona da cui avrebbe voluto sentirselo dire. Infatti rimase a bocca aperta, visibilmente ferita.

A fine lezione andammo verso l'armadietto per prendere le ultime cose per andare a casa.
Dopo un po' di silenzio quasi imbarazzante Jake decise di parlare.
"Ash, oggi sei stata davvero coraggiosa... Non me lo sarei mai aspettato da una ragazza, ma tu sei diversa da tutte le altre, sei forte e ti ammiro per questo." disse mentre stavamo uscendo da scuola.
"Grazie Jack... Vedi tutti pensano che noi ragazze dobbiamo per forza essere deboli, che non sappiamo difenderci, che abbiamo bisogno di voi ragazzi, ma non è così... Poi appena ci vestiamo in modo diverso, senza metterci assurdi vestiti e gonne per metterci in mostra o pratichiamo sport maschili o abbiamo interessi diversi dalla massa, allora siamo quelle strane. Ma cazzo, ma allargate i vostri orizzonti, crescete! Mi riferisco in generale, ovviamente, non a voi..." dissi proprio stufa di questa società.
"Hai perfettamente ragione... - disse Hamilton - noi infatti ti abbiamo sempre apprezzata così come sei, senza alcun pregiudizio! Sei semplicemente una persona con i nostri interessi, sei simpatica, forte, coraggiosa e, detto fra noi, fai dei trick fantastici con lo skate! Perciò fregatene di quelle stronzette inutili... Su di noi potrai sempre contare." concluse dandomi una pacca sulla spalla.
"Sì, non poteva dirlo meglio... E poi non vorremmo averti come nemica, visto come hai affrontato Vladimir oggi!" disse Jake e scoppiammo tutti a ridere.
"Grazie davvero ragazzi... Siete davvero degli amici, non so come farei senza di voi!" dissi molto toccata dalle loro parole.

Ero davvero fortunata ad aver trovato loro. Erano degli amici fantastici. C'erano sempre per me ed io per loro, non avrei potuto mai ringraziarli abbastanza. Con Jake ed Ham il divertimento era assicurato.
La nostra era un'amicizia destinata a durare.

____________________

Personaggi:
  • Ashley "Ash": Katherine Moennig
  • Jake: Ian Somerhalder
  • Hamilton: Jacob Artist
  • Charlotte: Bailey Buntain
​Nota dell'autrice:

Ciao a tutti! :D
Dunque questo finale di capitolo potrebbe sembrare un finale vero e proprio ma 
vi annuncio solo che il prossimo capitolo sarà ambientato qualche anno più avanti. Quindi non temete.
Fatemi sapere cosa ne pensate! :D
Un bacio,
Erica ♥




 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***




Capitolo 3
 

Maggio 2005

Erano trascorsi quattro anni e finalmente eravamo passati dall'essere dei junior spaesati su cui i senior non vedevano l'ora di e sfogarsi, ad essere noi stessi dei senior e, credetemi, era una sensazione impagabile. Personalmente non sono una che si da arie, come avrete capito, ma poter camminare per i corridoi e sentirsi, in un certo senso, superiore era una sensazione strana ma piacevole. Poi ovviamente c'erano persone come quella cretina di Charlotte che era Ms. Ostentazione: vestiti attillati, make up esagerato come al solito, non un capello fuori posto e accompagnata da due farloccchi tutti muscoli e niente cervello della squadra di football, neanche fossero i suoi bodyguard. Faceva venire il voltastomaco, ogni volta che passava in corridoio sembrava sfilasse. 
Jake, Ham ed io, ad ogni modo, eravamo rimasti sempre gli stessi, uniti ed inseparabili. Certo, ora a scuola anziché venire in skate ci facevano compagnia mezzi di tutto rispetto: io avevo preso una bella Harley-Davidson nera, dopo tanto tempo che ne desideravo una, Jake una Cadillac decappottabile azzurra, per far colpo sulle ragazze, ed Ham invece una Chevrolet Equinox perché era un appassionato del brand. 
Fisicamente eravamo un po' cambiati: io avevo lasciato crescere i capelli con un taglio scalato sbarazzino e non ero più la solita nana, così come Jake che era leggermente più alto di me e aveva i capelli più scuri, mentre Ham era cresciuto anche lui e i suoi capelli ricci erano un po' più folti.

Quel giorno, come al solito eravamo arrivati a tempo e avevamo parcheggiato di fronte alla scuola. Scesi dalla moto e mi sfilai il casco che misi sottobraccio. Insieme ci avviammo all'ingresso della scuola. Ormai era il periodo del tanto atteso prom e c'erano volantini appesi ovunque per la scuola con la faccia di Charlotte che si candidava ad essere la prossima reginetta del ballo. Che odiosa, ma chi avrebbe dovuto votarla? A malapena l'avranno votata le sue amichette che le andavano dietro e quei due idioti che le facevano da bodyguard e assolvevano al grande ed impegnativo compito di portarle i libri di scuola. Ma dove saremmo andati a finire! Di certo il mio voto non era per lei. Non sapevo proprio per chi avrei votato, in realtà.

"Quanto non sopporto di dover vedere la sua faccia ovunque per la scuola...non posso girarmi che me la vedo lì appesa a fissarmi in modo inquietante..." esordii mentre ci dirigevamo agli armadietti.
"Sono d'accordo... È un incubo! Ci manca solo che me la trovi anche appesa in bagno...lì sarebbe davvero imbarazzante!" disse Hamilton suscitando le risa di Jake e me.
"Hahah sapete invece chi si è candidato a re del ballo?" chiese Jake.
"Non dirmi che si è candidato Vladimir!" dissi tra il divertito e l'esasperato.
"Peggio! Tyler... Anche lui un montato!" rispose Jake.
"Mi sorprende non vedere suoi volantini ancora..." disse Ham divertito.
"Non preoccuparti, presto arriveranno! Gli schiavetti di Charlotte sono partiti in anticipo stamattina, ma suppongo che a ricreazione vedremo la scuola tappezzata anche di poster di Tyler." risposi sardonica.

Presi i libri di storia ci dirigemmo in classe. Noi eravamo seduti nell'ultimo banco da tre posti in fondo così da poter avere una vista di tutta la classe ed evitare di essere chiamati dal prof Johnson per intervenire. A me storia non piaceva proprio e quindi la studiavo anche mal volentieri, perciò volevo evitare figure di merda durante la lezione.
Proprio per la vista d'insieme che offriva la nostra postazione, notai che c'era una nuova ragazza nel corso, il che era strano ad un mese circa dalla fine della scuola.

"Ragazzi, voglio presentarvi una nuova compagna, Sadie... Si è trasferita da poco in città per il lavoro della madre ed è venuta a diplomarsi qui. Datele il benvenuto." esordì a inizio lezione Johnson.

Lei si alzò in piedi e salutò tutti con un cenno della mano ed un leggero sorriso e poi si sedette nuovamente. Era diversa da tutte le altre. Indossava dei jeans chiari strappati, una t-shirt larga da baseball con il numero 69 e dalle maniche corte si intravedevano molti tatuaggi. Ma il suo viso era quello che mi aveva lasciata incantata: aveva degli occhi azzurri così profondi, delle labbra carnose che avevano tutto l'aspetto si essere morbidissime e i capelli corti neri rasati dal lato sinistro. 
Inconsapevolmente cominciai a disegnarla sul mio quaderno quasi vuoto di storia. Mi piaceva disegnare e questa era una cosa che pian piano avevo maturato. Prima disegnavo personaggi di manga, poi avevo iniziato ad esercitarmi sui ritratti di persone reali e ammetto che mi riuscivano piuttosto bene.
La mia mano correva velocemente sul foglio: prima il volto leggermente tondeggiante, poi gli occhi grandi, curati nei particolari, le labbra carnose e poi i capelli perfetti, lisci e rasati per la metà. Ero talmente concentrata, che non mi accorsi che Jake ad Ham mi stavano osservando.

"Ash ma questa è una meraviglia! Disegni troppo bene! Aspetta ma questa è la nuova... Sadie!" disse Ham.
"Grazie... È solo uno schizzo, ma ho cercato di riprodurla il più fedele possibile." risposi sorridendo.
"Mi sa che qualcuno è rimasto colpito dalla sua bellezza..." disse Jake sgomitando contro il mio braccio destro.

Sì perché con loro avevo deciso di fare coming out, appena sentivo di potermi fidare completamente. 
Ricordavo ancora quel giorno come fosse ieri. Eravamo al secondo anno e quel pomeriggio eravamo alla solita pista per skate. Ci eravamo presi una pausa e stavamo seduti su un marciapiedi. Mentre sorseggiavo dalla mia bottiglietta d'acqua cominciai il discorso.

"Ragazzi, voi siete gli unici veri amici che abbia incontrato e mi sento davvero fortunata ad avervi... Spero che non cambi nulla..." iniziai e mi bagnai la bocca asciutta con un altro sorso d'acqua.
"Ash anche noi siamo davvero contenti e fortunati di averti conosciuta... Solo che sembra un preambolo per qualcosa di non proprio buono.. Sputa il rospo!" disse Jake preoccupato.
"Ok, sarò diretta... Io sono lesbica. Siete i primi a cui lo dico, neanche i miei lo sanno..." risposi fiduciosa e un po' terrorizzata di perderli.
"Ah e questo dovrebbe farci allontanare da te? Ci sottovaluti, Ash..." esordì Hamilton.
"Esatto... Quale sarebbe il problema? A noi piaci così come sei e tu sei libera di amare chi vuoi proprio come noi...anche se io ed Ham siamo segretamente amanti, vero tesoro?" disse Jake scherzando e cercando di baciare Hamilton sulla guancia.
"Aah Jake!" lo respinse e scoppiammo tutti e tre a ridere.

Grazie a loro poi infatti trovai il coraggio di dirlo ai miei genitori. Nonostante le iniziali perplessità comunque dissero che un po' lo avevano già intuito. Per mia madre non fu facile, essendo legata un po' alla religione, ma poi il suo amore per me ha avuto la meglio su una religione che fa riferimento ad un testo scritto migliaia di secoli fa. Per mio padre non fu poi difficile accettarlo, mi abbracciò subito dicendomi che il suo amore per me non era cambiato.

Sadie finora era la prima ragazza che mi aveva veramente colpita e anche quando tornai a casa continuai a fissare il ritratto che le avevo fatto e che avevo appeso sopra il letto.

____________

NOTA DELL'AUTRICE:
Heey! Scusate se vi ho fatto aspettare tanto per questo capitolo ma, siccome ho ancora esami all'Università, ho avuto poco tempo. Spero vi sia piaciuto! Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensioncina! ❤
Un bacio,
Erica. ♥

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***




Capitolo 4
 

Il giorno dopo incrociai il mio sguardo con quello di Sadie all'ingresso. Stavo aspettando che quei due pelandroni di Jake ed Ham si sbrigassero, così saremmo entrati insieme.
La guardai e rimasi in silenzio però e non proferii parola. Ero comunque una ragazza timida, nonostante facessi la dura fuori, vi pare che facessi la prima mossa? Ovvio che no! 
Lei comunque si avviò verso l'aula di inglese e io la segui con lo sguardo. Non capivo cosa mi stesse succedendo, non mi ero mai sentita così prima con una ragazza, diciamo che non mi sono mai veramente innamorata, a parte le prime cotte per ragazze etero alle medie.
Poco dopo arrivarono finalmente Jake ed Hamilton ed entrammo insieme e ci dirigemmo agli armadietti.

"Che ne dici di parlarle?" esordì ridendo Ham.
"Eh, cosa?" dissi con la testa altrove. 
"Terra chiama Ash, scenda dal pianeta Sadie!" rispose Jake.
"Ma che dite?" dissi ancora confusa. 
"Guarda che abbiamo visto come la guardavi all'entrata!" rispose Ham dandomi una gomitata.
"Ah bene... ora mi spiate!" dissi fingendomi permalosa.
"Eravamo arrivati da cinque minuti ma appena abbiamo visto Sadie e come la guardavi ci siamo fermati a guardare la scena di nascosto" risponde Jake sorridendo. 
"Sì ma che le dico? Non posso mica sbucare così dal nulla..." dissi.
"Non so...invitala al ballo!"azzardò Ham.
"Dai Ham, prima deve conoscerla" rispose Jake rivolto ad Ham.
"Perché non cominci avvicinadoti parlando del più e del meno, chiedile di lei..perché ha cambiato scuola..insomma diventate prima amiche" suggerì Jake.
"Hai ragione, amico!" disse Ham.
"Ok, ci proverò!" dissi e dopo aver preso preso i nostri libri dagli armadietti ci dirigiamo in classe.

Oggi era seduta anche lei in fondo, ma due bancate più in là rispetto a noi. Questa volta non le vedevo solo la schiena, ma anche il profilo. La osservavo furtivamente. Cavolo, i miei occhi erano catturati dalle sue labbra carnose e sporgenti. Oggi indossava uno snapback della New York rosso, una giacca sportiva con la cerniera nera copriva la sua t- shirt acrilica rossastra stile da basket con un 69 bianco davanti e poi dei jeans chiari strappati alle ginocchia. Era dannatamente attraente. Poco dopo si voltò verso di me e immediamente distolsi lo sguardo. Con la coda dell'occhio però la vidi sorridere nella mia direzione, così ripresi a guardarla e questa volta eravamo occhi negli occhi. Che occhioni, avrei voluto vederli da più vicino per capirne il colore, da lontano non capivo se erano azzurri o verdi. La vidi prendere una penna e un foglietto e scrivere. Poi alzò il foglietto e me lo mostrò:

Pranziamo insieme a ricreazione o preferisci continuare a guardarci da lontano?

Sul mio volto si disegnò un sorriso ebete e poco dopo annuii con il capo. Ancora non potevo crederci. E io che ero spaventata nel fare la prima mossa per avvicinarla. 
Poi sentii una gomitata alla mia destra che mi riportò sulla Terra. 
"Allora a pranzo ci abbandoni, eh?" disse Jake scherzando con sguardo provocante.
"Eh già... mi dispiace ragazzi." risposi dispiaciuta, dato che avevamo sempre pranzato insieme.
"Tranquilla... Così finalmente le parli e smetti di morirle dietro!" disse Hamilton ridendo.
"Non le muoio dietro... - mi soffermai un attimo - È proprio così evidente?" risposi dubbiosa e con un pizzico di sconcerto.
"Noo... - dissero in coro guardandosi Jake ed Ham - Sì!" concludere sempre a tempo. 
"È arrivata da neanche un giorno e già sono messa così male? Mamma mia..." risposi colpita da me stessa.
"Beh non è il mio tipo, ma non passa inosservata!" disse Ham.
"Sono d'accordo!" annuì Jake.

La guardai di nuovo mentre buttava lo sguardo fuori dalla finestra.

"Già, è bellissima..." dissi tra me e me.

Le ore sembravano passare così lentamente e io non vedevo l'ora di conoscere Sadie. 
Fortunatamente l'ora di chimica era l'ultima è la campanella aveva appena risuonato in aula e nei corridoi. Mi alzai insieme a Jake ed Ham e ci dirigemmo agli armadietti. Poco dopo mi raggiunse Sadie.

"Ciao..." esordì sorridendo. 
"Ciao, loro sono i miei migliori amici Jake ed Ham" dissi presentandoli e balbettando leggermente. Perché mi faceva questo effetto, perché sentivo le mani sudate? Non mi era mai successo prima.
"Piacere, Sadie - strinse loro le mani - il tuo nome invece qual è?" chiese.
"Giusto, che idiota, non mi sono ancora presentata... Io sono Ashley, ma chiamami Ash, lo preferisco..." risposi schiaffeggiandomi la fronte e stringendo la sua mano tatuata.
"Allora pranziamo insieme?"chiese aggiustando si lo zaino di pelle sulla spalla destra.
"Certo... - le risposi- ci vediamo più tardi ragazzi" dissi rivolta ai miei due amici.

Mentre Ruby era già avanti, mi girai verso Jake ed Ham sorridendo e mi mimarono con le labbra un Buona fortuna. Poi mi affiancai a Sadie. 
Era così sicura di sé, decisa. Mi piaceva questo di lei.
Tra i tavolini liberi all'aperto ne trovammo uno appartato che scelse lei.

"Qui potremmo stare tranquille.. non mi piace stare troppo insieme alle persone..." esordì mentre ci mettevano a sedere. 
"Anche a me..."sorrisi.

Tirò fuori il suo pranzo, un'insalata di pomodori e lattuga in un contenitore e delle carote lessate affettate e con un po' d'olio in un altro. La guardai un po' colpita perché io con quel pranzo non sarei sopravvissuta tutto il pomeriggio. Se ne accorse e mi disse sorridendo che era vegetariana. Io invece avevo un hamburger ripieno con carne, insalata, pomodori e maionese con un po'di patatine. Sì, ci andavo giù pesante anche se dal mio fisico magro non lo avreste detto.

"Allora qual buon vento ti porta nel West Side?" chiesi dando un morso al mio hamburger.
"Diciamo che io abitavo dall'altra parte di Los Angeles, poi i miei si sono separati e ora vivo con mio padre qui nel West Side di Los Angeles... e poi avevo anche dei problemi a scuola.." rispose a sguardo basso mangiando la sua insalata.
"Che tipo di problemi? Se posso chiedere, ovviamente..." domandai, avendo notato che il suo sguardo si era fatto scuro. 
"Diciamo che, come nella maggior parte dei fottuti licei, c'erano i soliti bulletti...aggredivano non solo fisicamente, ma anche verbalmente e ne erano solo ragazzi." rispose cercando di minimizzare l'accaduto.
"Mi dispiace... ti capisco. A me è successo un paio di volte qualche anno fa qui... solo perché mi vesto diversamente da tutte le ragazze una stronzetta, Charlotte che è in classe con noi, mandava i suoi mastini senza cervello a picchiarmi." dissi ricordando con disprezzo quei momenti. 
"Ah e come hai risolto?" chiese curiosa.
"Ho cominciato a picchiarli duro anch'io e a rispondergli...Ho minacciato di metterlo sotto con la moto...insomma, ho dimostrato che con me non si scherza e che se lo avrebbero fatto ancora sarebbe finita davvero male". risposi soddisfatta di me.
"Wow hai fatto bene...sei una dura! Dovrei imparare da te quanto a forza d'animo e fisica." disse addentando un pomodoro della sua insalata. 
"Vedrai, diventeremo grandi amiche, me lo sento! Posso insegnarti quello che vuoi... Puoi unirti al nostro gruppo, saremo un quartetto perfetto!"dissi presa dall'entusiasmo. Non potevo credere che avesse detto di voler imparare qualcosa da me.
"Grazie, sareste i primi amici che riesco a farmi...ammetto che sono un po' solitaria..." sorrise.
"Tranquilla, anch'io lo sono a volte... - risi cercando di farla sentire a suo agio - I bulli della tua scuola invece avevano un motivo per prendersela con te?" chiesi.

Nel suo sguardo lessi tentennamento, quasi avesse paura di aprirsi troppo per paura mi allontanassi da lei.

"Era pura omofobia... sì, da qualche mese ho fatto coming out come lesbica e alcune ragazze hanno iniziato a chiamarmi lecca fighe, malata di figa e altro che ti lascio immaginare. Il più delle volte erano loro i mandanti dei ragazzi che mi picchiavano contro gli armadietti... vedi? - mi mostrò una cicatrice di un taglio di 5 cm sul lato destre della fronte - questo me lo hanno fatti proprio loro... " rispose tirando un sospiro.
" Cavolo che cattiveria... non sopporto questa gente ignorante che pensa si risolvere tutto con la violenza... Io diciamo che ho fatto coming out solo con Jake ed Hamilton e con i miei genitori...Nessun altro lo sa." dissi sottovoce avvicinandomi a lei.

Il suo sguardo si illuminò, come se quello che avevo appena detto le aveva dato speranza. In un certo senso ero contenta che si fosse aperta con me e mi avesse raccontato la sua storia. E poi il fatto che anche lei fosse lesbica aveva dato speranza anche a me.

Poco dopo si avvicinò un ragazzo a noi con dei volantini

"Ragazze verrete al prom? Posso lasciarvi dei volantini? Per i biglietti rivolgetemi a me e non dimeticate di votarmi come Re del Ballo." disse andandosene senza lasciarci il tempo di rispondere.

Scoppiammo a ridere per quanto bizzarro fosse quel tipo, il classico nerd che provava a partecipare a questi eventi per integrarsi nella società: capelli e occhi neri, lentiggini, carnagione chiara, zaino a tracolla, camminata rimbalzante sulle punte.

"Tu andrai al prom?" le chiesi con aria vaga.
"Non saprei... con chi ci andrei? Non conosco nessuno..." rispose quasi rassegnata. 
"Beh ci sono io... Cara Sadie McCoy, vuoi venire al prom con me?" le chiesi sorridendo e lei altrettanto sorpresa e contenta mi disse  è mi abbracciò.

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NOTA DELL'AUTRICE:
Heey bellezze! Eccomi con un nuovo capitolo! Il rapporto tra Ash e Sadie si sta evolvendo pian piano. Siete curiose di vederle al prom? ;)
Spero vi sia piaciuto questo capitolo e non esitate a lasciarmi una recensioncina qui sotto! ;)
Al prossimo capitolo! ♥
Un bacio,
Erica ♥

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