Alexander Platz - Il muro del pianto

di lapoetastra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Karl ***
Capitolo 2: *** Marlene ***



Capitolo 1
*** Karl ***


Karl riguarda il biglietto che ha in mano, come se volesse imprimersi a fuoco nella mente quelle sei semplici parole che ha scritto con cura ed attenzione, affinché ognuna di esse fosse leggibile e chiara, nonostante le mani non avessero smesso un attimo di tremargli.
È per lei, quel piccolo foglio di carta che ora sta stropicciando in preda al nervosismo.
Cosa dirà quando lo leggerà?
Cosa risponderà a quella domanda?
Karl non ne ha idea, e l’unica cosa che può fare è provare ad immaginarlo.
Forse i suoi occhi azzurri si illumineranno, forse diventerà ancora più bella, mentre gli parlerà, anche se ha già raggiunto il più altro grado della perfezione, secondo lui.
Karl non ci riesce, non riesce ad impedire alle proprie dita frementi di aprire il biglietto ormai completamente sgualcito ed ai suoi occhi umidi di rileggerlo per l’ennesima volta.
Sempre quelle sei parole.
Che cosa risponderà lei?
Karl però lo sa, lo sa bene.
Sa che quella domanda scritta sul pezzo di carta che stringe a sé come fosse una pietra preziosa è destinata a restare insoluta.
Perché lei è dall’altra parte, oltre quel muro possente che si erge come una barriera invalicabile tra di loro, rendendo impossibile qualsiasi incontro, qualsiasi seppur minimo contatto.
Karl è lì, immobile di fronte a quella muraglia alta e senza fine, che lo separa da lei.
Riguarda ancora una volta il biglietto.
Vorrebbe davvero farle quella domanda, ma non può.
Attacca allora il pezzo di carta scabro al muro, a quel muro del pianto, come se così facendo lei potesse leggerlo, perché è fermamente convinto che lei sia lì dietro, adesso, e che percepisca la sua presenza.
Il ragazzo se ne va, poi.
Non sa spiegarsene il motivo, ma mentre si incammina verso casa non riesce a togliersi dalla mente un motivetto di Schubert.
Il biglietto rimane lì, solitario.
E le sei parole che compongono quella domanda che mai avrà risposta brillano appena nella luce lunare, come un richiamo muto e disperato.
 
 Come ti trovi a Berlino est?
 

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Capitolo 2
*** Marlene ***


Marlene cammina nella cittadina buia e pressoché solitaria, stringendosi più forte nel pesante giubbotto imbottito per proteggersi dal vento freddo invernale che le sferza la candida pelle del volto come coltelli, arrossandola e screpolandola.
Una ragazza giovane e delicata come lei dovrebbe essere a casa, adesso, al caldo, e non aggirarsi tutta sola per le strade ombrose e potenzialmente molto pericolose della città semi assopita.
Ma lei non ci pensa, e continua imperterrita a camminare, incurante degli sguardi straniti e lussuriosi degli ubriachi che affollano i vicoli più reconditi, senza dar peso alle urla di dolore delle proprie gambe a causa della stanchezza e del gelo.
Marlene prosegue, a passo svelto e testa alta.
Si volta solo un attimo, ed il suo sguardo incrocia il proprio riflesso nel vetro fiocamente illuminato di una vetrina.
Distoglie subito gli occhi, rabbrividendo.
Non sembra neanche più lei, ora, con quelle borse scuse che testimoniano la pressoché mancanza totale di sonno ed il viso smunto e smagrito di chi ha trascorso troppi giorni senza mangiare a sufficienza.
Il fatto è che Marlene non sa se vuole davvero vivere, non da sola, non senza di lui, che adesso è perso per sempre.
Finalmente giunge a destinazione.
Si ferma, con il respiro corto.
Il muro si staglia imponente di fronte a lei, che si sente così piccola ed inutile a confronto di tutta quella maestosità, che la affascina ed insieme la disgusta, perché è a causa sua e della sua mole se non può abbracciare il ragazzo che ama.
Sono stati insieme tanto, loro due, prima di essere forzatamente divisi, eppure in tutto quel tempo Marlene non gli ha mai chiesto informazioni circa i suoi gusti musicali.
Non le era sembrato importante, in quei rari e bellissimi movimenti in cui erano soli, ma ora… ora, il fatto di non saperlo la distrugge, perché sa che ha perso la sua occasione di farlo, dato che non lo rivedrà mai più.
Ha scritto tale domanda con dita tremanti su un piccolo foglio di carta, che ora attacca delicatamente al muro.
Marlene sa, Marlene sente, che lui è lì, dall’altra parte, e forse quelle tre parole giungeranno direttamente al suo cuore e la domanda troverà finalmente una risposta.
La ragazza fissa la scritta sul biglietto con occhi lucidi, poi se ne va, scomparendo tra le ombre notturne.
Non sa spiegarsene il motivo, ma mentre cammina verso casa non riesce a smettere di pensare che a Berlino est di sta male. Male davvero.
Il foglietto di carta intanto rimane lì, solo.
Tre parole.
Una sola domanda.
 
Ti piace Schubert?
 

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