C'era una volta...

di Arthur_Kolinsky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01. La festa è finita ***
Capitolo 2: *** Si comincia a lavorare ***



Capitolo 1
*** 01. La festa è finita ***


Capitolo 01

La bottiglia con le ultime gocce di champagne era tra le mani di Mangiafuoco.
Osservava gli invitati a quello sfarzoso matrimonio e trovava nei loro sguardi il disagio, quella felicità sembrava finta e probabilmente lo era davvero. Mangiafuoco capiva le persone, aveva una specie di sesto senso empatico, così lo chiamava. E anche nella sposa si intravedeva il disagio.
Perché lo aveva sposato? Cosa sapeva davvero Cenerentola del Principe Azzurro? Alla fine la pura e semplice attrazione fisica e una stupida scarpetta erano state le ragioni di quel matrimonio. Motivazioni davvero futili perfino per un mondo di favole.
 
I novelli sposi si ritirarono nelle loro stanze, il mattino successivo sarebbero partiti per il viaggio di nozze.
Nessuno sapeva davvero qual era la meta finale ma di sicuro la carrozza motorizzata avrebbe attraversato il Regno, fino oltre la Terra di Mezzo.
Non si sarebbero fermati lì, non era un buon posto per riposare e divertirsi. Un manipolo di nanetti dai piedi pelosi erano la peggiore delle compagnie. Avevano solo un grande pregio, l’erba pipa, una meravigliosa sostanza dal sapore indefinibile ma dalle portentose doti terapeutiche e allucinatorie.
Questo Cenerentola lo sapeva e fin dal suo arrivo nella casa della Matrigna, ne faceva largo uso. Era l’unico modo per sopravvivere alle angherie della vecchia stronza e delle tre serpi frutto del suo grembo.
Purtroppo ne diventò dipendente ma procurarsela non era cosa facile, solitamente se ne occupava la Fata ma da quando era venuta a mancare doveva arrangiarsi.
La Fata morì per un atroce incidente proprio pochi minuti dopo la cerimonia. Un tentativo di magia, voler far comparire un gruppo di elefanti danzanti andato storto. Gli elefanti comparvero ma cadendo dall’alto, proprio sul corpo della Fata.
Stranamente Cenerentola non versò nemmeno una lacrima e quello fu il primo sintomo della sua insensibilità. Che negli anni successivi si sarebbe ripresentata in modo accentuato, addirittura folle.
 
La nostra storia cominciò proprio dai due anni successivi al matrimonio, il grande evento ipocrita del Regno.
Il Principe Azzurro aveva ereditato la corona dal padre, un uomo burbero e crudele ma le sue doti di comando erano nulle, un vero incapace.
L’economia crollò e la disoccupazione raggiunse livelli mai visti, i poveri erano ormai il 60% della popolazione. Il malcontento fermentava e se vi fosse stato un leader tra i cittadini, la rivolta sarebbe sfociata nel sangue.
 
Il rapporto tra Cenerentola e il Principe Azzurro era di sottomissione, il Principe si rivelò un uomo debole e vittima di soprusi psicologici e fisici.
La goccia che fece traboccare il vaso, la notte del 23 ottobre. I due sposi litigarono furiosamente, il Principe riproverò per la centesima volta la moglie per averla trovata sotto l’effetto di potenti allucinogeni.
Cenerentola era intente a imbrattare i muri della stanza da letto con il sangue di Bambi. Fu una scena atroce.
Alla domanda di spiegazioni, Cenerentola affermò che stava semplicemente liberando il cerbiatto dal suo dolore di orfano e che il suo sangue puro, le avrebbe consentito di aprire la porta per l’altra dimensione.
Il Principe cercò di fermarla ma si guadagno solamente le ire della donna che, lo colpì ripetutamente al volto. Conseguenze, un occhio nero e la frattura del setto nasale.
Sconvolto e dolorante l’uomo abbandonò la stanza per rifugiarsi nel suo studio e ricevere le cure del medico di corte.

Ormai era palese a tutti, ogni tentativo di celare la realtà doveva essere abbandonato. Cenerentola era una schizofrenica con bipolarismo accentuato dall’uso di stupefacenti.
Quello che era accaduto era però solamente l’inizio della fine.   
             
 

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Capitolo 2
*** Si comincia a lavorare ***


Le consultazioni di Corte durarono due giorni interi, tutti volevano mettere becco sulla condizione di Cenerentola e il suo stato mentale.
Chi la voleva curare con i farmaci, chi con intrugli asiatici, chi proponeva ti tagliargli la testa o di internarla in qualche manicomio. Alla fine vinse questa opzione e il Principe Azzurro ormai Re, acconsentì nel trasportare Cenerentola verso le colline del Regno. Qui sorgeva l’altissima Torre, il manicomio criminale dove negli anni avevano trovato posto i peggiori farabutti. Uno di questi, il famigerato Capitan Uncino.
Un pirata molto più sanguinario di quello che è stato tramandato nel tempo; uno squartatore di bambini seriale di cui non si è perso il numero di vittime. Secondo le testimonianze del suo socio e braccio destro Spugna, circa 50 ma data la sua propensione all’alcool, si ritiene abbia dimenticato uno zero.
 
Quando le guardie si recarono in camera da letto per prelevare Cenerentola, di questa non v’era più alcuna traccia. Sulla parete insanguinata una scritta “I open my door” e le finestre spalancate. Nonostante l’altezza la sposa del Principe Azzurro (ora Re), si era lanciata nel vuoto e benché le probabili fratture alle gambe, era fuggita. La caccia alla fuggiasca poteva avere inizio, bastava una parola del Re, che non tardò ad arrivare.
 
Il sangue sgorgava senza sosta, la tibia della gamba destra si era spezzata uscendo dalla carne. Cenerentola con estrema sofferenza avanzava senza sosta verso il bosco, oltre il Regno.
Doveva assolutamente raggiungere le estremità del territorio, le guardie di corte non si erano mai spinte così lontano. A proteggere il bosco, c’erano i fantasmi, almeno così raccontavano le leggende.
Prima di svenire dal dolore, Cenerentola non vide neppure uno spirito e nemmeno dei demoni.
Cadde a terra come un peso morto e probabilmente sarebbe deceduta se un’anima pia non l’avesse soccorsa.
 
Quando riaprì gli occhi, una giovane ragazza le stava fasciando la ferita con una striscia rossa della propria mantella.
Si presentò come Cappuccetto Rosso e le spiegò che stava attraversando il bosco per raggiungere la tenuta della Strega.
La Strega era l’anziana maitresse che gestiva la Tenuta; così era chiamata da tutti la sua masseria.
Le voci raccontavano di un atroce doppio delitto avvenuto anni a dietro. La morte di due bambini dati all’ingrasso e successivamente mangiati per puro gusto cannibalesco. Non si è mai scoperto se davvero la Strega fosse la responsabile di quell’atroce avvenimento. Quel che è certo è che le ossa di Hansel e Gretel, furono ritrovati nel bosco. Tracce di cioccolato erano presenti nei brandelli di carne dello scheletro di Gretel, mentre una mano scarificata di Hansel, dava l’impressione di esser stata caramellata.
 
Cappuccetto Rosso accompagno Cenerentola con sé, era certa che la Vecchia Strega, l’avrebbe curata e rifocillata. Era sempre pronta ad accogliere le brave ragazze disposte a lavorare con passione e dedizione.
Le aspettative di Cappuccetto Rosso non furono disilluse e dopo un lauto pasto e un nuovo bendaggio, Cenerentola conobbe le altre ospiti.
Non furono loro però ad attirare la sua attenzione, quanto piuttosto un piccolo bambino custodito in una teca di vetro.
Era triste e con lo sguardo rivolto verso il basso. Cenerentola colpì leggermente il vetro per attirare la sua attenzione ma il bambino non reagì.
La Strega da una fessura della vetrina lanciò all’interno un tozzo di pane e il bambino corse immediatamente a sgranocchiarlo con ingordigia.
Si chiamava Pollicino, così le raccontò la Strega, un minuscolo nano che aveva trovato sperduto nel bosco, anni fa. Da allora viveva con loro come la mascotte della Tenuta.
 
Durante la notte, Cenerentola divise il giaciglio con un’altra donna ma prima di addormentarsi percepì uno strano dialogo.
La Vecchia confessò a Cappuccetto Rosso, di averla riconosciuta, quella era la moglie del Principe (ormai Re) Azzurro e molti uomini avrebbero sborsato grandi quantità di monete d’oro per spassarsela con lei.
Cenerentola non credendo quasi a se stessa, si compiacque di quelle parole, non pensava di poter valere così tanto. Non vedeva l’ora di cominciare.

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