La migliore amica del re: nuova generazione

di innamoratahobbit96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

 
 
< < Thorin, devo dirti una cosa > > gli disse Sharon prendendogli una mano e sedendosi sul letto, accanto a lui.
< < Cosa succede? – chiese Thorin preoccupato – ti fa male qualcosa? Ti ho fatto arrabbiare? Stamattina eri svenuta ancora, è successo qualcosa? > >
Continuava a farfugliare, mentre Sharon sospirò e sorrise, per poi zittendolo appoggiando l’indice sulle sue labbra.
< < Tranquillo. Va tutto bene . . – fece una pausa e gli accarezzò il viso – . . va a meraviglia > > sorrise appoggiando una mano sulla pancia.
All’inizio, Thorin non comprese e alzò un sopracciglio, poi, sgranò gli occhi.
< < Ma è . . fantastico tesoro > > balbettò inizialmente non riuscendo a crederci. Si avvicinò e la baciò con passione, mentre le lacrime gli rigarono le guance.
Sarebbe diventato padre, di un meraviglioso erede che avrebbe ereditato i bellissimi occhi della madre e forse . . il carattere testardo del padre.
 
 
Thorin Continuava a fare avanti e indietro per il corridoio, massaggiandosi la barba, quando sentì sua moglie urlare.
< < Io devo entrare! > > sbottò correndo verso la porta.
< < Thorin, per favore, è una cosa normale, lascia le donne tranquille > > lo bloccò Dwalin afferrandogli il braccio.
Sentì Sharon urlare nuovamente e il cuore continuava a battere all’impazzata.
Thorin desiderava esserle accanto, tranquillizzarla, baciarla per calmarla, ma non ce ne fu bisogno, in quanto poco dopo, la porta si aprì e sbucò la bambinaia, Anne.
< < C’è qualcuno che vuole conoscerti > > sorrise facendogli spazio.
Thorin si irrigidì e  guardò l’interno timidamente, quando Anne lo incoraggiò di entrare.
Fece un respiro ed entrò lentamente.
 
Vide Sharon sdraiata sul letto.
< < Amore, guarda com’è bella > > gli sorrise spostando di poco la coperta che nascondeva il viso di . . .
< < è una femmina – sorrise Thorin con gli occhi lucidi – è bellissima, come te > > sussurrai sedendosi sul letto, accanto a Sharon e accarezzando la manina della piccola, la quale stava dormendo.
Sharon appoggiò la testa contro quella di Thorin, il quale le diede un dolce bacio sulla fronte.
< < Come la chiamiamo? > > le domandò.
< < Mmmm . . Flora? > > chiese sorridendo.
< < Mi piace > > dissi dolcemente.
Sharon sorrise. Flora era il nome di sua madre, morta tempo fa, uccisa dalle fiamme del drago. Sarebbe stato un onore chiamarla così.
< < Stai bene? > > le chiese Thorin accarezzandole la fronte. Era sudata e stanca. Aveva bisogno di riposare.
< < Sì, sto benissimo, sono molto contenta > > sorrise guardando Flora.
 
< < Dwalin! > > lo chiamò Thorin.
Il nano entrò timidamente e si inchinò. Dwalin si avvicinò, vide la bambina e sorrise. Una lacrima gli rigò una guancia e si asciugò velocemente.
 
Intanto, Fili e Kili aprirono di colpo la porta, facendola sbattere contro il muro.
< < Certo che siete proprio idioti > > disse Dwalin fulminandoli con lo sguardo.
Ben detto!
I due fratelli si coprirono la bocca con la mano. La bambina si era mossa di poco, ma non dava segni di agitazione. Corsero verso Thorin e Sharon e guardarono la bambina.
< < Ma . . è una femmina > > sorrisero.
< < Flora, ti presento i tuoi pazzi cugini > > sussurrò Sharon alla bambina.
< < Ne vedremo delle belle! > > disse Fili battendo il cinque al fratello.
< < Eh sì. .  Ma . . signor Dwalin . . stai piangendo > > fece notare Kili sorpreso.
< < Mi . . è entrato qualcosa nell’occhio > > mentì il nano.
I due fratelli si guardarono maliziosamente e diedero una gomitata a Dwalin, prendendolo in giro sul suo orgoglio personale.
 
< < Thorin . . prendila in braccio > > disse Sharon porgendogli la bambina.
Thorin si alzò velocemente e indietreggiò. Aveva paura di farle del male.
< < Coraggio, è tua figlia > >
Thorin deglutì a fatica, si avvicinò e la prese in braccio. Ad un certo punto, cominciò a muoversi. Thorin si bloccò di colpo, ma Sharon riuscì a infondergli sicurezza e tranquillità.
La piccola aprì lentamente gli occhi, grandi occhi azzurri e osservò curiosa il padre.
Sorrise e la strinse a sé, tuttavia, poco dopo, cominciò a piangere.
< < Ha fame > > sorrise Kili.
Thorin Diede un dolce bacio a sua figlia e la diede a Sharon.
< < Posso avere l’onore di suonare le campane? > > domandò Fili.
< < Ma certo > > risposero Thorin e Sharon all’unisono.
Fili esultò e corse sulla torre, seguito dal fratello e fecero suonare le campane, affinché tutta Erebor e Dale sapessero della bellissima notizia: la nascita della futura regina.

 

Ciao a tutti:D
Eccomi con una nuova storia. È il seguito di “La migliore amica del re”. Tutto è iniziato con la nascita della primogenita della coppia Thorin/Sharon e man mano che la storia andrà avanti, arriveranno altri nuovi personaggi.
Baci <3
   Pritibi

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2
 

 
 
La piccola Flora cresceva sana, ormai aveva raggiunto i nove mesi. Il tempo trascorreva velocemente.
Era giunta nella fase in cui potenziava i suoi movimenti corporei, infatti, gattonava di qua e di là per tutta la casa.
Sharon fece sedere la piccola sul tappeto e le diede in mano alcuni giochi, che cominciò a mettere in bocca e osservarli.
Fili e Kili entrarono dalla porta e appena Flora li vide, fece un sorriso enorme.
< < Ciao zietta, come stai? > > chiesero a Sharon, la quale stava seduta sul divano a cucire.
< < Benissimo, voi? Non dovreste essere al lavoro? > > rise.
< < Abbiamo assunto altri dipendenti, quindi ora facciamo a turno > > disse Kili alzando le spalle.
Voltarono lo sguardo a Flora. Continuava a sorridere e li salutò con la manina.
< < Ciao tesoro! > > sorrisero i due fratelli inginocchiandosi vicino a Flora, che sorrise e li salutò con la manina.
Giocarono per tutto il tempo, facendola ridere.
< < Quando avverrà l’accoglienza della piccola? > > chiese Fili.
< < Domani > >
 
La piccola Flora fu accolta dal popolo di Erebor e con la partecipazione del popolo di Dale.
Sarebbe stata lei l’erede al trono.
Thorin e Sharon fecero indossare alla figlia una veste bianca con tanti ricami e delle scarpette da ballo.
< < Vogliamo andare? > > sorrise Thorin guardando Sharon e accarezzando una mano di Flora, la quale sorrise e agitò le braccia.
Ogni volta che volgeva il suo sguardo, Thorin si commuoveva. Si riteneva fortunato ad avere una moglie meravigliosa e una figlia bellissima, che sarebbe diventata una regina degna al trono dei Durin.
 
Scesero nella sala grande, dove il popolo li accolse inchinandosi, mentre i musicisti suonavano flauti e trombe.
Kili e Fili erano in prima fila ed erano più agitati di Thorin e Sharon, i quali salutarono il popolo con un inchino e sorrisero sorpresi notando la presenza di Bilbo.
Era da anni che non si vedevano.
< < Bilbo! Che piacere rivederti! > > sorrise Thorin abbracciando l’amico.
< < Come sei . . – Sharon lo squadrò dal basso verso l’alto - . . no, non sei affatto cambiato > >
Bilbo sorrise soddisfatto e alzò le spalle. Invecchiava sempre di più, ma le rughe non si erano ancora sviluppate.
< < Be . . buon per te mastro Baggins > > rise Thorin dandogli una pacca sulla spalla.
 
Siamo qui riuniti per accogliere Flora Durin, figlia del nostro re Thorin e della regina Sharon
Disse Dain, davanti a tutto il popolo.
 
La nascita di un bambino è veramente meraviglioso e auguriamo a lei una lunga vita prosperosa.
L’affetto dei tuoi familiari e amici ti seguiranno in questo lungo processo di crescita .
 
Dain si avvicinò alla piccola e le accarezzò la testa. I capelli di Flora erano corti e rossicci.
 
 Flora Durin, fai ufficialmente parte della nostra società . .
 
Continuò appoggiandole una coroncina di margherite sulla testa
 
 . . e diventerai regina di Erebor!
 
Applausi e fischi si diffusero in tutta la sala, mentre alcuni piansero dalla gioia.
Flora cominciò a piangere, in effetti era ora di pranzo. Uscirono dal salone delle cerimonie, spostandosi in quello da pranzo, dove tavole imbandite occupavano tutto il salone.
Bombur fu il primo a rimpinzarsi di cibo e mancò poco che finisse tutti i biscotti. Così, Bofur lo prese per le orecchie e lo allontanò dai tavoli.
 
< < Ma quanto sei bella! > >
Kili stava tenendo in braccio Flora e scherzava con lei facendo tante smorfie, facendola ridere.
Fili giunse con una piccola ciotola contenente del cioccolato, afferrò il cucchiaino e imboccò Flora.
< <Le piace! Diamoglielo ancora > > disse Fili entusiasta.
< < Guarda . .  arriva il carro dei nani – sorrise Kili, mentre il fratello giocherellava con il cucchiaio davanti alla bocca di Flora – è buono vero? > > continuò.
I due fratelli erano così intenti ad osservare la loro piccola cugina che non si resero conto di averle sporcato la veste.
< < Non fa niente, si lava > >
 
< < Posso prenderla in braccio? > > si avvicinò una nana guardando con occhi incantati la bambina.
Kili fu subito circondato dalle nane e donne di Dale, le quali volevano abbracciare a tutti i costi la piccola Flora.
Con leggera esitazione, Kili la diede alla nana e subito sbaciucchiò le sue guance rosee e paffute e così fecero tutte le donne del regno.
< < Lasciatela almeno respirare > > le rimproverò Thorin, facendosi largo tra la folla di donne.
Sharon sorrise divertita e lo afferrò per il braccio, avvicinandolo a sé.
< < Tesoro, stai tranquillo > >
< < Queste donne sono un po’ troppo confidenziali con nostra figlia > > mormorò controllandole.
< < è normale . . tutti noi reagiamo così di fronte ai bambini > > sorrise Sharon.
< < Tu in particolare > > sospirò Thorin ridendo.  

 
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

 
 
< < Fundin, questo è per te > > disse entusiasta Flora porgendo una collana fiorita all’amico. Afferrò titubante la collana e sorrise forzatamente. Non era mai stato un amante dei fiori, ma apprezzò il regalo, poiché gli era appena stato donato dalla sua migliore amica.
< < Grazie, mi piace molto > > disse poggiando accanto la collana.
Erano sdraiati supini, su una collina ricoperta di molti fiori, osservavano il cielo azzurro, mentre alcune nuvole bianche passavano lentamente sopra le loro teste.
< < Rimarremo amici per sempre, vero? > > gli domandò voltando la testa verso Fundin, il quale ammiccò.
Appena riportò il viso verso l’altro, fece una smorfia. Era segretamente innamorato di Flora. Aveva appena 10 anni, ma era una bambina bellissima, dai lunghi capelli rossicci che facevano risaltare il suo viso minuto, mentre Fundin aveva già 15 anni, era molto protettivo nei confronti delle persone a cui voleva bene, soprattutto a Flora.
Caratterialmente era simile al padre, Dwalin, per gli atteggiamenti particolarmente scontrosi, tuttavia, era affettuoso e leale.
< < è tardi! Dobbiamo tornare a casa! Altrimenti finiremo in un brutto guaio! > > si accorse Fundin alzandosi di scatto e aiutando l’amica a rialzarsi.
< < Chi arriva a Dale per prima, vince! > >
Flora iniziò a correre, seguita da Fundin, il quale era più veloce di lei e la sorpassò quasi subito.
 
Attraversarono il ponte e corsero per le vie di Dale, scontrandosi di tanto in tanto contro la gente che passeggiava tranquilla e facendo cadere alcuni prodotti esposti al mercato.
< < Scusatemi! > > si scusò la bambina coprendosi la bocca con le mani, cercando di non ridere e aiutando i negozianti a risistemare i propri oggetti.
In quel momento, vide in lontananza Higil, un compagno di Fundin, molto amato dalla maggior parte delle bambine per il suo particolare fascino, era il classico dongiovanni che adorava essere al centro dell’attenzione.
Flora si alzò di scatto e indietreggiò, facendo cadere un vaso prezioso, rompendolo in mille pezzi.
 Flora aveva ereditato questa sbadataggine da sua madre, decisamente.
< < Ehi! - la richiamò un uomo guardando addolorato i frantumi del vaso - Era di mia madre! Stai più attenta piccola misera pulce! > >
< < Non rivolgerti in quel modo alla futura regina di Erebor! Lei è Flora, figlia di Thorin e Sharon! > > la difese Fundin portandosi davanti a Flora, proteggendola.
< < Non mi interessa! La tua amichetta deve fare più attenzione! > >
L’uomo rientrò in casa e sbatté la porta, facendo voltare tutti nella sua direzione.
< < Grazie Fundin , ma . . non ce n’era bisogno > > disse Flora timidamente.
< < Non mi piace il fatto che ti rivolgano la parola in quel modo . . > >
< < Aveva ragione però . . io voglio che gli altri mi trattino come una persona normale > >
Fundin sorrise. Flora aveva perfettamente ragione.
< < Cosa c’è? > > le domandò notando il suo continuo guardarsi attorno.
< < Hai . . hai visto Higil? > >
Fundin sbuffò e roteò gli occhi.
< < No > > rispose.
< < Spero non mi abbia vista, ho fatto una figuraccia,  altrimenti si sarebbe messo a ridere come un pazzo > > disse imbarazzata.
< < Tranquilla. Può capitare a tutti > >
< < Grazie. Sei molto dolce . Ci vediamo domani a scuola, grazie ancora > > lo salutò dandogli un bacio sulla guancia, sorprendendolo.
Fundin osservò sognante Flora, mentre si allontanava allegramente verso casa.

 

Flora:

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4
 

 
4 anni dopo . . .
 
 
Flora era assorta nei suoi pensieri, una mano era poggiata sulla sua guancia e i suoi occhi erano persi nel mondo dei sogni.
Il suo insegnante se ne accorse e la richiamò.
< < Cosa ho appena detto? > > chiese incrociando le braccia.
Flora balzò e annuì, non sapendo cosa avesse chiesto.
< < Cosa. Ho. Appena. Detto ? > > ripeté.
< < Ehm . . che gli elfi sono creature altezzose? > >
L’insegnante scosse la testa e tornò alla cattedra.
< < La prossima volta stai più attenta. Fra pochi giorni avrete gli esami e se verrete bocciate, vi arrangerete! > > ruggì.
Flora alzò gli occhi al cielo. Glielo avranno detto un milione di volte. Tuttavia, non era affatto preoccupata, in quanto era una delle studentesse più brave della classe.
Essendo la figlia del re, era palese che lo fosse. Sin da bambina aveva ricevuto una buona educazione da precettori privati. Successivamente ha iniziato a frequentare una scuola pubblica, nonostante fu presa di mira dalla maggior parte dei suoi compagni, invidiosi del suo titolo principesco.
Gli insegnanti la rispettavano, anzi, troppe volte è stata favorita e ciò irritava non tanto i compagni, quando la stessa Flora, la quale voleva essere trattata come i suoi coetanei.
< < Ora vi consegno i compiti che avete fatto la scorsa settimana, complimenti ancora Flora per il test, nonostante a volte tu sia distratta durante le mie lezioni > > continuò passando per i banchi e consegnando i test ai suoi studenti.
La vicina di banco di Flora guardò il suo test e notò che avevano lo stesso voto. La fulminò non poco con lo sguardo e roteò gli occhi al cielo.
< < Mi scusi, com’è stato il mio test? > > chiese alzando la mano.
< < Molto bene > > rispose l’insegnante tornando alla cattedra.
Solo “molto bene” ‘ ? pensò.
< < Sarai contenta , vostra maestà > > si rivolse a Flora sarcasticamente.
 
A fine lezione, Flora e le sue due più care amiche uscirono in cortile e si sedettero sulle gradinate, ammirando i ragazzi che combattevano.
< < Guardate! Mi ha appena salutato e chiamata per nome!! > > disse Sasha, figlia di Trisha, entusiasta. Era molto simile alla madre. Amava i gioielli, la moda e soprattutto . . i ragazzi.
< < Avete visto che muscoli? > > continuò sospirando sognante.
< < Non è male > > pensò Susan, figlia di Sigrid, dunque, nipote di Bard l’arciere.
Susan aveva un carattere tranquillo e riservato, nonostante avesse molti ammiratori.
< < Io continuo a sostenere che Higil è molto bello > > disse invece Flora.
< < Gira voce che sia cotto di te > >
< < Ma è un donnaiolo, come fa a provare qualcosa per me > > sospirò appoggiando i gomiti sulle gambe.
< < Be, Flora ha anche un altro ammiratore > > sorrise Sasha maliziosamente.
< < Eh sì . . quel bel Fundin > > continuò Susan.
< < Siamo SOLO amici! > > esclamò nervosa Flora.
< < Se lo dici te > > ironizzò Sasha.
Flora si irrigidì improvvisamente, notando Higil in lontananza. Il cuore le batteva all’impazzata, soprattutto quando incrociò il suo sguardo e sembrava intenzionato ad avvicinarsi.
Sorrise e si inchinò davanti alle tre ragazze, togliendosi il cappello.
< < Signorine, come state? > >
< < Bene > > sorrisero imbarazzate, ad eccezione di Susan, la quale alzò gli occhi al cielo.
< < Flora, ho un invito da porvi > > continuò sorridendole.
La ragazza spalancò gli occhi e si indicò.
< < A me? > >
< < Sì. Vi andrebbe di uscire con me? > >
< < Oh . . – il sorriso scomparve dal suo sguardo - mi piacerebbe, ma non posso oggi > >
Sarebbe dovuta tornare a casa fra qualche minuto per badare al suo fratellino.
Sì, ha avuto un fratellino, aveva già 4 anni. Thorin aveva deciso di chiamarlo Balin. Suo padre aveva parlato molto di lui.
Era la mia guida, un secondo padre “  affermava tutti i giorni.
< < Ah . . sarà per un’altra volta allora? > >
< < Con piacere > > sorrise come un’ebete.
Sasha le diede una gomitata amichevole, facendola tornare sul pianeta terra.
< < Hai visto? Ha una cotta per te! > >
< < Fa così con tutte > > disse Susan.
< < Vi saluto, meglio che vada ora > >
 
Appena arrivò al palazzo, vide suo fratello in braccio alla bambinaia, seduta su una sedia a dondolo davanti al camino.
< < Ciao gioia! > > la salutò allegramente.
< < Lora > > mormorò il piccolo indicando la sorella.
< < Ciao! È stato bravo il mo fratellino? > > sorrise Flora abbassandosi e prendendo in braccio Balin.
< < Fin troppo > >
< < Lora > > mormorò il piccolo sorridendo
< < Sì amore. Lora è arrivata > > rise dandogli un dolce bacio sulla guancia.
< < Sei hai bisogno, io sono in cucina mia signora > > si inchinò la bambinaia.
< < Va bene, grazie, io intanto mi prendo cura di questo bel patatone > > scherzò accarezzandolo dolcemente.
Lo fece sedere sul tappeto e iniziò a giocare con lui. Era una sorella premurosa, gli voleva molto bene ed era sicura che Balin sarebbe potuto diventare un buon re.
Diventerai una nobile regina “ le ripeteva Thorin.
No. Lei non era d’accordo. Era un dovere troppo difficile. Non si sentiva all’altezza.
Scosse la testa e cacciò i suoi pensieri. Aveva solo 14 anni. Era ancora troppo giovane. Si trovava ancora nell’età adolescenziale.
< < Amikals? > > domandò Balin portando il pollice alla bocca e osservando curiosamente sua sorella.
< < Penso sia a casa > >
Amikals era il figlio di Kili e Tauriel. Aveva la sua stessa età ed era un allegro giocherellone, proprio come suo padre.
Il nome lo aveva scelto Tauriel, apparteneva ad un elfo della luce, come lei.
Diffida degli elfi . . anzi, di alcuni elfi “ gli ricordava il padre.
Perché? Tauriel era una donna fantastica, valorosa e gentile.
Dietro questi contrasti, tuttavia, c’era un motivo preciso, ma Thorin ha preferito non rivelarle nulla.
< < Andiamo a tlovallo ? > > cercò di dire. Era ancora piccolo per riuscire a formulare meglio le frasi, ma aveva fatto passi da gigante negli ultimi mesi.
< < No, andremo a trovarlo un altro giorno, altrimenti lo disturbiamo > > gli spiegò dolcemente.
< < E Filiol? > >
< < Ha una visita dal dottore, ha l’influenza > >
Filiol era il figlio di Nicole e Fili. Era nato un anno prima di Amikals ed era un timido inguaribile, proprio come Nicole.
Quando i tre bambini giocavano al parco, Sharon li chiama “ il trio degli scalmanati “ ed era sicura che quando sarebbero cresciuti, sarebbero stati delle pesti, esattamente come Fili e Kili.
 

 
  Fundin


     Flora

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5
 

 
 
< < Perché? Rimani qui a Erebor, con noi, con i tuoi amici > > tentò di convincerlo Thorin.
Bilbo sorrise e scosse la testa.
< < Mi dispiace. Siete come dei fratelli per me e vi voglio molto bene > >
Bilbo aveva intenzione di partire per Gran Burrone non fare mai più ritorno nella Contea.
Quella magnifica valle suscitava in lui serenità e pace. Era come un secondo Paradiso.
Se vuoi, puoi restare, ti accolgo volentieri “ gli aveva detto Elrond tempo fa.
< < Sono passati tanti anni amici miei. Sento il dovere di partire > > <
< < E Frodo? > > domandò Sharon.
< < La mia eredità è andata  a lui. Sapete . . ciò ha fatto imbestialire Lobelia Sackville Baggins e ne sono contento – disse preparando il suo zaino – persino il mio anello > > mormorò sentendo la mancanza di quel gioiello che aveva uno strano potere su di lui.
< < “ Anello” hai detto? > > chiese Bofur corrucciando la fronte.
< < Storia lunga > > lo fermò Bilbo.
< < Tornerai a trovarci vero? > > chiesero all’unisono Amikals e Filiol, ormai cresciuti.
Bilbo sorrise. Erano uguali ai loro papà: Kili e Fili, insieme a Balin III. Ecco il “trio degli scalmanati”.
< < Non credo piccoli miei – sorrise amaramente Bilbo abbassandosi alla loro altezza – ho una cosa per voi > >
Afferrò il suo zaino, mentre gli occhi dei tre bambini curiosavano all’interno  e tirò fuori una piccola spada di legno.
< < Ve lo regalo. Mi promettete però che non litigherete? > >
< < Te lo promettiamo > > sorrisero i bambini abbracciandolo.
< < Mi raccomando, non fate del male al povero Gandalf quando ci saranno delle feste importanti, capito? > >
I bambini annuirono. Bilbo sorrise e arruffò i loro capelli.  Quando aveva la loro stessa età, durante una festa nella Contea, stava infastidendo Gandalf, mentre stava creando i suoi meravigliosi fuochi d’artificio, quando sua madre lo aveva fermato.
< < Stammi bene > > disse Dwalin appoggiandogli una mano sulla spalla, trattenendo le lacrime.
< < Anche tu amico mio . . cerca di essere sempre paziente. Bofur, a te regalo i miei fazzoletti da taschino > > disse dandogli una confezione di fazzoletti.
< < Ne farò buon uso > > disse Bofur facendo ridere tutti i presenti.
< < Flora . . stai diventando una bellissima donna, sono sicuro che sarai un’ottima regina, come tuo padre e tua madre > >
Flora lo abbracciò, stringendolo a sé. Non aveva avuto modo di conoscere meglio quell’hobbit, ma era certa di una cosa: era un grande amico di suo padre, lo aveva aiutato e sostenuto in tanti momenti difficili.
< < Vi auguro tutta la felicità del mondo > > continuò Bilbo.
Thorin si avvicinò e lo abbracciò, come fece la prima volta dopo averlo salvato da Azog. Quel magico momento in cui divennero finalmente amici.
< < Stai attento Mastro Baggins > > lo avvertì Thorin.
Bilbo annuì e afferrò le mani dell’amico. Gli fece aprire una mano e posò qualcosa, per poi chiudere la sua mano.
< < E ancora tanti buoni 111 anni > > dissero all’unisono Amikals, Filiol e Balin III, mentre si guadagnarono uno sguardo fulmineo delle loro madri.
Kili sorrise soddisfatto.
< < Ha preso da me - disse modesto dando una gomitata a Tauriel, che scosse la testa ridendo – e ha preso la bellezza della madre > >
< < Smettetela piccioncini! > > lo prese in giro Nori.
< < Addio amici miei > > li salutò infine Bilbo prima di mettersi in marcia.
< < Addio mastro Baggins! > >
 
Quando Bilbo giunse in fondo alla strada, ognuno tornò tristemente ai propri lavori quotidiani, tutti tranne la famiglia Durin, in particolare Thorin, che continuava a guardare l’orizzonte.
Non avrebbe più visto uno dei suoi più grandi amici e ciò lo rattristiva.
Aprì lentamente la mano e vide una ghianda, la ghianda che aveva raccolto a casa di Beorn.
Strinse i pugni, chiudendo gli occhi. Sharon aveva compreso tutto. Non c’era bisogno di chiedergli cosa avesse. Afferrò delicatamente il suo braccio e appoggiò la testa sulla sua spalla.
I pensieri di Thorin furono interrotti da zoccoli che si avvicinavano.
Ci mancava poco che Flora perse un battito.
Era stupita dalla sua presenza.
< < Ciao Flora . . ti va di fare una passeggiata nel bosco? > > le domandò Higil, in sella al suo pony bianco.
Flora sgranò gli occhi.
Erano ancora usciti insieme negli anni precedenti,  ma mai si era presentato davanti in sella ad un pony.
< < Higil! Wow io . . > >
< < Non se ne parla > > disse Thorin avvicinandosi a Higil.
< < Vostra Maestà - lo salutò togliendosi il cappello – Vorrei chiedere a  vostra figlia di uscire con me > >
< < No > > disse freddamente, guadagnandosi lo sguardo severo di sua figlia.
Sharon sbuffò e entrò nella conversazione.
< < Certo caro, il rientro però è prima del tramonto > >
< < Davvero madre? – domandò la figlia sorridendo – Grazie! > > la abbracciò e si avvicinò contenta a Higil, ma Thorin le afferrò il braccio, tirandola a sé.
< < Non andrà da nessuna parte. Avresti dovuto chiedermi il permesso prima di venire qui > > lo rimproverò.
< < Perché? Sei sempre il solito! Tu non sei nessuno per intromettermi nella mia vita privata! > > si difese Flora liberandosi dalla stretta del padre, il quale la guardò sorpreso dalle sue parole.
< < Sono tuo padre Flora . . > >
< < Sei mio padre, sì, ma non la mia guardia del corpo, so cavarmela benissimo da sola . Non ho bisogno dei tuoi consigli > >
Higil allungò la mano e aiutò Flora a salire in sella.
< < Andiamo Higil > > gli sussurrò all’orecchio, prima di partire al galoppo.
 
< < Perché mi guardi in quel modo?! > > chiese Thorin notando lo sguardo severo di sua moglie.
< < Non credi di esagerare con Flora? > >
< < Quell’Higil non mi piace! È figlio di uno dei nani più antipatici di Dale > > si giustificò Thorin dirigendosi nel palazzo, seguito a ruota da Sharon.
< < I figli non sono sempre uguali ai propri genitori > > continuò Sharon.
< < Appunto, “non sempre “ – ripeté - . . .Flora ha preso tanto da te, è un disastro > >  sorrise Thorin pensando a tutti quei momenti in cui la figlia aveva fatto cadere qualcosa, rompendo vari oggetti.
< < Ma ha preso da te la testardaggine > > 
 

 
    Higil


 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6
 

 
< < Piccoli delinquenti! La prossima volta non la passerete liscia! > > urlò una donna di Dale dalla finestra di casa, bagnata fradicia, mentre Balin III e i suoi cugini ridevano soddisfatti, mentre fuggivano via attraversando il giardino e arrampicandosi sul muretto che circondava la casa.
Scesero in strada e si diedero il 5.
Alcuni giorni prima, infatti, avevano pianificato uno scherzo per la loro insegnante di tiro con l’arco.
Al suo ritorno a casa, aveva aperto la porta e subito dell’acqua ghiacciata le cadde addosso.
Ci mise pochi secondo prima di capire quello che le era appena accaduto.
Cacciò un urlo terrificante, da spaventare persino i vicini di casa. Sentì dei rumori provenire fuori dalla finestra e corse ad affacciarsi sul giardino, dove il  “ trio degli scalmanati” attendevano di vedere la sua reazione.
< < Se lo meritava > > disse Amikals, figlio di Kili.
< < Siamo stati malvagi però . . non è giusto > > pensò Filiol, figlio di Fili.
Amikals e Balin III erano due ragazzini furbi, giocherelloni e molto vivaci. Tuttavia, Balin era spesso soggetto di rimproveri da parte del padre, Thorin.
Filiol, invece, era timido e amava la tranquillità, nonostante fosse spesso coinvolto in situazioni imbarazzanti a causa dei cuginetti.
< < Non abbiamo fatto nulla di male . . solo un piccolo lavaggio. E poi . . era solo una piccola vendetta > > rise Balin III.
< < Cosa direbbe tuo padre se lo venisse a scoprire? > > gli chiese Filiol.
< < Sai quanto mi importa . . > > disse disinteressato.
< < Abbiamo 14 anni ragazzi, perché non maturate un po’ anche voi due? > > sbuffò Filiol sentendosi preso in giro.
< < Andiamo cugino mio! – sospirò Amikals cingendogli le spalle – il nostro motto è : divertimento e . . ragazze > > continuò con una certa enfasi.
 
Si incamminarono verso la piazza di Dale e si sedettero sulle scalinate che portavano al centro giovani.
< < Filiol, scommettiamo che non hai il coraggio di chiedere a quella bella fanciulla di uscire? > > sorrise Amikals provocandolo e osservando una ragazzina in compagnia delle sue amiche, nei pressi della fontana.
Il cugino scosse la testa e roteò gli occhi, pensando a quanto fosse idiota.
< < Sei tu quello che ha bisogno di sfogarsi con le donne > > rise dandogli un pugno amichevole sul braccio.
< < Ci penso io ragazzi, state a vedere > > si intromise Balin III alzandosi in piedi.
Si sistemò la cintura dei pantaloni e con passo deciso si diresse verso il gruppo di ragazze.
Passò accanto a loro scuotendo spostandosi maliziosamente il ciuffo di capelli che copriva metà della fronte.
Si voltò verso le ragazze e fece loro l’occhiolino, facendole sciogliere dall’emozione, mentre i suoi cuginetti rimasero a bocca aperta e cercavano di osservare ogni suo movimento.
Appena tornò dai suoi compagni, si sedette accanto a loro, soddisfatto, mentre il gruppo di ragazze continuava ad osservarlo.
< < Non vale! Hai ereditato quegli occhi blu da tuo padre, è ovvio che piaci alle ragazze! > > sbuffò Amikals incrociando le braccia.
< < Non è vero! È facile far innamorare una ragazza – mormorò contrariato Filiol – basta uno sguardo e subito si sciolgono > >
< < Ora tocca a me! > >
Amikals si alzò e si incamminò verso le ragazze, cercando di muoversi come un uomo virile, tuttavia, si inciampò e cadde a terra.
Le ragazze ridacchiarono e scuotendo la testa se ne andarono, mentre Amikals non aveva intenzione di rialzarsi.
< < Almeno ci hai provato > > rise Filiol raggiungendolo.
< < Mio padre, Kili, è ricordato come il “ più grande farfallone di Dale”, perché non sono come lui? > > sbuffò Amikals appoggiando la guancia sul terreno e chiudendo gli occhi.
 
Intanto, Sharon si trovava alle terme. Aveva bisogno di rilassare la mente, non tanto per il lavoro, che la teneva occupata la maggior parte della giornata, ma anche per via di alcuni contrasti avuti nell’ultimo periodo con Thorin.
Sharon si spogliò e si avvolse l’asciugamano attorno al corpo, dirigendosi verso le piscine.
< < . . non fa altro che ripetere “ sono il re, devo occuparmi del regno”, poi ha sempre da disdire ciò che dico. Tra l’altro, vuole che Flora venga seguita da una guardia, non è esagerato? > > si sfogò Sharon togliendosi l’asciugamano ed entrando in acqua, seguita dalle sue amiche.
< < Di padri iper-protettivi se ne trovano pochi in giro, ma immagina se un padre non si interessasse ai propri figli > > spiegò Luna appoggiando le braccia sul bordo della piscina.
< < E poi se la prende sempre con Balin III . . è soltanto un ragazzino vivace, non fa niente di male > > continuò.
Per quanto amasse Thorin, il suo essere troppo orgoglioso e permaloso a volte la faceva andare in collera, ma preferiva rimanere zitta.
Mai contraddire Thorin “ le ripeteva Balin, figlio di Fundin.
Ciò non le interessava più di tanto. A volte Thorin esagerava e Sharon doveva farglielo notare.
< < Il segreto sta nel farlo impazzire . . di piacere > > sorrise Trisha maliziosamente. I pensieri pervertiti non mancavano mai al suo appello.
< < Magari > > sospirò Sharon roteando gli occhi.
Anche fare l’amore era venuto meno e ciò la faceva soffrire.
Tirò indietro la testa e osservò il soffitto, riflettendo. Poteva organizzare qualcosa di romantico.
Avrebbe potuto farsi trovare con una veste carina e vistosa, Thorin non si sarebbe tirato indietro.
Oppure poteva cucinare il suo piatto preferito . .
Di idee ne aveva tante, l’importante era riempirlo di coccole e riaccendergli la passione.
Più tardi, uscirono dall’acqua ed entrarono in una stanza per godersi un massaggio. I dipendenti cosparsero degli oli profumati sui loro corpi e le massaggiarono. Era molto rilassante.
< < Almeno mi passerà il mal di schiena > > mormorò Nicole appoggiando la guancia sul cuscino.
< < Nicole, come sta Filiol? > > chiese Luna.
< < Bene. È un bravo ragazzo. L’insegnante, però, ha detto che deve interagire maggiormente con gli altri. È troppo timido > > rispose preoccupata.
< < Come te in passato > >  ricordò Trisha.
< < L’insegnante ha detto che la timidezza è un difetto > >
< < Non è affatto vero. È solo un po’ di insicurezza  . . e poi col tempo si cambia > > pensò Luna.
< < Frequentando Amikal, vedrai che tuo figlio si aprirà di più alla gente > > le fece l’occhiolino Sharon.
< < Speriamo > >
 
Verso sera, Sharon tornò a casa. Suo marito non era ancora tornato. Ciò era un punto a suo favore.
Fece per dirigersi in bagno a prepararsi, quando la porta della camera si aprì di scatto e fu sbattuta violentemente da Thorin, il quale non la degnò di uno sguardo.
< < è . . successo . . qualcosa tesoro? > > balbettò Sharon.
Quando suo marito era nervoso gli incuteva timore. Un po’ di coccole non avrebbero certo aiutato in quel momento.
< < Quel Dwalin proprio non lo sopporto! > >
Si tolse la pelliccia e la buttò nell’armadio, si tolse poi la maglia, rimanendo a torso nudo.
Sharon era troppo presa ad ascoltare la motivazione della rabbia di suo marito per concentrarsi sui suoi bellissimi pettorali.
< < Oggi ho avuto l’incontro per l’organizzazione del torneo. Dwalin non è mai d’accordo su niente . . > >
Si sedette sul letto e si mise le mani tra i capelli.
Una volta all’anno si svolgeva un torneo, per celebrare delle ricorrenze in particolari e alcuni giorni dopo avrebbero ricordato la morte di Thrain, padre di Thorin.
< < Sai com’è fatto Dwalin – sussurrò Sharon appoggiando una mano sulla sua palla – quando non è d’accordo su qualcosa, reagisce male . . > >
Thorin si scostò e continuò a rivolgere lo sguardo verso un punto indefinito, senza aprir bocca.
< < Dove sei stata? > > le chiese con tono freddo, cambiando argomento.
< < Alle terme tesoro > >  
< < Mi avevi detto che saresti andata in osteria! > > le ricordò Thorin ringhiando e alzandosi di scatto dal letto, camminando nervosamente per la stanza.
< < Ma poi le mie amiche hanno preferito andare alle terme e così . . . > >
Lo sguardo di Thorin era severo e osservò sua moglie come se lo avesse appena tradito.
< < Dunque . . siete andate in quel luogo dove ci sono “ bei massaggiatori “ che vi rallegrano la giornata eh > > rise sarcasticamente.
Sharon spalancò gli occhi. Non comprendeva dove volesse arrivare. Si alzò dal letto e lo raggiunse.
< < Ma cosa stai dicendo . . ? > >
< < Oh andiamo . . farti toccare da . . uno sconosciuto, alle terme . . > > disse disgustato.
Sharon non lo considerò proprio un peccato. Non aveva fatto nulla di male. Persino Thorin, da giovane, andava a rilassarsi alle terme, soprattutto quando era arrabbiato, per evitare di sfogare la sua rabbia verso qualcuno di innocente.
< < Non esagerare adesso . . > >
< < Ah io starei esagerando? > > continuò.
La situazione stava diventando insostenibile, per fortuna, qualcuno bussò alla porta.
< < Mamma . . sono arrivato . . > > disse Balin III aprendo leggermente la porta.
< < Ah eccolo qui . .  – Thorin raggiunse il figlio e lo prese per il colletto della camicia - mi è stato riferito che tu e i tuoi cugini siete entrati di soppiatto in casa della vostra insegnante. Le avete fatto cadere l’acqua addosso, non è così? > >  continuò incrociando le braccia.
< < Se lo meritava > >
Balin arricciò il naso e incrociò le braccia, mentre Sharon rise sotto i baffi. Anche lei non sopportava la sua insegnante e sicuramente, Balin III aveva avuto un buon motivo per farle un dispetto.
< < Sei un Durin! Ma che figuracce mi fai fare davanti al popolo?! > > ruggì.
Il figlio sentì le proprie lacrime inumidirsi e temeva che suo padre gli desse uno schiaffo.
< < Smettila Thorin! > > lo tirò leggermente indietro, accarezzando le guance al figlio, che tremava dalla paura.
< < Tesoro, vai in camera tua, riposa tranquillo > >
Gli diede un bacio sulla fronte e dandogli alcune pacche sulla spalla, lo obbligò ad uscire.
Le parole rassicuranti della madre lo rasserenarono e dopo aver dato un ultimo sguardo a Thorin, freddo e severo, se ne andò.
< < Come osi? > > mormorò.
< < Non hai visto che lo stavi spaventando?? > >
Questa volta fu Sharon a farsi sentire e alzò la voce, per far sì che il marito sentisse per bene le sue parole.
< < Non ti stai comportando affatto bene! Smettila! Se sei nervoso,  che colpa ne abbiamo?! > >
< < Punto primo: non venire a dirmi cosa devo fare! Secondo: Balin III ha bisogno di regole, tu sei troppo permissiva! > >
Thorin si diresse verso il letto e si infilò tra le coperte.
< < Io sono il re, io decido > > concluse appoggiando la testa sul cuscino e girandosi verso il mobile accanto.
Sharon sospirò, spense le candele che illuminavano la stanza e si infilò sotto le coperte.
Si voltò e vide soltanto la schiena del marito. Solitamente, dormivano abbracciati.
Era meglio lasciar perdere e attendere il giorno seguente, quando sarebbe stato più calmo.

 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7
 

 
Il giorno del torneo tanto atteso era arrivato.
La notizia giunse a tutti i regni della Terra di mezzo e tanti nani e uomini, di differenti età, compirono intere settimane per giungere a Erebor, non solo per partecipare al torneo, ma anche per mostrare le loro abilità.
Flora stava rincasando. Attraversò le vie affollate di Dale, meravigliandosi della numerosità dei cavalieri.
Arrivò nel grande cortile di Erebor, quando qualcuno la bloccò.
< < Alla ragazza più carina del regno > > disse qualcuno porgendole un piccolo mazzo di fiori appena raccolto.
Flora si voltò e sorrise. Si trovò davanti un giovane dagli occhi castani e i capelli biondi. Era alto e magro e indossava una cotta di maglia, inoltre, teneva per le briglie un cavallo nero.
Ringraziò e afferrò i fiori, arrossendo.
< < Come vi chiamate? > > le chiese dolcemente.
< < Flora, tu?  > >
< < Karl, al vostro servizio > > si presentò inchinandosi.
La ragazza si inchinò e si avvicinò al cavallo, cominciando ad accarezzargli il muso e sussurrando qualcosa.
< < Ti piace? > >
< < Molto > >
< < E’ di razza pura > >
< < Bello! Mi piace andare a cavallo, mi hanno insegnato i miei genitori, è una delle mie più grandi passioni > > continuò Flora.
< < Potremmo . . cavalcare insieme, se vuoi > >
Flora corrucciò la fronte e indietreggiò. Lo aveva appena conosciuto e si stupì di questa troppa confidenza.
< < Perdonami, ho il ragazzo > >
< < Perdona me, sono stato troppo invadente . . > >
Fundin, il quale stava lucidando la sella del suo cavallo, li osservò da lontano, piuttosto infastidito dalla sua presenza.
Inoltre, da quando Flora aveva iniziato a frequentare Higil, non lo teneva molto in considerazione.
Fece per raggiungerli, quando si bloccò vedendo la figura di Thorin avanzare verso di loro a grandi falcate.
< < Flora! > >
La ragazza sbuffò e alzò gli occhi al cielo, riconoscendo quella voce.
< < “ è ora di tornare a casa signorina “ > > lo anticipò sarcasticamente.
< < E tu chi saresti? > > domandò alzando un sopracciglio e incrociando le braccia.
Karl lo squadrò da capo a piedi e dal suo abbigliamento regale ed elegante comprese che si trattava di Thorin Durin, re di Erebor.
< < Karl Mio Signore > > disse inchinandosi.
< < Sei uno dei cavalieri a quanto pare > >
< < Sì maestà > >
< < Perché non sei ad allenarti? > >
< < Io . . mi ero intrattenuto un attimo . . con . . Flora . . > >
< < Non mi devi spiegazioni ragazzo - lo interruppe - lascia stare mia figlia. Gli arieti sono nella scuderia > > concluse incitandolo ad andarsene con la testa.
Karl si scusò, per poi inchinandosi, mentre sentiva lo sbuffare di Flora. Riprese le briglie del cavallo e si allontanò con imbarazzo.
Thorin posò una mano sulla spalla di Flora, guardandola negli occhi.
< < Stai bene? > >
< < Finché non eri qui . . stavo bene – sbuffò scostandosi – non sei la mia guardia del corpo! > >
Si allontanò, salì le scale del palazzo che portavano alle camere, seguita dal padre.
< < Io ti devo tenere lontana da quei ragazzi . . tra l’altro quel . . Karl? Giusto? Non lo conosci nemmeno > > disse incrociando le braccia e appoggiando la spalla sullo stipite della porta.
< < Sì sì > > canzonò Flora aprendo l’armadio, fingendo di averlo ascoltato.
Thorin roteò gli occhi, sospirando, ma si ricompose subito, sorridendo e girando per la stanza, tenendo le mani dietro la schiena.
< < Sai Flora – disse guardandosi attorno – mi ricordo ancora quando eri piccola . . ti piaceva tanto nascondino . . il tuo luogo preferito era dietro la tenda – indicò, mentre sul viso di Flora si poteva notare un sorriso – e su quella poltrona . . – indicò ancora avvicinandosi  - . . ti leggevo le favole e tu mi raccontavi ogni momento della tua giornata . . > >
Flora esultò dopo essere riuscita a trovare un abito adatto per presentarsi al torneo e si voltò, mostrando l’abito a suo padre.
< < Questo potrebbe andar bene > >
< < Staresti benissimo. Appartiene a tua madre - sorrise Thorin – sei bellissima Flora, come tua madre . . stai crescendo . . mi dispiace . . > >
< < Papà, sono sempre la stessa > > sorrise Flora per tranquillizzarlo.
< < Ma è diverso . . sei sempre stata la mia piccolina . . > >
< < Sono grande ormai > > sospirò dolcemente e avvicinandosi alla finestra.
< < Ma . . > >
Flora lo interruppe e fece per giungere alla porta.
< < Scusami papà, ma Higil mi aspetta > >
< < Flora . . > >
< < Ci vediamo in tribuna > > lo salutò frettolosamente stampandogli un bacio veloce sulla guancia e uscendo dalla camera, lasciandolo basito.
 
< < . . e così gli ho detto di andarsene > > stava raccontando Thorin a Sharon, mentre si stava sistemando la camicia.
< < Possibile che devi sempre tenerla d’occhio? > > rise sua moglie, con un pizzico di sarcasmo.
< < Non lo conosciamo quel Karl . . potrebbe avere cattive intenzioni > >
< < Inoltre, Sharon è già impegnata con Higil > >
All’improvviso, si maledisse per aver ripetuto quella frase, visto la gelosia del marito. Si morse il labbro inferiore e fischiettò, facendo finta di niente.
Lo guardò con la coda dell’occhio Thorin, notando le sue mani stringersi in un pugno.
Si alzò dal letto, sul quale era seduta, si avvicinò al marito e lo strinse a sé, poggiando la guancia contro la sua schiena.
< < Non pensarci dai . . Flora è un’adolescente, sta diventando adulta, ma ciò non vuol dire che non ti voglia bene. Flora e Balin III ti amano così come io amo te > >
Lo fece voltare verso di lei e gli cinse il collo con le braccia, sfiorandogli le labbra.
< < Mi fai saltare i nervi quando fai così > > disse Thorin ridendo, con un tono semi-serio.
< < “Così” come? > >
Thorin la baciò e continuò a parlare.
< < Trovi sempre il modo di calmarmi > >
< < E quale sarebbe il problema brontolone? > > rise Sharon, curiosa di conoscere la risposta.
< < Sono un maschio . . e un re > > sussurrò Thorin, come se avesse paura che qualcuno lo sentisse.
< < Anche un re ha bisogno di coccole, non trovi? > > rise di gusto.
Sharon fece per spingerlo verso il letto, ma il suono delle trombe gli fecero capire che il torneo stava per avere inizio, così, si staccarono e uscirono dalla stanza.
Sharon si bloccò di colpo e appoggiò una mano sullo stipite della porta.
< < Ehi . . tutto bene? > > le domandò Thorin fermandosi e avvicinandosi per guardarla in viso.
< < Cosa? Sì . . sì sì . . tranquillo  > >
Lo sorpassò e si diressero al campo.
 
Thorin e Sharon si sedettero sugli spalti delle tribune, accanto c’erano anche Flora e Balin III, il quale continuava a ridere e scherzare con i suoi cugini, come al solito, guadagnandosi occhiate fulminee da parte di Thorin.
Poi, c’erano gli uomini di Dale e altri nani.
Fili e Kili salirono sul palchetto sgranocchiandosi delle merendine e sedettero accanto ai figli, incoraggiandoli a fare un dispetto ai passanti o rimorchiare le donne.
< < Flora! > > la chiamò Higil.
La ragazza fece per alzarsi, ma Thorin intervenne.
< < Non provare ad avvicinarti . . o per lo meno . . in mia presenza > >
Flora sbuffò, poi, sorrise soddisfatta.
< < Arrivo tesoro - disse alzandosi e raggiungendolo. Higil si tolse l’elmo e abbracciò Flora. Gli afferrò il viso con le mani e gli stampò un bacio sulle labbra -  Buona fortuna > > sussurrò sulle sue labbra.
Higil le prese una mano e la baciò, prima di ammiccare e prepararsi per il torneo.
Thorin roteò gli occhi, ma fu una leggera gomitata da parte di Balin III che lo distolse dai suoi pensieri.
Si voltò verso il figlio e scosse la testa, poi si rivolse a Sharon, la quale gli fece segno di dare il via al torneo.
< < Che il torneo abbia inizio > >
 
I cavalieri entrarono in campo e sfilarono in parata, seguiti dagli applausi dalla gente e i rulli di tamburi. I partecipanti si sfidarono in groppa ai propri arieti e con l’utilizzo di una lancia avevano come obiettivo quello di disarcionare l’avversario.
Fili e Kili scommettevano sui cavalieri migliori e alla conclusione di ogni partita si scambiavano segretamente qualche moneta, sorridendosi con sguardi d’intesa.
Karl, Fundin e Higil erano considerati tra i migliori cavalieri, molto amati dalle dame, che dagli spalti esultavano e fischiavano per incoraggiarli, urlando il loro nome.
Ne uscì vincitore Higil, il quale si voltò verso il Re, facendo un inchino, guadagnandosi gli applausi entusiasti delle ragazze.
Si avvicinò agli spalti, con le mani dietro la schiena e mostrò una rosa rossa, porgendola a Flora. Accarezzò i petali e li annusò, dandogli un altro bacio.
< < Un vero cavaliere > > sorrise Kili maliziosamente.
Thorin strinse i pugni. Era pronto ad intervenire, ma Sharon lo bloccò appoggiando una mano sulla sua e fulminandolo con lo sguardo.
 
In seguito alla gara, ci fu un piccolo banchetto. Come al solito, Balin III Amikals e Filiol si rimpinzavano di cibo, mentre Flora era alle prese con ben tre ammiratori.
Higil l’aveva stretta a sé, notando le occhiatacce fulminee di Fundin e gli sguardi di Karl in lontananza, rivolti alla sua ragazza, per questo, a volte aveva fatto dei commenti fastidiosi, che irritarono Flora.
< < Madre,  non ne posso più! Higil è troppo geloso > > disse mettendosi le mani tra i capelli.
< < E’ troppo possessivo? > >
< < Quando si avvicina un ragazzo, mi stringe a sé e allontana l’interessato > >
< < Che invidia > > scherzò Sharon.
< < Da quando sono insieme a Higil, il mio rapporto con Fundin è cambiato > > mormorò tristemente guardando verso la direzione dell’amico, il quale non le toglieva gli occhi di dosso.
< < Spiega al tuo ragazzo come la pensi . . non può andare avanti così > >
< < Papà era geloso? > > domandò poi curiosa.
Le piaceva ascoltare le esperienze dei suoi genitori, quando avevano ancora la sua età.
 
Sharon si irrigidì per alcuni secondi e si toccò il cuore. Flora la guardò preoccupata e le appoggiò una mano sulla spalla.
< < Tutto bene mamma? > >
< < Sì – disse Sharon sorridendo forzatamente – tranquilla, sarà la stanchezza . . sì, tuo padre era molto geloso, anche quando non stavamo ancora insieme . .  perciò . . il consiglio che ti do è quello di parlargli. Sai . . i maschi sono un po’ ostinati ed è meglio parlarne per equilibrare il rapporto > >
< < Com’è ora il vostro rapporto? > >
< < Be . . ora tuo padre è molto impegnato . . e abbiamo poco tempo di stare un po’ insieme > >
A causa degli impegni politici, Thorin e Sharon non potevano trascorrere del tempo insieme, tra passeggiate nei boschi come facevano una volta, cenette romantiche . . e di questo fatto, Sharon ne stava soffrendo in silenzio, nonostante lo accettasse. Lui era il Re e i suoi doveri venivano prima di tutto.
 

 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8
 

 
< < Dov’è Flora?! > > domandò Thorin ruggendo, bloccando Sharon alla parete, appoggiando le mani ai lati della testa.
< < è con Higil . .  stai calmo . . > >
Sharon poggiò le mani sul suo petto, allontanandolo leggermene cercando di tranquillizzarlo, come al solito.
< < Perché mi hai mentito?? Mi avevi detto tutt’altro > > si innervosì battendo un pugno sul comodino della camera.
< < Mi hai obbligato! Stai esagerando con Flora, sono stanca di ripetertelo, persino con Balin te la prendi in continuazione! > >
< < Ah. Io starei esagerando? – rise Thorin sarcasticamente – è ancora una bambina. Non sa niente del mondo. Cosa dovrei fare? Stare zitto, mentre Flora gironzola per il palazzo con quel nanetto?? > >
< < E’ il suo ragazzo . . - sospirò Sharon stanca di ripeterlo – non è più una bambina > >
< < Invece sì! Non è ancora regina. Deve ancora fare molta esperienza! La difendi anche? > >
< < Flora vorrebbe solo avere più liberta, ma tu le stai col fiato sul collo, persino quando è in compagnia delle sue amiche > > continuò Sharon sedendosi e appoggiando una mano sulla guancia, ascoltando il monologo del marito.
< < Ho visto come si comportano le sue amiche – fece notare Thorin – sono delle poche di buono > >
Sharon finse di ascoltare e scosse la testa.
< < Smettila di bofonchiare > >
< < Io non me ne sarò fermo mentre NOSTRA figlia se ne va in giro con quel ragazzo . . l’ultima volta che li ho visti si stavano sbaciucchiando in pubblico > >
In quel momento, la porta della camera si aprì rapidamente e venne sbattuta contro il muro, mentre Balin III raggiunse allegramente i suoi genitori.
< < Mamma! Papà! Devo chiedervi una cosa! > > disse entusiasta.
< < Non ti abbiamo insegnato a bussare? > > domandò Thorin freddamente incrociando le braccia.
Balin balbettò e abbassò lo sguardo, scusandosi, mentre Sharon si stava spazientendo dell’atteggiamento del marito.
< < Balin . . non sono affatto contento di te. Stai andando malissimo a scuola . . devi impegnarti di più > >
< < Ma papà . . io non . . mamma . . > >
Balin alzò lo sguardo verso la madre, che sorrise teneramente, rassicurandolo accarezzandogli i capelli.
< < Niente MA – sottolineò Thorin – non credere di passarla liscia solo perché tua madre è permissiva. Guarda tua sorella. Lei sì che mi rende fiero > >
Quell’affermazione fu come una pugnalata al cuore per Balin. Gli occhi diventarono lucidi e le lacrime non faticarono a cadere.
Si voltò velocemente e corse via, lasciando la porta socchiusa.
Il nano non si preoccupò minimamente dello sguardo fulmineo della moglie e si avvicinò alla finestra, incrociando le mani dietro la schiena e guardando il cielo.
< < Non sei il nano di cui sono innamorata > > disse Sharon scuotendo la testa, disgustata e rassegnata, lasciandolo solo nella stanza.
 
Sharon percorse i lunghi corridoi e raggiunse la camera del figlio, trovandola socchiusa.
Aprì leggermente la porta e vi guardò all’interno.
Balin era sdraiato sul letto, con il viso rivolto verso la finestra, dalla quale filtrava la luce della luna.
Sharon si sedette sul letto, accanto a lui, rimanendo in silenzio per alcuni secondi.
< < Hai visto che bella? La luna > > sussurrò dolcemente nel suo orecchio, posandogli un bacio sulla guancia.
< < Già . . mamma, io non voglio essere una delusione per voi > > sbottò alzandosi con il busto, guardandola preoccupato.
< < Non lo sei, non lo sarai mai tesoro – Sharon lo abbracciò, baciandogli i capelli – tu e Flora siete le persone più importanti della nostra vita > >
< < Anche per papà? Non mi sembra > > disse tristemente guardandola negli occhi.
< < Sai com’è tuo padre – mormorò Shaorn alzando gli occhi al cielo pensando al marito – è un nano duro, sono furiosa per quello che ha detto. Diciamo che lui . .  non è molto bravo ad esprimere ciò che pensa - rise, pensando a tutti quei momenti durante il loro periodo dell’adolescenza, quando Thorin cercava di dichiararsi – tuo padre è sicuro che tu possa puntare al meglio > >
< < Non ce la faccio mamma > >
< < Anche a tuo cugino Kili è successo sai? > >
 
“ < < Avanti marmocchio! Colpiscimi! > > urlò Dwalin allargando le braccia, spazientito.
Kili corse verso il nano, puntando la spada contro il suo corpo, ma Dwalin parò i colpi facilmente.
Dopo molti tentativi, Kili si arrese e buttò la spada per terra.
< < Vuoi diventare forte come tuo fratello? Fili ha imparato le cose basilari in pochissimi giorni. Ricordati cosa ti hanno insegnato a scuola! > > urlò Thorin, seduto sulle gradinate, vicino al campo.
Kili bollì di rabbia, riafferrò la spada e si lanciò contro Dwalin, sconfiggendolo.
< < Non male marmocchio – sorrise Dwalin rialzandosi – quando ti ritroverai di fronte un orco, non avrà pietà. Ti torturerà psicologicamente e fisicamente. Non lasciarti abbattere dalle difficoltà. Ti svelo un segreto ragazzo : a scuola facevo pena, persino in combattimento. Giarda ora > > sorrise modesto. “
 
< < . . Anche le persone più forti hanno dovuto affrontare tante difficoltà- finì di raccontare -  Ognuno hai suoi limiti. Ma vedrai che raggiungerai i tuoi traguardi > >
< < Io voglio diventare un arciere! Come il cugino Kili! Anzi, ancora più forte! > > disse esaltato alzandosi in piedi, sul letto e immaginando di avere in mano un arco.
Sharon rise e lo ammonì di sedersi, per evitare di scivolare.
< < Ora dormi, è tardi > >
Balin si sistemò nel letto e la madre premurosa gli sistemò le coperte.
< < Buona notte mamma. Ti voglio bene > >
< < Anche io, tanto > >
 
Quella notte, Sharon decise di dormire lontana dal marito, così, sistemò delle coperte sul divano.
Sentì la porta del soggiorno aprirsi leggermente e appena vide la figura di Thorin sbuffò, rimanendo indifferente.
< < Flora è tornata a casa > >
< < Oh. Perfetto. Vado a salutarla > >
Sharon fece per uscire dalla porta, aveva una buona scusa per evitare di parlare con Thorin, ma il nano le bloccò la strada, ponendosi di fronte a lei.
< < Sharon, mi dispiace io . . > >
< < Stai zitto! Sono stanca dei tuoi sbalzi d’umore. Tanto . . tu sei il re Durin, può dire e fare tutto quello che vuole . . > > canzonò la moglie.
Thorin le afferrò prepotentemente il braccio, sfidandola con lo sguardo.
<  <Non provocarmi > >
< < Non mi fai più paura ormai. Sono adulta Thorin! Non sono il tuo burattino! > >
Sharon alzò la voce, stupendo il marito della sua intrepidezza.
< < Cerco solo di fare il mio dovere! > >
< < Per te l’importante è fare il RE giusto? Ma ricordati che sei anche il padre di due meravigliosi ragazzi! > >
Thorin si ammutolì, sapeva che Sharon aveva ragione.
< < A volte bisogna assumere questi atteggiamenti . . > >
Thorin riusciva sempre a trovare delle scuse per mascherare i suoi errori.
< < Thorin > >
Lo chiamò Sharon, con tono preoccupato, toccandosi la fronte.
< < . . altrimenti diventeranno solo ragazzini viziati > >
< < Thorin > > lo richiamò sperando che la stesse ad ascoltare. Appoggiò una mano sul tavolo e chiuse gli occhi, cercando di trovare ossigeno.
< < Ecco perché mi comporto così! > >
Thorin notò le gambe della moglie tremare, corse da lei e le afferrò le spalle. La richiamò più volte, preoccupato della sua salute.
Svenne tra le sue braccia e in quel momento, Thorin dimenticò tutto ciò che si erano urlati pochi minuti fa.
< < Tesoro, cosa succede? Rispondimi! > >
Tentò di scuoterla, inutilmente. La prese in braccio e corse fuori dal soggiorno.
< < Aiutatemi! Per favore! Chiamate un medico! – urlò correndo per i corridoi, richiamando l’attenzione dei servi – amore, ti prego, resisti! > >
 

 
 
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9
 

 
 
Sharon peggiorava da giorno in giorno. Thorin gli stette vicino 24 ore su 24, uscendo dalla stanza dell’ospedale soltanto quando giungevano i figli e lo costringevano a distrarsi un po’.
< < Vedrai, andrà tutto bene > > le disse Thorin accarezzandole una guancia e tenendole una mano.
Sharon sorrise amaramente e scosse la testa.
< < Hai sentito anche tu il dottore, non ci sono speranze > >
< < Il dottore non sa fare il suo lavoro! > >
< < Non sempre va tutto rose e fiori Thorin. Non tutte le malattie sono curabili. Non c’è niente da fare > > continuò.
A Thorin gli si strinse il cuore vederla così debole, sdraiata in quel lurido letto. Avrebbe dato la vita per lei.
Si fece sfuggire una lacrima e posò la fronte sulla mano liscia di Sharon, la quale gli alzò il viso con un dito, costringendolo a guardarla.
Sharon sorrise dolcemente.
< < Non lasciarti abbattere. Io rimarrò sempre qui - disse poggiando una mano sul cuore di Thorin – ti amo e ti amerò per sempre > >
< < Ti amo > > sussurrò Thorin, avvicinando le labbra sulle sue, tremanti. Fu un bacio lungo, con la triste consapevolezza che sarebbe stato l’ultimo.
< < Rimarrai l’unica donna della mia vita finché il mio cuore non cesserà di battere > >
< < Abbi cura dei nostri figli Thorin, sei un marito e un padre fantastico, con le tue qualità e i tuoi difetti > >
Thorin annuì con la testa, singhiozzando e soltanto quando Sharon chiuse lentamente gli occhi comprese.
< < Mamma, papà, sono pronta a raggiungervi > > sussurrò Sharon, tenendo gli occhi chiusi, sorridendo, vedendo finalmente la luce.
Thorin la chiamò più volte, la scosse leggermente. Toccò il suo polso, accorgendosi disperatamente che il suo cuore si era fermato.
< < Dottore! – urlò uscendo dalla stanza – vi prego! > >
Afferrò il primo medico che era nei paraggi e lo trascinò violentemente nella stanza di Sharon, supplicandolo di fare qualcosa.
Flora e Balin erano appena entrati nell’ospedale e notando l’atmosfera piuttosto tesa, corsero anch’essi dai loro genitori.
Il dottore scosse la testa e abbassò il fonendoscopio.
Flora e Balin avevano capito sin da subito e piansero sul capezzale della madre. Thorin iniziò a tremare e si voltò, chiudendo gli occhi, trattenendo le lacrime.
< < Mi dispiace tanto Sire > > mormorò poi il dottore, appoggiando una mano sulla sua spalla, guadagnandosi la visione di un Thorin furente.
< < TU! LURIDO DOTTORE DA QUATTRO SOLDI! > >
Lo afferrò per il colletto del camice e lo sbatté contro il muro.
< < E’ IL TUO LAVORO! AVRESTI DOVUTO SALVARLA! > >
< < BASTA! – gridò Flora mettendosi in mezzo – papà, lascialo stare! > > lo rimproverò spingendolo.
Le grida e i rumori richiamarono l’attenzione degli infermieri, i quali accorsero immediatamente nella stanza, prendendo Thorin per le braccia e cercando di calmarlo.
< < E’ irrispettoso! – continuò Flora – nostra madre è morta. Papà, ti sembra corretto comportarti così?! > >
Thorin fu tentato di risponderle, ma la presenza di Sharon lo tranquillizzò. Si calmò e si fece cadere su una sedia, mettendosi le mani tra i capelli e piangendo.
 
Al funerale di Sharon, tanti la descrissero come una bravissima persona, rispettosa e dolce verso le altre persone. I suoi amici ricordarono i momenti più belli trascorsi con lei, così come quelli più divertenti, per smorzare un po’ la tensione e la tristezza.
Gli ultimi a fare il discorso, furono i figli, i quali non persero le speranze. Sharon aveva insegnato loro i valori più importanti della vita e di questo furono grati.
< < . . per questo padre, non lasciarti abbattere – dissero guardandolo – la madre rimarrà per sempre nei nostri cuori > >
Thorin sorrise e abbracciò i figli, appena scesero dal palco.
Fu Dain a concludere la cerimonia funebre, insieme al coro di Erebor, che intonarono una dolce canzone, mentre la bara venne calata nella buca scavata nel terreno.
< < Io rimango ancora un po’ qui > > disse Thorin ai figli, mentre tutta la gente si allontanava tristemente dal luogo di sepoltura.
Osservò la lapide e il ritratto di sua moglie incorniciato da piccoli gioielli e con il cuore a pezzi, scoppiò in un pianto disperato, inginocchiandosi e abbassando lo sguardo.
 
Da quando Sharon aveva lasciato per sempre i suoi amici, la vita di Thorin non era più la stessa. Flora e Balin furono gli unici della famiglia ad essersi rimboccati le maniche e ad aver continuato, serenamente. Quando era ora di pranzo e cena, Thorin non parlava. Si stava facendo affogare nel dolore.
Una sera, solo una musica melodiosa si poteva sentire nel soggiorno, al centro del quale Flora stava ballando.
< < Papà > > lo chiamò Balin dopo cena, mentre Thorin stava leggendo una pergamena.
Thorin rispose con un grugnito.
< < Mi sono iscritto al corso di tiro con l’arco, Kili dice che sono bravo e per questo, settimana prossima parteciperò al torneo, verrai a vedermi? > > domandò entusiasta.
< < Oh . . bravo ragazzo – sorrise Thorin arruffando i suoi capelli – certo che ci sarò > >
Per Balin fu un’emozione unica. Sentire il Sì di suo padre. Sarebbe venuto a sostenerlo e a fare il tifo per lui. Non lo avrebbe affatto deluso.
< < Te la cavi bene > > si complimentò Balin sedendosi sul divano, guardando la sorella.
< < Ho compreso che la danza è la mia passione, mi piace molto – disse fermandosi per bere un po’ d’acqua – ho iniziato a prendere qualche lezione e a fine anno daremo un saggio, durante la festa del Dì di Durin > >
< < Chissà come reagirà Higil – disse maliziosamente il fratello – e anche Fundin > >
< < Fundin? > > domandò inarcando un sopracciglio.
< < Oh andiamo, lo sanno tutti che ti fa la corte > >
Thorin si voltò di scatto e guardò il figlio minore, il quale si zittì immediatamente.
< < Scherzavo eh papà > > finse di ridere, voltando lo sguardo, mentre Thorin si avvicinava ai figli.
< < Stai ancora con quell’Higil? > > domandò poi a Flora, incrociando le braccia.
< < Sì, è un bravo ragazzo e ci sto bene con lui > > precisò Flora raccogliendosi i capelli.
< < Anche Fundin, se per quello > > precisò Thorin.
< < Papà! Non ci mettere anche tu ora! > > lo rimproverò.
Thorin sorrise e scosse la testa. Flora e Fundin sono sempre stati grandi amici. Solo amici. Ma Thorin era sicuro che anche loro si sarebbero innamorati, proprio come lui e Sharon.
Per Durin, quanto le mancava.
Si avvicinò all’attaccapanni e indossò il lungo mantello.
< < Dove vai ? > > gli domandarono i figli all’unisono.
Thorin si fermò sulla soglia della porta e attese alcuni secondi prima di rispondere.
< < Vado in taverna > >

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10

 
 
 
< < Vado in taverna > > disse Thorin preparandosi.
< < Papà! È da settimane che non fai altro che andare in taverna! Ti fa male! > > lo trattenne Flora per il braccio.
< < TU non dire a ME cosa devo o non devo fare! > > la rimproverò puntandosi il dito contro il petto.
< < Lo facciamo per te – continuò Balin – non fai altro che ubriacarti! > >
< < Cosa importa? > > disse freddamente uscendo dalla porta.
Flora e Balin si guardarono preoccupati ed ebbero subito la stessa idea. Entrambi si abbassarono e afferrarono il padre per le caviglie.
< < Ma cosa state facendo?! – domandò inarcando un sopracciglio – vi sembra un comportamento adeguato per dei principi? > >
< < Però ci prometti che non ti ubriacherai > > disse Flora facendo gli occhi dolci.
< < Va bene marmocchi > > sospirò Thorin sorridendo ai figli, invitandoli a rialzarsi. Cinse loro per la vita e posò un bacio sulle loro fronti.
Tuttavia, i figli non erano molto sicuri del suo “ Va bene”. Lo conoscevano fin troppo bene.
< < Più tardi, verrai a vedermi? – domandò Balin – ci sarà il torneo di tiro con l’arco e il cugino Kili mi aveva incitato a partecipare > >
< < Ma certo! Sarò lì a fare il tifo per te! > >
< < Sono le semi-finali, ti prego, fai in modo di esserci > > lo pregò Flora.
< < Ci sarò, te lo prometto Balin – lo rassicurò, baciandogli la fronte - ci vediamo più tardi > >
I figli lo guardarono uscire dal palazzo e Flora sospirò.
< < Lo ha promesso, stai tranquilla > > la rassicurò Balin.
Thorin andò nuovamente in taverna e come sempre ordinò molti bicchieri di birra, nonostante il locandiere, al bancone, tentasse di dissuaderlo. Ma ovviamente, Thorin non voleva sentire ragioni.
Fece un sorso e si voltò leggermente verso destra notando una coppia felice, seduta ad un tavolo. La nana stava schiaffeggiando amichevolmente il suo compagno, il quale le scoccò un dolce bacio.
In quel momento, Thorin osservò il suo anello di matrimonio. Un duro colpo al cuore.
Chiuse gli occhi e strinse i pugni, trattenendosi, continuando a bere.
< < Sei insopportabile! > > disse una nana passando dietro di lui, inseguita a sua volta dal suo compagno.
< < Oh avanti, non è successo niente di male > > disse il nano allargando le braccia.
< < Sei molto distratto, te lo devo ripetere mille volte! > >
< < Scusami amore, starò più attento > >
< < Non possiamo continuare così se non la smetti > >
< < E cosa vorresti dire con questo? Che mi lascerai solo perché sono così > >
BASTA!
Tuonò Thorin girandosi di scatto.
< < Siete diversi, sì. Dovete accettarvi per ciò che siete, nonostante i difetti e i problemi, altrimenti non è amore > >
< < Sire, lo dice perché non abita insieme a questo qua > > disse la nana ironicamente e guardando in malo modo il compagno.
< < Se ti do così fastidio, allora posso andarmene da un’altra parte > > continuò a punzecchiarla il marito.
< < Allora non capite proprio! – li fermò Thorin – Signorina, ritieniti fortunata ad averlo accanto a te! Immaginate se uno dei due morisse . .  > >
I nani rimasero in silenzio e si guardarono.
< < Come vi sentireste se accadesse qualcosa del genere? Ve lo dico io: non vorreste altro che tornare indietro nel tempo; vorreste evitare tutte le discussioni avute e trascorrere tutto il tempo possibile con il proprio partner, direste “ Ti amo” più spesso. La vita è una sola, ricordatevelo! La vita è breve, non sprecatela per stupidaggini! Quindi non fate i poppanti e risolvete i vostri problemi! > > Concluse rigirandosi e continuando a bere, zittendo finalmente la coppia.
 
Intanto, Balin entrò in campo, con il proprio arco, tenendo lo sguardo rivolto a terra, mentre veniva incoraggiato dai suoi amici.
< < Ma guardate, Balin III alle semi-finali > > rise un avversario.
< < Non ti qualificherai mai > > disse un altro.
< < Balin sarà l’ultimo a ridere, quando vi batterà in un solo tiro > > gli fece la linguaccia Amikals, figlio di Kili.
< < Non dargli retta, sono solo degli idioti > > lo tranquillizzò Filiol, figlio di Fili, facendolo sedere sulle gradinate.
Prese poi un asciugamano e lo strofinò dietro il collo dell’amico, mentre Amikals gli massaggiò le spalle.
< < Dov’è mio padre? > > si domandò guardando tra il pubblico. Riconobbe sua sorella Flora, seduta accanto alle sue amiche, ma di Thorin non c’era nessuna traccia.
< < Arriverà, tranquillo, te lo ha promesso > >
< < Arriverà in ritardo, come sempre > >
OGNI PARTECIPANTE VADA NELLA SUA POSIZIONE
< < Avanti Balin, in postazione numero 13 > > lo chiamò Kili, avvicinandosi e dandogli una pacca sulla spalla. Balin vide gli altri avversari guardandolo con sfida e fu in quel momento che Balin non desiderava altro che sotterrarsi.
< < Io mi ritiro > > disse indietreggiando.
< < Non se ne parla nemmeno! Fai vedere di che pasta sei fatto! Credo molto in te! Sei stato un ottimo studente! Non fallirai > > lo incoraggiò, guardandolo negli occhi.
Balin fece un respiro e si mise in posizione.
Ogni partecipante scoccò diverse frecce e i giudici eliminarono di volta in volta coloro che fecero meno punti. A fine torneo, sarebbero rimasti soltanto due vincitori, che avrebbero gareggiato un altro giorno, nella finale.
SIAMO GIUNTI ALLA FINE DEL TORNEO, SIETE RIMASTI IN TRE, SOLTANTO DUE POTRANNO ACCEDERE ALLA FINALE, CHE SI TERRA’ FRA UNA SETTIMANA.
Balin fu il primo a tirare, prese la mira e scoccò la prima freccia, che non colpì il bersaglio. Si salvò grazie al secondo tiro.
Si voltò verso il pubblico, che lo applaudiva e fischiava, urlando il suo nome, e si inchinò.
Il secondo partecipante scoccò le frecce e colpì con entrambe il bersaglio, mentre il terzo fece non colpì nemmeno il paglione.
I vincitori furono Balin e un altro nano, suo acerrimo nemico.
< < Grande fratellino!!! > > esultò sua sorella scendendo in campo e sollevandolo, mentre Kili e Fili gli arruffarono i capelli.
< < Non me lo sarei aspettato > > sorrise ancora incredulo.
<  < Ma smettila, sei bravissimo! Hai preso da me, ovviamente > > disse modesto Kili, alzando le spalle.
Dwalin gli diede una sberla sulla spalla e lo spinse leggermente
< < Papà? > > domandò in seguito guardandosi attorno.
I suoi amici si guardarono, silenziosamente, ma nessuno di loro rispose.
< < Non l’abbiamo visto tesoro > > disse Gloin dispiaciuto.
Balin annuì e abbassò lo sguardo.
< < Immaginavo > > mormorò mollando l’arco, che cadde rumorosamente a terra, mentre Balin si allontanava dal campo e ignorava i complimenti che gli rivolgevano le altre persone.
 
Thorin, rimasto in taverna, era ormai brillo. Giocò a carte con alcuni nani, scommettendo soldi.
Uno di loro approfittò della sua ubriachezza per imbrogliare, tuttavia, Thorin se ne accorse e la sua reazione fu parecchio inquietante. Il Re Durin girò attorno al tavolo, avvicinandosi e afferrandogli il colletto della camicia, costringendolo a restituirgli metà del denaro.
Il nano si rifiutò e così si guadagnò un pugno in faccia.
< < Avanti, vieni qui, ti aspetto > > lo sfidò Thorin, mentre l’altro nano si ripuliva il sangue che colava dalla bocca con la mano.
< < Non mi sei mai piaciuto Thorin Durin e non mi interessa se sei il Re > > disse il nano piombando su di lui e facendolo cadere a terra, colpendolo.
Giunsero in tempo Dwalin, Kili e Fili che lo fermarono.
< < Smettetela subito! > > gridò Dwalin.
< < Vieni qui! Non ho paura di te! Codardo! > > continuò Thorin, trattenuto per le braccia da Kili e Fili.
Dwalin calmò l’altro nano e impiegò un po’ a convincerlo a restituire il denaro.
< < Andiamo via da qui, Thorin Durin non avrà una bella reputazione > > concluse il nano rivolgendosi ai suoi amici ed uscendo dal locale.
< < Devo picchiarlo! Lasciatemi andare! > > gridò Thorin ubriaco, scalciando.
< < Ti riportiamo al palazzo Thorin! Ma guarda come sei ridotto! Ancora una volta > > lo rimproverò Dwalin mentre Fili e Kili lo strattonavano.
Quando giunsero al palazzo, Flora ringraziò il cielo che lo avessero trovato.
< < Lo abbiamo trovato in taverna > >
< < Grazie mille ragazzi > > sorrise Flora, più tranquilla.
Thorin chiuse leggermente gli occhi e si lasciò andare, così, Kili e Fili lo sollevarono nuovamente e lo fecero sdraiare sul divano.
< < Avete fatto tanto, ci penso io a lui ora > > disse dolcemente ai tre nani.
<  <Sicura? Ti facciamo compagnia se vuoi > > disse Kili.
< < No, sono troppo arrabbiata con lui – disse Flora con tono serio e dando un’occhiata al padre – quando si riprenderà gli farò un bel discorsetto > >

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


CAPITOLO 11
 

 
Thorin si risvegliò, si strofinò gli occhi e sbadigliò, trovandosi sdraiato sul divano.
< < Cosa . . cosa è successo? > > mormorò alzandosi col busto e massaggiandosi la testa. Si guardò attorno e vide sua figlia appoggiata al tavolo, mentre lo guardava furiosa e a braccia conserte.
< < Flora > >
< < Stai zitto! – gli disse, per niente preoccupata della reazione di suo padre, il quale, stupito, alzò un sopracciglio – ci avevi promesso che non avresti bevuto! > >
< < Flora . . > >
< < No papà! Lascia parlare me! Siamo stanchi! Tra l’altro, non sei nemmeno venuto a vedere la gara di tiro con l’arco! > >
Balin era appena entrato nella stanza e si avvicinò timidamente alla sorella, guardando con delusione suo padre.
Thorin si rialzò velocemente e corse da suo figlio per abbracciarlo, tuttavia, Balin indietreggiò.
< < Perdonami > > mormorò inginocchiandosi e guardandolo dal basso.
< < Le tue scuse non funzioneranno > >
< < Vi prometto che non accadrà più > > disse disperatamente.
< < No Papà. Ci hai promesso tante cose e non hai mai mantenuto niente > >
< < Non è vero! – ruggì Thorin – vi ho dato al mondo, vi ho amato e vi amo, per voi darei la vita! > >
< < Non lo dimostri! > > singhiozzò Balin. Scosse la testa e uscì dalla stanza piangendo.
< < Tu non aprir bocca! > > la invitò Thorin, vedendola furiosa.
< < E’ inutile papà. E’ inutile affogarti nel dolore – il tono di Flora era diventato più dolce - La mamma non tornerà. Bisogna continuare a vivere > >
< < Non posso > > mormorò voltandosi e stringendo i pugni.
< < Papà . . non vedi che io e Balin stiamo soffrendo? La mamma è morta. Ora anche tu sembri morto > >
Thorin si voltò velocemente e diede uno schiaffo sonoro alla figlia, la quale cadde sul pavimento.
< < Non parlarmi più in quel modo signorina – le disse puntandole il dito – ricordati che sono tuo padre e mi devi rispetto per tutto quello che ho fatto per te, per Balin! > >
Flora singhiozzò e si massaggiò la guancia, diventata rossa per lo schiaffo. Si alzò velocemente e scappò, sotto lo sguardo incredulo di Thorin, il quale si accasciò con le ginocchia sul pavimento. Iniziò a tremare e si guardò le mani, le mani che avevano osato toccare sua figlia, la sua Flora.
< < Cosa ho fatto . . > > mormorò. Posò una mano sul cuore e abbassò lo sguardo, bagnando il pavimento di lacrime.
Flora, intanto, uscì dal palazzo, arrivò alle stalle e vide il suo vecchio amico Fundin. Si bloccò ed esitò prima di avvicinarsi.
Fundin stava accarezzando il muso del cavallo, baciandolo. Percepì di essere osservato, così, si guardò attorno e appena vide Flora in lontananza, le sorrise.
Flora sorrise a sua volta e corse verso di lui, gettandogli le braccia al collo, continuando a piangere.
< < Shhh. . calma piccola > > cercò di tranquillizzarla accarezzandole la testa.
La fece sedere e la abbracciò.
< < Cosa succede? > >
< < Papà . . – tirò su col naso – da quando mamma è morta, lui non è più lo stesso . . > >
< < Dwalin, mio padre – disse dolcemente - mi ha raccontato che è successa la stessa cosa quando è morto Balin, che Thorin considerava come un padre. È stato l’amore di Sharon ad aiutarlo ad andare avanti > >
< < Ci sto provando, ma . . non funziona > >
< < Tu sei fidanzata con Higil, Balin sta diventando un bravo arciere . . state crescendo . . forse Thorin si sente trascurato > > pensò.
< < E’ diventato più irascibile del solito . . come faccio ad aiutarlo? Anche lui deve sforzarsi > >
Le scese una lacrima, tuttavia, Fundin gliela fermò con il dito e le accarezzò una guancia.
< < Provate ad avvicinarvi maggiormente a lui. Tu e Balin siete riusciti a superare velocemente la perdita, ma lui no. Lui ha bisogno di voi, ha bisogno di sentire la vostra presenza > >
Flora gli sorrise e annuì, asciugandosi velocemente le lacrime, per poi abbracciarlo. Fundin le mancava, non poteva negarlo. Erano amici sin da quando erano piccoli e lo aveva trascurato molto in quel periodo. Non meritava la sua amicizia dopo averlo abbandonato, ma Fundin era ancora con lei, a consolarla nel momento del bisogno.
< < Lascia stare la mia ragazza! > >
< < Higil . . > > mormorò Flora alzandosi velocemente in piedi, mentre i due ragazzi si guardavano con aria di sfida.
< < Stai lontano dalla mia ragazza! > >
< < Mi ha solo aiutata Higil > > lo tranquillizzò poggiando una mano sul suo petto.
< < Io e Flora siamo amici da tanto tempo, tu non puoi negarmi di vederla > > disse Fundin con aria di sfida e incrociando le braccia.
< < Ora lei è MIA. Quindi non devi impicciarti > >
Cinse Flora per un fianco, attirandola a sé e si allontanò, guardandolo fulmineo.
Flora si voltò verso Fundin, gli fece l’occhiolino e gli mimò con la bocca un grazie, rassicurandolo che non lo avrebbe mai più abbandonato.
< < Stai calmo Higil! Fundin è un caro amico . . > >
A sentire quelle parole, Fundin sorrise forzatamente e sospirò, tornando alle sue attività quotidiane.
 



Intanto, Thorin si diresse verso la sua camera. Era debole, le gambe gli tremavano. Si appoggiò ad un mobile e iniziò a piangere nuovamente, quando sentì il vento scompigliargli i capelli. La finestra si era aperta all’improvviso e le tende svolazzavano.
Thorin andò a richiudere la finestra e indietreggiò, continuando a singhiozzare.
Sentì qualcosa toccargli la nuca, per questo si voltò di scatto. Ci fu un altro rumore dietro di lui. Si voltò ancora una volta, ma si accorse che era solo in camera.
< < Chi c’è? Cosa succede? > >
Un altro rumore.
Qualcosa era appena caduto.
Il ritratto di Sharon, incorniciato, appoggiato sul comodino, era appena caduto.
Corse a raccoglierlo, accarezzando con il pollice il viso di Sharon. Una lacrima gli rigò una guancia e si versò sul viso di Sharon. Thorin non fece in tempo a ripulirlo, in quando notò una luce abbagliante dietro di lui. Lentamente si voltò e la vide.
Il suo amore.
Il suo angelo.
Fece cadere il ritratto e si inginocchiò, incredulo.  Lei era dinanzi a lui, in piedi, con un bellissimo abito bianco.




Il desiderio di abbracciarla e baciarla era molto forte, tuttavia, sapeva di aver sbagliato ogni cosa, di essersi comportato in modo spregevole, non solo con lei, ma anche e soprattutto con i suoi figli, con i loro figli.
< < Thorin  > > mormorò Sharon scuotendo la testa, delusa. Thorin abbassò lo sguardo e annuì, vergognandosi di se stesso. Sapeva benissimo a cosa si riferiva.
< < Non merito l’amore di nessuno, lo so. Non merito di vivere in questo mondo > > disse con le lacrime agli occhi.
Sharon gli alzò il mento con due dita e lo guardò negli occhi, si perse in quegli occhi, arrossati dal pianto,  color oceano che ha sempre amato e che amerà per sempre.
< < Perché ? > >
< < Non posso farcela senza di te . . prima i miei genitori, mio nonno, Balin, tu . . non posso > > singhiozzò.
< < Hai Flora e Balin > >
< < Sono un emerito idiota – si asciugò una lacrima con la manica del vestito – mi odiano. Ho deluso tutti quanti e . . > >
< < Shhh – lo fermò Sharon posando l’indice sulle sue labbra – leggo la tua sincerità nei tuoi occhi. Ascolta amore – disse dolcemente prendendogli entrambe le mani – comprendo il tuo dolore. Non è facile sopportare la perdita delle persone che amiamo. Io, i tuoi parenti, i tuoi amici caduti in battaglia, morti per malattia . . siamo qui – disse posando una mano sul suo cuore – vivremo per sempre nel tuo cuore, fino a quando non ci ritroveremo, un giorno, a Valinor, tutti insieme > >
Thorin scosse la testa.
< < Guardami – gli prese il viso tra le mani e sorrise – tu hai ancora tanti anni da vivere e non sei solo. Hai i tuoi amici, Kili, Fili, Flora e Balin. Vivi per loro amore mio. Hanno bisogno di te più che mai > >
< < Ma li ho delusi . . > >
< < Sei il loro papà. Ti amano tantissimo. Ma se parlerai col cuore, riceverai il loro perdono > >
Sharon, vedendolo più tranquillo, gli asciugò le lacrime e si avvicinò per posargli un bacio passionale.
< < Ti amo Thorin, ti amerò per sempre > >
< < Anche io . . non sai quanto - sorrise Thorin stringendola – com’è Valinor ? > > domandò curioso.
< < Bellissimo amore. Ci sono bianche sponde e al di là di queste, un verde paesaggio sotto la lesta aurora. Ti prometto che ci rincontreremo > > concluse Sharon indietreggiando lentamente, per poi svanire lentamente, sotto lo sguardo felice di Thorin. La amava, eccome se l’amava. Ancora una volta non lo aveva abbandonato nel momento più buio della sua vita. Ancora una volta lo ha salvato e non la ringrazierà mai abbastanza.
Ti prometto che ci rincontreremo “
< < Non ti deluderò amore mio. Grazie > > sorrise ripensando alla frase e guardando verso il cielo.

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


CAPITOLO 12

< < Va bene. Lascerò in pace il tuo “ amico “ Fundin > > sospirò Higil alzando gli occhi al cielo e preparando il suo pony.
< < Sei arrabbiato con me? > > domandò Flora avvicinandosi a Higil e accarezzandogli il petto.
Higil sorrise e scosse la testa.
< < Vieni qui principessa > > le cinse la vita con un braccio, attirandola a sé e la baciò, per poi alzarla di peso, facendola sedere sul pony.
Si strinse maggiormente a Higil, sentendo i suoi perfetti addominali.
< < Dai, andiamo a fare una passeggiata nel bosco > >
Giunsero vicino ad un cipresso, Higil scese dal pony e afferrò Flora per i fianchi, aiutandola a scendere. Si presero per mano e passeggiarono lungo un prato fiorito, lo stesso dove amavano trascorrere le giornate lei e Fundin.
Flora sorrise amaramente, si abbassò e accarezzò leggermente tutti quei bellissimi fiori bianchi e facendo attenzione a non sciuparli, fino a quando non si sdraiò supina.
Hugil si sdraiò accanto a lei, raccolse una margherita e le accarezzò il naso con la stessa, facendola sorridere.
< < Sono molto fortunata ad averti > > sorrise Flora poggiando la mano sulla sua guancia.
< < No, sono io il più fortunato > > le disse dandole un bacio a stampo.
Poi, la aiutò a rialzarsi e continuarono a passeggiare, arrivando vicino ad una casetta di legno abbandonata.
< < Un fattore viveva qui > > pensò Flora guardando l’interno dalla finestra. Entrò all’interno e notò che un bellissimo tavolo, grandi cassetti, un divanetto e un ampio letto.
Subito, si sentì abbracciare da dietro. Higil le baciò dolcemente il collo, facendola sospirare e facendola trasportare in bellissime emozioni.
Tuttavia, Flora sobbalzò appena sentì una mano del ragazzo infilarsi sotto la sua maglietta e all’interno dei suoi pantaloni.
< < H- Higil > > mormorò preoccupata e scostandolo leggermente, voltandosi verso di lui.
< < Siamo soli, perché non possiamo approfittarne? > > disse Higil stringendole i fianchi e bloccandola contro il muro, dandole un altro bacio, più vorace.
< < Io non voglio > > replicò Flora premendo le mani sul suo petto per allontanarlo.
< < Dai, sarà bellissimo > > continuò lui iniziando a toccarla dappertutto.
Di conseguenza, Flora gli diede uno schiaffo sonoro. Non poteva credere a ciò che aveva appena fatto. Era sempre stata posata e picchiare qualcuno era l’ultimo dei suoi pensieri.
Si staccò da Higil e si avviò verso la porta, ma Higil la afferrò violentemente per il polso e nel tentativo di fuga, Flora cadde a terra, sbattendo il fianco contro lo spigolo del tavolo.
Gemette di dolore e cercò di alzarsi. Higil la sollevò di peso e la guardò dritta negli occhi. occhi così glaciali e distaccati, diversi da come li aveva visti la prima volta, quando si era innamorata di lui.
Urlò disperatamente, ma Higil le tappò la bocca con una mano, mentre si abbassava i pantaloni.
A interromperli furono dei rumori di passi che spezzavano i rami all’esterno.
In pochi secondi, una banda di orchi circondò la casa.
Higil si risistemò velocemente e sguainò la spada verso un orco, poi un altro . . erano troppi.
< < Oh ma chi si vede – sghignazzò il capo – la figlia del re > >
< < Siamo proprio fortunati > >
Flora indietreggiò, tremando dalla paura.
< < E quella pulce chi sarebbe? > >
< < Sono Higil se non vi dispiace , brutto lerciume che non sei altro > > disse puntando la spada, tremando e facendogli la linguaccia.
Un orco ringhiò e fece per aprire la porta, ma il leader lo fermò.
< < Non se ne staranno dentro per molto, rendiamo le cose più facili > > rise dando l’ordine ad un suo compagno, che appiccò un incendio.

Intanto, Thorin, contento, uscì dalla sua stanza e camminò per il palazzo canticchiando, sotto lo stupore delle sue guardie e dei suoi amici.
< < Ehm . . amico . . stai bene? > > gli domandò Dwalin alzando un sopracciglio.
< < Mai stato meglio > > sorrise e respirando l’aria buona.
< < Hai visto Fili e Kili? > >
< < Dovrebbero essere alle stalle > >
< < Grazie mille amico! > >
Gli diede una pacca amichevole e corse via, mentre Dwalin si massaggiava la testa.
< < Quello è matto > >

< < Kili! Fili! > >
I due fratelli sobbalzarono e si voltarono di scatto, mettendo le mani dietro la schiena.
< < Zio! Noi abbiamo fatto tutto! > > disse Kili sorridendo imbarazzato.
< < Non abbiamo dimenticato niente > > continuò Fili annuendo.
< < Ma siete ancora qui a lavorare? > > sorrise Thorin appoggiando le mani sulle loro spalle.
I fratelli si guardarono, sorpresi, e alzarono un sopracciglio, annuendo.
< < Ma non avete visto che oggi la giornata è proprio bella? Dovreste andare a fare una passeggiata . . > >
< < Papà, guarda cosa ho creato . . > > dissero Amikals e Filiol avvicinandosi ai ragazzi.
< < Oh . . ecco i miei piccoli nipotini - disse Thorin scompigliando loro i capelli – avete creato delle fionde! > >
< < Ehm . . sì . . no . . > > dissero imbarazzati e nascondendole dietro la schiena.
< < Potete fare uno scherzo alla vostra maestra . . se lo merita – sussurrò nelle loro orecchie – l’ho appena vista nel suo giardino > >
Amikals e Filiol sgranarono gli occhi e si diedero il battimano, non perdendo altro tempo.
< < Zio . . ma stai bene? > >
< < Certo! Vi voglio bene nipoti miei! > >
Li abbracciò, stringendoli forte, quasi da soffocarli.
Mancavano i suoi figli.
Li cercò da tutte le parti, tuttavia, la campana d’allarme lo fece sobbalzare.
La gente iniziò ad agitarsi e correre da tutte la parti. Era successo qualcosa di grave.
Thorin tornò nel palazzo e cercò Dwalin.
< < Cosa sta succedendo? > > domandò.
< < Orchi, inoltre c’è del fumo nel bosco, laggiù > > gli indicò l’amico.
Thorin scese di corsa verso la fortezza e richiamò tutti i guerrieri, guidati da Dwalin, capo delle guardie, che si schierarono nelle rispettive posizioni e corsero nel bosco.
Thorin corse al villaggio e vide Balin vicino al ponte di Dale. Si fece largo tra la folla e lo raggiunse.
< < Vieni via > > ordinò avvicinandolo a sé - Dov’è tua sorella? > > continuò prendendolo per le spalle.
< < E’ con Higil, nel bosco > > disse preoccupato indicando il bosco.
Thorin spalancò gli occhi, mentre la paura lo stava di nuovo assalendo. Si voltò e vide il fumo che divampava velocemente nel cielo.
Chiuse gli occhi per un secondo e nella mente scorrevano ancora le immagini del drago e le fiamme che per poco avrebbero ucciso la donna che amava.

Thorin stava correndo per le vie di Dale, non facendo caso agli scontri con gli altri nani e uomini del villaggio che tentavano una via di fuga.
Raggiunse la casa della sua amica Sharon e notò che era circondata ormai dalle troppe fiammel.
< < Maledizione! – ringhiò Thorin – Sharon! > >
Cercò di chiamarla, ma non ottenendo alcuna risposta, sfondò la porta con un calcio e poi con l’ascia che teneva in mano. Appena entrò in casa, si guardò attorno e si coprì la bocca per evitare di respirare tutto quel fumo.
< < Sharon! Dove sei?! > > gridò nuovamente.
Salì le scale, facendo attenzione ai pezzetti di legno che cadevano dal soffitto. Vide la ragazza di cui era innamorato alla finestra.
< < Vieni via da lì! > > urlò raggiungendola e afferrandola per la vita.
< < No! – pianse Sharon cercando di dimenarsi – i miei genitori! Lasciami qui! > > urlò indicando la finestra.
Thorin guardò verso la sua direzione e notò che era stata appena frantumata. Smaug li aveva buttati fuori dalla finestra con una vampata, facendoli cadere in un vortice di fuoco.
Thorin scosse la testa, tristemente e senza sentir ragioni, la portò fuori, scappando lontano da Dale e dal drago.



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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


CAPITOLO 13

 
La campana di Dale continuava a suonare, mentre la gente cercava riparo. Thorin chiamò immediatamente Dwalin per radunare l’esercito. Alcuni uomini salirono a cavallo e alcuni nani salirono sui loro arieti, attendendo l’ordine del Re.
< < Zio! Cosa succede? > > domandò Fili raggiungendolo.
< < Orchi . . e mia figlia e Higil sono in pericolo > > disse Thorin serrando la mascella, facendosi coraggio e salendo in groppa ad un ariete.
< < Nicole! – la chiamò Fili – bada a Balin, io e Kili dobbiamo aiutare lo zio > >
La moglie corse dai ragazzi e prese Balin per le spalle, tranquillizzandolo e incitandolo a seguirla, nonostante le suppliche di rimanere.
< < Voglio aiutarli > > disse Balin preoccupato, con gli occhi lucidi e alzando lo sguardo verso la ragazza, mentre lo stringeva a sé.
< < Andrà tutto bene – lo tranquillizzò accarezzandogli il viso -vieni, Amikals e Filiol ci aspettano > >
 
 

 
 
< < Uomini! Nani! Du Bekar! > > gridò Thorin puntando la spada verso l’alto per poi indicare il bosco.
L’esercito lo seguì nel bosco, superando gli ostacoli dei cespugli troppo rigogliosi, alte radici e terreno deformato, cercando di capire da dove venisse il fumo.
All’improvviso, da un albero scese un orco, facendo cadere un nano dall’ariete.
< < Imboscata! > > urlò un uomo sguainando la spada e uccidendo l’orco prima che potesse avventarsi sul nano.
L’esercito fu subito attaccato dal branco di orchi, quest’ultimi erano di numero inferiore rispetto all’esercito di Thorin, per questo, i sopravvissuti furono costretti a fuggire.
< < Flora! – gridò Thorin guardandosi attorno e stando sempre all’erta, controllando che non ci fossero altri orchi nelle vicinanze – Flora! Dove sei?! > >
Scese dall’ariete e corse disperatamente per il bosco alla ricerca della figlia, quando fu attaccato dal capo degli orchi.
Thorin parò i colpi varie volte. L’orco era molto più forte di lui, quanto un Uruk- hai.
< < Verme viscido! Marcisci insieme ai tuoi amici! > > ringhiò Thorin cercando di colpirlo.
Tuttavia, l’orco riuscì a buttarlo a terra e fece per puntare la spada contro il suo petto, quando Thorin riprese in tempo la sua arma, facendo scontrare le loro lame.
< < La tua fine è vicino Thorin Scudodiquercia, così come quella della tua figlioletta prediletta > > sghignazzò l’orco avvicinando il viso a quello di Thorin, il quale fece un smorfia di disgusto. Quando sentì pronunciare il nome della figlia, il nano balzò in piedi e si mise sopra l’orco, allontanandogli la spada con un calcio e afferrandolo per l’armatura.
< < Che hai fatto a Flora?! > > urlò minaccioso.
< < E’ finita. È morta bruciata viva > > rise l’orco indicando con lo sguardo il fumo che continuava a salire.
< < Flora! > >
Thorin si alzò velocemente e fece per correre verso la direzione del fuoco e l’orco approfittò della sua debolezza per ributtarlo a terra.
Poggiò il piede sul suo petto, tenendolo fermo, ma subito, una spada lo trafisse.
< < Ehi Thorin, tutto bene? > > domandò Dwalin aiutandolo a rialzarsi tenendogli la mano.
Thorin annuì e si rialzò, iniziando a correre disperato.
< < Dove vai?! > > urlò in lontananza Dwalin, iniziando a seguirlo e stando al suo passo.
Thorin corse vicino alla casa e notò sul terreno le orme profonde degli orchi e fu in quel momento che trovò una scarpetta. La afferrò e la osservò.
Corse verso la finestra della casa , notando all’interno due corpi stesi a terra.
< < Nooooo! > >
Non c’era modo di entrare, sia le finestre sia la porta erano in fiamme. Si guardò attorno, per poi correre verso l’ariete, afferrando un’ascia.
Colpì violentemente la porta, fino a quando caddero i pezzi di legno.
Thorin saltò all’interno della casa, mentre Dwalin lo chiamava.
< < I ragazzi sono qua! Aiutami Dwalin! Per favore! > > lo supplicò tossendo a causa del fumo e coprendosi il naso e la bocca con il braccio.
Dwalin prese la rincorsa e saltò tra le fiamme, raggiungendo Higil.
< <Flora tesoro! Sono qui! > > mormorò Thorin girando il corpo della figlia, sdraiata a pancia in giù, con gli occhi chiusi, delle ferite sul corpo e il vestito strappato.
La afferrò per la vita e la sollevò, stringendola a sé, uscendo dalla casa, seguito da Dwalin, che teneva Higil in spalla.
< < Questo qua è pesante, peggio di un sacco di patate > > si lamentò Dwalin, tuttavia, Thorin non lo stava ascoltando, troppo preoccupato per Flora.
< < Resisti tesoro, ti scongiuro > > continuò a mormorare Thorin, baciando la fronte della figlia e tenendola per la vita, pronto ad appoggiarla sull’ariete.
Nel frattempo, anche gli altri nani e uomini tornarono dal loro Re e vedendo Flora e Higil si zittirono, preoccupati per le loro sorti.
< < Thorin, abbiamo perlustrato tutta la zona, li abbiamo uccisi tutti > > lo tranquillizzò un nano.
< < Molto bene, ma state comunque all’erta > > disse serio, per poi tirare le redini e tornando al palazzo, insieme a Flora e Higil, che avevano perso conoscenza.
< < Meglio far presto Thorin – lo avvertì Dwalin – Higil è in grave pericolo > >

 
Ciao a tutti. Mi scuso per l’immenso ritardo, ma con lo studio ho trascurato anche questa storia. Vi avverto che questo è il penultimo capitolo. Prima o poi, anche questa storia doveva concludersi . . ma in bene o in male? Flora sopravvivrà o no?
Intanto vi auguro buone feste e un felice Natale.
Bacioni <3
   Pritibi
 

 
 
 

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