Kidou Secret Service

di M3K1317
(/viewuser.php?uid=681330)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte Prima ***
Capitolo 2: *** Parte II ***



Capitolo 1
*** Parte Prima ***


KIDOU SECRET SERVICE

Erano passati svariati anni dal matrimonio tra Tachimukai e Haruna. I due avevano passato fantastici momenti insieme, e la loro gioia stava per raggiungere il culmine.
Ebbene sì! Aspettavano un bambino, o forse una bambina... Non lo potevano certo sapere, avendo optato per la sorpresa più assoluta.
Erano passati mesi dalla gradevole scoperta, e la signora aveva sviluppato un vistoso "pancione", segno che non poteva mancare molto.
Agosto si stava preparando a lasciare il posto a Settembre, mese della caduta delle foglie, dell'inizio della scuola, ma anche dell'anniversario dei due.
La coppia, stava aspettando il fratello di lei, Kidou, al quale avevano chiesto di fare tappa nell'ospedale cittadino, onde ritirare un referto medico, che avrebbe, finalmente, rivelato loro il giorno previsto per il parto. Kidou era un uomo puntuale come un orologio svizzero, e non tradì la sua fama nemmeno in quell'occasione.
"Haruna! Yuki!" esclamò nel vederli di fronte all'uscio in sua attesa. I due risposero con un gesto della mano, seguito dal cenno di entrare.
La coppia non godeva dell'edificio più imponente della città, ma non si lamentavano. La casa aveva tre piani, compreso il piano terra. Ogni piano era piastrellato in pietre rosse, il cui nome scientifico non era chiaro a nessuno. Una volta, Tachimukai aveva provato a scoprire cosa fossero, ma aveva gettato la spugna dopo essersi sentito dire per la terza volta "Rubino.", senza neppure fargli finire la frase. Evidentemente, appena si sentiva "Pietra rossa...", risultava automatico rispondere col nome della gemma. La moglie era certa che il fratello conoscesse perfettamente il nome del materiale delle piastrelle, ma lui si vergognava, decisamente, di chiedere al cognato.
Nel soggiorno c'erano un divano ed una poltrona, entrambi coperti con dei lenzuoli, sui quali apparivano i volti dell'Inazuma Japan. Yuki fece cenno a Yuto di sedersi, mentre la moglie si offriva di preparare un caffè, nonostante l'opposizione di lui, che avrebbe preferito vederla riposare tranquillamente.
Mentre la donna era in cucina, i due uomini osservavano il referto medico, rinvenendo, quale mese pronosticato per il parto, Gennaio dell'anno successivo.
Dopo aver dialogato amichevolmente nell'attesa del caffè, Tachimukai si interruppe per fare qualche calcolo. Il parto era previsto nove mesi dopo il concepimento; quindi, essendo a Gennaio il primo, il secondo doveva essere avvenuto ad Aprile. "Strano..." commentò ad alta voce l'uomo. "Cosa?" chiese spiegazioni il cognato. "Beh! Ecco..." spiegò l'altro "Stando a codesti fogli, il concepimento si è svolto ad Aprile...". "Fine Aprile." specificò Kidou. "Di male in peggio..." si lasciò sfuggire di bocca Tachimukai. Yuto lo squadrò, come in cerca di spiegazioni. "Alla fine di Aprile" disse il castano "Haruna non era ad Inazuma con me...". "Giusto!" esclamò l'altro "Era in quel resort di montagna con una classe...". "Già..." annuì il nuoro.
I due congetturarono molto su come ciò fosse possibile, ma l'idea di un possibile tradimento si faceva strada nelle loro menti.
"C'è un solo modo per venire a capo della faccenda!" esclamò Kidou. Yuki lo fissò in attesa di una risposta. Pur attraverso gli occhiali verdi sul suo naso, si sarebbe potuto vedere chiaramente il cinico sguardo che aveva assunto.

"Ecco i caffè!" proclamò solennemente (nemmeno come se fossero cariche importanti) Haruna, mentre adagiava le due tazzine di fronte al marito ed al fratello. "Dimmi..." commentò quest'ultimo "Ci stavamo chiedendo... Come si chiamava quel resort dove avevi portato una classe ad Aprile?". "Ah!" rispose lei "Il Luxor Resort...". "Ah!" continuò lui "Ecco... È un bel posto... Che ne direste di tornarci per il vostro anniversario?". "No!" si affrettò a rispondere la donna, ottenendo sguardi interrogativi dai due uomini. "Ecco..." cercò di arrampicarsi sugli specchi "Chiude a Luglio!". "A Luglio?! Strano per un resort estivo!"esclamò Yuto con fare sospettoso. "Beh..." balbettò rapidamente lei "Ecco... Lo ha deciso il proprietario...". Tachimukai guardò Kidou come a dire: "E adesso... Cosa ti inventi?". Il cognato assunse un sorriso sadico in maniera impressionante, decisamente inusuale per l'impassibile uomo che era. "Ecco..." disse lui, sghignazzando "Sai vero che la Teikoku Gakuen è la scuola più ricca della città, e tra le più prestigiose del Giappone...". I due coniugi annuirono, temendo di sapere dove sarebbe arrivato. "Beh!" proseguì l'altro "Ho recentemente munito la scuola di una località utile a campi scuola estivi, ubicata in un eccellente luogo per trascorrere i lunari estivi...". "Non ti seguo..." commentò confusa la donna. "In pratica..." provò a spiegare l'incredulo marito "Ha comprato il resort.".

Tachimukai e Otonashi impiegarono un giorno intero per fare le valigie. Partirono il dì successivo.
Kidou li passò a prendere di persona, accompagnandoli, con la scusa di dover studiare il suo nuovo acquisto.
Dopo un'ora di viaggio, i tre si fermarono in una stazione di servizio, poiché Haruna aveva bisogno di andare in bagno. Mentre la donna era assente, i due uomini si misero a discutere. "Si può sapere cosa ti è venuto in mente?!" esclamò Yuki. "Stai calmo..." rispose l'altro, con un'impassibilità fuori dalla norma "Di sicuro troveremo qualche indizio dove stiamo andando...". Poi, questi, rivolse lo sguardo dietro di loro dove era parcheggiato un mezzo a quattro ruote, di notevoli dimensioni. "Lo vedi quel Pick up?" chiese Kidou, ottenendo risposta positiva. "È da Inazuma che ci segue...".
Nel mentre, all'interno del suddetto mezzo, un uomo stava seduto al posto di guida. L'illuminazione del veicolo, proveniente dai soli vetri, gli giungeva fino al busto, rendendo impossibile vederne il volto. Aveva una giacca verde scura ed una camicia bianca, sulla quale svettava una cravatta scura. Stava giocherellando con un portachiavi, a forma di pinguino. "OK..." disse sottovoce "Mi avete convinto... Aspetteremo...".

Il resort sorgeva sulla cima di una montagna, circondato dai boschi. I tre varcarono la soglia, venendo subito accolti dal portiere. "Buongiorno signori." disse con tono ossequioso. "Per te sono il signor Kidou." mise subito in chiaro l'uomo. "Oh!" esclamò l'altro "Lei è il nuovo proprietario.". Egli, poi rivolse lo sguardo a Haruna, per poi esclamare: "Oh! Ma lei è...". "No!" strillò la donna, troncando bruscamente la frase. Tachimukai e Yuto si scambiarono sguardi di assenso (anche se attraverso gli occhiali di Kidou non si poteva vedere...). Era ovvio che Otonashi nascondesse qualcosa.
La coppia prese le chiavi di una stanza e vi si avviò, mentre il Neo - proprietario, decise di vagare per i boschi vicini, onde valutare eventuali luoghi da predestinare ad attività didattiche.
Non sapendo da dove iniziare con le domande, Yuki, posta la valigia nella camera, decise di fare un salto alle macchinette distributrici, per addentare qualcosa, che lo distogliesse dai dubbi.
Presa la merendina confezionata desiderata, si appoggiò alla parete, pensando. Tra una riflessione e l'altra l'uomo notò la macchina tremare. Sbirciò dietro di essa, restando sbigottito nel vedere cosa (o meglio, chi) vi fosse.
"Miyabino Reichi!" esclamò. "Buongiorno signore." rispose il portiere della Teikoku Gakuen, come se fosse normale un dialogo in quella situazione. "Ma..." balbettò Tachimukai, al quale risultava inconcepibile la faccenda "Cosa ci fai lì?!". Il ragazzo sgattaiolò fuori, per poi rispondere, stando sull'attenti: "Il comandante vuole che vi tenga d'occhio.". Yuki non si capacitava di ciò che avesse sentito. "Kidou!" strillò in preda alla rabbia.
Si fece guidare dal "comandante", con l'intento di ridurlo ad un colabrodo con gli occhiali.
Giunti da lui, che si era appostato dietro l'albergo, nella propria auto, Tachimukai fece cenno a Reichi di lasciarli soli, ed egli eseguì. Yuto scese dal veicolo, scambiandosi sguardi di sfida col nuoro.
"Cosa ti è venuto in mente?!" esclamò questi. "Tener d'occhio mia sorella!" rispose l'altro. "Ma è anche mia moglie!" ribattè Yuki. La discussione non accennò a smettere, tanto che i due uomini stavano per giungere alle mani.


Se volete sapere come andrà a finire, non perdete il prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Parte II ***


Proprio nel momento in cui i due individui stavano per giungere alle mani, un grosso Pick Up scuro, come apparso dal nulla, sostò di fronte a loro. “Ma…” balbettò Tachimukai “Non è…?”. Il cognato per tutta risposta annuì, senza distogliere lo sguardo dal veicolo. Lo sportello del guidatore si aprì. Scese un uomo alto, in giacca e cravatta, coi capelli azzurri ed una benda sull’occhio sinistro. “Saginuma?!” esclamarono in coro i due uomini. “In persona!” rispose l’altro, aggiustandosi la giacca. “Non sapevo avessi un auto tanto costosa…” commentò sospettoso Kidou. Il co-allenatore sbiadì, per poi riprendere la calma e dire: “Potremmo dire che ho munito la Teikoku Gakuen di un mezzo utile per il trasporto da una sede all’altra degli studenti.”. Yuto si diede una manata in faccia, seguita da una voce sconsolata: “Abbiamo una sede sola…”. “Beh!” provò ad arrampicarsi sugli specchi l’altro “Non lo potevo certo sapere!”. “E poi…” continuò Kidou “Il Pick Up ha solo quattro posti… E non dirmi che non lo sapevi!”. “Beh!” ribatté nuovamente Sagimuna “Tu hai comprato un resort!”. Concluse la frase con un tono freddo e serio. “Scusate!” si intromise una voce femminile “Non è per discutere che siamo venuti fin quassù.”. “Fuyuka?!” esclamò Yuki. “Ebbene sì!” rispose l’infermiera mettendosi apposto l’uniforme ospedaliera. “Non capisco…” balbettò confuso Tachimukai “Cosa ci fate voi qui?”. “Ecco…” spiegò Jirou “Si tratta di lui!”. Concluse la frase alludendo ad un ometto nascosto dietro l’infermiera. “Tu?!” esclamò Kidou. “Kogure?!” esclamò a ruota Yuki. “Eh eh…” sghignazzò l’ex-difensore dell’Inazuma Japan “Salve ragazzi…”. “Inizio a non capirci più niente!” dichiarò Yuto. “E se non ci capisce nulla lui…” commentò con tono ironico il suo collega della Teikoku Gakuen.
 
 
Dopo innumerevoli spiegazioni da parte dei nuovi arrivati, la situazione apparve finalmente chiara. “Quindi… Vediamo se ho capito bene…” riepilogò a voce alta Tachimukai “Quando Yuto è andato all’ospedale per ritirare il referto medico, Kogure si trovava lì per caso… Sentendo il dialogo tra Kidou e Fuyuka ha pensato di fare uno scherzo ai suoi vecchi amici, così ha scambiato il nostro foglio di carta con quello di qualcun altro…”. “Dopodichè” continuò il cognato “Vi siete messi ad inseguirci per avvisarci dello sbaglio, ma divertiti da tutti i malintesi che si erano innescati avete deciso di aspettare…”. “Esatto.” concluse Saginuma. “Ti sembrano scherzi da fare?!” chiese Yuki a Kogure. L’ex-portiere dell’Inazuma Japan era a dir poco infuriato dalla situazione, ma ciò che stava per vedere, non avrebbe certo migliorato il suo umore. “In ogni caso…” commentò Kidou “Farò meglio a far rientrare i miei agenti…”. Egli prese il suo cellulare, per poi digitarci sopra il testo “MISSION ABORTED”, che inviò ad una lunga serie di contatti. Non vi fu nemmeno il tempo di chiedersi chi fossero gli “agenti” cui alludeva Yuto, che l’intera squadra di calcio della Teikoku Gakuen apparve dinanzi al suo comandante, sull’attenti come tanti soldatini. “C… Co… Come… Come hai fatto a portarli fin qua?” chiese allibito Jirou. “Una corsetta di riscaldamento…?” rispose l’altro con fare retorico, quasi a voler dire: “Cosa ti aspettavi?!”. “Tu?!” esclamò infuriato Tachimukai “Tu ci hai spiati?!”. “Ecco…” si giustificò il cognato “Ho semplicemente posto sotto sorveglianza di fiducia la mia nuova proprietà ed i suoi primi clienti…”. Non finì la frase che si trovò il Yuki atto a strozzarlo con ambedue le mani. “Ehm ehm…” si schiarì la voce Fuyuka “Prima di uccidervi a vicenda… Qualcuno farebbe meglio a chiedere scusa alla propria moglie per aver dubitato di lei…”.
 
 
Tachimukai era abituato a chiedere scusa alle persone, al contrario di suo cognato, che, però, aveva voluto ad ogni costo trascinarsi dietro in quell’operazione. Bussarono alla porta della camera di Haruna, attendendo pazientemente. Dopo circa un minuto di tombale silenzio, i due uomini compresero che la donna doveva essere uscita, forse per prendere aria fresca, o forse per cercare loro. Lo sguardo di Kidou fu catturato da una macchia scura sulla moquette blu del corridoio. Dopo essersi piegato ed averci passato il dito sopra, già meditando una qualche severa punizione per l’inserviente scansafatiche, si accorse ch’esso non era che sangue. Notando ciò, Tachimukai volse lo sguardo al referto medico che aveva in mano, accorgendosi di qualcosa di sconcertante: la data prevista per il parto era in quei giorni!
 
 
Per qualche istante restò immobile, come paralizzato dalla scoperta fatta. Notando l’espressione del nuoro e collegando ciò alla macchia di sangue sulla moquette, Kidou impiegò una manciata di secondi a capire quanto fosse avvenuto, restando a sua volta paralizzato. Senza muovere un muscolo, eccetto quelli facciali, Yuto commentò: “Credo proprio che ucciderò Kogure…”.
 
 
Trovare Haruna non fu complicato, bastò seguire le macchie di sangue. Mentre Tachimukai cercava sua moglie, Kidou correva a chiedere aiuto all’unica persona della zona abile nei parti. Tutti si radunarono nella hall del resort, compresi camerieri, portieri (dell’uno e dell’altro tipo), inservienti, agenti segreti di Kidou… E chi più ne ha più ne metta! Fuyuka cercava di dare indicazioni alla sua amica su come restare calma, nel tentativo di diminuire il dolore del parto. Purtroppo non ottenne grandi risultati, in quanto le sue urla furono assordanti ed immancabili.
 
 
Si può dire che il parto riuscì correttamente, seppur con la perdita di alcuni timpani dei presenti. Al termine dell’operazione, la bambina neonata venne caricata in macchina insieme alla madre ed al padre, diretti verso l’ospedale più vicino onde mettere sotto controllo l’infante. Intanto, Kidou, Saginuma, i giocatori della Teikoku Gakuen e Kogure restarono a “parlare” un po’. Per “parlare” s’intende che Yuuya finì appeso per i piedi ad un abete, nonché privato degli indumenti. Completata tale operazione, Jirou si rivolse a Yuto: “Dimmi una cosa… Ora che tutto si è risolto… Hai intenzione di lasciare in pace tua sorella e la sua famiglia?”. “Neanche per sogno!” rispose con sveltezza innaturale “Sarebbero persi senza di me!”.

ANGOLO DELL'AUTORE
Ecco il finale della mia Two-shots! Comunico, inoltre, di aver approvato quanto prima ipotizzato, ossia, di scrivere, più avanti una long-fiction basata sulla famiglia che si è vista prendere forma qui, poichè mi ci sono affezzionato... Comunque, bando alle ciance! Spero che vi sia piaciuta, anche se il finale è un po' più deludente di come me lo fossi figurato in precedenza... Arrivederci a tutti!

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3269409