L' Ultimo Desiderio

di Elenie87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1 - L'ALTRA KAGOME ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 2 - LO SCONTRO ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 3 - DEJA-VU ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 4 - TUTTA COLPA DEL SUSHI ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 5 - L'ANNIVERSARIO ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 6 - VUOI BALLARE CON ME? ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 7 - GELOSIA? ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 8 - LA NOTTE DELLE STELLE CADENTI ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 9 - IL RISVEGLIO ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 10 - BABYSITTER PER UN GIORNO - prima parte ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 11 - BABYSITTER PER UN GIORNO - seconda parte ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 12 - IL BIVIO ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 13 - COSA PROVI? ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 14 - SVEGLIATI! ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 15 - QUELLO CHE ANCORA CI DIVIDE - prima parte ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 16 - QUELLO CHE ANCORA CI DIVIDE - seconda parte ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 17 - L'ALTRA META' DEL MIO CUORE - prima parte ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 18 - L'ALTRA META' DEL MIO CUORE - seconda parte ***
Capitolo 20: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** Prologo ***





PROLOGO

Anno 2041.
 
Guardò il fuoco che scoppiettava nel camino.
"Che dolce tepore."
Kaori, accanto a lei, stava leggendo ad alta voce un libro di favole; mentre la ascoltava soppresse uno sbadiglio: la stanchezza dei suoi ormai sessant' anni si faceva sentire.
-Zia Kagome! Cos'è l'amore?-
"Ecco che la mia nipotina ricomincia con le domande più strane", pensò, mentre si ritrovava a sorridere spontaneamente.
-E' un sentimento molto intenso che si prova verso qualcuno. Gli si vuole così bene che la nostra vita non sarebbe ugualmente bella senza quella persona- provò a spiegare in parole semplici.
-E' come tra la mamma ed il papà?- chiese curiosa, proprio come il padre Sota; era praticamente la sua fotocopia: terribilmente peste, determinata e cocciuta.
-Esatto. Loro si amano e non possono stare l'uno senza l'altro. E grazie al loro amore sei nata tu-
-Ma zia... allora vuol dire che tu non hai mai amato nessuno? Per questo sei sola?-
"Ecco. Ora si che vorrei tanto che la dolce Kaori andasse a fare la nanna.", sospirò tristemente, mentre la malinconia ed il dolore offuscavano i suoi occhi.
-No. Ho voluto molto bene ad una persona tanto tempo fa. Ma il destino non ha voluto potessimo stare insieme-
-E tu gli vuoi ancora bene?-
"Non si arrende l'impertinente"
-Sì, molto. Ma ora devi andare a dormire o mio fratello non mi perdonerà mai se domani non riuscirai ad alzarti per andare a scuola-
-Ma zia...-
-Niente ma!- l'ammonì -raccogli il libro e fila a nanna-
-Va bene...- mormorò sconsolata, per poi provare un ultimo approccio -Ma mi prometti che un giorno mi racconterai del signore a cui volevi così tanto bene?-
Sorrise tristemente.
-Forse, un giorno.... ora va'-
Dopo trenta minuti Kaori era già nel mondo dei sogni.
Si sentiva terribilmente stanca e quel dolore al petto che avvertiva da giorni non accennava a diminuire.
Chiuse gli occhi e si lasciò cullare da quella strana sensazione che la invase mano a mano che il sonno sovvenne.
Forse era il momento.
"Chissà se quando mi addormenterò... almeno in quel luogo dove non esiste più il tempo e lo spazio... io ti incontrerò."
 

 
 
Anno 2058.
 
-Coraggio Kaori! Un' ultima spinta e ci sei!-
-Kami-sama! E' tutta colpa tua!- urlò la giovane contro suo marito.
Lui si ritrovò ad annuire assecondandola.
-Certo tesoro, lo so! Ma ora forza, dobbiamo fare nascere la piccola! Spingi!- incoraggiò stringendole la mano.
Un ultimo grido ed una forte spinta e finalmente si sentì il pianto della neonata.
 
-Benfatto, sei stata bravissima- mormorò il padre di Kaori, accarezzandole dolcemente i capelli.
-E' bellissima!- commentò la madre osservandola -Non trovi, Sota?-
L'infermiera sistemò la piccola tra le braccia di sua madre e pian piano smise di piangere.
-Sì, è proprio bella. Allora, come la volete chiamare?- chiese Sota ai nuovi genitori.
Kaori sorrise con sguardo complice al marito e poi posò gli occhi su suo padre.
-Kagome.... si chiamerà Kagome- disse osservando con amore il piccolo angelo tra le sue braccia.






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Eccomi qua! Questo capitolo è solo un breve prologo che spero vi incuriosirà abbastanza da leggere il resto.
Spero mi farete sapere cosa ne pensate! :)



 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 1 - L'ALTRA KAGOME ***


Anno 2078.
 
Era terribilmente in ritardo e lo sapeva. Suo nonno si sarebbe arrabbiato per l'ennesima volta, ma proprio non aveva voglia di ricevere qualche strambo regalo di compleanno.
Si, oggi compiva 20 anni. I suoi genitori non avevano perso l'occasione per complimentarsi su quanto si fosse fatta bella e di quanto avessero fatto un buon lavoro.
Sorrise, pensando a come si amassero dopo venticinque anni che si erano conosciuti.
Sua madre le ripeteva sempre che era stata la zia Kagome, da cui aveva ereditato il nome, ad averle insegnato il valore dei sentimenti quando era piccola. Ed a quanto pare aveva ereditato non solo il nome, a dire loro e dei parenti, ma anche il suo aspetto fisico.
Le era capitato di vedere delle foto, e lei stessa era rimasta stupita dalla somiglianza. Erano praticamente identiche.
Si fermò a prendere fiato dalla corsa fatta per non tardare più del dovuto. Era ormai arrivata.
Mentre si avvicinata al tempio Higurashi, di proprietà della sua famiglia da generazioni, si soffermò vicino ad un albero che suo nonno le aveva spiegato essere pluri-centenario: il Goshinboku.
Si trattenette ad osservarlo. Era veramente enorme. Guardò in alto, sulle sue fronde, e vide le foglie muoversi al dolce ritmo della brezza primaverile.
Chissà come mai quel luogo le suscitava sempre sensazioni malinconiche.
Ed ecco, di fianco all'albero, la tomba della sua prozia Kagome.
Sua madre e Sota l'avevano sepolta li. Osservò la foto. La loro somiglianza era disarmante.
La sua famiglia l'aveva definito come un evento eccezionale ed incredibile.
-Kagome- la voce del nonno la riscosse dai suoi pensieri.
-Ciao! Scusa il ritardo ma ho finito il turno in gelateria più tardi del previsto-
-Non preoccuparti. Dunque auguri, nipotina adorata!- fece Sota abbracciandola teneramente.
-Grazie nonno. Ma che succede laggiù?-  chiese Kagome indicando una piccola folla vicino al tempio.
-Oh nulla. Ho solo messo qualche gadget in vendita su una bancarella. Sai, amuleti e cose simili.-
-Ma nonno...- provò ad ammonirlo Kagome.
-Non farmi la ramanzina. Dovrò pur tirar su qualche soldo no? Dai, vieni, così posso darti il tuo regalo-
La giovane lo seguì proprio verso la bancarella e Sota tirò fuori una deliziosa collana con una piccola sfera rosa come ciondolo.
-Che carina nonno. Ti ringrazio molto- disse con un sorriso.
-Ti piace? Questa è una riproduzione della sfera dei quattro spiriti- rispose lui.
-Sfera dei che?..- chiese Kagome alzando un sopracciglio.
-Insomma Kagome, ma quando ti raccontavo le storie da piccola mi ascoltavi mai?- chiese sconsolato.
Lei fece una risata. Le sue storie erano per lo più assurde, ma sopratutto troppo lunghe. Riusciva a starlo a sentire per un quarto d'ora ma poi la sua mente iniziava a vagare e ... alla fine non arrivava mai a sentire l'epilogo di quei racconti.
-Qualche volta.... ora devo scappare nonno, grazie per il regalo. Tornerò a trovarti- disse posandogli un tenero bacio sulla guancia. -A presto!-
Sota rimase a guardare la nipote allontanarsi. Sì, erano proprio due gocce d'acqua.
 
Kagome nell'uscire dalla zona sacra del tempio si soffermò nuovamente sulla tomba della prozia.
Quel posto aveva sempre avuto un non so che, che l'attirava come una calamita.
Si accovacciò e sfiorò con le dita la foto.
"Possibile che due persone possano essere così identiche?", si ritrovò a pensare dubbiosa.
Un dettaglio catturò la sua attenzione. Chissà come mai prima non l'aveva notato.
Prima di tutto il nonno aveva scelto una foto per la tomba di quando zia Kagome aveva si e no 16 anni. Una scelta insolita. Ed in secondo la foto era stata tagliata, ma si vedeva chiaramente che dietro di lei doveva esserci qualcun'altro al momento dello scatto.
Ma cos'erano quelli? Capelli? Erano.. bianchi? Impossibile.
All'improvviso, come un flash della durata di mezzo secondo, l'immagine di un giovane voltato di spalle, dai lunghi capelli d'argento le sfiorò la mente.
-Ma che... ?! Sarà meglio andare- mormorò tra sè e sè alzandosi ed incamminandosi verso gli scalini dell'uscita.
Stava ancora pensando a quella strana immagine quando un ragazzo le passò di fianco.
Si immobilizzò mentre scendeva i gradini ed un lungo brivido le attraversò la schiena congelandola sul posto.
-...cosa..?...- bisbigliò.
Si girò lentamente per osservare quel giovane, ma lui continuò a salire gli ultimi scalini del tempio senza voltarsi e non riuscì a vederne volto.
Notò solo dei lunghi capelli neri come la pece che gli scendevano sino al fondo schiena.
"Ragazza mia, hai proprio bisogno di riposare oggi", pensò scuotendo la testa e dirigendosi verso casa.
 
-Ehi, Kagome!- la salutò la sua compagna di appartamento Sango.
-Ciao! Sono esausta...- borbottò buttandosi sul divano.
L'amica la guardò con fare interrogativo.
-Insomma, oggi è il mio compleanno ed invece che divertirmi ho passato il giorno a lavorare e per di più ad avere strane... non so nemmeno come definirle... visioni, sensazioni... non lo so! Sto impazzendo!- mugugnò dentro al cuscino.
Sango si incuriosì.
-Kagome, spiega.. che genere di visioni e sensazioni?-
-Se te lo racconto mi prendi per matta, ed io non voglio perdere la mia migliore amica- rispose sedendosi.
L'amica fece una risatina.
-Tu provaci comunque, al massimo provvederò a consigliarti un buon psichiatra-
Kagome le fece la linguaccia ma poi provò a spiegare riassumendo i due strani episodi avvenuti al tempio Higurashi.
L'amica la fissava seria più che preoccupata.
-Kagome, credo tu abbia solo bisogno di un bel bagno e di metterti a riposare. Magari sei solo stressata più del dovuto-
Lei annuì.
-Hai ragione. Mi vado a fare subito una bella doccia- e si incamminò verso la sua camera.
Sango dal canto suo prese il telefono e chiamò il suo ragazzo. Si appartò in un angolo cercando di non farsi sentire dall'amica.
-Pronto?- disse la voce maschile rispondendo alla chiamata.
-Miroku? Sono io.. credo... Credo stia succedendo...-


***************
Allora, ragazzi. Ho ricevuto davvero ottimi commenti sia in recensione che privati. Ho deciso di postare subito il primo capitolo visto che avrei dovuto farlo domani ma non sarò a casa.
Ho notato nelle vostre recensioni che diversi di voi hanno pensato che "l'ultimo desiderio" sia ciò che dice Kagome. Ne siete sicuri? Ihihihi... non posso dirvi altro ma... se notate la frase... non è proprio un disiderio, quanto una speranza, Non credete anche voi? :P
Attendo i vostri feed back sperando questo primo capitolo vi piaccia! A presto per il continuo! Manu.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 2 - LO SCONTRO ***


CAPITOLO 2 - LO SCONTRO
 
Kagome si stava dando un'ultima pettinata ai capelli davanti allo specchio.
-Sango, sai quanto odio queste serate comunque. Tu e Miroku sarete a fare i piccioncini, ed io a farvi da candelabro-
-Kagome, ti ho già spiegato che Miroku verrà con un amico. Quindi smettila di fare la suocera e mettiti qualcosa di carino!- l'ammonì l'amica.
- Io non faccio la suocera. E non vengo con l'intenzione di rimorchiare- rispose piccata.
-Tranquilla tesoro, tu non hai bisogno di metterci l'intenzione. A te basta comparire di fronte ad un uomo, per rimorchiare in automatico-
Kagome arrossì a quell'affermazione.
-Non è vero- mormorò imbarazzata.
Sango rise.
-Si, invece! Sei bellissima. Sei tu l'unica a non rendertene conto. Senti, io devo passare un attimo da Miroku e poi ti raggiungo. Ci vediamo di fronte all'ingresso del Luna Park per le nove, d'accordo?-
Kagome sospirò annuendo.
Si preannunciava già una lunga serata.
 
Le nove e di Sango nemmeno l'ombra. Si sentiva tremendamente una idiota.
"Ok, Kagome pensa. Cosa può fare una ventenne al Luna Park evitando le giostre dei bambini? Rimangono le bancarelle e la chiromante. Wow... che amplia scelta.."
Si incamminò scegliendo tra le due opzioni di dare un occhio alle cianfrusaglie che vendevano, giusto per riempire il tempo nell'attesa che i suoi amici arrivassero.
Eppure quando passò di fronte alla tenda della "Vecchia Veggente" sentì come una sorta di forza attrarla nell'entrare.
"Già, così verrai a scoprire che fra due giorni morirai stirata da qualche auto..", pensò ironicamente.
-Entra- sentì la voce di una donna anziana invitarla ad accomodarsi.
L'interno era completamente spoglio. Vi era solo il classico tavolo, con due sedie su cui una era seduta la chiromante, ed una per l'ospite. Al centro del tavolo l'altrettanto classica palla di vetro.
Kagome si sedette.
-Allora, cosa vuoi sapere?- chiese la donna con fare annoiato.
-In realtà sono entrata senza una domanda. Per cui non saprei- rispose alzando le spalle.
-Vuoi dare un occhio al tuo futuro? E' quello solitamente per cui tutti vengono da me-
Il futuro. In realtà non le importava un gran che.  E poi se fosse stato tutt'altro che piacevole non aveva certo voglia di sentirselo dire. Però era curiosa di sapere di più sul suo passato. Per esempio... zia Kagome, la sua famosa "copia". Così si decise a rispondere.
-No. Vorrei scoprire qualcosa sulla mia antenata. Mia zia Kagome. Pare fosse uguale a me. Vorrei sapere qualcosa sulla sua vita. E se... per caso abbia mai conosciuto un ragazzo... con... dei capelli color argento-
La chiromante la fissò stranita ma poi iniziò a concentrarsi fissando la sfera.
La palla iniziò ad illuminarsi, man mano che i secondi passavano, di una luce sempre più intensa.
Ma all'improvviso la sfera esplose in mille pezzi facendo urlare con voce stridula la veggente.
Kagome fece altrettanto dallo spavento, alzandosi di scattò e lasciando cadere all'indietro la sedia su cui era adagiata.
-Ma cosa diavolo è successo?!- chiese terrorizzata.
Quando fissò in volto la chiromante rimase più sconvolta di prima. Era bianca cadaverica e le puntava un dito contro tremando.
-Tu... tu... sei una... fuori... fuori di qui!!!- le urlò indicando l'uscita.
Kagome non se lo fece ripetere due volte e corse fuori dalla tenda.
Non fece in tempo a fare due passi per allontanarsi che, non guardando dove andava, andò a sbattere contro qualcuno.
-Ehi, e sta attenta ragazzina!- la ammonì una voce seccata.
Kagome nello scontro era scivolata e si era trovata col sedere a terra.
-Ahi, maledizione.... - mormorò massaggiandosi la schiena. -Mi scusi, ero distratta, non stavo guard-
Quando si voltò per scusarsi con la persona che aveva travolto sentì di nuovo il brivido provato il giorno prima e rimase a bocca aperta.
Di fronte a lei c'era lo stesso ragazzo del tempio. I suoi lunghi capelli color della notte erano inconfondibili. Non aveva visto mai nessun'altro portarli così.
Ed il suo viso. Bellissimo. Profondi occhi neri, penetranti, che la fissavano irritati.
"Occhi neri, con pagliuzze violacee..."
Vide uno strano lampo attraversarli e percepì come una sorta di disagio improvviso.
-Tsk! Non mi piacciono le mocciose sbadate. Vedi di guardare dove vai la prossima volta- le disse ancora arrogante.
La sua voce così irata la riscosse dai suoi pensieri e si sentì come offesa da tanta veemenza.
-Ehi, ehi, calma. Mi pare di essermi scusata gentilmente, non c'è bisogno di essere così scortesi- replicò alzandosi da terra.
Lui alzò un sopracciglio.
-Io non sono scortese. Sto solo constatando una situazione-
Ok, forse era bello. Ma era insopportabile. E maleducato.
-Bene," signor constatatore". Credo dunque non abbiamo più niente da dirci. Ti auguro una buona ser-
-Kagome, Inuyasha! Siamo qui- la voce di Sango bloccò l'ultima frase e vide la sua amica agitare il braccio dietro quel tizio per attirare la loro attenzione.
Ora doveva solo scegliere il motivo per cui si sentiva più turbata: se per il fatto che Sango conosceva quel ragazzo, per il fatto che probabilmente ci avrebbe dovuto passare insieme la serata.... o per il fatto che, nel sentire il suo nome, il suo cuore aveva iniziato a scoppiarle nel petto... senza un apparente motivo.
 
Era lei.
La stessa ragazza.
Quando l'aveva incrociata era successo qualcosa di inspiegabile.
Stava salendo le scale per andare al tempio Higurashi, perchè quell'idiota del suo amico Miroku gli aveva chiesto di andare a trovare un regalo carino per una sua amica che compiva gli anni, visto che lui non ne aveva il tempo. Come cavolo faceva a scegliere un regalo per una ragazza che non conosceva e di cui non sapeva i gusti?!
Ma alla fine l'aveva convinto. Così mentre saliva quella dannata scalinata aveva alzato lo sguardo e l'aveva vista.
Meravigliosa. Non c'erano altre parole per descriverla. I capelli color ebano che le scendevano lungo le spalle. Nonostante fosse lontano poteva vedere i suoi grandi occhi nocciola spiccare su quel volto perfetto. Le labbra parevano morbide, fatte per essere baciate. Da lui....
"Ma cosa vado a pensare?.."
Man mano che s'avvicinava a quella ragazza sentiva le sue gambe sempre più deboli.
Uno scalino. Due. Tre.  Le passò di fianco. Lei sembrò non averlo notato. Quando i loro corpi passarono vicini e la oltrepassò sentì un dolce odore invadergli le narici. Un profumo di fiori.
In quell'istante si sentì come catapultato indietro nel tempo e gli sembrò di scorgere dinnanzi a sè una radura con al centro uno strano e vecchio pozzo.
Si bloccò come scioccato da quella visione, seppur durata solo un secondo.
"Devo essere impazzito...", pensò scacciando via quell'immagine.
Proseguì quindi per la sua strada senza voltarsi indietro.
 
Ed ora eccola di nuovo. La incontrava in questo posto assurdo e di mezzo c'era sempre quel cretino di Miroku.
Ma con tutte le ragazze al mondo.... possibile che fosse proprio lei l'amica che doveva portare Sango?!
-Scusate il ritardo, ma... siamo stati trattenuti- disse Miroku.
-Si certo, porco che non sei altro, posso bene immaginare da cosa- rispose acido Inuyasha.
Vide la ragazzina arrossire mentre Sango lo sgridava.
-Inuyasha! Non essere scortese. E fateci fare le presentazioni. Come avrai capito, Kagome, questa testa calda è Inuyasha, il migliore amico di Miroku dai tempi delle superiori. E, Inuyasha, lei è Kagome-
Il ragazzo fece un ghigno.
-Si, ho già avuto l'onore di conoscerla poco prima che arrivaste voi. Sbadata la vostra amica, direi-
Kagome sbuffò, voltando il viso dall'altra parte.
-Santo cielo, che ragazzo infantile- borbottò, ma lui sentì perfettamente e non si lasciò sfuggire l'occasione per stuzzicarla.
-Ma senti. La ragazzina risponde. Quindi è anche acida oltre che sbadata-
Lei si girò fissandolo negli occhi, mentre dai suoi parevano uscire fiamme.
-Stammi a sentire! Io non so chi ti credi di essere ma è evidente che sei solo uno sbruffone!- sbottò sfidandolo.
"Questi occhi.... mi irritano...", si ritrovò a riflettere Inuyasha. Non riusciva a pensare lucidamente di fronte a quello sguardo infuocato. Era come se il vederla così arrabbiata con lui lo turbasse in qualche modo nel profondo. E questa cosa era tremendamente scocciante perchè lo metteva a disagio.
Stette qualche secondo in silenzio, cercando nella sua mente come replicare; quindi si voltò verso Miroku indicando Kagome.
-Di un po' Miroku. Ma sarebbe questa l'amica che volevi presentarmi? Perchè io non me ne faccio nulla di un'isterica mocciosa-
Crack.
Qualcosa nella mente di Kagome si ruppe.
Isterica mocciosa? Come si permetteva quella... quella...sottospecie di cavernicolo. Lo fissava... e gli veniva voglia di picchiarlo... no, meglio... di calpestarlo... Si! Di sbatterlo a terra e...
-Ora basta!...  A CUCCIA!-
Urlò quelle due parole con tutto il fiato che aveva in corpo, e quando l'eco del suo grido finì la scena era surreale.
Kagome aveva gli occhi aperti. Se ne stava immobile e s'accorse che le tremavano le mani.
Non capiva cosa diavolo aveva detto. A cuccia?! Ma.... si era rincretinita?! Ma che razza di cosa ridicola era da dire?! A-cuccia. Due parole ... che si rivolgono ai... cani?
"Cane. Un demone cane"
Sussultò improvvisamente a quel pensiero ed inizierò ad indietreggiare, mentre il respiro le si faceva affannoso e la testa sembrava scoppiarle.
Doveva andarsene da li. Ora.
Si voltò e corse via, non sentendo nemmeno i suoi amici che la chiamavano a gran voce.
 
-Ora basta!...  A CUCCIA!-
Quando sentì quelle parole, Inuyasha d'istinto strinse gli occhi preparandosi all'impatto.
"Impatto?", si chiese.
Impatto da cosa? Nella sua mente si era come immaginato che il suo corpo sarebbe stato trascinato al suolo da una forza misteriosa per spiattellarsi a terra a faccia in giù come uno scemo.
Ma quando lentamente riaprì gli occhi non era successo proprio nulla.
Si riscoprì con il cuore a mille e sudato. Guardò quella strana ragazza pronto ad insultarla per aver osato dire un'idiozia simile, ma si bloccò nell'accorgersi che lo stava fissando con uno sguardo indefinibile.
Era.. spaventata. E doveva ammetterlo, anche lui lo era, perchè non capiva cosa diavolo gli stava accadendo.
Mentre era perso in quelle considerazioni, Kagome si voltò ed iniziò a correre via.
-Kagome!!- urlarono Sango e Miroku, mentre fecero segno di volerla seguire.
-No!- disse secco Inuyasha, alzando un braccio per fermarli. -Vado io...-
E detto questo si fiondò all'inseguimento di quella ragazza.

*****

Tadaaaaa! Eccomi qua!!! Allora devo dire che mi sono divertita da morire a scrivere questo capitolo, sopratutto il pezzo clou! Sono abbastanza soddisfatto di come nella mia mente la storia abbia preso forma e mi auguro che questo capitolo abbia lo stesso successo del precedente... e che dire... GRAZIE di tutte le recensioni ed i messaggi inviatomi! Mi auguro gradirete anche questo capitolo.. e mi raccomando commentate! le vostre recensioni sono per me fondamentali per capire se la storia è di vostro gradimento o se posso migliorarla o apportare modifiche! :) Un abbracccio a tutti!

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 3 - DEJA-VU ***


CAPITOLO 3 - DEJA-VU

Miroku e Sango osservarono Inuyasha scomparire tra la folla.
-A me pare che nulla sia cambiato. E a te?- chiese il ragazzo alla fidanzata.
Lei scosse la testa sorridendo.
-Nemmeno un po'. Andiamo a casa?- gli domandò prendendolo per mano.
Ed insieme si incamminarono con un tenero sorriso sulle labbra.
 
Kagome si era seduta su una panchina per riprendere fiato. Le mancava l'aria nei polmoni per quanto aveva corso come avesse il diavolo alle calcagna.
Nella sua testa aveva una gran confusione. Stava davvero iniziando a preoccuparsi. Che avesse qualcosa di serio? Un tumore od una qualche malattia? Perchè cosa poteva essere altrimenti tanto da ritrovarsi in una discussione e dire "a cuccia" per avere l'ultima parola?
Si ritrovò a ridere da sola, ma la risata era tutt'altro che di divertimento.
Si portò una mano alla testa, le stavano davvero pulsando le tempie. Era meglio andare a casa, probabilmente Sango la stava aspettando.
-Dunque eri qui-
La voce alle sue spalle la fece trasalire e quando si voltò si trovò di fronte Inuyasha.
-Oh no, non tu- mormorò a bassa voce credendo di non essere udita.
-Tsk! E' questo il ringraziamento per essere venuto ad accertarmi che stessi bene?- chiese piazzandosi di fronte a lei a braccia conserte.
Kagome lo guardò con fare interrogativo.
-Davvero? Eri preoccupato per me? Mi pareva di essere ai tuoi occhi una ragazzina acida ed isterica. Non pensavo di essere degna delle tue attenzioni-
Inuyasha distolse lo sguardo preso in fallo. Era vero. Lei non le piaceva neanche un po'. Ma quando l'aveva vista in quello stato l'istinto era stato incontrollabile. Il suo corpo si era mosso da solo, spinto dal desiderio di verificare che quella mocciosa non si fosse fatta male o non avesse fatto qualcosa di sconsiderato.
Lui rimase impassibile e non rispose, cercando nella sua mente una giustificazione plausibile al suo comportamento.
Vedendo il suo mutismo Kagome si alzò e con un sospiro esausto si incamminò lungo il viale alberato.
Il giovane rimase di stucco nel vedere che si stava allontanando senza una parola.
-...E..ehi!- gridò Inuyasha per attirare la sua attenzione.
Kagome si fermò un solo istante senza voltarsi.
-Non mi chiamo "ehi"- rispose riprendendo a camminare.
-Ehi, tu!- urlò il ragazzo con più veemenza.
-Non mi chiamo neanche tu!-
-Ma insomma, fermati dannata!- sbraitò Inuyasha raggiungendola ed afferrandola per un braccio per farla voltare.
Kagome sbuffò sottraendosi alla presa. Inuyasha non aveva stretto, ma il punto in cui l'aveva toccata pareva ardere. Quel ragazzo era la persona più irritante che avesse mai incontrato.
-Dannata?! Il mio nome è Kagome, hai capito? Ficcatelo in testa: Ka-go-me- ripetè scandendo.
E come era già successo precedentemente il tempo sembrò fermarsi. Per entrambi.
Rimasero a fissarsi. Quella scena apparve nei meandri di strani ricordi come un deja-vu.
Inuyasha si riscosse. Non riusciva a capire. Ogni volta che vedeva o stava in compagnia di quella ragazza accadeva qualcosa di strano. Era come una sensazione di già visto. Già vissuto. Forse...
-Ci siamo per caso già incontrati?- le chiese notando che lei era di nuovo nello stato confusionale del Luna Park.
Kagome parve scuotersi e rispose, mormorando, un "non credo".
Inuyasha sospirò.
-D'accordo. Ti accompagno a casa-
Kagome lo guardò torvo.
-Sei serio? Vuoi accertarti che arrivi viva e vegeta?- chiese con fare guardingo.
-Ti pare strano? Dovresti vedere la tua faccia. Sei pallida come un lenzuolo-
Già, nulla di più facile. Era scossa fino ad ogni fibra del suo essere.
-D'accordo, se ci tieni- rispose evitando il suoi sguardo.
Durante il tragitto nessuno dei due aprì bocca ed Inuyasha rimase tutto il tempo un metro dietro a Kagome.
Non riusciva a starle vicino.
"Quel maledetto profumo. Non lo sopporto. E' troppo forte, accidenti", pensò infastidito più da se stesso che da quell'odore.
-Eccoci qua. Sana e salva- disse la ragazza fermandosi di fronte l'entrata della sua palazzina.
-Bene. Per lo meno ti saprò a dormire nel tuo letto e non a piangere disperata da qualche parte- replicò lui iniziando a voltarsi.
Mosse un passo quando un suono lo blocco.
Era lei. Stava ridendo. Ed era il suono più dolce che avesse mai sentito.
"Ma cosa vai a pensare, cretino?". Si insultò mentalmente; eppure rimase a fissare quel sorriso come se da quelle labbra dipendesse il suo mondo.
-Certo che sei proprio un tipo strano, sai? - affermò la ragazza.
Il sorriso su quella labbra non si spegneva e fu costretto a distogliere lo sguardo da quelle profondità nocciola.
-Tsk! Vai a letto, ragazzina- le disse voltandosi.
-Buonanotte Inuyasha- sentì la sua voce, ma non volle girarsi e si limitò a farle un cenno con la mano.
Quando sentì il portone chiudersi si fermò fissando il marciapiede.
-Buonanotte... - bisbigliò tra sè e sè, chiedendosi come mai il suo cuore stava battendo a quel ritmo forsennato.
 
-Signorina, lei è sana come un pesce. Ha pensato di prendersi una bella vacanza?-
Alle parole del dottore Kagome avrebbe voluto spaccare un bicchiere contro il muro.
Vacanza? Vacanza un corno! Lei non era stressata! Andava tutto a meraviglia prima del giorno del suo stramaledetto compleanno! Non aveva bisogno di ferie. Era la sua testa, se lo sentiva.
Qualcosa non andava, non poteva iniziare ad avere visioni, sensazioni e deja-vu assurdi tutti insieme senza avere qualcosa di serio!
Stava tornando a casa, ma non ne aveva voglia. Sango  a quell'ora sicuramente era ancora con Miroku, e lei aveva bisogno di parlare.
"Accidenti! Ma cosa avrò fatto di male in questo periodo".
Si diresse quindi nell'unico posto dove riusciva a mettere un po' d'ordine nei suoi pensieri.
Salì la lunga scalinata del tempo Higurashi e andò verso il Goshinboku sedendosi ai suoi piedi, poggiando la schiena al tronco. Respirò a fondo, tentando si mettere ordine nella sua mente.
Stava per assopirsi quando il volto di Inuyasha si materializzò nella sua testa facendola trasalire.
-Eh?! Ma perchè ora mi viene in mente quell'odioso?- borbottò infastidita.
Si, forse era carino. Ma anche scorbutico e terribilmente cafone.
-A chi mai piacerebbe un tipo come quello?- si chiese alzandosi da terra irritata con se stessa per aver pensato, anche solo minimamente, che potesse essere un bel ragazzo.
"Ti ha anche accompagnata a casa...", bisbigliò una vocina nella sua testa.
-E allora?! Lo fanno tutti i ragazzi con un minimo di buon senso!- borbottò seccata.
Ok. Era ridicolo. Stava litigando con se stessa.
Si passò le mani tra i capelli prossima ad una crisi di nervi.
"Al diavolo!"
 La pace che stava provando poco prima si era interrotta. Tanto valeva tornarsene a casa e farsi una doccia fredda.
 
-Muori, Inuyasha!-
Si alzò di scatto dal letto emettendo un suono strozzato. La fronte mandida di sudore, ed una mano al petto come a voler placare il battito impazzito del suo cuore che quasi sembrava volesse uscire dalla gabbia toracica tanto era furioso.
"Un incubo", mormorò, alzandosi per andare in bagno a sciacquarsi il viso.
Ma che razza di sogno aveva fatto: una tizia, vestita in modo strano, che brandiva un arco e stava scoccando una freccia. E nel farlo urlava di volerlo uccidere.
"Fantastico. Questa mi mancava alla lista delle cose assurde che mi stanno capitando"
Si getto dell'acqua fresca sulle gote e prese l'asciugamano per tamponarsi.
Ma quando guardò la sua immagine riflessa nello specchio l'asciugamano gli cadde di mano mentre rimase congelato sul posto.
Era durato solo un attimo. Solo un battito di ciglio. Ma era sicuro. Per quell'istante lo specchio non aveva riflesso la sua immagine, ma il volto di un ragazzo con i capelli d'argento, gli occhi ambrati e delle assurde orecchie canine sopra la testa.


Eccomi quaaaaaaaaa! Contente? Oddio, spero di si! GRAZIE GRAZIE GRAZIE dei commenti e messaggi ricevuti. La storia sta entrando nel vivo e vi prometto sin da ora che nel prossima capitolo ne vedremo davvero delle belle!!
Spero tanto di ricevere ancora le vostre recensioni! Non potete immaginare l'emozione che si prova (beh, lo puoi immaginare se qualcuno di voi posta ff ;P) quando si vede il numerino dei vostri commenti salire! Ogni volta è un salto di gioia sapere di conquistare i vostri cuori con la mia storia! Beh, che dire... lascio a voi il giudizio di questo capitolo, che in realtà è molto di "transizione" a quello che succederà nel prossimo! E siccome sono MOLTO BUONA OGGI, vi lascio una piccola anteprima!:

********************
-E dimmi, com'è andata ieri sera con Inuyasha?-
Kagome stava bevendo dal bicchiere un sorso d'acqua, e sentire improvvisamente il nome di quel ragazzo, gliela fece finire dritta di traverso.
Iniziò a tossire per riprendersi.
-Accidenti, Kagome! Ti deve aver colpito molto, se dopo averlo visto solo una volta, reagisci così nel sentirlo nominare!-
-I-insomma Sango, smettila! Non è affatto come credi! E' un arrogante ed un presuntuoso! Non so come ti sia venuta quest'idea di presentarmelo. Non intendo affatto rivederlo!- mise le mani avanti, immaginando che l'amica avesse già organizzato qualche secondo incontro.
-Davvero? Che peccato-
********************

alla prossima!!! E MI RACCOMANDO, COMMENTATE *_*
Manu

 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 4 - TUTTA COLPA DEL SUSHI ***


Eccoci quaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Allora, prima di lasciarvi alla lettura del capitolo vorrei ringraziare prima di tutto coloro che lasciano le recensioni. GRAZIE DI CUORE, mi date la voglia e lo spirito di continuare a scrivere questa storia che sta diventando, man mano che arrivo verso i capitoli finali in stesura, carissima al mio cuoricino.
Ringrazio tantissimo anche le persone l'hanno messa tra le seguite e le preferite, anche se ho notato che purtroppo non hanno mai recensito la maggior parte di loro. So che magari molti non ne hanno voglia, ma per noi che pubblichiamo FF il vostro parere è ciò che ci spinge a proseguire a scrivere , nel bene e nel male. Per cui come sempre, vi imploro a mò di "gatto con gli stivali" di rilasciare sempre un piccolo commentino, o anche critiche ovviamente, perchè voi siete "il mio pubblico" ed il mio "riflesso" dal quale posso capire se sto andando nella direzione giusta oppure se sto scrivendo solo una gran ciospata.
Insomma, ecco qui questo capitolo. Vi lascerò alla fine anche un'anticipazione sul prossimo che verrà pubblicato lunedì! :)) Un abbraccio e di nuovo grazie per il vostro affetto! Manu


CAPITOLO 4 - TUTTA COLPA DEL SUSHI

 
Miroku guardava Inuyasha seduto sul divano che fissava il vuoto. La sua espressione sembrava quella di un bambino sperduto.
-Va tutto bene?-
Il giovane alzò lo sguardo con fare interrogativo.
-Beh, hai una faccia. Le cose sono due. O sei all'improvviso rincretinito o Kagome ha fatto centro-
L'espressione di Inuyasha mutò così velocemente che Miroku dovette trattenersi dal non esplodere in una risata.
-Che cosa?! Ma sei scemo? Per quella ragazzina isterica?- urlò alzandosi di scatto avvicinandosi pericolosamente all'amico.
-Ragazzina? Ti ostini a chiamarla così ma non capisco in quale senso utilizzi questo appellativo. Ha solo quattro anni meno di noi e ti ricordo che Sango ha la stessa età ma non l'hai mai affatto definita in questi termini. Kagome, inoltre, è una persona molto dolce e matura. Ed è tutt'altro che acerba. Insomma, l'hai visto che corpo? Curve sinuose, labbra carnose, capelli fluenti e morbidi, occhi da cerbiatta...- la voce di Miroku si era fatta seducente mentre l'immagine di Kagome si materializzava nella sua mente in modalità a luci rosse.
Inuyasha lo fissava a bocca aperta.
-Miroku, tu sei veramente un pervertito! E comunque per me quella rimane una.... una... si, insomma, tutte quelle scemenze che hai elencato io non le vedo affatto! Non so come faccia Sango a starti accanto dopo cinque anni- sbottò voltandosi per evitare di fare vedere il colorito rosso delle sue guance.
L'amico finse una faccia angelica.
-Inuyasha. Io ho altre qualità nascoste. Ma dimmi. Cos'è successo ieri sera tra te e Kagome?- il cambio repentino di argomento lo lasciò spiazzato. Deglutì rumorosamente iniziando a balbettare.
-In.. in che senso, scusa?-
Miroku si avvicinò assottigliando gli occhi.
-Beh, l'hai seguita. Cos'è successo dopo? Perchè l'hai trovata, vero?-
Inuyasha indietreggiò di un passo.
-E-ehi stupido! Cosa stai pensando? Mi sono accertato che stesse bene, visto il modo in cui era fuggita, e l'ho solo riaccompagnata a casa!-
-Soltanto questo?-
Il viso di Inuyasha ormai rasentava le venti sfumature di rosso.
-Sì! Ma cos'altro doveva succedere? Non sono tutti maniaci del sesso come te!- urlò ormai allo stremo dell'imbarazzo. Ma perchè doveva avere un simile cretino per amico?
-Sesso? E chi parlava di sesso?-
Silenzio.
-Eh....?-  biascicò Inuyasha stupito.
-E poi sarei io il porco. Speravo solo che tu l'avessi invitata ad un appuntamento- Miroku si avvicinò iniziando a picchiettargli una mano sulla spalla -Inuyasha, Inuyasha... capisco che l'astinenza ti faccia subito immaginare cose peccaminose con la dolce Kagome, ma già la prima serata, suvvia....-
C-cosa?! Ma cosa diavolo sta blaterando?! Io non ho affatto pensato a ... a...!
-Aaaaaaah e piantala!- sbottò scansando Miroku, avvicinandosi alla porta.
Doveva prendere aria. ORA.
-E adesso dove vai? A cercare Kagome?- chiese Miroku vedendolo uscire.
-No! A prenderti appuntamento con un esorcista!-
Ed uscì sbattendo la porta alle sue spalle.
 
Kagome entrò in casa e trovò Sango intenta ad apparecchiare la tavola.
L'amica la salutò, vedendola, con un largo sorriso.
-Kagome! Com'è andata dal dottore?-
Lei sospirò.
-Niente di fatto. Presume sia solo stress-
Sango si avvicinò per rincuorarla.
-Non preoccuparti, si risolverà tutto. Magari è solo l'effetto della luna piena!- provò a scherzare per tirarle su il morale, e come previsto Kagome sorrise.
-Hai ragione. Andrà tutto bene-
Iniziarono a chiacchierare del più e del meno, mentre Sango prese a preparare qualcosa per il pranzo.
Finchè arrivò la fatidica domanda.
-E dimmi, com'è andata ieri sera con Inuyasha?-
Kagome stava bevendo dal bicchiere un sorso d'acqua, e sentire improvvisamente il nome di quel ragazzo, gliela fece finire dritta di traverso.
Iniziò a tossire per riprendersi.
-Accidenti, Kagome! Ti deve aver colpito molto, se dopo averlo visto solo una volta, reagisci così nel sentirlo nominare!-
-I-insomma Sango, smettila! Non è affatto come credi! E' un arrogante ed un presuntuoso! Non so come ti sia venuta quest'idea di presentarmelo. Non intendo affatto rivederlo!- mise le mani avanti, immaginando che l'amica avesse già organizzato qualche secondo incontro.
-Davvero? Che peccato-
Kagome rimase basita. Si era aspettata che l'amica avrebbe insistito ed invece si era arresa al primo segno di protesta.
-Sai, eppure lui ha molto successo con le ragazze...- incominciò Sango.
"Ecco, appunto..."
-Insomma Kagome. Capisco che ti abbia fatto una cattiva impressione. Ma infondo vi siete visti solo una volta. Pensaci ...Beh, si, è  un tantino scorbutico...-
"Giusto un tantino..."
-... ma è bello...-
"Passabile.."
-...ha uno sguardo seducente....-
"Seducente?!.. Quanto un' acciuga..."
-....e poi dicono sappia baciare da far impazzire una donna...-
TILT
"Ok frenafrenafrena!". Perchè si era immaginata avvinghiata ad Inuyasha mentre lui la baciava?!
-Kagome?-
-S-sì?..- biascicò nel tentativo di prendere aria.
-... Sei rossa...- osservò-l'amica.
-Ah.. eh si, ho fatto una corsa nel tornare a casa... ho. . ho caldo-
Vide lo sguardo indagatore di Sango e non prometteva nulla di buono. Per niente! Si immaginava già cosa stava per frullare nella testa dell' amica e doveva evitare quel genere di conversazione, che sentiva stava per arrivare.. e subito!
-Ah, Sango! Stasera volevo cucinare del sushi, che ne dici? Corro a prendere qualcosa al supermercato prima che chiuda, d'accordo? Perfetto, a dopo!-
Fu un razzo nell'alzarsi, uscire e chiudere la porta. Tanto che Sango non ebbe il tempo nemmeno di aprire la bocca per dire nulla.
 
Inuyasha camminava senza una meta precisa. Se ne era uscito, pur di non stare più a sentire gli inutili farneticamenti di Miroku su una possibile relazione tra lui e quella Kagome.
Era ormai ora di pranzo. Aveva fame, ma nessuna voglia di tornare a casa.
Vide a pochi metri il supermercato dove faceva solitamente la spesa. Si sarebbe preso dei tramezzini e poi si sarebbe recato al parco per gustarseli con calma in santa pace.
Entrò e si diresse nel reparto frigo.
-Vediamo un po'... yogurt... formaggi... affettato... eccoli qua!-
Ne afferrò un paio e si avviò verso le casse.
La cosa odiosa dei supermercati erano quei dannati reparti freezer. Fuori vi era ormai il tepore della primavera, era marzo e lui stava beatamente in maniche corte. Poi entravi in questi cavolo di market ed eri costretto a passare di fronte quei maledetti container dei surgelati dove c'erano a malapena 5 gradi!
Cercò di superare in fretta il reparto accelerando il passo, quando si trovo davanti una chioma familiare.
 
-Vediamo... filetto... gamberetti... oh, ecco il salmone- mormorò Kagome tirandolo fuori dal freezer.
Era scappata da Sango con quella ridicola scusa del sushi, quindi si era vista costretta ad entrare nel supermercato per compare almeno il salmone.
Preso il pesce, si voltò per avviarsi verso le casse. E lo vide.
La bocca le si aprì automaticamente per la sorpresa e non riuscì ad emettere alcun suono.
Lo osservò per qualche secondo.
Indossava un paio di jeans che mettevano in risalto delle gambe ber tornite, una magliettina aderente che evidenziava i muscoli delle braccia e del petto.
La vocina di Sango le giunse come un piccolo e insidioso maleficio.
-... ma è bello...-
"Oh si.."
-...ha uno sguardo seducente....-
"... Decisamente"
-....e poi dicono sappia baciare da far impazzire una donna...-
"Grazie, Signore, che sono nel reparto freezer..."
La testa le girava per l'insieme di pensieri no-standard. Ma cosa le prendeva?! Era solo un ragazzo.
Cos'aveva di così particolare che riusciva a confonderla a quel modo? Non le stava nemmeno simpatico, tutt'altro!
-Ora non dirmi che stai di nuovo per scappare ,perchè questa volta puoi anche correre fino a Kyoto per quanto mi riguarda, sappi che non ti seguirò per controllare che tu sia ancora viva-
La sua voce la riscosse dai suoi pensieri.
-Co..come?- riuscì a balbettare.
-Hai di nuovo l'espressione di una che sta per vomitare!- le disse nervoso.
Kagome sbuffò.
-Tu proprio non sai cosa sia la galanteria! Non fai che offendermi!-
-Evidentemente è ciò che mi ispira la tua faccia - rispose, per poi quasi scoppiare a ridere nel vedere i suoi occhi ardere.
-Sei... sei... un cafone!- sbraitò Kagome sbattendo la vaschetta di salmone sul banco del freezer avviandosi con passo deciso verso l'uscita.
Pensò di essersi liberata di Inuyasha ma vide che la stava seguendo.
-Ehi, ragazzina, dove scappi!- le chiese con una risata ironica.
-Smettila con quel nomignolo. Me ne vado a casa!- rispose senza voltarti.
-Ma...non puoi!- A sentire quella frase lei si voltò con uno sguardo interrogativo. -Non mi hai ancora mandato a cuccia!- continuò lui con uno sguardo angelico ed un ghigno perfido sul volto.
 
Vide i suoi occhi dapprima  spalancarsi udendo la risposta, poi diventare lividi di rabbia.
Era troppo divertente. Riusciva a farla scattare davvero con nulla e la cosa che più gli piaceva era vedere quello sguardo mutare con una rapidità estrema ed il susseguirsi di emozioni che le passavano sul viso. Aveva gli occhi più espressivi che avesse mai visto.
- ...occhi da cerbiatta..-
E ora perchè gli veniva in mente Miroku e le sue stupide allusioni?
-...curve sinuose...-
Spostò lo sguardo sul suo corpo notando che indossava un delizioso paio di collant ed una maglietta che le arrivava poco sotto i glutei evidenziando le sue forme.
- ...labbra carnose...-
Risalì il suo corpo tornando al viso e finì per osservarle la bocca.
Deglutì. Chissà cosa avrebbe provato nel farla tacere quando iniziava ad insultarlo, zittendola con un bacio...
-...capelli fluenti e morbidi...-
...E mentre la baciava affondare le mani nella setosa massa di capelli corvini. Premere il suo corpo contro al suo, sentire i suoi sospiri e....
-Vai al diavolo Inuyasha! Io me ne vado a casa!-
La sua voce lo fece sussultare e la vide allontanarsi a passo di furia.
Ma lui rimase imbambolato a guardarla incapace di muoversi per ciò che gli era appena passato per la mente.
Ringraziò i Kami perchè in quel momento non stava passeggiando nessuno nella via e conseguentemente nessuno poteva vedere qualcosa di molto, molto evidente che premeva contro i pantaloni.
Nel caso contrario avrebbe davvero fatto la figura del coglione.
 
Kagome rientrò a passo di carica sbattendo la porta, attraversò il corridoio ed era quasi giunta in camera sua quando Sango sbucò dal bagno.
-Kagome?! Ma che ti prende! Sei entrata in casa come un terremoto!-
La ragazza si voltò con gli occhi furenti di rabbia.
-Sango! La prossima volta che ti viene in mente di presentarmi qualche tuo amico, mettiti in un angolo e aspetta che l'idea ti passi!-
-Eh? Ma che è successo? Non eri andata al supermercato?- chiese non capendo cosa fosse accaduto all'amica.
Lei non rispose, così decise di andare in cucina ed aprì il frigo.
"Ma... non doveva comprare del pesce?"
Si avvicinò verso la camera di Kagome.
 
Si era buttata sul letto infilando la testa dentro al cuscino.
Lo odiava! Altro che appuntamenti e cavolate simili! Sperava di non doverlo mai più rivedere.
La voce di Sango la distolse da una serie di insulti che erano già partiti a razzo nella sua mente.
-Ehm.. Kagome? Ma dov'è l'occorrente per il sushi?-
"Il sushi?", si chiese lei sentendo la domanda dell'amica e guardando interrogativamente verso la porta.
Quando realizzò che effettivamente lei era andata al supermercato proprio per compare quel dannato pesce, ma che da li non  ci era mai uscito, risprofondò nel cuscino con un gemito di disperazione.
"Ma che ho fatto di male..."
 

***ANTICIPAZIONE PROSSIMO CAPITOLO***
-‘Giorno Kagome-chan, dormito bene?- le chiese l’amica sorridente.
-Come un ghiro-  rispose prendendo il latte dal frigo –Ma sei già ai fornelli?- chiese notando che stava preparando qualche piatto, vista la quantità di ingredienti sul tavolo.
Sango annuì.
-Sì, stasera abbiamo ospiti a cena- rispose enigmatica.
Il sospetto si insinuò subito nella mente della ragazza.
-Mmh… ah si? E chi viene?-
L’amica si girò sfoderando il migliore dei sorrisi.
-Miroku e Inuyasha-
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Capitolo 6
*** CAPITOLO 5 - L'ANNIVERSARIO ***


Ciao bella gente! Eccoci come promesso con il nuovo capitolo, Che dire, ringrazio in particolare Selva Oscura e Maria76 per aver commentato il precedente capitolo e coloro che hanno inserito la storia tra i preferiti o le seguite :))
Vi lascio alla lettura sperando di cuore che vi piaccia e di ricevere le vostre recensioni :) Buona serata! Con affetto, Manu.



CAPITOLO 5 - L'ANNIVERSARIO
 
Kagome aprì lentamente gli occhi destandosi dal sonno. Il sole primaverile filtrava dalle persiane. Si stiracchiò con uno sbadiglio e lentamente si alzò per recarsi in cucina a fare colazione.
Erano le dieci e trovò Sango già indaffarata in cucina.
-Buongiorno- mormorò con la voce ancora impastata dal sonno.
-‘Giorno Kagome-chan, dormito bene?- le chiese l’amica sorridente.
-Come un ghiro-  rispose prendendo il latte dal frigo –Ma sei già ai fornelli?- chiese notando che stava preparando qualche piatto, vista la quantità di ingredienti sul tavolo.
Sango annuì.
-Sì, stasera abbiamo ospiti a cena- rispose enigmatica.
Il sospetto si insinuò subito nella mente della ragazza.
-Mmh… ah si? E chi viene?-
L’amica si girò sfoderando il migliore dei sorrisi.
-Miroku e Inuyasha-
“Ecco come una fantastica giornata diventa improvvisamente una giornata del cavolo!”
Gli occhi di Kagome si strinsero minacciosi.
-Stai scherzando, vero?- chiese sibilando.
Sango alzò le mani davanti a sé nel tentativo di placare subito la rabbia dell’amica.
-Ka-Kagome, aspetta. Oggi è una giornata particolare, per questo abbiamo invitato Inuyasha da noi- spiegò mantenendo una voce pacata.
-Abbiamo?- chiese alzando un sopracciglio.
-Beh, io e Miroku. Sai, siamo amici da molto tempo-
-Dunque? Cos’ha di speciale questa giornata tanto da dover avere quell’idiota a cena in casa nostra?-
Ormai gli appellativi associati a “quel” nome non potevano che essere dispregiativi. Quel ragazzo aveva tutto ciò che di peggio lei odiava in un uomo, era un concentrato dei difetti più disparati  ed insopportabili.
-Di speciale proprio nulla. Quattro anni fa Inuyasha ha perso entrambi i genitori in un incidente. Io e Miroku non abbiamo mai lasciato Inuyasha solo in questo giorno. E’ un modo per stargli vicino, e così faremo anche quest’anno. Ci farebbe piacere se stasera ci fossi anche tu con noi, Kagome. Vuoi?-
La rabbia sbollì all’istante. Kagome aveva ascoltato la risposta dell’amica ed il freddo era calato nel suo cuore. Non s’aspettava proprio una motivazione del genere. Nell’immaginare come potesse sentirsi Inuyasha nel giorno dell’anniversario della perdita dei genitori il suo animo sentì uno scombussolamento unito al desiderio di stringerlo a sé.
Arrossì a quell' idea. Come poteva anche solo immaginare che lui volesse consolazione da una che non conosceva nemmeno?
Scosse la testa allontanando un pensiero tanto stupido.
-D’accordo. Resterò qui con voi- rispose incerta.
Vide il sorriso di Sango e si sentì più tranquilla. Almeno questa volta l’amica non stava giocando a fare cupido.
 
La sera arrivò presto. Kagome scelse di vestirsi in maniera molto semplice, un classico jeans ed una magliettina azzurra a tre quarti di manica.
Andò in cucina ed aiutò Miroku ad apparecchiare la tavola, mentre Sango metteva in forno il pollo con le patatine. Sul fornello, intanto, la pasta stava iniziando a bollire mentre il sugo era già pronto.
Kagome guardo l’orario: le 20:10. Inuyasha doveva essere già arrivato da dieci minuti ma di lui nessuna traccia.
-Dov’è finito il vostro amico?- chiese notando il suo ritardo.
Il ragazzo col codino guardò l’ora e si grattò la testa.
-Beh, in effetti doveva già essere qui. Senti, Kagome, ti andrebbe di andare a vedere dov’è finito? Ho come la sensazione che sia sul luogo dell’incidente perso nei suoi pensieri e non si sia accorto di essere in ritardo-
Kagome sgranò gli occhi sbattendo le mani sul tavolo.
-Cosa?! Ma è un vostro amico, perché dovrei andarci io?- chiese mentre le montavano i nervi per l’ennesima situazione in cui stavano cercando di infilarla.
-B-beh Sango sta cucinando ed io le sto dando una mano… dai Kagome, mica ti mangia… - balbettò Miroku cercando di trovare una scusa decente nella sua mente per convincerla.
Vide la luce minacciosa negli occhi dell’amica affievolirsi.
-Questa è l’ultima volta che casco nei vostri giochetti- rispose seccata. –Allora, dov’è questo posto?- aggiunse avviandosi verso la porta.
 
Inuyasha guardava le stelle seduto sulla panchina. I ricordi di quella sera nitidi nella sua mente.
I suoi genitori erano usciti a cena per festeggiare l’anniversario del loro matrimonio. Passeggiavano li, in quel viale vicino alla strada che costeggiava il parco, mano nella mano.
Poi un auto con al volante un ubriaco sbandò investendoli in pieno. Il giorno del loro anniversario era diventato anche l’anniversario della loro morte.
Strinse i pugni, ricordando la desolazione nel suo cuore. Era rimasto solo al mondo. Non aveva zii e parenti a cui appoggiarsi con cui aveva un particolare rapporto al punto da spingersi a trasferirsi da loro.
I suoi amici erano stati la sua ancora. Miroku aveva insistito affinchè andasse a stare da lui e la sua famiglia lo aveva accolto come un secondo figlio. Sango si era dimostrata una fantastica amica, dolce e comprensiva durante il suo periodo buio. Pian, piano, il dolore era scemato, ma mai come in quel giorno dell’anno tornava prepotente sferzandogli l’anima.
Sorrise tristemente. In quegli istanti nessuno poteva capire come si sentisse.
-Ehi, vuoi proprio far freddare la cena, eh?-
La voce al suo fianco lo fece sobbalzare, e quando si voltò e si trovò di fronte Kagome pensò di avere qualche allucinazione.
-Ma che.. che ci fai qui, ragazzina?- chiese imbarazzato e d’improvviso nervoso.
Lei sorrise e si sedette vicino a lui.
-Fai tu. Sono le otto e venti. Sango e Miroku erano preoccupati per te- rispose lei guardandolo negli occhi con aria sghemba.
Lui diede uno sguardo all’orologio al polso per accertarsi di quanto lei diceva. Cavolo! Non si era accorto di essersi soffermato tanto.
-Capisco. Mi dispiace. Non avevo fatto caso all’ora. Ma come mai sei qui?- chiese inarcando un sopracciglio.
-Mi hanno mandato a cercarti. Te l’ho detto, erano preoccupati- ripose lei alzando le spalle con non curanza.
-Loro erano preoccupati ed hanno mandato te?- la stuzzicò Inuyasha mentre un ghigno si formava sul viso. –O, forse, era una scusa perché tu volevi vedermi…-
La vide arrossire e sgranare gli occhi.
-Cosa? Io non volevo affatto vederti- rispose voltando il viso ed incrociando le braccia al petto come a voler mettere distanza tra di loro. Poi la sentì aggiungere:
-Tu, piuttosto. Come stai? Sango mi ha detto che oggi per te non è un giorno felice-
Lui cambiò espressione tornando a guardare il cielo.
-Non sono cose che ti riguardino- rispose secco.
Nel tempo si era avvolto in un guscio, una barriera per difendersi dal dolore. Non amava aprirsi con le persone, men che meno su avvenimenti così privati della sua vita.
-Sempre il solito...- la sentì mormorare.
-Ma che vuoi, farmi da consulente?- sbottò lui.
-Idiota!-
-Acida-
-Cretino-
-Mocciosa-
Sentì Kagome prendere un respiro profondo, per poi iniziare a parlare con voce vellutata.
-Sai, Inuyasha. Tante volte, quando capitano questi eventi così devastanti, restiamo fossilizzati nel passato. Cerchiamo ovunque, in ogni oggetto, ogni cosa, un dettaglio che ci ricordi chi se ne è andato per sentirlo vicino a noi. Ma ci dimentichiamo la cosa più sciocca e fondamentale. Chi se ne è andato continuerà a vivere sino a quando rimarrà scolpito nei nostri cuori. E’ allora che ci rendiamo conto che ciò che disperatamente cerchiamo non è altro che accanto a noi.-
Inuyasha non disse nulla, stupito dal repentino cambio di conversazione. Kagome era riuscito a lasciarlo senza parole. Mentre parlava il suo cuore si era lentamente scaldato, come se ogni sua sillaba avesse un effetto che sapesse lenire il dolore. Come se lei potesse capire esattamente cosa provava, leggendogli dentro.
"Come nessuno ha mai saputo fare..."
Il suo cuore schizzò in orbita quando avvertì la mano di lei coprire la sua e stringerla lievemente.
“Che.. che sta facendo…”, si chiese. Si voltò verso di lei e si sentì morire. Lei lo guardava con un dolce sorriso. Si trovò con un soffocante groppo alla gola ed il desiderio improvviso di coprire quelle labbra con le sue e perdersi in quel dannato profumo che la accompagnava.
Si voltò imbarazzato e scioccato dai suoi stessi pensieri;  sciogliendo quel contatto  si alzò in piedi.
-Dai… andiamo Kagome..- disse dandogli le spalle.
Quando vide che lei non si mosse, si rigirò e notò il suo sguardo stupito.
-Beh? Che ti prende, adesso?- le chiese.
-Tu… mi hai chiamata per nome-
Di nuovo sentì le sue gote imporporarsi.
“Maledetta! Ma perché riesce sempre a farmi sentire un completo idiota”
-Tsk! E’ il tuo nome, no? Muoviti, che è tardi. Sango e Miroku ci stanno aspettando- rispose cercando di non lasciare trasparire il disagio che provava.
La sentì ridere. Di nuovo quella risata cristallina.
-Va bene, va bene. Non arrabbiarti- disse mentre si alzava anche lei per raggiungerlo.
Si incamminarono lentamente. Passeggiarono sempre tenendo una certa distanza. Ma, anche se non se ne rendevano conto, i loro cuori erano ora più vicini.
 
La cena fu piacevole ed Inuyasha riuscì a dimenticare almeno in parte la tristezza di quel giorno.
Risero e chiacchierarono del più e del meno e non mancarono i momenti in cui Inuyasha stuzzicò Kagome solo per il gusto di vedere le scintille in quegli occhi cioccolato.
Arrivò velocemente mezzanotte e Sango decise di accompagnare a casa Miroku, che l’indomani doveva alzarsi presto per andare a lavorare.
-D’accordo. Mi unisco a voi- disse Inuyasha alzandosi.
-Eh no!- lo fermò l’amico. –Me l’avevi promesso- aggiunse enigmatico lanciandogli un’occhiata di fuoco.
Inuyasha quasi ringhiò diventando rosso.
-Miroku, ti ho detto che non ci penso proprio…-
Kagome guardò con un gran punto interrogativo in fronte la scena, vide i due scambiarsi qualche insulto e Sango trascinare fuori casa il fidanzato.
Quando realizzò che per l’ennesima volta quei due l’avevano lasciata sola con Inuyasha cominciò a maledire tutti i santi. Si portò una mano sugli occhi iniziando a contare fino a cento.
-Senti. Quest’assurda situazione non piace nemmeno a me, quindi ti prego, evita scenate isteriche-  lo sentì affermare con voce scocciata, sentendosi osservata.
-Tranquillo, non ho intenzione di strapparmi i capelli perché sono costretta alla tua presenza. E poi loro se ne sono andati, sei libero di andartene quando vuoi- rispose seccata.
Perché quel ragazzo doveva essere sempre così detestabile?
-Li credi scemi? Ci scommetto che sono qui sotto appostati per controllare che io me ne stia qui per un po’. E poi….-
Lei lo guardò, notando che non proseguiva la frase, e avvertì il suo imbarazzato.
“Lui imbarazzato? Sarà un’impressione…”
-E poi, cosa?- lo incalzò a continuare.
-Dannazione!- esclamò Inuyasha infilandosi una mano nella tasca. –Tieni!- esclamò gettando verso di lei una piccola confezione regalo.
Lei la prese al volo osservando stupita quella piccola scatolina. Lo guardò quindi, interrogativamente.
-Qualche giorno fa era il tuo compleanno, no? Miroku mi ha “gentilmente” commissionato l’acquisto del tuo regalo- ammise lui.
Vedendola fissarlo a bocca aperta la invitò a scartalo.
-Dunque? Non lo apri?-
Con mani tremanti iniziò a sfilare quei piccoli fiocchi colorati. Quando aprì la scatolina sorrise.
Erano un paio di orecchini, con due piccole perline rosa. Erano praticamente in tinta con la collana che le aveva regalato il nonno. Si ricordò che aveva visto Inuyasha la prima volta al tempio, probabilmente era andato li proprio per prenderle quel pensiero.
-Sono bellissimi. Grazie Inuyasha- sussurrò guardandolo.
Lui distolse gli occhi dai suoi.
-Tsk! Per così poco-
Era agitato, lo percepiva. Quel ragazzo era un enigma. Era scorbutico ed arrogante, ma sotto sotto doveva essere gentile e anche... si, timido. La sua, forse, era solo una corazza che si era costruito nel tempo.
Kagome si avvicinò a lui.
-Li hai presi al tempio Higurashi?- gli chiese. A quella domanda lo vide sbiancare e voltarsi verso di lei.
-Come diavolo fai a saperlo?-
Kagome sghignazzò.
-E’ il tempio della mia famiglia. Mio nonno Sota lo gestisce-
Inuyasha se possibile cambiò varie tonalità di colore.
-Quel.. quel vecchio matto è tuo nonno?- chiese lui quasi urlando, ricordando cosa gli era toccato subire.
-Vecchio matto?!...- sbottò Kagome irritandosi per il modo in cui si era rivolto a lui.
-Si, tuo nonno deve avere qualcosa che non va! Quando sono arrivato a quella sua dannata bancarella e mi ha visto ha iniziato ad urlare come un pazzo che “IO ero tornato". Poi ha iniziato a chiedermi se ero arrivato qui grazie ad una qualche cavolo di “sfera dei non so cosa” e se ero uscito da un pozzo. Gli ho chiesto di calmarsi ed ho provato a spiegargli che si stava confondendo con qualcun altro. E lui per tutta risposta mi ha preso per il bavero intimandomi di ricordarmi in fretta chi ero o mi avrebbe spedito tra le fiamme dell’inferno!- concluse il racconto incrociando le braccia al petto.
Kagome non ci capiva niente. Non era certo da suo nonno comportarsi così.
-Mi sembra strano. Forse non si sentiva bene. Ormai ha la sua età.- concluse confusa.
-Sarà- rispose lui fissando un punto imprecisato del muro dietro di lei.
Calò il silenzio.
Kagome lo guardava e lui non riusciva a voltare il viso per ricambiare lo sguardo.
E piantala di fissarmi… “, pensò Inuyasha. Perché una stupida donna doveva fargli tanto effetto? Eppure ne aveva avute di ragazze, anche se per lo più occasionali. Ma lei riusciva a metterlo ad un tale disagio da desiderare di infilare la testa sotto terra come uno struzzo.
-Ora devo andare- disse, trovando nell’uscire di li l’unica scappatoia possibile a quell’assurda situazione.
Aprì la porta e mise un piede fuori.
-A-Aspetta…- sentì Kagome richiamarlo.
Lei non voleva che se ne andasse in quel modo. Si sentiva di volerlo ringraziare in qualche modo per quel regalo. Avvertiva che negli ultimi due minuti tra loro si era ricreata di nuovo quella barriera che avvolgeva il cuore di Inuyasha. Non capiva il perché, anzi, era proprio stupido… ma desiderava abbatterla.
Così fece qualcosa di cui nemmeno lei si rese conto se non dopo aver compiuto il gesto.
Si avvicinò a lui, si alzò sulle punte dei piedi e gli posò un bacio sulla guancia. Nulla di che. Un contatto che durò si e no mezzo secondo, ma che entrambi avvertirono come una scossa che li percorse dalla punta dei piedi sino alla sommità del capo. Si fissarono a vicenda, quasi avessero visto entrambi degli asini volare, senza proferire parola.
-Buona.. buona notte, Inuyasha-
Kagome non gli diede nemmeno il tempo di rispondere e gli sbattè la porta in faccia, per poi appoggiarsi ad essa con la schiena sentendo le gambe cederle.
Si portò una mano alla bocca, rossa in viso come non mai.
“M-ma.. cosa diavolo ho fatto!!
 
Inuyasha fissava la porta indeciso se valutare quella situazione più assurda o sconcertante.
Il colorito del suo volto probabilmente doveva variare tra il rosso ed il viola.
Iniziò a scendere i gradini e si ritrovò in strada.
Alzò una mano sfiorandosi il punto in cui Kagome gli aveva dato quel bacio. Era stato un contatto leggero quanto le ali di una farfalla ma per lui era stato come essere marchiato a fuoco.
Un fuoco bruciante che gli stava invadendo le vene tanto batteva il suo cuore, e tanto, nuovamente si stavano risvegliando certi istinti.
Inspiegabilmente si ritrovò a ridere da solo, dandosi mentalmente del cretino. Nel giro di pochi giorni la sua vita era stata travolta da un tornado.  
Si battè una mano sulla fronte notando per la seconda volta il rigonfiamento tra le gambe.
“Se mi vedesse Miroku….”
Si avviò verso casa; era quasi arrivato quando un pensiero lo bloccò facendogli alzare lo sguardo al cielo.
Per la prima volta da quando erano morti i suoi genitori, in quel giorno, era riuscito a sorridere.
 
 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 6 - VUOI BALLARE CON ME? ***


Ciao bella gente! Eccomi con il nuovo capitolo^^ Grazie di cuore per i favolosi commenti çç mi sono commossa, sono davvero contenta che la storia vi piaccia e vi intrighi tanto! Sigh... e io che ad un certo punto ho pensato fosse una cavolata çç Vi adoro! Bando alle ciancie... Inuyasha e Kagome stanno iniziando un percorso... un percorso dove iniziano a provare straaaani scombussalenti ed ovviamente i ricordi della loro vita precedente sono sempre li che bussano... Ce la faranno i nostri eroi a ricordarsi chi erano seicento anni prima? :P Mi sa che vi dovrò torturare ancora un po'... ihihih... buona lettura! Aspetto le vostre recensioni^^ smaaaaaaaaack!




- ...Bittersweet memories...That is all I'm taking with me...So good bye...Please don't cry ...We both know I'm not what you, you need....-
Kagome canticchiava la canzone di Whitney Houston che passava nell' ipod beatamente spaparanzata sul letto. Gli occhi chiusi per godersi quei momenti in cui con la mente viaggiava in altre dimensioni.
Quella canzone era così dolce e triste. Ogni volta che la ascoltava avvertiva una forte empatia verso la protagonista della storia.
-Kagome?- la porta della camera si aprì e la testa di Sango fece capolino nella stanza.
La ragazza si tolse le cuffie dalle orecchie.
-Si?-
-Ti ricordi che giorno è domenica?- le chiese l'amica.
-Certo! E' il compleanno di tua mamma- rispose sorridendo.
Sango annuì.
-Si, e quest'anno mio padre ha deciso di fare le cose in grande. Darà un ricevimento al Sakura Restaurant e ci sarà anche l'orchestra. Sai, la mamma compie cinquant'anni e lui vuole che sia una giornata memorabile. Beh, questo per dirti che ovviamente sei stata invitata Kagome-chan-
-Davvero? E' un gesto davvero gentile da parte vostra-
Sango fece un gesto di diniego con la mano.
-Kagome, ma sei matta? Siamo praticamente sorelle, era ovvio che t'avremmo invitato-
La ragazza rise.
-Beh, mi pare di capire che dovrò trovare qualcosa di adatto da mettermi-
L'amica le strizzò l'occhio.
-Oh, no! Per quello ho già un'idea io-
 
Domenica pomeriggio.
-Sango, tu sei pazza! Io non posso andare in giro con... con.. questo!-
"Questo" era un meraviglioso vestito fatto apposta per Kagome. Di colore blu elettrico, accarezzava il suo corpo come una seconda pelle; il capo si allacciava dietro il collo lasciando una scollatura abbastanza accentuata ma non esagerata tra i seni, la schiena era nuda e la lunghezza della gonna arrivava poco sopra il ginocchio. Sango l'aveva obbligata a metterlo accompagnato da un paio di scarpe argentate dal tacco dodici. Il tocco di classe fu un trucco molto leggero, per risaltare i lineamenti, un delicato lucidalabbra e la matita nera sugli occhi. I capelli le erano stati raccolti in un delizioso chignon da cui scendevano delle ciocche leggermente arricciate, mentre altre due ciocche le contornavano il viso dandole un aria sbarazzina.
-Tesoro, non ricominciare. Sei a dir poco fantastica- l'ammonì l'amica, sapendo quanto Kagome era restia a valorizzarsi nell'abbigliamento.
-Forse, però... sai quanto io mi senta a poco agio vestita troppo vistosa-
Sango le mise le mani sulle spalle scuotendola in modo amorevole.
-Si, che lo so. Ma ormai sei una donna, e sei bellissima. Insomma, prima o poi vorrai dare sfoggio della tua femminilità, no? Tu continui a vederti bruco, ma in realtà sei già una farfalla. Devi solo spiccare il volo-
Gli occhi di Kagome si inumidirono ed il suo volto si illuminò di un tenue sorriso.
-Grazie. E, a proposito. Anche tu ei bellissima, amica mia- disse, notando quanto fosse eterea in quel vestito rosso scuro, lungo sino ai piedi, sorretto solo da due sottili spalline.
Sango arrossì leggermente.
-Coraggio, basta complimenti. Andiamo, se arriviamo in ritardo mia madre mi strozza!-
Il Sakura Restaurant era a dir poco favoloso.
Kagome notò subito l'elegante pista da ballo al centro della sala, i tavoli rotondi che la incorniciavano tutti agghindati con delle candele che rendevano l'atmosfera romantica.
-Accidenti, ma dov'è?- disse Sango pestando ripetutamente un piede a terra.
-Di chi parli?- chiese Kagome curiosa.
-Di quell'idiota di Miroku. E' in ritardo e tra cinque minuti mia mamma sarà qui-
-Sta tranquilla, sai che è peggio di una donna quando deve prepararsi, sicuramente arriverà a momenti-
Entrambe risero immaginandosi il giovane davanti allo specchio che si vantava della sua avvenenza.
-Stavate forse parlando di me, belle fanciulle?-
Entrambe si voltarono sentendo l'intrusione e videro Miroku avanzare con un ghigno sulle labbra.
-Accidenti, che bamboline!- esclamò osservandole. -Kagome... sei una bomba- aggiunse con un sorrisetto malizioso, facendo arrossire la ragazza.
-Gra-grazie- balbettò imbarazzata.
"Accidenti, perchè ho messo questo vestito..", mormorò dentro di sè.
-Miroku, Sango. Scusate il ritardo- disse una voce dietro i due ragazzi, che li fece girare in quella direzione sorridenti.
Se Kagome avesse potuto fuggire nuovamente, l'avrebbe fatto, ma questa volta coi tacchi l'impresa sarebbe stata ardua.
Ovviamente, i suoi amici si era dimenticati, nuovamente, di avvisarla di un piccolo particolare.
Di fronte a lei c'era Inuyasha e vi era una sola parola per definirlo: uno schianto.
 
Inuyasha era arrivato dieci minuti in ritardo, ma per fortuna la festa non era ancora iniziata.
Ci aveva messo un po' a decidere cosa mettersi, indeciso tra un completo elegante ed uno più casual. Alla fine aveva optato per una via di mezzo, un pantalone nero raffinato ed una camicia bianca tenuta fuori dai pantaloni lasciata slacciata nei primi tre bottoni.
 Si avvicinò al buffet per prendersi un crodino, giusto per ingannare l'attesa dell'arrivo dei genitori di Sango. Li aveva incontrati molte volte negli anni. Erano persone estremamente gentili, e più volte aveva cenato da loro assieme a Miroku. Si era stupito per l'invito alla festa, ma ne era rimasto contento. Infondo era un'occasione per festeggiare e stare in compagnia dei suoi amici.
Sorseggiò il drink, quando in lontananza finalmente avvistò Miroku che parlava con Sango.
Sorrise, notando come l'amico se la mangiava con gli occhi. Effettivamente, quel giorno si era superata, era davvero bella.
Si avvicinò quindi alla coppia.
-Miroku, Sango. Scusate il ritardo- disse.
Quando entrambi si voltarono, noto che era presente anche una terza persona con cui loro stavano conversando e che lui nemmeno aveva notato. E la mandibola gli finì per terra.
-Ka..Kagome- biascicò mentre la circolazione respiratoria era stata bruscamente interrotta da quell'apparizione.
-...Inuyasha..- mormorò lei.
Immediatamente il ricordo di quanto accaduto qualche sera prima si presentò nitido ed il rossore giunse rapido.
"Non pensare a quello, focalizzati su qualcos'altro....qualcos'altro..?"
Il ragazzo fece scorrere il suo sguardo sul corpo di lei, fasciato da quel vestito blu e deglutì notando quelle gambe che spiccavano esaltate dai tacchi e quella maledetta scollatura.
"Di qualcosa... muoviti, deficiente.."
-Anche tu qui?- chiese, cercando di mantenere il tono della voce il più possibile asettico.
-Eh... si, i genitori di Sango mi hanno invitata- rispose la ragazza  con evidente disagio.
Lui annuì e poi si voltò verso Miroku lanciandogli un'occhiata assassina.
"Poi facciamo i conti..."
Un ghigno si formò sul suo viso vedendolo deglutire ed irrigidirsi, segno che aveva ben recepito il messaggio.
-Ragazzi, andiamo a sederci al nostro tavolo- la voce di Sango distrasse tutti dalla scena.
Si accomodarono e pochi secondi dopo fecero l'ingresso i genitori di Sango scatenando fischi ed applausi.
Gli invitati pian piano andarono a congratularsi con la madre della ragazza per il suo compleanno e con il padre per l'idea della favolosa festa.
Il pranzo iniziò poco dopo ed i ragazzi intavolarono varie conversazioni tra una portata e l'altra.
Il clima era sereno, nonostante Inuyasha cercasse di evitare il più possibile di guardare Kagome.
Lei era... indefinibilmente bella quel giorno.
Continuava a notare sguardi indiscreti di altri uomini presenti in sala e la cosa stava iniziando davvero ad innervosirlo. Strinse i pugni frenando l'impulso di coprirla, immaginando di usare persino la tovaglia se necessario.
"Ma che hanno, tutti, da guardare?! Non hanno mai visto una donna vestita... bene?"
Bene. Non era esattamente un termine adatto a Kagome in quel momento. Lo sguardo si posò per un istante sul suo viso, incorniciato da quell'acconciatura ed il suo cuore aumentò i battiti.
"Cristo, ancora! Ma perchè mi fa quest'effetto!", sbottò.
La musica iniziò a riempire la sala seguita da un'esclamazione euforica dei presenti, e diverse coppie si avventarono sulla pista iniziando a ballare il walzer.
Sango si alzò dal tavolo intravedendo suo nonno e mormorando uno "scusate"  corse ad abbracciarlo per poi trascinarlo sulla pista da ballo.
Vide Miroku sorridere nell' osservarla. Il suo amico era proprio innamorato perso.
Bevve un sorso di vino. Aveva la gola secca, forse per la troppa concentrazione nel cercare di guardare tutto meno che Kagome.
All'improvviso una gomitata lo fece sussultare.
-Che vuoi?!- chiese a Miroku.
Lui si avvicinò sussurrando.
-Ma ti muovi o no?-
Inuyasha alzò un sopracciglio in una muta domanda.
-A fare cosa?-.
-Razza di idiota! Vai a chiederle di ballare!- esclamò l'amico.
-Ma sei scemo? Ti pare che io possa mettermi a ballare questa roba dell'anteguerra?! Per di più con quella?- disse indicando con lo sguardo Kagome.
Lei, ignara della conversazione, fissava le persone che danzavano con un lieve sorriso sul volto.
Ed ecco, in quel frangente, un tizio avvicinarsi a Kagome per chiederle di ballare.
La vide arrossire ed un moto di fastidio gli salì alla gola.
-Ma che fa quello...- sibilò socchiudendo gli occhi.
-Fa quello che dovevi fare tu da almeno da dieci minuti, imbecille- fu la risposta secca di Miroku.
Vide Kagome accettare l'invito dello sconosciuto ed un secondo dopo, senza rendersene conto, si stava avvicinando alla coppia con gli occhi che mandavano fiamme.
-Ehi, tu!- ringhiò allo sconosciuto che lo guardò con fare interrogativo. -Lei è con me-
Prese Kagome per un braccio, sottraendola a quel damerino, e la avvolse tra le sue braccia.
Dopo due secondi si congelò sul posto.
"Ma che cazzo sto facendo?"
Abbassò lo sguardo e si trovò due occhi nocciola che lo fissavano straniti e si accorse che aveva le sue mani sui fianchi della ragazza.
"E.. e adesso come si balla questa roba?!"
 
Kagome si era chiaramente accorta che Inuyasha stava facendo di tutto per ignorarla.
Sospirò. Forse si era offeso per il bacio di qualche giorno prima.
Arrossì, ricordando come si era comportata.
"Peggio di una bambina".
Si sentiva tremendamente stupida. Era chiaro che non voleva avere a che fare con lei, altrimenti questo atteggiamento non avrebbe avuto alcun senso. Non la guardava nemmeno in faccia, nonostante lei avesse provato ad intercettare più volte il suo sguardo.
Osservava le coppie danzare così serene....e sorrise malinconica pensando a quanto avrebbe voluto esserci li anche lei a ballare con la stessa spensieratezza.
"Magari con Inuyasha". Trasalì a causa del suo stesso ridicolo desiderio.
Ma cosa andava a pensare? Perchè quando c'era di mezzo Inuyasha finiva sempre per diventare un'adolescente alla prima cotta?
"Prima..prima cotta?! Ma io non sono affatto cotta"
-Scusi signorina- una voce la distolse dai suoi pensieri e si trovò davanti un ragazzo carino che le porgeva una mano. -Le andrebbe di ballare?-
Lei arrossì. Quel vestito decisamente stava dando forse un po' troppo i suoi frutti.
Acconsentì. In fondo che c'era di male?
Si alzò avviandosi sulla pista da ballo, seguita dal suo nuovo accompagnatore, quando una mano le afferrò il braccio bloccandola.
-Ehi, tu!-
"Inuyasha?", si chiese stupita, trovandoselo di fronte.
-Lei è con me- lo vide fulminare il giovane con uno sguardo glaciale e dopo un secondo si ritrovò schiacciata dal corpo del ragazzo.
Alzò lo sguardo per chiedergli cosa gli era preso ma la frase le morì in gola trovandosi a specchiare in due occhi neri, nei quali non seppe definire che emozione li stava attraversando.
-Perchè... perchè mi hai fermato?- chiese, ritrovando la voce.
Vide nuovamente un guizzò passare nello sguardo di Inuyasha.
-Perchè sei una stupida. Non vedevi che quello ti stava mangiando con gli occhi?-
Lo guardò interrogativamente.
-E da quando le attenzioni che mi vengono rivolte sono di tuo interesse?-
-Tsk! Taci ragazzina. Pensa a ballare ora-
Inuyasha la strinse leggermente a sè ed iniziò a farla volteggiare. Ma dopo pochi secondi le pestò un piede.
-Ahi!- esclamò.
Lo vide sbuffare.
-Ma come si fa a mettere su ancora certa musica!-
Kagome scoppiò a ridere.
-Stupido, guarda, ti guido io. Devi solo seguire il tempo. Un, due, tre, un, due, tre...- e lentamente iniziò a farlo muovere a passo di danza.
-Feh! E' da vecchi- sentenzio ma senza smettere di ballare e dopo qualche minuto si destreggiava già molto meglio.
-Ed ora, signori, una bella canzone romantica tutta per voi! Vogliamo tutte le coppie in pista!-
La voce del deejay risuonò nella sala mentre le luci si abbassarono.
If I should stay
I would only be in your way
So I'll go but I know
I'll think of you every step of the way

Assurdo. Ma proprio quella canzone dovevano mettere?
-Io... è meglio che vada- sussurrò Kagome, sciogliendosi dall'abbraccio del ragazzo, facendo un passo indietro per allontanarsi.
Ma Inuyasha la trattenne riportandola appoggiata al suo petto.
Il cuore di Kagome mancò un battito.
And I... will always love you,
Will always love you... You
My darling, you...

-Già finita la lezione, maestrina?- mormorò lui al suo orecchio facendola arrossire violentemente.
-Q-qui non c'è da imparare. Bi-bisogna solo.. abbracciarsi e...-
Dio, non riusciva nemmeno a parlare dall'imbarazzo. La metteva troppo in soggezione!
Lo sentì ridere sommessamente, e quel suono le fece mozzare il respiro.
Poteva essere così sexy una semplice risata?
Bittersweet memories
That is all I'm taking with me.
So good-bye. Please don't cry...
We both know I'm not what you, you need

-E dunque, non ti sto proprio abbracciando, ragazzina?- la schernì lui.
-Mi stai prendendo in giro? Perchè io non mi sto affatto divertendo- borbottò lei, irrigidendosi.
And I... will always love you
I... will always love you

-Davvero? Vuoi dire che non ti diverte stare tra le braccia di un ragazzo affascinante come me? - lo sentì dire nuovamente, mentre la sua stretta aumentò leggermente.
I hope life treats you kind
And I hope you have all you've dreamed of
And I wish you joy and happiness
But above all this I wish you love

Kagome si allontanò fulminandolo con lo sguardo, rossa in viso per l'imbarazzo che come sempre riusciva a suscitarle.
-Oh tu.. sei davvero un.. presuntuoso, arrogante e... e...-
Non terminò la frase, Inuyasha l'aveva presa per un polso e sbattuta contro il suo torace con un lampo d'ira negli occhi.
 
Stava per dare fuori di matto, se lo sentiva.
Lui cercava di stare calmo e farle fare quello stupido ballo, perchè.. sì, ci teneva. E non voleva che nessun'altro si avvicinasse anche solo per guardarla.
Non sapeva perchè, ma lo infastidiva anche solo l'idea di pensarla tra le braccia di un altro uomo.
E lei che faceva? Continuava a sbraitare come un'isterica.
E più lei si incavolava più diventava bella, con quegli occhi luccicanti di rabbia.
E più diventava bella e più lui impazziva.... dal desiderio di baciarla.. li, davanti a tutti.
-Oh tu.. sei davvero un.. presuntuoso, arrogante e... e...-
E non taceva!
"Al diavolo!"
And I... will always love you
I will always love you
I will always love you
I will always love you

-Sta zitta! Zitta!- proruppe lui affondando il viso nei suoi capelli facendola sobbalzare, stringendola convulsamente a sè.
Nella sua voce c'era... rabbia, possessione.... e che altro?
Sapeva solo che non poteva respirare, perchè tutto il suo corpo era stato inebriato dal profumo di lei, da quella fragranza che lo faceva impazzire, dal sentire le sue mani sulla schiena nuda di Kagome, dalla sua pelle così morbida. Si, probabilmente era prossimo alla pazzia. Nella sua testa c'era un mix di emozioni che avrebbero fatto impazzire qualsiasi uomo sano di mente. E sopratutto erano emozioni che non riusciva in alcun modo a dominare, si impossessavano di lui e la sua ragione gli faceva "bye bye" salutandolo calorosamente.
You....
Darling, I love you.
I'll always...
I'll always love you.

La musica scemò ed Inuyasha lentamente la allontanò da sè.
Si fissarono per un istante, poi fece violenza su se stesso e decise di tornare al suo posto, prima di commettere qualcosa di cui si sarebbe pentito.
"No...Non posso esserne attratto, lei ...lei non può piacermi"
- Maestrina, è meglio se torniamo a sederci, tra poco c'è il dolce- disse dandole le spalle, ma nella sua voce ogni segno di ironia era sparito.
 
La serata giunse al termine.
-Beh, io direi che è l'ora di andare a nanna- mormorò Sango soffocando uno sbadiglio.
Kagome annuì d'accordo con l'amica.
-Già, sono stanca morta. Miroku, tu vai con Inuyasha?- chiese la ragazza.
-Si, magari ci fermiamo a berci un drink prima di accasare. A meno che tu non preferisca che ti accompagni a casa lui, mentre io porto Sango- disse malizioso.
-N-no, certo che no!- rispose con voce acuta arrossendo.
Inuyasha ghignò. Era troppo divertente vederla imbarazzata. Non poteva non approfittarne.
-Beh, dunque ci salutiamo...- mormorò il ragazzo avvicinandosi a lei e prendendole una mano. Poi le fece un inchino e, guardandola fissa negli occhi, le fece il baciamano fermandosi a sussurrarle sulla pelle del palmo:
-Buona notte, maestrina. Alla prossima-
La vide diventare, se possibile, ancora più rossa, e mormorare un flebile "stupido", facendolo scoppiare a ridere.
-Ragazzina- bisbigliò poi, in modo che solo lei potesse sentirlo.
-Cretino, smettila di prendermi in giro- rispose Kagome di rimando fulminandolo.
Inuyasha si allontanò di qualche passo seguito da Miroku.
Si voltò sornione, e da lontano le gridò -Sogni d'oro, mocciosa!- guadagnandosi un bel "vai al diavolo" urlato con foga.
Sia lui che Miroku scoppiarono a ridere.
 



 

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 7 - GELOSIA? ***


Ma buona seraaaaaaaaaaaaaaaa! Eccoci qui con il nuovo capitolo! Chissà dal titolo di cosa mai tratterà XD E dunque ci siamo, i nostri fantastici due stanno iniziando a provare strani sentimenti l'uno per l'altro.... come all'inizio di ogni normale relazione tra uomo e donna! Ed un pizzico di pepe non ce lo mettiamo? :P Certo che si!
Ringrazio veramente tutti quelli che hanno commentato l'ultimo capitolo ed i precedenti! Siete stati tantissimi! Grazie anche a chi ha aggiunto la storia tra i preferiti e le seguite çç Mi commuovo sempre! GRAZIE! Vi lascio alla lettura... e mi affido a voi per sapere cosa ne pensate^^ Un bacione!! Manu.




CAPITOLO 7 - GELOSIA?
 
Inuyasha si alzò quella mattina già con il piede storto. Non aveva dormito un accidente e tutto grazie a quella ragazzina.
“Kagome”. Una fantastica ed emozionante notte in bianco passata a rimuginare sugli ultimi eventi.
Cos’aveva di speciale lo sapevano solo i Kami. Ma grazie a quegli occhioni e quei sorrisi era riuscito a destabilizzarlo non poco.
Si era riscoperto a provare una sorta di attrazione .... Quella ragazza era riuscita a leggergli nell’anima, a placare la sua rabbia verso il mondo intero per la morte dei suoi genitori. Ed era bastata una cosa stupida ed innocente come un bacio sulla guancia per mandarlo completamente in tilt, per non parlare del ballo dove si era dovuto inventare dove mettere le mani per non toccarle la pelle della schiena nuda.
Arrossì di nuovo rimembrando il bacio e quel corpo stretto al suo, e tali pensieri non mancarono di ricordargli cosa potevano provocare nei bassi fondi del suo di corpo.
“Cazzo! Basta!”, sbottò nella sua mente. Non si poteva andare avanti così, era umiliante! Non poteva impazzire così per un sorriso, un po’ di profumo ed un cavolo di bacio.
La suoneria del suo cellulare lo distolse dai suoi pensieri. Lesse l’sms:
*Ciao Inuyasha! E’ un po’ che non ci si vede. Sarò in città qualche giorno per lavoro. Ti va di vederci per un caffè? Seya*
Sorrise. Ecco quello che gli ci voleva. Un po’ di distrazione. Così rispose:
*Ciao Seya! D’accordo, ti va un gelato? Diciamo alle 15.00?*
 
Quel pomeriggio c’era davvero una quantità di clientela infinita. La primavera era ormai inoltrata e le giornate iniziavano a diventare calde.
Kagome si asciugò la fronte servendo il centesimo gelato. Ma quando arrivavano le cinque? Almeno poteva andarsene a casa. Sentì il campanello suonare ed ecco l’ennesimo cliente.
Si voltò e rimase stupita nel trovarsi davanti lui.
-Tasuki?- chiese.
-Kagome?!-  esclamò un ragazzo molto alto e ben piazzato, dai capelli biondi e gli occhi color del cielo.
–Santo cielo, quanto tempo!- disse abbracciando l’amica.
-E’ vero. Non ci vediamo dai tempi delle medie. Come va in Grecia? Sei tornato per salutare i tuoi?-
L’amico annuì.
-Si, sono solo di volata. Ormai la mia vita è laggiù. Ma ..ehi, perché non ci sediamo, così mi racconti cosa hai fatto in tutto questo tempo? E come stanno i tuoi?-
Kagome negò.
-Non posso, sono di turno.-
La voce del capo l’interruppe.
-Prenditi pure quindici minuti di pausa, Kagome, qui vado avanti io-
Lei sorrise ringraziandolo.
-Grazie, Akito-san. Vieni, sediamoci a quel tavolo- disse la ragazza, indicandone uno libero vicino alle vetrate della gelateria.
Tasuki era un suo compagno di classe, ed ai tempi il suo migliore amico. Erano inseparabili. Quando giunse il momento di scegliere la scuola superiore, Tasuki decise di andare all’estero, in Grecia, perché era un suo sogno, oltre che una terra che l’aveva da sempre affascinato per la sua storia e le sue leggende.
Parlarono del più e del meno e quei quindici minuti volarono in fretta. La giovane lo accompagnò verso l’uscita.
-Kagome, noto che se prima eri bella, ora l’aggettivo non è più sufficiente, sai?- le disse strizzandogli
l’occhio facendola arrossire.
Lei le diede un tenero buffetto sul braccio mormorando uno “stupido”.
-Allora a presto, Tasuki. Spero di rivederti presto- gli disse.
Lui annuì abbracciandola e lei lo salutò come faceva sempre quando erano bambini. Gli schioccò un bacio sulla guancia facendolo scoppiare a ridere.
-Accidenti, Kagome! Questo si che mi fa battere il cuore!- disse scherzoso. Entrambi risero.
Ma quando si staccò dall’abbraccio di Tasuki il sorriso le morì sulle labbra.
Davanti a lei c’erano due paia di occhi neri in cui passavano puri lampi di rabbia.
No, la parola rabbia era riduttiva. Le gambe le tremarono. Quella non era affatto rabbia… era pura furia cieca.
 
Inuyasha passeggiava mentre una bella moretta gli stringeva possessivamente il braccio.
Seya non aveva smesso un attimo di tormentarlo con mille domande sulla sua vita. Cosa faceva, dove viveva, come stava, se si era fidanzato ecc..
Ad un certo punto avrebbe voluto zittirla.
-Ehi, Inuyasha, ma ci sei?- gli chiese la ragazza.
Lui sospirò.
-Si che ci sono, Seya, ma mi stai ubriacando con tutte queste domande. Sei diventata un po’ troppo petulante sai?- le disse senza cenno di offesa, con un dolce sorriso sulle labbra.
Lei rise.
-Mascalzone! E’ questo il modo di rivolgerti a tua cugina, dopo un anno che non la vedi?- lo ammonì lei.
-Perdonami, prometto che d’ora in poi sarò un perfetto cavaliere rispondendo ad ogni tua insopportabile domanda- rispose Inuyasha, schernendola.
Seya rise di nuovo e lo riprese a braccetto.
-Antipatico! Insomma, offrimi questo gelato prima che muoia di fame!-
Inuyasha sorrise e la accompagnò verso la gelateria dove andava di solito. Stava per entrare quando una scena si parò davanti ai suoi occhi.
Quella era Kagome, abbracciata ad un tizio. Un tizio che la guardava con occhi languidi.
Ma quello che lo mandò più in cortocircuito fu vederla fare quello che qualche sera prima aveva fatto con lui: diede un bacio sulla guancia a quell’energumeno.
Il sangue smise di fluire al cervello, ed una sola frase gli comparse nella sua mente, senza un senso apparentemente logico.
“Lei è mia…mia!”.
Staccò Seya dal braccio, prendendola per mano e trascinandosela dietro, per poi andare a piazzarsi davanti a Kagome.
Quando lei lo vide la osservò diventare pallida come un lenzuolo.
-Ma buongiorno Kagome- disse. La sua voce sembrava quasi un ringhio.
La vide annaspare nel tentativo di prendere aria.
-C-ciao I-Inuyasha- balbettò.
Poi spostò gli occhi sul bamboccio al suo fianco scoccandogli uno sguardo da far tremare anche i muri. Lui dovette accorgersene perché lo vide irrigidirsi.
“Bene…”
Tornò poi a posarli su Kagome mentre un ghigno malefico si formò sul suo viso.
-Noto che baciare sulla guancia tutti gli uomini che ti vengono a tiro è un’ abitudine. Ti diverte, Kagome?-
La vide impallidire ancor di più a quella frase.
-Io… io stavo solo salutando Tasuki. Non capisco cosa tu voglia insinuare-
Non riusciva a ragionare. Desiderava solo prendere quel tizio per il collo ed appenderlo al muro… quanto a Kagome. Si sentiva tradito.
Tradito... si, ma da cosa? Lei non era la sua ragazza, la conosceva persino da poco. Cosa diavolo gli stava prendendo?!
-Oh. Quindi ora, visto che devi salutarmi, dovresti baciare anche me, giusto?- continuò lui.
Cercava di controllarsi invano, sentiva il suo respiro affannato ed il suo cervello macchinare mille ragionamenti senza senso, provando una possessione verso quella ragazza che non aveva spiegazione.
Vide Kagome aprire la bocca per replicare mentre il suo sguardo stava mutando in una possibile incavolatura, quando intervenne Seya.
-Insomma, Inuyasha, vuoi piantarla?-
 
Inuyasha doveva aver battuto la testa. Si rivolgeva a lei come se fosse una prostituta che se ne andava in giro ad alzare la gonna a tutti gli uomini che gli si paravano davanti.
Non capiva cosa gli stesse prendendo.
- Oh. Quindi ora, visto che devi salutarmi, dovresti baciare anche me, giusto?-
Un’altra insinuazione. Se prima era spaventata dalla furia che leggeva nel sguardo, adesso onestamente gli stava solo facendo girare le scatole.
Aprì la bocca per mandarlo al diavolo quando una ragazza che fino ad un secondo prima non aveva notato parlò.
-Insomma, Inuyasha, vuoi piantarla?-
Si voltò verso di lei e la osservò. Era una bella ragazza. Mora, con grandi occhi verdi, capelli lunghi sino alla vita. Ma quello che maggiormente catturò la sua attenzione furono le loro mani unite.
Una coltellata le trafisse lo stomaco.
“E’ fidanzato…”
Il pensiero la colpì come uno schiaffo in pieno volto.
Alzò gli occhi per andare ad incontrare quelli di Inuyasha.
Lei non aveva mai frequentato un ragazzo più di tre giorni. Non si era mai innamorata in vent’anni.
Non aveva mai provato un sentimento simile a quello che provava ora. Eppure nei meandri nella sua testa gli era così famigliare tanto da farla sentire male: delusione, rabbia, dolore, paura, perdita.
Tutto mescolato assieme. La testa prese nuovamente a martellarle come quella sera al Luna Park.
Vide all’improvviso gli occhi di Inuyasha spalancarsi e mutare radicalmente. Passarono dall’essere furiosi al puro stupore. Poi si aggiunse qualche altro sentimento. Preoccupazione?
Si riscosse sentendo qualcosa bagnarle il viso.
-Cosa..?- mormorò sfiorandosi la guancia e sentendo poi le sue dita umide.
Stava piangendo... ma perché?
-Io.. io… scusate- bisbigliò, e scansando Inuyasha e Tasuki si allontanò correndo via.
Voleva scappare, scappare il più possibile lontano da lui.
 
Se Inuyasha prima si sentiva un leone pronto a sbranare la sua preda, nel momento stesso in cui vide gli occhi di Kagome riempirsi di lacrime si tramutò in agnello.
Fu come ricevere una pugnalata al cuore.
“Co-cosa? Perché sta piangendo?”
-Io.. io… scusate-
La vide allontanarsi a velocità fulminea con il volto rigato di lacrime. Quegli occhi così tristi lo punirono peggio di mille frustate facendolo sentire in colpa.
"Ma in colpa di cosa? Maledizione!"
-Inuyasha? Sei forse impazzito? Perché hai trattato quella ragazza a quel modo?- gli chiese Seya rimproverandolo.
-Già, vorrei saperlo anche io-
Era stato quel tizio a parlare, e se prima si era irrigidito dinnanzi la sua ira, ora lo fissava incenerendolo con lo sguardo.
-E tu chi saresti, si può sapere? Il suo ragazzo?- chiese scontroso.
Lo vide sgranare gli occhi e poi scoppiare a ridere, spiazzandolo non poco.
-Santo cielo, no! Sono solo un suo amico, eravamo compagni di classe. Io vivo in Grecia, sono tornato ieri, e ci siamo incontrati per caso poco fa, proprio qui dove lavora. Cosa che tra l’altro ignoravo. Ci siamo messi a chiacchierare e…. tutto qui. Mi stava salutando quando sei arrivato tu-
Ci mise qualche secondo a realizzare le parole di quel Tasuki. Lui non era il suo ragazzo.
-Beh, scusatemi, ma io devo scappare. Non posso dire che sia stato esattamente un piacere conoscervi. Arrivederci- aggiunse con un leggero inchino, per poi allontanarsi.
Lui rimase immobile a fissarlo, quando la voce di Seya gli fece rizzare i peli della schiena.
-Idiota!- urlò, piazzandogli un pugno sulla testa. –E’ questo il modo di trattare le donne? Sei stato indecente, cugino!-
Lui abbassò lo sguardo sentendosi un completo idiota. Ma cosa gli era saltato in mente?
Seya continuò la sua sfuriata.
-Se ci fosse ancora tua padre e ti avesse visto in questi atteggiamenti ti appiccicherebbe al muro! Prega che quella ragazza voglia rivederti, Inuyasha! E tutta questa scenata per cosa? Per gelosia!-
Gelosia. Quella parolina magica  lo fece saltare come una molla.
-Cosa? Io geloso? Di quella? Hai battuto la testa, Seya?!-
Lei fece un ghigno, e gli sembrò quasi di sentirla esultare per una piccola vittoria. Gli piantò l’indice sul cuore e fece finta di sparare un colpo di pistola.
-Bang! Beccato-
 
Kagome corse finchè ebbe fiato, mentre le lacrime continuavano a scenderle sul volto.
Si ritrovò, nel suo solito posto. Il Goshinboku.
Posò una mano sul petto, cercando di calmare i singhiozzi che la scuotevano.
Perché? Perché mi sento così?"
Era tutto così assurdo. Fino a pochi giorni fa lui nemmeno esisteva nella sua vita, ed ora piangeva come una stupida senza averne chiaro il motivo.
Era stato vederlo mano nella mano con quella ragazza ad aver fatto scattare tutto. Ma non solo. Nel suo cuore si erano catapultate delle emozioni che erano come sopite, estranee al suo vissuto, ma erano così intense e profonde da sconvolgerla.
Si era immaginata Inuyasha che abbracciava un’altra, che baciava un’altra. Che sceglieva sempre un’altra a lei.
Lui che sceglie sempre un'altra a me? Ma ... chi?”, scosse la testa confusa. E, Dio, come le pulsava. Pareva scoppiarle.
-Kagome?-
Si sentì chiamare e si voltò. Quando vite Sota sentì solo il bisogno di rifugiarsi tra quelle braccia e lasciarsi cullare come una bambina, e così fece.
-Nonno…- mormorò. -Oh, nonno… mi sento così… stupida! Sto piangendo… e nemmeno so perché!-
-Ssssh, piccina mia. Avanti dimmi tutto- mormorò Sota accarezzandole dolcemente i capelli.
-Io, io… ho conosciuto un ragazzo e… lo odio! E’ antipatico, scorbutico e non fa che insultarmi. Ma.. ma quando sono con lui… mi sento così strana- si fermò un attimo scossa da un ulteriore singhiozzo  –Non capisco cosa mi prende…. Il mio cuore è sempre in subbuglio e … provo dei sentimenti incomprensibili.... mi sento così confusa- concluse mentre altre lacrime le rigavano le gote.
-Ka-Kagome, dimmi… come si chiama questo giovane?- chiese suo nonno scostandola leggermente.
-Come si chiama...?...Inuyasha- bisbigliò.
-INUYASHA?!- urlò facendola sobbalzare.
Vide suo nonno allontanarsi di qualche metro ed iniziare sottovoce ad imprecare "sull’imbecillità dei mezzi demoni cane" e sugli assurdi marchingegni che facevano i Kami, per poi prendere un respiro profondo e tornare a parlarle dolcemente come niente fosse.
-Nipote mia... ci sono cose che non si possono spiegare. A volte si provano sentimenti profondi per persone che non ci aspettiamo. Come l'amore- provò a spiegarle.
-Cosa?! Nonno, io non sono innamorata! E poi lo conosco da troppo poco tempo per provare... amore- replicò Kagome contrariata ma non convinta sino in fondo della propria affermazione.
Ma il nonno scosse la testa.
-Vedi.... il tempo... a volte non conta nulla. Possono passare secoli o anche solo pochi giorni. Ma questi possono non fare alcuna differenza- disse enigmatico.
-Nonno... scusami ma non capisco- mormorò affranta.
Lui sospirò.
-Lo so. Ma un giorno tutto ti sarà chiaro.- "O almeno spero..." -Ora va a casa, Kagome, e riposa un poco, d'accordo?-
La vide annuire ed avviarsi verso casa.
Poi ricominciò da dove aveva lasciato.
-Inuyasha! Giurò che ti lancerò addosso tutte le maledizioni del mondo se non ti dai una mossa, razza di idiota!-
 
Quando Kagome arrivò a casa con gli occhi gonfi e rossi a Sango per poco non le prese un infarto.
-Kagome!! Ma cosa diavolo ti è successo!- disse correndo dall'amica prendendola tra le braccia.
La ragazza le spiegò quanto avvenuto quel pomeriggio.
Sango si limitò ad ascoltare, lo sguardo quasi impenetrabile ma dolce.
-Capisco. Vedi Kagome... Inuyasha è....può sembrare scontroso ma....- cercava qualcosa da dire, ma le parole di Miroku le rimbombarono nella mente ammonendola: "Sango, non dobbiamo interferire tra loro, mai! Ricordatelo."
"Dannazione!", pensò, stringendo i pugni. "Perdonami, Kagome, quanto vorrei aiutarti..."
Kagome aspettava che Sango proseguisse la frase. La vedeva confusa, come se si frenasse nel dire ad alta voce quanto celava nei suoi pensieri.
Vide l'amica fare un enorme sospiro e poi sorriderle.
-Domani andrà meglio Kagome. Avete solo avuto una brutta discussione. Perchè non vai a sciacquarti la faccia? E poi magari ti rilassi guardando un po' di tv. Che ne dici? Io faccio un salto veloce da Miroku e torno subito, promesso- propose Sango.
La ragazza annuì e ringraziandola si avviò verso il bagno.
 
-Cosa volevi fare?! Ti è andato di volta il cervello?!- urlò Miroku, sapendo che poteva parlare liberamente perchè Inuyasha non era in casa.
-No! Io non ce la faccio più! Sono cinque anni che aspettiamo, Miroku. Cinque lunghi anni in cui li osserviamo pazienti. Ora che si è mosso qualcosa e finalmente si sono incontrati, perchè non possiamo aiutarli? La sera del Luna Park abbiamo provato a farli incontrare e non ci sono state conseguenze!-
Miroku sbuffò spazientito dalla determinazione della sua fidanzata.
-In realtà non possiamo saperlo con certezza. E poi un conto è provare a metterli sulla stessa strada, ed un altro è aiutarli a ricordare! Sai bene che potrebbero esserci delle conseguenze. Potrebbe bloccarsi il risveglio delle loro anime. Vuoi buttare via tutto perchè non sai pazientare? Non vuoi riavere i nostri amici con noi, con i ricordi di ciò che eravamo insieme un tempo?-
Sango abbassò lo sguardo mormorando un flebile "si".
Miroku le si avvicinò abbracciandola e placandosi con un sospiro.
-Allora resisti. Sono sicuro che oramai ci siamo. Stanno rammentando, un pezzo alla volta. Ce la faranno. Devono solo trovare il loro tassello mancante-
La ragazza annuì ricambiando l'abbraccio.
Miroku la baciò dolcemente sulle labbra.
-Devo tornare da Kagome. Era a pezzi per quanto è successo oggi- disse Sango sciogliendosi dall'abbraccio, ma il ragazzo la ristrinse tra le braccia iniziando a baciarle il collo.
-Ti lascio andare....ma  prima...!- mormorò prendendola in braccio ed avviandosi verso camera sua.
Sango emise un gridolino soffocato, ma non protestò. Si avvinghiò maggiormente al corpo dell'uomo che amava sapendo che tra pochi minuti sarebbe finita dritta in paradiso.
 


 

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 8 - LA NOTTE DELLE STELLE CADENTI ***


 Ciao bella gente!! Buonasera! Eccoci con l'aggiornamento :)) Che dire... so che questo capitolo sarà un po' più lungo degli altri ma mi dispiaceva troppo dividerlo in due parti! Ammetto che sin ora questo è stato il capitolo che più ho adorato scrivere :) Spero quindi che non vi annoierà, di non deludervi e di ricevere recensioni positive... potrei crepare in caso contrario vista la fatica fatta a scriverlo ahahahaa XD
Grazie ovviamente a tutti voi per i vostri commenti, siete meravigliosi! E grazie ancora alle tante persone che hanno inserito la storia tra le seguite e le preferite^^
Vi lascio alla lettura! Un bacione a tutti! <3 Manu




CAPITOLO 8 - LA NOTTE DELLE STELLE CADENTI
 
 *Ed ora signori passiamo a notizie più piacevoli. Gli astronomi di tutto al mondo hanno intercettato un fenomeno che farà rimanere tutti noi con il naso all’insù la notte tra il 1 e il 2 aprile. Il passaggio di una cometa, vicino all’orbita di Giove, ha scatenato una serie di collisioni tra asteroidi, causando così la nascita di molti piccoli frammenti meteoritici che si avvicineranno alla nostra orbita terrestre dando vita ad uno spettacolo unico! Vi consigliamo, quindi, di recarvi in luoghi bui per ammirare al meglio questo evento, dove in poche ore si potranno vedere centinaia di fasci di luce nel nostro cielo notturno...*
Sango e Kagome erano sedute beatamente sul divano mangiando patatine, quando il presentatore del telegiornale diede la notizia di questo romantico fenomeno che si sarebbe verificato da li a pochi giorni.
-Sentito Kagome-chan? Potremmo andare al parco di Shinjuku! E’ talmente grande che se ci mettessimo nella zona più lontana dalla città potremmo ammirare tranquillamente le stelle cadenti senza avere le luci della metropoli che ci rovinino lo spettacolo- disse Sango entusiasta, osservando l’amica.
Era passata una settimana da quando la ragazza aveva avuto quel terribile incontro con Inuyasha, e da allora il suo sguardo era rimasto come velato da uno sottile strato di malinconia.
Kagome cercava di non darlo a vedere ma era rimasta profondamente turbata. La sua anima era tormentata da mille e uno punti interrogativi di cui non trovava la risposta, ma sopratutto era perseguitata da sentimenti che non riusciva a comprendere appieno.
-Oh, si. Sarebbe carino. Ma non preferiresti andare con Miroku? È un evento romantico, dovresti passarlo con il tuo ragazzo più che con la tua migliore amica- rispose la ragazza con una nota di tristezza nella voce che Sango non mancò di notare. Quindi scosse la testa convinta della sua scelta.
-Assolutamente no. Sarà una serata tutta per noi e staremo li come due bimbe ad esprimere desideri a raffica sul nostro futuro- disse strizzandole l’occhio –Che ne dici?-
Kagome sorrise convincendosi ed annuì.
-D’accordo. Dovrò iniziare a pensare a cosa chiedere alle stelle, ma qualcosa mi verrà in mente- ammise grattandosi il mento dubbiosa.
Sango la osservò.
-Andiamo Kagome, non ci credo che non desideri nulla. Avrai pure un sogno nel cassetto o qualcosa nel tuo cuore che vorresti con tutta te stessa-
-Qualcosa che desidero con tutta me stessa, dici?- mormorò la ragazza tra sé e sé, mentre la nebbia di un ricordo lontano si diradava lentamente nella sua mente.
*Avanti, Kagome. Esprimi il desiderio. Chiedi di uscire dalle tenebre*
Una fitta di dolore alla testa costrinse Kagome a mugugnare di dolore portandosi la mano alle tempie. Sango se ne accorse.
-Kagome! Che ti succede?- chiese vedendola impallidire.
-Nu-nulla, Sango. Di nuovo quelle sensazioni strane. Ho sentita una… voce, nella mia testa. Mi ha detto di esprimere il desiderio di uscire dall’oscurità- bisbigliò, mentre il dolore scompariva lentamente. Si portò una mano alla fronte mentre una lacrima di preoccupazione le solcava il volto.
L’amica sussultò interiormente, ma non fece trasparire alcuna emozione.
Santo cielo! Ha ricordato la sfera?!”
-Sango che mi succede? Inizio a spaventarmi- mormorò.
La ragazza le strinse le mani tra le sue cercando di darle conforto.
-Andrà tutto bene. Fidati di me, Kagome. Ora libera la mente e pensiamo a questa famosa notte delle stelle cadenti! Vedrai, ci divertiremo- disse, provando a distrarla.
Kagome si asciugò le lacrime e finalmente sorrise.
-Grazie, Sango- bisbigliò –Sei un tesoro-
L’amica le fece l’occhiolino e si alzò avviandosi verso il frigo.
-Ti va un bel gelato? Offre il freezer-
E Kagome finalmente scoppiò in una fragorosa risata.
 
*……. Vi consigliamo, quindi, di recarvi in luoghi bui per ammirare al meglio questo evento, dove in poche ore si potranno vedere centinaia di fasci di luce nel nostro cielo notturno...*
Inuyasha spense la televisione sbuffando, buttando il telecomando sul tavolino del suo studio.
“Che palle!”, sbottò interiormente.
Non riusciva a concentrarsi sul lavoro. Doveva ultimare gli ultimi dati di bilancio della società di componenti informatici, la “Taisho Network” ereditata dal padre, ma non riusciva a raccogliere le idee per più di cinque minuti di fila.
“Tutta colpa di quella stupida!”
Dall’ultimo incontro con Kagome non era più riuscito a portare pace ai suoi pensieri. Qualsiasi attività intraprendeva, dopo pochi attimi in cui era convinto di averla messa in un angolo della sua mente, spuntava il viso della giovane nella sua testa e finiva inevitabilmente con l’incavolarsi, prendendosela con il mondo intero.
Toc-toc.
Il bussare alla porta lo irritò ancora di più e quasi urlò quell’ “Avanti”, dando sfogo al nervosismo che ormai non riusciva più a contenere.
-Inuyasha?-
-Che vuoi, Miroku? Hai finito con il controllo del magazzino?- chiese, provando a controllare l’ira ingiustificata nella sua voce.
L’amico rispose con un pollice alzato, segno che il materiale era arrivato e con gli ordini era tutto a posto. Inuyasha aveva assunto l’amico inizialmente come dipendente; dopo un anno in cui il suo aiuto era stato fondamentale nel mandare avanti la società l’aveva nominato Dirigente. Era il suo braccio destro, nonché formidabile nel gestire la parte più ostica dell’azienda: il magazzino. Il luogo peggiore, dove bisognava vivere la giornata con dieci occhi per evitare che il personale facesse “sparire” materiale e componenti di grande valore e dove ogni ordine andava verificato con la massima cura per scongiurare perdite di denaro.
Inuyasha sospirò mormorando un “ottimo” a fior di labbra.
Miroku alzò un sopracciglio notando l’amico di pessimo umore.
-Stai ammuffendo qui dentro, Inuyasha. Hai intenzione di chiuderti a vita tra queste quattro mura? E’ da una settimana che vivi facendo ufficio-casa, no stop” Si può sapere che ti è preso?-
Il giovane dai capelli corvini emise un ringhio, sibilando secco un:
-Fatti gli affari tuoi, Miroku-
L’amico alzò gli occhi al cielo.
-Che razza di cane rognoso, stupido e imbecille- affermò deciso, ma subito si pentì di quanto uscito dalla sua bocca e sbiancò visibilmente notato lo sguardo di Inuyasha, che lo fissava come se fosse un alieno.
-Che.. che hai detto?!- chiese Inuyasha con voce stupita. Non riusciva a credere alle sue orecchie. Quell’appellativo gli era suonato estremamente assurdo quanto… familiare. Quando aveva alzato lo sguardo su Miroku, per un attimo, gli era parso di vederlo vestito con stravaganti abiti da monaco del 1500 e con uno strano bastone dorato in mano.
-Ah.. ecco, niente.- ma si accorse subito di aver dato una risposta errata quando vide Inuyasha sorridere malignamente con uno sguardo assassino ed avanzare verso di lui.
-Miroku… non fare l’idiota. Mi hai chiamato “cane rognoso”.. .e tralascio volutamente lo "stupido e imbecille". Di un po’, hai voglia di prenderle?-
L’amico si era dimenticato di quanto il carattere di Inuyasha fosse rimasto quasi immutato. Era sempre focoso, e quando si innervosiva passava dalla tranquillità al dare in escandescenze senza nemmeno passare dal via.
-E dai, scusami Inuyasha. Devo aver sentito questo modo di dire in qualche film ultimamente e mi sarà rimasto impresso-
“Coraggio, bevitela e piantala…!”, pregò Miroku non sapendo altrimenti che scusa inventarsi per aver sparato una tale cavolata inconsciamente.
Inuyasha parve calmarsi, ma sembrò rifletterci un attimo. Lo vide tornare verso la scrivania e sospirò di sollievo.
“Ci ha creduto…”
-Però, toglimi una curiosità….- il sangue di Miroku si ricongelò nelle vene sentendo la voce dubbiosa dell’amico nel proseguire la frase -Mi hai mai chiamato, in questo modo, prima? Cioè, io credo me ne ricorderei se fosse così… però… non mi suona nuova come frase.. detta da te- concluse assottigliando lo sguardo.
Miroku iniziò a sudare freddo.
“Pensa, Miroku, pensa! Che cavolo gli dico ora”
-Aaaaah, lascia stare! Ultimamente sono strano. Soffro di strane allucinazioni, dimentica ciò che ho detto- fu Inuyasha stesso a toglierlo dall’impiccio accompagnando la frase con un gesto di sufficienza della mano. Le gambe quasi gli cedettero da quanto il peso che si era sentito addosso si alleggerì di colpo.
Miroku si schiarì la voce, fingendo indifferenza.
-Piuttosto Inuyasha. Hai sentito dell’evento che ci sarà tra qualche giorno?-
L’amico lo guardo stranito.
-Stai forse parlando delle stelle cadenti?-
Miroku annuì.
-Perché non ci prendiamo qualche birra e ce ne andiamo a vederle al parco di Shinjuku?-
Inuyasha lo guardò come se fosse uscito da un film horror.
-Cosa?! Ma sei scemo? Quella è una cosa da coppie sdolcinate. Perché lo chiedi a me? Vacci con Sango!-
Miroku per tutta risposta gli mollò un ceffone in testa.
-Quanto sei idiota! E’ da giorni che stai chiuso qui dentro. Devi prendere aria se non vuoi rincretinire più di quanto tu non lo sia già. E questa è una buona occasione. E poi che c’è di male in due amici che si gustano una birra al parco?-
-Se lo dici tu!- replicò Inuyasha sedendosi alla scrivania incrociando le braccia al petto. Vedendo che Miroku aspettava una risposta e non demordeva aggiunse sbuffando:
-D’accordo, andiamo-
Il ragazzo sorrise vittorioso.
-Bene. Ci vediamo a casa. A dopo!- e se ne andò lasciandolo solo.
Inuyasha rimase a fissare la porta chiusa. Ci mancava anche la serata delle stelle cadenti.
Sospirò spazientito.
Coraggio, cerchiamo di rimetterci al lavoro”.
Stava per ricominciare i suoi calcoli quando un pensiero lo colpì. Nella sua mente si sovrappose la voce di Miroku che lo chiamava “cane rognoso” e quella di Kagome che lo mandava “a cuccia”.
Inarcò un sopracciglio.
“Che cazzo..! Avrò mica la faccia che ricorda il muso di un cane?!”
E con questo dubbio si ributtò a capofitto sui bilanci.
 
Sei giorni dopo.
 
Kagome si infilò le scarpe dando un’ultima occhiata al suo aspetto. Indossava un semplice jeans che valorizzava le sue gambe lunghe e snelle, una maglietta a maniche lunghe rossa e di stoffa leggera. Decise di portarsi appresso anche un gilet, nel caso avrebbe fatto freddo. La primavera era ormai inoltrata, ma la notte comunque la temperatura scendeva ancora parecchio, e non aveva alcuna intenzione di passare la serata battendo i denti.
-Sango, sei pronta?-
-Si, un minuto e ci sono!- urlò l’amica dal bagno.
Il suo minuto si trasformò in ben venti minuti abbondanti, ma alla fine uscirono comunque ad un buon orario. Erano le 22:00, ed in quindici minuti di treno avrebbero raggiunto Shinjuku per poi recarsi al parco per ammirare le stelle.
-Sicura che a Miroku non dispiaccia che passi la serata con me, invece che con lui?- chiese Kagome, per sentirsi rassicurata. Infondo era una cosa così romantica che le sembrava che l’amica avrebbe sprecato un’occasione d’oro per stare con il suo fidanzato.
Sango negò con forza.
-Smettila, Kagome. Ne abbiamo già parlato. E poi aveva già un impegno con Inuyasha per stasera. “Cose da maschi”, mi ha detto. Quindi non devi proprio sentirti in colpa-
Nel sentire nominare Inuyasha lo sguardo della ragazza si spense.
Di nuovo avvertì quella spiacevole fitta al cuore e l’aumentare dei battiti, segno che si stava di nuovo turbando pensando a lui.
Basta, Kagome. Devi togliertelo dalla testa!”, si trovò a sgridare se stessa per la rapidità con cui un semplice nome potesse cambiare il suo stato d’animo.
-Siamo arrivate-
La voce di Sango la riscosse dai suoi pensieri e cercando di ritrovare il buon umore scese dal treno.
 
-Questa, Miroku, è proprio una grandissima cazzata- disse Inuyasha sorseggiando la birra che le aveva offerto l’amico.
-Dio, Inuyasha, quanto rompi! Prometto che non ti palperò per tutta sera, d’accordo?- lo schernì Miroku.
Lui si voltò fulminandolo con lo sguardo.
-Sei un deficiente!- sentenziò. –Mi auguro che almeno vedremo queste fantomatiche stelle cadenti. In caso contrario ti spaccherò la faccia a suon di pugni, almeno uno di noi due le stelle le vedrà davvero e darò un senso migliore a questa romantica serata- ghignò Inuyasha con sguardo furbo.
Miroku si finse offeso.
-E’ questo il modo in cui ringrazi un amico che vuole provare a distrarti un po’? Sei proprio un ingr….. oh, merda- la voce di Miroku si incrinò pericolosamente.
Inuyasha notò il repentino cambio d’umore dell’amico.
-Che ti prende?- chiese incuriosito.
-Ah beh.. ecco.. credo che… stasera morirò- disse Miroku balbettando, di colpo rigido.
-Eh? Ma che stai dicendo? Sei già ubriaco?-
Il ragazzo con il codino alzò un dito verso una ragazza dai lunghi capelli neri che si stava avvicinando a lui. Ed il suo sguardo non prometteva nulla di buono.
Inuyasha si voltò nella direzione indicata da Miroku e vide Sango camminare a pochi passi da loro con una furia omicida negli occhi.
-Miroku, idiota! Ma cosa ci fai qui?-
-C-ciao Sango. Sto facendo compagnia ad Inuyasha…e tu cosa ci fai qui? E per-perché mi sembri così arrabbiata? Giuro che non ho toccato nessuna- disse portando le mani avanti al petto in segno di difesa.
-Taci! Riesci sempre a combinarne una delle tue, anche inconsapevolmente!- disse la ragazza urlando.
-Sango? Ma con chi parli?-
Una voce dolce si intromise nella discussione ed i tre si voltarono in quella direzione.
Kagome si trovò a fronteggiare sei paia di occhi in cui si leggevano tre sentimenti diversi: quello desolato di Sango, quello da pesce lesso di Miroku e….. quello scioccato di Inuyasha.
 
Sango e Kagome arrivarono al parco in perfetto orario. L’orario previsto per l’inizio della caduta delle stelle cadenti era le 23:30. Posizionarono i loro teli in un angolo del parco da cui si estendeva una meravigliosa radura. Le luci dei lampioni erano state spente per permettere di godere a pieno dello spettacolo che da li a poco si sarebbe manifestato nel cielo. I viottoli del parco erano stati contornati con delle piccole luci fluo che servivano solo a delineare la strada, illuminandola a mala pena, giusto per permettere alla gente di camminare senza inciampare.
-Qui è perfetto!- esclamò Sango.
Kagome annuì sorridente, riconoscente verso l’amica, sapendo che aveva organizzata questa serata solo per farla svagare dai tristi pensieri.
-Guarda, Kagome-chan! Un banco delle crepes! Che dici, ce ne prendiamo una?- chiese.
La ragazza accettò di buon grado, adorava le crepes, soprattutto quelle alla nutella.
Si avvicinarono alla cassa mettendosi in coda. Avevano poche persone davanti, qualche minuto di attesa e sarebbe stato il loro turno.
-Cosa?! Io lo ammazzo!- esclamò improvvisamente Sango.
-Che ti prende?- chiese Kagome notando la voce allarmata dell’amica.
-Ni-niente Kagome, non muoverti, aspettami qui, ok? Torno subito!-
E senza dare tempo a Kagome di replicare corse in direzione di alcuni ragazzi che vedeva seduti sotto un albero in lontananza. Non riusciva a capire chi fossero, anche perché Sango era esattamente davanti a loro, impedendole di vedere i loro volti.
-Ecco qui, signorina- disse il commesso porgendole le due crepes.
-Grazie- rispose lei.
Vedeva Sango gesticolare. Sembrava arrabbiata.
“Ma che succede?”, pensò, iniziando ad avvicinarsi all’amica.
Continuava a non vedere i visi dei due interlocutori perché Sango era proprio di fronte la loro traiettoria.
Quando fu a pochi passi da loro potè sentire il loro ultimo scambio di battute.
-Taci! Riesci sempre a combinarne una delle tue, anche inconsapevolmente!- disse l’amica urlando.
-Sango? Ma con chi parli?-  chiese preoccupata.
Quando Sango si voltò sentendo la sua voce potè vedere distintamente il volto di due ragazzi ed il sangue le si congelò nelle vene.
Miroku la osservava decisamente stupito e potè leggere un “Oh..” sulle sue labbra.
L’altro era Inuyasha. E la fissava come fosse un alieno, reggendo con una mano a mezz’aria una lattina di birra.
Il respiro le si bloccò, mentre il cuore iniziò a correre furiosamente nel suo petto.
Distolse lo sguardo da quegli occhi neri, imbarazzata oltre ogni dire.
-Ka-Kagome, ciao…- balbettò Miroku. –Bella serata vero?-
Avvertiva l’amico decisamente in difficoltà. Si limitò ad annuire con la testa, osservando con molto interesse i suoi piedi.
-Ah…che.. Sa-Sango? Avete preso delle crepes? Sai mi è venuta fame, accompagnami a prenderne una!- disse Miroku, alzandosi in piedi alla velocità della luce iniziando a trascinare via Sango per un braccio, che prontamente iniziò a protestare.
-Miroku, ma che fai! Lasciami stumph- la frase di Sango fu bloccata da una mano del fidanzato, che tappandole la bocca continuò a spingerla lontano da Kagome ed Inuyasha.
Rimasero soli.
Nessuno dei due aveva il coraggio di guardare l’altro. Non poteva nemmeno usare le mani per sfogare il nervosismo perché come una idiota stava li in piedi reggendo quelle due cavolo di crepes.
-Puoi sederti accanto a me, se vuoi. Non ti mangio-
La voce profonda di Inuyasha la fece sobbalzare e timidamente alzò lo sguardo per incrociare le profondità nere di lui.
Si avvicinò senza rispondere, sedendosi affianco ma sempre mantenendo una certa distanza.
Il tamburo nel petto non accennava a calmarsi e dovette fare uno sforzo sovraumano per cercare di sembrare indifferente e non fuggire a gambe levate da quella situazione.
 
Inuyasha contò sino a duecento prima di riuscire a regolarizzare il respiro.
Dal momento in cui le era comparsa davanti milioni di sensazioni gli erano piombate dentro la testa, confondendolo, stordendolo, spiazzandolo.
La lattina stava per sfuggirgli di mano, e prima di fare la figura dell’idiota si ricordò di stringere la presa per evitare che finisse a terra, decidendo prudentemente di appoggiarla al suolo.
Miroku portò via Sango con una scusa talmente ridicola che iniziò a maledirlo in dieci modi diversi, mentre il suo sguardo si posò su una rigida Kagome.
Lei non aveva osato nemmeno alzare lo sguardo su di lui. Doveva essere ancora offesa per quanto successo durante il loro ultimo incontro.
“Lei, offesa? Era lei quella in compagnia di quel tizio, facendo certe smancerie davanti a tutti!”, urlò di nuovo con rabbia nella sua testa.
Strinse i pugni e cercò nuovamente di dominare l’istinto di spaccare qualsiasi oggetto gli potesse capitare a tiro.
Osservò Kagome di sbieco. Stava ancora immobile senza muoversi.
Sospirò, per quanto fosse adirato quella dannata riusciva a farlo sentire schifosamente in colpa.
-Puoi sederti accanto a me, se vuoi. Non ti mangio- cercò di parlare con una voce il più pacata possibile.
La vide titubante, poi muoversi misurando ogni movimento, sedendosi accanto a lui ma ben attenta a lasciare una buona distanza tra loro.
“Fa anche la sostenuta!”, tuonò di nuovo la voce impetuosa nella sua mente.
Lei gli porse una crepes, sempre tenendo lo sguardo fisso verso il basso, e lui la prese attento a non sfiorare con le sue dita quelle di lei. Le mangiarono in assoluto silenzio.
Inuyasha stava odiando quella calma assordante. Ma cosa voleva da lui? Come doveva comportarsi?
-Mi… mi dispiace, Inuyasha-
La voce di Kagome giunse alle sue orecchie come un bisbiglio.
Sussultò voltandosi verso la ragazza, inchiodando i suoi occhi a quelli di lei.
Il suo sguardo era malinconico, quasi disperato.
Osservare tanta tristezza gli provocò una fastidiosa morsa al cuore.
-Per cosa ti dispiace?- le chiese interrogativamente.
-Per essere scappata via a quel modo l’ultima volta che ci siamo visti. Spero che …la tua fidanzata …non abbia interpretato in maniera distorta il mio comportamento-
-Come?!- chiese lui sorpreso. –La mia fidanzata?!-
Kagome alzò un sopracciglio annuendo. –Si. Lei-
Lui sorrise con ironia.
-Guarda che se ti riferisci alla ragazza che era con me quel giorno, ti sbagli. Lei è mia cugina Seya- ammise con semplicità.
Vide il volto di Kagome quasi illuminarsi.
-Oh. Capisco- mormorò lei, distogliendo poi lo sguardo da lui imbarazzata.
La osservò, con quelle gote rosse e gli occhi lucenti, le labbra dolcemente dischiuse.
“Dio, quant’è bella…”, si trovò a riflettere, per poi sgridarsi da solo. “Accidenti, ma cosa cavolo vado a pensare"
-Ta-Tasuki, è so-solo un amico-
Per la seconda volta in pochi minuti si girò di scatto verso Kagome. Lei si stava forse… giustificando?
Non è che pensava che fosse interessato a lei?!
“E non lo sei?”, gli chiese il suo Io più profondo. “Per niente!”, ruggì, rispondendo a se stesso. “Bugiardo
-E-ehi, guarda che io non te l’ho mica chiesto!- rispose quasi urlando.
Lei lo guardò e sorrise dolcemente.
-Lo so. Ma io ci tenevo comunque a dirtelo-
Entrambi avvamparono distogliendo gli sguardi.
-E co-comunque anche io ti chiedo scusa. Non so cosa mia sia preso- ammise osservandola di sbieco. Kagome non rispose ma intravide di nuovo quel dolce sorriso sulle sue labbra, poi lei si alzò appena per riposizionarsi più vicina a lui.
Deglutì. La sua vicinanza iniziava di nuovo a farlo sentire... strano.
All’improvviso dei fasci luci iniziarono ad illuminare i loro volti. Alzarono gli occhi al cielo e rimasero stupiti nel notare che lo spettacolo stava iniziando.
Decine di strisce luminose cominciarono ad adornare la volta celeste, destando ammirazione in chiunque osservasse quella meraviglia.
-Guarda, Inuyasha, non è bellissimo?-
La voce flebile di Kagome arrivò dritta nei punti più profondi del suo essere.
Il suo cuore prese a battere ad una velocità per lui inimmaginabile, credendo di essere prossimo ad un infarto.
Non riusciva più a negarlo a se stesso. Quella ragazza lo sconvolgeva. Era così spontanea, semplice. Nessuna donna l’aveva mai toccato così intensamente.
Un desiderio folle si impadronì del suo corpo. Voleva stringerla tra le sue braccia, sentire il suo profumo, abbandonarsi anche solo per un attimo a quelle emozioni travolgenti che si manifestavano ogni volta che si trovava in sua compagnia.
Incapace di trattenersi le passò un braccio attorno alle spalle e la trascinò nel suo abbraccio, forse un po’ più rudemente di quanto volesse fare.
La sentì sussultare e trattenere il fiato.
-I-Inuyasha…- mormorò con un bisbiglio appena udibile.
E’ così stupido!” pensò, odiando sentirsi così impacciato.
-Stai esprimendo i tuoi desideri, Kagome?- chiese a bassa voce, per paura di rompere quel momento.
La sentì scuotere la testa ed alzare il volto verso di lui per guardarlo negli occhi.
-E tu?- gli chiese.
Commise un errore. Un grosso errore. Si voltò per rispondere ed i loro visi si trovarono a pochi millimetri l’uno dall’altro.
I loro respiri si mescolarono, le labbra ad un centimetro l’una dall’altra. Entrambi rimasero immobili, incatenando i loro sguardi. Si potevano udire i battiti impazziti dei loro cuori, che non attendevano altro che poter finalmente esplodere.
-Non ancora- riuscì a rispondere sussurrando con la voce resa roca dall’istinto che si stava impossessando del suo corpo. Inuyasha si sporse verso di lei, quasi sfiorando con le proprie labbra quelle di Kagome.
Ma fu in quel momento che una domanda si insinuò nella sua mente.
“E se mi rifiutasse?”.
Quel dubbio si infiltrò con la velocità di un proiettile, freddandolo. Quella paura… era così potente.. e per nulla nuova, come sensazione. Sembrava arrivare da una parte nascosta della sua anima.
Lui non aveva mai avuto certi dubbi in compagnia di una ragazza. Se desiderava una donna sapeva bene come comportarsi e sapeva capire se l’attrazione era ricambiata o meno.
Ma con Kagome… era diverso.
L’ansia lo fece fremere al punto da fermare quel quasi-bacio spostando le sue labbra più su, posandole infine sulla fronte di lei, inspirando la dolce fragranza dei suoi capelli.
 
Miroku teneva Sango accoccolata a sé, seduta tra le sue gambe.
Dinnanzi a loro le stelle cadenti lasciavano scie luminose rendendo quel momento estremamente magico.
-Sango?- bisbigliò al suo orecchio. Doveva togliersi un dubbio.
-Mmh?- mormorò lei.
-Mi spieghi perché non mi hai chiesto di venire con te stasera, a vedere le stelle?-
La sentì arrossire.
-B-beh sei tu che.. mi hai detto che dovevi passare una serata tra uomini-
Miroku rise teneramente.
-Bugiarda. Sai bene che sei stata tu la prima a dirmi che avevi un impegno con Kagome. E non mi hai volutamente detto che saresti venuta qui. Non è forse vero?-
Sango abbassò la testa.
-Mi dispiace. Ma… ti conosco e.. so che non ti piacciono molto queste… cose troppo romantiche. So che tu sei un tipo più… diretto, insomma- disse lei.
Miroku alzò un sopracciglio.
-Diretto?- disse. –Per diretto intendi questo?-
Sango sentì una mano stringersi sul seno ed un istinto omicida si impossessò di lei, facendole pulsare una vena sulla tempia.
Si voltò, alzando un braccio pronta a mollargli una cinquina.
-Miroku, sei.. sei uno stupido! Riesci sempre a rovinare..!-
Il ragazzo interruppe il suo sfogo, prendendola per un polso ed attirandola a sé, baciandola con passione. Poi si scostò da lei, ma solo di qualche millimetro dalle sue labbra.
-O, forse, per diretto, intendevi questo?- le chiese ironico.
Lei sorrise, mentre gli occhi le si inumidivano.
-Sciocco- bisbigliò attirandolo a sé.
Miroku ricambiò la stretta.
-Guarda- le disse dopo qualche istante, indicando poco distante da loro Inuyasha e Kagome avvolti in un abbraccio.
Sango sorrise commossa.
 
Inuyasha stava per baciarla.
Ogni pensiero razionale era andato a farsi benedire.
Perchè non si scostava? Voleva che la baciasse? Il cuore le batteva come un tamburo impazzito. Sentiva il suo respiro sulle sue labbra, vedeva gli occhi neri, profondi come le tenebre, fissarla con un fuoco intenso nello sguardo.
Lui si avvicinò, tanto che sentì un pizzicore leggero sul labbro superiore. Li divideva pressoché un millimetro.
Chiuse gli occhi, preparandosi a ricevere quel bacio che scoprì desiderare con ogni fibra del suo essere.
Aspettò qualche secondo, ma non successe nulla. Sentì le labbra di Inuyasha allontanarsi, lasciando una gelida mancanza, per poi ridonarle il fuoco nelle vene quando le sentì posarsi sulla sua fronte.
Sto evaporando”, pensò irrazionalmente, tanto caldo sentiva in corpo per quel contatto.
Kagome potè avvertire il respiro del ragazzo leggermente affannato.
“Perché non mi ha baciato? Forse… non voleva farlo...ho interpretato io male... che stupida”
Si sentiva confusa. Eccitata. Stranita. Come se attendesse quel momento da anni e per l’ennesima volta quel desiderio si fosse infranto.
Inuyasha tornò a stringerla nell’abbraccio, alzando lo sguardo verso il cielo. Lo spettacolo stava ormai scemando, le stelle lentamente stavano smettendo di cadere.
Rimasero in silenzio, in attesa della fine di quell’esibizione notturna, sino a quando il cielo rimase buio.
-Kagome, vieni, ti accompagno a casa-
La voce di Inuyasha diede definitivamente termine alla serata.
Lei annuì, notando che Miroku e Sango erano spariti. Si alzò in piedi ed iniziarono ad incamminarsi.
Avvertì improvvisamente un forte dolore alla caviglia sinistra che la costrinse ad emettere un leggero grido ed a fermarsi.
-Che succede?- chiese Inuyasha avvicinandosi a lei.
Kagome strinse gli occhi.
-Forse ho messo male il piede, ho preso una storta- rispose.
Lo sentì ridere sommessamente.
“E’ così bello..”, ammise arrossendo, continuando a guardarsi la caviglia ed imprecando contro di lei.
-Vieni-
Kagome alzò lo sguardo e lo vide accucciato davanti a lei, facendo segno di salire sulla sua schiena.
Lei sgranò gli occhi.
-C-che? Vuoi che io..?- balbettò impacciata.
-Coraggio, Kagome. Non ti farò certo cadere- disse lui prendendola in giro.
Rossa come un pomodoro si avvicinò a si accoccolò sulla sua schiena. Rimase stupita della facilità con cui lui la sollevò ed iniziò a camminare, quasi stesse portando sulla sua schiena una piuma invece che i suoi 52 chili. Persino nel viaggio in treno non la lasciò scendere.
Il calore del suo corpo, la dolcezza di quel momento era destabilizzante. Sentì sotto le sue dita i muscoli di Inuyasha, la morbidezza di quei capelli neri. Erano sensazioni mai provate prima, eppure… perché non le era nuova quella situazione?
Sollevò leggermente la testa dalle sue spalle e lo osservò. Era così naturale nei suoi movimenti, nel suo modo di fare.
“Come se l'avesse sempre fatto...”
il ragazzo dai capelli d’argento tornò nella sua mente come un lampo, e si vide aggrappata alla sua schiena mentre correvano nel vento.
Un’improvvisa nostalgia invase la sua anima, mentre scuotendo la testa cancellò dai suoi occhi quell’immagine.
“Ancora visioni, e proprio in un momento come questo!”, pensò irritata.
-Arrivati- disse Inuyasha, ponendola piano a terra.
Rimasero l’uno di fronte all’altro, guardandosi negli occhi per un tempo che parve infinito.
Poi Inuyasha mosse un passo verso di lei senza staccare lo sguardo.
Kagome aprì la bocca per dire qualcosa, mentre di nuovo il cuore accelerava, non capendo perché lui si stesse riavvicinando tanto. Ma dalle sue labbra uscì solo un sussultò quando la riavvolse in un abbraccio appoggiando di nuovo le sue labbra sulla sua fronte.
Lo sentì indugiare un istante, poi avvertì il suo caldo respiro sulla pelle.
-Buonanotte, Kagome-
-Buonanotte, Inuyasha- riuscì a sussurrare con un filo di voce, senza muovere un muscolo.
Lui si allontanò, e lo vide scomparire nel buio della notte.
“Oh mio Dio….cosa mi sta succedendo”, pensò voltandosi piano e rientrando a casa, mentre le venne l’assurda idea di non lavarsi più la fronte per un bel po’ di tempo.





 

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 9 - IL RISVEGLIO ***


Buona sera!^^ Tutto bene? Io no, mi devo ancora riprendere dai commenti ricevuti per il precedente capitolo çç Ma quanto siete stati fantastici?! GRAZIE GRAZIE GRAZIE! Sono così contenta che vi piaccia........ almeno sino a questo capitolo. Perchè già immagino che questo piacerà molto meno essendo un classico capitolo di transizione. E' stato parecchio difficile scriverlo, lo ammetto. E' pieno di salti temporali che racchiuderanno la vita di Sango e Miroku nel periodo dopo il risveglio. E' stato un po' un casotto renderlo decente. Spero davvero non vi annoi, ma ahime immagino possa capitare :)
Spero quindi di non deludervi, ed ovviamente siate liberi di scrivermi cosa ne pensate nel bene e nel male. Buona lettura :) Manu



 CAPITOLO 9 - IL RISVEGLIO


Miroku aprì gli occhi avvertendo il corpo intorpidito dal sonno.
Aveva passato una meravigliosa notte romantica con la sua Sango. La serata al parco era stata stupenda, resa ancor di più speciale da ciò che era seguito una volta arrivati a casa sua.
Lei era ancora abbracciata a lui, profondamente addormentata tra le sue braccia, con la testa appoggiata al suo petto ed i lunghi capelli sparsi sulle lenzuola.
Era bellissima. E la amava da sempre. La aspettava da quando era nato in quell’epoca, pur non sapendolo.
Chiuse gli occhi ricordando la sua vita sino ai suoi diciannove anni, sino al giorno in cui la sua esistenza venne stravolta.
 
*** Inizio Flashback***
Passeggiava per le strade di Tokyo, i marciapiedi quel giorno di fine settembre erano pieni di gente. Stava tornando a casa, le lezioni scolastiche erano da poco terminate. Odiava lo studio, seppur fosse molto intelligente ed a scuola aveva voti ottimi, ma stare sui libri proprio non faceva per lui. Trovava positivo, però, che in quell’ambiente riusciva a rimorchiare un sacco di belle ragazze, subito pronte ad uscire con lui, e nella maggior parte delle volte a concedergli ben più di una semplice uscita. Infondo, sapeva di essere un bel ragazzo e di piacere. Non per niente quella sera aveva giusto appuntamento con una studentessa che frequentava un'altra classe del suo stesso liceo.
Era perso nei suoi pensieri quando tra la folla scorse una ragazza. Rimase paralizzato da quella visione. Era stupenda, la fanciulla più bella che avesse mai visto. Doveva avere qualche anno di meno. Fu incantato da quei lunghi capelli neri come la notte, gli occhi color caffè incorniciati da ciglia nere, un viso divino ed un corpo da favola.
Si intontì a guardarla mentre uno strano groppo alla gola lo pervase.
La ragazza stava mangiando un gelato e passeggiava con un lieve sorriso sulle labbra che la rendeva luminosa come il sole.
Lei si accorse di lui ed i loro sguardi si incontrarono. Fu un attimo, un'improvvisa fitta alla testa lo fece vacillare e si accasciò a terra in preda ad un dolore mai provato, mentre una strana luce rosea iniziò a brillare sul suo petto. Dopo qualche secondo lo colse l’oblio.
Non seppe dire quanto tempo rimase svenuto, ma quando riaprì gli occhi vide lei, sdraiata vicino a lui, anch’ella priva di coscienza.
Erano circondati da persone che cercavano di aiutarli e gli chiedevano cosa fosse successo.
Ma lui non sapeva dare risposta, né riusciva ad aprire bocca. A mala pena poteva regolarizzare il respiro affannato.
Si avvicinò alla ragazza incredulo. Le sfiorò il viso con una mano e pronunciò il suo nome. Si, conosceva il suo nome.
-Sango…-
Il cuore batteva all’inverosimile mentre tutto riaffiorava nella sua mente lentamente.
Loro due, Kagome e Inuyasha, Shippo, il villaggio, la sfera, Naraku, il vortice. I suoi figli, la loro vita insieme, ed infine la vecchiaia che gli aveva separati.
Mio Dio! La sua anima si era reincarnata a distanza di seicento anni ed ora era tornata alla sua coscienza la sua intera vita precedente.
Ma come era possibile una cosa del genere?
Vide Sango aprire lentamente gli occhi, tenendosi la testa con una mano.
Poi lei alzò lo sguardo e capì che doveva aver subito la stessa fatalità. Lo capì dei suoi occhi che aveva amato per tanto tempo.
La vide fissarlo incredula, mentre mormorava il suo nome e allungava una mano per sfiorargli le labbra. Le lacrime presero a rigarle le gote ed in quel momento non potè fare altro che trascinarla tra le sue braccia mentre Sango scoppiava in un pianto disperato.
 
Miroku aveva condotto Sango a casa sua ed erano chiusi nella sua stanza.
La ragazza era ancora scossa, le lacrime continuavano a cadere sulle sue gote incessanti.
-Miroku, ma cosa è successo? Non capisco nulla... -
-Lo so, sono anche io decisamente sotto shock. Dunque cerchiamo di fare chiarezza. Credo che, indubbiamente, le nostre anime si siano rincarnate in quest'epoca. Non ne avevamo memoria sino ad oggi che ci siamo incontrati, quindi presumo che questo sia stato l'elemento scatenante. Ed inoltre abbiamo lo stesso aspetto che avevamo nella nostra vita precedente-
Sango annuì, asciugandosi gli occhi rossi dal pianto.
-Si, ma le nostre vite per fortuna sono state differenti. Abbiamo altre famiglie e non siamo perseguitati da demoni o maledizioni- disse piano la ragazza.
Mentre era persa nei suoi pensieri Sango sentì una mano accarezzarla piano. Purtroppo non il viso, o i capelli. Ma il sedere.
-Idiota!- urlò, piazzandogli una pugno in faccia. -Direi che anche il tuo carattere non è cambiato per niente!-
Miroku si massaggiò la guancia colpita e sorrise.
-Nemmeno il tuo, tesoro. Ed anche i tuoi riflessi sono ancora perfetti- rispose con ilarità, poi tornò serio. -Ci sono decisamente però troppe domande di cui non abbiamo risposte. Perchè è successo tutto questo? Com'è possibile? E gli altri dove sono? Anche loro si saranno reincarnati? Io non ho mai incontrato nè Inuyasha, nè Kagome nè nessun altro in questa vita. E tu, Sango?-
-Nemmeno io- disse avvilita -Cosa facciamo ora?-
Miroku sospirò passandosi una mano tra i capelli.
-Non abbiamo scelta che vivere le nostre vite ed aspettare. Se tutto questo è voluto dal destino, quando sarà il momento di una svolta o di capirci qualcosa, avremo le risposte che aspettiamo. Sino ad allora.... attenderemo pazienti. I piani dei Kami a noi sono sconosciuti-
Sango si alzò abbracciandolo di slancio.
-Non avrei... mai immaginato di poter avere ancora la possibilità.... di amarti di nuovo, Miroku- mormorò mentre le lacrime tornavano a solcarle il viso.
Lui gliele asciugò dolcemente con il pollice.
-Nemmeno io. Non so cosa stia succedendo, Sango. Ma non avrei potuto avere una fortuna più grande-
Avvicinò le labbra alle sue e la baciò. Quanto le era mancata.
 
Arrivò Gennaio.
Era l'ennesimo giorno di scuola che stava iniziando. Si recò al suo banco, tirò fuori il libro di matematica e spinse leggermente indietro la sedia, dondolandosi annoiato come il solito.
Entrò il professore.
-Buongiorno ragazzi- disse sorridente. Tutti gli alunni risposero rispettosi.
"Che palle, non ho proprio voglia di fare matematica di prima mattina", borbottò tra sè e sè.
Poi il professore riprese a parlare.
-Ragazzi, ho una notizia per voi. Da oggi avrete un nuovo compagno di classe. Si è da poco trasferito in questo quartiere. Mi raccomando, siate accoglienti con lui. Coraggio, ragazzo, vieni-
Il giovane entrò nella classe e subito si levò un coro di sussurri femminili.
-Oh Dio, Yuka, guarda che figo!-
-Si, si, lo vedo! Sarà fidanzato?-
-Santo cielo, io gli chiedo di uscire subito!-
Miroku alzò lo sguardo per vedere cosa c'era da starnazzare tanto e sussultò talmente forte che perse l'equilibrio e cadde all’ indietro portandosi dietro anche la sedia con un tonfo, facendo ridere tutta la classe, compreso il nuovo arrivato… ma ovviamente non il professore che lo sbattè fuori dall’aula per punizione.
Rimase fuori dalla classe tutta l'ora. Fissava il vuoto come un idiota, ma non riusciva a credere a quanto fosse appena successo. Non era un allucinazione, non era matto. Quel nuovo ragazzo era Lui.
La campanella suonò e potè così rientrare in aula. Andò a sedersi al suo posto rigido come il marmo.
Doveva decidere come agire, dove andare da lui e trovare un modo per parlargli.
-Ehi, non ho mai ricevuto un così bel benvenuto. Tutto ok, amico?-
Quella voce che conosceva come le sue tasche lo fece sobbalzare e si trovò a fissare due profondi occhi neri.
Rimase in silenzio ad attendere. Il ragazzo non ebbe nessuna reazione. Niente. Nisba.
-Ehi, stai bene? Non è che cadendo hai battuto la testa?- chiese ancora il nuovo arrivato.
Miroku scosse il capo.
-No, no scusa. Piacere, io sono Miroku- disse porgendogli una mano.
Il ragazzo sorrise afferrandola con decisione.
-Inuyasha-
Era lampante, l'amico non aveva avuto alcun risveglio della sua anima e non serbava alcun ricordo della loro vita precedente.
Questo lo lasciò ancor più basito dalla situazione.
Sango aveva accolto la notizia dell’incontro con il loro compagno di avventure con immensa felicità.
 Felicità che svanì poco dopo, pensando che invece di Kagome purtroppo non vi era nessuna traccia.
 
Passarono altri tre mesi. Inuyasha e Miroku erano diventati amici inseparabili; il ragazzo con il codino notò che per quanto l'amico fosse umano ed avesse avuto anche lui una vita profondamente diversa aveva mantenuto perfettamente il suo carattere a tratti arrogante, ma infondo era anche più docile e, cosa davvero divertente a vedersi, era molto più sicuro di sé nel rapporto con il gentil sesso.
Era sabato, stava facendo gli ultimi esercizi di inglese, quando sentì suonare il campanello.
Andò ad aprire e si trovò di fronte Sango con il fiatone e con delle enormi lacrime che le rigavano le gote.
-Sango! Cos'hai? Perchè piangi?- chiese allarmato prendendola tra le braccia.
Cercava di calmarla ma lei l’unica cosa che faceva era pronunciare il nome di Kagome.
Fu solo quando riuscì a smettere di singhiozzare che la ragazza riuscì a spiegarsi.
-Kagome.... l'ho vista!- urlò.
-Cosa?! Davvero? Dove?- chiese mentre il cuore iniziò a scoppiare di felicità.
-Alla gelateria di Akito. Lavora li- disse mentre un sorriso spuntava dalle sue labbra.
Iniziò a ridere ed abbracciò Sango stringendola forte. Forse tutto stava iniziando ad andare a posto.
-Forza, andiamo da lei!- disse prendendola per mano ed incamminandosi verso la gelateria.
Quando giunsero all'ingresso la osservarono da lontano. Era proprio come allora. Il sorriso gentile, i lunghi capelli neri, la dolcezza che traspariva in ogni gesto.
-Sei pronta?- chiese Miroku alla ragazza.
Sango annuì prendendo un respiro profondo. Entrarono ed andarono di fronte a Kagome.
Finì di servire un cliente, poi la giovane alzò lo sguardo su di loro e sorrise.
-Buongiorno. Ditemi pure, cosa desiderate?-
Niente. Nessuna reazione. Il buio avvolse i loro cuori nuovamente, come successo precedentemente con Inuyasha, rendendosi conto che anche lei nel vederli non aveva provato la minima emozione e non vi era stato alcun risveglio.
Superata la delusione iniziale, provarono ad allacciare bottone con lei e da li nacque la loro amicizia che diventò ben più importante per le due ragazze, e come nell’epoca Sengoku divennero inseparabili.
 
Arrivò presto giugno. I tre ragazzi erano seduti ad un tavolo della gelateria di Kagome.
Stavano parlando del più e del meno, raccontando delle loro famiglie.
-Uhm, si, se proprio devo dirla tutta nella mia famiglia c'è un fatto molto insolito. Vedete, pare che io sia la fotocopia della mia prozia. Lei si chiamava proprio come me, a parte il cognome che ho preso da mio padre. Kagome Higurashi-
A Miroku andò completamente di traverso il thè freddo ed iniziò a tossire.
-Kagome-chan... e dimmi, la... la tua prozia è morta, immagino- chiese Sango visibilmente pallida.
Kagome annuì.
-Si, morì quando mia madre aveva solo otto anni. Pare non si sia mai sposata e non abbia avuto figli. Mia mamma mi disse che passò la sua intera vita ad amare un uomo e che per vari motivi non riuscirono mai a stare insieme. Non ne so molto, a dir la verità. Sota, suo fratello e mio nonno, mi dice sempre che sono identica a lei, ed effettivamente vedendo qualche foto è vero. Siamo proprio uguali-
-E.. e dimmi Kagome, sbaglio o la tua famiglia quindi possiede un tempio...- disse Miroku.
La ragazza annuì.
-Si, quello di famiglia. Il tempio Higurashi. L'ha preso in carico mio nonno Sota sin da giovane-
Sango e Miroku si scambiarono uno sguardo d'intesa.
Dovevano recarsi li, forse avrebbero trovato qualche indizio su quanto gli stava accadendo.
 
Il tempio Higurashi non era molto lontano da dove loro avevano sempre vissuto, anzi tutt'altro. Ma per qualche strano motivo non l'avevano mai notato nè sentito nominare.
"Anche questa sarà opera dei Kami?", si chiese Miroku salendo i gradini.
-Guarda- indicò Sango portando una mano alla bocca per lo stupore.
D'innanzi a loro si ergeva il Goshinboku.
-Santo cielo...- bisbigliò la ragazza, sfiorando con una mano la corteccia dell'albero. -Qui è dove venne sigillato Inuyasha-
Quanto tempo era passato. Quanta nostalgia.
-Oh, Dio! Miroku- urlò stridula la ragazza, allontanandosi di qualche passo dietro l'albero mentre si sedeva lentamente a terra. Lunghe lacrime solcarono le sue gote.
Anche il ragazzo rimase a bocca aperta, mentre si inginocchiava.
Dinnanzi a loro vi era la tomba della loro amica. Kagome.
-E' stata seppellita qui. Voleva restare vicino a lui in qualche modo. Ne sono sicura- mormorò Sango tra le lacrime.
Miroku annuì commosso. Quanta sofferenza avevano passato quei due. Sarebbero mai riusciti ad essere felici insieme?
-Ehi, Sango, vieni- disse lui attirando l'attenzione della giovane. Dovevano assolutamente trovare qualcosa, qualsiasi cosa per uscire da quella situazione assurda.
Si trovarono di fronte una piccola struttura, con un cartello sopra la porta: "Vietato l'accesso."
-Cosa ci sarà dentro?- chiese lei.
-Scopriamolo-
Aprirono le porte e rimasero di sasso.
-Oh Kami-sama- disse Miroku.
Il pozzo. Il famoso pozzo che aveva fatto mille volte da tramite tra i loro mondi. Il pozzo che decine di volte Kagome aveva attraversato per venire nella loro epoca.
-E' tutto... così reale... così....perchè Miroku solo noi ricordiamo? Perchè?- disse Sango in preda allo sconforto.
-Non lo so- ammise.
-Ehi, voi! Cosa state facendo?!-
La voce di un vecchio alle loro spalle li fece sobbalzare. Si voltarono e si trovano di fronte quello che probabilmente doveva essere il nonno di Kagome.
Miroku fece un inchino in segno di rispetto.
-Ci scusi l'intrusione. Siamo degli amici di Kagome. Siamo venuti qui per parlare con Sota-sama. Siete voi?-
Il nonno si fece improvvisamente attento ed annuì.
-Si. Perchè mi cercavate?-
-Ecco, stiamo facendo una ricerca, ma in biblioteca non riusciamo a trovare molto. Ma in un luogo antico e sacro come questo credo voi possiate aiutarci. Stiamo cercando notizie in merito a casi di reincarnazioni-
Lo videro sgranare gli occhi, mentre un sorrisetto furtivo iniziò ad increspargli le labbra.
-Venite- disse semplicemente, entrando nel piccolo chiosco che proteggeva il pozzo dalle intemperie.
Aprì un piccolo armadio di legno e dopo una breve ricerca diede loro due vecchi libri di circa trecento pagine ciascuno.
-Se c'è qualcosa, lo troverete qui- disse porgendoglieli.
-Vi ringraziamo molto- Sango fece un inchino in segno di gratitudine.
Sota li osservò.
-Quali sono i vostri nomi?-
-Io sono Sango e lui è Miroku- disse la giovane.
Sota rimase impassibile per qualche secondo, poi nuovamente un ghigno corrugò le sue labbra.
Si voltò e si incamminò verso l'uscita.
-Quando avete finito rimettete i libri a posto e chiudete la porta quando ve ne andate-
Sango e Miroku si guardarono, scrollarono le spalle e si misero al lavoro.
Dopo due ore di ricerche, sembrava non uscirne un ragno dal buco.
-Al diavolo! Non c'è scritto nemmeno una virgola!- sbottò la ragazza chiudendo il libro con un colpo secco.
-Calma Sango. Sii paziente. Ehi, aspetta, guarda qua- disse improvvisamente Miroku indicando una pagina antica che raffigurava quattro misteriosi individui in cerchio che si tenevano per mano, poi iniziò a leggere -I casi di reincarnazione si verificano solo per merito di una concessione dei Kami e solo per due motivi possibili: la persona ha assolto un’ importante missione di cui gli Dei possono dirsi grati donandogli una seconda vita, oppure, in altro caso il prescelto deve possedere un animo puro, al punto che se dovesse essere ben voluto dai Kami questo sarebbe premiato con la possibilità di rivivere nuovamente un’esistenza terrena.....E qui c'è anche una raccomandazione: chiunque viene in contatto con una persona e ne riconosce la reincarnazione non deve mai spingerla a ricordare o interferire in alcun modo nel risveglio dell’anima. Una simile negligenza può portare lo spirito precedente ad allontanarsi dal corpo, invece che a raggiungere il risveglio-
-Cosa? O cavolo! Proprio ora che avevamo deciso di far incontrare Inuyasha e Kagome- affermò Sango portandosi le mani alla testa.
Miroku chiuse il libro con un sospiro.
-A quanto pare invece, dobbiamo stare a guardare-
-Ma allora, secondo te perchè ci siamo reincarnati?-
Il ragazzo scosse la testa.
-Non lo so. Forse i Kami ci sono grati per aver ucciso un demone come Naraku, che aveva ormai portato scompiglio nel mondo ed alzato il numero di demoni e di malvagità che impregnava la terra. Davvero, non saprei. Credo che finchè tutto non si sarò compiuto non avremo ulteriori risposte, Sango-
A quel punto, riposero i libri come richiesto da Sota e lasciarono il tempio.
Dopo quel giorno fu chiaro quindi che non potevano intervenire in alcun modo e decisero di lasciare ai Kami la scelta di far incontrare Inuyasha e Kagome per paura di perdere la possibilità di riavere i loro amici assieme ai loro ricordi. Rimasero ad osservarli, a malincuore, svolgere le loro vite separatamente.
 
Passarono cinque lunghi anni.
Quei due erano così vicini, eppure sempre così lontani. Kagome la migliore amica di Sango, Inuyasha il migliore amico di Miroku. E per un tempo che parve infinito rimasero due sconosciuti l’uno per l’altro.
Miroku e Sango erano allibiti nello scoprire che i due ragazzi facevano le stesse strade, frequentavano a volte gli stessi posti, Inuyasha andava persino a prendere il gelato nelle stagioni calde nella gelateria proprio dove lavorava Kagome ma senza mai incontrarla. Se vi erano delle occasioni comuni, per incredibili motivi o mancava l'uno o era assente l'altro.
Sino al giorno in cui Miroku mandò Inuyasha a cercare un regalo per il compleanno dell’amica al tempio Higurashi. Fu li la svolta, il loro incontro.
La chiamata di Sango cambiò tutto e quasi il cuore schizzò loro fuori dal petto per la felicità; la lunga attesa frustrante forse stava giungendo al termine. La fiamma della speranza si riaccese ma senza mai perdere la lucidità e ricordando l'ammonizione scritta nei libri sacri.
*** Fine Flashback***
 
Miroku alzò il braccio appoggiato al suo petto e fissò la sua mano destra. Sospirò. Erano così lontani quei tempi.
“Che pensiero idiota, altro che lontani…. Sono passati secoli…”
-Lo sai che anche se la fissi intensamente il vortice non si riaprirà, vero?-
La voce di Sango gli giunse sussurrata nell’orecchio.
-Ben svegliata, bell’addormentata-
-A cosa pensavi?- gli chiese dandogli un tenero bacio sulla spalla.
-A Inuyasha e Kagome. Al nostro passato insieme. A quanto quei due ci abbiano messo per incontrarsi. E per quanto mi scervelli non riesco a comprendere perché non abbiano riacquistato la memoria persino rivedendosi. Insomma, era chiaro che si amavano e persino ora stanno iniziando a provare qualcosa l’uno per l’altro, è lampante. Sono la fotocopia dei loro stessi del passato, sempre impacciati, sempre a voler nascondere quello che provano l’uno per l’altro. Quindi perché non gli tornano alla mente i ricordi?-
Sango sospirò.
-Forse dipende proprio dal rapporto che avevano quando si sono separati, dal momento in cui il pozzo ha smesso di funzionare- mormorò la ragazza con occhi tristi.
Miroku schizzò seduto sul letto colto da un’improvvisa lampadina.
-Cos’hai detto Sango?!- urlò.
Lei lo guardò stranita.
-Che.. che ti prende? Ho solo detto che probabilmente dipende da quello che provavano quando Kagome è tornata per sempre nella sua epoca-
Mille risposte iniziarono a comparire nella mente del ragazzo che dapprima sorrise, poi iniziò a ridere in maniera convulsa tanto che Sango lo guardava come fosse impazzito.
-Ma si può sapere che ho detto di tanto divertente?-
Miroku tentò di frenare il riso e abbracciò stretta la fidanzata.
-Tu niente, tesoro. Ma quei due… oh, quei due non smetteranno mai di stupirmi-
 



 

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 10 - BABYSITTER PER UN GIORNO - prima parte ***


 Helloooooooooooooo! Eccomi con l'aggiornamento^^ Are you ready?
Ma quanto siete stati carini nelle recensioni dell'ultimo capitolo? Ero convinta che non se lo sarebbe filato nessuno ed invece... vi è piaciuto OO <-- la mia espressione dopo i commenti. Grazie çç Siete stupendi! Da qui in avanti la storia sarà in crescendo.. ci avviciniamo ormai al culmine della "situazione"... questo capitolo ho preferito suddividerlo in due parti :) Spero non me ne vogliate :P Vi lascio alla lettura ed aspetto di scoprire cosa ne pensate^^ Un abbraccione! Manu



 CAPITOLO 10 - BABYSITTER PER UN GIORNO - prima parte



Le labbra della donna si posarono sulle sue, flebili dapprima, piene di passione poco dopo, eppure erano così gelide. La circondò con le sue braccia rispondendo al bacio. Si sentiva in pace, eppure qualcosa non gli tornava.
-Inuyasha! Inuyasha, svegliati!-
"Chi mi chiama? Mi sembra di conoscere questa voce..."
Il bacio si fece più intenso. Strinse maggiormente quel corpo a sè. Quel corpo così...freddo?
-Inuyasha! Apri gli occhi!-
"Ancora questa voce...."
Doveva sapere chi lo chiamava. Era così familiare...
Con uno sforzo sollevò le palpebre ed osservò la donna fra le sue braccia. Lunghi capelli neri le cadevano sulla schiena e lo guardava più che con amore, con un misto di malinconia e... rancore?
Somigliava vagamente a qualcuno, ma la sua mente non riusciva ad elaborare a chi.
Poi voltò lo sguardo e la vide. Una ragazza legata ad un albero.
"Ma cosa cazzo sono quei cosi?!", urlò nella sua mente osservando degli strani serpenti bianchi volanti che la tenevano imprigionata. Poi riposò gli occhi sulla figura minuta della giovane incatenata al tronco e la osservò più argutamente.
"Ma quella è..."
-Kagome!-
 
Aprì gli occhi alzandosi in piedi con un agile scatto e portando la mano al fianco in cerca di... qualcosa.
-Co-cosa?...Un sogno?- sussurrò nell'affanno.
-Ehi Inuyasha! Calmati stavi avendo un incubo-
Aveva il respiro affaticato e la fronte impregnata di sudore. Voltò lo sguardo e vide Miroku che lo fissava preoccupato.
-Un incubo... Dio, sembrava così reale- mormorò nervoso, cercando di regolarizzare il battito.
L'amico gli mise una mano sulla spalla.
-Immagino. Sono entrato nella tua camera, urlavi il nome di Kagome... ho cercato di chiamarti più volte ed infine ti sei svegliato.
Miroku aveva cercato di mantenere il sangue freddo. Sicuramente Inuyasha stava sognando qualche episodio del passato, ma la cosa che più lo aveva sorpreso era stato vederlo portare d'istinto la mano destra in cerca di Tessaiga. Lui probabilmente nemmeno se ne era reso conto. Forse il risveglio era davvero ormai imminente.
-Non so perchè l'ho sognata. Per di più era una situazione... assurda...eppure....- disse Inuyasha, poi sospirò -Niente, lasciamo stare. Ormai mi sto abituando a questi momenti di follia. Mi deve essere saltata qualche rotella-
-Coraggio amico, è quasi ora di pranzo. La mamma sta preparando. Ti aspettiamo di la tra un quarto d'ora, ok?-
Inuyasha annuì e vide Miroku lasciare la stanza e chiudere la porta.
Sbuffò di frustrazione, portandosi le mani tra i capelli e passandosele tra le ciocche con nervosismo.
"Dannazione! Ma cosa mi sta succedendo? E poi ho sempre Lei in testa, per un motivo o per l'altro! E ieri sera... Che cavolo mi ha preso? Baciarla due volte... sulla fronte sì, ma non era certo li che volevo farlo! Io desideravo.... Cazzo!"
Era inutile negarlo. Kagome gli era entrata dentro, ben più di ogni aspettativa.
Sospirò di nuovo. Come doveva comportarsi? Si sentiva strano... e impaurito. La paura di sbagliare era la cosa che più lo confondeva e non gli era mai capitato. Solitamente era tranquillo in compagnia di una ragazza, sapeva corteggiarla, fare le solite moine che le donne desideravano.. e poi beh, se le portava a letto. Ma con Kagome.... o misurava ogni gesto per il terrore di fare qualche cavolata oppure era l'esatto opposto, non riusciva a controllarsi e finiva per fare la figura dell'idiota.
*I want to change the world, keep on holding on your desire...*
La suoneria del cellulare lo distolse dai suoi pensieri. Inarcò un sopraciglio quando vide il nome sul display.
-Seya?-
-Ciao cugino! Come stai?- rispose la ragazza con tono allegro.
-Non c'è male. E tu? Sei ancora in città?-
-Si, ripartirò domani ma... senti, ti prego, ho bisogno di un favore per stasera. Potresti tenermi Taka?-
-Cosa?! Ma suo padre possibile che non c'è mai?- sbottò Inuyasha.
Seya faceva la modella, motivo per il quale non era mai a casa. Era rimasta incinta tre anni prima ma il padre non era proprio un uomo esemplare. Aveva preferito rompere la relazione e vedere il bambino di rado.
-E' via per lavoro, ed i miei stasera sono a cena fuori. Sono proprio a casa loro adesso. Per favore! Potresti chiedere un aiuto a qualcuno, per esempio... alla ragazza che hai trattato coi piedi l'altro giorno. Come si chiamava?- chiese con voce birichina.
-Kagome...- rispose ringhiando -E comunque non potrei mai chiederglielo-
-E perchè mai? Hai paura di un rifiuto?-
-Seya, mi stai facendo girare le scatole. Portami pure Taka, ma non metterti in mezzo su certe questioni-
La sentì borbottare un "cocciuto".
-E va bene, cugino. Grazie. Te lo porto per le cinque, ok? Io stasera devo presenziare ad una sfilata, ma finirà presto. Per mezzanotte sarò da te per riportarlo in albergo con me-
-D'accordo. A dopo-
Mise giù la conversazione e fissò il ricevitore.
"Chiamare Kagome, che stronzata"
 
Kagome aprì gli occhi ma non riusciva a muoversi.
"Cosa? Qualcosa mi blocca"
Mise a fuoco la scena. Ma dove caspita era?  Un bosco?
Provò nuovamente a fare un passo ma rimase immobile dov'era. Si osservò le gambe.
"Ma perchè sono legata ad un albero?...Uh? Ma queste non sono corde...."
Quella strana fune si mosse... ed era bianca...e volava? E aveva una testa di serpente?!
Urlò di terrore. Ma dove diavolo era finita?
Alzò gli occhi in cerca di aiuto e notò qualcuno davanti a se.
Una donna abbracciata ad un uomo. Avevano un volto familiare.
"Ma... è il ragazzo con i capelli d'argento! Ma.. ma... ha delle orecchie da.. cane?... Che.. che carine..."
Avvampò all'istante. Ma cosa diavolo andava a pensare in un momento del genere?
La ragazza tra le braccia di quello strano ragazzo si avvinghiò più audacemente a lui e lo baciò.
Un'improvvisa fitta di gelosia le chiuse lo stomaco e le fece distogliere lo sguardo.
-E-Ehi! Ma dovete per forza farlo davanti a me? Io preferirei non assistere- disse imbarazzandosi.
Un brusco colpo d'aria le sferzò il viso costringendola a tornare a guardare i due amanti, poi la terra si aprì sotto di loro ed un vortice iniziò a risucchiarli.
-Cosa?! Ehi, ma che fate?-
Ma perchè nessuno dei due le rispondeva? E perchè quella donna stava trascinando quel ragazzo con sè sempre più in basso?
Notò che lui teneva gli occhi chiusi, come se stesse dormendo o fosse in uno stato di trance.
Tu-tum.. tu-tum..
"Che mi succede... io ...io non so chi sia quel ragazzo però... io non voglio che .. quella donna lo porti con sè...non voglio..."
-Ehi, fermatevi!- disse, ma non le diedero ascolto.
La ragazza lo trascinava sempre più in basso stringendosi a lui.
-Ti prego, non farlo!-  disse ancora, ma non sembrò minimamente considerarla.
"Oddio... come posso chiamarlo...come posso aiutarlo... Io non so nemmeno il suo nome"
Quella donna gli stava facendo del male, ne era certa anche se non sapeva come potesse esserne sicura.
Un senso di disperazione si impossessò di Kagome e ad esso si unì un'improvvisa rabbia. Sentiva che doveva fare qualcosa, sentiva che quella situazione era sbagliata.
-No! Non voglio! Non lo toccare!- urlò con quanto fiato aveva in gola.
 
-Inuyasha!- gridò di terrore, alzandosi di scatto seduta sul letto. Si guardò attorno stranita mentre il petto si alzava e abbassava velocemente.
"Co-cosa? Sono a casa? Ma allora era solo un sogno"
Sango entrò di corsa in camera sua.
-Kagome! Stai bene?- chiese l'amica sedendosi sul letto fianco a lei.
Annuì, poco convinta.
-Ho avuto un incubo- mormorò sconsolata.
-Me ne sono accorta. Hai urlato il nome di Inuyasha, sai? Mi hai fatto prendere un colpo-
Kagome si voltò di scatto inarcando un sopracciglio.
-Eh? Sei sicura? Perchè avrei dovuto gridare il suo nome. Non stavo affatto sognando lui. Io ero in un bosco e c'era un ragazzo...strano- disse arrossendo. -Aveva una insolita veste rossa e dei capelli argentati e... delle.. delle buffe orecchiette da cane sopra la testa...e c'era anche una donna che... cercava di trascinarlo in una voragine... ti prego, non prendermi per pazza- concluse mettendosi una mano sugli occhi.
Sango la fissava a bocca aperta. Da un canto era stupita ma dall'altra... le veniva da ridere.
Kagome era convinta di non aver sognato Inuyasha ma aveva urlato il suo nome pur non riconoscendolo nella forma di mezzo demone.
Rise sommessamente prendendo la mano di Kagome.
-Tranquilla tesoro, al massimo penso che tu sia strana ma non matta. Dai, è quasi ora di pranzo. Che mangiamo, oggi?-
La ragazza sembrò pensarci su.
-Uhm... che ne dici degli oden?-
-Ok, ci sto! Ti aspetto di la così prepariamo assieme-
Kagome annuì rimanendo poi da sola.
Ripensò alla frase dell'amica. Perchè avrebbe urlato il nome di Inuyasha?.... Già, perchè. Lei non aveva sognato lui eppure... gli sembrava che infondo, il nome di Inuyasha associato a quel buffo ragazzo non era poi così... fuori posto.
Scosse la testa. Basta pensare ai sogni. Piuttosto pensiamo a...
"Inuyasha"
Arrossì di colpo ricordando la sera prima.
Lui che le baciava la fronte, lui che la abbracciava e la riportava a casa in spalletta.
"Cavolo, che figura... non l'ho nemmeno ringraziato"
Forse avrebbe dovuto almeno chiamarlo... o forse farlo di persona.
Si avviò verso la cucina e vide Sango già alle prese con la preparazione degli ingredienti.
-Ehm, Sango- la chiamò imbarazzata.
-Mm?-
-Se-senti... Inuyasha vive con Miroku, giusto?- chiese.
-Si, nella stesa casa, ma la villa dei genitori di Miroku è molto grande e quando lui si è trasferito vi era una grossa stanza non utilizzata da cui si può accedere sia dal giardino, sia dall'interno. In poche parole Inuyasha ha un piccolo monolocale tutto suo ma vive comunque con la famiglia di Miroku-
-Capisco. Forse è per quello che quando andavamo da Miroku non l'ho mai incontrato, perchè stava nel suo appartamento- concluse riflettendo tra sè e sè.
"No, quella era solo una dannata presa in giro dei Kami", pensò Sango intristendosi.
-Può darsi. Ma come mai mi hai fatto questa domanda? Devi andare da lui? Ti ha chiesto di uscire?- chiese illuminandosi improvvisamente.
-No, no, nulla di ciò. Devo solo ringraziarlo per... una cosa- disse cercando di sorvolare l'argomento.
-Beh, oggi pomeriggio non credo lavori. Puoi andare da lui intorno alle quattro, credo sia a casa-
-Grazie, Sango. Ed ora... pancia mia fatti capanna!-
 
Erano le 15:45, tra poco più di un'ora Seya sarebbe arrivata con una peste bubbonica sgambettante appresso.
Sospirò, solo a lui potevano capitare certe cose. Ma d'altronde adorava il suo cuginetto, forse era un po' troppo scalmanato e curioso ma era solo un bimbo di tre anni, ed era giusto fosse così pieno di energia.
Si sfilò la maglietta, pantaloni e boxer e si tuffò nella doccia. Finalmente un po' di sollievo dopo quel risveglio del cavolo. L'acqua gli scese sulle spalle rilassandole piacevolmente.
"Quella scema di Seya, chissà che caspita le è venuto in mente di chiedermi di invitare Kagome per fare da babysitter a Taka"
Mugugnò di disapprovazione per aver pensato nuovamente a lei. Ma era una persecuzione?!
Driiiiiiiiiiiiin.
Il campanello squillò facendolo sussultare.
-Ma che...! Ma chi diavolo è che rompe adesso!- uscì dalla doccia imprecando, si asciugò velocemente e si avvolse l'asciugamano ai fianchi.
Driiiiiiiiiiiiin.
-Sì, sì, ho capito, ti sento! Tu guarda che scocciatura- borbottò davanti la porta.
La spalancò, ed i suoi occhi si sgranarono mentre la bocca di spalancava incredula.
-Ka-Kagome?-
 
Kagome arrivò a casa di Miroku proprio per le quattro, come indicato da Sango.
Suonò il citofono di casa Houshi e fu proprio l'amico ad accoglierla.
-Ciao Kagome! Che ci fai qui?-
-Ciao Miroku, sono solo passata perchè avrei bisogno di vedere Inuyasha. E' in casa?- chiese timidamente.
-Ah, vuoi vedere Inuyasha, eh? Mmm, sì, è in casa. Vieni, ti accompagno- gli fece segno di seguirlo con un sorrisino malizioso.
-A-aspetta Miroku. Sango mi ha spiegato che lui ha un ingresso privato in casa. Preferirei usare l' esterno piuttosto che entrare da quello che usate voi familiari. Mi sembrerebbe di invadere la sua privacy comparendo senza preavviso, capisci?- ammise.
L'amico sorrise.
-Ok, segui il vialetto, ti porterà dritta sul retro. Li c'è l'ingresso e troverai scritto proprio sulla porta il nome di Inuyasha con il suo campanello-
Kagome sorrise.
-Grazie Miroku, ci vediamo!-
Lui le fece un cenno con la mano e rientrò in casa con un sorriso beffardo, mentre la ragazza si avviò seguendo le indicazioni.
Arrivò davanti la porta.
Prese un respiro profondo.
"Spero non inizi a prendermi in giro....o lo strozzo!".
Alzò la mano e suonò il campanello. Attese qualche secondo ma niente. Nessuna risposta. Forse era uscito e Miroku non ne era a conoscenza.
Riprovò.
Sentì borbottare qualcuno e dopo un paio di secondi dal secondo tentativo la porta si aprì.
Si trovò di fronte il ragazzo.
-Ciao Inu....-
Stop. Respirazione andata a farsi benedire. Non riuscì a dire il nome per intero perchè il giovane gli aveva aperto la porta praticamente nudo. L'unico indumento che aveva addosso era un asciugamano che gli copriva le parti intime.
Kagome rimase a bocca aperta e non potè impedirsi di osservarlo. Era perfetto. Muscoloso, spalle larghe, addominali scolpiti. I lunghi capelli neri erano umidi e gli scendevano lungo la schiena, alcune ciocche si erano appiccicate ai contorni del viso rendendolo dannatamente sexy. Provò l'impulso di scostargliele.
-Ka-Kagome? Cosa ci fai qui?- avvertì il tono stupito della sua presenza e questo le fece rendere conto che Inuyasha le aveva posto una domanda.
"Si... devo rispondere... come si fa?.. Ah si, dovrei parlare..."
-Ah... ecco... io....- "Oddio, come faccio a ragionare quando lui è..." -Volevo... sì, insomma.... ecco...Ma... Ma non puoi vestirti?!-
Non era riuscita a dire niente che avesse un senso compiuto ed alla fine era sbottata. Come poteva pretendere che lei riuscisse ad usare il cervello quanto lui le stava praticamente nudo davanti?
 
Inuyasha vide Kagome indugiare con lo sguardo sul suo corpo. Sorrise. Era così tenera imbarazzata e ... lui era un uomo. Non poteva non provare piacere nel vedere una donna arrossire mentre lo squadrava. E di nuovo il desiderio di stuzzicarla prese il sopravvento.
-Ah... ecco... io... Volevo... sì, insomma.... ecco...Ma... Ma non puoi vestirti?!-
Rise sommessamente.
-Perchè? Ti da fastidio vedermi nudo?-
-Stu-stupido! Mettiti qualcosa addosso o mi rifiuto di andare oltre in questa conversazione!- disse lei voltandosi dandogli le spalle.
Si avvicinò ghignando a lei per sussurrarle nell'orecchio l'ennesima presa in giro. Il suo profumo lo avvolse ed involontariamente la sua voce si fece roca.
-Potremmo andare oltre in altri modi....Kagome-
La vide tremare e le sue gote divennero rosse oltre ogni immaginazione e non potè trattenersi dallo scoppiare a ridere.
-Sto scherzando, ragazzina! Non oserei mai sfiorarti nemmeno con un dito! Su entra, io vado in bagno ad esaudire il tuo desiderio e torno-
Si vestì velocemente, quando uscì Kagome era ancora sulla porta.
-Kagome? Perchè stai ancora li impalata? Entra- le disse.
La vide fare qualche passo titubante ed osservarlo di sott'occhi. Sospirò grattandosi il capo.
-Allora? Che ci fai qui? E' successo qualcosa?-
La vide nuovamente arrossire e fissare con enorme interesse i suoi piedi.
-No io... volevo dirti grazie.. per ieri-
"Ieri?... Ah, certo..."
-Volevi ringraziarmi per i miei baci? Si, sono molto richiesti, in effetti- rispose attendendo la sua reazione che arrivò prontamente.
-Idiota! Intendevo per.. per la caviglia!-
-Oh, giusto. Come va? Ti fa ancora male?- le chiese.
Lei scosse la testa e finalmente la vide sorridere.
"Mi era mancato quel sorriso...", trasalì. "Ma che pensi, stupido"
-Bene... ehm... vuoi del caffè?- chiese per rompere il silenzio. Ora era lui quello in imbarazzo.
"Punizione divina..."
Kagome sorrise nuovamente.
-Volentieri-
"...E siamo a due punizioni in un quarto di secondo...Merda, piantala di sorridere"
-Siediti pure mentre lo preparo- le disse indicando il tavolino.
Aveva un piccolo fornello, utile giusto quando non faceva i pasti con Miroku e la sua famiglia, o quando aveva ospiti.
-E' carino qui- la sentì commentare.
Lui le sorrise di rimando.
-Si, sto bene. I genitori di Miroku sono stati molto gentili con me. Mi hanno ospitato quando i miei sono morti e mi hanno praticamente regalato un appartamento tutto mio. Ma allo stesso tempo non sono solo, viviamo insieme. Sono stato fortunato-
Inuyasha le porse il caffè.
-Grazie-
-Prego, maestrina-
Lei lo fulminò con lo sguardo.
-Ancora quell'appellativo? Non ti stanchi mai di prendermi in giro?-
-Per ora mi diverte troppo. Forse perchè tu ti arrabbi tanto- "E diventi più carina.... che? E che diavolo, ancora! Ma non posso applicarmi un filtro al cervello?!"
Kagome sbuffò. Sembrava proprio una bambina.
Rise e si soffermò qualche secondo ad osservarla. Si, era buffa. Ma anche così spontanea e genuina. Nessuna ragazza con cui era stato sin ora era come lei.
Tra poco sarebbe arrivata Seya e lui avrebbe dovuto mandarla via. Avvertì un senso di vuoto. Non voleva affatto che se ne andasse così presto. Infondo stava... bene in sua compagnia. Era rilassante.
Pronunciò quindi quelle parole senza rendersene conto.
-Hai da fare, oggi, Kagome?-
La vide guardarlo interrogativamente.
-No, perchè?-
-Beh, ecco. Mia cugina Seya arriverà tra poco... e non sarà sola. Mi porterà sua figlio Taka. Ha tre anni ed è una vera peste. Ti andrebbe di... farmi compagnia? Si insomma... aiutarmi a fare da babysitter. Si beh, non sei obbligata, insomma... era così, per dire...-
Lei lo guardò a bocca aperta senza rispondere.
Perchè gliel'aveva chiesto?!
"Sono un coglione..."
-Va.. va bene- mormorò lei spiazzandolo.
-.... ah si?- chiese credendo di essersi immaginato la risposta.
Kagome annuì.
-Se.. se ti fa piacere ....- aggiunse.
Si riscoprì a sorridere mentre il cuore aveva leggermente accelerato la sua corsa.
Driiiiiiiiiiiiin.
-Eccoli. Sei pronta?- le chiese alzandosi per andare ad aprire la porta.
"....Si, ho bisogno urgentemente di quel filtro al cervello, ed anche alla bocca."
 
 
 
 

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 11 - BABYSITTER PER UN GIORNO - seconda parte ***


 Buona sera... o dovrei dire buona notte! Ecco la seconda parte del capitolo :) Sono contentissima che la prima parte vi abbia incuriosito! Beh, ecco come continua questa piccola giornata di babysitting! Un enorme grazie come sempre a voi per il vostro supporto ed i vosti meravigliosi commenti! Un bacione :) Manu



 CAPITOLO 11 - BABYSITTER PER UN GIORNO - seconda parte
 


-Eccoli. Sei pronta?- le chiese Inuyasha apprestandosi ad aprire la porta.
"Si, pronta come se dovessi buttarmi giù da un palazzo di dodici piani", pensò deglutendo.
Ma che cavolo le era venuto in mente di accettare?
Lei e Inuyasha insieme per un' intera giornata! Si sarebbero ammazzati entro cena di certo e quel povero bambino sarebbe rimasto li a fissare due cadaveri agonizzanti a terra.
Inuyasha spalancò la porta e la figura della ragazza che aveva visto la settimana prima si materializzò davanti a lei, mentre un frugoletto le teneva la mano fissando il ragazzo con un sorriso a trentadue denti.
-Inu-chaaaaaaaan- urlò il piccolo, arrampicandosi sulla gamba del cugino a mo di scimmietta su un albero.
-Ehi! Ma come sei cresciuto- disse lui prendendolo in braccio, mentre Taka lo strinse al collo -Ciao Seya-
-Ciao cugino. Siamo in perfetto orario.  Ancora grazie per il favore, sono in debito- disse Seya sorridendo a Inuyasha, poi spostò lo sguardo sul bambino -Allora Taka, ricordati cosa ti ha detto la mamma, cerca di fare il bravo e di dar retta a Inuyasha e-
-E tu chi sei, signorina?- la voce di Taka interruppe le raccomandazioni della madre.
Il piccolo la stava fissando indicandola con la manina.
"...Per favore inghiottitemi ora in un buco nero..."
Seya seguì lo sguardo del figlio ed anche il suo si posò su di lei.
-Ehm, ciao. Scusate l'intrusione- disse imbarazzata.
La ragazza all'improvviso sorrise raggiante battendo le mani con euforia.
-Ma tu sei Kagome!-
"Eh?.. Sa il mio nome?"
-...Ehm, si. Ci.. ci siamo incontrate settimana scorsa...-
Lei fece un gesto di sufficienza avvinandosi e le mise una mano sulla spalla, mentre Inuyasha la fulminò con un'occhiata.
-Si, si ricordo. Sei la bellissima fanciulla che quel troglodita di Inuyasha ha trattato coi piedi, ma evidentemente ha saputo scusarsi a dovere. Non è vero cugino?- gli disse lanciandogli uno sguardo che avrebbe fatto resuscitare i morti.
"... dal buco nero a Resident Evil.... "
-Tsk! Fatti gli affari tuoi. Non dovevi correre alla tua sfilata?- disse lui scocciato, mentre Taka aveva iniziato a tirargli i capelli. -Ehi! Giù le mani, moccioso. Sai che le devi tenere a posto. Altrimenti niente matite, chiaro?- lo sgridò Inuyasha, ed il piccolo si illuminò,
-Matite!- urlò agitandosi, ed il ragazzo lo mise a terra.
Il bambino le corse davanti e le scoccò un sorriso.
-Kagome! Ti piace colorare?-
Lei sorrise.
-Si. E mi pare di capire che piace molto anche a te-
-Si, Si! Inu-chan me lo fa sempre fare quando sto con lui. Vuoi fare un disegno con me?- le chiese il bambino. E chi poteva dire di no?
Rise di gusto di fronte a quello sguardo implorante.
-Certo! Faremo dei fantastici disegni-
Taka corse ad abbracciare la mamma urlando felice.
-Mamma! La fidanzata di Inuyasha colorerà con me, hai sentito?-
"Fidanzata?.... Oh, Kami, vi prego fatemi sparire all'istante..."
-Eh?! Ma che cavolo dici! Lei non è la mia fidanzata!- sbottò Inuyasha rosso come un pomodoro.
Seya in compenso se la rideva di gusto.
-Taka, buono. Dammi un bacio. Torno a prenderti più tardi, ok? Mi raccomando!-
-Si, mamma-
La ragazza fece un buffetto al bambino.
-Grazie Kagome. Sono sicura che con te che aiuti questo scapestrato Taka passerà una bella giornata- disse afferrando per un braccio Inuyasha, che sbuffò spazientito.
-Te ne vai o no?!-
-Vado, vado. A più tardi!- salutò Seya richiudendosi la porta alle spalle.
Calò il silenzio.
"Dio, che imbarazzo", pensò portandosi una mano alla fronte.
-Ehm, Inuyasha. Dove... dove tieni le matite?- chiese, cercando di trovare qualcosa di intelligente da dire.
Lui alzò gli occhi su Kagome e sospirò. Apri un cassetto e tirò fuori i colori ed un fascicolo di fogli.
-Coraggio, ometto. Siediti qui e facci vedere cosa sai fare-
Taka  rise e non se lo fece ripetere due volte.
 
Il pomeriggio corse veloce. Kagome con Taka era fantastica.  Aveva davvero una pazienza infinita e rimase affascinato nell'osservarla immersa in un atteggiamento materno e dolce, con ogni suo gesto suscitava calma e serenità tanto che il bambino sembrava all'improvviso un agnellino invece che una peste.
-E questo cosa sarebbe Taka? Un limone?- chiese indicando un punto giallo sul foglio.
-E' un sole- rispose il piccolo continuando la sua opera.
-Questo è un pesce?- riprovò posano un dito su un "affare" blu.
-No, Inu-chan, ho disegnato un fiocco- spiegò Taka gonfiando le guance.
-E questo? Un maialino?- chiese nuovamente indicando una strana macchia rosa con due occhi.
Un'improvvisa manata lo fece cascare in avanti facendogli picchiare la fronte contro il tavolo.
-Ma cosa cavolo fai, stupida!- urlò in faccia a Kagome, dato che il gesto tanto delicato era giunto dalle sue dolci manine.
Lei voltò il viso dall'altro lato.
-Sei senza tatto! Se non capisci cosa disegna almeno abbi la decenza di tacere- lo sgridò, nemmeno fosse lui il bambino.
-Acida isterica!- ribattè massaggiandosi la testa.
Lei lo fulminò con lo sguardo pronta a rispondere per le rime quanto intervenne Taka.
-Allora è vero che voi due siete fidanzati. Anche la mamma e Ryo fanno così quando sono insieme-
-Ta-Taka, smettila con queste assurdità! Tua mamma e Ryo si frequentano, io non uscirei con questa ragazzina nemmeno se fosse l'ultima donna rimasta sulla faccia della terra!- sbraitò senza pensare a ciò che aveva urlato d'istinto, alzandosi dalla sedia.
Poi avvertì una strana sensazione di gelo provenire dalla posizione fianco alla sua.
-Ah, dunque è così?- la sentì sibilare. -Puoi stare tranquillo, nemmeno io uscirei con un cretino, idiota, presuntuoso come te-
Inuyasha la guardò furente, poi si risedette incrociando le braccia.
-Bene! Vedo che siamo della stessa idea. Ed ora Taka finisci quel dannato disegno- affermò mentre un senso di fastidio gli dominava lo stomaco.
"Che vada al diavolo, questa stupida! Quando mai le ho chiesto di restare. Ragazzina, mocciosa, acida e manesca!"
Finalmente tre ore dopo, quattro disegni, aver mangiato il cibo cinese ordinato ad asporto ed aver giocato a fare la lotta con Inuyasha, Taka era crollato guardando un cartone animato alla tv.
-Si è addormentato?- chiese lui, notando il piccolo dormire beatamente.
Kagome annuì alzandosi ed avvicinandosi al tavolo per bere un sorso d'acqua.
-E' esausto. Ma si è divertito direi. Si vede quanto ti vuole bene- disse sorridendo dolcemente.
Lui ricambiò il sorriso iniziando a raccogliere i disegni. Vide Kagome con un gesto veloce prenderne uno per andarlo a mettere dentro la borsa.
-Ehi! Perchè lo porti via? Che ha disegnato Taka?-
La vide irrigidirsi.
-Niente niente, è solo un suo regalo e lo vorrei tenere, se non ti dispiace-
Ma lui non si convinse.
-Affatto. Però almeno fammelo vedere- disse avvicinandosi sino a portarsi davanti a lei, che prontamente prese il foglio mettendoselo dietro la schiena.
-Insomma, smettila! Quante storie per un disegno!- bisbigliò lei per non urlare.
Lui ghignò iniziando a tentare di rubarle il foglio, mentre lei si spostava indietreggiando.
-Inuyasha! Ma... piantala!- disse di nuovo, ma fu costretta a fermarsi trovandosi con le spalle al muro.
Kagome arrossì e lui non potè fare a meno di ridere sommessamente imprigionandola, mettendo le sue braccia ai lati del suo corpo.
-Kagome... il disegno... ora. O giuro che non ti lascerò muovere da qui- sussurrò.
Lei distolse lo sguardo borbottando un secco "no".
-No? D'accordo- mormorò afferrandola per i fianchi attirandola lentamente a sè.
"Che cazzo sto combinando?"
La osservò sussultare, ma non fu l'unica. Lui stesso si trovò ad avere il respiro affannoso prendendola tra le braccia.
"Forse sono un po' troppo vicino...", ammise notando quanto inconsciamente si fosse accostato a Kagome.
"Troppo vicino.."
I suoi occhi stupiti, la sua bocca leggermente dischiusa, quel dolce profumo della sua pelle.
-I..Inuyasha?- mormorò lei ad un soffio dalle sue labbra. -Che stai facendo?-
"Cosa sto facendo?... Vado al manicomio, credo..", pensò dovendo decidere tra l'annullare quella maledetta distanza tra loro oppure fare un passo indietro.
"Al diavolo... voglio... ", socchiuse gli occhi affondando una mano tra i suoi capelli.
- E allora và da Kikyo!- disse lei all'improvviso.
"Che..?"
Sgranò gli occhi e la osservò.
-Cosa? E chi sarebbe Kikyo?-
 
Inuyasha si stava avvicinando. Ma cosa voleva fare? Era impazzito?
-I..Inuyasha....Che stai facendo?- chiese in preda al panico.
Voleva baciarlo? Desiderava che lo facesse davvero? Forse. Forse sì. Non capiva, la sua testa girava in preda a mille emozioni.
E se si fosse fermato come l'ultima volta? Forse si stava ancora immaginando tutto, ed infine le sue labbra si sarebbero nuovamente posate sulla sua fronte. Quelle labbra...  cosa avrebbe dato solo per una volta per sentirle sulle sue.
"..Solo per una volta? Ma cosa vado a pensare?"
-Io devo andare con lei-
"Cosa?", sussultò. Ma da dove veniva quella voce? Inuyasha non aveva parlato eppure... sembrava la sua.
-Glielo devo, non posso abbandonarla-
"Ma.. ma chi cavolo è che parla?"
Fisso le labbra di Inuyasha ma lui non aveva aperto bocca. Anzi, si stava avvicinando e stava davvero per... baciarla. Il cuore prese a batterle furioso nel petto. Socchiuse gli occhi.
-Kikyo è morta per me.. ed io devo ricambiare questo gesto a costo della mia stessa vita-
-E allora và da Kikyo!- disse con rabbia, senza rendersene conto.
"E..eh? Ma che ho detto?!"
-Cosa? E chi sarebbe Kikyo?- chiese lui guardandola stupido, allontanandosi.
Si irrigidì fissando un punto lontano di fronte a lei.
-Io..io... non lo so... non so perchè l'ho detto- mormorò.
Eppure una strana inquietudine si era impadronita nel suo cuore.
Lui la fissò ancora per qualche secondo stranito, per poi con un gesto veloce strapparle il disegno di mano.
-Preso- disse con un ghigno.
-Ehi! Non vale!-
Provò a riprendergli il foglio di mano ma senza riuscirci. Inuyasha aprì il disegno e lei desiderò sprofondare.
Lo vide arrossire leggermente, poi un sorriso si delineò sul suo volto.
-Beh, è più svegliò di quanto pensassi- borbottò con una leggera risata, restituendole il foglio.-Io vado a farmi una doccia-
La lasciò li da sola, in mezzo alla stanza.
-Cafone- borbottò, sedendosi sul divano insieme a Taka.
 
"Calmati, calmati, calmati"
Continuava a ripeterselo. Cosa gli era saltato in mente? Ma possibile che aveva gli ormoni in circolo peggio di un adolescente? Aveva ventiquattro anni, maledizione!
Uscì dalla doccia, con un sospiro esasperato.
Chissà, poi, cosa era preso a Kagome. Cosa cavolo aveva detto? "E allora và da Kikyo".
-E' proprio strana quella ragazza-  mormorò, infilandosi la tuta.
Tornò nella camera e li vide così.
-Ma... guarda un po' questi due-
Kagome si era addormentata sul divano, con Taka teneramente accoccolato tra le sue braccia.
Sorrise, sedendosi a terra di fronte a loro.
Si avvicinò, carezzando dolcemente la guancia della ragazza.
"Sei bella...", pensò arrossendo per il suo gesto.
Sentì uno strano formicolio alla mano.  Mugugnò muovendola leggermente e sussultò scattando in piedi.
-Ma cosa?!-
La sua mano. Non era normale. Le sue unghie si erano allungate e sembrano più degli artigli.
Si voltò all'improvviso notando lo strano posto in cui si trovava. Non era più a casa sua.
Era in un bosco. Dinnanzi a Kagome c'era un piccolo fuoco acceso. Si voltò di nuovo.
Poco più in la due ragazzi dormivano in due futon separati voltati di spalle.
"Non è reale, non è reale...", iniziò a pensare in preda al panico.
Chiuse gli occhi strizzandoli, nelle orecchie l'unico suono udibile era il tamburo nel petto. Forse era seriamente prossimo alla follia. Attese qualche secondo, inspirò profondamente e li riaprì.
Guardò la sua mano. Gli artigli erano spariti. Alzò lo sguardo e… era di nuovo nella sua stanza.
Kagome e Taka stavano ancora dormendo abbracciati.
Sospirò, sentendo il battito del suo cuore irregolare.
“Ma cosa diavolo è successo?!”
Che stesse davvero andando fuori di testa?
Driiiiiiiiiiin.
Il campanello suonò e di riflesso sposto lo sguardo sull’orologio.
Erano le 23:45.
Vide Kagome sobbalzare e svegliarsi, ed anche Taka aprì gli occhi mugugnando.
-Inuyasha? Devo essermi appisolata. Scusa- mormorò la ragazza.
-Non preoccuparti- mormorò ancora scosso.
Aprì la porta ed ovviamente si trovò davanti Seya.
-Ciao Inuyasha. Taka ha fatto il bravo?- chiese sorridendo.
Lui annuì.
-Mammina- la chiamò lui strofinandosi gli occhi assonnato. –Ho fatto dei bei disegni con Kagome-
La madre annuì sorridendo grata alla ragazza.
-Vi ringrazio per aver tenuto Taka. Soprattutto tu, Kagome. Non eri tenuta a farlo-
-Oh, è stato un piacere. E’ un bambino adorabile- disse lei.
Seya ricambiò quel complimento con un altro sorriso.
-Allora noi andiamo. Buona notte. Spero di rivederti presto. Capito, Inuyasha? Vedi di non fartela scappare- aggiunse strizzandogli l’occhio.
Entrambi arrossirono.
-Buona notte Seya- sibilò Inuyasha –Sogni d’oro Taka- aggiunse addolcendo la voce, dandogli un buffetto sulla guancia.
Il bambino salutò entrambi con la mano e poi li osservò scomparire nel buio del vialetto.
Inuyasha chiuse la porta. Kagome era in piedi vicino al tavolo, ancora imbarazzata. Stava imparando a capire ogni suo minimo cambiamento d’umore. Non lo guardava, teneva gli occhi bassi, si tormentava le mani e le sue guance erano rosse.
-Kagome?- la chiamò dolcemente. Lei incrociò il suo sguardo.
“Pozze di cioccolato…”
-Io… credo di dover andare ora-
Lui annuì.
-Ti accompagno-  si offrì.
La vide scuotere la testa.
-Ma non serve, sono solo pochi minuti-
Inuyasha alzò un sopracciglio.
-Non ci pensare neppure. Non lascio andare a casa una donna a mezzanotte da sola-
Le fece segno di uscire, e dopo che lei prese la borsa e varcò la soglia chiuse a chiave.
Si incamminarono in silenzio, la fissava di sbieco.
Stare con lei era veramente rilassante. Che avesse qualche potere in grado di infondergli calma?
Erano vicini. Se avesse voluto, allungano di pochi centimetri il braccio avrebbe potuto prenderle la mano e stringerla nella sua,
“Non ricominciare Inuyasha. Piantala con queste stronzate da ragazzini!”
Eppure, ci sarebbe stato qualcosa di male?
“Si, non è mica la tua ragazza!...... Ma perché continuo a parlare da solo come un cretino!”
Arrivarono davanti il cancello della palazzina di Kagome.
-Eccoci qua. Grazie Inuyasha-
-Sono io che devo ringraziarti. Taka si è divertito moltissimo. Ed anche io…. sono stato bene in… in tua compagnia- concluse impacciato.
La vide sorridere.
“No, ti prego, tutto ma non il tuo sorriso”
Puntuale come un orologio di fronte quelle labbra sorridenti il suo cuore prese a galoppare.
La vide muovere un passo verso di lui come se volesse fare qualcosa, poi tornò al suo posto.
-Kagome?- mormorò indeciso. Che aveva?
 
Era stata così bene con lui, quel giorno. Non si era aspettata di divertirsi, infondo. Loro due erano come il giorno e la notte, il fuoco e il ghiaccio. Eppure... se avesse potuto scegliere sarebbe rimasta ancora in sua compagnia. Fece un passo verso di lui, senza collegare il cervello. Voleva ridargli un bacio sulla guancia… sebbene il desiderio di posarlo altrove le era giunto in un angolo remoto della sua mente.
Le sue gote si colorarono, ripensando a quello che aveva insinuato Inuyasha quando l’aveva vista con Tasuki, ed il pensiero che potesse nuovamente pensare male di lei la frenò.
-Kagome?-
Si riscosse dai suoi pensieri.
-Scusa. Io… ti auguro una buona notte, Inuyasha- disse.
Gli occhi del ragazzo la inghiottirono nelle sue profondità nere, poi lui allungò un braccio, prese la sua mano e con una lieve  spinta la fece finire nel suo abbraccio.
Rimase immobile per qualche secondo, aprì la bocca per dire qualcosa ma Inuyasha la precedette.
-Non chiedermi perché lo stia facendo Kagome, non saprei cosa risponderti- bisbigliò lui vicino al suo orecchio.
Avvampò all’istante.
“Oddio… e ora perchè il mio cuore batte così forte? Perché sto così bene tra le sue braccia?”
Lo sentì staccarsi leggermente da lei, poi avvertì un tocco delicato sulla guancia.
“Co-cosa? Mi… mi sta baciando..”
Inuyasha aveva posato le sue labbra sulla sua pelle. Vicino alla bocca, ma non abbastanza da sfiorarle le labbra. Lo sentì soffermarsi qualche istante, poi si ritrasse inchiodando nuovamente gli occhi a i suoi.
-Con questo siamo pari, maestrina- disse ghignando. –Buona notte-
Un ultimo sguardo, poi la lasciò sola tornando verso casa.
Le gambe erano di gomma piuma. Come un automa aprì il cancello, arrivò nel suo appartamento e si fiondò in camera.
Per sua fortuna Sango dormiva già, almeno per oggi l’interrogatorio era scampato.
Si sedette di botto sul letto, nella sua testa continuava a ronzare il pensiero di quel bacio.
Era solo un bacio sulla guancia ma scottava come fosse stato marchiato a fuoco.
Allungò una mano verso la borsa e guardò il disegno che Taka aveva fatto.
Quel furfante…. Li aveva disegnati vicini e si tenevano per mano, i loro due volti erano sorridenti, disegnati accuratamente con due puntini neri per gli occhi ed una curva per delineare le loro bocche. Ciliegina sulla torta, in mezzo alle due teste spiccava un grosso cuore rosso.
Iniziò a ridere.
Inuyasha…. Quel ragazzo scorbutico ed arrogante, in qualche modo era riuscito ad arrivare dove nessun altro prima era riuscito. Già. Fin troppo vicino al suo cuore.
 



 

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 12 - IL BIVIO ***


Papparapaaaaaaaaaa! I'm here! Ed eccoci qui! Siete pronti all'inizio del declino della storia?! XD Ahahaha scherzo!  Sarò sincera... scrivere i capitoli che sto scrivendo è una fatica porca çç Non capisco se mi escono bene o sono una cagata pazzesca! Riuscire rendere i sentimenti di quei due scemi è proprio un incubo! XD Pertanto, se avete da scrivermi critiche e suggerimenti fatelo, almeno mi rendo conto del mio livello di imbecillità!
Passiamo ai ringraziamenti: come sempre GRAZIE INFINITE a tutti coloro che commentano ed anche a chi mi ha lasciato messaggi brevi/privati. Siete davvero meravigliosi, la soddisfazione nel leggere le vostre recensioni è immensa. Ci tengo, in particolar modo, a ringraziare una ragazza che di normale.. non ha proprio NULLA, ma è di una simpatia disarmante: Alex Lilium. Grazie infinite per i tuoi commenti fantastici ed assurdi che sanno fammi ridere come una demente... e ripeto.. tu devi scrivere qualche fic su Inuyasha e Kagome perchè gli auto dialoghi che fai sono stupendi!
Vi lascio alla storia... e vi adoro, ve l'ho già detto? <3 Manu


.

 CAPITOLO 12 - IL BIVIO
 

Inuyasha si sciolse leggermente il nodo della cravatta. Quanto odiava le riunioni di lavoro in pompa magna. Tutti agghindati come pinguini, nemmeno qualcuno si dovesse sposare.
Erano solo affari. Quel tizio della "ACC" di New York aveva già quindici minuti di ritardo. Sbuffò.
-Signor No Taisho? Il Signor Rider è arrivato- annunciò la segretaria.
-Bene, fallo entrate- rispose.
Si alzò in piedi accogliendo il possibile cliente; si accomodarono tutti alla tavola rotonda al centro della sala riunioni ed Inuyasha iniziò a parlare con voce sicura.
-Veniamo al dunque Signor Rider. Mi ha chiesto appuntamento ed ammetto di esserne rimasto stupito. Cosa ha a che fare la sua società, che fornisce assistenza tecnica ad uffici aziendali e banche, con me?-
Il Signor Rider sorrise.
-In apparenza nulla. Ma la nostra azienda è cresciuta molto negli ultimi anni, in maniera esponenziale oserei dire. Il nostro punto di forza è proprio l'essere i migliori nel campo dell'assistenza quando si verificano problemi tecnici su computer o qualsiasi componente informatico installato in un ufficio. Vorremmo espandere la nostra gamma di servizi, iniziando non solo quindi a fare assistenza, ma ad installare dei propri componenti. Ed è qui che abbiamo pensato a lei. Vorremmo aprire una filiale della sua società a New York rivendendo i suoi prodotti. Sono i migliori sul mercato e questo significa affidabilità e fedeltà assicurata per i nostri clienti. Abbiamo già tutto predisposto per iniziare l'attività tra un paio di settimane, ci manca solo il marchio-
Inuyasha aprì la bocca.
-Sta scherzando?- chiese stupito.
-Affatto. Saremmo lieti  di fare questo accordo con voi. Ovviamente la sua presenza sarebbe necessaria per almeno un anno. Una start-up deve essere visionata da una persona che conosce l'attività come le sue tasche, e chi meglio di lei può farlo?-
-Un anno?!- sbottò. -Non posso lasciare la mia azienda per un anno per gestire una succursale!-
Il Sig. Raider fece spallucce.
-Queste sono le condizioni. Io voglio lei e nessun'altro. Voglio l'eccellenza- rispose sicuro.
Inuyasha si passò una mano tra i capelli.
-Dovrò rifletterci bene. Non posso darle subito una risposta-
L'uomo annuì.
-Le do una settimana. Sarò sincero, se lei non accetta ci rivolgeremo ad un' altra società. Lei era la prima della lista perchè secondo le nostre valutazioni siete il top. Ma se non ci da una risposta in fretta, passeremo oltre. Tra due settimane l'impresa aprirà, ed io voglio qualcuno li tra sette giorni che inizi a prendere in mano l'attività-
Il ragazzo annuì. Si strinsero la mano in segno di formalità e finalmente Inuyasha si sentì libero di imprecare.
-Merda!-
"E adesso che cavolo faccio? E' un occasione d'oro per l'azienda di mio padre. Ma... Dio, New York! E' dall'altra parte del mondo... significa lasciare tutto per un anno!"
Il volto di Kagome fece capolino nella sua mente. Scosse la testa irritato e sbattè un pugno sul tavolo.
-Maledizione!-
 
-Mamma, hai finito di piantare i fiori? O ti serve ancora aiuto?-chiese Kagome, asciugandosi il sudore dalla fronte.
Era ormai primavera inoltrata. Il primo caldo di metà aprile iniziava a farsi sentire.
Suo nonno aveva chiesto a lei e a sua madre una mano per interrare qua e la, in piccole aiuole, dei fiori per rendere il tempio più accogliente. Avevano fatto un buon lavoro. Kagome si era occupata principalmente di adornare il prato verde ai piedi del Goshinboku e vicino la tomba della sua prozia. Dei boccioli di rosa bianchi spiccavano tra sottili ciuffi d'erba.
-Si, tesoro. Vado un attimo in casa a darmi una rinfrescata-rispose sua madre avviandosi verso l'abitazione.
Kagome annuì, soffermandosi ad osservare l'albero. Sorrise, posando una mano piano al tronco ed accarezzandone la corteccia lentamente.
-Sai, a volte ho la sensazione che tu possa parlarmi- bisbigliò.
-Ragazzina, adesso ti metti anche a parlare agli alberi?-
La voce alle sue spalle la fece sussultare, riconoscendo perfettamente quel tono ironico.
Si voltò con uno sguardo di sfida negli occhi, pronta ad affrontare quel solito arrogante e cocciuto ragazzo che per una settimana dall'ultimo incontro non aveva fatto altro che tormentarla nei suoi pensieri.
 
Uscì dall'ufficio come se un diavolo gli stesse alle calcagna. Non voleva, sopratutto, rischiare di incontrare Miroku. Avrebbe sicuramente notato il suo animo scosso, e gli avrebbe tirato fuori la storia del possibile trasferimento con le pinze.
Aveva bisogno di camminare, decisamente.
Si tolse quella maledetta cravatta, mettendosela nella tasca dei pantaloni appallottolata, ed iniziò a vagare senza una meta precisa.
New York. Che diamine, non erano due passi, nè due ore di macchine, nè due ore di volo. Non avrebbe rivisto i suoi amici per mesi e mesi, sarebbe stato lontano dalla famiglia di Miroku che era ormai la sua seconda famiglia e....
"E cosa?!"
E poi c'era lei.
"No, che non c'è!", tuonò inveendo contro la sua voce interiore.
-Fanculo- sibilò dando un calcio ad un sassolino sull'asfalto.
Cosa poteva fregargliene di allontanarsi da una ragazza che conosceva da un mese? Andiamo, nemmeno ne fosse innamorato.
-Tsk! Innamorato. L'amore è per i deboli umani- mormorò.
Aggrottò un sopracciglio.
"Si, ed io cosa sono? Ma che cavolo dico?"
Sbuffò per la trecentesima volta nell'arco di quella giornata.
Si fermò, notando di essere arrivato in prossimità del tempio Higurashi, dove l'aveva mandato Miroku a prendere il regalo di Kagome.
Sospirò.
"Kami, mandatemi un segno. Cosa dannazione devo fare della mia vita?..."
-Mamma, hai finito di piantare i fiori? O ti serve ancora aiuto?-
Sussultò violentemente, sgranando gli occhi.
Diamine, conosceva quella voce, sin troppo bene.
"Non ci credo. Questo è uno scherzo. Una persecuzione, un maleficio, un rito Voodoo... non può essere lei..."
Iniziò a salire i gradini del tempio, e giunto in alto voltò lo sguardo verso un enorme albero che precedentemente non aveva notato.
Il cuore gli salì in gola, vedendo Kagome dinnanzi quell'enorme fusto antico. I suoi capelli erano mossi dalla leggera brezza primaverile, la lunga gonna si muoveva al delicato ritmo del vento.
La gola si seccò all'istante mentre si sentì attirato come una calamita da quell'esile figura. Si avvicinò lentamente, arrivando alle sue spalle.
Lei non doveva essersi accorta della sua presenza. La vide alzare una mano ed accarezzare il tronco dell'albero, sussurrandogli parole carezzevoli.
-Sai, a volte ho la sensazione che tu possa parlarmi-
Gli venne da ridere. Ma quanto era strana quella ragazza?
-Ragazzina, adesso ti metti anche a parlare agli alberi?- le chiese.
La osservò sobbalzare per lo spavento, poi si voltò verso di lui ed i suoi occhi erano puro fuoco.
-Inuyasha. Ma cosa cavolo ci fai qui? E come sei vestito?-
Scrollò le spalle con non curanza.
-Passavo di qui, sono appena uscito dal lavoro. E tu?-
Lei roteò gli occhi.
-Vedi un po', questo è il tempio della mia famiglia-
Si grattò il mento, ricordando che effettivamente Kagome le aveva accennato che il vecchio pazzo che gestiva il posto era proprio suo nonno.
-Già, l'avevo rimosso. Solitamente i fatti spiacevoli tendo a dimenticarli-  rispose ironico.
-Fatti spiacevoli?-
-Si, sai, tipo l'essere aggrediti da sacerdoti che ti sbraitano contro cose senza senso- rispose, sapendo che nel giro di tre secondi lei sarebbe scattata come una mina.
"Tre... due... uno..."
-Inuyasha, sei un- iniziò.
"Zero.."
-Ehi, Kagome, con chi parli?-
Si voltò verso il suono di quella voce e vide una bella donna avvicinarsi con un sorriso a loro.
-Con un cretino- borbottò Kagome fulminandolo, terminando la frase che aveva iniziato.
-Salve signora- disse lui con un leggero inchino -Immagino di essere il cretino, anche se il mio nome in realtà è Inuyasha-
La donna rise di gusto.
-Ciao, Inuyasha. Io sono la mamma di Kagome, mi chiamo Kaori. Sei un amico?- chiese lei.
Inuyasha la osservò. Si assomigliavano in effetti, avevano lo stesso sorriso.
-No!- replicò secca Kagome.
Lui inarcò un sopracciglio.
-Giusto. Siamo due persone ch si incontrano spesso, di malavoglia e per opera di terze persone- rispose lui ironico.
La donna rise di nuovo, mentre Kagome sbuffò infastidita. Poi la notò osservare la figlia con uno sguardo interrogativo per qualche secondo, successivamente un ghigno comparve sulle sue labbra.
-Tesoro, vuoi venire un secondo?- disse Kaori rivolta a sua figlia. -Ti prego di scusarci un attimo Inuyasha, te la restituisco subito- aggiunse facendogli l'occhiolino.
Arrossì.
"Ma che significa questo gesto?"
 
-Mamma, che c'è?- chiese piccata.
-Bambina mia, dimmi. Non ti ho mai vista comportarti così. Che ti ha fatto quel ragazzo?-
Kagome avvampò.
-Niente. E' solo che è insopportabile-
Sua mamma la guardò ambigua.
-Sicura? A me sembra simpatico-
-Cosa?! Simpatico lui? Dovresti passarci una giornata intera assieme. Cambieresti idea- borbottò infastidita.
Eppure quel giorno con Taka non era stato affatto male.
"Taci!", ammonì la sua vocina interiore.
Vide sua mamma ridere sommessamente.
-E' un peccato che sia così terribile come dici. E' molto bello. E poi.... ti guarda con una tale luce negli occhi...-
Kagome sbattè le palpebre.
-E che significa?- chiese stupita da quella frase.
-Sei cieca, tesoro? Quel ragazzo è cotto di te-
-Che cosa?! Mamma, sei impazzita? Ma se non mi sopporta! Guarda che ti sbagli-
Kaori alzò le spalle.
-Mai sentito dire che amore ed odio sono due lati della stessa medaglia? O forse, semplicemente, nasconde i suoi sentimenti dietro una facciata arrogante-
Kagome distolse lo sguardo.
-Ti sbagli. Io non gli piaccio. E lui non piace a me-
Kaori sorrise incrociando le braccia al petto.
-Questo io non l'ho detto. L'hai fatto tu-
La ragazza sussultò colta in fallo ed arrossì.
-Va da lui. E suvvia, Kagome. Sii più gentile-
Kagome sospirò pesantemente.
"Se solo quello stupido fosse più cortese...."
-E va bene, per oggi provo a sotterrare l'ascia di guerra... anche se ha cominciato lui- borbottò tornando verso Inuyasha.
 
Inuyasha le osservava discutere ma non sentiva un fico secco di quanto si stessero dicendo.
Ma cosa gli era saltato in mente di andare a quel cavolo di tempio?
Si sbattè una mano sul viso sospirando pesantemente.
Alzò lo sguardo verso quell' albero che gli si ergeva d'innanzi e lo osservò attentamente.
Dopo qualche secondo un pensiero stupido gli attraversò la mente.
"Questo affare mi sta sulle palle..."
Era il momento di aprire le porte del manicomio, seriamente stavolta. Poteva un albero, un ALBERO, stare sulle palle?!
"Sì, cazzo, mi sta sulle scatole un dannato albero, e allora? E' grosso quattro volte uno normale e.. e... ci si potrebbe legare una persona su questo tronco!"
Si soffermò su quel pensiero.
Già. Ci si poteva legare una persona. No, qualcosa in quella frase stonava. Era la parola" legare".
Cercò incessantemente nella sua mente un verbo che meglio si addicesse ad un ricordo che bussava in un cassetto della memoria. Un ricordo che affluì lentamente, mentre un punto sul petto, come la puntura di uno spillo, iniziò a bruciargli inspiegabilmente.
-Sigillare...- bisbigliò.
Una fitta di dolore alla testa lo trafisse facendolo vacillare. Si portò una mano alla fronte.
-Dannazione!- sbottò infastidito. E ora cosa cavolo succedeva?
-Inuyasha?-
La voce dolce di Kagome fu come una cura per quella stilettata lancinante, che lentamente svanì.
-Ehi- mormorò, nascondendo la voce tremante -Tutto ok con tua mamma?-
Lei annuì.
-Senti...volevo chiederti...- la vide arrossire e torturarsi le mani. Era di nuovo imbarazzata. -Stasera viene Miroku da noi a mangiare la pizza. Vorresti unirti?-
A Kagome fare quella richiesta doveva essere costato uno sforzo sovraumano perchè era porpora in viso.
Sorrise e annuì.
-D'accordo. Per che ora?-
"Sto davvero dicendo di sì? Così mi sono appena auto costretto a rivederla di nuovo, maledizione! Ma mi sono completamente rimbambito in dieci minuti?"
-Alle.. alle otto-
-Perfetto. Allora a dopo, ragazzina- le disse.
-Non sono una ragazzina- gli rispose piccata.
Inuyasha rise.
-Si che lo sei- affermò, sapendo di farla infuriare. Ma non le diede il tempo di reagire perchè si voltò ed iniziò ad allontanarsi.
-E tu sei uno scemo!- la sentì urlare alle sue spalle.
Rise nuovamente. Quella mocciosa. Era riuscita a fargli tornare il buon umore.
 
Inuyasha era arrivato in orario.
La pizza era stata consegnata da poco ed era bella fumante. Aveva preso la sua preferita: bresaola, pomodorini, rucola e grana.
Quel cretino non aveva perso occasione per prenderla in giro. Di fronte la sua scelta, il suo commento era stato: "Beh, c'erano dubbi? La rucola è acida, come te".
"Ma quanto è idiota!", pensò Kagome, ingoiando un boccone.
-Al lavoro, tutto bene, Inuyasha? Ho sentito che oggi hai avuto la riunione con quelli della "ACC". Che volevano alla fine?- chiese Miroku.
Alzò lo sguardo su di loro facendosi attenta. Non aveva mai sentito i due ragazzi parlare di lavoro, ma Sango le aveva accennato che Miroku era il braccio destro di Inuyasha nella società.
Vide il ragazzo incupirsi. Cos'aveva? Forse aveva ricevuto brutte notizie?
-Ci hanno offerto un opportunità unica per la società. Vogliono rivendere il nostro marchio a New York, aprendo una filiale-
Miroku sgranò gli occhi.
-Che cosa?! Ma perchè non me l'hai detto, è fantastico!-
Inuyasha rimase in silenzio. Vide l'amico farsi serio.
-Ma c'è dell'altro, vero?- aggiunse Miroku.
Inuyasha annuì.
-C'è una condizione. Dovrò essere io a dirigere la filiale a New York. Vogliono che la segua per almeno un anno e questo significa ovviamente trasferirmi in America. Tra una settimana-
-Che cosa?!- sbottarono Sango e Miroku.
Kagome si irrigidì di colpo sulla sedia. L'aria nei polmoni era diventata improvvisamente assente, mentre il cuore mancò un battito.
-E tu?- chiese Sango. - Cos'hai risposto?-
-Io... - iniziò Inuyasha abbassando lo sguardo sul piatto.
Kagome chiuse gli occhi, mentre un dolore noto riaffiorò da una parte nascosta nella sua anima pronto ad esplodere.
-.... credo che per fare onore a mio padre accetterò l'incarico-





 

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 13 - COSA PROVI? ***


 Ehm... eccomi... posso uscire allo scoperto senza venire fucilata vero? Ok. Dopo varie minacce di morte per aver terminato il capitolo precedente con la suspance.. ecco il seguito^^'
Ragazze grazie davvero per i vostri meravigliosi commenti :) Sono davvero contenta che vi piaccia....
Spero in questo capitolo di rendere bene l'idea di cosa succeda dentro uno dei nostri protagonisti. Nel caso faccia schifo datemi consigli e vedrò di sistemarlo....
Aspetto le vostre recensioni incrociando 10 dita nella speranza sia venuto in grazia di Dio.
Un bacione a tutte! Manu




 CAPITOLO 13 - COSA PROVI?
 


-Io.... credo che per fare onore a mio padre accetterò l'incarico-
Dopo aver pronunciato quelle parole, Inuyasha osservò la reazione di Sango e Miroku. Aprirono la bocca, con occhi sgranati, come se volessero dire qualcosa ma senza che uscisse alcun suono, nonostante era palese nel loro sguardo il dispiacere, la sorpresa ed una palpabile punta di rimprovero.
Spostò poi gli occhi su Kagome. La vide pallida come un lenzuolo, le labbra strette in una morsa. La osservò chiudere gli occhi mentre, qualcosa di simile ad un cenno di dolore passò sul suo volto.
Vedendo quell'espressione sofferente una fastidiosa sensazione lo attanagliò, non capendone la causa.
Che aveva fatto ora di sbagliato?
Poi lei si alzò sbattendo le mani sul tavolo e facendo strisciare la sedia sul pavimento.
-Sei uno stupido, Inuyasha- mormorò, per poi andarsene in camera sua sbattendo la porta.
-Ma cosa cavolo le ha preso?- chiese guardando i due ragazzi rimasti a tavola.
-Beh, che ti aspettavi. Hai sganciato una bomba. Come volevi che reagisse?- lo ammonì con voce pacata Miroku.
Inuyasha abbassò gli occhi. Ma insomma, perchè doveva sentirsi in colpa nei suoi confronti? Lei.. cos'era per lui? Un'amica?
Strinse i pugni.
"Dannazione...", perchè la parola "amica" era così fuori posto?
Infondo non avevano mai avuto un vero appuntamento, non si erano mai baciati, non avevano fatto nulla di ciò che fanno due persone che si frequentano, eppure... sentiva qualcosa. Quando stava con lei, lui era diverso. Quando l'aveva stretta a sè, quando si erano scambiati quei piccoli baci innocenti il suo cuore era impazzito. Quando era assieme a lei si sentiva ardere da emozioni contrastanti ed era... bello, piacevole. Aveva la sensazione di uscire da un guscio ad assaporare per la prima volta la libertà.
"Quindi lei... mi piace, infondo..."
Sbuffò, arrossendo. Dunque era questo il fastidio che avvertiva, era quella ragazzina il problema.
Si alzò dalla sedia e si diresse verso la camera di Kagome.
-Inuyasha, ma dove vai?- chiese Sango.
-A parlarle-
Si fermò di fronte alla porta. Prese un respiro profondo. Ma che poteva dirle? Che sarebbe tornato dopo un anno? E poi, a lei sarebbe importato?
Bussò, e senza attendere risposta aprì piano la porta.
La vide seduta sul letto, appoggiata al muro con le gambe raccolte al petto.
Sentendo la porta aprirsi, Kagome alzò lo sguardo.
-Che vuoi?- la sentì borbottare.
-Accidenti, la rucola ha fatto effetto?- rispose con un ghigno.
Gli occhi di lei subito si accesero minacciosi.
-Se sei venuto per rompere le palle, perchè non torni da dove sei arrivato?-
Inuyasha scrollò le spalle e si sedette vicino a lei.
-Prima devo compiere la mia missione: scoprire che cavolo ti ha preso. Allora? Perchè sei fuggita a gambe levate?-
Kagome arrossì e distolse lo sguardo.
-Non sono affari tuoi- replicò secca.
-Cocciuta- bisbigliò lui di fronte la sua testardaggine.
Inuyasha le prese il mento con una mano e la obbligò a voltare il viso per far si che lo guardasse negli occhi.
Trattenne il fiato, nel momento in cui i loro sguardi si incrociarono.
"Dio...", pensò. Quegli occhi l'avrebbero fatto diventare pazzo. Erano la cosa più bella e dolce che avesse mai visto, ed ora erano così pieni di pena.
-Tornerò, Kagome- mormorò, come a voler placare il dolore che leggeva in quelle iridi nocciola. Sempre che ne fosse lui la causa.
La vide sussultare, mentre gli occhi le si inumidirono.
Si scostò dalla sua presa e rivoltò il viso, lasciando cadere delle ciocche dei suoi capelli neri in avanti, in modo che non potesse più vederle il volto.
-Non te l'ho chiesto-
La rabbia per quella risposta lo colpì in pieno stomaco. Si alzò dirigendosi verso la porta.
-Sai che ti dico? Hai ragione, non sono affari tuoi ciò che faccio della mia vita. Non so perchè sia venuto qui, chissà cosa diavolo mi è venuto in mente. Buona notte, Kagome-
"Dannata mocciosa! Ed io che avevo pensato..... che vada al diavolo, non devo certo giustificarmi con lei! Partirò e la dimenticherò in meno di uno schiocco di dita!"
Uscì dalla camera sbattendo la porta e torno in soggiorno dove Sango e Miroku aspettavano.
-Inuyasha, tutto bene? E Kagome?- chiese Sango.
Lui fece un sorriso forzato.
-Oh, non preoccupatevi, sta benissimo. Se credevate che fosse in pena per me vi sbagliavate di grosso. Probabilmente ha solo digerito male e l'acidità le ha dato alla testa. Io me ne vado. Ci vediamo- sentenziò afferrando la giacca.
-Ma, aspetta Inuyasha..!- provò a fermarlo Miroku, ma lui aveva già chiuso la porta d'ingresso ed era già sparito dalla loro vista.
 
Se ne era andato. Aveva sentito la porta di ingresso sbattere.
"Bene. Così non ce l'avrò più fra i piedi...visto che vuole andarsene a New York"
Appoggiò la testa al muro, mentre una lacrima solitaria le scese sul viso fermandosi sulle sue labbra.
Ed ora perchè piangeva? Insomma, era ridicola. Chi era Inuyasha per lei, tanto da farla piangere? Nessuno.
Solo.. qualcuno che era entrato nella sua vita per caso. Già, era iniziato tutto con uno stupido scontro al Luna Park. E se non si fossero incontrati li, a quanto pare, ci avrebbero pensato Sango e Miroku a farli conoscere.
Era destino? Destino che dovesse conoscerlo?
Si sentiva tremendamente confusa. Il suo cuore, all'idea di non vederlo più, si stringeva in una morsa sempre più forte.
-Che mi prende...- bisbigliò, mentre un'altra lacrima le rigava il volto.
-Kagome?- la voce di Sango la fece sobbalzare.
-Ciao- bisbigliò.
L'amica entrò e si sedette fianco a lei.
-Tesoro.... mi spiace tanto per quanto è successo. Forse Inuyasha ora sta agendo d'impulso, spinto dal ricordo di suo padre-
Kagome fece un sorriso tirato.
-Dovrebbe importarmi? Può fare quello che gli pare, non deve certo rendere conto a me-
Sango la guardò torva.
-Smettila di mentire. Sono la tua migliore amica. So benissimo che stai male perchè sei innamorata di Inuyasha-
Kagome sobbalzò avvampando.
-Sango ma che cavolo dici? Io non sono innamorata di lui. Come potrei? Lui è...è..- non riuscì a continuare la frase, non le venivano in mente aggettivi sufficienti per trovare una scusante.
L'amica fece un gesto di sufficienza con la mano.
-Ognuno è quel che è, tutti abbiamo difetti e pregi. Credi forse che tra me e Miroku sia sempre rose e fiori? Affatto. Ma io ti ho osservata, sai? Da quando l'hai conosciuto sei cambiata. Prima con i ragazzi eri chiusa in un guscio. Non ti lasciavi scalfire nè da complimenti, nè da gesti plateali. Invece con Inuyasha.... sei diversa. Sei te stessa-
La frase di Sango la turbò profondamente. Che fosse davvero così?
-Perchè Sango... perchè se vi conoscevate da anni, avete deciso di presentarmelo solo di recente?-
Vide l'amica irrigidirsi.
-Ah.. non saprei. E' stata una decisione... del momento. Non ci avevamo mai pensato prima e poi un giorno, parlandone io e Miroku... ci è sembrata una buona idea... pensavamo che.. potevate piacervi a vicenda-
Kagome osservò l'amica. Non è che avesse molto senso quanto le stesse dicendo e Sango sembrava all'improvviso agitata per quella sua domanda.
Sospirò, preferendo lasciare cadere il discorso.
-Capisco. Ora, se non ti spiace, vorrei riposare. Mi sento stanca-
Sango annuì.
-Certo- l'amica le prese la mano stringendola amorevolmente -Pensaci su, Kagome. So che può fare male ma... prova per una volta a lasciarti andare, cerca di capire cosa provi per Inuyasha-
Kagome sorrise, mentre Sango lasciò la stanza.
Si buttò sul cuscino e chiuse gli occhi, mentre di nuovo il senso di oppressione al petto si fece sentire più forte che mai.
"Cosa provo per lui?"
 
Erano passati due giorni dalla sera in cui aveva discusso con Kagome. Due giorni in cui i pensieri non erano stati altro che dei tormenti.
Si infilò la tuta, le scarpe da tennis e si diresse verso il parco per fare una corsa. Aveva bisogno di pensare.
Non aveva ancora chiamato la "ACC" per una risposta. Ci aveva provato due volte, aveva iniziato a comporre il numero del Signor Rider e per due volte aveva annullato la chiamata.
Aveva costantemente lei in testa. Kagome. L'idea di non vederla per un intero anno, di non vedere quel sorriso, la sua voce, i suoi occhi... lo ossessionava. Il peso che sentiva nel petto lo schiacciava e la cosa strana era che quella schifosissima sensazione non era affatto nuova.
Si sentiva tremendamente ansioso. Come se accettare di partire l'avrebbe fatto ritrovare per una seconda volta in una situazione di estrema sofferenza. Eppure lui ci teneva, voleva rendere onore all'azienda di suo padre, voleva dimostrare che era diventato un uomo in grado di dare rispettabilità alla società in cui suo padre aveva faticato per anni portandola ai massimi livello di eccellenza.
Scosse la testa, aumentando il passo.
"Esci dai miei pensieri, Kagome. Vattene!"
 
Erano le undici di mattina. Passeggiava per il parco senza una meta precisa. Era una bella giornata di sole, aveva deciso di uscire un po' per svagarsi. Alle quindici avrebbe dovuto recarsi al lavoro e voleva approfittarne almeno ora per prendere una boccata d'aria e sgranchirsi le gambe.
Il suo aspetto non era dei migliori, aveva dormito poco nelle ultime notti. Si passò una mano stanca nei capelli, gli occhi erano ancora velati da uno strato di tristezza.
Si guardò attorno. Era incredibile come ogni persona vivesse una sua vita indipendente da quella degli altri.
I bambini giocavano sorridenti, chi sull'altalena chi sullo scivolo mentre le mamme li osservavano amorevoli, c'era chi leggeva all'ombra di un albero e chi seduto su una panchina con sguardo assordo.
Si soffermò su quest'ultima persona. Le sembrava di conoscerla. Era una signora sulla settantina, le rughe le solcavano il volto.
"Ma quella... è la Veggente del Luna Park"
Si avvicinò curiosa alla donna.
-Buongiorno- disse per attirare la sua attenzione.
Vide la vecchia alzare lo sguardo ed osservarla con attenzione.
-Salve-
Kagome si sedette affianco a lei sulla panchina.
-Si ricorda di me? Mi ha provato a leggere il... passato... una sera di circa un mese fa al Luna Park-
La vecchia alzò un sopracciglio.
-Sei quella che mi ha fatto esplodere la sfera- replicò.
Kagome arrossì.
-B-beh mi scusi ma... io non ho fatto nulla. Nemmeno l'ho toccata-
Sentì la donna ghignare.
-No, infatti, non l'hai fatto tu. L'ha fatto la tua anima-
Kagome la guardò interrogativamente.
-Non capisco. Che significa?-
-Ragazzina, non sono cose che si possano spiegare così. Ci sono delle regole, nessuno te l'ha insegnato?-
Non seppe dire se l'irritò di più il tono di superiorità con cui le rispose la Veggente o quel "ragazzina", tipica espressione che usava Inuyasha nel rivolgersi a lei.
Si alzò in piedi scocciata.
-Io non so di cosa stia parlando- disse piccata -Mi scusi se l'ho disturbata. Buona giornata- aggiunse facendo per andarsene. Che cavolo, ci mancava solo che anche una sconosciuta la trattasse come una idiota.
-Kagome...- disse la Veggente.
Sentendosi chiamare si voltò e la guardò stranita.
-A presto- proferì enigmatica.
Lei fece un sorriso di convenienza e si allontanò.
"Che strana signora.. si ricordava persino il mio nome... ma io glielo avevo detto? Non ricordo....Beh, che mi importa! Uhm.. sento un languorino, qui vicino c'è il chiosco delle brioches. Me ne prendo una..."
 
La vecchia osservò Kagome allontanarsi.
Ridacchiò. Santo cielo che fatica con quella ragazza. Per non parlare di Inuyasha. Per fortuna che a lui ci pensava suo fratello, lei ne aveva già abbastanza con la fanciulla.
Si alzò. Quel dannato vestito, quanto era ingombrante! Ma come facevano gli umani ad andare in giro sempre con quella roba?
Diede un ultimo sguardo a Kagome. Era proprio una brava ragazza. La sera in cui l'aveva incontrata per la prima volta nella forma della Veggente aveva avvertito quel sentimento tipico degli umani.. come lo chiamavano? Si, empatia. Sapeva che sarebbe entrata nella sua attrazione spinta dalla curiosità, e dopo pochi istanti che le stava davanti aveva sentito la sua anima soffrire, lottava per tornare ma era dannatamente bloccata. Così aveva capito che era giunto il momento di intervenire. Aveva chiuso gli occhi ed aveva avvertito la presenza di Inuyasha a pochi passi dalla sua tenda. Così, con un trucchetto, aveva mandato quella inutile e finta sfera in mille pezzi, aveva fatto quattro moine per far spaventare la ragazza e finalmente Kagome era finita dritta tra le braccia del giovane.
"Che pazienza..", pensò sospirando.
Guardò l'ora. Cavolo, doveva sbrigarsi, era quasi il momento. L'aspettava tutt'altra dimensione e tutt'altro compito e non sarebbe stata di certo una passeggiata.
 
Kagome arrivò di fronte al chiosco delle brioches e sbuffò.
"Ma cavolo, quanta fila c'è?"
Si sedette sconsolata su una panchina al sole attendendo che l'orda di gente scemasse un po'.
Incrocio le gambe, allungandole, e rimase ad osservarsi i piedi.
"Come vorrei che Inuyasha fosse qui...", pensò, per poi stupirsi di quel desiderio "Ma cosa vado a pensare.. che stupida... come potrebbe essere qui....sarà ad organizzare tutto per la partenza..."
Sentì di nuovo le lacrime pungerle gli occhi.
Scosse la testa con forza.
"Accidenti, ma perchè Inuyasha tormenta tanto la mia mente!"
Un'ombra la coprì interamente oscurando la luce del sole e si trovò improvvisamente altri due piedi di fronte ai suoi.
-Ma che...- sussurrò alzando lo sguardo.
Si trovò a fronteggiare due occhi neri come la notte che la fissavano preoccupati.
Il respiro le si fermò nel petto.
-Inuyasha...- bisbigliò, quasi credendo che dicendo quel nome più forte lui sarebbe svanito.
-Ciao- disse lui. La sua voce. Gli era.. mancata?
Il ragazzo si accucciò di fronte a lei e portò una mano alla sua guancia catturando una lacrima sulle sue dita.
Kagome tremò a quel contatto.
-Perchè piangi?- le chiese.
"Stavo piangendo? "
-S-scusa...non me ne ero accorta- biascicò incerta.
Perchè diventava sempre così tremendamente imbarazzata con lui di fronte, così vicino?
Inuyasha sorrise.
-Sei proprio scema. Non ti accorgi nemmeno di piangere?-
La ragazza avvampò.
-Già...- rispose, torturandosi le mani nel tentativo di frenare il nervosismo.
-Non dovresti piangere. Sei più bella.. quando sorridi- terminò quella frase incerto, come se avesse fatto uno sforzo sovraumano nel farle quel complimento.
Il fiato le si smorzò in gola. L'aveva detto davvero? La trovava bella?
Ora probabilmente doveva essere completamente rossa, si sentiva bollire le guance.
-Che ci fai qui?- le chiese il ragazzo per cambiare argomento. Lo osservò. Anche lui era leggermente imbarazzato.
-Ah... volevo una brioche ma c'è coda- disse osservandolo di sbieco.
"Kami, quant'è bello..."
Arrossì di nuovo, mentre il cuore era al galoppo.
Vide il ragazzo osservare il chiosco ed alzarsi in piedi.
-Ora non c'è quasi più nessuno, ed anche a me è venuta voglia. Come la preferisci? Cioccolato?-
Annuì come un ebete, guardandolo con la bocca leggermente dischiusa.
Kagome lo studiò per un attimo e smise di respirare.
Inuyasha la stava guardando sorridendo, un sorriso gentile, luminoso... ed era così... così...meraviglioso. Rimase a fissarlo ammaliata, mentre lui si allontanava e si metteva in fila al chiosco.
*E' un peccato che sia così terribile come dici. E' molto bello. E poi.... ti guarda con una tale luce negli occhi...*
Le parole di sua madre le tornarono in mente.
Tu-tum... tu-tum...
"Sembra un tamburo impazzito.."
Si portò una mano al petto, mentre il respiro si fece accelerato.
*Nipote mia... ci sono cose che non si possono spiegare. A volte si provano sentimenti profondi per persone che non ci aspettiamo. Come l'amore....Vedi.... il tempo... a volte non conta nulla. Possono passare secoli o anche solo pochi giorni. Ma questi possono non fare alcuna differenza*
"Il nonno mi disse queste parole...quindi io... mi sento così con Inuyasha...perchè...."
*Smettila di mentire. Sono la tua migliore amica. So benissimo che stai male perchè sei innamorata di Inuyasha*
"Ne sono... innamorata?" , domandò a sè stessa.
Lo vide pagare le brioches, voltarsi verso di lei e sorriderle ancora da lontano.
Si alzò in piedi, mentre anche sul suo viso si delineò un sorriso.
Aprì la mano sul suo petto ed ascoltò il battito del suo cuore. Ogni pulsazione sembrava voler rispondere alla sua muta domanda.
L'ovvietà prese forma nella sua mente. Quei sentimenti di insicurezza, l'imbarazzo costante ogni volta che le era vicino, il desiderio tenuto a freno di scoprire cosa si provasse a baciarlo, lo stare bene tra le sue braccia. Come aveva fatto ad essere così stupida? E quell'oppressione che sentiva da quando lui aveva affermato di voler partire per New York. Non era nient'altro che paura. Paura di perderlo, di non rivederlo, perchè Inuyasha gli sarebbe mancato... sì, gli sarebbe mancato come l'aria.
Ridacchiò piano, mentre gli occhi si riempirono di lacrime liberatorie, come se avesse tenuto a freno quel sentimento per un tempo infinito.
-Io sono innamorata di lui- ammise, dicendolo ad alta voce come a voler rendere quel sentimento reale a tutti gli effetti.
Vide Inuyasha all'improvviso mollare a terra le brioches e correre verso di lei.
"Che succede?"
Lo osservò muovere le labbra, stava dicendo qualcosa con un' espressione spaventata ma non riusciva a sentire le sue parole.
"Che strano... sta diventando tutto nero...", costatò, notando che intorno a lei ogni cosa iniziava a vorticare velocemente e la vista le si annebbiava.
"Non mi sento bene....", fu il suo ultimo pensiero.
Poi il buio la colse e fu trasportata in un sonno profondo.




 

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Capitolo 15
*** CAPITOLO 14 - SVEGLIATI! ***


 Cucù! Salve! Sono viva.... ancora per poco mi sa^^' A furia di minacce di morte non mi fate arrivare a Natale çç Ragazze dico...cioè l'ultimo capitolo nove.. e dico NOVE COMMENTI?! Volete farmi morire per un colpo apopleggico?! Sono FELICISSIMA e commossaçç siete fantastici, davvero! Grazie Grazie Grazie (e notare le maiuscole su ogni Grazie XD)
Per curiositè dopo questo record sono andata a sbirciare le statistiche dei capitoli... ed effettivamente mano a mano che la trama è andata avanti le vostre recensioni si sono duplicate, segno che la mia "cagata" bene o male piace.. grazie a Dio XD L'unico capitolo che è stato un flop (ma forse è solo questione di sfiga) è stato "tutta colpa del sushi".. magari non l'ho scritto come avrei dovuto ed è piaciuto meno del previsto ^^'
Tornando al capitolo.......... quanti di voi hanno scommesso che in questo capitolo avremmo assistito al risveglio di kagome?! Piu o mno tutti! E quanti di voi ci hanno azzeccato? NESSUNO XD bhuahuahua! Dunque che cacchio ho postato? Beh... dal titolo potete intuirlo! Vi lascio alla lettura.. ed ai vostri commenti :) Anche qui spero di aver reso bene l'idea dei sentimenti del nostro figaccione preferito^^ Un bacione ragazze! Manu

PS:  se notate che ho cambiato Nick da Fiore del Deserto a Miyu87 non siete matte. Ma quel nome mi riportava vecchi ricordi tristi alla mente (se vi interessa, vedere la fic su City Hunter "Fiore del deserto" per capire perchè ), ed ho pensato di cambiarlo. Niente di che inssoma, anche perchè preferico essere per tutte voi anche solo semplicmente Manu :) Smuack!




CAPITOLO 14 - SVEGLIATI!
 

 
Stava correndo ormai da un'ora. L'aria era ancora fresca per le undici del mattino. Lo stomaco aveva iniziato a brontolare. Si fermò un istante per riposare ed adocchiò il chiosco delle brioches dove andava di solito.
"Accidenti che ressa", pensò notando la fila di circa quindici persone.
Si passò un braccio sulla fronte per togliersi le piccole gocce di sudore. Si guardò intorno per scovare una panchina libera su cui avrebbe potuto rilassarsi un attimo, nell'attesa di mettere qualcosa sotto i denti.
"Niente, tutte occupate", sbuffò scocciato.
Poi lo sguardo si posò su di una poco distante, dove vi era solo una ragazza seduta. Aveva una fisionomia familiare. Quando la riconobbe fu come ricevere un pugno allo stomaco.
"Kagome..."
Eccola. La materializzazione di ogni sua angoscia, di ogni suo pensiero di quei maledetti due giorni da quando avevano discusso.
Strinse i pugni, osservandola. Era ancora arrabbiato, forse più con se stesso che con lei.
Come aveva potuto lasciare che una donna lo facesse andare fuori di matto a quel modo? Come aveva potuto permettere che gli entrasse così in profondità?
La osservò fissarsi i piedi e poi.... un piccolo bagliore spiccò su quelle ciglia che ornavano i suoi occhi.
Sussultò.
"Sta... piangendo?"
La morsa allo stomaco aumentò e senza rendersene conto iniziò ad avvicinarsi a lei.
"Ma cosa sto facendo... sarà l'ennesima discussione stupida, l'ennesima volta in cui lei mi guarderà gelidamente e mi farà capire che di me non gliene frega un cavolo..."
Si fermò davanti a Kagome, troneggiandola con il suo metro e ottanta.
-Ma che...-  la sentì mormorare. Si era accorta di lui solo ora, doveva essere assorta in qualche triste pensiero.
Lei alzò il volto e si trovò a specchiarsi in quei dannatissimi occhi nocciola che gli provocarono un brivido in ogni fibra del suo corpo. E quegli occhi erano bagnati di lacrime, di cui una ribelle scese a solcarle una guancia rosea.
-Inuyasha...- bisbigliò.
-Ciao- disse. Non gli veniva altro da aggiungere. Avrebbe solo voluto prenderla tra le braccia, scoprire cosa diavolo la faceva soffrire a quel modo, baciarle quelle labbra color pesca e perdersi in quel profumo meraviglioso che emanava.
Ma non fece nulla di tutto ciò. Si  accucciò di fronte a lei e allungò un braccio. Con una mano sfiorò la guancia su cui vi era quella maledetta lacrima e la cancellò dal suo viso.
La vide spalancare gli occhi e tremare leggermente per quel breve contatto.
-Perchè piangi?- le chiese.
"Cosa ti fa soffrire Kagome?... O.. chi?"
Il cuore si fermò per un istante. E se fosse un uomo la causa del suo dolore?
"Lo ammazzo...", pensò subito irrazionalmente stringendo i pugni.
-S-scusa...non me ne ero accorta- la sua voce tremula lo riscosse.
Sorrise, dimenticando in mezzo secondo la rabbia. Era così spontanea e buffa. Le guance arrossate, il nasino rossastro per il pianto.
-Sei proprio scema. Non ti accorgi nemmeno di piangere?- disse, ma senza alcun tono derisorio.
La vide avvampare e quel rossore diffuso la fece sembrare ancor di più una piccola bambina bisognosa di protezione.
-Già...-
-Non dovresti piangere. Sei più bella.. quando sorridi-
Arrossì all'istante.
"Ma sono scemo?! L'ho detto ad alta voce?!"
-Che ci fai qui?- aggiunse, per togliersi dall'imbarazzo che si era auto creato.
-Ah... volevo una brioche ma c'è coda-
Si voltò, osservando che ormai erano rimaste solo cinque persone in fila.
-Ora non c'è quasi più nessuno, ed anche a me è venuta voglia. Come la preferisci? Cioccolato?-
La vide annuire e di conseguenza si alzò, dirigendosi verso il chiosco.
Le sorrise. I raggi del sole la illuminavano e non trovava altro aggettivo per descriverla.
Era.. stupenda. Il suo cuore prese a martellare nel petto facendolo sentire un completo cretino.
"Di nuovo gli ormoni in circolo...", borbottò nella sua mente mettendosi in fila per comprare quelle due benedette brioches.
Due minuti dopo, finalmente, le teneva in mano belle fumanti.
Iniziò ad incamminarsi verso Kagome, sorridendole ancora in modo rassicurante. Non voleva più vederla con quello sguardo triste.
La vide alzarsi in piedi con un luminoso sorriso sulle labbra.
"Eccola, la mia Kagome..... Ma-ma cosa vado a pensare? Lei non.. non è mia.."
La vide all'improvviso sbiancare e vacillare mentre una piccola luce rosata iniziò a brillare sul suo petto.
-Che?- bisbiglio -Che succede! Kagome!- urlò, mollando a terra le brioches ed iniziando a correre verso di lei sperando di riuscire ad afferrarla prima che cadesse a terra.
Kagome chiuse gli occhi e le gambe le cedettero.
Riuscì a prenderla tra le braccia un istante prima che potesse sbattere la testa al suolo.
-Kagome! Kagome! Che ti prende? Apri gli occhi!- urlò.
La sentiva terribilmente fredda.
Cercò di dominare il panico, mentre con un braccio la teneva stretta a sè con l'altro prese il cellulare dalla tasca e chiamò un' ambulanza.
Poi compose velocemente il numero di Miroku.
"Avanti, rispondi... muoviti!"
-Pronto?-
-Miroku! Kagome... Kagome è svenuta! Sta arrivando l'ambulanza.. io.. non so cosa le è successo, non riprende conoscenza- spiegò velocemente.
-Svenuta?! Calmati, Inuyasha, ti raggiungiamo subito all'ospedale. Fammi sapere dove la portano, io e Sango arriviamo più in fretta che possiamo-
Mise giù la conversazione e tornò ad osservare la ragazza.
Gli occhi erano chiusi, i capelli sparsi nel suo abbraccio.
-Kagome...- la chiamò ancora, carezzandole il volto.
Le sirene dell'ambulanza lo rassicurarono, fece segno ai soccorritori in modo che potessero avvistarli e quando arrivarono vicino per iniziare gli accertamenti si fece da parte.
Dopo una breve spiegazione con il volontario di quanto accaduto, caricarono Kagome sull'ambulanza  e salì anche lui.
 
Fu un'ora interminabile.
Stava li, seduto su uno stupido sgabello della sala d'attesa mentre Kagome era chiusa dentro quella stanza circondata da dottori che la visitavano.
-Inuyasha!-
-Sango, Miroku!- disse alzandosi in piedi.
-Allora, c'è qualche novità?- chiese l'amica.
Lui fece segno di diniego con la testa.
-Da quando siamo arrivati non sono ancora usciti, non mi hanno ancora detto nulla- mormorò stringendo i pugni e risedendosi stancamente.
Miroku gli mise una mano sulla spalla.
-Calmati amico, raccontaci quanto accaduto-
Inuyasha gli fece un riassunto abbastanza dettagliato della situazione e del momento in cui vide Kagome collassare a terra.
-E questo è quanto. Davvero, non so cosa possa esserle capitato. Forse non sta bene... soffre di qualche patologie? Ho visto una luce strana che le brillava sul petto prima che svenisse, ma che cavolo era?- chiese preoccupato.
Sango e Miroku si guardarono con un'occhiata di intesa.
-No, Inuyasha, nessuna patologia- rispose la ragazza distogliendo lo sguardo.
In quel frangente la porta d'innanzi a loro si aprì ed uscirono due dottori che stavano visitando Kagome.
Inuyasha si alzò subito in piedi.
-Allora? Cos'ha Kagome?-
I medici si guardarono con un volto sconsolato.
-Ecco... noi... non ne abbiamo idea- rispose uno di loro.
-Che cosa?!- sbottò il ragazzo mentre un lampo di rabbia passò nelle iridi scure.
-Lei, insomma... sembra essere in una specie di ... coma-
-..In.. coma?- mormorò Inuyasha mentre avvertì una forte nausea invaderlo al suono di quelle due parole agghiaccianti.
-In realtà... non è un vero e proprio coma. Le sue funzioni vitali sono normali.. è solo che... dorme-
Il ragazzo andò fuori di senno per quella frase senza senso e prese per il bavero il medico sbattendolo al muro.
-Ascoltami bene, razza di damerino col camice bianco. Si può sapere di cosa diavolo stai parlando? Se le succede qualcosa e voi non siete in grado di aiutarla io vi squarcio da parte a parte con Tessaiga!- affermò.
-Ehi, levami le mani di dosso! Sei pazzo?! Io sono un medico, mollami!- rispose allarmato il dottore cercando di sottrarsi alla presa ferrea del ragazzo.
-Inuyasha!- Miroku si avvicinò afferrandolo per il braccio facendogli allentare la tenuta. -Calmati, idiota! Non è così che aiuterai Kagome!- poi si rivolse al medico -Lo scusi dottore, è molto agitato. Mi dica, possiamo vederla?-
Il medico si sistemò il colletto e lanciò uno sguardo di fuoco ad Inuyasha, poi annuì.
-Si, non c'è problema. Come ho detto lei sta bene, sta solo dormendo come se fosse caduta in qualche strato di trance. Magari standole vicino riuscirete a farla rinvenire-
-La ringrazio- disse Sango con un leggero inchino.
-Ragazzi....- mormorò Inuyasha, attirando l'attenzione dei due amici. -Io.. che ho detto?.. Al tizio intendo... che cos'è Tessaiga?-
Miroku sospirò con disperazione, poi fece un sorriso sghembo mentre Sango arrossì.
-Avrai visto anche tu qualche film strano ultimamente. Ora pensa a Kagome, andiamo testa di rapa- rispose l'amico, dandogli una piccola spintarella sulla schiena.
Entrarono nella stanza. Kagome era sdraiata sul lettino, pareva proprio dormire beatamente.
-Oh, Kagome..- mormorò Sango stringendole la mano. Ne era convinta, l'amica stava combattendo qualche battaglia interiore. Si stava risvegliando, ma per Kagome non doveva essere facile come lo era stato per lei e Miroku.
-Se.. se le succede qualcosa.. io...- ringhiò Inuyasha.
-Stai tranquillo, andrà tutto bene. Perchè non rimani qui con lei, intanto io e Sango scendiamo a prendere qualcosa da mangiare anche per te. E' l'una di pomeriggio ormai-
Il ragazzo annuì riconoscente.
-Ci vediamo tra poco Inuyasha- le disse Sango, mettendogli affettuosamente una mano sul braccio.
Rimase solo con Kagome. Sospirò, prese una sedia e si sedette fianco a lei.
Posò una mano sulla sua, sentendola gelata.
-Stupida... si può sapere cosa cavolo stai facendo? Hai intenzione di lasciarmi qui a morire di paura, Kagome?- le chiese.
Dio! Si trovava in quell'assurda situazione e non era in grado di fare nulla. Non era stato in grado di svegliarla, di aiutarla, di... proteggerla?
-Perdonami...- sussurrò. Non aveva senso ciò che stava dicendo eppure, pronunciare quella parola era così... liberatorio.
Le sfiorò il viso con una mano, le carezzò i capelli morbidi. Il suo cuore batteva frenetico.
-Sai, non è vero che sei una ragazzina. Lo dicevo solo per farti arrabbiare. Diventi così carina... gli occhi ti si illuminano e quasi si riescono a vedere dei piccoli lampi che li attraversano-
Prese quella piccola mano nella sua e la strinse forte.
-Andiamo mocciosa. Non vorrai davvero dormire per sempre. Svegliati... svegliati... svegliati, maledizione!- urlò più forte, mentre la paura prendeva possesso di lui.
Spinto da un istinto irrefrenabile la prese di peso e la portò nel suo abbraccio, tremando come un bambino.
-Non puoi lasciarmi qui da solo, stupida. Perchè tu mi.... mancheresti- ammise in un sussurro.
Si, le sarebbe mancata da morire. Il loro prendersi in giro, la sua ingenuità, la sua dolcezza. Tutto di lei sarebbe diventata una mancanza insopportabile.
"Maledizione, Kagome, non voglio stare senza di te!"
Sussultò. Non voleva stare senza di lei?
La guardò. Quel dolce viso incorniciato da quei setosi capelli neri era tutto ciò che avrebbe voluto vedere ogni giorno. Quelle labbra sorridenti erano qualcosa che bramava come l'aria, e di cui si rese conto, non ne avrebbe potuto fare a meno.
-Kagome, devi svegliarti.... perchè io....-
"Io cosa.."
Con una mano tremante le sfiorò il labbro inferiore, avvertendone la morbidezza. Kami, era scosso come un bambino mentre l'intensità di quel sentimento, che sentiva in quell'istante, lo tramortiva peggio di una bomba atomica.
-..Io... mi sono....- si bloccò mentre un nodo in gola gli impedì di dire ad alta voce quelle parole così destabilizzanti.
"Dillo... ammettilo a te stesso... perchè lei è la cosa più bella che sarebbe mai potuta capitarti. Lei ti fa sentire vivo"
-Io mi sono... innamorato... di te- concluse in un sussurro, poggiandola di nuovo sul lettino quasi bruciasse come il fuoco in quel momento tra le sue braccia, mentre il cuore gli martellava nel petto come un tamburo impazzito.
Le strinse nuovamente la mano, mentre una strana stanchezza si impossessò di lui.
Avvertì le palpebre sempre più pesanti.
"Deve essere questa situazione troppo stressante...", pensò, tenendosi la testa con un palmo, ed il braccio appoggiato al lettino.
-Kagome, non ti lascio... sono qui ...con te- bisbigliò, rafforzando la presa nella mano della ragazza.
Poi anche lui chiuse gli occhi e si lasciò cullare da un mondo di tenebra che da tempo lo aspettava.
 

 

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Capitolo 16
*** CAPITOLO 15 - QUELLO CHE ANCORA CI DIVIDE - prima parte ***


Buon pomeriggio Signori e Signore! Come promesso... siete pronti a leggere la prima parte del mistero che avvolge questa storia? E quante mele marcie mi arriveranno in fronte alla fine? XD
Dunque ragazze... Grazie per i ben 11 commenti del precedente capitolo: sono tipo morta stecchita per la commozione. Grazie anche ad i nuovi che hanno inserito la storia tra le seguite e le preferite.
Sono davvero felicissima che arrivata a questo punto così tante persone abbiano dimostrato tanto affetto per queta fic che è nata senza pretese, ma che è diventata una parte di me. GRAZIE DI <3
Vi lascio alla lettura: questo è uno dei due famosi capitoli che accennavo le volte scorse per cui ho dovuto sudare 300 camicie per scriverlo, anche se mai come la seconda parte che sarà dedicata ad Inuyasha.. li le camicie sono almeno il doppio! Spero di non deludere le vostre aspettative ed aspetto di sapere cosa ne pensate e se mai qualcuno di voi abbia mai capito cosa si celava dietro tutto questo! Ah, ovviamente rimarranno alcune parti irrisolte... nel senso che ognuno dei due protagonisti arriverà a fare delle domande a qualcuno di cui seguiranno delle risposte, ma se avessi fatto svelare tutto ad uno solo dei due avrei dovuto ripete le stesse cose nell'altro capitolo e sarebbe diventato noiosissimo da leggere. So che vi sembrerà di non capire nulla leggendo ciò che dico ora, ma vi sarà chiaro terminata la lettura di questo ed il prossimo capitolo.
Bando alle ciance... aspetto le vostre recensioni, positive o meno! SMUACK!




CAPITOLO 15 - QUELLO CHE ANCORA CI DIVIDE - prima parte
 
 

Kagome aprì lentamente gli occhi e sbattè più volte le palpebre per adattarsi alla luce del sole che la illuminava. Si mosse leggermente, sentendo i muscoli intorpiditi, e con le mani avvertì qualcosa di strano.
Sfiorò qualcosa di pungente che si trovava vicino alle sue dita.
-Ma cosa..?- mormorò, issandosi in piedi.
"Dell'erba?", pensò. Poi il suo sguardo iniziò ad ispezionare il luogo in cui si trovava e la sua bocca si spalancò dallo stupore.
Era in una radura. Intorno a lei vi era un grande spiazzo verde, pieno di fiorellini colorati e di erba verde e colta. All'esterno decine di alberi la delimitavano dando inizio a quello che doveva essere un bosco.
-Ma dove diavolo sono?-
-Finalmente ti sei svegliata-
Una voce alle sue spalle la fece voltare talmente velocemente che dallo spavento cadde all'indietro con un piccolo urletto.
Chiuse gli occhi avvertendo l'impatto duro con il terreno.
-Ohi, ohi- mormorò, massaggiandosi la schiena.
Poi senti di nuovo quella voce. E stava ridendo. Una risata roca e divertita.
-Sempre la solita imbranata-
Aprì gli occhi per affrontare la persona che si stava allietando a stuzzicarla e la voce si bloccò completamente in gola.
Davanti a lei vi era un pozzo fatto di pietre, su cui diversi rami rampicanti nel tempo vi si erano avvolti. Seduto su di esso, con una gamba penzolante, vi era un ragazzo vestito completamente di rosso. I lunghi capelli argentati erano mossi dal vento, due occhi incredibili color dell'oro la fissavano ironici.
-Tu sei... il ragazzo dai capelli d'argento..- bisbigliò, scioccata dal trovarselo davanti.
Lui sorrise, con un agile balzo scese dal pozzo e si piazzò di fronte a lei.
-Avrei un nome, Kagome. Puoi usarlo- disse con un ghigno.
Arrossì.
"Oddio. Perchè mi fa questo effetto, adesso?", pensò, mentre il cuore aveva iniziato una folle corsa avvertendo quel giovane così vicino a lei.
-I-io.. non.. non ti conosco... non so il t-tuo nome- balbettò.
Lui rise di nuovo.
-Davvero? Vogliamo scommettere?- le disse alzando un sopracciglio, mentre un piccolo riso sarcastico adornava il suo volto.
"Ha anche i canini più lunghi del normale... oltre a quelle.. orecchiette.. così carine"
Avvampò. Ma cosa cavolo andava a pensare adesso?
-Io.. non capisco cosa stai dicendo. E come fai a conoscere il mio nome?- chiese incerta.
Lo vide sospirare e porgerle una mano.
-Andiamo, testa dura- disse.
Lo guardò titubante.
-Andiamo? E dove?- domandò. Dove diamine voleva condurla?
-Ti porto a scoprire chi sono. E sopratutto... chi eri tu, Kagome. Non avere paura. Afferra la mia mano-
"Ma di cosa cavolo sta parlando? Chi ero io? Non avere paura? Ma se è la prima volta che lo vedo!"
Un dubbio improvviso la colse. Non era vero, in effetti, che era la prima volta che lo vedeva. Nei suoi sogni... e nelle sue visioni... l'aveva visto più volte.
Sentì il cuore martellarle nel petto. Era una sensazione strana, come se qualcuno dentro di lei la stesse spronando a fidarsi davvero di quel ragazzo.
Allungò un braccio ma si fermò un istante prima di posare la mano su quella del ragazzo.
-Non... mi farai del male, vero?- domandò.
Lo vide sgranare gli occhi ed avvampare di rabbia.
-Dannata, come puoi pensare di me una cosa simile? D'accordo che non ricordi nulla, ma credere che io possa danneggiarti in qualche modo... tsk! Muoviti, stupida!- concluse voltando lo sguardo, osservandola solo di sbieco.
All'improvviso le venne da ridere. Perchè quel piccolo battibecco la divertiva tanto? Le dava un forte senso di nostalgia.
Così, si fece coraggio. Posò la sua mano in quella di quel misterioso ragazzo. Era davvero piccola in confronto alla sua. Lui la afferrò con decisione e con una spinta la avvicinò a sè, mentre con l'altra mano posò due dita sulla sua fronte.
-M-ma che fai?- domandò nel panico per quel gesto inaspettato.
-Ora Kagome, chiudi gli occhi e ricorda- mormorò con voce dolce.
"Ricordare? E cosa?"
La sua testa prese a pulsare mentre l'immagine del ragazzo dai capelli d'argento di fronte a lei diventava sfuocata ed altre scene iniziarono a susseguirsi nella sua mente.
I ricordi tornarono lentamente nella sua mente, come un vortice dove tutto infine giungeva in un unico punto focale, e tutto apparve al suo posto come i tasselli di un puzzle che per troppo tempo era rimasto incompiuto.
Memorie. Immagini. Sensazioni. Odori. Sentimenti.
Lei era nient'altro che la reincarnazione della sua prozia, rinata nuovamente nella discendenza della famiglia Higurashi. Ed eccoli, i ricordi della Kagome del passato, giungere da uno scrigno rinchiuso in un angolo remoto della sua anima:
Lei che cadeva nel pozzo perchè afferrata da un demone.
Lei che finiva nel bosco a furia di scappare da quell'essere e che per salvarsi la vita liberava dal sigillo proprio quel ragazzo dai capelli d'argento.
Lei che scopre di essere la sacerdotessa, la protettrice della Sfera dei Quattro Spiriti non che reincarnazione di Kikyo.
Lei che per errore la mandò in mille pezzi e fu obbligata a ritrovare ogni frammento assieme a quel ragazzo.
Lei che incontra Shippo.
Lei che viene usata come artificio dalla strega Urasue per riportare in vita Kikyo, per poi scoprire che il mezzo demone ne era innamorato.
Loro che scoprono che dietro a tutti i loro problemi vi era un demone di nome Naraku.
Lei che incontra Miroku e Sango.
Lei che capisce quanto Kikyo ami ancora il mezzo demone e quanto lui ancora ricambi quell'amore di cinquant'anni prima.
Lei che si innamora e decide di rimanergli accanto nonostante tutto, nonostante si senta sempre una seconda scelta.
Lei che scopre il valore dell'amicizia durante quelle mille battaglie.
Loro, uniti, che sconfiggono finalmente Naraku, quel maledetto che a tutti aveva portato via così tanto.
Lei che finisce nell'oscurità e che per salvarsi è obbligata ad esprimere l'ultimo desiderio della Sfera dei Quattro Spiriti.
Lei che si sente persa nelle tenebre, ma che viene salvata da lui.
Lei che finalmente mette fine a tutto, distruggendo quella dannata sfera per sempre esaudendo il desiderio che sparisca definitivamente.
Lei che torna nel suo mondo e...
-No! Basta! Ti prego, smettila!- urlò Kagome, scostando brutalmente la mano da quella del ragazzo. -No... non andare avanti, ti prego...-
Le lacrime iniziarono a solcarle il volto.
Quel dolore, così intenso. Ora lo ricordava, meglio di qualsiasi altra cosa.
-Kagome...-
Alzò gli occhi e si specchiò in quelli d'ambra del giovane, mentre il respiro da affannato si faceva più regolare.
-Inuyasha...- mormorò. Adesso sapeva il suo nome.
Lui sorrise.
-Bentornata-
Lo osservò. Era davvero il suo amato Inuyasha? E Lei? Come poteva essere. Lei era Kagome... la Kagome del presente, ma anche quella del passato? Lei e la sua prozia erano.. la stessa persona?
-La risposta è "sì" a tutte le tue domande- disse Inuyasha.
-Cosa? ... Mi leggi nel pensiero?- domandò stupita.
Lui fece spallucce.
-Questa è la mia dimensione. Io posso tutto- rispose.
-Perchè sono qui?- chiese decisa.
-Perchè l'hai chiesto tu, Kagome-
Lei lo guardò stranita.
-Non capisco-
Il mezzo demone sbuffò.
-Per forza, mi hai interrotto. Se mi avessi lasciato andare avanti avrei potuto rispondere alla tua domanda, ma così...- disse incrociando le braccia al petto.
-Io... ho avvertito un forte dolore.. al petto... Era un dolore intenso e... qualcosa..qualcuno..mi ha pregato di farlo smettere- mormorò.
Inuyasha si avvicinò a lei.
-Lo so. E' Kagome. La vecchia Kagome- precisò. -Lei vive in te. Ma la sua anima è bloccata in una barriera che si è costruita. Solo tu puoi distruggerla. Se vuoi riavere i tuoi ricordi Kagome, di te ed Inuyasha e di quello che hai vissuto nella tua precedente vita... devi affrontare quel dolore, devi vedere quanto è accaduto alla te stessa del passato dopo che è tornata nel suo mondo. Solo allora... potrai tornare da lui-
-Per lui... intendi... Inuyasha?- mormorò.
Il mezzo demone sorrise.
-Sì, il me stesso che ti aspetta nel mondo reale.. da umano- aggiunse con una risatina.
-E se non volessi farlo? Scoprire cos'è successo dopo, intendo-
Lo sguardo di Inuyasha si fece serio.
-Ti risveglierai, ma non ricorderai mai più nulla della tua vita precedente. Tu e Inuyasha vivrete la vostra vita normalmente, ma nessun ricordo, visione o nulla di simile si paleserà mai più nelle vostre menti. E' questo che vuoi?-
Si prese qualche attimo per riflettere. Lui aveva detto che lei era lì perchè era stata la vecchia Kagome a chiederlo. Dunque doveva fidarsi di.. sè stessa, no?
Lei voleva riavere i suoi ricordi e risvegliarsi con essi. Ed Inuyasha... l'aveva amato così tanto. Non poteva rinunciare a questa occasione. Fece per parlare, per dire ad Inuyasha di andare avanti in quel risveglio, quando un particolare la colse.
-Hai parlato al plurale. Quindi anche Inuyasha non ricorda nulla della sua vita passata?-
Il mezzo demone annuì.
-Quindi quello che sta succedendo a me accadrà anche a lui, giusto?-
-Giusto- confermò Inuyasha.
-Quindi se la mia vecchia anima è bloccata dentro di me ed io sono qui... e quella di Inuyasha si trova anch'essa nella sua mentre affronta anche lui questa specie di prova....come puoi tu essere qui con me? Tu chi sei?-
Il mezzo demone dapprima sgranò gli occhi, poi scoppiò a ridere.
-Sapevo che eri sveglia e l'avresti capito. Di questo parleremo dopo. Ora, Kagome... guarda.. e sconfiggi le tue paure-
Sospirò. Non poteva fare altro che fidarsi di nuovo.
-D'accordo- affermò. -Mostrami ciò che devo vedere-
E come prima, non appena le dita di Inuyasha si posarono sulla sua fronte, le immagini iniziarono a fluire nei suoi ricordi.
 
***Inizio Flashback***
Autunno.
Saltò nel pozzo per la trentasettesima volta in una settimana. Niente.
Da quando aveva distrutto la sfera, ed era riapparsa nella sua epoca, il passaggio non si era più riaperto.
Una lacrima. Poi due. Tre.
-Ti prego... non puoi farmi questo... lasciami tornare nell'era Sengoku- mormorò.
Gli occhi erano ormai gonfi, profonde occhiaie scure si stagliavano sul suo viso pallido.
-Devo rivederlo... ho bisogno di rivederlo- bisbigliò iniziando a scavare a mani nude la terra fredda infondo al pozzo.
-Kagome?-
La voce di sua madre la distolse dal suo fare.
-Tesoro. Sapevo che eri qui. Vieni, è pronta la cena- le disse con voce dolce.
-Non ho fame- rispose atona.
-Kagome, non mangi da giorni. Hai bisogno di mettere qualcosa nello stomaco. Ti prego, esci dal pozzo. Si sta anche facendo fresco-
Kagome alzò lo sguardo verso sua madre.
Sospirò, passandosi una mano tra i capelli.
-D'accordo. Riproverò domani-
Risalì i gradini della scala e guardò sua mamma. La stava osservando con occhi lucidi e probabilmente capiva cosa si stava agitando nel suo cuore: disperazione.
-Sono sicura che si riaprirà. Ora rientriamo- le disse passandole un braccio attorno alle spalle.
 
Inverno.
Duecentoquarantasette salti nel pozzo.
Nulla si riaprì. Il pozzo rimaneva una massa buia ed infondo ad esso nessun cielo azzurro risplendeva.
Kagome rimaneva seduta nell' Hokora ogni giorno attendendo quella luce rosata che l'avrebbe riportata da Inuyasha.
La speranza, era ciò che le rimaneva. Non poteva perderla.
 
Primavera.
Trecentoottantadue salti nel pozzo.
I fiori iniziarono a sbocciare sul Goshinboku. Tutto iniziava a tingersi di mille colori allegri, perchè la stagione dell'amore nient'altro portava che buon umore nel cuore delle persone.
Ma non per Kagome. Il suo cuore era piombato nell'oscurità.
"Voi festeggiate l'amore, mentre a me l'amore mi distrugge"
 
Estate.
Quattrocentosessanta salti nel pozzo.
Il sole splendeva alto nel cielo. Le vacanze alle porte, tutti erano intenti a preparare le valigie.
Kagome era nella sua stanza, mentre la sua famiglia si preparava per la partenza.
-Kagome, davvero non vuoi venire? Ti farebbe bene un po' di svago- le disse Sota passando per il corridoio.
-Non mi va, grazie comunque- rispose con lo sguardo fisso verso la finestra.
Non poteva allontanarsi, Inuyasha da un momento all'altro sarebbe potuto comparire per portarla con lui.
Voltò per un attimo lo sguardo verso la scrivania, dove sua madre aveva posato un bicchiere d'acqua e delle pastiglie, con un post-it che recitava "Ti prego, Kagome. Prova a prenderle. Con affetto, mamma".
Una smorfia apparve sulle sue labbra.
"Non servono a niente. Un anti depressivo non può farmi trovare pace... non può farmi sparire questo dolore"
 
Autunno.
Cinquecentoquarantadue salti nel pozzo.
Un urlo di dolore squarciò il silenzio del tempio Higurashi.
"Io non sono pazza, non sono pazza...", bisbigliava, mentre si dondolava avanti ed indietro con le ginocchia al petto.
Quel pozzo una volta si era aperto. Lei aveva davvero conosciuto Inuyasha, Miroku, Sango e Shippo. Lei aveva davvero vissuto per un anno in quell'epoca.
No, non doveva dimenticare. Non poteva.
-Inuyasha ti prego, torna a prendermi- mormorò mentre l'ennesima lacrima scese sulla sua guancia marchiandola a fuoco.
 
Inverno.
Cinquecentonovantaquattro salti nel pozzo.
"Ci si abitua a tutto, nella vita. Anche alla sofferenza.", pensò fissando il buio dell' Hokora.
Con otto chili in meno rispetto alla fine della sua avventura nell'era Sengoku, Kagome uscì di casa per la prima volta. Avrebbe accompagnato sua madre a fare la spesa.
 
Primavera.
Seicentouno salti.
Fissò il fondo del pozzo.
-Ti odio- mormorò.
Non si sarebbe mai più riaperto. Era inutile. Era Finito. Tutto.
Il suo compito si era esaurito. Non era più la sacerdotessa di niente. Era solo una stupida ragazza umana che viveva nell'era moderna.
Uscì dall'Hokora e si fermò di fronte al Goshinboku.
Lo guardò. I fiori. Ce ne erano così tanti nell'era di Inuyasha, come ora sull'albero secolare.
"Inuyasha"
Non l'avrebbe mai più rivisto.
Mai più. Due semplici parole, ma più potenti di qualsiasi arma letale.
Quella consapevolezza ormai si fece avanti annientando il poco di forze che le erano rimaste.
-No...- sussurrò poggiando una mano sul tronco dell'albero. -Ho bisogno di rivederlo almeno una volta. Non l'ho nemmeno salutato-
Il vento mosse leggermente le fronde.
-Ti prego...- bisbigliò ormai con la gola chiusa dal pianto. Altre lacrime brucianti scesero dai suoi occhi.
-Non posso dimenticarlo. Non posso-
Si inginocchiò alle sue radici esausta, accarezzando la corteccia dove Inuyasha era stato sigillato.
-Permettimi di amarlo... ti imploro... permettimi di amarlo ancora una volta... permettimi di rivedere i miei amici. Ho fatto ciò che dovevo come sacerdotessa della Sfera dei Quattro Spiriti. Ma ora cosa mi rimane? Niente. Ho perso tutto quanto avevo di più caro. Era questo il mio destino? Amarlo e poi perderlo? Non è giusto. Non è giusto.... non è giusto!- urlò sbattendo un pugno sul Goshinboku.
I singhiozzi iniziarono a scuoterla, mentre il dolore, che dapprima l'aveva avvolta in una catalessi, uscì finalmente come un fiume in piena.
Guardò il punto in cui si trovava Inuyasha quando l'aveva visto per la prima volta. Chiuse gli occhi e lo immaginò... meraviglioso, con i suoi capelli argentati mossi dalla brezza.
Alzò una mano come a voler carezzare quel volto e sorrise.
-Addio, Inuyasha. Non ti dimenticherò mai- sussurrò riaprendo gli occhi.
 
L'estate di tre anni  dopo la chiusura del passaggio tra le due epoche, Kagome chiuse la valigia e si preparò per la vacanza con la sua famiglia.
Sota stava prendendo le ultime cose aiutando la ragazza a portare al piano di sotto il necessario per la partenza. Si abbassò, afferrando la valigia vicino alla scrivania di Kagome, ma nel tirarsi su perse l'equilibrio e sbattè contro il mobile di fianco facendo cadere a terra tre libri.
-Accidenti, Sota, ma che combini?-
-Scusa sorellina. Ma cos'hai messo li dentro? Dei mattoni?-
Per quella domanda si beccò uno sguardo fulminante della ragazza.
-Ho le mie esigenze di donna- replicò secca, inginocchiandosi per rimettere a posto ciò che era caduto a terra.
-Certo, certo....Kagome?- disse il Sota, vedendo lo sguardo della sorella cambiare repentinamente e diventare privo di vita.
-Kagome?- riprovò a chiamarla, avvicinandosi a lei ed osservando ciò che lei fissava con uno sguardo spento.
La ragazza aveva in mano una foto in cui erano ritratti lei, Inuyasha e tutti i ragazzi del gruppo. Ricordava che la sorella un giorno aveva portato la macchina fotografica con sè per mostrarla ai suoi amici dell'era Sengoku, ed era tornata orgogliosa con degli scatti per far vedere alla sua famiglia i volti dei suoi compagni di viaggio. Kagome era seduta su un prato e sorrideva all'obiettivo spensierata e felice. come non la vedeva da troppo tempo ormai. Miroku, Sango e Shippo erano dietro di lei alla sua destra. ed anche loro ridevano. Alla sua sinistra, un poco più indietro, vi era il mezzo demone. Non era completamente girato verso l'obiettivo, dava per metà le spalle a Kagome e guardava la macchina fotografica di sbieco, anche se si poteva intravedere un mezzo ghigno.
-Eravamo felici quel giorno- disse la ragazza, rimettendo la foto nel libro.
-Sorellina... io so quanto ti manca. Ma è tempo di andare avanti- le disse abbracciandola da dietro.
Kagome posò le mani su quelle di Sota e poi si voltò verso di lui.
-Lo so. Ma è difficile. Non so se riuscirò mai a smettere di... amarlo- sussurrò l'ultima parola. Non era facile parlare di certi sentimenti con i suoi famigliari.
-Nessuno ti chiede di farlo. Però devi tornare ad essere felice. O almeno provarci- rispose il fratello con determinazione.
-Lo sto facendo. Però.. promettimi una cosa-
Sota si fece tutto orecchie guardandola interrogativamente.
-Inuyasha... l'esperienza che ho vissuto nell'era Sengoku... è stata la cosa più bella che potesse mai capitarmi. Se mai mi dovesse succedere qualcosa, e per allora io non avrò... ancora trovato pace... ti prego, metteresti questa foto in mio ricordo?-
Non c'era bisogno di specificare a cosa si riferisse.
-Co-cosa?! Kagome ma ti sembrano discorsi da fare, questi?- balbettò Sota scioccato da quella richiesta così lugubre.
-Promettimelo!- ripetè lei con foga.
Sota la guardò a bocca aperta per qualche secondo ma poi capì. Se questo era il suo desiderio l'avrebbe fatto. Infondo era una richiesta che negli anni sarebbe andata probabilmente a disperdersi nel tempo... no?
-Va bene- rispose semplicemente.
Kagome sorrise.
-Da quanto sei diventato così saggio?- gli disse dandogli un buffetto sulla guancia.
-Scema!- rispose Sota, facendo una linguaccia. -Andiamo, o il nonno inizierà a pensare che ci siamo persi per casa-
***Fine Flashback***
 
Kagome aprì gli occhi mentre una lacrima scese sul suo visto.
Ricordava tutto. Ogni istante. Aveva creduto mille volte che da quell'incubo prima o poi si sarebbe risvegliata. Invece l'aveva vissuto tutto, sino all'ultimo respiro di vita.
-Ho vissuto quarantaquattro anni senza mai più rivederlo- commentò semplicemente.
Inuyasha le fece alzare il mento per far si che i loro occhi si incrociassero.
-L'attesa è finita- le rispose serio.
-Davvero?- mormorò. -Ma... si ricorderà anche lui di me?- chiese titubante
-Oh, sono sicuro che Aramitama sarà convincente- rispose con una risatina.
-Aramitama*?- chiese.   (*Coraggio)
"Dove ho già sentito questo nome?......No! Non è possibile!"
-Oh, Kagome, ti prego non sconvolgerti. Sei stata tu a liberarci dopo tutto- le disse ancora il mezzo demone sorridendo.
Cadde sulle ginocchia.
-Non.. non ci credo. Tu.. tu... sei uno dei quattro Spiriti della Sfera?-
-Sì. E tu sei la mia protetta, se così vogliamo metterla-
Kagome era a bocca aperta. Tutto questo aveva dell'incredibile.
-Quale...- iniziò, ma lui l'interruppe.
-Quale sono dei quattro spiriti?-
Lei annuì mentre lo guardava nelle iridi ambrate.
-Perchè non provi ad indovinare, ripensando al tuo desiderio- la incalzò lui.
-Il mio.... desiderio?- mormorò, iniziando a riflettere.
* Permettimi di amarlo... ti imploro... permettimi di amarlo ancora una volta... permettimi di rivedere i miei amici. Ho fatto ciò che dovevo come sacerdotessa della Sfera dei Quattro Spiriti. Ma ora cosa mi rimane? Niente. Ho perso tutto quanto avevo di più caro. Era questo il mio destino? Amarlo e poi perderlo? Non è giusto. Non è giusto.... non è giusto!*
Arrossì.
-Sakimitama*?...- domandò incerta.   (*Amore)
Lui sorrise.
-Kagome, noi vi dobbiamo molto. Tu ed i tuoi amici avete fatto un miracolo. Avete liberato il mondo da un male così potente che sarebbe stato in grado di distruggerlo totalmente. Ma non solo. Avete dato prova di coraggio, determinazione, di credere nei valori come l'amore e l'amicizia. E noi quattro Spiriti siamo proprio questo. Eravamo stati rinchiusi in quella sfera per sostenere Midoriko nella sua battaglia, ed anche a causa di questo, probabilmente, tali sentimenti nel mondo stavano andando a scemare ed il male stava prevaricando sul bene. Ma voi ci avete ridato la libertà sconfiggendo Naraku e distruggendo la Shikon per sempre. Ma c'è un'altra cosa, Kagome. Tu più di ogni altro in questa battaglia sei stata messa a dura prova. Il tuo cuore e la tua coscienza hanno affrontato innumerevoli difficoltà, ma nonostante tutto il tuo animo non si è mai corrotto. Certo, sei un essere umano ed anche tu hai provato invidia e gelosia nei confronti di Inuyasha e Kikyo, ma non hai mai lasciato vincere l'odio nel tuo cuore. Sei rimasta pura. E tutto questo, sommato insieme, infine ha portato me ed i miei fratelli a valutare di farvi un dono. Una nuova esistenza lontano da tutto il male che avevate subito-
Kagome aveva ascoltato ciò che Sakimitama aveva detto stupita e commossa.
-Quel giorno quindi....- iniziò, ma lui la interruppe nuovamente.
-Ho sentito la tua richiesta, il tuo grido di dolore. Ne sono rimasto turbato. Avevi ragione, infondo. Tu e gli altri avevate fatto molto per noi e per il vostro mondo. Avevate messo le vostre vite in gioco pur di sconfiggere Naraku. Così, dopo lunghe riflessioni su come procedere, ognuno di noi ha preso in carico la vostra anima a seguito della vostra morte terrena ed abbiamo atteso il tempo giusto in cui sareste rinati a nuova vita-
-Ma allora anche Sango e Miroku devono ricordare? Anche loro hanno uno Spirito che li risveglierà?-
Sakimitama scosse la testa.
-Loro si sono già risvegliati da tempo. Miroku e Sango non avevano la loro anima bloccata dal dolore o dalla paura-
-Co-cosa? Ma allora perchè non hanno mai provato a farci ricordare nulla della nostra precedente esistenza?- domandò sconvolta.
-Non potevano. Nessuno può intromettersi, è una regola, e loro la conoscevano bene. Solo noi Spiriti possiamo intervenire al momento opportuno.- spiegò.
-Capisco. Quali sono gli spiriti di Miroku e Sango?-
Sakimitama sorrise.
-Kushimitama* ha vegliato su Miroku e Nigimitama** su Sango-   (*Saggezza/**Amicizia)
Kagome rise. Niente di più azzeccato.
-Hai altre domande, Kagome?- chiese lo spirito.
La ragazza lo fissò e fece il broncio.
-Era proprio necessario assumere l'aspetto di Inuyasha? Non potevi palesarti con la tua vera forma?-
Sakimitama scoppiò a ridere.
-Mia piccola Kagome, io non ho forma nel vostro mondo, e così i miei fratelli. Non sono altro che uno spirito, una luce che vive nell'animo delle persone. Ho assunto, per il tuo risveglio, l'aspetto di Inuyasha perchè rappresentava il tuo tormento ma allo stesso tempo ciò che avevi di più caro. E se proprio devo essere preciso....- disse, mentre una forte luce lo avvolse accecando Kagome.
Quando la ragazza riaprì gli occhi non aveva più davanti il mezzo demone.
-M-ma ... la veggente?! Eri tu?- chiese stupita.
-Certamente. Chi altri sennò poteva farti incontrare Inuyasha?-
Scoppiò a ridere.
-Incredibile. Mi sembra di essere davvero tornata ai tempi dell'era Sengoku, dove anche l'impossibile diventa realtà. Però dimmi.... perchè solo tu potevi farmi incontrare Inuyasha? E' sempre una regola per cui Miroku e Sango non potevano intervenire?-
-Anche. Ma in realtà voi due non vi siete mai incontrati perchè, quando le vostre anime si avvicinavano, l'una rifuggiva dall'altra sentendone la presenza. Si era creato un circolo vizioso. Desideravate tanto stare insieme nella vostra vita precedente, tanto quanto le vostre anime temevano di affrontare il dolore nel risveglio. Ho dovuto darvi io una piccola spinta-
-Capisco- mormorò. Dunque anche Inuyasha doveva aver sofferto al suo pari quella separazione.
-Ora sei pronta, Kagome?- le chiese Sakimitama.
-Posso tornare da Inuyasha?- domandò speranzosa.
Lo spirito sorrise annuendo.
-Ti sta aspettando- rispose tendendole la mano.
Kagome afferrò la mano rugosa della Veggente.
-Ci rivedremo, Sakimitama?- gli chiese mentre una luce bianca iniziò ad avvolgergli.
-Chi può dirlo. Sii felice, Kagome-
-Grazie- sussurrò, sorridendo.
La luce illuminò ogni cosa attorno a lei e fu costretta a serrare le palpebre per la troppa intensità di quel chiarore.
 
Quando il bagliore accecante finì, percepì se stessa. Capì di essere sdraiata in un lettino, che non riconobbe come quello di casa sua e sentì distintamente il ticchettio di un orologio vicino a lei.
Così aprì gli occhi.


 

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Capitolo 17
*** CAPITOLO 16 - QUELLO CHE ANCORA CI DIVIDE - seconda parte ***


Buonasera gente meravigliosa! Vi sono mancata? Eccoci con l'aggiornamento e finalmente leggerete il secondo atto dedicato ad Inuyasha.
Allora, se non vi dispiace, siccome probabilmente verrò linciata, scriverò i miei commenti personali sul perchè ho fatto determinate scelte alla fine del capitolo.
Mentre qui, colgo l'occasione per ringraziare per i vostri commenti fantastici, l'affetto che mi dismotrate ed i nuovi recensori della storia. Grazie di cuore e buona lettura... (ci leggiamo a fine capitolo!)



CAPITOLO 16 - QUELLO CHE ANCORA CI DIVIDE - seconda parte
 


Inuyasha si sentì completamente indolenzito mentre lentamente riprendeva i sensi e si metteva a sedere.
Si era ritrovato sdraiato per terra, in un prato, affianco ad un ruscello. Ma che cavolo stava succedendo? Un'altra delle sue visioni? E proprio ora che Kagome stava in quel letto ed aveva bisogno di lui!
"Maledizione!", sbottò, mentre si guardava intorno spaesato.
Si sentiva strano, per non usare la parola "rimbambito".
Aveva un mal di testa incredibile. Era come se tutto ciò che lo circondasse, ogni singola cosa, lo stordisse completamente.
"Cazzò!", sbraitò portandosi una mano alla fronte.
Udiva il cinguettio degli uccellini assordante, come se si trovasse in una discoteca con la musica a tutto volume, l'odore dell'acqua gli entrava nel cervello come se la stesse bevendo dal naso, percepiva ogni singolo filamento d'erba che aveva sotto i suoi piedi... nudi?
Cercando di sopraffare la confusione che rischiava di farlo svenire dallo sfinimento, si accorse di essere scalzo.
"Ma porca... ma perchè diamine sono a piedi nudi?! E perchè ho indosso questa veste rossa?"
Un pesce spiccò un salto fuori dall'acqua, e quando riatterrò con quello "splash", fu come se le sue orecchie avessero ricevuto l'esplosione di un colpo di pistola a dieci centimetri di distanza.
Urlò di dolore accasciandosi a terra.
-Kami-sama, basta!- urlò con voce roca tappandosi le orecchie con le mani.
Un momento. Dove diamine erano le sue orecchie?
Si tastò ripetutamente il punto in cui dovevano trovarsi e... niente, non c'erano!
-Merda! Ma dove cavolo sono le mie orecchie?!-
Stava impazzendo. Era il momento, sarebbe morto di infarto dovuto alla sua follia.
-Un pochino pìù in alto, Inuyasha-
Una voce. Ora sentiva anche le voci. Fantastico.
Un profumo vellutato giunse alle sue narici. Profumo di fiori e di donna. Come faceva a sapere che quello era l'odore di una donna?
Si volse lentamente verso il punto in cui aveva parlato quella voce e quasi cadde a terra dal colpo che prese il suo cuore nel petto.
-Ka-Kagome?- chiese con voce titubante.
Era lei? Ma com'era vestita? Indossava una veste scolastica, di quelle utilizzate quasi cento anni prima nella città di Tokyo.
-Ciao- gli disse lei sorridendo
La sua voce era come la quiete dopo la tempesta. Si accorse che tutto il frastuono che aveva avvertito improvvisamente era cessato, nonostante avesse la sensazione che tutti i suoi sensi fossero cento volte più sviluppati.
-Come stai? Quando ti sei svegliata?- chiese con voce ansiosa.
Kagome rise.
-Sto bene. Ma io non mi sono affatto svegliata. Caso mai, sei tu che stai dormendo- rispose avvicinandosi a lui.
Inuyasha sospirò esasperato.
-Ti prego, Kagome, ho già un gran mal di testa, non mi pare il caso di sparare cavolate e giocare agli enigmi, e poi- un dito si posò sulle sue labbra facendolo tacere.
-Inuyasha, sei diventato un gran chiacchierone, sai? Vieni- gli disse prendendolo per mano, conducendolo di fronte al ruscello.
Kagome si inginocchio sulla riva e con un segno della mano lo invitò a fare altrettanto.
Obbedì, facendo come richiesto e rimase un istante ad osservare la ragazza.
Sembrava diversa. Più... più giovane, ecco. Oltre ad essere strana, ma lei lo era sempre in un modo o nell'altro. Non c'era, probabilmente, di che preoccuparsi.
Kagome indicò lo specchio d'acqua con un dito.
-Cosa vedi?- gli chiese.
Quella fu l'ultima goccia che fece esplodere Inuyasha.
-Kagome, ma sei scema? Siamo qui, in un posto sconosciuto, non so come ci sono arrivato e tu mi chiedi di guardare l'acqua!? Ma ti è andato di volta il cervello?!-
-A cuccia!-
Nel momento in cui quelle parole lasciarono la bocca di Kagome una forza disumana lo costrinse a sbattere duramente contro il terreno a faccia in giù come.... un completo idiota.
-Da-dannata, come hai osato?! E come diavolo hai fatto a..- biascicò iniziando a rialzarsi a fatica.
Kagome gli lanciò uno sguardo assassino e nuovamente gli indicò l'acqua.
-Piantala di brontolare! Cosa vedi?- gli chiese nuovamente con voce più scocciata.
Sbuffò come una ciminiera e finalmente si specchiò.
-Cosa cavolo vuoi che veda? Vedo me stesso con dei capelli bianchi, orecchie canine ed occhi ambrati! CHE COSA?- urlò, rivoltandosi verso l'acqua come se avesse visto un miraggio, rendendosi conto di cosa davvero i suoi occhi avessero osservato e di quanto aveva detto.
Sentì la ragazza ridere.
-Stupida, ma cosa hai da ridere? M-ma come diavolo sono conciato? Cosa mi è stato fatto?!- chiese in preda al panico.
-Inuyasha, calmati, ti prego. Non ricordi nulla?-
-C-cosa dovrei ricordare?- chiese con voce incerta.
La ragazza alzò un sopraciglio.
-Non ti pare che di recente tu abbia avuto strani avvenimenti? Sogni, visioni... sensazioni strane..- elencò lei, contando sulle dita una per una quegli "strani avvenimenti".
Si, effettivamente era successo e...
-Dio! Io mi sono già visto così! Allo specchio..- ammise incredulo ricordando quel risveglio da uno strano incubo.
Vide la ragazza sorridere compiaciuta e tirare fuori da non sapeva dove, una spada arrugginita e piazzarla davanti alla sua faccia.
-Che roba è?- chiese -Una vecchia Katana?-
Kagome roteò gli occhi.
-Santo cielo, sin dove hai rimosso la tua vita precedente?- gli chiese, e lui strabuzzò gli occhi.
-Eh?-
La giovane sospirò con esasperazione.
-Afferrala, avanti- lo incalzò.
Lui la guardò esitante.
-Perchè?- chiese con sospetto.
Gli occhi di Kagome lampeggiarono minacciosi.
-Tu fallo e basta se non vuoi che ti mandi a cucc-
-Va bene, va bene! La prendo! Ma non dire quella maledetta parola!- si arrese subito, accettando di impugnare quella benedetta spada.
"Quella scema sarebbe stata capace di risbattermi a terra! Kagome ha questo strano potere magico ... Si, questo deve essere davvero un sogno, non c'è altra spiegazione"
Kagome scoppiò a ridere.
-E ora che hai da ridere?- le chiese irritato.
Lei fece un segno di sufficienza con la mano, sventolandola per aria.
-Nulla, nulla. Avanti, tocca a te. Sguainala-
Si alzò in piedi borbottando, impugnò l'elsa ed estrasse lentamente la spada dal fodero.
Mano a mano che la spada veniva estratta essa si ingrandiva e diventava imponente, mentre una luce sempre più accecante lo avvolse e si ritrovò davanti ai suoi occhi una serie di immagini che gli inondarono la mente.
Fu così che si sentì come trascinato da un vento, all'indietro nel tempo, sino ad un'epoca remota. Vide il se stesso di quell'era e come un fulmine a ciel sereno si rese conto del perchè in quell'immagine riflessa nell'acqua era così diverso. Lui, ai quei tempi non era umano. Era un mezzo demone. Rivide la sua infanzia, rivisse il dolore della perdita della madre, dell'essere odiato da ogni essere vivente che calpestasse la terra. Odiato dagli umani e disprezzato dai demoni. Perchè lui non era n'è l'uno n'è l'altro. Rivide la sua adolescenza, il suo crescere con l'onta della sua nascita infausta e l'ombra perenne di suo fratello Sesshomaru a ricordargli ogni giorno quanto la sua esistenza fosse misera ed inutile. E poi l'incontro con quella sacerdotessa di nome Kikyo che segnò inevitabilmente il suo destino. Lei, il suo primo grande amore. Un amore nato per la somiglianza di due anime, così sole e tristi, legate ad una vita che non sentivano propria. Il suo desiderio di diventare umano per Lei. E grazie a quell'oggetto misterioso, noto come la Sfera dei Quattro Spiriti, quel sogno si sarebbe avverato, mentre lei sarebbe stata sciolta dall'incarico di sacerdotessa e sarebbe stata libera di amarlo per sempre. Ma nella sua vita nulla pareva andare per il verso giusto. Giunse, dunque, l'inganno di Naraku che li divise ed il suo sigillo ad impronta di quel maledetto essere, seguito dalla morte di Kikyo.
Poi il suo risveglio per mano di Kagome. Kagome. Kagome. Kagome. Kagome.
Quel nome rimbalzò nella sua memoria decine di volte. Quella ragazza che con la sua dolcezza e la sua spontaneità lo aveva amato per quello che era. Semplicemente un mezzo demone. Gli aveva insegnato tutto: la fiducia nel prossimo, il valore dell'amicizia, a sorridere, a piangere. Lui era rinato a nuova esistenza grazie a lei. E quando giunse la fine della battaglia con Naraku, li aspettò quell'ultima sfida proprio contro la sfera in quella maledetta oscurità.
Kagome aveva capito cosa fare. Il suo desiderio di distruggere la Shikon aveva vinto sopra ogni forza del male. Peccato che aveva vinto anche su quell'amore che da sempre aveva sognato.
-Ora basta- sibilò Inuyasha rimettendo la spada nel fodero. -Sin dove vuoi spingerti nei miei ricordi, maledetta?- chiese con voce che non sembrò appartenergli.
-Sin dove è necessario- rispose la ragazza guardandolo dritto negli occhi.
-Ho rimembrato ogni cosa. Non so come sia possibile quanto è accaduto, ma a meno che io non abbia perso la mia acutezza, so di essermi in qualche modo reincarnato nell'epoca di Kagome- affermò.
La ragazza sorrise.
Ma Inuyasha sguainò nuovamente Tessaiga e la portò alla gola di Kagome.
-Ma sai... ho anche i miei sensi sviluppati ora. E l'odore di Kagome lo saprei riconoscere sopra ogni cosa e, per quanto quasi identico, quello che emani tu non è affatto il suo. Chi sei, bastardo?- ringhiò minaccioso.
Kagome sorrise.
-Wow. Non avevo fatto troppo bene i conti con il tuo olfatto fino. Devo aver sbagliato qualcosa nel tentare di emularlo- ammise la ragazza, posando la mano sulla lama di Tessaiga, facendo segno di abbassarla dolcemente. -Posala Inuyasha, pensi davvero che io possa essere un tuo nemico?-
-Non penso niente, se non che non ho idea del perchè io sono qui e quale sia il tuo scopo-
-Davvero non l'hai compreso? Secondo te perchè ti ho portato qui? E perchè ti ho fatto ricordare della tua esistenza passata?- gli domandò.
Effettivamente non sapeva che rispondere.
-Non ne ho idea- borbottò, facendo tornare la spada allo stato normale, rinfoderandola.
Kagome sorrise.
-Il mio nome è Aramitama, e sono uno dei quattro Spiriti che si trovavano nella Sfera- ammise con voce soave.
-Cosa?!- sbottò Inuyasha.
-Già. E sono qui perchè a te, Kagome, Sango e Miroku è stato fatto il dono di una reincarnazione, il dono di poter rivivere la vostra esistenza nuovamente in un'epoca serena, di potervi amare ancora come era destino che fosse-
Inuyasha all'iniziò rimase basito, poi il suo sguardo si imbrunì di nuovo.
-Non diciamo idiozie. E per quale motivo lo avreste fatto?- domandò sospettoso.
-Perchè ve lo dovevamo. E' stata Kagome a farci rendere conto di quanto non avessimo dimostrato gratitudine nei vostri confronti dopo che avevate ucciso Naraku e fatto scomparire la sfera per sempre. Tu e la ragazza siete stati subito separati e non vi è stato più consentito ricongiungervi, nonostante entrambi desideravate amarvi con tutte le vostre forze-
Inuyasha arrossì.
-E dunque? Non vi sarebbe bastato permettere a Kagome di riattraversare quel maledetto pozzo? O i vostri poteri possono far tornare in vita anime ma non sono in grado di riaprire un fottuto passaggio nel tempo!- lo schernì lui.
Aramitama sospirò.
-Idiota. Fosti tu a farci riflettere su quanto quella scelta sarebbe stata sbagliata-
Il cuore di Inuyasha mancò un battito.
Maledizione, ma cosa stava dicendo quel folle? Lui avrebbe impedito di riaprire il pozzo? I suoi ricordi si fermavano a quando Kagome era tornata nella sua epoca ma... mai e poi mai avrebbe desiderato di stare lontano da lei!
-Ed invece una parte di te l'ha fatto- affermò lo Spirito.
-E-ehi! Mi leggi nella mente, dannato?-
Lui annuì.
Il mezzo demone arrossì e distolse lo sguardo. La confusione si stava impossessando del suo cuore. Non avvertiva alcuna minaccia provenire da quell'Aramitama. Tutt'altro. Ma quella che provava era paura.. paura di ricordare cosa era successo davvero.
-Vuoi scoprirlo? Sei pronto ad affrontare il tuo passato, Inuyasha? Se sarai abbastanza forte da farlo, potrai risvegliarti con Kagome, assieme ai ricordi della vostra vita passata-
Sussultò.
-Anche Kagome sta...ricordando?- domandò con il cuore in gola.
Aramitama annuì.
Se lei lo stava facendo... doveva farlo anche lui. Voleva tornare da lei... lo voleva con ogni fibra del suo essere.
-Cosa devo fare?- chiese con voce sicura.
Aramitama sorrise e gli indicò nuovamente Tessaiga.
-Prosegui il tuo viaggio. Va fino alla fine. La spada saprà dove condurti-
Inuyasha annuì.
Con mano tremante sfoderò nuovamente Tessaiga e come prima, la luce lo avvolse.
 
***Inizio Flashback***
Due anni e mezzo. Erano passati giorni lunghi, interminabili, senza fine, neri e tetri come l'inferno.
Fissò il buio di quel maledetto pozzo per l'ennesima volta. Aveva perso il conto di quante volte lo aveva guardato e di quante volte ci si era buttato dentro nella speranza di riaprire il passaggio tra le due epoche.
Ma niente. La sua speranza di rivedere Kagome si era ormai esaurita, come ogni forza di vita nel suo corpo.
Da quando lei se ne era andata molte cose erano cambiate. Sango e Miroku si erano sposati ed avevano avuto due gemelle, ed ora la ragazza era ormai al quarto mese della terza gravidanza. Shippo era spesso in viaggio per i suoi allenamenti per diventare, come diceva lui, "un grande demone volpe". Sorrise. Quell'inetto sperava davvero di batterlo un giorno. Quanto a lui....
Il sorriso si spense. Non c'era più un Lui. La sua vita era finita il giorno in cui Kagome era svanita davanti ai suoi occhi. Si guardò intorno. Era primavera, una miriade di fiori adornava il prato della radura, ed il profumo degli alberi sopraffaceva ogni cosa.
-Addio, Inuyasha. Non ti dimenticherò mai-
Sussultò.
"La voce di Kagome?!"
Le era sembrato solo come un tintinnio, un sussurro del vento, eppure... era quasi sicuro di averla sentita.
Strinse i pugni con una forza tale che i suoi artigli lo trafissero e dei rivoli di sangue iniziarono a sgorgare dalle sue mani.
Ora soffriva anche di allucinazioni. Un ghigno si formò sul volto.
-Fanculo- sibilò -Sono solo. Sono fottutamente solo, lo sono sempre stato e rimarrà così per tutta la mia schifosissima esistenza-
Sguainò Tessaiga, osservando quel pozzo.
Lo odiava. Quel maledetto Hokora gliel'aveva portava via, senza nemmeno dargli il tempo di salutarla.
-Al diavolo tutto, al diavolo questo posto maledetto, al diavolo la mia vita!- ringhiò, mentre le iridi si coloravano di rosso intenso e le pupille si assottigliavano diventando azzurre.
Alzò la spada e con tutta la forza che aveva in corpo sferzò una Cicatrice del Vento di fronte a lui.
Quando il fumo del colpo demoniaco svanì, la scia della devastazione era evidente.
Ma il pozzo era ancora di fronte a lui intatto.
Rise maleficamente.
Non ne aveva avuto il coraggio, il pozzo non si era "magicamente" salvato ma era stato lui a non colpirlo volutamente.
-Maledizione!- urlò nuovamente, sferrando una seconda Cicatrice, poi una terza, una quarta...
Affondò la spada nel terreno, privo di forze, aggrappandosi ad essa.
-Tutto questo deve finire... deve finire...- si ripetè mentre le iridi tornavano ambrate.
-Inuyasha!- urlò una voce alle sue spalle.
Erano Sango e Miroku che correvano e perdi fiato verso di lui. Posò la spada nel fodero.
-Cosa diavolo è successo? Si sono avvertiti i colpi di Tessaiga sin dal villaggio!- chiese il monaco.
Inuyasha rise.
-Niente. Non è successo un bel niente-
Sango si avvicinò facendo per posargli una mano sul braccio, ma lui si scansò malamente.
-Ma che volete? Cosa siete venuti a fare?- chiese con voce carica di veleno.
-Eravamo preoccupati per te- ammise la sterminatrice -Pensavamo ti avesse attaccato qualche demone-
-Non c'era nessun demone- ammise secco.
Miroku si guardò intorno. Per centinaia di metri, attorno al pozzo, era tutto completamente raso al suolo.
-Ma allora perchè hai fatto questo? Sei impazzito?- gli domandò il bonzo piazzandosi di fronte al mezzo demone, per guardarlo negli occhi.
-Fatti gli affari tuoi, Miroku- sibilò.
-Sentimi bene, Inuyasha. Non credere che sia stupido. So bene che stai perdendo il senno perchè soffri per la mancanza di Kagome, ma tutto questo deve finire. Devi andare avanti, lo capisci?- gli disse l'amico di getto, gesto che gli costò al momento alquanto caro.
Un lampo di rabbia passò negli occhi di Inuyasha, che lo afferrò per il collo sollevandolo.
-Non nominarla. Non voglio mai più sentire quel nome, chiaro?- sussurrò con voce resa roca dall'odio.
Sango si apprestò ad aiutare il marito, afferrando il braccio del mezzo demone.
-Inuyasha, ma che fai! Lascialo, per l'amor del cielo!-
Mollò subito la presa, sconvolto per il suo gesto.
Ma cosa stava facendo? Stava facendo del male ai suoi più cari amici! E tutto perchè non era in grado di accettare che non l'avrebbe mai più rivista.
-Mi dispiace, Miroku- mormorò voltandogli le spalle, iniziando ad incamminarsi lontano da lì.
-Inuyasha, fermo! Ma dove vai, ora?- gli chiese il monaco.
-Prenditi cura delle bambine e salutale per me- rispose voltandosi appena.
-Co-cosa? Inuyasha, ma che stai dicendo?- chiese Sango.
-Non starai pensando di lasciarci così?- lo incalzò Miroku.
-Io devo trovare pace- rispose tristemente.
-E cosa pensi di fare? Credi che andartene lontano da noi sia la soluzione?- domandò l'amico con tono adirato.
Inuyasha ghignò.
-Non preoccuparti. So chi potrà darmela-
Miroku assottigliò gli occhi.
-Non sarai così scemo da andare a farti ammazzare, vero?-
Inuyasha si voltò e sorrise.
-Smettila di preoccuparti per me, bonzo pervertito. Io sono stanco. Stanco di questa esistenza in cui vengo privato di ogni persona che amo. Credi che sia così sbagliato desiderare un po' di pace?- gli chiese fissandolo nelle iridi blu.
Miroku deglutì.
-Kagome non lo vorrebbe- si sentì di replicare Sango, mentre i suoi occhi si stavano facendo umidi.
-Kagome. Kagome mi manderebbe "a cuccia" probabilmente un milione di volte solo per l'idea che mi ha sfiorato. Ma lei non è qui. E... a pensarci bene, se anche ci fosse stata.. lei sarebbe mai stata felice?- chiese ai suoi amici.
-Certo che si! Lei ti amava! Se le fosse stato permesso di scegliere, lei avrebbe scelto te!- affermò la sterminatrice stringendo i pugni.
Inuyasha sorrise.
-Lo so. Ma, comunque, come credi che avrebbe vissuto accanto a me? Come credi che avrei vissuto io accanto a lei, vedendola sfiorire ogni giorno? Il tempo per me sarebbe scorso infinite volte più lento. L'avrei vista invecchiare, mentre io a mala pena avrei cambiato aspetto. L'avrei osservata morire, impotente, mentre il mio corpo sarebbe stato ancora quello di un giovane uomo. E lei? Cosa avrebbe provato dal suo lato? Dolore. Solo questo. In un modo o nell'altro... noi saremmo comunque stati divisi dal tempo- concluse guardando il cielo. -E forse è questo che meno mi da pace. Per me non c'è mai stata la minima speranza di essere felice e di poterla amare-
Miroku e Sango ascoltarono le sue parole sentendo crescendo in loro l'angoscia. Non avevano idea di quanto dolore potesse celarsi nel cuore di Inuyasha, e quel poco che potevano comprendere doveva essere devastante.
-Non andartene, ti prego- mormorò Sango.
-Resta- disse semplicemente il monaco.
Inuyasha li guardò un'ultima volta e sorrise loro.
-Tsk! Tornatevene a casa dalle bambine, e salutatemi Shippo e Kaede. Addio- disse semplicemente incamminandosi.
Non appena diede loro le spalle il sorriso scomparve, mentre i suoi pugni si chiusero ferrei, sentendo l'odore delle lacrime di Sango ed i sussurri di Miroku che tentava di calmare la moglie, nonostante anche la sua voce fosse tremolante.
 
Ci mise una settimana a trovare quel bastardo. Quando gli serviva, non si capiva mai dove diamine fosse, nonostante il suo odore fosse vicino, visto che spesso si trovava nei pressi del villaggio di Kaede.
"Ti ho scovato finalmente", pensò ghignando vittorioso, avvicinandosi ad un dirupo, su cui la figura del suo futuro carnefice comparve.
-Che diavolo ci fai qui, Inuyasha?- gli chiese con la sua solita voce gelida, dandogli le spalle, mentre scrutava l'orizzonte di fronte a sè.
-Tsk! Ti stavo cercando- disse sorridendo spavaldo.
-E a cosa devo questo onore?-
-Lo scoprirai subito. Sguaina la spada Sesshomaru. Ti sfido!- concluse estraendo Tessaiga, indirizzando la lama verso di lui.
-Noto che col tempo sei diventato ancora più idiota. La distanza da quella femmina ti ha lesionato il cervello, per caso?- gli chiese con fare indifferente.
Un'ombra passò nello sguardo di Inuyasha, per il tempo di un battito di ciglio, poi sorrise all'avversario.
-Stai scherzando, spero! Dopo tutto questo tempo mi credi ancora legato a quell'umana? Non dire stronzate! Ed ora preparati a morire!- urlò lanciandosi all'attacco.
Sesshomaru sfoderò Bakusaiga con evidente disinteresse per quell'affronto, respingendo l'attacco del fratello con facilità, mentre Inuyasha venne sbalzato indietro nel momento in cui le due lame si incontrarono.
-Niente male, fratellino- sibilò il mezzo demone -Ma ora mostrami davvero quello che sai fare!- disse rilanciandosi all'attacco, usando la Cicatrice del Vento.
Sesshomaru schivò il colpo con abilità, riapparendo alle spalle del mezzo demone, sferrando un attacco che Inuyasha riuscì a parare per un soffio.
Le due lame iniziarono a rilasciare nell'aria fulmini di elettricità, mentre la forza demoniaca di Tessaiga si confrontava con quella di Bakusaiga.
-Feh! Tutto qui, Sesshomaru? Sei più debole di Naraku!- lo schernì Inuyasha.
Vide un lampo di rabbia attraversare le iridi ambrate del fratello e percepì la potenza della spada avversaria raddoppiarsi.
-Non paragonarmi a quell'essere immondo- rispose Sesshomaru socchiudendo le palpebre.
"E' il momento", pensò vittorioso.
Allentò la presa su Tessaiga ed immediatamente venne invaso in pieno dall'aura della spada di Sesshomaru.
L'onda d'urto lo fece rimbalzare per diversi metri indietro, sino a quando si schiantò al suolo emettendo un gemito di dolore.
Mugugnò avvertendo ogni muscolo del suo corpo indolenzito.
Avvertì i passi di Sesshomaru avvicinarsi.
-Dunque, Inuyasha? Ti arrendi di già?- gli domandò atono il fratello.
-Io farmi battere da te? Neanche in un'altra vita- rispose, sforzandosi di mettersi a sedere.
-Stolto- mormorò Sesshomaru fissandolo negli occhi.-Mi credi un inetto? Credi che non abbia capito che mi stai istigando volutamente perchè vuoi farti ammazzare?-
Inuyasha sussultò interiormente.
"Come diavolo..!"
-La tua stupidità non ha confine, Inuyasha. Pensi forse di poter allentare la presa sulla tua speda, durante uno scontro, senza che io me ne accorga?-
-Feh! Piantala con queste stupidaggini. Hai l'occasione di impossessarti di Tessaiga, no? Allora sfruttala!- urlò con un balzo, lanciandosi di nuovo all'attacco.
Sesshomaru si difese ancora agilmente, parando il fendente.
-Sto iniziando a stufarmi di questa storia- affermò, sferrando un'onda di energia contro Inuyasha, che lo mandò al tappeto un'altra volta.
Poi prese Bakusaiga e la portò alla gola del fratello.
Inuyasha sorrise.
-Fallo!- lo incalzò.
Il demone rimase a fissarlo, occhi negli occhi, senza aprire bocca.
-Fallo, maledizione!- urlò avvicinandosi volutamente alla punta acuminata della spada.
-Sei patetico- replicò, riportando Bakusaiga nel suo fodero. Poi si voltò ed iniziò a camminare allontanandosi da Inuyasha.
"Che cosa?!"
-Sesshomaru! Dove diavolo stai andando? Non mi hai ancora sconfitto!-
Il demone si fermò e rimase immobile.
-Questo scontro non è mai nemmeno iniziato- gli rispose.
-Maledizione! Ti sto offrendo su un piatto d'argento quello che hai sempre voluto! La mia testa e Tessaiga! Perchè diavolo ora ti trattieni?- sbraitò Inuyasha, al limite della sopportazione.
Il suo piano era palesemente andato in fumo.
Ne era stato convinto! Convinto che lui ci sarebbe cascato a l'avrebbe ridotto a brandelli ed invece... stava lì, come un maledetto ebete, a graziarlo da una fine che bramava!
-Non c'è gusto così- replicò freddo il fratello.
Non c'è gusto.
Non c'è gusto.
Non c'è gusto.
Non c'è gusto.
Quella frase lo colpì come una nenia, dandogli alla testa. Come poteva trovare pace? In che modo, se nemmeno il suo più grande avversario desiderava la sua morte?!
"Ah, si, eh? Non c'è gusto! Vai al diavolo!"
-Vai al diavolo, Sesshomaru!- urlò, dando voce ai suoi pensieri.
Poi in preda alla disperazione fu lui stesso a compire quel gesto. Afferrò Tessaiga e si trafisse il petto con le sue stesse mani.
In quell'attimo, nell'istante in cui la lama lo trapassò, fu certo di questo: vide Sesshomaru voltarsi di scatto e sgranare gli occhi, ed il suo finissimo udito percepì un sussulto uscire dalla sua bocca.
Poi crollò a terra esanime, cadendo all'indietro, mentre un rantolo di dolore usciva dalle sue labbra.
"Non è poi così male... non sento quasi già più niente..."
Il sangue iniziò a fuori uscire copioso dalla ferita sul suo stomaco.
Sentì dei passi. Sesshomaru si trovava di fronte a lui e lo fissava con uno sguardo nuovamente glaciale.
"Il principe dei demoni non si fa scalfire da nulla...", pensò irrazionalmente.
-Perchè?- gli domandò.
Provò a ridere, ma un colpo di tosse lo fermò, facendogli sputare sangue.
-Non lo capiresti- sussurrò.
-E' per Kagome, vero?- gli chiese.
Rimase stupito nel sentire le labbra del fratello maggiore pronunciare quel nome. Mai l'aveva fatto.
-Se ti dicessi di sì, cambierebbe qualcosa? Potresti mai capirmi, anche per un solo istante?-
Sesshomaru non rispose, ma non distolse lo sguardo.
-La spada. Voglio... che la prenda tu- aggiunse, rompendo quel silenzio.
Fu per la seconda volta che gli sembrò di vedere gli occhi del fratello cambiare espressione, da atoni a stupiti. Ma sempre solo per un misero attimo.
-Perchè? Sai bene che non posso impugnarla-
Trovò la forza di sorridere.
-Sono sempre stato... uno stupido mezzo demone. Ma su questo... credo di essere più sveglio di te. Forse non ora... ma un giorno sono sicuro che... riuscirai a brandirla. Quella bambina... Rin... ha fatto per te... più di quanto riesci a comprendere. E poi non voglio.. che con la mia morte.. finisca in mano a qualcun'altro- mormorò mentre gli occhi iniziarono a chiudersi.
Il volto sorridente di Kagome gli apparve davanti avvolto in una nebbia.
"Cos'è questo... tepore?"
-Sciocchezze- affermò il demone.
Il mezzo demone lo guardò un'ultima volta.
-Saranno anche sciocchezze.. ma alla fine... sai bene che presto... tornerai a farle visita... perchè infondo..le vuoi... bene- bisbigliò, mentre l'ultimo alito di vita lasciò il suo corpo.
Le iridi di Inuyasha persero colore, l'oro ambrato divenne lentamente opaco.
Sesshomaru lo osservò. Era morto.
No, non provava pietà, non provava niente.
Guardò Tessaiga, ancora incastonata nel petto di Inuyasha, e la provò ad impugnare .Nessuna barriera lo respinse. Afferrò l'elsa ed  avvertì un leggero fastidio alla mano, ma mai come l'infinito bruciore che solitamente gli impediva di sfiorarla per più di qualche secondo.
La sollevò in aria e si specchiò nella zanna di suo padre. Era sua, adesso. Tessaiga.
"Perchè, allora, non ne provo alcuna soddisfazione?", si chiese infastidito.
Si voltò verso il fratello riverso a terra, ormai passato a miglior vita.
Lo osservò a lungo, decidendo il da farsi.
-Hai lasciato vincere la tua parte umana- pronunciò quella frase come se Inuyasha potesse ancora sentirlo.
Poi fece l'unica cosa che gli sembrò più corretta. Mise la spada nel suo fodero, si chinò e prese in braccio il corpo del fratello.
 
Miroku e Sango erano nella capanna, mentre Rin stava giocando fuori con le gemelle a nascondino.
La presenza della ragazzina era piacevole, ed era consueto che si prendesse cura delle due piccole pesti, permettendo ai genitori di concedersi una pausa.
Il monaco osservò la moglie che aveva lo sguardo perso nel vuoto.
-Tesoro?- disse per attirare la sua attenzione.
-Scusa, mi ero incantata- rispose lei con un sorriso tirato.
-Pensavi ad Inuyasha?- le chiese, e lei non smentì.
-Sono preoccupata. Non abbiamo sue notizie da una settimana-
Miroku annuì, anche lui pensieroso.
-Già.. spero solo che non abbia fatto sciocchezze. Il bambino come sta?- chiese per cambiare argomento, posando una mano sulla pancia ormai evidente della ragazza.
-Bene, Kaede dice che secondo lei sarà un maschietto- rispose sorridendo.
-Non vedo l'ora di conoscerlo- ammise Miroku, rispondendo al sorriso amorevolmente.
-Aaaaaaaaaaaaaaaaah!-
L'urlo di Rin squarciò la quiete che un secondo prima regnava facendoli sussultare; Miroku e Sango uscirono di corsa dalla capanna preoccupati per la ragazza e le bambine. Cosa diamine stava succedendo?
-Rin! Cosa c'è?- chiese la sterminatrice allarmata.
La ragazza fissava un punto dritto davanti a sè, mentre enormi lacrime le solcavano il viso pallido.
Entrambi si voltarono verso la direzione in cui guardava Rin e sbiancarono.
Poco lontano da loro, si stava avvicinando Sesshomaru, e tra le braccia reggeva il corpo senza vita di Inuyasha.
-No... no...- iniziò a mormorare Sango, mentre si portava una mano alla bocca ed i singhiozzi iniziarono a scuoterla.
-Santo cielo- bisbigliò Miroku incredulo.
Quando il demone fu di fronte a loro, posò il corpo di Inuyasha a terra.
-Cosa.. cosa è successo?- chiese il bonzo, tentando di frenare il nodo alla gola.
-Questo stupido è venuto innanzi a me con l'intenzione di farsi ammazzare. Quando mi sono rifiutato, si è trafitto con le sue stesse mani con Tessaiga- spiegò.
-Non ci credo!- sbottò Sango -Menti!-
-Credi forse che se fossi stato io, sarei stato così idiota da riportarvi il suo corpo?- le disse senza alcuna emozione nella voce.
La ragazza crollò a terra di fronte al corpo dell'amico.
-Stupido, stupido, sei uno stupido!- gli urlò contro, colpendolo con dei leggeri pugni al petto.
Le braccia di Miroku le circondarono la vita.
-Sango, smettila. Calmati, piccola- le disse dolcemente, anche se la sua voce era leggermente incrinata. -Grazie per averlo riportato qui da noi. Gli daremo una degna sepoltura- aggiunse poi rivolto al demone.
Sesshomaru annuì a mala pena con la testa, poi guardò Rin negli occhi per qualche secondo.
*Saranno anche sciocchezze.. ma alla fine... sai bene che presto... tornerai a farle visita... perchè infondo..le vuoi... bene*
"Vedi di non darmi il tormento anche da morto, Inuyasha", pensò infastidito, mentre gli tornarono alla mente le parole del fratello prima che spirasse.
-A presto, Rin- disse semplicemente, prima di voltarsi e tornarsene da dove era venuto.
 
Poche ore dopo, Shippo tornò da uno dei suoi viaggi.
Quando giunse alla capanna di Kaede si trovò di fronte una situazione strana.
Miroku teneva lo sguardo basso, Sango aveva gli occhi gonfi e rossi, la sacerdotessa era pallida come un lenzuolo e Rin piangeva incessantemente accovacciata in un angolo.
-Ehi ma... cos'è successo?- chiese.
Il monaco lo guardò ed aprì la bocca per parlare, esitante.
-E' accaduto.. qualcosa- rispose titubante. Non riusciva a dirglielo. Non riusciva nemmeno a pronunciare la frase "Inuyasha è morto". Preferiva mostrargli direttamente il posto in cui ora giaceva, così che potesse piangerlo degnamente ed in maniera privata.
-Vieni con me-
Il piccolo demone volpe lo seguì.
-Ma dove stiamo andando, Miroku? Perchè Sango e Rin piangevano?-
Lui non rispose.
Lo portò di fronte al Goshinboku. Ai sui piedi era evidente la terra scavata, sui quali erano stati piantati tanti piccoli fiori colorati e sulla quale si ergeva una piccola croce di legno, tenuta insieme da dei lacci di stoffa.
Il sangue di Shippo si gelò nelle sue vene, mentre un pensiero lo colpì come uno schiaffo. All'appello mancava solo una persona.
-Chi...- mormorò.
-E' Inuyasha- rispose Miroku, sentendo una morsa stringergli lo stomaco. Il suo amico di avventure se ne era andato, ma non poteva permettersi di piangere. Doveva sostenere tutti, perchè ognuno di loro aveva perso un punto di riferimento fondamentale nella vita. Lui compreso, ma forse più di tutti il piccolo demone di fronte a lui, che ora lo stava fissando con gli enormi occhioni azzurri colmi di lacrime.
-Non è vero!- affermò, aggrappandosi alla sua gamba -Dimmi che è uno scherzo, Miroku! Inuyasha non può essere morto!- urlò strattonandogli la veste.
-Mi dispiace, Shippo- sussurrò.
-No, no!- lo sentì dire ancora, mentre si voltava verso il luogo di sepoltura di Inuyasha.
-Si è tolto la vita logorato dal dolore per la mancanza di Kagome. So che può sembrarti una scelta non condivisibile, ma ormai ogni giorno per lui era diventata una tortura immensa. Dobbiamo rispettare la sua decisione, per quanto assurda. Ti prego, non odiarlo per questo. Lui ne soffrirebbe, se tu lo facessi. Abbiamo pensato di seppellirlo qui, perchè questo posto è stato significativo per lui, è dove Inuyasha e Kagome si sono incontrati per la prima volta. Sono sicuro che ha gradito questa nostra scelta-
Lo vide sedersi, tirando su col naso.
-Vuoi rimanere solo?- gli chiese, facendogli una carezza sul ciuffetto rosso.
Shippo annuì solamente, senza guardarlo negli occhi.
Miroku si allontanò e così, il demone, diede sfogo alle lacrime.
Copiosi singhiozzi uscirono dalla sua bocca, mentre le lacrime solcarono il suo piccolo volto. Anche se demone, lui era solo un bambino.
Aveva voluto diventare forte come suo padre, ai tempi. Quando aveva conosciuto Inuyasha e Kagome il suo obiettivo era fisso: accrescere la sua forza e vendicare la morte di suo papà. In seguito, lui non aveva avuto niente a che fare con la lotta contro Naraku, ma comunque aveva scelto di rimanere al loro fianco e la motivazione era solo una: si sentiva solo. In Inuyasha e Kagome aveva visto qualcosa, e nel tempo aveva iniziato a volergli bene. Kagome la considerava più che un amica. Profumava sempre, come la sua mamma. E quando l'aveva persa per sempre, poichè era tornata nella sua epoca, si era sentito morire.
Ed ora Inuyasha....
-Scemo d'un mezzo demone! Come hai potuto?!- urlò, tra le lacrime. Anche lui se ne era andato, anche se in un modo ben peggiore. Perchè l'aveva lasciato solo? Aveva ancora bisogno di lui, della sua protezione, di quel mezzo demone arrogante e sbruffone, che però in mille occasioni lo aveva salvato e con cui aveva condiviso momenti meravigliosi.
Pianse fino a che non ebbe più lacrime, addormentandosi infine sul luogo di sepoltura di Inuyasha, cullato dal profumo dei fiori e dall'odore sottile, ma ancora presente nell'aria, del suo grande amico. Ma "amico", come parola, all'interno del suo cuore stonava. Perchè volente o nolente, aveva perso di nuovo un padre.
***Fine Flashback***
 
Inuyasha mollò la presa di Tessaiga crollando in ginocchio.
"Santissimi Kami..."
Quei ricordi l'avevano annientato. La spada era andata oltre a ciò che i suoi occhi avevano potuto vedere sin quando era in vita, mostrandogli anche la reazione dei suoi amici di fronte la sua scomparsa. Ed osservare il loro dolore ed il loro affetto lo aveva devastato.
-Come ti senti?- gli chiese Aramitama.
Lui alzò gli occhi d'ambra, privi di ogni gioia nell'aver rimembrato l'inferno in cui era caduto.
-Come se fossi morto di nuovo- rispose secco.
-Mi dispiace, ma era necessario. Rivivere tutto ti ha reso libero dal passato, ha svincolato la tua anima dal tormento. Ed ora sei pronto per tornare da Kagome-
Quelle parole furono come aria fresca che soffiava su una ferita aperta.
Inuyasha annuì.
-Ho una domanda. Perchè ci siamo risvegliati solo ora, se è più di un mese che ci siamo incontrati? Cosa ha fatto scattare tutto questo? Perchè siete intervenuti solo adesso?-
Aramitama sorrise ironico.
-Dimmi Inuyasha. A cosa stavi pensando poco prima di cadere nel sonno?-
Lui ci pensò un attimo poi avvampò vistosamente.
-Ah.. e beh, ecco io...-
Lo Spirito scoppiò a ridere.
-Non serve che lo ripeti di nuovo. Lo so bene-
-Q-quindi è perchè io... ho ammesso di.. volerle bene che sono.. finito qui?-
-Esatto- disse Aramitama - L'amore che è nato tra voi è stata la chiave che ha innescato il vostro risveglio. I vostri sentimenti, ciò che avete provato l'uno per l'altro in quest'epoca, non sono stati influenzati dall'amore che vi ha unito nelle vostre vite precedenti. Le visioni, i ricordi, ciò che vi si agitava dentro era parte di voi, ma non ha mai influito su una possibile unione che poteva nascere; è certo che, ciò che provavate , era un forte turbamento in quanto le vostre anime in passato si erano amate. Non eravamo sicuri che avreste accettato di andare sino infondo e avreste sconfitto le vostre paure; in altri rasi casi analoghi a cui abbiamo assistito non tutti hanno acconsentito di ricordare. Così, nel peggiore dei casi vi sareste risvegliati privi di ricordi ma con la possibilità comunque di potervi amare almeno in questa vita. In qualche modo almeno, ci saremmo sdebitati, anche se voi ne sareste rimasti inconsapevoli. Ma ora, avendo superato le vostre angosce, avrete l'occasione di poter riunire le vostre due esistenze e le vostre due anime. Sarete finalmente completi-
Il mezzo demone sorrise.
-Grazie- disse semplicemente.
-Ora devi andare, lei si sta per svegliare-
Inuyasha annuì.
-Fammi indovinare: devo estrarre Tessaiga?- chiese ironico.
-Come hai fatto a capirlo?- rispose lo Spirito fingendo uno sguardo stupito. -Addio Inuyasha. E questa volta.. dille quello che provi- lo rimproverò dolcemente, facendolo arrossire, mentre una luce bianca accecante lo avvolse dopo che la spada fu innalzata in aria.
 
Inuyasha aprì gli occhi sentendoli pesanti. Ma si era addormentato? Aveva fatto un sogno.Un sogno davvero strano dove....
ALT
"Kami, quello non era...!"
Si alzò di scatto sulla sedia, portando lo sguardo a cercare la ragazza che doveva essere sdraiata sul lettino di fronte a lui, ed i suoi occhi neri incrociarono due profondità nocciola.
Quegli occhi meravigliosi, che aspettava di rivedere da secoli, lo osservavano con una dolcezza infinita pieni di lacrime.


******

Dunque, non trucidatemi! Vi starete chiedendo se sono completamente fuori nell'aver fatto suicidare Inuyasha, ma credo che la Takahashi abbia molto trascurato i personaggi e cose OVVIE che sono presenti nel manga anche se non esplicitate. Parliamone con ordine:
- Inuyasha è un benedetto mezzo demone! La nostra amata mangaka ha fatto riattraversare il pozzo a Kagome (dopo tre anni e sa dio perchè tutto sto tempo LOL) ... Ed il problema dell'età dove lo mettiamo? Kagome da umana quando vive l'avventura ha 15 anni. Inuyasha ha l'aspetto di un diciasettenne ma di anni ne ha... 200! (Per vs Info Sesshomaru ne ha 500!) Quindi facciamo due conti: Se Inuyasha ha 200 anni e ne dimostra 17, significa che invecchia di un anno ogni12. Quindi, quando Kagome avrà 40 anni, lui ne avrà ancora 19. Quando Kagome avrà 70 anni, lui ne avrà 22. Beh, dai.. buono! Chi non vorrebbe un amore così?! Insomma.. scusate ma... CHE CAZZATA. Da qui nasce il desiderio di riunire quei due in qualche modo, senza però stravolgere la storia, accettando che il pozzo possa non riaprirsi. Ma come farli riunire da umani? Beh, l'unico modo -senza inventare demoni con poteri incredibili e cose già trite e ritrite- semplicemente utilizzando l'elemento della reincarnazione che invece nel maga ricorre in maniera standard, e ricordandomi che quei cavolo di 4 spiriti se in qualche modo nella sfera ci sono entrati, dovevano anche uscirci con la sua distruzione. Inoltre, vi faccio notare, che quando Miroku spiega chi sono i 4 spiriti, passano proprio delle immagini nella puntata dove ad ogni nome viene associata l'immagine di un personaggio. L'ispirazione, quindi, è nata anche un pò da quell'episodio.
- Secondo punto. Due persone che si amano e vengono separate a forza di certo non passano la loro vita seguente a ridere e scherzare o con serenità, come invece viene mostrato nel manga. E' quindi immaginabile che cadano in uno stato depressivo. Nel caso di Kagome viene reso evidente dalle sue emozioni, dando ad intendere che con l'affetto dei familiari ed un piccolo aiuto farmacologico vada avanti con la sua vita seppur rimanengo legata ad Inuyasha per sempre. La scelta, ovviamente oltre ad essere dovuta per creare una fic, la trovo legata anche al fatto che lei di certo non ha vissuto qualcosa di usuale ma è stata sparata in un epoca antica, con demoni e qualsivoglia di cose assurde. Di certo non è un semplice amore adolescenziale che tutte viviamo e poi ci "scordiamo" andando avanti.
- Terzo punto, legato a quanto sopra. Inuyasha di certo non ha l'aiuto di psicologi o farmaci, e bisogna considerare il suo tormentato passato ed il suo carattere testardo, irrascibile e incline all'ira. Una vita di merda, odiato e disprezzato, due donne amate nella sua vita e due perse. Chi non impazzirebbe? Per quanto azzardata ho pensato che qualunque persona sarebbe andata fuori matto in qualche modo ed ho scelto di farlo "suicidare" in un modo particolare, che anche se sottile, riunisce il legame con il suo unico familiare.
- Quarta e piccola parentesi su Rin: dubito fortemente che Sesshomaru provi amore per Rin, tutt'altro. Anche perchè, abbiate pazienza, se la Takahashi avesse fatto davvero una cosa del genere con quesi due personaggi, una bambina di circa 8 anni ed uomo di 21 circa,  si sarebbe trovata in galera per aver creato un legame basato sulla pedofilia in quattro secondi! XD Io penso che l'affetto che provi per Rin sia nato grazie al sentimento della compassione che la bambina ha dimostrato nei suoi confronti quando ferito, per poi diventare un legame profondo e paterno.

Bene! Ora mi aspetto di tutto dai vostri commenti, anche che sono fuori di testa e questo capitolo è stato una schifezza unica, ma ci tenevo a dire due parole su come la penso e, credetemi, è stato faticosissimo scriverlo!
Un abbraccio a tutti^^ Manu.

 

 

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Capitolo 18
*** CAPITOLO 17 - L'ALTRA META' DEL MIO CUORE - prima parte ***


Cucù! Ciao! Come state? Ecco qui la prima parte del capitolo... Spero sia venuto bene. Purtroppo non sono stata benissimo ed ho avuto anche parecchi impegni! Siccome è venuto lunghetto, l'ho diviso in due parti ed ho più tempo per scrivere l'ultimo pezzo rimanente.
Che dire... grazie di cuore per i vostri commenti, nonostante il capitolo precedente fosse stato d'effetto  vi è piaciuto ugualmente, ne sono contenta!
Vi lascio alla lettura del risveglio dei due protagonisti! Attendo i vostri feedback^^



CAPITOLO 17 - L'ALTRA META' DEL MIO CUORE - prima parte
 


Si osservarono per un istante che parve infinito. Era davvero reale? Sì, Inuyasha era davanti a lei nella sua forma umana, non era affatto un sogno.
Si mise a sedere sul lettino, tremando come una foglia.
Gli occhi erano umidi, come al solito non riusciva a trattenere la minima emozione.
Lui la stava fissando come fosse un'incredibile apparizione. Allungò una mano, lentamente, quasi con la paura che quando le sue dita lo avrebbero sfiorato, lui si sarebbe dissolto nell'aria. Eppure, quando la mano si posò sul capo del ragazzo lui era ancora lì.
Un secondo...due... tre.... Non era svanito. Mosse piano le dita, accennando una carezza.
"Lo sto davvero toccando...Non sto sognando"
-Niente... orecchie da cane- bisbigliò con la voce rotta dall'emozione.
Inuyasha sorrise. Quelle labbra piegate all'insù. Sarebbe potuta morire anche ora, solo per la bellezza di quell'istante.
La mano scese sfiorandogli il viso, lo vide chiudere gli occhi per un secondo come se stesse cercando di assaporare ogni istante di quel contatto.
Allontanò la mano dal suo volto ma solo per afferrare timidamente quella di Inuyasha ed osservarla.
-E niente artigli- disse ancora.
Lui fece una risata roca.
-Niente artigli- confermò.
Il cuore gli balzò in gola. Il suono della sua voce, buon Dio! Quanto gli era mancato? Quanto aveva pregato di risentirla?
-Ricordi tutto, Kagome?- le chiese.
Strinse la presa, assaporando il contatto con quella mano calda che così tante volte in passato aveva stretto nella sua.
-Sì, tutto. E tu?-.
Inuyasha annuì mentre un lampo attraversò le iridi nere. Con un gesto fulmineo la afferrò e la attirò nel suo abbracciò, facendola sedere sulle sue gambe.
Il respiro le si bloccò in gola, mentre il ragazzo affondava il viso nei suoi capelli  ed ispirava profondamente.
La stava stringendo con forza, ma senza farle male, come se in quel momento lei fosse la cosa più preziosa che possedesse.
-Kagome- mormorò -Siamo stati due sciocchi, non credi? Ci siamo incontrati da diverso tempo, eppure nessuno dei due ha saputo riconoscere l'altro-
Kagome avvampò.
-Eravamo entrambi.. bloccati- rispose la ragazza, mentre un calore improvviso la stava ardendo viva. Era tra le sue braccia e non avrebbe voluto separarsi da lui per niente al mondo.
Inuyasha inchiodò gli occhi nei suoi fissandola con uno sguardo indecifrabile, ma talmente profondo che lanciò il suo cuore dritto in orbita. Vide lo sguardo del ragazzo posarsi per un istante sulle labbra, che si morse istintivamente, avvertendo lei stessa il desiderio di posarle su quelle di Inuyasha.
Cosa avrebbe dato per poterlo baciare, in quell'istante?
"Oddio, ma cosa vado a pensare! Infondo è come se lo rivedessi per la prima volta dopo anni e..."
La porta della camera si aprì ed entrambi si staccarono velocemente da quell'abbraccio.
Nella stanza avevano fatto ingresso Sango e Miroku e li stavano guardando con espressione incredula.
-Vi siete svegliati?- mormorò Sango.
I due ragazzi non osavano muovere un muscolo e Kagome capì che probabilmente stavano aspettando un qualsiasi segno che li facesse comprendere se avevano guadagnato i loro ricordi.
Fu Inuyasha a rompere quell'imbarazzante situazione alzandosi dalla sedia ed avvicinandosi a Miroku.
-Dì un po' bonzo, com'è che non hai ancora chiesto a Sango di darti un figlio? A quest'età, nell'epoca Sengoku, avevi già tre pargoli- chiese intrecciando le braccia, con un ghigno derisorio.
Miroku dapprima sgranò gli occhi, poi le labbra si incurvarono in un sorriso ed infine scoppiò a ridere passando un braccio attorno al collo dell'amico stringendolo a sè.
-Maledetto idiota, ce l'hai fatta!- esultò.
Sango emise un gridolino di gioia e poi anche lei abbracciò l'amico. Dopo un primo istante di euforia, entrambi i due fidanzati spostarono lo sguardo su Kagome che arrossì.
-Kagome?- la incalzò l'amica nel dire qualcosa.
-Ehm... a questo giro non potrete liberarvi di me. Non ci sarà nessuna sfera a trascinarmi via da quest'epoca-
-Aaaaaaah, lo sapevo!- esplose Sango, correndole addosso ed abbracciandola di slancio con affetto.
Kagome scoppiò a ridere e con la coda dell'occhio vide Miroku sorriderle con il pollice in sù, in segno di approvazione.
-Ragazzi, non avete idea di quanto abbiamo penato in questi anni! Avervi vicini senza i vostri ricordi mentre noi invece possedevamo i nostri. Grazie a Dio è finita!- affermò Miroku con un gesto di sfinimento.
-Già. O forse, è solo finalmente iniziata- commentò Inuyasha senza distogliere gli occhi da quelli di Kagome, facendola arrossire oltre ogni dire.
"Accidenti, ma perchè mi guarda  in quel modo? E' così... così... seducente", riflettè, diventando ancora più rossa.
-Che ne dite di andare a casa? Io e Miroku vi abbiamo vegliato per ore e siamo stanchi morti. E poi abbiamo così tante cose da dirci!- affermò la sterminatrice, osservando l'ora.
-Ma come, non è mattina?- domandò Kagome voltandosi verso l'orologio al centro della stanza. Gli occhi le schizzarono fuori dalle orbite. -Cosa?! Ma sono le dieci di sera?!-
Miroku rise.
-Kagome-chan, tu hai dormito da questa mattina al parco, Inuyasha invece lo abbiamo trovato addormentato intorno all'una e mezza di pomeriggio. Vi siete fatti un bel pisolino-
Inuyasha si grattò il capo.
-Accidenti, che situazione assurda. Comunque Sango ha ragione, andiamocene di qui- commentò aprendo la porta.
Tutti furono concordi, e dopo aver firmato il verbale di dimissione per Kagome, si avviarono verso la casa delle due ragazze.
-Donzelle, eccovi alla vostra dimora- esordì Miroku, con un plateale inchino quando giunsero a destinazione.
Le due ragazze risero, poi Sango intervenne.
-Grazie della cavalleria, ora è proprio il caso di darvi la buona notte!-
Inuyasha guardò Kagome, poi le si avvicinò frattanto che i due fidanzati si scambiavano dei gesti di affetto.
-Ehi- bisbigliò -Domani lavori?-
La ragazza fremette. Santo cielo, se impazziva così solo nel sentire la sua voce, sarebbe presto morta di infarto.
-Ah... sì, al mattino. Poi al pomeriggio devo passare al tempio dalla mia famiglia-
Lo sguardo del ragazzo si fece cupo, poi divenne improvvisamente diverso... la osservava in un modo.. così possessivo!
-Capisco- replicò, continuando a scrutarla con una strana luce negli occhi.
"Ma la sera sono libera.."
Non fece in tempo a dar voce ai suoi pensieri che Miroku afferrò Inuyasha sotto braccio trascinandolo via con sè, mentre Sango la spingeva per le spalle e chiudeva il portone.
-A-aspetta Sango, non ho fatto nemmeno in tempo a salutare Inuyasha!- protestò.
 La ragazza fece un sorriso.
-Lo so, abbiamo origliato. Siete ancora come due cuccioli impacciati!- sentenziò ironicamente aprendo la porta di ingresso.
Kagome arrossì.
-Insomma, che intendi... non è affatto una situazione facile. Lui è molto... diverso da allora-
L'amica la guardò comprendendo cosa le si agitava dentro.
-Immagino che continui a paragonarlo al vecchio Inuyasha. Sei ancora sotto l'effetto del risveglio, sai? Le prime ore ci si sente molto confusi, poi si ritorna in sè ed il passato resta davvero un ricordo. Ma all'inizio non si capisce sino a che punto finisce la vecchia vita ed incomincia quella del presente-
Era vero, diverse domande la avevano affollato la mente durante il rientro a casa.
Sua madre, come doveva considerarla, ora? Mamma o nipote? E Sota? Nonno o fratello? E come doveva comportarsi con Inuyasha?
"Che gran casino.."
-Domani andrà meglio, Kagome- disse Sango, come se le leggesse in faccia il turbamento interiore. -E' anche per questo che Miroku ha voluto portar via Inuyasha, sembrava proprio un demone intento ad assaporare la preda- disse ancora ridendo.
-In che senso?- chiese ingenuamente Kagome.
L'amica roteò gli occhi.
-Kagome! Ma l'hai visto come ti guardava? Se foste rimasti soli per soli cinque minuti ti sarebbe saltato addosso-
La ragazza avvampò in un istante.
-S-Sango, ma che cavolate spari! Lui è Inuyasha, non.. non si comporterebbe mai.. così-
-Davvero? Ne sei sicura? Io immagino un ragazzo, che è rimasto secoli lontano dalla donna che amava. Si reincarna e se ne innamora nuovamente, questa volta crescendo senza freni inibitori con il gentil sesso, e la desidera. E ti prego, non fare quella faccia sconvolta! Inuyasha è attratto da te come una calamita. Dicevo? Sì, poi si risveglia trovandosi nel cuore quindi l'amore ed il desiderio per la vecchia e per la nuova Kagome. Fidati. In questo momento quel ragazzo è una mina pronta ad esplodere-
La ragazza si posò una mano sul petto.
Che fosse davvero così? Inuyasha la desiderava davvero così tanto?
"Kami, ma a chi vuoi mentire... come se tu non avessi mai pensato a..."
-Ed ora voglio sapere tutto, ma proprio tutto di ciò che avete visto in sogno!- affermò Sango, sedendosi sul divano.
Kagome sospirò. Le sue riflessioni doveva aspettare.
-Preparati. Sarà una storia lunga a piena di sorprese- commentò, accostandosi all'amica.
 
-Che cosa?! I quattro spiriti ci hanno ridato la vita?!- esclamò Miroku. Inuyasha aveva appena terminato il resoconto di quanto accaduto durante il suo risveglio, ed un ghigno si formò sulle sua labbra osservando compiaciuto lo shock dell'amico.
-E chi l'avrebbe mai detto!- continuò.
Il ragazzo scrollò le spalle.
-Direi che alla fine è andata bene, abbiamo ottenuto tutti qualcosa di prezioso-
Gli occhi di Miroku si socchiusero minacciosi.
-Già. Quanto a te...- si avvicinò pericolosamente ad Inuyasha e poi gli sferrò un pugno sulla testa -Razza di deficiente! Cosa cavolo ti è saltato in mente di ammazzarti a quel modo?! Hai idea di cosa ci hai fatto passare?- gli urlò dritto in faccia.
Inuyasha si irrigidì.
-Mi dispiace- commentò, massaggiandosi il punto in cui era stato colpito.
Miroku incrociò le braccia al petto.
-Idiota! Ci hai spezzato il cuore!-
Ogni parola dell'amico era una stilettata al petto. Quando lo Spirito gli aveva mostrato le conseguenze del suo gesto aveva avvertito il dolore straziante dei suoi amici. Si era comportato da egoista.
-Sai che presto o tardi dovrai dirlo a Kagome, vero? Non potrai tenerglielo nascosto-  continuò Miroku.
"Cazzo!"
-Se verrà fuori l'argomento, glielo dirò- replicò, sentendosi enormemente a disagio.
-Togli pure il "se". Dovete parlarvi, dovete finalmente dirvi che vi amate! Santissimi Kami, avete questa occasione! Se non vi vedo felici ed insieme entro ventiquattrore, giuro che vi strozzo con le mie stesse mani!- affermò Miroku con impeto.
Inuyasha sorrise.
-Va bene, va bene. Volevo invitarla ad uscire prima, ma qualcuno mi ha interrotto!- replicò ironico.
Miroku alzò un sopracciglio.
-Ma sei scemo sul serio, Inuyasha? Volevi chiederle un appuntamento in quello stato? Sembravi in procinto di saltarle addosso. Ed inoltre... il tuo status lombare era evidente- replicò sorridendo come un ebete.
Inuyasha arrossì violentemente, stringendo i pugni.
-Razza di pervertito, ma cosa cavolo dici?! Io non ero affatto..!-
-Oh, si invece. Ma eri talmente preso a squadrarla che nemmeno te ne sei reso conto- rispose l'amico scoppiando a ridere vedendo il rossore diffuso sul volto di Inuyasha.
-Tu sei matto! Me ne vado a letto!- replicò chiudendosi in camera, sbattendo la porta.
"Io non ero affatto....!....o sì?"
 
Quella mattina Kagome si preparò in fretta ed uscì di corsa per recarsi alla gelateria.
Iniziò il solito tran-tran. Chi si sedeva al tavolino per bersi un caffè, chi voleva il cappuccio e verso le undici iniziarono ad arrivare le prime ordinazioni per i gelati. Serviva i tavoli, sorrideva alle persone, lavorava più o meno come sempre.
Sospirò rassegnata. Aveva completamente la testa altrove. Non faceva che pensare ad Inuyasha, alla sua precedente vita, a tutto ciò che avevano affrontato per restare insieme.
Ed ora era il loro momento. Come si sarebbe evoluto il loro rapporto? Come doveva comportarsi? Cosa doveva dirgli? Le parole le sembravano così banali!
"Sai, Inuyasha, ti amavo così tanto che gli spiriti ci hanno fatto reincarnare!".
Si, una dichiarazione degna di una bambina di sei anni! Ma, infondo, lei che ne sapeva dell'amore? Niente.
Mai un ragazzo in vent'anni. Ripensò a tutti i corteggiatori scartati:
Iroshi, bello sì, ma il biondo di quei capelli non gli piaceva. Sembrava uscito direttamente da qualche libro di fiabe, talmente era perfetto.
Yue.. sì, carino, ma sin troppo. Insomma, il classico ragazzo che ti riempie di complimenti e poi ti stufa. Un uomo deve anche sapersi fare un po' desiderare!
Hiroshi, bel tipo, bel fisico.... ma c'era sempre quel non so cosa che la turbava. Non era a suo agio, in sua compagnia.
Insomma, erano piedi di difetti che lei non sopportava! Nessuno di loro si avvicinava minimamente ad...
Si portò una mano alla bocca, sconvolta da quella rivelazione, mentre il vassoio che reggeva finì a terra con un tonfo.
"Oh, mio Dio", pensò "Io... ho sempre allontanato tutti i ragazzi... tanto da non averne mai avuto uno.. perchè inconsciamente li paragonavo..ad Inuyasha..."
Una lacrima le rigò il volto. Dio, ma come aveva fatto a non riconoscerlo la sera del primo incontro? Era così... piena d'amore per lui, avrebbe potuto cospargere il mondo del sentimento che le riempiva l'anima per quel ragazzo. Eppure, mai come ora, si rese conto di quanto fosse vero il detto che diceva che il destino si compie sempre nel momento giusto.
-Kagome, tutto bene?-
La voce del suo capo la distolse dai suoi pensieri.
-Uh, si... credo.. Akito-san, le dispiace se prendo un permesso? Io devo.. fare una cosa importante-
L'uomo annuì e lei sorrise riconoscente. Si tolse al volo il grembiule, prese la borsa e corse verso il tempio Higurashi.
Quando vi arrivò scorse Sota intento nello spazzare il cortile. Si avvicinò a lui, mentre la paura di non sapere bene come comportarsi stava prendendo il sopravvento.
-Ciao nonno-
Sota alzò lo sguardo e sorrise.
-Kagome! Che ci fai già qui, non dovevi venire nel pomeriggio con la mamma?-
Lei annuì.
-Sì, ma ho preferito raggiungerti ora. Nel pomeriggio credo sarò impegnata-
-Oh beh, poco male. L'importante è che ogni tanto passi a trovare il tuo vecchio-
Kagome rise. Era sempre il solito. Sapeva quanto le volesse bene.
-Nonno, posso chiederti una cosa?- chiese dopo qualche istante di silenzio.
Sota la osservò per un istante.
-Dimmi, bambina-
-Perchè sulla tomba della zia Kagome hai messo quella foto? Insomma... lei è morta a sessant'anni, mentre li è ritratta a quando ne aveva quindici-
Lo vide trasalire un momento, poi si schiarì la voce.
-Beh vedi, fu lei a chiedermelo. Devi sapere che tua zia amò per molto, moltissimo tempo un uomo. Per varie vicende, essi sono stati separati... con la forza. Lei non ha mai superato quel dolore, tant'è che rimase nubile per tutta la sua vita, senza mai frequentare un altro uomo. Mi aveva fatto promettere che se non la avessi vista appagata ed in pace prima della sua morte, avrei messo quella foto in suo ricordo, perchè in quel momento lei era con lui ed era felice. E purtroppo così fu. Morì di infarto molto giovane. Ma io sono convinto che lei sia morta di crepa cuore, per aver amato per anni un uomo senza averlo mai potuto avere-
Gli occhi di Kagome si riempirono di lacrime e d' istinto abbracciò Sota.
-Grazie- bisbigliò.
Sota ricambiò il gesto confuso da quell'affetto improvviso.
-Ma.. Kagome, che ti prende?-
-Grazie... per esserti ricordato di quella promessa-
Gli occhi del nonno si allargarono sino a diventare due puntini neri.
-Co-cosa.. tu... tu... cioè ti ricordi...-
Kagome rise.
-Andiamo, nonno... non essere stupito. Non fosti forse tu a minacciare Inuyasha di ricordare chi fosse quando è venuto al tempio, la prima volta?-
-B-beh ma ecco io... non credevo che davvero... Oh, santi Kami!- biascicò disperato. - Sei davvero, tornata... sorellina?- chiese poi più calmo.
Kagome annuì, facendogli un breve resoconto di quanto accaduto alle loro anime.
-Ne ero sicuro. E sono davvero felice per voi, Kagome- disse Sota, abbracciandola.
Poi lo vide tirarsi indietro dall'abbraccio e ghignare.
-Ma vedo che abbiamo visite, perchè non corri dal tuo ragazzo cane?-
-Eh?- borbottò, voltandosi, seguendo la direzione dello sguardo di Sota. -Ma, ma.. che ci fa qui Inuyasha?- chiese stupita, vedendo il ragazzo fermo di fronte al Goshinboku osservare le fronde dell'albero e poi la tomba di Kagome.
-Vai a chiederglielo, sciocca!- rispose, dandole una spinta sulla schiena.
 
Quando Inuyasha si svegliò quella mattina, ebbe la sensazione che quella giornata avrebbe cambiato la sua vita radicalmente. 
Sbuffò, pensando a Kagome. Diamine, gli sembrava di avere la guerra nel cervello.
Una parte di lui voleva correre dalla ragazza, stringerla tra le sue braccia e non lasciare andare mai più, l'altra parte invece, inutile negarlo, era terrorizzata. I sentimenti per quella ragazza erano talmente forti che aveva paura di sbagliare, di approcciarsi nel modo scorretto, di spaventarla, di mostrarle il lato di lui che la desiderava. Miroku aveva visto bene la sera prima. La voleva da morire. Voleva che fosse sua, corpo e anima. Completamente sua.
Un brivido gli attraversò la schiena immaginando come sarebbe stato baciare per la prima volta le sue labbra. Un bacio. Che sapore aveva? Forse come il suo profumo? Non aveva più l'olfatto di mezzo demone, ma quando era vicino a lei... poteva ancora sentirlo. E Dio, ci sarebbe potuto morire per quell'odore meraviglioso!
Sospirò di frustrazione, mentre si infilò un paio di jeans ed una maglietta. Aveva bisogno di pensare.
Uscì di casa e si diresse verso il tempio Higurashi. Kagome aveva detto che si sarebbe recata li nel pomeriggio, quindi non avrebbe corso il rischio di incontrarla.
Percorse il tragitto, nuovamente con quella sensazione dentro di sè che qualcosa stava per accadere. Salì la scalinata del tempio, pochi passi e si ritrovò d'innanzi al Goshinboku.
Gli venne in mente il giorno in cui aveva pensato, osservandolo, che quell'albero gli stava antipatico.
Rise sotto i baffi. Effettivamente era vero. Il Goshinboku rappresentava per lui due antitesi: il suo sigillo, il suo passato e Kikyo, ma anche la sua rinascita, le sue rivincite sulla vita crudele ed ingiusta e Kagome.
Si accostò maggiormente all'albero, quando scorse un particolare che l'altra volta non aveva notato.
Fece il giro del tronco ed il cuore gli si strinse, capendo di cosa si trattasse. Era una tomba, e su di essa era posata la foto di Kagome.
"Non posso crederci", pensò. Lei era stata sepolta li... esattamente dove si trovava anche il suo corpo, dove i suoi amici avevano scelto di dargli sepoltura.
Strinse i pugni. Riconosceva quella foto, apparteneva ad una giornata splendida, dove Kagome aveva portato nell'era Sen Goku la macchina fotografica per spiegare loro come funzionasse ed immortalare dei ricordi. Uno dei pochi giorni in cui non c'erano stati attacchi da parte di demoni o di Naraku. Ricordava bene che Kagome, quel dì, aveva sorriso così tanto che se anche il sole non ci fosse stato, il suo mondo sarebbe comunque rimasto illuminato.
"Kagome... eravamo così lontani... eppure così vicini..."
-Inuyasha?-
Sussultò violentemente, sentendosi chiamare da quella voce che conosceva così bene.
-Ka-Kagome... cosa ci fai qui? Non dovevi lavorare stamattina?-
La ragazza arrossì.
-Beh sì, ma.. non riuscivo a concentrarmi molto e così... sono passata a trovare mio nonno ed ora ho il pomeriggio...libero- concluse in un soffio, mentre le guance assumevano il colore delle pesche.
Inuyasha la osservò. Era così bella che....
"Calmati, cretino...."
-Capisco... anche io stamane ero parecchio confuso... avevo bisogno di pensare-
-A cosa?- gli chiese.
Il ragazzo inchiodò gli occhi ai suoi.
-Scema. A cosa, se non a quanto ci è successo?- rispose in un ghigno.
Kagome abbassò lo sguardo.
-Già, certo- mormorò lei.
Perchè ora si era intristita di colpo? Che le prendeva?
Si avvicinò, alzandole il viso posando due dita sotto il mento.
-Kagome. Guardavo la tua tomba. Ricordo quella foto, sai?-
Gli occhi della ragazza si inumidirono.
-Perdonami. Non sai cosa avrei dato per riattraversare il pozzo- continuò lui.
Una lacrima scivolò via dai suoi occhi, posandosi sulle sue labbra.
-Non hai niente di cui scusarti. Era destino che dovesse andare così- disse Kagome, posando la mano sulla sua.
-Forse hai ragione-
Rimase ad osservare la ragazza per qualche istante interminabile.
-Kagome io.... anche io fui seppellito qui-
La bocca della ragazza si aprì di stupore, così come i suoi occhi divennero enormi.
-Cosa?- mormorò.
Lui annuì.
-Era passato molto tempo da quando te ne eri andata. Io mi sentivo...perso. Avevo smarrito me stesso. Tu eri l'unica che era in grado di capirmi, ti bastava uno sguardo. Così come eri l'unica in grado di darmi serenità. Io... ho perso la testa. Cercai volutamente Sesshomaru per sfidarlo. Volevo... che lui mi uccidesse, Kagome.  Ma quell'idiota... non ci è cascato. Così io....- la ragazza non proferiva parola e rimaneva immobile ad ascoltarlo. -Io... ho afferrato Tessaiga e.... mi.. mi sono trafitto-
Kagome non disse nulla. Era in silenzio.
-Ka-Kagome.. mi hai sentito?- chiese insicuro vedendola impassibile.
-Ti ho sentito- disse in un sibilo, ed un brivido gli attraversò la schiena vedendo lo sguardo della ragazza mutare, fumante di ira. -Sei uno stupido! Come hai potuto fare una cosa del genere? E Sango, Miroku e gli altri?! Non hai pensato a loro? Non hai pensato a me? E se fossi tornata? Tu non ci saresti più stato e mi avresti lasciata so..!-
La foga di quelle urla fu interrotta da Inuyasha. L'aveva presa tra le braccia e la stava stringendo convulsamente a sè.
-Mi dispiace. Ma tu .... Non saresti mai tornata. Ed una parte di me non voleva che tu lo facessi- la sentì irrigidirsi all'improvviso tra le sue braccia.
-Tu non... non volevi rivedermi?- chiese in un sussurro Kagome.
-Temevo... anzi.. sapevo che non saremmo mai stati felici insieme. Non in quel modo. Kagome, tu ricordi che ero un mezzo demone. Il tempo per me... sarebbe passato lento...tu saresti invecchiata da sola... ti avrei visto morire un giorno....Io non volevo questo per noi. Io volevo una vita normale, volevo invecchiare con te, volevo che fossimo....veramente felici-
La ragazza si rilassò nuovamente.
-Stupido- mormorò dolcemente.
Inuyasha le accarezzò i capelli, poi si avvicinò al suo orecchio.
-Ehi, ragazzina...- mormorò.
Lei si staccò da lui, arrossendo.
Quella visione di lei, così timida, lo fece sorridere.
-Non chiamarmi così- rispose gonfiando le guance.
-Giusto. Maestrina, dunque... se questo pomeriggio lei è libera, che ne direbbe di passare la giornata con me?- domandò ironico.
-Solo se me lo chiedi smettendo di fare il cretino- rispose incrociando le braccia al petto, fulminandolo con uno sguardo.
Lui sospirò con finta disperazione.
Le mise le mani sulle spalle, facendola voltare verso di sè, incrociando i loro sguardi.
-Kagome, vorrei portarti in un posto. Vuoi venire con me?-
Vide lo sguardo della ragazza cambiare espressione ed addolcirsi. Dopo pochi secondi, annuì con la testa e lui sorrise vittorioso.
Senza attendere oltre le prese la mano, ed iniziò ad incamminarsi senza mai lasciare la presa. Le loro dita si intrecciarono lentamente, passo dopo passo, come due cuori che si incontrano per la prima volta e devono imparare a sincronizzare i loro battiti.
 
Sota li osservò allontanarsi, sbirciando da dietro la porta di casa.
Il suo animo si riempi di gioia ed iniziò a saltellare per la felicità. Dopo l'euforia, si ricordò di quanto materiale aveva preparato in quel periodo per mandare ad Inuyasha una quindicina di maledizioni e si irrigidì.
"Sarà meglio far sparire quella roba"
E fischiettando allegramente cominciò a riporre tutto quanto.



 

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Capitolo 19
*** CAPITOLO 18 - L'ALTRA META' DEL MIO CUORE - seconda parte ***


Ciao a tutte! Questo è il penultimo capitolo, quello che seguirà sarà l'epilogo. Ho due cosette da dire, ma lo farò alla fine se avrete la pazienza di leggerle :)... ci leggiamo sotto! Buona lettura!



CAPITOLO 18 - L'ALTRA META' DEL MIO CUORE - seconda parte



Il pomeriggio passò in fretta. Inuyasha l'aveva prima portata a mangiare un boccone veloce, per poi iniziare una lunga passeggiata per la città. Avevano chiacchierato del più e del meno, raccontandosi delle rispettive vite. Era strano dover parlare di loro stessi. Infondo, nella loro vecchia vita sapevano tutto l'uno dell'altro, mentre ora, dovevano ricominciare tutto da capo. Come due ragazzi normali.
Ed era bello, ammise Kagome, poter scoprire quelle emozioni. La sua prima uscita con un ragazzo per la quale provava davvero qualcosa. Beh, molto più di "qualcosa".
Inuyasha si fermò di fronte l'ingresso di un grattacielo e le sorrise.
"Com'è bello..", si trovò nuovamente a pensare arrossendo. Avrebbe mai finito di farle questo effetto?
-Vieni- la incalzò lui, riafferrando la sua mano.
Entrarono nella hall ed il ragazzo la condusse poi in uno degli ascensori.
-Ma Inuyasha, non c'è più nessuno qui- constatò, notando che tutte le persone stavano uscendo.
Il ragazzo ghignò.
-Gli uffici stanno chiudendo, saremo soli-
Diventò rossa in un nano secondo, mentre le porte dell'ascensore si chiudevano, ed osservò il contatore dei piani iniziare a salire un pò troppo lentamente per i suoi gusti.
1....2....3....4....
Deglutì. Ma perchè finiva sempre in quelle situazioni imbarazzanti. L'abitacolo le sembrava talmente stretto. Solo loro due dentro due metri quadri di spazio. Era solo una sensazione o si soffocava dal caldo?
Due forti braccia l'avvolsero, facendola sussultare, mentre una vampata di calore le fece schizzare il cuore in orbita.
9...10...11...12...13...
-I-Inuyasha...- balbettò.
Con il viso appoggiato al suo petto poteva sentire il cuore del ragazzo. Si stupì nel sentirlo battere così veloce. Forse anche lui provava... quello che provava lei, in quell'istante? Quella confusione totale, mista ad un folle desiderio di sentirti persa... completamente persa in lui, in quegli occhi neri come la notte che ora...si stavano avvicinando.
19...20...21...22...23...24...
Un centimetro, forse due. Tutto il suo mondo si trovava a millimetri di distanza.
"Ti prego, baciami..", pensò, ormai in preda a quelle emozioni che la stavano inghiottendo.
Poteva esplodere una bomba atomica, poteva abbattersi un uragano, non gliene sarebbe importato niente.
Voleva Inuyasha. Voleva sentire il suo sapore, il suo profumo. Voleva scoprire cosa fosse il calore di un bacio dato all'uomo che amava.
35...36....37...38...39...
Le mani di Inuyasha la strinsero più forte a lui; il suo corpo aderiva contro il suo petto, su cui posò una mano, mentre l'altra istintivamente finì dietro il suo capo per dargli l'ultima spinta per quel bacio che non arrivava.
40....41....42....43....44...
Le loro labbra si sfiorarono e fu come se una scossa elettrica li attraversasse, facendoli sussultare.
50.....DIIIN.
Le porte dell'ascensore si aprirono ma rimasero fermi ad osservarsi.
Le labbra a malapena si toccavano, le mani immobili dove si trovavano.
Si udiva solo il suono del loro respiro irregolare.
Inuyasha si scostò appoggiando la fronte alla sua.
Le parve di sentire un'imprecazione sussurrata, ma pronunciata troppo sommessamente per capire esattamente cosa avesse detto. Quanto a lei... in quel momento si sarebbe potuta sciogliere, tanto era il calore che sentiva in corpo.
-Andiamo, Kagome, o ci perderemo lo spettacolo-
La voce del ragazzo, che si era ormai spostato la risvegliò, e come un automa lo seguì.
 
Quando arrivarono sulla terrazza, Inuyasha ringraziò l'aria fresca che sferzava il suo viso.
Stava per morire di crepacuore la dentro.
"Dio, devo essere impazzito"
Aveva perso completamente la testa. Non appena le porte dell'ascensore si erano chiuse, l'unico messaggio che il suo cervello era stato in grado di mandare era di baciarla.
E ci era andato vicino... dannatamente vicino. Le loro labbra si erano sfiorate a mala pena... e santissimi Kami, se quello era l'effetto che gli faceva un contatto così minimo, cosa avrebbe provato quando...
-Che meraviglia, Inuyasha!- disse Kagome, osservando con occhi spalancati dallo stupore la vista da lassù.
Il tramonto era iniziato, e lo spettacolo era unico.
Sotto di loro si estendeva tutta Tokyo, mentre il cielo si colorava di decine di tonalità di giallo, arancione e rosso.
Non disse nulla, limitandosi ad osservarla mentre ammaliata guardava la città, ed i raggi del sole giocavano col suo volto rendendola, ai suoi occhi, bella come un angelo.
Si volse anche lui, ed insieme attesero che il sole calasse completamente, sino a quando si intravidero le prime stelle.
-Ti piace Kagome?-
Lei annuì, con l'espressione di una bambina che aveva di fronte il paese dei balocchi.
-E' incredibile, davvero-
-Questo è il grattacielo dove ha sede la mia società- ammise con orgoglio.
-Cosa?!- disse la ragazza incredula. -Davvero?-
Lui fece segno di sì con la testa.
-Ci tenevo a portarti qui. E poi la vista è fantastica- disse scrollando le spalle.
-Grazie Inuyasha- sussurrò lei.
Ricambiò quel sorriso.
-Di niente, ragazzina-
Kagome sbuffò.
-Che fai, ricominci?-
Scoppiò a ridere.
-Andiamo, è ora di cena. Ti porto a mangiare un boccone-
 
La ragazza sospirò, poi lo seguì di nuovo nell'ascensore.
L'imbarazzo per quanto accaduto prima, questa volta, li tenne a debita distanza, e nessuno dei due fiatò sin quando le porte non si riaprirono al piano terra.
Inuyasha la accompagnò in una pizzeria lì vicino, dove vi era ancora qualche tavolo libero, e presero posto. Il cameriere portò loro i menù.
-Uhm... non so proprio cosa scegliere. Tu vieni spesso qui, Inuyasha?- chiese lei.
-Sì, e la pizza è fantastica. Se sei in dubbio, prendi una margherita e non sbaglierai mai-
Lei sorrise ringraziandolo.
-Allora vada per la margherita!-
Il cameriere tornò e prese le ordinazioni: una margherita, una wurstel e patatine e due coca cola medie.
-Kagome....- esordì Inuyasha guardando fuori dalla vetrina del ristorante - ricordi la proposta di lavoro che mi è stata fatta?-
La ragazza si irrigidì immediatamente.
-S-Sì... la tua occasione.. di andare a New York per espandere il tuo marchio all'estero-
Inuyasha annuì.
-Beh, ho preso la mia decisione-
Kagome guardò il piatto, stringendo le mani a pugno sulle ginocchia.
-Capisco- sussurrò.
Il ragazzo alzò un sopracciglio.
-E che cosa hai capito? Non ti ho ancora detto la mia scelta-
-Beh, non c'è bisogno che tu lo faccia. E' ovvio che accetterai. E' un'occasione unica ed irripetibile, saresti un'idiota a non approfittarne- disse con voce più acuta di quanto avesse voluto, ma tremolante invece che decisa.
-Allora sono un idiota- commentò lui, facendo spallucce.
Kagome sbattè le palpebre più volte, osservandolo scandalizzata.
-Come?-
-Sei diventata sorda? Ho detto che sono un idiota- ripetè con voce più irosa.
La ragazza restò qualche secondo in silenzio, cercando di capire se avesse ben inteso il senso delle sue parole. Poi finalmente trovò la forza per dare voce ai suoi pensieri.
-Hai rifiutato?- chiese in un bisbiglio.
Inuyasha si passò le mani dietro la nuca intrecciandole.
-Mi pare ovvio, stupida. Preferivi forse che me ne andassi per un anno lasciandoti qui ad aspettarmi? O forse, non hai atteso abbastanza il momento in cui noi due potessimo stare insieme?- concluse la frase con un ghigno.
Kagome arrossì e fissò il piatto, mentre gli occhi le si inumidirono.
-Sei uno stupido- mormorò.
-Ma davvero? Io ti dico che non parto e tu mi dai dello stupido! Ingrata ragazzina!-
-Scemo!-
-Acida!-
-A cuccia!- replicò d'istinto. Ma quando si rese conto che il consueto tonfo non arrivò, alzò lo sguardo e si trovò a fissare due occhi neri che la guardavano ironici.
Gonfiò le guance e si voltò di lato offesa, incrociando le braccia.
Sentì Inuyasha ridere piano, e nell'udire quel suono, complice la situazione ridicola, non potè che lasciar scemare via l'imbarazzo e la rabbia ed unirsi anche lei nella risata.
Infondo anche quei bisticci inutili le erano mancati quanto lui.
 
-Beh, eccoci qui- disse Kagome, fermandosi di fronte il portone della palazzina.
-Già- rispose lui, osservandola di sbieco.
La vide torturarsi un labbro, e guardare per terra, come se attendesse qualcosa.
-Kagome.... ecco... se ti va possiamo vederci... anche domani- azzardò.
La ragazza annuì, illuminandosi e lui le sorrise di rimando.
-Ok, allora a domani, Kagome-
Fece per voltarsi quando vide gli occhi della ragazza spegnersi all'improvviso.
"Ma che cos'ha ora, quella dannata?"
Perchè doveva sempre mandarlo così in confusione?
-A domani, Inuyasha- sussurrò, poi senza attendere oltre gli sbattè il portone in faccia e corse via.
-Ma che ..!?-
Cosa cavolo aveva adesso?  In cosa aveva sbagliato? Insomma, avevano passato una bella giornata, l'aveva portata sul grattacielo a vedere il tramonto, erano andati a cena... perchè mai era così.. non trovava il termine... forse...delusa?  Ma da cosa, santissimi Kami! Si era persino controllato in certi momenti in cui qualsiasi uomo ne avrebbe approfittato, come nell'ascensore o sulla terrazza. Sarebbe stato perfetto, romantico... ed invece si era fermato per non forzare la mano.
Un pensiero fugace e proibito si infiltrò nella sua mente.
E se invece lei.... desiderasse che lo facesse? 
"Dannazione!"
Gli venne in mente la voce di Miroku che lo minacciava di strozzarlo se non avesse sistemato le cose con Kagome oggi stesso.
Sbuffò spazientito e guardò in alto. Al secondo piano, la camera di Kagome si era illuminata, segno che era appena entrata. Osservò il tubo della grondaia che saliva e passava proprio affianco alla finestra.
Si diede mentalmente dell'idiota mentre iniziò ad avvicinarsi al muro.
"Perchè diavolo mi vengono certe idee, non sono più un mezzo demone, maledizione!...Se non ci resto secco oggi...."
 
Kagome entrò in camera e si appoggiò con la schiena alla porta.
Kami, era stata una giornata intensa. Meravigliosa, sì. Eppure....
C'era quella nota stonata, nella sua mente, che la imbarazzava terribilmente.
Si nascose il viso con le mani, arrossendo. Cavolo, ma perchè non l'aveva baciata? Forse non lo desiderava quanto lei? Già, perchè lei si era resa conto di desiderare davvero Inuyasha... e la cosa la spaventava come non mai.
Cosa c'era di male nel provare desiderio per la persona che si amava? Nulla! Insomma, per esempio, sapeva per certo che Sango e Miroku avessero rapporti di un "certo tipo". E non lo reputava affatto strano! Si amavano, si desideravano e facevano l'amore. Punto. Nulla di più normale di ciò che accade tra due persone che si vogliono bene.
Eppure immaginare se stessa con Inuyasha, anche solo baciarlo, gli sembrava così... assurdo! Fuori da ogni logica! E questo perchè la vecchia Kagome era solo una ragazzina quando aveva incontrato il mezzo demone, certe pulsioni erano ancora quasi completamente nascoste. Il massimo che si era pensata ad immaginare era un bacio. Ma ora.... voleva baciarlo, per la miseria, ma sentiva anche un'altro desiderio, e molto più "da donna", più maturo. Lei voleva essere sua. Voleva essere parte di lui. Quando lo aveva vicino ogni suo senso partiva in orbita: lo guardava e gli pareva un Dio da quanto lo trovasse bello, il suo profumo la paralizzava, la sua voce la stregava e quando lo toccava, santi Kami...! I pensieri partivano a razzo su lidi a luci rosse. Ma lui.. niente, nisba! Si tirava indietro! Quasi si sentiva una pervertita.
Come diavolo aveva fatto a passare da "20 anni vergine" a "20 anni ed assatanata"?!
Scosse la testa con forza e si tolse i vestiti, indossando una leggera vestaglia trasparente, che usava in queste prime serate calde di primavera.
Si voltò per spegnere la luce e mettersi a letto quando...
Toc-Toc
Sussultò voltandosi verso la fonte di quel rumore: la finestra. E quando mise a fuoco la scena, gli occhi li uscirono fuori dalle orbite mentre soffocò un urlo tra i denti.
Si fiondò alla finestra aprendola.
-Ma come cavolo ti salta in mente, sei impazzito?!- chiese quasi urlando.
La mano del ragazzo si posò sulla sua bocca tappandogliela.
-Cretina! Non urlare, o vuoi farmi scoprire da tutto il palazzo? Fammi entrare!- rispose Inuyasha, mezzo penzolante dalla finestra.
 
Il ragazzo entrò con un agile balzo e posò gli occhi su Kagome.
Stava per partire con una serie di imprecazioni contro la ragazza, quando il respiro gli si bloccò in gola.
Ma cos'era una persecuzione? I Kami stavano cercando di mettere alla prova la sua forza nel resistere alle tentazioni? Non poteva essere altrimenti, visto che si trovava di fronte la donna che amava, con indosso una vestaglia semi trasparente che non lasciava nulla all'immaginazione. Dietro la veste, si intravedeva chiaramente un reggiseno bianco contenere i suoi seni perfetti e sodi, la pancia piatta, due gambe snelle mozzafiato ed un paio di mutandine anch'esse bianche.
Deglutì, facendo violenza su stesso per spostare gli occhi sul viso di Kagome.
-Si può sapere cosa fai qui?- chiese lei, adirata. -Ti è andato di volta il cervello ad arrampicarti sin quassù? Potevi romperti l'osso del collo!-
-Tsk! Quante storie, lo facevo sempre quando ero un mezzo demone, e non mi pare che ne avessi da ridire- replicò secco.
-Allora avevi i tuoi poteri da mezzo demone, ora sei un semplice umano, testa di rapa! Potevi farti male sul serio!- continuò lei.
Stava iniziando ad innervosirsi. Si era quasi ammazzato per dirle qualcosa di importante, e lei era partita in una spatafiata senza freni.
-Kagome...- provò a interromperla.
-E poi? Avrei dovuto soccorrerti pregando Dio che tu fossi tutto intero-
-Kagome...- riprovò, mentre la voce diventava un ringhio sommesso, mentre il piede destro iniziò a tamburellare per terra.
-Te lo saresti meritato! Scemo come sei... sì, sei un cretino che non usa mai il cervello-
Forse fu la voce di Kagome che non la piantava con quella storia melodrammatica su una sua possibile morte, o forse fu che non ne poteva più di aspettare, o forse fu il suo ex lato demoniaco che emerse.
Ma si gettò su Kagome, facendola cadere indietro sul letto, bloccandola per le spalle con le sue mani.
-Vuoi star zitta una buona volta ed ascoltarmi, dannazione!- sbottò a pochi centimetri dal suo volto.
Vide la ragazza ammutolire e sgranare gli occhi, colmi di stupore.
-Scu-scusa Inuyasha.... mi ero solo... preoccupata.. per te- balbettò arrossendo.
Eccola di nuovo, la sua Kagome. La solita piccola, innocente creatura, completamente inconsapevole della sua bellezza.
-Tu ti preoccupi sempre troppo e per sciocchezze- bisbigliò ad un fiato dalle sue labbra.
La vide imporporarsi ed agitarsi di nuovo, cercando di sottrarsi alla sua presa, che non mancò di stringere per evitare potesse sottrarsi alla posizione.
-Non sono affatto sciocchezze, io ci tengo alla tua incolumità, razza di scemo!- rispose secca, ma ancora con quelle splendide gote color pesca.
Rise, semplicemente. Cos'altro doveva fare? Era salito sin lassù per trovare un modo, uno qualsiasi, per suggellare quel maledetto risveglio delle loro anime in modo chiaro, e non era ancora riuscito a spiccicare mezza parola. Quella donna era in grado di mandare a monte i piani di qualsiasi essere vivente.
-Se solo stessi zitta per cinque minuti forse riuscirei a dirti ciò che devo- sussurrò piano.
Ma quanto la guardò negli occhi ogni parola sembrò superflua, perdendosi in essi.
Il suo cervello comandò il movimento prima che la sua mente potesse impedirglielo. Annullò la distanza tra le loro labbra e finalmente si incontrarono. Un contatto, semplice, casto, puro.
Il paradiso. Si, doveva essere così. Il sapore di Kagome era qualcosa di incredibile, quanto la morbidezza delle sue labbra. Si gusto per un lungo istante quel contatto, dolce come il miele, mentre avvertì un sospiro fuggire dalle labbra della ragazza.
Con riluttanza, si staccò per osservarla e la trovò con gli occhi sgranati, colmi di sorpresa.
"Dannazione! Mi sta guardando come se.... sono un idiota!"
Fece per allontanarsi quando sentì le mani di Kagome trattenerlo per la maglietta.
Nello stesso istante udì un singhiozzo.
-Ka-Kagome... perchè piangi? Io.. mi dispiace, ho agito di impulso...non avrei-
-Inuyasha... stupido... non piango perchè sono arrabbiata... sono solo... felice...temevo...temevo che tu non... volessi baciarmi- bisbigliò, stringendo più forte la presa sulla maglietta, attirandolo verso di lei.
-Tu pensavi che io... non volessi baciarti? Kagome... hai idea di cosa...di cosa mi si agita dentro quando tu... mi sei così vicino?- chiese col cuore in gola.
Sentì la ragazza muovere la testa in senso negativo.
Sospirò, e le fece alzare il viso per poterla guardare.
Quando i loro occhi si incontrarono nuovamente credette di morire. Gli occhi di Kagome brillavano come il cielo notturno, vi leggeva dentro amore. Nient'altro che amore, e persino lui, che era restio in questo argomento, poteva cogliere perfettamente quel sentimento.
-Kagome io...puoi stare tranquilla che io..tu... insomma sei... bellissima- concluse arrossendo.
Seguì un attimo di silenzio, dove lei lo osservò. Poi i suoi occhi si inumidirono e la sentì sussurrare.
-Ti amo-
Il cuore battè un tonfo nel petto. Forse aveva capito male.
-Cosa.. cosa hai detto?-
Lei avvampò, nascondendo il viso nel suo petto, abbracciandolo.
-Ho ...ho detto che... ti amo, Inuyasha- ripetè, con la voce rotta dalla commozione.
Con un grugnito la sdraiò sotto di lui, affondando il visto nell'incavo del suo collo, assaporando il profumo dei suoi capelli e della sua pelle così vicina.
-Kagome ... sai che non sono bravo con i sentimenti. Sono cambiate molte cose in questa vita, tranne una. Sono sempre.. restio nel dire a parole.. quello che ho dentro. Non so se riuscirò mai a ripetere.. a dire ciò che tu ora hai confessato a me con tanta spontaneità. Ma so per certo, che non sono rinato dopo seicento anni se non avessi voluto riavere con me, con tutto me stesso, l'altra metà del mio cuore-
Dopo che Inuyasha disse quelle parole, pensò che se anche ora fosse morta non le sarebbe importato. Quello del ragazzo, non era un ti amo, era probabilmente mille volte di più. Lui, Inuyasha, si era esposto a dire qualcosa che mai si sarebbe aspettata di udire.
Alzò una mano e gli accarezzò il volto. Lui di istinto si alzò, riportandosi sopra di lei, e si guardarono negli occhi.
Amore. In quelle pozze scure, nere, profonde come gli abissi, poteva finalmente leggere l'amore che provava per lei.
Una lacrima scese dai suoi occhi, che lui non lasciò cadere, frenandola con un dito.
Rimasero qualche secondo a scrutarsi, come a voler recuperare vite intere perdute, poi finalmente la bocca di Inuyasha tornò a cercare la sua.
Un brivido le attraversò la schiena, quando le labbra del ragazzo trovarono le sue, carezzandole dolcemente, lentamente, come a non volersi perdere nemmeno un istante di quel momento.
Quando la lingua di Inuyasha, accarezzò il suo labbro inferiore, istintivamente schiuse la bocca permettendogli di incontrare la sua, e dolcemente si cercarono, si trovarono, mentre il respiro diventava pian piano irregolare.
La mano calda di Inuyasha, scese ad accarezzarle le braccia, il ventre, provocandogli brividi sconosciuti, sensazioni mai provate, ma che le innescavano il fuoco nelle vene.
La mano salì, lenta, sino a sfiorarle il seno, ed istintivamente tremò per quel contatto inaspettato, sussultando.
Inuyasha si fermò di colpo, rendendosi conto di stare varcando il confine.
-Scusa, Kagome, io...è meglio che vada...- affermò deciso, allontanandosi da lei.
Ma la ragazza lo trattenne, sostenendo il suo sguardo con fermezza.
-Non voglio che tu te ne vada- bisbigliò timida.
Il ragazzo arrossì.
-Ka-Kagome .. non posso rimanerti accanto in questo stato... io...- balbettò distogliendo lo sguardo.
-Io... non voglio che tu... ti trattenga... e-ecco io.. vorrei... fare l'amore con.. con te...se tu.. lo vuoi...- mormorò.
Dopo aver pronunciato quelle parole si nascose il viso nelle mani, iniziando a scuotere la testa.
-Oddio, scusa scusa, cancella quello che ho detto, sono una stupida, io..!-
Le braccia forti di Inuyasha, la strinsero al suo petto, mentre le sue labbra fecero tacere le sue parole sconclusionate.
-Stupida! Kagome... tu non hai idea di quanto io desidero... che tu mi appartenga... ma non voglio spaventarti... non voglio metterti fretta... Posso aspettare-
Per tutta risposta lei lo strinse a sè ancora più forte.
-Non potrei mai avere paura di te, Inuyasha. Io mi fido di te- dopo aver pronunciato quelle parole, lo fissò dritto nelle iridi scure.
Le loro labbra si riunirono di nuovo, questa volta decise a voler sfogare ogni desiderio sedato in quel bacio.
Amore, lontananza, dolore, passione. In ogni bacio era racchiuso un sentimento che per troppo tempo era rimasto imprigionato nei loro cuori.
Con pazienza, Inuyasha tolse la veste di Kagome ed ammirò il suo corpo, beandosi di tanta bellezza.
La ragazza arrossì, facendo cenno di volersi coprire con la coperta, ma Inuyasha bloccò quel gesto. La sua mano si posò sul suo collo, e lentamente scese ad accarezzarle le spalle, l'incavo dei seni, poi più giù verso l'ombelico.
Si protese su di lei e con la bocca le bacio il mento, poi scese piano, prima sul collo, alternando baci a piccoli morsi, mentre il respiro di Kagome si fece accelerato, poi si fermò vicino ai seni.
-Kagome..?- mormorò, in una muta richiesta.
Lei annuì, con le gote in fiamme, ed in pochi secondi il reggiseno finì dall'altro capo del letto.
Il ragazzo rimase per un istante ammaliato da quella visione, poi le sorrise rassicurandola.
Tornò a darle dei piccoli baci nella pelle intorno al seno, e finalmente la sua bocca si chiuse su un capezzolo, facendo gemere Kagome di piacere, che strinse nei pugni le lenzuola, inarcando la schiena per approfondire quel contatto.
Quel suono fu una dolce agonia per Inuyasha, che sentì chiaramente il suo membro pulsare.
Si sentiva impazzire, la desiderava con ogni fibra del suo essere, ma non voleva spaventarla nè metterle fretta. Voleva si adattasse pian piano a quelle sensazioni e le accettasse ad una ad una prima di arrivare al momento finale.
Dal seno fece partire una scia di baci, scendendo verso l'ultimo indumento, mentre con la mano iniziò ad accarezzare la pelle intorno alle mutandine, sino ad insinuare un dito ed iniziando a sfilargliele lentamente.
-Kagome?- chiese nuovamente, con voce roca, dandole ancora la possibilità di fermarsi.
Ma lei lo guardò ancora sorridendo, e con il respiro accelerato pronunciò un altro "sì".
Le mutandine scivolarono via e lui si mise sulle ginocchia ammirandola in tutta la sua nudità.
Voleva dirle quanto fosse bella, ma le parole le morirono in gola e dalla sua bocca uscì solo un sospiro.
-Dio, Kagome...-
Lei gli sorrise nuovamente, e capì che aveva compreso quello che gli si agitava dentro.
Rendendosi conto di essere ancora vestito, con agilità di spogliò liberandosi degli indumenti e si posizionò sopra Kagome, che lo guardava come fosse una visione celestiale. Ciò lo riempì di orgoglio, oltre che contribuì ad annebbiargli ulteriormente i sensi.
Mio dio, cosa ci poteva essere di più bello? Pelle contro pelle, Lui e Lei, finalmente abbracciati, pronti a donarsi l'un l'altro.
Un gemito sfuggì al suo controllo quando Kagome si mosse leggermente sotto di lui, strusciandosi.
-Ehi, hai intenzione di sedurmi, ragazzina?- mormorò rauco.
Kagome arrossì.
-Ti.. ti piace?- chiese intimorita.
-Tutto ciò che fai, Kagome, non può che piacermi- rispose, tornando ad impossessarsi delle sue labbra.
Con la mano scese lentamente, accarezzandole prima la pancia, poi più giù, sino a raggiungere la sua intimità.
La sentì irrigidirsi per un istante, e poi rilassarsi sotto il tuo tocco. Udì dei piccoli gemiti dalle sue labbra, che lo mandarono dritto all'inferno dei sensi. Inserì un dito nella sua intimità, e la sentì spingere contro la sua mano istintivamente. Era pronta, pronta per lui, per unirsi finalmente con ogni fibra del suo essere e diventare una cosa sola.
Si posizionò tra le sue gambe, portando il suo membro all'altezza della sua piccola apertura.
-Kagome?- chiese un'ultima volta. Poi non ci sarebbe più stato alcun punto per tornare indietro.
Lei sorrise ancora, e gli carezzo il volto, poi il petto, ripetendo quel lieve struscio sul suo corpo, che gli fece stringere i pugni dal piacere.
Si chinò su di lei, insinuando la lingua nella sua bocca, travolgendola in un bacio pieno di promesse.
Con una lieve spinta entrò in lei, gemendo sulle sue labbra dal piacere immenso che lo colse, sentendola così stretta ma umida, pronta ad accoglierlo.
La sentì irrigidirsi per un istante, ed aspettò che lei gli facesse comprendere di voler continuare.
Dopo qualche istante Kagome gli posò un bacio sulla spalla e mosse il bacino.
-Kagome- mormorò roco, iniziando di nuovo ad immergersi in lei.
-Inuyasha- sussurrò stringendolo a sè, perdendosi in quel piacere immenso che lui le stava donando.
Per minuti nella stanza si udirono solo sussurri di due amanti innamorati, che si stavano regalando l'uno con l'altro corpo e anima.
-Sei mia- ringhiò Inuyasha, affondando con una spinta più forte nella sua intimità, facendola sussultare dal piacere intenso, mentre con le unghie gli artigliò la schiena.
Poi con un ultimo gemito, Inuyasha venne in lei, trascinando con sè Kagome nel paradiso dei sensi.
Rimasero per lunghi istanti abbracciati senza che nessuno dei due riuscisse a dire nulla.
-Inuyasha?- bisbigliò Kagome.
-Mh?- mormorò lui, mettendosi di lato e stringendola a sè.
-Sei pentito?-
Una risata roca si propagò per la stanza.
Kagome gli diede un piccolo pugno sul petto.
-Non prendermi in giro stupido! Insomma.. io.. per me era la prima volta.. non so sè sono stata... all'altezza..-
-Scema. Non dire sciocchezze- borbottò, posandole un bacio sulla fronte.
Lei sospirò accoccolandosi meglio tra le sue braccia.
-Come mai sospiri?- le chiese.
Lei rise sommessamente.
-Come un tempo non ti sfugge mai nulla- commentò, posando una mano sul suo petto nudo e facendogli una lieve carezza. -Era un sospiro di felicità Inuyasha. Non avrei mai creduto di... beh... poter avere ...te.. un giorno- concluse arrossendo.
Lui le sorrise, posandole un bacio sul naso.
-Adesso mi hai. Ed io ho te- disse semplicemente. Poi il suo sguardo iniziò a brillare di malizia -Piuttosto....- cominciò, facendola ruotare e posizionandosi nuovamente sopra di lei.- Sei pronta?-
Kagome lo guardò interrogativamente.
-Per cosa?- chiese stupita da quel cambio repentino di argomento.
Inuyasha alzò un sopracciglio.
-Ma bisogna sempre spiegarti tutto, donna? A passare il resto della tua vita con me, mi pare ovvio-



***
Eccomi! Che dire.... Dato il capitolo la storia è passata a rating arancio. Mi sono lanciata in questa parte osè...Vi prego di perdonarmi se il capitolo non vi è piaciuto. Non ho mai descritto scene d'amore così.. è la prima volta quindi se ha fatto schifo, ditemelo che provvederò a toglierle la parte sostituiendo con una frase che faccia capire che i due fanno l'amore ^^'' Sono imbarazzatissima!^^' Insomma, spero di non avervi deluso, di aver mantenuto i personaggi nel loro contesto e con il loro carattere, facendoli unire in un modo che non fosse troppo sdolcinato, esagerato o simile. Spero di aver reso i loro sentimenti ed emozoni, di due ragazzi che sono ormai adulti e provano sentimenti intensi e maturi rispetto quelli di due adolescenti.
Il prossimo capitolo sarà l'epilogo. Premetto che non so dirvi bene quando lo posterò perchè purtroppo da questo pomeriggio verrò ricoverata in ospedale per dei controlli. E quando tornerò a casa... spero.. provvederò a scrivere il prima possibile.
Nel frattempo.. grazie di cuore a tutte per il vostro sostegno, i vosti commenti meravigliosi e a tutti i nuovi che hanno inserito la storia tra le preferite e le seguite. GRAZIE.

A presto! Manu

 
 
 

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Capitolo 20
*** EPILOGO ***


Cosa dire. L'ultimo capitolo e la fine di questa fanfiction. La mia creatura, la mia bambina. Ammetto di essermi commossa mentre scrivevo le ultime righe.
Questo è il finale che ho sempre voluto dare.Spero che quando lo leggere ne coglierete il senso.
Quanto a voi che dirvi... GRAZIE... grazie di cuore ad ognuno di voi che ha commentato, a chi mi ha scritto, a chi mi ha supportato, a chi ha aggiunto la storia tra le preferite e le seguite... grazie di cuore.
Non sarei arrivata alla fine senza il vostro affetto.
Spero di non deludere le vostre aspettative con questo finale.
Spero di leggere taaaaaanti vostri commenti, sopratutto da chi non l'ha mai fatto. Fatemi sapere cosa ne pensato ora che questa storia giunge alla sua conclusione.
Ancora grazie a tutti! Se volete aggiungermi su Facebook per fare due chiacchiere o qualsiasi altra cosa, ovviamente sono disponibile! Mandatemi un messaggio :)
Vi abbraccio tutti di cuore. Manu!




EPILOGO



Epoca Sengoku
 
Sesshomaru guardò la tomba di Inuyasha senza lasciar trapelare la minima emozione.
Erano passati cento anni dalla sua morte. Aveva visto spegnersi tutti i compagni di viaggio del fratello ed ora vi erano i loro figli a proteggere il villaggio. Il luogo in cui riposava Inuyasha era diventato un posto di preghiera e sacro, in memoria del mezzo demone che aveva per anni protetto la gente del posto dai demoni.
Anche Rin se ne era andata. L'aveva osservata crescere ed unirsi ad un compagno. Ricordava i sentimenti discordanti che l'avevano attraversato in quel periodo. All'inizio il desiderio di affondare gli artigli nella carne dell'umano era stato quasi un istinto irrefrenabile.  Non aveva compreso quale fosse l' impulso che gli aveva invaso l'animo, assomigliava molto a quella che gli essere umani chiamano "gelosia". Poi, però, aveva visto il sorriso sul volto della ragazza ed aveva sfogato il suo istinto su qualche sciocco demone che aveva incrociato sulla sua strada.
In quei giorni aveva avuto modo di riflettere e si era sentito terribilmente vulnerabile. Ma lui era Sesshomaru, il principe dei demoni, e non era plausibile che si sentisse tale. Aveva perciò cacciato via quei pensieri con rabbia.
-Sesshomaru-sama, va tutto bene?-
La voce di Jaken, il suo servitore, lo distolse dai suoi pensieri.
Non rispose continuando a fissare la tomba di Inuyasha.
"Simili"
Non aveva mai creduto di poter utilizzare quella parola per paragonarsi a quello sciocco mezzo demone ed a suo padre. Eppure... inutile negarlo. Aveva odiato Inuyasha per la sua fragilità ed il suo sangue impuro, aveva ripudiato suo padre per essersi legato ad una donna umana. Ma lui stesso si era legato ad una bambina... L' aveva amata come un padre, protetta con ogni suo mezzo, e non senza fatica aveva dovuto dar ragione ad Inuyasha, alle parole che gli disse quel giorno, mentre stava morendo.
Lui voleva bene a Rin.
-Tsk-
Un ghigno di scherno apparve sul suo volto, mentre la sua mano stringeva  convulsamente la presa su Tessaiga.
Aveva usato la spada si e no tre volte in cento anni. Ed ogni volta che la sfoderava si sentiva opprimente l'ombra di suo fratello.
"Sensi di colpa?", si chiese.
No, lui non provava questo genere di sentimenti. Forse era l'aver capito in una minima parte quanto Inuyasha aveva provato per Kagome a farlo sentire così. L'aveva deriso, disprezzato per l'amore che aveva legato suo fratello alla ragazza. Invece, oggi, si trovava ad aver compreso parte di quel sentimento ed il dolore della perdita dopo la scomparsa di Rin.
-Sono pronto, padrone- disse Jaken.
-Procedi- rispose gelidamente.
Dopo un breve rituale, un enorme squarcio nel cielo si aprì innanzi a loro. Con agile balzo Sesshomaru entrò nel portale spalancato assieme a Jaken. Volarono per qualche minuto nel cielo azzurro, per poi atterrare delicatamente tra le ossa che riempivano quel mondo.
Quelle ossa le conosceva bene. La tomba di suo padre.
Entrò con l'eleganza che lo rappresentava tra le fauci dello scheletro.
"Padre"
Arrivò di fronte la roccia in cui era stata estratta precedentemente Tessaiga e la osservò.
Ci aveva messo parecchio a trovare qualcuno in grado di riaprire momentaneamente il portale per condurlo al regno dei morti, ma ce l'aveva fatta.
Quei maledetti sentimenti che erano nati nel suo animo l'avevano spinto a fare questo gesto, per quanto al di fuori della sua consuetudine e della sua gelida padronanza delle emozioni.
Estrasse Tessaiga e la riposizionò nella sua culla originaria.
-Sesshomaru-sama, non capisco perchè volete liberarvi di Tessaiga ora che finalmente è nelle vostre mani- brontolò Jaken.
-Sta zitto, Jaken, o ti lascio marcire in questo luogo- rispose secco.
Il servitore si irrigidì e piagnucolò delle scuse.
"Con questo Inuyasha, siamo pari"
Si voltò ed uscì dalla tomba, per poi iniziare a volare, mentre Jaken si aggrappava saldamente alla sua coda, raggiungendo nuovamente il portale che l'avrebbe ricondotto nel regno mortale.
Prima di oltrepassare per l'ultima volta la porta tra i due mondi si voltò per un istante. I suoi occhi che esprimevano una malinconia mai raccontata.
"Padre... ora io ti comprendo"
 
Anno 2082.
 
Kagome affacciata al balcone della sua nuova casa osservava il cielo azzurro di quella calda giornata estiva.
Molte cose erano cambiate da quando aveva incontrato Inuyasha. Dopo aver riacquistato i loro ricordi avevano iniziato a frequentarsi, a raccontarsi le loro vite, ad uscire come una comune coppia.
La felicità aveva invaso il suo cuore. Il ragazzo si era dimostrato premuroso ed in molte occasioni dolce al di fuori delle aspettative, seppur preservasse il suo carattere spesso scontroso ed irascibile.
Con sommo stupore e sollievo, in questa vita i tormenti di Inuyasha legati alla suo passato di mezzo demone non si erano ripresentati. Compresi quelli di Kikyo.
Poi un giorno di due anni prima, dopo aver fatto l'amore l'aveva stretta tra le braccia e nel suo solito stile le aveva chiesto di sposarlo. Non ci aveva pensato due volte nel buttargli le braccia al collo e riempirgli il viso di baci dalla gioia, mormorando un "sì" tra le lacrime.
Sorrise teneramente.
Mentre era presa in queste riflessioni, sentì due forti braccia avvolgerla in un dolce abbraccio ed un bacio posarsi sulla sua guancia.
-Non farà un po' troppo caldo per stare qui fuori?- chiese Inuyasha.
Lei scosse la testa.
-Sto benissimo. Smettila di preoccuparti per nulla- rispose voltandosi nel suo abbraccio e guardando negli occhi il ragazzo.
-Anche l'altro giorno non dovevo preoccuparmi per il tuo bagno relax, ma poi qualcuno mi ha chiamato perchè non riusciva ad uscire dalla vasca... sai mi ricordavi molto una balenottera arenata- disse lui con un sorriso di scherno.
Kagome lo colpì al petto con un pugno.
-Antipatico! Non è colpa mia se questa pancia è cresciuta sino a questo punto! Mi sento un pallone- piagnucolò lei sfiorandosi il ventre gonfio con delicatezza.
Inuyasha rise teneramente e si chinò accarezzandole la pancia.
-Il nostro bambino cresce sano e forte, non è vero piccolo? E poi se assomiglierà al papà sarà sicuramente bellissimo-
Kagome roteò gli occhi.
-Narcisista- commentò ridacchiando.
Inuyasha la strinse tra le sue braccia.
-Credi che manchi molto?-
-Il termine è passato da una settimana. Sta a lui decidere quando venire al mondo-rispose lei.
Il ragazzo sorrise per poi posare le labbra sulle sue.
-Ti amo- sussurrò Kagome.
Inuyasha posò la fronte sulle sua e sospirò di felicità.
-Anche io-
 
Il giorno dopo.
-Kagome spingi!- esortò Inuyasha.
Le doglie erano iniziate da diverse ore ed ormai era giunto il momento culminante del parto.
-Zitto, idiota! A cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia!- urlò la ragazza stringendo i lembi della coperta con forza.
Il ragazzo la guardò tra lo sbigottito ed il disperato.
"Per quale diamine di motivo se la deve prendere con me?!"
-E' tutta colpa tua! Idiota, cretino, stupido!-  continuò lei imprecando contro di lui.
-Ka-Kagome cerca di calmarti. Pensa a far nascere il bambino- provò lui ad esortarla, guadagnandosi l'ennesima occhiata fulminante della moglie.
Un medico lo guardò con comprensione, per poi tornare a concentrarsi su Kagome.
-Coraggio, spinga. Perfetto! Ormai ci siamo, si vede la testa!- esultò l'ostetrica.
La ragazza fece quanto detto e dopo pochi secondi finalmente il piantò del neonato irruppe nella stanza.
 
-Oh, Kagome, è uno splendore- mormorò Sango asciugandosi le lacrime.
-Davvero? Ci ha fatto penare questo piccoletto, non voleva saperne di nascere- disse Kagome guardando l'amica.
-Sei stata bravissima- si complimentò Miroku -Allora, Inuyasha, come ti senti ad essere padre?-
Il ragazzo arrossì.
-B-beh... felice direi- biascicò osservando il bambino.
-Che nome avete scelto infine?- chiese Sango sedendosi accanto all'amica sul letto.
Kagome guardò il piccolo che tentava di aprire gli occhietti.
Un moto di tenerezza le riempì l'anima, mentre gli occhi si inumidirono per l'emozione.
Il bambino alzò leggermente le palpebre e la ragazza sussultò.
"Co-cosa?"
Una luce bianca l'avvolse e si trovò sola nella stanza, con in braccio il figlio.
-Che succede?!-
Il cuore prese a batterle furiosamente nel petto.
-Calmati Kagome, va tutto bene-
"Questa voce...", pensò stupita.
-Sa..Sakimitama?- chiese incerta.
Da una leggera nebbia lo Spirito avanzò verso di lei, nuovamente sotto le vesti della veggente.
-Ci rivediamo Kagome- disse con un sorriso.
-Cosa... perchè sono qui?-
Sakimitama si avvicinò a lei.
-Dovevamo completare il tuo desiderio, non credi?- disse enigmatico.
Kagome lo guardò confusa.
-Non capisco-
Lo spirito sorrise sghembo.
-Ripensa a ciò che hai chiesto quel giorno. Non manca qualcuno, nel tuo presente?-
-Io... ricordo di aver chiesto di rivedere i miei amici ed Inuyasha...- mormorò la ragazza.
-E ci sono tutti?- incalzò ancora Sakimitama.
Kagome guardò il bambino, che ora aveva gli occhi aperti.
"Occhi verdi..."
Sussultò sobbalzando come una molla, la bocca si aprì per lo stupore e fissò lo spirito.
-Non... non è possibile!-
Lui rise.
-Invece lo è. Anche lui era degno di essere ricompensato. Bada però... i Kami hanno deciso di non restituirgli i suoi ricordi, avendo avuto una minor incisione nella vicenda. Ma hanno comunque voluto premiare il suo coraggio ed il suo amore nei vostri confronti-
Kagome non riusciva a parlare.
"Kami -sama....mio figlio..."
-Come ti senti, Kagome?- chiese lui, notando lo shock sul suo volto.
-Io... sono stupita.... ma... felice- concluse mentre un sorriso illuminò il suo volto.
Carezzò il volto del figlio e poi guardò Sakimitama.
-Grazie-
Lo spirito la guardò dolcemente e poi iniziò ad allontanarsi.
-Te ne vai?- domandò lei.
-Questa volta è un addio, Kagome- sentenziò mentre la luce bianca iniziò di nuovo ad illuminarla.
-A-aspetta!- urlò allungando un braccio verso di lui.
 
-Kagome! Kagome! Svegliati-
La voce di Inuyasha la fece sobbalzare. Aprì gli occhi di scatto con un sussulto.
-Dio! Tu mi farai morire di crepacuore prima o poi!- ringhiò abbracciandola di slancio.
-Tesoro che è successo?- chiese Sango preoccupata. -All'improvviso hai chiuso gli occhi e ti sei addormentata. Stavamo per chiamare i dottori-
-Quanto.. quanto tempo ho dormito?- mormorò intontita.
-Circa trenta secondi- rispose Miroku, anche lui osservandola con sguardo preoccupato.
Rimase in silenzio qualche attimo, sentendo il battito frenetico del suo cuore.
Deglutì. Ancora non riusciva a crederci.
-Io... ho visto Sakimitama- disse.
-Che cosa?!- urlarono tutti contemporaneamente.
-Ma perchè? Cosa ti ha detto?- domandò con ansia Inuyasha.
Kagome arrossì, iniziando a balbettare.
"Kami, non ho idea di come la prenderà Inuyasha...", pensò immaginandosi una sua possibile sfuriata.
-E-ecco..credo che più che.. spie-spiegartelo potrò fartelo ve-vedere-
Voltò leggermente il bambino verso il marito, che lo osservò sbattendo le palpebre.
-E cosa dovrei vedere?- chiese Inuyasha.
Kagome lo fulminò.
-Concentrati, stupido! Guarda i suoi occhi!- disse secca.
Inuyasha osservò suo figlio per qualche secondo, notando dei luminosi occhi verdi spiccare sul volto del neonato.
"Dove li ho già visti?", riflettè.
L'immagine di un cucciolo di demone volte si palesò nella sua memoria e fece un salto indietro capendo l'ovvietà.
-Co-cosa?.....Shippo?- chiese guardando Kagome perplesso.
E lei annuì.
Miroku e Sango si guardarono ad occhi sgranati, mentre Inuyasha era rimasto di sale.
-Lo spirito ha detto che anche lui meritava una ricompensa, ma che non riacquisirà i suoi ricordi- spiegò Kagome.
Il marito si avvicinò al piccolo e gli fece una leggera carezza sulla testa. Ricordò il dolore di Shippo sulla sua tomba e l'immagine di lui addormentato su di essa gli riempì il cuore di tristezza... e amore.
-Razza di rompi scatole- mormorò.
La ragazza non percepì alcun astio in quelle parole, ma solo un infinita dolcezza. Gli occhi di Inuyasha brillavano quando si posarono su di lei.
-Così ora ci siamo proprio tutti- disse Inuyasha.
Kagome annuì, mentre l'uomo che amava la stringeva teneramente a sè ed i loro amici li osservavano commossi.
Guardò suo figlio che si era addormentato tra le braccia ed una lacrima scese sul suo viso.
-Sì, ora siamo di nuovo tutti insieme-
 
Anno 2132
Inuyasha guardava le stelle dalla sua terrazza. Accanto a lui Kagome, avvolta nella coperta, stava col naso all'insù con un leggero sorriso sul volto.
Le rughe ormai segnavano i loro volti.
La loro vita era scorsa felice e serena ed era stata più che generosa. Dopo Shippo, avevano avuto un secondo figlio, una femmina: Maya. I loro bambini erano cresciuti sani e di nobili principi che lui e Kagome gli avevano insegnato, per poi diventare a loro volta adulti e genitori, facendo loro il dono di tre nipotini.
Sospirò, avvolgendo in un abbraccio la moglie stanca.
Purtroppo, la malattia che aveva afflitto il cuore di Kagome nella sua precedente vita l'aveva ricolpita, ma per fortuna molto più tardi.
Kagome gli aveva ripetuto nell'ultimo anno decine di volte che se ne sarebbe andata felice e senza alcun rimpianto.
-Lo sai Inuyasha? Dicono che quando un' anima pura muore, essa raggiunge il cielo. Ed in quel momento nasce una nuova stella- disse la voce flebile della moglie
Lui la guardò teneramente.
-Sei ancora la solita romantica- sussurrò lui.
Lei ridacchiò.
-E' un lato di me che non cambierà mai. Lo sai? Ti ho amato tanto Inuyasha, e credo che questo amore me lo porterò con me, ovunque io andrò-
Il cuore gli si strinse, sentendo quelle parole.
-Kagome.... Ovunque tu andrai, io sarò con te- gli disse deciso. Ed era vero. Nulla avrebbe vinto sul loro amore, ne era sicuro. Neanche la morte.
Lei sorrise e tornò a guardare il cielo.
-Ne sono certa- bisbigliò, mentre chiudeva gli occhi. -Guarda... una nuova... stella-
Inuyasha osservò la sua vita scivolare via, come previsto dai medici.
Un singulto gli salì in gola mentre la stringeva a sè, ed una lacrima bagnò il suo volto.
Si apprestò a guardare il cielo e vide una nuova luce brillare.
-E quella, Kagome, è la stella più bella- mormorò posandole un bacio tra i capelli.
Il cuore iniziò a battergli velocemente nel petto ed iniziò a mancargli l'aria.
Una risata di costernazione irruppe tra le lacrime. Si voltò verso la moglie e gli depositò un bacio sulle labbra.
-Arrivo subito, amore mio- sussurrò.
Se avesse detto a Kagome che anche il suo cuore si era ammalato lei l'avrebbe costretto con ogni mezzo ad operarsi e mettere quel maledetto by-pass. Ma dopo aver saputo che sua moglie l'avrebbe presto lasciato aveva tenuto quel segreto chiuso dentro di sè.
Le parole del cardiologo erano state chiare: un'emozione troppo forte può stroncarti.
Ed ora, il dolore che l'aveva invaso, stava vincendo la battaglia contro il suo cuore stanco.
La tachicardia aumentò, mentre una fitta al petto lo fece contorcere.
Si strinse maggiormente alla donna che per lui era tutto, e nell'ultimo istante della sua vita, all'ultimo battito della sua esistenza, sorrise.
Non aveva alcun rimorso o rimpianto.
Se avesse potuto scegliere avrebbe rifatto e rivissuto tutto.
Ogni cosa pur di incontrare ancora lei.
E se avesse potuto esprimere un desiderio l'avrebbe chiesto di nuovo.
Di poterla amare. Di poterla amare ancora. Ancora una volta.
 
 
E l'amore guardò il tempo e rise, perché sapeva di non averne bisogno.
Finse di morire per un giorno, e di rifiorire alla sera, senza leggi da rispettare.
Si addormentò in un angolo di cuore per un tempo che non esisteva.
Fuggì senza allontanarsi, ritornò senza essere partito, il tempo moriva e lui restava.
 
 
FINE
 
 
 

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