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di fandom_are_love
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno: incontro ***
Capitolo 3: *** Capitolo due: conti in sospeso ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre: fine? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nico era stanco. Stanco di soffrire per gli altri, stanco di  affezionarsi a persone che non meritavano il suo affetto.  Nell' ultimo periodo le cose stavano andando fin troppo bene, doveva immaginarlo...eppure faceva di tutto per convincere se stesso che forse, per una volta, la fortuna girava davvero dalla sua parte...
 Dopo il periodo disastroso delle medie, con i bulli che lo tormentavano e suo padre sempre più menofreghista, aveva trovato finalmente un attimo di tranquillità. Certo, inizialmente si era mostrato diffidente a quello sconosciuto dai capelli dorati e gli occhi azzurri, ma dopo un  paio di mesi si erano messi insieme e Nico si era raccontato completamente a lui, parlandogli della morte della sorella e della madre, dei suo litigi con Ade di Angelo e di tutti gli altri problemi( Perchè il quattordicenne di problemi ne aveva, eccome se ne aveva ). Will lo aveva stretto a se e gli aveva detto che non lo avrebbe mai ferito... mai. Poi un giorno era andato a trovarlo e lo aveva trovato davanti all' uscio di casa, a baciare delle labbra che non erano le sue. E lì, in quel preciso istante , Nico si sentì stupido ad essersi fidato per l' ennesima volta della persona sbagliata e sentì il suo cuore rompersi in mille pezzi. Con  la vista appannata dalle lacrime e le ginocchia che tremavano, ebbe solo la forza di gettargli addosso il regalo che aveva comprato per lui (dato che tra qualche giorno sarebbe stato Natale e  che Will gli aveva detto di avere un impegno quel giorno) e scappare via, tappandosi le orecchie per non sentire  le grida del maggiore che lo supplicavano di fermarsi.
I tre giorni successivi il ragazzo non uscì di casa, ignorando le lamentele del padre. Passava le sue giornate al computer o leggendo, uscendo dalla sua camera solo per andare in  bagno o recuperare qualcosa da mangiare.                                                                                                       
Il giorno della viglia però, quando vide che Ade aveva invitato a cena la sua nuova fiamma, Persefone, Nico si costrinse ad uscire. Fece una doccia veloce, indossò un paio di jeans neri, una camicia con il teschio e il suo solito giubotto di pelle ed uscì, senza nessuna aspettativa , convinto che niente avrebbe potuto cambiare il suo umore. 
Mezz'ora dopo era accasciato contro il muro di un abitazione del centro, le mani nelle tasche del giubotto, il corpo solo per metà coperto dalla tettoia dalla pioggia scrosciante e abbondante. Lui amava la pioggia, questo è vero, ma l'ultima cosa che voleva era prendersi l'influenza ora che sua madre non c'era più, costretto a farsi accudire da quell' idiota che non era mai riuscito a chiamare "papà". Quando il temporale sembrò calmarsi un pò, riprese a camminare per le strade illuminate dalla forte luce dei lampioni, diretto verso la sua libreria preferita, l ' unico posto in grado di dargli un pò di pace. Una volta arrivato, il giovane Di Angelo si perse tra gli scaffali, sfogliando, guardando e odorando tutti i libri che incrociava lungo il suo cammino. Uno di essi in particolare attirò la sua attenzione: un libro dalla copertina sui toni del marrone e del verde sulle trecento pagine, posto accanto ad altri due libri dall'aspetto  simile, probabilmente i sui seguiti.  Troppo preso da quel romazo invitante, Nico non si accorse che due occhi, due grandi e bellissimi occhi verdi, lo stavano osservando curiosi, cogliendo ogni dettaglio della sua gracile persona.



Note dell' autrice
Ehilà, dopo anni sono tornata con una nuova storia, viva me ! Spero che il prologo vi abbia incuriosito, non sono responsabile di eventuali errori  dato che non sono proprio nel massimo della forma alle cinque del mattino mentre scrivo al buio, ma dettagli. Beh che dire...fatemi sapere cosa ne pensate mettendo la storia tra le preferite, tra le seguite o magari con una piccola recensione *-*

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Capitolo 2
*** Capitolo uno: incontro ***


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Nico si diede più volte dello stupido per aver dimenticato il portafoglio in casa, ma ormai il danno era fatto. Non poteva tornare indietro, l'abitazione di suo padre era lontana parecchi kilometri e il pulman più vicino sarebbe passato solo opo una mezz'ora, ma sapeva che se avrebbe lasciato lì quel libro probabilmente non lo avrebbe ritrovato la prossima volta. Succedeva sempre così, se un libro non gli interessava ce ne erano moltissime copie, se lo incuriosiva solo una o al massimo due, magari entrambe rovinate,con la copertina strappata o pieni di macchie che qualche coglione con le mani unticcie aveva lasciato.
Dopo altri cinque minuti fermo immobile davanti a quel maledetto scaffale si decise finalmente ad uscire da quel posto che considerava quasi magico, l'espressione di evidente delusione dipinta sul suo volto, le braccia a stringersi più che poteva nel giubotto nero cercando di coprirsi al meglio  dal freddo di quella piovosa giornata di dicembre. 
Camminò per diversi isolati, senza una metà precisa, fermandosi di tanto in tanto ad osservare qualche vetrina decorata a festa. Si sentiva così diverso dalle persone che lo circondavano, così tremendamente solo in mezzo a tutta quella gente che, felice, andava in cerca degli ultimi regali di Natale. Il periodo Natalizio... Nico non sapeva dire se lo odiava o lo amava. Da bambino aspettava con ansia quei giorni: reparava bigliettini, passava ore a guardare il catalogo dei giocattoli per scegliere cosa desiderasse, scriveva la classica letterina... Quando Natale arrivava, poi, non poteva essere più felice. La mattina si alzava prestissimo e andava a svegliare tutti, per poi correre a controllare sotto l'albero e ad aprire i pacchetti colorati con Bianca. Ricordava ancora il profumo dei biscotti appena sfornati e del vischio appeso alle porte che si sentiva una volta entrati in casa Di Angelo, ricordava ancora il sorriso di sua madre mentre decorava la casa. Poi però ci fu quell' incidente, ci fù la morte di Maria e Bianca Di Angelo, e il Ntale era cambiato. Nico era cambiato
 Non si accorse di essere seguito fino a quando non sentì più le gocce di pioggia picchiettargli sulla testa: Un ragazzo, probabilmente sui sedici anni, teneva un piccolo ombrello blu in modo che  fossero coperti entrambi. Aveva i capelli neri e gli occhi di un magnifico verde che a Nico ricordava terribilmente il mare e indossava un semplice paio di jeans, una t-shirt arancione che, essendo bagnata, lasciava intravedere gli addominali appena accennati e una felpa azzurra lasciata aperta. Perfetto, pensò Nico.
"Ciao!"
disse semplicemente, salutandolo come se fossero amici da sempre.
"ci-ci conosciamo?"
Il quattordicenne avrebbe voluto dire qualcosa di più intelligente, magari usando il suo solito sarcasmo, ma era troppo preso ad ammirare l'altro per riflettere.
"no..beh, non ancora" Eccolo che sorrideva ancora "Sono Percy, Percy Jackson"
Ecco, perfino il suo nome era perfetto. Greco, probabilmente. 
"...Nico Di Angelo"
"Ti ho visto in libreria, volevo avvicinarmi ma eri..."
"Mi hai seguito?"
chiese. Un sopracciglio alzato nell' inutile tentativo di sembrare almeno leggermente infastidito.
"...in un certo senso..."
Nico lo vide grattarsi la testa con una mano. Il ragazzo, fino a pochi minuti prima entusiasta, era... imbarazzato?
"arriva al punto, perchè sei qui?"
"oh si, giusto. Ti ho visto in libreria, volevo avvicinarmi ma eri tutto preso da un certo libro, poi mi è sembrato che non potessi prenderlo e te ne sei uscito tutto triste... quindi..."
Non aggiunse altro, semplicemente gli allungò una busta , una busta contenente il libro che lo aveva conquistato.
"Perchè dovresti comprare qualcosa a qualcuno che nemmeno conosci?"
"Perchè non dovrei?"
"..."
"andiamo, prendilo come un regalo di Natale!"
"da uno sconosciuto"
"da uno sconosciuto"
E alla fine si arrese, aveva capito che l'altro non avrebbe ceduto tanto facilmente e in fondo chi era lui per rifiutare un regalo?
"Ha smesso"
"come?"
ecco, si era di nuovo incantato a fissarlo. Ma non era colpa sua, non poteva essere più bello!
"Ha smesso di piovere"
"oh. Peccato. Io amo la pioggia"
"davvero? Io non la sopporto, non si può surfare quando piove"
"...surfare?"
Ritirò mentalmente quello che aveva pensato, poteva eccome.
"si, ho sempre amato il mare.  Che si tratti di nuotare, cavalcare le onde o altro fa lo stesso. E tu, cosa ti piace fare piccoletto ?"
Era strabiliante come, durante un quarto d'ora buono di conversazione, il suo viso non avesse assunto nemmeno una volta un' espressione anche solo leggermente infastidita o triste.
"beh, leggere, ascoltare la musica e... aspetta un attimo, come mi hai chiamato?"
"Piccoletto. Perchè, non posso?"
"No, non sono un piccoletto."
"Sei più piccolo di me, giusto?"
"Credo di si ma..."
"Cazzo! è tardissimo devo andare, ci vediamo piccoletto!"
gli diede un veloce e leggero bacio sulla guancia, ma che basto per far sciogliere Nico in un secondo.
"Aspetta, ti ho detto di non..."
Ma Percy era già andato via, così velocemente che Nico si chiese se, quello strano incontro, non fosse solo frutto della sua fantasia. Aveva senso, in effetti, altrimenti non si spiegava in fatto che fosse così perfetto e  che avesse deciso di perdere il suo tempo proprio con lui.     E Nico sarebbe anche rimasto di quell'idea, se non fosse per la busta semi-trasparente che stringeva avidamente nella mano destra. 
Per qualche minuto rimase immobile a fissare il vuoto, un sorriso da ebete stampato in faccia, poi però una terribile convinzione affiorò nella sua mente: Nessuno dei due aveva dato all'altro un numero, un indirizzo, nulla di nulla. Non sapeva in che scuola andasse, quali posti frequentasse, non conosceva nessuno che fosse suo amico.
Non avrebbe mai più rivisto Percy Jackson.


NOTE DELL' AUTRICE:
Eccomii, come avrete capito pubblicherò una volta alla settimana. Non sono ancora certa di quanti capitoli saranno, non ne ho la minima idea in realtà... ma lasciamo perdere. Finalmente il nostro Nico ha incontrato Percy * Urla di gioia*, ma è fermamente convinto che non lo incontrarà mai più... Non ha idea  di quanto si sbagli ;)...

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Capitolo 3
*** Capitolo due: conti in sospeso ***


Era il primo di Marzo e Nico stava tornando a casa dopo aver trascorso un'altra, noiosissima, giornata di scuola.  Sembrava che nulla potesse violare la routine del quattordicenne oramai: niente novità, niente nuove conoscenze, niente per cui valesse la pena soffermarsi a riflettere e, magari, a sorridere. Camminava lento, lui, con lo sguardo perso nel vuoto e stando ben attento a non farsi notare da nessuno. Da piccolo adorava passeggiare, osservare ciò che lo circondava, ora lo trovava solo tremendamente noioso. Arrivò a casa del signor Di Angelo nel giro di qualche minuto, salì le scale senza nemmeno salutare, si chiuse la porta della sua camera alle spalle e si infilò le cuffiette nelle orecchie, facendo partire  una canzone casuale dalla sua playlist preferita. Musica, l'unica cosa che ultimamente riusciva a dargli un pò di sollievo o, per meglio dire, a fargli dimenticare per un attimo la realtà nel quale era costretto a vivere, una realtà dove gli attimi di felicità venivano completamente oscurati da quelli di tristezza, rabbia e, a volte, perfino malinconia.   Il piacere che la musica gli donava  però, sparì immediatamente, quando si ricordò cosa avrebbe dovuto fare quella sera. 
Non si ricordava molto di quello che era successo pochi giorni prima, il 26 marzo, o, forse, non voleva ricordare. Erano le sei...o forse le sette? Il telefono aveva cominciato a squillare mentre stava, facendo qualcosa...ma cosa? C'era una cosa che non poteva dimenticare però: la voce di Will al telefono che lo implorava di perdonarlo, che gli chiedeva una seconda possibilità. All'inizio aveva detto di no, non avrebbe rischiato di soffrire di nuovo, poi il biondo aveva iniziato a piangere. Avrebbe voluto mandarlo a quel paese, dirgli che ormai non c'era nulla da fare, ma non ne aveva avuto il coraggio. E così ora eccolo lì, a maledirsi davanti a quello specchio rovinato per essere così debole ma, comunque, a prepararsi per incontrare l'altro da lì a una mezz'ora nel bar vicino casa, quello dove, tra l'altro, andavano sempre insieme. Non ci mise molto: non voleva dare a Will anche la soddisfazione di essersi messo in tiro per lui, così prese la prima felpa trovata nell'armadio, un paio di pantaloni neri ed uscì di casa.
Per un attimo sperò che fosse tutto un sogno, Nico, quando vide il biondino seduto ad il solito tavolo che aspettava qualcuno, che aspettava lui. Fece un bel respiro, poi si avvicinò e, lentamente, si sedette di fronte a quello che, anche se per un breve periodo, aveva considerato l'amore della sua vita.
"ehi" disse semplicemente Will "come stai?"
attese una manciata di secondi la risposta dell'altro che, invece, non pensava neanche lontanamente a dire qualcosa.
"Nico senti...è difficile anche per me...mi manchi molto sai?"
ancora nulla.
"Abbiamo sbagliato entrambi ma vale la pena..."
"SBAGLIATO ENTRAMBI? MI HAI TRADITO E AVREMMO SBAGLIATO ENTRAMBI?"
"E' così che la pensi? Credi che sia tutta colpa mia?" Chiese allora, un espressione indecifrabile sul volto  abbronzato, che tanto una volta piaceva al piccoletto.
"COSA DOVREI PENSARE, WILL? DIMMELO, FORSE NON SONO ABBASTANZA SVEGLIO PER ARRIVARCI, FORSE NON SONO MAI STATO AL TUO LIVELLO"
"Intanto calmati e smettila di addossarmi le tue colpe. Credi che io ti avrei tradito se tu non mi avessi trascurato? Avevo bisogno anche io di te ma tu...tu eri troppo preso a prendertela con la vita e con il mondo intero per i tuoi sbagli. Sei un egoista, Nico"
Basta, quello era troppo, davvero troppo, per Nico. Si alzò di scatto ed uscì dal locale, lasciandosi alle spalle, una volta per tutte, una storia che non avrebbe mai avuto il suo lieto fine. Cominciò a correre per le strade, ignorando i pochi passanti che lo fissavano sbalorditi, ignorando Will che, anche se non vedeva, sapeva lo stava rincorrendo. Una volta riuscito finalmente a seminarlo, Nico si ritrovò in un viale desolato dove, senza fiato, si accasciò ai piedi un albero, chiuse gli occhi e, stremato, liberò tutte le lacrime che fino a quel momento aveva trattenuto, lacrime di sconforto, frustrazione, tristezza... 
E per un pò stette quasi bene, lontano da tutto e da tutti, perso nei suoi complicati pensieri, con lo sguardo fisso a terra e le mani poggiate sul terreno umido, 
Poi, di punto in bianco, sentì dei passi e, alzato lo sguardo, si ritrovò di fronte due figure: La prima, era una ragazza dai capelli biondi e gli occhi grigi, quello che sembrava un libro di architettura in una mano e una bibita colorata nell' altra, il secondo era un ragazzo dai capelli neri e gli occhi verdi, lo sguardo tra lo sbalordito e il preoccupato. Percy Jackson.

NOTE DELL'AUTRICE:
Lo so, lo so: la settimana scorsa non ho pubblicato e questo capitolo è anche cortino, ma ho avuto un mucchio di cose da fare ultimamente... tipo andare al cinema  a vedere il canto della rivolta parte due o fare maratone di "Lost" che, se non sapete cos'è, non avete idea di cosa sia una vera serie tv. Comuuunque, sono tornata, e con me sono tornati anche i problemi del nostro Nico. Ha incontrato Will, è andata malissimo e, proprio quando non voleva vedere nessuno, ecco che ritorna dopo mesi Percy, in tutto il suo splendore.  Da ora in poi sarò più costante, voi intanto lasciate una bella recensione che quando la storia finisce tutte le persone che ne hanno lasciata una verranno ringraziate <3

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Capitolo 4
*** Capitolo tre: fine? ***


Trovarsi davanti Percy Jackson in una situazione simile,  era l'ultima cosa che Nico si aspettava. 
Accadde tutto molto in fretta, il maggiore disse qualcosa alla ragazza, qualcosa che il quattordicenne non riuscì a capire, poi gli si avvicinò lentamente e si sedette accanto a lui, mentre la biondina gli sorrideva tristemente e  si incamminava verso la fine del sentiero. E per un attimo rimase tutto così, immobile, poi Percy gli mise un braccio sulle spalle. Non gli chiese cosa fosse successo, non gli parlò completamente a dire la verità, semplicemente lo strinse a se. E Nico apprezzò il suo silenzio, apprezzò la sua discrezione, ma aveva troppo bisogno di parlare, anche se sapeva che gli avrebbe fatto male. Gli raccontò tutto: del tradimento di Will, di quello che era accaduto al barm di come si era sentito solo in quel momento. Stava ancora parlando quando gli occhi gli si fecero pesanti: si addormentò così, tra le braccia di un ragazzo che conosceva appena, ancora stretto nel suo amato giubbotto di pelle, troppo leggero per indossarlo in una serata così fredda.
 Quando si risvegliò aveva una pesante felpa azzurra sulle spalle e Percy accanto a lui gli accarezzava dolcemente i capelli corvini
"Ehi" gli sussurrò dolcemente, facendo incrociare i loro sguardi
"e-ehi" disse di rimando l'altro, affondando di più in quel goffo abbraccio
"Percy?" 
"dimmi"
"stavo pensando...tu sai molto di me ma io,io so solo che ami il mare e che surfi..nient'altro"  borbottò un pò imbarazzato.
E Percy rise, rise e la sua risata fece pensare a Nico che, forse, qualcosa di buono c'era in tutto quello
"non c'è molto altro da sapere in realtà, sono figlio unico, ho sedici anni e a scuola sono una frana"
"e... i tuoi genitori?"
"si sono separati quando ero appena nato, ma va bene così. Mia madre sta con Paul, un tipo ok, mio padre lavora lontano da qui e viene a trovarmi di tanto in tanto. La tua famiglia?"
Per un attimo Nico non parlò, ma poi si disse che rispondere era il minimo che poteva fare
" Con mio padre non vado molto d'accordo e.. mia...mia madre è morta quando ero piccolo, nello stesso incidente in cui...in cui ho perso mia sorella"
Cercò di controllarle, in tutti i modi, ma alla fine le lacrime cominciarono lo stesso a rigargli il volto. 
Accadde in un attimo, il maggiore gli prese il viso con due dita e lo sollevò, in modo da poterlo guardare negli occhi, suppose. Poi, delicatamente, poggiò le sue labbra calde su quelle gelide di Nico, lasciandolo sbalordito di fronte a quel gesto. Stese qualche istante immobile, mentre Percy chiedeva silenziosamente il permesso di poter assaggiare la sua bocca. Poi, però, si decise e schiuse le sue labbra, in modo che le loro lingue potessero incontrarsi, sfiorarsi, accarezzarsi. E si baciarono così, prima lentamente poi sempre con più foga, con il primo che continuava a piangere ed il secondo che cercava di stringerlo il più possibile a se, posandogli le mani sui fianchi magri per poi portarselo direttamente in braccio. Quando finalmente si staccarono, Nico affondò in viso nell'incavo del collo di Percy, che prese ad accarezzargli dolcemente la schiena.
Nico avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre, ma sapeva che non era possibile. E aveva paura, paura che non avrebbe mai rivisto quel ragazzo che in così poco tempo era diventato tutto, paura che l'altro si dimenticasse di lui nel giro di un mese o due.  E così, quasi sensa rendersene conto, Nico pronuciò tre parole, tre parole che non avrebbe mai pensato di pronunciare a qualcuno che aveva visto solo.. quante volte due?
"non-non lasciarmi solo"
"Mai, te lo prometto."

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Una bambina dalle codine nere saltella in giro per un piccolo salotto dall'arredamento moderno, un bambino un pò più piccolo di lei la guarda confuso e divertito allo stesso tempo, mentre impila dei mattoncini colorati sul tappeto blu.  La femmina si ferma, si gira e comincia a correre, verso qualcosa, verso qualcuno:
"Papà, papà!"
 strilla, per poi gettarsi tra le braccia di un uomo sulla trentina, dai bellissimi occhoi verdi. Anche il minore in quel momento, accortosi della presenza del padre, si alza dalla sua posizione per abbracciarlo. Si siedono tutti e tre su un capiente divano nero, dalla cucina si sentono rumori di pentole e fornelli.
"ci racconti di come tu e papi vi siete conosciuti?" chiede allora il piccoletto, che fino a quel momento non aveva spiccicato parola
L'uomo sorride, probabilmente ricordando quei giorni. 
"beh... tutto cominciò con un libro"


NOTE DELL'AUTRICE:
Non posso credere di averla finita. In realtà pensavo di fare durare questa storia un pò di più ma oggi mi è venuta l'ispirazione e questo è ciò che ne è uscito fuori.  Fatemi sapere cosa pensate per favore, considerando che è stata scritta in un momento di noia e che non mi ritengo affatto abile nell'arte della scrittura. Detto questo, grazie a tutti quelli che hanno seguito, recensito, messo tra i preferiti o anche solo letto questa strana storia. 
-fandom are love- acab- eli :)

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