Pillole di fandom

di Sakura Hikari
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il tuo sorriso è la mia fonte di felicità ***
Capitolo 2: *** Oltre il velo ***
Capitolo 3: *** Baci e sospiri ***
Capitolo 4: *** L'Eterno e il Ladro ***
Capitolo 5: *** Promesse vuote ***
Capitolo 6: *** I would find you, and I would fall in love with you again ***
Capitolo 7: *** A ciascuno i suoi spazi ***
Capitolo 8: *** L'ultimo scherzo crudele ***
Capitolo 9: *** Next destination: everywhere ***
Capitolo 10: *** Gone ***
Capitolo 11: *** Equilibrio ***
Capitolo 12: *** Keeping pace with you ***



Capitolo 1
*** Il tuo sorriso è la mia fonte di felicità ***


Il tuo sorriso è la mia fonte di felicità
 

Prompt di Hiromi: Ponds, il momento in cui Rory capì di amare di Amy
Parole: 250
 

Rory aveva subito stretto amicizia con Amelia Pond. C’era qualcosa di speciale in lei, che gli altri bambini sembravano ignorare. Certo, a prima vista poteva risultare piuttosto insignificante, o al massimo suscitare pietà per la sua infelice situazione familiare. Le sue uniche caratteristiche degne di nota erano il colore dei capelli e il suo sorriso, così luminoso.
Ma Rory aveva imparato che c’era molto di più da vedere ed apprezzare in Amelia: il suo coraggio e la sua spavalderia, caratteristiche che la bambina aveva acquisito crescendo e grazie all’amicizia con quella ribelle di Melody; la sua tenacia e perseveranza; le sue storie a proposito dell’” uomo stropicciato”, come lo chiamava, e della sua cabina blu.
Rory amava le sue storie e non mancava di dirle che, con la sua fantasia, avrebbe potuto essere una bravissima scrittrice. Al che lei metteva il broncio e ribatteva che era tutto vero, che lui sarebbe tornato un giorno per portarla con sé nei suoi viaggi sulle stelle, e non gli parlava più fino alla ricreazione successiva. Era in quei momenti che un senso di tenerezza e protezione si faceva strada nel petto di Rory, e desiderava restare a fianco di Amy per proteggerla da sé stessa e dal pericolo di quelle fantasie assurde. Ma era anche vero che aveva iniziato ad innamorarsi di Amy per il modo in cui il suo volto s’illuminava e i suoi occhi si accendevano mentre narrava una delle sue storie. E per un poco, Rory si sentiva tornare bambino.



 

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Capitolo 2
*** Oltre il velo ***


Oltre il velo
 

Prompt di Livia: Jenny/Vastra, primo incontro
Parole: 291
 

“Continui a fissare il mio viso.”
“Mi perdoni, signora”, disse Jenny, avvampando per l’imbarazzo. Sapeva che era scortese fissare troppo a lungo una persona, specie se la diretta interessata era una lucertola dell’alba dei tempi.
Vastra le rivolse un’occhiata divertita. “Chiamami semplicemente Vastra, per favore. Sei ancora intimorita dal mio aspetto?”, domandò. Non c’era minaccia o disapprovazione nella sua voce, solo sincera curiosità.
“Non più signora. Semmai… affascinata dalla sua personalità.”, ammise Jenny. Ed era la verità: Madame Vastra era la persona più brillante che Jenny avesse conosciuto sin dal suo arrivo a Londra, e allargandosi, in tutta la sua vita. Il suo primo incontro con un rappresentate della specie dei Silurian non era stato particolarmente felice, dal momento che il suo ex-padrone, una volta che la ragazza aveva scoperto la sua vera natura, aveva tentato di ucciderla. Per fortuna, era giunto il Dottore appena in tempo a salvarla. Era stato sempre lui a condurla da Madame Vastra: essendo anche lei una Silurian poteva aiutarli a far luce sull’improvvisa comparsa del suo popolo in superficie dopo tanti secoli, e le aveva assicurato che di lei ci si poteva fidare. E a Jenny non c’era voluto molto per dargli pienamente ragione: Vastra era dotata di un’intelligenza vivida sottile, attenta a non lasciarsi sfuggire neppure un particolare; era inoltre dotata anche di un grande carisma e di una discreta eloquenza quando trattava con i suoi simili. Jenny ne era stata letteralmente conquistata.
“Mi fa piacere sentirtelo dire.”, sorrise Vastra. “Vedi, per te ho abbassato le mie difese, ho sollevato il velo che uso solitamente per celare il mio volto perché tu possa vedermi come sono realmente. È un segno di fiducia, questo.”
E Jenny aveva tutta l’intenzione di dimostrarsi degna di tale fiducia.



 

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Capitolo 3
*** Baci e sospiri ***


Baci e sospiri
 

Prompt di Livia: Jenny/Vastra, lenzuola e capelli umidi.
Parole: 166

 
A volte Vastra sembrava essere totalmente all’oscuro del doppio significato nelle sue parole e nelle sue azioni, che portavano a frequenti fraintendimenti tra lei e Jenny – come di quella volta in cui lei aveva posato per la moglie credendo che la dipingesse mentre invece Vastra si stava occupando della risoluzione di un caso. Quando però Jenny glielo faceva notare, la moglie dava una scrollata di spalle e se ne usciva con una risposta ragionevole.
Non era neanche molto brava nell’esprimere i suoi sentimenti, ma a volte una parola, un gesto, uno sguardo significavano il mondo per Jenny.
Quando voleva, però, era capace di momenti di improvvisa dolcezza: i momenti preferiti di Jenny erano quando, la sera, coi capelli ancora umidi dopo il bagno, si infilava nel letto che condivideva con la moglie e Vastra l’avvicinava al suo corpo sempre caldo e passava le dita tra le sue ciocche umide, lasciando soffici baci sul suo viso, e cantando piano in una lingua antica e perduta per cullarla.




 

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Capitolo 4
*** L'Eterno e il Ladro ***


L'Eterno e il Ladro 


Prompt di Miss Loki_Riddle Gold: Doctor/Jack: L’eterno e il Ladro raccontato da Sexy.
Parole: 335


Ho accompagnato il Dottore in tutti i suoi viaggi. Ero con lui quando insieme a Susan per la prima volta atterrarono sulla Terra. Ancora non potevo saperlo, ma quel piccolo pianeta situato nella periferia dell’universo sarebbe diventato il più caro al Dottore, dopo Gallifrey.
Ho conosciuto tutti i suoi companion: li ho visti arrivare e andarsene, uno dopo l’altro, alcuni spontaneamente, altri contro la propria volontà.
Tra tutti, però, ce ne è uno che mi è rimasto particolarmente impresso: il Capitano, il Ladro, l’uomo dal un sorriso smagliante, colui che è diventato Immortale. Il Dottore, l’Eterno, lo incontra ad intervalli di tempo irregolari, qualche volta non nello stesso ordine temporale. E durante le avventure in cui era presente non ho potuto fare a meno di notare gli sguardi che egli lanciava al Dottore, sguardi di ammirazioni misti a desiderio. Il Dottore fingeva spesso di non capire, o sceglieva di ignorare cosa essi significassero. C’erano quei momenti, però, in cui si lasciava prendere dall’euforia o dall’adrenalina e dimenticava di trattenersi: la maschera scivolava via per un’istante, ed era allora che quel desiderio inespresso da parte del Capitano Jack Harkness trovava conferma negli occhi dell’altro.
Dopo aver seguito per anni le interazioni tra il Dottore e i suoi amici avevo capito che questa era una di quelle volte in cui, inevitabilmente, quei due sarebbero andati a parare lì. E infatti dopo un viaggio, che fosse per gioco o sulla scia di un’emozione intensa, li ho visti baciarsi, come due adolescenti che hanno appena scoperto le gioie dell’amore. Ho sentito i loro sospiri, le loro mani accarezzare il corpo dell’altro e frugare sotto i vestiti. E come ogni volta in queste occasioni, ho fatto loro trovare velocemente una camera da letto, completa di ogni cosa che avrebbe potuto servir loro. Un mero tentativo di offrir loro un po’ di privacy, anche se ricordo bene ogni minuto. E che polmoni aveva, il Capitano!
Lo ammetto, qualche volta preferirei non essere a conoscenza di ogni dettaglio della vita del Dottore.







I pensieri profondi di Sakura Hikari
In teoria da questo prompt sarebbe dovuto uscire qualcosa di più piccante, in tema con la giornata del p0rn, ma siccome io sono negata è uscito questo, che si può al massimo classificare come giallo, o arancione Fanta. In compenso, il banner per la giornata raffigura un Capitano semi-nudo, e se volete, immaginate che sia apparso così davanti al Dottore. Se vi interessa sapere quale incarnazione del Dottore sia, lascio a voi la scelta.








 
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Capitolo 5
*** Promesse vuote ***


Promesse vuote
 

Prompt di Lisa: Eleven/River, "Effimero."
Parole: 285
 

“Potremo andare a New York uno di questi giorni.”, disse il Dottore, fregandosi le mani. “Potremo andare all’isola di Pasqua. O ci siamo già stati?”
“Tanto non è importante”, chiese River con un sorriso. “Possiamo sempre tornarci. Scommetto che il popolo sente la mia mancanza.”
“Oppure potremo andare nella New York degli anni venti. Te li immagini, i ruggenti anni venti?”, e il Dottore fece una pausa d’effetto. “Passeggiare per i negozi, andare ad una festa a bere cocktail e conversare con i migliori rappresentanti del ceto intellettuale. Una volta ad una di queste feste ho incontrato i Fitzgerald. Che tipo quella Zelda.”
“Dottore.”
“Meglio ancora! Conosco un luogo dove la neve, invece di cadere, sale. Te lo immagini? Neve che sale…”
“Dottore.”, ripeté River con un’espressione triste. “Tu lo sai che non veramente qui, vero?”
Il Dottore tacque. Per qualche istante rimase perfettamente immobile, il viso celato agli occhi della moglie. River scosse la testa. “Mi piacerebbe tanto fare tutte queste cose. Ma i nostri giorni insieme sono terminati. Ho vissuto già tutte le mie ultime volte.”
E ora riposi in una realtà cibernetica nella più grande biblioteca dell’universo, pensò lui. Era dunque perfettamente inutile fare progetti, pronunciare promesse effimere che mai si sarebbero realizzate. Di questo il Dottore era ben conscio, eppure non riusciva a fare a meno di ripetere quella scenetta nella sua mente, immaginandosi ancora un incontro, un ultimo incontro con River a salvare qualche pianeta oppure a sedersi insieme a chiacchierare e ridere come ragazzini. Ma tutto ciò che gli era concesso adesso era una breve conversazione con un’eco della donna che era stata. Forse nemmeno quello: forse, per tutto quel tempo, aveva parlato da solo ad una stanza vuota.
 





 
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Capitolo 6
*** I would find you, and I would fall in love with you again ***


I would find you, and I would fall in love with you again


Prompt di Hiromi: Ponds - Amy incontra il centurione Rory per la prima volta viaggiando nel tempo con il Dottore.
+
Prompt di Lisa: AmyxRory, Strangers! AU in cui i due non si sono mai incontrati e non sono mai diventati amanti, ma in un modo o nell'altro riescono a conoscersi e ad amarsi, grazie anche al Dottore.
Parole: 1066


“Era simpatico quel ragazzo, vero?”, buttò lì casualmente il Dottore, mentre avviava la consolle della Tardis.
“Uhm, sì, abbastanza.”, rispose Amy, soprappensiero.
“Ed era anche carino.”, continuò.
“Oggettivamente parlando.”, concordò lei.
“Credo che anche tu gli piaccia.”
Questo sembrò riportare la sua amica alla realtà. “Cosa? Oh. Oh no, no, no, uomo stropicciato.”, disse, scuotendo la testa. “Non è assolutamente come pensi tu. Sì, è un ragazzo molto tenero, gentile… ma non mi piace in quel senso, assolutamente.”
Il Dottore sostenne il suo sguardo per un secondo e poi diede una scrollata di spalle. “Okay. Allora, quale sarà ora la nostra prossima tappa?”, chiese allegramente.
Mentre Amy esprimeva il suo desiderio di visitare la Francia, il Dottore stava già elaborando il suo piano; aveva deciso di fare finta di nulla per il momento, ma non poteva restarsene con le mani in mano, non quando l’attrazione tra i due giovani era stata così palese. Sarebbe stato un crimine non fare nulla.
Da quando l’aveva conosciuta Amelia era sempre stata isolata dai suoi coetanei. A volte si chiedeva se, in qualche modo, non fosse dipeso anche da lui che la trascinava in continuazione in un viaggio del tempo dopo l’altro (e la cosa non lo rendeva particolarmente fiero) – e se anche fosse stato il caso, voleva aiutare. Voleva bene ad Amy, e voleva vederla felice. E non gli era sfuggita la particolare scintilla nel suo sguardo quando parlava con Rory, il giovane centurione romano, e il sorriso sulle sue labbra quando parlava con lui, quel tipo di sorrisi che sorgono spontanei e che quasi non ti accorgi di avere.
Sulle differenze culturali (e temporali) tra i due giovani non si era dato particolarmente pensiero. Lui stesso era la rappresentazione vivente che ostacoli del genere erano futilità.
“Et voilà, mademoiselle! Siamo arrivati in Francia!”, esclamò trionfante, dirigendosi verso l’uscita. Aprendo la porta, però, si ritrovò davanti allo scenario che avevano salutato solo un attimo prima – la strada polverosa che si dirigeva verso un’antica urbe romana.
“Dottore, non ci siamo mossi.”, gli fece notare Amy.
“Lo vedo, Amy. Per quale motivo? Sarai mica rimasta senza energia, mia cara?”, chiese preoccupato, accarezzando la porta della Tardis con fare amorevole.
“Credo che le serva qualche momento per riprendersi, quest’ultimo viaggio deve averla stancata parecchio. Avrò bisogno di fare qualche controllo, quindi Pond, perché non vai a farti un giro, hm?”, chiese, fregandosi le mani. “Su, su, vai a dare un’ultima occhiata alle case e ai vestiti delle persone, le tuniche sono davvero forti ragazza mia, credimi! Oh, e magari potresti salutare ancora una volta Rory, eh?”, e senza tanti troppi complimenti ed ignorando le proteste della ragazza, il Dottore la fece uscire dalla Tardis e si diresse a controllare qualcosa nella camera di sotto, alla base della consolle. Amy scosse la testa. Davvero, il Dottore non poteva farsi venire un piano più ovvio. Nonostante tutto, però, poteva salutarlo un’ultima volta.
*
Lo trovò vicino all’entrata della città, seduto a montare la guardia.
“Amy”, disse Rory, scattando in piedi. “Siete già tornati?”
“Magari. Non ci siamo proprio mossi.”, disse la ragazza.
E, sebbene fino a qualche istante prima la conversazione tra i due era stata così semplice e spontanea, caddero entrambi in un silenzio imbarazzato. Poi, d’impulso, Amy disse: “Hai mai pensato di mollare tutto e di viaggiare nel tempo?”
*
Ci volle parecchio tempo perché Rory capisse i concetti di ‘viaggio nel tempo’, ‘macchina’ e ‘altri mondi oltre a questo’. Il Dottore si era subito lanciato in spiegazioni, saltellando allegramente e gesticolando con le mani come suo solito. Alla fine, notando l’espressione confusa del ragazzo, si fermò e si grattò il mento pensieroso. “Forse è un po’ troppo da digerire tutto in una volta. Non dovrei confonderti troppo le idee: dopotutto, il tuo popolo è ancora agli inizi, avete ancora un bel po’ di strada da fare.”, disse. “Molto meglio se ti facciamo vedere, non sei d’accordo? E dovresti cambiarti, l’armatura ti sarà solo d’intralcio dove stiamo andando. Una felpa e un paio di pantaloni andranno più che bene. Spero che l’armadio sia abbastanza fornito.”, e gli indicò una stanza in fondo.
Ancora un po’ confuso, Rory fece come gli era stato detto. Qualche minuto dopo ne riemerse con addosso una felpa grigia tutta storta e un paio di blue jeans, e li osservava come se non fosse abbastanza sicuro di cose fossero, o se li avesse indossati correttamente.
“Aspetta, ti sistemo la felpa.”, si offrì Amy. Contemporaneamente, la Tardis emise il suo usuale rumore che annunciava che erano atterrati. 
“Ed eccoci qua! Osaka, Giappone, 7 Luglio 2018.”, annunciò il Dottore.
“Non avevamo deciso di recarci in Francia?”, domandò Amy inarcando un sopracciglio.
“Bah! La Francia è noiosa a confronto, e la cucina è orribile. Questo posto è molto meglio, credetemi.”, rispose il Dottore, aprendo la porta della Tardis. Si trovarono in una piazza decorata a festa: ovunque si vedevano bancarelle dai colori vivaci, lanterne rosse e gialle sospese con un filo sopra le loro teste; le persone si aggiravano in gruppetti di tre, quattro, cinque persone; indossavano tutti dei kimono dai colori vivaci e dai magnifici disegni; ovunque si sentivano musica, grida, risate dei bambini; dalla bancarella più vicina giungeva l’odore di pesce.
“Giappone?”, chiese Rory, guardandosi attorno confuso e affascinato al tempo stesso. “Deve trovarsi parecchio distante dai confini dell’Impero. Guardate che tuniche bizzarre indossano queste popolazioni barbare!”
“Oh, puoi ben dire che ci troviamo ai confini del vostro mondo, mio caro ragazzo!”, disse allegramente il Dottore. “E non dovresti rivolgerti a loro chiamandoli ‘barbari’. Ma perché continuo a parlare? Andate a divertirvi!”
I due ragazzi si voltarono a guardarlo sconcertati, ma l’uomo era già sparito in mezzo alla folla, finito chissà dove verso chissà quale oscura impresa. Quindi restarono lì impalati, ed un silenzio imbarazzante calò su di loro.
“Perché non vediamo cosa succede di là?”, disse infine Amy indicando un punto alla sua destra.
“Fai pure strada.”, disse Rory, seguendola.
L’atmosfera allegra del festival in breve li coinvolse completamente, spazzando via qualunque rigidità o timidezza residua. Rory venne attratto dalla pesca dei pesci, e dopo numerosi sforzi e retini rotti, riuscì a prenderne uno. Amy invece volle provare dei dolcetti tipici rotondi, i dango. Lentamente, l’imbarazzo tra loro due svanì del tutto e la conversazione riprese con la stessa vivacità e spontaneità della prima volta in cui si erano incontrati, in una antica città romana secoli prima.







I pensieri profondi di Sakura Hikari
Gli amanti del Giappone lo sapranno già: il 7 Luglio in Giappone (in alcune zone il 7 Agosto) si festeggia il Tanabata, il giorno in cui le due divinità Orihime e Hikoboshi si ricongiungono per un giorno soltanto dopo essere state separate definitivamente. E questo il Dottore lo sa bene. Diversamente dai due amanti sofrtunati, non sarà così per Amy e Rory - ci penserà Eleven a tenerli insieme.
Un saluto speciale ai miei cinque lettori.
Kisses!



 
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Capitolo 7
*** A ciascuno i suoi spazi ***


A ciascuno i suoi spazi


Prompt di Occhi di Nebbia: Ten/Donna Broship. "Donna che scaraventa fuori dal Tardis i vestiti di Ten per fare posto ai suoi"
Parole: 406


“Ehm, Donna? Tutto bene lì dentro?”, chiese titubante il Dottore, indugiando fuori dalla porta della camera dell’amica, da dove provenivano strani rumori.
“Per niente, marziano! Non ho più spazio nell’armadio!”, provenne attutita la voce frustrata di Donna.
“Com’è possibile? Ti ho offerto un’intera cabina armadio abbastanza capiente da contenere tutti gli abiti dei magazzini Harrods!”, esclamò stupito il Dottore, entrando nella stanza e trovando una scarmigliata Donna in mezzo ad un mare di gonne, abiti, maglie e cappelli: cappelli di tutti tipi, dimensione e colore sparsi ovunque.
“Credici. È colpa tua per avermi portato in quel pianeta dove tutti indossano quei buffi cappelli, non riuscivo a decidere quale mi piacesse di più!”, sbuffò Donna, raccogliendo una manciata di vestiti da terra e marciando fuori.
“E adesso dove stai portando tutte quelle cose?”, chiese il Dottore, sforzandosi di non farle notare che era stata proprio l’amica ad insistere affinché si fermassero lì una volta saputa l’esistenza di un pianeta simile.
“Li metterò nel tuo armadio. Tanto tu giri sempre con gli stessi due completi e quella specie di trench, scommetto che avrai un mucchio di spazio.”, dichiarò Donna, scendendo le scale verso la stanza dove il Dottore teneva il suo guardaroba.
“Oh no, no, no! Non toccherai il mio armadio!”, esclamò l’amico, affrettandosi a starle dietro.
“Andiamo! Che te ne farai mai di tutta questa roba?”, protestò Donna, smuovendo alcune grucce con un gesto secco. “Ad esempio questa”, continuò, prendendo una giacca colorata, realizzata con diverse stoffe. “È un pugno in un occhio, credimi.”
“Donna, sono i miei vestiti, potrò decidere io se sono utili o meno!”, protestò il Dottore, invano. Donna stava già passando in rassegna gli indumenti appesi con sguardo critico, ne scelse alcuni senza risparmiare sui commenti (“Pantaloni rosa! Orrendi!”, “Una divisa da pompiere? Davvero?”), e li buttò per terra.
“Donna, per favore! Se hai bisogno di più spazio puoi usare la stanza in fondo al corridoio, è vuota da anni! Ma non toccare le mie cose!”, protestò il Dottore, cercando di porre un freno a quell’assurda situazione. Santo cielo, in 900 anni id vita non gli era mai capitata una cosa del genere! “Vedrai che si troverà posto per tutte le cose inutili che hai comprato!”
Quella fu una mossa sbagliata. Qualche minuto dopo il Dottore, l’ultimo della gloriosa razza dei Signori del Tempo, si ritrovò fuori dalla Tardis a raccogliere i suoi indumenti, gettati via dalla sua incollerita compagna di viaggio umana.






 

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Capitolo 8
*** L'ultimo scherzo crudele ***


L’ultimo scherzo crudele


Prompt di Lucilla: Ten/Master: Era il suo nemico mortale, ma di certo non poteva fare a meno di pensare che avrebbe dovuto essere lui a morire al suo posto.


Il Dottore aveva detto addio molte volte nella sua vita, forse anche troppe. Era il corso naturale delle cose, dopotutto: così come queste avevano un inizio, così erano destinate a terminare. Che si trattasse di una persona incontrata una sola volta durante i suoi viaggi o una delle sue compagne, che scegliessero di andarsene o fossero costrette, però, il Dottore ne soffriva ugualmente.
Tuttavia, nessuno degli addii gli era sembrato più ingiusto di quello che aveva detto al Maestro – anzi, che era stato costretto a dire. In un ultimo, scherzo crudele la sua vecchia nemesi aveva scelto di morire, ignorando i suoi incoraggiamenti a rigenerarsi. Anche negli ultimi istanti aveva trovato il modo per infliggere un’altra ferita ai suoi due cuori già provati. Adesso gli restava il rammarico per non aver lottato di più, per non essere stato più convincente ed aver lasciato che anche questa vita gli sfuggisse tra le dita.
Oltre alla consapevolezza di non aver potuto fare nulla per salvare il suo vecchio amico, c’era la realizzazione di essere rimasto davvero l’ultimo della sua specie. La solitudine, un’amica che bussava troppo spesso alla sua porta, era tornata da lui più pesante di quanto ricordasse.
Il Maestro era stato uno dei suoi nemici mortali, ma non era stato uno dei peggiori della loro razza: ve ne erano tanti a Gallifrey, quasi tutti i membri del Consiglio, Rassilon, - per non parlare di lui stesso, che aveva premuto il pulsante che aveva spazzato via il loro pianeta d’origine. Quel giorno aveva deciso della vita e della morte di creature innocenti: non bastava tanto per meritarsi la morte?
Quale poteva essere il destino di una creatura che aveva viaggiato per tanti secoli ed aveva visto così tante cose e vissuto così tante perdite?




 

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Capitolo 9
*** Next destination: everywhere ***


Next destination: everywhere


Prompt di Libby Ponickname Smith: Nine/Rose, bisticci sul Tardis per decidere ‘quando’ andare (= in quale epoca andare)


“Che ne dici dell’Italia?”, propose il Dottore. “Roma durante l’apice del suo potere, oppure Firenze durante il Rinascimento. Che tipo era quel Michelangelo…”
“Gli eventi del passato non mi attirano più di tanto”, sentenziò Rose. “Sai cosa mi piacerebbe? Andare ad Hollywood ed intrufolarmi ad una festa piena zeppa di V.I.P. Possibilmente in una dove ci sia anche Leonardo Di Caprio”.
“Sì, ma potremo restare al massimo mezz’ora. Il tempo di un drink, di sparlare alle spalle di Paris Hilton, scherzare con Robert Downey Jr e scapparcene subito dopo”, le fece notare lui, scrollando il capo. “Senza contare che non ti facevo di gusti così mondani”.
Rose alzò un sopracciglio. “Ah sì? Sentiamo allora cosa proponi tu di divertente”.
“Attenta, Rose. La mia concezione di divertente è molto diversa dalla tua, e potrebbe non piacerti”, rispose il Dottore in un tono che voleva suggerire che si preoccupava per lei, ma un sorriso furbesco sulle labbra rovinava il suo intento.
“Mettimi alla prova”, lo provocò lei.
“Vediamo…”, il Dottore assunse un’aria meditabonda. “C’è un pianeta dall’altra parte della galassia dove vanno matti per le corse e le scommesse. Utilizzano qualunque mezzo, e se sei abbastanza intrepida puoi provare anche tu”.
“Noioso”, fu il giudizio sicuro di Rose. “Ritenta”.
“Le montagna volanti. Sorvolano tutto il pianeta e sorvolano anche il Mare Verde, dove passano le Balene Cantanti”.
“Sdolcinato”, rise Rose.
“Eppure mi sembra interessata, signorina”, rispose, riducendo la distanza tra i loro corpi al punto che Rose riusciva a percepire il calore e l’energia provenienti da quell’essere antico di centinaia di anni, e di cui lei era innamorata.
“Forse”, ammise lei. “Ma non credi che risulti troppo bello per essere vero?”
“Questo perché non hai sentito la parte finale”, continuò il Dottore, il sorriso che andava da un orecchio all’altro. “Ci sono due fazioni avversarie che si combattono da centinaia di anni. Direi che sia arrivato il momento che qualcuno gli dica di smetterla, non sei d’accordo?”
“Completamente”, Rose fece un sorriso d’approvazione. “Fai pure strada”.
La strada per rendere l’universo un posto migliore.



 

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Capitolo 10
*** Gone ***


Gone



Prompt di Occhi di nebbia: River/Doctor, Amy era appena andata via per sempre e tutto quello che il dottore riusciva a fare era stare con la testa sulle ginocchia di River a guardare il vuoto con le lacrime agli occhi mentre la donna gli accarezzava i capelli.
Parole: 344


 
“Scegli tu la destinazione o fai scegliere a me? Dottore?”
Una destinazione. Partire e andare da qualche parte. Non era quello che faceva sempre?
Invece di rispondere rimase immobile a fissare le varie leve e manopole sulla consolle del Tardis, senza vederle veramente. Davanti agli occhi vedeva sfilare la stessa sequenza di eventi, ripetutamente.
L’angelo toccava Rory. Lui svaniva.
Amy prendeva la mano di River, le diceva qualcosa, si avvicinava all’angelo.
Amy si voltava e gli diceva addio. L’angelo toccava Amy. Amy svaniva.
“Dottore?”
Eleven sentì una mano posarsi delicatamente sulla schiena; sollevò lo sguardo ed incontrò quello preoccupato di River. Stranamente, la sua figura gli appariva tremolante.
“Oh dolcezza”, mormorò River, e sentì le braccia di noi circondarlo in un abbraccio. “Puoi piangere liberamente. Lascia andare tutto”.
Eleven stava facendo fatica a capire cosa gli stava dicendo River e a tenere il passo con il susseguirsi degli eventi. Era sicuro di trovarsi in piedi vicino alla consolle un momento prima, e adesso si trovava in posizione sdraiata, con il capo appoggiato sul grembo di River, che passava le dita tra i suoi capelli in movimenti dolci e rassicuranti. Quello era piacevole. Eleven si aggrappò a quella sensazione in modo da emergere dalla tempesta che imperversava all’interno dei suoi cuori.
Più ripensava agli eventi accaduti (quanto tempo prima? Secondi, minuti, giorni, anni?) e più non riusciva ad accettare che li avesse persi per sempre.
Che Rory non sarebbe ricomparso vivo e vegeto con indosso un’armatura romana e nessuna idea di come avesse fatto a sopravvivere.
Che non avrebbe potuto raggiungere un qualunque momento della vita di Amy e rivedere la sua faccia leggermente imbronciata per il suo ritardo, broncio che si sarebbe inevitabilmente sciolto in un sorriso che scaldava il cuore.
Che le parole scritte tanti anni prima nell’ultima pagina rappresentavano l’inevitabile finale.
Quasi gli avesse letto nel pensiero, River disse: “Hai letto la sua lettera, Dottore. Sai che hanno avuto una vita felice”.
Questo gli fece venire un’idea. “Gli hai già incontrati? Gli incontrerai?”, domandò.
Sentì la risata sommessa di River. “Chissà. Spoilers.”  





 

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Capitolo 11
*** Equilibrio ***


Equilibrio



Prompt di Lisa: Doctor Who, Ten x Donna, BROTP, Le amicizie vere sono quelle che si fondano sul sentimento; l’amico non giudica, comprende.
Parole: 269
 



C’era stato un tempo in cui il Dottore e Donna non sarebbero stati capaci di resistere un’ora senza mettersi a discutere e a punzecchiarsi a vicenda. Ciò era dovuto ai loro caratteri opposti, al loro diverso modo di vedere le cose che li portava a prendere decisioni spesso completamente opposte.
Ma avevano imparato a venirsi incontro, a scendere a dei compromessi. Donna aveva imparato a comprendere il punto di vista del Dottore, di quella creatura che aveva vissuto diverse centinaia di anni ed aveva affrontato più minacce di chiunque altro, e a frenare la lingua prima di uscirsene con commenti più pesanti del solito. D’altro canto, il Dottore aveva messo per un po’ da parte il ruolo del Dio onnisciente che sceglie di non intervenire quando le Regole del Tempo non lo permettevano, ed aveva aiutato al limite delle sue capacità, tenendo fede a quella vecchia promessa e al nome che portava.
Si poteva affermare che, col tempo, avevano finito per influenzarsi a vicenda; ma si trattava di un’influenza positiva, che aveva giovato ad entrambi. Il Dottore sorrideva più spesso e più apertamente, senza quella traccia di malinconia che spesso indugiava nel suo sguardo durante i primi tempi in cui aveva conosciuto Donna. E lei, dal canto suo, non ricordava un periodo in cui era stata più felice di allora, nonostante gli screzi e le piccole discussioni che ancora persistevano.
Ma alla fine della giornata si trattava di minuzie. Perché l’importante era comprendersi, e accettarsi. Trovare il modo di guardare avanti, anche se le cos e non erano andate esattamente come previsto.
Continuare a vivere, e ricordare di amare.



 

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Capitolo 12
*** Keeping pace with you ***


Keeping pace with you




Prompt di Libby: Ten & Donna, anche per un Signore del tempo è difficile stare al passo con lei.
Parole: 406



 
Donna era sempre entusiasta ogni volta che la Tardis atterrava su un nuovo pianeta o in un’altra epoca. Di più, era iper-attiva. Non la smetteva un attimo di parlare, poneva una domanda dopo l’altra senza dare al povero Dottore il tempo di pensare ad una risposta – e dire che quelli della sua razza si vantavano della loro capacità di pensare simultaneamente a cose differenti in poco tempo!
“E poi, questa questione del traduttore istantaneo”, continuò Donna, senza quasi fermarsi a riprendere fiato tra una domanda e l’altra. “Si può sapere come funzione esattamente? Com’è possibile che tutto ad un tratto possa parlare una lingua sconosciuta senza accorgermene? Non sarà pericoloso per il cervello?”
“Non farà del male alla tua mente, questo posso assicurartelo”, il Dottore riuscì finalmente ad interrompere quel fiume di parole. “Il traduttore agisce sul modo in cui la tua mente percepisce i suoni e li traduce in un codice comprensibile, quindi parole, e te li trasferisce automaticamente in inglese, la tua lingua. E la stessa cosa avviene per coloro che ci incontrano, anche se loro pensano che siamo noi quelli a parlare la loro lingua”.
“E questo vale anche per te? Anche in questo momento, mentre stiamo parlando?”
Il Dottore corrugò la fronte. “Cosa intendi dire?”
“Sai parlare inglese, Dottore?”, domandò Donna, semplicemente e schiettamente e in tono serio, ma un sopracciglio inarcato tradiva  il suo leggero divertimento per la piega che aveva preso la conversazione.
Il Dottore sollevò gli occhi al cielo. “È ovvio che so parlare inglese, Donna. Ho fatto parte della storia praticamente dalla sua creazione”, disse, mentre passeggiavano per una piazza affollata nella Londra del XXXV secolo. “ Piuttosto, pensiamo a cosa fare: potremo andare a incontrare la nuova regina, la prima regina non bianca della storia… oppure… Donna?”, si voltò verso l’amica, ma di lei non c’era traccia.
“Donna?”, chiamò il Dottore, questa volta più forte. Non poteva crederci, si era distratto solo per un paio di secondi, eppure Donna Noble sembrava essersi volatilizzata nell’aria.
Dopo qualche minuto durante i quali il Dottore percorse correndo tutta la piazza nella sua lunghezza, una voce inconfondibile proruppe in una sonora esclamazione e gli permise di localizzare la sua companion, distante un centinaio di metri di distanza ed intenta a conversare fittamente con una Silurian. Tirando un sospiro di sollievo e sperando vivamente che al suo arrivo non avrebbe dovuto fronteggiare una guerra tra razze, il Dottore si accinse a raggiungerla.
 




 

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