Insegnami

di Saretta_Gnam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'incontro ***
Capitolo 3: *** Conoscersi ***
Capitolo 4: *** Un passo avanti ***
Capitolo 5: *** Incomprensioni ***
Capitolo 6: *** Chiarirsi ***
Capitolo 7: *** Happy Birthday, Adam. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Camminare. Lo facciamo tutti i giorni, camminiamo per andare a scuola, per andare al bagno, insomma è l'attività che all'incirca compiamo più spesso nell'arco della giornata, è anche piacevole sotto certi punti, io cammino tutti i giorni, per andare a scuola. Mi piace, odio invece quando si trasforma in una corsa della madonna, per riuscire a prendere quell'autobus che non ti farà fare tardi alla prima ora di scuola, del tuo primo giorno, del tuo terzo anno.
Sono pronta per iniziare di nuovo la scuola, un altro anno pieno di compiti a sorpresa, pieno di pettegolezzi con Karina ( la ragazza che da quando ho cinque anni è più che una migliore amica, è una sorella), pronta a discutere con mio padre per i brutti voti. L'unica cosa a cui non riesco proprio ad abituarmi, sembra essere quella di non fare tardi.
Sono sempre stata così, una ragazza con sempre qualcosa fuori posto, mi chiamo Dylan Torres, ho 17 anni, disordinata cronica e inguaribile romantica. E sì, questa è una cosa che devo per forza premettere, io riesco a innamorarmi di tutto. All'età di 6 anni credevo di amare un bambino conosciuto al parco. Spero solo di riuscire a scoprire, cosa significa veramente amare qualcuno. 
Sono figlia unica, e vivo con mio padre, Leon Torres. Siamo messicani, abitiamo in periferia e la mia camera si trova in soffitta, forse perché sono un tipo abbastanza solitario. Karina è l'unica che considero veramente mia amica, la cosa che più mi piace è che siamo anche vicine di casa. L'anno della nostra terza media, ho convinto sua madre a trasformare la loro soffitta nella camera di Karina, e ora ogni volta che vogliamo, ci troviamo una sul tetto dell'altra.
Io e Karina frequentiamo il terzo anno di Amministrazione Finanza e Marketing, e il mio sogno è di diventare un avvocato penalista, infatti Diritto è la mia materia preferita, ma il karma vuole che non riusciamo a tenerci per più di un anno lo stesso professore.
Conto che quest'anno arrivi qualcuno di definitivo, ma la scuola non è certo il mio chiodo fisso, adoro ballare, lo faccio da sempre, il mio pastore tedesco Joker apprezza tutti i miei balletti inventati.
Ho ricevuto Joker un anno fa, per Natale, è ancora un cucciolo ma sto già provvedendo ad addestrarlo. Ma siccome sono una ragazza timida, e di uscire da sola con il mio cane, non se parla, per il compleanno di Karina le ho regalato un cucciolo di Labrador. Lucky e Joker sono contenti di uscire a fare i loro bisogni, e io di avere compagnia.
Sembra perfetta come vita, ma non lo è affatto, mi manca ancora qualcosa. Spero di scoprire presto di cosa si tratta.
8.05. Mi ritrovo a correre per il corridoio della mia scuola, e sento che l'anno è cominciato nel modo peggiore.
"Signorina Torres, vedo che lei non è cambiata di una virgola. Si sieda vicino alla sua gemella"  mi dice quella di Italiano.
"Scusi, ho perso l'autobus" cerco di spiegare.
"Sinceramente non le ho chiesto il motivo, ho solo constatato che lei e la scuola non sarete mai sulla stessa lunghezza d'onda"
Mi siedo vicino a Karina, prima di poterla mandare beatamente al quel paese, non vorrei finire dal preside il primo giorno di scuola.
"Come mai sei in ritardo?"sogghigna quella babbea di Karina.
"Qualcuno, senza fare nomi doveva svegliarmi, visto che papà è a Chicago per lavoro, ma non l'ha fatto. Meno male che Joker mi ha svegliato, perchè voleva uscire, era il mio piano C"
"la B cos'era?" chiede lei, curiosa.
"la sveglia" rispondo io,scoppiando a ridere, beccandomi il secondo rimprovero dell'anno.



-Angolo autrice-
Ciao!  Questa è la mia prima storia :D
Ho sempre avuto paura di pubblicarla, visto che non ero molto sicura di quello che avrebbe potuto pensare un lettore... io sono sempre stata una lettrice silenziosa, non ho neanche mai commentato la storia di qualcuno. Sono molto timida nella vita reale, ma scrivere e leggere sono le mie passioni più grandi. Questa storia è nata da un mio sogno, e grazie a una delle mie amiche più care, ho deciso di mettere nero su bianco questa mia pazzia.
Come ho già detto è la mia prima storia, e non mi aspetto che piaccia a tutti, ma sono felice di ricevere commenti, in modo da migliorare ( ovviamente non troppo cattivi). 
Non so ogni quanto aggiornerò, ma i primi capitoli sono già pronti.
Un saluto, e ci vediamo al  prossimo capitolo
-Sary-

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Capitolo 2
*** L'incontro ***



Il primo giorno di scuola, chi è soltanto al primo anno pensa che non si faccia niente, ma per noi sventurati che sono già inoltrati nel “carcere”, la storia è un po’ diversa.
Prima ora: Lettere.
Un’ ora passata completamente a dormire, per così dire. Una cosa che ho sempre odiato, è il fatto che i prof spieghino ore e ore, senza preoccuparsi minimamente di cosa possiamo provare noi. Ti scoppia la vescica? Non pensare neanche di chiedere di andare in bagno, se provi a disturbare la lezione per cose così futili, la pena è il leggendario sguardo da prof, che sembra che voglia solo dire “ Ehi tu, piccolo esserino, non pensare neanche di fermare il mio monologo”, come se stessero recitando in un musical a Broadway. Ma fatemi il piacere, i miei professori non potrebbero recitare neanche alla mensa scolastica. Io sono nata per il palco, ma non dilaghiamo, torniamo all’ argomento principale.
Per la nostra fortuna il primo giorno si fanno solo due ore, e ora ci tocca la mia materia: Diritto.
Non sappiamo ancora chi debba venire, ma spero sia una persona qualificata, di questa materia io ne farò un lavoro.
<< Ohoho, Dy ci sei? >>
<< Come scusa, ero persa nel mio diario mentale, sai che quando spazio con la fantasia, quasi mai ti sento >> le spiego con calma
<< Tu sei matta. E poi come pensi che la gente possa leggere un diario se lo scrivi nella tua mente? >> mi dice sogghignando
<< Taci, oggi non mi hai svegliata, per questo ti odio >> facendo la finta offesa
<< Ma scus… >> bloccandosi a metà
Sono già pronta prenderla a schiaffi, quando mi accorgo di un dio Greco che entra nella nostra classe, spero che sia un nuovo alunno, e siccome sono una faccia di merda, decido che voglio scoprirlo ora.
<< Guarda che se cerchi una quinta, hai sbagliato classe >>
Lui mi scruta per un po’,’ e poi accenna un sorriso, magari sono pazza ma per me è anche arrossito. (si sarò pazza.)
<< No signorina… >>
<< Torres >>
<< Signorina Torres… io sono il  vostro nuovo professore di Diritto, e starò qui per un anno >> sorridendo a tutta la classe << Io sono Adam Campbell, e sono un avvocato penale, ma per campare ho deciso di accettare la cattedra >> sempre sorridendo.
Avrà una paralisi.
<< Magari volete presentarvi, comincia.. >> con il dito sospeso verso di noi.
<< Comincio io, mi chiamo Karina Evans... E se proprio vuole saperlo sono anche single >> E ovviamente la classe scoppia a ridere, compreso il nuovo prof.
<< Grazie dell' informazione >> risponde lui, con simpatia, << Signorina Torres, è il suo turno >>
<< Dylan Torres, ho ottimi voti nella sua materia. Ho il massimo dei voti, perché sogno di diventare un avvocato penalista >>
<< Notevole >> commenta lui, con una strana luce negli occhi.
Il resto dell'ora lo passiamo a sentire le presentazioni degli altri, ma io non riesco proprio a smettere di guardarlo, solo perché è specializzato nel lavoro, che vorrei fare io.
All'improvviso suona la campanella.
 << Posso chiederle quanti anni ha? >> gli chiedo, appena la classe si svuota.
<< Come scusa? >> domanda sorpreso
<< Non mi fraintenda, ma sembra piuttosto giovane per insegnare >>
<< 28 anni... E non ci crederai, ma non è la prima volta che me lo dicono >> risponde lui, sorridendo.
Da quando mi da del tu?... meglio così
 << Non ne dubito >>
<< Ora tocca a me farti una domanda, che dici? >>
<< Credo sia lecito >> rispondo, sorridendo anche io.. Non arrossire Dylan, fai la persona seria.
<< Torres... quindi sei messicana? >>
 << Da parte di padre, mia madre è italo-americana. Sua madre viveva a Milano, mentre suo padre viene da Pittsburgh, si sono conosciuti in crociera. E poi sono venuti qui >>
<< Come si sono conosciuti? >> mi chiede, sedendosi sulla cattedra, facendomi segno di seguirlo.
<< Erano compagni di scuola... e tre anni dopo sono nata io. E lei invece? Da dove vengono i suoi genitori? >>
 << Mia madre viene da Parigi, figlia di due magnati dell'economia, mio padre è canadese. I suoi parenti sono imprenditori nel campo immobiliare. Ho vissuto tra Toronto e Parigi, fino a quando mi sono laureato >>
<< Bella? Toronto, intendo >>
 << Meravigliosa >>
<< Anche i miei occhi lo sono >> gli dico scherzando.
 << Direi che Toronto, non potrà mai essere così bella, come lo sono i tuoi occhi>> Arrossisco all'istante, e con una stupidissima scusa corro via.

***
Toc Toc.
<< DYLAAAAAAN! >> urla quella pazza della mia migliore amica.
<< Ehm... Scusa da quando fai l'avvoltoio alla mia finestra?... no perché è inquietante >>
<< Avvoltoio?!?... Io direi, meraviglioso gufo...Okay, stiamo serie >>
Alle volte mi chiedo cosa abbia nella testa, ma è la persona più cara che ho.
Karina è la persona che quando sono giù di morale, mi fa tornare sempre il sorriso. lei è la persona più forte che conosca, riesce sempre a reagire bene, anche nelle situazioni più difficili, come quando morì suo padre.
Era l'ultimo anno delle medie, la seconda settimana di ottobre. Scoprirono che aveva un cancro al pancreas, allo stadio terminale. Lei non pianse mai, finché lui fu in vita. Solo dopo riuscì a lasciarsi andare. Il 13 dicembre del 2010, alle 2.00 del mattino il cuore di suo padre cessò di battere, e le lacrime di Karina cominciarono a scendere.
Restai con lei tutto il giorno, a vederla piangere e ad abbracciarla, era distrutta, e io con lei.
Ma le cose brutte accadono per un motivo, no?
Sono quattro anni che cerchiamo il motivo di quella tragedia.
<< Cosa vuoi chiedermi, perché so che sei qui per chiedermi qualcosa. >>
<< Da 1 a 10 quanto è figo il nuovo prof di Diritto? >>
<< Ehm... Figo non direi, penso più che sia... carino >> le rispondo, balbettando
*Schiaffo sulla nuca* << MA TI SEI RINCRETINITA TORNANDO A CASA, O COSA?!?!?... Ehm carino ?!?!?! Quello è la quinta essenza di un dio greco, Jhonny Deep nella doccia, è un sogno... >>
<< Taci, pazza con gli ormoni a mille... Abbiamo anche dei vicini. E mi hai fatto male, tanto anche! Comunque tornando a Adam.. >>
<< ADAM?!?!? >>
<< Ehm... Kari... IO... Se ti dico una cosa, devi giurare sul tuo cadavere
che non la dirai a nessuno >>
<< Hai la mia parola di scout >> facendo una croce sul suo cuore.
<< Tu non sei mai stata negli scout... >>
<< Concentrati Dy... c'è qualcosa che devi dirmi >>
Allora gli racconto della mia chiacchierata con Adam.
<< Cosa ne pensi? >> chiedo dubbiosa
<< Penso anche io che sia un bel ragazzo, ma non ti conviene fantasticare troppo. Insomma non lo conosci neanche, non sai come è fatto o come pensa. In più è un tuo professore >>
<< Sisi... ma come faccio a conoscerlo meglio? >> rispondo io con un sorrisetto, quasi terrificante.
 
<< Guarda dovremmo pensarci. Ma tuo padre? >>
<< Lavoro, tua mamma? >>
<< Lavoro >> dice sospettosa
<< A Chicago >> diciamo all'unisono
<< Oh mio dio >> inizio io
<< Oh mio dio >> risponde lei
<< OH MIO DIO! >> sempre insieme.
A QUANTO PARE I NOSTRI GENITORI CI NASCONDO QUALCOSA!
                                           
                                             ***
Alla fine, io e Kari, dopo una pizza e un film, abbiamo scelto di dormire insieme.
La mattina, dopo aver portato fuori i nostri cani, ci prepariamo in fretta per il secondo giorno.
<< Ci sono due ragazzi nuovi >> esclamo io
<< E sono carini... Presentiamoci! >> risponde Kari, alzandosi dal suo banco.
<< Seduti, che mi causate fastidio >>
Non cominciamo un discorso su questa idiota, che dovrebbe insegnarmi qualcosa, ma non sa mettere due frasi insieme.
<< E come facciamo a presentarci, se quella specie di goblin femmina ci ha appena tagliato i ponti? >> mi dice sussurrando, la mia migliore amica.
<< Prima scopriamo i loro nomi... Ci penso io! Prof, scusi ci sono due nuovi alunni >> la informo sorridendo.
<< Sei un genio >> mi sussurra Karina
<< Lo so >> rispondo io, con un sorriso che farebbe invidia a un pazzo
<< Oh giusto... Presentatevi pure >> risponde il goblin
Il primo. << Noah Harvey, vengo dal Texas. Oh... lo dico subito, spero che non causi nessun fastidio, ma sono gay >> afferma ridendo.
Se c'è una cosa che manca nella mia scuola, grazie a Dio, è il razzismo.
Qui tu puoi stare con una persona bianca, di colore, gay, confuso e persino con un pony, sta di fatto che nessuno commenterà mai.
<< Aidan Harvey >> afferma.
Finita la lezione cominciamo a fare conoscenza.
<< ... e cosi mio padre scoprì che prediligo le banane >> racconta Noah,  mentre aspettiamo la professoressa di Lettere.
Mentre scendiamo per andare in mensa, prego di non incontrare Adam... ma ovviamente la fortuna non è mai dalla mia parte.
<< Signorina Torres... Signorina... Dylan >> dice fermandomi
<< Voi andate, arrivo subito >> lanciando uno sguardo di intesa a Kari.
<< Ti tengo il posto tesoro >> mi dice Noah, dopo avermi baciato sulla guancia.
<< Mi dica Prof... ha bisogno di qualcosa? >>  dico io,fingendomi sicura di me.
<< Volevo sapere... Ecco più che altro, scusarmi per ieri, sono stato inopportuno... mi è scappato di bocca, era un complimento, comunque... Ehm.. si ..Ecco. >>
Un momento, è nervoso, o sbaglio? Oh mio dio!
<< Non sono arrabbiata, ne tanto meno disgustata. Solo che ieri mio padre è partito per lavoro, e quindi dovevo scappare a casa, per portare fuori il mio cane. Anzi la ringrazio per il suo complimento, ora devo andare a pranzare. A dopo Professore >> facendogli l'occhiolino.
A metà del corridoio, però, lo richiamo.
<< Oh... Prof? Un consiglio per il futuro, se vuole conquistarmi non mi chieda mai scusa per un complimento. >>
Detto questo, corro in mensa ridendo, lasciandolo molto confuso.
Altro materiale da raccontare a Kari.

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Capitolo 3
*** Conoscersi ***


“E’ una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito. E’ una follia condannare tutte le amicizie perché una ti ha tradito, non credere in nessun amore solo perché uno di loro è stato infedele, buttare via tutte le possibilità di essere felici solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto. Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio.”
-Il Piccolo Principe-

<< Pronto?>> il telefono che ti suona alle 6.50 del mattino, un altro dei miei nemici.
<< Dylan, sono papà. Lo so che odi che ti chiami la mattina presto, ma volevo dirti che devo prolungare il mio soggiorno a Chicago… mi dispiace tesoro di non essere a casa per il week end>>, sento che gli dispiace, ma fin da quando ero piccola, dopo che mia madre se ne andò, mi aveva promesso che non avremmo più passato tanto tempo separati.
<< No, non ti preoccupare. Ci vediamo quando torni. Ora scusa ma devo prepararmi per la scuola>> cerco di dire senza piangere.
<< Fai la brava. Te quiero, mi hija>> lo spagnolo, la nostra lingua. L’unica che usa quando cerca di tirarmi su il morale.
<< Yo también te quiero, papá.>>.
E cosi, per la seconda volta nella mia vita, mi sento davvero sola.
A:Kari
“Ciao Kari, volevo  farti sapere che non verrò oggi a scuola. Male alla  pancia improvviso. Non ti preoccupare. Ti voglio bene. Saluta Noah e Aidan “
Non aspetto neanche la risposta e me ne torno a letto, non voglio vedere nessuno. Il mio papà è l’unico uomo che mi amerà nonostante tutto e tutti e non averlo vicino, anche se so’ che è per lavoro, mi lascia una tristezza infinita.
<< Joker... andiamo a letto tesoro >>, il mio cucciolo sa già cosa deve fare, e appena mi sdraio sul mio lettone, adagia la sua testa sulla mia pancia. Sa che quando piango, questa è una delle poche cose che mi dà veramente conforto. 
Da:Kari
“Dylan… ti conosco troppo bene, e so che non mi stai dicendo la verità. Ma comunque sai che non ti assillerò. Dopo scuola passo, che ne dici di film, the e pettegolezzi tra ragazze?
Ovviamente Noah verrà con noi, che pettegolezzi sarebbero senza il nostro elemento gay? :D. Te quiero, baby!”

Lei!  La donna più spettacolare che possa esistere. Come si fa a essere tristi con delle persone così meravigliose accanto?
Non lo so, e per questo non posso non accettare.
A: Kari
“Grazie. A dopo Tesoro mio, yo también te quiero.
Ps. Noah è sempre invitato :D”

Adesso cerco solo di distrarmi in attesa dei miei amici.
 Così dopo aver dormito fino alle 12.30, decido di prendere una boccata d’ aria, portando Joker a fare una passeggiata. Il fatto di poter uscire con un cane lupo, mi dà una certa sicurezza.

Mentre sono per strada mi accorgo di avere voglia di gelato, così mi dirigo al negozio di alimentari vicino a casa.
Dove sarà il gelato alla fragola?
Bingo.
<< Ma che bisogno c’è di mettere il gelato sul quarto scaffale?! Se un nano lo volesse?>> comincio a lamentarmi io
<< Me lo sono sempre chiesto anche io>> mi dice una voce alla mie spalle, non vi dico il salto che ho fatto, mi giro rossa come un pomodoro
<< Ehehe… io vo.. c’è.. Ciao, mi chiamo Dylan, Dylan Torres>> allungando la mano al bellissimo ragazzo che ho davanti agli occhi: alto, rosso di capelli, occhi chiari.
<< Austin Gallagher, piacere di conoscerti Dylan>> dice sorridendomi… e intanto allunga il braccio per prendermi il gelato << Ecco fatto..>> continuando a fissarmi
<< Lavori qui? Perché mi sembri giovane, quanto hai 18 anni?>>
<< 17, in realtà. E no, non lavoro qui. Sono venuto a prendere dei surgelati, il mio ragazzo voleva cucinare sta sera.>> E siamo a tre.
<< Ottimo, vivete insieme? O avete solo la casetta libera?>> gli chiedo per niente scandalizzata, ma vedo che lui è rimasto. Probabilmente si aspettava che gli dessi del malato, beh ha trovato la persona sbagliata.
Prima che possa rispondere, ci raggiunge un ragazzo leggermente più basso di Austin( comunque più alto di me. Dannata bassezza), con due meravigliosi occhi blu, dei capelli neri come la pece, e un sorriso che illuminerebbe un cimitero.
<< Austin, li hai trovati?... Oh ciao>> sempre sorridendo, ha una voce troppo sexy
<< Ciao, sono Dylan Torres. Tu devi essere il ragazzo di Austin>>
<< Si, sono Jamie Milkovich>> allungandomi la mano
<< E per rispondere alla tua domanda, non viviamo ancora insieme, Jamie a casa libera, domani, è il nostro primo giorno di scuola. Andremo alla… aspetta ti faccio vedere la foto>> mi dice Austin
<< Anche io vado lì, ci vedremo spesso>> conquistando due sorrisi smaglianti dalla coppietta.
Due piccioni con una fava, la giornata sta prendendo la giusta piega, direi!
<< Probabilmente mi darete della pazza, ma.. vi dispiace se vi faccio alcune domande? Sapete ho un amico, si chiama Noah, anche lui è gay. Vorrei tanto trovargli qualcuno e quindi, avere degli amici che, diciamo, preghino nella sua stessa parrocchia.. sarebbe utile>> sono sfacciata come una volpe prima di cacciare, e faccio similitudini che non stanno in piedi.
<< Solo perché sei simpatica>> mi dice Jamie
Tombola.
<< Il mio numero. Se volete conoscermi meglio, e conoscere la mia ‘’banda”>> allungando un bigliettino con scritto il numero.
13.40. Cazzo, Karina e Noah arriveranno tra poco.
<< Ora devo andare, è stato un piacere. >> baciando le guance di uno e poi dell’ altro.
Dopo aver pagato il gelato, afferrato Joker, corro a casa. Appena arrivo noto una moto parcheggiata davanti al vialetto. Un momento, verde e nera.. questa è la moto di…
<< Dylan>>
Oh merda..
<< Prof, che piacere vederla>> rispondo con finta non curanza, ignorando il mio cuore che gioca a fare il ginnasta sulle parallele.
<< Kari mi aveva detto che eri a casa malata, con un forte mal di pancia. A quanto pare non cosi forte, visto che ti mangi…>> afferrando il mio sacchetto, << Gelato alla fragola>>.
<< E lei è venuto qui, solo per assicurarsi che non stessi mentendo?>> chiedo con scetticismo.
<< Volevo solo vedere come stavi…>>
<< E lo fa con tutte le studentesse? Siamo molto fortunate ad averla>>
<< In effetti… no>>
<< E quindi?... Perché è venuto? Non manco da una settimana, ne da un mese. Non c’era motivo di venire>> lo so, sono una stronza. Ma so’ che non potrà mai accadere niente tra di noi, e non vedo perché starci male.
<< Me ne vado, allora>> girandosi e salendo sulla moto. Cosi, io mi avvio verso la porta.
<< Dylan, so’ che forse è sbagliato dirtelo, ma…anche se non ti conosco, sento un legame tra di noi. Quindi mi sono preoccupato, quando non ti ho vista>>.
 Perché deve essere tutto cosi sbagliato?
<< E questo che cosa vorrebbe dire? Lei non mi conosce, è vero. È un professore, perciò so che tra di noi non succederà mai niente. Perché soffrire, allora?>> ti prego, ti prego va via. Non cercare di convincermi. Ti scongiuro, mandalo via.
<< Dylan, ti prego.. lasciami almeno la possibilità di parlarne>>
<< No, se ne vada. Le assicuro che domani tornerò a scuola>> e con questo chiudo definitivamente la conversazione.
Appena sento la moto andare via, mi accascio sulla porta lasciandomi andare a un pianto liberatorio.
Possibile, è la seconda volta oggi.
Quando la mia migliore amica e Noah aprono, mi trovano in lacrime. Basta uno sguardo e capisco che finalmente posso sfogarmi.
Non penso niente di quello che ho detto ad Adam, ma non voglio affezionarmi a qualcuno, senza avere la certezza  che non lo perderò.
Quando finisco di raccontare quello che è successo con Adam, informo i miei “psicologi” dell’ incontro avuto con Austin e Jamie. L’ unica nota positiva della giornata.
Noah è al settimo cielo, e io cerco di stare meglio per lui. È difficile, ma ci provo almeno. Alle 20.00 Noah torna a casa, e sento di dover parlare con la mia migliore amica, ho bisogno di sapere cosa ne pensa.
<< Perciò… è venuto qui?>> incomincia lei
<< Si>>
<< Tesoro immagino come ti sei sentita, e come stai adesso>> e mi dà un abbraccio e un bacio sulla guancia
<< Io.. è solo che…>> evviva, non c’è due senza tre.
<< Ti prego non piangere. So che ti senti giù per questo, ma devi reagire?>> porgendomi la tazza di thè fumante.
<< E’ solo che, io non penso sul serio quello che gli ho detto. Insomma, si penso che sia difficile stare con un professore, o comunque avere un qualche tipo di rapporto, al di fuori di quello scolastico. Ma non mi sono mai fermata, non davanti agli ostacoli. Che cosa può significare?>> bevendo il mio thè
<< Può significare due cose. La prima: non ti interessa veramente>>
<< E la seconda?>>
<< La seconda?...ti piace cosi tanto, che il pensiero di poterlo perdere, ti fa venire voglia di piangere per mesi interi>> mi dice con un sguardo deciso
<< Ma non lo conosco nemmeno>>
<< E allora fa quello che farebbe qualsiasi persona>>
<< Sarebbe?...>> chiedo allibita, insomma vuole parlare o no?
<< CONOSCILO, Dylan. Fallo nel modo più sincero e ottimista che puoi. Sempre se pensi che ne valga la pena>>. E con questo, la mia migliore amica, se ne va, lasciandomi con mille pensieri.
Tutta la sera la passo a pensare alla mia giornata. Vorrei capire davvero cosa mi succede, e forse Kari ha ragione, forse dovrei solo essere ottimista. Ma cosa faccio se per caso tutta questa storia va male? Non posso permettermi di soffrire di nuovo.
21.00-
Da: 3342631987
“So che è tardi, e probabilmente ti starai chiedendo chi sono. Anche perché non ti ho lasciato il mio numero. Comunque sono Austin Gallagher, il rosso  che hai conosciuto oggi al negozio. Io e Jamie volevamo chiederti una cosa. Si, ci chiedevamo s e domani, visto che andiamo nella stessa scuola, potresti dedicarci qualche minuto :D.  Facci sapere.
Un bacio. “

A quanto pare, qualcuno mi ha letto nella mente, e non ci penso un minuto a chiamarlo. Non prima di aver memorizzato il numero.
Bip,bip, bip… al terzo squillo sento la sua voce
Ehi, scusa se ti abbiamo svegliato.” In sotto fondo sento la risata di Jamie
“ Non stavo dormendo. Comunque sono felice che mi abbiate scritto, perché pensavo proprio a voi”
A cosa dobbiamo l’onore?” facendo ridere anche me
“ Ho una proposta da farvi”.
Mentre spiego ai due nuovi membri della mia terribile ‘banda’ (ok è patetico chiamarla così, comunque nessuno si potrà lamentare, voi esistete solo nella mia testa, e questo dopo tutto è il mio diario, non il vostro), tutto ciò che devono sapere, mi accorgo della cosa fondamentale. Io non so niente di loro, e cosi tra una chiacchera e l’ altra, vengo a sapere una marea di cose.
Senza accorgermene si fanno le 23.30, e saluto i miei due nuovi amici, con la promessa di rivederli domani. Sono felice di aver trovato loro, per la prima volta mi sento una vera teenager, con una solida cotta, degli amici, e un padre assente a causa del lavoro.
La notte peggiore della mia vita. Piena di pensieri, che mi fanno esaurire le forze, ma la mattina so’ esattamente quello che devo fare. Ci vorrà del tempo, ma ne vale la pena.
Appena arrivo a scuola, intravedo il mio pel di carota, e lo trascino di forza vicino al mio gruppo
<< Austin Gallagher, Jamie  Milkovich sono lieta di presentarvi, Karina Evans, la mia migliore amica>>
<< Piacere ragazzi>> stringendo la mano alla coppia.
<< Lui, invece è Aidan Harvey>>
<< Come butta?>>
<< Butta bene, fratello>> ottimo già fatto amicizia con Jamie. Almeno qualcosa va per il verso giusto
<< E ultimo, ma non per importanza. Lui è Noah Harvey>>
<< Ciao>>
Fatte le presentazioni, ci dirigiamo subito in classe. A fine lezione siamo già uniti, forse è cosi. Le cose migliori sono semplici e basta, oppure ti devi solo impegnare, per fare in modo che vadano bene.

***
 
In un baleno, passa la prima settimana. Mio padre non è ancora tornato, il suo lavoro è cosi, impegnativo e costante, e forse dovrei essere felice per lui. La mamma di Adrien è tornata a casa, e ha già invitato tutto la compagnia, eh si, ora io, Kari, Aidan ( che dà un po’ di tempo mi chiede consigli su come conquistare la mia migliore amica), Noah, Austin e Jamie, siamo una compagnia. Appena arrivata ci ha confermato che lei e mio padre si frequentano, e io non potevo esserne più felice.
Ho appena finito una giornata lunghissima, due ore di Economia Aziendale, e ora due ore di Diritto, costretta a vedere il mio sogno proibito. Dall’ ultima volta, non mi guarda mai, neanche quando deve fare l’appello, se mi deve interrogare, guarda il pavimento o il libro, e questa si che è una tortura.
<< Allora vieni o no?>> mi chiede con insistenza Jamie
<< Come scusa?>> chiedo io appoggiando la testa sulla spalla di Austin. Ah, questa è un’altra cosa fortissima, Austin è stato cadetto semplice nei Paracadutisti, e quindi essendo molto allenato, mi porta sempre a cavalluccio fino a casa, o nei corridoi. È divertente, io e lui siamo molto in sintonia, Jamie praticamente è come se fosse membro della mia famiglia.
<< Pronto.. terra chiama Dylan. Ma dove sei ultimamente?>> mi deride la mia migliore amica
<< Sto pensando a Papà… mi manca>>
<< Dai Dy, vedrai che tornerà. Non ha detto che vuole vedere dal vivo sia me che Jamie?>> cerca di consolarmi il mio migliore amico
<< Austin, è la prima volta che mi lascia per così tanto tempo>>
<< Per questo sta sera devi venire al cinema con noi. Cosi io posso pomiciare con Austin, Aidan e Kari, speriamo che si diano da fare..>>, beccandosi uno spintone dalla diretta interessata, << Ahi… e tu terrai compagnia a Noah>>
<< Ok, io sono arrivata. Comunque sta sera non mancherò>> salutando Kari, e gli altri.
Appena entro in casa noto qualcosa di strano, Joker mi corre sempre in contro quando torno da scuola, a meno che…
E poi lo vedo, il mio papà.
<< Papàààààààà>> correndogli in braccio, con le lacrime agli occhi
<< La mia piccola bambina, mi sei mancata talmente tanto. Ma sei cresciuta o sbaglio? Ti ho portato un regalo.>> dandomi la nuova copia del ‘’Piccolo Principe”.
<< Era il libro preferito di nonna>>
<< Leggilo, e dimmi com’è>> mi dice sorridendo, quanto mi è mancato. Il suo profumo, lo stesso che usava quando ero piccola, i suoi capelli che sono ancora tutti neri, ma soprattutto i suoi abbracci, che mi facevano sentire una principessa protetta dal suo cavaliere. Ho sempre avuto un bellissimo rapporto con lui.
Mentre mangiamo, gli racconto tutto quello che mi è successo in sua assenza, omettendo Adam, non voglio ancora parlargli di lui
<< Non mi hai ancora detto perché sei tornato>>
<< Ho letto una frase nel libro che mi ha fatto riflettere>>
<< Quale frase?>>
<< ”Il mio fiore è effimero e non ha che quattro spine per difendersi dal mondo! E io l'ho lasciato solo!”. Tu sei il mio fiore, e devo avere cura di te>>
<< Papà… ti  voglio bene! Ora vado a studiare, scusami>>
Appena arrivo in camera avviso i miei amici, e così sta sera il piano del cinema salta, mio papà ha invitato tutti a cena. Domani parlerò con Adam.
La cena, dopo tutto, è andata molto bene. Papà e la sua “nuova fiamma” sono dolcissimi insieme, e anche Kari si è lasciata andare sul fronte “Aidan”. Abbiamo mangiato le lasagne ( il mio cibo preferito) e del gelato alla fragola, e non appena Austin ha visto la scatola, è scoppiato a ridere. Per questo ci siamo trovati a raccontare il nostro primo incontro.
Ora che sono nel letto, con Joker che mi schiaccia la pancia con la sua testa, sento l’ansia che comincia a crescere, non ho ancora deciso che cosa dirò ad Adam, so di avere sbagliato, ma il fatto che mi sia rimasto impresso fin dall’ inizio, mi ha destabilizzato parecchio.
Se penso ai miei sentimenti nei suoi confronti, subito sento la voglia di averlo vicino, e di farmi coccolare da lui, ma la ragione bussa al mio cervello, e mi rendo conto che non lo conosco, non so le sue paure ne cosa gli piace. Per ora è solo una bella faccia, sul corpo di un professore, dotato di un carisma elevato e che piace molto agli studenti.
Ora è meglio dormire, ho ancora dei dubbi.  Ma credo che mi affiderò ai miei sentimenti.
****
 
Alle 6.00 mi alzo, il sonno non è servito a nulla, sono stanca morta. Scendo a fare colazione con papà, sono così felice che sia tornato a casa, dopo mi faccio una doccia, e essendo di buon umore, mi viene voglia di esternare la mia femminilità, mantenendo il mio tocco, cosi scelgo degli skinny jeans color crema, una camicia larga da uomo a quadri bianchi e neri ( rubata da Austin due giorni fa), calze nere e le immancabili All Star, le mie scarpe preferite. In bagno, scelgo di piastrarmi i capelli lisci ( non sono mai stata più felice di avere le punte blu), un filo di eyeliner nero e del rossetto rosa chiaro. Giacca di pelle corta, prendo lo zaino, esco. Sono le 7.30, Austin, Jamie e Kari mi aspettano in fondo alla strada.
<< Buongiorno Dolcezza>> mi dice Austin, dopo avermi scoccato un bacio, seguito da Jamie e un abbraccio di Kari, che appena nota il mio look, sorride.
Credo che non sia l’unica ad averlo notato.
<< Oggi è il grande giorno? Finalmente parlerai con Ad- ehm , il prof?>> mi chiede Jamie
<< Penso di sì, per questo volevo avere un look impeccabile>> spiego io.
<< Certo che è impeccabile, quella è la mia camicia>> si lamenta il mio migliore amico, scatenando le risate dei presenti.
Appena arrivata a scuola noto subito la sua moto, parcheggiata e bellissima nel suo nero e verde. Lo cerco con lo sguardo, e notando l’ora, deduco che sia già in classe, visto che le prime due ore le passerà con noi. È il momento giusto, così saluto i miei amici e mi dirigo in classe, sono le 7.50, ho dieci minuti per restare sola con lui. Faccio un bel respiro e entro, chiudendomi la porta alle spalle. Questo gli fa alzare lo sguardo, dio mio quanto è bello.
<< Prima che lei dica qualcosa, volevo solo scusarmi per il mio comportamento di una settimana fa, so che è passato del tempo, ma volevo trovare le parole giuste… non avevo alcun diritto di parlarle così. Ho dato troppo valore a delle azioni, che se analizzate bene, sono insignificanti. Perciò, scusi ancora.>> concludo abbassando il capo
<< Accetto le tue scuse>> facendomi sollevare il capo,<< ora, però, devi darmi la possibilità di spiegarti delle cose>>
<< Credo di doverglielo, prof>> sorrido, del tutto imbarazzata.
Cosi lo vedo alzarsi, sedersi sul primo banco, e facendomi cenno di sedermi vicino a lui.
<< Sei libera oggi pomeriggio verso le 14? Io esco da scuola a quell’ora. Se ti fai trovare qui davanti, possiamo fare un giro e parlare>>
<< Si, sicuro>> cercando di mantenere la calma più totale, mentre mi avvio fuori dalla classe.
<< Oh… Dylan, quando siamo io e te, o anche soltanto fuori da scuola, chiamami solo Adam>> mi dice sorridendo, nel mio modo più sexy che abbia mai visto.
<< Ok. Solo Adam>> aggiungo ridendo.
Driiiiin. In tempo con la campanella, la fortuna continua a girare.
Dopo una settimana d’inferno, finalmente le lezioni di Diritto riprendono tutto l’ interesse inziale, i miei amici sono curiosi e io li zittisco con la promessa di raccontare tutto a pranzo. Nei momenti in cui gli altri scrivono, vedo Adam che mi fissa, e il mio cuore gioca unì altra volta a fare il ginnasta. Passerà mai tutto questo.
La pausa pranzo, passa in un baleno, ma a me è sembrata un’eternità. Probabilmente, perché al posto di miei amici, ho dei paparazzi, sempre interessati a sapere gli ultimi scoop. Ora manca solo un’ora, e poi potrò parlare con Adam.
Ovviamente, visto che la mia fortuna è famosa, l’ ultima ora la passo davanti al computer, compilando modelli su modelli di fattura. La vita sotto alcuni aspetti è davvero ingiusta.
Quindi, dopo aver passato una delle ore più noiose della mia carriera scolastica, mi accingo a uscire da questo carcere.
All’ improvviso mi sento tirare da un braccio, e mi ritrovo in un’ aula vuota, con il mio professore preferito a 10 cm di distanza, appena si accorge della limitata distanza tra di noi, indietreggia.
<< Aspettami vicino al cancello, sul retro. Cosi, possiamo andare via insieme.>>
<< Okey>>, sono una ragazza eloquente alle volte. Giuro!
Cosi mi faccio trovare al posto prestabilito, non prima di aver salutato i miei amici. So già che sta sera, mi ritroverò impegnata in una telefonata di gruppo.
Appena vedo la moto arrivare, mi avvicino, metto il casco, e partiamo. Dopo 10 minuti in moto, mi ritrovo davanti a un parco semi deserto, se mai dovessi uccidere qualcuno, penso che sceglierei questo posto.
Scendiamo e riconsegno il casco al prof. Devo ricordarmi di chiedergli, perché si porta sempre due caschi dietro.
<< Ehi, ti ho chiesto scusa oggi, non devi per forza uccidermi>> con un velo di sarcasmo, neanche troppo celato.
<< Non vorrai farti trovare in giro con il tuo vecchio professore. Non ti vergogneresti a morte?... comunque ti prometto che non ti ucciderò. O almeno farò in fretta>>
Allora anche lui sa fare battute, << non credo che questo mi tranquillizzi più di tanto>>
<< Vieni, andiamo a fare una passeggiata>> mi dice, passandomi un braccio sulle spalle.
Okey Dy, calmati, è un gesto senza malizia. O forse no?
<< Sai non volevo spaventarti quel giorno, ero solo preoccupato per te. I colleghi si sono straniti quando non ti hanno visto, hanno detto che di solito, quando tuo padre parte, tu li avvisi, o comunque tuo padre chiama la scuola per dire che sarai assente. Quel giorno, invece, c’è stato un silenzio completo. Cosi, volevo solo vedere come stavi.>> inizia lui, così aspetto che finisca. << forse ti sarà sembrato molto strano. Ti assicuro che non sono un maniaco.>>
<< Qualsiasi maniaco lo direbbe, mi scusi ma è cosi>> scherzando, << in realtà, mi è piaciuto il fatto che si sia preoccupato per me. Mi sono sentita speciale, ma ora non più.>> facendolo sorridere.
<< Sei speciale… e comunque non sono venuto solo per quello>>
<< E per cosa?>> gli chiedo, mentre ci sediamo su una panchina, davanti a un laghetto.
<< C’è qualcosa in te Dylan, che mi ha fatto pensare. Fin dal primo giorno, ho capito che se avessi iniziato a insegnare nella tua classe, sarebbe successo qualcosa di… diverso>>
<< Diverso?, in modo positivo?>> chiedo con una leggera ansia. Voglio che sia cosi.
<< Credo, per ora almeno, che sia più che positivo>>
<< Lei, insomma, lo crede davvero?>>
<< Si… oh, e non darmi del lei. Ti prego>>
Cavolo, mi sento così stupida, anche perché nella mia testa, il Lei è completamente inesistente, dal primo giorno.
<< Se sono del tutto sincera con Le.. con te. Mi prometti che non scapperai?>>
<< Lo prometto>>
<< La prima volta che ti ho visto, ho pensato che eri un gran figo. Poi tu ti sei presentato, e ho pensato, cavolo Dylan, sei proprio fortunata. E credo di esserlo stata, sotto alcuni punti di vista, perché, per quel che vale, io ti reputo un grande insegnante.
Ma la sera, quando torno a casa, non voglio conoscerti solo come insegnante, voglio conoscere l’ Adam che ride con i suoi amici, e voglio vedere che tipo di musica ti piace.
Non se sia troppo affrettato dirtelo, ma a questo punto non mi importa, quindi spero che tu possa accettare il fatto che tu sei il mio punto fisso, ultimamente.>>
Mi sento un pomodoro, ma credo di essere più leggera, ora lo sa. Aspetto solo che mi risponda.
Lo vedo alzare una mano, e sento che mi accarezza la guancia destra.
<< Lo vedi, tu sei diversa, non hai paura di dire ciò che pensi, ne di mostrare ciò che provi. Come non potrei volerti conoscere?>> mi dice, con quel sorriso che scioglierebbe un ghiacciaio.
Passiamo le successive ore a parlare di noi, lui mi racconta di quando ha deciso di diventare un avvocato penale, il motivo principale è che voleva davvero difendere la gente. Mi racconta della sua infanzia, del fatto che per colpa dei suoi genitori, che si separarono quando aveva 2 anni, lui fu costretto a fare avanti e indietro tra la Francia e il Canada, mi parla del rapporto con suo nonno materno, e di quanto gli parlasse della Guerra.
Io sorvolo la famiglia, un argomento molto doloroso per me, e gli racconto della mia infanzia, del mio rapporto con Karina, del rapporto con mio padre, del suo continuo viaggiare, della scuola, e di quello che vorrei che fosse il mio futuro, lui mi chiede delle mie amicizie.  Quello mi porta a parlare di Austin, Jamie e Noah.  Senza accorgermene si fanno le 19.30 e capisco di dover tornare a casa.
Mentre ci dirigiamo alla moto, mi accorgo di volergli fare la fatidica domanda.
No, non voglio chiedergli di sposarmi.
<< Sei fidanzato?>>, brava Dy. Non si fanno certe domande a bruciapelo, il tatto cazzo!
All’ inizio mi guarda spaesato, poi lo vedo scoppiare a ridere. Wow, cose c’è di divertente?!
<< No… certo che non sono fidanzato. Sarei qui con te, altrimenti?>>
<< Ma… allora ci stai provando con me, Professore?>> gli chiedo con una nota di malizia nello sguardo.
Lui mi ferma, e si piazza davanti a me. Poi si avvicina al mio orecchio.
<< Non sia mai>> sussurrando, nel modo più sensuale che esista. Mi piace, molto direi.
Poi all’ improvviso, noto che sta fissando un cosa dietro di me.
<< Stai bene?>> gli chiedo
<< C’è un gattino li, sotto quella panchina>> risponde con un sorriso
<< Vallo a prendere… magari a un collarino >>
Ci avviciniamo alla panchina in silenzio. Il gattino è rannicchiato, e appena ci sente arrivare alza il musino, scoprendo due enormi occhioni blu.
<< Nessun collare… è un cucciolo. Chissà perché è qui>> esordisco, con voce bassa, per non spaventare il cucciolo.
<< Ora sarò io il suo padrone, vero Blacky? >>
<< Blacky? >> chiedo, rischiando di scoppiare a ridere.
<< Andiamo va… Apri lo zaino, così posso metterlo dentro, non vorrei che cadesse dalla moto>> risponde lui, sorridendo
Appena arrivati a casa, faccio uscire il cucciolo, e restituisco il casco ad Adam.
<< Tienilo… potrebbe servirti >> sussurra lui, eloquente. Poi mi abbraccia forte, cercando di non schiacciare il gatto,  però non mi basta, cosi mi avvicino al suo viso, e gli stampo un bacio sulla guancia morbida.
<< La prossima volta, magari scegli tu dove vuoi che ti baci>> gli sussurro io, all’orecchio, per poi correre a casa.
Il migliore pomeriggio di sempre.
Appena entro, il cellulare suona. *Chiamata di Gruppo*



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Angolo Scrittrice
Hellooooooo!!!! 
Ho fatto passare un secolo tra il prologo, e il primo capitolo, lo so... Ma ora sono tornata :D ( e voi direte, ma chissene fregaaaaa!!! )
1) I personaggi di Austin e Jamie sono liberate copiati, almeno fisicamente/ in fatto di congnomi a Ian e Mickey della serie tv Shameless ;D
Cosa che ho fatto di proposito, visto che AMO letteralmente quella coppia, senza parlare della Serie Tv in generale. Per chi non la conoscesse, vada subito a vederla, perché merita tantissimoooo!!!!
2) Adam è un figo, e questo è un dato di fatto 
Non so quando aggiornerò di nuovo,  ma spero molto presto :D
Baci a tutti, e vi prego commentateeeee :D 

 

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Capitolo 4
*** Un passo avanti ***


Difficile. Ecco l’unico aggettivo che mi viene in mente, se penso alla mia situazione attuale. Due settimane fa, dopo essere “uscita” con il mio professore, ho ricevuto una chiamata di gruppo. Pensavo che fosse una chiamata sciocca, come tutte quelle facciamo la sera, ma purtroppo, non fu così.
Dovete sapere che il padre di Jamie, l’uomo che la messo al mondo, è un maniaco, ubriacone e, all’occorrenza, spacciatore. Più di una volta, nell’arco di queste settimane, ho dovuto curare Jamie, quando arrivava a casa mia pieno di lividi. Fin da quando lui era piccolo, suo padre ha fatto avanti e indietro dalla prigione, violando  più volte la condizionale.
Ma quel giorno, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Quando ho accettato la telefonata, la prima cosa che mi ricordo è il chiasso che sentivo, e poi un gemito, come se qualcuno avesse appena preso un pugno in faccia. Poi, il silenzio.
Quando arrivammo  a casa di Jamie, vidi subito la macchine della polizia. Io e Kari, con sua madre, Noah e Aidan, non ci preoccupammo neanche un secondo del resto.
Ricordo la preoccupazione.
Fortunatamente, lo trovammo subito, con solo qualche livido.
Austin gli stringeva le spalle con un braccio, mentre il mio secondo migliore amico, vedeva suo padre che veniva trascinato via dalla polizia, per l’ultima volta.
Appena mi guardò negli occhi, capi tutto.
Chiamai mio padre, che prese il primo volo per tornare. I ragazzi passarono la notte da me. Non c’è bisogno di dire che nessuno dormì.
Il giorno dopo, quando arrivò mio padre, decidemmo di fare ricorso in appello. Dato che Jamie  non aveva nessun parente che potesse prendersi cura di lui, mio padre chiese di diventare il suo tutore legale. Lui si trasferì subito da noi.
Così, da una settimana a questa parte, ho dovuto aprire la mia casa al mio nuovo “fratello”. Non credo che ci sia bisogno di dire, che è una fortuna, io e lui stiamo quasi sempre insieme. Mangiamo insieme, dormiamo insieme, guardiamo film, e scherziamo.
Tutta questa nuova situazione, ha leggermente incrinato, la mia attuale situazione con Adam. Ovviamente lui ha capito, anche perché a scuola Jamie ha cambiato residenza, che ora combacia con la mia, e numero di telefono. Senza contare che ora i voti li firma papà, e cosi il mio secondo migliore amico è costretto ad impegnarsi sul serio.
Ma sta sera, visto che papà è tornato al lavoro, ho concesso a Jamie di avere la casa libera per lui e Austin, a patto che non consumassero sul “nostro” letto.
Così io, mi ritrovo senza un tetto , per le prossime 12 ore, e quale modo migliore per impiegare tutto quel tempo, se non passarlo con un certo professore di mia conoscenza?
Appena arrivo in classe, con ben 20 minuti di anticipo, lo vedo intento a correggere dei compiti.
 << Se quello è il mio, voglio un 10!>> urlo.
Lui fa un salto dallo spavento, e io scoppio irrimediabilmente a ridere.
<< Ehi, io sono vecchietto, attenta a farmi prendere certi spaventi.>>
<< Hai 28 anni Adam, non 82>> spiego io con ritrovato equilibrio.
<< Sempre più vecchio di te sono… Comunque, deduco che non sei qui, con largo anticipo tra parentesi, solo per parlare della mia età>>
<< Esatto>> correndo verso la cattedra, e sedendomi su essa.
<< Quindi, a cosa devo la, più che gradita, visita?>> mi chiede con un filo di ansia nella voce.
<< Sai, dopo la gita nel parco, non ci siamo più visti, al di fuori dell’ orario scolastico. Con il casino di Jamie e il resto. Cosi, siccome Jamie mi ha fatto promettere di lasciarmi la casa, per lui e Austin, ho pensato di approfittarne. Ti va di vederci sta sera, professore?>> chiedo con un’ ansia che è tipica di me.
<< Sarà un’ onore>> accarezzandomi un guancia. Ringrazio che la scuola si vuota.
Se devo essere sincera, il fatto che lui mi tratti così dolcemente mi piace, parecchio anche, ma non vorrei che la nostra diventasse un’ amicizia. Cosi, mentre lui continua a guardami, io mi chiedo come fare per mettere in chiaro le cose. Ovviamente, dopo poco tempo, mi riporta alla realtà.
<< Ehi, a cosa stai pensando?>>
Io arrossisco. << A niente…>>
<< Lo sai, è scientificamente provato, che la gente non può non pensare a niente?>> mi dice sorridendo, poi mi solleva dalla cattedra e mi fa sedere sulle sue gambe
<< E poi sono curioso di saperlo, ora!.>>
<< Okay… stavo pensando a come farti capire una cosa…>> sussurro, in tremendo imbarazzo, per il fatto che sono seduta sulle sue ginocchia. Lui mi fa girare verso la cattedra, cosi che possa appoggiare la schiena al suo petto. Poi avvicina la bocca al mio orecchio.
<< E cosa dovrei sapere?>> con una nota di felicità nella voce.
<< Io non voglio essere tua amica>> gli dico con decisione.
<< Oh.. beh, grazie davvero>> scoppiando a ridere.
<< Ma che hai capito, volevo dire  che tu mi interessi molto di più di quanto mi possa mai interessare un’ amico. Vorrei di più…>>
<< Tranquilla, anche tu mi interessi in modo più maturo>>, avvolgendo le braccia al mio ventre.
Mi sento al sicuro, ma il suo della campanella ci risveglia da quella situazione di tranquillità in cui ci siamo rifugiati. Cosi mi alzo dalla sue ginocchia e mi presto a sedermi al mio posto, quando Kari arriva, mi lancia uno sguardo eloquente. E io ricambio, soprattutto quando vedo che è mano nella mano con Aidan.
Speriamo che le cose si stiano aggiustando.
<< Bene Ragazzi, mettetevi seduti. Oggi guarderete un video>>, trovando l’ approvazione di tutta la classe. << Prof, lei è un genio. Ci capisce sempre>> le urla un mio compagno.
<<  Eh già, sono ancora giovane. Io>> lanciandomi uno sguardo eloquente.
Stronzo, io gli ho suggerito, due giorni fa, di fare vedere un video. La pagherà, molto cara.
<< Ehi Dy… oggi sei libera? Dovrei parlarti di una cosa..>> mi sussurra Kari a metà lezione.
<< Certo, ma fino alle 19.30, poi devo lasciare la casa a Jamie… e mi vedo con… lui>> sicura che abbia capito.
Lei sorride, e poi annuisce.
È strana oggi, ma forse è solo una mia impressione. Ultimamente, con la storia di Adam, di Jamie  e tutto il resto, sento che io e la mia migliore amica siamo distanti, e questa è il problema che devo risolvere per primo.
Finita la lezione, ci dirigiamo a ginnastica, una delle mie materie preferite. Un’ora intera a giocare solo a pallavolo, si può chiedere di meglio?!.
***
Quando arrivo in classe, tutta sudata, noto che sul mio banco c’è un bigliettino. Corro subito ad aprirlo. Quello che vedo mi fa perdere due o tre battiti. Con una calligrafia a dir poco perfetta, trovo un messaggio di Adam.

Ci parliamo di nascosto da settimane, e mi sono accorto solo ora, che tu non hai il mio numero di cellulare. Eccolo: 3367064936.
Passa una bella giornata, ti passo a prendere a casa tua alle 20.00 in punto, per rispettare il volere del tuo coinquilino :D.
Ps: Si so fare delle faccine.
Adam
.”
Arrossisco, e mi sbrigo subito a mettere via il biglietto incriminato. Le ultime due ore passano in un baleno, e appena suona la campanella, trascino il mio gruppo fuori da scuola, e ci dirigiamo ognuno alle proprie case.
Una volta arrivata a casa, ignoro completamente il povero Joker, che si consola facendo le feste a Jamie, e mi fiondo in camera, a incorniciare il biglietto. Sembra poco, ma per me vale più di mille diamanti. È scritto da lui, e mi fa battere il cuore come niente al mondo.
Un lieve picchiettare sulla finestra, mi riporta alla realtà.
Vedo la mia migliore amica che mi aspetta vicino alla finestra, così apro e mi siedo affianco a lei sul tetto.
<< Sento che qualcosa sta cambiando, Dy>> rompendo il silenzio.
<< Vuoi dire che finalmente stiamo crescendo?>> scherzo io. Ma non vendendola ridere mi preoccupo,<< Kari va tutto bene? Pensavo che fossi felice ora che stai con Aidan…>>
<< Si, sono felice. Finalmente ho un fidanzato, mia mamma sta con tuo papà. E abbiamo la nostra compagnia…>>
<< Ma? So che c’è un “ma”..>> mi sta spaventando. Quando il mio “raggio di sole” è triste, lo divento automaticamente anche io.
<< Ora ho tutto quello che desidero. Questo significa che ho qualcosa da perdere..>>scoppiando in lacrime.
Ricordate quando ho detto che Karina è la persona più forte che conosco? A volte, anche lei, crolla.
Questo mi fa stare male, è mio il compito di farla stare meglio.
<< Karina>> le dico afferrandola per le spalle, << Adesso tu mi ascolti. Noi, e non parlo solo di te e me, ma di tutti noi. Io, te, papà, tua mamma, Aidan, Noah, Austin e Jamie, possiamo farcela a rimanere uniti. Siamo forti! Noi possiamo farcela, Kari>> le dico con tutta la convinzione che ho in corpo,<< Ci vogliamo bene, ci conosciamo, perché mai dovremmo separarci?!.>>
Cavolo, se la mia roccia vacilla, come farò io?!
<< Va bene, Dy. Ma non piangere>>
<< Non sto piangendo>> le dico, convinta.
<< E allora perché ti escono le lacrime?>> mi informa la mia migliore amica sogghignando.
<< È il vento>> scoppiando a ridere definitivamente, << A parte gli scherzi. Andrà tutto bene, Karina. Te lo prometto.>>
<< Mi fido di te, Dylan>>
<< Allora che fai di bello stasera?>> le chiedo dopo un po’.
<< Ehm… che ore sono?>>, guardo l’orologio, << ehm.. le 16.00>> le dico con calma.
<< Allora tra quattro ore viene Aidan, a mangiare da me. Mamma è andata da tuo padre per fargli una sorpresa>>
<< Io tra quattro ore sarò a mangiare da Adam..>>
L’ urlo che tira Karina, mi fa quasi cadere dal tetto, e allarma a morte il mio coinquilino.
<< Dylan, stai bene?>> mi chiede Jamie allarmato.
<< Sì, sta deficiente urla senza motivo>>
<< Senza motivo?! Stasera Dy dormirà da Adam>>
Secondo urlo. Sta volta da parte de mio secondo migliore amico.
<< Ma siete completamente suonati?!?!>>, dio il manicomio è una vacanza per loro,<< Che poi, chi ha parlato di dormire?>>
<< Scusa, se io e Austin siamo qui…>> dice uno
<< E da me, c’è Aidan…>> continua l’ altra
<< Tu dove pensi di andare?>> chiedono all’ unisono,<< …Cazzo…>>.
Dopo una mezz’ora rientriamo e io preparo una borsa con un cambio e i libri per domani. Dopo l’ appuntamento, chiederò ad Adam di accompagnarmi da mia zia, sempre che non sia partita, per chissà quale viaggio.
Non è proprio mia zia, è la zia di mio padre. Ha tipo 70 anni, o giù di lì. È molto anziana, m questo non le impedisce di partire, ogni tre mesi, per un viaggio in un posto esotico.
<< Dylan… posso parlarti?>> mi chiede Jamie, dopo essersi seduto sul letto
<< Certo… c’è qualcosa che non va?>> sento che è agitato, lo conosco ormai
<< No, no va tutto bene… volevo solo ringraziarti per questa bellissima casa. Grazie a te, ora è diventata anche casa mia. Tu mi hai donato una famiglia, e così mi sono scervellato tanto per trovare un regalo, per sdebitarmi>>
<< No, non voglio un reg…>> ma prima di finire la frase, lui mi interrompe.
<< Sh… dopo ore e ore passate a pensarci, ho deciso che il regalo migliore sono proprio io, non nel modo che credi tu. Voglio che ti sappia che da ora, per me sei una sorella>> asciugandosi le lacrime,<< insomma tu mi hai dato una famiglia, è giusto che io te ne restituisca un pezzetto>> tirando su con il naso.
<< Oh Jamie…>>scoppiando a piangere, correndogli in braccio, e stringendomi a lui. Stiamo così per un po’, e finalmente mi godo il calore di un abbraccio con il mio nuovo fratello.
<< Ora prepariamoci, tra 3 ore arriva il mio ragazzo, e io puzzo ancora>>
<< Ok, fratellone… andiamo>>.
Finita la “valigia”, scelgo i vestiti. Jeans scuri, modello sigaretta, una maglia a maniche corte della mia band preferita, i 30 seconds to Mars, felpa nera e giacca di pelle. Per le scarpe, opto, per uno stivaletto nero, con il tacco non molto alto. Collana argento, con scritto “Dreamers”. Poi mi fiondo in doccia, e mi lavo i capelli, scegliendo poi, di farmi i boccoli.
Dopo essermi vestita e sistemato i capelli, mi trucco: una linea di eyeliner azzurro e lucidalabbra rosa pelle, e uno spruzzo di profumo.
Quando scendo, trovo i miei migliori amici in una posizione più che compromettente. Jamie è seduto sul divano, mentre Austin è a cavalcioni su di lui, si stanno baciando appassionatamente. Il primo ha le mani sul sedere del rosso, mentre quest’ultimo le adagia sul collo del fidanzato. È più forte di me, così gli scatto una foto, e poi mi schiarisco la gola.
<< Io sono pronta… come sto?>>
<< Molto bene, piccola>> mi dice Austin, per niente in imbarazzo, poi si avvicina e mi scocca un bacio.
<< Sei bellissima Sorellina>>
Loro sanno che con me possono farsi trovare in queste posizioni, perché li trovo dolcissimi.
Da: Adam

Ehi, sono qui fuori. Ti aspetto :-*
A: Adam
Arrivo, prof <3
<< Okay, io vado patati… Jamie, lava i piatti e non mettere incinta il mio migliore amico. Austin ti amo, e ti chiamo domani mattina>>
<< Ehi… perché io solo doveri?>> mi chiede fintamente offeso
<< Suvvia, amore. Non essere geloso… ti amo anche io cucciola>> salutandomi.
Quando esco di casa lo vedo, bellissimo, appoggiato alla sua moto, con il suo casco appeso al manubrio, e il mio tra le braccia.
<< Sei bellissima… come mai il borsone?>> mi dice abbracciandomi
<< Grazie… comunque è una storia lunga>> ricambiando l’abbraccio.
Profuma di vaniglia.
<< Okay… Ti va una pizza nella mia umile casetta?>>
<< Sarebbe perfetto>> mentre mi metto il casco, e salgo sulla moto
<< Allora tieniti forte, piccola Koala>> dice sorridendo.
***
Dopo 10 minuti in moto, arriviamo davanti a un palazzo verde, alto almeno 20 piani.
Una volta scesa, portiamo la moto nel box e ci dirigiamo all’ ascensore
<< Posso premere il bottone?>> saltellandogli affianco, e facendogli gli occhi dolci
<< Certo>> mi dice ridendo
<< Grazie>>facendogli l’occhiolino <>
<< 20>>
<< Vivi all’ultimo piano? E chi sei? Il presidente dell’ America>> gli chiedo con sgomento. Schiacciando il bottone.
<< Mio papà possiede il palazzo, così non mi fa pagare l’affitto>>
<< È ricco?>>
<< No, ha solo lavorato tanto>> mi dice con semplicità.
Una volta arrivati, apre la porte e mi fa entrare.
<< Wow…>> dico io
<< Ti faccio fare un giro>> togliendomi la giacca e il borsone, passando il braccio attorno al mio fianco.
Aperta la porta, c’è un’ anticamera che porta a un corridoio, in fondo a sinistra c’è una porta, vengo a sapere che è il bagno. Davanti al corridoio c’è un enorme soggiorno, dove affacciano due porte, la camera a destra e la cucina al centro.
La camera di Adam è verde chiaro, al centro c’è un letto di legno, matrimoniale, con un piumone verde militare, a destra del letto c’è un comodino con dei libri sopra. A sinistra c’è un altro comodino, completamente vuoto. Dietro la testata del letto c’è una finestra.
Sul muro di destra c’è una scrivania di legno, tipica di un professore ( almeno credo). Sopra alla scrivania c’è il poster di Star Wars.
 Hai capito? E' un nerd! Come me.
Dall’ altro lato della stanza c’è un armadio e un quadro. È una foto di un bambino in braccio a un uomo che assomiglia molto ad Adam.
<< Avevo 4 anni. Quella foto mi è stata scattata dopo aver fatto il bagno, per questo ho tutti gli occhi rossi>> mi dice con una nota di malinconia nella voce.
<< Chi l’ ha scattata?>>
<< Mia nonna>>
<< Ti manca? Tuo padre intendo>> forse sono troppo impicciona, ma voglio sapere tutto di quest’uomo.
<< No, lui ha una vita a Toronto. Lavora e vive lì>>girandosi verso di me, continua << Io vivo qui. Perché dovrei pensare a lui?>>
Lo trovo dolcissimo, con tutta la calma del mondo mi avvicino a lui, porto le mani sul suo collo, mentre lui porta le sue sui miei fianchi. Vedo che si sta avvicinando, così mi metto in punta di piedi. Le nostre labbra si sfiorano, basterebbe un piccolo movimento del capo, e finalmente potremmo baciarci.
Ding Dong.
Il campanello, il  mio nuovo nemico.
<< Ehm… vado ad aprire. Saranno le pizze>> mi dice staccandosi da me.
Dio che imbarazzo, sento le guance andare completamente a fuoco.
Mi dirigo in salotto, vicino al tavolino dove Adam ha lasciato le pizze. Dopo aver apparecchiato mi fa sedere a terra, sopra un cuscino.
<< Scusa… sai ti invito a casa mia e ti faccio mangiare per terra>>
<< Non ti preoccupare, per ora è perfetto come appuntamento>> gli dico sorridendo.
<< Per ora eh?>> mi dice divertito
<< Magari dopo rovinerai tutto>> scoppiando a ridere.
La serata passa così, tra risate, pizza e storie sulla nostra infanzia, dopo due ore siamo ancora lì a parlare.
<< E tua mamma?>>mi chiede con innocenza, mentre mi pulisce l’ angolo della bocca
Eccola, lo sapevo che prima poi me lo avrebbe chiesto.
<< Ehm… lei non è qui…>> rattristandomi subito
<< È morta?>> chiede con apprensione
<< No, se fosse morta, almeno non avrei la continua paura di rivederla. È solo una stronza,  che spero di non rivederla mai più>>, sperando di chiudere il discorso.
<< Un giorno, magari, vorrai parlarmene>> mi consola accarezzandomi i capelli. Mi ritrovo dopo due secondi seduta sulle sue ginocchia con le braccia che circondano il suo collo.
<< Grazie… di aver capito>> dandogli un bacio sulla guancia
<< Non dirlo neanche>> baciandomi il naso,<< però non mi hai ancora detto perché hai un borsone>>
<< Sai che Jamie è a casa mia con Austin, no? Ecco io devo trovare un posto in cui dormire>>
<< Come sarebbe a dire “trovare”? Dylan non sai dove passare la notte?!>>
<< Dai non arrabbiarti>> baciandogli la guancia e sorridendo,<< è solo che Kari è con Aidan, Noah è al bar… e così avevo pensato che dopo essere uscita con te, avresti potuto accompagnarmi a casa di mia “zia”>> facendo le virgolette con le dita,<< O meglio, la zia di mio papà. Per vedere  se è a casa>>
<< Non sei neanche sicura che sia a casa?! Dylan dovevi chiamarmi subito, avrei preparato un letto, o avrei potuto comprare un divano nuovo, o…>>
<< Stop! Se mi ospiti, giuro di non lamentarmi del tuo divano… adesso vado in bagno >> facendogli l’occhiolino
<< Certo che ti ospito>> mi urla, prima che possa chiudere la porta del bagno.
Dopo aver usato il gabinetto, (evito di raccontarvi l’ esperienza, anche perché è inutile), esco e lo cerco subito.
Lo trovo in cucina a lavare i piatti, così mi siedo tra il lavandino e il piano cottura
<< Che fai?>> mi dice lui divertito
<< Ti metto soggezione, mentre fai Cenerentola>>
<< Peccato, perché ho finito>> mi dice avvicinandosi e posizionandosi tra le mie gambe
<< Beh… questo si che è un peccato>> mettendo le mie mani sui suoi fianchi, e avvicinandolo a me.
<< Facciamo in modo, stavolta, che niente ci interrompa>> sfiorandomi le labbra.
E poi, finalmente, succede!
Appoggia le sue labbra alla mie, che si incastrano perfettamente, poi le  schiudo passando la lingua sul suo labbro superiore, lui porta la sua alla mia, e timidamente mi stringo a lui. Cominciamo a baciarci con passione, mentre faccio salire le mie mani sui suoi capelli e lui porta le sue sui miei fianchi. Dopo due minuti ci separiamo per riprendere fiato, e lui appoggia la sua fronte alla mia.
<< Lo aspettavo da un po’ di tempo>> gli dico con il fiatone, per rompere il silenzioso.
<< Nnon sai quanto ti capisco>> mi rispondere sorridendo, poi mi solleva prendendomi dalle cosce, io mi aggancio subito, stile koala, portando le braccia al suo collo.
<< Dove mi porti?>> gli chiedo, scossa dalle risate
<< Nella tanta del lupo…>> cominciando a saltellare, tendendomi più stretta
<< Se saltelli così, più che un lupo>> dandogli un bacio a stampo << sembri un cavallo>> scoppiando a ridere.
<< Ops… sarà che ho un animo nobile e puro. Non posso essere un cattivo>>
Quando arriviamo alla porta della sua stanza, si blocca e mi guarda preoccupato, così io gli accarezzo le guance, per tranquillizzarlo.
<< Ehi, cosa c’è?>>
<< Non voglio sembrarti un maniaco. Insomma non penso solo al sesso e…>>
<< Sta tranquillo>> scendendo dalle sue braccia,<< non penso che tu lo sia…>>prendendogli le mani e portandolo vicino al letto, << e poi, io sono una brava ragazza>> scoccandogli un bacio sulle labbra.
<< Quindi non mi stendi con un spray anti-stupro, se ti chiedo di dormire con me?>> mi sussurra lui, all’ orecchio
<< Niente affatto… Vado a prendere il pigiama>>
Quando torno lui è in boxer, e io devo ricorrere a tutto il mio autocontrollo, certo che anche io non sono da meno, ho addosso solo una maglietta di mio padre.
<< Sei proprio bello così, sai>> vincendo il mio imbarazzo
<< Tu non sei da meno, cucciola>> mi dice lui, dopo avermi circondato i fianchi con le braccia,<< adesso a nanna! Sei piccola tu>>
<< Ci passo sopra, solo perché sono stanca>> gli dico sorridendo.
Ci mettiamo subito sotto le coperte, poi gli dopo avergli dato un bacio sulle labbra, appoggio la schiena al suo petto, mentre lui mi circonda il fianco con il braccio.
Una notta, a dir poco, perfetta


 

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Capitolo 5
*** Incomprensioni ***


Per quanto severo che sia un padre nel giudicare suo figlio,
non sarà mai tanto severo come un figlio che giudica il padre.

(Enrique Jardiel Poncela)



La mattina mi sveglio per il suono del telefono, e da sola nel letto. Appena prendo l’ oggetto tanto odiato, leggo sul display il nome della mia migliore amica.
<< Karina…perché mi svegli alle… 7.00 DEL MATTINO?!?!>>
<< Dylan! Primo…Ciao, Secondo… Sei in ritardo per la scuola>> mi dice ridendo
<< LA SCUOLA,CAZZO!!!>>, correndo come una matta, e in fretta e furia mi vesto e mi lavo, poi noto nel letto un bigliettino, con una bellissima calligrafia.
Adam. Mi ero quasi dimenticata di essere a casa sua.

“Buongiorno mia piccola Koala, non ti preoccupare della scuola, non farai tardi… ti porto io in moto :D
Se non mi trovi, è perché sono andato a prendere le brioches, non ti abbandono!!!
Adam”

Poche righe che mi fanno scoppiare il cuore di felicità. E questo mi fa pensare a mio padre, quando avevo 14 anni, mi raccontava, quasi tutte le sere, di come ha corteggiata la mamma, prima di convincerla a uscire con lui, e di come, anche dopo sposati, lui la trattasse come una principessa.
Mi mette tristezza ora, perché lui era veramente innamorato, e lei gli ha spezzato il cuore.
Il rumore della serratura mi riscuote, così mi avvicino alla porta
<< Ehi, sei sveglia>> mi dice, baciandomi le labbra. Mi chiedo quando mi abituerò alla sua presenza
<< Si, Kari mi ha svegliato con una bellissima chiamata>> commento ironicamente
<< Hai fame?>> dirigendosi in cucina, e tirando fuori i dolcetti.
Dopo aver fatto colazione, e aver preso la borsa ci dirigiamo all’ ascensore..
<< Piccola, lascia qui la borsa. Te la porto oggi pomeriggio>> mi dice con semplicità
<< Okay>>
Arrivati a scuola, ovviamente senza farci notare, raggiungo i miei amici, mentre lui si dirige in sala professori.
<< Eccola, la nostra ritardataria>> mi accoglie Jamie, con un sorriso
<< Adam, non mi ha svegliata>> dico con semplicità, poi tra una cosa e l’ altra cominciamo a chiacchierare per aspettare di entrare. Mi stupisco di come abbiano accettato con molta semplicità l’ idea di me e Adam insieme.
Intanto ci dirigiamo in classe, come un gruppo, io sempre a cavalluccio a Austin, la mia migliore amica mano nella mano con Aidan, mentre Noah e Jamie si spingono facendo finta di odiarsi, sempre con un sorriso sulle labbra.

***

<< Dante non riesce a trovare la luce, che possiamo interpretare come la via d’uscita>>, le spiegazioni della mia prof d' Inglese, sono come un sonnifero per noi. Alla 6° ora siamo tutti e sei collassati sul banco, aspettando che quei 10 minuti passino con molta fretta.
Poi arriva la MIA luce, la campanella!
<< Non così in fretta… Torres, Milkovich, Gallagher, Evans e Harvey. Qui adesso!>> ci richiama la vecchia megera,<< visto che la mia lezione vi sembra noiosa, resterete qui questo pomeriggio, con il professore…>>, e poi il mio angelo arriva a salvarmi,<< Adam, hai da fare questo pomeriggio?>>, oppure no.
<< No, perché?>> chiede lui con innocenza
<< Ti andrebbe di tenere d’occhio questi maleducati?>> dice lei con cattiveria. Pff… illusa, quello è il mio ragazzo. Beh tecnicamente non ancora, ma questo non è rilevante.
<< Ci penso io>> sorridendo.
Adesso siamo salvi.
<< Oh, a noi si aggiungeranno i signori McHale e Giasoni, che hanno pensato bene di imbrattare i muri della palestra>>
Dalla porta entrano due ragazzoni, che sembrano di prima, pieni di brufoli e vestiti come dei deficienti.
Il mio professore ci porta davanti alla porta antincendio e in breve ci spiega che dovremmo pulirla per le prossime due ore.
Questo mi stupisce parecchio, insomma lui è il mio… pseudo ragazzo da un giorno, e già sembra che si sia dimenticato tutto.
<< Anche io professore?>> chiedo alzando la mano
<< Mi pare ovvio, signorina Torres>> guadandomi negli occhi
Ma vi pare?!
 
Dopo due ore passate a pulire, finalmente Adam ci lascia andare, e ne approfitto per correre via, nonostante mi stia chiamando ripetutamente. Arrivata a casa, mi faccio una doccia e comincio a fare i compiti, che per mia sfortuna sono veramente pochi. Cosi mi ritrovo a pensare al comportamento di Adam, non riesco a capire. Non dovrebbe avere un occhio di riguardo, per me?!
Come se lo avessi chiamato, suona il campanello, e mi ritrovo davanti il professore in questione.
<< Che ci fai qui? Non hai dei compiti da correggere?>> guardandolo negli occhi
<< Dylan, io non ti capisco…>> comincia lui
<< Tu?! Tu non mi capisci? Questa si che è bella. Sembrava che ti piacesse davvero fare il professore cattivo. Mi hai trattata come una studentessa qualunque>> parto arrabbiata.
<< Io sono il tuo professore Dylan>> comincia lui, entrando e sbattendo la porta alle sue spalle,<< Come mi faccio rispettare, o a crearmi un qualsiasi rapporto di fiducia con i tuoi compagni, se passo tutto il tempo a fare preferenze nei tuoi confronti?!>>
<< Ma…>> non sapendo come rispondere, per la prima volta, o la seconda, sono senza parole, << Mi sono sentita umiliata>>
<< Tesoro, dentro quella scuola, non posso essere l’Adam che vorresti. E questo l ho già spiegato ai tuoi amici, dopo la punizione, e loro sembra che abbiamo capito. Ora tu lo devi capire>> mi spiega con dolcezza, baciandomi i capelli.
<< Mi sento così stupida. Scusami Adam>>gli dico, abbassando lo sguardo.
<< Non ti preoccupare…Mi fai fare un giro della casa?>>
<< Certamente. Allora… lui è Joker, il mio cucciolo>>
<< È bellissimo>> chinandosi per accarezzarlo.
Dopo avergli fatto fare tutto il giro della casa, ci sediamo sul divano a guardare la televisione
<< Hai parlato con i miei amici?>> rompendo il silenzio
<< Sì, hanno detto che vorrebbero conoscermi meglio. Adrien ha detto che ne parlerete in seguito>>
<< E mi sai dire dove si trova Jamie, ora?>>
<< Da Noah… a fare una maratona di videogiochi>> scoppiando a ridere, << hai già fatto i compiti?>>
<< Si. Il pomeriggio mi annoio moltissimo>>
<< A scuola ti ho visto giocare a pallavolo, sembri molto brava. Perché non ti unisci a qualche squadra?>>
<< Giocavo prima, poi la mia palestra ha chiuso. Dovrei cercarne un’ altra>>
<< Che ruolo avevi?>>
<< Alzatrice>>
<< Ti si addice>> sussurra, baciandomi le labbra.
Il pomeriggio passa così, con un divano pieno di dolcezza, e mentre lo guardo ridere e giocare con il mio cane, mi ritrovo a pensare a quanto mi senta bene con questo ragazzo. Mi fa venire voglia di conoscere cose nuove, di crescere, di renderlo partecipe della mia vita.  Forse, un giorno, gli racconterò qualcosa di mio, forse aveva ragione lui, un giorno potrei raccontare di mia madre, e chissà potrei anche perdonarla, con il suo aiuto.
Non voglio, però, affrettare le cose, adesso come adesso voglio godermi ogni singolo momento, voglio che il tempo rallenti, per fare in modo che il tempo che passerò in sua presenza sia infinito, esattamente come la mia felicità.

***

In un baleno mi ritrovo a due giorni dal suo compleanno, ormai stiamo insieme da 18 giorni.
Mentre scendo in cucina, penso a cosa potremmo fare il per suo compleanno, ultimamente mi ritrovo molto spesso a dormire da lui, e posso dire di aver capito i suoi gusti. Oggi sono a casa, perché Adam è a riposo, e non lavora.
<< Ciao straniera, finalmente ti vedo>> mi saluta Jamie, mentre è intento a cucinare le frittele allo sciroppo d’acero
<< Mi sei mancato, fratellone>> dandogli un bacio e saltando sul bancone, <> commento con malizia.
<< Dylan! È mattina. Tieni la tua mente malandrina a bada>> mi dice, facendomi cenno di sedermi a tavola.
<< Malandrina?! Scusa tante nonno, sicuro di non aver sbagliato epoca?... Mh… Sono buonissime>>
<< Grazie…Sta sera ci sei?>>
<< Cosa…mph… c’è sta sera?>> gli chiedo con la bocca ancora piena
<< Vengono tutti a mangiare qui, e pensavo che potevi anche invitare Adam. Cosi lo conosciamo ufficialmente, fuori dal carce… dalla scuola>>
<< Sicuro… dopo lo chiamo. Vado un secondo da Kari>> correndo a casa della mia vicina
<< KARINA>>urlo fuori dalla porta
<< Calma pazza, sto arrivando>> mi grida lei da dentro, e una volta aperto, mi fiondo dentro e mi sdraio sul divano.
<< Ho bisogno di te>>
<< Chiedi pure>>mi sorride lei
<< Tra due giorni sarà il compleanno di Adam, e vorrei organizzargli qualcosa di speciale, e fargli un regalo… solo che non ho idee>>
<< Beh… prima di tutto devi informarti sulla sua vita, amici? famigliari?>>
<< Ha degli amici, ma non vivono qui... Vedrò di prendere i loro numeri dal telefono di Adam>>
<< Ok, che ne dici, di una festa intima solo con noi?>>
<< Mi sembra perfetto!... ora il regalo…lui adora Star Wars, adora il verde,  e suona il piano forte da quando è piccolo>>
<< Domani andiamo al centro commerciale, ci verrà qualche idea… ora chiamalo e digli se stasera è libero>>
<< Okay, un secondo>>, cosi corro in casa prendere il telefono, e lo zaino. Poi io, Jamie  chiudiamo la casa e ci dirigiamo con Austin e Kari verso scuola.
<< Ciao piccola, come mai mi chiami? Non stai andando a scuola?>>
<< Si si , sto andando. Anzi ti salutano gli altri… comunque volevo chiederti, ti ricordi quando hai detto che volevo conoscere anche loro meglio?>>
<< Si mi ricordo, perché?>>
<< Ti va di mangiare da me, stasera?>>
<< Certo piccola, ora vado a dare da mangiare al gatto, o mi uccide. Ci vediamo stasera, salutami gli altri>>
<< Ciao…>>
Mentre mi avvicino ai miei amici, sento che stanno parlando del regalo per il mio ragazzo.
<< No, una maglietta è troppo scontata>> dice Aidan, stringendo il fianco di Karina
<< Ha detto che verrà… ora entriamo, o ginnastica la faremo a Luglio, ai corsi di recupero>> intervengo io, per troncare la situazione.
La giornata passa in fretta, per la gioia di tutti quanti.
Sono veramente emozionata per stasera, ho paura che Adam possa sentirsi in imbarazzo, o che o miei amici possano fare stronzate, per fortuna mio padre lavora.
Mentre i ragazzi si dirigono al supermercato per prendere l’occorrente per la cena, io e Kari prendiamo i cani e facciamo una passeggiata.
Arrivate al parco, li liberiamo e ci sediamo sulla nostra panchina.
<< A cosa pensi?>>le chiedo dopo aver posate le chiappe
<< A me, a te, alla nostra vita prima di questi mesi…>>mi dice con uno strano tono.
<< Spiegati meglio>>le chiedo con tranquillità
<< Da un mese la nostra vita è molto cambiata, abbiamo una compagnia, i nostri genitori che stanno insieme, e non lo so. A volte mi fermo a pensare, e mi chiedo se tutto questo durerà>> mi dice con la malinconia nel cuore.
<< Credo che a questo punto sia meglio godersi l’attimo. Non pensare a quello che verrà dopo, perché il futuro è solo la conseguenza delle scelte che prendiamo nel presente. Se vuoi che tutto questo duri, devi fare in modo che sia così>>,facendo una pausa.
<< E poi è inutile fasciarsi la testa, prima di cadere. Credi che io non abbia paura di stare con Adam, tutti i giorni appena mi alzo, mi chiedo per quanto sarò cosi felice. E sai cosa mi rispondo? Che dopo tutto, non voglio saperlo, sono felice, e questo mi basta>>
<< So che hai ragione, ma la paura rimane, Dy… Sai, l’ultima volta che sono stata così felice, mio padre ci ha lasciate>>
<< Hai paura di perdere qualcuno>>
<< Mi chiedo solo chi…>> con gli occhi lucidi.
<< Nessuno ti lascerà più sola. È una promessa, che ti faccio qui, davanti alla nostra panchina>> alzandomi in piedi e portando la mano sul cuore, mentre mi posizioni davanti a lei, e poi mettendomi in ginocchio.
<< Ma cosa fai?>> mi chiede ridendo
<< Io, Dylan Torres, prometto, solennemente, di non lasciarti mai più sola>> proclamo con voce solenne
<< Grazie, Dylan>> mi dice abbracciandomi
<< Prego, prego…Ehm… mi aiuti ad alzarmi?>>
<< Oh.. Certo>> scoppiando a ridere.
Dopo aver ripreso i nostri cani, ci dirigiamo a casa, ma prima di rientrare la richiamo.
<< Ricorda che domani dobbiamo andare a prendere il regalo di compleanno di Adam, e tutto ciò che serve per la Festa>>
<< Ai suoi ordini Capitano>>, salutandomi come se fosse nell’esercito.
Dentro trovo Austin e Jamie intenti a cucinare le lasagne e il tiramisù per la cena, e dopo averli salutati frettolosamente, mi dirigo nella doccia.
Sono veramente emozionata, appena finita la doccia, mi dirigo in camera e comincio a pensare a cosa mettermi.
<< Sei indecisa?>> mi chiede Austin
<< Si, e in effetti, capiti a fagiolo. Che meglio del mio migliore amico mi può aiutarmi >> rispondo divertita.
<< Fammi spazio, scimmietta>> mi dice tirandomi una fiancata, per poi posizionarsi davanti al mio armadio,<< mmhh…vediamo…oh…TROVATO>> urla all’improvviso, mostrandomi un abitino a maniche lunghe color pesca, << e metti le AllStar nere>> conclude soddisfatto. Come potrei vivere senza di loro, adesso che li ho trovati.
<< Grazie. È perfetto>>
In un baleno mi preparo, e senza farci caso si fanno le 19.00, così scendo in cucina, e aiuto i ragazzi ad apparecchiare. Dopo 10 minuti ci raggiungono anche Kari, Aidan e Noah. Manca solo Adam!
Da: Adam
“Cucciola, 10 minuti e arrivo. Il gatto non voleva lasciarmi. Non vedo l’ora di vederti, mi sei mancata tantissimo oggi!”
Oddio quanto è dolce, ed è anche tutto mio!
<< Sta arrivando>> comunico ai miei amici, rossissima in faccia
<< Sicura che nel messaggio, non abbia allegato una sua foto nudo?>> scherza Noah
<< NOAH! Ma cosa dici… e poi non l ho neanche mai visto nudo>> confesso
<< COSA?!>> urlano in coro i miei amici.
<< Tu e lui…>> inizia Jamie
<< …state insieme…>> continua Austin
<< …da venti giorni…>> è il turno di Kari, << diciotto>> preciso io.
<< …hai dormito da lui un sacco di volte>> continua Aidan, << Se cinque, sono un sacco>> dico io
<< e non avete ancora fatto…>> dice Noah.
<< SESSO>> concludo in coro.
<< No, ok? È una cosa importante, e come Kari ben sa, sarebbe anche la prima volta. Voglio che sia speciale>>
Per fortuna il campanello si mette a suonare, e Jamie si affretta ad aprire. Dopo due secondi, finalmente lo vedo, nella sua bellezza. Porta dei jeans neri stretti, e una felpa di Yale.
<< Ciao a tutti>> saluta con un sorriso, poi si avvicina a me, prendendomi per i fianchi, dandomi poi un bacio.
<< Ciao…mi sei mancato>> rispondo io, arrossendo
<< Ciao>> rispondo, poi, in coro i miei amici.
<< Possiamo darti del Tu, qui?>> chiede Aidan
<< Certo! Fuori dalla scuola, io sono, per voi, solo Adam. Il ragazzo di Dylan>> risponde con calma il mio, non ci posso credere, ragazzo, intrecciando le dita alle mie.
<< Bene… allora. È un vero piacere conoscerti Adam, io sono Austin. Lui è il mio ragazzo, Jamie>> esordisce il mio migliore amico
<< Ciao>> seguito da Jamie. Poi è la volta di Aidan e Noah.
<< Io, essendo la più importante, arrivo per ultima>> conclude Adrien, facendo ridere tutti, << Sono Karina>>
<< È un vero piacere conoscervi ragazzi>>
Loro sono la migliore famiglia, che una teenager possa desiderare.
<< Ok a tavola allora>> concludo io

***

Dopo due ore passate a mangiare e a ridere, posso dire con certezza, che la serata è andata benissimo. I miei amici sono stati ottimi, e Adam mi è sembrato sempre tranquillo.
<< Posso farvi una domanda?>> chiede Noah a un certo punto
<< Si>> diciamo in coro
<< Perché non hai ancora deflorato la mia amichetta?>> chiede Noah, facendo scoppiare a ridere tutti, tranne me.
<< NOAH! Io ti uccido… Amore non farci caso>> rispondo di getto, facendo ammutolire tutti, << cosa c’è?>> chiedo con innocenza.
<< Mi hai chiamato Amore>> mi risponde Adam, emozionato
<< Oh… non mene ero accorta>>rispondo rossissima
<< Vieni qui…>> mi sussurra il mio professore, per poi scoccarmi un bacio caldissimo, mentre i miei amici intonano un coro di “oooooh”
<< Siete dolcissimi>> dice Kari, appena ci stacchiamo
<< Grazie>> rispondo completamente imbarazzata
<< Beh… Amore, io devo tornare a casa, o il gatto si uccide>>
<< Ciao Adam>> mormorano i miei amici
Io, afferro al volo una giacca, e lo accompagno fuori, lui si appoggia alla moto e mi prende per i fianchi.
<< Sai, non ti ho ancora detto, quanto sei bella oggi>> mi sussurra all’orecchio, mandandomi scariche per tutta la schiena.
<< Tu sei bellissimo>> rispondo io, per poi baciarlo con passione.
Le sue labbra giocano con le mie, le nostre lingue si accarezzano lentamente. Le mie mani si posizionano tra i suoi capelli, mentre le sue mi accarezzano dolcemente i fianchi tenendomi stretta al suo petto. Posso sentire i nostri cuori battere fortissimi.
<< Ora devo andare. Ti scrivo appena arrivo a casa. Sappi che è stata una delle migliori serate della mia vita. Adoro i tuoi amici>>
<< I nostri amici, amore, i nostri>> lo correggo subito io, << da stasera non puoi più scappare>>
<< E neanche vorrei farlo. Ascolta tra due giorni sarà il mio compleanno, e  compirò, ahimè… 28 anni. Ti andrebbe di passarlo con me?>>
<< Certo! Ora vai, o il gatto si uccide per davvero. Buona notte Amore mio>> dandogli un ultimo bacio.
<< ’Notte Amore>>
Una volta rientrata, aiuto i miei amici a mettere in ordine, poi tutti a letto. Oggi si dorme in casa Torres.
<< Oh Dylan…>> mi chiama Jamie
<< Si?>>
<< A nome di tutti… APPROVATO>>
Questo mi lascia una felicità, che mi accompagna, finché, non mi addormento, non prima di aver mandato un messaggio ad Adam.
Purtroppo il mio sonno non dura molto, perché verso le 3.30 sento dei rumori provenire dalla cucina. Subito Joker si posiziona davanti alla porta della stanza. Gli altri dormono tranquilli, e sono molto indecisa se svegliarli o no.
Dopo due minuti senti dei passi arrivare fino alla porta della mia camera, e la maniglia.
<< Dylan..>> sussurra una voce, fin troppo conosciuta
<< Papà??>>
<< Vieni un attimo in cucina>> sussurra minaccioso
Corro!
<< Papà è successo qualcosa?>> chiedo preoccupata
<< Sai quanto tempo ho impiegato a saper utilizzare un cellulare?...Non rispondere! Sinceramente pensavo che tu fossi molto più abile di me>> comincia lui
<< Non capisco dove tu voglia andare a parare..>> rispondo io, molto confusa
<< Te lo spiego subito. Ti citerò, “ Amore, sono così felice che stasera tu sia venuto a mangiare da me. I miei amici ti adorano! Ora devo solo capire come dirlo a mio padre. Buona notte PROF”… spiegami perché chiami PROF, IL TUO RAGAZZO!!!>>
<< Papà…>> inizio, rendendomi conto che non posso spiegare, in nessun modo.
Intanto i miei amici, sentendo mio padre urlare, scendono in cucina. Appena vedono mio padre, cercano di parlare.
<< Voi non dite nulla. Escluso Jamie, chiedo agli altri di andare a casa. Scusate la maleducazione.>> dice con calma.
Dopo 10 minuti i miei amici levano le tende, e rimaniamo da soli.
<< Leon.. lascia che ti spie…>> inizia Jamie
<< No, figliolo. Voglio sentire mia figlia, ma tu puoi restare. Allora Dylan?>>
<< È iniziato tutto quando mi hai chiamato per dirmi che non saresti tornato. Quel giorno ho saltato la scuola. Adam, si chiama così, è venuto a controllare che stessi bene, al momento l ho cacciato in malo modo. In seguito mi sono scusata, e siamo usciti un paio di volte. Un mese dopo, circa, ci siamo baciati… e stiamo insieme>> spiego io, con un calma che non mi appartiene, evitando di guardare mio padre negli occhi.
<< Ti rendi conto che è una pazzia?! Tu sei minorenne, e lui è un tuo professore.  Non lo rivedrai>>
<< E chi sei tu, per dirmi quello che posso o non posso fare?>>
<< TUO PADRE>>
<< Mio padre?... Dove sei stato, PAPA’, quando avevo più bisogno di te? In questo mese, dove cazzo sei stato? Te lo dico io… NON QUI!>>
<< Io lavoro Dylan, per TE>>
<< Non voglio IL LAVORO, non ho bisogno del lavoro. Non è lui che mi rimbocca le coperte, non è il tuo stupido lavoro che voglio!>> urlo, con le lacrime che mi rigano il viso, << Non vedo un padre qui, perciò sono libera di prendere le mie decisioni. Tu non lo conosci, per questo non puoi giudicarlo!>>
Detto questo, corro in camera mia, prendo i libri e un cambio e vado in cucina.
<< Ciao Jamie>>
<< Dove vai?>> mi chiede allarmato mio fratello. Evito di rispondergli e corro fuori di casa. Dopo 20 minuti di corsa, mi ritrovo un grande palazzo davanti.
Busso.
<< Arrivo>> dice una voce assonnata, da dietro la porta << Dylan?>>
<< Posso dormire qui?>> chiedo con gli occhi pieni di lacrime
<< Certo>> mi dice facendo passare, << Però devi dirmi cosa è successo. Non mi fraintendere, sono felice che la mia ragazza dorma qui, ma… stai piangendo>> mi dice, mentre mi prende tra le braccia e mi porta sul divano.
Dopo essermi calmata, gli racconto tutto.
<< Ho solo sbagliato il mittente, capisci?!>>
<< E perché sei scappata?>>
<< Gli ho urlato delle cose bruttissime…>>
<< Tuo padre lo sa che non dicevi sul serio. Ti avrà già perdonato!>>
<< Non capisci, non posso trattarlo male. Non dopo la mamma>>
<< Che è successo con tua madre?... se non vuoi dirmelo, o non sei ancora pronta posso capire>> mi dice, accarezzandomi il viso
<< No… adesso ti racconto. Mia madre e mio padre si sono conosciuti quando avevano 14 anni. Mio padre mi ha raccontato che la mamma è stata dura da conquistare, è sempre stata una donna molto orgogliosa. Comunque, dopo un anno di richieste, lei accettò di andare al cinema con lui. Da quel giorno non si sono più separati, e dopo tre anni è rimasta incinta… si, non dire nulla.. so’ che erano molto piccoli, e lo sapevano anche i miei nonni. All’ inizio non fu per nulla facile per loro, ma col tempo tutto è migliorato.  Nessuno ha mai creduto che sarebbero durati molto, ma i primi anni andarono bene, molto bene. Fino ai miei otto anni, siamo stati una vera famiglia… ancora mi ricordo la sera in cui mio padre capì tutto. A distanza di anni mi chiedo come abbia fatto a non capirlo prima. Mia mamma aveva chiamato dal lavoro, per dire che avrebbe fatto tardi, mio padre corse in camera, le preparò le valige, e aspettò che tornasse. Non era la prima volta che faceva tardi, e non avevo capito il perché di quella reazione. Quando tornò a casa, mio padre la sbatté fuori di casa. È da nove anni che non la vedo.>>
Finito il racconto, un sorriso malinconico mi solca il viso.
<< Scusa, ma cosa ha scoperto tuo padre?>> chiede il mio ragazzo, un po’ confuso
<< Che mia madre aveva una storia con il mio insegnante di matematica>> spiego io, con apatia nella voce
<< Cosa?!>>
<< Ora sono molto stanca, ne possiamo parlare domani mattina?>> gli chiedo, dopo aver sbadigliato
<< Oh… certo, amore>>
Dopo avermi dato un bacio, ci mettiamo a letto, e io cado in un sonno senza sogni.

*************
Angolo autrice
Ho fatto molta fatica a scrivere questo capitolo. Mio padre lavora moltissimo, e spesso non lo vedo per giorni. So benissimo che lavori così tanto, per far stare bene me, e le mie sorelle. Quindi mi sono immedesimata con Dylan... E questo è il risultato.
Che ne pensate? La reazione della nostra protagonista è esagerata? Giusta? 
Un bacio, Sara.

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Capitolo 6
*** Chiarirsi ***


Le liti non durerebbero mai a lungo, se il torto fosse da una parte sola.
(François de La Rochefoucauld)


Al mio risveglio, sento ancora il peso della litigata con mio padre. Adam dorme ancora, e questo mi dà la possibilità di pensare ancora a cosa è successo. Dopo 10 minuti, capisco che l’unico modo di rimettere tutto a posto è parlare con mio padre, ma con Adam presente.
<< Ehi… è ora di svegliarsi>> mi sussurra Adam, accarezzandomi i capelli
<< Tranquillo, sono già sveglia>> mormoro. Mi sento strana, non litigo quasi mai con mio padre. Al contrario, quando mi sento giù, lui è il primo con cui ne parlo. << mi devo preparare per la scuola>>
<< Sei sicura di voler andare?>> mi domanda con apprensione
<< Si, voglio vedere i miei amici>> dico, sforzandomi di sorridere.
Dopo mezz’ora usciamo di casa, e sento il freddo sulle guance, anche se è solo ottobre. Arrivati a scuola, saluto Adam con un bacio, e mi dirigo dai miei amici. Jamie gli avrà già raccontato tutto, perciò appena mi avvicino, vedo Karina avvicinarsi,  con la faccia più arrabbiata che le abbia mai visto.
<< Dove cavolo sei stata? Tuo padre ha chiamato mia madre preoccupatissimo. Non sapevo cosa pensare.. non mi hai neanche mandato uno schifoso messaggio>>
<< Sono andata da Adam>> spiego con semplicità
<< Da Adam??! E' tutto quello che ha da dire?>> continua lei
<< Scusami?!>>
<< Kari ha ragione, Dylan. Non hai detto a nessuno dove andavi, nemmeno a me, che vivo sotto il tuo stesso tetto. Mi sono preoccupato da morire>> aggiunge Jamie
<< Anche tu ora? Austin? Noah? Aidan? Voi da che parte state?>> chiedo adirata
<< Neutro>> dice Aidan, dice abbracciando e prendendo per mano la sua ragazza
<< Io sto dalla parte di Karina, dovevi avvisare>> commenta Noah
<< Mi dispiace ragazzi, ma io sto con la mia migliore amica. Amore, io ti amo, ma tu e Kari non siete i suoi genitori>> conclude Austin.
<< Cosa?!>> urlano i due
<< Austin ha centrato il punto, non sta a voi, dirmi quello che posso o non posso fare. Mio padre non mi ha lasciato spiegare, io ho agito di conseguenza. Non devo rispondere a nessuno!>> rispondo io.
<< E io sarei nessuno?! Jamie è nessuno? Sono la tua migliore amica, tu ti preoccupi per me, proprio come io lo faccio per te. O almeno… credevo che fosse così. Ora vai, non hai bisogno di noi, giusto?>> urla la mia migliore amica
<< Karina!>> urla Austin, dopo che me ne sono andata. Poi corre verso di me, e entriamo insieme in classe.
Dopo aver avuto un’ora di Inglese, ci dirigiamo in laboratorio , e il prof ci restituisce le verifiche. 4! Ma che bella giornata!
Durante l’intervallo, io e Austin, stiamo in classe con Adam, poi andiamo in palestra per l’ultima lezione. E siccome la giornata non poteva che migliorare, il mio piede sceglie di scivolare, facendomi cadere dalle scale.
<< Oh mio dio, Dylan! Stai bene?>> mi chiede, immediatamente, Austin
<< No, penso di essermi slogata la caviglia>> mugolo io, ancora a terra
<< Austin, tu vai in palestra, io la porto in infermeria>> gli dice Adam, mantenendo la calma.  Poi mi solleva, mettendo un braccio sotto le mie gambe, e l’altro dietro la mia schiena.
<< Corro>> urla Austin, già a mezzo corridoio.
Arrivata in infermeria, mi dicono che ho una forte distorsione alla caviglia, e che passerà entro 4 giorni. Ma che dovrò portare le stampelle, con mia enorme gioia.
Mentre l’infermiera esce, per andare a prendere il ghiaccio, Adam si avvicina per accertarsi delle mie condizioni.
<< Amore, stai bene ?>>mi chiede, dopo avermi baciato
<< Ora sto molto meglio>>gli dico, per poi riprendere il bacio, con più urgenza di prima.
<< Dylan.. oh mio dio, scusate molto>> irrompe la mia migliore amica,<< Sono venuta, per sapere come stai… Ero molto preoccupata>>conclude, correndo ad abbracciarmi, a mo’ di koala, << Mi perdoni? Dimmi di si, ti prego!!! Odio litigare con te..>>
<< Kari calmati, ti perdono! Sto bene, è solo una distorsione>> le dico, allettando un po’ l’ abbraccio,<< Ora chiama Jamie, devo chiedergli scusa>>
<< Vado>>
<< Io vado, c sentiamo dopo piccola>> mi dice Adam, dandomi un bacio.<>
<< NO… cioè, oggi devi fare un salto a casa mia, appena hai finito. Ho un’idea>>
<< ..Okay>> mi dice, uscendo.
<< Dove si trova la mia sorellina, malatina?>> esordisce Jamie, quando entra.
Non riusciamo a stare arrabbiati tra noi, per più di mezza giornata.
<< Abbraccio di gruppo>> urla Noah
Dopo il nostro mega abbraccio, l’infermiera torna, informandomi che all’uscita ci sarà mio padre, e consegnandomi le stampelle.
All’ uscita, trovo mio padre e Melinda che mi aspettano appoggiati all’ auto.
<< Non dire nulla. Vieni qui…>> mi dice Leon, << Abbracciami, principessa>> mi dice, prendendomi in braccio.

***
Dopo due ore sono tutti a casa mia, seduti sul divano.
<< Papà… adesso mi devi promettere di non dare di matto, okay?>> dico io, rompendo il silenzio
<< Si.. ma perché?>> chiede preoccupato, scatenando le risate di tutti
<< Perché tuo genero starà arrivando, amore mio>> risponde Melinda
<< Okay, e quando dovrebbe arrivar..>> non riesce a finire la frase, che il campanello suona, e prendendo le stampelle vado ad aprire.
<< Ciao amore>> lo saluto, con un bacio veloce,<< Ora…sii naturale>> gli dico intrecciando una mano con la sua, e sostenendomi con un sola stampella.
<< Salve Signor Torres, sono Adam Campbell>> si presenta, porgendo la mano libera, per non lasciare la mia
<< Ciao Adam>> urlano in coro i miei amici
<< Piacere di conoscerti Adam. Sono Leon, il papà di Dylan>> risponde mio padre, stingendogli la mano.
<< Vuoi sederti, caro?>> chiede Melinda, rompendo il silenzio
<< Oh… Grazie>>risponde, tenendomi la mano, e sedendosi sul divano libero con me affianco.
<< Ora, saltiamo i convenevoli. Io non sono un mostro con la mia bambina, e non voglio che nessuno lo pensi. Ho quasi la tua età, e ti capisco. D’ altronde sono giovane anche io, e non sarò mai contro la vostra relazione. Ti chiedo solo di non farla soffrire, lei è il mio fiore più prezioso. Rispettala, o ti spezzo le gambe!>> conclude mio padre, con un sorriso enorme
<< E’ davvero un fiore prezioso>> risponde il mio ragazzo,<< E le prometto che la tratterò come una principessa>>
<< Oh... ti prego dammi del tu>> risponde, per poi rivolgersi a me,<< Dylan?>>
<< Ti ho sentito papà, e  ti devo ringraziare. Primo per aver capito, e avermi permesso di spiegarti. Ma devo anche chiedere scusa a tutti voi.
Papà, mi voglio scusare per tutto quello che ti ho detto ieri sera. Tu lavori così duramente per me, e non voglio che pensi che non te ne sono grata. Il fatto è, che mi manca terribilmente il mio papà. E vorrei che capissi che se sono abbastanza grande per stare settimane a casa da sola, credo di esserlo anche per decidere chi frequentare.>>
<< E adesso l’ho capito>> mi interrompe mio padre
<< Aspetta… detto questo, sappi un’ultima cosa. Io ho, e avrò sempre, bisogno di te. Scusami, ti voglio bene>>
<< Anche io, bambina mia>> mi dice, abbracciandomi stretta
<< Ok, seconda: Melinda. Scusami se ho fatto agitare il tuo compagno, e perdonami per averti fatto preoccupare. Come tutti sapete, io non ho mai avuto una vera mamma, lei ha deciso molto tempo fa che io e papà non saremo mai stati abbastanza, che la nostra felicità non combaciava con la sua. Ma solo adesso mi rendo conto che mi sbagliavo. Lei non era mia madre. Sei sempre stata tu, Melinda. Grazie… mamma>>
<< Oh bambina mia, mi fai piangere>> mi dice, abbracciandomi con le lacrime agli occhi
<< Noah, Aidan… a voi voglio bene, e questo già lo sapete. Austin, sei il mio migliore amico, sei uno dei pochi che è capace di far ragionare tutti quanti. Sei intelligente, e sai come prendermi. Scusa se ti ho fatto litigare con Jamie>>
<> dice il mio migliore amico, facendo ridere tutti i presenti.
<< Jamie, fratellino mio, scusami per come mi sono comportata.>>
Senza rispondermi, si alza, mi abbraccia  e mi bacia. Il suo modo, per farmi capire, che mi ha perdonato.
<< Kari… ti prego, tu più di tutti ti meriti le mie scuse. Stamattina hai solo cercato di farmi capire che il mio comportamento è stato infantile. Ci sei sempre stata in questi anni, e ti sei sempre presa cura di me, facendomi fare la cosa giusta… oggi avevi ragione, ti prometto che mi prenderò sempre cura di te>>
<< Dylan, sei la mia migliore amica. È normale litigare, perché ci voglia troppo bene, per ignorarci. In qualità di tua quasi sorella, devo dirti quando sbagli! Ma sappi che lo faccio per te>>
<< Adam… ora tocca a te>>
<< Io? Non hai niente di cui scusarti>>
<< Eh no, stiamo insieme da pochissimo, e ti ho già costretto a conoscere i miei genitori. Dovevo fare più attenzione…>>
<< Fermati subito! Non mi hai costretto a fare proprio nulla, amo il fatto di aver potuto conoscere colui che ti ha cresciuto, perché vuole dire, che anche se da poco, sono importante per te>> mi dice, baciandomi la fronte.
<< Chi si ferma a mangiare?>> chiede, di punto in bianco, mio padre
<< Io>> rispondono tutti in coro
<< Okay>> inizia Melinda,<< Le ragazze in cucina con me, i maschietti con Leon a preparare la tavola. Scattare!>> urla, ridendo
<< Io vengo considerato donna? Vero?>> chiede Noah con apprensione nella voce
<< Ma che domande fai, amico?>> chiede Jamie, disorientato
<< Io sono gay, tesoro!>>
<< Anche io, questo non implica che non debba fare nulla>> spiega, con calma
<< Dylan?>> chiede, sconcertato Noah
<< Donna>> concordiamo in coro, io e Kari.
Mentre i ragazzi si dirigono in salotto, noi ragazze ci mettiamo in cucina a cucinare e chiacchierare.
<< Dy, tesoro, siediti sul bancone. Con le stampelle rischi di farti male>>
<< Okay… Allora, Meli, non hai niente da dire?>> chiedo, ridendo
<< Dirti qualcosa… su chi?>> mi chiede lei, facendo finta di niente,<< Ooh… parli del fusto che hai come ragazzo?>>
<< Si… proprio lui>>
<< Mi sembra molto gentile, e anche un bravo ragazzo>>
<< Voglio il commento di una donna, non di una mamma>> le dice  Noah
<< Andiamo mammina, lasciati andare>> insiste Karina, dandole un colpo al fianco.
<< Okay… lasciatelo dire Dy… è un gran figo>> risponde, finalmente.
<< Chi è un gran figo?>> chiede mio padre, con sospetto, entrando in cucina
<< Il mio ragazzo>>rispondo fiera.
<< Ehi, ma anche il mio non è per niente male>> risponde Kari.
 << Non parliamo del mio>> continua il rosso.
<< Va bene, ora basta ragazzi>> dice Melinda con calma,<< perché nessuno batte il mio>> conclude, scoppiando a ridere.

***
<< Oh mio dio, sono pienissimo>> esordisce mio padre a fine cena, massaggiandosi la pancia.
<< Si, anche io… Bravissima Melinda. E bravissimi gli aiutanti, ovviamente>> prosegue Jamie
<< E non è finita qui, vero Karina?>> rispondo io, con un sorriso.
<< Esatto, mia carissima amica. Dolce!>> risponde la mia migliore amica. Per poi raggiungermi in cucina.
<< Kari, ricordati che domani dobbiamo alzarci presto, per andare a prendere il regalo di Adam. E poi abbiamo un appuntamento dal parrucchiere.>>
<< Si, me lo ricordavo>>
<< Adesso prendi il gelato, e torniamo dal quel branco di avvoltoi>>
Alle volte mi capita di pensare a cosa farei, se Karina non fosse sempre con me. E come sarebbe stata la mia vita, se mia madre non se ne fosse andata, e se non avessi frequentato questa scuola. Ogni volta, arrivo alla stessa conclusione, sarebbe una vita vuota.
<< Allora… siccome volevamo fare qualcosa di semplice, ma comunque di personale, io e Kari abbiamo fatto il gelato. E visto che non sappiamo i vostri gusti, abbiamo optato per la Pesca>>
<< Perfetto, piccole mie>> si congratula Leon.
Dopo aver mangiato il gelato, ci dirigiamo in salotto, per guardare la televisione.  Subito, mi sistemo tra le braccia di Adam, che felice mi tiene molto stretta, beccandosi un’ occhiata da parte di mio padre, che dopo poco gira la sua attenzione al televisore. Mi sento felice, come mai nella mia vita.
Finito il film, i miei amici cominciano ad andare a casa, così prendo le stampelle e accompagno fuori Adam, dopo che ha salutato mio padre e gli altri.
<< Wow, che serata>> esclama appoggiato alla moto
<< Puoi dirlo forte… All’inizio pensavo che ti avrebbe schiaffeggiato. Poi è andato tutto bene>> rispondo io, sovrappensiero
<< Tuo padre mi avrebbe davvero schiaffeggiato?>> mi chiede allarmato.
<< Ehm… no… non penso…>> rispondo, facendo finta di pensarci, << Amore, sto scherzando>> chiarisco, vedendo la sua faccia seriamente preoccupata.
<< Ti credo, sulla parola>> risponde  lui, tirando un sospiro di sollievo.
<< Adesso vai a casa, e riposati...  Domani…>> comincio, portandogli le braccia al collo, e baciandogli lentamente il lobo,<< Diventi vecchio>> concludo, cercando di scappare via, per quanto le mie stampelle me lo permettano. Purtroppo, mi riprende subito, e comincia a baciarmi lentamente, ma con impazienza, passando la sua lingua sulle mie labbra, facendomele schiudere. Sento le sue braccia tenermi stretta a lui, le mie stampelle sono abbandonate per terra. Poi mi solleva da terra, facendomi agganciare le gambe ai suoi fianchi, e portando le braccia sul suo collo, mentre lui preme le sue mani sulla  mia schiena.
Ci stacchiamo, solo per mancanza di ossigeno, rossi in viso.
<< Ora devo andare. A domani>> esclama lui, mentre mi adagia per terra, attento a non farmi appoggiare il piede. Poi si piega, per riprendere le stampelle, e passarmele.
<< Okay… Ciao>> rispondo io, avviandomi a casa.
Prima di salire in camera, passo in cucina, per salutare mio padre.
<< ’Notte Papà>>
<< Notte cucciola… Sappi che mi piace>> mi dice dirigendosi in camera. << Oh.. un’ultima cosa>> riprende, fermandosi.
<< Cosa?>> chiedo io, tranquilla
<< I baci, meno focosi, in futuro>> esclama, correndo in camera, e lasciandomi completamente interdetta.
Che giornata!

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Capitolo 7
*** Happy Birthday, Adam. ***


L’amicizia come l’amore, è di per se’ una coincidenza:
due persone si incontrano e le loro vite si intrecciano.
Robert Hopke
 
Alle 8.00 io e Kari siamo già fuori casa, dirette al negozio di fumetti, in cerca di un regalo per un certo professore, di mia conoscenza.
<< Allora, sei emozionata?>> mi chiede, ad un tratto la mia migliore amica.
<< Moltissimo, in realtà. Spero solo che il regalo gli piaccia il regalo che ho pensato per lui>> confesso, con ansia nella voce.
<< Sta tranquilla, sono sicura che la sorpresa gli piacerà moltissimo>> mi sorride, incoraggiandomi.
Dopo 10 minuti entriamo nel negozio, e subito individuo Micheal, il proprietario.
<< Ehi Mickey, come va? Ben? Hunter?>> lo saluto, abbracciandolo.
<< Dylan, Karina.. Tesori, da quanto non vi vedo?>> risponde lui, abbracciandoci, << Sto molto bene, Ben e Hunter mi fanno impazzire. Ma che ci posso fare, sono mio marito e mio figlio, adesso me li devo tenere>> riprende, facendoci ridere.
Ci siamo conosciuti quando avevo 7 anni, quando io e Kari siamo entrati per la prima volta in questo negozio. Eravamo fissate con Iron Man, in quel periodo.
<< Cosa posso fare, per le mie due principesse?>> ci chiede, con allegria.
<< Avevamo bisogno del casco dei Droni, che ti avevo chiesto al telefono>> spiego io
<< Oh.. Certo. Vado a prenderlo>>
<< Grazie>> rispondo, girandomi poi verso Kari,<< Sono troppo agitata>>
<< Stai calma>> risponde lei, tirandomi un schiaffetto sul braccio.
<< Ecco fatto. Dammi 50, e via>> dice Mickey, una volta tornato.
<< Ma non costa di più?>> chiedo, perplessa
<< Non ti ho fatto il regalo di compleanno, o sbaglio?>> spiega lui, semplicemente
Uscite dal negozio di fumetti, andiamo dal parrucchiere, per farci la tinta. Dopo due ore, io sono completamente nera, mentre Kari ha le punte dei capelli fucsia.
<< Ti va un frozen-yogurt?>> mi chiede, ad un tratto, Kari.
<< Ci stavo pensando adesso>> rispondo io, ridendo.
<< Adesso andiamo, dobbiamo ancora prendere la torta, e le bibite. E cosa molto importante, devi chiamare una certa persona>>
Porca vacca, con tutto i pensieri che avevo, mi sono dimenticata di mandare gli auguri a Adam. E dire che è l’ unica cosa che non dovevo dimenticare.

***

Arrivate a casa, ci mettiamo una tuta, e cominciamo a sistemare la casa.
<< Dy non dovevi fare una telefonata?>>
<< Oh cavolo hai ragione, arrivo subito>>
<< Comincio a preparare i salatini, allora>> mi dice, andando verso la cucina.
È un’idea che mi è venuta l’ altra sera, mentre Adam era sotto la doccia. Mi ha raccontato che tutti i suoi amici vivono fuori città, così ho guardato dentro la sua agenda, e ho recuperato i loro numeri di telefono.
Speriamo che siano liberi
<< Pronto?>> sento una voce non troppo profonda
<< Ciao.. mi chiamo Dylan, sono un’ amica di Adam. Sei Lukas?>>
<< Si, sono io. Come mai mi chiami? È successo qualcosa a Adam?>>
<< Oh nono, sta benissimo. Ma sai è il suo compleanno, e stavo pensando che sarebbe bello se anche voi veniste alla sua festa. So che gli dispiace moltissimo non potervi vedere…>>
<< E così hai pensato di fargli una sorpresa? Beh.. sappi che ci sto. Adam è il mio migliore amico, e non poterlo vedere, dispiace anche a me. Ti faccio sapere quanti saremo, così da poterti organizzare meglio.>>
<< Perfetto. Allora ci sentiamo dopo. Grazie di cuore.>>
<< Sei veramente una bravissima amica, se ti prodighi così tanto per lui… non è che tu e Adam siete qualcosa di più?>> mi chiede, scoppiando a ridere poco dopo. Questo Lukas mi sta già molto simpatico.
<< In realtà  stiamo insieme… ci siamo conosciuti a scuola..>>
<< Anche tu fai l’insegnante?>>
<< No… sarei… una sua alunna>>
<< Come?! Dimmi almeno che sei maggiorenne>> mi chiede leggermente preoccupato
<< Tra qualche mese… non ti preoccupare, mio padre è d’accordo. Ti racconterà tutto Adam, alla festa. Spero che possiate fermarvi anche più di un giorno. Ora devo andare, aspetto tue notizie. >>
<< Certo, ti scrivo un messaggio dopo. Ciao>>

Dopo due ore, abbiamo una casa pronta per una festa. Con striscioni, cose da mangiare, e tantissime cose da bere.
Tra poco arriveranno mio padre, e Melinda, per prendere le valige. Li ho convinti a fare un weekend fuori città, così da avere la casa libera.

Da: Lukas
“Ci siamo. Io, Maria( la mia ragazza), Jhonny e Nick. Abbiamo moltissime domande per lui :D. Due ore e siamo lì.”
Da: Dylan
“Perfetto. Allora quando arrivate, andate da Adam. Non ditegli il motivo per cui siete venuti. Sicuramente mi avviserà. Il vostro compito è convincerlo a presentarci. Al resto ci penso io.”
 Il mio piano sta andando benissimo. Mancano solo poche ore, direi che è ora di andare a prepararsi.
<< Kari puoi andare ora, vado a farmi una doccia.  Ci troviamo dopo, per salutare tua madre e mio padre.>>
<< Okay… A dopo>> mi saluta, uscendo dalla finestra. Trovo che sia sempre più comodo, avere i tetti delle nostre case confinanti.
<< Jocker andiamo in bagno. Devo farmi una doccia>>
Mentre sono sotto la doccia, decido cosa mettermi. Uscita mi dirigo in camera, prendo il tubino color corallo, che mio padre mi ha regalato per il mio 15° compleanno, abbinate alla zeppe, regalate da Karina.
Dopo essermi vestita, mi asciugo i capelli, li piastro e mi trucco.
Ombretto rosa, che sfuma con il viola, mascara viola, e un lucidalabbra intonato al vestito.
<< Dylan scendi un attimo>> mi urla mio padre dalla cucina
<< Arrivo>>
<< Hai visto la torcia da viaggio? La casa che abbiamo affittato è in aperta campagna, voglio avere un torcia per ogni evenienza>>
<< Si, l’hai lasciata affianco alla cassetta degli attrezzi, in garage.. Allora come sto?>>
<< Sei bellissima, bambina mia>> mi dice, scoccandomi un bacio sulla fronte. Poi va in garage, per finire la valigia.
Cinque minuti dopo, non prima di avermi ridetto, per la 100° volta, cosa fare e non fare, partono.
Finalmente liberi, non ci speravo più.
<< Tra 10 min arrivano gli altri. Gli amici di Adam dove sono?>> mi chiede Kari.
<< Tra poco mi chiamerà Adam. Ne sono sicur… oh… eccolo>>
<< Sei una veggente>> sogghigna lei.
<< Pronto?>> rispondo con innocenza, cambiando stanza.
<< Ehi.. sono io>>
<< Amore, come stai? Io sono pronta, tra quanto arrivi?>> rispondo, sempre facendo la finta tonta.
<< I miei amici mi hanno fatto una sorpresa… ti dispiace se usciamo insieme a loro, così te li presento>>  mi chiede, speranzoso.
<< Ma certo che voglio conoscerli. Allora tra quanto passate?>>
<< 5 minuti. A tra poco.>>
***

Da: Adam
“Sono fuori ;D”
A: Adam
“Entrate, devo prendere una cosa. La porta è aperta”
<< Nascondetevi il salotto>> sussurro. 
Fanno in tempo a nascondersi, che la porta si apre.
<< Dylan, dove sei?>>
<< In salotto>> lo informo, cercando di non ridere
<< Perché è tutto bui…>>
<< SORPRESA!>> urliamo, mentre entra in salotto. Facendo ripartire la luce.
<< Buon compleanno, Amore>> gli dico dopo io, baciandolo dolcemente.
<< Siete degli stronzi.. Nessuno che mi ha mandato un augurio per tutto il giorno.. E adesso questo>>, vederlo sorride in quel modo, mi riempie il cuore di gioia.
In breve la festa si anima, e io ho finalmente la possibilità di conoscere gli amici di Adam, che a prima impressione sembrano così diversi da come me li ero immaginati.
Sono grandi, rispetto ai miei, hanno un’aria vissuta, e sprizzano responsabilità da ogni poro.
<< Dylan, ti presento Lukas. Il mio migliore amico! Lukas, lei è Dylan, la mia fidanzata>>
Lukas è alto, muscoloso, ha dei capelli neri come la pece, simili a quelli di Adam. I suoi occhi sono verdi, e il suo sorriso è contagioso.
La sua fidanzata. Mi fa uno strano effetto, non che mi dispiaccia.
<< È un vero piacere conoscerti di persona, Dylan. Adam è tipo riservato, e per la prima volta mi dispiace di questo, avrei voluto conoscerti>>
<< Il piacere è tutto mio. Adam di voi mi ha parlato moltissimo, anche se ho dovuto torturarlo alla grande>> rispondo, ridendo
<< Oh… loro sono Maria, la fidanzata di Lukas.. non che mia migliore amica in assoluto>>
<< Piacere>> risponde lei, con un gran sorriso.  Maria è una bellissima ragazza, alta circa 1.70 cm. I suoi capelli sono rossi, corti, e i suoi occhi verdi smeraldo.
<< Ciao, è un vero piacere>>
<< Noi ci presentiamo da soli>>, risponde un ragazzo con i capelli marroni, tutti pieni di rasta, << Io sono Jhonny>>
<< Io sono Nick>>, aggiunge l’ altro ragazzo. Il più alto del gruppo, moro con gli occhi color nocciola.
Fatte le presentazioni, cominciamo a divertirci.
E così la serata passa, tra  risate  e musica, ma io devo ancora dare il mio regalo ad Adam, e sono sempre più agitata.
<< Allora…>> dice Adam, posando il suo braccio intorno ai miei fianchi,<< quando mi dai il tuo specialissimo regalo?>>
<< Sei troppo impaziente, bambino>> lo prendo in giro io, girandomi per guardarlo in faccia.
<< E tu sei troppo bella, per essere così cattiva, amore.>> risponde lui, facendo sfiorire i nostri nasi.
<< E’ ORA DEI REGALI>> urla Lukas, dall’altra stanza.
<< Lo amo>> esclama Adam.
<< Sapevo che eri troppo perfetto per me>> commento io, scoppiando a ridere,<< Vai in salotto, vado a prendere il tuo regalo.>>
 
Dopo esserci riuniti tutti in salotto, Adam comincia a scartare tutti regali. Non l’ho mai visto così felice, e di questo ne  sono fiera. Avevo qualche dubbio, le prime settimane di relazione. Soprattutto che i miei amici smettessero di portargli rispetto, perché lo avrebbero visto come uno di noi. Ma per fortuna a scuola tutto è identico.
<< Dy… tocca a te>> mi richiama alla realtà Kari
<< Giusto>> rispondo io, arrossendo.
Le porgo il primo pacchetto. Una maglietta verde smeraldo, con un pianoforte disegnato davanti.
<< Amore è bellissima>> esclama, sorridendo.
<< E pensa è che solo l’antipasto>> sogghigno io << il piatto principale è un altro...aspetto solo che tu chiuda gli occhi>>
<< Oh… Okay>> esclama, affrettandosi a chiudere gli occhi. Io mi avvicino, mettendogli tra le mani l’enorme pacchetto. Quando sente la scatola tra le mani, apre di nuovo gli occhi, e guarda il pacco incuriosito.
<< Aprilo!>> lo incito io.
Scarta il pacchetto in pochissimi secondi e finalmente apre la scatola, io trattengo il respiro, con l’ansia alla gola. Se non gli piacesse? Se lo trovasse infantile? Se avesse voluto altro? Queste sono le domande che mi passano per la testa, nei successivi 0.02 secondi.
Appena tira fuori il casco, lo fissa zitto. Poi i suoi occhi si riempiono di lacrime, vedo i suoi amici portare le mani alla bocca, e intanto sento il suolo staccarsi dai miei piedi. Forse per il fatto che Adam è corso verso di me e mi ha sollevato da terra, prendendomi i fianchi, o forse per il bacio mozzafiato che mi ha regalato subito dopo.
<< Tu sei… assolutamente, completamente, la donna più… PIU’… che abbia mai conosciuto>> mi sussurra, quando si stacca da me.
 


***

 
In un baleno ci troviamo in uno dei periodi più brutti della scuola, il periodo pre-Natalizio. Io e Adam ci vediamo solo a lezione, visto il tanto studio dovuto alle verifiche.
Con gli altri ci vediamo solo per studiare, per mangiare qualcosa al volo.
La sera fortunatamente posso messaggiare ancora un po’ con il mio ragazzo, e sono venuta a sapere che i suoi amici verranno a trovarci di nuovo verso Gennaio.
Mio padre è ripartito ieri per New York e non tornerà prima di due settimane.

A:  Adam
“ Porto fuori il cane, mi accompagni?"
Da: Adam
“ Cinque minuti e sono da te <3”
<< J, porto Jocker a fare un giro, altrimenti mi scoppia il cervello>> dico a Jamie, che si trova in cucina per studiare Storia.
<< Non tornare tardi… Dy non vai da sola, vero? E’ già buio>> mi risponde lui, senza alzare gli occhi dal libro
<< Adam è qui fuori… Non ti preoccupare>> rispondo, correndo fuori di casa
<< Buonasera>> mi saluta il mio ragazzo, prendendomi tra le braccia e scoccandomi un bacio.
<< Ho studiato diritto fino ad adesso>>
<<  E fai bene, ho sentito che il test sarà difficilissimo>> mi risponde lui, prendendomi per mano e seguendo Jocker.
Per il resto del tragitto parliamo della nostra giornata, passeggiando mano nella mano, rubando dei baci ogni tanto, appena arrivati al parco ci sediamo su una panchina, mentre il cane corre in giro.
In questi momenti, non mi sento una diciassettenne che ha una relazione con un suo professore, ma una giovane donna che sta facendo un giro con il suo ragazzo. Mi dimentico di tutti i problemi, e penso a noi tra qualche anno, quando la nostra storia potrà uscire alla luce del sole.
<< Hai programmi per il 26 dicembre?>> mi chiede, distraendomi dai miei pensieri.
<< Nulla, perché?>>
<< Mia madre l’ altro giorno ha chiamato, tu eri sotto la doccia… E mi stava dicendo che sarebbe venuta a trovarmi per Natale, e ha sentito la tua voce che mi stava chiamando… Così ha voluto sapere chi fossi.. e tutto il resto>>
<< E? Tu che cosa le hai detto?>>
<< Ho detto che eri la mia ragazza. Ovviamente omettendo il fatto che sei una mia studentessa, e per di più minorenne. Comunque ha insistito per conoscerti. Quindi ti andrebbe di venire a pranzo da me?>>
<< Ehm… Okay… Ma come farai a dirle che in realtà sono… minorenne?>>
<< Beh… teoricamente… sei quasi maggiorenne, perciò..>>
<< Adam!>> lo rimprovero io, << Tu devi dirglielo!>>
<< Okay… più avanti lo farò>>

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