One last time

di leila91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Grimris, figlio di Gromfir, si guardò intorno, pieno di stupore.
A chiunque lo avesse visto da fuori avrebbe probabilmente strappato una risata.
Il Nano infatti non se ne rendeva conto, ma aveva la bocca socchiusa, a formare una piccola ‘o’, e gli occhi enormi, spalancati, che saettavano senza sosta da un angolo all’altro dell’immenso salone.
 
Gran Burrone era assai diversa da come l’aveva immaginata ascoltando i racconti di cugino Gloin.
Era diversa da qualunque cosa conoscesse o alla quale fosse abituato.
Diversa da casa sua, dai familiari e rassicuranti saloni di pietra che vedeva ogni giorno, eppur non per questo certamente minacciosa.
Tutto lì pareva fatto di canti, calore e di luce.
Il Popolo delle Stelle era ovunque, persino quando gli occhi non percepivano immediatamente la sua presenza: attorno ai tavoli, vicino al fuoco, nascosto in piccole alcove.
Grimris non aveva mai visto un Elfo in vita sua, e ora ne era letteralmente circondato.
 
Il giovane Nano era arrivato la sera prima, come membro della delegazione di Erebor, che comprendeva cugino Gloin e cugino Gimli.
Si era offerto volontario come componente della scorta, e re Dain aveva accettato di buon grado, vista la parentela di Grimris col capo della spedizione.
Il Nano, in realtà, non era stato mosso da semplice affetto familiare, o dalla smania, tipica dei combattenti della sua età, di dimostrare il proprio valore.
Tanto meno dalla voglia di viaggiare e vedere il mondo.
No, le sue ragioni erano principalmente legate al motivo stesso per cui re Dain aveva ordinato quel viaggio.
Un motivo che aveva un nome e un cognome: Bilbo Baggins.
 
Uno Hobbit della Contea, che i Nani di Erebor conoscevano un tempo, e col quale sentivano di avere ancora un grande debito.
Questo era tutto ciò che Grimris sapeva, o che gli altri credevano che egli sapesse.
Ciò che nessuno poteva immaginare, era che Grimris avesse sognato quello Hobbit, da quasi tutta la vita.
 
                     
                                     ***
 
A onor del vero si trattava di visioni assai confuse.
Piene di ombre e di urla, esse erano. In esse il Mezz’uomo non assumeva mai una forma o un volto precisi.
Persino la sua voce cambiava ogni volta.
Ma il suo nome, Bilbo Baggins, era sempre lo stesso.
E una profonda malinconia lo accompagnava perennemente; malinconia che finiva sempre immancabilmente per intaccare l’animo stesso di Grimris, non appena egli riusciva a svegliarsi.
 
Questo Hobbit era forse in pericolo, aveva detto re Dain.
Bisognava assolutamente avvertirlo.
Grimris non sapeva se lo avrebbe effettivamente incontrato, una volta giunto nella Valle Nascosta. Né poteva predirre che cosa questo avrebbe comportato.
Ciò che sapeva per certo era che non poteva lasciarsi sfuggire un’occasione del genere, se voleva finalmente delle risposte a quei sogni che lo avevano da sempre turbato, e dei quali non aveva mai fatto parola a nessuno.
 
La sua mente era stata ancora più scossa, una volta arrivato nella Casa di Elrond.
Come se nuovi ricordi e nuove immagini stessero cercando di entrarvi con la forza.
Aveva l’impressione di essere già stato lì in precedenza, ma di non riuscire a ricordarlo.
Com’era possibile tutto ciò?
Era alquanto snervante!
 
Perso tra quei pensieri, non si era reso conto di essere arrivato, nel suo girovagare per la sala, in prossimità di un camino.
Comodamente sistemato su una piccola poltrona lì a fianco, giaceva una figurina dormiente, che, poco ma sicuro, non era un Elfo.
Il cuore di Grimris si fermò.
 
                         ***
 
Bilbo si era addormentato con la testa in un libro.
La lettura lo aveva coinvolto a tal punto da fargli perdere la concezione del tempo. Il calore del fuocherello aveva invece contribuito a conciliargli il sonno.
Si facevano sempre più frequenti quei sonnellini, col passare dei suoi giorni a Imladris.
Indubbiamente era complice anche l’età.
 
Quando il vecchio Hobbit si riscosse, percepì quasi immediatamente su di sé uno sguardo insistente.
Non era la prima volta che capitava, ormai ne era avvezzo.
Si stiracchiò, pronto ad apostrofare l’Elfo in questione su quanto fosse maleducato fissare la gente –onestamente, come se avessero bisogno che glielo ricordasse uno Hobbit!- ma non riuscì a proferire parola.
Non era un Elfo, colui che aveva di fronte!
 
Le iridi chiare del Mezz’uomo incrociarono quelle blu, così straordinariamente blu, del giovane Nano.
Lo stesso blu di una notte serena, illuminata dal chiarore stellare.
Ricordava di aver conosciuto una sola persona con occhi di un tale colore.
Ma non poteva certo trattarsi di lui, no che sciocchezza!
Vecchio pazzo di uno Hobbit.
Tuttavia, proprio non riuscì a trattenersi.
 
“Th- Thorin?”
 
                           ***
 
Avrebbe voluto mordersi la lingua appena finito di parlare.
Bilbo si maledisse più e più volte.
Lo sconosciuto, come c’era d’aspettarsi, lo stava fissando confuso.
Eppure, misteriosamente, nel suo sguardo c’era anche dell’altro.
Qualcosa che Bilbò non riuscì a definire.
Paura?
Speranza?
Trepidazione?
 
“Grimris, figlio di Gromfir, al vostro servizio” si presentò il Nano, chinando il capo con cortesia, “Come conoscete il figlio di Dain?”
 
Il figlio di Dain! Dunque quel Nano veniva da Erebor!
Bilbo si diede nuovamente dello sciocco: era ovvio che provenisse da lì, visto che doveva far parte della delegazione di Gloin.
 
“Bi-Bilbo Baggins, al vostro”, rispose l’anziano Hobbit, “Perdonatemi, sono solo i vagheggiamenti di un vecchio. Non conosco personalmente il figlio di Pièdiferro, ma ho avuto l’onore d’incontrare il vostro sovrano, anni fa”.
 
“Di chi parlavate, quindi?” domandò Grimris, sinceramente curioso, cercando di far sopire i battiti del proprio cuore.
Lo aveva trovato! Era davvero Bilbo Baggins! Che cosa doveva fare ora?
 
“Vi sogno da sempre”.
 
Di sicuro non sarebbe stato così pazzo da esordire con una frase del genere, giusto?
 
Lo Hobbit nel frattempo pareva aver riguadagnato il controllo delle proprie emozioni.
“Di… di un vecchio amico. Il cui nome immagino conosciate bene, se provenite da Erebor. O il vostro popolo ha già dimenticato per merito di Chi avete riottenuto la Montagna?”
 
Grimris assunse un’aria mortificata di fronte a quelle parole dette con durezza, e Bilbo si diede per la terza volta dell’idiota. Era solamente un ragazzo! Doveva avere all’incirca la stessa età di Fili quando era in vita, anno più o anno meno. Il pensiero gli procurò una stilettata.
“Scu- scusatemi, non intendevo…” iniziò, “E’ più che naturale che non abbiate conosciuto Thorin Scudodiquercia, è morto probabilmente prima che voi nasceste, tuttavia credevo che lui… ecco, che la sua storia…”
La voce dello Hobbit si spezzò e Grimris rimase turbato oltre ogni dire. Non era così che dovevano andare le cose! Perché quel Mezz’uomo piangeva? Perché ora era anche lui a sentirsi così triste, come se il dolore di Bilbo Baggins fosse anche il suo?
La testa gli girava, e le orecchie fischiavano. Aveva la mente affollata da troppe immagini. Immagini che non avevano alcun senso, immagini nelle quali c’era anche Bilbo, molto più giovane di adesso. Immagini che sembravano appartenere a un’altra persone, a un’altra vita, non a lui!
Che cosa stava succedendo?
 
“Sono… sono solo uno sciocco, vedete? Ma lui non meritava di morire, e il minimo che il suo popolo possa fare è far vivere la sua memoria in eterno”.
Vagheggiava, Bilbo ne era consapevole, ma non riusciva a fermarsi.
“Mastro Baggins, vi prego, non piangete, io…” Grimris era pietrificato, non sapeva cosa dire o cosa fare.
“Avete i suoi stessi occhi” bisbigliò ancora lo Hobbit, quasi sperando di non essere udito, e fu allora che accadde.
 
La vista di Grimris parve annebbiarsi, e ogni cosa dissolversi in minuscoli puntini, mentre la sua testa minacciava di esplodere.
Quando riaprì gli occhi, vi brillava una luce completamente diversa.
Una luce così carica di consapevolezza che Bilbo tremò nel guardarla.
 
“Mastro Scassinatore”.
 
Grimris sorrise con innaturale dolcezza, e anche la voce non era più la sua.
 
“Ti ho trovato”.
 
 
Fine parte 1/2.
 

 
 
 
 
Notucciole sdrucciole:
 
Ebbene sì, vi sarà una parte due ^^: ho deciso di farne una minilong di due puntate, perché avevo paura che risultasse troppo lunga.
Questa fic è basata su una what if, molto ‘whatiffosa’, trattando appunto di reincarnazione, ma non per gli Elfi. Tolkien, perdonami.
Spero possa piacervi, se vi va fatemi sapere che ne pensate.
A settimana prossima, con la seconda parte.
Grazie a tutti quelli che hanno letto fin qui <3
Benni
 
PS: lo so, il nome del Nano è terribile, ma fortunatamente nel prossimo non serve più. E il titolo è banalissimo, sorry -.-“.
 
PPS: l’idea ha preso il via da una frase del Silma, in cui si afferma che i sette padri ritornano a vivere nei loro discendenti. Sfruttando il what if, ho esteso il concetto a Thorin.

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Dedica speciale a Kurosmind <3, di nuovo buon compleanno!
 
 
 
 

Gli alloggi personali di Bilbo consistevano in un’unica camera, assai ampia e piena di luce, che si affacciava su un piccolo giardino a Sud.
Sovente lo Hobbit rimaneva incantato dalla vista di cui poteva godere oltre l’ampia finestra. Capitava che restasse intere ore ad ammirare i giochi d’acqua delle grandi fontane, o ad ascoltare il canto degli uccelli. Non era raro che dimenticasse perfino l’orario dei pasti, ed era Elrond in persona a volte, che veniva a chiamarlo.
Tuttavia, in quel momento, la totale attenzione del Mezz’uomo era completamente rivolta al Nano seduto sul bordo del suo comodo letto.
 
“Sei davvero tu”, ripeté come un mantra, per la centesima volta.
Lo aveva conosciuto poco prima come Grimris, figlio di Gromfir, ma la realtà si era rivelata presto assai più sconvolgente e quasi impossibile da ritenere vera.
 
“Sì, sono io, Scassinatore. Sono Thorin”.
 
Bilbo gli accarezzò il volto, così diverso eppure così familiare.
Si soffermò in prossimità degli occhi, l’unica cosa, assieme ai capelli scuri come ali di corvo, che non era cambiata.
 
Thorin, - sì, perché davvero di lui si trattava- circondò quella mano con la propria, e la trattenne premuta contro il suo viso.
 
“Com’è possibile?” chiese Bilbo.
 
L’altro sorrise, scuotendo il capo: “Non lo so mastro Baggins, non riesco a spiegarmi come sia potuto accadere. Mi è stato insegnato che il capostipite della mia casata, colui che è conosciuto con il nome di Durin il Senza Morte, in passato si sia reincarnato più volte nei suoi discendenti. Stento a crederci ma forse, essendo anch’io un suo erede…”
 
“Quello che è certo è che ora sei qui”. Bilbo sentì inumidirsi ancora una volta gli occhi.
“Sapevi che mi avresti trovato? E’ per questo che sei voluto venire con Gloin?”
 
Thorin annuì: “Non ero certo di trovarti qui, ma dovevo tentare. Per tutti questi anni sei stato un punto fisso nei miei sogni, e nei miei pensieri più profondi. Ti cercavo con la mente senza rendermene conto, mi spingevo verso di te, ma senza sapere il perché. Senza sapere chi fossi… Quando ho saputo della spedizione non ho esitato un secondo, sebbene le mie aspettative fossero legate tutte a un nome senza volto”.
 
“E ora ricordi?” chiese Bilbo, “Il nostro primo incontro? La Cerca? La Compagnia? Il Drag-”
 
Thorin lo interruppe dolcemente: “Ricordo tutto, mastro Baggins”.
“Tutto” ribadì, e s’incupì la sua voce.
Abbassò lo sguardo, pieno di vergogna.
“Com’è possibile, dimmi Bilbo, com’è possibile che tu non mi serba rancore? Perché hai difeso con così tanto ardore la mia memoria, prima?”
 
“Thorin…”, tentò d’intromettersi l’interpellato.
 
“Io ti ho spezzato il cuore!” continuò l’altro imperterrito, stringendo convulsamente la mano a pugno, “Ho respinto l’amico più sincero che abbia mai avuto. Ti ho fatto così tanti torti Bilbo Baggins, che proprio non capisco come tu abbia potuto versare tante lacrime alla mia morte, e poi perdonarmi così prontamente! Come sopporti di guardarmi negli occhi anche ora, e trovare caro quello che vedi”.
 
Ancora una volta non lasciò controbattere lo Hobbit, e proseguì:
 
“Non sarei dovuto venire fin qui, è stato terribilmente egoista da parte mia. Ma non potevo sapere!”
 
Finalmente Bilbo riuscì a intromettersi: il suo tono era volitivo, sicuro ed anche leggermente infastidito.
 
“Thorin! Ascoltami bene, Nano testardo che non sei altro. Rivederti è stato il regalo più bello che potessi desiderare. Non lo nego, mi hai ferito profondamente in passato” confessò abbassando la voce “Ma credi forse che io doni il mio perdono così a cuor leggero? Ciò che è successo non fu colpa tua, è stata la Malattia del Drago ad avvelenare il tuo cuore, a portarti via da me, da tutti noi. Ma tu l’hai sconfitta e non sono mai stato così fiero di te come in quel momento!”
“Di una sola cosa temo di non averti mai davvero perdonato” disse infine, come se stesse rivelando un segreto.
“Avermi lasciato per sempre”.
 
“Ma ora sono qui, Bilbo” sorrise colui che fu Re sotto la Montagna, accarezzando il volto del suo anziano Hobbit.
 
E sorrise anche Bilbo, socchiudendo gli occhi, ma con una profonda amarezza: “E te ne sono grato. Te ne sarò grato per sempre…”
Esitò appena un istante, come indeciso se dire o meno le successive parole.
“Ma non è questo il tuo posto”.
 
Fu come se tutta l’aria fosse stata risucchiata dai polmoni del Nano.
Boccheggiò, indietreggiando e ritraendo la mano.
Doveva aver sentito male. Quella frase non aveva alcun senso.
 
“Che cosa vuoi dire?” chiese, accennando un sorriso incerto: si trattava forse di uno scherzo?
“Certo che lo è! Ci ho messo tutta la vita per trovarti, per capire cosa desiderasse davvero il mio cuore, e adesso che finalmente ci sono riuscito non ho alcuna intenzione di perderti nuovament-”
 
“Thorin”, lo interruppe dolcemente Bilbo, e il suo sorriso mai vacillò, “Sii serio, guardami. Guarda cosa sono diventato”.
 
“Sei bellissimo. Lo sei sempre stato ai miei occhi; lo sarai sempre”.
 
“Sono un ramo spezzato. Persino i miei ricordi cominciano a sbiadire. Non mi resta più molto tempo… Thorin: non c’è futuro con me”.
 
“No! Bilbo, ascolta! Potremmo…”
 
“Ti ringrazio per essere venuto a cercarmi. Mi hai reso la persona più felice di tutta la Terra di Mezzo, e porterò la memoria di questo momento per sempre nel cuore. Ma non sarò così egoista da trattenerti ancora qui con me”.
Bilbo gli tracciò i contorni del viso con infinita dolcezza.
“Non quando hai nuovamente tutta la vita davanti” proseguì, “E ci sono ancora così tante cose che potresti fare. Il tuo popolo avrà presto bisogno di te”.
 
Thorin, da parte sua, avrebbe solo voluto interrompere quel discorso così spietato e sincero, ribattere in ogni maniera possibile, ma non riuscì a proferire parola.
Quasi non riusciva a credere a una tale ingiustizia.
Perché Mahal gli aveva concesso di ritrovare il suo Hobbit, i suoi ricordi, la felicità stessa, quando era ormai troppo tardi?
Tutto si stava ripetendo con una similarità sconcertante, solo che questa volta le loro parti erano invertite.
Questa volta era Bilbo che lo stava lasciando.
 
Azzardò un’occhiata al volto dello Hobbit e il suo cuore perse un battito nel vederlo così incredibilmente sereno, come mai prima di allora.
Sembrava quasi che un enorme peso gli fosse stato tolto dal cuore, e i gravosi anni che li avevano separati fossero spariti dal viso dal suo viso.
 
“Sei sempre stato tu il più saggio fra noi due”, disse infine teneramente, ritrovando il sorriso, “Non sarò mai pronto a lasciarti andare, Bilbo. Ma mi fido di te”.
 
Lo Hobbit rimase in silenzio, incapace di spiegare quanto quelle parole significassero per lui. Ma gli occhi parlavano al suo posto, carichi di lacrime di commozione e infinita riconoscenza.
Chinò lievemente il capo.
“Stringimi”, si ritrovò a mormorare, con labbra tremule.
 
Thorin pareva non stesse aspettando altro.
Si mosse fulmineo, e, afferrato con gentilezza lo Hobbit, lo premette forte contro di sé, come se non volesse lasciarlo andare mai più.
 
Nascosto contro il petto di colui che pensava di aver perso per sempre, Bilbo diede sfogo a ogni singola lacrima che non si era accorto di aver trattenuto.
Thorin gli baciò i riccioli, carezzandogli nel frattempo la schiena e mormorando parole in una lingua che lo Hobbit non conosceva.
Nessuno dei due chiese di più di quello.
 
Rimasero così, stretti l’uno fra le braccia dell’altro, per tutta la notte, fino a quando il sole non li sorprese il mattino seguente.
 
Nessuno ne seppe mai nulla, né assistette al loro addio, quando Gloin e gli altri Nani tornarono a Erebor. Bilbo non ne fece parola con alcuno, neanche con Frodo. Gandalf rimase parimenti all’oscuro di tutto.
Ma molti fra gli Elfi, sire Elrond per primo, notarono il suo cambiamento, nei giorni seguenti.
Il sorriso che molto spesso arrivava senza motivo a piegargli le labbra, e la nuova luce che gli rischiarava gli occhi un tempo spenti.
 
Alcuni mesi dopo, più precisamente il 17 di Marzo, una grande battaglia fu combattuta innanzi alle porte di Erebor. Il Popolo di Dain vi prese parte contro le forze di Sauron, affiancato dagli Uomini del Lago.
Sarebbe stata conosciuta per sempre come ‘Battaglia della Valle’, e Dain stesso vi perse la vita.
Accanto lui cadde Grimris figlio di Gromfir, nel disperato tentativo di difenderlo.
Molto fu pianto dai suoi familiari, ma la notizia della sua morte non giunse mai a Bilbo Baggins, al quale gli Elfi accordarono in seguito il permesso di salpare verso le Terre Immortali, dove visse i suoi ultimi anni libero dal peso di ogni ricordo.
 
E’ convinzione di molti, dalle parti di Dale, che sopra il tumulo del coraggioso Grimris, sia cresciuta la Quercia più poderosa che la Terra di Mezzo abbia mai visto.
 
 
Fine 2/2


 
 
Notucciole Sdrucciole:
 
Ed eccoci qui =).
 
Ahem. Cosa sono quei fucili? Cuccia!!!!!!!!!!!
No va beh, a parte gli scherzi……. Mi sono sentita mooooolto stronza e cattiva, ma non volevo scrivere una fix it.
Il mio intento era solo dare un’ultima occasione ai miei patatoni per rivedersi (vista la questione ‘aldilà separati’ sigh çç) e fare in modo che Bilbo se ne andasse più sereno.
Insomma una what if, che alla fine lasciasse proseguire le cose come il canon comanda, ma che riuscisse a cancellare tramite questo incontro tra i due, ogni residua traccia di rancore e rimpianto.
 
Spero che nonostante il finale agrodolce questa cosina vi sia piaciuta e di essere riuscita nel mio intento.
 
Grazie infinite a tutti per esserci stati :D, recensori, preferitori e seguitori:
Sylvie91, ThorinOakenshield, Innamoratahobbit96, Missing23, Ino chan, Kano_chan, Evelyn80, Xingchan, Kishin Shruikan, Nihal_chan, Elanor Hermione, Yaoi96.
E naturalmente grazie tutti i lettori silenziosi e a quelli futuri xD.
 
See you!

 
Benni

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