Un incontro inaspettato

di innamoratahobbit96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nani a casa Baggins ***
Capitolo 3: *** Si parte! ***
Capitolo 4: *** Gran Burrone ***
Capitolo 5: *** Al sicuro ***
Capitolo 6: *** Bosco Atro ***
Capitolo 7: *** Viaggio tra i barili ***
Capitolo 8: *** Pontelagolungo ***
Capitolo 9: *** Una notte insonne ***
Capitolo 10: *** Una mattina al mercato ***
Capitolo 11: *** La festa ***
Capitolo 12: *** La Montagna Solitaria ***
Capitolo 13: *** . . allora bruceremo tutti insieme ***
Capitolo 14: *** La collera di Smaug ***
Capitolo 15: *** Il segreto ***
Capitolo 16: *** La collana della regina ***
Capitolo 17: *** I soldi non fanno la felicità ***
Capitolo 18: *** Litigio ***
Capitolo 19: *** La battaglia delle cinque armate ***
Capitolo 20: *** La svolta decisiva ***
Capitolo 21: *** Un triste addio ***
Capitolo 22: *** Ritorno alla Contea ***
Capitolo 23: *** Depressione ***
Capitolo 24: *** Una nuova rinascita ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO


Ciao a tutti. Eccomi qui con una nuova storia, che seguirà tutti gli avvenimenti del film "Lo hobbit" e con un nuovo personaggio: un'amica d'infanzia di Bilbo.
Spero di piaccia. Buona lettura.


Il sole splendeva nel cielo azzurro nella Contea. Tanti bambini si rincorrevano nei prati rigogliosi, mentre gli adulti lavoravano.
Dopo aver portato le pecore a pascolare per un po’ di tempo, le riportai alla fattoria, gestita dai miei zii.
< < Sei in ritardo! > > disse infuriata mia zia incrociando le braccia.
< < Scusami ma . . > > cercavo di ribattere.
< < Niente MA . . signorinella, inoltre, cosa ti avevamo ordinato? Devi darci del VOI > > mi disse minaccioso mio zio.
Sospirai e abbassai lo sguardo.
Quanto mi mancavano i miei genitori.
Sono morti quando ero ancora adolescente e così sono stata affidata ai miei zii. Avrei preferito piuttosto stare da sola.
Meglio sole che male accompagnate.
Già guadagnavano poco e per loro ero solo un’intrusa e un’altra bocca da sfamare.

Subito, mio zio mi lanciò il sacchetto pieno di semi e lo presi al volo.
< < Poi posso andare? > > chiesi.
Impiegarono un bel po’ a rispondere.
< < Se lo avrai fatto bene . . forse sì > > dissero in malo modo.

Mi diressi nell’orto a seminare delle piante. Il sole era troppo caldo e io non ce la facevo proprio più.
Mi asciugai la fronte dal sudore e continuai a lavorare,sporcandomi le mani di terra.
Già quei due se n’erano andati, sicuramente a bersi una camomilla.
< < Lucy! > > mi sentii chiamare.
Mi girai e vidi Bilbo sul sentiero che mi stava osservando.
Lo salutai, lui fece lo stesso e mi venne incontro.
Appoggiò il sacchetto della spesa sul terreno e scavalcò il recinto che comprendeva tutto l’orto.
< < Aspetta, ti do una mano > > disse inginocchiandosi e prendendo alcuni semi dal sacchetto.
< < Grazie > >
< < I tuoi zii ti hanno lasciata qui da sola ancora una volta? > > mi chiese.
Annuii.
< < Non possono continuare a trattarti così > > continuò.
< < Appena riuscirò a trovare casa, giuro che me ne vado > >

Dopo un paio di orette riuscimmo a finire e abbiamo riso soddisfatti.
< < Che ne dici di andare a farci un bagno? > > propose.
< < Ma . . ma . . > >
< < Tranquilla, ci sono io. Lo so che non sai nuotare e poi . . l’acqua non è alta, anzi, penso proprio che tu tocchi con i piedi > >
Così, dopo avermi aiutata a rialzarmi, ci siamo diretti al fiume.
Alzai i miei pantaloni fino alle ginocchia e immersi il piede nell’acqua. Subito mi ritrassi.
< < è fredda! > > mi lamentai.
< < Forza, vieni > > disse porgendomi la mano.
Gliela diedi tremando ed entrammo in acqua.
In effetti riuscivo a toccare, così, mi tranquillizzai.
Come due bambini ci schizzammo l’acqua.
Io e Bilbo ci conoscevamo sin da quando eravamo piccoli. Eravamo sempre avventurosi e giocherelloni.
Ci divertivamo ad esplorare i confini della Contea, ma senza oltrepassare i confini della Contea, perché si diceva che là fuori era solo un luogo pericoloso, ma non esistevano solo orchi.
Mi ricordo di un vecchio mago che ci raccontava varie storielle su tutta la Terra di Mezza . . Gandalf era il suo nome. Chissà che fine avesse fatto.

Più tardi siamo usciti dall’acqua e abbiamo attraversato tutto il paese bagnati fradici.
In mezzo alla piccola piazzetta del paese c’era un albero e appoggiato al tronco c’era lo hobbit più odioso della Contea.
< < Ehi Pulce, te la sei fatta addosso? > > cominciò a ridere insieme ai suoi amichetti.
< < Senti Tom, perché non chiudi quella bocca? > > rispose Bilbo.
Tom, sentendosi offeso, si avvicinò.
< < Perché non ci lasciate stare? Non abbiamo voglia di discutere > > dissi.
Il gruppo annuii.
Io e Bilbo gli siamo passati accanto, ma subito Tom afferrò il mio amico per il colletto della camicia e gli tirò su le mutande.
Il classico comportamento dei bulletti.
< < Certo che siete proprio dei bambinetti dell’asilo, anzi, loro sono molto meglio > > li rimproverai afferrando Bilbo e allontanandolo da quei pezzenti.
In quel momento giunse Isabella, una hobbit simpaticissima e molto bella. Aveva i capelli biondi, lisci e lunghi, a differenza di me. Avevo i capelli neri e occhi castani. Mi piaceva vestire in modo colorato e caratterialmente ero maldestra e chiacchierona.
< < Ehilà > > disse Tom iniziando a sistemarsi i capelli appena la vide.
Isabella fece un cenno di saluto passandogli accanto, ma quando notò Bilbo , gli sorrise.
< < Bilbo! Come stai? > > gli chiese imbarazzata mentre Tom li guardava in cagnesco.
Bilbo non rispose, allora gli diedi una gomitata sulla spalla.
< < Oh . . bene . . grazie > > balbettò il mio amico.
< < Come mai sei bagnato? > > gli chiese.
< < Ero . . al fiume > >
Isabella gli è sempre piaciuta, ma aveva paura che lei non ricambiasse. Invece Isabella era innamorata persa di lui.
< < Ehi bambola . . sto aspettando una risposta > > mi disse Ben, il migliore amico di Tom, allontanandosi dal gruppo.
< < Che “risposta?” > >
< < Di uscire con me > > disse in modo malizioso.
Alzai gli occhi al cielo e non gli risposi.
< < Noi adesso dobbiamo andare > > dissi prendendo per il braccio Bilbo.
Salutammo quella banda di maniaci e Isabella, che diede un dolce bacio sulla guancia a Bilbo.

< < Quei ragazzi non li sopporto! > > dissi a Bilbo mentre ci dirigevamo a casa sua.
< < Cosa? > > mi chiese con un’aria da ebete.
Cupido lo aveva colpito.
< < Devi invitarla ad uscire! > > gli dissi sorridendo.
< < Ma non uscirà mai con uno come me > > disse tristemente.
< < Ti guarda come se fossi un dolce! Sveglia > >
< < E te? > > mi chiese.
Io cosa?
< < Non cambiare argomento > > lo avvertii.
< < Manchi solo te . . Ben è innamorato di te > >
Ben faceva parte di quella banda di prepotenti che ci provavano con tutti, in particolare Tom, e ragazzi così non li sopportavo.
< < Ben però ha occhi solo per te > > mi disse.
< < Però è maleducato > > replicai.
< < Qual è il tuo . . tipo ideale? > >
In realtà non lo sapevo.
Romantico, allegro, sempre sorridente.
< < Non saprei . . estroverso, simpatico . . > >
Per strada, incrociammo James, l’hobbit alto e molto affascinante di cui ero innamorata sin da bambina, ma non era affatto interessata a me. Lui voleva ragazze più belle. Per lui ero solo una “bambina”, perché ero troppo gentile e non mi piaceva vestire in modo “provocante” e scollato come altre nostre coetanee. Inoltre, non mi piacevano gli abiti, e indossavo sempre pantaloni.
< < Ciao James! > > dissi quasi urlando appena lo vidi. Era a braccetto con altre due hobbit.
< < Ciao . . .? > > disse senza concludere la frase.
< < Sono Lucy > > sbuffai.
Non riusciva mai a ricordarsi il mio nome.
< < Ah già scusa. Ciao anche a te mastro Baggins > >
Bilbo annuì e fece un cenno con la mano.
Volevo che rimanesse lì a chiacchierare un po’, ma se ne andò frettolosamente.
< < Non pensarci dai . . quello là non ti merita - mi consolò Bilbo dandomi una pacca sulla spalla – ti va di rimanere qui a mangiare? > > mi chiese.
Annuii.
Ero ancora bagnata, allora, sono tornata a casa a cambiarmi. Per fortuna i miei zii non si erano accorti. Erano troppo presi a fare dei lavoretti in casa che non mi avevano nemmeno sentito entrare. Salii le scale fino in camera per cambiarmi.
< < Io . . vado da Bilbo > > dissi ai miei zii dopo essere scesa. Stavano leggendo un libro.
< < Ok > > mi risposero senza guardami.
Penso che fossero felici che non ci fossi in casa.

Appena raggiunsi casa sua notai che stava parlando con un vecchio dalla lunga barba grigia e un bastone tra le mani.
< < Gandalf? > > gridai sorpresa.
Il mago si voltò e appena mi vide mi salutò abbracciandomi.
< < Lucy . . mia cara . . quanto sei cresciuta > > disse scompigliandomi i capelli.
< < Ma cosa ci fai qui? > > gli chiesi.
< < Sono contento che ci sia anche tu . . perché avrei una proposta per entrambi > > disse guardando anche Bilbo, il quale si era già cambiato e in quel momento stava fumando una pipa.
< < No! No! E Poi no! > > disse Bilbo.
Chissà cosa aveva detto.
< < Volevo proporvi una piccola avventura > > disse Gandalf.
Sgranai gli occhi.
< < Bilbo . . è la nostra occasione! > > gli dissi.
< < Ma che fine ha fatto quel piccolo hobbit tanto curioso? > > chiese Gandalf.
< < Siamo cresciuti ormai e . . . > >
< < Bilbo! Non ricordi che è sempre stato il nostro sogno? > > cercai di supplicarlo.
< < Mi spiace. Ma non siamo interessati > > concluse Bilbo prendendomi per il braccio e trascinandomi in casa.
Chiuse la porta a chiave e guardò fuori dalla finestra, finché non saltò per aria perché Gandalf ci aveva dato un’ultima occhiata, per poi andarsene.
< < Cos’è questo rumore? > > chiesi guardando la porta.
< < Solo tu senti quel rumore? Io non sento niente > > mi disse come se avessi detto una cavolata.
< < Perché non cogli l’opportunità? Abbiamo sempre voluto esplorare il mondo > >
< < Forse una volta . . ma quegli hobbit sono cresciuti ormai > > continuò Bilbo.
Ero sicura che avrebbe cambiato idea.
< < Dai . . non prendertela . . vado a preparar la cena . . ti va il pesce? > > continuò.
< < Va bene > > risposi andando ad aiutarlo.

Il pesce era ormai pronto, allora, io e Bilbo ci siamo seduti a tavola, ma non abbiamo fatto in tempo a fare un boccone che qualcuno suonò il campanello.
< < Aspettavi qualcuno? > > gli chiesi.
< < N-no > > rispose balbettando.
< < Non dirmi che sono i miei zii! > > mi lamentai alzandomi da tavola e seguendolo alla porta.



 

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Capitolo 2
*** Nani a casa Baggins ***


NANI A CASA BAGGINS

Non erano i miei zii, ma un nano alto, dalla barba nera e la testa calva.
< < Dwalin . . al vostro servizio > > disse inchinandosi.
< < Bilbo Baggins > >
< < Lucy Hostel . . al vostro > > dissi.
Subito dopo, entrò in casa senza chiedere il permesso.
< < Quaggiù? > > chiese il nano togliendosi il mantello nero e lanciandolo a Bilbo.
< < “quaggiù” cosa? > > chiese Bilbo.
< < La cena . . lui ha parlato di cibo . . tantissimo > >
Lui? Lui chi?
Dwalin . . così si chiamava . . si sedette al posto di Bilbo e cominciò a mangiare tutto il cibo preparato in tavola. Sembrava che non avesse mangiato a pranzo, perché prendeva tutto in un sol boccone.
Era la prima volta che mi ritrovavo a faccia a faccia un nano.
Dai racconti pensavo fossero come degli gnomi, invece , quel nano era più alto di me e Bilbo. Io a confronto ero una tappa.
< < è solo che . . io non aspettavo ospiti > > disse Bilbo cercando di essere cortese.
Il campanello suonò ancora.
< < Balin . . al vostro servizio > > si presentò un altro nano, dalla barba bianca, inchinandosi.
< < Buona sera > > disse Bilbo.
< < Sì lo è . . ma penso che dopo pioverà > > disse entrando in casa.
< < Aiutami! > > mi supplicò Bilbo.
Che potevo fare? Non era casa mia. E poi noi hobbit non siamo affatto scortesi.
Salutò Dwalin, erano fratelli, ma non si somigliavano per niente
Bilbo non aveva idea di come mandarli via. Gli piaceva avere visitatori, ma dopo averli conosciuti. Invece i nani erano entrati serenamente come se fosse casa loro.
E in quel momento stavano prendendo ogni cosa dalla dispensa.
< < Scusatemi . . ma . . non siete nella casa giusta . . - provò a dire Bilbo - A noi hobbit piace conoscere gente nuova però . . non conosciamo nessuno dei due . . non vorrei essere brusco . . mi dispiace > >
Dwalin e Balin si voltarono e lo fissarono senza dire niente. Mi aspettavo che gli dicessero chissà che cosa,invece . .
< < Scuse accettate > > sorrise Balin.
Penso che non lo abbiano proprio ascoltato.
Ed ecco ancora il suono del campanello.
Erano due nani giovani.
< < Fili > > disse il biondo.
< < E Kili > > disse il castano.
< < Al vostro servizio > > dissero poi all’unisono.
< < Voi dovreste essere i signori Boggins > > sorrise Kili.
< < Cosa? no . . noi non stiamo insieme > > abbiamo riso all’unisono io e Bilbo.
< < Sì, come no - sorrise il moro entrando in casa allegramente e ammirando il posto - Bello questo posto, l’avete fatto voi? > >
< < No, è dei miei genitori da anni > > rispose Bilbo mentre Fili gli diede le sue armi, raccomandandogli di stare attento, perché le aveva appena fatte affilare.

I due fratelli andarono nella sala da pranzo, dove c’erano anche Balin e Dwalin, e cominciarono a spostare il tavolo e altri mobili, perché ne sarebbero arrivati altri.
Infatti, poco dopo suonò ancora il campanello. Ormai quel suono mi ronzava nelle orecchie.
< < Basta! Andate via! Ho già troppi nani! > > alzò la voce Bilbo buttando per terra le armi.
Mi diressi alla porta, per poi aprirla.
Altri otto nani erano appiccicati alla porta e caddero uno sopra l’altro.
Dietro di loro c’era Gandalf.
Sorrisi. Forse almeno quella sera sarebbe riuscito a convincere anche Bilbo a partire per quella famosa missione.

Erano in tutto 12 nani, che cominciarono già a fare abbastanza danni.
Ma mentre ero nel corridoio ad osservare tutto il via vai sentii Gandalf nominare un ultimo nano, che era in ritardo.
Gli avevano svuotato la dispensa, avevano rotto le tubature e il pavimento era sporco di fango.
Per poco Bilbo non sveniva a quella vista.
Tuttavia, i nani erano molto simpatici e ognuno si presentò.
Conobbi in particolare Bofur, il burlone di turno, che aveva sempre la battuta pronta.
Ori era il nano più timido del gruppo e molto educato, così come Dori, il suo fratello maggiore.
Poi c’erano anche Kili e Fili, le terze persone che avevamo conosciuto, simpatici e pieni di vita.
< < Volete un po’ di thè mia cara? > > mi chiese Dori porgendomi una tazza.
< < Oh . . sì grazie > > risposi assaggiandolo.
Era molto buono.
Notai Bombur, il mangione, che aveva in mano un sacco di formaggio.
< < Non vuoi un coltello da formaggio? > > gli chiesi mentre si allontanava.
< < Lui lo mangia a tocchi > > mi fece capire Bofur.
< < Per favore, vorrei che mi restituissi il vino > > disse Bilbo ad un nano.
Il nano, Bifur, rispose nella lingua, per questo non lo capimmo.
< < Bifur ha avuto una ferita > > ci disse Oin mettendoci una mano sulla spalla.
< < Se l’è fatta con quell’ascia sulla testa? > > chiese Bilbo sarcasticamente.
< < Le mie gambe vanno a meraviglia > > rispose dopo aver abbassato il suo apparecchio acustico.
< < Tranquilli, è sordo > > ci disse Bofur mettendoci una mano sulla spalla.
< < Non era capito > > disse ironicamente Bilbo.

Dopo aver apparecchiato la tavola, i nani si sedettero a mangiare, insieme a Gandalf, mentre io e Bilbo siamo rimasti in disparte ad osservare.
I nani non avevano proprio . . le buone maniere a tavola.
Bofur lanciò un pezzo di salsiccia a Bombur, che si trovava anche lui a capo tavola e lo prese al volo con la bocca. Sembrava il padrone che lanciava un ramoscello al proprio cane.
Tutti esultarono e gli fecero i complimenti.
Poi, fecero una gara di rutti. Bevvero la birra tutto in un sorso. Il vincitore fu Ori. Lo avevano già influenzato poverino.
Bilbo strinse i pugni e mi guardò, mentre io preferivo non commentare.
Andammo in corridoio e Gandalf ci raggiunse.
< < Miei cari amici, qual è il problema? > > ci chiese.
< < Siamo circondati da nani. Che ci fanno qui?! > >
< < Sono un’allegra combriccola. Una volta che vi abituate a loro > > sorrise lo stregone.
< < Non vogliamo abituarci a loro! Hanno saccheggiato la mia dispensa, distrutto le tubature . . cosa ci fanno in casa mia?! > > si disperò Bilbo.
In quel momento si avvicinò Ori.
< < Scusate . . mi dispiace interrompere . . ma che ci dovrei fare con il mio piatto? > > chiese timidamente dopo aver finito di cenare.
< < Ci penso io Ori > > disse Fili sbucando dall’angolo e prendendogli il piatto.
Lo lanciò al fratello, che lo lanciò a sua volta a Bifur.
E così fecero con tutti gli altri piatti, suonando il flauto e cantando una simpatica canzone , mentre Bilbo preferiva chiudersi gli occhi per paura di vedere i suoi piatti e ceramiche a terra.
I nani , seguendo il ritmo, picchiettarono sui mobili e su altri oggetti e mi fecero segno di farlo anche io.
Quella canzone mi piaceva un sacco, allora, cominciai a seguirli anche io, finché la canzone finì e chiamarono Bilbo dalla cucina.
Avevano ordinato tutti i piatti, uno sopra l’altro, non c’era nessun graffio.
Bilbo rimase scioccato, la sua faccia sorpresa fece ridere tutti, finché si bloccarono appena sentimmo bussare alla porta.
Rimasi sorpresa che quella persona non avesse suonato il campanello,ma aveva preferito bussare.
< < Lui è qui > > disse Gandalf tornando serio. Lui chi??
Manco fosse il lupo cattivo.

Appena Gandalf aprì la porta persi un battito.
Il nano era alto, dalla barba nera, dei capelli ricci e lunghi e gli occhi azzurri come il ghiaccio.
Il suo sguardo era serio e misterioso, eppure, c’era qualcosa in lui che mi incuriosiva.
Era un nano . . sì . . ma perché doveva essere così . . così come? Particolare?
< < Gandalf . . – cominciò a dire entrando. La sua voce era alquanto affascinante - avevi detto che questo posto era facile da trovare. Ho smarrito la via due volte, non l’avrei trovata se non avessi visto il segno sulla porta > >
Ah! Ecco cos’era quel rumore che avevo sentito il giorno prima.
< < Bilbo Baggins . . Lucy Hostel . . . permettetemi di presentarvi il capo della nostra compagnia . . Thorin Scudodiquercia > >
Thorin si tolse il mantello e lo porse a Kili.
< < E così . . questi sono gli hobbit – disse osservandoci curioso e girandoci attorno – ditemi . . avete combattuto molto? Che armi preferite? Ascia o spada? > >
< < Io sono bravo a conkers se volete saperlo. Ma non vedo come questo sia rilevante > > disse Bilbo.
< < E tu? Ah sì . . penso che tu non abbia mai combattuto > > disse Thorin guardando me.
< < Be. . me la cavo ma non mi ritengo un guerriero . . > > replicai.
< < Lo immaginavo. Be . . sembrano più dei droghieri che degli scassinatori > >
Quello era un insulto?

I nani si sedettero a tavola e discussero su una certa impresa.
< < Lontano, verso est, oltre montagne e fiumi, al di là di boschi e terre desolate, giace un’unica vetta solitaria > >
La montagna solitaria.
< < I presagi dicono che è il momento. “quando gli uccelli del passato torneranno a Erebor, il regno della bestia avrà fine “ > > disse Oin.
Bestia?
Io e Bilbo ci guardammo un attimo.
< < Quale bestia? > > chiese Bilbo.
< < Smaug il terribile. La più grande calamità della nostra Era. Uno sputa fiamme volante. Denti come rasoi, artigli come ganci da macellaio, amante dei metalli preziosi . . > > cominciò a descriverlo Bofur.
< < Sì, lo sappiamo cos’è un drago > > gli feci capire.
< < Sono capace. Gli darò un assaggio del ferro nanico sulle chiappette > > disse Ori alzandosi dalla sedia.
< < Dovremmo avere un esercito alle spalle, ma siamo solo in tredici, e non i tredici migliori - disse preoccupato Balin – né i più svegli > >
< < Saremo pochi di numero, ma siamo combattenti . . tutti quanti. Fino all’ultimo nano! > > precisò fiero Fili.
< < E Gandalf avrà ucciso tanti draghi! > > continuò Kili.
Gandalf non rispose. I nani gli chiesero quale fosse il numero di draghi da lui uccisi, ma non rispose.
I nani cominciarono a discutere senza ascoltarsi a vicenda, allora, Thorin li richiamò.
< < Se abbiamo interpretato quei segnali, non pensate che non lo avessero fatto anche altri? Le voci hanno cominciato a diffondersi. Occhi guardano ad est valutando i rischi. Ce ne stiamo comodi quando altri prendono ciò che è nostro di diritto? O cogliamo l’occasione per riprenderci Erebor? > >
Sagge parole.
< < Ma la porta è sigillata > > disse Balin.
Gandalf scosse la testa e tirò fuori dalla tasca una chiave. Gliel’aveva data Thrain, padre di Thorin, e gliela consegnò.
Poi, Gandalf tornò a guardare la mappa.
< < Queste rune indicano un passaggio segreto alle Sale Inferiori. Le porte dei nani sono invisibili se sono chiuse.
La risposta giace in questa mappa, ma non sono in grado di trovarla. Ma altri nella Terra di Mezzo che hanno questa capacità. L’incarico richiede segretezza e non una piccola dose di coraggio, ma se siamo attenti e astuti, credo si possa fare > > continuò.
< < Ecco perché sono scassinatori > > disse Ori.
Ancora a parlare di scassinatore. Ma cosa stavano dicendo?
< < Bravi > > disse Bilbo.
< < Lo siete? > > ci chiese Gloin.
< < No no noi non abbiamo MAI rubato > > dissi.
< < Già. La signora Hostel ha ragione. Non hanno la stoffa da scassinatori > > concordò Balin.
< < Le terre selvagge non vanno bene per le persone a modo che non sanno badare a loro stesse > > continuò Dwalin.
Iniziò un’altra discussione. Alcuni scommettevano che io e Bilbo avevamo grandi capacità, altri non erano d’accordo.
< < Basta! Se dico che sono scassinatori! Allora lo sono ! Gli hobbit hanno il passo leggero e il loro odore non è conosciuto dal drago – Bilbo cercò di ribattere, ma Gandalf non aveva ancora finito - Mi avete chiesto altri due componenti e io ho scelto loro. In loro c’è più di quanto l’apparenza inganna. Inclusi loro stessi > >
< < Ma la signorina Hostel è una ragazza > > disse Dwalin.
< < Pensate che sia un problema? > > gli chiesi.
< < Una ragazza nella compagnia . . più che perfetto! > > disse Kili.
< < Anche Lucy ha da offrire molto più di quanto voi sappiate. Dovete fidarvi > >
< < Va bene. Date loro il contratto > >
< < Bene. Spese, tempo richiesto, remunerazione, organizzazione dei funerali e così via > > disse Balin porgendoci il foglio.

Ci siamo allontanati dal gruppo per leggere il contratto.
< < Sembra equo > > disse Bilbo
< < . . Lacerazione . . incenerimento? > > chiesi avvicinandomi al tavolo.
< < Sì, vi ridurrà in una briciola in un batter d’occhio > > disse Bofur, proprio la persona giusta a tranquillizzare le persone.
< < Pensate ad una fornace con le ali – continuò. Intanto, Bilbo si stava già sentendo male - . . lampo di luce, dolore cocente e puf . . mucchietto di cenere > > concluse
Era proprio di grande aiuto!
Bilbo alzò gli occhi al cielo e svenne.
< < E poi dicono che noi donne siamo fifone > > sorrisi abbassando lo sguardo.
Gandalf prese Bilbo per le braccia e io per le gambe e lo abbiamo portato sulla sua poltrona.
Bofur gli diede mille schiaffi per svegliarlo, ma ad un certo punto lo fermai.
< < Ehm . . . i biscotti sono pronti! > > urlò.
Io e Gandalf lo osservammo interrogati.
< < Con Bombur funziona sempre > > disse incrociando le braccia e fingendosi offeso.
< < Ma cosa . . ? > > mormorò Bilbo massaggiandosi la testa.
< < Stavamo parlando di Smaug il terribile e sei svenuto > > spiegò Bofur.
Gandalf gli fece segno di far silenzio e gli chiese di lasciarci soli.

< < Lasciatemi tranquillo > > disse Bilbo mentre gli porsi una tazza di thè.
< < Tranquillo? Lo sei stato per troppo tempo? – lo rimproverò Gandalf - Da quando i centrini e i piatti di tua madre sono diventati così importanti? Mi ricordo di voi due . . andavate sempre in cerca di Elfi nel bosco. Restavate fuori fino a tardi, seguendo tracce di fango, ramoscelli e lucciole. Hobbit che volevano scoprire cosa c’era oltre i confini della Contea > >
< < Il mondo non sta nei libri o mappe, ma è là fuori > > dissi.
< < Sono un Baggins . . di casa Baggins > >
< < Ma sei anche un Tuc > >
Gandalf cominciò a raccontargli di un suo pro-pro-pro zio che andò in battaglia e riuscì ad attaccare i Goblin.
< < Avrete una storia da raccontare quando tornerete > >
< < Puoi prometterci che torneremo? > > chiese Bilbo.
< < No . . – sospirò Gandalf - ma se tornerete, non sarete più gli stessi > >
Purtroppo Bilbo continuava a dire di non voler venire. Si alzò dalla poltrona e se ne andò.
< < Io vorrei venire > > dissi a Gandalf.
< < Sono contento – disse sorridendomi - Ma sai . . sono sicuro che Bilbo cambierà idea, non so quando però . . ne sono certo > >

Andai a cercare Balin per poter firmare il contratto. Lo trovai nel corridoio, vicino alla porta, a parlar con Thorin.
Mi tremarono le gambe. Perché avevo questa reazione? Era un semplice nano. Ma che dico?? Lui era Thorin Scudodiquercia, il principe di Erebor, erede al trono.
< < Scusate il disturbo . . ho firmato il contratto . . > > dissi agitata e mostrando il contratto.
< < Perfetto mia cara. Benvenuta nella compagnia > > disse Balin prendendomi le mani.
< < Lo sai bene che sarò responsabile del tuo destino? > > disse Thorin, appoggiato al mobiletto accanto.
E con ciò cosa voleva dire? Gandalf ci aveva proposto di partire e io ho colto l’occasione. Volevo esplorare il mondo. Come avevano fatto i miei genitori.
Annui senza aprir bocca.
< < So dei pericoli che incombono il mondo > > dissi.
Avevo sangue Hostel.
La mia famiglia amava le avventure e inoltre . . avevano aiutato tante persone.
E io desideravo essere come loro. Volevo aiutare la compagnia dei nani a riprendersi casa loro.
< < Comunque . . non sono d’accordo sulla presenza di una donna > > continuò senza guardarmi in faccia.
< < Perché? Non sono così debole come pensi > > dissi.
Si voltò verso di me e mi guardò con quello sguardo sexy.
< < Per me invece va più che bene la presenza di una donna > > disse contento Kili.
Risi di gusto. Tanto era troppo giovane per me.
< < Appunto per questo . . ci distrarrebbe > > concluse per poi andarsene tenendo le mani incrociate dietro la schiena.
Alzai le sopracciglia.
Aveva detto davvero “CI distrarrebbe “?
Quindi . . io lo distraevo?
Scossi la testa cercando di eliminare tutti quei pensieri.


 

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Capitolo 3
*** Si parte! ***


 

SI PARTE!
 

Il giorno seguente partimmo all’alba. Abbiamo riordinato la casa di Bilbo, mentre lui era ancora a dormire. Preparai uno zainetto con tutte le provviste e indossai qualcosa di comodo: una camicetta larga, dei pantaloni comodi, stivali e mi legai una fascia rossa attorno alla vita.
Chiesi a Balin di lasciare il contratto a casa di Bilbo. Sia io sia Gandalf eravamo sicuri che avrebbe cambiato idea.
Anche Bilbo aveva ereditato quello spirito avventuriero dei suoi genitori. Non avrebbe sprecato l’occasione.
Pensai ai miei zii e mentre i nani facevano una colazione veloce, decisi di andare a casa dei miei zii a lasciargli una lettera e la imbucai nella cassetta della posta. Da una parte sarebbero stati contenti di non avermi tra i piedi.
< < Aspettate! > > sentimmo urlare in lontananza.
Fermai il mio pony e mi voltai sorridendo riconoscendo la voce.
< < L’ho firmato! > > disse Bilbo porgendo il contratto a Balin.
< < Beh . . sembra tutto a posto. Benvenuto anche a te . . mastro Baggins nella nostra Compagnia > >
Tutti ridacchiarono e vociferavano.
< < Dategli un pony > > ordinò Thorin prima di ripartire.
< < Oh no non serve. Posso tenere il passo a piedi > > spiegò Bilbo.
< < Il viaggio è lungo > > gli ricordai.
< < Ma non ricordi Lucy? Abbiamo fatto molte vacanze a piedi. Una volta siamo arrivati a . . . > >
Non concluse la frase, perché Kili e Fili lo afferrarono per lo zaino e lo sollevarono di peso appoggiandolo su un pony.

< < Paga Nori! > > gli disse Oin.
Nori lanciò delle monete a Oin che sorrise soddisfatto.
< < Cosa stanno facendo? > > chiese Bilbo.
< < Hanno fatto scommesse, se saresti ricomparso o no > > spiegò Gandalf.
< < La maggior parte ha puntato sul NO > > dissi.
< < Che pensavate? > > ci chiese.
< < Caro amico. Non ho dubitato di te nemmeno un secondo > > disse Gandalf dopo aver preso al volo il sacchetto di monetine.
< < Nemmeno io > > dissi.

Per tutto il viaggio chiacchierammo tra di noi, ridendo come matti. L’unico sempre serio era Thorin.

< < . . ma . . voi due state insieme? > > chiese Bofur a me e Bilbo.
< < Perché tutti pensano questo? > > pensò ad alta voce Bilbo.
< < Siamo solo AMICI > > sottolineai.
Ce lo dicevano fin troppe volte. Possibile che non poteva esistere amicizia tra uomo e donna? Oppure eravamo così amici che sembravamo davvero fidanzati.
Non volevo, inoltre, che Thorin pensasse questo.
Avevo una gran voglia di conoscerlo, nonostante il suo carattere riservato. Era troppo preso a fare il leader, ma era un leader autorevole, per niente autoritario.

Io e Bilbo siamo nati tra le colline ondulate e i fiumicelli della Contea. Ma ormai casa nostra era dietro di noi. Il mondo era davanti.

La sera ci accampammo in un luogo tranquillo. Fili e Kili furono i primi a fare la guardia.
Non riuscii a dormire tutta notte per via del troppo russare di Bombur. Mi chiedevo come facessero gli altri a dormire con quel rumore. Erano troppo abituati.
Allora, mi sono alzata e sono andata a chiacchierare con Kili e Fili.
Anche Bilbo era sveglio ed era a coccolare il suo pony, Myrtle
Sentimmo degli stridii in lontananza e alzammo lo sguardo.
< < Che cos’era? > > chiese Bilbo.
< < Orchi > >
< < Sgozzatori. Ce ne sono a dozzine là fuori. Le Terre Solitarie ne brulicano > > disse Fili.
< < Attaccano nelle ore piccole, quando tutti dormono. Lesti e silenziosi, senza urla. Solo tanto sangue > >
< < Lo trovate divertente? Un incursione degli orchi è uno scherzo? > > chiese Thorin appena si svegliò.
< < Non intendevamo dire niente zio > > disse Kili dispiaciuto e abbassando lo sguardo.
Zio?? Fili e Kili erano suoi nipoti? Di carattere non si somigliavano per niente.
< < No infatti. Non sapete nulla del mondo > > li rimproverò Thorin allontanandosi.
< < Non farci caso ragazzo. Thorin ha più ragione degli altri per odiare gli orchi > > disse Balin appoggiandosi con il braccio alla nuda roccia.
Raccontò che dopo la conquista del drago della Montagna Solitaria, il re Thror, nonno di Thorin, tentò di reclamare il regno dei nani a Moria. Ma gli orchi erano arrivati prima, capeggiati da Azog, il profanatore.
Appena sentii pronunciare il suo nome persi quasi un battito. Vari ricordi scorrevano nella mia mente : urla, sangue . . i miei genitori . .
Iniziai a vedere tutto nero, le mie gambe stavano cedendo, ma cercai di rimanere in piedi.
< < Stai bene Lucy? > > mi chiese Bilbo afferrandomi.
< < S-sì grazie > > mentii tentando di tornare sulla terra.
< < Azog aveva giurato di sterminare la stirpe di Durin e cominciò . . decapitando il re - continuò tristemente Balin - Thrain, il padre di Thorin, divenne pazzo per il dolore. Se fatto prigioniero o ucciso, non lo sapevamo. Eravamo senza una guida > >
Non avevano più via di scampo. Ma Thorin, principe dei nani, affrontò coraggiosamente Azog. Con un’armatura squarciata, brandiva solo un ramo di quercia come scudo.
Ecco perché si chiamava “Scudodiquercia”.
Le truppe si rianimarono e sconfissero il nemico. Pochi nani erano sopravvissuti.
< < Pensai “là c’è uno che potrei seguire. Là c’è uno che potrei chiamare re” > > disse fiero Balin guardando Thorin.
< < L’orco pallido? Che fine ha fatto? E Bolg? > > chiesi.
< < Azog tornò strisciando nel buco da dove era venuto. Quel lerciume, morì per le ferite tempo fa > > mi rispose Thorin.
E Bolg? Lì non mi ha risposto.

Il giorno seguente aveva piovuto.
Dori non ne poteva più, allora, chiese a Gandalf di far tornare il sole.
< < Se vuoi cambiare il clima dovrai chiedere ad un altro stregone > > gli rispose Gandalf.
< < Ce ne sono? Altri stregoni ? > > chiese Bilbo.
< < Siamo in cinque. Il più grande è Saruman, il Bianco. Poi ci sono i due Stregoni Blu. Ma non ricordo i loro nomi. Il quinto è Radagast, il Bruno > > raccontò.
< < Anche Radagast è un grandissimo stregone. A modo suo . . è un animo gentile che preferisce gli animali > >

Per la notte ci accampammo vicino ad una piccola casetta dove sembravano abitassero un tempo un fattore e la sua famiglia.
In seguito ad un litigio con Thorin, Gandalf se ne andò dal gruppo. Chissà cosa avrà avuto da ridire Thorin.
< < Tornerà mai? > > si chiese Bilbo.
Alzai le spalle e sospirai.
Non eravamo nemmeno a metà strada e Gandalf decideva di andarsene?
Il buio calò, e di Gandalf ancora non c’era traccia.
< < è uno stregone. Fa come vuole > > ci tranquillizzò Bofur vedendoci preoccupati.
Chiese a Bilbo di portare le minestre a Fili e Kili, che dovevano badare ai pony.
Intanto, andai a cercare Balin.
< < C’è . . un posto . . tranquillo? Dove non mi vedrebbe nessuno . .? > > chiesi imbarazzata.
< < Là potrebbe andare? > > mi indicò un posticino dove non c’era nessuno.
< < Grazie mille! Sei sicuro che non verrà nessuno? > > gli richiesi.
< < Certo! stai bene? > >
< < Sì sì ma . . è imbarazzante dai > > lo supplicai di non chiedere nulla.
Non avevo il coraggio di dirgli che andavo a farmi una piccola doccia.
Ma se gliel’avessi chiesto, avrebbe fatto in modo che non sarebbe venuto nessuno a disturbarmi.

Mi allontanai dal gruppo e mi avvicinai ad una piccola cascata. Mi guardai attorno per accertarmi che non ci fosse nessuno.
Cominciai a spogliarmi e mi lavai. Poi, mi asciugai.
Sentii dei passi vicini. Presi la mia canotta dal ramo dove l’avevo lasciata, insieme agli altri vestiti e mi coprii.
< < Thorin! No! > > urlai.
Thorin si bloccò.
< < S-scusa . . non sapevo – che fossi nuda? – mi dispiace > > disse.
< < Girati per favore! > > gli chiesi, visto che continuava a guardarmi.
Si voltò e aspettò che mi rivestissi in fretta. Misi velocemente la mia camicia e i miei pantaloni.
< < Ok > > dissi ricomponendomi.
Thorin tornò a guardarmi.
< < Stai bene? > >
< < S-sì grazie > > risposi imbarazzata e arrossendo.
< < Come fai a conoscere Azog? E . . Bolg? > > mi chiese curioso.
< < è . . una storia lunga > > dissi tristemente. Al solo ricordo mi veniva da piangere.
In quel momento arrivò Kili.
< < Bilbo è in pericolo! > > disse agitato.
< < Corri a chiamare gli altri! Alle armi! > > ordinò Thorin seguendo Kili.
Io ero l’unica a non avere ancora un arma, allora, presi un grosso ramo. Avrei fatto ridere, però almeno avevo qualcosa. Così, li seguii a ruota.
Bilbo era stato preso dai troll.
< < Lascialo andare! > > urlò Kili dopo aver colpito con la spada la caviglia di un troll.
Il troll lanciò Bilbo, che arrivò addosso a Kili.
Gli altri nani uscirono allo scoperto e colpirono i troll. Andai a rifugiarmi insieme a Bilbo.
< < Dobbiamo liberare i pony! > > disse Bilbo.
< < Hai lì un coltello? > > gli chiesi.
< < Ehm . . > >
Pensai a cosa fare. Allora cercai qualcosa di appuntito. Ma mi sentii sollevata da qualcosa. Uno dei troll mi stava guardando come se fossi un dolcetto. Aprì la bocca per divorarmi. Cercai di divincolarmi, ma era troppo forte.
Una freccia scoccò fino alla mano del troll, che mi lasciò cadere.
Mi sarei rotta la schiena se non fossi stata presa al volo. Mi ritrovai fra le braccia di Thorin.
Divenni rossa dall’imbarazzo.
Notai che anche lui era tutto rosso come un peperone in faccia. Non nego che la cosa mi piacque molto, ma non lo diedi a vedere.
Mi posò a terra delicatamente appena vide Bilbo preso dai troll che lo tenevano per le braccia e per le gambe.
< < Abbassate le braccia. O gli stacchiamo le sue > > ci minacciarono.
Thorin appoggiò la sua spada e così fecero tutti gli altri.
Ci presero uno per uno e ci misero in dei sacchi.
Alcuni erano stati messi su un palo, sopra il fuoco, mentre io, Thorin, Bilbo, Balin, Oin, Gloin, Kili e Fili eravamo a terra, pronti per il nostro turno.
Continuavo ad agitarmi perché avevo paura degli spazi stretti.
< < Stai zitta! > > mi ordinò un troll dandomi un calcio.
< < Hei! Porta rispetto alle donne! > > lo rimproverò Kili.
Poco dopo, Bilbo tentò di alzarsi in piedi.
< < State facendo un grosso errore. Li avete annusati? Bisogna aggiungere il condimento > > disse.
< < Non ragionare con loro! Sono scemi! > > gli disse Dori.
< < Scemi? E allora noi che siamo? > > disse Bofur.
< < Cosa consigli scasshobbit? > > chiese un troll.
< < Che stai facendo?? > > dissi a bassa voce a Bilbo, che però non mi dava retta.
< < Ehm . . il segreto è . . – cominciò a balbettare - . . spellarli prima > >
Per fortuna ero una ragazza buona, altrimenti un’altra persona gli avrebbe dato un bel calcio nel di dietro.
< < Non me lo scorderò! > > gli ricordò Dwalin.
Un troll prese Bombur per le gambe, cercando di seguire il consiglio di Bilbo. Stava per divorarlo quando Bilbo disse finalmente una cosa intelligente.
< < Hai i vermi . . nelle sue tubature > > disse.
Il troll lasciò andare Bombur, che cadde sopra me e Kili.
< < Ahia! Mi schiacci! > > dissi cercando di spostarmi.
< < I parassiti li hai tu! > > si giustificò Kili.
Ecco il genio di turno.
Kili continuò a ripeterlo, allora, io e Thorin gli abbiamo dato un calcio contemporaneamente. Se questo non era una coincidenza . . ahahah
< < Ehm . . i miei parassiti sono i più grossi! > >
Iniziarono a fare una gara! Ognuno di loro aveva più parassiti di altri. Ma i troll ormai non li ascoltavano più.
Quando sembrava che fosse la fine, Gandalf corse in nostro aiuto e grazie alla luce, i troll si mutarono in pietra.
Mi chiedevo dove fosse andato in tutto quel tempo.

Ricominciammo il cammino.
Non pensavamo che i troll si avventurassero così a Sud. Forse c’era una potenza così oscura che stava regnano sulla Terra di Mezzo.
Gandalf, Thorin, Dwalin, Gloin, Nori e Bofur si addentrarono in una grotta, probabilmente abitata da quei troll. C’era un sacco di oro e spade forgiate dagli elfi.
Gandalf ne prese due per me e Bilbo.
Quella di Bilbo si illuminava quando orchi o goblin erano nelle vicinanze.
Speravamo davvero di non usarla. Già Bilbo non ne aveva mai presa una in mano.
“ Il vero coraggio non è quando togliere una vita, ma quando risparmiarla “
Ci ricordò Gandalf.
All’improvviso, sentimmo qualcuno nelle vicinanze. Ci siamo posizionati, pronti ad attaccare in caso fosse un’altra orribile creatura.
< < è Radagast, il Bruno > > disse sorpreso Gandalf.
Era quel mago di cui aveva parlato poco tempo fa. Era molto strano e curioso, ma anche simpatico.
Ciò che guidava la sua piattaforma erano dei conigli. Più che conigli sembravano lepri, velocissime.
Gandalf e Radagast andarono a parlare in privato. Era successo qualcosa di brutto da come si notava. Radagast era piuttosto preoccupato.

Sentimmo un ululato.
< < è un lupo? > > chiese preoccupato Bilbo.
< < Non è un lupo > > disse Bofur.
Dietro di loro sbucò un mannaro, e così un altro.
< < Un mannaro ricognitore - disse Thorin dopo aver ucciso le bestie - Un branco di orchi non è molto lontano > >
< < A chi hai parlato della tua missione oltre la tua famiglia? > > chiese Gandalf arrabbiato a Thorin.
< < A nessuno. Lo giuro, che succede in nome di Durin? > >
Quegli orchi ci stavano dando la caccia. Dovevamo scappare. Purtroppo i pony erano spariti.
< < Li depisto io! > > si offrì Radagast.
< < Sono mannari di Gundabad, ti raggiungeranno > > lo avvertì Gandalf.
< < E questi sono conigli di Rhosgobel. Vorrei che quelli ci provassero > >
< < E così sia > > disse Gandalf.

Radagast uscì dallo scoperto, inseguito dagli orchi, lasciandoci il tempo per scappare.
Peccato che un orco ci fiutò.
Ci siamo nascosti dietro una grossa roccia e prima che potesse chiamare il branco, Kili scoccò una freccia facendo cadere il mannaro e l’orco.
Thorin e Dwalin lo colpirono con le asce, ma i loro stridi e ringhi avvertirono il branco.
Gli orchi ci circondarono. Kili cercava di colpirli con le frecce, ma erano troppi.
< < Mantenete le posizioni! > > ordinò Thorin.
Bilbo mi strinse forte la mano tremante,ma proprio quando stava per svolgersi una battaglia, Gandalf ci chiamò e ci ordinò di seguirlo in un buco nella roccia.
Eravamo salvi.
Sentimmo un corno elfico suonare.
Gli orchi erano stati appena attaccati dagli elfi.
Thorin non era affatto felice. Non voleva l’aiuto degli elfi, dopo che questi lo avevano tradito durante la venuta di Smaug, il drago.
< < Non so dove porta questo sentiero, lo seguiamo? > > chiese Dwalin.
< < Ovvio > > rispose Bofur seguendolo.
Dietro di lui c’era Bombur, e poi io.
Il sentiero era troppo stretto per i miei gusti. Il panico mi percosse. Allora, urlando, cercai di superare Bombur.
Questo rimase incastrato tra le rocce. Volevo assolutamente uscire da quel posto e cercai di spingerlo in avanti.
< < Ti prego Bombur! > > lo supplicai spingendolo.
Bifur, dietro di me, mi spinse in avanti così forte che finalmente Bombur si liberò.
Alla fine di quella gola ci ritrovammo davanti a qualcosa a dir poco spettacolare.



 

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Capitolo 4
*** Gran Burrone ***


GRAN BURRONE



Sembrava di vedere davanti a noi il Paradiso.
< <
La valle di Imladris, nella lingua corrente è nota come . . > > cominciò Gandalf.
< < Gran Burrone > > abbiamo continuato io e Bilbo all’unisono. Ne avevamo ancora sentito parlare.
< < Qui si trova l’Ultima Casa Accogliente a est del mare > >
< < Era il tuo piano sicuro. Trovare rifugio dal nostro nemico > > lo rimproverò Thorin.
< < Non hai nessun nemico qui. L’unico malanimo che trovi in questa valle è quello che porti tu stesso > > gli fece capire Gandalf.
Che stoccata! Gli avrei applaudito a Gandalf per quelle giuste parole, ma era meglio stare zitta.

< < Gli elfi tenteranno di fermare la nostra impresa > > ribatté Thorin.
< < Ma noi abbiamo delle domande che attendono una risposta. Se vogliamo avere successo, la cosa va trattata con rispetto e non con poca dose di fascino. Ecco perché lascerai parlare me > > continuò Gandalf.
Siamo scesi in valle e attraversammo un ponte che portava all’ingresso della Casa degli elfi.
Il re ci raggiunse poco dopo, circondandoci con il suo esercito, costringendo i nani a tirar fuori le armi in caso di attacco.
Gandalf era molto amico del re Elrond. Si parlavano in lingua elfica, ma noi non potevamo capire.
Appena lo stregone gli parlò di noi, ci avvicinammo intimiditi.
< <
Benvenuto Thorin, figlio di Thrain > >
< < Non penso ci conosciamo > > disse Thorin in modo ostile e diffidente.
< < Tuo nonno aveva lo stesso portamento, lo conoscevo > >
< < Non ti ha mai menzionato > >
Il re disse qualcosa in lingua elfica, i nani pensarono fossero insulti, ma Gandalf ci spiegò che voleva offrirci del cibo.
Come dire No a un’offerta del genere?
Peccato che c’erano solo foglie e insalata a tavola. Non c’era nemmeno la carne.
La musica elfica era molto piacevole, tranne per i nani, che preferivano una cena all’insegna dell’ubriachezza.
Ecco perché Bofur salì sul tavolo e cominciò a cantare, sotto il ritmo dei battiti delle mani dei compagni.
Finirono la canzone lanciandosi il cibo.
Gandalf sorrise imbarazzato a Elrond, che li fissava con sguardo interrogato. Mi sa che nella mente li avrebbe mandati a quel paese, ma era fin troppo buono e paziente.
Alla fine, quando degli elfi servirono finalmente delle salsicce, Bombur le prese tutte e cominciò a correre per i corridoi, inseguito dagli altri nani.

Più tardi, passeggiai per i giardini di Gran Burrone. C’era una tranquillità infinita.
Si sentivano gli elfi cantare, suonando le loro meravigliose arpe.
Giunsi vicino ad una fontana e notai i miei compagni che stavano facendo il bagno.
Ori veniva sollecitato da Dori e Noru a buttarsi in acqua, ma Ori era troppo freddoloso e non aveva il coraggio.
Bombur salì su una roccia. Saltellò sulle punte e si buttò in acqua, creando un’onda alta.
< <
Ancora Bombur! > > gli disse Nori.

< <
Ho provato a fermarli, ma non mi hanno voluto dar retta > > sospirò Bilbo, seduto su una roccia.
Classico.
Ogni volta che Bilbo cercava di aprir bocca, nessuno lo ascoltava.
< <
Bilbo! Adesso tocca a te! > > dissero all’unisono Fili e Kili uscendo dall’acqua.
Erano completamente nudi, allora, girai la testa da un’altra parte.
Lo presero per il braccio e lo alzarono di peso.
< <
No ragazzi! > > cercò di divincolarsi.
A nulla servivano i suoi lamenti, perché Fili lo prese per le braccia, Kili per le caviglie.
< <
E uno, due, tre! > >
Bilbo fu lanciato in acqua, mentre gli altri nani esultavano.
< <
Adesso tocca a te > > dissero i due fratelli guardandomi in modo malizioso.
< <
Eh no, non riuscirete a convincermi - dissi indietreggiando, mentre loro si facevano sempre più vicini – ho molte cose da fare e . . . > >
Non feci in tempo a finire la frase, perché qualcuno mi prese in braccio.
< <
No Thorin! Mettimi giù! > > lo supplicai mentre la sua presa si faceva sempre più forte.
< < Va bene > >
Subito mi buttò in acqua.
Iniziai ad agitarmi e a muovere le braccia. Non sapevo nuotare, ma appena sentii i piedi che si appoggiavano mi tranquillizzai.
Tirai un sospiro di sollievo. Per fortuna l’acqua era bassa.
Mi spostai indietro i capelli e fulminai con lo sguardo Thorin, che se la rideva.
< <
N-non so nuotare . . > > dissi stropicciandomi gli occhi dalle gocce d’acqua che cadevano sul viso.
Thorin si irrigidì e si scusò fermamente.
< <
Scusami tanto! N-non lo sapevo. Stai bene? > > mi chiese avvicinandosi al bordo della fontana.
Annuii e cercai di uscire, ma non prima di vendicarmi, così, iniziai a schizzagli tutta l’acqua possibile ridendo.
< <
Era quello che meritavo > > sorrise.
Thorin, da un vero gentiluomo, mi porse la mano e mi aiutò ad uscire.
< <
Sei sicura? Stai bene? > > mi richiese coprendomi le spalle con il suo mantello e circondandomi le spalle con le sue braccia.
< <
Sì. Grazie > > sorrisi.
Era meglio farsi una doccia.
Andai nella mia camera e indossai un abito elfico, mentre i miei vestiti si stavano asciugando al sole.
Non amavo molto gli abiti, a me piaceva indossare dei pantaloni comodi e una camicia colorata o bianca.

A cena, mangiammo delle salsicce e ci sedemmo attorno al fuoco a chiacchierare.
< <
Bombur > > lo chiamò Bofur.
Bofur gli lanciò una salsiccia, mentre Bombur stava seduto su un tavolo. Ed ecco che all’improvviso, il tavolo si ruppe e Bombur cadde a rotoloni.
Non lo lasciavano proprio stare poveretto.
< <
Ehi Lucy > > mi chiamò Bilbo picchiettando su una spalla.
Mi voltai e il mio amico mi fece segno di seguirlo.

Andammo con Thorin, Gandalf e Balin in un luogo tranquillo per poter far vedere la mappa a re Elrond, ma non prima dei lamenti di Thorin che preferiva tenerla al sicuro.
< <
Re Elrond è tra i pochi che sa leggere le mappe > > gli disse Gandalf.
Thorin si decise finalmente di mostrargliela.
Ci spostammo in un terrazzo al chiaro di luna, per poter leggere meglio le rune.
Grazie alla luna, le rune si illuminarono e il re lesse.
“sta’ accanto alla pietra grigia quando il tordo picchia e il sole che scende con l’ultimo raggio nel giorno di Durin risplenderà sul buco della serratura “.
Avevamo ancora tempo per trovare l’entrata e solo allora la porta poteva essere aperta.
Comunque, il re non riteneva saggia la nostra impresa.
Nonostante le sue prediche, abbiamo continuato il nostro viaggio.
Quel drago si era impossessato della casa dei nani. Non aveva alcun diritto di portargliela via.

Il giorno seguente siamo ripartiti, su consiglio di Gandalf e ci promise che ci avrebbe raggiunti in seguito.
Bilbo rimase ad osservare a lungo Gran Burrone in lontananza.
< <
Bilbo? > > lo chiamai.
< <
Gran Burrone è fantastico Lucy. Mi mancherà molto > > mi disse continuando ad ammirare il paesaggio.
< <
Potrai tornare quando vuoi, a fare una visita > >
< < Re Elrond mi ha detto che se voglio, potrò stare qui per sempre > >
Tra la Contea e Gran Burrone, quest’ultimo era proprio il luogo giusto per trovare pace, non lo dubitavo.
Stemmo lì a fantasticare sul luogo, quando i nostri pensieri svanirono dopo che Thorin ci richiamò.
< <
Vi suggerisco di tenere il passo > >
Agli ordini!

Abbiamo attraversato fiumi, colline, senza mai fermarci, fino ad arrivare su un sentiero a fianco delle montagne rocciose.
Pioveva a dirotto e tuoni rimbombavano tra le montagne.
< <
Dobbiamo trovare riparo! > > urlò Thorin cercando di tenere il passo su quel sentiero stretto e scivoloso.
Sentimmo un forte boato.
< <
Non è una battaglia tra tuoni! Guardate! > > disse Balin indicandoci qualcosa dall’altra parte della montagna.
Erano giganti di pietra.
< <
Allora le leggende sono vere! > > disse meravigliato Bofur.
In quel momento un gigante colpì l’altro con una grossa roccia, facendo tremare tutto.
< <
Riparati stupido! > > lo rimproverò Thorin vedendo che Bofur era così incantato a guardare quel gigante che stava quasi per cadere nel vuoto.
Ci trovavamo esattamente sulla gamba di un gigante.
Se non ci riparavamo aggrappati alla parete, i massi ci avrebbero colpiti dritti in testa.
Il gigante si alzò e con esso anche la metà del gruppo.
Kili tentò di allungare la mano al fratello, ma ormai erano troppo lontani. Per nostra fortuna, io e una parte del gruppo siamo riusciti a spostarci dall’altra parte.
Vedemmo i nostri compagni sulla gamba del gigante e cercavano di tenersi aggrappati.
Quando quel gigante fu colpito, cadde fino a scontrarsi con l’altra montagna.
< <
Tenetevi! > > urlò Thorin disperato.
Chiusi gli occhi per evitare di vedere l’orribile scena dei miei amici che stavano per schiantarsi sulla montagna.
Appena il gigante cadde, notammo che gli altri nani non erano più sulla loro gamba. Avevo paura che fossero rimasti schiacciati, ma per miracolo, si sono salvati.
< <
Dov’è Bilbo? > > chiese preoccupato Bofur guardandosi attorno.
Trovammo Bilbo aggrappato alla roccia, sospeso nel vuoto.
Bofur e Ori si abbassarono ad aiutarlo.
< <
Ce la puoi fare! > > incitai Bilbo che cercava di prendere la loro mano.
Thorin si fece aiutare da Dwalin per scendere ad aiutarlo. Lo tirò su per lo zaino e risalì.
< <
Credevo l’avessimo perso > >
< < Lui si è perso, da quando ha lasciato casa sua, così come la signorina Hostel. Non sarebbero mai dovuti venire. Non c’è posto per loro > > disse contrario Thorin.
Bilbo abbassò lo sguardo. Si sentiva solo un intruso, almeno per Thorin, perché sia io sia Bilbo avevamo stretto un grande rapporto di amicizia con i nani. Non ci eravamo mai sentiti così bene. Andavamo d’accordo con alcune persone della Contea, ma “amicizia” era una parola grossa.
Fino ad allora il mio UNICO amico era Bilbo, fino a quando non ho conosciuto anche i nani, che ci hanno accolto nella Compagnia, eravamo una grande famiglia. Ci aiutavamo nei momenti difficili e ci siamo sempre salvati a vicenda.
Per questo, volevo assolutamente aiutarli nella loro impresa.

Entrammo in una piccola caverna. Saremmo ripartiti all’alba.
Non riuscii a dormire. Già accanto a me c’era Dori che continuava a muoversi.
Sentii qualcuno salire sopra di me e poi inciampare in avanti.
< <
Bilbo! Dove credi di andare? > > gli chiesi sussurrando per non svegliare gli altri.
< <
Torno a Gran Burrone > >
< < Cosa? No! Fai parte della compagnia! Sei uno di noi > > tentò di convincerlo anche Bofur, che era al primo turno di guardia.
< < In realtà no, vero? Thorin ha detto che non dovevo venire, ha ragione > >
< < Hai nostalgia di casa, lo capisco > >
< < No. Nessuno mi capisce. Siete nani. Siete abituati a questa vita, vivere per strada, mai stabilirsi, non appartenere a niente > > continuò Bilbo.
Diciamo che aveva un po’ esagerato.
< <
No, scusa io non . . . > >
Tentò di scusarsi. Si vergognò di quel che aveva detto.
< < No hai ragione. Non apparteniamo mai a niente > > disse tristemente Bofur.
< < Ti auguro la fortuna del mondo. Mi dispiace che tu non voglia restare > > gli dissi abbracciandolo.
< < Spero ci rivedremo > > mi disse appoggiando una mano sulla mia spalla.
Mi dispiaceva tantissimo. Era il miglior amico che chiunque voleva avere. Non poteva abbandonarmi così, all’improvviso, a metà del viaggio.

< < Speriamo. Stammi bene amico mio > >

< < Svegliatevi! > > urlò all’improvviso Thorin. Non feci nemmeno in tempo a girarmi e capire cosa stava succedendo che subito siamo caduti in un tunnel scivoloso fino a cadere in una specie di gabbia.
Giunsero dei piccoli goblin che ci catturarono. I nani cercarono di difendersi, ma non serviva a nulla. Erano troppo numerosi.
Ci portarono a cospetto del grande goblin, seduto su un grande trono.
< <
Chi è stato così sfrontato da entrare nel mio regno? Spie? Ladri? Assassini? > > chiese.
< < Nani e una hobbit vostra malevolenza > > rispose un goblin prima di perquisirci.
< < Che ci fate da queste parti? > >
Nessuno di noi rispose.
< < Molto bene. Li faremo strillare. Portate qui lo spezza ossa - ordinò il grande goblin - Cominciamo dai più giovani > >
Thorin avanzò.
< <
Bene. Chi abbiamo qui . . Thorin, figlio di Thrain, figlio di Thror, re sotto la Montagna – rise inchinandosi e prendendolo in giro – oh ho sbagliato. Non hai una Montagna, e non sei un re. Dunque . . sei una nullità > > cominciò a dire. Volevo assolutamente colpirlo nelle parti basse per smettere di sentire quella voce odiosa. Già dire che Thorin era nullità mi faceva molto infuriare.
< <
Chiudi il becco pezzo di lerciume . . > > difesi Thorin avanzando.
< <
Lucy Hostel . . > >
Un goblin mi spinse ancora in avanti e facendomi cadere.
< <
Non toccarla! > > urlò Thorin colpendo il goblin, ma un altro lo prese per le braccia e lo tenne fermo.
< <
Non sei cambiata affatto dall’ultima volta che ti ho vista . . insieme ai tuoi stupidi e buon annulla di genitori > > ghignò.
< <
Uccidimi pure se vuoi. Ma non ti permetto di parlar così di loro > > dissi stringendo i pugni e rialzandomi, ma un goblin mi diede un calcio e mi tirò su per i capelli.
< <
Ho un grande debito con te lo sai? > > disse avvicinando il suo orrendo muso al mio e prendendomi il mento mentre un goblin, dietro di lui,afferrò un coltello. Spostai il mio viso disgustata.
Sentivo solo le urla dei miei amici che tentavano di correre in mio aiuto.
Il grande goblin fu distratto dalle urla dei suoi seguaci, che avevano osservato le nostre armi.
< <
Cosa?? quelle armi! Le conosco! Uccideteli assolutamente! > > ordinò infuriato il capo. I miei amici furono frustati, mentre il capo mi afferrò per il collo e mi alzò di peso. Cominciai a soffocare. Attendevo solo l’ora della mia morte, ma una luce abbagliò tutti.
< <
Imbracciate le armi e combattete! > > ordinò una figura alta non poco distante da noi e dal cappello a punta.
Gandalf!
Il grande goblin mi fece cadere e io caddi sopra alcuni goblin.
I nani presero le armi e cominciarono a combattere e così feci anch’io.
< <
Seguitemi! > > ci disse Gandalf.
Lo seguimmo, cercando una via d’uscita, inseguiti dai goblin. Appena ne uccidevi uno, sembrava che si moltiplicassero altri.
Io ero dietro Gandalf e dietro ancora Thorin.
I goblin erano troppi, ma per fortuna ero riuscita a colpirli tutti. Mi esaltai e sorrisi.
< <
Ma cosa . .? > > disse Thorin sorpreso.
Alzai le spalle sorridendo. Non mi aveva mai vista combattere con così tanto coraggio.
Non ero più abituata ormai e non pensavo di avere ancora un po’ di capacità.
< <
Meglio tenere le chiacchiere per dopo > > gli dissi facendolo sorridere.

Dopo aver corso come matti per un bel po’, inseguiti e attaccati dai goblin, arrivammo finalmente al ponte, dove però il capo ci bloccò la strada.
< <
Credevate davvero di potermi sfuggire? Che intendi fare adesso stregone? > > chiese.
Gandalf gli cacciò il bastone in un occhio, lo ferì alla pancia e infine gli tagliò la gola.
Cadde a terra e a causa del suo peso, il ponte non resse più.
< <
Sta cedendo! > >
Mi aggrappai alla pelliccia di Thorin, per evitare di cadere di sotto e lui mi afferrò per la vita attirandomi a sé.
Era la fine. Saremmo morti di sicuro.
Mentre avevo tutti quei pensieri tragici non mi accorsi che il ponte si bloccò fra le rocce e poi cadde sul fondo senza pericolo.
< <
Be . . poteva andare peggio > > disse Bofur.
Riaprii gli occhi e mi ritrovai sopra Thorin, che mi teneva ancora per i fianchi.
Arrossii e Thorin lo notò. Le nostre labbra erano fin troppo vicine e per poco non ci baciavamo visto che il corpo del grande goblin ci cadde addosso.
< <
Bofur . . vogliamo scherzare? > > disse Dwalin gemendo.
< <
In piedi! I goblin stanno arrivando! Solo la luce del giorno ci salverà > >
ci avvertì Gandalf notando i goblin che avevano intenzione di raggiungerci.


CIAO A TUTTI. SONO TORNATA DALLA SARDEGNA. DA UNA PARTE SONO CONTENTA PERCHè NON VEDEVO L'ORA DI RIVEDERE LE MONTAGNE, DALL'ALTRA MI SPIACE PERCHè MI TROVAVO IN BELLA COMPAGNIA CON L'ORATORIO.
ED ORA, DOPO 10 GIORNI DI PAUSA, ECCOMI QUI CON IL NUOVO CAPITOLO.
TRA LA CONTEA E GRAN BURRONE DOVE VORRESTE VIVERE?
IN QUESTO CAPITOLO SI SANNO PIù COSE RIGUARDO IL BRUTTO PASSATO DI LUCY.
CHE SUCCEDERA'?
GRAZIE MILLE PER LE RECENSIONI.
ALLA PROSSIMA
BACI <3
PRITIBI

 
 

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Capitolo 5
*** Al sicuro ***


AL SICURO

 

Dopo essere usciti dalla caverna, siamo corsi giù per la montagna.
Dopo che Gandalf ci ebbe contato, notò che mancava una persona all’appello.
< < Dov’è Bilbo?! Rispondete! > > ci rimproverò.
Nessuno di noi sapeva rispondere.
< < Magari l’avranno preso i goblin! > > dissi preoccupata.
< < Oppure è sgattaiolato via quando ci hanno catturati > > disse Nori.
< < No. Il signor Baggins ha visto la sua occasione e l’ha colta. Ha pensato solo al suo soffice letto e il suo focolare da quando è partito. Sarà ormai lontano > > disse Thorin.
< < No, invece > > disse una voce alle nostre spalle.
Tutti gli fecero l’interrogatorio, da come aveva fatto a superare i goblin e cosa lo ha spinto a tornare.
< < è tornato. Non ha importanza > > disse Gandalf.
Mi avvicinai a Bilbo e gli diedi una pacca sulla spalla, felice di rivederlo.
< < Invece sì. Perché sei tornato? Perché . . insistete? > > ci chiese Thorin sorpreso.
< < Lo so che dubiti di me. Lo hai sempre fatto. Sì, mi manca casa mia, i miei libri, il mio letto, il mio giardino . . vedi, quella è casa mia. E sono tornato proprio perché voi non avete una casa > > gli spiegò Bilbo.
< < E vogliamo aiutarvi a riprendervela, se possiamo > > continuai io.
Thorin abbassò lo sguardo. Finalmente aveva compreso la nostra lealtà.
Quel bellissimo momento fu interrotto da ululati non tanto distanti.
Dalla cima della montagna arrivarono i mannari.
< < Siamo finiti dalla padella nella brace > > sussurrò Thorin.
< < Scappate! > >
Siamo corsi giù per la montagna, ma davanti a noi trovammo solo il dirupo, allora, ci siamo arrampicati sugli alberi, arrivando fino in cima, dal quale potevamo vedere altri mannari in lontananza capeggiati da . . .
< < Azog! > > abbiamo detto all’unisono io e Thorin.
Possibile che ogni cosa che volevo dire la dicevo nello stesso momento di Thorin?
L’orco pallido parlò in lingua nera, ma potei capire solo quando ha nominato Thorin e lo indicò, ordinando poi agli altri orchi di ucciderci.
I mannari cercarono di salire verso di noi, ma non riuscendoci, spinsero gli alberi, che caddero uno dietro l’altro, e ciò ci costrinse ad aggrapparci sui rami dell’ultimo albero.
Gandalf soffiò su delle pigne e con la magia le bruciò e le lanciò contro gli orchi, creando un piccolo incendio.
Quando sembravamo avessimo la meglio, l’albero cadde e rimase sospeso nel vuoto.
Alcuni nani si erano aggrappati al bastone di Gandalf, altri di noi ci reggevamo sui rami.
Thorin, accecato di vendetta, si alzò, brandì la sua spada e prese uno scudo di quercia.
Cercò di attaccare l’orco, ma questo riuscì a difendersi, prima colpendolo con la sua arma, poi grazie al mannaro che prese tra i denti Thorin.
Lo scaraventò ferocemente su una roccia, facendogli picchiare la testa.
Era ormai in pericolo.
< < Thorin! No! > >
Tentai di alzarmi, ma ero troppo debole.
Vidi Bilbo prendere la sua spada e correre verso l’orco che stava per tagliare la testa a Thorin.
Riuscì a colpire l’orco in tempo, ma questa volta erano entrambi in pericolo, perché si avvicinarono altri mannari. Per fortuna, arrivarono Dwalin, Fili e Kili in loro aiuto.
Vidi Dori e Ori cadere. Urlai chiamandoli, ma vidi che erano atterrati su un’aquila, così come tutti gli altri.
< < Coraggio Lucy! > > mi disse Gandalf incitandomi a lasciarmi andare.
Mi lasciai andare nel vuoto, urlando come una pazza, ma atterrai su un’aquila, morbida proprio come un letto.
Le aquile ci portarono al sicuro, lontani dal branco di orchi.
Gandalf si avvicinò a Thorin, steso ancora a terra, con gli occhi ancora chiusi.
< < Thorin > > sussurrai dopo essermi avvicinata. Il cuore mi batteva all’impazzata. Se gli fosse successo qualcosa non me lo sarei perdonato.
< < Sta bene cara > > sorrise Gandalf.
Infatti, Thorin riaprì gli occhi e fu aiutato dai suoi nipoti a rialzarsi, ma lui si scostò.
< < Tu! Cosa credevi di fare? Ti sei fatto quasi uccidere. Non ti avevo detto che saresti un peso? Che non saresti sopravvissuto? Che non c’è posto per te tra noi? – disse infuriato a Bilbo. Bel ringraziamento eh – non mi sono mai sbagliato in vita mia > > concluse abbracciandolo.
< < Scusa, se ho dubitato > > continuò.
< < No no. Anche io dubitavo di me. Non sono un eroe, un guerriero . . nemmeno uno scassinatore > > disse Bilbo facendoci sorridere.
< < Non ho mai visto una donna lottare > > disse invece a me.
< < Un po’ ho imparato anche da voi > > sorrisi imbarazzata.
< < Grazie anche a te > > disse.
Ero troppo felice, non solo perché era vivo, ma anche perché aveva ormai cambiato idea su me e Bilbo.
Avevo troppa paura di perdere Thorin. Mi ero affezionata molto anche a lui, nonostante il suo carattere burbero, ma in fondo aveva un cuore buono, perché per i suoi compagnia era davvero disposto a dare la vita.
Lo abbracciai inconsciamente lasciandolo di stucco, tuttavia, anche lui mi abbracciò. Sentii delle risate e dei commenti da parte degli altri nani, allora, mi sono subito staccata, notando un sorriso sorpreso da parte di Thorin.
< < Guardate > > disse incantato Bofur.
Ci voltammo e vedemmo Erebor in lontananza.
Notammo nel cielo un corvo, che stava tornando sicuramente alla Montagna.
< < è un tordo > > ci fece capire Gandalf.
< < Sarà un buon auspicio > > sospirò Thorin guardando me e Bilbo.
< < Già > >
Il peggio, forse, era passato.


< < Quant’è vicino il branco? > > chiese Thorin.
< < Un paio di leghe non di più. Ma c’è un problema > >
< < Ti hanno visto? > > chiese preoccupato Gandalf.
< < No io . . . > >
< < Visto? Silenzioso > >
Tutti sorrisero e non ascoltarono il povero Bilbo. Ogni volta che alzava la voce, nessuno gli dava retta.
< < C’è qualcos’altro là fuori! > >
< < Quale forma ha assunto? Quella di un orso? > > chiese Gandalf.
< < S-sì ma molto più grosso > >
Gandalf sapeva che lì nei paraggi c’era quella bestia??
< < C’è una casa . . non molto lontana da qui > > continuò lo stregone.
< < Di chi è? Un nemico o amico? > > chiese Thorin.
< < Nessuno dei due. Ci ospiterà o ci ucciderà > >
Che scelta avevamo? Correre incontro alla bestia o agli orchi?
Sentimmo il ringhio della bestia. L’unica opzione era rifugiarci in quella casa.

Seguimmo Gandalf fino alla casa, attraversando il bosco.
Bombur, stranamente, aveva superato tutti e finì in prima fila finché andò a sbattere contro la porta della casa.
< < Aprite la porta! Presto! > >
L’orso sbucò dai cespugli e ci corse incontro.
Thorin aprì la porta ed entrammo, prima che potesse entrare la bestia.
Tirammo un sospiro di sollievo appena se ne andò.
< < Forse se n’è andato > > disse Ori controllando in un foto sulla porta.
< < Ma che cos’era? > > chiese Dori
< < è Beorn. Un muta pelle. È sotto il suo incantesimo. È imprevedibile, soprattutto quando si trasforma in un orso, ma con l’uomo si può ragionare. Anche se non ama molto i nani - ci avvisò Gandalf – dormite. Starete al sicuro > >
Prendemmo posto e riposammo.
Avremmo parlato con questo “Beorn” il giorno seguente. Era meglio parlar con lui quando si sarebbe ritrasformato in un uomo.

Come sempre, pigra com’ero, mi alzai tardi e vidi i nani discutere con Gandalf davanti alla porta semiaperta.
< < Buongiorno! > > mi salutarono.
< < Vuoi un biscotto? > > mi chiese Bombur porgendomene uno.
Lo ringraziai mangiandolo.
< < Stiamo per presentarci a Beorn - disse Gandalf – verrai con me e Bilbo > > mi fece segno di seguirlo con il dito.
Rimasi un secondo interdetta, guardai Thorin che mi fece segno di avanzare.
< < è una buona idea? > >
< < Sì stai tranquilla . . voi altri – disse ai nani – uscirete a coppie quando vi darò il segnale, tranne Bombur, tu uscirai da solo perché vali per due > > disse dandogli una pacca sulla spalla.

Uscimmo nel giardino e trovammo Beorn intento a tagliare la legna. Era un omone alto e forte, con tanti muscoli.
< < Buongiorno > > salutò Gandalf.
< < Chi sei tu? > > ringhiò senza voltarsi.
Cominciava bene la giornata.
< < Sono Gandalf, il grigio . . e loro sono Lucy e Bilbo > > ci presentò.
Beorn si voltò di scatto e alzò l’ascia facendoci sobbalzare.
< < Non sono nani > >
Perspicace.
< < No. Sono hobbit, di buona famiglia. Volevamo ringraziarti per la tua . . ospitalità > >
Peccato che ci eravamo addentrati senza il suo permesso.
Gandalf, mentre parlava, gesticolava, e per questo, i nani lo presero come il segnale.
Uscirono a coppie come gli aveva detto Gandalf, e per poco Beorn sveniva a forza di vedere tutti quei nani in casa sua, ma riconobbe Thorin. Ormai lui era molto conosciuto.

Dopo le presentazioni, entrammo in casa a fare una buona colazione.
< < Così tu sei quello che chiamano Scudodiquercia. Dimmi, perché Azog ti dà la caccia? > > gli chiese Beorn dopo averci versato del latte.
< < Sai di Azog, come mai? > > chiese Thorin che stava appoggiato a un palo.
< < La mia gente è stata la prima a vivere sulle montagne prima che gli orchi scendessero da nord. Hanno ucciso quasi tutta la mia famiglia. Alcuni li ha resi schiavi, per sport. Ingabbiare mutatori di pelle e torturarli era divertente per loro > > ci raccontò.
< < Ce ne sono ancora, come te? > > gli chiese Bilbo.
< < Una volta ce n’erano molti. Ora ce n’è solo uno. Dovete raggiungere la montagna prima che il dì di Durin arriva > > ci informò Beorn.
< < Passeremo per Bosco Atro infatti > > disse Gandalf.
< < Io non mi ci avventurerei, se non per necessità. Un’oscurità grava su quella foresta. Gli elfi silvani sono meno saggi e più pericolosi dei loro parenti. Il numero degli orchi è in aumento, voi siete a piedi. Non raggiungerete mai la foresta da vivi. Non mi piacciono i nani, sono avidi, e ciechi verso la vita di coloro che ritengono più miseri di loro – sembrava che volesse ucciderci - Ma gli orchi li odio di più. Cosa vi serve? > >
Thorin gli chiese di prestarci dei pony e delle provviste. Beorn si mostrò molto ospitale e gentile, anche se a me un po’ inquietava.

Mentre gli altri sistemavano i loro sacchi sui pony mi sedetti sui gradini dell’ingresso e tirai fuori dalla tasca il mio amuleto.
< < è molto bello - disse una voce dietro di me che mi fece sobbalzare - Scusa, non volevo spaventarti > >
< < Tranquillo Thorin. È . . l’unico ricordo che ho dei miei genitori - dissi aprendo l’amuleto in due e mostrandogli i loro ritratti – erano avventurieri e hanno combattuto una guerra tra uomini e orchi > >
Mi fidavo di Thorin ed ero entrata in confidenza con lui negli ultimi mesi, per questo non avevo problemi a raccontargli della mia vita.
I miei genitori andavano molto d’accordo anche con la razza degli uomini e un giorno, quando stavamo trascorrendo una giornata come altre con gli uomini, ci hanno attaccato gli orchi. I miei genitori ne avevano uccisi tanti, ma scatenando la furia di Azog e Bolg.
< < Sì, ero con loro quella volta. Mi hanno costretta a fuggire. Nessuno è sopravvissuto a parte me. Sembra che sia successo solo ieri – le lacrime iniziarono a scorrermi sulle mie guance – ora, abito con i miei zii . . . che non mi considerano. Nessuno mi vuole bene . . . oltre a Bilbo > > Singhiozzai.
Mi girai dall’altra parte per non farmi vedere da Thorin, che mi ascoltava e gli si leggeva la tristezza negli occhi.
< < Non è affatto vero – sussurrò dolcemente prendendomi il mento tra le mani e facendomi girare verso di lui - Ora hai noi. Ci rispettiamo l’uno per l’altro. Siamo una famiglia. Non considerarti una nullità, perché non lo sei > >
mi disse facendomi lì occhiolino.
Mi asciugò le lacrime e mi abbracciò calmandomi.
< < Grazie. Scusa per lo sfogo > > gli dissi.
< < Non mi devi ringraziare di niente piccola. A volte sfogarsi fa bene > >
Thorin faceva il duro ogni tanto, ma era solo una corazza per nascondere ciò che provava. Ha sofferto tanto anche lui, per questo era riservato, ma in fondo aveva il cuore fragile e il più dolce del mondo.
< < Coraggio. Andiamo > >
Si alzò e mi porse la mano.
Mi sfiorò il mento facendomi l’occhiolino e andò a preparare il suo pony.
Sorrisi come un’ebete, ma tornai sulla terra quando mi chiamarono Fili e Kili.

Salimmo sui nostri pony e ripartimmo, arrivando davanti alla porta degli elfi. La foresta sembrava malata. Gandalf diede un’occhiata all’interno, prima di darci l’ordine di seguirlo, ma cambiò idea poco dopo.
< < Non liberate il mio cavallo! Mi occorre! > >
< < Cosa? ci vuoi lasciare? > > chiese Bilbo.
< < Non lo farei se non fosse necessario. Tenete la mappa e la chiave al sicuro e non entrate nella montagna senza di me > > ci avvertì prima di salire sul cavallo.
Ci avvertì inoltre di non lasciare mai il sentiero, altrimenti saremmo state vittime delle illusioni.




 

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Capitolo 6
*** Bosco Atro ***


 

BOSCO ATRO


Ci avventurammo nella foresta. Gli alberi alti e rigogliosi non lasciavano oltrepassare la luce del sole. C’era una puzza tremenda e si respirava a fatica, per questo, iniziò a girarmi la testa. Mi fermai visto che Ori, davanti a me, si era fermato, e Bofur, dietro di me, mi venne addosso. Per poco non si addormentava.
< < Abbiamo perso il sentiero! > > disse Nori.
< < Trovatelo! > >
Era sparito. Nessuno riusciva a trovarlo. Giravamo in tondo alla foresta, senza una meta.
Eravamo disperati. A causa di quell’aria pesante della foresta, c’era chi per poco non si addormentava, chi aveva illusioni, per esempio, io vidi davanti a me due figure di Bilbo, non riconoscendo quella vera.
< < Ora basta! Smettetela! Dico a tutti! - ci rimproverò Thorin dopo che cominciammo a fare brusio e discutere – siamo osservati > > sussurrò.
Non feci in tempo a capire cosa stava succedendo che mi sentii sollevare da terra.
< < Lucy! > > mi sentii chiamare dagli altri cercando di colpire la creatura che mi aveva presa.
O Mahal, era un ragno!
Preferivo gli orchi ai ragni detto sinceramente.
Ori mi prese per le caviglie e venne sollevato anch’egli, finché lo prese un altro ragno.
Mentre il ragno mi stava chiudendo in un bozzolo, vidi che anche i miei compagni vennero catturati.
Alcuni di noi erano svegli, altri, ancora mezzi addormentati.
Attorno a me c’erano fin troppi ragni che ci osservavano con l’acquolina in bocca. Adocchiarono in particolare Bombur, che cercava di scalciare inutilmente, finché qualcuno arrivò in nostro aiuto.
< < Sono qui! > > sentii Bilbo mentre ci liberava dalle ragnatele.
Ci togliemmo tutti i fili di dosso e fuggimmo, abbattendo un bel po’ di ragni, ma quando ormai eravamo spacciati, i ragni furono sterminati da elfi, che ci puntarono arco e frecce.
Non avevamo mai pace.
< < Non credere che non ti uccida nano, lo farei con piacere > > disse un elfo biondo che puntò la freccia contro Thorin.
Era alto e molto affascinante, ma fin troppo altezzoso per i miei gusti.
Ci ordinò di perquisirci e di toglierci le armi.
< < Dove l’hai presa? > > chiese l’elfo a Thorin guardando la spada che Re Erlond gli aveva donato.
< < Mi è stata data > >
< < Non solo un ladro, ma anche un bugiardo > >
Gli elfi ci portarono al loro palazzo da re Thranduil, dove c’era anche una cascata e un fiume che scorreva ai suoi piedi.
Di questo re elfico ne avevo ancora sentito parlare. Non aveva aiutato il popolo di Thorin quando Smaug aveva conquistato la montagna, ha preferito fuggire, per questo, Thorin lo odiava.
Bilbo era ancora sparito. Giurai di dirgliene quattro alla fine del viaggio per tutte le volte che non si faceva vedere.
Mentre Thorin fu portato dal re, noi altri fummo rinchiusi nelle segrete e non nei modi migliori.
< < Non finisce qui! > >
< < Toglimi le mani di dosso! > >
Divincolarsi era inutile.
< < Non vuoi perquisirmi? Potrei avere di tutto nei pantaloni > > disse Kili alla elfa che lo aveva salvato dall’attacco dei ragni.
< < O niente > > disse lei chiudendo la porta con l’ombra di un sorriso.
< < Kili! > > risi avvicinandomi alla porta.
< < Non è fantastica? > > sorrise Kili.
< < è un elfo Kili. Non credere chissà che cosa > > tuonò Dwalin.
Ecco, arrivava lui a rovinare i suoi sogni.
< < è anche molto più alta di te > > disse Nori.
< < Smettetela! L’amore non ha confini > > dissi.
< < Ecco i pensieri sdolcinati di una ragazza > > sospirò Dwalin.
< < Siamo fiere di essere così > > risposi modesta.
Cominciammo a scalciare contro le porte, ma non erano celle degli orchi, facili da distruggere. Non volevo ancora rimanere chiusa dentro! Lo odiavo! Prima o poi mi sarei sentita male.
Non si poteva uscire se non con il consenso del re. Thorin era l’unica speranza.
< < Lo insulterà alla grande > > sospirò Balin.
< < Magari re Thranduil cambierà idea e ci lascerà andare > > pensò Ori.
Ne dubitavo, sicuramente Thorin gliene avrà dette di tutti i colori.
Arrivò nelle segrete un elfo che teneva per il braccio Thorin e lo spinse dentro la mia cella in malo modo.
< < Ti ha offerto un accordo? > > gli chiesi curiosa.
< < Sì, gli ho detto che poteva andare a quel paese. Sia lui sia la sua stirpe > > urlò per farsi sentire dagli elfi.
< < Bene. Un accordo era l’unica speranza > > alzò gli occhi al cielo Balin.
< < Non è l’unica speranza, Bilbo ci salverà > >

La notte calò, ma non tutti riuscivano a dormire, primo fra tutti Kili, che chiacchierava con la sua dolce metà, Tauriel, mi sembrava si chiamasse. L’elfa era molto simpatica e comprensiva. Magari ci aiutasse a scappare . .
Il re l’avrebbe esiliata se lo avesse fatto.
Intanto, continuavo a fare avanti e indietro mangiucchiandomi le unghie.
< < Mi fai venire il mal di testa, stai ferma > > si lamentò Thorin, che era seduto per terra con la schiena appoggiata al muro.
< < Odio gli spazi stretti e chiusi se non ti sei accorto > >
Iniziai ad ansimare e barcollai, allora Thorin si alzò di scatto da terra e si avvicinò a me. Stavo per cadere, ma mi afferrò prima che potessi cadere.
< < Calmati > > mi sussurrò.
Mi cinse la vita e mi fece stendere sopra le sue gambe, tenendomi alzato il capo, dopo che si sedette per terra.
Stare vicino a lui stavo davvero bene, ma ero troppo ansiosa per pensarci.
< < Respira - disse accarezzandomi una guancia facendomi calmare facilmente – Anche io ero claustrofobico . Ti do un consiglio: evita di parlare del problema, altrimenti incrementi di più la paura > >
< < Ho paura Thorin > >
< < Ci sono qua io - mi sorrise – rilassati. Immagina di essere nella Contea > >
Chiusi gli occhi per un attimo. Mi rividi bambina, con Bilbo che mi rincorreva tra i prati, perché gli avevo rubato fazzoletto da taschino.
< < Finché sarai con noi, con me, non ti succederà nulla. Te lo prometto > > concluse Thorin.
Quasi mi commuovevo alle sue bellissime parole, riaprii gli occhi e lo ringraziai.
< < Adesso dormi piccola. Ci sono io a proteggerti > >
Quella notte dormii serena fra le sue braccia. Lui sì che era la mia medicina.

Mi svegliai prima dell’alba. Mi ritrovavo ancora fra le sue braccia.
< < Buongiorno > > mi salutò Thorin appena riaprii gli occhi.
< < Buongiorno > > dissi sbadigliando e stropicciando gli occhi alzandomi con il busto.
< < Stai meglio oggi? > > mi chiese.
< < Sì, grazie > > risposi massaggiandomi la testa.
< < Non farmi mai più prendere questi scherzi > > disse abbracciandomi forte.
< < Non è colpa mia > > risi guardandolo in faccia e non togliendogli le mani dalle sue spalle.
Siamo rimasti per un po’ a guardarci negli occhi senza aprir bocca. Deglutii a fatica e il mio cuore batté forte.
Iniziavo a considerare Thorin più di un amico, ma non ero sicura dei suoi sentimenti. Magari ero solo un’amica per lui. Era burbero, sì, ma mi piaceva così com’era.
Ci ritrovammo coi visi vicinissimi, così, presi coraggio e lo baciai. Per un po’ rispose al bacio, ma poi si staccò.
< < No no . . non posso > > disse.
< < Thorin? > >
Il nano si voltò tristemente.
< < No, non puoi amarmi > >
< < Cosa intendi dire? > > gli chiesi facendolo girare verso di me.
< < Non . . capisco . . quando sono con te io . . – balbettava – è strano . . mi sento al settimo cielo . . . ma . . ho paura > >
< < Paura di cosa? > >
< < Di soffrire . . > >
Si vede che in passato le sue storie d’amore non sono hanno avuto buon fine.
< < Non ti sto prendendo in giro Thorin. Io . . sento di provare . . forti sentimenti per te - dissi guardandolo negli occhi – con me non soffrirai mai > >
Gli presi le mani. Mi fissò dritto negli occhi e lentamente si avvicinò al mio viso.
Mi baciò con passione, portando le mani sui miei fianchi e facendo aderire i nostri corpi.
Ci staccammo e sorridemmo abbassando lo sguardo.
Ero in paradiso! Volevo che quel momento non finisse mai! Allora mi avvicinai ancora, volevo ancora sentire il sapore delle sue labbra, e lo baciai.
Si sentivano solo gli schiocchi dei baci e i nostri sospiri, finché le voci dei nostri compagni, che si erano appena svegliati, ci avevano interrotto.
< < E voi due che fate? > > ridacchiarono.
Thorin alzò gli occhi al cielo facendomi sorridere e ci alzammo.
Penso comunque che si fossero accorti e già mi immaginavo Kili che ci prendeva in giro.
< < Che ore sono? > > chiese Dori.
< < è quasi l’alba > > rispose Bofur.
< < Non raggiungeremo mai la montagna, vero? > > chiese Ori.
< < Non chiusi qui dentro di certo > > disse una voce.
< < Bilbo! > > urlai felice.



 

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Capitolo 7
*** Viaggio tra i barili ***


VIAGGIO TRA I BARILI
 

Esultammo, vedendolo ancora vivo. Mi stupiva sempre di più quel ragazzo.
< < Shhh! Ci sono guardie nelle vicinanze > > ci avvertì.
Ci liberò dalle celle e ci guardammo attorno per cercare una via d’uscita.
Thorin, prima di uscire, si voltò verso di me. Eravamo ancora troppo felici per quel meraviglioso bacio.
Thorin avanzò dopo che Bilbo ci aprì, mentre io rimasi ancora imbambolata a ripensar al momento precedente.
< < Prego le signore > > disse distogliendomi dai miei pensieri.
Che gentiluomo.
< < Di qua ragazzi! > > ci disse Bilbo.
Lo seguimmo scendendo delle scale.
< < Penso che Lucy e Thorin avrebbero preferito rimanere chiusi in quella cella. È chiuso, intimo, non ti vede nessuno . . > > sghignazzò Kili.
Ecco che cominciava.
Thorin era in fondo alla fila, speravo non abbia sentito, altrimenti sarebbe già stato rosso come un pomodoro.
< < Ti posso chiamare zietta? > > chiese Fili ridacchiando.
< < Non iniziate voi due > > dissi dandogli un colpo amichevole sul braccio.
< < Benvenuta in famiglia! > > mi saltò addosso Kili.
Andiamo, correvano troppo . . non avevamo ancora ufficializzato nulla.
< < Ma volete stare zitti???? Volete che ci scoprano? > > ci rimproverò Dwalin.

Arrivammo fino alle cantine, dove c’erano degli elfi addormentati sul tavolo. Guardai Bilbo alzando un sopracciglio.
< < Li ho fatti bere un bel po’ > > sorrise imbarazzato.
< < Ci hai portato nelle cantine! > > disse arrabbiato Kili abbassando la voce.
< < Dovevi portarci fuori, non sempre più all’interno > > lo rimproverò Bofur.
< < Entrate nei barili! Per favore, fidatevi > > ci disse Bilbo.
Mi fidavo di Bilbo e mi avvicinai al barile.
< < Fate come dice > > ci ordinò Thorin.
I nani entrarono di mala voglia nei barili, aspettando i suoi ordini.
< < Che facciamo adesso? > > gli chiesi sporgendomi con la testa, così come tutti gli altri, che attesero una risposta.
< < Trattenete il fiato > >
In che senso?
< < Lucy, mi dispiace, ma è l’unica possibilità > > mi disse Bilbo dispiaciuto.
< < Ma cos . . . ? > >
Spinse una leva, una lunga botola si aprì e i barili rotolarono fino a finire in acqua.
O santo cielo. Non sapevo nuotare!
Dopo che Bilbo ci raggiunse, nuotammo fino alla fine della galleria.
< < Tenetevi forte! > > urlò Thorin vedendo l’inizio di una cascata.
Sentimmo un corno suonare in lontananza. Gli elfi ci avevano chiuso il cancello, che si trovava sotto il ponte. Sguainarono le loro spade, ma gli elfi furono uccisi da delle frecce.
< < Gli orchi! > > ci avvertì Bofur.
Ma allora erano riusciti a seguirci fin lì!!!
Questa volta, però, erano capeggiati da Bolg, il figlio di Azog.

Kili uscì dal barile per poter spingere la leva, ma fu colpito da una freccia. Cadde a terra gemendo cercando di togliersela. Quando un altro orco stava per ucciderlo, arrivò a salvarlo la sua amata.
Riprese le forze dopo aver ammirato ancora una volta l’elfa e spinse la leva, aprendo il cancello.
Riscese nel barile gemendo quando la freccia si spezzò.
< < Stai bene fratello? > > gli chiese Fili mettendogli una mano sulla spalla.
Kili non rispose e continuò ad ansimare.
Scendemmo per le rapide, inseguiti dagli orchi, che ci puntarono le frecce e cercavano di colpirci. Certo che non avevano proprio una bella mira. Sembravamo di essere sulla giostra per quanto andavamo veloci.
Un orco, non tanto distante da me, afferrò la spada e saltò su di me, ma Fili, con una spada, gliela lanciò uccidendolo. L’orco cadde su di me e finii sott’acqua.
Trattenni il fiato più che potevo e riemersi, ma caddi dal barile. Non sapevo nuotare. Cercavo di tenermi a galla inutilmente.
Sarei sicuramente morta.
Ingoiai troppa acqua e trattenni più che potevo il respiro.
< < Lucy! > > sentii gridare Thorin.
Mi sentii tirare su per il braccio da Thorin e cingermi la vita, poi più niente, solo nero.

“sta bene?”
“è ancora viva?”
“ respira ancora? “
“ se chiudi quel becco e non le stai addosso forse respira ancora “

Sputai tutta l’acqua dalla bocca e tossi violentemente.
Ero circondata dai miei compagni, e davanti a me Thorin, preoccupati.
< < Stai bene? > > mi chiese Thorin prendendomi il viso tra le mani.
Annuii continuando a tossire.
Fecero tutti un sospiro di sollievo e sorrisero.
Mi rialzai, aiutata dai miei amici.
< < Kili! > > urlò Fili vedendo il fratello sedersi faticosamente su una roccia. Osservò la ferita e cercò di levarla con un po’ di acqua.
Gemette al tocco della spugna sulla ferita.
< < Sto bene > > negò.
< < Ehi Lucy! Tu eri svenuta – mi disse Fili sorridendo – Thorin ti ha fatto la respirazione bocca a bocca! > >
Il mio cuore avrebbe fatto i salti di gioia se fossi stata cosciente.
< < Prima o poi farai davvero venire un infarto a Thorin > > rise Bofur.
Ad un certo punto, Fili guardò un punto fisso preoccupato. Ci voltammo e vedemmo un uomo alto e con in mano un arco che aveva puntato Ori, che stava tranquillamente togliendo l’acqua dalle sue scarpe.
Dwalin si parò davanti a lui per proteggerlo, anche se con un bastone.
L’uomo scoccò la freccia contro il bastone e fece cadere il sasso che Kili stava per lanciare addosso all’uomo.
< < Fatelo di nuovo, e siete morti > > ci avvertì.
< < Scusami, sei di Pontelagolungo? – chiese Balin avvicinandosi con le mani in alto vedendolo puntargli l’arco – la tua barca . . possiamo noleggiarla? > >
Eravamo senza provviste e senza armi, trattare un affare con l’uomo era l’unica possibilità.
< < Sicuramente avrai tante bocche da sfamare . . quanti bambini? – chiese Balin. L’uomo rispose di avere un maschio e due femmine. Quanto desideravo essere genitore anche io – e tua moglie dovrebbe essere una bellezza > >
< < Sì . . lo era > > disse tristemente.
< < Mi dispiace, non volevo . . > >
< < Oh avanti, bando alle ciance > > sbuffò Dwalin.
< < Perché avete tanta fretta? E cosa ci fate da queste parti? > >
< < Ehm . . noi . . stiamo andando a trovare i nostri parenti sui colli ferrosi > > inventò Balin.
< < Puoi aiutarci? Abbiamo bisogno di cibo, armi > > si intromise Thorin.
< < Mmmm . . si entra a Pontelagolungo solo con l’assenso del governatore e avete bisogno di un barcaiolo > >
< < Per il quale siamo disposti a pagare il doppio > >
La richiesta di Balin sembrò convincerlo. L’uomo si grattò il mento e acconsentì.

Siamo saliti sulla sua barca e attraversammo il lago, fino a giungere a Pontelagolungo, dal quale si poteva ammirare la Montagna Solitaria.
Non era molto distante.
I nani la osservarono incantati e alcuni quasi piangevano.
< < Vista dal vivo è molto più bella di quanto ci descrivevano nei racconti > > mormorò Bilbo.
< < Entrate nei barili, presto! > > ci ordinò l’uomo, il cui nome era Bard.

Abbiamo fatto come di ordinò. Poi, ci riempì di tanti pesci. Quasi soffocavo.
Tentai di calmarmi e feci ampi respiri per stare tranquilla. Il metodo di Scudodiquercia aveva funzionato!
Poco dopo, uscimmo dai barili, puzzavo di pesce e non vedevo l’ora di farmi una doccia.
All’improvviso, le guardie ci sorpresero e ci rincorsero per la città.
Sebbene fossero più alti di noi, i nani riuscirono a fermarli. Kili e Fili tirarono una corda facendoli inciampare e Thorin ne colpì uno alla testa.
Grazie ai cittadini, il capo delle guardie non sospettò nulla.

Bardi ci portò a casa sua e per nostra sfortuna, uscimmo dal suo bagno.
< < Se ne parli con qualcuno, te le strappo quelle braccia > > disse minaccioso Dwalin guardando Bain, un figlio di Bard.
< < Perché i nani entrano dal nostro bagno? > > chiese Singrid, la sorella maggiore.
< < Ci porteranno fortuna! > > esultò la sorella minore, Tilda.
Ci diedero delle coperte per riscaldarci e dei vestiti di ricambio. Faceva freddo e dovevamo prepararci all’inverno.



Ciao a tutti:*
Mi scuso per il ritardo, ma ultimamento ero impegnata con il Centro Ricreativo Estivo e non avevo molto tempo di scrivere, ma domani è l'ultimo giorno e potrò aggiornare più spesso. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto.
Baci
Pritibi

 

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Capitolo 8
*** Pontelagolungo ***


PONTELAGOLUNGO


Ero contentissima di aver fatto una bella doccia fresca. La puzza di pesce era ormai scomparsa. Però faceva freddo, allora, le figlie di Bard ci offrirono dei vestiti comodi per la nuova stagione.
Dopo essere uscita dal bagno, Bofur e Bifur mi passarono accanto correndo, spingendosi.
< < Tocca a me! > > urlò Bofur sorpassando il cugino.
Bofur riuscì ad entrare per primo, così, chiuse la porta a chiave, mentre Bifur gli urlava parole in nanico e dando dei pugni contro la porta.
< < Bifur, stai calmo, dopo Bofur, andrai te > > gli disse Ori raggiungendolo e mettendogli una mano sulla spalla.
< < Giusto, intanto, goditi una bella tazza di thè > > gli disse Dori porgendogliela.

Tilda e Sigrid, intanto, stavano dando agli altri nani altri vestiti comodi.
Appena Sigrid li passò a Fili, questo rimase per un attimo incantato.
< < G- grazie > > sorrise come un ebete.
< < Prego mastro nano > > disse la ragazza.
FILI
Suo fratello lo stava chiamando.
FILI
Fili seguì la ragazza con lo sguardo mentre si dirigeva in cucina.
FILI!
Kili urlò, spaventando il fratello.
< < Cosa? > >
< < Mi puoi cambiare il fazzoletto? > > chiese.
< < Oh, sì . . scusa > > rispose Fili prendendolo e andandolo a bagnare.
< < Ti fa tanto male ragazzo? > > gli chiese Oin osservando la ferita.
< < Sto bene! > >
Intanto, Thorin stava guardando fuori dalla finestra e rimase incantato da qualcosa: una lancia del vento nanica.
< < Sembra che hai visto un fantasma > > gli disse Bilbo.
< < è così > >

Balin raccontò il momento in cui arrivò Smaug. Girion, il Signore deglla città, aveva radunato i suoi arcieri per colpire il drago, ma nessuna freccia aveva potere su di lui, grazie alla sua pelle dura. L’unico modo per eliminare il drago era l’utilizzo di un Freccia Nera partita da una lancia del vento, ma poche furono realizzate.
< < Se la mira degli uomini sarebbe andata a segno, tante cose sarebbero cambiate > > mormorò Thorin.
< < Parli come uno che si è già stato > > si intromise Bard curioso.
< < Tutti conoscono il racconto > >
< < Allora saprai che Girion colpì il drago – disse Bai, il figlio maschio di Bard – gli allentò una squama sotto l’ala destra. Ancora un colpo e avrebbe ucciso la bestia > >
< < è solo una favola > > ridacchiò Dwalin.
< < Hai i nostri soldi, dove sono le armi? > > Thorin cambiò argomento.
Bard ci procurò varie armi: una gaffa, un Mazzapicchio . .
Armi che non piacquero ai nani. Avrebbero preferito utilizzare spade o asce. Purtroppo, si sarebbero potuti trovare nell’armeria del Governatore.
< < Thorin, è meglio andarcene > > disse Balin.
< < Meglio farlo al calare della notte > > ci consigliò Bard.

Abbiamo atteso la notte per giungere all’armeria.
< < Vedete niente? > >
< < C’è troppo buio > >
< < Abbassate la voce! Appena avremo le armi andremo direttamente alla Montagna! Avanti! > > ordinò Thorin.
Io, Bilbo, Bofur, Kili, Nori e Thorin salimmo nell’armeria, facendo attenzione a non far rumore.
< < Sei sicuro che non hai bisogno di una mano? > > chiesi a Kili vedendolo stanco.
< < Sto bene > >
Si vedeva lontano un miglio che era tutto il contrario, infatti, poco dopo, Kili crollò a terra con le armi in mano, a causa della ferita alla gamba.
< < Kili, stai bene? > > lo raggiunsi per le scale, aiutandolo a rialzarsi.
Sentimmo dei passi nelle vicinanze. In poco tempo fummo catturati dalle guardie.
Fui presa per le braccia e una guardia mi appoggiò un coltello sotto la gola.
< < Deponete le armi > > ordinò il capo delle guardie.
Abbiamo fatto ciò che ci chiese.
< < Il Governatore avrà qualche parolina da dirvi > > ghignò portandoci da lui.

Mi sembrava di ripercorrere la stessa scena con i goblin, quando eravamo stati sorpresi e catturati e portati dal grande goblin.
Le guardie ci scortarono alla sua residenza. Chissà com’era bello l’interno.
Dal portone uscì il Governatore, un uomo alto e grasso.
< < Cosa sta succedendo? > > domandò.
< < Li abbiamo sorpresi a rubare armi > >
< < Ah . . un mucchi di mercenari > > disse il consigliere del Governatore.
< < Frena quella lingua . . lui non è un criminale chiunque, lui è Thorin, figlio di Thrain, figlio di Thror > > disse Dwalin interrompendolo.
< < Siamo i nani di Erebor, venuti a reclamare la nostra terra natia - disse Thorin - Ricordo questa città. Era il centro di tutto il commercio del nord. Garantirei il ritorno di quei giorni e farei fluire benessere e ricchezza > >
< < Ci porterai alla morte. Risveglierai la bestia > > ci interruppe Bard.
< < Se riusciremo, tutti condivideranno le ricchezze della Montagna, per poter ricostruire Pontelagolungo - continuò Thorin – vuoi condividere la grande ricchezza del nostro popolo? > > si rivolse al Governatore.
< < Io dico a te . . Benvenuto! – disse mentre il popolo applaudiva e acclamava Thorin - Prego . . vorrei invitarvi nella mia residenza, in questi giorni potrete accomodarvi da noi, e sarete nutriti e accolti con clamore > > ci disse facendoci segno di seguirlo nella sua casa reale.

Salimmo le scale ed entrammo nella sua casa.
Attraversammo un lungo corridoio fino a giungere nel suo salone.
< < Qua si svolgono le più importanti funzioni > > ci disse.
Abbiamo ammirato l’enorme salone con tanti lampadari con cristalli di vetro appesi al soffitto.
C’era un tavolo largo e lungo, cui in fondo c’era una sedia dorata.
Appesi al muro c’erano molti quadri del Governatore e alcuni suoi successori.
< < Domani festeggeremo, siete calorosamente invitati > >
< < Wow, e cosa si festeggia? > > chiesi.
< < Nulla > > rispose il Governatore.
Guardai interrogato i miei compagni.
< < è una persona un po’ viziata, egocentrica, ama l’oro e le feste in suo onore > > mi sussurrò Thorin nell’orecchio senza farsi sentire.
< < Guardie, fate accomodare i nostri ospiti nelle proprie stanze > > ordinò poi il Governatore.
Le guardie ci smistarono nelle nostre stanze, che avevano letti a baldacchino e un quadro che raffigurava il Governatore proprio sopra le nostre teste.
Era strano vivere così, nel lusso. Non ero abituata.
Mi mancava la Contea, con la sua tranquillità, ma sicuramente mi mancavano di meno i miei zii.
Mi sdraiai sul letto, a pancia in su e chiusi gli occhi per la stanchezza.


CIAO A TUTTI. COME VA?
SIAMO GIà A PONTELAGOLUNGO.
TERRO' LA COMPAGNIA A PONTELAGOLUNGO PER UN PO' DI GIORNI, ALTRIMENTI SCORRE TUTTO TROPPO VELOCEMENTE.
SPERO CHE VI PIACCIA
BACI
PRITIBI

 

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Capitolo 9
*** Una notte insonne ***


UNA NOTTE INSONNE
 

A notte fonda, dei rumori mi svegliarono.
Aprii lentamente gli occhi e mi alzai col busto. Sbadigliai e guardai verso la porta. Sentivo le voci di alcuni nani che ridevano e correvano per i corridoi.
Mi alzai dal letto e uscii dalla camera.
< < Pistaaaaaaa > > urlò Bofur passandomi accanto rischiando di venirmi addosso.
< < Tanto arrivo prima io! > > disse Fili.
< < Non per molto! > > disse Bombur spingendo Fili contro la parete.
< < Ehi, non vale! > >
< < Tanto ho vinto io! > > urlò Bofur arrivando in fondo al corridoio.
< < Cosa state facendo? > > chiesi stropicciandomi gli occhi.
< < Abbiamo fatto una gara di velocità . . e come ben vedete: il vincitore sono io > > sorrise Bofur soddisfatto.
< < Bene – sbadigliai – adesso tornate a dormire? > >
< < Neanche per sogno. Faremo baldoria > >
< < Non avete paura che il Governatore vi dica qualcosa? > > chiesi.
< < Quello lì russa peggio di una campana, non sentirà nulla > > rispose Bofur.
< < Allora . . io vado a letto . .  > >
< < Oh no. Già che sei sveglia, verrai al piano inferiore con noi e prenderai qualcosa da mangiare nel salone > > disse Bofur prendendomi per le spalle e spingendomi verso le scale.
< < Ma questo è rubare > > dissi.
< < No. È “chiedere in prestito” – disse Fili – e poi il Governatore ci ha detto di fare come se fossimo a casa nostra > >
 
Dopo essere scesi dalle scale, abbiamo attraversato il lungo corridoio, fino a giungere al salone.
I miei amici mi fecero segno di andare avanti.
Il salone era buio e poche erano le luci nel corridoio, grazie a delle fiaccole.
Mi guardai attorno. Le guardie mi avrebbero arrestata se mi avessero scoperta.
Guardai sul tavolo. Erano apparecchiati molti piatti e tanti avevano ancora il cibo avanzato.
< < Prendi il pollo > > mi disse Fili.
< < E delle salsicce > > continuò Bombur.
Sospirai.
< < E anche . . > >
Eh no. Ci mancava solo Bofur.
< < Accontentatevi del pollo e le salsicce! > > li rimproverai.
Mentre stavo per allungare la mano, sentii Bombur cadere a terra. Mi voltai e lo guardai in malo modo, mentre Fili tentava di aiutarlo a rialzarsi.
Ad un certo punto sentii dei passi non molto lontani, allora, mi nascosi sotto il tavolo.
Intanto, Bofur, Bombur e Fili si nascosero dietro alcune tende.
< < Mi sembrava di aver sentito dei rumori > > disse una guardia entrando da una porta secondaria.
La seconda guardia osservò il salone, facendo silenzio.
Quando si resero conto che non c’era nessuno, si allontanarono. Quei tre me l’avrebbero pagata.
 
Presi tutto ciò che i miei amici mi avevano chiesto e tornai al piano superiore, dove mi trascinarono fino alla loro stanza, contro la mia volontà.
< < Ben fatto. Aveva ragione Gandalf a dire che voi piccoli hobbit siete silenziosi > > disse Bofur.
< < Siete stati grandi! – disse Kili alzandosi di poco col busto per via della ferita alla gamba – peccato non sia potuto scendere con voi > >
< < Al volo fratello > > gli disse Fili lanciandogli un bocconcino di pollo.
Presi una sedia e mi sedetti. Incrociai le braccia sul tavolo e mi appoggiai. Ero troppo stanca.
Dopo aver mangiato, Bofur salì sul suo letto e cominciò a saltare e così fece anche Fili.
Bombur si abbuffò di salsicce, era tentato di salire, ma suo fratello glielo impedì, altrimenti avrebbe sfondato il letto.
Ecco, a proposito di “sfondare il letto” . . .
< < Oh oh > > disse Bofur scendendo.
< < Cosa succede qua?! > > chiese qualcuno aprendo di colpo la porta.
< < Thorin . . non è come sembra > >
Bombur sgranò gli occhi e nascose il cibo sotto il letto.
< < Bombur, ti ho visto . . Fili, scendi dal letto! Non siamo all’asilo. Vedo che state festeggiando con del pollo > > disse Thorin incrociando le braccia e vedendo la faccia di Bombur pieno di briciole.
< < E tu? > > chiese guardando dalla mia parte.
Mugugnai qualcosa alzando di poco la testa e aprendo leggermente gli occhi.
Il nano sospirò.
< < Tornate a dormire! Che sia l’ultima volta! Fili, andiamo, almeno te . . dai il buon esempio a tuo fratello > >
< < Penso proprio che Kili mi abbia influenzato > > rise Fili.
Thorin continuò a guardarlo serio. Non era in vena di scherzi. Si avvicinò a me e mi prese in braccio.
Mi riportò nella mia camera e mi appoggiò delicatamente sul letto.
< < è già mattina? > > chiesi.
< < No. Non è nemmeno l’alba. Mi dispiace che ti abbiano svegliato. Perdonali tanto > > disse accarezzandomi la testa.
< < Non fa nulla > >
Prese le coperte e mi coprì.
< < Buona notte piccola > >
Mi diede un dolce bacio sulla guancia e mi sorrise.
< < Buona notte Thorin > >
 
Il giorno seguente mi svegliai appena i raggi del sole colpirono la finestra.
Mi stiracchiai e aprii gli occhi.
Mi alzai dal letto e andai ad aprire. Ammirai Pontelagolungo appena sveglio. Era una bella cittadina. Mi piacevano particolarmente le palafitte posizionate sul fondo del lago.
Indossai la mia camicia e i miei pantaloni e raccolsi i capelli con un nastro.
In corridoio le porte delle camere erano aperte. Sicuramente ero l’ultima.
Scesi le scale e ritrovai i miei amici nel salone a fare colazione.
< < Buongiorno dormigliona > > mi salutò Kili.
< < Buongiorno > > risposi sbadigliando.
Tutta colpa del trio formato da Bombur, Bofur e Fili. A proposito, dov’erano finiti?
Mi sedetti accanto a Kili e Dwalin e presi una tazza di thè.
< < Sono in punizione > > mi disse Kili.
Lo guardai interrogata.
< < Fili, Bofur e Bombur intendo. Sono stati scoperti dal Governatore e Thorin ha voluto che lavassero i piatti in cucina > >
Risi come una matta. Se lo meritavano.
< < Che facciamo oggi di bello? > > chiese Ori.
< < Mmmm . . un bel giro per la città ci starebbe > > propose Dori.

 
 

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Capitolo 10
*** Una mattina al mercato ***


UNA MATTINA AL MERCATO

 
Dopo aver fatto colazione, io e i miei amici abbiamo fatto un giro al mercato. Mi sentivo un po’ a disagio, perché gli uomini ci guardavano incuriositi, senza toglierci gli occhi di dosso.
Bombur si fermò alla bancarella del cibo. Frugò nelle tasche e prese qualche moneta.
< < Non provarci! > > gli ordinò Bofur.
Notai Fili incantato. Lo guardai un secondo e voltai lo sguardo verso un punto.
Vidi Sigrid, la figlia di Bard.
< < Ecco il nostro innamorato > > sorrisi appoggiando un gomito sulla sua spalla.
< < Cosa? > > mi chiese con il suo sorriso da imbambolato.
Mi diedi una sberla sulla fronte.
< < Nulla > >
< < Non è bellissima? > > sorrise continuando a guardarla.
< < Fili . . è un umana > > gli disse Nori.
< < Kili ha una cotta per l’elfa, io non posso avere una cotta per Sigrid?! > > tuonò Fili.
Scossi la testa sorridendo e continuai a guardare le bancarelle, mentre Fili fece un respiro e andò incontro alla ragazza.
 
Mi fermai ad osservare una bancarella di gioielli. Erano stupendi.
C’erano tanti anelli d’argento di forme particolari, collane lunghissime in platino e oro e piccole coroncine.
< < Buon giorno bella signorina – mi salutò il negoziante – vuole acquistare qualche bel gioiello? Col suo bel vestito giallo, tutti questi colori le staranno alla grande! > >
Sì, erano molti belli i gioielli, ma non potevo permettermene uno. Erano troppo costosi.
< < Andiamo . . – mi disse Gloin - . . a Erebor troverai di meglio > >
Notai un ciondolo con una mezzaluna e una stella d’argento.
< < Ne esiste una bellissima – disse Thorin alle mie spalle. Si avvicinò e osservò la collana – mia madre aveva una collana simile, la differenza è che la mezzaluna e la stella erano di una pietra colorata. Hanno trovato questa pietra colorata accanto all’Arkengemma. Così, mio padre diede alla pietra la forma di una mezzaluna e di una stella, le legò ad un ciondolo, e la regalò a mia madre, promettendole amore eterno > >
< < Wow! Chissà com’era bella quella collana > > dissi commossa.
< < Sì, lo è . . – sussurrò Thorin - . . prima di morire . . mia madre me la diede. Ora è custodita nelle sale del trono > >
Chissà se la volesse tenere per regalarla all’amore della sua vita. Ero indecisa se chiederglielo o no, ma ad un certo punto si avvicinò tristemente Fili.
< < Cosa è successo? > > gli chiesi.
< < Mi sono avvicinato a Sigrid, abbiamo chiacchierato ma . . sembra infastidita dalla mia presenza > >
< < Sigrid? La figlia maggiore di Bard? > > gli chiese Thorin.
Fili annuì.
< < Ho paura di non interessarle. Infatti, poco dopo è arrivato un ragazzo. Le ha circondato le spalle con un braccio e se ne sono andati > > ci raccontò Fili scuotendo la testa.
< < Andiamo Fili! Lei non faceva per te > > gli disse Thorin.
< < Perché no? > > gli chiesi.
< < Non lo so . . ha l’aria di una persona che non mi piace per niente > > disse incrociando le mani dietro la schiena, per poi andarsene.
Scossi la testa.
< < Non starlo ad ascoltare > > gli dissi appoggiando una mano sulla sua spalla.
< < Non pensarci fratello – disse Kili avvicinandosi – stasera faremo festa! L’hai sentito no? Il Governatore . . Sei pronto a fare scherzi? > >
Fili lo guardò un secondo e sorrise.
< < Oh sì > > disse dandogli un 5.
 
Vidi Bilbo e Ori uscire da una libreria. Bilbo stava leggendo un libro. Non guardava dove metteva i piedi, per questo andò addosso a molte persone.
< < Quando finisci di leggerlo . . me lo presti per favore? > > gli chiese Ori timidamente.
< < Ma certo Ori > >
< < Cosa stai leggendo? > > gli chiesi.
< < è un libro che descrive tutti i luoghi della Terra di Mezzo > > disse sorridendo.
< < Non ce l’hai già a casa? > > gli chiesi.
< < Ehm . . purtroppo mi era caduto in acqua - disse imbarazzato – ricordi? > >
È vero!
Da bambino, si trovava sulla riva del fiume. Stava leggendo quel libro serenamente, quando era arrivato Tom, il bulletto della Contea, che gli rubò il libro e mentre Bilbo tentava invano di riprenderselo, Tom lo fece cadere in acqua per sbaglio, perché Bilbo gli saltò addosso ed entrambi caddero in acqua.
< < Ehi Bilbo! Cosa leggi? – disse Bofur rubandogli il libro – “Storie della Terra di Mezzo” andiamo Bilbo! Tu devi leggere le storie di fantasmi! Sono molto più interessanti! > >
Bofur cominciò a correre via con il libro in mano e Bilbo lo inseguì, finchè Bofur inciampò e fece cadere il libro in acqua.
< < Ehm . . vuoi che torniamo in libreria? > > gli chiese Ori non facendo caso alla faccia infuriata di Bilbo.
< < Ori . . era l’ultimo purtroppo. Bofur . . ritieniti un nano morto! > > lo minacciò Bilbo.
Bofur rise imbarazzato. Alzò le spalle e corse via, inseguito a ruota da Bilbo.
 
< < Ho vinto io! > >
< < Smettila! Tu hai barato! > >
< < Non è vero! > >
Sentii un gruppo di bambini litigare, così, mi avvicinai ad essi.
Stavano inginocchiati a giocare con le biglie. Era uno dei miei giochi preferiti, dopo conkers.
< < Wow. Ci giocavo anche io alla vostra età > > dissi inginocchiandomi accanto a loro.
< < Lui ha barato > > mi disse Tilda, la figlia minore di Bard, indicando un bambino accanto.
< < Oh tesoro, anche il mio amico Bilbo barava > > sorrisi.
< < E cosa hai fatto? > > mi domandò curiosa.
< < Ridevo . . e ogni tanto lo rimproveravo > > risi.
< < Piccola, sai cosa facevo io al mio fratellino Kili quando era piccolo e barava? > > disse Fili abbassandosi e circondandole le spalle.
< < Che cosa? > >
< < Lo tiravo per le orecchie > >
Notai Kili che si fece una lunga risata.
< < Eri geloso perché io ero più bravo > > disse modesto Kili.
< < Dai bambini, adesso giochiamo tutti insieme > > dissi raccogliendo le biglie.
I bambini esultarono. Cominciammo a giocare. Anche se eravamo già troppo grandi, ci siamo divertiti un mondo a fare una gara di biglie nel circuito che avevano costruito.
Chi vinse?
Kili ovviamente.
< < Guarda come si fa in questi casi . .> > disse Fili a Tilda. Prese un orecchio del fratello e glielo tirò.
< < Sei insopportabile > > rise Kili saltandogli addosso.
Erano troppo divertenti quei due.

 

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Capitolo 11
*** La festa ***


LA FESTA
 
 

La sera, com’era previsto, partecipammo alla festa del Governatore.
Ci offrirono il pollo e tanta altra carne. Bombur sgranò gli occhi appena la vide. Gli sembrava di essere in paradiso.
Ancor prima che il Governatore facesse il discorso, iniziò ad abbuffarsi, e Dori, accanto a lui, lo rimproverò e gli diede una sberla sulla mano.
< < Oggi è un giorno speciale – disse già mezzo ubriaco il Governatore, alzandosi dalla sedia e alzando il calice di vino in aria – brindo a me! Ai miei cittadini che sempre . . mi sostengono e a cui voglio tanto bene – continuò con tono freddo – e soprattutto . . brindo a questi nani, che fra pochi giorni giungeranno a Erebor e distruggeranno il drago. A noi! > >
< < A noi > > abbiamo detto tutti insieme alzando i nostri calici.
I nani bevvero il vino tutto d’un sorso, sporcandosi la barba e facendo cadere del vino sul pavimento.
Pensavo che il Governatore fosse disgustato dai loro modi, visto che era una persona . . regale?
I nani e gli uomini cominciarono a ridere per niente e ogni tanto si lanciavano dei pezzi di cibo.
< < Ma che modi > > disse Bilbo.
< < Ormai ci siamo abituati > > risi addentando una coscia di pollo.
Ad un tratto, mi arrivò dell’insalata sulla faccia.
Questa volta, Bilbo si mise a ridere.
< < Mio signore . . ecco l’intrattenimento > > disse una guardia aprendo il portone.
Entrarono vari giocolieri e uomini travestiti, che fecero sorridere il Governatore, soprattutto un mimo, che si esprimeva solo con le azioni.
Fece finta di trovarsi in una scatola, oppure di essere legato . .
Prese in mano un piccolo uovo, mostrandolo a tutti i presenti, lo nascose dietro la schiena e ci fece rivedere le mani.
Si coprì la bocca e fece finta di cercare l’uovo.
Girò tra tutti noi, mentre i nani ridevano come matti. Il mimo si fermò dietro il segretario del Governatore, Alfrid, e prese l’uovo dal suo cappuccio.
Il governatore rise e applaudì, mentre Alfrid non era per niente contento.
Ad un certo punto, dal portone entrò un pagliaccio, che portava un finto naso rosso.
Entrò correndo e saltellando come un pazzo, mentre noi applaudimmo. Giocherellò con il capello e lo fece volare in aria, per poi inchinarsi.
Girò tra di noi e ci arruffò i capelli.
Quando toccò i capelli di Thorin, questo abbassò lo sguardo e rise, risistemandoseli.
Il pagliaccio tese le mani a Fili, Bofur, Oin e Ori, trascinandoli davanti a tutti noi, uno accanto all’altro.
Cominciarono a ballare, a ritmo di una musica divertente e movimentata.
Il pagliaccio gli fece fare tante mosse strane che fecero ridere tutti quanti.
Kili li invidiava, avrebbe desiderato partecipare anche lui, ma la ferita alla gamba non glielo permetteva.
 
Quando arrivò una grande e alta torta, tutti corsero verso la torta facendola cadere e cominciando a mangiarla. Diciamo che gli animali si comportavano meglio.
Il pagliaccio prese un’altra torta, più piccola, di crema al cioccolato e lo buttò in faccia ad un suo collega, che fece lo stesso.
Perfetto. Una gara di torte.
Il Governatore ne prese un’altra e la sparse in faccia ad Alfrid, che decise di vendicarsi, allora, prese una torta alla panna, si voltò lentamente verso Thorin, che lo notò con la coda dell’occhio.
Thorin si abbassò immediatamente e la torta finì in faccia a Dwalin.
< < Come hai osato brutta canaglia! > >
Dwalin prese dei dolcetti sul tavolo e li lanciò addosso ad Alfrid, che cercava di coprirsi inutilmente.
 
Thorin si allontanò velocemente e uscii dal salone. Dopo essermi ripulita la bocca con il tovagliolo, uscii anche io.
Salii le scale e ogni tanto mi fermavo ad osservare i quadri. Almeno quelli non ritraevano il Governatore.
Un quadro che mi piacque particolarmente fu quello che ritraeva Pontelagolungo.
Continuai a salire le scale, finché non vidi Thorin in cima alle scale, sul corridoio, che aveva la schiena appoggiata alla parete e ammirava il paesaggio, o forse . . guardava qualcos’altro.
< < Erebor . . – sussurrò – ci siamo quasi > >
Feci un altro gradino e il nano si voltò di scatto spaventato.
< < Buonasera Lucy - mi salutò inchinandosi – guarda > > disse facendomi segno di avvicinarmi.
Lo raggiunsi e mi fermai vicino a lui.
< < C- cosa devo guardare? > > domandai imbarazzata.
< < La Montagna. È più vicina di quanto pensassi > >
Cercai di guardare fuori dalla finestra, ma ero troppo bassa. Feci un piccolo salto, ma era troppo inutile.
< < Non importa > > mormorai.
Thorin mi sentì, allora, mi prese per i fianchi e mi alzò di poco.
Sembrava la scena tipica del padre che alzava di peso il figlio che non riusciva a vedere qualcosa.
< < Va bene Thorin . . puoi . . mettermi giù > > dissi imbarazzata.
Thorin sorrise e mi fece scendere.
< < Sono quasi a casa – sussurrò – ti manca la Contea? > >
Appoggiai le mani sullo stipite della finestra.
< < Mmmmm abbastanza. Mi mancano le colline, i prati verdeggianti . . solo . . solo il paesaggio > >Tanto non mancavo a nessuno. I miei zii sarebbero stati molto contenti di non avermi fra i piedi. Inoltre, io e Bilbo non dovevamo subire le angherie di quel bullo di Tom.
< < Già. Ricordo – mormorò – vedrai. Fra poco saremo a casa > >
< < “Saremo”? > >
< < Se . . se vuoi rimanere . . se tu e il signor Baggins vorrete rimanere . . io vi accoglierei volentieri > > balbettò.
< < I- io . . – mi corressi - . . mi farebbe piacere > >
Rimanemmo in silenzio per molti secondi, quando sentii una mano di Thorin posarsi sulla mia.
Mi voltai verso di lui. Mi stava guardando intensamente. Deglutii a fatica e non smisi di togliergli gli occhi di dosso.
< < Sei un po’ sporca in faccia > > sorrise.
< < Q- qua? > > chiesi imbarazzata toccandomi ogni parte del mio viso.
< < No . . qua > >
Si avvicinò velocemente a me e sentii le sue labbra posarsi sulle mie. Mi avvolse un braccio intorno alla vita e mi tirò a sé.
Sentimmo rompersi un vaso e i nostri compagni ridere come matti. Sorrisi sulle sue labbra e continuai a baciarlo.
< < Scommettiamo che è stato Kili? > > sussurrò Thorin sulle mie labbra.
< < Perché dubiti sempre di Kili? > > gli chiesi ridendo.
< < Perché è sempre lui il colpevole, ovvio – rise – ma ora, pensiamo solo a noi, due > > sorrise maliziosamente.
Mi prese in braccio e mi portò nella sua stanza. Mi fece sdraiare sul letto a baldacchino e si posizionò sopra di me, continuando a baciarmi.
Mi tolse velocemente l’abito che indossavo, facendomi rimanere in intimo. Arrossii imbarazzata e Thorin se ne accorse, per questo mi sussurrò sulle labbra.
< < Sei bellissima > >
Mi diede un lungo bacio, spostando le sue mani sul mio seno.
Gli tolsi la tunica scoprendo il suo fisico perfetto. Accarezzai il suo petto scolpito, ricoperto di leggere peluria nera.
Mi baciò la pancia, soffermandosi ad accarezzare i miei fianchi.
Successivamente sentii la sua mano infilarsi nelle mie mutande.
< < Thorin . . no > > lo fermai.
Il nano mi guardò interrogato.
< < N- Non mi sento pronta Thorin . . > > dissi preoccupata della sua reazione.
Era ancora troppo presto per me.
Il nano sorrise e mi accarezzò una guancia, con mio grande stupore.
< < N- Non sei arrabbiato? > > gli chiesi timidamente.
< < Perché dovrei? Rispetto la tua decisione > > disse con tono dolce.
Mi diede un altro bacio e si sdraiò accanto a me.
< < Ora riposati tesoro, oggi è stata una lunga giornata > >
Mi sdraiai su un fianco e portai la testa dall’altra parte, mentre Thorin giocherellava con le ciocche dei miei capelli.
Ad un certo punto cominciò a cantare.
La prima volta che lo avevo sentito cantare era stato a casa di Bilbo. Oh la sua voce era proprio sexy.
Poco dopo, mi addormentai, cullata ancora dal suo dolce canto e appena concluse la canzone, mi circondò la vita con un braccio e posò il suo mento sopra la mia testa.

 

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Capitolo 12
*** La Montagna Solitaria ***


LA MONTAGNA SOLITARIA

 
Dopo quindici giorni, cominciammo a pensare alla partenza per la Montagna. La sera prima, tanti della compagnia erano rimasti svegli fino a tardi, abbuffandosi di cibo e vino.
Il Governatore ci rifornì una grande barca e preparammo le nostre provviste e armi.
< < Siamo a corto di uno, dov’è Bofur? > > chiese Bilbo voltandosi.
< < Se non è qui, lo lasciamo indietro > > disse Thorin.
< < Già, non possiamo rischiare ulteriori ritardi > > sospirò Balin.
Salimmo sulla barca e quando fu il turno di Kili, Thorin lo bloccò.
< < Dobbiamo andare veloci, ci rallenteresti, ci raggiungerai quando sarai guarito > > gli disse dolcemente Thorin appoggiando una mano dietro la sua nuca.
< < Ma . . io ci sarò quando scorgeremo la Sala dei nostri Padri > > insistette il nipote.
< < Zio . . - lo chiamò Fili - non puoi togliergli questo. Ci hai cresciuto con le storie della Montagna . . storie che TU ci hai raccontato > >
< < Un giorno sarai re e capirai. Non possiamo rischiare la riuscita di questa impresa per un solo nano, nemmeno se è un parente > > gli spiegò Thorin.
Fili non volle sentir ragioni, allora corse da suo fratello, insieme ad Oin, per prendersi cura di lui, nonostante i richiami di Thorin.
Quanto adoravo i due fratelli. Anche se a volte avevano delle discussioni, si volevano un gran bene.
Salii sulla banchina e raggiunsi i tre nani.
< < Guarisci presto amico mio > > lo salutai appoggiando una mano sulla sua spalla. Era pallido, doveva stare in assoluto riposo.
< < Grazie Lucy, spero di riprendermi presto > > disse nervoso e coprendosi il corpo con una coperta calda.
< < Lucy! Vieni qui! > > mi richiamò Thorin mentre le trombe annunciarono la nostra partenza.
Salutai i miei tre amici e risalii sulla barca.
< < Andate ora con la nostra benevolenza e il nostro augurio – ci disse il Governatore - E possa il vostro ritorno portare buona fortuna a tutti > >
 
Attraversammo il lago, da dove potevamo vedere la Montagna Solitaria.
Appena siamo sbarcati, ci avviammo sul per la Montagna. Il paesaggio era cubo e tutti i nani furono silenziosi.
Sebbene fossi stata da sempre una chiacchierona, quel luogo mi metteva i brividi. Stavamo per giungere alla loro terra natia e mancava poco al trovarci faccia a faccia con il drago.
 
Ad un certo punto, arrivammo davanti ad una grande valle. In lontananza ergevano tante case demolite. Sembrava una città fantasma.
< < Cos’è questo posto? > > domandai.
< < Una volta era la città di Dale. Ora è una rovina. La desolazione di Smaug > > disse Balin sospirando tristemente.
< < Presto il sole sarà a mezzodì. Dobbiamo trovare la porta segreta della montagna, prima che cali >  > disse Thorin guardandosi attorno.
Se la mappa era vera, la porta doveva trovarsi in alto, sopra di noi.
Bilbo la trovò, vedendo dei gradini che portavano verso l’alto, dove c’era una grande statua che ritraeva un nano regale. Dai racconti di Balin, pareva essere il nonno di Thorin.
Salimmo i gradini, faticando per la loro pendenza. Bilbo era in prima fila e io mi trovavo dietro di lui.
Inciampai in un sasso e caddi all’indietro, ma due braccia forti mi afferrarono.
< < G- grazie > > dissi arrossendo e guardando il viso di Thorin.
< < Prego. Fai più attenzione > > sorrise.
Mi aiutò a rimettermi in piedi e appena arrivai in cima, Bilbo mi diede la mano e mi fece salire un ultimo gradino.
 
Eravamo arrivati in un piccolo spiazzo, dove una parete piatta si trovava di fronte a noi.
< < è questa la porta nascosta. Che tutti quelli che abbiano dubitato di noi rimpiangano questo momento!  > > esultò Thorin alzando la chiave.
< < Allora . . ci dovrebbe essere il buco della serratura > > disse Dwalin toccando la parete.
< < “Il raggio risolutivo del dì di Durin splenderà sul buco della serratura” > > ripeté Thorin guardando il sole.
Purtroppo, non accadde nulla. Perché non si riusciva a trovare quel maledetto buco?
< < Stiamo perdendo la luce! > >
< < Non c’è! > > disse Nori.
Come sarebbe a dire “non c’è”? Non era possibile.
< < Buttatela giù! > > ordinò Thorin.
I nani cercarono di buttar giù la parete inutilmente. La porta era sigillata.
 
Il sole se ne andò e i nani persero le speranze.
< < Cosa ci è sfuggito? > > si domandò Thorin guardando la mappa.
< < è stato inutile. Ormai abbiamo perso la luce > > disse Balin allargando le braccia.
I nani si allontanarono, uno ad uno, a testa bassa. Thorin riguardò per l’ultima volta la porta e buttò a terra la chiave.
< < Non potete abbandonare ora! > > abbiamo detto io e Bilbo.
Ma nulla da fare.
Mentre i nani scesero i gradini, io e il mio amico rimanemmo ancora un po’ a pensare.
< < “Sta accanto alla porta grigia, quando il tordo picchia” > > ripetei.
< < “Il risolutivo raggio” . . – disse Bilbo – il sole . .  ma uffa!  Non capisco perché . . > >
Ad un certo punto, le nuvole mostrarono la luna e una luce illuminò porta.
Sentimmo un picchiettio sulla porta. Ci voltammo e vedemmo un tordo.
< < Il buco della serratura! > > urlai a gran voce richiamando gli altri.
< < è la luce della luna! L’ultima luna d’autunno! > > continuò Bilbo.
< < La chiave! Presto! Dov’è la chiave?! > >
Guardammo sotto i nostri piedi, ma la chiave non c’era. Bilbo continuò a cercare. Per poco la chiave non fu perduta, perché stava per cadere, quando Thorin giunse appena in tempo.
 
Infilò la chiave nella serratura e spinse la porta. I nani entrarono all’interno, tutto buio. Piansero dall’emozione e si abbracciarono.
< < Erebor – sussurrò Thorin accarezzando le pareti – conosco queste mura, queste sale, questa pietra . . ti ricordi Balin? Saloni pieni di luce dorata > >
< < Lo ricordo bene > > annuì Balin con gli occhi lucidi.
< < “Qui giace il Settimo Regno del Popolo di Durin” - lesse Gloin - Possa il cuore della montagna unire tutti i nani in difesa di questa casa > >
< < è il Trono del Re > >
< < Cos’è quello sopra? > > chiesi.
< < L’arkengemma > > disse Balin.
< < Cos’è? > > chiese Bilbo.
< < Quella . . è il motivo per cui sei qui > > spiegò Thorin.
< < “per cui SIAMO qui “ > > dissi con esattezza.
< < No Lucy, il signor Baggins se la caverà anche da solo > > mi ordinò.
< < Non posso lasciarlo entrare da solo, io devo . . > >
< < Lucy, Thorin ha ragione – mi disse Bilbo rassicurandomi – tu stai qua fuori con loro. Io me la caverò > >
Voleva sembrare un buon attore, era preoccupato, glielo si leggeva negli occhi, ma preferì entrare da solo. Il mio migliore amica aveva coraggio da vendere.

 

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Capitolo 13
*** . . allora bruceremo tutti insieme ***


. . ALLORA BRUCEREMO TUTI INSIEME

 
< < Volete che io trovi un gioiello ? > > domandò Bilbo entrando nella galleria.
< < Un grosso gioiello bianco > > rispose Balin.
< < Ce ne saranno parecchi laggiù > > dissi.
< < L’Arkengemma è solo una, la riconoscerai > >
< < Non devi andare se non vuoi. Non c’è disonore nel tornare indietro > > disse preoccupato Balin.
< < No, io l’ho promesso. Devo provarci > > disse Bilbo facendo un respiro.
< < Be . . anche io, e scenderò con te > > dissi notando un sorriso spuntare sulla sua bocca.
< < Mi sorprendete sempre di più, avete coraggio da vendere > > ridacchiò Balin.
< < Ora andate, con tutta la fortuna a cui potete fare appello > >
< < Mastro Baggins - lo chiamò Thorin sbucando fuori dall’angolo facendoci voltare di scatto – cosa ho detto prima? > >
Lo guardammo interrogati.
< < La signorina Lucy sta fuori con noi > >
< < E tu lo lasceresti andare da solo?! > > sbottai.
< < è pericoloso per una donna > >
Sbuffai.
< < Sono sopravvissuta ai troll, a ragni giganti, agli orchi . . > >
< < Non mi interessa il tuo parere, questi sono ordini > >
Mi raggiunse e mi afferrò il polso, impedendomi di fuggire.
< < è giunto il momento, signor Baggins, di svolgere il compito per cui sei stato incluso nella Compagnia > > gli disse Thorin.
< < Penso che andrò subito a dare un’occhiata, per togliermi il pensiero > > disse Bilbo dondolando avanti e indietro e smorzando la tensione.
< < Stai attento > > gli dissi prima che si allontanasse e girando l’angolo. Balin rimase ancora un po’ all’ingresso, finché Thorin non lo richiamò e gli fece segno di seguirlo.
Uscimmo sulla soglia della porta, aspettando sue notizie.
Feci continuamente avanti e indietro, grattandomi la nuca. Quando ero ansiosa, lo facevo sempre.
Mi sedetti, alla fine, su una roccia, appoggiando i gomiti sulle gambe, con le nocche delle mani sulle mie guance.
 
Il tempo passava troppo lentamente e io non resistevo più. Il mio migliore amico si trovava ancora nella tana del drago.
Ad un certo punto, il suolo sotto di noi tremò e sentimmo un rombo sotterraneo.
< < Il terremoto! > > disse Dori.
< < Quello era un drago > > precisò Balin.
< < Bilbo! > > urlai alzandomi e correndo verso la porta, ma Thorin mi bloccò la strada con la spada.
< < Lasciami passare Thorin > > lo supplicai, ma lui continuava ad osservarmi con uno sguardo freddo e severo. Non aveva più gli stessi occhi dolci di quando lo avevo conosciuto. Era un’altra persona.
Notai una luce illuminare la galleria.
< < Che ne è di Bilbo? > > si domandò Ori.
< < Diamogli altro tempo > > disse Thorin.
< < Altro tempo? Per essere ucciso? > > gli chiese Balin.
Thorin lo fulminò con lo sguardo, abbassò la spada e si avvicinò a lui.
< < Una malattia grava su quel tesoro, che portò tuo nonno alla pazzia – disse Balin - Il nano che conosco non esiterebbe ad entrare là e . . > >
< < Non sono come mio nonno e non metterò a rischio questa impresa per la vita di uno scassinatore > > disse non guardandolo in faccia.
< < Bilbo! Il suo nome è Bilbo! Ti rendi conto che sta rischiando la vita?! > > precisai avvicinandomi a lui.
Thorin mi guardò sorpreso e allo stesso tempo era furioso e deluso. Penso non si aspettasse che gli rispondessi in quel modo.
Il cuore mi batté all’impazzata, ma non per amore, per paura.
Balin aveva ragione. Thorin non era più se stesso. La malattia del drago lo aveva ormai colpito.
< < Tu hai paura > > sussurrò.
< < Sì, ho paura > > dissi tranquillamente.
Thorin annuì e incrociò le braccia.
< < Ho capito. Allora vai, vai a salvare il tuo “amico” – disse freddamente voltandosi – visto che tieni così tanto a lui > >
Sgranai gli occhi. Davvero pensava che tra me e Bilbo ci fosse amore?
Bilbo era il mio migliore amico. È stata l’unica persona a comprendermi e volermi davvero bene in tutta la Contea.
< < Non penserai davvero questo! > > gli dissi prendendolo per il braccio rimproverandolo.
< < Stai zitta > > disse continuando a fissare l’orizzonte.
< < Thorin . . > >
< < Ho detto: stai zitta! > > ringhiò facendomi spaventare.
Guardai i miei amici, che abbassarono gli sguardi. Anche loro si erano accorti della bestia che stava diventando.
Balin era tentato a rispondergli, ma evidentemente era meglio far silenzio vista la situazione.
 
Sentimmo un altro boato, che scosse le radici della Montagna. Il terreno tremò ancora sotto i nostri piedi, tanto da farci perdere quasi l’equilibrio.
Appoggiai un piede in avanti, ma le rocce sotto i miei piedi caddero.
Urlai, attirando l’attenzione dei miei amici.
Mi aggrappai ad un appiglio. Ero debole e fragile, per questo pensai di non farcela.
< < Dove sono le corde?! Sbrigatevi! > > sentii urlare Thorin.
Presi un respiro e tenta di arrampicarmi, mentre Thorin allungava la mano.
A causa di un'altra scossa, la roccia sotto il mio piede destro cadde, per questo iniziai ad agitarmi.
I nani mi lanciarono la corda. La presi, mentre i miei amici mi tirarono su.
Appena risalii, vedemmo il drago levarsi in aria, appoggiandosi sulla cima della Montagna e guardandosi intorno. Thorin mi prese velocemente il braccio tirandomi a sé e si addossò alle pareti, e così fecero anche gli altri
attendendo che il drago se ne andasse.
< < Ragazzi! Per di qua! > > sentimmo una voce.
< < Bilbo! > >
Ci fece segno di seguirlo e lentamente, entrammo nella galleria, fino a raggiungere la sala del tesoro.
Era un’immensa sala del tesoro. Là dentro ci si poteva fare tranquillamente il bagno.
< < Sei vivo! > > sorrisi abbracciandolo.
< < Hai trovato l’Arkengemma? > > gli domandò Thorin appena ci fermammo a riprendere fiato.
Bilbo lo guardò preoccupato e non rispose.
< < Smaug è . . > >
< < Ti ho fatto una domanda! Hai trovato l’Arkengemma?! > > continuò il nano.
< < Ragazzi, non è il momento, il drago è rientrato > > mormorò Ori indicandolo.
Ci voltammo di scatto e ci trovammo davanti un grande drago, dagli occhi gialli e frammenti d’oro sul ventre.
< < Brucerete! > > ruggì.
Prima che potesse sputare fuoco, scappammo all’interno di un’altra galleria, cercando una via d’uscita.
< < Meglio andare nella guardina a ovest > > pensò Thorin.
< < è troppo in alto > > disse Balin.
< < è l’unica possibilità, dobbiamo tentare > >
 
Purtroppo, non c’era affatto una via d’uscita.
Eravamo arrivati in una grande sala dove si trovavano molti cadaveri, erano gli ultimi parenti dei nani.
Chiusi per un secondo gli occhi, mentre mi ritornò in mente la morte dei miei genitori.
Capivo esattamente come si sentivano.
< < Potremmo raggiungere le miniere, no? > > disse tristemente Balin.
< < Io non morirò in questo modo – mormorò Thorin - Acquattato. Arrancando per respirare. Conduciamo il drago alle fucine, lo uccideremo. Se la cosa finirà tra le fiamme allora bruceremo tutti insieme > >
 

 

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Capitolo 14
*** La collera di Smaug ***


LA COLLERA DI SMAUG
 

 
Dopo esserci divisi, conducemmo il drago nelle fucine, ma le fornaci erano fredde e non avevamo un fuoco abbastanza forte da accenderle.
< < Sì che ce l’abbiamo - sorrise Thorin  avvicinandosi al drago – non pensavo fosse così facile metterti nel sacco > > gli disse.
< < Che cosa stai facendo? > > mormorò Bilbo tremando.
Thorin gli fece segno di zittirsi.
< < Sei diventato lento e grasso nel tuo rimbambimento lumacone che non sei altro > > continuò.
Il drago iniziò ad imbestialirsi e prima che potesse sputare fuoco, corremmo dietro le colonne.
Il drago sputò così tanto fuoco che le fornaci si attivarono.
< < Bombur, metti in azione i soffietti, forza! - gli ordinò Thorin – e tu, Bilbo, al mio segnale tira quella leva > >
Intanto, il draga stava cercando di sfondare le colonne.
< < E noi che facciamo? > > chiese Nori.
< < Balin, sai ancora produrre un esplosivo? > > chiese Thorin.
< < Certo, ci vorrà solo un secondino > >
Corsi da Balin, insieme a Ori e Dori a produrlo velocemente e prima che il drago potesse raggiungere i nostri amici, gli lanciammo tutto l’esplosivo che avevamo, ma fu tutto inutile.
< < Non ne avete degli altri? > > chiesi a Dori, che scosse la testa agitato.
Ci aiutarono anche Gloin e Bifur. Spezzarono le funi che tenevano dei vagoni pieni di pietre, per distrarre il drago.
Intanto, Bilbo tirò la leva e subito arrivò una spruzzata d’acqua addosso a Smaug, che si stava impigliando tra le funi.
 
Thorin tirò poi delle catene, che fecero uscire del liquido d’oro.
Il drago , con una sola zampata, ruppe la roccia dove stava Bilbo e vidi il mio amico cadere.
Feci per correre da lui, ma Ori mi prese per un braccio e mi trascinò via.
 
Corremmo alla Galleria dei Re, dove Thorin salì sulla su una grande pietra.
Smaug, intanto, stava parlando con Bilbo e prima che potesse andarsene, Thorin lo chiamò.
< < Qui! inutile stupido verme.  Adesso mi riprendo ciò che tu hai rubato > >
< < Tu non riprenderai niente, Nano – ruggì il drago - Io ho annientato i tuoi guerrieri tempo fa. Io ho instillato terrore nel cuore degli uomini. Io sono il Re sotto la Montagna > >
< < Questo è il territorio dei Nani, l’oro dei Nani e noi avremo la nostra vendetta! > >
Thorin diede l’ordine e i nani tirarono delle catene, che spezzarono quelle che tenevano legate le rocce e subito, mostrarono una grande statua d’oro di Thror.
Smaug la contemplò, finché non si accorse che si sciolse e un immensa quantità di quel liquido d’oro lo sommerse.
I nani gioirono, ma il drago uscì sano e salvo, ancor più infuriato.
< < Vendetta? Vendetta? Ve la faccio vedere io la vendetta! > >
Distrusse la Porta Principale. Si levò in aria e volò silenziosamente verso Pontelagolungo.
 
Io i nani uscimmo immediatamente, osservando il drago giungere verso la città.
Salimmo su uno slargo di pietra e osservammo la città da lontano.
 Anche Thorin ci aveva seguiti, ma se ne stava zitto e immobile ad osservare la Montagna. Un drago stava seminando terrore a Pontelagolungo e Thorin se ne fregava?
Mi coprii la testa con le mani e chiusi gli occhi, immaginando quanta morte avrebbe portato.
Sentii le campane suonare.
In pochi secondi, una parte della città fu immersa dalle fiamme. Si potevano udire le grida di terrore da parte della gente.
< < Cosa ne sarà di Kili, Fili, Oin e Bofur? > > chiese Bombur tristemente.
Nessuno rispose. Abbassarono tutti lo sguardo.
 
Più tardi, sentimmo uno strano rumore.
< < Cosa è stato? > > chiese Ori.
< < Il drago è caduto! È morto > > disse Bilbo guardando verso il lago. Del drago non c’era nessuna traccia.
< < Guardate là! I corvi di Erebor stanno tornando alla Montagna! > > disse Gloin.
I nani gioirono e si abbracciarono.
< < Il peggio è passato > > disse Nori.
Più o meno . . visto che Thorin era cambiato. Io e Bilbo ce n’eravamo accorti sin da quando avevamo messo piede nella Montagna.

Ciao a tutti.
Mi spiace per il capitolo un po' troppo corto. è brutto, lo so . . nel prossimo mi farò perdonare lo prometto.
Ringrazio ancora chi ha recensito finora e chi ha messo la mia storia tra le preferite.
Alla prossima
Baci   Pritibi 

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Capitolo 15
*** Il segreto ***


IL SEGRETO
 

 
Da quando il drago era morto e la Montagna era finalmente libera, Thorin cambiò. Cominciò a non dormire. Mangiava a stento. Si leggeva nei suoi occhi che era cambiato.
“Oro oltre ogni misura, afflizione e dispiacere “
Per lui esisteva solo oro, ma soprattutto, l’Arkengemma, di cui non c’era alcuna traccia. Ma almeno esisteva questa pietra??
 Inutili furono i nostri tentativi di rinsavirlo.
< < Ragazzi! > >
Io e i miei amici ci voltammo. Dalla porta entrarono Bofur, Kili, Fili e Oin.
< < Grazie a Durin siete vivi! > >
Li abbracciai così forte che per poco non li strangolavo.
< < Vedo che ora sei rimesso per bene > > dissi a Kili.
< < Diciamo che ho avuto un aiuto inaspettato > > disse sognante.
< < Tauriel > > sorrise Fili dandogli una gomitata.
Ma subito, il sorriso di Kili scomparve.
< < Temo che non la vedrò mai più > > disse sedendosi e poggiando i gomiti sulle gambe.
< < Se è vero amore tornerà > > dissi facendogli l’occhiolino.
 
Dwalin prese una brocca di vino, mentre Balin diede a tutti delle coppe.
< < Facciamo un bel brindisi – disse Dwalin alzando la coppa in aria – a Fili, Kili, Oin e Bofur, che sono sani e salvi . . e a noi, che abbiamo riconquistato Erebor! > >
< < CIN CIN! > >
Sorseggiai e feci una faccia schifata. Non mi piaceva particolarmente il vino.
< < Buono eh? > > sorrise Bofur dandomi una pacca sulla schiena, così forte da farmi sputare il vino.
< < Molto > > risposi sarcasticamente.
< < Lucy! Vieni! > >
Mi voltai e notai Bilbo alquanto preoccupato. Appoggiai la coppa sul tavolo, mentre i nani stavano facendo schiamazzo.
Mi prese per il polso e mi trascinò via, lontano dagli altri.
Arrivammo alla Porta Principale e sospirò.
< < Che succede Bilbo? Thorin sta bene? > >
Che domanda stupida. Thorin non stava affatto bene!
Bilbo infilò una mano nella tasca e mi mostrò una pietra bellissima, variopinta e luminosa.
< < è l’Arkengemma > > disse.
 Lo guardai sconcertata e mi coprii la bocca con le mani.  
< < Ma sei impazzito?! Se Thorin ti scopre . . > >
< < Lo so – mi interruppe – non avevo altra scelta. Thorin è disperato, ma ho paura che l’Arkengemma lo porti totalmente alla pazzia > >
In effetti aveva ragione. Era meglio tenerlo nascosto.
< < Promettimi che non lo dirai a nessuno > > mi pregò rimettendo la pietra nella tasca interna della giacca.
Era ovvio che avrei tenuto la bocca chiusa. Per gli amici, questo e tutto.
< < Tranquillo. Sarà il nostro piccolo segreto > >
< < Che “piccolo segreto”? > > chiese una voce dietro una colonna.
< < Bofur! > > abbiamo detto all’unisono rialzandoci.
< < Che fate qua soli soletti? > > chiese Kili alle spalle di Bofur.
< < Nulla . . stavamo .  ammirando il panorama > > mentì Bilbo.
I due nani alzarono le sopracciglia e alzarono le spalle.
< < Vi state perdendo la festa! > >
Annuimmo, per poi seguirli.
 
< < Lucy Lucy . . Che “segreto “ era? > > mi chiese Kili cingendomi le spalle mentre stavamo percorrendo la sala del tesoro.
< < è un segreto, non ti dirò niente > >
< < E perché tu e Bilbo ve ne stavate rintanati là? Ahh ho capito!! > > disse lasciandomi andare e puntandomi il dito.
< < Non hai visto nulla . . vero? > > chiesi deglutendo e irrigidendomi.
< < Certo che ho visto! Ti pare che sia stupido? > >
< < Non devi dirlo a nessuno! Nemmeno a Thorin! > > lo pregai.
< < Come faccio a non dirglielo? È una cosa gravissima! Tu e Bilbo rischierete di brutto! > >
Il suo sguardo non mi piaceva affatto. Era molto arrabbiato.
< < Sono sorpreso . . mi avete davvero sconvolto. Come puoi tradire mio zio con Bilbo?! > >
< < Lo so . . non è stato bello ma . . – mi bloccai immediatamente e sgranai gli occhi – cosa hai detto?? > >
< < Sei fidanzata con Thorin, l’hai dimenticato?! > >
Tirai un sospiro di sollievo.
< < Io e Bilbo siamo solo amici. Non abbiamo fatto nulla! Stavamo solo chiacchierando! Io . . voglio molto bene a Thorin > >
Kili scosse la testa e indietreggiò. Per poco non scoprii l’Arkengemma nelle mani di Bilbo.
< < Ehi Kili, cosa è questa faccia? > > chiese Bilbo avvicinandosi a noi.
< < Kili pensa che io e te stiamo insieme > > risposi incrociando le braccia.
< < Ma sei pazzo?! > > disse Bilbo.
Kili abbassò le spalle e si massaggiò la nuca.
< < Oh . . mi . . mi sono sbagliato . . scusatemi > >
< < Non fa nulla. Però sai . . tempo fa stavamo insieme > > raccontò Bilbo.
Kili sgranò gli occhi e sorrise.
Esatto. Prima di conoscere Isabella e James, io e Bilbo siamo stati insieme, ma la nostra relazione durò solo otto mesi. Ci eravamo lasciati cordialmente, rimanendo ottimi amici.
< < Ecco perché si spiega quel braccialetto > > sorrise Kili indicandocelo.
Io e Bilbo portavamo sul polso un braccialetto particolare, fatto con dei piccoli sassolini. Li avevamo creati quando eravamo piccoli, in segno della nostra amicizia.
< < Già . . ma per favore, non fraintenderci > > ripetei.
Kili sorrise e annuì.
 
< < Lucy! Vieni > > mi ordinò Thorin. Stava in piedi all’inizio delle scale e mi fissò con uno sguardo serio.
Non gli avevo più parlato da quando avevamo riconquistato la Montagna, perché lui aveva cominciato a pensar solo all’oro.
Salii le scale e lo raggiunsi, mentre i miei due amici tornarono dagli altri.
Mi fermai davanti a Thorin, che continuava a guardarmi serio. Mi cinse le spalle e iniziamo a passeggiare.
< < Allora? Erebor ti piace? > > mi domandò contemplando le sale.
Annuii. Era tutto così regale.
< < Rimetteremo tutto a posto e sarà ancor più bella . . e noi potremo vivere per sempre felici > >
< < “ N- Noi “ ? > > domandai timidamente.
< < Sì . . Noi. Perché tu rimarrai qui, vero? > >
Quella era più un’affermazione, piuttosto che una domanda.
< < Non . . non lo so > > risposi alzando le spalle.
Si avvicinò, mi afferrò per i fianchi e mi tirò a sé, abbracciandomi.
< < Sei molto bella > > mi sussurrò nell’orecchio facendomi venire i brividi.
< < In questi giorni ti ho vista veramente poco . . ho notato che hai preferito stare con il signor Baggins > >
Non riuscii a comprendere se quello era un rimprovero.

 
 

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Capitolo 16
*** La collana della regina ***


LA COLLANA DELLA REGINA

 
 
< < In questi giorni ti ho vista veramente poco . . ho notato che hai preferito stare con il Signor Baggins > >
Lo guardai negli occhi interrogata. Che anche lui pensasse che fossi innamorata di Bilbo?
< < No . . io . . insomma . . tu eri troppo preso dai tuoi impegni . . > > balbettai.
Sorrise e mi accarezzò la guancia con le nocche delle mani. Lentamente, avvicinò il suo viso al mio e mi baciò con foga, cercando di farsi strada con la lingua. Mi strinse così forte che quasi soffocavo.
In quel momento sentimmo dei passi vicini e Thorin mi scansò immediatamente, come se fossi stata io la prima a saltargli addosso.
< < Allora? L’avete trovata l’Arkengemma?! > > disse Thorin a Balin e Dwalin che si stavano avvicinando.
I due nani abbassarono il capo ed evitarono di guardarlo negli occhi.
< < Abbiamo cercato e cercato > > disse Dwalin.
< < è in queste sale. Me lo sento – sussurrò più a se stesso e osservando il buco sopra il trono, nel quale mancava quella pietra - Non avete controllato abbastanza! > >
Giunse anche Bilbo, che si avvicino a me.
< < Tu dubiti la lealtà di qualcuno qui? – chiese Balin - L’Arkengemma è per diritto del nostro popolo > >
Bilbo si irrigidì e distolse lo sguardo appena Thorin si girò verso di loro.
< < è il gioiello del re. Non sono io il re?! > > sbottò ad alta voce da sentire l’eco in tutta la sala, zittendo tutti.
< < Sappiate questo: se qualcuno dovesse trovarlo e me lo nascondesse, io mi vendicherei > > concluse portando le mani dietro la schiena e allontanandosi.
Guardai un ultima volta Bilbo. Prima o poi Thorin l’avrebbe scoperto e Bilbo sarebbe rimasto nei guai . . forse anche io.
 
Verso sera, io e Bilbo ci sedemmo su una panca di pietra e chiacchierammo. Avevamo bisogno di stare un po’ tranquilli. Mi mostrò una ghianda, l’aveva presa nel giardino di Beorn, quando sentimmo Thorin arrivare a passi veloci.
< < Che state facendo?! Cosa hai TU nella mano? > > chiese minaccioso a Bilbo.
Bilbo gli mostrò la ghianda.
Dentro di me tirai un sospiro di sollievo. Se avesse scoperto l’Arkengemma nelle sue mani . . non oso immaginare.
< < L’ho raccolta nel giardino di Beorn > >
< < L’hai portata fino a qui? > > chiese Thorin alzando lo sguardo e sorridendo.
< < è un misero premio da riportare nella Contea > >
< < Un giorno crescerà e ricorderò tutto quello che è successo: il brutto, il bello e la fortuna che abbiamo avuto a tornare a casa > > disse Bilbo.
Thorin sorrise come non mai. Sembrava di vedere il Thorin che avevo conosciuto a casa di Bilbo.
 
< < Lucy, vieni con me > > mi disse allontanandosi.
Rimasi bloccata un secondo e mi decisi a seguirlo quando mi chiamò una seconda volta.
Dopo aver salutato Bilbo, raggiunsi Thorin ai piani più alti del palazzo. Entrò in una stanza, che pareva essere la sua camera da letto. Mi fece segno di entrare, così, entrai timidamente.
Si tolse la pelliccia e la depose nell’armadio, mentre io ammirai la sua stanza regale dalle pareti d’orate, così come il letto a baldacchino e le tende.
Guardai in alto e notai sul soffitto il ritratto di suo nonno.
< < Ti piace? > > mi chiese.
Annuii senza aprir bocca.
< < Davvero, non . . sono abituata a vedere roba del genere > >
Sono sempre stata una campagnola sin dalla nascita. Penso che abitare in mezzo a tutta quella maestosità sarebbe stato un disagio per me.
Mi avvicinai ad un grande tavolo dove c’erano molte scatole contenenti monete e gioielli.
Accarezzai una collana di gemme bianche. Erano pesanti sì, ma molto luminose.
< < Sono le gemme bianche di Lasgalen – disse ammirandole – conosco un Signore elfico che pagherà un bel prezzo per queste > >
Lo vidi prendere una chiave e aprire un cassetto.
Tirò fuori un bellissimo ciondolo con una mezzaluna e una stella. Avevano lo stesso colore dell’Arkengemma.
Ricordai in quel momento le parole di Thorin a Pontelagolungo.
Hanno trovato questa pietra colorata accanto all’Arkengemma. Così, mio padre diede alla pietra la forma di una mezzaluna e di una stella, le legò ad un ciondolo, e la regalò a mia madre, promettendole amore eterno”
Si avvicino a me con la collana e me la mostrò.
Il cuore mi batteva forte. Era davvero quello che pensavo?
< < Questa è per te > > disse dolcemente.
< < N- Non posso accettarla > > mormorai indietreggiando.
Thorin mi afferrò il braccio delicatamente e mi guardò negli occhi.
Me la legò al collo, spostandomi dietro il collo i capelli lunghi. Osservò nuovamente la collana e sorrise.
< < Sei la cosa più bella che mi sia potuta capitare Lucy Hostel. Mi sono affezionato molto a te e al signor Baggins > > disse portando una mano sulla mia nuca.
< < Anche noi > > dissi deglutendo a fatica.
< < Questa collana . . te la ricordi? Era di mia madre > > disse appoggiando il pollice sulla stella come se volesse pulirla.
< < Sì, me la ricordo. Ma . . perché proprio io? > >
Mi guardò senza aprir bocca. Quel silenzio mi imbarazzava.
< < Perché sento di provare un forte sentimento Lucy, io . . > >
Che volesse dirmi di amarmi? Attesi quel momento da tanto, ma . . ancora non ero molto sicura, perché . . forse era “la malattia del drago” a parlare.
Questo non potevo saperlo.
 
In quel momento sentimmo bussare alla porta.
< < Scusate il disturbo. I sopravvissuti di Pontelagolungo stanno confluendo a Dale – disse Dwalin - sono centinaia > >
Il sorriso di Thorin svanì e raggiungendo Dwalin, ordinò:
< < Raduna tutti alla porta! > >
 
Thorin ordinò che la Porta Principale venisse riparata, così, i nani, tutta la notte, non fecero altro che lavorare e riempire la Porta di grandi massi.
< < Questa fortezza deve essere sicura entro l’alba. Questa Montagna è stata appena ripresa e non permetterò che venga riconquistata > > disse Thorin.
< < Quelli di Pontelagolungo non hanno nulla. Hanno perso ogni cosa > >
< < TU non dire a ME che cosa hanno perso – lo rimproverò Thorin - Chi è sopravvissuto al fuoco del drago dovrebbe gioire > >
Guardai Bilbo e scossi la testa.
Mi abbassai a prendere una pietra, ma era così pesante che mi scivolò di mano e per poco non mi cadde sui piedi.
Allora, tentai di sollevare la carriola, inutilmente, a causa delle troppe pietre. Lasciai andare la carriola e mi abbassai, poggiando le mani sulle ginocchia, per riprendere fiato.
< < Che fai? Vuoi romperti le ossa > > rise Thorin incrociando le braccia.
< < E allora che faccio? – dissi ansimando -Volevo rendermi utile > >
< < Sei molto gentile . . ma sei una ragazza e questo non è lavoro da femmine > >
Mi prese una mano e mi rialzò.
< < Meglio che tu vada a dormire > > disse sorridendomi.
< < Ma . . > >
< < Niente ma > >
Sì papà . . voltai le spalle e me ne andai.
< < Vai pure nella mia camera > >  mi disse ad alta voce in modo che lo sentissi, visto che ero abbastanza lontana.
Mi voltai velocemente e annuii.
Appena arrivai nella sua stanza, impiegai un po’ prima di coricarmi nel letto. Mi spogliai velocemente e mi misi sotto le lenzuola, per poi addormentarmi lentamente.

 

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Capitolo 17
*** I soldi non fanno la felicità ***


I SOLDI NON FANNO LA FELICITA'



Stavo sognando le colline della Contea, il lago, la tranquillità . . quando qualcuno mi svegliò.
< < Alzati Lucy > > sentii chiamarmi da Thorin.
Aprii leggermente gli occhi e me li stropicciai.
< < Cosa c’è? > > chiesi sbadigliando.
Thorin tirò le tende e subito la luce per poco non mi accecò. Dovevo ancora riprendermi dal sonno.
< < Sbrigati! > > mi ordinò uscendo e sbattendo la porta. Un risveglio migliore non poteva mancare. Dal suo tono di voce sembrava essere successo qualcosa di strano.
Mi infilai velocemente i pantaloni e la camicia. Mi guardai allo specchio e mi sistemai i capelli, raccogliendomeli con un nastro e corsi alla Porta Principale, dove i nani stavano osservando qualcosa.
Notai anche che la Porta Principale era tutta ormai murata.

Raggiunsi i miei amici e vidi una schiera di elfi sulle mura di Dale.
Degli zoccoli attirarono la nostra attenzione. Stava giungendo Bard con il suo cavallo bianco.
< < Salute Thorin, figlio di Thrain. Lieti di trovarti vivo ogni oltre speranza > > disse.
< < Perché venite sotto le Porte del Re sotto la Montagna armati per la guerra? > >
< < Perché il Re sotto la Montagna si rinchiude dentro, come un rapinatore nel suo covo > >
Bard aveva perfettamente ragione.
< < Forse perché mi aspetto di essere rapinato > > disse Thorin.
< < Mio Signore. Non siamo venuti per rapinarti, ma per cercare un equo accomodamento. Non vuoi parlare con me? > >
Thorin annuì e gli fece segno di avvicinarsi alla Porta. Bard cercò di convincerlo a onorare la promessa di Thorin, cioè di offrire al popolo di Pontelagolungo una parte del tesoro.
< < Che stai facendo? Non puoi entrare in guerra! > > dissi.
< < Questo non ti concerne > > disse Thorin guardando dritto a sé.
< < Se non l’avessi notato, c’è un armata di elfi là fuori. Siamo in effetti meno numerosi > > continuò Bilbo.
< < Non per molto > >
< < Come sarebbe a dire? > >
< < Intendo che non devi mai sottovalutare i nani > >
Benissimo.

Più tardi ci spostammo nell’armeria del palazzo per prepararci alla battaglia. Quando tutto sembrava essere finito, un altro problema veniva a galla.
Kili mi porse una corazza e la appoggiò sul mio petto.
< < Questa potrebbe andar bene > > sorrise soddisfatto.
< < Grazie Kili ma . . è troppo pesante per me > > dissi prendendo la mia armatura di cuoio rossa.
Alzò le spalle e se ne andò.
< < Kili! Al volo! > > disse Dwalin da lontano passandogli uno scudo.
Intanto, guardai la mia armatura e la provai.
< < è nuova? > > mi chiese Thorin avvicinandosi a me e guardando la mia armatura più leggera.
< < Era di mia madre, la conservo da quando è . . – feci una pausa e abbassai lo sguardo - . . sì, hai capito . . voleva che l’avessi io > >
Thorin sorrise, facendomi sciogliere.
< < I tuoi genitori saranno fieri di te > >
Ricambiai il sorriso e abbassai lo sguardo. Pochi secondi dopo, Thorin mi rialzò il mento con le dita.
< < Loro ci saranno sempre per te, non sei sola > >
Appena Bilbo ci passò accanto, Thorin lo chiamò.
< < Ho una cosa per te, mastro Baggins > >
Bilbo si voltò e si irrigidì.
Thorin si allontanò e poco dopo tornò con una cotta in mano, di acciaio argentato.
Si chiamava Mithril. Nessuna lama poteva trafiggerla.
< < è un dono, in segno della nostra amicizia > > continuò Thorin sorridendo.
Guardai Bilbo, che abbassò di poco lo sguardo.
La lealtà che Thorin ci donava lo faceva sentire ancora più in colpa.
Ci prese poi per le spalle e ci portò distante dagli altri.
< < Sono stato tradito, uno di loro ha preso l’Arkengemma, ne sono sicuro > > sussurrò indicando con lo sguardo i nostri compagni.
Bilbo deglutì e osservò Thorin.
I suoi occhi erano gelidi come il ghiaccio. La malattia lo avevano reso ancor più pazzo.
< < Ascolta Thorin, hai fatto una promessa alla gente di Pontelagolungo, questo tesoro vale veramente più del tuo onore? > >
< < Questo tesoro non appartiene al popolo di Pontelagolungo. Io non mi distaccherò da nessuna singola moneta > >
La sua voce era bassa, ma inquietante. L’oro era diventata un’ossessione, dalla quale non riusciva a distaccarsi, soprattutto l’Arkengemma.
La sua ricerca ossessiva lo aveva portato alla frustrazione e l’insoddisfazione.
< < Lucy, mia cara – disse cingendomi le spalle e facendomi vedere la sala del tesoro . . di nuovo – questo tesoro è nostro, solo nostro, ti rendi conto? – mi squadrò dall’alto in basso, accarezzandomi il viso – diventerai mia sposa, potrai avere tutto quello che desideri > >
L’unico desiderio era riavere il Thorin che avevo incontrato a casa Baggins.
< < I soldi non fanno la felicità > > mormorai.
Sì, i soldi, tutto quell’oro potevano avere grande valore economico, bastava pensare a tutti coloro che non potevano comprarsi nemmeno del pane per vivere.
Dalla parte opposta, c’erano persone che vivevano di lusso sfrenato.
Thorin doveva riuscire a non perdere di vista i valori umani e non mettere al centro dell’esistenza propria solo il denaro.




 

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Capitolo 18
*** Litigio ***


LITIGIO

 
 
Non riuscii ad addormentarmi. Ero sdraiata nel mio letto . . anzi, il letto di Thorin.
Sobbalzai di colpo appena sentii qualcuno toccarmi una spalla. Mi alzai velocemente col busto e diedi un colpo a quella persona che mi aveva toccata.
Mi coprii la bocca appena notai che Bilbo cadde a terra, massaggiandosi un fianco.
< < Scusami!! Pensavo fosse un ladro! Un orco! > > dissi alzandomi dal letto e dirigendomi verso di lui per aiutarlo a rialzarsi.
< < Sì, sono io il ladro - rise Bilbo sarcasticamente – comunque, ho intenzione di consegnare l’Arkengemma al popolo di Pontelagolungo e agli elfi > > continuò a bassa voce.
< < Bilbo! Sei sicuro di quello che fai?? > > dissi agitata, mentre Bilbo mi ordinava di fare silenzio.
< < Non ho altra scelta, eviteremo la guerra > >
< < Non sono molto d’accordo > > dissi girando continuamente intorno alla stanza, pensando.
< < Smettila! Mi fai venire il mal di testa a forza di far così > >
Sorrisi forzatamente. Anche Thorin mi aveva detto la stessa cosa quando eravamo imprigionati nelle celle di Thranduil.
Il vizio non l’avevo proprio perso.
Bilbo si avvicinò, mi fermò, e appoggiò una mano sulla mia spalla, facendomi uno di quei sorrisi che riuscivano a consolarmi nei momenti più bui, e mi abbracciò, ma glielo leggevo negli occhi che aveva paura.
< < è l’unico modo > >
< < Fai attenzione > > gli dissi.
< < Certo. Tornerò prima dell’alba > > mi salutò uscendo velocemente dalla stanza.
Tornai a letto, preoccupata e faticai a chiudere occhio, pensando a ciò che sarebbe accaduto il giorno dopo.
 
Il mattino, mi alzai prima del solito, mi preparai e scesi al Portone. Nessuno di noi aveva fatto colazione, perché stavano per giungere gli eserciti di Thranduil e Bard.
Vidi Bilbo vicino a Dwalin. Appena rivolse lo sguardo a me, annuì.
Intanto, Thorin scoccò la freccia per avvisare Thranduil e Bard.
< < La prossima ve la conficco negli occhi > >
I nani esultarono e risero, ma furono costretti a tacere, visto che gli elfi puntarono le frecce.
< < Siamo venuti a dirvi che il pagamento del vostro debito è stato offerto e accettato > > disse Thranduil.
< < Quale pagamento? Io non vi ho dato nulla > > disse Thorin.
Thranduil alzò un sopracciglio e si voltò verso Bard, che mostrò l’Arkengemma.
Sussultai e Balin mi toccò una spalla, preoccupato, così, gli sorrisi forzatamente, per tranquillizzarlo.
Avevo troppa paura per Bilbo.
< < Ladri! Appartiene al re! > > urlò Kili.
< < Ci considerano stupidi Kili – sorrise Thorin – è solo un trucco! > >
 
< < No, gliel’ho data io > > avanzò Bilbo, mentre la compagnia mormorò a bassa voce, sorpresa dal suo gesto.
< < Era la mia quattordicesima parte > > continuò.
< < Tu mi deruberesti? > >
< < No, sarò anche uno scassinatore, ma mi piace pensare di essere onesto - sorrise Bilbo alzando le spalle - Sono disposto a lasciare che sia la mia unica pretesa > >
< < Non hai alcuna pretesa su di me miserabile mezzatacca! > > ruggì Thorin gettando a terra l’arco.
Il cuore batteva veloce, dalla paura, da ciò che avrebbe potuto fare Thorin e avanzai leggermente. Non gli avrei mai permesso di fare del male a Bilbo.
< < Volevo dartela, molte volte, ma tu sei cambiato! Il nano che ho conosciuto a casa Baggins non si sarebbe mai rimangiato la parola. Non avrebbe mai dubitato la lealtà dei suoi familiari > >
Bilbo aveva perfettamente ragione. Ha avuto coraggio. Penso che i nostri amici lo abbiano ammirato per questo.
< < Tu non venire a parlarmi di lealtà – ruggì - Gettatelo giù dal bastione! > > ordinò in seguito.
Nessuno osò proferir parola.
Thorin si guardò attorno, sorpreso dei suoi compagni, che non osavano muoversi.
< < Non mi avete sentito? > > disse prendendo il braccio di Fili, che si scansò.
< < Bene. Lo farò da solo > > continuò raggiungendo Bilbo a passo svelto e afferrandolo.
Corsi ad aiutarlo, ma Thorin era troppo alto e forte.
< < Lascialo andare! > > urlai.
< < Non immischiarti Hostel ! > > ruggì Thorin dandomi una forte gomitata sul petto, spingendomi contro il muro.
Non mi diedi per vinta. Appena Thorin appoggiò Bilbo sul muro, pronto a strangolarlo, tentai di liberarlo dalla sua stretta, quando per fortuna arrivò Gandalf.
< < Se non ti piace il mio scassinatore, ti prego di non danneggiarlo! – tuonò avvicinandosi a Bard e Thranduil, sorpassando le file di elfi e uomini - Non stai facendo una bella figura come Re Sotto la Montagna, dico bene? Thorin figlio di Thrain? > >
Thorin sgranò gli occhi. Le mani di Thorin tenevano ancora Bilbo per il collo.
< < Ti prego. Lascia stare Bilbo! > > dissi cercando di stare calma.
Thorin mi guardò sorpreso, come se avessi appena detto una parolaccia.
< < Non ti rendi conto che lo ha fatto solo per salvarti?? > > continuai.
< < Tu . . Tu lo sapevi > >
Il suo sguardo deluso mi rattristì. Non volevo che lui pensasse che fossi una traditrice.
< < Mi hai mentito in tutto questo tempo > > disse guardandomi con occhi lucidi, mentre lasciava andare Bilbo, che cercava di riprendere fiato.
Scossi la testa.
< < Gliel’ho chiesto io di non dirlo a nessuno ! Lei non c’entra  > > mi difese Bilbo avvicinandosi a me.
< < Eh sì. Perché tu stai dalla parte del tuo “grande amico” > > sorrise sarcasticamente Thorin incrociando le braccia.
< < Cosa?? > > abbiamo detto tutti all’unisono.
< < Avanti, non prendetemi in giro – rise – vi ho visti. Ho visto come eravate affiatati in questi giorni, come in passato no? Quando eravate ancora adolescenti alle prese con la ricerca del vero amore > >
Forse ci aveva sentito parlare con Kili !
< < Thorin! È stato molto tempo fa! > > disse Bilbo.
< < Tu stai zitto! Vattene! > > ringhiò Thorin.
Bilbo si se lo lasciò ripetere due volte, annuì tristemente e afferrò una corda, per poi calarsi giù dal bastione.
 
< < Mi fidavo di te > > disse Thorin cercando di stare calmo.
< < Thorin, non ti abbiamo mentito. Bilbo lo ha fatto per proteggerti > >
< < Proteggermi? Sì, certo. Voi hobbit siete tutti uguali: falsi, vermi . . > > continuò ridendo in modo sarcastico.
I nostri amici erano tentati a prendere le mie difese, ma era meglio per loro se facessero silenzio, altrimenti Thorin se l’avrebbe presa anche con loro.
< < Ti prego, non dire così . . > > dissi con gli occhi lucidi.
< < E come dovrei trattarti?? Dopo quello che mi avete fatto! > >
< < Non sei in te! – urlai portando le mani sulla testa - Hai finalmente ripreso Erebor, non ti basta?! Per te esiste soltanto l’oro! > >
Non avevo mai reagito così. Sono sempre stata paziente, fin troppo.
La sua risposta fu uno schiaffo, che mi colpì la guancia e mi fece portare la testa dall’altra parte.
I nani sobbalzarono e girarono la testa. Non si aspettavano un comportamento del genere.
Mi massaggiai la guancia, mentre una lacrima me la rigò.
< < Vattene! Prima che ti uccida > > disse infine.
Singhiozzai e dopo aver fatto un sospiro, scesi dalla balaustra, aiutata da Bofur e Balin, mentre mi guardavano tristemente e mi sorrisero.
Raggiunsi Bilbo, il quale mi diede una leggera pacca sulla spalla e mi portò accanto a Gandalf, che scosse la testa, deluso dal comportamento di Thorin.
< < Onorerai la tua promessa? Avrai pace o guerra? > > chiese Bard cambiando discorso.
Thorin era sul punto di cedere, ma appena un corvo si fermò dinanzi a lui, Thorin voltò lo sguardo verso la collina.
< < Io avrò guerra > >
 

 
 

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Capitolo 19
*** La battaglia delle cinque armate ***


BATTAGLIA DEI CINQUE ESERCITI

 
 
< < Io avrò guerra > > rispose Thorin voltando lo sguardo verso la collina, da dove sopraggiunse un esercito di nani, in sella a dei montoni, mentre il leader, stava in sella ad un cinghiale.
< < Chi è? > > chiese Bilbo.
< < è Dain Piediferro. Signore dei Colli Ferrosi, cugino di Thorin > > rispose Gandalf.
< < Si somigliano? > >
< < Ho sempre trovato Thorin il più ragionevole dei due > >
Andavamo bene. 
< < Buongiorno. Come andiamo tutti? – chiese il leader avanzando. Aveva una lunga barba rossa – ho una piccola proposta, s e non vi dispiace concedermi qualche momento del vostro tempo. Potreste considerare di andarvene in malora? Tutti voi! Ora! > >
Che caratterino.
< < Non reagite! > > ordinò Bard ai suoi uomini.
< < Gandalf il Grigio – disse Dain vedendo Gandalf avanzare – dì a questa marmaglia di andarsene, o annaffierò il terreno con il loro sangue > >
< < Oh avanti Lord Dain – Gandalf cercò di fargli cambiare idea - Non c’è bisogno di una guerra tra Nani, Uomini ed Elfi. Una legione di orchi marcia sulla montagna. Ritira la tua armata! > >
< < Non mi ritirerò davanti a un elfo qualsiasi. Tanto meno a questo indifferente folletto dei boschi – disse indicando Thranduil - Non desidera altro che sfortuna per il mio popolo. Se sceglie di mettersi tra me e i miei familiari, gli spacco quella testolina in due! Vediamo se dopo ghigna ancora > >
Wow. Aveva molto coraggio a rispondere in quel modo, tra l’altro rivolgendosi a re Thranduil.
Nonostante il suo carattere scontroso, adoravo il fatto che fosse molto leale nei confronti della sua famiglia.
< < Chiaramente è pazzo, come suo cugino > > sorrise Thranduil sarcasticamente.
< < Thorin non è pazzo! > > mormorai incrociando le braccia.
Alzai lo sguardo verso la fortezza e fissai Thorin, il quale sorrise per l’arrivo di suo cugino.
Cosa avrei potuto fare per poter ricevere il suo perdono? E quando sarebbe tornato in sé?
Mi mancavano i suoi baci, le sue carezze e il suo tono dolce mentre mi consolava nei momenti bui.
< < Sentito ragazzi? Ci siamo! – disse Dain – diamo a questi bastardi una bella batosta! > >
Diede l’ordine e tutti i guerrieri si misero in posizione, quando un rombo sotterraneo li interruppe.
Il suolo tremò sotto i nostri piedi. Ci voltammo verso le colline circostanti, dalla quale spuntarono i Mangiaterra, che avevano scavato le gallerie.
A Collecorvo stava Azog, il quale parlò in lingua nera e fece avanzare il suo esercito.
Il cuore mi batté all’impazzata e rimasi accanto a Bilbo e Ganfalf, che stavano decidendo sul da farsi.
< < Alla battaglia! Alla battaglia, figli di Durin! > > ordinò Dain avanzando con il suo esercito di nani, mentre gli orchi si facevano sempre più vicini.
Così, gli uomini, gli elfi e i nani si allearono.
Era l’inizio di una guerra a dir poco sanguinosa.
 
Azog fece suonare nuovamente il corno e urlò in lingua nera. Un secondo esercito di orchi si diresse verso la città di Dale.
< < Ritirarsi a Dale! > > ordinò Bard.
< < Bilbo! Lucy! Da questa parte! > > ci chiamò Gandalf.
Rimasi immobile a guardare verso la fortezza. Perché Thorin non scendeva in campo?
Dain non poteva farcela da solo.
Bilbo mi interruppe dai miei pensieri, afferrandomi per il braccio e facendomi segno di seguirlo.
Intanto, un gruppo di troll salirono sulle colline e colpirono le mura di Dale grazie a grandi catapulte.
Riuscirono ad entrare nella città e subito si divisero per le tante vie della città, uccidendo chiunque si trovasse davanti e non risparmiando nessuno.
Presi la mia spada e dopo che io e Bilbo ci fissammo con sguardo d’intesa, scendemmo in battaglia.
Urla, pianti di persone che cercavano riparo e proteggevano i propri familiari.
Le strade si riempirono di cadaveri, con pozzi di sangue che si riversarono ovunque, mentre si udivano i rumori delle lame che si scontravano.
Mi sembrava di rivivere il passato, in quella maledetta battaglia dove i miei genitori persero la vita.
Quando trafissi l’ultimo orco, volsi lo sguardo verso Erebor. Com’era possibile che Thorin non volesse muoversi da lì ?!
Mi mancava.
Se fossi morta in battaglia, non avrei potuto dirgli due parole importantissime.
 
Sorrisi a trentadue denti appena sentii il corno dei nani.
< < Thorin > > sussurrò Bilbo.
Siamo corsi verso le mura guardando verso il palazzo. La campana d’oro distrusse il portone, dal quale uscirono i nani.
Thorin era al centro, davanti a tutti.
I nani dei Colli Ferrosi li lasciarono passare e ripresero le forze.
< < Per il Re! > > gridò Dain.
< < DU BEKAR! > >
< < I nani si stanno radunando! > > disse Bilbo.
< < Si radunano dal loro Re > > continuò Gandalf sorridendo.
Ero troppo felice. Thorin era tornato in sé. Ero ancora in tempo di dirgli quello che provavo.
 
Più tardi, notai Thorin in sella ad un montone, lo seguivano Dwalin, Fili e Kili, stavano per raggiungere Collecorvo.
< < è Thorin! > > lo indicai con lo sguardo, mentre Bilbo chiamava Gandalf.
< < Con Kili, Fili e Dwalin > >
< < Cosa vogliono fare? > > si domandò Bilbo.
< < Tagliare la testa al serpente > >
Fui maggiormente preoccupata. Azog era molto forte. Aveva ucciso i miei genitori, non gli avrei mai permesso di fare ancora del male a Thorin.
< < Bilbo! Dobbiamo aiutarlo! > >
Presi per il braccio e feci per correre per dirigermi a Collecorvo, quando arrivò Legolas.
< < Gandalf! Azog ha una seconda armata. Bolg guida una forza di orchi di Gundabad > >
Io e Bilbo ci guardammo per un secondo, per poi avvicinarci a loro.
< < Era il loro piano sin dall’inizio – mormorò Gandalf – Azog impegna le nostre forze, poi Bolg sopraggiunge dal nord > >
Da Collecorvo!
< < Ma c’è Thorin lassù, e Fili e Kili, sono tutti lassù! > > disse Bilbo preoccupato.
Gandalf esitò per un po’, così, cercò Thranduil.
< < Mio signore. Mandi un armata a Collecorvo. I nani stanno per essere sopraffatti! > > gli chiese Gandalf.
< < Thorin deve essere avvertito > > dissi.
< < Avvertilo tu, se vuoi. Ho speso sufficiente sangue elfico in difesa di questa maledetta terra > > disse freddamente sorpassandoci.
Molto simpatico questo elfo.
< < Andremo noi! > > dissi.
< < Gli orchi vi vedranno e vi uccideranno > >
< < No, ce la caveremo > > disse Bilbo.
< < Non se ne parla > >
< < Non te lo stiamo chiedendo Gandalf > >
Gandalf ci guardò interrogato e sembrava che lo avessimo convinto, allora, io e Bilbo ci allontanammo e corremmo verso Collecorvo, sperando di fare in tempo.
 

 
 
 

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Capitolo 20
*** La svolta decisiva ***


LA SVOLTA DECISIVA


 
Io e Bilbo siamo corsi verso Collecorvo, sperando di essere in tempo per avvertire Thorin.
Era in compagnia di Dwalin.
< < Thorin! > > lo chiamò Bilbo.
Thorin si voltò. Ci sorrise a trentadue denti, non era arrabbiato, anzi, era contento di vederci.
< < Bilbo! Lucy! > >
Era indeciso se abbracciarmi o meno, dopo quello che aveva fatto, allora, presi l’iniziativa, gli corsi incontro e gli cinsi il collo con le braccia.
Thorin si irrigidì, sorpreso dal mio gesto, successivamente sentii i suoi muscoli rilassarsi. Mi guardò negli occhi dispiaciuto e sorrise.
< < Stai bene? > > chiesi accarezzandogli una guancia.
< < Io . . bene, ma . . > >
Era sorpreso dalla mia domanda. Non se lo aspettava. Non gli diedi il tempo di rispondere, perché lo abbracciai di nuovo.
Ma non era il momento, per fortuna Bilbo ci interruppe.
< < Azog ha un’altra armata che attacca dal Nord! Questa torre di vedetta sarà circondata > > li avvertì Bilbo, mentre cercava di riprendere fiato.
< < Dovete andarvene! > > continuai.
< < Cosa?? Quella feccia d’Orco è là dentro! Dobbiamo andare avanti > > disse Dwalin.
< < No – lo fermò Thorin trattenendolo per il braccio – è quello che vuole: vuole attirarci dentro. Questa è una trappola – continuò preoccupato – trova Fili e Kili. Falli tornare. Vivremo per combattere un altro giorno > >
Tuttavia, prima che Dwalin si allontanasse, sentimmo dei tamburi. Ci voltammo di scatto verso la torre, dove comparve Azog, trascinando con sé Fili.
L’orco pallido parlò in lingua nera e teneva Fili per il colletto della cotta.
< < Fuggite > > ci disse Fili spaventato.
La paura si impossessò di me.
Appena Azog lo trafisse persi un battito. Mi coprii gli occhi con le mani per evitare di vedere il momento in cui quella feccia d’Orco lo fece cadere dalla torre come se fosse un inutile oggetto.
Kili salì i gradini, per raggiungere Azog e vendicare la morte del fratello.
< < No! Kili! > > urlò Thorin seguendo il nipote.
Abbassai lo sguardo e trattenni a stento le lacrime. Azog aveva appena tolto la vita ad un nostro carissimo amico.
Mi asciugai velocemente le lacrime con una manica dell’abito appena sentii uno stridio di pipistrelli, che ci passarono sopra la testa.
La spada di Bilbo si illuminò.
Si potevano sentire i passi rumorosi degli orchi, che sopraggiunsero immediatamente, capeggiati da Bolg.
Si abbattevano facilmente per quanto fossero deboli, bastava anche solo lanciargli un sasso per eliminarli.
Tuttavia, erano troppo numerosi e Thorin e Kili erano da soli.
< < Vai da loro, io e Dwalin penseremo a questi qua > > mi disse Bilbo colpendo un orco.
 
Corsi al lato opposto della torre e incontrai Kili, che stava affrontando Bolg.
Notai anche la presenza di Tauriel, accasciata a terra. Bolg afferrò Kili e lo trattenne, per poi ucciderlo. Feci più in fretta possibile, scesi per i gradini, feci un salto e stesi Bolg a terra, il quale però si riprese e mi scaraventò contro il muro. Mi massaggiai la fronte e notai la mia mano sporca di sangue.
Prima che Bolg potesse raggiungermi, Tauriel, anch’essa con le lacrime agli occhi per la morte di Kili, si riprese e si avventò sull’orco, precipitando successivamente dal dirupo, insieme a lui.
Mi rialzai e mi affacciai sul vuoto. Erano sopravvissuti.
Bolg si riprese in fretta e si avvicinò a Tauriel, ancora debole. Tirai un sospiro di sollievo appena vidi Legolas accorrere in suo aiuto.
Corsi da Kili e guardai la sua ferita. No, non poteva morire anche lui.
Era troppo profonda. I suoi occhi si erano chiusi per sempre.
Non poteva accadere la stessa cosa anche a Thorin.
Bollii dalla rabbia, afferrai la mia spada e corsi dal mio uomo. Si trovava sul fiume ghiacciato e stava duellando con goblin mercenari.
< < Cosa ci fai qui?! > > ruggì Thorin vedendomi.
< < Ti salvo la vita > > risposi colpendo un goblin.
< < Rischi di morire Lucy! Vattene da qui! > >
Thorin si abbassò prima che un goblin potesse trafiggerlo e lo colpì in pieno sulla pancia.
Un goblin mi rimosse la spada, lanciandola in avanti.
Corsi a riprenderla, schifando gli altri goblin. Scivolai sul ghiaccio e mi abbassai, ma un piede si posò sulla mia spada.
Alzai lo sguardo, tremante, e notai quei terribili occhi di ghiaccio dell’orco pallido, che sogghignò soddisfatto.
< < Stupida ragazza – prese la mia spada, mentre indietreggiai spaventata – farai la fine dei tuoi inutili genitori > >
< < Stai lontano da lei! > > urlò Thorin colpendo la lama di Azog.
L’orco ruggì e iniziò un terribile duello con Thorin, mentre io ebbi a che fare con altri orchi, tenendo sempre sotto controllo la situazione tra i due.
Un raggio di sole illuminò Collecorvo.
Sentimmo il gracchiare delle aquile, insieme a Radagast e Beorn, il quale si tramutò in un orso sbaragliando l’esercito degli orchi, mentre notai Azog cadere nel fiume.  
Sorrisi, pensando che fosse stata la fine dell’orco.
Intanto, un goblin mi fece inciampare, prese la spada, ma riuscii a schivarlo, rotolandomi a destra e colpendolo a mia volta.
Un urlo mi fece sobbalzare. Mi voltai di scatto e vidi Azog uscire dall’acqua e trafiggerlo con la spada.
< < Noooo! Thorin! > >
Feci per correre verso Thorin, steso a terra, ma un orco mi spinse in avanti e io caddi a terra.
Mi afferrò per i capelli e mi tirò la testa all’indietro.
Cercai di dimenarmi, non mi interessava la mia vita, mi importava quella di Thorin, in procinto di essere ucciso.
< < Ma guarda un po’ chi c’è – disse l’orco – la piccola Lucy, lo sai che i tuoi genitori hanno ucciso i miei, vero? > >
Non risposi e roteai gli occhi.
< < Non meriti di vivere > > ghignò prendendo un coltello.
< < Nemmeno tu! > >
Gli diedi un calcio e lo schivai di nuovo per poi colpirlo. Era troppo forte.
Per fortuna, arrivò Bilbo, che lo uccise.
< < Stai bene? > > mi chiese appoggiando una mano sulla mia spalla.
Sorrisi e annuii, quando improvvisamente, i miei pensieri andarono a Thorin.
< < Thorin! > > urlai preoccupata.
 
Era caduto.
Io e Bilbo siamo corsi verso di lui. Tossiva e ansimava.
< < Lucy! > > ansimò.
< < Non muoverti > > sussurrai guardando la ferita, molto profonda.
No, non poteva morire!
< < Bilbo – sorrise vedendolo dietro di me – oh, sono felice che voi siate qui. Voglio separarmi da voi in amicizia > >
< < Non te ne andrai da nessuna parte. Tu vivrai > > disse Bilbo.
< < Mi rimangio le parole e le mie azioni alla Porta. Perdonatemi, sono stato così cieco , mi dispiace di avervi messo in un tale pericolo > >
Aveva gli occhi lucidi. Si vergognava molto di quello che aveva fatto, ma non ho mai dubitato su di lui. Thorin non era come suo nonno. Era tornato in sé. Meglio tardi che mai.
< < Siamo contenti di aver condiviso i tuoi pericoli. È molto più di quanto meriti un Baggins qualsiasi > > gli fece capire Bilbo.
< < Se non avessi affrontato questo viaggio, non ti avrei mai incontrato – dissi prendendogli il viso tra le mani – sono così fortunata – singhiozzai – non voglio che te ne vada > >
Una lacrima cadde sul suo petto e Thorin sorrise.
< < Addio. tornate a casa, ai vostri libri, la vostra poltrona. Bilbo, pianta i tuoi alberi, guardali crescere > >
Bilbo sospirò e abbassò lo sguardo.
< < Lucy – si rivolse a me accarezzandomi una guancia – hai reso la mia vita più felice. Mi hai apprezzato per quello che sono, nonostante i miei sbagli – allungò la mano verso la mia collana e la toccò – l’hai tenuta – sorrise - ti amo > > gemette.
< < Ti amo anche io. Ti prometto che ti porterò per sempre nel cuore > >
Mi abbassai verso di lui e lo baciai un’ultima volta.
Lo sentii sorridere sulle mie labbra.
< < Se più persone considerassero la casa prima dell’oro, il mondo sarebbe un posto più felice > >
Dopo un ultimo respiro, il mio Thorin spirò tra le mie braccia.



Eccomi qui:D
Allora . . sicuramente molti di voi vorranno picchiarmi XD XD XD XD
Speravate che Thorin vivesse, invece, ho ribaltato le vostre aspettative.
Come reagirà ora la nostra Lucy?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo ;)
Alla prossima
Baci
   Pritibi

 

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Capitolo 21
*** Un triste addio ***


UN TRISTE ADDIO
 

 
 
< < Ti prego Thorin, non lasciarmi > > dissi scuotendo leggermente il corpo di Thorin, illudendomi.
Versai tutte le lacrime del mondo e lo strinsi a me. le sue labbra erano socchiuse, così come gli occhi.
Pochi minuti dopo, giunsero anche i nostri amici, i quali si tolsero gli elmi e lo appoggiarono al petto, abbassando lo sguardo.
Si inginocchiarono e cercarono di trattenersi dal pianto.
< < Devono portarlo al palazzo > > mi disse dolcemente Bilbo appoggiando una mano sulla mia spalla.
< < Lasciateci qui > > singhiozzai non alzando lo sguardo.
< < Lucy, mia cara, dobbiamo andare > > tentò di calmarmi Balin.
Mi prese una mano e mi aiutò a rialzarmi. Mi fece un sorriso, mentre i suoi occhi diventavano sempre più lucidi.
Lo abbracciai, stringendolo a me. Ne avevo proprio bisogno in quel
momento.
Continuai a piangere, mentre i miei amici distesero Thorin su una barella e fecero lo stesso anche con Fili e Kili, portandoli al palazzo.
Il loro grande cuore aveva smesso di battere e una parte del nostro era morto insieme a loro.
 
Numerose erano le perdite. Mi offrii volontaria per aiutare i feriti. Chi era gravemente ferito perse la vita, dopo aver sofferto molto dolore.
Tuttavia, grazie ad Oin e altri medici, riuscimmo a salvare molte vite.
Verso sera mi avvicinai ad Oin e gli chiesi dove potessi aiutarlo. Mi sorrise e mi consigliò di andare a riposare.
Ringraziai ed uscii dall’infermeria.
Camminai affaticata per i lunghi corridoi del palazzo, mentre le lacrime non volevano smettere di riversarsi sul pavimento.
Mi fermai e appoggiai la testa contro il muro, quando sentii dei singhiozzi provenire dalla stanza accanto.
La porta era socchiusa. Entrai e vidi una donna girata di spalle, indossava un lungo abito blu e stava osservando i corpi di Thorin, Fili e Kili, distesi su una barella e circondati da molte fiaccole e candele.
< < Salve > > la salutai timidamente.
La donna si voltò e appena la riconobbi, sgranai gli occhi.
< < Ciao Lucy > > sorrise alzandosi dalla sedia e avvicinandosi.
< < Voi siete . . Dìs > > sorrisi.
La donna si asciugò una lacrima con la manica dell’abito, sorrise e annuì.
< < è un piacere conoscerti cara. E dammi pure del tu > > disse prendendomi entrambe le mani.
Era molto gentile e dolce. Aveva gli stessi lineamenti di Thorin, così come gli occhi azzurri.
< < Piacere mio Dìs > >
< < Mio fratello mi ha parlato molto di te nelle sue lettere. – il suo sguardo si posò sulla mia collana – ohhh, la collana di nostra madre. Ti amava davvero. Non lo avevo mai visto così felice. Ti ringrazio molto per questo > > si emozionò.
< < Sono stata molto fortunata. Ho conosciuto un nano valoroso, all’apparenza duro, riservato, ma con un cuore enorme . . e Kili e Fili – dissi indicandoli con lo sguardo – Erano come fratelli per me. Erano persone fantastiche > >
Mi avvicinai a loro, non smettendo di osservarli e piangere.
Li avevano ripuliti da tutte le ferite, avevano gli stessi indumenti che avevano indossato nella battaglia e le stesse armi. A Thorin era stata restituita Orcrist e l’Arkengemma.
Tutti e tre erano pronti per il funerale, che si sarebbe svolto il giorno seguente.
< < Sono molto fiera di loro > > sorrise Dìs dando un bacio a tutti e tre.
Sentimmo dei passi dietro di noi. Ci siamo voltati, notando la presenza di Tauriel.
< < Perdonatemi > > disse timidamente.
< < Cosa ci fai qui? - le chiese Dìs freddamente - I miei figli e mio fratello sono morti. Non sei la benvenuta, né te né il tuo re elfico > >
Tauriel non rispose e giocherellò con le dita, non sapendo cosa dire, allora, si allontanò.
Prima che varcasse la porta, la fermai.
< < Tauriel è diversa dagli altri elfi – spiegai a Dìs – è molto leale nei nostri confronti rispetto a Thranduil, inoltre, ha amato Kili > >
Dìs alzò un sopracciglio. Non sembrava d’accordo sulla loro unione, ma le bastò guardarla negli occhi che comprese il suo amore.
Appoggiò una mano sulla spalla dell’elfa e la abbracciò.
< < Grazie – mormorò Tauriel guardandomi – lady Dìs, suo figlio è stato molto valoroso, è solo grazie a lui se sono salva > >
 
Tauriel e Dìs, poco dopo, se ne andarono, mentre io rimasi ancora con i miei amici.
Sorrisi ripensando a tutti i bellissimi momenti trascorsi insieme. Perché? Perché? Non meritavano questa fine.
Diedi un bacio sulla guancia ai due fratelli, poi, mi avvicinai a Thorin. Gli accarezzai il viso. Era freddo e pallido.
Gli diedi un bacio sulle labbra, ma appena mi staccai, iniziai a piangere e lo abbracciai, poggiando la guancia sul suo petto.
 
Il giorno seguente, Dìs mi svegliò. Ero sdraiata su una lunga panca di pietra. Avevo dormito tutta la notte accanto a Thorin, Fili e Kili.
< < Che ore sono? > > mugugnai sbadigliando.
< < è ora del funerale cara > >
Mi guardai attorno e vidi alcuni nani che presero le barelle con i corpi dei nostri amici.
Dìs mi cinse una spalla e ci dirigemmo verso la cripta.
< < Il re è morto! - disse Gandalf – Era un nano dalla nobiltà d’animo, non solo di nascita. Il suo desiderio si è avverato: riprendersi Erebor. Ha mantenuto il suo onore e la sua bontà sino alla fine.
Kili e Fili . . ohhh, i nostri ragazzi, eredi al trono – sorrise Gandalf abbassando lo sguardo, ricordando tutti i momenti passati insieme – nani allegri, vitali . . tutti e tre erano speciali > >
Bilbo deglutì a fatica e abbassò lo sguardo, mentre le lacrime gli rigarono le guance. Si voltò per evitare di mostrarlo.
Gli presi una mano e gliela strinsi. Non resistette e mi abbracciò.
< < Rimarranno per sempre nei nostri cuori > > concluse Gandalf.
< < Lunga vita al re! > > gridò Balin, voltandosi verso Dain.
Da quel momento avrebbe governato su Erebor, mentre Bard sarebbe diventato re di Dale.

 
 

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Capitolo 22
*** Ritorno alla Contea ***


RITORNO ALLA CONTEA
 

 
 
Alla conclusione del funerale, lasciammo la cripta, dove Kili, Fili e Thorin avrebbero riposato in pace, per sempre.
Diedi un ultimo bacio ai miei amici e mi preparai per partire. Sì, era ora di tornare a casa, ma se Thorin avesse vissuto, sarebbe andato diversamente.
 
< < Questa sera sarà una grande festa > > disse Dìs mentre accompagnò me e Bilbo verso il Portone insieme a Balin.
< < Già, canzoni saranno cantati. Racconti saranno raccontati. E Thorin Scudodiquercia passerà alla leggenda > > continuò Balin.
< < So che è così che dovete onorarlo. Thorin era . . era . . - le parole morirono in gola a Bilbo – potete dire agli altri che li salutiamo? > >
< < Potete farlo voi stessi > > disse Balin.
Ci voltammo. I nostri amici erano uno accanto all’altro. Era molto dura lasciarli.
< < Se qualcuno di voi passasse da Casa Baggins, il tè è alle quattro. Siete sempre i benvenuti > > disse Bilbo.
< < Non disturbatevi ad entrare > > scherzai facendoli sorridere, mentre cercavano di trattenersi le lacrime. Il dolore era ancora forte.
Così, gli sorrisi e li abbracciai uno per uno.
< < Sono molta contenta di averti conosciuto Lucy > > mi disse Dìs dandomi due baci sulle guance.
< < Vale anche per me  > >  sorrisi abbracciandola.
< < è ora di andare > > ci chiamò Gandalf interrompendoci. Saremmo rimasti lì ancora per un bel po’.
Salutammo per l’ultima volta i nostri amici e guidati da Gandalf, io e Bilbo tornammo nella Contea.
 
Non ero per nulla felice, avrei desiderato rimanere a Erebor, con i miei amici, con Thorin . . invece, dovevo tornare alla mia solita vita normale.
Anche Bilbo era dispiaciuto, da quando era partito anche lui per questa missione, cambiò moltissimo, diventando più coraggioso e determinato.
< < Qui devo lasciarvi > > sospirò Gandalf appena varcammo i confini della Conta.
< < Gandalf! No. . > > balbettai.
Non poteva abbandonarci. Avevamo bisogno di lui, avevo bisogno di lui . .
< < è un peccato. Mi piacerebbe avere uno stregone intorno. Pare che porti fortuna > > disse Bilbo.
< < Non penserai davvero  che le tue avventure e fughe fossero governate dalla fortuna. Gli anelli magici vanno usati con leggerezza, Bilbo > > lo avvertì Gandalf.
< < Oh . . > >
< < Eh sì, so che ne hai trovato uno nella grotta dei goblin, perciò ti ho tenuto d’occhio soprattutto da quel momento > > continuò Gandalf.
Vedere quell’anello mi faceva un strano effetto.
< < Grazie Gandalf, grazie di tutto > > dissi abbracciandolo.
< < Grazie a voi amici miei, sono molto affezionato a voi > >
< < Anche noi . . > > dissi con le lacrime agli occhi. Lo stregone me le asciugò con un dito e sorrise.
< < Spero di rivedervi presto > >
Lo salutammo e ci allontanammo.
< < Ah Gandalf – disse Bilbo - comunque non devi preoccuparti per l’anello, l’ho perso in battaglia > >
< < Siete delle bravissime persone, ma siete solo piccoli individui in un vasto mondo dopotutto > > ci disse Gandalf prima di andarsene.
 
Bilbo mi cinse le spalle con un braccio e ci incamminammo. Notammo sul sentiero un via vai di hobbit con tanti oggetti in mano.
< < Bilbo, quella non è la cassapanca di tua madre? > > gli chiesi.
< < Cosa sta succedendo?! > >
Il signor Worrywort si fermò e ci osservò curioso. Era sorpreso di vederci.
< < Oh . . signor bilbo, signorina Lucy . . non può essere, voi siete presunti morti > > disse sgranando gli occhi.
< < Non siamo morti. Presunti o qualcos’altro > > disse Bilbo infuriato.
Abbiamo corso fino a casa sua, dove stavano vendendo all’asta i suoi mobili e il suo patrimonio.
< < Fermi! Fermate tutto! > > urlò Bilbo.
< <E tu chi sei? > > chiese Lobelia, una sua cugina.
< < Oh lo sai perfettamente chi sono Lobelia Sackville Baggins! È casa mia! > > disse Bilbo riprendendo i suoi cucchiaini d’argento.
<  < è del tutto irregolare – disse il sindaco - Sono passati tredici mesi dalla scomparsa, come facciamo a sapere se voi siete il signor Baggins? > >
< < Una firma può bastare? > > chiese Bilbo sarcasticamente.
Il sindaco annuì e Bilbo, gettando a terra la sua roba, mostrò il contratto da scassinatore.
< < Lucy! > > mi sentii chiamare da voci familiari.
Chiusi gli occhi e sospirai.
Mi voltai e vidi i miei zii furenti come non mai. Non erano cambiati di una virgola dopo tredici mesi.
< < Abbiamo saputo in un biglietto che te ne sei andata! > > disse mia zia prendendo il mio braccio.
Intanto, mio zio stava leggendo il contratto.
< < Chi è questa persona a cui avete offerto i vostri servigi? Thorin Scudodiquercia > > lesse il sindaco ad alta voce.
< < Era nostro amico > > disse Bilbo abbassando lo sguardo.
< < E questa collana? - rise mia zia prendendomela e osservandola – ne ho viste di più belle > >
< < Me l’ha regalata Thorin! Ed è bellissima! > > urlai lasciando la sua presa, stupendola.
< < Si è proprio sprecato > > disse schifata prima di riprendermi il braccio.
Mi trascinò a casa, rimproverandomi ancora ad alta voce, mentre avevo tutti gli occhi degli hobbit addosso, in particolare di Bilbo, che voleva darmi una mano.
 
Mi misero in punizione, facendomi lavorare tutto il giorno senza mai fermarmi. È già tanto se mi davano da mangiare.
Un giorno, stettero via una giornata intera e mi ordinarono di pulire la casa. Mi alzai presto il mattino e pulii la casa, per bene, controllando che non ci fosse nemmeno una macchia sui mobili o sul pavimento.
 
Quando finii, uscii per prendermi una boccata d’aria.
< < Oh . . ma chi si rivede > > ghignò Tom. Aveva la schiena appoggiata al tronco di un albero, e teneva le braccia incrociate.
Cercai di fare un’altra strada, ma Tom mi bloccò.
< < Dove vai? > >
< < Tom, levati di torno > > gli dissi.
Tom e il suo gruppo sgranò gli occhi.
< < Cosa c’è? La timida Lucy ha paura? E che farai? Andrai a chiamare i tuoi stupidi amichetti? > >
Cercai di mantenere la calma.
< < Cosa vuoi? > >
< < Sai . . senza te e il tuo amico Baggins, qui si stava benissimo > >
E noi stavamo benissimo senza di lui.
Prese la mia collana e la osservò.
< < Orrenda > > disse.
Me la tirò via e la alzò in aria. Divenni rossa dalla rabbia e cercai di riprenderla.
< < Restituiscimela idiota! > > 
< < Su. Salta e prendila, se ci riesci > > rise insieme ai suoi amici.
< < Tom, restituiscila a Lucy > > cercò di convincerlo Ben. Ben è stato l’unica persona a difendermi, mentre tutti gli altri rimasero passivi e ridevano. Ci voleva proprio Dwalin a farli tacere.
< < Lasciala andare! > > dissi per l’ultima volta.
< < Ok > >
Tom la lanciò e io corsi a riprenderla, mentre lui se ne andò con il suo gruppo.
Mi inginocchiai e presi la collana. La mezzaluna si era rotta e la stella era leggermente rovinata. La presi in mano e scoppiai subito in un pianto infinito. Mi sedetti sull’erba e mi coprii il viso con le mani, singhiozzando.
Una mano, intanto, si appoggiò sulla mia spalla.
< < Lucy  . . > >
Era Ben.
< < Va via > > dissi.
< < Tranquilla, non sono qua per prenderti in giro, io voglio solo . . > >
< < Ho detto: va via! > >
Ben si zittì e se ne andò.
 
Mi asciugai le lacrime, ripresi la collana e me ne tornai a casa. I miei zii erano tornati prima del previsto.
< < Come sarebbe a dire questa cosa?! > > indicò mia zia puntando il dito sul tavolo.
Notai che c’era una grande macchia di vino.
< < Ti avevamo ordinato di pulire, e tu che fai? Esci e voli con la fantasia! > >
Avevo pulito per bene tutta casa. Finché non fossero arrivati loro, il tavolo era lucidisso.
< < Non ti è bastato star via da casa per tredici mesi eh? > >
< < Ora fila in camera tua! > > continuò mio zio.
Sbuffai e salii le scale. Sbattei la porta della camera, chiudendola poi a chiave e mi buttai sul letto per sfogare tutto il mio dolore.

 

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Capitolo 23
*** Depressione ***


 
DEPRESSIONE

 
  
 
Gli anni trascorsero troppo lentamente. L’età adulta l’avevo ormai raggiunta, per questo, Bilbo mi aveva convinto di rimanere a casa sua, insieme a Isabella, con cui aveva iniziato a convivere dopo l’annuncio del loro fidanzamento.
Bilbo tentò di convincermi ad uscire più spesso, ma non me la sentivo.
La notte faticavo a prender sonno, per questo, mi svegliavo la mattina con le occhiaie.
Tentò di portarmi anche nel bosco, a passeggiare in mezzo alla natura, ma inutilmente.
< < Lucy, così non va bene > > mi disse Bilbo mentre stavamo tornando a casa in compagnia di Isabella, con la quale si fidanzò e andò a convivere.
Isabella si trasferì così a casa di Bilbo.
< < Non va bene cosa? > >
< < Da quando siamo tornati sei cambiata . . ascolta, mi dispiace tanto. Amavi tanto Thorin . . .  > >
< < Lo AMO ancora! > > gli ricordai.
< < Sì, scusa – disse addolcendo il tono di voce – Lucy, non sei più la ragazza solare e dolce di una volta . . stai cadendo in depressione . . > >
Era preoccupato della mia reazione, per questo tentò di essere il più calmo e gentile possibile, comprendendo di aver toccato un argomento difficile.
Non riuscivo proprio a digerire il fatto che Thorin era . . .
< < Non sono depressa > > mormorai.
Bilbo e Isabella varcarono la porta e mi fecero segno di entrare.
< < Sì certo, come no. E siamo noi quelli che girano per Hobbitville come zombie > > mormorò Bilbo.
Isabella gli diede un pizzicotto, che lo fece sobbalzare.
< < Perdonami Lucy > > disse calmandosi.
Preferii non rispondere e mi sedetti su una sedia, perdendomi nel vuoto.
 
In quel momento, qualcuno bussò alla porta. Bilbo andò ad aprire e notò il sorriso raggiante di Frodo.
Mi voltai. Anche lui stava crescendo. Aveva già 12 anni. Mi ricordavo ancora quando lo avevo visto entrare dalla porta.
 
< < Ragazzi! Guardate! > > urlò ad un certo punto Isabella.
I miei amici corsero alla porta e accolsero Drogo Baggins e Primula Brandibuck, la quale teneva in braccio un bambino.
< < Ohhhh eccolo qua il nuovo arrivato > > si emozionò Isabella avvicinandosi.
< < Ciao piccolo Frodo > > disse dolcemente Bilbo accarezzandogli la manina.
Si svegliò e cominciò a piangere.
< < No no tesorino, non piangere > > disse Bilbo prendendolo in braccio.
Era così piccolo e fragile che Bilbo aveva paura di fargli male.
< < Guarda Lucy, guarda quant’è bello > > disse Isabella facendomi segno di avvicinarmi ancora di più.
Sorrisi forzatamente e annuii, per poi andarmene.
Avevo sempre amato i bambini ed era la prima volta che mi comportavo così. Ero ancora troppo distrutta da . . .
 
Il tempo trascorreva molto lentamente, mi annoiavo, non avevo più una ragione di vita.
Desideravo solo sparire dalla faccia della terra. Uscii per prendere una boccata d’aria e mi diressi al mercato.
Mentre stavo curiosando alla bancarella della frutta, sentii qualcuno tirarmi l’abito. Abbassai lo sguardo. Una bambina mi osservò tristemente. I suoi occhi erano tristi. Era spaventata. Mi abbassai alla sua altezza e le accarezzai le guance.
< < Cosa succede piccola? > > le chiesi.
< < Non trovo più mia mamma > > mi disse strofinandosi un occhio e guardandosi attorno.
Mi rialzai e guardai in giro.
< < Tranquilla, la troveremo > > le sorrisi prendendola poi in braccio.
Camminai per il mercato, sicuramente sua madre non si era allontanata.
Poco dopo, vidi sua madre, che mi corse incontro.
< < Mammina! > > sorrise la piccola.
< < Amore mio! Perché ti sei allontanata? > > disse la madre prendendola in braccio.
< < Scusami mammina > > si scusò dolcemente la bambina.
Sua madre sorrise e le accarezzò la testa, mentre sua figlia le circondava il collo con le braccia.
< < Grazie mille – mi ringraziò la madre – tesorino, tranquilla, non piangere, non ti lascerò mai > >
“Non ti lascerò mai “
Era la stessa frase che mi avevano ripetuto i miei genitori, ma la morte li aveva portati via, via da me.
 
Mentre tornavo a casa, attraversai il ponte sul laghetto e mi fermai ad osservare le colline. Sui prati c’erano molte coppie, sedute accanto, a fare un bel pic-nic.
Un ragazzo, notai in lontananza, tirò fuori dalla tasca un piccolo oggetto, forse era un anello, in quanto la sua fidanzata si coprì il viso con le mani e abbracciò il suo ragazzo, buttandolo a terra e baciandolo.
Avevo visto abbastanza roteai gli occhi e continuai a camminare.
Arrivai sul sentiero che portava a casa di Bilbo, anzi, ormai casa nostra, e incrociai i miei zii con gli zaini in spalla e alcuni sacchi.
< < Ma dove . .? > > sussurrai mentre mi passarono accanto.
< < Avanti, faremo tardi > > disse mia zia chiamando il marito ancora indietro.
< < Dove . . dove state andando? > > chiesi.
< < Il più possibile . . lontano da qua, ci siamo stancati della Contea . . ma scusa, cosa ti importa ormai?  > >
Mi scusi. Era solo una semplice domanda.
< < Non torneremo mai più nella Contea, in mezzo a tutti questi altri inutili hobbit, come te > > concluse mio zio senza guardarmi in faccia.
Benissimo.
Addio per sempre!
 
Arrivai a casa. Mi fermai davanti la porta e feci per aprire la maniglia, quando abbassai il braccio, appoggiai la sacca della spesa sulla panchina accanto alla porta e me ne andai.
Passeggiai per il bosco.
Niente MA . . signorinella, inoltre, cosa ti avevamo ordinato? Devi darci del VOI
 
Perché non cogli l’opportunità? Abbiamo sempre voluto esplorare il mondo
 
È . . l’unico ricordo che ho dei miei genitori
 
Siamo una famiglia. Non considerarti una nullità, perché non lo sei
 
hai reso la mia vita più felice. Mi hai apprezzato per quello che sono, nonostante i miei sbagli
 
Sai . . senza te e il tuo amico Baggins, qui si stava benissimo
 
Voci. Tutte quelle voci familiari si ripetevano nella mia mente e più le sentivo, più sentivo il desiderio di scomparire.
Ad un certo punto mi fermai e mi voltai a sinistra. Spostai i rami degli alberi e mi feci strada verso il dirupo.

 
 
 

Ciao a tutti.
Siamo quasi alla fine. Mancano più o meno 3 capitoli, forse 2, dipende da come mi gira XD
Mi spiace lasciare i nostri personaggi.
Ringrazio ancora chi ha recensito e chi ha messo la storia nelle preferite.
Lucy, purtroppo, sta cambiando e sta per fare una scelta rischiosa, cosa succederà? Ci vediamo al prossimo capitolo.
Bacioni <3
Pritibi

 

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Capitolo 24
*** Una nuova rinascita ***


NUOVA RINASCITA
 

 
 “Non so come hai fatto, ma mi hai riportato alla vita”
               Cit. film “ PS: i love you”
 
 
 
Guardai il vuoto sotto di me e chiusi gli occhi, stringendo i pugni.
< < Che intenzioni hai? > >
Quella voce era familiare. Mi voltai di scatto e vidi Thorin a pochi passi da me. Persi un battito e spalancai la bocca.
Il suo sguardo era freddo e serio, come la prima volta che mi aveva conosciuto e ciò mi rattristò.
< < T- Thorin – balbettai – sei proprio tu > > sorrisi avvicinandomi. Allungai una mano per toccarlo. Tuttavia, il mio braccio attraversò il corpo.
Sospirai amaramente e indietreggiai. Il suo silenzio mi imbarazzava, oltre che inquietava, visto il suo sguardo furibondo.
< < Per favore, almeno tu . . non ripetermi le stesse cose > > sbottai allontanandomi.
Mi lasciai cadere sulle gambe e mi sedetti, con la schiena appoggiata al tronco di un albero.
Mi coprii il viso con le mani e scossi la testa, cercando di allontanare i cattivi pensieri, mentre le lacrime cominciarono a rigarmi le guance.
< < Lucy, guardami > >
Scossi la testa e mi asciugai una lacrima.
< < Ti ho detto: guardami > >
Il suo tono era dolce e pacato e sembrava che cercasse di tranquillizzarmi. Mi sorrise e scosse la testa.
< < Guardati Lucy, non sei più te stessa > >
Ne ero consapevole. Ma non potevo farci nulla. Che colpa ne avevo?
< < Io non . . non ce la faccio > > singhiozzai asciugandomi le lacrime con la manica del vestito.
< < Sì, ce la farai. Hai superato tantissime ostacoli > >
Non risposi. Mi limitai a guardare un punto fisso nel vuoto, preferendo non commentare.
< < Ti rendi conto di cosa stavi per fare? – continuò con tono di rimprovero – cosa pensavi di guadagnare con questo? Rispondimi, non fare scena muta > >
Il suo tono duro mi faceva stare ancora più male. Non mi bastava già la sua morte?
< < Io . . voglio raggiungerti Thorin > >
< < Io sono morto, tu hai ancora una lunga vita per vivere, non sprecare il tuo tempo, questo non è vivere. Bilbo ha bisogno di te, Frodo, Isabella . . . i tuoi amici hanno bisogno di te. È un comportamento da egoista – continuò avvicinandosi ancora di più al mio viso – vivi, fai vedere quanto vali – mi sorrise – Io sarò sempre nel tuo cuore. Continua a vivere, fallo per me. Io sarò sempre nel tuo cuore > >
Allungò la mano e fece per appoggiarla al mio petto, ma la mano passò attraverso il mio corpo.
< < Hai capito? > > mi chiese.
Sorrisi e annuì, rassegnandomi.
Sorrise e si rialzò. Tentai di afferrargli il braccio, ma non ebbi la possibilità.
< < Thorin – lo chiamai. Si voltò di scatto e aspettò – ci rincontreremo? > >
< < Sì, è una promessa. Sarai sempre nel mio cuore > > sorrise prima di scomparire.
 
Riaprii di colpo gli occhi e indietreggiai velocemente prima di cadere nel precipizio. Appoggiai la schiena contro un albero e mi massaggiai la testa.
< < Cosa stavo facendo > > sussurrai a me stessa.
Mi guardai attorno. Di Thorin non c’era più traccia.
Ricordai le sue parole.
“ Continua a vivere”. Ricomincerò da capo!
Va bene Thorin, lo farò per te! Per Bilbo, Frodo e Isabella!
Sorrisi e abbassai lo sguardo, quando sentii delle urla. Corsi per il bosco, cercando di capire cosa stesse succedendo. Riconobbi la voce di Frodo. Era in pericolo. Corsi il più veloce possibile, giungendo fino alla riva del lago.
Una barca era capovolta in mezzo al lago e Frodo stava rischiando di annegare.
Mi tolsi le scarpe e mi buttai in acqua.
Mi ricordai le parole di Thorin. Mi aveva dato degli ottimi consigli sul nuoto, in quando non ero proprio capace.
Nuotai verso Frodo, il quale stava andando a fondo. Lo afferrai per le braccia e lo strinsi a me.
Raggiunsi la riva e subito altri hobbit corsero verso di noi, preoccupati.
< < State bene? > > ci chiesero porgendoci delle coperte per coprirci.
< < Sì, grazie mille > > risposi prendendole.
< < I miei genitori . . > > sussurrò guardando verso il lago.
Appoggiai una mano sulla sua spalla, guardandolo tristemente. Frodo comprese il mio sguardo e iniziò a piangere. Lo abbracciai, stringendolo a me.
< < Mi dispiace ragazzo > > dissero tutti dandogli una pacca sulla spalla.
Frodo tirò su col naso e guardò verso il cielo.
< < Andiamo a casa Frodo > > gli dissi abbassandomi alla sua altezza.
< < Non ho più una casa > > disse tristemente.
< < Starai con me, Bilbo e Isabella > >
< < Ma . . > >
< < Ti vogliamo molto bene Frodo e ci prenderemo cura di te > >
Gli sorrisi e il ragazzo sembrò tranquillizzarsi.
 
Appena siamo tornati a casa, Bilbo e Isabella ci accolsero calorosamente. Ci fecero sedere davanti al camino per scaldarci e ci prepararono un tè caldo.
Poi, siamo riusciti a convincere Frodo ad andare in camera. Aveva bisogno di riposarsi.
< < Vuoi ancora del tè? > > mi chiese Isabella.
< < No grazie > > sorrisi.
< < Com’è successo? > > mi chiese Bilbo.
< < La barca su cui stavano Frodo e i suoi genitori si è ribaltata > >
< < E tu sei entrata in acqua per salvarlo – sorrise Bilbo – avevi paura dell’acqua > >
< < Ho seguito dei preziosi consigli > > sorrisi.
< < Perché i miei genitori non ci saranno più? > > ci chiese Frodo giungendo in soggiorno dopo un paio di minuti.
Bilbo guardò me e Isabella, non sapendo cosa rispondere.
< < Purtroppo, non tutte le cose, nella vita, vanno come vorremmo che siano – dissi – ma c’è una cosa che ho imparato: non è la fine. I tuoi genitori ti hanno amato, ti amano e ti ameranno. Si trovano in un luogo sereno, lontano dal dolore e dalla preoccupazione. Saranno sempre nel tuo cuore e ti proteggeranno, anche se non fisicamente > >
Bilbo e Isabella mi sorrisero e annuirono.
< < Ci saranno momenti in cui ci lasceremo sopraffare dal dolore, ma passerà tutto, perché abbiamo il sostegno dei nostri amici e parenti > > dissi indicando Bilbo e Isabella.
Frodo sorrise.
< < Voi mi volete bene? > >
< < Noi ti amiamo Frodo > > gli abbiamo ricordato abbracciandolo.


Eccomiiii:D
Dunque, mancano solo 2 capitoli alla fine della storia. Lucy ha compreso che l'amore può superare qualsiasi cosa e ha finalmente capito di andare avanti, nonostante tutto e avrà sempre al suo fianco i suoi amici: Bilbo, Isabella e il piccolo Frodo, che ha appena perso i suoi genitori.
Ci rivediamo al prossimo capitolo. Grazie ancora a chi ha recensito finora e chi ha solo letto o messo la storia tra le preferite.
Alla prossima
Bacioni <3
    Pritibi

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


VIVA GLI SPOSI

 
 
 
Il tempo trascorreva veloce. Frodo stava diventando un uomo. Era molto dolce e gentile con tutti, per questo i suoi coetanei lo presero in simpatia e fecero amicizia.
Bilbo, con nostra grande felicità, aveva chiesto a Isabella di sposarla e mi aveva chiesto di essere la sua testimone di nozze.
Quando il gran giorno era arrivato, io e Bilbo ci trovavamo già al parco, dove c’era un piccolo altare, sopra il quale un arco di fiori e foglie era stato allestito.
Indossavo un abito giallo lungo fino alle caviglie con dei ricami a forma di fiori sulla gonna.
Misi i miei orecchini preferiti e la collana che mi aveva regalato Thorin.
La presi fra le mani e la osservai, perdendomi nei ricordi.
Chiusi un attimo gli occhi tentando di non pensarci, poi, li riaprii all’improvviso, quando notai che Bilbo era piuttosto agitato.
< < Sto bene? > > mi domandò sistemandosi la camicia.
< < Certo, tranquillo > > gli dissi appoggiando una mano sulla sua spalla.
< < E se Isabella dice NO? > >
< < Smettila di farti i film mentali > >
I musicisti ci interruppero e cominciarono a suonare. Ci voltammo. Isabella era arrivata. Indossava un bellissimo abito bianco e portava un velo sopra la testa.
< < Wow. È stupenda > > sussurrò Bilbo.
Aveva perfettamente ragione.
Un suo cugino la teneva a braccetto e insieme, giunsero all’altare, mentre la gente continuava a dirle di quanto era bella.
 
< < Miei cari amici, siamo qui riuniti per unire nel sacro matrimonio i qui presenti Bilbo Baggins e Isabella Brandibuck. Vuoi tu . . Bilbo Baggins . . prendere come tua sposa Isabella Brandibuck, amarla e rispettarla, in salute e in malattia, finché morte non vi separi? > >
< < Sì, lo voglio > >
< < E vuoi tu, Isabella Brandibuck, prendere come tuo sposo Bilbo Baggins, amarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, finché morte non vi separi? > >
Attese un attimo prima di rispondere e ciò preoccupò Bilbo, il quale cominciò a grattarsi la guancia per l’agitazione.
< < Sì, lo voglio > >  disse infine.
< < Dal potere mio conferitomi, vi dichiaro marito e moglie > >
Bilbo e Isabella, in seguito, si scambiarono gli anelli.
Dopo sguardi intensi, Bilbo le prese il viso tra le mani e la baciò, mentre noi applaudimmo e fischiammo, mentre Merry e Pipino lanciarono in aria tanti petali bianchi.
Isabella si voltò e lanciò il bouquet, preso da Sam.
< < Ora! Festa e cibo! > > urlò poi il giovane Pipino lanciando coriandoli ovunque.
 
I musicisti ricominciarono a suonare.
La gente si portò in pista e cominciò a ballare, sulle note dei clarinetti e tamburi.
Merry e Pipino salirono sui tavoli e cominciarono a saltellare, mentre tenevano in mano dei calici pieni di birra.
< < Ma tu guarda cosa si mette fare il mio cuginetto > > sospirò Isabella guardando Merry.
< < Sono già ubriachi fradici > > risi.
Il giovane Sam si avvicinò a noi, per prendere una pizza dal tavolo che offriva tanti spuntini.
< < Tu non vai a ballare? > > gli chiese Bilbo.
< < N – no. Non sono bravo > > disse timidamente.
< < Non è una gara a chi è più bravo ragazzo mio – continuò Bilbo – e poi lo sappiamo che è una scusa per non ballare con Rosie, di cui sei cotto > > sorrise maliziosamente.
< < Cosa? non è vero > > mentì.
< < Hai preso il bouquet, è ovvio che ti sposerai con lei > > disse Isabella.
Sam la guardò timidamente e si allontanò, mentre noi abbiamo scosso la testa.
 
Poco dopo, misero una musica lenta, tante coppie si abbracciarono e si coccolarono, baciandosi con passione, ballando sul dolce suono dell’arpa.
Mi commossi vedendo soprattutto Bilbo e Isabella.
Bilbo le continuava a pestare il piede, mentre Isabella cercava di guidarlo.
< < Mi concedi questo ballo? > > mi chiese Ben, l’amico di quel bulletto di nome Tom.
Sospirai e non risposi.
< < Andiamo, è solo un ballo > > insistette.
Gli diedi la mano timidamente e raggiungemmo la pista. Mi afferrò per i fianchi e mi attirò a sé.
< < I tuoi occhi sono molto belli > > sussurrò guardandomi negli occhi.
< < Oh, grazie > > sorrisi imbarazzata.
Da quando era così gentile?
Di solito faceva il bulletto insieme ai suoi amici, però . . mi aveva sempre detto di essere innamorato di me.
< < Dov’eri tutto questo tempo? Mi sei mancata molto > >
< < Sono stata in giro, ho vissuto una bellissima avventura > > mormorai.
Notai che stava guardando le mie labbra e lentamente si avvicinò a me, allora, indietreggiai.
< < Scusami > > dissi allontanandomi.
 
Mi diressi al tavolo degli spuntini e presi un bicchiere d’acqua.
< < Ehi Lucy, stai bene? > > mi chiese Bilbo.
< < I- io? Sì, tutto bene > > mentii.
< < Non mi freghi, cosa è successo? > >
< < Ben ha cercato di baciarmi, ma l’ho allontanato > >
< < Ohh . . – disse emozionato – qui qualcuno ha una cotta per te > >
< < Non voglio illuderlo > >
< < “Thorin” > >
Bingo.
Annuii e mi rattristai.
< < Ho fatto una promessa: avrei continuato a vivere, ma non avrei mai smesso di amarlo > > dissi accarezzando la collana.
Nessuno lo avrebbe sostituito. Sarebbe rimasto per sempre nel mio cuore.
< < Oh Lucy - disse Bilbo abbracciandomi – Thorin si trova in un posto meraviglioso e il suo desiderio è quello di vederti felice > >
L’abbraccio del mio amico mi fece tornare a sorridere. Mi asciugai le lacrime e annuii.
< < Hai ragione, lo farò per me, per lui . . scusami amico mio, è la tua festa e io non dovrei stare qui a piagnucolare > > dissi imbarazzata.
< < Stai tranquilla, sei una donna in gamba. Thorin manca molto anche a me, era . .  era . .  il mio migliore amico. Se la perdita è dura per me, non immagino per te > > sussurrò appoggiando una mano sulla mia spalla.
< < Grazie Bilbo > > lo abbracciai per poi andare da Ben.
 
Lo trovai a chiacchierare con un suo amico.
< < Puoi . . lasciarci soli un attimo? > > chiese al suo amico.
< < Ciao . . ascolta . . mi dispiace . . > >
< < No, scusa me, forse ho osato troppo. Ho capito che non ti interesso > > disse alzando le spalle.
< < Mi dispiace davvero. Non è mia intenzione ferirti > >
< < Lo so, comunque . . stai tranquilla, va tutto bene. Se vuoi . . possiamo essere amici > >
< < Mi piacerebbe molto > >
Sorrise allegramente e mi abbracciò.
 
Il rumore di un botto ci interruppe. Alzammo gli occhi al cielo e notammo i meravigliosi fuochi d’artificio di Gandalf.
< < Wow. Cugina, posso andare ad aiutarlo?? > > chiese Merry a Isabella.
< < No, sei ancora troppo piccolo> > gli fece capire.
< < Se vado con Pipino? > >
< < Nemmeno.  Guai a voi se vi avvicinate, è pericoloso > >
< < Quindi vorrà dire che quando saremo grandi potremo usarli > > continuò Merry.
Isabella lo guardò in malo modo.
< < Farete quello che volete > > sospirò zittendoli.
 

 
Ciaooo a tutti:D
Il prossimo capitolo sarà l’ultimo . . Accidenti, siamo già alla fine . . mi mancherà anche questa storia.
Vi prometto che l’epilogo sarà bello ;)
Grazie ancora a chi ha recensito finora e chi ha messo la storia tra le preferite. Ci vediamo al prossimo capitolo.
Bacioni <3
    Pritibi
 

 
 

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Capitolo 26
*** Epilogo ***


EPILOGO
 

 
< < Dicono che il Paradiso sia molto bello > > ansimò  Lucy, che giaceva nel suo morbido letto. Era pallida in viso e la pelle tremava dal freddo. Era invecchiata, aveva i capelli grigi, ma poche rughe in viso.
Isabella, Bilbo e Frodo, in piedi e accanto al letto, singhiozzarono un “speriamo”.
< < Bilbo, hai visto? La tua pianta è cresciuta tanto . . > > indicò Lucy spostando lo sguardo verso la finestra e ammirando in lontananza la sua quercia.
Il cielo era nuvoloso, il sole si nascondeva, quasi da attendere tristemente la morte della hobbit.
Quella pianta era il frutto della ghianda che Bilbo aveva preso nel giardino di Beorn, per ricordare tutti quei legami che hanno avuto durante il viaggio verso Erebor, i vivi, i morti, e la fortuna di essere tornati a casa sani e salvi.
< < Già > > sospirò Bilbo ammirando la pianta.
< < Quel viaggio vi ha cambiato la vita > > disse Isabella.
< < Abbiamo scoperto il mondo. Come dice Gandalf: il mondo non sta nei libri, ma là fuori. E ora, eccoci qui, invecchiati > > sorrise Bilbo.
< < Spero di poter vivere anche io un viaggio del genere > > sognò Frodo.
< < è allo stesso tempo emozionante, ma anche pericoloso ragazzo > > lo avvertì Bilbo.
< < Bilbo . . voglio augurarti un buon compleanno, in anticipo > > disse Lucy.
Bilbo avrebbe compiuto 111 anni e per questo magnifico evento, avrebbe festeggiato con tutta Hobbiville, ma senza la presenza di Lucy, non sarebbe stato piacevole.
< < Grazie amica mia > >
< < Isabella, prenditi cura di Bilbo, sperando non combini guai . . > > le disse Lucy.
< < Ma senti chi parla > > rise Bilbo dandole una leggera pacca sulla spalla.
< < Frodo, hai ancora una lunga vita davanti a te, ti auguro tutta la fortuna del mondo. E Bilbo, grazie ancora, sei un grande amico > >
< < Ti vogliamo bene > >
< < Anche io. . . > >
Lucy non fece in tempo a concludere la frase perché dopo aver esalato un ultimo respiro, spirò.
Isabella si strinse a Bilbo piangendo, bagnandogli la giacca.
< < Riposerà in pace, non avrà più dolore > > disse Bilbo tirando su il naso.
< < Se lo merita > > continuò Frodo voltandosi e asciugandosi la guancia dalle lacrime.
 
Quando Lucy riaprì gli occhi si ritrovò stesa sul terreno morbido. Attorno a lei c’era solo luce, nient’altro.
Pensava di trovare finalmente la pace, invece, in quel moment era solo spaventata.
< < Eccoti tesoro! > > dissero due voci familiari dietro di lei.
Lucy si voltò di scatto e riconobbe le due figure non molto distanti da lei, che le sorridevano.
Due hobbit dai capelli grigi e di bassa statura, dagli occhi castani, come i suoi.
< < Mamma. Papà > > sussurrò Lucy quasi piangendo.
I suoi genitori erano uguali a come li aveva visti l’ultima volta, solo che non avevano tutte quelle orribili ferite in viso. Sembravano due angeli.
Lucy si alzò in piedi di scatto e corse verso di loro, ma prima, si fermò un attimo notando che era capace di camminare ancora. Lucy non era vecchia, anzi, era tornata giovane. Indossava una camicia bianca e un abito lungo fino alle caviglie.
< < Mi siete mancati tanto > > pianse Lucy abbracciandoli.
< < Non ti abbiamo mai lasciata sola piccola > > dissero baciandole i capelli.
< < Come state? > >
< < Noi benissimo – sorrisero - piuttosto tu? Ne hai passate di cotte e di crude. Ma non preoccuparti, i tuoi zii non ti faranno più del male > >
< < Dove sono? > >
< < Da tutt’altra parte, non qui, non lo meritano > >
< < Almeno c’era il mio amico Bilbo. A proposito, ha quasi 111 anni eppure, non è per niente invecchiato > > proseguì Lucy.
< < avrà tante cose da raccontarci quando ci raggiungerà > > sghignazzarono i suoi genitori. Sapevano che era l’Anello che aveva preso da Gollum a fargli quell’effetto.
 
All’improvviso, tutta la luce che li circondava sparì. E si ritrovarono su una grande isola, circondata da un mare pacifico.
C’erano molte case costruite su un’alta montagna, prati rigogliosi e alberi di frutteti. Si sentivano le risate di tanti adulti e bambini in lontananza.
< < Benvenuta a Valinor tesoro > > dissero i due hobbit facendo ammirare alla figlia il panorama.
< < Wow! È bellissimo > > si meravigliò Lucy guardandosi attorno e assaporando il paesaggio.
< < Ti faremo conoscere i nostri nuovi amici > >
Lucy smise di sorridere e ripensò alla compagnia dei suoi amici nani.
< < Qualcosa non va? > > gli chiesero.
< < Io . . no . . cioè . . > >
I suoi genitori avevano uno sguardo d’intesa.
< < Cosa c’è? > > chiese interrogata Lucy.
I due hobbit si allontanarono e fecero spazio per l’arrivo di qualcuno.
Non una persona qualsiasi.
Lucy sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta.
Un nano dall’aspetto regale si avvicinò alla ragazza con sguardo fiero e affascinante. Indossava gli stessi abiti quando si trovava a Pontelagolungo.
< < Thorin, al vostro servizio > > disse prendendo la mano di Lucy e baciandogliela.
< < Questo è un sogno > > mormorò Lucy sorridendo come un’ebete.
Successivamente, uscirono dai cespugli anche gli altri nani.
< < Kili e Fili, al vostro servizio > > dissero per prima i due fratelli, poi, lo fecero anche gli altri nani.
< < Ehi. Stai bene? > > rise Bofur.
< < Hai perso la lingua? > > scherzò Kili.
< < Spero di no – disse Thorin – rivoglio la mia Lucy: meravigliosamente chiacchierona e pazzoide > >
< < Io . . S- s- sono . . . sono troppo felice! > >
< < Sì, lo so, anche io all’inizio ero spiazzato come te, ma ci farai l’abitudine > > disse Thorin sorridendo e facendole l’occhiolino.
 
Infine, si fecero vedere anche Thrain e Thror, padre e nonno di Thorin.
< < Oh . . eccola. Piacere di conoscerti > > disse Thrain stringendole la mano.
< < Thorin ci ha raccontato molto di te. Fin troppo > > sorrise Thror baciandole la mano.
< < Ehi nonno, potrei essere un po’ geloso > > scherzò Thorin attirando a sé Lucy.
< < Senti bello, sei il Re sotto la montagna, ma ciò non toglie che io sia il padre di Lucy e che rimarrà la mia piccolina > > disse il padre di Lucy avvertendolo.
< < Mia figlia . . con il Re sotto la montagna, chi l’avrebbe mai detto? > > disse contenta la madre di Lucy.
< < Anche noi pensiamo la stessa cosa  > > dissero all’unisono i nani guardando Thorin.
Thorin, in passato, ha avuto qualche flirt amoroso, ma mai una storia davvero seria.
La sua prima ragazza l’aveva tradito, da quel momento aveva deciso di non aver più a che fare con una donna, in seguito, ne ha conosciuta un’altra, ma quest’ultima ha cominciato a non considerarlo a causa del suo essere troppo riservato e testardo.
Ma quando ha conosciuto Lucy, tutto nella sua vita è cambiato. Quando stava accanto a lei si sentiva felice. Lucy è stata l’unica ragazza ad accettarlo così com’era, perché ha compreso in lui grande forza e integrità interiore.
< < Davvero, sto sognando > > continuò a dire Lucy.
< < No, è la realtà – disse Thorin accarezzandole una guancia – mi sei mancata. Non vedevo l’ora di rivederti > >
< < Oh Thorin, mi sei mancato anche tu > >
< < E adesso siamo tutti qui, manca solo il signor Baggins . . ma ci raggiungerà più tardi  > >
Thorin e Lucy si guardarono intensamente e dopo essersi avvicinati lentamente, Thorin le strinse i fianchi e la attirò a sé per poi baciarla dolcemente, sotto gli applausi e i fischi dei loro compagni.
< < Ti amo Lucy Hostel > > sussurrò Thorin sulle labbra di Lucy.
< < Ti amo anche io, Thorin Scudodiquercia > >
< < Ora saremo insieme . . – sussurrò Thorin accarezzandole una guancia - e questa volta, per sempre > >
 
Lucy:

 


Ciao a tutti:D
Purtroppo siamo già alla fine della storia.
Mi mancherà la coppia Lucy/Thorin.
L'immagine l'ho presa da "le cronache di Narnia" . . un altro film che mi piace molto dopo Lo hobbit e Il Signore degli Anelli e il personaggio di Lucy è il mio preferito.
Ringrazio moltissimo chi ha recensito finora: nikyhorse,ThorinOakenshield,Beegrrrl,callas d snape,Sylvie91, Shaon Nimphadora,_FallingTopieces_ e Thranduil_Orepherion e chi ha messo la storia tra le preferite.
Un bacione a tutti <3
    Pritibi

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