tommy the pretty princess

di papayasorridente
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Parte I ***


C'era una volta un regno molto speciale chiamato BBC dove tutti i suoi abitanti erano felici e vivevano gioiosi nell’atmosfera di fluff perenne. Il re di questo paese si chiamava Arthur e amministrava giustamente il regno grazie all'aiuto del suo fidato compagno e mago Merlin. I due si amavano molto e desideravano avere  un figlio, ma ben sapevano che non era possibile. Un giorno decisero di fare visita al grande drago John Hurt, supplicandolo di donare loro un bambino. Allora il drago, impietosito dalla loro cucciolositá, fabbricò una coroncina di margherite con i suoi artigli e disse loro di appoggiarla su una cucurbita prima di andare a dormire e che il mattino dopo avrebbero trovato ciò che desideravano sotto la coroncina. Così fecero e con sommo gaudio trovarono un bambino con i capelli rossicci e gli occhioni azzurri che li guardavano spaesati e lo chiamarono Thomas William, conosciuto da tutti come Tommy, la bella principessa. I sovrani erano felici e il regno gioiva per la beltá della principessa, tanto che organizzarono una festa per il suo primo compleanno. Dimenticarono peró di invitare lo stregone Steven Moffat, che, offeso dal mancato invito, con una potente magia chiamata angst imprigionò i sovrani in un sonno incantato e rapì Tommy, prendendo così il controllo del regno di BBC. Il regno diventò un luogo di dolore, in cui accadevano sovente incidenti, in particolare suicidi dal tetto del St Bart's Hospital. Il malvagio stregone rinchiuse Tommy in una torre altissima dove nessuna coroncina di fiori poteva arrivare e Tommy non poteva utilizzare il suo potere: infatti il bambino possedeva la magia delle coroncine di fiori, incanto che produceva il fluff che poteva sconfiggere l'angst che portava Moffat. Il bimbo cresceva senza mai uscire dalla torre ed era quindi, poiché non aveva altro da fare, entrato nel fandom e intervallava la stesura di fanfiction a numerose tazze di thé. Infatti Moffat era costretto a portare a Tommy numerosi infusi e miscele Twinings e Whittard, che lo distraevano dalla voglia di esplorare il mondo esterno.
Ogni anno Tommy chiedeva a Moffat, che considerava suo padre, di andare a vedere i fiorellini scintillanti che brillavano nel cielo ad ogni suo compleanno. Infatti gli abitanti di BBC organizzavano in gran segreto, ogni 9 febbraio, una commemorazione per Tommy la principessa, lanciando nel cielo lanterne cinesi a forma di fiori, sperando che un giorno tornasse a casa.
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Quella mattina Tommy stava lucidando tutte le sue tazzine da thé e si accingeva a pettinare la sua bambola preferita, quella di Loki, principe di Asgard a cui era stato ingiustamente negato il trono a favore di quella piaga vivente con sembianze scimmiesche che era suo fratello Thor. Mentre accarezzava il capelli neri della bambola, comparve nella sua stanza in cima alla torre, una cabina blu del telefono, comunemente chiamata Tardis. Malauguratamente Tommy non aveva la minima idea di cosa fosse un telefono, (quindi figuriamoci un Tardis) e quando dalla scatola blu uscì Barty Crouch Jr con in mano un cacciavite, fu colto dal panico e con lo scettro del potere di Loki colpì l'individuo in testa. Rimase a fissarlo poi decise di legarlo alla sedia e attendere il suo risveglio con lo scettro in mano. Nella sua testa si affollavano mille domande: Chi era quello strano uomo così simile al tipo altamente inquietante del quarto film di Harry Potter? Cos'era quella grossa scatola blu che... Per la barba di Merlino, gli aveva rotto la teiera preferita con le foglioline! Prese un lungo respiro per sopprimere l'istinto omicida verso il tizio legato alla sua sedia, e in quel momento Barty Jr rinvenne e Tommy gli puntò subito contro lo scettro.
"Chi sei tu e come hai fatto a trovarmi?" Disse minaccioso. Barty contraffatto assunse un'espressione confusa prima di puntare lo sguardo su Tommy ed esordire:
"Salve, o abitante di un paese remoto al di fuori dalle canoniche carte geografiche del genere umano con uno scettro del tutto alternative universe rispetto ai tuoi abiti. Mi faresti il piacere di liberarmi?" Dal momento che il ragazzo lo osservava minacciosamente, aggiunse con un sorriso incerto: "Allons-y?".
 "Sai che quello che hai appena detto significa 'andiamoci' e non ha nessun collegamento con il discorso che hai appena fatto?" Ribatté Tommy con aria saccente e molto fiero del suo francese, poi ripeté: "Chi sei tu e come hai fatto a trovarmi?" Barty si schiarì la voce e disse:
"Io non so chi tu sia e nemmeno come io abbia fatto a trovarti, ma una piccola cosa posso dire: ciao! Io sono Ten, un alieno con due cuori che viaggia nello spazio e nel tempo all'interno di una cabina blu del telefono. E tu sei... ?". "Thomas William Hiddleston, miglior scrittore di merthur su Efp e Ao3. Puoi avere il mio autografo se è per questo che sei giunto qui." Ten rimase allibito per qualche istante poi con l'espressione della migliore fangirl saltellò sulla sedia (notevole movimento dato che era legato stile Flynn Ryder in Rapunzel) e tentò di battere le mani: " Per tutte le ship non canon, tu sei Lokithedragonlord28!" Esordì con un gridolino. Poi schiarendosi la voce, le disse:
"Ehmm, monsieur Tommy mi farebbe il favore di sciogliere le corde che mi legano? Non mi trovo a mio agio." Dato che Ten l'aveva riconosciuto sotto lo pseudonimo di cui andava molto fiero, slegò il dottore. Quest'ultimo, una volta libero, si inchinò ed esclamò:
"My lord, sono qui per realizzare il tuo destino: devi sapere che il grande drago John Hurt (prezzemolino supremo della BBC) mi ha incaricato di condurti avanti nel tempo e liberarti da questa torre. Poi ha fatto un discorso criptico su destini e facce della stessa medaglia, ma sai, lo dice un po' a tutti. Pronto a partire?" Tommy spalancò gli occhioni blu e guardò spaesato il Dottore: "Per dove?". "Verso l'infinto e olt-" la risposta venne tagliata dall'espressione scettica di Tommy.
"Ehmm, ehm. UK, London, 221B Baker Street."
 
_
 
John era disteso sul divano, ringraziando Sherlock di averglielo lasciato per fare la doccia e poteva quindi rilassarsi, conoscendo l’abitudine del coinquilino a prendersi un’immensa cura dei propri capelli, che poi spettinava ad arte per rendere la figura di uomo singolare più credibile, ma John SAPEVA. Ticchettava con le dita sulla tastiera del laptop, indeciso tra “immaginifico” e “strabiliante” (bocciò il primo; l’unica volta in cui aveva sentito quel termine era stato in Moulin Rouge in una battuta di Toulouse, e paragonare il genio di Sherlock ad un nano ubriaco francese era molto antibritannico, perché ugh, francesi), quando un tonfo lo fece sobbalzare sul posto, ricordandogli quella volta in cui lui e Sherlock avevano trovato l’elefante…
Un attimo. Per il santissimo cielo plumbeo di Londra! “Sherlooooock! C’è un altro elefante!”
Gridò mentre si alzava dal divano e si dirigeva verso la cucina e la fonte di quel fracasso. Sherlock (incredibilmente vestito di tutto punto) lo raggiunse un secondo dopo, trovando John intento a fissare una cabina blu del telefono, dalla quale stavano uscendo barcollanti due strani individui, uno con una discutibile sanità mentale, considerato il ghigno sul suo volto, e l’altro con stampata in faccia l’espressione della fan girl più accanita. Sherlock si riprese dal momento (breve, molto breve) di stupore e fece un cenno del capo ai due ospiti:
“Benvenuti, anche se avreste potuto bussare o almeno chiedere alla signora Hudson. Tu devi essere Ten, l’ultimo Timelord e tu Tommy, the pretty princess. John, per favore, prepara il thé per i nostri ospiti, darjeeling per il Dottore e il classico della colazione per Thomas.”
John guardò i due, poi la cabina blu, poi Sherlock, poi sospirò. Il suo percorso fino alla credenza (miracolosamente intatta dopo l’atterraggio) fu bloccato dal gridolino acuto di quello chiamato Tommy da Sherlock,
“Awww! Johnlock!”
e dallo sguardo soddisfatto del suo compagno di viaggio, vedendo la reazione del primo.
John decise di non indagare oltre, lasciando  a Sherlock il compito di trattare con la gente strana. Quando tornò in salotto con il thé, vide i tre immersi nella spiegazione (assolutamente LOGICA, secondo il coinquilino) delle funzioni del tardis e dei viaggi nello spazio e nel tempo del Dottore.
“Quindi non è possibile costruire un tardis?”
“Ovvio che no, i tardis vengono allevati.” ‘Matrix’, pensò John, poi si schiarì la voce e chiese ai due:
“Non vorrei sembrare scortese, ma potreste gentilmente spiegarci che ci fate qui?”
“Siamo qui per aiutare il presente Tommy a scoprire il suo potere, l’unica risorsa che può riportare il fluff BBC, sconfiggendo il malvagio Moffat! Siamo arrivati nel mondo attuale per rintracciare colui che può aiutarci a scoprire come sbloccare la sua magia: un angelo di nome Castiel!”

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


A Castiel fischiavano le orecchie, o meglio, radio-angel incorporata grazie alla quale percepiva gli umani che necessitavano del suo aiuto. Chissà se funzionava ancora bene, dopotutto, dalla quarta stagione in avanti, era morto e risorto più volte e in modo più epico di Gesù. Poi il periodo che stava vivendo era un po’ turbolento, niente di nuovo in realtà; Crowley che faceva casini, altri angeli che tentavano l’autocrazia in Paradiso e il suo catastrofico rapporto TiSalvoLaVitaPerDimostrartiIlMioAmoreETuSoccorriTuoFratello con Dean. In nome di Papà, passava più tempo a sanguinare per i Winchester che a risolvere i problemi della sua messy-family. Radio-angel gli inviò un segnale: a quanto pare qualcuno che non fosse Dean lo stava chiamando. Un battito di ali e si materializzò in un salotto impolverato con quattro tizi che lo fissavano sbigottiti. Cioè, il tizio basso e biondo e il ragazzo erano sbigottiti, ma i due con i capelli scuri lo guardavano come se fosse un interessante esperimento. “Castiel! Che bello incontrarti di nuovo! Ti ricordi? Parigi, 1823, ultimi moti rivoluzionari.” Ah, ora era tutto chiaro: quello doveva essere il tizio mezzo pazzo che sosteneva di essere un alieno. “Tu sei il Dottore, giusto? L’alieno?” Povero Cas, non poteva tollerare che ci fossero altri esseri extraterrestri al di fuori del Testamento. Ten batté le mani e disse: “Lascia che ti presenti John Watson”, il tizio ancora sbigottito, “Sherlock Holmes”, okay, di lui aveva paura, col cavolo che gli avrebbe permesso di fare esperimenti su di lui, gli serviva solo la lama angelica e… “e Tommy the pretty princess.” In nome delle dieci stagioni di Supernatural! Lui conosceva quel ragazzo! Con voce emozionata (gli altri non lo notarono, Cas era esperto in occlumanzia) si rivolse a Tommy: “Attendevo da tempo la vostra venuta: è ora che io ti spieghi il tuo compito e come eseguirlo.” Il tizio inquietante che voleva usarlo come cavia lo interruppe: “Sì, lo sappiamo, tu sei Castiel, un angelo del Signore e sulla lista dei salvatori del Paradiso c’è il nome di Thomas William Hiddleston (oltre a Gesù, Artù Pendragon, Alan Turing…); lui sconfiggerà l’angst di Moffat con il suo potere delle coroncine di fiori.” Cas era combattuto: ucciderlo e tanti saluti a Moriarty o sfoggiare un’espressione meravigliata (non celata dall’occlumanzia) e dirgli: “Tu sei il profeta!”? Fece la seconda e si guadagnò uno sguardo di sufficienza da parte di Sherlock che rispose: “Il mio cervello funziona ad alta funzionalità; in primo luogo avrete notato gli abiti del tutto alternative universe che indossa…” (Sherlock stava esagerando, Tommy aveva solo un paio di jeans e la sua maglia degli ACDC, ma rispetto ai completi impeccabili di Sherlock effettivamente era molto AU) “… E più importante notate la voglia a forma di margherita che Tommy ha sul polso sinistro: insomma, è palese, bisogna trovare qualcuno con lo stesso simbolo e insieme potranno sconfiggere l’angst di Moffat!” Cas decise che amen, il Paradiso avrebbe trovato un altro profeta, questo poteva benissimo ucciderlo. Con un sorrisetto strafottente Sherlock aggiunse: “Lascia che Mr TSI ti spieghi chi è l’altra persona” Caaas, respira, non si uccide la gente profetica che poi Papà ti mette nella gabbia con Lucifero Cas respirò: “Dobbiamo cercare Elle il cavaliere delle margherite, l’unica ragazza che può aiutare Tommy nella sua missione.” _ Tommy a quel punto era confuso: in meno di 12 ore era stato rapito da un alieno con due cuori, aveva incontrato una delle sue OTP (che dannazione, non si comportava come nelle fanfictions) e un angelo era arrivato dicendogli che con il magico potere che non sapeva di avere e “l’altra faccia della stessa medaglia” avrebbe sconfitto un qualcosa di nome angst (“Il maleficio di Moffat”, ripeteva John senza capire) che significa ‘tristezza’ in tedesco, ma Moffat era suo padre e non gli era mai sembrato così malvagio, e non poteva aver pietrificato i suoi genitori come diceva Castiel… Tommy era molto confuso. Di certo l’atmosfera intorno a lui non era delle più pacifiche, non con Sherlock e Castiel che discutevano tramite occhiate assassine, mentre John proponeva di cercare Elle su face book e il Dottore puliva senza fretta il teschio del detective. Dato che nessuno faceva davvero caso a lui si diresse in cucina a prepararsi un’altra tazza di thé. Ma appena versò il liquido bollente nella tazza, la superficie si increspò, rivelando il viso di una ragazza coni capelli mori e un’inconfondibile ciondolo a forma di margherita. Stava leggendo e , magnifico, dietro di lei si stagliava la statua di Peter Pan di Hyde Park. Subito posò la tazza e correndo in salotto gridò: “Il thé mi ha parlato! So dove trovare Elle il cavaliere!” Quattro paia di occhi scettici lo squadrarono, ma lui, convinto, afferrò le giacche di John e Sherlock e spinse tutti dentro il tardis, mentre 221B, Baker Street scompariva e appariva la vista del lago del parco. Tommy corse subito incontro alla ragazza vista nella tazza di thé, ma si bloccò quando vide che stava leggendo Coriolanus: cioè, seriamente, l’altra faccia della medaglia stava leggendo la suo opera preferita in assoluto?! “Would you have me false to my nature?” Tommy arrossì e si accorse di aver parlato citando il suo passo preferito dell’atto III dell’opera e quando la ragazza alzò lo sguardo per fissarlo diventò di una sfumatura tra il bordeaux e violetto. “Rather say I play the man I am” complete per lui Elle. I due si guardarono a lungo negli occhi, le mani giunte: finalmente le due facce della medaglia erano riunite. “Awww” fece John. “Adorabili” sentenziò il Dottore. “Dean” sospirò Cas. “Noioso!” esclamò Sherlock e iniziò a raccogliere campioni di erba. L’idillio di Tommy ed Elle fu interrotto dalla voce tonante del grande drago John Hurt, che era comparso in quel momento in modo molto discreto. “Tommy the pretty princess e Elle il cavaliere delle margherite, ora che vi siete ritrovati avete davanti a voi una difficile sfida: lo stregone Moffat sta arrivando qui e voi dovete essere pronti ad affrontarlo.” Con i suoi artigli il drago porse ai due giovani una coroncina di margherite, sentenziando: “Questa è l’arma che userete contro Moffat, ma sta a voi trovare la formula che accompagni la rottura dell’incantesimo dell’angst! Buona fortuna!” e scomparve in uno sbuffo di brillantini. “Utile quanto Gandalf” osservò Elle, guadagnandosi l’approvazione di tutto il gruppo. Poi aggiunse: “Non ho idea di quale potrebbe essere la formula. Tommy dobbiamo trovarla prima che Moffat arrivi!” Aveva giusto terminato la battuta che la statua di Peter Pan si spezzò in due e ne uscì un ghignante Moffat che per l’occasione indossava una t-shirt con scritto ‘The Reinchenbach Fall’ (la sua malvagità non aveva limiti). Lo stregone gridò: “Non potrete mai fermarmi! Io porterò l’angst in questo pianeta e tutte le vostre NOTP saranno canon, i Klaine si lasceranno e la quarta stagione di Sherlock non uscirà mai! Muahhahaahhahha!” “Non possiamo permettere che accada! Ci serve la formula!” “I Klaine no!” Squittì John. In quell momento di magno sconforto Elle ebbè l’Intuizione geniale: “Gandalf è la soluzione!” Il pensiero collettivo di John, Sherlock, Ten e Cas fu: ‘Povera ragazza, ha letto troppe fan fiction.’ Ma Tommy comprese e tenendole la mano, lanciò la coroncina di fiori in testa a Moffat, declamando insieme a lei: “You shall not pass!” Poi si udì un sonoro PUFF! e Moffat era scomparso e tutto intorno il prato era cosparso di pratoline; l’angst era stato sconfitto e il fluff era finalmente tornato.

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Capitolo 3
*** Epilogo ***


Il finale di questa storia fu molto poco epico: i nostri eroi tornarono tutti insieme a Baker Street per un’ultima tazza di thé e poi si salutarono per fare ritorno ai rispettivi impegni: il Dottore cercava una companion, Cas era in astinenza da Dean, a Sherlock era venuta l’improvvisa voglia di arpionare un maiale morto e John non vedeva l’ora di aggiornare il blog con l’ultimo caso risolto, una interessantissima storia chiamata ‘Non è un crossover, è una rapsodia’. Tommy ed Elle abbracciarono tutti a lungo e si diedero appuntamento al 221B, una volta al mese, a prendere un thé. Ten riaccompagnò i due giovani a BBC dove Tommy poté riabbracciare i suoi genitori, ormai liberi dall’incanto. I nostri eroi si sposarono e per il ricevimento ci fu una messa in scena non-stop delle loro tragedie preferite di Shakespeare; Tommy si dedicò nel tempo libero alla coltura di magiche margherite che portano la felicità. E vissero tutti fluffosi e contenti. Estratto da: “The Guardian: The Guide” Da qualche mese, ad Hyde Park, proprio dove una volta era posta la statua di Peter Pan, ora scomparsa, è stata notata la crescita anomala di una pianta non ancora identificata. Sembra che le sue radici siano molto profonde ed è quindi impossibile sradicarla, oltre al fatto che gli addetti ad un primo tentativo di sradicamento abbiamo affermato che la pianta li avesse schiaffeggiati,a detta loro. Un numero sempre maggiore di laureandi londinesi si sfida ad avvicinarsi alla mirabile pianta e la maggior parte di loro si ritrova con lividi o addirittura qualche costola rotta. Per leggere più informazioni a pg 21 “Harry, è opera tua?” Harry alzò gli occhi dal suo libro di Incantesimi per fissare stranito un’Hermione abbastanza arrabbiata che reggeva un giornale babbano. “Hermione, non è colpa mia se un platano picchiatore è finito ad Hyde Park; tanto troveranno un modo di spiegare anche questo, no? E poi quel Moffat proprio non mi piaceva.”

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