Kakashi padre?

di Neko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** questione di vita o di morte ***
Capitolo 2: *** La verità ***
Capitolo 3: *** La missione ***
Capitolo 4: *** Il demone volpe ***
Capitolo 5: *** litigio con Sasuke ***
Capitolo 6: *** Una famiglia ***
Capitolo 7: *** Due anni dopo ***



Capitolo 1
*** questione di vita o di morte ***


CAPITOLO 1:

Ciaooo! Sono tornata. Alcuni di voi troveranno in questa ff qualcosa di familiare. Bhè in passato l’avevo già pubblicata, solo che non piacendomi come l’avevo scritta, ho preferito riscriverla sotto il punto di vista di Kakashi. Spero vi piaccia…buona lettura ^^

 

CAPITOLO 1: questione di vita o di morte.

 

Quando decisi di intraprendere la carriera di ninja, non pensavo che un giorno sarei finito a fare da babysitter a tre neo ninja, rumorosi come i miei allievi. I loro nomi erano Naruto, Sakura e Sasuke.

Naruto era quello che mi dava maggiormente da fare. Era sempre pieno di energia e non stava mai un attimo fermo. Il suo lato positivo consisteva nel riuscire a farsi accettare da tutti…da tutti coloro che non sapevano cosa c’era dentro di lui.

Il demone dalle nove code, colui che 12 anni prima aveva portato morte e distruzione a Konoha, ma ormai anche all’interno del villaggio non ci facevano tanto più caso.

Sakura era una ragazza che pensava molto al suo aspetto fisico, soprattutto per farsi vedere da Sasuke. Con Naruto inizialmente non andava molto d’accordo, ma poi col passare del tempo sono diventati ottimi amici.

Infine Sasuke, colui che consideravo il mio pupillo. Eravamo simili sotto un certo aspetto. Entrambi possedevamo lo sharingan, chi per eredità, chi per acquisizione. Sta di fatto che spesso mi concentravo su di lui, facendo passare gli altri in secondo piano. Ma da li a poco tempo, qualcos’altro avrebbe avuto la priorità, facendomi capire quanto un mio allievo potesse diventare importante nella mia vita.

Io e la mia squadra di genin, il team numero 7, una mattina di primavera fummo convocati dal 5° hokage, la quale ci commissionò una nuova missione.

Naruto non fu molto contento. Si trattava di una missione di basso livello che consisteva nel recuperare del materiale inviato a Konoha da un villaggio non molto lontano da noi. Sembrava una bazzecola a prima vista, ma chi poteva immaginare che una missione del genere potesse trasformarsi in una questione di vita o di morte?

Eravamo quasi rientrati al villaggio. Mancava circa metà strada quando davanti a noi comparvero Itachi Uchiha e Kisame. Due membri dell’organizzazione più temuta qui in zona.

Sapevo cosa volevano. La forza portante della volpe a nove code. In poche parole…Naruto.

Istintivamente mi misi davanti ai miei allievi per proteggerli. Avrei fatto di tutto perché non accadesse loro del male. Il mio motto? “Non lascio morire i miei compagni” e dovevo ammetterlo, per quanto fossero ancora inesperti nel mondo ninja, i miei ragazzi avevano dimostrato di aver  grande coraggio di fronte a un avversario così insidioso.

Itachi Uchiha era quello che mi preoccupava di più. Anche lui possedeva lo sharingan. Poteva rivelarmi brutte sorprese, inoltre era anche il tanto odiato fratello di Sasuke. Potete immaginare la fatica che feci per tenere fermo il mio allievo, assetato di vendetta e pieno di odio nei confronti del fratello maggiore.

Purtroppo non riuscii a sventare l’attacco e nel giro di poco tempo, dovemmo ingaggiare una lotta senza esclusioni di colpi.

Io mi occupai di Itachi, mentre i ragazzi di Kisame. Dovetti combattere e tenere sotto controllo i miei allievi contemporaneamente e questo mi costò parecchia energia, dovendo più volte intervenire per difenderli.

È vero, ho detto che erano dei ragazzi in gamba, ma Kisame era addirittura fuori dalla mia portata e inoltre aveva un arma davvero insidiosa, capace di ferirti se solo ti sfiorava.

Ormai ero allo stremo delle forze e anche i miei allievi. Sakura era inginocchiata a terra cercando di riprendere un po’ le forze. Naruto era steso a terra per un colpo appena ricevuto, mentre Sasuke cercava di difendere i suoi compagni con le ultime forze che gli rimanevano.

Avrei tanto voluto intervenire di nuovo, ma Itachi mi impediva di muovermi.

Ad un tratto però vidi Naruto alzarsi nuovamente. Le sue ferite si erano rimarginate e sembrava tornato come nuovo. L’unico problema era che aveva dovuto ricorrere al potere della volpe, come capitava ogni volta che si trovava in difficoltà.

Naruto acquisì una forza straordinaria, con la quale riuscì a mettere in difficoltà Kisame, ma il chakra del Kyuubi che lo avvolgeva non costituiva per il ragazzo una barriera protettiva verso gli attacchi nemici. Anzì era vulnerabile come prima, forse anche di più dato che il suo corpo non era ancora in grado di sopportare un utilizzo così grande di chakra.

La battaglia fra la volpe e lo squalo durò diversi minuti, poi quando Itachi cominciò a sentire la stanchezza impossessarsi del suo corpo, a causa dell’utilizzo costante sharingan per fronteggiarmi, i due membri dell’akatsuki decisero di battere in ritirata.

Quando il pericolo per il momento si allontanò, mi accorsi di cosa avesse comportato quella battaglia. Sasuke e Sakura erano feriti, ma erano ancora in grado di reggersi in piedi. Naruto invece era steso a terra, stanco per l’utilizzo di un potere non suo. Solo un secondo più tardi mi accorsi della profonda ferita che aveva nel petto, quando vidi per terra una pozza di sangue allargarsi. Kisame aveva approfittato della perdita del potere del Kyuubi da parte del ragazzo, per colpirlo in un momento in cui non aveva difese.

La situazione era grave. La salvezza di Naruto dipendeva solo dalla mia velocità di rientrare a Konoha.

Mi caricai il ragazzo sulle spalle e andando avanti, lasciai i miei due allievi indietro. Li affidai a Pakkun, un mio fidato cane ninja, che li avrebbe guidati al villaggio.

In quel momento la mia priorità era Naruto.

Dopo un tempo che mi sembrava un’eternità, finalmente giunsi all’ospedale di Konoha. Diedi subito Naruto alle cure dei medici. E io rimasi in attesa di notizie sulle sue condizioni.

Non passò molto che sentì la voce di Tsunade chiamarmi.

Kakashi? Cosa ci fai qui? Cosa ne è della missione?”

“La missione è stata portata a termine, ma abbiamo avuto dei problemi  al ritorno!” dissi abbassando la testa provocando la preoccupazione dell’Hokage.

“Cosa vuoi dire? È successo qualcosa ai ragazzi?” chiese con una punta di paura nella voce.

Stavo per rispondere, ma venni interrotto da un medico che allarmato chiamò Tsunade.

Hokage-sama! Abbiamo un problema. Si tratta di Naruto Uzumaki!”

Tsunade spalancò gli occhi, ma mantenendo il controllo, prese la cartella che il medico le porse sulle condizioni del ragazzo, e la lesse.

“Qual è il problema?”

“Abbiamo finito le scorte di sangue. Il ragazzo ne ha urgente bisogno!”

“Cosa state aspettando? Trovate qualcuno che sia disposto a donargli il suo sangue!” gridò, ma il medico incerto le chiese

“Dove troviamo una persona col suo stesso gruppo sanguigno, in poco tempo?”

“Io mi offro volontario! Bisognerebbe solo accertarsi che il mio gruppo sanguigno corrisponda col suo!” dissi sperando ardentemente di poterlo aiutare. Non mi sarei mai perdonato la perdita di un mio allievo. Se ciò fosse avvenuto, mi sarei ritirato dalla carriera di ninja. Non sarei stato degno del rispetto che tutti mi affidavano.

“Bene, iniziate con lui, io andrò a vedere se trovo altri donatori disponibili nel caso ce ne fosse bisogno!” precisò l’hokage.

Per fortuna procedette  tutto per meglio. Naruto aveva il mio stesso gruppo sanguigno. Poche volte nella mia vita avevo provato una così forte sensazione di sollievo. Almeno potei salvarlo dopo non essere stato in grado di proteggerlo dai suoi inseguitori.

Ero sdraiato nella stessa stanza del ragazzo. Ero stato costretto a rimanere a letto a causa della trasfusione. Avrei anche potuto sentirmi male e tutto il sangue che mi era stato prelevato, avrebbe impiegato un po’ di tempo per  rigenerarsi.

Poche ore dopo Sasuke, Sakura e Pakkun arrivarono a Konoha e il primo posto in cui si diressero fu proprio l’ospedale.

Erano stati informati dall’hokage che tutto si sarebbe sistemato, che Naruto era salvo.

Kakashi-sensei! È permesso?” mi chiese Sakura educatamente entrando nella stanza.

“Sta bene?” mi chiese Sasuke, con la sua aria indifferente, ma dalla voce potei capire che la sua preoccupazione era sincera. Meno male. Cominciavo a pensare che quel ragazzo non fosse umano.

Annuii “Ho avuto giorni migliori, ma me la cavo!”

Naruto?” chiese debolmente Sakura.

“Dorme ancora! E possibile che si risvegli fra qualche giorno!” precisai, anche se conoscendolo, ero dubbioso sul fatto che ci avrebbe messo così tanto tempo per riprendersi.

Sakura si portò una mano al cuore preoccupata.

“Sta tranquilla! Chi lo annienta questa testa quadra!” disse Sasuke

Diversamente da come i dottori avevano detto, Naruto ci impiegò solo un giorno per svegliarsi e appena capito dove si trovava, saltò sul letto e gridò

Aaaah Dov’è Kisame? E Itachi? Dove sono quei criminali che li faccio a fettine!”

Sorrisi.

“Calmati Naruto!”

Nonna-Tsunade! Che ci fa qui?” chiese il ragazzo.

“Che razza di domande,  sono pur sempre un ninja medico no?”

Tsunade controllò le sue condizioni

“Direi che ti sei ripreso in fretta, nonostante ti sia dovuto battere contro i membri dell’akatsuki!”

“Mi sono ripreso del tutto vede? Ouch!” gemette quando si mosse troppo.

Eheh! Avrai una velocità di recupero maggiore degli altri esseri umani, ma non esagerare!” Gli dissi

Kakashi-sensei! Che ci fa nel letto? Hanno abbattuto anche lei?” mi disse Naruto senza intenzione di offendermi.

Abbassai la testa. Sakura gli tirò un pugno sulla testa “baka! Vuoi chiudere il becco?”

“Ahi, Sakura-chan! Si trattano così i malati?” si mise a piagnucolare.

“Così impari! Devi ringraziare solo Kakashi-sensei se sei ancora vivo! Sei arrivato qui in pessime condizione e se lui non ti avesse donato il suo sangue, a quest’ora tu…!” disse trattenendo le lacrime

“EEEEEEH? Che cooooosaaaa?” disse sgranando gli occhi. Sembra così strano che io possa aver compiuto una buona azione?

Ehm…grazie Kakashi- sensei!” disse Naruto visibilmente imbarazzato.

Sorrisi e mi alzai dal letto per andare a scompigliare i capelli “Non devi ringraziarmi. Non smetterò mai di dirlo: non lascio morire i miei compagni!”

Naruto mi sorrise

“Ma uscito da qui ti allenerai il doppio, per poter finalmente sconfiggere quei brutti ceffi una volta per tutte” gli precisai.

“Ricevuto! Sono pronto a iniziare subito!” disse alzandosi dal letto.

“Testa quadra, aspetta almeno di riprenderti del tutto no?” disse Sasuke che fino ad allora era rimasto in disparte e in silenzio.

“Ah Sasuke, ci sei anche tu!”

“Con questo vorresti dire che sono invisibile?”

“Questo è poco ma sicuro!” disse sfottendolo.

“Meglio invisibile che perdente!” controbatté

Due giorni più tardi Naruto fu finalmente libero di lasciare l’ospedale e tutti i componenti del team 7 ripresero gli allenamenti, i quali erano più estenuanti del solito grazie alle diavolerie inventate dal sottoscritto. Di sicuro i miei allievi mi devono aver odiato in quei momenti.

Mi stavano ancora insultando dopo l’ennesimo esercizio faticoso e ridicolo allo stesso tempo, mi divertivo a prenderli in giro quando potevo, quando arrivò Shikamaru.

Mi consegnò il messaggio che l’hokage aveva ordinato di recapitarmi.

“L’hokage vuole vedermi? È successo qualcosa?” chiesi, non aspettandomi una risposta da Shikamaru.

“Vada da Tsunade- sama e lo saprà!” mi disse con aria svogliata. Mi chiedevo come Asuma facesse con quel ragazzo.

“Avanti Naruto, muoviti! L’hokage ha chiesto di poter parlare con noi!”

Naruto sgranò gli occhi “Cosa vuole nonna-Tsunade da noi?”

“Tutto a suo tempo! Lo saprai fra poco!” gli dissi e ci mettemmo a correre verso la residenza dell’hokage,

 

 

Fine primo capitolo…fatemi sapere…RECENSITEEE

Ciao

Neko^^

 

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Capitolo 2
*** La verità ***


Capitolo 2: La verità

 

Ci recammo da Godaime il più veloce possibile. Non perché l’hokage ci avesse messo fretta, ma perché Naruto era curioso di sapere cosa Tsunade volesse da noi.

Conoscendolo scommetto che sperava nell’affidamento di una missione di una certa importanza, dove mostrare le sue abilità. Era inutile…Naruto non sarebbe mai cambiato.

“Eccoci qua nonna! Hai chiamato? C’è una nuova missione?” chiese Naruto tutto gasato.

Godaime scosse la testa. Era terribilmente seria, il che mi fece capire che doveva essere successo qualcosa.

Prese un respiro profondo dopo di che ci chiese di sederci e di prestarle orecchio.

Non invitava mai un ninja a sedersi… cominciai a preoccuparmi ancora di più. Chi poteva essere morto? Qualcuno che centrava sia con me, che con Naruto. Poteva essere Jiraya? Ma no, l’avevo visto qualche ora fa, a meno che non si fosse fatto picchiare a morte da qualche donna, dubito che la causa di quella convocazione potesse essere lui.

Tsunade riprese a parlare e mi fece una domanda che mi lasciò perplesso, ma non come quando mi avrebbe riferito la vera ragione del mio convoca mento.

Kakashi, non vorrei risvegliare brutti ricordi, ma tu 12 anni fa persi la tua compagna vero?”

Vidi con la coda dell’occhio, Naruto sussultare e guardandomi stralunato. Possibile che davo così tanto l’immagine di essere un single da sempre?

Abbassai la testa e annuii.

“Eri a conoscenza che stavate per avere un figlio no?” disse Tsunade.

“Si!” risposi solamente sempre a testa bassa. Mi ci era voluto tempo per riprendermi e ora, senza una motivazione apparente, Godaime faceva riaffiorare quei momenti così dolorosi tutti di un colpo. Perché?

Bhe Kakashi, probabilmente la notizia che sto per darti potrà shoccarti e non solo a te!” disse quest’ultimo pezzo di frase osservando Naruto, il quale osservava l’hokage senza capirci niente.

“Tuo figlio è vivo! La tua compagna ha dato alla luce il bimbo ancor prima di rimanere vittima della tragedia accaduta 12 anni fa!”

Spalancai gli occhi, come era possibile? La mia compagna era solo all’ottavo mese, era ancora troppo presto! Doveva esserci un errore. Ma in quel momento non pensai che anche un bambino nato prima poteva sopravvivere.

Non fiatai. Il fiato mi morii in gola. Non riuscivo a pensare lucidamente in quel momento.

Ehm…io cosa centro?” chiese Naruto. Probabilmente si sentiva disagio, non erano cose che lo riguardavano e quindi non si spiegava la sua presenza li. Lo avrebbe scoperto da li a pochi secondi…e anch’io.

Titubante Tsunade continuò a parlare “Quel bambino mi fu portato da un abitante del villaggio,lo stesso giorno dell’attacco di Kyuubi. Non si conoscevano i suoi genitori. Si pensava che entrambi fossero morti e a causa della tragica situazione, dovemmo scegliere lui, come contenitore del demone volpe.”

Naruto si irrigidì e io ebbi la stessa sua reazione.

C-cosa vuole dire?”  chiesi, anche se forse avevo già capito cosa insinuasse.

Naruto è tuo figlio!” disse Tsunade continuando a rimanere seria.

Il silenzio calò in sala, si sentì solo il rumore della sedia che si spostava allo spostamento del ragazzo. Naruto shockato dalla notizia, si alzò e a testa bassa per non incontrare lo sguardo di nessuno, se ne andò dall’ufficio.

Lo guardai andare via. La sua reazione credo fosse più che lecita.

“Ne è sicura?” chiesi…continuavo a non crederci.

“Si, quando i medici dell’ospedale hanno fatto il test del DNA per assicurarsi che il tuo sangue fosse compatibile con quello di Naruto…sono giunti a questa conclusione. Per esserne sicura, anch’io ho compiuto il test…posso assicurarti al 100% che è la verità…nessun margine di errore!”

Non sapevo cosa dire.

L’hokage mi chiese come stavo. Come potevo stare? Confuso, spaventato, incerto sul da farsi. Come mi sarei comportato ora con Naruto? Potevamo essere padre e figlio ora che ci conoscevamo come maestro e allievo e prima di tutto, cosa voleva dire essere padre?

Mi alzai dalla mia postazione e dopo aver chiesto il permesso…me ne andai. Dovevo schiarirmi le idee.

Avrei tanto voluto parlare con Naruto, sapere di cosa pensasse di quella situazione, ma probabilmente il ragazzo voleva passare del tempo da solo…e sinceramente anche io.

Spesso mi era capitato di pensare come sarebbe stata la mia vita se quel giorno di 12 anni fa non si fosse mai verificato. Avrei avuto una compagna, un figlio, forse più di uno…insomma una famiglia.

Allora non ero pronto per una cosa del genere, ma non mi sarei tirato indietro, come che da una parte avrei voluto dare ora. Ero terrorizzato. Non sapevo niente su come si educa un figlio e di certo non potevo seguire l’esempio di mio padre. Era perennemente assente. Aveva la sua carriera ninja da portare avanti. Sarei stato anche io così?

Camminavo per le vie del villaggio continuando a pensarci sopra. Intravidi anche Sakura e Sasuke. Notai che erano preoccupati, forse erano già stati messi al corrente, ma non avevo voglia di rivolgere loro la parola. Ringraziai mentalmente Sasuke che impedì a Sakura di avvicinarsi e pormi delle domande.

Riuscì a evitare i miei allievi, ma non i miei amici. Passai accanto a un bar dove Asuma e Gai stavano giocando una partita a shougi. Non mi accorsi nemmeno della loro presenza, fino a quando un forte urlo di Gai, mi sfidò a un ennesima ridicola sfida che il mio compagno mi poneva ogni giorno.

Non ero dell’umore giusto e lo ignorai continuando a camminare.

“AAAAAH come al solito mi ignora!” lo sentii dire.

Solitamente mi divertivo a prenderlo in giro, ma ora…

Asuma invece si piazzò davanti a me, costringendomi a fermarmi.

kakashi, amico mio. Conosco quella faccia. Hai qualcosa che non va!” mi disse “Ne vuoi parlare? Siamo a tua disposizione!”

Sospirai. Mi avrebbe fatto bene parlare con qualcuno e perché non con loro. Per quanto idiota potesse essere la maggior parte delle volta Gai, mi fidavo di lui e lo stesso valeva per Asuma. Degli amici migliori di loro non si potevano avere.

Dissi loro tutto quello di cui ero venuto a conoscenza qualche minuto prima da Tsunade.

Asuma si accese una sigaretta e buttò fuori il fumo. Agiva sempre così quando gli si presentava davanti una situazione difficile. Lo aiutava a pensare. Mentre Gai si mise ad urlare.

Coooosaaaaaaa? Naruto, quel Naruto è…è tuo figlioooooo???”

Tutti presenti nel locale si girarono a guardarci.

“Urla un po’ più forte. Dall’altra parte dell’emisfero non ti hanno sentito!”gli dissi

Gomenasai!” si scusò.

Bhe amico, che intenzioni hai verso il ragazzo?” mi chiese Asuma “Essere padre è difficile, esserlo di Naruto poi, dato la sua condizione di Jinchuriki!”

“Non è quello il problema Asuma. Il problema e che non so come fare con lui. comportarmi come sempre? Essere più affettuoso?”

“Non sarebbe da te!” mi disse Gai. “Prova   comportarti normalmente inizialmente. Piano piano saprai come fare! Tanto anche Naruto sarà nelle tue stesse condizioni!”

“Gai ha ragione! risolverete i problemi insieme!” mi disse Asuma mettendomi una mano sulla spalla.

Passarono un paio di giorni e di Naruto nemmeno l’ombra. Neanche io ero molto disponibile, ma qualche giretto e chiacchierata la facevo se mi capitava. Speravo di poter vedere il ragazzo e vedere come  avesse reagito alla notizia, ma dovetti aspettare.

Nemmeno Sakura e  Sasuke avevano sue notizie.

“Salve Kakashi!”

“Oh Iruka!” lo salutai.

“Ho saputo la novità! Come va?” mi chiese.

Bella domanda…non sapevo che rispondere. Cercai allora di cambiare argomento.

“Per caso sai qualcosa di Naruto?”

Annuì “Sono andato a trovarlo proprio ieri sera! Era giù di morale. Pensa che si rifiuta anche di mangiare. Sarò sincero, ma sono preoccupato! Non puoi fare qualcosa?”

Sospirai, d'altronde ora era compito mio, ma mi avrebbe dato retta?

Ci avrei pensato il giorno dopo. Avevamo un allenamento e Naruto non aveva mai detto di no a esercizi per migliorarsi. Speravo che non si sarebbe tirato indietro nemmeno quella volta.

Arrivai in anticipo quella volta. Questa storia del padre mi aveva scombussolato parecchio, ma non mi feci vedere. Dovevo pur mantenere il mio titolo di ritardatario cronico.

Vidi Sakura e Sasuke arrivare.  Notai qualcosa nelle mani della ragazza. Un cestino da pic-nic. Lo offrì a Naruto quando si presentò all’appuntamento e anche se contro voglia, il ragazzo per accontentare la compagna afferrò uno spuntino e lo mangiò. Non so per quale motivo, ma li vidi scoppiare tutti a ridere.

Anch’io sorrisi a quella scenetta. Mi faceva piacere vedere come erano diventati amici quei tre, nonostante i loro battibecchi.

Era giunto il momento per me di farmi vedere, ma appena uscii allo scoperto, il sorriso di Naruto si spense.

Sospirai, sapevo di essere io la causa per quell’atteggiamento. Ci passai sopra. Cosa avrei dovuto fare?

“Vedo che ci siete tutti! molto bene! direi di cominciare”

Kakashi-sensei, non credevo che sarebbe venuto!” mi disse Sakura.

“E perché mai?”

Bhe dopo essere venuto a conoscenza del fatto che..:”

Sospirai “un vero ninja compie sempre il suo dovere, anche lasciandosi i sentimenti alle spalle!”

Gli allenamenti cominciarono. Quella volta non ebbi molta fantasia e dissi loro di ingaggiare una lotta tutti, contro tutti. Naruto nonostante il disagio che potevo accorgermi che provava, cercò di dare del suo meglio. Il meglio che poteva fare a stomaco vuoto.

“molto bene ragazzi, per oggi va bene così! Ci vediamo domani, stesso posto, stessa ora!” Non mancò da parte di Sakura la richiesta del mio arrivo in orario.

Naruto si sarebbe subito diretto a casa probabilmente e io sapevo cosa dovevo fare. Certo non sapevo se era il metodo giusto ma ci provai.

Verso ora di cena mi recai all’appartamento di Naruto e dalla finestra vidi che era impegnato nel fare qualche flessione. Probabilmente si era reso conto che non aveva fatto molto bene durante l’allenamento.

Bussai al vetro della finestra, facendo sussultare il ragazzo, il quale non si aspettava una mia visita.

Kakashi-sensei, cosa ci fa qui?” mi chiese guardandomi come se fossi un alieno.

Gli porsi una busta contenente il suo cibo preferito “Tieni! Ho saputo da Iruka che non stai mangiando molto in questi giorni. Per un ninja l’alimentazione è importante. Non serve a niente allenarsi se non si hanno energie”

Naruto fissava la busta ancora in mano mia, senza dire niente.

Sospirai. “Mangia finchè è caldo ok? A domani Naruto

Il ragazzo annuì

Feci finta di andarmene, ma in realtà rimasi nei paraggi per poterlo osservare. Mi sembrava piuttosto sorpreso dal gesto. Eppure non era la prima volta che gli portavo da mangiare, anche se solitamente portavo dei abbondanti cesti di verdura.

Non potevo leggere nei suoi pensieri, ma potevo immaginarmeli. Probabilmente si chiedeva il perché mi fossi comportato così, se ero preoccupato in quanto padre o maestro o se avevo agito così perché mi sentivo obbligato.

Lo vidi esitare ancora un po’, ma alla fine cedette e decise di mettersi a tavola.

Sopsirai, sarebbe stata molto dura essere padre.

 

****************

 

 

Fine secondo capitolo, spero vi sia piaciuto!

Grazie a coloro che hanno recensito e aggiuntola ff nelle preferite...ARIGATOU!

Alla prossima

Neko^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** La missione ***


Capitolo 3: la missione

 

Il giorno seguente il mio team venne convocato al cospetto del godaime e l’allenamento previsto per quella giornata sarebbe dovuto saltare. Poco male. Se ci fosse stata affidata una missione, i miei allievi avrebbero avuto modo di accumulare esperienza…ne avevano bisogno.

Quando arrivammo all’ufficio dell’hokage, Naruto non si dimostrò molto educato nei confronti dell’Hokage. Bhe era sua abitudine, ma questa volta si dimostrò piuttosto sgarbato.

“Ultimamente siamo qui da te spesso nonna-Tsunade. Spero solo che tu non abbia un’altra notizia bomba come l’ultima volta! Non so quante notizie del genere potrei reggere!”

Naruto, ti sembra questo il modo di rivolgerti all’hokage?” lo rimproverò Sakura.

Avrei dovuto pensarci io, ma non ci riuscii.

Sospirai e lo stesso fece Tsunade.

“No Naruto! vi ho chiamato perché ho una missione da affidarvi! Consiste nell’accompagnare  un uomo e suo figlio al villaggio della sabbia! L’appuntamento con i diretti interessati è domani mattina all’alba, alle porte di Konoha. Conto su di voi!”

“D’accordo!” dissi solamente.

Tsunade mi rivolsde uno sguardo serio “Kakashi, fai attenzione! C’è un alta percentuale che possiate imbattervi in Orochimaru o addirittura nell’Akatsuki. Non è sicuro, ma per maggiore precauzione, dato quello che è successo l’ultima volta, ti ho affiancato un anbu

“Si Hokage-sama” dissi

Yamato!” Chiamò Tsunade.

Dal nulla apparve un ninja dai capelli cascani con un espressione capace di incutere timore. Ma di lui mi potevo fidare. Era stato un mio compagno in passato e conoscevo le sue abilità. Erano le stesse del primo hokage. Solo lui le possedeva.

Yamato vi tornerà utile, nel caso Naruto diventasse nuovamente il bersaglio dei  nostri nemici e se dovesse succedere il peggio!” disse  godaime riferendosi al risveglio della volpe a nove code.

“Che bello essere al centro di tante attenzioni!” disse Naruto ironicamente.

L’hokage ci diede il permesso di andarci a preparare. Prima di dividerci,vidi Naruto che mi fissava. Mi girai a guardarlo. Sussultò,come se gli desse fastidio essere osservato.

Sospirai “Ci vediamo domani alle porte di Konoha. Puntuali, mi raccomando!” precisai. Da che pulpito arrivava la predica.

Sakura e Sasuke si erano già incamminati. Ero pronto a raggiungerli, quando sentii godaime chiedere a Naruto di fermarsi. Gli voleva parlare.

Non era da me un comportamento del genere, ma mi fermai dietro la porta dell’ufficio ad ascoltare.

Naruto, ti si legge in faccia che hai qualcosa che ti turba. Si tratta di Kakashi? Come vanno le cose con lui?”

“Vanno come devono andare!” disse scocciato.

Perché quando si toccava l’argomento diventava scontroso? Cominciai a pensare che non gli andassi bene come padre. Bhe d'altronde, cosa avevo fatto per lui fino ad ora? Spesso lo avevo lasciato da parte per allenare Sasuke. Che bel padre e maestro che ero. Non mi meravigliavo se aveva qualcosa contro di me.

Il fatto che non sapevo di essere il suo genitore, non mi data il diritto di preferire un allievo e abbandonare gli altri. E ora che sapevo la verita, non era cambiato molto. Mi ero comportato come al solito, forse lo avevo addirittura ignorato qualche volta, anche se non intenzionalmente. La situazione era complicata per entrambi.

Come potevamo allacciare un legame così forte come quello che c’è fra padre e figlio, se non sapevamo nemmeno cosa volesse dire?

“Avete dei problemi eh? Vedrai che con il tempo ci farete l’abitudine e andrà tutto per il meglio!” Disse Tsunade cercando di confortare il ragazzo.

non credo di abituarmici! Sono sempre stato solo…e non ho mai saputo cosa fosse l’amore di un genitore. Ma adesso che so di avere un padre, mi sembra tutto più complicato di quello che credevo…non so…come mi devo comportare, cosa si aspetta lui da me e cosa aspettarmi io da lui.” lo sentii sospirare “Era meglio quando era solo il mio maestro!” disse il ragazzo con una vena di tristezza nella voce.

“Non dire così! Proprio perché sei sempre stato solo, non credi che ti sia capitata un occasione unica? Non tutti gli orfani hanno la possibilità di conoscere i propri genitori! Capisco che Kakashi probabilmente non sarà il padre che ti sei sempre immaginato però…

“Non ne voglio parlare ok? Adesso voglio andarmi a preparare per la missione di domani!”

Non ebbi nemmeno il tempo di rendermene conto, che mi vidi Naruto davanti che mi guardava perplesso.

Ehm…Ciao Naruto!” riuscii solo a dire. Cosa altro potevo fare? Fare finta che non avessi spiato? Me lo si leggeva in faccia.

Naruto sgranò gli occhi. Non si aspettava di trovarmi li. ma senza dire una parola girò i tacchi e se ne andò.

Mentre tornavo nel mio appartamento, qualcuno mi chiamò…era Yamato.

Kakashi-sempai! Ho saputo la novità!” mi disse tranquillamente.

“Ti riferisci a Naruto?” chiesi. E cos’altro se no?

“Esatto! Come ci si sente a essere padri?”

“ti darò la stessa risposta che ho dato a tutti coloro che mi hanno posto la stessa domanda! Terrorizzato! Non so che pesci prendere!” feci un attimo di silenzio “ Tu che sei padre, mi dai qualche consiglio?” gli chiesi con occhi supplicanti.

Bhe essere padri da quando tuo figlio nasce è più semplice. Il legame si crea subito, mentre nel tuo caso la cosa è diversa. Ad esempio tu vedi Naruto con gli occhi di un padre o di un maestro?”

Bhe…credo di continuare a considerarlo solo un mio allievo! Ed è questo che mi turba. Non dovrei no? cioè è anche mio allievo, ma non riesco a vederlo in modo diverso!”

Yamato sospirò “ è proprio questo il problema. Finche tu continuerai a considerarlo solo un tuo allievo e lui ti vede solo come un suo maestro…non farete molta strada. Dovreste passare più tempo insieme e conoscervi al di là del mondo ninja.” Mi disse Yamato. “Conoscere cose l’uno dell’altro che solo persone molto strette possono conoscere!”

“Sembra facile a parole!” dissi sconsolato.

“Io sono sicuro che tutto filerà liscio e fra un mese sarete contenti di esservi ritrovati!”

Il giorno dopo all’appuntamento ovviamente, arrivai in ritardo, ma giusto in tempo per sentire Sakura e Naruto parlare delle aspettative di quest’ultimo su di me. Si aspettava che facessimo cose insieme e che io compissi piccoli gesti che aveva visto fare dagli altri padri verso i propri figli, come ad esempio dividersi un gelato. Ma come disse lui io non ero quel tipo di persona. Ero piuttosto chiuso in me stesso e la maggior parte delle volte mi piaceva passare il tempo per conto mio. Ma mi resi conto che avrei dovuto cambiare diverse cose della mia vita.

“salve a tutti, si parla di me?” dissi facendo finta di niente.

Naruto si girò dall’altra parte per non guardarmi in faccia. Ok, forse io dovevo cercare di essere più disponibile, ma anche lui poteva fare qualche sforzo.

“Scusate il ritardo!” disse un signore sulla quarantina arrivato in quel momento con il figlioletto di 10 anni che si nascondeva dietro di lui.

“Non si preoccupi, siamo appena arrivati!” precisai, ma non mancarono i commenti di Sakura.

“Lei è appena arrivato sensei! Mai una volta che attivasse puntuale.”

Sorrisi e mi grattai la testa per l’imbarazzo. Mi ero già fatto conoscere dai due nuovi arrivati.

“Mi chiamo Mizuki e lui è mio figlio Remi! Siete voi i ninja incaricati di accompagnarci al villaggio della sabbia?” chiese molto educatamente.

Annuii.

“Piacere di conoscervi e vi ringrazio per il vostro aiuto! Non avrei voluto disturbarvi!”

“Nessun disturbo, signore! Siamo qui apposta!” disse Yamato.

Il signore sembrò sorpreso di vedere anche Yamato oltre a me. Due Jounin solo per scortarlo gli sembravano troppi, infondo non aveva chissà quale ricchezze perché dei pericolosi ninja avrebbero dovuto attaccarlo.

“Non si preoccupi” mi affrettai a precisare “ siamo in due per pura precauzione, rischiamo di fare brutti incontri! Ma con noi è in buone mani!”

“D’accordo, mi fido di voi!”

Dopo esserci presentati anche noi, partimmo subito per la nostra destinazione.

Yamato e Sasuke camminavano davanti a tutti, mentre io, Naruto e Sakura camminavamo dietro ai due nostri ospiti. Li avevamo fatti sistemare in mezzo per un maggior controllo.

Da dietro potevo osservare come Mizuki si comportava con Remi. Padre e figlio andavano molto d’accordo e si vedeva lontano kilometri quanto ci tenessero l’un l’altro. Li vedevo scherzare e giocare. Dovevo comportarmi anch’io così? Non era proprio da me.

“Allora ragazzi! Ditemi un po’! com’è essere un ninja? Deve essere faticoso e pericoloso!”chiese Mizuki ai miei allievi

Bhe si, ma ti da anche molte soddisfazioni!” disse Sakura.

“E i vostri genitori cosa ne pensano? Non sono in pensiero per voi?”

Naruto e io sussultammo.

“Era questo quello che volevano i miei! Che diventassi uno dei shinobi più forti del mio clan!” disse serio Sasuke

“I miei mi fanno sempre mille raccomandazioni prima di partire per una missione…quindi direi di si! Ma sono anche fieri che abbia scelto di seguire le loro orme! Siamo tutti ninja in famiglia!”disse Sakura

Naruto invece stette in silenzio.

“E tu giovanotto?” chiese rivolgendosi a Narutoehm…io…non lo so” abbassò leggermente la testa e con la coda dell’occhio rivolse il suo sguardo verso di me.

Mizuki se ne accorse

“Oh, quindi è lui tuo padre!”disse

“Non si direbbe, non vi assomigliate per niente!” disse il piccolo Remi.

“Assomiglia molto alla madre!” Era vero e sinceramente non era la prima volta che mi veniva in mente questo pensiero…eppure non mi era mai sfiorata l’idea che potesse trattarsi di mio figlio. Però in effetti a Konoha sono rare le persone bionde con occhi azzurri, se si esclude il clan Yamanaka. Forse avrei dovuto arrivarci

Vidi Naruto addrizzare le orecchie. Probabilmente era curioso di sapere qualcosa in più sulla madre.

“Capisco! Voi cosa ne pensate del fatto che abbia scelto di diventare ninja?”

“La mia compagna non sarebbe stata molto d’accordo, credo. Per me invece non ci sono problemi, se è quello che vuole fare e anche se non fossi d’accordo ormai sarebbe troppo tardi!” dissi

Naruto accennò un sorriso.

“Eppure a me non sembrate padre e figlio. Sembrate così distaccati!” disse Remi

Anche lui se n’era a corto.

Yamato intervenne “La loro è una situazione complicata, hanno scoperto solo qualche giorno fa di essere parenti!”

“Oh, non lo avrei mai immaginato! Bhe lei è un uomo fortunato. Non c’è niente di meglio che essere genitori. Credo che abbiate un sacco di cose da recuperare e…

Mizuki non riuscì a terminare la frase che sentimmo una risata maligna, seguita dall’apparizione di un ninja da noi ben conosciuto. Il servo di Orochimaru…Kabuto.

Tutti ci mettemmo in posizione di attacco.

“Ma che sorpresa, non pensavamo di trovarti qui Naruto” disse Kabuto con un sorriso malvagio.

Vidi Naruto irrigidirsi e stringere i pugni. Non lo avrebbe mai ammesso, ma il fatto di essere costantemente braccato lo terrorizzava, ma da bravo ninja nascondeva i suoi sentimenti per combattere al meglio.

“Vi faccio una proposta!” disse rivolgendosi principalmente a me e Yamato.”se mi consegnate Naruto, vi lascio passare e giungere a destinazione sani e salvi, in caso contrario…” creò numerose copie di se stesso “…non uscirete vivi da qui!”

Io cercando di mantenere la calma gli risposi “Scordatelo, Non permetterò mai a un come te e quel criminale di Orochimaru di entrare in possesso del Kyuubi, dovete prima passare sul mio corpo” dissi

Naruto mi fissava, non capivo se il mio interessamento era verso la preoccupazione che Kyubi  finisse in mani sbagliate o che io fossi realmente preoccupato per lui. Non dovevo per forza essere suo padre per preoccuparmi delle sua sorte.

Il mio rifiuto di consegnargli Naruto, scatenò una cruenta battaglia fa noi, ninja della foglie e i cloni di Kabuto.

In realtà essendo uno contro cinque, eravamo in netto vantaggio, ma i cloni non sono avversari da sottovalutare, infatti finimmo subito per essere svantaggiati,

Yamato e io ordinammo ai genin di proteggere Mizuki e il figlio, mentre noi ci occupavamo del nemico. Ma nemmeno noi, jounin con una certa esperienza alle spalle, potevamo tenere a bada tutti i cloni di un ninja esperto come Kabuto.

Alcuni di loro sfuggirono al nostro controllo, andando verso i ragazzi. Fra di loro c’era anche il vero Kabuto, che come previsto, prese di mira Naruto.

La battaglia si preannunciò più difficile di quello che potevamo immaginarci. Infatti appena eliminavamo i cloni  per andare ad aiutare i cloni, ecco che Kabuto ne creava subito degli altri. Evocò anche dei serpenti in suo aiuto.

Rimasi sorpreso. Pensavo che la tecnica del richiamo con l’animale in questione, fosse in grado di usarla solo Orochimaru. A quanto pare quel viscido rettile aveva insegnato al suo schiavetto la tecnica, per poterla usare in momenti come questi.

Infine tutti, tranne Naruto, ci trovammo imprigionati tra le spire di alcuni serpenti che ci impedivano i movimenti.

Cercai invano di liberarmi.

“Ti conviene stare fermo Kakashi” mi disse Kabuto mettendomi in allerta su quello che sarebbe successo se solo avessi fatto un passo falso “Basta un solo movimento e io darò ordine ai miei serpenti di mordere i tuoi allievi e…quei due laggiù! E il loro veleno è letale” disse indicando le due persone che dovevo proteggere.

Solo allora mi accorsi che anche loro erano diventati degli ostaggi.

Non andava bene, non era da me perdere di vista l’obbiettivo della missione, ma dovevo fare qualcosa o per Naruto sarebbe finita male.

Il ragazzo era steso a terra a causa di un colpo ricevuto precedentemente da Kabuto e inerme osservava la scena. Cercò più volte di rialzarsi, ma invano.

Potei vedere la sua rabbia crescere a ogni minaccia che Kabuto diceva nei nostri confronti e nel giro di pochi istanti, ecco Kyububi uscire allo scoperto.

Ciò che temevo si era compiuto, ma era anche la nostra unica speranza di salvezza, sempre se Naruto fosse stato in grado di controllarsi.

Improvvisamente le ferite che impedivano a mio figlio di muoversi, guarirono senza lasciare segno del loro passaggio e esso si preparò ad affrontare Kabuto, guardandolo con uno sguardo che faceva accapponare la pelle.

Avevo già visto Naruto in quelle condizioni e ci avevo fatto l’abitudine ormai, ma ogni volta riuscivo comunque a sorprendermi.

Ora Kabuto se la sarebbe dovuta vedere con il demone in persona.

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Capitolo 4
*** Il demone volpe ***


Capitolo 4: il demone volpe

 

Naruto aveva cambiato in gran parte il suo aspetto. Gli occhi color del sangue con una pupilla sottilissima, canini lunghi e aguzzi, artigli affilati come rasoi,ma la cosa più visibile era il manto di chakra rosso che lo ricopriva.

Kabuto non sembrava preoccupato dal risveglio del Kyuubi, al contrario sembrava che non aspettasse altro.

Nonostante si fosse trasformato, Naruto aveva mantenuto un ottimo controllo del suo corpo. Ma come al solito la sua solita fretta di agire, non gli permise di inventare una buona strategia di attacco. Si basò principalmente sulla forza fisica. Ma dovetti ammetterlo, a lungo andare questa volta il suo modo di agire spropositatamente ebbe effetto.

Se inizialmente Naruto era in svantaggio anche con il potere del Kyuubi davanti a un avversario forte come Kabuto, quest’ultimo non era invincibile e presto la fortuna gli avrebbe voltato le spalle. Infatti si vedeva che il nemico era visibilmente provato. Aveva dovuto schivare più volte i ripetuti attacchi di Naruto e aveva anche provato a colpirlo.

Il problema e che per riuscire ad arrivare a portarlo al suo limite, Naruto aveva dovuto ricorrere a maggior chakra della volpe a nove code, arrivando a farsi crescere una seconda coda.

Per me era la prima volta vederlo in quello stato. Solitamente gli era bastato fermarsi alla prima coda, ma evidentemente Kabuto era davvero al di sopra della sua portata.

L’avversario resosi conto che con l’aumentare del chakra, avrebbe avuto poche chance di vincere, prese il piccolo Remi come ostaggio facendolo penzolare sopra un dirupo altro diversi metri, per ricattare Naruto. In quel momento mi pentii di aver scelto quella strada per giungere a Suna, ma anche se avessimo preso un'altra via, Kabuto in qualche modo lo avrebbe ricattato.

“Visto che sei così testardo, ragazzino insolente, mettiamola così! Se non vuoi seguirmi dovrai dire addio a questo mocciosetto, in caso contrario, gli permetterai di vivere una vita lunga e felice…se gli va bene! Allora cosa ne dici?”

Naruto non rispose. Dubitavo anche che in quello stato fosse in grado di capire le parole del nemico.

Aiutooo!!! Papààà!” urlò Remi.

Mizuki nonostante avesse le braccia ancora legate a causa di un serpente, provò con tutte le sue forte a salvare il figlio scagliandosi contro Kabuto, che con un pugno allo stomaco lo atterrò.

Cosa avrei fatto io al suo posto? Avrei agito come lui? La sua azione non avrebbe comportato nessuna conseguenza, ma se  avessi fatto qualcosa io, non solo Naruto avrebbe rischiato, ma tutti quanti. Cosa dovevo fare? Mi sentivo una nullità in quel momento. Mi ero fatto catturare con estrema facilità e Kabuto puntava su ciò che avevo di più chiaro per tenermi buono.

Naruto continuava a guardare con astio Kabuto, il quale interpretò il suo odio come un rifiuto a volerlo seguire. Potete immaginare che cosa ne ha fatto del bambino. Lo gettò nel precipizio.

Il ragazzo allora si arrabbiò ancora di più e una terza coda si fece visibile. Senza perdere un attimo di tempo, Naruto si scagliò contro Kabuto facendo cadere anch’esso nel dirupo, dopo di chè a una velocità strepitosa si getto nel vuoto, toccando terra ancor prima che fosse Remi a farlo.

Riuscì ad afferrarlo al volo e subito lo riporto in cima e lo lasciò andare.

Papàààà!” disse Remi correndo ad abbracciare il padre.

Grazie all’intervento di Naruto, ora eravamo liberi dalla prigionia di Kabuto, ma non potevamo ancora tirare un sospiro si sollievo. Infatti fino a quel momento il ragazzo era riuscito a controllarsi, ma ora l’istinto del demone riuscì a prevalere sulla sua personalità.

Naruto, sei stato grande!” disse Sakura avvicinandosi a lui “Ora puoi tornare normale!”

Yamato le impedì di fare un altro passo verso di lui.

Ora Naruto non era in grado di riconoscere più gli amici dai nemici, avrebbe attaccato chiunque si sarebbe trovato sul suo cammino.

Fra di noi il  più vicino a lui era Sasuke e scagliandosi contro di lui, cercò di eliminarlo. Fortunatamente grazie al mio sharingan riuscii a prevedere la sua mossa e a togliere il mio allievo dalla sua traiettoria.

Ora toccava a me intervenire. Avevo nel mio borsellino un sigillo affidatomi da Jiraya, per sopprimere il chakra di Kyuubi, nel caso si sarebbe manifestato, ma quando riuscii ad applicarlo sulla fronte di Naruto, esso non ebbe effetto, anzi a causa del calore emanato dal quel chakra malvagio, esso si disintegrò.

Ore le ultime speranze erano poste in Yamato. Per fortuna Tsunaide aveva previsto un problema del genere e ci aveva premuniti.

Yamato compose dei sigilli e ponendo il palmo della mano destra sul terreno, fece nascere dal nulla dei cani di legno che si avventarono sul ragazzo e mangiando il chakra del demone, fecero tornare Naruto alle sue sembianze originali.

Il pericolo per il momento era scampato e per fortuna Naruto non sembrava aver riportato grossi danni, dato la grande quantità di chakra a cui aveva fatto ricorso. Decidemmo di fermarci un attimo per permettergli di riposare e dare il tempo ai nostri protetti di riprendersi dallo spavento.

Naruto non si ricordava minimamente di cosa era accaduto, capì però dai danni riportati al suo corpo che doveva essere ricorso a quel potere racchiuso dentro di lui.

Finalmente riprendemmo il viaggio e il giorno seguente arrivammo a destinazione. Non ci trattenemmo molto al villaggio, rimanemmo solo il tempo per rifocillarci, per poi partire nuovamente per Konoha. Il viaggio di ritorno non ci rivelò brutte sorprese, ma potei notare come Naruto era più lento del solito. Che sentisse la stanchezza dell’utilizzo del potere del demone volpe? Rallentai affiancandomi a lui.

Naruto, tutto bene? mi sembri un po’ stanco!”

Scosse semplicemente la testa.

“Se vuoi ci possiamo fermare. Non abbiamo riposato molto in questi due giorni!”

“No, non si preoccupi per me Kakashi-sensei. sto benissimo! E poi prima arriviamo a Konoha, prima potremo riposare!”

Sospirai. Non mi avrebbe detto se aveva qualcosa che non andava. Decisi di non insistere. Se fosse crollato da un momento all’altro per la stanchezza, come dava a vedere, me lo sarei caricato sulle spalle. Più di quello non potevo fare.

Giunti al villaggio diedi il permesso ai miei allievi di andarsi a riposare, mentre io e Yamato saremmo andati dal godaime a fare rapporto.

Subito Tsunade ci chiese come erano andate le cose fra me e Naruto. avevo visto giusto. Ci aveva affidato quella missione proprio per vedere come si comportano padre e figlio insieme. Fu piuttosto delusa di scoprire che non c’era stato nessun passo avanti. Gli accennammo anche gli aventi successi durante la missione. L’incontro con Kabuto, il ricatto e l’apparizione di Kyuubi. Rimase sorpresa. Sembrava che ultimamente le missioni che affidava al mio team, per quanto semplici fossero, dovessero trasformarsi in qualcosa di tragico.

Quando Shizune sentii parlare della potenza del Kyuubi con tre code, cominciò a preoccuparsi. Non era la sola, ma non potevamo fare molto. Si sapeva che il sigillo imposto da yondaime  prima o poi si sarebbe indebolito.

Tsunade-sama! Se non corriamo ai ripari qui si rischia che la tragedia si ripeta. Dobbiamo fare qualcosa!” disse Shizune

“non c’è molto che possiamo fare. Dovremmo porre un altro sigillo nel ragazzo, ma questo comporterebbe un ulteriore sacrificio da parte di Naruto” disse Tsunade

Sapevo bene cosa comportava un secondo sigillo. L’impossibilità di impastare adeguatamente il chakra e di conseguenza l’impossibilità di essere un ninja. Non potevo permetterlo. Essere hokage. Il miglior ninja della foglia, era il sogno di Naruto, quello che lo aveva spinto a lottare nonostante fosse solo in tutti questi anni. Non se ne parlava. Mi sarei opposto con tutte le mie forze.

“ Non ti preoccupare Kakashi, non faremo niente a Naruto. Ho fiducia in lui e con la sua buona volontà riuscirà a controllare il chakra della volpe, ma solo se questo gli verrà fatto presente elencando anche i rischi che comporta nel caso non dovesse farcela!” mi disse Tsunade.

“Gliene parlerò quando mi sarà possibile. Ora starà riposando, non voglio disturbarlo!” dissi dopo di che mi recai da Naruto per controllare le sue condizioni senza fargli accorgere della mia presenza.

 

 

 

 Fine 4 capitolo! Che ve ne pare?

Un grazie a tutti coloro che mi seguono. Thank you very much

 

Risposta a: iaco: sono contenta che la ff ti piaccia. I capitoli sono tutti pronti e salvo imprevisti, dovrei riuscire ad aggiornare ogni sera. Spero che continuerai a seguirmi. Ciao alla prossima

 

Neko^^

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Capitolo 5
*** litigio con Sasuke ***


Capitolo 5:Llitigio con Sasuke

 

Giunsi finalmente all’appartamento di Naruto. Mi ero sempre chiesto come potesse un ragazzino vivere da solo in una casa, senza che nessuno lo mettesse in guardia sui pericoli che ci possono essere anche nel luogo che si considera più sicuro al mondo.

Ero indeciso se entrare o no, ma quando vidi dalla finestra che dormiva beatamente nel suo letto, decisi di non rischiare. Potevo anche svegliarlo.

Volevo solo accertarmi che stesse bene, ma da quello che il mio occhio percepiva, sembrava che il ragazzo alla fine era solo esausto. Forse mi ero preoccupato troppo, ma solitamente quando usava il chakra del kyuubi, rimaneva più gravemente ferito.

Avrei dovuto seguire il mio istinto e non basarmi sulle apparenze.

Infatti il giorno dopo io e la mia squadra abbiamo ripreso gli allenamenti, ma di Naruto nemmeno l’ombra. E dire che ero giunto anche quella volta parecchio in ritardo, quindi ero sicuro che avrei trovato tutti e tre i miei allievi pronti per qualsiasi cosa gli avessi ordinato di fare, ma mi sbagliai.

Mi stupii. Non era da lui arrivare in ritardo. Bhe si qualche volta era capitato, ma era solo questione di minuti, di un quarto d’ora al massimo. Ora si parlava di diverse ore.

Kakashi-sensei! è strano che Naruto non ci sia ancora! Non sa niente?” mi chiese preoccupata Sakura

Scossi la testa

“è lei suo padre, se non sa niente lei, chi dovrebbe saperlo?” disse Sasuke.

Aveva ragione

“Non è che si è sentito male? Dovremo andare a controllare?” chiese la ragazza.

In quel momento i  dubbi del giorno prima tornarono ad assalirmi. Senza dire una parola ai miei allievi, mi diressi verso l’appartamento di Naruto. Entrai senza problemi dato che la porta non era chiusa a chiave.

Lo trovai ancora nello stesso posto in cui l’avevo lasciato. Sembrava che dormisse semplicemente, ma solo avvicinandomi notai che aveva l’affanno.

Provai a svegliarlo, ma appena gli sfiorai il braccio, si ritrasse gemendo. 

Mi insospettii della reazione e senza indugiare,  scoprii il suo corpo, coperto solamente da un leggero lenzuolo, e notai sulle braccia e gambe segni di scottature, come se qualcuno si fosse divertito a spegnere delle sigarette su tutto il corpo. Gli scoprii anche la pancia. Anche li c’erano gli stessi segni. Non ebbi dubbi, erano le conseguenze dell’utilizzo del chakra del Kyuubi.

Non era abituato e in solo colpo era passato da l’utilizzo di una coda a tre. Era stato molto avventato, anche se non aveva nessuna scelta, e ora ne pagava le conseguenze. Il vero problema? Non sapevo cosa fare.

In quel momento Sakura entrò nell’appartamento. Anche lei come me aveva pensato di cercarlo in uno dei pochi posti dove poteva essere.

Kakashi-sensei!” disse solamente perché io la fermai ordinandole di andare a chiamare subito Tsunade-sama.

Mentre aspettavo l’intervento di Tsunade, feci l’unica cosa che potevo fare per dare a Naruto un po’ di sollievo. Gli misi un panno fresco sulla fronte. Purtroppo le scottature non furono il solo regalino che Kyuubi gli aveva lasciato, ma anche la febbre doveva mettersi in mezzo.

Ero preoccupato. Si, sapevo che sarebbe guarito in fretta, in fondo la febbre rimane solo per qualche giorno, ma quello che mi inquietava era…sarebbe stato sempre così ogni volte che sarebbe ricorso a quel potere? E se nel caso avesse usato ancor maggior chakra? Quanto poteva reggere il suo corpo? e se ci fossero stati dei danni collaterali permanenti?

I miei pensieri furono interrotti da un rumori di tacchi abbastanza veloci, che mi fecero capire che da li a pochi secondi avrei intravisto Tsunade entrare.

Kakashi? Come sta?” mi chiese.

 Non ero un medico, quindi non sapevo con precisione. Mi limitai a dirgli le cose che avevo potuto appurare io con la mia poca esperienza.

Tsunade ascoltando quel poco che le dissi, cominciò a controllarlo. Gli misurò temperatura, pressione e controllò quelle bruciature.

La vidi sospirare e immettere chakra nel corpo di Naruto. Le bruciature sul suo corpo scomparvero fortunatamente.

“Per fortuna non era niente di grave. Ha la febbre piuttosto alta e la pressione un po’ bassa, ma posso assicurarti che nel giro di qualche giorno si rimetterà. Solo una raccomandazione Kakashi. Gli allenamenti devono essere sospesi per una settimana. Nel caso si lamentasse di questo, legalo e rinchiudilo da qualche parte, ma non permettergli di sforzarsi, intesi?” mi disse Tsunade con aria seria “Per ora sarebbe meglio portarlo all’ospedale, non è salutare lasciarlo qui da solo!”

“Resterò io con lui!” dissi osservandolo mentre dormiva. Il respiro sembrava essersi regolarizzato.

“Sai come prenderti cura di un malato?” mi chiese.

“No!” dissi sinceramente

“gli darò una mano io Tsunade-sama!” intervenne Sakura che fino ad allora era rimasta sulla soglia delle porta per non disturbare.

Tsunade fissò prima la mia allieva e poi me. Sorrise “Bene. credo che farti un po’ di esperienza non ti faccia male! Sakura, affido Kakashi e Naruto nelle tue mani…soprattutto Kakashi. Vedi di non fargli combinare guai!”

“Si!” disse Sakura.

Quando Tsunade se ne andò, Sakura mi disse che si sarebbe assentata un attimo per avvertire Sasuke dell’allenamento saltato. Subito precisai.

“Sakura! Solo perché Tsunade ha detto che Naruto deve stare a riposo una settimana, questo non vale per te e Sasuke. Oggi l’allenamento è saltato, ma domani vi voglio allo stesso posto, stessa ora!”

La vidi demoralizzarsi. Già si pregustava delle vacanze che non avevo intenzione di dare.

Rimasi accanto a Naruto tutto il giorno e con l’aiuto di Sakura mi presi cura di lui. Solo verso sera riuscii a convincere la ragazza a tornare a casa sua. Non si fidava  a lasciarmi solo. Che bello quando la gente si fida di te!

Il mattino dopo mi accorsi che mi ero addormentato sulla sedia sulla quale mi ero seduto per controllare mio figlio. Naruto era ancora profondamente addormentato e io decisi di andarmi a preparare un buon caffè. Dovetti accontentarmi del latte caldo. Dovevo immaginarmelo che Naruto in casa non avesse nemmeno un chicco di caffè.

Mentre bevvi il mio latte  diedi un occhiata in giro, la casa non era un granchè. Le mura erano da ridipingere, ragnatele negli angoli e soprattutto immondizia in giro. Sospirai. C’era un bel po’ di lavoretti da fare li dentro. Ma una cosa attirò la mia attenzione. Sopra un comodino, c’era un qualcosa che luccicava. Lo presi in mano. Rimasi stupito di scoprire cos’era. Conoscevo bene quell’oggetto. Sorrisi. Ero felice che possedesse almeno qualcosa di lei.

Improvvisamente sentii dei mugolii. Era Naruto che si stava svegliando.

“Buongiorno!” dissi sorridendogli. Ovviamente solo io sapevo di aver sorriso.

Naruto si strofinò gli occhi e quando mise bene a fuoco le cose, rimase stupito di trovarmi li.

Kakashi-sensei?” disse mettendosi a sedere.

“Come ti senti?” chiesi.

uhm…ho un po’ di mal di testa! Ma…

Posai una mano sulla fronte. Il gesto lo colse di sorpresa.

“Direi che la febbre è scesa, ma ti conviene riposare ancora un po’!” gli dissi facendolo nuovamente stendere.

“Cosa ci fa qui?”

“Che domande! Non  posso preoccuparmi di mio figlio?” dissi questa frase con una tale semplicità che non mi accorsi nemmeno di averlo chiamato figlio.

Nemmeno Naruto se lo aspettava, infatti potei notare le sue guance arrossire.

“Non ti starà tornando la febbre spero” gli chiesi, cercando di far sparire l’imbarazzo.

N-no.  ma che giorno è? Mi sembra di aver dormito secoli!”

“Ci credo! Hai fatto il bello addormentato da quando siamo tornati dalla missione, cioè da due giorni!” dissi

Coooosa? Dormo da due giorni?” abbassò la testa “Non credevo che il potere di Kyuubi mi stancasse tanto!”

Mi feci serio “Perché non mi hai detto di stare male?”

Bhe…come ho detto non credevo di stare così male e poi…non credevo che tu…ehm…niente!”

Sospirai. Credeva forse che per me fosse solo una palla al piede?

Presi dal tavolo una medicina che Tsunade mi aveva ordinato tassativamente di dargli appena si sarebbe svegliato, ma solo dopo parecchia fatica riuscii a convincere quella peste a prenderla.

Ehm…Kakashi-sensei. da quanto è qui? Non lo sentita entrare!”

“Scommetto che non hai sentito nemmeno il via vai che c’è stato in sti giorni. Comunque dalle 9.00 circa!”

Vidi il ragazzo spostare la testa e osservare l’ora della sua sveglia. Erano le dieci.

“Qualcosa non va?!” chiesi vedendolo turbato.

Scosse la testa.

In quel momento sentii bussare la porta. Era Sakura che premurosamente aveva portato la colazione a tutti e due. La ringrazia per il gesto, ma la rimproverai anche per non essere al campo di allenamento come le avevo detto la sera prima.

“Tanto si sa che lei arriva sempre in ritardo. Perché arrivare al campo alle sette, se lei arriva come minimo con 3 ore di ritardo? È assurdo!” si lamentò

“perché sono io a dirlo! Ora muoviti a raggiungere Sasuke!”

“Voglio venire anche io!” intervenne Naruto.

“No, per te gli allenamenti sono interrotti per una settimana ed è inutile che provi a contestare perché sono irremovibile su questa decisione!” gli dissi.

Alla fine riuscì a persuadermi, ma io riuscì a convincerlo di rimanere solo a guardare. Avevamo trovato un compromesso.

“Voi andate, io vado a informare godaime della tua salute e vi raggiungo.”

Dopo che feci quello che mi ero proposto di fare, raggiunsi i ragazzi al campo di allenamento e fui sorpreso della scena che mi si presentò davanti. Sasuke e Naruto che se le suonavano di santa ragione. era risaputo che tre quei due ci fosse un rapporto tra amore e odio, ma non si erano mai azzuffai in quel modo.

Mi vidi costretto ad intervenire quando Naruto stava per colpire nuovamente Sasuke con un pugno. Strano solitamente era Sasuke ad avere la meglio.

Doveva essere successo qual cosa di veramente grave, se Naruto riusciva a trovare le forze per battere Sasuke, soprattutto ora che era in convalescenza.

“Allora cosa sta succedendo qui?” chiesi tenendo fermo il braccio di Naruto

“Cosa c’è Naruto? perché sei così arrabbiato?” gli chiesi, ma il ragazzo con un movimento brusco si liberò dalla mia presa e dopo aver guardato male Sasuke, se ne andò.

Dovetti rivolgermi agli altri due.

“Allora, qualcuno mi vuole spiegare cosa stava succedendo qui?”

Sasuke si voltò da un'altra parte e non mi degnò di una risposta. Allora passai la parola a Sakura, la quale per la prima volta la vidi difendere Naruto.

“Questa volta Naruto non centra niente! è stato Sasuke a provocarlo, gli ha detto delle cose terribili!” disse Sakura a testa bassa.

Guardai Sasuke per un attimo “Che cosa gli avresti detto?” gli chiesi, ma mi ignorò. “Sakura?”

Bhe la cosa è nata quando gli abbiamo chiesto se lei e Naruto, avevate parlato un po’ della vostra situazione. gli abbiamo riferito che in questi giorni lei gli è sempre stato accanto e quando lui ha detto di non saperlo e che voi non gliel’avevate detto….bhe Sasuke se ne uscito che lei è rimasto ad accudirlo solo perché si sentiva costretto e non perché lo volesse veramente. Insomma in poche parole ha detto che Naruto è stato solo un errore e che in realtà non lo voleva!” disse Sakura sempre a testa china.

In quel momento mi arrabbiai anch’io contro il mio allievo. Guardandolo storto gli promisi che la prossima volta che avrebbe detto una cosa del genere, solo per il gusto di offendere senza tenere conto dei sentimenti degli altri, lo avrei espulso dalla mia squadra.

Dopo averlo rimproverato per benino, decisi che ora era il momento di andare a parlare con mio figlio.

Dovetti evocare Pakkun per riuscire a trovarlo. Sicuramente non voleva essere trovato e cercarlo nei posti che frequentava di solito, non sarebbe stata una grande idea.

 

 

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Capitolo 6
*** Una famiglia ***


Capitolo 6: Una famiglia

 

Finalmente dopo un inseguimento che durò diversi minuti, riuscii a trovare Naruto su di un ramo di una grossa quercia che  sorgeva al centro del villaggio.  Era appallottolato, con le ginocchia al petto e la testa su di esse. Sembrava molto abbattuto.

Speravo che parlandoci sarei riuscito a strappargli un sorriso. In fondo quel ragazzo era conosciuto per la sua vivacità.

 Saltai sul ramo e mi misi davanti a lui. Non mi diede nemmeno il tempo di aprire bocca, che espresse il desiderio di rimanere da solo.

Bhe più che un desiderio sembrava un ordine, ma non era così semplice cacciarmi via. Se io mi mettevo in testa una cosa, la portavo a termine.

Per quell’aspetto non eravamo diversi io e lui.

“ Voglio solo parlarti, Naruto!” gli dissi calmo

“Se sei venuto qui per farmi la predica, sprechi il tuo tempo. Sasuke si meritava di essere preso a pugni…anche di peggio se la vuoi sapere tutta! Se non fossi intervenuto avrei continuato senza indugi!” dissi alterato.

“Non sono qui per farti la paternale. Sasuke ha spagliato nei tuoi confronti e quindi capisco che tu abbia reagito di conseguenza. Probabilmente anch’io avrei agito come te, ma non sto dicendo che sia giusto fare ricorso alla violenza! Che sia chiaro!” dovetti precisarlo. Col  carattere che si ritrovava, era capace di attaccar brighe con chiunque lo avesse offeso.

Naruto non reagiva. Sospirai.

“Dimentica le parole di Sasuke, non sei stato un errore!” dissi semplicemente, ma così riuscii a farlo muovere dalla sua posizione.

“Eh?” disse

Mi sedetti vicino a lui e continuai a parlare “Si, io e tua madre non avevamo ancora deciso di avere figli, ma quando abbiamo scoperto che saremmo diventati genitori, ne eravamo entusiasti. Anche spaventati certo, ma non è assolutamente vero che non ti volevamo…questo devi togliertelo dalla testa!” gli dissi sincero.

“Davvero?” mi porse questa domanda con gli occhi che gli luccicavano.

Annuii

“Allora perché quando abbiamo saputo che eravamo parenti, tu hai cominciato a essere più freddo nei miei confronti?” chiese a testa bassa “Pensavo che non mi volessi!”

bhe ovviamente hai frainteso. Il fatto è che non sapevo cosa dovevo fare. Essere ninja non ti prepara a certe situazioni e poi potrei dire la stessa cosa io di te!”gli ricordai

Lo osservai un po’ poi continua “Mi dispiace, avrei dovuto agire diversamente, lo so. Ma dovevo abituarmi all’idea e soprattutto non sapevo come comportarmi nei tuoi confronti!” gli dissi

“anche io ero nelle tue stesse condizioni. Avevo paura di essere un disastro come figlio e di deluderti!

Mi lasciarono sorprese queste sue ultime parole.

Naruto, tu non mi hai mai deluso e non potrai mai. E se continui su questa strada non potrai che rendermi fiero di te!”

Naruto mi sorrise e mi ringrazio. Lo guardai sorpreso, non ne capivo la ragione.

“Per quello che mi hai detto! almeno adesso so che non sono un peso per te! E poi grazie anche di essere rimasto al mio capezzale per i due giorni in cui sono stato male! Una volta tanto al mio risveglio non ho trovato la casa deserta! Non ero solo!” fece una piccola pausa “Sai? È stato…piacevole, potrei anche abituarmici! Però vorrei sapere…perché mi hai detto di essere arrivato a casa mia alle nove di stamattina? Non volevi che sapessi della tua presenza li accanto a me?” mi chiese

Sorrisi “ti ho detto che ero li dalle nove, ma non di quale giorno! Il resto l’hai fatto tutto tu!”

Naruto mi sorrise.

Tornai a essere serio

Naruto!” lo costrinsi a guardarmi “dove hai preso il ciondolo che era sul tuo comodino?”

Il ragazzo tirò fuori dalla tasca un collanina “Questa dici? L’ho sempre avuta. Lo tenuta perché pensavo che fosse di un mio parente! Mi aiutava a sentire meno solo qualche volta! Mi bastava stringerla e mi sentivo…diciamo protetto! Non me ne separerei per niente al mondo!”

Lo guardai dolcemente.

“Probabilmente stavi bene, perché sentivi la presenza di tua madre accanto a te!”

Mi guardò stralunato “Quello apparteneva a tua madre! Glielo regalai il giorno in cui le ho proposto di sposarmi…ma quel giorno non è mai arrivato!” dissi abbassando la testa.

“Mi racconti qualcosa di lei? Per favore! Vorrei avere almeno un’idea di che persona era!” mi chiese supplichevole.

Quella domanda mi rese felice e io lo avrei accontentato.

“Il suo nome era Hikari! (Hikari = Luce) Nome azzeccato dato che era la luce dei miei occhi! Era una persona solare, molto gentile con il prossimo. Raramente si arrabbiava, tranne col sottoscritto. Spesso la facevo disperare e lei per vendicarsi mi riempiva di botte! La cosa più bella era la sua voce. Era melodiosa e quando cantava…bhe non saprei descriverti l’emozione che mi dava!”

Naruto mi ascoltava con interesse. Una cosa mai successa prima d’ora.

“Mi piacerebbe sentirla almeno una volta o almeno vedere com’è. Hai una sua fotografia?” mi chiese speranzoso.

Indicai il ciondolo “Lì dentro dovrebbe esserci!”

“Non posso aprirlo, non ho la chiave! Anche se mi chiedo se esista una chiave così piccola! Che bisogno c’era di mettere una serratura a un ciondolo?”

Sorrisi e frugai nella mia tasca. Per un attimo temetti di averla persa, ma per fortuna trovai la piccola chiave che in tutti quegli anni avevo conservato.

“Oh l’avevi tu!”

Mi grattai la testa “Bhe quando le regalai il ciondolo, mi dimenticai di consegnarle anche la chiave! Eh eh!”

Naruto mi guardo con una gocciolona sulla testa.

“Come ha fatto allora a metterci dentro la sua fotografia?

“Diciamo che era brava a trafficare con le forcine che portava fra i capelli. Tornava utile davanti a una porta chiusa quando capitava in una missione!”

“Era anche lei un ninja? Pensavo di no, dato che hai detto che non sarebbe stata molto d’accordo se avessi scelto questa strada!” mi ricordò le parole che avevo pronunciato durante la missione.

“quando ci siamo conosciuti eravamo in guerra e ha visto molti ragazzi della tua età morire per una lotta senza senso. Non voleva vederti fare la stessa fine!”

“Capisco!”

Lo guardai e vidi che era un po’ incerto nell’aprire il ciondolo, come se avesse paura.

“Avanti aprilo, mica ti morde!”

Naruto obbedì. Rimase a lungo a fissare la foto, nella quale c’ero anch’io. Lo vidi asciugarsi una lacrima che era riuscita sfuggire al suo controllo.

“Era molto bella!”

“Avevo ragione che ti somigliava vero? Stessi occhi e stessi capelli! Hai ereditato da lei anche gran parte del tuo carattere!” gli dissi pensando a com’era.

“Da te? Ho preso qualcosa?”

Ci pensai su “Il fascino, la cocciutaggine e l’orgoglio!” gli dissi sorridendo.

Indicando la mia foto mi chiese

“Non è possibile, anche qui hai la maschera. Ma almeno lei conosceva il tuo vero volto?” mi chiese divertito

“Che razza di domande, certo!” mi affrettai a dire.

“E io? ora avrò l’onore di sapere come sei?”

Non dovetti pensarci nemmeno un secondo “No!” poi mi alzai

Naruto mise il broncio “Uffaaaaaa! Ma così come faccio a essere sicuro che non sei brutto?”

“Hai la mia garanzia. Sono un uomo moooolto affascinante!” gli feci l’occhiolino.

Restammo in silenzio. Poi Naruto se ne uscì con una frase che per poco non mi faceva perdere l’equilibrio dal ramo su cui mi trovavo.

“Ti voglio bene…papà!”

E bhe, non ero abituato a sentirmi chiamare così, ma non suonava male come parola. Dovevo solo farci l’abitudine.

gli scompigliai i capelli. Scendemmo a terra dopodiché gli proposi di trasferirsi a casa mia. Era piuttosto grande. Ci stava benissimo e la fortuna voleva che avessi anche un letto in più e una stanza praticamente vuota.  A Naruto gli si illuminarono gli occhi e abbracciandomi mi buttò a terra.

“Lo prendo per un si! Andiamo, ti offro una ciotola di ramen!”

Naruto dalla felicità comincio a saltare di qua e di là, facendomi pensare che forse avevo esagerato.

Mi accorsi di una presenza che ci osservava.

“Senti, perché non chiedi a Sakura di uscire dal suo nascondiglio e di unirsi a noi per pranzo?”

Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e la ragazza con entusiasmo accettò l’invito.

All’ennesima volta che Naruto mi chiamò papà, Sakura si mise a ridere. Anche per lei era buffo sentire chiamare in quel modo il suo sensei. Ma come lei stessa disse, non c’era niente di male dato che ora io e Naruto eravamo una famiglia.

 

 

 

 

Fine 6° capitolo. Siamo quasi alla fine ormai. Un po’ mi dispiace, ma tutte le storie hanno un termina.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Fatemi sapere.

Grazie a Iaco e neji4ever per le loro recensioni

Ciao a presto

Neko^^

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Capitolo 7
*** Due anni dopo ***


Corretta

 

Capitolo 7: Due anni più tardi.

 

Passarono due anni da quel giorno e ormai la mia vita anche se in parte, era cambiata. Ma in meglio. Naruto la maggior parte delle volte mi faceva disperare e spesso era davvero insopportabile, ma gli volevo bene.

Essere suo padre però non mi impedì di essere per lui un buon maestro e la maggior parte delle volte anche severo. Anzi con lui ero più cattivo che con Sakura dato che doveva fare i conti con me anche a casa quando disubbidiva ai miei ordini o si lamentava di qualche cosa. Questo lo terrorizzava.

Un giorno ci stavamo sottoponendo a un duro allenamento. Cosa diventata ormai di routin. Mio figlio aveva due obbiettivi da portare a termine. Il primo diventare Hokage e il secondo, riportare a Konoha Sasuke. L’odio che quest’ultimo provava verso suo fratello, lo aveva portato a compiere la pazzia di seguire Orochimaru e a Naruto non era mai andata giù questa sua decisione. Era ormai la sua ossessione. Voleva allenarsi per diventare più forte in modo tale da costringerlo a tornare, nel caso si fosse rifiutato di tornare al villaggio con le proprie gambe.

Naruto era determinato, ma qualche volta la pigrizia si faceva sentire.

Anf, anf! Papà siamo tornati ieri da una missione, anche gli schiavi hanno un po’ di tempo per riposarsi” disse passandosi una mano sul viso per asciugare il sudore. Lo stavo facendo lavorare parecchio.

“Ogni momento è buono per migliorare le proprie capacità, hai dimenticato  il tuo obbiettivo?” gli dissi fissandolo

Scosse la testa

“Ti devo ricordare cosa è successo durante l’ultima missione e cosa mi hai chiesto?”

“No, me lo ricordo benissimo!” disse guardandomi storto.

Nell’ultima missione si era nuovamente affidato al potere della volpe a nove code per uscire fuori dai guai, nonostante tutta la spiegazione che gli avevo fornito sull’indebolimento del sigillo e cosa comportava l’applicazione di un secondo. Sarebbe successo se avrebbe continuato su quella strada, ma la cosa che mi irritava maggiormente e che non faceva affidamento sulle sue sole forze. Un grave errore dato che era capace di cose incredibili. Mancava poco e mi avrebbe addirittura superato.

Durante la missione cademmo in una trappola nemica. Eravamo circondati. Numerosi ninja, tutti con un aria tremendamente forte ci avevano accerchiati. Senza pensarci un attimo, Naruto chiamò a se il chakra di Kyuubi, divenendo così una forza mostruosa che rase al suolo tutto ciò che si trovava nel raggio di 500 metri. 

Come sempre al suo risvegli non ricordava niente.

Sakura subito si precipitò a vedere le sue condizioni.

Ormai non risentiva così tanto dell’utilizzo di quel chakra, dato che lo usava praticamente sempre. Naruto chiese alla ragazza spiegazioni su quanto era successo. Sakura cercò di essere il più delicato possibile, ma io gli sputai in faccia la verità. Lo accusai di aver compiuto quel macello. Non sapevo come farglielo capire. Dovetti rispiegargli per l’ennesima volta le conseguenze delle sue azioni. Poteva anche arrivare a distruggere le cose a cui teneva maggiormente.

Naruto mi disse che era già a conoscenza di quelle cose, ma a me sembrava esattamente il contrario. Gli chiesi di darmi una spiegazione valida per aver sempre fatto ricorso a  quel potere così pericoloso e subdolo.

Mi rispose semplicemente che quando perdeva il controllo sulle sue emozioni, era difficile tenere a bada lo spirito della volpe a nove code, nonostante cercasse di controllarsi.

Controllarsi? Secondo me non ci provava nemmeno. si faceva dominare e basta.

Gli dissi che se voleva veramente diventare il più grande hokage che il villaggio ebbe mai visto, continuando di quel passo, non avrebbe esaudito il suo sogno.

Ci rimase male a quelle parole.

Continuai dicendogli alcune qualità che gli hokage dovevano avere:  abilità nel combattimento ,volontà di voler proteggere Konoha e una forte fiducia in loro stessi. Sapevo bene che  avrebbe messo a repentaglio la sua vita per proteggere il villaggio, ma era la fiducia in se stesso a mancargli. Era l’unica spiegazione per cui ricorreva a quel chakra. Aveva paura di non farcela e allora chiedeva maggiore potere. Su questo aspetto non era molto diverso da Sasuke. Lo dovetti incoraggiare e fargli capire che non aveva bisogno di Kyuubi, che se solo avesse voluto sarebbe potuto diventare anche più forte di quel demone.

Anche Sakura intervenne dandomi supporto. Visto che non dava retta a me, chissà se avrebbe dato retta alla suia ragazza. Loro lo nascondevano, ma io avevo capito che c’era del tenero fra i due.

Fu da quel momento che Naruto  mi chiese di aiutarlo a diventare più forte, sottoponendolo a qualsiasi tipo di allenamento.

Quando mi chiese quello, fece di me un padre orgoglioso.

Riuscii a convincerlo tirarsi su e continuare il nostro allenamento. Terminammo solo quando su Konoha calò la sera.

“Che cosa? vuoi continuare anche domani? Ma domani è…!” non  terminò la frase a causa dell’occhiataccia che gli lanciai e con il broncio se ne andò.

La sera si era svolta con tutta calma e dopo aver cenato, mio figlio si buttò sul divano stravolto. Ma la mia intenzione non era quella di farlo riposare. Non avevo nessuna voglia di mettermi a fare le faccende domestiche, quindi gli dissi che si sarebbe potuto riposare solo dopo aver sparecchiato.

Mi andò male. Appena ebbe posato la testa sul cuscino, si addormentò.

Oltre a dover sparecchiare e …lavare i piatti, dovetti pure portare il bambino nel suo lettino. Un bambino che era tutto tranne che leggero.

La mattina seguente andai a svegliarlo con tutta la delicatezza che potevo.

“forza alzati! Ho una commissione da farti svolgere!” gli dissi

Lo sentii confabulare qualcosa sul tipico risveglio che gli sarebbe piaciuto ricevere “Buongiorno Naruto, buongiorno papà, vuoi una tazza di caffè che te la preparo?, oh no grazie preferisco il thè, d’accordo cinque minuti e sarà pronto …ah ti ho anche lasciato l’ultima brioche, oh ma non dovevi, l’ho fatto con piacere per il mio adorato figliolo! …questi sono i risvegli che mi piacerebbe avere!”disse

Ovviamente non gli diedi questa soddisfazione “si, si va bene, continua a sognare! Se vuoi il thè, te lo prepari da solo…anzì no perché ho finito l’ultima bustina, però brioche …no ho finito anche quelle!” gli dissi, mi divertivo un mondo a prenderlo in giro…anche se in quel caso era vero che non gli avevo lasciato niente. Bhe si anche le altre volte che lo lasciavo a stomaco vuoto.

Naruto mi guardò storto “Mi hai lasciato qualcosa da mangiare almeno?”

“Gli avanzi di ieri! Ci sono ancora un po’ di peperoni se non sbaglio, ma secondo me sono un po’ pesantucci di mattino presto!”

“Ma no, tu dici?” disse ironicamente.” possibile che sia tutte le mattine così?  Ma non dici sempre che mi vuoi bene?  è così che me lo dimostri?”

“guarda che io lo faccio solo per te! Troppa caffeina rende nervosi e quelle brioche deliziose piene di burro, non fanno mica bene alla salute! Mi sacrifico per te cosa credi?” gli dissi scherzando.”Mi ringrazierai quando il tuo colesterolo sarà nella norma!” gli dissi continuando a infierire.

“Ah basta, non voglio nemmeno sentirti, vado a fare la doccia!”

Già sogghignavo sotto la maschera. Gli aspettava una bella sorpresa.

AAAAAAAAAAAAAAAAAh FREEEEEDOOOOO!”

Mi affacciai alla porta del bagno e dissi “ dimenticavo di dirti che l’acqua calda è finita!”

Forse avevo esagerato quella mattina. Naruto cominciò a rincorrermi per tutta la casa, ma per fortuna ero ancora un palmo sopra di lui e presto si stanco di darmi la caccia.

“Tu! Stai cercando di farmi impazzire o sei solo ansioso di morire?” mi chiese

Dopo aver fatto calmare Naruto, gli consegnai un fogliettino con sopra scritta la lista della spesa. Solitamente ci alternavamo, una settimana ci andavo io e una mio figlio. Quella volta sarebbe toccato a me, ma con una piccola e innocente bugia, riuscì a fargli compiere il mio dovere.

“Si, certo! Questa volta sei stato convocato da Tsunade, quale sarà la prossima scusa?” mi chiese imbronciato.

“non so, ci devo ancora pensare!” dissi sorridendo.

Alla fine Naruto rassegnato fece quello che gli chiesi. Appena uscito mi misi subito al lavoro, prendendomi quasi un infarto quando vidi il ragazzo rientrare per prendere il copri fronte. Ci mancò poco che scoprisse cosa avevo in mente.

Assicuratomi che non c’erano più pericoli in vista, continuai a preparare la mia piccola sorpresa per Naruto. Era il 10 ottobre e quest’anno avevo deciso di fargli un piccolo regalo. Anche perché dovevo farmi perdonare del fatto che l’anno prima me n’ero completamente scordato.

Naruto non chiedeva regali o roba del genere. Voleva solo vedere se me lo ricordavo. Infatti mi tenne il broncio per un mese. Il periodo più tranquillo negli ultimi due anni. Non mi rivolse minimamente la parola.

Solo quando stavo quasi per rimetterci la pelle a causa di una missione andata storta, ricominciò a parlare con il sottoscritto. Non voleva che me ne andassi pensando che mi odiasse.

Mentre ero distratto da questi pensieri, rividi Naruto rientrare. Era già trascorsa un intera ora, senza che nemmeno me ne accorgessi.

Stava per entrare in cucina, ma glielo impedii dicendo che mi sarei occupato io stesso di mettere la spesa al suo posto.

Ovviamente questo lo insospettii, ma la cosa strana e che non cerco di smascherarmi come era solito fare. Questo insospettì me, ma  neanche io controllai cosa stesse architettando. Lo avrei scoperto poco dopo.

Chiamai il ragazzo verso mezzogiorno… il pranzo era pronto. Non ero un buon cuoco, ma quel giorno cercai di dare il meglio di me stesso, preparando delle omelette da leccarsi i baffi…bhe più o meno.

Naruto bevve quintali di litri d’acqua per mandare giù quello che avevo preparato.

“Di la verità, volevi avvelenarmi oggi?”

Va bhe, non ero riuscito nel mio intento, ma cercai di rimediare con il dolce.

Gli portai una torta di medie dimensioni e gliela misi davanti. Mancavano le candeline, ma le consideravo un optional.

Naruto rimase sorpreso inizialmente  poi lentamente cominciò ad emozionarsi. “te ne sei ricordato!” mi disse felice. “Grazie…spero almeno che questa torta al cioccolato sia commestibile!”

Cioccolato? Tanta fatica per preparare una torta alla crema e lui la scambia per una al cioccolato.

“Alla crema? Stai scherzando vero?” mi chiese storcendo ilnaso

“è solamente un po’ bruciacchiata, cosa sarà mai?!” dissi sconsolato.

“Un po’ bruciacchiata dici? Oh suonano alla porta, vado io!” disse.

Perché avevo l’impressione che stesse evitando il mio dolce? Non mi sembrava così male. Come non detto, stetti male per tre giorni dopo essermela mangiata.

Sakura-chan!”

La ragazza entrò in casa e subito mi chiese come me l’ero cavata con la preparazione della torta Haruno tipica del suo clan. Avevo chiesto consigli a lei e gentilmente mi aveva prestato una ricetta di famiglia.

“Giudica tu! È sul tavolo!” disse Naruto.

“Oh non pensavo che avessi fatto delle modifiche! Hai usato il cacao!”

Naruto subito la smentii dicendole la verità. Sakura storse il naso.

“per fortuna prevedendo un suo fallimento sensei, ho preparato io la torta. Non per vantarmi, ma credo di aver superato me stessa! Forza assaggiate!”

Qualcuno ce lo impedì. Tsunade, Arrivando in quel momento ci sgridò per non  averla aspettata. Finalmente eravamo tutti la pronti per mangiare la torta. Tutti tranne io.

“Dov’è finito Kakashi?” chiese Tsunade.

Mi ero rannicchiato in un angolino, con una nuvola nera sulla testa e con un dito tracciavo dei piccoli cerchi per terra. Mi ero dato tanto da fare e tutto era andato storto. Ero depresso.

Naruto mi si avvicinò con una fetta del dolce di Sakura e cercò di rassicurarmi. Nonostante il mio fallimento, aveva apprezzato il gesto. Non chiedeva di meglio. come si dice in questi casi, non è il regalo che conta, ma il pensiero.

“dai papà, non te la prendere! Almeno quest’anno te ne sei ricordato e per me basta questo. E se mal non ricordo, anche io ho fatto un disastro per il tuo compleanno no?”

Bhe se la vogliamo mettere su quel piano, io sono stato grande a confronto. C’è mancato poco che mandasse a fuoco la cucina.

“Allora Naruto, ti è piaciuto il regalo di tuo padre?” chiese Tsunade.

Re-regalo?” chiese dubbioso.

Mi ero scordato quel particolare. Era tipicamente mio scordarmi sempre un pezzo. Mi alzai dal mio angolino e andai nella mia stanza a prenderlo. Senza sapere il perché sentii Naruto gridarmi di non entrare. Non gli diedi retta ed eccomi che mi ritrovai sepolto da una valanga di robe che mi caddero addosso appena aperta la porta.

Naruto sbiancò quando vide la mia faccia. Cercò di giustificarsi del dispetto, dicendomi che me la voleva far pagare per avergli mentito sulla convocazione di godaime e su tutti i dispetti che mi divertivo a fargli. Non se la cavò così facilmente.

Naruto io…ti ammazzooooo!” gli dissi cominciando a rincorrerlo.

Riuscì a uscire di casa e a correre fra i tetti del villaggio, ma nonostante tutti i suoi tentativi di seminarmi e le trappole che aveva sparso dietro di se, riuscì a prenderlo in castagna.

aaaaah, ti prego scusami, prometto che non lo farò più!” disse cercando di indietreggiare . feci apparire un kage bushin con il quale bloccai Naruto alle spalle.

Feci per colpirlo con un pugno. La mia intenzione non era quella di colpirlo, ma quella di fargli chiudere gli occhi. Infatti il colpo che si aspettava, non arrivo.

Quando riaprì gli occhi si accorse di cosa aveva di diverso. In quel momento di distrazione, gli avevo sostituito il suo vecchio copri fronte, ormai tutto rigato e rovinato, con uno nuovo. A Naruto gli si illuminarono gli occhi.  Era la reazione che mi aspettavo, anche se non avevo calcolato il fatto che mi avrebbe abbracciato. Quelle effusioni mi mettevano sempre in un certo imbarazzo.

“Grazie, sei grande!” mi disse.

Gli sorrisi e scompigliandogli i capelli gli dissi “Buon compleanno Naruto

 

FINE

 

 

 

 

spero che l'ultimo capitolo vi sia piaciuto. fatemelo sapere! ciao a prestoooooo!!!

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