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Ciaooo! Sono tornata. Alcuni di voi troveranno in
questa ff qualcosa di familiare. Bhè
in passato l’avevo già pubblicata, solo che non piacendomi come l’avevo
scritta, ho preferito riscriverla sotto il punto di vista di Kakashi. Spero vi piaccia…buona
lettura ^^
CAPITOLO 1: questione di vita o di morte.
Quando decisi di intraprendere la carriera
di ninja, non pensavo che un giorno sarei finito a fare da babysitter a tre neo
ninja, rumorosi come i miei allievi. I loro nomi erano Naruto,
Sakura e Sasuke.
Naruto era quello che mi dava
maggiormente da fare. Era sempre pieno di energia e non stava mai un attimo
fermo. Il suo lato positivo consisteva nel riuscire a farsi accettare da tutti…da tutti coloro che non sapevano cosa c’era dentro di
lui.
Il demone dalle nove code, colui che 12
anni prima aveva portato morte e distruzione a Konoha,
ma ormai anche all’interno del villaggio non ci facevano tanto più caso.
Sakura era una ragazza che pensava molto
al suo aspetto fisico, soprattutto per farsi vedere da Sasuke.
Con Naruto inizialmente non andava molto d’accordo,
ma poi col passare del tempo sono diventati ottimi amici.
Infine Sasuke,
colui che consideravo il mio pupillo. Eravamo simili sotto un certo aspetto.
Entrambi possedevamo lo sharingan, chi per eredità,
chi per acquisizione. Sta di fatto che spesso mi concentravo su di lui, facendo
passare gli altri in secondo piano. Ma da li a poco tempo, qualcos’altro
avrebbe avuto la priorità, facendomi capire quanto un mio allievo potesse
diventare importante nella mia vita.
Io
e la mia squadra di genin, il team numero 7, una
mattina di primavera fummo convocati dal 5° hokage,
la quale ci commissionò una nuova missione.
Naruto non fu molto
contento. Si trattava di una missione di basso livello che consisteva nel recuperare
del materiale inviato a Konoha da un villaggio non
molto lontano da noi. Sembrava una bazzecola a prima vista, ma chi poteva
immaginare che una missione del genere potesse trasformarsi in una questione di
vita o di morte?
Eravamo quasi
rientrati al villaggio. Mancava circa metà strada quando davanti a noi
comparvero ItachiUchiha e Kisame. Due membri dell’organizzazione più temuta qui in
zona.
Sapevo cosa
volevano. La forza portante della volpe a nove code. In poche parole…Naruto.
Istintivamente
mi misi davanti ai miei allievi per proteggerli. Avrei fatto di tutto perché
non accadesse loro del male. Il mio motto? “Non lascio morire i miei compagni”
e dovevo ammetterlo, per quanto fossero ancora inesperti nel mondo ninja, i
miei ragazzi avevano dimostrato di avergrande coraggio di fronte a un avversario così insidioso.
ItachiUchiha era quello che mi preoccupava di più. Anche lui
possedeva lo sharingan. Poteva rivelarmi brutte
sorprese, inoltre era anche il tanto odiato fratello di Sasuke.
Potete immaginare la fatica che feci per tenere fermo il mio allievo, assetato
di vendetta e pieno di odio nei confronti del fratello maggiore.
Purtroppo non
riuscii a sventare l’attacco e nel giro di poco tempo, dovemmo ingaggiare una
lotta senza esclusioni di colpi.
Io mi occupai
di Itachi, mentre i ragazzi di Kisame.
Dovetti combattere e tenere sotto controllo i miei allievi contemporaneamente e
questo mi costò parecchia energia, dovendo più volte intervenire per
difenderli.
È vero, ho
detto che erano dei ragazzi in gamba, ma Kisame era
addirittura fuori dalla mia portata e inoltre aveva un arma davvero insidiosa,
capace di ferirti se solo ti sfiorava.
Ormai ero
allo stremo delle forze e anche i miei allievi. Sakura era inginocchiata a
terra cercando di riprendere un po’ le forze. Naruto
era steso a terra per un colpo appena ricevuto, mentre Sasuke
cercava di difendere i suoi compagni con le ultime forze che gli rimanevano.
Avrei tanto
voluto intervenire di nuovo, ma Itachi mi impediva di
muovermi.
Ad un tratto
però vidi Naruto alzarsi nuovamente. Le sue ferite si
erano rimarginate e sembrava tornato come nuovo. L’unico problema era che aveva
dovuto ricorrere al potere della volpe, come capitava ogni volta che si trovava
in difficoltà.
Naruto acquisì una
forza straordinaria, con la quale riuscì a mettere in difficoltà Kisame, ma il chakra del Kyuubi che lo avvolgeva non costituiva per il ragazzo una
barriera protettiva verso gli attacchi nemici. Anzì
era vulnerabile come prima, forse anche di più dato che il suo corpo non era
ancora in grado di sopportare un utilizzo così grande di chakra.
La battaglia
fra la volpe e lo squalo durò diversi minuti, poi quando Itachi
cominciò a sentire la stanchezza impossessarsi del suo corpo, a causa
dell’utilizzo costante sharingan per fronteggiarmi, i
due membri dell’akatsuki decisero di battere in
ritirata.
Quando il
pericolo per il momento si allontanò, mi accorsi di cosa avesse comportato
quella battaglia. Sasuke e Sakura erano feriti, ma
erano ancora in grado di reggersi in piedi. Naruto
invece era steso a terra, stanco per l’utilizzo di un potere non suo. Solo un
secondo più tardi mi accorsi della profonda ferita che aveva nel petto, quando
vidi per terra una pozza di sangue allargarsi. Kisame
aveva approfittato della perdita del potere del Kyuubi
da parte del ragazzo, per colpirlo in un momento in cui non aveva difese.
La situazione
era grave. La salvezza di Naruto dipendeva solo dalla
mia velocità di rientrare a Konoha.
Mi caricai il
ragazzo sulle spalle e andando avanti, lasciai i miei due allievi indietro. Li
affidai a Pakkun, un mio fidato cane ninja, che li
avrebbe guidati al villaggio.
In quel
momento la mia priorità era Naruto.
Dopo un tempo
che mi sembrava un’eternità, finalmente giunsi all’ospedale di Konoha. Diedi subito Naruto alle
cure dei medici. E io rimasi in attesa di notizie sulle sue condizioni.
Non passò
molto che sentì la voce di Tsunade chiamarmi.
“Kakashi? Cosa ci fai qui? Cosa ne è della missione?”
“La missione
è stata portata a termine, ma abbiamo avuto dei problemial ritorno!” dissi abbassando la testa
provocando la preoccupazione dell’Hokage.
“Cosa vuoi
dire? È successo qualcosa ai ragazzi?” chiese con una punta di paura nella
voce.
Stavo per
rispondere, ma venni interrotto da un medico che allarmato chiamò Tsunade.
“Hokage-sama! Abbiamo un problema. Si tratta di NarutoUzumaki!”
Tsunade spalancò gli
occhi, ma mantenendo il controllo, prese la cartella che il medico le porse
sulle condizioni del ragazzo, e la lesse.
“Qual è il
problema?”
“Abbiamo
finito le scorte di sangue. Il ragazzo ne ha urgente bisogno!”
“Cosa state
aspettando? Trovate qualcuno che sia disposto a donargli il suo sangue!” gridò,
ma il medico incerto le chiese
“Dove
troviamo una persona col suo stesso gruppo sanguigno, in poco tempo?”
“Io mi offro
volontario! Bisognerebbe solo accertarsi che il mio gruppo sanguigno
corrisponda col suo!” dissi sperando ardentemente di poterlo aiutare. Non mi
sarei mai perdonato la perdita di un mio allievo. Se ciò fosse avvenuto, mi
sarei ritirato dalla carriera di ninja. Non sarei stato degno del rispetto che
tutti mi affidavano.
“Bene,
iniziate con lui, io andrò a vedere se trovo altri donatori disponibili nel
caso ce ne fosse bisogno!” precisò l’hokage.
Per fortuna
procedettetutto per meglio. Naruto aveva il mio stesso gruppo sanguigno. Poche volte
nella mia vita avevo provato una così forte sensazione di sollievo. Almeno
potei salvarlo dopo non essere stato in grado di proteggerlo dai suoi
inseguitori.
Ero sdraiato
nella stessa stanza del ragazzo. Ero stato costretto a rimanere a letto a causa
della trasfusione. Avrei anche potuto sentirmi male e tutto il sangue che mi
era stato prelevato, avrebbe impiegato un po’ di tempo perrigenerarsi.
Poche ore
dopo Sasuke, Sakura e Pakkun
arrivarono a Konoha e il primo posto in cui si
diressero fu proprio l’ospedale.
Erano stati
informati dall’hokage che tutto si sarebbe sistemato,
che Naruto era salvo.
“Kakashi-sensei! È permesso?” mi chiese Sakura educatamente
entrando nella stanza.
“Sta bene?”
mi chiese Sasuke, con la sua aria indifferente, ma
dalla voce potei capire che la sua preoccupazione era sincera. Meno male.
Cominciavo a pensare che quel ragazzo non fosse umano.
Annuii “Ho
avuto giorni migliori, ma me la cavo!”
“Naruto?” chiese debolmente Sakura.
“Dorme
ancora! E possibile che si risvegli fra qualche giorno!” precisai, anche se
conoscendolo, ero dubbioso sul fatto che ci avrebbe messo così tanto tempo per
riprendersi.
Sakura si
portò una mano al cuore preoccupata.
“Sta
tranquilla! Chi lo annienta questa testa quadra!” disse Sasuke
Diversamente
da come i dottori avevano detto, Naruto ci impiegò
solo un giorno per svegliarsi e appena capito dove si trovava, saltò sul letto
e gridò
“Aaaah Dov’è Kisame? E Itachi? Dove sono quei criminali che li faccio a fettine!”
Sorrisi.
“Calmati Naruto!”
“Nonna-Tsunade! Che ci fa qui?” chiese il ragazzo.
“Che razza di
domande,sono pur sempre un ninja medico
no?”
Tsunade controllò le
sue condizioni
“Direi che ti
sei ripreso in fretta, nonostante ti sia dovuto battere contro i membri dell’akatsuki!”
“Mi sono
ripreso del tutto vede? Ouch!” gemette quando si
mosse troppo.
“Eheh! Avrai una velocità di recupero maggiore degli altri
esseri umani, ma non esagerare!” Gli dissi
“Kakashi-sensei! Che ci fa nel letto? Hanno abbattuto anche
lei?” mi disse Naruto senza intenzione di offendermi.
Abbassai la
testa. Sakura gli tirò un pugno sulla testa “baka!
Vuoi chiudere il becco?”
“Ahi, Sakura-chan! Si trattano così i malati?” si mise a
piagnucolare.
“Così impari!
Devi ringraziare solo Kakashi-sensei se sei ancora
vivo! Sei arrivato qui in pessime condizione e se lui non ti avesse donato il
suo sangue, a quest’ora tu…!” disse trattenendo le
lacrime
“EEEEEEH? Che
cooooosaaaa?” disse sgranando gli occhi. Sembra così
strano che io possa aver compiuto una buona azione?
“Ehm…grazieKakashi-sensei!” disse Naruto
visibilmente imbarazzato.
Sorrisi e mi
alzai dal letto per andare a scompigliare i capelli “Non devi ringraziarmi. Non
smetterò mai di dirlo: non lascio morire i miei compagni!”
Naruto mi sorrise
“Ma uscito da
qui ti allenerai il doppio, per poter finalmente sconfiggere quei brutti ceffi
una volta per tutte” gli precisai.
“Ricevuto!
Sono pronto a iniziare subito!” disse alzandosi dal letto.
“Testa
quadra, aspetta almeno di riprenderti del tutto no?” disse Sasuke
che fino ad allora era rimasto in disparte e in silenzio.
“Ah Sasuke, ci sei anche tu!”
“Con questo
vorresti dire che sono invisibile?”
“Questo è
poco ma sicuro!” disse sfottendolo.
“Meglio
invisibile che perdente!” controbatté
Due giorni
più tardi Naruto fu finalmente libero di lasciare
l’ospedale e tutti i componenti del team 7 ripresero gli allenamenti, i quali
erano più estenuanti del solito grazie alle diavolerie inventate dal
sottoscritto. Di sicuro i miei allievi mi devono aver odiato in quei momenti.
Mi stavano
ancora insultando dopo l’ennesimo esercizio faticoso e ridicolo allo stesso
tempo, mi divertivo a prenderli in giro quando potevo, quando arrivò Shikamaru.
Mi consegnò
il messaggio che l’hokage aveva ordinato di
recapitarmi.
“L’hokage vuole vedermi? È successo qualcosa?” chiesi, non
aspettandomi una risposta da Shikamaru.
“Vada da Tsunade-sama e lo saprà!” mi
disse con aria svogliata. Mi chiedevo come Asuma
facesse con quel ragazzo.
“Avanti Naruto, muoviti! L’hokage ha
chiesto di poter parlare con noi!”
Naruto sgranò gli
occhi “Cosa vuole nonna-Tsunade da noi?”
“Tutto a suo
tempo! Lo saprai fra poco!” gli dissi e ci mettemmo a correre verso la residenza
dell’hokage,
Ci recammo da Godaime il
più veloce possibile. Non perché l’hokage ci avesse
messo fretta, ma perché Naruto era curioso di sapere
cosa Tsunade volesse da noi.
Conoscendolo scommetto che sperava nell’affidamento
di una missione di una certa importanza, dove mostrare le sue abilità. Era inutile…Naruto non sarebbe mai cambiato.
“Eccoci qua nonna! Hai chiamato? C’è una nuova
missione?” chiese Naruto tutto gasato.
Godaime scosse la testa. Era terribilmente seria, il che mi fece capire che
doveva essere successo qualcosa.
Prese un respiro profondo dopo di che ci chiese di
sederci e di prestarle orecchio.
Non invitava mai un ninja a sedersi…
cominciai a preoccuparmi ancora di più. Chi poteva essere morto? Qualcuno che
centrava sia con me, che con Naruto. Poteva essere Jiraya? Ma no, l’avevo visto qualche ora fa, a meno che non
si fosse fatto picchiare a morte da qualche donna, dubito che la causa di
quella convocazione potesse essere lui.
Tsunade riprese a parlare e mi fece una domanda che mi lasciò perplesso, ma non
come quando mi avrebbe riferito la vera ragione del mio convoca mento.
“Kakashi, non vorrei
risvegliare brutti ricordi, ma tu 12 anni fa persi la tua compagna vero?”
Vidi con la coda dell’occhio, Naruto
sussultare e guardandomi stralunato. Possibile che davo così tanto l’immagine
di essere un single da sempre?
Abbassai la testa e annuii.
“Eri a conoscenza che stavate per avere un figlio
no?” disse Tsunade.
“Si!” risposi solamente sempre a testa bassa. Mi ci
era voluto tempo per riprendermi e ora, senza una motivazione apparente, Godaime faceva riaffiorare quei momenti così dolorosi tutti
di un colpo. Perché?
“BheKakashi,
probabilmente la notizia che sto per darti potrà shoccarti e non solo a te!”
disse quest’ultimo pezzo di frase osservando Naruto,
il quale osservava l’hokage senza capirci niente.
“Tuo figlio è vivo! La tua compagna ha dato alla
luce il bimbo ancor prima di rimanere vittima della tragedia accaduta 12 anni
fa!”
Spalancai gli occhi, come era possibile? La mia
compagna era solo all’ottavo mese, era ancora troppo presto! Doveva esserci un
errore. Ma in quel momento non pensai che anche un bambino nato prima poteva
sopravvivere.
Non fiatai. Il fiato mi morii in gola. Non riuscivo
a pensare lucidamente in quel momento.
“Ehm…io cosa centro?”
chiese Naruto. Probabilmente si sentiva disagio, non
erano cose che lo riguardavano e quindi non si spiegava la sua presenza li. Lo
avrebbe scoperto da li a pochi secondi…e anch’io.
Titubante Tsunade
continuò a parlare “Quel bambino mi fu portato da un abitante del villaggio,lo
stesso giorno dell’attacco di Kyuubi. Non si
conoscevano i suoi genitori. Si pensava che entrambi fossero morti e a causa
della tragica situazione, dovemmo scegliere lui, come contenitore del demone
volpe.”
Naruto si irrigidì e io ebbi la stessa sua reazione.
“C-cosa vuole dire?”chiesi, anche se forse avevo già capito cosa
insinuasse.
“Naruto è tuo figlio!”
disse Tsunade continuando a rimanere seria.
Il silenzio calò in sala, si sentì solo il rumore
della sedia che si spostava allo spostamento del ragazzo. Naruto
shockato dalla notizia, si alzò e a testa bassa per non incontrare lo sguardo
di nessuno, se ne andò dall’ufficio.
Lo guardai andare via. La sua reazione credo fosse
più che lecita.
“Ne è sicura?” chiesi…continuavo
a non crederci.
“Si, quando i medici dell’ospedale hanno fatto il
test del DNA per assicurarsi che il tuo sangue fosse compatibile con quello di Naruto…sono giunti a questa conclusione. Per esserne
sicura, anch’io ho compiuto il test…posso assicurarti
al 100% che è la verità…nessun margine di errore!”
Non sapevo cosa dire.
L’hokage mi chiese come
stavo. Come potevo stare? Confuso, spaventato, incerto sul da farsi. Come mi
sarei comportato ora con Naruto? Potevamo essere
padre e figlio ora che ci conoscevamo come maestro e allievo e prima di tutto,
cosa voleva dire essere padre?
Mi alzai dalla mia postazione e dopo aver chiesto
il permesso…me ne andai. Dovevo schiarirmi le idee.
Avrei tanto voluto parlare con Naruto,
sapere di cosa pensasse di quella situazione, ma probabilmente il ragazzo
voleva passare del tempo da solo…e sinceramente anche
io.
Spesso mi era capitato di pensare come sarebbe
stata la mia vita se quel giorno di 12 anni fa non si fosse mai verificato.
Avrei avuto una compagna, un figlio, forse più di uno…insomma
una famiglia.
Allora non ero pronto per una cosa del genere, ma
non mi sarei tirato indietro, come che da una parte avrei voluto dare ora. Ero
terrorizzato. Non sapevo niente su come si educa un figlio e di certo non
potevo seguire l’esempio di mio padre. Era perennemente assente. Aveva la sua
carriera ninja da portare avanti. Sarei stato anche io così?
Camminavo per le vie del villaggio continuando a
pensarci sopra. Intravidi anche Sakura e Sasuke.
Notai che erano preoccupati, forse erano già stati messi al corrente, ma non
avevo voglia di rivolgere loro la parola. Ringraziai mentalmente Sasuke che impedì a Sakura di avvicinarsi e pormi delle
domande.
Riuscì a evitare i miei allievi, ma non i miei
amici. Passai accanto a un bar dove Asuma e Gai
stavano giocando una partita a shougi. Non mi accorsi
nemmeno della loro presenza, fino a quando un forte urlo di Gai, mi sfidò a un
ennesima ridicola sfida che il mio compagno mi poneva ogni giorno.
Non ero dell’umore giusto e lo ignorai continuando
a camminare.
“AAAAAH come al solito mi ignora!” lo sentii dire.
Solitamente mi divertivo a prenderlo in giro, ma
ora…
Asuma invece si piazzò davanti a me, costringendomi a fermarmi.
“ kakashi, amico mio.
Conosco quella faccia. Hai qualcosa che non va!” mi disse “Ne vuoi parlare?
Siamo a tua disposizione!”
Sospirai. Mi avrebbe fatto bene parlare con
qualcuno e perché non con loro. Per quanto idiota potesse essere la maggior parte
delle volta Gai, mi fidavo di lui e lo stesso valeva per Asuma.
Degli amici migliori di loro non si potevano avere.
Dissi loro tutto quello di cui ero venuto a
conoscenza qualche minuto prima da Tsunade.
Asuma si accese una sigaretta e buttò fuori il fumo. Agiva sempre così quando
gli si presentava davanti una situazione difficile. Lo aiutava a pensare.
Mentre Gai si mise ad urlare.
“Coooosaaaaaaa? Naruto, quel Narutoè…è tuo figlioooooo???”
Tutti presenti nel locale si girarono a guardarci.
“Urla un po’ più forte. Dall’altra parte
dell’emisfero non ti hanno sentito!”gli dissi
“Gomenasai!” si scusò.
“Bhe amico, che
intenzioni hai verso il ragazzo?” mi chiese Asuma
“Essere padre è difficile, esserlo di Naruto poi,
dato la sua condizione di Jinchuriki!”
“Non è quello il problema Asuma.
Il problema e che non so come fare con lui. comportarmi come sempre? Essere più
affettuoso?”
“Non sarebbe da te!” mi disse Gai. “Provacomportarti normalmente inizialmente. Piano piano saprai come fare! Tanto anche Naruto
sarà nelle tue stesse condizioni!”
“Gai ha ragione! risolverete i problemi insieme!”
mi disse Asuma mettendomi una mano sulla spalla.
Passarono un paio di giorni e di Naruto nemmeno l’ombra. Neanche io ero molto disponibile,
ma qualche giretto e chiacchierata la facevo se mi capitava. Speravo di poter
vedere il ragazzo e vedere comeavesse
reagito alla notizia, ma dovetti aspettare.
Nemmeno Sakura eSasuke avevano sue notizie.
“Salve Kakashi!”
“Oh Iruka!” lo salutai.
“Ho saputo la novità! Come va?” mi chiese.
Bella domanda…non sapevo
che rispondere. Cercai allora di cambiare argomento.
“Per caso sai qualcosa di Naruto?”
Annuì “Sono andato a trovarlo proprio ieri sera!
Era giù di morale. Pensa che si rifiuta anche di mangiare. Sarò sincero, ma
sono preoccupato! Non puoi fare qualcosa?”
Sospirai, d'altronde ora era compito mio, ma mi
avrebbe dato retta?
Ci avrei pensato il giorno dopo. Avevamo un
allenamento e Naruto non aveva mai detto di no a
esercizi per migliorarsi. Speravo che non si sarebbe tirato indietro nemmeno
quella volta.
Arrivai in anticipo quella volta. Questa storia del
padre mi aveva scombussolato parecchio, ma non mi feci vedere. Dovevo pur
mantenere il mio titolo di ritardatario cronico.
Vidi Sakura e Sasuke arrivare.Notai qualcosa nelle mani della ragazza. Un
cestino da pic-nic. Lo offrì a Naruto quando si
presentò all’appuntamento e anche se contro voglia, il ragazzo per accontentare
la compagna afferrò uno spuntino e lo mangiò. Non so per quale motivo, ma li vidi
scoppiare tutti a ridere.
Anch’io sorrisi a quella scenetta. Mi faceva
piacere vedere come erano diventati amici quei tre, nonostante i loro
battibecchi.
Era giunto il momento per me di farmi vedere, ma
appena uscii allo scoperto, il sorriso di Naruto si
spense.
Sospirai, sapevo di essere io la causa per
quell’atteggiamento. Ci passai sopra. Cosa avrei dovuto fare?
“Vedo che ci siete tutti! molto bene! direi di
cominciare”
“Kakashi-sensei, non
credevo che sarebbe venuto!” mi disse Sakura.
“E perché mai?”
“Bhe dopo essere venuto a
conoscenza del fatto che..:”
Sospirai “un vero ninja compie sempre il suo
dovere, anche lasciandosi i sentimenti alle spalle!”
Gli allenamenti cominciarono. Quella volta non ebbi
molta fantasia e dissi loro di ingaggiare una lotta tutti, contro tutti. Naruto nonostante il disagio che potevo accorgermi che
provava, cercò di dare del suo meglio. Il meglio che poteva fare a stomaco
vuoto.
“molto bene ragazzi, per oggi va bene così! Ci
vediamo domani, stesso posto, stessa ora!” Non mancò da parte di Sakura la
richiesta del mio arrivo in orario.
Naruto si sarebbe subito diretto a casa probabilmente e io sapevo cosa dovevo
fare. Certo non sapevo se era il metodo giusto ma ci provai.
Verso ora di cena mi recai all’appartamento di Naruto e dalla finestra vidi che era impegnato nel fare
qualche flessione. Probabilmente si era reso conto che non aveva fatto molto
bene durante l’allenamento.
Bussai al vetro della finestra, facendo sussultare
il ragazzo, il quale non si aspettava una mia visita.
“Kakashi-sensei, cosa ci
fa qui?” mi chiese guardandomi come se fossi un alieno.
Gli porsi una busta contenente il suo cibo
preferito “Tieni! Ho saputo da Iruka che non stai
mangiando molto in questi giorni. Per un ninja l’alimentazione è importante. Non
serve a niente allenarsi se non si hanno energie”
Naruto fissava la busta ancora in mano mia, senza dire niente.
Sospirai. “Mangia finchè
è caldo ok? A domani Naruto”
Il ragazzo annuì
Feci finta di andarmene, ma in realtà rimasi nei
paraggi per poterlo osservare. Mi sembrava piuttosto sorpreso dal gesto. Eppure
non era la prima volta che gli portavo da mangiare, anche se solitamente
portavo dei abbondanti cesti di verdura.
Non potevo leggere nei suoi pensieri, ma potevo
immaginarmeli. Probabilmente si chiedeva il perché mi fossi comportato così, se
ero preoccupato in quanto padre o maestro o se avevo agito così perché mi
sentivo obbligato.
Lo vidi esitare ancora un po’, ma alla fine cedette
e decise di mettersi a tavola.
Sopsirai, sarebbe stata molto dura essere padre.
****************
Fine
secondo capitolo, spero vi sia piaciuto!
Grazie
a coloro che hanno recensito e aggiuntola ff nelle
preferite...ARIGATOU!
Il giorno seguente
il mio team venne convocato al cospetto del godaime e
l’allenamento previsto per quella giornata sarebbe dovuto saltare. Poco male.
Se ci fosse stata affidata una missione, i miei allievi avrebbero avuto modo di
accumulare esperienza…ne avevano bisogno.
Quando arrivammo
all’ufficio dell’hokage, Naruto
non si dimostrò molto educato nei confronti dell’Hokage.
Bhe era sua abitudine, ma questa volta si dimostrò
piuttosto sgarbato.
“Ultimamente siamo
qui da te spesso nonna-Tsunade. Spero solo che tu non
abbia un’altra notizia bomba come l’ultima volta! Non so quante notizie del
genere potrei reggere!”
“Naruto, ti sembra questo il modo di rivolgerti all’hokage?” lo rimproverò Sakura.
Avrei dovuto
pensarci io, ma non ci riuscii.
Sospirai e lo
stesso fece Tsunade.
“No Naruto! vi ho chiamato perché ho una missione da affidarvi!
Consiste nell’accompagnareun uomo e suo
figlio al villaggio della sabbia! L’appuntamento con i diretti interessati è
domani mattina all’alba, alle porte di Konoha. Conto
su di voi!”
“D’accordo!” dissi
solamente.
Tsunade mi rivolsde uno sguardo serio “Kakashi,
fai attenzione! C’è un alta percentuale che possiate imbattervi in Orochimaru o addirittura nell’Akatsuki.
Non è sicuro, ma per maggiore precauzione, dato quello che è successo l’ultima
volta, ti ho affiancato un anbu”
“Si Hokage-sama” dissi
“Yamato!” Chiamò Tsunade.
Dal nulla apparve
un ninja dai capelli cascani con un espressione
capace di incutere timore. Ma di lui mi potevo fidare. Era stato un mio
compagno in passato e conoscevo le sue abilità. Erano le stesse del primo hokage. Solo lui le possedeva.
“Yamato vi tornerà utile, nel caso Naruto
diventasse nuovamente il bersaglio deinostri nemici e se dovesse succedere il peggio!” dissegodaime riferendosi
al risveglio della volpe a nove code.
“Che bello essere
al centro di tante attenzioni!” disse Naruto
ironicamente.
L’hokage ci diede il permesso di andarci a preparare. Prima
di dividerci,vidi Naruto che mi fissava. Mi girai a
guardarlo. Sussultò,come se gli desse fastidio essere osservato.
Sospirai “Ci
vediamo domani alle porte di Konoha. Puntuali, mi
raccomando!” precisai. Da che pulpito arrivava la predica.
Sakura e Sasuke si erano già incamminati. Ero pronto a raggiungerli,
quando sentii godaime chiedere a Naruto
di fermarsi. Gli voleva parlare.
Non era da me un
comportamento del genere, ma mi fermai dietro la porta dell’ufficio ad
ascoltare.
“Naruto, ti si legge in faccia che hai qualcosa che ti
turba. Si tratta di Kakashi? Come vanno le cose con
lui?”
“Vanno come devono
andare!” disse scocciato.
Perché quando si
toccava l’argomento diventava scontroso? Cominciai a pensare che non gli
andassi bene come padre. Bhe d'altronde, cosa avevo
fatto per lui fino ad ora? Spesso lo avevo lasciato da parte per allenare Sasuke. Che bel padre e maestro che ero. Non mi
meravigliavo se aveva qualcosa contro di me.
Il fatto che non
sapevo di essere il suo genitore, non mi data il diritto di preferire un allievo
e abbandonare gli altri. E ora che sapevo la verita,
non era cambiato molto. Mi ero comportato come al solito, forse lo avevo
addirittura ignorato qualche volta, anche se non intenzionalmente. La
situazione era complicata per entrambi.
Come potevamo
allacciare un legame così forte come quello che c’è fra padre e figlio, se non
sapevamo nemmeno cosa volesse dire?
“Avete dei problemi
eh? Vedrai che con il tempo ci farete l’abitudine e andrà tutto per il meglio!”
Disse Tsunade cercando di confortare il ragazzo.
“non credo di abituarmici!
Sono sempre stato solo…e non ho mai saputo cosa fosse
l’amore di un genitore. Ma adesso che so di avere un padre, mi sembra tutto più
complicato di quello che credevo…nonso…come mi devo comportare, cosa si aspetta lui da me e
cosa aspettarmi io da lui.” lo sentii sospirare “Era meglio quando era solo il
mio maestro!” disse il ragazzo con una vena di tristezza nella voce.
“Non dire così! Proprio perché sei sempre stato
solo, non credi che ti sia capitata un occasione unica? Non tutti gli orfani
hanno la possibilità di conoscere i propri genitori! Capisco che Kakashi probabilmente non sarà il padre che ti sei sempre
immaginato però…”
“Non ne voglio parlare ok? Adesso voglio andarmi a
preparare per la missione di domani!”
Non ebbi nemmeno il tempo di rendermene conto, che
mi vidi Naruto davanti che mi guardava perplesso.
“Ehm…CiaoNaruto!” riuscii solo a dire. Cosa altro potevo fare? Fare
finta che non avessi spiato? Me lo si leggeva in faccia.
Naruto sgranò gli occhi. Non si aspettava di trovarmi li. ma senza dire una
parola girò i tacchi e se ne andò.
Mentre tornavo nel
mio appartamento, qualcuno mi chiamò…eraYamato.
“Kakashi-sempai! Ho saputo la novità!” mi disse tranquillamente.
“Ti riferisci a Naruto?” chiesi. E cos’altro se no?
“Esatto! Come ci si
sente a essere padri?”
“ti darò la stessa
risposta che ho dato a tutti coloro che mi hanno posto la stessa domanda!
Terrorizzato! Non so che pesci prendere!” feci un attimo di silenzio “ Tu che
sei padre, mi dai qualche consiglio?” gli chiesi con occhi supplicanti.
“Bhe essere padri da quando tuo figlio nasce è più semplice.
Il legame si crea subito, mentre nel tuo caso la cosa è diversa. Ad esempio tu
vedi Naruto con gli occhi di un padre o di un
maestro?”
“Bhe…credo di continuare a considerarlo solo un mio allievo!
Ed è questo che mi turba. Non dovrei no? cioè è anche mio allievo, ma non
riesco a vederlo in modo diverso!”
Yamato sospirò “ è
proprio questo il problema. Finche tu continuerai a considerarlo solo un tuo
allievo e lui ti vede solo come un suo maestro…non
farete molta strada. Dovreste passare più tempo insieme e conoscervi al di là
del mondo ninja.” Mi disse Yamato. “Conoscere cose
l’uno dell’altro che solo persone molto strette possono conoscere!”
“Sembra facile a
parole!” dissi sconsolato.
“Io sono sicuro che
tutto filerà liscio e fra un mese sarete contenti di esservi ritrovati!”
Il giorno dopo
all’appuntamento ovviamente, arrivai in ritardo, ma giusto in tempo per sentire
Sakura e Naruto parlare delle aspettative di
quest’ultimo su di me. Si aspettava che facessimo cose insieme e che io
compissi piccoli gesti che aveva visto fare dagli altri padri verso i propri
figli, come ad esempio dividersi un gelato. Ma come disse lui io non ero quel
tipo di persona. Ero piuttosto chiuso in me stesso e la maggior parte delle
volte mi piaceva passare il tempo per conto mio. Ma mi resi conto che avrei
dovuto cambiare diverse cose della mia vita.
“salve a tutti, si
parla di me?” dissi facendo finta di niente.
Naruto si girò dall’altra
parte per non guardarmi in faccia. Ok, forse io dovevo cercare di essere più
disponibile, ma anche lui poteva fare qualche sforzo.
“Scusate il
ritardo!” disse un signore sulla quarantina arrivato in quel momento con il
figlioletto di 10 anni che si nascondeva dietro di lui.
“Non si preoccupi,
siamo appena arrivati!” precisai, ma non mancarono i commenti di Sakura.
“Lei è appena
arrivato sensei! Mai una volta che attivasse
puntuale.”
Sorrisi e mi grattai
la testa per l’imbarazzo. Mi ero già fatto conoscere dai due nuovi arrivati.
“Mi chiamo Mizuki e lui è mio figlio Remi! Siete voi i ninja
incaricati di accompagnarci al villaggio della sabbia?” chiese molto
educatamente.
Annuii.
“Piacere di
conoscervi e vi ringrazio per il vostro aiuto! Non avrei voluto disturbarvi!”
“Nessun disturbo,
signore! Siamo qui apposta!” disse Yamato.
Il signore sembrò
sorpreso di vedere anche Yamato oltre a me. Due Jounin solo per scortarlo gli sembravano troppi, infondo
non aveva chissà quale ricchezze perché dei pericolosi ninja avrebbero dovuto
attaccarlo.
“Non si preoccupi”
mi affrettai a precisare “ siamo in due per pura precauzione, rischiamo di fare
brutti incontri! Ma con noi è in buone mani!”
“D’accordo, mi fido
di voi!”
Dopo esserci
presentati anche noi, partimmo subito per la nostra destinazione.
Yamato e Sasuke camminavano davanti a tutti, mentre io, Naruto e Sakura camminavamo dietro ai due nostri ospiti. Li
avevamo fatti sistemare in mezzo per un maggior controllo.
Da dietro potevo
osservare come Mizuki si comportava con Remi. Padre e
figlio andavano molto d’accordo e si vedeva lontano kilometri quanto ci
tenessero l’un l’altro. Li vedevo scherzare e giocare. Dovevo comportarmi
anch’io così? Non era proprio da me.
“Allora ragazzi!
Ditemi un po’! com’è essere un ninja? Deve essere faticoso e pericoloso!”chiese
Mizuki ai miei allievi
“Bhe si, ma ti da anche molte soddisfazioni!” disse Sakura.
“E i vostri
genitori cosa ne pensano? Non sono in pensiero per voi?”
Naruto e io sussultammo.
“Era questo quello
che volevano i miei! Che diventassi uno dei shinobi
più forti del mio clan!” disse serio Sasuke
“I miei mi fanno
sempre mille raccomandazioni prima di partire per una missione…quindi
direi di si! Ma sono anche fieri che abbia scelto di seguire le loro orme!
Siamo tutti ninja in famiglia!”disse Sakura
Naruto invece stette in
silenzio.
“E tu giovanotto?”
chiese rivolgendosi a Naruto “ehm…io…non
lo so” abbassò leggermente la testa e con la coda dell’occhio rivolse il suo sguardo
verso di me.
Mizuki se ne accorse
“Oh, quindi è lui
tuo padre!”disse
“Non si direbbe,
non vi assomigliate per niente!” disse il piccolo Remi.
“Assomiglia molto
alla madre!” Era vero e sinceramente non era la prima volta che mi veniva in
mente questo pensiero…eppure non mi era mai sfiorata
l’idea che potesse trattarsi di mio figlio. Però in effetti a Konoha sono rare le persone bionde con occhi azzurri, se si
esclude il clan Yamanaka. Forse avrei dovuto
arrivarci
Vidi Naruto addrizzare le orecchie. Probabilmente era curioso di
sapere qualcosa in più sulla madre.
“Capisco! Voi cosa
ne pensate del fatto che abbia scelto di diventare ninja?”
“La mia compagna
non sarebbe stata molto d’accordo, credo. Per me invece non ci sono problemi,
se è quello che vuole fare e anche se non fossi d’accordo ormai sarebbe troppo
tardi!” dissi
Naruto accennò un
sorriso.
“Eppure a me non
sembrate padre e figlio. Sembrate così distaccati!” disse Remi
Anche lui se n’era
a corto.
Yamato intervenne “La
loro è una situazione complicata, hanno scoperto solo qualche giorno fa di
essere parenti!”
“Oh, non lo avrei
mai immaginato! Bhe lei è un uomo fortunato. Non c’è
niente di meglio che essere genitori. Credo che abbiate un sacco di cose da
recuperare e…”
Mizuki non riuscì a
terminare la frase che sentimmo una risata maligna, seguita dall’apparizione di
un ninja da noi ben conosciuto. Il servo di Orochimaru…Kabuto.
Tutti ci mettemmo
in posizione di attacco.
“Ma che sorpresa,
non pensavamo di trovarti qui Naruto” disse Kabuto con un sorriso malvagio.
Vidi Naruto irrigidirsi e stringere i pugni. Non lo avrebbe mai
ammesso, ma il fatto di essere costantemente braccato lo terrorizzava, ma da
bravo ninja nascondeva i suoi sentimenti per combattere al meglio.
“Vi faccio una
proposta!” disse rivolgendosi principalmente a me e Yamato.”se
mi consegnate Naruto, vi lascio passare e giungere a
destinazione sani e salvi, in caso contrario…” creò
numerose copie di se stesso “…non uscirete vivi da
qui!”
Io cercando di
mantenere la calma gli risposi “Scordatelo, Non permetterò mai a un come te e
quel criminale di Orochimaru di entrare in possesso
del Kyuubi, dovete prima passare sul mio corpo” dissi
Naruto mi fissava, non
capivo se il mio interessamento era verso la preoccupazione che Kyubifinisse in mani
sbagliate o che io fossi realmente preoccupato per lui. Non dovevo per forza
essere suo padre per preoccuparmi delle sua sorte.
Il mio rifiuto di
consegnargli Naruto, scatenò una cruenta battaglia fa
noi, ninja della foglie e i cloni di Kabuto.
In realtà essendo
uno contro cinque, eravamo in netto vantaggio, ma i cloni non sono avversari da
sottovalutare, infatti finimmo subito per essere svantaggiati,
Yamato e io ordinammo ai genin di proteggere Mizuki e il
figlio, mentre noi ci occupavamo del nemico. Ma nemmeno noi, jounin con una certa esperienza alle spalle, potevamo
tenere a bada tutti i cloni di un ninja esperto come Kabuto.
Alcuni di loro
sfuggirono al nostro controllo, andando verso i ragazzi. Fra di loro c’era
anche il vero Kabuto, che come previsto, prese di
mira Naruto.
La battaglia si
preannunciò più difficile di quello che potevamo immaginarci. Infatti appena
eliminavamo i cloniper andare ad
aiutare i cloni, ecco che Kabuto ne creava subito degli
altri. Evocò anche dei serpenti in suo aiuto.
Rimasi sorpreso.
Pensavo che la tecnica del richiamo con l’animale in questione, fosse in grado
di usarla solo Orochimaru. A quanto pare quel viscido
rettile aveva insegnato al suo schiavetto la tecnica, per poterla usare in
momenti come questi.
Infine tutti,
tranne Naruto, ci trovammo imprigionati tra le spire
di alcuni serpenti che ci impedivano i movimenti.
Cercai invano di
liberarmi.
“Ti conviene stare
fermo Kakashi” mi disse Kabuto
mettendomi in allerta su quello che sarebbe successo se solo avessi fatto un
passo falso “Basta un solo movimento e io darò ordine ai miei serpenti di
mordere i tuoi allievi e…quei due laggiù! E il loro
veleno è letale” disse indicando le due persone che dovevo proteggere.
Solo allora mi
accorsi che anche loro erano diventati degli ostaggi.
Non andava bene,
non era da me perdere di vista l’obbiettivo della missione, ma dovevo fare
qualcosa o per Naruto sarebbe finita male.
Il ragazzo era
steso a terra a causa di un colpo ricevuto precedentemente da Kabuto e inerme osservava la scena. Cercò più volte di
rialzarsi, ma invano.
Potei vedere la sua
rabbia crescere a ogni minaccia che Kabuto diceva nei
nostri confronti e nel giro di pochi istanti, ecco Kyububi
uscire allo scoperto.
Ciò che temevo si
era compiuto, ma era anche la nostra unica speranza di salvezza, sempre se Naruto fosse stato in grado di controllarsi.
Improvvisamente le
ferite che impedivano a mio figlio di muoversi, guarirono senza lasciare segno
del loro passaggio e esso si preparò ad affrontare Kabuto,
guardandolo con uno sguardo che faceva accapponare la pelle.
Avevo già visto Naruto in quelle condizioni e ci avevo fatto l’abitudine
ormai, ma ogni volta riuscivo comunque a sorprendermi.
Ora Kabuto se la sarebbe dovuta vedere con il demone in
persona.
Naruto aveva cambiato in gran parte il suo aspetto. Gli
occhi color del sangue con una pupilla sottilissima, canini lunghi e aguzzi,
artigli affilati come rasoi,ma la cosa più visibile era il manto di chakra rosso che lo ricopriva.
Kabuto non sembrava preoccupato dal risveglio del Kyuubi, al contrario sembrava che non aspettasse altro.
Nonostante si
fosse trasformato, Naruto aveva mantenuto un ottimo
controllo del suo corpo. Ma come al solito la sua solita fretta di agire, non
gli permise di inventare una buona strategia di attacco. Si basò principalmente
sulla forza fisica. Ma dovetti ammetterlo, a lungo andare questa volta il suo
modo di agire spropositatamente ebbe effetto.
Se inizialmente Naruto era in svantaggio anche con il potere del Kyuubi davanti a un avversario forte come Kabuto, quest’ultimo non era invincibile e presto la
fortuna gli avrebbe voltato le spalle. Infatti si vedeva che il nemico era
visibilmente provato. Aveva dovuto schivare più volte i ripetuti attacchi di Naruto e aveva anche provato a colpirlo.
Il problema e che
per riuscire ad arrivare a portarlo al suo limite, Naruto
aveva dovuto ricorrere a maggior chakra della volpe a
nove code, arrivando a farsi crescere una seconda coda.
Per me era la
prima volta vederlo in quello stato. Solitamente gli era bastato fermarsi alla
prima coda, ma evidentemente Kabuto era davvero al di
sopra della sua portata.
L’avversario
resosi conto che con l’aumentare del chakra, avrebbe
avuto poche chance di vincere, prese il piccolo Remi come ostaggio facendolo
penzolare sopra un dirupo altro diversi metri, per ricattare Naruto. In quel momento mi pentii di aver scelto quella
strada per giungere a Suna, ma anche se avessimo
preso un'altra via, Kabuto in qualche modo lo avrebbe
ricattato.
“Visto che sei
così testardo, ragazzino insolente, mettiamola così! Se non vuoi seguirmi
dovrai dire addio a questo mocciosetto, in caso
contrario, gli permetterai di vivere una vita lunga e felice…se
gli va bene! Allora cosa ne dici?”
Naruto non rispose. Dubitavo anche che in quello stato
fosse in grado di capire le parole del nemico.
“Aiutooo!!! Papààà!” urlò Remi.
Mizuki nonostante avesse le braccia ancora legate a causa
di un serpente, provò con tutte le sue forte a salvare il figlio scagliandosi
contro Kabuto, che con un pugno allo stomaco lo
atterrò.
Cosa avrei fatto
io al suo posto? Avrei agito come lui? La sua azione non avrebbe comportato
nessuna conseguenza, ma seavessi fatto
qualcosa io, non solo Naruto avrebbe rischiato, ma
tutti quanti. Cosa dovevo fare? Mi sentivo una nullità in quel momento. Mi ero
fatto catturare con estrema facilità e Kabuto puntava
su ciò che avevo di più chiaro per tenermi buono.
Naruto continuava a guardare con astio Kabuto,
il quale interpretò il suo odio come un rifiuto a volerlo seguire. Potete
immaginare che cosa ne ha fatto del bambino. Lo gettò nel precipizio.
Il ragazzo allora
si arrabbiò ancora di più e una terza coda si fece visibile. Senza perdere un
attimo di tempo, Naruto si scagliò contro Kabuto facendo cadere anch’esso nel dirupo, dopo di chè a una velocità strepitosa si getto nel vuoto, toccando
terra ancor prima che fosse Remi a farlo.
Riuscì ad
afferrarlo al volo e subito lo riporto in cima e lo lasciò andare.
“Papàààà!” disse Remi correndo ad abbracciare il padre.
Grazie
all’intervento di Naruto, ora eravamo liberi dalla
prigionia di Kabuto, ma non potevamo ancora tirare un
sospiro si sollievo. Infatti fino a quel momento il ragazzo era riuscito a
controllarsi, ma ora l’istinto del demone riuscì a prevalere sulla sua
personalità.
“Naruto, sei stato grande!” disse Sakura avvicinandosi a lui
“Ora puoi tornare normale!”
Yamato le impedì di fare un altro passo verso di lui.
Ora Naruto non era in grado di riconoscere più gli amici dai
nemici, avrebbe attaccato chiunque si sarebbe trovato sul suo cammino.
Fra di noi
ilpiù vicino a lui era Sasuke e scagliandosi contro di lui, cercò di eliminarlo.
Fortunatamente grazie al mio sharingan riuscii a
prevedere la sua mossa e a togliere il mio allievo dalla sua traiettoria.
Ora toccava a me
intervenire. Avevo nel mio borsellino un sigillo affidatomi da Jiraya, per sopprimere il chakra
di Kyuubi, nel caso si sarebbe manifestato, ma quando
riuscii ad applicarlo sulla fronte di Naruto, esso
non ebbe effetto, anzi a causa del calore emanato dal quel chakra
malvagio, esso si disintegrò.
Ore le ultime
speranze erano poste in Yamato. Per fortuna Tsunaide aveva previsto un problema del genere e ci aveva
premuniti.
Yamato compose dei sigilli e ponendo il palmo della mano
destra sul terreno, fece nascere dal nulla dei cani di legno che si avventarono
sul ragazzo e mangiando il chakra del demone, fecero
tornare Naruto alle sue sembianze originali.
Il pericolo per
il momento era scampato e per fortuna Naruto non
sembrava aver riportato grossi danni, dato la grande quantità di chakra a cui aveva fatto ricorso. Decidemmo di fermarci un
attimo per permettergli di riposare e dare il tempo ai nostri protetti di
riprendersi dallo spavento.
Naruto non si ricordava minimamente di cosa era accaduto,
capì però dai danni riportati al suo corpo che doveva essere ricorso a quel
potere racchiuso dentro di lui.
Finalmente
riprendemmo il viaggio e il giorno seguente arrivammo a destinazione. Non ci
trattenemmo molto al villaggio, rimanemmo solo il tempo per rifocillarci, per
poi partire nuovamente per Konoha. Il viaggio di
ritorno non ci rivelò brutte sorprese, ma potei notare come Naruto
era più lento del solito. Che sentisse la stanchezza dell’utilizzo del potere
del demone volpe? Rallentai affiancandomi a lui.
“Naruto, tutto bene? mi sembri un po’ stanco!”
Scosse
semplicemente la testa.
“Se vuoi ci
possiamo fermare. Non abbiamo riposato molto in questi due giorni!”
“No, non si
preoccupi per me Kakashi-sensei. sto benissimo! E poi
prima arriviamo a Konoha, prima potremo riposare!”
Sospirai. Non mi
avrebbe detto se aveva qualcosa che non andava. Decisi di non insistere. Se
fosse crollato da un momento all’altro per la stanchezza, come dava a vedere,
me lo sarei caricato sulle spalle. Più di quello non potevo fare.
Giunti al
villaggio diedi il permesso ai miei allievi di andarsi a riposare, mentre io e Yamato saremmo andati dal godaime
a fare rapporto.
Subito Tsunade ci chiese come erano andate le cose fra me e Naruto. avevo visto giusto. Ci aveva affidato quella
missione proprio per vedere come si comportano padre e figlio insieme. Fu
piuttosto delusa di scoprire che non c’era stato nessun passo avanti. Gli
accennammo anche gli aventi successi durante la missione. L’incontro con Kabuto, il ricatto e l’apparizione di Kyuubi.
Rimase sorpresa. Sembrava che ultimamente le missioni che affidava al mio team,
per quanto semplici fossero, dovessero trasformarsi in qualcosa di tragico.
Quando Shizune sentii parlare della potenza del Kyuubi con tre code, cominciò a preoccuparsi. Non era la
sola, ma non potevamo fare molto. Si sapeva che il sigillo imposto da yondaimeprima o poi
si sarebbe indebolito.
“Tsunade-sama! Se non corriamo ai ripari qui si rischia che
la tragedia si ripeta. Dobbiamo fare qualcosa!” disse Shizune
“non c’è molto
che possiamo fare. Dovremmo porre un altro sigillo nel ragazzo, ma questo
comporterebbe un ulteriore sacrificio da parte di Naruto”
disse Tsunade
Sapevo bene cosa
comportava un secondo sigillo. L’impossibilità di impastare adeguatamente il chakra e di conseguenza l’impossibilità di essere un ninja.
Non potevo permetterlo. Essere hokage. Il miglior
ninja della foglia, era il sogno di Naruto, quello
che lo aveva spinto a lottare nonostante fosse solo in tutti questi anni. Non
se ne parlava. Mi sarei opposto con tutte le mie forze.
“ Non ti
preoccupare Kakashi, non faremo niente a Naruto. Ho fiducia in lui e con la sua buona volontà
riuscirà a controllare il chakra della volpe, ma solo
se questo gli verrà fatto presente elencando anche i rischi che comporta nel
caso non dovesse farcela!” mi disse Tsunade.
“Gliene parlerò
quando mi sarà possibile. Ora starà riposando, non voglio disturbarlo!” dissi
dopo di che mi recai da Naruto per controllare le sue
condizioni senza fargli accorgere della mia presenza.
Fine
4 capitolo! Che ve ne pare?
Un grazie a tutti coloro che mi seguono. Thankyouverymuch
Risposta a: iaco:
sono contenta che la ff ti piaccia. I capitoli sono
tutti pronti e salvo imprevisti, dovrei riuscire ad aggiornare ogni sera. Spero
che continuerai a seguirmi. Ciao alla prossima
Giunsi finalmente all’appartamento di Naruto. Mi ero sempre chiesto come potesse un ragazzino
vivere da solo in una casa, senza che nessuno lo mettesse in guardia sui pericoli
che ci possono essere anche nel luogo che si considera più sicuro al mondo.
Ero indeciso se entrare o no, ma quando vidi dalla
finestra che dormiva beatamente nel suo letto, decisi di non rischiare. Potevo
anche svegliarlo.
Volevo solo accertarmi che stesse bene, ma da
quello che il mio occhio percepiva, sembrava che il ragazzo alla fine era solo
esausto. Forse mi ero preoccupato troppo, ma solitamente quando usava il chakra del kyuubi, rimaneva più
gravemente ferito.
Avrei dovuto seguire il mio istinto e non basarmi
sulle apparenze.
Infatti il giorno dopo io e la mia squadra abbiamo
ripreso gli allenamenti, ma di Naruto nemmeno
l’ombra. E dire che ero giunto anche quella volta parecchio in ritardo, quindi
ero sicuro che avrei trovato tutti e tre i miei allievi pronti per qualsiasi
cosa gli avessi ordinato di fare, ma mi sbagliai.
Mi stupii. Non era da lui arrivare in ritardo. Bhe si qualche volta era capitato, ma era solo questione di
minuti, di un quarto d’ora al massimo. Ora si parlava di diverse ore.
“Kakashi-sensei! è strano
che Naruto non ci sia ancora! Non sa niente?” mi
chiese preoccupata Sakura
Scossi la testa
“è lei suo padre, se non sa niente lei, chi
dovrebbe saperlo?” disse Sasuke.
Aveva ragione
“Non è che si è sentito male? Dovremo andare a controllare?”
chiese la ragazza.
In quel momento idubbi del giorno prima tornarono ad assalirmi. Senza dire una parola ai
miei allievi, mi diressi verso l’appartamento di Naruto.
Entrai senza problemi dato che la porta non era chiusa a chiave.
Lo trovai ancora nello stesso posto in cui l’avevo
lasciato. Sembrava che dormisse semplicemente, ma solo avvicinandomi notai che
aveva l’affanno.
Provai a svegliarlo, ma appena gli sfiorai il
braccio, si ritrasse gemendo.
Mi insospettii della reazione e senza indugiare,scoprii il suo corpo, coperto solamente da un
leggero lenzuolo, e notai sulle braccia e gambe segni di scottature, come se
qualcuno si fosse divertito a spegnere delle sigarette su tutto il corpo. Gli
scoprii anche la pancia. Anche li c’erano gli stessi segni. Non ebbi dubbi,
erano le conseguenze dell’utilizzo del chakra del Kyuubi.
Non era abituato e in solo colpo era passato da
l’utilizzo di una coda a tre. Era stato molto avventato, anche se non aveva
nessuna scelta, e ora ne pagava le conseguenze. Il vero problema? Non sapevo
cosa fare.
In quel momento Sakura entrò nell’appartamento.
Anche lei come me aveva pensato di cercarlo in uno dei pochi posti dove poteva
essere.
“Kakashi-sensei!” disse
solamente perché io la fermai ordinandole di andare a
chiamare subito Tsunade-sama.
Mentre aspettavo l’intervento di Tsunade, feci l’unica cosa che potevo fare per dare a Naruto un po’ di sollievo. Gli misi un panno fresco sulla
fronte. Purtroppo le scottature non furono il solo regalino che Kyuubi gli aveva lasciato, ma anche la febbre doveva
mettersi in mezzo.
Ero preoccupato. Si, sapevo che sarebbe guarito in
fretta, in fondo la febbre rimane solo per qualche giorno, ma quello che mi
inquietava era…sarebbe stato sempre così ogni volte
che sarebbe ricorso a quel potere? E se nel caso avesse usato ancor maggior chakra? Quanto poteva reggere il suo corpo? e se ci fossero
stati dei danni collaterali permanenti?
I miei pensieri furono interrotti da un rumori di
tacchi abbastanza veloci, che mi fecero capire che da li a pochi secondi avrei
intravisto Tsunade entrare.
“Kakashi? Come sta?” mi
chiese.
Non ero un
medico, quindi non sapevo con precisione. Mi limitai a dirgli le cose che avevo
potuto appurare io con la mia poca esperienza.
Tsunade ascoltando quel poco che le dissi, cominciò a controllarlo. Gli misurò
temperatura, pressione e controllò quelle bruciature.
La vidi sospirare e immettere chakra
nel corpo di Naruto. Le bruciature sul suo corpo
scomparvero fortunatamente.
“Per fortuna non era niente di grave. Ha la febbre
piuttosto alta e la pressione un po’ bassa, ma posso assicurarti che nel giro
di qualche giorno si rimetterà. Solo una raccomandazione Kakashi.
Gli allenamenti devono essere sospesi per una settimana. Nel caso si lamentasse
di questo, legalo e rinchiudilo da qualche parte, ma non permettergli di
sforzarsi, intesi?” mi disse Tsunade con aria seria
“Per ora sarebbe meglio portarlo all’ospedale, non è salutare lasciarlo qui da
solo!”
“Resterò io con lui!” dissi osservandolo mentre
dormiva. Il respiro sembrava essersi regolarizzato.
“Sai come prenderti cura di un malato?” mi chiese.
“No!” dissi sinceramente
“gli darò una mano io Tsunade-sama!”
intervenne Sakura che fino ad allora era rimasta sulla soglia delle porta per
non disturbare.
Tsunade fissò prima la mia allieva e poi me. Sorrise “Bene. credo che farti un
po’ di esperienza non ti faccia male! Sakura, affido Kakashi
e Naruto nelle tue mani…soprattuttoKakashi. Vedi di non fargli combinare guai!”
“Si!” disse Sakura.
Quando Tsunade se ne andò,
Sakura mi disse che si sarebbe assentata un attimo per avvertire Sasuke dell’allenamento saltato. Subito precisai.
“Sakura! Solo perché Tsunade
ha detto che Naruto deve stare a riposo una
settimana, questo non vale per te e Sasuke. Oggi
l’allenamento è saltato, ma domani vi voglio allo stesso posto, stessa ora!”
La vidi demoralizzarsi. Già si pregustava delle
vacanze che non avevo intenzione di dare.
Rimasi accanto a Naruto
tutto il giorno e con l’aiuto di Sakura mi presi cura di lui. Solo verso sera
riuscii a convincere la ragazza a tornare a casa sua. Non si fidavaa lasciarmi solo. Che bello quando la gente
si fida di te!
Il mattino dopo mi accorsi che mi ero addormentato
sulla sedia sulla quale mi ero seduto per controllare mio figlio. Naruto era ancora profondamente addormentato e io decisi di
andarmi a preparare un buon caffè. Dovetti accontentarmi del latte caldo.
Dovevo immaginarmelo che Naruto in casa non avesse
nemmeno un chicco di caffè.
Mentre bevvi il mio lattediedi un occhiata in giro, la casa non era un
granchè. Le mura erano da ridipingere, ragnatele
negli angoli e soprattutto immondizia in giro. Sospirai. C’era un bel po’ di
lavoretti da fare li dentro. Ma una cosa attirò la mia attenzione. Sopra un
comodino, c’era un qualcosa che luccicava. Lo presi in mano. Rimasi stupito di
scoprire cos’era. Conoscevo bene quell’oggetto. Sorrisi. Ero felice che
possedesse almeno qualcosa di lei.
Improvvisamente sentii dei mugolii. Era Naruto che si stava svegliando.
“Buongiorno!” dissi sorridendogli. Ovviamente solo
io sapevo di aver sorriso.
Naruto si strofinò gli occhi e quando mise bene a fuoco le cose, rimase
stupito di trovarmi li.
“Kakashi-sensei?” disse
mettendosi a sedere.
“Come ti senti?” chiesi.
“uhm…ho un po’ di mal di
testa! Ma…”
Posai una mano sulla fronte. Il gesto lo colse di
sorpresa.
“Direi che la febbre è scesa, ma ti conviene
riposare ancora un po’!” gli dissi facendolo nuovamente stendere.
“Cosa ci fa qui?”
“Che domande! Nonposso preoccuparmi di mio figlio?” dissi questa frase con una tale
semplicità che non mi accorsi nemmeno di averlo chiamato figlio.
Nemmeno Naruto se lo
aspettava, infatti potei notare le sue guance arrossire.
“Non ti starà tornando la febbre spero” gli chiesi,
cercando di far sparire l’imbarazzo.
“N-no.ma che giorno è? Mi sembra di aver dormito
secoli!”
“Ci credo! Hai fatto il bello addormentato da
quando siamo tornati dalla missione, cioè da due giorni!” dissi
“Coooosa? Dormo da due
giorni?” abbassò la testa “Non credevo che il potere di Kyuubi
mi stancasse tanto!”
Mi feci serio “Perché non mi hai detto di stare
male?”
“Bhe…come ho detto non
credevo di stare così male e poi…non credevo che tu…ehm…niente!”
Sospirai. Credeva forse che per me fosse solo una
palla al piede?
Presi dal tavolo una medicina che Tsunade mi aveva ordinato tassativamente di dargli appena
si sarebbe svegliato, ma solo dopo parecchia fatica riuscii a convincere quella
peste a prenderla.
“Ehm…Kakashi-sensei. da
quanto è qui? Non lo sentita entrare!”
“Scommetto che non hai sentito nemmeno il via vai
che c’è stato in sti giorni. Comunque dalle 9.00
circa!”
Vidi il ragazzo spostare la testa e osservare l’ora
della sua sveglia. Erano le dieci.
“Qualcosa non va?!” chiesi vedendolo turbato.
Scosse la testa.
In quel momento sentii bussare la porta. Era Sakura
che premurosamente aveva portato la colazione a tutti e due. La ringrazia per
il gesto, ma la rimproverai anche per non essere al campo di allenamento come
le avevo detto la sera prima.
“Tanto si sa che lei arriva sempre in ritardo.
Perché arrivare al campo alle sette, se lei arriva come minimo con 3 ore di
ritardo? È assurdo!” si lamentò
“perché sono io a dirlo! Ora muoviti a raggiungere Sasuke!”
“Voglio venire anche io!” intervenne Naruto.
“No, per te gli allenamenti sono interrotti per una
settimana ed è inutile che provi a contestare perché sono irremovibile su
questa decisione!” gli dissi.
Alla fine riuscì a persuadermi, ma io riuscì a
convincerlo di rimanere solo a guardare. Avevamo trovato un compromesso.
“Voi andate, io vado a informare godaime della tua salute e vi raggiungo.”
Dopo che feci quello che mi ero proposto di fare,
raggiunsi i ragazzi al campo di allenamento e fui sorpreso della scena che mi
si presentò davanti. Sasuke e Naruto
che se le suonavano di santa ragione. era risaputo che tre quei due ci fosse un
rapporto tra amore e odio, ma non si erano mai azzuffai in quel modo.
Mi vidi costretto ad intervenire quando Naruto stava per colpire nuovamente Sasuke
con un pugno. Strano solitamente era Sasuke ad avere
la meglio.
Doveva essere successo qual cosa di veramente
grave, se Naruto riusciva a trovare le forze per
battere Sasuke, soprattutto ora che era in
convalescenza.
“Allora cosa sta succedendo qui?” chiesi tenendo
fermo il braccio di Naruto
“Cosa c’è Naruto? perché
sei così arrabbiato?” gli chiesi, ma il ragazzo con un movimento brusco si
liberò dalla mia presa e dopo aver guardato male Sasuke,
se ne andò.
Dovetti rivolgermi agli altri due.
“Allora, qualcuno mi vuole spiegare cosa stava succedendo
qui?”
Sasuke si voltò da un'altra parte e non mi degnò di una risposta. Allora
passai la parola a Sakura, la quale per la prima volta la vidi difendere Naruto.
“Questa volta Naruto non
centra niente! è stato Sasuke a provocarlo, gli ha
detto delle cose terribili!” disse Sakura a testa bassa.
Guardai Sasuke per un
attimo “Che cosa gli avresti detto?” gli chiesi, ma mi ignorò. “Sakura?”
“Bhe la cosa è nata
quando gli abbiamo chiesto se lei e Naruto, avevate
parlato un po’ della vostra situazione. gli abbiamo riferito che in questi
giorni lei gli è sempre stato accanto e quando lui ha detto di non saperlo e
che voi non gliel’avevate detto….bheSasuke se ne uscito che lei è rimasto ad accudirlo solo
perché si sentiva costretto e non perché lo volesse veramente. Insomma in poche
parole ha detto che Naruto è stato solo un errore e
che in realtà non lo voleva!” disse Sakura sempre a testa china.
In quel momento mi arrabbiai anch’io contro il mio
allievo. Guardandolo storto gli promisi che la prossima volta che avrebbe detto
una cosa del genere, solo per il gusto di offendere senza tenere conto dei
sentimenti degli altri, lo avrei espulso dalla mia squadra.
Dopo averlo rimproverato per benino, decisi che ora
era il momento di andare a parlare con mio figlio.
Dovetti evocare Pakkun
per riuscire a trovarlo. Sicuramente non voleva essere trovato e cercarlo nei
posti che frequentava di solito, non sarebbe stata una grande idea.
Finalmente
dopo un inseguimento che durò diversi minuti, riuscii a trovare Naruto su di un ramo di una grossa quercia chesorgeva al centro del villaggio.Era appallottolato, con le ginocchia al petto
e la testa su di esse. Sembrava molto abbattuto.
Speravo
che parlandoci sarei riuscito a strappargli un sorriso. In fondo quel ragazzo
era conosciuto per la sua vivacità.
Saltai sul ramo e mi misi davanti a lui. Non
mi diede nemmeno il tempo di aprire bocca, che espresse il desiderio di
rimanere da solo.
Bhe
più che un desiderio sembrava un ordine, ma non era così semplice cacciarmi
via. Se io mi mettevo in testa una cosa, la portavo a termine.
Per
quell’aspetto non eravamo diversi io e lui.
“
Voglio solo parlarti, Naruto!” gli dissi calmo
“Se
sei venuto qui per farmi la predica, sprechi il tuo tempo. Sasuke
si meritava di essere preso a pugni…anche di peggio
se la vuoi sapere tutta! Se non fossi intervenuto avrei continuato senza
indugi!” dissi alterato.
“Non
sono qui per farti la paternale. Sasuke ha spagliato
nei tuoi confronti e quindi capisco che tu abbia reagito di conseguenza.
Probabilmente anch’io avrei agito come te, ma non sto dicendo che sia giusto
fare ricorso alla violenza! Che sia chiaro!” dovetti precisarlo. Colcarattere che si ritrovava, era capace di
attaccar brighe con chiunque lo avesse offeso.
Naruto
non reagiva. Sospirai.
“Dimentica
le parole di Sasuke, non sei stato un errore!” dissi
semplicemente, ma così riuscii a farlo muovere dalla sua posizione.
“Eh?”
disse
Mi
sedetti vicino a lui e continuai a parlare “Si, io e tua madre non avevamo
ancora deciso di avere figli, ma quando abbiamo scoperto che saremmo diventati
genitori, ne eravamo entusiasti. Anche spaventati certo, ma non è assolutamente
vero che non ti volevamo…questo devi togliertelo
dalla testa!” gli dissi sincero.
“Davvero?”
mi porse questa domanda con gli occhi che gli luccicavano.
Annuii
“Allora
perché quando abbiamo saputo che eravamo parenti, tu hai cominciato a essere
più freddo nei miei confronti?” chiese a testa bassa “Pensavo che non mi
volessi!”
“bhe ovviamente hai frainteso. Il fatto è che non sapevo
cosa dovevo fare. Essere ninja non ti prepara a certe situazioni e poi potrei
dire la stessa cosa io di te!”gli ricordai
Lo
osservai un po’ poi continua “Mi dispiace, avrei dovuto agire diversamente, lo
so. Ma dovevo abituarmi all’idea e soprattutto non sapevo come comportarmi nei
tuoi confronti!” gli dissi
“anche
io ero nelle tue stesse condizioni. Avevo paura di essere un disastro come
figlio e di deluderti!
Mi
lasciarono sorprese queste sue ultime parole.
“Naruto, tu non mi hai mai deluso e non potrai mai. E se
continui su questa strada non potrai che rendermi fiero di te!”
Naruto
mi sorrise e mi ringrazio. Lo guardai sorpreso, non ne capivo la ragione.
“Per
quello che mi hai detto! almeno adesso so che non sono un peso per te! E poi
grazie anche di essere rimasto al mio capezzale per i due giorni in cui sono
stato male! Una volta tanto al mio risveglio non ho trovato la casa deserta!
Non ero solo!” fece una piccola pausa “Sai? È stato…piacevole,
potrei anche abituarmici! Però vorrei sapere…perché mi hai detto di essere arrivato a casa mia
alle nove di stamattina? Non volevi che sapessi della tua presenza li accanto a
me?” mi chiese
Sorrisi
“ti ho detto che ero li dalle nove, ma non di quale giorno! Il resto l’hai
fatto tutto tu!”
Naruto
mi sorrise.
Tornai
a essere serio
“Naruto!” lo costrinsi a guardarmi “dove hai preso il
ciondolo che era sul tuo comodino?”
Il
ragazzo tirò fuori dalla tasca un collanina “Questa dici? L’ho sempre avuta. Lo
tenuta perché pensavo che fosse di un mio parente! Mi aiutava a sentire meno
solo qualche volta! Mi bastava stringerla e mi sentivo…diciamo
protetto! Non me ne separerei per niente al mondo!”
Lo
guardai dolcemente.
“Probabilmente
stavi bene, perché sentivi la presenza di tua madre accanto a te!”
Mi
guardò stralunato “Quello apparteneva a tua madre! Glielo regalai il giorno in
cui le ho proposto di sposarmi…ma quel giorno non è
mai arrivato!” dissi abbassando la testa.
“Mi
racconti qualcosa di lei? Per favore! Vorrei avere almeno un’idea di che
persona era!” mi chiese supplichevole.
Quella
domanda mi rese felice e io lo avrei accontentato.
“Il
suo nome era Hikari! (Hikari
= Luce) Nome azzeccato dato che era la luce dei miei occhi! Era una persona
solare, molto gentile con il prossimo. Raramente si arrabbiava, tranne col
sottoscritto. Spesso la facevo disperare e lei per vendicarsi mi riempiva di
botte! La cosa più bella era la sua voce. Era melodiosa e quando cantava…bhe non saprei descriverti l’emozione che mi dava!”
Naruto
mi ascoltava con interesse. Una cosa mai successa prima d’ora.
“Mi
piacerebbe sentirla almeno una volta o almeno vedere com’è. Hai una sua fotografia?”
mi chiese speranzoso.
Indicai
il ciondolo “Lì dentro dovrebbe esserci!”
“Non
posso aprirlo, non ho la chiave! Anche se mi chiedo se esista una chiave così
piccola! Che bisogno c’era di mettere una serratura a un ciondolo?”
Sorrisi
e frugai nella mia tasca. Per un attimo temetti di averla persa, ma per fortuna
trovai la piccola chiave che in tutti quegli anni avevo conservato.
“Oh
l’avevi tu!”
Mi
grattai la testa “Bhe quando le regalai il ciondolo,
mi dimenticai di consegnarle anche la chiave! Eh eh!”
Naruto
mi guardo con una gocciolona sulla testa.
“Come
ha fatto allora a metterci dentro la sua fotografia?
“Diciamo
che era brava a trafficare con le forcine che portava fra i capelli. Tornava
utile davanti a una porta chiusa quando capitava in una missione!”
“Era
anche lei un ninja? Pensavo di no, dato che hai detto che non sarebbe stata
molto d’accordo se avessi scelto questa strada!” mi ricordò le parole che avevo
pronunciato durante la missione.
“quando
ci siamo conosciuti eravamo in guerra e ha visto molti ragazzi della tua età
morire per una lotta senza senso. Non voleva vederti fare la stessa fine!”
“Capisco!”
Lo
guardai e vidi che era un po’ incerto nell’aprire il ciondolo, come se avesse
paura.
“Avanti
aprilo, mica ti morde!”
Naruto
obbedì. Rimase a lungo a fissare la foto, nella quale c’ero anch’io. Lo vidi
asciugarsi una lacrima che era riuscita sfuggire al suo controllo.
“Era
molto bella!”
“Avevo
ragione che ti somigliava vero? Stessi occhi e stessi capelli! Hai ereditato da
lei anche gran parte del tuo carattere!” gli dissi pensando a com’era.
“Da
te? Ho preso qualcosa?”
Ci
pensai su “Il fascino, la cocciutaggine e l’orgoglio!” gli dissi sorridendo.
Indicando
la mia foto mi chiese
“Non
è possibile, anche qui hai la maschera. Ma almeno lei conosceva il tuo vero
volto?” mi chiese divertito
“Che
razza di domande, certo!” mi affrettai a dire.
“E
io? ora avrò l’onore di sapere come sei?”
Non
dovetti pensarci nemmeno un secondo “No!” poi mi alzai
Naruto
mise il broncio “Uffaaaaaa! Ma così come faccio a
essere sicuro che non sei brutto?”
“Hai
la mia garanzia. Sono un uomo moooolto affascinante!”
gli feci l’occhiolino.
Restammo
in silenzio. Poi Naruto se ne uscì con una frase che
per poco non mi faceva perdere l’equilibrio dal ramo su cui mi trovavo.
“Ti
voglio bene…papà!”
E
bhe, non ero abituato a sentirmi chiamare così, ma
non suonava male come parola. Dovevo solo farci l’abitudine.
gli
scompigliai i capelli. Scendemmo a terra dopodiché gli proposi di trasferirsi a
casa mia. Era piuttosto grande. Ci stava benissimo e la fortuna voleva che
avessi anche un letto in più e una stanza praticamente vuota.A Naruto gli si
illuminarono gli occhi e abbracciandomi mi buttò a terra.
“Lo
prendo per un si! Andiamo, ti offro una ciotola di ramen!”
Naruto
dalla felicità comincio a saltare di qua e di là, facendomi pensare che forse
avevo esagerato.
Mi
accorsi di una presenza che ci osservava.
“Senti,
perché non chiedi a Sakura di uscire dal suo nascondiglio e di unirsi a noi per
pranzo?”
Il
ragazzo non se lo fece ripetere due volte e la ragazza con entusiasmo accettò
l’invito.
All’ennesima
volta che Naruto mi chiamò papà, Sakura si mise a
ridere. Anche per lei era buffo sentire chiamare in quel modo il suo sensei. Ma come lei stessa disse, non c’era niente di male
dato che ora io e Naruto eravamo una famiglia.
Fine 6° capitolo. Siamo quasi
alla fine ormai. Un po’ mi dispiace, ma tutte le storie hanno un termina.
Passarono
due anni da quel giorno e ormai la mia vita anche se in parte, era cambiata. Ma
in meglio. Naruto la maggior parte delle volte mi
faceva disperare e spesso era davvero insopportabile, ma gli volevo bene.
Essere
suo padre però non mi impedì di essere per lui un buon maestro e la maggior
parte delle volte anche severo. Anzi con lui ero più cattivo che con Sakura
dato che doveva fare i conti con me anche a casa quando disubbidiva ai miei
ordini o si lamentava di qualche cosa. Questo lo terrorizzava.
Un
giorno ci stavamo sottoponendo a un duro allenamento. Cosa diventata ormai di routin. Mio figlio aveva due obbiettivi da portare a
termine. Il primo diventare Hokage e il secondo,
riportare a KonohaSasuke. L’odio
che quest’ultimo provava verso suo fratello, lo aveva portato a compiere la
pazzia di seguire Orochimaru e a Naruto
non era mai andata giù questa sua decisione. Era ormai la sua ossessione.
Voleva allenarsi per diventare più forte in modo tale da costringerlo a
tornare, nel caso si fosse rifiutato di tornare al villaggio con le proprie
gambe.
Naruto era
determinato, ma qualche volta la pigrizia si faceva sentire.
“Anf, anf! Papà siamo tornati ieri
da una missione, anche gli schiavi hanno un po’ di tempo per riposarsi” disse
passandosi una mano sul viso per asciugare il sudore. Lo stavo facendo lavorare
parecchio.
“Ogni
momento è buono per migliorare le proprie capacità, hai dimenticatoil tuo obbiettivo?” gli dissi fissandolo
Scosse
la testa
“Ti
devo ricordare cosa è successo durante l’ultima missione e cosa mi hai
chiesto?”
“No,
me lo ricordo benissimo!” disse guardandomi storto.
Nell’ultima
missione si era nuovamente affidato al potere della volpe a nove code per
uscire fuori dai guai, nonostante tutta la spiegazione che gli avevo fornito
sull’indebolimento del sigillo e cosa comportava l’applicazione di un secondo.
Sarebbe successo se avrebbe continuato su quella strada, ma la cosa che mi
irritava maggiormente e che non faceva affidamento sulle sue sole forze. Un
grave errore dato che era capace di cose incredibili. Mancava poco e mi avrebbe
addirittura superato.
Durante
la missione cademmo in una trappola nemica. Eravamo circondati. Numerosi ninja,
tutti con un aria tremendamente forte ci avevano accerchiati. Senza pensarci un
attimo, Naruto chiamò a se il chakra
di Kyuubi, divenendo così una forza mostruosa che rase
al suolo tutto ciò che si trovava nel raggio di 500 metri.
Come
sempre al suo risvegli non ricordava niente.
Sakura
subito si precipitò a vedere le sue condizioni.
Ormai
non risentiva così tanto dell’utilizzo di quel chakra,
dato che lo usava praticamente sempre. Naruto chiese
alla ragazza spiegazioni su quanto era successo. Sakura cercò di essere il più
delicato possibile, ma io gli sputai in faccia la verità. Lo accusai di aver
compiuto quel macello. Non sapevo come farglielo capire. Dovetti rispiegargli
per l’ennesima volta le conseguenze delle sue azioni. Poteva anche arrivare a
distruggere le cose a cui teneva maggiormente.
Naruto mi
disse che era già a conoscenza di quelle cose, ma a me sembrava esattamente il
contrario. Gli chiesi di darmi una spiegazione valida per aver sempre fatto
ricorso aquel potere così pericoloso e
subdolo.
Mi
rispose semplicemente che quando perdeva il controllo sulle sue emozioni, era
difficile tenere a bada lo spirito della volpe a nove code, nonostante cercasse
di controllarsi.
Controllarsi?
Secondo me non ci provava nemmeno. si faceva dominare e basta.
Gli
dissi che se voleva veramente diventare il più grande hokage
che il villaggio ebbe mai visto, continuando di quel passo, non avrebbe
esaudito il suo sogno.
Ci
rimase male a quelle parole.
Continuai
dicendogli alcune qualità che gli hokage dovevano
avere:abilità nel combattimento
,volontà di voler proteggere Konoha e una forte
fiducia in loro stessi. Sapevo bene cheavrebbe messo a repentaglio la sua vita per proteggere il villaggio, ma
era la fiducia in se stesso a mancargli. Era l’unica spiegazione per cui
ricorreva a quel chakra. Aveva paura di non farcela e
allora chiedeva maggiore potere. Su questo aspetto non era molto diverso da Sasuke. Lo dovetti incoraggiare e fargli capire che non
aveva bisogno di Kyuubi, che se solo avesse voluto
sarebbe potuto diventare anche più forte di quel demone.
Anche
Sakura intervenne dandomi supporto. Visto che non dava retta a me, chissà se
avrebbe dato retta alla suia ragazza. Loro lo
nascondevano, ma io avevo capito che c’era del tenero fra i due.
Fu
da quel momento che Narutomi chiese di aiutarlo a diventare più forte,
sottoponendolo a qualsiasi tipo di allenamento.
Quando
mi chiese quello, fece di me un padre orgoglioso.
Riuscii
a convincerlo tirarsi su e continuare il nostro allenamento. Terminammo solo
quando su Konoha calò la sera.
“Che
cosa? vuoi continuare anche domani? Ma domani è…!”
nonterminò la frase a causa
dell’occhiataccia che gli lanciai e con il broncio se ne andò.
La
sera si era svolta con tutta calma e dopo aver cenato, mio figlio si buttò sul
divano stravolto. Ma la mia intenzione non era quella di farlo riposare. Non
avevo nessuna voglia di mettermi a fare le faccende domestiche, quindi gli dissi
che si sarebbe potuto riposare solo dopo aver sparecchiato.
Mi
andò male. Appena ebbe posato la testa sul cuscino, si addormentò.
Oltre
a dover sparecchiare e …lavare i piatti, dovetti pure
portare il bambino nel suo lettino. Un bambino che era tutto tranne che
leggero.
La
mattina seguente andai a svegliarlo con tutta la delicatezza che potevo.
“forza
alzati! Ho una commissione da farti svolgere!” gli dissi
Lo
sentii confabulare qualcosa sul tipico risveglio che gli sarebbe piaciuto
ricevere “Buongiorno Naruto,
buongiorno papà, vuoi una tazza di caffè
che te la preparo?, oh no grazie preferisco il thè,
d’accordo cinque minuti e sarà pronto …ah ti ho anche lasciato l’ultima brioche, oh ma non
dovevi, l’hofatto con piacere per il mio adorato figliolo! …questi
sono i risvegli che mi piacerebbe avere!”disse
Ovviamente
non gli diedi questa soddisfazione “si, si va bene, continua a sognare! Se vuoi
il thè, te lo prepari da solo…anzì
no perché ho finito l’ultima bustina, però brioche …no
ho finito anche quelle!” gli dissi, mi divertivo un mondo a prenderlo in giro…anche se in quel caso era vero che non gli avevo
lasciato niente. Bhe si anche le altre volte che lo
lasciavo a stomaco vuoto.
Naruto mi
guardò storto “Mi hai lasciato qualcosa da mangiare almeno?”
“Gli
avanzi di ieri! Ci sono ancora un po’ di peperoni se non sbaglio, ma secondo me
sono un po’ pesantucci di mattino presto!”
“Ma
no, tu dici?” disse ironicamente.” possibile che sia tutte le mattine
così?Ma non dici sempre che mi vuoi
bene?è così che me lo dimostri?”
“guarda
che io lo faccio solo per te! Troppa caffeina rende nervosi e quelle brioche
deliziose piene di burro, non fanno mica bene alla salute! Mi sacrifico per te
cosa credi?” gli dissi scherzando.”Mi ringrazierai quando il tuo colesterolo
sarà nella norma!” gli dissi continuando a infierire.
“Ah
basta, non voglio nemmeno sentirti, vado a fare la doccia!”
Già
sogghignavo sotto la maschera. Gli aspettava una bella sorpresa.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAh FREEEEEDOOOOO!”
Mi
affacciai alla porta del bagno e dissi “ dimenticavo di dirti che l’acqua calda
è finita!”
Forse
avevo esagerato quella mattina. Naruto cominciò a
rincorrermi per tutta la casa, ma per fortuna ero ancora un palmo sopra di lui
e presto si stanco di darmi la caccia.
“Tu!
Stai cercando di farmi impazzire o sei solo ansioso di morire?” mi chiese
Dopo
aver fatto calmare Naruto, gli consegnai un fogliettino con sopra scritta la lista della spesa.
Solitamente ci alternavamo, una settimana ci andavo io e una mio figlio. Quella
volta sarebbe toccato a me, ma con una piccola e innocente bugia, riuscì a
fargli compiere il mio dovere.
“Si,
certo! Questa volta sei stato convocato da Tsunade,
quale sarà la prossima scusa?” mi chiese imbronciato.
“non
so, ci devo ancora pensare!” dissi sorridendo.
Alla
fine Naruto rassegnato fece quello che gli chiesi.
Appena uscito mi misi subito al lavoro, prendendomi quasi un infarto quando
vidi il ragazzo rientrare per prendere il copri fronte. Ci mancò poco che
scoprisse cosa avevo in mente.
Assicuratomi
che non c’erano più pericoli in vista, continuai a preparare la mia piccola sorpresa
per Naruto. Era il 10 ottobre e quest’anno avevo
deciso di fargli un piccolo regalo. Anche perché dovevo farmi perdonare del
fatto che l’anno prima me n’ero completamente scordato.
Naruto non
chiedeva regali o roba del genere. Voleva solo vedere se me lo ricordavo.
Infatti mi tenne il broncio per un mese. Il periodo più tranquillo negli ultimi
due anni. Non mi rivolse minimamente la parola.
Solo
quando stavo quasi per rimetterci la pelle a causa di una missione andata
storta, ricominciò a parlare con il sottoscritto. Non voleva che me ne andassi
pensando che mi odiasse.
Mentre
ero distratto da questi pensieri, rividi Naruto
rientrare. Era già trascorsa un intera ora, senza che nemmeno me ne accorgessi.
Stava
per entrare in cucina, ma glielo impedii dicendo che mi sarei occupato io stesso
di mettere la spesa al suo posto.
Ovviamente
questo lo insospettii, ma la cosa strana e che non cerco di smascherarmi come
era solito fare. Questo insospettì me, maneanche io controllai cosa stesse architettando. Lo avrei scoperto poco
dopo.
Chiamai
il ragazzo verso mezzogiorno… il pranzo era pronto.
Non ero un buon cuoco, ma quel giorno cercai di dare il meglio di me stesso,
preparando delle omelette da leccarsi i baffi…bhe più
o meno.
Naruto
bevve quintali di litri d’acqua per mandare giù quello che avevo preparato.
“Di
la verità, volevi avvelenarmi oggi?”
Va bhe, non ero riuscito nel mio intento, ma cercai di
rimediare con il dolce.
Gli
portai una torta di medie dimensioni e gliela misi davanti. Mancavano le
candeline, ma le consideravo un optional.
Naruto
rimase sorpreso inizialmentepoi
lentamente cominciò ad emozionarsi. “te ne sei ricordato!” mi disse felice. “Grazie…spero almeno che questa torta al cioccolato sia
commestibile!”
Cioccolato?
Tanta fatica per preparare una torta alla crema e lui la scambia per una al
cioccolato.
“Alla
crema? Stai scherzando vero?” mi chiese storcendo ilnaso
“è
solamente un po’ bruciacchiata, cosa sarà mai?!” dissi sconsolato.
“Un
po’ bruciacchiata dici? Oh suonano alla porta, vado io!” disse.
Perché
avevo l’impressione che stesse evitando il mio dolce? Non mi sembrava così
male. Come non detto, stetti male per tre giorni dopo essermela mangiata.
“Sakura-chan!”
La
ragazza entrò in casa e subito mi chiese come me l’ero cavata con la
preparazione della torta Haruno tipica del suo clan.
Avevo chiesto consigli a lei e gentilmente mi aveva prestato una ricetta di
famiglia.
“Giudica
tu! È sul tavolo!” disse Naruto.
“Oh
non pensavo che avessi fatto delle modifiche! Hai usato il cacao!”
Naruto
subito la smentii dicendole la verità. Sakura storse il naso.
“per
fortuna prevedendo un suo fallimento sensei, ho
preparato io la torta. Non per vantarmi, ma credo di aver superato me stessa!
Forza assaggiate!”
Qualcuno
ce lo impedì. Tsunade, Arrivando in quel momento ci
sgridò per nonaverla aspettata.
Finalmente eravamo tutti la pronti per mangiare la torta. Tutti tranne io.
“Dov’è
finito Kakashi?” chiese Tsunade.
Mi
ero rannicchiato in un angolino, con una nuvola nera sulla testa e con un dito
tracciavo dei piccoli cerchi per terra. Mi ero dato tanto da fare e tutto era
andato storto. Ero depresso.
Naruto mi
si avvicinò con una fetta del dolce di Sakura e cercò di rassicurarmi.
Nonostante il mio fallimento, aveva apprezzato il gesto. Non chiedeva di
meglio. come si dice in questi casi, non è il regalo che conta, ma il pensiero.
“dai
papà, non te la prendere! Almeno quest’anno te ne sei ricordato e per me basta
questo. E se mal non ricordo, anche io ho fatto un disastro per il tuo
compleanno no?”
Bhe se
la vogliamo mettere su quel piano, io sono stato grande a confronto. C’è
mancato poco che mandasse a fuoco la cucina.
“Allora
Naruto, ti è piaciuto il regalo di tuo padre?” chiese
Tsunade.
“Re-regalo?” chiese dubbioso.
Mi
ero scordato quel particolare. Era tipicamente mio scordarmi sempre un pezzo.
Mi alzai dal mio angolino e andai nella mia stanza a prenderlo. Senza sapere il
perché sentii Naruto gridarmi di non entrare. Non gli
diedi retta ed eccomi che mi ritrovai sepolto da una valanga di robe che mi
caddero addosso appena aperta la porta.
Naruto
sbiancò quando vide la mia faccia. Cercò di giustificarsi del dispetto,
dicendomi che me la voleva far pagare per avergli mentito sulla convocazione di
godaime e su tutti i dispetti che mi divertivo a
fargli. Non se la cavò così facilmente.
“Narutoio…tiammazzooooo!”
gli dissi cominciando a rincorrerlo.
Riuscì
a uscire di casa e a correre fra i tetti del villaggio, ma nonostante tutti i
suoi tentativi di seminarmi e le trappole che aveva sparso dietro di se, riuscì
a prenderlo in castagna.
“aaaaah, ti prego scusami, prometto che non lo farò più!”
disse cercando di indietreggiare . feci apparire un kagebushin con il quale bloccai Naruto
alle spalle.
Feci
per colpirlo con un pugno. La mia intenzione non era quella di colpirlo, ma
quella di fargli chiudere gli occhi. Infatti il colpo che si aspettava, non
arrivo.
Quando
riaprì gli occhi si accorse di cosa aveva di diverso. In quel momento di
distrazione, gli avevo sostituito il suo vecchio copri fronte, ormai tutto
rigato e rovinato, con uno nuovo. A Naruto gli si
illuminarono gli occhi.Era la reazione
che mi aspettavo, anche se non avevo calcolato il fatto che mi avrebbe
abbracciato. Quelle effusioni mi mettevano sempre in un certo imbarazzo.
“Grazie,
sei grande!” mi disse.
Gli
sorrisi e scompigliandogli i capelli gli dissi “Buon compleanno Naruto”
FINE
spero che l'ultimo capitolo vi sia piaciuto. fatemelo sapere! ciao a prestoooooo!!!