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Spero
che piaccia come la precedente e sperando che mi porti fortuna
l'aggiornerò, come l'altra, di lunedì.
Dedico
questa storia a Seyriu, Angyyy e Vekra, sperando che possa essere per
loro un piacevole regalo, e al mio angelo che veglia sempre su di me
e che mi sprona in tutto ciò che faccio.
Buona
lettura.
1°
CAPITOLO
Ad
inizio anno il Preside aveva deciso di accettare l’invito di
una della più importanti scuole di Magia e Stregoneria
d’Europa di un gemellaggio per permettere agli alunni di
conoscere nuovi metodi di insegnamento, nuove regole, ma soprattutto
nuovi maghi e streghe con cui stringere amicizie.
Aveva
ritenuto che in un tempo buio come quello, in cui
Colui-che-non-deve-essere-nominato aveva ripreso potere e i suoi
seguaci erano aumentati in modo esponenziale, una ‘alleanza’
tra maghi e streghe di mondi e realtà diverse avrebbe di
sicuro giovato a tutti.
Per
quel motivo, dopo neanche tre settimane dall’inizio dell’anno
scolastico tutti gli alunni del sesto e settimo anno avevano rifatto
i bagagli ed erano partiti alla volta della Scuola di Magia e
Stregoneria di Hogwarts, nel nord della Scozia.
Il
viaggio sarebbe durato quattro giorni.
Due
giorni di treno per raggiungere lo stretto sulla Manica, una mezza
giornata di nave e un altro giorno di treno per arrivare al piccolo
villaggio di Hogsmeade per poi raggiungere in carrozza la scuola.
Un
viaggio lungo e abbastanza faticoso ma che avrebbe permesso ai
ragazzi di compiere un esperienza nuova e indimenticabile, o almeno
questo era l’augurio che il Preside aveva fatto loro prima che
partissero, ed era anche quello che speravano i ragazzi visto che il
viaggio sembrava non finire più.
I
due giorni in treno erano stati a dir poco devastanti.
Era
un treno allestito per dei viaggi così lunghi, per cui era
predisposto di posti letto per i passeggeri e di un vagone
ristorante, ma il continuo movimento e il paesaggio che sfrecciava
fuori dal finestrino dopo la prima mezza giornata aveva già
fatto girare i cinque minuti a tutti i viaggiatori.
Una
volta scesi dal treno erano rimasti due ore fermi a terra per un
contrattempo con la nave. Una volta imbarcati il viaggio era durato
solo cinque ore, ma il mare mosso aveva scombussolato non pochi
stomaci.
Una
volta arrivati a Londra ci volle poco perché il treno partisse
per l’ennesimo viaggio che li avrebbe finalmente portati alla
scuola.
Per
questo i ragazzi si auguravano veramente che quel esperienza fosse
indimenticabile, almeno per pareggiare i conti con il viaggio.
“Allora,
c’è qualcosa di interessante su quel libro?”
chiese Judi sedendosi accanto all’amica dopo essere tornata per
l’ennesima volta dal bagno.
“Come
va lo stomaco?” chiese Evelyn alzando gli occhi dal libro.
“Un
po’ meglio grazie” rispose l’amica massaggiandosi
lo stomaco. “Maledetto traghetto. Allora, che hai letto fino ad
ora?” “Niente di che” rispose Evelyn, sfogliando
distrattamente il libro. “Ha quattro Case come le nostre con le
stesse caratteristiche bene o male, ma si chiamano in modo
diverso” “Tipo?” chiese distrattamente Judi,
appoggiando i piedi sul sedile di fronte a sé.
“Tipo
le nostre Fenici sono i loro Grifondoro” iniziò a
spiegare la maga. “I nostri Kneazle sono i loro Tassorosso, le
Sfingi sono i Corvonero e le Chimere sono i Serpeverde”
“E
sono adorabili come i nostri?” chiese sarcastica la ragazza.
“A
sentire qua sì” rispose Evelyn, continuando a sbirciare
qua e là il libro.
“Sai,
ho sentito dire che Walters è ufficialmente tornato single”
disse la ragazza, guardando il viso dell’amica.
Aveva
lanciato il sasso e sperava vivamente che la ragazza lo raccogliesse.
Edward
Walters era uno dei ragazzi più belli di tutta la scuola.
Occhi
grigi, capelli neri. La pelle leggermente ambrata. Muscoloso quanto
bastava per far morire di crepacuore quasi tutte le ragazze della
scuola.
Sarebbe
stato perfetto se non fosse stato un Chimera, e quindi uno stronzo di
prima categoria.
Bello
e stronzo... cosa si poteva volere di più dalla vita?
Probabilmente metà del suo fascino l’avrebbe perso se
non fosse stato così.
“Si?
Bene, saranno contente tutte quelle oche che gli vanno dietro”
rispose distrattamente Evelyn, spostandosi dagli occhi i capelli
rossi. “Ehi, hanno una piovra nel Lago”
“Fantastico”
rispose sbuffando Judi, alzano gli occhi al cielo.
Cosa
doveva fare per tornare in argomento?
Qualche
giorno prima avevano ‘discusso’ sul suddetto ragazzo per
una cosa che era successa tra i due, ma da allora più niente.
Era
caduto un velo di dimenticanza sull’episodio, ma Judi sapeva
che era solo una cosa superficiale, che in realtà l’amica
non aveva dimenticato cosa era successo.
“Ehi,
stiamo rallentando” disse poi Judi, osservando il paesaggio
fuori dal finestrino scorrere sempre più lentamente, fino al
completo arrestamento del treno. “Ma perché ci siamo
fermati? Non doveva essere un diretto?” “Sì,
doveva” rispose Evelyn, appoggiando il libro sul sedile accanto
a sé, guardando fuori dal finestrino. “Stanno scendendo”
aggiunse la maga quando il treno si arrestò completamente e le
porte si aprirono. “Ma non potevamo fare tutta una tirata?”
sbuffò Judi, stanca del viaggio.
“Io
scendo, almeno mi sgranchisco le gambe, tu vieni?” “No,
grazie” rispose Judi, rubandole il libro, cominciando a
sfogliarlo svogliatamente. Orami il treno era quasi completamente
vuoto. Poche persone, che come Judi avevano risentito del viaggio in
traghetto, erano rimasti sul treno, gli altri erano scesi e
gironzolavano nel boschetto li vicino.
Coprendosi
gli occhi dal sole anche Evelyn scese dal treno, raggiungendo il
limitare del bosco per riparasi all’ombra degli alberi e poter
osservare il paesaggio.
Si
trovavano ai piedi di quelle che dovevano essere le Montagne
Rocciose, mentre dall’altra parte del treno si estendeva una
delle immense pianure scozzesi.
Alcune
ragazze erano sedute sull’erba a prendere un po’ di quel
misero sole inglese mentre altre raccoglievano dei fiori.
Evelyn,
chiuse gli occhi per un attimo, respirando profondamente il profumo
dei pini dietro di sé.
Riaprendo
lentamente gli occhi si accorse che Edward Walters e Kendra Carter
erano a pochi metri da lei, a fumare appoggiati ad un albero.
Non
le avevano fatto niente, non in quel momento almeno, ma la loro sola
presenza la innervosiva.
Quello
che era successo pochi giorni prima... beh, non l’aveva ancora
dimenticato e la loro vicinanza non aiutava di certo.
Voltandogli
le spalle si incamminò nella direzione opposta fermandosi
subito dopo quando un ruggito bestiale raggiunse le sue orecchie e
quelle degli altri compagni.
Era
scesa per sgranchirsi le gambe. Aveva lasciato le sue amiche sul
treno e aveva incontrato Stephanie lungo il corridoio del suo vagone.
Avevano
deciso di fare due passi insieme, per raccoglie magari qualche fiore
profumato e si erano inoltrate nel bosco, ma avevano commesso una
sciocchezza.
Si
era accorta di dove il treno si fosse fermato, aveva riconosciuto le
famose Montagne Rocciose ma non credeva che i Giganti scendessero a
valle.
Era
convinta che rimanessero sulle Montagne ma a quanto pare così
non era.
Si
era appena chinata a raccogliere uno splendido fiore rosso quando
improvvisamente il cielo si era rannuvolato.
Si
era voltata per vedere come fosse possibile un simile cambiamento di
tempo e lo aveva visto.
Alto
sette metri e largo quattro. Aveva delle enormi mani pelose, come il
resto del suo corpo, ed era coperto di polvere e terra.
“Merlino”
gemette Madeleine, rimanendo immobile, con il busto piegato in
avanti, le mani e le braccia penzoloni.
Chissà,
magari funzionava come il Tirannossauro che aveva visto in quel film
babbano durante l’estate. Magari se non si muoveva non la
vedeva, ma ne dubitava grandemente.
“Maddy”
la chiamò l’amica voltandosi verso la maga, bloccandosi
a sua volta. “Aiuto” gemette la ragazza con le mani
tremanti per la paura.
Pochi
secondi dopo un urlo disumano riecheggiò per il bosco
richiamando Evelyn, Kendra e Edward, e mettendo in allerta i
professori che fecero risalire gli studenti sul treno.
Kendra
aveva insistito per scendere dal treno con la scusa di farsi una
fumata.
Ovviamente
non le aveva creduto.
Sapeva
che la vera motivazione riguardava una certa Fenice con cui aveva
avuto uno strano incontro pochi giorni prima.
Avrebbe
potuto rifiutarsi ma la verità era che anche lui voleva vedere
Evelyn e magari litigare con lei giusto per riportare tutto come era
prima.
“Che
coincidenza” disse Kendra, sfilando una sigaretta dall’astuccio
in pelle nera e infilandosela tra le labbra, accennando con un cenno
della testa alla Fenice, qualche metro più in là.
“Già,
una coincidenza” rispose sarcastico Edward, imitando l’amica,
accendendosi una sigaretta a sua volta, seguendola verso gli alberi
al limitare del bosco, lanciando uno sguardo fugace alla Fenice.
“Sai,
potresti andare a parlarci” disse la maga a bassa voce,
portandosi i capelli dietro le orecchie, soffiando il fumo verso
l’alto.
“E
tu potresti lasciarmi in pace” le rispose Edward, guardandola
seccato. “Non ho bisogno di un agenzia matrimoniale” “Certo
che no, con tutte quelle oche che ti vengono dietro non ti serve una
mano per trovare qualcuna da portarti a letto, ma credo che Fanny sia
un altro discorso. No? O è paragonabile a Isabelle?”
chiese Kendra, sorridendo con fare provocatore.
“Kendra,
non ti azzardare” la avvertì il mago, diventando
improvvisamene serio, serrando la mascella.
“Beh,
allora fai qualcosa stupido di un ragazzo orgoglioso” lo
rimproverò la maga, indicando con uno scatto della mano la
maga che nel frattempo si era voltata dalla parte opposta rispetto a
loro e aveva iniziato ad allontanarsi. “Si sta...”
cominciò a dire la ragazza, ma fu interrotta da un ruggito
bestiale.
Immediatamente
Edward si voltò verso la Fenice che dopo un attimo di
smarrimento cominciò a correre nella direzione dalla quale era
provenuto il grido.
“Merda”
sbottò il mago, cominciando a correre dietro alla maga,
inseguito a sua volta da Kendra che, gettata la sigaretta, aveva
sfoderato prontamente la bacchetta.
“Madeleine!!!”
urlò Evelyn, correndo verso le due ragazze, con la bacchetta
alla mano, seguita da Edward e da Kendra.
“Attenti!!!”
urlò la ragazza, nascondendosi dietro un albero, indicando un
punto dietro alle loro spalle.
Lì,
ritto di fronte a loro, stava un secondo Gigante, ancora più
grande del primo.
“Ahhhh”
urlò Stephanie, buttandosi per terra, proprio mentre il
Gigante di fronte a lei assestava un poderoso pugno contro il tronco
dell’albero sradicandolo.
“Stephanie!”
urlò Madeleine, estraendo la bacchetta e scagliando uno
Schiantesimo contro il Gigante, senza che questo se ne accorgesse.
“Stupeficio!”
urlò Kendra, lanciando lo schiantesimo contro il Gigante di
fronte a Stephanie mentre Evelyn e Edward attaccavano insieme il
secondo Gigante.
Sfortunatamente
per loro i due incantesimi infastidirono il secondo Gigante che
cominciò a correre goffamente verso di loro. “VIAAA!!!”
urlò Edward, correndo verso le due ragazze a terra, facendole
entrare nel folto del bosco.
“Ci
stanno seguendo” gemette Madeleine, che veniva trascinata a
forza da Kendra.
“Forse
li seminiamo tra gli alberi” rispose la maga, voltandosi a
guardare i due Giganti che non sembravano demordere.
Uno
dopo l’altro sradicano tutti gli alberi che trovarono di fronte
a loro, spezzando i tronchi di alcuni e rivoltandone altri come
calzini.
“Non
se ne vanno” singhiozzò Stephanie, continuando a correre
dietro a Evelyn e a Edward.
“Forza
Stephanie, gli alberi li rallentano” la spronò Evelyn
prendendole la mano e tirandola leggermente.
“Edward,
dove andiamo?” chiese Kendra, alle loro spalle, girandosi di
tanto in tanto.
Il
bosco sembrava non finire più, mentre loro erano a corto di
fiato.
“Non
ce la faccio” gemette Madeleine, stringendo i denti.
“Vedo
una grotta” urlò ad un tratto Edward, indicando un punto
di fronte a loro.
In
meno che non si dica si diedero l’ultimo slancio catapultandosi
all’interno della grotta, allontanandosi quanto bastava perché
la mano dei giganti non li potesse raggiungere.
Tuttavia
poco dopo una manona sporca e pelosa cercò di agguantarli
senza successo. Questo innervosì ulteriormente il Gigante che,
come risposta, cominciò a picchiare pugni contro la parete
esteriore della caverna.
“La
farà cadere” urlò Evelyn, guardando il soffitto
che tremava sotto i colpi del gigante. “Tutti insieme,
facciamo uno scudo” disse Kendra, avvicinandosi ad Evelyn che
aveva già estratto la bacchetta. “Al mio tre... uno...
due... tre... PROTEGO!!!” “PROTEGO!!!” urlarono
altre quattro voci, lasciando che uno scudo di protezione si formasse
sopra le loro teste.
“Non
servirà a nulla se ci cade addosso l’intera caverna”
disse Edward, tenendo il braccio bene in alto. “Cosa
proponi?” chiese Evelyn, concentrandosi per non far sparire lo
scudo.
“Dobbiamo
entrare ancora di più” “Sei pazzo? Non è
detto che ci sia un'altra uscita” “Già. Ma di
sicuro questa entrata non ci sarà più tra poco”
replicò deciso il mago. “Non abbiamo altra scelta” “Evy,
ha ragione Walters, dobbiamo provare” concordò
Madeleine, stringendosi contro i compagni. “Forza, andiamo”
Sempre
rimanendo uniti e concentrati si inoltrarono verso il fondo della
caverna, fino a quando non raggiunsero un punto più stabile,
dove i colpi del Gigante non si ripercuotevano.
Solo
allora abbassarono le bacchette lasciando che l’incantesimo
sparisse.
“Lumos”
sussurrò Evelyn, lasciando che un piccolo raggio di luce si
sprigionasse dalla bacchetta. “Forza, andiamo” disse la
maga, dando le spalle al tunnel dal quale erano passati. Era meglio
mettersi subito in marcia se non velovano farsi prendere dallo
sconforto e dal panico.
“Sì,
andiamo” concordo Kendra, posando una mano sulla spalla di
Madeleine per spronarla a camminare.
Camminarono
per un po’ in silenzio fino a quando un tonfo in lontananza non
attirò la loro attenzione.
Alla
fine la caverna aveva ceduto sotto le percosse dei due Giganti
lasciandoli intrappolati senza una via d’uscita, o meglio senza
una via sicura d’uscita.
“Spero
che tu abbia ragione Walters o siamo morti” disse Evelyn in un
sussurro al mago in modo da non farsi sentire da Madeleine e da
Stephanie, per non spaventarle.
“Lo
spero anch’io” rispose il mago, rimettendosi in marcia.
Eccomi con il
secondo capitolo, come promesso di lunedì. Devo ammettere che
è stato un parto postarlo in tempo perché il mio
computer si rifiutava di collegarsi ad internet... sarà un
segno premonitore? Spero proprio di no.
Ringrazio che ha
letto il primo capito e mando un grandissimo bacio a Caspita per il
suo primo ed unico commento... grazie ^_^
Spero che questo
secondo capitolo vi piaccia più del primo.
Buona lettura.
2° CAPITOLO
“Questa
caverna sembra non finire mai” borbottò Kendra esausta.
Stavano camminando
ormai da parecchie ore e non avevano ancora trovato l’uscita di
quella grotta, o quanto meno la fine.
“Che cos’è?”
chiese Stephanie, indicano un punto di fronte a loro.
“Sembra...” “Acqua” rispose Madeleine,
correndo verso il luccichio. “E’ un fiume” notò
la maga, raggiungendone per prima la riva.
Guardando prima a
destra e poi a sinistra vide che il torrente occupava la maggior
parte della grotta, lasciando giusto un po’ di spazio ai lati
della caverna per poter proseguire.
“Beh, come è
entrato dovrà pure uscire, no?” disse Kendra, osservando
l’acqua scorrere verso destra. “A quanto pare di là”
“Forse
dovremmo fermarci un attimo” la fermò Edward, notando lo
sguardo esausto delle compagne di spedizione. “Solo cinque
minuti”
“Concordo”
aggiunse Evelyn, sedendosi su una roccia, rannicchiandosi su sé
stessa per stirarsi i muscoli della schiena.
“Sarà
potabile?” chiese Kendra, guardando con desiderio l’acqua
che scorreva tranquilla. “Non saprei...” rispose
Madeleine, abbassandosi per toccare l’acqua e sciacquarsi il
viso. “Un sorso non ci ucciderà no?” “Credo
di no” rispose Stephanie, avvicinandosi all’amica,
inginocchiandosi accanto a lei.
Dopo qualche minuto
di tentennamenti finalmente decisero di dissetarsi per poi riprendere
il loro cammino. “Vado prima io” disse il mago,
impugnando la bacchetta e iniziando a seguire il corso del fiume.
“Andate,
chiudo io la fila” disse Evelyn, lasciando che Madeleine e
Stephanie seguissero Kendra. In silenzio cominciarono a camminare
lungo il torrente, schiacciandosi a volte contro la parte della
grotta per non finire in acqua.
Camminarono per
quasi tre ore fino a quando non trovarono un piccolo pezzo di
spiaggia per potersi fermare e riprendere fiato.
“Qualcuno sa
che ore sono?” chiese Stephanie, togliendosi la scarpa sinistra
per togliere un sassolino che vi si era intrufolato.
“No”
rispose Kendra di malumore.
Non sopportava
quella situazione, e tanto meno sopportava quella ragazza.
Non faceva altro
che lamentarsi del buio, del percorso accidentato e continuava a
chiedere che ore erano.
“Ho solo
fatto una domanda!” la rimbrottò Stephanie voltando le
spalle alla Chimera innervosendola ulteriormente.
“Ragazze no”
si mise tra le due Madeleine, guardandole severamente. “Siamo
tutti stanchi, ma litigare tra di noi non serve a niente”
“Walters,
dobbiamo fermarci... tutto questo buio ci ha fatto perdere la
cognizione del tempo ma sono sicura che se non è già
notte poco ci manca” disse Evelyn avvicinandosi al mago. “Siamo
esauste e se non ci fermiamo Smith e Carter si scanneranno” “Ok,
va bene” rispose il mago tornando verso il centro del piccolo
spiazzo, sedendosi tra Kendra e Madeleine.
“Forse
dovremmo montare di guardia” disse Evelyn, osservando seria il
fiume scorrere a pochi metri da loro.
“Credi che
potrebbe esserci qualcosa nell’acqua?” chiese Madeleine,
preoccupata.
“Non so, ma
la marea potrebbe alzarsi e allora dovremmo toglierci di qui”
rispose Evelyn, che non se la sentiva di esternare le sue
preoccupazioni. “Inizio io, voi dormite pure”
“Posso farlo
io” disse Edward, guardando la Fenice di fronte a sé.
“Quando sono
stanca ti chiamo. Dormite tranquilli” disse Evelyn senza
voltarsi a guardare il mago, avvicinandosi al fiume, sedendosi a
pochi passi dalla riva.
Uno dopo l’altro
i suoi compagni di viaggio si assopirono.
Era stanca anche
lei come gli altri ma non se la sentiva di dormire.
Era sicura che ci
fosse qualcosa sul fondo del fiume o nelle vicinanze e voleva essere
sveglia quando quella cosa sarebbe emersa dall’acqua per
attraccarli.
Rimase per un paio
di ore vigile, pizzicandosi ogni tanto per rimanere sveglia e non
cedere alla tentazione di addormentarsi come gli altri.
Ogni tanto si
avvicinava al gruppetto per controllare che tutto andasse bene e, suo
malgrado, per osservare Edward.
“Chissà”
sussurrò la ragazza, tornando verso il fiume, sedendosi di
fronte allo stesso, incrociando le gambe sotto le cosce. “Magari
mi sono sbagliata” sbuffò esausta, gettando la testa
indietro per sgranchirsi il collo indolenzito. “Potrei anche
chiedergli il cambio a questo punto” borbottò Evelyn,
prima di sbadigliare per l’ennesima volta.
Tuttavia
all’improvviso accadde qualcosa.
L’acqua di
fronte a lei sembrava scorrere più velocemente e, alla luce
della bacchetta, sembrava essersi fatta ancora più scura.
“Eccoti”
sussurrò Evelyn, alzandosi lentamente, bacchetta alla mano.
L’acqua si
increspò ancora di più poco prima che un Kappa
spiccasse un salto fuoriuscendo dal fiume, atterrando un metro di
fronte ad Evelyn, digrignando i denti appuntiti.
“Merlino”
sbottò Edward, destandosi all’improvviso, scattando
prontamente in piedi.
Evelyn teneva testa
a fatica ai tre mostri che l’avevano attaccata
contemporaneamente e che cercavano di azzannarla.
“Ahhh”
urlarono le tre ragazze indietreggiando contro la parete rocciosa
mentre Edward si lanciava contro due dei Kappa per aiutare la maga.
“Davis,
allontanati” ordinò il mago lanciando uno Schiantesimo
contro il corpo del mostro cercando di costringerlo a piegarsi.
“No”
rispose decisa Evelyn, senza smettere di colpire ed evitare la
creatura di fronte a sé, non potendo evitare di indietreggiare
verso il fiume.
“Evy,
attenta!” urlò Madeleine, non appena una mano fuoriuscì
dal fiume per andare a chiudersi sulla caviglia della maga e
trascinarla in acqua.
“Evelyn”
urlò Edward, trasfigurando la propria bacchetta in una spada,
colpendo con un fendente il Kappa di fronte a sé per poi
tuffarsi in acqua per aiutare la maga.
“EDWARD!!!”
urlò Kendra, schiantando l’ultimo Kappa rimasto e
facendolo volare contro la parete opposta della caverna, facendolo
poi ricadere svenuto in acqua. “EDWARD!!!” urlò di
nuovo Kendra, inginocchiandosi alla riva del fiume e guardando se
l’amico riemergeva. “Merlino ti prego” gemette la
maga, aggrappandosi alla bacchetta, indietreggiando di colpo quando i
due maghi emersero improvvisamente.
“Dio”
gemette Evelyn, aggrappandosi alla riva, seguita da Edward. A
fatica si issarono sulla riva, aiutandosi a vicenda.
Sdraiandosi l’uno
accanto all’altra sfiniti e con il fiatone.
“Evy”
gemette Madeleine, raggiungendo i due maghi. “Stai
bene?” “Sì... sì, grazie...”
rispose a fatica la maga, mentre Edward l’aiutava a
rialzarsi.
ROAW
Si udì un
ruggito proveniente dalla parte da dove erano venuti, dopodiché
l’acqua cominciò a saliere e a scorrere sempre più
velocemente.
Edward teneva
ancora il braccio alla vita di Evelyn quando si voltò verso le
tre ragazze.
“Dobbiamo
tuffarci!” urlò il ragazzo per farsi sentire sopra il
rumore dell’acqua che scorreva sempre più velocemente.
“Non sappiamo
nemmeno se questa dannata caverna ha un uscita” sbottò
Madeleine, osservando orripilata l’acqua che cominciava ad
invadere l’insenatura.
“Se restiamo
qui affogheremo sicuramente” sbottò Edward.
“Edward ha
ragione” disse Kendra, guardando Madeleine. “Dobbiamo
provare” “Va bene” mormorò Madeleine,
avvicinandosi poco convinta al fiume. “Speriamo non ce ne siano
altri” mormorò la ragazza ripensando ai tre
Kappa. “Forza, Kendra, vai per prima, Fontaine seguila
e Smith... Smith!” urlò Edward, scuotendo la ragazza.
“Non posso”
gemette la ragazza, rimanendo paralizzata contro il muro della
grotta, con gli occhi sgranati fissi sull’acqua. “Io...
io non so nuotare”
“Stephanie
non c’è tempo, devi buttarti” disse Evelyn,
staccandosi dal mago, avvicinandosi zoppicando alla Kneazle.
“No, no,
no... non posso...” singhiozzò la maga, scuotendo con
forza la testa.
“Smith”
la chiamò Edward, avvicinandosi alla maga, lanciando occhiate
preoccupate prima all’acqua e poi a Kendra e a Madeleine. “Voi
andate” ordinò il mago. “Forza!” ringhiò
quando le due ragazze rimasero immobili.
“Andiamo”
mormorò Kendra, guardando angustiata l’amico. “Forza”
ripeté più decisa Kendra, prendendo la Sfinge per il
polso e gettandosi nel fiume, scomparendo subito dopo.
“Davis, tu
vai” ordinò Edward.
“Non la
lascio qui” disse energica Evelyn, fissando decisa la maga.
“Noi ti
seguiamo” rispose Edward, guardandola con fermezza. “Vai”
Per un attimo
rimase immobile a fissare il mago, ma fu ridestata dal grido di
Stephanie.
L’acqua aveva
ormai raggiunto il fondo dell’insenatura.
“Su, vai!”
sbottò Edward, voltandosi poi verso Stephanie.
“Stephanie,
ti aspetto infondo” disse Evelyn, prima di prendere un grosso
respiro e gettarsi in acqua.
“Forza,
Smith, andiamo” disse Edward prendendola per la mano e
voltandosi verso il fiume.
“No, Walters,
no” supplicò Stephanie, puntandosi con i piedi per non
avvicinarsi al fiume. “Io non so nuotare” “Se
resti qui affoghi” sbottò Edward, guardandola come se
fosse una pazza.
Aveva le lacrime
agli occhi e le guance bagnate. “Mi.. m-mi dispiace...”
pianse la ragazza cercando di allontanarsi dal mago.
“Stephanie,
io non me ne vado senza di te” disse con più calma
Edward, avvicinandosi un po’ di più alla maga. “Ti
devi fidare di me” “Io...” “No”
la interruppe deciso Edward. “Ti tengo a galla io... promesso”
Stephanie sembrò
ponderare l’offerta.
“Va bene”
gemette infine, chiudendo gli occhi.
“Forza,
andiamo” disse Edward, prendendole la mano e raggiungendo la
riva. “Questo deve rimanere tra noi è chiaro”
disse prima di penderla alla vita.
“Ok, un bel
respiro e... via!” urlò il ragazzo gettandosi in acqua
con la maga.
L’acqua era
gelata e a Stephanie si mozzò il fiato in corpo. Cercò
di rimanere il più immobile possibile.
Papà le
aveva detto che bastava stare calmi e l’acqua ti teneva a
galla. Lui lo chiamava ‘fare il morto’. Sentiva
Edward, sotto di lei, spingerla verso l’altro, annaspando a
filo dell’acqua.
Il soffitto della
grotta sopra di lei sembrava rimpicciolirsi sempre di più.
“Oh, Merlino”
gemette Stephanie agitandosi quanto bastava per mettere ancora più
in difficoltà Edward.
“Stephanie,
andrà bene, andrà bene” cercò di
rassicurarla Edward, facendo richiamò a tutte le sue forze.
“Guarda! Luce!” esultò il ragazzo sperando che la
ragazza si tranquillizzasse a quella vista.
“Siamo salvi”
sorrise la ragazza, lasciando che la corrente la portasse fuori dalla
spelonca.
La luce li accecò
per un attimo lasciandoli storditi per qualche secondo mentre la
corrente li portava dolcemente al centro di quello che sembrava un
laghetto. “STEPHANIE!!!” urlò Madeleine,
gettandosi in acqua per aiutare Edward, che la stava portando a riva.
“Oh Merlino, credevo che non ti buttassi” gemette la
maga, abbracciando l’amica.
“Edward”
sospirò Kendra lasciandosi cadere a terra vicino a Evelyn.
“Dio ti ringrazio” la sentì gemere Evelyn.
Anche lei era
preoccupata per il ragazzo ma infondo che diritto ne aveva? Kendra
ne aveva tutte le ragioni, infondo stavano insieme, no?
Lei invece...
“Terra”
gemette il ragazzo lasciandosi cadere in ginocchio accanto alla
Chimera, per poi sdraiarsi sulla pancia, la guancia destra premuta
contro la sabbia.
Aveva i capelli
neri scompigliati appiccati alla fronte e alle guance.
La camicia della
divisa, completamente fuori dai pantaloni, era strappata in più
punti e sollevata sulla schiena.
“Mi hai fatta
preoccupare” senti sussurrare Kendra al ragazzo. “E anche
Fanny era preoccupata” la sentì mormorare a bassa voce.
“Non
chiamarla così... ti prego...” gemette con un filo di
voce il mago, chiudendo gli occhi, mettendosi in ginocchio.
Fanny? Chi diavolo
era Fanny? E perché Kendra sembrava divertita? “Dove
diavolo siamo?” chiese Edward sollevandosi leggermente,
guardandosi attorno guardingo.
“Dall’altra
parte delle Montagne Rocciose” rispose Evelyn, indicando la
montagna che avevano oltrepassato grazie al fiume. “Gli altri
sono di là”
“E ora che
facciamo?” chiese Madeleine, guardando le montagne. “Non
possiamo di certo scalarle”
“Già,
tanto più che sono piene di Giganti” concordò
Kendra, alzandosi da terra, scrollandosi la sabbia dalla gonna con le
mani.
“A cosa pensi
Evy?” chiese Stephanie, osservando lo sguardo pensieroso della
Fenice.
“A quei due
Giganti” rispose la maga, ricambiando lo sguardo della Kneazle.
“Eravamo a valle, non avevano motivo di essere lì”
“Credi che
qualcuno ce li abbia mandati contro? E chi?”
“Qualcuno che
non vuole questo gemellaggio” rispose la Fenice. “Qualcuno
a cui non farebbe comodo un ‘alleanza’ tra i vari maghi
del Mondo” “Tu-sai-chi?” chiese Madeleine,
guardandola scettica. “Evy, Tu-sai-chi non ha certo paura di
una scolaresca...” “Di una scolaresca no” la
interruppe decisa Evelyn. “Ma che tutti i maghi si uniscano
contro di lui questo sì. E questo Gemellaggio serve proprio a
questo. A unire le nostre Nazioni non certo a imparare metodi di
studio nuovi”
“In questo
caso non è detto che troveremo gli altri vivi” mormorò
Stephanie impensierita, lanciando uno sguardo preoccupato alle
montagne.
“Ok, ora
basta con i melodrammi” esordì Kendra distraendo tutti
quanti. “Pensiamo piuttosto a come trovare la via di ‘casa’
o anche la via per Hogwarts. Infondo è la che dobbiamo
andare” “Kendra, l’ottimismo non è il
profumo della vita” brontolò Edward, incrociando le
braccia al petto.
“E allora
cosa proponi? Di sederci accanto al fuoco e raccontarci i nostri
segreti? No, perché io ne ho uno bello grosso” lo
rimbrottò la maga stizzita.
“Non ti
azzardare” sibilò il mago, guardandola truce.
“Ok, Carter,
cosa proponi?” chiese Madeleine, cercando di attirare
l’attenzione dei due Chimera.
“Cercare di
attraversare le Montagne Rocciose è una follia” cominciò
a dire la maga, passando in rassegna con lo sguardo i volti dei
compagni. “E Hogwarts non sappiamo dove è,
giusto?” “Giusto” rispose con voce flebile
Stephanie.
“Per
andarcene di qua, sia per tornare a casa che per raggiungere quella
maledetta scuola dobbiamo tornare al treno”
“E come
facciamo?” “Io... ancora non lo so...” gemette
la ragazza sconfortata.
“Va bene,
stiamo calmi” intervenne Evelyn, cercando la sua bacchetta.
“Allora, il treno è qui” disse la maga,
inginocchiandosi a terra, disegnando nella sabbia un treno
stilizzato.
“Hai un vero
talento” la prese in giro Edward, inginocchiandosi accanto a
lei, imitato subito dalle tre ragazze.
“Carino”
rispose sarcastica Evelyn, continuando a disegnare. “Qui ci
sono le Montagne Rocciose che abbiamo attraversato dalla grotta”
continuò a spiegare la Fenice. “E noi siamo qui”
precisò affondando la punta della bacchetta nella sabbia. “In
teoria noi dovevamo costeggiare le Montagne Rocciose fino ad arrivare
dall’altra parte. Praticamente dal lato dove siamo noi
solamente che noi siamo qua e il treno passa da qua” finì
di spiegare Evelyn, alzando lo sguardo sui compagni.
“Quindi tu
dici di fiancheggiare le Montagne fino a raggiungere le rotaie”
riassunse Stephanie, guardando il punto di arrivo disegnato sulla
spiaggia. “Ma come facciamo a sapere che alla fine i due lati
della montagna si incontrano nello stesso punto?” “Sul
treno ho sfogliato un libro su Hogwarts e mostrava la strada che
l’Espresso percorreva per raggiungere Hogsmeade. Si incontrano,
ne sono certa”
“Non
abbiamo altra scelta” concordò la maga, spostando lo
sguardo sulla Fenice. “Ci sto” “Madeleine?”
chiese Evelyn, guardando la Sfinge.
“Approvo.
Sembra sensato” rispose la maga, spostando lo sguardo su
Kendra.
“Carter?” “Altro
non possiamo fare” sospirò la Chimera.
“Walters?”
chiese Evelyn, voltando il viso verso il mago alla sua sinistra.
“Ti sei
slogata la caviglia?” chiese il mago senza rispondere alla
domanda della ragazza.
“Sta bene la
mia caviglia. Allora?” chiese Evelyn, sostenendo lo sguardo del
mago, cercando di non sembrare a disagio per la vicinanza o per
quello che lui aveva fatto nella grotta.
“Magari prima
cerchiamo qualcosa da magiare” rispose il mago, alzandosi di
scatto. “Non so voi ma io ho fame” disse freddo il mago
allontanandosi dal gruppo di ragazze, inoltrandosi nel bosco.
Le quattro maghe
rimasero per un attimo ferme a guardare dove il mago era sparito.
Ognuna con i suoi pensieri per la testa ma tutte con la stessa
considerazione in mente... era veramente il ragazzo più bello
di tutta la scuola.
Devo ammettere che se già non ero molto convinta della storia ora lo sono ancora meno
visto i pochi commenti.
Ringrazio comunque chi ha
inserito la storia tra i preferiti e soprattutto Caspita per il commento. Spero
che anche il seguito sia di tuo gradimento.
Buona lettura.
3° CAPITOLO
Dopo
aver mangiato quei pochi frutti che riuscirono a trovare il gruppetto si mise
in marcia.
La
vegetazione era ricca di piante e fiori di ogni genere ma quasi nulla che si potesse mangiare o che si fidassero a mangiare.
Ci
mancava soloun
avvelenamento per migliorare la situazione.
I
cinque maghi camminarono per tutta la giornata fermandosi di tanto in tanto per
riposare o per cercare qualcosa da mettere sotto i denti.
Quando
alla fine arrivò la notte decisero di accamparsi in una piccola radura dove il
terreno era più morbido e c’erano meno radici a occupare il terreno.
Dopo
aver raccolto un po’ di legna secca ed aver acceso un bel fuoco scoppiettante
decisero il turno di guardia.
“Comincio
io, non ho molto sonno” disse Kendra, estraendo la bacchetta e sedendosi con la
schiena contro la corteccia di un albero lì vicino.
“Svegliami
quando sei stanca” disse Madeleine stendendosi a
terra.
“No,
tocca...”
“Tu ed Evy fate l’ultimo turno” lo interruppe Stephanie, imitando l’amica,
sdraiandosi accanto a lei. “Nella grotta vi siete stancati abbastanza”
“Stephanie ha ragione” disse Madeleine chiudendo gli
occhi e facendo un respiro profondo. “Buona notte a tutti” sussurrò prima di
cadere addormentata.
“Ma...
si è già addormentata?” chiese allibito Edward, osservando la maga respirare
regolarmente.
“A quanto pare” rispose Evelyn, sorridendo divertita.
“Magari fosse così facile. Buona notte”
“Buona
notte” risposero un dopo l’latro i compagni di
viaggio.
Il
turno sembrava non finire più.
Era
partita decisa perché effettivamente non aveva sonno, ma rimanere così tanto tempo seduta senza nessuno con cui parlare le aveva
messo una certa sonnolenza.
La
tentazione di svegliare Madeleine era forte ma non voleva sembrare una pappa molla... almeno due
ore voleva farla durare quella ronda.
Attorno
al gruppetto tutto sembrava tranquillo.
Nessun
rumore strano o fruscio innaturale giunse alle orecchie della Chimera che,
pizzicandosi il braccio più di una volta riuscì a rimanere sveglia per un’ora e
mezza.
Alla
fine, esausta e assonnata, si decise per svegliare la Sfinge.
Quando
alla fine anche Madeleine sentì la stanchezza
sopraffarla toccò a Stephanie.
Quando
Madeleine si fu riaddormentata Stephanie si spostò
accanto al fuoco in modo da poter osservare meglio Edward che dormiva proprio
di fronte a sé.
Nella
grotta si era comportato da vero gentiluomo.
Era
rimasto con lei per convincerla a buttarsi in acqua e l’aveva sostenuta con il
suo corpo.
Praticamente
l’aveva salvata.
A
pensarci bene non era un atteggiamento che si sarebbe aspettata da un Chimera ma... forse si era comportato in quel modo per un
motivo ben preciso.
Forse durante quelle poche ore si era accorto di lei e... e il pensiero di
perderla aveva risvegliato qualcosa nel suo profondo.
Certo,
si era anche gettato a capofitto in acqua quando Evelyn era stata trascinata
sotto dal Kappa ma quello era diverso, no?
Lì
aveva agito d’istinto mentre con lei ci era voluto
qualche minuto, quindi era stata una cosa meditata. Giusto?
Merlino, avrebbe fatto qualsiasi cosa per essere lei la ragazza del cuore di Edward
Walters. Colei che avrebbe portato alla luce il lato dolce e romantico del
Principe delle Chimere.
Rimase
per tutto il tempo del suo turno a fissare il fuoco accarezzare il viso del
mago, mentre questo riposava tranquillo, ripensando al corpo del mago sotto il
suo, alle sue braccia attorno alla sua vita, alle sue labbra...
“Stephanie”
la chiamò Evelyn, scuotendola dai suoi pensieri.
“Evelyn”
mormorò la ragazza presa alla sprovvista, arrossendo leggermente. “E’ già il tuo turno?” chiese imbarazzata la maga.
“Già, tutto ok?” chiese la maga, aggiungendo dei rami
al fuoco per alimentarlo, senza accorgersi dello sguardo con cui la maga stava
fissando il ragazzo di fronte a sé.
“Sì,
sì... sono solo un po’ stanca” mentì Stephanie, sperando che la Fenice non si accorgesse
del suo rossore.
“Beh,
vai pure a dormire, ora ci penso io” rispose Evelyn, sedendosi al posto di
Stephanie.
“Grazie.
‘Notte” rispose velocemente la ragazza, sdraiandosi
accanto a Madeleine, lanciando un ultima occhiata al
mago.
Evelyn
si sistemò meglio a terra, appoggiandosi al tronco che Stephanie aveva
utilizzato come sedia.
Allungò
le gambe per stare più comoda e cominciò a scrutare le stelle.
Chissà
gli altri dov’erano?
I
Giganti avevano attaccato il treno? E se sì, Judi si
era salvata?
Sperava con tutto il cuore di sì.
Era
preoccupata per i suoi amici, i suoi compagni ed era stata molto preoccupata
per quello stronzo sdraiato proprio di fronte a lei.
Certo,
era stato coraggioso a restare con Stephanie mentre la
caverna si riempiva d’acqua, ed era stato molto coraggioso anche quando si era
tuffato per salvarla da quella bestia ma... questo non significava proprio niente.
E poi
doveva smettere di pensare a lui in quel senso.
Dannazione,
da quando lo aveva praticamente visto mezzo nudo non faceva altro che pensare a
lui.
“Judi, vado a fare una nuotata nel bagno dei prefetti” disse
Evelyn, prendendo la sacca con le sue cose e salutando l’amica.
“Resta dove tocchi” rispose Judi
sorridendo all’amica.
Fischiettando raggiunse il bagno dei prefetti.
Sperando che non ci fosse nessuno
afferrò la maniglia e la piegò
La porta si aprì ed Evelyn esultò dentro di sé per la fortuna.
Quando entrò si trovò di fronte ad uno spettacolo a dir poco
scioccante.
“Walters!” urlò la ragazza, lasciando cadere la sacca a terra e
mettendosi le mani davanti agli occhi.
“Ma che cazzo” sbottò il mago,
afferrando un asciugamano a coprendosi velocemente le parti intime.
Troppo tardi. Evelyn aveva s-fortunatamente già visto tutto, e
l’amichetto di Edward si era prontamente messo sull’attenti per l’occasione.
“Dannazione Walters, non si usa più chiudere la porta!” gemette
la ragazza, inginocchiandosi per prendere la sacca, una mano di fronte agli
occhi per non vedere niente, senza però riuscire veramente ad evitare di
guardare il corpo del ragazzo.
*Oh Merlino* ansimò dentro di sé Evelyn, mentre il suo sguardo
scappava fugacemente sul corpo del ragazzo.
Sulle spalle muscolose e il torace ampio, giù fino al bacino
dove un asciugamano striminzito copriva giusto giusto il membro del ragazzo.
*Contieniti Evelyn!* si rimproverò da sola, chiudendo gli occhi,
cercando tentoni la sacca.
Dal canto suo il ragazzo era rimasto fermo, immobile.
La mano che teneva l’asciugamano in vita faticava a non chiudersi sul membro
turgido.
Aveva pensato spesso a lei negli ultimi tempo
ma... averla lì, ed essere nudo di fronte a lei... era più di quanto sperasse.
Avrebbe potuto lasciar cadere l’asciugamano e prenderla per le
spalle. Sbatterla contro la porta e baciarla con passione, ma poi? Cosa sarebbe
successo una volta lasciata andare?
Non fece a tempo a rispondere alle sue domande che Evelyn era
già scappata fuori dal bagno, correndo come una furia
verso il suo dormitorio.
Lentamente
Evelyn abbassò lo sguardo dalla volta stellata sul ragazzo di fronte a lei,
trovando il suo sguardo contraccambiato.
Presa un attimo alla sprovvista rimase muta a ricambiare lo sguardo.
Edward
a sua volta rimase così, immobile, a guardarla. Senza dire una parola, solo
guardandola.
Dopo
qualche minuto di silenzio finalmente Evelyn distolse lo sguardo, andando a
posarlo sulla legna accanto a sé.
In
silenzio prese ancora qualche rametto e lo gettò nel fuoco, smuovendo i
legnetti con un bastonepiù grosso degli altri.
“Non
dormi?” chiese poi al mago, senza però tornare a guardarlo.
“Ti da
fastidio?”
“Sai, non devi per forza rispondere alle mie domande con altre domande” lo
rimbrottò Evelyn alzano lo sguardo a fissare quello del mago.
“Ti da
così fastidio?” sorrise il mago, mettendosi a sedere, cercando di non urtare Kendra mentre si alzava.
“Abbastanza,
sì” rispose Evelyn, alzando il viso per poter continuare a guardarlo in faccia.
“Beh,
le chiedo umilmente perdono madama” rispose Edward facendo un inchino teatrale,
allontanandosi poi dall’accampamento, nascondendosi dietro un paio di alberi.
Quando
torno pochi istanti dopo, Evelyn stava di nuovo giocherellando con il fuoco.
“Toilette?” chiese la maga, spostando i legni nel fuoco.
“Sì”
rispose il mago sedendosi accanto a lei. Troppo vicino per i gusti di Evelyn.
Improvvisante
il fuoco sembrava emanare più calore di prima.
Immediatamente smise di giocarci e posò il ramo alla sua
sinistra, chiudendo le braccia al petto.
“Hai fatto una bella cosa oggi per Stephanie” disse
inaspettatamente Evelyn, guardando fissa la brace.
“Già, beh... vediamo di non farlo sapere in giro, va bene?”
sussurrò il mago. “Non vorrei che penassero che...”
“Che sei un bravo ragazzo? Fossi in te non mi
preoccuperei” lo interruppe Evelyn, abbozzando un sorriso. “Non corri il
rischio”
“No?” disse Edward, sorridendo a sua volta. “Certo che sei stronza” aggiunse poi, dando
una leggera spinta alla ragazza.
“Io? Io sono sincera, sei tu che sei permaloso” rispose la maga,
sorridendo divertita. “Comunque anch’io devo ringraziarti” disse poi tornando
seria, voltandosi a guardare il mago in volto. “Anche se mi costa un immensa fatica” rise a fior di labbra Evelyn.
“Non c’è di che” sussurrò Edward, abbassando gli occhi ad
accarezzare le labbra di lei. “Evelyn...” mormorò il
mago, avvicinandosi di pochi millimetri prima che un rumore alle loro spalle li
fece allontanare.
“Cosa è stato?” chiese Evelyn, brandendo la bacchetta,
guardandosi attorno vigile.
“Non lo so ma è meglio non rimanere qui
per scoprirlo” rispose Edward, svegliando velocemente le tre ragazze.
“E’ già mattina?” chiese con voce assonnata Kendra,
strofinandosi gli occhi gonfi per il sonno.
“No ma..” cominciò
a dire Evelyn, ma fu interrotta da un ruggito.
“Andiamo, andiamo” ordinò Edward, afferrando il braccio di
Kendra e alzandola con forza da terra, cominciando poi a correre nel bosco,
dalla parte opposta rispetto al ruggito.
Ringrazio con tutto il cuore
chi commenta, chi ha mezzo la storia tra i preferiti e anche chi la legge solamente.
Per Caspita: Hai ragione sui commenti ma non posso negare che faccia piacere riceverne ogni
tanto. Dici che ci metto troppa enfasi a descrivere Edward? A me non sembra… tu
dici? ^_^
Per Vekra:
Non ti aspettavi una dedica? Sai quando alla fine dell’ultima
storia ho visto che mi hai messo tra gli autori preferiti… beh, mi ha fatto
molto molto piacere. Inserire un autore nei preferiti
secondo me è come dare fiducia ad una persona. E’ come
se tu ti aspettassi qualcosa da quella persona e quindi volevo ringraziarti per
questa concessione di fiducia.
Buona lettura.
4° CAPITOLO
Continuarono
a correre per diversi minuti fino quando il ruggito
non si affievolì.
“E
adesso? Mancano ancora parecchie ore all’alba” disse Madeleine,
tenendosi la milza con la mano sinistra, cercando di regolarizzare il suo
respiro. “Odio correre”
“Siamo in due” concordò Kendra, sbuffando esausta. “Io dico di arrampicarci
sugli alberi” aggiunse la maga, alzando lo sguardo su delle enormi querce.
“Saremo più al sicuro, no?” chiese cercando conferma nello sguardo di Edward.
“Sì,
hai ragione” rispose il mago, rinfoderando la bacchetta e avvicinandosi
all’albero. “Fontaine prima tu”
In men che non si dicaMadliane, si arrampicò sul albero, andandosi a sistemare
tra un gruppo di rami intrecciati abbastanza forti da reggere il suo peso.
“Su,
Kendra, vai tu” disse poi rivolto alla Chimera.
“E’
nata per arrampicarsi quella ragazza” notò Stephanie notando con quale agilità
Kendra raggiungeva Madeleine.
“Stephanie”
pronunciò Edward.
“Io...
ho bisogno di aiuto però” sorrise impacciata la ragazza.
“Sono
qua apposta” rispose il mago, facendogli da scaletta.
Con
un aiuto da parte di Kendra e Madeleine Stephanie
raggiunse i rami più alti.
“Davis” disse infine Edward, guardando la maga.
“Io
non salgo” rispose Evelyn, lasciando spiazzato il ragazzo.
“Cosa?
Perché?” chiese Edward, aggrottando leggermente la fronte.
“Non
voglio” sussurrò la maga a disagio, desiderando intensamente di sparire.
“Evelyn,
non essere sciocca, non puoi rimanere a terra” rispose Edward, avvicinandosi
alla maga, abbassando la voce perché le altre non sentissero.
“Io
non salgo” ripeté decisa, abbassando a sua volta la voce.
“Ma
si può sapere perché?”
“Tu
sali, io resto qui” ripeté la maga, senza rispondere alla domanda.
“No,
non salgo se non sali anche tu”
“E perché diavolo dovresti rimanere qui?”
“Perché voglio sapere perché non vuoi salire”
“Perché non ci riesco va bene?” sibilò la maga, rossa in volto per la vergogna.
“C-come?”
“Beh, che c’è? Dove sta scritto che le Fenici devono
essere tutti degli atleti nati?”
“Ma ti do una mano io” rispose interdetto Edward, non riuscendo a capire il
rifiuto della maga.
“Ho
il culo pesante Walters non mi basta la tua mano per
salire lassù” ringhiò la maga cercando di allontanarsi dal ragazzo.
“Se
insisti te ne posso dare due” la fermò il mago,
sorridendole malizioso, beccandosi un colpo divertito sulla spalla. “Davis, non...” cominciò
a dire il mago, ma fu interrotto dallo stesso ruggito di prima solo molto
piùvicino.
“Edward”
urlò Kendra sporgendosi dai rami per vedere l’amica. “Sta arrivando, dovete
sbrigarvi”
Un secondo ruggito strappo un urlo di paura a Stephanie.
I
due maghi si guardarono solo per pochi secondi per poi correre insieme verso l’albero.
Prendendola
per la vita Edward aiutò Evelyn a issarsi sui rami della quercia per poi
seguirla giusto qualche istante prima che un enorme creatura
sbattesse contro il tronco dell’albero per la foga della corsa.
Sembrava
uno strano incrocio tra un cinghialee un cucciolo d’orso.
“E
ora?” chiese Kendra, guardando dall’alto in basso la creatura che li guardava
affamati.
“Mancano
ancora parecchie ore all’alba” disse Madeleine,
guardando anch’essa in basso. “E’ una creatura notturna, se ne andrà poco prima
dell’alba... spero” rispose la
Sfinge, rimettendosi seduta nel suo piccolo nido di rami. “Io
schiaccio un pisolino, tanto qui non corriamo pericoli. ‘Notte”
“Notte” rispose distrattamente Evelyn, guardando poco convinta l’animale
Lentamente
uno dopo l’altro si addormentarono, fino a quando non
rimase la sola ad essere rimasta sveglia.
“Non
corriamo pericoli” mormorò la maga, guardandosi attorno
guardinga. “Le ultime parole famose prima di venire
sbranati”
Di
solito si sentiva abbastanza coraggiosa ma quella
foresta le dava tutto tranne che la sensazione di tranquillità, e l’essere a
parecchi metri da terra, su un albero che da sola non sarebbe mai riuscita a
salire non migliorava le cose.
Cercò
di calmarsi respirando profondamente.
Ispirando
dal naso ed espirando dalla bocca.
Improvvisamente le
venne da ridere mentre le tornava alla mente Judi e il dvd di Pilates che aveva comprato poco prima del rientro a scuola.
Judi aveva voluto a tutti i costi farle fare una
lezione completa da cui era uscita distrutta.
Non che fosse faticoso ma faceva sinceramente fatica a
respirare regolarmente, anzi certe volte si accorgeva di entrare persino in
apnea durante gli esercizi.
No, era un caso
disperato. Lei e lo sport non sarebbero mai andati d’accordo.
Bastava vedere
prima.
C’era voluto una
creatura famelica per convincerla a salire sull’albero. Persino Stephanie aveva
fatto una figura migliore della sua.
A proposito di
Stephanie, era una sua impressione o la Kneazle si era
‘leggermente’ strusciata contro Edward, mentre lui la
aiutava a salire?
Che ci stesse provando con la
Chimera?
Beh, di certo non sarebbero stati fatti suoi.
Lui era fidanzato
con Kendra e al massimo sarebbero stati fatti della Chimera, e comunque, anche
se fosse stato single lui non era il suo tipo.
Avevano sempre
beccato loro due e quella piccola tregua era dovuta
alla situazione di emergenza che si era venuta a creare, e al forte imbarazzo
che li aveva colti quel giorno nel bagno dei Prefetti.
“E’ solo un periodo
così” mormorò la Fenice,
volgendo lo sguardo a cercare il corpo addormentato della Chimera. “Solo un
periodo” ripeté nuovamente, accarezzando il mago con lo
sguardo prima di lasciarsi scivolare in un sonno agitato.
Quando la mattina
dopo Edward si destò trovò qualcuno già sveglio.
“’giorno” gemette,
il mago, cercando di stiracchiarsi come poteva, le ossa indolenzite dal
giaciglio improvvisato.
“Ciao” rispose Evelyn,
prendendo una piccola pigna e trasfigurandola in un elastico per annodarsi i
capelli. “Se ne è andato” precisò la maga, alludendo alla creatura della notte
precedente. “Giusto pochi minuti prima dell’alba”
“Sei rimasta
sveglia?” chiese il mago, pettinandosi in dietro i capelli neri.
“No, mi hanno
svegliato degli uccellini maledetti che fischiettavano”
“Sbaglio o mi sembri
di più a tuo agio oggi?”
“Che vuoi dire?”
“Che ieri eri così
preoccupata di salire quassù ed ora sembri rilassata”
“Beh, per scendere basta affidarsi alla forza di gravità” rispose Evelyn
auto-ironica. “Buongiorno” salutò poi, quando anche Kendra, Madeleine
e Stephanie si destarono.
“Bene, io direi di
metterci subito in marcia” esordì Edward, dopo qualche minuto, strappando uno
sbuffo alle tre ragazze.
“Andiamo” rispose
contro voglia Kendra, scendendo svogliatamente dall’albero.
Si sentiva la
schiena a pezzi e, escluso la nuotata non prevista del pomeriggio precedente,
non faceva la doccia da due giorni.
Era certa di avere
un centinaio di nodi nei capelli di solito lisci come la seta.
Ora, non era
schizzinosa o precisina come la maggior parte della sue compagne di Casa ma quella situazione stava
mettendo a dura prova il suo self-control.
Non solo si sentiva
sporca, affamata, spettinata, con i vestiti in disordine e chi più ne ha più ne metta. Si trovava a diversi chilometri dal solo
mezzo di locomozione possibile per lasciare quella landa desolata, il tutto in
compagnia di una Sfinge, una Fenice e una Kneazle
piagnucolosa che aveva messo gli occhi su Edward.
Edward... grazie a
Morgana c’era anche lui.
Questo pensiero le
sollevò il morale.
Non che la Fontainefosse antipatica o oca, anzi, era molto
intelligentee pronta ad aiutare gli
amici, e nemmeno di Davis si poteva lamentare. Non seriamente
quanto meno.
Era una Fenice per cui la sua nemesi per quanto riguardava la Casa di appartenenza ma,
tutto sommato, non era male. O per lo meno poteva capire perché ultimamente Edward
ci avesse perso la testa.
Ma quella che
proprio non sopportava era Stephanie Smith.
Quella
stupida di una Kneazle aveva messo i suoi enormi
occhi azzurri su Edward e questa cosa la faceva a dir poco ribollire di rabbia.
Già,
perché in una piccola parte di sé, Kendra aveva sempre avuto un debole per il
ragazzo e per i suoi occhioni grigi, ma sapeva di
essere solo un’amica e lo accettava. Soprattutto perché sapeva che, attrazione
fisica a parte, loro due avrebbero solo potuto essere che quello… amici.
Per
cui non era mai stata gelosa nei confronti di Edward fino al
giorno prima.
Già,
perché non solo la Kneazle, incapace persino a nuotare, si
era fatta trascinare a fondo valle dal mago rischiando
di affogarlo, ma si era pure strusciata lascivamente contro Edward la sera
prima, mentre lui l’aiutava a salire sull’albero.
Quella
piccola...
“Kendra”
la distrasse dai suoi pensieri Edward.
“Cosa?”
“Tu e Fontaine aiutate Smith,
va bene?” disse il ragazzo, prendendo la Kneazle per le mani.
...scostumata!*
ringhiò dentro di sé Kendra, mentre la maga, si avvicinava di più ad Edward, senza
lasciargli le mani, sorridendogli spudorata.
*Sì,
vedrai come l’aiuto... la faccio cadere con il culo
per terra* pensò la maga, guardando la Kneazle tenersi alle
mani di Edward mentre questo la calava dall’alto.
Il
desiderio era immenso e le opportunità di farlo passare come un incidente erano
alte ma alla fine si decise a collaborare.
Una
volta a terra Stephanie si allontanò leggermente, lanciando occhiate infuocate
ad Edward.
“Allora
Davis, le vuoi queste due mani?” sussurrò Edward, in
modo da non essere sentito dalle altre tre ragazze.
“Guarda”
disse la maga, mettendo le braccia ai fianchi e cercando di non sorridere
troppo apertamente per non lasciarsi andare troppo. “E’ un
offerta allettante ma mi vedo costretta a rifiutare... troppi
spettatori...” sussurrò la maga, facendolo sorridere.
“La prossima volta” aggiunse prima di inginocchiarsi accanto al ramo che le
altre avevano usato come appoggio. “Occhio sotto, caduta massi” sorrise la
maga, aggrappandosi al ramo per poi lasciarsi cadere a terra.
Quando
finalmente tutti furono a terra il gruppetto ricominciò la marcia verso un
punto imprecisato di frontea loro.
Dal
fondo della fila Kendra si divertiva a studiare i suoi compagni di viaggio.
Madeleine era una persona piuttosto riflessiva che
amava osservare tutto quello che li circondava, soprattutto i fiori che
crescevano sugli alberi e per terra.
Stephanie
invece, che camminava accanto ad Edward, pochi passi indietro... ogni due passi
lanciava uno sguardo al mago che, dalla sua posizione non faceva altro che
studiare la figura della Fenice di fronte a sé.
Prima
i capelli, poi le spalle, la schiena e infine...
“Edward,
che ne dici? Bello il panorama vero?” chiese improvvisamente Kendra, facendolo
voltare di scatto, mentre Evelyn si volgeva a sua volta verso la Chimera, guardandola
scettica.
Erano
tutti alberi e rampicanti. Non si vedeva un pezzo di cielo nemmeno a pagarlo a
peso d’oro.
*Come
diavolo fa a dire che è un bel panorama?* si chiese Evelyn, continuando a
camminare.
Si
sentiva stanca a causa della notata insonne e quel continuo camminare senza
sosta non aiutava di certo.
Dopo
qualche chilometro di marcia la caviglia per la quale il mostro l’aveva
trascinata sottacqua cominciava a dolergli.
Inizialmente
cercò di non fare caso al dolore, camminando sempre allo stesso passo, senza
pesare troppo sull’altra gamba in modo che nessuno si accorgesse, ma dopo tre
ore di cammino ininterrotto la caviglia, a dispetto della proprietaria,
cedette, facendola cadere a terra.
“Dannazione”
imprecò la Fenice,
rimanendo in ginocchio, massaggiandosi il collo del piede con la mano.
“Evy,
cos’è successo?” chiese Madeleine, inginocchiandosi
accanto alla maga, guardandole la caviglia. “Una storta?”
“Sì, ma è vecchia” rispose Edward al posto suo, curvandosi sulla maga,
osservando la caviglia rossa. “Te l’avevo detto” disse il mago, guardandola
fisso in viso.
“E
cosa avresti fatto? Mi avresti portata in braccio?” chiese scontrosa Evelyn,
sedendosi meglio, continuando a massaggiare la caviglia. “Ora mi passa”
“No, che non ti passa se continui a camminarci sopra” rispose a tono il mago,
incrociando le braccia al petto.
“Ah,
sì? E da quando sei un Medimago?”
“Non
serve un Medimago, basta una persona sana di mente”
“E così ora non sono nemmeno sana di mente!” sbottò la maga, mollando la
caviglia e tirandosi in piedi.
“Mi
sembrava strano che non aveste ancora litigato da due giorni” commentò Kendra,
guardando divertita i due maghi.
“Già,
si sentiva la mancanza” concordò Madeleine, scuotendo
la testa rassegnata, sedendosi sotto un albero, appoggiandosi al suo tronco.
Non
sarebbero mai andati d’accordo.
O
almeno non per troppi giorni di fila.
Peccato,
perché a lei quei due piacevano.
Edward
lo conosceva solo di fama, e non era una bella cosa, ma in quei due giorni lo
aveva notevolmente rivalutato.
Soprattutto
per quello che aveva fatto per Evelyn e poi per Stephanie. Era stato
coraggioso.
Peccato
che non riuscissero a convivere pacificamente.
“E
adesso cosa facciamo?”chiese Madeleine, guardando Evelyn
sedersi di nuovo a terra riprendendo la caviglia in mano.
“Forse
dovremo steccarla” disse Stephanie, guardando Edward in cerca di una risposta.
“Non
è rotta, né fuori asse... credo che basterebbe non usarla” disse Edward
inginocchiandosi accanto alla ragazza, scostando la mano di Evelyn e andando a
tastarle la caviglia.
“Sai,
non riesco ancora a volare” rispose Evelyn, cercando di mantenere la calma, e
di non mostrare l’evidente disagio nell’averlo così vicino.
“In
questo caso...” disse il ragazzo, afferrandola
all’improvviso sotto le gambe e sotto la schiena, sollevandola di peso.
“No...
Walters, mettimi giù” ringhiò Evelyn, allacciando le bracci
al collo del mago per non cadere.
“Forza,
cerchiamo di arrivare a quelle maledette rotaie prima di sera” disse il
ragazzo, ignorando la Fenice
che si lamentava, rimettendosi in marcia.
“Fammi
scendere” sibilò la ragazza, guardandolo severa. “Subito”
“Se
non la smetti ti faccio cadere” rispose il mago, facendo finta di lasciarla
andare, costringendo Evelyn ad aggrapparsi ancora più forte, ancora più vicina.
“Stronzo”
gemette la ragazza, calmandosi e lasciando che il ragazzo la portasse in
braccio.
*Bella
pensata*sorrise
Kendra, guardando l’amico tenere la
Fenice stretta contro il suo corpo, spostando poi lo sguardo
su una Stephanie alquanto imbronciata. “Che c’è Kneazle?
Il gatto ti ha mangiato la lingua?” disse divertita Kendra, non potendo evitare
una piccola frecciatina.
“Sono
solo stanca” rispose scontrosa la ragazza, continuando a guardare fissa di
fronte a sé.
“Stephanie,
tu sei brava in Erbologia” le interruppe Madeleine, sperando di evitare uno scontro tra le due. “Non
conosci nessuna pianta che potrebbe aiutare Evy?”
“No” rispose secca la Kneazle, facendo voltare di scatto
Evelyn. “Mi dispiace” aggiunse sorridendo falsamente a Evelyn.
“Non
importa” rispose la Fenice,
sorridendo a sua volta. “Ho paura che dovrai veramente portarmi in braccio fino
alle rotai” aggiunse guardando angelicamente il mago,
che sorrise divertito senza rispondere.
Continuarono
a camminare in silenzio per diversi minuti, lasciando che un vento leggero li
spronasse a continuare da dietro.
Più
camminavano e più Evelyn, si accorgeva di provare una strana sensazione di
tranquillità.
Involontariamente,
appoggiò la testa sulla spalla di Edward, andando a nascondere il viso
nell’incavo del collo, chiudendo gli occhi.
Rimase così per un po’, ad ascoltare il rumore leggero del vento tra gli
alberi, e i passi dei suoi compagni che calpestavano il terreno.
Di
tanto in tanto, sentiva Stephanie dietro di loro sbuffare, ma non ci faceva
caso più di tanto.
Prima,
quando aveva risposto in quel modo... beh, le aveva tolto ogni dubbio sulla
presunta cotta che si era presa per Edward.
Certo,
era un bel ragazzo, e almeno una volta bene o male tutte
le ragazze della scuola avevano fatto un pensierino su di lui, ma prendersela
in quel modo solo perché alla fine la sua caviglia aveva ceduto non le sembrava
il caso, soprattutto per una Kneazle.
“Stanca?”
sussurrò il mago, abbassando leggermente il capo.
“Un
po’” rispose sempre sottovoce la ragazza, cercando di non farsi sentire dagli
altri. “Tu?”
“No, no. Sto bene” disse Edward, tenendola stretta a
sé, continuando a camminare.
A
dire il vero era un po’ stanco ma... per la prima
volta in 6 anni riusciva a tenerla tra le braccia e a parlare con lei senza
doverla insultare.
Non
voleva certo rischiare di perdere momenti preziosi riposandosi sotto un albero.
“Evelyn,
ti devo dire una cosa...” prese coraggio il mago, ma
fu interrotto da un urlo di Stephanie alle sue spalle.
“LE
ROTAIE!!!” urlò la ragazza, indicando un punto di
fronte a sé. “Merlino, ce l’abbiamo fatta!”
“Dio
ti ringrazio” sospirò Madeleine, fermandosi per un
attimo a guardare quello che le sembrava un miraggio.
“Finalmente”
concordò Kendra, asciugando la fronte imperlata di sudore.
“Zitti”
disse Evelyn, alzandosi di colpo con il busto, mettendo una mano sulla bocca di
Edward che stava per dire qualcosa. “Lo sentite?”
“Io
non sento niente” rispose Madeleine, tendendo
l’orecchio.
“Il
treno” sorrise Evelyn, guardando Edward ricambiare il sorriso per poi
cominciare a correre verso le rotaie.
“SIAMO
QUI!!!” cominciarono a urlare il coro, agitando sempre
più le braccia quando videro il treno arrivare in lontananza.
“QUI!!!!!”
Il treno emise un fischio acuto prima di cominciare a rallentare di fronte ai
cinque ragazzi.
Erano
sporchi, esausti e affamati ma sorridevano felici.
Come sempre ringrazio Vekra e Caspita che continuano imperterriti a commentarmi…
farò di voi i miei angioletti custodi ^_^
Grazie mille per il sostegno
Buona lettura
5°
CAPITOLO
“Fontaine!!!” urlò la Professoressa,
scendendo dal treno mentre questo era ancora in movimento, correndo verso i
suoi alunni. “Smith, Carter state
bene?” chiese la maga, abbracciando le ragazze una dopo l’altra, senza dare
loro il tempo per rispondere. “Walters e Davis, che
avete combinato ancora?” chiese la maga, sorridendo felice e abbracciando i due
alunni.
“Evy”
urlò una voce femminile proveniente dal treno.
“Judi!” la chiamò la ragazza, mentre Edward la rimetteva a
terra.
“Morgana,
credevo che fossi morta” l’abbracciò l’amica, stringendola più forte che
poteva.
“Signorina
Stevens le avevo detto di rimanere sul treno” la
rimproverò la
Professoressa, quando le due si separarono.
“Mi
scusi io... volevo vedere se stava bene” si scusò Judi,
risalendo poi velocemente sul treno.
“Signor
Walters aiuti la
Signorina Davis a salire sul treno per cortesia” disse la Professoressa,
facendo cenno alle tre ragazze di precederla verso il treno.
“Grazie”
sussurrò Evelyn, mentre il ragazzo tornava a prenderla in braccio.
“Di
cosa?” disse Edward, seguendo la Professoressa verso l’entrata dalla quale era
scesa.
“Del
passaggio e... nella grotta” disse la maga sottovoce all’orecchio del mago.
“E’
stato un piacere” rispose sincero Edward, salendo i gradini del treno e
seguendo l’insegnante in un vagone vuoto.
“Vi
farò portare da magiare, poi potrete tornare dai vostri compagni” disse
l’insegnante, rimanendo sulla porta a guardare i cinque alunni. “Per la sua
caviglia dovrà aspettare il nostro arrivo a Hogwarts” disse a Evelyn, uscendo
poi dallo scomparto.
“Beh,
è stato un piacere ma direi che è ora di tornare”
disse d’un tratto Kendra, alzandosi dal sedile, mentre Edward faceva lo stesso.
“Fontaine, Davis... Smith” salutò Kendra, quasi
sputando il nome della Kneazle, voltandosi a
raggiungere la porta dello scompartimento. “Ci si vede”
“Ciao” risposero Madeleine e Evelyn, mente Stephanie
rispondeva quasi con un grugnito.
“Signore”
salutò brevemente Edward, seguendo la Chimerafuori dallo scomparto.
“Beh, andrò anch’io
a raggiungere gli altri” disse pochi secondi dopo Stephanie, alzandosi dal sedile, salutando con un cenno di mano Madeleine, ignorando completamente Evelyn.
Per un attimo le due
ragazze rimasero in silenzio ognuna a guardare un punto fisso di fronte a sé.
“Tutto ok, Madeleine?” chiese
all’improvviso Evelyn, voltando il viso ad osservare la Sfinge.
“Non mi sarei mai
aspettata un atteggiamento simile da lei” rispose a bassa voce la maga,
ricambiando lo sguardo della Fenice. “Credevo che... non lo so,
l’ho sempre ritenuta una ragazza... non so...”
“Non ti devi
preoccupare” rispose Evelyn, posandole una mano sul avambraccio. “Probabilmente
si è presa una cotta per Walters e non le è piaciuto che mi abbia aiutato”
“Non è una motivazione giusta” la interruppe decisa Madeleine.
“Tu avevi bisogno di aiuto e lei...”
“ Madeleine” la fermò Evelyn, sorridendole
dolcemente. “Non pensarci. Ora sai come è veramente, comportati di conseguenza.
Se è una persona che non vuoi frequentare non farlo, se vuoi ‘perdonarla’
fallo. Ma non prendertela così, non ne vale la pena. Non perché mi ha risposto
o ha smesso di salutarmi. A me non fa né caldo né freddo”
“Hai ragione. Mi sono lasciata prendere” sorrise Madeleine
facendo un bel respiro. “Sai, mi piacerebbe frequentarti di più”
“Anche a me” sorrise Evelyn, salutandola con la mano.
Una
volta chiuso la porta
dello scompartimento si ritrovò da sola con i suoi pensieri.
Aveva vissuto un esperienza abbastanza emozionante sia nel bene che nel
male.
Aveva provato una
paura tremenda prima nel bosco, con quei due Giganti, e poi nella grotta con i Kappa e quel mostro acquatico.
Aveva fatto la sua
prima esperienza di campeggio e con ogni probabilità non l’avrebbe mai più
rifatta.
Aveva conosciuto un
lato di Madeleine e di Kendra che non conosceva e che
aveva apprezzato, un lato di Stephanie che l’aveva delusa e poi... e poi aveva
visto qualcosa di diverso anche in Edward.
Qualcosa che di
certo non l’avrebbe aiutata a pensare di meno al ragazzo.
Ma ora era tutto
finito e poteva tornare alla sua solita routine.
Una routine in cui
Kendra sarebbe stata sempre la spalla destra di Edward.
In cui non avrebbe
sentito i gridolini entusiasti di Madeleine
nel vedere cose nuove e in cui Stephanie l’avrebbe ignorata per il resto dei
suoi giorni. O forse no?
Per quanto riguardava Stephanie poteva benissimo ignorarla. Non le sarebbe di
certo mancata.
Ma avrebbe comunque
potuto cercare di conoscere meglio la
Sfinge e per quanto riguardava Walters... forse era un
argomento da affrontare una volta arrivata ad
Hogwarts, dopo essersi lavata, cambiata e dopo aver fasciato la caviglia.
Ora come ora sarebbe
stato un argomento troppo impegnativo.
In silenzio,
appoggiandosi alle pareti del treno si incamminò verso il fondo dello stesso,
alla ricerca del ‘suo’ scompartimento.
“Ho avuto tanta
paura” la salutò Judi abbracciandola con forza quando la ragazza entrò nello scompartimento. “Credevo
che ti avessero divorata o altro”
“Beh, ci è mancato poco” rispose Evelyn, ricambiando la stretta, andando poi a
sedersi sul sedile, allungando la gamba su quello di fronte a sé.
La caviglia le
faceva male se possibile più di prima ma lo stomaco pieno aveva di gran lunga
ritemprato il suo spirito.
“Ma cosa è successo dopo che sono comparsi i
Giganti?” chiese la maga, guardando curiosa l’amica.
Brevemente Evelyn
sviscerò l’argomento incuriosendo ancora di più la Fenice.
“Vuoi dire che
Walters ti ha salvata rischiando la sua vita...”
“Ha salvato anche Stephanie” precisò la maga, sperando di placare l’entusiasmo
dell’amica.
“Chi se ne frega
della Smith!” rispose Judi,
gesticolando animatamente. “Lui ti ha salvata dal mostro e poi ti ha portato in
braccio fino al treno” continuò a dire Judi con un
tono di voce sempre più alto.
“Judi,
sei rossa” disse Evelyn, guardando con un sopracciglio sollevato la ragazza di
fronte a sé.
“Rossa? Io sono elettrizzata!” sbottò sorridendo la maga, cercando di rimanere
ferma sul sedile. “Quel ragazzo si è preso una cotta per te”
“No”
“Ti ha salvata da tre Kappa e una Creatura Acquatica”
“Si ma...”
“E poi ti ha portata in braccio invece di usare il Levicorpus”
“Lo avrei ucciso se avesse osato incantarmi” rispose Evelyn, alzando la voce,
cercando di mettere fine a quella stupida discussione.
“Evy, tu non
capisci! Lui si è innamorato”
“No, Judi, sei tu che non capisci” rispose Evelyn,
guardando severamente l’amica. “Lui ha salvato me eSmith,
e mi ha portata in braccio perché la mia caviglia è fuori uso”
“Ma...”
“No!” la interruppe la maga, decisa più che mai a non pensare al mago. “Non ne
voglio parlare Judi. Né di questi due giorni, né di
quello che è successo in quel maledetto bagno, né di quello che è successo
quest’estate. Punto”
“Va bene... scusa...”risposeJudi
dispiaciuta, abbassando lo sguardo.
Forse aveva
esagerato.
“Non volevo farti
arrabbiare e se non ne vuoi parlare non ne parleremo...”aggiunse la maga, sorridendo dispiaciuta all’amica
prima di prendere una confezione di cioccorane.
Rimasero per un attimo
in silenzio fino a quandoJudi
non prese il coraggio di dire qualcosa.
“Guarda? Ho trovato
Silente!” disse Judi, dando la figurina a Evelyn,
sperando di fare la pace. “E’ il Preside di Hogwarts”
Evelyn sorrise alla
maga, prendendo la figurina che la ragazza le porgeva.
La osservò
distrattamente, leggendo qualche riga qua e là.
Preside di
Hogwarts... Grindelwald...sangue
di drago... Supremo Pezzo Grosso... musica da camera e il bowling... possiede
una “Fenice di nome Fanny?” sbottò la ragazza, mentre le tornavano alla mente
le parole di Kendra.
“Cosa?” chiese Judi, distratta, scrutando il fondo del pacchetto di
Gelatine.
“Niente...
niente...” mormorò la maga, abbassando la figurina ed
osservando il paesaggio scorrere fuori dalla finestra. *Fanny sono io*pensò Evelyn,
stringendo la figurina tra le mani, cercando di dare un senso alle parole di
Kendra, ma soprattutto alla risposta di Edward.
Lui non voleva che lei fosse preoccupata perché non gli interessava cosa lei
pensasse o perché non le andava che Kendra usasse quel nome per parlare di lei?
Ma Walters e Carter
non stavano insieme?
*Basta*sbottò
dentro di sé, scuotendo la testa per evitare di pensare al ragazzo.
Non doveva pensare a
lui. Non ora che era così stanca e si sentiva così vulnerabile.
“Sì, sono solo
stanca e ho bisogno di un bagno” rispose la maga, appoggiando la fronte contro
il finestrino e chiudendo gli occhi.
“Fai un pisolino,
Evy” disse Judi, poco prima che una ragazza del settimo
anno irrompesse nel loro scompartimento. “Angelica, che c’è’?” chiese la Grifondoro curiosa.
“Novità” esclamò la
maga, sedendosi con foga accanto a Evelyn, facendola sobbalzare. “Come stai
Evy?”
“Potrei stare meglio” rispose Evelyn, sperando di arrivare al più presto ad Hogwarts e trovare un po’ di pace.
“Che novità, Angy?” chiese Judi, cercando di
attirare l’attenzione della maga.
“Edward Walters” disse Angelica, strappando uno
sospiro infastidito a Evelyn.
Non ce l’avrebbe mai fatta a non pensare a lui se tutte non
facevano altro che parlare del Chimera.
“Cosa...”
“Dai, Angy, sai che la nostra Evelyn non sopporta
Walters” la interruppe Judi, curiosa di sapere la
novità riguardante il Chimera. “Continua”
“Bhe, sai che è tornato single dopo neanche una
settimana che stava con quella ragazza delle Sfinge?”
“Sì, ma avevo anche sentito dire che non stavano insieme. Insomma lei aveva
pompato il tutto per non fare la figura di quella che era stata usata da
Walters”
“Niente di più facile” concordò Angelica, entusiasta del pettegolezzo che
portava. “Ma non è questa la novità”
“E cosa? Mi stai mettendo l’ansia Angy!” la
rimproverò Judi, muovendosi impaziente sul sedile.
“A quanto pare il nostro Chimera si è preso una cotta per una ragazza di
nome Fanny”
A quelle parole
Evelyn tirò involontariamente una testa al vetro dello scompartimento attirando
l’attenzione delle due maghe.
“Ti sei fatta male?”
chiese Judi, guardando la maga che si massaggiava la
testa imprecando ad alta voce.
“Sì, mi sono fatta
male” sbottò Evelyn, stanca di quelle continue chiacchiere su Walters e su chi
si portava a letto. “Continuate pure” sibilò infastidita Evelyn, rimettendosi a
sonnecchiare contro il vetro.
Ma avevano detto
Fanny? No, era solo lei che stava sognando. Doveva smettere di pensare a lui.
“E chi è questa
Fanny?” chiese Judi, togliendo ogni dubbio sul ‘nome’ della ragazza di cui stavano discutendo.
Stavano parlando di lei.
Ormai il sonno se ne
era andato e visto che Angelica era praticamente il bollettario più affidabile
per quanto riguardava i pettegolezzi tanto valeva ascoltare.
“Beh, io credo sia
una specie di soprannome perché nessuno a scuola si chiama Fanny. Ho già
controllato” rispose Angelica, dimostrandosi come sempre affidabile sulle
notizie.
Evelyn, non amava
particolarmente il pettegolezzo, ma se era fatto come faceva Angelica quanto
meno si era certi che le notizie avevano un fondamento e non era uno sparlare
giusto per farlo o per dare fiato ai polmoni.
“E non si sa niente
di questa Fanny?” chiese curiosa Judi.
“Purtroppo no. Tutto quello che so lo so perché Kendra Carter stava
discutendo pochi minuti fa su quanto fosse stupido il suo migliore amico perché
si era lasciato scappare un occasione d’oro con Fanny”
“Stavano litigando?”
“Non proprio però quasi” rispose Angelica, con fare pratico. “Lui le ha
risposto che non ha bisogno di un agenzia matrimoniale e se ne è andato. Io
credo che l’occasione con Fanny se la sia lasciata scappare in questi due
giorni perché Carter ha detto ‘Due giorni con un sacco di occasioni e te le sei
lasciate scappare tutte’”
“Quindi potrebbe essere...”
“O Madeleine, o Stephanie o... beh c’era anche Evelyn
nel bosco” aggiunse sottovoce Angelica, voltando lo sguardo verso la maga che,
richiamando a sé tutto il suo auto-controllo stava ancora facendo finta di
dormire.
“Ma Angy...”
“Pensaci Judi” la interruppe la maga continuando a
guardare Evelyn. “Carter non è perché lo stava accusando di non aver fatto
niente con Fanny, e siccome non è autistica e non
parla di sé in terza persona, non può essere lei. Rimangono loro tre e...”
“Angelica, te lo chiedo come favore personale” la fermò Judi.
“Non andare in giro ad esternare questa tua teoria”
“Ma...”
“Se vuoi fallo su Madeleine e Stephanie ma lascia
fuori Evelyn ti prego” la supplicò Judi prendendole
la mano.
“Va bene” capitolò
Angelica sorridendo all’amica. “Ma tu pensaci bene, non è da escludere la
nostra rossa, infondo nel bene o nel male Walters la cerca sempre” sorrise
maliziosa Angelica uscendo poi dallo scompartimento.
“Grazie” sussurrò
qualche istante dopo Evelyn, aprendo gli occhi, sorridendo alla maga.
“Eri sveglia?” chiese stupitaJudi.
“Ho un talento nato,
vero?”
“Già” sorrise Judi, alzando le braccia sopra la testa stiracchiandosi.
“Che ne pensi?”
“Che Stephanie sarebbe felice di essere la Fanny di Walters e Madeleine...
credo che a lei non interessi”
“E a te? A te
interessa?”
“Sai, credo che ora cercherò di dormire per davvero” rispose Evelyn, chiudendo
gli occhi senza rispondere alla maga.
Buongiorno e buon inizio settimana a tutti!
Come sempre grazie a chi legge, e soprattutto a Vekra
e Caspita!
Per Vekra: Evelyn e Edward insieme? E chi ti dice che
siano destinati a stare insieme :P
Ci vorrà un po’… e ne capiteranno delle belle
prima… bacio
Per Caspita: Sei incontentabile! Il quarto era
troppo riflessivo, in questo i pettegolezzi non vanno bene… forse dovrei
uccidere qualcuno… tu hai qualche proposta?
Scherzo. Comunque non ti preoccupare, ben presto le cose cambieranno ^_^
6° CAPITOLO
Quando finalmente
arrivarono ad Hogwarts erano tutti completamente
esausti.
Uno dopo l’altro i
ragazzi scesero dall’Espresso per Hogwarts dirigendosi verso un uomo alto
almeno due metri con barba e capelli scuri ed ispidi.
“Merlino” gemette
Evelyn, guardando ammirata l’enorme castello che si stagliava contro il cielo
nero, rimanendo poi bloccata di fronte all’uomo.
“Quello è un...”
“Mezzogigante” rispose una voce maschile alle sue
spalle.
“Walters” disse
Evelyn, trovandoselo a pochi centimetri da sé.
“La caviglia?”
“Ce la faccio” rispose a disagio Evelyn, allontanandosi zoppicando dal mago,
seguendo Judi.
“Cosa voleva?”
chiese Judi, continuando a seguire il mezzogigante.
“Niente” mentì
Evelyn, continuando a camminare, fermandosi a pochi metri dal lago.
“Allora, non più di
quattro persone per barca e state attenti a non finire in acqua” disse Hagrid, facendo cenno ai ragazzi di salire sulle barche.
Una
volta montati sulle
barche partirono verso il castello, passando sotto una cortina di rampicanti,
raggiungendo poi la spiaggia e da lì il castello.
Dopo aver fatto il
loro ingresso nella Sala Grande ed aver salutato i loro nuovi compagni gli
alunni si diverso in quattro gruppi e raggiunsero i
quattro tavoli.
Kneazle con Tassorosso.
Sfingi con Corvonero.
Fenici con Grifondoro.
Chimere con
Serpeverde.
Un
volta seduti ai loro
rispettivi tavoli comparvero le varie pietanze e un brusio si spanse per la Sala Grande.
I maghi cominciarono
subito a fare amicizia, a scambiarsi curiosità sulle loro scuole e i loro
Paesi.
“Piacere, Edward
Walters” si presentò il mago, sedendosi accanto ad un ragazzo della sua stessa
età, con capelli biondi chiari e occhi azzurri.
“Draco Malfoy”
rispose Draco, stringendo la mano al ragazzo e a Kendra che si stava sedendo
accanto ad Edward.
“Ciao, io sono Pansy
Parkinson e lei è MillicentBulstrode” si presentò Pansy, ammiccando al ragazzo.
“Come mai siete
coperti di polvere?” chiese Millicente osservando
critica i capelli di Kendra di fronte a sé.
“Milly” la riprese divertita Pansy. “Ho sentito dire che il ritardo
è stato causato da due Giganti, è vero?”
“Sì, è il motivo per cui siamo conciati così” rispose Edward,
versandosi da bere.
“Davvero? Siete voi
i ragazzi che hanno attraversato le Montagne Rocciose a piedi?”
“Vedo che le notizie volano veloci” disse Kendra, addentando una patata al
forno.
“Molto veloci”
rispose Draco, sorseggiando il suo succo di zucca. “E chi altro era con voi?”
“Quella oca bionda con i boccoli al tavolo in fondo” disse Kendra, indicando
Stephanie Smith che stava raccontando per l’ennesima
volta quello che era successo sulle Montagne Rocciose. “La ragazza mora al
secondo tavolo, e la rossa”
“Quella rossa?”
chiese Draco, studiando attentamente Evelyn al tavolo dei Grifondoro.
Prima di far entrare
i ragazzi nella Sala Grande Madama Chips aveva
insistito per curare la caviglia della ragazza fasciandola con delle garze
bianchee
dandole un liquido azzurrino per sistemarla.
“Come si chiama?”
chiese Draco, senza staccarle gli occhi di dosso.
“Evelyn Davis” rispose Kendra, osservando le mani di Edward che si
erano chiuse a pungo sulle posate.
“Carina... molto
carina...” sogghignò Draco, pregustando la caccia.
“Non è impegnatavero?”
“Non ne ho idea”
rispose Edward, trattenendosi dal tirare un pugno al suo nuovo avversario.
“Bene” commentò
Draco, cominciando a cenare come se nulla fosse successo.
*Ora si che ne vedremo delle belle* pensò Kendra sorridendo
divertita.
Alla fine della cena
i prefetti di Hogwarts mostrando ai loro ospiti la vie
per i loro nuovi dormitori.
Edward e Kendra, in
quanto Prefetti di Chimera, rimasero in fondo a chiudere la fila, assicurandosi
che nessuno se la svignasse.
“A cosa pensi?”
chiese Kendra, camminando qualche metro dietro i loro compagni per non farsi
sentire.
“Niente” rispose
scontroso il mago osservando il Serpeverde precederlo.
Non gli aveva fatto nulla, ma aveva puntato la ragazza sbagliata.
“Edward, io credevo
che per te fosse solo una cotta ma forse non è così”
“Non ne voglio parlare” rispose Edward, aumentando il passo, sperando di
chiudere lì il discorso.
Non voleva parlare
ancora di come si era lasciato scappare l’opportunità di... non lo sapeva
nemmeno lui cosa avrebbe dovuto fare.
Solo a Kendra
sembrava tutto così chiaro, cosi evidente.
Non doveva pensarci.
“Non fare così Edward,
vedrai che quello domani nemmeno si ricorda della Davis”
cercò di rincuorarlo Kendra, dispiaciuta per l’amico.
Forse aveva
esagerato con lui.
Infondo cosa poteva
pretende da un uomo alle prese con la sua prima cotta?
Edward ci sapeva fare con le ragazze, soprattutto se si trattava di
conquistarle e portarle a letto, ma qua la situazione era molto più delicata.
Questa volta si
trattava di cancellare anni e anni di battutacce, di insulti e fatture
scagliate l’uno contro l’altro.
E poi
fondamentalmente Edward di sentimenti ne capiva gran poco.
Lui se la cavava
alla grande con gli ormoni, ma niente di più.
“Edward?”
“Non importa” rispose il mago guardando la Chimera accanto a sé. “Non m’interessa” mentì il
mago allontanandosi dalla ragazza oltrepassando il quadro a guardia del
dormitorio di Serpeverde, entrando nella Sala Comune, andando poi a rintanarsi
nella sua camera.
“Merlino, che
stanchezza” sospirò Edward chiudendo la porta alle sue spalle, appoggiandovisi
con la schiena.
Adorava essere un Prefetto.
Quella camera tutta
per sé, il suo bagno privato... un po’ di privacy.
Togliendosi le
scarpe, gettandole dove capitava, andò in bagno per rinfrescarsi e rilassarsi.
Tenendo gli occhi
chiusi si spogliò completamente lasciando che i vestiti cadessero a terra.
Si osservò un attimo
allo specchio senza però formulare nessun pensiero, né negativo né positivo,
dopodiché si infilò sotto il getto di acqua calda.
Fu probabilmente la
doccia più lunga della sua vita.
Sotto il getto caldo
rimase immobile ad osservare l’acqua leggermente marroncina
finire giù per lo scarico.
*Nemmeno mi fossi
rotolato nel fango* sorrise il mago prendendo il bagnoschiuma e cominciando a
lavarsi.
Sentiva i muscoli di
tutto il corpo indolenziti e tesi.
Era un vero peccato
che il giorno dopo ci fossero le lezioni.
Gli sarebbe piaciuto
poter rimanere a letto e dormire tutto il giorno.
Dopo aver tolto ogni
traccia di terriccio dal suo corpo uscì dalla doccia avvolgendosi un
asciugamano bianco attorno alla vita e gettandosene un secondo sui capelli
bagnati, andando poi a sdraiarsi sul letto finendo poi addormentarsi non appena
toccato il letto.
Quando la mattina
dopo scese nella Sala Comune aveva tutto un altro aspetto.
I suoi capelli
biondi erano tornati finalmente come prima e le ricadevano ordinatamente sulle
spalle.
‘Come Morgana comanda’
avrebbe detto sua nonna.
Aspettò ancora
qualche minuto gironzolando in Sala Comune fino a quando Edward non scese a
raggiungerla.
Dopo il pranzo e la
doccia del giorno prima sembrava essere tornato allegro come il solito.
“Ma buongiorno” lo
salutò Kendra.
“’Giorno” rispose Edward
seguendo la maga fuori dal dormitorio Serpeverde
dirigendosi verso la Sala
Grande per la colazione.
“Allora, dormito
bene?”
“Non mi posso lamentare” rispose Edward, guardando la mappa che aveva preso
dalla bacheca del dormitorio. “Questa scuola è enorme” commentò il ragazzo
osservando qua è là la mappa mentre raggiungevano la Sala Grande.
“Che lezioni
abbiamo? Hai preso gli orari della settimana?” chiese Kendra, prendendo poi il
foglio che il ragazzo le porgeva. “Siamo quasi sempre con le
Fenici” commentò Kendra, scorrendo rapidamente la lista delle lezioni.
“Buongiorno” li
salutò una voce maschile alle loro spalle.
“Ciao Draco” lo
salutò Kendra fermandosi ad aspettarlo. “Dormito bene?”
“Benissimo” rispose Draco seguendo i due ragazzi verso la Sala Grande. “Voi?”
“Bene grazie” rispose Kendra.
“Stavate guardando
gli orari?”
“Già. Ma siete sempre così fortunati?”
“In che senso?”
“Avete quasi tutte le lezioni con i Grifondoro, il che vuol dire che noi
dovremmo passare quasi tutte le lezioni con le Fenici”
“Sì, è una maledizione. Credo che i professori ci godano nel mettere insieme le
nostre Case” rispose Draco, facendo sorridere la ragazza. “Anche se quest’anno
credo che sarà tutto più... piacevole” aggiunse il mago sorridendo malizioso
verso un punto di fronte a sé.
Immediatamente
Kendra segui lo sguardo del giovane trovandosi ad osservare Evelyn Davis che entrava in Sala Grande con JudiStevens.
D’istinto Kendra spostò lo sguardo sull’amico accanto a sé, trovandone i
muscoli del viso contratti in uno sguardo duro.
“Già, quest’anno
saranno molto più interessanti le lezioni con i Grifondoro” aggiunse Draco
entrando nella Sala Grande, senza accorgersi dello sguardo con cui Edward lo
stava guardando.
“Edward...”
“No” la interruppe il mago con un gesto brusco della mano, superandola nel
corridoio, seguendo il mago all’interno della Sala Grande.
Non perché non riuscissi a
scriverlo o perché non mi convincesse, ma perché il giorno che lo stavo
correggendo non so come ho cancellato la metà finale del capitolo senza più
trovarne alcuna traccia nel computer. Come se un piccolo ed infido buco nero lo
avesse risucchiato.
Comunque spero che la seconda
versione vi piaccia.
Ringrazio come sempre Vekra e mi auguro che Caspita non sia finito nello stesso
buco nero insieme al mio capitolo :P
Buona lettura a tutti ^_^
7° CAPITOLO
Come
primo giorno di scuola era stato abbastanza leggero.
Ogni
lezione era iniziata con la spiegazione del perché si era deciso per questo
gemellaggio, lo scopo e cosa avrebbero potuto, e dovuto, imparare i ragazzi con
questa esperienza.
Alla
fine non avevano nemmeno ricevuto nessun compito, fatta eccezione per Pozioni.
Già,
perché quel simpaticone unticcio del Professore non aveva parlato del gemellaggio ma ci aveva dato subito dentro con una bella pozione
complicata.
Alla
fine, per non doversi anche sorbire le ragazze della sua Casa impegnate in una
fitta conversazione su chi fosse Fanny aveva deciso di
andare a visitare la biblioteca della scuola.
Hermione
Granger, il Prefetto di Grifondoro, le aveva parlato così bene di quella
biblioteca durante tutta la giornata che non aveva potuto evitare di andarci.
Adorava
le biblioteche, e più grandi e polverose erano e meglio era.
Tutti
quei libri e scaffali... le davano una sensazione di tranquillità e adrenalina
mai provate.
C’era
così tanto da scoprire e da imparare.
Tante pozioni
e tanti incantesimi.
Dopo
aver spiegato più di una volta chi lei fosse a Madama
Pince la donna aveva acconsentito a lasciarla entrare nella biblioteca.
Dopo
aver trovato una angolo appartato aveva osservato qua
e là i titoli dei libri riposti negli scaffali fino a quando non ne aveva
trovati un paio di suo gusto.
“Ciao”
la salutò una voce maschile alle sue spalle, facendola voltare incuriosita.
Un
ragazzo con capelli chiarissimi e occhi azzurri la stava osservando appoggiato
a uno degli scaffali della biblioteca.
Le
braccia incrociate al petto e un ghigno malizioso sul viso.
“Ti
posso aiutare?” chiese Evelyn, rimanendo con il braccio destro appoggiato allo
schienale della sedia, studiando il ragazzo di fronte a lei.
“Veramente
forse sono io che posso aiutare te” rispose Draco, staccandosi dallo scaffale,
avvicinandosi alla maga.
“Sarebbe?”
“Beh, sei nuova di qua, non conosci la scuola, non conosci gli studenti...
magari poteri farti fare un giro della scuola, giusto per cominciare” sorrise
Draco, fermandosi proprio di fronte alla ragazza, osservandone i capelli rosso mogano raccolti in una coda e gli occhi
scuri.
A
differenza della maggior parte delle persone con i capelli rossi non aveva
lentiggini e la pelle non era per niente pallida ma leggermente ambrata.
Niente
a che vedere con gli Weasley.
“Tu
vuoi farmi fare il giro turistico della scuola?” chiese Evelyn, passando il suo
sguardo dai libri al viso del ragazzo.
Forse
avrebbe potuto rimandare il suo ripasso di inizio anno ad un altro momento.
“Potrei
farti vedere cose che sulla mappa non trovi e altro” aggiunse il mago in tono
suadente.
“Va
bene, ma... non farti strane idee” rispose la maga sistemando i libri con un
colpo di bacchetta e precendendo il mago fuori dalla biblioteca.
*Ci
proverò* pensò Draco passando il suo sguardo lascivo sulle natiche della maga
seguendola fuori dalla biblioteca.
“Edward
ti prego cambia espressione! E’ da questa mattina che ti trascini in giro per
la scuola con quell’aria da cane bastonato, e mentre
tu stai qua a piangerti addosso Fanny...”
“Non chiamarla così, lo odio!” ringhiò il mago tenendo lo sguardo fisso sul
soffitto.
“...viene corteggiata dal ragazzo più bello di Hogwarts, e guarda che lo so
perché Pansy e Millicent me lo avranno ripetuto
almeno un milione di volte” continuò gesticolando in modo isterico. “E tu stai
qui a fare cosa? Ad aspettare l’intervento divino?”
“Da
quando ti preoccupi per la Davis?”
“Preoccuparmi?
Quella Fenice è fortunata come poche donne al mondo! Ha due ragazzi belli da
far schifo che gli vanno dietro e nemmeno se ne rende conto”
“Invidiosa?”
“Certo! E poi, a detta di Pansy Draco è una specie di dio del sesso” sorrise
maliziosa Kendra sedendosi sul tavolino in mogano di fronte al divanetto sul
quale era sdraiato Edward.
“Davis è una dura, non ha bisgono
della guardia del corpo” rispose Edward, portandosi il braccio destro di fronte
agli occhi. “Non sarà certo un inglesino da quattro
soldi a conquistare la nostra amazzone... giusto?” chiese dopo pochi secondi in
cerca di rassicurazione.
“Non
lo so... Millicent mi ha
assicurato che mai nessuna ha resistito per più di qualche giorno” rispose
Kendra, sorridendo perfidamente prima di lasciare Edward da solo con i suoi
pensieri.
Kendra
non riusciva proprio a capire.
Per
quanto Evelyn gli piacesse, e gli piaceva tanto, non
se la sentiva di farsi avanti con lei per un semplice motivo. Non sapeva ancora
che cosa voleva dalla Fenice e nonostante quello che tutti ormai pensavano di
lui... la rispettava troppo per farla diventare il suo giocattolo.
Non
voleva per nulla al mondo renderla ridicola di fronte all’intera scuola come
aveva fatto con le altre ragazze con cui era stato, perciò...
perciò l’unica cosa che doveva fare era rimanere lì. Sdraiato sul quel
divano in pelle a contemplare il soffitto mentre,
lungo i corridoi della scuola, quel bastardo di un Serpeverde cercava di portarsi
a letto la sua Evelyn.
“No”
sbottò Edward alzandosi da scatto, prendendosi la testa tra le mani. “Ma che
diavolo mi sta succedendo? Io sto... sto impazzendo.
Devo risolvere questo problema e alla svelta se non voglio impazzire” gemette
il mago alzandosi dal divano ed uscendo dalla Sala Comune.
Doveva
camminare e schiarirsi le idee o non sarebbe resistito.
“Allora
Draco, dimmi, che c’è su questo piano che non è segnato sulla mappa della scuola?”
chiese Evelyn, guardando scettica il mago che sembrava guidarla alla cieca per
i corridoi di Hogwarts.
“Su questo piano si da il caso che si trovi una camera
che compare solo se viene chiamata, e che reca in sé tutto ciò che serve a chi
la cerca” rispose Draco, avvicinandosi di un passo alla maga. “Si chiama la Stanza delle Necessità...
la vuoi vedere?” chiese il mago abbassando la voce in un sussurro accattivante.
“Io
sì” rispose una voce maschile alle sue spalle facendo separare velocemente i
due ragazzi.
“Walters”
salutò Evelyn, sorridendo dentro di sé nel vedere il mago.
“Edward,
come mai da queste parti?” chiese irritato Draco, incrociando le braccia al
petto.
“Facevo
due passi” rispose prontamente il mago, raggiungendo i due ragazzi, fermandosi
ad un passo da Draco.
In effetti aveva detto la verità.
Era
uscito dalla Sala Comune solo per fare due passi. Non aveva certo intenzione di
andare a cercare la Fenice,
ma quando aveva sentito la sua voce e subito dopo quella
di Draco... beh, non era riuscito a trattenersi.
“Allora
questa Stanza delle Necessità? Esiste o era solo un trucco per intrattenere la
nostra Fenice?”
“Nessun trucco” rispose in un soffiò Draco, sostenendo
lo sguardo furioso di Edward. “Non ne ho bisogno”
“Vediamola allora” sibilò minaccioso il mago, facendo un passo verso il
Serpeverde.
“Già,
come funziona?”chiese Evelyn avvertendo la tensione tra i due.
“Bisogna
semplicemente passare tre volte di fronte a questo muro e la Stanza apparirà con ciò che
desideriamo” rispose Draco, tornando a guardare la maga.
“Ma siamo in tre... chi ascolterà?”
“Lo scopriremo subito” rispose Draco in un soffio, posandole una mano alla vita
sospingendole verso destra, facendo ribollire il sangue di Edward.
“Mi
sento un po’ stupida” mormorò la ragazza mentre
seguiva i due ragazzi verso sinistra.
“Donna
di poca fede” la prese in girò Edward quando i lineamenti
di una porta comparvero sul muro in pietra.
“Wow”
sorrise la maga curiosa di vedere cosa contenesse la stanza.
“Pronta?”
chiese Draco aprendo con lentezza estenuante la porta.
Tuttavia,
per quanto curiosa fosse, quando Evelyn vide l’interno della camera non poté
evitare di sgranare gli occhi.
La
stanza non aveva altro mobilio se non un letto a baldacchino stile Mille e una notte
con coperte rosse e petali di rosa a cospargerne le lenzuola. Ovunque il
pavimento era disseminato di candele e oli profumati da massaggio.
Chi di
loro due aveva bisogno di un harem?
Beh,
lei no di certo, perché per quanto belli e sensuali potessero essere i due
ragazzi non aveva la minima intenzione di andare a letto con nessuno dei due.
“Signori
io vi lascio alla vostra intimità” sorrise Evelyn, indietreggiando di qualche passo prima di scappare dai due maghi.
Solo
per pochi secondi i due maghi rimasero ad osservare l’interno della stanza per
poi fissare i loro sguardi ognuno negli occhi dell’altro.
Non
avevano bisogno di parole perchè entrambi avevano in mente lo stesso pensiero,
Come sempre grazie a Vekra e Caspita per i commenti e anche a chi ha inserito la
storia tra i preferiti, a anche chi la legge e basta.
Ammetto che mi piacerebbe
ricevere più commenti ma anche vedere il numero di chi legge mi fa piacere ^_^
Non si può avere tutto nella vita, giusto?
Auguro a
tutti una buona lettura e buona settimana
8° CAPITOLO
Ormai
era passata una settimana dal loro arriva ad Hogwarts
e già si erano formati i primi gruppetti.
Le lezioni
erano entrate nel vivo e gli studenti erano pieni di compiti.
Tuttavia
qualcuno aveva pensato bene di organizzare lungo il corso dell’anno degli
eventi per poter permettere agli studenti di socializzare tra
di loro al di fuori dall’orario scolastico.
“Ehi,
Evy, hai visto qua?” chiese Judi, fermandosi di colpo
di fronte alla bacheca della Sala Comune.
“No,
cosa?” chiese Evelyn, fremendosi un passo dietro a lei, cercando di chiudere la
sua sacca. *Decisamente questa giornata è iniziata male* pensò la maga quando la fibbia della borsa le rimase in mano.
“Organizzano
un falò in riva al Lago Nero questo sabato. Tu ci vai?” chiese Judi passando il foglietto all’amica.
“Sembra
carino” rispose Evelyn, leggendo rapidamente il foglietto. “Almeno non è un
ballo a cui bisogna andarci e a coppie”
“Beh, ma tu ci puoi andare accompagnata, ormai hai l’imbarazzo della scelta” la
prese in giro Judi.
“Eh? Ma cosa stai dicendo?”
“Beh, c’è il super-figone-biondo-ce-l’ho-solo-io che sicuramente
ti accompagnerebbe più che volentieri al falò e poi... e poi c’è Walters”
“E ora che centra lui?” chiese esasperata Evelyn, alzando gli occhi al cielo.
“Dai, Evy non dirmi che non te ne sei accorta! Quel ragazzo non fa altro che
guardati. Ogni volta che Malfoy ti si avvicina diventa rosso dalla rabbia”
“Judi tu la devi smettere di frequentare Angelica, ti
mette delle strane idee in testa. Ora, per favore, andiamo o faremo tardi”
chiuse rapidamente il discorso Evelyn, uscendo velocemente dalla Sala Comune.
Quella
mattina si era svegliata con una strana sensazione.
Aveva
come l’impressione che avrebbe fatto meglio a voltarsi dall’altra parte e
continuare a dormire anziché uscire dal letto ed andare a lezione.
“Tutto
ok?” chiese Judi, cercando
di smorzare i toni tra di loro.
Non
voleva litigare di nuovo con Evelyn anche se ormai era
sicura al 99% che Fanny fosse lei. Ormai lei e Angelica studiavano ogni più
piccolo movimento di Walters ed erano sicure che Fanny non poteva
essere altro che lei.
“Sì,
ho solo una brutta sensazione” rispose Evelyn, cercando di calmare il battito
del suo cuore respirando profondamente.
Dopo
una colazione veloce si diressero verso il sesto piano pronte per Difesa Contro
Le Arti Oscure.
La Professoressa Mason era una delle poche insegnanti che li aveva
accompagnati durante il loro viaggio e che si era fermata con loro ad Hogwarts per il gemellaggio.
A differenza
delle altre insegnati donne che preferivano l’insegnamento
di materie come Erbologia a Trasfigurazione la
professoressa Mason amava profondamente Difesa Contro
le Arti Oscure e prediligeva un approccio pratico alla materia.
“Ci siamo
tutti? Molto bene” disse la donna chiudendo la porta con un colpo di bacchetta.
“Oggi parleremo della Legilimanzia” annunciò la maga
portandosi di fronte alla cattedra. “Allora, chi mi sa dire cos’è la Legilimanzia?
Sì, signorina Granger”
“La Legilimanzia
è la capacità di estrarre emozioni e ricordi dalla mente di una persona” recitò
a memoria Hermione, aggiudicandosi dieci punti per Grifondoro.
“Molto
bene Signorina Granger. Come ogni Arte Oscure anche la Legilimanzia
ha il suo alter ego, se così possiamo chiamarlo, e si chiama Occlumanzia” spiegò la donna, estraendo la bacchetta dal
fodero. “L’Occlumanzia è una branca della magia che
chiude la mente alle intrusioni e interferenze. Come dico sempre niente è
migliore di un approccio pratico per cui... Davis, mi fai da valletta?” chiese la donna scostandosi
dalla cattedra.
“Si Signora” rispose Evelyn, alzandosi dalla sedia, estraendo
a sua volta la bacchetta prima di raggiungere l’insegnante.
Ancora
quella spiacevole sensazione si impadronì di lei.
“Molto
bene” sorrise l’insegnante, guardando la ragazza. “L’incantesimo è Legilimens, tutto quello che dovrai fare tu è cercare di
chiudere la mente. E’ una cosa assai difficile e sicuramente la prima volta non
ci riuscirai ma non si sa mai, giusto? Molto bene.
LEGILIMENS!” pronunciò la donna scagliando l’incantesimo contro Evelyn che
d’istinto chiuse gli occhi mentre la sua mente si
apriva e i ricordi dell’estate appena passata le riaffioravano.
La sua
casa... suo padre, sua madre, suo fratello e lei mentre raccoglievano la frutta
nel frutteto... il suo cane-lupo... e poi lui... Gabriel...
“Abbie” salutò Evelyn, sorridendo alla
ragazza seduta sul divano con una chitarra in mano.
“Ciao Evelyn” la salutò la ragazza, suonando qualche nota.
“Cerchi Gabriel?”
“Sì, è di là?”
“Sì, con Corine” rispose Abbie,
facendo cenno con la testa al corridoio.
“Carina la canzone” disse la ragazza, salutando la ragazza e
raggiungendo il fondo del corridoio, aprendo l’ultima porta senza bussare.
Quando aprì la porta per un momento trovò
che qualcosa non andava.
Chissà forse le tendine rosse con l’azzurro dei muri era un
accostamento azzardato, o forse non riusciva semplicemente a capire cosa ci
facesse il suo ragazzo abbracciato a Corine.
“Evy...” gemette Gabriel, allontanando
la ragazza da sé e alzandosi dal divanetto. “Ti posso spiegare”
Lentamente Evelyn scosse la testa sorridendo triste
mentre faceva passare lo sguardo dalla ragazza al suo ex-ragazzo.
“Evelyn...”
“No” sussurrò la ragazza, togliendo il piccolo anello che lui le aveva regalato
e lasciandolo cadere nel cestino accanto alla porta, uscendo poi con calma
dalla stanza, chiudendo la porta e ritornando in soggiorno.
“Evelyn, tutto ok?” chiese Abbie, non appena la vide ritornare.
“Sì, tutto ok” rispose Evelyn,
sorridendo alla ragazza. “Addio Abbie”
“Addio Evelyn” rispose Abbie, senza fare domande,
ricambiando il sorriso della maga.
“Ciao” sussurrò Evelyn,
uscendo dalla casa, ritornando subito a casa sua.
Quando
l’incantesimo si interruppe tutti gli occhi erano fissi su di lei.
Perfino
l’insegnante la guardava in modo strano... a disagio.
Forse
si era resa conto di aver preso la persona sbagliata.
“Come... come stai?” chiese la professoressa Mason,
abbassando la bacchetta.
“Bene”
rispose Evelyn, mantenendo lo sguardo fermo, rifiutandosi di farsi umiliare
ulteriormente di fronte ai compagni, e soprattutto di fronte alle Chimere. “Non
esiste nessuna formula verbale come controincantesimo?”
chiese Evelyn
“Non
esiste un incantesimo vero e proprio” rispose la donna, comprendendo il
desiderio di Evelyn di chiudere l’episodio lì e subito. “Potreste usare un
normalissimo incantesimo di protezione, ma visto che
normalmente chi cerca di leggervi la mente non lo fa apertamente dovete essere
in grado di chiudere la vostra mente... forza di volontà” concluse la donna,
rimandando Evelyn al suo posto.
Una
volta ritornata al suo posto Evelyn, cominciò a prendere appunti,
concentrandosi più che poteva per non dover ripensare a quello che era appena
successo.
Non
solo tutti avevano appena visto uno dei suoi ricordi più dolorosi di quel estate appena trascorsa, ma era sicura che avessero
anche avvertito il senso di mortificazione e smarrimento che aveva provato in
quei pochi secondi in cui si era accorta che il suo Gabriel non era altro che
un bastardo... come tutti gli altri.
Sentiva
il naso strano, quella sensazione che gli veniva poco prima delle lacrime, ma
doveva contenersi.
Aveva
già fatto la figura della stupida, non poteva peggiorare tutto mettendosi anche
a piangere durante la lezione.
Con
fatica si costrinse a respirare regolarmente, ricacciando le lacrime da dove
erano venute insieme a tutti i ricordi che aveva con il ragazzo.
Quando
finalmente la lezione finì Evelyn ringraziò Merlino
uscendo velocemente dall’aula.
“Hai
visto?” sentì bisbigliare dietro alle sue spalle quando
uscì dall’aula di Difesa.
“Evelyn”
la chiamò Judi, rincorrendola per il corridoio.
Non
l’aveva aspettata, era uscita non appena la lezione era finita.
Non aveva
voglia di parlare. Non aveva voglia di dirle che stava bene, che non pensava
più a Gabriel e che non si sentiva per niente umiliata... non aveva voglia di
mentire...
“Faccio
tardi a Rune Antiche” disse solamente Evelyn, aumentando il passo, lasciando Judi indietro, alimentando le voci di corridoio sulla
figuraccia che aveva fatto.
“Terra
chiama Edward... Edward ci sei?” lo chiamò per la
centesima volta Kendra, agitando una mano di fronte agli occhi del Chimera.
“Che
c’è?” chiese infastidito Edward, scuotendo la testa come per tornare in sé.
“Ma, a
parte la parte iniziale, hai seguito qualcosa della lezione?” chiese Kendra,
mettendo le braccia ai fianchi.
“Certo”
rispose secco Edward, superando la ragazza, incamminandosi verso l’aula di
Divinazione.
“Ah
sì? E cosa succede se ti metti a usare la Legilimanzia
su un tuo compagno?”
“Una serata con la Smith?” chiese Edward, evasivo, sperando
di finire quel discorso ancora prima di iniziarlo.
“Non mi fai ridere” rispose seria Kendra, prendendo il braccio dell’amico e
fermandolo.
“Non
credevo che l’avrei mai detto ma, lasciala in pace se non sei sicuro di te”
disse la Chimera,
guardando l’amico dritto negli occhi, cercando di carpirne i pensieri.
“Da
quando ti preoccupi per la Davis?”
“Non
mi preoccupo per lei solo... smetti di fare la carogna” rispose Kendra,
allontanandosi da lui, raggiungendo il gruppo di Chimere che si avviavano a
Divinazione.
Per
tutto il pomeriggio non aveva fatto altro che pensare a ciò che aveva visto
durante l’ora di Difesa Contro le Arti Oscure.
Quel
ricordo gli era sembrato così vivo e… per un attimo aveva avvertito la
tristezza e l’umiliazione che doveva aver provato Evelyn quel giorno.
Kendra
lo aveva messo in guardia e per il resto della giornata non gli aveva rivolto
la parola lasciandolo immerso nei suoi pensieri.
E lui
ci aveva pensato.
Aveva pensato tanto alla Fenice, a quello che sentiva quando
la vedeva o pensava a lei e soprattutto a quello che aveva detto Kendra.
‘Smetti di fare la carogna’
Ci era
rimasto male quando la sua migliore amica gli aveva
detto quella frase.
Un
conto era sentirselo dire dalle altre ragazze ma da
lei aveva tutto un altro suono.
Sapeva
che in quanto rappresentante del gentil sesso Kendra non condivideva pienamente
le sue azioni e le sue avventure ma si era sempre astenuta dal commentare ciò
che faceva.
Ma
allora perché cominciare proprio ora?
Forse era davvero una pessima persona?
“Io
non sono una carogna” disse all’improvviso il mago, sedendosi accanto all’amica
sul divanetto della Sala Comune. “Lo sono?”
“Hai fatto piangere tante di quelle ragazze che... sì, sei una carogna” rispose
Kendra, senza aggiungere spiegazione. Non ce n’era bisogno.
“Non
lo sono di proposito” mormorò Edward, lasciandosi scivolare sul divanetto,
mordicchiando il labbro inferiore in una specie di broncio. “Io non ho mai
detto a nessuna che l’avrei sposata o altro”
“Non hai mai neanche detto che dopo essertele fatte le avresti scaricate alla
velocità della luce” rispose Kendra, continuando a leggere, come se nulla
fosse.
“Cosa
vuoi dire? Che le ho illuse?”
“Sì”
“Non è vero” obbietto a gran voce Edward, facendo abbassare il libro a Kendra.
“Non ho mai promesso niente...”
“Forse sarebbe il momento di iniziare a farlo” lo interruppe Kendra, chiudendo
il libro con tanta forza da produrre un tonfo, attirando l’attenzione di altri
ragazzi. “Se no lasciala stare”
“Sì,
mamma” rispose in un sibilo Edward, alzandosi dal divano, raggiungendo la sua
camera.
Ciao a tutti!!!
Dopo un orrenda giornata di lavoro con persone sempre più antipatiche e
frustrate eccomi qua ^_^
Grazie come sempre a chi legge e soprattutto ai miei due angioletti :)
Per Caspita: Tu trovi
che Evelyn sia un po’ sfortunata? Ho paura che questo sia solo l’inizio per lei…
sai come si dice ‘piove sempre sul bagnato’^_^
Per Vekra: Già,
Kendra è tosta… deve esserlo con quel ‘disgraziato’
del amico… Una rivalsa sul Gabriel? A dire la verità non ci avevo pensato… mi
chiedo se sia meglio cancellare completamente persone del genere e concentrarsi
su qualcosa di meglio?
Buona lettura a tutti
9° CAPITOLO
Come previsto da Judi Malfoy le aveva chiesto un appuntamento per la sera
del falò ma Evelyn aveva gentilmente declinato
l’offerta promettendo al ragazzo che alla prima uscita ad Hogsmeade
sarebbe stata felice di accompagnarlo... e magari anche di rimanere a letto
malata aveva pensato Evelyn.
La settimana del
falò passò molto lentamente per Judi e le altre
ragazze che non vedevano l’ora di ‘socializzare’ con i ragazzi della scuola,
per Evelyn invece era passata abbastanza velocemente. Come sempre.
Si era gettata anima
e corpo nello studio quel anno, soprattutto dopo quella tremenda lezione di
Difesa Contro le Arti Oscure.
Ogni tanto sentiva
qualcuno sghignazzare alle sue spalle istigandola all’omicidio
ma, in linea di massima, nessuno aveva azzardato a deriderla in
pubblico. Chissà, la voce che aveva sostenuto lo scontro con tre Kappa in quella grotta forse era servita a qualcosa.
Quando finalmente arrivò il sabato del falò a Evelyn era passata ogni voglia
di parteciparvi.
Non voleva vedere
nessuno né, tanto meno, rischiare di trovarsi Malfoy attaccato alla gonna.
“Non puoi non
venire” la rimproverò Judi, prendendole una mano e
strattonandola per farla alzare dal letto.
“Non voglio Judi, ti prego... lasciami qui...”rispose Evelyn, lasciandosi andare a penso morto.
“Evelyn, quel verme
di Gabriel non si merita che tu stia qui a stagionare come un salame. Devi
uscire, e soprattutto devi uscire con un ragazzo, se non vuoi Malfoy va bene,
ma smetti di fare la suora!”
“Io non faccio la suora” rispose offesa Evelyn, mettendosi a sedere sul letto.
“E poi non è per lui che non voglio venire...”
“Dimostramelo” la interruppe Judi, sfidandola con lo
sguardo. “Dimostrami che non stai pensando più a lui”
Evelyn rimase un
attimo a fissare l’amica pensierosa, facendo infine un cenno affermativo con la
testa.
Sarebbe andata al
falò.
Almeno per un po’
non avrebbe più pensato né a Grabriel, né a Malfoy, né tanto meno a Edward.
Nel frattempo,
mentre Judi cercava di convincere Evelyn a truccarsi
un poco per l’occasione, nella Torre dei Tassorosso, più precisamente in una
delle Camere assegnate alle studentesse di Kneazle,
un gruppetto di ragazze si era radunato attorno a Stephanie Smith.
“Ma cosa volete fare?” chiese Joanna, guardando preoccupata il gruppetto di ragazze cha
stava armeggiando con una fialetta contenente un liquido violaceo. “Cos’è
quella roba?”
“E’ una pozione”
rispose innervosita una ragazza appostata di guardia alla porta della
stanza.“E se fai silenzio forse
riusciamo a non farci beccare”
“Scusate” rispose Joanna, imbronciandosi. “Ma per chi
è?”
“Per Edward Walters” rispose Stephanie, alzando la boccettina sopra la sua
testa, guardando il liquido violaceo risplendere alla luce della lanterna.
“E’ un filtro
d’amore?” chiese curiosa la ragazza, avvicinandosi a Stephanie.
“Non esattamente”
rispose la ragazza, guardando dall’alto in basso la maga. “Questa pozione
disinibisce completamente chi la beve...”
“Perché Walters ha bisogno di essere disinibito?” la interrupe
Joanna, alzando il sopracciglio destro poco convinta.
“Se stai zitta” la rimbrottò
Stephanie, chiudendo la mano a pugno sulla fialetta, guardando la Kneazle
indispettita. “Lo disinibisce emotivamente. In altre parole se la sua Fanny
verrà al falò sapremo chi è”
“Volete propinargli
quel intruglio per scoprire chi è Fanny? O meglio, se tu sei Fanny?” chiese Joanna, sorridendo divertita. “E perché dovresti essere
tu?”
“E perché non dovrei?” chiese inviperita Stephanie.
“In fondo mi ha salvato nella caverna e mi ha aiutata lungo il tragitto...”
“E ha portata Davis in braccio fino al treno...”
“Ora basta!” sbottò la Kneazle furibonda. “Si può sapere che
diavolo ci fai qui?”
“Io? Niente... ero
solo curiosa” rispose divertita la maga, andandosene, lasciando Stephanie e le
sue amiche alle loro macchinazioni.
“Non sei troppo
elegante per un falò?” chiese Kendra, guardando l’amico sistemarsi i capelli
allo specchio. “Sai, Malfoy ha chiesto a Fanny se lo accompagnava al falò”
“E allora?” chiese
distratto Edward, slacciandosi il secondo bottone della camicia, cercando di
sembrare il più disinteressato possibile.
“E lei ha rifiutato”
disse Kendra, senza rispondere alla domanda del ragazzo.
“Quindi?”
“Tu che hai fatto nel frattempo? A parte provarti mezzo guardaroba per uno
stupido falò ovviamente...”chiese
Kendra, guardando i vestiti del ragazzo abbandonati un po’ qua e un po’ là per
la stanza.
“Nulla perché è
giusto quello il grado di interesse di tutto questo... nullo!” rispose Edward,
togliendosi la camicia e gettandola sulla sedia, andando a riprendere la prima
maglietta grigia che aveva provato all’inizio.
“Basta” sbottò Kendra, alzandosi dal letto. “Non starò qua a guardarti
riprovare l’intero guardaroba. Ti aspetto là” finì la ragazza, uscendo dalla
stanza, sbattendo dalla porta. “Sei peggio di una donna” la sentì brontolare
una volta fuori dalla camera.
Per un po’ Edward
rimase di fronte allo specchio senza sapere cosa mettere e senza sapere perché
gli risultasse così difficile vestirsi per un falò...infondo
ci andava da solo...
“Come facciamo a
darglielo?” chiese una ragazza bruttina a Stephanie, guardando il ragazzo
passare a qualche metro da loro insieme a Kendra.
“Gli offriamo da
bere, ovvio” rispose Stephanie agguantando un bicchiere di punch e voltandosi
verso il gruppetto di ragazza. “Ok, voi
sparpagliatevi in modo da non dare nell’occhio, io gli do la pozione” spiegò la
ragazza, versando il contenuto della fialetta nel punch.
“In bocca al lupo”
disse una delle ragazze, mentre Stephanie si sistemava la maglietta e partiva
all’attacco.
“Edward” lo salutò
allegra Stephanie avvicinandosi al ragazzo con due bicchieri in mano. “Carter”
aggiunse fredda, salutando la ragazza.
“Smith”
“Stephanie” la
salutò Edward, sorridendo accattivante alla ragazza. “Carina la maglietta”
aggiunse il mago, accennando alla scollatura provocante della maga.
“Ti piace? E’ nuova”
rise giuliva Stephanie, dando il voltastomaco a Kendra.
“Scusate, credo che
andrò a vomitare” disse la
Chimera, allontanandosi rapidamente dai due.
“Vuoi da bere?”
chiese Stephanie ignorando la
Chimera, concentrandosi più che mai sulla sua missione.
“Grazie” rispose Edward,
accettando il bicchiere, bevendone una lunga sorsata. “Ha un sapore strano”
disse il mago, guardano il liquido nel bicchiere.
“D’avvero?” chiese Stephanie, dilatando leggermente gli occhi.
“Tipo?”
“Non saprei...” disse Edward, votando il bicchiere.
“Non era male ma... meglio le burrobirre,
ne vuoi una?” chiese Edward, senza abbandonare la sua indole da Don Giovanni.
“Sì, grazie” rispose
raggiante Stephanie, convinta che la pozione avesse già fatto
effetto.
“Torno subito”
sussurrò il mago, gettando un ultima occhiata nella
scollatura della Kneazle, prima di raggiungere il
piccolo tavolo dove erano stipate le bevande e gli stuzzichini.
“Non vorrai farti la Smith
spero” lo aggredì Kendra alle spalle facendolo sussultare.
“Perché no? E’
scopabile” rispose Edward senza voltarsi, prendendo due burrobirre
e stappandole.
“Non dicevi una cosa
tanto stupida e ripugnante da almeno tre mesi” disse Kendra, guardandolo
disgustato. “Sai, c’è un motivo se lei ti ignora e ti considera un buono a
nulla!” aggiunse arrabbiata la
Chimera andandosene, lasciando il mago solo con una strana
sensazione... uno strano formicolio alle mani e ai piedi.
Lentamente il
formicolio se ne andò come era venuto.
Riprendendo le burrobirre in mano Edward si voltò per tornare dalle Kneazle, venendo però distratto da
una figura femminile che camminava svogliata verso il falò
Alla fine aveva
dovuto cedere all’insistenza di Judi e partecipare al
falò come aveva promesso.
Si era vestita come
le era capitato visto che sperava di cavarsela con pochi minuti di presenza per
poter tornare nel suo dormitorio.
Fortunatamente Judi aveva conosciuto una ragazzo
di Grifondoro ed era sparita pochi secondi dopo il loro arrivo lasciandola sola
e libera di fuggire quando voleva.
Con le mani nelle
tasche dei jeans si avvicinò al fuoco, perdendosi a guardare le fiamme che
guizzavano vivaci.
Rimase così per
qualche minuto fino a quando una sensazione fastidiosa
si impadronì di lei.
Si sentiva osservata
e lei odiava essere osservata, soprattutto se aveva una felpa più grande di lei
e i capelli raccolti in una coda scomposta.
“Che diavolo...” cominciò a dire la maga voltandosi, interrompendosi non
appena si trovò Edward di fronte. “Walters” salutò Evelyn, incrociando le
braccia al petto. Se voleva litigare era dell’umore adatto. “Hai bisogno?”
“Vuoi?” chiese il mago, porgendole una burrobirra,
lasciandola spiazzata.
“Grazie” pronunciò
la maga, prendendo confusa la burrobirra.
Per un po’ rimasero in silenzio. Edward osservava la ragazza che a sua volta
guardava in tutte le direzioni tranne che ricambiare lo sguardo di Edward.
Si sentiva a
disagio.
Non sapeva perché,
ma era abbastanza certa che qualcosa non andasse per il verso giusto.
Aveva capito che nel
momento del bisogno il ragazzo di fronte a lei non era completamente senza
cuore. Anzi, lo aveva ammirato durante quei due giorni nel bosco.
Ma ora che erano
tornati a scuola, anche se non era la loro, non vedeva il motivo di quel
cambiamento.
Non la provocava
più, non la stuzzicava più.
Non si erano più
scagliati incantesimi né rimbeccati nei corridoio e
questo era strano.
Accettabilissimo,
ma strano.
Tuttavia ora
rasentava il ridicolo.
Che diavolo ci
faceva lui di fronte a lei durante un falò in cui avrebbe potuto flirtare con
una o più ragazze?
E perché diavolo le aveva offerto quella burrobirra?
*Oh, Merlino, magari è avvelenata e ci sono cascata come un pollo* pensò la
maga, scostando immediatamente la bottiglia dalle labbra, guardando preoccupata
il mago.
“Vuoi fare due
passi?” chiese il mago, lasciandola ancora più confusa.
“Va... va bene”
rispose incerta Evelyn, seguendo il ragazzo lontano dal falò, tenendo la
bottiglia per il collo.
“Walters...”
“Edward” la corresse il ragazzo, raggiungendo un
albero e sedendosi ai piedi dello stesso.
“Edward” ripeté
sempre meno convinta, sedendosi accanto al mago. “Che cosa vuoi?” domandò senza
tanti giri di parole, appoggiando la burrobirra
sull’erba tra le sue gambe.
“Niente” rispose il
mago appoggiandosi al tronco dell’albero.
“Niente? Ma fammi il
favore?” rispose Evelyn, guardandolo severa. “Non sono stupida”
“Cosa...”
“E’ questo il tuo metodo? Spiazzi le ragazze che meno se lo aspettano, gli fai
fare due passi, e poi gli salti addosso?”
“Io non ti sono
saltato addosso” si lamentò Edward guardandola duro.
“E allora perché
diavolo mi hai portata qui? Vuoi farmela pagare perché ti ho visto nudo a
tradimento”
“Volevo... non lo so
a dire il vero...”rispose il
mago, portandosi una mano alla fronte. “Non lo so” ripeté Edward, guardandola
confuso.
“Cosa vuol dire che
non lo sai? Quella è la prima?” chiese Evelyn, indicando la burrobirra
nella mano del ragazzo.
“Sì, non sono
ubriaco” rispose offeso il ragazzo, appoggiando al tronco dell’albero la
bottiglia. “Ho bevuto solo del punch... sapeva di schifo...”
“Non sapeva di schifo” disse Evelyn, guardando il ragazzo negli occhi. “Era
dolce”
“Allora il mio era...”
“Cosa?” chiese Evelyn, interessata.
“Quella stronza!” sbottò Edward, alzandosi velocemente da terra,
fermandosi di colpo quando la vista gli mancò per un
attimo.
“Walters?” chiese
preoccupata Evelyn,quando lo vide portarsi le mani
alla testa. “Che hai?” chiese di nuovo quando il
ragazzo cominciò a barcollare. “Edward!” sbottò la ragazza, quando questo cadde
a terra tenendosi lo stomaco. “Che hai? Edward, che cos’hai?” chiese preoccupata la maga inginocchiandosi accanto al
ragazzo, posandogli le mani sulla schiena.
“Smith...”
“Stephanie? Cosa c’entra Stephanie?”
“Mi ha dato lei il
punch...”gemette il ragazzo,
stringendo i denti per il dolore.
“Stai scherzando? Ok, non ti preoccupare ora ti porto in infermeria” disse
Evelyn, costringendo il ragazzo a metterle un braccio sulla
spalle e aiutandolo ad alzarsi a fatica. “Andiamo Walters, collabora”
disse Evelyn, incamminandosi verso il castello con il peso del ragazzo tutto su
di sé.
“Edward!” urlò
Kendra non appena vide i due ragazzi barcollare verso di lei, correndo incontro
loro, appoggiando la sua mano su quella con cui il ragazzo si teneva lo
stomaco. “Che ti è successo?”
“Ha broccolato con la ragazza sbagliata... e non sono
io” rispose Evelyn, continuando ad avanzare a fatica. “Razza di dementi che non
siete altro non state li a guardarmi, aiutatemi!”
sbottò Evelyn verso i compagni di Casa di Edward che immediatamente accorsero
ad aiutare l’amico.
“Davis,
cosa è successo?” chiese Kendra, quando i ragazzi portarono Edward in
Infermeria.
“Forse avrebbe dovuto stare lontano dalla scollatura della Smith... e dal punch” rispose Evelyn, allontanandosi dalla
Chimera, incamminandosi verso la torre dei Grifondoro.
“Come sta Madama?”
chiese Kendra, non appena Madama Chips uscì
dall’Infermeria.
“Bene, ma è grave
quello che è successo” disse la donna con serietà. “Gli è stato somministrata
una Pozione errata che ha dato degli effetti collaterali che normalmente non
da. Se sapete chi è stato dovete dirmelo”
“Io...”
“Non lo sa nemmeno lui, Madama” rispose Evelyn, facendo voltare di scatto
Kendra e i compagni di Edward. “Mi ha detto che non si ricorda chi gli ha dato
la bevanda” aggiunse la ragazza, sostenendo lo sguardo indagatore della donna.
“Possiamo vederlo?”
chiese Kendra.
“Non ancora. Tornate
domani” rispose la donna, rientrando in Infermeria, chiudendo la porta.
“Perché l’hai
difesa?” ringhiò Kendra, voltandosi di scatto verso la Fenice. “Lo ha
avvelenato...”
“Per sbaglio” la interruppe Evelyn, facendola fremere di rabbia. “E poi non
sarebbe servito a niente. Chi può credere che la dolce Stephanie non sia altro
che una viscida serpe?” disse Evelyn, sorridendo perfidamente a Kendra. “Fossi in te dimenticherei i professori e... troverei un modo
migliore per fargliela pagare... qualcosa di più... umiliante che disciplinare”
finì di dire Evelyn, voltando le spalle alla Chimera, incamminandosi verso dove
era venuta.
“Davis”
“Si?”
“Sicura di non essere una Chimera?” chiese Kendra, sorridendo alla ragazza.
“Abbastanza” rispose
Evelyn, ricambiando il saluto prima di andarsene.
Anche oggi una lunga giornata di lavoro con
persone talmente deliziose da volermi comprare un mitra e far fuori tutti.
Come sempre ringrazio Caspita e Vekra per i commenti.
Buona lettura a tutti.
Bacio
10° CAPITOLO
Il giorno dopo il
falò Edward non si vide a lezione, ancora troppo debole per lasciare
l’infermeria.
Ormai tutta la
scuola non faceva altro che parlare dell’attentato alla vita del
Chimera e più di una ragazza aveva cercato di raggiungerlo in Infermeria
per portargli dei cioccolatini o altro, facendo andare su tutte le furie Madama
Chips.
Solo i Grifondoro e le Fenici non sembravano dispiaciuti per quello che era
successo al mago.
Nonostante questa
mancanza di cruccio nella Torre dei Grifondoro non mancava di certo la
curiosità per quello che era successo.
“Judi!
Judi!” urlò Angelica, entrando nella camera della
Fenice facendola sobbalzare.
“Angelica, cos’hai
da urlare? Mi hai spaventata” la rimproverò la maga tenendosi la mano al cuore.
“E’successo qualcosa?”
“Judi, so chi è Fanny!!!”
esclamò eccitata Angelica. “Ora ne sono sicura al 100%”
“Come? Ne sei
certa?” chiese curiosa Judi, sedendosi ai piedi del
letto, abbracciandone la colonna. “E chi è?”
“Evelyn” rispose Angelica con il tono più sicuro che riuscì ad avere. Non
voleva lasciare a Judi la speranza di poterla
dissuadere. Lei era sicura.
“Come fai a dirlo?”
chiese Judi con un filo di voce. *E ora come lo dico
a Evy?*
“La sera del falò
Walters è finito in infermeria perché ha bevuto un bicchiere di punch
avvelenato, giusto?” chiese retoricamente la maga,
aspettando che Judi annuisse. “A
quanto pare è stato un incidente. Quello che Walters ha bevuto era una
pozione mal riuscita che doveva... come dire... scioglierlo”
“Scioglierlo? In che senso?”
“Quella pozione
doveva spingerlo a farsi avanti con la ragazza per cui
si è preso una cotta”
“Credi che fosse un metodo per scoprire chi è Fanny? Ma scusa lui non
si è mica fatto avanti con Evelyn” obbiettò Judi.
“Non ci è riuscito perchè mentre era con lei si è piegato in due per i dolori,
ma che ci faceva con lei sotto un enorme quercia nel parco la sera del falò?”
chiese Angelica guardando critica la maga. “Judi, se
ci pensi ha anche senso. Era l’unica Fenice nel gruppo”
“E questo cosa centra?”
“Fanny è il nome
della Fenice di Silente”
“Lo andrai a dire in giro?” chiese Judi dopo un
minuto di silenzio.
“No” rispose
Angelica stupendo la Fenice.
“Mi piace Evelyn e, anche se la cosa non è reciproca, non dirò a nessuno della
mia scoperta. Volevo solo che tu lo sapessi” spiegò la maga raggiungendo la
porta.
“Grazie Angy. Sei un amica”
sorrise Judi, salutandola con la mano.
Quando Angelica se
ne fu andata Judi rimase nella sua stanza a pensare.
Cosa doveva fare?
Dire a Evelyn quello che Angelica aveva scoperto? E a che pro? Evelyn non nevoleva parlare, non
ne voleva sapere di tutti quei discorsi. Avrebbero solo litigato.
Lo sapeva.
“Che ci fai qui?”
chiese Evelyn entrando nella sua stanza e di Judi,
facendo sussultare l’amica. “Credevo che fossi fuori con quel... Finnegan, giusto?”
“No, non è il mio tipo” rispose Judi alzandosi dal
letto, appoggiandosi alla colonna. “Non mi avevi detto di aver passato la
serata del falò con Walters”
“Cosa? Non ci ho passato la serata insieme. L’ho solo accompagnato in Infermeria quando si è sentito male” rispose Evelyn senza
voltarsi a guardare l’amica, continuando ad armeggiare con un plico di foglia
alla scrivania.
“Perciò eravate insieme”
“Si ma... cos’è? Un terzo grado?” chiese Evelyn voltandosi verso Judi.
“Angelica ha
scoperto chi è Fanny” disse Judi incrociando le
braccia al petto, scostandosi dalla colonna. “Sa che Edward non è stato
avvelenato. Era una pozione mal riuscita per scoprire chi fosse
Fanny e sei tu Evelyn. Perché non me lo hai detto?” chiese ferita Judi, corrugando la fronte.
“Perché me lo stai
dicendo tu adesso” rispose incredula Evelyn. “Sei sicura che la pozione
servisse a quello?” chiese la maga, sedendosi sulla sedia di fronte al tavolo,
le gambe tremule.
“Me lo ha detto
Angelica”rispose Judi avvicinandosi alla maga,
inginocchiandosi di fronte a lei. “E ora?”
“E ora nulla” rispose Evelyn, tenendo lo sguardo fisso a terra, massaggiandosi
distrattamente le tempie. “Anche se forse dovrei occuparmi di Angelica”
“Ha detto che non lo dirà a nessuno”
“Davvero?” chiese
Evelyn, alzando lo sguardo sull’amica. “Beh allora abbiamo risolto il problema”
esultò Evelyn, alzando soddisfatta dalla sedia.
“Sarebbe? Se la cosa
non si diffonde rimane comunque il fatto che Fanny sei tu Evelyn”
“E allora?”
“Evy, Walters si è innamorato di te...”
“Ma io no!” sbottò Evelyn voltandosi di scatto. “Non ho intenzione di
farmi trattare come una pezza da piedi da un altro figlio di Mangiamorte”
“Evy”
“No, Judi. Argomento chiuso. Non ne voglio più
parlare” aggiunse Evelyn, prendendo il mantello e uscendo come una furia dalla
stanza, sbattendo con forza la porta.
Le dispiaceva di
come aveva risposto a Judi ma non voleva sentire tutte quelle sciocchezza su Walters.
Aveva sofferto
moltissimo per Gabriel e non voleva sentirsi di nuovo così.
Non voleva più
essere presa in giro da nessun uomo, ragazzo o mago che fosse.
Pensava a tutte
queste cose quando giunse ai piedi della scalinata
principale trovandosi di fronte Madeleine, Stephanie,
Kendra e Walters.
“Cos’è, una
rimpatriata?” chiese Evelyn guardando curiosa i quattro maghi.
“Non proprio”
rispose Madeleine sorridendo alla Fenice. “Ci sono i
nostri genitori” spiegò la maga. “Non te l’ha detto Margaret?”
“Non l’ho vista” rispose Evelyn, avvicinandosi al gruppetto. “Sono scesa per
caso” aggiunse la maga poco prima che la ProfessoressaMason li raggiungesse.
“Molto bene, venite”
disse la maga, conducendoli nella piccola sala accanto alla Sala Grande.
“Papà, Mamma” chiamò
euforica Stephanie correndo ad abbracciare i genitori, imitata poi dagli altri
ragazzi.
“La signora Mason ci ha raccontato brevemente cosa è successo, quello
che voi gli avete raccontato” spiegò la madre di Evelyn, accarezzando i capelli
della figlia, pettinandoglieli indietro. “Potevate morire”
“Già e dobbiamo
ringraziare te se Evelyn è uscita viva da quella caverna” disse il padre di
Evelyn voltandosi verso Edward, prendendolo alla sprovvista.
“Non ho fatto nulla
signore” rispose Edward a disagio, mentre la madre gli sorrideva orgogliosa.
Normalmente si
sarebbe vantato ed elogiato da solo, ma in quel momento desiderava solo
scomparire.
Il padre di Evelyn
lo stava ringraziando senza però smettere di studiarlo, mentre Evelyn... bhe lei lo stava semplicemente guardando con espressione
indefinita.
“No, giovanotto, tu
non me la racconti giusta”
“Non chiamarlo
giovanotto” gemette Evelyn, chiudendo gli occhi imbarazzata.
“Gelosa?” chiese suo
padre guardandola divertito.
“Perché? Perché io
non sono un giovanotto? No” rispose Evelyn, incrociando le braccia al petto.
“No, perché non è il
tuo giovanotto” la prese in giro il padre, facendo arrossire Evelyn che,
di tutta risposta, gli tirò una manata sul braccio, facendo scoppiare a ridere
il padre di Edward, mentre la madre sorrideva divertita ed
Edward sgranava gli occhi.
“No” rispose Evelyn,
voltando poi le spalle al padre, guardando arrabbiata la madre. “Ma perché non
lo hai lasciato a casa?”
“Correndo il rischio
di trovarla incendiata?” rispose la signora Davis,
scuotendo la testa rassegnata. “Paul, lascia in pace
il ragazzo” lo richiamò la donna quando si accorse che
il marito aveva iniziato a porre domande su domande al ragazzo.
“Volevo solo fare
amicizia” si difese il mago, circondando le spalle del ragazzo con il braccio.
“Non è bellissima la mia bambina? Sembra un peperone quando
arrossisce”
“PAUL!” lo richiamò all’ordine la moglie quando Evelyn imprecò sottovoce.
“Sono incompreso”
mormorò il mago allontanandosi dal ragazzo. “Grazie ancora per averla aiutata”
“E’ stato un piacere” rispose imbarazzato Edward, salutando i genitori di
Evelyn con la mano, voltandosi poi verso suo padre e sua madre.
“Simpatico tuo
padre” disse Edward quando lui ed Evelyn si trovarono da soli per un attimo.
“Mi dispiace per
prima” rispose Evelyn, cercando di mantenere un certo distacco. “E’ solo che
secondo lui ci deve essere sempre qualcuno che attenta alla virtù della sua
unica figlia femmina”
“Lo posso capire” rispose Edward guardando con la coda dell’occhio la maga. *Io
lo farei* pensò il ragazzo, seguendo la figura della maga che si allontanava
lungo il corridoio.
“Quanto meno hai
fatto colpo sui genitori” disse Kendra, raggiungendo il mago al centro del
corridoio.
“E saranno anche le
uniche persone su cui farà colpo” disse una voce maschile alle sue spalle,
facendo voltare prima Kendra e poi l’interessato.
Ormai la conosceva
troppo bene quella voce.
“Malfoy” biascicò Edward,
facendo un cenno con la testa per salutarlo.
“Walters. Kendra”
rispose Draco, senza smettere di sostenere lo sguardo del
Chimera.
“Tutti e due a
correre dietro alle sottane della Davis?” chiese
Kendra, incrociando le braccia al petto, studiando i due ragazzi che sembravano
aver ingaggiato una lotta di sguardi. “E avete intenzione di battervi per lei o
per quello che ha tra le gambe?”
“Per quello e per il
resto” rispose Malfoy, oltrepassando i due ragazzi, urtando leggermente Edward
con la spalla, mentre prendeva la stessa direzione che aveva preso pochi minuti
prima Evelyn.
“E tu Edward?”
“Non lo so ancora” rispose il ragazzo, rimanendo fermo a fissare la direzione
che aveva preso il mago. “Non lo so Kendra” ripeté nuovamente il mago, volgendo
lo sguardo verso la maga.
“In questo caso è meglio che andiamo” sorrise l’amica, porgendogli la mano.
“Andiamo Ed, vieni via” ripeté di nuovo la ragazza, avvicinandosi di un passo alla ragazzo, prendendolo per il braccio.
“Io non sono una
carogna” mormorò il ragazzo mentre seguiva l’amica
verso la biblioteca.
“Non del tutto” lo
prese in giro Kendra, tirandogli un buffetto. “Sono molto fiera di te”
“Io mi sento un coglione, ma va bene lo stesso” rispose Edward, mettendosi
le mani in tasca e sorridendo mestamente all’amica.
Ciao a tutti!
E’ giunto il momento di mettere un altro po’ di pepe alla storia.
Spero che questo capitolo vi
piaccia.
Buona lettura.
Per Vekra:
Già, purtroppo amiche così sono una specie in via di estinzione... però ci sono
ancora grazie al cielo.
Capitolo interessante? Allora
questo ti piacerà sicuramente :P
Per Caspita: Penso che mio padre
avrebbe fatto di peggio se si fosse trovato in una situazione del genere...
conoscendolo mi avrebbe messo ancora più in imbarazzo. Sono stata piuttosto
magnanima con Evelyn. Sono contenta che ti sia piaciuto ^_^
11° CAPITOLO
Qualche
settimana dopo Evelyn ricevette un'altra visita.
“Jack”
lo salutò Evelyn correndogli incontro felice, abbracciandolo energicamente,
lasciandosi sollevare da terra.
“Evy, come stai?” chiese il mago ricambiando l’abbraccio.
“Bene,
sto bene. Come mai sei qua?” chiese felice la Fenice, sorridendo al fratello maggiore.
Non si
somigliavano per niente.
Jack aveva i capelli castani chiari e gli occhi verdi,niente a che vedere con i toni scuri di
Evelyn.
“Sarei
dovuto venire due settimane fa con la mamma e il papà ma non sono riuscito a
liberarmi” spiegò il ragazzo incamminandosi con la sorella lungo il corridoio.
“Allora, hai veramente affrontato due Giganti e tre Kappa?”
“Veramente eravamo in cinque, non c’ero solo io” rispose Evelyn, spiegando
brevemente quanto era accaduto in quei due giorni sulle Montagne Rocciose.
“Papà
dice che ti sei fatta il moroso” la punzecchiò Jack, facendola voltare di
scatto.
“Non è
assolutamente vero!” rispose con fermezza Evelyn, voltando decisa un angolo
ritrovandosi, non seppe nemmeno lei come, faccia a faccia con Edward Walters.
“Davis”
esclamò Kendra stupita, quasi in difficoltà. “Edward,
andiamo dai” disse la maga cercando di prenderlo per un braccio prima che
questo si avvicinasse improvvisamente alla Fenice, rimanendo ad osservarla con
sguardo vacuo.
“Walters, stai bene?” chiese Evelyn, guardando criticamente
il mago, avvertendo il fratello accanto a sé irrigidirsi quando il Chimera si
avvicinò ancora d’un passo.
“Carter...”
“Non lo so” rispose Kendra mordicchiandosi
nervosamente il labbro inferiore. “E’ da quando ha bevuto una burrobirra mezz’ora fa che si comporta in modo strano, come
se fosse in catalessi”
“Forse
è meglio portarlo in infermeria” suggerì Evelyn, facendo per posare una mano
sul braccio del mago.
La
razione fu improvvisa e inaspettata.
Velocemente
la mano di Edward si chiuse sul polso della Fenice attirandola a sé,
catturandone le labbra con passione, stringendola fortemente a sé.
Ma se
la reazione di Edward fu veloce e inaspettata la risposta di Jack non si fece
di certo attendere.
Immediatamente
il mago afferrò per la calotta della camicia Edward allontanandolo con forza
dalla sorella, mandandolo a sbattere contro la parete opposta, facendogli
perdere i sensi.
“Edward” urlò Kendra, inginocchiandosi accanto
all’amico svenuto, scuotendone il corpo privo di sensi. “Ma sei impazzito!”
sbottò la Chimera
guardando con rabbia il mago in piedi di fronte a sé.
“Io...
lui... mi dispiace” balbettò Jack, inginocchiandosi accanato al ragazzo steso a
terra. “L’infermeria?” chiese Jack, guardandosi attorno spaesato.
“Di...
di là...” indicò Evelyn, rimanendo immobile a fissare il mago svenuto tra le
braccia del fratello.
“Per di
qua” disse Kendra, aiutando Jack a trascinare il
corpo svenuto per il corridoio. “E tu saresti?” chiese la Chimera, avanzando a
fatica.
“Jack
Davis” si presentò il mago, facendo voltare di scatto il viso della ragazza.
“Sei
suo fratello?” chiese stupita la
Chimera, voltandosi come poteva ad osservare la Fenice. “Non vi somigliate
per niente” commentò Kendra osservando i capelli
rosso scuro della Fenice e quelli castano chiaro di Jack.
“Lo so”
sorrise Jack, cercando di tenere il peso del ragazzo tutto su di sé.
Una
volta giunti all’infermeria e aiutato la donna a sdraiare il mago sul letto i
tre maghi dovettero uscire, spinti fuori dalla donna.
“Starà
bene, vedrai” la rassicurò Jack, sorridendo incoraggiante a Kendra.
“Non sono stato così violento”
“Non oso immaginare cosa sarebbe successo altrimenti” rispose Kendra, ricambiando il sorriso. “Grazie per avermi aiutato
a portarlo in infermeria”
“Figurati” rispose Jack, voltandosi poi verso la sorella. “Evy,
stai bene?”
“Certo, non dovrei?” chiese la maga, incrociando le braccia al petto,
mettendosi sulla difensiva.
“Così,
tanto per sapere” rispose il fratello, avvicinandosi alla maga. “Andiamo a fare
due passi nel parco? Magari poi ripassiamo qua a vedere come sta”
“Se vuoi... tanto si rimetterà sicuramente, non sei così forte” cercò di
scherzare Evelyn, superando il ragazzo, dirigendosi verso il Salone d’Ingresso.
“Dopo
passiamo” disse Jack a bassa voce, facendo un cenno di saluto alla Chimera con
la testa.
“Ciao”
rispose Kendra,osservando i due maghi allo stanarsi insieme.
Era la seconda volta che Edward si comportava in modo strano con la Fenice dopo che aveva
bevuto qualcosa di strano.
Era
sicura che sotto ci fosse lo zampino della Kneazle ma
non capiva cosa diavolo stesse cerando di fare quella piccola mentecatta.
E poi
quello che aveva fatto poco prima... possibile che la Smith volesse quello? Che Edward
praticamente si dichiarasse con Evelyn?
“Non può essere veramente così impedita in Pozioni” sussurrò la Chimera, appoggiandosi
pensierosa alla parete.
“Sicura
che non sia qualcun altro che le ha preparato la Pozione?”
Una
voce femminile proveniente dalla sua destra la fece sobbalzare.
Lì, in
piedi vicino a lei stava Joanna Todd.
La
ragazza due anni prima era stata una delle più decantate conquiste di Edward.
O
meglio, erano stati gli ‘amici’ di Edward a decantarne le lodi dopo che i due
erano stati scoperti a consumare nello spogliatoio maschile dei Chimera.
Dopo
quel fatto i due si erano allontanati e mai più parlati.
Edward
aveva semplicemente cambiato preda e lei si era talmente vergognata
dell’accaduto da non voler più parlare con/del Chimera.
“Cosa
vuoi dire Todd?” chiese Kendra, incrociando le
braccia al petto, staccandosi dalla parete.
“Ho
sentito dire che ha chiesto ad una persona di preparargli un filtro d’amore...
ho paura che quella persona non fosse molto d’accordo”
“E fammi indovinare tu sai chi è questa persona?”
“Sì, ma si dice il peccato, non il peccatore” rispose Joanna,
passando di fronte alla Chimera, prendendo la stessa direzione presa poco prima
da Evelyn e Jack. “Fatto sta che a quanto pare Fanny non è altro che...”
“Todd” la interruppe Kendra, facendo voltare la Kneazle.
“Non dirlo in giro. Se non per lui fallo...”
“Per chi? Per Davis? E da quando ti interessi di quello che le possono fare?”
chiese arrabbiata Joanna, stringendo i pungi con
forza.
Nessuno
si era preoccupato per lei quando tutto era uscito alla luce del giorno.
Nessuno...
L’avevano
umiliata e derisa di fronte a tutta la scuola.
“Lei ti
ha difesa a suo tempo” rispose con decisione Kendra.
“Tu almeno non metterla sulla bocca di tutti”
Joanna non rispose.
Si
voltò con calma e se ne andò, lasciando la Chimera da sola nel corridoio.
Non lo
sapeva nemmeno lei perché si preoccupava tanto per la Fenice.
Pochi
mesi prima avrebbe fatto carte false per vederla derisa di fronte all’intera
scuola, ma ora... da quando Edward si era preso quella pseudo cotta aveva
iniziato a rivalutarla.
E poi
non voleva che nemmeno Edward finisse di nuovo sulla bocca di tutti.
Si
stava sinceramente impegnando per migliorare... almeno una possibilità se la
meritava.
“Allora,
chi era quello che ho steso poco fa? Il tuo famoso fidanzato?” chiese Jack,
infilandosi gli occhiali da sole, mentre Evelyn, scuoteva la testa.
“Tu e
papà state diventando insopportabili. Non è il mio fidanzato! Anzi, io non ho
un fidanzato... lo sai...” aggiunse Evelyn, abbassando lo sguardo sui suoi
piedi. “O ti sei dimenticato del tuo amico Gabriel?”
“Del mio ex amico, vorrai dire” rispose Jack, facendo fermare la sorella.
“Cosa?”
“Non avrai pensato veramente che dopo quello che ha fatto sarei rimasto suo
amico” disse Jack, rimanendo a un passo dalla sorella. “Evy,
non ti ho mai detto nulla su quello che è successo quel giorno e... mi dispiace
tanto”
“Sto bene... davvero” rispose Evelyn, sorridendo dolcemente al fratello.
“Grazie per prima... non avresti dovuto ma... grazie...”
“Di nulla” rispose Jack, abbracciando la maga, scompigliandole poi
affettuosamente i capelli. “Comunque, come si chiama quel delinquente che ha
osato baciare mia sorella in quel modo di fronte a me?”
“Edward Walters” rispose Evelyn, ricominciando a
passeggiare.
“E che
cosa beve di solito? No, sai, così evito di prenderlo la prossima volta che
vado in un bar.”
“Veramente
non è la prima volta che succede”
“Vuoi
dire che è la seconda volta che ti mette le mani addosso? Io quello lo uccido”
ringhiò il mago, facendo dietro front.
“JACK”
lo chiamò Evelyn, agguantandolo per un braccio e strattonandolo. “Ma che ti
prende? Comunque no, non mi ha messo le mani addosso”
“E allora che ha fatto?”
“Volevo dire che anche qualche settimana fa è successo più o meno la stessa cosa...
qualcuno gli aveva ‘avvelenato’ il punch con una pozione sbagliata mandandolo
in infermeria”
“Vuoi dire che stanno cercando di farlo fuori?”
“Non credo ma se non la smettono può essere che quello sia il risultato”
“E a te
dispiacerebbe?” chiese Jack, studiando l’espressione della sorella.
“Perché
non me lo chiedi e basta?” chiese Evelyn, guardando esausta il fratello. “Da
quando in qua ci giri tanto intorno a questo discorso?”
“Da quando normalmente gli avresti tirato un calcio nei coglioni invece di
rimanere impietrita a farti baciare”
“Farmi baciare?! Mi ha preso alla sprovvista!” si difese Evelyn, bloccandosi
per l’ennesima volta. “Cosa avrei dovuto fare?”
“Cercare
di opporti, se non lo volevi” precisò il fratello, sorridendogli
maliziosamente.
“E da quando non sembri infastidito da un presunto spasimante?”
“Beh, questo quanto meno ha la tua età” rispose Jack, prendendosi uno schiaffo
sul petto.
“Stupido”
lo rimbrottò Evelyn, ricominciando a camminare.
“Evy, io non so niente di lui, ma so qualcosa su Gabriel
e... non ne vale la pena... non ti chiudere in te stessa... per favore” disse
Jack, prendendole la mano e tirandola a sé. “Su, torniamo indietro, vediamo se
il bello addormentato si è svegliato”
“Dobbiamo
proprio?” chiese Evelyn, seguendo svogliata il fratello verso il castello.
“Io sì,
l’ho sbattuto contro una parete” rispose Jack, facendo cenno ad Evelyn di
seguirlo.
Controvoglia
Evelyn seguì il fratello fino all’infermeria.
Quando
arrivarono a destinazione non trovarono Kendra fuori
dalla porta ad aspettare, segno che Madama Chips le
aveva permesso di visitare il mago.
“Io ti
aspetto qua” mormorò Evelyn, morsicandosi il labbro inferiore.
“Non ci
pensare nemmeno” rispose Jack afferrandola per il polso e tirandola a sé.
“Sei
stato tu a stenderlo non io” si lamentò la maga puntandosi sulle punte dei
piedi.
“E tu
eri presente. Che figura ci fai?”
“Di quella che non gliene frega niente?”
“Evy...” cominciò il mago ma si interruppe quando la porta
si aprì.
“Oh, mi
sembrava di aver sentito delle voci. Su, entrate” disse sbrigativa Madama Chips facendo entrare i due ragazzi.
Di
malavoglia Evelyn seguì il fratello fino al capezzale della Chimera, rimanendo
ferma ai piedi del letto, senza guardare il mago.
“Ciao”
lo salutò Jack avvicinandosi alla sponda del letto. “Prima non ci siamo
presentati” scherzò il mago porgendo la mano ad Edward. “Io sono Jack, il
fratello di Evy”
“Piacere” rispose Edward stringendo la mano al mago. “Edward”
“Sai,
mi dispiace per prima” si scusò Jack sorridendo dispiaciuto. “Ho reagito
d’istinto”
“Non
preoccuparti... avrei fatto lo stesso” rispose Edward, evitando di guardare
negli occhi Evelyn.
“Sai,
le sorelle minori”
“I fratelli minorati” sussurrò Evelyn, facendo sorridere i due Chimera e
ricevendo uno spintone dal fratello.
“Ha
scoperto cosa è successo?” chiese poi Jack, facendo un cenno con la testa verso
Madama Chips.
“No”
rispose Edward, guardando velocemente la Fenice, spostando subito dopo lo sguardo sul
ragazzo. “Dice che l’effetto è stato peggiorato dalla burrobirra,
ma non mi sa dire che pozione fosse perché non le do nemmeno un indizio”
borbottò Edward, scuotendo la testa perplesso.
“In che
senso?”
“Mi ha chiesto che sapore aveva e gli ho detto che non sapevo... stavo bevendo
una burrobirra, dopo di che... beh mi ricordo
solo...” rispose Edward, lasciando la frase in sospeso, troppo imbarazzato per
finirla. “Comunque credo che qualcuno stia cercando di farmi fuori” aggiunse il
mago, cercando di sdrammatizzare la situazione.
“Beh, così impari a tenere...”
“Kendra” tuonò il ragazzo, interrompendo l’amica.
In quel
momento non aveva bisogno di prediche sulla sua vita sessuale, soprattutto di
fronte alla ragazza che gli piaceva e al fratello iperprotettivo.
“Beh,
noi andiamo, scusa ancora per prima” si scusò di nuovo Jack,salutando i due ragazzi, seguendo poi Evelyn
verso la porta d’uscita. “Stai bene. Ciao”
“Ciao”
lo salutarono Edward e Kendra, seguendo poi i due
fratelli fino a che non furono usciti dall’infermeria.
“Lui è
carino” commentò Kendra, sorridendo compiaciuta.
“Anche
lei” aggiunse Edward, appoggiandosi ai cuscini, chiudendo stancamente gli
occhi.
“Molto
loquace” commentò Jack non appena fuori l’infermeria, guardando di traverso la
sorella. “Potevi dire qualcosa?”
“Tipo?”
“Che ne so! Qualcosa!”
“Jack,
è stato bello rivederti, addio” lo salutò Evelyn, voltandosi dalla parte
opposta, facendo per andarsene.
“Stronzetta” la fermò Jack, attirandola a sé. “Lui ti piace
vero?”
“Jack, c’è già Judi che mi fa da terapeuta, non ti ci mettere anche tu” lo
pregò Evelyn, scostandosi leggermente dal fratello.
“Mi
preoccupo per te, è così tremendo?”
“No,
non lo è” sorrise dolcemente Evelyn. “Lo so che non puoi ma... fatti vedere
ogni tanto” mormorò la maga, abbracciando il fratello.
“Ci
proverò” rispose Jack ricambiando l’abbraccio. “Fai la brava”
“Sono brava” rispose Evelyn, scostandosi dal mago. “Ciao”
“Ciao Evy” la salutò il mago, seguendo poi il corridoio che lo
avrebbe condotto all’uscita.
“Evelyn, dove sei stata?” l’aggredì Judi, non appena l’amica entrò nella camera.
“E’ tutto il giorno che ti sto cercando”
“E’
venuto Jack a trovarmi” spiegò Evelyn, gettandosi a peso morto sul letto.
“Perché mi cercavi?”
“E’
venuto tuo fratello e non mi hai detto niente?” sobbalzò Judi. “Anzi, è venuto
quel figo di tuo fratello e non mi hai detto niente?
Ma che razza di amica sei?” chiese Judi, tirandogli un cuscino.
“Non mi ricordavo che fossi una fan scatenata di Jack”
“La prossima volta vedi di ricordartelo” ringhiò Judi, voltando le spalle alla
Fenice.
“Ma
perché cercavi?”chiese nuovamente Evelyn, ficcandosi il cuscino sotto la testa.
“Walters è finito di nuovo in infermeria... nella burrobirra stavolta” spiegò Judi, sedendosi di nuovo sul
letto.
“Lo so”
mormorò Evelyn, issandosi sui gomiti.
“Come?”
“Resta tra te e me?” chiese Evelyn fissando seria lo sguardo in quello
dell’amica.
“Certo”
“Ce l’ha mandato Jack in infermeria” disse Evelyn, catturando completamente su
di sé l’attenzione dell’amica.
“Cosa?
Jack? Ma... perché?”
“Perché mi ha baciata”
“Cosa
ha fatto?” sbottò Judi, guardandola sconcertata.
“Era sotto l’effetto di una qualche pozione e... mi sono avvicinata per
portarlo in infermeria e... mi ha afferrato e mi ha baciata... non so che tipo
di pozione fosse stata ma...”
“E Jack che cosa centra?” chiese Judi, interrompendo l’amica, curiosa di sapere
come il Chimera fosse finito in infermeria.
“Quando
Walters mi ha baciata Jack lo ha afferrato da dietro
e scaraventato contro una parete facendogli perdere i sensi”
“Io A.D.O.R.O. tuo fratello” rise Judi, battendo le mani divertita,
lasciandosi cadere distesa sul materasso.
Buongiorno a tutti!
I biscotti sono nel forno e ne approfitto per aggiornare un
ultima volta. Già, perché purtroppo fino al 12 gennaio non sarò a casa e
non riuscirò ad aggiornare. Spero comunque di ritrovarvi lunedì 12. Tanti
auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo.
Come sempre ringrazio con tutto il cuore Vekra e Caspita... vi aspetto il prossimo anno ^_^
Buona lettura
12° CAPITOLO
Questa volta la
convalescenza era durata solo un giorno grazie alla mancanza di spasmi e
dolori.
Ora però doveva affrontare
qualcosa di peggio dei crampi di stomaco.
La prima volta si
era sentito male prima di poter fare qualcosa di stupido ma
quella volta... non riusciva a ricordarsi niente tranne quel bacio.
Kendra gli aveva
detto che aveva camminato per una buona mezz’ora come in catalessi fino a
quando non avevano incontrato Evelyn e suo fratello. Ma nemmeno di quello si
ricordava.
L’unica cosa che
riusciva a rammentare erano le labbra di Evelyn incollate alle sue, il sapore
della sua bocca, il suo corpo stretto tra le sue braccia e poi un dolore
lancinante alla testa prima del buio.
Tutta la mattina
aveva pensato a quello che era successo.
Era stato così...
bello sentirne il profumo, il sapore... avvertire il suo corpo morbido ed
eccitante contro il suo.
Ora però cosa doveva
fare?
Doveva fare finta di
niente o chiederle scusa?
Secondo Kendra
sarebbe stato carino chiedere scusa per quel bacio e per la figura di merda di
fronte al fratello, ma lui non era molto convinto.
Era anche vero che
Kendra era una ragazza e ne sapeva di più di lui sulla psicologia femminile.
“Davis,
ti posso parlare?” chiese Edward raggiungendo la ragazza lungo il corridoio.
Finalmente era
riuscito a trovarla da sola, senza amiche o fratelli che lo potessero
provocare, attaccare o scaraventare contro qualche parete.
“Walters” lo salutò la Fenice sorridendo
leggermente a disagio. “Come stai?”
“Meglio. Kendra
ormai controlla tutto quello che magio o bevo”
“Già.... a quanto pare qualcuno sta cercando di farti
fuori”
“Per l’altro giorno,
io...”
“Era la pozione” lo interruppe Evelyn, facendo per andarsene.
“Evelyn, aspetta” la
fermò Edward, prendendola per il polso. “Non volevo... no, volevo dire che non
ero io, era la pozione, io non avrei mai... cioè avrei ma...”all’improvvisosi fermò chiudendo per un attimo gli occhi.
Stava facendo la
figura dell’imbecille.
Perché l’aveva
cercata?
Per chiederle scusa
di un bacio di cui si ricordava cosi poco?
O per chiederle
scusa di non averla baciata prima e senza l’aiuto di una Pozione?
“Io... niente, scusa,
volevo solo chiederti scusa per l’altro giorno” disse infine il mago
voltandogli le spalle e andandosene.
*Coglione! Sei
proprio un coglione* si rimproverò Edward riprendendo la direzione da cui era
venuto.
Evelyn da parte sua
lo lasciò fare.
Cosa avrebbe dovuto
fare? Infondo non era quello che voleva? Rimanere sola
con il ricordo di Gabriel a tormentarla.
E poi non voleva
ripensare all’altro giorno. Le parole di Jack le bruciavano ancora dentro.
Perché non lo aveva
allontanato?
Certo il bacio era
stato inaspettato e improvviso e... eccitante?
Qualcosa di certo lo
aveva sentito ma al momento non riusciva a capire se
era l’eccitazione provocata dal corpo del mago premuto contro il suo, dal corpo
del mago più un attrazione pseudosentimentale o
semplicemente da un piccolo infarto causato dalla pillola.
Sapeva che l’ultima
ipotesi era la meno probabile ma...
“Non bisogna
sottovalutare i valori della trombina nel sangue”
mormorò tra sé e sé Evelyn, continuando a fissare il punto dove prima c’era il
mago.
“Dove sei stato?”
chiese Kendra quando l’amico entrò nella Sala Comune
di Serpeverde.
“A fare la figura
dell’idiota” rispose di malumore il mago andando a rinchiudersi nella sua
stanza da prefetto.
Voleva morire. Anzi,
no, voleva uccidere.
Si, voleva uccidere
quel figlio di puttana che gli aveva fatto fare la figura dell’imbecille di
fronte a Evelyn.
Doveva uccidere
Stephanie Smith!
“So a cosa stai
pensando, ma no!” disse Kendra, entrando con passo deciso nella camera. “E poi
c’è qualcosa di peggio della morte, almeno nel caso di Stephanie Smith”
“A cosa pensi?”
chiese Edward guardando con attenzione l’amica sedersi sulla sua scrivania,
accavallando le gambe.
“Beh, se tu volessi
potresti fare la carogna con lei ma.... sarebbe
controproducente per la tua piccola storia con Fanny”
“Non c’è nessuna storia con Fanny, lei... non ne voglio parlare” rispose
decisone Edward, mettendosi a letto, dando le spalle all’amica.
Le dispiaceva
vederlo così ma infondo cosa poteva fare lei?
Gli aveva consigliato di chiedergli scusa sperando che Davis
apprezzasse il gesto ma evidentemente qualcosa non aveva funzionato ma, quello
non le sembrava il momento più adatto per chiedere spiegazioni.
In silenzio uscì
dalla stanza lasciando l’amico da solo con i suoi pensieri.
“Sarebbe interessante
sapere che tipo di Pozione gli hanno propinato questa volta” disse Judi
fissando lo sguardo nel vuoto, concentrandosi. “Evy, io... ti posso chiedere
una cosa?”
“Da quando mi chiedi
il permesso?” chiese scettica Evelyn, voltandosi verso l’amica.
“Dall’ultima volta
che abbiamo parlato di Walters” rispose Judi, colpendo qualcosa dentro Evelyn.
“Mi dispiace per
l’altra volta” disse la Fenice
abbassando lo sguardo. “Non volevo essere scontrosa, solo che... è una
situazione difficile” si scusò Evelyn, ricevendo un sorriso sincero da parte
dell’amica.
“Lo so, ma io sono
dalla tua parte Evelyn, non ti chiudere con me”
“Non ne ho intenzione” disse Evelyn ricambiando il sorriso della maga. “La
domanda?”
“Come è stato? Nel senso... cosa hai sentito?” chiese Judi curiosa di sapere
come era stato quel bacio.
“Io... non lo so...”
mormorò Evelyn, abbassando lo sguardo.
Ci aveva pensato continuamente ma... era ovvio e
lampante la sua reazione fisica, ma era solo quello?
Nell’ultimo periodo
aveva pensato sempre di più al mago e sempre meno a Gabriel.
“Cosa non sai? Se ti
è piaciuto o se te ne sei innamorata?”
“Per piacermi mi è piaciuto.Non si può
negare che quel ragazzo baci bene... ma non me ne sono
innamorata” rispose Evelyn, senza guardare negli occhi l’amica.
“Evy, l’hai detto
anche tu che è cambiato. Che in quei tre giorni si è comportata da vero uomo, e
poi...”
“E poi?” la spronò Evelyn, quando vide il tentennamento dell’amica.
“Nonostante Gabriel
fosse un bel ragazzo... beh, io preferisco Walters”
“Sei incorreggibile”
sorrise divertita Evelyn, scuotendo la testa. “E poi perché sei così convinta
che Walters voglia me? O meglio, perché implichi qualcosa di sentimentale in
tutto quello che sta succedendo, quando invece si tratta solo di una questione fisica?”
“Non è così. Io lo so, tu lo sai e lo sa anche lui” rispose Judi alzandosi dal
letto. “Ma se può farti sentire meglio continua pure a pensare il contrario”
sorrise Judi, salutandola poi con la mano prima di uscire dalla stanza.
Era sicura di quello
che aveva detto ad Evelyn e lo avrebbe provato. Doveva solo trovare Angelica.
Quando finalmente
trovò Angelica era ormai quasi ora di cena.
“E’ tutto il giorno
che ti cerco” si lamentò Judi, raggiungendo finalmente la Fenice.
“Come mai mi stavi
cercando?” chiese la maga, guardando incuriosita Judi.
“Vedi, oltre che a
considerarti mia amica tu rimani prima di tutto un ottima
fonte” rispose Judi adulando l’amica.
“Tutti questi
preamboli mi spaventano un po’, lo sai?” disse Angelica sorridendo divertita.
“Angelica tu lo sai
chi ha avvelenato Walters?” chiese Judi andando subito al sodo.
“Mi dispiace ma questa volta non posso aiutarti. So che è stata
Stephanie Smith a chiedere la Pozione, ma non chi l’ha
preparata” rispose Angelica sorridendo alla maga dispiaciuta. “Di certo ci sarà
rimasta a dir poco male quando il suo bello è finito
per la seconda volta in infermeria”
“Già, e non sai nemmeno che tipo di Pozione fosse?”
“No, spiacente. So
che la Smithaveva chiesto un filtro d’amore, ma non è quello che le
è stato dato visto il risultato”
“Così lo sai?”
“Avevi qualche
dubbio?”
“A dir il vero no” rispose Judi, scuotendo la testa. “Ma come diavolo fai?
Lascia stare, nonlo
voglio sapere. Lo terrai per te?” chiese infine la maga.
“Certo, te l’ho
promesso sul treno, ricordi?”
“Sì” sorrise Judi,
seguendo poi la maga verso la
Sala Grande per la cena.
E rieccomi qui ^_^
E’ lunedì 12 e come promesso eccomi qui a postare il tredicesimo capitolo.
Spero che ci siate ancora tutti e che vi
piaccia.
Buona lettura.
Per Vekra: Ci conto
che tu mi abbia aspettata. Bacio
13° CAPITOLO
La mattina seguente,
quando i gufi sorvolarono la
Sala Grande per portare la posta, una lettera piccolissima si
posò sul piatto di muffin di fronte a Evelyn.
Di solito la sua
posta veniva sempre portata dalla stesso gufo. Anzi,
dal suo Gufo, da Aristide,ma quella mattina non lo aveva visto. E allora chi le aveva
mandato quella minuscola letterina?
“Ehi, Evy, tutto ok?” chiese Judi osservando l’espressione concentrata
dell’amica. “Chi ti ha scritto?”
“Non lo so... non è firmata” rispose Evelyn leggendo una seconda volta la
lettera, rigirandosela tra le mani per scovare anche un piccolo segno del
mittente.
“Come, non è
firmata?”
“Non c’è la firma” rispose nuovamente Evelyn, mostrando la lettera a Judi.
“Dice che deve parlarmi di qualcosa di importante”
“E tu hai intenzione
di andarci?” chiese Judi, leggendo le poche righe scritte sul foglietto di
pergamena.
“Non lo so... non
dice nemmeno di cosa deve parlarmi” rispose Evelyn, riprendendo il foglietto in
mano. Potrebbe essere anche uno scherzo stupido per quanto ne so”
“Credi che sia un
messaggio di Walters?”
“Lo escludo. Se avesse voluto parlarmi lo avrebbe fatto e basta, senza
messaggio o altro. O comunque lo avrebbe firmato”
“Quindi cosa pensi di fare?”
“Non lo so. Credo che deciderò all’ultimo minuto” rispose Evelyn voltandosi
leggermente verso il tavolo dei Serpeverde osservando il mago giocare
svogliatamente con la propria colazione, mentre Kendra osservava attentamente
tutto ciò che il mago ingoiava.
Evidentemente i due
attentati avevano dato non poca preoccupazione alla Chimera che ora controllava
a vista l’amico.
Chissà, forse chi le
aveva mandato la lettera voleva parlare proprio di quello che era successo al
mago.
Beh lo avrebbe
scoperto solo alle 17.00. Sempre se avesse deciso di andarci.
Alla fine aveva
deciso di andare all’appuntamento.
Era troppo curiosa
di sapere chi le aveva mandato quella lettera e soprattutto cosa avesse da
dirle di così segreto da non firmarla nemmeno.
Alle 17.00 in punto si fece
trovare nella Guferia, come riportato nella lettera.
17.05 nessuno in
vista.
17.15
ennesimo sbadiglio da
parte di Evelyn che ormai cominciava ad assaporare l’idea di essere stata presa
per il culo.
Quando infine iniziò
a parlare con un gufo qualcuno, all’interno della Guferia,
si mosse.
Immediatamente
Evelyn si guardò attorno, cercando di intravedere il nuovo arrivato.
“Sei tu?” chiese
Evelyn, senza però vedere nessuno.
“Sei sola?” domandò
una voce femminile in un punto non precisato della Guferia.
“Io sono sola, tu sei
in ritardo” rispose scocciata Evelyn rimettendosi a sedere. “Ti fai vedere o
non saprò mai chi sei?”
“Chi sono non importa” rispose la voce, muovendosi nell’ombra.
“No? E allora cosa è importante?” chiese Evelyn, alzando un
sopracciglio scettica.
Ma chi credeva di
essere? James Bond? Una spia in missione segreta?
“Ti piacerebbe sapere che Pozione è stata mischiata alla burrobirra
di Edward Walters?” chiese la voce, incuriosendo ancora di più la Fenice.
“E tu come fai a
sapere cosa gli hanno dato?” chiese Evelyn, cercando di rimanere impassibile
come meglio poteva. “Gliel’hai data tu? Smith si è
rivolta a te dopo il buco nell’acqua dell’altra volta?”
“No, non si è rivolta a me, ma conosco la persona a cui
ha chiesto il filtro d’amore per Walters. Diciamo che questa persona non vede
molto di buon occhio la coppia Smith-Walters”
“Perché no? Magari sarebbe uscito anche un bel bambino” rispose Evelyn
incrociando le braccia al petto e appoggiandosi alla prete.
Stava mentendo ma non aveva intenzione di fare la figura
dell’idiota di fronte a qualcuno che nemmeno conosceva.
“Certo, un bambino
molto bello se avesse preso dal padre ma l’altro 50%
avrebbe mandato tutto a puttane. Comunque non è questo il punto. A Walters non
è mai stato dato un filtro d’amore”
“E allora cosa gli avete dato?”
“La stessa pozione che Stephanie Smith gli aveva
propinato la prima volta con il punch. Solo la versione esatta e insapore”
spiegò la voce, spostandosi nell’ombra. “Volevamo essere certe del risultato
ottenuto la prima volta con una Pozione sbagliata”
“Perché mi dici tutto questo? Perché lo dici a me?”
“Pensavo volessi sapere perché ti aveva baciata, e ora addio... Fanny” si
congedò la voce zittendosi subito dopo.
“Merda” soffiò
Evelyn alzandosi di scatto dalla sedia facendo sobbalzare un paio di Gufi.
Gli cimancava solo quello.
Una ragazza che giocava alle spie e che sapeva di Fanny. Ed ora?
Quella ragazza cosa
si aspettava ora che gli aveva detto quelle cose? Era una trappola o era dalla
‘sua parte’?
Sentiva che stava
diventando paranoica.
Doveva... doveva sapere che diamine di Pozione avevano propinato a Walters...
doveva parlare con Angelica.
In men che non si dica si ritrovò a
vagare per i corridoi alla ricerca della Fenice più informata di tutta la
scuola sui cazzi e mazzi di tutti.
Quando finalmente la
trovò, circondata la dalla solita orda di ragazzine stupide e urlanti piombò su
di lei come un gufo sul topolino di campagna.
“Posso parlarti?”
chiese Evelyn piombando sul gruppetto di ragazze, piantandosi di fronte alla
Fenice.
“Certo” rispose
Angelica congedandosi dalle amiche, seguendo Evelyn in un angolo del corridoio.
“Angelica io... ho
bisogno del tuo aiuto” disse Evelyn. Puntando gli occhi in quelli della maga.
“Dei tuoi servizi più precisamente”
“Dei miei servizi? Cosa ti serve di sapere?” chiese la
maga, sorridendo allegra alla compagna. Era felice di poter aiutare la ragazza.
Le era sempre
piaciuta Evelyn, anche se sapeva che la Fenice nutriva qualche riserva su di lei e sul
suo passatempo preferito.
“Tu sai che Pozione
hanno dato a Walters la prima volta che è finito in infermeria?”
“Ovviamente” rispose
Angelica facendo sorridere la maga. “Era una Pozione Inibitrice, serviva a
‘sbloccarlo’” spiegò Angelica in tono professionale.
“Cosa vuol dire
‘sbloccarlo’?”
“Se non avesse preso
quella pozione probabilmente non si sarebbe fatto avanti con te la sera del falò anche se era quello che voleva fare” rispose la maga
guardando con intensità la maga, sostenendone lo sguardo indagatore. “Se ti può
aiutare dovresti cercare la pozione in un libro di Pozioni con la copertina
rigida viola. Se mi dai qualche giorno te lo procuro io” si offrì Angelica.
“Io sono sempre più
convinta che dovresti aprire un’agenzia investigativa” rispose Evelyn scuotendo
la testa divertita. “Comunque sì, mi sarebbe molto utile”
“Bene. Quando ce l’ho te lo porto. Ok?”
“Va bene, grazie
e... grazie anche per non aver detto niente di Fanny” disse Evelyn sorridendo
riconoscente alla maga.
“E’ stato un
piacere” rispose Angelica salutando la ragazza, dirigendosi poi verso la Sala
Comune.
Buongiorno a tutti!
Come sempre ringrazio Vekra e Caspita per i commenti
ma soprattutto per avermi aspettato fino al 12 gennaio.
Grazie anche a chi legge solamente.
Buona lettura.
14° CAPITOLO
“Edward, cosa
pensi?” chiese Kendra dopo aver raggiunto l’amico in biblioteca. “Anzi, cosa
stai combinando?”
“Vendetta, tremenda
vendetta” sibilò Edward sfogliando il libro che aveva sotto gli occhi.
“A che pensavi?”
chiese curiosa Kendra sedendosi nella sedia di fronte al mago, sporgendosi per
sbirciare il libro.
“Tu sai chi ha
organizzato il mio ‘avvelenamento’ la prima volta?”
“Smith con il suo gruppetto di amiche sfigate”
“Si, ma una più di tutte ha aiutato la Kneazle.
BeatrixColtrane”
“Beh, quella racchia
è succube di Smith”
“Esatto! Non solo è succube, ma credo sia una delle ragazze più brutte di tutta
la scuola” spiegò Edward, girando il libro verso l’amica, sorridendo
diabolicamente.
“Cos’è?” chiese
Kendra piegandosi sul libro, guardando le parole scritte in calligrafia
sottile.
“Stavo pensando ad
uno scambio di corpi” sussurrò il mago mentre sentiva
l’adrenalina scorrergli copiosa nelle vene. “Ti immagini la disperazione della Smith quando
quello che credere il suo corpo perfetto viene scambiato con quello di Beatrix
e lei si ritrova in quello della racchia?”
“TU SEI UN GENIO!” sillabò la maga guardandolo esterrefatta. “E dimmi mio
perfido amico, ti serve una mano per attuare il tuo malefico piano?” chiese la Chimera sempre più
eccitata.
“Beh, è una Pozione
complicata, non mi dispiacerebbe” rispose l’amica sorridendogli con fare complice.
La pozione richiese
il tempo di preparazione di due settimane ma alla fine
divenne trasparente ed inodore come riportava il libro.
“E’ pronta?” chiese
Kendra dando un’ ultima rimestata alla Pozione.
“Si, ora dobbiamo
solo fare in modo di farla pendere alle due stronze” rispose Edward andando a
riempire due fialette con la
Pozione. “Fortunatamente la Pozione è incolore, sa
leggermente di vaniglia per cui è anche piacevole da
bere. Bisogna solo trovare il modo di propinargliela senza farci beccare”
“Che ne dici
dell’ora di Erbologia” chiese Kendra, chiudendo le fialette con dei tappi in
sughero. “La professoressa Sprite durante le due ore
ci lascia tenere la brocca d’acqua e un bicchiere a testa, giusto? Potremmo
mischiarla con la loro acqua”
“Sarà difficile
però... come facciamo a metterla nei bicchieri senza farci vedere da nessuno?”
chiese poco convinto Edward.
“A quello ci penso io”
rispose sicura di sé Kendra sorridendo divertita. “Mi offrirò per distribuire i
bicchieri e l’acqua e aggiungerò la pozione all’ultimo momento. Fidati, sarà
una passeggiata”
Quando due giorni
dopo si apprestarono a seguire le due ore di Erbologia Kendra aveva le fialette
con la pozione nascosta nella tasca della divisa.
Si sentiva eccitata
all’idea di giocare un bel tiro a quella stupida oca di Stephanie.
Camminava tranquilla
sul piccolo sentiero che portava alle serre di Erbologia pronta ad attuare il
piano di Edward.
Già
si immaginava la faccia di Stephanie quando si fosse
risvegliata nel corpo di Beatrix. La faccia ricoperta da quel
insopportabile acne misto a lentiggini.
Le
sarebbe passata la voglia di giocare al piccolo Pozionista
con Edward.
“Molto
bene, Packiok per cortesia distribuisci i vasi e le
piantine” disse la
Professoressa Sprite, raggiungendo
il capo della tavola mentre gli alunni prendevano
posto nei tavolini accanto. “Qualcuno distribuisca l’acqua per favore”
Immediatamente
Kendra scattò in avanti raggiungendo il carrello con i bicchieri e le brocca d’acqua.
Cominciò
dalla parte opposta a quella dove si trovavano le due Kneazle,
prendendo il suo compito con calma.
Quando
arrivò al tavolo occupato da Stephanie e Beatrix diede prima il bicchiere a
Judi Stevens e Evelyn Davis
lasciando per ultime le due vittime.
La
Professoressa Sprite aveva già cominciato a spiegare come
invasare le piantine, per cui nessuno notò il
movimento repentino con cui Kendra verso il contenuto delle due fialette nei
bicchieri.
“Ce l’hai fatta?” chiese sottovoce Edward, seguendo le
istruzioni della Professoressa.
“Fatto”
sorrise Kendra, infilandosi i guanti e iniziando a lavorare la terra.
La
lezione procedette per un ora prima che Kendra
trattenesse il fiato per un attimo. “Una è andata” sussurrò Kendra all’amico mentre Stephanie posava il bicchiere vuoto sul
tavolino.
Si
sentiva elettrizzata.
Non
poteva credere in quello che sarebbe successo da lì a poco.
“Beatrix
non ha ancora toccato il bicchiere?” chiese Edward rimanendo voltato di spalle,
continuando il suo compito di Erbologia.
“No”
rispose Kendra gettando una sguardo sul gruppetto. “Oh
merda” gemette Kendra inorridendo.
“Che
c’è?” chiese ansioso Edward voltandosi di scatto, sgranando gli occhi quando vide la mano di Evelyn serrarsi sul bicchiere
di Beatrix prima di portarlo alla bocca. “Cazzo” sibilò Edward girandosi di
scatto, guardando disperato l’amica.
“Edward,
calma e sangue freddo, non...” ma
le parole le morirono in gola quando un rumore di vasi infranti le raggiunse
l’orecchio.
Le
due maghe erano svenute nello stesso momento sotto gli occhi scioccati della
professoressa e dei compagni.
“Merlino”
gemette la professoressa Sprite correndo verso le
maghe. “Qualcuno...”
“Ci pensiamo noi professoressa” la interruppe Edward, inginocchiandosi su
Evelyn evocando un incantesimo di levitazione, imitato da Kendra che fece lo
stesso con Stephanie.
“Fate attenzione mi raccomando” si raccomandò la donna lasciando che i due
maghi portassero le maghe in infermeria.
Una
volta adagiate le due maghe nei letti dell’infermeria Madama Chips fece uscire
i due maghi per poter visitare meglio le due ragazze.
“Quanto
ci vuole prima che la pozione faccia effetto?” chiese Kendra rimanendo con lo
sguardo fisso sulla porta dell’infermeria di fronte a sé.
“30
minuti... più o meno” rispose Edward chiudendo gli occhi
quando Madama Chips urlò all’interno dell’infermeria. “Anche meno”
sussurrò il mago sospirando rumorosamente.
Ora
si che Evelyn si sarebbe arrabbiata con lui... altro
che un bacio rubato.
“Dov’è?”
chiese una voce femminile scuotendolo dai suoi pensieri.
La Sprite aveva insistito per finire la lezione e non aveva lasciato
uscire Judi per seguire l’amica in infermeria.
“Chi
è che ha urlato?”
“Dalla voce sembrava Madama Chips” rispose Kendra, zittendosi immediatamente quando la porta dell’infermeria si aprì.
“Siete
qui per...”
“Si” si affrettò a dire Judi. “Come stanno?”
“Entrate”
disse la donna facendosi da parte mentre i tre alunni
entrarono nella stanza. “Prima di mostrarvi le vostre amiche voglio che mi
raccontiate cosa è successo”
“Stavamo seguendo una lezione di Erbologia. Nessuna pianta velenosa o altro”
rispose Judi, impaziente di vedere l’amica, mentre alle sue spalle Edward face
un cenno impercettibile a Kendra di tacere. “E’ successo tutto all’improvviso.
Sono svenute nello stesso momento” finì di dire la Fenice ricevendo l’assenso dei due Chimera.
“Io
credo che siano state Incantate, o per essere più precisi
credo che abbiano ingerito una Pozione per la trasmigrazione dell’Essere”
“Può
essere più chiara? Evelyn come sta?” chiese impaziente Judi tremando per la
preoccupazione.
“Stanno
bene entrambe. Fisicamente sono illese ma il problema
è che si sono scambiate i corpi” spiegò la donna conducendo i ragazzi dietro ad
un separé.
In
due letti dormivano le due maghe.
Niente
poteva fare pensare che le due si fossero scambiate i corpi.
“Vuol
dire che... che quella non è Evelyn?” chiese Judi,
guardando sconvolta la donna.
“No,
non è lei. Si sono scambiate i corpi e...”
“Ma lei lo può aggiustare, vero?” la interruppe Judi, aggrappandosi al braccio
della donna.
“Certo
che posso, ma ci vorrà del tempo. Dobbiamo preparare
un antidoto e... ci vorranno minimo due settimane se non di più visto che non
conosciamo la pozione che hanno ingerito” rispose la maga, osservando le due
ragazze nei letti. “Forse è meglio se restate con loro finché non si
svegliano... sono sicura che se spiegato da voi risulterà meno traumatizzante”
spiegò la donna allontanandosi dal gruppo di maghi.
“Ma
lei dove va?” chiese Judi, voltandosi disperata verso la maga.
“Vado
a vedere se riesco a recuperare il bicchiere dal quale hanno bevuto per poter
riconoscere la pozione” rispose la donna, uscendo dall’infermeria.
Per
qualche minuto rimasero in silenzio a fissare le due maghe stese nei letti.
“E come glielo dico?” mormorò Judi, avvicinandosi istintivamente a Evelyn,
scuotendo la testa quando la maga si stese supina a
dormire. “Evy...” sussurrò la maga scuotendo
leggermente la maga con i capelli biondi rannicchiata in posizione fatale.
“E-Evelyn...” la chiamò di nuovo Judi, avvicinandosi
al viso dell’amica.
“Judi,
ciao” la salutò Evelyn, chiudendo per un attimo gli occhi, respirando profondamente.
“Cosa è successo?” chiese la maga sollevandosi leggermente dal letto, sgranando
gli occhi quando un ricciolo biondo le scese davanti
agli occhi. “J-Judi...”
“Evy. Evy, stai calma...”
“M-morgana” inorridì Evelyn, quando scorse il proprio
corpo nel letto accanto a sé.
“Evelyn, stai calma, ti prego” la supplicò Judi, prendendo l’amica per le
spalle, salendo in ginocchio sul letto. “Respira piano”
“Ok... ok, sto bene...” mormorò Evelyn, con la voce ancora tremante. “Spiega”
“Sei svenuta durante l’ora di Erbologia e... qualcuno
ti ha dato una Pozione per cui ti sei scambiata il corpo con...”
“Con chi mi sono scambiata?” chiese Evelyn, allontanandosi dall’amica. “Judi?
Con chi mi sono scambiata?” domandò di nuovo la maga,
quando l’amica tentennò nel rispondere.
“Davis...” la chiamò Kendra,
cercando di trovare le parole giuste.
“Ho
capito” sibilò Evelyn, saltando a terra, correndo alla finestra per vedere il
proprio riflesso, indietreggiando scioccata di fronte a quello che vide. “No...
no...”scosse la testa
atterrita, guardando disperata i tre ragazzi. “Non lei...”
“Evy”
“No!” sbottò la maga scostandosi violentemente dall’amica, svegliando con il
suo urlò Stephanie ancora addormentata nel letto.
“Ma
che diavolo succede?” chiese la ragazza sollevandosi dal letto voltandosi verso
il gruppetto di maghi, rimanendo immobile, smarrita di fronte al suo corpo in
piedi di fronte al suo letto. “C-cosa...”
“Evy, no” gemette Judi, quando l’amica corse rapidamente verso la porta
precipitandosi fuori dall’infermeria.
“Qualcuno
mi vuole spiegare?” sbottò Stephanie, attirando l’attenzione dei tre maghi.
“Vado io” sussurrò Edward
a Judi, uscendo velocemente dall’infermeria, rincorrendo Evelyn. “Evelyn” la
chiamò Edward inseguendo la maga per il corridoio. “Fermati” la bloccò Edward
trattenendola per il braccio. “Madama Chips ti uccide se scopre che sei scappata dall’infermeria”
“Chi se ne fotte!” ringhiò la maga cercando di
allontanarsi dal mago, il fiato mozzato per lo shock appena subito.
“EVY!” tuonò il mago
scuotendola con forza. “Calmati”
“Tu non capisci!
Io... lei ha il mio corpo!” gemette Evelyn mentre gli
occhi le diventavano improvvisamente lucidi.
“Mi dispiace”
sussurrò Edward lasciandole andare il polso. “E’... è colpa mia...”
“Cosa? Perché dovrebbe essere colpa tua?” chiese Evelyn, cercando di rimanere
calma, asciugandosi le lacrime con il polsino della divisa.
“Quella pozione l’ho fatta io ma... non era per te” si
affettò a dire il mago.
“Non posso crederci” sbottò infuriata Evelyn camminando nervosa per il
corridoio. “Come hai potuto farmi questo?”
“Non era per te, non ti avrei mai fatto nulla del genere”
“E per chi diavolo
era?” sbottò Evelyn incrociando minacciosa le braccia al petto.
“Per la Smith
equella
racchia di Beatrix” rispose Edward trattenendosi dallo scoppiare a ridere in
faccia alla Fenice.
Quella era veramente
una situazione assurda.
Nemmeno se si fosse
impegnato per farlo apposta gli sarebbe riuscito.
“Io sono
imprigionata nel corpo di quel oca e tu ridi?” ringhiò Evelyn portandosi le mani ai fianchi.
“Lo so, è scortese ma... credimi non era questo il risultato che avevo
in mente, anche se devo ammettere che Smith non è mai
stata così carina come ora” sorrise Edward mentre Evelyn gli scoccava un
occhiata di rimprovero.
“Frena gli ormoni Walters.
Non ti farai la Smith finché ci sarò io nel suo corpo!”
“Torniamo indietro?”
chiese Edward facendo cenno con la testa verso l’infermeria. “Ti prometto che
farò di tutto per farti tornare nel tuo corpo” aggiunse Edward, prendendola per
le spalle e stringendo leggermente la presa. “Promesso”
“Va bene ma... non possiamo fare in modo che passi tutti questi
giorni svenuta nel letto dell’Infermeria?” chiese Evelyn seguendo imbronciata
il mago.
“Non credo che
Madama Chips sarebbe d’accordo” rispose Edward sorridendole comprensivo. “E
comunque ci sarà Judi a tenerla d’occhio”
“Già... secondo te non potrò rimanere nella Fenici? Dovrò andare con i Kneazle?”
“Non so ma forse sarebbe meglio... almeno Stevens farà da guardia del corpo al tuo splendido corpo”
“Si, prendi pure per
il culo” rispose Evelyn, precedendolo nel corridoio.
*Ma io non ti sto
prendendo per il culo* pensò Edward, seguendo la maga.
Buona domenica a tutti!
Solitamente aggiorno sempre di lunedì ma purtroppo
questa volta non riuscirò perché sono fuori casa e allora ho deciso di
anticipare di un giorno.
Grazie a Vekra e
Caspita per icommenti
e anche a chi legge e basta.
Buona lettura.
15° CAPITOLO
Alla fine i
professori avevano deciso che lo scambio non doveva valere solo per i corpi ma
anche per le Case.
Secondo la Professoressa McGranitt questo avrebbe permesso ai
compagni di Casa di controllare il comportamento delle due ragazze nei
confronti dei loro rispettivi corpi.
In questo modo Judi
si era ritrovata a dividere la camera con Stephanie Smith
e il suo smisurato complesso di superiorità.
“Che schifo” esclamò
Stephanie esaminando i vestiti nel guardaroba di Evelyn. “Questi andavano di
moda due anni fa” osservò Stephanie gettando un pantalone e una gonna sul baule
alle sue spalle.
“Sai, non tutte
persone pensano solo ed esclusivamente ai vestiti” ringhiò Judi prendendo i due
vestitie
rimettendoli nell’armadio.
“Io non ho
intenzione di vestirmi sciattamente solo perché la tua amica non ha gusto”
rispose stizzita Stephanie andando a rinchiudersi nel bagno.
“Ringrazia Merlino
che hai il corpo di Evelyn o ti avrei già schiantata” sibilò Judi chiudendo
l’armadio di Evelyn.
“Evy,
sei ancora qua?” disse Judi, sedendosi nella sedia di fronte all’amica.
“Scommetto che Stephanie non ha mai passato così tanto tempo in biblioteca”
“Forse solo quando
cercava di ‘avvelenare’ Walters” rispose Evelyn, sollevando le braccia sopra la
testa per stirarsi i muscoli indolenziti. “La cretina dove è?”
“Si stava facendo un ‘bagno rilassante’”
fece il verso Judi alzando gli occhi al cielo. “Mi manchi”
“Anche tu mi manchi e... non pensavo che l’avrei mai detto ma mi manca anche il
mio corpo” rispose Evelyn facendo sorridere l’amica. “E poi il guardaroba di
Stephanie contiene solo gonne inguinali e pantaloni a giro figa.
E poi siamo sicuri che tutti sappiano quello che è successo? Perché credo ci
aver ricevuto tre inviti molto espliciti questa mattina e... non vorrei
trovarmi in situazioni equivoche”
“Non so... credo di si” rispose Judi sorridendo divertita. “Hai trovato
qualcosa?” chiese poi indicando il libro di fronte all’amica.
“No, forse è il caso
di chiedere a Walters dove cavolo l’ha pescata questa pozione maledetta”
“Già, credo che sia una buona idea” concordò Judi aiutando l’amica a sistemare
i libri. “Ah, quasi mi dimenticavo. Angelica ti stava cercando prima”
“Oh... va bene, grazie”
“Mi stai nascondendo qualcosa?”
“No, le aveva solo chiesto un libro” rispose Evelyn, finendo di riporre gli
ultimi libri. “Vado a cercare Angelica e quella volpe di Walters, tu che fai?”
“Io torno alla Torre prima che Stephanie decida di tagliarsi i capelli o fare
altre cazzate”
“Judi, sono nelle tue mani” si raccomando Evelyn salutandola con la mano prima
di andarsene.
Quando finalmente
intravide Angelica in fondo ad un corridoio lanciò un urlò
di gioia e corse verso la maga.
“Angelica, ferma!”
urlò la ragazza raggiungendola prima che entrasse nell’aula di Trasfigurazione.
“Oh, sei tu” sorrise
Angelica, fermandosi a qualche passo dalla porta. “Scusa, ma non riesco ancora
a collegare te al corpo di Stephanie”
“Nemmeno io” rispose Evelyn,portandosi un ricciolo dietro l’orecchio. “Judi mi ha detto che
hai trovato il libro”
“Sì, ci ho messo un po’ perché qualcuno lo aveva spostato” rispose Angelica
estraendo un libro con la copertina rigida dalla sacca e consegnandolo alla
ragazza. “Pagina 423”
disse Angelica, facendo notare a Evelyn il segnalibro al centro del libro.
“Spero che questo ti possa aiutare”
“Anche io” rispose Evelyn, sorridendo grata alla maga. “Grazie ancora” la
salutò Evelyn, lasciando che Angelica raggiungesse i suoi compagni nell’aula.
Ora doveva solo
trovare Walters e prendere il libro che lui aveva usato per la sua pozione.
Con calma si
incamminò verso le scale aprendo il libro che Angelica le aveva dato.
“Pozione Inibitrice”
lesse Evelyn, fermandosi di colpo quando senti dei
bisbigli provenire da una porta socchiusa.
Era sicura di aver sentito la voce di Walters, ma quella con lei non era...
“Stephanie te l’ho
già detto” disse Edward, allontanandosi dalla maga.
“Andiamo Walters, non vuoi vedere che c’è qua sotto?”
sussurrò sensualmente Stephanie slacciandosi il primo bottone della camicia.
“PETRIFICUS TOTALUS”urlò Evelyn
irrompendo nella stanza, pietrificando Stephanie, puntando poi la bacchetta
contro Edward.
“Tu” ringhiò Evelyn,
tremando di rabbia.
“Evelyn, non è come
pensi?”
“No? NON E’ COME PENSO!!!” urlò la ragazza, indicando
il suo corpo fasciato in una divisa succinta, il primo bottone della camicia
slacciando quanto bastava per mostrare il pizzo nero del reggiseno.
“Stephanie...”
“Non mi interessa” lo interruppe Evelyn, rimanendo con lo sguardo fisso in
quello del ragazzo. “Trattieni i tuoi ormoni Walters fino a che non avrò risolto il casino che TU hai creato e poi te la potrai
fare. E quanto riguarda te Stephanie ti suggerisco di
sistemare la mia divisa e di fare la buona finche non avrai riavuto il tuo
corpo o giuro su Morgana che ti ammazzo a mani nude” sbottò Evelyn, voltandosi
di scatto e uscendo come una furia dall’aula.
Si sentiva il corpo
scosso da brividi di rabbia.
Come osava quella
stupida oca fare certe cose con il SUO corpo?
Non poteva pensare a quello che sarebbe potuto accadere se non fosse passata di
lì per caso.
Lui avrebbe visto,
toccato e baciato il suo corpo e lei... lei non
avrebbe mai potuto sapere cosa si provava... come era essere baciata da... *da
un coglione arrapato che pensava solo al sesso!!!* sbottò Evelyn nella sua
testa, fermandosi di colpo, appoggiandosi ad una nicchia.
Doveva calmarsi.
Chiudendo gli occhi
cercò di respirare profondamente.
Le veniva quasi da
piangere.
Era stanca di quella
situazione.
Rivoleva il suo
corpo, voleva tornare a casa.
“Evelyn...” la chiamò una voce maschile alle sue spalle, facendola
sussultare.
Non aveva pensato
che lui potesse seguirla.
“Cosa vuoi?” chiese
Evelyn, senza voltarsi, rimanendo con gli occhi chiusi.
“Non sono stato io a
portarla in quel aula e a chiederle di spogliarsi. Ha
fatto tutto lei e... le ho detto di fermarsi prima che tu entrassi” spiegò Edward,
osservando la schiena della maga. “Non lo avrei mai fatto”
“E pretendi che ti
creda?” chiese la ragazza voltandosi verso il mago, incrociando le braccia al
petto.
“No, però questa è
la verità” rispose Edward, rimanendo fermo a ricambiare o sguardo della maga.
“Non mi piace Stephanie”
“Non devi spiegarmi
niente. Non sono fatti miei” rispose Evelyn, spostando lo sguardo verso la
finestra accanto al ragazzo. “A me importa che non faccia nulla con il mio
corpo” aggiunse la maga, chiudendo gli occhi, stanca di tutta quella
situazione. “Il libro dove hai preso quella pozione, dov’è?” chiese Evelyn,
tornando a guardare il ragazzo.
“Ce
l’hai in mano tu” rispose Edward, indicando il libro che Evelyn teneva
stretto al corpo.
“Ecco perché non lo
trovava” mormorò Evelyn, abbassando lo sguardo sul libro. “Pagina?”
“683”
rispose Edward, abbassando anch’esso gli occhi sul libro. “Perché?”
“Non ho trovato niente su tutti i libri della biblioteca che ho letto, forse
riesco a creare un antidoto usando gli ingredienti della pozione che mi hai
propinato”
“Come?”
“Beh, l’antidoto di un veleno è maggiore della somma degli antidoti di ciascuno
dei singoli componenti... questo però non è un veleno
quindi... beh, ci dovrò lavorare su”
“Non sapevo che
fossi esperta in Pozione” rispose Edward, cercando di farla sorridere.
“Non mi stupisce, tu
non sai niente di me” sibilò Evelyn, votandogli le spalle e andandosene,
lasciando da solo il mago.
“Edward, che hai?
Cos’è successo?” chiese Kendra quando incontrò il
ragazzo lungo le scale.
Aveva un espressione a dir poco furiosa.
“Non l’ammazzo solo
perché ha il corpo di Evelyn” ringhiò Edward, senza fermarsi, continuando a
camminare, cercando di sfogare tutta la frustrazione che si sentiva addosso.
“Cos’ha fatto
ancora?” chiese Kendra, affiancandosi al ragazzo e cercando i mantenere la
stessa velocità di Edward. “Edward, che cos’è successo?” chiese di nuovo Kendra quando il ragazzo non rispose.
“Vuoi sapere che
cos’ha fatto?” ringhiò Edward, fermandosi di colpo. “Mi ha trascinato in un aula vuota con la scusa che doveva parlami e mi è saltata
addosso”
“Cosa?”
“E dopo averla
allontanata ha pensato bene di sbottonarsi la camicetta proprio
mentre Evelyn passava fuori dalla stanza”
“Merlino...”
“Così ora è infuriata con me perché crede che volessi andarci a letto” sbottò Edward,
appoggiandosi poi stancamente alla parete. “Ha detto che non gliene importa
niente se mi piace o no Stephanie” mormorò il ragazzo
passandosi una mano tra i capelli.
“Edward, andiamo,
era infuriata” rispose Kendra, avvicinandosi di un passo all’amico. “Sono
sicura che non lo pensa davvero”
“Non importa...
nemmeno lei mi interessa...”rispose
improvvisamente Edward, lasciando stupita la maga. “Ci vediamo a Incantesimi”
la salutò il mago andandosene.
Qui c’è un sacco di neve… maper fortuna oggi sono a casa dal lavoro e non
devo andare a schiantarmi per arrivare a lavoro ^_^
Per Vekra: E’ vero, sono un po’ sfigatelli… ma ho paura che
i loro guai non siano finiti… sono davvero perfida ^_^
E come sempre buona lettura a tutti.
16° CAPITOLO
Quella giornata era
stata infernale.
*Non solo grazie a
Stephanie ora Evelyn crede che mi stessi per fare la Smith
nel suo corpo ma la mia media è andata a puttane per una stupida
interrogazione* sibilò dentro di sé Edward, continuando a fissare inorridito lo
Scadente appena preso.
“Andiamo, Edward, ti
rifarai la prossima volta” lo raggiunse Kendra, affiancandosi a lui nella
camminata.
“Che giornata di
merda” gemette il mago, cacciando il foglio ben dentro la sacca, chiudendola
poi con forza.
“Non dire così, non è ancora finita la giornata” rispose Kendra, cercando di
tirare su il morale dell’amico. “Ti va di fare due passi nel parco? Ci fumiamo
una sigaretta”
“Buona idea” rispose Edward, scendendo le scale del secondo piano.
Aveva proprio
bisogno di fumare e non pensare per un po’ a niente, soprattutto ad Evelyn e a
quello che era successo con Stephanie.
Ma qualcuno lassù
sembrava non pensarla come lui.
Aveva appena
raggiunto la fine della scale e voltato l’angolo
quando sentì la voce di Evelyn non molto lontana.
“Che coincidenza,
stavo proprio pensando a te” le sorrise un ragazzo delle
Sfinge, fermandosi proprio di fronte a lei.
“A me?” chiese
stupita Evelyn, alzando scetticamente un sopracciglio. “E perché di grazia?”
“Sai, ho pensato a
quello che mi hai detto prima di venire qui” rispose
il ragazzo sorridendole maliziosamente, avvicinandosi di un passo alla maga. “E
credo che sia una splendida idea”
“Jenkins, credo che tu ti sia perso un passaggio”
cercò di dire la ragazza ma fu interrotta da un bacio
improvviso del mago.
Con uno sforzo
incredibile Evelyn riuscì ad allontanare il mago che sembrava essersi incollato
alle proprie labbra.
“Ma che diavolo
credevi di fare?” sbottò Evelyn pulendosi la bocca con la manica della camicia.
“Quello che mi hai
chiesto tu due settimane fa” rispose Jenkins
avvicinandosi nuovamente alla maga. “Che c’è, non ti ricordi Stephanie?” chiese
il mago, prendendola nuovamente per le spalle.
“No, io non sono...”
cercò di dire Evelyn, ma si interruppe quando qualcuno
strappò il mago dal suo corpo facendolo ruzzolare a terra. “Walters!” urlò
Evelyn guardando sconcertata i due maghi che si stavano picchiando ai suoi
piedi.
“Edward, lascialo!!!” urlò immediatamente Kendra, afferrando l’amico per le
spalle e cercando di strapparlo dal ragazzo. “Edward...LASCIALO!!!”
“PROTEGO” urlò
all’improvviso Evelyn lanciando l’incantesimo tra i due maghi, facendo rotolare
entrambi i ragazzi a terra, mantenendo lo scudo protettivo.
Era allibita.
Non si era aspettata
che qualcuno non sapesse dello scambio tra lei e Stephanie, né tanto meno che
qualcuno potesse farsi avanti in quel modo con lei.
Ma la cosa che più
l’aveva stordita era stato l’intervento di Edward.
Si era avventato su
quel ragazzo come un cane da caccia su una quaglia.
Aveva dovuto
lanciare quel incantesimo per fermarlo, ed ora lui era lì, di fronte a lei. Uno
sguardo strano negli occhi.
“Edward, andiamo
via” mormorò Kendra, prendendo il braccio del mago, tirandolo leggermente.
“Vieni via” ripeté nuovamente Kendra, riuscendo finalmente ad allontanare il
ragazzo dalla Fenice.
“Ma che diavolo ti è
preso?” ringhiò Kendra, una volta girato l’angolo.
“Hai visto anche tu
che le è saltato addosso” si difese Edward, aumentando il passo
mentre sentiva il sangue che ancora gli ribolliva nelle vene. “Dovevo
rimanere lì a guardare?”
“Certo che no, ma lo
dovevi per forza picchiare?” sbottò Kendra fermando il ragazzo in mezzo al
corridoio. “Cosa diavolo credi penserà ora? E Jenkins?”
“Non lo so, va
bene!” sputò Edward, muovendosi nervosamente sul posto.
Aveva reagito
d’istinto.
Il suo corpo si era
mosso prima del suo cervello.
Si era ritrovato
addosso al mago senza rendersene conto.
“Cosa vuoi da me,
Kendra? Mi hai chiesto di non giocare con lei. Di comportarmi da uomo... beh,
l’ho fatto. Non l’ho mai presa in giro. Non ho mai cercato di ridicolizzarla o
di usarla. Che altro vuoi da me?” sibilò Edward,
voltando poi le spalle alla maga allontanandosi da lei.
“Ma che diavolo gli
è preso?” sbottò Jenkins, alzandosi da terra,
sistemandosi la divisa.
“Jenkins, se non lo avessi ancora capito io non sono
Stephanie” disse Evelyn, senza rispondere alla domanda del mago. “Io e Smith ci siamo scambiate i corpi a causa di una pozione per cui dovrai aspettare ancora un po’ prima di potertela
portare a letto” aggiunse asciutta la maga, rinfoderando la bacchetta nel mantello
della divisa. “Vedi di spargere in giro la voce. Non mi va di rivivere
l’esperienza” disse infine Evelyn, allontanandosi dal mago, dirigendosi verso
il dormitorio dei Tassorosso.
Si sentiva ancora
scossa da ciò che era successo.
Il bacio di Jenkins non le aveva dato nessuna sensazione, anzi, lo
aveva trovato alquanto sgradevole.
Non era stato un
brutto bacio, anche se lei aveva tenuto le labbra serrate per non lasciarsi
penetrare dalla lingua del ragazzo, ma non lo aveva voluto.
No, era stata la
reazione di Walters a lasciarla basita.
Non solo non lo
aveva né visto né sentito arrivare, ma non si sarebbe mai neanche aspettata una
reazione del genere.
Aggiornamento in anticipo perché domani non ci sono non rieasco a
postarlo
Aggiornamento in anticipo perché domani non
ci sononon
rieasco a postarlo.
Spero che vi piaccia anche questo.
Buona lettura.
Per Vekra: Anche a me quella frase è piaciuta
tanto, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Grazie.
Ciao
17° CAPITOLO
“Vediamo un po’
questa Pozione Sbloccante” sussurrò la maga aprendo il libro
a pagina 423, allungando la mano verso il suo comodino, prendendo una
confezione di Api frizzole. “Pozione Sbloccante: L’uso di questa pozione causa
l’inibizione della coscienza e del senso del pudore nella persona alla quale viene somministrata. Se la persona in questione si dovesse
trovare nella medesima stanza insieme alla persona amata la suddetta persona
non riuscirebbe a trattenere il desiderio più profondo verso l’amato”
*La persona amata?*
pensò Evelyn, rimanendo con la bocca leggermente aperta, la caramella a
mezz’aria di fronte alla propria bocca.
“Angelica deve aver sbagliato Pozione” mormorò la maga, scuotendo leggermente
la testa, scorrendo velocemente le pagine fino alla pagina 683. “Ma è pazzo”
gemette la maga scorrendo rapidamente lo sguardo sulla lista di ingredienti. “E
ora come faccio?”
“Come fai a fare
cosa?” chiese una voce stridula facendola sussultare.
“Beatrix” disse Evelyn
chiudendo con un grosso tonfo il libro, alzandosi dal letto, raggiungendo
rapidamente la porta urtando leggermente la Keanzle prima di uscire.
Odiava quel
dormitorio, odiava quella Casa e odiava le sue nuove compagne.
Non le toglievano
mai gli occhi di dosso e avevano sempre qualcosa da dire su come si vestiva, si
pettinava, si comportava.
“Stephanie non
avrebbe mai messo quel maglione con quei pantaloni” face il verso Evelyn,
uscendo infastidita dal dormitorio.
Doveva trovare
qualcuno bravo in Pozioni o avrebbe passato troppo tempo in quel corpo che
ormai detestava.
Stephanie era
sicuramente una ragazza carina e corteggiata ma... odiava i suoi capelli
boccolosi e le sue unghie innaturalmente lunghe.
Rivoleva i suoi
capelli lisci e i suoi vestiti comodi.
“Mi serve qualcuno
di straordinariamente bravo in Pozioni” ripeté per la decima volta Evelyn,
strappando un sospiro a Judi.
Erano ormai tre ore che si trovavano in biblioteca a rimuginare sulla lista di
ingredienti della pozione per lo scambio dei corpi.
Avevano ormai capito
che non poteva funzionare come per l’antiveleno di un qualsiasi veleno, per cui erano in pieno alto mare.
Certo, avrebbero
potuto correre dal professore di Pozioni e chiedere aiuto ma in quel modo
avrebbero messo nei guai Walters e Carter e per qualche motivo inspiegabile
Evelyn voleva evitare ai due una punizione per quello che le era capitato.
“E allora come la
risolviamo?” chiese per l’undicesima volta Judi appoggiando stancamente la
fronte al tavolo. “Non conosciamo nessuno che possa inventarsi una contro-pozione dal nulla”
“Noi no, ma forse
Hermione” disse improvvisamente Evelyn, scattando in piedi ritrovandosi
improvvisante a fissare un ragazzo di fronte a sé. “Draco”
“Sai, la Granger
non è la migliore del corso di Pozioni” sussurrò il mago.
“Vuoi dire che tu
sapresti creare una pozione per sistemarci?” chiese speranzosa Evelyn,
stringendo tra le mani il foglio con gli ingredienti.
“Non dico che
riuscirò al primo tentativo ma sì, credo di poterlo
fare”
“Oh, Draco sarebbe...” cominciò a dire la maga, ma il
ragazzo la fermò con un gesto della mano.
“Non ringraziarmi”
la fermò Draco, avanzando verso la
Fenice. “Non ho detto che è gratis”
“Vuoi essere pagato?” chiese Judi guardando il mago con sdegno.
“No, non sono i
soldi che mi interessano” rispose il mago tenendo gli occhi fissi Evelyn.
“E cosa ti
interessa?”
“Tu” rispose semplicemente Draco, sorridendole malizioso. “Voglio un
appuntamento. Tra tre domenica ci sarà l’uscita ad
Hogsmeade, Se mi dai la tua parola che ci vieni con me io mi metto subito al
lavoro. Che ne dici?”
“Ci sto” rispose immediatamente Evelyn, consegnando il foglio al Serpeverde.
“Ah, Draco, se mi stai prendendo in giro ti strappo quella tua lingua da serpe
e mi ci faccio una cintura” aggiunse la maga lasciando velocemente la
biblioteca.
“Evelyn, sei sicura
di poterti fidare di Malfoy?” chiese Judi raggiungendo l’amica di fronte alle
clessidre con i punti delle Case. “Quel ragazzo è viscido e spregevole e...”
“E io rivoglio il mio corpo Judi” la interruppe Evelyn, chiudendo stancamente
gli occhi. “A me interessa solo quello e se questo è l’unico modo per risolvere
questo problema beh lo farò. Uscirò con Malfoy. Infondo è solo uno stupido
appuntamento, non ci devo mica andare a letto”
“Che hai?” chiese Edward,
lasciandosi cadere seduto sul divanetto della Sala Comune, sfogliando
distrattamente una rivista sul Quidditch.
“E’ ancora per
Jenkins? Ho detto che mi dispiace” rispose Edward, sorridendo divertito. “La
prossima volta ci penserà due volte prima di farsi avanti con Davis”
“Veramente lui voleva farsi la Smith ma capisco
che tu non riesca a fartene una ragione visto che per te ormai non esiste altri
che lei” disse Kendra, facendo alzare gli occhi al cielo al mago.
“Falla finita
Kendra” disse Edward, sorridendo divertito. “Allora, me lo dici o no?”
“Malfoy ha chiesto a
Davis di uscire... e lei ha accettato. Andranno ad
Hogsmeade insieme la prossima uscita”
All’improvviso il
sorriso gli morì sulle labbra.
“Ha accettato?”
chiese a mezza voce Edward, rimanendo con lo sguardo fisso di fronte a sé.
“Sembra che in
cambio lui gli prepari una pozione per farle riavere il suo corpo” spiegò la Chimera. “Quello che non
capisco è perché non la porta a Piton. Perché non ci denuncia?”
“Non vuole metterci
nei guai, suppongo” rispose Edward scivolando lungo lo schienale, espirando
profondamente. “Tipico atteggiamento da Fenice”
Alla fine ce l’aveva fatta.
Era riuscito ad
ottenere un appuntamento con lei e, se era vero quello che Pansy e Millicent
dicevano dal giorno del loro arrivo, c’erano poche probabilità che lei lo
respingesse.
Purtroppo
nella casa nuova non mi hanno ancora installato internet e quindi
devo impossessarmi della linea a casa dei miei.
Ringrazio
come sempre Vekra... mio unico angioletto ti farò un monumento
per la tua costanza e pazienza nei miei confronti.
Buona
lettura a tutti ^_^
18°
CAPITOLO
Finalmente
dopo quel pomeriggio in biblioteca le era tornata la speranza di
poter riavere il proprio corpo il più presto possibile.
Proprio
quella mattina infatti Draco le aveva fatto avere tramite un gufo
della scuola un lettera.
“Cos’è?”
chiese Beatrix seduta accanto a lei, allungando il collo per leggere
la lettera che Evelyn aveva appena aperto.
“Cazzi
miei” sibilò Evelyn, piegando la lettera e alzandosi
rapidamente dalla panca.
Possibile
che non riuscissero a farsi gli affaracci loro?
Era
così difficile rispettare la privacy altrui?
“Ficcanaso”
spuntò la maga, raggiungendo velocemente Judi al tavolo dei
Grifondoro.
“Che
c’è?” chiese Judi osservando l’amica sedersi
pesantemente accanto a lei, sbuffando rumorosamente. “Una
più deficiente dell’altra” borbottò
sottovoce Evelyn, aprendo nuovamente la lettera, leggendola
rapidamente. “Di chi è?” chiese distrattamente
Judi, continuando a mangiare i suoi cereali.
“Draco”
rispose Evelyn, richiudendo la lettera, prendendo un muffin al
cioccolato dal vassoio di fronte a sé. “Questo
pomeriggio alle cinque nella vecchia aula di Trasfigurazione al
quinto piano” spiegò la ragazza.
“Perché?”
chiese Judi alzando scetticamente il sopracciglio destro.
“Penso
per la pozione” rispose Evelyn sorseggiando il succo di zucca
di Judi.
“Fai
pure” si lamentò Judi. “Come se fosse roba tua”
“Va
bè, io vado che ho lezione” disse Eveline ignorando le
lamentele di Judi. “Ci vediamo alle cinque” disse Evelyn
scavalcando la panca, prendendo le sue cose.
“Devo
venire anch’io?” “Certo, non vorrai lasciarmi in
balia di Malfoy” rispose ovviamente Evelyn, salutandola prima
di uscire dalla Sala Grande.
Per
tutta la mattinata Evelyn non fece altro che pensare alla lettera di
Draco.
Faticava
ancora a credere che quell'incubo fosse finalmente giunto alla fine.
Finalmente
sarebbe ritornata alla sua Casa, sarebbe tornata da Judi e dalle sue
amiche, ma soprattutto avrebbe finalmente riavuto il suo corpo.
Quando
alla fine arrivarono le cinque Evelyn corse velocemente a recuperare
Judi per poi raggiungere Draco nella vecchia aula abbandonata che le
aveva indicato nella lettera.
“Ce
l’hai ?” chiese speranzosa Evelyn finalmente anche Draco
la raggiunse nell'aula.
“Ce
l’ho” rispose Draco estraendo dal mantello una fialetta
contenente del liquido giallastro. “Spero che funzioni”
aggiunse il ragazzo consegnando la fialetta alla maga. “Quella
pozione è complicatissima”
“Speriamo”
mormorò Evelyn prendendo la fialetta ed osservandone il colore
controluce. “Judi, guarda qua! Draco mi ha portato da bere”
sorrise Evelyn mostrando la pozione all’amica.
“Che
pensiero premuroso” rispose sarcastica Judi.
“Cincin”
disse Evelyn trangugiando la pozione tutta d’un colpo, posando
il bicchiere su un vecchio tavolo impolverato.
“Come
ti senti?” chiese Judi osservando attentamente l’amica.
“Io...”
bisbigliò la maga prima di scivolare a terra priva di sensi.
“Evelyn”
urlò Judi inginocchiandosi accanto al corpo privo di sensi
dell’amica, scuotendola con forza. “Evelyn svegliati”
“Direi
di no” mormorò Draco inginocchiandosi a sua volta
accanto alla ragazza adagiando la testa di lei sul suo mantello,
chinandosi ad ascoltarne il respiro. “Almeno respira
ancora” “Dovremo chiamare Madama Chips” lo
rimbrottò Judi.
“Non
credo sia una buona idea” rispose Draco sedendosi accanto ad
Evelyn, osservandone i capelli sparsi sul pavimento. “Ma...” “Se
volesse essere portata in infermeria avrebbe chiesto a Piton di
preparare la pozione, non a me” rispose scontroso Draco
guardandola deciso. “Vedrai che tra un po’ si sveglierà.
Non c’era niente di velenoso là dentro” aggiunse
il mago appoggiandosi al muro dell’aula, guardandosi attorno
pensieroso.
Ci
aveva impiegato due giorni interi a preparare quella pozione, senza
contare la settimana che aveva impiegato a studiare per bene il
metodo con il quale doveva impostare la sua ricerca, ed ora doveva
ricominciare tutto da capo.
Se
non fosse stato per quel maledetto appuntamento avrebbe già
lasciato perdere.
Ma
la ragazza gli piaceva... fisicamente ovviamente, e poi quella sorta
di guerra tra lui e Walters lo stimolava ancora di più.
Doveva
averla prima di lui, in un modo o nell’altro.
Tanto
lo sapeva che, anche se fosse uscito con Evelyn nel corpo di
Stephanie, sarebbe stato sufficiente a vincere. A Walters la ragazza
interessava veramente, mentre per lui era solo una questione di
ormoni e orgoglio.
Quando
alla fine Evelyn riprese i sensi si alzò barcollando,
accusando un gran mal di testa.
“Spero
che questo buco nell’acqua non ti faccia desistere”
sussurrò Evelyn prima di uscire dall’aula, portandosi
una mano al capo.
“Non
ti preoccupare” rispose Draco, raccogliendo il suo mantello,
pulendolo con un colpo di bacchetta. “Certo, devo ricominciare
da capo, ma non manco mai alla parola data. Signore” disse
infine salutando le due ragazze, lasciando che Judi accompagnasse
Evelyn al suo dormitorio per mettersi a letto.
Finalmente mercoledì vengono a collegarmi
internet a casa e non dovrò più correre come una pazza a cercare un computer
con l’accesso a internet… certo questo è il penultimo capitolo e mi risulta
quasi una beffa tutto ciò ma non importa.
Per Vekra: Siamo
quasi giunti al termine della storia… curiosa di sapere come finirà? Evelyn
riavrà il suo corpo? Chi lo sa… dici che sono troppo cattiva con lei? Forse un
pochino… Spero che il finale ti piaccia.
Un bacione
Buona lettura!
CAPITOLO 19
Erano passati
quattro giorni da quando aveva visto Draco l’ultima
volta.
Per quattro giorni infatti non lo aveva quasi mai visto. Solo a lezione
ovviamente, ma per il resto sembrava che ogni volta il ragazzo venisse risucchiato in qualche buco nero, come se la volesse
evitare.
Non che volesse
passare del tempo con lui ma le sarebbe piaciuto
potergli chiedere come procedeva la pozione.
O se almeno ci stava
provando seriamente.
Ormai erano due mesi
che si trascinava il corpo di Stephanie dietro.
Che doveva convivere
con quei capelli boccolosi e quelle gambe perfette.
Ogni volta che si
osservava allo specchio o doveva farsi la doccia non poteva fare a meno di
notare le differenze tra il suo corpo e quello di Stephanie.
Più o meno avevano
la stessa altezza ma per il resto erano completamente
diverse.
Stephanie era magra
e ben proporzionata.
Il seno era piccolo ma si bilanciava con il resto del suo corpo, mentre
lei… lei era sempre stata più ‘morbida’ diceva sua madre.
Lei invece parlava
sempre di ciccia e il pensiero che Stephanie potesse fare le stesse sue
considerazioni, che si mettesse di fronte ad uno specchio a denigrare il suo
corpo… le faceva sempre salire lacrime di rabbia agli occhi.
Stava pensando a questo quando finalmente vide una figura familiare camminare
verso di lei con passo deciso.
“Ciao, che fai qua?”
chiese Evelyn sinceramente felice di vedere Draco.
“Vuoi riprovare?”
chiese Draco mostrando un vasetto trasparente pieno di un liquido violaceo.
“Oh, me ne hai fatta
un’altra?” sospirò Evelyn, sorridendo al mago, battendo felice le mani. “Magari
andiamo in un posto più isolato. Che ne dici?”
“Vieni, ho io il
posto giusto” disse Draco aiutando la maga ad alzarsi da terra, incamminandosi
verso la scuola seguito da Evelyn.
“Che posto è?”
chiese Evelyn, salendo le scale della scuola dietro al ragazzo.
“Al
bagno di Mirtilla Malcontenta. Non ci va nessuno lì” rispose Draco
conducendola lungo i corridoi, cedendole il passo una volta
raggiunto il bagno delle ragazze. “Molto bene, non c’è nessuno” disse
Draco dopo aver controllato tutti i cubicoli per sicurezza.
“Procediamo?” chiese
impaziente Evelyn.
“Quando vuoi… il sapore non deve essere male, ci ho messo dell’essenza
di vaniglia”
“E ci andava?”
“Non altera gli effetti della pozione… era una gentilezza, tutto qua”
“Beh, grazie e… speriamo che sia la volta buona” rispose Evelyn prendendo il
vasetto che Draco le porgeva e svitandone il tappo.
Effettivamente
l’odore era buono e la consistenza del liquido non faceva pensare a nulla di
disgustoso... non come quello della volta precedente.
Rimase per qualche
istante a fissare il contenuto del vasetto tracannandolo poi di colpo.
“Come ti senti?”
chiese Draco avvicinandosi d’un passo alla maga, pronto a soccorrerla in caso
di svenimento. “Ti senti svenire?”
“No, niente giramenti di testa ma…” si bloccò
all’improvviso, portandosi una mano allo stomaco. “Io credo di... mi viene da vomitare” gemette Evelyn correndo nel primo
cubicolo che trovò, rimettendo nel water.
Quando finalmente il
suo stomaco fu completamente vuoto e le sue gambe furono abbastanza salde da
poter camminare Evelyn uscì dal cubicolo, ritrovandosi faccia a faccia con un
Malfoy alquanto disgustato.
“Potevi anche
andartene se ti fa così schifo… di certo io non mi sono divertita” borbottò
Evelyn raggiungendo il lavandino sciacquandosi la bocca e rinfrescandosi il viso.
“Credo di non aver rivisto solo il pranzo e la colazione ma anche la cena di ieri
sera” mormorò la maga chiudendo gli occhi, cercando di calmarsi.
“Evelyn, io non sono
uno che molla. Non mi tiro indietro di fronte a niente e a nessuno ma forse è
giunto il momento di chiedere aiuto a Piton” disse Malfoy facendo sgranare gli
occhi alla ragazza.
“Cosa?” chiese
sconcertata Evelyn. “Non puoi”
“Evelyn se andiamo avanti così va a finire che ti ammazzo”
“No Malfoy, ora tu stai a sentire me” sbottò Evelyn voltandosi di colpo,
raggiungendo in pochi passi il mago. “Non sono rimasta svenuta tre ore per
niente. Non ho vomitato una decina di volta per poi andare a chiedere aiuto a
Piton. Io e te abbiamo un patto e se vuoi che io lo rispetti anche tu devi fare
la tua parte”
“L’uscita è dopodomani non riuscirò mai a farti un’altra pozione per allora”
rispose Draco cercando di convincerla a cambiare idea.
“E allora me la farai per il giorno dopo” rispose lei sempre più irremovibile.
“Dopodomani andremo adHogsmeade
insieme poi tu mi preparerai una nuova pozione. D’accordo?”
“D’accordo” capitolò Draco, lasciando che la ragazza uscisse dal
bagno prima di lui.
Quando la maga
giunse nella Sala Grande più di una testa si volto a fissarla.
Che diavolo le era
successo?
“Evy, che hai? Hai un
aspetto orribile” disse Judi correndo incontro
all’amica, guardando preoccupata le occhiaie dell’amica e il colorito
giallognolo. “Che ti è successo?”
“Malfoy mi ha preparato un’altra pozione” mormorò Evelyn passandosi una mano
tra i capelli.
Si sentiva uno
straccio.
Si era lavata i
denti almeno tre volte ma non riusciva a togliersi
dalla bocca quel sapore disgustoso.
Ma cosa aveva fatto
di male nella sua vita?
Non era stata di certo uno stinco di santo ma nemmeno un mostro da meritarsi il
corpo di Stephanie Smith e di vomitare dieci volte
consecutivamente.
“Forse dovresti
smettere Evy... pensaci bene, Piton potrebbe rimettere tutto a posto in un
batter d’occhio” la supplicò Judi.
“Non voglio” gemette
la maga sedendosi sulla prima panca libera, abbassando la testa fino al tavolo,
appoggiandosi con la fronte al legno liscio. “Voglio morire”
“Mi spieghi solo una cosa?”
“Cosa?”
“Perché?”
“Perché cosa? Perché non voglio denunciare Walters e
Carter ai professori?” chiese Evelyn, voltando leggermente la testa per
guardare l’amica. “Non lo so. Però non voglio” disse semplicemente Evelyn,
chiudendo gli occhi stancamente.
“Ok...
va bene...” rispose Judi
sorridendo nel notare come l’amica stava cambiando.
Fino all’anno scorso sarebbe corsa come una saetta a denunciare
Carter e soprattutto Walters ma ultimamente era cambiata.
Non voleva più
litigare con Walters né tanto meno farlo finire nei guai nonostante la
situazione in cui si trovava.
E’ stato sofferto e ancora non mi
convince se devoessere sincera ma il mio ragazzo ha
detto che va bene e quindi mi fiderò del suo giudizio.
Ringrazio tutti quelli che l’hanno
letta fino alla fine e a chi l’ha inserita nei preferiti e soprattutto Vekra che mi ha accompagnata in tutti i capitoli.
Si può dire che l’ho postata
quasi esclusivamente grazie ai tuoi commenti ^_^
Spero vi sia piaciuta.
Come sempre buona lettura ^_^
CAPITOLO 20
E alla
fine anche quel incombenza era arrivata.
Ora
toccava a lei rispettare la sua parte dell’accordo.
Come
Malfoy le aveva fatto notare il giorno prima quella era la loro uscita adHogsmeade.
Ebbene
sì, quel fatidico week-and era ormai arrivato e lei
non ne aveva la minima voglia.
Aveva
sperato sinceramente di sentirsi male e poter rinviare almeno di altre due
settimane e invece stava fin troppo bene.
Non
aveva nemmeno un accenno di raffreddore.
Controvoglia
quella mattina si era svegliata alle nove per farsi un bagno rilassante prima
di uscire con Draco.
Era
vero, non voleva uscire con lui né, tanto meno, fargli credere che lui le
interessasse ma... ma la verità era che ultimamente,
non sapeva nemmeno lei perché, stava curando molto di più la sua immagine.
Vero,
più che la sua immagine era quella di Stephanie ma...
qualcosa le diceva che in quel periodo della sua vita era una buona idea
cercare di apparire al meglio.
Come se
il principe azzurro dei suoi sogni dovesse arrivare da un momento all’altro.
“Allora
è vero?” disse la voce irritante di Beatrix distogliendola dai suoi pensieri.
“Esci con Malfoy?” chiese laKneazle
sedendosi sul baule di Stephanie, osservando la maga che finiva di abbottonarsi
la camicetta bianca.
“Si”
rispose telegrafica Evelyn, cercando di sistemare i capelli in una coda alta,
lasciando sfuggire qualche ciocca in modo scomposto.
“Ed esce con te per Stephanie, ovviamente?” chiese la maga, ammirando il
riflesso della ragazza dello specchio.
“Come
prego?” chiese innervosita Evelyn voltandosi di scatto, portando le braccia ai
fianchi.
“Beh,
esce con te perché sei nel corpo di Stephanie, no?”
“Veramente mi ha chiesto più di una volta di uscire quando
avevo il mio corpo ed ho sempre
rifiutato, ma sai una cosa? Non ti devo spiegazione perché, se non lo avessi
ancora capito, non siamo amiche e non ci tengo nemmeno ad averti come
confidente, quindi fai il favore, stai zitta!!!”
sibilò Evelyn, tornando a guardare il riflesso dello specchio, aggiustandosi il
colletto della camicia.
“Edward,
non vieni?” chiese Kendra entrando nella stanza del ragazzo, trovandolo
sdraiato sul letto con lo sguardo fisso sul soffitto.
“No,
resto qui” rispose Edward senza abbassare lo sguardo sulla ragazza.
“Edward...”
“Sarà là con Malfoy” la interruppe con calma Edward. “E, a meno che tu non
voglia che ci faccia a botte, è meglio che me ne stia qua. So già cosa
succederebbe”
“D’accordo”
rispose solamente Kendra senza insistere inutilmente. “Ti porto delle api frizzole” aggiunse prima di chiudere la porta per seguire
Pansy e Millicente che uscivano dal dormitorio.
“Quasi
in ritardo” ghignò Malfoy staccandosi dal muretto, raggiungendo con passo
disinvolto la maga.
“Quasi
non è come esserlo” rispose Evelyn, avviandosi verso le carrozze. “Allora, che
cosa proponi per il pomeriggio?”
“Quello che vuoi tu” rispose Malfoy, cedendole il passaggio sulla carrozza.
“Potremmo andare ai Tre Manici di Scopa”
“E’ un
pub giusto?” chiese Evelyn, mentre Malfoy prendeva posto accanto a lei.
“Vi
dispiace se ci uniamo?” chiese una voce squillante, facendo sobbalzare Evelyn e
sbuffare Malfoy.
“Carter”
salutò Evelyn guardando dietro la maga, aspettandosi forse di vedere Edward con
lei, trovando invece Pansy e Millicente.
“Davis” ricambiò il saluto Kendra sedendosi accanto a Draco,
guardando sorridente il viso del mago. “Non vi scoccia un po’
di compagnia vero?”
“Certo che no” rispose a denti stretti Malfoy, tenendo lo sguardo altero fisso
di fronte a sé.
Se
avesse potuto l’avrebbe uccisa.
Lo
sapeva, ne era certo, che quella perfida di una Chimera lo aveva fatto apposta
per aiutare il suo adorato Edward.
E dove
era quel idiota?
Aveva visto Evelyn, guardare oltre Kendra alla ricerca del ragazzo
ma lui non si era visto.
Non
aveva preso la loro carrozza e, una volta arrivati adHogsmeade fu chiaro che non aveva preso nessuna carrozza.
Era rimasto ad Hogwarts, ma perché?
Se fosse stato al suo posto avrebbe fatto di tutto per rovinargli quel
pomeriggio.
Invece
Edward aveva deciso di rimanere a scuola.
Che
avesse rinunciato? Forse si era sbagliato, forse Davis
non gli interessava così tanto, o forse gli piaceva talmente tanto che gli era
venuta la depressione.
Beh,
quelli non erano problemi suoi, a lui interessava solo una cosa e l’avrebbe
ottenuta.
“Allora,
che si fa?” chiese Kendra, sistemandosi la gonna dopo essere scesa dalla
carrozza.
“Noi
andiamo ai Tre Manici di Scopa, voi andate un po’ dove volete” rispose scortese
Draco, prendendo Evelyn per il polso e trascinandola verso il pub, mentre
Kendra cercava di convincere Pansy e Millicente a seguirla verso il bar.
A quanto
pare le due Serpeverde non avevano alcuna intenzione
di interrompere l’appuntamento di Draco.
“Quella Carter è una rompiscatole” borbottò Draco, facendo
scivolare la sua mano dal polso di Evelyn alla mano.
In silenzio
raggiunsero il pub, prendendo posto in un angolo appartato, ordinando due burrobirre.
Per
quasi due ore Malfoy cercò di iniziare una conversazione più o meno seria senza
molto successo.
Già,
perché più lui cercava di far parlare Evelyn e più questa rispondeva a
monosillabi.
Si era
promessa di divertirsi con Malfoy, di passare un pomeriggio
piacevole e invece tutti i suoi propositi erano andati a quel paese
quando aveva visto Carter.
Quando
aveva visto la Chimera
salire sulla carrozza immediatamente il suo cuore aveva fatto una piccola
capriola e certo non per colpa della ragazza.
Aveva
guardato involontariamente oltre le spalle della Chimera senza
però trovare quello che veramente stava cercando.
“Stai
pensando a Walters?” chiese a bruciapelo Draco, facendola arrossire
leggermente.
“No,
figurati” mentì Evelyn, bevendo una lunga sorsata di burrobirra.
“Voi
Fenici siete come i Grifondoro... dei perfetti incapaci nel raccontar bugie” la
freddò Draco, finendo la burrobirra e alzandosi dalla
sedia.
“Dove
stai andando?” chiese stordita la maga, rimanendo a
fissare il mago che gettava un paio di monete sul tavolo.
“A
cercare una compagnia più adeguata al mio livello... non ne vale la pena di
perdere tempo con una come te” sibilò il Serpeverde
uscendo di gran carriera dal pub, lasciandola da sola seduta al tavolo.
Aveva
aspettato pazientemente che arrivasse l’ora di riprendere le carrozze per
tornare ad Hogwarts.
Aveva
svaligiato Mielandia e gironzolato per Hogsmeade ripensando a quello che Draco le aveva detto al
pub... e a Walters.
Rimase
da sola e in silenzio fino al suo arrivo ad Hogwarts.
“Allora?
Come è andato con il nostro Malfoy?” chiese Judi quando
Evelyn le si sedette accanto in silenzio, tenendo lo sguardo perso nel vuoto.
“Mi ha
abbandonata nel bel mezzo del locale dicendo che non valeva la pena di perdere
tutto questo tempo per una come me” rispose Evelyn
voltando il viso verso la ragazzo. “Ti dirò che un po’ ci sono rimasta male”
ammise la maga, prendendo il sacchetto di caramelle e scartando una cioccorana.
“Male?
Per chi? Per quel furetto? Andiamo, l’ha detto solo perché gli rode di aver
perso la sua battaglia con Walters” rispose Judi, rubando un
apefrizzola all’amica.
“Credi
che non manterrà la promessa?” chiese preoccupata Evelyn.
“Non lo so... anche se a dirti il vero un po’ lo spero... l’ultima
volta eri uno straccio”
“Lo so, ma ho bisogno che lui mi faccia quella pozione, io...” disse Evelyn, fermandosi di colpo quando vide Malfoy
avvicinarsi al tavolo dei Grifondoro.
“Questa
è tua” disse solamente Draco, posando un vasetto di fronte alla maga voltandole
poi le spalle, uscendo dalla Sala Grande.
“Sarà
veleno?” chiese Evelyn, prendendo il vasetto e annusandone il contenuto.
“L’odore è tremendo”
“Io non
lo berrei se fossi in te” disse solamente Judi, sperando vivamente che Evelyn
l’ascoltasse.
“Andiamo”
disse infine Evelyn prendendo l’amica per il polso, costringendola a seguirla.
“Facciamo in camera tua? Smith che fine ha fatto?”
“Non lo
so, non la vedo da dopo pranzo... Evy ti prego pensaci
bene” rispose la maga, seguendo l’amica lungo le scalinate di Hogwarts.
“L’ultima volta sei stata malissimo, hai vomitato dieci volte... e la volta
prima sei rimasta svenuta per tre ore...”
“Ho capito!!!” la interruppe Evelyn voltando di scatto
la testa. “Ma ho bisogno di riavere il mio corpo. Vedrai questa volta andrà
bene” disse la maga raggiungendo il dormitorio dei Grifondoro, lasciando che
Judi pronunciasse la parola d’ordine.
“Non
riesco a farti cambiar idea, vero?” chiese Judi
rimanendo in piedi vicino alla porta.
“No” rispose la maga, chiudendo la porta della camera di Judi e svitando
rapidamente il tappo del barattolo. “Forse è il caso che mi sieda” disse Evelyn
sedendosi sul letto di Judi.
“Credo
anch’io” rispose Judi avvicinandosi all’amica, pronta a soccorrerla in caso di
malessere.
“Beh, cincin” sorrise Evelyn bevendo in una sola lunga
sorsata la pozione, appoggiando poi il bicchiere sul comodino.
Rimase
in silenzio cercando di avvertire qualcosa nel suo corpo, qualche sensazione che
le facesse capire che qualcosa stava cambiando... che
il suo corpo stava cambiando, ma niente.
“Un
altro buco nell’acqua” gemette Evelyn lasciandosi cadere sdraiata sul
copriletto, sbuffando sonoramente.
“Almeno
non vomiti” rispose Judi dispiaciuta per l’amica, sdraiandosi accanto a Evelyn.
“Evy... Evelyn...”la chiamò
qualche istante dopo quando si accorse che la ragazza aveva lo sguardo vitreo
fisso nel vuoto. “Evelyn che hai?” chiese Judi preoccupata, scuotendo l’amica.
Quel
pomeriggio sembrava destinato ad essere il più lungo della sua vita.
Era
contento che Kendra fosse andata adHogsmeade insieme agli altri. Aveva bisogno di rimanere un
po’ solo con i suoi pensieri ma... tutto quel silenzio
cominciava ad innervosirlo.
Non solo
si stava annoiando da morire ma non faceva altro che
pensare a Malfoy ed Evelyn, a tutti i commenti che aveva sentito su quel
ragazzo.
Sul
fatto che fosse bellissimo e che a letto fosse una specie di bomba del sesso.
Che
nessuna poteva resistergli e che era riuscito a far capitolare alcune delle
Grifondoro più dure.
Evelyn
era una dura, ma era così dura?
Non poteva continuare così, doveva uscire da quel dormitorio maledetto.
Doveva
andare in un luogo neutrale dove non avrebbe visto nessun tipo di stendardo o
di stemma che gli facesse venire in mente quel maledetto Serpeverde.
Il parco
sicuramente poteva fare al caso suo, e il freddo di sicuro lo avrebbe aiutato a
non pensare ad Evelyn.
Rapidamente
aveva indossato un maglione, il mantello ed era uscito nel parco della scuola,
dirigendosi verso il lago.
A scuola
non c’era quasi praticamente nessuno.
Chi non
era potuto andare adHogsmeade
era rimasto rintanato nella Sala Grande o nei rispettivi dormitori.
Aveva
tutto il parco per sé... o quasi.
“Edward”
pigolò una voce familiare alle sue spalle.
*Quanto
mai non sono rimasto nella mia stanza” maledisse il Chimera
voltandosi svogliatamente verso chi lo aveva chiamato.
“Smith” disse solamente il mago, incrociando le braccia al
petto. “Hai bisogno?”
“Io...
perché sei così scontroso ultimamente?” chiese Stephanie avvicinandosi al mago.
“E’ colpa di questa storia dello scambio di corpi non è vero? Lo so che è dura ma sono sempre io... sono Stephanie anche se ho il
corpo di Davis”
“Smith...”
“No, lo so che per te è difficile” lo interruppe Stephanie avvicinandosi ancora
di più, posandogli una mano sull’avambraccio. “Lo so, è tutta colpa sua... è
sempre colpa sua”
“Cosa?”
“Se tra di noi c’è della tensione. So che vedi il suo
corpo e d’istinto ti vien voglia di andartene ma... sono la stessa ragazza che hai salvato in
quella grotta” rispose la maga, sorridendo dolcemente al Chimera. “Quella che
hai aiutato a salire e scendere dall’albero... sono la tua Stephanie”
“Come prego? La mia Stephanie?” sbottò Edward, facendo sobbalzare la maga.
“Non fare
così, ti prego. So che quello che provi per me...”
“Io non provo niente per te” ringhiò Edward allontanandosi dalla maga, cercando
di richiamare a sé tutto il suo autocontrollo per non aggredirla.
“E’ solo
perché parli con me è vedi lei ma... io non sono così”
sussurrò la maga, stringendosi a lui.
“Appunto tu non sei così” sibilò Edward. “Tu non sei Davis”
ringhiò Edward allontanandola da sé, voltandogli le spalle. “Tutto questo è
ridicolo” sbottò il mago passandosi una mano tra i capelli. “Credevo di essere
stato chiaro con te. Non mi interessi! Non sei il mio tipo, non lo sei mai
stata e non lo sarai mai”
“Edward...”
cercò di chiamarlo la ragazza.
“No, Stephanie” la interruppe il mago voltandosi verso la ragazza. “Non mi
importa nulla di te e se vuoi vendicarti dicendolo a tutta la scuola fai pure.
Dillo a tutti! Edward Walters si è innamorato di Evelyn Davis.
Non m’importa!!!” sputò Edward ansimando per lo sforzo
di aver buttato fuori tutto.
Finalmente
lo aveva ammesso, a sé stesso e anche agli altri.
Certo il
merito andava anche alla perseveranza di Stephanie.
Ora non
restava che rendere partecipe anche la diretta interessata, sempre ammesso che
gliene importasse qualcosa.
“Che
hai?” chiese innervosito Edward guardando la maga che lo fissava.
Non sembrava
delusa o arrabbiata.
Anzi,
aveva una strana luce negli occhi.
“Stephanie?”
supplicò Edward, mentre una strana sensazione si impadroniva di lui.
“No”
sussurrò Evelyn, scuotendo leggermente la testa.
“Merlino
che figura” mormorò il mago sconfortato lasciandosi sedere a terra, tenendo la
testa bassa. “Da quanto?”
“Quanto basta” mormorò Evelyn sedendosi accanto al ragazzo, tenendo lo sguardo
fisso di fronte a sé.
Aveva
appena ricevuto una dichiarazione e... e ora sentiva il bisogno di fare una
cosa...
Molto
lentamente Evelyn ruotò il volto verso il mago osservandone il profilo.
Era così
bello.
Non lo
aveva mai detto a nessuno ma quello stronzo le era
sempre piaciuto e... forse non lo aveva mai ammesso nemmeno a sé stessa ma...
Gabriel assomigliava molto a Edward... chissà, forse inconsciamente si era
messa con Gabriel proprio perché sapeva di non poter stare con Edward... fino
ad ora...
Senza
dire una parola Evelyn si mosse verso il ragazzo, inginocchiandosi tra le gambe
divaricate del mago avvicinando il viso al collo di Edward, ispirandone il
profumo.
“Evelyn...”
sussurrò il mago piegando leggermente il viso,
ritrovandosi a pochi centimetri dal viso della ragazza.
Così
vicina era ancora più bella.
“Cosa
fai?”
“Non lo
so” rispose Evelyn, rimanendo qualche istante a studiare le iridi del ragazzo
per poi avvicinarsi ancora di più fino a che le loro labbra non si toccarono
leggermente.
Erano
morbide e leggermente socchiuse.
Respirando
a mala pena Evelyn accarezzò lievemente le labbra del ragazzo con la lingua,
disegnandone il contorno.
Prima il
labbro inferiore, poi quello superiore.
Lentamente.
Sentiva
un brivido leggero percorrergli la schiena, dalla nuca giù fino al coccige.
All’improvviso,
come se qualcuno le avesse rovesciato addosso un
secchio di acqua fredda, si rese conto di ciò che aveva fatto, ma soprattutto
dell’immobilità del ragazzo.
Già,
perché per tutto quel tempo Edward era rimasto immobile, pietrificato.
Non si
era aspettato di dichiararsi in quel modo a Evelyn, né che lei rispondesse così.
Non
poteva credere veramente che Evelyn fosse lì di fronte a lui
e che gli stesse leccando in quel modo le labbra.
Si
sentiva paralizzato. Stordito dalle sue labbra, dalla sua lingua, dal suo
profumo.
Profumava
di vaniglia e lui adorava la vaniglia.
Forse
aveva frainteso tutto.
Forse
lui non voleva dire quelle cose su di lei.
Forse
erano solo un modo per allontanare Stephanie e per ‘punirla’
di tutti i guai che gli aveva combinato.
Forse
lui non si era innamorato di lei.
*Mio
dio, cosa ho fatto...* gemettenella sua mente, allontanandosi bruscamente
dal mago, suscitando però la reazione del ragazzo che l’attirò a sé premendo
con forza le labbra contro quelle di lei approfondendo il bacio.
Quando
alla fine i due maghi si separarono Evelyn, rimase con gli occhi fissi sulle
labbra del mago, alzandoli poi lentamente sugli occhi di lui.
“Io
devo...”
“Non ci
pensare nemmeno” la interruppe Edward tornando improvvisamente in sè, prendendola per la vita, baciandola con passione,
ispirandone profondamente il profumo.
Quanto aveva aspettato quel momento?
Da
quando erano arrivati ad Hogwarts? O da quando erano
partiti dalla loro scuola?
Dalla fine dell'anno precedente, quando aveva scoperto che si era fidanzata da
un ragazzo più grande? O da quando l'aveva conosciuta all'inizio del primo
anno?
Aveva litigato con lei talmente tante di quelle volte che non avrebbe mai
immaginato ad un epilogo del genere eppure... non avrebbe potuto desiderare un
finale migliore.
Continuarono
a baciarsi e accarezzarsi per parecchi minuti finchè,
ormai a corto d'aria, si separarono rimanendo per qualche istante in silenzio.
Cosa si
diceva in una situazione del genere?
“A cosa
pensi?” chiese Edward baciandole il palmo della mano quando
Evelyn gli accarezzò la guancia.
“Che
faccio ancora fatica a crederci” rispose Evelyn rispondendo felice ai leggeri
baci di Edward.
“Ti sei
pentita?” chiese Edward fermandosi a guardarla negli occhi.
“No,
solo... è strano. Non trovi?”
“Strano piacevole” rispose Edward lasciando che Evelyn gli si accoccolasse tra
le gambe. “E a che altro pensi?”
“Alla faccia che farà Stephanie Smith quando verrà a
sapere di noi” sghignazzò divertita Evelyn. “Tu?”
“A quanto roderà tutto questo a quel maledetto furetto” rispose compiaciuto
Edward. “E a quanto sono stato stupido ad aspettare tutto questo tempo”
“Beh ora siamo qui, e stiamo insieme” sussurrò Evelyn voltando il viso verso il
mago. “Pensi che Carter ti farà storie?”
“Per cosa?”
“Per
noi” rispose Evelyn.
“Non
penso proprio, anzi saràfelice che ho messo la testa apposto” rispose Edward
tranquillizzandola.
“E i
tuoi amici?”
“Evy ho sudato 7 camice, picchiato Jenkins
e sopportato quella cozza di Smith per poter stare
con te... non mi importa cosa diranno. Ti amo Evelyn e voglio stare con te,
tutto il resto ha molta poca importanza” rispose Edward stringendola a sè, baciandole i capelli. “Tu in vece?”
“Cosa?”
“Le tue amiche?”
“Judi è
felice se sono felice io e le altre... se sono mie amiche capiranno altrimenti
le perderò molto volentieri perché ora so cosa voglio”
“E cosa
vuoi?”
“Voglio
te... noi... è solo questo che voglio” rispose Evelyn baciandolo dolcemente
sulle labbra stringendosi a lui.
“Ti
amo... Fanny” sussurrò Edward facendola sorridere.
Era
esattamente così che si sentiva. Come una Fenice. Sentiva di essere rinata
dalle proprie ceneri.
Gabriel
era ormai un piccolo edinsignificante ricordo.
Ora
finalmente aveva trovato ciò che cercava ed era più bello e magnifico di quanto
avesse potuto desiderare.