La Fenice

di Ska
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° capitolo ***
Capitolo 2: *** 2° capitolo ***
Capitolo 3: *** 3° capitolo ***
Capitolo 4: *** 4° capitolo ***
Capitolo 5: *** 5° capitolo ***
Capitolo 6: *** 6° capitolo ***
Capitolo 7: *** 7° capitolo ***
Capitolo 8: *** 8° capitolo ***
Capitolo 9: *** 9° capitolo ***
Capitolo 10: *** 10° capitolo ***
Capitolo 11: *** 11° capitolo ***
Capitolo 12: *** 12° capitolo ***
Capitolo 13: *** 13° capitolo ***
Capitolo 14: *** 14° capitolo ***
Capitolo 15: *** 15° capitolo ***
Capitolo 16: *** 16° capitolo ***
Capitolo 17: *** 17° capitolo ***
Capitolo 18: *** 18° capitolo ***
Capitolo 19: *** 19° capitolo ***
Capitolo 20: *** 20° capitolo ***



Capitolo 1
*** 1° capitolo ***


Ed eccomi con una nuova storia.

Spero che piaccia come la precedente e sperando che mi porti fortuna l'aggiornerò, come l'altra, di lunedì.

Dedico questa storia a Seyriu, Angyyy e Vekra, sperando che possa essere per loro un piacevole regalo, e al mio angelo che veglia sempre su di me e che mi sprona in tutto ciò che faccio.

Buona lettura.



1° CAPITOLO

 

Ad inizio anno il Preside aveva deciso di accettare l’invito di una della più importanti scuole di Magia e Stregoneria d’Europa di un gemellaggio per permettere agli alunni di conoscere nuovi metodi di insegnamento, nuove regole, ma soprattutto nuovi maghi e streghe con cui stringere amicizie.

Aveva ritenuto che in un tempo buio come quello, in cui Colui-che-non-deve-essere-nominato aveva ripreso potere e i suoi seguaci erano aumentati in modo esponenziale, una ‘alleanza’ tra maghi e streghe di mondi e realtà diverse avrebbe di sicuro giovato a tutti.

Per quel motivo, dopo neanche tre settimane dall’inizio dell’anno scolastico tutti gli alunni del sesto e settimo anno avevano rifatto i bagagli ed erano partiti alla volta della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, nel nord della Scozia.

Il viaggio sarebbe durato quattro giorni.

Due giorni di treno per raggiungere lo stretto sulla Manica, una mezza giornata di nave e un altro giorno di treno per arrivare al piccolo villaggio di Hogsmeade per poi raggiungere in carrozza la scuola.

Un viaggio lungo e abbastanza faticoso ma che avrebbe permesso ai ragazzi di compiere un esperienza nuova e indimenticabile, o almeno questo era l’augurio che il Preside aveva fatto loro prima che partissero, ed era anche quello che speravano i ragazzi visto che il viaggio sembrava non finire più.

I due giorni in treno erano stati a dir poco devastanti.

Era un treno allestito per dei viaggi così lunghi, per cui era predisposto di posti letto per i passeggeri e di un vagone ristorante, ma il continuo movimento e il paesaggio che sfrecciava fuori dal finestrino dopo la prima mezza giornata aveva già fatto girare i cinque minuti a tutti i viaggiatori.

Una volta scesi dal treno erano rimasti due ore fermi a terra per un contrattempo con la nave. Una volta imbarcati il viaggio era durato solo cinque ore, ma il mare mosso aveva scombussolato non pochi stomaci.

Una volta arrivati a Londra ci volle poco perché il treno partisse per l’ennesimo viaggio che li avrebbe finalmente portati alla scuola.

Per questo i ragazzi si auguravano veramente che quel esperienza fosse indimenticabile, almeno per pareggiare i conti con il viaggio.

 

Allora, c’è qualcosa di interessante su quel libro?” chiese Judi sedendosi accanto all’amica dopo essere tornata per l’ennesima volta dal bagno.

Come va lo stomaco?” chiese Evelyn alzando gli occhi dal libro.

Un po’ meglio grazie” rispose l’amica massaggiandosi lo stomaco. “Maledetto traghetto. Allora, che hai letto fino ad ora?”
“Niente di che” rispose Evelyn, sfogliando distrattamente il libro. “Ha quattro Case come le nostre con le stesse caratteristiche bene o male, ma si chiamano in modo diverso”
“Tipo?” chiese distrattamente Judi, appoggiando i piedi sul sedile di fronte a sé.

Tipo le nostre Fenici sono i loro Grifondoro” iniziò a spiegare la maga. “I nostri Kneazle sono i loro Tassorosso, le Sfingi sono i Corvonero e le Chimere sono i Serpeverde”

E sono adorabili come i nostri?” chiese sarcastica la ragazza.

A sentire qua sì” rispose Evelyn, continuando a sbirciare qua e là il libro.

Sai, ho sentito dire che Walters è ufficialmente tornato single” disse la ragazza, guardando il viso dell’amica.

Aveva lanciato il sasso e sperava vivamente che la ragazza lo raccogliesse.

Edward Walters era uno dei ragazzi più belli di tutta la scuola.

Occhi grigi, capelli neri. La pelle leggermente ambrata. Muscoloso quanto bastava per far morire di crepacuore quasi tutte le ragazze della scuola.

Sarebbe stato perfetto se non fosse stato un Chimera, e quindi uno stronzo di prima categoria.

Bello e stronzo... cosa si poteva volere di più dalla vita? Probabilmente metà del suo fascino l’avrebbe perso se non fosse stato così.

Si? Bene, saranno contente tutte quelle oche che gli vanno dietro” rispose distrattamente Evelyn, spostandosi dagli occhi i capelli rossi. “Ehi, hanno una piovra nel Lago”

Fantastico” rispose sbuffando Judi, alzano gli occhi al cielo.

Cosa doveva fare per tornare in argomento?

Qualche giorno prima avevano ‘discusso’ sul suddetto ragazzo per una cosa che era successa tra i due, ma da allora più niente.

Era caduto un velo di dimenticanza sull’episodio, ma Judi sapeva che era solo una cosa superficiale, che in realtà l’amica non aveva dimenticato cosa era successo.

Ehi, stiamo rallentando” disse poi Judi, osservando il paesaggio fuori dal finestrino scorrere sempre più lentamente, fino al completo arrestamento del treno. “Ma perché ci siamo fermati? Non doveva essere un diretto?”
“Sì, doveva” rispose Evelyn, appoggiando il libro sul sedile accanto a sé, guardando fuori dal finestrino. “Stanno scendendo” aggiunse la maga quando il treno si arrestò completamente e le porte si aprirono.
“Ma non potevamo fare tutta una tirata?” sbuffò Judi, stanca del viaggio.

Io scendo, almeno mi sgranchisco le gambe, tu vieni?”
“No, grazie” rispose Judi, rubandole il libro, cominciando a sfogliarlo svogliatamente.
Orami il treno era quasi completamente vuoto. Poche persone, che come Judi avevano risentito del viaggio in traghetto, erano rimasti sul treno, gli altri erano scesi e gironzolavano nel boschetto li vicino.

Coprendosi gli occhi dal sole anche Evelyn scese dal treno, raggiungendo il limitare del bosco per riparasi all’ombra degli alberi e poter osservare il paesaggio.

Si trovavano ai piedi di quelle che dovevano essere le Montagne Rocciose, mentre dall’altra parte del treno si estendeva una delle immense pianure scozzesi.

Alcune ragazze erano sedute sull’erba a prendere un po’ di quel misero sole inglese mentre altre raccoglievano dei fiori.

Evelyn, chiuse gli occhi per un attimo, respirando profondamente il profumo dei pini dietro di sé.

Riaprendo lentamente gli occhi si accorse che Edward Walters e Kendra Carter erano a pochi metri da lei, a fumare appoggiati ad un albero.

Non le avevano fatto niente, non in quel momento almeno, ma la loro sola presenza la innervosiva.

Quello che era successo pochi giorni prima... beh, non l’aveva ancora dimenticato e la loro vicinanza non aiutava di certo.

Voltandogli le spalle si incamminò nella direzione opposta fermandosi subito dopo quando un ruggito bestiale raggiunse le sue orecchie e quelle degli altri compagni.

 

Era scesa per sgranchirsi le gambe. Aveva lasciato le sue amiche sul treno e aveva incontrato Stephanie lungo il corridoio del suo vagone.

Avevano deciso di fare due passi insieme, per raccoglie magari qualche fiore profumato e si erano inoltrate nel bosco, ma avevano commesso una sciocchezza.

Si era accorta di dove il treno si fosse fermato, aveva riconosciuto le famose Montagne Rocciose ma non credeva che i Giganti scendessero a valle.

Era convinta che rimanessero sulle Montagne ma a quanto pare così non era.

Si era appena chinata a raccogliere uno splendido fiore rosso quando improvvisamente il cielo si era rannuvolato.

Si era voltata per vedere come fosse possibile un simile cambiamento di tempo e lo aveva visto.

Alto sette metri e largo quattro. Aveva delle enormi mani pelose, come il resto del suo corpo, ed era coperto di polvere e terra.

Merlino” gemette Madeleine, rimanendo immobile, con il busto piegato in avanti, le mani e le braccia penzoloni.

Chissà, magari funzionava come il Tirannossauro che aveva visto in quel film babbano durante l’estate. Magari se non si muoveva non la vedeva, ma ne dubitava grandemente.

Maddy” la chiamò l’amica voltandosi verso la maga, bloccandosi a sua volta. “Aiuto” gemette la ragazza con le mani tremanti per la paura.

Pochi secondi dopo un urlo disumano riecheggiò per il bosco richiamando Evelyn, Kendra e Edward, e mettendo in allerta i professori che fecero risalire gli studenti sul treno.

 

Kendra aveva insistito per scendere dal treno con la scusa di farsi una fumata.

Ovviamente non le aveva creduto.

Sapeva che la vera motivazione riguardava una certa Fenice con cui aveva avuto uno strano incontro pochi giorni prima.

Avrebbe potuto rifiutarsi ma la verità era che anche lui voleva vedere Evelyn e magari litigare con lei giusto per riportare tutto come era prima.

Che coincidenza” disse Kendra, sfilando una sigaretta dall’astuccio in pelle nera e infilandosela tra le labbra, accennando con un cenno della testa alla Fenice, qualche metro più in là.

Già, una coincidenza” rispose sarcastico Edward, imitando l’amica, accendendosi una sigaretta a sua volta, seguendola verso gli alberi al limitare del bosco, lanciando uno sguardo fugace alla Fenice.

Sai, potresti andare a parlarci” disse la maga a bassa voce, portandosi i capelli dietro le orecchie, soffiando il fumo verso l’alto.

E tu potresti lasciarmi in pace” le rispose Edward, guardandola seccato. “Non ho bisogno di un agenzia matrimoniale”
“Certo che no, con tutte quelle oche che ti vengono dietro non ti serve una mano per trovare qualcuna da portarti a letto, ma credo che Fanny sia un altro discorso. No? O è paragonabile a Isabelle?” chiese Kendra, sorridendo con fare provocatore.

Kendra, non ti azzardare” la avvertì il mago, diventando improvvisamene serio, serrando la mascella.

Beh, allora fai qualcosa stupido di un ragazzo orgoglioso” lo rimproverò la maga, indicando con uno scatto della mano la maga che nel frattempo si era voltata dalla parte opposta rispetto a loro e aveva iniziato ad allontanarsi. “Si sta...” cominciò a dire la ragazza, ma fu interrotta da un ruggito bestiale.

Immediatamente Edward si voltò verso la Fenice che dopo un attimo di smarrimento cominciò a correre nella direzione dalla quale era provenuto il grido.

Merda” sbottò il mago, cominciando a correre dietro alla maga, inseguito a sua volta da Kendra che, gettata la sigaretta, aveva sfoderato prontamente la bacchetta.

Madeleine!!!” urlò Evelyn, correndo verso le due ragazze, con la bacchetta alla mano, seguita da Edward e da Kendra.

Attenti!!!” urlò la ragazza, nascondendosi dietro un albero, indicando un punto dietro alle loro spalle.

Lì, ritto di fronte a loro, stava un secondo Gigante, ancora più grande del primo.

Ahhhh” urlò Stephanie, buttandosi per terra, proprio mentre il Gigante di fronte a lei assestava un poderoso pugno contro il tronco dell’albero sradicandolo.

Stephanie!” urlò Madeleine, estraendo la bacchetta e scagliando uno Schiantesimo contro il Gigante, senza che questo se ne accorgesse.

Stupeficio!” urlò Kendra, lanciando lo schiantesimo contro il Gigante di fronte a Stephanie mentre Evelyn e Edward attaccavano insieme il secondo Gigante.

Sfortunatamente per loro i due incantesimi infastidirono il secondo Gigante che cominciò a correre goffamente verso di loro.
“VIAAA!!!” urlò Edward, correndo verso le due ragazze a terra, facendole entrare nel folto del bosco.

Ci stanno seguendo” gemette Madeleine, che veniva trascinata a forza da Kendra.

Forse li seminiamo tra gli alberi” rispose la maga, voltandosi a guardare i due Giganti che non sembravano demordere.

Uno dopo l’altro sradicano tutti gli alberi che trovarono di fronte a loro, spezzando i tronchi di alcuni e rivoltandone altri come calzini.

Non se ne vanno” singhiozzò Stephanie, continuando a correre dietro a Evelyn e a Edward.

Forza Stephanie, gli alberi li rallentano” la spronò Evelyn prendendole la mano e tirandola leggermente.

Edward, dove andiamo?” chiese Kendra, alle loro spalle, girandosi di tanto in tanto.

Il bosco sembrava non finire più, mentre loro erano a corto di fiato.

Non ce la faccio” gemette Madeleine, stringendo i denti.

Vedo una grotta” urlò ad un tratto Edward, indicando un punto di fronte a loro.

In meno che non si dica si diedero l’ultimo slancio catapultandosi all’interno della grotta, allontanandosi quanto bastava perché la mano dei giganti non li potesse raggiungere.

Tuttavia poco dopo una manona sporca e pelosa cercò di agguantarli senza successo. Questo innervosì ulteriormente il Gigante che, come risposta, cominciò a picchiare pugni contro la parete esteriore della caverna.

La farà cadere” urlò Evelyn, guardando il soffitto che tremava sotto i colpi del gigante.
“Tutti insieme, facciamo uno scudo” disse Kendra, avvicinandosi ad Evelyn che aveva già estratto la bacchetta. “Al mio tre... uno... due... tre... PROTEGO!!!”
“PROTEGO!!!” urlarono altre quattro voci, lasciando che uno scudo di protezione si formasse sopra le loro teste.

Non servirà a nulla se ci cade addosso l’intera caverna” disse Edward, tenendo il braccio bene in alto.
“Cosa proponi?” chiese Evelyn, concentrandosi per non far sparire lo scudo.

Dobbiamo entrare ancora di più”
“Sei pazzo? Non è detto che ci sia un'altra uscita”
“Già. Ma di sicuro questa entrata non ci sarà più tra poco” replicò deciso il mago. “Non abbiamo altra scelta”
“Evy, ha ragione Walters, dobbiamo provare” concordò Madeleine, stringendosi contro i compagni. “Forza, andiamo”

Sempre rimanendo uniti e concentrati si inoltrarono verso il fondo della caverna, fino a quando non raggiunsero un punto più stabile, dove i colpi del Gigante non si ripercuotevano.

Solo allora abbassarono le bacchette lasciando che l’incantesimo sparisse.

Lumos” sussurrò Evelyn, lasciando che un piccolo raggio di luce si sprigionasse dalla bacchetta. “Forza, andiamo” disse la maga, dando le spalle al tunnel dal quale erano passati. Era meglio mettersi subito in marcia se non velovano farsi prendere dallo sconforto e dal panico.

Sì, andiamo” concordo Kendra, posando una mano sulla spalla di Madeleine per spronarla a camminare.

Camminarono per un po’ in silenzio fino a quando un tonfo in lontananza non attirò la loro attenzione.

Alla fine la caverna aveva ceduto sotto le percosse dei due Giganti lasciandoli intrappolati senza una via d’uscita, o meglio senza una via sicura d’uscita.

Spero che tu abbia ragione Walters o siamo morti” disse Evelyn in un sussurro al mago in modo da non farsi sentire da Madeleine e da Stephanie, per non spaventarle.

Lo spero anch’io” rispose il mago, rimettendosi in marcia.

 

FINE PRIMO CAPITOLO

 


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Capitolo 2
*** 2° capitolo ***


Eccomi con il secondo capitolo, come promesso di lunedì. Devo ammettere che è stato un parto postarlo in tempo perché il mio computer si rifiutava di collegarsi ad internet... sarà un segno premonitore? Spero proprio di no.

Ringrazio che ha letto il primo capito e mando un grandissimo bacio a Caspita per il suo primo ed unico commento... grazie ^_^

Spero che questo secondo capitolo vi piaccia più del primo.

Buona lettura.

 

 

2° CAPITOLO

 

Questa caverna sembra non finire mai” borbottò Kendra esausta.

Stavano camminando ormai da parecchie ore e non avevano ancora trovato l’uscita di quella grotta, o quanto meno la fine.

Che cos’è?” chiese Stephanie, indicano un punto di fronte a loro. “Sembra...”
“Acqua” rispose Madeleine, correndo verso il luccichio. “E’ un fiume” notò la maga, raggiungendone per prima la riva.

Guardando prima a destra e poi a sinistra vide che il torrente occupava la maggior parte della grotta, lasciando giusto un po’ di spazio ai lati della caverna per poter proseguire.

Beh, come è entrato dovrà pure uscire, no?” disse Kendra, osservando l’acqua scorrere verso destra. “A quanto pare di là”

Forse dovremmo fermarci un attimo” la fermò Edward, notando lo sguardo esausto delle compagne di spedizione. “Solo cinque minuti”

Concordo” aggiunse Evelyn, sedendosi su una roccia, rannicchiandosi su sé stessa per stirarsi i muscoli della schiena.

Sarà potabile?” chiese Kendra, guardando con desiderio l’acqua che scorreva tranquilla.
“Non saprei...” rispose Madeleine, abbassandosi per toccare l’acqua e sciacquarsi il viso. “Un sorso non ci ucciderà no?”
“Credo di no” rispose Stephanie, avvicinandosi all’amica, inginocchiandosi accanto a lei.

Dopo qualche minuto di tentennamenti finalmente decisero di dissetarsi per poi riprendere il loro cammino.
“Vado prima io” disse il mago, impugnando la bacchetta e iniziando a seguire il corso del fiume.

Andate, chiudo io la fila” disse Evelyn, lasciando che Madeleine e Stephanie seguissero Kendra.
In silenzio cominciarono a camminare lungo il torrente, schiacciandosi a volte contro la parte della grotta per non finire in acqua.

Camminarono per quasi tre ore fino a quando non trovarono un piccolo pezzo di spiaggia per potersi fermare e riprendere fiato.

Qualcuno sa che ore sono?” chiese Stephanie, togliendosi la scarpa sinistra per togliere un sassolino che vi si era intrufolato.

No” rispose Kendra di malumore.

Non sopportava quella situazione, e tanto meno sopportava quella ragazza.

Non faceva altro che lamentarsi del buio, del percorso accidentato e continuava a chiedere che ore erano.

Ho solo fatto una domanda!” la rimbrottò Stephanie voltando le spalle alla Chimera innervosendola ulteriormente.

Ragazze no” si mise tra le due Madeleine, guardandole severamente. “Siamo tutti stanchi, ma litigare tra di noi non serve a niente”

 “Walters, dobbiamo fermarci... tutto questo buio ci ha fatto perdere la cognizione del tempo ma sono sicura che se non è già notte poco ci manca” disse Evelyn avvicinandosi al mago. “Siamo esauste e se non ci fermiamo Smith e Carter si scanneranno”
“Ok, va bene” rispose il mago tornando verso il centro del piccolo spiazzo, sedendosi tra Kendra e Madeleine.

Forse dovremmo montare di guardia” disse Evelyn, osservando seria il fiume scorrere a pochi metri da loro.

Credi che potrebbe esserci qualcosa nell’acqua?” chiese Madeleine, preoccupata.

Non so, ma la marea potrebbe alzarsi e allora dovremmo toglierci di qui” rispose Evelyn, che non se la sentiva di esternare le sue preoccupazioni. “Inizio io, voi dormite pure”

Posso farlo io” disse Edward, guardando la Fenice di fronte a sé.

Quando sono stanca ti chiamo. Dormite tranquilli” disse Evelyn senza voltarsi a guardare il mago, avvicinandosi al fiume, sedendosi a pochi passi dalla riva.

Uno dopo l’altro i suoi compagni di viaggio si assopirono.

Era stanca anche lei come gli altri ma non se la sentiva di dormire.

Era sicura che ci fosse qualcosa sul fondo del fiume o nelle vicinanze e voleva essere sveglia quando quella cosa sarebbe emersa dall’acqua per attraccarli.

Rimase per un paio di ore vigile, pizzicandosi ogni tanto per rimanere sveglia e non cedere alla tentazione di addormentarsi come gli altri.

Ogni tanto si avvicinava al gruppetto per controllare che tutto andasse bene e, suo malgrado, per osservare Edward.

Chissà” sussurrò la ragazza, tornando verso il fiume, sedendosi di fronte allo stesso, incrociando le gambe sotto le cosce. “Magari mi sono sbagliata” sbuffò esausta, gettando la testa indietro per sgranchirsi il collo indolenzito. “Potrei anche chiedergli il cambio a questo punto” borbottò Evelyn, prima di sbadigliare per l’ennesima volta.

Tuttavia all’improvviso accadde qualcosa.

L’acqua di fronte a lei sembrava scorrere più velocemente e, alla luce della bacchetta, sembrava essersi fatta ancora più scura.

Eccoti” sussurrò Evelyn, alzandosi lentamente, bacchetta alla mano.

L’acqua si increspò ancora di più poco prima che un Kappa spiccasse un salto fuoriuscendo dal fiume, atterrando un metro di fronte ad Evelyn, digrignando i denti appuntiti.

 “Merlino” sbottò Edward, destandosi all’improvviso, scattando prontamente in piedi.

Evelyn teneva testa a fatica ai tre mostri che l’avevano attaccata contemporaneamente e che cercavano di azzannarla.

Ahhh” urlarono le tre ragazze indietreggiando contro la parete rocciosa mentre Edward si lanciava contro due dei Kappa per aiutare la maga.

Davis, allontanati” ordinò il mago lanciando uno Schiantesimo contro il corpo del mostro cercando di costringerlo a piegarsi.

No” rispose decisa Evelyn, senza smettere di colpire ed evitare la creatura di fronte a sé, non potendo evitare di indietreggiare verso il fiume.

Evy, attenta!” urlò Madeleine, non appena una mano fuoriuscì dal fiume per andare a chiudersi sulla caviglia della maga e trascinarla in acqua.

Evelyn” urlò Edward, trasfigurando la propria bacchetta in una spada, colpendo con un fendente il Kappa di fronte a sé per poi tuffarsi in acqua per aiutare la maga.

EDWARD!!!” urlò Kendra, schiantando l’ultimo Kappa rimasto e facendolo volare contro la parete opposta della caverna, facendolo poi ricadere svenuto in acqua. “EDWARD!!!” urlò di nuovo Kendra, inginocchiandosi alla riva del fiume e guardando se l’amico riemergeva. “Merlino ti prego” gemette la maga, aggrappandosi alla bacchetta, indietreggiando di colpo quando i due maghi emersero improvvisamente.

Dio” gemette Evelyn, aggrappandosi alla riva, seguita da Edward.
A fatica si issarono sulla riva, aiutandosi a vicenda.

Sdraiandosi l’uno accanto all’altra sfiniti e con il fiatone.

Evy” gemette Madeleine, raggiungendo i due maghi. “Stai bene?”
“Sì... sì, grazie...” rispose  a fatica la maga, mentre Edward l’aiutava a rialzarsi.

ROAW

Si udì un ruggito proveniente dalla parte da dove erano venuti, dopodiché l’acqua cominciò a saliere e a scorrere sempre più velocemente.

Edward teneva ancora il braccio alla vita di Evelyn quando si voltò verso le tre ragazze.

Dobbiamo tuffarci!” urlò il ragazzo per farsi sentire sopra il rumore dell’acqua che scorreva sempre più velocemente.

Non sappiamo nemmeno se questa dannata caverna ha un uscita” sbottò Madeleine, osservando orripilata l’acqua che cominciava ad invadere l’insenatura.

Se restiamo qui affogheremo sicuramente” sbottò Edward.

Edward ha ragione” disse Kendra, guardando Madeleine. “Dobbiamo provare”
“Va bene” mormorò Madeleine, avvicinandosi poco convinta al fiume. “Speriamo non ce ne siano altri” mormorò la ragazza ripensando ai tre Kappa.
“Forza, Kendra, vai per prima, Fontaine  seguila e Smith... Smith!” urlò Edward, scuotendo la ragazza.

Non posso” gemette la ragazza, rimanendo paralizzata contro il muro della grotta, con gli occhi sgranati fissi sull’acqua. “Io... io non so nuotare”

Stephanie non c’è tempo, devi buttarti” disse Evelyn, staccandosi dal mago, avvicinandosi zoppicando alla Kneazle.

No, no, no... non posso...” singhiozzò la maga, scuotendo con forza la testa.

Smith” la chiamò Edward, avvicinandosi alla maga, lanciando occhiate preoccupate prima all’acqua e poi a Kendra e a Madeleine. “Voi andate” ordinò il mago. “Forza!” ringhiò quando le due ragazze rimasero immobili.

Andiamo” mormorò Kendra, guardando angustiata l’amico. “Forza” ripeté più decisa Kendra, prendendo la Sfinge per il polso e gettandosi nel fiume, scomparendo subito dopo.

Davis, tu vai” ordinò Edward.

Non la lascio qui” disse energica Evelyn, fissando decisa la maga.

Noi ti seguiamo” rispose Edward, guardandola con fermezza. “Vai”

Per un attimo rimase immobile a fissare il mago, ma fu ridestata dal grido di Stephanie.

L’acqua aveva ormai raggiunto il fondo dell’insenatura.

Su, vai!” sbottò Edward, voltandosi poi verso Stephanie.

Stephanie, ti aspetto infondo” disse Evelyn, prima di prendere un grosso respiro e gettarsi in acqua.

Forza, Smith, andiamo” disse Edward prendendola per la mano e voltandosi verso il fiume.

No, Walters, no” supplicò Stephanie, puntandosi con i piedi per non avvicinarsi al fiume. “Io non so nuotare”
“Se resti qui affoghi” sbottò Edward, guardandola come se fosse una pazza.

Aveva le lacrime agli occhi e le guance bagnate.
“Mi.. m-mi dispiace...” pianse la ragazza cercando di allontanarsi dal mago.

Stephanie, io non me ne vado senza di te” disse con più calma Edward, avvicinandosi un po’ di più alla maga. “Ti devi fidare di me”
“Io...”
“No” la interruppe deciso Edward. “Ti tengo a galla io... promesso”

Stephanie sembrò ponderare l’offerta.

Va bene” gemette infine, chiudendo gli occhi.

Forza, andiamo” disse Edward, prendendole la mano e raggiungendo la riva. “Questo deve rimanere tra noi è chiaro” disse prima di penderla alla vita.

Chiaro” rispose Stephanie sorridendo leggermente.

Ok, un bel respiro e... via!” urlò il ragazzo gettandosi in acqua con la maga.

L’acqua era gelata e a Stephanie si mozzò il fiato in corpo.
Cercò di rimanere il più immobile possibile.

Papà le aveva detto che bastava stare calmi e l’acqua ti teneva a galla. Lui lo chiamava ‘fare il morto’.
Sentiva Edward, sotto di lei, spingerla verso l’altro, annaspando a filo dell’acqua.

Il soffitto della grotta sopra di lei sembrava rimpicciolirsi sempre di più.

Oh, Merlino” gemette Stephanie agitandosi quanto bastava per mettere ancora più in difficoltà Edward.

Stephanie, andrà bene, andrà bene” cercò di rassicurarla Edward, facendo richiamò a tutte le sue forze. “Guarda! Luce!” esultò il ragazzo sperando che la ragazza si tranquillizzasse a quella vista.

Siamo salvi” sorrise la ragazza, lasciando che la corrente la portasse fuori dalla spelonca.

La luce li accecò per un attimo lasciandoli storditi per qualche secondo mentre la corrente li portava dolcemente al centro di quello che sembrava un laghetto.
“STEPHANIE!!!” urlò Madeleine, gettandosi in acqua per aiutare Edward, che la stava portando a riva. “Oh Merlino, credevo che non ti buttassi” gemette la maga, abbracciando l’amica.

Edward” sospirò Kendra lasciandosi cadere a terra vicino a Evelyn. “Dio ti ringrazio” la sentì gemere Evelyn.

Anche lei era preoccupata per il ragazzo ma infondo che diritto ne aveva?
Kendra ne aveva tutte le ragioni, infondo stavano insieme, no?

Lei invece...

Terra” gemette il ragazzo lasciandosi cadere in ginocchio accanto alla Chimera, per poi sdraiarsi sulla pancia, la guancia destra premuta contro la sabbia.

Aveva i capelli neri scompigliati appiccati alla fronte e alle guance.

La camicia della divisa, completamente fuori dai pantaloni, era strappata in più punti e sollevata sulla schiena.

Mi hai fatta preoccupare” senti sussurrare Kendra al ragazzo. “E anche Fanny era preoccupata” la sentì mormorare a bassa voce.

Non chiamarla così... ti prego...” gemette con un filo di voce il mago, chiudendo gli occhi, mettendosi in ginocchio.

Fanny? Chi diavolo era Fanny? E perché Kendra sembrava divertita?
“Dove diavolo siamo?” chiese Edward sollevandosi leggermente, guardandosi attorno guardingo.

Dall’altra parte delle Montagne Rocciose” rispose Evelyn, indicando la montagna che avevano oltrepassato grazie al fiume. “Gli altri sono di là”

E ora che facciamo?” chiese Madeleine, guardando le montagne. “Non possiamo di certo scalarle”

Già, tanto più che sono piene di Giganti” concordò Kendra, alzandosi da terra, scrollandosi la sabbia dalla gonna con le mani.

A cosa pensi Evy?” chiese Stephanie, osservando lo sguardo pensieroso della Fenice.

A quei due Giganti” rispose la maga, ricambiando lo sguardo della Kneazle. “Eravamo a valle, non avevano motivo di essere lì”

Credi che qualcuno ce li abbia mandati contro? E chi?”

Qualcuno che non vuole questo gemellaggio” rispose la Fenice. “Qualcuno a cui non farebbe comodo un ‘alleanza’ tra i vari maghi del Mondo”
“Tu-sai-chi?” chiese Madeleine, guardandola scettica. “Evy, Tu-sai-chi non ha certo paura di una scolaresca...”
“Di una scolaresca no” la interruppe decisa Evelyn. “Ma che tutti i maghi si uniscano contro di lui questo sì. E questo Gemellaggio serve proprio a questo. A unire le nostre Nazioni non certo a imparare metodi di studio nuovi”

In questo caso non è detto che troveremo gli altri vivi” mormorò Stephanie impensierita, lanciando uno sguardo preoccupato alle montagne.

Ok, ora basta con i melodrammi” esordì Kendra distraendo tutti quanti. “Pensiamo piuttosto a come trovare la via di ‘casa’ o anche la via per Hogwarts. Infondo è la che dobbiamo andare”
“Kendra, l’ottimismo non è il profumo della vita” brontolò Edward, incrociando le braccia al petto.

E allora cosa proponi? Di sederci accanto al fuoco e raccontarci i nostri segreti? No, perché io ne ho uno bello grosso” lo rimbrottò la maga stizzita.

Non ti azzardare” sibilò il mago, guardandola truce.

Ok, Carter, cosa proponi?” chiese Madeleine, cercando di attirare l’attenzione dei due Chimera.

Cercare di attraversare le Montagne Rocciose è una follia” cominciò a dire la maga, passando in rassegna con lo sguardo i volti dei compagni. “E Hogwarts non sappiamo dove è, giusto?”
“Giusto” rispose con voce flebile Stephanie.

Per andarcene di qua, sia per tornare a casa che per raggiungere quella maledetta scuola dobbiamo tornare al treno”

E come facciamo?”
“Io... ancora non lo so...” gemette la ragazza sconfortata.

Va bene, stiamo calmi” intervenne Evelyn, cercando la sua bacchetta. “Allora, il treno è qui” disse la maga, inginocchiandosi a terra, disegnando nella sabbia un treno stilizzato.

Hai un vero talento” la prese in giro Edward, inginocchiandosi accanto a lei, imitato subito dalle tre ragazze.

Carino” rispose sarcastica Evelyn, continuando a disegnare. “Qui ci sono le Montagne Rocciose che abbiamo attraversato dalla grotta” continuò a spiegare la Fenice. “E noi siamo qui” precisò affondando la punta della bacchetta nella sabbia. “In teoria noi dovevamo costeggiare le Montagne Rocciose fino ad arrivare dall’altra parte. Praticamente dal lato dove siamo noi solamente che noi siamo qua e il treno passa da qua” finì di spiegare Evelyn, alzando lo sguardo sui compagni.

Quindi tu dici di fiancheggiare le Montagne fino a raggiungere le rotaie” riassunse Stephanie, guardando il punto di arrivo disegnato sulla spiaggia. “Ma come facciamo a sapere che alla fine i due lati della montagna si incontrano nello stesso punto?”
“Sul treno ho sfogliato un libro su Hogwarts e mostrava la strada che l’Espresso percorreva per raggiungere Hogsmeade. Si incontrano, ne sono certa”

 “Non abbiamo altra scelta” concordò la maga, spostando lo sguardo sulla Fenice. “Ci sto”
“Madeleine?” chiese Evelyn, guardando la Sfinge.

Approvo. Sembra sensato” rispose la maga, spostando lo sguardo su Kendra.

Carter?”
“Altro non possiamo fare” sospirò la Chimera.

Walters?” chiese Evelyn, voltando il viso verso il mago alla sua sinistra.

Ti sei slogata la caviglia?” chiese il mago senza rispondere alla domanda della ragazza.

Sta bene la mia caviglia. Allora?” chiese Evelyn, sostenendo lo sguardo del mago, cercando di non sembrare a disagio per la vicinanza o per quello che lui aveva fatto nella grotta.

Magari prima cerchiamo qualcosa da magiare” rispose il mago, alzandosi di scatto. “Non so voi ma io ho fame” disse freddo il mago allontanandosi dal gruppo di ragazze, inoltrandosi nel bosco.

Le quattro maghe rimasero per un attimo ferme a guardare dove il mago era sparito. Ognuna con i suoi pensieri per la testa ma tutte con la stessa considerazione in mente... era veramente il ragazzo più bello di tutta la scuola.

 

FINE SECONDO CAPITOLO




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Capitolo 3
*** 3° capitolo ***


Ed ecco il terzo capitolo

Ed ecco il terzo capitolo.

Devo ammettere che se già non ero molto convinta della storia ora lo sono ancora meno visto i pochi commenti.

Ringrazio comunque chi ha inserito la storia tra i preferiti e soprattutto Caspita per il commento. Spero che anche il seguito sia di tuo gradimento.

Buona lettura.

 

 

3° CAPITOLO

 

Dopo aver mangiato quei pochi frutti che riuscirono a trovare il gruppetto si mise in marcia.

La vegetazione era ricca di piante e fiori di ogni genere ma quasi nulla che si potesse mangiare o che si fidassero a mangiare.

Ci mancava solo  un avvelenamento per migliorare la situazione.

I cinque maghi camminarono per tutta la giornata fermandosi di tanto in tanto per riposare o per cercare qualcosa da mettere sotto i denti.

Quando alla fine arrivò la notte decisero di accamparsi in una piccola radura dove il terreno era più morbido e c’erano meno radici a occupare il terreno.

Dopo aver raccolto un po’ di legna secca ed aver acceso un bel fuoco scoppiettante decisero il turno di guardia.

“Comincio io, non ho molto sonno” disse Kendra, estraendo la bacchetta e sedendosi con la schiena contro la corteccia di un albero lì vicino.

“Svegliami quando sei stanca” disse Madeleine stendendosi a terra.

“No, tocca...”
“Tu ed Evy fate l’ultimo turno” lo interruppe Stephanie, imitando l’amica, sdraiandosi accanto a lei. “Nella grotta vi siete stancati abbastanza”
“Stephanie ha ragione” disse Madeleine chiudendo gli occhi e facendo un respiro profondo. “Buona notte a tutti” sussurrò prima di cadere addormentata.

“Ma... si è già addormentata?” chiese allibito Edward, osservando la maga respirare regolarmente.
A quanto pare” rispose Evelyn, sorridendo divertita. “Magari fosse così facile. Buona notte”

“Buona notte” risposero un dopo l’latro i compagni di viaggio.

 

Il turno sembrava non finire più.

Era partita decisa perché effettivamente non aveva sonno, ma rimanere così tanto tempo seduta senza nessuno con cui parlare le aveva messo una certa sonnolenza.

La tentazione di svegliare Madeleine era forte ma non voleva sembrare una pappa molla... almeno due ore voleva farla durare quella ronda.

Attorno al gruppetto tutto sembrava tranquillo.

Nessun rumore strano o fruscio innaturale giunse alle orecchie della Chimera che, pizzicandosi il braccio più di una volta riuscì a rimanere sveglia per un’ora e mezza.

Alla fine, esausta e assonnata, si decise per svegliare la Sfinge.

Quando alla fine anche Madeleine sentì la stanchezza sopraffarla toccò a Stephanie.

Quando Madeleine si fu riaddormentata Stephanie si spostò accanto al fuoco in modo da poter osservare meglio Edward che dormiva proprio di fronte a sé.

Nella grotta si era comportato da vero gentiluomo.

Era rimasto con lei per convincerla a buttarsi in acqua e l’aveva sostenuta con il suo corpo.

Praticamente l’aveva salvata.

A pensarci bene non era un atteggiamento che si sarebbe aspettata da un Chimera ma... forse si era comportato in quel modo per un motivo ben preciso.
Forse durante quelle poche ore si era accorto di lei e... e il pensiero di perderla aveva risvegliato qualcosa nel suo profondo.

Certo, si era anche gettato a capofitto in acqua quando Evelyn era stata trascinata sotto dal Kappa ma quello era diverso, no?

Lì aveva agito d’istinto mentre con lei ci era voluto qualche minuto, quindi era stata una cosa meditata. Giusto?
Merlino, avrebbe fatto qualsiasi cosa per essere lei la ragazza del cuore di Edward Walters. Colei che avrebbe portato alla luce il lato dolce e romantico del Principe delle Chimere.

Rimase per tutto il tempo del suo turno a fissare il fuoco accarezzare il viso del mago, mentre questo riposava tranquillo, ripensando al corpo del mago sotto il suo, alle sue braccia attorno alla sua vita, alle sue labbra...

“Stephanie” la chiamò Evelyn, scuotendola dai suoi pensieri.

“Evelyn” mormorò la ragazza presa alla sprovvista, arrossendo leggermente. “E’ già il tuo turno?” chiese imbarazzata la maga.
“Già, tutto ok?” chiese la maga, aggiungendo dei rami al fuoco per alimentarlo, senza accorgersi dello sguardo con cui la maga stava fissando il ragazzo di fronte a sé.

“Sì, sì... sono solo un po’ stanca” mentì Stephanie, sperando che la Fenice non si accorgesse del suo rossore.

“Beh, vai pure a dormire, ora ci penso io” rispose Evelyn, sedendosi al posto di Stephanie.

“Grazie. ‘Notte” rispose velocemente la ragazza, sdraiandosi accanto a Madeleine, lanciando un ultima occhiata al mago.

Evelyn si sistemò meglio a terra, appoggiandosi al tronco che Stephanie aveva utilizzato come sedia.

Allungò le gambe per stare più comoda e cominciò a scrutare le stelle.

Chissà gli altri dov’erano?

I Giganti avevano attaccato il treno? E se sì, Judi si era salvata?
Sperava con tutto il cuore di sì.

Era preoccupata per i suoi amici, i suoi compagni ed era stata molto preoccupata per quello stronzo sdraiato proprio di fronte a lei.

Certo, era stato coraggioso a restare con Stephanie mentre la caverna si riempiva d’acqua, ed era stato molto coraggioso anche quando si era tuffato per salvarla da quella bestia ma... questo non significava proprio niente.

E poi doveva smettere di pensare a lui in quel senso.

Dannazione, da quando lo aveva praticamente visto mezzo nudo non faceva altro che pensare a lui.

 

         Judi, vado a fare una nuotata nel bagno dei prefetti” disse Evelyn, prendendo la sacca con le sue cose e salutando l’amica.

“Resta dove tocchi” rispose Judi sorridendo all’amica.

Fischiettando raggiunse il bagno dei prefetti.

Sperando che non ci fosse nessuno afferrò la maniglia e la piegò

La porta si aprì ed Evelyn esultò dentro di sé per la fortuna.

Quando entrò si trovò di fronte ad uno spettacolo a dir poco scioccante.

“Walters!” urlò la ragazza, lasciando cadere la sacca a terra e mettendosi le mani davanti agli occhi.

“Ma che cazzo” sbottò il mago, afferrando un asciugamano a coprendosi velocemente le parti intime.

Troppo tardi. Evelyn aveva s-fortunatamente già visto tutto, e l’amichetto di Edward si era prontamente messo sull’attenti per l’occasione.

“Dannazione Walters, non si usa più chiudere la porta!” gemette la ragazza, inginocchiandosi per prendere la sacca, una mano di fronte agli occhi per non vedere niente, senza però riuscire veramente ad evitare di guardare il corpo del ragazzo.

*Oh Merlino* ansimò dentro di sé Evelyn, mentre il suo sguardo scappava fugacemente sul corpo del ragazzo.

Sulle spalle muscolose e il torace ampio, giù fino al bacino dove un asciugamano striminzito copriva giusto giusto il membro del ragazzo.

*Contieniti Evelyn!* si rimproverò da sola, chiudendo gli occhi, cercando tentoni la sacca.

Dal canto suo il ragazzo era rimasto fermo, immobile.
La mano che teneva l’asciugamano in vita faticava a non chiudersi sul membro turgido.

Aveva pensato spesso a lei negli ultimi tempo ma... averla lì, ed essere nudo di fronte a lei... era più di quanto sperasse.

Avrebbe potuto lasciar cadere l’asciugamano e prenderla per le spalle. Sbatterla contro la porta e baciarla con passione, ma poi? Cosa sarebbe successo una volta lasciata andare?

Non fece a tempo a rispondere alle sue domande che Evelyn era già scappata fuori dal bagno, correndo come una furia verso il suo dormitorio.

 

Lentamente Evelyn abbassò lo sguardo dalla volta stellata sul ragazzo di fronte a lei, trovando il suo sguardo contraccambiato.

Presa un attimo alla sprovvista rimase muta a ricambiare lo sguardo.

Edward a sua volta rimase così, immobile, a guardarla. Senza dire una parola, solo guardandola.

Dopo qualche minuto di silenzio finalmente Evelyn distolse lo sguardo, andando a posarlo sulla legna accanto a sé.

In silenzio prese ancora qualche rametto e lo gettò nel fuoco, smuovendo i legnetti con un bastone  più grosso degli altri.

“Non dormi?” chiese poi al mago, senza però tornare a guardarlo.

“Ti da fastidio?”
“Sai, non devi per forza rispondere alle mie domande con altre domande” lo rimbrottò Evelyn alzano lo sguardo a fissare quello del mago.

“Ti da così fastidio?” sorrise il mago, mettendosi a sedere, cercando di non urtare Kendra mentre si alzava.

“Abbastanza, sì” rispose Evelyn, alzando il viso per poter continuare a guardarlo in faccia.

“Beh, le chiedo umilmente perdono madama” rispose Edward facendo un inchino teatrale, allontanandosi poi dall’accampamento, nascondendosi dietro un paio di alberi.

Quando torno pochi istanti dopo, Evelyn stava di nuovo giocherellando con il fuoco.
“Toilette?” chiese la maga, spostando i legni nel fuoco.

“Sì” rispose il mago sedendosi accanto a lei. Troppo vicino per i gusti di Evelyn.

Improvvisante il fuoco sembrava emanare più calore di prima.

Immediatamente smise di giocarci e posò il ramo alla sua sinistra, chiudendo le braccia al petto.

“Hai fatto una bella cosa oggi per Stephanie” disse inaspettatamente Evelyn, guardando fissa la brace.

“Già, beh... vediamo di non farlo sapere in giro, va bene?” sussurrò il mago. “Non vorrei che penassero che...”
“Che sei un bravo ragazzo? Fossi in te non mi preoccuperei” lo interruppe Evelyn, abbozzando un sorriso. “Non corri il rischio”

“No?” disse Edward, sorridendo a sua volta. “Certo che sei stronza” aggiunse poi, dando una leggera spinta alla ragazza.

“Io? Io sono sincera, sei tu che sei permaloso” rispose la maga, sorridendo divertita. “Comunque anch’io devo ringraziarti” disse poi tornando seria, voltandosi a guardare il mago in volto. “Anche se mi costa un immensa fatica” rise a fior di labbra Evelyn.

“Non c’è di che” sussurrò Edward, abbassando gli occhi ad accarezzare le labbra di lei. “Evelyn...” mormorò il mago, avvicinandosi di pochi millimetri prima che un rumore alle loro spalle li fece allontanare.

“Cosa è stato?” chiese Evelyn, brandendo la bacchetta, guardandosi attorno vigile.

“Non lo so ma è meglio non rimanere qui per scoprirlo” rispose Edward, svegliando velocemente le tre ragazze.

“E’ già mattina?” chiese con voce assonnata Kendra, strofinandosi gli occhi gonfi per il sonno.

“No ma..cominciò a dire Evelyn, ma fu interrotta da un ruggito.

“Andiamo, andiamo” ordinò Edward, afferrando il braccio di Kendra e alzandola con forza da terra, cominciando poi a correre nel bosco, dalla parte opposta rispetto al ruggito.

 

FINE TERZO CAPITOLO


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Capitolo 4
*** 4° capitolo ***


Ed ecco a voi il quarto capitolo

Ed ecco a voi il quarto capitolo.

Ringrazio con tutto il cuore chi commenta, chi ha mezzo la storia tra i preferiti e anche chi la legge solamente.

 

Per Caspita: Hai ragione sui commenti ma non posso negare che faccia piacere riceverne ogni tanto. Dici che ci metto troppa enfasi a descrivere Edward? A me non sembra… tu dici? ^_^

 

Per Vekra: Non ti aspettavi una dedica? Sai quando alla fine dell’ultima storia ho visto che mi hai messo tra gli autori preferiti… beh, mi ha fatto molto molto piacere. Inserire un autore nei preferiti secondo me è come dare fiducia ad una persona. E’ come se tu ti aspettassi qualcosa da quella persona e quindi volevo ringraziarti per questa concessione di fiducia.

 

Buona lettura.


4° CAPITOLO

 

Continuarono a correre per diversi minuti fino quando il ruggito non si affievolì.

“E adesso? Mancano ancora parecchie ore all’alba” disse Madeleine, tenendosi la milza con la mano sinistra, cercando di regolarizzare il suo respiro. “Odio correre”
“Siamo in due” concordò Kendra, sbuffando esausta. “Io dico di arrampicarci sugli alberi” aggiunse la maga, alzando lo sguardo su delle enormi querce. “Saremo più al sicuro, no?” chiese cercando conferma nello sguardo di Edward.

“Sì, hai ragione” rispose il mago, rinfoderando la bacchetta e avvicinandosi all’albero. “Fontaine prima tu”
In men che non si dica Madliane, si arrampicò sul albero, andandosi a sistemare tra un gruppo di rami intrecciati abbastanza forti da reggere il suo peso.

“Su, Kendra, vai tu” disse poi rivolto alla Chimera.

“E’ nata per arrampicarsi quella ragazza” notò Stephanie notando con quale agilità Kendra raggiungeva Madeleine.

“Stephanie” pronunciò Edward.

“Io... ho bisogno di aiuto però” sorrise impacciata la ragazza.

“Sono qua apposta” rispose il mago, facendogli da scaletta.

Con un aiuto da parte di Kendra e Madeleine Stephanie raggiunse i rami più alti.

Davis” disse infine Edward, guardando la maga.

“Io non salgo” rispose Evelyn, lasciando spiazzato il ragazzo.

“Cosa? Perché?” chiese Edward, aggrottando leggermente la fronte.

“Non voglio” sussurrò la maga a disagio, desiderando intensamente di sparire.

“Evelyn, non essere sciocca, non puoi rimanere a terra” rispose Edward, avvicinandosi alla maga, abbassando la voce perché le altre non sentissero.

“Io non salgo” ripeté decisa, abbassando a sua volta la voce.

“Ma si può sapere perché?”

“Tu sali, io resto qui” ripeté la maga, senza rispondere alla domanda.

“No, non salgo se non sali anche tu”
“E perché diavolo dovresti rimanere qui?”
“Perché voglio sapere perché non vuoi salire”
“Perché non ci riesco va bene?” sibilò la maga, rossa in volto per la vergogna.

C-come?”
“Beh, che c’è? Dove sta scritto che le Fenici devono essere tutti degli atleti nati?”
“Ma ti do una mano io” rispose interdetto Edward, non riuscendo a capire il rifiuto della maga.

“Ho il culo pesante Walters non mi basta la tua mano per salire lassù” ringhiò la maga cercando di allontanarsi dal ragazzo.

“Se insisti te ne posso dare due” la fermò il mago, sorridendole malizioso, beccandosi un colpo divertito sulla spalla. “Davis, non...” cominciò a dire il mago, ma fu interrotto dallo stesso ruggito di prima solo molto più  vicino.

“Edward” urlò Kendra sporgendosi dai rami per vedere l’amica. “Sta arrivando, dovete sbrigarvi”
Un secondo ruggito strappo un urlo di paura a Stephanie.

I due maghi si guardarono solo per pochi secondi per poi correre insieme verso l’albero.

Prendendola per la vita Edward aiutò Evelyn a issarsi sui rami della quercia per poi seguirla giusto qualche istante prima che un enorme creatura sbattesse contro il tronco dell’albero per la foga della corsa.

Sembrava uno strano incrocio tra un cinghiale  e un cucciolo d’orso.

“E ora?” chiese Kendra, guardando dall’alto in basso la creatura che li guardava affamati.

“Mancano ancora parecchie ore all’alba” disse Madeleine, guardando anch’essa in basso. “E’ una creatura notturna, se ne andrà poco prima dell’alba... spero” rispose la Sfinge, rimettendosi seduta nel suo piccolo nido di rami. “Io schiaccio un pisolino, tanto qui non corriamo pericoli. ‘Notte
“Notte” rispose distrattamente Evelyn, guardando poco convinta l’animale

Lentamente uno dopo l’altro si addormentarono, fino a quando non rimase la sola ad essere rimasta sveglia.

“Non corriamo pericoli” mormorò la maga, guardandosi attorno guardinga. “Le ultime parole famose prima di venire sbranati”

Di solito si sentiva abbastanza coraggiosa ma quella foresta le dava tutto tranne che la sensazione di tranquillità, e l’essere a parecchi metri da terra, su un albero che da sola non sarebbe mai riuscita a salire non migliorava le cose.

Cercò di calmarsi respirando profondamente.

Ispirando dal naso ed espirando dalla bocca.

Improvvisamente le venne da ridere mentre le tornava alla mente Judi e il dvd di Pilates che aveva comprato poco prima del rientro a scuola.                       

Judi aveva voluto a tutti i costi farle fare una lezione completa da cui era uscita distrutta.
Non che fosse faticoso ma faceva sinceramente fatica a respirare regolarmente, anzi certe volte si accorgeva di entrare persino in apnea durante gli esercizi.

No, era un caso disperato. Lei e lo sport non sarebbero mai andati d’accordo.

Bastava vedere prima.

C’era voluto una creatura famelica per convincerla a salire sull’albero. Persino Stephanie aveva fatto una figura migliore della sua.

A proposito di Stephanie, era una sua impressione o la Kneazle si era ‘leggermente’ strusciata contro Edward, mentre lui la aiutava a salire?
Che ci stesse provando con la Chimera?
Beh, di certo non sarebbero stati fatti suoi.

Lui era fidanzato con Kendra e al massimo sarebbero stati fatti della Chimera, e comunque, anche se fosse stato single lui non era il suo tipo.

Avevano sempre beccato loro due e quella piccola tregua era dovuta alla situazione di emergenza che si era venuta a creare, e al forte imbarazzo che li aveva colti quel giorno nel bagno dei Prefetti.

“E’ solo un periodo così” mormorò la Fenice, volgendo lo sguardo a cercare il corpo addormentato della Chimera. “Solo un periodo” ripeté nuovamente, accarezzando il mago con lo sguardo prima di lasciarsi scivolare in un sonno agitato.

 

Quando la mattina dopo Edward si destò trovò qualcuno già sveglio.

“’giorno” gemette, il mago, cercando di stiracchiarsi come poteva, le ossa indolenzite dal giaciglio improvvisato.

“Ciao” rispose Evelyn, prendendo una piccola pigna e trasfigurandola in un elastico per annodarsi i capelli. “Se ne è andato” precisò la maga, alludendo alla creatura della notte precedente. “Giusto pochi minuti prima dell’alba”

“Sei rimasta sveglia?” chiese il mago, pettinandosi in dietro i capelli neri.

“No, mi hanno svegliato degli uccellini maledetti che fischiettavano”

“Sbaglio o mi sembri di più a tuo agio oggi?”
“Che vuoi dire?”

“Che ieri eri così preoccupata di salire quassù ed ora sembri rilassata”
“Beh, per scendere basta affidarsi alla forza di gravità” rispose Evelyn auto-ironica. “Buongiorno” salutò poi, quando anche Kendra, Madeleine e Stephanie si destarono.

“Bene, io direi di metterci subito in marcia” esordì Edward, dopo qualche minuto, strappando uno sbuffo alle tre ragazze.

“Andiamo” rispose contro voglia Kendra, scendendo svogliatamente dall’albero.

Si sentiva la schiena a pezzi e, escluso la nuotata non prevista del pomeriggio precedente, non faceva la doccia da due giorni.

Era certa di avere un centinaio di nodi nei capelli di solito lisci come la seta.

Ora, non era schizzinosa o precisina come la maggior parte della sue compagne di Casa ma quella situazione stava mettendo a dura prova il suo self-control.

Non solo si sentiva sporca, affamata, spettinata, con i vestiti in disordine e chi più ne ha più ne metta. Si trovava a diversi chilometri dal solo mezzo di locomozione possibile per lasciare quella landa desolata, il tutto in compagnia di una Sfinge, una Fenice e una Kneazle piagnucolosa che aveva messo gli occhi su Edward.

Edward... grazie a Morgana c’era anche lui.

Questo pensiero le sollevò il morale.

Non che la Fontaine fosse antipatica o oca, anzi, era molto intelligente  e pronta ad aiutare gli amici, e nemmeno di Davis si poteva lamentare. Non seriamente quanto meno.

Era una Fenice per cui la sua nemesi per quanto riguardava la Casa di appartenenza ma, tutto sommato, non era male. O per lo meno poteva capire perché ultimamente Edward ci avesse perso la testa.

Ma quella che proprio non sopportava era Stephanie Smith.

Quella stupida di una Kneazle aveva messo i suoi enormi occhi azzurri su Edward e questa cosa la faceva a dir poco ribollire di rabbia.

Già, perché in una piccola parte di sé, Kendra aveva sempre avuto un debole per il ragazzo e per i suoi occhioni grigi, ma sapeva di essere solo un’amica e lo accettava. Soprattutto perché sapeva che, attrazione fisica a parte, loro due avrebbero solo potuto essere che quello… amici.

Per cui non era mai stata gelosa nei confronti di Edward fino al giorno prima.

Già, perché non solo la Kneazle, incapace persino a nuotare, si era fatta trascinare a fondo valle dal mago rischiando di affogarlo, ma si era pure strusciata lascivamente contro Edward la sera prima, mentre lui l’aiutava a salire sull’albero.

Quella piccola...

“Kendra” la distrasse dai suoi pensieri Edward.

“Cosa?”
“Tu e Fontaine aiutate Smith, va bene?” disse il ragazzo, prendendo la Kneazle per le mani.

...scostumata!* ringhiò dentro di sé Kendra, mentre la maga, si avvicinava di più ad Edward, senza lasciargli le mani, sorridendogli spudorata.

*Sì, vedrai come l’aiuto... la faccio cadere con il culo per terra* pensò la maga, guardando la Kneazle tenersi alle mani di Edward mentre questo la calava dall’alto.

Il desiderio era immenso e le opportunità di farlo passare come un incidente erano alte ma alla fine si decise a collaborare.

Una volta a terra Stephanie si allontanò leggermente, lanciando occhiate infuocate ad Edward.

“Allora Davis, le vuoi queste due mani?” sussurrò Edward, in modo da non essere sentito dalle altre tre ragazze.

“Guarda” disse la maga, mettendo le braccia ai fianchi e cercando di non sorridere troppo apertamente per non lasciarsi andare troppo. “E’ un offerta allettante ma mi vedo costretta a rifiutare... troppi spettatori...” sussurrò la maga, facendolo sorridere. “La prossima volta” aggiunse prima di inginocchiarsi accanto al ramo che le altre avevano usato come appoggio. “Occhio sotto, caduta massi” sorrise la maga, aggrappandosi al ramo per poi lasciarsi cadere a terra.

Quando finalmente tutti furono a terra il gruppetto ricominciò la marcia verso un punto imprecisato di fronte  a loro.

Dal fondo della fila Kendra si divertiva a studiare i suoi compagni di viaggio.

Madeleine era una persona piuttosto riflessiva che amava osservare tutto quello che li circondava, soprattutto i fiori che crescevano sugli alberi e per terra.

Stephanie invece, che camminava accanto ad Edward, pochi passi indietro... ogni due passi lanciava uno sguardo al mago che, dalla sua posizione non faceva altro che studiare la figura della Fenice di fronte a sé.

Prima i capelli, poi le spalle, la schiena e infine...

“Edward, che ne dici? Bello il panorama vero?” chiese improvvisamente Kendra, facendolo voltare di scatto, mentre Evelyn si volgeva a sua volta verso la Chimera, guardandola scettica.

Erano tutti alberi e rampicanti. Non si vedeva un pezzo di cielo nemmeno a pagarlo a peso d’oro.

*Come diavolo fa a dire che è un bel panorama?* si chiese Evelyn, continuando a camminare.

Si sentiva stanca a causa della notata insonne e quel continuo camminare senza sosta non aiutava di certo.

Dopo qualche chilometro di marcia la caviglia per la quale il mostro l’aveva trascinata sottacqua cominciava a dolergli.

Inizialmente cercò di non fare caso al dolore, camminando sempre allo stesso passo, senza pesare troppo sull’altra gamba in modo che nessuno si accorgesse, ma dopo tre ore di cammino ininterrotto la caviglia, a dispetto della proprietaria, cedette, facendola cadere a terra.

“Dannazione” imprecò la Fenice, rimanendo in ginocchio, massaggiandosi il collo del piede con la mano.

“Evy, cos’è successo?” chiese Madeleine, inginocchiandosi accanto alla maga, guardandole la caviglia. “Una storta?”
“Sì, ma è vecchia” rispose Edward al posto suo, curvandosi sulla maga, osservando la caviglia rossa. “Te l’avevo detto” disse il mago, guardandola fisso in viso.

“E cosa avresti fatto? Mi avresti portata in braccio?” chiese scontrosa Evelyn, sedendosi meglio, continuando a massaggiare la caviglia. “Ora mi passa”
“No, che non ti passa se continui a camminarci sopra” rispose a tono il mago, incrociando le braccia al petto.

“Ah, sì? E da quando sei un Medimago?”

“Non serve un Medimago, basta una persona sana di mente”
“E così ora non sono nemmeno sana di mente!” sbottò la maga, mollando la caviglia e tirandosi in piedi.

“Mi sembrava strano che non aveste ancora litigato da due giorni” commentò Kendra, guardando divertita i due maghi.

“Già, si sentiva la mancanza” concordò Madeleine, scuotendo la testa rassegnata, sedendosi sotto un albero, appoggiandosi al suo tronco.

Non sarebbero mai andati d’accordo.

O almeno non per troppi giorni di fila.

Peccato, perché a lei quei due piacevano.

Edward lo conosceva solo di fama, e non era una bella cosa, ma in quei due giorni lo aveva notevolmente rivalutato.

Soprattutto per quello che aveva fatto per Evelyn e poi per Stephanie. Era stato coraggioso.

Peccato che non riuscissero a convivere pacificamente.

“E adesso cosa facciamo?”  chiese Madeleine, guardando Evelyn sedersi di nuovo a terra riprendendo la caviglia in mano.

“Forse dovremo steccarla” disse Stephanie, guardando Edward in cerca di una risposta.

“Non è rotta, né fuori asse... credo che basterebbe non usarla” disse Edward inginocchiandosi accanto alla ragazza, scostando la mano di Evelyn e andando a tastarle la caviglia.

“Sai, non riesco ancora a volare” rispose Evelyn, cercando di mantenere la calma, e di non mostrare l’evidente disagio nell’averlo così vicino.

“In questo caso...” disse il ragazzo, afferrandola all’improvviso sotto le gambe e sotto la schiena, sollevandola di peso.

“No... Walters, mettimi giù” ringhiò Evelyn, allacciando le bracci al collo del mago per non cadere.

“Forza, cerchiamo di arrivare a quelle maledette rotaie prima di sera” disse il ragazzo, ignorando la Fenice che si lamentava, rimettendosi in marcia.

“Fammi scendere” sibilò la ragazza, guardandolo severa. “Subito”

“Se non la smetti ti faccio cadere” rispose il mago, facendo finta di lasciarla andare, costringendo Evelyn ad aggrapparsi ancora più forte, ancora più vicina.

“Stronzo” gemette la ragazza, calmandosi e lasciando che il ragazzo la portasse in braccio.

*Bella pensata*  sorrise Kendra, guardando l’amico tenere la Fenice stretta contro il suo corpo, spostando poi lo sguardo su una Stephanie alquanto imbronciata. “Che c’è Kneazle? Il gatto ti ha mangiato la lingua?” disse divertita Kendra, non potendo evitare una piccola frecciatina. 

“Sono solo stanca” rispose scontrosa la ragazza, continuando a guardare fissa di fronte a sé.

“Stephanie, tu sei brava in Erbologia” le interruppe Madeleine, sperando di evitare uno scontro tra le due. “Non conosci nessuna pianta che potrebbe aiutare Evy?”
“No” rispose secca la Kneazle, facendo voltare di scatto Evelyn. “Mi dispiace” aggiunse sorridendo falsamente a Evelyn.

“Non importa” rispose la Fenice, sorridendo a sua volta. “Ho paura che dovrai veramente portarmi in braccio fino alle rotai” aggiunse guardando angelicamente il mago, che sorrise divertito senza rispondere.

Continuarono a camminare in silenzio per diversi minuti, lasciando che un vento leggero li spronasse a continuare da dietro.

Più camminavano e più Evelyn, si accorgeva di provare una strana sensazione di tranquillità.

Involontariamente, appoggiò la testa sulla spalla di Edward, andando a nascondere il viso nell’incavo del collo, chiudendo gli occhi.
Rimase così per un po’, ad ascoltare il rumore leggero del vento tra gli alberi, e i passi dei suoi compagni che calpestavano il terreno.

Di tanto in tanto, sentiva Stephanie dietro di loro sbuffare, ma non ci faceva caso più di tanto.

Prima, quando aveva risposto in quel modo... beh, le aveva tolto ogni dubbio sulla presunta cotta che si era presa per Edward.

Certo, era un bel ragazzo, e almeno una volta bene o male tutte le ragazze della scuola avevano fatto un pensierino su di lui, ma prendersela in quel modo solo perché alla fine la sua caviglia aveva ceduto non le sembrava il caso, soprattutto per una Kneazle.

“Stanca?” sussurrò il mago, abbassando leggermente il capo.

“Un po’” rispose sempre sottovoce la ragazza, cercando di non farsi sentire dagli altri. “Tu?”
“No, no. Sto bene” disse Edward, tenendola stretta a sé, continuando a camminare.

A dire il vero era un po’ stanco ma... per la prima volta in 6 anni riusciva a tenerla tra le braccia e a parlare con lei senza doverla insultare.

Non voleva certo rischiare di perdere momenti preziosi riposandosi sotto un albero.

“Evelyn, ti devo dire una cosa...” prese coraggio il mago, ma fu interrotto da un urlo di Stephanie alle sue spalle.

“LE ROTAIE!!!” urlò la ragazza, indicando un punto di fronte a sé. “Merlino, ce l’abbiamo fatta!”

“Dio ti ringrazio” sospirò Madeleine, fermandosi per un attimo a guardare quello che le sembrava un miraggio.

“Finalmente” concordò Kendra, asciugando la fronte imperlata di sudore.

“Zitti” disse Evelyn, alzandosi di colpo con il busto, mettendo una mano sulla bocca di Edward che stava per dire qualcosa. “Lo sentite?”

“Io non sento niente” rispose Madeleine, tendendo l’orecchio.

“Il treno” sorrise Evelyn, guardando Edward ricambiare il sorriso per poi cominciare a correre verso le rotaie.

“SIAMO QUI!!!” cominciarono a urlare il coro, agitando sempre più le braccia quando videro il treno arrivare in lontananza.

“QUI!!!!!
Il treno emise un fischio acuto prima di cominciare a rallentare di fronte ai cinque ragazzi.

Erano sporchi, esausti e affamati ma sorridevano felici.

Ce l’avevano fatta.

 

FINE QUARTO CAPITOLO

 

 

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Capitolo 5
*** 5° capitolo ***


Buongiorno a tutti e buon inizio settimana

 

Buongiorno a tutti e buon inizio settimana!

Ecco a voi il quinto capitolo.

 

Come sempre ringrazio Vekra e Caspita che continuano imperterriti a commentarmi… farò di voi i miei angioletti custodi ^_^

Grazie mille per il sostegno

 

Buona lettura

 

 

5° CAPITOLO

 

Fontaine!!!” urlò la Professoressa, scendendo dal treno mentre questo era ancora in movimento, correndo verso i suoi alunni. “Smith, Carter state bene?” chiese la maga, abbracciando le ragazze una dopo l’altra, senza dare loro il tempo per rispondere. “Walters e Davis, che avete combinato ancora?” chiese la maga, sorridendo felice e abbracciando i due alunni.

“Evy” urlò una voce femminile proveniente dal treno.

Judi!” la chiamò la ragazza, mentre Edward la rimetteva a terra.

“Morgana, credevo che fossi morta” l’abbracciò l’amica, stringendola più forte che poteva.

“Signorina Stevens le avevo detto di rimanere sul treno” la rimproverò la Professoressa, quando le due si separarono.

“Mi scusi io... volevo vedere se stava bene” si scusò Judi, risalendo poi velocemente sul treno.

“Signor Walters aiuti la Signorina Davis a salire sul treno per cortesia” disse la Professoressa, facendo cenno alle tre ragazze di precederla verso il treno.

“Grazie” sussurrò Evelyn, mentre il ragazzo tornava a prenderla in braccio.

“Di cosa?” disse Edward, seguendo la Professoressa verso l’entrata dalla quale era scesa.

“Del passaggio e... nella grotta” disse la maga sottovoce all’orecchio del mago.

“E’ stato un piacere” rispose sincero Edward, salendo i gradini del treno e seguendo l’insegnante in un vagone vuoto.

“Vi farò portare da magiare, poi potrete tornare dai vostri compagni” disse l’insegnante, rimanendo sulla porta a guardare i cinque alunni. “Per la sua caviglia dovrà aspettare il nostro arrivo a Hogwarts” disse a Evelyn, uscendo poi dallo scomparto.

 

“Beh, è stato un piacere ma direi che è ora di tornare” disse d’un tratto Kendra, alzandosi dal sedile, mentre Edward faceva lo stesso. “Fontaine, Davis... Smith” salutò Kendra, quasi sputando il nome della Kneazle, voltandosi a raggiungere la porta dello scompartimento. “Ci si vede”
“Ciao” risposero Madeleine e Evelyn, mente Stephanie rispondeva quasi con un grugnito.

“Signore” salutò brevemente Edward, seguendo la Chimera fuori dallo scomparto.

“Beh, andrò anch’io a raggiungere gli altri” disse pochi secondi dopo Stephanie, alzandosi dal sedile, salutando con un cenno di mano Madeleine, ignorando completamente Evelyn.

Per un attimo le due ragazze rimasero in silenzio ognuna a guardare un punto fisso di fronte a sé.

“Tutto ok, Madeleine?” chiese all’improvviso Evelyn, voltando il viso ad osservare la Sfinge.

“Non mi sarei mai aspettata un atteggiamento simile da lei” rispose a bassa voce la maga, ricambiando lo sguardo della Fenice. “Credevo che... non lo so, l’ho sempre ritenuta una ragazza... non so...”

“Non ti devi preoccupare” rispose Evelyn, posandole una mano sul avambraccio. “Probabilmente si è presa una cotta per Walters e non le è piaciuto che mi abbia aiutato”
“Non è una motivazione giusta” la interruppe decisa Madeleine. “Tu avevi bisogno di aiuto e lei...”
Madeleine” la fermò Evelyn, sorridendole dolcemente. “Non pensarci. Ora sai come è veramente, comportati di conseguenza. Se è una persona che non vuoi frequentare non farlo, se vuoi ‘perdonarla’ fallo. Ma non prendertela così, non ne vale la pena. Non perché mi ha risposto o ha smesso di salutarmi. A me non fa né caldo né freddo”
“Hai ragione. Mi sono lasciata prendere” sorrise Madeleine facendo un bel respiro. “Sai, mi piacerebbe frequentarti di più”
“Anche a me” sorrise Evelyn, salutandola con la mano.

Una volta chiuso la porta dello scompartimento si ritrovò da sola con i suoi pensieri.

Aveva vissuto un esperienza abbastanza emozionante sia nel bene che nel male.

Aveva provato una paura tremenda prima nel bosco, con quei due Giganti, e poi nella grotta con i Kappa e quel mostro acquatico.

Aveva fatto la sua prima esperienza di campeggio e con ogni probabilità non l’avrebbe mai più rifatta.

Aveva conosciuto un lato di Madeleine e di Kendra che non conosceva e che aveva apprezzato, un lato di Stephanie che l’aveva delusa e poi... e poi aveva visto qualcosa di diverso anche in Edward.

Qualcosa che di certo non l’avrebbe aiutata a pensare di meno al ragazzo.

Ma ora era tutto finito e poteva tornare alla sua solita routine.

Una routine in cui Kendra sarebbe stata sempre la spalla destra di Edward.

In cui non avrebbe sentito i gridolini entusiasti di Madeleine nel vedere cose nuove e in cui Stephanie l’avrebbe ignorata per il resto dei suoi giorni. O forse no?
Per quanto riguardava Stephanie poteva benissimo ignorarla. Non le sarebbe di certo mancata.

Ma avrebbe comunque potuto cercare di conoscere meglio la Sfinge e per quanto riguardava Walters... forse era un argomento da affrontare una volta arrivata ad Hogwarts, dopo essersi lavata, cambiata e dopo aver fasciato la caviglia.

Ora come ora sarebbe stato un argomento troppo impegnativo.

In silenzio, appoggiandosi alle pareti del treno si incamminò verso il fondo dello stesso, alla ricerca delsuo’ scompartimento.

 

“Ho avuto tanta paura” la salutò Judi abbracciandola con forza quando la ragazza entrò nello scompartimento. “Credevo che ti avessero divorata o altro”
“Beh, ci è mancato poco” rispose Evelyn, ricambiando la stretta, andando poi a sedersi sul sedile, allungando la gamba su quello di fronte a sé.

La caviglia le faceva male se possibile più di prima ma lo stomaco pieno aveva di gran lunga ritemprato il suo spirito.

 “Ma cosa è successo dopo che sono comparsi i Giganti?” chiese la maga, guardando curiosa l’amica.

Brevemente Evelyn sviscerò l’argomento incuriosendo ancora di più la Fenice.

“Vuoi dire che Walters ti ha salvata rischiando la sua vita...”
“Ha salvato anche Stephanie” precisò la maga, sperando di placare l’entusiasmo dell’amica.

“Chi se ne frega della Smith!” rispose Judi, gesticolando animatamente. “Lui ti ha salvata dal mostro e poi ti ha portato in braccio fino al treno” continuò a dire Judi con un tono di voce sempre più alto.

Judi, sei rossa” disse Evelyn, guardando con un sopracciglio sollevato la ragazza di fronte a sé.
“Rossa? Io sono elettrizzata!” sbottò sorridendo la maga, cercando di rimanere ferma sul sedile. “Quel ragazzo si è preso una cotta per te”
“No”
“Ti ha salvata da tre Kappa e una Creatura Acquatica”
Si ma...”
“E poi ti ha portata in braccio invece di usare il Levicorpus
“Lo avrei ucciso se avesse osato incantarmi” rispose Evelyn, alzando la voce, cercando di mettere fine a quella stupida discussione.

“Evy, tu non capisci! Lui si è innamorato”
“No, Judi, sei tu che non capisci” rispose Evelyn, guardando severamente l’amica. “Lui ha salvato me e Smith, e mi ha portata in braccio perché la mia caviglia è fuori uso”

“Ma...”
“No!” la interruppe la maga, decisa più che mai a non pensare al mago. “Non ne voglio parlare Judi. Né di questi due giorni, né di quello che è successo in quel maledetto bagno, né di quello che è successo quest’estate. Punto”

“Va bene... scusa... rispose Judi dispiaciuta, abbassando lo sguardo.

Forse aveva esagerato.

“Non volevo farti arrabbiare e se non ne vuoi parlare non ne parleremo... aggiunse la maga, sorridendo dispiaciuta all’amica prima di prendere una confezione di cioccorane.

Rimasero per un attimo in silenzio fino a quando Judi non prese il coraggio di dire qualcosa.

“Guarda? Ho trovato Silente!” disse Judi, dando la figurina a Evelyn, sperando di fare la pace. “E’ il Preside di Hogwarts”

Evelyn sorrise alla maga, prendendo la figurina che la ragazza le porgeva.

La osservò distrattamente, leggendo qualche riga qua e là.

Preside di Hogwarts... Grindelwald...sangue di drago... Supremo Pezzo Grosso... musica da camera e il bowling... possiede una “Fenice di nome Fanny?” sbottò la ragazza, mentre le tornavano alla mente le parole di Kendra.

“Cosa?” chiese Judi, distratta, scrutando il fondo del pacchetto di Gelatine.

“Niente... niente...” mormorò la maga, abbassando la figurina ed osservando il paesaggio scorrere fuori dalla finestra. *Fanny sono io*  pensò Evelyn, stringendo la figurina tra le mani, cercando di dare un senso alle parole di Kendra, ma soprattutto alla risposta di Edward.
Lui non voleva che lei fosse preoccupata perché non gli interessava cosa lei pensasse o perché non le andava che Kendra usasse quel nome per parlare di lei?

Ma Walters e Carter non stavano insieme?
*Basta*  sbottò dentro di sé, scuotendo la testa per evitare di pensare al ragazzo.

Non doveva pensare a lui. Non ora che era così stanca e si sentiva così vulnerabile.

“Tutto ok?” chiese Judi, guardando preoccupata l‘amica.

“Sì, sono solo stanca e ho bisogno di un bagno” rispose la maga, appoggiando la fronte contro il finestrino e chiudendo gli occhi.

“Fai un pisolino, Evy” disse Judi, poco prima che una ragazza del settimo anno irrompesse nel loro scompartimento. “Angelica, che c’è’?” chiese la Grifondoro curiosa.

“Novità” esclamò la maga, sedendosi con foga accanto a Evelyn, facendola sobbalzare. “Come stai Evy?”
“Potrei stare meglio” rispose Evelyn, sperando di arrivare al più presto ad Hogwarts e trovare un po’ di pace.

“Che novità, Angy?” chiese Judi, cercando di attirare l’attenzione della maga.
“Edward Walters” disse Angelica, strappando uno sospiro infastidito a Evelyn.

Non ce l’avrebbe mai fatta a non pensare a lui se tutte non facevano altro che parlare del Chimera.

“Cosa...”
“Dai, Angy, sai che la nostra Evelyn non sopporta Walters” la interruppe Judi, curiosa di sapere la novità riguardante il Chimera. “Continua”
Bhe, sai che è tornato single dopo neanche una settimana che stava con quella ragazza delle Sfinge?”
“Sì, ma avevo anche sentito dire che non stavano insieme. Insomma lei aveva pompato il tutto per non fare la figura di quella che era stata usata da Walters”
“Niente di più facile” concordò Angelica, entusiasta del pettegolezzo che portava. “Ma non è questa la novità”
“E cosa? Mi stai mettendo l’ansia Angy!” la rimproverò Judi, muovendosi impaziente sul sedile.

“A quanto pare il nostro Chimera si è preso una cotta per una ragazza di nome Fanny”

A quelle parole Evelyn tirò involontariamente una testa al vetro dello scompartimento attirando l’attenzione delle due maghe.

“Ti sei fatta male?” chiese Judi, guardando la maga che si massaggiava la testa imprecando ad alta voce.

“Sì, mi sono fatta male” sbottò Evelyn, stanca di quelle continue chiacchiere su Walters e su chi si portava a letto. “Continuate pure” sibilò infastidita Evelyn, rimettendosi a sonnecchiare contro il vetro.

Ma avevano detto Fanny? No, era solo lei che stava sognando. Doveva smettere di pensare a lui.

“E chi è questa Fanny?” chiese Judi, togliendo ogni dubbio sulnome’ della ragazza di cui stavano discutendo.
Stavano parlando di lei.

Ormai il sonno se ne era andato e visto che Angelica era praticamente il bollettario più affidabile per quanto riguardava i pettegolezzi tanto valeva ascoltare.

“Beh, io credo sia una specie di soprannome perché nessuno a scuola si chiama Fanny. Ho già controllato” rispose Angelica, dimostrandosi come sempre affidabile sulle notizie.

Evelyn, non amava particolarmente il pettegolezzo, ma se era fatto come faceva Angelica quanto meno si era certi che le notizie avevano un fondamento e non era uno sparlare giusto per farlo o per dare fiato ai polmoni.

“E non si sa niente di questa Fanny?” chiese curiosa Judi.

“Purtroppo no. Tutto quello che so lo so perché Kendra Carter stava discutendo pochi minuti fa su quanto fosse stupido il suo migliore amico perché si era lasciato scappare un occasione d’oro con Fanny”
“Stavano litigando?”
“Non proprio però quasi” rispose Angelica, con fare pratico. “Lui le ha risposto che non ha bisogno di un agenzia matrimoniale e se ne è andato. Io credo che l’occasione con Fanny se la sia lasciata scappare in questi due giorni perché Carter ha detto ‘Due giorni con un sacco di occasioni e te le sei lasciate scappare tutte’
“Quindi potrebbe essere...”
“O Madeleine, o Stephanie o... beh c’era anche Evelyn nel bosco” aggiunse sottovoce Angelica, voltando lo sguardo verso la maga che, richiamando a sé tutto il suo auto-controllo stava ancora facendo finta di dormire.

“Ma Angy...”
“Pensaci Judi” la interruppe la maga continuando a guardare Evelyn. “Carter non è perché lo stava accusando di non aver fatto niente con Fanny, e siccome non è autistica e non parla di sé in terza persona, non può essere lei. Rimangono loro tre e...”
“Angelica, te lo chiedo come favore personale” la fermò Judi. “Non andare in giro ad esternare questa tua teoria”
“Ma...”
“Se vuoi fallo su Madeleine e Stephanie ma lascia fuori Evelyn ti prego” la supplicò Judi prendendole la mano.

“Va bene” capitolò Angelica sorridendo all’amica. “Ma tu pensaci bene, non è da escludere la nostra rossa, infondo nel bene o nel male Walters la cerca sempre” sorrise maliziosa Angelica uscendo poi dallo scompartimento.

“Grazie” sussurrò qualche istante dopo Evelyn, aprendo gli occhi, sorridendo alla maga.

“Eri sveglia?” chiese stupita Judi.

“Ho un talento nato, vero?”

“Già” sorrise Judi, alzando le braccia sopra la testa stiracchiandosi. “Che ne pensi?”
“Che Stephanie sarebbe felice di essere la Fanny di Walters e Madeleine... credo che a lei non interessi”

“E a te? A te interessa?”
“Sai, credo che ora cercherò di dormire per davvero” rispose Evelyn, chiudendo gli occhi senza rispondere alla maga.

 

FINE QUINTO CAPITOLO

 

 

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Capitolo 6
*** 6° capitolo ***


Buongiorno e buon inizio settimana a tutti

Buongiorno e buon inizio settimana a tutti!
Come sempre grazie a chi legge, e soprattutto a Vekra e Caspita!

Per Vekra: Evelyn e Edward insieme? E chi ti dice che siano destinati a stare insieme :P

Ci vorrà un po’… e ne capiteranno delle belle prima… bacio

 

Per Caspita: Sei incontentabile! Il quarto era troppo riflessivo, in questo i pettegolezzi non vanno bene… forse dovrei uccidere qualcuno… tu hai qualche proposta?
Scherzo. Comunque non ti preoccupare, ben presto le cose cambieranno ^_^

 

6° CAPITOLO

 

Quando finalmente arrivarono ad Hogwarts erano tutti completamente esausti.

Uno dopo l’altro i ragazzi scesero dall’Espresso per Hogwarts dirigendosi verso un uomo alto almeno due metri con barba e capelli scuri ed ispidi.

“Merlino” gemette Evelyn, guardando ammirata l’enorme castello che si stagliava contro il cielo nero, rimanendo poi bloccata di fronte all’uomo.

“Quello è un...”
Mezzogigante” rispose una voce maschile alle sue spalle.

“Walters” disse Evelyn, trovandoselo a pochi centimetri da sé.
“La caviglia?”
“Ce la faccio” rispose a disagio Evelyn, allontanandosi zoppicando dal mago, seguendo Judi.

“Cosa voleva?” chiese Judi, continuando a seguire il mezzogigante.

“Niente” mentì Evelyn, continuando a camminare, fermandosi a pochi metri dal lago.

“Allora, non più di quattro persone per barca e state attenti a non finire in acqua” disse Hagrid, facendo cenno ai ragazzi di salire sulle barche.

Una volta montati sulle barche partirono verso il castello, passando sotto una cortina di rampicanti, raggiungendo poi la spiaggia e da lì il castello.

Dopo aver fatto il loro ingresso nella Sala Grande ed aver salutato i loro nuovi compagni gli alunni si diverso in quattro gruppi e raggiunsero i quattro tavoli.

Kneazle con Tassorosso.

Sfingi con Corvonero.

Fenici con Grifondoro.

Chimere con Serpeverde.

Un volta seduti ai loro rispettivi tavoli comparvero le varie pietanze e un brusio si spanse per la Sala Grande.

I maghi cominciarono subito a fare amicizia, a scambiarsi curiosità sulle loro scuole e i loro Paesi.

“Piacere, Edward Walters” si presentò il mago, sedendosi accanto ad un ragazzo della sua stessa età, con capelli biondi chiari e occhi azzurri.

“Draco Malfoy” rispose Draco, stringendo la mano al ragazzo e a Kendra che si stava sedendo accanto ad Edward.

“Ciao, io sono Pansy Parkinson e lei è Millicent Bulstrode” si presentò Pansy, ammiccando al ragazzo.

“Come mai siete coperti di polvere?” chiese Millicente osservando critica i capelli di Kendra di fronte a sé.

“Milly” la riprese divertita Pansy. “Ho sentito dire che il ritardo è stato causato da due Giganti, è vero?”
“Sì, è il motivo per cui siamo conciati così” rispose Edward, versandosi da bere.

“Davvero? Siete voi i ragazzi che hanno attraversato le Montagne Rocciose a piedi?”
“Vedo che le notizie volano veloci” disse Kendra, addentando una patata al forno.

“Molto veloci” rispose Draco, sorseggiando il suo succo di zucca. “E chi altro era con voi?”
“Quella oca bionda con i boccoli al tavolo in fondo” disse Kendra, indicando Stephanie Smith che stava raccontando per l’ennesima volta quello che era successo sulle Montagne Rocciose. “La ragazza mora al secondo tavolo, e la rossa”

“Quella rossa?” chiese Draco, studiando attentamente Evelyn al tavolo dei Grifondoro.

Prima di far entrare i ragazzi nella Sala Grande Madama Chips aveva insistito per curare la caviglia della ragazza fasciandola con delle garze bianche  e dandole un liquido azzurrino per sistemarla.

“Come si chiama?” chiese Draco, senza staccarle gli occhi di dosso.

“Evelyn Davis” rispose Kendra, osservando le mani di Edward che si erano chiuse a pungo sulle posate.

“Carina... molto carina...” sogghignò Draco, pregustando la caccia. “Non è impegnata  vero?”

“Non ne ho idea” rispose Edward, trattenendosi dal tirare un pugno al suo nuovo avversario.

“Bene” commentò Draco, cominciando a cenare come se nulla fosse successo.

*Ora si che ne vedremo delle belle* pensò Kendra sorridendo divertita.

 

Alla fine della cena i prefetti di Hogwarts mostrando ai loro ospiti la vie per i loro nuovi dormitori.

Edward e Kendra, in quanto Prefetti di Chimera, rimasero in fondo a chiudere la fila, assicurandosi che nessuno se la svignasse.

“A cosa pensi?” chiese Kendra, camminando qualche metro dietro i loro compagni per non farsi sentire.

“Niente” rispose scontroso il mago osservando il Serpeverde precederlo.
Non gli aveva fatto nulla, ma aveva puntato la ragazza sbagliata.

“Edward, io credevo che per te fosse solo una cotta ma forse non è così”
“Non ne voglio parlare” rispose Edward, aumentando il passo, sperando di chiudere lì il discorso.

Non voleva parlare ancora di come si era lasciato scappare l’opportunità di... non lo sapeva nemmeno lui cosa avrebbe dovuto fare.

Solo a Kendra sembrava tutto così chiaro, cosi evidente.

Non doveva pensarci.

“Non fare così Edward, vedrai che quello domani nemmeno si ricorda della Davis” cercò di rincuorarlo Kendra, dispiaciuta per l’amico.

Forse aveva esagerato con lui.

Infondo cosa poteva pretende da un uomo alle prese con la sua prima cotta?
Edward ci sapeva fare con le ragazze, soprattutto se si trattava di conquistarle e portarle a letto, ma qua la situazione era molto più delicata.

Questa volta si trattava di cancellare anni e anni di battutacce, di insulti e fatture scagliate l’uno contro l’altro.

E poi fondamentalmente Edward di sentimenti ne capiva gran poco.

Lui se la cavava alla grande con gli ormoni, ma niente di più.

“Edward?”
“Non importa” rispose il mago guardando la Chimera accanto a sé. “Non m’interessa” mentì il mago allontanandosi dalla ragazza oltrepassando il quadro a guardia del dormitorio di Serpeverde, entrando nella Sala Comune, andando poi a rintanarsi nella sua camera.

“Merlino, che stanchezza” sospirò Edward chiudendo la porta alle sue spalle, appoggiandovisi con la schiena.

Adorava essere un Prefetto.

Quella camera tutta per sé, il suo bagno privato... un po’ di privacy.

Togliendosi le scarpe, gettandole dove capitava, andò in bagno per rinfrescarsi e rilassarsi.

Tenendo gli occhi chiusi si spogliò completamente lasciando che i vestiti cadessero a terra.

Si osservò un attimo allo specchio senza però formulare nessun pensiero, né negativo né positivo, dopodiché si infilò sotto il getto di acqua calda.

Fu probabilmente la doccia più lunga della sua vita.

Sotto il getto caldo rimase immobile ad osservare l’acqua leggermente marroncina finire giù per lo scarico.

*Nemmeno mi fossi rotolato nel fango* sorrise il mago prendendo il bagnoschiuma e cominciando a lavarsi.

Sentiva i muscoli di tutto il corpo indolenziti e tesi.

Era un vero peccato che il giorno dopo ci fossero le lezioni.

Gli sarebbe piaciuto poter rimanere a letto e dormire tutto il giorno.

Dopo aver tolto ogni traccia di terriccio dal suo corpo uscì dalla doccia avvolgendosi un asciugamano bianco attorno alla vita e gettandosene un secondo sui capelli bagnati, andando poi a sdraiarsi sul letto finendo poi addormentarsi non appena toccato il letto.

 

Quando la mattina dopo scese nella Sala Comune aveva tutto un altro aspetto.

I suoi capelli biondi erano tornati finalmente come prima e le ricadevano ordinatamente sulle spalle.

‘Come Morgana comanda’ avrebbe detto sua nonna.

Aspettò ancora qualche minuto gironzolando in Sala Comune fino a quando Edward non scese a raggiungerla.

Dopo il pranzo e la doccia del giorno prima sembrava essere tornato allegro come il solito.

“Ma buongiorno” lo salutò Kendra.

“’Giorno” rispose Edward seguendo la maga fuori dal dormitorio Serpeverde dirigendosi verso la Sala Grande per la colazione.

“Allora, dormito bene?”
“Non mi posso lamentare” rispose Edward, guardando la mappa che aveva preso dalla bacheca del dormitorio. “Questa scuola è enorme” commentò il ragazzo osservando qua è là la mappa mentre raggiungevano la Sala Grande.

“Che lezioni abbiamo? Hai preso gli orari della settimana?” chiese Kendra, prendendo poi il foglio che il ragazzo le porgeva. “Siamo quasi sempre con le Fenici” commentò Kendra, scorrendo rapidamente la lista delle lezioni.

“Buongiorno” li salutò una voce maschile alle loro spalle.

“Ciao Draco” lo salutò Kendra fermandosi ad aspettarlo. “Dormito bene?”
“Benissimo” rispose Draco seguendo i due ragazzi verso la Sala Grande. “Voi?”
“Bene grazie” rispose Kendra.

“Stavate guardando gli orari?”
“Già. Ma siete sempre così fortunati?”
“In che senso?”
“Avete quasi tutte le lezioni con i Grifondoro, il che vuol dire che noi dovremmo passare quasi tutte le lezioni con le Fenici
“Sì, è una maledizione. Credo che i professori ci godano nel mettere insieme le nostre Case” rispose Draco, facendo sorridere la ragazza. “Anche se quest’anno credo che sarà tutto più... piacevole” aggiunse il mago sorridendo malizioso verso un punto di fronte a sé.

Immediatamente Kendra segui lo sguardo del giovane trovandosi ad osservare Evelyn Davis che entrava in Sala Grande con Judi Stevens.
D’istinto Kendra spostò lo sguardo sull’amico accanto a sé, trovandone i muscoli del viso contratti in uno sguardo duro.

“Già, quest’anno saranno molto più interessanti le lezioni con i Grifondoro” aggiunse Draco entrando nella Sala Grande, senza accorgersi dello sguardo con cui Edward lo stava guardando.

“Edward...”
“No” la interruppe il mago con un gesto brusco della mano, superandola nel corridoio, seguendo il mago all’interno della Sala Grande.

Decisamente se ne sarebbero viste delle belle.

 

FINE SESTO CAPITOLO

 

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Capitolo 7
*** 7° capitolo ***


Questo capitolo mi ha causato molte sofferenze

Questo capitolo mi ha causato molte sofferenze.

Non perché non riuscissi a scriverlo o perché non mi convincesse, ma perché il giorno che lo stavo correggendo non so come ho cancellato la metà finale del capitolo senza più trovarne alcuna traccia nel computer. Come se un piccolo ed infido buco nero lo avesse risucchiato.

Comunque spero che la seconda versione vi piaccia.

Ringrazio come sempre Vekra e mi auguro che Caspita non sia finito nello stesso buco nero insieme al mio capitolo :P

 

Buona lettura a tutti ^_^

 

 

7° CAPITOLO

 

Come primo giorno di scuola era stato abbastanza leggero.

Ogni lezione era iniziata con la spiegazione del perché si era deciso per questo gemellaggio, lo scopo e cosa avrebbero potuto, e dovuto, imparare i ragazzi con questa esperienza.

Alla fine non avevano nemmeno ricevuto nessun compito, fatta eccezione per Pozioni.

Già, perché quel simpaticone unticcio del Professore non aveva parlato del gemellaggio ma ci aveva dato subito dentro con una bella pozione complicata.

Alla fine, per non doversi anche sorbire le ragazze della sua Casa impegnate in una fitta conversazione su chi fosse Fanny aveva deciso di andare a visitare la biblioteca della scuola.

Hermione Granger, il Prefetto di Grifondoro, le aveva parlato così bene di quella biblioteca durante tutta la giornata che non aveva potuto evitare di andarci.

Adorava le biblioteche, e più grandi e polverose erano e meglio era.

Tutti quei libri e scaffali... le davano una sensazione di tranquillità e adrenalina mai provate.

C’era così tanto da scoprire e da imparare.

Tante pozioni e tanti incantesimi.

Dopo aver spiegato più di una volta chi lei fosse a Madama Pince la donna aveva acconsentito a lasciarla entrare nella biblioteca.

Dopo aver trovato una angolo appartato aveva osservato qua e là i titoli dei libri riposti negli scaffali fino a quando non ne aveva trovati un paio di suo gusto.

 

“Ciao” la salutò una voce maschile alle sue spalle, facendola voltare incuriosita.

Un ragazzo con capelli chiarissimi e occhi azzurri la stava osservando appoggiato a uno degli scaffali della biblioteca.

Le braccia incrociate al petto e un ghigno malizioso sul viso.

“Ti posso aiutare?” chiese Evelyn, rimanendo con il braccio destro appoggiato allo schienale della sedia, studiando il ragazzo di fronte a lei.

“Veramente forse sono io che posso aiutare te” rispose Draco, staccandosi dallo scaffale, avvicinandosi alla maga.

“Sarebbe?”
“Beh, sei nuova di qua, non conosci la scuola, non conosci gli studenti... magari poteri farti fare un giro della scuola, giusto per cominciare” sorrise Draco, fermandosi proprio di fronte alla ragazza, osservandone i capelli rosso mogano raccolti in una coda e gli occhi scuri.

A differenza della maggior parte delle persone con i capelli rossi non aveva lentiggini e la pelle non era per niente pallida ma leggermente ambrata.

Niente a che vedere con gli Weasley.

“Tu vuoi farmi fare il giro turistico della scuola?” chiese Evelyn, passando il suo sguardo dai libri al viso del ragazzo.

Forse avrebbe potuto rimandare il suo ripasso di inizio anno ad un altro momento.

“Potrei farti vedere cose che sulla mappa non trovi e altro” aggiunse il mago in tono suadente.

“Va bene, ma... non farti strane idee” rispose la maga sistemando i libri con un colpo di bacchetta e precendendo il mago fuori dalla biblioteca.

*Ci proverò* pensò Draco passando il suo sguardo lascivo sulle natiche della maga seguendola fuori dalla biblioteca.

 

“Edward ti prego cambia espressione! E’ da questa mattina che ti trascini in giro per la scuola con quell’aria da cane bastonato, e mentre tu stai qua a piangerti addosso Fanny...”
“Non chiamarla così, lo odio!” ringhiò il mago tenendo lo sguardo fisso sul soffitto.
“...viene corteggiata dal ragazzo più bello di Hogwarts, e guarda che lo so perché Pansy e Millicent me lo avranno ripetuto almeno un milione di volte” continuò gesticolando in modo isterico. “E tu stai qui a fare cosa? Ad aspettare l’intervento divino?”

“Da quando ti preoccupi per la Davis?”

“Preoccuparmi? Quella Fenice è fortunata come poche donne al mondo! Ha due ragazzi belli da far schifo che gli vanno dietro e nemmeno se ne rende conto”
“Invidiosa?”
“Certo! E poi, a detta di Pansy Draco è una specie di dio del sesso” sorrise maliziosa Kendra sedendosi sul tavolino in mogano di fronte al divanetto sul quale era sdraiato Edward.

Davis è una dura, non ha bisgono della guardia del corpo” rispose Edward, portandosi il braccio destro di fronte agli occhi. “Non sarà certo un inglesino da quattro soldi a conquistare la nostra amazzone... giusto?” chiese dopo pochi secondi in cerca di rassicurazione.

“Non lo so... Millicent mi ha assicurato che mai nessuna ha resistito per più di qualche giorno” rispose Kendra, sorridendo perfidamente prima di lasciare Edward da solo con i suoi pensieri.

Kendra non riusciva proprio a capire.

Per quanto Evelyn gli piacesse, e gli piaceva tanto, non se la sentiva di farsi avanti con lei per un semplice motivo. Non sapeva ancora che cosa voleva dalla Fenice e nonostante quello che tutti ormai pensavano di lui... la rispettava troppo per farla diventare il suo giocattolo.

Non voleva per nulla al mondo renderla ridicola di fronte all’intera scuola come aveva fatto con le altre ragazze con cui era stato, perciò... perciò l’unica cosa che doveva fare era rimanere lì. Sdraiato sul quel divano in pelle a contemplare il soffitto mentre, lungo i corridoi della scuola, quel bastardo di un Serpeverde cercava di portarsi a letto la sua Evelyn.

“No” sbottò Edward alzandosi da scatto, prendendosi la testa tra le mani. “Ma che diavolo mi sta succedendo? Io sto... sto impazzendo. Devo risolvere questo problema e alla svelta se non voglio impazzire” gemette il mago alzandosi dal divano ed uscendo dalla Sala Comune.

Doveva camminare e schiarirsi le idee o non sarebbe resistito.

 

“Allora Draco, dimmi, che c’è su questo piano che non è segnato sulla mappa della scuola?” chiese Evelyn, guardando scettica il mago che sembrava guidarla alla cieca per i corridoi di Hogwarts.
“Su questo piano si da il caso che si trovi una camera che compare solo se viene chiamata, e che reca in sé tutto ciò che serve a chi la cerca” rispose Draco, avvicinandosi di un passo alla maga. “Si chiama la Stanza delle Necessità... la vuoi vedere?” chiese il mago abbassando la voce in un sussurro accattivante.

“Io sì” rispose una voce maschile alle sue spalle facendo separare velocemente i due ragazzi.

“Walters” salutò Evelyn, sorridendo dentro di sé nel vedere il mago.

“Edward, come mai da queste parti?” chiese irritato Draco, incrociando le braccia al petto.

“Facevo due passi” rispose prontamente il mago, raggiungendo i due ragazzi, fermandosi ad un passo da Draco.

In effetti aveva detto la verità.

Era uscito dalla Sala Comune solo per fare due passi. Non aveva certo intenzione di andare a cercare la Fenice, ma quando aveva sentito la sua voce e subito dopo quella di Draco... beh, non era riuscito a trattenersi.

“Allora questa Stanza delle Necessità? Esiste o era solo un trucco per intrattenere la nostra Fenice?”
“Nessun trucco” rispose in un soffiò Draco, sostenendo lo sguardo furioso di Edward. “Non ne ho bisogno”
“Vediamola allora” sibilò minaccioso il mago, facendo un passo verso il Serpeverde.

“Già, come funziona?”chiese Evelyn avvertendo la tensione tra i due.

“Bisogna semplicemente passare tre volte di fronte a questo muro e la Stanza apparirà con ciò che desideriamo” rispose Draco, tornando a guardare la maga.
“Ma
siamo in tre... chi ascolterà?”
“Lo scopriremo subito” rispose Draco in un soffio, posandole una mano alla vita sospingendole verso destra, facendo ribollire il sangue di Edward.

“Mi sento un po’ stupida” mormorò la ragazza mentre seguiva i due ragazzi verso sinistra.

“Donna di poca fede” la prese in girò Edward quando i lineamenti di una porta comparvero sul muro in pietra.

“Wow” sorrise la maga curiosa di vedere cosa contenesse la stanza.

“Pronta?” chiese Draco aprendo con lentezza estenuante la porta.

Tuttavia, per quanto curiosa fosse, quando Evelyn vide l’interno della camera non poté evitare di sgranare gli occhi.

La stanza non aveva altro mobilio se non un letto a baldacchino stile Mille e una notte con coperte rosse e petali di rosa a cospargerne le lenzuola. Ovunque il pavimento era disseminato di candele e oli profumati da massaggio.

Chi di loro due aveva bisogno di un harem?

Beh, lei no di certo, perché per quanto belli e sensuali potessero essere i due ragazzi non aveva la minima intenzione di andare a letto con nessuno dei due.

“Signori io vi lascio alla vostra intimità” sorrise Evelyn, indietreggiando di qualche passo prima di scappare dai due maghi.

Solo per pochi secondi i due maghi rimasero ad osservare l’interno della stanza per poi fissare i loro sguardi ognuno negli occhi dell’altro.

Non avevano bisogno di parole perchè entrambi avevano in mente lo stesso pensiero,

era guerra.

 

FINE SETTIMO CAPITOLO

 

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Capitolo 8
*** 8° capitolo ***


Buongiorno a tutti

Buongiorno a tutti!

Ecco l’ottavo capitolo.

Come sempre grazie a Vekra e Caspita per i commenti e anche a chi ha inserito la storia tra i preferiti, a anche chi la legge e basta.

Ammetto che mi piacerebbe ricevere più commenti ma anche vedere il numero di chi legge mi fa piacere ^_^ Non si può avere tutto nella vita, giusto?

Auguro a tutti una buona lettura e buona settimana

 

8° CAPITOLO

 

Ormai era passata una settimana dal loro arriva ad Hogwarts e già si erano formati i primi gruppetti.

Le lezioni erano entrate nel vivo e gli studenti erano pieni di compiti.

Tuttavia qualcuno aveva pensato bene di organizzare lungo il corso dell’anno degli eventi per poter permettere agli studenti di socializzare tra di loro al di fuori dall’orario scolastico.

“Ehi, Evy, hai visto qua?” chiese Judi, fermandosi di colpo di fronte alla bacheca della Sala Comune.

“No, cosa?” chiese Evelyn, fremendosi un passo dietro a lei, cercando di chiudere la sua sacca. *Decisamente questa giornata è iniziata male* pensò la maga quando la fibbia della borsa le rimase in mano.

“Organizzano un falò in riva al Lago Nero questo sabato. Tu ci vai?” chiese Judi passando il foglietto all’amica.

“Sembra carino” rispose Evelyn, leggendo rapidamente il foglietto. “Almeno non è un ballo a cui bisogna andarci e a coppie”
“Beh, ma tu ci puoi andare accompagnata, ormai hai l’imbarazzo della scelta” la prese in giro Judi.
“Eh? Ma cosa stai dicendo?”
“Beh, c’è il super-figone-biondo-ce-l’ho-solo-io che sicuramente ti accompagnerebbe più che volentieri al falò e poi... e poi c’è Walters”
“E ora che centra lui?” chiese esasperata Evelyn, alzando gli occhi al cielo.
“Dai, Evy non dirmi che non te ne sei accorta! Quel ragazzo non fa altro che guardati. Ogni volta che Malfoy ti si avvicina diventa rosso dalla rabbia”
Judi tu la devi smettere di frequentare Angelica, ti mette delle strane idee in testa. Ora, per favore, andiamo o faremo tardi” chiuse rapidamente il discorso Evelyn, uscendo velocemente dalla Sala Comune.

Quella mattina si era svegliata con una strana sensazione.

Aveva come l’impressione che avrebbe fatto meglio a voltarsi dall’altra parte e continuare a dormire anziché uscire dal letto ed andare a lezione.

“Tutto ok?” chiese Judi, cercando di smorzare i toni tra di loro.

Non voleva litigare di nuovo con Evelyn anche se ormai era sicura al 99% che Fanny fosse lei. Ormai lei e Angelica studiavano ogni più piccolo movimento di Walters ed erano sicure che Fanny non poteva essere altro che lei.

“Sì, ho solo una brutta sensazione” rispose Evelyn, cercando di calmare il battito del suo cuore respirando profondamente.

Dopo una colazione veloce si diressero verso il sesto piano pronte per Difesa Contro Le Arti Oscure.

La Professoressa Mason era una delle poche insegnanti che li aveva accompagnati durante il loro viaggio e che si era fermata con loro ad Hogwarts per il gemellaggio.

A differenza delle altre insegnati donne che preferivano l’insegnamento di materie come Erbologia a Trasfigurazione la professoressa Mason amava profondamente Difesa Contro le Arti Oscure e prediligeva un approccio pratico alla materia.

“Ci siamo tutti? Molto bene” disse la donna chiudendo la porta con un colpo di bacchetta. “Oggi parleremo della Legilimanzia” annunciò la maga portandosi di fronte alla cattedra. “Allora, chi mi sa dire cos’è la Legilimanzia? Sì, signorina Granger”

La Legilimanzia è la capacità di estrarre emozioni e ricordi dalla mente di una persona” recitò a memoria Hermione, aggiudicandosi dieci punti per Grifondoro.

“Molto bene Signorina Granger. Come ogni Arte Oscure anche la Legilimanzia ha il suo alter ego, se così possiamo chiamarlo, e si chiama Occlumanzia” spiegò la donna, estraendo la bacchetta dal fodero. “L’Occlumanzia è una branca della magia che chiude la mente alle intrusioni e interferenze. Come dico sempre niente è migliore di un approccio pratico per cui... Davis, mi fai da valletta?” chiese la donna scostandosi dalla cattedra.

Si Signora” rispose Evelyn, alzandosi dalla sedia, estraendo a sua volta la bacchetta prima di raggiungere l’insegnante.

Ancora quella spiacevole sensazione si impadronì di lei.

“Molto bene” sorrise l’insegnante, guardando la ragazza. “L’incantesimo è Legilimens, tutto quello che dovrai fare tu è cercare di chiudere la mente. E’ una cosa assai difficile e sicuramente la prima volta non ci riuscirai ma non si sa mai, giusto? Molto bene. LEGILIMENS!” pronunciò la donna scagliando l’incantesimo contro Evelyn che d’istinto chiuse gli occhi mentre la sua mente si apriva e i ricordi dell’estate appena passata le riaffioravano.

La sua casa... suo padre, sua madre, suo fratello e lei mentre raccoglievano la frutta nel frutteto... il suo cane-lupo... e poi lui... Gabriel...

 

Abbie” salutò Evelyn, sorridendo alla ragazza seduta sul divano con una chitarra in mano.

“Ciao Evelyn” la salutò la ragazza, suonando qualche nota. “Cerchi Gabriel?”

“Sì, è di là?”
“Sì, con Corine” rispose Abbie, facendo cenno con la testa al corridoio.

“Carina la canzone” disse la ragazza, salutando la ragazza e raggiungendo il fondo del corridoio, aprendo l’ultima porta senza bussare.

Quando aprì la porta per un momento trovò che qualcosa non andava.

Chissà forse le tendine rosse con l’azzurro dei muri era un accostamento azzardato, o forse non riusciva semplicemente a capire cosa ci facesse il suo ragazzo abbracciato a Corine.

“Evy...” gemette Gabriel, allontanando la ragazza da sé e alzandosi dal divanetto. “Ti posso spiegare”

Lentamente Evelyn scosse la testa sorridendo triste mentre faceva passare lo sguardo dalla ragazza al suo ex-ragazzo.

“Evelyn...”
“No” sussurrò la ragazza, togliendo il piccolo anello che lui le aveva regalato e lasciandolo cadere nel cestino accanto alla porta, uscendo poi con calma dalla stanza, chiudendo la porta e ritornando in soggiorno.

“Evelyn, tutto ok?” chiese Abbie, non appena la vide ritornare.

“Sì, tutto ok” rispose Evelyn, sorridendo alla ragazza. “Addio Abbie
“Addio Evelyn” rispose Abbie, senza fare domande, ricambiando il sorriso della maga.

 “Ciao” sussurrò Evelyn, uscendo dalla casa, ritornando subito a casa sua.

 

Quando l’incantesimo si interruppe tutti gli occhi erano fissi su di lei.

Perfino l’insegnante la guardava in modo strano... a disagio.

Forse si era resa conto di aver preso la persona sbagliata.
“Come... come stai?” chiese la professoressa Mason, abbassando la bacchetta.

“Bene” rispose Evelyn, mantenendo lo sguardo fermo, rifiutandosi di farsi umiliare ulteriormente di fronte ai compagni, e soprattutto di fronte alle Chimere. “Non esiste nessuna formula verbale come controincantesimo?” chiese Evelyn

“Non esiste un incantesimo vero e proprio” rispose la donna, comprendendo il desiderio di Evelyn di chiudere l’episodio lì e subito. “Potreste usare un normalissimo incantesimo di protezione, ma visto che normalmente chi cerca di leggervi la mente non lo fa apertamente dovete essere in grado di chiudere la vostra mente... forza di volontà” concluse la donna, rimandando Evelyn al suo posto.

Una volta ritornata al suo posto Evelyn, cominciò a prendere appunti, concentrandosi più che poteva per non dover ripensare a quello che era appena successo.

Non solo tutti avevano appena visto uno dei suoi ricordi più dolorosi di quel estate appena trascorsa, ma era sicura che avessero anche avvertito il senso di mortificazione e smarrimento che aveva provato in quei pochi secondi in cui si era accorta che il suo Gabriel non era altro che un bastardo... come tutti gli altri.

Sentiva il naso strano, quella sensazione che gli veniva poco prima delle lacrime, ma doveva contenersi.

Aveva già fatto la figura della stupida, non poteva peggiorare tutto mettendosi anche a piangere durante la lezione.

Con fatica si costrinse a respirare regolarmente, ricacciando le lacrime da dove erano venute insieme a tutti i ricordi che aveva con il ragazzo.

Quando finalmente la lezione finì Evelyn ringraziò Merlino uscendo velocemente dall’aula.

“Hai visto?” sentì bisbigliare dietro alle sue spalle quando uscì dall’aula di Difesa.

“Evelyn” la chiamò Judi, rincorrendola per il corridoio.

Non l’aveva aspettata, era uscita non appena la lezione era finita.

Non aveva voglia di parlare. Non aveva voglia di dirle che stava bene, che non pensava più a Gabriel e che non si sentiva per niente umiliata... non aveva voglia di mentire...

“Faccio tardi a Rune Antiche” disse solamente Evelyn, aumentando il passo, lasciando Judi indietro, alimentando le voci di corridoio sulla figuraccia che aveva fatto.

 

“Terra chiama Edward... Edward ci sei?” lo chiamò per la centesima volta Kendra, agitando una mano di fronte agli occhi del Chimera.

“Che c’è?” chiese infastidito Edward, scuotendo la testa come per tornare in sé.

“Ma, a parte la parte iniziale, hai seguito qualcosa della lezione?” chiese Kendra, mettendo le braccia ai fianchi.

“Certo” rispose secco Edward, superando la ragazza, incamminandosi verso l’aula di Divinazione.

“Ah sì? E cosa succede se ti metti a usare la Legilimanzia su un tuo compagno?”
“Una serata con la Smith?” chiese Edward, evasivo, sperando di finire quel discorso ancora prima di iniziarlo.
“Non mi fai ridere” rispose seria Kendra, prendendo il braccio dell’amico e fermandolo.

“Non credevo che l’avrei mai detto ma, lasciala in pace se non sei sicuro di te” disse la Chimera, guardando l’amico dritto negli occhi, cercando di carpirne i pensieri.

“Da quando ti preoccupi per la Davis?”

“Non mi preoccupo per lei solo... smetti di fare la carogna” rispose Kendra, allontanandosi da lui, raggiungendo il gruppo di Chimere che si avviavano a Divinazione.

 

Per tutto il pomeriggio non aveva fatto altro che pensare a ciò che aveva visto durante l’ora di Difesa Contro le Arti Oscure.

Quel ricordo gli era sembrato così vivo e… per un attimo aveva avvertito la tristezza e l’umiliazione che doveva aver provato Evelyn quel giorno.

Kendra lo aveva messo in guardia e per il resto della giornata non gli aveva rivolto la parola lasciandolo immerso nei suoi pensieri.

E lui ci aveva pensato.
Aveva pensato tanto alla Fenice, a quello che sentiva quando la vedeva o pensava a lei e soprattutto a quello che aveva detto Kendra.

‘Smetti di fare la carogna’

Ci era rimasto male quando la sua migliore amica gli aveva detto quella frase.

Un conto era sentirselo dire dalle altre ragazze ma da lei aveva tutto un altro suono.

Sapeva che in quanto rappresentante del gentil sesso Kendra non condivideva pienamente le sue azioni e le sue avventure ma si era sempre astenuta dal commentare ciò che faceva.

Ma allora perché cominciare proprio ora?
Forse era davvero una pessima persona?

“Io non sono una carogna” disse all’improvviso il mago, sedendosi accanto all’amica sul divanetto della Sala Comune. “Lo sono?”
“Hai fatto piangere tante di quelle ragazze che... sì, sei una carogna” rispose Kendra, senza aggiungere spiegazione. Non ce n’era bisogno.

“Non lo sono di proposito” mormorò Edward, lasciandosi scivolare sul divanetto, mordicchiando il labbro inferiore in una specie di broncio. “Io non ho mai detto a nessuna che l’avrei sposata o altro”
“Non hai mai neanche detto che dopo essertele fatte le avresti scaricate alla velocità della luce” rispose Kendra, continuando a leggere, come se nulla fosse.

“Cosa vuoi dire? Che le ho illuse?”
“Sì”
“Non è vero” obbietto a gran voce Edward, facendo abbassare il libro a Kendra. “Non ho mai promesso niente...”
“Forse sarebbe il momento di iniziare a farlo” lo interruppe Kendra, chiudendo il libro con tanta forza da produrre un tonfo, attirando l’attenzione di altri ragazzi. “Se no lasciala stare”

“Sì, mamma” rispose in un sibilo Edward, alzandosi dal divano, raggiungendo la sua camera.

 

FINE OTTAVO CAPITOLO

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Capitolo 9
*** 9° capitolo ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!!!
Dopo un orrenda giornata di lavoro con persone sempre più antipatiche e frustrate eccomi qua ^_^
Grazie come sempre a chi legge e soprattutto ai miei due angioletti :)

Per Caspita: Tu trovi che Evelyn sia un po’ sfortunata? Ho paura che questo sia solo l’inizio per lei… sai come si dice ‘piove sempre sul bagnato’ ^_^

Per Vekra: Già, Kendra è tosta… deve esserlo con queldisgraziato’ del amico… Una rivalsa sul Gabriel? A dire la verità non ci avevo pensato… mi chiedo se sia meglio cancellare completamente persone del genere e concentrarsi su qualcosa di meglio?

 

Buona lettura a tutti

 

9° CAPITOLO

 

Come previsto da Judi Malfoy le aveva chiesto un appuntamento per la sera del falò ma Evelyn aveva gentilmente declinato l’offerta promettendo al ragazzo che alla prima uscita ad Hogsmeade sarebbe stata felice di accompagnarlo... e magari anche di rimanere a letto malata aveva pensato Evelyn.

La settimana del falò passò molto lentamente per Judi e le altre ragazze che non vedevano l’ora di ‘socializzare’ con i ragazzi della scuola, per Evelyn invece era passata abbastanza velocemente. Come sempre.

Si era gettata anima e corpo nello studio quel anno, soprattutto dopo quella tremenda lezione di Difesa Contro le Arti Oscure.

Ogni tanto sentiva qualcuno sghignazzare alle sue spalle istigandola all’omicidio ma, in linea di massima, nessuno aveva azzardato a deriderla in pubblico. Chissà, la voce che aveva sostenuto lo scontro con tre Kappa in quella grotta forse era servita a qualcosa.

Quando finalmente arrivò il sabato del falò a Evelyn era passata ogni voglia di parteciparvi.

Non voleva vedere nessuno né, tanto meno, rischiare di trovarsi Malfoy attaccato alla gonna.

“Non puoi non venire” la rimproverò Judi, prendendole una mano e strattonandola per farla alzare dal letto.

“Non voglio Judi, ti prego... lasciami qui... rispose Evelyn, lasciandosi andare a penso morto.

“Evelyn, quel verme di Gabriel non si merita che tu stia qui a stagionare come un salame. Devi uscire, e soprattutto devi uscire con un ragazzo, se non vuoi Malfoy va bene, ma smetti di fare la suora!”
“Io non faccio la suora” rispose offesa Evelyn, mettendosi a sedere sul letto. “E poi non è per lui che non voglio venire...”
“Dimostramelo” la interruppe Judi, sfidandola con lo sguardo. “Dimostrami che non stai pensando più a lui”

Evelyn rimase un attimo a fissare l’amica pensierosa, facendo infine un cenno affermativo con la testa.

Sarebbe andata al falò.

Almeno per un po’ non avrebbe più pensato né a Grabriel, né a Malfoy, né tanto meno a Edward.

 

Nel frattempo, mentre Judi cercava di convincere Evelyn a truccarsi un poco per l’occasione, nella Torre dei Tassorosso, più precisamente in una delle Camere assegnate alle studentesse di Kneazle, un gruppetto di ragazze si era radunato attorno a Stephanie Smith.

 “Ma cosa volete fare?” chiese Joanna, guardando preoccupata il gruppetto di ragazze cha stava armeggiando con una fialetta contenente un liquido violaceo. “Cos’è quella roba?”

“E’ una pozione” rispose innervosita una ragazza appostata di guardia alla porta della stanza.  “E se fai silenzio forse riusciamo a non farci beccare”
“Scusate” rispose Joanna, imbronciandosi. “Ma per chi è?”
“Per Edward Walters” rispose Stephanie, alzando la boccettina sopra la sua testa, guardando il liquido violaceo risplendere alla luce della lanterna.

“E’ un filtro d’amore?” chiese curiosa la ragazza, avvicinandosi a Stephanie.

“Non esattamente” rispose la ragazza, guardando dall’alto in basso la maga. “Questa pozione disinibisce completamente chi la beve...”
“Perché Walters ha bisogno di essere disinibito?” la interrupe Joanna, alzando il sopracciglio destro poco convinta.

“Se stai zitta” la rimbrottò Stephanie, chiudendo la mano a pugno sulla fialetta, guardando la Kneazle indispettita. “Lo disinibisce emotivamente. In altre parole se la sua Fanny verrà al falò sapremo chi è”

“Volete propinargli quel intruglio per scoprire chi è Fanny? O meglio, se tu sei Fanny?” chiese Joanna, sorridendo divertita. “E perché dovresti essere tu?”
“E perché non dovrei?” chiese inviperita Stephanie. “In fondo mi ha salvato nella caverna e mi ha aiutata lungo il tragitto...”
“E ha portata Davis in braccio fino al treno...”
“Ora basta!” sbottò la Kneazle furibonda. “Si può sapere che diavolo ci fai qui?”

“Io? Niente... ero solo curiosa” rispose divertita la maga, andandosene, lasciando Stephanie e le sue amiche alle loro macchinazioni.

 

“Non sei troppo elegante per un falò?” chiese Kendra, guardando l’amico sistemarsi i capelli allo specchio. “Sai, Malfoy ha chiesto a Fanny se lo accompagnava al falò”

“E allora?” chiese distratto Edward, slacciandosi il secondo bottone della camicia, cercando di sembrare il più disinteressato possibile.

“E lei ha rifiutato” disse Kendra, senza rispondere alla domanda del ragazzo.

“Quindi?”
“Tu che hai fatto nel frattempo? A parte provarti mezzo guardaroba per uno stupido falò ovviamente... chiese Kendra, guardando i vestiti del ragazzo abbandonati un po’ qua e un po’ là per la stanza.

“Nulla perché è giusto quello il grado di interesse di tutto questo... nullo!” rispose Edward, togliendosi la camicia e gettandola sulla sedia, andando a riprendere la prima maglietta grigia che aveva provato all’inizio.
“Basta” sbottò Kendra, alzandosi dal letto. “Non starò qua a guardarti riprovare l’intero guardaroba. Ti aspetto là” finì la ragazza, uscendo dalla stanza, sbattendo dalla porta. “Sei peggio di una donna” la sentì brontolare una volta fuori dalla camera.

Per un po’ Edward rimase di fronte allo specchio senza sapere cosa mettere e senza sapere perché gli risultasse così difficile vestirsi per un falò...infondo ci andava da solo...

 

“Come facciamo a darglielo?” chiese una ragazza bruttina a Stephanie, guardando il ragazzo passare a qualche metro da loro insieme a Kendra.

“Gli offriamo da bere, ovvio” rispose Stephanie agguantando un bicchiere di punch e voltandosi verso il gruppetto di ragazza. “Ok, voi sparpagliatevi in modo da non dare nell’occhio, io gli do la pozione” spiegò la ragazza, versando il contenuto della fialetta nel punch.

“In bocca al lupo” disse una delle ragazze, mentre Stephanie si sistemava la maglietta e partiva all’attacco.

“Edward” lo salutò allegra Stephanie avvicinandosi al ragazzo con due bicchieri in mano. “Carter” aggiunse fredda, salutando la ragazza.

Smith

“Stephanie” la salutò Edward, sorridendo accattivante alla ragazza. “Carina la maglietta” aggiunse il mago, accennando alla scollatura provocante della maga.

“Ti piace? E’ nuova” rise giuliva Stephanie, dando il voltastomaco a Kendra.

“Scusate, credo che andrò a vomitare” disse la Chimera, allontanandosi rapidamente dai due.

“Vuoi da bere?” chiese Stephanie ignorando la Chimera, concentrandosi più che mai sulla sua missione.

“Grazie” rispose Edward, accettando il bicchiere, bevendone una lunga sorsata. “Ha un sapore strano” disse il mago, guardano il liquido nel bicchiere.

“D’avvero?” chiese Stephanie, dilatando leggermente gli occhi. “Tipo?”
“Non saprei...” disse Edward, votando il bicchiere. “Non era male ma... meglio le burrobirre, ne vuoi una?” chiese Edward, senza abbandonare la sua indole da Don Giovanni.

“Sì, grazie” rispose raggiante Stephanie, convinta che la pozione avesse già fatto effetto.

“Torno subito” sussurrò il mago, gettando un ultima occhiata nella scollatura della Kneazle, prima di raggiungere il piccolo tavolo dove erano stipate le bevande e gli stuzzichini.

“Non vorrai farti la Smith spero” lo aggredì Kendra alle spalle facendolo sussultare.

“Perché no? E’ scopabile” rispose Edward senza voltarsi, prendendo due burrobirre e stappandole.

“Non dicevi una cosa tanto stupida e ripugnante da almeno tre mesi” disse Kendra, guardandolo disgustato. “Sai, c’è un motivo se lei ti ignora e ti considera un buono a nulla!” aggiunse arrabbiata la Chimera andandosene, lasciando il mago solo con una strana sensazione... uno strano formicolio alle mani e ai piedi.

Lentamente il formicolio se ne andò come era venuto.

Riprendendo le burrobirre in mano Edward si voltò per tornare dalle Kneazle, venendo però distratto da una figura femminile che camminava svogliata verso il falò

 

Alla fine aveva dovuto cedere all’insistenza di Judi e partecipare al falò come aveva promesso.

Si era vestita come le era capitato visto che sperava di cavarsela con pochi minuti di presenza per poter tornare nel suo dormitorio.

Fortunatamente Judi aveva conosciuto una ragazzo di Grifondoro ed era sparita pochi secondi dopo il loro arrivo lasciandola sola e libera di fuggire quando voleva.

Con le mani nelle tasche dei jeans si avvicinò al fuoco, perdendosi a guardare le fiamme che guizzavano vivaci.

Rimase così per qualche minuto fino a quando una sensazione fastidiosa si impadronì di lei.

Si sentiva osservata e lei odiava essere osservata, soprattutto se aveva una felpa più grande di lei e i capelli raccolti in una coda scomposta.

“Che diavolo...” cominciò a dire la maga voltandosi, interrompendosi non appena si trovò Edward di fronte. “Walters” salutò Evelyn, incrociando le braccia al petto. Se voleva litigare era dell’umore adatto. “Hai bisogno?”
“Vuoi?” chiese il mago, porgendole una burrobirra, lasciandola spiazzata.

“Grazie” pronunciò la maga, prendendo confusa la burrobirra.
Per un po’ rimasero in silenzio. Edward osservava la ragazza che a sua volta guardava in tutte le direzioni tranne che ricambiare lo sguardo di Edward.

Si sentiva a disagio.

Non sapeva perché, ma era abbastanza certa che qualcosa non andasse per il verso giusto.

Aveva capito che nel momento del bisogno il ragazzo di fronte a lei non era completamente senza cuore. Anzi, lo aveva ammirato durante quei due giorni nel bosco.

Ma ora che erano tornati a scuola, anche se non era la loro, non vedeva il motivo di quel cambiamento.

Non la provocava più, non la stuzzicava più.

Non si erano più scagliati incantesimi né rimbeccati nei corridoio e questo era strano.

Accettabilissimo, ma strano.

Tuttavia ora rasentava il ridicolo.

Che diavolo ci faceva lui di fronte a lei durante un falò in cui avrebbe potuto flirtare con una o più ragazze?
E perché diavolo le aveva offerto quella burrobirra?
*Oh, Merlino, magari è avvelenata e ci sono cascata come un pollo* pensò la maga, scostando immediatamente la bottiglia dalle labbra, guardando preoccupata il mago.

“Vuoi fare due passi?” chiese il mago, lasciandola ancora più confusa.

“Va... va bene” rispose incerta Evelyn, seguendo il ragazzo lontano dal falò, tenendo la bottiglia per il collo.
“Walters...”
“Edward” la corresse il ragazzo, raggiungendo un albero e sedendosi ai piedi dello stesso.

“Edward” ripeté sempre meno convinta, sedendosi accanto al mago. “Che cosa vuoi?” domandò senza tanti giri di parole, appoggiando la burrobirra sull’erba tra le sue gambe.

“Niente” rispose il mago appoggiandosi al tronco dell’albero.

“Niente? Ma fammi il favore?” rispose Evelyn, guardandolo severa. “Non sono stupida”
“Cosa...”
“E’ questo il tuo metodo? Spiazzi le ragazze che meno se lo aspettano, gli fai fare due passi, e poi gli salti addosso?”

“Io non ti sono saltato addosso” si lamentò Edward guardandola duro.

“E allora perché diavolo mi hai portata qui? Vuoi farmela pagare perché ti ho visto nudo a tradimento”

“Volevo... non lo so a dire il vero... rispose il mago, portandosi una mano alla fronte. “Non lo so” ripeté Edward, guardandola confuso.

“Cosa vuol dire che non lo sai? Quella è la prima?” chiese Evelyn, indicando la burrobirra nella mano del ragazzo.

“Sì, non sono ubriaco” rispose offeso il ragazzo, appoggiando al tronco dell’albero la bottiglia. “Ho bevuto solo del punch... sapeva di schifo...”
“Non sapeva di schifo” disse Evelyn, guardando il ragazzo negli occhi. “Era dolce”
“Allora il mio era...”
“Cosa?” chiese Evelyn, interessata.

“Quella stronza!” sbottò Edward, alzandosi velocemente da terra, fermandosi di colpo quando la vista gli mancò per un attimo.

“Walters?” chiese preoccupata Evelyn,quando lo vide portarsi le mani alla testa. “Che hai?” chiese di nuovo quando il ragazzo cominciò a barcollare. “Edward!” sbottò la ragazza, quando questo cadde a terra tenendosi lo stomaco. “Che hai? Edward, che cos’hai?” chiese preoccupata la maga inginocchiandosi accanto al ragazzo, posandogli le mani sulla schiena.

Smith...”
“Stephanie? Cosa c’entra Stephanie?”

“Mi ha dato lei il punch... gemette il ragazzo, stringendo i denti per il dolore.

“Stai scherzando? Ok, non ti preoccupare ora ti porto in infermeria” disse Evelyn, costringendo il ragazzo a metterle un braccio sulla spalle e aiutandolo ad alzarsi a fatica. “Andiamo Walters, collabora” disse Evelyn, incamminandosi verso il castello con il peso del ragazzo tutto su di sé.

 

“Edward!” urlò Kendra non appena vide i due ragazzi barcollare verso di lei, correndo incontro loro, appoggiando la sua mano su quella con cui il ragazzo si teneva lo stomaco. “Che ti è successo?”
“Ha broccolato con la ragazza sbagliata... e non sono io” rispose Evelyn, continuando ad avanzare a fatica. “Razza di dementi che non siete altro non state li a guardarmi, aiutatemi!” sbottò Evelyn verso i compagni di Casa di Edward che immediatamente accorsero ad aiutare l’amico.

Davis, cosa è successo?” chiese Kendra, quando i ragazzi portarono Edward in Infermeria.

“Forse avrebbe dovuto stare lontano dalla scollatura della Smith... e dal punch” rispose Evelyn, allontanandosi dalla Chimera, incamminandosi verso la torre dei Grifondoro.

 

“Come sta Madama?” chiese Kendra, non appena Madama Chips uscì dall’Infermeria.

“Bene, ma è grave quello che è successo” disse la donna con serietà. “Gli è stato somministrata una Pozione errata che ha dato degli effetti collaterali che normalmente non da. Se sapete chi è stato dovete dirmelo”

“Io...”
“Non lo sa nemmeno lui, Madama” rispose Evelyn, facendo voltare di scatto Kendra e i compagni di Edward. “Mi ha detto che non si ricorda chi gli ha dato la bevanda” aggiunse la ragazza, sostenendo lo sguardo indagatore della donna.

“Possiamo vederlo?” chiese Kendra.

“Non ancora. Tornate domani” rispose la donna, rientrando in Infermeria, chiudendo la porta.

“Perché l’hai difesa?” ringhiò Kendra, voltandosi di scatto verso la Fenice. “Lo ha avvelenato...”
“Per sbaglio” la interruppe Evelyn, facendola fremere di rabbia. “E poi non sarebbe servito a niente. Chi può credere che la dolce Stephanie non sia altro che una viscida serpe?” disse Evelyn, sorridendo perfidamente a Kendra. “Fossi in te dimenticherei i professori e... troverei un modo migliore per fargliela pagare... qualcosa di più... umiliante che disciplinare” finì di dire Evelyn, voltando le spalle alla Chimera, incamminandosi verso dove era venuta.

Davis
“Si?”
“Sicura di non essere una Chimera?” chiese Kendra, sorridendo alla ragazza.

“Abbastanza” rispose Evelyn, ricambiando il saluto prima di andarsene.

 

FINE NONO CAPITOLO

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Capitolo 10
*** 10° capitolo ***


E’ lunedì

E’ lunedì! SI, è sera ma pur sempre lunedì.

Anche oggi una lunga giornata di lavoro con persone talmente deliziose da volermi comprare un mitra e far fuori tutti.

Come sempre ringrazio Caspita e Vekra per i commenti.

Buona lettura a tutti.

Bacio


10° CAPITOLO

 

Il giorno dopo il falò Edward non si vide a lezione, ancora troppo debole per lasciare l’infermeria.

Ormai tutta la scuola non faceva altro che parlare dell’attentato alla vita del Chimera e più di una ragazza aveva cercato di raggiungerlo in Infermeria per portargli dei cioccolatini o altro, facendo andare su tutte le furie Madama Chips.

Solo i Grifondoro e le Fenici non sembravano dispiaciuti per quello che era successo al mago.

Nonostante questa mancanza di cruccio nella Torre dei Grifondoro non mancava di certo la curiosità per quello che era successo.

Judi! Judi!” urlò Angelica, entrando nella camera della Fenice facendola sobbalzare.

“Angelica, cos’hai da urlare? Mi hai spaventata” la rimproverò la maga tenendosi la mano al cuore. “E’successo qualcosa?”
Judi, so chi è Fanny!!!” esclamò eccitata Angelica. “Ora ne sono sicura al 100%”

“Come? Ne sei certa?” chiese curiosa Judi, sedendosi ai piedi del letto, abbracciandone la colonna. “E chi è?”
“Evelyn” rispose Angelica con il tono più sicuro che riuscì ad avere. Non voleva lasciare a Judi la speranza di poterla dissuadere. Lei era sicura.

“Come fai a dirlo?” chiese Judi con un filo di voce. *E ora come lo dico a Evy?*

“La sera del falò Walters è finito in infermeria perché ha bevuto un bicchiere di punch avvelenato, giusto?” chiese retoricamente la maga, aspettando che Judi annuisse. “A quanto pare è stato un incidente. Quello che Walters ha bevuto era una pozione mal riuscita che doveva... come dire... scioglierlo”
“Scioglierlo? In che senso?”

“Quella pozione doveva spingerlo a farsi avanti con la ragazza per cui si è preso una cotta”

“Credi che fosse un metodo per scoprire chi è Fanny? Ma scusa lui non si è mica fatto avanti con Evelyn” obbiettò Judi.

“Non ci è riuscito perchè mentre era con lei si è piegato in due per i dolori, ma che ci faceva con lei sotto un enorme quercia nel parco la sera del falò?” chiese Angelica guardando critica la maga. “Judi, se ci pensi ha anche senso. Era l’unica Fenice nel gruppo”
“E questo cosa centra?”

“Fanny è il nome della Fenice di Silente”
“Lo andrai a dire in giro?” chiese Judi dopo un minuto di silenzio.

“No” rispose Angelica stupendo la Fenice. “Mi piace Evelyn e, anche se la cosa non è reciproca, non dirò a nessuno della mia scoperta. Volevo solo che tu lo sapessi” spiegò la maga raggiungendo la porta.
“Grazie Angy. Sei un amica” sorrise Judi, salutandola con la mano.

 

Quando Angelica se ne fu andata Judi rimase nella sua stanza a pensare.

Cosa doveva fare? Dire a Evelyn quello che Angelica aveva scoperto? E a che pro? Evelyn non ne  voleva parlare, non ne voleva sapere di tutti quei discorsi. Avrebbero solo litigato.

Lo sapeva.

“Che ci fai qui?” chiese Evelyn entrando nella sua stanza e di Judi, facendo sussultare l’amica. “Credevo che fossi fuori con quel... Finnegan, giusto?”
“No, non è il mio tipo” rispose Judi alzandosi dal letto, appoggiandosi alla colonna. “Non mi avevi detto di aver passato la serata del falò con Walters”
“Cosa? Non ci ho passato la serata insieme. L’ho solo accompagnato in Infermeria quando si è sentito male” rispose Evelyn senza voltarsi a guardare l’amica, continuando ad armeggiare con un plico di foglia alla scrivania.
“Perciò eravate insieme”
“Si ma... cos’è? Un terzo grado?” chiese Evelyn voltandosi verso Judi.

“Angelica ha scoperto chi è Fanny” disse Judi incrociando le braccia al petto, scostandosi dalla colonna. “Sa che Edward non è stato avvelenato. Era una pozione mal riuscita per scoprire chi fosse Fanny e sei tu Evelyn. Perché non me lo hai detto?” chiese ferita Judi, corrugando la fronte.

“Perché me lo stai dicendo tu adesso” rispose incredula Evelyn. “Sei sicura che la pozione servisse a quello?” chiese la maga, sedendosi sulla sedia di fronte al tavolo, le gambe tremule.

“Me lo ha detto Angelica”rispose Judi avvicinandosi alla maga, inginocchiandosi di fronte a lei. “E ora?”
“E ora nulla” rispose Evelyn, tenendo lo sguardo fisso a terra, massaggiandosi distrattamente le tempie. “Anche se forse dovrei occuparmi di Angelica”
“Ha detto che non lo dirà a nessuno”

“Davvero?” chiese Evelyn, alzando lo sguardo sull’amica. “Beh allora abbiamo risolto il problema” esultò Evelyn, alzando soddisfatta dalla sedia.

“Sarebbe? Se la cosa non si diffonde rimane comunque il fatto che Fanny sei tu Evelyn”
“E allora?”
“Evy, Walters si è innamorato di te...”
“Ma
io no!” sbottò Evelyn voltandosi di scatto. “Non ho intenzione di farmi trattare come una pezza da piedi da un altro figlio di Mangiamorte”
“Evy”
“No, Judi. Argomento chiuso. Non ne voglio più parlare” aggiunse Evelyn, prendendo il mantello e uscendo come una furia dalla stanza, sbattendo con forza la porta.

 

Le dispiaceva di come aveva risposto a Judi ma non voleva sentire tutte quelle sciocchezza su Walters.

Aveva sofferto moltissimo per Gabriel e non voleva sentirsi di nuovo così.

Non voleva più essere presa in giro da nessun uomo, ragazzo o mago che fosse.

Pensava a tutte queste cose quando giunse ai piedi della scalinata principale trovandosi di fronte Madeleine, Stephanie, Kendra e Walters.

“Cos’è, una rimpatriata?” chiese Evelyn guardando curiosa i quattro maghi.

“Non proprio” rispose Madeleine sorridendo alla Fenice. “Ci sono i nostri genitori” spiegò la maga. “Non te l’ha detto Margaret?”
“Non l’ho vista” rispose Evelyn, avvicinandosi al gruppetto. “Sono scesa per caso” aggiunse la maga poco prima che la Professoressa Mason li raggiungesse.

“Molto bene, venite” disse la maga, conducendoli nella piccola sala accanto alla Sala Grande.

“Papà, Mamma” chiamò euforica Stephanie correndo ad abbracciare i genitori, imitata poi dagli altri ragazzi.

“La signora Mason ci ha raccontato brevemente cosa è successo, quello che voi gli avete raccontato” spiegò la madre di Evelyn, accarezzando i capelli della figlia, pettinandoglieli indietro. “Potevate morire”

“Già e dobbiamo ringraziare te se Evelyn è uscita viva da quella caverna” disse il padre di Evelyn voltandosi verso Edward, prendendolo alla sprovvista.

“Non ho fatto nulla signore” rispose Edward a disagio, mentre la madre gli sorrideva orgogliosa.

Normalmente si sarebbe vantato ed elogiato da solo, ma in quel momento desiderava solo scomparire.

Il padre di Evelyn lo stava ringraziando senza però smettere di studiarlo, mentre Evelyn... bhe lei lo stava semplicemente guardando con espressione indefinita.

“No, giovanotto, tu non me la racconti giusta”

“Non chiamarlo giovanotto” gemette Evelyn, chiudendo gli occhi imbarazzata.

“Gelosa?” chiese suo padre guardandola divertito.

“Perché? Perché io non sono un giovanotto? No” rispose Evelyn, incrociando le braccia al petto.

“No, perché non è il tuo giovanotto” la prese in giro il padre, facendo arrossire Evelyn che, di tutta risposta, gli tirò una manata sul braccio, facendo scoppiare a ridere il padre di Edward, mentre la madre sorrideva divertita ed Edward sgranava gli occhi.

“No” rispose Evelyn, voltando poi le spalle al padre, guardando arrabbiata la madre. “Ma perché non lo hai lasciato a casa?”

“Correndo il rischio di trovarla incendiata?” rispose la signora Davis, scuotendo la testa rassegnata. “Paul, lascia in pace il ragazzo” lo richiamò la donna quando si accorse che il marito aveva iniziato a porre domande su domande al ragazzo.

“Volevo solo fare amicizia” si difese il mago, circondando le spalle del ragazzo con il braccio. “Non è bellissima la mia bambina? Sembra un peperone quando arrossisce”
“PAUL!” lo richiamò all’ordine la moglie quando Evelyn imprecò sottovoce.

“Sono incompreso” mormorò il mago allontanandosi dal ragazzo. “Grazie ancora per averla aiutata”
“E’ stato un piacere” rispose imbarazzato Edward, salutando i genitori di Evelyn con la mano, voltandosi poi verso suo padre e sua madre.

 

“Simpatico tuo padre” disse Edward quando lui ed Evelyn si trovarono da soli per un attimo.

“Mi dispiace per prima” rispose Evelyn, cercando di mantenere un certo distacco. “E’ solo che secondo lui ci deve essere sempre qualcuno che attenta alla virtù della sua unica figlia femmina”
“Lo posso capire” rispose Edward guardando con la coda dell’occhio la maga. *Io lo farei* pensò il ragazzo, seguendo la figura della maga che si allontanava lungo il corridoio.

“Quanto meno hai fatto colpo sui genitori” disse Kendra, raggiungendo il mago al centro del corridoio.

“E saranno anche le uniche persone su cui farà colpo” disse una voce maschile alle sue spalle, facendo voltare prima Kendra e poi l’interessato.

Ormai la conosceva troppo bene quella voce.

“Malfoy” biascicò Edward, facendo un cenno con la testa per salutarlo.

“Walters. Kendra” rispose Draco, senza smettere di sostenere lo sguardo del Chimera.

“Tutti e due a correre dietro alle sottane della Davis?” chiese Kendra, incrociando le braccia al petto, studiando i due ragazzi che sembravano aver ingaggiato una lotta di sguardi. “E avete intenzione di battervi per lei o per quello che ha tra le gambe?”

“Per quello e per il resto” rispose Malfoy, oltrepassando i due ragazzi, urtando leggermente Edward con la spalla, mentre prendeva la stessa direzione che aveva preso pochi minuti prima Evelyn.

“E tu Edward?”
“Non lo so ancora” rispose il ragazzo, rimanendo fermo a fissare la direzione che aveva preso il mago. “Non lo so Kendra” ripeté nuovamente il mago, volgendo lo sguardo verso la maga.
“In questo caso è meglio che andiamo” sorrise l’amica, porgendogli la mano. “Andiamo Ed, vieni via” ripeté di nuovo la ragazza, avvicinandosi di un passo alla ragazzo, prendendolo per il braccio.

“Io non sono una carogna” mormorò il ragazzo mentre seguiva l’amica verso la biblioteca.

“Non del tutto” lo prese in giro Kendra, tirandogli un buffetto. “Sono molto fiera di te”

“Io mi sento un coglione, ma va bene lo stesso” rispose Edward, mettendosi le mani in tasca e sorridendo mestamente all’amica.

 

 

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Capitolo 11
*** 11° capitolo ***


Ciao a tutti!
E’ giunto il momento di mettere un altro po’ di pepe alla storia.

Spero che questo capitolo vi piaccia.

Buona lettura.

 

Per Vekra: Già, purtroppo amiche così sono una specie in via di estinzione... però ci sono ancora grazie al cielo.

Capitolo interessante? Allora questo ti piacerà sicuramente :P

 

Per Caspita: Penso che mio padre avrebbe fatto di peggio se si fosse trovato in una situazione del genere... conoscendolo mi avrebbe messo ancora più in imbarazzo. Sono stata piuttosto magnanima con Evelyn. Sono contenta che ti sia piaciuto ^_^

 

 


11° CAPITOLO

 

Qualche settimana dopo Evelyn ricevette un'altra visita.

“Jack” lo salutò Evelyn correndogli incontro felice, abbracciandolo energicamente, lasciandosi sollevare da terra.

Evy, come stai?” chiese il mago ricambiando l’abbraccio.

“Bene, sto bene. Come mai sei qua?” chiese felice la Fenice, sorridendo al fratello maggiore.

Non si somigliavano per niente.
Jack aveva i capelli castani chiari e gli occhi verdi,  niente a che vedere con i toni scuri di Evelyn.

“Sarei dovuto venire due settimane fa con la mamma e il papà ma non sono riuscito a liberarmi” spiegò il ragazzo incamminandosi con la sorella lungo il corridoio. “Allora, hai veramente affrontato due Giganti e tre Kappa?”
“Veramente eravamo in cinque, non c’ero solo io” rispose Evelyn, spiegando brevemente quanto era accaduto in quei due giorni sulle Montagne Rocciose.

“Papà dice che ti sei fatta il moroso” la punzecchiò Jack, facendola voltare di scatto.

“Non è assolutamente vero!” rispose con fermezza Evelyn, voltando decisa un angolo ritrovandosi, non seppe nemmeno lei come, faccia a faccia con Edward Walters.

“Davis” esclamò Kendra stupita, quasi in difficoltà. “Edward, andiamo dai” disse la maga cercando di prenderlo per un braccio prima che questo si avvicinasse improvvisamente alla Fenice, rimanendo ad osservarla con sguardo vacuo.

Walters, stai bene?” chiese Evelyn, guardando criticamente il mago, avvertendo il fratello accanto a sé irrigidirsi quando il Chimera si avvicinò ancora d’un passo.

“Carter...”
“Non lo so” rispose Kendra mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore. “E’ da quando ha bevuto una burrobirra mezz’ora fa che si comporta in modo strano, come se fosse in catalessi”

“Forse è meglio portarlo in infermeria” suggerì Evelyn, facendo per posare una mano sul braccio del mago.

La razione fu improvvisa e inaspettata.

Velocemente la mano di Edward si chiuse sul polso della Fenice attirandola a sé, catturandone le labbra con passione, stringendola fortemente a sé.

Ma se la reazione di Edward fu veloce e inaspettata la risposta di Jack non si fece di certo attendere.

Immediatamente il mago afferrò per la calotta della camicia Edward allontanandolo con forza dalla sorella, mandandolo a sbattere contro la parete opposta, facendogli perdere i sensi.
“Edward” urlò Kendra, inginocchiandosi accanto all’amico svenuto, scuotendone il corpo privo di sensi. “Ma sei impazzito!” sbottò la Chimera guardando con rabbia il mago in piedi di fronte a sé.

“Io... lui... mi dispiace” balbettò Jack, inginocchiandosi accanato al ragazzo steso a terra. “L’infermeria?” chiese Jack, guardandosi attorno spaesato.

“Di... di là...” indicò Evelyn, rimanendo immobile a fissare il mago svenuto tra le braccia del fratello.

“Per di qua” disse Kendra, aiutando Jack a trascinare il corpo svenuto per il corridoio. “E tu saresti?” chiese la Chimera, avanzando a fatica.

“Jack Davis” si presentò il mago, facendo voltare di scatto il viso della ragazza.

“Sei suo fratello?” chiese stupita la Chimera, voltandosi come poteva ad osservare la Fenice. “Non vi somigliate per niente” commentò Kendra osservando i capelli rosso scuro della Fenice e quelli castano chiaro di Jack.

“Lo so” sorrise Jack, cercando di tenere il peso del ragazzo tutto su di sé.

Una volta giunti all’infermeria e aiutato la donna a sdraiare il mago sul letto i tre maghi dovettero uscire, spinti fuori dalla donna.

“Starà bene, vedrai” la rassicurò Jack, sorridendo incoraggiante a Kendra. “Non sono stato così violento”
“Non oso immaginare cosa sarebbe successo altrimenti” rispose Kendra, ricambiando il sorriso. “Grazie per avermi aiutato a portarlo in infermeria”
“Figurati” rispose Jack, voltandosi poi verso la sorella. “Evy, stai bene?”
“Certo, non dovrei?” chiese la maga, incrociando le braccia al petto, mettendosi sulla difensiva.

“Così, tanto per sapere” rispose il fratello, avvicinandosi alla maga. “Andiamo a fare due passi nel parco? Magari poi ripassiamo qua a vedere come sta”
“Se vuoi... tanto si rimetterà sicuramente, non sei così forte” cercò di scherzare Evelyn, superando il ragazzo, dirigendosi verso il Salone d’Ingresso.

“Dopo passiamo” disse Jack a bassa voce, facendo un cenno di saluto alla Chimera con la testa.

“Ciao” rispose Kendra,  osservando i due maghi allo stanarsi insieme.
Era la seconda volta che Edward si comportava in modo strano con la Fenice dopo che aveva bevuto qualcosa di strano.

Era sicura che sotto ci fosse lo zampino della Kneazle ma non capiva cosa diavolo stesse cerando di fare quella piccola mentecatta.

E poi quello che aveva fatto poco prima... possibile che la Smith volesse quello? Che Edward praticamente si dichiarasse con Evelyn?
“Non può essere veramente così impedita in Pozioni” sussurrò la Chimera, appoggiandosi pensierosa alla parete.

“Sicura che non sia qualcun altro che le ha preparato la Pozione?”

Una voce femminile proveniente dalla sua destra la fece sobbalzare.

Lì, in piedi vicino a lei stava Joanna Todd.

La ragazza due anni prima era stata una delle più decantate conquiste di Edward.

O meglio, erano stati gli ‘amici’ di Edward a decantarne le lodi dopo che i due erano stati scoperti a consumare nello spogliatoio maschile dei Chimera.

Dopo quel fatto i due si erano allontanati e mai più parlati.

Edward aveva semplicemente cambiato preda e lei si era talmente vergognata dell’accaduto da non voler più parlare con/del Chimera.

“Cosa vuoi dire Todd?” chiese Kendra, incrociando le braccia al petto, staccandosi dalla parete.

“Ho sentito dire che ha chiesto ad una persona di preparargli un filtro d’amore... ho paura che quella persona non fosse molto d’accordo”
“E fammi indovinare tu sai chi è questa persona?”
“Sì, ma si dice il peccato, non il peccatore” rispose Joanna, passando di fronte alla Chimera, prendendo la stessa direzione presa poco prima da Evelyn e Jack. “Fatto sta che a quanto pare Fanny non è altro che...”
“Todd” la interruppe Kendra, facendo voltare la Kneazle. “Non dirlo in giro. Se non per lui fallo...”
“Per chi? Per Davis? E da quando ti interessi di quello che le possono fare?” chiese arrabbiata Joanna, stringendo i pungi con forza.

Nessuno si era preoccupato per lei quando tutto era uscito alla luce del giorno.

Nessuno...

L’avevano umiliata e derisa di fronte a tutta la scuola.

“Lei ti ha difesa a suo tempo” rispose con decisione Kendra. “Tu almeno non metterla sulla bocca di tutti”

Joanna non rispose.

Si voltò con calma e se ne andò, lasciando la Chimera da sola nel corridoio.

Non lo sapeva nemmeno lei perché si preoccupava tanto per la Fenice.

Pochi mesi prima avrebbe fatto carte false per vederla derisa di fronte all’intera scuola, ma ora... da quando Edward si era preso quella pseudo cotta aveva iniziato a rivalutarla.

E poi non voleva che nemmeno Edward finisse di nuovo sulla bocca di tutti.

Si stava sinceramente impegnando per migliorare... almeno una possibilità se la meritava.

 

“Allora, chi era quello che ho steso poco fa? Il tuo famoso fidanzato?” chiese Jack, infilandosi gli occhiali da sole, mentre Evelyn, scuoteva la testa.

“Tu e papà state diventando insopportabili. Non è il mio fidanzato! Anzi, io non ho un fidanzato... lo sai...” aggiunse Evelyn, abbassando lo sguardo sui suoi piedi. “O ti sei dimenticato del tuo amico Gabriel?”
“Del mio ex amico, vorrai dire” rispose Jack, facendo fermare la sorella.
“Cosa?”
“Non avrai pensato veramente che dopo quello che ha fatto sarei rimasto suo amico” disse Jack, rimanendo a un passo dalla sorella. “Evy, non ti ho mai detto nulla su quello che è successo quel giorno e... mi dispiace tanto”
“Sto bene... davvero” rispose Evelyn, sorridendo dolcemente al fratello. “Grazie per prima... non avresti dovuto ma... grazie...”
“Di nulla” rispose Jack, abbracciando la maga, scompigliandole poi affettuosamente i capelli. “Comunque, come si chiama quel delinquente che ha osato baciare mia sorella in quel modo di fronte a me?”
“Edward Walters” rispose Evelyn, ricominciando a passeggiare.

“E che cosa beve di solito? No, sai, così evito di prenderlo la prossima volta che vado in un bar.”

“Veramente non è la prima volta che succede”

“Vuoi dire che è la seconda volta che ti mette le mani addosso? Io quello lo uccido” ringhiò il mago, facendo dietro front.

“JACK” lo chiamò Evelyn, agguantandolo per un braccio e strattonandolo. “Ma che ti prende? Comunque no, non mi ha messo le mani addosso”
“E allora che ha fatto?”
“Volevo dire che anche qualche settimana fa è successo più o meno la stessa cosa... qualcuno gli aveva ‘avvelenato’ il punch con una pozione sbagliata mandandolo in infermeria”
“Vuoi dire che stanno cercando di farlo fuori?”
“Non credo ma se non la smettono può essere che quello sia il risultato”

“E a te dispiacerebbe?” chiese Jack, studiando l’espressione della sorella.

“Perché non me lo chiedi e basta?” chiese Evelyn, guardando esausta il fratello. “Da quando in qua ci giri tanto intorno a questo discorso?”
“Da quando normalmente gli avresti tirato un calcio nei coglioni invece di rimanere impietrita a farti baciare”
“Farmi baciare?! Mi ha preso alla sprovvista!” si difese Evelyn, bloccandosi per l’ennesima volta. “Cosa avrei dovuto fare?”

“Cercare di opporti, se non lo volevi” precisò il fratello, sorridendogli maliziosamente.
“E da quando non sembri infastidito da un presunto spasimante?”
“Beh, questo quanto meno ha la tua età” rispose Jack, prendendosi uno schiaffo sul petto.

“Stupido” lo rimbrottò Evelyn, ricominciando a camminare.

Evy, io non so niente di lui, ma so qualcosa su Gabriel e... non ne vale la pena... non ti chiudere in te stessa... per favore” disse Jack, prendendole la mano e tirandola a sé. “Su, torniamo indietro, vediamo se il bello addormentato si è svegliato”

“Dobbiamo proprio?” chiese Evelyn, seguendo svogliata il fratello verso il castello.

“Io sì, l’ho sbattuto contro una parete” rispose Jack, facendo cenno ad Evelyn di seguirlo.

 

Controvoglia Evelyn seguì il fratello fino all’infermeria.

Quando arrivarono a destinazione non trovarono Kendra fuori dalla porta ad aspettare, segno che Madama Chips le aveva permesso di visitare il mago.

“Io ti aspetto qua” mormorò Evelyn, morsicandosi il labbro inferiore.

“Non ci pensare nemmeno” rispose Jack afferrandola per il polso e tirandola a sé.

“Sei stato tu a stenderlo non io” si lamentò la maga puntandosi sulle punte dei piedi.

“E tu eri presente. Che figura ci fai?”
“Di quella che non gliene frega niente?”

Evy...” cominciò il mago ma si interruppe quando la porta si aprì.

“Oh, mi sembrava di aver sentito delle voci. Su, entrate” disse sbrigativa Madama Chips facendo entrare i due ragazzi.

Di malavoglia Evelyn seguì il fratello fino al capezzale della Chimera, rimanendo ferma ai piedi del letto, senza guardare il mago.

“Ciao” lo salutò Jack avvicinandosi alla sponda del letto. “Prima non ci siamo presentati” scherzò il mago porgendo la mano ad Edward. “Io sono Jack, il fratello di Evy
“Piacere” rispose Edward stringendo la mano al mago. “Edward”

“Sai, mi dispiace per prima” si scusò Jack sorridendo dispiaciuto. “Ho reagito d’istinto”

“Non preoccuparti... avrei fatto lo stesso” rispose Edward, evitando di guardare negli occhi Evelyn.

“Sai, le sorelle minori”
“I fratelli minorati” sussurrò Evelyn, facendo sorridere i due Chimera e ricevendo uno spintone dal fratello.

“Ha scoperto cosa è successo?” chiese poi Jack, facendo un cenno con la testa verso Madama Chips.

“No” rispose Edward, guardando velocemente la Fenice, spostando subito dopo lo sguardo sul ragazzo. “Dice che l’effetto è stato peggiorato dalla burrobirra, ma non mi sa dire che pozione fosse perché non le do nemmeno un indizio” borbottò Edward, scuotendo la testa perplesso.

“In che senso?”
“Mi ha chiesto che sapore aveva e gli ho detto che non sapevo... stavo bevendo una burrobirra, dopo di che... beh mi ricordo solo...” rispose Edward, lasciando la frase in sospeso, troppo imbarazzato per finirla. “Comunque credo che qualcuno stia cercando di farmi fuori” aggiunse il mago, cercando di sdrammatizzare la situazione.
“Beh, così impari a tenere...”
Kendra” tuonò il ragazzo, interrompendo l’amica.

In quel momento non aveva bisogno di prediche sulla sua vita sessuale, soprattutto di fronte alla ragazza che gli piaceva e al fratello iperprotettivo.

“Beh, noi andiamo, scusa ancora per prima” si scusò di nuovo Jack,  salutando i due ragazzi, seguendo poi Evelyn verso la porta d’uscita. “Stai bene. Ciao”

“Ciao” lo salutarono Edward e Kendra, seguendo poi i due fratelli fino a che non furono usciti dall’infermeria.

“Lui è carino” commentò Kendra, sorridendo compiaciuta.

“Anche lei” aggiunse Edward, appoggiandosi ai cuscini, chiudendo stancamente gli occhi.

 

“Molto loquace” commentò Jack non appena fuori l’infermeria, guardando di traverso la sorella. “Potevi dire qualcosa?”
“Tipo?”
“Che ne so! Qualcosa!”

“Jack, è stato bello rivederti, addio” lo salutò Evelyn, voltandosi dalla parte opposta, facendo per andarsene.

Stronzetta” la fermò Jack, attirandola a sé. “Lui ti piace vero?”
“Jack, c’è già Judi che mi fa da terapeuta, non ti ci mettere anche tu” lo pregò Evelyn, scostandosi leggermente dal fratello.

“Mi preoccupo per te, è così tremendo?”

“No, non lo è” sorrise dolcemente Evelyn. “Lo so che non puoi ma... fatti vedere ogni tanto” mormorò la maga, abbracciando il fratello.

“Ci proverò” rispose Jack ricambiando l’abbraccio. “Fai la brava”
“Sono brava” rispose Evelyn, scostandosi dal mago. “Ciao”

“Ciao Evy” la salutò il mago, seguendo poi il corridoio che lo avrebbe condotto all’uscita.


“Evelyn, dove sei stata?” l’aggredì Judi, non appena l’amica entrò nella camera. “E’ tutto il giorno che ti sto cercando”

“E’ venuto Jack a trovarmi” spiegò Evelyn, gettandosi a peso morto sul letto. “Perché mi cercavi?” 

“E’ venuto tuo fratello e non mi hai detto niente?” sobbalzò Judi. “Anzi, è venuto quel figo di tuo fratello e non mi hai detto niente? Ma che razza di amica sei?” chiese Judi, tirandogli un cuscino.
“Non mi ricordavo che fossi una fan scatenata di Jack”
“La prossima volta vedi di ricordartelo” ringhiò Judi, voltando le spalle alla Fenice.

“Ma perché cercavi?”chiese nuovamente Evelyn, ficcandosi il cuscino sotto la testa.
Walters è finito di nuovo in infermeria... nella burrobirra stavolta” spiegò Judi, sedendosi di nuovo sul letto.

“Lo so” mormorò Evelyn, issandosi sui gomiti.

“Come?”
“Resta tra te e me?” chiese Evelyn fissando seria lo sguardo in quello dell’amica.

“Certo”
“Ce l’ha mandato Jack in infermeria” disse Evelyn, catturando completamente su di sé l’attenzione dell’amica.

“Cosa? Jack? Ma... perché?”
“Perché mi ha baciata”

“Cosa ha fatto?” sbottò Judi, guardandola sconcertata.
“Era sotto l’effetto di una qualche pozione e... mi sono avvicinata per portarlo in infermeria e... mi ha afferrato e mi ha baciata... non so che tipo di pozione fosse stata ma...”
“E Jack che cosa centra?” chiese Judi, interrompendo l’amica, curiosa di sapere come il Chimera fosse finito in infermeria.

“Quando Walters mi ha baciata Jack lo ha afferrato da dietro e scaraventato contro una parete facendogli perdere i sensi”

“Io A.D.O.R.O. tuo fratello” rise Judi, battendo le mani divertita, lasciandosi cadere distesa sul materasso.

 

FINE UNDICESIMO CAPITOLO

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Capitolo 12
*** 12° capitolo ***


Buongiorno a tutti

 

Buongiorno a tutti!
I biscotti sono nel forno e ne approfitto per aggiornare un ultima volta. Già, perché purtroppo fino al 12 gennaio non sarò a casa e non riuscirò ad aggiornare. Spero comunque di ritrovarvi lunedì 12. Tanti auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo.

Come sempre ringrazio con tutto il cuore Vekra e Caspita... vi aspetto il prossimo anno ^_^
Buona lettura

 


12° CAPITOLO

 

Questa volta la convalescenza era durata solo un giorno grazie alla mancanza di spasmi e dolori.

Ora però doveva affrontare qualcosa di peggio dei crampi di stomaco.

La prima volta si era sentito male prima di poter fare qualcosa di stupido ma quella volta... non riusciva a ricordarsi niente tranne quel bacio.

Kendra gli aveva detto che aveva camminato per una buona mezz’ora come in catalessi fino a quando non avevano incontrato Evelyn e suo fratello. Ma nemmeno di quello si ricordava.

L’unica cosa che riusciva a rammentare erano le labbra di Evelyn incollate alle sue, il sapore della sua bocca, il suo corpo stretto tra le sue braccia e poi un dolore lancinante alla testa prima del buio.

Tutta la mattina aveva pensato a quello che era successo.

Era stato così... bello sentirne il profumo, il sapore... avvertire il suo corpo morbido ed eccitante contro il suo.

Ora però cosa doveva fare?

Doveva fare finta di niente o chiederle scusa?

Secondo Kendra sarebbe stato carino chiedere scusa per quel bacio e per la figura di merda di fronte al fratello, ma lui non era molto convinto.

Era anche vero che Kendra era una ragazza e ne sapeva di più di lui sulla psicologia femminile.

Davis, ti posso parlare?” chiese Edward raggiungendo la ragazza lungo il corridoio.

Finalmente era riuscito a trovarla da sola, senza amiche o fratelli che lo potessero provocare, attaccare o scaraventare contro qualche parete.

“Walters” lo salutò la Fenice sorridendo leggermente a disagio. “Come stai?”

“Meglio. Kendra ormai controlla tutto quello che magio o bevo”
“Già.... a quanto pare qualcuno sta cercando di farti fuori”

“Per l’altro giorno, io...”
“Era la pozione” lo interruppe Evelyn, facendo per andarsene.

“Evelyn, aspetta” la fermò Edward, prendendola per il polso. “Non volevo... no, volevo dire che non ero io, era la pozione, io non avrei mai... cioè avrei ma... all’improvviso  si fermò chiudendo per un attimo gli occhi.

Stava facendo la figura dell’imbecille.

Perché l’aveva cercata?

Per chiederle scusa di un bacio di cui si ricordava cosi poco?

O per chiederle scusa di non averla baciata prima e senza l’aiuto di una Pozione?

“Io... niente, scusa, volevo solo chiederti scusa per l’altro giorno” disse infine il mago voltandogli le spalle e andandosene.

*Coglione! Sei proprio un coglione* si rimproverò Edward riprendendo la direzione da cui era venuto.

Evelyn da parte sua lo lasciò fare.

Cosa avrebbe dovuto fare? Infondo non era quello che voleva? Rimanere sola con il ricordo di Gabriel a tormentarla.

E poi non voleva ripensare all’altro giorno. Le parole di Jack le bruciavano ancora dentro.

Perché non lo aveva allontanato?

Certo il bacio era stato inaspettato e improvviso e... eccitante?

Qualcosa di certo lo aveva sentito ma al momento non riusciva a capire se era l’eccitazione provocata dal corpo del mago premuto contro il suo, dal corpo del mago più un attrazione pseudosentimentale o semplicemente da un piccolo infarto causato dalla pillola.

Sapeva che l’ultima ipotesi era la meno probabile ma...

“Non bisogna sottovalutare i valori della trombina nel sangue” mormorò tra sé e sé Evelyn, continuando a fissare il punto dove prima c’era il mago.

 

“Dove sei stato?” chiese Kendra quando l’amico entrò nella Sala Comune di Serpeverde.

“A fare la figura dell’idiota” rispose di malumore il mago andando a rinchiudersi nella sua stanza da prefetto.

Voleva morire. Anzi, no, voleva uccidere.

Si, voleva uccidere quel figlio di puttana che gli aveva fatto fare la figura dell’imbecille di fronte a Evelyn.

Doveva uccidere Stephanie Smith!

“So a cosa stai pensando, ma no!” disse Kendra, entrando con passo deciso nella camera. “E poi c’è qualcosa di peggio della morte, almeno nel caso di Stephanie Smith

“A cosa pensi?” chiese Edward guardando con attenzione l’amica sedersi sulla sua scrivania, accavallando le gambe.

“Beh, se tu volessi potresti fare la carogna con lei ma.... sarebbe controproducente per la tua piccola storia con Fanny”
“Non c’è nessuna storia con Fanny, lei... non ne voglio parlare” rispose decisone Edward, mettendosi a letto, dando le spalle all’amica.

Le dispiaceva vederlo così ma infondo cosa poteva fare lei?
Gli aveva consigliato di chiedergli scusa sperando che Davis apprezzasse il gesto ma evidentemente qualcosa non aveva funzionato ma, quello non le sembrava il momento più adatto per chiedere spiegazioni.

In silenzio uscì dalla stanza lasciando l’amico da solo con i suoi pensieri.

 

“Sarebbe interessante sapere che tipo di Pozione gli hanno propinato questa volta” disse Judi fissando lo sguardo nel vuoto, concentrandosi. “Evy, io... ti posso chiedere una cosa?”

“Da quando mi chiedi il permesso?” chiese scettica Evelyn, voltandosi verso l’amica.

“Dall’ultima volta che abbiamo parlato di Walters” rispose Judi, colpendo qualcosa dentro Evelyn.

“Mi dispiace per l’altra volta” disse la Fenice abbassando lo sguardo. “Non volevo essere scontrosa, solo che... è una situazione difficile” si scusò Evelyn, ricevendo un sorriso sincero da parte dell’amica.

“Lo so, ma io sono dalla tua parte Evelyn, non ti chiudere con me”
“Non ne ho intenzione” disse Evelyn ricambiando il sorriso della maga. “La domanda?”
“Come è stato? Nel senso... cosa hai sentito?” chiese Judi curiosa di sapere come era stato quel bacio.

“Io... non lo so...” mormorò Evelyn, abbassando lo sguardo.
Ci aveva pensato continuamente ma... era ovvio e lampante la sua reazione fisica, ma era solo quello?

Nell’ultimo periodo aveva pensato sempre di più al mago e sempre meno a Gabriel.

“Cosa non sai? Se ti è piaciuto o se te ne sei innamorata?”
“Per piacermi mi è piaciuto.  Non si può negare che quel ragazzo baci bene... ma non me ne sono innamorata” rispose Evelyn, senza guardare negli occhi l’amica.

“Evy, l’hai detto anche tu che è cambiato. Che in quei tre giorni si è comportata da vero uomo, e poi...”
“E poi?” la spronò Evelyn, quando vide il tentennamento dell’amica.

“Nonostante Gabriel fosse un bel ragazzo... beh, io preferisco Walters”

“Sei incorreggibile” sorrise divertita Evelyn, scuotendo la testa. “E poi perché sei così convinta che Walters voglia me? O meglio, perché implichi qualcosa di sentimentale in tutto quello che sta succedendo, quando invece si tratta solo di una questione fisica?”
“Non è così. Io lo so, tu lo sai e lo sa anche lui” rispose Judi alzandosi dal letto. “Ma se può farti sentire meglio continua pure a pensare il contrario” sorrise Judi, salutandola poi con la mano prima di uscire dalla stanza.

Era sicura di quello che aveva detto ad Evelyn e lo avrebbe provato. Doveva solo trovare Angelica.

 

Quando finalmente trovò Angelica era ormai quasi ora di cena.

“E’ tutto il giorno che ti cerco” si lamentò Judi, raggiungendo finalmente la Fenice.

“Come mai mi stavi cercando?” chiese la maga, guardando incuriosita Judi.

“Vedi, oltre che a considerarti mia amica tu rimani prima di tutto un ottima fonte” rispose Judi adulando l’amica.

“Tutti questi preamboli mi spaventano un po’, lo sai?” disse Angelica sorridendo divertita.

“Angelica tu lo sai chi ha avvelenato Walters?” chiese Judi andando subito al sodo.

“Mi dispiace ma questa volta non posso aiutarti. So che è stata Stephanie Smith a chiedere la Pozione, ma non chi l’ha preparata” rispose Angelica sorridendo alla maga dispiaciuta. “Di certo ci sarà rimasta a dir poco male quando il suo bello è finito per la seconda volta in infermeria”
“Già, e non sai nemmeno che tipo di Pozione fosse?”

“No, spiacente. So che la Smith aveva chiesto un filtro d’amore, ma non è quello che le è stato dato visto il risultato”
“Così lo sai?”

“Avevi qualche dubbio?”
“A dir il vero no” rispose Judi, scuotendo la testa. “Ma come diavolo fai? Lascia stare, non  lo voglio sapere. Lo terrai per te?” chiese infine la maga.

“Certo, te l’ho promesso sul treno, ricordi?”

“Sì” sorrise Judi, seguendo poi la maga verso la Sala Grande per la cena.

 

FINE DODICESIMO CAPITOLO

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Capitolo 13
*** 13° capitolo ***


E rieccomi qui ^_^

E rieccomi qui ^_^
E’ lunedì 12 e come promesso eccomi qui a postare il tredicesimo capitolo.

Spero che ci siate ancora tutti e che vi piaccia.
Buona lettura.

 

Per Vekra: Ci conto che tu mi abbia aspettata. Bacio


13° CAPITOLO

 

 

La mattina seguente, quando i gufi sorvolarono la Sala Grande per portare la posta, una lettera piccolissima si posò sul piatto di muffin di fronte a Evelyn.

Di solito la sua posta veniva sempre portata dalla stesso gufo. Anzi, dal suo Gufo, da Aristide,  ma quella mattina non lo aveva visto. E allora chi le aveva mandato quella minuscola letterina?

“Ehi, Evy, tutto ok?” chiese Judi osservando l’espressione concentrata dell’amica. “Chi ti ha scritto?”
“Non lo so... non è firmata” rispose Evelyn leggendo una seconda volta la lettera, rigirandosela tra le mani per scovare anche un piccolo segno del mittente.

“Come, non è firmata?”
“Non c’è la firma” rispose nuovamente Evelyn, mostrando la lettera a Judi. “Dice che deve parlarmi di qualcosa di importante”

“E tu hai intenzione di andarci?” chiese Judi, leggendo le poche righe scritte sul foglietto di pergamena.

“Non lo so... non dice nemmeno di cosa deve parlarmi” rispose Evelyn, riprendendo il foglietto in mano. Potrebbe essere anche uno scherzo stupido per quanto ne so”

“Credi che sia un messaggio di Walters?”
“Lo escludo. Se avesse voluto parlarmi lo avrebbe fatto e basta, senza messaggio o altro. O comunque lo avrebbe firmato”
“Quindi cosa pensi di fare?”
“Non lo so. Credo che deciderò all’ultimo minuto” rispose Evelyn voltandosi leggermente verso il tavolo dei Serpeverde osservando il mago giocare svogliatamente con la propria colazione, mentre Kendra osservava attentamente tutto ciò che il mago ingoiava.

Evidentemente i due attentati avevano dato non poca preoccupazione alla Chimera che ora controllava a vista l’amico.

Chissà, forse chi le aveva mandato la lettera voleva parlare proprio di quello che era successo al mago.

Beh lo avrebbe scoperto solo alle 17.00. Sempre se avesse deciso di andarci.

 

Alla fine aveva deciso di andare all’appuntamento.

Era troppo curiosa di sapere chi le aveva mandato quella lettera e soprattutto cosa avesse da dirle di così segreto da non firmarla nemmeno.

Alle 17.00 in punto si fece trovare nella Guferia, come riportato nella lettera.

17.05 nessuno in vista.

17.15 ennesimo sbadiglio da parte di Evelyn che ormai cominciava ad assaporare l’idea di essere stata presa per il culo.

Quando infine iniziò a parlare con un gufo qualcuno, all’interno della Guferia, si mosse.

Immediatamente Evelyn si guardò attorno, cercando di intravedere il nuovo arrivato.

“Sei tu?” chiese Evelyn, senza però vedere nessuno.

“Sei sola?” domandò una voce femminile in un punto non precisato della Guferia.

“Io sono sola, tu sei in ritardo” rispose scocciata Evelyn rimettendosi a sedere. “Ti fai vedere o non saprò mai chi sei?”
“Chi sono non importa” rispose la voce, muovendosi nell’ombra.
“No? E allora cosa è importante?” chiese Evelyn, alzando un sopracciglio scettica.

Ma chi credeva di essere? James Bond? Una spia in missione segreta?
“Ti piacerebbe sapere che Pozione è stata mischiata alla burrobirra di Edward Walters?” chiese la voce, incuriosendo ancora di più la Fenice.

“E tu come fai a sapere cosa gli hanno dato?” chiese Evelyn, cercando di rimanere impassibile come meglio poteva. “Gliel’hai data tu? Smith si è rivolta a te dopo il buco nell’acqua dell’altra volta?”
“No, non si è rivolta a me, ma conosco la persona a cui ha chiesto il filtro d’amore per Walters. Diciamo che questa persona non vede molto di buon occhio la coppia Smith-Walters
“Perché no? Magari sarebbe uscito anche un bel bambino” rispose Evelyn incrociando le braccia al petto e appoggiandosi alla prete.

Stava mentendo ma non aveva intenzione di fare la figura dell’idiota di fronte a qualcuno che nemmeno conosceva.

“Certo, un bambino molto bello se avesse preso dal padre ma l’altro 50% avrebbe mandato tutto a puttane. Comunque non è questo il punto. A Walters non è mai stato dato un filtro d’amore”
“E allora cosa gli avete dato?”
“La stessa pozione che Stephanie Smith gli aveva propinato la prima volta con il punch. Solo la versione esatta e insapore” spiegò la voce, spostandosi nell’ombra. “Volevamo essere certe del risultato ottenuto la prima volta con una Pozione sbagliata”
“Perché mi dici tutto questo? Perché lo dici a me?”
“Pensavo volessi sapere perché ti aveva baciata, e ora addio... Fanny” si congedò la voce zittendosi subito dopo.

“Merda” soffiò Evelyn alzandosi di scatto dalla sedia facendo sobbalzare un paio di Gufi.

Gli ci  mancava solo quello. Una ragazza che giocava alle spie e che sapeva di Fanny. Ed ora?

Quella ragazza cosa si aspettava ora che gli aveva detto quelle cose? Era una trappola o era dalla ‘sua parte’?

Sentiva che stava diventando paranoica.
Doveva... doveva sapere che diamine di Pozione avevano propinato a Walters... doveva parlare con Angelica.

In men che non si dica si ritrovò a vagare per i corridoi alla ricerca della Fenice più informata di tutta la scuola sui cazzi e mazzi di tutti.

Quando finalmente la trovò, circondata la dalla solita orda di ragazzine stupide e urlanti piombò su di lei come un gufo sul topolino di campagna.

“Posso parlarti?” chiese Evelyn piombando sul gruppetto di ragazze, piantandosi di fronte alla Fenice.

“Certo” rispose Angelica congedandosi dalle amiche, seguendo Evelyn in un angolo del corridoio.

“Angelica io... ho bisogno del tuo aiuto” disse Evelyn. Puntando gli occhi in quelli della maga. “Dei tuoi servizi più precisamente”
“Dei miei servizi? Cosa ti serve di sapere?” chiese la maga, sorridendo allegra alla compagna. Era felice di poter aiutare la ragazza.

Le era sempre piaciuta Evelyn, anche se sapeva che la Fenice nutriva qualche riserva su di lei e sul suo passatempo preferito.

“Tu sai che Pozione hanno dato a Walters la prima volta che è finito in infermeria?”

“Ovviamente” rispose Angelica facendo sorridere la maga. “Era una Pozione Inibitrice, serviva a ‘sbloccarlo’” spiegò Angelica in tono professionale.

“Cosa vuol dire ‘sbloccarlo’?”

“Se non avesse preso quella pozione probabilmente non si sarebbe fatto avanti con te la sera del falò anche se era quello che voleva fare” rispose la maga guardando con intensità la maga, sostenendone lo sguardo indagatore. “Se ti può aiutare dovresti cercare la pozione in un libro di Pozioni con la copertina rigida viola. Se mi dai qualche giorno te lo procuro io” si offrì Angelica.

“Io sono sempre più convinta che dovresti aprire un’agenzia investigativa” rispose Evelyn scuotendo la testa divertita. “Comunque sì, mi sarebbe molto utile”
“Bene. Quando ce l’ho te lo porto. Ok?”

“Va bene, grazie e... grazie anche per non aver detto niente di Fanny” disse Evelyn sorridendo riconoscente alla maga.

“E’ stato un piacere” rispose Angelica salutando la ragazza, dirigendosi poi verso la Sala Comune.

 

FINE TREDICESIMO CAPITOLO

 

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Capitolo 14
*** 14° capitolo ***


Buongiorno a tutti

Buongiorno a tutti!
Come sempre ringrazio Vekra e Caspita per i commenti ma soprattutto per avermi aspettato fino al 12 gennaio.

Grazie anche a chi legge solamente.

Buona lettura.

 

14° CAPITOLO

 

“Edward, cosa pensi?” chiese Kendra dopo aver raggiunto l’amico in biblioteca. “Anzi, cosa stai combinando?”

“Vendetta, tremenda vendetta” sibilò Edward sfogliando il libro che aveva sotto gli occhi.

“A che pensavi?” chiese curiosa Kendra sedendosi nella sedia di fronte al mago, sporgendosi per sbirciare il libro.

“Tu sai chi ha organizzato il mio ‘avvelenamento’ la prima volta?”
Smith con il suo gruppetto di amiche sfigate”
“Si, ma una più di tutte ha aiutato la Kneazle. Beatrix Coltrane

“Beh, quella racchia è succube di Smith

“Esatto! Non solo è succube, ma credo sia una delle ragazze più brutte di tutta la scuola” spiegò Edward, girando il libro verso l’amica, sorridendo diabolicamente.

“Cos’è?” chiese Kendra piegandosi sul libro, guardando le parole scritte in calligrafia sottile.

“Stavo pensando ad uno scambio di corpi” sussurrò il mago mentre sentiva l’adrenalina scorrergli copiosa nelle vene. “Ti immagini la disperazione della Smith quando quello che credere il suo corpo perfetto viene scambiato con quello di Beatrix e lei si ritrova in quello della racchia?”
“TU SEI UN GENIO!” sillabò la maga guardandolo esterrefatta. “E dimmi mio perfido amico, ti serve una mano per attuare il tuo malefico piano?” chiese la Chimera sempre più eccitata.

“Beh, è una Pozione complicata, non mi dispiacerebbe” rispose l’amica sorridendogli con fare complice.

 

La pozione richiese il tempo di preparazione di due settimane ma alla fine divenne trasparente ed inodore come riportava il libro.

“E’ pronta?” chiese Kendra dando un’ ultima rimestata alla Pozione.

“Si, ora dobbiamo solo fare in modo di farla pendere alle due stronze” rispose Edward andando a riempire due fialette con la Pozione. “Fortunatamente la Pozione è incolore, sa leggermente di vaniglia per cui è anche piacevole da bere. Bisogna solo trovare il modo di propinargliela senza farci beccare”

“Che ne dici dell’ora di Erbologia” chiese Kendra, chiudendo le fialette con dei tappi in sughero. “La professoressa Sprite durante le due ore ci lascia tenere la brocca d’acqua e un bicchiere a testa, giusto? Potremmo mischiarla con la loro acqua”

“Sarà difficile però... come facciamo a metterla nei bicchieri senza farci vedere da nessuno?” chiese poco convinto Edward.

“A quello ci penso io” rispose sicura di sé Kendra sorridendo divertita. “Mi offrirò per distribuire i bicchieri e l’acqua e aggiungerò la pozione all’ultimo momento. Fidati, sarà una passeggiata”

 

Quando due giorni dopo si apprestarono a seguire le due ore di Erbologia Kendra aveva le fialette con la pozione nascosta nella tasca della divisa.

Si sentiva eccitata all’idea di giocare un bel tiro a quella stupida oca di Stephanie.

Camminava tranquilla sul piccolo sentiero che portava alle serre di Erbologia pronta ad attuare il piano di Edward.

Già si immaginava la faccia di Stephanie quando si fosse risvegliata nel corpo di Beatrix. La faccia ricoperta da quel insopportabile acne misto a lentiggini.

Le sarebbe passata la voglia di giocare al piccolo Pozionista con Edward.

“Molto bene, Packiok per cortesia distribuisci i vasi e le piantine” disse la Professoressa Sprite, raggiungendo il capo della tavola mentre gli alunni prendevano posto nei tavolini accanto. “Qualcuno distribuisca l’acqua per favore”

Immediatamente Kendra scattò in avanti raggiungendo il carrello con i bicchieri e le brocca d’acqua.

Cominciò dalla parte opposta a quella dove si trovavano le due Kneazle, prendendo il suo compito con calma.

Quando arrivò al tavolo occupato da Stephanie e Beatrix diede prima il bicchiere a Judi Stevens e Evelyn Davis lasciando per ultime le due vittime.

La Professoressa Sprite aveva già cominciato a spiegare come invasare le piantine, per cui nessuno notò il movimento repentino con cui Kendra verso il contenuto delle due fialette nei bicchieri.

Ce l’hai fatta?” chiese sottovoce Edward, seguendo le istruzioni della Professoressa.

“Fatto” sorrise Kendra, infilandosi i guanti e iniziando a lavorare la terra.

La lezione procedette per un ora prima che Kendra trattenesse il fiato per un attimo. “Una è andata” sussurrò Kendra all’amico mentre Stephanie posava il bicchiere vuoto sul tavolino.

Si sentiva elettrizzata.

Non poteva credere in quello che sarebbe successo da lì a poco.

“Beatrix non ha ancora toccato il bicchiere?” chiese Edward rimanendo voltato di spalle, continuando il suo compito di Erbologia.

“No” rispose Kendra gettando una sguardo sul gruppetto. “Oh merda” gemette Kendra inorridendo.

“Che c’è?” chiese ansioso Edward voltandosi di scatto, sgranando gli occhi quando vide la mano di Evelyn serrarsi sul bicchiere di Beatrix prima di portarlo alla bocca. “Cazzo” sibilò Edward girandosi di scatto, guardando disperato l’amica.

“Edward, calma e sangue freddo, non...” ma le parole le morirono in gola quando un rumore di vasi infranti le raggiunse l’orecchio.

Le due maghe erano svenute nello stesso momento sotto gli occhi scioccati della professoressa e dei compagni.

“Merlino” gemette la professoressa Sprite correndo verso le maghe. “Qualcuno...”
“Ci pensiamo noi professoressa” la interruppe Edward, inginocchiandosi su Evelyn evocando un incantesimo di levitazione, imitato da Kendra che fece lo stesso con Stephanie.
“Fate attenzione mi raccomando” si raccomandò la donna lasciando che i due maghi portassero le maghe in infermeria.

Una volta adagiate le due maghe nei letti dell’infermeria Madama Chips fece uscire i due maghi per poter visitare meglio le due ragazze.

“Quanto ci vuole prima che la pozione faccia effetto?” chiese Kendra rimanendo con lo sguardo fisso sulla porta dell’infermeria di fronte a sé.

“30 minuti... più o meno” rispose Edward chiudendo gli occhi quando Madama Chips urlò all’interno dell’infermeria. “Anche meno” sussurrò il mago sospirando rumorosamente.

Ora si che Evelyn si sarebbe arrabbiata con lui... altro che un bacio rubato.

“Dov’è?” chiese una voce femminile scuotendolo dai suoi pensieri.

La Sprite aveva insistito per finire la lezione e non aveva lasciato uscire Judi per seguire l’amica in infermeria.

“Chi è che ha urlato?”
“Dalla voce sembrava Madama Chips” rispose Kendra, zittendosi immediatamente quando la porta dell’infermeria si aprì.

“Siete qui per...”
Si” si affrettò a dire Judi. “Come stanno?”

“Entrate” disse la donna facendosi da parte mentre i tre alunni entrarono nella stanza. “Prima di mostrarvi le vostre amiche voglio che mi raccontiate cosa è successo”
“Stavamo seguendo una lezione di Erbologia. Nessuna pianta velenosa o altro” rispose Judi, impaziente di vedere l’amica, mentre alle sue spalle Edward face un cenno impercettibile a Kendra di tacere. “E’ successo tutto all’improvviso. Sono svenute nello stesso momento” finì di dire la Fenice ricevendo l’assenso dei due Chimera.

“Io credo che siano state Incantate, o per essere più precisi credo che abbiano ingerito una Pozione per la trasmigrazione dell’Essere”

“Può essere più chiara? Evelyn come sta?” chiese impaziente Judi tremando per la preoccupazione.

“Stanno bene entrambe. Fisicamente sono illese ma il problema è che si sono scambiate i corpi” spiegò la donna conducendo i ragazzi dietro ad un separé.

In due letti dormivano le due maghe.

Niente poteva fare pensare che le due si fossero scambiate i corpi.

“Vuol dire che... che quella non è Evelyn?” chiese Judi, guardando sconvolta la donna.

“No, non è lei. Si sono scambiate i corpi e...”
“Ma lei lo può aggiustare, vero?” la interruppe Judi, aggrappandosi al braccio della donna.

“Certo che posso, ma ci vorrà del tempo. Dobbiamo preparare un antidoto e... ci vorranno minimo due settimane se non di più visto che non conosciamo la pozione che hanno ingerito” rispose la maga, osservando le due ragazze nei letti. “Forse è meglio se restate con loro finché non si svegliano... sono sicura che se spiegato da voi risulterà meno traumatizzante” spiegò la donna allontanandosi dal gruppo di maghi.

“Ma lei dove va?” chiese Judi, voltandosi disperata verso la maga.

“Vado a vedere se riesco a recuperare il bicchiere dal quale hanno bevuto per poter riconoscere la pozione” rispose la donna, uscendo dall’infermeria.

Per qualche minuto rimasero in silenzio a fissare le due maghe stese nei letti.
“E come glielo dico?” mormorò Judi, avvicinandosi istintivamente a Evelyn, scuotendo la testa quando la maga si stese supina a dormire. “Evy...” sussurrò la maga scuotendo leggermente la maga con i capelli biondi rannicchiata in posizione fatale. “E-Evelyn...” la chiamò di nuovo Judi, avvicinandosi al viso dell’amica.

“Judi, ciao” la salutò Evelyn, chiudendo per un attimo gli occhi, respirando profondamente. “Cosa è successo?” chiese la maga sollevandosi leggermente dal letto, sgranando gli occhi quando un ricciolo biondo le scese davanti agli occhi. “J-Judi...”
“Evy. Evy, stai calma...”
M-morgana” inorridì Evelyn, quando scorse il proprio corpo nel letto accanto a sé.
“Evelyn, stai calma, ti prego” la supplicò Judi, prendendo l’amica per le spalle, salendo in ginocchio sul letto. “Respira piano”

Ok... ok, sto bene...” mormorò Evelyn, con la voce ancora tremante. “Spiega”
Sei svenuta durante l’ora di Erbologia e... qualcuno ti ha dato una Pozione per cui ti sei scambiata il corpo con...”
“Con chi mi sono scambiata?” chiese Evelyn, allontanandosi dall’amica. “Judi? Con chi mi sono scambiata?” domandò di nuovo la maga, quando l’amica tentennò nel rispondere.

Davis...” la chiamò Kendra, cercando di trovare le parole giuste.

“Ho capito” sibilò Evelyn, saltando a terra, correndo alla finestra per vedere il proprio riflesso, indietreggiando scioccata di fronte a quello che vide. “No... no... scosse la testa atterrita, guardando disperata i tre ragazzi. “Non lei...”

“Evy”
“No!” sbottò la maga scostandosi violentemente dall’amica, svegliando con il suo urlò Stephanie ancora addormentata nel letto.

“Ma che diavolo succede?” chiese la ragazza sollevandosi dal letto voltandosi verso il gruppetto di maghi, rimanendo immobile, smarrita di fronte al suo corpo in piedi di fronte al suo letto. “C-cosa...”
“Evy, no” gemette Judi, quando l’amica corse rapidamente verso la porta precipitandosi fuori dall’infermeria.

“Qualcuno mi vuole spiegare?” sbottò Stephanie, attirando l’attenzione dei tre maghi.

“Vado io” sussurrò Edward a Judi, uscendo velocemente dall’infermeria, rincorrendo Evelyn. “Evelyn” la chiamò Edward inseguendo la maga per il corridoio. “Fermati” la bloccò Edward trattenendola per il braccio. “Madama Chips ti uccide se scopre che sei scappata dall’infermeria”
“Chi se ne fotte!” ringhiò la maga cercando di allontanarsi dal mago, il fiato mozzato per lo shock appena subito.

“EVY!” tuonò il mago scuotendola con forza. “Calmati”

“Tu non capisci! Io... lei ha il mio corpo!” gemette Evelyn mentre gli occhi le diventavano improvvisamente lucidi.

“Mi dispiace” sussurrò Edward lasciandole andare il polso. “E’... è colpa mia...”
“Cosa? Perché dovrebbe essere colpa tua?” chiese Evelyn, cercando di rimanere calma, asciugandosi le lacrime con il polsino della divisa.
“Quella pozione l’ho fatta io ma... non era per te” si affettò a dire il mago.
“Non posso crederci” sbottò infuriata Evelyn camminando nervosa per il corridoio. “Come hai potuto farmi questo?”
“Non era per te, non ti avrei mai fatto nulla del genere”

“E per chi diavolo era?” sbottò Evelyn incrociando minacciosa le braccia al petto.

“Per la Smith e  quella racchia di Beatrix” rispose Edward trattenendosi dallo scoppiare a ridere in faccia alla Fenice.

Quella era veramente una situazione assurda.

Nemmeno se si fosse impegnato per farlo apposta gli sarebbe riuscito.

“Io sono imprigionata nel corpo di quel oca e tu ridi?” ringhiò Evelyn portandosi le mani ai fianchi.

“Lo so, è scortese ma... credimi non era questo il risultato che avevo in mente, anche se devo ammettere che Smith non è mai stata così carina come ora” sorrise Edward mentre Evelyn gli scoccava un occhiata di rimprovero.

“Frena gli ormoni Walters. Non ti farai la Smith finché ci sarò io nel suo corpo!”

“Torniamo indietro?” chiese Edward facendo cenno con la testa verso l’infermeria. “Ti prometto che farò di tutto per farti tornare nel tuo corpo” aggiunse Edward, prendendola per le spalle e stringendo leggermente la presa. “Promesso”

“Va bene ma... non possiamo fare in modo che passi tutti questi giorni svenuta nel letto dell’Infermeria?” chiese Evelyn seguendo imbronciata il mago.

“Non credo che Madama Chips sarebbe d’accordo” rispose Edward sorridendole comprensivo. “E comunque ci sarà Judi a tenerla d’occhio”

“Già... secondo te non potrò rimanere nella Fenici? Dovrò andare con i Kneazle?”
“Non so ma forse sarebbe meglio... almeno Stevens farà da guardia del corpo al tuo splendido corpo”

“Si, prendi pure per il culo” rispose Evelyn, precedendolo nel corridoio.

*Ma io non ti sto prendendo per il culo* pensò Edward, seguendo la maga.

 

FINE QUATTORDICESIMO CAPITOLO

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Capitolo 15
*** 15° capitolo ***


Buona domenica a tutti

 

Buona domenica a tutti!
Solitamente aggiorno sempre di lunedì ma purtroppo questa volta non riuscirò perché sono fuori casa e allora ho deciso di anticipare di un giorno.

Grazie a Vekra e Caspita per i  commenti e anche a chi legge e basta.

Buona lettura.

 

15° CAPITOLO

 

Alla fine i professori avevano deciso che lo scambio non doveva valere solo per i corpi ma anche per le Case.

Secondo la Professoressa McGranitt questo avrebbe permesso ai compagni di Casa di controllare il comportamento delle due ragazze nei confronti dei loro rispettivi corpi.

In questo modo Judi si era ritrovata a dividere la camera con Stephanie Smith e il suo smisurato complesso di superiorità.

“Che schifo” esclamò Stephanie esaminando i vestiti nel guardaroba di Evelyn. “Questi andavano di moda due anni fa” osservò Stephanie gettando un pantalone e una gonna sul baule alle sue spalle.

“Sai, non tutte persone pensano solo ed esclusivamente ai vestiti” ringhiò Judi prendendo i due vestiti  e rimettendoli nell’armadio.

“Io non ho intenzione di vestirmi sciattamente solo perché la tua amica non ha gusto” rispose stizzita Stephanie andando a rinchiudersi nel bagno.

“Ringrazia Merlino che hai il corpo di Evelyn o ti avrei già schiantata” sibilò Judi chiudendo l’armadio di Evelyn.

 

Evy, sei ancora qua?” disse Judi, sedendosi nella sedia di fronte all’amica. “Scommetto che Stephanie non ha mai passato così tanto tempo in biblioteca”

“Forse solo quando cercava di ‘avvelenare’ Walters” rispose Evelyn, sollevando le braccia sopra la testa per stirarsi i muscoli indolenziti. “La cretina dove è?”
“Si stava facendo unbagno rilassante’” fece il verso Judi alzando gli occhi al cielo. “Mi manchi”
“Anche tu mi manchi e... non pensavo che l’avrei mai detto ma mi manca anche il mio corpo” rispose Evelyn facendo sorridere l’amica. “E poi il guardaroba di Stephanie contiene solo gonne inguinali e pantaloni a giro figa. E poi siamo sicuri che tutti sappiano quello che è successo? Perché credo ci aver ricevuto tre inviti molto espliciti questa mattina e... non vorrei trovarmi in situazioni equivoche

“Non so... credo di si” rispose Judi sorridendo divertita. “Hai trovato qualcosa?” chiese poi indicando il libro di fronte all’amica.

“No, forse è il caso di chiedere a Walters dove cavolo l’ha pescata questa pozione maledetta”
“Già, credo che sia una buona idea” concordò Judi aiutando l’amica a sistemare i libri. “Ah, quasi mi dimenticavo. Angelica ti stava cercando prima”
“Oh... va bene, grazie”
“Mi stai nascondendo qualcosa?”
“No, le aveva solo chiesto un libro” rispose Evelyn, finendo di riporre gli ultimi libri. “Vado a cercare Angelica e quella volpe di Walters, tu che fai?”
“Io torno alla Torre prima che Stephanie decida di tagliarsi i capelli o fare altre cazzate”
“Judi, sono nelle tue mani” si raccomando Evelyn salutandola con la mano prima di andarsene.

 

Quando finalmente intravide Angelica in fondo ad un corridoio lanciò un urlò di gioia e corse verso la maga.

“Angelica, ferma!” urlò la ragazza raggiungendola prima che entrasse nell’aula di Trasfigurazione.

“Oh, sei tu” sorrise Angelica, fermandosi a qualche passo dalla porta. “Scusa, ma non riesco ancora a collegare te al corpo di Stephanie”
“Nemmeno io” rispose Evelyn,  portandosi un ricciolo dietro l’orecchio. “Judi mi ha detto che hai trovato il libro”
“Sì, ci ho messo un po’ perché qualcuno lo aveva spostato” rispose Angelica estraendo un libro con la copertina rigida dalla sacca e consegnandolo alla ragazza. “Pagina 423” disse Angelica, facendo notare a Evelyn il segnalibro al centro del libro. “Spero che questo ti possa aiutare”
“Anche io” rispose Evelyn, sorridendo grata alla maga. “Grazie ancora” la salutò Evelyn, lasciando che Angelica raggiungesse i suoi compagni nell’aula.

Ora doveva solo trovare Walters e prendere il libro che lui aveva usato per la sua pozione.

Con calma si incamminò verso le scale aprendo il libro che Angelica le aveva dato.

“Pozione Inibitrice” lesse Evelyn, fermandosi di colpo quando senti dei bisbigli provenire da una porta socchiusa.
Era sicura di aver sentito la voce di Walters, ma quella con lei non era...

“Stephanie te l’ho già detto” disse Edward, allontanandosi dalla maga.
“Andiamo Walters, non vuoi vedere che c’è qua sotto?” sussurrò sensualmente Stephanie slacciandosi il primo bottone della camicia.

“PETRIFICUS TOTALUS”  urlò Evelyn irrompendo nella stanza, pietrificando Stephanie, puntando poi la bacchetta contro Edward.

“Tu” ringhiò Evelyn, tremando di rabbia.

“Evelyn, non è come pensi?”
“No? NON E’ COME PENSO!!!” urlò la ragazza, indicando il suo corpo fasciato in una divisa succinta, il primo bottone della camicia slacciando quanto bastava per mostrare il pizzo nero del reggiseno.

“Stephanie...”
“Non mi interessa” lo interruppe Evelyn, rimanendo con lo sguardo fisso in quello del ragazzo. “Trattieni i tuoi ormoni Walters fino a che non avrò risolto il casino che TU hai creato e poi te la potrai fare. E quanto riguarda te Stephanie ti suggerisco di sistemare la mia divisa e di fare la buona finche non avrai riavuto il tuo corpo o giuro su Morgana che ti ammazzo a mani nude” sbottò Evelyn, voltandosi di scatto e uscendo come una furia dall’aula.

Si sentiva il corpo scosso da brividi di rabbia.

Come osava quella stupida oca fare certe cose con il SUO corpo?
Non poteva pensare a quello che sarebbe potuto accadere se non fosse passata di lì per caso.

Lui avrebbe visto, toccato e baciato il suo corpo e lei... lei non avrebbe mai potuto sapere cosa si provava... come era essere baciata da... *da un coglione arrapato che pensava solo al sesso!!!* sbottò Evelyn nella sua testa, fermandosi di colpo, appoggiandosi ad una nicchia.

Doveva calmarsi.

Chiudendo gli occhi cercò di respirare profondamente.

Le veniva quasi da piangere.

Era stanca di quella situazione.

Rivoleva il suo corpo, voleva tornare a casa.

“Evelyn...” la chiamò una voce maschile alle sue spalle, facendola sussultare.

Non aveva pensato che lui potesse seguirla.

“Cosa vuoi?” chiese Evelyn, senza voltarsi, rimanendo con gli occhi chiusi.

“Non sono stato io a portarla in quel aula e a chiederle di spogliarsi. Ha fatto tutto lei e... le ho detto di fermarsi prima che tu entrassi” spiegò Edward, osservando la schiena della maga. “Non lo avrei mai fatto”

“E pretendi che ti creda?” chiese la ragazza voltandosi verso il mago, incrociando le braccia al petto.

“No, però questa è la verità” rispose Edward, rimanendo fermo a ricambiare o sguardo della maga. “Non mi piace Stephanie”

“Non devi spiegarmi niente. Non sono fatti miei” rispose Evelyn, spostando lo sguardo verso la finestra accanto al ragazzo. “A me importa che non faccia nulla con il mio corpo” aggiunse la maga, chiudendo gli occhi, stanca di tutta quella situazione. “Il libro dove hai preso quella pozione, dov’è?” chiese Evelyn, tornando a guardare il ragazzo.

Ce l’hai in mano tu” rispose Edward, indicando il libro che Evelyn teneva stretto al corpo.

“Ecco perché non lo trovava” mormorò Evelyn, abbassando lo sguardo sul libro. “Pagina?”
683” rispose Edward, abbassando anch’esso gli occhi sul libro. “Perché?”
“Non ho trovato niente su tutti i libri della biblioteca che ho letto, forse riesco a creare un antidoto usando gli ingredienti della pozione che mi hai propinato”

“Come?”
“Beh, l’antidoto di un veleno è maggiore della somma degli antidoti di ciascuno dei singoli componenti... questo però non è un veleno quindi... beh, ci dovrò lavorare su”

“Non sapevo che fossi esperta in Pozione” rispose Edward, cercando di farla sorridere.

“Non mi stupisce, tu non sai niente di me” sibilò Evelyn, votandogli le spalle e andandosene, lasciando da solo il mago.

 

 

“Edward, che hai? Cos’è successo?” chiese Kendra quando incontrò il ragazzo lungo le scale.

Aveva un espressione a dir poco furiosa.

“Non l’ammazzo solo perché ha il corpo di Evelyn” ringhiò Edward, senza fermarsi, continuando a camminare, cercando di sfogare tutta la frustrazione che si sentiva addosso.

“Cos’ha fatto ancora?” chiese Kendra, affiancandosi al ragazzo e cercando i mantenere la stessa velocità di Edward. “Edward, che cos’è successo?” chiese di nuovo Kendra quando il ragazzo non rispose.

“Vuoi sapere che cos’ha fatto?” ringhiò Edward, fermandosi di colpo. “Mi ha trascinato in un aula vuota con la scusa che doveva parlami e mi è saltata addosso”

“Cosa?”

“E dopo averla allontanata ha pensato bene di sbottonarsi la camicetta proprio mentre Evelyn passava fuori dalla stanza”
“Merlino...”
“Così ora è infuriata con me perché crede che volessi andarci a letto” sbottò Edward, appoggiandosi poi stancamente alla parete. “Ha detto che non gliene importa niente se mi piace o no Stephanie” mormorò il ragazzo passandosi una mano tra i capelli.

“Edward, andiamo, era infuriata” rispose Kendra, avvicinandosi di un passo all’amico. “Sono sicura che non lo pensa davvero”

“Non importa... nemmeno lei mi interessa... rispose improvvisamente Edward, lasciando stupita la maga. “Ci vediamo a Incantesimi” la salutò il mago andandosene.

 

FINE QUINDICESIMO CAPITOLO

 

 

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Capitolo 16
*** 16° capitolo ***


Buon lunedì a tutti

Buon lunedì a tutti!

Qui c’è un sacco di neve… ma  per fortuna oggi sono a casa dal lavoro e non devo andare a schiantarmi per arrivare a lavoro ^_^


Per Vekra: E’ vero, sono un po’ sfigatelli… ma ho paura che i loro guai non siano finiti… sono davvero perfida ^_^
 

E come sempre buona lettura a tutti.

 

16° CAPITOLO

 

Quella giornata era stata infernale.

*Non solo grazie a Stephanie ora Evelyn crede che mi stessi per fare la Smith nel suo corpo ma la mia media è andata a puttane per una stupida interrogazione* sibilò dentro di sé Edward, continuando a fissare inorridito lo Scadente appena preso.

“Andiamo, Edward, ti rifarai la prossima volta” lo raggiunse Kendra, affiancandosi a lui nella camminata.

“Che giornata di merda” gemette il mago, cacciando il foglio ben dentro la sacca, chiudendola poi con forza.
“Non dire così, non è ancora finita la giornata” rispose Kendra, cercando di tirare su il morale dell’amico. “Ti va di fare due passi nel parco? Ci fumiamo una sigaretta”
“Buona idea” rispose Edward, scendendo le scale del secondo piano.

Aveva proprio bisogno di fumare e non pensare per un po’ a niente, soprattutto ad Evelyn e a quello che era successo con Stephanie.

Ma qualcuno lassù sembrava non pensarla come lui.

Aveva appena raggiunto la fine della scale e voltato l’angolo quando sentì la voce di Evelyn non molto lontana.

 

“Che coincidenza, stavo proprio pensando a te” le sorrise un ragazzo delle Sfinge, fermandosi proprio di fronte a lei.

“A me?” chiese stupita Evelyn, alzando scetticamente un sopracciglio. “E perché di grazia?”

“Sai, ho pensato a quello che mi hai detto prima di venire qui” rispose il ragazzo sorridendole maliziosamente, avvicinandosi di un passo alla maga. “E credo che sia una splendida idea”
Jenkins, credo che tu ti sia perso un passaggio” cercò di dire la ragazza ma fu interrotta da un bacio improvviso del mago.

Con uno sforzo incredibile Evelyn riuscì ad allontanare il mago che sembrava essersi incollato alle proprie labbra.

“Ma che diavolo credevi di fare?” sbottò Evelyn pulendosi la bocca con la manica della camicia.

“Quello che mi hai chiesto tu due settimane fa” rispose Jenkins avvicinandosi nuovamente alla maga. “Che c’è, non ti ricordi Stephanie?” chiese il mago, prendendola nuovamente per le spalle.

“No, io non sono...” cercò di dire Evelyn, ma si interruppe quando qualcuno strappò il mago dal suo corpo facendolo ruzzolare a terra. “Walters!” urlò Evelyn guardando sconcertata i due maghi che si stavano picchiando ai suoi piedi.

“Edward, lascialo!!!” urlò immediatamente Kendra, afferrando l’amico per le spalle e cercando di strapparlo dal ragazzo. “Edward...LASCIALO!!!

“PROTEGO” urlò all’improvviso Evelyn lanciando l’incantesimo tra i due maghi, facendo rotolare entrambi i ragazzi a terra, mantenendo lo scudo protettivo.

Era allibita.

Non si era aspettata che qualcuno non sapesse dello scambio tra lei e Stephanie, né tanto meno che qualcuno potesse farsi avanti in quel modo con lei.

Ma la cosa che più l’aveva stordita era stato l’intervento di Edward.

Si era avventato su quel ragazzo come un cane da caccia su una quaglia.

Aveva dovuto lanciare quel incantesimo per fermarlo, ed ora lui era lì, di fronte a lei. Uno sguardo strano negli occhi.

“Edward, andiamo via” mormorò Kendra, prendendo il braccio del mago, tirandolo leggermente. “Vieni via” ripeté nuovamente Kendra, riuscendo finalmente ad allontanare il ragazzo dalla Fenice.

 

“Ma che diavolo ti è preso?” ringhiò Kendra, una volta girato l’angolo.

“Hai visto anche tu che le è saltato addosso” si difese Edward, aumentando il passo mentre sentiva il sangue che ancora gli ribolliva nelle vene. “Dovevo rimanere lì a guardare?”

“Certo che no, ma lo dovevi per forza picchiare?” sbottò Kendra fermando il ragazzo in mezzo al corridoio. “Cosa diavolo credi penserà ora? E Jenkins?”

“Non lo so, va bene!” sputò Edward, muovendosi nervosamente sul posto.

Aveva reagito d’istinto.

Il suo corpo si era mosso prima del suo cervello.

Si era ritrovato addosso al mago senza rendersene conto.

“Cosa vuoi da me, Kendra? Mi hai chiesto di non giocare con lei. Di comportarmi da uomo... beh, l’ho fatto. Non l’ho mai presa in giro. Non ho mai cercato di ridicolizzarla o di usarla. Che altro vuoi da me?” sibilò Edward, voltando poi le spalle alla maga allontanandosi da lei.

 

“Ma che diavolo gli è preso?” sbottò Jenkins, alzandosi da terra, sistemandosi la divisa.
Jenkins, se non lo avessi ancora capito io non sono Stephanie” disse Evelyn, senza rispondere alla domanda del mago. “Io e Smith ci siamo scambiate i corpi a causa di una pozione per cui dovrai aspettare ancora un po’ prima di potertela portare a letto” aggiunse asciutta la maga, rinfoderando la bacchetta nel mantello della divisa. “Vedi di spargere in giro la voce. Non mi va di rivivere l’esperienza” disse infine Evelyn, allontanandosi dal mago, dirigendosi verso il dormitorio dei Tassorosso.

Si sentiva ancora scossa da ciò che era successo.

Il bacio di Jenkins non le aveva dato nessuna sensazione, anzi, lo aveva trovato alquanto sgradevole.

Non era stato un brutto bacio, anche se lei aveva tenuto le labbra serrate per non lasciarsi penetrare dalla lingua del ragazzo, ma non lo aveva voluto.

No, era stata la reazione di Walters a lasciarla basita.

Non solo non lo aveva né visto né sentito arrivare, ma non si sarebbe mai neanche aspettata una reazione del genere.

Non dopo quello che era successo con Stephanie.

 

FINE SEDICESIMO CAPITOLO

 

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Capitolo 17
*** 17° capitolo ***


Aggiornamento in anticipo perché domani non ci sono non rieasco a postarlo

Aggiornamento in anticipo perché domani non ci sono  non rieasco a postarlo.

Spero che vi piaccia anche questo.

Buona lettura.

 

Per Vekra: Anche a me quella frase è piaciuta tanto, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Grazie.

 

Ciao

 

17° CAPITOLO

 

“Vediamo un po’ questa Pozione Sbloccante” sussurrò la maga aprendo il libro a pagina 423, allungando la mano verso il suo comodino, prendendo una confezione di Api frizzole. “Pozione Sbloccante: L’uso di questa pozione causa l’inibizione della coscienza e del senso del pudore nella persona alla quale viene somministrata. Se la persona in questione si dovesse trovare nella medesima stanza insieme alla persona amata la suddetta persona non riuscirebbe a trattenere il desiderio più profondo verso l’amato”

*La persona amata?* pensò Evelyn, rimanendo con la bocca leggermente aperta, la caramella a mezz’aria di fronte alla propria bocca.
“Angelica deve aver sbagliato Pozione” mormorò la maga, scuotendo leggermente la testa, scorrendo velocemente le pagine fino alla pagina 683. “Ma è pazzo” gemette la maga scorrendo rapidamente lo sguardo sulla lista di ingredienti. “E ora come faccio?”

“Come fai a fare cosa?” chiese una voce stridula facendola sussultare.

“Beatrix” disse Evelyn chiudendo con un grosso tonfo il libro, alzandosi dal letto, raggiungendo rapidamente la porta urtando leggermente la Keanzle prima di uscire.

Odiava quel dormitorio, odiava quella Casa e odiava le sue nuove compagne.

Non le toglievano mai gli occhi di dosso e avevano sempre qualcosa da dire su come si vestiva, si pettinava, si comportava.

“Stephanie non avrebbe mai messo quel maglione con quei pantaloni” face il verso Evelyn, uscendo infastidita dal dormitorio.

Doveva trovare qualcuno bravo in Pozioni o avrebbe passato troppo tempo in quel corpo che ormai detestava.

Stephanie era sicuramente una ragazza carina e corteggiata ma... odiava i suoi capelli boccolosi e le sue unghie innaturalmente lunghe.

Rivoleva i suoi capelli lisci e i suoi vestiti comodi.

 

“Mi serve qualcuno di straordinariamente bravo in Pozioni” ripeté per la decima volta Evelyn, strappando un sospiro a Judi.
Erano ormai tre ore che si trovavano in biblioteca a rimuginare sulla lista di ingredienti della pozione per lo scambio dei corpi.

Avevano ormai capito che non poteva funzionare come per l’antiveleno di un qualsiasi veleno, per cui erano in pieno alto mare.

Certo, avrebbero potuto correre dal professore di Pozioni e chiedere aiuto ma in quel modo avrebbero messo nei guai Walters e Carter e per qualche motivo inspiegabile Evelyn voleva evitare ai due una punizione per quello che le era capitato.

“E allora come la risolviamo?” chiese per l’undicesima volta Judi appoggiando stancamente la fronte al tavolo. “Non conosciamo nessuno che possa inventarsi una contro-pozione dal nulla”

“Noi no, ma forse Hermione” disse improvvisamente Evelyn, scattando in piedi ritrovandosi improvvisante a fissare un ragazzo di fronte a sé. “Draco”
“Sai, la Granger non è la migliore del corso di Pozioni” sussurrò il mago.

“Vuoi dire che tu sapresti creare una pozione per sistemarci?” chiese speranzosa Evelyn, stringendo tra le mani il foglio con gli ingredienti.

“Non dico che riuscirò al primo tentativo ma sì, credo di poterlo fare”
“Oh, Draco sarebbe...” cominciò a dire la maga, ma il ragazzo la fermò con un gesto della mano.

“Non ringraziarmi” la fermò Draco, avanzando verso la Fenice. “Non ho detto che è gratis”
“Vuoi essere pagato?” chiese Judi guardando il mago con sdegno.

“No, non sono i soldi che mi interessano” rispose il mago tenendo gli occhi fissi Evelyn.

“E cosa ti interessa?”
“Tu” rispose semplicemente Draco, sorridendole malizioso. “Voglio un appuntamento. Tra tre domenica ci sarà l’uscita ad Hogsmeade, Se mi dai la tua parola che ci vieni con me io mi metto subito al lavoro. Che ne dici?”
“Ci sto” rispose immediatamente Evelyn, consegnando il foglio al Serpeverde. “Ah, Draco, se mi stai prendendo in giro ti strappo quella tua lingua da serpe e mi ci faccio una cintura” aggiunse la maga lasciando velocemente la biblioteca.

“Evelyn, sei sicura di poterti fidare di Malfoy?” chiese Judi raggiungendo l’amica di fronte alle clessidre con i punti delle Case. “Quel ragazzo è viscido e spregevole e...”
“E io rivoglio il mio corpo Judi” la interruppe Evelyn, chiudendo stancamente gli occhi. “A me interessa solo quello e se questo è l’unico modo per risolvere questo problema beh lo farò. Uscirò con Malfoy. Infondo è solo uno stupido appuntamento, non ci devo mica andare a letto”

 

“Che hai?” chiese Edward, lasciandosi cadere seduto sul divanetto della Sala Comune, sfogliando distrattamente una rivista sul Quidditch.

“Non picchierai nessuno?” chiese Kendra, guardando severamente l’amico.

“E’ ancora per Jenkins? Ho detto che mi dispiace” rispose Edward, sorridendo divertito. “La prossima volta ci penserà due volte prima di farsi avanti con Davis”
“Veramente lui voleva farsi la Smith ma capisco che tu non riesca a fartene una ragione visto che per te ormai non esiste altri che lei” disse Kendra, facendo alzare gli occhi al cielo al mago.

“Falla finita Kendra” disse Edward, sorridendo divertito. “Allora, me lo dici o no?”

“Malfoy ha chiesto a Davis di uscire... e lei ha accettato. Andranno ad Hogsmeade insieme la prossima uscita”

All’improvviso il sorriso gli morì sulle labbra.

“Ha accettato?” chiese a mezza voce Edward, rimanendo con lo sguardo fisso di fronte a sé.

“Sembra che in cambio lui gli prepari una pozione per farle riavere il suo corpo” spiegò la Chimera. “Quello che non capisco è perché non la porta a Piton. Perché non ci denuncia?”

“Non vuole metterci nei guai, suppongo” rispose Edward scivolando lungo lo schienale, espirando profondamente. “Tipico atteggiamento da Fenice”

Alla fine ce l’aveva fatta.

Era riuscito ad ottenere un appuntamento con lei e, se era vero quello che Pansy e Millicent dicevano dal giorno del loro arrivo, c’erano poche probabilità che lei lo respingesse.


FINE DICIASSETTESIMO CAPITOLO

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Capitolo 18
*** 18° capitolo ***


Rieccomi di nuovo di domenica.

Purtroppo nella casa nuova non mi hanno ancora installato internet e quindi devo impossessarmi della linea a casa dei miei.


Ringrazio come sempre Vekra... mio unico angioletto ti farò un monumento per la tua costanza e pazienza nei miei confronti.


Buona lettura a tutti ^_^


18° CAPITOLO


Finalmente dopo quel pomeriggio in biblioteca le era tornata la speranza di poter riavere il proprio corpo il più presto possibile.

Proprio quella mattina infatti Draco le aveva fatto avere tramite un gufo della scuola un lettera.

Cos’è?” chiese Beatrix seduta accanto a lei, allungando il collo per leggere la lettera che Evelyn aveva appena aperto.

Cazzi miei” sibilò Evelyn, piegando la lettera e alzandosi rapidamente dalla panca.

Possibile che non riuscissero a farsi gli affaracci loro?

Era così difficile rispettare la privacy altrui?

Ficcanaso” spuntò la maga, raggiungendo velocemente Judi al tavolo dei Grifondoro.

Che c’è?” chiese Judi osservando l’amica sedersi pesantemente accanto a lei, sbuffando rumorosamente.
“Una più deficiente dell’altra” borbottò sottovoce Evelyn, aprendo nuovamente la lettera, leggendola rapidamente.
“Di chi è?” chiese distrattamente Judi, continuando a mangiare i suoi cereali.

Draco” rispose Evelyn, richiudendo la lettera, prendendo un muffin al cioccolato dal vassoio di fronte a sé. “Questo pomeriggio alle cinque nella vecchia aula di Trasfigurazione al quinto piano” spiegò la ragazza.

Perché?” chiese Judi alzando scetticamente il sopracciglio destro.

Penso per la pozione” rispose Evelyn sorseggiando il succo di zucca di Judi.

Fai pure” si lamentò Judi. “Come se fosse roba tua”

Va bè, io vado che ho lezione” disse Eveline ignorando le lamentele di Judi. “Ci vediamo alle cinque” disse Evelyn scavalcando la panca, prendendo le sue cose.

Devo venire anch’io?”
“Certo, non vorrai lasciarmi in balia di Malfoy” rispose ovviamente Evelyn, salutandola prima di uscire dalla Sala Grande.

Per tutta la mattinata Evelyn non fece altro che pensare alla lettera di Draco.

Faticava ancora a credere che quell'incubo fosse finalmente giunto alla fine.

Finalmente sarebbe ritornata alla sua Casa, sarebbe tornata da Judi e dalle sue amiche, ma soprattutto avrebbe finalmente riavuto il suo corpo.

Quando alla fine arrivarono le cinque Evelyn corse velocemente a recuperare Judi per poi raggiungere Draco nella vecchia aula abbandonata che le aveva indicato nella lettera.

Ce l’hai ?” chiese speranzosa Evelyn finalmente anche Draco la raggiunse nell'aula.

Ce l’ho” rispose Draco estraendo dal mantello una fialetta contenente del liquido giallastro. “Spero che funzioni” aggiunse il ragazzo consegnando la fialetta alla maga. “Quella pozione è complicatissima”

Speriamo” mormorò Evelyn prendendo la fialetta ed osservandone il colore controluce. “Judi, guarda qua! Draco mi ha portato da bere” sorrise Evelyn mostrando la pozione all’amica.

Che pensiero premuroso” rispose sarcastica Judi.

Cincin” disse Evelyn trangugiando la pozione tutta d’un colpo, posando il bicchiere su un vecchio tavolo impolverato.

Come ti senti?” chiese Judi osservando attentamente l’amica.

Io...” bisbigliò la maga prima di scivolare a terra priva di sensi.

Evelyn” urlò Judi inginocchiandosi accanto al corpo privo di sensi dell’amica, scuotendola con forza. “Evelyn svegliati”

Direi di no” mormorò Draco inginocchiandosi a sua volta accanto alla ragazza adagiando la testa di lei sul suo mantello, chinandosi ad ascoltarne il respiro. “Almeno respira ancora”
“Dovremo chiamare Madama Chips” lo rimbrottò Judi.

Non credo sia una buona idea” rispose Draco sedendosi accanto ad Evelyn, osservandone i capelli sparsi sul pavimento.
“Ma...”
“Se volesse essere portata in infermeria avrebbe chiesto a Piton di preparare la pozione, non a me” rispose scontroso Draco guardandola deciso. “Vedrai che tra un po’ si sveglierà. Non c’era niente di velenoso là dentro” aggiunse il mago appoggiandosi al muro dell’aula, guardandosi attorno pensieroso.

Ci aveva impiegato due giorni interi a preparare quella pozione, senza contare la settimana che aveva impiegato a studiare per bene il metodo con il quale doveva impostare la sua ricerca, ed ora doveva ricominciare tutto da capo.

Se non fosse stato per quel maledetto appuntamento avrebbe già lasciato perdere.

Ma la ragazza gli piaceva... fisicamente ovviamente, e poi quella sorta di guerra tra lui e Walters lo stimolava ancora di più.

Doveva averla prima di lui, in un modo o nell’altro.

Tanto lo sapeva che, anche se fosse uscito con Evelyn nel corpo di Stephanie, sarebbe stato sufficiente a vincere. A Walters la ragazza interessava veramente, mentre per lui era solo una questione di ormoni e orgoglio.

Quando alla fine Evelyn riprese i sensi si alzò barcollando, accusando un gran mal di testa.

Spero che questo buco nell’acqua non ti faccia desistere” sussurrò Evelyn prima di uscire dall’aula, portandosi una mano al capo.

Non ti preoccupare” rispose Draco, raccogliendo il suo mantello, pulendolo con un colpo di bacchetta. “Certo, devo ricominciare da capo, ma non manco mai alla parola data. Signore” disse infine salutando le due ragazze, lasciando che Judi accompagnasse Evelyn al suo dormitorio per mettersi a letto.


FINE DICIOTTESIMO CAPITOLO

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Capitolo 19
*** 19° capitolo ***


Buongiorno a tutti

Buongiorno a tutti!

Finalmente mercoledì vengono a collegarmi internet a casa e non dovrò più correre come una pazza a cercare un computer con l’accesso a internet… certo questo è il penultimo capitolo e mi risulta quasi una beffa tutto ciò ma non importa.

 

Per Vekra: Siamo quasi giunti al termine della storia… curiosa di sapere come finirà? Evelyn riavrà il suo corpo? Chi lo sa… dici che sono troppo cattiva con lei? Forse un pochino… Spero che il finale ti piaccia.

Un bacione

 

Buona lettura!

CAPITOLO 19

 

Erano passati quattro giorni da quando aveva visto Draco l’ultima volta.

Per quattro giorni infatti non lo aveva quasi mai visto. Solo a lezione ovviamente, ma per il resto sembrava che ogni volta il ragazzo venisse risucchiato in qualche buco nero, come se la volesse evitare.

Non che volesse passare del tempo con lui ma le sarebbe piaciuto potergli chiedere come procedeva la pozione.

O se almeno ci stava provando seriamente.

Ormai erano due mesi che si trascinava il corpo di Stephanie dietro.

Che doveva convivere con quei capelli boccolosi e quelle gambe perfette.

Ogni volta che si osservava allo specchio o doveva farsi la doccia non poteva fare a meno di notare le differenze tra il suo corpo e quello di Stephanie.

Più o meno avevano la stessa altezza ma per il resto erano completamente diverse.

Stephanie era magra e ben proporzionata.

Il seno era piccolo ma si bilanciava con il resto del suo corpo, mentre lei… lei era sempre stata più ‘morbida’ diceva sua madre.

Lei invece parlava sempre di ciccia e il pensiero che Stephanie potesse fare le stesse sue considerazioni, che si mettesse di fronte ad uno specchio a denigrare il suo corpo… le faceva sempre salire lacrime di rabbia agli occhi.

Stava pensando a questo quando finalmente vide una figura familiare camminare verso di lei con passo deciso.

“Ciao, che fai qua?” chiese Evelyn sinceramente felice di vedere Draco.

“Vuoi riprovare?” chiese Draco mostrando un vasetto trasparente pieno di un liquido violaceo.

“Oh, me ne hai fatta un’altra?” sospirò Evelyn, sorridendo al mago, battendo felice le mani. “Magari andiamo in un posto più isolato. Che ne dici?”

“Vieni, ho io il posto giusto” disse Draco aiutando la maga ad alzarsi da terra, incamminandosi verso la scuola seguito da Evelyn.

“Che posto è?” chiese Evelyn, salendo le scale della scuola dietro al ragazzo.

Al bagno di Mirtilla Malcontenta. Non ci va nessuno lì” rispose Draco conducendola lungo i corridoi, cedendole il passo una volta raggiunto il bagno delle ragazze. “Molto bene, non c’è nessuno” disse Draco dopo aver controllato tutti i cubicoli per sicurezza.

“Procediamo?” chiese impaziente Evelyn.
“Quando
vuoi… il sapore non deve essere male, ci ho messo dell’essenza di vaniglia”
“E ci andava?”
“Non altera gli effetti della pozione… era una gentilezza, tutto qua”
“Beh, grazie e… speriamo che sia la volta buona” rispose Evelyn prendendo il vasetto che Draco le porgeva e svitandone il tappo.

Effettivamente l’odore era buono e la consistenza del liquido non faceva pensare a nulla di disgustoso... non come quello della volta precedente.

Rimase per qualche istante a fissare il contenuto del vasetto tracannandolo poi di colpo.

“Come ti senti?” chiese Draco avvicinandosi d’un passo alla maga, pronto a soccorrerla in caso di svenimento. “Ti senti svenire?”
“No, niente giramenti di testa ma…” si bloccò all’improvviso, portandosi una mano allo stomaco. “Io credo di... mi viene da vomitare” gemette Evelyn correndo nel primo cubicolo che trovò, rimettendo nel water.

 

Quando finalmente il suo stomaco fu completamente vuoto e le sue gambe furono abbastanza salde da poter camminare Evelyn uscì dal cubicolo, ritrovandosi faccia a faccia con un Malfoy alquanto disgustato.

“Potevi anche andartene se ti fa così schifo… di certo io non mi sono divertita” borbottò Evelyn raggiungendo il lavandino sciacquandosi la bocca e rinfrescandosi il viso. “Credo di non aver rivisto solo il pranzo e la colazione ma anche la cena di ieri sera” mormorò la maga chiudendo gli occhi, cercando di calmarsi.

“Evelyn, io non sono uno che molla. Non mi tiro indietro di fronte a niente e a nessuno ma forse è giunto il momento di chiedere aiuto a Piton” disse Malfoy facendo sgranare gli occhi alla ragazza.

“Cosa?” chiese sconcertata Evelyn. “Non puoi”
“Evelyn se andiamo avanti così va a finire che ti ammazzo”
“No Malfoy, ora tu stai a sentire me” sbottò Evelyn voltandosi di colpo, raggiungendo in pochi passi il mago. “Non sono rimasta svenuta tre ore per niente. Non ho vomitato una decina di volta per poi andare a chiedere aiuto a Piton. Io e te abbiamo un patto e se vuoi che io lo rispetti anche tu devi fare la tua parte”
“L’uscita è dopodomani non riuscirò mai a farti un’altra pozione per allora” rispose Draco cercando di convincerla a cambiare idea.
“E allora me la farai per il giorno dopo” rispose lei sempre più irremovibile. “Dopodomani andremo ad Hogsmeade insieme poi tu mi preparerai una nuova pozione. D’accordo?”
“D’accordo” capitolò Draco, lasciando che la ragazza uscisse dal bagno prima di lui.

 

Quando la maga giunse nella Sala Grande più di una testa si volto a fissarla.

Che diavolo le era successo?

“Evy, che hai? Hai un aspetto orribile” disse Judi correndo incontro all’amica, guardando preoccupata le occhiaie dell’amica e il colorito giallognolo. “Che ti è successo?”
“Malfoy mi ha preparato un’altra pozione” mormorò Evelyn passandosi una mano tra i capelli.

Si sentiva uno straccio.

Si era lavata i denti almeno tre volte ma non riusciva a togliersi dalla bocca quel sapore disgustoso.

Ma cosa aveva fatto di male nella sua vita?
Non era stata di certo uno stinco di santo ma nemmeno un mostro da meritarsi il corpo di Stephanie Smith e di vomitare dieci volte consecutivamente.

“Forse dovresti smettere Evy... pensaci bene, Piton potrebbe rimettere tutto a posto in un batter d’occhio” la supplicò Judi.

“Non voglio” gemette la maga sedendosi sulla prima panca libera, abbassando la testa fino al tavolo, appoggiandosi con la fronte al legno liscio. “Voglio morire”
“Mi spieghi solo una cosa?”
“Cosa?”
“Perché?”
“Perché cosa? Perché non voglio denunciare Walters e Carter ai professori?” chiese Evelyn, voltando leggermente la testa per guardare l’amica. “Non lo so. Però non voglio” disse semplicemente Evelyn, chiudendo gli occhi stancamente.

Ok... va bene...” rispose Judi sorridendo nel notare come l’amica stava cambiando.

Fino all’anno scorso sarebbe corsa come una saetta a denunciare Carter e soprattutto Walters ma ultimamente era cambiata.

Non voleva più litigare con Walters né tanto meno farlo finire nei guai nonostante la situazione in cui si trovava.

Che alla fine si stesse dimenticando di Gabriel?

 

FINE DICIANNOVESIMO CAPITOLO

 

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Capitolo 20
*** 20° capitolo ***


Ed eccoci all’ultimo capitolo

 

Ed eccoci all’ultimo capitolo

E’ stato sofferto e ancora non mi convince se devoessere sincera ma il mio ragazzo ha detto che va bene e quindi mi fiderò del suo giudizio.

Ringrazio tutti quelli che l’hanno letta fino alla fine e a chi l’ha inserita nei preferiti e soprattutto Vekra che mi ha accompagnata in tutti i capitoli.

Si può dire che l’ho postata quasi esclusivamente grazie ai tuoi commenti ^_^

Spero vi sia piaciuta.

Come sempre buona lettura ^_^

 

CAPITOLO 20

 

E alla fine anche quel incombenza era arrivata.

Ora toccava a lei rispettare la sua parte dell’accordo.

Come Malfoy le aveva fatto notare il giorno prima quella era la loro uscita ad Hogsmeade.

Ebbene sì, quel fatidico week-and era ormai arrivato e lei non ne aveva la minima voglia.

Aveva sperato sinceramente di sentirsi male e poter rinviare almeno di altre due settimane e invece stava fin troppo bene.

Non aveva nemmeno un accenno di raffreddore.

Controvoglia quella mattina si era svegliata alle nove per farsi un bagno rilassante prima di uscire con Draco.

Era vero, non voleva uscire con lui né, tanto meno, fargli credere che lui le interessasse ma... ma la verità era che ultimamente, non sapeva nemmeno lei perché, stava curando molto di più la sua immagine.

Vero, più che la sua immagine era quella di Stephanie ma... qualcosa le diceva che in quel periodo della sua vita era una buona idea cercare di apparire al meglio.

Come se il principe azzurro dei suoi sogni dovesse arrivare da un momento all’altro.

“Allora è vero?” disse la voce irritante di Beatrix distogliendola dai suoi pensieri. “Esci con Malfoy?” chiese la  Kneazle sedendosi sul baule di Stephanie, osservando la maga che finiva di abbottonarsi la camicetta bianca.

“Si” rispose telegrafica Evelyn, cercando di sistemare i capelli in una coda alta, lasciando sfuggire qualche ciocca in modo scomposto.
“Ed esce con te per Stephanie, ovviamente?” chiese la maga, ammirando il riflesso della ragazza dello specchio.

“Come prego?” chiese innervosita Evelyn voltandosi di scatto, portando le braccia ai fianchi.

“Beh, esce con te perché sei nel corpo di Stephanie, no?”
“Veramente mi ha chiesto più di una volta di uscire quando avevo il mio corpo ed ho sempre rifiutato, ma sai una cosa? Non ti devo spiegazione perché, se non lo avessi ancora capito, non siamo amiche e non ci tengo nemmeno ad averti come confidente, quindi fai il favore, stai zitta!!!” sibilò Evelyn, tornando a guardare il riflesso dello specchio, aggiustandosi il colletto della camicia.

 

“Edward, non vieni?” chiese Kendra entrando nella stanza del ragazzo, trovandolo sdraiato sul letto con lo sguardo fisso sul soffitto.

“No, resto qui” rispose Edward senza abbassare lo sguardo sulla ragazza.

“Edward...”
“Sarà là con Malfoy” la interruppe con calma Edward. “E, a meno che tu non voglia che ci faccia a botte, è meglio che me ne stia qua. So già cosa succederebbe”

“D’accordo” rispose solamente Kendra senza insistere inutilmente. “Ti porto delle api frizzole” aggiunse prima di chiudere la porta per seguire Pansy e Millicente che uscivano dal dormitorio.

 

“Quasi in ritardo” ghignò Malfoy staccandosi dal muretto, raggiungendo con passo disinvolto la maga.

“Quasi non è come esserlo” rispose Evelyn, avviandosi verso le carrozze. “Allora, che cosa proponi per il pomeriggio?”
“Quello che vuoi tu” rispose Malfoy, cedendole il passaggio sulla carrozza. “Potremmo andare ai Tre Manici di Scopa”

“E’ un pub giusto?” chiese Evelyn, mentre Malfoy prendeva posto accanto a lei.

“Vi dispiace se ci uniamo?” chiese una voce squillante, facendo sobbalzare Evelyn e sbuffare Malfoy.

“Carter” salutò Evelyn guardando dietro la maga, aspettandosi forse di vedere Edward con lei, trovando invece Pansy e Millicente.

Davis” ricambiò il saluto Kendra sedendosi accanto a Draco, guardando sorridente il viso del mago. “Non vi scoccia un po’ di compagnia vero?”
“Certo che no” rispose a denti stretti Malfoy, tenendo lo sguardo altero fisso di fronte a sé.

Se avesse potuto l’avrebbe uccisa.

Lo sapeva, ne era certo, che quella perfida di una Chimera lo aveva fatto apposta per aiutare il suo adorato Edward.

E dove era quel idiota?
Aveva visto Evelyn, guardare oltre Kendra alla ricerca del ragazzo ma lui non si era visto.

Non aveva preso la loro carrozza e, una volta arrivati ad Hogsmeade fu chiaro che non aveva preso nessuna carrozza. Era rimasto ad Hogwarts, ma perché?
Se fosse stato al suo posto avrebbe fatto di tutto per rovinargli quel pomeriggio.

Invece Edward aveva deciso di rimanere a scuola.

Che avesse rinunciato? Forse si era sbagliato, forse Davis non gli interessava così tanto, o forse gli piaceva talmente tanto che gli era venuta la depressione.

Beh, quelli non erano problemi suoi, a lui interessava solo una cosa e l’avrebbe ottenuta.

“Allora, che si fa?” chiese Kendra, sistemandosi la gonna dopo essere scesa dalla carrozza.

“Noi andiamo ai Tre Manici di Scopa, voi andate un po’ dove volete” rispose scortese Draco, prendendo Evelyn per il polso e trascinandola verso il pub, mentre Kendra cercava di convincere Pansy e Millicente a seguirla verso il bar.

A quanto pare le due Serpeverde non avevano alcuna intenzione di interrompere l’appuntamento di Draco.

Quella Carter è una rompiscatole” borbottò Draco, facendo scivolare la sua mano dal polso di Evelyn alla mano.

In silenzio raggiunsero il pub, prendendo posto in un angolo appartato, ordinando due burrobirre.

Per quasi due ore Malfoy cercò di iniziare una conversazione più o meno seria senza molto successo.

Già, perché più lui cercava di far parlare Evelyn e più questa rispondeva a monosillabi.

Si era promessa di divertirsi con Malfoy, di passare un pomeriggio piacevole e invece tutti i suoi propositi erano andati a quel paese quando aveva visto Carter.

Quando aveva visto la Chimera salire sulla carrozza immediatamente il suo cuore aveva fatto una piccola capriola e certo non per colpa della ragazza.

Aveva guardato involontariamente oltre le spalle della Chimera senza però trovare quello che veramente stava cercando.

“Stai pensando a Walters?” chiese a bruciapelo Draco, facendola arrossire leggermente.

“No, figurati” mentì Evelyn, bevendo una lunga sorsata di burrobirra.

“Voi Fenici siete come i Grifondoro... dei perfetti incapaci nel raccontar bugie” la freddò Draco, finendo la burrobirra e alzandosi dalla sedia.

“Dove stai andando?” chiese stordita la maga, rimanendo a fissare il mago che gettava un paio di monete sul tavolo.

“A cercare una compagnia più adeguata al mio livello... non ne vale la pena di perdere tempo con una come te” sibilò il Serpeverde uscendo di gran carriera dal pub, lasciandola da sola seduta al tavolo.

 

Aveva aspettato pazientemente che arrivasse l’ora di riprendere le carrozze per tornare ad Hogwarts.

Aveva svaligiato Mielandia e gironzolato per Hogsmeade ripensando a quello che Draco le aveva detto al pub... e a Walters.

Rimase da sola e in silenzio fino al suo arrivo ad Hogwarts.

“Allora? Come è andato con il nostro Malfoy?” chiese Judi quando Evelyn le si sedette accanto in silenzio, tenendo lo sguardo perso nel vuoto.

“Mi ha abbandonata nel bel mezzo del locale dicendo che non valeva la pena di perdere tutto questo tempo per una come me” rispose Evelyn voltando il viso verso la ragazzo. “Ti dirò che un po’ ci sono rimasta male” ammise la maga, prendendo il sacchetto di caramelle e scartando una cioccorana.

“Male? Per chi? Per quel furetto? Andiamo, l’ha detto solo perché gli rode di aver perso la sua battaglia con Walters” rispose Judi, rubando un ape frizzola all’amica.

“Credi che non manterrà la promessa?” chiese preoccupata Evelyn.

“Non lo so... anche se a dirti il vero un po’ lo spero... l’ultima volta eri uno straccio”
“Lo so, ma ho bisogno che lui mi faccia quella pozione, io...” disse Evelyn, fermandosi di colpo quando vide Malfoy avvicinarsi al tavolo dei Grifondoro.

“Questa è tua” disse solamente Draco, posando un vasetto di fronte alla maga voltandole poi le spalle, uscendo dalla Sala Grande.

“Sarà veleno?” chiese Evelyn, prendendo il vasetto e annusandone il contenuto. “L’odore è tremendo”

“Io non lo berrei se fossi in te” disse solamente Judi, sperando vivamente che Evelyn l’ascoltasse.

“Andiamo” disse infine Evelyn prendendo l’amica per il polso, costringendola a seguirla. “Facciamo in camera tua? Smith che fine ha fatto?”

“Non lo so, non la vedo da dopo pranzo... Evy ti prego pensaci bene” rispose la maga, seguendo l’amica lungo le scalinate di Hogwarts. “L’ultima volta sei stata malissimo, hai vomitato dieci volte... e la volta prima sei rimasta svenuta per tre ore...”
“Ho capito!!!” la interruppe Evelyn voltando di scatto la testa. “Ma ho bisogno di riavere il mio corpo. Vedrai questa volta andrà bene” disse la maga raggiungendo il dormitorio dei Grifondoro, lasciando che Judi pronunciasse la parola d’ordine.

“Non riesco a farti cambiar idea, vero?” chiese Judi rimanendo in piedi vicino alla porta.
“No” rispose la maga, chiudendo la porta della camera di Judi e svitando rapidamente il tappo del barattolo. “Forse è il caso che mi sieda” disse Evelyn sedendosi sul letto di Judi.

“Credo anch’io” rispose Judi avvicinandosi all’amica, pronta a soccorrerla in caso di malessere.

“Beh, cin cin” sorrise Evelyn bevendo in una sola lunga sorsata la pozione, appoggiando poi il bicchiere sul comodino.

Rimase in silenzio cercando di avvertire qualcosa nel suo corpo, qualche sensazione che le facesse capire che qualcosa stava cambiando... che il suo corpo stava cambiando, ma niente.

“Un altro buco nell’acqua” gemette Evelyn lasciandosi cadere sdraiata sul copriletto, sbuffando sonoramente.

“Almeno non vomiti” rispose Judi dispiaciuta per l’amica, sdraiandosi accanto a Evelyn. “Evy... Evelyn... la chiamò qualche istante dopo quando si accorse che la ragazza aveva lo sguardo vitreo fisso nel vuoto. “Evelyn che hai?” chiese Judi preoccupata, scuotendo l’amica.

 

Quel pomeriggio sembrava destinato ad essere il più lungo della sua vita.

Era contento che Kendra fosse andata ad Hogsmeade insieme agli altri. Aveva bisogno di rimanere un po’ solo con i suoi pensieri ma... tutto quel silenzio cominciava ad innervosirlo.

Non solo si stava annoiando da morire ma non faceva altro che pensare a Malfoy ed Evelyn, a tutti i commenti che aveva sentito su quel ragazzo.

Sul fatto che fosse bellissimo e che a letto fosse una specie di bomba del sesso.

Che nessuna poteva resistergli e che era riuscito a far capitolare alcune delle Grifondoro più dure.

Evelyn era una dura, ma era così dura?
Non poteva continuare così, doveva uscire da quel dormitorio maledetto.

Doveva andare in un luogo neutrale dove non avrebbe visto nessun tipo di stendardo o di stemma che gli facesse venire in mente quel maledetto Serpeverde.

Il parco sicuramente poteva fare al caso suo, e il freddo di sicuro lo avrebbe aiutato a non pensare ad Evelyn.

Rapidamente aveva indossato un maglione, il mantello ed era uscito nel parco della scuola, dirigendosi verso il lago.

A scuola non c’era quasi praticamente nessuno.

Chi non era potuto andare ad Hogsmeade era rimasto rintanato nella Sala Grande o nei rispettivi dormitori.

Aveva tutto il parco per sé... o quasi.

“Edward” pigolò una voce familiare alle sue spalle.

*Quanto mai non sono rimasto nella mia stanza” maledisse il Chimera voltandosi svogliatamente verso chi lo aveva chiamato.

Smith” disse solamente il mago, incrociando le braccia al petto. “Hai bisogno?”

“Io... perché sei così scontroso ultimamente?” chiese Stephanie avvicinandosi al mago. “E’ colpa di questa storia dello scambio di corpi non è vero? Lo so che è dura ma sono sempre io... sono Stephanie anche se ho il corpo di Davis
Smith...”
“No, lo so che per te è difficile” lo interruppe Stephanie avvicinandosi ancora di più, posandogli una mano sull’avambraccio. “Lo so, è tutta colpa sua... è sempre colpa sua”
“Cosa?”
“Se tra di noi c’è della tensione. So che vedi il suo corpo e d’istinto ti vien voglia di andartene ma... sono la stessa ragazza che hai salvato in quella grotta” rispose la maga, sorridendo dolcemente al Chimera. “Quella che hai aiutato a salire e scendere dall’albero... sono la tua Stephanie”
“Come prego? La mia Stephanie?” sbottò Edward, facendo sobbalzare la maga.

“Non fare così, ti prego. So che quello che provi per me...”
“Io non provo niente per te” ringhiò Edward allontanandosi dalla maga, cercando di richiamare a sé tutto il suo autocontrollo per non aggredirla.

“E’ solo perché parli con me è vedi lei ma... io non sono così” sussurrò la maga, stringendosi a lui.
“Appunto tu non sei così” sibilò Edward. “Tu non sei Davis” ringhiò Edward allontanandola da sé, voltandogli le spalle. “Tutto questo è ridicolo” sbottò il mago passandosi una mano tra i capelli. “Credevo di essere stato chiaro con te. Non mi interessi! Non sei il mio tipo, non lo sei mai stata e non lo sarai mai”

“Edward...” cercò di chiamarlo la ragazza.
“No, Stephanie” la interruppe il mago voltandosi verso la ragazza. “Non mi importa nulla di te e se vuoi vendicarti dicendolo a tutta la scuola fai pure. Dillo a tutti! Edward Walters si è innamorato di Evelyn Davis. Non m’importa!!!” sputò Edward ansimando per lo sforzo di aver buttato fuori tutto.

Finalmente lo aveva ammesso, a sé stesso e anche agli altri.

Certo il merito andava anche alla perseveranza di Stephanie.

Ora non restava che rendere partecipe anche la diretta interessata, sempre ammesso che gliene importasse qualcosa.

“Che hai?” chiese innervosito Edward guardando la maga che lo fissava.

Non sembrava delusa o arrabbiata.

Anzi, aveva una strana luce negli occhi.

“Stephanie?” supplicò Edward, mentre una strana sensazione si impadroniva di lui.

“No” sussurrò Evelyn, scuotendo leggermente la testa.

“Merlino che figura” mormorò il mago sconfortato lasciandosi sedere a terra, tenendo la testa bassa. “Da quanto?”
“Quanto basta” mormorò Evelyn sedendosi accanto al ragazzo, tenendo lo sguardo fisso di fronte a sé.

Aveva appena ricevuto una dichiarazione e... e ora sentiva il bisogno di fare una cosa...

Molto lentamente Evelyn ruotò il volto verso il mago osservandone il profilo.

Era così bello.

Non lo aveva mai detto a nessuno ma quello stronzo le era sempre piaciuto e... forse non lo aveva mai ammesso nemmeno a sé stessa ma... Gabriel assomigliava molto a Edward... chissà, forse inconsciamente si era messa con Gabriel proprio perché sapeva di non poter stare con Edward... fino ad ora...

Senza dire una parola Evelyn si mosse verso il ragazzo, inginocchiandosi tra le gambe divaricate del mago avvicinando il viso al collo di Edward, ispirandone il profumo.

“Evelyn...” sussurrò il mago piegando leggermente il viso, ritrovandosi a pochi centimetri dal viso della ragazza.

Così vicina era ancora più bella.

“Cosa fai?”

“Non lo so” rispose Evelyn, rimanendo qualche istante a studiare le iridi del ragazzo per poi avvicinarsi ancora di più fino a che le loro labbra non si toccarono leggermente.

Erano morbide e leggermente socchiuse.

Respirando a mala pena Evelyn accarezzò lievemente le labbra del ragazzo con la lingua, disegnandone il contorno.

Prima il labbro inferiore, poi quello superiore.

Lentamente.

Sentiva un brivido leggero percorrergli la schiena, dalla nuca giù fino al coccige.

All’improvviso, come se qualcuno le avesse rovesciato addosso un secchio di acqua fredda, si rese conto di ciò che aveva fatto, ma soprattutto dell’immobilità del ragazzo.

 

Già, perché per tutto quel tempo Edward era rimasto immobile, pietrificato.

Non si era aspettato di dichiararsi in quel modo a Evelyn, né che lei rispondesse così.

Non poteva credere veramente che Evelyn fosse lì di fronte a lui e che gli stesse leccando in quel modo le labbra.

Si sentiva paralizzato. Stordito dalle sue labbra, dalla sua lingua, dal suo profumo.

Profumava di vaniglia e lui adorava la vaniglia.

 

Forse aveva frainteso tutto.

Forse lui non voleva dire quelle cose su di lei.

Forse erano solo un modo per allontanare Stephanie e perpunirla’ di tutti i guai che gli aveva combinato.

Forse lui non si era innamorato di lei.

*Mio dio, cosa ho fatto...* gemette  nella sua mente, allontanandosi bruscamente dal mago, suscitando però la reazione del ragazzo che l’attirò a sé premendo con forza le labbra contro quelle di lei approfondendo il bacio.

Quando alla fine i due maghi si separarono Evelyn, rimase con gli occhi fissi sulle labbra del mago, alzandoli poi lentamente sugli occhi di lui.

“Io devo...”

“Non ci pensare nemmeno” la interruppe Edward tornando improvvisamente in , prendendola per la vita, baciandola con passione, ispirandone profondamente il profumo.
Quanto aveva aspettato quel momento?

Da quando erano arrivati ad Hogwarts? O da quando erano partiti dalla loro scuola?
Dalla fine dell'anno precedente, quando aveva scoperto che si era fidanzata da un ragazzo più grande? O da quando l'aveva conosciuta all'inizio del primo anno?
Aveva litigato con lei talmente tante di quelle volte che non avrebbe mai immaginato ad un epilogo del genere eppure... non avrebbe potuto desiderare un finale migliore.

Continuarono a baciarsi e accarezzarsi per parecchi minuti finchè, ormai a corto d'aria, si separarono rimanendo per qualche istante in silenzio.

Cosa si diceva in una situazione del genere?

“A cosa pensi?” chiese Edward baciandole il palmo della mano quando Evelyn gli accarezzò la guancia.

“Che faccio ancora fatica a crederci” rispose Evelyn rispondendo felice ai leggeri baci di Edward.

“Ti sei pentita?” chiese Edward fermandosi a guardarla negli occhi.

“No, solo... è strano. Non trovi?”
“Strano piacevole” rispose Edward lasciando che Evelyn gli si accoccolasse tra le gambe. “E a che altro pensi?”
“Alla faccia che farà Stephanie Smith quando verrà a sapere di noi” sghignazzò divertita Evelyn. “Tu?”
“A quanto roderà tutto questo a quel maledetto furetto” rispose compiaciuto Edward. “E a quanto sono stato stupido ad aspettare tutto questo tempo”
“Beh ora siamo qui, e stiamo insieme” sussurrò Evelyn voltando il viso verso il mago. “Pensi che Carter ti farà storie?”
“Per cosa?”

“Per noi” rispose Evelyn.

“Non penso proprio, anzi sarà  felice che ho messo la testa apposto” rispose Edward tranquillizzandola.

“E i tuoi amici?”
“Evy ho sudato 7 camice, picchiato Jenkins e sopportato quella cozza di Smith per poter stare con te... non mi importa cosa diranno. Ti amo Evelyn e voglio stare con te, tutto il resto ha molta poca importanza” rispose Edward stringendola a , baciandole i capelli. “Tu in vece?”
“Cosa?”
“Le tue amiche?”

“Judi è felice se sono felice io e le altre... se sono mie amiche capiranno altrimenti le perderò molto volentieri perché ora so cosa voglio”

“E cosa vuoi?”

“Voglio te... noi... è solo questo che voglio” rispose Evelyn baciandolo dolcemente sulle labbra stringendosi a lui.

“Ti amo... Fanny” sussurrò Edward facendola sorridere.

Era esattamente così che si sentiva. Come una Fenice. Sentiva di essere rinata dalle proprie ceneri.

Gabriel era ormai un piccolo ed  insignificante ricordo.

Ora finalmente aveva trovato ciò che cercava ed era più bello e magnifico di quanto avesse potuto desiderare.

 

FINE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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