Fifty Shades Forgiven

di Arianna_T
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Buon compleanno Ted ***
Capitolo 2: *** Buon compleanno Ted (parte 2) ***
Capitolo 3: *** Tale padre tale figlio ***
Capitolo 4: *** Una donna sgradita ***
Capitolo 5: *** Spavento ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***



Capitolo 1
*** Buon compleanno Ted ***


Buon compleanno Ted (parte 1)
Un eco di soffici e delicate voci si propaga nella salone, con la melodia “buon compleanno” cantata debolmente in sottofondo. Guardo la stanza con orgoglio e vedere la mia intera famiglia sotto lo stesso tetto a celebrare il secondo compleanno del mio piccolo bambino, è una sensazione speciale. Mi giro verso Christian e lo vedo cantare dolcemente e guardare il nostro bambino con amore.
“Esprimi un desiderio, Ted” sussurra Christian, come Ted alza gli occhi su suo padre guardandolo con eccitazione nei suoi bellissimi occhi grigi. Teddy fa un piccolo respiro e usa tutta la sua forza per spegnere le candeline.
La stanza scoppia in un applauso da parte di tutti i Grey, seguiti da mia madre, Bob e Ray ed Ethan riempie Ted di coccole e baci, mostrando tutto il suo amore. Il mio piccolo è così fortunato a crescere in una grande e amorevole famiglia, cosa che io non ho avuto il piacere di sperimentare essendo figlia unica.
Mi chino su Ted per prendere la sua torta di compleanno e recarmi in cucina. A volte sono ancora sorpresa di come Christian sia ricco, di come io sia ricca ora! Cosa ho fatto per meritare tutto questo?
La cucina è ariosa e spaziosa. Le credenze bianche serpeggiano lungo il bordo della stanza con piani di lavoro in marmo grigio antracite e un bancone da colazione domina al centro della stanza. Ho lo sguardo verso i quadri dei tre peperoni e torno indietro ai deliziosi ricordi della luna di miele. Fu perfetta. Il mio splendido marito faceva e fa di tutto per rendermi felice.
Le mie fantasticherie vengono interrote da Christian che mi abbraccia da dietro, accarezzando il mio pancione e baciandomi dietro l’orecchio.
“Come ti senti Mrs Grey?Non voglio che ti stanchi troppo”. Alzo gli occhi al cielo. Oh il mio superprotettivo, megalomane marito!
“Lo so che stai alzando gli occhi al cielo”, mi dice, evidentemente divertito dal suo tono di voce. E’ come se leggesse nei miei pensieri.
“Oh Christian è solo una festa e sono solo pochi piatti di plastica”
“Lo so. Solo calmati, lo sai che mi preoccupo sempre per voi tre”. Noi tre? Oh si, io Ted e Puntino due.
“La zia Ana vuole coccolare la sua nipotina prima che andiamo via?”, ci interrompe Kate. Riluttante, Christian mi lascia andare.
“Oh zia Ana non vede l’ora di coccolare la sua nipotina” rispondo dolcemente appena Kate lascia Ava tra le mia braccia.
Ava è la figlia di due mesi di Kate e Elliot, è il ritratto di Kate nonostante abbia gli occhi di Elliot. Christian si china e bacia Ava sulla testa, prima di recarsi nell’altro lato della cucina. I suoi occhi sono pieni di amore verso la nipotina, realmente colpito da lei.
“Oh Ana, tra tre mesi noi avremo le nostre bambine finalmente insieme, diventeranno sicuramente migliori amiche”. Le sorrido, non ci avevo mai pensato, ma sarà sicuramente così.
“Sono sicura che sarà così” le rispondo, sorridendole.
“Come ti senti?”, mi chiede.
“Meglio, nonostante le nausee mattutine non si sono ancora fermate”, le dico per amor di onestà.
“ Oh Ana immagino, hai passato un momento davvero duro con questa gravidanza”, osserva sinceramente. Noto Christian ascoltarci discretamente e sta cercando di nascondere la preoccupazione dietro il suo bellissimo viso.
“Oh ma non è poi così male. Poi per il premio finale vale la pena ogni sofferenza”.
Elliot arriva in cucina, Christian è di nuovo al mio fianco dopo aver preparato il biberon per Ted.
“Andiamo piccola, è ora di andare”, dice Elliot a Kate, avvolgendole il braccio libero attorno alle spalle mentre mette il set della macchina sul piano della cucina. Porgo la piccola Ava a Christian. Lui la tiene stretta al suo corpo mentre le sparge baci sulla fronte e poi la porge a Elliot.
Io sto davanti alla porta, Christian al mio fianco con Ted mentre salutiamo i restanti ospiti. Ragazzi che giornata che è stata! Chi avrebbe mai detto che un compleanno di due anni sarebbe stato così stancante? Christian si china a guardarmi, alzandomi il mento in modo che i miei occhi incontrino i suoi.
“Ti vedo esausta, andiamo voi tre a letto”, oh è sempre il solito dispotico non è cambiato di una virgola. Sorrido mentre Christian trascina me e Ted su per le scale.


ANGOLO AUTRICE:
Salve a tutti. Questa è la prima volta che pubblico e come vi ho già anticipato non l'ho scritta io, ma la sto traducendo dall'inglese. Vi assicuro che la storia è molto bella e ho pensato di tradurla per voi. Spero vi piaccia. Il primo capitolo l'ho diviso in due parti perchè era davvero lungo. Fatemi sapere cosa ne pensate. Un bacio :)
 

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Capitolo 2
*** Buon compleanno Ted (parte 2) ***


Buon compleanno Ted (parte 2)

Esco dalla doccia fresca come una rosa e dopo essermi asciugata i capelli mi avvolgo nel mio soffice pigiama. Esco dalla camera alla ricerca di mio marito e mi fermo fuori dalla camera di Ted quando sento la dolce voce di Christian dire “Io sono Lorax”- sta raccontando al nostro piccolo la sua storia della buonanotte preferita. Appena mi vede, Christian chiude il libro e si alza, posa un bacio sulla testa di Ted prima di raggiungermi in corridoio. Mi avvolge tra le braccia e mi stringe a lui, nonostante il mio pancione lo tocchi prima di me.  Mi bacia e io mi prendo un momento per apprezzare il suo odore – l’odore di Christian, l’odore di casa. Ci incamminiamo mano nella mano verso la nostra stanza. Appena entriamo in camera, Christian sposta il copriletto e mi indica con un gesto di stendermi. Mi adagio sul soffice cuscino e mi godo lo spettacolo: Christian si toglie la maglietta e il jeans e si infila il pantalone del pigiama prima di togliersi l’orologio. Il letto si inclina quando si stende accanto a me. Si gira di fronte  a me, i suoi occhi grigi incontrano i miei e in questo momento sono allibita dalla quantità di amore che provo per quest’uomo. Anche se sono passati tre anni, i sentimenti che ho provato la prima  volta che l’ho visto sono identici, e lui è davvero tutto mio.
“Una bella giornata, Mrs Grey?” Oh io non sarò mai stanca di ascoltarlo.
“Fantastica giornata, Christian, grazie di tutto”. I miei occhi brillano per lui.
“Perché mi stai ringraziando?”, chiede aggrottando la fronte, ovviamente confuso.
“Solo perché mi hai donato questa vita stupenda”, lui sorride con il suo sorriso timido.
“E tu Ana, io non so dove sarei se non ti avessi mai incontrata”.
“Probabilmente staresti suonando al tuo piano qualche musica triste”. Io sorrido e lui mi guarda, la sua espressione è sincera.
“Credimi Ana, io non avrei mai potuto sognare una vita migliore: io, te, Ted e questa piccolina”, dice accarezzando il mio pancione, lui è appoggiato sui suoi gomiti.
“Tu sei tutto per me, tutti voi lo siete”, mi dice.
“Oh Christian”, mi avvicino e lo bacio, il bacio è appassionato, ma improvvisamente Christian si tira indietro, rompendo il prezioso contatto tra noi.
“Ora dormi. Domani dobbiamo svegliarci per il lavoro, girati dall’altro lato”. Obbedisco girandomi di lato e lui mi attira contro il suo petto e cado in un sonno profondo.
Mi sveglio di soprassalto. Che ore sono? E’ ancora buio. Getto uno sguardo alla sveglia e vedo che sono le 4:53. Perché mi sono svegliata a quest’ora? Improvvisamente sento un dolore in tutto il corpo. Sto di nuovo male. Non di nuovo. Mi precipito in bagno e riverso tutto il contenuto del mio stomaco nel water. In pochi secondi Christian è al mio fianco, toglie i capelli dalla mia faccia tenendoli in una coda di cavallo con una mano, e accarezzandomi la schiena con l’altra. Non credevo che vomitare fosse così stancante, tutto il mio corpo è stanco e debole.
“Tutto okay?” chiede Christian con calma, evidentemente preoccupato.
Annuisco. La mia testa ancora poggiata sulle braccia incrociate sul water. Non ho l’energia per parlare.
“Ti stai per sentire di nuovo male?”. Scuoto la testa.
“Andiamo, fatti mettere di nuovo  a letto”, mi tira su e mi porta in braccio in camera da letto.
“Aspetta, fammi lavare i denti”.
Christian aspetta pazientemente che io finisca. Davvero ho il marito più accorto che esista. Sono veramente molto fortunata. Ritorniamo in camera e mi siedo sul letto, la mia testa tra le mie braccia.
“Aspetta qui”. Christian esce dalla camera. Dove sta andando?
Precisamente dopo tre minuti ritorna con un grande bicchiere d’acqua.
“Bevilo”. Lo guardo, non voglio bere, voglio dormire.
“Bevi. Ora, Ana”. Bevo la maggior parte di quello che c’è nel bicchiere e mi sento subito meglio.
“Vai torna a dormire. E’ ancora presto per la tua sveglia”.
“Voglio solo andare a controllare un attimo Ted”.
“Ana lui sta bene, ho appena controllato. Sta dormendo profondamente quello che dovresti fare anche tu”.
Risalgo sul letto, mi avvolgo tra le braccia di Christian e sogno del mio splendido bambino con i capelli color rame e di un piccolo picchiettio di scarpe rosa.
 
“Mamma, mamma”, vengo destata dai miei sogni da Ted che salta sul letto e mi chiama. Apro gli occhi e lo vedo:  è lavato, vestito e ha già fatto colazione. Lui salta giù, mi avvolge tra le sue braccine e mi bacia sulle labbra, prima di mettere la testa tra il mio collo e la mia spalla.
“Buongiorno piccolo”. Bacio il suo piccolo orecchio e lui ridendo lotta per liberarsi dalla mia presa.
“Teddy, fai piano con la tua mamma. Ricorda che sta aspettando la tua sorellina”. Ted si siede bruscamente, mettendo le orecchie sul mio pancione.
“Piccolaaaa!”, grida appena Christina si siede sul letto accanto a me.
“Ted, tu sai come si chiama la tua sorellina?”, chiede Christian, evidentemente eccitato dal suo tono di voce.
“Piccola!”, risponde Ted, con gli occhi raggianti.
“La tua sorellina si chiama Phoebe” risponde pazientemente Christian sorridendo.
“Beebee?”dice, testando la parola. Poi mette la sua bocca dove prima aveva messo l’orecchio.
“Beebee! Beebee” grida. Io ridacchio e mi tiro su a sedere e accarezzo la sua testolina.
“Giusto Ted. Ora la mamma ha bisogno di alzarsi e vestirsi”, gli dico appena Christian si alza, prendendo Ted tra le braccia.
“Andrai a lavoro?” Christian aggrotta le sopracciglia. Mi guarda irritato, cosa che chiaramente è. E’ vestito con una camicia bianca, pantaloni grigi di flanella e la cravatta allentata. Dal suo odore immagino che si sia appena fatto la doccia.
“Christian è ovvio che vado a lavoro!”, rispondo.
“Ma stamattina non stavi bene”.
“Christian è perché sono incinta, non sono malata! Sono capace di andare a lavoro, ora mi sento bene. E grazie per aver preparato Ted stamattina, è stato un grande aiuto”.
“Anastasia non mi devi ringraziare. Sono suo padre ed è questo che i padri fanno. E comunque non voglio che ti stressi troppo. E’ pericoloso per te e per la bambina”. Io gli sorrido. Oh il mio superprotettivo marito. Si preoccupa sempre.
“Davvero sto bene, se dovessi cominciare a sentirmi male tornerò subito a casa. Ti amo”. Lo raggiungo e lo bacio.
“E io amo te, Ana. Vado giù, ti lascio preparare”, mi bacia ancora una volta e lascia la camera, portando Ted a cavalcioni delle sue spalle. Che meraviglioso risveglio con i miei due uomini, penso sorridendo tra me  e me.
In venticinque minuti mi sono lavata, vestita e truccata. E’ impressionante come impari ad essere veloce nel prepararti quando diventi genitore. Mi avvio giù verso la cucina. Christian è davanti a Ted che è seduto sul bancone della colazione e sta giocando con la sua cravatta. Sospetto che sia la ragione per cui è sciolta questa mattina. Mrs Taylor è occupata a preparare la colazione.
“Buongiorno Ana, cosa le piacerebbe mangiare a colazione?”, mi chiede dolcemente.
“Io voglio solo i muesli Gail, grazie.” Replico con la stessa dolcezza.
Christian mi guarda perplesso, ma tiene saggiamente la bocca chiusa. A me non piace fare un’abbondante colazione e lui deve capirlo.
Una volta finita la mia colazione, mi incammino fuori con Christian e Ted. Le sue braccine volano verso di me appena lo raggiungo e me lo metto su un fianco, nonostante sia un tantino scomodo. Sono le 8:24 e siamo tutti vestiti e pronti. Non male come inizio giornata. Siamo perfettamente in orario.
“Teddy vai un attimo da papà, mentre la mamma mette il cappotto?” Chiedo gentilmente.
“No” si rifiuta e si aggrappa stretto al mio collo. Ha un odore meraviglioso. Devo lasciare che Christian lo prepari più spesso, nonostante amo farlo io.
“Dai andiamo nella brum brum di papà”. I suoi occhi si allargano. Ama andare in macchina. Appena Christian ci raggiunge si china e lo stringe a sé baciando i suoi capelli.

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Capitolo 3
*** Tale padre tale figlio ***


Tale padre tale figlio
Con le ballerine ai piedi mi avvio verso la macchina dove Christian sta fissando Ted nel seggiolino nella parte posteriore del veicolo. Lui ha preso dal padre l’amore per le auto. I miei uomini, sono come due gocce d’acqua. Christian arriva al lato del passeggero e mi apre la portiera, dopo avermi preso tra le braccia e baciata dolcemente. Appena mi metto la cintura sento un leggero movimento dentro di me, sicuramente la mia bambina si sarà svegliata. E’ così strano, per me è ancora difficile da credere che ho una bambina dentro di me, un essere umano. La vita è veramente una cosa bella!
Christian sale accanto a me e mette in moto, sento il familiare ruggito dei motori. Esce dal vialetto e si avvia per lasciare prima me al lavoro.

“Non ti dimenticare che abbiamo l’appuntamento con la Dottoressa Greene stasera, piccola”, mi dice.
“Christian lo sai che stai sprecando i tuoi soldi per niente? Sto bene. Non ho bisogno di vedere la dottoressa e tu non hai bisogno di spendere un ridicolo ammontare di soldi per farmi incontrare con lei negli orari non lavorativi”, scatto. Lui si preoccupa troppo.
“Ana! Sei stata sempre male in queste ultime settimane. Si suppone che in questo periodo tu debba mettere del peso, invece lo stai perdendo. Dovremmo stare più attenti!”. Lo guardo accigliata. Lo odio quando fa così, mi fa sentire come una bambina.
Improvvisamente Ted comincia a cantare dal sedile di dietro. Il mio cattivo umore sparisce all’istante. Mi giro e lo vedo che mi guarda. Continua con il suo “lalala” fino a quando non arriviamo davanti alla SIP, recentemente rinominata Grey Publishing. Taylor compare accanto a noi appena Sawyer parcheggia la macchina ed esce fuori per aprirmi la portiera. Mi chino e bacio rapidamente Christian sulle labbra.
“A più tardi, piccola” mi dice. Ancora oggi mi fa sorridere quest’espressione, ricordando la nostra prima mattinata insieme.
“Dottoressa Greene, più tardi, ricordati. Vengo a prenderti alle 17:30”, aggiunge poi.
“Si, Christian, a più tardi”.
Cammino intorno alla macchina verso il lato di Ted e Christian apre il finestrino elettronico con un bottone dal posto di guida. Metto la testa dentro e bacio le guance paffute del mio bambino.
“Ciao piccolino, ci vediamo dopo”. Lui si sposta dalla mia presa, è più interessato a cercare di sganciare la cintura che lo tiene legato al seggiolino per l’auto. E’ una buona cosa che Christian abbia insistito a mettere una fibbia a prova di bambino. Saluto ancora una volta mio marito e mi avvio verso l’edificio con Sawyer al mio fianco che porta la mia ventiquattrore. Arrivata davanti alla porta mi giro per vedere mio marito che guida in lontananza.

Christian ha fatto costruire un asilo nido al primo piano della Grey House, dove Ted e i figli dello staff di Christian sono seguiti dalle migliori tate. Ovviamente Christian assume solo il meglio per il nostro piccolo bambino. Credo che sia molto più tranquillo ad averlo così vicino. Ha anche insistito che Taylor stesse di guardia all’asilo per tutto il tempo. Io credo che tutto ciò che accadde con Jack ancora lo perseguita, da qui la sua natura ultraprotettiva.

Appena mi siedo alla mia scrivania, Hannah bussa alla porta.
“Entra pure Hannah” le dico, calorosamente.
“Ciao Ana! Come stai? Com’è stata la festa di Ted?”, mi chiede.
“Mi sento molto meglio e la festa è stata bellissima. Grazie”

Passiamo i successivi dieci minuti a spettegolare sulle novità dell’ufficio e mi racconta tutto sul suo ultimo weekend alle Hawaii con il suo nuovo fidanzato Mark. Lui è davvero bello e stanno molto bene insieme.
“Ana, ora prendo le lettere da scrivere e copiare, ti faccio sapere appena sono pronte”
“Okay, grazie”, le sorrido e va via.
Passo il resto della mattinata tra riunioni varie con i direttori editoriali. E’ davvero noioso e appena torno in ufficio decido di scrivere un’email a Christian. Però appena apro il mio computer ne trovo una sua.
 
Da: Christian Grey                                                                                                                                                                 
A: Anastasia Grey                                                                                                                                                                                                      
Data: 19 Maggio 2014  14.26                                                                                                                                                          
Oggetto: Tale madre tale figlio

Mio Dio aiutami… spero che tu abbia mangiato.
Ho appena avuto una divertente conversazione con il nostro piccolo bambino, che mi ha appena detto “Rilassati papà, tu ti preoccupi troppo”, quando sono andato a controllarlo. Sono veramente meravigliato da questo. Nonostante mi abbia fatto sorridere, è stato un piacevole inizio di pomeriggio.
Ti vengo a prendere alle 17:30.
A più tardi, piccola.

Christian Grey,                                                                                                                                                                                                   
Amministratore delegato e papà divertito, Grey Enterprises Holding Inc.

Oh io adoro le email scherzose con Christian. Soprattutto quando è giocoso. Riesce sempre a far ritornare il mio buonumore. Gli rispondo con una mail veloce.

Da: Anastasia Grey                                                                                                                                                                  
A: Christian Grey                                                                                                                                                                                                       
Data: 19 Maggio 2014  14.29                                                                                                                                                        
Oggetto: Tale padre tale figlio <--- ti prego di notare l’oggetto

Bene, Mr Grey, forse ha ereditato qualcosa anche da me, dato che il fascino e il bell’aspetto l’ha ereditato da te.
Dagli un bacio da parte mia.
Comunque, si ho mangiato un’insalata di pollo e una banana a pranzo. Ted ha ragione: ti preoccupi troppo.
Ti amo.
Tua Ana x

Anastasia Grey,
Amministratore delegato, Grey Publishing
 
Da: Christian Grey                                                                                                                                                                 
A: Anastasia Grey                                                                                                                                                                                                      
Data: 19 Maggio 2014  14.32                                                                                                                                                          
Oggetto: Marito offeso
 
Il bacio lo dai solo a Ted? E a me niente?!?

Christian Grey,                                                                                                                                                                                                     
Amministratore delegato e marito contrariato e offeso, Grey Enterprises Holding Inc.

La sua mail mi fa sorridere. Decido di stuzzicarlo ancora un po’.
 
Da: Anastasia Grey                                                                                                                                                                 
A: Christian Grey                                                                                                                                                                                                      
 Data: 19 Maggio 2014  14.39                                                                                                                                                        
Oggetto:  Moglie divertita
Caro Mr Grey,
il mio bacio devi meritarlo e poi sai che sono pazzamente innamorata del mio piccolo ometto. Per quanto riguarda te, se ti comporti bene, forse stasera avrai qualcosa in più di un semplice bacio.

Anastasia Grey,
amministratore delegato Grey Publishing.
 
 
Da: Christian Grey                                                                                                                                                                 
A: Anastasia Grey                                                                                                                                                                                                      
Data: 19 Maggio 2014  14.45                                                                                                                                                         
 Oggetto: Marito offeso
Mmmm queste tue promesse… Cosa ti fa pensare che io voglia comportarmi bene? Tu sei innamorata di Ted? Non ti preoccupare che mancano solo tre mesi e potrò rimpiazzarti anch’io con la piccola principessa che verrà al mondo.

Christian Grey,
amministratore delegato e padre innamorato cotto Grey Enterprises Holding Inc.
 
 

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Capitolo 4
*** Una donna sgradita ***


Una donna sgradita
Mi abbraccio per la mia ultima risposta. Oh il mio giocoso Cinquanta Sfumature. Lo amo quando è di buon umore. Pensandoci, lui è sempre di buon umore. Credo che la paternità gli abbia fatto davvero bene e lui è un padre fantastico. Mi chiedo oziosamente se diventare padre lo abbia aiutato a guarire almeno un po’ dalle ferite della sua infanzia. Respingo immediatamente i pensieri. Non voglio andare lì. Non ora. Non a lavoro.
I bei ricordi riempiono la mia mente e mi ritrovo catapultata a quando scoprii di essere incinta per la seconda volta. Christian ha preso la notizia molto meglio questa volta. Probabilmente perché ce lo aspettavamo.
“Cosa dice?”, mi chiese, evidentemente molto nervoso dal suo tono di voce.
“Non lo so. Non voglio guardare. Guarda tu”, gli dico porgendogli il sottile e bianco stick del test di gravidanza con i miei occhi fissi nei suoi. Lui lo guardò e i suoi occhi scattarono immediatamente nei miei, gioia e meraviglia incisi sul suo volto.
“Allora?” sussurrai.
“Allora, Mrs Grey. Pare che diventeremo di nuovo genitori”, il suo sorriso rifletteva la sua eccitazione.
“Oh Christian!” mi aggrappai al suo collo. Si sedette sulla sedia del bagno e io a cavalcioni su di lui e guardandolo dissi:  “E’ stato più facile dell’ultima volta”.
“Lo so. Mi dispiace per come ho reagito per Ted, se avessi saputo che diventare padre mi avrebbe fatto sentire così speciale non avrei mai detto quelle cose e non sarei mai andato via”. La sua espressione è sincera e dispiaciuta. Il mio bambino perduto è tornato.
“Christian va tutto bene, tu eri spaventato. Entrambi lo eravamo e fu un grande shock per noi. Ma alla fine siamo qui”. Gli sorrido timidamente e porto le mani al suo petto, lo bacio intorno al collo tirandogli i capelli.
Arresto i miei pensieri, allarmata dalla direzione che stanno prendendo. Anche perché Christian non ha fa l’amore con me da una settimana o giù di lì. Lui è troppo gentile, mi sta trattando come se fossi fatta di vetro.

Il cellulare suona improvvisamente, facendomi ridestare dai miei pensieri.
“Anastasia Grey – Grey Publishing”
“Ho una certa Elena Lincoln sulla linea 1, Ana” mi annuncia Hannah. Cosa diavolo vuole! Voglio davvero sapere cosa vuole? Certo che lo voglio! La mia vocina parla al posto mio.
“Passamela Hannah, grazie”, dico premendo il pulsante per prendere questa inaspettata chiamata.
“Mrs Grey” dico, enfatizzando il GREY. Si, lui è MIO marito.
“Ana..ehm.. volevo dire Mrs Grey ciao. Spero che non interrompo nulla”. Attualmente stai interrompendo i miei pensieri erotici, vorrei risponderle. Ma decido saggiamente di tenere la bocca chiusa.
“Cosa vuoi Elena?” le rispondo andando direttamente al punto. Non ho tempo per i suoi giochetti. Dovrei mandare una mail a Christian?
“Potremmo incontrarci per un caffè? Devo parlarti, è importante. Ah, ho sentito del bambino, congratulazioni, comunque” COSA!? Dobbiamo parlare? Di cosa dovrebbe parlarmi?
“Cosa c’è di così importante che non può essere discussa per telefono?”le chiedo, ignorando le congratulazioni.
“Non posso dirtelo per telefono, ti prego prendi in considerazione la possibilità di incontrarci.”
“Non vedo cosa possa esserci di così urgente che ti ha spinto a contattarmi di punto in bianco, dopo tutto questo tempo. Se mi vuoi scusare, ho del lavoro da fare. Addio Elena” e metto giù il telefono. Sono infuriata. Chi si crede di essere? L’ultima volta che le ho parlato è stato poco tempo dopo che io e Christian annunciammo la gravidanza di Ted. Mi disse che la cosa migliore da fare per Christian era lasciarlo e di crescere il bambino da sola. Ora ha anche la faccia tosta di congratularsi con me.

Ho bisogno di chiamare Christian. Le mie mani tremano mentre cerco di comporre il numero. L’adrenalina scorre nel mio corpo. Christian risponde al secondo squillo.
“Ana? C’è qualcosa che non va? Tutto okay?”, mi chiede preoccupato dato che non lo chiamo mai al cellulare mentre siamo al lavoro.
“Come fa Elena ad avere il mio numero?”scatto. Sto cercando di calmarmi. Non è di certo colpa sua.
“Ana, calmati! Cosa stai dicendo?”mi chiede in modo calmo, come se stesse parlando ad un animale selvatico.
“Mi appena chiamata in ufficio e mi ha chiesto di vederci per un caffè. A quanto pare vuole parlarmi”, grido al telefono. Sto cercando davvero di calmarmi ma sto perdendo la battaglia.
“Ana. Calmati. Ora. Non ho idea del perché ti abbia chiamata o di come abbia fatto ad avere il tuo numero. Me ne occuperò io . Nel frattempo tu hai finito con il lavoro, Taylor verrà a prenderti e ti porterà a casa. Non sto tranquillo a saperti in ufficio mentre sei così nervosa”. Posso percepire il suo nervosismo e mi pento immediatamente di averlo chiamato.
“Christian non andrò a casa perché la tua ex padrona mi ha chiamata”, grido.
“Calma”, è davvero arrabbiato. “Dio Ana dammi ascolto per una buona volta! Taylor sta già venendo. Sarò a casa a breve”  e mette giù.
Il mio cuore affonda e mi viene da piangere. E’ la prima discussione che abbiamo da quando  Christian mi disse che per questa gravidanza avrei dovuto fare il cesareo.
Sento un travolgente bisogno di piangere. Odio discutere con Christian. Comunque, non capisco perché sia arrabbiato con me. E’ la sua ex padrona che mi ha chiamata. Le lacrime cominciano a scendermi anche se cerco di bloccarle. La mia tristezza ritorna. Perché lui sente il bisogno di chiamarla? Non può ignorarla e basta? E in un attimo di tremenda lucidità realizzo che questa donna non è mai uscita definitivamente dalle nostre vite.
 
ANGOLO AUTRICE:
Ragazzeeee..ecco il nuovo capitolo. Da qui cominceranno i primi problemi per i nostri beniamini. Che dite fino ad ora vi piace la storia? Fatemi sapere cosa ne pensate! Ringrazio tutti voi che avete letto, chi ha recensito e chi ha messo la storia tra le seguite e preferite. Appena finisco di tradurlo arriva il nuovo capitolo. A presto 

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Capitolo 5
*** Spavento ***


Spavento
Faccio su è giù per lo studio di Christian furiosamente. Dov’è? Taylor mi ha lasciata qui per andarlo a prendere circa 30 minuti fa, quindi dovrebbe essere qui a momenti. I pensieri corrono nella mia mente, probabilmente sto esagerando. Ripercorrendo gli ultimi mesi della storia con Elena, la mia rabbia aumenta. No. Non sto esagerando. Io voglio che lei esca dalla mia vita, da quella di mio marito e da quella dei miei bambini. C’è così tanta acqua sotto il ponte. Comincio a sentire la testa leggera e la nausea. Comincio ad andare in panico quando sento un dolore lancinante nel mio basso ventre. E’ come se fossero delle contrazioni, solo che non così dolorose. Cosa diavolo mi sta accadendo?
 
Improvvisamente tutto il risentimento si placa. Inalo attraverso il mio naso ed espiro con la bocca lentamente, come ho imparato durante il corso per la gravidanza. Dico a me stessa di calmarmi, sperando che il dolore sparisca. “Inspira, espira, inspira, espira”, me lo ripeto come un mantra.  In fondo so che è normale, la dottoressa Greene mi aveva avvertita. Apparentemente questi dolori sono normali qualche mese prima della nascita del bambino, perché il corpo si prepara. Nonostante questo, la paura mi sta attanagliando, dato che per Ted non fu così. In questa gravidanza ho davvero paura per la vita di mia figlia.
 
Mi avvicino alla scrivania poggiando le braccia e la testa. Christian entra, portando Ted tra le braccia. Si acciglia quando mi vede. Si avvicina alla scrivania, poggia Ted sul lato e mi afferra.
“Cristo, Ana! Il bambino sta male? Cosa c’è? Stai per partorire?” Mi riempie di domande e posso capire dal tono di voce che è terrorizzato.
“No, credo solo che siano delle semplici contrazioni”, dico piangendo e mi aggrappo alla scrivania appena il dolore aumenta. Christian mi accarezza la schiena, questo riesce  a calmarmi. Ted arriva correndo al mio fianco.
“Mamma, mamma, stai male?”, le lacrime cominciano a scendere dai suoi occhi. Oh no piccolo, la mamma sta bene.
“Piccolo, la mamma sta bene. Ha solo un po’ di mal di pancia.” Cerco di sollevare le mie mani e accarezzargli i capelli. Ma lui non smette di piangere e so che è spaventato. Non sa cosa sta accadendo. Il mio cuore si contrae. Questo è solo un piccolo assaggio di come Christian si sentiva quando era piccolo. Appena aumenta la mia frequenza cardiaca, ho un’altra contrazione, il sudore cala dalla mia faccia.
“GAIL”, urla Christian. Mrs Taylor arriva in un secondo. Si ferma alla porta stordita e preoccupata.
“Mrs Grey tutto ok?” sussurra.
“Gail, per favore porta Ted fuori di qui, non voglio che veda questo e per favore mettimi la dottoressa Greene in linea”. Lei entra in camera e prende Ted tra le sue braccia, ma lui si aggrappa a me piangendo.
In pochi secondi Taylor torna in camera con la dottoressa Greene in linea. “Mr G. – Grey la dottoressa è in linea”, sembra perso, non sa cosa sta succedendo.
“Grazie Taylor”, dice Christian.
“Signore posso fare qualcosa?” Taylor sembra ansioso e spaesato.
“No, non al momento, grazie” e così Taylor va via.
“Respira, piccola, respira”, Christian cerca di calmarmi. Il dolore sembra placarsi leggermente  e il respiro si fa più costante. Ascolto la conversazione di Christian con la dottoressa.
Ad un certo punto mi dice:”Ana, adesso dobbiamo muoverci, devi stenderti su qualcosa di più comodo, va bene?”, mi chiede gentilmente. Annuisco. Le contrazioni ora sono più lente e meno intense. Christian chiama Taylor e lui è al mio fianco in pochi minuti.
“Mi puoi aiutare a portare Ana nel salotto per favore, Taylor?”. Lui annuisce e viene alla mia sinistra mettendo le sue mani sotto il mio braccio. Christian è alla mia destra, tenendo il cellulare tra la spalla e l’orecchio e usa le braccia per afferrare il mio braccio destro.
“Riesci a stare in piedi?”, mi chiede. Annuisco di nuovo perché non ho la forza di parlare.
Con molta calma mi alzo in piedi sorretta da Christian e Taylor. Il mio corpo è debole e sono grata del fatto che mi stiano sorreggendo.
“Dov’è Ted?”, chiede Christian.
“E’ in giardino con Gail, signore”, risponde Taylor. Christian annuisce.
Appena raggiungiamo il lungo e soffice divano grigio metto le mie mani sul mio pancione come per proteggerlo. Appena mi lascia, Christian congeda Taylor.
“Grazie Taylor” borbotto, senza fiato. Lui annuisce ed esce dalla stanza, mentre Christian continua a parlare con la dottoressa a telefono.
“Okay, si subito. Grazie ancora. Ci vediamo tra poco” e mette giù.
“La dottoressa Greene sta venendo,sarà qui tra poco”, mi acciglio. Sto bene ora. Gliel’ho detto che erano delle normali contrazioni, ma come sempre si preoccupa troppo. Scommetto che quella povera donna sia scocciata da me e da quel megalomane di mio marito.
“Ana era proprio questo che intendevo. Non puoi lavorare in queste condizioni. La dottoressa Greene crede che questi dolori siano stati provocati dallo stress. Ti avevo detto di non preoccuparti di Elena, ma come sempre non mi dai ascolto, mettendo te stessa e Puntino a rischio”. Si lascia sfuggire un sospiro di sollievo, ma è ancora molto scosso. Mi sento in colpa. Non avrei dovuto farmi coinvolgere così. Oh, mio povero Puntino.
“Christian mi dispiace. E’ solo che lei…Io..”
“-Non parliamo di lei. Non voglio che ti stressi per questo, Ana. Credimi. Risolverò io la questione. Ma per favore, ora devi provare a rilassarti. Ho davvero avuto paura prima”. Si siede dietro di me sul divano accarezzandomi i capelli e appena mi appoggio al suo petto cado in un sonno ristoratore.

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


POV CHRISTIAN


Appena Ana si addormenta tra le mie braccia mi metto comodo sul divano. Mentre le accarezzo la schiena con la mia mano libera, tento di calmare il mio cuore che batte ancora forte a causa del panico che ha investito il mio corpo poco fa. Dio che spavento. Solo una volta ho avuto così tanta paura, quando – no Grey, non pensarci, non ora.
 
Guardando la mia meravigliosa Dea addormentata, mi prendo un attimo per vedere quanto sia diventata ancora più bella. E di quanto il nostro bambino sia fortunato ad assomigliarle così tanto. Nonostante tutti dicono che somigli a me, io vedo Ana in lui, forse è per la sua sfacciata personalità e il suo carattere positivo. Io vedo tutto di lei nel mio bambino. Muovendo le mie mani dalle gambe di Ana, raggiungo la guancia e la accarezzo con il dorso dell’indice. Si agita un po’. Le sue labbra sono socchiuse. Le sue guance pallide stanno riprendendo un po’ di colore. Sembra così calma e serena e rimpiango il fatto che tra poco dovrò svegliarla per l’arrivo della dottoressa. Forse un altro paio di minuti non le faranno male e sono sicuro che il buon dottore non avrà niente da ridire se riposa. Seppellisco il naso tra i suoi capelli annusando il suo dolce profumo e appoggio le mie mani sul suo crescente pancione, come se volessi proteggerlo. Improvvisamente sento un leggero movimento sotto la mia mano, seguito da quello che pare un calcio. Sorrido con affetto e il mio cuore si gonfia di amore e orgoglio. Ah, questa è la mia bambina. Le mie due bambine. Oh, che bella e incredibile vita che ho. Davvero dovrei dire più spesso ad Ana come io sia felice e come mi abbia salvato con i nostri due bambini e con la nostra incredibile vita. Mi uccide vederla stare male come poco fa e pensare che sia stata Elena la causa. Se potessi, mi prenderei tutto il suo dolore.

Guardando l’orologio mi accorgo che la dottoressa a momenti sarà qui. Per quanto voglia che lei rimanga accoccolata a me tutto il giorno, devo essere sicuro che lei e mia figlia stiano bene. La dottoressa Greene è stata di grande aiuto – probabilmente dovuto alla fortuna che le pago per vedere Ana. Ma ne vale la pena.

“Ana, piccola” la scuoto leggermente. Lei dice qualcosa di incomprensibile e nasconde il viso nel mio collo. Sorrido.
“Piccola, svegliati, la dottoressa sarà qui tra pochi minuti”. Mi sposto per farla muovere. Le bacio le palpebre, il naso e poso un dolce bacio sulle sue labbra. Apre i suoi meravigliosi occhi blu e mi sorride. Quanto amo questa vista.
“Scusami, non mi ero accorta di essermi addormentata.” Perché si sta scusando? Mi acciglio. Dopo tutto quello che ha passato, non c’è da meravigliarsi che sia stanca. L’oscurità e la rabbia cominciano a divampare nel mio stomaco. Fottuta Elena! Cosa cazzo credeva di fare chiamando Ana? Le devo dire di lasciarla in pace! Decido di risolvere la questione con Elena dopo che avrò saputo che Ana e la bambina stanno bene. Proprio in quel momento, Taylor arriva in salotto e annuncia l’arrivo della dottoressa. Sposto Ana dalle mie gambe e mi alzo per salutarla.
“Mr Grey, Mrs Grey”, ci saluta tendendoci la mano. Mostro alla dottoressa la camera da letto, affinchè possa visitare Ana in pace. Non voglio che Teddy veda Ana con la dottoressa, altrimenti va in panico. Ed ecco di nuovo che  l’oscurità che ho sentito durante gli anni dell’adolescenza  torna a tormentarmi e non vorrei mai che mio figlio provasse le stesse sensazioni.
“Ana, dovrei cominciare con il misurare la tua pressione del sangue”, le dice la dottoressa appena Ana si siede sul letto. Ana annuisce, mentre la dottoressa comincia a cacciare tutto l’essenziale dalla sua borsa. Ana la guarda preoccupata. Oh no, piccola, non essere preoccupata. Andrà tutto bene.
“Mr Grey, potrebbe lasciarci sole?”. La sua domanda mi spiazza. Vuole che me ne vada? Ma che cazzo! Non andrò da nessuna parte, sono mia moglie e mia figlia e non lascerò Ana sola. Mi acciglio con lei. Non andartene, Grey.
“Mr Grey”, mi urla contro e il suo tono è più severo.
“Christian vai, va tutto bene, verrò giù tra poco.” Ana mi interrompe prima che possa aprire bocca per dire qualcosa. Oh, Ana, Ana, Ana, non cambierai mai.
“Come desideri, Mrs Grey, ma avete solo quindici minuti” mormoro. Torno al mio studio e al mio inferno interiore.
Accendo il mio computer per controllare le mail. Ho lasciato l’ufficio improvvisamente e ho dovuto annullare parecchie riunioni. Apro il programma delle mail e ne trovo diverse da Ros, Andrea e Barney. Con mia grande sorpresa ne trovo anche una di Elena. Ma che cazzo!

Da: Elena Lincoln                                                                                                                                                                                             
A: Christian Grey                                                                                                                                                                                       
Data: 19 Maggio 2014 15:16                                                                                                                                                                  
Oggetto:
Acqua sotto i ponti

Christian,                                                                                                                                                                                                        
non credi che tua moglie dovrebbe smetterla con questo assurdo e patetico rancore nei miei confronti? Io e te abbiamo avuto una grande storia, e lei ha bisogno di capire che è parte del tuo passato. Non apprezzo il tono con cui mi ha parlato oggi. E per quanto riguarda te, da quando mi ignori completamente come amica, Christian?                      
Mi aspetto di meglio da te.

Elena Lincoln                                                                                                                                                                                                                  
ESCLAVA                                                                                                                                                                                                                              
For the beauty that is you.

Ma che cazzo?! Mi passo una mano tra i capelli. Da dove le vengono certe idee? Non le parlo da quando… due anni! E perché tutto a un tratto ha urgenza di parlare con Ana? Non la voglio nei dintorni della mia Ana. O dei miei bambini. Di mio figlio. Mi sono accorto che il mio sgradevole passato mi disturba. E appena abbiamo avuto Ted, mi sono accorto che la relazione mia e di Elena era malata e sbagliata. La mia rabbia è palpabile. Sto cercando di contenere la mia rabbia contando fino a dieci, ma francamente sto impazzendo. Questa mail ha bisogno di una risposta per telefono.

Prendo il cellulare e la chiamo. Mi risponde al secondo squillo.

“Christian?” sembra sorpresa, ma allo stesso tempo compiaciuta.
“Elena! Cosa pensavi di fare chiamando Anastasia? Quante volte ti ho detto di lasciarla in pace? Lasciala in pace. Punto. Tienila fuori dal nostro passato, non ha bisogno di essere gravata con queste cose” grido al telefono. Inizio a sentire un certo senso di colpa, ma non ci bado.
“Christian con tutto il dovuto rispetto, sono stata molto più che gentile con lei. Sono le sue cattive maniere e la sue risposte del cavolo che hanno reso le cose più grandi di quanto fossero in realtà” anche lei grida. Le cose più grandi di quanto fossero?
“Non è una buona ragione per chiamare e molestare mia moglie che è incinta! Non ha bisogno di questo! Cosa c’era di tanto importante che non potevi dire a me? Cosa dovevi fare con Ana? Mettitelo bene in mente, Elena: lasciala. In. Pace. Non te lo voglio dire più” se la conosco bene in questo momento sarà molto arrabbiata. Bene.
“Oh, smettila Christian? Perché esagera sempre?” Esagera. Esagera?!?
“Non direi che esagera. Ana è andata quasi in travaglio precoce a causa dello stress subito dalla tua chiamata. Si stressa perché sei tu Elena! E’ l’ultima volta che te lo dirò Elena. Stai lontana da mia moglie”
“Christian io- io”
“Non voglio sentire nulla, Elena. Addio” e le chiudo il telefono in faccia. Mi passo più volte la mano tra i capelli sperando di calmarmi un po’.

Cazzo perché il mio passato deve continuare a torturarmi? Perché non posso vivere una vita normale come tutti? Non voglio che tutto questo schifo tocchi la mia famiglia e soprattutto i miei bambini. E poi Ana.. non voglio che venga ancora turbata da Elena. Ha già avuto a che fare con tutta quella merda negli scorsi anni e ancora oggi, nonostante tutto, ho paura che possa stancarsi oppure capire che la cosa migliore è lasciarmi e  crescere i nostri bambini da sola, lontano da tutta la merda che mi porto sempre dietro. Dio, sono morto mille volte prima quando l’ho vista contorcersi dal dolore. Non deve ricapitare mai più. Ma conoscendo bene Elena, so che c’è qualcosa sotto a questa chiamata e qualcosa mi dice che devo indagare. Mando una mail  a Welch spiegandogli l’accaduto e mi dirigo verso la camera dove la dottoressa sta visitando mia moglie. I quindici minuti sono passati da un pezzo e col cavolo che resto fuori ora.

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Angolo autrice:
Ciao a tutte, vi ringrazio ancora una volta per le recensioni e a chi l’ha messa tra le seguite, preferite e ricordate. Grazie anche solo a chi legge. In questo capitolo, oltre a fare la traduzione della storia originale, ho anche aggiunto un po’ del mio soprattutto nei flashback. Fatemi sapere cosa ne pensate, spero vi piaccia. Un bacio a tutti a presto :D

POV ANA
 
Christian rientra in camera proprio mentre io e la dottoressa stiamo finendo e lei mi sta ordinando cosa posso e non posso fare.
“Come ho detto Mrs Grey, deve rilassarsi e non voglio che sia sottoposta a ulteriori stress. Per evitare che le sue condizioni peggiorino, le consiglio di rimanere a casa nei prossimi giorni e non andare a lavoro. Voglio che passi questi giorni in completo relax. Questa volta ci è andata davvero vicino Mrs Grey e qualsiasi altro tipo di stress potrebbe essere fatale alla bambina”. Cavolo secondo me sta davvero esagerando, così come Christian.
“Mr Grey, sono sicura che avrà cura di sua moglie”, questa volta si rivolge a Christian sorridendogli. Lui annuisce.
“Può starne certa dottoressa.  E ancora grazie per essere venuta qui con così poco preavviso”. Le porge la mano e la accompagniamo giù.
Una volta uscita la dottoressa, Christian si gira verso di me e mi guarda. Pare che abbia perso dieci anni di vita. Oh, il mio bambino smarrito.
“Cosa ti ha detto la dottoressa?” mi chiede.
“Christian va tutto bene, anche la mia pressione era buona. L’unica cosa ha detto che devo cercare di riposarmi. Tutto qua”. Lui fa un sospiro di sollievo. Appoggia la fronte sulla mia e chiudo gli occhi godendomi il momento.
“Dov’è Ted?” chiedo spostandomi da lui. Lui mi guarda con i suoi grigi occhi ardenti.
“Ancora con Mrs Taylor”.
“Okay, vado da lui a vedere se si è calmato”, gli sorrido dolcemente e lo bacio sulle labbra.
“Hey piccolo”, Ted corre tra le mie braccia appena metto piede in cucina. Christian mi segue.
“Mamma, mamma!” strilla Ted. Si siede goffamente in braccio a me poggiando la testolina tra la mia spalla e il mio collo.
“Come si sente Ana?” mi chiede Gail, mentre agita qualcosa nella pentola sul fuoco.
“Molto meglio, grazie Gail”, le rispondo dolcemente. Bacio la testa di Ted e gli accarezzo la schiena. Ha un profumo dolcissimo. Il profumo del mio bambino. Christian va verso il frigo e si versa un bicchiere di vino. Quanto mi manca il vino.
“La cena è pronta tra quindici minuti, signori”.
“Okay, grazie Gail”, le risponde Christian dolcemente. E’ molto meno brusco con il suo staff. Il pensiero mi fa sorridere.
Metto Ted sul piano della cucina e mi metto davanti a lui per non farlo cadere. Comincia a giocherellare con la mia collana e capisco dalla sua espressione che è molto concentrato.
“Che facciamo con la festa per il bambino di domani? Vuoi ancora partecipare? Potrei chiamare mia madre e dirle di annullarla se per te è troppo”, mi chiede ad un certo punto Christian. Cancellarla? So quanto Grace ci tiene e quanto abbia impiegato a prepararla.
“Christian va tutto bene. Voglio andarci e inoltre sarà bellissimo vedere tutti”.
“Come desideri” mi risponde. Wow sembra passato così poco tempo da quando annunciammo di aspettare Ted e ora stiamo per avere un altro bambino. Sorrido al ricordo di quella serata.

C’erano proprio tutti: i Grey, il Dottor Flynn e sua moglie Rihan, Kate, Elliot, Claude, Ros e la sua compagna, Andrea, Ray, mia mamma, Bob, Josè e suo padre e due amiche di Mia. Eravamo riuniti tutti intorno al tavolo del salotto e Christian ad un certo puntò attirò l’attenzione di tutti picchiettando la forchetta vicino al bicchiere di spumante. Grace aveva già le lacrime agli occhi e i suoi occhi riflettevano l’amore per Christian.
“Prima di tutto voglio ringraziarvi per essere venuti stasera. La ragione per cui siete qui è che io e Anastasia vogliamo condividere con voi una notizia davvero speciale. Presto diventeremo genitori”. Le uniche persone ad essere al corrente della gravidanza erano Kate, Grace, Carrick, mia madre, Bob e Ray.
Ci fu uno stupore generale seguito da un grande applauso. Christian afferrò la mia mano. Grace si alzò e propose un brindisi a tutti gli ospiti: “A Christian e Ana”. “A Christian e Ana” risposero tutti in coro.
Passammo i successivi cinque minuti ad abbracciare tutti. La prima a venire vicino  a noi fu Mia.      “Oh mio Dio, non posso crederci che diventerò zia! Congratulazioni! Dobbiamo organizzare la festa per il bambino. Non vedo l’ora!”, disse saltando per l’eccitazione.
“Congratulazioni, piccola” Elliot mi abbracciò e poi si rivolse a Christian: “Complimenti stronzo, hai fatto subito centro! Non vedo l’ora di conoscere lui o lei!”. Elliot non perde mai la sua vena ironica, ma si vedeva che era molto emozionato e felice per il fratello. Lo abbracciò e gli diede delle goffe pacche sulla schiena. Christian si divincolò dopo un po’ e tornò ad abbracciare me.
Passammo buona parte della serata tra congratulazioni e conversazioni su pappe, pannolini e sui pianti notturni che da lì a qualche mese mi avrebbero tenuta sveglia. Il mio cuore perse un battito quando sentii Grace dire a Christian:” Oh Christian, non ci posso credere che diventerai padre. Sono così orgogliosa di te. Sono sicura che sarai un padre meraviglioso!”. Sapevo che Grace era l’unica a conoscenza dei timori di Christian riguardo alla paternità. Glielo aveva raccontato mentre io ero in coma dopo l’aggressione di Hyde e le aveva anche raccontato della sua sfuriata e del suo incontro con la Strega.

Anche mia madre ci abbracciò visibilmente emozionata, anche se era stata una delle prime a sapere della gravidanza. “Oh Ana, sono così felice per te. E pensare che tutto questo è accaduto in così pochi mesi. Ma l’importante è che voi siate felici. Mi dispiace solo che non posso starti vicina durante la gravidanza”. Poi rivolgendosi a Grace e Christian aggiunge: “Ma sono sicura che tuo marito e tua suocera sapranno rimpiazzarmi alla grande e si prenderanno cura di te”.
“Puoi giurarci, Carla” rispose Grace. Christian sempre con la sua bontà le disse:” Carla, sai che puoi venire qui tutte le volte che vuoi. Basta che mi fai una chiamata e ti mando immediatamente il mio jet”. “Oh Christian, grazie di tutto” e mia madre scoppiò in un nuovo pianto, abbracciando Christian.

Fu poche settimane dopo l’annuncio della gravidanza che ebbi lo sgradito incontro con la strega. Fu pochi giorni prima di Natale e quella sera avevamo una cena di beneficenza, dove Christian era uno degli ospiti più attesi. Così dopo un pomeriggio passato con Kate a comprare regali per tutta la famiglia, decisi di andare all’Esclava da Franco per rendermi presentabile per la serata. Prima di mettere piede in quel posto mi ero accertata che Elena non ci fosse, proprio per evitare ogni tipo di contatto.  Dopo un trattamento completo, comprendente ceretta, manicure, pedicure, trucco e parrucco, stavo salutando Franco quando improvvisamente comparve la Strega nel suo vestito aderente nero. Non poteva scegliere colore più appropriato. “Franco ci lasci un attimo sole, per favore? Devo scambiare due parole con Mrs Grey”. Il sangue mi defluì dal volto e la rabbia cominciava ad assalirmi. “Certo Mrs Lincoln. Ciao bellissima Ana, sono sempre felice di occuparmi di lei. Mi saluti Mr Grey”, mi disse Franco prima di lasciarci sole. Sorrisi cordialmente, incapace di articolare parola.
“Come vedo non hai perso tempo” esordì.
“Che cosa vuoi dire, Elena?”
“Oh Anastasia, non fare la finta tonta con me. Ho saputo della gravidanza. Non hai perso tempo ad incastrare definitivamente Christian, il matrimonio non ti era bastato. Hai messo un bambino di mezzo così sei sicura che non possa lasciarti più. Sai ero sicura che prima o poi Christian sarebbe rinsavito e si sarebbe accorto dell’enorme errore che aveva fatto sposandoti. E in realtà questo lo sai anche tu ecco perché ti sei fatta mettere subito incinta. Non sono neanche così sicura che questo bambino sia il suo.”
“Come diavolo ti permetti? Tu non-“.
“Oh no Anastasia non urlare con me”, mi interruppe lei. “Questa volta non c’è Christian che arriva in tuo soccorso. Ascoltami io lo conosco molto meglio di te, nonostante non porti una fede al dito. Christian ha preso una bella sbandata per te, forse è anche innamorato, ma presto si renderà conto che è stato un passo falso sposarti. Purtroppo reagisce ancora di istinto,come un adolescente. Ma presto si renderà conto che la sua vecchia vita gli manca e si troverà alle strette con una moglie e un figlio. C’è un solo modo per non farlo soffrire. Vattene via. Lascialo libero. Cresci il bambino da sola. Sono sicura che ne avrai tutte le capacità, in fondo sei una donna forte, solo che non vai bene per Christian. Forse lui starà male all’inizio, ma poi si renderà conto che hai fatto la cosa giusta per lui. Se avrai delle difficoltà non esitare a chiamarmi, ti aiuterò anche economicamente. Ma lascia Christian, fallo per il suo bene. Te lo dico perché entrambe teniamo a lui e in fondo anche tu sai che ho ragione”.
Restai paralizzata di fronte al suo discorsetto. Devo ammettere che Elena sa quali sono i miei punti deboli e ci sa giocare bene. Tante volte dopo la sfuriata di Christian quando ha saputo che ero incinta ho pensato che lui si sentisse in trappola. Tante volte ho preso in considerazione l’idea di allontanarmi un po’ da lui per schiarirci un po’ le idee, ma poi ho pensato che Christian avesse il diritto e il dovere di vivere la paternità. Ma sono questioni che dobbiamo risolvere solo io e mio marito e di certo non posso accettare consigli da una pedofila.
“Elena, non ti permettere mai più di mettere il naso nella mia vita matrimoniale. Tu non sai di cosa stai parlando. Non lo puoi sapere. Tu non sai cosa vuol dire amare oppure aspettare un bambino, perché tu i bambini te li stupri”. Urlavo come la pazza, ma ormai avevo ingranato la marcia. “Non ti permetto di giudicarmi. Non sai niente di me e di quello che provo. Non sai niente di Christian, perché approfittarsi di un ragazzino di quindici anni non vuol dire conoscerlo, vuol dire solo essere una lurida puttana. Smettila di interferire e stai lontana da mio marito e dalla mia famiglia, altrimenti la prossima volta non mi limito alle parole”. Detto questo mi girai e me ne andai, mentre la sentivo ancora chiamarmi con un tono minaccioso.
Uscii dal salone molto scossa e arrivai a casa veramente infuriata con la Strega, con me stessa e anche con Christian. Discutemmo per tutta la sera: per la prima volta dall’attacco di Hyde gli mostrai quali erano tutti i miei timori che rispecchiavano esattamente le parole di Elena. Nonostante le sue mille rassicurazioni, i giorni successivi furono davvero difficili, era come se non riuscissi a fidarmi di lui e il discorso di Elena continuava a rimbombare nella mia testa. E se avesse avuto ragione? E se Christian si sentisse costretto a rimanere con me per il bambino? Addirittura proposi a Christian di andare un paio di giorni da sola in Georgia da mia madre per schiarirmi le idee. Lui era visibilmente sconvolto, ma per non farmi agitare troppo in quelle condizioni accettò. Alla fine non fu necessario il viaggio, dentro di me sapevo che Christian mi amava e che nonostante lo spavento iniziale cominciava ad accettare sempre più l’idea del bambino.

“Mamma, mamma uccoUtta”. Vengo ridestata dai miei pensieri da Ted. Uccoutta? Ma certo, voleva dire il succo di frutta! E’ così buffo.
“Glielo prendo io” dice Christian. Chi avrebbe mai pensato il severo amministratore delegato Christian Grey, in versione casalingo?
Ceniamo tranquillamente, chiacchierando del più e del meno. Ad un certo punto Christian riceve una chiamata e si chiude nello studio, mentre io porto Ted in camera per prepararlo per la notte.

Quando mi metto a letto noto che c’è qualcosa che preoccupa Christian. Emana ansia e tensione da tutti i pori. Mi giro e lo guardo. “Christian cosa c’è che non va?”. Aggrotta la fronte come se non capisse la domanda. “Non essere ottuso Christian. Vedo che c’è qualcosa che ti preoccupa. Di cosa si tratta?”. Lui sospira.
“Niente che ti riguarda, Ana” dice passandosi una mano tra i capelli, chiaro segno che è stressato.
“Tutto quello che fai mi riguarda. Sono tua moglie, Christian. E ho promesso di fronte a Dio che ti avrei consolato nei momenti di bisogno. Perché mi tieni all’oscuro?”
“Ho chiamato Elena” Cosa?!? Perché l’ha chiamata quando sa che la detesto? Non ci credo, l’ha chiamata lui!
“Cosa ti ha detto?” sussurro. Non voglio apparire come una moglie gelosa.
“Non ti darà più fastidio” borbotta. Ma la tensione rimane sul suo viso. Nonostante la rabbia che lui l’abbia chiamata, mi viene voglia di consolarlo.
“Christian, non mi stai dicendo tutto, ti prego parla con me”.
“Ana, ho promesso alla dottoressa che non ti avrei fatto agitare ulteriormente. Non voglio farti preoccupare. Ti amo così tanto..”
“Ti amo anch’io Christian, più di quanto immagini. Ma mi stresso di più se mi tieni all’oscuro delle cose. Ti prego parla con me”. Resta in silenzio per qualche minuto e immagino che mi stia per dire di mettermi a dormire, ma come sempre mi sorprende. Prende un profondo respiro, chiude gli occhi e mi dice:” Io e Welch crediamo che quello che voleva dirti Elena era qualcosa che riguardasse Hyde”.

Il mondo cmi crolla addosso. No! Ti prego, no! Non può accadere di nuovo.

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


“Questo è per la SIP, troia”, mi urla Jack mentre cado violentemente al suolo.
“Ora ci occupiamo del tuo piccolo bastardo e gli assicuriamo lo stesso destino del padre”. Ted! No ti prego non il mio bambino. Cerco di muovermi, ma il mio corpo è paralizzato.
“Jack, per favore! Non Ted, per favore lascia stare Ted”, lo supplico. I miei occhi cominciano ad offuscarsi, ma riesco a vedere una sigaretta bruciare davanti al mio bambino. No, per favore. Delle urla di dolore si diffondo nella stanza e vedo che provengono dal mio piccolo, appena Jack comincia a spegnere la sua sigaretta sul petto nudo di Ted. Cerco di muovermi, ma sono bloccata. Urlo e piango istericamente sul pavimento ma nessuno mi può sentire. Lo brucia più e più volte, spegnendo le sigarette esattamente negli stessi punti dove è stato marchiato Christian.
“Ora è il mio turno” Elena emerge dall’oscurità. No. Stai lontana da mio figlio. Vai via, tu sei una pedofila. Un dolore lancinante si propaga dal mio cuore, dopo aver visto il mio bambino subire le stesse torture del padre. Per favore smettetela. Vorrei gridarlo, vorrei fermarli, ma la mia voce e il mio corpo sono bloccati. Riesco solo a guardare, inerme. Il mio piccolo cerca di divincolarsi dalla presa di Jack che lo colpisce ancora e ancora. Cerco di urlare e questa volta la voce mi esce. E’ un urlo catartico, ma improvvisamente tutto si dissolve: le urla di dolore del mio bambino, il mio dolore, l’oscurità. Tutto va via.
“ANA! Cristo, Ana svegliati. E’ solo un incubo, piccola”. Apro gli occhi e vedo mio marito con una faccia afflitta. Le lacrime non si fermano, sono ancora traumatizzata dal sogno. Il mio cuore batte all’impazzata  e la paura non mi abbandona. Mi ripeto più e più volte che era solo un incubo. L’adrenalina scorre nel mio corpo e ad un certo punto scoppio in un pianto incontrollabile, come se si fosse rotta una diga sconosciuta dentro di me.
“Ehi piccola! Cosa c’è? E’ stato solo un brutto sogno” si tira su a sedere e mi stringe tra le sue braccia, mentre io singhiozzo nel suo collo. Questa è casa mia. Questo è il posto dove io mi sento sicura, con mio marito. Restiamo seduti così per sempre. Non so quanto tempo passiamo in questa posizione, secondi? Minuti? Ore? Non ne ho idea, ma Christian mi tiene stretta a sé pazientemente, e mi dondola mentre io piango, baciandomi la testa di tanto in tanto. Ma non si muove, rimane seduto e mi stringe a sé fin quando non ho più lacrime da versare.
“Meglio?”, mi chiede dolcemente. Annuisco mentre rimango stretta a lui. La realtà mi colpisce. La paura che mio figlio o mio marito possano stare male per qualunque ragione al mondo, mi perseguita. Questo è ciò che mi spaventa e Jack l’ha appena realizzato nel mio incubo. E’ il mio peggiore incubo ed è appena iniziato.
“Stai bene?” Christian interrompe i miei pensieri. Lo guardo e lo vedo affranto ed indifeso.
“Si, ho avuto solo un terribile incubo. Non lasciarmi mai, Christian”, la mia voce si spezza appena mi stringe più forte, seppellendo il suo naso nei miei capelli.
“Anastasia, non ti lascerò mai. Mai. Amo te e i nostri bambini più di qualunque altra cosa”, sembra sincero e serio. Una lacrima mi scende giù e lui mi fa inclinare la testa per incontrare i suoi occhi, mi asciuga una lacrima con il suo pollice e mi bacia dolcemente. I muscoli del mio basso ventre si stringono. Improvvisamente si tira indietro e mi chiede:” Cosa c’era nel tuo sogno?”
Gli racconto nei dettagli l’incubo a Christian, provando ancora dei brividi di paura mentre ripercorro quei terribili momenti.
“Perché sei arrabbiato con me?”, gli chiedo quando vedo la sua espressione diventare più dura.
“Non sono arrabbiato con te , Ana. Sono arrabbiato con me stesso. Non avrei dovuto dirti niente. Ora tu hai degli incubi per colpa mia!”. Ma ha fatto bene a raccontarmelo. Perché pensa che sia colpa sua? Conoscendo bene i fatti posso avere maggiore controllo e posso evitare di correre rischi inutili come è già successo in passato sempre con Jack.
“Christian non pensarlo neanche. Non è colpa tua., anzi sono grata che tu me ne abbia parlato, grazie!”, spero di consolarlo un po’.
“Perché mi stai ringraziando, ora?”Oh Christian a volte sei davvero ottuso.
“Per avermelo detto”, lo bacio sulle labbra e poi mi alzo dal letto.
“Dove stai andando?”.
“A controllare Ted. Ci metto due minuti”

Il mio affascinante piccolo principe è profondamente addormentato nel suo lettino. Sembra così sereno, niente a che vedere  con l’immagine che ho avuto di lui nel mio incubo. Mi abbasso e gli bacio la guancia paffuta godendo del fatto che è qui, davanti a me, sano e salvo. Resto ferma e lo guardo, apprezzando la sua bellezza. I suoi capelli arruffati color rame che si arricciano alla fine, il suo piccolo e perfetto naso all’insù e le sue labbra scolpite e morbide. E’ l’immagine del padre.
Sussulto quando Christian mi avvolge le mani intorno al pancione e mi bacia sotto l’orecchio. “Andiamo, piccola, lui sta bene e tu hai bisogno di dormire. Torniamo a letto”.
Mi accoccolo al petto di Christian, mi avvolge tra le braccia e le nostre gambe sono incrociate. Le sue braccia mi avvolgono come l’edera.
“Dormi, ora piccola”, mi accoccolo tra le sue braccia e mi addormento, sperando di non avere incubi.
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Mi sveglio di soprassalto. Mi guardo intorno in preda al panico. Dove sono? Sono a casa. Grazie a Dio, sono a casa. Era solo un incubo, Ana. Le vividi immagini del sogno della scorsa notte rimangono impresse nella mia mente. Guardo la sveglia e vedo che sono solo le 5:48 del mattino. Perché mi sono svegliata così presto? Christian dorme profondamente accanto a me. Mi abbasso e passo la mano tra i suoi capelli. E’ così perfetto. Con mia grande sorpresa stamattina mi sento bene, è la prima volta da settimane che non ho nausee. Mi alzo piano dal letto, cercando di non svegliare il mio adorato marito. Gli preparerò la colazione. Dato che non mi permetterà di andare a lavoro, devo tenermi occupata in qualche modo.
“Buongiorno, Mrs Taylor”, saluto Gail che è già occupata in cucina. Forse sta preparando la colazione.
“Buongiorno Ana. Come si sente stamattina?”, mi chiede dolcemente.
“Molto meglio, grazie. Mi piacerebbe preparare la colazione a Christian e Ted stamattina, va bene?” Le chiedo. Lo so che l’idea la fa arrabbiare, proprio come Christian.
“Certo Ana. Libero subito la cucina”.
“Gail se sei occupata puoi restare con me”, la rassicuro. Non voglio cacciarla mica dalla cucina.
“Va bene. Mr Grey sta ancora dormendo?”mi chiede. Perché vuole sapere se Christian dorme ancora?
“Si penso di si”, borbotto.
“Okay. Taylor mi ha detto di dirgli che ha ricevuto una chiamata importante questa mattina presto” mi spiega, rispondendo ad una mia domanda inespressa. Chi diavolo ha chiamato Christian così presto? Abbandono il pensiero, sperando che me lo dica se ci sia qualcosa di importante.
“Oh, sono sicura che si sveglierà presto. Non dorme mai fino a tardi. Comunque come avete pensato di festeggiare il vostro primo anniversario di nozze tu e Taylor?Qualcosa di romantico?” le chiedo per cambiare argomento e parlare di qualcosa di più leggero.
“Non ne ho idea. Jason mi ha detto che è una sorpresa” Jason Taylor, l’uomo tutto di un pezzo, così romantico?! Chi l’avrebbe mai detto??

Venti minuti dopo la colazione è pronta per essere servita. Ho preparato la colazione preferita di Christian: omelette con bacon e la frutta. Spero che si siano svegliati. Di solito entrambi si svegliano intorno alle 6. Ho due ragazzi pigri oggi. Salgo sopra per svegliarli. Entro in camera, ma mi blocco quando la vedo vuota. Christian non è a letto. Dove è andato? Non può essere sceso, l’avrei visto. Mi fermo fuori dalla camera di Ted da cui provengono delle voci divertite. Il mio cuore perde un battito quando sento dire:” E quando tua sorella arriverà, saremo io, la mamma, Ted e Phoebe!”
“E tu dovrai proteggere la tua piccola sorellina”, Oh questa è musica per le mie orecchie.
Entro in camera  e trovo Christian seduto sul letto e Ted sulle sue gambe di fronte a lui. Sono ancora meravigliata dalla somiglianza tra i miei due uomini.
“Buongiorno ai miei uomini preferiti”. Ted comincia a dimenarsi dalla presa del padre per venirmi incontro, così mi siedo accanto a loro abbracciando Ted, mentre continua a rimanere sulle gambe di Christian.
“Buongiorno splendore”, mi saluta Christian e mi bacia in quel punto speciale dietro l’orecchio. Ha ancora il pantalone del pigiama e la sua maglia bianca. Lo guardo confusa. Perché ancora non è vestito per il lavoro?
“Non andrò a lavoro”mi dice, con la sua sorprendente capacità di leggermi nel pensiero.
“Perché?”
“Perché non voglio lasciarti da sola, soprattutto dopo ieri e stanotte”
“Capisco. Non ne parliamo adesso. Andiamo a mangiare vi ho preparato la colazione”
“Mmmh, noi amiamo la colazione della mamma, non è vero Ted?”, gli dice mentre il piccolo lotta per liberarsi dalla sua presa. Non c’è niente di più bello al mondo.

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Ci fermiamo fuori dalla villa dei Grey. Ci sono numerose lucine rosa che illuminano anche la macchina. E’ incredibilmente bella. L’area serena e pacifica della notte crea un’atmosfera rilassante. Christian fa il giro della macchina e mi apre la portiera.
“Pronta per festeggiare la nostra bambina?”
“Pronta come lo sono sempre”, gli rispondo sensualmente.
Sono vestita con un comodo abito bianco, che scende morbidamente sul mio pancione. Ho i capelli ondulati che arrivano morbidi fino al seno. Christian indossa la sua camicia bianca di lino firmata e il pantalone grigio, non porta la cravatta. E’ incredibilmente bello. Anche Ted è elegante per la festa. E’ davvero adorabile con i jeans e la camicia bianca. E’ uguale a Christian. I suoi capelli ramati gli ricadono sulla fronte. Tuttavia credo che il suo abbigliamento per l’occasione non durerà a lungo perché si sporcherà appena comincerà a mangiare.
“Christian, Ana, ciao!” Carrick apre la porta prima che noi bussiamo e ci abbraccia entrambi.
“Teddy, come sta il mio piccolino? Vuoi coccolare un po’ tuo nonno?”dice a Ted appena Christian glielo da tra le braccia. Dopo pochi secondi appare anche Grace.
“Christian, caro!” dice baciandolo sulle guance e Christian inaspettatamente la attira a sé in un caloroso abbraccio. A pensarci, fino a tre anni fa, non avrebbe sopportato che qualcuno lo toccasse. E ora la sua famiglia ha la possibilità di mostrargli tutto l’affetto e l’amore che non ha potuto mostrargli durante gli anni dell’adolescenza. Il pensiero mi fa sorridere. Tutto ciò che gli è successo in passato è fortunatamente solo un lontano ricordo.

Quando entro nel grande salone, mi manca l’aria. Non ci posso credere, non mi sarei mai aspettata una cosa del genere. La camera è completamente trasformata. Ci sono palloncini rosa, bianchi e argentati sparpagliati per tutto il salone. Sul muro di fronte all’entrata c’è un enorme cartellone che ricopre l’intero spazio. Sopra c’è scritto con caratteri grandi di colore rosa “E’ una bambina” e sotto c’è una scritta argentata che dice “Congratulazioni Christian e Anastasia”. Wow! Delle tende bianche decorano tutta la stanza. Sotto al cartellone c’è un enorme tavolo rotondo con una tovaglia di pizzo bianca e rosa. Sopra al tavolo ci sono numerosi regali, tutti generosamente incartati. Tuttavia la sorpresa maggiore sono gli ospiti che ci accolgono al centro del salone. Non ci posso credere, ci sono addirittura mia madre e Bob. Mi aveva detto che non sarebbe potuta venire. Che fantastica sorpresa! Christian avvolge le sue braccia intorno al mio corpo e solo in questo momento mi rendo conto che sono rimasta a bocca aperta per diversi minuti. Sapevo che a Grace piace preparare questo genere di feste, già l’aveva fatto con Ted, ma questa volta ha davvero superato sé stessa.

La prima che mi viene ad abbracciare è Kate. E’ veramente bellissima nel suo abito lungo fino ai piedi. “Ana sei così bella! Non vedo l’ora di farti vedere il regalo che ho comprato per la mia nipotina”, mi dice completamente eccitata. E in questo momento capisco quanto ama già la mia bambina.
Passo i successivi dieci minuti a salutare i miei ospiti e solo ora mi rendo conto di quanta gente ci sia. Dopo aver salutato tutti, mi ritrovo vicino al tavolo con Mia e mi meraviglio nel vedere Christian che parla con Flynn. “Allora avete deciso il nome della bambina?”, Mia interrompe il mio tentativo di capire cosa si stiano dicendo.
“Ehm.. si lo abbiamo deciso, ma Christian vuole comunicarlo dopo a tutti” alzo gli occhi al cielo e lei scoppia a ridere. Mi piace Mia. Entrambe dobbiamo sopportare le manie di controllo di Christian e lei è l’unica che riesce a tenergli testa. Del resto ha vissuto con lui per quasi tutta la vita.
Mi comincia a parlare del suo recente viaggio a Venezia con Ethan, ma in realtà non le presto molto ascolto. Piuttosto guardo Christian e Flynn. Christian sembra concentrato mentre parla, mentre Flynn ascolta impassibile. Improvvisamente John mi guarda e mormora qualcosa a Christian che a sua volta si gira a guardarmi. Velocemente riporto la mia attenzione a Mia, imbarazzata per essere stata scoperta a fissare mio marito. Ho i miei dubbi che Christian mi racconti cosa diavolo lo turbi e il pensiero mi disturba.
I miei pensieri vengono interrotti dal suono di una forchetta vicino ad un bicchiere. E’ Carrick che chiede l’attenzione di tutti gli ospiti. Christian viene accanto a me un braccio l’avvolge intorno al mio fianco, mentre nell’altra mano ha un bicchiere di vino. Ted sta seduto in braccio a Grace vicino al tavolo. Le sue palpebre stanno per chiudersi, il mio povero piccolino è stanco. Infatti è tardi per lui e non è abituato a stare sveglio fino  a quest’ora.
“Mi volevo solo congratulare con Christian e Ana per la loro bambina. Sono davvero dei genitori speciali e non vedo l’ora di conoscere la mia nipotina. Sono sicuro che Ted sarà un fratello maggiore perfetto. Vi auguro tutta la felicità di questo mondo. E volevo ringraziare Ana e Chirstian e Kate e Elliot per avermi regalato dei nipoti così perfetti, sono così orgoglioso dei miei figli e dei miei nipoti…” la voce di Carrick comincia a spezzarsi a causa della visibile emozione. L’intera sala scoppia in un applauso mentre Carrick si avvicina a noi.
“Grazie papà” gli dice Christian e si sposta da me per prendere suo padre tra le braccia.
“Mamma, mamma ,mamma” Ted corre vicino a me e mi tira il vestito per avere la mia attenzione. Capisco che è ora di metterlo a letto. Così mi abbasso alla sua altezza e lo abbraccio e lui appoggia la testa sulla mia spalla. Grace si avvicina a noi tre e sussurra qualcosa nell’orecchio di Christian che sorride.
“Sei stanco piccolo?” chiedo  a Ted che annuisce.
“Vado a metterlo a letto. Grace sei ancora sicura di poterlo tenere qui stanotte?”, chiedo a mia suocera mentre prendo Ted in braccio. Christian mi guarda male. Ma che cavolo, sono ancora capace di prendermi cura di mio figlio.
“Ma certo cara! Io e Carrick non vediamo l’ora di poter tenere Ted un po’ tutto per noi. Tutte le cose del piccolo stanno nella vecchia camera di Christian”, mi dice sinceramente. Grace si è offerta di poter tenere Ted, in modo che io e Christian possiamo avere una notte tutta per noi. Christian mi ha proposto di passarla all’Escala e ho un vago sospetto del perché di questa scelta. Hanno anche accettato di tenere Ava, perché a quanto pare anche Kate e Elliot hanno dei piani per la notte.
“Verrò con voi, dici buonanotte a tutti a Ted”, dice Christian. Hmm questo è il suo gioco, penso mentre aspetto che torni Ted che sta baciando tutti gli ospiti per la buonanotte.
Mentre salgo le scale con mio marito e mio figlio penso che non mi sono mai sentita così felice come in questo momento. Per la prima volta da anni, mi sento normale. E non penso che passare la notte all’Escala mi possa aiutare, tuttavia mi manca anche quella casa dove è cominciato tutto.
La camera di Christian non è cambiata molto dalla prima volta che l’ho vista, a parte qualche foto che è stata aggiunta alla bacheca. Foto di me e Christian, di me e Ted, di Ted e Christian. L’armadio ora è pieno di vestiti di Ted per quanto rimane con i nonni e infine Christian ha fatto aggiungere delle barre di sicurezza ad entrambi i lati del letto per evitare che Ted cada. Immagino che questo sia un bel ricordo per Grace, è come avere di nuovo Christian senza però tutti i problemi emotivi.
“Questo posto mi regala piacevoli ricordi” ridacchia Christian mentre entriamo in camera.
“Puoi dirlo forte” gli sorrido di rimando. Posiziona Ted sul letto, mentre io prendo il pigiamino.
Vesto il nostro piccolo, mentre Christian si occupa della luce della notte. Appena lo comincio a cullare tra le mie braccia, si addormenta. Deve essere davvero stanco, non è mai stato sveglio fino a quest’ora. Sono le 21:40, mentre di solito già verso le 19:00 si addormenta. Ma questa era un’occasione speciale che non poteva perdersi.
“Questo mi spaventa”, mi dice Christian ad un certo punto, come se avesse solo pensato ad alta voce. Cosa lo spaventa?
“Pensare che tra un paio di anni, sarà Ted a mettere a letto suo figlio a casa nostra perché vorrà passare del tempo con sua moglie. Non vorrei mai che lasciasse casa nostra” mi confessa. La sua sincerità mi lascia di sasso.
“Christian succederà un giorno, come succederà con Phoebe. Ma per ora godiamoceli così piccoli fin quando possiamo” gli sorrido. Anche se il pensiero di Ted e Phoebe grandi mette i brividi anche a me.
Metto Ted a letto e Christian gli posa un bacio sulla guancia per augurargli la buonanotte. E’ strano che non dorma con noi, ma pigramente spero che Christian domani non vada a lavoro in modo che possiamo passare tutta la giornata insieme da soli.
“Dovremmo tornare giù dai nostri ospiti, Mrs Grey” mi alzo e lo bacio, ma appena il nostro bacio si approfondisce, si tira indietro.
“Non li facciamo aspettare ancora, si staranno chiedendo dove siamo andati”. Perché mi sta prendendo in giro? Questo non è giocare pulito. Bene Ana, è il momento di giocare al suo stesso gioco.

Sono le 10:12 e gli ospiti stanno per andare via. Christian vuole annunciare il nome della nostra bambina. Perché sia così importante per lui ancora devo capirlo, ma si sa è il mio cinquanta sfumature. Per avere l’attenzione di tutti fa tintinnare la forchetta vicino al bicchiere, come ha fatto Carrick poco fa. Appena gli ospiti si zittiscono dice:” Come tutti sapete io e Ana aspettiamo una bambina e abbiamo deciso di chiamarla Phoebe Grace Grey”. Discretamente guardo Grace che è rimasta sorpresa dalla scelta del nome. Porta le mani alla bocca e comincia a singhiozzare.
“Grace Trevelyen Grey mi ha salvato la vita e non potrò mai ringraziarla abbastanza. Così in suo onore noi abbiamo deciso di dare a nostra figlia il suo stesso nome”. Tutti restano in silenzio, commossi dalla gratitudine di Christian nei confronti della sua madre adottiva. L’ho sempre detto e lo dico ancora che il mio adorato marito ha un cuore d’oro ed ecco perché tutta quell’eccitazione nel volere annunciare il nome della bambina. Non voleva far altro che mostrare il suo amore a sua madre.

Alle 11 tutti gli ospiti sono andati via tranne mia madre e Bob. Abbiamo aperto tutti i regali. Quanto rosa! Mia figlia è stata viziata con ciucci, vestiti, giochi e scarpe. Ogni cosa è perfetta. Quando ho scartato il regalo di Kate mi sono emozionata. Era un piccolo vestito rosa con su scritto “LA MIGLIORE AMICA DI AVA” e una piccola catenina d’oro che si apre. All’interno c’era una foto che raffigura me Christian e Ted nel giardino di casa. Wow è perfetto e così studiato. Adoro Kate, è la sorella che non ho mai avuto e negli anni la nostra amicizia si è rafforzata ancora di più.
Venti minuti dopo abbiamo finalmente finito di caricare tutti regali in macchina. Taylor è stato un grande aiuto, come sempre del resto. Lo ringrazio mentre mi tiene aperta la portiera, mentre Christian mette in moto l’Audi. Gretchen, la cameriera dei Grey, compare alle spalle di Taylor e gli porge due pacchi: uno rosa e uno azzurro.
“Sono per Ted e per la bambina” gli dice e Taylor me li porge con una faccia confusa. Appena Taylor chiude la portiera Christian mi guarda aggrottando la fronte. “Di chi sono?” mi chiede.
“Non ne ho idea, non c’è il mittente. Li apriremo quando saremo a casa”, gli rispondo ignorando la strana sensazione che percorre il mio corpo.
“Sembri stanca, Mrs Grey. Casa e letto per te”
“Non verrai a letto con me? E non per dormire?” Il mio subconscio si risveglia dopo due settimane di sonno profondo. Si, parte del mio piano è quello di sedurre Christian in auto.
“Vedremo”, mi risponde sorridendo. Posa la sua mano sul mio ginocchio e comincia a risalire sulla coscia. Sono contenta di indossare un vestito corto. Il mio respiro comincia ad accelerare, ma improvvisamente si blocca e ritira la sua mano. Oh cazzo. Mi sta solo stuzzicando e sta giocando con la mia libido. Il gioco mi si sta ritorcendo contro.
Arriviamo nel garage dell’Escala e Taylor è dietro di noi a bordo del SUV. Christian gira intorno alla macchina con molta grazia e viene ad aprirmi la portiera. Mi prende i pacchi dalle mani e mi aiuta a scendere.
Appena arriva l’ascensore l’elettricità tra noi si sente nell’aria. Quando entriamo dentro, Christian avvolge il suo braccio libero intorno a me, accarezzando su e giù la mia schiena. So bene cosa sta facendo.
“E’ troppo tardi per fare sesso in ascensore?” gli chiedo strusciandomi su di lui in modo provocante. Eccoti pan per focaccia, Grey.
“Mrs Grey, sei insaziabile, che mostro ho creato?”, mi chiede, cercando di nascondere il divertimento.
“Stai rispondendo ad una mia domanda con un’altra domanda, quindi…”
“Che bocconcino tentatore che sei, ma credo che Taylor debba portare su i regali, perciò mi sa che dovremmo accontentarci del letto” finalmente! Missione compiuta!
L’ascensore arriva al piano e corro veloce in camera da letto. Amo quando io e Christian possiamo stare da soli all’Escala. A volte mi manca e a questo posto  sono legati deliziosi ricordi. Sono emozionata ed eccitata. Mi siedo sul bordo di quello che una volta era il nostro letto. E’ strano pensare che questo è il letto dove ho perso la mia verginità e ora sono seduta sullo stesso letto, sposata e incinta del mio secondo figlio. Christian mi segue in camera e posa i pacchi dietro di me. Prendo il pacco rosa. “Mi domando chi li abbia mandati”.
“Aprili” mi dice Christian.
Lo apro e dentro trovo una bellissima copertina fatta a mano con la scritta “PRINCIPESSA” ed è contornata con dei nastri rosa. Che carina. Ci trovo un biglietto. Quando lo apro il sangue mi si gela nelle vene. Leggo il contenuto: “ Christian e Ana, ci vedremo presto. Da una vecchia amica”. Cosa? Una vecchia amica. Chi potrebbe essere? Il mio cuore perde un battito e passo il biglietto a Christian.
“Potrebbe essere Elena?” quel sentimento di ansia che ho provato prima ritorna e attraversa tutto il mio corpo.
“Apri l’altro” mi dice Christian, evidentemente turbato anche lui.
Appena apro il pacco blu, il mio cuore perde un battito. Sento il sangue defluirmi dal volto e Christian deve sorreggermi per non farmi cadere. Nel pacco c’è un libro. Non un libro qualunque. Il libro è “Sei tu la mia mamma?”. Il libro che leggevano a Christian quando era piccolo. Trovo un altro biglietto. Non posso crederci. C’è scritto: “Piccolo passerotto, immagino che ora tu sappia da chi provengono questi regali. Comunque, tuo figlio è esattamente come te. Un piccolo passerotto. Vedremo se la mela è caduta lontana dall’albero. Un vecchio amico”.
E per la seconda volta in tre giorni il mondo mi crolla addosso. No! Non può succedere ancora, non di nuovo! Christian fissa il biglietto, è completamente shockato. Prende il telefono e scrive un messaggio. Taylor arriva dopo pochi secondi.
“E’ lui. E’ tornato”.
 
 

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


Salve ragazze, prima di tutto volevo scusarmi con voi per l'imperdonabile ritardo, ma sono rimasta senza connessione fino a ieri e quindi non ho potuto postare. Spero che mi perdonerete e che il capitolo vi piaccia. Grazie a tutte voi che leggete, siete una gioia! Un bacio :D


Christian cammina per la stanza. Il suo volto è pallido e contratto dalla rabbia. Il mio cuore batte all’impazzata e posso sentire il sudore che scende dalla mia fronte. Come diavolo ha fatto Jack a entrare in casa?! Forse collabora con qualcuno che stasera era lì? No non può essere, almeno non qualcuno che stasera festeggiava con noi.
-Welch voglio i dettagli della sicurezza su casa di mia madre subito! Lascia Sawyer e Rayan a sorvegliare la casa per stanotte, non devono muoversi di là per nessuna ragione al mondo…Si…Nessuno di loro deve lasciare la casa da solo … Fammi sapere … si – Christian abbaia ordini al telefono, mentre Taylor è davanti la porta aspettando istruzioni.
-Taylor chiama Gail e dille di venire qui fin quando la casa non è sicura. Puoi andarla a prendere tu, noi staremo bene-
- Si, signore- Taylor annuisce e lascia la stanza.
-Davvero credi che Jack era in casa di Grace?- domando sussurrando. Sto cominciando a tremare, l’adrenalina mi circola nel corpo.
-Hey, vieni qui, non credo che era dentro Ana, qualcuno lo avrebbe visto. Ma voglio esserne sicuro, non voglio correre rischi con nessuno di voi- dice abbracciandomi. Le lacrime cominciano a scendermi dovute alla tensione e alla paura. Cerco di stare calma per Christian e per Ted, ma questo è troppo. Il passato sta ritornando. Tante volte ho avuto gli incubi nei mesi successivi l’attacco di Jack e non voglio ritornare indietro ora che sono finalmente sono felice e priva di preoccupazioni di questo genere. Sono terrorizzata per quello che Jack potrebbe fare, vuole la rivincita e sicuro non si fermerà.
- Christian come è potuto succedere? Pensavo dovesse stare in carcere per almeno altri due anni- il panico si sta impossessando del mio corpo e per quanto cerco di nasconderlo non posso farci niente. Il pensiero che possa rifarci del male o peggio ancora possa fare del male a Ted mi terrorizza.
“Non ne ho idea, Ana. Spero che domani mattina mio padre possa darmi tutte le risposte di cui abbiamo bisogno. Se Jack mette piede in quella casa oppure prova a farci di nuovo del male, mi faccio portare le palle di Welch su un piatto d’argento- dice fumante di rabbia. Ma non è colpa di Welch. Era una cosa totalmente inaspettata e come Jack possa essere fuori resta un mistero.
-Ana, forse tu e Ted dovreste andare via per un paio di giorni, anche settimane se è necessario. Dovreste andare a New York oppure ad Aspen. Non è sicuro per voi rimanere qui almeno fin quando non so cosa vuole fare Jack, con chi sta lavorando e dove si trova- Cosa?!?! La sua voce è calma, mentre io mi sento come se fossi stata appena schiaffeggiata. Lasciarlo qui da solo?? NO! Non se ne parla nemmeno, non andrò da nessuna parte senza Christian.
-Christian cosa diavolo stai dicendo? Non andrò da nessuna parte senza di te. Se qui non è sicuro per noi non lo è neanche per te! Come è possibile che tu abbia pensato a una cosa del genere?- Non posso credere che ha appena suggerito una cosa del genere. Mi asciuga le lacrime e solo in questo momento capisco che è davvero spaventato. Christian non è mai stato spaventando tranne quando ero in ospedale dopo l’aggressione di Jack e mentre stavo partorendo Ted quando il parto si complicò improvvisamente. C’è qualcosa sotto che io non so e mi sta nascondendo?
- Dai andiamo a fare un bagno- e dal suo tono capisco che non è una richiesta. Ha bisogno di me.

Una dolce aroma riempie il bagno mentre Christian riempie la vasca. La stanza è calda e piena di vapore e i vestiti mi si appiccicano addosso. E’ soffocante. Christian viene verso di me, come un uomo che è a suo agio con se stesso e il proprio corpo. Come possono ingannare le apparenze. Mi infila una ciocca di capelli dietro l’orecchio e mi guarda intensamente. Conosco quello sguardo e immediatamente la mia dea interiore salta con apprensione.
-Bene… è arrivato il momento che ti tolga questo vestito. Sei così bella Ana- . Mi solleva il mento con le sue mani e tira il labbro inferiore dalla presa dei miei denti. Si avvicina e mi bacia appassionatamente e selvaggiamente. Un gemito gli scappa dal profondo della sua gola e si stacca da me velocemente. Oh Christian, ma cosa ti succede?
-Girati- mi ordina e sono costretta ad obbedirgli. Traccia la parte superiore del vestito con le dita e posso sentire l’elettricità che ci lega. Lentamente tira giù la zip del vestito e con le dita percorre la mia spina dorsale per poi ripetere lo stesso gesto con la lingua. Appena il vestito cade ai miei piedi comincia ad accarezzarmi il sedere, il pancione e le gambe. Comincio ad ansimare.
-Liberati dal vestito- sussurra, mentre le sue dita continuano la loro lenta e dolce tortura.
- Girati piccola, voglio vederti- sono in piedi soltanto con le mie mutandine. I suoi occhi percorrono il mio corpo su e giù. Mi dice sempre che sono bella anche con il pancione, ma non mi sento affatto così. Il mio pancione è enorme e inoltre ho una grossa cicatrice tra la pancia e la mia zona pubica dovuta al cesareo. Nonostante questo amo quella cicatrice, è parte di me, mi ha portato il mio bambino. Istintivamente porto una mano sul mio petto e sulla mia pancia, mi sento troppo esposta.
-Ana, non nasconderti da me. E’ una cosa che mi fa infuriare. Sei bellissima e hai un bellissimo corpo- Mi prende le mani e mi guida all’interno della grande vasca a forma di uovo.  Si spoglia in tempo di record e si posiziona dietro di me. Mi cinge la vita con una mano mentre con l’altra prende la spugna e il sapone e comincia a lavare le mie parti intime. Appena appoggio la testa al suo petto si irrigidisce. C’è qualcosa che non va, lo sento e voglio saperlo.
- Christian cosa c’è che non va?- Non voglio che mi tenga all’oscuro. Mi giro in modo che posso guardarlo. E’ spaventato, lo capirebbe chiunque.
- Sai cosa c’è che non va, hai visto anche tu i pacchi- e so che mi sta mentendo. –No, Christian non è solo quello, lo so che mi stai nascondendo qualcosa- Alzo la mano e lo accarezzo e lui rimane completamente sorpreso dal mio gesto. Qualunque cosa sia, lo sta preoccupando troppo e non sa come affrontarla.
- Christian ti prego parlami! Voglio aiutarti o almeno sfogati con me- Sussurro pregandolo. Scuote la testa e chiude gli occhi, come se stesse combattendo con i suoi demoni interiori.
-Welch ha trovato varie chiamate tra Elena e Jack il giorno prima che lei ti chiamasse. Quel pomeriggio mentre eri con la Greene e dopo che parlai con lei, incaricai Welch di scoprire qualcosa in più perché c’era qualcosa nella sua voce che mi aveva fatto capire che mi stesse nascondendo qualcosa.- Mi stringe ancora di più e seppellisce la testa nei miei capelli.
-E’ per questo che sei preoccupato?- e sinceramente lo sono anch’io. Quella donna non ha mai conosciuto limiti.
- Ana sono preoccupato perché se Jack sta lavorando con Elena, arriverà più facilmente a noi e alla nostra famiglia. Elena sa molte cose su di me e sul mio vecchio stile di vita. Mi conosce bene per prevedere ogni mio movimento, mi ha insegnato tutto e ora sta tornando per colpirmi- dice quasi piangendo. Mi giro verso di lui, facendo cadere l’acqua sul pavimento, ma non ci bado. Gli prendo la testa tra le mani e mi siedo a cavalcioni su di lui.
Comincio a baciarlo appassionatamente e le sue mani cominciano a percorrere il mio corpo. Prima mi stuzzica i seni e poi scende più giù fino al centro del mio universo. Stacca le sue labbra dalle mie e comincia a scendere verso il collo lasciando una scia di baci fino al seno. Ne prende uno in bocca, mentre stuzzica l’altro con le dita. Gli tiro i capelli e comincio a strusciarmi su di lui in cerca di un contatto più profondo. – - - - Metti le mani dietro la schiena- mi dice ansimando. Già so dove vuole andare a parare e non vedo l’ora di accontentarlo. Mi guarda eccitato come un bimbo il giorno di Natale. Ma Christian non è un bimbo felice. Il pensiero mi rattrista, ma lo abbandono immediatamente per non rovinare il momento. Metto le mani dietro la schiena  e lui me le stringe con le sue. Sono eccitata al massimo.
-Stai bene? – mi chiedo preoccupato.
-Si Christian, sto bene. Ti prego amami, mi sei mancato tantissimo- quasi piango. Lui mi sorride e mi bacia appassionatamente. Quando ci stacchiamo siamo entrambi senza fiato  e sussurra sulle mie labbra – Anche tu mi sei mancata tantissimo, ma sai che non voglio farti stancare. Questa posizione ti ricorda qualcosa?- non ho neanche il tempo di rispondere che è di nuovo sulle mie labbra. Sussulto quando entra dentro di me all’improvviso. Mi lascia le mani e le avvolgo intorno al suo corpo. Ricordo questa posizione. Eravamo in Georgia e lo dovetti supplicare per lasciarmi andare le mani perché aveva paura che potessi toccarlo. Anche allora c’era l’ingombrante presenza di Elena tra noi. A questo pensiero lo stringo più forte a me e lo bacio dappertutto.
-Oh piccola- ansima cercando la mia bocca. – Christian mi sei mancato davvero, ti prego non tenermi più così lontana- dico mentre le lacrime cominciano a scendere. – Supereremo tutto, vedrai. Andrà tutto bene, solo parlami- continuo. Risponde aumentando l’intensità delle spinte e baciandomi appassionatamente, fin quando non raggiungiamo un potente orgasmo. – Ti adoro, piccola- dice baciandomi gli occhi e leccandomi le lacrime che mi bagnano il viso.

Quando mi stendo a letto mi sento felice. Mi godo lo spettacolo di Christian che si asciuga e si mette il pigiama. Ogni tanto mi guarda  e mi sorride.  Quando si stende mi prende tra le braccia e mi avvicina a lui. Siamo occhi contro occhi e restiamo così in silenzio guardandoci e basta. Ci voleva proprio una serata solo per noi due.
-Christian ti prego non farci andare ad Aspen, noi stiamo al sicuro qui con te. Non vorrei mai allontanarmi da te, mai!- Lui mi sorride e accarezzando il mio pancione mi dice – Lo so piccola, volevo soltanto che tu stessi tranquilla nelle tue condizioni. Non ci ho pensato. Anch’io impazzirei a stare lontano da voi. Ora dormi, è stata una lunga giornata.- E prima di chiudere gli occhi lo bacio dolcemente. 
 

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


Ho caldo, sono sudata e appiccicosa e non sto comoda.  Forse Christian avrà la gamba o il gomito sotto la costola, perché sento una forte pressione sul mio lato destro. Mi giro e appena cerco di abbracciare mio marito, la mia mano cade nel vuoto. Spalanco gli occhi. Dov’è Christian? Sono sola nel buio, a parte le luci lontane che provengono dalla vetrata. Forse sta solo suonando il piano e mi vengono in mente i deliziosi ricordi di quando passai la mia prima notte in questa casa.
Vagando nell’immenso salone, una sensazione di panico mi assale. Christian non sta suonando il piano, dove diavolo può essere? Non è da lui. Potrebbe essere nello studio, forse sta lavorando, non sarebbe la prima volta.
Ho cercato nello studio, in quello di Taylor, nella stanza della TV, addirittura nella stanza rossa, ma di Christian nemmeno l’ombra. Il panico mi sta assalendo. Dove può essere? Scendo le scale e trovo Gail in cucina e credo che stia cominciando a preparare la colazione dato che sono quasi le 6 del mattino. Quindi Christian è uscito di notte per non farsi vedere da nessuno…
-Gail, sa mica dov’è Christian?- L’incredulità e il panico sono percepibili dal mio tono di voce e anche lei mi rivolge uno sguardo confuso.
- No, non sta dormendo?- quando mi guarda preoccupata, il panico mi assale e sento dentro di me che c’è qualcosa che non va.
- No, quando mi sono svegliata ero sola. Ho girato l’intero appartamento ma non c’è traccia di lui-
-Vado a chiamare Jason- e corre via dalla cucina. Dopo pochi secondi Taylor appare.
-A che ora si è accorta che suo marito era scomparso?- mi chiede con un’espressione impassibile, nonostante lo conosca troppo bene per sapere che anche lui è preoccupato, soprattutto dopo gli eventi di ieri sera. Ma resta calmo per non farmi preoccupare nelle mie condizioni.
- Ehm, mi sono svegliata verso le 5 e non l’ho trovato. Pensavo fosse in casa per questo non vi ho chiamati subito- Un brivido mi scuote e mi stringo la vestaglia attorno al corpo.
- Andrò a controllare le telecamere di videosorveglianza. Sono nel mio ufficio, le faccio sapere appena noto qualcosa- Annuisco e mi dirigo verso il bancone della cucina e mi prendo la testa tra le mani. E se Jack lo avesse rapito ricattandolo come fece con me? E se fosse entrato in casa? Penso che me ne sarei accorta o se ne sarebbero accorti i ragazzi della sicurezza.
-Ana, posso portarti qualcosa da mangiare?- mi chiede Gail, interrompendo gentilmente i miei brutti pensieri. Non ho fame, ho lo stomaco chiuso, ma so che ho bisogno di mangiare. Ma ora come ora il mio stomaco non può sopportare nient’altro che un the.
- Solo un the, per favore Gail- Apre la bocca per dire qualcosa, ma la richiude saggiamente quando nota la mia espressione. Appena sto per sedermi e sorseggiare il the arriva Taylor in cucina. –Mrs Grey ho qualcosa da farle vedere- mi alzo di scatto e lo seguo nel suo ufficio. Mi siedo e per poco non mi prende un colpo quando Taylor fa partire il filmato. Christian ha lasciato l’appartamento dall’ascensore di servizio esattamente alle 3:37 di stanotte. Dove diavolo è andato? E soprattutto perché mi ha lasciata sola quando non sappiamo perché Jack è tornato e dove si nasconde? Mi copro la bocca con orrore.
- Cosa sapete del suo cellulare? Siete riuscito a rintracciarlo?- Mi rivolgo a Taylor con un filo di voce.
-Ci ho già provato Mrs Grey, ma ha il cellulare spento e non ci sono né chiamate né messaggi- mi risponde professionalmente-
-Okay e allora puoi chiamare Barney o Andrea e controllare se è passato per l’ufficio?- annuisce e io torno nel salone vuoto.
Improvvisamente realizzo e il mondo mi crolla addosso. Il cuore mi batte all’impazzata. Merda! E se mi avesse lasciata? Forse perché l’ho sfidato, voleva che io e Ted andassimo ad Aspen e io gli ho detto di no. Forse voleva che andassimo ad Aspen perché voleva lasciarci. No! No, non posso pensare cose del genere. Non mi lascerebbe mai e mi dice sempre che non vuole che io lo lasci. Sto pensando troppo, faccio un respiro profondo prima che le lacrime comincino a scendere. Ho già pianto troppo. Sembra che da quando sono incinta l’unica cosa che faccio è piangere. Succede sempre una cosa dopo l’altra, un passo avanti e due indietro. Ma in fondo è sempre stato così con Christian e alla fine siamo ancora qui dopo tre anni. So che ha una spiegazione per questo, ma vorrei solo sapere cosa sta succedendo, l’ansia potrebbe uccidermi. Il silenzio e la paura mi stanno travolgendo e non posso restare qui senza fare nulla. Ho bisogno della mia migliore amica. Prendo il telefono e compongo il numero di Kate, nella speranza che sia sveglia dato che sono solo le 7 del mattino. Forse stamattina avrebbe voluto dormire un po’ di più dato che Ava è da Grace insieme a Ted.
-Ana! Buongiorno- e prima che possa risponderle comincio a piangere.
-Ana, che succede stai piangendo?- Respiro profondamente, cercando di ricacciare indietro le lacrime.
- Si tratta di Christian. Ha lasciato l’appartamento alle 3 e non sappiamo dove sia. Anche il cellulare è spento e non riescono a rintracciarlo- gli spiego.
-Hey, calmati. Forse aveva un impegno o qualcosa riguardo al lavoro. Perché ti stai preoccupando così tanto? Sono sicura che sta bene.- Cerca di calmarmi, ma in realtà lei non sa le novità di Hyde.
-Ana? Ci sei?-
-Kate, non va tutto bene. Hyde è uscito dal carcere e ha lasciato un regalo ai bambini con un biglietto alla festa di ieri sera- le spiego.
-Ma non era in casa, vero? Poi noi..-
-No Kate non era in casa. I bambini stanno bene. La sicurezza ha perlustrato tutta la casa ieri sera e sono rimasti lì tutta la notte- la interrompo cercando di rassicurarla.
-Ana ora vengo lì, okay? Cerca di non preoccuparti non fa bene né a te né alla bambina. Sono sicura che ci sia una spiegazione ragionevole, okay?-
-Okay grazie Kate. Ci vediamo tra poco-
-Si Ana a tra poco. E mi raccomando rilassati- alzo gli occhi al cielo e chiudo la telefonata, tornando al mio inferno interiore.

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


Sono passate quattro ore da quando Christian se ne è andato, quattro ore che sento questo vuoto dentro me e quattro ore di paura e angoscia. Non riesco ancora a capire dove potrebbe essere andato e cosa stia facendo. Dentro di me ripeto ininterrottamente una preghiera “Per favore fa che Christian ritorni sano e salvo, Per favore fa che Christian ritorni sano e salvo” e inevitabilmente ritorno con la mente a quella tragica sera in cui Charlie Tango fu dato per disperso.
L’unica cosa che mi fa sentire meglio è sapere che i bambini sono al sicuro a casa di Grace. Non le ho ancora detto che Christian è scomparso, non voglio farla preoccupare, anche se sono ben consapevole che tra poco dobbiamo cominciare a preoccuparci seriamente e quindi i genitori hanno il diritto di saperlo. Taylor è ancora nel suo ufficio, sta dando ordini ai ragazzi ingaggiati per monitorare le zone intorno Seattle. Berney dice che al lavoro non si è presentato e ha anche saltato le due conferenze programmate per questa mattina. Christian non trascura mai il lavoro, mai!  Quando tornerà a casa spero che il sollievo di rivederlo sia superiore alla rabbia che sto provando in  questo momento.
“Ana?” Kate interrompe i miei pensieri. La guardo impassibile, in questo momento il dolore è troppo forte per intraprendere qualsiasi tipo di conversazione.
“Ana vuoi mangiare qualcosa? Gail ha detto che non hai toccato cibo stamattina”
“Kate non ho fame! Mangerò quando saprò dov’è mio marito” sussurro, dondolandomi avanti e indietro sulla sedia, ripetutamente.
Tengo occupata la mente lavorando da casa. Avevo tre incontri con altrettanti autori questa settimana e se la situazione non si risolve sarò costretta a cancellarli. Cerco di pensare a tutto pur di non affrontare quello che mi spaventa davvero: potrebbero aver fatto del male a Christian. Non so se è stato costretto ad allontanarsi da casa oppure l’ha fatto volontariamente. A volte, non riesco davvero a capire quest’uomo. E l’ironia della situazione non mi sfugge. Christian non vuole che vada a lavoro per evitare che mi stressi. E poi che diavolo fa? Se ne va senza avvisare nessuno. Non posso restarmene seduta a casa per tutto il giorno. Dovrei andare a lavorare, voglio andare a lavorare. Stare qui seduta senza fare niente mi da solo tanto tempo per pensare, e pensare non mi fa bene. La mia mente corre lontano. Come posso essere così egoista? Gli autori che devo incontrare sono la migliore opportunità arrivata alla Grey Publishing da un po’ di tempo a questa parte e non posso di certo lasciarmela scappare. Mi distraggo preparando le videoconferenze con questi autori, se torna Christian non avrà niente da dire? Mi immergo nella lettura della sinossi che un’autrice mi ha mandato. Ma la lettura è solo una piacevole sensazione e quasi non mi accorgo di tremare tutta e di Kate che silenziosamente è seduta dietro di me e mi accarezza dolcemente i capelli. Pensare al lavoro, agli autori, agli incontri è in realtà solo una scusa per non farmi travolgere dalla paura che mi sta divorando dentro.
Finalmente, dopo sei ore di angoscia l’ascensore prende vita. Christian ne esce passeggiando tranquillamente come se niente fosse successo. Dio quanto è bello. Il sollievo invade ogni parte del mio corpo e ringrazio Dio che mi ha riportato il mio bellissimo marito sano e salvo a casa.  Ma contemporaneamente mi assale anche una rabbia mai provata prima. Quando lo guardo nei suoi occhi grigi, la tensione tra noi è palpabile. Cade un silenzio inaspettato nel salone, nessuno parla e l’unica forma di comunicazione sono le parole inespresse che solo noi siamo capaci di leggere attraverso i nostri occhi. Io ho motivo di essere arrabbiata, ma lui cosa ha fatto per comportarsi in questo modo? Con la coda dell’occhio vedo Kate e Gail che lasciano discretamente la sala. Tocca a te parlare, Grey! Continuo a fissarlo, facendogli capire chiaramente le mie intenzioni di rimanere in silenzio, e lui con molta cautela comincia ad avvicinarsi. Sta in piedi davanti a me, ma non accenna a toccarmi. Mossa intelligente, Grey!
“Ana, io , io-“ balbetta.
“Non farlo” lo interrompo, gridando. Questo è  il mio turno. Come pensavo, la rabbia comincia ad invadere il mio corpo. Non posso credere che mi abbia fatta preoccupare così tanto e poi mi impedisce di andare a lavorare in un cavolo di ufficio.
“Nelle ultime sei ore sono stata seduta qui andando fuori dalla mia fottuta testa!! Non mi puoi venire a dire che lo psicopatico che rapì tua sorella e cercò di uccidere me e tuo figlio è uscito di prigione e poi sparire senza neanche mandare un dannato messaggio per farci sapere dove diavolo stavi! Hai idea di come mi sia spaventata, Christian?” urlo come la pazza, ma non mi interessa, sono furiosa. Ha uno sguardo ferito e sconcertato e la cosa mi fa infuriare ancora di più in questo momento, perché dopo tutti questi anni ancora non sa come prendermi quando sono arrabbiata. Si passa una mano tra i capelli e inala un profondo respiro. Mi pento del mio piccolo sfogo e istintivamente mi butto tra le sue braccia. In fondo sono felice che sia tornato a casa sano e salvo.
“Ana, mi dispiace così tanto, avrei dovuto avvisarti, ma non volevo correre il rischio. Non volevo correre il rischio che mi seguissi, visto cosa è accaduto l’ultima volta”. Sembra così sincero. In fondo so che ha una ragione se se ne è andato senza avvisare, ma io ero spaventata. Così spaventata! Cosa avrei fatto se gli fosse successo qualcosa di grave? O peggio, se l’avessero ucciso? So bene che non vorrebbe darmi ulteriori spiegazioni, ma io voglio sapere!
“Christian, dove sei stato?”, gli chiedo dolcemente, come se stessi parlando ad un animale selvatico pronto ad attaccare la sua preda.
Si passa una mano tra i capelli. E’ stressato perché tutto quello che sta accadendo è fuori dal suo controllo. Sospira di nuovo come se avesse timore di raccontarmi la verità e ora sono certa che non mi piacerà. Mi stringe forte e nasconde la testa tra i miei capelli.
“Sono andato da Elena”. 

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


…”Sono andato da Elena” dov’è che è andato? Davvero sta confessando che è andato da quella cagna in calore? Mi allontano lentamente da lui come se fossi in trance e appena fa un movimento verso di me per abbracciarmi mi sposto automaticamente all’indietro. Questo è peggio di quello che immaginavo. Mi ha detto che era fuori dalle nostre vite! Dopo anni eccoci ancora qua, a discutere sulla stessa cosa e soprattutto sulla stessa persona! Il mio cuore si stringe, questa donna non è andata da nessuna parte o almeno non tanto lontano dalla vita di Christian! Nonostante tre anni di matrimonio, un figlio e un altro in arrivo, Christian non riesce a staccarsi mai completamente da lei. Sospiro sconfitta. Non posso più sopportarlo. Non voglio più sopportarlo. Ogni volta che penso che abbiamo trovato un equilibrio ecco che torna questa molestatrice di bambini a turbarmi. E la maggior parte delle volte è Christian che si rifugia da lei. Ma questa volta non ci siamo solo noi due, questa volta ci sono di mezzo anche i bambini e non voglio assolutamente che lei si avvicini anche solo con il pensiero a loro. Ero stata chiara l’ultima volta che era scappato da lei. Non posso più andare avanti così e non voglio che i miei bambini si trovino catapultati nella faida che inevitabilmente nascerà tra me e Christian.  Non sarebbe giusto. Io ci sono già passata, quando mamma e Ray non andavano più d’accordo e litigavano tutto il tempo, anche se ero consapevole anche allora dell’amore che li legava. Ma a volte è meglio che due persone trovino il loro equilibrio separatamente, come hanno fatto i miei genitori, piuttosto che distruggersi a vicenda. Non posso crederci che sto pensando cose del genere, ma il mio cuore è talmente stanco di essere frantumato continuamente e i pezzi stanno diventando così piccoli che ormai è impossibile rimetterli insieme. Sono dell’opinione ormai che per quanto possa aver salvato Christian dalla sua vita solitaria e autodistruttiva, comunque il legame con Elena è indisolubbile e lo dimostra il fatto che è sparito per sei ore, abbandonando la moglie incinta  e un figlio piccolo che è stato appena minacciato da uno psicopatico e da una pedofila, per correre da lei. Ero stata chiara. Non ho neanche la forza di urlargli contro, sono troppo delusa e senza parole, quindi mi giro e me ne vado e saggiamente sceglie di non seguirmi. Non so se gliene sono grata o se la cosa mi fa infuriare ancora di più.
Non so quanto tempo sia passato, ma sono appollaiata su una sedia sul grande terrazzo che affaccia sulla splendida Seattle e singhiozzo tra le braccia di Kate. Non mi ha lasciata un attimo sola. E’ una grande amica e davvero non so cosa farei se non ci fosse. Christian è dentro che parla con Taylor. Mi dispiace di non avergli neanche dato la possibilità di spiegarmi perché è andato da lei, ma non penso di essere in grado di gestire la verità in questo momento. Non si è proprio avvicinato a me dopo la confessione shoccante e presumo perché non sappia come gestire la mia rabbia e stia aspettando che mi calmi. Sollevo la testa dalle braccia rassicuranti di Kate e guardo il cielo. Sembra così tardi e mi rendo conto che ho passato un’intera giornata in pensiero e a piangere. Mi perdo nella fantastica vista davanti a me. Mi manca, mi manca davvero. Ti porta lontano dalla realtà, nonostante penso che Christian non sia stato felice qua da solo per tutti quegli anni, oppure è solo quello che mi voglio raccontare, dato che poi fa di tutto per avvicinarsi a quella persona che è stata la causa di quello stile di vita così solitario. Alzo gli occhi e vedo un aereo volare. Mi chiedo dove sia diretto. Mi chiedo se quelle persone su quell’aereo abbiano avuto una giornata stressante come la mia, ma credo che niente sia paragonabile all’avere a che fare con un marito che scappa dalla sua ex amante pedofila nel cuore della notte, lasciando moglie incinta e figlio piccolo da solo. Non posso farcela questa volta, lo sento. Forse era per questo che voleva spedirci ad Aspen, così poteva scappare da lei liberamente. Mi sa che lo accontenterò, ma andrò da mia madre in Georgia e non in una delle sue case.
La porta si spalanca improvvisamente facendomi spaventare. Sento la sua presenza prima di vederlo.
“Kate, potresti lasciarmi un momento da solo con mia moglie?” Lei lo guarda, ma non dice nulla. Oh merda, dopo oggi sono sicura che Christian è tornato sulla lista nera di Kate. Ma non posso biasimarla, perché è anche sulla mia lista nera.
“Per favore?” le chiede più duramente questa volta.
“Ana se hai bisogno chiamami, sarò proprio dietro la porta” dice lasciando un’occhiataccia a Christian prima di lasciare il terrazzo. Christian  viene a sedersi accanto a me e io giro la testa dall’altro lato evitando il contatto visivo con lui. Non ce la faccio a guardarlo.
“Ana basta così. Smettila!”mi supplica, ma io lo ignoro.
“Ana, ascoltami. Non volevo farti del male di nuovo. Ma io dovevo andare da lei. Se non ci fossi andato, sarebbe venuta lei qui, così mi ha detto. Non la voglio accanto a te, Ana e non la voglio vicino ai nostri bambini”. E’senza fiato e so che ce la sta mettendo tutta per essere un uomo migliore. Ma io proprio non riesco a capire. Perché voleva venire qui? Di cosa ha bisogno? Christian non lavora più con lei da anni, quindi si tratta di qualcosa di personale? Forse è stato ricattato? Come lo fui io… mi giro lentamente per guardarlo. Si è cambiato? Perché? La sua maglietta bianca mette in evidenza tutti i muscoli del suo torace e il suo jeans nero aderisce sulle sue gambe muscolose. Mi riscuoto da questi pensieri inopportuni, non è il momento di farsi distrarre dal sesso. Mi chiedo oziosamente se l’abbia fatto apposta. Così è molto più sexy rispetto alla tuta che indossava stanotte.
“Mi dispiace” gli dico all’improvviso e lui mi guarda accigliato.
“Per cosa?”
“Per averti attaccato senza darti la possibilità di spiegarti. E’ stato egoista da parte mia”.
“Ana non scusarti. Avrei dovuto dirtelo, ma non  volevo farti preoccupare, davvero.” So che sta dicendo la verità, ma non ha pensato che così mi ha fatta preoccupare ancora di più? Porca miseria è mio marito  e lo amo più di qualunque altra cosa al mondo, come fa a non capirlo?
“Mi racconterai cosa voleva, Christian?” Lui scuote la testa. “Okay  come vuoi tu Christian, ma questa volta non me ne starò qui ad accettare le tue decisioni. Mi dispiace fui chiara l’ultima volta che sei scappato da lei. Qua si tratta di scegliere tra la tua famiglia ed un’ex amante e mi sembra che la tua decisione sia chiara, quindi adesso vado dentro e vado a preparare le valigie mie e di Ted e ce ne andremo direttamente a Savannah e tu.non.ci.seguirai”. Scandisco bene le ultime parole. Questa volta sono veramente delusa e se non si decide a raccontarmi la verità, niente mi fermerà. Appena faccio per alzarmi, fa uno scatto in avanti e mi trascina a sedere in braccio a lui. Mi stringe talmente tanto che non riesco neanche a respirare. Nasconde il viso tra i miei capelli e lo sento singhiozzare. Mi si stringe il cuore, ma davvero questa volta devo essere forte, altrimenti tra un mese saremo punto e a capo.
Dopo un po’ mi chiede: “Dov’è Ted?” Ma a che diavolo va a pensare?
“E’ ancora da tua madre, dovrebbe riportarlo qui tra poche ore”. Annuisce. Qualcosa lo tormenta ancora.
“Ana, a che ora ti sei svegliata? Sembri esausta”
“Intorno alle 5, quando mi sono accorta che non c’eri, non sono riuscita più a dormire” vedo il familiare senso di colpa attraversare il suo viso.
“Perché non vai a dormire un paio d’ore? Hai avuto una giornata terribile”. Così può andarsene di nuovo? Non ci penso proprio, Grey!
“Non sono stanca” mento. Mi guarda con uno sguardo pieno di avvertimento, ma non mi faccio intimidire. Non sta proprio nella posizione di dare ordini.
“Ana..” mi avverte.
“Christian anche se volessi, non riuscirei a dormire in questo momento, non mi sento bene ed è ancora peggio se mi sdraio. Phoebe è in una posizione scomoda, credo si sia posizionata proprio sotto le costole”. Lui sorride e mi stringe in un abbraccio. Comincia ad accarezzarmi il pancione e come se avesse ricevuto un segnale, Phoebe comincia a scalciare mandandomi brividi in tutto il corpo. Questa volta Christian non muove la mano, resta lì dov’è e vedo meraviglia ed emozione nei suoi occhi. Poi le gambette cominciano a scalciare proprio dove sta la mano di Christian. Sono davvero emozionata ed affascinata.
“La riesci a sentire?” chiedo con un filo di voce. Lui annuisce, ma non risponde. Credo sia emozionato quanto me.
“Christian abbiamo bisogno di parlare. Voglio sapere anche dei biglietti che sono arrivati l’altra sera alla festa”
“Non ho idea di come quei regali siano arrivati a casa di mamma, so solo che erano sul tavolo dietro a tutti gli altri regali. Gretchen li ha trovati e li ha dati a Taylor.
“E cosa mi dici degli altri invitati? Nessuno ha visto niente?” Scuote la testa.
“Non capisco Christian, perché devono prendersela con i bambini?”
“Ana non credo che vogliono prendersela davvero con i piccoli, ma sanno bene che sono il nostro punto debole e loro sono solo un modo per arrivare a noi. Comunque sappi che la sicurezza sarà rafforzata”.
“Ma perché  quel libro libro, Christian? Che cosa voleva dimostrare?” Lui scrolla le spalle, ma so per certo che mi non mi sta raccontando tutto. “Christian tu sai qualcosa, vero?”
“Non è ovvio, Ana? Lui vuole riservare a Ted lo stesso destino mio. Sa tutto, Ana. Sa bene quello che ho passato e vuole lo stesso per Ted. Nella sua mente malata pensa ancora che io gli abbia rubato la vita che era destinata a lui e sa bene che l’unico modo per farmi veramente del male è vedere mio figlio che soffre così come ho sofferto io”. Cosa? No, il mio bambino, no!  E non ci posso credere che Christian si sia aperto così con me, pensavo che neanche la minaccia di andarmene avrebbe funzionato.
“Non c’è niente che possiamo fare al momento” prosegue. “Jack è stato rilasciato ieri sera ed è tutto legale. Non ho idea di come sia potuto succedere. Ma quel fottuto avvocato avrebbe dovuto avvisarci. Comunque non gli è consentito stare a Seattle, altrimenti rompe i patti della cauzione e torna dritto dentro per altri tre anni. Quindi non preoccuparti Ana, per favore”. Non mi ha ancora detto perché è andato da Elena, ma almeno mi ha dato molte più informazioni di quelle che speravo. Il mio umore migliora di botto e mi sento subito meglio, anche se la paura per Ted rimane.
Torniamo  nell’appartamento, l’atmosfera è molto più rilassata rispetto a prima. E’ come se mi fossi tolta un peso dal petto. Gail è impegnata in cucina, penso stia preparando il pranzo.
“Ana, sei pronta per mangiare qualcosa adesso?” grida dalla cucina. Oh merda! A Christian non piacerà che non mangio nulla da ieri sera. Infatti quando mi giro a guardarlo vedo che mi rivolge uno sguardo gelido. Ma sono del tutto giustificata.
“Ti prego non dirmi che non hai mangiato niente per tutto il giorno”. E’ davvero arrabbiato, ma io lo sono di più.
“Christian non che voglia riaprire l’argomento, ma non sei nella posizione adatta per farmi una predica. Non ho mangiato perché eri sparito senza sapere dove fossi e quindi capirai che mangiare era l’ultimo dei miei pensieri. Non che adesso ne sia felice sapendo che hai passato la notte in compagnia della tua ex amante pedofila e ancora devo ricevere una briciola di spiegazione!”. A queste parole si irrigidisce. Si avvicina minaccioso e io di riflesso faccio un passo indietro. Si passa una mano tra i capelli, evidentemente frustato e poi mi dice: “Ana, ti ho già detto che mi dispiace. Ti prego di fidarti di me. So cosa provi nei suoi confronti e ti capisco. Voglio solo che tu sappia che non ho passato la notte con lei, ma penso che questo lo sai. Non voglio lei, ma credo che dovresti sapere anche questo. Voglio la  vita che ho con te e con i nostri figli. Amo quello che condividiamo e non lo cambierei per nessun motivo al mondo, figurati per una persona come lei. Volevo solo essere chiaro con lei e tenerla il più lontano possibile dalla nostra famiglia. Non voglio che il mio passato possa turbare la vita dei miei bambini o la tua. Capisco se vuoi allontanarti da me e portare Ted il più lontano possibile dai fantasmi che continuo a portarmi dietro, ma ti supplico di non farlo. Resta qua, non farmi questo. Ti prego fidati di me”. Ha gli occhi lucidi e  il suo sguardo riflette la sincerità delle sue parole.
Scoppio a piangere e lo abbraccio anch’io. “Okay Christian, ma non farmi mai più una cosa del genere”, lo supplico. Restiamo stretti l’uno all’altro non so per quanto tempo. Dopo un po’ di tempo scioglie l’abbraccio e mi conduce verso il tavolo per mangiare.
 

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


Sono passati quattro giorni da quando abbiamo ricevuto i biglietti di Hyde e il brutto presentimento ancora non mi ha abbandonata. A volte il groppo che ho in gola non mi fa neanche respirare. Christian non ha voluto farci ritornare a casa, ha fatto portare tutto il necessario all’Escala, ma quando gli chiedo il motivo mi risponde semplicemente che quest’appartamento è più facile da controllare rispetto alla villa. In questi ultimi giorni è stato freddo e distante non solo con me, ma anche con Ted. Non so cosa gli stia succedendo. I dubbi che mi attanagliavano quando è scomparso e che ero riuscita a mettere da parte dopo il suo discorso strappalacrime, stanno tornando a galla. Non so cosa lo infastidisca, ma questo sempre perché non si confida con me. Perché devo avere ancora questi problemi con mio marito? Dovrebbe essere naturale per lui aprirsi con me, ma al momento sembra proprio che io e mio figlio siamo un fastidio per lui. Un inconveniente, ecco. Oggi io, Ted e Christian andremo sulla Grace e ho insistito affinchè venisse anche Taylor con noi per sentirmi più sicura. Vivo perennemente nel terrore ormai. L’idea di allontanarmi mi alletta sempre di più, considerando anche il comportamento di mio marito. Spero proprio che l’area aperta lo porti a confidarsi con me. Spero che sia solo una mia paranoia, ma la cosa mi sembra molto più seria. “Mammaaaa” vengo interrotta dai miei oscuri pensieri da Ted che cerca di arrampicarsi sulle mie gambe. “Ehy piccolo dimmi” lo guardo tendersi in un gesto che dice “Prendimi in braccio, mamma”. Lo prendo e lo porto a fare colazione mentre gli solletico la pancia e lui ride come un matto dimenandosi dalla mia presa. E’ il suono più bello del mondo. Dopo che ha mangiato tutta la sua colazione gli chiedo: “Ted andiamo a fare un bagno?” Lui annuisce con entusiasmo e si avvia correndo verso la mia camera da letto. Christian è rinchiuso nel suo studio da quando ci siamo svegliati. Seguo Ted in bagno, preparo la vasca e nel mentre gli tolgo il pigiamino. Quando lo metto dentro urla “Papereee”. “Vuoi fare il bagno con le paperette, Ted?” gli chiedo sorridendo. “Si, voglio la gialla, la rossa e la blu” e scoppio a ridere di gusto. Ha iniziato a parlare da poco ed è così buffo. Sta crescendo davvero velocemente e la cosa mi spaventa un po’. Metto una generosa dose di bagnoschiuma nella vasca così da riempirla di bolle che a Ted piacciono tanto. Mi svesto ed entro anch’io nella vasca con lui. E’ seduto di fronte a me e lo guardo mentre è concentrato a giocare con le papere, imitando il loro verso. E’ così bello, ma in fondo è figlio di Christian e non potevo aspettarmi altro. “Teddy di che colore è quella papera?” chiedo puntando la papera arancione. Lui la fissa per un po’ con le sopracciglia aggrottate, segno che è molto concentrato e poi risponde: “Ehm, alla?”. Gli sorrido dolcemente “No piccolo, guardala bene”. Mi guarda confuso così decido di aiutarlo: “Ar – ar- ar..” “Ancioneee ancionee” mi sorride felice e orgoglioso di se stesso. “Bravissimo piccolo, ora vieni qui che mamma ti lava i capelli”. Si avvicina e comincio a massaggiargli la testa, mentre lui continua a giocare con i suoi giochi. Amo questi momenti con il mio bambino e anche a lui sembrano piacergli. Nonostante somigli molto a Christian, ha un debole per me come tutti i figli maschi che si rispettino. Infatti non mi stupirei se quando Phoebe crescerà sarà innamorata del padre. Passiamo altri 20 minuti nella vasca a giocare, fin quando non mi accorgo che l’acqua è diventata fredda. “Teddy dai è ora di uscire, vieni piccolo” . “No mamma voglio stare un altro po’” mi prega. “No Ted dobbiamo uscire che dobbiamo andare in barca” gli dico uscendo dalla vasca. Prendo un’asciugamano e poi lo aiuto ad uscire. Lo asciugo con cura e lo rivesto. “Dove sta papà?” mi chiede ad un certo punto. “E’ nel suo ufficio a lavorare, piccolo” e lui abbassa la testa triste e frustrato. Mi si stringe il cuore. Negli ultimi giorni Christian ha passato davvero poco tempo con Ted. Raramente si comporta così con il bambino e perciò so che c’è qualcosa che non va. Va bene trascurare me, ma non posso sopportare che lo fa con lui. Un’ora dopo io e Teddy siamo lavati, asciugati e vestiti. Sono le 8:30 e quindi presumo che Christian abbia finito di lavorare. Teddy è adorabile con il suo maglioncino a righe. Sulla barca fa sempre un po’ più freddo e quindi voglio che stia caldo. Mi avvio con Ted nell’ufficio di Christian e quando mi avvicino alla porta lo sento parlare a telefono. “Si, proverò a farlo stanotte. Si…no aspettami fin quando non arrivo lì. Ti ho detto che ci sarò. Li porterò io non preoccuparti per questo. Si…a dopo” e chiude il telefono. Che diavolo era quello? Entro nell’ufficio senza bussare oppure sto interrompendo qualcosa? Quando entro, alza la testa con un’espressione irritata, ma quando mi vede si addolcisce. “Siamo pronti, a che ora ce ne andiamo?” sussurro. “Ehm ora. Vado a prendere un attimo la giacca” mi risponde senza mezzi termini. Si alza e fa il giro della scrivania. Teddy si attacca alle sue gambe per attirare la sua attenzione. “Papà ho indovinato il colore della papera ancione, papà, papà..” urla con eccitazione. “Bene” mormora lui facendogli un sorriso tirato e poi esce dall’ufficio. Che. Cazzo. E’. Appena. Successo. La rabbia mi invade. Quale cazzo è il problema. Non so cosa lo turbi, ma mai più dovrà comportarsi così con mio figlio. Guardo Ted e vedo la tristezza nei suoi occhi. Il mio cuore si rompe in centinaia di pezzi. Mi abbasso così sono alla sua altezza. Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio. “Papà è solo stanco perché sta lavorando troppo. Tu puoi giocare con lui quando andremo in barca, okay?” mi sorride e annuisce. Lo abbraccio forte. Odio vederlo in questo stato. Quando entriamo in salone, Mrs Taylor è occupata in cucina. “Gail puoi tenere Ted per un minuto, per favore? Torno subito” Viene verso di noi e prende Ted tra le braccia. “Grazie, Gail”. Lascio Ted in cucina intenzionata più che mai a capire il comportamento di Christian. Posso sopportare tutto, ma non quello che ho visto poco fa. Lo trovo in camera che sta infilando delle cose in una borsa. Indossa una maglia bianca con sopra un maglioncino blu e un jeans. Cosa diavolo c’è in quella borsa? Quando si accorge di me si gira continuando a tenere la borsa in mano. “Cosa c’è in quella borsa?” gli chiedo senza giri di parole. “Ehm ..ci sono dei cambi per Ted nel caso si bagni oppure decidiamo di uscire stasera”. Bene, non ci avevo pensato! “Christian quale cazzo è il tuo problema?” Non lascerò che il suo pessimo umore si riversi su mio figlio. Si acciglia. “Modera le parole, Ana. Mi serve solo un minuto. Sono preoccupato per quello che sta succedendo con Hyde. Non ho il controllo su niente e sai quanto questo mi renda vulnerabile”. Mi spiega. Lo guardo scioccata. Gli sembra una scusa ragionevole per essere così freddo e distante? Non è una ragione per cui ha praticamente ignorato mio figlio. “Quindi questo ti da una ragione per ignorare tuo figlio?” praticamente urlo. “Non lo stavo ignorando. Mi stavo solo venendo a preparare, Ana”. “Christian, ti stava raccontando qualcosa di cui andava fiero e tu te ne sei uscito dall’ufficio! E’ tuo figlio Christian, quindi farai meglio a comportarti meglio con lui. Negli ultimi giorni sei stato così distante, ti abbiamo visto a malapena! Vuole passare del tempo con te e giocare. Non so cosa diavolo ti turba, ma farai meglio a cambiare atteggiamento prima che lasciamo questo appartamento e andiamo in barca” gli urlo contro ed esco dalla stanza. Prendi e porta a casa, Grey!

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


“Da a me, faccio io”, mi dice Christian quando prendo il giubbino salvagente per Ted.
“Okay, vado a posare le cose in camera” gli rispondo senza guardarlo. Sono ancora arrabbiata con lui, nonostante il suo umore è migliorato da quando abbiamo lasciato l’Escala. Forse sarà la brezza marina.
Mentre mi avvio in camera vedo Christian che stringe le cinghie del giubbino sul corpo di Ted. Appendo la borsa in camera e noto che è molto pesante per contenere solo i vestiti di Ted. Ma non ci bado molto perché sento le proteste di mio figlio che non vuole tenere il giubbotto e sento che Christian pazientemente gli spiega:” Teddy devi indossare questo giubbotto perché se cadi in acqua questo ti salverà. Fallo per papà”. Capisco dal suo tono che sta cercando di tenere a bada la sua frustrazione.
“Nooo, non voglio” , protesta cercando di togliersi le mani di Christian da dosso. Questa è solo colpa sua. Ted non vuole ascoltarlo e perché dovrebbe in fondo?  Ci ha praticamente ignorato negli ultimi giorni, come se non esistessimo. Mi avvicino e mi inginocchio accanto a lui e pazientemente mi rivolgo a mio figlio e gli spiego:” Ted, devi indossare il giubbotto salvagente. Lo devi fare per mamma e papà perché se cadi in acqua è pericoloso, okay?”. Lui annuisce. Poi proseguo:”Anche io ne indosserò uno così saremo uguali”. I suoi occhi si illuminano e posso notare una traccia di divertimento nei suoi occhi.
“Come il mio?” mi chiede con eccitazione.
“Si, come il tuo. E se fai il bravo bambino dirò a papà di farti guidare la barca con lui” gli sussurro avvicinandomi al suo piccolo orecchio, ma a voce abbastanza alta che così anche Christian mi senta. Ted alza subito gli occhi verso il padre con aria di supplica.
“Si Ted puoi venire con me a guidare la barca, ma prima dobbiamo mettere anche a mamma il giubbotto salvagente”, ne prende uno abbastanza grande dal mobile e si avvicina per infilarmelo. Mi stringe le cinghie, ma in realtà il giubbotto copre a malapena il mio pancione. Infatti lo guarda con disapprovazione perché evidentemente non rientra nei suo standard di perfezione.
“Non va bene” e a questo punto non posso fare a meno di alzare gli occhi al cielo. Mi guarda accigliato e io lo rispondo con un sorrisetto. Questo è uno dei vantaggi di essere incinta: non può rovesciarmi sulle sue ginocchia per sculacciarmi. Anche se a dire la verità le palle d’argento mi mancano!

Mi affaccio sul ponte e guardo l’acqua limpida sotto di me. L’ondeggiamento e il dondolio della barca riescono a calmare il mio corpo teso. Su questo ponte sono sempre riuscita a calmarmi. In questo periodo le cose tra me e Christian non vanno tanto bene. I rapporti non sono mai stati così tesi. Vorrei solo sapere cosa lo preoccupa, magari se lo sapessi potrei aiutarlo.  Mi fa male sapere che sta affrontando tutto da solo, ma è una sua scelta non parlarne con me.
Una risatina di gioia attira la mia attenzione. Mi giro e vedo Christian e Ted al timone. Penso che debbano ritagliarsi un po’ di tempo solo per loro. Credo che Ted abbia perdonato il padre perché lo guarda con ammirazione. Potrei stare qui a guardarli per sempre perché nonostante le discussioni e lo stress mi sento la donna più fortunata del mondo ad avere un marito così amorevole e un figlio bellissimo. Spero solo che le tensioni degli ultimi giorni non ritornino.
Mi avvicino a loro e mi metto accanto a Christian che è seduto con Ted sulle sue ginocchia. Metto un braccio intorno alle sue spalle e con l’altra mano mi tengo il pancione. Christian mi guarda e sorride e poi si abbassa per lasciare un bacio tra i capelli di Ted. Mi sento così felice e contenta. La discussione di stamattina sembra un ricordo lontano, siamo in un altro mondo. Forse è perché siamo sulla barca solo noi tre, lontani dal mondo reale e dai suoi problemi.
“Che ne dici di andare dentro?” chiedo a Christian.
“Si okay, solo un attimo che metto il pilota automatico”.
Appena raggiungo la zona giorno della barca mi tolgo il giubbotto salvagente. Cavolo è scomodo da portare per una donna  al settimo mese di gravidanza. Sono sicura che il mio megalomane marito avrà qualcosa da ridire, ma lui non lo indossa e quindi sarebbe un ipocrita. Taylor emerge dallo studio. Mi guarda e mi sorride e poi si avvia al piano di sopra dove sono Christian e Ted. Mi ero dimenticata che ci fosse anche lui e sicuramente ha una chiamata per mio marito dato che aveva il suo cellulare in mano. Una delle gioie di essere Christian Grey è che non ha un giorno libero. Alzo gli occhi al cielo al pensiero. Apro uno dei cassetti per mettere dentro tutto quello che Ted ha rovesciato sul pavimento, dato che tocca sempre tutto. Prendo anche le chiavi della macchina di Christian dal pavimento. Aspetta… dal mazzo mancano le chiavi di casa di riserva. Che Dio mi aiuti, spero che Ted non le abbia prese altrimenti non le troveremo mai! Ma guardando meglio le chiavi, mi rendo conto che Ted non sarebbe mai stato capace di togliere una sola chiave dal portachiavi. Forse l’avrà data a Taylor o a Gail. Ma no, non avrebbe senso. Il familiare brutto presentimento si fa strada dentro me. Questo è proprio il mio incubo: una chiave di casa che manca e uno psicopatico in giro che vuole fare del male alla mia famiglia.

Torno di sopra e sento Christian parlare a telefono: “ Oggi non posso farlo… no ti ho detto di stare lì fin quando non arrivo Elena,…o questo o niente, non voglio fare discussioni” ringhia prima di  chiudere la telefonata. Oh mio Dio. Era lei! Era a telefono con lei. Perchè?  Quale fottuta ragione aveva di parlare con lei? E davanti a mio figlio! Sto bruciando di rabbia ancora una volta. Perché quest’uomo ci tiene così tanto a ferirmi?
Quando si accorge di me sbianca e dalla mia espressione capisce che non è più il momento di scherzare.
“Stai sulla sedia Ted. Guarda il volante per papà” dice a Ted e si avvicina a me. Davvero sono curiosa di sapere quale razza di scusa si inventerà questa volta, ma farà meglio a dire la verità. Questa volta non ci passerò sopra. Il mio umore è di nuovo sotto terra. Sapevo che era troppo bello per durare.
“Ana non arrabbiarti” mi dice cautamente. Non arrabbiarti? NON ARRABBIARTI? Non ci posso credere che me l’abbia detto.
“Ana per favore non è come pensi, lei è ferita”. Ferita? Cosa…
“E’ meglio che tu abbia una buona ragione per parlare a telefono con quella donna Christian. Voglio la verità. Tutta. E se non sarai onesto con me io e Ted andremo a stare da mia madre fin quando non imparerai”, ringhio tentando di tenere la voce bassa per non farmi sentire da Ted. Lo guardo ed è del tutto inconsapevole del dramma che si sta consumando davanti ai suoi occhi. Riporto l’attenzione sull’uomo davanti a me. Mio marito. Inala un profondo respiro e mi dice:” No Ana, non puoi capire, lasciami spiegare”, sento il panico nella sua voce.
“Bene io spero che ci sia una maledetta buona spiegazione considerando che quella donna sta lavorando con Jack. Lo hai detto tu stesso, Christian!”.
“Si l’ho detto, ma credimi non è come pensi. Jack la stava ricattando. Lui sa tutto. Su di me, su di lei, tutto. L’ha minacciata di far scoppiare uno scandalo sulla nostra storia se non l’avesse aiutato. Poi la notte della festa le ordinò di lasciare i regali. Ma poi voleva che rapisse Ted e lei si è rifiutata. Ana lui le ha sparato, prima all’inguine e poi alle gambe. Non potevo lasciarla Ana, ha salvato nostro figlio, non avevo scelta”.
“Quindi ecco dov’eri quando ti credevo scomparso. Eri con quella donna! Hai idea di quanta preoccupazione mi hai causato? Per quella fottuta donna!” grido. Non riesco a moderarmi. Questo è un colpo basso, anche per Christian.
E ora tutto ha un senso. I pezzi del puzzle ritornano al loro posto. L’appartamento, Christian del tutto distratto. Ma aspetta, non mi aveva detto che lei lavorava con Jack dopo che era sparito per quasi un giorno?
“Christian, tu mi hai detto quando sei tornato che eri stato da lei perché stava lavorando con Jack. Se tu lo pensavi perché sei andato da lei?” chiedo. Non credo che questa volta ne verrai fuori facilmente, Grey. Mi guarda stordito.
“Per amor di Dio, Ana” urla. “Ti ho detto così perché se ti avessi detto la verità saresti andata di matto, come stai facendo ora. E’ per questo che non te l’ho detto. Sarebbe stato molto più facile per te pensare che io ero contro di lei così avrei potuto aiutarla. Quante volte devo dirtelo: non voglio stressarti! Non ti sto nascondendo le cose per mentirti o ferirti, ma solo per proteggerti!”. Appena metto insieme i pezzi nella mia mente, la rabbia aumenta sempre di più.
“Dove sono le chiavi di riserva, Christian?” sussurro. Mi guardo e si passa una mano tra i capelli.
“Le tiene lei non è vero? Sta nella nostra fottuta casa, vero?” urlo più forte questa volta. Lui guarda a terra.
“Jack non si aspetterebbe mai di trovarla lì. E’ il posto più sicuro per lei in questo momento”. Oh no, non può essere serio.
“Si. La casa è molto più sicura del tuo appartamento Christian. E così la sua sicurezza è più importante della nostra, giusto?” rispondo senza fiato. Non me lo sarei mai aspettato. Mai.  Questo è quello che lei  vuole e lui ci sta ricadendo. Ha di nuovo quindici anni. Il pensiero mi fa male. Non posso mai più guardarlo.
“Le devo la vita di nostro figlio, Ana. Avrebbe potuto rapirlo, ma non l’ha fatto. Se non fosse stato per lei, Ted a quest’ora avrebbe potuto essere morto”
“Ma tutto ruota intorno ad Elena, Christian! Se quella puttana non avesse accettato di lavorare con Jack ora non si troverebbe in questa posizione”. Non voglio più stare qui con lui a discutere. Non capirà mai. Quando ci sta lei di mezzo perde il lume della ragione. E’ sempre stato così. Quindi ora voglio solo che riporti questa dannata barca indietro e accompagni me e mio figlio a casa. Guardo oltre per guardare cosa sta facendo Ted. Non è qui. No Teddy No! Guardo vero il ponte e tutto si ferma.
“No Teddy allontanati dalla ringhiera” urlo senza fiato. Ma ha le gambette sopra la ringhiera di metallo e so che le mie gambe non saranno veloci abbastanza per prenderlo.
Tutto succede al rallentatore. Christian si gira appena si rende conto della mia espressione. Guarda verso Ted e si precipita per prenderlo. Ma è troppo tardi. Prima che possiamo reagire, l’ultima cosa che vedo è Ted  sbattere con la testa sulle sbarre e poi cadere in acqua. TED! Il mio piccolo! No, il mio bambino, no. L’ultima cosa che la mia mente riesce a registrare è Christian che si toglie scarpe e giacca e si tuffa in acqua per riprendere il mio bambino.

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


L’ultima cosa che vedo è Ted  sbattere con la testa sulle sbarre e poi cadere in acqua. TED! Il mio piccolo! No, il mio bambino, no. L’ultima cosa che la mia mente riesce a registrare è Christian che si toglie scarpe e giacca e si tuffa in acqua per riprendere il bambino.
“TAYLOR” urlo. Corro verso il ponte cercando disperatamente Christian e Ted. Ma non riesco a vedere nulla, solo acqua che si muove ovunque. Prima che me ne accorga, Taylor è al mio fianco che si affretta a prendere il gommone e lanciarsi in acqua. Riesco vagamente a distinguere la testa di Christian che scorge dall’acqua, ma è tutto sfocato dalle mie lacrime, che ormai scendono senza controllo. Dentro di me prego solo che  mio figlio sia vivo.
E’ colpa mia, solo ed esclusivamente colpa mia. Mi sono fatta sopraffare dalla rabbia e ho perso di vista mio figlio. Cosa diavolo ho fatto? Che razza di mamma sono? Non me lo perdonerò mai!

Taylor urla a Christian, esortandolo a tirarsi su sul gommone. Io guardo la scena inerme, come se fossi una spettatrice esterna, non riesco nemmeno ad esternare il terrore che provo dentro gridando. Una mano di Christian emerge dall’acqua e si aggrappa al gommone, mentre con l’altro braccio fa uscire Ted dall’acqua, tenendolo stretto al suo corpo. Perché non piange? Perché non sento i suoi lamenti? Dovrebbe piangere! Ti prego fa che il mio piccolo stia bene! Taylor spinge il gommone fino alla barca e salta su, poi prende Ted tra le braccia e porge una mano a Christian per tirarlo su.
Ted è inerme sul pavimento. Non si muove. Il suo viso è pallido e non da segni di vita. No! No NO NO! Non è possibile! Ti prego piccolo svegliati, non sopravvivrei a te! Ne morirei!
Christian si avvicina e libera Ted del giubbotto salvagente, poi lo prende tra le braccia e comincia cullarlo tenendolo stretto a se. Lo guardo e vedo il terrore dipinto sul suo volto e le lacrime che cominciano a scendere dai suoi occhi, ma nonostante questo non perde il suo controllo. “Andiamo piccolo, svegliati, torna da papà” lo sento sussurrare con la voce incrinata dal pianto. Gli da diversi colpetti sulla schiena. Non riesco a guardare la scena, sono inutile e la colpa è solo mia. Vedere Christian piangere, non fa altro che incrementare la mia paura.
Ma improvvisamente Ted inizia a tossire in modo incontrollabile e a sputare tutta l’acqua che aveva ingoiato. E’ vivo! Oh grazie a Dio è vivo! Il mio bambino, il mio piccolo è vivo! Sento le mie gambe cedere dal sollievo e mi accascio accanto a Ted e Christian. Dopo che ha sputato tutta l’acqua che aveva in corpo, comincia a respirare debolmente tra le braccia di Christian. Taylor si avvicina con delle asciugamani e solo ora mi rendo conto che non ci ha lasciati per un momento. I deboli lamenti di Ted mi sconvolgono perché so che è spaventato e ferito alla testa, ma non sono mai stata così contenta di sentire questo suono, perché mi conferma che mio figlio è vivo.
“Va tutto bene Ted. Ora stai con papà. Papà è qui con te” gli sussurra Christian con dolcezza. Cerco di regolarizzare il mio respiro scosso dai singhiozzi, ma le lacrime ancora non ne vogliono sapere di fermarsi. Christian si alza con Ted tra le braccia e si avvia dentro. Anche lui è scosso e trema, ma cerca di mantenere il sangue freddo anche perché non sappiamo ancora se nostro figlio è fuori pericolo dato che ha battuto la testa. E sono consapevole che io non sono molto d’aiuto in questo momento. Mentre entra dentro lo sento dire a Taylor: “Porta Ana dentro”. Sono ancora seduta sul pavimento e quando alzo lo sguardo vedo la faccia di Taylor preoccupata. Mi porge le mani e mi ci aggrappo per tirarmi su. Mi deve sostenere perché non ho neanche le forze per camminare  e penso che questo non faccia bene alla mia bambina. La dottoressa mi aveva raccomandato di evitare emozioni forti e devo cercare di darmi una calmata perché non posso rischiare di perdere due figli in un giorno. La mia stupida e ingiustificata gelosia è quasi costata la vita di Ted. Penso che non me lo perdonerò mai.

L’atmosfera nella cabina è pesante. Mi sento vuota, come se tutte le mie emozioni fossero state portate via. Christian è seduto sul moderno ed elegante divano con Ted tra le braccia. Gli ha tolto i vestiti bagnati e lo ha avvolto in un morbido ed enorme asciugamano e lo tiene stretto a se, cullandolo.  Gli sta mormorando qualcosa che non riesco a capire, ma vedo che Ted risponde annuendo.
“Come sta?” chiedo a bassa voce.
“Sembra che stia bene, ma dobbiamo portarlo in ospedale per fargli controllare la ferita alla testa”mi risponde, ma non mi guarda. Merda. Deve essere veramente arrabbiato con me.
Finalmente il mio corpo decide di collaborare e mi vado a sedere accanto a loro. Accarezzo la testa di Ted e sento i suoi capelli ancora umidi e freddi. Il suo corpo è gelato ed è scosso da frequenti brividi di freddo.
“Sto cercando di riscaldarlo, poi lo vestirò. Per fortuna non siamo lontani dall’ospedale” mi spiega.
“Da a me, faccio io. Anche tu sei fradicio e hai bisogno di asciugarti”. Me lo passa e lo posiziono sulle mie gambe. Copro tutto il suo corpicino con asciugamani calde, lasciandogli scoperta solo la testa. Lo stringo a me e annuso il suo profumo da bambino. Le lacrime si riaffacciano al solo pensiero che oggi avrei potuto perdere il mio dolce bambino, solo per colpa della mia stupida gelosia. Ora mi rendo conto che Chirstian può fare qualunque cosa con Elena, non c’è niente più importante dei miei figli.  Vedo Christian guardami e poi sparire in camera da letto, presumo per cambiarsi. E’ un bene che teniamo dei vestiti di ricambio sulla barca, anche se presumo che non ci ritorneremo così tanto presto.
“Stai più caldo Ted?” gli chiedo e lui annuisce. Gli do vari baci sul faccino e lui si accoccola sul mio petto. Sento Christian avvicinarsi completamente asciutto e vestito. “Ana, dammi Ted lo vesto io. Anche tu hai bisogno di cambiarti”.
“Sto bene, lo faccio io”.
“Ana!” mi ammonisce. Lo fisso. Ancora una volta vengo trattata come una bambina. Questo è anche mio figlio e cosa crede che non sia capace di vestirlo?
“Ana per favore. Lascia fare a me. Non è il momento di discutere, portiamo Ted in ospedale e poi ne parliamo quando saremo a casa”mi dice con più calma. Si, credo che abbia ragione. Vedi dove ci ha portato tutto questo discutere: mio figlio morto quasi annegato.
 
L’ospedale è sempre lo stesso: bianco, luminoso e con l’odore di disinfettante che mi fa venire la nausea. Odio questo posto. Odio gli ospedale in generale. Mi riportano alla mente solo brutti ricordi, ricordi che mi tormentano: l’incidente di Ray, l’aggressione di Jack e il dolore per la nascita di Ted.
Ted è seduto sul letto, la sua maglietta tirata su e Grace che lo controlla. Questa visione mi fa immaginare un piccolo Christian di quattro anni con la paura di essere toccato e amato. Guardando Grace negli occhi, posso vedere che sta pensando la stessa cosa, anche perché la somiglianza è incredibile. Deve essere molto difficile per lei. E’ la donna più straordinaria e forte che conosco.
“E un altro piccolo respiro, Ted…bravo, proprio così” la sua voce mi riscuote e mi fa tornare al presente. Sta ascoltando il respiro di Ted dallo stetoscopio è ed incredibile come lui se ne stia tranquillo. E’ davvero un bravo bambino.
“Non c’è niente di cui preoccuparsi, tutti i suoi parametri vitali sono buoni. Penso che sia solo spaventato. Comunque dovrebbe stare bene. Controllatelo e se gli dovesse venire mal di testa, dolori al petto o se dovesse salire la febbre portatelo immediatamente qui” ci spiega con calma. Poi si rivolge a me e mi chiede dolcemente:” Tu come ti senti, cara?”
“Bene, io sto bene. E’ per Ted che sono preoccupata” .
“Credo che dovresti farti controllare, Ana. Hai preso un incredibile spavento oggi e non è un bene al settimo mese di gravidanza. Posso mandarti giù dalla dottoressa Greene, giusto per essere sicuri”mi risponde con calma. So che ha buone intenzioni, ma non ho davvero voglia di farmi fare un ennesimo controllo. Sono stanca di farmi esaminare una volta a settimana e credo che anche la dottoressa ormai si sia stancata di me e mio marito.
“Anastasia, mamma ha ragione, dovresti farti controllare” interviene Chirstian. Oh, adesso sono Anastasia. Questa è la conferma che è davvero arrabbiato con me.
Passiamo le successive tre ore in ospedale. Alla fine mi hanno costretta ad andare dalla dottoressa Greene che è rimasta sconvolta quando ha sentito cosa era accaduto. Grace ha controllato anche Christian, che per fortuna anche sta bene. Quando ha chiesto spiegazioni su come Ted fosse caduto in acqua, lui l’ha liquidata con una bugia. Di certo non poteva raccontarle che viviamo all’Escala perché Elena vive comodamente a casa nostra. Credo le sarebbe venuto un infarto. Per fortuna anche la mia gravidanza procede bene e la dottoressa ha raccomandato tranquillità e riposo, paroloni per la situazione che si è venuta a creare.
Quando torniamo in auto mi giro verso Christian e vedo che ha assunto la sua espressione impassibile che non mi fa capire a cosa diavolo sta pensando. Ma il senso di colpa mi sta lacerando e non ce la faccio più a sostenere questo silenzio da parte sua.
“Christian, mi dispiace davvero tanto” sussurro.
Mi prende la mano e la stringe e poi mi risponde:”Ana non devi scusarti. Non è stata colpa tua, ma come al solito sono sempre io la causa di tutti i mali. Ti spiegherò tutto quando torneremo a casa, non voglio parlare mentre Ted è con noi”.
 
 

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


Dopo che siamo tornati dall’ospedale ho preparato un bagno caldo per me e Ted nella speranza di rilassarci un po’ e dimenticare gli eventi della giornata. Dopo aver messo Ted  a letto mi sono preparata per la cena che Christian ha deciso di organizzare per stasera nonostante le mie continue insistenze di rimanere a casa con Ted. Ma mio marito, testardo come sempre, ha chiamato Mia per farla rimanere con il bambino e mi ha convinta dicendo che dobbiamo parlare.
Ora sto guardando la splendida visuale che si può godere dalle grandi vetrate dell’Escala. E’ una delle cose che mi manca di più di questo posto, ma non la sento più casa mia, nonostante i ricordi stupendi che sono legati a questa casa. Casa mia è la villa che abbiamo comprato tre anni fa con lo scopo di costruire una famiglia e dove è nato e cresciuto Ted. Ma è anche la casa dove Christian ha permesso a Elena di vivere al posto nostro. Non capirò mai il motivo per cui ha potuto fare una cosa del genere. Ma dentro di me so che nonostante tutti gli sforzi io e Christian ci stiamo allontanando e la paura di perderlo, soprattutto a causa di quella donna, è troppo forte. Per cui ascolterò tutte le sue spiegazioni anche  se so che alcune cose mi faranno male. Mi sento troppo nervosa, non è tanto per la cena, quanto per il fatto che Christian ha deciso di organizzarla proprio stasera, dopo tutto quello che è successo oggi.
“Sei pronta per andare, piccola?”. Christian interrompe i miei pensieri. Mi giro e gli sorrido. E’ cosi bello con i capelli ancora umidi per la doccia e con i jeans e la camicia bianca. Sembra intelligente e di classe e il suo abbigliamento contrasta perfettamente con la mia gonna pesca e il top bianco.
“Ted dorme?” chiedo. Lui alza gli occhi a cielo e poi si avvicina e mi stringe in lungo abbraccio. Mi rilasso immediatamente tra le sue braccia.
“Ora si. Era un po’ scosso, ma Mia e Gail lo terranno d’occhio” mi sussurra.
“Non voglio lasciarlo dopo quello che è successo oggi”
“Ana, starà bene. Abbiamo bisogno di uscire, di parlare e chiarire tutto. Oggi la situazione ci è quasi sfuggita di mano e abbiamo bisogno di passare un po’ di tempo insieme noi due. Da quando è nato Ted non  ne abbiamo avute molte di queste occasioni e sento che ti stai allontanando da me e non voglio. Ti prego usciamo”. Mi prega. Lo stringo a me gli poso un dolce bacio sulle labbra, odio vederlo così vulnerabile.
“Okay, immagino che tu abbia ragione” sussurro sulle sue labbra.
“Lo so che ho ragione” ora si sta rilassando anche lui.
“Lo so, cercherò di essere più presente, lo prometto. Comunque, dove andiamo?” gli domando sorridendo cercando di riportare il buon umore tra noi.
“Oh Mrs Grey è una sorpresa” mi risponde in tono provocatorio e poi aggiunge “Vai a salutare Ted prima di andare” e mi assesta una pacca sul sedere mentre mi allontano.
 
Camminiamo mano nella mano nel grande salone. Seduta al tavolo c’è Mia che indossa un pantalone bianco e una casacca corallo, i suoi capelli sono perfetti. Non è cambiato neanche un po’ rispetto alla prima volta che l’ho vista è ancora frizzante e vivace come allora. Quando ci vede sorride e mi dice:” Oh Ana sei così bella e il tuo pancione è cresciuto tantissimo. Non vedo l’ora di conoscere la mia nuova nipote!” dice battendo le mani eccitata. Dovrei offendermi per il suo commento? Guardo Christian che sicuro mi ha letto nel pensiero e alza gli occhi al cielo.
“Grazie per essere venuta qui con così poco preavviso, Mia. Sei sicuro che va bene per te?” chiedo forse per la centesima volta, ma forse dopo quello che è successo oggi non voglio lasciare Ted da solo.
“Certo Ana te l’ho già detto, voi pensate solo a divertirvi”.
“Okay, ma se hai bisogno chiamaci. Se dovesse svegliarsi dagli il latte e se gli viene mal di testa misuragli subito la febbre e chiamaci immediatamente” le spiego velocemente e con ansia. Perché ho così paura di lasciare mio figlio con Mia? Non è neanche la prima volta.
“Ana sono sicuro che Mia se la caverà. Andiamo ora” mi dice Christian sorridendomi.
“Okay, grazie mille Mia e se hai bisogno chiamaci” riesco a dire mentre Christian mi trascina via.
“Okay ciao e divertitevi”.
Quando entriamo nell’ascensore per scendere in garage non mi sento a mio agio. Come potrei divertirmi dopo tutto quello che è accaduto oggi? E se si sveglia e non mi trova? E se ha un incubo? So che abbiamo bisogno di parlare, ma se non dovesse sentirsi bene e ha bisogno di essere riportato in ospedale? E come se mi avesse letto nel pensiero o forse perché si è accorto del disagio, Christian mi abbraccia e sussurra: “Ana starà bene”.
Quando arriviamo nel garage Christian mi apre la portiera del passeggero e mi aiuta a salire in macchina e poi con tutta la grazia che gli appartiene fa il giro ed entra dal lato del guidatore. Immagino che stiamo andando al suo ristorante, ma in realtà non ho neanche tanta fame. Davvero mi mancava passare del tempo da sola con lui, ma stasera non sono dell’umore adatto. E’ stata una giornata lunghissima e l’unica cosa che avrei voglia di fare è quella di stendermi nel letto e dimenticare tutto.
Quando sfoglio il menù al ristorante, non c’è niente che mi attira, ma ordino lo stesso la pasta e un’insalata per non dare a Christian ulteriori motivi per essere arrabbiato con me.
“Posso avere due bicchieri d’acqua, per favore?” perché non ordina del vino? Lo guardo accigliata.
“Che c’è?” mi chiede.
“Perché non hai ordinato il vino?”
“Immagino che non sia molto educato stare seduto qui a bere del vino quando tu non puoi. Lo voglio bere solo con te” mi risponde con un sorriso malizioso che mi rievoca deliziosi ricordi della prima volta che siamo stati qua, quando mi torturava perché non gli davo una risposta sul matrimonio. Che notte!
“Come ti senti?” La domanda di Christian mi riporta al presente.
“Nervosa” ammetto.
“Per cosa? Per Elena?” Annuisco, anche se è un argomento di cui non voglio parlare in un ristorante pieno di gente, preferirei farlo dopo cena.
Quando arriva il cibo mangio tutto quello che ho nel piatto, un po’ perché sono impaziente di parlare e un po’ perché so che Christian si arrabbierebbe se non mangiassi. Infatti mi guarda con una faccia orgogliosa. Nonostante abbia paura delle risposte, sento che è arrivato il momento di parlare e infatti chiedo: “Christian, mi hai veramente spezzato il cuore invitando quella donna a stare a casa nostra, dove nostro figlio vive” bene, l’ho detto. Chiude gli occhi e quando li riapre il suo comportamento è cambiato è diventato più freddo e distante.
“Ana, lei è la mia più vecchia amica, non potevo lasciarla sola”mi risponde con calma.
“Ma casa nostra Christian, ci hai fatto lasciare la casa per lei!”sto cominciando a cedere, ma devo essere forte.
“Ma siamo all’Escala ed è più facile e più sicura per noi”.
“Voglio sapere tutto, voglio sapere tutto quello che è successo, niente più bugie Christian” la mia voce assume un tono più severo questa volta.
“Ana per favore non farlo” mi sta irritando.
“Christian devi dirmi cosa è successo. Sono stanca di tutto, delle bugie, di Elena. O me lo dici o me ne vado e questa volta lo farò davvero”. Ora dovrà fare una scelta: o lei o me e suo figlio.
“Vuoi sapere cosa è successo? Bene, te lo dirò. Elena è il motivo per cui Hyde è fuori dal carcere. Ha pagato per un buon avvocato. Ma quando Jack ha cominciato a minacciarla di far scoppiare uno scandalo su noi due si è tirata indietro e quando si è anche rifiutata di rapire Ted lui le ha sparato. E così mi ha chiamato e io sono andato da lei. Poteva morire. L’ho portata in ospedale e poi a casa nostra. Era tutto quello che potevo fare per lei. Ha salvato nostro figlio e gliene sarò per sempre grato”. Questo spiega perché si era cambiato i vestiti quando ritornò dopo quella nottata interminabile in cui non avevamo sue tracce. Ma la mia rabbia non si placa e anzi ho un brutto presentimento che la sparatoria e il mancato rapimento siano solo un trucco per incastrare Christian. Non so perché ma non riesco a credere al suo vittimismo e ora mi rendo conto che non posso lasciare Christian da solo in questa situazione perché è chiaro che quando c’è di mezzo quella donna, perde completamente il lume della ragione. Proverò che Elena sta mentendo, fosse anche l’ultima cosa chDopo che siamo tornati dall’ospedale ho preparato un bagno caldo per me e Ted nella speranza di rilassarci un po’ e dimenticare gli eventi della giornata. Dopo aver messo Ted  a letto mi sono preparata per la cena che Christian ha deciso di organizzare per stasera nonostante le mie continue insistenze di rimanere a casa con Ted. Ma mio marito, testardo come sempre, ha chiamato Mia per farla rimanere con il bambino e mi ha convinta dicendo che dobbiamo parlare.
Ora sto guardando la splendida visuale che si può godere dalle grandi vetrate dell’Escala. E’ una delle cose che mi manca di più di questo posto, ma non la sento più casa mia, nonostante i ricordi stupendi che sono legati a questa casa. Casa mia è la villa che abbiamo comprato tre anni fa con lo scopo di costruire una famiglia e dove è nato e cresciuto Ted. Ma è anche la casa dove Christian ha permesso a Elena di vivere al posto nostro. Non capirò mai il motivo per cui ha potuto fare una cosa del genere. Ma dentro di me so che nonostante tutti gli sforzi io e Christian ci stiamo allontanando e la paura di perderlo, soprattutto a causa di quella donna, è troppo forte. Per cui ascolterò tutte le sue spiegazioni anche  se so che alcune cose mi faranno male. Mi sento troppo nervosa, non è tanto per la cena, quanto per il fatto che Christian ha deciso di organizzarla proprio stasera, dopo tutto quello che è successo oggi.
“Sei pronta per andare, piccola?”. Christian interrompe i miei pensieri. Mi giro e gli sorrido. E’ cosi bello con i capelli ancora umidi per la doccia e con i jeans e la camicia bianca. Sembra intelligente e di classe e il suo abbigliamento contrasta perfettamente con la mia gonna pesca e il top bianco.
“Ted dorme?” chiedo. Lui alza gli occhi a cielo e poi si avvicina e mi stringe in lungo abbraccio. Mi rilasso immediatamente tra le sue braccia.
“Ora si. Era un po’ scosso, ma Mia e Gail lo terranno d’occhio” mi sussurra.
“Non voglio lasciarlo dopo quello che è successo oggi”
“Ana, starà bene. Abbiamo bisogno di uscire, di parlare e chiarire tutto. Oggi la situazione ci è quasi sfuggita di mano e abbiamo bisogno di passare un po’ di tempo insieme noi due. Da quando è nato Ted non  ne abbiamo avute molte di queste occasioni e sento che ti stai allontanando da me e non voglio. Ti prego usciamo”. Mi prega. Lo stringo a me gli poso un dolce bacio sulle labbra, odio vederlo così vulnerabile.
“Okay, immagino che tu abbia ragione” sussurro sulle sue labbra.
“Lo so che ho ragione” ora si sta rilassando anche lui.
“Lo so, cercherò di essere più presente, lo prometto. Comunque, dove andiamo?” gli domando sorridendo cercando di riportare il buon umore tra noi.
“Oh Mrs Grey è una sorpresa” mi risponde in tono provocatorio e poi aggiunge “Vai a salutare Ted prima di andare” e mi assesta una pacca sul sedere mentre mi allontano.
 
Camminiamo mano nella mano nel grande salone. Seduta al tavolo c’è Mia che indossa un pantalone bianco e una casacca corallo, i suoi capelli sono perfetti. Non è cambiato neanche un po’ rispetto alla prima volta che l’ho vista è ancora frizzante e vivace come allora. Quando ci vede sorride e mi dice:” Oh Ana sei così bella e il tuo pancione è cresciuto tantissimo. Non vedo l’ora di conoscere la mia nuova nipote!” dice battendo le mani eccitata. Dovrei offendermi per il suo commento? Guardo Christian che sicuro mi ha letto nel pensiero e alza gli occhi al cielo.
“Grazie per essere venuta qui con così poco preavviso, Mia. Sei sicuro che va bene per te?” chiedo forse per la centesima volta, ma forse dopo quello che è successo oggi non voglio lasciare Ted da solo.
“Certo Ana te l’ho già detto, voi pensate solo a divertirvi”.
“Okay, ma se hai bisogno chiamaci. Se dovesse svegliarsi dagli il latte e se gli viene mal di testa misuragli subito la febbre e chiamaci immediatamente” le spiego velocemente e con ansia. Perché ho così paura di lasciare mio figlio con Mia? Non è neanche la prima volta.
“Ana sono sicuro che Mia se la caverà. Andiamo ora” mi dice Christian sorridendomi.
“Okay, grazie mille Mia e se hai bisogno chiamaci” riesco a dire mentre Christian mi trascina via.
“Okay ciao e divertitevi”.
Quando entriamo nell’ascensore per scendere in garage non mi sento a mio agio. Come potrei divertirmi dopo tutto quello che è accaduto oggi? E se si sveglia e non mi trova? E se ha un incubo? So che abbiamo bisogno di parlare, ma se non dovesse sentirsi bene e ha bisogno di essere riportato in ospedale? E come se mi avesse letto nel pensiero o forse perché si è accorto del disagio, Christian mi abbraccia e sussurra: “Ana starà bene”.
Quando arriviamo nel garage Christian mi apre la portiera del passeggero e mi aiuta a salire in macchina e poi con tutta la grazia che gli appartiene fa il giro ed entra dal lato del guidatore. Immagino che stiamo andando al suo ristorante, ma in realtà non ho neanche tanta fame. Davvero mi mancava passare del tempo da sola con lui, ma stasera non sono dell’umore adatto. E’ stata una giornata lunghissima e l’unica cosa che avrei voglia di fare è quella di stendermi nel letto e dimenticare tutto.

Quando sfoglio il menù al ristorante, non c’è niente che mi attira, ma ordino lo stesso la pasta e un’insalata per non dare a Christian ulteriori motivi per essere arrabbiato con me.
“Posso avere due bicchieri d’acqua, per favore?” perché non ordina del vino? Lo guardo accigliata.
“Che c’è?” mi chiede.
“Perché non hai ordinato il vino?”
“Immagino che non sia molto educato stare seduto qui a bere del vino quando tu non puoi. Lo voglio bere solo con te” mi risponde con un sorriso malizioso che mi rievoca deliziosi ricordi della prima volta che siamo stati qua, quando mi torturava perché non gli davo una risposta sul matrimonio. Che notte!
“Come ti senti?” La domanda di Christian mi riporta al presente.
“Nervosa” ammetto.
“Per cosa? Per Elena?” Annuisco, anche se è un argomento di cui non voglio parlare in un ristorante pieno di gente, preferirei farlo dopo cena.
Quando arriva il cibo mangio tutto quello che ho nel piatto, un po’ perché sono impaziente di parlare e un po’ perché so che Christian si arrabbierebbe se non mangiassi. Infatti mi guarda con una faccia orgogliosa. Nonostante abbia paura delle risposte, sento che è arrivato il momento di parlare e infatti chiedo: “Christian, mi hai veramente spezzato il cuore invitando quella donna a stare a casa nostra, dove nostro figlio vive” bene, l’ho detto. Chiude gli occhi e quando li riapre il suo comportamento è cambiato è diventato più freddo e distante.
“Ana, lei è la mia più vecchia amica, non potevo lasciarla sola”mi risponde con calma.
“Ma casa nostra Christian, ci hai fatto lasciare la casa per lei!”sto cominciando a cedere, ma devo essere forte.
“Ma siamo all’Escala ed è più facile e più sicura per noi”.
“Voglio sapere tutto, voglio sapere tutto quello che è successo, niente più bugie Christian” la mia voce assume un tono più severo questa volta.
“Ana per favore non farlo” mi sta irritando.
“Christian devi dirmi cosa è successo. Sono stanca di tutto, delle bugie, di Elena. O me lo dici o me ne vado e questa volta lo farò davvero”. Ora dovrà fare una scelta: o lei o me e suo figlio.
“Vuoi sapere cosa è successo? Bene, te lo dirò. Elena è il motivo per cui Hyde è fuori dal carcere. Ha pagato per un buon avvocato. Ma quando Jack ha cominciato a minacciarla di far scoppiare uno scandalo su noi due si è tirata indietro e quando si è anche rifiutata di rapire Ted lui le ha sparato. E così mi ha chiamato e io sono andato da lei. Poteva morire. L’ho portata in ospedale e poi a casa nostra. Era tutto quello che potevo fare per lei. Ha salvato nostro figlio e gliene sarò per sempre grato”. Questo spiega perché si era cambiato i vestiti quando ritornò dopo quella nottata interminabile in cui non avevamo sue tracce. Ma la mia rabbia non si placa e anzi ho un brutto presentimento che la sparatoria e il mancato rapimento siano solo un trucco per incastrare Christian. Non so perché ma non riesco a credere al suo vittimismo e ora mi rendo conto che non posso lasciare Christian da solo in questa situazione perché è chiaro che quando c’è di mezzo quella donna, perde completamente il lume della ragione. Proverò che Elena sta mentendo, fosse anche l’ultima cosa che faccio.

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