Multifandom Saga: Rise of Evil.

di FanBoysDoExist
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Inizio dell'Apocalisse ***
Capitolo 2: *** Visite Inaspettate ***
Capitolo 3: *** E così, siamo in guerra ***



Capitolo 1
*** L'Inizio dell'Apocalisse ***


18 Settembre 2015
Un urlo, una luce verde, la sua maledizione che ancora una volta si ritorceva contro di lui.
Poi, il buio.
Tom Riddle non seppe dire per quanto rimase privo di sensi, prima di essere svegliato dall'accecante luce che filtrava dalla finestra.                        
Si alzò in piedi e osservò meglio la stanza.
Era gigantesca, e bianca.
Notando meglio, però, Voldemort notò le persone che giacevano sul pavimento -una mezza dozzina- e qualcuno in piedi vicino a loro, che salmodiava qualcosa in una lingua che il Signore Oscuro non conosceva.
Istintivamente cercò con la mano la bacchetta, nonostante fosse abbastanza convinto di non trovarla, dal momento che chiunque lo avesse rapito doveva averlo perquisito prima.
Insomma, sicuramente sapeva chi era, non avrebbe avuto una tale dimenticanza.
Sorprendentemente, la sua vecchia bacchetta -non la bacchetta di Sambuco, quella che gli era stata sottratta da Potter, ma proprio la bacchetta di tasso e piuma di fenice che pensava essere andata- era lì.
Evidentemente non sapevano con chi aveva a che fare, pensò con un sorriso maligno.
Si avvicinò a lui, che sembrava non far caso a niente, continuando a ripetere delle specie di mantra sui corpi per terra, e quando furono a circa 5 metri di distanza gli puntò contro la bacchetta.
"Rivelati! Chi sei? Dove sono io?" Sentiva la voce rauca, come se non avesse parlato per mesi.
Lentamente, lo sconosciuto si girò.
Non poteva avere più di quindici anni.
Indossava un'umile tonaca bianca con il cappuccio, che rivelava soltanto gli occhi di un rosso rubino ed il volto pallido come la neve, nel quale faceva capolino la bocca carnosa, distorta in un sorriso di circostanza.
"Vedo che sei stato il primo a svegliarti, Tom, non mi aspettavo niente di meno da te. Avrai le tue spiegazioni a tempo debito." 
Mormorò.
Come si permetteva quel ragazzino impudente di chiamarlo "Tom", e di trattarlo come se fosse una persona qualsiasi?
Il Signore Oscuro non ci vide più dalla rabbia, nessuno poteva parlargli in quel modo.
"Ora ti insegno l'educazione, sciocco...CRUCIO!"Urlò con rabbia, assaporando il suono delle parole che sembrava non pronunciare da secoli.
La maledizione colpì in pieno petto il ragazzo.
Voldemort si aspettò che cadesse al suolo stramazzando, implorando pietà.
Il ragazzo ne sembrò soltanto estremamente divertito, ed iniziò a ridere sommessamente.
"Oh, Tom, Tom, vedo che qualcuno qui ha problemi di autocontrollo. Lascia che ti mostri come si fa." 
Lo disse con il sorriso sulle labbra, ed uno strano luccichio negli occhi.
Sollevò una mano, e con un gesto la punto contro Voldemort, chiudendola poi a pugno e assottigliando gli occhi rossastri, che brillarono in maniera quasi accecante.
Il signore Oscuro provò un dolore disumano, orribile, maggiore di quanto anche lui avrebbe mai potuto immaginare.
Non pensava potesse esistere qualcosa del genere.
"E non esiste, infatti, Tom. Il dolore è dentro la tua testa, te lo sei procurato da te" Sorrise in modo enigmatico il ragazzo "Io ho fatto poco e niente. Hai intenzione di aspettare le mie spiegazioni, adesso?"
Come aveva fatto a percepire i suoi pensieri? 
Tom era un Occlumante straordinario, e quello sconosciuto era stato capace di leggergli la mente come niente.
Gli sembrò per un attimo di rivivere la stessa sensazione di impotenza che aveva provato ad 11 anni, quando Albus Silente aveva dato fuoco al suo armadio con un semplice colpo di bacchetta.
"Ho soltanto una domanda. Qual'è il tuo nome?" Cercò di non mostrare l'ansia che provava in quel momento, nei confronti di quella creatura dal potere immenso.
"Puoi chiamarmi 'Omega', se preferisci." Rispose questi scrollando le spalle.
Voldemort aveva altre domande, ma i suoi pensieri vennero interrotti dai gemiti provenienti dall'altra parte della stanza.
Lentamente, tutti gli uomini svenuti si rialzarono.
Un ragazzo dagli occhi ambrati e con la scritta "Campo Mezzosangue" sulla maglietta arancione.
Un vecchio con una rosa bianca seminascosta nella tasca superiore della giacca.
Una donna dai freddi occhi grigi e dall'aria intelligente.
Un uomo dai capelli argentei ed il volto teso.
Un essere del colore del ghiaccio e che emanava gelo e freddo.
E, infine, una donna che assomigliava terribilmente alla sua Bellatrix, anche per l'aura decisamente magica che emanava.
Erano tutti molto spaesati, ma nonostante tutto riusciva a percepire in ciascuno di loro un'aura...estranea, come se non sarebbe mai dovuto venire a contatto con loro.
"Dove...dove siamo? Emrys..." Mormorò Bell... la donna. Merlino, se le assomigliava.
"Mia figlia, lei mi aveva..." mugugnò l'uomo dai capelli argentei.
Omega socchiuse gli occhi ed alzò le mani per invocare silenzio, ottenendolo all'istante.
"Capisco che possiate sentirvi spaesati, signori. Il mio nome è Omega, e sono qui per spiegarvi tutto."
La donna che assomigliava a Bellatrix si avvicinò lentamente ad Omega, e i suoi occhi si illuminarono.
"Ci hai rapiti, chi ci dice che possiamo fidarci?" Chiese in un sussurro.
"Approvo quello che dice la signorina, perchè mai dovremmo?" Rafforzò la donna dagli occhi grigi tra l'assenso generale.
"Morgana, Jeanine, la risposta è molto semplice. Io vi ho salvato la vita.
Tutti voi sareste morti, se non vi avessi portati qui. Se anche solo lo volessi potrei uccidervi tutti in questo istante."
La creatura chiamata Omega iniziò a passeggiare per la stanza, e si girò verso Tom.
"Lord Voldemort" iniziò, chiamandolo finalmente con il nome con cui il mago voleva essere riconosciuto "sbaglio, o il tuo ultimo ricordo è un lampo di luce verde, quello del tuo stesso anatema?"
Lentamente, il signore Oscuro annuì.
Allora Omega si voltò verso l'uomo dai capelli argentei.
"Valentine Morgenstern, l'Angelo ti aveva trafitto il petto con una freccia, se non ricordo male."
Non aspettò la risposta dell'uomo, e subito si rivolse al giovane dai capelli ambrati.
"Crono, tu sei stato sconfitto, ucciso ed umiliato da un mortale, dico bene?"
Crono strinse i denti, ma non negò.
Omega sorrise, per poi proseguire nel discorso.
"Se vi ho salvato, non è stato certo perchè avevo pietà di voi, o misericordia. Nessuno qui potrebbe permettersi di dire di meritarne, compreso me" ghignò "no, se siete qui è per un motivo specifico. Voi dovete aiutarmi."
Tutti sembrarono piuttosto scossi dall'ultima frase.
L'uomo chiamato Valentine si accigliò, bisbigliando qualcosa all'orecchio del vecchio, che annuì pensosamente.
Poco dopo, quest'ultimo parlò.
"E...Omega, se mi è concesso, in che dovremmo esserti d'aiuto?" Chiese.
""Beh, Presidente Snow, è presto detto.
Il vostro aiuto sarà indispensabile per potermi prendere ciò che mi spetta di diritto, e che una...avversaria, chiamiamola Alpha, sta cercando di impedirmi di ottenere.
Questo ed altri mondi e dimensioni saranno in mio possesso, se solo mi aiuterete a combattere questa guerra."
Al Signore Oscuro sarebbe sembrato semplicemente il delirio di un pazzo, se solo non avesse visto alla prova i suoi poteri.
Che gli piacesse o no, aveva paura di quell'adolescente pallido e apparentemente debole come non ne aveva mai provata per nessuno prima di allora.
"Mi aiuterete mentre io lavoro al mio piano. Ho bisogno dell'astuzia di Snow e di Jeanine, del carisma di Valentine, della magia del Signore Oscuro e di Morgana, dei poteri di Crono. Vi starete chiedendo cosa guadagnereste mettendo i vostri talenti a disposizione.
Beh, è presto detto.
Se voi aiuterete me contro Alpha, io aiuterò voi a schiacciare i vostri nemici."
L'uomo di ghiaccio silenziosamente si avvicinò ad Omega, lasciando sul pavimento una striscia di ghiaccio.
"Cosa intendi per...nemici?" la sua voce sembrava essere composta da freddo puro, tanto da far rabbrividire quasi tutti i presenti nella stanza. 
Tutti tranne Omega, che invece si limitò ad alzare le sopracciglia e a sorridere.
"La parola Jon Snow ti dice niente, Estraneo?" Il sorriso di Omega divenne sempre più ampio e deforme, mentre iniziava a scandire nomi su nomi:
"Katniss Everdeen e Gale Hawthorne" il Presidente Snow alzò gli occhi, improvvisamente interessato "Percy Jackson e Talia Grace" Crono sputò per terra "Clarissa Fray e Jace Herondale" l'espressione di Valentine divenne subito imperturbabile "Christina e Tobias Eaton" gli occhi di Jeanine ebbero un guizzo "Merlino e Gwen" Morgana iniziò a ghignare...
"Hermione Granger ed Harry Potter." Parlava in modo teatrale, misurando attentamente i gesti e muovendosi con incredibile eleganza.
"Sono tutti qui, in questo mondo, portati da Alfa, e potrete far di loro quello che volete. Ucciderli, torturarli, usarli in qualsiasi modo.
Questo se accetterete la mia proposta, ovviamente." Concluse serafico.
Lord Voldemort fu il primo ad avanzare verso Omega, e gli porse la mano.
"Se aiutarti mi darà la possibilità di stanare ed uccidere il piccolo sfregiato e la mezzosangue, sono pronto a farlo. Sono a tua disposizione, Omega."
Quest'ultimo sorrise e sporse la mano, ma non strinse quella di Voldemort.
La mano andò a posarsi con violenza sulla sua fronte, e il mago sentì un dolore breve quanto intenso.          
Qualche secondo dopo, una volta passata la fitta, il Signore Oscuro aveva sulla fronte un marchio, una omega greca color sangue identica a quella che aveva il ragazzo.
"Ora il nostro patto è sigillato, Tom Orvoloson Riddle.                                                                                                                                
Questo mi lega a te indissolubilmente, così come mi legherà a tutti voi. Sai, ho preso spunto dal tuo Marchio Nero, non trovi che sia una bella idea?"
Tutti scelsero di farsi marchiare.
Non per ambizione, nè per lealtà.
Loro, tutti loro, volevano solo vendicarsi di chi gli aveva portato via tutto.
L'immortalità, il potere, gli ideali, il comando, lo scopo della loro vita.
Non desideravano nient'altro, ormai.
Solo trovare le persone che li avevano rovinati, e portarle con loro nella tomba.


NOTE DELL'AUTORE:
Allora, prima di tutto perdonatemi per la mia completa assenza da EFP per più di un anno, ma il computer ha cancellato tutti i capitoli che avevo pronti del GoT Show e della mia long appena iniziata, e avevo perso praticamente la voglia di fare tutto.
Ad ogni modo, eccomi tornato con questa fanfiction interattiva!
Se vi va di partecipare, questa è la scheda di compilazione dei personaggi.
Ne potete scegliere due a testa, un maschio e una femmina, chi vuole partecipare recensisca la storia e mi mandi via MP il suo personaggio.
Per necessità della storia, sono tutti Dannati, ossia persone normali insoddisfatte della loro vita e che hanno venduto sè stessi a Omega, andando a servire i vari antagonisti, ma può darsi che qualcuno dei personaggi da voi scelti cambi bandiera, ad un certo punto.

Nome:
Secondo Nome:
Cognome:
Data di Nascita (siamo nel diciotto settembre 2015):
Categoria (Mago, Pacificatore, Semidio ecc):
 Prestavolto:
Carattere:
Orientamento sessuale:
Parenti (ruolo secondario):
Background:
Altro (informazioni aggiuntive sul fandom,
ad esempio se è un mago dite la casa, se è un Semidio il genitore divino, ecc): 
 
CATEGORIE:
Servitori di Voldemort e Morgana: 30 maghi (5 disponibili)
Servitori di Snow e Jeanine: 100 soldati (10 disponibili).
Servitori di Crono e Valentine: 50 tra semidei e shadowhunters (5 disponibili).
Servitori del Re della Notte: 12 Estranei (nessuno disponibile).

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Capitolo 2
*** Visite Inaspettate ***


(NdA: innanzitutto grazie del supporto che mi state dando tutti :D
Ho applicato un metodo che mi piaceva molto per cercare di fare -sia io stesso che voi- conoscenza con i personaggi, che fidatevi, ho studiato molto a fondo in questi giorni.
Ho scelto di di inserire una canzone che mi sembra adatta ad ognuno di loro, spiegandone i motivi.
Se non vi piace la scelta ditemelo subito, non mi offendo mica '^^
I dati degli OC scelti sono sotto questa piccola introduzione.
Mi sono arrivati una sola erudita e due pacificatori, diciamo che quei poveretti non ve li siete calcolati XD.
Comunque chiedo scusa agli OC che non ho potuto scegliere, ma ho dovuto fare una selezione specialmente con i maghi ed i semidei, scegliendo quelli che mi piacevano di più o che mi sembravano più adatti.
I principali sono questi, magari gli altri avranno un ruolo secondario.)
***


 
Hogwarts, 7 Maggio 1998.
23:53.
 
 
Hermione ed Harry sapevano quanto fosse razionalmente impossibile, persino pericoloso, evocare con la Pietra della Resurrezione il mago che solo pochi giorni prima avevano affrontato e ucciso nella Battaglia di Hogwarts, ma non potevano ignorare gli strani avvenimenti che li preoccupavano fin da quella mattina, quando entrambi si erano svegliati facendo lo stesso sogno:
una ragazza pallida, dagli occhi color zaffiro e dai capelli coperti da un cappuccio bianco che sussurrava di trovare la Pietra entro Mezzanotte, per poi farsi trovare al centro della Foresta.
Pensavano fosse il trucco di un qualche mago oscuro, ma persino il ritratto di Albus Silente aveva consigliato ad Hermione di andarci, non volendo però spiegare il motivo per cui lo riteneva opportuno e, soprattutto, supplicandoli di non dire nulla a Ron.
Così Harry dopo aver ricevuto la notizia si era partito da Grimmauld Place ed era arrivato ad Hogwarts nel tardo pomeriggio, venendo accolto con grande affetto da tutti gli studenti e gli insegnanti.
D'altronde non erano passati che cinque giorni da quando aveva salvato la vita di tutti loro dando il benservito al mago oscuro più potente di tutti i tempi.
Erano ore che cercavano la Pietra nella Foresta Proibita, non trovandone alcuna traccia.
"Ma dico io, Harry" stava protestando Hermione seccata "si può sapere il motivo per cui non ti sei messo la Pietra in tasca come avrebbe fatto una qualsiasi persona normale? Per Merlino, è un dono della morte e tu te lo lasci sfuggire così?"
"Herm, ti ricordo che pensavo che sarei morto. A che mi sarebbe servita una volta raggiunto l'altro mondo?" Rispose ragionevolmente questi, alzando gli occhi al cielo esasperato.
Hermione sbuffò, contrariata dal fatto che l'amico avesse ragione.
Trovarono la Pietra solo scavando nel punto in cui Harry l'aveva lasciata cadere.
Evidentemente era stata spinta sottoterra involontariamente dallo zoccolo di un centauro, data la scarsa profondita a cui si trovava.
Hermione guardò con ansia Harry, mentre girava nella mano la Pietra, mormorandò il nome di colui del quale voleva evocare lo spirito.
Al terzo giro, ed al terzo Tom Riddle sussurrato a fior di labbra, Hermione si aspettava di veder comparire colui che per anni aveva reso la loro vita impossibile.
Ma i due maghi non videro altro che gli alberi, e non sentirono che il vento.
Intravidero una figura sbucare dal buio, lentamente e senza rumore alcuno.
Era una ragazza di poco più giovane di loro, dalla carnagione pallida e dotata di grandi occhi color zaffiro, con addosso una lunga tunica bianca.
La stessa ragazza del sogno.
"Tu...tu sei la ragazza del sogno." Esalò Hermione debolmente, mentre Harry si limitava a guardare stupefatto la figura, che non dava alcun segno di averli sentiti.
"Mi chiamo Alpha, e sento il dovere di dirvi una cosa" iniziò, la voce soave come nel sogno "Voldemort non è apparso come spirito perché non lo è, non ancora. Omega, una mia...vecchia conoscenza, diciamo, ha salvato la sua anima e lo ha portato in un'altra dimensione insieme a numerosi altri individui pericolosi."
I due erano stupefatti.
Quel bastardo di Riddle era riuscito a sopravvivere un'altra volta.
Non potevano crederci.
Non volevano crederci.
"Lui...lui è morto. L'ho visto morire, lo ha colpito un'Anatema che Uccide, per Merlino!"
Balbettò Hermione confusa.
"Non è vero" ringhiò invece Harry mentre tirava fuori la bacchetta, stupendo entrambe "qualsiasi cosa tu sia, lascia in pace me ed Hermione o dovrò ricorrere alle maniere forti.            
Ci siamo guadagnati la nostra pace, abbiamo perso amici e parenti per la nostra -per la mia- mania di fare l'eroe. Ora basta! Voldemort è morto e sepolto, e non è possibile che sia risorto di nuovo. Lasciaci stare."
Alpha non sembrava impressionata né intimorita dalla minaccia di Harry, ma piuttosto lo guardava con un'espressione simile a compassione.
"Non volevo farlo, ma mi vedo costretta." Sospirò, scuotendo tristemente il capo e alzando una mano.
Due secondi dopo, Harry ed Hermione erano spariti.
Si sarebbero risvegliati 12 ore dopo, insieme a persone che non conoscevano ed in una dimensione a loro ignota.
"Ho dovuto farlo, c'è bisogno di più persone possibili per contrastare Omega." Sì ripetè, mentre girava su sè stessa, diretta verso altre dimensioni.
Avanti il prossimo.
*
6 Settembre 2010,
19:30.
Manhattan, New York.
 
Percy non riusciva a credere che dopo il casino che era successo con Gea pochi mesi prima fosse finalmente tornato tutto normale.
E per normale si intende davvero normale. 
Nessun mostro aveva incrociato il suo cammino, in più di un mese dalla sconfitta di Gea, né aveva avuto alcun tipo di visite, messaggi o notizie dall'Olimpo.
Un tempo lo avrebbe trovato noioso, ma in quel momento non poteva che essere incredibilmente felice di questa tranquillità.
Si sistemò distrattamente la camicia allo specchio, pettinandosi con l'altra mano i capelli.
Annabeth quella sera lo aspettava a cena nel ristorante più costoso di Manhattan, e lui non sarebbe mancato per nulla al mondo.
Paul, il suo patrigno, tornando da lavoro sarebbe passato a prendere prima Annabeth e poi lui, per poi portarli al posto in cui avrebbero gustato quella cenetta romantica.
Certo, era costato a Paul e a sua madre, al momento impegnata come cassiera di un supermercato, due settimane di risparmi e sacrifici, e Percy aveva dovuto trovarsi un lavoro part-time, ma aveva intenzione di pagare lui la cena.
Era il minimo, visto quante volte quella ragazza l'aveva salvato, sia fisicamente che emotivamente.
Il campanello suonò tre volte.
"Che strano" mormorò iridacchiando tra sè il semidio "Paul in anticipo di venti minuti? Mai successa una cosa simile..."
Ma quando aprì la porta, scoprì che non era stato il suo patrigno ad aver suonato.
Ad attenderlo fuori era invece Talia Grace, figlia di Zeus, affannata come se avesse corso per dieci chilometri di fila ed inzuppata dalla pioggia.
"P...Percy..." Esalò esausta "C'è...mi stava..."
"Talia, intanto calmati. Entra." Affermò Percy deciso.
Dopo aver fatto sistemare l'amica sul divano, le chiese di raccontarle perché aveva l'aspetto di chi aveva corso una maratona durante il diluvio universale.
"Meno male che abiti qui vicino" sbuffò sollevata la ragazza "sono stata inseguita da una... una ragazza strana, che blaterava nella mia mente a proposito di dimensioni e del fatto che Crono è ancora vivo, sempre nel corpo di Luke."
Percy assunse un colorito abbastanza palldo.
"Ehm, ok...Talia, è abbastanza urgente. Per caso questa persona indossava una tunica bianca e aveva l'aspetto di una sorta di dea mascherata?"
Talia sembrava abbastanza perplessa.
"Beh, sì, come lo sai?"
"Bene... sempre casualmente, aveva gli occhi azzurro fosforescente?"
"Ehm, sì..."
"E che mi dici della carnagione? Pallida, vero?"
"Percy, ti sembra il momento di giocare ad Indovina Chi? Per caso la conosci?" 
"...Beh, non fino ad ora. Ma in questo momento è dietro di te."
Talia non ebbe neanche il tempo di girarsi e vederla, prima che Alpha con un gesto secco li facesse prima svenire e poi scomparire da quella dimensione.
*
 
Distretti 12 e 2,
Ore 16:30.
 
Esattamente sessantotto giorni dopo la morte del Presidente Snow e della Coin, Katniss e Gale erano in posti molto lontani l'uno dall'altra, e facevano cose diverse, ma entrambi avevano una cosa in comune in quell'esatto momento.
E no, non erano nè l'innato senso di sopravvivenza nè la vena ribelle che scorreva in entrambi, come nemmeno l'abilità nella caccia, ma qualcosa di più concreto.
Concreto come un'adolescente -la stessa per entrambi-  in tunica bianca e dagli occhi azzurri che salmodiava in una lingua sconosciuta con un sorriso tranquillo sulle labbra.
Katniss prese le frecce, Gale la balestra.
Entrambi fecero la stessa cosa, quello che gli era sempre stato insegnato.
Prima colpire, poi chiedere.
Il dardo e la freccia si disintegrarono prima di toccare la ragazza, la quale alzò gli occhi al cielo esasperata.
"Potrei almeno spiegare perché..." Iniziò, ma nulla da fare.
I due adolescenti, cocciuti allo stesso modo, a chilometri di distanza fecero la stessa cosa.
Caricare il secondo colpo.
"Detesto quando sono così frettolosi!" Esclamò Alpha seccata, mentre ripeteva lo stesso procedimento che aveva fatto con gli altri, facendo sparire i due ribelli del Distretto 12 istantaneamente.
*
New York, 
24 Maggio 2008.
21:05.
 
Jace e Clary avevano finalmente ritagliato per loro uno spazio di intimità.
Certo, mangiare in un fast food affollatissimo di Sabato sera, venendo serviti ad un tavolo sporchissimo da un impiegato il cui odore ricordava quello del cadavere di un Fratello Silente non era proprio il massimo, ma alla fine bisognava accontentarsi.
"Non ce la faccio più, davvero, ora che Sebastian è stato ucciso da quasi sei mesi dovrebbero moderare l'addestramento, c'è davvero poco da temere ormai..." Si stava lamentando Clary, mentre Jace rideva di gusto.
"Cosa c'è, Clary, pensi di non poter reggere qualche oretta di allenamento al giorno? Guarda che il segreto della bellezza sta tutto nell'allenamento: guarda me!"
"Sei sempre il solito, Herondale." Mormorò distrattamente Clary alzando gli occhi e sistemandosi la chioma rossa.
Una ragazza dall'abbigliamento singolare si avvicinò al loro tavolo, chiedendo se ci fosse posto per lei.
Per evitare di essere scortese, Clary fece spazio, facendola sedere.
"Salve, il mio nome è Alpha. Voi siete Clarissa Morgenstern e Jace Lightwood Herondale, dico bene?" Domandò tutto d'un tratto, spalancando gli occhi di un azzurro sovrannaturale.
Jace mise subito una mano al pugnale che portava a tracolla.
Alpha alzò gli occhi al cielo.
"Abbiamo capito..." 
Uno schiocco di dita e anche Jace e Clary erano spariti.
*
Ex Fazione degli Intrepidi,
23:00.
Dopo più di un anno dalla morte di Tris, Tobias Eaton aveva appena baciato Christina.
Era successo d'istinto, senza alcuna pianificazione, mentre si stavano allenando.
Per molto tempo non avevano fatto altro che cercare di farsi forza a vicenda, ed in quel momento erano pronti, decisi a vivere insieme, come erano sicuri che anche Tris e Will avrebbero voluto.
Christina lo stava guardando stupefatta, le lacrime che le inumidivano le palpebre ed un sorriso timido che iniziava a farle capolino dal volto, come a chiedere 'Possiamo?'
Tobias fece un breve cenno del capo.
Sì, possiamo.
Sentirono due colpi di tosse.
Non riuscendo ad identificare la fonte del rumore si voltarono di scatto, trovandosi la nostra Alpha di fronte.
"Tobias, Christina, spero vogliate scusarmi. Il mio nome è Alpha, e mi dispiace disturbarvi in questo momento...ehm, abbastanza privato, suppongo, ma ho delle notizie da darvi."
Vedendo che entrambi i ragazzi non reagivano in modo violento, ma anzi avevano assunto un'aria interrogativa, Alpha tirò un sospiro di sollievo.
Meno male.
"Si tratta di Jeanine Matthews. So che potrà sembrarvi assurdo, magari ridicolo, ma una potente entità l'ha riportata in vita in un'altra dimensione insieme a molti altri tizi...problematici, se vogliamo minimizzare.
Ho bisogno del vostro contributo alla battaglia."
Tobias rimase abbastanza perplesso, mentre Christina, da brava ex Candida, non potè restare in silenzio.
"Io non ti credo. Penso solo che tu sia una ragazzina con un pessimo senso dell'umorismo. Il mio primo ragazzo è morto per ordine di Jeanine, e non dovresti scherzare su queste cose." Sibilò, tremante di rabbia.
L'espressione di Alpha si fece compassionevole.
"Credimi, Christina, so tutto di come è morto Will, e anche la storia di Tobias, e sono felice che vi siate ripresi, almeno in parte. Se vi darò la prova che non sono solo una stupida ragazzina, voi prometterete di aiutarmi?"
Tobias fu il primo ad annuire, mentre Christina ci mise un po' di più, ma alla fine accettò anche lei.
"Bada bene, tu continui a non piacermi." Si premurò di aggiungere.
Alpha allora iniziò a salmodiare nella sua lingua natale, l'Alystar, e lentamente decine di piccoli fuochi azzurrini iniziarono a girarle attorno, per poi creare la scritta 'Intrepidi' sul tetto e infine disperdersi nel nulla sotto gli occhi attoniti della coppia e lo sguardo soddisfatto di Alpha, decisamente compiaciuta dall'effetto che aveva creato.
"Allora" chiese guardandoli negli occhi "mi aiuterete?"
L'ultima cosa che vide di Tobias e Christina prima di trasportarli fuori dalla loro dimensione fu la luce ardente che brillava nei loro occhi.
Erano decisi, determinati e, specialmente, volevano avere il piacere di vendicarsi di Jeanine personalmente.
 
   La Barriera,
300 A.C
Notte fonda.
 
Jon sentiva ancora il rumore delle pugnalate che gli erano state inflitte dai suoi confratelli, e non desiderava altro che morire, tanto era il dolore che provava a causa delle ferite.
"Spettro" sussurrò, sentendo che qualcosa di vivo gli aveva sfiorato la spalla.
"Non sono il tuo metalupo, Jon Snow, ma posso comunque aiutarti. Il mio nome è Alpha, e ora sei al sicuro." La voce era vellutata, piena di un affetto materno che Jon non aveva mai conosciuto in vita sua.
In un attimo, le ferite mortali del bastardo di Grande Inverno sparirono, e il ragazzo sentì uno strano calore pervadergli il petto, facendolo sentire riscaldato nonostante la temperatura gelida.
"Io sono Alpha" si presentò la fanciulla che l'aveva salvato "e voglio un favore da te."
Jon non fece nemmeno una piega, e chinò il capo.
"Ve lo devo, mia signora."
"Saresti disposto a combattere di nuovo gli Estranei, e a salvare tutto ciò che esiste?"
Jon non riusciva a comprendere bene cosa dicesse Alpha.
Cosa intendeva con 'tutto ciò che esiste'?
Ma, d'altronde, la donna gli aveva appena salvato la vita, e Jon era un uomo d'onore.
Le sarebbe stato debitore per tutta la vita.
"Mille volte, milady."
"Chiamami semplicemente Alpha, Jon, non sono affatto una lady." sorrise la ragazza, mentre anche Jon spariva.
 
 
Camelot,
tramonto.
 
Nonostante fossero passati due mesi dalla morte di Artù e dalla conseguente incoronazione a regina di sua moglie Gwen, Merlino non aveva smesso di lavare i vestiti del defunto principe neanche per un giorno, nella flebile speranza che varcasse la soglia della sua camera vivo e vegeto come un tempo.
Molte persone erano passate a fargli visita nel suo periodo di isolamento.
Gaius, Leon, Percival, persino sua madre, tutti molto preoccupati per questa sua enorme disperazione.
Quel giorno venne a trovarlo la regina vedova, Gwen, sua vecchia amica, che in tutto quel tempo era stata la sua più assidua visitatrice.
Il suo volto però era diverso da come era stato nei mesi precedenti.
Quel giorno, infatti, Gwen era radiosa.
"Ti vedo meglio, Gwen. Che succede?" Chiese, per la prima volta dopo mesi con una minima traccia di entusiasmo.
"Hai presente i...sospetti di cui ti avevo parlato?" Domandò Gwen eccitata "Ecco, Gaius ha controllato, e...AVEVO RAGIONE! sono incinta, Merlino, Artù vive in questa piccola creatura. Vorrei che fossi per il piccolo Elyan Arthur Pendragon quello che Gaius è stato per te" Sussurrò commossa, toccandosi il ventre.
Merlino, per la prima volta dopo la morte di Artù, non pianse di dolore e amarezza, ma di gioia.
Aveva finalmente uno scopo nella vita.
Avrebbe insegnato a Elyan ad essere un re giusto e generoso al tempo stesso, e non avrebbe mai permesso che vivesse ciò che lui e i suoi genitori avevano vissuto.
Con la coda dell'occhio notò una figura bianca sfocata materializzarsi proprio dietro di lui, vide Gwen perdere i sensi e sentì anche sè stesso svenire, mentre vorticava ad una velocità inimmaginabile verso l'ignoto.
 
 
SCHEDE OC DEI MAGHI:
 
1) Gregory Marcus Storm, di AbbyGrace:
Data di Nascita: 15 Maggio 1998.
Casa: Serpeverde.
Prestavolto: http://data.whicdn.com/images/34163953/large.gif
Background:
nato e cresciuto a Londra nel maniero della sua famiglia, ha imparato sin da piccolo ad odiare i mezzosangue e i nati babbani. I suoi genitori lo hanno sempre fatto vivere nel lusso per questo veste sempre elegante, di solito con completi in giacca e cravatta abbastanza stravaganti. Non ha vissuto una era e propria infanzia poiché non ha mai potuto comportarsi da bambino, infatti ha sempre avuto un comportamento rispettoso e rispettabile. Ha paura dei genitori, soprattutto del padre, poiché da piccolo lo picchiava e lo chiudeva in una stanza buia e piccola, da questo deriva la sua claustrofobia. Non si è mai aperto con le persone infatti nessuno lo conosce veramente. Di nascosto da tutti adora cantare, suonare la chitarra e scrivere canzoni. Certe volte sa essere davvero cattivo, infatti adottando questo atteggiamento molto superficiale e perfido appena è arrivato ad Hogwarts lo hanno allontanato quasi tutti. L'unica persona a cui vuole veramente bene è la zia materna. Poiché è stata lei ad insegnargli a suonare quando veniva mandato a casa sua durante le vacanze estive. Costei a differenza della sorella era una donna buona è gentile, non ha avuto bambini ma sin dalla nascita di Greg gli ha voluto bene come un figlio, molto più dei suoi genitori. Alla sua morte Gregory si è sentito solo e perso, ciò lo ha fatto chiudere ancora di più in sé stesso.
Canzone: Demons di Imagine Dragons, perché in un certo senso Gregory da l'idea di qualcuno che allontana gli altri dal vero sè, cercando di proteggere anche loro.
*
2) Joseph Ashen, di alaskinblack:
Data di Nascita: 8 Agosto 1998.
Casa: Grifondoro.
Prestavolto: https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQnf1S1r3eorv7aVrXn3qn-9m0t38lRTcg5vZLfhDjDbgQHZCsD
Background: Ha sempre vissuto in uno dei quartieri peggiori di Bristol, da quando sua madre, una strega brillante, è morta non solo non ha più una persona in cui ritrovarsi ma non ha nemmeno dei soldi per mantenere il padre babbano ormai vecchio, per questo motivo si è venduto a Voldemort, sperando di ottenere qualcosa in cambio e avere una vita migliore.
Canzone: Take It Out on Me dei Thousand Foot Krutch, che spiega la sua costante consapevolezza di essere dalla parte dei cattivi nonostante la sua indole, ed il suo bisogno di sfogare la sua rabbia per questo.
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3) Vega Blue, di Ondine_and_Aires:
Data di Nascita: 9 Giugno 1996.
Casa: Corvonero.
Prestavolto: http://www.polyvore.com/cgi/img-thing?.out=jpg&size=l&tid=47443787
Background:
Vega Blue aveva solo nove anni quando a sua sorella Alhena arrivò la lettera per Hogwarts e, due anni dopo, successe anche a lei. Essendo figlia di babbani tutto quel mondo la meravigliava e, con il tempo, imparò ad amare la magia. Per i suoi tredici anni, durante un pomeriggio di luglio, la famiglia Blue partì per una vacanza in una casa sul lago, in Gran Bretagna. Nessuno avrebbe mai immaginato che quella settimana avrebbe segnato indelebilmente l’anima della piccola Vega. Un giorno prima del ritorno a casa, infatti, dal lago uscì un bellissimo stallone fatto di acqua pura, dalla criniera fatta di alghe. Era di una bellezza purissima e nitriva in continuazione, avvicinandosi timidamente alla famiglia. Se solo fossero stati maghi avrebbero saputo che quello era un pelkie, e che sarebbero dovuti scappare nello stesso istante in cui l’animale si trascinò sulla spiaggia. Vega era sempre stata intimidita dalle creature magiche e, per quel motivo, preferì non avvicinarsi all’animale. Questo, però, in uno scatto di velocità, mentre la famiglia lo accarezzava amorevolmente, afferrò con forza le braccia di Mr. e Mrs. Blue e della giovane Alhena. In meno di pochi secondi li trascinava con forza nel cuore del lago. Vega, inorridita, lanciò tutte le maledizioni che ricordava verso la creatura e si gettò nel lago, con la speranza di poter salvare i suoi cari. Lo stallone, però, era scomparso in un gorgoglio di bollicine. Qualche minuto dopo risalirono a galla le viscere della sua famiglia e la bambina, incapace di muoversi, restò nell’acqua finché, in un altro turbinio di schizzi, non riapparve la creatura. A quel punto si lanciò in una disperata corsa verso la riva, tutto inutile. Le alghe si attorcigliarono in poco tempo attorno alla caviglia e, seppur mancasse meno di un metro alla spiaggia, Vega si abbandonò alla presa del pelkie. Poi buio totale, di quel momento ricordò nella sua vita solo un ringhiò confuso e un ruggito potente.
Si risvegliò qualche ora dopo sulle sponde del lago, sola e fradicia. Accanto a lei, però, c’era un drago, un Drago Nero delle Ebridi, piccolo per la sua statura. Doveva avere solo una centinaia d’anni. Era di un bel nero lucente e aveva occhi grandi e viola, che la scrutavano curiosi. Per qualche istante Vega sperò che la bruciasse, ma non accadde nulla. Il drago, al contrario, restava lì a guardarla e ogni tanto guaiva rumorosamente. La ragazzina ebbe solo il tempo di prendere la sua bacchetta di noce, prima di accorgersi che l’animale era ferito. E fu proprio in quei momenti, mentre la magia di Vega curava la belva, che si creò il forte legame che, d’allora, avrebbe salvato entrambi.
Silas –perché così aveva deciso di chiamarlo- divenne la casa di Vega, per sempre. La strega non tornò mai più a Hogwarts per finire i suoi studi e vagabondò per tutta la Gran Bretagna con il suo amico. Presto scoprì di poter comunicare con lui e, probabilmente, era stato proprio quello a farli incontrare.
Per molto tempo la situazione rimase stabile, ma le prime segnalazioni di draghi non furono che un allarme. In un anno i cacciatori di draghi furono sulle sue tracce. 
Fu proprio l’amore per Silas che, nel 2015, la spinse ad accettare l’assurda proposta di Omega.
Canzone: Dragon Rider, dei Two Steps From Hell. Non ha lyrics, è un pezzo solo strumentale, ma è semplicemente una soundtrack perfetta per Vega.
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4) Isadora Lysandra Yaxley, di So I Could Be Lovely.
Data di Nascita: 24 Ottobre 1999.
Casa: Serpeverde.
Prestavolto: http://i68.tinypic.com/23kckg1.png 
Background: Isadora è nata in Inghilterra, poco più di un anno dal termine della seconda guerra magica; suo padre è stato arrestato prima della sua nascita ed è stata cresciuta da sua madre: ella non si è risposata e, sostenitrice delle idee di Voldemort, ha cresciuto anche sua figlia come una purista; le due hanno in genere avuto sempre un bel rapporto, se non qualche controversia. Dalle storie di sua madre sulla guerra è nato in lei un odio per i nemici di Voldemort, che hanno mandato in frantumi la “nobile idea” del mago e spedito suo padre in prigione. Da piccola ha passato tutto il suo tempo a sognare il momento in cui sarebbe andata ad Hogwarts per imparare le magie più stupefacenti. Ad undici anni ha acquistato la sua bacchetta, prugnolo e corde di cuore di drago, 11 ¾ pollici, dura. Ad Hogwarts venne smistata a Serpeverde: il suo carattere le ha permesso di entrare in buoni rapporti con vari studenti, ad ogni modo solo quelli Purosangue. Al suo terzo anno ha scelto Cura delle Creature Magiche e Antiche Rune ed è diventata cacciatrice per la squadra di Quidditch; nello stesso anno è stato deciso che, al termine dei suoi studi, avrebbe sposato Hector Flint, un mago Purosangue cinque anni più grande di lei: la faccenda ha incrinato il rapporto con sua madre, che ora Isadora non ammira più come quando era piccola e l’ha portata a cercare un po’ di libertà fino al giorno del matrimonio. Il passaggio dalla parte di Voldemort è stato dettato da molteplici motivi: un po’ per la condivisione di idee, un po’ per la sua eccessiva impulsività e voglia di provare qualcosa di nuovo e diverso, un po’ l’idea di poter liberare suo padre da Azkaban: ad ogni modo, come qualche altro studente, è diventata una spia di Voldemort all’interno della scuola e sua servitrice.
Canzone: Stronger, di Kelly Clarkson, perché è una ragazza combattiva, e "ciò che non ti uccide ti rende più forte" è praticamente uno stile di vita per lei.
*
5) Victor Xavier Foster, di inazumiana01
Data di Nascita : 14 luglio 1998
Casa: Tassorosso.
Prestavolto: http://images6.fanpop.com/image/photos/32200000/william-william-moseley-32262303-301-400.jpg
Background: Victor per tutta la sua vita è stato il tipico Tassorosso: protettivo, generoso, impulsivo e altruista.
Per molto tempo ha vissuto in Giappone, poi all'età di 13 anni si è trasferito a Bristol. Vive in una famiglia benestante composta da lui, i suoi genitori e sua sorella.
Ha un ottimo rapporto con i genitori nonostante li veda poco.
Si è unito a Omega perché gli doveva un debito vitale.
Egli infatti aveva saldato in maniera ignota tutti i debiti che suo padre si era fatto senza dirglielo, ed in cambio non voleva nient'altro che lui.*
Canzone: Shut up and dance, perché mi da l'impressione della persona che proverà per tutto il tempo a portare un po' di allegria in quel mortorio pieno di ombrosi adolescenti complessati, e una canzone allegra come questa mi da proprio l'idea che mi sono fatto di Victor.
 
SCHEDE OC DEI SEMIDEI:
Rigel Wilson, di Princess_Moon
Data di Nascita: 7 dicembre 1994.
Genitore Divino: Ade.
Prestavolto: http://images6.fanpop.com/image/photos/33600000/Ian-Somerhalder-the-vampire-diaries-tv-show-33616637-500-281.gif
Background:
Rigel Wilson, ragazzo cupo e violento, amava così tanto la morte che per un po’ di tempo ha perfino lavorato come sicario. A volte ha degli scatti d’ira che lo rendono violento e, per questo, non è visto di buon occhio da nessuno. Un tempo sfogava la rabbia con la musica e ascoltava heavy-metal per sentirsi libero. Poi è arrivato il sangue. E la morte è diventata la sua compagna di giochi. Più volte gli è stato detto che avrebbe bisogno di quell’amore che la famiglia non è riuscita a dargli, ma a lui non interessa l’amore, anche se riconosce di bramarlo anche più del sangue. Non gli piacciono tutti gli intrighi politici e le vendette, perché sono distanti anni luce dal suo mondo rosso sangue. A lui interessa soltanto uccidere. Perché, dopo anni di solitudine e rabbia verso il Destino, è diventato una bestia, che segue ossessivamente le tracce delle sue prede prima di sferrare l’attacco finale. 
Vive per uccidere. Uccide per sentirsi vivo. La cosa è spaventosamente semplice.
Mettersi al servizio di Omega, quando gli è stato proposto tutto ciò, è sembrato ovvio. Quella gente voleva vendetta, voleva battaglie e scontri sanguinosi. 
E quale posto è migliore per una bestia, se non un campo di battaglia?
Canzone: Had Enough, di Breaking Benjamin, che da proprio l'essenza della sua rabbia nei confronti praticamente di tutto.
*
Elizabeth Sophia Whitewood, di  Hogwarts_Expres.
Data di Nascita: 21 dicembre 1998.
Genitore divino: Eos, la dea dell'aurora.
Prestavolto: http://coolspotters.com/files/photos/1027906/holland-roden-profile.jpg
Background: Viveva con suo padre in una casetta di montagna in germania. All'età di 9 anni si sono trasferiti in america dopo che il padre le raccontò che era una mezzosangue.Suo padre si ammalò di cancro tre anni fa e Sophia da allora ha iniziato a richiudersi in se stessa. Proprio per questo si è unita al lato oscuro. Pensa che se vinceranno la guerra le daranno una ricompensa e lei chiederà una cura per suo padre. Inoltre sa che il bene non può vincere sempre e quindi si allea con chi vince.
Canzone: Hurricane, dei Thirty Seconds To Mars. 
"Tell me whould you kill, 
to save a life?" 
Elizabeth non rimpiange la sua scelta di essere passata al lato oscuro, perché sa che lo sta facendo per il bene di suo padre.
*
Kendall Myers, di Oceano2_0.
Data di Nascita: 24 dicembre 1996.
Genitore divino: Roma, la dea che personifica lo stato romano.
Background: E’ nata il giorno del compleanno di suo padre alle 23:59. E’ stata espulsa da 4 scuole nell’arco di tutta la sua vita, quasi sempre per “strani eventi aventi a che fare con esplosioni di tubature”. Le sue materie preferite sono Matematica ed Epica. Nessun mostro l’aveva mai importunata ed è stata portata al Campo al limite del tempo, mancavano 2 giorni al suo tredicesimo compleanno. Non ha mai amato particolarmente il Campo, certo, è un gran figata, ma lo vive più come un modo per tenere il mondo al sicuro dai semidei, che i semidei dai mostri; quando è arrivata voleva andarsene, diceva di non avere niente a che fare con quella gente, quegli strambi ragazzini che giocavano a fare gli eroi, voleva solo tornare a casa e tentare di essere promossa. Peccato che una volta uscita dai confini con un diavolo per capello sia stata attaccata da un segugio infernale e che si sia salvata per miracolo, diciamo che quella volta è stata costretta a rivalutare le sue priorità. Alla fine si è pure trovata bene là, le manca la coca cola, ma tutto sommato è solo un campo estivo in cui farsi nuovi amici, anche se ancora oggi trova ogni stratagemma possibile per evitare Caccia alla bandiera. La sua ambrosia ha il sapore di caramello, di cui c’è sempre la scorta a casa data la fissa della cuoca di cucinare ogni cibo immaginabile con esso. Non ha mai mostrato molto rispetto per gli dei e questo non l’ha certo resa popolare tra gli Olimpi, ma nessuno l’ha ancora incenerita, quindi va avanti per la sua strada. Solo che non si è mai veramente sentita parte di quel mondo, sono tutti troppo convinti di essere il “bene”, di essere indispensabili, che non ci sia un’altra scelta…e lei non voleva neanche essere una semidea, preferiva di gran lunga la versione di essere stata l’errore di una notte.
Canzone: "I will not bow", di Breaking Benjamin. Kendall non si è mai inginocchiata a nessuno, nemmeno agli dei, e non ha granché intenzione di fare la soldatina obbediente di Omega. Per lei è più un datore di lavoro che un vero padrone.
Jade Allison Collins, di AbbyGrace.
Genitore divino: Zeus.
Data di Nascita: 25 gennaio 1999.
Prestavolto: http://wallpapersdesk.net/wp-content/uploads/2015/03/3880_kaya_scodelario.jpg
Background: nata e cresciuta a Seattle, Jade si trasferisce a New York a causa del lavoro della madre che era giornalista. Anche se la madre era poco presente lei l'adorava perché tutto ciò che faceva lo faceva per la figlia. Una notte un fulmine colpì la sua casa folgorando la madre, da quel momento Jade odia suo padre e tutti gli Dei non sapendo però che Zeus era stato costretto a farlo da Era che non sopportava l'ennesimo tradimento. Arrivata al campo cominciò ad isolarsi ed a comportarsi da ribelle non seguendo le regole. Fu questa sua ribellione nei confronti degli dei a portarla a schierarsi dalla parte di Omega quando le venne chiesta la sua partecipazione al conflitto.*
*
Jack Marcus Liat, di Suifusredeivermi.
Data di Nascita: 14 settembre 1997
Genitore divino: Ade
Prestavolto: http://vignette1.wikia.nocookie.net/codegeass/images/6/6a/LelouchviBritannia.jpg/revision/latest/scale-to-width-down/1000?cb=20120107132514
Background: Jack è figio di Eloise Liat e di un'uomo elegante in completo scuro che l'allora giovane avvocatessa frequentò per un certo tempo. Purtroppo, l'apparente felicità della coppia venne spezzata dalla morte della donna in seguito ad uno sbandamente sulla strada, dovuto ad un guidatore ubriaco. Questa disgrazia buttò Jack, nato da meno di un anno, nella più assoluta povertà, anche in seguito alla scomparsa del padre, che non si prese alcuna responsabilità sul nascituro. Il piccolo Jack venne affidato al fratello della donna, un'uomo arrogante che era sempre stato in cattivi rapporti con la sorella e che non vedeva di buon'occhio il figlio. Fatto sta che due anni dopo nacque la piccola Benedicht e che in poco tempo Jack sviluppò un carattere intorverso, visto che fu costretto a badare sempre alla cuginetta e a rimanere chiuso in casa se non per frequentare la scuola. Gli strani incidenti che gli capitavano continuamente (ad esempio, una volta venne trovato in stato confusionale a parlare con una persona... Che nessun'altro vedeva, visto che era morta solo pochi mesi prima. Aveva sette anni.) lo portarono ad essere ancora più escluso e introverso, sviluppando su un carattere già fragile una profonda rabbia di fondo. Sotanzialmente, divenne un timido agressivo. Divenne psichicamente fragile e iniziò ad avere attacchi in cui tremava e si sentiva male. A questo si aggiunse una sempre più salda costipazione emotiva. Avrebbe potuto fermare la questione prendendo in mano la sua vita e facendosi coraggio, ma non lo fece all'inizio, quando i problemi erano pochi e presto divennero troppi. Divenne un grande lettore per scappare dalla realtà, ma questo lo portò solo a desiderare di avere qualcosa di ottimo nella sua vita, che lo riscatasse come se quella fosse una favola a lieto fine, senza avere nulla, senza provare a far nulla. All'età di tredici anni, successe una tragedia che ruppe del tutto il suo animo facendolo sprofondare in una profonda depressione che non l'avrebbe mai lasciato per tutto. Venne stuprato da un gruppo di ragazzi, di cui la maggior parte più grande di qualche anno. Immediatamente messo sotto analisi, non guarì mai del tutto. Continuava inoltre a cambiare scuola, essendo dislessico e soffrendo di deficit dell'attenzione (cosa molto strana, vista la sua passione per la lettura, l'unica cosa su cui riusciva a concentrarsi abbasntaza da mettere a fuoco le lettere). Quando però venne scoperto da un satiro e portato al Campo Mezzosangue, la sua vita migliorò sensibilmente. Il suo tutore fu molto lieto di sbarazzarsi del ragazzo -Jack tornò solo per alcune visite alla cugina, scegliendo di rimanere tutto l'anno al Campus- e non si informò mai troppo cu dove andasse, contendo di aver trovato un'istituto che lo tenesse tutto l'anno. Durante la guerra contro Crono e per tutto il tempo al Campus, Jack non si distinse mai in nulla: in realtà era bravo e abbastanza forte, per quanto ovviamente avesse discipline in cui riusciva e discipline in cui andava male, ma fece sempre di tutto per evitare i riflettori. Non si schierò da nessuna parte nella guerra contro Crono -ennesimo episodio in cui avrebbe potuto prendere in mano la sua vita e non l'ha fatto- ma un giorno, durante gli ultimi giorni d guerra, ricevette la visita di un ragazzo pallido e vestito di bianco che diceva di chiamarsi Omega: questi gli promise che avrebbe potuto vendicarsi di chiunque e dare libero sfogo alla sua follia interiore e anzi lo spinse ancora di più in essa. Quando ebbe fatto di Jack uno strumento adatto ai suoi scopi, gli propose il patto. Jack accettò quindi di servire Omega e il Padrone che gli sarebe stato indicato. Facendolo avrebbe potuto avere ciò che voleva: Omega inoltre rivelò al ragazzo che era figlio di Ade. Furioso con suo padre per aver riconosciuto Nico Di Angelo ma non lui, Jack aveva un nuovo motivo -come se ce ne ne fosse bisogno- per accettare. Il giorno in cui Gea venne uccisa, quasi due anni dopo la morte di Crono, Omega fu tra i primi a saperlo: nell'istante in cui la signora della terra venne sconfitta Omega si presentò a Jack, portandolo con se e dicendogli che avrebbe servito Crono.
Canzone: Monster di Meg and Dia, perché parla di una persona costipata emotivamente che ha subito vari abusi.
*
SCHEDE OC DEGLI SHADOWHUNTERS:
Freya Williams, di Princess_Moon.
Data di Nascita: 5 Aprile 1998.
Prestavolto: http://digilander.libero.it/Avril.Lavigne.fans/gallery/004.jpg
Background: Freya è sempre stata una ragazza molto introversa è timida. Nella società di Idris non si è mai trovata bene e, contrariamente ai suoi parenti, era contraria alla persecuzione dei nascosti. Questo suo costante disagio e la sensazione opprimente di essere sbagliata temprano il suo carattere fino a farla diventare una bomba a orologeria. Trattiene l’ira fin quanto può, ma non riesce a fare a meno che esploda e, quando succede, si perde nello stridio della sua spada angelica. I genitori, notando dal principio il comportamento anomalo della figlia, la tennero sotto controllo, con l’effetto di farla intestardire ancora di più. Per questo, a quindici anni, scappa di casa e va nel mondo dei mondani, con la speranza di buttarsi alle spalle la sua identità, ma senza successo. La costante necessità di scappare dai demoni e di nascondersi dagli altri Shadowhunters la rende sempre nervosa e terribilmente attenta a ogni particolare. Non ha alcun contatto con altre persone da moltissimo tempo, per questo non sa come comportarsi con i suoi pari. Le è stato insegnato a portare il dovuto rispetto per i suoi superiori, ma non è capace di rapportarsi con gli altri. Si mostra sempre dura e orgogliosa, ma quando era a Idris era una ragazza molto sensibile e ha conservato una parte di quel che era.
Dopo aver passato due anni nel nulla più assoluto, a brancolare nel buio in cerca di luce ha finalmente trovato Omega e, cogliendo al volo l’occasione, ha deciso di accettare la sua proposta.
Attualmente il suo scopo di vita è trovarne uno, o meglio, scoprire la sua ragione di vita e la battaglia da combattere. È per questo motivo che ha deciso di seguire Omega, vuole mettersi al servizio di un signore del male o, comunque, di un leader che sappia guidarla.
Canzone: Titanium, di David Guetta, perché mi da l'impressione di una che ne ha passate di brutte ma senza nessuna intenzione di arrendersi facilmente.
*
Jane Isabelle Holman, di inazumiana01.
Data di Nascita: 28 Aprile 1998.
Prestavolto: http://marshallmatlock.com/wp-content/gallery/2011-10-30-allessandra-goes-to-the-beach-pele-celebrates-a-win-jackie-and-caroline-get-ready-for-school/thumbs/thumbs_plaid,%20for%20the%20record.jpg
Background: il padre era un atleta. Aveva vinto varie medaglie nazionali, mondiali e olimpiche. Era un karateka e ha trasmesso l'amore di questo sport a Jamie infatti lo ha praticato per molti anni. All'età di dieci anni si sono trasferiti dalla francia fino alla California. Ci ha messo molto tempo per interagire con la lingua e le persone, per questo creava una barriera tra lei e il mondo esterno. Però si è sempre dimostrata molto affettuosa nei confronti di suo padre.                                                        
Ha scelto di stare dalla parte di Omega a causa della sua ambizione, che non le ha fatto pensare nemmeno per un attimo alle conseguenze delle sue azioni.*
Canzone: Eye of the tiger, per la vena guerriera che è in lei.
*
Virginia Hamilton, di AbbyGrace.
Data di Nascita: 22 settembre 2000.
Prestavolto: http://cdn.images.express.co.uk/img/dynamic/20/590x/secondary/american-horror-story-262641.jpg
Background:
Ha sempre vissuto in una famiglia molto agiata, da piccola viveva nei pressi di Londra, lei amava quella città ma si è trasferita a 11 anni in una villa in campagna lontana dalla città, quando aveva 13 anni scappò di casa unendosi a Valentine per cercare una vita più emozionante, quello che ha trovato non è sicuramente quello che si aspettava ma è ora troppo tardi per cambiare idea e tornare indietro, sicuramente la cosa che più le manca in assoluto è il fratello, sa che lui è estremamente deluso di quello che lei è diventata.
Canzone: Things we lost in the fire, perché pensa alla famiglia che ha stupidamente abbandonato, e alla quale non può più fare ritorno.
*
Adam ed Evan Shawplume, messi da me per raggiungere il numero.
Data di Nascita: 15 Agosto 1997.
Prestavolti: http://hdwallpaperbackgrounds.net/wp-content/uploads/2015/09/Ben-Barnes-wallpapers-Desktop.jpg
Background: due gemelli, nati da Henry e Johanna Shawplume, due famosi shadowhunters.
Avevano una sorellina, May.
I loro genitori morirono per mano del migliore amico di loro padre, padrino inoltre di Evan, Guglielmus Hellbite, innamorato anch'egli della madre e impazzito di gelosia a causa di questo.
May, che aveva appena tredici anni, venne violentata da quell'uomo, e si suicidò dopo appena una settimana dall'accaduto.
Omega venne da loro poco dopo, quando non avevano più nulla da perdere, portando con sè la testa di Guglielmus, che avrebbe dovuto essere in prigione, guadagnandosi così la loro eterna fedeltà.
Canzone: Ehy Brother, perché nonostante tutto il loro bisogno di vendetta hanno bisogno l'uno dell'altro.
 
 
SCHEDE OC DI PACIFICATORI ED ERUDITI:
Raven Frost, di Ondine_And_Aires.
Data di Nascita: Ha 16 anni.
Prestavolto: http://wfla.images.worldnow.com/images/4006637_G.jpg
Background: La sua famiglia faceva parte degli intrepidi, ma da subito Raven non riuscì a introdursi nella società intrepida. Non riusciva a capire quel loro modo di fare così rozzo che, talvolta, la disgustava. Era pazzesco il modo in cui ignoravano tutto il mondo attorno e reagivano solo con la violenza. Non si facevano alcuno scrupolo a insultare le altre fazioni e, con il tempo, Raven iniziava a isolarsi. Essendo anticipataria –ovvero avendo saltato un anno scolastico- i test attitudinali per lei arrivarono a sedici anni e, con suo sommo sollievo, scoprì che era portata per gli eruditi. E quando, fieramente, scelse la fazione erudita non si guardò mai indietro dagli intrepidi, ai quali era legata solo per l’affetto verso suo fratello piccolo. Nella sua nuova fazione da subito Raven iniziò a distinguersi per la sua perspicacia e per l’innato talento per la scienza.
Omega, però, arrivò più tardi. Giunse mentre, disperata, si accasciava sulla tomba di suo fratello, morto durante una rissa nella fazione. La proposta di seguire un nuovo stile di vita, di lavorare per i vincenti e per chi ha in mano il potere apparve allettante. Non aveva più nulla che la legasse alla sua vecchia vita. eppure si accorse solo in seguito dell’errore che faceva.
Canzone: Human, di Christina Perri, per il suo cercare sempre di proteggere tutto e tutti, di fare cose impossibili per chiunque nonostante il suo essere "soltanto umana".
*
Fred Edmund Cook, di So I could be lovely.
Data di Nascita: ha 23 anni.
Prestavolto: http://images4.fanpop.com/image/photos/16200000/Gladiator-joaquin-phoenix-16202315-720-400.jpg
Background: 
Frederick è nato nel distretto 2. Figlio minore, ha sempre trovato suo fratello un modello comportamentale e, come la maggioranza dei ragazzi del suo distretto, da piccolo ha aspirato ad essere un vincitore degli Hunger Games: raggiungendo la maggiore età si è reso conto della stupidità del mietere tante vittimi, aumentando lo sfavore dei distretti poveri, ma la sua ambizione l’ha portato a raggiungere la carica di pacificatore, come suo fratello; precedentemente è stato da quando aveva 17 a 20 anni, un allenatore nelle palestre del distretto. Dopo la caduta di Snow egli è avverso alle idee rivoluzionistiche degli abitanti dei distretti: si farà marchiare da Omega, rimanendo fedele a Snow in piena consapevolezza e senza ripensamenti.
Canzone: Unknown Soldier, di Breaking Benjamin, per il suo modo di pensare molto da soldato e la determinazione con cui combatte.
*
Hazel Foster, di _Maleo_.
Data di Nascita: Ha 24 anni.
Prestavolto: http://images4.vh1.com/uri/mgid:uma:image:vh1.com:9273013?width=905&height=509&quality=0.8&crop=true
Background:
Hazel è nata a Capitol City da Fred Foster e Tanya Morrison, due anni prima di suo fratello Jacob.
suo nonno, Odisseus Morrison, era un grande amico del sopracitato Presidente, e quindi non era solito che da piccola andassero insieme a trovarlo.
Gli era molto legata, e per questo la sua morte, avvenuta quando Hazel aveva undici anni, fu molto traumatica per lei.
Fred e Tanya la consideravano diversa a causa del suo modo di pensare, della sua fedeltà ai metodi di Snow e a lui stesso, e per questo preferivano di molto Jacob, considerandola il prodotto riuscito male.
I genitori, che al contrario di lei e del defunto Odisseus disapprovavano i metodi di Snow, tentarono di dissuaderla dalla strada militare, ma lei non li ascoltò, diventando Pacificatrice.
Quando avvenne la rivolta le arrivò la notizia che i suoi genitori erano stati imprigionati per alto tradimento, e tenuti in vita solo per l'amicizia che legava il padre di Tanya e Snow.
Hazel si ritrovò a dover fronteggiare lo stesso Jacob, passato anch'egli dalla parte dei ribelli e furioso per lo schieramento a cui sua sorella aveva scelto di appartenere.
Hazel lo aveva messo a terra, ma non riusciva a sparare, e Jacob approfittò della sua indecisione per riprendere il fucile e colpirla in pieno petto, venendo ucciso poco dopo da un altro Pacificatore.
Mentre Hazel era moribonda, le apparve in sogno Omega, che le disse che Snow era vivo, e le chiese se fosse pronta a combattere e a rischiare di nuovo di morire per lui.
Alla risposta affermativa di Hazel, Omega la portò nella nuova dimensione.*
Canzone: Carnivore, degli Starset, perché era costantemente sottovalutata e sentiva a causa di questo crescere dentro sentimenti molto negativi.
 
 
 
 
*: mi piacevano molto i caratteri dei personaggi, ma non avevate mandato il background e sono stato costretto a farlo io di sana pianta. Per Victor e Jane in particolare c'era il background, ma non era stato aggiunto il motivo per cui si erano uniti ad Omega, quindi ho aggiunto giusto quello non cambiando poi molto.

Beh, che dire, al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** E così, siamo in guerra ***


JACE
 
Jace aveva sperimentato di tutto.
Era morto, era risorto, aveva amato e aveva ucciso.
Si sarebbe detto che ormai non poteva più sorprendersi di nulla, fino a poche ore prima.
Aveva ancora in mente il ricordo della ragazza dalla tunica bianca, quella Alpha, che aveva steso lui e Clary, e nonostante fosse pronto a qualsiasi combattimento quando si svegliò in una camera d'albergo con un completo sconosciuto che russava come una sorta di camion -sbavando, nel contempo, che spettacolo orribile- nel letto accanto, non potè fare a meno di cacciare un urlo.
Sguainò la spada d'istinto, facendo svegliare il tizio, che lo guardò piuttosto spaventato.
"MA SI PUO' SAPERE CHI DIAVOLO SEI TU?" Chiese, gli occhi spalancati per lo stupore.
"Mi stavo facendo la stessa domanda. Se è uno scherzo, beh, è di pessimo gusto." Jace non riusciva a capire se facesse sul serio o se fosse una trappola o qualcosa del genere.
"Ehy, ehy, frena un attimo amico, ne so quanto te! Ora, che ne dici di posare quella cosa?" Rispose con fare incoraggiante il ragazzo.
"Neanche-per-sogno."
Allora il ragazzo prese dal tavolo, con molta lentezza e movimenti studiati, una penna a sfera.
Jace lo guardò interrogativo.
Cosa voleva fare, scrivergli sulla faccia fino alla morte?
Estrasse il tappo, e la penna si trasformò in una spada, che puntò contro di lui.
"Quella penna..."
"Questa penna."
"Mi sa che è diventata una spada."
"Ottimo spirito di osservazione, mi dicono."
Si era appena preso gioco di lui. A Jace quel tizio iniziava già a stare sullo stomaco.
Si squadrarono per un minuto abbondante, le spade di entrambi puntate l'una contro l'altra.
"Non mi sembri un..." esclamarono nello stesso istante, fermandosi entrambi per l'imbarazzo.
"Inizia tu" borbottò Jace, le sopracciglia accigliate "non ti sembro un...cosa?" 
"Un mostro. Non mi sembri un mostro" Rispose lo sconosciuto scrollando le spalle, come se fosse la cosa più naturale del mondo "Ora che ci penso, è strano che tu abbia visto la mia spada, la foschia avrebbe dovuto impedirtelo. Hai la Vista, per caso? Non sei un semidio, poco ma sicuro. Non saresti arrivato a quest'età girando da solo."
Jace iniziò seriamente a pensare che quello lì fosse completamente pazzo. E vanesio, per giunta.
Andiamo, lui stesso non era così narcisista da definirsi per metà un dio, ed era tutto dire!
D'altronde Jace era un cacciatore di demoni, trattava con i Nascosti ed aveva tra gli amici uno stregone che contava secoli di età.
Meglio non giudicare gli altri, a questo punto.
"Se intendi 'mostro' come 'mostro di bellezza', beh, lo sono. Mea culpa" iniziò ghignando, mentre lo sconosciuto alzava gli occhi al cielo "non ho la minima idea di cosa tu sia, o di cosa diavolo sia la Vista. Per mostri intendi i demoni, o i vampiri ed i lupi mannari, giusto? Non avevo mai visto uno shadowhunter del tuo genere prima d'ora."
Si guardarono per pochi istanti, ed il ragazzo scoppiò a ridere, lasciando Jace abbastanza di stucco.
Lo stava prendendo in giro?
"Shadowhunter? È... un insulto, o qualcosa del genere?"
No, faceva decisamente sul serio, si rese conto in quel momento.
"No, è...lascia stare, storia troppo lunga."
Decise di poggiare la spada sul pavimento.
Così fece l'altro, facendola tornare una penna a sfera.
"Non ci siamo ancora presentati, comunque. Piacere, Percy Jackson." Disse il semidio, tendendogli la mano.
Jace la strinse, dopo qualche istante di dubbio.
"Jackson...non mi sembra di conoscere nessuno con questo cognome. I tuoi sono come te?" Chiese poi.
"Oh, il cognome è di mia madre, lei è una normalissima umana. Sarebbe complicato avere un cognome per mio padre, dal momento che è Poseidone." Affermò tranquillamente.
"Poseidone? Come il dio greco?" Jace era sinceramente incuriosito.
"Direi, dal momento che è lui. Sono per metà dio e per metà umano!"
Lo disse con tutta la tranquillità del mondo, mentre Jace lo guardava sinceramente preoccupato per la sua salute mentale.
Decise di credergli.
In fondo, di nuovo, era l'ultimo che poteva esprimersi in merito di genitori strani.
"...Jace Herondale, comunque. Mi chiamo Jace Herondale. O Wayland. O Lightwood. O...Morgenstern? Chiamami Jace e falla finita." Buttò tutto d'un fiato.
Entrambi sapevano -percepivano- che la porta non era chiusa a chiave, ma nessuno di loro fece un passo per aprirla, finchè non entrò un uomo anziano e smilzo, che si esibì in un breve inchino.
"Signor Jackson, signor Herondale, la signora aspettava giusto che vi svegliaste."                                  
Il vecchio sembrava non essere una vera persona, quanto più una specie di proiezione, data la luce che emanava da tutti i pori della pelle, ma nonostante tutto sembrava essere innocuo.
Alla fine Jace era abituato a questi tipi di stranezze, e probabilmente lo era anche quel Jackson.
Guidati dal vecchio attraversarono un corridoio largo quanto insolito, i cui muri sembravano fatti di puro lapislazzuli, e splendevano in modo innaturale.
"Scusi, ci può dire in che razza di posto ci troviamo?" Domandò Jace non senza una certa bruschezza.
"Manhattan, New York, 20 settembre 2015." Rispose l'essere di luce scrollando le spalle.
"Ma è il 2010!"
"Ma è il 2008!"

Anche questo Jace e Percy lo avevano detto nello stesso momento, e con uguale incredulità, per poi guardarsi entrambi negli occhi ancor più straniti, l'uno a chiedersi se l'altro lo stesse prendendo in giro.
Non era possibile.
Fino a poche ore prima lui e Clary stavano finalmente passando una serata romantica, ridendo e litigando come una vera coppia, e adesso si ritrovava con uno sconosciuto che puzzava di alghe ed una sorta di lampada al neon ambulante vestita da Alfred il maggiordomo che li stava trascinando chissà dove, peraltro sette anni in avanti.
Mentre camminava il pensiero andò subito a Clary, che stava bene, che doveva stare bene, perchè se lei fosse morta non se lo sarebbe mai perdonato.
Preferiva morire, piuttosto.
Jackson sembrava molto più rilassato di lui a prima vista -passeggiava con le mani in tasca e aveva un'andatura serena-, ma aveva il suo stesso sguardo, e quando gli sembrava che lui non lo guardasse si mordeva il labbro superiore con ansia.
"Anche tu, vero, Herondale?" Gli chiese il semidio ad un certo punto, non senza una certa dose di amarezza nel tono.
"Anche io cosa?" Domandò di rimando Jace con una certa arroganza.
"Anche tu hai qualcuno per cui sei in pensiero, si vede." 
Lo shadowhunter non gli rispose, e Percy rispettò il suo silenzio.
Continuarono a camminare per tre minuti buoni prima di raggiungere un'enorme portone dorato.
I due ragazzi si accorsero appena che la creatura di luce era svanita, rapiti dall'aspetto singolare dell'ingresso, la cui apertura era regolata malgrado l'imponenza da un semplice campanello, situato al lato destro del muro.
"Qui c'è scritto 'Hemmond, Helena'...conosci nessuno con quel nome?" chiese Jackson leggendo il nome accanto al campanello.
"No, so solo che probabilmente sono stato portato qui da una certa..."
"...Alpha, per caso?" 
L'espressione di Jace si fece subito stupita, per poi realizzare che era molto probabile che fossero stati portati lì dalla stessa cosa, e si biasimò mentalmente per non averlo chiesto prima mentre gli faceva cenno di sì con la testa.
"Ah, fantastico, siamo sulla stessa barca a quanto pare. Secondo te prendono solo i semidei e i narcisisti patologici o vedremo anche altre persone?"
"Davvero molto divertente, Jackson."
"Lo so, sono un comico nato."
La cosa più importante che Jace imparò da quell'esperienza fu che Percy Jackson era davvero una spina nel -beh, sì. Una spina nel culo.
Ad ogni modo, entrambi fecero per aprire il portone, per poi sguainare le rispettive armi dopo aver visto che Alpha era apparsa proprio dietro di loro, impegnata ad arricciarsi i capelli con fare pensieroso e a sorridere in modo distratto, come se poche ore prima non li avesse stesi e spediti chissà dove.
Jace notò che non indossava più la tunica bianca con cappuccio nella quale l'aveva vista l'ultima volta, e che aveva cambiato il suo abbigliamento in uno più moderno, preferendo un paio di jeans, scarpe da ginnastica e una maglietta bianca a maniche lunghe sulla quale facevano la loro comparsa numerose lettere greche, disegnate come a formare una spirale che passava da entrambi i lati della maglietta.
Era decisamente più bassa di entrambi i ragazzi, raggiungeva a stento il metro e sessantacinque.
I capelli, che entrambi avevano visto solo coperti dal cappuccio, le arrivavano fino alla vita, ed erano dello stesso azzurro zaffiro dei suoi occhi, che le davano l'aria di una ragazza tenera, innocente ed indifesa.
Persino Jace e Percy, che avevano visto quello che poteva fare e non erano per niente inesperti nel campo 'mostri travestiti da agnellini' non sapevano se sarebbero riusciti a sferrare il colpo.
"Potreste smetterla con questa sceneggiata, se non vi chiedo troppo? E, per favore, giù le mani da quei giocattoli, potreste farvi male."
Affermò Alpha sospirando, quasi fosse lei la vittima.
"Dovreste aprire quella porta" mormorò poi sovrappensiero "qualcuno deve ancora arrivare, ma il grosso delle persone è già lì..."
Jace, infuriato nei confronti di quella insopportabile mocciosa, si decise a lanciarle un pugnale contro, che però non fece altro che oltrepassare l'aria e conficcarsi nel portone, dal momento che di Alpha non si vedevano già più tracce.
Il suddetto ingresso si aprì solo con la pressione del pugnale, facendo passare uno spiraglio di luce molto intenso, quasi accecante.
Durò però solo un secondo, visto che l'attimo dopo erano perfettamente in grado di camminare senza percepire alcuna luce fuori dalla norma.
Con circospezione entrarono nella stanza, dirigendosi verso le voci che bisbigliavano al suo interno.
Ad accoglierli furono un ragazzo che impugnava una grossa balestra e una ragazza dall'espressione fredda che giocherellava con un arco a tracolla che giocherellava con la treccia nera.
"Entrate." Intimarono entrambi in tono secco, non senza prima che la ragazza scagliasse un'occhiata truce al ragazzo.
Una ragazza dall'aspetto molto punk abbracciò amichevolmente Jackson, ancora sconvolto dalla rapidità con cui si erano susseguiti gli eventi.
C'era un altissimo trono di cristallo sul quale Alpha stava salendo, davanti al quale erano raggruppate numerose poltrone disposte in orizzontale.
Jackson si era già seduto dove Alpha gli aveva detto di sedersi insieme alla sua amichetta, quando Jace si rese conto della presenza di una chioma rossa a lui fin troppo familiare.
Lo shadowhunter corse verso dove era seduta la sua Clary, piombandole praticamente addosso dal sollievo.
"Mi sembra di vedere che ti sono mancata." Mormorò lei ridendo.
"Nah" rise di rimando anche Jace "ho la mia stessa compagnia, io, figurati."
Mentre Jace abbracciava Clary, alla sua destra un ragazzo con una strana cicatrice a forma di saetta lo guardava incuriosito.
"Amico, potresti smetterla di guardarmi? Lo so che è difficile, ma fai un tentativo perlomeno!"
Il ragazzo con stupore di Jace non si offese, ma piuttosto alzò gli occhi al cielo e storse la bocca in un mezzo sorriso.
"Beh, Jace, da come Clary ci aveva parlato di te mi aspettavo di peggio. Io sono Harry, Harry Potter, e lei" indicò una ragazza dai capelli ricci accanto a lui, che si girò facendo un cenno "è Hermione Granger." 
"Hai dormito per due giorni in più di noi, ce ne hai messo di tempo." Constatò la suddetta Hermione Granger guardandolo.
Jace era ancora piuttosto sospettoso, ma diede loro il beneficio del dubbio, presentandosi rapidamente e chiedendo chi fossero gli altri.
Fu Hermione a rispondergli, nonostante lui lo avesse chiesto a Clary.
"Quelli che ti hanno fatto entrare si chiamano Gale e Katniss, e da quanto ho capito hanno vinto una rivoluzione contro il loro governo un paio di mesi fa, mentre la ragazza che ha abbracciato il tuo amico" a quest'ultima parola Jace sbuffò abbastanza contrariato "è Talia Grace, figlia di Zeus e Cacciatrice di Artemide, che da poco ha contribuito a far fuori la madre terra. Quelli che vedi tenersi per mano nelle ultime due sedie invece sono Tobias e Christina, che hanno rivoluzionato l'intero sistema nel quale vivevano.
I ragazzi accanto alla tua ragazza sono -dannazione, mi sembra ancora strano dirlo- Merlino e la regina Ginevra, per tutti Gwen. E qui Alpha ha detto che dovrebbe sedersi un certo Jon Snow, che ancora non è qui."
Alpha nel frattempo aveva preso posto sul trono di cristallo, che quando la ragazza aprì bocca iniziò a brillare.
"Jace, Percy, vi starete chiedendo il motivo per cui in questo momento vi trovate tutti qui.              
L'ho già spiegato agli altri, ma ormai una volta più o una volta meno non fa differenza..." l'ultima frase la borbottò in tono tragicomico, facendo ridere tutti -persino Clary- tranne loro due, che anzi si scambiarono uno sguardo preoccupato.
Quella ragazza li aveva portati tutti in un posto sconosciuto contro la loro volontà, e loro ridevano ad una sua battuta?
"Siete qui per fermare alcune vostre vecchie conoscenze. Per quanto possa sembrarvi assurdo un'entità chiamata Omega ha riportato in vita, tra molti altri, anche Crono e Valentine Morgenstern.
Avendo visto i miei poteri, vi chiederete come possa avere bisogno di aiuto"
'Che modestia' pensò Jace
"ma non posso usarli per contrastare i vostri nemici.  Omega ha bisogno di tutto il mio impegno in battaglia, voi dovrete occuparvi degli altri."
Quella Hermione Granger teneva la mano alzata più o meno da quando Alpha aveva iniziato a parlare, saltellando sul posto in maniera decisamente ridicola.
E lui avrebbe dovuto collaborare con quella gente?
Seriamente?
Alpha le fece cenno di parlare, con grande soddisfazione della ragazza.
"Per nemici intendi solo quelli di tutte le persone presenti, giusto? Voglio dire, non ci sono novità di nessun tipo, no?"
La ragazza con gli occhi di zaffiro storse la bocca.
"Beh...sì e no."
"Cosa intendi con sì e no?" Chiese qualcuno, forse quel Gale.
"Omega ha portato qui anche qualcuno che potrebbe fungere loro da seguace, come dei servitori dei suoi servitori.
Nuovi mangiamorte, nuovi semidei assogettati a Crono, nuovi membri del Circolo di Valentine, Pacificatori ed Eruditi.
Non c'è nulla di diverso con quello con cui avete avuto a che fare, sono le persone ciò che cambia."
Jace aveva paura, non poteva negarlo.
Valentine era pericoloso già senza persone al suo seguito, e adesso aveva, se non un esercito, perlomeno dei soldati da poter comandare.
"Ho bisogno di dirvi una cosa, ci ho riflettuto su e penso che abbiate il diritto di saperlo" proclamò Alpha, gli occhi che brillavano di una luce triste "ho usato tutta la mia energia dimensionale per chiudere il portale tra tutte le dimensioni dopo avervi portato qui. In poche parole, non posso più riportarvi indietro."
Un mormorio sommesso si scatenò dai posti inferiori, mentre Jace stringeva i pugni con le unghia fino a lasciare il segno.
"Perché?" Chiese la donna incinta, la regina Gwen, incredula.
"Omega avrebbe potuto richiedere altri aiuti da ulteriori dimensioni, ho dovuto chiudere le porte prima che creasse un vero e proprio esercito."
Stavano tutti per protestare, quando improvvisamente e con gran sorpresa di tutti l'uomo fatto di luce apparve di fronte al trono, facendo un breve inchino.
"Mia signora" proferì, la voce piena d'ansia "si tratta del ragazzo di Westeros."
Alpha assunse un'espressione fin troppo calma.
"Cos'è successo, Aloysius?" chiese con tono piatto.
"Mia signora, non sono riuscito a..." 
"DIMMI COSA È SUCCESSO, INUTILE VECCHIO!" Urlò Alpha irata, emettendo luci azzurre da tutti i pori della pelle, le quali stravolsero del tutto la stanza, spaccando vetri e rompendo mobili e oggetti di ogni tipo mentre l'essere di luce si faceva sempre più piccolo dall'imbarazzo.
Se non fosse stato davvero spaventato Jace avrebbe fatto una battuta sul suo periodo del mese, ma decise che non era affatto il caso.
"La stanza era di ghiaccio, e Jon Snow non era lì dentro." Deglutì, mentre il volto di Alpha diventava imperturbabile.
"Aloysius, localizzami immediatamente quei figli di puttana, e se davvero ci tieni alla tua faccia fosforescente trova entro due ore il posto in cui hanno costruito la loro tana." 
Jace era abbastanza colpito dal tono e dalle parole usate da quella piccola ragazzina innocente.
"E ora?" Chiese Hermione "che facciamo?"
Mentre Alpha scendeva dal trono e si voltava per rivolgere loro un ultimo sguardo, la sua faccia era praticamente trasfigurata.
Non più quella di una fanciulla innocente, ma piuttosto di una donna, di una vera leader.
"Voi? Oggi riposatevi, tornate nelle vostre stanze, fate conoscenza tra voi. Fate finta di essere persone normali. E sapete perché?" I suoi occhi per un attimo sembrarono due piccoli fuochi fatui, fari azzurri che mandavano fari azzurri nel buio "Perché domani combatterete per il bene dell'universo, e così dopodomani, e ancora per molti dei giorni che verranno a seguire, e non ci saranno periodi di ferie.
Per settimane, mesi, forse anni non vedrete che morte, guerra e dolore, ma so che riuscirete sopportarlo.
Il destino di questo mondo dipende da voi, e so che non potrebbe essere in mani migliori.
Vi consiglio di andare a letto, ci aspetta una giornata faticosa domani."
L'attimo dopo della ragazza di cristallo e zaffiro era scomparsa ogni traccia, e dove fino a pochi attimi prima camminava non si udiva che il rumore del vento.

*

 
RIGEL
 
 
Rigel Wilson non poteva negare che l'isola di Malta fosse davvero un posto accogliente.
Era lì da non più di cinque minuti, ma già aveva avuto modo di sentire l'odore del sangue di un'anziana vedova abitante del posto, trovandolo a dir poco delizioso.
Omega non aveva detto loro perché il loro quartier generale dovesse trovarsi proprio lì, e sinceramente al figlio di Ade interessava ben poco il motivo.
Gli era stato ordinato questo, e così avrebbe fatto.
Forse era proprio per questo che insieme ad altri quattro semidei era stato messo a capo dell'esercito di Crono.
Il semidio risiedeva nella casa della donna uccisa poco prima insieme a Jack Liat, anche lui figlio di Ade, ai due maghi Gregory Storm e Isadora Yaxley e a Raven Frost, l'unica senza alcun tipo di potere sovrannaturale, ma in un certo senso la più importante di tutti in quanto mente del gruppo.
"Complimenti per la velocità, Wilson. Non ha nemmeno avuto il tempo di urlare prima che tu le spezzassi le ossa." Osservò gelidamente e con il suo solito tono misurato Gregory indicando il corpo della signora, steso a terra in una posa innaturale.
Rigel rispose con un grugnito, non esprimendosi.
Non aveva ancora inquadrato bene quel tizio, e detestava le persone che non riusciva ad inquadrare.
Il suo aspetto era uno dei più singolari che avesse mai visto, ed era strano vedere il suo tono costantemente freddo, formale e distaccato comparato alle stravaganti giacche indossate da lui ogni giorno.
Raven Frost e Isadora Yaxley invece era riuscito ad inquadrarle entrambe piuttosto bene, invece.
'Una puttanella mortale che si sente Einstein e un'altra che pensa di essere una specie di Oudinì solo perchè la sua stecca di legno la usa per fare magie piuttosto che infilarsela lei sa dove, ecco cosa sono davvero' pensò Rigel con disprezzo.
Certo, entrambe erano dei bocconcini niente male, specie la cervellona.
Se fossero state sue vittime si sarebbe divertito un po' con loro prima di ucciderle, questo era certo.
Era riuscito a trovarsi decentemente solo con quello che in teoria era il suo fratellastro, Jack Liat.
Quel ragazzo sembrava costantemente recitare in uno spettacolo d'arte drammatica, alternandosi tra momenti di sublime oratoria e chiusura in sè stesso, e sia dal modo di parlare che da quello di agire era palese che non stesse benissimo con la testa, ma tutto sommato la sua compagnia non era fastidiosa come quella degli altri.
"Spero proprio sia stato necessario" affermò Raven entrando finalmente nella stanza ed indicando la vedova, il volto pieno di turbamento malcelato nel vedere quel cadavere "ad ogni modo, sto per illustrarvi il piano che dovremo mettere in atto per prendere possesso di questa città."
"Allora illuminaci, babbana." Borbottò Isadora annoiata, sputando fuori l'ultima parola con disprezzo.
La ragazza non aveva mai avuto particolare simpatia per Raven fin da quando aveva scoperto che la ragazza non aveva poteri di alcun tipo al di fuori delle sue capacità intellettive.
Questo la giovane Erudita lo notava, ma le era impossibile fare qualcosa a riguardo.
L'aveva risolta con leggerezza, dicendosi che non tutti possono essere simpatici a tutti.
"Agiranno per primi Rigel e Jack, con quel loro trucchetto degli spiriti dei morti che camminano sulla terra" iniziò risoluta la ragazza, non senza lasciarsi sfuggire un piccolo tremito "in modo tale che gli abitanti del posto scappino, evacuando la zona, per...evitare cadaveri da ripulire in seguito." Rigel non potè trattenere una smorfia di tetro divertimento. Era palese che la ragazzina avesse un cuore troppo buono per causare morti quando poteva risparmiarselo.
L'Erudita aveva notato la smorfia del ragazzo, ma la ignorò bellamente.
"poi tocca a Gregory ed Isadora" i due maghi, entrambi orgogliosi purosangue, guardarono con disprezzo Raven, ritenendola indegna anche solo di pronunciare i loro nomi "che una volta evacuati i cittadini con le loro bacchette manderanno in cielo il segnale prestabilito, l'Omega rossa, che farà arrivare qui tutti gli uomini di cui disponiamo, attualmente circa duecento.
Vega Blue userà il suo drago per radere al suolo i monumenti, mentre il Signore Oscuro guiderà Joseph Ashen e buona parte dei sottoposti, che si occuperanno degli incantesimi di disillusione.
Valentine, gli Shawplume, Freya Williams, Jane Holman, Virgina Hamilton e gli altri Shadowhunters applicheranno delle Rune di guarigione a chi eventualmente rimarrà ferito in qualche scontro con la polizia del posto, e anche loro contribuiranno al nascondere la città dagli occhi di tutti e al distruggere i monumenti insieme a Crono, Jade Collins, Kendall Myers ed Elizabeth Whitewood ed i semidei che stanno ai loro ordini, mentre Hazel Foster e Fred Cook insieme ai loro soldati saranno guidati tramite una ricetrasmittente dai nostri Eruditi, e scorteranno fuori dal paese gli abitanti della città, ai quali Victor Foster ed il suo gruppo praticheranno vari incantesimi di memoria in modo tale che non si ricordino nulla dell'attacco.
Omega ha detto che penserà lui a far dimenticare al mondo l'esistenza dell'isola di Malta.
Domande?"
Jack si esibì in un'espressione di plateale dubbio, per poi alzare di scatto la mano e guardare con un sorriso storto Raven.
"Sarò stato poco attento io, sicuramente" si introdusse, il tono di voce incredibilmente caldo e sornione, ma allo stesso tempo con qualcosa di intrinsecamente sbagliato in esso "ma non mi sembra che tu abbia fatto alcun riferimento al ruolo che avranno gli Estranei, Raven."
Alla ragazza non piacque affatto il tono con cui il semidio aveva pronunciato il suo nome, e non riuscì a non deglutire, ricevendo occhiate di disprezzo da parte di Isadora e Gregory e un sorriso ancora più ampio di Jack.
Rigel trovava superfluo incutere tutto questo timore, addirittura inutile.
La sofferenza psicologica è solletico se paragonata a ciò che delle mani esperte possono infliggere al corpo di una persona.
"Non parteciperanno all'assalto" rispose l'Erudita con voce nonostante tutto ferma "Hanno qualcun altro di cui occuparsi, un prigioniero da quanto ho capito."

*

Rigel e Jack uscirono fuori dalla casa della vedova.
Era notte fonda, e l'unica fonte di luce era un lampione al fondo della strada.
"Allora, fratellone, iniziamo?" Chiese Jack alzando un sopracciglio.
Rigel annuì, l'espressione improvvisamente più concentrata.
Iniziarono a salmodiare in Latino, e lentamente si aprirono delle crepe nel terreno, dalla quale uscirono centinaia e centinaia di spiriti dalla forma solida, tra cui le madri di entrambi i semidei e persino la vedova uccisa poco prima.
Gli abitanti del luogo erano praticamente tutti fuori dalle case in pigiama e con un'aria terrorizzata sul volto.
Rigel guardò il fratellastro, mentre tutti i cittadini assistevano alla scena paralizzati dal terrore.
"C'è un cambio di programma, Jack."
Il più giovane tra i due figli di Ade sembrò confuso per un attimo, ma poi assunse un'espressione di tanto teatrale quanto falsa disapprovazione.
"Non è da noi gentiluomini una tale strage, fratellone. Siamo uomini d'onore, ricordalo."
Disse svogliatamente.
Rigel strinse la mascella, e Jack alzò le mani, sorridendo in modo...semplicemente in modo sbagliato.
"Oh, ma se proprio ci tieni così tanto faremo come dici tu." Si schermì.
Il figlio di Ade sorrise tetramente, e con un braccio indicò agli spiriti le persone terrorizzate di fronte.
"Interficite" sussurrò con lentezza, godendosi appieno il gusto della parola, mentre gli spiriti circondavano gli abitanti del villaggio.
Nello stesso istante, più di duecento persone morirono accoltellate.
"Jack." Grugnì il figlio di Ade, fin troppo assogettato dall'odore di morte che sentiva nell'aria per poter dire qualcosa con un senso compiuto.
Il fratello lo intese.
"Ho capito, i piani sono cambiati, chiamo Storm e la Yaxley e dico loro di lanciare il segnale..." Rispose Jack, per poi interrompersi dopo aver guardato bene Rigel, che aveva un sorriso strano sul volto.
"E di non lasciare superstiti, mi par di capire." Sbuffò vistosamente, fintamente contrariato, mentre in mezzo alla strage e alle urla delle vittime prendeva il telefono con grande noncuranza.
Pochi minuti dopo, l'armata di Omega era penetrata nel villaggio, uccidendo qualsiasi uomo, donna o bambino facesse resistenza.
Rigel intravide Voldemort e Morgana torturare con la magia un uomo di mezz'età, e vide questi cadere a terra, privo di sensi per il troppo dolore, e venire finito da un'Anatema che uccide dal mago oscuro, che sorrideva alla strega ricambiato.
Notò Valentine ordinare ad un imperturbabile Evan, un titubante Adam e un'orripilata ma determinata Freya Williams di incidere rune sul corpo di una donna sui trent'anni, torturandola così a morte solo perché poteva permettersi di farlo.
Probabilmente Snow e Jeanine erano nascosti da qualche parte in un bunker.
Non erano il genere di persone che stava in prima linea.
I loro soldati in compenso erano lì, a distruggere edifici che avevano ancora dentro persone con tritolo ed esplosivi, aiutati da Crono e da una parte dei Semidei e dei maghi, quelli non impegnati a sterminare qualsiasi cosa estranea a loro che si muovesse.
Camminando per la città con il suo esercito di morti incrociò un gruppo misto di una ventina di persone, nei quali riconobbe Victor Foster, Ashen, la Holman e la Hamilton.
Erano impegnati a mettere in salvo un'insulsa ragazzina e la sua ancora più insulsa madre.
Rigel gli si avvicinò furioso.
"Dove state tentando di portarle? Avevo detto NIENTE superstiti, non ricordate?" Ringhiò rabbioso, mentre la bambina scoppiava a piangere tra le braccia della madre.
Ashen fece un passo avanti, trovandosi proprio davanti a lui, e furioso gli diede un pugno in faccia sotto gli occhi preoccupati di Victor e delle ragazze.
"Il piano di Raven era quello di evacuare la città! Guarda cosa è successo per colpa tua, lurido figlio di puttana che non sei altro!"
"Pensi possa sbattermene qualcosa di quello che dice la Frost, eh?! Volevo risentire l'odore del sangue, l'ho fatto e mi è piaciuto! Sì, avete capito bene, non rimpiango nulla di tutto questo! NULLA!" Urlò Rigel, gli occhi pieni di un odio che solo lui possedeva.
Virginia lo squadrò con disprezzo, mentre Victor e Jane cercavano di calmare la piccola, che non dava segno di voler smettere di piangere.
"Sei la persona più patetica e sola che io abbia mai visto da anni." Sentenziò la shadowhunter, gli occhi privi di qualsiasi tipo di odio, quanto piuttosto di un sentimento molto simile alla pena.
Rigel non seppe spiegare il perché, ma un sentimento di disagio per la prima volta torse il suo stomaco.
"Alice, la mamma ti vuole bene, e anche papà te ne voleva. Ne usciremo vive." 
Quando sentì come si chiamava la bambina, qualcosa si smosse nello stomaco del figlio di Ade, facendogli pensare ad Alice Wilson, la sua sorellina, l'unica persona in vita per cui provava affetto.
"Fagli degli incantesimi di memoria e lasciale scappare" borbottò d'istinto rivolto a Victor, che lo guardò abbastanza stupito insieme a Jane.
"Siete ritardati per caso? Ho appena detto di farle scappare!"
Dopo che Victor ebbe fatto i dovuti incantesimi, smaterializzandosi con madre e figlia, Rigel avvertì un'energia incredibile, ed un bagliore che si percepiva a chilometri di distanza.
C'era una sola spiegazione a tutto questo.
Alpha ed Omega, erano entrambi lì.

*
OMEGA
 
 Non la vede che da pochi giorni, e allo stesso tempo gli sembra di non avere più alcun contatto con lei da secoli.
Eppure Alpha, l'Alpha che conosce lui, è davvero lì dopo tutto il tempo trascorso.
Non è possibile collegare a qualcosa di fisico o emotivo a quello che sente in questo esatto momento.
La sua mente, il suo corpo attuale, non sono che uno sporco mezzo per apparire comprensibile agli occhi dei suoi servitori.
Non ha nessun cuore che batteva, nessun cervello attivo, nessuna emozione riconducibile a quella umana.
Possiede solo un'anima, e quell'anima si sente come richiamata da un'attrazione primordiale nei confronti della sua esatta metà.
"E così ti sei presa il disturbo di venire a trovarmi, finalmente." salmodia Omega in Alystar, ben consapevole che nessuno oltre a lei l'avrebbe capito.
"Non ho nulla da nascondere ai tuoi schiavi, parlerò la lingua dell'Uomo. Vedo che l'esperienza che anche tu hai passato non ti ha cambiato affatto, al contrario di me. E credimi, Omega, mi dispiace." Mormora la ragazza tristemente, guardandosi attorno e vedendo le rovine di una città che ormai non esiste più.
Il ragazzo dagli occhi di rubino scuote il capo.
Pur di potersi ritenere diversa, più umana, Alpha si è convinta di poter provare davvero qualcosa. 
Tipico di lei.
Eppure quegli occhi, a vederli bene, gli sembrano brillare di una luce nuova, più...più vera.
"E così, siamo in guerra" sussurra a fior di labbra "ci conosciamo dal giorno in cui siamo nati, abbiamo fatto cose per cui anche il demonio orridirebbe, e ora tu mi dichiari guerra."
"Dov'è Jon Snow?" Lo chiede direttamente, senza alcun tipo di introduzione o fronzolo.
Omega ride come non gli capitava da...beh, da troppo tempo.
"Dritta al punto, non è vero? Ti dirò dov'è, e avrai persino l'opportunità di salvarlo se sarai abbastanza brava. Ma..."
"...ma vuoi qualcosa in cambio." Alpha completa per lui la frase in tono incolore.
"Baciami, Alpha" sussurrò Omega, stupendo quest'ultima "baciami, e ti dirò dove si trova il tuo soldatino. Sai che non riusciresti a trovarlo altrimenti. Ho ottimi metodi per nascondere i miei prigionieri." Le dice, senza alcun tipo di sentimento o inclinazione della voce.
Non ne ha, in effetti.
Non è lui, nè i suoi impulsi corporei, a bramare la creatura dagli occhi di cristallo, ma il suo essere intrinseco, la sua anima.
Alpha lo guarda con enorme...rammarico, sì, è quello il termine, prima di avvicinarsi a lui.
Omega prende la testa della ragazza tra le mani, e lentamente scambia con lei un lungo, freddo bacio.
Quando si staccano, l'indirizzo esce dalla sua bocca, rigidamente pronunciato in Alystar.
"South Bronx, New York. La vecchia casa di Zacharias Butt. Vedi di coprirti bene, farà freddino."
Senza dire un'altra parola, Alpha sparisce nel nulla.
Omega si accorge appena di essere fissato da tutti i suoi servitori, che hanno udito per intero la loro conversazione, preso com'è dagli avvenimenti appena successi.
"Tutto questo non è mai successo." Mormora, ed i loro ricordi sembrano sparire, volare via nel vento.
Come lui, d'altronde, che si trova già nel suo angolo di pace, la stanza bianca che ha costruito in quell'universo lo stesso istante in cui c'è entrato.
Si pulì le labbra con un fazzoletto, buttandolo nel nulla.
"E così è davvero guerra, sorellina."
















NdA:
E ciaaaaao, ragazzuoli :D
BOOM, FINALE A SORPRESA!
Cosa ne pensate?
Ho interpretato male i vostri personaggi secondo voi?
E invece cosa ne pensate di Alpha e Omega?
Vorrei fare una precisazione:
Quando il pov si è alternato  a quello di Omega, il tempo è diventato presente volutamente, come a dare ad intendere che quelle creature non hanno una vera e propria concezione del tempo, e quindi per loro è come se fosse tutto presente e allo stesso tempo passato.
Oddio, non so se mi sono spiegato '^^
NB: la canzone adatta a tutti gli OC in generale è decisamente "Fallen Angels", dei Black Veil Brides.
Spero di non avervi fatti scappare tutti con questo capitolo,
a presto!

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