XXI. The World

di kymyit
(/viewuser.php?uid=36835)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. I nuovi arrivati. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Ma che ci combini, Elfman?! ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Gli ingranaggi cominciano a muoversi. Oh, Loki! Ci sei anche tu? ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: La fuggitiva. ***
Capitolo 5: *** 5. L'erede di Karen ***
Capitolo 6: *** 6: Riunioni ***
Capitolo 7: *** 7.281 contro 284 ***
Capitolo 8: *** 8. Il Re degli Spiriti Stellari e il giudizio di Libra. ***
Capitolo 9: *** 9. La scelta dell’abbandono ***
Capitolo 10: *** 10. Far ciò che si ritiene giusto ***



Capitolo 1
*** 1. I nuovi arrivati. ***


XXI.
THE WORLD






Capitolo 1: I nuovi arrivati





Regno di Fiore, parte orientale, città di Magnolia.
Sessantamila abitanti, una città di mercanti in cui la magia prosperava sin dai tempi antichi.
Al centro della città sorgeva la cattedrale di Caldaia, superata la quale si trovava un bizzarro edificio, Fairy Tail, l’unica gilda di maghi presente nella grande città, anche se ai cittadini bastava e avanzava e c’erano delle volte in cui avrebbero voluto cacciare via coloro che turbavano la loro pace.
Ma in fondo, non c’era Magnolia senza Fairy Tail e non c’era Fairy Tail senza Magnolia.
La città aveva un clima vivace grazie alla presenza dei maghi che la proteggevano nel momento del bisogno e dividevano le loro gioie e i loro dolori con le persone comuni che li circondavano.

Il tempo era pressoché splendido. Il cielo era limpido e azzurro come un turchese pregiato. I cittadini passeggiavano per le strade con abiti leggeri, ma non soffrivano il caldo, dato che soffiava un delicato venticello che accarezzava piacevolmente la pelle.
Gli uccelli volavano alti nel cielo, cullati dal aria, scendendo raramente a terra, desiderosi di volare sempre più su, quasi volessero arrivare al sole e oltre.

La gilda aveva passato dei brutti momenti a causa dello scontro contro i Phantom Lord, una gilda rivale, ma le cose si erano, per fortuna, concluse per il meglio. Il locale, distrutto come sfregio prima e in seguito per la furia dei combattimenti che avevano rischiato di coinvolgere l’intera Magnolia, era in fase di ricostruzione, ma a quell’ora, i maghi erano semplicemente riuniti a riposarsi dalle fatiche che questa comportava.
Ovviamente, il loro concetto di riposo si traduceva in fare baccano, ridere e brindare in compagnia.
Avrebbero potuto continuare per tutto il giorno a fare chiasso, sennonché l'entrata in scena di tre personaggi parecchio bizzarri, che varcarono le porte e scesero le scale a passo svelto e preciso, non li distrasse.

Il primo, che camminava davanti al gruppo, era una ragazza, di media altezza. I capelli a caschetto, scendevano a ciocche perfettamente dritte sul lato sinistro della testa. I capelli nella parte destra erano tirati all'indietro e appiattiti sulla nuca. Gli occhi verdi luccicavano come smeraldi, messi in risalto dalla matita nera e dai segni tatuati sulle guance. Gocce nere come lacrime, mostravano un falso dolore in un viso per niente turbato ne tanto meno infelice. Bensì serio e deciso, nonostante gli abiti assurdi che indossava.
Ovviamente nessuno se ne stupiva più di tanto, tutti erano assurdi a Fairy Tail, solo si chiedevano chi fosse e cosa volesse.
Indossava un completo unico, sbracciato, in stile pierrot, con una metà viola, l'altra nera. Lungo i lati del completo dei rombi, neri nella parte viola, viola nella parte nera. Sul petto un cuore sulla sinistra e un picche sulla destra. Un rombo rosso all'orecchio destro e un seme di fiori in quello sinistro. Il collo era nascosto da una gorgiera nera. Le scarpe, con la suola nera, erano praticamente fuse con il completo.

Alla sua sinistra stava un bizzarro animale, dalle sembianze feline, ma dal collo piuttosto allungato, col manto azzurro a macchie poligonali viola. Una benda a forma di cuore copriva l'occhio destro, mentre quello sinistro, dorato, risaltava, abbinato al fazzoletto dello stesso colore che l'animale portava al collo. Anche le sue dimensioni erano leggermente più grandi di quelle di un gatto normale.

Alla destra della ragazza invece stava un ragazzo, abbastanza alto, ma dai tratti delicati e quasi femminili, completamente vestito di bianco, con una tunica morbida e calda, nonostante il clima, a maniche lunghe e svasate, decorata sul petto, sul collo alto, sulle maniche, nella vita e al termine, da simboli religiosi ricamati d'oro. I morbidi capelli fucsia erano quasi del tutto coperti da un enorme copricapo che si stagliava a diversi centimetri di altezza oltre il suo capo. Una croce egizia decorata d'oro e ametiste spiccava su di esso facendo intendere che si trattasse di un personaggio alquanto religioso.

-Chi è il Master di questa gilda?- chiese la ragazza, con tono deciso, ma non per questo maleducato o provocatorio.
Ognuno tornò a farsi i fatti suoi, mentre il diretto interessato saltava giù dal bancone della locanda.
Era un vecchietto piuttosto basso e dall'aria buffa, i capelli bianchi ritti ai lati della testa, ma assenti sulla cima che risplendeva in tutta la sua lucentezza. Gli occhi piccoli e neri erano socchiusi e la bocca, semi nascosta dai baffi, sorridente. Indossava una giacca rossa con abbinato un cappello a due punte, a righe rosse e bianche, come quello di un folletto dispettoso.

-Piacere di conoscerla, signorina!- esclamò allegramente allungando letteralmente il braccio e dandole una sonora pacca sul sedere.
-Master la smetta!- sbuffò Mirajane, la ragazza immagine di Fairy Tail, nonché cameriera e maga di livello S -Se lo rifà mi arrabbio.- in passato una frase del genere da parte sua avrebbe fatto gelare il sangue nelle vene a chiunque, ma dopo la morte di Lisana, sorella minore di lei e Elfman, qualcosa si era spento nella ragazza e il suo spirito combattivo era pressoché scomparso, infatti non riusciva più ad effettuare il Take Over completamente
Il gesto di Makarov aveva però acceso quello del ragazzo effeminato che, sconvolto dal perverso gesto dell'uomo esclamò tra i denti un -Maledetto!- e fece apparire dal nulla una sciabola che avvicinò pericolosamente al vecchio -Per quello che hai fatto a Leek, meriti che ti tagli la mano, vecchio maiale!-
-Aspetta, White Hierophant.- gli disse lei, calma -Non importa. - si rivolse quindi di nuovo al Master, che non solo non si era minimamente preoccupato dell'ira del "sacerdote" (forse per sicurezza nelle sue capacità, forse per il rallentamento dei riflessi dovuto all'alcol) ma addirittura era impegnato in un importante scavo all'interno delle sue stesse narici;

-Lei è il Master?-
Il nonnetto estrasse dal naso il frutto delle sue fatiche e dopo averlo scagliato in un bicchiere poco lontano da lì, rispose -Si, sono io. Il mio nome è Makarov.-
La ragazza apparve leggermente incerta. Guardò il ragazzo dai capelli fucsia al suo fianco che annuì tristemente, sconsolato dal fatto che la sua Leek si fosse rivolta ad un maniaco.
Leek sorrise.
-Possiamo parlarle in privato?-
Makarov annuì e accompagnò il gruppo in una stanza sul retro, che doveva essere il suo ufficio, o qualcosa del genere.

-Che tizio pervertito... - fu il commento di White Hierophant nel vedere innumerevoli poster di donnine nude e simili, tappezzare le pareti insieme a fotografie, certificati, trofei e cose varie.
Quel piccolo ufficio, a differenza degli altri locali, era rimasto miracolosamente intatto.
-Dimmi tutto.- disse il vecchio prendendo posto in una comoda poltrona in pelle, con dei voluminosi cuscini sul sedile per aiutarlo ad arrivare alla scrivania.
-Vorremmo entrare a far parte della gilda.- rispose lei, calma, ma con una leggera punta d'ansia.
-E come mai a Fairy Tail? Come potete vedere, non siamo messi tanto bene ultimamente.- Leek rimase in silenzio per qualche secondo.
Non sapeva neanche lei perché avesse scelto Fairy Tail. C’erano tantissime gilde, molte delle quali avrebbero potuto essere più indicate per aiutarla a svolgere la sua missione, ma tra tutte, lei aveva scelto proprio quella.
White Hierophant le lesse nel pensiero. Leek era gelosa dell’allegria che quei maghi sembravano possedere, per di più gli adepti di Fairy Tail erano per la maggior parte giovani scapestrati.
Insomma anche se non l’avrebbe mai ammesso nemmeno a se stessa, la sua Leek desiderava degli amici e aveva visto quei maghi come dei perfetti candidati.
Il giovane pregò che il desiderio della sua protetta potesse essere realizzato, perché la sua felicità veniva prima di tutto, persino della sua stessa miserabile vita.
-C’è bisogno di un motivo?- fece lei, cercando di evitare di rispondere.
Makarov la fissò e per qualche istante, calò il silenzio.
Ma poi il Master ritenne che non era il caso di forzare la ragazza. Prima o poi il motivo che l’aveva spinta a compiere quel passo sarebbe venuto fuori.

-Bene. Cosa sapete fare?- chiese, lasciando cadere il discorso sulle motivazioni.
Leek prese dalla tasca una confezione e la mostrò al Master. Dentro vi erano delle carte, non normali carte da gioco bensì -Tarots... - il vecchio cominciò a giocherellare coi baffi -Da quello che sapevo, i membri della famiglia Blackberry non sono mai entrati a far parte di una gilda.-
Lei annuì.
-Immagino però avrà sentito parlare di Vinegar Blackberry.-
Makarov parve incupirsi. In quel momento cominciò a capire.
-Dalla sua reazione deduco di sì.- Leek sospirò, poi prese fiato e disse -E' mio zio.-


-Giorno a tutti gente!-
Un ragazzo con i capelli rosa, che rispondeva al nome di Natsu Dragonil, entrò urlando nel locale. Il giovane aveva i capelli rosa, tirati all'indietro. Gli occhi grandi a mandorla erano vivaci, con la pupilla stretta, quasi felina.
Il suo abbigliamento era piuttosto semplice, ma allo stesso tempo esotico: un gilet nero, aperto sul petto nudo, coi bordi gialli, pantaloni bianchi larghi,chiusi da nastri neri, stesso colore del pareo che gli scendeva lungo le gambe, abbinato al gilet e dei sandali. Intorno al collo portava una sciarpa beige decorata con linee orizzontali e verticali. Sembrava fatta con le scaglie di drago, o almeno questa era l'impressione che ne avevano tutti, dato che a Fairy Tail erano a conoscenza che il padre adottivo del ragazzo era niente meno che un maestoso drago chiamato Igneel.
Dietro di lui c'erano una ragazza bionda e un gatto blu e bianco.

Lei, Lucy Heartfilia, ragazza di nobili origini, indossava una stretta minigonna verde chiaro, con ricamati in rosa, nelle tasche posteriori, dei cuori. La maglietta era nera con stampato in rosa il numero 784 e all’interno dei numeri un’altra stampa, in nero, della marca del capo. Gli stivali erano neri, molto lavorati, con numerose cinghie e decorazioni rosa. Sul fianco sinistro portava una frusta.
I capelli erano lunghi fino alle spalle, raccolti sulla tempia sinistra da un fiocco verde.

Il gatto si chiamava Happy. Il pelo era completamente azzurro sul dorso e bianco sull'addome. Sulla schiena portava un piccolo fagotto verde, legato al collo. I grandi occhi vispi lanciavano continue occhiate di scherno alla bionda, che ignorava inutilmente le sue fastidiose battute.

Lucy, che teneva in mano un manoscritto, si guardò intorno, alla ricerca di Levi McGarden, un'altra maga di Fairy Tail, con la quale condivideva la passione per la lettura. La vide in un angolo intenta a scherzare con Jet e Droy, i suoi compagni di squadra. Il loro team si chiamava Shadow Gear.
Lucy si avvicinò a Levi -Ciao!- le disse sorridendo, leggermente imbarazzata.
-Ciao, Luchan!- esclamò la diciassettenne dai vivaci capelli azzurri, contenta.
-Vi disturbo?-
-Ma no, ma figurati. Parlavamo di come dividere i soldi della ricompensa per la missione all'isola di Lance.-
Lucy si sedette accanto a lei -Quindi è andato tutto bene?- chiese preoccupata.
Levi, Jet e Droy erano stati attaccati dai Phantom Lord, e i loro corpi straziati erano stati appesi all’entrata della città come monito dai rivali. Era stato quello a scatenare la furiosa lotta che si era susseguita. Lucy aveva sofferto tantissimo, visto che tutto ciò era accaduto a causa di suo padre che voleva costringerla a tornare a casa. Perciò aveva ingaggiato i Phantom Lord e causato tutto quello spargimento di sangue. Aveva fatto ferire i suoi amici, l’aveva fatta rapire… E tutto perché voleva che si sposasse per aumentare la potenza della famiglia. Con chi poi…. Lucy rabbrividì solo all’idea, ma per fortuna le cose ora si erano sistemate. In ogni caso, se suo padre avrebbe tentato nuovamente di far del male ai suoi amici, gliel’avrebbe fatta pagare cara, era poco ma sicuro.

-Sì, non abbiamo avuto grandi difficoltà.- rispose la McGarden, che si era ripresa alla perfezione, aveva giusto qualche benda e cerotto, ma nel complesso stava bene davvero. La missione su Lance l’avevano effettuata prima dell’attacco dei Phantom Lord, altrimenti non avrebbero potuto portarla a termine.
Levi se l’era cavata con tagli e lividi, ma Jet e Droy avevano anche diverse ossa rotte.
Con tutto quello che era successo non avevano avuto il tempo di dividere i soldi della ricompensa, tanto meno di discutere della quantità che spettava ad ognuno. Ma ora il tempo c’era e ne stavano approfittando.

-Ma quello, è il tuo manoscritto?- Levi indicò i fogli che Lucy stringeva al petto nervosamente. Lucy adorava leggere e scrivere e in quel periodo stava scrivendo un romanzo d’amore e magia, intriso di misteri e avventure. Si vergognava di dirlo in giro, anche se ormai grazie a Natsu, Happy e Gray lo sapevano già tutti, ma Levi era l’unica alla quale avrebbe permesso di dare un’occhiata approfondita alla sua opera e dalla quale avrebbe accettato eventuali critiche, dato che la piccola McGarden era forse la maga più esperta in incantesimi riguardanti la scrittura e la letteratura in generale.
Quello ovviamente era l’idea che di lei aveva Lucy, ma Levi non tradiva quelle “aspettative” perciò la bionda trovava piacevole chiacchierare con la ragazza, di qualunque argomento.

-Ehm... già... - la bionda arrossì leggermente -L'ho ultimato giusto due giorni fa e l'ho corretto. Vuoi dare un' occhiata?-
-E me lo chiedi? Ma certo!- il viso di Levi si illuminò.
Le due continuarono a parlare allegramente, mentre Jet e Droy le lasciarono sole, allontanandosi qualche minuto per prendere da bere al bancone e scambiare quattro chiacchiere con Mirajane, che in quel momento stava servendo dell' altra birra a Cana Alberona, una giovane maga dai lungi capelli corvini che ingurgitava interi barili di chissà quali potenti alcolici come se fossero bicchieri d'acqua, senza risentire più di tanto dei devastanti effetti collaterali dell’alcol.

Natsu intanto si era fiondato alla bacheca ed era intento a scannarsi con Gray Fullbuster, un moro col tremendo vizio di spogliarsi sempre e ovunque, appena arrivato anche lui e già in mutande, per l’appunto.
Sul petto spiccava il simbolo della gilda, una fatina alata con la coda.
Quel simbolo era anche sulla mano di Lucy, la schiena di Happy e il braccio di Natsu.
Ogni membro di Fairy Tail lo portava tatuato sul suo corpo e lo esibiva fieramente, perché la gilda era una seconda, se non l’unica, famiglia che ognuno possedeva.

L'oggetto della disputa tra i due maghi era una missione con lauta ricompensa in un deserto a nord.
-Ci vado io e basta!- ringhiò Natsu, con gli occhi da demonietto stretti e fissi su quelli dell’altro.
-Ma neanche per sogno! Ho bisogno di soldi!- fece di rimando Gray, guardando il rosato con sufficienza, pur conoscendo benissimo le sue potenzialità.
-Un mago di ghiaccio non riesce a resistere nel deserto!- gli ringhiò di rimando il rosato.
-Che c’è? Ti preoccupi che non riesca a tornare a prenderti a calci nel sedere?-

L'arrivo del Master placò i loro bollori.
O meglio, l'arrivo delle persone che seguivano Makarov fuori dall'ufficio sul retro.
La strana ragazza, il ragazzo effeminato dallo strano cappello e il gatto dal collo lungo attirarono la loro attenzione, distraendoli dai loro intenti omicidi (che ovviamente erano qualcosa di ordinario del quale ormai non ci si stupiva più, perciò nessuno li fermava e tutti si limitavano a guardare o peggio si univano alla lite creando ancora più disordine).
La ragazza si fermò al bancone di Mira, la quale prese un timbro, lo stesso con l'emblema della gilda.
Leek scoprì la spalla sinistra, mentre Cam si fece tatuare il collo. Quando toccò a lui, White Hierophant
scosse la testa.
-Io non sono un mago.- disse semplicemente.
Nel frattempo Gray e Natsu avevano ripreso l'eterna lotta, quello che avevano da vedere, l'avevano visto. Si presero a pugni e calci, poi Natsu afferrò Gray e lo lanciò, involontariamente, sul nuovo arrivato. Nudo, ovviamente. Il che firmò la condanna “a morte” del mago del ghiaccio, dato che il religioso, colpito in piena faccia dal suo posteriore perse la sua compostezza in un istante.
Il suo puro e casto viso, deturpato dal fondoschiena di un essere pervertito!
Un trauma insuperabile per uno come lui, dai sani e ferrei principi.

-White Hierophant non... -
Cam si diede una zampata in faccia.
Troppo tardi.

Il giovane fece apparire un grosso bazooka dorato e sparò un colpo luminoso verso Gray.

Il mago del ghiaccio fu lento di riflessi e tutto ciò che poté fare, fu intrecciare le braccia a difesa del corpo e stringere gli occhi, temendo davvero di morire. L’attacco era troppo veloce per poter essere fermato o evitato.
Si udì un rombo e un fascio di luce scaturì dall’arma, colpendo il Fullbuster.
Ma non successe niente.
Gray riaprì gli occhi.
Il tizio col cappello bianco aveva ritirato l'arma, ancora fumante. Il moro si toccò l'addome, dove aveva percepito qualcosa, una sensazione calda e purificatrice, bella in fin dei conti. Non aveva ferite, ne graffi, ne contusioni. Solo...
-EHI! PERCHÉ SONO NUDO??- gridò.
- Perché ti sei spogliato come al solito.- gli disse Happy, ridacchiando.
-Eeeeeh??? Io? Oh, mamma, che imbarazzo! Ma com'è potuto succedere?- il moro cominciò freneticamente a cercare i vestiti sparsi per il locale, arrossendo e tentando disperatamente di coprire le sue vergogne.
Tutti lo guardarono sorpresi.
-Oddio! Ora dovrò sposare tutti quelli che mi hanno visto nudo!- gridò in preda al panico.
-EEEEEEEEEEEEEEEEEEH?!- esclamarono di sorpresa gli altri, chiedendosi se stesse scherzando o meno.
Piano piano, i maghi e le maghe cominciarono a fuggire, per evitare di essere visti e che Gray facesse sul serio scenate matrimoniali.

-Oltre alla perversione, ora anche la poligamia?- una venuzza pulsò sulla fronte dell'effeminato.
-White Hierophant, lascia perdere.- Leek sospirò. Ogni volta la stessa storia. In fondo era anche a causa del brutto carattere di White Hierophant se lei non aveva ancora trovato ragazzo.
Quando aveva qualche anno in meno, non le importava più di tanto, ma ora sentiva che qualcosa mancava nella sua vita. E non solo i suoi cari scomparsi, il suo fratellone grande e grosso che diceva di voler sposare una volta cresciuta. Le mancava la figura di un uomo che le cingesse le spalle con dolcezza, che la baciasse, che la facesse sentire desiderata e amata.
Un uomo vero, con cui condividere la vita con le gioie e i dolori che essa comportava.
E invece era in un covo di maghi pazzi, alla ricerca del suo caro e dolce zietto fuggitivo.

-Tu chi sei?- la ragazza voltandosi, si trovò letteralmente faccia a faccia con Natsu. Il rosato era particolarmente curioso di conoscere questa nuova arrivata.
Lei sorrise, mentre una gocciolina di sudore le colava lungo la tempia.
-Il mio nome è Leek. Molto piacere.-
Natsu sorrise.
-Benvenuta a Fairy Tail! Io sono Natsu, quella bionda tettona lì è Lucy, il tipo nudo è Gray, e questo gatto è Happy.
-Aye!- fece Happy saltellando lì affianco.
-Ehi!- esclamò Lucy, che l’aveva sentito, anche se era lontana da lui.
-E io sono Loki.- disse un giovane dai capelli arancioni e gli occhiali da sole, che indossava un pesante giubbotto impellicciato, nonostante il clima caldo. Era molto affascinante ed enigmatico -Piacere tesorAAAAARGH!- prima che potesse posare le mani sulla ragazza, White Hierophant intervenne di nuovo, colpendo il mago donnaiolo con una mazza da baseball, anche quella tirata fuori da chissà dove.
-White Hierophant, stai calmo.- lo riprese Leek.
Lui fece sparire l'arma, controvoglia.
-Scusami, Hime, mi sono lasciato trasportare.-
Ma non era solo senso di protezione nei confronti della ragazza.
Quel Loki non gli piaceva.
Lo percepiva chiaramente: non era un mago normale, anzi, forse non era neppure un mago.
Anche Loki però aveva avuto la stessa impressione. Digrignò i denti cercando di alzarsi da terra. Riuscì a mettersi in ginocchio e prese a massaggiarsi la nuca, mentre ricambiava l’occhiata del sacerdote.
I presenti avrebbero semplicemente pensato ad un odio a prima vista dovuto al fatto che Loki aveva tentato di sedurre la ragazza di un altro (come capitava spesso, non era la prima volta neanche per lui).
Ma la ragione era molto più profonda e i maghi di Fairy Tail non sospettavano minimamente cosa ci fosse dietro l’arrivo di Leek o chi fosse in realtà White Hierophant.
Non erano neanche a conoscenza dell’enorme segreto che Loki celava, ma ben presto, anche quello sarebbe venuto alla luce, perché l’arrivo di Leek a Fairy Tail aveva scatenato una serie di eventi, mettendo in moto gli ingranaggi di un diabolico piano ai danni del mondo intero.



Fine capitolo 1




Bene, signori e signore, questa fic è nata per un contest su Fairy Tail, bellissimo manga di Hiro Mashima. Purtroppo ultimamente, come avrò già detto, la mia ispirazione è andata letteralmente a farsi... un giro e ho dovuto ritirarmi, anche perché la fic stava uscendo maluccio (non fatevi ingannare da questo capitolo U_U)
L'obbiettivo del contest era far entare a Fairy Tail un nuovo personaggio e spedirlo a cercare un oggetto millenario.
Questo è il risultato.
Vi chiedo di lasciare un commento, perché i commenti aiutano gli autori a migliorarsi e sinceramente mi da fastidio che le mie fic vengano lette e poi non ci siano recensioni. Mi da l'impressione che vengano lette, magari per metà, e poi mollate così. Levatemi questo dubbio ^_^
Il nome di Leek mi ha fatto penare, volevo chiamarla Kania, ma si assomiglia troppo a Cana e allora ho cambiato. Leek sarebbe il porro, quello che si mangia (buono buono!!!)
Adoro White Hierophant quindi credo lo tratterò benissimo XD
E Cam è un Gatto-Giraffa, ho incrociato due animali che adoro!

Per finire, questa fic potrebbe contenere spoiler, come non potrebbe, perché lo spoiler verrà rivelato in Italia o questo mese o con il prossimo volume di Fairy Tail, e chissà io quando vi farò scoprire di che si tratta ^_-

Bene, saluti a tutti, spero vi sia piaciuta. Ghen,Marian, mi spiace per il contest, che era favoloso!! Mi avete dato un'idea bellissimissima!! Baci!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2: Ma che ci combini, Elfman?! ***


Capitolo 2: Ma che ci combini, Elfman?!


Erano circa le sei e trenta del mattino e la città di Magnolia era ancora immersa nella pace e nel silenzio.
I lavoratori si godevano le ultime ore di riposo prima del suono della sveglia, rigirandosi appagati fra le lenzuola, desiderando che il tempo trascorresse il più lento possibile. Ma come si suol dire, il tempo è tiranno, e da un mese circa, i poveri abitanti della bella cittadina avevano rinunciato a godere di quella pace e di quei beati istanti di dormiveglia.
Un acuto gridò riecheggiò nell'aria, pervadendo vicoli e strade, spaventando volatili, pesci e animali d’ogni genere, penetrando attraverso le imposte e distruggendo senza pietà i timpani degli sprovveduti dormienti che non si erano ancora muniti di tappi per le orecchie.
All'urlo seguirono una serie d’imprecazioni e violenti colpi, che tutti distinsero nettamente, riuscendo persino a contarli.
Quella mattina si udirono distintamente ben diciassette colpi, molto probabilmente pugni.
Quando la pace tornò, tutti gli abitanti sospirarono contemporaneamente, dando la buffa impressione che fosse la città stessa a farlo. Uomini e donne tornarono al loro riposo, consci che però non sarebbero riusciti a riaddormentarsi e che le due ore che li separavano dall'alzarsi, le avrebbero trascorse rigirandosi senza sosta né pace fra le lenzuola.
Proprio per il ripetersi di quella situazione, dopo i primi giorni, nessuno ormai si stupiva più, anzi, era quasi un abitudine, tanto che per chi aveva un orario lavorativo mattiniero, quelle urla erano diventate sostitute dell’odiosa sveglia.
A differenza dell'odioso congegno le urla avevano un lato positivo: cessavano nel giro di pochi minuti, senza bisogno di alzarsi e premere tasti.


L'identità dell'urlatrice non era un mistero ormai: Leek Blackberry, la maga arrivata da poco in città e affiliata alla Gilda di casinisti che più casinisti non potevano esistere.
I cittadini si chiedevano in continuazione, se tutti i maghi fossero così.

La bionda straniera era, di fatto, l'esatto contrario di Kana Alberona, e non solo dal punto di vista fisico o nel modo di vestire.
Se ad una bastava il minimo pretesto per bere a volontà tutto ciò che le capitava sotto tiro, all'altra era sufficiente un cicchetto per finire sbronza a letto con uno qualsiasi dei maghi.
Nonostante le voci che giravano su di lei, la bella straniera, però dormiva per tutto il tempo, sotto lo sguardo vigile di W. Hierophant, Cam e quello rassegnato di entrambi e del mago di turno, che già prospettava le mazzate la mattina seguente, pur essendo innocente.

Qualche ora dopo, i maghi erano riuniti alla gilda, dandosi da fare per continuare la ricostruzione.
-Senti Droy, secondo te, chi sarà la “vittima” oggi?- chiese ridacchiando Jet, un mago dai capelli biondo scuro, acconciati in modo particolare. Ciò che però lo rappresentava e che più si notava di lui era l'enorme cappello, simile ad un cilindro, ma in stoffa, di un caldo colore arancione e decorato, come una torta, da sprazzi di pelliccia bianca.
Il giovane mago si portò alla bocca un bicchiere, contenente una particolare pozione magica per la cura delle ferite.
Aveva un saporaccio, che ad ogni sorso gli faceva strizzare gli occhi e scendere le lacrime, ma era particolarmente efficace e grazie a quella le sue ferite, causate da Gazille dei Phantom Lord, stavano ormai per guarire. E lo stesso valeva per Droy, l'inseparabile compare e rivale in amore, in lotta per il cuore della bella Levi Mc Garden.
Questi gli rispose, anche lui sorseggiando la medesima pozione bluastra -Secondo me Macao.-
Non l'avesse mai detto!
Il mago moro, dallo strano ciuffo simile ad un germoglio, fu incenerito dall'occhiata inferocita di Kana Alberona, che, per iniziare bene la giornata, aveva afferrato un barile e aveva cominciato a scolarselo in preda ad una forte crisi di rabbia.
-Se quella biondina ha osato alzare un dito su Macao, io la distruggo!!- ringhiò, con le venuzze che le pulsavano sulle tempie, un dito sollevato per dare più enfasi alla frase e gli occhi spalancati tremendamente. La sua cotta per il trentaseienne era palese, ma lui era fidanzato, e per lei a quanto pare non vi erano speranze.
La maga brilla però non sopportava che qualcun altro oltre a se stessa potesse avere dei contatti più intimi col suo Macao, perciò scoraggiava tutte le eventuali pretendenti al cuore di lui, augurandosi di poterlo conquistare semmai avesse deciso di rompere con l’attuale compagna.


Poco dopo, quando Kana si era ormai sfogata scolandosi circa metà dei liquori del locale, giunse alla Gilda (o forse era meglio dire al cantiere) anche Lucy, seguita da una ragazza dai lunghi capelli rossi, Elsa Scarlett.
Elsa era uno dei fiori all'occhiello di Fairy Tail, una dei maghi più potenti, insieme a Luxus, Mist Gun e Gildartz.
Luxus era un mago conosciuto per la sua arroganza, mentre degli altri due non si sapeva quasi nulla.
Mist Gun addormentava tutti ogni qualvolta entrava alla Gilda per scegliere una missione, perciò nessuno l'aveva visto in faccia, tanto più che aveva il capo e il viso coperti.
Del terzo, Gildartz, si sapeva che era un vecchio molto forte, secondo solo a Makarov, ma nient'altro.

La Scarlett, detta Titania indossava perennemente una pesante armatura, eccetto che per particolari occasioni in cui indossava abiti poco adatti alla sua indole, tutt'altro che femminile.
Vederla vestita da coniglietta o semplicemente agghindata con un delizioso abitino ricco di balze e nastri, era uno spettacolo veramente strano, che lasciava tutti senza fiato e dava l'impressione di non avere di fronte la temibile Titania, ma un'altra persona.
Il nome Elsa era associato immediatamente alla parola armatura. E lei d’armature ne aveva tantissime. Le cambiava secondo le occasioni e delle esigenze (faceva lo stesso con i vestiti, senza aver bisogno di un armadio in cui riporli, un potere veramente comodo il suo, a detta di molte). In ogni combattimento tirava fuori un armamento nuovo, perciò guardarla in azione era sempre una meraviglia per gli occhi.
Ovviamente, la bella rossa aveva i suoi lati negativi: era autoritaria e incuteva terrore. In sua presenza Natsu e Gray smettevano di ammazzarsi e si abbracciavano, se glielo avesse chiesto si sarebbero persino baciati; Kana smetteva di bere, Loki di flirtare, tutti diventavano più ''buoni'' e responsabili, insomma.

La Scarlett si diresse subito ad aiutare Max e Warren a sollevare delle pesanti travi, indossando l'abito da cantiere, con scritto sull'elmetto "La sicurezza innanzitutto". Anche Makarov, indossava una cosa del genere, ed era impegnato a sistemare il tetto, nella sua stazza da gigante.
Lucy invece si dispose al centro di uno spiazzo e prese la Chiave Dorata del Toro, si concentrò e pronunciò la formula per invocare il robusto Spirito Stellare.

-Apriti, porta del palazzo del Toro Dorato!- recitò, braccio teso, impugnando la chiave che sbloccò una serratura nell’aria, aprendo il passaggio tra i due mondi, quello degli umani e il mondo magico, dal quale provenivano gli Spiriti Stellari.

Taurus non tardò a fare la sua entrata.
Era un uomo toro, dal corpo umano e il muso bovino, col manto pezzato. Portava un'ascia enorme sulla schiena nuda e gli unici indumenti che indossava erano gli slip e gli stivali.

-Taurus, per favore, dai una mano agli altri mentre io aiuto Mira a riordinare e distribuire vivande.- Lucy non era forte, ma voleva dare il suo contributo, in fondo, si sentiva la causa di quel disastro, dato che era lei che i Phantom volevano.
Taurus annuì, poi si mise a fissarla attentamente.
-Muuuuu! Signorina Lucy, anche oggi le sue mammelle sono perfette!- lei, per tutta risposta gli diede un ceffone e si diresse verso Mira, fumante di rabbia.
-Taurus è un coccolone!- gli fece la maga albina sorridendo.
Lucy la guardò come se avesse davanti uno strano essere.
-Eeeh? Mira, che dici?-

Taurus intanto aveva attaccato bottone con Max, il mago della sabbia che amava parlare con gli altri -Le mammelle della signorina Lucy sono mmmmooolto sode!-
Al mago della sabbia venne il sangue al naso e le sue mani facevano strani gesti.
-BASTAAAAA!- fece la bionda -Sigh... Comincio a credere di avere fatto una sciocchezza ad invocarlo...-
Si appoggiò al bancone sconsolata.
-Che c'è?- le chiese Mirajane
-Nulla... E che vorrei tanto possedere più chiavi, ma con la gilda in questo stato, non siamo ancora pienamente in grado di svolgere missioni complesse...-

D'improvviso, calò il silenzio.
Persino Taurus cessò di fare commenti sul seno (anzi, le mammelle) di Lucy. Tutti guardarono verso l'entrata del cantiere.
Al momento, si trovavano tutti all'aperto, perciò, non distinsero bene le quattro sagome che si avvicinavano.
Anche se tre di loro erano ormai ''tristemente'' note.
La prima era ovviamente Leek, che, seguita dai suoi due scagnozzi prediletti, marciava pestando il terreno e sollevando un sacco di polvere che andava a oscurare la sagoma della quarta persona, ovvero la vittima che aveva subito l'ingiusta punizione da parte della misteriosa bella straniera.

-Tanto è Macao!- fecero i due Shadow Gear, mentre Levi li guardava sconsolata, allontanandosi pian piano dalla traiettoria di tiro di Kana, la quale era pronta ad esibirsi nel lancio del barile.
-Magari Natsu!- fece Warren
-E Gray?- chiese Max, ridendo.
-Ma no!- rispose qualcun altro ridendo –Gray prende in pieno ogni giorno i colpi di W. Hierophant, figuriamoci se potrebbe fare una cosa del genere!-
Mira sorrise e Lucy la guardò meravigliata.
- Perché sorridi?- le chiese
-Ora lo vedrai.- rispose gentilmente.

Gli istanti che si susseguirono furono di pura tensione. Leek, nera di rabbia, era arrivata al bancone di Mira, bofonchiando un -Buongiorno!- masticato.
Nel momento in cui si era fermata, il polverone aveva cessato di levarsi in alto e tutti poterono vedere il ''personaggio misterioso''.
Un'esclamazione improvvisa riecheggiò.

-Eeeeeh???? ELFMAAAAAAN????-

Il mago albino si massaggiò la nuca imbarazzato.
-Ecco io… Non è come sembra…- fece.
-Si, lo sappiamo.- fece Natsu, appena arrivato, ma già pronto a gettare nello scompiglio il cantiere. –E sappiamo anche che le hai prese da una donna!!-
Elfman non si scompose e lo guardò rassegnato –Un vero uomo non colpisce una donna, mai.-
-Oh, beh. Se preferisci penderle.- il mago del fuoco incrociò le braccia dietro la nuca e saltellò più avanti, in cerca di Elsa.
-Elsaaaaaaa!- esclamò –Mi sono ricordato di una cosa molto importante!!-
Elsa si voltò a guardarlo.
Lucy invece, sempre al bancone, lanciò una timida occhiata a Leek.
La nuova arrivata si limitò a ignorarla. Quel giorno i capelli erano portati completamente all’indietro, adornati con pinzette rappresentanti i semi delle carte. Indossava una salopette verde con stampato un picche sul petto, e sotto, una t-shirt nera con i cuori stampati sulle maniche. Anche questo completo aveva le scarpe unite ai pantaloni.

-Una cosa importante?- fece Elsa lanciandogli una trave che il mago del fuoco bruciò al volo.
Elsa gli diede un pugno sulla testa –Non dovevi incenerirla!-
Natsu continuò –Dopo che sei stata arrestata dal consiglio, sono successe un sacco di cose e non abbiamo portato a termine la nostra sfida.-
La rossa rimase un attimo in silenzio.
-E’ vero… Ma ora non possiamo continuarla.-
-Lo so.- fece Natsu, sollevando un’altra trave e porgendogliela –Intendevo, la continueremo terminata la ricostruzione?-
Elsa sorrise afferrandola. Una bella lotta contro un avversario valido le faceva sempre ribollire il sangue nelle vene.
-Perché no? Sarà perfetta per inaugurare la nuova gilda!- sorrise.
Natsu alzò braccia e viso al cielo, gridando ad occhi sgranati e fauci al vento –Siiiiiiiiii! Ti sconfiggerò!-
Il suo entusiasmo era tale che non sentì il commento di Gray, appena arrivato e ancora completamente vestito, che gli disse – L’importante è crederci, amico.- non lo disse con malizia, ma con compassione. Battere Elsa era un sogno irrealizzabile per chiunque, anche se il mago del fuoco aveva dimostrato di riuscire a tenerle testa. In ogni caso l’incerta sfida era stata interrotta da un funzionario del concilio, perciò nessuno sapeva come sarebbe andata a finire.

Anche Happy era appena arrivato insieme a Natsu e si era subito precipitato a infastidire Lucy, la quale aveva appena rispedito Taurus nel suo mondo.
La bionda aveva delle grane tutte sue da risolvere, perciò non ascoltava i commenti del micio blu che le faceva domande strambe.
La sua attenzione era rivolta alla maga bionda che aveva accanto.
-Ehm…- cominciò –Noi due non abbiamo avuto occasione di presentarci…-
Leek le lanciò un’occhiata, prima al viso, poi al mazzo di chiavi legato alla vita.
-Sei una maga degli Spiriti Stellari. Questo mi basta.- riprese a bere, guardando in direzione di Mira che medicava sorridendo Elfman.
-Vedo che ti sei dato da fare, fratellino.-
-Sorellona, perché l’hai fatta entrare in casa?-
Mira finì di fasciargli il polso.
-Si è addormentata sul tuo letto, non potevo cacciarla.-
Lucy la guardò stupita “Poteva eccome!”

Leek continuava a guardare Elfman. Era così alto e sembrava molto forte. Era anche bello. Certo, c’erano maghi molto più belli di lui, ma lei lo trovava speciale, nonostante quella mattina l'avesse coperto di botte.
Se non fosse stato per quell’odioso vizio che aveva di intrufolarsi nei letti dei maghi, avrebbe cercato di avvicinarlo in un altro modo.

W. Hierophant guardò la sua Leek, la sua Hime, la sua protetta. E pianse commosso.
“La mia Leek sta crescendo! Coraggio piccola! Farò sempre il tifo per te!”
Cam, che stava gironzolando un po’ovunque, cercando di dare una zampa come poteva, arrivò vicino al suo compare effeminato.
-Di nuovo quella faccia da sogliola, White?- gli chiese sarcastico, al che W. Hierophant si ricompose, guardandosi intorno imbarazzato.
Fortuna che nessuno lo stesse guardando.
Erano tutti troppo impegnati.

-Leek…- cominciò Lucy, distraendo la Blackberry.
-Che c’è?-
-Ehm… Per caso, ti ho fatto qualcosa?-
Leek abbassò lo sguardo.
-No… Scusami, ma nella mia famiglia non sopportiamo i maghi degli Spiriti Stellari…-
-Eh? Ma perché?-
Leek scosse le spalle -E’ una storia troppo lunga. Scusami se sono fredda con te, ma non ne posso fare a meno.-
Lucy annuì e poi le porse la mano sorridendo.
-Eh?- fece Leek confusa.
-Non so a cosa sia dovuto quest’astio, ma perché non proviamo a fare amicizia?-
Di risposta Leek chinò il capo.
Non sapeva che fare.
La sua prima amica una maga degli Spiriti Stellari? Avrebbe potuto stare bene con lei che possedeva il potere che le era stato negato fin dalla nascita?
Fissò la mano indecisa.
Stringerla o no?
Nessuno gliel’aveva mai porta.
La prese e sorrise imbarazzata.

W. Hierophant sorrise trionfante.
“La mia Hime ha fatto amicizia! E per di più con una maga degli Spiriti Stellari!! Sta diventando proprio una signorina!”
-Ma che gli prende?- fece Happy fissandolo
-Si è perso nelle sue fantasie.- scosse la testa Cam.
-Eeeh?!- W.Hierophant si scosse imbarazzato, portando le braccia al viso per nascondere il rossore.

L’idillio fu interrotto da Makarov che, tornato alle sue normali dimensioni, saltellò fino al bancone e si appollaiò sulle ginocchia di Leek.
-Ehi, tu!- esclamò il sacerdote –Giù le zampacce rinsecchite dalla mia Hime!-
Makarov ridacchiò, con le mani portate dietro la schiena, come un bambino tronfio d’orgoglio per aver svolto bene un compito scolastico.
-Vedo che hai già fatto amicizia! Bene….- le mostrò un foglio arrotolato -Perché ho trovato qualcosa che ti potrà interessare!-

Ore 12:00

I maghi si stavano rifocillando come ricompensa dell’ottimo lavoro svolto quella mattinata.
Stranamente Gray era ancora vestito ed era seduto accanto a Natsu, intento, non a rivolgergli battute aspre, ma a gustarsi un bel pollo alla diavola in fiamme.
-Gnam gnaaaammm!- a giudicare dai versi che emetteva, doveva trovarlo squisito.
Il motivo, oltre alla fame, che spingeva i due eterni nemici a sedere vicini come se niente fosse era Elsa, che stava accanto a loro come un boia pronto a calare la ghigliottina sulle loro teste, ma anche una mappa stesa al centro del tavolo.
Leek, la studiava, insieme a Lucy e Levi.
-Devi partire per una missione, Lechan?- chiese l’azzurra.
Leek annuì. Dopo aver stretto amicizia con Lucy, o meglio aver deciso di provare a farlo, aveva conosciuto anche la McGarden, con immensa gioia di W.Hierophant che non aveva fatto altro che gongolare di felicità per tutta la mattinata con stampata sul viso una buffissima faccia da pesce lesso.

La Blackberry annuì.
-Il Master ha detto, che questa città è stata fondata recentemente, ma è molto sospetta. Sono scomparsi dei maghi.- deglutì -E probabilmente c’è lo zampino di… una persona che sto cercando.-
La mappa non era antica, anzi era piuttosto recente, in fogli lucidi invece che su pergamena. Era la mappa di una città turistica, a quanto sembrava e riportava a fondo pagina, scritto in sgargianti caratteri, la parola Caleido.
-Caleido?- fece Lucy –Dove l’ho già sentito?-
-E’ la città dei divertimenti per adulti.- fece Elsa
-Per adulti?- chiese Gray.

La città aveva la bizzarra forma di ruota panoramica, con sette raggi che partivano dal centro, nel quale sorgeva una torre. Alle estremità vi erano degli ovali, come le cabine delle ruote panoramiche.
Tra i raggi sorgevano le vie e su ogni via era disegnato un numero, da uno a sette.
La leggenda riportava i vari nomi e le descrizioni: 1 Luxuria Garden, 2 Ozio Station, 3 Casinò Avenue, 4 Puraido Michi , 5 Beel Street , 6 Envy Rope, 7 Rage Square.

-Esatto, per adulti.- fece Elsa –Come vedi, c’è un quartiere a luci rosse, uno pieno zeppo di casinò, uno pieno di ristoranti…. Anche le attrazioni che si potrebbero trovare in un parco di divertimenti normale vengono sostituite da divertimenti per adulti.-
-Leggi qua!- fece Gray – Girandola Segaossa!-
-E questo? Tour della Morte in casa del Demonio.- fece Natsu
I due si guardarono.
-Sembra divertente!- esclamarono in coro.
-Voi dite?- fece Lucy con gli occhi stretti.
-Lucy, ti sei cagata di paura?- esclamò Happy tappandosi il naso.
-Non sono io!- esclamò lei, mentre uno strano odore aleggiava nell’aria.

-Aaaah… Finalmente libero!- esclamò Makarov, massaggiandosi la pancia.
-Master…- fece apprensiva Mira, mentre Elfman si tappava il naso –Non dovrebbe mangiare i fagioli se la gonfiano.-

-Lucy, allontanati!- continuò Happy –Puzzi da morire!-
-Ma non sono io!- esclamò lei.
-Lucy, è meglio se vai.- le fece Elsa, continuando a guardare la mappa.
-Ma Elsa!!! Anche tu!!- Lucy aveva le lacrime agli occhi.
Leek abbozzò un sorriso.
“La mia Hime sta sorridendo!” pensò White Hierophant
-White… La tua faccia…- fece Cam.


Il giorno prima, mentre tutti si sbronzavano per festeggiare il compleanno di Kana (e quindi l'alcool era distribuito a fiumi) Makarov, avvalendosi della ancora poca lucidità rimasta, aveva chiamato la rossa nel suo studio.
-Domani Leek partirà in missione.- ridacchiò (per la sbronza) sventolandole davanti un avviso non ancora appeso in bacheca. Non riuscì a guardarlo bene, perché il master lo muoveva troppo.
Rimase in silenzio, chiedendosi cosa c'entrasse con lei.
-Non è mai stata in una gilda.- disse Makarov, recuperando un po' più di lucidità, e di credibilità, con sguardo serio e compassionevole -E potrebbe mettersi nei guai, questa volta.-
-E' una missione delicata?-
-E' imparentata con un ...hic... mago ricercato dal consiglio. Non escludo che, come lei stia cercando lui, così lui stia cercando lei.-
-Un mago ricercato dal consiglio?-
-Vinegar Blackberry.-
Elsa cercò di ricordare dove avesse già sentito quel nome e improvvisamente le venne in mente l'immagine di un uomo dai lunghi capelli viola e il rossetto nero sulle labbra. Una benda gli copriva l'occhio destro.
-E' l'uomo che ha cercato di rovesciare il regno di Emerald?- chiese
Makarov annuì. -Proprio lui. E nonostante le cose non siano andate come voleva, è ancora in circolazione. Nessuno sa cosa stia tramando di fare, né perché, ma la presenza di Leek è segno che qualcosa si sta muovendo.-
Elsa annuì.
Makarov riprese a biascicare cose senza senso a causa della sbornia, così la rossa decise di lasciare lo studio e tornare a festeggiare con gli altri.
-Ah, Elsa...- le disse ancora Makarov -Ricordati che Leek è una nostra compagna, a prescindere dal fatto che sia legata a quel criminale.- Titania sorrise. Degno del Master.


-Non siete obbligati a venire.- fece Leek –E’ una questione che devo risolvere io.-
-E’ una missione di grado S.- disse Elsa per tutta risposta.
-D…D..Di grado S?- esclamarono Natsu e Gray.
-Vedi Leek, le missioni di grado S possono essere compiute solo se in un team c’è un mago di livello S. Di conseguenza, verrò con te.-
-E verrò anche io!- si esaltò Natsu.
-Non promette nulla di buono…- fece Lucy, ma poi guardando Leek, che le appariva piuttosto confusa le sorrise e le disse –Verrò anche io.-
-Non fartela di nuovo addosso per la paura, però!- fece Happy
-Ti dico che non sono stata io!- ringhiò la bionda.
-Sembra interessante…- fece Gray
-Tu non vieni.- fece W. Hierophant, sbuffando in faccia al moro.
-Ah, si? E perché?-
L’effeminato tolse il bazooka.
-Perché ti polverizzo qui, subito!-
-Smettila di renderti ridicolo…- fece Cam
-Lasciali continuare.- fece una voce da dietro.

Elfman si elevò sul chiassoso gruppetto.
-I veri uomini risolvono le cose con i pugni! Mi raccomando! Dateci dentro!-
Leek arrossì e girò lo sguardo.
“La mia Hime…” pensò ancora l’effeminato
-Non ti distrarre!- esclamò Gray spogliandosi.
-Dannato maniaco! Non permetterò mai a Leek-hime di andare in un posto così pericoloso con uno come te!!!- il bazooka era pronto a sparare.
In mezzo al caos, Elfman si avvicinò a Elsa e Leek.
-Vengo anche io.- disse.
-Bene.- fece la rossa –La ricompensa è 20 milioni di Jewel.-

Tutti ammutolirono.

-Una cifra così alta…-balbettò Levi.
-Ovvio che c’è qualcosa sotto.- concluse Lucy.
Natsu si colpì il palmo della mano con un pugno, carico più che mai.
-Le cose si fanno decisamente interessanti!- esclamò al settimo cielo, circondato dalle sue stesse fiamme.
-Natsu è andato a fuoco!!!- gridò qualcuno.



Qualche ora dopo, i membri del team scelti per quella missione, ovvero Natsu, Elsa, Gray, Happy, Lucy ed Elfman, si diressero all’entrata della città.
Leek li aspettava all'ombra di un albero, con W. Hierophant e Cam accanto a lei e un grosso carro, al quale era legato uno strano animale violetto a due teste.
-Che razza di animale è quello?- chiese Happy, indicando lo strano essere il quale aveva una testa equina e una indefinita. Sembrava una specie di coniglio con la testa girevole e l'aria assente.
-Senti chi parla.- rispose l'animale, o meglio la testa equina
-Parla!- esclamò il gatto
-E tu allora? -
-Riot, non cominciare ad attaccare briga.- disse la ragazza alzandosi e si rivolse al gruppo -Chariot è un animale a due teste. La testa destra è Riot, quella a sinistra è Tanchimo.-
-Tanchimo???- esclamò Lucy -E che centra con Chariot? E poi, che razza di essere sarebbe??-
-Molto piacere!- esclamò Natsu, dando delle grosse pacche alle due teste.
-Come puoi familiarizzare così in fretta?- urlò ancora Lucy, rivolta a Natsu. Poi si voltò verso Leek -Scusa Leek, senza offesa, ma che cosa sono?- le chiese.
La bionda le rispose in modo leggermente irritato -Te l'ho detto. E' un Chariot. Una creatura della mia terra.-
Non lo faceva apposta. Nonostante i maghi come Lucy non le avessero fatto nulla, non poteva fare a meno di provare una leggera antipatia. Possedevano quel potere che i membri della sua famiglia da sempre bramavano, ma che non potevano ottenere.
Per questo una donna dal grande ingegno creò i Tarots.
Erano creature artificiali, quasi eretiche, ma erano vive e avevano dei sentimenti.
Nate per servire la famiglia Blackberry erano carte passate di mano in mano, fino a che, ridotta a pochi elementi, i pochi membri della famiglia si erano trovati a possedere ognuno più di un Tarots.
E per Leek quelle bizzarre creature valevano più di qualunque amico umano.
-Se siamo pronti partiamo.- disse la ragazza, salendo sul grosso carro.
Gli altri fecero lo stesso e lo strano animale cominciò a correre velocissimo, sparendo in pochissimi secondi all’orizzonte.

-Che schifo, Natsu! Vomita fuori dal carro!- esclamò Gray, salutando così la città di Magnolia e i suoi abitanti.

Fine Capitolo 2

Et voilà!!! Perdonate l'attesa. Il capitolo era in restauro XD
Oggi sono stata colta da ispirazione e l'ho sistemato per bene. Mi ritengo soddisfatta e spero che piacia anche a voi.
Se alcuni nomi, tipo Gazille o Mist Gun non vi suonano bene, è perchè li ho presi dalle scan in inglese. Ritengo suonino meglio dei nostri Gajil e Misto Gun U_U
Riguardo a Gildartz, l'ho letto da qualche parte... Non mi ricordo come l'hanno tradotto da noi. Vabbè...
Leek ha un carattere un po' strano e si trova piuttosto confusa, quindi perdonatele gli sbalzi di umore, specie con Lucy.
Le vie della città dei divertimenti per adulti prendono i nomi dei sette peccati capitali, tranne Casinò Avenue e Beel Street che li richiamano.

Luxuria= Lussuria
Ozio=Ozio/Accidia
Puraido=Pride=Orgoglio (storpiato dal jap)
Beel=Beelzebu=Gola
Casinò= Soldi= Avarizia
Rage=Ira
Envy=Invidia

Caleido viene da Caleidoscopio. Non so se ce lo avete presente, ma è un aggeggio che fa vedere delle figure colorate, piuttosto varie. E' tipo un cannochiale. Comunque mi sembrava adatto per una città del genere.

Marian Yagami: spero che ti piacia anche questo cap, dato che Gray ha sempre da ridire col mio Whity XD
pika chan: Grazie infinite ^^ spero continuino a piacerti anche in futuro, perchè ho delle sorpresine in serbo per loro (e per voi)
Ghen: Dimmi che non mi sono dimenticata altri Kania in giro per il capitolo =_=
La storia si svolge circa nel 9 (ora non so, ma praticamente è appena dopo che finisce la saga dei Phantom Lord, quindi dovrebbe essere il 9).
Una parte non dico che sarà uguale a certi capitoli originali, ma prende spunto da quelli e anche se le ambientazioni saranno diverse il succo sarà quello (questo per quanto riguarda Loki).

Bene, non anticipo altro! ^^
Fatemi sapere che ne pensate di questo cap ^^


Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3: Gli ingranaggi cominciano a muoversi. Oh, Loki! Ci sei anche tu? ***




Capitolo 3: Gli ingranaggi cominciano a muoversi. Oh, Loki! Ci sei anche tu?



-Vinegar.-

Vinegar Blackberry si voltò, nel sentire la dolce voce femminile pronunciare con desiderio il suo nome.
L’uomo che Leek tanto cercava, era in quel momento intento ad osservare la sua città, la bellissima Caleido, tanto acclamata, quanto criticata e definita dai moralisti: la città del peccato.
E non solo perché le sue vie richiamavano agli angeli caduti e i suoi quartieri ai peccati capitali.
Ma proprio per il fatto che quei quartieri erano in tutto e per tutto fedeli al loro nome.

La città era parecchio grande, con solo un migliaio d’abitanti, costituito dai dipendenti, a dispetto del numero di persone che poteva effettivamente contenere, ovvero sui 12 mila circa.
Non vi erano bambini fra le attrazioni, solo ragazzi e adulti, persone grandi e vaccinate, insomma, che avevano la voglia e la possibilità di visitare la città per intero e goderla in tutto e per tutto senza rimanerne traumatizzati.


L’uomo dai capelli viola sorrise, leccandosi appena le labbra color dell’ebano, mentre la donna avanzava verso di lui ancheggiando con fare sensuale.
Il corpo era tonico e muscoloso, ma non per questo meno femminile rispetto ad altre esponenti del gentil sesso. Era decisamente attraente e le sue forme prosperose erano in bella mostra. Indossava degli stretti abiti di pelle rossa e nera che coprivano poco e non molto. I seni e il ventre candidi come la neve erano quasi del tutto scoperti e le gambe erano fasciate da stivali di pelle neri, senza punta né tallone, ma con tacchi alti e sottili.
A coprire le spalle nude un mantello rosso, tenuto sul petto da una spilla dorata a forma di demonietto ghignante e lungo appena fino al fondoschiena, appena sopra il quale, fuoriusciva una sottile e lunga coda vermiglia, dall'estremità cuneiforme affilata. Degli anelli dorati tintinnavano sbattendo tra loro bloccati dal cuneo, senza mai cadere dalla coda.
Infine, guanti neri, lunghi fin sopra il gomito, con le dita vermiglie, coprivano le braccia esaltando i muscoli.

-Che c'è, Lilith?- chiese lui.
Gli occhi ametista di lei s’illuminarono malvagiamente e le labbra scarlatte si protesero voluttuosamente, come a provocare i bassi istinti del suo padrone.
-Lilith. Non ho tempo per i tuoi giochi.- disse lui sorridendo, per nulla dispiaciuto dell'atteggiamento provocante della creatura, anzi.
Il volto dell’uomo era in ombra, ma Lilith lo riteneva molto più sensuale così che esposto ai raggi del sole.
La donna si accarezzò i voluminosi e lunghi capelli d'ebano giocherellando con le punte. Le corna demoniache si ergevano sulla sua testa attorcigliandosi in modo sensuale.
Era così diabolicamente bella e intelligente… Vinegar non poteva sperare in un alleata migliore. Perché Lilith, non era altro che uno dei Tarots più potenti, dopo il Mondo, insieme al Mago, la Forza, l’Imperatore e il Gerofante.
Ironia della sorte due delle carte più potenti le possedeva lui e due Leek.
Il Mondo ancora non era riuscito ad entrarvi in possesso, ma con Leek sarebbe stato tutto più semplice.
L’Imperatore non apparteneva a nessuno di loro due, ma Vinegar non lo reputava un problema, per il momento.

-I nostri informatori mi hanno riferito che dei maghi di Fairy Tail si occuperanno della faccenda delle sparizioni e che Leek si è affiliata a quella gilda. Come dobbiamo comportarci con i maghi?-
Vinegar ci pensò su per qualche secondo.
-Divertitevi pure.-
Lilith sorrise maliziosamente, compiaciuta. -Bene. Sarà un vero piacere.- si leccò le labbra peccaminose.
-Lilith?-
-Dimmi, amore.- fece lei, accarezzandogli il viso, il corpo premuto sul suo.
Lui arrossì violentemente, percependo i suoi seni sul petto.
Quella era la sua Lilith, se non si fosse comportata in tal modo, non sarebbe più stata lei.
Il viso vicino al suo, le labbra socchiuse sulle sue….
-Che mi dici di Chive?- le sussurrò, prima di concederle quel premio.
Lei si allontanò un poco, quanto bastava per potergli parlare senza perdersi nelle sue dolcissime labbra, che più di una volta l’avevano travolta di piacere al solo sfiorarla.
Proprio lei Lilith Ruby, il Diavolo, era caduta nella rete dell’amore, legandosi al suo padrone.
Ma Vinegar era speciale.
Per evocarla aveva sacrificato il proprio occhio, cosa che nessuno aveva mai fatto e più di una volta si era dimostrato pronto a perdere qualsiasi altra cosa per lei.
Non era solo il suo evocatore.
Era Suo.
E nonostante lei fosse il "male" da tutti temuto, non poteva che sentirsi felice al suo fianco.

-Chive non vuole saperne di parlare.- rispose, a bassa voce.
-Leek non dovrà sapere che lui è qui, finché non lo dico io.-
-Avvertirò gli altri…- si riavvicinò al suo Vinegar –Ora però non pensare ad altro. Solo a me…-
Lilith trascinò l’uomo in un focoso e passionale bacio, che perse immediatamente la castità iniziale e terminò con i corpi sudati dei due, seduti alla penombra delle mura.

All’esterno, Caleido brulicava di gente, la quale non immaginava affatto, che quel luogo di pace, gioia e divertimento, potesse diventare in seguito un campo di battaglia ed epicentro dal quale avrebbe preso il via la conquista del mondo intero e lo stravolgimento dello spazio tempo, la fine delle cose come tutti le conoscevano.
Il Mondo era il mezzo.
Chive la chiave.
Leek la serratura.

-Siamo arriBLUAaatii?- chiese Natsu, mentre un conato di vomito gli deformava il viso. Gray gli prese la testa e gliela sbatté all’esterno del carro.
-Vomita fuori, che schifo!-
-Manca ancora molto?- Cam si stiracchiò, allungando ancora di più il collo longilineo, mentre Happy lo guardava sotto shock. Lui non riusciva ad allungarsi così, pensava e n’era un po’ geloso, il micio volante.
-Pare di no.- rispose Elsa, guardando la cartina.
Il Chariot marciava spedito da diverse ore. Si erano riposati solo una volta e solo per una mezz’oretta, dopo la quale, Leek aveva dato il comando alla testa rotante, Tanchimo, appendendogli al collo un cartello con scritto AUTO. In questo modo Riot riposava, nonostante i due condividessero lo stesso corpo.
-Eccola!- esclamò Happy, svolazzando fra le loro teste.
Lucy si sporse dal carro, quasi mettendo il sedere sulla faccia di Gray.
-Ma è bellissima!- esclamò.
-No, ma dico!- fece il moro infastidito.
Leek annuì sorridendo.
Era bella davvero. Avvertivano già la musica e potevano vedere distintamente l’enorme ruota panoramica che sorgeva all’estremità orientale, come il sole.
-E’ grandissima…- si lasciò scappare Elfman.
“Lì forse incontrerò lo zio…” Leek si portò le mani al petto e strinse il collo della maglietta,sotto la quale,nascosto ad occhi indiscreti, stava un piccolo ciondolo portafoto a forma di cuore. “Chive, Nadine… perché non avete risposto alla mia lettera?”
-Tutto bene, Leek?- chiese Lucy, posandole una mano sulla spalla.
Leek sorrise tristemente e annuì.
-Si… Va tutto bene…-
-Scusate se v’interrompo.- fece Gray, al che tutti si voltarono verso di lui, ancora miracolosamente vestito. –Questa dovrebbe essere una missione, ma Leek, noi non conosciamo i tuoi poteri…-
La biondina annuì e, dopo aver sistemato una ciocca di capelli sfuggita alle mollettine, prese dalla tasca della salopette una custodia rossa, di forma rettangolare e la mostrò agli altri.
-Ecco.- la aprì e tutti ne osservarono il contenuto.
Vi erano delle carte figurate, la prima delle quali, rappresentava una persona che avevano avuto modo di conoscere molto bene.
-White Hierophant?- esclamò Gray sorpreso.
-che significa?- chiese Natsu.
Leek prese la carta di White Hierophant e la alzò in modo che tutti la potessero vedere bene.
Era di cartoncino resistente, parecchio lucida e l’illustrazione era molto bella. Ritraeva l’effeminato impegnato in una funzione religiosa, col viso casto e pio. Vi era scritto il suo nome Hierophant, in una pergamena raffigurata in basso.
-White Hierophant, vieni fuori.- disse Leek
La carta si illuminò e parve gonfiarsi.

Ora era tutto chiaro.
White Hierophant aveva detto di non essere un mago e di fatto era una creatura da invocazione che riposava in una carta.
-Io sono un Tarot.- esordì, dopo aver lanciato un’occhiataccia a Gray, che ricambiò con una smorfia –Nato per servire la famiglia Blackberry. Leek è la mia attuale padrona.- le lanciò un’occhiata e lei proseguì.
-Un mio antenato, circa mille anni fa fece un torto… Anzi no, diciamolo… Fece morire il suo Spirito Stellare, Pegasus. Da allora, la nostra famiglia non può esercitare i propri poteri d’evocazione sugli Spiriti Stellari.-
Tutti rimasero in silenzio.
-Non è giusto…- fece Lucy e tutti la guardarono –Non… Non è giusto che tutti paghino per la colpa di uno. Per di più è una cosa successa mille anni fa.-
Leek annuì.
-Già.-
-La figlia dell’antenato, Bellerophon…- disse Cam –Non si arrese. Lei non aveva colpa. Era affezionata a Pegasus, erano amici, e non aveva potuto far nulla per salvarlo. Non sappiamo con esattezza come andarono le cose, ma di fatto…- guardò W.Hierophant –E’ stata lei a creare White e gli altri, sacrificando la propria vita per dare ai suoi discendenti una possibilità di riscatto.-
-La venerabile Bellerophon ha dato la vita per crearci.- disse Riot voltando la testa equina verso i passeggeri –Perciò noi affiancheremo sempre i Blackberry. Vero Tanchy?- si voltò ancora, questa volta verso Tanchimo, che annuì, per poi riprendere a far ruotare il capo all’impazzata.
-Cavallo strano, tu…- Natsu riemerse, per poi riprendere a vomitare.
Leek prese piano le altre carte.
-Questi sono gli altri Tarots che ho.- li mostrò uno ad uno, senza evocarli, per non sprecare le forze.
-Magician Grey, il mago grigio; Cobalt Hermit, l’eremita Cobalto; Yellow Star, la stella; Ciel Angel, il giudizio.- poi si voltò verso Riot e Tanchimo –Poi ci sono loro due, che formano il Purple Chariot, insieme a questo carro.-
-Siamo arrivati! Siamo arrivati!!!- gridò Happy.

Ormai, il gruppo era a destinazione.
Davanti a loro, si apriva Viale Belphegor, la via principale di Ozio Station, un’ampia strada alberata, con dei rilassanti alberi verdi, dai tronchi sottili e le chiome a forma sferica, perfetta.
Dietro gli alberi, alberghi, terme, piscine, luoghi che richiamavano l’ozio e la pace.
La tranquillità regnava sovrana e nell’aria risuonava una rilassante musica inneggiante la serenità.
Leek fece rientrare i Tarots nelle carte e le nascose velocemente in tasca, nel caso i tirapiedi del suo adorato zietto si facessero vivi.
-Questo posto è fantasticoooooo!- esclamò Natsu arrampicandosi su un albero, mentre Happy svolazzava vicino alla sua testa.
-Non attirare l’attenzione.- fece Elsa, il rosato tremò nel sentire la sua voce leggermente alterata e obbedì da bravo bambino scendendo velocemente, e in maniera piuttosto buffa, dall’albero.
La rossa si era levata l’armatura, sostituendola magicamente con un abito giallo tigrato, costituito da un top e un paio di calzoncini aderenti appena sopra il ginocchio. Ai piedi delle eleganti scarpe aperte con un piccolo basso. La chioma scarlatta raccolta in una coda di cavallo, legata da un nastro, che come le scarpe e il resto era tigrato.
Avanzò a passo sicuro trascinandosi dietro la solita montagna di valige, dirigendosi verso un edificio, la cui insegna a forma di nuvola, riportava a caratteri rotondeggianti la scritta “Reception”.
-Chi è che non dovrebbe attirare l’attenzione?- disse piano Gray, ancora miracolosamente vestito con una morbida canottiera nera e ampi pantaloni bianchi.
Accanto a lui, Elfman, che portava una maglia rossa a stampa militare, pantaloni neri e ai piedi i soliti sandali di legno, annuiva con le braccia conserte e gli occhi chiusi.

Alla reception stava un ometto grassoccio e basso, con gli occhi a palla e un morbido abito bianco, simile ad una camicia da notte, a dir dei maschi, con una cravattina azzurra a nuvolette, che per la verità era una spilla attaccata alla tunica.
Era un tipo molto strano e inquietante.
Leek lo fissò a lungo, quasi gli ricordasse qualcuno, ma appena lui si voltò verso di lei, la ragazza girò il capo, fingendo di spostare l’attenzione su dei depliant appesi in una bacheca.
I maschietti si buttarono in delle soffici poltrone, mentre Lucy ed Elsa trattavano col "ciccione in camicia da notte".
Cam se ne stava buono buono in una gabbietta per gatti, in compagnia di Happy (per evitare gelosie). Non poteva rischiare di essere riconosciuto.
Se lo sentiva.
Lì era pieno di Tarots e l’odore di Vinegar era percepibile da qualche parte nel parco.
C’era anche un altro odore, molto familiare…
-Oddio che schifo!- esclamò sottovoce –Sei una fogna!- ringhiò a Happy, che per tutta risposta, con la solita voce da pesce ebete, fece cenno a Lucy di avvicinarsi, per poi dirle –Smettila di sparare queste puzze!-
La bionda per tutta risposta prese la gabbia e disse ad Elsa che sarebbe uscita un attimo a fare prendere aria ai ‘’micini’’ e, una volta fuori, agitò la gabbia fino a farli vomitare.
“Ma io che c’entro?” pensò disperato Cam.

Tornando all’omino grasso, dai pochi capelli neri sistemati in un orrendo riporto a nascondere la calvizie, questi discuteva gentilmente e pacatamente con Elsa riguardo alla sistemazione.
-Ricapitolando…- fece, scrutando i vari documenti, -Due camere da tre persone ognuna, animali compresi, giusto?-
Elsa annuì.
-Molto bene. Cosa preferite? Alberghi, Bed and Breakfast, terme?-
-TERME!- esclamarono i maschi.
-Non abbiamo tanti soldi...- fece Elsa, pensierosa, poi guardò Leek –Ma direi che una volta tanto possiamo permettercelo.- tornò a rivolgersi all’uomo –Le terme vanno bene. Quanto viene?-
L’omino prese a fare i conti, ma la sua lentezza era tale, che dopo dieci minuti era ancora lì a contare con le dita, che indicavano solo il numero tre.
E non aveva ancora raggiunto le dieci dita.
Ben dieci minuti per tre dita!
Natsu era già pronto a dare fuoco a tutto e Gray stava cominciando a spogliarsi (l’effetto delle armi dell’effeminato ormai era svanito e, dato che lui stava nella carta, non lo poteva rinnovare).
Elsa lanciò un’occhiata omicida ai due, che si bloccarono per il terrore.
Natsu ingoiò le fiamme e Gray rimise la canottiera. Per finire si abbracciarono.
Elfman seduto sulle poltrone annuiva, sempre a braccia conserte e occhi chiusi.

Dopo mooolto tempo, finalmente il gruppetto ricevette un documento da presentare alle terme in fondo alla via.
Sul portone, simile all’entrata di un tempio, stava la scritta in caratteri orientali, Litania.
Elsa procedette trascinandosi dietro le sue numerose valige, seguendo le indicazioni dell’omino e guidò il gruppo davanti alla struttura termale, in antico stile giapponese.
Dall’interno proveniva quell’aria calda e profumata tipica degli ambienti e molte persone in kimono entravano e venivano, tutte rilassate e dall’aria riposata.
Elsa consegnò ad una ragazza dal kimono azzurrino e i capelli color dell’ebano, il documento e questa in quattro e quattr’otto li accompagno alle rispettive stanze e informo sugli orari e le regole.
Lo fece con tale velocità e precisione da lasciare il gruppo molto sorpreso.
Leek liberò i gatti dalla gabbia e Cam, sottolo sguardo stupito di tutti, si stiracchiò il collo, che parve diventare ancora più lungo.
-Tu sei anormale!- gli fece Happy, mentre Lucy lo guardava male.
-E tu che mi dici, eh?- gli disse.

Avevano ricevuto un appartamento in stile orientale, un Ryokan, per la precisione, dai bassi mobili in legno e il tatami. Vi era un soggiorno che dava da una parte verso il corridoio, lungo il quale si aprivano gli altri appartamenti, dall’altra verso un giardinetto, sempre in stile orientale, molto rilassante e tranquillo, con tanto di laghetto con le carpe e giardino zen, condiviso da tutti inquilini dell’albergo.
Vi era poi una porta che dava ad un piccolo locale, dal quale si accedeva alle stanze. Sulla destra quella di Elsa, Lucy e Leek, con Cam e sulla sinistra quella di Natsu, Gray, Elfman ed Happy.
-Sistemiamo le valigie, dopo cena andremo a fare un giro.- disse Elsa.
Con quella frase intendeva dire ovviamente che, oltre ad ammirare la città, avrebbero cominciato il lavoro.
Tutti annuirono e presero a sistemare ognuno le proprie cose.
I maschi ovviamente presero a litigare per i letti e lanciarsi valigie e indumenti.
Le ragazze invece parlavano del più e del meno.
Vi erano tre letti e una cuccetta.
Lucy prese la cuccia e la mise vicino al letto di mezzo. Non voleva che Leek rimanesse isolata, perciò decise di sistemarla fra lei e la rossa.
Leek non obbiettò, non le dispiaceva, ma non avrebbe avuto il coraggio di chiedere lei quella posizione, dopotutto era la nuova arrivata.
Elsa le mise le mani sulle spalle e gliele massaggiò, facendola sedere sul letto.
-Rilassati.- le disse dolcemente –Sei tra amici.-
La biondina annuì.
Aveva il volto arrossato dall’imbarazzo e il corpo teso. L’aria da dura con la quale si era presentata alla gilda per la prima volta, era ormai scomparsa.
Sembrava più una bambina sperduta che una maga invocatrice.
Solo quelle lacrime nere tatuate sotto gli occhi, dimostravano che non era così.


Era ormai sera.
Era giunto lì da poco e non era affatto dell’umore giusto.
Non gli rimaneva molto tempo e doveva sprecarlo a dare la caccia a dei maghi da strapazzo.
Per di più in quella città così caotica.
Il master non aveva nessun altro a cui chiederlo?
Già che c’era, non poteva chiederlo ad Elsa?

Il mago più amato e ambito, dai morbidi capelli rossicci e l’aria ribelle, levò gli occhiali da sole e si massaggiò la fronte.
Si guardò in torno.
Una traccia, dannazione!
“Prima di sparire devo tornare da lei!” pensò, per poi fermarsi a riflettere.
Quelle parole…
Si era rassegnato al suo destino.
Ma aveva davvero commesso un crimine?
In fondo, mica era sua la colpa della sua morte.
“O forse si… Si… Se non l’avessi lasciata sola in quel momento…” gli venne quasi da piangere, ma si trattenne e alzò il capo.
Aveva sentito una voce familiare.
Molto familiare.

-Lucy, sei una stupida!- esclamò Happy, vestito con un caldo kimono, trotterellando accanto alla bionda e a Plue.
-Oh, stai zitto. E’ solo colpa tua se siamo finiti a Luxuria Garden!-
-Leggi il nome della via!- esclamò Happy, per poi coprirsi gli occhi, imbarazzato.
Lucy, anche lei con indosso il morbido e caldo kimono, alzò gli occhi.
Lesse il nome della via e si coprì il volto.
-Ma che vergogna!!! Così non possiamo neanche chiedere informazioni!-

Il gruppetto marciò imbarazzato per un po’, finchè non intravidero un passaggio per il quartiere successivo, ovvero Ozio Station.
-Non ho molta voglia di tornare là…- fece Lucy, scoraggiata.
Poco prima infatti, alle terme si era scatenata la peggiore battaglia di cuscini a cui avesse mai preso parte (forse l’unica ed ultima).
E n’era rimasta traumatizzata.
Happy prese a ridere come un pazzo e lei lo fulminò torva.
-Che hai da ridere, gatto?-
-Sei volata via… Ahahahaha!- rideva il micio, senza sosta, quasi soffocando.
Anche Plue emise una risatina, ma nel suo caso fu un Puhuhun e non uno sboccato Ahahaha!
In ogni caso, i due risero della bionda, la quale aveva ricevuto le cuscinate da tutti gli altri, per poi volare dritta nel laghetto in giardino, sfondando la porta scorrevole.
Si era fatta un bagno gelido fuori programma e per di più il naso le doleva ancora.
-Ma quelli sono umani? Persino Leek!- disse alzando le braccia al cielo.
-Puuun.- fece Plue.
-Si, lo so, Happy è un gatto.-
-Puu!-
-E tu sei un cane.-
-La verità… E’ che sono un essere umano.-
-Ooh...- disse Lucy, prima di spalancare gli occhi.
Le sue orecchie gli avevano giocato un brutto scherzo.
Plue aveva parlato???
-Un umano?! No, aspetta! Tu puoi parlare???-
-Aye!- fece Plue –Sai, sono il messaggero di un eroe in possesso di una pietra sacra.-
Lucy guardò male in direzione di alcuni cespugli all’angolo della strada.
-Aye? Ok, Happy, vieni fuori, ti ho scoperto.-
Il micetto, in preda alle risate, mise fuori il musetto.
-Uffi! Conoscendoti pensavo di prenderti in giro per una settimana!-
Lucy avrebbe voluto strozzarlo, ma lasciò perdere.
Il gattino le si portò e fianco e presero per imboccare l’uscita, quando due tizi richiamarono la loro attenzione.
-Ma che bella signorina…- fece uno, facendo voltare Lucy.

-Leek, non dovresti bere.- disse Elsa, mentre la biondina scolava del sake.
Il suo kimono si apriva leggermente ed Elfman, seduto accanto a lei, arrossì nel notare il seno prosperoso, per poi voltare la testa imbarazzato.
W. Hierophant ovviamente apparve a proteggere la ragazza e cercò subito di uccidere Gray, in mutande accanto a lei.
I due cominciarono una lotta furiosa, ma Leek non gli prestava attenzione.
Si era beatamente assopita appoggiata al gigante, col volto arrossato, e per l’alcol, e per l’imbarazzo di stargli accanto.
-Ehm… E adesso?- Elfman si grattò la nuca.
-Portala a letto, no?- fece Cam, intendendo ovviamente l’accompagnarla in stanza e adagiarla sui morbidi letti cerulei. Ma la frase era fraintendibilissima, perciò W.Hierophant tirò fuori il bazooka e, dopo aver spedito Gray a far compagnia alle carpe, lo puntò verso l’albino.
-Provaci e sei morto!-
Leek si stiracchiò sulle gambe del povero mago.
-Yaaaaawn!- fece.
Elsa ridacchiò e Natsu prese un gamberetto, cercando di farlo cadere in bocca alla bionda.
-Scherzetto…- disse piano.
La rossa lo prese per la sciarpa.
-Natsu, sono preoccupata per Lucy ed Happy, andiamo!- poi si voltò verso Elfman –Vi lasciamo soli.- gli strizzò l’occhio e lui arrossì, poi guardò Leek, indeciso sul da farsi. Se l’avesse portata in camera e si fosse svegliata, avrebbe frainteso nuovamente tutto, prendendolo a mazzate.

-Sei molto carina, con indosso quello yukata.- disse un tizio, con i capelli violetti e un fastidioso tic nervoso. Scuoteva insistentemente la testa e la tentazione di tenergliela ferma a suon di schiaffi era forte.
Un tizio più grosso, dai capelli biondo scuro, si stagliava alle spalle del compagno e la guardava maliziosamente. Lucy provò un brivido.
Quei due portavano guai, se lo sentiva.
-Che ne dici di venire a bere qualcosa con noi?- chiese il biondo.
Lucy tentò di scaricarli.
-Mi spiace, ma come vedete, ho già compagnia.-
-Dai, solo un po’!- fece il viola –E poi… Con compagni intendi questi due? Un gatto e un…- guardò Plue –Bah… Non importa cosa sia.- afferrò la bionda –Dai, non fare tante storie…- anche l’altro la prese a braccetto e cominciarono ad incamminarsi.
-Ho detto di no… Happy, fai qualcosa…- protestò.
Happy per tutta risposta alzò la zampa e
-Meoooow!-
-Come sarebbe a dire “Meooow”!?- gli urlò la maga.
-Che dolce! Parli col gattino!- il viola parlava continuando a scuotere la testa.
-Ma si, portali pure con noi, se vuoi.- fece l’altro.
Lucy cercò di divincolarsi.
-Sentite, non mi va…- fece, ma il suo corpo non rispondeva bene ai comandi.
“Che succede?” si chiese “Ma non sarà che questi sono maghi?” cominciò a preoccuparsi
“Dannazione, questa non ci voleva!”
I due continuarono a trascinarla lungo la via dall’imbarazzante nome, finchè qualcosa non li fermò.

Come una scheggia, una sagoma verde si portò alle spalle del viola, colpendolo alla nuca con un gancio volante ben assestato.
L’uomo cadde a terra, sorpreso dell’accaduto, mentre Lucy ammirò la figura fiera e selvaggia davanti a lei.
Non poté formulare subito il suo nome, perché il biondo tentò di vendicare il compagno, ricevendo in cambio un calcio sul grugno.
Anche lui cadde a terra privo di sensi e, finalmente, Lucy poté accertarsi dell’identità del suo salvatore.
-Va tutto bene?- le chiese il ragazzo, con voce calma, gentile e calorosa.
-Loki!- era sorpresa, non del fatto che lui l’avesse salvata (beh si, anche quello) ma soprattutto del fatto che il mago fosse lì.
Lui si portò immediatamente dietro un albero e fece sbucare la testa dal nascondiglio.
-Ehm… mi spiace…- emise.
A Lucy colò una goccia di sudore lungo la tempia.
Che tipo!
- Per che cosa?-
-Questi due sono delle canaglie che molestano le ragazze. La mia missione era quella di catturarli.- rispose lui, uscendo dal "rifugio" per poi afferrare i due e tentare di superare la ragazza.
Portava i vestiti di sempre.
Giaccone verde, pantaloni beige ampi e occhiali da sole dalle lenti verdi.
Il solito Loki, a quanto pareva.
Ma la ragazza notò qualcos’altro. Il suo sguardo era affaticato più del solito e non dipendeva certo dalla “paura” nei suoi confronti.

-Beh, ora vado a consegnare questi due…-
-Aspetta.- gli disse lei
-Uh?-
La bionda sorrise.
-Grazie per avermi salvato. E per aver ritrovato le mie chiavi.-
-Oh, non ti preoccupare.- le sorrise, per la prima volta, sinceramente.
-Se non ti dispiace...- riprese la bionda –Che ne diresti di stare un po’ con me?-
Lui la guardò molto sorpreso.
Plue ed Happy si commossero, con gli occhi a forma di cuore –No-non sarà…?- esclamò Happy, mentre Plue rispondeva in coro –Pu-Puuun…?-
-Oh… Ma state zitti…- Lucy troncò il discorso.

-Accidenti a Lucy, dove sarà finita?- Natsu si stava annoiando.
Si, Ozio Station era un bel posto, ma lui amava l’azione e le risse, non i posti tranquilli.
Davanti a lui Elsa si guardava intorno.
-Dove potrebbe essere andata?- rifletté Gray
La rossa si fermò e si voltò verso di loro.
-Ora che ci penso, mi sono ricordata una cosa che ha detto il Master, spalancate le orecchie voi due.-
I due si abbracciarono per lo sguardo serio che Titania gli rivolse –Qualunque cosa succederà d’ora in poi, Leek è una nostra compagna.-
I due la fissarono straniti.
Ok, niente da ridire sul fatto che Leek fosse ormai una loro compagna, ma che c’entrava in quel momento?


Poco lontano da lì, Lucy e Loki erano seduti al bancone di un bar in stile orientale, all’ingresso di Viale Belphegor, a diversi posti l’uno dall’altra.
Davanti a loro, una ragazza dai capelli verdi servì ciò che avevano ordinato e prese a pulire i bicchieri e le stoviglie usate dagli altri clienti, il tutto cercando di ignorare i discorsi dei due.
-Non c’è bisogno che stai così lontano.- disse lei.
Lui annuì.
-S-scusa…- era evidentemente imbarazzato, e poco a poco prese ad avvicinarsi.
-E’ da un po’ che volevo chiedertelo. Insomma, qual è il tuo problema con i maghi degli Spiriti Stellari?-
Lui non rispose subito e lei gonfiò le guance, in senso di protesta.
-Se non me lo vuoi dire, non fa nulla, ma io sono chi sono, lo sai, no?-
-Lo so…- ripeté lui –Scusa se ti ho fatto soffrire, mi spiace. Dimenticami.-
-Non ti capisco… Sembra quasi che tu stia rompendo con una ragazza.- davvero non riusciva a capirlo, gli sembrava più strano del solito. E sì che ancora non era riuscita ad inquadrarlo.
Lui rimase a capo chino sul bancone, poco più in là Happy e Plue dormivano profondamente accanto ad una bottiglietta rovesciata di sakè.
Lucy si alzò sospirando.
-Va bene. Era solo una curiosità…- lo salutò con un sorriso raggiante –Grazie ancora per avermi salvato!-
Il cuore del donnaiolo batté all’impazzata.
Aveva bisogno di lei.
Così bella, così sorridente, così… irraggiungibile.
Presto per lei sarebbe diventato solo incognita.
Un mistero irrisolto.
Sarebbe scomparso.
Non voleva, ma era così.
-Qualunque cosa tu pensi di me, noi rimaniamo sempre compagni.- lei si portò le mani al petto e nel momento in cui gli voltò le spalle, in lui scattò la molla.
Voleva dirle tutto.
La prese per il polso.
-Aspetta.- emise, quasi supplicando.
La fissò per qualche istante ancora, prima di abbracciarla e sospirare il suo nome.
Lei rispose quasi incredula, indecisa se ricambiare quell’abbraccio.
Chiedendosi se quello fosse realmente Loki.
Lo sapeva, era lui, ma era così strano… Così…
-Lucy…- emise, sul punto di piangere –Non mi rimane più… molto da vivere.-
-Eh?- il mondo parve fermarsi per lei.
Una rivelazione così all’improvviso, quell’atteggiamento così strano.
Che stava succedendo?


Fine capitolo 3


Ed eccoci al nuovo capitolo signori!!!
Come vedete, è somigliante alla parte del volume 9 in cui iniziano a scoprirsi i misteri su Loki (il mio cucciolottino!!!!)
Ovviamente non è e non sarà uguale, tranne certe frasi, cambieranno le ambientazioni. Infatti come avrete notato, al posto del barista dalla fronte kilomentrica, c'è una ragazza dai capelli verdi (vedrete in futuro perchè questo cambiamento).
Leek ed Elfman forever!!!
Ehm... Ok, basta XD
Ho letto giusto ieri i capitoli su Loki in italiano!! Dopo averli letti in inglese fa uno strano effetto, ma cavolo Q______Q bellissimi!! L'ho desiderato per mesi, gli costruirò un altare a quel volume!!!!
Ok, basta XD
Passo alle recensioni, che è meglio.

Pika-chan: fra poco inizierà quella parte, per ora inizia quella strappalacrime XD No dai, ANTICIPAZIONI mentre Lucy e Loki avranno le loro grane Natsu farà uno strano incontro U_U FINE ANTICIPAZIONI

Ghen: Spero ti piace anche questo capitolo ^^

Chiudo dicendo che adoro quel finto cattivone di Gazille e vi chiedo un consiglio. Avete notato Lluvia/Jubia a Fairy Tail che spia Gray? La infilo nella storia o no? E con che nome? Preferisco Lluvia, che sinceramente è più apropriato U_U
Ok, vi lascio.
Grazie perchè mi seguite con tanto affetto!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4: La fuggitiva. ***


-Lucy…- emise, sul punto di piangere –Non mi rimane più… molto da vivere.-

Capitolo 4: La fuggitiva.

-Che vuoi dire?- chiese la bionda, attanagliata dall'ansia.
Loki non rispose. Aveva detto troppo. Si separò da lei e rimase con il capo chino, imbarazzato. Dirle tutto?
"Fuori discussione." Pensò.
-Loki?- chiese Lucy.
Lui rise.
-Eh?-
-Ci sei cascata, eh?- le fece l'occhiolino -E' un trucchetto che funziona sempre con le ragazze. Sai, di solito piangono come fontane, a questo punto. Paura eh?-
Lucy lo fissò stranita.
Uno così... come faceva ad essere l'idolo delle ragazze, uno che usava simili trucchi per rimorchiare?
L'ira la colse e uno schiaffo sonoro risuonò per il locale.
Gli occhiali da sole di Loki caddero al suolo e lui non si mosse.
Lasciò che Lucy uscisse dal locale nera di rabbia, afferrando per le code Happy e Plue.
La guardò appena andarsene e incrociò lo sguardo col piccolo spirito stellare per niente simile ad un cane. Certo che Lucy aveva uno strano concetto di razza canina…
-Puun...- guaì il piccolo, scomparendo oltre la porta scorrevole.
"Lo so... dovevo dirglielo... lo so..." Loki rimase solo con se stesso, a capo chino.
-IO ODIO QUESTO GENERE DI SCHERZI!- gli aveva urlato Lucy. Se solo avesse avuto il coraggio di dirle che non era uno scherzo. Che sarebbe scomparso, per sempre…
"Non devo lasciarmi trascinare dai miei sentimenti... non posso coinvolgere Lucy... devo espiare… espiare… espiare…”

…………………………………………………………………………………………………………......

Il mattino sorse su Caleido.
Nell'aria risuonò una dolce melodia, la quale, piuttosto che svegliare gli ospiti, li invitava a rigirarsi nel morbido futon e rimettersi a dormire.
-Lucy, sei sveglia?- Elsa cercò di svegliare la bionda. La Scarlett era piuttosto mattiniera ed era già vestita di tutto punto dalle sei del mattino. Aveva fatto un giro di ricognizione e raccolto notizie. E per comunicare la cattiva nuova (o buona, dipende dal punto di vista) agli altri, Elsa doveva svegliare Lucy.
-Lucy...-
La bionda si voltò appena, demoralizzata.
-Scusa, Elsa... arrivo.- si alzò svogliatamente, risciacquò il viso e si rivestì. Entrò nel piccolo soggiorno. Erano tutti in piedi, ad attenderla. Elfman aveva un grosso livido sulla fronte, segno che Leek sonnambula e ancora sbronza si era infilata nel suo letto per poi dargli del pervertito e suonargliele.
La novellina stava consultando la mappa della città, mentre Natsu e Gray litigavano come al solito.
Erano pieni di ferite, che da quello che la ragazza aveva capito, si erano procurati da soli facendo il lancio dei cuscini.
-Ma ci si può ridurre in quel modo facendo la lotta con i cuscini?- sospirò Elfman.
-Ma come, di solito non si fa così?- chiese Leek, la quale, presa dall'euforia del momento, si era gettata nella mischia ed anche lei era ridotta maluccio, con un cerotto sul naso e delle fasciature ai polsi.
-No, no... credimi... - non che anche lui non ci avesse dato dentro... ma l'aveva fatto solo ed esclusivamente per autodifesa.

-Perché diavolo ti scaldi tanto per una cosa così semplice come il lancio dei cuscini?!- ringhiò Gray, battendo la fronte su quella di Natsu e fissandolo con furia omicida.
-Io metto tutte le mie energie in ogni cosa che faccio!- ribattè Natsu, ricambiando la cosa.
-Infatti, prendi sempre sonore bastonate!-
-Cosa?! Sei ti che le hai prese stavolta!-
I due si voltarono verso Lucy, intenta a fare colazione.
-Lucy, chi ha vinto?-
Lei li guardò come se volesse ucciderli.
-Non mi disturbate.- disse secca.
I due tremarono da capo e piedi e si strinsero in un caldo abbraccio.
"Non posso credere che esista qualcun altro oltre ad Elsa capace di zittire quei due..." Pensò Elfman, con la classica gocciolina di sudore che gli colava lungo la nuca.
Lucy continuava a mangiare, ignorando tutto e tutti, pensando a Loki. Non voleva credergli, ma aveva cominciato a pensare che il suo comportamento fosse strano e che, perciò, doveva esserci un motivo valido per cui le aveva detto quelle parole. Forse non mentiva…
-Ehm... Lucy?- Happy le si avvicinò, quasi colpevole. -Sei offesa per quello che ti ho detto ieri?-
-Ma per chi mi hai preso?- rispose lei, bevendo del latte. -Scusa... Ho un po' di pensieri...- sospirò, poi annunciò –Su! Concentriamoci sulla missione!-
-Bene.- disse Elsa -Stamattina ho fatto un giro per la città e ho scoperto che è scomparsa una ragazza.-
-Ci siamo...- fece Leek
-Lavorava in una locanda chiamata Sensation.-
Lucy rimase immobile. Era il locale in cui stava il giorno prima con Loki.
-Si chiama Remona Caterpillar, ed è una maga di una piccola gilda, Coleo Wings.-
-Una piccola gilda? Possibile che anche lei si stesse occupando di queste sparizioni?- chiese Gray, per poi voltarsi nervosamente a guardare fuori. Gli pareva di essere osservato, ma non n’era sicuro e non voleva mettere gli altri in agitazione.

"Ooooh... Gray-sama sei bellissimooooo!!!!" dal suo nascondiglio, Lluvia, l'unica donna del team degli Element Four, cercava di placare il suo cuore dopo la vista dell'unico uomo capace di guarire il suo animo ferito. L'unico capace di scacciare via le nuvole piovose dalla sua vita e dalla sua anima.
Gray Fullbuster. Lo amava come nessun altro, Lluvia, e lo osservava da lontano.
Voleva correre da lui ed abbracciarlo, ma non poteva.
Erano nemici, aveva fatto del male a Lucy e lui probabilmente la odiava. O forse no. Ma non provava nulla per lei, questo era ciò che temeva e non poteva sopportarne il solo pensiero.
Era molto bella, con un morbido abito invernale con tanto di mantellina ed un colbacco, tutto in lana immacolata, così come gli stivaletti e l'ombrellino, quest’ultimo non era in lana, ma il colore era ugualmente quello della neve. I morbidi e riccioluti capelli azzurri le ricadevano sulle spalle, composti in grandi ed eleganti boccoli. Gli occhi scuri pieni d’ammirazione osservavano Gray da lontano, come per mangiarlo pezzo a pezzo e trasmettere l’amore che la giovane provava, fin dentro il suo cervello, costringendolo a voltarsi verso lei, senza vederla.

"Ancora questa sensazione..." il Fullbuster si voltò ancora, ma nulla. Possibile che se lo stesse solo immaginando? Percepiva un fastidioso formicolio alla nuca, ma ancora non aveva capito.
Chissà se prima o poi si sarebbe accorto di Lluvia.
-E' possibile.- disse Elsa, interrompendo i suoi pensieri paranoici -In ogni caso è una traccia da non tralasciare.-
Prese un pennarello e cominciò a cerchiare le diverse zone della città, sulla mappa stesa sul tavolo.
-Ci divideremo per cercare informazioni, ma, dato che andare da soli sarebbe pericoloso, ci divideremo in coppie.-
Tutti annuirono.

La stanza era nell’oscurità più completa, nonostante all’esterno il sole fosse alto e brillasse come non mai. Remona si chiese come mai. Il proprietario non era un vampiro, da quanto ne sapeva. Poteva chiederglielo, ma non era di sua competenza, inoltre, le premeva maggiormente sapere un’altra cosa.
Lilith le si avvicinò a passo cadenzato, facendo ondeggiare la coda diabolica nell’aria con gesti fluidi che trasmettevano impulsi sessuali persino ad una ragazza.
Remona cercò di concentrarsi su qualcos’altro, ma ogni parte del corpo di Lilith le trasmetteva quei messaggi ambigui.
La diavolessa si leccò le labbra scarlatte e la fissò con occhi magnetici, catturando il suo sguardo e rise poi, soddisfatta di questo, prima di consegnarle uno scrigno.
-Aprilo.- disse Vinegar e Remona obbedì.
L’interno del cofanetto era rivestito di seta azzurra e vi era una piccola chiave dorata, con incisa la lettera gamma dell’alfabeto greco.
In realtà era molto di più.
-La chiave d’oro… dell’Ariete?-
Ora cominciava a capire un po’ di cose.
Il vero scopo della missione, non era lavorare part-time a Caleido in cambio di una cospicua somma di denaro.
Era così che Vinegar reclutava possibili seguaci, tra le varie gilde minori.
La scusa era un lavoro super pagato.
Gli intenti erano altri.
Ma quella che aveva fra le mani… Era una chiave d’oro e per di più quella dell’Ariete, appartenente a Karen Lirica, il suo idolo.
Le tremavano le mani.
Vinegar sorrise osservandola.
Le sembrava così piccola, tutta emozionata per il suo nuovo giocattolo. Lui non era un vero Blackberry, ciò nonostante non aveva mai provato ad invocare uno spirito stellare, pur conoscendo il modo e possedendo diverse chiavi.
Preferiva rifilarle a qualcun altro, lucrandoci sopra, possibilmente, o usandole per comprare giovani maghi come Remona. Lui aspirava ad un potere più grande di quello degli Spiriti Stellari.
Lui bramava Shining World, il Mondo, col quale avrebbe cancellato il passato e l’avrebbe riscritto, come non avevano avuto il coraggio di fare i Blackberry.

-Padre, la prego!- Vinegar considerava Oil suo padre. L’aveva salvato e donato tutto l’affetto di qui un orfano della sua età aveva bisogno.
-Vinegar…- disse paziente l’uomo dai capelli brizzolati che sedeva di fronte a lui. –Non si può cambiare il passato. E’ contro natura.-
Lui replicò. Aveva circa l’età di Leek all’epoca. –Ma padre, allora perché Shining World esiste?-
-Esiste perché deve esistere un potere superiore da custodire e usare con saggezza.-
-Allora può essere usato!-
-Non per i tuoi scopi, figliolo.- Vinegar strinse i pugni.
-Perché non posso impedire la strage della mia famiglia? Perché?-
Oil non rispose.
Vinegar digrignò i denti e uscì, urtando il suo fratellastro Garlic, il padre di Leek e Chive.
L'uomo entrò nello studio del padre, ma Vinegar non seppe cosa si dissero, perché corse nella sua stanza a mormorare e tramare vendetta con chi gli negava i suoi sogni.
Lui voleva solo riavere indietro i suoi cari, che male c’era?
Dal giorno odiò i Blackberry con tutto il cuore, nessuno escluso.

-E’ tua, prendila pure. Ne ho tante altre e te le consegnerò, se svolgerai per me una missione.- disse l’uomo, rivolto a Remona.
-Quale?- chiese lei.
-Karen Lirica… La conosci, no?-
Remona annuì eccitata.
-Lo Spirito Stellare che l’ha tradita, Leo, è qui.- Vinegar sorrise –Ci pensi tu, Remona?-

-Non posso crederci…- disse Lucy, con aria quasi colpevole.
Leek e Cam camminavano al suo fianco, mentre a capo chino teneva gli occhi fissi su una fotografia che ritraeva Remona. –Questa ragazza lavorava al bar dove ieri stavamo bevendo qualcosa…- Leek la guardò –Mmmh… Non ti sei accorta di qualcosa di sospetto?- le chiese
Qualcosa di sospetto…
Lucy ripensò a Loki.
-N-no…-
Leek continuò a fissarla. Non riusciva proprio ad entrare in sintonia con quella che doveva essere la sua prima amica a Fairy Tail. Strano. Eppure un’amica umana l’aveva sempre desiderata.

-Questo posto mi intrippa un sacco!- Natsu era su di giri. Bastava osservare i suoi occhietti maligni e la sua lingua infuocata, per capire che avrebbe voluto lasciarsi andare alle gioie della lotta e concedersi una sana scazzottata in quel quartiere.
Rage Square.
La piazza dove, da diverso tempo, si radunavano i peggiori attaccabrighe del continente.
Al centro vi era un enorme ring, dal quadrato bianco, che nonostante tutto era sempre candido come nuovo e i cavi che lo circondavano erano azzurri e lucenti. Non erano corde ma cavi metallici elastici e robusti. Ci si poteva davvero scatenare, ma chissà se il tutto avrebbe retto alla forza di Elsa e delle sue armature o a Natsu e alle sue fiamme. Happy se lo chiedeva curioso. Dopotutto quei due erano tutto fuorché umani.
I tre si avvicinarono e unirono alla folla, spingendosi in avanti a spintoni per vedere meglio. Sul ring si affrontavano un tizio dai lunghi capelli rossicci, quasi arancioni, legati in una treccia e un tizio enorme, dai bicipiti enormi, ma per il resto insignificante. Infatti, come nel più classico dei copioni, fu proprio il maciste a finire al tappeto, volando fuori del ring e atterrando ad occhi sbarrati oltre la gente lì radunata.
Il pubblico urlò in delirio, mentre il giovane dai capelli arancioni alzava vittorioso le mani al cielo.
Stava sotto il sole a petto nudo, muscoli scolpiti ma non eccessivi, con indosso pesanti pantaloni a stampa militare che si restringevano ed infilavano in altrettanto pesanti stivali di pelle nera lucente. Aveva delle lentiggini sul viso e l’aria da ragazzino, l’orecchino al naso ed un tatuaggio tribale sulla tempia sinistra, il quale ricordava vagamente il numero VIII.
Poco dopo però si avvicinò a lui un tizio, dai corti capelli corvini e gli occhi zaffiro. Un uomo alto e muscoloso il doppio del ragazzo, con una mezza luna nera stampata in fronte, orecchini a mezza luna e lune stampate sui vestiti. Chi l'aveva davanti pensava che certamente l’astro doveva piacergli parecchio. Ma non era proprio così. Natsu e Co. l’avrebbero scoperto molto presto. L’uomo prese il ragazzo per la treccia e lo sollevò a mezz’aria.
-Strenght, quando la pianterai di giocare nel mio territorio?-
-Yue, non ti agitare!- l’altro si divincolò come un matto e riuscì a liberarsi –Mamma mia quanto sei permaloso.- Yue roteò gli occhi, esasperato –Guarda che poi sudi e…- -E muoio, ora levati dai piedi, tappo di sughero.- lo lanciò giù dal ring, proprio sopra Natsu, mentre la folla si spostava per non essere coinvolta.

-Tu sei troppo buono con quella ragazza.- disse Gray, rivolto ad Elfman, il quale si massaggiava le tempie –Non dicevi che, in uno scontro, uomo o donna non fa differenza?- Gray sudava. E sì che era già in mutande e che W.Hierophant non c’era… Però restava quella strana sensazione.
Gli balenò l’idea che fosse il pretucolo da quattro soldi a spiarlo, ma la cestinò. Il pretucolo preferiva seguire Leek, non lui.
Ma allora chi?
Il nemico?
No.
Molte volte aveva abbassato la guardia ed era ancora vivo. Allora chi? Chi?

Lluvia spiava Gray-sama da lontano. Lo teneva d’occhio, lo mangiava con gli occhi senza stancarsi. Ed era una fortuna che Lluvia fosse lì, perché presto Gray-sama avrebbe avuto bisogno di lei.

-Forse mi sono innamorato di lei.- Elfman si massaggiò il collo imbarazzato.
-Questa poi!- esclamò Gray.
I due camminavano per Casinò Avenue, anche questa attraversata da un lungo viale convergente alla torre al centro. Lungo la via si susseguivano casinò a non finire e vi erano macchinette e luoghi riservati ai giochi d’azzardo più disparati. Uomini e donne scommettevano per qualunque cosa. C’era chi perdeva tutto e chi si faceva un malloppo considerevole, ma tutti giocavano sempre e nonostante tutto.
Mentre procedevano fianco a fianco, i due intravidero una bizzarra figura. Sfrecciò veloce poco distante da loro e non capirono bene di cosa si trattasse, ma bastò un’occhiata per mettersi d’accordo sul da farsi. Si diressero nel punto in cui l’avevano intravista, per trovarsi davanti ad una viuzza che terminava in un vicolo cieco.
-Forse ce lo siamo immaginati.- disse Gray “Probabilmente è la stessa persona che mi segue.” Poi scorse una macchia rossa.
-Ma è sangue!- esclamò.

Correva…
Non era nelle condizioni per farlo, ma non poteva farsi catturare.
Era già una fortuna che fosse riuscita a scappare e ancora di più l’aver scoperto che Leek era a Caleido.
-Dannata sgualdrinaaaaaaaaaa!- gridò Yue, su tutte le furie, mentre una ragazza vestita in abiti orientali rideva, col viso seminascosto da un ventaglio.
Nel pavimento in pietra della cella vi era un tunnel. Strano ma vero, in poco tempo la donna era riuscita a scavarne uno.
-Sei ploplio un sempliciotto Yue.- ridacchiò la giovane. Si, la donna era una degna avversaria per lei e presto l’avrebbe sfidata e riportata indietro come trofeo.
-E tu sei ploplio una cletina!- esclamò Yue con rabbia, facendole il verso.
La ragazza, nascosta nell’ombra dietro un pilastro continuò a ridacchiare, sbeffeggiando l’energumeno. La donna li vedeva bene dal suo nascondiglio. Pregava che si sbrigassero a lasciare la sua cella per tornare ad occuparsi dei quartieri di Caleido.
Le mani le cedevano. Sarebbe caduta, rovinando tutto?
No. Per fortuna Yue aveva deciso di cercarla fuori.
Sentì un telefono squillare e l’uomo con la mezza luna sulla fronte lo prese.
-Chi diavolo è?- ringhiò, portando l’apparecchio all’orecchio –A Rage Square? Come sarebbe a dire che c’è anche Strenght??- riattaccò e marciò lontano dal suo campo visivo ringhiando –Quel pidocchio!! Se gli piaceva così tanto, perché non si è fatto affidare Rage Square, invece di Beel Street?-
La ragazza ridacchiò ancora e lo seguì.
-Pelchè lui è molto più astuto di te, Yucletino.- lo apostrofò. L’omone ringhiò insulti indefinibili, finchè non tornò a regnare il silenzio nelle prigioni.
Finalmente era sola e libera di fuggire realmente.
La donna si calò giù da una piccola apertura nel soffitto della sua cella e sgattaiolò fuori, attraverso il tunnel.

Si accarezzò la pancia mentre correva.
“Resisti piccolo…” pensò, pregando che non accadesse nulla alla creatura che portava in grembo, pregando di non essere raggiunta. E invece…

-Plesa Nadine!- La ragazza in abiti orientali le si parò davanti.
Aveva la fronte ampia sulla quale ricadeva una morbida frangetta e i lunghi e sottili capelli raccolti in codine ai lati della nuca. Le codine assumevano poi forma tondeggiante. Ma ciò che spiccava maggiormente di lei erano le quattro enormi sfere che ornavano l’acconciatura, una viola e una dorata a pallini viola da una parte, altre due della stessa fantasia dall’altra.
La ragazza girava su un monociclo e il suo abito dorato risplendeva nella notte, decorato con cerchietti violacei di tutte le dimensioni.
Aprì il suo ventaglio, bianco e ricoperto di piume dorate e decorazioni sferiche.
-Non lovinelai il piano del signol Vinegal, Nadine, allenditi subito.-
Nadine digrignò i denti.
Un tempo non avrebbe avuto scrupoli a prendere a cazzotti una ragazzina così sfrontata. Ma quella che aveva innanzi non era una semplice ragazza. Era un Tarot. E se un tempo avrebbe avuto la forza di tenerle testa, ora aveva paura. Paura di arrecare danni a lui. Al figlio del suo adorato Chive.
I morbidi capelli biondo cenere le ricadevano appena sulle spalle e il viso ricoperto di graffi era contorto in una smorfia di sofferenza e impotenza.
E di desiderio.
Nadine amava la lotta. Il cerotto sul naso leggermente storto lo testimoniava. Era campionessa mondiale di boxe e anche se non era una maga, era una donna fortissima. Ma ora era madre e doveva reprimere quell’istinto combattivo che la istigava ad attaccare il Tarot.

Gray osservò stupito la figura di Elfman. L’albino si era tramutato usando il Take Over e nella sua mostruosa forma aveva preso ad annusare l’aria. -Da quella parte!- esclamò, indicando una stretta via in discesa.
Gray lo fissò, indeciso se ridere o meno. “Elfman il segugio”, chi se lo sarebbe mai aspettato? Si voltò solo un attimo, per la solita bizzarra sensazione e quando si rigirò, scoprì di essere stato “abbandonato” –Ehi! Elfman! Aspettami!!!- si lanciò nella viuzza.

-Natsu tutto bene?- chiese Happy
Il ragazzo dai capelli arancioni si sollevò lentamente, tenendo il viso vicino a quello del rosato –Scusa, ti ho fatto male?-
Natsu si alzò di scatto, facendolo cadere a terra di nuovo.
-Ahi! Anche tu sei manesco. Se ti agiti così suderai e poi…-
Natsu si mise in posizione da combattimento.
-Tirati, su.- sorrise, eccitato –Ti sfido!-
Elsa roteò gli occhi. Ci mancava solo quello.

Elfman correva per le viuzze, orientandosi con l’olfatto. Lo sentiva chiaramente. Sentiva l’odore del sangue, ma anche un odore simile a quello di Leek, o comunque, un qualcosa impregnato di un odore simile al suo.
Uscì da un vicolo giusto in tempo per sentire un grido agonizzante e per impedire il peggio.
-Allola, Nadine? Falai la blava?-
“Mocciosa malefica…” Nadine pregò di non aver perso il bambino per il pugno ricevuto in pieno stomaco. Si alzò tremante e debilitata.
“Leek… Devi scappare…” vacillò all’indietro, mentre un oggetto rotondo, ma affilato, si abbatteva su di lei.

-Karen…- Loki accarezzò l’enorme croce in pietra eretta per la sua vecchia padrona. Si sentiva così in colpa. Ma presto avrebbe espiato. Finalmente. Anche se non gli sarebbe dispiaciuto superare tutto e sopravvivere. Si osservò il palmo della mano, percependo la forza abbandonarlo. Non sarebbe stato possibile. Rimpianse solo il fatto di non aver potuto conoscere di più Lucy. Chissà, forse sarebbe stata una padrona migliore di Karen.
Era quasi una fortuna che la tomba di Karen si trovasse solo a qualche chilometro di distanza da Caleido. Loki sarebbe potuto scomparire davanti ad essa, per espiare la sua colpa.

-Remona Caterpillar…- mormorò Lucy, abbandonandosi su una panchina –Ho uno strano presentimento. Questo nome l’ho già sentito da qualche parte…- Ebbe un flash e preso il polso di Leek la costrinse a seguirla fino all’albergo dove alloggiavano, lasciandosi alle spalle Envy Rope.
-Ma che…?-
-Ho un presentimento. Presto!-
Cam non poté fare a meno di seguirle, senza annunciare loro di un pericolo imminente. La battaglia era rimandata.
Dall’alto, seduto su una corda tesa fra gli edifici, un “uomo” bizzarro, non attendeva altro che cominciare il suo attacco. Si sarebbe divertito un sacco. Ma la bionda che stava con Leek, con la sua corsa improvvisa, aveva rimandato il suo piano.
-Chissà che le prende adesso…- disse tra se e se –Oh beh, spero solo che quel noioso di Death mi lasci qualcosina…-

-E tu chi salesti, blutto yeti?- la ragazza col ventaglio apparve infastidita.
Elfman, ancora con l’aspetto mostruoso, con un braccio reggeva Nadine e con l’altra mano teneva stretto il cerchio affilato della ragazza.
Intorno a loro, non vi erano testimoni scomodi e la voce roca di Elfman vibrò nell’aria.
-Un vero uomo si presenta per primo.- disse, mentre un rivolo di sangue gli scorreva dal palmo lungo la candida pelliccia del braccio. Non parve sentire il dolore.
-Allola fallo plima tu, blutto bestio.- rispose la ragazzetta, provocatoria, con la vocina nasale più arrogante che mai.
Elfman la ignorò per un attimo. Giusto il tempo di adagiare Nadine ad una parete.
Fece schioccare le nocche del pugno destro e preparandosi all’imminente lotta disse -Uomo o donna non fa differenza, fatti sotto.- Era la sua frase caratteristica, non c’era nulla da fare.
La ragazzetta sorrise e scese dal monociclo, assumendo una posa di combattimento particolare, tipica delle arti marziali orientali.
-Allivo, blutto yeti.-

Vinegar scese nelle segrete della torre. Non quelle conosciute e visitate dal pubblico. Altre. Le segrete vere e proprie.
Li, in una cella a prova di magia, dalle sbarre decorate di strani simboli e ricoperte di talismani, vi era un ragazzo, incatenato. Aveva i capelli corti, verdolini. Il corpo tonico e muscoloso era provato e il giovane ansimava.
-Buongiorno Chive, hai dormito bene?- chiese Vinegar, con lo stesso tono che usava quando era lo Zio Vinegar che il ragazzo conosceva. Invece Chive non riconosceva più l’uomo che aveva innanzi.
-Lo so.- disse.
-Cosa?-
-Leek è qui, non tentare di nascondermelo.-
Vinegar sorrise.
-I Tarots sono dei chiacchieroni eh?- ridacchiò –Non ti preoccupare, non le faranno del male. Vogliamo tutti bene alla piccola Leek.- l’uomo voltò le spalle al ragazzo –Dopotutto lei è necessaria.-
Chive alzò il capo di scatto.
-Non osare toccarla zio!- fu ignorato –Vinegar!- ancora –Toccala e sei morto! Mi hai sentito?- Le parole di Chive si persero nei corridoi in pietra e riecheggiarono per qualche istante, prima che tornasse a regnare il silenzio.
-Nadine…- Chive si morse il labbro –Avvertila… Falla fuggire…Ti prego…-



Fine capitolo 4.

Tadaaaaan! Perdonate il ritardo ^^
Spero il capitolo sia di vostro gradimento. Come vedete, non mi sono incentrata su Loki e c'è Lluvia.
Avete notato che nel manga da noi dal 10 volume la chiamano Lluvia? Speriamo ricambino anche il nome di Gajil in Gazille **
Cmq, ora passiamo alla fic. Spero di aver reso bene l'atmosfera d'azione frenetica e che i personaggi vi piaciano.
Per chi non lo sapesse, se non sbaglio, Yue vuol dire Luna in cinese, perciò Yue è il Tarot della carta della Luna.
Si, Strenght fa il verso a Baz U_U mi divertiva troppo farlo litigare con Yue.
Mmmm... Altro?
Ah si, i significati dei nomi.

Oil: olio
Garlic: Aglio
Chive: Cipolla

Remona -> Remon -> Lemon -> limone XD

Nadine non è una Blackberry, perciò non ha il nome di un condimento. Mmm... Il cognome si. Di cognome fa Basil. (basilico). Ve lo dico, che tanto non è un segreto di stato.
Ok, basta così. Passiamo alle recensioni.

silviayuna: Grazie ^___^ Beh, a me Loki prima non stava neanche tanto simpatico. XD
Pika chan: Ecco l'azione XD Spero ti piacia. Gray ha ripreso a spogliarsi U_U e White non è apparso, peccato, ma non aveva nulla da fare XD
Ghen: Ciaooo! Grazie ^^ Non so se fare una Loki/Lucy, non ci ho pensato, insomma, non è più importante il fatto che ci siano le coppie. La storia di Leek ed Elfman è importante, perchè cmq segna una svolta nella vita di Leek. Comunque, credo che il ''triangolo'' Loki/Lucy/Natsu rimarrà in sospeso XD Bene, Lluvia è apparsa e mi viene voglia di coccolarla, a voi no?

Grazie a Elie91, Ghen e Pika Chan per i preferiti, Rue Meridian e silviayuna per le storie seguite e tutti voi che leggete e recensite ^_-














Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5. L'erede di Karen ***


Capitolo 5 : L'erede di Karen


Lucy trascinò con foga Leek e Cam fin nell'albergo.
-Insomma, che ti è preso?- esclamò Leek, massaggiandosi il polso per il quale la maga degli Spiriti Stellari l'aveva afferrata.
-Remona Caterpillar non ti suggerisce nulla?- chiese la bionda.
Leek la fissò per qualche secondo per poi dire piatta -No.-
-Ma in che mondo vivi?- Lucy era scoraggiata. Sospirando, si trascinò nella sua stanza e aprì la sua valigia. Frugando qua e là estrasse trionfante una rivista, e la mostrò all'altra ragazza, che l'aveva seguita incuriosita.
-Tadaaaan!- esclamò, sbattendole il giornale sul viso, in un eccesso di euforia.
-Ahio...-
-Scusa... Leggi un po' qua!-
Leek si scostò  un poco e osservò la copertina del magazine in silenzio per pochi istanti.
-Ma quello è Gray? Perché è nudo?- chiese, leggermente allarmata.
-Eh?-
Lucy girò il giornale verso di sé e guardò la copertina nel punto indicato da Leek.
In effetti c'era un più giovane Gray, ovviamente nudo, in una didascalia sulla destra. L'immagine dominante era su Elsa che indossava una delle sue armature, quella dorata per la precisione. Anche lei era ovviamente più giovane. I titoli recitavano: FAIRY TAIL! STRAMBI ANCHE IN AMORE?! --- L'AMORE NUDO E CRUDO DI ELSA? (sotto la foto di Gray) e ancora L'EREDE DI KAREN! vicino alla foto di Remona, in una piccola didascalia a sinistra,
-Quello non cambia mai.- emise Lucy, troppo sconvolta. La sua memoria doveva aver rimosso quella copertina e quegli strilli. Altrimenti a Leek non li avrebbe fatti vedere. Le avrebbe semplicemente mostrato l'articolo incriminato.

-Che pervertito!- ringhiò W.Hierophant, apparendo all'improvviso alle spalle della sua principessa.
-E tu quando sei uscito dalla carta?- esclamò Lucy sorpresa.
-Fa parte della mia clausola.- disse, prendendole la rivista dalle mani e tentando di strapparla.
-CHE DIAVOLO FAI?!- Lucy riuscì a salvare il suo prezioso magazine dalle mani dello strambo religioso e finalmente, dopo aver incollato un pezzo di carta sulla copertina a coprire le vergogne di Gray, riuscì a mostrare a Leek ciò per cui l'aveva trascinata in stanza.
-Questo articolo risale a tre anni fa... Remona Caterpillar, dei Coleo Wing, è definita l'allieva di Karen Lirica, la maga scomparsa giorni fa durante un incarico...- lesse a voce alta.
-Karen Lirica...- Leek guardò l'altra bionda e dopo qualche secondo esclamò -E chi è?-
Lucy quasi ebbe un crollo.
Leek viveva proprio lontano dal mondo, non aveva dubbi. Chi non conosceva Karen Lirica?
-Meglio chiamare lo zio Crux...- disse con la gocciolina da shock che le colava lungo la tempia e prendendo il suo mazzo di chiavi degli Spiriti Stellari. Ne scelse una argentata, con una croce capovolta disegnata sull'impugnatura.
Silenzio.
Concentrazione.
Lucy liberò il suo potere, aprendo il varco fra il mondo umano e quello stellare -Apriti porta della Croce del Sud!- esclamò e davanti agli occhi meravigliati di Leek, Cam e White, apparve uno strano essere. Una bizzarra croce dalle sembianze senili oppure un vecchio dalle sembianze di croce? Insomma, non era facile definirlo.
-Zio Cru', ho bisogno di te!- disse Lucy, accomodandosi sul letto, dopo essersi levata gli stivaletti. Leek imitò il suo esempio. Cam si sedette sul pavimento, sistemandosi appena la benda sull'occhio e osservando attentamente il vecchio.W.Hierophant, invece, stava lì accanto, in piedi e in silenzio.
Non gli piacevano molto gli Spiriti Stellari. Tutti quelli che aveva avuto modo di conoscere l'avevano deriso e umiliato. Nessuno accettava l'esistenza dei Tarots, se non i loro "padroni". Per questo tutti loro avrebbero servito sempre e solo i Blackberry.
"Mi sembra di avvertire le presenze di Chive e Nadine..." pensò  "Dovrei dirlo a Leek, ma non vorrei agisse imprudentemente."

-Mmmmm...- il vecchio Spirito Stellare si lisciò i baffi, anche questi a forma di croce.
Stava seduto a gambe incrociate e levitava nell'aria. Aveva un aria solenne, gli occhi chiusi,come se meditasse, il respiro lungo ma silenzioso, come se non stesse inspirando ed espirando affatto. La sua "pelle" argentea risaltava sulla stoffa nera della tunica. Sul petto aveva appuntata una spilla viola, forse ametista.
Le braccia erano molto sottili e con le mani continuava a stuzzicarsi quei bizzarri baffi bianchi.
-Dimmi pure Lucy.- anche la sua voce era senile, leggermente acuta, ma pacata.
-Prima di tutto zio Cru', voglio presentarti Leek.- disse indicando la ragazza, che chinò il capo in segno di rispetto -Lui è Cam e lui è White Hierophant.-
Il vecchio squadrò il Tarot.
-Oooh... Tu sei uno di quei famosi Tarot.- si avvicinò a lui, sempre levitando con le gambe incrociate -Interessante. E' la prima volta che ho l'occasione di fare la conoscenza di uno di voi altri.-
-Ehm...- il sacerdote era interdetto. Il vecchio era gentile e genuinamente interessato a lui e a quello che era. Si sarebbe aspettato prediche sull'immoralità dei Blackberry e cose simili. E invece...
Sorrise imbarazzato, sistemandosi poi l'enorme copricapo sulla testa.
Per qualche secondo ci fu silenzio completo, finché Crux della Croce del Sud non decise che era il caso di ascoltare la sua invocatrice e lasciar stare i convenevoli. Avrebbe soddisfatto in seguito la sua curiosità.
-Dimmi Lucy, che ti serve?-
-Ecco...- la Heartphilia iniziò a raccontare.
A cominciare da Loki e dal suo strano comportamento, per riallacciarsi alla faccenda di Remona.


-Plepalati blutto yeti!- esclamò la ragazzo orientale.
La gamba destra dietro al corpo, piegata. La gamba sinistra tesa, verso il suo avversario.
Braccio destro alzato e piegato ad angolo retto, con un chakram nella mano, braccio sinistro teso in avanti e chakram impugnato. Due dita di entrambe le mani puntate verso l'avversario.
Elfman assunse anche lui una posa da combattimento, più goffa e meno sofisticata.
Fu un attimo.
La ragazza scattò ed Elfman ricevette un calcio alla gola, senza potersi difendere.
Indietreggiò barcollando, ma riuscì a ristabilire l'equilibrio, mentre la ragazza, compiendo una capriola all'indietro atterrò, recuperando la posizione di partenza.
Impugnò più fermamente il chakram e lo fece roteare sulla sua testa diverse volte, per poi lanciarlo verso Elfman. Nadine era dietro di lui, perciò l'albino non poteva permettersi di muoversi.
"Se non posso scansarmi, posso sempre prenderlo." pensò e si lanciò verso il cerchio affilato. Lo afferrò con la mano destra, ma non poté evitare di venire ferito. Lo strinse con forza, ignorando il dolore. Improvvisamente gli venne in mente Lisana. In effetti, Nadine le assomigliava un poco. Se Lisana fosse diventata adulta, probabilmente sarebbe stata molto somigliante alla donna che aveva salvato.
 
-Ma gualda...- la ragazza orientale parve sorpresa -Sei il plimo che liesce ad affellale il mio chaklam senza finile a fette. Ti ho livalutato golilla sbiadito.-
Elfman sorrise.
-Mai sottovalutare l'avversario. E' la prima regola di un combattimento.-
-Sbagliato blutto yeti!- esclamò la ragazza -La plima legola è: se hai foltuna vinci, se no schiatti.- non erano parole campate in aria, come Elfman poteva pensare -io sono la Foltuna, e tu non mi battelai mai.-
-Stia attento!- esclamò Nadine, cercando di rialzarsi, ma facendo molta fatica anche sostenendosi al muro, per poi cadere a terra.


-Mmmm... Brutta storia davvero...- disse Crux, dopo aver ascoltato il racconto di Lucy -Dopo la morte di Karen i suoi Spiriti Stellari sono tornati nel nostro mondo, e non hanno stretto contratto con nessuNOOOOOOO!-  il vecchio Spirito Stellare terminò la frase urlando, strabuzzando gli occhi e spaventando i presenti col suo grido acuto ed improvviso.
-Che diavolo gli prende?- esclamò Leek, più incavolata che altro, chiudendosi le orecchie con le mani.
-Proprio adesso, Aries ha stretto contratto con una Maga degli Spiriti Stellari!- rispose il vecchio, ancora strabuzzando gli occhi e con voce alterata.
-Aries?- chiese Cam.
-Si.- disse Lucy -Era uno degli spiriti più forti di Karen. Zio Cru', con chi ha sottoscritto il contratto?-
Il vecchio chinò il capo con fare pensieroso e -Mmmmm...Zzzzzzz...-
-Ma come??? Si è addormentato?!- esclamò Cam, col collo talmente teso da far sembrare che l'avesse allungato e gli occhi strabuzzati.
-No, sta facendo una ricerca.- disse Lucy riflettendo -Speriamo possa aiutarmi anche per la faccenda di Loki... Ho come l'impressione che le due cose siano collegate in qualche modo...-
-AAAAaaargh!- lo zio Cru' riemerse dalla sua ricerca -Lucy! Aries ha sottoscritto il contratto con Remona...-
-Remona Caterpillar...- lo interruppe l'Heartphilia - Lo immaginavo, ma perché dovrebbe aver aspettato tanto per evocarla?-
-E' possibile che la chiave la tenesse qualcun altro?- propose Leek e dopo una pausa disse -Forse... Mio zio?-
-Ma questo significherebbe che chi ha ucciso Karen...-

Una dolce musica orientale pervase l'aria. La ragazza orientale spiccò un balzo e atterrando sopra l'edificio di fronte ad Elfman, prese un piccolo e compatto telefono cellulare dalla tasca dei pantaloni.
-Qui Foltune, mi dica.-
Elfman non poté sentire la voce dell'interlocutore, ma sicuramente quello che accadde di lì a poco non lo lasciò tranquillo.
-Hai trovato Nadine?- le chiese. C'erano telecamere ovunque, una anche fissata al muro di quell'edificio. Era solo una domanda retorica, ma Fortune rispose -Si, l'ho tlovata.-
-Molto bene... Lasciala andare.-
La Tarots si stupì, ma essendo parecchio intelligente, oltre che carina e svitata, disse -Ho capito.-
-Brava. Ora vai ad occuparti del casinò. Per il momento va bene così.-
Appena riattaccò il telefono, la ragazza si rivolse a Nadine.
-La foltuna ha gilato dalla tua, Nadine. Pel ola, ovvio.- voltò le spalle e lasciò quel luogo, saltando come un'acrobata sul monociclo di tetto in tetto e sparendo all'istante dalla loro visuale.

-Mio zio avrebbe ucciso Karen?- Leek era quasi sconvolta.
Lo zio Vinegar che la prendeva in braccio, che la riempiva di regali, che le sorrideva sempre... quello zio che mascherava la tristezza con un sorriso dolcissimo. Quello zio un po' strano che metteva il rossetto e che aveva perso un occhio per invocare Lilith Ruby e che l'amava.
Lo zio che le aveva portato via tutto.
Lo zio che non capiva.
Prima amico, poi carnefice.
Leek voleva la verità, perché essendo la più piccola della famiglia, non era potuta venire a conoscenza di molte cose.
Solo che Vinegar prima faceva Anthem di cognome, ma quello risaliva a prima che lei nascesse.
-Non posso rivelare i particolari.- disse Crux -La legge della privacy vige anche nel nostro mondo.-
Lucy annuì.
-Riguardo a Loki, che mi dici?- inutile dire, che Lucy aveva già la risposta. Voleva solo conferma.
-La maga con cui ha avuto a che fare Loki è ancora Karen. Ora devo andare. Non posso darti altre informazioni, mi spiace Lucy.-
Detto ciò, Crux riassunse la posa a capo chino ed occhi chiusi di pochi minuti prima.
-Tsk... che tipo...- disse Cam ridacchiando -Ha detto che non può darci altre informazioni eppure si è rimesso a cercare.-
Lucy riprese a riflettere, ma rispose al felino -No. Ora dorme proprio.-
-ZZZZZZZZZZZZZ...- russò il vecchio, lasciando Cam interdetto.

Natsu scattò e colpì il ragazzo dai capelli arancioni con un pugno.
La folla li fissò allibita. Erano veloci, forti, incredibili.
Elsa osservava la scena in silenzio.
"Ma chi è questo tizio? Non è una persona normale..."
Strenght si massaggiò la guancia.
-Sei forte, non c'è dubbio.- disse a Natsu, felice di aver trovato qualcuno di quel livello -Chissà però se riuscirai a resistere alla mia vera forza.-
Natsu sorrise a trentadue denti, sguardo fiero e insolente -Direi di verificarlo subito.-
Anche Strenght sorrise, finché il suono del suo telefono non pervase l'aria. Una musica rock scatenata e per nulla orecchiabile.
-Ehm... scusa un attimo!- tese le braccia verso Natsu,poi prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni mimetici e si voltò.
-Qui Strenght! Cosa?! Ora? Ma io... ok ok... Ma non si scaldi o suderà e...- Strenght mise a posto il cellulare, sconsolato -Ha riattaccato...- si rivolse verso Natsu e gli porse la mano.
-Mi spiace, sono costretto a rimandare la nostra sfida.- strinse la mano al suo avversario e gli lasciò un biglietto. Natsu lo lesse. -E' l'indirizzo del mio ristorante, a Beel Street. Quando vuoi passa, ti offrirò da mangiare e ci accorderemo per la sfida.- detto questo il giovane Tarot corse verso la zona di sua competenza, come Vinegar gli aveva ordinato.
Non sapeva che Natsu sarebbe stato presto il suo avversario, ma d'altro canto, la cosa l'avrebbe reso più felice che scontento.

-Finalmente ti ho trovato!- Loki si voltò.
Davanti a lui vi era una ragazza sconosciuta. Forse l'aveva già vista. Strinse gli occhi, cercando di ricordare il suo volto. Era buio, ma lui riusciva a vedere bene lo stesso.
-Ci conosciamo?- chiese gentilmente. Una delle sue ammiratrici? No. Lo sguardo della ragazza era serio e incuteva timore. Il mago percepì astio nei propri confronti. Ma di fatto non la conosceva, quindi non poteva averle spezzato il cuore ne averla fatta soffrire in alcun modo, a meno che...
-Karen Lirica era mia cugina.- ecco la spiegazione. La ragazza mostrò al mago un mazzo di chiavi. Non un comune mazzo, ovvio. Chiavi d'oro e d'argento, tutte coi simboli delle costellazioni degli Spiriti che richiamavano.
Remona ne scelse una e gliela mostrò.
Loki sudò freddo. Quella chiave...
-Ora ti farò soffrire come tu hai fatto soffrire Karen.- esclamò Remona furente e gli puntò contro la chiave dorata -Apriti porta dell'Ariete!-

-Elfman!-Gray fu raggiunto dall'albino. Non era riuscito a trovare la strada perdendosi fra i vicoli, quando all'improvviso si era trovato davanti il compagno con fra le braccia sanguinanti una donna sconosciuta e malridotta.
-Lei chi è?-
-Vi prego, portatemi da Leek.- emise Nadine. Sapeva che era un azzardo, ma doveva rischiare.
Quelli erano maghi di Fairy Tail, ne aveva sentito tanto parlare. Grazie a loro poteva salvare Chive ed uscire da quella situazione. La piccola Leek-hime come avrebbe reagito?

Fine capitolo 5



Perdonate il ritardo. Questo cap è un cap di transizione e non accade nulla di che, giusto qualche mistero che viene a galla. E stato un periodo povero di ispirazione, sigh... Comunque, come avrete notato, se seguite le scans in inglese, questa fic si discosta dalla trama del manga, per quanto riguarda Aries. Se però facessi accadere le cose esattamente come nel manga, mi complicherei troppo la vita e magari finirei per creare una scopiazzatura.
Grazie a voi che leggete, recensite ecc...
Mmmmm....
Passiamo alle recensioni.

Silviayuna: Grazie mille. Non vedo l'ora di scrivere su Gray e Lluvia, a breve **
Ghen: grazie mille per la recensione!! Tra Loki e Aries vedrai che combinerò moooolto presto. Elfman e Leek... All'inizio pensavo semplicemente a creare una coppia strana, però Elfman ha bisogno di coccole e il tipo di ragazzo che piace a Leek è il "macho", come suo fratello Chive, quindi a lei lui sotto sotto piace, inutile nasconderlo XD


Bene! Alla prossimaaaaa!!




Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6: Riunioni ***


ds Capitolo 6: Riunioni


Elfman e Gray incrociarono Elsa e Natsu proprio all’ingresso della pensione.
Tutti avevano l’aria preoccupata, e non solo a causa dei bizzarri incontri che avevano fatto. Persino Natsu sentiva una certa angoscia allo stomaco e non sapeva spiegarselo. Un brutto presentimento forse… Ad ogni modo, la vista di Elfman che reggeva fra le braccia possenti una donna sconosciuta in gravi condizioni, fece capire alla rossa che forse avevano una traccia più solida che due o tre tipi strani, pur oltremodo loschi, a suo parere.
-Chi è questa ragazza?- chiese Titania. Anche l’albino riportava qualche ferita, ma nel complesso sembrava star bene. Non era certo il caso di stare impalati sulla soglia, perciò Elsa ignorò le numerose domande che affollavano la sua mente: era stato attaccato, ma da chi? E perché? Per salvare la ragazza? Era solo un caso? Chi era lei? Aveva legami con la faccenda?
Altre domande erano concernenti il mezzo scontro tra Natsu e il misterioso ragazzo, anche se quella poteva essere benissimo una falsa pista, poiché il rosato e l’altro erano due teste calde della stessa pasta.
-Nadine!?- Leek apparve sulla porta trafelata. Stava uscendo di corsa per motivi noti solo a lei quando la vista della moglie del fratello ferita fra le braccia di Elfman le fece fermare il cuore per pochi istanti. Si precipitò da lei, carezzandole il viso tumefatto e sanguinante –Nadine, che ti è successo?!- aveva le lacrime agli occhi.
La donna le posò piano le dita sul viso, raccogliendo delicatamente, con mano tremante, le lacrime della biondina.
-E’ sempre bello vedere che ti preoccupi per me.- il suo dolcissimo sorriso rimase sulle labbra sanguinanti ancora qualche secondo, poi Nadine perse i sensi.


-Va bene così?-
-Più veloce, presto!- Lucy fissava la strada davanti a se, preoccupata come non mai.
Non vi erano più dubbi.
L’aria fresca le scorreva contro il viso fastidiosamente a causa dell’alta velocità, ma di certo non poteva preoccuparsi di questo. Rimase saldamente aggrappata ai fianchi della creatura che le stava accanto. Era stata una fortuna che qualche giorno prima di partire per la missione avesse acquistato quella chiave argentata.
-Auriga, siamo quasi arrivati.- disse con calma.
-Bene!- rispose l’altro.
L’Auriga era l’ennesimo Spirito Stellare che aveva stretto contratto con l’Heartphilia. Aveva sembianze umane, in parte. Era in fatti, al pari del Chariot, uno spirito composto, formato da tre entità. Un giovane bello, biondo dagli occhi castani e la pelle ambrata, i capelli corti e leggermente riccioluti erano coperti da un elmo lucente in argento, così come la sua armatura, in apparenza semplice, decorata da sottili fili d’avorio, intrecciati in fiori, stelle e altri simboli complessi e delicati al tempo stesso.
Il rosso pennacchio longitudinale svolazzava nell’aria come fuoco danzante.
Con una mano reggeva saldamente Lucy, con l’altra le redini, strattonando velocemente e con forza le altre due entità: creature ancor più bizzarre, più simili a capre che a cavalli. Avevano le corna, i musi caprini e i corpi nivei lanosi, ma longilinei come quelli equini.
Non erano spiriti adatti a combattere, forse, ma in velocità non erano inferiori a nessuno.
Trainavano un carro anch’esso argentato, come quelli usati nei tempi antichi, il che ovviamente dipendeva dalla fervida fantasia di Lucy, sognante e malinconica, amante del misterioso e romantico passato.
Ormai avevano superato la stretta stradina in bilico su un precipizio e la verdeggiante foresta si avvicinava sempre più. Era notte, ma la luna illuminava i quattro affluenti del fiume come nastri d’argento, gettarsi nelle maestose cascate. La bionda fece mentalmente un promemoria: quando quella missione sarebbe finita, sarebbe tornata in quel luogo incantato a scrivere. Le avrebbe portato ispirazione e le avrebbe fatto bene rilassarsi un po’, con tutti i pensieri avuti negli ultimi tempi.


-Questa non è la priorità della missione.- esclamò Leek, pareva stranamente infuriata.
-Ti prego, calmati.- Lucy era imbarazzata –Loki è un compagno. E’ mio dovere scoprire cos’ha che non va!-
La parola ‘’compagno’’, al pari di “amico” faceva soffrire Leek, perché non aveva mai avuto modo di possedere un vero “amico” e ciò la faceva sentire diversa… Non sapeva spiegarlo bene, ma in quel momento sapeva per certo di sentirsi furiosa, gelosa, messa da parte.
Loki scappava sempre davanti a Lucy, l’aveva visto anche lei da quando era entrata a Fairy Tail, era un codardo, ciò nonostante, Lucy sembrava tenerci più che a lei, che seppur diffidente, aveva accettato la sua amicizia mettendosi in gioco.
-Per quel che mi riguarda, è solo un maniaco.- la maga degli Spiriti Stellari percepì una nota d’infantile invidia nelle sue parole, ma ormai aveva preso una decisione.
-Scusa Leek, posso capire che nutri del risentimento verso gli Spiriti Stellari e affini, però, sappi che come i Tarots per te, loro sono importanti per me. Fairy Tail è importante e anche se il comportamento di Loki è sempre discutibile (si riferiva certamente al primo tentativo di seduzione e alle numerose fughe del ragazzo) un compagno è un compagno. Non sei obbligata a seguirmi.- prese la borsa e le chiavi –Avvisa tu Elsa e gli altri. Spiega la situazione e, dì che tornerò presto.- ciò detto la bionda lasciò la stanza.
Rimasta sola, Leek diede un calcio al suo letto.
La priorità era vendicare la sua famiglia. Ma perché si sentiva così? Osservò fuori dalla finestra. Non c’era nessuno, ma a pensarci bene, una presenza aleggiava nella stanza e persino Cam pareva essersene reso conto.
-Che si tratti di lui?- emise il gatto sospettoso.
-Non saprei…- disse piano Leek. La presenza ormai era svanita, ma la rabbia e la gelosia ancora vi erano.


-Sei in ritardo.- sbottò Yue.
Hanged Oran, l'Appeso, camminò sicuro, come se niente fosse, raggiungendo il suo posto al tavolo ovale.
-Bene, ci siamo tutti.- disse Vinegar con calma, stroncando l'imminente litigio tra Yue e Hanged -Lilith, esponi la situazione.- ordinò.
La donna sorrise e distribuì dei fogli agli altri Tarots.
-Queste sono le schede con i dati raccolti fin'ora sui maghi di Fairy Tail. Mi sono informata sulle loro precedenti missioni e ho osservato i loro comportamenti questa notte. Ora... Abbiamo bisogno che Leek-hime ci raggiunga al più presto, da sola, per questo, Fortune, Vinegar ti ha ordinato di lasciare andare Nadine. Fino a stanotte non eravamo pronti, ma adesso possiamo procedere col piano.-
-Quindi è un mago di Fairy Tail...- Strenght parve incupirsi ripensando a Natsu.
-Idiota, non hai visto il simbolo sul suo braccio?- sbraitò Yue.
-Si che l'ho visto... Intendevo dire, quindi è un nostro nemico? Che peccato...-
-Se vuoi occupartene tu, basta che non interferisca col rituale.- concesse Vinegar -Fermate i maghi, uccideteli, fatte quello che volete, ma ricordate: il rituale avverrà domani notte e Leek dovrà essere qui, senza intoppi.- si alzò -Ora vado a controllare che Chive stia bene e che non stia dando di matto, Lilith, sistema le ultime cose e poi informami.-
La donna annuì.
L'eco dei passi di Vinegar si perse nei corridoi in pietra. Quando il silenzio tornò, la diavolessa prese uno dei fogli, quello riguardante Elsa.
-Di lei mi occuperò io personalmente.-
-Io penserò a Natsu!- esclamò Strenght, esaltato al massimo all'idea dell'imminente colossale scazzottata.
-Molto bene. Ora analizziamo i movimenti degli altri.-
Hanged sorrise compiaciuto e schioccò le dita. Dalle maniche della sua giacca fuoriuscirono numerose funi, che s’intrecciarono in altrettanti calici. Ogni coppa era concava e vi si materializzarono sopra sfere biancastre e diafane. Tante sfere e calici, quanti erano gli spostamenti dei maghi.
-Ecco... Lucy Heartphilia ha lasciato Caleido per raggiungere le cascate vicino a Magnolia.-
-E allora? Meglio no?- chiese Fortune.
-Per nulla. Vinegar ha bisogno delle chiavi D'oro per avere altri adepti, inoltre è la prima amica di Leek-hime. Capite anche voi che può essere un problema... Di lei e di quel Loki si occuperà Remona, ma se non dovesse farcela, Hanged, finirai tu il lavoro.-
Lui rise sommessamente.
-Non sono poi così amiche, questa Lucy e Leek. E' bastato così poco per farle litigare...-



Nadine era stesa sul letto, inerte.
Le sue condizioni erano gravi, considerata la gravidanza in corso e le ferite subite anche al ventre, dove un livido violaceo aveva fatto la sua preoccupante comparsa.
-Dovremmo avvertire un medico.- propose Gray pensieroso.
-Non ce n’è bisogno.- disse Leek, fissando la cognata.
La biondina prese dalla tasca la sua scatola rossa, l’aprì e prese una carta.
-Star- pronunciò, scandendo bene le parole -La stella. Ascolta la mia richiesta, illumina la mia strada, esaudisci il mio desiderio. -
La carta s’illuminò e parve gonfiarsi. Decine e decine di stelline esplosero nella stanza convergendo in una ancora più grande e tangibile, lucida e in apparenza gommosa.
Quando questa stella si mosse voltandosi verso Leek e gli altri, rivelò un volto infantile paffuto e birbante.
-Leek-hime!- la bambina si aggrappò alla sua invocatrice stringendola forte.
-Hai visto com’è vestita?- fece Natsu a Gray, sottovoce. Questi annuì, per poi voltarsi di scatto.
“Ancora quella dannata sensazione, ma chi sarà?!”
Il rosato intanto continuava a parlottare con Happy, indicando la bambina. Lei però non gli dava peso, continuava a saltellare intorno a Leek, che felice si chinò fino alla sua altezza.
-Ciao piccola, ascolta, ho bisogno del tuo aiuto.- si voltò verso il letto –Nadine rischia di perdere il bambino, ti prego, aiutala. -
La stellina saltellò fino al letto e parve rattristarsi nel vedere la donna pallida e sofferente.
Le mise le manine sul ventre e iniziò a infonderle la sua energia.
-Non ti preoccupare, ci penso io!-
Elsa osservò la luce aurea fuoriuscire dal corpo della stella e infondersi in quello di Nadine. Il livido scomparve velocemente e così le altre ferite. Dopo qualche altro secondo, la bimba pronunciò –Ora stanno bene tutt’e due.-
Leek sospirò, poi lanciò un occhiata a Elfman e alle sue mani.
-Puoi medicare anche lui? Non è grave, ma ha salvato Nadine e…- arrossì. Era grata a Elfman e… beh, si gli piaceva e voleva fare un gesto carino nei suoi confronti.
La bimba annuì e saltellò verso l’albino, levitando fino all’altezza delle sue mani e infondendo in esse la stessa luce dorata di poco prima.
Quando le ferite del ragazzo si rimarginarono, Natsu partì in quarta all’attacco.
-Com’è? Cosa si prova?-
-E’ come mangiare pesce?- esclamò Happy, che se non pensava al pesce…
Elsa non ascoltò i loro discorsi privi di logica. Si portò alla finestra ansiosa. Presto ogni domanda avrebbe ricevuto un adeguata risposta.
Le luci illuminavano i quartieri festosi della città, ma oltre di essa, come se un manto cupo l’avvolgesse, non vi era nulla.
Una sensazione angosciante di prigioni la colse.
“E’ solo una sensazione…” si rassicurò, ma oltre quel buio, vi era Lucy. Perché se n’era andata?
-Cos’è successo prima che tornassimo?- chiese, voltandosi a guardare Happy, Leek e Cam.
Silenzio.
-Leek è successo qualcosa?-
Fu Happy a vuotare il sacco, dato era stato con Lucy fin dal bizzarro incontro con Loki. Leek proseguì, raccontando con imbarazzo cosa era successo nella camera.
-Cosa dovremmo fare?- chiese Elfman, le braccia forti incrociate al petto.
-A Loki ci penserà Lucy. Ma se qualcuno dovesse seguirla e attaccarla, potrebbe avere dei problemi… Gray, ti spiace andare a cercarla?-
-Eh, io?- ci pensò su il moro –Va bene…-



“Andare da lei?!” Lluvia era furente. Gray aveva accettato di seguire Lucy, apparentemente senza esitazioni. “Tra me e lui potrà mai nascere qualcosa? No… Non voglio che vada da lei!” Voleva impedirglielo e stava iniziando a organizzare piani su piani contro la presunta rivale, quando avvertì qualcosa alle sue spalle.
Si voltò.
Non era nulla, ma Lluvia era pur sempre un ex-Element Four. Il pericolo era nell’aria e se c’era un modo per colpire Gray era proprio aiutarlo a salvare la rivale e farsi notare positivamente.
Ovviamente Lluvia, come tutti gli altri, non era a conoscenza della forza interiore di Lucy, ma ne avrebbe avuto occasione più avanti.
Si diresse all’uscita della città, dove avrebbe aspettato Gray e gli avrebbe chiesto di entrare a Fairy Tail. Si accarezzò la spilla a forma di fatina che aveva appuntato alla mantellina.
“Lluvia avrà modo di farsi notare da Gray-sama” si disse fiduciosa.


-Bene.- Lilith indicò la seconda sfera: vi era Gray, che noleggiava una macchina ad alimentazione magica. -Fortune, ci penserai tu?-
-Avlei un conticino con lo Yeti... ma va bene... Oh, sembla che lo spoglialellista abbia visite.-
Nella sfera, i Tarots osservarono come un Gray in boxer incontrava una ragazza dai morbidi capelli azzurri e la faceva salire sull'auto dopo un breve concitato e imbarazzato dialogo, almeno da parte di lei.


"Ce l'hai fatta Lluvia!- gioì la giovane, emozionata dell'essere accanto al suo adorato.
In quella macchina, le pareva di essere una sposina col maritino, diretti verso un avventuroso viaggio di nozze carico di mistero.



-Riguardo a Elfman... Yue?- l'iracondo annuì, anche se si lasciò scappare uno rabbioso -Sempre a comandare a bacchetta gli altri tu, eh?-
-Infine, rimangono i due miceti.- lo ignorò la donna - Non dovrebbero essere un grave problema, ma meglio non sottovalutare Cam. Per non parlare dei Tarots che Leek ha al suo fianco. Non possiamo fallire! Questa è la nostra missione più importante. Per Vinegar!-
-Per Vinegar!- fu la risposta degli altri.
Detto ciò, ognuno si diresse verso l’uscita, pronti a dare il via alla fase definitiva della missione.
Anche loro provavano sentimenti forti.
Tutti per Vinegar.


*** *** *** *** ***


-Ora ti farò soffrire come tu hai fatto soffrire Karen. Apriti, Porta dell'Ariete!-

Il rombo delle cascate era assordante.
Là, in mezzo a quella meraviglia della natura, si ergeva una costruzione in pietra. Una lapide per la precisione. Loki fissava basito la figura minuta e morbida innanzi a sé
-Aries? Sei proprio tu?-

La piccola Aries, dai morbidi capelli rosa e il viso angelico era davanti a lui. La sua "sorellina"... ancora una volta si erano incontrati e ancora una volta si sentiva impotente.
Per salvare Aries aveva perso Karen.
E in quel momento stava per perdere sia lei, che la sua stessa vita. E dire che aveva commesso il suo "peccato" per una giusta causa.
“Non posso davvero ripagare il mio debito vivendo?” si chiese, pur sapendo che era inutile. Aveva sbagliato e doveva pagare!
Sarebbe scomparso davanti alla tomba di Karen, chiedendole perdono per averla abbandonata.  Sconfitto proprio dalla sua adorata "sorellina".
-Aries, uccidilo.- disse la ragazza, piatta.
Il piccolo Spiritò chinò il capo -Io...- non voleva attaccare il ragazzo, era palese. Tremava, stringendo i pugni. Non poteva disobbedire all'ordine ricevuto. Sapeva che ciò comportava solo disgrazie.
-Che aspetti, forza!- il tono arrogante di Remona rammentò ai due Karen. Gli pareva di essere tornati ai vecchi tempi, con lei che strillava e loro che subivano.
Aries subiva...

-Uccidimi...- disse piano Loki, gli occhi socchiusi -Morire per tua mano, sarà sicuramente più dolce, che scomparire per sempre, nel nulla...-
-Ma io non voglio...- le tremava la voce -Non so cosa fare L...-
-FERMI TUTTI!-

A gridare quelle parole fu -Lucy?- emise il giovane -Tu...-
-Ti cercavo.- rispose l'Heartphilia, col fiatone. Aveva appena chiuso il portale dell'Auriga, che le aveva comunque sottratto un certo quantitativo di energia, e si era gettata nella radura appena in tempo, per salvare il compagno.
"Proprio lei... "
Proprio l'unica ragazza che aveva sempre evitato, si era messa alla sua ricerca.
-Tu saresti Lucy Heartphilia, vero?- disse Remona.
La bionda annuì.
-Ho sentito tanto parlare di te.-
-La cosa è reciproca, Remona Caterpillar, so chi sei... Loki...- si rivolse al ragazzo -Quella è la tomba di Karen, vero?- sorrise tristemente –Karen era una maga degli Spiriti Stellari e anche la tua padrona.- lo fissò intensamente, mentre gli occhi di lui si spalancavano per la sorpresa che lei fosse a conoscenza di tutto.
-Spirito Stellare Loki, o dovrei chiamarti Leo…-
Il ragazzo sospirò –Hai capito tutto, eh?- sorrise tristemente.
-Oh beh… Dopotutto sono una maga degli Spiriti Stellari anch’io. Ho stretto molti patti con loro e so bene, che quando un mago perde la vita, il patto si scioglie e lo Spirito Stellare deve tornare nel suo mondo, in attesa di un altro holder. Ma tu, per qualche motivo non sei riuscito a tornare?-
Loki sorrise ancora, mesto.
-Uno Spirito non può vivere nel mondo umano, così come gli umani non possono vivere nel vostro mondo. La vostra forza vitale pian piano si esaurisce…- chinò il capo –Conducendovi alla morte.-
Loki annuì.
Aries si portò le mani sulla bocca, coprendo un gemito sommesso.
-Sono tre anni che sono qui.-
-Tre?!- Lucy, così come Remona, rimase molto sorpresa –Uno è già troppo!-
-Ormai sono al limite… scomparirò.-
-Non se ci sono io!- esclamò la bionda –Dimmi perché non sei riuscito a tornare nel tuo mondo! Proverò ad aprire il portale per te!-
-Non voglio aiuti.-
-Ma che dici? Così morirai!-
-Il motivo per cui non posso più tornare è…- deglutì –Ho infranto una regola del patto tra spirito e padrone, per questo sono stato esiliato per sempre.-
-Esiliato? Per sempre?! Ma…- c’era solo una regola che implicava una punizione così dura da essere considerata più una condanna a morte.
Remona lo osservò altezzosamente. La confessione era finalmente giunta. Il castigo non avrebbe tardato ad arrivare, anche se Aries o quella Lucy si fossero opposte.

-E’ giusto così. Accetto la mia punizione, perché io… Sono un traditore... Karen è morta a causa mia.-


Fine Capitolo 6


Tataaaaan!!! Spero che il cap sia di vostro gradimentooooo!!!

Aggiornamento: Aaaaaaaaaargh!!! Mi sono resa conto di aver sbagliato la parte con Loki! La parte a cui tenevo più di tutte! Vi ho lasciato al 5 cap con Remona che lo accusava e nel 6 con Lucy che lo trovava da solo. Pardon. Ora ora ho sistemato questa parte, e ho la febbre =_= perciò, scusate se non è uscita benissimo.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7.281 contro 284 ***


Capitolo 7: 281 contro 284

-Karen è morta a causa mia.-
Lucy non poteva crederci. Loki aveva ucciso Karen?
-Tu… hai… ucciso…- balbettò. Era impossibile. Si ripeteva mentalmente che non era possibile. Remona poco più indietro strinse i pugni e Aries chiuse gli occhi, a capo chino.
-E’ successo tre anni fa…- continuò Loki.

-Io non ho detto niente!- la piccola Aries guardava la sua padrona dal pavimento, con le lacrime agli occhi. Sopra di lei, Karen era furente.
–Bugiarda!- le gridò calciandola con violenza.
Era il lato oscuro della maga che nessuno conosceva.
Alta, longilinea, sofisticata, dai lunghi e sinuosi capelli verdi, occhi rubino, seno prosperoso. In un certo senso Loki, anzi Leo, n’era innamorato.
Era stupenda dal punto di vista fisico, aveva classe, forza, era sicura di sé… a pensarci bene, forse era l’unica persona ad aver lasciato il segno nell’animo dello Spirito Stellare. Purtroppo quel segno era sia fonte di dolci, melanconici ricordi, sia una cicatrice straziante di rimorso.
Perché quando Karen afferrò le catene per punire Aries per aver fatto la spia a Bob, master dei Blue Pegasus, gilda alla quale la maga era affiliata, Loki intervenì.

-Non sparire!- ringhiò la maga, dopo che la piccola Aries svanì davanti ai suoi occhi, in una nuvola di lanosa morbidezza.
-Credi di sfuggirmi? Posso evocarti nuovamente, Aries!- Karen era furibonda. Afferrò la chiave dello Spirito Stellare della Prima Casa e alzò il braccio, pronta a riaprire il portale e trascinare fuori la piccola Aries, quando una mano forte la fermò.
-Non ce la farai, ho forzato io il varco.-
Era Loki, anzi, Leo del Leone.
Indossava un completo giacca e cravatta e i suoi capelli erano più lunghi e selvaggi, come la criniera del re della foresta.

-Che ne dici di darci un taglio, eh Karen?-
-Ma come ti permetti di aprire la Porta senza permesso?-
in quel momento lo spirito della maga vacillava tra la furia e lo stupore –Ma chi ti credi di essere? Sei solo uno Spirito!- ringhiò.
Leo la fissò dritta negli occhi.
Con lei ne aveva passate talmente tante, che vederla su tutte le furie non era niente in confronto a mostri mangia ossa o demoni o persino fantasmi. No. Karen era poco più di una bambina viziata che sbatteva i piedi per terra perché l’era stato sottratto il suo giocattolo.

-Io sono uno Spirito robusto e posso sopportare tante cose, ma Karen… non ti perdonerò se infliggerai ad Aries altri tormenti.-
La maga deglutì. –Non mi perdonerai? E da quando voi Spiriti perdonate?-
-Noi Spiriti, Karen, amiamo, odiamo, sappiamo perdonare o portare rancore, siamo come voi, ma sembra che tu non l’abbia capito. Per questo io voglio, che tu sciolga il patto che lega me e Aries a te.-


-Volevo solo che capisse questo semplice concetto… - Loki fissava la lapide, con gli occhi gonfi dal pianto. –Non potevo immaginare che lei… -
Lucy gli posò una mano sulla spalla e lui non si sottrasse, come suo solito.
-Era così dannatamente orgogliosa… -


-Finché sono qui, non puoi evocare altri Spiriti Stellari. E tu sai che non è possibile evocare due Spiriti contemporaneamente.-
Karen ghignò –Dimentichi che la mia magia non dura all’infinito. Fra dieci giorni, sarai costretto ad andartene. E allora, sai cosa farò ad Aries?-
Leo non si scompose –Non ho trascurato un simile dettaglio. Sto usando il mio potere e tu non puoi farci nulla.- a quel punto lo Spirito della Quinta Casa voltò le spalle alla sua Invocatrice, dirigendosi verso la porta. Prima di uscire, le disse solo –Quando ti sarai chiarita le idee, mi troverai nella casa abbandonata nel quartiere a ovest.-

-Provò a convincermi con ogni mezzo. Ma io mi rifiutai di tornare da lei.-
Remona strinse i pugni. Aveva ascoltato quel racconto reprimendo la sua rabbia, ma era veramente al limite.

-Per colpa tua è morta! Per colpa del tuo stupido puntiglio!- sbottò.
Loki le sorrise mestamente –Per colpa del suo orgoglio… -
Tolse gli occhiali da sole, inutili, d’altro canto era notte, e coprì parzialmente il volto con una mano –Ma è vero anche che se io… io… io volevo solo che capisse… -
Anche Aries piangeva, sommessamente. Lei sapeva come stavano le cose.
Era presente quando Karen era morta.
Aveva provato a spiegarlo a Remona, ma quella non le aveva creduto. E le aveva dato uno schiaffo.
Si carezzò la guancia, come se le dolesse ancora. Le sembrava che quella ragazza vestita come una lolita, in apparenza così dolce, così buona, fosse un'altra Karen.
Disposta ad aggrapparsi a una menzogna pur di difendere l’orgoglio della sua altezzosa cugina.
-Fu Bob - riprese Loki, rivolto a Lucy – a comunicarmi che Karen era morta. Dopo un mese, avevo deciso di perdonarla, dopotutto, conoscendola, non si sarebbe mai piegata a chiedermi scusa. Forse però avrebbe cambiato il suo modo di comportarsi… ero pronto a perdonarla… avrei difeso io Aries, ancora una volta, se fosse stato necessario… invece… -
-Invece Karen accettò un lavoro.- continuò per lui Aries.
Remona la fissò truce –Taci, tu! Ti aspetti che creda a una storia simile?!-
Quello sguardo furente spaventò non poco Aries, che tremò, ma strinse i pugni sul morbido abito di lana e riprese –Lei puntava sul fatto che… insomma, in situazioni critiche, si dice che se un mago libera tutto il suo potere, può evocare almeno un secondo Spirito.-
Remona la afferrò per il bavero, con violenza, quasi sollevandola da terra. Il viso era deformato dalla rabbia, i denti stretti quasi scricchiolavano, come se stessero per spaccarsi.
-Stai zitta, stupido Spirito!- le urlò in faccia, stringendo il pugno davanti al suo viso.
Gli occhi di Aries si colmarono ancora di lacrime. Li chiuse e le fece sgorgare, scivolare lungo le sue guancie. Prese coraggio. Si sentiva di dirlo. Doveva! Era un bisogno più forte di lei.
-Il suo corpo non resse allo sforzo… -

-ZITTA!!-
Il pugno violento della Caterpillar, fu fermato dalla frusta di Lucy.
Aries cadde in ginocchio, come svuotata.
-Leo… - sussurrò, guardando verso il vecchio compagno –E’ stata una sua scelta, non devi dartene colpa… -
Poi il suo corpo brillò di mille, milioni di piccole luci e si scompose, tornando nel suo mondo.
Quando anche l’ultima lucetta svanì nella notte, Lucy sospirò e guardò Loki.
-Hai sentito Aries?-
Lui annuì, rassicurato, ma ancora così confuso.
Poi un forte dolore al petto.
Il suo corpo tremò. Il paesaggio svanì e riapparve davanti a sé.
Il viso spaventato di Lucy svaniva e riappariva!
Lucy!
Lucy lo fissava atterrita mentre si accasciava al suolo.
Lucy correva verso di lui.
Lei, così bella e dolce… lei che temeva, lei che… amava?

-Una stella cadente! Che bella!-
-Lucy…-
esitò un poco -Riesci a comprendere la sofferenza di una stella che non può più tornare in cielo?-


Né in cielo, né in terra.
Nel nulla.
Karen ne sarebbe stata felice.


-E’ una cosa molto triste…-


Karen felice. Lucy triste.
Avrebbe desiderato esser perdonato solo per non vederla piangere per lui.
Ma non meritava…
Sentiva dentro di sé qualcosa che gli diceva “Come Spirito Stellare sei una vergogna. Hai ucciso la tua padrona per cercare di cambiarla, come pensi di avere diritto ad un’altra possibilità?”

-Graysama… - disse Lluvia, seria –Ferma l’auto.-
-Scusa, ma non ho molto tempo da perdere. Devi andare al bagno?-
La maga dell’acqua arrossì e piagnucolò con quel suo grazioso visino paffuto –Aaaah! Graysama non dica così! Mette in imbarazzo Lluvia in questo modo!-
Il moro, trovandosi davanti la maga di Phantom si era ovviamente sentito a disagio, per di più lei continuava a sorridergli e a cercare di avvicinarsi timidamente a lui e arrossiva.
Però non vi erano dubbi sul fatto che fosse sincera.
Perché Lluvia era pura come l’acqua. Se avesse mentito, se ne sarebbe accorto. Era dolce e fragile e lui l’aveva visto. L’aveva provato sulla sua pelle. Perciò pensò bene di fidarsi di lei.
Com’era quel detto? “Il nemico di ieri è l’amico di domani.”

Il frastuono del carretto distrutto riecheggiò nella notte, ma nessuno lo sentì, se non i due maghi coinvolti.
I due schizzarono fuori dalla macchina e Gray ruzzolò nella polvere, coprendosi di piccoli, insignificanti graffietti sul viso, suoi gomiti e sulle gambe. Lluvia divenne acqua, perciò rimase illesa.
-Graysama, tutto bene?- si precipitò da lui, preoccupata, poi udì una risatina.
Davanti a loro vi era una figura femminile in abiti orientali, intenta a raccogliere un enorme chakram affilato incastrato fra i rottami del veicolo.

-Ma daiiii… vi siete fatti solplendele tloppo facilmente!-
-E tu chi diavolo sei?!- esclamò Gray, rialzandosi.
-Sono la Foltuna, spoglialellista. E oggi non ti sollido.- ripose lei con enfasi.
Teneva in mano un cerchio dorato da hula hoop. Vi mise dentro il braccio e lo fece roteare, piano, poi più veloce, facendolo salire fino alla spalla e discendere al polso diverse volte.
Infine lo prese e lo scagliò verso i due maghi, che però riuscirono a evitarlo.
-L’hai schivato… beh, ploviamo con questi!-
Ciò detto, dal primo cerchio ne estrasse un secondo. E un terzo. Fra le sue mani, come in un gioco di prestigio, aveva infine fatto comparire ben otto cerchi.
Gray fece un passo indietro, non certo per scappare. Avrebbe lanciato uno dei suoi attacchi, il punto era decidere quale e in che momento eseguirlo.
Lluvia dal canto suo sapeva già come agire. Era pur sempre un Element Four, sapeva riflettere velocemente.
-Water Lock!- esclamò.

-Che cosa hai detto?- Leek era veramente sorpresa. –Chive è qui?-
Nadine annuì.
-Vinegar lo tiene prigioniero nella torre al centro della città.-
La donna si mise seduta e riprese -Piccola, Chive non voleva che tu sapessi che lui fosse qui, ma… da solo non riuscirebbe a fuggire.-
-Qual è l’obbiettivo di Vinegar?- chiese Elsa.
Nadine scosse la testa –Non lo so di preciso. O meglio… - fece una pausa –Vuole evocare il Tarot del Mondo, ma non so il perché.-
-Il Mondo?- Leek e Cam sussultarono –Sei sicura?-
Nadine annuì –Si. Alcuni Tarot hanno la lingua lunga… -
I maghi rimasero in silenzio per alcuni minuti. Cam in particolare rimase colpito dalle notizie di Nadine. Fece finta di nulla, ma a Elsa non era certo sfuggita l’occhiata preoccupata lanciata a Leek.
E quando lei corse via gridando –Devo salvarlo!- il gatto si era gettato al suo inseguimento a rotta di collo. Se non fosse stato un momento particolarmente delicato, se non fosse accaduto tutto in una manciata di attimi, probabilmente Natsu e Happy avrebbero sguaiatamente deriso il felino maculato per il suo modo buffo e ballonzolante di correre. Invece andarono dietro ai due. Perché Natsu aveva un certo sesto senso quando si trattava di persone che commettevano sciocchezze. E se lo sentiva sotto la pelle che Leek ne aveva appena combinata una grossa come una casa.

Elfman si diede anche lui all’inseguimento, superando in velocità il Dragon Slayer del fuoco e il suo partner, mentre nel suo cervello, come un tarlo fastidioso, tornava a insediarsi il pensiero di Lisana.
L’amata sorellina che aveva ucciso con le sue stesse mani.
Non era stato in grado di proteggerla, non era riuscito neppure a rimanere cosciente…
Aveva saputo solo al risveglio cosa aveva fatto.


-Elfman.- Mirajane era più pallida del solito, i suoi occhi color del cielo erano spenti ed Elfman vi scorse compassione e dolore. Un mesto pensiero l’aveva subito colto.
-Dov’è Lisanna?-
Mira chinò il capo.
L’aveva vista volare via come un fuscello.
L’aveva vista morire sotto i suoi occhi.
L’aveva sentita dire –Sorellina… Elfman non deve farsene una colpa… sorellina…- e ancora aveva udito i suoi ultimi flebili sussurri. Diceva che li voleva bene. Che non ce l'aveva con loro per quello. Che morire era una cosa normale...
Lo diceva spesso, Lisana.
Quando Mirajane lo riferì al fratello, Elfman si sentì un verme.
Non aveva protetto la sua sorellina: l’aveva uccisa nonostante avesse messo in gioco se stesso per salvare la sua famiglia.


E ora Leek correva per salvare suo fratello, probabilmente senza immaginare che avrebbe potuto sortire l’effetto opposto.
Non voleva davvero che lei soffrisse come lui.
Non voleva davvero che le succedesse qualcosa.
-Aspetta!!- le urlò. Ma lei era veloce, non sentiva nulla. Solo il battito del proprio cuore che galoppava più veloce di lei, verso quella torre sinistra che si ergeva minacciosa al centro della città dei peccati.

-Queste sono le leggi del mio mondo… non posso farci nulla al riguardo… - era davvero al limite e la presenza di Karen era opprimente. Gli pareva di vederla davanti a lui a godersi la sua dipartita. O forse era solo l’immagine di Remona, che sorridendo gustava la sua agonia, a confonderlo… ad ogni modo, anche se forse non poteva vederla, lei era lì.
-Non posso permetterlo!- aveva gridato poi Lucy aggrappandosi con tutte le sue forze a lui, come se in quel modo potesse impedire alle sue membra di dissolversi.
Come se in quel modo potesse trattenerlo. -Se torni nel tuo mondo, ti rimetterai in sesto!-
-Lucy… lascia perdere… non posso più tornarci te l’ho detto.- sussurrò lui, distogliendo lo sguardo.
-Ma è ingiusto… - si strinse a lui con forza ancora maggiore - …la morte di Karen è stata solo un incidente. L’hai detto anche tu che è stato per il suo orgoglio!-
-Salutami tutti, a Fairy Tail.-
-SMETTILA!- urlò L’Heartphilia strattonandolo –Smettila di rassegnarti! Smettila di pensare che meriti la morte. Se sai di essere nel giusto… - le lacrime sgorgarono copiose dai suoi occhi –E’ una legge assurda… se loro non vogliono farti tornare… - portò la mano destra al petto, con foga, come a fare giuramento –IO APRIRO’ IL PORTALE PER TE!-
-Lucy… ti prego… -
-Non ce la farà… - disse Remona, ridacchiando –Nessuno può andare contro il volere del Re degli Spiriti Stellari.-
Ma l’Heartphilia non ascoltava più nessuno.
Né Loki, né Remona. Nemmeno il suo raziocinio, che le diceva che era pericoloso.
Che sarebbe potuta morire.
Il suo cuore gridava a ogni battito. La sua bocca urlava –APRITI PORTA DEL LEONE!-
La luce li avvolse, ma nulla accadde se non quello –APRITI PORTA DEL LEONE!-
-Lucy, ti prego smettila!-
-APRITI! APRITI!-
-SMETTILA LUCY!-
Ma lei insisteva, intensificando lo sforzo. Loki si accorse che anche il suo corpo aveva iniziato a scomparire in quel bagliore.
-Lucy smettila ti prego… -
-APRITI PORTA DEL LEONE.-
-Ti prego smettila… SMETTILA!- urlò straziato lo Spirito Stellare –SMETTILA TI STAI DISSOLVENDO ANCHE TU! VUOI MORIRE CON ME?-
Lucy si ostinava a non cedere, emise ancora più energia e la luce divenne sempre più intensa sempre più calda. L’energia era come un vento impetuoso che li avvolgeva.
E la voce dolce di lei riecheggiò ancora nelle sue orecchie –CHE STAI DICENDO? TU NON MORIRAI! NON TI PERMETTERO’ DI MORIRE!- poi la ragazza singhiozzò -A che serve la magia se non si può aiutare un amico?!-
-Fermati… TI PREGO, FERMATI! NON AGGIUNGERE ALTRI CRIMINI A QUELLO CHE HO GIA’ FATTOOOOO!- l’urlo disperato di Loki era un ruggito agonizzante di dolore. Perché come aveva detto Lucy, per quanto fosse conscio di non avere colpa, non riusciva a darsi pace per aver causato indirettamente la morte di Karen.
-CRIMINI?! QUALI CRIMINI? SE QUESTA E’ LA VOSTRA LEGGE, IO LA CAMBIERO’!!!-

L’urlo di Lucy riecheggiò ancora, nel silenzio più totale, poi si disperse nell’aria, mentre il suo corpo veniva separato da quello dello Spirito Stellare da una forza invisibile.
Intorno a loro tutto era immobile, tutto era quiete. Per un attimo le cascate cessarono il loro flusso e il vento smise di soffiare.
Poi una miriade di stelle vorticò sulle loro teste…

Fine Capitolo 7

Eccomi! In ritardo ma eccomi!!

Ho avuto un grosso problema con conseguente crisi dello scrittore, o quasi. Ora va meglio in ogni caso. Mmm... è proprio strana la vita.... vabbè ad ogni modo, come vedete ho reso un po' diversa la parte di Loki, e prendendola sia dal manga che dall'anime e aggiungendoci cose mie. E che dire di Elfniichan e Lisana Q_______Q mi fa tanto piangere il mio gorillone albino.
Ah, a questo proposito, dopo aver visto la forma di Elf in Take Over, che dire, sono rimasta shockata. E' verde!!
Non che mi dispiaccia, visto che adoro il verde XD Però così risulta che nella fic c'è un errore. Facciamo che non abbia usato la forma di The Beast ma quella di... mmmm The Yeti? XD
Insomma, un'altra forma U_U

sarachan93: grazie mille ^_^ ecco l'aggiornamento, spero ti piaccia questo cap!

Ghen: Già, nomignoli da parrucchiere XD Il punto è che sai, c'è il moro, la bionda, la rossa, il gatto scemo... manca solo lui U_U Purtroppo lo vedrai ancora, alternato a Salamander e tutti gli altri epiteti. Anche a me sta piacendo la coppia Gray/Elsa ultimamente. Ora non so che farò con lei. Non di preciso ho una mezza idea, ma ora vedremo. Per il momento mi concentrerò sul leoncino e sul pervertito. Grazie sono contenta che ti piacciano i miei personaggi, per non parlare della scena del magazine. Sai che all'inizio pensavo a Fortune come una mocciosa rompi balle? Ricorda tanto Kagura di Gintama XD
Non posso infine nasconderti quanto non mi dispiaccia il fatto che ti sia letta due capitoli di fila X°°°D

Kiya_: ^_^ contenta che ti piaccia. Mmmm si, qualche disegno l'ho messo, su Leek, Cam e W.Hierophant, su Deviant Art, dove sono bucciarati.

Bene, è tutto, alla prossima!!

Grazie a Elie91, Ghen e pika chan che hanno messo la storia fra i preferiti, giulio91, Kiya_, Marie92, Rue Meridian e silviayuna che l'hanno messa fra le seguite.

Se qualche recensione mi è sfuggita, non vogliatemene male Q_Q

Baciiii!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8. Il Re degli Spiriti Stellari e il giudizio di Libra. ***


f Capitolo 8:  Il Re degli Spiriti Stellari e il giudizio di Libra.


Le stelle sopra di loro d’improvviso cessarono il loro moto. L’acqua della cascata s’innalzò in alte colonne. Queste si unirono in fine in un bagliore di luce accecante. Per lo stupore la giovane Heartphilia non si rese conto d’esseri gettata fra le braccia di Loki. O forse fu lui a stringerla a sé in un istinto di protezione?
Remona era a sua volta caduta a terra e osservava il cielo, basita. Sopra le loro teste, enorme, maestoso, si ergeva un gigante baffuto protetto da un’armatura d’oro e argento.
Loki rimase a bocca aperta, sorpreso di quell’apparizione e rispose a bassa voce alla domanda di Lucy.
-Che cos’è?-
-Non può essere… quello è…- i suoi occhi si spalancarono -Il Re degli Spiriti Stellari…-
-Il Re?- chiese la ragazza –Cioè, il capo degli Spiriti?-
A dare conferma ai dubbi della ragazza, lo Spirito parlò, rivolto a Loki.
-Vecchio amico.-
Loki ebbe un fremito.
-A coloro che stipulano un contratto con gli umani, è proibito uccidere il possessore della chiave. Non importa se in maniera diretta o indiretta.-
Lucy si alzò lentamente in piedi.
Nel frattempo anche Remona aveva superato lo shock iniziale.
-Pertanto, Leo, anche se hai infranto indirettamente questa regola, ti vieto di tornare nel mondo degli Spiriti.-
Fu una doccia fredda per l’Heartphilia.
Un re poteva essere così superficiale?
Aveva almeno chiesto a Loki perché si era comportato così? L’aveva davvero ascoltato?
Remona sorrise compiaciuta, ma Lucy protestò a gran voce –Un momento! Questo è troppo! Non è giusto!-
-L-Lucy…- balbettò Loki, non perché sorpreso. No. Lucy aveva osato controbattere col Re. Lui che avrebbe pensato? Che le avrebbe fatto?
-Vecchio amico… ragazza umana…- invece, a discapito di ciò che il giovane poteva pensare, il sovrano parve non prendersela. Il suo tono rimase pacato.
-La legge non verrà cambiata.-
Ecco.
Loki comprese cosa lo sorprendeva maggiormente di quell’apparizione.
Perché il Re si era mostrato loro?
“Solo perché Lucy ha minacciato di cambiare la legge? No… non può essere solo questo…”


°°°


Sorprendentemente il Water Lock di Lluvia non imprigionò Fortune. Anzi, questa usò i cerchi come ventole per disperdere l’incantesimo della giovane Loxar.
-Non sollido neppule a te, vecchia signola.-
-Vecchia signora?!- esclamò Lluvia, infervorandosi –Come ti permetti? Lluvia è giovane!-
-Salà, ma conciata così sembli una vecchia ottantenne.-
-Grrr! Come ti permetti piccola impertinente?-
La ragazza smise di ascoltarla e guardò prima Gray, poi di nuovo Lluvia e sorrise interrompendo la sfuriata della maga.
–Lo ami, vecchia signola?- le chiese e Lluvia arrossì violentemente e così in fretta che Gray quasi s spaventò.
-Uaaah!- esclamò  coprendosi il viso con le mani –Zitta! Zitta!-
-Ehi, tutto bene?- le chiese il moro.
-Oh, Gray-sama! Non preoccuparti per me io… uaaaah! E’ vero, mi piaci tantooooo!-
Il moro arrossì un poco, non sapendo bene cosa dire. Beh, aveva già compreso che Lluvia provava qualcosa per lui dal tempo del loro scontro, ma quel “mi piaci tanto” squittito con imbarazzo, era una conferma non indifferente.
-Bla bla bla… patetica... - fece ancora Fortune, e scagliò contro Gray quattro dei cerchi. Prima che il mago del ghiaccio potesse reagire, la sua compagna intervenne, spazzando via gli oggetti con un poderoso getto d’acqua. I cerchi furono scagliati a decine di metri di distanza e tintinnarono nel silenzio della notte cadendo al suolo.
-Ti ho detto di lasciare in pace Gray-sama, mocciosa.-
La Tarot non parve scomporsi e difatti continuò a sorridere.
-Ma io non milavo al tuo belloccio.- disse.
Gli occhi di Lluvia divennero grandi per lo stupore, per l’improvvisa consapevolezza della verità, mentre un sinistro ronzio le fece vibrare i timpani.
-Attenta!- gridò Gray.
Troppo tardi.


°°°


“Non posso credere che si sia spinto fin qui solo perché Lucy ha minacciato di cambiare le regole… è una cosa così… insignificante!”
-Ha sofferto per ben tre anni!- continuò Lucy.
Allora Remona s’intromise –E meriterebbe di soffrire molto di più per ciò che ha fatto a Karen!-
Lucy si era disposta come a scudo fra l’enorme spirito e Loki, ma abbassò le braccia e strinse i pugni –L’ha fatto per Aries!- esclamò –E’ stato costretto a farlo per il bene di una sua amica!-
-La mia persona si addolora per il tuo turbamento, ma… - fece il Re, attento a ogni parola che la ragazza pronunciava, ma Remona ancora s’intromise –Signore!- cominciò anche lei con le braccia aperte e il viso al cielo –La prego, mi conceda di dimostrare che quest’ignobile Spirito merita di scomparire.-
-Dimostrare la sua colpevolezza?- chiese allora rivolgendo alla Caterpillar uno sguardo più attento. I suoi occhi si socchiusero per la concentrazione e le sue dita stuzzicarono i folti baffi canuti.
-Lui non è colpevole! Hai sentito com’è andata, no?!- esclamò Lucy, tentando disperatamente di farla ragionare.
-Zitta.- fece quella e prese una chiave d’oro che puntò verso l’Heartphilia –L’assassino di Karen è davanti ai miei occhi. Ho tutto il diritto di giudicarlo, non ti pare? Apriti, porta del cancello d’oro della giustizia. Libra!-
La chiave d’oro s’accese di quell’aura caratteristica e l’aria s’aprì in un fascio luminoso.
Un’aggraziata figura apparve con le braccia appena sollevate reggenti qualcosa fra le mani. Quando la luce diminuì d’intensità, Lucy poté scorgere i tratti femminili dello Spirito Stellare. I lunghi capelli argentei erano raccolti in un enorme crocchia sul capo tenuta insieme da un fermaglio a forma di bilancia. Lo sguardo serio era accentuato dai piccoli occhialetti squadrati, ma era comunque triste e fisso su Loki.
-Ciao Leo.- lo salutò da dietro il velo che le copriva appena la bocca.
-Libra…- rispose lui, sorpreso. Voleva dirle tante cose, ma non gli restava poi così tanto tempo.
Il destino era davvero crudele. Tutte le persone che più amava erano lì, quella notte, a decidere del suo futuro. Semmai ce ne fosse stato uno.
Anche Karen era presente. La sentiva! Era sempre con lui, persino in quel momento gli pareva di poterla scorgere seduta su un masso ad assistere a quello spettacolo.
Lo Spirito appena comparso indossava solo un reggiseno finemente decorato di minuscole gemme di giada e ampi pantaloni a palloncino, quasi trasparenti. Ciò che reggeva fra le mani erano piatti d’oro e una sorta di tatuaggio dorato sulla pancia nuda si poteva definire la linea della giustizia da non oltrepassare per non essere giudicati rei e punibili.
-Lei è lo Spirito Stellare della Bilancia?- chiese Lucy, più a se stessa che a Remona.
Quella dal canto suo continuò –Libra è uno Spirito imparziale. Se giudicherà Leo innocente, me ne andrò senza discutere. Altrimenti, eseguirò personalmente la sua condanna.-
Il Re rimase in silenzio a meditare. Poi le due ragazze lo videro sedersi nell’aere, con le gambe e le braccia incrociate saldamente.
-E sia.- annunciò la sua decisione -Lascio a te, Libra, l’arduo onere di pronunciare la sentenza per il nostro vecchio amico.-
-Sua eccellenza…- sospirò incerta lei.
Non voleva farlo!
Non voleva assumere quell’incarico che le impediva di venire incontro al suo compagno. Leo era come un fratello per lei e Aries, di fatto due Spiriti molto deboli, in confronto a creature potenti come Aquarius o Taurus. Quando Taurus nel loro mondo la inseguiva per “prendersi cura delle sue belle mammelle”, Leo gli aveva dato una strigliata con i fiocchi. E quando quella volta con Karen e Remona si erano trovate ad affrontare la gilda oscura Gienah Noir e le loro evocatrici avevano usato lei e Aries come esche, Leo aveva aperto il varco fra i mondi di sua iniziativa e si era fatto colpire di proposito. Aveva poi combattuto al loro posto, peraltro terminando la missione brillantemente e da solo. Era da quel momento che il suo rapporto con Karen aveva iniziato a incrinarsi.
E Libra credeva assolutamente nell’innocenza di Leo.
Nel suo volto Lucy lesse molto dolore.
Loki si alzò piano e le disse gentile –Libra, fai quello che devi.-
Il suo sorriso.
Lucy non poteva fare altro che scrutare i loro volti sofferenti.
Loro erano vivi.
Erano creature come loro. Non sanguinavano, non morivano facilmente come i meri esseri umani ma i loro cuori si laceravano e piangevano calde lacrime per i propri cari proprio come i cuori degli uomini.
Era così semplice da capire.
Libra allora si asciugò le lacrime e, con la voce tremante d’emozione, disse solenne -A-allora, Leo, dammi il tuo cuore.-
Loki guardò Remona e sorrise a Lucy, come a dirle “Andrà tutto bene. Adesso si sistemerà tutto.” Ma non ne era convinto lui per primo.
Mise la mano al petto e il suo cuore s’accese nel petto, brillando di luce aurea. La luce si raccolse poi nel suo pugno e lo Spirito del Leone la depose nel piatto dorato di Libra.
Questa aprì le braccia al cielo. Sul piatto destro vi era il cuore di Leo. Su quello sinistro una piuma immacolata.
Dopo pochi secondi, il cuore di Leo fece calare il piatto e il gomito di Libra superò la linea della giustizia.
Remona sorrise.
Libra pianse.
-Mi dispiace Leo…-
Il Re tacque.

°°°

-Leek!-
La ragazza correva e non sentiva Elfman alle sue spalle che le gridava di fermarsi.
Non le importava della gente che la fissava.
Non le importava di fare la figura della bambina incosciente.
Non le importava di nulla se non di raggiungere la torre e Chive.
-Leek!- continuava a chiamarla Elfman a voce sempre più alta.
Niente.
Continuava a correre e correre imperterrita, finché non mise il piede in fallo e rovinò sul selciato graffiandosi braccia e gambe.
-Leek!- esclamò ancora il mago raggiungendola e si chinò su di lei. La raccolse fra le braccia forti e le domandò –Va tutto bene?-
Leek lo allontanò di scatto, dopo un primo istante di tregua –Devo salvare mio fratello!- esclamò e fece per correre via, ma lui la fermò, tenendola saldamente per il polso.
–Non fare pazzie.- disse calmo –Da sola non potrai salvare tuo fratello!-
-E dovrei starmene ad aspettare che mio zio gli faccia altro male?- Leek portò la mano libera al petto, sul ciondolo a forma di cuore che le era stato donato dal suo amato fratellone e da Nadine.
Era un ricordo davvero molto importante per lei. Ora che viveva camminando sulle sue gambe, era come se fosse tutto ciò che restava della sua famiglia.
Pianse.
-Zio…lui… lui ha ucciso la mamma… e il papà… - Elfman le cinse le spalle con le sue mani grandi e lei si gettò sul suo petto e pianse –Ha ucciso tutti nonostante gli volessimo così bene!! Io lo odio… -
Il mago dai capelli argentei non sapeva come altro consolarla. Non era bravo in quelle cose. Continuò a stringerla a sé.
-Lo odio! Lo odio! Lo odio!-
La ragazza continuò a ripetere quelle parole orribili battendo i pugni leggeri sul petto del compagno. Elfman la lasciò semplicemente fare. Il dolore che quei pugni gli davano era tutt’altro che fisico.
-Siamo qui per aiutarti.- le disse, premendole la testa contro il suo corpo, cercando di trasmetterle il suo calore, il suo conforto. Cercando di trasmetterle meglio la sua fiducia in Fairy Tail.
-Andrà tutto bene.- sorrise –Ci siamo noi con te.-
Lei arrossì.
“Ci siamo noi con te…” si ripeté.
Era quella l’amicizia?
Poi una voce arrogante li interruppe esclamando -Andiamo, basta con le smancerie!-
Leek riconobbe quella voce e si staccò da Elfman d’improvviso. Sulle loro teste, su uno dei tetti, c’era un uomo.
No, un Tarot.
Yue della Luna Nera.



°°°

Il corpo di Lluvia fu avvolto e immobilizzato dai cerchi di Fortune.
-Pensi di fermare Lluvia con questi?- chiese sorridendo, sicura di sé.
Fortune non rispose.
La maga dell’acqua tentò allora di mutare nel suo elemento, ma sfortunatamente si trattava di particolari cerchi dello stesso materiale dei bracciali usati per sigillare la magia e perciò non vi riuscì.
Era inerme.
Fortune sorrise e tendendo il braccio verso di lei strinse il pugno. I cerchi si strinsero a loro volta intorno al corpo di Lluvia. Tanto stretti da mozzarle il fiato.
-Gyaaaaah!- urlò la ragazza.
Faceva male. Proprio a lei, che il dolore non la scalfiva. Era da molto tempo che non ne aveva percepito così tanto.
Neppure il suo Gray le aveva fatto così male, quella volta.
-Lluvia!-
Quel Gray che invocava il suo nome.
La giovane maga dai capelli azzurri quasi svenne per l’emozione “Ooooh, Gray-sama si preoccupa per meeeee”
-Ehm… Lluvia?- Gray-sama si preoccupava seriamente per lei. Ma per la sua salute mentale innanzitutto. Nonostante la situazione, la ragazza si perse nei suoi dolci sogni romantici a occhi aperti. Il mago del ghiaccio non poté fare a meno di sudare freddo. Chi le capiva le donne…
-Allola.- lo interruppe Fortune –Facciamo una scommessina?-
Il Fullbuster la guardò diffidente e lei proseguì con la sua proposta.
-Si, una scommessina semplice semplice.-
Con un gesto dell’altra mano, la Tarot fece come germogliare un tavolo dal terreno. Il mago del ghiaccio lo osservò meglio. Era un piccolo tavolo di legno scuro con la superficie verde tipica dei banconi da gioco d’azzardo. Vi era anche una piccola roulette al centro del tavolo. Fortune si avvicinò a esso e mostrò al mago di Fairy Tail due gettoni, uno rosso e uno nero.
-Allola, hai due possibilità. O ti giochi la sua vita, o la abbandoni qui e colli a salvale Leek-hime.-
-Leek?- chiese Gray.
-Esatto. - ribattè Fortune, senza guardarlo in faccia, limitandosi a carezzare il piano di gioco e a controllare che la roulette funzionasse. –La nostla Leek ha saputo del suo flatellino nella tolle plincipale e sta collendo a salvallo. E ola dimmi, Glay Fullbustel, chi è più impoltante pel te?-
Alzò il gettone rosso –Una compagna di gilda.- poi quello nero –O una nemica di Phantom?-
Gray la fissò gelido.
-Una compagna di gilda, mi sembra ovvio.-
Il cuore di Lluvia si spezzò per l’improvvisa consapevolezza di essere soltanto una “nemica di Phantom”.
E dire che si era illusa così tanto.
Le venne da piangere da morire. Ma poi Gray creò una bellissima sedia con i cristalli di ghiaccio e si accomodò al tavolo da gioco –Perciò accetto la tua scommessa.- sollevò una fiche nera davanti al viso –Non sia mai detto che Fairy Tail abbandoni un compagno in difficoltà.-


°°°

-Il verdetto è quindi inappellabile.- disse il Re, alzandosi in piedi in tutta la sua maestà.
-Ma…- disse Lucy, tremando.
Loki chinò il capo, mesto, rassegnato.
Remona sorrise, tronfia di soddisfazione.
Libra raccolse il viso fra le mani che avevano appena condannato il suo caro amico e pianse amare lacrime cadendo in ginocchio–Scusami Leo…- emise fra i sussulti.
Ma Loki non ce l’aveva con lei. Le andò vicino e le carezzò la testa come faceva sempre con lei e Aries.
-Tranquilla. La colpa è solo mia.-
Lucy strinse i pugni.
Colpa? Giudizio? Verdetto?
-QUALE COLPA?!- urlò.
-Lucy… - ogni parola di lei riaccendeva in Loki un’odiosa speranza destinata a estinguersi.
-ZITTO!- esclamò l’Heartphilia –TU NON HAI COLPE!-
Poi si voltò verso il Sovrano egli Spiriti e continuò a perorare la causa dello Spirito del Leone.
-Stammi a sentire, vecchio baffone!- esclamò, con enorme meraviglia di tutti. Chi mai si era azzardato a parlare così al Re?!
Ma ancora più degno di meraviglia fu l’enorme quantitativo d’energia che fuoriusciva dal corpo della ragazza che fra i denti diceva –E’ stato solo uno sfortunato incidente! Loki non ne ha colpa! Voglio che sia riconosciuta la sua innocenza, è chiaro?!-
-Basta, Lucy!- gridò Loki –Non voglio essere perdonato da nessuno! Voglio scontare la mia pena e scomparire! E’ QUESTO CHE MERITO!-
-SMETTILAAAAAAAAAA!-
Lucy urlò e con la sua voce si propagò maggiormente anche il flusso d’energia che il suo corpo emetteva. E così, sotto gli occhi basiti di tutti, nell’aria s’aprirono dei varchi.
Non uno.
Non due.
C’erano proprio tutti gli Spiriti che avevano stipulato un accordo con l’Heartphilia.
Da Aquarius a Nicola, dall’Auriga a Taurus.
Virgo, Cancer, Saggitarius, Crux, Lyra.
Proprio tutti.
-TU NON HAI COLPA!- urlò ancora la ragazza –PREOCCUPARSI PER GLI AMICI NON E’ UNA COLPA!-
“Tutti questi Spiriti…” Loki era a bocca aperta. Non poteva avvero crederci “Tutti questi spiriti contemporaneamente?!”
-Tutti i miei amici sono qui!- esclamò la ragazza, indicando col braccio ai presenti gli Spiriti alle sue spalle –Per sostenere Loki! E Aries! E Libra! Anche loro lo sostengono. - alzò di nuovo la voce –Perché è per loro che Loki ha fatto quello che ha fatto, ma è stata Karen ha scegliere di combattere comunque. Quindi, smettete di accusarlo come se avesse compiuto chissà quale crimine!-
Cancer e gli altri furono costretti a svanire, a tornare nel loro mondo. Lucy cadde a terra, esausta ma ancora con la forza di lanciare un ultimo appello al Re.
-Anche tu sei uno Spirito, quindi devi capire come si sentivano Loki, Aries e Libra!-
Il re rimase in silenzio.
Loki si gettò sulla ragazza e la rimproverò.
-Ma sei impazzita!?- esclamò raccogliendola fra le braccia –Anche se li hai evocati per pochi istanti, potevi morire!-
Il Re ancora taceva. Meditava. Contemplava benevolo il proprio operato.
-Se l’antica compagna è tanto contrariata, forse è la legge a essere sbagliata.- disse infine.
Ecco.
Finalmente.
Loki fremette, come se tutta la disperazione accumulata in quegli anni stesse per esplodere. Lucy sospirò sollevata. Remona era semplicemente troppo sorpresa per reagire.
-Leo- continuò il Sovrano –ha infranto la legger per salvare una sua simile. Anzi, le sue simili. E ora, l’antica compagna desidera che lui sia risparmiato. In considerazione di questo nobile legame, e in via del tutto eccezionale, Leo, ti consento di tornare nel mondo degli Spiriti Stellari!-
Lo disse con quel vocione fermo, insindacabile. Loki ancora non ci credeva.
Sì, forse sognava…
Lucy ammiccò al Re –Vedi che in fondo non sei così male, vecchio baffone?-
E lui le sorrise a trentadue denti.
Era tutto previsto.
Una prova. L’ultima.
-Perdonami Libra, per averti costretto a mentire. Ma ciò è stato per il bene del nostro vecchio amico.-
Lo Spirito della Bilancia ancora piangeva, ma dalla felicità –Si…- sorrise –Si...-
-Sei assolto. Sii grato alla Via Stellare.-
Lo Spirito Sovrano si riparò dietro il suo mantello intarsiato di stelle e scomparve nella notte.
-Aspetta…- supplicò sommessamente Loki.
Ma la voce del Re, ancora aleggiava in quel luogo.
-Se ancora desideri scontare una pena, ti ordino di affiancare quella compagna.-
E le lacrime scorsero copiose lungo il viso di Leo.
-Ne è sicuramente meritevole, non credi? Proteggila a costo della tua vita.-
Lucy si mise in ginocchio sorridendo al compagno –Hai sentito?- gli chiese, felice.
E lui pianse, pianse, pianse.
E il suo cancello dorato s’aprì. Il suo corpo si scompose in luce viva. Era una sensazione rigenerante e lui sorrise ancor più radiosamente, mostrando a Lucy il suo viso colmo di gratitudine.
-La mia colpa è indelebile, ma mi hai dato il coraggio di andare avanti lo stesso.-
Prima che il portale si richiudesse, la luce rimasta indietro si condensò in un piccolo oggetto fra le mani tremanti dell’Heartphilia.
Una chiave d’oro.
-Grazie, Lucy.- sussurrò Leo –D’ora in poi sarò sempre al tuo fianco.-
-Anch’io.- rispose lei.

Fine Capitolo 8


Ecco qui il parto U_U
E finalmente ho concluso con la vicenda di Loki, che ho dovuto reinventare. Perché io avevo pianificato che si scontrasse con Capricorn!!!
Ma ciò avrebbe comportato un incasinamento totale della fiction e una ricerca della perfetto incastro nella storia originale. Il che l'avrebbe anche resa artificiosa e insomma... già con la faccenda di Angel mi sono un filino incasinata. Ma si rimedierà, si rimedierà.
Ok, non ne sono poi tanto sicura. Mica sapevo della sua esistenza quando  ho ideato la fic. Vabbè, basta con le giustificazioni. Libra non è inventata di sana pianta. Mashima, negli speciali di Rave World, nella storia Magic Party, aveva accennato a creature simili agli Spiriti Stellari. C'erano gli schizzi e Libra lo presa da lì, inventando comunque i colori. Non si capisce se abbia gli occhiali o meno, ma la preferisco così e in più quella nello schizzo sembra seria. No no no. Meglio sorridente. Di mostro ne basta uno.
Aquarius.
Che dopo questa mi uccide U_U
Elfman e Leek sono troppo teneri e anche Lluvia lo è **

Bene, vi lascio chiedendovi anche due righe, anche solo due parole per commentare questa fatica e magari anche il capitolo precedente. Ci ho messo l'anima e due parole non impoveriscono nessuno.
Baci ^_-



 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9. La scelta dell’abbandono ***


Capitolo 9: La scelta dell’abbandono

Leek ed Elfman rimasero attoniti a osservare la creatura che li sovrastava con dipinto sul volto un superbo quanto fastidioso sorriso sghembo.
-E tu chi saresti, di grazia?!- sbottò il mago di Fairy Tail.
In quel preciso istante giunse di corsa Cam tutto trafelato.
-Leeeeeek!- urlò correndo con quelle sue zampette tozze, poi decelerò, strisciando accanto ai piedi della compagna e sollevando una nuvoletta di polvere.
–Leek, perché sei corsa via a quel modo?!- le chiese rimproverandola.
-Ma che bello, è arrivato anche il micino. La riunione di famiglia può iniziare, allora.- disse Yue, ancora scomodamente accovacciato sui talloni e col mento poggiato sul dorso della mano, attirando di nuovo l’attenzione su di sé.
-Ma è Yue!- esclamò il gatto giraffa, mentre il suo pelo si rizzava e le sue labbra si ritirarono scoprendo i canini puntuti.
 –Seriamente…- continuò il Tarot -Oggi è una giornata così piena di sentimentalismi che quasi mi annoio… Volete farmi divertire un poco?- domando, quasi fosse un bambino troppo cresciuto. Eppure, i suoi occhi brillarono di una strana luce ed Elfman percepì chiaramente il suo istinto omicida. Infatti, fu pronto a reagire quando la figura dell’Arcano della Luna scomparve dal tetto. Un istante e le pietre del selciato si staccarono dal suolo e una cortina di polvere s’espanse nel punto in cui prima stavano Leek e Cam. Un istante ancora, ed Elfman atterrò poco distante da lì con la ragazza e il gatto fra le braccia.
Davanti ai loro occhi meravigliati vi era un profondo cratere fumante. E, al suo centro, Yue col pugno conficcato nel terriccio sabbioso. Il suo braccio era completamente nero e lucente e a Elfman rammentò tanto il suo Beast Arm Bufalo Nero. Ma non poteva essere un Take Over quello.
-Sei veloce.- disse Yue, sogghignando rivolto al mago di Fairy Tail e rialzandosi lentamente da terra. –Spero che tu mi faccia divertire più di quella donna.-
-Quella donna?!- esclamò Leek sciogliendosi dall’abbraccio del mago che ancora la teneva a sé.-Vuoi dire Nadine?!-
-Esatto. Chive e la sua bella non volevano proprio saperne di collaborare e così… ammetto che si è difesa bene. Ma era pur sempre una donna. Una creatura debole… -
-Sapevi che era incinta?- lo interruppe Elfman tentando di dare alla voce un tono calmo e composto.
-E allora?-
Il mago di Fairy Tail iniziò a vedere rosso. Fu l’intervento di White Hierophant a placarlo.
-Lascia che me ne occupi io.- disse il Tarot Sacro manifestandosi dal turbinio di luce scaturita dalla carta della sua evocatrice.
-Hime, ti prego, sta indietro.- disse l’Arcano del Gerofante. Nella sua mano materializzò un enorme bastone d'ametista intagliato a forma di croce ansata. Mille luccichii aleggiavano nell'aere intorno a lui e il suo sguardo deciso fece tornare serio Yue.
-Vuoi proprio combattere White Hierophant? Devo ricordarti com’è finita l’ultima volta?-
-Questa volta sarà diverso.- rispose quello piatto –E quando ti avrò sconfitto, mi porterai da Chive.-
-Se vuoi posso portatrici anche adesso. Preferisci con le tue gambe o in barella?-

°°°

Correva da diversi e infiniti minuti, Natsu. Ma non vedeva Leek o Elfman nei paraggi. Cam aveva accelerato il suo ballonzolante passo e ed era schizzato via in un vicolo. Poi da lì l’aveva perso di vista. Happy tentò una ricognizione aerea, ma non vedeva nessuno nei paraggi. Sotto di lui si apriva la piazza di Beel Street, chiamata Piazza della Cuccagna a causa dei suoi cespugli fioriti di dolciumi e soprattutto dell’enorme fontana raffigurante una sorta di coppa dell’abbondanza colma di cibo scolpito nei più vari materiali. Il naso del piccolo felino azzurro fu pervaso da mille aromi deliziosi. La stessa fontana profumava delle vivande in essa scolpite e le stille d‘acqua che spargeva contribuivano alla diffusione delle invitanti fragranze culinarie che impregnavano le viuzze secondarie e i negozietti alimentari che s’affacciavano sulla piazza.
-Niente da fare.- disse sconsolato il micio, tornando con le zampette a terra –Li abbiamo persi.-
Natsu era palesemente di cattivo umore. Ed era anche ovvio. Si stava perdendo tutto il divertimento in primis e poi non voleva certo che Gray o Elfman si prendessero la parte migliore. Oppure Elsa. Perché di solito era lei a suonarle di santa ragione ai pezzi grossi e lui non poteva fare altro che stare a guardarle le spalle e aprirle la strada. Se non combatteva contro avversari più forti, sempre più forti, come diavolo avrebbe fatto un giorno a sconfiggere la rossa? Non sapeva neppure quant’era il divario fra loro. Se il concilio non li avesse interrotti sul più bello, chissà… Forse si era avvicinato alla forza di quella donna così temibile detta Titania.
-Ma dove si è cacciato quel gatto?!- esclamò Salamander in un impeto furioso. Si guardò intorno nervoso. –Qui no, qui no e qui no! MA INSOMMA! DOVE SONO I NEMICIIIIIIII?!- urlò con le braccia stese al cielo e i pugni infiammati.
-Ahahahah!- una risata allegra lo zittì e il Dragoneel abbassò le braccia, rivolgendo lo sguardo nella direzione da cui proveniva quella voce.
-Ahahahah! No, sei troppo divertente!- continuava la figura scura che si agitava alle sue spalle accoccolata sul bordo dell’enorme fontana, sotto due enormi pesci di bronzo.
-Ti ho aspettato tanto, Natsu!- esclamò la sagoma saltando giù.
-Ma tu sei il tizio di prima!- lo indicò il rosato con gli occhietti spalancati.
L’altro, finalmente, si portò abbastanza vicino affinché si potessero scorgere i suoi tratti somatici. Era proprio il ragazzetto di Rage Square. Se ne stava lì a ridere e a rischiare di soffocarsi con un enorme cosciotto, come se nulla fosse.
-Ti sfido!- esclamò emozionato agitando il trancio di carne e spargendo olio a manca e a destra. E Natsu ribatté altrettanto concitato.
 –Scordatelo! Io ti sfido!-
Quello scosse la testa e strinse i pugni.
-No, ti sfido io!-
-Non dire stupidaggini!- ribatté Natsu.
E rimasero diversi minuti lì, al centro della piazza, con gli occhi spalancati e dei sorrisi a trentadue denti a urlarsi contro le più bizzarre proposte di sfida.


°°°


Nella torre al centro di Caleido, intanto, Lilith Ruby la Diavolessa si recò nei piani inferiori, dove vi erano le segrete in cui Chive e Nadine erano imprigionati. Lei era fuggita, ma per Ruby era solo una questione di tempo prima che anche la moglie di Chive tornasse dietro le sbarre con buona pace di tutti. Il piano, nonostante i piccoli imprevisti, procedeva senza intoppi. Le comunicazioni ricevute da Hanged, Fortune e Yue erano state molto promettenti. E di sicuro Strenght ci avrebbe dato dentro con il Dragon Slayer. Quanto ad Elsa, se ne sarebbe occupata di persona, ma doveva parlare con Vinegar prima di lasciare la torre. Per consegnargli qualcosa, nel remoto caso Titania avesse avuto la meglio su di lei.
Lo trovò esattamente dove si aspettava che fosse. Davanti alla cella di Chive.
Il ragazzo dormiva e Vinegar lo contemplava assorto. Sul suo viso la Diavolessa intravide un misto di dispiacere e compassione e gli si avvicinò sorridendo. Cinse l’uomo in vita e gli sussurrò all’orecchio –Ti dispiace, vero?-
Quello annui impercettibilmente.
-In fondo li ho visti crescere.-
-Torneranno, Vinegar.-
-Lo so. Per questo lo farò. Alla fine si rimetterà tutto a posto.-
Lei sorrise posando la testa sulla sua spalla.
-Sì.- esitò un attimo –Io vado… Fra poco arriverà Leek, perciò tieniti pronto amore.-
Quello le prese la mano e la strinse forte.
Lui rimase di spalle, lei non lo costrinse a voltarsi, né a baciarla. Le andava bene così. Strinse la mano nodosa dell’uomo e gli fece un rapido resoconto degli accadimenti.
Lo salutò per la seconda volta –Vado.- disse e lasciò le segrete, senza voltarsi indietro.
Neppure Vinegar si volse a guardarla.
Entrambi cercarono l’altro nei riflessi degli scudi in bronzo appesi alle pareti. Ed entrambi si sorrisero incrociando i loro occhi nelle bronzee superfici.

Chive riposava, sfinito dalla monotonia della prigionia e dall’ansia. Ma fu un sonno comunque breve. Pochi minuti dopo riaprì gli occhi.
Vinegar non era più lì.
Ma lui aveva sentito quelle parole.
Che fosse un sogno dettato dal suo cuore? Chissà.
Non avrebbe certo permesso che Leek corresse un rischio così grande.

°°°

Gli occhi di Lluvia si fecero grandi e il suo viso si tinse di rosso per l’imbarazzo.
-Gra-Gray-sama!- squittì con un filo di voce. Lui era seduto al tavolo della Fortuna con le gambe incrociate e completamente nudo.
Ma fosse stato solo quello il “problema”…
Il corpo del Fullbuster era, sì, esposto agli occhi dolci della bella Loxar. Ma era anche congelato fino alla vita.
Lui però era tranquillo. Il ghiaccio era il suo elemento, dopotutto.
Anche se i cristalli che lo imprigionavano erano decisamente troppo freddi e resistenti per essere di ghiaccio comune.
-Cosa si plova ad essele impligionati nel ploplio ghiaccio?- domandò Fortune, schernendolo.
-Fa un po’ freschino.- sorrise Gray –Ora, vuoi continuare con la roulette normale, o vuoi che movimentiamo un po’ il gioco?-
La Tarot della Fortuna inarcò il sopracciglio.
-Movimentale il gioco? Non sei nella posizione pel chiedelmelo, sai?-
Ma quello già non l’ascoltava più.  Sorrideva, macchinando qualcosa.
-Che ne dici se decidessi di giocarmi il tutto per tutto con la roulette russa? Sono stufo di farmi rovinare la giornata da quella pallina di ferro. Tu che ne dici? La chiudiamo qui?-
E gli occhi colmi d’apprensione di Lluvia scorsero dall’uno all’altro dei due contendenti.
Fortune tacque qualche secondo. Aveva fatto rapporto dicendo che andava tutto a gonfie vele. Non poteva permettersi di fallire, questo era ovvio. Ma considerando che lei era la Fortuna, decise di accettare le sfida.
-E sia.- concesse.
Il tavolino inghiottì la roulette così come l’aveva fatta sbocciare e al posto della ruota con le caselle colorate e della sferetta metallica, comparve una semplice pistola.
-Visto che vuoi ploplio falla finita, che ne dici se mettiamo ben cinque ploiettili?-
Gray annuì.
-Nessun problema.-
E Lluvia era sempre più ansiosa.
Perché ne era sicura.
Stava per accadere qualcosa di orribile.
-Gray-sama!- esclamò tentando di divincolarsi, ma invano –Gray-sama, non c’è bisogno che ti spingi a tanto! Lluvia se la sa cavare da sola!-
Ma lui taceva, sorridendo, rivolto all’avversaria.
Fortune inserì ben cinque proiettili d’oro nel caricatore della pistola e mostrò l’arma al mago, affinché costatasse che non c’era nessun trucco.
Lui guardò, l’arma, poi la Tarot che faceva ruotare il tamburo e le disse -Che ne dici ora di liberarmi? Così possiamo inizia-
Fortune interruppe la sua frase puntandogli la pistola sulla fronte.
-Sì, dilei di sì.-
-Gray-sama!-
Lluvia invocava il suo nome, cercando di convincerlo a lasciare perdere, tentando ancora di liberarsi dai cerchi della Fortuna. Ma era tutto inutile. E accadde tutto così in fretta che poté solo piangere.
Nella notte riecheggiò uno sparo come fosse un roboante tuono. La testa di Gray si scosse all’indietro, mentre il sangue gli zampillava dalla fronte.

-Mi spiace, la Foltuna ela dalla mia.-
Ma Lluvia non sentiva.
Lluvia non vedeva.
Lluvia piangeva.
Le nubi buie inghiottirono le stelle e la pioggia rovente scrosciò sulla terra come se volesse scioglierla in un mare di fango.

°°°

-Brucia!- esclamò Lucy tentando di coprirsi il capo con le mani
-Ahia!!- fu la risposta di Remona, anche lei alla ricerca di un rifugio.
Erano rimaste lì, a fissarsi per un bel pezzo.
La maga di Coleo Wing meditava di uccidere Lucy e appropriarsi delle sue chiavi, compresa quella di Leo, in modo tale da fargliela pagare in seguito e a caro prezzo.
Poi però aveva iniziato a diluviare acqua rovente e le due si erano ritrovate a correre come ossesse nella boscaglia, alla ricerca di un riparo sicuro e asciutto.
-Ma che sta succedendo?!- continuò l’Heartphilia.
-Che vuoi che ne sappia?!- ribatté l’altra con astio pungente nella voce.
Si gettarono all’imbocco del sentiero, al riparo di un’enorme quercia e provarono un poco di sollievo e refrigerio. Ma ancora non bastava.
-Smetti di seguirmi!- esclamò Remona, fissando di sbieco Lucy. Quella socchiuse gli occhi e rispose a tono.
-Non ti sto seguendo, questa è l’unica strada che c’è.-
-Beh, allora trovatene un’altra.- continuò quella.
Mentre camminavano, fra una frecciatina e l’altra, le due ragazze cercavano di asciugare inutilmente i vestiti che ormai erano come incollati alla loro pelle. Remona strizzava delicatamente la sua voluminosa gonna ornata di pizzi e merletti, Lucy la sua maglietta. Le chiavi di entrambe erano per fortuna sempre al loro posto, nel caso una delle due avesse deciso di attaccare l’altra.
Ma Lucy non attaccò Remona.
Né Remona inveì su Lucy.
Trovarono riparo in una piccola cavità nella roccia. Forse era la tana abbandonata di un qualche animale di grossa taglia. Rimasero ferme a fissare l’acqua che picchiettava rovente e impetuosa sulle foglie e i fili d’erba. E nessuna delle due osava infrangere quel silenzio accompagnato solo dallo scroscio dell’acqua. Ognuna era persa nei suoi pensieri.
L’Heartphilia rifletteva su quanto accaduto a Loki del Leone e a come avesse potuto resistere nel mondo degli umani per così tanto tempo. Se era così pentito per il suo presunto tradimento nei confronti di quella terribile donna, la maga di Fairy Tail concluse che sotto sotto doveva amarla davvero tanto.
Che triste storia d’amore…
Anche Remona pensava a Karen. Meditava sull’accaduto. Sul fatto che forse il suo idolo potesse aver sbagliato tutto nella sua carriera. Ma non poteva semplicemente cambiare idea di punto in bianco e poi…
No, decisamente non poteva perdonare uno stupido Spirito per non aver adempiuto il suo dovere.
Ma quelle lacrime…
Chi è senz’anima non può piangere e non ha qualcuno che si affanna per lui. Figuriamoci poi se un Re senz’anima si scomoda per un suddito senz’anima.
Nel cervello della ragazza c’era una gran confusione.

Poco più avanti, anche lui al riparo dalla pioggia, stava Hanged.
L’Appeso era stato colto alla sprovvista dall’acquazzone e aveva rischiato di farsi scoprire. Se ne rimase nascosto fra i rami di un albero e spiò le giovani maghe degli Spiriti Stellari, attendendo la loro prossima mossa.
Gli ordini erano chiari.
“Non sapete quanto mi spiace…” pensò sorridendo tristemente “Il mio è un triste destino. Distruggere le cose nel fiore della loro bellezza è come agonizzare sospesi nel vuoto. Quanto dolore…”

°°°


Leek assisteva alla furiosa battaglia con occhi sgranati.
Aveva avuto modo di osservare Yue della Luna Nera in azione soltanto una volta, quando era ancora molto piccola.
 E n’era rimasta terrorizzata.
Perché il Tarot della Luna era un implacabile violento, una furia cieca che mirava alla disintegrazione dell’avversario concentrando tutta la forza nei suoi potenti attacchi, senza badare, o meglio, godendo della distruzione che causava intorno a sé.
Infatti, la piccola invocatrice e Cam furono costretti a rifugiarsi in un angusto vicolo per non essere travolti dalle macerie che volavano tutt’intorno a loro.
Rage Square in pratica non esisteva più. Al posto del ring c’era l’ennesima voragine e a nulla servivano gli attacchi combinati di White Hierophant ed Elfman.
Il bazooka purificatore non aveva effetto alcuno su una creatura così ossessionata dalla violenza com’era Yue e persino Elfman in completo Take Over non riusciva a competere con lui.
-Che razza di tecnica usa?!- esclamò il mago, asciugandosi il sudore sotto il mento col dorso della mano.
White Hierophant si alzò, malfermo sulle sue gambe, reggendosi al suo bastone.

-Vuoi già giocare la tua carta migliore?- Yue sembrava deluso.
-So già di cosa sei capace, per cui non mi risparmierò di certo.- ribatté il Gerofante, infondendo la propria luce sacra nell’arma e raccogliendo nell’ansa della croce tutta la sua energia.
Ecco un’altra cosa che Leek aveva già avuto modo di vedere e che l’aveva traumatizzata.

-Non morire, ti prego…-
White Hierophant le mise la mano tremante sulla guancia.
-Tranquilla, Hime…-
Poi arrivò Chive che, sconvolto dallo spettacolo macabro che si ritrovò innanzi, ci mise qualche secondo per accorgersi del fido compagno steso a terra e della bambina che, illesa, era aggrappata morbosamente alle sue vesti deturpate di polvere e sangue.
-Che cos’è successo, White?!- esclamò il Blackberry maggiore chinandosi sul suo Tarot.
-Mi riprenderò…- disse quello, lottando per puntare i gomiti a terra e sollevarsi.
Fissò il suo padrone dritto negli occhi con quelle sue iridi ametista e lo ammonì.
-Porta via Leek… lei non deve vedere…ugh… là dentro…-
-Non sforzarti!- esclamò il giovane –Insomma, chi ha fatto questo?!-
L’enorme edificio che prima accoglieva più generazioni e nuclei familiari uniti nel nome Blackberry di fatto si era mutato in una fatiscente costruzione, un accumulo di macerie sorrette ancora per miracolo da qualche trave rimasta integra.
-E’ stato lo zio Vinegar.- disse amareggiata la piccola Leek, asciugandosi le lacrime che le rigavano le guancie.
I suoi capelli biondi allora erano lunghi e raccolti in tante piccole treccine. Non aveva ancora i tatuaggi sul viso.
Non aveva ancora fatto quella promessa.
-Perché ha distrutto casa?!- batté i piedini a terra.
White Hierophant sorrise e scosse piano la testa.
-Ho combattuto…- disse piano, rivolto a Chive -…contro Yue e Ruby… loro sono d’accordo con Vinegar… cough cough!-
Il Tarot ricadde all’indietro, il suo corpo era scosso dalla tosse e la sua bocca sputava copiosamente sangue.
-White-chan!- Leek cercò di aiutarlo come una bambina può fare.
La mano del Tarot si aggrappò salda alla sua felpa e strattonò forte Chive verso di sé.
Il maggiore dei Blackberry si chinò di più verso l’altro, ascoltando quello che temette potesse essere una sorta di testamento non scritto del Gerofante.
-Loro… vogliono risvegliare… il Mondo… ascolta…- inspirò a fondo –Vinegar ha ucciso tutti… tutti…- pianse amare lacrime –Panch, Puran… anche Advieh…-
Il cuore di Chive si fermò.
Leek non aveva sentito bene ogni parola, perché la voce dell’Arcano era ridotta a un filo. Ma vide chiaramente il corpo enorme dell’amato fratellone sussultare e il suo viso sbiancare.
-I gemellini… anche loro?-
White annuì.
-Advieh ha fatto loro scudo col suo corpo… ma è stato inutile...-
-E Strenght?! Non era con lui, Strenght?!-
White Hierophant socchiuse gli occhi e sussurrò piano –Non ha potuto far nulla…-

L’ultima volta che Leek aveva visto White Hierophant usare quella tecnica a rischio della sua vita, l’aveva anche visto soccombere sotto gli attacchi potenti di Yue e Lilith.
Si morse il labbro inferiore e scosse la testa.
-Noooo!- proruppe in un urlo trattenuto a stento e corse verso il suo protettore.
-Leek!- le gridò Cam –Leek, attenta!-
Ma la giovane invocatrice non stava a sentire il suo compagno felino.
Cam non c’era quel giorno.
Non aveva visto White Hierophant morire, o quasi.

La luce bianca rese il giorno abbagliante.
Le parole pronunciate erano come versi poetici in una lingua sconosciuta.
Come allora, così quel giorno, Leek non poté fare altro che correre. Ma questa volta non al riparo.
Elfman rimase stupito a osservare quanto accadeva.
-Proteggi la mia Hime.- disse il Tarot sacro, voltandosi appena verso di lui –Anche se ne soffrirà, non deve seguirli.-
-Ehi, aspetta, cosa significa?- gli occhi del mago di Fairy Tail si socchiusero, confusi.
-Come sei monotono, White Hierophant…- Yue rimase semplicemente davanti a loro, accovacciato al suolo. Sospirò –Se dovessi morire sul serio, che ne sarebbe della piccola Hime?-
A quella frase buttata lì apposta, il Tarot parve riscuotersi. Esitò.
-Whiiiiteee!-
Leek gli si aggrappò alle vesti, come quella volta, quand’era piccola, e lo implorò con quei suoi occhi verdi e tristi.
-Ti prego, non farlo.- nascose il viso nelle pieghe della tunica –Non voglio perderti…-
-Hime, io…-
Un dolore lancinante costrinse il Gerofante a piegarsi in due. Le sue mani persero la presa sul bastone e l’afflusso d’energia fu interrotto.
Troppo tardi Elfman tentò di avvertire i due dell’imminente pericolo.
La velocità di Yue della Luna Nera era troppo elevata. La sua forza, la sua violenza…
Tutto era troppo.
Il mago di Fairy Tail non poté che assistere inerme alla scena.
Yue non lasciò cadere a terra White Hierophant, ma lo sollevò tenendo il pugno premuto nel suo addome. Senza fatica alcuna se lo mise sulla spalla e lanciò un’occhiata a Leek, le cui gambe avevano ceduto per lo spavento.
-White…-
-Andiamo, ti porto da Chive, Hime.- le disse, porgendole la mano.

-Aiutooooo!- urlò la piccola Leek correndo disperata. Un enorme orso nero la inseguiva. I suoi denti erano filati come lame di rasoio, un suo solo artiglio poteva portarle via tutta la pelle. Credeva sarebbe morta. Non avrebbe più rivisto mamma e papà.
Poi qualcuno la salvò.
Yue era accorso e colpì l’animale con un tremendo montante sotto il muso.
La piccola Blackberry vide la belva cadere a terra, forse morta.
-Va tutto bene, Hime?- le domandò voltandosi verso di lei e porgendole la mano –Dovrei venirti a salvare più spesso.- sorrise.

Leek fissò la mano del Tarot e stava quasi per afferrarla, stregata dai suoi ricordi e dal desiderio di salvare Chive.
Ma la voce di White Hierophant che gemeva per il dolore del colpo ricevuto la riscosse da quel torpore mentale che la confondeva.
-Hime… va' via…-
Yue allora strinse il braccio intorno ai suoi fianchi comprimendogli il corpo. White Hierophant strinse i denti per il dolore. Sentiva le sue ossa scricchiolare pericolosamente. Le sue forze scemavano.
Stava per sparire, tornare nella sua carta. E Leek sarebbe rimasta indifesa il tempo necessario a lui per rimettersi in forze.
Quanto tempo, però?
Ma perché Yue non l’aveva colpito con tutta la sua energia?
“No… non può essere… non voglio essere io a officiare il rito...”

Leek all’ennesima forma di violenza, scattò in piedi e indietreggiò ancora di più.
Cam ed Elfman si posero davanti a lei per proteggerla.
-Si può sapere che cosa avete in mente?!- esclamò il felino.
Yue sospirò.
-Vinegar vi dirà ogni cosa.- scosse la testa, con una leggera punta di malinconia nella voce –Tutto tornerà come prima.-
-Tutto?- ripeté meccanicamente la ragazza e fece un passo in avanti –Tutto… quindi anche… papà e mamma…-
-Insomma, che sta succedendo, non ci capisco niente!- esclamò Elfman –Che significa questa storia?!-
Cam scosse la testa –Beh… il Mondo è un Tarot molto particolare…-
-Tu puoi far tornare tutto come prima, Leek.- ripeté suadente Yue, dal volto ora benevolo, ora terrificante, come la luna che ha due facce.
Solo che lui mostrava sempre quella oscura e malevola.

-Yue, andiamo al torrente?-
-Ma io veramente…-
-Daiii, ti pregooooo!- Leek lo strattonò –Voglio pescare, ma ho paura degli orsi!-
Quello parve pensarci un poco su.
-Ok, ok! Andiamo.-
-Sei sempre il solito…- commentò un più giovane Vinegar e prese in braccio Leek.
-Zio.-
-Dimmi.-
-Cos’hai fatto all’occhio?-
Lui sorrise.
-L’ho donato per la fanciulla che amo.-
-Come un regalo?-
-Sì, una specie.-
La piccola parve pensarci più.
-Anche io dovrò cavarmi un occhio, zio?-
Quello ridacchiò, mentre Yue camminava davanti a loro. Probabilmente fremeva dalla voglia di menare le mani contro qualche belva feroce.
-No.- disse –Tranquilla. E’ solo una cosa stupida che ha fatto lo zio.-
Lei sbatté le ciglia, confusa.
-Ma se è stupida, perché l’hai fatta?-
Lui le carezzò la testolina bionda e sorrise ancora più dolcemente.
-Per amore si fanno un sacco di cose stupide, Leek. Lo capirai, un giorno.-



La Blackberry strinse i pugni.
Era un azzardo, un grosso azzardo…
Volse appena il capo verso Elfman e Cam.
-Vi prego, perdonatemi.- sussurrò con un fil di voce.

Avrebbe voluto aggiungere tante cose, ma era sicura che se si fosse trattenuta solo un attimo di più, non sarebbe riuscita a sfuggire alla mano di Elfman che si tendeva verso di lei.
Ai suoi occhi azzurri.
Non era solo che somigliava a Chive, in qualche modo.
La faceva sentire protetta. Pensava che lui avrebbe potuto spaccare il mondo per lei e in quel momento non era il caso.
Pensava che se c’era un modo di chiudere quella faccenda, l’unica soluzione era affrontare suo zio a viso scoperto. Sì, era rischioso.
Ma voleva comprendere il perché del suo gesto.
L’aveva sempre voluto, anche se sentiva di non poterlo perdonare.

-Leek!- urlò Elfman –Leeeeeek!-


Fine Capitolo 9





Bene...
*Si nasconde dalle sassate*
Lluvia mi ha causato un po' di problemi, ma ho risolto, spero di aver avuto una buona idea, ma ve la espongo in seguito.
Ora sono saltati fuori altri parenti di Leek, i gemellini Panch, maschietto, e Puran, femminuccia. Poveri. Non hanno sofferto comunque.
Advieh beh, sentirete ancora parlare di lui, visto che era legato a Strenght. Lui aveva circa la stessa età di Chive, un anno in meno. Chive... O_O non ricordo quanti anni ha!!
Forse ehm... 24? Quindi Advieh ne aveva 23 e i due andavano molto d'accordo.
I nomi derivano da delle spezie, Panch Puran, che sarebbe un insieme di 5 spezie, Advieh invece è una spezia iraniana composta di cardamomo, chiodi di garofano, cannella, petali o gemme di rosa, cumino e zenzero. Ma la composizione varia di regione in regione.
Queste note mi fanno venire fame U_U
Oook... se ci sono incongruenze coi precedenti capitoli, fatemi sapere. Perché a volte mi viene il dubbio...
Yue dolce mi spaventa tanto assai U_U
Baciotti e al prossimo capitolo!!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10. Far ciò che si ritiene giusto ***


 

Capitolo 10: Far ciò che si ritiene giusto

 

Ci son persone che sono troppo razionali per comprendere cosa sia giusto fare o meno. Perché a valutare i pro e i contro, talvolta è deleterio. Si esita e soggiunge la paura.
E allora si agisce senza pensare al se e al ma. Si sbaglia, forse, ma si cerca di tirarsi fuori dal nuovo guaio in cui ci si è cacciati. Passo dopo passo, volta dopo volta.
Leek sapeva di aver sbagliato, ma anche di non poter fare altrimenti.
Tentò di isolare la propria mente quando, con Yue, transitò in Beel Street e c’era Natsu che litigava con Strenght.
-Ho detto che ti sfido io!- esclamò il Dragon Slayer del Fuoco –E smetti d’insistere o ti faccio girare la testa sul grill!- ringhiò con gli occhi felini e la linguetta birichina sventolante. Inutile dire che Strenght non accettò la sfida.
-Io ti sfido e non insistere, o sarò costretto a farti fuori!-
E via discorrendo. Poi il Tarot della Forza si era pietrificato nel vederla.
-Leek…- disse piano.
Ma Yue glielo faceva apposta? Lo vide sogghignare al suo indirizzo, mentre Leek lo fissava triste in volto. Natsu si accorse di lei e da principio non comprese. Ma poi vide White Hierophant che giaceva svenuto sulle spalle del tizio misterioso e aggrottò le sopracciglia.
-Cos’è successo?- chiese dapprima, stranamente calmo. La pioggia cadeva copiosa sferzando la sua pelle. La percepì solo in quel momento: bruciava come fosse fuoco.
-Leek, chi è quello?- chiese ancora. E lei, Leek non seppe cosa rispondere. In fondo era un problema suo. Aveva sentito tante belle cose sull’amicizia, ma sinceramente di fatti ne aveva visti ben pochi. Il grande potere tanto decantato dai più non aveva aiutato White Hierophant.
O forse lui, lei e Cam non erano stati considerati come effettivi membri di Fairy Tail? Allora il discorso era un altro.
Però… l’amicizia non aveva salvato Advieh e in quel momento Strenght stava con Vinegar.
Perché?
Cos’era successo?
L’evocatrice doveva sapere.
Perciò rispose a Natsu –Non preoccuparti.- e superò Yue, fermandosi a guardarlo appena. –Andiamo, per favore.- disse.
E quello continuava a ridersela fra un orecchio e l’altro. A Natsu tutto ciò non piacque e si lanciò furente verso il quartetto.
-Aspetta, Leek!- esclamò correndo come un ossesso, pestando ogni pozzanghera, ignorando ogni schizzo d’acqua. –Che diavolo significa questa storia?!-
“Storia? Quale storia?” pensò la ragazza. Non aveva nulla da spiegare. Fairy Tail era lì per la sparizione di alcuni maghi, lei per incontrare suo zio e vendicare i suoi cari uccisi.
Per capire.
In quel momento Natsu era solo d’intralcio e con lui tutta Fairy Tail, compreso Elfman.
Yue schioccò la lingua.
-Aspetti un ordine scritto, Strenght?- disse.
L’altro s’irrigidì e strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche. Un attimo e Natsu si ritrovò a volteggiare in aria, con la guancia dolente e un dolore atroce alle ossa del viso. Cadde rovinosamente sul terreno bagnato spruzzando fanghiglia ovunque.
-Ugh!- gemette.
-Natsu!- gridò Happy precipitandosi verso di lui.
-Fermo!- esclamò il Dragon Slayer del Fuoco, ancora carponi al suolo per lo stordimento, alzando un braccio verso il piccolo felino. –Segui Leek e il prete, sbrigati!-
Il gattino ceruleo tentennò di primo acchito, ma obbedì. Spiegò le sue aluccie candide e si precipitò al seguito della piccola delegazione scomparsa oltre il vicolo.
Leek li aveva appena degnati di uno sguardo di scuse, perché si comportava così? Non riusciva ancora a capirla bene, ma doveva trovarla. Tuttavia, non andò molto avanti. Infatti, un’onda dorata lo investì in pieno, trascinandolo diversi metri oltre le spalle di Natsu.
-Happy!- esclamò Dragoneel mentre il felino roteava per aria confuso e nauseato. Tentò di rialzarsi, ma si scoprì invischiato in qualcosa. –Ma cosa diavolo…?!-
Era sabbia.
Sabbia dorata.
Tentò di liberarsi con uno strattone, ma ottenne solo di sollevare la rena ancora invischiata al suo arto, come fosse una massa informe di colla. E il selciato si sollevò anch’esso, grondante di tanti piccoli granelli.
-Certo con la pioggia non è un granché… - commentò Strenght avanzando mesto verso il Dragon Slayer –Ma è nelle avversità che la vera Forza di ognuno è portata allo scoperto, o sbaglio?-

 

L’acqua scrosciava feroce come una belva furiosa. Il corpo di Lluvia, interamente mutato nel suo elemento, si era innalzato nel cielo notturno e come un potente maremoto era pronto a inghiottire Fortune, troppo basita per potersi mettere al riparo. Gli occhi della maga dell’acqua ardevano d’ira e non vedevano altro che il corpo nudo di Gray ancora imprigionato nel suo stesso ghiaccio. Inerme.
Lui aveva perso la vita per salvare lei, una maga di Phantom. Un’ex maga di Phantom, un'ex nemica. Una persona per cui nessuno avrebbe mai fatto nulla. E, invece, lui fin dal principio aveva sempre fatto tanto per Lluvia. Grazie a lui lei era cambiata, aveva uno scopo nella vita: entrare in Fairy Tail. Prima era solo affiliata a Phantom, ma quanti la amavano davvero? Quando lei era in gilda, li vedeva i loro volti scontenti per la pioggia.
La pioggia che anche lei era arrivata ad odiare nel profondo del cuore.
La pioggia che era giunta a conoscere grazie alla sconfitta infertale da Gray.
Perché, dopo la disfatta, si era resa conto che la sua disgraziata abilità di portarsi dietro la pioggia era semplicemente empatia con le acque.
Del cielo e della terra.
Il cuore di Lluvia era stato ferito e piangeva in continuazione e più gli altri la respingevano, più esso si colmava di lacrime, mutando in un abisso di disperazione.
E il cielo piangeva con lei.
Ogni giorno.
Ogni ora.
Ogni minuto.
Fin quando Gray Fullbuster non aveva congelato le sue lacrime salvandole la vita.
Molti erano stati così egoisti da abbandonarla solo perché dava loro fastidio tutta quell’acqua.
Ma lui no. E lei aveva rapito Lucy, la sua rivale in amore, le aveva fatto del male… non si meritava che di morire infranta in mille gocce d’acqua. Ma Gray l’aveva afferrata saldamente, le aveva sorriso con dolcezza.
L’aveva definita “compagna” e, infine, era morto per lei.
Chi aveva commesso tale orribile delitto nei confronti di una persona così buona non meritava di vivere.
Lluvia ruggì sotto la pioggia e s’abbatté rovente contro la nemica.

-Aaaaaaah!- Fortune tentò di schivarla disperatamente, ma invano. La sua agilità fu del tutto inutile in quel frangente. La belva d’acqua divorò ogni cosa.

 

 -Natsu, avrei voluto proseguire la nostra sfida di dichiarazioni di sfida, ma non mi è più possibile.- disse il Tarot della Forza mestamente. Caricò un calcio e la sua gamba sinistra colpì lo stomaco di Natsu con potenza.
-Uuugh…- il Dragon Slayer trattenne a stento l’impulso di vomitare per il dolore. Respirò affannosamente, tentò di liberarsi.
Inutile, più tentativi faceva, più quella strana sabbia lo risucchiava. Tutta la piazza somigliava ad un’enorme vasca di sottile polvere d’oro. E la sentiva scorrere fra le dita, inesorabile. Si sentì trascinare verso il basso, senza scampo.
-Dannazione!- esclamò, inghiottito ormai quasi per metà corpo –Dannazione!-
-Mi spiace Natsu.- disse ancora Strenght –Avrei voluto…- Una potente fiammata lo colpì in pieno volto, facendogli ingoiare le parole che stava per pronunciare. Il Tarot gridò per la sorpresa e il dolore e con le mani spense freneticamente le fiamme.
-Così impari a fare troppo lo spaccone, deficiente!- esclamò Natsu sogghignando –DAI!- esclamò con gli occhi spalancati e le pupille strette e dispettose –POSSO SCONFIGERTI ANCHE IN QUESTO STATO, CRETINO!-
Strenght s’incupì ancora di più.
-Lascia stare.- disse mesto–Rimandiamo la sfida a quando tutto sarà finito.-
Il suo volto giovane non presentava tracce di bruciature o lividi o graffi o quant’altro.
-Io voglio sfidarti ora!- affermò Natsu.
-Ma io no.- ribatté l’altro –Avrei voluto farlo, ma in questo momento non mi soddisferesti, quindi stai buono un altro po’.- disse “Almeno finché il rito non sarà terminato. Allora potrò rivedere Advieh.” Strenght sorrise, immerso nei suoi pensieri –Ti verrò a cercare io, Natsu, anche se tu forse non mi riconoscerai.- concluse e gli voltò le spalle.
Il Dragon Slayer capì meno della metà di quella sorta di monologo e ciò lo fece infuriare ancora di più.
-Prima sembra che muori dalla voglia di combattere, poi te la fai sotto!- ruggì, ancora lottando contro la sabbia per liberarsi. Era sommerso fino alle spalle e si contorceva come un serpente. –Cos’è questa storia!?- sbraitò. Era furioso, ma il culmine dell’ira giunse quando urlò
–E dove diavolo state portando Leek!?-
-Non è affar tuo.- troncò il discorso, piatto, il Tarot.
-Oh, si che lo è!- insistette Natsu, ormai con la sabbia al collo –Lei è… una… compagna… HAPPY!-
Il gatto si riscosse.
-Natsu!- esclamò e sbatté le sue ali con forza, ma non riusciva a liberarsi neppure lui. Le sue piume erano appesantite dalla rena che si era infiltrata fra esse. –Natsu!- esclamò ancora. –Natsuuuu!-
I suoi sforzi furono pressoché vani.
Strenght si risedette sul bordo della sua fontana, in attesa, muovendo un poco le gambe, come un bambino sperduto.

-Attenti!-
Fu l’ultima parola che sentì pronunciare da Advieh. Che sconsiderato: non l’aveva evocato e lui non aveva potuto proteggerlo. Strenght si ritrovò fuori della sua carta senza poter fare nulla. Il soffitto aveva ceduto. Una trave aveva colpito Advieh che tentava di far da scudo ai gemellini ma in seguito era crollata parte della volta e il cedimento aveva travolto tutti, nessuno escluso.
Intorno a lui vi erano solo cadaveri.
Ruby e Yue, alle sue spalle, erano gli unici scampati a quell’eccidio.
-Perché state facendo questo?- domandò con gli occhi gonfi di lacrime –Cosa c’entravano loro?-
Yue fu schietto con lui. -E’ stato solo un incidente.- ammise.

-Un incidente?!- il Tarot della Forza ribolliva di rabbia. Il suo volto era contorto in una smorfia furiosa –Questo lo chiami solo un incidente?!-
Ruby si sistemò i capelli, mentre Yue sorrise. E il suo sorriso era terrificante.
Lui, la Forza, non combatté neppure.
La Luna lo colpì allo stomaco con potenza, costringendolo a piegarsi in due. Il suo potere vanificato da un sol colpo. Tutta la sua decantata forza dov’era finita?
Che ironia.
-Torneranno.- disse Lilith, suadente –Torneranno tutti.- fece una pausa studiata –Se ci aiuterai, Strenght, torneranno oggi stesso.-
E spalancò gli occhi, consapevole di star per sottomettersi a due demoni.

-Non avevo scelta…- disse piano ostentando un sorriso.
Natsu era ormai un triste ricordo, l’ultimo di una lunga serie. Come tutto ciò che amava, era stato semplicemente insabbiato.
Per Vinegar.
D’un tratto però, la piazza tremò e la sabbia s’agitò come un mare in tempesta. La pioggia continuava a cadere, ma il fango veniva sommerso da altra sabbia, in continuazione, in un continuo ciclo di rinnovamento. Tuttavia, quel flusso infinito di sabbia s’arrestò. Alte fiamme circolari s’innalzarono nel cielo, incuranti dell’acqua che avrebbe potuto soffocarle ed Happy assistette sconvolto a quello spettacolo grandioso.
-Na-Natsu!- esclamò con un filo di voce.
E là, in piedi, furente, lui, il Dragon Slayer del Fuoco.
-Alzati da lì.- disse fermo, con gli occhi ardenti di rabbia -Combattiamo seriamente, senza distrazioni.-
Il suo tono non ammetteva repliche e la sua determinazione fece sussultare Strenght che fu tentato, come la falena alla fiamma, di lottare.
Lui amava lottare…
Quali erano gli ordini, dopotutto? Fai quello che ti pare del Dragon Slayer ma non farlo avvicinare alla torre. Una cosa del genere.
-E va bene.- disse sorridendo.
Alla fine voleva davvero sgranchirsi i pugni, sfogarsi, non pensare a quanto stava per accadere a Leek e Chive. Voleva soltanto non riflettere, sentire l’ardere dei pugni sulla pelle, il rumore secco delle ossa infrante, il dolore dei muscoli lacerati. Voleva sentirsi vivo senza dover morire dentro per le proprie colpe.
Chiedeva poi molto?

Natsu liberò il piccolo felino azzurro con un’altra potente fiammata e bastò un semplice gioco di sguardi fra loro per decidere sul da farsi.
-Mi raccomando!- esclamò Happy volando lontano dalla piazza alla velocità massima che riusciva a raggiungere. Strenght tentò di fermarlo con altra sabbia, ma lo fece con poca convinzione, perché la sua attenzione era tutta rivolta verso Natsu, il quale fu su di lui in un istante e affondò il braccio nel suo addome, in tutta la sua lunghezza, trapassandolo.
-Eh?- esclamò sbalordito il mago –Che storia è questa?!-
Non riusciva ad estrarre l’arto dal corpo dell’altro, perché Strenght sembrava essere fatto di sabbia lui stesso.
-Fammi divertire, Natsu.- gli chiese, quasi supplichevole, prima di elargirgli una potente ginocchiata in pieno petto.
Natsu sputò sangue e cadde in ginocchio. Strenght lo liberò dal proprio corpo e fece per colpirlo con un pugno alla tempia, ma il Dragon Slayer lo afferrò con la mano ricoperta di fiamme. Il Tarot strinse i denti per il dolore, ma riuscì a non bruciarsi grazie alla sabbia che lenì l’effetto delle fiamme. Il seguente pugno alla mascella, però, lo avvertì, tanto che barcollò.
Sogghignò.
Di nuovo, non aveva ferite visibili.
Natsu però sorrideva a sua volta, esaltato.
“La sabbia ammortizza i colpi, la puoi tagliare, ma si ricompone.” pensava “Semplice ma efficace. In pratica, è apparentemente invincibile.”
Eh, sì… era davvero esaltato, tanto che le sue fiamme arsero alte nel piovoso cielo notturno.

 
Elfman si chinò sul bastone che White Hierophant aveva lasciato cadere.
Lisana era morta per colpa sua. Era una cosa che non poteva e non doveva dimenticare.
Strinse il pugno attorno all’asta ametista e digrignò i denti. Non avrebbe lasciato morire anche Leek senza muovere un muscolo.

“Questa volta sarà diverso!” pensò correndo senza una meta precisa, affidandosi al suo istinto. “Questa volta la proteggerò!”

 

La furente ondata d’acqua bollente si chetò con un ultimo rabbioso e spumeggiante ruggito. Lluvia cadde esausta in ginocchio. I suoi occhi blu scuro piangevano, così come anche il cielo si disperava rassegnato.
-Gray-sama…- sussurrò alzando lo sguardo verso l’uomo che amava e fu allora che vide Fortune ergersi malferma sulle proprie gambe, accanto al blocco di ghiaccio che custodiva il corpo di Gray.
-Sei ancora viva?!- sussurrò terrorizzata la maga dell’acqua.
Fortune era visibilmente debole, segno che la sfuriata di Lluvia aveva sortito un certo effetto, tuttavia era ancora in grado di combattere, tantoché si riarmò dei suoi chakram e li fece roteare minacciosamente.
-Mi semblava di aveltelo già detto.- disse-Io sono la Foltuna e il tuo ellole è stato quello di volel comunque ploteggele il maniaco mutandone!-
Lluvia chinò il capo… alla fine non ne faceva una giusta.
Voleva solo non dissacrare il corpo del suo amato con la propria furia e, invece, si era condannata a morire stupidamente. Strinse i pugni, dandosi mentalmente della scema chissà quante volte.
Fortune iniziò ad avvicinarsi a lei, minacciosamente e con scherno, quando qualcosa le bloccò il piede, impedendole di proseguire.
-Eh?- Lluvia tremò, la Tarot osservò prima il proprio arto, poi il ghiaccio alle sue spalle e lo vide.
Nudo.
Libero.
Vivo.
Gray Fullbuster era ancora in piedi sotto il piovigginare triste del cielo, il corpo attraversato da sottili rivoli d’acqua, gli occhi di ghiaccio che sembrava volessero ferire l’avversaria. Avanzò verso la meravigliata Fortuna che indietreggiò.
-Ma come?!- esclamò –Tu… io ti avevo spalato!-
Effettivamente, nella fronte di Gray vi era un proiettile, incastonato come una gemma in una crepa di ghiaccio e sangue scarlatto. I cristalli d’acqua congelata gli ricoprivano il colto come una maschera sfregiata e lui, avanzando impettito e sicuro, verso le due donne, sembrava tanto un cavaliere maledetto dal gelo. Un barbaro nudo che nulla teme se non la morte e, infatti, non si curò affatto di come potesse presentarsi, né del dolore e neppure del chakram che gli sferzò il viso veloce come il vento.
-L’acqua ha sciolto il ghiaccio.- disse semplicemente componendo le mani per realizzare l’ultima sua creazione alchemica.
-Ice…- disse fra sé, senza distogliere lo sguardo dalla Tarot.
-Fe-felmo!- esclamò quella, vacillante per il proprio fallimento –Felmo ho detto!-
In un ultimo impeto disperato afferrò Lluvia, sollevandola di peso e circondandola con i suoi cerchi, annientando così la sua magia. Inoltre la giovane freelance era esausta, magia o no, non avrebbe potuto far molto.
-Non vollai colpile anche lei, velo?-
-…make…-
-Hai sentito o no, maniaco senza pudole?!-
Gray esitò e desistette. Il suo sguardo scorse dalla creatura magica alla maga.
-Lluvia.- disse lui, calmo, e l’interpellata sussultò, rossa in volto.
-S-sì?- chiese.
-Tu, ti fidi di me?-
E lei pianse, pianse di nuovo, di gioia. Con le guance arrossate e un sorriso solare e colmo d’amore profondo, non esitò a dire –Sì, Gray-sama…-
-Ehi… ehi! Che stai facendo?- sbottò Fortune strattonando la maga dell’acqua –Lei molilà, sai? Non sfidale oltle la Foltuna!-
-Se c’è una cosa che ho imparato oggi…- disse il mago del ghiaccio sorridendo –E’ che noi uomini siamo capaci di far volgere la fortuna dalla nostra parte.-
L’ulteriore stupore della creatura magica mutò in incredulità totale. Nemmeno in quel momento, quando una lancia gelida la trafisse, riuscì a crederci, eppure…
-…Bishamonten!- concluse Gray all’altro capo dell’arma bianca. E, fra loro due, vi era Lluvia, anch’essa incredula, eppure illesa, protetta da una pagoda di ghiaccio, come uno scrigno situato a mo’ di nodo lungo l’asta della lancia.
Fortune cadde a terra, sanguinante, forse ancora viva, ma a Gray e Lluvia non importava più. Neppure si resero conto del fatto che si dissolse tornando ad essere una carta. La maga dell’acqua era divisa fra la sua commozione sentimentale e l’imbarazzo per la vista audace del suo Gray-sama nudo e crudo e lui, a sua volta, tentava invano e comicamente di coprirsi le intimità.

-Aaaaaah! Gray-sama, ti prego copritiiiii!- si nascose il viso fra le mani, lei.
-Non mi guardareeeee!- urlò di rimando, lui, con gli occhi spalancati. -Ma dove sono i miei vestiti?!-
-Puoi anche rimanere nudo, in effetti…-
-Cosa?-
-Non ti girareeeeee!!-

Ormai il cielo era limpido e sgombro di nubi, così come il cuore di Lluvia ma quel momento di pace, d’allegria, di leggerezza, fu solo un istante di calma prima della tempesta.

 

Il Tarot della Luna condusse Leek sino al centro della città dei divertimenti, ove sorgeva la torre, tanto suggestiva quanto inquietante, che n’era simbolo.
Entrarono da una porticina secondaria seminascosta sul retro, poiché l’ingresso principale era chiuso a chiave a quell’ora della notte.
-Ti ordino di lasciarmi!- comandò per l’ennesima volta White Hierophant e Yue, per la prima volta in vita sua, obbedì, scaricandolo al suolo all’interno dell’edificio con la delicatezza di uno scaricatore di porto, dopodiché lo afferrò per il braccio, costringendolo ad alzarsi in piedi. Il Gerofante era troppo debole per reagire, nonostante ostentasse la solita arroganza, perciò Leek, infastidita dal comportamento manesco di Yue, s’intromise fra i due.
-Smettila!- gli ordinò, come se fosse stata nella posizione di poterlo davvero comandare. Il suo sguardo ferino la intimidì al punto da costringerla a chinare il capo e raddolcire i toni –Portami da Chive, ti prego.- chiese allora.
Yue, compiaciuto, lasciò andare l’altro Tarot. Se c’era una cosa che desiderava in quel momento, era chiudere i conti con quell’effeminato perfettino, trascinarlo nella polvere e godere del suo volto disperato, delle sue urla di dolore. E avrebbe potuto davvero esaudire quel desiderio, mancava così poco. L’avrebbe tenuto stretto fra le braccia forti e si sarebbe nutrito della sua rabbia frustrata mentre…
Mentre Leek moriva.
La piccola Leek, con i suoi grandi occhi verdi e i suoi modi di fare un po’ da bambina. Davanti a sé aveva, in quel momento, una giovane donna che sbocciava rapidamente, come le rose, le quali, poco tempo aver aperto i loro setosi petali, appassivano.
Era sicuro che, sebbene non ne fosse consapevole, la ragazza intuisse cosa le sarebbe accaduto e che l’avesse accettato, ma forse era solo una sua impressione, causata più che altro dalle continue insistenze di W. Hierophant e Cam che tentavano di ostacolare l’avanzata della loro protetta.
-Ferma, Leek!- le ordinò, infatti, il felino –Non devi seguirlo!-
-Hime…- tentò a sua volta il Gerofante –Hime, ti prego!-
Ma lei proseguiva imperterrita, con le lacrime agli occhi.
-Scusate, ma devo proprio andare.-
-No, non devi!- protestò White Hierophant –Ascolta, Hime, se andrai, sarò costretto a ucciderti!-
A quell’affermazione, la ragazza rimase spiazzata e il Tarot colse il suo turbamento, perciò si affrettò ad aggiungere.
-Hime… dovrò ucciderti per risvegliare il Mondo, perché occorre un tributo. Influenzando lo scorrere del tempo, s’interferisce anche con la vita delle persone, alcune delle quali potrebbero non venire più al mondo. In confronto alle migliaia di esistenze che muteranno, alcune in maniera spiacevole, una vita è un sacrificio più che legittimo.-
Leek rimase in silenzio, a riflettere su quanto il compagno le aveva appena detto, spaventata da quell’evenienza. Yue, allora, s’intromise nel discorso, posandole una mano sulla spalla, come a rassicurarla.
-Torneranno in vita tutti, Hime, tu compresa. E poi, White Hierophant non ti riserverà una morte dolorosa, vero?-
Guardò l’interpellato con aria di sfida, enfatizzando quel “vero” con malizia. Il Gerofante dovette annuire a capo chino.
-Non ti farei mai soffrire.- ammise. Non aveva con sé il bastone, tantomeno le forze necessarie per utilizzare alcun’arma contro il Tarot della Luna, tuttavia non poteva permettere che Leek compisse tale leggerezza. –E non voglio farti del male, figuriamoci ucciderti.-
Lei strinse i pugni.
-White, ti prego…- disse piano –Io… ora voglio solo parlare con mio zio e capire.- gesticolò per esprimersi al meglio –Io lo odiavo, perché ha ucciso tutti, ma ora scopro che li vuole resuscitare e non sto davvero capendo più nulla. Voglio solo sapere. Nessuno mi ha mai detto nulla. Non conosco neppure i segreti della mia famiglia!-
Lui fece per interromperla, ma lei lo zittì chiudendogli la bocca col palmo della mano.
-Voglio scoprire la verità e prendere le mie decisioni da sola.- socchiuse gli occhi e chinò appena il capo –E se decidessi di morire, tu non avrai colpa White.-
E il Gerofante crollò.
Pianse e non gli importava di farlo.
In quel momento desiderava soltanto che tutti accorressero: Elfman, Natsu, Elsa, Lucy, anche quel maniaco perso di Gray Fullbuster. Perché Leek aveva ragione, ma era anche tale ad un tenero virgulto che cresce rivolto verso una direzione imposta da altri perché troppo ingenuo per capirlo e scegliere da solo da che parte maturare.

 

Fine Capitolo 10

Note: Duuuunque.... da cosa inizio? Da Bishamonten!! Pare che fosse un dio della fortuna e la piccola pagoda che regge in mano è un divino forziere col tesoro che egli custodisce... immagino si capisca dove volevo andare a parare e che si capisca anche com'è la tecnica.
Effettivamente all'inizio volevo far gridare a Gray: Ice Make Shakespear!  (o scuoti lancia). perché volevo che trafigesse Lluvia conscio del suo potere, poi mi sono ricordata dei cerchi.
Allora ho optato per l'Ice Make Clover, ma Gray crea solo armi od oggetti.
Dopo aver cestinato anche l'Ice Make Horseshoe ho optato per le divinità et voilà XD

La tecnica di Natsu è una versione imperfetta di una delle nuove tecniche, anche se ora non ricordo il nome.
Diciamo che la sta sperimentando.

A parte ciò, spero abbiate gradito il capitolo e vi saluto, mi raccomando, fatemi sapere che ne pensate, anche con due parole ^_____________^

Kiss kiss!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=333562