Tra i petali del tempo di roxrox (/viewuser.php?uid=37617)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sorry un bel paio di palle... ***
Capitolo 2: *** Pranzo movimentato ***
Capitolo 3: *** Un nuovo sito archeologico ***
Capitolo 4: *** Era solo una scusa per fare il fighetto sostenuto... ***
Capitolo 5: *** Benvenuti ***
Capitolo 6: *** Domande ***
Capitolo 7: *** I Cavalieri d'Oro ***
Capitolo 8: *** Sinaygen ***
Capitolo 9: *** Il risultato della prova ***
Capitolo 10: *** La parola sbagliata ***
Capitolo 11: *** Grigliata alla seconda casa ***
Capitolo 12: *** Profezia ***
Capitolo 13: *** Considerazioni ***
Capitolo 14: *** Un gelato al Grande Tempio ***
Capitolo 15: *** Assassini! ***
Capitolo 1 *** Sorry un bel paio di palle... ***
La sera
stava lentamente lasciando il posto alla notte quando Fabrizio
uscì dal pub dirigendosi verso il suo albergo. No,
decisamente non era così che si era immaginato la sua
“vacanza rigeneratrice”, come l’aveva
chiamata.
Quando
aveva rotto con Roberta avrebbe solo voluto prendere il mondo a calci,
per questo aveva accolto con soddisfazione la proposta di Federica:
-
Andiamo in vacanza! Avevi già prenotato ad Atene per tutti e
due, vero? Bene, ci vengo io con te! –
Poi
lei era rimasta vittima di una appendicite fulminante qualche giorno
prima della partenza, ma non aveva voluto sentire ragioni, e lui aveva
dovuto partire comunque, pagando solo la sua parte. Eh, bello essere
talmente ricchi da potersi permettere di pagare un viaggio che non si
fa nemmeno…
Almeno
nel giro di qualche giorno sarebbe arrivata anche sua sorella Ginevra!
Piuttosto che buttar via i soldi pagando una vacanza non goduta da
nessuno… Aveva proposto a Ginevra di raggiungerlo dopo aver
concluso gli esami estivi, “vacanze separate” le
aveva però specificato. Ci mancava solo sopportare la
sorella maggiore in una delle sue interminabili prediche!
Chissà poi perché le aveva detto di
venire…
Bugiardo,
lo sapeva benissimo il perché! La verità era che
un’intera vacanza da solo sentendo pesantemente la mancanza
di Roberta lo avrebbe fatto impazzire, e in fondo sua sorella era una
piacevole compagnia, quando non attaccava con uno dei suoi sermoni. E
poi era stata l’unica che non aveva avuto nulla da dire
quando si erano lasciati, si aspettava da lei chissà quale
ramanzina, invece si era limitata a piombare in camera sua il sabato
sera, una decina di giorni dopo, aveva spalancato il suo armadio, gli
aveva gettato addosso i suoi splendidi pantaloni bianchi di Calvin
Klein (una follia durante i saldi per farsi un regalo dopo la
maturità), una camicia chiara e il suo maglione preferito,
poi lo aveva trascinato in macchina e lo aveva portato per i locali
della città, prendendolo e prendendosi in giro, parlando di
tutto e di niente, lasciandolo bere e restando sobria. Non aveva mai
nominato Roberta. Gli aveva sostenuto la fronte quando aveva vomitato
in un parco, e aveva mantenuto il segreto con i loro genitori, che non
sarebbero stati d’accordo con la sbronza. Era stato bene
quella sera, era stato il momento in cui era riuscito a voltare pagina
e riprendere in mano la propria vita. Questa vacanza era un modo per
ringraziarla; da quando un anno prima si era gettata nello studio e
nella preparazione della tesi per superare la delusione
dell’abbandono di Giovanni non si era più presa un
giorno di ferie. Ma non era sicuro che fosse stata una buona idea
partire prima, da solo.
A
lui non fregava niente di Atene, l’aveva scelta Roberta, era
suo il sogno di visitare il Partenone, di camminare… come
diceva?… “in mezzo alla
storia”…
Aveva
sperato di potersi almeno consolare con qualche bella fanciulla, ma la
lingua si stava rivelando un ostacolo insormontabile… Per le
necessità quotidiane di base se la cavava con il suo inglese
stentato e l’internazionale linguaggio dei segni, ma un
corteggiamento a gesti non era particolarmente romantico, né
efficace… E poi nessuna di quelle ragazze poteva essere
neppure lontanamente paragonabile a lei…
Cerco su ogni volto un ricordo
e sembra che il tempo non sia
mai trascorso
e un brivido chiude lo stomaco
rimango incredulo e so
che le emozioni non muoiono
mai...
Si
fermò, guardando per un istante la sua immagine riflessa in
una vetrina, illuminata dalla luce dei lampioni che si stavano
accendendo. D’accordo, il suo fisico non era propriamente
“statuario”, un po’ di pancetta ce
l’aveva, ma le ragazze non gli erano mai mancate, sapeva di
possedere un carisma difficile da trovare in altre persone. I suoi
occhi erano in grado di lanciare sguardi irresistibili…
Sì, era proprio, come diceva sua sorella quando voleva
prenderlo un po’ in giro, “un bel
fighino”.
Quello
che camminava davanti a lui, quello sì che era un fisico da
paura! Chissà quante ore di palestra gli toccava fare per
mantenere quella schiena, quei bicipiti a cui la ragazza che gli rideva
al fianco si attaccava con tanta fiducia… Uhm, non che lei
fosse da buttare… Splendidi capelli rosso fuoco, un fisico
da urlo…
Scosse
la testa. Basta, aveva decisamente bisogno di infilarsi sotto una
doccia. Sfogò la sua frustrazione dando un calcio a una
lattina vuota che si era innocentemente posta sul suo
cammino… con un po’ troppa forza, dato che
andò a picchiare contro il solido polpaccio del ragazzo, che
si voltò sorpreso.
“Ci
mancava anche questa… Oggi le sfighe capitano tutte a
me”. Sfoggiò un’espressione imbarazzata
e dispiaciuta:
-
Sorry… -
La
statua sorrise:
-
No problem - dopo di che si girò nuovamente e se ne
andò per la sua strada, con la ragazza cinguettante sempre
al suo fianco.
-
Sorry un bel paio di palle… - mormorò Fabrizio
astioso, appena furono lontani – Brutto ammasso di muscoli,
chissà cosa ti pompi in vena… -
Entrò
borbottando nel suo hotel e si chiuse immediatamente in bagno, sperando
che l’acqua della doccia fosse veramente bollente e non
semplicemente tiepida come il giorno prima. La cena avrebbe aspettato,
avrebbe sicuramente trovato un McDonald da qualche parte…
Ciao a
tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sono
tornata!!!
Pensavate
forse di liberarvi di me? E invece no, vi avevo avvisato che ci avevo
preso gusto!
So
che la storia con il protagonista maschile mi era stata cassata, ma in
fondo avevo creato un personaggio che mi piaceva, così ho
deciso di tenerlo (beh, c'è da dire che anche mio fratello
che mi minacciava con in mano un bazooka è stato
particolarmente convincente...), ma gli affiancherò la
presenza femminile, giusto per accontentare un po' tutti...
Fatemi
sapere se questo inizio vi piace (sì, lo so, è
corto, ma è solo una sorta di prologo...) o se reputate che
abbia già dato il meglio di me e dovrei ritirarmi...
Alla
prossima, baci baci a tutti!!!
|
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Capitolo 2 *** Pranzo movimentato ***
Fabrizio si
lanciò giù dalla discesa con soddisfazione,
godendo nel sentire il vento che gli schiaffeggiava la faccia.
L’idea di portarsi dietro la bici era stata una trovata
esagerata, almeno avrebbe pedalato un po’, sarebbe rimasto in
forma per quando fosse tornato a casa e avesse ripreso gli allenamenti.
Si rifiutò di frenare quando una signora anziana
accennò ad attraversare la strada, si limitò ad
urlare:
- Levatiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!! –
La vecchietta fece un salto indietro e alzò il pugno
gridando qualcosa, ma lui la ignorò. Frenò
mettendo la bici di traverso una decina di metri più avanti,
guardandola con un ghigno e cacciando fuori la lingua, in un gesto
decisamente poco maturo.
Si voltò e spinse il pedale per ripartire, ma la sua corsa
venne fermata immediatamente da un braccio che gli si piantò
davanti e lo colpì al petto, mozzandogli il respiro. Cadde,
e guardò il ragazzo con gli occhi fuori dalla testa:
- Ma sei scemo? – imprecò in italiano –
Quasi mi ammazzi! –
- Una signora va trattata con più rispetto –
esclamò l’altro, sempre in italiano, lasciando
Fabrizio di stucco – Essere un turista non ti dà
il diritto di essere maleducato – sorrise al suo sguardo
stupefatto – Che c’è? Ti stupisce che
qualcuno capisca quello che dici e sia in grado di risponderti?
–
- Che succede? – un altro ragazzo, perfetta copia del primo,
si avvicinò ai due – Tutto a posto? –
- Lo sarà quando questo insolente avrà chiesto
scusa –
- Fottiti, Greco del cazzo! – Fabrizio non riuscì
a finire la frase che si trovò boccheggiante inchiodato al
muro, una mano del tipo a stringergli il collo.
- Ripetilo -
- Lascialo stare, Kanon – il secondo gemello pose una mano
sul braccio del primo – Non ne vale la pena –
- Uhm… Hai ragione Saga - ringhiò quello, e lo
lasciò, poi si voltò e si avviò.
- Bravo, vattene! – Fabrizio lo guardò in cagnesco
– E non farti più vedere, perché ti
spezzo tutte le ossa! –
Quello che era stato chiamato Saga si girò con un sorriso
divertito:
- Stai buono, perché tu non saresti in grado di fare quello
che hai detto, ma mio fratello sì –
Fabrizio rimase interdetto dal tono sicuro che aveva usato, come se
ciò che aveva detto fosse vero. Rimase imbambolato a
guardarli allontanarsi, poi, riscossosi, riprese la bicicletta e se ne
andò.
Rientrò in hotel giusto in tempo per l’ora di
pranzo, e osservò con sguardo critico i graffi sulla canna:
- Quello stronzo! Mi si è rigata la bici! –
Una risata cristallina lo fece voltare di scatto.
- Mi sembrava di aver sentito la dolce voce del mio fratellino
pronunciare parole fini e delicate… -
Alzò gli occhi al cielo, esasperato:
- Eccola… E’ arrivata la scassapalle… -
Dietro di lui sua sorella Ginevra sembrava divertirsi un mondo. Era
bassa, non molto magra anche se non grassa, aveva gli occhi azzurri e i
lunghi capelli neri erano raccolti in una alta coda di cavallo. Era
appoggiata alla struttura del cancello, una mano su un fianco,
l’altro braccio rilassato lungo il corpo, e lo osservava con
occhi vivaci. Gli si avvicinò, chinandosi e appoggiando la
mani sulle ginocchia osservando i danni:
- E’ tutto qui? Tutto ‘sto casino per questi due
graffietti millimetrici? Che hai fatto, sei caduto dalla bici?
–
- Guarda che io non sono impedito come te! Io so andare in bicicletta,
a differenza di qualcuno che conosco… -
- Beh, fino a prova contraria quella rigata è la tua, non la
mia! –
- Mi hanno fatto cadere! –
- Certo… Sicuro… -
- E’ la verità! Un idiota mi ha bloccato con un
braccio mentre stavo per ripartire dopo essermi fermato,
così mi sono sbilanciato e sono caduto! –
- Sì sì… E se il nonno aveva le ruote
era una carriola… Senti un po’, vista
l’ora non è che mi porti a mangiare qualcosa? Ho
fame! –
- Vacanze separate, dimentichi? –
- No no, tranquillo, non ho dimenticato, ma sono appena arrivata, un
po’ di accoglienza non sarebbe male! Dai, facciamo
così, per stavolta offro io! –
- Se paghi tu allora va bene –
- Ma non farci l’abitudine! –
Andarono in un ristorantino tipico poco distante, che Ginevra
apprezzò moltissimo.
- Accidenti, questo posto è fantastico! –
- Vedi di stare calma, non facciamoci già riconoscere
–
- Uffa, quanto sei stressante! Allora, qui cosa fanno di buono? Ordina
tu per me, per oggi mi fido –
- Allora – chiese Fabrizio quando il cameriere si fu
allontanato – Cosa ci fai qui adesso? Non dovevi arrivare tra
tre giorni? –
- Oh beh, diciamo che il mio ultimo esame è andato peggio
del previsto e dopo lo scritto non è stato necessario che mi
presentassi all’orale –
- Ahia… Bocciata, eh? Del resto, quando non si è
in grado… –
- Ehi, pischello, vedi di portare rispetto, era il terzo esame in dieci
giorni, non mi aspettavo molto! E poi è l’ultimo,
e sono già abbastanza preparata, lo faccio fuori a
settembre. Vediamo quando a dicembre arriveranno i tuoi primi esami
come sarai bravo, poi ci penserò io a ricordarti queste
bellissime parole! –
- Guarda che io passerò tutti gli esami al primo colpo!
–
- Eccola qui, l’arroganza delle quasi-matricole…
Non credevo di avere in casa un genio… L’hai
tenuto nascosto molto bene in questi anni… -
- Vai un po’ a quel paese! –
Si interruppero giusto per ringraziare il cameriere che portava le
bevande, poi ripresero immediatamente a battibeccare.
A qualche tavolo di distanza sedevano tre ragazzi, che avevano smesso
di chiacchierare tra loro per ascoltare quello che dicevano.
- Certo – disse uno, evidentemente scocciato – che
gli Italiani non hanno nemmeno idea di cosa sia la discrezione
–
- Andiamo, come sei acido! – lo riprese un altro –
Che fastidio ti danno? –
- Hai sentito il volume delle loro voci? Quasi non sento quello che
dite voi! –
- Sei sempre il solito, Shaka. Ammorbidisciti, sono solo due turisti in
vacanza –
- Che litigano – si intromise il terzo – come due
vecchie galline –
- Io non credo che sia un litigio molto serio… -
- Dici di no? –
- Ma guardali, secondo me si vogliono un bene dell’anima,
hanno solo due caratteri troppo simili per andare d’accordo
–
- Se sono troppo simili per andare d’accordo non avrebbero
dovuto fidanzarsi –
- Ma quale fidanzarsi, Shura! Sono fratello e sorella, non vedi come si
somigliano? –
- Se lo dici tu, Micene… -
- Ne sono sicuro –
Ginevra si pulì la bocca con aria soddisfatta:
- Questo pranzo mi è proprio piaciuto. Bravo Fabri, hai
scelto bene! –
- Lo so, sono un grande –
- A scegliere i posti dove si mangia bene, di sicuro. Adesso mi manca
solo un caffè –
- Brutta idea… -
- Perché? –
- Non ti aspetterai davvero quello che beviamo in Italia? –
- Quello no, ma non sarà poi così
orrido… -
- Prova –
La ragazza fece un cenno al cameriere, poi aspettò che si
allontanasse prima di ricominciare a parlare:
- Non mi hai ancora detto come sta andando questa vacanza –
- Oh benissimo! – il tono era smaccatamente ironico, e
Ginevra si morse la lingua. Maledizione a lei e alla sua boccaccia!
- Non sarà così male… -
- Allora, capiamoci: ho visto il Partenone il primo giorno, e poi non
ho più trovato niente di interessante. Però
almeno si gira bene in bicicletta, quando non si incontrano greci
rompiballe… -
- E la sera? Non mi dire che ti tappi in camera come un vecchietto!
–
- No, i pub sono carini, ma non si cucca –
- Non si cucca perché non ci sono donne, perché
non sono interessate a te o perché non sei nemmeno in grado
di capirlo non riuscendo a comunicare con loro? –
- Ehi! Guarda che io comunico benissimo! –
- Sì, immagino… Con il tuo favoloso greco, di cui
non conosci nemmeno una parola, o con il tuo meraviglioso inglese, che
martirizzi ogni volta che apri bocca? –
- Qui le ragazze sono troppo fighette, non ti calcolano a meno che tu
non sia… - si interruppe, un’aria strana sul viso.
- Che c’è? – chiese Ginevra, accennando
a voltarsi per vedere cosa stesse guardando.
- Non girarti! – le disse immediatamente lui.
- Insomma, che c’è? Mi stai preoccupando
–
- Al bar qui di fronte. Ci sono alcuni seduti ad un tavolo che non ti
levano gli occhi di dosso da almeno mezz’ora. Solo che adesso
stanno anche facendo gesti strani intanto che parlano… Non
mi piace –
- Ma guarda, sono qui da tre ore e già ho fatto
più conquiste di te in quattro giorni! Invidioso, eh?
–
- Piantala! Non sto scherzando, quelli non mi piacciono davvero.
E’ meglio pagare il conto e andarcene, il caffè lo
berrai da un’altra parte –
- Va bene… - Ginevra era decisamente stupita dal
comportamento del fratello, così decise di assecondarlo. Si
alzarono e, dopo aver pagato uscirono dal ristorante, incamminandosi
velocemente. Fabrizio occhieggiava ogni poco dietro le loro schiene, e
non ci mise molto ad accorgersi che li stavano seguendo. Ne
contò sei. Se avessero deciso di fare qualcosa non sarebbe
mai riuscito a tener loro testa. Aumentò ancora di
più il passo, strattonando Ginevra, che iniziava a sentirsi
impaurita, anche se decisa a vendere cara la pelle.
Ancora quel vicoletto, pochi metri, e poi sarebbero arrivati su una via
trafficata…
- Hey, guys! – ecco, appunto…
- Non fermarti! – sibilò Fabrizio, ma non
c’era bisogno certo di dirlo. All’improvviso uno di
loro uscì da una viuzza laterale e si parò
davanti a loro.
- Bene bene… - disse, incrociando le braccia, guardando la
ragazza con occhio critico. Ma che strano posto era, in cui tutti
parlavano italiano? – A quanto pare facciamo finta di non
sentire… -
- Già – rispose uno degli altri, che si stavano
avvicinando minacciosamente – E’ ora che questi
turisti imparino un po’ di educazione –
Ginevra e Fabrizio erano indietreggiati fino al muro, e il ragazzo
stava coraggiosamente davanti alla sorella, facendole scudo.
- Ehi, guardate come questo ragazzino protegge la sua amichetta!
Sarà ancora più divertente insegnargli
qualcosa… -
- Fabri, ti prego – sussurrò lei –
è me che vogliono, vai via –
- Scordatelo! Non permetterò che questi quattro stronzi
mettano le mani su mia sorella! –
- Come ci hai chiamato, microbo? –
- Cos’è, sei pure sordo? O forse
“stronzi” è una parola italiana che vi
sfugge? E sì che di solito gli insulti sono le prime cose
che si imparano di una lingua… -
- Sottospecie di moscerino, prima ti riempiremo di pugni, e poi ti
faremo guardare mentre ci divertiremo con la tua sorellina! Sotto,
ragazzi! –
Erano davvero forti, e Fabrizio venne sopraffatto velocemente da
quattro di loro, mentre gli altri due si occupavano di Ginevra.
- Coraggio ragazzina, se fai la brava non ti faremo troppo male
–
- Provate solo ad avvicinarvi… -
- Perché? Cosa ci fai? – si piegò su se
stesso, colpito all’inguine da un calcio ben diretto.
- Piccola stupida puttanella… - l’altro le si
avventò addosso e riuscì ad immobilizzarla,
mentre due compagni tenevano fermo Fabrizio, dolorante ma ancora
combattivo.
- Bene bene, adesso tu resti ferma e ci lasci giocare, altrimenti il
tuo caro fratellino non se la caverà con così
poco –
- E tu – disse un’altro – te ne stai
buono buono, o le faremo molto male… -
- Ehi voi! – una voce allo sbocco del vicolo li fece voltare
tutti, e Ginevra vide alcuni impallidire.
- Nobile Milo di Scorpio… - lasciarono improvvisamente i due
prigionieri, inchinandosi. Ginevra si lanciò verso suo
fratello, controllando i suoi lividi, guardando diffidente il nuovo
arrivato. Era un ragazzo alto e muscoloso ma snello, con lunghi capelli
scuri. Avanzava verso di loro con cipiglio battagliero, ma aveva occhi
solo per gli assalitori:
- Voi… Non vi vergognate? Dei soldati del Grande Tempio che
si comportano come teppisti e delinquenti… Vi
farò rapporto non appena tornerò al Santuario, e
state certi che il Grande Sacerdote non la prenderà molto
bene! Andate, ora. Via! –
Fuggirono tutti, e il ragazzo si chinò sui due fratelli, un
mezzo sorriso sulle labbra, mentre Ginevra lo guardava con astio.
- Tutto bene? – chiese – Devo scusarmi con voi per
loro, non so se vi consola ma verranno severamente puniti –
- Ah sì? – ripose Ginevra, ironica – E
da chi, dato che sono fuggiti e la polizia non è ancora
arrivata? E poi, tu cosa vuoi? –
- Come? –
- Perché sei venuto in nostro aiuto? Cosa vuoi in cambio?
–
- Nulla… - negli occhi del ragazzo passò un lampo
divertito – Mi creda, signorina, non voglio niente da
lei… -
- Sicuro, ed io dovrei crederti! A questo mondo nessuno fa nulla per
nulla! E tu non fai certo eccezione! –
- Senti, dolcezza… - ecco, aveva detto la parola sbagliata.
La ragazza si sollevò di scatto e lo prese per il bavero
della candida camicia che portava:
- Non-ti-azzardare-mai-più-a-chiamarmi-dolcezza! Sono stata
chiara? Io non sono la tua dolcezza –
- Ehi, calmati! – la prese delicatamente per i polsi per
levarsela di dosso, ma lei si staccò da sola, come se si
fosse scottata:
- Non mi toccare! Tieni giù le mani! –
- Va bene, va bene… - sollevò le braccia, tenendo
le mani aperte bene in vista – Vi chiedo scusa se vi ho
spaventato, non era mia intenzione. E davvero non voglio nulla da voi,
davvero volevo solo aiutarvi; purtroppo conosco quei soggetti, sono
delle teste calde, ma mi temono e ho potuto risolvere la cosa
facilmente. Ma se non mi credete non è un problema,
l’importante è che stiate bene e non sia successo
nulla di irreparabile. Le ferite non sono gravi, basta metterci del
ghiaccio e domani mattina saranno già molto migliorate. Ora
scusatemi, ma devo andare – con un sorriso si
voltò e se ne andò, raggiungendo un altro ragazzo
moro, che Ginevra non aveva ancora notato e che osservava la scena da
lontano. Si avviarono insieme, sparendo velocemente dalla sua vista.
- Accidenti Milo, che le hai fatto per farla reagire così?
–
- Vorrei proprio saperlo, Camus… Volevo solo aiutarli,
toglierli dalle mani di quegli idioti, ma lei ha reagito
malissimo… Oh beh, l’importante è che
se ne siano andati –
- Chissà che le hai detto… Avrai fatto certamente
una delle tue uscite… -
- Te lo giuro, sono stato un gentiluomo! -
- Sì, posso solo immaginare, conoscendoti… -
- Hai visto chi erano? –
- Sì, purtroppo sì –
- Quei sei ci stanno dando troppi problemi, chissà cosa
avrebbero combinato se non fossimo arrivati noi. Stasera ne
parlerò ancora con Dohko, bisognerà per forza
prendere dei provvedimenti –
Ciao a tutti!!!!!!!!!
Eccoci qui, mentre la primavera finalmente occhieggia dalla fredda
oscurità dell'inverno che sta terminando... (va bene, adesso
smetto di fumare canne a tutto spiano...)
Entra in scena un nuovo personaggio... Peperina tale e quale al
fratello! ;-)
Veloce veloce passo subitissimo ai ringraziamenti:
anzy:
Grazie! Anch'io sono contenta di essere tornata, devo ammettere che mi
mancavate tutti! :-) Quanto al fusto colpito dalla lattina... Io ho
preso lezioni da Deathy, quindi non so niente, non ho visto niente, non
dirò niente... Tanto prima o poi le carte si sveleranno
tutte... hi hi hi... Grazie ancora, a presto, un bacio!
bellissima90:
Grazie grazie! (inchino) Che ne dici del nuovo arrivo? Non ho ancora
deciso esattamente quale dei due mi darà più filo
da torcere, ma temo che sarà una bella lotta... :-) Alla
prossima, bacio!
HOPE87: Ciao
carissima! Vedo che ci sei anche tu! Grazie! Sono contentissima che hai
deciso di continuare a seguirmi! Spero che la storia continui a
piacerti, anche se cambierà parecchio rispetto alla
precedente, credo che il tenore narrativo sarà decisamente
diverso... ;-) Fammi sapere che ne pensi, grazie ancora, un bacio!
Martyx1988:
Grazie! Anche voi mi siete mancati tantissimo, ormai ci ho preso gusto
e non mi fermerà più nessuno! (devo smetterla di
montarmi la testa...) Che te ne pare del nuovo personaggio? Ti piace? A
presto, bacio!
Un ringraziamento particolare a hinayuki
e Martyx1988
per aver già inserito "Tra i petali del tempo" tra i
preferiti dopo un solo capitolo. Mi inchino davanti a tanta fiducia.
Grazie!
Grazie, come sempre, anche a tutti quelli che leggono in silenzio!
Alla prossima!
Ciao ciao a tutti!!!
roxrox
|
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Capitolo 3 *** Un nuovo sito archeologico ***
- Ti ho
già detto che io vengo con te! Piantala di insistere!
–
- E le vacanze separate? Te le sei già
dimenticate? –
- Dopo quello che è successo ieri le vacanze
separate te le scordi, non ti mando in giro da sola! –
- Ma tu hai già visto il Partenone! –
- Ci tornerò. Non sei appassionata di arte e
architettura? Vorrà dire che mi farò una cultura
sulla Grecia antica –
- E poi dopo cosa farai, mi accompagnerai dentro i musei?
Tu, che i musei li odi? –
- Vedrò di sopportarli, per una volta…
-
- Non ho bisogno della balia! –
- Non me ne frega un accidente di quello di cui hai bisogno
o non hai bisogno, di quello che vuoi o non vuoi, io vengo con te.
Atene è una città troppo pericolosa per una
ragazza che va in giro da sola! –
Ginevra sospirò, alzando gli occhi al cielo. Non
ne avrebbero cavato un ragno dal buco. La sua libertà era
appena finita.
- Grazie –
Fabrizio sbuffò. Stavano girando in quella
maledetta Acropoli dalla mattina, e Ginevra non sembrava nemmeno
avvicinarsi alla fine. Se pensava che lui ci aveva messo sì
e no un paio d’ore… Erano ormai a metà
pomeriggio, e stava iniziando a meditare un ginevricidio.
Per fortuna che almeno era riuscito a fermarla un
po’ per mangiare!
- Secondo te – le aveva chiesto tra un boccone e
l’altro – di cosa parlava il tizio di ieri?
– Ginevra lo aveva guardato con aria interrogativa
– Ma sì, quello che ci ha aiutato in quel vicolo!
–
- Ah, il marpione… -
- Vedilo come vuoi, ma hai sentito che parole strane ha
usato? Ha parlato di soldati, di Santuario, di Grande
Sacerdote… Secondo te a cosa si riferiva? –
- Ma, così a occhio e croce direi che fanno parte
di una qualche setta, sai, tipo quelle di arti marziali
simil-religiose, che vedono nel maestro una sorta di guru, di papa, di
guida spirituale… Che so, magari quelli che ci hanno
attaccato erano allievi e l’altro uno di un grado
superiore… -
- Uhm… già, sì è
possibile –
- Eppure… - aveva mormorato lei improvvisamente
meditabonda – Sono parole che a me dicono
qualcosa… Come se una volta sapessi esattamente come fossero
legate tra di loro, e cosa volessero dire –
- Non ho capito… -
- Non so, ho l’impressione di aver già
sentito parlare di Grande Tempio, di Santuario o di Grande Sacerdote,
ma non so quando… -
- Ah, ora ho capito! Tu hai radiografato il marpione e non
hai più connesso niente! Smettila di guardare i bei ragazzi,
perché tanto lui non ti ha nemmeno calcolato, era quasi
più interessato ai miei lividi che a te! –
- Idiota! –
Ora la guardava aggirarsi per quel posto, fermarsi sotto
ogni capitello, ogni fregio, ogni modanatura, lanciando ogni tanto
gridolini di giubilo e commenti estatici. Sembrava una bambina scema, e
Fabrizio ringraziò che fossero in un posto dove nessuno li
conosceva. Era incredibile che quella ragazza avesse 25 anni, in quel
momento si comportava davvero come una di 8. Talvolta lo chiamava per
mostrargli qualcosa o spiegargli perché quella particolare
figura fosse così importante, e allora lui si alzava con
aria annoiata dal masso su cui era seduto e si avvicinava a lei.
- Hai finito di stare seduto sulla storia? – gli
disse ad un certo punto.
- Cosa? Sei impazzita? –
- Forse, ma tu sei certamente cieco. Hai messo il culo su un
pezzo di colonna! –
- E’ solo un altro sasso in terra, comodo
perché è proprio dell’altezza giusta
per le mie gambe… -
- E’ un rocco per una colonna, cretino!
–
- E vabbè, tanto ormai è rotto, si
è persino bucato! –
- Ma sei scemo? Quel buco è fatto apposta,
serviva per allineare i rocchi quando si costruivano le
colonne… - ecco che ripartiva con un’altra
dissertazione artistico-architettonica… Che palle!
- Guarda quel sentierino… Chissà dove
porta! –
- Eh no! L’Acropoli va bene, ti sto sopportando da
ore, ma adesso basta! Sono riuscito a trascinarti fuori da
lì, adesso voglio andarmene! Ho bisogno di una doccia!
–
- Come sei stressante! E’ solo un sentiero, non ho
detto che dobbiamo farlo a piedi, abbiamo le bici apposta! Su dai,
vienimi dietro, vediamo dove sbuchiamo! – e senza aspettare
la sua risposta Ginevra inforcò i pedali e si
infilò nel boschetto. Fabrizio sospirò affranto,
ma la seguì.
Ci mancava solo la scampagnata nei boschi… Beh,
almeno stava finendo, là in fondo vedeva gli alberi
diradarsi…
Ginevra inchiodò improvvisamente, e Fabrizio
rischiò di rovinarle addosso.
- Ma sei scema? Cosa ti salta in mente di… -
lasciò al frase a metà, aprendo la bocca
stupefatto, in una espressione di stupore quasi identica a quella della
sorella. Davanti a loro si snodava una lunghissima scalinata,
interrotta qua e là da splendidi templi greci, perfettamente
integri a differenza delle rovine che si trovavano
nell’Acropoli. Le conoscenze del ragazzo in materia di arte e
architettura greca erano scarse, ma era certo di non aver mai letto in
nessun libro che così poco distante dal Partenone ci fosse
un sito archeologico così grande con così tanti
templi perfettamente conservati. Ma quanti erano? Uno, due, tre,
quattro…
- Sono tredici – disse Ginevra, che si era accora
del movimento del suo dito lungo la scalinata.
- Ma che posto è questo? – chiese lui.
- Non lo so, non avevo mai sentito parlare di un luogo
simile –
- Per fortuna che sei tu l’esperta di architettura
che voleva venire ad Atene per visitare le rovine dell’antica
Grecia! –
- Per prima cosa, casomai non te ne fossi accorto, queste
non sono rovine; se non fosse impossibile direi quasi che questi templi
sono ancora utilizzati. Inoltre non ho mai saputo di un posto del
genere, di sicuro non è nemmeno nominato da nessuna parte.
Se credessi nell’esistenza di universi paralleli direi che ci
siamo appena finiti dentro… -
- Smettila di bere la sera! Lo sai che fa male, e poi si
hanno le allucinazioni! –
- Eppure questo paesaggio in qualche modo mi è
familiare… -
- Dove hai trovato la droga che ti sei fumata stamattina? E
soprattutto, perché non hai condiviso? –
- Cretino! Dalla tu allora una spiegazione! –
- Per quanto ne so io, potrebbe essere benissimo un
famosissimo sito archeologico e turistico –
- Non lo è –
- Credi di sapere sempre tutto? Guarda che non sei
onnisciente! –
- So abbastanza da sapere che questa cosa non ci dovrebbe
essere! –
- E quindi? –
- Andiamo a vedere! –
- Cosa? – le afferrò il braccio
– Sei impazzita, vero? Ci saranno almeno mille gradini tra un
tempio e l’altro! –
- Come sei esagerato! –
- Scordatelo! Io lì non ci vengo! –
- Beh, allora resta qui. Io vado a vedere e poi torno
–
- Non se ne parla neanche! Non ti lascio andare da sola!
–
- Come ti ho già fatto notare stamattina, non ho
bisogno della balia! Se vuoi venire con me, bene, altrimenti resta qui,
io voglio vedere! –
Si avviò, accompagnando la bici a mano,
dirigendosi verso l’inizio della scalinata. Fabrizio la
seguì, borbottando irritato.
- Senti – sbottò Ginevra quando
giunsero ai primi gradini, appoggiando le biciclette al muro e
legandole con la catena – Se hai intenzione di fare la
pentola di fagioli per tutto il tempo puoi anche tornare
all’hotel, perché altrimenti fra un po’
ti lancio giù dalle scale! –
- Vorrei proprio vedere come farai a spostarmi! –
- Non ti preoccupare, quelli saranno problemi miei! E ora
andiamo! – iniziò a salire, ma fece solo pochi
passi quando una voce imperiosa li fermò:
- Fermi lì! – sollevarono gli occhi, e
videro uno strano personaggio che li guardava dall’alto.
Un… ragazzo? Non avrebbero saputo dirlo, l’elmo
che aveva in testa gli metteva in ombra il viso, e quelle due enormi
corna metalliche che aveva attorno al collo non aiutavano di certo.
- Ehi, un momento! – esclamò sottovoce
Fabrizio – Questo tizio ha indosso una armatura?
D’oro? Chi cazzo è? Un qualche personaggio di un
carosello storico? –
- Con una armatura di metallo? Nell’antica Grecia?
– rispose Ginevra – Hai mai studiato storia quando
eri a scuola? –
- E allora chi diavolo sarebbe? Dimmelo tu, sapientona!
–
- Chi siete? – chiese ancora lo strano ragazzo
– Che cosa volete? Come siete entrati? –
- Ci dispiace – disse Ginevra salendo ancora
qualche gradino per raggiungerlo, ma fermandosi quando lo vide mettersi
in una strana posizione, come un pugile che si prepara a combattere
– Ma stavamo visitando l’Acropoli, ci siamo
infilati in una stradina e siamo sbucati laggiù –
indicò col dito la direzione dalla quale erano venuti
– Questo posto ci ha un po’ incuriosito e siamo
venuti a vedere –
- Non è possibile che sia così. Da
lì non può arrivare nessuno. Nessuno che non
sappia esattamente che cosa sta cercando –
- Perché? Cosa avremmo dovuto cercare?
–
Sembrava diffidente:
- Andatevene! Immediatamente! –
- Va bene, va bene… - Fabrizio alzò le
mani in atteggiamento difensivo e si girò per tornare sui
propri passi.
- No! – esclamò invece Ginevra, facendo
alzare gli occhi al cielo al fratello:
- Eccola che ricomincia… -
- Io di qui non me ne vado. Per prima cosa non ne vedo il
motivo, mi sembra che lo spazio sia ancora pubblico, non ho visto
cartelli di proprietà privata, e poi voglio visitare questo
posto. Se c’è qualche spettacolo voglio vederlo
anch’io, e voglio vedere questi templi! –
- Non voglio essere costretto ad attaccarvi –
- E chi ti dice che non ci difenderemo? –
- Allora mostratevi! Chi è il vostro padrone?
–
- Padrone? – si illuminò – Ah
no, è sbagliata la traduzione! Non è un padrone,
ma un capogruppo! E noi non siamo un gruppo, siamo solo in due!
– si batté la mano sulla fronte – Ma
certo! E’ questo il problema, non abbiamo i biglietti! Ci
può dire dov’è la biglietteria?
–
- Se non volete dirmi chi servite dovrete affrontarmi!
Indossate le vostre armature e combattete! –
Ginevra si voltò verso il fratello:
- Ma questo è scemo o cosa? Che armatura dovremmo
indossare? –
- Te l’ho già detto, andiamo via prima
che si incazzi, quello non promette nulla di buono –
- E cosa vuoi che faccia con tutta quella ferraglia addosso?
Io e te corriamo più veloci! –
- Già, ma se tira fuori una pistola i proiettili
corrono più veloci di noi. Non mi sembra molto normale, non
vorrei mai… -
- Avete finito di confabulare? Andatevene, o combattete!
–
- Senti cocco – la pazienza di Ginevra si stava
velocemente esaurendo – si può sapere che cacchio
vuoi? Come dovrei combattere? E poi, perché? O ci lasci
passare senza rompere le palle o ci spieghi perché non
possiamo salire! –
- Se volete arrivare ad Atena dovrete prima vedervela con i
dodici custodi delle Case dello Zodiaco! –
- Questo qui – mormorò Fabrizio alla
sorella – ha fumato più di te
stamattina… Perché poi dovremmo voler raggiungere
Atena? -
- E chi se ne frega di Atena! Io voglio vedere i templi! Le
statue non mi interessano! –
- E allora cosa ci fate qui, se non volete Atena?
–
- Sei sordo? Sono una turista e voglio vedere i templi!
–
- Ehi, un momento! – lo strano ragazzo si
raddrizzò, e parve guardarli con sommo stupore –
Siete davvero
turisti? –
- Alla buon’ora! Ci sei arrivato! Ora ci lasci
passare? O ci dici dov’è la biglietteria?
–
- Ma… ma… - era veramente spiazzato
– I turisti non possono entrare qui… -
- Perché? Cos’è? Una nuova
scoperta archeologica? Ecco perché non ne ho mai sentito
parlare! – si voltò verso il fratello –
Visto? Questa cosa non è riportata sui libri
perché ancora non c’è scritto! Ma
– si rivolse ancora allo strano personaggio –
perché una scoperta così grandiosa viene tenuta
segreta? E tu perché sei conciato così? Non hai
caldo sotto questo sole? –
Ma lui non la ascoltava più. Sembrava
concentrato, aveva gli occhi chiusi. Poi, quando li riaprì,
fece un solo movimento e Ginevra se lo ritrovò al fianco.
- Ehi! Come diavolo hai fatto a… -
- Adesso basta parlare! Venite con me! –
- Cosa? – Fabrizio si avvicinò e si
mise tra lui e la sorella – Scordatelo, noi non andiamo da
nessuna parte! –
- Mi dispiace deluderti, ragazzino, ma qui non sei tu a
decidere! –
- Ragazzino a chi? –
- Scusa, non ti volevo offendere, ma la sostanza non cambia.
Non potete opporvi –
Posò una mano sulla spalla di entrambi e i due
fratelli nel giro di un battito di ciglia si ritrovarono in un luogo
completamente diverso, una sorta di portico in penombra. Oltre le
colonne si vedeva tutta la zona circostante, probabilmente erano finiti
in uno dei templi.
- Toglimi le mani di dosso! – esplose Fabrizio,
scostandosi da lui e riavvicinandosi alla sorella –
Ma… che diavolo è successo? –
Si avvide che Ginevra guardava qualcosa dietro di lui,
quindi si voltò. Rimase per l’ennesima volta a
bocca aperta. Davanti a loro stavano non pochi individui, tutti
ricoperti di armature d’oro simili a quelle dello strano
personaggio, che gli stava ancora al fianco, che li guardavano con
occhi diffidenti.
Ciaoooooooooooooooooooo!!!
Rieccomi qui!
Adesso vi racconto l'ultimo parto della mia mente malata.
Quelli che come me si divertono con i film dei Gem Boy sicuramente se
ne saranno già accorti (e quelli che non hanno mai visto
certi capolavori, ragazzi, non sapete cosa vi siete persi...).
Questo capitolo mi ha dato un solo, piccolissimo,
insignificante problema: la scena "Vienimi dietro, vediamo dove
sbuchiamo!". Quando l'ho scritto non mi sono accorta di nulla, quando
l'ho riletto mi è venuta in mente la scena di Star Whores
dei Gem Boy, in cui il capitano Ian (il cui cognome non è
scrivibile con rating al di sotto del rosso...) si rivolge al suo amico
Ciuccia: "Ciuccia, vienimi dietro, e non capire male!". Mi ha scatenato
attacchi di risolini incontrollati (uhm, forse un po' di stress ha
fatto la sua parte...), e ho avuto l'impressione che anche nel capitolo
avesse un significato ambiguo che scadesse un po' troppo nel volgare.
Ho tentato di cambiarlo, ma, onestamente, non sono riuscita a fare di
meglio, anche perchè togliendolo o sostituendolo avevo
l'impressione che mancasse qualcosa...
Vabbbbbbbbbbbbbbbbbbeeeeeeeeeeeeeeeene, basta dire idiozie,
lanciamoci nei ringraziamenti:
Gufo_Tave:
Bentornato! Sì, lo so, Death sarebbe stato più
naturale sentirlo parlare Italiano, ma non sono sicura che sarebbe
stato tanto facile trattenerlo, e poi più avanti ci
sarà la spiegazione sulla perfetta conoscenza dell'Italiano
da parte di tutti i Gold... Un pochino per volta scopro tutte le mie
carte... ;-) Grazie di esserci ancora, a presto, ciao!
Martyx1988:
Ginevra è una vera forza della natura, vero? Temo che tra
lei e Fabrizio ci sarà non poco scompiglio... ;-) Vedremo...
Grazie dei complimenti, alla prossima, un bacio!!!
anzy:
Eh, per gli intrighi un po' ci vuole... Non pretenderete mica di sapere
tutto subito! E poi dove sta il mio divertimento? ;-)) Grazie di
esserci sempre, a presto, bacio!
HOPE87:
Ma sì, un pochino di vita sociale facciamola avere anche a
Shaka... Ma non era un ristorante italiano: l'unica cosa che ho
imparato è che mai, mai bisogna cercare un ristorante
italiano all'estero. Ho visto certe cose... ne ricordo uno in Francia
(dove per fortuna mi sono limitata a bere un caffè, sperando
di trovare qualcosa di vagamente simile al nostro) dove servivano di
quella pasta... bleah! No no, era semplicemente un ristorantino greco,
nulla di particolare... Vorrei rincuorarti su quella storia dei
problemi al Grande Tempio, raccontarti che sono solo sei cretini un po'
ribelli, ma se poi te lo dico tu ti rilassi e io ti tolgo la suspance e
non mi diverto più... ;-P Grazie, alla prossima, un bacio!!!
Ai91:
Grazie! Uhm, magari si riesce a calmare un po' questa sfrenata
ragazza... Magari trova qualcuno che ci riesce... Vedremo... ;-) Grazie
ancora, ciao!!!
Nemeryal:
Carissima, bentornata! Non ti preoccupare per il ritardo, l'importante
è che tu ora sia qui e continui a seguirmi! Grazie, a
presto, bacio!
Come sempre, grazie anche a tutti quelli che leggono in
silenzio.
Baci baci a tutti!
roxrox
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Capitolo 4 *** Era solo una scusa per fare il fighetto sostenuto... ***
- Che
cosa… - Fabrizio boccheggiò, stranito, osservando
tutte quelle persone. Ginevra si era rintanata dietro la sua schiena
– Chi cazzo siete? –
- Modera i termini, ragazzino – uno di quelli, dai
biondissimi capelli lunghi, si staccò dal gruppo,
avvicinandosi ai due fratelli.
- Ragazzino a chi? E poi non modero un accidente! E apri gli
occhi e guardami quando mi parli! – ma il biondo lo
ignorò e si voltò verso il primo sconosciuto.
- Come sono entrati? –
- Dall’ingresso dell’Acropoli, ma non ho
idea di come abbiano fatto a superare il passaggio segreto ed evitare
tutti i soldati –
- In quel sentiero di segreto c’era ben poco
– dichiarò Ginevra, combattiva – Se
è così che volete nascondervi, ci riuscite molto
male! –
- Ehi, ma io ti conosco! – un altro di quelli si
avvicinò a loro, levandosi l’elmo – Tu
sei quello della bicicletta di ieri! –
- Il fottuto Greco del cazzo! – Fabrizio era
sinceramente scioccato.
- Ti è già stato detto di moderare i
termini, porta rispetto a dei Cavalieri d’Oro di Atena!
–
- Io non porto rispetto proprio a nessuno, se non se
l’è meritato! –
“Cavalieri d’Oro di Atena?”
pensò Ginevra “Ma dove diavolo siamo
capitati?”
- Ma certo! – anche un altro si tolse
l’elmo – Voi siete i due che sono stati attaccati
ieri dai soldati! –
- Il marpione! – esclamò la ragazza,
sorpresa.
- Ehi Milo, questa ti conosce di sicuro! -
- Piantala Death Mask, non è il momento
–
“Death Mask? Maschera di morte? Ma che
razza…”
- Al ristorante! – disse un altro – Ti
ricordi Shura? Sono i due che litigavano! –
- Mi ricordo, fin troppo bene, facevano un chiasso
indiavolato, e ho pensato che solo tu potevi notare la somiglianza tra
due fratelli –
- La statua! – riconobbe improvvisamente Fabrizio,
guardandone un altro, che rispose al suo sguardo con aria interrogativa
– L’altro giorno, ad Atene… Stavi con
una rossa da urlo… Ti ho colpito con una lattina…
-
- Il tizio della bibita! –
- Ti ha colpito? – chiese un altro, rabbioso.
- Niente di grave, Micene. Ha dato un calcio a una lattina,
ma l’ha fatto un po’ troppo forte e mi ha picchiato
contro una gamba, dato che gli camminavo davanti con Marin –
- Cavalieri – una ragazza giunse
dall’esterno e si avvicinò a loro.
“Cavalieri? Oh Cielo, e questa damina da dove
esce?” pensò Ginevra, sempre più
stupita “E cosa tiene in mano? Cos’è,
una pala per la pizza?”
- Che succede? – chiese la nuova arrivata
– Chi ci ha attaccato? –
- Vede, Milady – disse uno dei tanti, uno dei due
che Fabrizio aveva chiamato “fottuto Greco del
cazzo” – A quanto pare sono solo due ragazzini
–
- Ragazzino lo dici a qualcun altro, chiaro? –
sibilò Ginevra, inviperita. Poi tentò di
avvicinarsi alla ragazza, sperando di trovare un po’ di
sanità mentale almeno in lei “Anche se
sarà difficile, visto come è
vestita…”, ma fermandosi subito quando due di loro
le si posero davanti, minacciosi - Va bene, va bene –
indietreggiò nuovamente, sollevando le mani tenendole bene
in vista.
- Milady, è meglio che non si avvicini troppo
– avvertì il biondo cieco – Non siamo
ancora riusciti a capire chi li abbia mandati o se siano
pericolosi… -
- Primo: non ci ha mandati nessuno –
specificò nuovamente Ginevra – Secondo: vi
sembriamo pericolosi? Abbiamo l’aria dei serial-killer?
–
- In effetti – sorrise sarcastico uno dei due
gemelli – Questi più che pericolosi per noi
sembrano pericolosi per le nostre dispense… -
- Ehi, Greco del cazzo! – Ginevra aveva adottato
immediatamente lo stesso nomignolo che aveva inventato il fratello, e
lo guardava con occhi di fuoco, le mani sui fianchi – Non ti
azzardare mai più a ripetere quello che hai detto! Se
pretendi che gli altri ti portino rispetto, vedi di fare altrettanto,
oppure non rompere le palle! –
- Si vede proprio che siete fratelli –
commentò ancora lui – la stessa insolenza!
–
- Va bene, ora basta! – esclamò uno che
al momento non aveva ancora parlato – Continuare a discutere
così non serve a nulla. Shaka, ti conosco a sufficienza da
sapere che hai già controllato: allora, questi due hanno un
cosmo? –
- No – disse il biondo.
- Bene, quindi è appurato che non sono due
emissari di qualche divinità ostile, altrimenti saresti
stato certamente in grado di percepirlo. Ora bisogna capire chi sono, e
come sono arrivati qui –
- Ancora? – esplose Ginevra, esasperata
– Per l’ennesima volta: appena fuori
dall’Acropoli di Atene ci siamo infilati in un sentierino che
si snodava nel bosco, e siamo sbucati là –
indicò nuovamente il luogo da cui erano arrivati con un
gesto secco del braccio – Perché è
così complicato da capire? –
- Perché quel sentiero –
spiegò con voce pacata il primo che avevano visto
– porta altrove, a meno che non si faccia parte di questo
mondo e non lo si imbocchi con la precisa intenzione di raggiungere il
Grande Tempio. Voi comuni mortali non avreste mai dovuto trovare il
modo di arrivare qui –
- No, ma fateci capire… - domandò
Fabrizio, stranito – “Qui” dove?
–
- Davvero non sapete dove siete? – la damina era a
metà strada tra lo stupito e lo scocciato.
- No –
- Vi trovate – disse il biondo con aria solenne
– Al Santuario della dea Atena, al cospetto della Dea e dei
suoi più grandi guerrieri, i Cavalieri d’Oro
–
Passò un solo secondo di silenzio assoluto, prima
che Ginevra e Fabrizio scoppiassero a ridere contemporaneamente,
reggendosi l’uno all’altra.
- Questi qua – riuscì a dire lui,
respirando a fatica – sono più fulminati di me e
te messi insieme! –
- Dobbiamo – rise lei – assolutamente
sapere cosa fumano, perché o ne consumano troppa o troppo
poca, ma sicuramente è di ottima qualità!
–
Mentre tutti li guardavano esterrefatti, improvvisamente
Ginevra parve ricordare qualcosa, guardandoli, e si rivolse nuovamente
al fratello:
- Ehi, ho capito! Sai chi si credono di essere? I Cavalieri
dello Zodiaco! –
- Cosa? – Fabrizio smise momentaneamente di ridere
– Chi sarebbero? –
- Ma sì, quel cartone animato di esaltati in
armatura che combattevano per salvare la Terra! –
- Sono tutti così! –
- Sì, ma questi avevano a che fare con la
mitologia greca! Ti ricordi, erano in particolare cinque sfigati che
combattevano prendendo forza dalle costellazioni, il protagonista se
non ricordo male si chiamava Pegasus, un moccioso tracagnotto
raccomandato che faceva sempre combattere tutti al posto suo e poi
arrivava solo alla battaglia finale e si prendeva tutto il
merito… -
- Non ha tutti i torti – mormorò uno
degli altri a quello che gli stava in parte, sogghignando.
- Ma certo! Quelli che hanno fatto la scalata alle 12 case
perché c’era la tipa con la freccia nel petto, mai
che si cerchi un ospedale, che tutti ci domandavamo perché
non ci passassero intorno invece di entrare e farsi saccare di botte
dai proprietari, che si credevano grandi uomini invincibili ed erano
più pipponi di loro! Ora mi ricordo! –
- Ehi ehi ehi! Vediamo di moderare i termini! –
- Sì, guardali, sembrano proprio loro! Mi ricordo
il santone biondo con gli occhi sempre chiusi che si spacciava per
reincarnazione del Buddha, o qualcosa di simile, e secondo me era solo
una scusa per fare il fighetto sostenuto… -
- Cosa c’entrasse il Buddha con la mitologia
greca, poi… -
- Poi c’erano i due gemelli… -
- Sì, ti ricordi, uno era cattivo al Santuario
che aveva cercato di far fuori la dea bambina, e quanto mai non
c’era riuscito visti tutti i casini degli anni dopo, e tutti
erano stati così scemi da seguirlo per 13 anni mentre si
faceva gli affari suoi e nessuno si era mai accorto che era uno di
loro, non un cane che si fosse domandato che fine avesse fatto! E
l’altro era il cattivo supremo che aveva dato il via a tutto
cercando di risvegliare Nettuno e poi l’ha presa nel culo
perché Nettuno alla fine si è incazzato a
manetta! –
- Questi due – borbottò uno –
stanno esagerando –
- Lasciali dire – lo fermò il vicino
– vediamo come la pensa il mondo di noi… -
I due fratelli continuavano a ridere, sembrava non volessero
fermarsi più:
- E poi – stava dicendo Fabrizio –
c’era l’ultimo, che sembrava una checca…
-
- Sembrava? Lo era! Resto dell’idea che ci ha
provato con quello della catena… Andromeda mi pare si
chiamasse… -
- Sì sì, Andromeda! Ma lui ci aveva
già provato prima con quello biondo, che era rimasto
surgelato nel freezer e poi per salvarlo gli si è
avvinghiato tipo piovra! Sono sempre stato curioso di sapere come fosse
finita, chissà cosa hanno combinato… -
- Patetico – commentò un altro, a
braccia incrociate, scrutandoli torvo – un gesto
così eroico ridotto a un volgare squallido
adescamento… Povero Shun, come ti hanno trattato…
-
- E poi c’era Sirio, quello che si accecava giorno
sì e giorno no, e poi misteriosamente ricominciava a vedere,
e giusto perché ormai aveva l’abitudine si
accecava un’altra volta! –
- Ah, ma uno dei Cavalieri d’Oro era Italiano!
Quello del Cancro, il più bastardo che ci fosse! –
- Già – sogghignò un
Cavaliere – il migliore! –
- Death… -
- Però c’era da dire che a parte il
moccioso raccomandato alto uno e una buca erano tutti davvero dei gran
figoni! Quelli d’oro, poi erano da svenimento! –
- Ehi, questa ha buon gusto! –
- Milo, piantala… -
- E poi c’era la dea, aspetta, era una
multimiliardaria idiota come pochi… Ah sì, Lady
Isabel! Quella che quando deve attaccare il posto più difeso
dell’universo con quattro sfigati prima manda una lettera per
avvisare, e che poi va al polo nord in costume da bagno! Un genio!
–
- Questo è troppo! – uno dei due
gemelli afferrò Fabrizio per la collottola, sollevandolo da
terra, mentre un altro si occupava di Ginevra, staccandola dal fratello.
- Ehi! – urlò Fabrizio, dimenandosi
– mettimi subito giù! –
- Mi sembra che vi siate divertiti a sufficienza. Ora basta
offendere! –
- E chi vi sta offendendo? – replicò
Ginevra – Stiamo ridendo di un ridicolo cartone animato!
–
- Che narra di gesta eroiche di guerrieri realmente
esistenti che hanno dato la vita per salvare anche il vostro culo!
–
- Certo, cer… - la voce di Ginevra
scemò lentamente, mentre si calmava e li guardava uno per
uno – Siete davvero voi? Siete i Cavalieri dello Zodiaco?
–
- Beh – la statua le si avvicinò, un
sorriso esitante – diciamo che siamo la versione vera del
cartone animato –
- Ma… ma… - Fabrizio era stato
riposato in terra, ma quasi non se n’era accorto, troppo
intento a capire cosa stava succedendo.
- Ma… era un’invenzione! Masami
Kurumada ne aveva scritto un fumetto, e poi ci hanno fatto il cartone
animato… -
- Non era un’invenzione, anche se a noi ha sempre
fatto comodo che fosse così… -
- Ma… No, siete tutti pazzi! O lo siamo noi?
– Ginevra si voltò verso il fratello –
Fabri, che dici, era andato a male il prosciutto nei panini e adesso
abbiamo le allucinazioni? –
- Non lo so, ti giuro che non lo so… -
- Certo! – Ginevra stava ormai ricordando tutto
– Tu sei il Grande Mur! Quello che riparava le armature!
–
- Sì, sono io –
- E… - la ragazza si voltò verso la
damina – tu sei la multimiliardaria reincarnazione di Atena!
L’idiota che non ne combinava una giusta e poi toccava ai
cinque sfigati venirti a salvare! –
La damina la guardò con occhi di fuoco:
- Io sono la dea Atena – sibilò furiosa
– e non permetto a nessuno di parlarmi così!
–
- Milady – la fermò uno dei Cavalieri
– vi prego, perdonate le sue parole. E’ sconvolta,
sono sicuro che quando si sarà calmata vi porgerà
le sue scuse, sono certo che non pensa veramente quello che ha detto
–
- Parla per te! – mormorò Ginevra,
astiosa, me preferì non farsi sentire da nessuno che non
fosse suo fratello, temeva le reazioni di quelle persone.
- Va bene – sospirò il primo che li
aveva accolti, il Grande Mur – Forse è meglio che
vi sediate, noi leveremo le armature e ne parleremo con calma. Ci sono
parecchie cose che vi dobbiamo spiegare… E anche alcune che
dovete spiegarci voi –
Ciao a tuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuutti!!!
Va bene, chiedo scusa per la scena totalmente dissacrante,
ma la sognavo da secoli...
Dal prossimo capitolo diventerò un po'
più seria, promesso...
Sono di corsissima perchè sto preparando un
esame, quindi passo direttamente e velocissimamente ai ringraziamenti:
HOPE87:
E chi ha detto che la responsabile è Ginevra? Amo questo
femminismo imperante... ;-) Grazia, alla prossima, un bacio!
Gufo_Tave:
Aaaahhh, aiutooooooooo!!! *me corre a nascondersi dietro il letto*...
Miiii, che sgridata!!! Invoco perdono... Ma dai, dammi un minimo di
fiducia... Lo so che il Grande Tempio è protetto dal cosmo
di Atena, che dovrebbe essere impossibile da trovare per gli estranei,
che prima della scalinata ci sono i soldati... E' esattamente questo il
punto, bisogna capire perchè sono riusciti a entrare... E se
te lo spiego subito mi brucio tutte le mie carte... ;-) Dai, un pochino
di pazienza e si scoprirà tutto... :-) A presto, ciao!!!
Snow Fox:
Grazie grazie!!! Geniale... qui mi monto la testa... Sono contenta che
tu sia arrivata, iniziavo a preoccuparmi... :-) Che ne dici di queto
capitolo, troppo dissacrante? Alla prossima, un bacio!
Nemeryal:
Dai, povero Mur, cerchiamo di capirlo... Probabilmente non ha mai visto
dei turisti in vita sua... Non concepisce nemmeno l'idea di turismo, ha
passato la vita a tirare pugni e a teletrasportarsi... :-D Che dici, si
calmeranno i due fratelli scalmanati? A presto, bacio!!!
Martyx1988:
Grazie! Come vedi, questi due ne combinano fin troppe! Che ne dici?
Alla prossima, un bacio!!!
Come sempre, grazie anche a tutti coloro che leggono in
silenzio!
Ciao ciao!!!
roxrox
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Capitolo 5 *** Benvenuti ***
Ginevra e
Fabrizio erano seduti su un divano all’interno di un ampio
salone, mentre la damina si era accomodata sulla poltrona di fronte. I
cavalieri, ora in borghese, avevano trovato posto intorno a loro, un
po’ seduti in terra, due sul basso tavolino, uno sul
bracciolo del divano, alcuni in piedi dietro la poltrona.
Ginevra, che li guardava di sottecchi cercando di non farsi
notare, dovette ammettere che erano veramente notevoli.
Arrossì incrociando lo sguardo del Grande Mur, le era
improvvisamente tornato in mente che era in grado di leggere nei
pensieri altrui. Anche uno dei gemelli ne era capace, ma non era sicura
di quale. Scacciò immediatamente dalla mente qualunque
considerazione riguardo l’avvenenza o meno di chiunque, prima
che si facessero strane idee, e chinò gli occhi sulle
proprie mani, incerta.
Il silenzio si stava facendo opprimente, ma nessuno sembrava
intenzionato a dire qualcosa.
“Che diavolo stiamo aspettando?”
pensò, nervosa.
“Abbi pazienza, Milady ama questi inizi
solenni…” una voce sconosciuta parlò
nella sua mente. Sollevò la testa di scatto, cercandone
l’origine, e incontrò lo sguardo di uno dei due
gemelli, seduto a terra accanto al tavolino. Il suo occhio destro si
chiuse leggermente con aria sbarazzina.
“Mi sta facendo l’occhiolino?”
“Sì, ma stai tranquilla, non intendo
navigare nei tuoi pensieri per tutta la vita, è solo quello
che Milady mi ha ordinato di fare, vuole essere sicura che non siate
nemici”
“Esci immediatamente dalla mia testa!
Ora!”
“Va bene, va bene. Scusa”
- Bene – disse improvvisamente Milady –
Ora che siamo tutti qui, forse è il caso che vi spieghiamo
alcune cose –
- Sarebbe ora – borbottò Fabrizio,
guadagnandosi una gomitata da parte della sorella e una occhiataccia
dall’altro gemello.
- Quella che voi conoscete è la versione epica e
romanzata della nostra vita. La verità è che
Masami Kurumada fa parte della fondazione Kido, che agisce in tutto il
pianeta con molteplici nomi diversi, e conosce perfettamente questo
mondo. Anni fa ha ricevuto il compito di raccontare la nostra storia
come se fosse un fumetto, e poi come cartone animato –
- E come pretendete che noi ci crediamo? – chiese
ironica Ginevra.
- Lo vedete da voi –
- Ma è follia! – esclamò
Fabrizio – Voi ci state dicendo che esistono dei guerrieri in
armatura al servizio di una fantomatica divinità greca che
combattono per salvare il mondo contro altre divinità che si
servono di altri guerrieri in armatura e vi aspettate anche che noi vi
crediamo? –
- Che ci crediate o no – disse serafico uno che
non aveva ancora parlato, volto efebico e capelli chiari –
non è un nostro problema –
- Oh sì che lo è. Siete stati voi a
portarci in questa… casa, tempio, o dove diavolo siamo, e
sempre voi avete deciso di raccontarci questa favoletta da bambini. Voi
volete che noi ci crediamo, a noi non interessa un accidente
–
- Avete ragione – rispose di nuovo il Grande Mur
– Il fatto è che non possiamo fare altro che
raccontarvi tutto. Sta a voi decidere se prestar fede o meno alle
nostre parole –
- Perché vi interessa tanto? –
- Perché abbiamo bisogno di capirvi, e di fidarci
di voi per poter comprendere che cosa vi lega a questo mondo
–
- Avete paura che usciamo di qui e raccontiamo al mondo di
voi? –
- Oh no! – sorrise la statua – Quella
è proprio la cosa che ci preoccupa di meno –
- Non vi preoccupa la possibilità che noi
sveliamo a qualcuno l’esistenza di questo fantomatico mondo?
– Ginevra era sbalordita – E perché mai?
–
- Le cose più segrete sono quelle che conoscono
tutti – spiegò il gemello che era entrato nella
testa della ragazza – Tutti conoscono la storia dei Cavalieri
dello Zodiaco, come li avete chiamati voi, ma nessuno crede realmente
alla nostra esistenza. Ci siamo cautelati nel caso in cui qualcuno
venisse casualmente a sapere che noi non siamo solo un prodotto di
fantasia. Se qualcuno proclamasse che esistono dei guerrieri che
combattono in nome di Atena, come credete che reagirebbe il mondo?
–
- Crederebbero – disse Ginevra, che iniziava a
capire – che sia solo un pazzo che racconta balle prendendo
spunto da un popolare cartone animato! –
- Esatto –
- Ma è ridicolo! – esclamò
Fabrizio – Insomma, va bene tutto questo ragionamento, ma va
tutto al diavolo nel momento in cui chiunque può entrare in
questo posto così facilmente! –
- Voi siete un problema differente. Quando parlavo della
possibilità che qualcuno scoprisse casualmente la nostra
esistenza, mi riferivo a eventuali spettatori di combattimenti che
avrebbero potuto avvenire all’esterno del Grande Tempio, dove
ci troviamo ora. Questo posto è il più protetto
del mondo, invisibile ai radar e a qualunque altro strumento del mondo
comune, e gli accessi sono strutturati in modo che solo chi ne conosce
l’esistenza può entrare –
- Eppure noi ci siamo infilati in un sentiero alla luce del
sole! –
- Cercherò di spiegarmi meglio: ogni via di
accesso al Grande Tempio è pervasa dal cosmo di Atena e dal
potere del Cavaliere di Gemini. Io sono in grado di manipolare la
mente, e grazie a questo chiunque si imbatta per caso, come voi, in un
ingresso del Grande Tempio senza essere parte di questo mondo, di fatto
prende una strada diversa e sbuca su un altro sentiero poco
più a valle rispetto all’Acropoli –
- Beh, come incantesimo non è molto efficace,
dato che noi siamo qui –
- Voi siete una eccezione: siete capitati per errore su un
accesso secondario al Grande Tempio ma ci siete arrivati comunque. Non
dovreste essere qui –
- E quindi? –
- Quindi – rispose Milady – resterete
qui finché non avremo capito cosa vi lega al Santuario di
Atena –
- Ma non se ne parla neanche! – esplose Fabrizio
incrociando le braccia – Scordatelo! –
- Non è una proposta –
replicò il biondo.
- E la mia non è una contrattazione. Io e mia
sorella non resteremo qui ad aspettare che voi decidiate
chissà cosa! – si alzò, voltandosi
verso Ginevra – Andiamocene da questo covo di pazzi
–
- Fermi lì – esclamò un
gemello, avvicinandosi – non costringeteci a trattenervi con
la forza –
- Ma voi credete davvero – chiese la ragazza,
ironicamente – che riuscirete a tenerci qui contro la nostra
volontà senza che nessuno fuori si preoccupi per noi?
Abbiamo amici, parenti, genitori che smuoveranno mari e monti se non
avranno nostre notizie per più di 24 ore! –
- E voi pensate – sorrise sardonicamente la damina
– che la fondazione Kido non sarà in grado di
tenerli buoni? Entro un paio d’ore saremo in grado di trovare
due persone in grado di imitare esattamente la vostra voce ed il vostro
carattere, nemmeno i vostri genitori saranno in grado di accorgersene.
Se sarà necessario, diranno che avete deciso di fermarvi
qualche giorno in più perché vi state divertendo
troppo per tornare a casa –
- Certo, e i nostri genitori ci crederanno…
Già erano stupiti che andassimo in vacanza insieme e
temevano che ci saremmo uccisi a vicenda, chissà cosa
penseranno a sentire che ci stiamo divertendo troppo per tornare a
casa… Nella migliore delle ipotesi ce li ritroviamo ad Atene
entro 3 ore convinti che ci siamo drogati pesantemente e temono una
overdose… -
- Dimenticate – ricordò pacato il primo
gemello – che ho il potere di manipolare la mente…
-
- Se ce l’ha – mormorò
Fabrizio – non lo sa usare molto bene, dato che siamo qui
–
- …e che sono in grado –
continuò come se il ragazzo non avesse aperto bocca
– di far credere qualunque cosa a chiunque, se necessario
–
- Quindi credo che non abbiate scelta – concluse
la statua. Sorrideva, ma non sembrava compiaciuto: la sua era piuttosto
l’espressione del padrone di casa che accoglie gli ospiti e
si scusa per il disordine.
- E noi? Cosa vi fa credere che resteremo qui solo
perché ce lo avete chiesto in maniera così
gentile? –
- Se non intendete farlo volontariamente, saremo costretti a
trattenervi con la forza –
- Cosa? – due cose mandavano in bestia Ginevra:
l’arroganza e l’indisponenza. E la damina ne aveva
da vendere di entrambe – State scherzando! –
- Assolutamente no – anche il biondo era
particolarmente irritante, con la sua insopportabile flemma.
- Non pretenderete davvero che noi restiamo qui? –
- Non pretendiamo nulla. Voi resterete qui, punto e basta
–
- Sentite – propose conciliante uno degli altri,
che Ginevra non fu sicura di riconoscere; aveva corti ricci castani e
un’aria somigliante alla statua – Noi sappiamo
esattamente di potervi trattenere con la forza, ma non ne saremmo
felici, e certamente nemmeno voi. Prendetela… come una sorta
di vacanza, e noi ci impegneremo affinché vi possiate trovar
bene qui –
- Noi eravamo già in vacanza –
obiettò Fabrizio, poco convinto.
Ginevra si rivolse verso il fratello:
- Credo che non abbiamo scelta –
mormorò, inconsciamente intenzionata a non far sentire a
nessuno ciò che diceva, anche se perfettamente consapevole
che almeno due dei presenti erano in grado di leggerle nella mente
– Forse se facciamo quello che vogliono eviteremo
casini… -
- Casomai non te ne fossi accorta, nei casini ci siamo
già! Come pensi di uscirne? –
- Purtroppo temo che non ne usciremo. Non da soli, e non
contro la loro volontà. Se sono veramente i Cavalieri dello
Zodiaco possono davvero tenerci qui con la forza e senza troppa fatica,
se sono solo un branco di pazzi psicopatici forse è meglio
assecondarli prima che diventino pericolosi –
- E cosa conti di fare? Stare qui? A far cosa? –
- Non lo so. Non so cosa intendano fare, come abbiano
intenzione di capire cosa sia successo, ma finchè sono
richieste ragionevoli io propongo di accettare. E poi, pensa che figata
vivere in un cartone! –
Fabrizio le scoccò uno sguardo ironico e
divertito:
- Tu hai decisamente bisogno di una buona dose di
caffè molto forte: ti aiuterà a smaltire tutte
quelle schifezze che ti sei fumata stamattina, e sono sempre
più offeso perché non hai offerto al tuo
fratellino –
- Scemo! – gli tirò un pugno scherzoso
sul braccio, e poi si voltò nuovamente verso il gemello che
le era entrato in testa. Tra tutti sembrava quello che, pur con un
minimo di autorità, fosse quello più ragionevole
e meno arrogante – Va bene. Ma fino a che si
tratterà di situazioni ragionevoli –
- Non siete nella posizione – riprese il biondo
– di dettare condizioni –
- Andiamo, Shaka! – esclamò uno che non
aveva ancora parlato, grande come un orso – Hanno detto di
sì, non stiamo qui a polemizzare! Ci penseremo se e quando
ci saranno problemi! –
- D’accordo – Milady si alzò
– ormai si è fatto tardi, e non
c’è tempo per andare a prendere le vostre valigie
ad Atene – Ginevra notò solo in quel momento che
all’esterno era scesa la notte – Per stasera, dato
che già ci siamo, se a Saga e Kanon non dispiace vi
fermerete qui alla terza casa, domattina decideremo dove sistemarvi
–
- Dove sistemarci? – borbottò Fabrizio
– Non siamo un sacco di patate! –
Ginevra sbuffò, girandosi un’altra
volta nel letto. Ora ricordava perché era stata felicissima
quando dopo il trasloco di qualche anno prima aveva avuto una camera
separata da quella del fratello. Fabrizio, profondamente addormentato
nel letto accanto, russava sonoramente da ore.
Lei si era sempre vantata di riuscire a dormire in qualunque
situazione (ancora ricordava la volta in cui si era addormentata in
discoteca…), ma una cosa che proprio aveva il potere di
tenerla sveglia era qualcuno che russava.
Si mise seduta, ringhiando qualcosa di poco comprensibile
all’indirizzo del fratello, incrociando le gambe. Aveva
bisogno di muoversi un po’, e prese in considerazione
l’idea di prenderlo a calci, giusto per fare un po’
di moto, ma alla fine decise di ignorare ciò che indossava
(portava una maglietta e un paio di larghi pantaloncini prestatigli da
uno dei due gemelli) ed uscì dalla camera, cercando di
ricordare la strada che aveva fatto la sera, tentando di raggiungere
l’esterno.
Arrivò al porticato e si sedette sul primo
gradino, osservando il paesaggio del Grande Tempio avvolto nella
penombra. La luna piena nel cielo era particolarmente luminosa, e qua e
là erano visibili delle luci. Poco lontano un agglomerato
più scuro sembrava un piccolo villaggio immerso nel sonno.
L’inquinamento luminoso di Atene misteriosamente non
raggiungeva quel luogo, che pareva davvero in un’altra
dimensione.
Sussultò quando avvertì qualcuno alle
sue spalle, e si girò di scatto, vedendo uno dei due gemelli
sorriderle mentre si sedeva accanto a lei.
- Non riesci a dormire? – le chiese, gentile.
- No. Mio fratello russa da morire, e a me da fastidio in
maniera viscerale – lo guardò di sottecchi
– Tu quale sei? –
- Quello che oggi pomeriggio hai scacciato dalla tua testa
–
- Ah, l’intrusore curioso come una scimmia
–
Lui rise:
- Se vuoi chiamarmi così… Altrimenti,
il mio nome è Saga. C’è stato un tale
trambusto che nessuno di noi è riuscito a presentarci. E il
tuo nome? –
- Ginevra – abbassò lo sguardo sui
propri abiti – E… per questi chi devo ringraziare?
–
- Me. Kanon non è troppo contento di ospitarvi,
non si sarebbe mai nemmeno sognato di prestarti qualcosa per dormire, e
credo che domani mattina chiederà a Lady Saori di spostarvi
in un’altra casa –
- Perché gli siamo così antipatici?
–
- Non è una questione personale, è il
suo carattere. E’ piuttosto ombroso, e spesso diventa un
po’ scorbutico, soprattutto con chi non conosce –
Rimasero in silenzio qualche minuto.
- Siamo nei guai? – domandò lei,
leggermente ansiosa.
- In che senso? –
- Io e Fabrizio abbiamo capito poco di quello che succedeva
stasera, ma è evidente che siamo una eccezione, che non
dovremmo essere qui, e che tra di voi c’è chi ci
considera una minaccia. Ti confesso che la cosa mi fa un po’
paura: siamo qui, di fatto prigionieri, e i nostri carcerieri temono
che possiamo mettere a repentaglio la vostra sicurezza. Ma io, che so
di non essere nulla di tutto questo, sono preoccupata. Vorrei non aver
mai seguito quel maledetto sentierino, e non aver mai voluto vedere
quegli splendidi templi… E quello che mi dispiace
più di tutto, è aver coinvolto mio fratello in
tutto questo –
- Forse è stato lui a coinvolgere te –
- Come? –
- Non sappiamo come sia stato possibile che voi siate qui,
ma non sappiamo nemmeno se sia tu o lui ad avere il permesso di
oltrepassare i confini –
- Qualcuno potrebbe decidere di volerlo scoprire?
–
- Dovremo farlo, sicuramente –
- Te lo chiedo di nuovo: vista la gente che gira in questo
posto, siamo in pericolo? –
Lui sollevò un sopracciglio, osservandola
divertito:
- ‘Vista la gente che gira in questo
posto’? –
- Ammetterai che non siete esattamente quello a cui siamo
abituati… -
- No, hai ragione. Comunque non siete in pericolo, non credo
che qualcuno cercherà di attaccarvi, non per il momento,
almeno –
- Beh, a giudicare da quello che è successo oggi
pomeriggio, credo che questo sia già un passo avanti
–
- Non ti preoccupare, nonostante tutto vi accorgerete che
sarà molto più semplice e molto meno solenne di
quanto non sembra. Sarei pronto a giurare che Al sta già
organizzando una cena di benvenuto per voi –
- Al? –
- Aldebaran del Toro, il Cavaliere della seconda casa.
Quello grande e grosso, credo che tu l’abbia notato
–
- Ah sì, ho capito –
- Bene – Saga si alzò – Io
credo che tornerò a dormire. Tu che fai? –
- Resto qui ancora un po’: si sta bene, la notte
è fresca, e se torno in camera e ritrovo Fabrizio che russa,
credo che i miei nervi a fior di pelle me lo faranno prendere a calci
–
Lui rise e se ne andò. Tornato dopo un paio
d’ore, la trovò profondamente addormentata, seduta
sul duro pavimento di marmo con la schiena appoggiata ad una colonna.
Sospirò e, sollevatala, la portò nella propria
camera, decisamente più silenziosa, depositandola sul letto
e coprendola con il leggero lenzuolo. Uscì chiudendo la
porta, e si diresse nel soggiorno, dove si stese sul divano.
Eccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!
Sotto esame come non mai e in fase di sacramento con la tesi
(cioè sto sacramentando in cinese per risolvere tutti i
casini che mi si stanno creando...), rubo un po' di tempo al mio
sudatissimo studio (....) per dedicarmi alla pubblicazione del nuovo
capitolo...
Vi prego quindi di capirmi e perdonarmi se non mi dilungo e
passo velocissima ai ringraziamenti:
Snow Fox:
Grazie, grazie! Oh beh, temo che la tua curiosità
dovrà attendere ancora un pochino... del resto, se scopro
subito tutte le mie carte poi non mi diverto più... ;-)
Grazie ancora, a presto, un bacio!!!
Martyx1988:
Grazie! Sì, i due fratelli sono veramente agitati... ma solo
perchè non hanno ancora capito con chi hanno a che fare...
;-) Grazie ancora, alla prossima, bacio!
Gufo_Tave:
Beh, i due ragazzi non sono stati malmenati, ma di sicuro non tutti i
Gold l'hanno presa bene... Vedremo come reagiranno... Ma poi,
perchè solo i 10 bronze? Onestamente mi sono persa il tuo
ragionamento: io faccio semplicemente conto che alla fine di tutto
Milady in uno dei suoi (rari) momenti di lucidità abbia
"assoldato" Kurumada, e chi di dovere man mano gli ha raccontato tutto
(o quasi tutto...), in modo da avere il quadro completo, e poi lui ha
trasformato la realtà in un fumetto e poi in un cartone
animato... E in effetti forse nemmeno Kurumada sa cosa sia realmente
successo alla settima casa, infatti è rimasto sul vago...
;-) Mi sono concessa, lo ammetto, due "licenze poetiche": ho
resuscitato tutti alla fine della battaglia con Hades (ma andiamo,
anche se nessuno sente la mancanza di Seiya, come si fa senza i Gold?)
e ho fatto sapere ai due fratelli che Deathy è italiano (in
realtà nell'anime non viene mai detto...). Se mi sono persa
qualcosa per strada fammelo sapere, ma proprio non riesco a capire
perchè nessuno dovrebbe sapere cosa è successo al
di fuori della guerra galattica... A presto, ciao!
HOPE87:
Addirittua genio? Grazie! Io qui mi monto la testa... E poi,
ammettiamolo, chi di noi qualche volta non si è fatto quelle
domande? Tipo "Ma perchè devono proprio entrare nelle case a
farsi saccare di botte dal Gold di turno? Non possono girarci
intorno???" oppure "Ma i Gold non si sono mai accorti che è
improvvisamente sparito il Cavaliere di Gemini senza lasciare alcuna
traccia? Tredici anni di assenza ingiustificata (soprattutto nel
momento in cui il Grande Tempio viene attaccato da quei quattro
sfigati) sono lunghi!"... Ehi, ora che ci penso, un attimo! Chi ha
parlato di reincarnazione??? Io no! ;-) Grazie ancora, alla prossima,
un bacio!!!
anzy:
Grazie!!! Non ti preoccupare per i ritardi, anche io a volte sono
talmente presa e impegnata da non avere nemmeno il tempo di
respirare... L'importante è che ci siate sempre e che
continuiate a leggere... :-) Effettivamente le facce dei Gold ho
provato ad immaginarmele anch'io, e un paio erano veramente fantastiche
a bene, la smetto di darmi delle arie...). Crepi quel maledetto lupo
per il mio esame, speriamo bene, grazie ancora, a presto, bacio!
whitesary:
Oh, nessun problema per le assenze, capita anche a me di latitare
qualche volta, specie se mi ritrovo in qualche periodo
incasinatissimo... L'importante è che continuiate a leggere
e che riesca a divertirvi, il resto è tutto un
(graditissimo) di più... A presto, un bacio!
Nemeryal:
Beh, suvvia, sono proprio l'unica che ha sempre avuto seri dubbi sulla
serietà degli occhi chiusi di Shakino e che non poche volte
si è fatta contagiare dal dubbio che fosse solo per fare il
figo sentirsi superiore agli altri? E poi, io ho una predilezione
incondizionata nei confronti di Shun (non si era notato?) ma anche qui,
alla settima casa qualche dubbietto ti viene... ;-) Grazie, alla
prossima, un bacio!!!
PiccolaSere:
Ciao! Bentornata! Grazie!!! Oh beh, insomma, genio, se andiamo avanti
di questo passo finisce che mi monto davvero la testa... Grazie ancora,
a presto, ciao!!!
Come sempre, grazie anche a tutti quelli che continuano a
leggere in silenzio!
Ciao a tutti, alla prossima!
roxrox
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Capitolo 6 *** Domande ***
L’alba
stava colorando il cielo quando Kanon entrò sbadigliando nel
soggiorno per dirigersi in cucina e preparare la colazione.
Un piede che spuntava da sopra la spalliera del divano
catturò la sua attenzione. Si avvicinò e vide suo
fratello, ancora addormentato, steso scompostamente, un braccio dietro
la nuca e l’altro abbandonato a sfiorare il pavimento.
Lo scosse prendendolo per una spalla, e Saga borbottò
qualcosa di poco comprensibile prima di aprire un occhio assonnato.
- Kanon? –
- Cosa ci fai steso sul divano? E soprattutto, se tu sei qui, chi
c’è in camera tua? –
- Già così scorbutico di prima mattina? Stai
peggiorando –
- Non mi hai risposto –
- Nel mio letto c’è Ginevra – Kanon lo
guardò interrogativo – La ragazza arrivata ieri
–
Kanon grugnì prima di voltarsi ed allontanarsi.
- Non ti sembra – chiese dalla cucina – che sia un
po’ troppo presto? –
- Per cosa? – domandò Saga, non ancora
completamente sveglio, entrando nella stanza e versandosi una tazza di
latte.
- Per portartela a letto –
Saga quasi si strozzò con la bevanda:
- Cosa? Sei impazzito per caso? –
- Non è nel mio letto, quella, ma nel tuo –
- Stanotte era nel portico a guardare le stelle, in camera sua non
riusciva a dormire perché suo fratello russa e la tiene
sveglia. Si è addormentata seduta in terra con la schiena
contro una colonna, così ho pensato che fosse un gesto
carino lasciarla dormire in una camera più silenziosa. Io mi
sono accomodato sul divano –
- Sì, ho visto quanto eri comodo… -
- Piantala. Perché non provi nemmeno ad avere a che fare con
loro? –
- Casomai non te ne fossi ancora reso conto, potrebbero essere
pericolosi, al soldo di divinità a noi ostili! –
- Ti sembrano davvero pericolosi? Ma li hai guardati bene? Ancora non
capiscono se hanno preso una botta in testa e hanno le allucinazioni su
un cartone animato o se gli hanno rifilato una qualche sostanza
stupefacente. Non hanno idea di cosa sta loro succedendo –
- Ciò non toglie che nessuno sa ancora perché
siano riusciti ad arrivare qui. Fossi in te non mi affezionerei troppo
a quella ragazza prima che scopriamo che cosa li lega al Grande Tempio,
né tantomeno mi fiderei –
- Tu non… - si interruppe, guardando il vano della porta, in
cui sbucò Fabrizio un secondo dopo.
Quando socchiuse gli occhi, svegliata da un capriccioso raggio di sole
che filtrava dalle tende male accostate, Ginevra non fu sicura di dove
si trovasse. Ricordava di essersi appisolata all’esterno,
appoggiata ad una delle possenti colonne del portico, e
pensò nebulosamente di essersi alzata in una sorta di
dormiveglia per ritornare in camera.
Ma nel momento in cui il velo del sonno lasciò il posto alla
lucidità della veglia si accorse che quella non era affatto
la camera in cui la sera prima si era addormentata con Fabrizio.
Si sollevò a sedere di scatto, i nervi tesi in cerca di una
spiegazione, quando un urlo raggiunse le sue orecchie:
- Non me ne frega un cazzo, voglio sapere dov’è
mia sorella e cosa le hai fatto! –
Alzò gli occhi al cielo, sorridendo: questo era decisamente
suo fratello. Forse era al caso che si facesse vedere, giusto prima che
decidesse di eliminare qualcuno.
Tentò di ricomporsi un po’ ed uscì
dalla camera, cercando di raggiungere gli altri abitanti della casa.
Riuscì a trovare la cucina, nella quale Fabrizio stava
ancora sbraitando rabbioso:
- Cosa cazzo ci fa mia sorella nel tuo letto, stronzo? Se solo
l’hai toccata… -
- Ti ho già spiegato che si è addormentata nel
portico e l’ho solo riportata a letto –
- E perché non l’hai messa nella nostra camera?
–
- Per prima cosa perché mi ha detto di non riuscire a
dormire con te che russi come una locomotiva, e poi perché
ho preferito non entrare nella vostra camera, non sapendo come dormi e
non volendo invadere la tua intimità –
- Ma sentitelo! – la voce furiosa di Fabrizio contrastava
incredibilmente con quella calma di Saga, anche se decisa e poco
incline a farsi superare – Adesso mi… -
- Buongiorno – esclamò Ginevra entrando nella
stanza carica di tensione.
- Buongiorno – le sorrise Saga, mentre Kanon grugniva
qualcosa di molto somigliante a un – Finalmente la
principessa si è decisa… - e lasciava la cucina.
- Cosa ti ha fatto? – le chiese subito Fabrizio.
- Come ti stava spiegando prima lui, credo che mi abbia solo portata a
dormire –
- Credi? –
- Beh, stanotte mi sono addormentata nel portico e stamattina ero in un
letto sconosciuto… -
- E cosa cazzo ci facevi nel portico? –
- Cercavo un po’ di silenzio, dato che mio fratello russa
come un mantice. Avevo due possibilità: o uscivo dalla
stanza o ti prendevo a calci nel culo. Ho scelto bene? –
- Figuriamoci! Dormi ovunque, cos’è questa
novità? –
- Non sono mai riuscita a dormire con accanto qualcuno che russa,
l’ho sempre ammesso. E comunque nessuno sarebbe riuscito a
dormire accanto a te, eri decisamente qualcosa di inumano –
- Bum! Esagerata come sempre! –
- Una volta o l’altra ti registrerò,
così ti accorgerai di quello che dico! –
- Va bene, va bene… Devo andare in bagno… -
Fabrizio si voltò verso Saga – Posso usarlo?
–
- Certo – sorrise lui. Aspettò che il ragazzo
uscisse, poi si rivolse a Ginevra – Faccio io, tu siediti.
Temo che il caffè non sia come quello a cui sei abituata in
Italia, ma in alternativa abbiamo anche the e latte…
–
- Un po’ di the va benissimo, grazie –
aspettò che Saga le mettesse davanti una tazza fumante e si
sedesse di fronte a lei con un biscotto in mano prima di parlare ancora
– Io… ho… delle domande… -
abbassò gli occhi, imbarazzata, senza il coraggio di
continuare.
- Se posso, sono pronto a rispondere – sorrise lui.
- Ecco… io sto… pian piano ritrovando i miei
ricordi di bambina… -
- E…? –
Ginevra tirò un profondo respiro:
- Cosa c’è di vero? –
Saga si appoggiò alla schienale, sospirando:
- Praticamente tutto. Ma non è bello come lo fanno sembrare
–
- In che senso? –
- Il cartone animato presenta tutto in chiave epica e romanzata. Ma
come credi che sarebbe se fosse tutto vero? –
- Terribile… -
- Appunto –
- Ma… ma alcuni di voi sono… morti! Tu sei morto!
–
- Cosa sai di noi, della nostra storia? –
- Ricordo… I cinque Cavalieri che salvavano sempre la
multimiliardaria… C’era quello tracagnotto e
raccomandato che fungeva da nullafacente protagonista, che non potevo
sopportare, e quello con i capelli lisci e lunghissimi, Sirio, che era
cieco per tre quarti della storia, anche se continuava a guarire e
riaccecarsi… patetico… e poi c’era
quello biondo russo e carino… e i due fratelli, il
più grande che era una vera forza della natura e il
più piccolo, che mi faceva tanta tenerezza, si rifiutava
sempre di combattere e all’inizio mi domandavo se non fosse
solo strizza, ma invece poi ho capito che era solo…
umano… La corsa attraverso queste 12 case, e poi…
quel paese nordico, ma non me ne chiedere il nome… flashback
contro Apollo e contro… Eris, forse… e poi
Nettuno, con tuo fratello che si scopre essere il burattinaio di tutta
la storia… e veniva sconfitto dai cinque
ragazzini… anche se il merito se lo prendeva tutto sempre
quello tracagnotto… Ma ricordo che alcuni di voi
morivano… aspetta… il Cavaliere del Cancro me lo
ricordo, era siciliano e da brava patriota mi è dispiaciuto
tantissimo, mi sembra il biondo, il mistico fighetto, ma non ne sono
sicura… poi… gli ultimi, Capricorn, Acquarius e
Pisces, e alla fine tu, Gemini, Arles o come cacchio ti
chiamavi… uno era morto molti anni prima, per salvare la
bambina… come…? –
- Non è tutta la nostra storia. Dopo Nettuno abbiamo
combattuto contro Hades, il Dio degli Inferi, e lo abbiamo sconfitto. I
Cavalieri d’Oro sopravvissuti alle battaglie precedenti e mio
fratello Kanon, che aveva preso il mio posto come Cavaliere di Gemini,
hanno tutti perso la vita per consentire ai cinque Cavalieri di Bronzo,
quelli che tu ricordi come i protagonisti, di raggiungere i Campi
Elisi, per combattere contro l’essenza di Hades. Lo hanno
sconfitto, ma nello scontro finale anche Seiya, il Cavaliere di
Pegasus… quello tracagnotto… anche lui
è morto, e questo forse è stato quello che ha
ridato la vita a tutti noi. Sconfitto Hades, la dea Atena ha chiesto ed
ottenuto da suo padre Zeus che lui e tutti noi Cavalieri
d’Oro potessimo riottenere quella vita che avevamo perso. E
così, eccoci qui. Da allora abbiamo difeso il Grande Tempio,
e stiamo addestrando una nuova generazione di guerrieri, che
prenderanno il posto dei Cavalieri d’Argento che non ci sono
più. Ma non ci sono state più minacce –
- Finora – grugnì a sorpresa Kanon rientrando in
cucina e versandosi del caffè terribilmente slavato in una
tazza enorme.
- Finora? – chiese Ginevra, mentre Saga borbottava qualcosa
di poco comprensibile fissandolo con aria di rimprovero.
- Non sappiamo ancora se tu e tuo fratello siete un pericolo o no
–
- Ancora? – esclamò lei rabbiosa – Ti
sembriamo forse pericolosi? Tranne che per la tua dispensa,
ovvio… -
- Ti stupiresti se scoprissi quali facce angeliche nascondevano le
anime più nere… E’ anche vero che
né la tua né quella di tuo fratello possono
essere definite “facce angeliche”… -
- Ehi, Greco del cazzo, vedi di piantarla lì! –
- Ho già detto ad entrambi – la voce di Kanon era
ormai pericolosamente vicina ad un ringhio, mentre Saga nascondeva un
sorriso divertito infilando il naso nella sua tazza e fingendo di bere
– di moderare i termini, e di portare rispetto a dei
Cavalieri d’Oro di Atena! –
- E io ti ho già risposto che se pretendi il mio rispetto
devi fare altrettanto –
- Senti ragazzina, adesso… -
- Kanon – Saga si alzò e posò una mano
sul braccio del gemello – Calmati. Non ha tutti i torti, non
puoi pretendere rispetto se continui ad offendere –
Le nocche di Kanon sbiancarono stringendo la tazza di caffè,
e Ginevra temette che gli si sarebbe frantumata nella mano. Il
Cavaliere la fulminò con lo sguardo:
- Non vedo l’ora che arrivi il momento del Consiglio dei
Cavalieri d’Oro, così finalmente uscirete da
questa casa! – uscì con un grugnito dalla cucina,
lasciandoli nuovamente soli.
Ginevra sbuffò:
- Mi dispiace. Ma tuo fratello è capace di irritarmi come
solo Fabrizio è in grado di fare –
Saga sorrise:
- Non è vero –
- Cosa? –
- Non è vero che ti dispiace –
- Senti tu, la finisci di frugarmi nella testa? Te l’ho
già detto ieri sera, gradirei che i miei pensieri restassero
privati, se reputo che tu debba sapere qualcosa ti garantisco che te lo
dirò ad alta voce! –
- Non ho letto i tuoi pensieri, ce l’hai scritto in faccia
che provi qualunque sentimento tranne il dispiacere. E stai tranquilla,
ho la facoltà di leggere nella mente delle persone, ma non
lo faccio a meno di esserne obbligato, non amo conoscere i
più intimi segreti degli altri, i miei mi bastano
–
Allora anche Ginevra sorrise, abbassando lo sguardo.
- Come mai… Parlate tutti Italiano? –
- Per la verità, abbiamo iniziato a parlare Italiano solo
ieri, quando siete arrivati voi. Solitamente comunichiamo in Greco
–
- Non capisco… -
- Proveniamo da paesi diversi del mondo: per la maggior parte noi
Cavalieri d’Oro siamo greci, ma, ad esempio, Mur, il primo
che avete conosciuto, è tibetano, Shura, Cavaliere del
Capricorno, è spagnolo. Abbiamo studiato le lingue madri di
ogni nostro compagno, in modo da poterci capire sempre e comunque.
Faceva parte dell’addestramento –
- Quindi sei in grado di parlare… -
- Greco, Tibetano, Portoghese, Italiano, Indiano, Cinese, Spagnolo,
Francese, Svedese e Giapponese - contò sulle dita
– E inglese, ovviamente. All’occorrenza non me la
cavo male nemmeno con il Russo. Ehi, perché fai quella
faccia? –
- Dodici lingue diverse? Come è possibile? –
- Addestramento –
- Ma… Come trovavate il tempo per tutto? Per caso entravate
in una dimensione diversa in cui le giornate duravano quarantotto ore
invece di ventiquattro? –
- No, niente di simile. Siamo solo… un po’
particolari, diciamo che abbiamo capacità fuori dal comune,
riuscivamo a fare tutto. D’accordo, dormivamo poche ore al
giorno, ma eravamo abituati anche a quello -
La ragazza annuì, leggermente interdetta. Poi
arrossì:
- Avrei… un’altra richiesta da fare… -
- Ti ascolto –
- Ecco… io ho bisogno di una doccia, e soprattutto di
cambiarmi i vestiti, temo che quelli di ieri non siano troppo
profumati… E credo che Fabrizio abbia lo stesso
problema… Sarebbe possibile per noi tornare in albergo e
recuperare i nostri bagagli? –
Il Cavaliere scoppiò a ridere:
- Accidenti, hai ragione, ve l’avevo promesso ieri sera ma me
ne sono completamente dimenticato. D’accordo, allora facciamo
così: voi aspettatemi qui un attimo, vado a chiamare Mur, vi
ci teletrasporterà lui, sarà molto più
veloce –
- Ci tele… cosa? –
- Vi teletrasporterà direttamente nella vostra camera,
così potrete lavarvi e cambiarvi, e poi scendere a pagare
l’albergo, dato che alloggerete qui è inutile
tenere occupata una stanza vuota. Se preferite, potete solo cambiarvi e
farvi la doccia qui, come volete –
- D’accordo. Grazie –
- Di nulla – si alzò e sparì
velocemente dalla sua vista.
Ginevra uscì dalla cucina, sperando di non incrociare Kanon,
non aveva voglia di discutere ancora, ed entrò nella camera
da letto che condivideva con Fabrizio. Lo trovò steso sul
letto, le braccia incrociate dietro la testa, un’aria
imbronciata sul volto, gli occhi persi verso il cielo azzurro che si
vedeva fuori dalla finestra.
- Ti conviene darti una sistemata – gli disse – tra
poco arriva Mur e ci porta in albergo a prendere le valigie –
- Si può sapere che cazzo ti prende? –
domandò invece lui.
- Cioè? –
- Stai lì a fare pucci-pucci con uno squilibrato che
potrebbe anche volere la tua morte, e fai solo casini. Stanotte ti sei
addirittura infilata nel suo letto! –
- Ehi, vedi di smetterla! Io non mi sono infilata nel suo letto, e non
faccio pucci-pucci proprio con nessuno. Casomai non te ne fossi
accorto, qui stiamo camminando sul filo di un rasoio, forse
è meglio che ce li teniamo buoni prima che decidano che
oltre ad essere potenzialmente pericolosi siamo pure antipatici!
–
- Magari così ci cacciano via e possiamo tornare a
casa… -
- Ti piacerebbe… E’ più facile che ci
facciano fuori, giusto per sicurezza, e poi facciano trovare i nostri
cadaveri in qualche vicoletto malfamato di Atene… E poi Saga
è simpatico, ha cercato subito di aiutarci, anche se il
grand’uomo qui pare non aver bisogno dell’aiuto di
nessuno, e ha risposto a tutte le mie domande –
- Quali domande? –
- Non sei nemmeno un po’ curioso di sapere qualcosa di questo
mondo? Stiamo vivendo in un cartone animato! –
- Ehi, pronto? Sei scema per caso? Questi sono tutti pazzi psicolabili,
e il tuo Saga lo è come e più degli altri! Se
fossi già laureato invece che essermi appena iscritto a
psicologia sarei in grado anche di spiegarti da dove provengono tutti i
loro problemi! –
- Sono d’accordo che qui c’è qualcosa
che non quadra, ma ammettiamo che un posto del genere è per
lo meno… insolito –
- Questa è andata! Non sapevo che la follia fosse
contagiosa! Stammi lontana, prima che… -
- Smettila di fare il cretino! – tagliò corto lei,
prendendo in mano i vestiti che indossava il giorno prima –
vestiti, o quando arriva il Grande Mur sarai ancora in mutande!
–
- Il Grande Mur… - borbottò Fabrizio, infilandosi
la maglietta – Questa si è già infilata
nella parte dell’eroina del posto… Speriamo che la
smetta di prendere certi allucinogeni… -
Eccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!
Sì, lo so, succede poco e la narrazione procede a rilento,
ma in fondo questi due poveri derelitti devono pur capirci qualcosa
prima di essere catapultati in pasto alla Milady... ;-)
E poi ho l'impressione che alternare momenti "morti" e capitoli
cazzeggio con capitoli più movimentati si adatti meglio al
carattere dei due nuovi arrivati...
Passiamo velocissimamente ai ringraziamenti:
bellatrix18:
Ciao! Benvenuta! Grazie per i complimenti, fanno sempre molto
piacere... :-) Spero che continuerai a seguirmi, e magari a farmi
sapere cosa ne pensi... ;-) Grazie ancora, a presto, ciao!
HOPE87:
Grazie! So che non andiamo molto avanti con la storia nel complesso, e
che ancora non ho scoperto alcuna carta, ma non ti preoccupare, presto
la situazione si movimenterà un po'... ;-) Grazie ancora,
alla prossima, un bacio!!!
anzy:
Grazie! Sì, Saga è davvero un grande... Ho sempre
pensato che fosse sempre stato un po' bistrattato, sempre tutti
concentrati sul gemello e lui lasciato da parte... E poi io lo
preferisco a Kanon, è troppo scorbutico per i miei gusti...
;-) Grazie ancora, alla prossima, un bacio!!!
Snow Fox: La
meringa???? Fantastica!!! Mi hai fatto morire dal ridere, questa non
l'avevo mai pensata!!! Posso usarla da qualche parte?
Tipregotipregotipergotiprego... Ma poi se ti commuovi già
adesso, come fai dopo, quando... ... Eh no, non dico altro, o qui
iniziano tutti a pretendere spoiler e io non mi posso tener stretti
nessun segreto e nessuna sorpresa... ;-) Grazie, a presto, un bacio!!!
Martyx1988:
Ma qui siete tutti convinti che Ginevra si sia accasata... E chi l'ha
detto? *me si volta e caccia un urlo* Ginevraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!
Piantala di vantarti di cose che non sai neanche tu!!! L'autrice sono
io, decido io se e con chi accasarti!!! Chiaro??? *me si ricompone e
ritorna a scrivere come se fossi una persona normale* Quanto a
Fabrizio, uhm... Sto ancora tessendo trame, anche perchè non
sono convinta che questi due siano facilmente accontentabili... ;-)
Grazie, a presto, un bacio!!!
Gufo_Tave:
Visto? bastava un pochino di pazienza e di fiducia... ;-) *me mette il
broncio offesissima per non aver ricevuto un pochino di fiducia...
bugiarda... non riesco a tenere il broncio per più di 10
secondi...* Ma ammetto che mi ero completamente dimenticata del fatto
che la guerra falattica fosse stata pubblica... :-P Grazie, a presto,
ciao!
Nemeryal:
Grazie! Ma non ho capito la scimmia... Me la spieghi? A presto, un
bacio!
stantuffo:
Ciao! Benvenuta! Oh sì, Ginevra quando ha a che fare con
quella iena del fratello diventa leggermente isterica, ma quale sorella
maggiore con un carattere forte non lo diventa, se il fratello ha lo
stesso carattere (e soprattutto, è così
irritante)? ;-) Spero che tu continui a seguirmi, e magari a farmi
sapere che ne pensi... ;-P Grazie, alla prossima, ciao!!!
Come al solito, grazie anche a tutti quelli che continuano a leggere in
silenzio...
Bene, in attesa di Pasquetta (la mia prima Pasquetta libera dallo
studio da sette anni... Yahuuuuuuuuuuuuuu!!!) faccio gli auguri di
Buona Pasqua a tutti!!!
Baci baci!
roxrox
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Capitolo 7 *** I Cavalieri d'Oro ***
Nemmeno si
accorsero di essere teletrasportati. Un attimo prima erano
nell’ampio soggiorno della terza casa (come fosse possibile
che un tempio greco ospitasse un soggiorno così moderno era
ancora un mistero che Fabrizio non si poteva spiegare), un attimo dopo
stavano ai piedi dei letti della loro camera ad Atene.
Il ragazzo si riscosse troppo tardi, e sua sorella si era
già infilata nel bagno, chiudendo a chiave.
- Vieni fuori di lì! – esclamò
prendendo a pugni la porta – La doccia è mia!
– dall’interno giunse il suono di una pernacchia
– Dovrai uscire per prendere le mutande… -
- Certo, dopo la doccia! –
- Vorrei ricordarti che non siamo soli! –
- E io vorrei ricordarti che hanno inventato gli accappatoi! Dai,
smettila di rompere le palle e inizia a riempire la tua valigia!
– un secondo dopo l’acqua iniziò a
scrosciare, mentre la voce di Ginevra che cantava leggermente e a bocca
chiusa si diffondeva nella stanza come una lieve ninnananna. Fabrizio
grugnì e si voltò verso il Grande Mur, che si era
elegantemente seduto sull’orlo di uno dei due letti, e lo
guardava sereno e pacato.
- ‘Cazzo guardi? – ringhiò, ma il
Cavaliere non si scompose nemmeno, si limitò a voltare la
testa e perdere gli occhi all’esterno.
Fabrizio aprì l’armadio ed estratta la sua sacca
iniziò a riempirla con tutti i suoi vestiti. Quando aveva
quasi finito, la porta del bagno si socchiuse:
- Faaaabriiiii… - cantilenò la voce di Ginevra
– Non è che mi passeresti il sacchetto in cui ho
la mia biancheria? –
- Scordatelo! Arrangiati, vieni fuori a prendertela! –
- Dai, per favore… Non vorrai mica che esca
così… Sai che non siamo soli… -
Fabrizio sbuffò pesantemente, ma passò alla
sorella quello che le aveva chiesto. Mur sorrise leggermente e si
alzò dal letto, mettendosi in piedi alla finestra, dando le
spalle alla stanza, concedendo alla ragazza di uscire coperta
dall’accappatoio e di potersi rivestire, indossando un
leggero paio di pantaloni e una vivace maglietta rossa, mentre il
fratello entrava mugugnando nel bagno, portandosi dietro il cambio
completo di vestiti. Si voltò nuovamente solo quando la
sentì aprire la cerniera della propria valigia.
Aspettò che entrambi fossero pronti, poi li
accompagnò al piano terra, dove pagarono
l’albergatore ed uscirono sotto il sole di Atene,
già caldo nonostante fosse appena metà mattina.
- Ed ora che facciamo? – chiese Fabrizio indolente,
trascinandosi dietro il bagaglio – Fai conto di riportarci a
casa tua a piedi? –
- Non temete – rispose Mur, caricandosi in spalla il pesante
borsone di Ginevra e prendendole galantemente la valigia di mano
– Nel vicolo qui dietro non è passato nessuno per
tutto il tempo in cui siamo rimasti nella vostra camera.
Sarà un ottimo punto per teletrasportarci senza essere visti
–
Arrivarono al Grande Tempio in un batter d’occhio, e si
ritrovarono davanti alla casa dei Gemelli. Mur guardò
l’orologio che portava al polso:
- Tra poco inizierà il Consiglio dei Cavalieri
d’Oro. Fossi in voi non disferei le valigie, ho
l’impressione che Kanon farà di tutto per
cacciarvi di casa. Ma non preoccupatevi, non verrete abbandonati a voi
stessi, noi Gold Saints non siamo tutti così scorbutici
–
- Fantastico – borbottò Fabrizio.
- Secondo te – chiese Ginevra quando furono soli –
ci troveremo davvero davanti alla reincarnazione della dea Atena?
–
- A me lo chiedi? E poi, perché questi dubbi, adesso?
E’ il caso di farseli venire? E’ un problema che
non mi pongo, per quanto mi riguarda qui sono tutti completamente folli
–
- Ma guardati intorno! Non puoi negare che questa sia
realtà! –
- Qualunque cosa sia, io non credo che quella sorta di bambolina che
abbiamo visto ieri sia nulla di diverso di una multimilionaria
completamente impazzita e flippata dalle manie di grandezza! Nemmeno i
nostri peggiori politici sono arrivati a tanto… o almeno,
nessuno li ha ascoltati… -
- Beh, almeno su questo siamo d’accordo. Non intendo
inginocchiarmi ed adorarla –
- Nemmeno io. Problema risolto –
Saga li raggiunse pochissimi secondi dopo, ricoperto dalla sua
splendente armatura, che lasciò entrambi i ragazzi un
po’ spiazzati, e fece posare loro tutti i bagagli
nell’ampio soggiorno.
- Ecco – disse poi – Ora andremo alla tredicesima
casa, il consiglio dei Cavalieri d’Oro si tiene là
–
- Ehi, aspetta! – esclamò Ginevra, spalancando gli
occhi – La tredicesima casa? Sei impazzito?
Saranno… diecimila gradini! –
- Più o meno… -
- E tu pensi davvero che riusciremmo ad arrivare in cima entro un paio
di giorni? E soprattutto, pensi davvero che ci arriveremmo vivi?
–
- Ehi! – la rimbeccò Fabrizio – Parla
per te! –
- E falla finita una buona volta! Non arriveresti alla casa successiva!
–
- Proviamo? –
- Guarda che poi schianti a metà strada, e io non ti porto
in spalla fino in cima! Già dubito che riuscirei a
sostenerti! –
- Se sei una mezza pippa senza un briciolo di muscoli non è
colpa mia! –
- Come non è colpa mia se tu pesi un paio di quintali!
–
- Piantatela! – la ruggente voce di Kanon si impose sui due
fratelli – Non vi sopporto più! O tacete da soli,
o vi ci costringo con la forza! –
- Ehi, Greco del cazzo – lo apostrofò Fabrizio
– Vedi di abbassare la cresta! –
- Ora basta – Saga, con la sua solita calma, placò
tutti gli animi – Non vi preoccupate, non vi faremo arrivare
alla tredicesima casa dalla scalinata di rappresentanza, quella la
usiamo poche volte. In realtà il Santuario è
disseminato di molte vie segrete, che conoscono solo coloro che ci
abitano, che permettono di percorrere gli spazi più lunghi
in pochissimo tempo ed in modo molto più semplice. Venite,
seguitemi –
Si infilarono in un cunicolo, che si aprì ben presto in
un’ampia ed agevole galleria. Dopo un po’, quando
ormai Fabrizio iniziava a chiedersi se ne sarebbero mai usciti, udirono
delle voci allegre provenire da sinistra. Due cavalieri sbucarono da
una apertura, ridendo spensieratamente; erano quello che Fabrizio aveva
soprannominato “la statua” ed un altro, molto
somigliante a lui, ma con i capelli leggermente più scuri;
anche loro indossavano le rispettive armature.
- Toh, i nuovi arrivati – sorrise la statua, avvicinandosi
– Finalmente potremo conoscerci –
- Anche se con indosso le nostre armature – disse
l’altro – sembriamo decisamente meno
rassicuranti… -
- Meno sani di mente lo sembrate di sicuro… -
borbottò Fabrizio, guadagnandosi una gomitata da parte della
sorella.
- Il mio nome è Ioria, Cavaliere del Leone – si
presentò la statua, tendendo la mano al ragazzo, che la
strinse nonostante la smorfia scettica.
- Io invece sono Micene, Cavaliere del Sagittario – si
inchinò l’altro, prendendo galantemente la mano di
Ginevra e baciandola, causando un minaccioso sibilo da parte di
Fabrizio, mentre lei diventava più rossa di un peperone.
- Noi siamo Ginevra e Fabrizio… Ma certo, Micene!
– esclamò la ragazza – Adesso mi ricordo
di voi! Tu sei quello che ci ha rimesso la pelle per salvare la dea
Atena quando era una neonata e quello psicopatico di Arles voleva
eliminarla! E tu – si rivolse a Ioria – sei suo
fratello, quello che è riuscito a redimersi con la dea e
tornato in Grecia si è fatto fregare come un pollo dallo
psicopatico che gli ha fatto il lavaggio del cervello! –
- Beh, sì – rise Ioria, un po’
imbarazzato – effettivamente non ci ho fatto una bella figura
quella volta… -
- La lingua può muoversi indipendentemente dalle gambe.
Andiamo? – Kanon si stava innervosendo, e li osservava con le
braccia incrociate, battendo ritmicamente il piede a terra.
Si incamminarono nuovamente, non senza uno sbuffo da parte di Fabrizio
– Questo Greco del cazzo mi sta proprio sui nervi…
- e un leggero sorriso di Micene, che aveva sentito ma
preferì non replicare.
Quando arrivarono in cima alla scalinata – Ehi, è
stato semplice davvero! Quando ho visto la distanza ho creduto che ci
avrei lasciato almeno un polmone… - si accorsero che alcuni
cavalieri erano già lì, e chiacchieravano
serenamente.
- Ehi, eccoli qui! – tuonò uno vedendoli
avvicinarsi – Spero di non essere l’ultimo ad
augurarvi il benvenuto –
- Aiuto! Un orso! – urlò Ginevra correndo a
nascondersi dietro le ampie spalle di Ioria, che scoppiò a
ridere.
- Ma no, tranquilla! Lui è Aldebaran del Toro, sembra un
mostro ma è il più buono tra tutti noi!
–
- Dai – sorrise ancora lui, facendosi più vicino
– Non sono poi così brutto! –
Ginevra, un po’ rincuorata, uscì timidamente dal
suo nascondiglio, ignorando l’espressione seccata di
Fabrizio, e tese una mano alla montagna:
- Scusa, ma… non sono abituata a… -
- Nessun problema, capita che faccia questo effetto a chi mi vede per
la prima volta! Ma poi quando una persona mi conosce, solitamente
finisco per perdere tutto il suo rispetto! –
- Già – rise Micene – Vi accorgerete
anche voi che ha solo l’aspetto dell’Uomo di
Neanderthal! –
- Ciao! – sorrise un altro, tendendo la mano a Ginevra
– Il mio nome è Milo, Cavaliere di Scorpio. Vi
ricordate di me? –
- Come potrei dimenticarmi? – sbottò lei, acida
– Sembrava che stessi solo aspettando il momento giusto per
allungare le mani… -
"Anche se sei talmente carino che quasi quasi avrei potuto
perdonartela..."
- Ma smettila! – la rimbrottò il fratello
– Ti ho già fatto notare che sembrava
più interessato ai miei lividi che a te… -
- Ah sì? – chiese un altro scherzoso, passando un
braccio attorno alle sue spalle – Questo non sarebbe
certamente da te, Milo… Da quando ignori una ragazza che ti
è capitata tra le grinfie? –
- Death, piantala! – se lo scrollò di dosso
– Non l’ho affatto ignorata! Mi ha solo fatto
intendere molto chiaramente di non voler avere nulla a che fare con me!
–
- E quando mai questo ti ha fermato? –
- Vedi, Death – disse l’altro che i fratelli
avevano visto quel famoso giorno all’imboccatura del vicolo
– credo che il nostro Milo abbia trovato una che è
capace di tenergli testa… - si inchinò
leggermente davanti a Ginevra – Piacere di conoscervi. Il mio
nome è Camus, Cavaliere dell’Acquario –
- Ah già, è vero, bisogna presentarci! Io sono
Death Mask, Cavaliere del Cancro, e, come la signorina qui presente ha
ricordato ieri, sono il migliore e l’unico Italiano tra i
Cavalieri d’Oro. Comunque, dicevamo, Camus, tu eri con lui! E
di’ un po’, questa è davvero
così tosta come sembra? –
- Se non vi dispiace – li interruppe Ginevra –
è di me che state parlando! Quindi, domanda a me! E
sì, per la cronaca, sono davvero tosta come sembro, quindi
se ti azzardi a fare come il tuo amico e provi ad allungare le mani, ti
ritrovi stampata in faccia la cinquina che lui non ha ricevuto
perché ci aveva appena salvati! –
- Tutti uguali gli Italiani… - borbottò qualcuno
alle spalle di Fabrizio, che si voltò repentinamente
– E tu chi saresti? E’ educazione presentarsi,
prima di denigrare una persona, almeno so chi sto insultando!
–
- Il mio nome è Shura, Cavaliere del Capricorno. Avete una
vaga conoscenza dei segni zodiacali o devo anche dirvi che casa
presiedo? –
- La decima – rispose Ginevra, anticipando il fratello
– Non siamo così ignoranti come vi siete presi la
briga di credere! –
- Ha ragione, Shura – disse Micene – Meritano
almeno il beneficio del dubbio –
- Glielo concederò se e quando avrò la certezza
che non sono pericolosi –
- Ancora… - mormorò Fabrizio, con rabbia
– Io a questo gli stacco la testa a morsi! –
- Tranquillo – lo fermò la sorella – se
non ricordo male questo qui ha nel braccio Excalibur, se vuole ti fa a
fettine –
- Excalibur? Ma non si trattava di mitologia greca? Che cazzo
c’entra re Artù? –
- E io che ne so? Chiedilo a lui, quando te lo sarai fatto amico!
–
- Campa cavallo… E quello chi è? –
chiese, indicando uno che se ne stava in disparte, guardandoli con
occhi che tutto esprimevano tranne che simpatia o benvenuto.
- Lui è Aphrodite, Cavaliere dei Pesci – rispose
Micene – E’… parecchio offeso con voi,
per le cose che avete detto ieri… -
- Pesci… Pesci… Non mi ricordo cosa abbiamo
detto… -
- Fabri, basta guardarlo! E’ quello delle rose, la checca che
ci ha provato con Andromeda! –
- Ah già, il finocchio dell’ultima casa!
–
- Ecco, questa è esattamente la cosa che lo ha fatto
imbestialire –
- Beh – sbottò il ragazzo – se non vuole
essere considerato una checca forse è il caso che si conci
in maniera un po’ diversa! –
- Giusto! – concordò Ginevra – Non
può andarsene in giro in quel modo, assumere certe
posizioni… mettere del lucidalabbra? – si
voltò atterrita verso il Cavaliere che aveva accanto, e si
ritrovò suo malgrado ad affondare negli splendidi occhi di
Milo. Le ci volle un secondo per riprendersi, prima di continuare
– Quello è davvero
lucidalabbra? –
Il sorriso di Milo era malandrino:
- E quel neo sopra il labbro… è finto –
- Cosa? Allora, dicevo: uno non può andarsene in giro in
quel modo, assumere certe posizioni, mettere del lucidalabbra, mostrare
un finto neuccio sexy come le più grandi dame della corte
del Re Sole e pretendere anche che la gente non lo chiami
“checca”! Eccheccazzo! Un po’ di buon
senso! –
- E’ meglio che vi diate entrambi una calmata – una
voce pacata e tranquilla si intromise, attirando l’attenzione
di Ginevra e Fabrizio verso il biondissimo cavaliere che era ora di
fianco a loro – non avete il diritto di entrare qui e mancare
di rispetto a dei Sacri Guerrieri di Atena – qualcuno dietro
Ginevra sbuffò sommessamente – L’unico
motivo per cui non siete ancora stati eliminati è che
potreste essere un vantaggio per noi, e non solo una minaccia, ma siete
ancora vivi grazie alla nostra magnanimità, e fareste bene a
ricordarvelo! –
- Ma sentitelo! – Fabrizio incrociò le braccia,
scrutandolo con aria di sfida – A te farebbe bene una buona
dose di modestia, e un abbondante prelievo di arroganza! –
- Abbassarmi al vostro livello non è degno del Cavaliere
d’Oro di Atena che sono –
- Bum! – esclamò Ginevra – I tuoi
compagni si stanno presentando e si stanno ‘abbassando al
nostro livello’! Chi ti credi di essere per permetterti di
snobbare così questi altri che sono qui? Cosa ti fa credere
di essere meglio di loro? –
- Il mio compito è molto diverso, e non sta a me giudicare
il loro comportamento! –
- Quindi come ti dobbiamo chiamare? Ce lo dici il tuo nome o devo fare
come qualcun altro, che ha già un soprannome bello pronto e
già ben consolidato? Non ho problemi, credo che Bigotto
Santone Scassapalle sarebbe perfetto per te! –
- Il mio nome – rispose quello senza scomporsi –
è Shaka, Cavaliere d’Oro della Vergine, e presiedo
la sesta casa. Vi è sufficiente? –
- Non troppo, ma vedremo di farcelo bastare –
- Ci siamo tutti – li interruppe Saga, cercando di riportare
la calma, quando anche Mur si unì a loro – Manca
solo Dohko, che è già con Lady Saori. Forse
è meglio andare –
Si avviarono tutti verso l’ingresso della tredicesima casa, e
Ginevra si ritrovò Ioria accanto:
- Ma… chi è Lady Saori? –
- E’ la reincarnazione della dea Atena. Credo che la versione
italiana la conosca come Lady Isabel –
- Oh cielo, la multimiliardaria rincoglionita… -
- Fareste meglio a non dirlo davanti a lei, è parecchio
permalosa –
- Oh, povera me… –
Saluti gente!
E dopo i bagordi di Pasqua e Pasquetta... Et voilà il
settimo capitolo!
Sì, va bene, lo so che Mur con un orologio al polso
è "leggermente" OOC, ma in fondo anche loro sono nel
ventunesimo secolo, un pochino di tecnologia se la meriteranno, no?
Io ce le vedo le case dello Zodiaco, così immesamentre
tradizionali nell'atrio d'ingresso e così terribilmente
moderne nelle stanza private... Che so, io nel soggiorno di Milo ci
vedo un immenso impianto stereo con casse sparse per tutta la casa... E
da Al immagino una cucina degna dei migliori chef, con una dispensa che
farebbe invidia alla regina Elisabetta...
Va bene, chiudiamo questo aulico momento (?????) e passiamo ai
ringraziamenti:
stantuffo:
Fabrizio russa "un pochino"??? Quello è una vera e propria
locomotiva d'assalto!!! Sì, Saga è proprio
carino... Mi è sempre parso un po' discriminato, poverino,
sempre tutti a coccolarsi il gemellino e nessuno che lo caga nemmeno di
striscio, solo perchè tanto la sua armatura non è
rimasta sguarnita... Insomma, un pochino di chiaroscuro deve averlo
pure lui, no? ;-) Grazie, alla prossima, un bacio!
Gufo_Tave:
In effetti, a ben pensarci, questi tizi non sono granchè
normali... Qualche capacità spaventosa ce l'hanno... Nemmeno
a me resterebbero indifferenti con certe rivelazioni... :-) Grazie,
alla prossima, ciao!
bellatrix18:
Grazie! *me arrossisce come un peperone e si inchina* Sono contenta che
ti piaccia così tanto, spero di non annoiarti e di non
deluderti mai! ;-) Fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo,
grazie ancora, a presto, ciao!!!
HOPE87:
Grazie grazie... Allora, ti piace questa mezza sfilata di Cavalieri
d'Oro? Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo... Alla prossima,
un bacio!!!
Martyx1988:
Sull'essere un buon partito di Saga mi trovi perfettamente d'accordo!
In fondo è stato Grande Sacerdote, un po' di cerimoniale e
di bon-ton lo avrà pur imparato... ;-) Grazie grazie, a
prestissimo, bacio!!!
Nemeryal:
"L’intrusore curioso come una scimmia"... Ah
già... Ci credi? L'ho scritto io, e quando ho visto la tua
recensione ho riletto il capitolo 3 volte, e non l'ho mai notato... Eh,
l'arrivo della primavera unito alla preparazione della tesi fa
veramente male... :-) Ma no, quale camomilla per endovena, poi si
calmano e io non mi diverto più a farli discutere... ;-)
Grazie, a presto, un bacio!!!
Snow Fox:
Non ti preoccupare, non amo gli spoiler, altrimenti io mi perdo tutto
il divertimento... Grazie! Anche a me piacciono i capitoli tranquilli e
di transizione, ma a volte ho paura che risultino noiosi,
perchè non succede granchè... Però a
me piacciono, e io continuo a scriverli! Tiè! ;-) Grazie
ancora, alla prossima, un bacio!
ti con zero:
Grazie! *me si inchina* Ah, la tesi... Come ti capisco, anch'io ci sono
giorni che mi rimane a malapena il tempo di respirare... Non ti
preoccupare per il ritardo, l'importante è che tu ci sia e
continui a leggere... Sì, ho cambiato un pochino lo stile di
narrazione, ma ho pensato di adeguarlo al carattere dei personaggi...
Del resto, uno stile serio e tranquillo avrebbe stonato parecchio con
quei due peperini che ci sono... Ah, mi sono dimenticata di dirtelo
nella recensione per "Gli dei e gli uomini", ma volevo farti i
complimenti perchè riesci a gestire tre personaggi nuovi
senza nessun problema: io ne ho solo due e già in qualche
momento mi si rizzano i capelli sulla testa... Questi due vogliono fare
quello che vogliono e non quello che gli dico io... ;-) Grazie ancora,
a presto, un bacio!!!
bellissima90:
Rieccoti! Per fortuna che sei tornata... Mi sentivo un po'
abbandonata... ;-) Grazie grazie... A presto, un bacio!!!
Come sempre, grazie anche a tutti coloro che continuano a leggere in
silenzio!
Baci a tutti!
roxrox
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Capitolo 8 *** Sinaygen ***
Quando
entrarono in quella enorme sala, i Cavalieri si disposero ordinatamente
in due righe ai lati di un trono che stava contro la parete di fronte
al portone di ingresso.
I due fratelli rimasero abbandonati a loro stessi, nessuno disse loro
cosa fare, quindi rimasero in piedi, fermi, appena oltrepassata la
soglia.
- Secondo te – borbottò Ginevra – cosa
dovremmo fare? –
- E io che cazzo ne so? Ci hai parlato tu, con questi psicopatici,
pensavo che almeno qualche informazione l’avessi chiesta!
–
- Non ho pensato a chiedere cosa avremmo dovuto fare qui, ho dato per
scontato che ce l’avrebbero detto, non pensavo tutto questo
casino! –
“Maledizione” pensava la ragazza, incerta
“Se almeno Saga capisse e si infilasse nella mia mente per
aiutarci… Sarei anche disposta ad accettare una intrusione,
per stavolta…” cercò lo sguardo del
Cavaliere di Gemini, per chiedere il suo aiuto, ma lui teneva gli occhi
fissi sul trono, esattamente come tutti gli altri.
- Probabilmente – mormorò la ragazza –
Stiamo aspettando che arrivi Lady Isabel… O, come
l’hanno chiamata qui, Lady Saori –
- Che sarebbe la capa suprema di tutto, giusto? La meringa? –
- Sì, quella che dicono essere la reincarnazione della dea
Atena –
- Patetico… -
In quel momento il portone dietro il trono si aprì, e nella
stanza entrò la damina accompagnata da un Cavaliere
d’Oro che Ginevra non riconobbe, nemmeno nei suoi
più remoti ricordi. I Cavalieri si inchinarono davanti a
lei, piegando la testa e posando un ginocchio a terra. Né
Ginevra né Fabrizio li imitarono.
- Io davanti a quella non mi inchino – protestò
Fabrizio a bassa voce.
- Io nemmeno –
Lady Saori rimase in piedi davanti al trono, ignorando completamente
colui che l’aveva accompagnata, che dopo un breve inchino
aveva preso posizione tra Milo e il santone biondo, assumendo la stessa
posizione dei propri compagni. Gli occhi della damina erano fissi sui
due ragazzi.
- E così – sibilò tra i denti
– siete qui –
- Non per nostra scelta – precisò Fabrizio,
rancoroso.
- Saga – chiamò lei, senza staccar loro gli occhi
di dosso – Credevo che i ricordi di Arles fossero
sufficientemente vividi da ricordarti ed insegnare loro come ci si
comporta al cospetto di una divinità, soprattutto se si
è comuni mortali –
- Domando perdono, mia dea – rispose Saga –
E’ stata una leggerezza imperdonabile da parte mia non
pensare ad istruirli, stavo cercando di farli adattare alla situazione
–
Se nella sua voce si poteva scorgere un tono sarcastico, Ginevra non se
ne accorse, perché un ordine perentorio le vibrò
nella testa:
“Per l’amor del Cielo, inchinati e fai inchinare
tuo fratello!”
“Per l’amor del Cielo?” rispose lei nello
stesso modo “E da quando ti permetti di invocare il Cielo,
dato che credi nella dea Atena?”
Poi gli corse in aiuto, a voce più alta:
- Non c’era bisogno che ci istruisse, non siamo scemi, siamo
in grado di capire che se tutte le persone qui presenti si inchinano
davanti a te probabilmente dovremmo farlo anche noi –
- Il punto è – continuò Fabrizio
– che non ne abbiamo la benché minima intenzione
–
- Cosa? – la damina strabuzzò gli occhi,
probabilmente troppo stupefatta per accennare ad una qualunque altra
reazione, mentre non pochi Cavalieri si voltavano sbalorditi verso i
due fratelli.
- Forse non avete ben compreso la situazione –
commentò il santone biondo “Shaka?”
– Vi trovate al cospetto della dea Atena, di una
divinità! –
- Ma fatemi il piacere! – sbuffò il ragazzo
– Riconosciamo una sola divinità, e certamente non
è Atena! –
- Aha! – esclamò Aphrodite, puntando un dito
accusatore – Allora confessate! Siete gli emissari di una
divinità ostile! Avanti, chi è? –
- Ancora… - Ginevra alzò gli occhi al cielo,
esasperata – Non siamo gli emissari di nessuno, tantomeno di
qualcuno ostile. E certamente la divinità in cui crediamo
non vuole la guerra con nessuno! Anche se – aggiunse con un
ghigno – chi si professa dio senza esserlo potrebbe scatenare
le sue ire… -
- Come osate? – scattò Kanon rabbioso, subito
fermato dal gemello - E allora, quale sarebbe la sola
divinità che riconoscete? –
- Kanon, usa il cervello! – si intromise Death Mask
– Sono Italiani, no? L’Italia è il paese
dei campanili! Saranno Cristiani, no? Secondo te perché gli
Italiani sono detti “Santi, poeti e navigatori”?
–
- E tu, Death – rise il marpione – sei sicuro di
essere Italiano? In quale di queste tre ti riconosci? –
- Fottiti, Milo! –
- Certo – mormorò il Grande Mur, pensieroso
– E’ ovvio quale sia la divinità a cui
sono fedeli… -
- E non può certamente costituire una minaccia per noi
– concluse Saga.
- Questo non conta – si intromise Shaka, con voce pacata come
se la cosa non lo riguardasse – Ciò non toglie che
davanti alla dea Atena tutti si devono inchinare, soprattutto i comuni
mortali –
- Basta così! – Il Cavaliere che era entrato
insieme a Milady uscì dalle file e si inginocchiò
davanti a lei – Perdonateli, Milady, ve ne prego, e se potete
cercate di capirli: sono scossi, disorientati, e per loro è
difficile accettare una realtà così lontana da
loro modo di pensare. Sono certo che non appena si renderanno conto di
cosa li circonda vi renderanno omaggio come meritate – Lady
Saori sbuffò, ma si sedette, facendogli cenno di continuare.
Il Cavaliere allora si rialzò e si voltò verso i
due fratelli – Credo di essere l’unico che ancora
non si è presentato: il mio nome è Dohko, e sono
il Grande Sacerdote della dea Atena. Prima di iniziare, credo che vi
farà piacere sapere che i sei che vi hanno attaccato ad
Atene sono stati puniti come meritavano, e non vi recheranno
più alcun fastidio –
- Cosa intendete con “puniti come meritavano”?
– chiese Ginevra, non senza trattenere un fremito.
- Qualche settimana ai lavori forzati del Grande Tempio. Li
farà riflettere su ciò che hanno
combinato… se ne avranno la forza. Comunque, è
tempo di spiegarvi cosa sta succedendo –
- Era ora – borbottò Fabrizio.
- Quello a cui state assistendo è il Sinaygen, ovvero il
Consiglio Supremo dei Cavalieri d’Oro. Di solito le nostre
riunioni sono molto più informali, ma la vostra presenza ha
cambiato tutto. Noi non sappiamo chi siete, né
perché vi sia stato concesso di entrare al Grande Tempio,
senza peraltro incontrare alcun soldato che vi sbarrasse il cammino
prima di raggiungere le dodici case, e questo Consiglio serve a noi per
decidere cosa fare, e a voi per poterci aiutare, se in qualche modo vi
sarà possibile –
- Non abbiamo idea di come aiutarvi – rispose Ginevra con la
stessa gentilezza – Ancora non abbiamo capito che cosa
vogliate da noi, o cosa stia succedendo esattamente –
- Ascoltateci, rispondete alle domande che vi faremo con la massima
sincerità possibile, anche se vi sembreranno strane, e non
fatevi scrupolo di intervenire, se vi verrà in mente
qualunque cosa immaginate possa esserci minimamente di aiuto, anche la
più insignificante –
I due fratelli annuirono e Dohko indicò loro due sedie poco
dietro di loro, invitandoli a sedersi, mentre tutti i Cavalieri
d’Oro restarono in piedi.
- D’accordo, Cavalieri – esordì quindi
Lady Saori – Cosa pensate di questo? Che idee avete?
–
- Poche, Milady – ammise Micene.
- Shaka – chiese Dohko – Tu, che sei notevolmente
più sensitivo della maggior parte di noi, hai percepito
qualcosa? –
- No. Non hanno un cosmo, e non colgo alcuna potenza che sia in grado
di celarne uno così bene –
- Quindi? –
- Onestamente, non so che dire. Ma di certo dovremo assolutamente
capire chi sono –
- Sentite – Shura si rivolse ai due ragazzi – Voi
siete realmente figli dei vostri genitori? –
- Come? – Fabrizio era sbalordito – Ci state
chiedendo se i nostri genitori sono i nostri veri genitori? –
- In effetti… sì –
- Lo sono – intervenne Ginevra.
- Ne siete sicuri? – chiese Ioria.
- Non ci hanno mai detto nulla di diverso, né nulla ci ha
mai fatto pensare il contrario, quindi sì, ne siamo sicuri
–
- Cosa vi da la certezza che non ve l’abbiano tenuto
nascosto? –
- Quando sono nata io non lo posso ricordare – Ginevra
anticipò di un soffio il fratello, che già aveva
aperto bocca con fare battagliero – ma posso garantire per
Fabrizio –
- Non l’hai mai perso d’occhio da quando
è nato? – il tono di Shura era leggermente ironico.
- Cosa temete? Uno scambio in culla? –
- E’ possibile… -
- E con chi? –
- Con qualcuno che sia in grado di infrangere la barriera protettiva
del Grande Tempio –
- Quindi, Shura, tu stai dicendo – domandò quello
grande e grosso, “No, il suo nome proprio non me lo
ricordo…” – che qualcuno potrebbe aver
sostituito uno dei due bambini? –
- C’è questa possibilità –
- No, non c’è – constatò
Micene – non per uno solo dei due, almeno. Si somigliano
troppo, sono senza dubbio fratelli. Se c’è stato
uno scambio in culla, sono stati scambiati entrambi –
- Rieccolo – borbottò Shura – con la
storia della somiglianza… -
- Ma perché? Chi potrebbe averlo fatto? –
- Potrebbero averlo fatto in molti – ragionò Kanon
– Una divinità che vuole nascondere un figlio
illegittimo, ad esempio. Oppure potrebbe essere esso stesso un
dio… -
- Non è possibile – chiese Ginevra esitante
– che ci siamo semplicemente infilati in una falla? Che so,
un momento di distrazione, di debolezza, uno strappo nello
scudo… -
- Come osi – sibilò Milady – insinuare
che… -
- No – rispose Saga frettolosamente – Il cosmo di
Atena è potente, ed è supportato dal mio. La
spiegazione non è una falla nello scudo –
- Sarebbe possibile – propose Kanon – che un
nemico, o una divinità ostile, si serva di comuni umani come
spie? Potrebbe averli intrisi del proprio cosmo solo per il tempo
dell’attraversamento della barriera… -
- Certo! – borbottò Ginevra – Solo
nemici, mi raccomando! Che diavolo vuole da noi quello? –
- Non ti so dire, Kanon – stava dicendo Lady Saori
– Sappiamo perfettamente quanto gli umani siano completamente
privi di reazioni al nostro cosmo, ma non so cosa potrebbe accadere se
si provasse ad infondergliene uno per un periodo di tempo, o se
ciò sia in qualche modo possibile –
- E poi – intervenne il Cavaliere dell’Acquario,
“Camus? Non ne sono sicura…” –
Perché una divinità, che ha a sua disposizione
schiere di Cavalieri, dovrebbe abbassarsi ad utilizzare umani privi di
cosmo? E’ ridicolo! –
- Forse proprio perché è ridicolo –
disse quello accanto a lui, quello che si era offeso per essere stato
chiamato checca “Ah sì, questo me lo ricordo! Si
chiama Aphrodite!” – e nessuno se lo aspetta.
Oppure perché è qualcuno che abbiamo
già incontrato, e a cui abbiamo eliminato tutti i Cavalieri:
Apollo magari, ma anche Hades, o Eris… -
- Dubito che Hades si abbasserebbe ad usare dei semplici umani. Certo,
se li vedesse solo come pedine da mandare al macello… -
- Ehi – Fabrizio si stava spazientendo – siamo
diventati pedine da mandare al macello in mano a un altro pazzo
psicopatico? –
- Abbassa la voce! – lo supplicò la sorella
– Evita di offenderli! –
- Poco fa abbiamo offeso la loro dea, più volte, e ne siamo
usciti indenni –
“Tienilo buono” disse Saga nella mente della
ragazza “Non sfidate la sorte!”
“Mi sembrava di averti detto che non mi piace che ti infili
nella mia testa!”
“Sto solo cercando di aiutarvi”
“Lo so. Scusa”
- Stiamo tirando troppo la corda, se questi sono davvero psicopatici,
come dici tu, se a qualcuno saltano i nervi ci fa diventare due
polpette affumicate. Ti piace l’idea? –
- Non troppo –
- E allora sai cosa devi fare! –
- Ma perché – stava chiedendo Milo,
“Questo l’ho imparato subito!”
– diamo per scontato che ci sia ostile? Non potrebbe aver
attraversato la barriera non perché pervaso da un cosmo
nemico ma semplicemente perché ne aveva la
facoltà? –
- Giusto! – gli venne in aiuto quello grande e grosso
“Ah sì, adesso mi viene! Aldebaran, come la
canzone dei New Trolls!” – Non potrebbe essere, ad
esempio, una nuova recluta? Un futuro Cavaliere che non è
mai stato individuato e che quindi non ha mai fatto
l’addestramento? In lui potrebbe covare un cosmo che non
riusciamo ad individuare ma che ha permesso loro di arrivare a noi!
–
- E’ un’idea che va valutata… - disse
Dohko, pensieroso.
- Se è così – intervenne Micene
– bisogna comprenderlo velocemente, e fargli
iniziare immediatamente l’addestramento! E’
già troppo grande, anche così non so se
riuscirà a portarlo a termine –
- Ehi, un momento! – Ginevra non era affatto
d’accordo con ciò che sentiva –
‘Lui’? Quando è stato deciso che il
problema è lui e non io? –
- Beh – Aldebaran era sulla difensiva – Nel momento
in cui potrebbe essere un Cavaliere… -
- E perché io vengo esclusa da questa cosa? Ci sono
Cavalieri donna o mi sbaglio? –
- Sono Sacerdotesse Guerriero – intervenne Shaka –
e non hanno… -
- Ti piacerebbe, eh? Sono Cavalieri a tutti gli effetti, nonostante i
vostri patetici tentativi di difendere la vostra casta maschilista! Ne
ricordo almeno due d’Argento e una di Bronzo! E se non
ricordo male, due erano insegnanti, e hanno tirato su quei quattro
sfigati che vi hanno fatto il culo a fettine! –
- Cosa ti fa credere di essere tu tra i due quella che aveva
l’accesso al Santuario? – chiese Aphrodite,
sarcastico – Cosa ti da tanta arroganza? –
- Non c’è nulla che me lo faccia credere
– si morse la lingua prima di insultarlo come avrebbe
meritato – Semplicemente, nel caso in cui fossi io, non
voglio che martirizziate mio fratello inutilmente! Non ho grandi
ricordi di come fosse quello che voi chiamate
‘addestramento’, ma di certo era un continuo
tentativo di uccisione dell’allievo. Non vi
permetterò di mettere le mani su di lui, peraltro con il
rischio che lo facciate inutilmente! –
- Non ha tutti i torti – ammise Saga – Potremmo
accanirci senza risultato. Dobbiamo per forza analizzare entrambi
–
- Frena, frena! – esclamò Fabrizio –
‘Analizzare’? Cioè? –
- Non vi preoccupate – sorrise Dohko – Non vi
attaccheremo aghi facendovi prelievi e non useremo strane macchine per
guardarvi dentro. Non sappiamo ancora esattamente come agiremo, in
effetti una cosa simile non era mai capitata, ma di certo verrete presi
singolarmente ed affidati ad alcuni di noi, che mentre controlleranno
se dentro di voi cova un cosmo faranno di tutto per risvegliarne almeno
una scintilla. Milady, permettete? – ad un cenno affermativo
della dea si rivolse agli altri Cavalieri –
D’accordo: Mur, tu prendi la ragazza e Shaka, tu vai
con… Fabrizio, giusto? Poi: Milo e Death, affiancate Mur;
Camus, va’ anche tu, terrai buono Milo. Al, Micene e Ioria
con Shaka. Gli altri quattro con me: andremo nella biblioteca della
tredicesima casa, voglio vedere se riusciamo a trovare qualcosa che ci
è sfuggito, magari un precedente –
- Bene, Cavalieri – disse Lady Saori alzandosi – Ci
aggiorniamo a stasera – senza un’altra parola si
voltò e se ne andò.
Non appena uscì dalla stanza, i Cavalieri d’Oro si
divisero nei tre gruppi indicati dal Grande Sacerdote.
- Allora – sorrise Aldebaran avvicinandosi a Fabrizio
– pronto? –
- Adesso? – chiese il ragazzo, sbalordito.
- Certo! – gli rispose Death Mask, poggiando una mano sulla
spalla di Ginevra – Cosa pensavate, di stare ancora qui a
lungo a non fare niente? –
- No, certo – disse la ragazza – ma credevamo che
ci avreste lasciato un pochino di tempo per capire cosa ci sarebbe
successo… -
- E soprattutto – precisò Fabrizio – di
decidere se assecondarvi o no –
- Non avevo capito che la decisione fosse in mano vostra! –
- E io non avevo capito che foste improvvisamente diventati i nostri
padroni, e noi i vostri burattini! Quando è stato deciso che
noi avremmo fatto tutto quello che vi passava per la testa? –
- Non avete altra scelta – concluse Shaka, con voce atona.
- Ah, ci risiamo con il fatto che non abbiamo altra scelta! Siete
monotoni, lo sapete? –
- E poi – rincarò Ginevra – quando si
parlava di non avere altra scelta, era per il fatto di restare qui, e
siamo d’accordo sul fatto che avreste tranquillamente potuto
trattenerci con la forza, quindi ci conveniva stare buoni e fare come
volevate, ma non è che per questo vi abbiamo dato su di noi
il potere di vita o di morte! –
- Beh, che lo vogliate o no, è così –
- E se noi ci rifiutassimo? – lo sfidò Fabrizio.
- Non ti preoccupare – intervenne Mur, che aveva compreso
– Non le faremo del male. E non ne faremo nemmeno a lui
– completò guardando Ginevra, prima che potesse
replicare.
- E’ tutto qui il problema? – esclamò
Death Mask – hai paura che facciamo del male alla tua
sorellina? –
- ‘Sorellina’ lo dici a qualcun altro! –
sibilò Ginevra, velenosa – Ho cinque anni in
più di lui, e non si è mai azzardato a chiamarmi
così! –
- Forse non in tua presenza – sorrise serafico il Cavaliere
dell’Ariete.
- E comunque, Death – disse Micene – io non ci vedo
nulla di male. Posso comprendere benissimo che entrambi si stentano
protettivi l’uno nei confronti dell’altra
–
- Ciò non toglie – insistette Shaka –
che faranno ciò che è stato detto loro
–
- Oh, non preoccuparti – rise Death Mask in risposta allo
sguardo preoccupato che Fabrizio aveva lanciato alla sorella
– te la riportiamo tutta intera, promesso! –
- Se gli fate anche solo un graffio – ringhiò
Ginevra a Ioria – poi ve la vedrete con me. E vi garantisco
che non sarà una esperienza piacevole! –
- Se osate soltanto – sibilò invece Fabrizio
guardando Milo con occhi di fuoco – torcerle un capello, in
ogni senso, ti giuro che farai i conti con me! –
Reprimendo un sorriso, Mur pose a sua volta una mano sulla spalla della
ragazza:
- E’ ora di andare –
Ginevra si voltò verso il fratello:
- Mi raccomando, non esagerare, e torna tutto intero –
- Tu prega di tornare sana, o questi signori passeranno un bruttissimo
quarto d’ora! –
Fabrizio venne trascinato ai piedi della scalinata, sempre passando
attraverso le gallerie segrete:
“Ecco perché me le fanno vedere lo stesso anche se
potrei essere una spia nemica: non sarei mai in grado di ritrovarle,
né tantomeno riuscirei ad andare da qualche parte senza
perdermi… ma chi le ha progettate, Dedalo in
persona?”
Arrivarono dopo un po’ nella spianata antistante, e si
diressero ad una delle tante piccole arene che la costellavano. Il
ragazzo si sforzò di ignorare gli strani personaggi che lo
fissavano con palese interesse: c’erano degli uomini che
sembravano in divisa, avrebbero potuto essere i famigerati soldati che
avevano misteriosamente evitato al loro arrivo, poi vide alcuni bambini
curiosi e non pochi ragazzetti, magri ma con muscoli già in
via di sviluppo; spesso questi lo guardavano per poco,
perché poi venivano ripresi da ragazzi molto più
grandi, alcuni con indosso una sorta di armatura, che
immaginò essere i loro maestri.
Arrivarono all’arena, un esagono circondato da corde, e
Micene lo pose esattamente nel centro, entrando con lui insieme a Ioria
e Aldebaran. Shaka rimase all’esterno, gli occhi sempre
chiusi.
I tre si fermarono davanti a lui, immobili.
- Quindi? – chiese dopo un po’ – Cosa
dovrebbe succedere? –
Per tutta risposta Ioria puntò un dito verso di lui, con
fare quasi annoiato, ed improvvisamente un enorme calore gli esplose
nel petto, e il ragazzo venne scaraventato all’indietro,
finendo a sbattere contro le corde. Si afflosciò seduto al
suolo, intontito.
- Ma cosa? –
- Su alzati! – la voce di Micene era più dura di
come l’aveva sempre sentita – Torna al centro, e
prova almeno a difenderti! –
- Difendermi da cosa? – ringhiò Fabrizio
rimettendosi in piedi – Non ho nemmeno visto cosa succedeva!
Casomai non ve ne foste accorti, siete Cavalieri d’Oro, e
state colpendo un semplice umano! –
“Magari se gioco sui loro sensi di colpa… Ne
avranno… O no?”
- Prova a concentrarti! – gli disse Ioria – Non
stiamo nemmeno iniziando a riscaldarci! Questi sono colpi debolissimi,
persino le reclute più giovani sono in grado di difendersi!
–
Alzò il dito, e Fabrizio si ritrovò nuovamente
catapultato contro le corde, un bruciante dolore nello stesso punto di
prima.
- In piedi! Ancora! – questa volta provò a
proteggersi, almeno con le braccia, ma fu come se esse non ci fossero,
e venne colpito un’altra volta.
- Forza! Alzati! –
Un pensiero lo fulminò sul posto:
- Quegli altri quattro pazzi stanno facendo queste stesse cose a mia
sorella? –
- Non pensare a lei adesso –
- Oh sì che ci penso! Se provate soltanto a farle del
male… -
Gli occhi di Ioria scintillarono pericolosamente, come se gli fosse
appena venuta un’idea:
- Sì? Cosa ci fai? –
- Io… Io ti… - i suoi occhi mandavano lampi
furiosi.
- Credo proprio che le stiano facendo le stesse cose, se non peggio. In
fondo è una ragazza, il suo cosmo, ammesso e non concesso
che ce l’abbia, è sicuramente più
difficile da risvegliare rispetto ad un cosmo maschile… - Il
ragazzo tremava di rabbia, sembrava volesse incenerirlo –
Chissà, magari per riuscirci dovranno ricorrere ad altri
metodi… Che so, Milo potrebbe anche combinarne una delle
sue… -
Con un urlo Fabrizio si lanciò verso di lui, cercando di
colpirlo con pugni e calci:
- Non osate nemmeno pensare di mettere le mani su mia sorella! Io vi
spezzo tutte le ossa, una per una! –
Ioria parava ogni colpo con una facilità che aveva il potere
di mandarlo sempre più in bestia. Frustrato, continuava
però a colpirlo, consapevole del fatto che avrebbe per lo
meno dovuto abbattere quei quattro prima di poter cercare Ginevra.
Ormai il suo cervello pensava solo a come riuscire a sconfiggerlo.
Il Cavaliere ogni tanto si rivolgeva verso Shaka, come cercando una
risposta, fino a che non lo colpì ancora, mandandolo per
l’ennesima volta a sbattere contro le corde che delimitavano
il ring. Ma Fabrizio non si diede per vinto, e rialzatosi
immediatamente si rigettò contro di lui rabbioso. Non seppe
per quanto tempo andò avanti quella schermaglia, nella quale
più e più volte ebbe la peggio, continuando
comunque a rialzarsi e a lottare, pungolato dalle parole di quel
maledetto - Chissà a che punto è Milo…
Magari è già riuscito ad allungare le
mani… Conoscendolo, ha già trovato una scusa per
fare a modo suo… -, ma ad un certo punto sentì
Shaka dire, con la sua solita voce pacata:
- Basta così –
Ioria allora lo afferrò per i polsi, bloccandolo senza
alcuno sforzo, ed assunse una espressione dispiaciuta, molto diversa
dal ghigno diabolico che aveva fino a pochi secondi prima:
- Scusa. Non volevo farti impazzire, ma avevamo bisogno di una tua
reazione il più possibile esasperata. Milo non ha certamente
toccato tua sorella, è un gentiluomo, non
l’avrebbe mai fatto –
Allora Fabrizio si calmò, respirando affannosamente. Non si
era accorto di quanto fosse stanco, l’adrenalina che gli
girava in corpo si stava dissolvendo, lasciandogli solo un fortissimo
dolore al petto e un fastidiosissimo ronzio nelle orecchie. Non era
sicuro di riuscire a stare in piedi ancora per molto. Il Cavaliere lo
lasciò libero, e lui poggiò le mani sulle
ginocchia, cercando di non stramazzare al suolo, lottando faticosamente
per continuare a respirare nonostante il dolore.
- Bevi questo, ma fallo a piccoli sorsi – afferrò
la borraccia che Aldebaran gli porgeva, mentre anche Micene gli si
affiancava, pronto, Fabrizio se ne rese conto con un briciolo di
vergogna, ad afferrarlo al volo se fosse svenuto. Bevve, come gli era
stato detto: un integratore, avrebbe dovuto immaginarlo. Che schifo,
non gli erano mai piaciuti, li aveva sempre rifiutati anche durante le
partite di calcio.
- Dov’è mia sorella? – riuscì
a chiedere dopo un po’, quando ebbe la certezza che non
avrebbe perso conoscenza nel giro dei venti secondi successivi
– Le stanno riservando lo stesso trattamento? –
- Temo – rispose Ioria, contrito – che sia molto
simile.
- Ma credo – disse Shaka avvicinandosi, evidentemente molto
seccato – che reagirà molto meglio di te
–
- Cosa vorresti dire? –
- Che chiaramente tu non hai la benché minima scintilla di
cosmo dentro di te. In questo senso, sei paragonabile ad un morto.
Quindi sicuramente colei che aveva la facoltà di entrare al
Santuario è lei, e dato che evidentemente possiede un cosmo,
o qualcosa di molto somigliate, avrà sicuramente sopportato
molto meglio la prova –
- E a te dispiace tantissimo, vero, aver seguito quello sbagliato?
– insieme alle forze a Fabrizio stava ritornando anche il
sarcasmo.
- Questo non è affar tuo –
- Domando scusa, se non sono all’altezza delle tue
aspettative. Ti sarebbe piaciuto tantissimo, vero, prenderti il merito
di aver fatto la nuova scoperta? Peccato… -
Shaka non rispose, ma gli voltò le spalle:
- Fatelo riprendere come si deve e curategli le ferite –
disse agli altri tre – Ci vediamo alla tredicesima
–
Ciao a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!
Bene, per prima cosa domando scusa a tutti ma mi serve uno sfogo di
pianto...
Buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Stefano d'Orazio
lascia i Pooh...
Buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!
Stefano, non ci abbandonare...
Sigh sob,
buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!
Lo so che è una notizia vecchia di una settimana, ma io
ancora non me ne capacito...
Buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!
Ok... Tiriamo su col naso... sniff sniff... asciughiamoci le lacrime,
mettiamo via i fazzoletti, e riprendiamo a fare la persona seria...
Domani non posso pubblicare, ho una quantità esagerata di
cose da fare e non so nemmeno se riuscirò a respirare,
così... decidendo se pubblicare in anticipo o in ritardo...
ho scelto in anticipo... Ho fatto bene?
Coooooooooooooooooomunque, passiamo senza altri indugi ai
ringraziamenti:
Nemeryal:
Beh, dai, scintille con la Milady non troppe... Per fortuna che
c'è Dohko a sedare gli animi e a calmare i bollenti
spiriti... ;-) Che ne dici? A presto, un bacio!
HOPE87:
Grazie grazie... In effetti io non faccio nulla, si gestiscono da
soli... Anche perchè io cerco di tenerli buoni (No, dai,
ragazzi, non esagerate, questi se si arrabbiano vi fanno neri...) ma
non mi ascoltano!!! ;-) Grazie ancora, alla prossima, un bacio!!!
whitesary:
Oh, non ti preoccupare per il ritardo, l'importante è che tu
ci sia sempre e che non ti annoi mai (nel caso avvisami, che corro ai
ripari...) Beh, prima che Kanon li sbatta fuori di casa
dovrà vedersela anche con il gemellino... ;-) Quanto al cosa
sto architettando... Tu non hai idea di come girano le rotelline del
mio cervello quando sono sotto la doccia cantando a squarciagola una
canzone dei Pooh (Buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!)... Ma non te lo
dico... ;-) Grazie, a presto! Bacio!
Martyx1988:
Ehm... *me si va a nascondere dietro la sedia per la vergogna* Mi
è scappato il nome... Domando scusa... Il fatto è
che le mie mani sono talmente abituate a scrivere il nome di Rossella
che a volte lo faccio ancora in automatico... Lo so e lo tengo
controllato, ma quella proprio mi è scappata... Grazie, alla
prossima, un bacio!
ti con zero:
Beh, con Saori non è che si siano relazionati troppo bene...
Per fortuna che c'è Dohko... ;-) Quanto al cosa ci fanno al
Grande Tempio, spiacente ma ci vorrà ancora qualche
capitoletto (io, che sono un po' avanti con la stesura dei capitoli, ci
sto arrivando adesso adesso...)... In bocca al lupo per la tesi, sappi
che ti capisco perfettamente... :-) Grazie, a presto, bacio!!!
Snow Fox: Dunque,
con te devo fare un discorso mooooooooolto lungo, quindi mettiti
comoda, perchè ci vorrà un pochino. Fatto? Dunque:
1. NON ti scusare MAI con me perchè mi dai consigli. Mai. Io
sono solo felicissima di ricevere consigli, anzi, ne ricevo troppo
pochi, non ho mai preteso nè pensato di essere Dumas o
Salgari, sono solo una neofita del mondo della scrittura e so
perfettamente che faccio degli errori, ma se nessuno me li fa notare
non me ne rendo conto e continuo imperterrita... Io mi prostro davanti
ad ogni consiglio e ringrazio, poi se posso lo seguo, se decido di non
farlo specificherò il perchè e il percome...
Quindi continua a consigliare, e anche a criticare, se serve... Grazie!
*inchino*
2. I due fratelli folli: non mi viene facile gestirli, ma sto cercando
in qualche modo di mantenerli fedeli al carattere che ho riservato
loro. Fabrizio è particolarmente lineare, è
convinto di essere capitato in un manicomio e per il momento disprezza
chiunque e qualunque cosa o situazione gli si pari davanti... Anzi, ora
forse con quello che gli hanno combinato inizierà a
ragionarci sopra, ma gli ci vuole tempo... Quanto a Ginevra, lei
è un pochino più articolata, ha qualche
sfaccettatura in più rispetto al fratellino, qualche
chiaroscuro tipico della complicata indole femminile... Prova a
metterti nei suoi panni: io ci ho provato, e la vedo abbastanza
schizofrenica: sì, d'accordo, comprende un po' di
più la realtà che li circonda, ma non ne
è ancora completamente convinta (non dimentichiamo che anche
se cono passati sei capitoli, è capitombolata in quel mondo
meno di 24 ore prima...anche io avrei qualche problemino...); e
comunque, in qualche modo trovava "I Cavalieri dello Zodiaco"
abbastanza ridicolo, quindi anche lei ha bisogno di tempo per cambiare
completamente idea... E poi dai, non ha insultato tutto e tutti, solo
quelli che hanno un carattere particolarmente irritante: va bene,
comprendo che Shakino abbia due occhi da svenimento, ma ammettiamolo,
è irritante nella sua arroganza e superiorità, e
Kanon è decisamente scorbutico (o almeno, io l'ho sempre
visto così...), e dulcis in fundo, tu cosa penseresti
davanti a un personaggio come Aphrodite? ;-)
3. Saori Kido: appena ho letto la tua recensione ho pensato "Ma come???
Non mi fanno insultare la Kido??? E io che avevo creato due personaggi
vivaci apposta... Buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!", poi ho preso in
mano questo capitolo, che era già stato scritto, e l'ho
ammorbidito (e fidati, è stato alleggerito parecchio...).
Non sono riuscita ad eliminare tutto tutto, del resto non si
può pretendere che quei due stiano completamente zitti,
buoni e ubbidienti davanti ad una meringa con in mano una pala per la
pizza... Sarei andata OOC con dei personaggi che ho creato io, e mi
sembrava un pochino triste... E poi a qualche insultino leggero alla
Kido non potevo asssssssssssssssssssssssssssolutamente rinunciare... :-)
4. Grazie! Grazie! Grazie! Grazie!
Ok, ho finito... ;-) Grazie ancora, alla prossima, un bacio!!!
stantuffo:
Grazie!!! Come ti capisco, anche io mi ritrovo in alcuni momenti in cui
riesco a malapena a respirare... Oggi sono riuscita a ritagliarmi un
oretta per sistemare, rispondere a tutti e pubblicare, ma non sempre mi
viene così semplice... Con Kanon mi sto divertendo da matti,
un'indole così scorbutica è fantastica da
gestire, soprattutto perchè trova chi gli risponde per le
rime... ;-) Grazie ancora, a presto, ciao!!!
anzy: No,
dai, Kanon non è così antipatico... E' solo molto
scorbutico, ed è uno che non ha i peli sulla lingua... Ed
è divertentissimo perchè adesso si ritrova
davanti due che gli rispondono ed è
terrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrribilmente frustrato... :-) Quanto a
Saga... *me si tappa la lingua e si lega le dita per non dire nulla*...
Ma... perchè proprio lui? Io non ho detto nulla, si sono
solo ritrovati a casa sua la prima notte di permanenza solo
perchè ci erano già ed era più
comodo... *me si mette le mani dietro la testa e si allontana
fischiettando...* ;-) Grazie ancora, alla prossima, bacio!!!
Come sempre, grazie anche a tutti quelli che continuano a leggere in
silenzio.
A prestissimo, baci baci a tutti!
roxrox
|
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Capitolo 9 *** Il risultato della prova ***
Micene
curò tutti i tagli e i lividi di Fabrizio e lo fece
pranzare, dopo avergli fatto fare una doccia rigeneratrice, poi lo
accompagnò alla tredicesima casa.
- Come va Ginevra? – chiese il Cavaliere a Dohko
quando arrivarono.
- Ha appena finito – rispose quello – La
stanno accompagnando qui direttamente, si potrà sistemare
dopo, così potremo discuterne immediatamente –
Stava ancora parlando quando la porta si aprì, e
con orrore Fabrizio vide entrare sua sorella: sembrava distrutta,
zoppicava, un taglio sulla gamba sinistra stava ancora sanguinando. Ma
quello che più lo sconvolse erano i suoi occhi, rossi e
gonfi, come se avesse appena finito di piangere tutte le sue lacrime.
Corse verso di lei, spaventatissimo, e prese il posto di Camus, che la
stava sorreggendo:
- Oh mio Dio! Cosa ti hanno fatto? –
Allora lei sollevò la testa e lo
guardò con un sorriso tirato:
- Niente di grave, non preoccuparti. Ormai è
finita –
- No che non è finita –
piantò gli occhi in quelli di Milo, furioso – Dopo
io e te faremo i conti… -
Il Cavaliere non ebbe tempo di ribattere, perché
un rumore attrasse l’attenzione di tutti: Lady Saori stava
entrando nella sala.
Si sedette sul trono, ed i Cavalieri si disposero attorno a
lei nella stessa disposizione della mattina, mentre Fabrizio faceva
sedere Ginevra, accomodandosi accanto a lei, continuando a controllarla
di sottecchi.
- Bene Cavalieri – esordì Milady
– Parliamo delle prove a cui li avete sottoposti. Shaka?
–
- Mia signora, in Fabrizio non c’è
nemmeno una scintilla di cosmo, e, per quanto io abbia potuto
percepire, neppure la più piccola traccia di una qualunque
altra forma di energia interiore –
Milady annuì, mentre gli occhi di quattro
Cavalieri si sollevarono verso il ragazzo, stupefatti.
- Mur? –
- Vede, Milady – rispose il Saint
dell’Ariete, distogliendo l’attenzione da Fabrizio
– nemmeno in Ginevra ho potuto avvertire nulla. Ha le stesse
potenzialità di una comune mortale, niente di più
né di meno –
Un diffuso mormorio sorpreso si levò nella sala,
mentre i due fratelli si guardavano l’un l’altro.
- Pensavo – disse la ragazza – che fossi
tu quello che loro cercavano! Sembri fresco come una rosa, credevo che
avessi reagito perfettamente alla prova! –
- La mia – replicò Fabrizio –
è finita quasi due ore fa, senza risultato…
Immaginavo che la tua fosse durata molto di più
perché stavano scandagliando esattamente cosa
fossi… - la frase si concluse in un sibilo minaccioso,
mentre si voltava verso Camus – Non potevate fermarvi prima?
Dovevate proprio ridurla così? –
- Dovevamo esserne sicuri – rispose solo quello,
guadagnandosi un ringhio in risposta.
- Dohko – riprese Lady Saori dopo qualche secondo
– La vostra ricerca in biblioteca ha dato qualche risultato?
–
- No, Milady, nessuna –
- Quindi, cosa facciamo? –
- Per oggi non risolveremmo più nulla –
intervenne Saga guardando Ginevra, che sembrava faticare a restare
dritta sulla sedia – credo che siano stati tartassati
abbastanza –
Le voci arrivavano ovattate alle orecchie della ragazza, che
cercava solo di non crollare. Si sentiva debole, e solo le mani
artigliate alla seduta le impedivano di cadere.
- Ehi, stai bene? – Fabrizio la guardava
preoccupato, ma lei non se ne accorse. Tutte le sue energie erano
concentrate a cercare di fermare il mondo, che le sbandava davanti agli
occhi.
- Non possiamo lasciar loro un attimo di tregua –
stava dicendo Shaka – Dobbiamo scoprire il prima possibile
che cosa li lega a questo posto –
- Ma hanno bisogno di riposare! –
obiettò Milo.
- Il ragazzo si è ripreso velocemente –
- Ma lei ha appena finito! Non ha nemmeno avuto il tempo
di… L’abbiamo portata qui direttamente!
–
- Che ti succede? – Fabrizio posò una
mano sul braccio della sorella, scuotendola leggermente. A quel punto
lei impallidì notevolmente e si afflosciò
– Ehi! Ehi! Che hai? – la sorresse, mentre i
Cavalieri si accorgevano di quanto stava succedendo. Mur si
alzò immediatamente e si avvicinò a loro:
- Che le è successo? –
- Stalle lontano! – esclamò, rabbioso
– Non ti azzardare nemmeno a toccarla! –
- Non voglio farle del male –
- No, figurati! Non siete stati voi a ridurla
così, no… -
- Ascolta: molto probabilmente è solo stanca e
debole, ed ha bisogno di mangiare qualcosa, ma voglio essere certo che
non sia nulla di più grave. Come ti sentiresti se mi
impedissi di aiutarla e poi lei peggiorasse? –
Fabrizio esitò, ma dopo qualche secondo si fece
da parte, continuando a sorreggerla mentre Mur le prendeva il polso tra
le mani. Poi si voltò verso Lady Saori:
- Mia signora, possiamo interrompere qui? Ginevra ha solo
bisogno di riposarsi un po’, di mangiare e farsi curare, ma
preferirei controllarla. Poi potremo riprendere –
- D’accordo, riprenderemo domattina – si
alzò e se ne andò, chiamando a gran voce un certo
Tatsumi, che Fabrizio non aveva mai sentito nominare.
Quando Ginevra riprese contatto con la realtà si
trovava semidistesa in una morbida poltrona. Fabrizio le era accanto,
le stava tenendo qualcosa di fresco e bagnato sulla fronte.
- Ecco, si sta risvegliando – la voce di Saga la
fece voltare. Era lì anche lui, insieme a Mur, Milo e Camus.
- Cos’è successo? – chiese,
ancora leggermente annebbiata.
- Sei svenuta durante il Consiglio – sorrise il
Cavaliere dell’Ariete – La prova è stata
molto dura per te, e non hai avuto il tempo per riprenderti. Abbiamo
curato le tue ferite e adesso ti daremo da mangiare, vedrai che nel
giro di pochissimo starai meglio –
- Certo che starà meglio! – la tonante
voce di Aldebaran invase la stanza, e lui entrò con in mano
un vassoio che le pose sulle ginocchia – Ci credo che sei
stata male! Ormai è ora di cena, e tu non hai nemmeno
pranzato! –
- Come, ora di cena? – la ragazza era sbalordita
– Ma la mia prova è finita che era a malapena
pomeriggio! Sono rimasta svenuta dalla fame per ore? –
- No, non credo fosse solo fame – le rispose Mur
– Temo che tu avessi un terribile bisogno di riposare, di
recuperare le energie –
- Adesso basta domande, mangia! – la
incitò Aldebaran.
- Quindi, adesso cosa facciamo? – chiese Fabrizio
intanto che Ginevra inghiottiva il primo boccone.
- Per stanotte – spiegò Saga
– Ginevra resterà qui alla tredicesima,
è meglio non muoverla con quella ferita alla gamba, potrebbe
riaprirsi. Domani mattina riprenderemo il Consiglio dei Cavalieri
d’Oro, e vedremo il da farsi. Temo che Shaka non vi
lascerà in pace tanto facilmente, almeno non
finché non avremo capito chi di voi due è colui
che ha avuto facoltà di entrare qui. Dopo di che…
-
- Saranno cazzi del prescelto – concluse Fabrizio,
tetro.
- Beh, non è esattamente quello che avrei
detto… ma sì, credo che il senso sia quello
–
Quando Ginevra finì di mangiare, posò
il vassoio sul tavolino accanto alla poltrona e cercò di
alzarsi prima che chiunque si accorgesse del movimento e riuscisse a
fermarla, ma perse immediatamente l’equilibrio; sarebbe
sicuramente caduta a terra se Milo non fosse stato lesto a sorreggerla:
- Tutto bene? – chiese.
- La gamba – mormorò lei, dolorante
– Mi fa un male terribile! –
- Forse abbiamo esagerato un po’… -
- Forse? – ringhiò Fabrizio –
Aspetta solo che ti becchi tra il chiaro e lo scuro… -
- Dovevamo essere certi, lo sai bene anche tu. Ti hanno
riservato un trattamento molto simile –
- Io non sono lei. Mi sembra chiaro che sia più
delicata! –
- ‘Più delicata’ lo dici a
qualcun altro! – lo rimbrottò la sorella, non
senza nascondere un’altra smorfia di dolore al minimo
movimento che aveva fatto.
- Non avresti dovuto alzarti – con delicatezza il
Cavaliere la sollevò e la ridepositò sulla
poltrona. Risollevandosi, il suo volto si aprì in un ampio
sorriso – Visto? Tutte le donne prima o poi mi cadono tra le
braccia! –
- Milo, finiscila… -
- Andiamo, Camus! Ho ragione! –
Prima che potesse replicare, qualcuno bussò alla
porta, e un volto incorniciato di meravigliosi riccioli rossi
spuntò nel vano della porta:
- Saga, mi hai fatto chiamare? –
- Oh sì Marin, vieni pure –
Una bellissima ragazza entrò nella stanza.
- Oh, finalmente un po’ di frittola! –
esclamò Fabrizio sottovoce, guadagnandosi una gomitata da
parte della sorella, che sibilò:
- Ma sei impazzito? Cafone! –
- Eh, certo! Tu sei circondata da ragazzi e sono due giorni
che ti lustri gli occhi, la tua espressione da ieri mattina fa
concorrenza ad un pesce lesso, e poi io sarei un cafone? –
Nel frattempo la ragazza, che non sembrava aver notato
nulla, si era avvicinata a loro tendendo la mano con un sorriso:
- Ciao! Il mio nome è Marin, e sono Cavaliere
dell’Aquila. Immagino che voi siate Ginevra e Fabrizio, i due
nuovi arrivati. Ioria mi ha già parlato bene di voi
–
Ginevra le strinse la mano ricambiando il sorriso:
- Piacere di conoscerti –
- Quindi, Saga – chiese Marin voltandosi verso il
Cavaliere – Come posso aiutarti? –
- Ginevra non può essere spostata dalla
tredicesima casa, almeno per stanotte, temo che le ferite possano
riaprirsi – guardò con la fronte corrugata la
fasciatura sulla gamba della ragazza, che già si stava
nuovamente tingendo di rosso – E preferirei che non restasse
sola, per ogni evenienza. Ma vorrei anche che dormisse, la notte scorsa
non ha riposato bene. Potresti restare qui e farle compagnia?
–
- Ma certo, nessun problema! Così potremo
conoscerci meglio! Anzi, potremmo chiamare anche Shaina e fare un
pigiama-party tutto al femminile! Ti riempiremo di pettegolezzi!
–
- Ehm – si intromise Saga – preferirei
che stanotte dormisse e riposasse –
- D’accordo, scusate. Vorrà dire che il
pigiama-party lo faremo un’altra volta! –
- Ehi, fermi un momento! – esclamò
Fabrizio – Perché hai dovuto chiamare una
baby-sitter? Posso benissimo stare qui io con lei! –
- Come ho detto prima, preferirei che lei dormisse, e anche
tu hai bisogno di riposare –
- E perché non posso riposare qui con lei?
–
- Perché tu russi! – sbottò
Ginevra – Non vuole passare per maleducato dicendolo davanti
a tutti! Se resti qui, tu riuscirai a dormire, ma io no! –
- Simpatica come sempre, vero? –
- Sei tu che te le tiri addosso! Hai stressato fino a che
non ti è stata detta la verità in modo esplicito!
Se avessi accettato la prima risposta… –
- Ti è così difficile capire che non
voglio lasciarti in mano a questi psicopatici? –
- Perché non provi nemmeno a fidarti un
po’? –
- Ci ho provato. E sai cosa ne ho ricavato? Tu sei svenuta
perché ti hanno massacrato e fatto saltare il pranzo, e
adesso ti ritrovi seduta su una poltrona mentre ti cambiano la
fasciatura perché ti si è riaperta una ferita
solo perché hai cercato di alzarti! Senza parlare di tutto
il resto! Dicono di dover trovare delle risposte, ma non ne cavano un
ragno dal buco! Come pretendi adesso che ti lasci da sola? –
- Non mi faranno del male. Io mi fido di loro –
- Io no! –
- Senti – propose Mur – per oggi non
prenderemo alcuna decisione in merito a voi due. Che ne dici se ti
sistemi nella camera qui accanto? Lady Saori non ne sarà
molto contenta, ma per una notte lo può accettare. Poi
domani mattina decideremo dove potrete sistemarvi –
- ‘Decideremo’? –
- Deciderete –
- Dai, Fabri – Ginevra pose una mano sul braccio
del fratello – Prova a dare loro almeno una
possibilità… -
Il ragazzo li osservò tutti con aria torva per
qualche secondo, poi buffò:
- Va bene. Ma questi se ne escono tutti dalla tua stanza!
–
- Agli ordini! – sorrise Aldebaran scattando
sull’attenti.
- D’accordo – disse Marin, alzandosi in
piedi – Adesso fuori tutti! –
- Solo un attimo ancora – Milo si
avvicinò alla ragazza e con un gesto fluido la prese in
braccio.
- Ehi! – protestò lei – Me lo
sentivo che stavi solo aspettando l’occasione per allungare
ancora le mani! Mettimi giù! Immediatamente! –
- Ci mancherebbe! Mur ti ha appena rifatto la fasciatura, se
ti alzi in piedi il taglio si riaprirà di nuovo –
la posò sul letto – E poi – le
sussurrò, facendole l’occhiolino – la
faccia di tuo fratello è troppo divertente –
Ginevra allora guardò Fabrizio, che sembrava sul punto di
esplodere, gli occhi enormemente spalancati e rabbiosi.
Soffocò un risolino, divertita.
- Non hai tutti i torti… -
- Se proprio sicura di non volere che mi fermi io con te?
Sono un’ottima compagnia, sai? –
- Ehi, marpione, datti una calmata! –
- Forse ora è meglio che ce ne andiamo
– la voce di Saga era leggermente seccata, ma nessuno se ne
accorse – o voi non riposerete più. Buonanotte,
Ginevra – e con un sorriso uscì dalla stanza,
accompagnato dagli altra Cavalieri. Solo Fabrizio esitava.
- Te ne vai o no? Voglio dormire! –
- Sei sicura? Io preferirei restare qui con te…
Se ti do fastidio perché russo potrei accendere la luce
della scrivania e leggere, così non mi
addormenterò… -
- Scordatelo! Hai bisogno di dormire almeno quanto me! Stai
tranquillo! –
- Non ti preoccupare – Milo, che si era attardato
aspettandolo, gli pose una mano sulla spalla – Ci
penserà Marin: ha molti allievi tra le nuove reclute, ed
è perfettamente in grado di capire se
c’è qualcosa che non va. Se ci sarà
bisogno di qualcosa ci penserà lei. Fidati, è al
sicuro –
- Se tu resti fuori dalla sua stanza, sarà
sicuramente molto più al sicuro –
sibilò il ragazzo, ma si lasciò accompagnare
fuori, chiudendo la porta.
- Bene! – esclamò Marin appena rimasero
sole, fregandosi le mani – Ed ora, a nanna! –
- Aspetta, per favore – Ginevra la
guardò, pensierosa – Tu chi sei? Cioè
– rispose allo sguardo interrogativo dell’altra
– non riesco a ricordarmi di te da quello che ho
visto… -
- Non sono sicura di quale nome mi abbia dato la versione
italiana… Sono stata la maestra di Seiya, Cavaliere di
Pegasus –
- Ah, Castalia! –
- Castalia? Così mi chiamano? E’ un bel
nome, mi piace! –
- Ma… andavi in giro con in faccia una maschera
di metallo! Se non ricordo male, dovevano farlo tutte le donne,
c’era sotto una qualche questione d’onore, sul
fatto che nessun uomo doveva vedervi… Mi ricordo che
c’era anche quell’altra, che aveva cercato di far
fuori il tuo protetto, proprio perché le aveva tolto la
maschera, e poi se ne era innamorata… -
- Uhm… Sì, più o
meno… Quella di cui tu parli è Shaina, ma non
è andata esattamente così… Kurumada
voleva rendere un po’ più interessante la storia,
quindi si è inventato questa evoluzione… La
verità è che all’inizio ha cercato di
ucciderlo, anche e soprattutto perché combattevano in due
fazioni diverse, ma quella della maschera non era una legge del Grande
Tempio, era più che altro una questione d’onore
che ci hanno inculcato sin dai tempi dell’addestramento; ma
poi, quando ci siamo scoperti alleati, ha lasciato perdere, decidendo
che non ne valeva più la pena. Ma non si è mai
innamorata di lui… Per fortuna, perché due con il
loro carattere si sarebbero eliminati a vicenda nel giro di pochissimo!
Poi, dopo la guerra con Hades, quando è tornata la pace, la
dea Atena ha concesso un desiderio ai cinque Cavalieri di Bronzo che
fino all’ultimo avevano combattuto per lei;
quell’angelo di Shun di Andromeda ha chiesto ed ottenuto che
fossimo liberate dall’obbligo della maschera. Lo consideriamo
un po’ il nostro salvatore, anche se la cosa lo ha sempre
messo in imbarazzo – sorrise – I più
maliziosi dicono che lo ha fatto solo per provarci liberamente con
June, sua compagna di addestramento, ma tra di loro non si sono mai
considerati più che fratello e sorella. Io credo che davvero
avesse notato quanto questo per noi fosse ingiusto e mal tollerato, e
con la sua limpida sensibilità abbia trovato un modo per
aiutarci. Mai e poi mai avrebbe chiesto qualcosa per se
stesso… -
- A questo punto mi hai messo addosso una grandissima
curiosità… E gli altri cosa hanno chiesto?
–
- Sono passati anni, non sono sicura di
ricordarmi… Aspetta… Ah sì, Hyoga del
Cigno ha fatto ricostruire il villaggio in Siberia dove ha fatto
l’addestramento, che era stato distrutto da Arles, e ha
aiutato gli abitanti a ricominciare, finalmente. Non ricordo Shiryu del
Dragone né Ikki di Phoenix, ma Seiya ha voluto tutta una
serie di aiuti per l'orfanotrofio St. George, che è stato
rifatto da cima a fondo, e una vacanza pagata di un mese con sua
sorella… Non mi ricordo dove, forse in Egitto… O
sul Mar Rosso? –
- Sei andata in vacanza un mese e non ti ricordi dove?
–
- E io che c’entro? –
- Come? Ma non sei tu sua sorella? –
- Oh miei dei, no! – si batté una mano
sulla fronte, ridendo – Io sono solo la sua maestra,
è stata un’altra invenzione di Kurumada. No,
Patricia è realmente fuggita dall’orfanotrofio
dove era ospitata con il fratellino, e davvero non si sono
più avute notizie di lei per molti anni. Sono riuscita a
ritrovarla e a riportarla a Seiya solo durante la guerra contro Hades.
In fondo, sarebbe stato impossibile che io fossi realmente Patricia.
Pensaci: se lo fossi stata, avrei dovuto fuggire
dall’orfanotrofio, raggiungere Atene e diventare Cavaliere
d’Argento nel breve periodo in cui Seiya è rimasto
a villa Kido, in barba al fatto che l’addestramento di un
Cavaliere dura almeno sei anni –
- Uhm… Sì, in effetti hai ragione
–
- Ora basta chiacchierare. Devi dormire, e se non ti lascio
riposare domani mattina Saga e Mur mi faranno la pelle –
Ciao a tutti!
Eccoli qua, tutti i miei boccaloni... ;-)
Non pensavo che fosse così facile lanciare un amo
e far abboccare tutti... hi hi hi... *me si frega le mani
soddisfattissima di avervela fatta*
E così chi aveva il permesso di entrare al Grande
Tempio era Ginevra, vero? Eh no, miei cari, non sarebbe stato
abbastanza divertente scoprire così velocemente tutte le mie
carte... :-)
Giusto per precisare, 'frittola' è una
espressione dialettale non molto conosciuta nemmeno nella mia
città, che indica volgarmente una donna identificandola solo
con quell'unica parte che gli uomini considerano...
Va bene, anche questa volta ho trovato il sistema di
eliminare le maschere sacerdotali... So cha non dovevo, sono spiacente,
ma proprio non le digerisco...
Bene, giusto perchè sono di frettissima, passo
subito ai mille ringraziamenti; domando perdono perchè
sarò molto breve, ma la tesi mi sta prendendo sempre di
più...
whitesary:
Come vedi, sono stati malmenati inutilmente tutti e due... :-) Ma no
problem, si riprenderanno e torneranno come nuovi... forse... ;-) Che
ne dici di questo capitolo? Succede poco poco, ma prometto che nel
prossimo la situazione si movimenterà un pochino... :-) A
presto, un bacio!
ti con zero:
Grazie! Sì, Ginevra è decisamente più
sfaccettata, ma del resto è una donna, gli uomini sono
sempre molto più lineari di noi... Ma vedrai che prima o poi
anche fabrizio doverà prendere un po' in mano le redini
della situazione e fare un po' di ordine nella sua testa... E allora ci
sarà da ridere... ;-) Grazie ancora, alla prossima, un bacio!
Martyx1988:
Sì, un pochino i due fratelli li fanno impazzire, questi
cattivoni dei Gold... Ma del resto, anche loro hanno bisogno di
risposte (che io non gli dò... hi hi hi...)... Io credo che
alla fin fine, tutti i fratelli si adorino e si tengano la parte, anche
se passano le giornate e discutere e a litigare, in fondo si vogliono
comunque un bene dell'anima... ;-) Grazie ancora, a presto, un bacio!
Nemeryal:
Sì, per fortuna che c'è Dohko... I due hanno un
caratterino niente male, e la Mialdy non ama troppo farsi mettere i
piedi in testa... Uhm... potrei anche organizzare un incontro in
solitaria, FabrizioVsSaori... Chissà cosa ne verrebbe
fuori... :-) Grazie di esserci sempre, un bacio!
HOPE87:
Grazie! Ehm... E così Ginevra sarebbe quella particolare?
*me si mette le mani dietro la testa e si allontana fischiettando
soddisfatta*... Va bene, girl power non ancora... Ci penseremo... ;-)
Intanto, che ne dici di questo capitolo? Prometto che il prossimo
sarà un po' più movimentato... Grazie ancora, a
presto, bacio!
anzy:
Mi paicerebbe tantissimo far fuori Saori, ma a parte qualche piccolo
problema organizzativo che nascerebbe al Grande Tempio, poi chi ci
divertiamo ad insultare, se lei non c'è più? :-)
Grazie, alla prossima, bacio!
stantuffo:
I nomi... Beh, Fabrizio è il mio dolce, tenero,
insopportabile, adorato animaletto di casa, cioè mio
fratello, ed è lui, in tutto e per tutto (forse un po'
esasperato... ma non di molto...); quanto a Ginevra... io sono un po'
strana, non amo i nomi femminili tradizionali, forse perchè
il mio e quello di mia mamma sono un po' particolari... e a me
piacciono così... ci sono pochissimi nomi femminili che mi
piacciono, ma credo che Ginevra sarà il nome che
metterò a mia figlia... Tutto qui... ;-) Grazie, alla
prossima, ciao!
bellissima90:
Grazie! Beh, per il momento non si sa ancora chi dei due è
quello particolare... hi hi hi... Grazie ancora, a prestissimo, bacio!
RedStar12:
Come mi hai mandato una mail??? Non è mai arrivata!!!
Nuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!!! E' strano, perchè altre
persone mi hanno scritto tramite efp, e mi è sempre arrivato
tutto... Allora, io ho bruttissima abitudine di pensare che se chi mi
scrive ha perso un po' del suo tempo per me, merita che io perda un po'
del mio tempo per lui. Indi-ragion-per-cui, se mi si scrive e io non
rispondo nel giro di qualche giorno (2 o 3 al massimo), vuol dire che
non ho proprio ricevuto la mail. Comunque, se volessi scrivermi ancora
la mia mail è rossellaromani@gmail.com . Comunque grazie per
il consiglio, sono andata a cercare la canzone, ed è davvero
bellissima.
Ora, che dire di Shaka... Ho notato che il mio modo di
vederlo ha sempre destato qualche perplessità in chi mi
legge... è che io lo vedo proprio come un rigido asceta
bigotto fin troppo ligio alle regole (del resto, a parte quello
splendido momentino nella saga di Hades, non ha mai dimostrato di
possedere un qualunque sentimento umano...)... ;-)
Beh, che dire, sei l'unica ad aver capito che c'era qualcosa
sotto al risultato prova... Ti offendi se ti faccio i complimenti? :-)
Eh sì, Ginevra è un Leone fatto e
finito, quanto a Fabrizio... l'originale è un Gemelli, e
credo che anche questo diventerà adeguatamente
schizofrenico... Vedremo... Ai posteri l'ardua sentenza... :-)
Ah, dimenticavo, devo ringraziarti da almeno due settimane
per avermi aggiunto tra gli autori preferiti! Grazie!!! *inchino*
A prestissimo, grazie di tutto! Bacio!
Come sempre, grazie anche a tutti quelli che continuano a
leggere in silenzio!
Ciao ciao a tutti!
roxrox
|
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Capitolo 10 *** La parola sbagliata ***
Ginevra
socchiuse gli occhi alla limpida luce del sole che entrava a fiotti
dalla finestra aperta. L’aria ancora fresca del mattino le
solleticava il volto e Marin, appoggiata al davanzale rivolta verso di
lei, le sorrideva vivace:
- Su, svegliati, dormigliona! E’ ora di colazione!
–
La ragazza si sollevò seduta sul letto, stiracchiandosi.
- Non alzarti ancora. Aspetta solo un attimo – si
avvicinò a lei e le svolse la fasciatura alla gamba,
controllandole il taglio – Sì, sembra andare molto
meglio, a quanto pare la ferita si è quasi rimarginata. Ti
fa ancora male? –
- No, per il momento no –
- Perfetto. Prova ad alzarti, e vediamo come va – Ginevra si
sollevò in piedi, e non sentendo alcun dolore si
voltò in una mezza piroetta – Va bene, va bene, ho
capito, ma non esagerare. Saga e Mur hanno portato qui le valigie
all’alba, così tu e tuo fratello avete da
cambiarvi. Coraggio, sistemati, così vi porto a fare
colazione, poi riprenderà il Consiglio dei Cavalieri
d’Oro –
- Ancora? – sbottò lei, con uno sbuffo –
Oggi cosa vogliono fare? Vivisezionarci? –
- Ah, io non ne so niente. Sono stata invitata ad assistere nel caso in
cui fosse necessario il mio aiuto, ma nulla di più
–
- Bene, eccoci qua – disse Dohko, quando tutti furono
presenti – Shaka, hai pensato a… -
- Abbiamo appurato – rispose il biondo Cavaliere della
Vergine – che i poteri di cui uno dei due è
investito non hanno nulla a che fare con la sfera fisica. Né
l’uno né l’altra sono riusciti a
risolvere nulla ieri durante la prova. Quindi si può
supporre che sia una cosa più psichica. Dobbiamo prepararli,
e provare le loro doti mentali –
- Aspetta un attimo! – obiettò Aldebaran
– Prepararli? Lo sai anche tu che ci vogliono anni prima che
si sia in grado di sostenere una lotta mentale –
- Non mi serve tutto questo, è sufficiente una veloce
infarinatura della situazione perché sappiano a grandi linee
cosa li aspetta e cosa ci aspettiamo che facciano. Voglio che i poteri
che covano dentro uno dei due lo sostengano nella prova –
- E per l’altro? –
- Sarà dura come e più di ieri –
- Ora basta! – Ginevra stava perdendo la pazienza –
So che la cosa non vi tocca minimamente, ma state parlando come se noi
non fossimo presenti, né tanto meno senzienti! Ci spiegate
di cosa state parlando, possibilmente prima di prendere qualunque
decisione? –
- Non avete voce in capitolo – rispose Shaka, imperturbabile
– Quindi non vedo perché dovremmo spiegarvi
qualcosa prima del tempo –
- Col cazzo che non abbiamo voce in capitolo! –
esclamò Fabrizio – Siamo noi a dover fare
qualunque cosa stiate decidendo! E se ci rifiutassimo? –
- Cos’è – rise Aldebaran –
E’ già ora dello sciopero delle reclute? Sono
durati poco! –
- Ma hanno ragione – disse Micene – Hanno il
diritto di comprendere cosa vogliamo fare di loro –
- Quando avremo deciso, lo sapranno –
- Io non voglio sapere dopo la vostra decisione! –
protestò Fabrizio – Io voglio sapere prima! E far
parte della decisione! –
- E’ inutile spiegarvelo prima – la voce di Milady
si impose sulle altre, seccata – Non capireste, per il
momento. Tacete, ci fate solo perdere tempo! –
- Cosa? – Fabrizio spalancò gli occhi –
Tacete? Ma non se ne parla nemmeno! Qui da due giorni state facendo il
bello e il cattivo tempo con noi, e noi dovremmo solo star zitti? Ma
chi ti credi di essere per pretendere di decidere di altri senza averne
il diritto? –
- Io sono la dea Atena, e dispongo di voi come mi pare e piace, dato
che siete entrati senza permesso nel mio Santuario! –
- Io questa prima o poi la strozzo con i suoi stessi pizzi! –
mugugnò Ginevra furiosa, incrociando le braccia e
guardandola come se volesse incenerirla con lo sguardo.
- Bisogna anche decidere – stava dicendo Dohko –
dove sistemarli. Sono rimasti qui due notti e hanno dormito in due
posti diversi, ma è bene che si prenda una decisione
–
- Io sono disposto ad ospitarli – disse subito Milo.
- Già, soprattutto sei disposto ad ospitare lei! –
replicò immediatamente Camus, mentre Fabrizio protestava:
- Tieni giù le mani da mia sorella, pervertito! –
- Uh, quante storie! Volevo solo mostrarmi ospitale! -
- Milo – lo rimbrottò Camus – nessuno
sano di mente lascerebbe una ragazza a dormire all’ottava
casa, nemmeno se fosse l’unica rimasta in piedi –
- Ah, bene! Bella fiducia! –
- In ogni caso – riprese Shaka – penso sia evidente
a tutti che sarebbe meglio tenerli separati –
- Suca! – Fabrizio accompagnò
l’esclamazione con un gesto a dir poco volgare – Io
non lascio mia sorella in mano a voi pervertiti! –
- Guarda che mi so difendere, e che non sono tutti come quel marpione
lì! –
- Ah no? Devo ricordarti dove ti sei svegliata ieri mattina?
–
- Dove? – chiese curiosissimo Milo.
- Nel letto di Saga – rispose serafico Kanon, prima che
chiunque potesse fermarlo.
Saga sospirò all’udire le mille esclamazioni
più o meno sorprese e maliziose, ma prima che potesse aprire
bocca e spiegare per l’ennesima volta perché aveva
ceduto il proprio letto alla ragazza e dove avesse dormito lui di
conseguenza, la voce di Shura giunse alle orecchie di molti,
benché avesse parlato in tono pacato:
- Ci mancava solo che fosse una puttanella… -
Ginevra rimase impietrita per una frazione di secondo, poi si
voltò come una furia verso il Cavaliere:
- Cosa hai detto? – i suoi occhi mandavano lampi di odio
puro. Si alzò e si avvicinò a lui, che fece
altrettanto. Ma lei non si fece intimorire, e rimase immobile,
fissandolo dal basso.
- Ho l’impressione – sussurrò Ioria al
fratello, accanto a lui – che Shura abbia appena detto la
parola sbagliata… -
- Ripetilo, se ne hai il coraggio – la voce di Ginevra era
bassa ma suonava pericolosamente come un ringhio, il volto era distorto
in una maschera di rabbia, le mani, chiuse a pugno, tremavano furiose.
Shura sostenne il suo sguardo impassibile; non lo avrebbe ammesso
nemmeno sotto tortura, ma la ragazza in quel momento lo metteva
stranamente in soggezione.
Nessuno sembrava avere il coraggio di muoversi. Tutti avevano sentito
l’osservazione del Cavaliere del Capricorno, e le emozioni
erano le più varie, andavano dalla rabbia allo sgomento al
compiacimento.
- Coraggio, fottuta capretta belante, ripetilo! – il
Cavaliere non rispose – Lo immaginavo. Codardo… -
- Hai sentito benissimo – ‘Codardo’ era
davvero troppo – Ho detto ‘Ci mancava solo che
fosse una puttanella’ –
L’aria crepitante di tensione acquisì quasi
consistenza, e davanti agli occhi stupefatti dei presenti un leggero
vortice avvolse Ginevra, che sembrava lottare contro qualcosa che non
riuscivano a capire. Dopo qualche secondo parve perdere il controllo, e
lanciò un urlo furente, mentre il leggero vortice intorno a
lei si trasformava in una furiosa tempesta. Molti Cavalieri cercarono
di raggiungerla, per fermarla, ma una misteriosa barriera la proteggeva
da tutti loro. Improvvisamente Fabrizio, incredibilmente conscio di
ciò che dovesse fare, si avvicinò alla sorella,
senza incontrare alcuna resistenza, e le prese la mano, chiudendo gli
occhi. Sotto la sua guida gentile ma ferma e decisa, la tempesta a poco
a poco si acquietò, svanendo lentamente.
Ginevra si divincolò dalla presa del fratello e, senza
guardare nessuno, si voltò ed uscì dalla stanza,
dirigendosi a grandi passi verso l’esterno.
- Brutto figlio di puttana! – esplose Fabrizio qualche
secondo dopo, ripresosi dalla sorpresa, cercando di saltare al collo di
Shura, mentre Micene lo afferrava prontamente per le braccia
– Come hai osato? Io ti apro il culo! –
- Basta così – la pacata voce di Shaka si impose
su quella del ragazzo – Quello che ha detto Shura ora
è di secondaria importanza. Dobbiamo capire che cosa
è successo, è questa la nostra
priorità –
- Fottiti, santone del cazzo! Me ne sbatto delle vostre
priorità! Ora voglio solo far capire a questo stronzo un
paio di cosette… -
- Vedi di calmarti. Non ho detto niente di male –
- Niente di male? Niente di male? – stava urlando.
- Quante storie! Ci sono cose ben peggiori che avrei potuto dirle. La
sua è stata una reazione decisamente esagerata –
- Ti sbagli, Shura – intervenne Marin, che aveva taciuto fino
a quel momento, pur fremendo di indignazione – Non
c’è un insulto peggiore che tu possa rivolgere ad
una donna –
- Va bene, ma adesso smettetela – li interruppe Lady Saori
– Shaka ha ragione, ora dobbiamo preoccuparci solo di capire
quali sono i loro poteri, e se e come ci possono tornare utili. Le
paranoie di una ragazzina non ci devono distrarre, ci occuperemo
più tardi del suo ego offeso –
- Voi fate come volete – disse Saga prima che Fabrizio
esplodesse nella più lunga e volgare serie di insulti della
sua vita – ma io vado da lei. Non stava certamente bene, e
anche se non credo che una qualunque presenza maschile le sarebbe
gradita, non intendo lasciarla sola. Se non vuole nessuno accanto, la
terrò d’occhio da lontano, prima che faccia
qualche sciocchezza –
Non aspettò che qualcuno replicasse, si limitò a
voltarsi ed uscire, immediatamente seguito da Fabrizio.
Anche Milo e Micene si accinsero a seguirli, ma vennero entrambi
richiamati da Dohko:
- Fermatevi! – i due si voltarono, interrogativi –
Sono d’accordo con Saga sul fatto che non è in
condizione di restare da sola senza alcun controllo, ma sono
già andati in tre, e per il momento sono più che
sufficienti. Shaka forse è stato insensibile, ma ha ragione,
dobbiamo capire cosa è successo, anche per il bene dei due
ragazzi –
Ginevra era uscita dalla tredicesima casa come un automa, e aveva
imboccato un sentiero laterale che portava nel bosco retrostante, senza
rendersi realmente conto di dove stava andando, lo sguardo vitreo e
fisso davanti a sé.
Non seppe per quanto tempo avesse camminato, ma ad un certo punto vide
alla sua sinistra un masso che pareva stagliarsi come ultimo baluardo
prima della ripida china della montagna. Vi si sedette, raccogliendo le
ginocchia al petto ed abbracciandosele, impegnandosi il più
possibile per concentrarsi sul panorama davanti a sé.
Riconobbe il sentiero da cui erano arrivati, due giorni prima, e
seguì con lo sguardo la stradina che avevano seguito per
arrivare alla scalinata dei dodici templi dello zodiaco.
Portò l’attenzione sul villaggio che vedeva in
lontananza, alla sua destra.
Quella fottuta capra belante! Aveva solo voglia di torcergli il collo!
Davanti ai suoi occhi si dipanò per un attimo una
realtà diversa, e si trovò un’altra
volta in quella stanza…
Non ci doveva pensare.
Cosa aveva combinato alla tredicesima casa, poco prima? Non era sicura
di quello che aveva fatto: aveva percepito dentro di sé una
forza sconosciuta, che premeva per uscire, ma temeva che fosse solo la
rabbia verso quel maledetto… uomo… e non voleva
che scoppiasse. Aveva tentato di calmarsi, di fermarla, e, forse, se
lui non avesse rincarato la dose ci sarebbe riuscita. L’aveva
sentita crescere a poco a poco dentro di sé, fino a che non
aveva ceduto alla sua forza dirompente ed aveva lasciato che uscisse da
lei, cercando di indirizzarla verso quell’essere schifoso,
tutto ciò che faceva parte del suo universo in quel momento.
Ma non appena le aveva lasciato via libera, quella enorme potenza aveva
preso il sopravvento, levandole il controllo della situazione, e lei
era caduta in uno stato di trance, in cui riusciva a vedere tutto senza
poter fare nulla per reagire. Aveva l’impressione che tutto
le vorticasse intorno, sentiva un potere immenso avvolgerla, percepiva
che avrebbe potuto distruggere tutto attorno a lei, lasciandola illesa.
Si era riscossa solo quando aveva sentito una mano forte nella sua (era
quella di suo fratello, l’avrebbe riconosciuta tra mille,
anche senza vederlo); aveva ripreso il controllo, era riuscito a
incanalare la sua energia ed aveva fermato quella tempesta che
l’aveva sopraffatta. Quando tutto era finito, davanti a lei
torreggiavano ancora gli occhi neri della capra, e la rabbia
l’aveva assalita di nuovo. Aveva dovuto fuggire, prima di
combinare altri guai.
Perché era stato così crudele? Aveva fatto
come…
Perse nuovamente lo sguardo davanti a sé, cercando di fare
il vuoto nella propria mente.
Non voleva pensare, non voleva ricordare, non doveva assolutamente
ricordare.
Cercò in ogni modo di concentrarsi solo sulla rabbia che
provava per la capretta belante, ma un’altra voce si
sovrapponeva alla sua, anche se tentava in ogni modo di
ignorarla…
Andiamo, lo sappiamo
tutti e due che sei solo una puttanella! Coraggio, dimostrami quanto
sei porca…
No! No, no, no! Scosse la testa, perfettamente consapevole che tapparsi
le orecchie sarebbe stato inutile, quella maledetta voce era solo nella
sua testa. L’aveva sentita troppe volte, ormai, ma era sempre
dolorosa nello stesso modo, il nodo che si formava
all’altezza del suo cuore la straziava con uguale
intensità.
Rimase immobile, mentre due singole lacrime iniziavano lentamente a
scorrere sulle sue guance:
- Non sono una puttana… -
Saga la osservava in silenzio, seminascosto dalla boscaglia poco
distante da lei. Avrebbe voluto entrare nella sua testa, per leggere
ciò che la turbava così tanto, ma sentiva di
rispettarla troppo per invadere nuovamente la sua intimità,
come già aveva fatto troppe volte.
Aveva sentito Fabrizio avvicinarsi, ed aveva lasciato che si sedesse
accanto a lui con un sospiro.
Erano rimasi così, a fissarla come due angeli custodi.
- Non ha mai sopportato quella parola – il silenzio era
così intenso che la voce del ragazzo fece sobbalzare
impercettibilmente il Cavaliere. Saga si limitò ad annuire.
Capiva.
- Io e lei litighiamo sin da piccoli. Da che mi ricordo, abbiamo sempre
battibeccato, e ci siamo sempre detti di tutto, ma non ci siamo mai
portati rancore, perché sapevamo che non c’era una
reale cattiveria nelle nostre parole – non sapeva neppure
perché si stesse confidando con lui, continuava a
considerarlo uno psicopatico e il fatto che appartenesse allo stesso
gruppo di Shura non migliorava di certo l’opinione che aveva
di lui, ma sentiva di doverglielo dire – Un giorno
l’ho chiamata così anch’io, non so
perché, non l’avevo mai fatto, avevo sempre
sentito in fondo al cuore che era una ingiustizia troppo grande per
lei. Ma quel giorno ero furioso, non mi ricordo nemmeno il motivo,
ricordo solo che volevo ferirla. Ci sono riuscito meglio del previsto:
si è irrigidita, non ha detto nulla, si è solo
voltata ed è uscita di casa. Mezz’ora dopo, quando
è tornata, non mi ha più rivolto la parola, si
comportava come se non esistessi. Non so come abbiano fatto i nostri
genitori a non accorgersene, ma so che ho dovuto strisciare ai suoi
piedi e chiedere perdono in moltissime lingue conosciute e non, prima
che ricominciasse a guardarmi e a parlarmi, e le ci sono voluti quattro
giorni. Eppure… c’è qualcosa che non va
–
- Avete scatenato una potenza immensa, è chiaro che
c’è qualcosa che non va – si morse la
lingua: non era certamente il momento di eguagliare il gemello in
scortesia, e non era colpa del ragazzo se lui era preoccupato
– Scusa –
- Non era quello che intendevo. In questo momento non me ne
può fregar di meno di cosa sia successo in quella sala, sono
solo preoccupato per mia sorella. Quella volta, quando abbiamo litigato
e non mi ha parlato per quattro giorni, era furiosa, certo, ma solo
quello. Adesso è… triste. Come se si sentisse in
colpa. E non riesco a capire il perché –
Saga non rispose. Continuò a guardare la ragazza,
mantenendosi impassibile mentre mille pensieri gli turbinavano in
testa. Nonostante la tensione, non poteva non pensare
all’immenso potere che erano stati in grado di palesare,
soprattutto perché esso sembrava completamente scomparso.
Pur concentrandosi, non riusciva a percepire alcun cosmo.
Dopo qualche minuto Ginevra sembrò rinunciare a lottare con
se stessa, e nascose il volto tra le ginocchia. Le spalle erano scosse
dai singhiozzi. Fabrizio strinse i pugni, con un ringhio sommesso:
- Quel maledetto figlio di puttana… -
- Per te è un problema se provo a parlarle io? –
“Beh? Che è questa novità? Adesso mi
preoccupo anche dei problemi di una quasi sconosciuta?”
Fabrizio si voltò verso di lui, sorpreso. Gli stava
chiedendo il permesso?
Tutto in quel posto lo stupiva: aveva avuto la certezza che nessuno si
preoccupasse di loro come persone, ma solo ed esclusivamente come
esseri da studiare, per decidere se fossero pericolosi o meno, ed agire
di conseguenza. Mai, mai in quei giorni aveva avuto il
benché minimo sentore di poter avere voce in capitolo in
qualunque discussione, o decisione. Semplicemente, quelle persone
avrebbero fatto di loro tutto ciò che volevano. Era
lampante, chiaro come la luce del sole. Ed ora quello strano
personaggio gli stava chiedendo il permesso di parlare con sua sorella?
- Sì, lo so, forse non sono la persona adatta –
riprese Saga – dato che è stato un mio compagno ad
offenderla, ma vorrei provare ad aiutarla… -
“E mi preoccupo pure dei suoi sentimenti?”
Fabrizio sospirò:
- La verità è che non avrei idea di cosa dirle,
non so come fare a tirarla su, e in questo momento lei non ha bisogno
di uno incerto come me. Va bene –
Saga si alzò si avvicinò a Ginevra, sedendosi
accanto a lei sull’erba. La ragazza inizialmente non si
mosse, come se non si fosse accorta di lui. Poi sollevò
nuovamente il volto, e si asciugò le lacrime con un unico
gesto fluido, ma non girò gli occhi verso di lui, e non
disse nulla.
- Scusa. Il comportamento di Shura non ha alcuna giustificazione. Mi
dispiace che tu abbia dovuto sentire quelle parole –
- Non sei tu quello che si deve scusare. Ti ringrazio, ma non
è da te che voglio sentirmi chiedere scusa. E non intendo
accettarlo –
- Lo immaginavo. Ma è stata colpa mia se è
successo tutto – un sorriso leggero – Se avessi
saputo che sarebbe saltato fuori questo casino, probabilmente
l’altra notte ti avrei lasciata là, seduta in
terra nel portico della terza casa –
Fu solo in quel momento che lei si voltò, e fissò
il suo sguardo nei profondi occhi blu di lui:
- Tu non hai nessuna colpa, se non quella di essere stato gentile con
me. In quel momento ero la persona più confusa e smarrita al
mondo, avevo i nervi a fior di pelle e un disperato bisogno di dormire,
e tu mi hai aiutata rendendo onore al tuo titolo di Cavaliere. Se al
mondo c’è gente simile, che distorce qualunque
cosa per farne ciò che vuole, e girarla a proprio vantaggio
– la voce si ruppe in un sommesso singhiozzo, e
abbassò il volto – non ci possiamo fare nulla
–
Si girò nuovamente verso il paesaggio, fissando il nulla
davanti a sé, gli occhi nuovamente pieni di lacrime.
“No, ti prego, non voglio ricordare
ancora…”
- Non intendo entrare nuovamente nella tua testa – disse lui
– Ma se ne vuoi parlare… Di qualunque cosa ti
attanagli l’anima… Adesso, più tardi, o
anche mai, io ci sono –
“Ma sono impazzito? Cosa mi salta in testa?
D’accordo voler essere gentili, accoglierli, difenderli
davanti a quell’idiota di Shura e scusarmi per il suo
inqualificabile comportamento, ma questo?”
Eppure lei parve rinfrancata, anche se Saga non avrebbe saputo dire se
dalla sua offerta di aiuto o dalla sua precisazione di non volerle
leggere nella mente.
- Grazie – disse solo, con un sorriso. Il Cavaliere non
poté fare a meno di notare quanto fosse affascinante, ma
cercò di soffocare quel leggero moto del cuore.
- Ehi, voi! – una possente voce li fece sobbalzare, e
voltandosi videro Aldebaran che si avvicinava correndo –
Finalmente vi ho trovato! La riunione è finita, ci siamo
aggiornati poco fa –
- Cosa è stato deciso? – chiese Saga, alzandosi.
- Beh, ad essere onesti quasi nulla. Nessuno ha capito con precisione
cosa è successo, e in assenza dei due diretti interessati
non si poteva fare molto… L’impressione che
abbiamo avuto tutti è che, qualunque potere abbiano, si
manifesti solo quando sono insieme, e questo forse spiega
perché nessuno dei due ha superato la prova fisica;
ciò che adesso bisogna comprendere è di che
natura siano le capacità che hanno, se sono, ad esempio,
come te e Kanon, o come i due gemelli di Asgard, o più
semplicemente come Micene e Ioria o come Shun e Ikki, o se qualcosa di
completamente diverso. Comunque, Kanon ha detto esplicitamente che non
vuole avere a che fare con voi due, non più dello stretto
indispensabile, quindi alloggerete da me, alla seconda casa, e visti i
precedenti vi garantisco due camere separate. Dohko si è
rintanato nuovamente in biblioteca con Mur, Shaka è entrato
in meditazione, come se servisse a qualcosa… -
- Tu che ci fai qui? – Ginevra solo in quel momento si
accorse del fratello.
- Sono sempre stato qui dietro, ti ho seguita poco dopo la tua uscita
dalla tredicesima casa –
- E perché? –
- Mah, prova un po’ ad immaginare… Forse
perché mia sorella era appena stata pesantemente offesa da
una emerita testa di cazzo ed era scappata via? Ho cercato di prenderlo
a pedate nel culo, ma quei mentecatti dei suoi amici mi hanno
trattenuto, e non me lo avrebbero lasciato toccare, così ho
preferito andare dove ero più utile! –
- Oh sì, sei stato utilissimo nascosto tra quei cespugli!
–
- Scusa tanto se non ti ho voluto disturbare ma mi sono limitato a
tenerti d’occhio nel caso in cui ti fosse saltato in mente di
fare qualche cazzata! –
- Ma… sono sempre così? – chiese
Aldebaran al compagno mentre i due continuavano a battibeccare.
- Per quel poco che ho visto io, sanno essere anche molto peggio
–
- Oh, povere le mie orecchie! –
Rieccomi qui!
Un pochino di movimento ci voleva... ;-)
Sono di corsissima, perchè sto impazzendo tra tesi ed esami,
quindi mi scuso con tutti perchè sarò brevissima
con le risposte e corro dritta dritta ai ringraziamenti:
HOPE87: Beh,
qualcosina adesso è successo... Non rivelo ancora nulla
perchè non mi divertirei a sufficienza, ma prometto che
presto scoprirò qualche carta... :-) Intanto, che ne dice di
questo chap? A presto, un bacio!
bellissima90:
Avercelo un fratello come Fabrizio??? Guarda, te lo presto un paio di
settimane, poi ne riparliamo! Grazie, alla prossima, bacio!
whitesary:
L'indizio è arrivato... Ma ho ancora qualche carta da
giocare, per il momento mi limito a spargere semini qua e
là... ;-) Grazie, a presto, un bacio!
Gufo_Tave:
Vero, nessuno ha mai detto esplicitamente nulla nè nel manga
nè nell'anime, ma io, spettatrice media che guardava
l'anime, prima di Hades non avevo alcun dubbio sulla parentela tra
Marin e Seiya... Soprattutto dopo Khysa di Lymandes... Ho dato per
buono che anche Ginevra ci fosse cascata, tutto qui, anche
perchè credo sia abbastanza evidente che lei si sia fermata
alla serie di Nettuno, dato che i suoi ricordi risalgono per lo meno
all'infanzia... Tutto qui. Grazie per esserci sempre e per essere
attento al singolo dettaglio, mi aiuti molto. Grazie ancora, alla
prossima, ciao!
Nemryal:
Già, Ginevra era davvero troppo semplice... Più
che altro non era abbastanza divertente, rivelandolo subito... ;-)
Grazie per la tua presenza costante, a presto, bacio!
RedStar12:
Certo che ti faccio chiamare per il pigiama-party, voglio andarci
anch'io, e più siamo più si spettegola!!! Quanto
alle regole dell'onore e distribuire calci a tutti... Beh, diciamo che
in questo capitolo non ci siamo andati lontano... :-) Grazie, alla
prossima, un bacio!
Martyx1988:
Vuoi essere chiamata anche tu per il prossimo pigiama-party che Marin
organizza? Sai com'è, più partecipanti =
più spetteguless... ;-) Quanto al come hanno fatto
entrare... pianino pianino, con la calma, vedrai, che faccio sapere
tutto... ;-) A presto, bacio!
stantuffo:
Come 'non tenerci troppo sulle spine'? E il mio divertimento? :-) Dai,
su, qualcosina adesso hanno combinato... Che ne dici? Grazie, a presto,
un bacio!
ti con zero:
Non ti preoccupare per i ritardi, ti capisco perfettamente,
l'importante è che tu ci sia e che continui a leggere... ;-)
Quindi, appurato che pare che non ci siano cosmi in giro, cosa
è successo? :-) Grazie, alla prossima, bacio!
So di avere in giro mille fic da recensire, domando scusa a tutti, so
di essere in ritardissimo, ma sono talmente incasinata in questo
periodo che sono costretta a concentrare aggiornamenti e recensioni in
un unico momento...
Quindi adesso vado a parlare con il mio relatore di tesi (che mi
aspetta tra nemmeno 10 minuti...), dopo di che recensirò
tutto chiò che ho indietro, promesso!!!
Come sempre, grazie anche a tutti coloro che continuano a leggere in
silenzio!!!
Ciao ciao!
roxrox
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Capitolo 11 *** Grigliata alla seconda casa ***
Saga e
Aldebaran accompagnarono i due fratelli alle loro stanze per
raccogliere i bagagli, prima di dirigersi verso la casa del Toro.
- Eccoci qui! – esclamò Aldebaran entrando nella
propria dimora – Questo è il soggiorno, la cucina,
il bagno… Ecco, queste sono le vostre camere. Dato che solo
una ha il bagno privato, se per voi va bene avevo pensato di lasciarla
a Ginevra, dato che è una ragazza, io e te ci possiamo
dividere l’altro, ma fate come preferite –
- D’accordo – rispose Fabrizio guardando la sorella
– Almeno non correrai il rischio di vedere strani personaggi
nudi… -
- Ehi! – protestò ridendo Aldebaran –
Guarda che io giro nudo per casa solo se non ci sono ospiti!
–
- Ci crederò solo quando lo vedrò –
- Va bene, va bene… Sentite: adesso è ora di
mangiare, e il pranzo è già pronto, ho preparato
tutto stamattina, le riunioni dei Cavalieri d’Oro rischiano
di diventare molto lunghe e sfinenti e io poi ho bisogno di
rifocillarmi, quindi c’è una discreta dose di cibo
che ci aspetta. Se volete accomodarvi, sistemerete dopo le vostre cose.
Poi per stasera ho organizzato una cena di benvenuto per il vostro
arrivo; come ve la cavate in cucina? –
- Fabrizio sa solo che la cucina è il luogo in cui si trova
il cibo, ma non conosce l’esistenza di aggeggi chiamati
“fornelli”, ad esempio, come non sa che con un
coltello si può fare altro che tagliare una bistecca
–
- Ehi, sapientona! Credi di essere molto migliore di me? –
- Ma se non sai nemmeno fare due uova sode! –
- Guarda che anche io so cucinare! –
- No, tu sai togliere i “Quattro-Salti-in-Padella”
dal sacchetto, metterli in un piatto e infilare tutto nel microonde!
E’ molto diverso! –
- Come sei esagerata! –
- Ah sì? Che ingredienti ci vogliono per fare un soffritto?
–
Fabrizio aprì la bocca per rispondere, ma non disse niente.
Sembrò annaspare per un attimo:
- Non è di questo che stiamo parlando! –
- Ah no? E io che credevo stessimo parlando di cucina… -
- Ma sapete che siete terribili? – Aldebaran si
infilò fisicamente tra i due fratelli, impedendo loro di
vedersi l’un l’altro – Allora faremo che
Ginevra mi aiuterà con il cibo, mentre Fabrizio
darà una mano con la preparazione. Ora, chiuse le
ostilità, a pranzo! Avanti, marsch! –
- Allora – chiese Fabrizio – quanti posti devo
mettere a tavola? –
- Dunque – rispose Aldebaran, pensieroso – siamo:
noi tre, Mur e Kiki, Saga, Death, Ioria e Micene, Milo, Dohko e Camus,
e Marin e Shaina. Quattordici. Nel mobile basso del soggiorno
c’è tutto l’occorrente per
apparecchiare, in cucina ti darò il resto – si
voltò e cacciò un urlo – Ginevra! Come
vanno gli antipasti e il dolce? –
- Benone! –
Il cavaliere entrò nella stanza e con una sola occhiata
abbracciò tutto quello che era stato preparato:
- Uhm… Sì sì si, queste briochine al
prosciutto devono essere davvero una favola… -
- Giù le mani! – la ragazza colpì il
Cavaliere con il cucchiaio di legno che stava usando per mescolare una
salsa sul fuoco – Sei peggio dei bambini… -
- Sì, in queste cose sì… Ahi!
–
- Ho detto: giù le mani! Volevi che ti stupissi, no? Quindi
ti stupirai esattamente come gli altri: all’ora di cena!
–
- Va bene, va bene… - la guardò, e per un attimo
parve esitare - Senti… Per quello che è successo
stamattina alla tredicesima casa… -
- Zitto! – lo interruppe lei, restando ostinatamente voltata
verso i fornelli – Per favore. Non… non ne voglio
più parlare. Non con te, né con nessun altro di
voi. Non ti offendere, ti prego, ma l’unico con cui accetto
di parlarne ancora è la capretta belante, e solo se lo
farà per strisciare ai miei piedi per chiedermi scusa.
Perdonami, ma non ce la faccio –
- Non ti devi scusare. Va bene. E lo dirò anche agli altri:
se è questo che desideri, non ne faremo più
parola, e ci comporteremo come se non fosse mai successo nulla
–
Allora Ginevra si girò, guardandolo con occhi lucidi ma
pieni di riconoscenza:
- Grazie –
Lui le fece l’occhiolino, sorridendo:
- Bene, ora è meglio che vada ad aiutare tuo
fratello… -
- Bravo… - nel momento in cui si girava nuovamente verso il
fuoco, con la coda dell’occhio vide il Cavaliere che fulmineo
afferrava un involtino e se lo portava alla bocca, fuggendo dalla
porta-finestra rimasta aperta – Al! Accidenti, se ti
prendo… -
- Bene – sorrise Ginevra raggiungendo i due – Gli
antipasti sono tutti pronti. Mancano solo una paio di cosette per il
dolce, ma devo aspettare che si raffreddi come si deve la crema che
c’è in frigorifero. Se non serve altro, vado a
preparami –
- Perfetto – rispose Aldebaran – Vai pure, e grazie
per l’aiuto! Di solito preparo tutto io… -
- Non c’è problema. Mi sono divertita. Mi piace
cucinare, ma a casa mia mamma difficilmente me lo permette. Riuscivo a
farlo solo… - si rabbuiò e si
irrigidì, ma fu solo per un istante, poi sfoderò
un sorriso che parve forzato – Beh, io vado –
- Se vuoi – la fermò Aldebaran – lo
stereo che c’è in camera tua ha due casse anche
nel bagno. Se ti servono, nel soggiorno trovi una montagna di cd.
Serviti pure –
- Grazie. Ah – mostrò una chiave che faceva
roteare attorno al dito – la cucina è chiusa
– rise davanti alle loro facce deluse, e rientrò.
- Che le è preso? – chiese il Cavaliere quando
rimasero soli – Perché si è bloccata
così? –
- Giovanni – spiegò il ragazzo – Mia
sorella aveva un ragazzo, Giovanni. Ogni volta che poteva, cucinava per
lui, erano le uniche volte in cui riusciva a diventare la regina della
cucina. Probabilmente ricordava questo –
- E… cos’è successo… con
Giovanni? –
- Con precisione non lo so. Non ha mai voluto raccontarlo a nessuno.
L’anno scorso avrebbero dovuto andare in vacanza insieme, ma
sarebbero partiti qualche giorno dopo di noi. Invece la sera prima
della loro partenza mia sorella ci telefonò, in lacrime,
chiedendoci se poteva raggiungerci al mare. Disse solo che lei e
Giovanni si erano lasciati. Stavano insieme da tre anni.
Arrivò il giorno dopo: era… distrutta.
Lei entrò,
sulle scale qualcuno
guardò
i suoi strani vestiti.
Appoggiò le
spalle alla porta dicendo:
“con lui ci
siamo lasciati”.
Osservai due occhi
segnati
e il viso bagnato dalla
pioggia.
“Non
so” mi disse “Non so come uscirne fuori, non lo
so”.
La guardai,
ed ebbi un momento di
pena, perché
sembrava smarrita,
“Io
vorrei” mi disse “ vorrei che non fosse
così, ma
è proprio finita”.
Disse poi ritrovando un
sorriso
a stento:
“Comunque l'ho voluta.
Lo sai, le strade per
farmi del male non le sbaglio mai”.
Abbiamo provato a chiederle che fosse successo, io ho provato anche
quando eravamo soli, magari non voleva che i miei genitori sapessero
qualcosa di particolare, ma lei ha sempre risposto di non volerne
più parlare. Alla fine ho smesso di fare domande, ho capito
che per lei era meno doloroso così. Ho sempre sentito che ci
fosse molto di più della semplice fine di una storia, ma non
sono mai riuscito a scoprire cosa, e francamente non ho mai avuto il
coraggio di chiedere a lui. Da allora si è buttata anima e
corpo nello studio, e ha ricominciato ad uscire con gli amici, qualche
volta; potrebbe sembrare che si sia ripresa, che abbia dimenticato e
superato, ma io non ne sono mai stato completamente sicuro…
-
- Beh – disse Aldebaran dopo qualche istante di silenzio,
cercando di sdrammatizzare l’atmosfera, che si era fatta
improvvisamente pesante – Se non ha superato tutto, ci
penseremo noi a farle dimenticare qualunque latin lover da strapazzo!
–
- Già, perché qui non ce ne sono… -
- Ehm… Sì, in effetti Milo è un bel
soggetto… Però c’è da dire
che si fa perdonare tutto! –
- Ehi! C’è qualcuno qui? –
chiamò Camus entrando nell’atrio della seconda
casa accompagnato da Milo e Death Mask.
- Venite, venite! – gridò Aldebaran –
Siamo nel giardino nel retro! –
- Uhm… che profumino… - gongolò Ioria,
giungendo in quel momento con Micene e Marin – Stasera
grigliata per tutti… -
- Certo! Però ho fatto una cosa che non dovrà mai
giungere alle orecchie di Lady Saori – Aldebaran si
avvicinò ai compagni con aria da cospiratore – Ho
spogliato un paio di ulivi che si trovavano nel campo oltre il
villaggio…Una grigliata fatta con il legno di ulivo ha
decisamente un altro sapore… Lo so che non si potrebbe, ma
due nuovi arrivi meritano una cena come si deve, no? –
- Non cambierai mai… - sorrise Micene.
- Eccoli qui! – esclamò Milo vedendo avvicinarsi i
due ragazzi. Fabrizio non aveva ancora perso la sua aria diffidente, ma
sembrava molto meno scontroso delle ore prima – Accidenti
principessa, peccato che tu reagisca sempre male ai miei complimenti,
perché stasera sei davvero uno splendore! –
- Scusalo – sorrise Camus alla ragazza afferrando
l’amico per le spalle – Noi proviamo a tenerlo
legato, ma ogni tanto rompe il guinzaglio e ci scappa. Te lo porto via
subito! –
- Ma no, dai, Camus! Lasciami qui! –
- Solo se prometti di fare il bravo! –
- Ehi! Ciao Mur! – tuonò Al, mentre il serafico
Cavaliere dell’Ariete entrava nella stanza accompagnato da un
ragazzo dai folti capelli rossi che Ginevra non riconobbe.
- Ciao! – sorrise lui avvicinando ai due ragazzi e tendendo
loro la mano – Non ci siamo ancora conosciuti, il mio nome
è Kiki. Sono il fratello di Mur –
- Kiki! – esclamò Ginevra, sorpresa –
Accidenti, sei cresciuto! –
- Cresciuto? – le chiese il fratello.
- Beh, sì – rise quello – In effetti il
mondo mi conosce come un bambino… -
- Te lo ricordi, Fabri? Era quel bambino che stava spessissimo con
loro, quello che aveva poteri telepatici, che si teletrasportava
dappertutto… Se non ricordo male, contro Poseidone si
portava in giro l’armatura di Libra, così i cinque
potevano usarla per abbattere le colonne… -
- No, proprio non me lo ricordo… -
- Poco male – disse Kiki.
- A proposito di armatura di Libra… - borbottò
Ginevra, meditabonda – Chissà che fine ha fatto il
maestro di Sirio… Se non sbaglio era lui il Cavaliere di
Libra… -
- Sono io – sorrise Dohko, che le era accanto.
- No no, volevo dire quello che ha addestrato Sirio in Cina…
-
- Sono io –
- Non mi sono spiegata, io intendo il vecchietto sempre seduto davanti
alla cascata… -
- Sono io –
- No, un attimo… Sei tu? Tu saresti il maestro Yoda?
–
- Non mi ricordavo che la versione italiana mi avesse dato un
nome… -
- Ehm… No, in effetti no…
E’… è una storia lunga, guarda,
è inutile che ti spieghi… non ne vale proprio la
pena… -
“Che figura di merda… Per fortuna che non conosce
il maestro Yoda…”
Dohko rise divertitissimo:
- No, so perfettamente chi è Yoda - “La figura
è sempre più di merda…”
– e so che il manga e poi l’anime mi
rappresentavano così… E’ un tiro
mancino che mi ha tirato Kurumada perché abbiamo avuto una
discussione… E si è vendicato… Ma non
somigliavo a Yoda, nemmeno quando avevo le sembianze di un vecchio
–
- Le sembianze di un vecchio? Ci capisco sempre meno… -
- Non importa. E’ davvero una storia lunga, vi
verrà spiegata con calma. Sappiate solo che anagraficamente
sono molto più anziano di quanto sembro, ma che di fatto ho
la tua età –
Le fece l’occhiolino e si allontanò, raggiungendo
Mur, che poco distante chiacchierava serenamente con Camus.
- Iris… - mormorò qualcuno dietro Ginevra, che si
girò si scatto, trovandosi a pochi centimetri di distanza da
Saga, gli occhi persi nel vuoto, come se stesse ricordando qualcosa.
Sobbalzò, quando si accorse del movimento improvviso di lei
– Scusa. Ma non ho potuto fare a meno di notare il tuo
profumo – “Ma bravo Saga! Ci mancava solo
questa!” – E’ all’iris, vero?
–
- Sì – la ragazza si portò
istintivamente le mani al collo – Non ti piace? Ti
dà fastidio, per caso? –
- Oh no, assolutamente no. Vedi, accanto alla casa dove vivevo con i
miei genitori prima che ci portassero via per iniziare
l’addestramento, c’era un giardino pieno di iris,
mia mamma adorava questo fiore, ed avevano lo stesso
profumo… -
“Certo, passiamo pure alle confidenze… E
poi?” Senza nemmeno rendersene conto chinò il capo
verso il suo collo, aspirandone la fragranza. Si riscosse un attimo
dopo, percependola irrigidirsi “Ma che diavolo sto facendo?
Devo andarmene, immediatamente! Tieni giù le mani da questa
ragazza! Vai via, Saga, prima di commettere una qualche
sciocchezza!”
Si raddrizzò, imbarazzato, senza il coraggio di guardarla
negli occhi:
- Scusa – le voltò le spalle e si
allontanò, rigido, lasciandola un po’ interdetta.
Cercando di ridarsi un contegno dopo essere stata lasciata sola come
uno stoccafisso, si voltò in cerca del fratello.
E rimase a bocca aperta.
Fabrizio era accanto al barbecue, con Aldebaran e Ioria.
E stava ridendo.
Chiacchierava ridendo e scherzando allegramente con i due Cavalieri, un
bicchiere di aperitivo in una mano e una pizzetta nell’altra.
- A quanto pare – constatò Micene accanto a lei
– Tuo fratello si sta finalmente sciogliendo –
- Sembra di sì… - la ragazza era visibilmente
compiaciuta, anche se sbalordita.
- Ho visto che Saga ti ha piantato in asso. Non ho sentito cosa vi
siete detti, ma non ti preoccupare, di certo non voleva essere
scortese. Semplicemente lui è fatto così, ogni
tanto spuntano nella sua testa pensieri improvvisi, ed ha bisogno di
rimuginarci da solo. E’ il suo carattere, sono sicuro che ti
chiederà scusa quanto prima –
- Non c’è alcun problema. E’ una festa,
no? Si parla e si cambia interlocutore continuamente, non
c’è nulla di male – Ginevra
strizzò l’occhio al Cavaliere della nona casa, che
le sorrise.
- Accidenti – trillò una sconosciuta voce
femminile vicino a lei – Quello schianto sarebbe il nuovo
arrivato? Proprio niente male! –
“E questa chi è? Giù le mani dal mio
fratellino!” pensò Ginevra girandosi a
fronteggiare la sconosciuta. Si ritrovò davanti una ragazza
dall’aria vivace e sorridente, che parlava animatamente con
Marin.
- Oh, Ginevra, ti presento Shaina, Cavaliere dell’Ofiuco
–
- Ciao – sorrise quella stringendole la mano –
Marin mi ha già raccontato di te, spero che ti possa trovare
bene qui. Sembriamo tutti un po’ svitati, ma presto ti
accorgerai che lo siamo molto ma molto di più… -
- Ah bene, ci mancava solo questa… -
- Non ti preoccupare – rise Shaina – Ti sarai
già accorta che tutto qui è meno solenne di
quanto sembri ad un profano… E di quanto Kurumada si sia
divertito a descrivere… Beh, questa cena ne è la
dimostrazione! –
- Sì, in effetti da quel che ricordo io questa cosa sarebbe
stata inconcepibile! –
- Bene, io credo che andrò a fare la conoscenza del tuo
fratellino… Non ti dispiace, vero? –
- Oh beh, un po’ gelosa lo sono, ma tanto se vuole sa
benissimo difendersi da solo… -
- Perfetto! Mio! – e con un sorriso si lanciò
verso Fabrizio, a cui si fece presentare, iniziando senza alcun
problema a chiacchierare.
- Shaina è un po’ particolare –
spiegò Marin a Ginevra – ma molto meno concreta di
quanto le piaccia far credere, soprattutto per quanto riguarda le
avances che vorrebbe fare a tuo fratello –
- Non mi preoccupa. Sarei solo contenta se si levasse dalla testa
quella che lo ha appena abbandonato. Ci ha sofferto perfino troppo
–
- Immagino che non ti piacesse… -
- Sono la sorella maggiore, temo che difficilmente mi
piacerà una qualunque ragazza che stia con lui…
ma questa proprio… Mi ha sempre dato l’impressione
di essere una che voleva Fabrizio solo finché non aveva
nulla di meglio… e che da lui pretendesse solo, senza dare
mai… Sono stati insieme quasi un anno, non credo di avergli
mai visto fare qualcosa che piacesse a lui… Anche questa
vacanza ad Atene, l’ha voluta lei, a tutti i costi, anche se
Fabrizio avrebbe preferito tutt’altro… -
- Tutti a tavola! – le interruppe il possente vocione di
Aldebaran che, aiutato da Fabrizio e Ioria, stava posando sulla
tovaglia tre immensi vassoi pieni di leccornie.
- Ci conviene andare – sorrise Marin – O Aldebaran
e Death Mask moriranno di fame! –
La notte stava ormai cedendo il passo all’aurora quando alla
prima casa Mur si sollevò di scatto a sedere sul letto, gli
occhi sbarrati e fissi nel buio:
- La profezia! –
Ciao a tutti!!!
Allora signori miei, come va con i primi caldi? Io tappata tra casa e
università a studiare mi sento un po' una reclusa...
Ma questa settimana nulla potrà incrinare il mio infinito
buon umore, perchè lunedì io e il mio fidanzato
abbiamo ufficialmente comprato casa!!! :-DDD
Quindi se volete insultarmi fatelo adesso, perchè
accetterò tutto con il sorriso sulle labbra, e non
mangerò nessuno... Forse... ;-)
Prima di dimenticarmi: la canzone in questo capitolo è "Ci
penserò domani" dei Pooh.
Vabbeeeeeeeeeene, basta sproloquiare e passiamo a voi:
stantuffo:
Grazie! Sì, mi sto divertendo parecchio con questi due, io
cerco di svilupparli bene e come si deve per potervi mostrare
esattamente come sono, ma c'è da dire che spesso mi scappano
di mano e fanno quello che vogliono... ;-) E comunque io amo la tua
recensione contorta, mi piace quando mi dite cosa ne pensate (e mi gaso
esageratamente quando comprendete le mie intenzioni e capite quello che
intendo presentando una data situazione o un certo personaggio...)...
:-) Grazie ancora, a presto, bacio!
Nemeryal:
Grazie grazie!!! Che bello, sono contanta che ci sei sempre! :-) Grazie
ancora, alla prossima, un bacio!
HOPE87:
Sì, Shura non è stato molto cavaliere...
Scorbutico come pochi... :-) Beh, in effetti le intenzioni di Ginevra
non erano molto dissimili... ;-) Grazie, e crepi il lupo! Alla
prossima, un bacio!
bellissima90:
Fabri è un viaggio, arriverà tra poco... E io qui
sto già raccogliendo le scommesse su quante ore ci metterai
a rimandarmelo indietro... ;-) Grazie, a presto, bacio!
Martyx1988:
Cotta con i controfiocchi... Uhm... Io non dico niente... *me si mette
km di scotch sulla bocca per non farsi scappare spoiler* Grazie per
esserci sempre, alla prossima, bacio!
whitesary:
Grazie! Massì, dail lo sappiamo che Shurino è un
po' scorbutico... Ma è taaaaaanto carino che prima o poi gli
perdoni tutto... (e questo ovviamente vale anche per tutti gli altri...
:-)°°°) Quanto agli indizi... Tranquillla, tra
pochino svelerò parte del mistero (mica tutto, altrimenti
non mi diverto più...) ;-) Grazie ancora, a presto, bacio!
Come sempre, grazie anche a tutti quelli che continuano a leggere in
silenzio!
Ciao ciao!
roxrox
|
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Capitolo 12 *** Profezia ***
- Tu dici?
– chiese Dohko, guardando dubbioso il compagno della prima
casa. Quella mattina all’alba Mur lo aveva raggiunto e,
tiratolo giù dal letto, gli aveva esposto la sua teoria.
- E’ l’unica spiegazione possibile alla
loro presenza qui –
- Ma la profezia si riferisce ad una sola persona!
–
- Questo è quello che abbiamo sempre creduto. Ma
pensaci, in quale punto viene specificato? –
- Quindi tu credi… -
- Evocazione e controllo sono due capacità
diverse –
Dohko chiuse gli occhi, meditabondo, incrociando le braccia.
- Potresti aver ragione – disse dopo qualche
minuto di riflessione – Dobbiamo riunire tutti, e spiegare
loro la situazione –
Ginevra entrò sbadigliando in cucina.
- Buongiorno a tutti –
- Oh, bene, ti sei svegliata! – la
salutò Aldebaran, mentre Fabrizio rispondeva con un mugugno
ancora insonnolito – La colazione è pronta!
–
- Ma… ma… questa sarebbe una
colazione? – la ragazza guardava con occhi sgranati il
tavolo, ricoperto di ogni ben di Dio.
- Beh, sì, il fatto è che non sapevo
cosa vi piace, così stamattina ho preparato un po’
di tutto, per farvi assaggiare quello che so fare. The?
Caffè? Latte? Cioccolata calda? Mokacino? –
- Cioccolata calda? Wow… -
- Con la panna – precisò il fratello,
con un ghigno al di sotto dei baffi bianchi.
- Giusto! Facciamoci male già di prima mattina!
–
- Vi conviene riempirvi finchè potete –
consigliò Al – Non appena capiranno chi dei due
è colui che vi ha permesso di entrare e decideranno se deve
essere sottoposto ad allenamento, verrà messo anche a
dieta… E vi garantisco che non sarà simpatico!
–
- Dieta? – Ginevra era sbalordita – Non
se ne parla proprio! Io non mi metto a dieta! –
- E chi ha detto che sei tu quella che si deve mettere a
dieta? –
- Ah, ci risiamo con questa storia! Se fossi tu, ti
metteresti a dieta? –
- Assolutamente no! –
- Allora perché rompi e mi contraddici? Non puoi
una volta ogni tanto darmi ragione e non stressare? –
Aldebaran alzò gli occhi al cielo:
- Va bene, va bene… Ora finite la colazione e poi
andate a prepararvi, Dohko ha fatto sapere stamattina
all’alba che ci vuole tutti alla tredicesima il prima
possibile. Forse hanno trovato qualcosa… -
L’atmosfera era stranamente silenziosa
nell’immensa sala delle riunioni. In un modo o
nell’altro, tutti avevano capito che sarebbero arrivate delle
risposte, ma non potevano chiedere prima dell’arrivo della
dea.
Quando finalmente Saori fece il suo ingresso nella stanza,
saltò qualunque convenevolo, rivolgendosi direttamente al
Grande Sacerdote:
- Allora Dohko, dicci: hai qualche idea? –
- Per la verità, Milady –
iniziò lui – Preferirei che fosse Mur a esporre la
situazione, dato che forse è stato lui a trovare la
soluzione –
Ad un cenno di Saori, Mur parlò:
- Io credo, Milady, che essi siano l’oggetto della
profezia di Tiresia –
- Quella
profezia? –
- Sì, Milady –
- Ma di cosa stanno parlando? – mormorò
Milo a Camus, accanto a lui – Tu ne sai qualcosa? –
Il Cavaliere dell’Acquario si limitò a scuotere la
testa, in silenzio.
- Scusate – chiese Ioria, titubante –
Potreste spiegare anche a noi? –
- Hai ragione Ioria – rispose Mur, accingendosi a
raccontare – Ai tempi del Mito, l’indovino Tiresia
fece una profezia, probabilmente rivolta ad Atena. Da allora,
è stata tramandata da Grande Sacerdote a Grande Sacerdote,
perché non si perdesse nella notte dei tempi. Era troppo
pericoloso scriverla –
- Perché? – chiese Milo.
- Chi è questo che hanno nominato? –
chiese Fabrizio sottovoce.
- Tiresia. Era un grande profeta e veggente della mitologia
greca. Deve essere quello che ha incontrato Ulisse quando è
sceso nell’Ade… -
- Ah sì, mi ricordo, l’ho studiato in
prima superiore –
- Per due motivi: il primo era che non si poteva correre il
rischio che qualcuno la conoscesse, il secondo era che non si poteva
rischiare che, scrivendola, ci si dimenticasse di essa –
- Non ho capito… -
- Vedi Milo, se una cosa viene scritta,
c’è il pericolo che ci si affidi al fatto che
è scritta, e si finisca per non ricordarla più.
Ma questa era troppo importante, perché parla della
sconfitta di una divinità. Ecco perché non si
può rischiare che venga dimenticata –
- E’ un problema se non ci capisco nulla?
– borbottò Fabrizio alla sorella – Tu,
che li conosci meglio e te li ricordi… -
- Non sto capendo niente, esattamente come te –
- Eh, utile conoscere i Cavalieri dello Zodiaco, se poi sei
al mio livello… -
- Ma tu – stava obiettando Micene, rivolto a Mur
– Non sei e non sei mai stato Grande Sacerdote! Come
è possibile che tu la conosca? –
- Proprio per la sua importanza, non si poteva correre il
pericolo che andasse perduta a causa di una eventuale improvvisa morte
del Grande Sacerdote. Il suo compito, quindi, oltre che di custodirla,
era anche quello di rivelarla ad una seconda persona di fiducia, in
modo che in caso di morte improvvisa pensasse essa stessa ad informarne
il nuovo Grande Sacerdote. Fu Shion, il mio maestro, ad affidarmi
questo segreto –
- Questo è un grande –
sogghignò Fabrizio – Sa anche quello che non
dovrebbe sapere… Posso fare il suo allievo? –
- E’ già Kiki il suo allievo e
successore – gli rispose Ginevra.
- Peccato! –
- Ma quando sono salito io sul trono di Grecia –
disse Saga – Non mi hai mai detto nulla –
- Perdonami, Saga. La verità è che non
mi sono mai fidato di Arles. Mi dispiace –
Saga sorrise:
- Hai fatto bene. Non ti scusare –
- Prima della guerra contro Hades –
continuò il Cavaliere della prima casa – affidai
la sua custodia a Kiki. Fortunatamente, grazie alla nostra dea poi
tornammo tutti in vita, e allora assolsi il mio compito di consegnarla
nelle mani del nuovo Grande Sacerdote, Dohko –
- Va bene, abbiamo capito tutto… più o
meno – ribatté Milo – Ma si
può sapere cosa dice questa profezia, e perché
tu, Mur, sei convinto che loro ne siano l’oggetto?
–
Il Cavaliere della prima casa chiuse gli occhi, ricordando,
e iniziò a recitare con voce solenne:
Un incantesimo dischiuso
tra i petali del tempo
brilla
nell'oscurità.
Lo invoca chi
è più leggero del vento,
chi non ne ha la
facoltà.
Un incantesimo dischiuso
tra i petali del tempo
brilla
nell'oscurità.
Lo maneggia chi, per gli
abitanti dell'Olimpo,
non è che
accidentalità.
Tanto tempo fa, sotto il
cielo blu,
era un'altra la
realtà:
impeccabile regnava
l'armonia laggiù,
tra umani e
divinità.
Dai racconti del passato
tornerà
la più antica
profezia
che la strada
più nascosta indicherà
per seguir la retta via.
Il cammino ormai
è iniziato ormai,
nulla lo
interromperà
perché nel
cielo la luna non manca mai,
e il sole non si
spegnerà.
Troppa è la
potenza per coloro che combatteranno
ma il coraggio
è altrove:
i più piccoli
lumi abbatteranno
l'arrogante parente di
Giove.
Vegliate su di loro,
spiriti degli antichi eroi,
grandi del passato,
esempio di lealtà;
combattenti dei tempi del
Mito, spetta a voi
dire ora come si fa.
Il cuore si innalza, le
stelle stanno a guardare,
questo raggio di
semplicità.
Perché tutti
vogliono un mondo migliore,
ma pochi sanno
dov'è felicità.
- Oh sì – mugugnò Fabrizio
ironicamente nel silenzio che seguì le parole di Mur
– Ora è tutto moooooolto più
chiaro… -
Venne immediatamente fulminato dallo sguardo di Shura:
- Se non siete in grado di comprendere, tacete e non
disturbateci! –
- Oh scusate, somma Capretta Belante… - il
ragazzo fece un inchino esagerato – Mi sembrava di aver
capito che fosse di noi che stavate parlando… Se non
è così e vi stiamo dando tutto questo disturbo,
possiamo anche andarcene da questo posto e tornare a casa
nostra… -
- Credimi, in questo momento non c’è
notizia che mi farebbe più piacere! –
- Ma non hanno tutti i torti, Shura – si intromise
Micene – Del resto, anche io ho qualche problema a
comprendere… -
- In effetti – disse Ioria – mi vien
difficile capire come possano essere loro due l’oggetto di
questa profezia… Del resto, sentendola ho pensato ad una
persona sola –
- Chi dei due? – chiese Milo.
- Entrambi – rispose Mur – Le prime due
strofe sembrano riferirsi alla stessa persona, ma forse non
è così –
- Lo impugna chi è più leggero del
vento – recitò Camus, pensieroso – chi
non ne ha la facoltà… -
- Lo maneggia chi, per gli abitanti dell'Olimpo –
concluse Shaka - non è che accidentalità
–
- Ma questi l’hanno già imparata a
memoria? – Fabrizio era incredulo – Io ricordo a
malapena un paio di parole qua e là… -
- La seconda strofa – ragionò Dohko
– si riferisce molto probabilmente ad un mortale, colui che
non è che un soffio per gli dei immortali –
- Va bene… e la prima? – chiese
Aldebaran.
- Una donna, ovviamente! – disse Ginevra,
guadagnandosi una occhiata ammirata da parte di Mur.
- Una donna? – Death Mask era interdetto
– E da cosa l’hai deciso? –
- Beh… La donna è mobile qual piuma al
vento… - la ragazza arrossì. Temeva di aver detto
un’idiozia, e si vergognava terribilmente.
“Aiuto…”
- E questa – chiese Milo – Da dove
l’hai tirata fuori? –
- Milo, sveglia! – Death Mask era allibito
– E’ il Rigoletto! Giuseppe Verdi, opera
lirica… Ti dice niente? –
- Ma il Rigoletto – obiettò Aldebaran
– risale al secolo scorso! Questa profezia è dei
tempi del Mito! –
- Giuseppe Verdi – mormorò Dohko,
pensieroso – Conosceva Shion… -
- Davvero? – il Cavaliere dello Scorpione era
allibito.
- Un Grande Sacerdote deve saper tessere una tela di
rapporti molto fitta, per poter sempre essere in grado di controllare
la situazione… -
- E conoscere Giuseppe Verdi faceva parte di questa rete di
rapporti? –
- A quanto pare sì… -
- E tu credi – Ioria si rivolse a Mur –
che il tuo maestro avesse compreso, almeno in parte, ciò che
la profezia voleva dire e avesse affidato a Giuseppe Verdi il compito
di svelare questo pezzo del puzzle? –
- Non sarebbe poi così privo di senso…
- mormorò Camus.
- D’accordo, mi può anche star bene
questa interpretazione – disse Death Mask – ma io
continuo a non vedere il motivo per cui l’oggetto di queste
due strofe siano due persone diverse! –
- Perché fa una precisa distinzione tra invocare
e maneggiare – precisò Mur – Se fosse
stata la stessa persona, non ce ne sarebbe stato bisogno –
- In effetti – ragionò Shaka
– quando la ragazza ha scatenato quell’immenso
potere, ne ha immediatamente perso il controllo. Solo
l’intervento del fratello ha permesso di placare quella
potenza –
- Secondo te – sussurrò Ginevra a
Fabrizio – Non usa i nostri nomi perché non ci
considera nemmeno o perché non se li ricorda proprio?
–
- Io voterei per la seconda… -
- Va bene, diciamo che quello che dici tu, Mur, è
vero – accettò Ioria – Cosa vorrebbe
dire? –
- Molto probabilmente – rispose Shaka –
che questi due hanno il potere di eliminare la nostra dea –
- Noi avremmo – mormorò Ginevra
stupefatta, cercando di non scoppiare a ridere – il potere di
fare cosa? –
- Sto ritornando sulle mie idee iniziali –
sogghignò Fabrizio – riguardo la sanità
mentale di questo branco di pazzi… -
- E stavolta non ti do torto… -
- Immaginavo – commentò acidamente
Aphrodite – che questi qua ci avrebbero dato
problemi… Basta vedere come si sono presentati… -
- Farmi tutti! – esclamò la ragazza,
alzando la mano in un gesto perentorio – Adesso la piantate
di dire cazzate! La Barbie qua asserisce che noi saremmo in grado di
eliminare la signorina qui presente? –
“E ringraziate che non l’abbia chiamata
come meriterebbe…”
“Grazie”
“Saga, credevo di essere stata chiara!”
“Scusa, ma in questi momenti mi
preoccupi”
“Saga…”
“Va bene, va bene, me ne
vado…”
- Giusto per capirci – continuò
Fabrizio – Dato che si crede una divinità e ha
dodici Cavalieri d’Oro più un numero imprecisato
di altri metalli pronti a saltarci addosso e farci il culo a strisce se
anche solo alziamo un ditino, come pensate che noi possiamo minimamente
rappresentare un problema? Se non ricordo male, alla prova fisica
è stato più che evidente che a voi basta davvero
sollevare un ditino per atterrarci! –
- Casomai non te lo ricordassi –
ribatté Shaka, imperturbabile – Qui dentro tu e
tua sorella avete scatenato una potenza immensa! –
- Quindi mi stai dicendo – il tono del ragazzo era
sarcastico, e venato di una malcelata soddisfazione – che tu
e i tuoi amici qua non sareste stati in grado di fermarci, neppure con
i vostri feeeeeeeeeenomenali poteri cosmici? –
Per una volta il biondo Cavaliere della Vergine parve preso
in contropiede: era più che evidente a tutti che qualunque
risposta avesse dato gli si sarebbe ritorta contro.
- E bravo il nostro Fabrizio! – rise Death Mask
– Sei riuscito a zittire Shaka! E’
un’impresa degna di un Cavaliere d’Oro! Tanti di
noi non ce l’hanno mai fatta! –
- Possiamo tornare all’argomento principale della
riunione? – la voce di Saori mise fine a qualunque risposta
stesse per uscire dalla bocca di Shaka.
- Perdonateci, Milady – si inchinò
Dohko, contrito.
“Umpf” sbuffò Ginevra
silenziosamente “Lo preferivo quando era vecchio ed era lui a
dare gli ordini, anche alla pulzella… Adesso mi sembra un
po’ troppo zerbino per i miei gusti…”
- Stavamo dicendo – riprese la dea – che
questi due avrebbero nelle loro mani il potere di distruggermi?
–
- La profezia parla chiaro – rispose Shura.
- Oh beh, se parla chiaro per voi… -
borbottò Fabrizio, inviperito.
- Ma non hanno tutti i torti – obiettò
Milo – Noi siamo dodici Cavalieri d’Oro, e loro,
nonostante tutto, due semplici mortali privi di cosmo!
D’accordo, quando Ginevra ha dato fuori di matto ha evocato
una energia che non siamo stati in grado di contrastare, ma eravamo
anche stati colti di sorpresa! –
- E soprattutto – ribatté Shura
– immagino che nessuno di voi si sia impegnato molto per
fermarla… temevate di farle male, vero? Oh
poverina… -
- Ricominci? – ruggì la ragazza
– Vuoi un altro assaggio e ci provi tu a fermarmi?
Così vediamo se sei così figo come sembri o se
sei solo una fottuta Capretta Belante… -
- Te le cerchi, Shura… - commentò
serafico Camus.
- E poi – chiese Fabrizio, stranito –
Perché dovrebbe interessarci far fuori la vostra dea Atena?
Cosa ce ne verrebbe in tasca? Che ce frega? –
- Questo ancora non lo sappiamo – ammise Mur
– e francamente non so darvi una risposta –
- Quindi che dovremmo fare? – domandò
Milo.
- Beh, magari per prima cosa potreste mandarci a casa
– propose Ginevra – Giusto perché
così ci tenete lontani da questa signorina… -
- Ti piacerebbe, eh? – chiese Aldebaran.
- Ci hai provato – sorrise Ioria – Ma ti
è andata buca –
- Forse sarebbe il caso di tenerli separati… -
suggerì Kanon.
- Ah, ci risiamo… - mormorò la ragazza
alzando gli occhi al cielo, mentre suo fratello già
protestava:
- Scordatelo! Sono stanco di essere sballottato di qua e di
là come un sacco di patate! Da Al siamo e da Al resteremo!
Tutti e due! Sono stufo di traslochi da una casa all’altra!
Il giro turistico del posto voglio farlo senza valigie! –
- Le dodici case dello Zodiaco –
ribatté Aphrodite – Non sono una attrazione
turistica! –
- E allora non fatecele vedere tutte! –
- Chi ha detto che sei tu quello che si deve spostare?
– disse Kanon – Se tua sorella accetta,
può essere tranquillamente ospitata in qualunque altra casa
–
“E qui ti volevo…”
Sul volto della ragazza apparve un sorriso sadico:
- Va bene. Vorrà dire che tornerò a
casa tua –
- Cosa? Scordatelo –
- Mi sembrava di averti sentito dire che se avessi accettato
avrei potuto tranquillamente essere ospitata in qualunque altra
casa… - assunse un’aria innocente – Ho
capito male per caso? –
- Hai capito benissimo – rise Death Mask,
più divertito che mai – Eh, mio caro Kanon, ti sei
dato la zappa sui piedi! Ma tu – si rivolse a Ginevra
– Perché vuoi tornare alla terza casa? Lo sai che
ti renderebbe la vita impossibile? –
- E tu lo sai che io dopo diciannove anni di convivenza con
questo qui – indicò Fabrizio – sono
diventata una maestra a rendere la vita impossibile agli altri? So
essere molto più insopportabile di quanto mi abbiate vista
finora, se mi impegno la mia maturitò può
retrocedere fino alle elementari! –
- Su questo non ho alcun dubbio… -
borbottò Shura, guadagnandosi un’occhiata gelida.
- Vuoi provare? Con te mi impegnerei ancora di
più… E ti garantisco che in quei momenti non mi
augurerei al mio peggior nemico! – Shura sbuffò
sonoramente, ma la ragazza lo ignorò e si rivolse nuovamente
a Kanon – Quindi, mi vuoi a casa tua? –
- No –
- Bene, la decisione è presa. Resterò
alle seconda casa con Al –
Incrociò lo sguardo di Saga, ed ebbe
l’impressione di notare, dietro al sorriso divertito, una
traccia di delusione nei suoi occhi.
Eccomiiiiiiiiiiiiiiii!!!
Buooooooooooooooooongiorno a tutti!
Va bene, va bene, d'accordo, la poesia non è il
mio forte... E' meglio che continui a dilettarmi con la prosa...
Invoco pietà, ma ormai il canovaccio era
sistemato, e serviva una profezia... Facciamo finta che sia venuta
bene... ;-P
Prima che qualcuno mi rimproveri o mi accusi di plagio,
sì, la frase "un incantesimo dischiuso tra i petali del
tempo" è presa dalla sigla italiana dell'anime The Slayer e
no, non c'è nessun crossover, semplicemente è una
frase che mi è sempre piaciuta tantissimo, ha un che di
musicale ed armonioso che affascina da che l'ho sentita, e
così l'ho inserita nella profezia. E sì, un per
paio di versi mi sono ispirata alla canzone "Spiriti degli antichi
eroi", tratta da "Koda fratello orso" della Disney, ma anche qui nessun
crossover... :-)
Arrivata al capitolo 12, ringrazio è il momento
di ringraziare quelli che finora hanno messo "Tra i petali del tempo"
nelle preferite. Grazie dunque a: anemone333,
anzy, bellatrix18, bellissima90, darkalexandra85, deneb86, Gaara4,
giuliettavr89, Heather91, hinayuki, leyda, Martyx1988, PiccolaSere,
RedStar12, Snow Fox, Terry Alchemist 22, ti con zero e Tikal.
Ringrazio anche tutti coloro che hanno messo "Tra i petali
del tempo" nelle seguite. Grazie quindi a: anemone333, anzy, Bloody_star,
HOPE87, Martyx1988, milk92, miloxcamus, Nemeryal, Princess Missy,
stantuffo, ti con zero e whitesary.
Grazie, grazie di cuore a tutti.
Purtroppo questo per me è un periodo terribile, e
devo chiedere perdono a tutti, ma temo che per un po' non
riuscirò ad aggiornare con la solita regolarità
settimanale... ma prometto che farò di tutto per non essere
mai troppo in ritardo... farò il possibile...
Coooooooooooooomunque, passiamo ai ringraziamenti:
whitesary:
Sì, credo che Al sia stato eletto all'unanimità
Sacro Cuoco del Grande Tempio molto molto tempo fa... Io lo so che lui
è un possente guerriero, ma la verità
è che non riesco ad immaginarmelo in un modo che non sia
nella sua cucina con un grembiulino addosso (e a dirla tutta io sul
grembiulino ci vedo anche Hello Kitty...)... ;-) Grazie, a presto,
bacio!
HOPE87:
Grazie! La profezia è stata spiegata... forse... in parte...
:-P Che ne dici di questo capitolo? Un po' tirato per i capelli? Grazie
ancora, un bacio!
Gufo_Tave:
Lo ammetto, lo stacco è piaciuto poco anche a me, mi sono
accorta che non era il massimo, ma volevo assolutamente infilare quelle
due righe a fine capitolo, e prolungare ancora la perte della cena
diventava pesante e noioso (ci ho provato, e sono caduta in una marea
di clichè e ripetizioni che non mi piacevano nemmeno un
po'...). Grazie per esserci sempre, alla prossima, ciao!
stantuffo:
Grazie! Io amo ogni tipo di recensione, impegnate o meno, mi basta che
ci siate e che mi facciate sapere cosa ne pensate, io mi inchino
comunque davanti ad ognuno di voi... *inchino* Quanto a Giovanni...
Beh, dai, non tutti i personaggi possono essere belli e buoni,
altrimenti non c'è divertimento... ;-) Grazie ancora, alla
prossima, bacio!
RedStar12:
Grazie grazie! *inchino* Certo che puoi farmi i complimenti, io li
accetto senz'altro e arrossisco a mo' di pomodoro... *inchino* Ah, e
così ti si è accesa una lampadina rossa nel
cervello? Mi inqieti... chissà cosa ti frulla nelle rotelle
che girano... Io non so niente... *me si allontana fischiettando
fingendo indifferenza* ;-P Grazie per esserci sempre, a presto, un
bacio!
bellissima90:
Eccola la profezia... Sì, va bene, non mi è
venuta bene, nè il testo nè la spiegazione...
Anche i migliori hanno le loro piccole defaillance, e lungi da me
paragonarmi a loro, quindi... ;-) Grazie, alla prossima, bacio!
Nemeryal:
Non mi libererò mai di te? Yuhuuuuuuuuuu!!! Guarda che ti
prendo in parola, e pretendo la tua presenza costante! ;-) Grazie
grazie... Alla prossima, un bacio!
Ai91:
Toh, la mia diffamatrice di Mur preferita (eh sì,
perchè benchè io adori il mio caro arietino, mi
diverto da morire a leggere tutte le tue recensioni in giro...) ;-P
Allora, che dici, soddisfatta dell'invenzione? ;-) grazie, a presto,
ciao!
Martyx1988:
Attenta, che io quel "nn mancherò mai" lo prendo alla
lettera e pretendo la tua costante presenza... ;-) Comunque non ti
preoccupare, che con calma dipanerò tutti i fili che si
stanno ingarbugliando... Con mooooooolta calma, così tango
tutti un po' con il fiato sospeso... hi hi hi... Grazie, alla prossima,
un bacio!!!
Come sempre, grazie anche a tutti quelli che continuano a
leggere in silenzio!
Alla prossima, ciao ciao!
roxrox
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Capitolo 13 *** Considerazioni ***
Ginevra si
buttò sul letto ed incrociò le braccia dietro la
testa. Non appena finita la riunione era tornata alla seconda casa
insieme a Fabrizio e Aldebaran, e si era chiusa immediatamente in
camera.
Si sentiva un po’ in colpa, sapeva che avrebbe
fatto meglio a restare con suo fratello, erano entrambi abbastanza
spaventati e scossi, era più che evidente che la loro
posizione all’interno del Grande Tempio fosse notevolmente
peggiorata, e più di un Cavaliere d’Oro ora li
guardava con maggiore diffidenza, e forse avrebbero trovato sollievo
l’uno nella presenza dell’altro, dato che
probabilmente presto sarebbero stati separati, ma in quel momento aveva
solo bisogno di chiudere gli occhi e occuparsi dei propri pensieri.
Dopo il suo diverbio con Kanon, il Sinaygen era proseguito
per poco. Era stato permesso loro di restare entrambi alla casa del
Toro, anche se non sapeva per quanto, ma Lady Saori li aveva diffidati
dall’avvicinarsi alla tredicesima casa, pena
l’essere considerati nemici a tutti gli effetti. Aphrodite
aveva l’ordine di non consentire il passaggio, e lo avrebbe
eseguito con gusto.
Non che la cosa la turbasse, anzi… Era solo
contenta di non dover più avere a che fare con la damina
tutta pizzi e merletti con in mano una pala per la pizza, e certamente
meno parlava con Aphrodite e meglio stava. Se Shaka e Shura si fossero
trasferiti alla dodicesima, magari accompagnati da Kanon, sarebbe stata
davvero una meraviglia. Uhm, Kanon alla dodicesima... lasciando Saga da
solo alla terza... Non era un'idea da buttare...
“Ehi, tu, lì, dentro la mia testa!
Smettila di fare pensieri che non sono consoni! Non hai proprio
imparato nulla dal passato?”
Ma purtroppo non era andata così, e ogni
Cavaliere per il momento era rimasto a casa propria...
Peccato…
“Ancora? Non ti sembra di avere altro a cui
pensare che un paio di profondissimi occhi blu e una meraviglia di
possenti muscoli? Qui siamo nei guai fino al collo, e non è
il caso!”
Shaka aveva detto che li avrebbe
‘analizzati’ più
attentamente… Fabrizio e Ginevra non erano riusciti a capire
che cosa volesse dire, pareva che solo lui conoscesse la risposta,
sembrava che anche gli altri Cavalieri avessero le idee un
po’ confuse riguardo alle intenzioni del loro compagno. La
ragazza temeva che ne avrebbe approfittato per eliminarli, giusto per
scongiurare la minaccia, spacciandolo poi per un incidente,
“Ops, mi sono fatto prendere
dall’entusiasmo..”… Uhm…
Forse non avrebbe detto ‘ops’, non era nel suo
carattere…
C’era da ammettere che non le era piaciuto affatto
nemmeno quello che aveva visto negli occhi e
nell’atteggiamento di alcuni di loro… Dohko
poi… Per quello che le era sembrato, anche lui li aveva
già condannati.
Oh, ma andiamo!
Cosa poteva interessare a loro di far fuori quella
lì? Non era la persona più simpatica che avesse
conosciuto, d’accordo, e probabilmente le avrebbe volentieri
tosato quella ridicola capigliatura, va bene, non le sarebbe
dispiaciuto dare una pedata nel di dietro, verissimo, ma ucciderla,
farlo davvero… Non riusciva nemmeno a concepire
l’idea di eliminare veramente qualcuno…
A parte che non sarebbe mai riuscita a sopportane la
vista… Il massimo della violenza che riusciva a sopportare
era CSI in tv, ma già con alcune scene di ER aveva qualche
problema… Mai sarebbe riuscita a fare davvero male a
qualcuno… Magari anche con spargimento di sangue…
sarebbe stato scenografico, poco ma sicuro, ma l’avrebbero
trovata lì in parte a rimettere anche l’anima
dallo schifo…
Suo fratello poi! Non ce lo vedeva proprio Fabrizio a
brandire pugnali o fucili…
L’unica possibilità che avrebbero avuto
di ucciderla era sedercisi sopra e soffocarla… ma bisognava
legarla prima, o si sarebbe dimenata troppo… e imbavagliarla
perché non chiamasse tutti gli altri… No, nemmeno
così ci sarebbero riusciti, quella avrebbe cercato rinforzi
con il cosmo, e li avrebbero fermati in un attimo, dato che a quanto
pareva erano capaci di muoversi alla velocità della
luce…
Anche lì, santo Cielo! Ammesso e non concesso che
avessero voluto davvero eliminarla, e ci avessero provato, non passava
per l’anticamera del cervello di nessuno che chiunque sarebbe
stato capace di fermarli in un istante? Ne avevano due che leggevano
nella mente (e benché si fidasse abbastanza della
discrezione di Saga al di fuori delle riunioni ufficiali, non aveva
altrettanta certezza di quella di Mur…) e che si sarebbero
accorti immediatamente se avessero anche solo pensato di fare qualcosa,
e gli altri che, comunque, uno solo di loro svegliato alle tre del
mattino con la febbre a 42 ed entrambe le gambe amputate sarebbe stato
in grado di farli fuori in meno di quattro secondi… e
avevano pure la faccia tosta di dire che loro due erano pericolosi!
Sbuffò, sollevandosi a sedere.
Fabrizio sentì scrosciare l'acqua della doccia
nel bagno nella camera della sorella, che confinava con la sua.
Bene, finalmente poteva uscire da quella stanza in santa
pace! Conoscendo Ginevra, era sicuro che non avrebbe mollato il bagno
per almeno mezz’ora, e Aldebaran, comprendendo il loro
bisogno di solitudine (forse… o forse anche lui aveva paura
di loro) appena tornati dopo la riunione aveva biascicato qualcosa
riguardo un the da Mur e se l’era squagliata.
Come fu in corridoio lo raggiunse la voce di Ginevra che
cantava sotto la doccia, accompagnata dalla musica che usciva a tutto
volume dallo stereo: decisamente, non sarebbe mai stata presa ad
Amici…
Si diresse all’esterno della casa, trovando un
po’ di sollievo nella brezza insolitamente fresca e piacevole
che spirava tra le colonne del porticato d’ingresso.
Chiuse gli occhi, appoggiandosi con la schiena ad uno di
quei possenti pilastri, respirando in pace.
- Milo di Scorpio chiede ad Aldebaran del Toro il permesso
di oltrepassare la sua casa! – Fabrizio sobbalzò.
Sapeva che per attraversare ciascuna delle dodici case bisognava
chiedere il permesso al padrone, ma urlando così era troppo!
Chiuse gli occhi. Non aveva voglia di vederlo, non sapeva
cosa pensasse di loro e in quel momento nemmeno ci teneva a saperlo.
Girò velocemente attorno alla colonna, cercando di
nascondersi, senza cambiare posizione.
- Ehi, Al! Ci sei? – Milo si addentrò
nel portico, chiamando l’amico.
Il ragazzo comprese che non se la sarebbe cavata
così facilmente, e uscì allo scoperto:
- No, Al non c’è, è andato a
prendere un the da Mur –
“Chissà se la capisce che lo ha fatto
per lasciarci in pace e fa altrettanto…”
- Ehi, ciao! Oh beh, non fa niente, era con voi che volevo
parlare –
- Con voi chi? –
- Con te e tua sorella, ovviamente! –
- Se vuoi Ginevra dovrai aspettare a lungo, dubito che
uscirà molto presto dalla doccia –
- Non c’è problema, vorrà
dire che per il momento me la vedrò solo con te –
tese la mano verso l’esterno – Hai voglia di fare
due passi? –
Fabrizio si rassegnò a seguirlo. Non
l’avrebbe lasciato stare tanto facilmente. Si incamminarono
in silenzio verso il pendio, fino a che Milo non si lasciò
cadere sull’erba, poco al di sotto dell’ingresso
della seconda casa.
- Per fortuna oggi le nuvole coprono il sole, altrimenti a
quest’ora non riusciremmo a stare seduti qui senza
arrostirci! –
- Milo, cosa vuoi? – chiese lui sedendoglisi
scompostamente accanto – Hai l’incarico di
eliminarmi? –
- Eliminarti? – il Cavaliere era allibito
– Perché? –
- Per quello che è successo stamattina. Se fossi
al vostro posto farei in modo che la minaccia venga scongiurata il
prima possibile. Anche se non capisco come, in mezzo a voi, io e
Ginevra possiamo essere considerati una minaccia –
- E tu pensi che io davvero… –
- Senti, facciamo così: mi fai fuori, ma lascia
stare mia sorella: dobbiamo essere in due per usare quella cosa strana,
lei da sola non può far niente. Vi conviene, ne fate fuori
uno solo ma ci mettete fuori combattimento tutti e due –
- Allora, per prima cosa se dovessi decidere di eliminare
uno solo dei due me la prenderei con tua sorella, dato che è
lei quella in grado di evocare quella potenza, se lo facesse e ne
perdesse il controllo ci sarebbero comunque dei rischi, con te no. Ma
in ogni caso non sono qui per far fuori qualcuno solo perché
un pazzo lo ha deciso secoli fa, non mi faccio influenzare da una
idiozia simile - fu il turno di Fabrizio di guardarlo sorpreso
– Il destino può guidare la tua vita, ma non
può decidere per te. Forse il vostro destino è
quello indicato dalla profezia, ma sarà la vostra testa a
prendere tutte le decisioni –
- Tu sei diventato Cavaliere perché era il tuo
destino –
- Vero, ma quando è stato il momento ho anche
ragionato con il mio cervello, non con quello che ‘era stato
deciso per me’ – distolse lo sguardo da lui, e lo
fissò nel vuoto – Tu conosci il cartone animato,
vero? Ricordi cosa successe quando i Cavalieri di Bronzo arrivarono
alla mia casa? –
- Beh… In questi giorni ho rivisto qualcosina
guardando i dvd che ci sono a casa di Aldebaran… -
- Ah già, dimenticavo che Al ha collezionato
tutte quelle ridicolaggini… -
- Ridicolaggini? –
- No, ‘ridicolaggini’ in effetti non
è il termine esatto… Diciamo che Kurumada ha
banalizzato e romanzato un po’ troppo per i miei gusti -
- Cioè? –
- Hai visto i nostri combattimenti. Credi davvero che
abbiamo fatto anni e anni di durissimo addestramento che ci ha quasi
portati alla morte per poi combattere passando tutto il tempo a
conversare con il nemico di quanto sia bella l’amicizia o
l’amore fraterno? Balle! Ce le davamo di santa ragione, il
nostro unico intento era fare il più male possibile, meglio
se uccidere. Le uniche comunicazioni che ci scambiavamo riguardavano
pregi e difetti delle rispettive madri, al massimo un ‘Crepa,
bastardo!’ -
- Le rispettive madri, eh? Il biondino non sarà
stato contento... -
- Già... E' un po' meno patetico di quanto non
venga rappresentato da Kurumada, ma devo ammattere che con lui era
parecchio divertente, se la prendeva a morte... Se non ricordo male,
durante il combattimento con lui, mentre era a terra l'ho deriso
parlando di un certo Babbo Natale che veniva a trovarlo tutti gli
anni... in estate... Comunque… Hai visto
cos’è successo alla casa dello Scorpione?
–
- Sì… Prima hai legnato selvaggiamente
Pegasus e Sirio, poi è arrivato Cristal con Andromeda
svenuto e ti sei battuto con lui mentre gli altri andavano
avanti… Gliele stavi suonando come si deve, poi…
hai lasciato andare anche lui… Ci sono rimasto male, io
già pregustavo un altro lago di sangue… -
- Ecco, appunto – borbottò Milo
cupamente – quando parlavo di banalizzare…
C’erano in gioco cinque vite umane e questo si dispiace
perché si è perso il lago di sangue… -
- Ehi! Cosa ci devo fare se il cartone animato è
così? E poi, di che ti lamenti, facevo anche il tifo per te!
–
- Casomai non te ne fossi accorto, in quel momento io ero il
cattivo! –
- Ma che mi frega dei buoni e dei cattivi, eri decisamente
meglio di quei quattro sfigati incapaci! L’unico interessante
era già morto! –
Milo si portò una mano alla fronte:
- Oh miei dei, quanti danni ha fatto Kurumada…
Comunque, secondo te, perché l’ho fatto?
Perché li ho lasciati andare tutti? E’ stato
quello che avrei dovuto fare, in quanto destinato ad essere custode
dell’ottavo tempio? –
- Beh, in effetti no… Avresti dovuto fermarli ad
ogni costo, possibilmente uccidendoli, se necessario morendo anche
tu… -
- Esatto. Ma alla fine li ho lasciati andare –
posò gli occhi su di lui per un attimo, tornando poi a
fissare il nulla – Molti danno come spiegazione il fatto che
avessi riconosciuto in loro i veri guerrieri di Atena, oppure il
profondo legame che mi unisce con Camus, il fatto che non volessi
uccidere il suo allievo prediletto… sì, in questo
il fumetto ha ragione, non è mai esistito un Maestro dei
Ghiacci, fu Camus ad addestrare il giovane Cavaliere del
Cigno… Ma non è la verità, non tutta,
almeno. Certo, Camus non mi avrebbe ringraziato, e sì, forse
quella fanciulla ferita ai piedi della prima casa un po’ mi
aveva fatto riflettere, ma c’è anche da dire che
tutto quello che era successo tra il ferimento di Lady Saori e
l’arrivo di quei ragazzi alla mia casa erano passate meno di
otto ore, non avevo certamente avuto il tempo di capire che era lei la
mia dea. La realtà è che ero rimasto colpito da
quei cinque ragazzi, in particolare da Shun e Hyoga… Scusa,
Shun è il Cavaliere di Andromeda, Hyoga quello del Cigno.
Shun aveva perso l’adorato fratello un’ora prima,
ed ero in grado di percepire il suo cosmo, straziato, eppure era stato
pronto, di corpo e di spirito, e si era sacrificato senza remore per il
compagno sconfitto alla settima casa. Siamo un po’
più barbari di quanto il mondo creda, vero, ma siamo pur
sempre Cavalieri; ho pensato con il mio cervello e ho appurato che quei
ragazzi meritassero di andare avanti, perché forse avevano
qualcosa in più di me. E lo stesso ha fatto Al, che li ha
lasciati passare alla seconda casa: probabilmente non lo
ammetterà mai nemmeno con se stesso, ma sapeva
perfettamente, come tutti noi, a cosa sarebbe andato incontro se Arles
fosse risultato vincitore. Saremmo stati considerati dei traditori, e
come tali trattati. Ma ha deciso di correre il rischio,
perché ha usato la testa, non si è barricato
dietro il proprio destino e il proprio dovere di guardiano della casa
del Toro, come ha fatto, mi dispiace dirlo, Shaka. E’ una
questione di punti di vista, ma, per quanto mi riguarda, fino a che non
cercherete di fare gesti sconclusionati contro la mia dea, voi due
resterete i ragazzi vivaci che ho conosciuto –
Siore e siori, buongiorno a tutti!
Sappiate che mi sono nascosta benissimo, e non riuscirete a
trovarmi per vendicarvi del mio immenso, incommensurabile ed
imperdonabile ritardo!
Domando scusa a tutti, ma è davvero un periodo
terribile, gli esami si avvicinano pericolosamente, il mio relatore di
tesi dà i numeri e mi tocca stargli dietro, e non ho
più nemmeno il tempo di fare nulla, neppure scrivere
nè (me tapinaaaaaaaaaaaaaaaa) di recensire, spesso nemmeno
di leggere...
Una cosa positiva c'è, però: la
settimana sccorsa il mio angelo personale, Marco, si è
presentato con un anello e mi ha ufficialmente chiesto di sposarlo!!!
Se tutto va bene, l'autunno prossimo entrerò nel fantastico
mondo delle coppie sposate!
*momento di pausa in cui ricomincio a cantare e ballare per
la stanza come ogni volta che mi ricordo la scena...*
Ehm... ricomponendoci, so che questo capitolo è
corto e che succede davvero poco, avevo deciso di fare tutto questo
excursus psicologico per poi movimentare la scena, ma visti i tempi di
scrittura ho deciso di postarlo lo stesso, il movimento
arriverà la prossima volta... Anche se non so quando
sarà, temo che anche il prossimo capitolo si farà
attendere a lungo...
La parte su Babbo Natale che va a trovare la mamma di Hyoga
l'ho presa dalla parodia fatta su www.lamammadicrystal.com . Se non
avete mai visto quei ridoppiaggi, vi prego, fatelo, c'è
davvero da schiantare dalle risate, soprattutto la parte sul Grande
Tempio!
All'ultimo capitolo qualcuno mi aveva fatto notare che
alcune cosucce potevano non essere corrette, che andassero contro il
regolamento. Così, dopo essermelo letto tutto da cima a
fondo per l'ennesima volta (va bene, sono paranoica, ma ogni volta che
mi viene in mente qualcosa di particolare vado a controllare, giusto
per non far casini...) e non avendo trovato nulla, ho contattato
direttamente Erika e ho chiesto a lei. Mi ha detto che va tutto bene,
che non ho violato nessun regolamento nè principio di
correttezza.
Comunque, visto che oggi non fa eccezione e il tempo
continua ad essere mostruosamente poco, passo ai ringraziamenti:
HOPE87:
Eh sì, sono particolarmente patriottica... Quelle volte in
cui si chiacchiera e io mi lamento della situazione italiana,
c'è mi dice "E allora espatria", ma io non potrei mai farlo,
semplicemente adoro l'Italia (un po' meno certi Italiani... Ma non si
può aver tutto dalla vita, no?)... ;-) Grazie per esserci
sempre, alla prossima, bacio!
anzy:
Oh Cielo, un genio!!! Come siamo esagerati... Grazie! *inchino* Quale
onore, detto da te... Grazie perchè ci sei sempre e ti fai
sempre sentire, domando perdono se non ho più recensito
nulla, ma come ho già detto sono veramente piena fin sopra i
capelli! Grazie ancora, alla prossima, un bacio!
Gufo_Tave:
Ehm... Ho un po', esagerato, eh? D'accordo, sapevo che la storia di
Verdi non era troppo ortodossa, ma a me non sembrava male... Comunque,
come ho detto prima, per quanto riguarda il regolamento ho chiesto ad
Erika, e mi ha confermato che non c'è nulla di scorretto.
Quanto alla citazione di The Slayers, semplicemente è una
frase che mi è sempre piaciuta tantissimo, è...
evocativa, direi... mi affascina. E se c'è un Cavaliere che
conosce il Rigoletto, può essere solo Deathy, che
è italiano... Tutto qui. ;-P Grazie perchè ci sei
sempre, a presto, ciao!
Martyx1988:
Addirittura il Codice da Vinci... No, non sono così brava,
nè così contorta... Solo, mi piaceva l'idea di
identificare la donna in una poesia come più leggera del
vento... anche se nel Rigoletto non viene usato in modo da fare un
complimento... ma stiamo parlando di un uomo dei tempi del Mito, ho
ritenuto lecito che non avesse una visione lusinghiera delle donne...
;-) Grazie, alla prossima, un bacio!
Ai91:
Eh sì, in questo hai decisamente ragione, lo sappiamo tutti
che in queste cose Mur non è mai al proprio posto... ;-)
Sempre a fare ciò che non deve fare, sempre a conoscenza di
qualcosa che dovrebbe essergli segreto... hi hi hi... Beh, am del resto
se non fosse così tu non potresti divertirti ad insultarlo,
no? :-P Grazie, a presto, ciao!
whitesary:
Al ha
il grembiule da cucina di Hello Kitty. Ne sono sicurissima!
Sì, lo so che forse ho un po' esagerato con le mescolanze,
ma non ci sono crossover, ho semplicemente sfruttato frasi che mi
ammaliavano... (lo ammetto, la citazione di The Slayers erano anni che
sognavo di inventarmi una storia con una profezia solo per poterla
usare...) Grazie per esserci sempre, alla prossima, un bacio!
stantuffo:
Oh my God!!! Verdi con indosso l'armatura della Bilancia (ho
controllato, è nato il 10 ottobre)!!! Con quei due manici
che gli spuntano dietro la schiena!!! *me cappottata per le risate*
Quanto al nostro Saghino... io non so niente... ;-) Grazie grazie, di
tutto, a presto, un bacio!!!
RedStar12:
Grazie grazie! *me si inchina commossa per i complimenti* Per gli
sviluppi bisognerà aspettare un pochino... Non so quanto,
non li ho ancora scritti... forse nemmeno decisi... *bugia...* hi hi
hi... Grazie ancora per esserci sempre, e scusa se non riesco
più a recensire, sono in un periodaccio, anocra non so come
ho fatto a recuperare questa mezz'oretta per rispondere a tutti e
pubblicare... E sono comunque di corsissima, sperando che il mio
cervello resista ancora un pochino prima di fondere completamente...
Giurin giurello che appena sono passati questi due maledetti esami mi
rimetto in pari con tutte le recensioni che ho indietro, comprese le
tue! Parola di giovane marmotta! :-P Grazie per esserci sempre, a
presto, un bacio grosso grosso!
Nemeryal:
Eccoti di ritorno! E io che non vedendoti più temevo ormai
di averti annoiata... Sono contenta che ci sia anche tu... Grazie, alla
prossima, un bacio!
ti con zero:
Ma ciao! Appena in tempo prima della pubblicazione... ;-) Non ti
preoccupare, anche per me tra tesi e gli ultimi due esami è
un periodo terribile... Aspetto solo in grazia che arrivi
metà luglio, quando nel bene o nel male avrò un
pochino di respiro (un pochino, non molto, solo un pochino...) e
potrò dedicarmi ad attività più amene
(che so, scrivere più di tre righe per volta e ad orari
umani, leggere e recensire, dedicarmi al mio uomo che a parte la breve
parentesi della settimana scorsa ormai mi vede a rate piccole
piccole...)... Comunque, grazie di esserci ancora! A presto, bacio!!!
Come sempre, grazie anche a tutti coloro che continuano a
leggere in silenzio.
Baci baci a tutti!
roxrox
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Capitolo 14 *** Un gelato al Grande Tempio ***
Ginevra
uscì dalla camera dirigendosi in cucina. I capelli, ancora
bagnati, erano però raccolti in una stretta coda alta. La
sera prima aveva notato nel frigorifero una bottiglia di coca-cola
ancora chiusa, ed ora ne aveva una gran voglia.
Se ne riempì un bicchiere enorme e si sedette sui gradini di
ingresso alla casa, davanti al porticato, lo sguardo perso nel vuoto.
Si accorse di un movimento sulla scalinata alla sua destra. Voltandosi,
vide Saga che scendeva verso di lei.
Ecco, era arrivato il momento del giudizio. Probabilmente veniva per
dirle che ne sarebbe stato di lei e del fratello. Chissà
dov’era, a proposito…
Si avvicinava tranquillo, non sembrava teso, o preoccupato, nemmeno
soddisfatto. La ragazza non avrebbe saputo dire che sensazione le
stesse dando, solo una totale, serena tranquillità.
Non si sedette accanto a lei. Rimase in piedi, immobile, fissandola.
Ginevra ricambiò lo sguardo con aria neutra, sforzandosi di
non pensare a nulla, anche se era più che sicura che lui non
avrebbe cercato di penetrare nella sua mente senza dirglielo.
Gliel’aveva promesso, e lei si fidava.
- Tu – cominciò lui – non hai mai
visitato il Grande Tempio, vero? –
La ragazza rimase leggermente spiazzata.
- Come? –
- Avete visto solo la parte delle Case dello Zodiaco, no? Hai voglia di
vedere il resto? – sorrise leggermente – Ci sono
dei bei posti… -
- Ma… - cercò di obiettare lei, ancora confusa
– Milady ha detto che non possiamo… -
- Non potete salire alla tredicesima casa, giusto? Ma nessuno vi ha
vietato di scendere –
Ginevra si guardò intorno:
- Dov’è Fabrizio? State cercando di separarci?
–
- Credo che tuo fratello sia con Milo, l’ho visto scendere
un’ora fa, e mi ha detto che voleva parlare con almeno uno di
voi. Ci siamo accorti che avete preso un po’ troppo male la
profezia, e voleva sincerarsi che steste bene –
- Abbiamo preso… Ehi! Casomai non te ne fossi accorto,
stamattina siamo passati da “eccentrici visitatori
misteriosi” a “pazzi furiosi che potrebbero
attaccare la nostra dea da un momento all’altro”!
–
- Ecco, hai detto giusto: ‘potrebbero’. Tu hai
intenzione di farlo? –
- No… -
- E così si risolve il problema –
La ragazza si accigliò:
- Parecchi tuoi compagni la pensano diversamente –
- Beh, Shura, Kanon e Aphrodite aspettavano solo il momento giusto per
potersi rivoltare contro di voi, e Shaka è troppo preso dal
suo ascetismo per fermarsi a riflettere in modo sensato –
- Pensavo che passasse tutto il suo tempo in meditazione –
- Lo fa, ma cerca di raggiungere la perfezione, non ragiona su
ciò che gli capita attorno –
Ginevra si grattò la testa:
- Cerca di raggiungere la perfezione, ma non ragiona… Questo
concetto è un po’ troppo complicato per
me… - Saga faticò a reprimere un sorriso, e
soffocò quella vocettina interna che gli stava sussurrando
quanto fosse deliziosa con quell’espressione dubbiosa
– E invece di Dohko che mi dici? E Camus? –
- Camus non si lascia certo influenzare così facilmente,
è più probabile che si lasci condizionare da
Milo, quindi non devi preoccupartene. Quanto a Dohko… - si
fece pensieroso, e distolse lo sguardo – Purtroppo insieme
all’aspetto ha perso anche gran parte della saggezza che di
solito hanno gli anziani… -
- Ah, giusto! Qualcuno mi deve ancora spiegare come sia possibile che
io mi ricordi il maestro Yoda, ed invece mi ritrovo davanti un giovane!
–
- Se mi accompagni, te lo spiego per strada –
- Ma pensa, mai avrei detto che quella fosse tutta apparenza! E mai
avrei immaginato che potesse avere tutti quegli anni… Certo
– sorrise Ginevra, mentre mandava giù
un’altra leccata di gelato - i suoi 250 anni li dimostrava
tutti, ma… E perché questa storia non
è stata raccontata? –
- Non ancora – precisò Saga – Il fumetto
è uscito da parecchio, ed anche il cartone animato in
giapponese, ma in Italia non dovrebbe mancare molto… Forse
si è visto quest’inverno… -
- Mah, è possibile, non seguo più i cartoni
animati da qualche anno… Ehi, ma sai che questo gelato
è davvero buono? Chi l’avrebbe detto che anche il
Grande Tempio avesse una gelateria! –
- Beh, vedi, molti di noi escono raramente da qui, soprattutto i
soldati e coloro che seguono gli allenamenti delle reclute, hanno
pochissimo tempo libero, quindi questo raggruppamento è
stato fatto apposta per loro, anche se si è sviluppato
moltissimo da quando Milady si è trasferita ad Atene. Come
vedi, c’è poco, ma è sufficiente.
Già la gelateria è un lusso, voluto a tutti i
costi da Lady Saori, che non è piaciuto a molti…
-
- Già, immagino Shaka che storce il suo regale nasino
perché il gelato “non fa parte delle
tradizioni” –
- Smettila… E’ pur sempre di un Cavaliere
d’Oro che stai parlando… -
- E quindi? Voi Cavalieri d’Oro possedete il dogma
dell’Infallibilità, come il Papa? –
- No, quello no, ma ci vuole rispetto –
- Aha… Come ho già detto a tuo fratello, io il
rispetto lo do solo a chi se lo merita –
- E reputi che Shaka non se lo meriti? –
- Non con me. Da che sono qui, ha sempre e solo cercato un pretesto
adeguato per farmi la pelle! –
- Quello è Aphrodite, non Shaka –
- E non vedo perché anche lui debba avercela con me! Io ho
solo detto la verità! –
- Lo hai chiamato ‘finocchio’ –
- E non lo è?... Oh basta, non ho voglia di discutere con
te, tanto lo so che vi difendete l’un l’altro per
spirito di squadra, ma vorrei vedere cosa pensate davvero dei vostri
compagni! Sì, la tua capacità di leggere nella
mente mi farebbe davvero comodo! –
Saga a quel punto scoppiò a ridere. Dei, come era bello
sentirlo ridere…
“Ginevra! Calma immediatamente i bollenti spiriti! Impara la
lezione!”
- Sì, hai ragione, un dono come il mio con te non andrebbe
certo sprecato! –
- Che vorresti dire? – era di nuovo combattiva.
- Vuoi farmi credere che non ti metteresti ad ascoltare i pensieri di
chiunque? Curiosa come sei? –
- Io non sono così! –
- No, certo che no… Non vorresti sapere tutto di tutti, non
sei minimamente incline al pettegolezzo! –
- Per chi mi hai presa? – protestò lei,
completamente rossa.
- Per una donna –
- Questi luoghi comuni… -
- Ammetilo! –
- Mai! –
- Andiamo, stai dicendo che non vorresti conoscere ogni più
recondito segreto e pensiero di chiunque? –
- Beh, forse un pochino… -
- Solo un pochino? –
- E va bene, sì, sono curiosissima e ascolterei i pensieri
di chiunque! –
- Oh, finalmente! –
- Ma non li userei contro nessuno! Sono solo curiosa! –
- Non ho mai pensato che fossi così perfida da usare quello
che conosci contro qualcuno –
- Ci mancherebbe… - la voce le scemò rapidamente,
mentre lui le sfiorava il naso con la punta dell’indice.
Rimase ad osservare quasi incantata quel dito sporco di cioccolata, e
il leggero sorriso sul volto di Saga:
- Sei riuscita a dar da mangiare anche al naso… -
Non riuscì a rispondere nulla di coerente, persa
com’era a rimirare quelle labbra.
Le voci di due soldati in avvicinamento li fecero sobbalzare, e si
raddrizzarono di scatto, imbarazzati.
- Forse – propose Saga con voce incerta –
è meglio tornare indietro… -
- S-sicuro –
Si incamminarono, in silenzio. Il momento di serenità era
scomparso come una bolla di sapone.
“Ma bravo! Cascato in uno dei più goffi, biechi,
patetici ed involontari tentativi di seduzione della storia! Anche se
non ci credo, potrebbe essere un pericolo, e il mio compito
è proteggere la mia dea, non questa ragazza! Non sono Milo,
dannazione, dovrei essere in grado di tenere a bada i
bollori!”
“Avrò avuto una espressione da sogliola! Che
figura! E sì che dovrei saperlo cosa succede a cedere ad un
uomo! L’ho imparata tempo fa la lezione, possibile che mi
illuda ancora?”
“E adesso? Colto nel sacco in pieno imbarazzo come un
ragazzino alle prime cotte! Coraggio Saga, comportati da
uomo!”
- Senti, io… - si interruppe di colpo. Ginevra si
voltò a guardarlo, e si allarmò alla vista della
sua espressione. Era dura, concentrata, gli occhi fissi a qualcosa che
lei non poteva vedere.
- Che succede? Cosa… - ma lui sollevò di scatto
la mano, zittendola.
- Dohko! Sì, d’accordo… Ma
cosa… - era leggermente sorpreso – No,
senti… Ma… - la sorpresa si tramutò in
rabbia, e le ultime parole uscirono in un sibilo – Va
bene… - Si voltò verso la ragazza, che era
rimasta immobile, in attesa – Devo andare. Tu nasconditi in
quella macchia di alberi, ma non ti allontanare, e, soprattutto, non
muoverti da lì! Tuo fratello è al sicuro, non ti
preoccupare, ma non muoverti da lì! Verrò io a
prenderti quando sarà tutto finito! –
Scomparve prima che lei potesse anche solo aprire la bocca per
replicare. Si concesse un secondo per constatare che Saga non era in
grado di teletrasportarsi, prima di ricordare che i Cavalieri
d’Oro sapevano muoversi alla velocità della luce.
In qualche occasione. O sempre? Non ne era sicura, e in quel momento
non le importava più di tanto. Non sapeva perché,
ma gli obbedì e si sedette in mezzo ad un mucchietto di
cespugli che si trovavano poco all’interno di quella sorta di
boschetto.
Si abbracciò le gambe, cercando di non pensare
all’ansia che la stava prendendo. Non sapeva cosa stesse
succedendo, Saga non le aveva spiegato nulla, poteva solo fare delle
congetture. Se fosse stato un attacco? Ma non le era parso che ci fosse
in atto una guerra, con qualche divinità ostile…
“Casomai ti fosse sfuggito, cara mia, siete tu e tuo fratello
i pericoli adesso!”
Sperava che Fabrizio fosse veramente al sicuro; non sapeva se sarebbe
stata in grado di trovarlo, nemmeno arrivando alle dodici case, e
chissà là cosa stava succedendo…
Però doveva provarci, suo fratello poteva comunque essere in
pericolo…
- Oh, ma che bel bocconcino… - la voce improvvisa dietro il
suo orecchio la fece sobbalzare violentemente, e si lanciò
in avanti, come per sfuggirle, ritrovandosi carponi. Voltandosi di
scatto, si trovò davanti un uomo, che immaginò
essere un Cavaliere. Il suo corpo era ricoperto da quella che, se era
una corazza, era davvero strana: trasparente, sembrava inconsistente,
eterea, le ricordava il cristallo.
- Chi diavolo saresti? Che vuoi? –
- Oh, il mio nome non è un problema. Quanto a quello che
voglio… Voglio te, ovviamente, mi servi –
così dicendo le si era avvicinato, tendendo le braccia per
afferrarla.
- Scordatelo! –
Ormai la sovrastava:
- E’ inutile, bellezza, ti conviene assecondarmi…
-
- Tieni quelle luride mani lontano da me! – gli
sferrò un calcio all’inguine, non protetto dalla
armatura, riuscendo a prenderlo proprio con il malleolo. Il Cavaliere
si piegò in due per il dolore, e lei ne
approfittò per strisciare all’indietro, alzarsi e
iniziare a correre.
- Stupida sgualdrina! – la raggiunse in meno di due secondi e
la prese per un braccio, torcendoglielo dietro la schiena e
strappandole un urlo - Ora me la paghi! – sollevò
il braccio per colpirla, ma non poté muoverlo,
perché una catena si avvolse fulminea attorno al suo polso,
bloccandolo.
- Lasciala stare! – esclamò un’altra
voce proveniente dalla chioma di un albero. Sollevando lo sguardo,
Ginevra vide un altro Cavaliere, smilzo, ricoperto da
un’armatura violacea; aveva un viso giovanissimo, sembrava un
bambino. Riconobbe uno dei cinque protagonisti che
ricordava… Andromeda, forse. Sì, Andromeda.
- Ehi, ragazzino! – lo apostrofò quello che voleva
portarsela via – Fossi in te tornerei a giocare ai soldatini
e lascerei agli adulti questi giochi da grandi –
- Forse faresti meglio a non sottovalutarmi, è un errore che
hanno fatto in molti, ed è andata male a tutti! –
- Finora, forse… Cosa vuoi? –
- Sono stato chiaro, voglio che tu la lasci –
- E cosa ti fa credere che lo farò? –
- Il fatto che ora sarai impegnato a vedertela con me! – si
voltò, guardando in basso dietro di lui – Prendete
la ragazza e portatela via, a lui ci penso io –
- Sei sicuro? – chiese un’altra voce maschile dal
bosco. Il Cavaliere alzò gli occhi al cielo –
Ikki… -
- Va bene, va bene – dagli alberi uscirono altri tre
Cavalieri: uno era possente, sul viso disegnata
un’espressione ombrosa e beffarda, l’armatura che
terminava con tre code unite sulla schiena; il secondo era biondo, dai
tratti tipicamente nordici, l’armatura bianca e lucente, come
la tuta che indossava al di sotto, una macchia di luce in
quell’ambiente oscuro; l’ultimo era basso,
tarchiatello rispetto agli altri. Dovevano essere Phoenix, Cristal e
Pegasus. Però quello sull’albero aveva parlato con
un certo Ikki…
Il biondo le si avvicinò, tendendole la mano, mentre il
nemico guardava in cagnesco quello che ancora lo teneva fermo con la
catena:
- Coraggio, vieni – le disse – ti portiamo in salvo
–
Ma lei era sufficientemente scioccata da non riuscire a muoversi:
- Saga… - balbettò – Saga ha
detto… -
- Non ti preoccupare. E’ stato lui a mandarci qui per te.
Tranquilla, va tutto bene –
Lo fissava, immobile, gli occhi spalancati.
Phoenix alzò gli occhi al cielo:
- Meglio prendere in mano la situazione, o non ne verremo mai fuori
– si diresse verso di lei e con poca grazia la
sollevò, mettendosela in spalla come un sacco di patate,
mentre la ragazza iniziava ad urlare. La ignorò, voltandosi
verso il compagno:
- Mi raccomando, fratellino, ti aspetto! – detto questo
iniziò a correre, seguito a ruota dagli altri due. Ginevra
si ritrovò così sballottata, senza riuscire
nemmeno ad attutire i colpi che la spalla in movimento di
quell’orso in corsa le dava continuamente allo stomaco.
Più di una volta si ritrovò in debito di fiato
senza nemmeno riuscire a recuperare il respiro. Stupita, in un momento
di lucidità notò che il Cavaliere non era nemmeno
lievemente affannato, respirava normalmente come se fosse stato seduto
davanti alla tv.
Non seppe per quanto tempo corsero, probabilmente nemmeno troppo, ma ad
un certo punto si rese conto che stavano rallentando, fino a fermarsi
in uno spiazzo; poco distante poteva vedere le dodici case. Finalmente
venne messa giù, e i suoi piedi poterono di nuovo toccare
terra:
- Alla buon’ora! – esclamò, tenendosi il
ventre dolorante con le mani.
- Piantala con tutte queste storie! Se avessi aspettato che sua
signoria si fosse decisa a muoversi, probabilmente saremmo ancora
là –
- Ikki, smettila – intervenne il biondo – Non vedi
che è spaventata? –
- E quindi cosa dovremmo fare? – chiese polemico il terzo
– Stenderle davanti il tappeto rosso? –
- No, è sufficiente trattarla con più gentilezza
– si rivolse a lei – Il mio nome è
Hyoga, Cavaliere del Cigno. Saga ci ha mandato da te per controllare
che stessi bene e che non ti succedesse niente. A quanto pare ha fatto
bene –
- Sarebbe stato meglio se l’avessimo lasciata in mano a
quello –
- Seiya, pezzo di cretino! Se quello se la fosse portata via, ora il
nemico, chiunque sia, avrebbe un’arma in più! Ti
dimentichi della profezia di cui ci ha parlato Mur? –
- E secondo te perché Dohko ha intimato a Saga di lasciarla
lì da sola invece di portarsela appresso? Perché
almeno lei fosse portata via, così lei e suo fratello
sarebbero stati separati, e non avrebbero potuto nuocere a Lady Saori!
–
Ah, allora era quello che Dohko e Saga si erano detti! Ehi, un momento!
Dohko sperava che… Beh, almeno suo fratello era al
sicuro… Ma al sicuro da cosa?
- Che cosa è successo? – chiese lei, titubante.
- Il Santuario è stato attaccato da Cavalieri simili a
quello che ti ha aggredita, ma non sappiamo chi siano. Saga
è stato costretto a lasciarti lì e correre in
difesa di Atena, ma credeva davvero che lì, lontana dalle
dodici case, tu fossi al sicuro; ci ha mandato da te, ma era convinto
che fosse solo uno scrupolo – alzò lo sguardo
verso i templi – Credo che la battaglia sia finita. Ikki,
come va Shun? –
Ikki si concentrò un attimo:
- Ha già sconfitto il suo avversario. Tra poco ci
raggiungerà –
- Bene. Riaccompagnamola alla seconda casa, e diamo una mano agli altri
– la sollevò tra la braccia con un gesto fluido
– Ti chiedo scusa per questa mancanza di rispetto, ma
così saremo molto più veloci – non le
diede il tempo di rispondere e ricominciò a correre,
imboccando nel giro di pochi istanti la scalinata che portava alla casa
dell’Ariete.
Eccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!
Ciao a tutti!
Passato bene le vacanze?
Sì, lo so, sono in ritardissimo, non aggiorno da quasi tre
mesi, chiedo venia, ma i miei esami e la mia tesi mi hanno fatto
impazzire. Ho l'ultimo il 7 settembre, e volevo scrivere solo dopo
averlo fatto, ma c'è chi si è fatto sentire per
sapere se ero ancora viva... Inoltre Ginevra e Fabrizio mi mancavano, e
ho già davanti agli occhi almeno altri 3 capitoli...
così oggi ho deciso di prendermi il pomeriggio libero per
scrivere un po'... Anche perchè non so quando
potrò rimettermi a far nulla... ;-)
Poi, finito tutto, prometto prometto che mi metto in pari anche con le
recensioni, sono uscita dal mio esilio solo un paio di volte, ma
recupererò presto!
Bene, passerò a ringraziare tutti coloro che hanno recensito:
RedStar12:
Visto? Ho voluto farti una sorpresina, e anticipare un po' l'uscita del
capitolo. Che ne dici? Grazie ancora per gli auguri, spero che la mia
risposta ti sia arrivata, anche se un po' in ritardo, pare che qualche
volta la mail di efp faccia un po' cilecca... ;-P Diciamo che, visto
che non so quando avrò il tempo di rimettermi a scrivere, ho
voluto farti un regalino di inizio liceo... ;-) Ah, una cosa:
ARES???????? Mi fai così banale???? E' già stato
usato, mai e poi mai mi permetterei di usare le idee di qualcun altro!
;-) Quanto al qualcosa di grosso tra chi e chi... Beh, io non so niente
*me mette le mani dietro la schiena e si allontana fischiettando*...
:-P Grazie per esserci sempre, alla prossima, un bacio!
Gufo_Tave:
Sì, ogni tanto mentre guardo Saint Seiya mi viene un po' la
nausea per la noia, e mi viene da esclamare "E basta chiacchiere!
Suonatevele un po'!"... Adoro "La mamma di Crystal", tutte le volte che
guardo un episodio del Grande Tempio mi ritrovo piegata dalle risate...
meritava una citazione, prima o poi... ;-) Grazie, a presto, ciao!
Nemeryal:
Vedo che questo Milo riflessivo ha riscosso successo... e io che temevo
che risultasse un po' troppo ooc... Grazie per la tua presenza
costante, alla prossima, un bacio!
Tsukuyomi:
Benvenuta! Grazie dei mille complimenti, spero di meritarli davvero...
:-P Hai poi trovato il docente a cui chiedere la tesi? Mi raccomando,
scegli bene, perchè se ne becchi uno che non si fa mai
trovare poi ti tocca impazzire per stargli dietro...e in parte parlo
per esperienza personale... :-P Grazie ancora, a presto, ciao!
whitesary:
Grazieeeee!!!E io che credevo che "La mamma di Crystal" fosse
pressochè sconosciuto... e invece lo consce il mondo
intero... :-D Grazie di essere sempre presente, mi fa davvero piacere
leggere le tue recensioni... ;-) Grazie ancora, alla prossima, un bacio!
Martyx1988:
Grazie! Ho sempre pensato che Milo non potesse essere solo un
cascamorto, o non sarebbe mai diventato Cavaliere d'Oro, qualcosa in
più nel cuore e nel cervello dovrà pur averla!
Grazie ancora di essere sempre presente, a presto, un bacio!
stantuffo:
Cova? Chi cova? Io non so niente! ;-P I miei personaggi fanno tutto da
soli, io mi limito ad assecondarli, ma non so cosa vaghi nelle loro
teste... E nei capitoli che mi hanno già mostrato non si
vede niente di particolare... spiacente... :-)
Grazie di tutto, a presto, alla prossima, un bacio!
Come sempre, grazie anche a tutti coloro che continuano a leggere in
silenzio!
Ciao ciao a tutti!
roxrox
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Capitolo 15 *** Assassini! ***
Fabrizio
stava ancora parlando con Milo quando era scattato l’allarme.
Il Cavaliere lo aveva afferrato e trascinato all’interno dei
condotti segreti, ignorando le sue proteste.
- E che cazzo! – esclamò il ragazzo strappando il
braccio dalla stretta di Milo – Si può sapere che
stai facendo? –
- Stiamo per essere attaccati – gli rispose
l’altro, frettolosamente – Stai qui e non ti
muovere, sarai al sicuro –
- E mia sorella? Dov’è? –
- Non ti preoccupare, è con Saga, è stata portata
in salvo anche lei –
- Ma chi vi sta attaccando? –
- Non lo so! – Milo iniziava a sentirsi esasperato
– Piantala di fare domande! Te lo dirò, forse,
quando sarà tutto finito! Ora resta qui! – si
voltò e se ne andò, senza lasciargli il tempo di
parlare ancora.
Fabrizio iniziò a camminare avanti e indietro, nervoso.
Aveva una gran voglia di vedere cosa stava succedendo, era tentato
dall’idea di assistere ad una vera battaglia dei Cavalieri
dello Zodiaco… Chissà com’era sentirsi
roteare intorno tutti quei colpi spettacolari… E
chissà se i nemici stavano davvero fermi ad aspettare tutti
quei ridicoli balletti che anticipavano ogni attacco…
Non si erano addentrati di molto, era in grado di ritrovare
l’uscita. Lentamente, quasi in punta di piedi, fece il
percorso a ritroso, seguendo quei rumori che da poco aveva iniziato a
sentire. Si ritrovò ben presto all’imbocco, in
cima ad una scalinata, dietro un cespuglio, invisibile
dall’esterno. Davanti a lui si stagliava la spianata
antistante la seconda casa; parecchi Cavalieri che non aveva mai visto
combattevano contro i Cavalieri d’Oro.
Beh, c’era da dire che quelli erano tanti, ma sembravano
davvero delle mezze pippe… no, per la precisione, erano
davvero delle pippe intere: venivano sconfitti al primo colpo, e non
sembravano creare particolari problemi.
Subito davanti a lui si trovava Mur, tranquillo e pacato, pareva che
non fosse nemmeno nel mezzo di una battaglia; poco distante
combattevano Shura, Aphrodite, Death Mask e Shaka, seduto a gambe
incrociate; bella, bellissima idea starsene seduti durante un attacco
nemico… Sulla sinistra vedeva Camus, Aldebaran, Milo, Ioria
e Saga.
…Ehi, un momento! Saga??? Milo gli aveva detto che era con
sua sorella!
No, probabilmente non era Saga, ma Kanon. Sì, era certamente
Kanon, Saga non avrebbe lasciato Ginevra da sola. Strano
però, avrebbe giurato che quella fosse l’armatura
di Saga… No, lui aveva tanti difetti, ma Fabrizio aveva
appurato personalmente che fosse un gentiluomo, non l’avrebbe
mai abbandonata. Era sicuramente Kanon.
Guardò verso destra. No, cazzo, no! Quello era Kanon!
Stava combattendo schiena contro schiena con Dohko, affiancato da
Micene! Quindi Ginevra era in giro da sola, senza l’aiuto di
nessuno, chissà dove!
Magari lo avevano fatto apposta, per darla in mano ai nemici! Per
dividerli!
Doveva assolutamente trovarla, maledizione!
Non fece a tempo ad avanzare di mezzo metro che una mano lo
afferrò per una spalla e lo sbatté
all’indietro, madandolo a cadere contro il pavimento di
pietra.
- Ma che cazzo… - sbottò sollevandosi a sedere,
massaggiandosi il didietro dolorante – Shaina! Sei impazzita?
–
- Stupido che non sei altro! – esclamò lei di
rimando, osservandolo dall’alto – Cosa volevi fare?
Eh? Uscire nel bel mezzo della battaglia e farti ammazzare? –
- Dov’è mia sorella? –
- Per fortuna che Milo si è fatto venire il dubbio e mi ha
detto di venire a controllarti! –
- Dov’è mia sorella? –
- Come pensavi di sopravvivere in quella bolgia? –
- Dove stracazzo è mia sorella? –
- E smettila di urlare! Tua sorella è al sicuro! –
- Ah sì? Con Saga, per caso? Peccato che Saga sia
lì fuori a combattere! A meno che Kanon non si sia
improvvisamente sdoppiato, o che sia saltato fuori un terzo gemello!
Quell’idiota di Milo mi ha detto che Ginevra era con Saga!
Avete scoperto la clonazione o mi prendete per il culo? –
- Ehi, signorino, rispetto e linguaggio! –
- Fottiti! –
- Ora basta! – lo afferrò per le spalle e lo
sollevò come se fosse senza peso, sbattendolo contro il
muro, facendogli picchiare la testa sulla pietra – A me certe
cose non le dici, chiaro? Ho messo in riga gente molto più
forte di te, ed ho ucciso per molto meno! Ti ho detto che tua sorella
è al sicuro, e so quello che dico, quindi adesso la pianti
– si mosse appena, bloccandogli le gambe con le sue
– anche di scalciare, se non vuoi che ti tenga tranquillo con
la forza! –
Con uno scatto lo spostò dal muro e, messaglisi dietro, lo
prese per le spalle e iniziò a spingerlo in una ben precisa
direzione, infilandosi in uno dei cunicoli, senza che lui potesse in
alcun modo resisterle, nonostante i numerosi tentativi di renderle la
vita difficile.
- Smettila di dimenarti come una anguilla! –
esclamò Shaina dopo un po’, spazientita
– Non ti accorgi che non riesci a fare niente? Non ce la fai
a contrastarmi, e ti stanchi solo! –
In effetti, Fabrizio doveva ammettere di avere il fiatone e di stare
ansimando pesantemente, mentre la guerriera appariva ancora fresca come
una rosa, mentre lo guidava come e dove voleva senza la minima fatica.
- Eccoci arrivati! – soddisfatta, Shaina levò
finalmente le mani dal ragazzo, mentre entravano
nell’ennesimo slargo del cunicolo.
- Era ora! – Fabrizio se la scrollò di dosso,
voltandosi a fronteggiarla – Dove mi hai portato? –
- Sufficientemente lontano da non consentirti di raggiungere la
battaglia fino alla fine –
- E tu che ne sai di quanto dura la battaglia? –
- Non lo so. Ma so di averti fatto fare abbastanza bivii e deviazioni
che non saresti in grado di tornare indietro. E comunque, come hai
certamente notato, sono in grado di tenerti qui per tutto il tempo che
voglio, anche contro la tua volontà. Ed è
esattamente quello che farò –
Non avrebbe saputo dire da quanto tempo erano lì. Restava
seduto in terra, la schiena appoggiata al muro, le braccia incrociate,
le gambe raccolte al petto, sul viso un’espressione furiosa.
Non che non avesse provato a svignarsela, anzi, ma non era mai riuscito
nel suo intento: aveva tentato di parlarle, di ragionare con lei, di
sorprenderla con uno scatto, di strisciare via mentre era distratta, ma
niente, lo aveva sempre riacciuffato nel giro di pochi metri e
riportato al punto di partenza. Una volta lo aveva addirittura ripreso
e trascinato per un orecchio, che ora si presentava rosso e bollente.
Alla fine, rassegnatosi, si era seduto, immobile, mentre Shaina
camminava nervosamente avanti e indietro.
Improvvisamente si fermò, concentrandosi su qualcosa che
Fabrizio non percepiva. Poi si voltò verso il ragazzo, con
un mezzo sorriso:
- La battaglia è finita – gli disse –
Possiamo tornare dagli altri –
I Cavalieri di Bronzo raggiunsero velocemente la casa del Toro, dove
Hyoga depositò la ragazza nello spiazzo antistante.
- Ginevra! – la chiamò Milo avvicinandosi,
l’armatura sporca di sangue, a prima vista non suo
– Eccoti qui! –
- Stai bene? – le chiese Saga, affiancandosi al compagno.
- Non certo grazie a te! – rispose lei, rabbiosa –
Bravo! Abbandonata là, in quel boschetto
trallallà, in balia di… - si interruppe,
guardandosi intorno. Sulla pietra attorno a lei giacevano parecchi
cadaveri, che i soldati stavano man mano portando via, mentre alcuni
inservienti già si destreggiavano a pulire il sangue che
imbrattava il pavimento – Ma… sono…
morti? –
- Certo! – esclamò Aldebaran, avvicinandosi.
- Li… Li avete… uccisi? Voi? –
- E’ stato facile. Erano una manica di incapaci. Mi ci
è voluto pochissimo ad eliminarne una decina in pochi minuti
–
- Esagerato! – lo riprese Milo – A sentirti sembra
che li abbia fatti fuori tutti tu! –
- Diciamo che ne ho eliminati una buona parte –
- Bum! Guarda che quelli con le punture sono stati fatti fuori dal
grande Cavaliere dello Scorpione! –
- E quelli più maciullati sono stati vittima del possente
Cavaliere del Toro! –
- I soliti montati! – Death Mask si intromise – Non
è che io sia rimasto con le mani in mano! –
- Eccone un altro… - disse Milo alzando gli occhi al cielo
– Principessa, non credere a nessuno di loro, sono io
il… -
- NO! – l’urlo era uscito dalla bocca di Ginevra,
che stava a poco a poco indietreggiando, osservandoli con occhi
sbarrati, pieni di orrore.
- Che succede? – domandò Aldebaran scrutando i
dintorni – Ne è sopravvissuto qualcuno?
–
Milo si avvicinò di nuovo alla ragazza:
- Principessa, cosa… -
- Stammi lontano! – gridò lei – Non ti
avvicinare! –
Saga fece qualche passo avanti, tendendole rassicurante una mano:
- Stai tranquilla, va tutto… -
- No! – lo interruppe lei – Non ti azzardare
nemmeno a dirmi che va tutto bene! Voi… Voi…
siete degli assassini! –
- Assass… - mormorò Ioria – Ma no,
erano nemici, dovevamo… -
- Erano esseri umani! – l’urlo ormai era isterico,
sicuramente le bruciava la gola – E voi li avete uccisi! E
discutete su chi ne ha fatti fuori di più! Assassini!
Statemi lontani! –
- Ginevra, calmati… -
- Assassini! – la sua schiena sbatté contro la
parete di roccia. Non poteva più indietreggiare.
Saga mosse un altro passo.
- Stammi lontano! –
- Cerca di ragionare… -
- Assassino! Tante belle parole, siete solo un branco di assassini!
–
- Ma cosa sta succedendo qui? – la voce di Shaina, arrivata
con Fabrizio dalla scalinata che portava alla casa dei Gemelli,
portò l’attenzione della ragazza su di loro.
- Fabri! – lo chiamò – Vieni qui!
Subito! Allontanati da loro! –
- Ma sei impazzita? –
- Ti ho detto… – gli si avvicinò
fulminea, senza distogliere gli occhi dai Cavalieri – di
allontanarti da loro! – Lo afferrò per un braccio
e se lo trascinò dietro, tornando nella stessa posizione di
prima.
- Ma che cazzo hai? –
- Questi – gli rispose lei senza guardarlo, troppo impegnata
a controllare gli altri – sono solo un branco di pazzi
psicopatici assassini! –
- Sai che novità! Sono giorni che te lo dico! –
- No, non hai capito. Questi… questi uccidono le persone!
–
- Sì. Quindi? –
- Quindi?!? – era incredula: come era possibile che per lui
non fosse un problema? – Mi hai sentito? Sono degli
assassini! Hanno ammazzato quelli che hanno attaccato il Grande Tempio!
Li hanno uccisi tutti! –
- Hai mai visto il cartone animato? Ci hanno detto che era tutto vero,
anzi, peggio! Di cosa credevi che parlassero, della boria della
meringa? –
- Ma… ma… -
- E’ da quando siamo qui che ti dico che non dovremmo fidarci
di loro e tu ribatti di dare a tutti una possibilità! Ti
rimangi le tue parole? –
- Sì! Sono degli assassini, non intendo star qui un minuto
di più! – barcollò leggermente e si
voltò di scatto, fissando il Cavaliere dell’Ariete
– Non provarci nemmeno, Mur! Qualunque cosa tu stia facendo,
piantala immediatamente! – lui non rispose, si
limitò a chiudere gli occhi, concentrandosi maggiormente
– Non ti permetterò di usare i tuoi malefici
poteri su di me! Tu non… - la voce le scemò e
cadde a terra, perdendo conoscenza. Fabrizio la sostenne per un soffio.
- Ginevra! Che hai? – sollevò lo sguardo
– Cosa le hai fatto? –
- L’ho calmata – rispose placidamente Mur
– Era evidentemente sotto shock –
- Col cazzo che era sotto shock! A me è sembrata
lucidissima! Solo vi bruciava che avesse capito cosa siete esattamente!
–
- Noi siamo ciò che siamo sempre stati –
obiettò Kanon – e non ve lo abbiamo mai nascosto.
Sono problemi vostri se non avete voluto capire cosa comporta essere
Cavalieri di Atena –
- Va bene, ora basta così – si intromise Camus
– Portiamola a letto, adesso ha bisogno di riposare. Quando
si sveglierà decideremo il da farsi –
- C’è poco da decidere –
constatò Shura – Con mio sommo disgusto, con le
buone o con le cattive dovrà restare qui –
Ciao a tutti!!!
Vaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bene, oooooooooooooook, messaggio recepito, mai
più un capitolo sotto stress da esame, evidentemente non
è piaciuto, è stato letto da pochi e commentato
da pochissimi...
Ora che i miei esami sono finiti (e tra tre settimane mi laureo...
yuppiiiiiii!!!!!!!!) mi sono potuta dedicare al nuovo capitolo, e spero
di poter riuscire ad aggiornare più regolarmente...
E, giuro, mi metterò in pari con tutte le storie che mi sono
lasciata indietro (me tapina...) e ricomincerò a
commentare... :-P
Ok, passiamo ora ai ringraziamenti:
Tsukuyomi:
Che dire? Grazie! Il mio apprezzamento verso Shun? Nooooooooooo, che,
scherzi? Nemmeno un po'... :-P Come noti, il turbamento di Ginevra era
in arrivo, giusto il tempo di capire cosa stava succedendo... ;-)
Grazie ancora, un bacio!
Nemeryal:
Aaaaaaaaaahhhhhh! L'italiano!!! *me fugge a nascondersi dietro la
sedia* Oh miei dei, l'Italiano! Che vergogna, io che sono attenta a
ogni minima piccolezza, ben due erroracci in un capitolo... Eh, lo
stress da esame fa anche questo... Che figura... Grazie per avermelo
detto, li ho corretti subito, spero che li abbiano notati in pochi...
:-P Grazie ancora, a presto, bacio!
HOPE87:
Grazie! E se non lascio sulle spine dove sta il divertimento? Eh!
Visto? Ci ho messo un po', ma alla fine ho aggiornato... Quanto a
dividere i fratellini... credo che chi di dovere si troverà
una bella gatta da pelare... ;-) Grazie ancora, alla prossima, un bacio!
Martyx1988:
Sì, dai, in fondo anche i bronzini meritano di
fare la loro parte (alcuni, faciamo le dovute distinzioni:
l'onnipresente atque nullafacente Seyia meno degli altri, ma lui
è raccomandato e sono costretta ad utilizzarlo, altrimenti
la Meringa mi entra in sciopero... Non che mi dispiacerebbe, ma mi
serve per mandare avanti la storia...)... ;-) Grazie, a presto, un
bacio!
Come sempre, grazie anche a tutti quelli che leggono in silenzio!
Alla prossima, ciao ciao!
roxrox
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