La custode di luce

di Melek
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 3: *** Capitolo due. ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 5: *** Capitolo quattro. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La custode di luce
Prologo

Credevo nell'amore,quello eterno.
Mia madre mi aveva cresciuta con una concezione dell'amore che andava ben oltre il semplice 'voler bene ad un'altra persona'. 
Amare voleva dire completarsi,andare oltre le differenze e morire,pur di salvarlo. Mia madre era un angelo,di quelli che si vedono dei film: bella,minuta,occhi azzurri e capelli biondi,pelle bianca come il latte e una dolcezza spropositata. Per mio padre ha dato le ali,le sono state strappate per permetterle di farla vivere con mio padre,da mortale,sulla Terra. Quando ero piccola mi parlava sempre di questo sentimento così profondo quanto intenso:l'amore. Non mi aveva spiegato,però,che l'amore può far male e che a volte è impossibile. 
Si era dimenticata anche di dirmi che l'amore della nostra vita a volte vuole ucciderci. 

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Capitolo 2
*** Capitolo uno. ***


Capitolo uno.

La cosa più traumatizzante della mattina è togliersi le coperte di dosso e mettere i piedi sul pavimento ghiacciato. Appena poggiai un piede per terra sento brividi di freddo percorrermi da capo a piedi e corsi in bagno,sperando di rendere quell'agonia meno duratura possibile. Mi buttai sotto la doccia accendendo l'acqua calda e quando il vapore vinse sui brividi mi lavai velocemente. Oggi sarebbe stato un grande giorno: il mio primo giorno dell'ultimo anno alla Hight School di Seattle, essere all'ultimo anno non mi rendeva triste, anzi. Sei mesi fa persi i miei genitori in un incidente stradale, un camion non rispettò lo stop e buttò fuori strada la macchina di papà, che prese fuoco. Non volli mai vedere i loro corpi dopo l'incidente, preferii ricordarli sorridenti. 
I miei genitori erano la mia vita, mio padre era il mio eroe e condividevamo la stessa passione per la lettura, seppur in modo diverso; Lui amava i libri riflessivi, io i romantici ma dibattivamo comunque sugli scrittori o su delle trame. Con mia madre invece il rapporto era pura venerazione: lei era la persona che mi ascoltava, con la quale parlavo di tutti i dubbi o dei problemi avuti in classe, a causa dei miei compagni. Io e mia madre eravamo molto diverse, a partire dal fatto che lei era un angelo e io una comune umana. Lei era bionda con gli occhi azzurri, io ho i capelli rossi e gli occhi verdi, l'unica cosa in comune è il fisico: minuto e magro, nonostanto ingurgito qualunque cosa non ingrasso, a volte mi domando se sia un 'potere d'angelo'. Purtroppo non mi lasciò nessun superpotere a cui attingere. Uscii dalla doccia e mi avvicinai allo specchio, i capelli erano diventati lunghissimi, mia madre mi ha sempre chiesto di lasciarli crescere e ora raggiungevano il fondo schiena, li legai, visto che non ebbi il tempo materiale per asciugarli e corsi in camera per vestirmi. Tra due minuti sarebbe suonata la sveglia di Amanda, sorella di mio padre, per portarmi a scuola. Prese lei la mia custodia, si può dire che ce la metteva tutta per farmi da mamma ma essendo giovane e single passava molto tempo fuori casa a divertirsi e più che un genitore la vedevo come una sorella. 
Infilai velocemente una felpa azzurra e dei jeans e indossai le mie converse preferite, sarebbe ora di cambiarle ma son troppo comode e poi c'ero affezionata.                                                                   
Scesi in cucina e vidi Amanda seduta al tavolo,una tazza di caffè davanti e una faccia da zombie.
Mi vide e farfugliò un "buongiorno Luce" mentre sorseggiava il caffè.
"Zia muoviti che devo entrare alle 8.00!" iniziai ad agitarmi, quando era in questo stato vuol dire che aveva passato la notte prima a divertirsi e mi farà fare ritardo, il primo giorno!
"Non chiamarmi zia che mi fa sembrare vecchia,vado a vestirmi Luce dei miei occhi,non ti agitare" alzò le mani in segno di resa e salì le scale sbadigliando, 'Luce dei miei occhi' era solo uno dei tanti sfottii sul mio nome, peronalmente amavo il mio nome, era strano e gioioso, proprio come mamma.                                Scese solo quando mancava un quarto d'ora alle 8.00 e mentre salimmo in macchina mi lamentai "Quando mi comprerai una macchina tutta mia?" piugnucolai con la voce da bambina.
"Quando penserò che sarai abbastanza matura Lucetta" ribattè lei ridendo. La vera motivazione è che aveva paura, aveva sofferto molto per la perdita di suo fratello. Arrivammo quando mancavano 5 minuti,scesi dalla macchina e le feci un cenno di saluto mentre riparte sgommando, direi che ha una guida molto discutibile. 
"Luce!" urlò una voce femminile alle mie spalle, mi girai e vidi Lilian corrermi incontro. Lily era la persona che più assomiglia ad una migliore amica, lei conosceva quasi tutto di me (mamma angelo a parte,quello lo sapevamo solo io,mamma e papà). 
"Lily non urlare che attiri l'attenzione!" ribattei vedendo che alcuni studenti si sono girati spazientiti per le urla della mia amica. Mi buttà le braccia al collo 
"Scusa ma non ti sei fatta sentire per tutta l'estate!" mi sgrida soffocandomi tra le braccia
"Scusa" farfugliai allontanandomi e arrossendo, da quando i miei genitori mi avevano lasciata sola mi ero chiusa in me stessa e nel mio dolore, allontanando tutti.
"Dai entriamo o chi la sente la Rich il primo giorno!" Esclama Lily tirandomi per il braccio, "Approposito" continuò "Prima ho sentito Linda e le sue amichette che parlavano di un super belloccio nuovo,speriamo abbia detto la verità" finisce sospirando sognante, la mia amica non era una ragazza frivola, sognava solo l'amore vero con un riccone sexy. Tutt'altro discorso è per Linda, bellissima come poche e frivola come la maggior parte delle ragazze, si era concessa a tutta la scuola e non credo di esagerare. Entrammo in classe e mi sedetti ad terzo banco con Lily, continuammo a chiaccherare finchè non entrà la professoressa Rich, insegnante di matematica e super stronza di prima categoria.
"Ragazzi oggi diamo il benvenuto ad un nuovo studente" iniziò a parlare con la sua voce stridula e fece un gesto con la mano verso la porta, entrò un ragazzo biondo, altro e muscoloso, almeno così sembrava dai muscoli che scoppiavano nella maglietta. Il viso non lo vidi bene, almeno fin quando non si girò verso la classe. Iniziai a sudare, bello era troppo poco per descriverlo. Occhi di ghiaccio, talmente chiari da sembrare bianchi, naso dritto e bocca piena. Aveva un aspetto cadaverico ma pensai di poterci passare sopra. Indossava una giacca in pelle nera slacciata, maglietta nera e jeans chiari. Sentii un pizzicotto al fianco e mi giro verso Lily "Ma che fai! Mi fai male" mi lamentai scacciando la sua mano, "Finiscila di sbavare Lu" mi riprese ridendo. "Non stavo affatto sbavando,è oggettivamente bello" le rispondo girandomi di nuovo verso quel ben di Dio.
Vidi che anche lui mi fissa, alzò un sopracciglio e fece un ghigno, come se avesse sentito, 'impossibile!' mi dissi. 
"Si chiama Roth Crow e quest'ultimo anno starà con noi, va a sederti in uno di quei banchi vuoti" gli intimò la prof e il ragazzo prese posto nel banco parallelo al mio, nella fila accanto. Ci separava circa un metro e mi sentii scottare come se mi avessero gettato nel fuoco, 'Stai calma, stai calma' mi imposi sperando di non avere la faccia troppo rossa o di non iniziare a sudare come un procione. Le lezioni scorrevano veloci e cercai di non pensare al ragazzo vicino a me. Roth era davvero un nome strano. Aveva passato tutte le lezioni a fissare nel vuoto e a girarsi, di tanto in tanto. Quando suonò la campanella della fine delle lezioni mi alzai e con Lily mi diressi verso l'uscita.
Mi sentii spingere e quasi caddi a terra, "Luce ti sei fatta male?" mi chiese Lily mettendomi una mano sulla spalla. Non le risposi e mi girai per vedere chi mi aveva spinto: Roth,il ragazzo nuovo. "Hai problemi a camminare?" mi sfottè alzando un sopracciglio. La stizza vinse contro l'imbarazzo e mi sentii pervadere da una voglia matta di prenderlo a schiaffi "Scusa?!" esclamai uccidendolo con lo sguardo, "Ti scuso tranquilla" continuò, "Ti chiami davvero Luce? Che razza di nome è?" continuò ghignando.
 "Ma chi ti credi di essere?" esplosi avvicinandomi a grandi passi finchè non mi ritrovai il suo petto a 5 cm di distanza, alzai lo sguardo e misi le mani sui fianchi "Senti bello ma che problemi hai? Mi spingi e hai pure il coraggio di rompere sul mio nome? ma da dove vieni esistono le buone maniere?" sbraitai.
"In effetti no, non esistono, Piccola Lanterna" e si allontanò ghignando. Bello era bello, ma era proprio un coglione!


-
Angolo di Sabri: 
Iniziamo bene, chi non lo vorrebbe un compagno di classe così? 
Chissà cosa succederà tra i due... cuori o incendi?


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Capitolo 3
*** Capitolo due. ***


Capitolo due

Al mondo ci sono tanti tipi di persone che incontreremo: alcune ci staranno simpatiche,altre indifferenti. Altre ancora le odieremo. Mia madre non odiava nessuno,peccato che io non avessi preso da lei. Mia madre non sarebbe fiera di me,soprattutto in questo momento. Ma lasciate che vi spieghi meglio: Il mio caro nuovo compagno di classe, Roth Crow, aveva fatto presente alla professoressa di matematica che, nel compito in classe, avevo sbirciato dal foglio di Lily. Ma avevo solo sbirciato, era uno scambio di idee, giuro! Comunque, lui aveva fatto la spia ed io nell'intervallo gli avevo preso dallo zaino quegli stupendi occhiali da sole neri firmati, per guardarli ovviamente, e mi erano caduti e, come se non bastasse, inciampai proprio sui suoi Ray Ban, tre o quattro volte, finchè le lenti non si incrinarono e scheggiarono. A mia discolpa posso dire che non l'avevo fatto di proposito, ma mentirei e in quanto figlia di un angelo non posso mentire, no? 
Sta di fatto che appena l'intervallo stava per finire uscii dalla classe per non destare sospetti ed ora non sapevo se rientrare o filarmela, il mio sorriso non sarebbe passato inosservato e il mio caro amico Roth non sarà felice di vedere i suoi occhiali frantumati. 
"Luce,sei qui?" sentii la voce di Lily entrare in bagno e sembra un po' allarmata
"Si scusa stavo facendo pipì, di al prof che arrivo" 
"Non è il prof che ti cerca ma Roth, Qualcuno gli ha rotto gli occhiali e ha iniziato a dire parole irripetibili ed il tuo nome... Ho cercato di dirgli che non fai queste bambinate ma era davvero... non so, dava i brividi" 
Uscii dalla cabina e la guardai sorridendo
"Non sei stata tu vero?" chiese socchiudendo gli occhi e guardandomi con un cipiglio di rimprovero
"Ti pare?" sorrisi e le schioccai un bacio sulla guancia "Non ha nessuna prova per incolparmi" continuai ed escii dal bagno. 
Lily camminava al mio fianco e continuava a blaterare di quanto metteva i brividi, con il tono di ghiaccio come gli occhi e la postura rigida, anche io sarei spiritata se ritrovassi i miei Ray Ban ridotti ad un mucco di vetro e plastica, con tutto quello che costavano. 
Prima di entrare in classe feci un respiro profondo e mi dissi che non poteva di certo uccidermi, se l'era cercata. Mi sedetti al mio banco e notai che la prof non era ancora arrivata e Roth non mi guardava, stava disegnando. Mi sedetti e appena entrò la prof l'ascoltai, o almeno finsi, e cercai di prendere appunti. Lily mi aveva detto che era arrabbiato ma nemmeno mi guardava, che volesse vendicarsi? Mi augurai di no o la prossima volta inciamperò sulla sua macchina. 
All'ora di pranzo andai con Lily e Rebecca, una mia compagna di classe, in mensa. Oggi non mi ero portata il pranzo da casa e me ne pentii, il cibo della mensa sembra vecchio di settimane, per non dire mesi. Mi sedetti al tavolo con dei miei compagni di classe con solo una mela e dell'acqua.
"Avete visto oggi Crow? Era così sexy arrabbiato" iniziò a blaterare Katie, la secchiona della classe. 
Non era poi così bello. Ok forse si ma era troppo odioso, starebbe bene con Linda, farebbero Barbie e Ken in versione maligna. 
"Ragazzi vado prima in aula così ripasso per biologia,mi sa che oggi mi interroga" scappai con una scusa dal discorso 'chiappe di Crow' e mi diressi verso l'armadietto a prendere il libro di biologia.
Non feci in tempo ad aprire l'armadietto che mi sentii girare per un braccio e sbattere contro gli armadietti, chiusi gli occhi d'istinto. 
Credo mi verrà un livido all'altezza dei lucchetti, maledizione.
"Pensi seriamente che rompendo i miei occhiali mi sarei messo a piangere?" mi sussurrò all'orecchio una voce roca e bassa. So benissimo a chi appartiene e l'odore di Crow mi annebbiò il cervello,tabacco e menta. 
"Non sono stata io,non hai le prove" mi uscì una voce strozzata e non forte come mi aspettavo. Non era per la paura ma la sua vicinanza mi infiammò il bassoventre. 
"Non ho bisogno di prove. Sei l'unica idiota che si vendicherebbe per una verifica" mi ringhiò all'orecchio, "Tra l'altro come diavoletto fai anche un po ridere,lo concendo. Gli occhiali,davvero?" continuò ridendo e staccandosi dal mio orecchio quanto basta per guardarmi negli occhi. Erano pozzi chiari,ricordavano la nebbia ed erano freddi tanto quando una giornava invernale.
"Ti odio,mi stai sul cazzo e non hai uno straccio di prova. Lasciami prima che mi metta a urlare" iniziai a minacciarlo 
"Ti farò provare cosa vuol dire davvero odiare qualcuno,angioletto" ghignò e se ne andò non prima di stringermi ancora il braccio. La sua vicinanza mi dava calore,ma solo ora mi accorsi che non è solo colpa degli ormoni ma era prorio lui a emanare calore. Mi strinsi il braccio dove mi ha stretto e notai che era rosso, come se si fosse bruciato.
Mi ha solo stretta forte.
"Il libro l'hai preso direttamente dall'editore?" mi prense in giro Lily quando entrai in classe, in ritardo per la seconda volta.
"Scusa ma dovevo andare in bagno" cercai una scusa e aprii il libro per troncare l'argomento.
Crow non era in classe,si sarà bigiato il pomeriggio. 
Che me ne frega poi? 
All'uscita da scuola non aspettai mia zia Amanda, mi aveva detto quella mattina che dovevo farmela a piedi perchè lavorava. Mezz'ora a piedi,fantastico.
Misi la musica e mi incamminai, cercai di non pensare a quel ragazzo e non avere i brividi al ricordo della sua stretta. Era strano, non parlava con nessuno, non faceva nulla a nessuno ma con me aveva qualche problema. 
Girai l'angolo della via prima della mia via e sentii un suono stridulo, alzai lo sguardo e vidi un enorme uccello che volava in picchiata verso di me, aveva enormi ali nere e continuava a gracchiare con una voce stridula e affilata. A pochi cetimetri da me nascosi il viso tra le braccia per difendermi e aspettai di sentire il suo becco perforarmi la pelle. Tolsi le braccia quando sentii delle persone sussurrare, alzai gli occhi che stavo tenndo chiusi e vidi che non c' era nessun uccello incazzato e tutti mi guardavano strano. Corsi e mi rinchiusi in casa. Quella giornata doveva ufficialmente finire. 


-
Angolo di Sabri:
Luce sta perdendo colpi o davvero è presa di mira dai volatili? 
E i poveri occhiali di Roth? Penso che qualcuno si sia arrabbiato.. 

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Capitolo 4
*** Capitolo tre. ***


Capitolo tre.
13 ottobre 2015

Cara Mamma,
la scuola è iniziata da un mese e mi sembra un eternità. Vado d'accordo con tutti, beh...Quasi tutti. Continui a mancarmi. Sono sette mesi che non vedo il tuo volto e ho paura di dimenticarlo,di dimenticare il tuo profumo e la tua pelle di seta. Se dovesse accadere starei un po' meglio? Lo so, sono egoista a pensare questo, scusa. Salutami papà, lui come sta? ora è un angelo anche lui. Hai riavuto le ali, Mamma? stai insegnando a Papà a volare? Ultimamente non mi sto comportando bene...  Faccio scherzi da bambina dell'asilo ad un mio compagno: gli ho rotto gli occhiali, immaginando fosse il suo naso. L'altro giorno l'ho preso a parole poco carine e gli ho scassinato l'armadietto per prendergli i compiti così che ricevesse una nota. Immagino come mi guarderesti per essermi comportata così ma, Mamma, lui mi stuzzica. Non so perchè, ma tira fuori un mio lato del carattere che mi fa dubitare di essere nata da un angelo: vorrei picchiarlo, tappargli la bocca e non vedere più quello stupido ghigno che fa per deridermi. Sai cos'ha fatto settimana scorsa? ha detto davanti a tutti che sono frigida e nessuno potrebbe mai avvicinarsi a me, perchè sono acida. Per questo gli ho scassinato l'armadietto! Ok,la smetto... Ti scrivo domani Mamma, vado a fare i compiti. Ti amo. 

Rimisi il diario tra il materasso e la rete e afferrai algebra. Cara vecchia algebra, perchè esisti?  A scuola me l'ero sempre cavata bene ma son umana, e in alcune materie faccio proprio pena.
Feci i compiti e studiai due formule, tanto per far bella figura con la cara prof. Ovviamente mentre mi cimentavo nell'apprendimento messaggiai con Lily e Caroline, sua cugina. Volevamo organizzarci per andare a ballare questa sera, non ne avevo molta voglia ma sempre meglio che fare la muffa davanti alla tv. 
Ci demmo appuntamento davanti al Moon, un pub a due isolati da casa mia. 
Feci un pisolino mentre aspettavo l'ora di cena.
Dopo aver preparato la cena per me e Amanda andai a farmi una doccia. L'acqua mi sciolse i muscoli induriti dall'ansia, ultimamente ero sempre sull'attenti. Non so proprio spiegarmene il motivo, mi sentivo osservata ma dubitavo che un serial killer si sarebbe interessato ad una come me. Ero solo stressata, mi ripetevo mentre tornavo a casa da scuola con l'ansia di camminare sola.
Dopo la doccia andai in camera e mi misi dei jeans aderenti, una camicetta bianca semi trasparente da mettere nei jeans e un paio di stivaletti con il tacco neri. Lasciai i capelli sciolti e risaltai gli occhi con un po' di matita e mascara, non ero una ragazza che si truccava molto anche perchè non ne avevo motivo. Presi il giubbottino in pelle nera e scendo.
"Ciao amanda io vado!" urlai, dal salottino con la tv ad alto volume e sento sentii un lontano "Stai attenta!".
Le strade erano buie, alle 21.00 il sole era tramontato da un pezzo e mi imposi mentalmente di camminare e stare calma. Mi strinsi nel giubbotto quando sentii un rumore provenire dall'altro lato della strada e andai più veloce. Arrivata all'incrocio del pub vidi un senzatetto seduto per terra,contro il muro di un palazzo ma non era lui ad attirare la mia attenzione. Aveva un bambino che pendeva dalla sua spalla, sembrava accasciato su di essa con le gambe a penzolare dietro la schiena dell'uomo e le braccia sul petto. Mi accorsi subito che non era un bambino normale, aveva i tratti deformati, che al buio non riuscii a scorgere, ed era di un colorito grigiastro, come i cadaveri. Stava sussurrando qualcosa all'orecchio dell'uomo. Mi ero immobilizzata a qualche metro di distanza, non vedevo quegli esseri da anni. Mamma mi aveva donato una collanina per scacciarli, alzai le mani sul collo per toccare l'amuleto ma non lo trovai. Andai nel panico: dov'era il mio amuleto? Corsi via quando il bambino alzò lo sguardo verso di me e mi sorrise, era un sorriso spettrale, quasi animalesco. Tornai indietro, aprii la porta di corsa e dissi ad Amanda che non stavo bene. Corsi in camera e chiusi la porta con il cuore a mille. Se non trovavo la collana dovevo vedere quegli esseri tutti i giorni, non me l'ero mai tolta, dannazione! Quella stessa mattina non li vedevo, quando l'avevo persa? 
Scrissi un messaggio a Lily e mi scusai dicendole che stavo male. Cercai quella collana dappertutto: in bagno, nella doccia, in camera, nel letto. Nulla, era sparita. Mi addormentai alle 4.30 del mattino e quando suonò la sveglia mi rifiutai di alzarmi, non per il sonno ma per la paura. Se sarei uscita di casa mi aspettava un mondo differente da quello a cui ero abituata. Un mondo fatto di bambini mostruosi che mi guardavano. Mi raggomitolai nel letto e pregai di ritrovare al più presto quella dannata collana. Non mi accorsi però, che la finestra era stata aperta tutto il giorno e non ero stata io ad aprirla. 

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Capitolo 5
*** Capitolo quattro. ***


Dal capitolo precedente:

Cercai quella collana dappertutto: in bagno, nella doccia, in camera, nel letto. Nulla, era sparita. Mi addormentai alle 4.30 del mattino e quando suonò la sveglia mi rifiutai di alzarmi, non per il sonno ma per la paura. Se sarei uscita di casa mi aspettava un mondo differente da quello a cui ero abituata. Un mondo fatto di bambini mostruosi che mi guardavano. Mi raggomitolai nel letto e pregai di ritrovare al più presto quella dannata collana. Non mi accorsi però, che la finestra era stata aperta tutto il giorno e non ero stata io ad aprirla. 

Capitolo quattro. 

Quella sera non dormii, ne i giorni a seguire andai a scuola. Mettere la testa fuori di casa era assolutamente da escludere, avrei visto quei bambini deformi, mi avrebbero guardata, mi avrebbero sussurrato parole incomprensibili e io non volevo sentire. Cercai quella collana per una settimana, finchè la scusa della febbre non incominciò ad insospettire Amanda.
"Luce è successo qualcosa con qualche tuo compagno? Non ti sei preparata per un compito? Puoi dirmelo, non esci da una settimana, sembri così stanca..."
"No Amanda tranquilla, ho avuto qualche linea di febbre, ora sto bene. Domani torno a scuola" 
Chiusi la porta senza sentire la risposta e mi ributtai sul letto nascondendo la testa sotto al cuscino, la collana era sparita e con essa la mia tranquillità. Dovevo ritrovarla.

Il giorno dopo mi svegliai alle 5.00, feci la doccia e mi preparai lentamente, con la speranza che quel dannato ciondolo ricomparisse prima di dover andare a scuola. Trovai Amanda intenta a farmi i pancake, la mia colazione preferita.
"Ciao Amanda, mi accompagni tu?" le chiesi prendendo un pancake con le mani e morsicchiandolo
"Mi spiace Tesoro, sta mattina devo scappare. Non faccio in tempo" 
"Ah... ok..."
"C'è qualche problema?" si stava preoccupando
"No no assolutamente, non volevo camminare e basta" cercai una scusa patetica cercando di ingoiare quel morso che sembrava fatto di piombo
"Muovi le chiappe!" mi derise e con un bacio volante uscì di casa.

Posso farcela, non guardare nessuno. Continuavo a ripetermi quella frase come un mantra mentre camminavo per le strade. Vedevo persone camminare tranquille, senza quei cosi addosso, ed altre con. Tutti quegli esseri mi osservavano, chi sorrideva in modo abominevole, chi mostrava i denti. Più camminavo i più sentivo di impazzire.
 Non sono reali, continuavo a ripetermi. Arrivai a scuola e senza aspettare Lily corsi alla prima lezione, matematica.
"Luce sembra che hai visto un fantasma!" rise Lily mentre mi faceva posto togliendo lo zaino, era entrata prima di me.
Mi sforzai di ridere e mi sedetti rigida.
"Guarda chi si rivede, pensavo quasi fossi morta, ero preoccupato" 
mi girai verso quell'insopportabile voce e gli risposi con un elegante gesto della mano, potete immaginare quale.
"Come siamo raffinate, hai perso la lingua ora?" continuò imperterrito e io dal mio canto lo ignorai.
La lezione andò liscia, evitando le battute che ogni tanto mi lanciava Roth o le palline che mi tirava tra i capelli, dovevo stare calma, mi ripetevo, l'omicidio è un reato penale. Raggiunsi il culmine quando alla lezione di arte il professore aveva attaccato al petto uno di quei cosi, deformato, con la testa fracassata che gli sussurrava all'orecchio.
Iniziai a sudare, non esistono.
Più cercavo di non pensarci, più tremavo.
"Luce? Luce!" qualcuno mi pizzicò un braccio e mi girai verso Lily
"Cosa c'è?" avevo la voce stridula
"Luce sembri terrorizzata,stai bene?" aveva gli occhi preoccupati e mi accarezzava il braccio in modo fraterno, per tranquillizzarmi 
"Non vedi nulla di strano nel professore?" mi accertai, come se lei potesse capirmi
"E' solo un po' più brusco del solito" rispose con tranquillità, sorridendo 
"Signorina White ha qualche problema?" mi sgridò con voce nasale il professore, mi girai verso di lui per inventare una scusa e mi paralizzai vedendo il bambino che si era girato verso di me, ora mi guardava trafiggendomi. Iniziai a sentire brividi di paura
"Professore Luce non si sente bene, la porto fuori" si intromise Roth e senza aspettare reazioni mi prese il polso e mi trascinò fuori dalla classe, fino ai bagno delle ragazze.
"Lasciami!" mi riscossi quando mi spruzzò un po' d'acqua in faccia
"Si può sapere che ti prende?" mi trafisse con lo sguardo e sogghignò, non gli risposi e lui continuò "Hai perso la lingua?... o forse altro?" scoppiò a ridere.
Lui come faceva a saperlo?
"E tu che cazzo ne sai? Ridammela!" esplosi avvicinandomi e prendendogli a pugni il petto, lo so che non poteva essere stato lui, come sarebbe entrato in casa mia? Ma ero così incazzata.
Mi prese senza difficoltà le mani e mi spinse contro i lavandini
"Sai..." mi sussurrò all'orecchio "Ho solo ripreso ciò che mi apparteneva" mi baciò appena sotto l'orecchio e se ne andò. 
Fingeva di sapere di cosa parlavo, non sapeva nemmeno dove abitavo. Stavo impazzendo, o il pazzo era lui. Forse lo eravamo tutti. 


Scusate il ritardo... Ho ascoltato i vostri consigli sulla scrittura, fatemi sapere !
Chi starà impazzendo? ahaha














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