Road trip

di ilpiercingdiluke
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***



Capitolo 1
*** I ***




Road Trip




Sono le otto di mattina di un giorno di fine Maggio e Jo Margolis, con i suoi adorati occhiali da sole e uno zaino più alto di lei sulle spalle, si sente libera.

Ha da poco compiuto diciannove anni e sente di aver passato la maggior parte di essi a spiegare che sì, è di origini greche e no, il suo nome non si pronuncia Màrgolis ma Margòlis. È così emozionata che le fremono anche le dita dei piedi: sta per realizzare il sogno della sua vita e, anche in quest’occasione, Leah ovviamente è in ritardo. La conosce così bene che sa già che quando arriverà darà la colpa al traffico o ad altre stronzate simili, mentre in realtà è uscita di casa in ritardo semplicemente perché è Leah e la puntualità proprio non sa cosa sia.

Leah Norris, oltre che ritardataria, è fin troppo scorbutica. La mattina, se l'orologio non supera le undici e mezza, il massimo che puoi pretendere da lei è un mugugno infastidito. Ha ventun'anni e i capelli rossi per l'ennesima tinta comprata al supermercato sotto casa “perché è in offerta e quindi non posso non provarla”. Il suo colore naturale, neanche se lo ricorda più. Gli occhi, di un marrone intenso, sono grandi e coperti da dei di Rayban che le coprono le occhiaie perenne. Indossa degli shorts di jeans, un paio di Dr Martens nere e una maglia di suo fratello comprata anni fa in un baracchino di un qualche concerto. Si chiude la porta di casa alle spalle, Leah, e sorride. Lei e Jo stanno per iniziare il loro viaggio, quel viaggio, quello che sognano da quando erano solo due mocciose di sette e nove anni e quello per cui hanno risparmiato una vita.
Arriva con dieci splendidi minuti di ritardo, come quelli delle star, all'angolo della via dove una Jo dall'espressione rassegnata la sta aspettando. Pochi secondi dopo quest'ultima sale sul furgoncino: sul suo viso adesso, c'è spazio solo per un grande sorriso che Leah non può fare a meno di ricambiare.
Quella è la loro estate.

Due ore e almeno dieci sigarette a testa dopo, Jo e Leah fanno la prima pausa. Si sentono bene, invincibili e belle, mentre fanno la prima benzina del viaggio, un'intera estate davanti a loro e il sole che già luccica lì appena fuori Edmonton -loro città natale- figuriamoci a Los Angeles. Jo vorrebbe comprare da mangiare, ma poi si ricorda di quello stronzo di Brandon -il suo ex da esattamente dodici ore- e alla fine torna al furgone con in mano una stecca di sigarette e una bottiglia di vodka. Leah l'accoglie con un sorriso raggiante, mentre parla al telefono con sua madre dicendole che no, non si sono ancora perse e poi comunque fanculo, c'è google maps. Jo si mette alla guida, sostituendo Leah e ignorando i commenti dell'amica sulle sue discutibili capacità di autista.
Il loro meraviglioso furgoncino azzurro torna a sfrecciare sulle strade, mentre Leah passa dal fotografare qualsiasi cosa le capiti davanti al naso al rollarsi una canna che, pochi minuti dopo, divide equamente con la sua migliore amica. La radio passa "smells like teen spirit" dei Nirvana, e loro scoppiano a ridere senza vergogna, perché tutto sembra così giusto, così perfetto che se non avessero un po' di paura direbbero quasi che sono felici, felici per davvero. Dopo un'ennesima sosta perché "cazzo Jo ho la vescica che mi esplode" questa volta lo comprano per davvero, da mangiare. Il loro pranzo consiste in un pacchetto di patatine maxi a testa, dei salatini strani a forma di animale di cui Jo si è innamorata all'istante, due hotdog caldi e almeno dieci pacchetti di caramelle che ufficialmente dovrebbero durare tutto il viaggio.
Jo è pienamente soddisfatta della spesa mentre, ripreso il suo posto di passeggero rolla la seconda canna della giornata, il sole che l'acceca e la lingua incastrata tra i denti.
«Forse dovremmo farcela durare un po' di più, l'erba.- Mormora pensierosa mentre fa il primo tiro. -Insomma, non finirla tutta subito.» Spiega, dopo aver ricevuto un'occhiata interrogativa da parte di Leah.
«Naah, non penso. Incontreremo sicuramente qualcuno che ce ne offrirà un po'.- Leah scuote la testa mentre supera una fila di macchine. -Magari qualcuno di carino e divertente.-»Aggiunge poi, maliziosa.
«Leah, mi sono lasciata con Brandon solo ieri sera! Non sono cosi troia!» Esclama Jo, un sorriso sghembo che non riesce a coprire l'espressione di dolore che le si forma nel nominare Brandon.
«Oh, non permetterò a quel coglione di rovinare questa vacanza anche ora che non state più insieme!» Esclama la rossa ghignando appena.
«Ci fermiamo a dormire da qualche parte?» cambia discorso l'amica dopo essersi stiracchiata sul sedile del passeggero, voltandosi verso quelli posteriori per cercare i biscotti al cioccolato.
«Jo siamo partite all'avventura! -Esclama indignata Leah- Dobbiamo dormire in auto, mangiare in auto, scoccare docce in qualche motel per strada e rimettersi in viaggio.»
«Dove pensi che entreremo?» domanda Jo divertita dalla convinzione della sua amica.
«Vedi? -Leah le punta l'indice secco contro- Ti lamenti sempre di essere troppo bassa, adesso ne trarremo un vantaggio!» Le fa un occhiolino lei.
Jo fissa il suo cellulare, posto nel cassetto sotto la radio con lo schermo rivolto verso il basso. Allunga la mano per poi subito ritirarla, Leah sbuffa sonoramente.
«Accendilo e basta!» grida innervosita la rossa.
«Non è facile come credi! Se mia madre ha chiamato e ha scoperto qualcosa sono nella merda» risponde lei, passandosi più volte le mani nei folti capelli biondi.
«Se ha chiamato vedremo di inventarci una scusa plausibile.- dice la sua amica, cercando di tranquillizzarla con un tono di voce rilassato. -E non finirti le patatine stronza, passamele»
«È inutile che fai la figa, Lee. Ti ricordo che sono io ad aver avuto l'idea e ci sono volute due settimane per convincerti.» Ghigna divertita Jo mentre porge il sacchetto di patatine alla sua migliore amica.
«Bè alla fine mi sono convinta, no?» Borbotta in risposta Leah, troppo orgogliosa per ammettere che si, la sua amica ha ragione.
 
«Dai, Lee, muovi quel culo! Ti giuro che non c’è nessuno quassù!» Jo si sporge per l’ennesima volta dalla finestra, incontrando gli occhioni un po’ impauriti della sua migliore amica; alla fine però Leah, convinta dalle parole rassicuranti della bionda e dal bisogno che i suoi capelli hanno di una doccia, si arrampica lungo il cornicione, aiutata da Jo, ed entra finalmente nella stanza.
Qualche minuto prima hanno parcheggiato accanto ad un motel, proseguendo a fari spenti nella speranza di farsi notare il meno possibile; hanno poi studiato quale delle stanze che davano sulla strada fosse la più accessibile a due ragazze poco inclini ai gesti atletici. Alla fine, ne hanno individuata una al primo piano, l’unica con le luci spente, segno inequivocabile che i proprietari o sono fuori, o stanno dormendo; Jo è stata la prima ad avventurarsi, l’espressione seria del viso che si è un po’ rilassata nel constatare che la camera scelta è effettivamente vuota. Quando accendono la luce, scorgono subito elementi che indicano quanto la camera sia solo momentaneamente vuota; quattro zaini simili ai loro sono posati in modo scomposto per terra, una maglietta maschile è buttata sul letto e ovunque ci sono fogli, bottiglie vuote di birra e accendini sparsi. Jo e Leah si guardano velocemente negli occhi, pronte a mettere in atto il piano che hanno progettato qualche minuto prima nell’abitacolo buio del loro furgoncino; non sanno quanto tempo hanno prima che gli inquilini della camera ritornino, perciò non possono perdere tempo. Appoggiano per terra la borsa in cui hanno infilato alla rinfusa i vestiti di ricambio e, con una velocità che non gli appartiene solitamente, si spogliano completamente, sparpagliando gli indumenti sul pavimento della camera; si infilano insieme in doccia, gioendo nel constatare che all’interno di essa c’è tutto l’occorrente per lavarsi come si deve.
Sono amiche da fin troppo tempo per imbarazzarsi nel vedere i loro corpi nudi ma anzi, passano il tempo a prendersi in giro per questo o quel difetto fisico che una delle due ha e a complimentarsi per i loro culi che, diciamocelo, sono una favola. Il bagno è ormai avvolto in un’unica nuvola di vapore quando finalmente escono dalla doccia e Leah deve muoversi a tentoni per trovare gli asciugamani che è sicura di aver visto da qualche parte vicino al lavandino; alla fine riesce nell’impresa, e avvolge il suo corpo magro in un asciugamano striminzito, mentre Jo fa lo stesso, strizzando i lunghi capelli biondi nella doccia.
Mentre è ancora impegnata a cercare di togliere i residui di trucco spalmato sulle sue guance, Leah caccia un urlo assordante, richiamando completamente la sua attenzione e facendola accorrere nella stanza.
«Guarda cosa ho trovato, Jo, e prova a dirmi che non sono la migliore amica migliore del mondo» L’espressione sul viso di Leah è impagabile, quel ghigno soddisfatto che si spiega solo grazie alla birra che tiene nella mano destra e il sacchettino pieno di erba che si trova invece nella sua mano sinistra.
Jo si lascia andare ad un gridolino entusiasta mentre, battendo le mani come una bambina piccola, saltella verso il borsone dove sono riuscite a infilare anche un paio di filtrini e delle cartine perché “non si sa mai!” . Leah si siede per terra, la testa bagnata appoggiata al muro e la birra appena stappata che si scontra subito contro le sue labbra; Jo la imita, l’asciugamano che si fa ancora più piccolo adesso che è seduta, lasciando scoperte le sue gambe chilometriche, e inizia a girare con gesti esperti e veloci una canna. Afferra un accendino dalla scrivania e la accende, un sorriso rilassata che le illumina il volto e le labbra screpolate che avvolgono la paglia in modo familiare; dopo il primo tiro la passa a Leah, rubandole in cambio la birra dalle mani.
È una Heineken, e lei odia la Heineken, ma quella sera le piace un po’ di più, il sapore sgradevole migliorato dalla consapevolezza di essere in una stanza di un motel di chissà chi, dopo aver fatto una doccia nel loro bagno, essersi accese una canna con la loro erba e aver bevuto la loro birra. Sono immerse in una nuvole di fumo, delle espressioni serene stampate sul volto e mille congetture su chi potrebbero essere i proprietari della stanza quando la porta della camera si apre, risolvendo loro ogni dubbio.
Il primo ad entrare è un ragazzo pallido, con dei capelli verde fluo di cui le due si innamorano all’istante, che si accorge prima dell’odore di fumo che invade la stanza e solo secondariamente delle due ragazze stravaccate sul loro pavimento, mezze nude e totalmente tranquille. Il secondo, invece, è biondo, un paio di occhi azzurri notevoli ed una statura fuori dal normale che fa ridacchiare Jo, che a malapena raggiunge il metro e sessanta; lui, al contrario dell’amico, si accorge immediatamente delle due e punta i suoi occhi chiari sul viso di Jo e poi sulle sue gambe, mettendola vagamente in soggezione, cosa davvero più unica che rara. Gli altri due entrano insieme, lo spettro di una risata ancora sul volto e le espressioni che si fanno incuriosite quando si accorgono della presenza delle due ragazze.
«Chi cazzo siete? E che cazzo ci fate nella nostra stanza?» A parlare è, ovviamente, il biondino dall’aria incazzata, e Jo si ritrova a roteare gli occhi con aria annoiata mentre si alza velocemente, imitata da una Leah particolarmente imbambolata dopo aver visto entrare uno dei quattro.
«Stai tranquillo, belloccio. Ce ne andiamo subito.» Sibila Jo, ancora più infastidita dagli occhi azzurri del biondino che non si distolgono nemmeno un momento dalle sue cazzo di gambe. A lei piace essere guardata dai ragazzi, dio, praticamente vivono per quello, lei e Leah, ma il modo in cui la sta guardando questo tipo è davvero troppo insistente, e le fa venire voglia di rifilargli uno schiaffo esemplare.
«Oppure potreste risedervi e spiegarci chi siete e come mai siete finite nella nostra stanza.» L’espressione di Jo si addolcisce, nel sentire le parole pronunciate in tutta tranquillità da uno degli ultimi due ad essere entrato nella stanza; ha un viso che esprime così tanta serenità che Jo si ritrova addirittura a sorridere. Leah, dal canto suo, lo guarda con uno stupore incredibile, gli occhioni spalancati e il sorriso che si fa malizioso quando lo scopre a guardarla.
«Sì, non ascoltate Luke. A volte si scorda cosa sia l’educazione.» È il moro dai tratti orientali adesso a parlare; lui, avvicinatosi a Jo, le ruba velocemente la canna dalle mani e ne aspira un lungo tiro, sedendosi sul letto.
«Potete vestirvi, se volete. Non che a noi dispiaccia, intendiamoci..» Ribadisce il tipo dall’aria pacifica, riservando una lunga occhiata di apprezzamento a Leah, mentre il ragazzo dai capelli verdi si presenta con un «Piacere, Michael!» allegro. Jo annuisce con forza, mettendosi alla ricerca dell’intimo che ha lasciato sparpagliato sul pavimento, mentre Leah si lancia in una conversazione appassionata con Michael sul colore di capelli del ragazzo; la bionda sta letteralmente bestemmiando in turco tra sé e sé quando si sente picchiettare sulla spalla, costringendola così a girarsi.
«Cercavi queste?» Due occhi azzurri la squadrano con malizia a pochissimi centimetri dal suo viso, mentre lo sguardo di Jo ricade sul perizoma nero che il ragazzo sta facendo penzolare con aria divertita davanti al suo viso lentigginoso.
 
Circa un'ora dopo, Jo e Leah sono vestite e sdraiate sui letti dei ragazzi; Jo sta giocando con i tatuaggi di Calum mentre ride ad una battuta di Ashton mentre Leah lo guarda con aria di adorazione. Hanno fumato un'altra canna smezzata in sei e hanno aperto altre birre, quindi sono tutti molto più rilassati; perfino Luke -il biondino- ha accennato un sorriso mentre le due spiegavano come hanno raggiunto la loro camera.
«Quindi spiegateci bene -Esclama Michael, quello dai capelli strani- Vi siete arrampicate qua soltanto perché non volevate affittare una camere perché non sarebbe stato abbastanza avventuroso?» Chiede tra le risate.
«Dillo a Leah! È lei quella a cui è presa la voglia di fare la ragazza hippy!» Chiarisce Jo, finendo di tracciare con l'indice il tatuaggio sul avambraccio di Calum.
Leah sorride divertita dalla situazione della sua amica. Ha già capito che la Margolis è interessata al biondino stronzo e che lo stare appiccicata a chiunque tranne che ha lui è soltanto un modo per non ammetterlo neanche a se stessa, e non può non trattenere una risata vedendo la sua situazione inversa; ha la testa appoggiata sulle gambe di Ashton da quando si sono messe dei vestiti addosso e, considerando che l'ora sul cellulare segna le 2 e 45 di notte, è già da tre ore che è accoccolata a lui mentre si lascia accarezzare i capelli.
La tranquillità del momento viene rotta dalla vibrazione del cellulare di Jo, incastrato tra il suo corpo e quello di Calum. Il nome Brandon lampeggia sullo schermo a caratteri cubitali segno che lo stronzo le ha appena inviato un messaggio.
«È il coglione?» Leah ha, ovviamente, colto l'espressione irritata e un po impaurita di jo che annuisce piano in risposta.
«Dice che mi ama ancora e tiene ancora a me.» Mormora Jo, il labbro che le si fa tremolante e la voce poco ferma.
 «Beh si – annuisce Leah ironicamente – Effettivamente uno che si fa trovare per l'ennesima volta con l'ennesima donna diversa nello stesso letto in cui dormivi anche te è proprio innamorato!» sbotta infine, manifestato tutta la (non)simpatia nei confronti del ragazzo.
«Perché? Chi è quest'idiota?» Esclama Calum, curioso come non mai.
Luke, che seduto di fronte al letto dove si trova l'amico dall'aspetto asiatico e la bionda, vede come quest'ultima si rattrista al solo pensiero di parlarne.
«Fatti i cazzi tuoi no? – Scherza con Calum senza neanche accorgersene, cambiando argomento quando Jo si rilassa di nuovo – Io seguirei l'esempio di Mike – dice, indicando il ragazzo addormentato con la bocca aperta – Per stasera dormite qui ragazze? Non credo che un furgoncino scassato possa sostituire un vero letto!»
Leah annuisce con forza alla proposta del biondo, sistemandosi meglio tra le gambe di Ashton.
Jo, invece, si limita a guardare Luke negli occhi e a sorridergli, riconoscente per essere stata salvata; forse non è poi così male, quel biondino.




Hola chicaaaas!
Allora, iniziamo con le presentazioni :D
Noi siamo Chiara alias Straightandfast e Giulia alias Zeta e in queste ultime settimane abbiamo iniziato una cosa come 2830584 storie insieme e alla fine ci siamo decise su questa e siamo riuscite a partorire questo primo capitolo che non vedevamo l'ora di pubblicare.
Siamo parecchio gasate per questa storia (del tipo che se qualcuno leggesse le nostre conversazioni su Whatsapp ci prenderebbe per matte), quindi vi prego, non deludeteci.
La storia si basa su queste due ragazze - Leah e Jo - che decidono di fare un viaggio On the Road da Edmonton (paesino sperduto in Canada) al Coachella che penso tutte conosciate, altrimenti conoscetelo perché è una vera e propria figata. Nel mentre incontrano i nostri bei 5 SOS, che qui non sono assolutamente famosi ma solo quattro scappati di casa, fondamentalmente.
Non abbiamo grandi pretese da questa storia nata un po' così, ma a noi l'idea piace molto quindi siamo davvero curiose di sapere cosa ne pensate perciò su, non siate timide e fatevi avanti con i commenti!
Niente, Giulia mi ansia che devo pubblicare, quindi devo muovermi altrimenti la ammazzo!
Speriamo vi piaccia e se ci sono alcuni errori ci scusiamo, ma siamo troppo gasate e stiamo facendo tutto alla velocità della luce!
Straightandfast e Zeta

 
 
 

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Capitolo 2
*** II ***


 
Road Trip


Il mattino dopo, alle undici in punto, i ragazzi sono tutti pronti a salire sul furgoncino; alla fine la sera prima hanno deciso di andare tutti insieme al festival, visto che quei quattro lì non sono poi così male e l'idea delle due ragazze era proprio quella di trovare dei compagni di viaggio, possibilmente carini. E loro lo sono, lo sono davvero.
Jo è alla guida e Luke è nel sedile accanto a lei, uno sguardo indecifrabile e poche mezze parole che ad una chiacchierona come Jo proprio non bastano. Leah, stesa nei sedili di mezzo, con le gambe poggiate sulle cosce di Michael canticchia "Fear of the Dark" degli Iron Maiden. Calum, invece, è seduto nella terza e ultima coppia di sedili finendo la terza sigaretta della giornata, affiancato da Ashton che si è addormentato circa mezz'ora prima con la testa contro il vetro e la bocca aperta scatenando, ogni tanto, qualche mugugno strano.
«Certo che ha il sonno pesante il vostro amico eh.» Leah ghigna maleficamente, alzandosi di scatto -facendo prendere un colpo a Mike- e tira fuori dalla tasca posteriore degli skinny jeans il suo cellulare, puntando successivamente la fotocamera verso il riccio pronta a condividere con tutto il mondo di instagram la situazione del nuovo amico.
«Sì incazzerà a morte.» Esclama Calum ridendo, già pronto a mettere un like alla foto.
«Chi si incazzerà? - Domanda la voce assonnata di Ashton, svegliato probabilmente da tutta la confusione di pochi istanti prima - e fate più piano quando le persone dormono coglioni.»
Quando - per la gioia di Luke - parcheggiano vicino alla pompa di benzina, tutti e sei si incamminano verso il piccolo supermarket. Sono circa le tredici del pomeriggio e "Walmart" non auspica sicuramente tranquillità.
«Facciamo in fretta, prima che qualche maniaco si accorga di noi.» Dice Leah, ficcandosi le mani nella tasca della giacca di jeans decisamente troppo grande per lei che ha rubato dall’armadio di suo fratello prima di partire. Ashton sghignazza avvicinandosi a lei e circondandole il bacino con le braccia.
«Ti proteggerò io principessa!» Afferma con tono solenne mostrando le fossette ai lati della bocca.
«Chiamami di nuovo principessa e dovrai essere tu quello a proteggersi!» Esclama imbronciandosi la rossa, senza però osare divincolarsi dalla presa forte del ragazzo, entrando successivamente nel negozio.
Jo si trova un po’ più indietro, il braccio di Calum poggiato sulle spalle e in testa un'idea folle che, per quanto folle, lei e Leah hanno messo in pratica milioni di altre volte; prima, nel retro del furgoncino, si sono messi a contare i soldi che hanno e si sono accorti che in sei arrivano a malapena a trentacinque dollari ed è li che a Jo è venuta l'idea. Così, entrando dentro al Wallmart osserva con attenzione chi c'è dietro alla cassa; quando i suoi occhi si posano su un ragazzo giovane e anche relativamente carino, capisce che è fatta. Si volta verso Leah, che già la sta guardando, e si sorridono l'una con l'altra. Poi, i capelli al vento e le gambe lunghe che ondeggiano un po’, si dirigono con passo sicuro verso il bancone sotto lo sguardo attento dei quattro ragazzi. Il commesso, vestito di una orribile maglia arancione, le guarda senza nasconderlo, fissando -fin troppo a lungo- le gambe scoperte.
«Buongiorno.. - esclama Jo, cercando di leggere nel cartellino del ragazzo - .. Tom.» conclude con un occhiolino. Tom le sorride malizioso, schiarendosi la voce.
«Salve, come la posso aiutare?» E a Leah verrebbe da sbuffare se non dovessero attuare il piano perché, dai!, chi cazzo darebbe ancora del lei nel ventunesimo secolo a due ragazze di vent'anni?!
«Umh, vorrei delle caramelle - gli risponde la bionda, poggiandosi sul bancone, indicando le caramelle di fronte a lei e mettendo in evidenza il seno. - Sai, dobbiamo fare un lungo viaggio e ho bisogno di zuccheri» Ridacchia così falsamente che anche un sordo se ne accorgerebbe.
Leah, nel frattempo che il cassiere è impegnato nel guardare la sua amica, controlla quanto manca ai quattro ragazzi per fare rifornimento. Calum, Michael ed Ashton si stanno dando alla pazza gioia e, una volta capito il piano delle due ragazze, hanno iniziato ad afferrare qualsiasi cosa gli capitasse davanti. Luke, invece, piantato bene a terra a pochi metri dal bancone, con le mani dentro le tasche, le fissa con degli occhi truci e, alla fine, finisce per tirare per un braccio Leah quando lei si gira a controllare la situazione.
«Che cazzo state facendo?» Sbotta, pronunciando forse la frase più lunga che Leah gli ha sentito dire in quei due giorni trascorsi insieme; che sia uno che non parla tanto è evidente, che sia un tipo misterioso anche e la cosa diverte davvero Leah e la intriga anche un pó. Le piacerebbe sapere cosa sta dietro quelle labbra che sorridono poco e quegli occhi attenti che si fingono disinteressati ad ogni cosa ma che brillano di una luce fissa, viva.
«Jo sta flirtando con il cassiere ed io le do una mano. Tu invece, dovresti essere insieme agli altri a cercare di prendere piú roba possibile prima di ritornare in macchina.»  Il tono di voce di Leah è lento e ben scandito, quasi stesse spiegando a Luke un concetto ovvio ed elementare.
«E non potevi flirtarci tu con quel tipo?» Borbotta lui, ricevendo un'occhiata curiosa di Leah in cambio.
«Si vede subito che è uno a cui piacciono le bionde.» Alza le spalle con aria noncurante per poi decidere di provocarlo un po di piu, quel biondino tutto musi lunghi e sigarette. «E poi lei è brava a far impazzire i ragazzi in poco tempo.»
«Lo so.. - sussurra Luke lanciando l'ennesimo sguardo a Jo - Voglio dire, si vede!»  Sì corregge non appena si accorge dell'errore commesso.
«Certo, si vede - ghigna divertita lei - E anche il piccolo Lukey è stato colpito dal tornato Margolis» Ride, dandogli una pacca sulla spalla e avviando verso Ashton e Michael che stanno discutendo sul gusto del gelato da prendere.
«Ti dico cioccolato! Piace a tutti quello!» Esclama Ashton battendo un piede a terra.
«E io sto cercando di spiegarti che lo yogurt è più probabile che accontenti anche gli altri, è neutro almeno!»  risponde il ragazzo dai capelli verdi.
«Io invece vi dico che forse vi siete dimenticati che non pagheremo questo cose, quindi li prendiamo entrambi!» Sorride Leah, spettinando i capelli a Mike e prendendogli di mano le vaschette del gelato.
«Non dovevi essere ad aiutare Jo?» Chiede il riccio affiancandola.
«Oh si, ma già ci sta pensando Luke - sorride alle occhiate curiose dei due - Non le toglie lo sguardo di dosso ragazzi! Quindi me ne sono venuta via io!» Scrolla le spalle e si allontana stando attenta a non farsi vedere e sorvolando sul "meglio così" borbottato da Ashton nella speranza vana che nessuno lo sentisse.
Nel frattempo alla cassa, Jo si sta divertendo un mondo. Il ragazzo di fronte a lei, Tom, è un classico esempio di uomo che ragiona con gli ormoni più che con il cervello e l'espressione con cui la fissa da circa dieci minuti assomiglia molto a quella di un pesce lesso. Sarebbe anche carino, per carità, ma Jo si troverebbe davvero in difficoltà ad uscire con uno che le ha appena regalato un pacchetto di sigarette solo perché lei gli ha fatto un occhiolino e si é passata la lingua sulle labbra.
«State andando al Coachella, quindi?»  Jo sbufferebbe e alzerebbe gli occhi al cielo senza farsi tanti problemi, se solo non sapesse che i suoi amici rischierebbe grosso se Tom distogliesse lo sguardo dal suo bel viso e si guardasse un po’ attorno.
«Si, al momento, però, siamo diretti a Vancouver»  Risponde, la mano destra che corre tra i capelli in un gesto che Brandon ha sempre definito "dannatamente sexy".
«Bé potresti lasciarmi il tuo numero intanto.. Sai, nel caso decideste di rimanere qui e non avessi un posto dove andare a dormire.» E a questo punto Jo deve proprio trattenersi perché questo Tom si sta allargando un po’ troppo.
«Si certo, te lo scrivo qui.»  Si allunga ancora di più sul bancone e scrive velocemente dei numeri a caso sul retro di uno scontrino, prima di sussultare per la sensazione di un corpo davvero troppo vicino al suo; Luke Hemmings le si avvicina con una mano nella tasca della tuta grigia e l'altra che va ad appoggiarsi intorno al fianco della bionda.
«Di cosa parlate?»  Chiede con un sorriso (falso) enorme.
«Oh, amore Tom è stato così carino da offrirci un posto per la notte se ne avessimo bisogno!»  Risponde divertita avendo capito le sue intenzioni e poggiando la testa sulla spalla del biondo.
 «Oh non credo che ci servirà tesoro.. -la fulmina con lo sguardo- È stato un piacere e grazie per le caramelle. Addio.»  conclude Luke tirandosi Jo dietro di se'.
Una volta fuori dal Walmart Jo si gira divertita verso Luke, un sorriso malizioso che ha stampato in faccia da quando ha sentito il braccio di Luke intorno alla vita. Braccio, per inciso, che sta ancora li, incastrato proprio sui suoi fianchi, sollevandole leggermente la maglietta.
«A cosa devo il tuo coraggioso intervento?»  Gli chiede mentre si lascia cadere sugli ultimi posti del furgoncino, afferrando un pacchetto di caramelle che le lancia Calum.
 «Stavi dando il tuo numero ad un coglione sconosciuto!» Protesta lui, ignorando l'occhiata divertita che gli lancia Michael, testimone della discussione tra i due ragazzi.
«Oh Lukey, ma mica gli stavo dando il mio vero numero! -Jo lo guarda ancora più divertita, adesso.- Comunque ti ringrazio per aver difeso la mia virtù.»  E qui Luke sbuffa, perché quella biondina li è capace di farlo passare sempre per idiota.
 
Leah è di nuovo alla guida, adesso, i capelli raccolti in un codino disordinato e il sorriso che si allarga un po’ quando vede che a sedersi vicino a lui è Ashton.
Lui le piace. Le piace perché è spontaneo e non pensa mai troppo, sembra abbracciare la vita con quel sorriso entusiasta e pacifico con cui si rivolge a tutti.
Lei si immette sulla strada con la spavalderia che la contraddistingue, poco attenta alle altre macchine e ogni tanto sente lo sguardo curioso di Ashton su di sé e quasi quasi vorrebbe chiedergli cosa ha tanto da guardarla, che lei non ha proprio niente di interessante, a parte i capelli rossi e qualche idea stravagante in testa.
Poi però si dice che forse Ashton le piace anche per quello, per il suo sguardo curioso e gli occhi che sorridono quando la guardano, e allora decide di lasciarlo fare.
Dallo specchietto retrovisore vede Jo e Luke litigare per qualcosa e sente la sua amica borbottare «cristo Luke, togli quelle cazzo di gambe lunghissime dal mio cazzo di posto!»
 «Sei centosessanta centimetri di rompimento di coglioni, Jo!»  Le risponde lui sbuffando, cercando poi di stendersi senza invadere -inutilmente- lo spazio della bionda che, per ripicca, si siede sulle sue cosce stese e facendogli una linguaccia.
«Fottiti.»  le dice ironicamente Luke, tirandole una ciocca di capelli e scatenando una leggera rissa tra i due.
«Ho bisogno di una ragazza! - Esclama improvvisamente Michael facendo una smorfia e sbattendo la testa sul finestrino - Ho veramente bisogno di una ragazza!»
«Stancato di segarti da solo Mike?»  A parlare a questo giro è Calum, che gli dà una pacca sulla spalla sotto le risate degli altri.
«Ma tu hai me, amor de mi vida!»  Urla Leah dal sedile anteriore, facendo un occhiolino al ragazzo tramite lo specchietto.
«Allora io posso avere te, Jo?»  Calum si gira verso la bionda, infilando la testa tra un sedile e l'altro, i capelli un pò scompigliati e gli occhi scuri scuri che sono piaciuti subito, a Jo. Lei, infatti, gli regala una risata a bocca aperta mentre annuisce vivacemente e risponde sicura «certo, Cal, tutta tua.»
Calum le sorride soddisfatto in risposta, girandosi di nuovo verso la strada solo dopo aver lanciato un'occhiata profondamente divertita allo sguardo omicida di Luke.
Jo ignora lo scambio di sguardi tra i due e si gira con il viso verso il finestrino, gli occhi blu rivolti sulla strada che scorre veloce. Si sente tranquilla, quasi serena, perché è da un po’ che non pensa a Brandon e forse è perché si sta solo rendendo conto che la sua vita è davvero migliore, senza di lui, i suoi tradimenti, le sue bugie e le sue camicie con addosso il profumo di un'altra.
 
«DON'T WANNA BE AN AMERICAN IDIOT, DON'T WANT A NATION UNDER THE NEW MANIA.» Leah canta, tenendo il ritmo con le dita sul manubrio.
«Ti piacciono i Green Day?»  Le chiede Ashton, seduto di fianco a lei mentre si accende una sigaretta.
«Si direi di si! - annuisce convinta la rossa - Poi "American Idiot" è un classico della musica pop punk dai, ammettilo!»
 «Non potrei dire il contrario neanche se volessi! Dietro di noi - dice indicando Michael indaffarato con il cellulare - abbiamo un fanatico del rock e tutti i suoi derivati!»
«Ci avevo visto lungo allora! Sarà l'uomo della mia vita Mike!» Ride la rossa.
« Naaah, secondo me non è lui che ti interessa.»  Commenta Ashton guardandola di sbieco con il solito sorriso stampato in faccia. Leah solleva le sopracciglia e ridacchia appena.
«Hai ragione! Anche Calum non è così male, ho sempre avuto un debole per gli orientali! .»
«Be allora dovrai ricrederti, perché Calum non è orientale, anzi se ti sentisse si incazzerebbe a morte!» Ride ashton, con l'aria di chi la sa lunga.
«Beh Luke mi sembra fin troppo preso dalla mia amica - dice pensierosa toccandosi il mento – Purtroppo dovrò accontentarmi di te.» Sorride mostrando la fossette sulla guancia destra e scompigliando i ricci al castano.
«Felice di essere giudicato all'altezza.» Esclama profondamente divertito, allontanandosi dalle sue mani impertinenti tra i capelli.
«Oh, non volevo offenderti - lo guarda con la coda dell'occhio - Infondo infondo mi piacciono i ricci!»
«E se è per questo io ho un debole per le rosse.»  Risponde pronto Ashton, a suo agio in tutto quel flirtare senza pudore.
«Beh direi che è p- » Viene interrotta da Calum che urla, dal fondo del furgoncino, un "a quando il matrimonio?".
«Siete solo gelosi, voi!»  commenta Ashton senza scomporsi, dedicando un sorriso veloce solo a Leah.
Nonostante le sole due ore passate a prendere in giro i due seduti nei sedili anteriori, i ragazzi e Jo riescono a parlare di altro, non mettendoli più al centro dell'attenzione.
Solo una volta sicuro di non avere occhi indiscreti puntati addosso, Ashton, posa la sua mano sinistra sul ginocchio scoperto della rossa, accarezzandolo appena.
Leah gli sorride lanciandogli un'occhiata di sbieco e rubandogli dalle labbra la sigaretta appena accesa, sentendo subito  il suo sapore sopra. Ashton coglie l'occasione per guardarsela un po’, con lo sguardo concentrato sulla strada e la fronte che si aggrotta leggermente ogni qualvolta qualcuno la supera. Ha raccolto i capelli in una coda disordinata e secondo lui è ancora più bella, cosi. Si riprende la sigaretta facendole la linguaccia quando lei mugugna qualcosa in protesta; le lascia una carezza sulla coscia, prima di girarsi verso i sedili di dietro.
 Calum e Michael stanno discutendo animatamente su un qualche video musicale appena uscito e che il moro giudica assolutamente imperdibile. Dietro di loro, negli ultimi posti del furgoncino, ci sono Luke e Jo che dormono beatamente; Jo ha la testa appoggiata sulle gambe lunghissime di Luke, i capelli biondi sparpagliati sulla sua maglia nera creando un netto contrasto e la mano attorcigliata su un braccialetto del ragazzo. Luke, invece, ha il viso appiccicato al finestrino, l'espressione rilassata e una mano appoggiata alla guancia di Jo.

Quando Luke e Jo si svegliano, sono le dieci di sera e il furgoncino è parcheggiato in una strada secondaria di Vancouver.
Michael e Ashton hanno già fatto un giro nei dintorni e sono ritornati entusiasti di un pub all'angolo della strada.
«Dobbiamo andarci, ragazzi! -dice con voce squillante Michael - È una figata pazzesca e suonano band dal vivo!» Continua entusiasta della loro scoperta.
«Dio! Abbassa quella cazzo di voce Mike, mi sono appena svegliata!»  Esclama Jo stiracchiandosi leggermente e ributtandosi addosso al biondo, facendo brontolare Luke che "Ahia! Le palle!".
Jo ridacchia, spostandosi dal suo corpo solo all'ennesimo grugnito del biondino, mentre Michael continua a saltellare come un bimbo felice che chiede alla madre di portarlo al Luna Park.
«Su ragazzi muovete un pò quei culi. Ho anche letto che fanno i cocktail a due dollari! .»
Jo e Leah spalancano gli occhi nel sentire quell'ultima frase.
Con un balzo quasi atletico scendono immediatamente giù dal furgoncino, sistemandosi accanto a Michael e tirando fuori i loro occhioni per convincere Calum e Luke ad andare tutti insieme in quel pub. Ci mettono un po' ma alla fine ottengono l'effetto sperato e, dopo essersi sistemate velocemente i capelli negli specchietti laterali del furgoncino, si avviano saltellando verso il pub.


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Ciao belle donzelle!
Innanzitutto grazie, grazie, grazie per i super complimenti, ci siamo esaltate da morire e le nostre conversazioni su Whatsapp possono testimoniare il livello di felicità che ci avete fatto raggiungere con tutti i vostri commenti, siete state meravigliose!
Qui c'è il secondo capitolo, dove i ragazzi decidono di unirsi alle nostre belle Jo e Leah e iniziano ufficialmente il loro viaggione destinazione Coachella; loro sono le solite figone, e noi le amiamo davvero davvero tanto, soprattutto quando fanno sclerare i nostri poveri Ashton e Luke -cioè praticamente sempre.-
Abbiamo in mente un sacco di idee fighissime per i prossimi capitoli, quindi non deludeteci e fateci esaltare un po' con le vostre recensioni!
Sono un po' di fretta perché Giulia (che mi schiavizza e fa fare tutto a me anche se poi il profilo su cui viene pubblicata la storia è il suo) rompe il cazzo e mi mette ansia, ci vediamo alla prossima!
Love u all
Straightandfast & Zeta  

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Capitolo 3
*** III ***


 
Road Trip
 

C'è un po' di fumo, e odore di sudore, cocktail annacquati dimenticati in ogni angolo e Martin Garrix alle casse.
Sono le quattro del mattino a Vancouver ma nessuno sembra essere ancora stanco.
Jo si muove a ritmo e con naturalezza tra i corpi che ballano e si strusciano fra loro. Ha un sorriso spontaneo sul volto, uno di quelli che hai quando se felice, felice davvero. Calum le balla di fianco, cercando un modo per farle anche da scudo da gli altri ubriachi.
Luke Hemmings, invece, è seduto in uno sgabello proprio di fronte a lei e la osserva serio (fin troppo).
Jo gli si avvicina, oscillando di qua e di là. Tentando di non perdere l'equilibrio arriva dal biondino, che adesso la guarda più rilassato.
«Ma quanto hai bevuto?» chiede il ragazzo con tono scherzoso. Jo, in tutta risposta, inarca un sopracciglio e incrocia le braccia sotto al petto.
«Sicuramente un drink in meno del dovuto - risponde piccata imbronciandosi - Visto che qualche stronzo mi è venuto addosso» e Luke scoppia a ridere di colpo, buttando la testa indietro, mentre Jo rimane incantata da quel suono nuovo, perché Luke Hemmings non è un chiacchierone e nemmeno uno come Michael Clifford o Calum Hood che ridono sempre.
E lui, comunque, è sicuro, Jo Margolis è proprio come appare; bellissima e divertente.
«Vuoi che ti porti in braccio?» la sfotte lui e lei alza gli occhi al cielo, ma non fa in tempo a ribattere che due braccia le afferrano le gambe e la schiena e in men che non si dica si ritrova ad aggrapparsi al collo del biondo per non cadere.
«Ma sei impazzito?» Ride Jo, buttando indietro la testa e coprendosi le labbra con una mano. 
«Balli?» Le chiede Luke, posandola lentamente a terra prima di stringerle i fianchi con le mani callose. 
«Andiamo»

La testa è più leggera, le braccia automaticamente si lanciano verso l'alto, lasciando che le mani grandi di Luke si appoggino senza fatica sulla sua pancia piatta, spalmandosi su di lei.
Jo piega di poco la testa verso un lato, lasciando che chi le sta dietro le appoggi il mento sulla spalla.
È solo un attimo, ma giura di sentire le labbra leggermente umide di lui sulla sua pelle e Jo si sente le guance andare a fuoco. 
«Sei sexy Hemmo» Gli dice ridacchiando, mentre continua a muovere i fianchi a ritmo con la canzone. 
«Hemmo?» Domanda sorridendo lui.
«Ti ho appena detto che sei sexy e pensi al soprannome che ti ho dato?» Jo si volta, incrociando le braccia dietro al collo di Luke. 
«Ma che sono sexy lo so» Luke Hemmings arriccia il naso, passando velocemente entrambe le mani sulla porzione di schiena lasciata nuda dalla maglia di lei e, okay, dentro quel pub ha sempre fatto caldo, ma mai come in quel momento.
«Andiamo a fare un giro solo noi due?» chiede Jo, sorridendo appena vede il biondo annuire con forza prima di dirigersi verso l'uscita. 
Stanno passeggiando nel parcheggio del pub, in terra bottiglie di birra vuote e rotte e il braccio di Luke sulle sue spalle. E tutto va bene. 
Va davvero bene.
«Che posto romantico!» Esclama ridacchiando Jo, facendo voltare il viso di Luke verso di lei.
«Conta di più il con chi sei, che il dove». E okay che Luke Hemmings è sempre serio e silenzioso ma quando le dice queste cose, con quello sguardo luccicante e il sorriso appena accennato mostrando le fossette, Jo non ce la fa a non arrossire fino alla punta dei capelli. 
«Quindi tu sei fortunatissimo a essere con me!» ridacchia, nascondendo l'imbarazzo, dando un colpetto di fianchi al biondo. 'Che Jo Margolis è tutto, tranne che impassibile a Luke Hemmings.



Ashton è seduto sullo sgabello di fronte al bancone del locale, davanti a se una serie di bicchierini vuoti. Guarda Leah bere uno dopo l'altro gli shottini che ha ordinato, e sorride piano nel notare i pomelli rossi che le si sono formati sulle guance e gli occhi lucidi.
Lei beve l'ultimo, ringrazia il barman e si volta di nuovo verso di lui, per nulla sorpresa di notare il suo sguardo su di se; lo prende per mano e saltella verso la pista, le casse che urlano "Don't you worry child" e lui che si chiede per quale cazzo di motivo Leah Norris è cosi bella. Poco distanti da loro ci sono Luke e Jo che ballano incredibilmente vicini e Ashton nota un velo di imbarazzo sulla faccia del suo amico mentre la bionda gli dice qualcosa.
«Non so ballare!» esclama Leah, ridendo ad alta voce, i movimenti rallentatati dall'alcool che ha nel sangue.
Ashton ride con lei ma guardandola muovere i fianchi lentamente, con gli occhi chiusi e le braccia al cielo, pensa che abbia appena detto una cazzata.
Leah Norris sa ballare, cazzo se sa ballare.
Ashton la guarda, indeciso come non lo è mai stato. Non sa se avvicinarsi a Leah o rimanere in disparte e limitarsi ad osservarla.
Guarda Luke accanto a sè e la presa sicura con cui tiene i fianchi di Jo e decide di racimolare un po' di coraggio anche lui. Si avvicina a Leah con lo sguardo fisso sul suo viso rilassato, sui suoi capelli davanti agli occhi e le labbra dischiuse; le si posiziona davanti, accarezzandole un braccio con la mano, accolto da un sorriso entusiasta della rossa. Ashton si china sul suo viso, gli occhi che gli brillano e un ricciolino che solletica la guancia di Leah.
«Sì che sai ballare, ragazzina.» le sussurra, le mani che si avvicinano ai suoi fianchi e il pomo d'adamo che gli va su e giu quando lei sorride ed inizia a strusciarsi contro di lui.
Va avanti per qualche minuto, Ashton in estasi e con gli occhi chiusi, e poi, veloce come è arrivata, Leah si stacca da lui con un sorrisetto furbo.
«Accompagnami a fumare.» Quasi gli ordina, iniziando già a dirigersi verso l'uscita del locale.
Ashton la guarda allontanarsi, un sorriso divertito sul volto e mille domande in testa; poi, ovviamente, la segue.
Non si puo fare altro con Leah Norris.


Poco distante da loro, Calum guarda Ashton e Luke ballare con le due ragazze e non nasconde un sorrisino divertito, che lui lo sapeva che i suoi amici ci stavano perdendo la testa dietro quelle due lì.
Si appoggia al bancone con un braccio, gli occhi che si muovono veloci in perlustrazione del resto del locale, soffermandosi su Michael e la sua testa irriconoscibilmente colorata che esce fuori dal locale. Incuriosito, fa per dirigersi verso la porta di uscita per seguire il suo amico, ma proprio mentre sta per infilarsi tra la folla di ragazzi sudati e con gli ormoni a mille, un cosino piccolino fasciato in un vestito nero gli arriva addosso, rovesciandogli un cocktail sul petto e lo stomaco, facendolo rabbrividire.
Calum guarda per qualche secondo il liquido chiaro bagnargli la maglietta lentamente, e poi alza lo sguardo sulla colpevole, un cipiglio serio e irritato che gli fa aggrottare le sopracciglia e assottigliare gli occhi scuri.
Davanti a lui c’è una ragazza bassina e incredibilmente minuta, con dei rasta neri e lunghissimi e due occhi grandi grandi che lo squadrano senza paura e pieni di curiosità.
«Cristo, non potevi stare un po’ più attenta?» Sbotta, riversando la sua irritazione su quella ragazza dall’aspetto di bambina – fatta eccezione per i dread e il piercing al naso - . Lei sussulta lievemente, stupita dal tono esageratamente nervoso del ragazzo, e poi gli rivolge il sorriso più dolce del suo repertorio.
«Hai ragione, scusami. Stavo cercando la mia amica e non ho proprio fatto caso a dove stavo guardando.» Calum sbatte per qualche secondo le palpebre ripetutamente, sbalordito dalla voce musicale della ragazza e dal suo tono incredibilmente pacifico, molto simile a quello usato sempre da Ashton.
«Porca troia, era la mia maglietta preferita!» Esclama lui, alzando leggermente la voce e abbassando lo sguardo sulla sua maglia, impiastriacciata in modo inequivocabile da qualsiasi fosse il drink della ragazza.
«Una maglietta bianca con una scritta stupida sopra?» La ragazza, sempre con quel sorriso tranquillo stampato sul visetto da bimba, lo guarda con un’aria vagamente scettica, le sopracciglia inarcate con stupore e un dito puntato verso la sua maglietta. Calum non fa in tempo a replicare con una delle sue battute fulminanti e piene di pepe che la ragazza apre di nuovo bocca. «Io sono Sam, comunque. E se vuoi posso aiutarti a cercare di pulire la tua maglietta.»
Calum inizia davvero a chiedersi se questa strana ragazza dall’aspetto di un elfo conosca altre espressioni oltre a quel sorriso spropositato che sembra non abbandonare mai il suo viso, ma decide che – comunque – non ha alcun interesse a scoprirlo.
«Non ho bisogno di te, grazie. Anzi, mi faresti un piacere se ti levassi dai piedi, prima di combinare qualche altro casino.» Sibila lui, gli occhi lampeggianti che mandano saette in direzione della ragazza e le mani serrate in un pugno perché, davvero, quell’espressione serena riesce a mandarlo in bestia come poche cose al mondo.
«Come vuoi. In ogni caso, se fossi in te, proverei ad essere un po’ più gentile con la gente.. Ti assicuro che si sta molto meglio!» Gli occhi di Sam sono seri ed il sorriso si è un po’ alleviato, raggiungendo una dimensione quasi normale, mentre gli parla. Allo stesso modo, però, in lei Calum non vede niente di ostile e davvero non riesce a spiegarsene il perché, dal momento che la sta trattando a pesci in faccia dal momento esatto in cui l’ha scontrato.
«Oh, ma vaffanculo.» Borbotta alla fine, sorpassandola ad ampie falcate e non preoccupandosi nemmeno di stare attento a non darle una spallata, mormorando bestemmie e insulti tra sè e sè.
Gli ha pure fatto perdere di vista Michael.


Michael gira nel locale con un cocktail mezzo vuoto in una mano e il cellulare nell'altra, mentre si chiede dove cazzo siano finiti i suoi amici. Li ha persi di vista almeno mezz'ora prima, la canotta nera che indossa inizia a puzzare di sudore e pensa che la serata -al contrario di ciò che aveva sperato- non può proprio andare peggio di così. 
Michael deve assolutamente andare via da lì, vuole andare via da lì ma, ovviamente, le chiavi di Kurt -nome di battesimo del furgoncino dato dalle due ragazze in uno dei loro momenti a base di erba e Nirvana- le ha Ashton. 
Sbuffa e abbassa il volto al suo cellulare avanzando a tentoni tra la folla. Il cellulare non prende molto bene e l'unica chance che ha per scappare dal locale è trovare un posto appartato dove poter chiamare quelle teste di cazzo che lo avevano piantato al centro della pista minuti prima.
Mike continua ad incamminarsi vedendo che le tacche della ricezione aumentano man mano, fin quando non si ritrova davanti la porta del bagno del pub. 
Il ragazzo dai capelli verdi è indeciso se entrarci o meno, non vuole vomitare per la puzza di piscio o, perché, avrebbe siciramente sentito qualcuno vomitare causandogli di conseguenza conati di vomito. 
Ma l'altra alternativa è rimanere lì come un deficiente quindi, con uno sbuffo, apre la porta.

Quando entra nel bagno è così concentrato nel comporre il numero di uno dei ragazzi che non si accorge neppure di inciampare su di una gamba. Sgrana gli occhi e si volta di scatto verso la proprietaria di quest'ultima, vedendo una ragazzina singhiozzante accasciata per terra con le spalle al muro. Michael si guarda un attimo attorno, prima di abbassarsi sulle sue ginocchia e scuotere appena la ragazza.
《Hey va.. va tutto bene?》 E si dà del idiota mentalmente, 'che lei è da sola in un cesso sporco di un pub che sta piangendo da chissà quanto ed è ovvio che non va tutto bene.
È un momento, un istante soltanto e la sconosciuta spalanca i suoi occhioni blu -che Michael lo giura! Gli ricordano il colore del Lago nero di Harry Potter- e lo fissa terrorizzata schiacciandosi il più possibile alla parete dietro di lei. 
Ha i capelli a caschetto neri, lunghi fino a un centimetro più giù delle orecchie e una frangetta completamente spettinata. Gli occhi, ancora fissi in quelli verdi di Mike, sono dilatati al massimo e le mani come il resto del corpo sono completamente ricoperte di sudore.
«Non farmi male» sussurra la mora stringendosi le ginocchia al petto, per poi ridere pochi secondi dopo. Michael spalanca la bocca preso in contropiede, prima di chiudere gli occhi e respirare profondamente. 
Sta maledicendo quella ragazzina, i suoi sicuramente futuri sensi di colpa e quei fottuti bad trip causati sicuramente da una qualche pasticca. 
«Non ti faccio male, però dammi le mani, okay?» Le domanda, vedendola annuire a rilento. Una volta tirata in piedi la ragazzina, la tiene stretta a sé per i fianchi vedendola traballare fin troppo.
Non sa il nome di questa ragazza né l'età, ma non deve essere più grande di lui. È molto minuta e la sente tremare tra le sue braccia e lui non sa che cazzo fare.
Ci mancava solo una ragazzina impasticcata, pensa e poi fa scivolare il cellulare nella tasca dei suoi jeans neri. La tiene salda a sé e cerca di non farla arrivare al suolo ogni passo che fanno verso l'uscita del bagno.
«Riesci a dirmi il tuo nome?» le urla all'orecchio facendosi sentire per via della musica troppo alta.La mora sbatte più volte le palpebre ma non risponde, e Mike non sa che cazzo fare. 

Quando, finalmente, raggiungono il retro del locale la ragazzina inizia a tossire prima di piegarsi a rigettare tutto quello che ha (aveva) in corpo. Michael le tiene la fronte, guardandosi intorno alla ricerca di un aiuto.
Quasi gioisce quando vede Ashton e Leah fumare su un muretto poco più lontano e sorride appena.
«Ash! - urla, facendo cenno ai due di avvicinarsi e lui. Ritornando subito con lo sguardo alla sconosciuta che ha ripreso a piangere. - Shh, va bene» le sussurra lui, prendendola in braccio stile sposa. 
«Mike che cazzo è successo?» Esclama il riccio guardandolo preoccupato e un "merda!" Sussurrato da Leah con lo sguardo fisso a quella ragazzina.
«Ragazzi vi spiego domani, datemi solo le chiavi dell'auto!» E il suo sguardo implorante costringe i due ragazzi a eseguire i suoi comandi senza replicare in alcun modo, dicendogli solo che sarebbero andati a cercare Jo, Luke e Calum prima di andare ad aiutarlo.
Michael annuisce, prima di avviarsi verso il furgoncino, aprire lo sportello posteriore e stenderci delicatamente la mora tra le sue braccia.
Le accarezza una guancia cercando di asciugarle il sudore e quando lei -involontariamente- sorride nel sonno proprio non ce la fa a pensare che nonostante tutto sia bella.
È veramente bella.


 


Bonsoir :3
Lo sappiamo, siamo in un ritardo allucinante, ma dai, siamo carine e coccolose quindi penso che potreste perdonarci, no?
Siamo giá al terzo capitolo, e noi siamo sempre super esaltate per questa storia, siamo anche un po' imbarazzanti in realtà.
Comunque, vi facciamo conoscere due nuovi personaggi (a sinistra la ragazza sconosciuta e a destra Sam), che sono due ragazzine adorabili a cui noi vogliamo già tanto bene anche se i loro problemini ce li hanno anche loro :D
In più, ashton e luke si avvicinano sempre di piu alle nostre due belle protagoniste, e secondo noi sono davvero carini :3

Vi ringraziamo moltissimo per le recensioni, siete delle cuccioline ed io e Giulia (che continua a schiavizzarmi perché mi fa scrivere l'angolo autrice anche se poi il capitolo viene pubblicato sul suo profilo) vi vogliamo tanto bene. :3
Lots of love for you all!
Chiara & Giulia

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Capitolo 4
*** IV ***


 

Road Trip

L'avevano sempre descritta come una città fredda, Seattle, fredda e piovosa, eppure quel giorno, quando Jo e Leah si svegliano, c'è un bel sole splendente che le mette subito di buonumore.
Nel grande spazio che è stato assegnato loro per montare le tende che un previdente Calum ha fatto uscire dal suo zaino super equipaggiato, tutti si mettono in moto per cercare di montarne almeno una; solo Michael, in silenzio e con un’espressione pensierosa sul volto, si è allontanato dagli altri, sedendosi sulle radici sporgenti di un albero.
Sono passati tre giorni dalla sera che hanno trascorso in quel locale a Vancouver e lui non riesce a dimenticarsi di quella sconosciuta dai capelli scuri, portata via da una ragazzina che si era detta la sua migliore amica, Samantha.
Ricorda ancora lo sbuffo di Calum al suo arrivo e il suo "ancora tu?" detto in tono scocciato, stupendo gli altri membri del gruppo, abituati ai modi solitamente calmi e pacati del ragazzo dai capelli scuri. "Sono venuta a portare a casa la mia migliore amica, stronzo!" Era stata la risposta della mora, lasciando -stranamente- un Calum senza parole.
Michael Clifford sorride a questo ricordo, per poi sbuffare con irritazione subito dopo; 'che davvero, non è possibile che ancora ci pensi. Non la conosce nemmeno. Patetico.


Mentre Michael rimane in disparte, immerso nei suoi pensieri, gli altri litigano animatamente, nel tentativo vano di mettersi d'accordo sul metodo per montare le tende. Gli unici che sembrano divertirsi davvero sono Leah e Ashton, sistemati in una zona all’ombra, lontani dal chiacchericcio animato e carico di parolacce di Jo e Luke; Ashton ha caricato la pagina di Youtube sul cellulare e, insieme a Leah, balla e canta al ritmo dell'ultimo cd degli Arctic Monkeys.
Ogni tanto, quando lei é concentrata nel leggere le istruzioni della tenda o nello spingere un picchetto nel terreno, si concede qualche secondo per guardarla, di soppiatto. Leah gli piace, gli piace davvero, con quel sorriso sempre stampato sul viso e l'entusiasmo tipico di una bambina ancora alla scoperta del mondo. Gli piace soprattutto quando lui parla e lei lo ascolta, arricciando il nasino e puntando i suoi occhi attenti sul suo viso pronta a cogliere ogni sfumatura.
«Non sarai già stanco, Irwin!» Esclama Leah, la sigaretta in una mano, un lembo della tenda nell'altra e quell'adorabile sorriso sul volto; davanti a quell’espressione sbarazzina e irresistibile, ad Ashton non rimane che scuotere la testa e riprendere a fischiettare. Leah Norris sta diventando incredibilmente pericolosa per la sua sanità mentale.


Luke Hemmings, sostanzialmente, non è un ragazzo che sorride sempre come possono esserlo Michael o Ashton, ma adesso non può proprio fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata vedendo Jo in terra dopo aver provato -inutilmente aggiungerei- a montare la tenda.
«Hemmings, invece di ridere vieni qui a darmi una fottuta mano a montare questa cazzo di tenda del cazzo!» Urla la bionda, rialzandosi a fatica e massaggiandosi il sedere dolorante. E Luke, per quanto possa essere una persona composta e fin troppo seria, non può non pensare a quanto Jo sia effettivamente bella, bella per davvero anche con una tuta ricoperta di terra, una semplice maglietta bianca e i capelli legati in una coda ormai sfatta.
Sorride leggermente, in testa un’idea geniale quanto – lo sa già – pericolosa, scattando verso di lei per prenderla in braccio e caricarsela sulla spalla.
«Cosa stai facendo?» trilla lei, tirandogli qualche schiaffetto sulla schiena muscolosa.
«Assolutamente niente - le risponde, iniziando a camminare verso il piccolo lago di fronte a loro - Penso solo alla tua igiene. E credo proprio che tu abbia bisogno di lavarti.» Conclude. Sta per lasciarla scivolare nell'acqua ma, contro ogni sua aspettativa, Jo si aggrappa alla sua maglietta facendoli cadere entrambi nel lago ghiacciato con il sottofondo delle risate dei loro amici.
«Sei una stronza!» Ride Luke una volta tornato in superficie, nuotando vicino a Jo e abbracciandola.
«Tu mi volevi buttare in acqua!» Esclama indignata e divertita la bionda, stringendo le gambe lunghe e magre intorno ai fianchi del ragazzo.
«E infatti guarda dove sei!» continua a ridere lui.
«Perlomeno sono riuscita a buttarci anche te!» ribatte Jo sorridendo divertita e rabbrividendo.
«Okay, hai ragione! Non devo mettermi mai più contro Jo Margolis, d'accordo! - sbuffa Luke - Adesso usciamo, stai tremando.»


Calum ride di gusto, nel vedere la scena di quei due testardi biondi che continuano a punzecchiarsi senza sosta dalla prima volta in cui si sono visti ma decide di lasciarli ai loro litigi; ha una incredibile voglia di una sigaretta, e il pacchetto di Winston Blu che ha nella tasca del giubbotto è vuoto, così decide di andare alla ricerca di un posto che le venda.
Il campeggio nel quale si sono fermati, dopo ore ed ore di ricerche, è incredibilmente pieno di famigliole felici con tanti, tanti bambini urlanti e ridenti che hanno rischiato più di una volta di far saltare i nervi già ipertesi di Jo, sotto gli occhi divertiti della sua migliore amica.
Lui procede a passo veloce, facendosi strada tra le tende già perfettamente montate dei loro vicini, diretto all’ingresso del campeggio, dove poco prima aveva individuato un casotto che aveva tutta l’aria di essere un minimarket; ha la testa bassa, le mani infilate in tasca e nella mente un sacco di pensieri che si sovrappongono tra loro, perciò – come spesso gli accade – distratto da mille altre cose, non si accorge di una ragazza proveniente dalla direzione opposta alla sua, investendola. Nota i lunghi capelli neri raccolti in dei rasta ordinati, con stupore riconosce gli occhi grandi e chiari e la voce irritante, davvero irritante con cui esclama «ancora tu?», quasi nello stesso momento in cui lui mormora «Samantha?».

 

 


Bonsoir :3
CI VERGOGNAMO IMMENSAMENTE DI QUESTO CLAMOROSO RITARDO.
Ci scusiamo tantissimo ma -come credo abbiate ormai capito- siamo due disagiate, stupide e cretine.
Sooooo, ci perdonate vero? Vero? VERO? Si dai, siamo buone e ce lo meritiamo infondo *cof cof+
Okay beh, CHITA (Chiara) ha lasciato a me il compito delle scuse e io non so che altro aggiungere se non che ci dispiace davvero. Ma siamo tornate, e più gasate di prima!
Quindi, se c'è ancora qualcuna/o che segue 'sta storia, che ne dite di lasciarci qualche commentino a riguardo? Accettiamo anche le offese HAHA
Vi lasciamo, we love you babeees! 

Chiara & Giulia

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Capitolo 5
*** V ***


 

Road Trip

 

I due ragazzi si squadrano con diffidenza per qualche minuto; Samantha, con ancora in mano il pentolino che era andata a riempire, nota con un certo divertimento che l'espressione imbronciata non ha affatto abbandonato il viso del ragazzo. Inizia a pensare che quella sia l'unica espressione che i suoi lineamenti siano in grado di esprimere, all'improvviso una nuova emozione prende spazio sul suo (bel) volto.
«Ehi! Sei con quella ragazza.. Effy?» Esclama mentre distende le labbra in un sorriso.
Sammy inclina la testa con curiosità, notando quanto effettivamente bello e luminoso sia il suo sorriso; continua a guardarlo e "si, perché?".
«Perché Michael, il mio amico, é impazzito dietro a quella ragazza, è diventato una specie di asociale pensando a lei!»
Calum si lascia scappare una piccola risatina, ripensando al suo migliore amico, perso dietro ad una ragazza vista solo una sera.
«Certo che sono con Effy! - Esclama Samantha, girandosi verso la tenda che hanno montato quella mattina. - Ora però sta riposando, il tuo amico dovrà aspettare..» Mormora, attenta a non lasciarsi scappare troppe informazioni riguardo la sua amica.
«Potreste venirci a trovare stasera, Michael impazzirebbe.» Propone Calum, continuando a mantenere il sorriso sulle labbra, cosa che distrae notevolmente Samantha.
«Va bene. - Acconsente velocemente. - Ma solo perché sei particolarmente figo con quel sorriso.» Aggiunge, con la malizia che la contraddistingue.
Calum si sente arrossire perché cacchio, non se lo aspettava che quella piccola tutta rasta passasse all'attacco; guarda un po in basso e borbotta un «Grazie, Sammy
«Ehi! Nessuno mi chiama Sammy!» Protesta Samantha, godendosi la vista delle guance arrossate del ragazzo.
«Appunto, solo io posso chiamarti così.» Replica velocemente Calum, puntando i suoi occhi scuri sul visetto curioso di Samantha.
E adesso chi é che arrossisce?
Calum si gratta un braccio, senza sapere cosa dire.
«Mi accompagni?» le chiede indicando con il mento il piccolo negozio alla loro destra, avviandosi lentamente dopo aver visto Samantha annuire.
«Cosa ci fate nella periferia di Seattle tu ed Effy?» chiede curioso, guardandola con la coda dell'occhio.
«Effy aveva bisogno di staccare un po', -scrolla le spalle lei. - Sai, dopo quella sera al pub.» Dice rattristandosi.
«Scusami, non volevo farti ricordate quella nottata.» La blocca subito Calum.
«No tranquillo. - lo rassicura Sam. - Siamo venute qua perché ho pensate le potesse fare bene. Vogliamo andare al Festival del Coachella. Hai presente? A Los Angeles.»
«Scherzi? - domanda stupito lui. - È dove stiamo andando anche noi!»


Il fuoco che scoppietta fa di sottofondo alle risate dei ragazzi. Sono tutti seduti - chi in una sdraio chi direttamente per terra - attorno al falò, presi ad ascoltare le solite barzellette orribili che solo Ashton Irwin può raccontare.
Luke Hemmings è steso, accanto Jo, sopra a un telo da spiaggia trovato nel loro furgoncino. Ogni tanto si perde a osservare le labbra sottili della bionda che, cristo!, quando sorride è davvero una meraviglia. Luke, continuando a fissarla, se le immagina davvero davvero morbide e una voglia matta di baciarle si fa strada dentro di lui.
«Perché mi guardi?» Sussurra Jo, adesso girata verso di lui.
«Perché, io.. Voglio dire, non.. Non ti stavo guardando.» Balbetta Luke, preso in contropiede. Jo alza le sopracciglia con fare ovvio e "ah no?" gli chiede ironicamente.
«Sei bellissima.» E accidenti a lui e quando non sa tenere la bocca chiusa, ma Jo, adesso, con le labbra appena socchiuse, gli occhi azzurri azzurri che riflettono le fiamme del falò vicino e le guance arrossate è davvero bellissima.
Luke le si avvicina piano, spostandole una ciocca bionda dal viso, e abbassandosi fino ad appoggiare la propria fronte con la sua.
«Si, - continua a sussurrare con non si sa quale coraggio. 'Che Jo Margolis un po' lo intimorisce. - Sei veramente bellissima.» Conclude avvicinandosi un altro po' a lei, fino a far sfiorare appena le loro labbra.
«Hey ragazzi!» urla una voce femminile, facendoli allontanare immediatamente per guardare la nuova ospite.
Jo sbuffa e "proprio adesso dovevano arrivare?" Sussurra piano sicura che nessuno la senta.
Luke Hemmings intanto sorride.


Leah lancia un'occhiata a Luke e Jo di nuovo lontani, dopo quel piccolo momento di intimità che a lei non é sfuggito, e improvvisamente non le sembrano più tanto interessanti i discorsi degli altri, né tanto divertenti le battute che fa Michael per far colpo sulla nuova ragazza.
Senza pensarci tanto, istintivamente, prende la mano di Ashton e si alza in volata, senza dare una spiegazione a nessuno; sotto gli occhi curiosi di tutti si allontana dal cerchio delle loro tende e lo porta un po' più distante, su una panchina che aveva addocchiato qualche ora prima.
«A cosa devo questo rapimento?» Le chiede Ashton, una luce divertita che fa capolino nei suoi occhi e le fossette, le sue adorabili fossette, che spuntano sulle guance.
«Non ero interessata ai discorsi degli altri, tantomeno ai tentativi di Michael di far colpo su quella ragazza.» Borbotta, alzando le spalle in segno di indifferenza; si accende una sigaretta e la fiamma dell'accendino le illumina il viso di mille figure in movimento.
«E a me, invece, eri interessata?» La prende in giro e lei lo sa, cosi decide di stare al gioco.
«Sei presuntuoso, Ashton Irwin.» Decreta, con l'aria di chi la sa lunga e un sorriso divertito sulle labbra.
«Mi definirei perspicace, piu che altro.»
Ridono insieme, perché a volte si assomigliano così tanto da essere inquietanti, e Leah appoggia la testa sulla spalla di lui, cullata dal ritmo del suo respiro. Rimangono in silenzio per un po', le risate degli altri che arrivano fino a loro e il rumore del vento dolce nelle orecchie.
Poi, sempre mantenendo al stessa posizione, Leah sorride piano e «comunque sì, a te sono interessata» dichiara, senza paura.
Ashton sorride.


Nel frattempo Michael si sente ritornato indietro di 5 anni davanti alla sua prima cotta. Effy, con i capelli neri, due occhi grandi grandi e blu che lo guardano imbarazzati, è una persona completamente diversa da quella ragazza stesa nel bagno di un pub di Vancouver.
«Ragazzi vado.. Vado un secondo al bagno.» sussurra intimidita lei. Michael non si rende neanche conto di essersi alzato in piedi di scatto non appena la mora si era allontanata.
«Michael?» domanda confuso Calum, facendo sgranare gli occhi al ragazzo dai capelli verdi come un semaforo.
«Scusate!» si affretta a dire, prima di mettersi una coperta sulle spalle e avviarsi a passo svelto verso i bagni.
Sono passati tre minuti e cinquantasette secondi - e sì, li ha contanti - quando Effy esce dalla porta e sussulta di fronte a lui.
«Hey, - gli sorride appena. - Hai bisogno del bagno?»
«Ho bisogno di te. - dice di getto Michael, per poi spalancare gli occhi sconvolto. - Cioè non ho bisogno di te! Oddio non prendertela male non volevo dirlo in senso offensivo, ho bisogno di te ma non bisogno in quel senso e adesso per favore potresti dirmi di stare zitto? Sto diventando imbarazzante dannazione!» dice tutto d'un fiato, guardando come Effy rida a gran voce, mentre qualche grugnito le sfugge da quelle labbra rosee.
«Cristo! - esclama lei - Sembro un maiale quando rido.» Dice, non riuscendo però a smettere.
«Beh, - dice Michael grattandosi il retro del collo e sorridendo ammaliato da quella ragazzina così strana. - Almeno siamo  imbarazzanti entrambi!» Conclude ridacchiando.
«Già! - Annuisce con veemenza lei - Che coppia!» conclude.
E a Micheal, nonostante non conosca praticamente nulla di quella ragazza, gli piacerebbe davvero esserlo, una coppia.
Stanno camminando da circa due minuti, quando Effy, invece di svoltare a sinistra per tornare dagli atri, prosegue dritto.
«Dove stai andando?» Le domanda Michael, seguendola senza indulgi.
«C'è un pontile laggiù. - l'indice della ragazza indica un punto nel buio di quella specie di campeggio. - L'ho visto stamani. Ti va di andarci?» Gli chiede.
Michael annuisce, per poi affiancarla e ricominciare a camminare con lei. Solo adesso, uno accanto all'altra, si rende conto che Effy le arriva a malapena alle spalle. È così minuta e delicata che ha paura anche solo di starle così vicino.
«Hai freddo?» Le dice notando i leggeri brividi sul collo fine.
«Un po'.» Afferma lei. Mike le si avvicina ancora di più prima di coprirla con il piumino che si era portato dietro, appoggiando il braccio destro sulle sue spalle e, con il poco coraggio che ha appena tirato fuori, stringerla a se.
«Michael? - lo richiama lei, gli angoli delle labbra leggermente sollevati in sù. - Grazie.»
«Figurati, la coperta è grande ci entriamo entrambi».
«No, - ridacchia guardandolo negli occhi. - Grazie per tutto». Gli risponde dandogli un leggero bacio sulla guancia.
Michael Clifford sorride.


 


Hola hola holaaaa!
Scusate il capitolo cortissimo, giuriamo che con i prossimi ci faremo perdonare!
Scappo, grazie veramente a tutte. <3

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Capitolo 6
*** VI ***


 

Road Trip

 

La mattina dopo, alle undici e diciassette sono già tutti in piedi, pimpanti e – più o meno – allegri, impegnati a tentare di chiudere tutte le tende, rimettere le sdraio e le sedie nel furgoncino e infilare i sacchi a pelo al loro posto.
Seattle, alla fine, si è finalmente mostrata per come l’hanno sempre descritta tutti: piovosa. E’ una pioggerellina fitta e fastidiosa, quella che si abbatte sulle loro teste e che rende decisamente più complicati i loro movimenti; ad aiutarli ci sono anche Effy e Sam, leggermente più esperte di loro nel sistemare questo genere di cose, e grazie a dio, perché senza di loro probabilmente non saprebbero nemmeno da che parte incominciare.
Leah e Jo sono immusonite, per la pioggia, la sveglia “presto” e gli uccelli che non hanno fatto altro che fare casino per tutta la notte; continuano a imprecare e a borbottare a mezza voce, e sembrano non avere voglia né la testa di parlare con chiunque altro non sia la propria migliore amica.
Ashton le guarda divertito, qualche metro più in là, trovando incredibilmente buffo il viso imbronciato di Leah, i suoi capelli bagnati che le si appiccicano sulle guance e il nasino arricciato; Luke, invece, trova molto più difficile osservare liberamente Jo. La bionda, infatti, ha coperto la testa e parte del viso con il grosso cappuccio della sua felpa nera, da cui spuntano solo piccole ciocche di capelli biondi; inoltre, le poche volte in cui ha alzato gli occhi chiari su di lui, lo sguardo che gli ha dedicato era incredibilmente pericoloso e omicida.
Ashton sospira, lasciando cadere l'ultima tenda dentro al furgoncino. Finalmente hanno finito!
«Okay ragazzi – esclama Samantha, dopo essersi aggiustata il cappuccio in testa – È stato un vero piacere conoscervi meglio» Sorride, con il suo solito modo solare e tranquillo e a Calum verrebbe la voglia di chiederle cosa cazzo ha da sorridere in un giorno di pioggia come quello.
«Aspettate! – le ferma Leah, prima che montassero nella loro cinquecento bianca – Avete detto che siete dirette al Coachella anche voi, giusto? Perché non facciamo la strada insieme?» chiede sorridendo appena e alzando le spalle. Fa veramente freddo.
«Cazzo si! – grida eccitata Effy, correndo dentro al furgoncino per prendersi un posto – Scusa Sam! Ho sempre sognato di fare il viaggio con uno di questi!» ride divertita, facendo calare il silenzio per qualche secondo prima che ognuno di loro iniziassero a correre verso il proprio posto e facendo imbronciare due di loro.
«Andiamo Cal! – gli dice Luke dal finestrino sopra le risate di tutti gli altri – Non puoi lasciarla sola con quel catorcio di macchina - senza offesa Sam -, vai con lei! Ci vediamo alla prossima sosta, d'accordo?» ridacchia.
Calum Hood alza gli occhi al cielo, trattenendosi dal prendere a pugni quei coglioni dei suoi amici per averlo messo in una situazione del genere.
«Cazzo, okay, che palle!» tira un leggero pugno al furgoncino delle due ragazze provocando un "Hey piano stronzo!" Da parte di Jo.
'Che le due amiche hanno sudato per un anno prima di poterselo permettere.
«Forza andiamo – sussurra intimidita Sam, 'che dai, okay che non sono andati d'accordo in questi due giorni, ma le sembra comunque esagerata la sua reazione. È davvero così fastidiosa? – Vuoi guidare tu?»
«Assolutamente! – dice lui prendendole le chiavi di mano – Per lo meno sarò sicuro di non fare incidenti se guido io!»
Samantha sospira scuotendo la testa, sarà un lungo viaggio, lunghissimo.





Sono in viaggio da circa venti minuti e già all'interno del furgoncino ci sono state le prime discussioni su che musica ascoltare.
Jo e Luke, approfittando della distrazione degli altri, si scambiano sguardi imbarazzati e toccatine veloci; uno sfioramento con le mani, con le ginocchia o direttamente un sorriso.
«La prossima città è Portland giusto?» le chiede Luke a bassa voce.
«Si, così ha detto Leah – disse indicando l'amica addormentata con il busto sul petto di Ashton – È lei che ha la cartina» Luke annuisce, sorridendo appena e avvicinandosi alla bionda.
«E se io e te appena arriviamo andiamo fuori a cena?» fa lui, parlandole all'orecchio e facendola arrossire leggermente.
«E se ti dico di no?»
«Beh – finge di pensarci – Ti porterei con me a forza»
«Molto romantico Hemmings!»
«Non ho mai detto di esserlo! – alza le spalle e le mani al cielo – Ma non mi lasci altra scelta, io voglio stare un po' solo con te»
«Come sei egoista – scherza la Margolis – Condividimi anche con i nostri amici»
«Penso che potranno fare a meno di noi due per una sera. – le dice – E poi Ashton sicuramente non dispiacerà stare con Leah, Mike ed Effy non hanno smesso un secondo di parlar tra di loro, sembrano in un mondo a parte e Calum e Samantha devono imparare a vivere civilmente insieme. Quindi non farà male a nessuno di loro averci tra i piedi.»
Jo si lega i capelli biondi in una crocchia disordinata, lancia una breve occhiata a Michael alla guida e si volta verso Hemmings.
«Quindi è un appuntamento?» gli chiede, aspettando che Luke annuisca.
«È un appuntamento».





Un paio di sedili più avanti, Leah sta dormendo profondamente, la bocca semichiusa da cui escono dei respiri regolari e la maglietta nera stropicciata per il vento che proviene dal finestrino aperto; Ashton, seduto di fianco a lei, si é svegliato poco tempo prima a causa delle risate di Effy e Michael e adesso si é perso a guardarla.
Un soffio leggermente più forte degli altri porta un ciuffo di capelli scuri sulla guancia della ragazza, provocando in lei un piccolo borbottio, nel sonno; Ashton si china verso di lei per sistemargli la ciocca dietro all'orecchio - e nel frattempo cogliere l'occasione di accarezzarla - ma appena le sue dita sfiorano la guancia di Leah, la ragazza sobbalza sul posto e spalanca gli occhi scuri.
«Cristo Ashton, sei pazzo? Mi hai fatto prendere un colpo, porca puttana!»
Leah lo guarda con gli occhi fiammeggianti, mentre Ashton si lascia andare ad una risata divertita. Leah Norris è una delle persone più divertenti che abbia mai conosciuto.
«Dio Leah, sei mai un po' meno esagerata, ogni tanto?» Replica lui, continuando a ridere come un matto di fronte all'espressione inferocita di Leah.
«Sei tu che mi fissi mentre dormo, come un cazzo di maniaco!» Borbotta lei, mentre si accende una sigaretta e lancia un'occhiata di sbieco ad Ashton; anche se non lo ammetterà mai, soprattutto non a lui, svegliarsi con il viso sorridente del ragazzo a pochi centimetri dal suo è stato davvero bello.
«Eri bella e sì, ti guardavo; mi hanno insegnato a guardare le cose belle» Spiega lui pacificamente, guardandola con la coda dell'occhio e godendosi i pomelli rossi che compaiono sulle guance di Leah.
«"Eri"? Stai dicendo che solitamente non lo sono? Che ORA non lo sono?»
Leah si é girata verso di lui completamente, squadrandolo con un'espressione di sfida che, ovviamente, non riesce a metterlo in soggezione.
«Oh Leah, sul serio non te ne sei accorta? Io ti vedo sempre bellissima.»
Leah distoglie velocemente lo sguardo da lui, arrossendo come non mai e cercando di coprirsi con le mani; poi, riprendendo il suo solito carattere da chi non si fa mettere i piedi in testa dal primo belloccio che le passa davanti, incomincia a lanciargli piccolo pugnetti sulle braccia muscolose, incurante di fare più male a se stessa, che a lui.
Ashton ride, sotto i baffi.






«E Luke e Ashton sembravano già abbastanza presi da Leah e Jo, così abbiamo deciso di andare tutti insieme al Coachella – Michael sta guidando per la prima volta Kurt, Jo e Leah glielo hanno concesso solo perché avevano un disperato bisogno di dormire, e al suo fianco, spaparanzata sul sedile del passeggero, Effy lo ascolta con gli occhioni azzurri che seguono ogni suo movimento e, lo deve ammettere, lo mettono un tantino in soggezione. – E quindi.. eccoci qui!» Conclude, con un grande sorriso, rivolgendo una veloce occhiata, tramite lo specchietto retrovisore, ai suoi amici addormentati nei sedili posteriori; ha appena finito di spiegare ad Effy come si sono incontrati con Jo e Leah e, più andava avanti con il racconto, più si rendeva conto di quanto fosse incredibile tutta la storia in cui sono rimasti coinvolti. Insomma.. chi l’avrebbe mai detto?
«E poi una matta con i rasta e una mezza tossica si sono aggiunte a voi, giusto?»
Un sorriso triste fa ombra sui lineamenti delicati di Effy mentre pronuncia le ultime parole, e lei si trova costretta a distogliere lo sguardo dal viso di Michael e a rivolgersi verso il finestrino e la strada che si snoda velocemente sotto i suoi occhi chiari.
Michael sospira, piano, sperando di non farsi sentire da lei, perché davvero non si aspettava che l’argomento sarebbe stato tirato fuori così spontaneamente, non da lei, e non è preparato ad affrontarlo; nella mente ha ancora ben stampate le immagini della sera in cui l’ha conosciuta, scossa dai tremiti e con gli occhi bianchi rivolti all’indietro, fragile come non mai. Ovviamente nota il sorriso macchiato di tristezza di Effy – è sinceramente convinto che noterebbe qualsiasi espressione prendesse campo sul viso di quella ragazza – e si affretta a cercare un modo per riportarla a sorridere, sorridere davvero.
«Una bellissima tossica, però.» Dice sinceramente, guardandola con la coda dell’occhio, speranzoso. Effy si volta di scatto verso di lui, gli occhioni blu pieni di sorpresa perché, davvero lo pensa?, e le guance che già si sono un po’ arrossate, stupidissime ed inutili guance; lo guarda un po’ sospettosa, come se volesse accertarsi della sua sincerità, ma poi sorride.
Sorride davvero.





Intanto nella macchina dietro al loro furgone, tra Samantha e Calum regna il silenzio. Il ragazzo guida tenendo gli occhi puntati sulla strada, la fronte corrugata per l’irritazione e un migliaio e mezzo di bestemmie che gli circolano per la testa, pronte ad uscire alla prima occasione; Samantha, comodamente appollaiata sul sedile del passeggero, con le gambe incrociate e il visino sorridente, rispetta il suo silenzio, parlando solo se strettamente necessario, mentre si gode il soffiare dolce del vento sulle guance.
Ciò che infastidisce particolarmente Calum è lo sguardo vivace di Samantha puntato su di lui, in continuazione; non lo ha mollato un secondo da quando sono entrati in macchina, e non sembra essere in soggezione quando lui le lancia occhiata assassine ma anzi, continua imperterrita nella sua osservazione accurata.
«Si può sapere che cazzo hai da guardare?» Sbotta alla fine, ‘che proprio non ce la fa più a sentirsi i suoi occhi addosso così, senza motivo.
Sam sobbalza impercettibilmente sul posto, non si aspettava proprio di sentirlo parlare e, soprattutto, non con quella voce rabbiosa, come se lei fosse la causa di tutti i mali del mondo.
«Mi piace guardare le persone – Risponde, serena, mentre si stringe nelle spalle. – Cercavo di capire se sei incazzato sempre o solo quando ci sono io» Aggiunge poi, lanciandogli un’altra occhiata penetrante, mentre incomincia a giocherellare con uno dei lunghissimi dread, come se niente fosse.
«Solo quando ci sei te» Si affretta a rispondere lui, nella speranza di farla tacere e togliergli quell’espressione allegra dal viso; quella sua serenità e tranquillità perenne gli fanno salire i nervi, se poi si aggiungono gli occhioni con cui lo guarda e il sorriso gentile che ha sempre stampato sul volto, il nervoso diventa vero e proprio fastidio.
«Okay, allora».
È un borbottio arrabbiato quello che esce dalle labbra di Samantha, mentre lei si accoccola meglio sul sedile e, per la prima volta da quando sono saliti in macchina, distoglie gli occhi da Calum per rivolgerli ad un punto indistinto delle sue ginocchia.
Calum è riuscito nel suo intento, l’ha fatta stare zitta e le ha tolto il sorriso dalla faccia.
E allora com’è che si sente ancora più incazzato di prima?



 


#SSSALVE
Scusateci il ritardo, ma ormai dovreste conoscerci.
Spero vi piaccia questo capitolo e nel prossimo finalmente succederanno alcune cose che alcune di voi aspettavano da un po'. (anche noi in realtà)
E niente; da oggi odio gli One Direction perchè c'erano solo venti fan all'aeroporto di Londra e loro non si sono fermati ne hanno cagato nessuno, quindi 'fanculo. Ecco. 
Mai una volta mi andasse bene! D:
Anyway;
Ci farebbe molto piacere leggere qualche vostro commento sulla storia, cosa ne pensate e cose vi piacerebbe leggere, tutto quello che volete!
Un bacione grande grande.
Chiara e Giulia.

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Capitolo 7
*** VII ***


 
 

Road Trip



Jo Margolis è nervosa come non lo è mai stata. 
Andiamo!, ha avuto migliaia di appuntamenti con i più bei ragazzi di tutta Edmonton e a lei quasi le prende un attacco di panico per un appuntamento con Luke Hemmings. 
Adesso è dentro la stanza doppia, che hanno affittato in un vecchio Motel di Portland, insieme a Leah e si sta davvero trattenendo dal tirarsi i capelli e iniziare ad urlare. 
«Ti puoi calmare?» sbotta la Norris. 'Che non ha nessuna voglia di assistere a quel teatrino che ha messo su la sua migliore amica. 
«Come faccio a calmarmi? – spalanca gli occhi la bionda – Perché non mi hai fatto portare un vestito decente per questo viaggio! Dimmelo!» 
Leah chiude gli occhi e fa un respiro profondo; è da due ore che non tocca una sigaretta e una Jo isterica è l'ultima cosa che le serve. 
«Prenditi il mio okay? Quello blu che mi regalò mia madre» le dice, facendola rilassare di colpo e: «Sei un genio Leah! Ti adoro!» urla abbracciando di slancio la mora e tuffandosi nello zaino leopardato dell'amica. 

Luke Hemmings la sta aspettando seduto sul muretto all'uscita del motel. Morde ripetutamente l'anellino nero che ha sul labbro e si rigira tra le mani le chiavi della cinquecento che Samantha gli ha gentilmente prestato per l'occasione. 
Il rumore del portone che si chiude richiama la sua attenzione, facendolo alzare di colpo e guardare in quella direzione. 
Jo Morgolis è perfetta anche mentre lancia imprecazioni alle scarpe con il tacco che non la fanno camminare a passo veloce come fa di solito, pensa Luke. Le si avvicina, porgendole un braccio e sorridendo apertamente. 
«Da quando sei diventato così raffinato Hemmings?»
Luke ride, 'che tanto lo sapeva che non sarebbe stata una ragazza timida neanche in quella occasione. 
«Giusto – annuisce divertito lui – Allora forza sali in macchina, donna!» dice cercando di fare una voce dura, facendo solo scoppiare a ridere la bionda. 
«Dove mi porti? Almeno sai che strade prendere? Luke se ci perdiamo giuro su dio che è l'ultima volta che vedrai la luce del sole!» 
«Riesci a non essere logorroica per una volta? – ridacchia lui – Fidati solo di me»
Jo apre la bocca per rispondergli che "no, non si fiderebbe di lui neanche se fosse l'ultimo uomo al mondo", ma la richiude subito. 'Che non ha proprio voglia di dire stronzate questa sera. 
Luke alza impercettibilmente le sopracciglia, sorridendo appena quando vede la bionda annuire piano. 
Passano il viaggio canticchiando tutte le canzoni che passano alla radio, dai Queen, a John Mayer fino a un cantautore spagnolo di cui non conoscono neppure il nome. 
«Arrivati!» esclama ad un tratto Hemmings, parcheggiando velocemente l'auto. 
Jo si guarda in torno uscendo dalla macchina e mettendosi subito al fianco del suo accompagnatore. 
Di fronte a loro c'è un'insegna al neon viola - viola capite? Che figo! - che segna il nome della piccola tavola calda in cui si trovano. Quando entrano vengono subito attirati da tutti i poster autografati attaccati in ogni angolo di parete. C'è di tutto, dalla gigantografia di Jay-Z a Demi Lovato, da Adam Levine a Kurt Cobain. 
«OMMIODIO! – Jo spalanca gli occhi, stringendo il braccio di Luke - Quello è l'autografo di Kurt? Quello vero Luke?»
Luke Hemmings sorride con soddisfazione all'espressione emozionata della bionda. Lo sapeva che le sarebbe piaciuto. 
«Proprio lui Jo»
«Come diavolo hai fatto a trovare questo locale?» dice guardandolo negli occhi, sono davvero sempre stati così belli?
«Ho cercato un po' su internet mentre stavi dormendo sul furgoncino»
Jo annuisce lentamente e «Dio se lo sapesse Leah!».
La cameriera li accompagna sorridente al loro tavolo, lasciandogli due menù davanti. 
«Ti piace?»
«È tutto perfetto»
«Tu lo sei»
«Ma smettila Hemmings!» ride imbarazzata Jo Margolis. 
'Che questa passa sicuramente nella classifica delle cinque serate più belle della sua vita.
Stanno mangiando un semplicissimo hamburger con patatine, ketchup e maionese e, davvero!, non c'è nulla che non va.
«Allora – dice Luke, finendo di mangiare il suo panino – Sono già un bel po' di giorni che viaggiamo insieme, ma non so nulla di te» 
Jo scrolla le spalle, 'che alla fine c'è poco da sapere. 
«Sono Jo Margolis, ho diciannove anni e sono di origini Greche e – la bionda di stringe nelle spalle – Cosa vuoii sapere?»
«Non lo so, tutto? – fa allora Luke, sorridendo – Il primo bacio?»
«Questa è divertente! – ride fragorosamente – Eravamo in..»
"Boulevard of broken dreams" dei Green day la interrompe, facendole portare lo sguardo sul suo cellulare. 
Trattiene il respiro, 'che era ormai da giorni che Brandon non la chiamava e lei era stata così tanto presa da Luke e tutto il resto da riuscire a dimenticarsene completamente. 
«Non rispondi?» le chiede ingenuamente Hemmings, facendola annuire lentamente.  
«Brandon.» risponde freddamente. 
«Si può sapere dove cazzo sei finita? Sono passato da casa tua e tua madre mi ha detto che sei partita!» la voce del suo ex (ex?) ragazzo si fa strada nel suo orecchio facendole corrucciare le sopracciglia. 
«Non ti devo avvertire di niente. È finita, ricordi?»
«Andiamo piccola! – ride realmente divertito Brandon – È sempre stato così! Ma poi siamo sempre tornati insieme, dimmi dove sei che ti passo a prendere e ti fai perdonare di non esserti fatta sentire in questi giorni»
Jo è sconvolta; lei deve farsi perdonare?
«Sei disgustoso! – alza la voce, uscendo velocemente dalla tavola calda lanciando uno sguardo di scusa a Luke – Brandon mi fai schifo! Scordati di me, d'accordo? Cancella il mio numero, cancellami dalla tua vita e continua a scoparti quelle fottute troie di sempre!» conclude riattaccando e buttando il cellulare con rabbia dentro la borsa. 
Il rumore della porta che si chiude la fa ritornare al presente, voltandosi di scatto e osservando un Luke Hemmings di nuovo con la giacca, le chiavi in mano e lo sguardo che evita di incontrare il suo. 
«Andiamo» le dice, superandola e sedendosi nel posto del conducente. Jo Margolis sale silenziosamente nell'auto, guardando con la coda dell'occhio il biondo al suo fianco. 
«Luke..»
«Non voglio saperlo»
«Mi dispiace» dice lei, facendo cadere nuovamente il silenzio durante tutto il viaggio. Non si parlano per almeno venti minuti, fino a quando non si ritrovano davanti alla hall del motel per recuperare le chiavi della propria stanza. 
«Luke – lo richiama lei, stufa di tutto quel silenzio tra i due. 'Che non ce ne è mai stato così tanto – Ho detto che mi dispiace, scusami»
«E di cosa? – allarga le braccia – Di aver risposto al tuo ragazzo mentre eri a cena con un tuo amico?» dice sottolineando l'ultima parola. 
«Era il nostro appuntamento – specifica allora lei – Per questo mi dispiace di aver rovinato tutto»
«Era solo una fottuta cena tra amici – ringhia in risposta Luke, prima di avviarsi verso la sua camera – Perché solo quello siamo. Anzi, forse solo conoscenti.» conclude prima di sbatterle la porta della stanza in faccia. 
«Vaffanculo Hemmings!». 
Jo Margolis ha le lacrime agli occhi. E Jo Margolis non piangeva da quando aveva visto "il Re Leone" all'età di undici anni. 





Leah giocherella distrattamente con una punta di capelli scuri, raccolti in una coda disordinata, mentre osserva Effy e Sam parlare allegramente con Michael.
Sono in un pub del centro di Portland, nel quale si sono rifugiati dopo aver divorato una pizza; le due ragazze nuove e il tinto sono al bancone, mentre aspettano di prendere i cocktail ordinati e le loro risate sono ben distinguibili anche sopra al chiacchiericcio che invade il locale.
Leah, Ashton e Calum sono invece comodamente stravaccati sui divanetti rossi che circondano il tavolino tondo; Ashton ha un braccio appoggiato con naturalezza sulle spalle di Leah, mentre con una mano le accarezza il braccio. Calum, al loro fianco, ha la faccia scura almeno quanto i capelli, lanciando occhiatacce fulminanti alla ragazza dai lunghi rasta neri, da lui ribatezzata come "la ragazza con la risata più fastidiosa di tutti i tempi."
Poco dopo, sono già arrivati a quota tre drink, hanno tutti gli occhi più luminosi e le guance più rosse; Ashton non ha ancora tolto il braccio dalle spalle di Leah, ma anzi, non appena Michael ed Effy si alzano per andare a prendere di nuovo da bere, le si avvicina  all'orecchio, mormorando un «Ti va di uscire un po'?» che la fa aprire in un sorriso a trentadue denti.
Appena fuori dal locale si trovano di fronte una grandissima distesa blu, quell'oceano che ha riempito gli occhi di Leah di meraviglia non appena sono arrivati a Portland; si accendono una sigaretta, in silenzio, entrambi persi in chissà quali pensieri.
«Credi che Luke riuscirà ad arrivare alla fine dell'appuntamento con Jo senza pisciarsi addosso dall'emozione?»
Ashton ride, subito seguito da Leah, al pensiero del suo migliore amico agitato come non mai all'idea di uscire con l'unica ragazza per cui si sia mai davvero preso una cotta.
«Lascia stare, Jo stava per avere un infarto..» Commenta lei, incredibilmente divertita dall'appuntamento dei due biondini del gruppo.
Ashton sorride insieme a lei, aspirando un altro tiro dalla sua sigaretta, mentre le si avvicina piano. Posa entrambe le mani sui suoi fianchi, guardandola innalzare le sopracciglia con curiosità e abbozzare un piccolo sorrisetto incerto; Leah Morris, anche da quella prospettiva inedita, è incredibilmente bella.
«E credi che riuscirò a baciarti, prima o poi?» Sussurra piano, incredibilmente piano, soffiando delicatamente sul viso della ragazza, sul quale si apre un nuovo sorriso, questa volta malizioso. 
«Potresti provarci, no?»
E il modo in cui alza il viso verso di lui, scuotendo piano la coda di capelli scuri, e inumidendosi le labbra, potrebbe farlo impazzire sul serio; la bacia subito dopo, con le mani che vanno a infilarsi tra i suoi capelli e le sigarette che vengono lanciate lontano da loro, avendo trovato qualcosa di più interessante da fare.
Ashton ne é sicuro; non ha mai baciato nessuno, come ha baciato Leah.





Sammy non è una che si fa buttare giù, non di solito, per lo meno.
Eppure, mentre esce fuori a fumare una sigaretta, con i pantaloncini di jeans che le lasciano scoperte le gambe e il top nero che svolazza leggermente a causa del vento leggero, non ha il suo solito sorriso sereno stampato sul viso solitamente allegro e lontano da ogni turbamento.
Si appoggia al muro freddo dell’esterno del locale, sospirando di sollievo quando sente il fumo entrarle nella gola e bruciare un po’, perché quella sigaretta la desidera da troppo, troppo tempo, almeno da quando Calum Hood ha iniziato a fare battutine acide su di lei e a lanciarle occhiate omicide ogni volta che apriva bocca per dare un contributo alla conversazione.
Non sa cosa gli abbia fatto, a quel ragazzo tutto musi e occhiatacce con lei, solo con lei, perché davvero, non può credere che abbia messo in scena tutto questo teatrino di grugniti e insulti solo perché gli ha rovesciato addosso un cocktail qualche sera prima; sa solo che, se con tutti gli altri sembra sempre pronto a ridere e a divertirsi, se con Jo e Leah si comporta come un padre protettivo e si occupa di loro con grande cura, con lei proprio sembra non voler avere nulla a che fare.
Pochi minuti prima, per esempio, lei ha fatto una battuta sul barman che ha fatto ridere tutto il tavolo e Michael ha borbottato un “sei la persona più divertente che abbia mai conosciuto” tra le risate; Calum, invece, seduto accanto a lei ma distante come non mai, si è limitato a rispondere con una risata sarcastica ed acida alle parole di Michael, che l’ha costretta ad alzarsi velocemente, dopo aver preso il pacchetto delle sigarette e l’accendino.
Ancora immersa nel ricordo degli occhi neri di Calum rivolti verso di lei, fiammeggianti come se la volesse fulminare sul posto, non si accorge di due figure che le si avvicinano, appoggiandosi al muro accanto a lei, incastrandola in mezzo ai loro corpi. Si accorge di loro perché puzzano decisamente di alcool e perché sono decisamente più alti di lei, uno scricciolo, e la sovrastano con la loro altezza. La guardano con gli occhi divertiti e maliziosi velati dall’alcool mentre biascicano qualche parola qua e là, così strascicate che non riesce nemmeno a distinguerle le une dalle altre. Fa per staccarsi dal muro e rientrare nel locale, allarmata dai loro corpi grandi e grossi e dai loro occhi che continuano a non staccarsi dal suo corpo, improvvisamente troppo scoperto; non riesce a muoversi neanche di un centimetro, però, perché le mani di entrambi la bloccano, incastrando i suoi polsi tra le loro dita ed esercitando una pressione tale che, Sammy ne è sicura, gli lasciano il segno.
«Dove pensi di andare, bambolina?»
Quello che parla ha gli occhi verdi e un bel viso, forse, se lo avesse incontrato per strada casualmente lo avrebbe anche potuto trovare carino; ma ora, con il suo viso a pochi millimetri dal suo, il fiato pieno di vodka che si infrange contro il suo viso e le braccia che la bloccano contro il muro, vorrebbe solo scappare a gambe levate.
«Il mio ragazzo mi sta aspettando dentro, si preoccuperà se non torno» Tenta, negli occhi un’espressione decisa che copre la paura folle che la sta avvolgendo.
Loro sorridono maliziosi, come se sapessero che è solo una sua invenzione, non c’è nessun ragazzo ad aspettarla, solo Calum Hood che probabilmente ride sinceramente e sguaiatamente ora che lei non c’è più.
«Non ti preoccupare, saremo veloci.»
Sono decisamente più vicini, adesso, e Sammy si sente soffocare tra i loro corpi, ha il cuore che le risuona a mille nelle orecchie, mentre si rende conto che non ha davvero scampo; loro le stanno troppo addosso, sono decisamente troppo grossi per pensare di riuscire a scappargli, e nessuno al locale probabilmente si è ancora accorto della sua assenza un po’ troppo prolungata. Chiude gli occhi e cerca di scansarsi, per quanto possibile, mentre le loro mani si appoggiano al suo corpo, infilandosi sotto la maglietta e iniziando a slacciare i pantaloncini a vita alta; loro ridono, di fronte ai suoi tentativi assolutamente vani di toglierseli di dossi, e la riafferrano come se fosse una mosca, troppo piccola per destare davvero preoccupazione.
Samantha si arrende, perché non c’è davvero niente che possa fare, perché sono in due e l’hanno bloccata in un modo che non riuscirebbe mai a liberarsi; con gli occhi chiusi, cerca di pensare a qualcosa di positivo, qualcosa di bello, e non sentire i movimenti soffocati dei ragazzi sopra di lei.
Per questo, perché è totalmente immersa in un mondo lontano, che non prende davvero sul serio la voce aggressiva e violenta che si infrange contro i corpi dei due ragazzi, facendoli allontanare da lei con una velocità incredibile; non prende sul serio il rumore di nocche che si scontrano prima con una mascella e poi con un’altra, come non prende sul serio gli insulti che sempre la stessa voce pronuncia in direzione dei suoi aggressori, adesso sdraiati per terra con le mani sui visi.
Ma poi un paio di braccia la sollevano dal marciapiede su cui si era lasciata cadere, la stringono forte contro un petto caldo e coperto da una camicia che è sicura di aver già visto e la voce che le parla non è più aggressiva ma dolce, rassicurante, e lei si sente abbastanza al sicuro da aprire di nuovo gli occhi.
Calum Hood la guarda con uno sguardo preoccupato, ha il respiro affannato per l’agitazione, ma la stringe forte contro di sé e le lascia perfino un bacio sulla fronte, come quelli che piacciono a lei.
E Samantha non ha più bisogno di chiudere gli occhi per immaginarsi qualcosa di bello.





Effy respira affannosamente mentre tenta di sorpassare tutta quella gente accalcata all'interno del pub. Vuole, deve!, uscire di lì. Ha bisogno di aria fresca e il lieve tremore alle mani non le è di aiuto per restare calma. 
Ha appena assistito ad una scena a cui avrebbe volentieri fatto a meno in quella situazione; 'che sicuramente vedere due ragazzine tirare di cocaina nel bagno non l'hanno fatta stare meglio. 
Si siede per terra, con la schiena sul muro, le ginocchia strette al petto e fa dei respiri profondi prima di scoppiare a piangere. 
Si vergogna da morire a comportarsi così. Si sente debole a non riuscire a rinunciare a quella sostanza che le fa così tanto male ma, la quale, la fa stare allo stesso tempo bene.
«Effy?» 
È la voce dolce e preoccupata di Michael che riesce a farla uscire da quello stato di trance in cui era caduta. 
«Hey» dice, asciugandosi le guance con i palmi delle mani. 
«Che diavolo succede?» le domanda, sedendosi di fianco a lei.
«Nel bagno - deglutisce prima di sollevare i suoi occhioni blu nei verdi di Michael – Lo stavano facendo. Hanno provato ad offrirmela e io..» 
Effy scoppia nuovamente a piangere, singhiozzando appena e facendo preoccupare ancora di più il ragazzo al suo fianco.
«Hey, vieni qui – le dice, facendola sedere sulle sue gambe stese e abbracciandola stretta – Stai tremando. Raccontami con calma» le sussurra, dondolandola avanti e dietro come è sempre stato abituato con sua cugina durante gli attacchi di panico. 
Effy prende un respiro profondo, stringendo in un pugno la maglia nera di Michael e annuendo piano. 
«Due ragazze si stavano drogando, poco fa, nel bagno – spiega più tranquilla – Io sono rimasta lì a fissarle perché.. Beh perché mi mancava quella sensazione e volevo farlo anche io – continua facendo irrigidire il ragazzo sotto di lei – Quando si sono accorte che le stavo guardando mi hanno chiesto se ne volevo una striscia. Mike ho davvero avuto una voglia pazzesca di dirle di sì, di sentirmi nuovamente leggera e senza alcun pensiero» singhiozza. 
«L'hai fatto?»
«No – nega lei scuotendo la testa e sollevando appena l'angolo destro della bocca – Ho pensato a te»
«A me?»
«A te». 
Michael Clifford è sempre stato un ragazzo con il sorriso sulle labbra, ma mai come in quel momento si era sentito così euforico mentre la sua bocca sfiorava quella di Effy Smith.









Ciao,
Siamo due coglione palesemente in ritardo, ma abbiamo dei problemi giganteschi con lo scrivere in tempo.
Ci siamo divertite ed esaltate troppo a scrivere questo capitolo e ne siamo suuuuuper orgogliose, roba che non facciamo altro che dirci quanto siamo felici perciò fateci sapere se siamo solo pazze noi o se vale la pena di esserne orgogliose.
Grazie mille per le recensioni, io e Giulia vi amiamo tutte e vi mandiamo un abbraccio abbraccioso da Siena e Genova.
Byeee. X

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