Yes, you can

di Seekerofdreams_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** parte uno ***
Capitolo 2: *** parte due ***
Capitolo 3: *** parte tre ***
Capitolo 4: *** Parte quattro ***
Capitolo 5: *** Parte cinque ***
Capitolo 6: *** parte sei ***
Capitolo 7: *** parte sette ***
Capitolo 8: *** parte otto ***
Capitolo 9: *** parte nove ***



Capitolo 1
*** parte uno ***


 

A Louis,

perché mi ha insegnato che si può essere un vincente
mantenendo l'entusiasmo di un bambino.

 

*

 

I più grandi ballerini non sono grandi per il loro livello tecnico, sono grandi per la loro passione.
(Martha Graham)

 

*

 

Louis attraversa di corsa la strada che lo separa dalla caffetteria all'ingresso della scuola cercando di evitare le pozzanghere formatesi dopo il terribile temporale della sera prima, tira su il borsone sistemandolo sulla spalla sinistra e una volta saliti i dieci gradini si gira ad aspettare Liam.

Vede il ragazzo sorridere amichevolmente ad una donna che lui non ha mai visto e si chiede come faccia il suo amico a conoscere già gente in quel posto, sono lì solo da tre giorni.

Scuote la testa mentre lo vede avvicinarsi, una tuta grigia poggiata sui fianchi e una felpa nera dell'Adidas che Louis ha già qualificato come la maglia preferita del ragazzo castano.

Non si conoscono da molto Liam e Louis, solo da un paio di mesi, si sono conosciuti proprio in quel posto durante le audizioni per entrare nella prestigiosa scuola di arti sceniche di Londra, la “Dramatic Art Village”. Entrambi in lizza come ballerini di danza moderna, messi in coppia per pura casualità durante una prova delle audizioni guadagnandosi da lì il posto di coppia fissa per le dimostrazioni di passi a due teatrali. Louis sospira forte, non si sarebbe aspettato di vivere tutto questo con un'altra persona, un po' lo rassicura e un po' lo spaventa, Liam è gentile e dolce, ha già capito che è una persona dai valori nobili che si fa in pezzi per aiutarti e lui gli vuole già un gran bene ma ha paura di non riuscire a farsi notare. Louis sa bene, come lo sa anche Liam, che alla fine dell'anno solo uno tra i ballerini di danza moderna riceverà l'ingaggio estivo per lavorare con una compagnia teatrale e lui non vuole assolutamente rinunciare a quel posto, ma forse non vuole rinunciare nemmeno a Liam.

In questi mesi si sono scritti ripetutamente, visti altrettante volte e a Louis piace il fatto che Liam sia sempre disponibile anche per uno stupido scherzo e a lui piacciono tanto gli scherzi!

Sospira e non riesce a capire pienamente le sue emozioni del momento, mentre con la mano di Liam poggiata sulla sua spalla attraversano le porte scorrevoli per ritrovarsi in un ampio ingresso.

Arte. Quella è la prima parola che viene in mente ad entrambi quando si guardano attorno, ci sono delle grandi scale che portano al piano superiore davanti a loro e gente che corre avanti e indietro, chi a passi di danza, chi con una chitarra sulle spalle, chi con dei fogli in mano.

“Oddio!” dice Liam sorridendo felice mentre poggia lo sguardo su Louis.

“Ci siamo!” risponde il castano non potendo nascondere la sua felicità.

Si mettono in fila per prendere gli orari delle lezioni e continuano a guardarsi attorno increduli di essere riusciti ad arrivare a frequentare proprio quella scuola, stringono entrambi il manico del borsone fino a sbiancare le nocche e si mordono le labbra agitati mano a mano che la fila scorre davanti a loro.

Le voci degli altri studenti riempiono l'ambiente e loro si perdono a sentire i discorsi di alcuni ragazzi dietro di loro, si guardano e scoppiano a ridere quando un ragazzo esordisce con un “Ho fame, tanta, tantissima fame” e continuano a ridere fino a quando lo sconosciuto, sentendosi chiamato in causa si sporge verso di loro “Ditemi che avete qualcosa da mangiare e potreste diventare i miei migliori amici” dice allegro guardando prima uno poi l'altro.

Ha i capelli biondi e un sorriso travolgente, sembra uscire direttamente da una commedia americana e ha un accento decisamente diverso dal loro.

“Mi dispiace, non ho niente” risponde subito Louis ma non ha bisogno di sapere cosa sta cercando Liam nel suo borsone, è troppo gentile per rifiutarsi di condividere il suo cibo.

“Ho solo questo pacchetto di crackers” dice infatti porgendolo al ragazzo biondo che sembra illuminarsi “Grazie!” dice entusiasta mentre scarta l'involucro. Porge il pacchetto in avanti per offrire il contenuto ma scuotono entrambi la testa in segno negativo.

“Amico mi hai salvato la vita, grazie” commenta il ragazzo biondo prima di porgere la mani in avanti e “Niall” dire.

Tutti i ragazzi del primo anno hanno lezioni in comune e Liam e Louis non si stupiscono di ritrovarsi Niall accanto nello spogliatoio per prepararsi alla prima lezione di danza moderna. Si spogliano in fretta, scegliendo un armadietto personalizzato, infilano una maglia nera e i pantaloncini aderenti, c'è fermento nella stanza e Louis sente già gli occhi poggiarsi su di lui quando infila i calzini e si rimette in piedi. E' consapevole di essere basso, di avere i fianchi più larghi e le gambe leggermente più tozze ma ama ballare, il resto non conta.

“Lasciali stare” bisbiglia al suo orecchio Liam e lui annuisce “Tranquillo, ho più autostima io che loro, puoi starne certo” dice sorridendo.

Niall li guarda e abbassa la testa, ha le gambe minute e fini ma ha ragione Louis, non ha poi così tanta autostima.

Quando entrano nella classe di danza percepiscono tutti una leggera eccitazione, c'è agitazione, qualcuno fa stretching per riscaldarsi altri provano qualche posizione di danza classica alla sbarra vicino allo specchio, qualcuno semplicemente ride.

“Da dove venite ragazzi?” chiede Niall entusiasta portandosi una gamba indietro in modo da toccare con il tallone destro i glutei.

“Io da Doncaster” dice Louis sorridendo “Lui da Wolverhampton e tu? Non sei inglese” continua.

“No affatto, sono irlandese” dice ovvio sorridendo e i due ragazzi non possono far altro che sorridere facendosi contagiare dal suo entusiasmo.

Vengono interrotti dall'arrivo di una donna dai lunghi capelli neri tirati indietro da una fascia, li guarda attentamente e sorride “Benvenuti alla vostra prima lezione di danza moderna ma soprattutto ben arrivati in questa scuola, siete stati selezionati tra centinaia e centinaia di pretendenti questo vi fa onore ma soprattutto deve spronarvi a dare il meglio in ogni cosa, c'è sempre qualcuno pronto a prendere il vostro posto” continua mantenendo il sorriso in volto ma incutendo comunque un po' timore.

“Con questo non voglio spaventarvi” aggiunge avviandosi verso lo stereo “O forse un pochino si” ride. Louis guarda Liam alzando le sopracciglia prima di riportare la sua attenzione verso la professoressa.

“Oggi voglio vedere un po' il vostro livello, metterò la base e potrete danzare come meglio credete” annuncia scatenando l'entusiasmo negli allievi.

Liam sorride felice mentre Niall e Louis lo raggiungono mettendosi in riga con gli altri.

La musica cambia ogni dieci battute, la professoressa si muove tra di loro controllando i piedi, i movimenti, il ritmo e l'eleganza. Ballano per minuti e minuti, senza fermarsi, sembrano confusionari data la libertà di movimento ma non è così per la loro insegnante che riesce ad inquadrare già ognuno di loro.

Rimane qualche minuto davanti a Louis, sorride, poi spegne la musica dal telecomando.

“Bene, per oggi va bene così, da domani inizieremo con alcune coreografie che dovrete realizzare agli esami di metà semestre” dichiara mantenendo sempre il sorriso sulle labbra, i ragazzi si risistemano e prima di lasciare l'aula battono le mani.

 

*

 

Louis indossa il body per la lezione di danza classica quando lo spogliatoio è ormai vuoto, ha il cuore che batte all'impazzata nel petto, trema e ha un po' paura. Liam non è lì con lui, è l'unica lezione che non seguono insieme e il castano si rende conto che averlo accanto lo rassicura.

Si guarda allo specchio prima di uscire e “Questo è il mio sogno” si ripete.

Apre la porta che lo divide dall'aula e raggiunge il gruppo dei suoi compagni, evita di dare importanza agli sguardi che riceve e spera di non aver fatto una stronzata a scegliere danza classica come corso secondario, forse doveva ascoltare Liam e provare con lui la danza aerea ma soffrire di vertigini non è un buon modo per usare i tessuti aerei.

La porta dell'aula si apre di scatto e rimane per qualche secondo pietrificato mentre un ragazzo alto, che avrà qualche anno in più di lui, si fa spazio verso la radio. Poggia a terra un asciugamano, ha le gambe fasciate da un pantajazz bianco che lascia poco all'immaginazione e una maglia nera sopra. E' proporzionalmente perfetto, sembra creato da uno stampino e quando piano piano Louis risale il suo profilo non può che confermare la sua tesi. Incontra per qualche secondo i suoi occhi verdi e si sente morire.

“Buongiorno” dice gentile “Sono Harry Styles e vi accompagnerò durante il corso di danza classica per l'intero semestre” continua. Louis studia il movimento delle sue mani poi si sofferma sui capelli abilmente raccolti in una crocchia alta e si lascia andare ad un sospiro.

“Forza, alla sbarra” ordina l'insegnante e tutti eseguono posizionandosi lungo il perimetro della stanza.

“Prima posizione” continua Harry, camminando tra i vari studenti per controllare la posizione dei piedi, recupera un bastone di legno accanto allo stereo e torna a percorrere la strada di prima, questa volta al contrario. Batte una volta contro la caviglia di chi sbaglia e alza gli occhi al cielo scocciato.

“Lei è?” chiede ad una ragazza bionda.

“McNay, Laura McNay” risponde lei timorosa.

“Signorina McNay avevo dato per scontato che le prime posizioni le avessero ripassate tutti dato il livello di questa scuola ma mi sbagliavo evidentemente” la rimprovera severo.

Harry ha dei problemi con la danza classica, è un ballerino eccezionale, di un'eleganza vista in pochi ma è stato costretto a studiarla e questo lo porta a sfogarsi qualche volta sugli studenti ma è un ottimo insegnante e anche se deve mantenere la facciata da duro riesce comunque a portare a termine i suoi obiettivi. Tutti quelli che sono arrivati a concludere il corso con lui sono diventati promesse del ballo.

“Seconda posizione” riparte dopo qualche minuto e tutti eseguono, una mano alla sbarra l'altra sollevata in alto.

Questa volta sembra essere soddisfatto, cammina fino ad arrivare a Louis, i piedi sono perfetti come anche l'apertura del braccio ma non riesce ad evitare di fare una smorfia, quelle anche sono troppo ampie.

Il castano sente gli occhi dell'insegnante scrutarlo da parte a parte ma resta fermo nella posizione che ha imparato perfettamente nei primi anni di studio, prima che si appassionasse alla danza moderna. Non gli sfugge la smorfia, si sente mortificato ma non lo dà a vedere, mantiene la testa alta e lascia che quegli occhi verdi si spostino alla persona che occupa la postazione davanti alla sua.

Quando la lezione finisce è il primo a lasciare la sala, sente gli occhi di tutti, compreso il suo insegnante addosso ma non se ne cura. Si spoglia e recupera un asciugamano pulito prima di entrare in doccia, si lava velocemente, fa scorrere l'acqua calda sulla pelle senza fermarsi a riflettere, ha bisogno di incontrare Liam e perché no anche Niall.

Friziona i capelli e indossa i boxer puliti, una tuta grigia e una felpa blu. Recupera il borsone dall'armadietto e cammina il più velocemente possibile lontano dagli spogliatoi mentre iniziano a popolarsi.

Scende le scale e si ferma proprio accanto ad esse per aspettare Liam. Si guarda attorno mordendosi il labbro inferiore, sulla sua destra molti studenti stanno già raggiungendo la mensa scolastica, dall'altra parte ci sono gli uffici degli insegnanti. Batte il piede a terra e sente qualcuno scendere le scale, si volta sperando di trovare Liam ma si imbatte in un paio di occhi verdi.

Distoglie immediatamente lo sguardo ma è costretto a prestargli attenzione quando l'insegnante si ferma davanti a lui “Visto che è uscito di corsa dalla lezione le volevo far sapere che dovrete esibirvi tutti per dieci minuti, questa è la prima e l'ultima volta che mi interesso di farle sapere qualcosa, in classe si resta fino a quando il professore non lascia l'aula” dice autoritario e Louis si ritrova a deglutire e annuire. Sa di aver sbagliato ma si è sentito braccato, proprio come si sta sentendo adesso.

“Sa parlare signor...” dice invitandolo a dire il suo nome.

“Louis Tomlinson” risponde prontamente il ragazzo.

“Bene, vedo che sa parlare signor Tomlinson, ci vediamo domani in classe” dice lasciandolo lì come uno stoccafisso ad osservarlo andare via.

*

 

Liam ha appena finito la sua prima lezione di tessuti aerei e non potrebbe essere più felice nonostante si siano semplicemente arrampicati lungo i teli appesi al soffitto. Ha sempre saputo di avere grande forza nella braccia ma dopo tutti gli esercizi iniziano comunque a fare male. Sistema la manica del borsone sulle spalle e controlla l'orologio, è in anticipo di dieci minuti così decide di fare un giro per il terzo piano prima di raggiungere Louis e Niall al piano terra.

Percorre i lunghi corridoi storcendo il naso davanti alle porte delle aule chiuse, si limita a leggere i nomi riportati su di esse, Hip Hop, Danza sportiva, Break dance. Guarda tutto con occhi luminosi ed eccitati, ha lavorato duramente per arrivare a questo punto e non potrebbe essere più felice. Fa qualche altro passo e la sua attenzione viene catturata da un pianoforte a coda, è quasi dentro la stanza quando sente una musica e si spaventa balzando indietro e facendo sbattere la porta che stava aprendo con cautela.

Alza lo sguardo per incrociare quello incuriosito di un ragazzo dai capelli di un colore particolare, si guardano per qualche minuto poi quest'ultimo torna a suonare come se niente fosse e Liam rimane fermo sulla porta a chiedersi cosa ci fa quel ragazzo in una scuola di danza. Non riesce a staccare gli occhi da lui, dalle mani che scivolano delicate sui tasti bianchi e neri e non si rende nemmeno conto di essere in ritardo, quando lo sguardo gli cade sull'orologio appeso alla parete si riscuote dallo stato di trance in cui è caduto, si bea per qualche altro minuto di quella melodia dolce poi decide di andare via così “Ciao” dice timidamente ma non ottiene risposta, solo un aumento del ritmo della canzone e se lo fa bastare mentre torna indietro e scende le scale in fretta sperando di non venire ucciso da Louis, durante i mesi passati ha fatto i conti con il suo essere permaloso.

Raggiunge il luogo dell'appuntamento ma non è sorpreso di non trovare nessuno, si dirige a grandi passi verso la mensa trovandosi davanti una confusione incredibile, le tavolate sono disposte in sette file, riesce a contare più di quindici tavoli per ognuna di esse e la maggior parte sono già occupati. Non riuscirà a trovare Louis nemmeno volendo, si guarda attorno, riesce ad inquadrare il tavolo degli insegnanti e passa spedito davanti a loro, poi sente una risata e si volta verso un gruppo di ragazzi che ride divertito e si dirige da quella parte, doveva aspettarselo che Niall sarebbe diventato l'anima della compagnia.

Louis lo vede arrivare, sta ascoltando le battute di Niall e sente quei ragazzi ridere come se non ci fosse un domani, si lascia sfuggire qualche risata anche lui ma per la maggior parte del tempo rimane a fissare il cibo nel piatto, spostando le verdure da un lato.

“Liam!” lo saluta alzandosi per trascinarlo in un abbraccio. Il castano si irrigidisce in un primo momento, non è abituato alle dimostrazioni di affetto e si aspettava di sentire un rimprovero, Louis è più il tipo che tira pugni sulle spalle per salutarti. Si lascia andare e lo abbraccia di rimando “Com'è andata?” chiede. Le persone li ignorano mentre loro stanno appoggiando un mattoncino in più nella parete della loro amicizia.

“Mi sei mancato” si lascia sfuggire a bassa voce e Liam sorride “Te l'ho detto di venire a fare i tessuti con me” ribatte alzando gli occhi al cielo.

“Avrei dovuto darti ascolto, mi guardavano tutti oggi a lezione” sussurra Louis mentre camminano verso il banco per prendere qualcosa a Liam.

“Beh, come dargli torto hai un fondo schiena invidiabile a tutti” ribatte il castano lasciandogli una pacca giocosa sul sedere facendolo sobbalzare in avanti, ridono ed è quello che Louis ama di Liam, ha sempre qualcosa per farlo sentire meglio. Sorride colpendolo complice con la spalla per poi voltarsi involontariamente verso la mensa, sente uno sguardo addosso e il sorriso sparisce dal suo viso quando i suoi occhi incrociano quelli del suo maestro di danza classica.

Sente un brivido percorrergli la schiena e si volta immediatamente accennando un sorriso a Liam, continuando ad ascoltarlo in silenzio, senza però riuscire a trattenere l'istinto di voltarsi ancora.

“E' successo qualcosa di interessante?” chiede Liam seguendo il suo sguardo.

“No, perché?” si trova a dire agitato Louis e il suo amico ride “Stavi guardando quel tavolo...” alza lo sguardo anche lui e le parole muoiono sulla sua lingua. Louis lo guarda attento poi torna ad osservare il tavolo degli insegnanti, c'è un ragazzo accanto al suo insegnante che sta parlando con lui in modo che gli altri non possano sentirlo. Sono vicinissimi e Louis inarca un sopracciglio voltandosi verso Liam “Quello con i capelli come mio nonno chi è?” borbotta. Liam lo guarda piccato ma tiene per sé l'incontro di qualche ora prima e “Non lo so” risponde afferrando un piatto di verdure e “Comunque non sono brutti i suoi capelli” aggiunge e senza farsi vedere alza lo sguardo per osservarlo ancora da lontano. Louis scrolla le spalle e “Se lo dici tu” borbotta seguendolo poi verso il tavolo per guardarlo mangiare in silenzio. La stanza brulica di gente, qualcuno ride e passa tra i tavoli danzando, a Liam e Louis quell'atmosfera piace, ridono guardando un gruppo di ragazzi improvvisare una canzone e battono le mani a tempo unendosi a tutta la mensa. I professori continuano a parlare tranquilli come se per loro fosse normale amministrazione assistere a scene simili.

“Ti rendi conto che siamo qui? Io ancora non ci credo” sussurra Liam a Louis sorridendo e il ragazzo castano non può far altro che guardarlo con occhi luminosi e “Siamo qui” ripetere.

 

*

 

I giorni passano velocemente e piano piano prendono entrambi il ritmo delle lezioni, si alzano insieme, fanno colazione al bar del college insieme a Niall che puntualmente arriva in ritardo ad ogni appuntamento, si dirigono insieme verso la lezione di danza moderna dal quale tutti escono sorridenti e poi ognuno si divide per la sua strada per poi incontrarsi nuovamente a mensa e chiacchierare del più e del meno anche con gli altri studenti. A fine giornata, dopo le lezioni pomeridiane di storia della musica per Liam e quelle di teatro per Louis e Niall, si aggiornano su quanto successo.

Raccontano quasi tutto, tenendo per loro dei piccoli momenti che si vergognano di confessare agli altri. Liam custodisce gelosamente le sue visite all'aula dell'ultimo piano e Louis non racconta del modo in cui il suo insegnante lo fa sentire. Come in quel momento, quando tutta la classe di danza classica lascia l'aula e “Tomlinson” viene richiamato.

Louis tiene strette tra le mani le sue punte e si distacca dal gruppo di allievi per raggiungere il maestro nell'angolo destro della stanza.

“Si?” chiede fermandosi a pochi passi.

“Alla sbarra e ripetimi l'ultimo esercizio” sente dire. Harry non alza lo sguardo verso di lui, rimane concentrato sul computer per cercare la canzone adatta e quando nota il ragazzo ancora fermo si concede di guardarlo.

“Allora?” chiede piccato.

“La lezione è finita” protesta Louis. Non è mai stato un ragazzo maleducato, ha sempre cercato di essere dolce e carino con tutti nel corso della sua vita ma quel professore tira fuori il peggio di lui e lo scombussola e infastidisce senza una reale motivazione. Sa perfettamente di non dover rispondere, di essere nel torto ma si stampa lo stesso un sorrisino di sfida sul viso.

Gli occhi verdi del suo insegnante lo osservano inespressivi o almeno è quello che arriva a Louis.

“Siamo in una scuola di danza e se uno dei tuoi insegnanti ti chiede di restare dopo la lezione dovresti esserne più che felice” ribatte mantenendo un'aria seria. Lo scruta e Louis come ogni volta sente vampe di calore che scambia per rabbia.

“Bene” dice raggiungendo la sbarra preparandosi. Per tutta la lezione hanno svolto esercizi per migliorare la tecnica sulle punte e rafforzare le caviglie nonostante siano esercizi prettamente femminili, Louis sente i piedi far male ma non ha intenzione di arrendersi. Esegue l'esercizio nuovamente, un po' goffo forse data la scarsa lunghezza delle sue gambe ma prova a mettersi d'impegno per terminare tutto nel migliore dei modi.

Sente un sospiro e “Sei ancora in tempo per cambiare corso” borbotta il suo professore. E' alle sue spalle e Louis chiude gli occhi, ci ha pensato tante volte, la danza classica non fa veramente per lui ma il suo orgoglio spinge per non arrendersi. Respira a fatica e non risponde.

“C'è un'altra settimana di tempo per farlo, altre tre lezioni di danza classica, pensa solo che dovrai sostenere degli esami finali e che potresti ripetere l'anno anche solo per una materia” continua il maestro e Louis nota che il suo tono non è più tanto severo, vede un lampo di bontà nei suoi occhi che non ha notato in nessuna delle lezioni precedenti. Sembra sempre un uomo tutto d'un pezzo, Louis l'ha visto ridere solo con quel ragazzo che cambia colore di capelli come se fossero magliette sporche. Il castano sospira e “Ci penserò” dice con tono piatto.

“Vai a mangiare ora, non vorrei farti avere un crollo di energie” ribatte sarcastico Harry e Louis se non fosse il suo insegnante l'avrebbe già mandato a quel paese.

Sorride sarcastico e si dirige a grandi passi verso lo spogliatoio, apre borbottando un “Lo odio” l'armadietto, sfila i pantacollant appallottolandoli nel borsone e recupera i pantaloni di danza moderna, ha bisogno di sfogarsi e questo è l'unico modo che conosce. Attraversa il corridoio vuoto e si guarda intorno prima di entrare nell'aula deserta, fa un po' di stretching e stiracchia un po' i muscoli prima di avvicinarsi al computer e far partire una base. Si siede a terra, le mani strette intorno alle caviglie e respira piano, si ferma ad ascoltare la musica, lascia che entri dentro di lui poi inizia a muoversi svuotando la testa. Lascia tutto fuori dalla porta di quell'aula, lì dentro ci sono solo lui, la danza e la musica. Regola il respiro e segue il ritmo improvvisando una coreografia sul momento. Si sente libero per qualche minuto, è felice e quando la base volge al termine ha un sorriso sereno in viso. Sente un colpo di tosse e si volta verso la porta d'ingresso, il suo professore di danza classica lo sta guardando, non sa da quanto tempo sia lì, se l'ha visto ballare oppure no ma sente il suo sguardo bruciare addosso. Non si spostano, né l'uno, né l'altro, rimangono a guardarsi senza fiatare poi è Harry a schiarirsi la voce “Tra pochi minuti la professoressa risalirà, non le piace trovare alunni nella sua classe fuori dall'orario di lezione” dice autoritario e Louis annuisce dopo qualche secondo di confusione mentale.

Sistema il computer, afferra il suo piccolo asciugamano e lo passa tra i capelli sudati “Grazie” sussurra spegnendo le luci e lasciando che il suo insegnante chiuda la porta.

Non sa cosa dire Louis, scuote la testa e opta per raggiungere gli spogliatoi e fare una doccia e magari riuscire a mangiare qualcosa.

“Louis?” si sente richiamare e il suo corpo viene scosso dai brividi all'udire il suo nome pronunciato con un tono così tranquillo.

“Si?” si volta puntando gli occhi azzurri in quelli verdi dell'altro, in attesa.

“Era tua la coreografia?” chiede Harry.

“S-si” ribatte l'altro preso in contropiede, l'idea che il suo insegnante abbia assistito alla sua performance lo fa arrossire.

Si aspetta una risposta, una parola, una qualsiasi cosa ma ottiene solo un accenno con il capo che non sa come decifrare, era un “sei stato bravo!” o un “hai fatto schifo” ?

Continua a chiederselo mentre resta da solo tra i corridoi del secondo piano con un cuore che batte più forte del solito e una mente curiosa di conoscere la risposta.

Scuote la testa e sospirando si chiude la porta dello spogliatoio alle spalle.

 

 

Liam sorride ai suoi compagni di corso allegro e felice per la lezione appena finita. Saluta il suo professore con un gran sorriso, passa la mano sui tessuti su cui era sollevato in aria fino a qualche minuto prima per poi uscire dall'aula. Raggiunge lo spogliatoio del piano e velocemente si butta sotto il getto d'acqua calda per una doccia veloce, non può perdere tempo. Passa il bagnoschiuma in fretta lungo il suo corpo, lava i capelli e in dieci minuti è avvolto nel suo accappatoio bianco. Friziona i capelli e decide di lasciarli un po' bagnati e sbarazzini. Infila una maglia bianca, i primi bottoni slacciati e un jeans dato che le lezione del pomeriggio saranno prettamente teoriche. Prende il borsone ed è il primo a lasciare lo spogliatoio. Cammina in fretta controllando l'orologio, sa perfettamente che tra due minuti una melodia si diffonderà lungo i corridoi così si ferma su una panca di legno a qualche metro dalla stanza in cui lo ha visto la prima volta e aspetta. Chiude gli occhi e appoggia la testa sulla parete fredda dietro di lui immaginandolo suonare. E' quello che fa tre volte a settimana, quando ha lezione di tessuti. Lo ascolta suonare e aspetta di vederlo uscire, si guardano curiosi senza parlare poi l'uno accanto all'altro scendono le scale e raggiungono la mensa restando in silenzio. A Liam va bene così, gli bastano quei momenti, è affascinato da quel ragazzo e dalla sua musica più di ogni altra cosa. E' misterioso e bello da far invidia ad ogni uomo della scuola, forse perfino dell'intero pianeta. Quel giorno si accorge subito che qualcosa non va, la musica si interrompe molto prima del previsto, spalanca gli occhi e volta lo sguardo verso la porta, il cuore batte forte nel petto quando lo vede uscire, i jeans neri stretti, una maglia bianca e dei capelli biondissimi in contrasto con la barba scura. Liam si sente mancare quando il ragazzo alza gli occhi verso di lui, gli sorride e dopo qualche passo lo raggiunge fermandosi proprio davanti a lui “Puoi anche entrare la prossima volta” gli dice mantenendo un sorriso un po' malizioso in viso.

Liam si sente arrossire, è sicuro di avere le guance dello stesso colore di un pomodoro maturo e non accenna a muoversi. Rimane pietrificato sul posto senza parlare. L'altro ragazzo sorride ancora e si avvia verso le scale fermandosi all'inizio del corridoio “Non vieni?” chiede e la luce che entra dalle finestre dietro di lui sembra prendere in giro Liam rendendolo ancora più bello.

Si alza annuendo e recuperando un po' di buon senso si schiarisce la gola “Non volevo infastidirti” dice mentre scendono le scale tenendosi a debita distanza l'uno dall'altro.

“Non lo fai” ribatte il più grande.

“Mi piace la tua musica e mi rilassa dopo le lezioni” ammette Liam scrollando le spalle.

“Grazie” risponde sincero sorridendo.

“Insegni qualcosa in questa scuola?” chiede curioso il castano. Liam è così, quando inizia a parlare non riesce proprio a smettere di farlo, basta che qualcuno gliene dia l'opportunità e parte a curiosare da tutte le parti.

“No, sono un compositore” ottiene come risposta e annuisce capendo che l'altro non deve poi essere di molte parole come lui ma quando sono in vicinanza della mensa tende una mano verso di lui e “Sono Liam comunque” si presenta. L'altro ragazzo lo guarda attento, studia la sua mano tesa e il suo viso dolce aprendosi poi in un piccolo sorriso “Zayn” si arrende facendo incontrare le loro mani.

Rimangono a guardarsi qualche secondo poi è proprio quest'ultimo a mollare la presa e ad entrare in mensa lasciando il castano solo ma con la mente piena di passi e di musica.

Liam ha sempre pensato che per esprimere i propri sentimenti, in qualsiasi arte, si ha bisogno di un'ispirazione e quando si ritrova a battere il tempo con i piedi sotto il tavolo e ad incrociare gli occhi ambra del compositore, trema all'idea di aver trovato la sua.

 

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Nda.

Salve a tutti, per chi mi conosce ben ritrovati e per chi non ha mai letto una mia storia, ben arrivati! Innanzitutto volevo fare gli auguri di buon compleanno al nostro Louis, mamma mia 24 anni, è un bimbo ancora, com'è possibile? Ho voluto aspettare proprio questo giorno per pubblicare il primo capitolo di questa minilong di cui non so ancora la lunghezza (finirò per fare una long, me lo sento) perché è nata solo grazie a lui e al suo maglioncino grigio e scollato.

Nonostante lui sia scoordinato come pochi ho voluto stravolgere tutto e creare questa storia, spero vi abbia incuriositi e non vedo l'ora di leggere qualche commento, ci ho lavorato tanto e sarebbe veramente gradito *vi fa gli occhi dolci*. Ovviamente sarà una larry/ziam con un Niall che non guasta mai e devo dire che fin'ora lo Zayn pianista l'ho adorato! Letteralmente!

Dopo questo primo capitolo, anche se i personaggi sono ancora confusi, quale vi ha colpito di più? Fatemelo sapere qui o su twitter (@sere_vr46) dove volete voi!

Spero di leggervi presto,

Serena.

 

 

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Capitolo 2
*** parte due ***


 

 

Un amico è uno che sa tutto di te e nonostante questo gli piaci.
(Elbert Hubbard)

 

*

 

Liam apre gli occhi colpito dai raggi del sole un po' insoliti per quel periodo dell'anno. L'autunno londinese non è mai facile da affrontare ma è felice di non doversi imbattere nell'ombrello - quasi rotto - almeno per un giorno. Scende dal letto stiracchiandosi e infila i piedi nelle morbide ciabatte cercando di non far rumore e non svegliare Louis che sonnecchia amabilmente ancora nell'altra metà del letto. E' stato un mese duro quello che hanno passato, sempre chiusi tra le mura di scuola a provare esercizi su esercizi, alternando le ore di pausa tra lo studio delle materie teoriche e una corsa nel parco della scuola. Si prepara il caffè e mentre aspetta che sia pronto si appoggia sullo stipite della porta ad osservare quello che è ormai diventato il suo migliore amico. Hanno preso l'abitudine di dormire insieme, il letto di Louis è intatto di notte da quando ha avuto una piccola crisi esistenziale tre settimane prima, quando tutto è cambiato e aveva pensato di lasciare il corso di danza classica per quello di coreografia, Liam ha cercato di supportarlo nel migliore dei modi, l'ha visto crollare e poi rialzarsi più determinato di prima, con la consapevolezza di voler continuare quello che aveva cominciato. E' sempre stato testardo Louis, fin da piccolo, questo Liam non può saperlo ma in compenso ha imparato in fretta che è furbo, dispettoso e caparbio. Non vorrebbe averlo come nemico in realtà, possiede la capacità di rovinare la carriera di tutti, ne è certo!

Era capitato per caso ad aspettarlo fuori dalla lezione di danza classica e l'aveva sentito rispondere al suo professore con un “Io sono qui per imparare e mi impegno, lei è sicuro di saper fare il suo lavoro?” Se ci ripensa a Liam vengono i brividi. Da quel giorno tutto è cambiato, Louis passa le sue giornate dentro le mura di scuola, seguendo l'orario normale delle lezioni al mattino e facendo corsi la sera. Quel Harry a Liam non sta poi molto simpatico quando il castano torna a casa con i piedi sanguinanti.

Sente un mugolio tra le coperte e si affretta a sedersi sul letto caldo “Buongiorno” sorride poggiando la tazza di caffè sul comodino di legno scuro e passando una mano teneramente tra i capelli dell'altro.

“Ciao Lee” borbotta Louis con la voce stanca e assonnata “Che ore sono?” chiede stropicciandosi gli occhi blu. Si mette a sedere mentre Liam sposta lo sguardo sulla sveglia grigia posta sull'altro comodino “Le dieci”.

Louis ricade sfinito con la schiena sul materasso “Tra due ore devo essere lì” dice.

“Devi riposarti Lou, così finirai per ammazzarti” prova a dire Liam per l'ennesima volta negli ultimi giorni ma come sempre ottiene una risposta negativa “Io non mi arrendo e quel pallone gonfiato dovrà ricredersi”.

Louis si alza lasciando Liam a fissare un punto indistinto della stanza mentre si dirige a passo svelto in bagno. Si sfila i pantaloni del pigiama e l'intimo dopo aver finito e si butta in doccia nervoso. Sa benissimo che il suo miglior amico ha ragione da vendere ma non è abituato ad arrendersi e questa non sarà la prima volta, conosce il suo corpo e sa che può farcela, che con impegno e sacrificio può arrivare lontano e vuole continuare a lottare anche se questo significa non avere più vita sociale.

Passa la spugna piena di schiuma sul suo corpo formoso, sui fianchi larghi e sulle cosce pronunciate sfregando più del dovuto, fino a quando la pelle non arrossisce sotto il suo tocco e lui si lascia andare ad un pianto isterico. Batte un pugno contro le mattonelle mentre le lacrime si mischiano all'acqua bollente, vorrebbe solo che lui vedesse le sue potenzialità, che guardasse oltre il suo aspetto fisico e gli stereotipi imposti dalla società.

Batte il pugno un'altra volta e aspetta, aspetta che la porta si apra, che Liam si affacci nel box doccia con un accappatoio e che lo stringa fra le braccia come ogni giorno da un mese a questa parte. E non deve attendere molto affinché la stoffa morbida lo avvolga. Si lascia stringere in un abbraccio, coccolare e Liam, da buon amico, si prepara a raccogliere i cocci rotti.

Lo accompagna in stanza per poi tornare in bagno e prendere il phon. Lo accende facendo attenzione a non inciampare nel filo e gli asciuga i capelli come un padre farebbe con il proprio figlio. Gli sistema il ciuffo davanti agli occhi e gli sorride dolcemente mentre lo vede alzare gli occhi sulla sua figura imponente, le mani chiuse sulla stoffa bianca e candida dell'accappatoio.

“Ti accompagno io oggi” dice deciso e Louis vorrebbe protestare ma non ne ha la forza così si limita ad annuire e ad alzarsi per vestirsi. Infila un paio di boxer rubati a Liam e una sua felpa di due taglie più grandi che gli ricade lunga sui fianchi stretti dai jeans neri e attillati che la sera prima ha lasciato sulla sedia.

Sente l'odore della pancetta provenire dalla cucina e a piedi nudi cammina sulle doghe di legno che coprono il pavimento uscendo dalla stanza. Volta lo sguardo a sinistra, verso la fine del corridoio e fissa la porta chiusa della sua stanza prima di scrollare le spalle e chiudersi dietro la porta scorrevole di legno chiaro che divide la zona notte dalla zona giorno. Quella casa è decisamente più di quanto si aspettavano di trovare: il salotto illuminato, due stanze, un bagno e una cucina nuova di zecca. Sono stati fortunati perché tra tutti a loro è capitato l'alloggio negli appartamenti appena edificati e di certo non possono lamentarsi. Sfiora con una mano il marmo dell'isola della cucina dove sono soliti fare colazione e cenare, eccetto che per la domenica quando in teoria sarebbero liberi dalla scuola e si siede sullo sgabello facendo penzolare i piedi in aria come un bambino mentre Liam fa cadere la pancetta nel suo piatto. Non parlano, Louis guarda fuori dalla porta finestra della cucina, intravede il piccolo balcone e il panorama del quartiere prima che Liam si sporga a chiuderla dopo una folata di vento.

“Mangia” è quello che dice prima di prendere posto accanto a lui e Louis si limita a portare alla bocca un pezzo croccante, masticando svogliato.

“Lou” sussurra Liam sporgendosi in avanti per sfiorargli il dorso della mano.

“Sto bene Lee, lo sai che mi serve qualche minuto per tornare ad essere il solito” ammette sospirando. Louis non vorrebbe farsi vedere debole, non è nella sua indole farlo, è sempre stato quello combattivo e menefreghista in casa, quello che voleva sfondare ad ogni costo eppure ha bisogno anche lui di sfogarsi, di piangere, perché non è fatto di ferro, non è una macchina e prova dei sentimenti. Ha scelto Liam per accudirlo, quando mette piede fuori da quella casa o quando parla al telefono con la sua famiglia è tutto come sempre, ma con Liam no, Liam è quel fratello che non ha avuto mai, quell'amico sincero che ha desiderato per anni durante il periodo scolastico e ora c'è e non vuole lasciarlo andare via.

“Che ne dici se andiamo al parco? Possiamo studiare un po' all'aria aperta e dopo mangiare un'insalata prima di andare a scuola” propone Liam “Ma fa freddo!” ribatte l'altro.

“Oh andiamo, ci copriamo, possiamo portare un libro e guardare le foglie cadere” dice entusiasta spalancando gli occhi marroni per poi sbattere ripetutamente le ciglia e “Ok, ok. Smettila!”.

E così si ritrovano a chiudersi la porta di casa alle spalle mezz'ora dopo, chiusi nelle loro giacche con un berretto calato sul capo e le mani infreddolite. Camminano l'uno accanto all'altro senza parlare, osservano ragazze passeggiare allegre per il quartiere ed altri studenti che gridano e si rincorrono. C'è qualcuno che balla, qualcuno che calpesta le foglie secche e altri che semplicemente sono seduti con una tazza di cioccolata calda davanti. Il campus di Domenica mattina è la confusione totale. Liam sorride mentre si lasciano gli alloggi alle spalle e scendono dei gradini di legno verso il viale che li condurrà al parco. Dopo un mese tutto è diventato familiare anche se devono ammettere che la bellezza dei colori autunnali li colpisce ogni volta.

Stringono tra le braccia una copia del libro di storia della musica e scelgono un punto nascosto per lasciarsi cadere su una coperta che Liam ha prontamente allungato a terra. Louis si stende, lasciando che le foglie cadano sul suo viso e ride divertito mentre queste lo accarezzano e gli solleticano la pelle. Trascina Liam al suo fianco e lo abbraccia, rimangono così per qualche minuto a godersi un po' di sano relax prima di mettersi seduti.

E' proprio Louis ad accorgersi di due persone che guardando verso di loro, cerca di mettere a fuoco i loro volti e per poco non si strozza quando riconosce i capelli lunghi del suo insegnante.

“No, no, andiamocene!” borbotta spaventato, muovendosi senza far capire niente a Liam che lo guarda con gli occhi sgranati “Siamo appena arrivati, che succede?” chiede.

“Non mi lascia in pace nemmeno qui, ti prego Lee portami a casa!” sussurra mentre si alza di scatto ma Liam lo tiene stretto tra le braccia alzandosi e “Lou” lo strattona portandoselo al petto “Ci stanno guardando” sussurra a bassa voce il più grande e Liam fa in modo di girarsi senza dare troppo nell'occhio e li vede. Il suo cuore batte forte nel petto quando i capelli biondi di Zayn spuntano accanto al maestro di danza classica di Louis. Rabbrividisce e Louis alza un sopracciglio “Lee?” chiede curioso osservando gli occhi luminosi del suo amico. Un pensiero si insinua nella sua mente e sposta lo sguardo dagli occhi marroni di Liam ai ragazzi alle sue spalle “E' lui” sussurra e Liam sgrana gli occhi colto in flagrante.

“E' lui il ragazzo che ti piace!” sussurra con tono piatto, nella sua voce non c'è entusiasmo perché sta per arrabbiarsi e Liam lo sa così semplicemente abbassa la testa.

“E' un suo amico e nemmeno me lo dici?” borbotta a denti stretti e Liam si stringe nelle spalle “Non avevo niente da dire, lo guardo da lontano ma da quando l'ho conosciuto non ci siamo più parlati”.

“Vi siete conosciuti?” continua Louis indignato e Liam alza gli occhi al cielo mordendosi le labbra.

Sospira e cerca di riassumere tutto in poche parole cercando di non sbuffare ad ogni protesta dell'altro. Gli racconta della stanza del pianoforte e del fatto che non va più ad ascoltarlo perché si vergogna, beccandosi uno schiaffo forte dietro la nuca “Devi andarci” dice Louis con fare da maestrino e Liam passa una mano tra i suoi capelli imbarazzato “Meglio di no”.

Si guardano con un piccolo sorriso tra le labbra e Louis senza preavviso salta in braccio a Liam cogliendolo di sorpresa facendolo così indietreggiare di qualche passo.

“Sei pazzo!” ride Liam afferrandogli i fianchi per tenerlo stretto e “Ti guarda” sussurra Louis al suo orecchio. Il più piccolo non deve pensarci troppo per capire a cosa sta alludendo e sorride stringendoselo al petto perché di un amico come lui ne aveva proprio bisogno. Rimango così a girare mentre il vento li fa ridere. Louis apre le braccia e lascia andare la testa indietro, il capello scivola a terra e si ritrova con i capelli a sventolargli sul viso. Liam lo fa girare in tondo fino a quando non sente le braccia dell'altro stringersi al suo collo. Si guardano scoppiando a ridere e per qualche minuto si dimenticano di avere gli occhi di qualcuno addosso, Louis si sporge in avanti per baciargli la punta del naso, quando si voltano i due ragazzi non ci sono più.

 

*

 

“Harry fermati maledizione, non ho voglia di correre!” protesta Zayn risalendo svogliato le scale del parco.

“Oggi pomeriggio vede, lo farò pentire di essersi iscritto in questa scuola” sbraita l'altro ragazzo ignorando completamente il suo amico che dopo un sospiro fa una piccola corsa per raggiungerlo.

“Smettila di fare il frustrato! Che ti ha fatto?” lo richiama.

Harry si gira a guardarlo con gli occhi verdi furiosi, spalanca le braccia guardandolo “Che cosa ha fatto?” dice incredulo “Mi stai chiedendo cos'ha fatto?” continua. Zayn annuisce incrociando le braccia, lo guarda curioso, un po' strafottente e “Esiste, ecco cos'ha fatto!” ottiene in risposta.

“Sei ridicolo” lo ammonisce.

“Lui è ridicolo, io ho dovuto studiare danza classica per forza quando volevo fare ben altro e lui che fa? Gli do la possibilità di scegliere e non se ne va? E' stupido!” borbotta spazientito e Zayn non può far altro che scuotere la testa.

“Non sono tutti come te Harry, magari è quello che vuole fare lui e tu gli stai impedendo di viversela bene proprio come hanno fatto i tuoi genitori con te” gli fa presente e Harry lo guarda ferito “Io non sono come loro” ribatte prima di voltarsi e camminare a grandi passi verso casa. Zayn lo segue poco dopo preoccupato.

Si conoscono da anni ormai, come Louis e Liam si sono incontrati proprio tra le mura dell'accademia. Si sono scelti dopo aver condiviso per quattro settimane un tavolo a mensa, senza rivolgersi parola ma aspettandosi ogni giorno in fila. Zayn è a conoscenza dell'educazione rigida che la famiglia ha imposto ad Harry, l'ha visto piangere troppe volte di ritorno da una lezione di danza classica e troppe volte l'ha visto passare accanto all'aula di musica con lo sguardo basso ma è incazzato con lui perché non ha lottato per il suo sogno, ha lasciato che altri scrivessero il suo futuro. La loro è un'amicizia particolare, Harry parla, Zayn ascolta eppure il moro è l'unica cosa che Harry ha scelto di avere nella sua vita. Lo apprezza come persona e come artista, lo stima come uomo perché non parla quasi mai ma quando lo fa dice sempre la cosa giusta. Così si ferma, rallenta il passo e si gira a cercarlo, lo trova dove l'ha lasciato, fermo a guardarlo e abbassa la testa colpevole tornando verso di lui.

“Scusa” sussurra e Zayn sorride “Fa niente amico, ora torniamo giù e vai a dire a quel ragazzo che per oggi non ci sarà nessuna lezione” gli consiglia e Harry sta per ribattere ma il suo amico ha alzato un sopracciglio e lo sta guardando con un'espressione che non ammette repliche così annuisce. Si finge scocciato riscendendo le scale ma in realtà è solo grato a Zayn per esserci, ogni persona ha bisogno di qualcuno che lo riporti sulla strada giusta.

Arrivano giù e il parco è ormai deserto fatta eccezione che per Louis e Liam che seduti a gambe incrociate studiano. Si confrontano su qualche argomento prima di riportare i loro sguardi sui libri. Harry sospira prima di avvicinarsi a grandi passi, rimette su la maschera da insegnante e si schiarisce la gola per richiamare l'attenzione del suo alunno. Lo guarda risalire con gli occhi lungo le sue gambe, il suo petto, per fermarsi poi curioso sul suo viso e “Tomlinson” lo saluta.

Liam alza lo sguardo curioso mentre “Professore! Che piacevole sorpresa” dice sarcastico il suo migliore amico. Sta per tirargli una gomitata sul fianco quando “Ciao Liam” sente dire. Sposta lo sguardo di scatto incontrando gli occhi ambra del suo compositore “Ciao Zayn” saluta con il cuore che batte forte in petto. Louis si lascia sfuggire un sorriso e gli occhi di Harry saettano confusi sugli altri tre, fissa il suo migliore amico e si schiarisce la gola ancora una volta “Per oggi non ci sarà lezione, ci vediamo direttamente domani” dice riacquistando un tono freddo. Non aspetta una risposta, semplicemente si gira poggiando una mano sul braccio del suo amico portandoselo dietro.

“Haz, mollami!” sbraita Zayn al suo fianco ma l'altro non lo ascolta e lascia il suo braccio solo quando sono lontani abbastanza.

“Tu sei tutto scemo, te lo dico io!” continua il più grande lisciandosi la giacca dove l'altro l'aveva stretto poco prima. Lo guarda sconvolto mentre Harry alza gli occhi al cielo e “Ciao Liam” dice scimmiottando la sua voce per prenderlo in giro.

“Come lo conosci questo Liam tu?” chiede avvicinandosi. Zayn si guarda attorno ringraziando la sua carnagione scura che nasconde il rossore spuntato sulle sue gote e balbettando lo supera.

“Vieni qui, brutto traditore!” dice Harry salendo le scale due a due per raggiungerlo. E' quasi tentato di rincorrerlo ma poi si ricorda degli studenti e rallenta il passo. Raggiunge la sua abitazione con calma, rispondendo con un “Buongiorno” ai saluti dei suoi alunni e quando entra in casa chiude la porta con un tonfo e lascia le chiavi sul mobile all'entrata. La giacca di Zayn è già appesa al suo posto e lui si lascia scorrere intorno al collo la sciarpa per poi sbottonarsi il cappotto e riporlo lì. Si appoggia con un fianco allo stipite della porta del salotto e osserva la schiena tesa del suo migliore amico. E' in piedi, accanto alla finestra, con un pennello in mano e un foglio bianco sul cavalletto. Sembra teso mentre lascia la prima pennellata e “Sono i suoi?” chiede Harry avvicinandosi. Supera il divano di pelle nera e si abbassa per raccogliere dei disegni sparsi a terra. Ne prende uno in mano, ritrae un naso a patata e una bocca carnosa.

“Cosa sono i suoi?” chiede Zayn non distogliendo lo sguardo dalla tela.

“Questi particolari che disegni, sono di Liam?” continua stringendo la carta tra le dita. Osserva le spalle di Zayn alzarsi e abbassarsi furiosamente poi “E' piccolo, è uno studente e non viene più ad ascoltarmi suonare quindi anche se sono suoi non ha importanza” dice freddo.

“Ehi Giotto non ti ho mica chiesto se vuoi sposarlo!” alza le mani Harry lasciando così cadere il foglio a terra.

“Stai attento!” sbuffa Zayn raccogliendolo beccandosi così un'occhiata eloquente e un sorrisino con tanto di fossette dall'altro.

“Dai, vieniti a sedere e raccontami tutto” dice Harry camminando verso il frigo per recuperare una bottiglia di birra a testa. Le stappa entrambe tornando poi in salotto e porgendone una a Zayn che ora è seduto a gambe divaricate sul divano. Si butta al suo fianco e dopo aver fatto scontrare le due bottiglie ne sorseggiano un po' in silenzio. Chiudono gli occhi entrambi sobbalzando quando il riscaldamento fa partire il termoconvettore del salotto. Ridono complici prima che Harry si giri verso di lui “Avanti, parlami un po' di questo Liam” chiede.

“Non ne so niente Haz, le prime settimane si fermava ogni volta ad ascoltarmi suonare in corridoio, all'inizio pensavo fosse un caso ma poi abbiamo iniziato ad andare verso la mensa insieme in silenzio, allora ho pensato che fosse giusto presentarmi ma da quel giorno è completamente sparito” dice con tono sconfitto “E non so perché me la sto prendendo tanto, conosco solo il suo nome e che è amico di Louis, nient'altro ma è un mese intero che disegno la sua bocca, o il suo naso e non riesco a comporre niente di nuovo, sono esausto e odio essere sempre il solito sensibile che si emoziona per uno studente che salta venti minuti di pausa pranzo solo per ascoltarmi suonare” continua spazientito. Harry sorride divertito perché Zayn è un artista in piena regola, bello, un po' dannato e dall'innamoramento facile. Nel corso degli anni l'ha visto perdere la testa per un'infinità di persone quindi cerca di non preoccuparsi più di tanto “Affronteremo tutto insieme” dice e lo pensa davvero, che sia una cotta passeggera o che duri per mesi, lui ci sarà come c'è sempre stato.

Appoggia la testa sul suo petto e poggia la bottiglia di birra sul tavolino basso davanti al divano, lascia che Zayn passi le dita tra i suoi capelli e non può evitare di ripensare agli occhi di Louis. Vorrebbe maledirsi perché veramente non può pensare a lui eppure sembra quasi che quei ragazzi siano arrivati per mettere in discussione le loro vite. Dopo cinque anni in quella scuola da studente e altri quattro da insegnante Harry si è arreso a quel mestiere ma qualcosa negli occhi di Louis lo scuote, non ha ancora capito se negativamente o positivamente, per il momento lascia prevalere la sua parte fredda, è tutto più facile così, forse.

 

*

 

Liam guarda Louis battendo velocemente le palpebre per poi spostare lo sguardo dove ha visto Zayn sparire trascinato da Harry. E' incredulo, quel ciao potrebbe essere la cosa migliore dell'ultimo mese, sorride ripensandoci per poi storcere le labbra “Mi ha salutato per educazione” dice ad alta voce. Louis semplicemente gli dà uno spintone e lo fa cadere a terra.

“Ma stai zitto!” dice alzandosi. Si sistema i pantaloni prima di recuperare il libro tra le mani e porgergli una mano per aiutarlo a mettersi in piedi. Ripiegano la coperta in silenzio, il più basso può vedere il cervello di Liam fumare e alza gli occhi al cielo, non riesce a capire questo suo modo di essere sempre preoccupato e in ansia per ogni singola cosa ma in fondo è la sua parte razionale quindi se lo tiene stretto.

“Andiamo a mangiare Lou” dice il minore tra i due riscuotendosi e sorridendo.

E Louis lo guarda mentre gli sorride di rimando e si appende al suo braccio, Liam ti fa entrare nel suo mondo, si divide in mille pezzi per farti stare bene ma poi piano piano ti accorgi che di lui non hai niente, che si tiene tutto dentro fino all'ultimo e Louis lo sa che per Liam è qualcuno di speciale, lo sa perché gli fa capire il suo vero stato d'animo in un modo o nell'altro.

“Andiamo e visto che non ho lezione, niente insalata! Ti porto a mangiare fuori capitano!” urla Louis salutando Liam come un soldato semplice saluta il suo superiore.

“Vieni qui!” ride Liam trascinandolo al suo fianco. Lo tiene stretto lungo le scale mentre risalgono per raggiungere l'automobile di Louis. Gli bacia i capelli prima di sedersi nel posto riservato ai passeggeri e si lascia portare fuori dal campus.

Mentre guarda fuori ripensa al saluto di Zayn. Non riesce proprio a nascondere un sorriso.

 

*

 

“Ancora!” la voce di Harry arriva dritta alle orecchie di Louis mentre si rialza per ricominciare la sequenza insieme ai suoi compagni di corso. E' Lunedì mattina e il suo insegnante è sempre il solito acido. Sente una sua collega sussurrare “Dovrebbe uscire con qualcuno e sfogarsi” ad un'altra, ridacchiano tra loro e Louis non può non unirsi perché l'ha pensato anche lui tante volte ma quella distrazione gli costa caro perché cade rovinosamente a terra provocando risate di scherno da parte degli altri.

Harry sembra infastidirsi immediatamente per l'interruzione e ferma la musica “La lezione finisce qui” dice e “Non per lei signor Tomlinson” continua prima che il ragazzo possa sospirare di sollievo.

I suoi compagni lo guardano sussurrando qualcosa a bassa voce, qualcuno ridacchia prima di lasciare l'aula e Louis si sente ancora più umiliato, non solo è caduto ma il suo insegnante ha interrotto una lezione venti minuti prima a causa sua. Harry, dal canto suo, li lascia parlare ed uscire prima di chiudere a grandi passi l'aula. Louis sente la chiave girare e sorpreso sposta lo sguardo verso il maestro, si guardano negli occhi per più di due minuti fino a quando il ragazzo dagli occhi verdi non si siede a gambe incrociate davanti a lui.

“Louis” sussurra dolcemente e il castano spalanca gli occhi sorpreso dal suo tono ma non può evitare di mettersi sulla difensiva “E' stato un momento di distrazione io...” prova a finire il discorso la due dita lunghe e affusolate si poggiano sulle sue labbra “Fammi parlare”.

Louis annuisce sorpreso e si ritrae dal contatto con quelle dita fresche per lasciarlo parlare.

“Perché vuoi fare il ballerino di danza classica?” chiede Harry smuovendo la crocchia di capelli per sistemarla.

“Io... studio danza classica ma la mia ambizione è la danza moderna” ribatte Louis confuso. Gli sembra surreale essere seduto a gambe incrociate sul pavimento di un'aula di danza chiusa a chiave con il suo insegnante. Non si aspettava di certo di parlare con lui in modo tranquillo.

“E allora perché lo fai? Perché ti eserciti più degli altri se non è quello che aspiri a fare?” chiede confuso Harry liberando i suoi capelli ricci.

Louis lo guarda smuovere i capelli, è rapito da quel movimento, continua a fissarlo prima di tossire e riprendere padronanza del suo corpo “Lo faccio perché ho scelto un corso e non ho intenzione di abbandonarlo per dei pregiudizi” dice inclinando la testa di lato “Perché non mi vuole in questa classe?” aggiunge.

Harry scuote la testa sorpreso da quella domanda e “Perché pensi questo?” dice.

“Mi ha detto di lasciare questo corso per frequentarne un altro, so di non avere le giuste proporzioni ma io voglio provare comunque, coreografia potrò studiarla nel secondo semestre” continua coraggioso Louis. Questa volta si muove a disagio in attesa di una risposta.

“Ti ho detto di cambiare corso perché ho visto le tue potenzialità” risponde Harry con fare ovvio. Louis scuote la testa “Posso farle una domanda?” dice allora. Il cuore batte forte in petto, si sente leggermente nervoso mentre il suo professore annuisce.

Respira forte, distoglie lo sguardo mordendosi il labbro per poi riportarlo su quegli occhi verdi e profondi che ora lo guardano curiosi. Si schiarisce la gola allora e “Secondo lei posso farcela a passare gli esami di fine corso?”

Passano minuti che sembrano ore, Harry sospira chiudendo gli occhi e “Ti aiuterò” sussurra.

Ha gli occhi strabuzzati dalla sorpresa Louis, non riesce a credere a quello che ha sentito “Mi sta prendendo in giro?” chiede allora senza riuscire a frenare la lingua.

Harry sorride e scuote la testa alzandosi in piedi, gli porge una mano e lo tira su con sé “No e chiamami pure Harry quando siamo soli, mi dispiace per essere stato scorbutico con te e per averti messo al centro dell'attenzione con gli altri studenti del corso, non era mia intenzione, lasciami rimediare” dice guardandolo seriamente negli occhi. Il castano non sa cosa rispondere, ripercorre nella sua testa quelle parole cercando di capire quale potrebbe essere la fregatura ma negli occhi del suo professore, di Harry, vi legge sincerità, però “Mi farà esercitare come nelle settimane passate?” chiede sarcastico.

“Mi dispiace anche per quello” ammette allora Harry lasciandosi andare ad un sorriso ed è la prima volta che Louis lo vede sorridere così davanti a lui, con lui e si sente morire perché diamine, è ancora più bello quando lo fa.

Si muove a disagio ora, sorpreso dei suoi pensieri e inizia ad incamminarsi verso la porta “Io, ora vado... si, grazie e ci vediamo” farfuglia provando ad aprire la porta. Sorride goffo prima di girare la chiave e “Louis?” si sente richiamare. Si volta con le gote arrossate e guarda il suo insegnante fermo al centro della stanza in attesa. Passa qualche secondo poi “Si” afferma convinto Harry “Puoi farcela”.

 

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Nda.

Buonasera (o buongiorno) a tutti!

Scusate per il ritardo ma tra le varie feste in questi giorni ho solo mangiato (In realtà mangio sempre tanto ma sono dettagli del tutto trascurabili lol). In questo capitolo abbiamo come centro l'amicizia, sia tra Liam e Louis che tra Zayn e Harry, ho voluto dare spazio a questo sentimento importante perché è un po' il centro di tutto. Harry grazie al suo migliore amico abbassa le difese e si rende conto di aver esagerato ma filerà tutto liscio ora? Mh! Chi lo sa u.u
Spero vi sia piaciuto e vi ringrazio per aver iniziato a leggere questa storia, ancora non so precisamente quanti capitoli ci saranno ma spero di non finire per farne una long (o forse è meglio? mh.)!

Un abbraccio e buon anno a tutti!

Fatemi sapere cosa ne pensate,

Serena.

P.S. Volevo creare un hashtag anche per questa storia ma #yesyoucan è già in uso per altro e sono indecisa, voi cosa proponete?

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Capitolo 3
*** parte tre ***


 

 

Le persone giudicano sempre gli altri avendo come modello i propri limiti –
e a volte l’opinione della comunità è piena di preconcetti e timori.”

(Paulo Coelho)

 

 

*

 

Liam tiene ferma la porta della caffetteria mentre un assonnato Louis lo sorpassa sbadigliando. Indossa una tuta nera e sul capo ha un cappello di lana grigia che gli lascia scoperta la fronte facendogli ricadere però due ciocche sul lato destro. Si dirige verso il bancone e con un balzo si siede in uno degli sgabelli più appartati e “Due caffè” ordina prima che Liam lo raggiunga.

“Oggi non è giornata” protesta appoggiando la testa sul marmo freddo del bancone e guardando Liam di sottecchi “Come fai ad essere sempre perennemente attivo?” sbuffa “Ti odio” aggiunge quando l'amico in risposta scrolla le spalle e butta giù il suo caffè rigorosamente zuccherato. Si guardano accigliati, è lunedì mattina e devono iniziare una nuova settimana di corsi senza la minima voglia o almeno Louis non ne ha affatto. Liam è costretto a trascinarselo dietro mentre il più basso tra i due gli punzecchia un fianco per dispetto ma che in realtà vuol dire “Grazie per essere qui” perché Louis è così, dietro i suoi scherzi ci nasconde l'amore.

Il cielo è nuvoloso ma per il momento non minaccia pioggia così camminano tranquilli verso l'ingresso della scuola e si fermano accanto al grande vaso in pietra che riempie lo spazio dinnanzi all'entrata. Louis pensa che sarà bello a primavera quando lo riempiranno di fiori, per ora è solo terra bagnata.

“Dove si sarà cacciato Niall?” sbuffa sistemando la tracolla sulla spalla destra.

“Non ne ho la più pallida idea, ha detto che sarebbe arrivato con una sorpresa” ribatte Liam guardandosi attorno. Indossa una misera felpa nera e sta congelando, non può credere di essersi dimenticato il giaccone a casa perché troppo impegnato a chiamare Louis, dovrebbe pensare a se stesso qualche volta. Saltella sui piedi per tenersi in movimento e riscaldarsi e sta per mollare tutto ed entrare quando “Ehi ragazzi!” sente dire. Si volta scorgendo l'amico biondo avanzare verso di loro seguito da una ragazza castana che si guarda attorno stralunata.

“Eccomi, scusate il ritardo” si giustifica fermandosi accanto a loro.

“Tranquillo Nì, possiamo andare ora?” chiede scorbutico Louis alzandosi.

“Non ci far caso, si è svegliato dal lato sbagliato del letto” borbotta Liam e “Idiota mi alzo sempre dallo stesso lato!” ribatte Louis e “E' un modo di dire, sei insopportabile quando non dormi abbastanza!”

“Ragazzi, basta ok? Vi devo presentare una persona” li distrae Niall sfiorando poi delicatamente un braccio della ragazze e “Lei è Daisy” la presenta. I due ragazzi si guardano confusi prima di tendere la mano per presentarsi “Piacere” dicono all'unisono.

“E' tutto mio, Niall mi ha parlato tanto di voi” risponde pacata e Louis sta per dirle che no, a loro Niall non ha parlato affatto di lei ma Liam gli tira una gomitata sul fianco e preferisce rimanere in silenzio. Si guardano per qualche secondo in imbarazzo poi semplicemente entrano a scuola, Niall ride e Liam osserva il sorriso tirato sul viso di Daisy e conferma il suo pensiero, il biondo è un tipo strano.

“In che classe sei?” chiede Liam alla ragazza cercando di essere amichevole.

“Ora ho lezione di pianoforte, sono nella classe di musica non in quella di danza” ribatte lei allegra e stanno per prendere ognuno la propria strada quando “Daisy, pronta per la lezione?” sentono dire e Liam quella voce la riconoscerebbe in mezzo a mille ormai. Si volta seguito dalla ragazza e guarda quell'uomo che ormai ha stuzzicato la sua mente, farsi spazio tra gli studenti. Indossa un jeans, una maglietta blu notte e un cappotto un po' lungo lasciato aperto sul davanti. Liam vorrebbe avvicinarsi e passare le mani sotto la stoffa della giacca, stringere i suoi fianchi e portarselo contro per sentire la consistenza della sua pelle, il suo profumo e il calore dei loro corpi a contatto ma non fa niente di tutto questo, non ha la facoltà per farlo e così rimane in silenzio insieme a Louis e Niall che lo guardano curiosi.

“Professor Malik!” sentono dire da Daisy ma con un sorriso sulle labbra e un leggero negare della testa l'uomo la sorpassa “Ti ho già detto di chiamarmi Zayn e che non sono un professore! Forza andiamo, prima iniziamo prima finiamo, no?” sorride iniziando a salire le scale e Liam quasi sente il fumo uscire dalle orecchie perché diamine, lo ha ignorato completamente!

Sta per incassare il colpo e andare via quando “Ah” lo vede voltarsi a metà gradinata “Ciao Liam”. Ha un rapporto strano Liam con i suoi saluti, ne è ormai praticamente certo, continua a fissarlo e solo quando Louis lo punzecchia da dietro si riprende. Lo vede sorridere e sa di star facendo la figura dell'idiota ma non è colpa sua se Zayn Malik è l'essere più bello della terra. C'è qualcosa di pericoloso nei suoi tratti, il suo viso ha lineamenti che Liam ricorda di aver riscontrato studiando storia dell'arte a sedici anni, allora non capiva perché i pittori, gli scultori o meglio gli artisti in generale, ricercassero il bello, ricercassero quel tipo di mascella ben delineata, quegli occhi assottigliati e quella forma del viso particolare per poter realizzare un'opera d'arte, ora lo capisce perché ha visto qualcosa che è bello oggettivamente. Zayn gli fa venire voglia di dipingere e lui non ha mai preso in mano nemmeno un pennello perché è sempre stato negato in quell'arte ma in questo momento vorrebbe tanto sapere disegnare per rendere giustizia ad un bellezza come la sua, per poter mettere su carta la bellezza di un paio d'occhi dello stesso colore della sabbia in una giornata soleggiata ma forse una persona bella come Zayn non può essere relegata ad un foglio di carta.

“Ciao Zayn” si sforza di parlare. Vede il sorriso sul viso dell'altro e poi si volta poggiando una mano sulla schiena di Louis spingendolo via.

“Andiamo Niall” sussurra e si incammina verso l'aula di danza moderna senza voltarsi ma con uno sguardo puntato addosso a bruciare fin sotto la pelle. Chiude gli occhi quando la confusione dello spogliatoio lo colpisce e scuote la testa pregando Louis e Niall di non commentare, si aspetta di sentire qualcosa ma stranamente rimangono in silenzio entrambi. Si cambiano velocemente mentre i loro colleghi iniziano a lasciare la stanza, infilano la tuta e Liam ha proprio voglia di ballare per scaricare la tensione e liberare la mente.

“Stai bene?” chiede piano Louis avvicinandosi.

“Si, voglio solo ballare ad essere sincero” ribatte Liam e lo fa, diamine se lo fa. Osserva i passi della nuova coreografia attentamente, si ripete il motivetto musicale in testa per prendere il ritmo e quando è il loro turno inizia a muoversi concentrato. Ci mette un po' di tempo per entrare del tutto nel ballo ma quando lo fa si lascia andare completamente. C'è un momento in cui si fermano tutti a guardarlo, insegnante compresa, c'è così tanta frustrazione, quasi dolore nei suoi modi di muoversi che sembrano essere entrati tutti in quello stato d'animo. Quando la musica volge al termine e riapre gli occhi, Liam si rende conto di essere l'unico al centro della stanza ad aver terminato la coreografia, si sente esposto, batte più volte le ciglia sorpreso e “Puoi andare a cambiarti Liam, per oggi hai finito” si sente dire dalla sua insegnante. Non aspetta altro e fugge via, cercando di non incrociare nemmeno lo sguardo di Niall e Louis che a pochi passi da lui lo guardano sorpresi.

Il più grande sente il bisogno di seguire il suo migliore amico ma non può farlo, deve rimanere a lezione per altri venti minuti se non vuole guadagnarsi una nota disciplinare. Sospira chiudendo gli occhi e si concentra sperando che per una volta il tempo passi in fretta e che Liam non sia fuggito troppo lontano.

“Starà bene?” sussurra Niall cercando di non farsi sentire.

“Si” ribatte Louis e spera di aver ragione.

 

*

 

Sente delle risate distorte, una musica fluida e rilassante, una pausa e la stessa musica ripartire questa volta imprecisa e non uniforme, storce la bocca mentre stringe le mani sulla panca di legno al centro del corridoio del terzo piano, l'ha capito anche lui che l'errore è nel modo in cui si accavallano la mano destra e quella sinistra, Zayn l'ha ripetuto cinque volte “Non così Daisy, devi lasciare che sia un movimento sciolto, naturale”. Mancano dieci minuti alla fine delle lezioni e dopo essersi lavato e cambiato Liam ha sentito la necessità di raggiungere l'altro ragazzo, sente proprio questo bisogno nascergli dall'interno e non riesce minimamente a spiegarsi il perché, non ha intenzione di incontrarlo, semplicemente vuole sentirlo suonare ma quella ragazza, l'amica di Niall, sta rovinando tutto e invece di farlo rilassare lo sta facendo impazzire. Batte il piede a terra nervoso e “Incapace” borbotta, forse troppo ad alta voce perché la musica si interrompe di colpo. Si alza di scatto e sta per avviarsi verso le scale quando “Liam?” si sente chiamare. Sospira abbassando le spalle, nemmeno da bambino era bravo a nascondersi durante i giochi così stringe le mani intorno alla stoffa della giacca prima di voltarsi e incontrare gli occhi curiosi dell'altro.

“Hai bisogno di qualcosa?” chiede ancora Zayn avanzando verso di lui.

“No, io... stavo andando via” prova a dire con tono fermo Liam ma i suoi occhi lo tradiscono, supplicano quasi Zayn di aiutarlo e allora “Daisy?” urla quest'ultimo “Per oggi abbiamo finito” aggiunge. Non sposta lo sguardo da quello di Liam e la ragazza si sente di troppo quando con un colpo di tosse, uscendo dall'aula, cerca di richiamare la loro attenzione.

“A domani allora e ciao Liam” sussurra piano, quasi mortificata. Un po' le viene da piangere per il commento che ha sentito fuoriuscire dalle labbra del ragazzo perché lei ci mette veramente il cuore in quello che fa e non sempre le cose le riescono bene ma sperava di poter fare una buona impressione sugli amici di Niall.

“A domani Daisy, oggi pomeriggio l'aula è libera puoi venire ad esercitarti” le dice Zayn e Liam chiude gli occhi perché sa di essere stato maleducato così “Ehm, ci vediamo a mensa? Mangi con noi?” le chiede gentile cercando di riparare, non si scusa ma dal sorriso che nasce sulle labbra di lei sa di aver riacquistato punti “Si, certo... a dopo allora!” la sente dire e sorridendo, un po' forzatamente lo deve ammettere, la guarda andare via.

Sospira quando improvvisamente si rende conto di essere da solo con Zayn e sta per inventarsi una scusa per sparire quando “Vieni” sente dire. Osserva il ragazzo per qualche minuto, ha il busto più scolpito rispetto alle gambe esili ma l'insieme dà vita ad una perfetta armonia e Liam vorrebbe chiedergli di poterlo guardare, di poter stare in silenzio solo ad osservarlo ma potrebbe sembrare pazzo così si limita a seguirlo in aula.

“Siediti” gli sorride Zayn indicando il pianoforte nella stanza.

“Non ho mai suonato e tra cinque minuti devo essere a lezione di tessuti” si giustifica.

“Tessuti eh? Perché non sono sorpreso?” dice sorridendo Zayn sistemandosi i capelli con una mano per poi passare un dito sui tasti bianchi del piano, sembra pensieroso ma quando alza lo sguardo verso Liam ha sul viso un'espressione di sfida “Mi farò bastare cinque minuti” dice invitandolo a sedersi ancora una volta. Il castano in realtà non sa perché lo ascolta ma lo fa, si accomoda davanti a quello strumento che ha sempre sognato di suonare e accarezza i tasti quasi spaventato.

“Poggia le mani sulla tastiera” lo incita e Liam appoggia le mani sorreggendosi quasi allo strumento “No” sorride allora Zayn per poi avvicinarsi “Fai finta che sotto i palmi ci sia un uovo” dice mostrandogli la posizione corretta. Liam lo imita osservando quelle dita ossute e un po' rovinate.

“Così, bravo” lo elogia l'altro sorridendo.

“Le note sul pianoforte le conosci?” chiede poco dopo e Liam annuisce perché l'ha imparato a scuola quando era piccolo e così poggia il pollice sul tasto che rispecchia il Do suonando poi una piccola scala, pollice, indice, medio suona le prime tre note e sta per continuare a suonare il Fa con l'anulare quando si rende conto che per finire la scala mancano ancora cinque note e così sposta le dita fluidamente e continua pollice, indice, medio, anulare, mignolo. Sorride soddisfatto alzando lo sguardo verso Zayn e “Sei pieno di sorprese Liam” si sente dire.

“Sono stato bravo?” gli chiede con un'ingenuità negli occhi che Zayn si sente quasi mancare “Sei stato bravo ma quando suoni composizioni più impegnative non sempre ti viene naturale fare quello che hai fatto tu” spiega il maggiore osservando il sorriso luminoso di Liam svanire.

“Beh non dovrebbe essere così però, queste sono le basi no? E' come in matematica, non puoi pretendere di saper risolvere un'integrale se non sai fare un'addizione” risponde alzandosi un po' piccato e “Calma, calma. Hai ragione ma Daisy ha solo bisogno di esercitarsi tanto e non è un'incompetente.”

“Non è un'incompetente” lo scimmiotta Liam e Zayn lo guarda divertito, un sopracciglio alzato e le braccia incrociate “Non mi sembri uno di quei ragazzi che prendono in giro le debolezze degli altri ma forse mi sbaglio” lo rimprovera e Liam lo guarda con gli occhi confusi e “Non sono così e non ce l'ho con lei” dice ovvio.

“E allora cos'è? Non sembra starti simpatica! E' forse perché frequenta il tuo amico biondo?” continua Zayn, lo stesso tono di voce accusatorio e allo stesso tempo divertito di prima.

Liam lo guarda confuso, cosa c'entra Niall? Scuote la testa e “Devo andare ora, ci vediamo in giro Zayn” lo saluta prima di uscire dalla stanza senza voltarsi indietro “Forse è perché frequenta te” si ritrova a sussurrare e vorrebbe darsi dell'idiota anche solo per averci pensato. Scuote la testa e si infila nello spogliatoio sfilandosi la maglietta e indossando i pantaloncini prima di entrare in aula e non gli importa di essere ancora solo, inizia a riscaldarsi con qualche esercizio incurante della porta aperta e di un paio di occhi ambra che lo osservano da lontano.

 

*

 

Le lezioni di danza classica sono ormai diventate per Louis una routine, si svolge tutto allo stesso identico modo, possono cambiare gli esercizi, le persone a cui il suo insegnante si rivolge in tono severo ma le sensazioni, quello che lui prova, non cambia mai. Entra sempre in aula per ultimo e spera che il tempo gli sia favorevole e che passi in fretta. Harry sembra essere tornato stronzo e lui è un po' stanco, pensava che dopo la loro ultima chiacchierata le cose sarebbero migliorate e invece non è cambiato proprio niente. Lo fanno sentire inadatto comunque e per questo ora si ritrova ad aspettare che tutti escano dallo spogliatoio per cambiarsi. Non ha mai odiato nessuno Louis, non è il tipo eppure sente di provare qualcosa di molto negativo per i suoi compagni di corso, soprattutto per due ragazze in particolare, che sorridono come gallinelle e che pensano di essere qualcuno solo perché Harry non le ha mai richiamate. Ogni volta entra in aula chiedendosi perché si trova lì poi incontra gli occhi del suo maestro e nonostante tutto sa che ha un motivo per continuare a provare.

Sente la porta chiudersi e le voci dei suoi compagni affievolirsi piano piano così si alza in piedi e fa scorrere lungo le gambe i pantaloni, si osserva allo specchio mettendosi di profilo, poi di schiena voltandosi per osservare il riflesso e no, il sedere è ancora lì “Perché non sparisci?” sussurra. Scuote la testa rassegnato e prende la sua tuta, infilandola velocemente. Si sciacqua il torace e le ascelle perché di fare una doccia ora non ne vede l'utilità dato che ha intenzione di ballare per un po' da solo. Si asciuga ed è mentre infila la maglietta che sente delle voci provenire dall'interno dell'aula.

“Mamma, per favore, devo lavorare!” sente dire e non ha bisogno di avvicinarsi molto per riconoscere la voce di Harry ma comunque cammina piano verso la porta semichiusa e prova a guardare all'interno senza fare troppo rumore. Non riesce a vedere molto ma rimane ad ascoltare e forse farebbe meglio a seguire i consigli di sua madre e non origliare.

“Lavorare? Harry non ti ho insegnato questo! Stai insegnando ad un branco di... non so nemmeno come chiamarli. Come ti è saltato in mente? La danza classica è eleganza per definizione e tu scegli alunni con quelle conformazioni fisiche?”

La donna sta urlando quasi e Louis vorrebbe veramente andare via da lì, perché sa che tutto quello lo ferirà ma rimane perché è un po' masochista, Liam glielo dice spesso.

Fa qualche passo in avanti cercando di non far scricchiolare nulla e resta in attesa.

“Mamma...” prova a dire sconfitto ma “Quel ragazzo poi, basso e formoso, come ti viene in mente? Non potrà mai fare niente e non passerà l'esame mai con quel collo del piede e quel sedere enorme” continua la donna e Louis si sente morire per qualche secondo. Sente la bile risalirgli in gola e non riesce a sentire la risposta di Harry perché deve correre in bagno per rigettare anche l'anima e non gli importa di essere rumoroso non può fermarsi, sente la gola bruciare e il petto in fiamme.

Gli viene da piangere e vorrebbe avere Liam accanto per sentirsi meno solo ma poi due mani grandi si appoggiano sulla sua fronte liscia e allora si rilassa perché c'è qualcuno e lui sente meno freddo.

“Oh perfetto, sarà anche bulimico” sente la voce della donna e “Smettila mamma, vai fuori” sente Harry parlare ma lo sta facendo troppo piano per farsi sentire anche da lei così “Per l'amor del cielo Harold, esci da questo bagno e manda qualcun altro a prendersi cura di questo qui” continua.

Louis si sente uno schifo e incrocia gli occhi stanchi di Harry per qualche secondo prima che quest'ultimo si alzi. Chiude gli occhi per non piangere, sentendosi umiliato ma “Esci fuori da qui, non sei un'insegnante e nemmeno un'alunna, non puoi stare qui. Esci o sarò costretto a chiamare qualcuno della sicurezza!” sente dire da Harry e forse il suo cuore torna a battere un po' più veloce.

Non sente cosa si dicono, Harry fa uscire sua madre dal bagno dandogli così il tempo di rimettersi in piedi e darsi una sistemata. Tira lo sciacquone per poi lavarsi le mani e il viso, la sensazione di bruciore ancora in gola. Si sente un po' spossato ma riesce ad uscire e raggiungere il suo armadietto ma nel borsone non trova lo spazzolino e si maledice per non essere paranoico in tutto come Liam.

Scuote la testa e si lascia cadere sulla panca di legno, chiude gli occhi e respira piano, godendosi il silenzio almeno fino a quando la porta viene riaperta. Dei passi, poi qualcuno che si siede accanto a lui “Bevi un po' di acqua” sussurra Harry.

Apre un occhio per controllare ed è sorpreso di trovarlo lì ma non lo dà a vedere e recupera il bicchiere per rinfrescarsi la gola. E' in imbarazzo ma di certo non è l'unico, Harry è seduto scomposto e sente il bisogno di prendere a pugni qualcosa dopo le parole di sua madre ma non può fare quello che vorrebbe e deve prima scusarsi con Louis per tutto.

Si schiarisce la gola e “Mi dispia...” inizia a dire ma la mano dell'altro ragazzo lo blocca, lo vede chiudere gli occhi ancora una volta e “Non scusarti per favore, passerà, non preoccuparti” lo sente dire.

“Devo invece, mia madre è fatta così, non capisce dove fermarsi per non ferire i sentimenti delle persone e non ce l'aveva con te, voleva ferire me e...” dice ma ancora una volta viene interrotto. Louis scoppia a ridere puntando gli occhi blu nei suoi e “Non voleva ferire me? Certo, come no...” dice sarcastico prima di scuotere la testa ed alzarsi.

“Dove vai? Devi riposarti, non hai mangiato nulla e quello che avevi in corpo lo hai rigettato, non puoi affrontare le altre lezioni, ti firmo un permesso” protesta Harry alzandosi ma Louis scuote la testa anche se sa benissimo che non è lui ad aver ragione ma il suo professore.

“Non ho bisogno di aiuto, posso farcela” ribatte cercando di usare un tono convincente ma non deve essere stato bravo perché Harry fa qualche passo verso di lui e alza una mano quasi volesse accarezzarlo ma poco dopo la lascia cadere al suo fianco e “Io ho lezione ma posso farti accompagnare a casa da un mio amico, per favore Louis, devi riposare” gli dice sinceramente preoccupato e il ragazzo non può far altro che arrendersi perché ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui, abbassa lo sguardo e annuisce semplicemente ritrovandosi poco dopo a sistemare tutto nel borsone e a scendere le scale verso il piano terra al suo fianco “Devo avvertire Liam e gli altri” dice e “Certo, saranno a mensa, io intanto firmo il permesso” risponde Harry tranquillo allontanandosi verso la sala professori.

Louis sospira e a grandi passi si dirige verso la mensa, l'odore di cibo lo disgusta all'istante e cerca di non guardare i vari pass pieni di ogni pietanza per non rischiare di dover correre ancora in bagno.

“Lou!” si sente richiamare e finalmente trova tra la folla il volto amico di Liam e aumenta il passo fino a scontrarsi con il suo petto “Lee” sussurra lasciandosi circondare il busto con le braccia. Si sente al sicuro accanto a lui e quasi lo stomaco non brucia più.

“Che succede?” gli chiede Liam preoccupandosi subito per lui.

“Una lunga storia, non sono stato bene e ora vado a casa” dice sbrigativo cercando di sorridere.

“Sei stato male? Cos'hai avuto?” chiede Niall alzandosi dal suo posto.

Louis si volta a guardarlo e gli sorride, salutando poi anche la sua nuova amica “Niente di che, devo aver mangiato qualcosa che non dovevo mangiare ieri sera” mente e loro due sembrano accontentarsi della risposta perché tornano a chiacchierare tranquilli. Louis sa però che Liam non si è bevuto la sua scusa e infatti si sente spingere dolcemente verso l'uscita “Torno subito” lo sente dire per poi aumentare il passo fino al corridoio nell'ingresso principale.

“Hai mangiato della carne con dei pomodori cucinati da me ieri sera e sono sicuro che erano ottimi sia di gusto che di qualità quindi dimmi cos'hai!” dice Liam, il tono preoccupato e severo. Osserva il suo amico mordersi le labbra per poi seguire il suo discorso confuso fatto di “E' arrivata sua madre”, “Grasso”, “Sedere enorme” e “Bulimico”.

Parla veloce Louis nonostante sia solito parlare con calma ma Liam gli sta dietro comunque perché lui è il re del parlare a velocità innaturale, così capisce bene cosa gli sta dicendo e chiude gli occhi tirandoselo contro in un abbraccio rassicurante e carico di amore “Ci sono io Lou” gli sussurra all'orecchio, cullandolo tra le sue braccia. Gli accarezza i capelli castani sentendo le sue mani piccole chiudersi sulla schiena e stringere fino a quando un colpo di tosse li fa sobbalzare.

“Scusate” dice Harry annunciando la sua presenza. Si staccano immediatamente e a Liam quasi manca il fiato quando nota Zayn accanto al professore di danza classica.

“Ecco il permesso e lui è Zayn, il mio amico che ti riaccompagnerà a casa” lo introduce formalmente a Louis anche se quest'ultimo ha ben presente chi è.

“Ti porta a casa lui?” non può fermarsi dal chiedere Liam e “Si, Har...” risponde Louis mordendosi il labbro “...Il professor Styles ha insistito” continua correggendosi.

Liam guarda il viso di Louis arrossire e “Ok” risponde anche se non va bene niente nel suo petto ma sorride lo stesso e guarda con sfida il viso di Zayn.

“Andiamo?” chiede quest'ultimo dopo aver ricambiato lo sguardo del castano.

“Certo” risponde Louis e “Grazie ancora professore” aggiunge rivolto ad Harry.

“Non devi ringraziarmi di nulla, riposati” dice quest'ultimo cercando di mantenersi distaccato e professionale senza però riuscirci fino in fondo. Fa qualche passo verso Liam mentre vede Louis recuperare il borsone da terra e avviarsi verso l'uscita con Zayn.

“Lou?” dice Liam bloccandolo per un braccio.

“Mh?” gli sorride Louis voltandosi e si aspetta qualcosa di diverso dal “Ci vediamo a casa” sussurrato dal suo amico, lo guarda attento soffermandosi sul suo spostare lo sguardo per qualche secondo su Zayn e allora gli sorride “Ci vediamo a casa Lee, non fare tardi.”

 

 

Il campus non è molto distante dalla scuola, sarebbe potuto arrivare in quindici minuti di cammino ma quando inizia a piovere ringrazia di essere chiuso in auto e potersi riparare.

“Allora abiti con Liam” dice titubante Zayn uscendo dal parcheggio della scuola.

Louis lo guardia incuriosito e “Si” risponde. Lo vede annuire, il suo sguardo è fisso sulla strada e le sue dita tamburellano sul volante segno della sua agitazione. E' un ragazzo attraente, i capelli lunghi abbastanza da stringerli tra le dita, i tatuaggi sulle braccia e un naso perfetto, non deve sforzarsi molto Louis per capire perché il suo miglior amico si sia preso una cotta per un tipo così.

“E abitate da soli?” si sente chiedere ancora.

“Si e perché ti interessa?” ribatte Louis sorridendo.

Zayn alza le spalle e “Volevo fare conversazione” si giustifica.

“Ovviamente” lo prende in giro Louis e “Fermati qui” aggiunge poco dopo. Zayn fa come dice e accosta sotto il palazzo rosso del campus. Si guarda attorno e sorride osservando gli altri palazzi, tutti di un colore diverso e ricorda di quando lui ed Harry condividevano l'appartamento in quello blu. Gli mancano un po' quei giorni, la spensieratezza di essere uno studente nonostante lo studio esagerato, le ore di lezione e le mani doloranti ogni sera. Pagherebbe per poter tornare indietro, spesso si chiede come sarebbe la sua vita se si fosse dedicato alla sua felicità senza preoccuparsi troppo di quella del suo miglior amico ma in fondo rifarebbe tutto ancora una volta.

“Grazie per il passaggio” lo richiama alla realtà Louis e lui si gira a guardarlo annuendo “Di niente, ci vediamo a scuola e riposati” dice accennando un sorriso mentre le dita continuano a picchiettare sul volante.

“No” dice Louis prima di slacciare la cintura di sicurezza.

“No?” ripete confuso Zayn alzando un sopracciglio.

Louis sorride mentre osserva l'acqua scendere copiosamente sui vetri “La risposta alla domanda che volevi farmi prima è no” continua girandosi a guardarlo. Si sporge verso i sedili posteriori recuperando il borsone mentre “E quale domanda volevo farti, sentiamo!” gli chiede Zayn piccato.

Lo guarda attentamente, sorridendo giocoso, recupera l'ombrello dal borsone e si prepara ad uscire dall'auto. La pioggia batte forte quando mette piede sull'asfalto e lo costringe a coprirsi bene ma prima di richiudere la porta dell'auto si piega verso l'interno e “Se vado a letto con Liam” dice sorridendo. Uno a zero per Louis.

 

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Nda.

Dopo un tempo infinito eccomi qui con la terza parte di Yes, you can! Mi dispiace sul serio, non ho scuse ma spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo.

Ancora una volta ho voluto dare spazio alle amicizie perché sono una parte fondamentale della nostra vita ma ovviamente gli Ziam e i Larry sono il centro della storia. Le prime gelosie di Liam e Zayn mi fanno sorridere tantissimo e in questo capitolo c'è anche l'arrivo di Daisy che beh, farà la sua parte ;)

Fatemi sapere cosa ne pensate e ho deciso di usare #yucan come hashtag “ufficiale” su twitter quindi fatevi sentire e scrivetemi pure quanto non sopportate la mamma di Harry!

Un abbraccio,

Serena.

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Capitolo 4
*** Parte quattro ***


 

Potevo trovarmi in una stanza piena di gente rumorosa e rintanarmi in un angolo a giocare con il muro. Ero veramente timido e silenzioso ma quando ho scoperto l'arte mi sono trasformato”

Harry Shum Jr

 

*

 

“Dimmi che non l'hai detto veramente!” sussurra Liam lasciandosi cadere con la schiena sul piumone morbido dopo aver ascoltato il racconto di Louis sulla conversazione avuta con Zayn qualche ora prima.

“Certo che l'ho detto, io non ti dico bugie!” ribatte il castano incrociando le gambe e guardando l'amico con un sorriso sulle labbra e gli occhiali poggiati distrattamente sul naso. Ha un libro tra le gambe - storia della musica - ma non sta effettivamente leggendo niente da quando il suo coinquilino è rientrato a casa. Liam nasconde il viso sotto il cuscino cercando di non pensare a Zayn e al racconto del suo migliore amico, alcune volte si pente di essersi fatto conoscere da lui e avergli concesso il lusso di entrare nella sua vita.

“Tu sei un idiota!” borbotta e sente uno sbuffo alla sua destra poi una pacca sul sedere e “Su con la vita Lee, ti ho fatto un favore!”

“Cambiamo discorso che è meglio, raccontami quello che è successo oggi nei minimi dettagli!” ribatte allora rimettendosi a sedere sul letto in modo da essere esattamente davanti a Louis, a fargli quasi da specchio.

“Vuoi spettegolare come le ragazzine? Mi sembri quasi mia sorella!” borbotta il più grande alzando gli occhi al cielo. Louis è stato abituato fin da bambino a condividere i suoi spazi con delle presenze femminili a causa delle sue sorelle minori, così come Liam ha subito gli scherzi e i giochi delle sue due sorelle più grandi, hanno vissuto la loro infanzia tra bambole e trucchi dentro casa e alcune volte non possono far altro che chiedersi se tutto quello che hanno passato li abbia influenzati nel loro orientamento sessuale ora che sono diventati grandi, poi però pensano alla sensazione di avere un corpo tonico e possente sotto le loro braccia, al modo in cui si sentono quando respirano il profumo virile di un'altra persona del loro stesso sesso e si dicono che si, questo è quello che sono a prescindere da tutto.

“Dai Lou, sfogati e non tenerti tutto dentro” lo incita Liam e in risposta lo stomaco di Louis brontola scatenando le risate vigorose di entrambi.

“Ho capito, vado a cucinare” continua alzandosi e afferrando il portatile dalla scrivania “Che ne dici, guardiamo qualcosa?” chiede sulla porta voltandosi, ricevendo in risposta un accenno di consenso da Louis che lo segue immediatamente verso la cucina. Si siede intorno al tavolo prendendo il comando sul computer di Liam, ricercando tra i vari siti la nuova puntata di Agents of SHIELD, la serie che stanno seguendo insieme: Liam perché non può perdersi niente della Marvel e Louis perché riesce ad appassionarsi a qualsiasi cosa e la sua indole curiosa lo porta a voler sapere la fine della storia ormai.

Fa partire una canzone mentre prepara la tavola e aspetta che la cena sia pronta; si alza sulle punte sporgendosi sulla spalla di Liam per osservarlo affettare il pane e chiude gli occhi quando l'odore dei funghi in padella lo colpisce “Che cucini di buono?” chiede curioso e un po' affamato.

“Funghi e merluzzo” dice con una smorfia.

“Mh, ti vedo entusiasta di mangiare il merluzzo” lo prende in giro Louis e Liam in risposta gli tira una gomitata, non troppo forte, nella pancia “Lo faccio solo perché ne abbiamo bisogno ma fidati in questo momento vorrei solo andare a mangiare una bella pizza!” borbotta.

Liam si allena duramente per mantenersi nel suo peso ideale, fin da bambino se mangia qualcosa più del dovuto tende ad ingrassare e sa benissimo che per fare il ballerino ci vuole una determinata corporatura, un determinato stile di vita. Alcune volte gli capita di fare uno strappo alla regola, forse anche più di qualche volta da quando abita con Louis, ma poi il giorno dopo è in salotto a fare addominali e flessioni per sentirsi un po' meno in colpa. Mangiano in silenzio, presi nel seguire le vicende dei protagonisti della serie, lasciano la tavola imbandita nonostante i piatti siano ormai vuoti fino a quando la puntata volge al termine.

“Perché devono lasciarci sempre così? Io voglio sapere cosa succederà adesso!” borbotta Louis lamentandosi e Liam non può far altro che scrollare le spalle “Beh lo fanno per assicurarsi che la settimana prossima le persone continueranno a seguire lo show” ribatte e “Hai sempre una risposta per tutto tu, eh?” riceve in cambio.

“Forse” ridacchia impilando i piatti per poi poggiarli nel lavello, li sciacqua velocemente nonostante non sia il suo turno di lavare e ascolta distrattamente i discorsi che Louis sta intavolando su vari attori di cui non conosce neppure il nome. Si perde nei suoi pensieri e una volta sistemato tutto in cucina si butta sul piccolo divano del salotto accanto a Louis, collegando poi il computer al televisore per guardare un film a scelta tra quelli presenti sulla lista “Da guardare insieme” appesa alla bacheca di sughero accanto ai bollettini da pagare e agli scontrini della spesa da dividere.

Sfogliano i titoli alternando un “No” ad un “Forse” e Liam sospira perché lo sa che alla fine non si decideranno e finiranno per perdere un'ora prima di decidere.

“Dai non voglio guardarne uno moscio” blatera Louis e “Non sono mosci quelli che suggerisco io” ribatte piccato l'altro tirandogli contro uno dei cuscini color panna, dando così vita ad una lotta improvvisa, Louis ne afferra un altro cercando di ripararsi con un braccio mentre scoppia a ridere di gusto insieme al suo migliore amico fino a quando entrambi si bloccano con un cuscino tra le mani pronto ad essere lanciato, qualcuno sta suonando alla loro porta. Si alzano titubanti sistemando quasi a specchio i pantaloni della tuta.

“Aspetti qualcuno?” chiede Louis.

“Ti pare che aspetto qualcuno? Sarà Niall!” ipotizza avvicinandosi alla porta e spiando il pianerottolo dallo spioncino.

Batte le palpebre pensando di aver visto male, si allontana per poi guardare ancora una volta. Le figure del professor Styles e di Zayn gli si parano davanti ancora una volta e deglutisce spostando lo sguardo verso il suo amico “Harry e Zayn” mima con la bocca venendo poi spostato da Louis che prende il suo posto alzandosi sulle punte.

“Oh cazzo!” biascica un po' troppo forte e Liam si schiaffeggia in fronte prima di scostarlo e aprire la porta.

“Buonasera” dice educato mentre Louis si fa spazio accanto a lui, restando però un passo indietro quasi a cercare una sorta di protezione. Harry cerca subito il suo sguardo e balbetta per qualche secondo senza riuscire a ricordare le parole del discorso che ha minuziosamente preparato.

“Ciao, scusate se ci presentiamo qui senza preavviso” inizia, stringendosi le mani e giocando nervosamente con un anello.

“Non c'è problema, è successo qualcosa?” chiede Liam immediatamente.

“No, no... potete stare tranquilli, io... mh, volevo parlare con Louis!” continua nervoso Harry guardando l'altro ragazzo dritto negli occhi, costringendo quasi Liam ad indietreggiare, li lascia passare un po' confuso assicurandosi che nessuno dei loro colleghi sia sul corridoio. Sente Zayn passargli accanto e si ritira istintivamente contro la porta quando il suo profumo lo colpisce, si impone di rimanere impassibile ma l'altro ragazzo si gira a guardarlo sorridendogli e lui non capisce più niente. Sente il viso infiammarsi e sa benissimo che finirà per dire stronzate e mettersi in imbarazzo, è una cosa che gli riesce piuttosto bene! Chiude la porta schiarendosi la voce mentre segue gli altri tre ragazzi verso il salottino.

“Preparo un tè?” chiede così da poter fuggire e riprendere fiato. Riceve un consenso generale mentre li vede sedersi sul divano e lui sospira voltandosi e raggiungendo la cucina. Si nasconde accanto al frigorifero, così da non poter essere visto dal salotto e prende un bel respiro cercando di calmare i nervi. Sente Louis ridere, alcune volte vorrebbe essere come lui, lasciare tutte le insicurezze alle spalle ed essere più aperto con gli altri ma è più forte di lui, non ci riesce.

Prende le tazze e i filtri prima di azionare il bollitore. Batte le dita ripetutamente sul ripiano della cucina in attesa, dà le spalle alla porta e l'acqua calda quasi rischia di cadergli a terra quando “Serve una mano?” sente.

Si volta di scatto incrociando subito gli occhi ambra di Zayn e scuote la testa “No, tranquillo” dice cambiando poi tazza. Il rumore dell'acqua riempie il silenzio e copre i passi di Zayn mentre si avvicina. Si appoggia al marmo della cucina, accanto a Liam ma di schiena, in modo da poterlo guardare in faccia.

“Posso dipingerti?” chiede all'improvviso provocando uno spasmo nel petto dell'altro.

“Cosa?” risponde sorpreso e con voce acuta mentre il suo petto si alza e si abbassa velocemente.

“Posso dipingerti?” ripete ancora Zayn.

“Ho capito cosa hai detto!” dice con un tono un po' più alto del normale. Zayn sembra studiare le sue reazioni e sembra del tutto tranquillo, Liam pensa sia pazzo ma in realtà qualcosa nella sua testa lo fa sorridere “Vuoi dipingere me?” chiede infatti con una strana inclinazione della voce, un po' stupito e un po' emozionato.

Zayn annuisce e l'angolo sinistro della bocca si tende verso l'alto dando vita ad un sorriso giocoso “Più che dipingere te l'idea è dipingere su di te” continua dopo, non distogliendo lo sguardo da quello dell'altro ragazzo per godersi ogni minima reazione sul suo viso: la fronte aggrottata e le piccole rughette d'espressione, la bocca un po' aperta e le palpebre battere ripetutamente.

“Body painting?” chiede Liam confuso.

“Mh, ancora un punto a tuo favore se conosci l'arte del body painting!” replica sorridendo Zayn, per lui l'arte della pittura del corpo è meraviglia pura. L'armonia dei colori su tonalità di pelle sempre diverse e il sapere che su ogni corpo un dipinto risulterà diverso proprio per le diverse colorazioni, lo affascinano nel profondo. E' sempre stato un tipo strano, così lo definivano da bambino, per le sue passioni diverse da quelle degli altri bambini, preferiva un set di pennelli ad un pallone e non se ne era mai vergognato.

“Perché?” chiede Liam sistemando i vari infusi nelle quattro tazze.

“Perché voglio fare body painting o perché foglio farlo su di te?” ribatte sorridendo malizioso, scostandosi dal mobile per avvicinarsi di qualche centimetro a lui.

“Eh... mh...” Liam scosta lo sguardo dal suo e “Il tè è pronto” dice afferrando il vassoio per fuggire a quella conversazione scomoda. Il cuore nel petto batte veloce, la mente sembra piena e vuota allo stesso tempo. Poggia il vassoio sul tavolo con esitazione, le mani tremano e sente lo sguardo di Zayn bruciarli addosso. Sposta lo sguardo su Louis e cerca aiuto nel suo miglior amico ma quello è troppo attento a perdersi nei gesti del suo insegnante per prestargli attenzione così sbuffa e “Mi dispiace non poter rimanere con voi ma avevo un appuntamento con Niall per studiare” improvvisa.

Evita lo sguardo del pianista e fa un cenno a Louis “Oh...oh certo!” ribatte quest'ultimo.

“Ci vediamo dopo allora” continua mentre Liam sta afferrando a caso qualche libro, lo infila nella tracolla senza nemmeno controllare. Ha troppa fretta di uscire, Niall abita due palazzi più in là, nel condominio giallo.

“Ti accompagno giù, vado a fumare una sigaretta, così loro possono parlare.” lo spiazza Zayn.

“Puoi fumare qui” ribatte agitato “Non mi sembra il caso!”

Louis lo guarda ansioso ma non può fare niente, così si limita a sorridergli dolcemente prima di vederli sparire dietro il portone scuro.

“A Liam non piace Zayn?” chiede alzando un sopracciglio Harry e Louis sbuffa, perché sul serio, non può essere così ingenuo da non capire cose che sono ovvie al resto del mondo!

“Lasciamo perdere, stava dicendo?”

“Intanto ti ho già detto più volte di darmi del tu, ogni tanto te lo dimentichi e poi come dicevo” sospira chiudendo gli occhi “Volevo scusarmi ancora per il comportamento di mia madre.”

“Non è colpa...tua” ribatte sorridendo appena.

Louis non poteva negare di essere piacevolmente sorpreso da quella visita. Di certo non si aspettava che il suo insegnante si presentasse negli alloggi per gli studenti per chiarire quanto successo. Eppure eccolo lì, davanti a lui, con i ricci lasciati liberi di ricadere sul viso dai tratti femminili eppure virili allo stesso tempo.

“Mi sento comunque in dovere di chiederti scusa e di dirti che tutto quello che ha detto non deve influenzarti” continua, il tono calmo e la voce bassa.

“Non mi faccio influenzare da queste cose” ribatte l'altro, spostandosi nervosamente sul divano, portando un piede sotto il sedere. Harry sorride, lascia scorrere la mano tra i capelli e “Ho imparato a conoscerti Louis Tomlinson, non c'è bisogno di mostrarsi forti, le debolezze ci rendono quello che siamo, umani e dal cuore puro” dice sincero.

“Umani e dal cuore puro?”

“Esatto” annuisce “Solo se provi dei sentimenti puri puoi fare di qualcosa la tua debolezza, il bello sta nel rendere quella tua debolezza anche il tuo punto di forza!”

Louis batte più volte le palpebre assimilando quel consiglio. Ripete le parole nella sua mente, quasi per paura di dimenticarle, di vederle sfuggire via come la speranza di poter diventare qualcuno di importante.

“Grazie per essere venuto fin qui, non dovevi!”

“Dovevo invece” sussurra quasi Harry. Poggia lo sguardo sul viso pulito di Louis e si dà dello stupido mentalmente, lo ama di più con la barba.

“Forse è meglio che vada” dice alzandosi all'improvviso, scottato dai suoi pensieri stessi. Inciampa nel tavolo basso e Louis recupera una delle tazze prima che si rompa in mille pezzi.

“Per essere un ballerino sei piuttosto sgraziato” non riesce a trattenersi dal dire, per poi pentirsene immediatamente allo sguardo ferito del maggiore.

“Scusa, io non... mi dispiace” prova a dire.

“Non ti preoccupare Louis, forse hai ragione tu in fondo.”

“No, io... pensavo di star parlando con Liam e mi sono lasciato andare, non volevo offenderla” dice preoccupato.

“Ecco ancora questo lei, non ti far prendere dalle paranoie, ti ho detto che hai ragione” continua Harry serio, è consapevole di non dover dare quella confidenza ad un alunno eppure Louis è capace di smuovere qualcosa al suo interno che non può ignorare. Non ne sarebbe nemmeno capace in realtà.

“Vado a recuperare Zayn, ci vediamo domani mattina” sussurra prima di temporeggiare qualche secondo. Chiude gli occhi, poi li riapre abbassandosi e poggiando le labbra rosse sulla guancia destra dell'altro ragazzo “Buonanotte Louis” sussurra prima di dirigersi verso la porta, senza voltarsi, lasciando Louis in piedi, con le dita tremanti a sfiorarsi il viso.

 

*

 

Liam scende le scale in fretta mentre sente Zayn a pochi passi da lui. Ha dimenticato il cellulare a casa e non sa come avvertire Niall e come divincolarsi da quella situazione in cui si è cacciato. Quand'era piccolo combinava sempre mille casini e sua sorella spesso si prendeva la colpa per lui, tirandolo fuori dai guai ma adesso è solo, cioè, non proprio ma non può mica chiedere aiuto a Zayn!

Sospira quando la porta scorrevole si apre davanti a lui, saluta il guardiano con un cenno e “Si, per mezzanotte sarà di ritorno” dice prima che quello possa parlare e ricordargli del coprifuoco.

Sente distrattamente il “Ciao Julian” di Zayn e alza gli occhi al cielo. Deve conoscere tutti per forza?

Cerca di calmarsi, ripetendosi mentalmente che non ha motivo di reagire così, che non è logico sentirsi possessivi e un po' invidiosi di una persona che non dovrebbe proprio essere nei suoi pensieri ma è dura quando quella persona è talmente bella da togliere il fiato e ha intenzione di parlare proprio con te.

“Quindi, dove abita Niall?” chiede Zayn tirando fuori dalla tasca posteriore dei jeans un pacchetto aperto di sigarette. Ne sfila una poggiandola poi sulle labbra e lasciandola lì, in bilico, prima di far scattare l'accendino e avvicinare la fiamma. Liam lo fissa, incapace di distogliere lo sguardo dai colori caldi della fiamma che gli illuminano il viso.

“Nel palazzo giallo” sussurra poco dopo.

“Mh!” Zayn lascia andare il fumo prima di proseguire “E lui lo sapeva che dovevate vedervi?” chiede facendo cenno verso il cortile. Ci sono diversi ragazzi seduti alle panchine che riempiono lo spazio, tra questi Niall sta dando sfoggio di sé ridendo sguaiatamente.

Liam sospira perché insomma, resta a casa tutte le sere quel finto biondo, proprio questa sera doveva uscire? Non si volta verso Zayn, rosso per la vergogna decide di continuare la farsa e “Niall!” lo richiama.

Lo vede voltarsi, insieme ad altri ragazzi che non ha mai visto. Ce ne sono due che sembrano matricole come loro, mentre un altro lo fissa con serietà. Intravede dei tatuaggi ma è troppo lontano per identificarli, si sente a disagio sotto quello sguardo e quando vede Niall avanzare verso di lui seguito proprio da quel ragazzo, vorrebbe sparire. Si pente quasi di aver detto una bugia a Zayn che ora sembra immobile quanto lui al suo fianco.

“Lee, amico non pensavo di trovarti qui” dice abbracciandolo di slancio. Liam ricambia teneramente, perché a Niall si può volere solo bene.

“Salve” dice il biondo verso Zayn per poi “Questo è Ale, è un ballerino formidabile Lee, dovresti vederlo! Ti piacerà di sicuro e...” dice voltandosi verso l'ultimo arrivato “...Ale questo è Liam, il ragazzo di cui ti parlavo! Dovreste ballare insieme, sareste una coppia formidabile!” dice allegro e il colpo di tosse di Zayn non sfugge a nessuno.

“Stai bene?” chiede allarmato Liam dimenticandosi di stringere la mano dell'altro ragazzo.

“Mh, si! Va tutto benissimo” ribatte acido “Ciao Ale” sussurra poco dopo.

Liam li osserva, Niall sembra non capire niente come sempre, Ale sembra divertito e Zayn quando è arrabbiato è ancora più bello.

“Oh andiamo” sussurra Liam ad alta voce per poi tossire per nascondere l'imbarazzo “Scusate, stavo pensando ad una cosa” si giustifica toccandosi i capelli sulla nuca nervosamente.

“Comunque, vi conoscete? Deduco che non sei del primo anno” trova il coraggio di chiedere.

“In realtà sono all'ultimo anno, sono tornato questa mattina dall'Australia, ho vinto una borsa di studio l'anno scorso e se Zayn sembra così risentito nel vedermi deduco abbia trovato il suo nuovo ballerino preferito!” dice rivolgendo un'occhiata divertita a quest'ultimo.

“Io non ho...Ah, lasciate stare!”

“Niall mi ha parlato benissimo di te Liam, non vedo l'ora di lavorare insieme! Magari Zayn può scrivere un pezzo per noi, che ne dice prof?” continua allegro.

Liam lo trova simpatico immediatamente, gli piace il fatto che sta mettendo in imbarazzo Zayn anche se dall'altra parte lo invidia un pochino, vorrebbe poterlo fare anche lui. Ale è piccolo, non è altissimo ed è minuto. Il braccio sinistro è completamente tatuato e le cicatrici dell'acne giovanile sono ben visibili sotto uno strato di barba, eppure ha fascino e Liam, senza sapere perché, si ritrova ad annuire “Piacerebbe anche a me, ti va se domani ci troviamo in sala prove dopo le lezioni?” chiede imbarazzato.

“Ma certo, a pranzo vengo a cercarti per farti sapere a che ora sono libero” continua tranquillamente Ale mentre Niall li guarda sorridendo.

“Posso assistere? Vi prego, vi prego, vi prego!” dice congiungendo le mani e spalancando gli occhioni blu a cui Liam non sa proprio dire di no.

“Va bene Nì” sorride alla fine, Zayn sta per ribattere qualcosa ma viene interrotto da Harry che scende le scale del palazzo con un bel sorriso sul viso.

“Zay andi... oh, Ale! Sei tornato!” sussurra felice abbracciando il ragazzo.

“Buonasera prof!” ribatte più formale.

“Mich?”

“Era con noi poco fa ma è tornato al dormitorio con un amico che abbiamo portato dall'Australia, le piacerà, è un tipo tosto!”

“Ne sono sicuro! Non vedo l'ora di riavervi a lezione, ci siete mancati!” sorride sereno Harry.

“Parla per te” borbotta subito Zayn per poi ricevere un'occhiata derisoria da entrambi. Liam si sente di troppo e si sente anche un po' deluso, pensava di avere qualcosa di speciale per aver attirato l'attenzione di un suo superiore e invece deve essere qualcosa all'ordine del giorno fare amicizia con i professori in quella scuola.

Sospira prima di mettere le mani in tasca e guardare Niall. Non sa cosa dire, né cosa fare di preciso ma il biondo sembra capire i suoi sentimenti perché gli passa un braccio sulle spalle e “Noi ora andiamo, ci vediamo domani a scuola” dice allegro. Dà una pacca sulla spalla ad Ale e saluta educatamente Zayn e Harry prima di trascinarsi Liam dietro, verso casa, verso Louis.

“Che mi sono perso?” chiede Harry una volta rimasti soli.

Zayn sospira e scuote la testa “Niente” borbotta ma “Quindi è lui eh?” dice invece Ale sorridendo “E' carino” aggiunge poi.

“Toglili gli occhi di dosso o lo dico a Mich!”

“Oh certo, ti preoccupi di me e Mich adesso!” ribatté facendo ridere Harry.

“Certo, dovresti essere a casa con lui infatti, su, vai! Devo smetterla di affezionarmi agli studenti! Dovrei farmi rispettare di più!” borbotta Zayn furioso. Cerca di calmarsi e riporta alla mente la prima volta che ha incontrato Mich in sala ballo. Era timido, spaventato e spaesato. Non riusciva a seguire il ritmo delle sue melodie mentre fluttuava nella stanza, cadeva e sbagliava i passi, poi era entrato quel ragazzino insieme ad Harry nella sala prove assegnata a lui. Si erano seduti in un angolo, concentrati sulla musica e sul ragazzo al centro della stanza. Mich gli aveva mandato dei segnali di panico, una chiara richiesta d'aiuto per non fare pessima figura ma lui aveva continuato a suonare. L'aveva visto cadere, quasi piangere ma non aveva capito niente. “Mich accidenti, così non andrai da nessuna parte” aveva detto spazientito. Vedeva qualcosa in quel ragazzo ma non ci credeva abbastanza per tutti e due. Poi quel ragazzino accanto ad Harry si era alzato e aveva raggiunto Mich al centro della stanza, si era seduto dietro di lui e “Continui a suonare” aveva chiesto. E la melodia aveva ripreso il suo corso, mentre le sue mani sfioravano delicate la schiena del ragazzo seduto immobile, gli girava attorno famelico, poi più delicatamente. Stava ballando solo per lui e Zayn si sentiva di troppo in quel posto, così come Harry. Si erano guardati sorridendo qualche secondo dopo, quando Mich si era alzato e aveva iniziato a ballare meglio di quanto avesse mai fatto prima e Zayn aveva capito.

Come ti chiami?” aveva chiesto. “Ale.”

Mich era diventato qualcun altro da quel momento e Zayn era stato costantemente parte della loro relazione. Lui ed Harry li avevano guidati nell'accettarsi, nello scoprirsi, nell'amarsi. Erano stati con loro quando si erano lasciati, Zayn aveva raccolto i pezzi di Mich per ricomporli piano piano. Si era incazzato con Ale e solo Harry l'aveva fermato dal picchiarlo. Poi però li aveva visti fare la pace, ritrovarsi e partire insieme. Zayn si è sentito tradito in un certo senso, si è reso conto in quel momento che gli studenti cambiano, che hanno bisogno di lasciare il nido per trovare il loro posto nel mondo. E ora eccoli qui, sono stati via un anno e Zayn ripensa alla promessa che si è fatto quando sono partiti, quella di non affezionarsi a nessuno studente, di non entrare nella vita di nessuno ma evidentemente per lui è troppo difficile mantenersi distaccato. Butta uno sguardo verso il palazzo e sospira, non riuscirà a vedere Liam ballare con Ale, ne è sicuro.

“Zayn, è Ale, non lo stuprerà Liam, stai tranquillo” sussurra Harry avvicinandosi a lui.

“Sarà meglio!” borbotta guardando l'altro ragazzo che annuisce sorridendo.

“Non vedo l'ora di dire a Mich che ti sei innamorato, non ci crederà!”

“Io non sono innamorato!”

“Si, certo!”

“Sta zitto Harry, ti ricordo che mi hai trascinato qui perché” si schiarisce la voce “Zayn devo andarmi a scusare, se sta soffrendo?” scimmiotta la voce del più piccolo per poi alzare gli occhi al cielo “Ti pare che stava soffrendo? Che cazzo di scuse usi per vedere la gente tu?” borbotta.

“Mh stiamo parlando di...?” chiede Ale confuso per qualche secondo.

“Louis” risponde Zayn “Il miglior amico di Liam” aggiunge poco dopo sospirando.

“Oh, ok, andiamo raccontatemi tutto!”

“Non sono sicuro di voler intraprendere questa conversazione” sussurra Harry ma viene trascinato dagli altri due ragazzi e si ritrova a ridere come ai vecchi tempi. Avevano legato immediatamente, non era stato difficile diventare amici nonostante i diversi ruoli ricoperti nella scuola. Ale e Mich erano stati una ventata d'aria fresca per Harry e Zayn e forse era arrivato il momento per la coppia di alunni di ricambiare il favore ai loro insegnanti. In fondo l'amore non è altro che una dolce melodia su cui ballare ogni giorno, cadendo e facendosi male qualche volta per rialzarsi e continuare la coreografia con più grinta di prima.

 

*

 

“Quindi mi stai dicendo che domani devi ballare con questo semi sconosciuto e che lui è amico di Zayn e Harry?” dice Louis mentre Liam annuisce.

“Per amico che intendi?”

“Oh andiamo ragazzi seriamente? Devo smetterla di circondarmi di gente gay! Ale sta con Mich e sono solo amici con il professor Styles e il professor Malik!” dice stanco Niall mettendosi a sedere composto.

“Tu come li conosci?” chiede Liam curioso.

“Beh, Ale è il fratello di Daisy” dice scrollando le spalle e Louis sorride malizioso “Mh, siamo già al punto in cui bisogna conoscere la famiglia?”

“Idiota! Mi ha parlato tanto di suo fratello e quando ci siamo conosciuti e ho visto qualche ballo improvvisato in cucina con Mich ho pensato subito a Liam, non so dirti perché ma gli ho parlato di voi e Daisy era d'accordo con me, ti ha visto ballare anche lei Lee, lo sa quanto sei bravo e niente... ma voi due dovete spiegarmi da quando siete diventati così intimi con Harry e Zayn, come li chiamate voi!” ribatte alzando un sopracciglio in attesa delle loro risposte.

“Non è che li chiamiamo noi così, sono i loro nomi” borbotta Louis.

“Hai capito cosa intendo, sono due insegnanti!”

“Zayn non è un professore, compone musiche per le coreografie ma non è il mio insegnante!” borbotta Liam.

“Mh, tu che scusa hai Lou?”

“Io non ho scuse, hai visto le sue mani? Me le sogno tutti i giorni addosso!” confessa e Niall sospira sfinito buttandosi sul divano in modo teatrale “Voi due siete matti!”

“Ah piccolo Nì, io te l'avevo detto di non fare amicizia con noi!” si giustifica Louis.

“Lasciamo stare, sapevo che mi sarei pentito di aver accettato quel pacchetto di cracker da voi il primo giorno!”

Rimangono a chiacchierare ancora, seduti su quel divano troppo stretto per tre eppure nessuno si lamenta. E' bello stare in compagnia, raccontarsi stronzate e ridere per non pensare a cose più serie ma tutti e tre sanno che prima di andare a letto non sarà più così facile pensare a qualcos altro che non siano una ragazza bassina e timida, un professore troppo alto e dagli occhi luminosi e un paio di occhi ambra che beh... Liam si costringe a dormire.

 

*

 

Sente le persone muoversi accanto a lui. Vede amici salutarsi, compagni di corso darsi appuntamento per studiare, professori prendere un caffè e poi vede lui. Sulle scale che portano al secondo piano intravede Ale, le spalle dritte, un paio di jeans stretti che gli fasciano le gambe esili e una camicia di jeans larga e senza maniche. Lo segue, restando qualche gradino più giù, fino alla sala prove dove hanno appuntamento. Solo qualche ora prima l'aveva visto aggirarsi nella mensa per fargli sapere l'orario e l'aula in cui si sarebbero esercitati e ora eccolo lì. Non sapeva spiegarsi cosa lo terrorizzava di più: ballare con uno sconosciuto o ballare su un pezzo di Zayn?

Prende un bel respiro Liam prima di entrare in aula e sorridere a quel ragazzo seduto a terra a togliersi le scarpe.

“Ciao Liam!” “Ciao” risponde timido imitandolo. Poggia a terra il borsone e si sfila le scarpe e i calzini. Nella sala c'è una piccola tastiera elettrica appoggiata nella parete dello specchio.

“Zayn?” chiede titubante.

“Sta arrivando, ti va di fare un po' di riscaldamento intanto?” si sente dire.

“Certo” risponde educato e dopo aver preso un bel respiro si siede a terra ed esegue i soliti esercizi che fa prima di ogni esibizione. Scioglie per bene i muscoli, rilassa la schiena e svuota la mente.

Quasi si dimentica di non essere da solo, poi sente un piede muoversi sul suo e apre gli occhi.

“Pensavo fossi partito per un mondo tuo” gli sorride il ragazzo e Liam si ritrova a rilassarsi ma non dura poi molto. Zayn entra in sala con gli occhi vispi, una felpa nera e i capelli con le punte rosa.

“Che diavolo hai combinato? Mi piacevano grigi!” protesta Ale dando voce ai pensieri di Liam.

“Avevo voglia di capelli rosa” commenta sbrigativo sedendosi alla tastiera. Poggia a terra una borsa di pelle nera e ne tira fuori alcuni spartiti. Non guarda Liam e non guarda Ale. Sistema i fogli e suona una piccola scala per calmare i nervi. Ale sorride osservando i due ragazzi agitarsi e si chiede se lui prima di dichiararsi era così da fuori, se anche lui sulla fronte aveva scritto di essere innamorato prima ancora di capirlo. Sospira mentre dalla porta entra un Harry sorridente con una sedia in mano. La poggia al centro della stanza mentre canticchia una melodia sconosciuta.

“Sono emozionato, voi no?” chiede e Liam sta per rispondere ma capisce tardi che la domanda non è rivolta a lui. Louis entra in aula seguito da Niall, Daisy e un altro ragazzo. Lo studia attento, mentre lo vede sorridere. E' bassino, porta grandi occhiali neri che gli incorniciano il viso e sta ridendo rivolto verso Zayn.

“Mich!”

Una folata di vento, poi le braccia di Zayn attorno a quel ragazzo sono tutto quello che Liam vede.

“Ciao Zay!” lo sente ricambiare e una morsa gli attanaglia lo stomaco, è costretto a smettere di guardare. Incrocia lo sguardo di Louis e quello che sente dopo lo distrugge “Finalmente sei arrivato, eccolo il mio ballerino preferito.”

Questa volta quando si gira incontra lo sguardo di Ale, riceve un sorriso in cambio e crede di amarlo quando “Toglie le zampe dal mio ragazzo” dice. Lo vede avvicinarsi a Zayn per spostarlo e racchiudere il viso di Mich tra le mani “Ciao raggio di sole” dice dolcemente prima di appoggiare le labbra su quelle dell'altro ragazzo, c'è così tanto amore in quel bacio che distolgono tutti lo sguardo.

“Bene, io direi che possiamo iniziare eh!” sussurra Harry facendo sedere gli spettatori ai lati della sala. Ale prende posto sulla sedia seguendo gli ordini dell'insegnante mentre Zayn passa accanto a Liam. Gli sfiora il braccio con il suo e lo guarda negli occhi per dei secondi che al più piccolo sembrano ore.

“Balla per me” bisbiglia e inaspettatamente Liam gli blocca il polso. E' qualche centimetro più alto di Zayn così si abbassa e “Se tu suonerai solo per me” gli sussurra all'orecchio prima di raggiungere Ale e poggiare le mani sulle sue spalle nude.
 


_______________________________________
Nda.

Non so cosa dire, forse un “buonasera raggi di sole come state?” è troppo poco per farmi perdonare. Ho passato dei mesi veramente duri per quanto riguarda il mio lato artistico, mi sono ritrovata con la mente spenta e questo mi ha fatto veramente tanta paura, non riuscivo a scrivere, non riuscivo a pensare a niente di accattivante, di buono. Tutte le idee mi sembravano sciocche o già viste, vi chiedo scusa per questo ritardo ma sono dell'idea che darvi un prodotto di scarsa qualità sarebbe peggio. Non so se questo capitolo vi piacerà, in realtà io sono soddisfatta del risultato e va bene così perché oggi mi sono sentita bene mentre scrivevo. Nel capitolo ci sono due personaggi nuovi, io li amo e già hanno dato una grossa mano a tutti, voi non trovate? Se vi state chiedendo perché ci sono tutti questi personaggi in più la risposta è quasi ovvia, semplicemente nella vita incontriamo tante persone e ognuna di esse ci lascia qualcosa anche solo per pochi secondi.
Mancava qualcosa a questa storia e oggi sono certa di averla trovata, spero di farvi arrivare le emozioni che desidero trasmettere. Quell'amicizia vera che cambia la vita, quell'amore per l'arte che fa paura ma che se ci credi veramente arriva a gratificarti e quell'amore verso una persona, un compagno o una compagna, che non ti cambia la vita, te la ricrea da zero.

A presto,

Serena.

 

 

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Capitolo 5
*** Parte cinque ***


 

La performance tecnica è nulla in sé, la danza inizia quando si mette l’anima.
(Leila Hassan)

 

*

 

Liam sposta le coperte assonnato e si mette a sedere sul letto. Passa una mano tra i suoi capelli e si lascia andare ad uno sbadiglio rumoroso. Sposta lo sguardo sul corpo accanto a lui sorridendo, dopo essersi alzato si assicura di sistemare bene le coperte in modo che Louis non senta freddo e si dirige in bagno. E' un giorno importante quello per lui, tra poche ore incontrerà Zayn poco fuori dal campus e non sa cosa aspettarsi. Il giorno prima aveva ricevuto una telefonata del ragazzo che lo invitava a tenersi pronto per una giornata speciale. Liam guarda l'orologio per poi alzare lo sguardo verso lo specchio e passare una mano sul suo viso, scompigliandosi i capelli per poi controllare la temperatura dell'acqua e farsi una doccia. Quando esce si sposta, avvolto nel suo accappatoio scuro, verso il cassettone dove tiene riposta la biancheria intima. Prende dei boxer bianchi e li indossa lasciandosi scivolare di dosso l'accappatoio per potersi guardare allo specchio. Fissa il suo riflesso muovendosi avanti e indietro per poi fare una smorfia e decidere di prenderne un altro paio. Questa volta sono a strisce e subito dopo averli indossati sbuffa tirandoli via.

“Per quanto possa piacermi quello che vedo, io ti consiglio di metterti quelli neri!”

La voce di Louis arriva divertita alle sue orecchie e, arrossendo, si affretta a infilare il paio consigliato dall'amico.

“Scusa Lou, sono nervoso!” ammette.

“Lo so, ma vedrai che andrà tutto bene. Sono curioso di sapere cosa dipingerà sul tuo corpo!” continua il più grande dei due, stiracchiandosi sul letto.

“Anche io...” ribatte Liam continuando a guardarsi allo specchio.

 

*

 

Quando una moto si ferma davanti a lui, Liam sbatte più volte le palpebre sorpreso. Vede il motociclista alzare la visiera del casco e ci mette pochi secondi a riconoscere quegli occhi.

“Buongiorno!”

“Buongiorno a te!” ribatte stringendosi nelle spalle. Afferra il casco che l'altro gli sta porgendo e lo infila avendo cura di allacciarlo per bene. Prende un bel respiro e monta sulla moto mentre Zayn dà gas per farlo spaventare “Dai campione, stringiti a me” lo prende in giro.

Liam fa una smorfia prima di passare le braccia attorno alla vita esile del pianista e poi il vento, la paura e la corsa fanno il resto. Si schiaccia contro il suo petto, stringendo le mani attorno alla stoffa della giacca di pelle nera dell'altro. Cerca di tenere con il corpo la stessa andatura del moro per non rischiare di sbilanciare il peso di quell'aggeggio che in realtà un po' lo terrorizza. Quando la moto si ferma, tira un sospiro di sollievo, ma non si fa vedere spaventato. Salta giù, liberandosi del casco come se andare a quella velocità non lo avesse minimamente colpito e Zayn gli sorride, togliendosi il caso e rivelando i capelli biondi.

“Ti piace cambiare colore dei capelli a seconda dell'outfit?” chiede Liam, senza potersi trattenere.

Zayn ride, assottigliando gli occhi in quel modo grazioso che riesce solo a lui per poi scrollare le spalle “Tutti gli artisti sono un po' pazzi Liam”.

Il ballerino vorrebbe rispondergli che non è vero, lui non è pazzo, ma poi sembra rifletterci su e chiude la bocca. Viene etichettato pazzo chi si comporta in modo diverso da quello che i più considerano normale e lui, in effetti, normale non lo è poi tanto.

“Bé, sto per farmi dipingere il corpo da te, forse sono un po' pazzo anche io!”

Zayn scuote la testa prima di invitarlo a seguirlo verso il palazzo davanti a loro. E' solo in quel momento che Liam si prende del tempo per osservare il posto in cui sono arrivati. C'è una piccola piazza alla loro destra, le panchine di marmo bianco sono occupate da famiglie con i bambini, è Domenica e quella vista a Liam fa smuovere qualcosa di insolito dentro. Sorride quando una palla finisce ai suoi piedi e un po' impacciato la rimanda nella mischia.

“Ti piace qui?”

“Si” annuisce. Non è mai stato in quella parte della città. Le case sembrano tutte diverse da loro, qualcuna ha i mattoncini fuori, altre sono colorate e alcune semplicemente bianche, eppure c'è armonia tra loro.

“E' il quartiere degli artisti questo, o almeno a me piace chiamarlo così” dice Zayn fermandosi davanti ad una scalinata che li condurrà all'interno di un edificio più moderno rispetto agli altri.

“Di sera ci sono tanti spettacoli, sai? Se ti va possiamo tornarci qualche volta” continua mantenendo sempre il sorriso sul viso e a Liam quello sa tanto di appuntamento. Lo guarda negli occhi e ricambia il sorriso “Mi farebbe piacere” risponde semplicemente. Zayn abbassa la testa compiaciuto per poi salire le poche scale e tenere aperta a Liam la porta del centro ricreativo.

Una volta dentro si trovano immersi in quella che al ballerino sembra una scuola di arte, ci sono tanti quadri appesi ai muri, sotto ognuno di essi un'etichetta con il nome dell'opera, dell'artista e l'anno.

“Appartengono a gente del posto, non sono opere storiche o cose simili” spiega Zayn.

“Oh, sembra bello”

Liam è di poche parole, continua ad osservare le varie persone che si aggirano nei corridoi, c'è chi saluta Zayn, chi sorride semplicemente e chi è troppo indaffarato per dare retta a loro.

Passa accanto ad una stanza con la porta aperta e intravede cataste di fogli e scaffali pieni di tempere e colori. Gli piace quel posto, è pieno di vita e arte.

“Vieni, dobbiamo andare di qua”

Lo segue verso una porta in fondo al corridoio che hanno intrapreso e Zayn lo lascia entrare per primo. La stanza è bianca, eccetto per gli infissi in legno e le bocce di colori su un mobile scuro. Sobbalza quando per una folata di vento la porta si chiude violentemente.

“Tranquillo” gli sorride Zayn. Lo vede lasciare i due caschi in un angolo insieme alla giacca “Prima di iniziare, visto che mi sembri un po' agitato ho pensato di fare una cosa”.

“Ok, cosa?” chiede titubante stringendosi le mani.

“Prima di tutto, togliti la giacca e rilassati. Forza, vieni qua!”

Liam fa come dice, lascia cadere la sua giacca accanto a quella del moro e prende quello che sembra un impermeabile trasparente dalle sue mani, infilandoselo poco dopo.

“Bene, ora siamo pronti. Vuoi mettere anche una cuffia per i capelli?”

Nega con la testa “Cioè, mi conviene metterla?” chiede.

“Per me no, voglio vederti con i capelli colorati” ribatte Zayn sotto lo sguardo interrogativo dell'altro “Non aver paura, vieni qui a scegliere un colore” continua invitandolo accanto al mobile. Ci sono vari colori e contenitori dove è possibile creare nuove tonalità. Liam li guarda attentamente per poi afferrare la bottiglia di colore blu.

“Vai al centro della stanza” lo indirizza Zayn seguendolo con gli occhi fino a quando l'altro si ferma.

“Ora girati di spalle a me, verso la parete vuota e butta quel colore!”

“Cosa?”

“Butta il colore” continua Zayn, afferrando una bottiglia di rosso per poi avanzare e sparare del colore contro il muro “Così!”

Vede gli occhi di Liam spalancarsi dalla sorpresa e lo invita a lasciarsi andare “So che sei tutto perfettino, ti piace fare le cose a modo tuo, ma fidati, questo ti aiuterà a sentirti libero e ad esprimerti. Hai scelto il blu e allora dipingilo questo mare che ti porti dentro!”

Liam abbassa lo sguardo sulla bottiglia tra le sue mani, la rigira più volte, indeciso sul da farsi. Poi chiude gli occhi e dopo averla agitata ne spruzza un po' sul muro.

“Ancora Liam, più colore!”

Ripete la stessa operazione, con maggiore determinazione. Sente l'eco delle risate di Zayn nelle orecchie e riesce ad aprire gli occhi per vedere quell'alternarsi di macchie rosse e macchie blu sul muro. Alcune si mischiano, come si mischiano i loro sguardi e i loro sorrisi. Zayn torna verso il mobile per prendere altri colori e si concede qualche minuto per osservare quel ragazzo. Si lascia sfuggire un sorriso dolce per poi riscuotersi quando “Dai, Zayn vieni qui!”

Gli porta il colore verde e tiene per sé il giallo, si sfiorano le mani per poi continuare a buttare colore ovunque. Le scarpe di Liam sono irriconoscibili, ma non se ne cura. Continua a girarsi e buttare colore fino a quando è costretto a fermarsi per respirare meglio. “Ci uccideranno per come abbiamo ridotto questa stanza” dice guardandosi attorno.

“Non preoccuparti, è una stanza adibita a questo. Sono stato qui tre giorni per pittarla di bianco!”

“Davvero?” chiede sorpreso Liam.

“Si. Dopo che qualcuno è stato qui può imbiancare tutto o lasciare quello che ha fatto e spetta a chi vuole riutilizzarla dopo ripulirla. Mi piaceva il risultato finale degli artisti precedenti, è stato un peccato ripulire, ma questo è decisamente meglio!”

“Sono solo macchie”

“Si, ma sono le nostre”.

 

*

 

Louis odia passare la Domenica da solo. Odia stare solo in generale, non è abituato a farlo. Gli manca prendere in giro Liam e fargli i dispetti. Se ne sta a gambe incrociate sul divano, cambiando di tanto in tanto canale al televisore senza mai concentrarsi realmente sulle immagini. Controlla il cellulare in attesa di avere notizie, è tentato di telefonare, ma dopo un po' ci ripensa: il suo amico non ha bisogno di lui. Si alza per rovistare nel frigo e alla fine, svogliato, opta per mangiare una scatoletta di tonno con dell'insalata. Meno fa, meglio sta. E' consapevole che non si sazierà con quel misero piatto, ma si ostina a mangiarlo lo stesso. Sono le tre del pomeriggio quando qualcuno suona alla sua porta. Si alza come un razzo dal divano senza curarsi di sistemare la maglia larga sulle spalle e i capelli scompigliati. Apre con un gran sorriso per poi pietrificarsi sul posto.

“Ciao!” dice titubante Harry. “Posso entrare?” chiede voltandosi, quasi spaventato verso il corridoio. Si sentono delle voci provenire dalle scale, così Louis si sposta per farlo passare e dopo aver guardato a destra e sinistra ed essersi accertato di non essere visti, si chiude la porta alle spalle.

Cerca di lisciare la maglia e si morde un labbro imbarazzato.

“Ehm, ciao. Vieni!” dice indicando il salottino. Harry si siede su una delle poltrone, seguendo con lo sguardo Louis mentre raccatta delle cose “Scusa, non mi aspettavo visite”.

“Tranquillo, non volevo disturbarti. Passavo da queste parti e ho deciso di salutarti”.

A Louis quella sembrava tanto una frase detta a caso, è imbarazzato e non sa di preciso cosa rispondere. Si ritrova a sorridere e le attenzioni del suo professore un po' lo lusingano. Si sistema un po' i capelli e si siede sul divano a gambe incrociate. Harry sorride, osservando i pantaloni della tuta di Louis infilati dentro i calzini. E' piccolo e minuto eppure nei suoi occhi, Harry ci legge così tante cose da sentirsi colmo.

“Che facevi di bello?”

“Mh, per lo più mi annoiavo”.

“Non è interessante questo cartone animato?” chiede Harry indicando la TV. Louis si gira e osserva le immagini di un cartone per bambini di massimo cinque anni e sorride “Mi mantengo giovane dentro!”

Harry scoppia a ridere e sembra che l'imbarazzo iniziale sia svanito di colpo, grazie ad una squallida battuta. Louis si unisce a lui, ridono per poi rilassarsi entrambi e sedersi comodi.

“Togliti la giacca, puoi appenderla dietro la porta!”

“Grazie!” ribatte sempre educato Harry. Si sfila l'indumento rivelando una camicia nera trasparente che fa deglutire Louis più volte. Quando si gira per tornare a sedersi incrocia gli occhi azzurri dell'altro e per un momento si sente esposto come mai prima. Sa di essere attraente, è abituato ad aver gli occhi delle persone addosso, ma in qualche modo lo sguardo di Louis lo fa sentire strano. Non gli è mai successa una cosa simile, sente la pelle bruciare e vorrebbe togliersi perfino quel semplice tessuto per sentire meno caldo, ma si costringe a non pensarci.

“In realtà sono qui per chiederti una cosa” dice, una volta tornato al suo posto.

“Dimmi!”

“Gli esami di metà semestre si avvicinano, manca un mese di lezioni e tra le vacanze di Natale e Capodanno si arriva subito alle convocazioni delle prove” dice tranquillamente Harry. Louis lo guarda attento, senza capire ancora il nesso tra quelle parole e lui.

“Si lo so, io e Liam avevamo in mente di iniziare a prepararci già dalla prossima settimana, magari ideare qualcosa di nostro da portare”.

“Ecco, proprio di questo volevo parlarti!” dice ansioso Harry. “Posso aiutarti a preparare la coreografia?”

Louis lo guarda senza nascondere il suo stupore. E' quasi tentato di chiedergli se è uno scherzo, ma il professore mantiene un'espressione seria, continuando a guardarlo “Se per te non è un problema, ovviamente”.

“Un problema?” chiede Louis incredulo. “No, non lo è, a meno che non lo fai per compassione!”

Harry nega con la testa. “Assolutamente no! Mi piacerebbe darti una mano, so che questo mondo può essere abbastanza crudele e ho sono sicuro che tu nascondi molto più di quanto dai a vedere!”

L'altro ragazzo si ferma a studiare il suo viso. Osserva attentamente quegli occhi intensi, alla ricerca di un segnale di cedimento, qualcosa che gli faccia capire che il suo professore lo sta prendendo in giro, ma non scorge niente se non limpidezza. Gli occhi di Harry sono un prato verde in cui perdersi e ritrovarsi. Stringe le mani, nervoso per poi annuire e dire: “Va bene, ci penserò!”.

Harry sorride spontaneamente. Nella sua testa sa che non dovrebbe aiutare un suo alunno in quel modo, eppure Louis è quelle eccezione a tutte le regole che gli sono state imposte. Non sa perché, ma sa che è così. Quando lo vede sente il bisogno di stargli accanto, di scoprire cosa si nasconde dietro la facciata da ragazzo divertente e spensierato, lui lo sa che Louis è molto più di una battutina o di una risposta piccata!

“Non puoi parlarne con nessuno però!” dice Harry. “Nemmeno a Liam o al biondino!”

“Perché? Non posso nasconderlo a Liam, con Niall potrei farcela, ma non con Lee... viviamo insieme e sa che non esco mai di casa se non per le lezioni!” ribatte Louis, protestando.

Harry sospira, se qualcuno venisse a sapere che sta offrendo aiuto ad uno studente per gli esami, verrebbe espulso nel giro di un paio di ore.

“Capisci che per me non è una posizione facile...”

“Non ti ho chiesto io aiuto, sei venuto tu da me!” risponde senza giri di parole Louis.

Il professore sbatte le palpebre colpito dalla risposta piccata, ma in fondo sa che Louis ha ragione. Si alza dalla poltrona deciso ad andarsene, si guarda attorno come se volesse aggiungere qualcosa, ma non lo fa. Si limita a sospirare e a darsi dello stupido mentalmente.

“Io ti ringrazio per l'aiuto, ma se questo significa mentire ai miei amici e nascondermi come un delinquente, non lo voglio. Se tu, come hai detto prima, credi in me, non hai di che preoccuparti. Ti stupirò durante gli esami, puoi starne certo!”

“Non alzare la voce” dice calmo Harry.

“Non sto alzando la voce!” ribatte l'altro piccato.

Harry scuote la testa mentre vede Louis agitarsi avanti e indietro: “Sono un ballerino bravo, non voglio favoritismi!”.

“Non volevo favorirti in nessun modo!”

“Allora perché nasconderci?”

“Perché non potrei aiutarti a preparare la coreografia!”

“Lo farò da solo, sono in grado di farlo!”

“Non lo metto in dubbio, non l'ho mai pensato! Credimi, per favore!” sussurra Harry avvicinandosi di qualche passo.

Louis respira a fatica, non sa nemmeno perché si è agitato così tanto. Lui vuole sostenere gli esami al meglio, ma con le sue forze. Non vuole essere visto come il ragazzino aiutato dall'insegnante, per quanto l'idea inizialmente l'abbia sfiorato, non può accettare la sua offerta.

“Ok, ma mi preparerò comunque da solo”.

“Come vuoi tu...” ribatte Harry. “Sei buffo quando ti arrabbi!” continua poi.

“Io non sono buffo! Sei venuto qui ad insultarmi? Guarda che non mi interessa se sei il mio professore, in questa casa ti tratto da persona normale! Non puoi venire a dirmi che sono buffo, non mi ero nemmeno arrabbiato! Ora sono...”

Non riesce a finire la frase, le labbra di Harry combaciano perfettamente con le sue. Ha gli occhi spalancati Louis, mentre il suo professore gli tiene fermo il viso con una mano sulla guancia. Lascia andare la tensione e si abbandona al bacio, lascia che le loro bocche si cerchino e si scontrino, senza protestare. È Harry a spezzare la magia venutasi a creare, si allontana quasi scottato e indietreggia spaventato.

“Io... non dovevo, scusa!” dice prima di correre, letteralmente, fuori dall'appartamento. Louis è così confuso che rimane in piedi nel suo salotto per venti minuti mentre nella sua mente risuonano troppe domande.

 

*

 

“Dove devo sistemarmi?”

Dopo aver continuato a riempire ogni parte bianca del muro con un colore, Liam e Zayn si ritrovano avvolti in uno strano silenzio, spezzato solo da domande tecniche del più piccolo. Si è spogliato, mantenendo addosso solo i suoi boxer e ora segue attentamente le istruzioni di Zayn. Resta fermo, al centro della stanza, come gli è stato ordinato. Si sente esposto e in imbarazzo, sente anche freddo, ma resiste. Zayn lo sta studiando attentamente, cercando di capire cosa poter disegnare sul suo corpo delineato. Gli lascia addosso i boxer neri e parte proprio dal bordo di quelli a tracciare una linea colorata verso l'addome. Bagna le mani nella pittura per il corpo per poi dipingere con grazia e precisione, linee di diversi colori. Liam cerca di rimanere immobile, anche se sente il suo corpo teso. Non ha un senso per lui quello che sta disegnando Zayn, ma non può vedere nemmeno com'è nel complesso. Nella stanza non c'è uno specchio, così si concentra a guardare le macchie di colore sui muri. Sul suo petto, intano, si susseguono tante linee circolari, come se fossero foglie giganti bianche, blu o rosse. C'è un'armonia per Zayn, hanno un senso ben preciso. L'arte non deve essere capita da tutti, ma ci sarà sempre qualcuno che osserverà oltre l'immagine stessa e allora si che tutto avrà senso. Zayn scrive musica e disegna per sé stesso e per chi, senza pregiudizi, si farà coinvolgere da qualcosa di suo.

Bagna la mano nella vernice rossa ai suoi piedi, per poi rialzarsi e tracciare un segno sulla guancia di Liam. Marcando i contorni della mascella e coglie l'occasione per guardarlo negli occhi. Liam, sentendosi osservato, riporta la sua attenzione sull'altro ragazzo e ricambia lo sguardo.

“Posso farti una foto?” chiede serio Zayn.

“Si!” riesce a dire a fatica, catturato come da una forza superiore dagli occhi ambra dell'altro che, sorridendo, recupera il cellulare dalla tasca. Si allontana, puntando l'obiettivo sul petto di Liam. Fa foto ad alcuni particolari, poi una intera.

“Posso vedere?”

Tende il telefono verso Liam e quest'ultimo osserva il suo corpo colorato, storce il naso dubbioso, ha quasi paura di dire qualcosa di sbagliato così si limita a restare in silenzio.

“Non hai capito, vero?” Sorride Zayn.

“Io, scusa! Non sono mai stato bravo ad interpretare opere d'arte!” si giustifica Liam.

“Perché lo fai in modo sbagliato! Quando danzi succede la stessa cosa, tu balli e cerchi di trasmettere qualcosa, ma non tutti afferrano il concetto!” dice calmo Zayn. “Alcune volte basta cambiare prospettiva e tutto sembra diverso!”

Liam lo guarda bene, forse per la prima volta da quando lo conosce. Vede il suo volto, seppure giovane, segnato. Racchiude una storia dentro che lui vuole studiare per imparare cosa significa vivere l'arte nel profondo. Vuole viverlo, sente il bisogno di farlo.

“Insegnami a farlo!”

“A fare cosa?” chiede curioso l'altro.

“A leggerti, voglio imparare a capirti!”

Zayn lo osserva incuriosito, vede la decisione e la sincerità sul volto di Liam. Scuote la testa girando il viso verso sinistra, poi sorride imbarazzato.

____________________________________________

Nda.

Hello! Ci sono ancora, non preoccupatevi!

Sono sicura che volete insultarmi, ma ricordatevi che vi voglio bene!

Mi dispiace non aggiornare la storia più frequentemente, avevo anche deciso di cancellarla, ma mi hanno minacciata (Si Vale! Sto parlando di te!) e così ho deciso di darle una conclusione per chi si è appassionato. Prometto di impegnarmi a scriverla più frequentemente così da non farvi pesare l'assenza!

Grazie ancora per il supporto, nonostante tutto!

A presto,

Serena.

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Capitolo 6
*** parte sei ***


 

A mia sorella,
la vita è imprevedibile, ma tu sei sorprendente.

 

 

*

 

“Un, due, tre. Louis tieni il tempo!”

L'aula di danza classica sembra essere avvolta da un'aria pesante. Louis, al centro della stanza, volteggia eseguendo le figure che Harry sta dettando. C'è tensione tra i due, parole non dette, baci in sospeso. Cerca di dare il meglio di sé, ma ha le lacrime agli occhi. Quando il professore era entrato in aula, quella mattina, aveva cominciato a far esibire tutti, uno dopo l'altro, mandando a posto chi commetteva un minimo errore. Era andata così per tutti, ma non a Louis.
È lì da ben ventidue minuti. Niall li sta contando. Continua a volteggiare e vorrebbe urlare che i piedi gli fanno male, ma non vuole dargliela vinta.
Il loro ultimo incontro privato, cinque giorni prima, si era concluso con un bacio e Louis sospettava che quel comportamento era dovuto al suo non farsi vivo. Spettava a lui fare un passo adesso, ma era terrorizzato. La sera del misfatto, come lo chiamava, aveva raccontato tutto ad un Liam felice come non mai. Si era sentito dire di provarci, di lasciarsi andare. Liam che non dava in escandescenza per una cosa del genere era da segnare su tutti i calendari per i prossimi vent'anni.
Louis continua a volteggiare, ma non è concentrato abbastanza. Si dà lo slancio perdendo l'equilibro e cadendo a terra rovinosamente. La musica cessa all'istante e Harry si precipita al suo fianco in meno di un nano secondo.

“Stai bene?”

Si guardano per degli istanti interminabili. “La lezione è finita, potete andare!”

Harry parla senza degnare gli altri di uno sguardo, troppo concentrato ad aiutare Louis a rimettersi in piedi. La caviglia un po' dolorante e gli occhi chiusi.

“Ti accompagno in infermeria!”

“Può farlo Niall!”

“Non fare lo stupido.”

Un battibecco intimo a cui Niall, imbarazzato, si trova costretto a partecipare. Viene liquidato dall'insegnante in pochi secondi. Harry passa un braccio attorno alla vita di Louis e lo aiuta a camminare. Sente il calore del corpo del più piccolo premergli addosso e deve costringersi a mantenere la professionalità del suo ruolo mentre lo accompagna.
L'infermeria è al primo piano della scuola, fa uno strappo alla regola e porta Louis nell'ascensore dei professori. È un'emergenza questa, non potranno dirgli niente, giusto?
Quando le porte si chiudono i loro respiri sono l'unica cosa che riempie l'ambiente. Il più piccolo cerca di divincolarsi dalla presa del suo professore, la caviglia fa male, ma non è rotta, n'è è certo. Prova a poggiarla a terra e stringe i denti quando una fitta attraversa il suo corpo.

“Ti ho già detto di non fare lo stupido!”

Louis fa il grave errore di spostare lo sguardo verso di lui.

“Perché ci mette così tanto quest'ascensore?” Lo dice a voce alta e Harry forza un sorriso.

Vorrebbe rimediare Louis, ma le porte si aprono beffarde e le sue scuse muoiono sulle sue labbra.
Viene portato in una stanza non troppo grande, c'è una scrivania piena di fogli all'ingresso, poi una tenda fa da separé a due lettini bianchi.

“Professor Styles! Che succede?”

Una donna dai capelli scuri e ricci si alza dalla sedia e va incontro ai ragazzi, aiutando Harry a far sedere Louis sul lettino.

“É caduto in aula, non dovrebbe essere rotta, ma credo sia una bella distorsione!”

La donna annuisce, toccando la parte interessata con cautela. Louis stringe le dita attorno al lenzuolo candido.

“Fa male se schiaccio qui?”

Che razza di domande sono? Certo che fa male!” Vorrebbe rispondere, ma si limita ad un cenno di assenso.

“Devi stare a riposo per un paio di giorni, mettere del ghiaccio evitando il contatto diretto con la pelle. È una distorsione lieve, il gonfiore sparirà con un po' di riposo.”
Il castano sembra rilassarsi e sospira annuendo.

“La ringrazio!”

“Figurati giovanotto. Hai qualcuno che può accompagnarti a casa?”

Louis pensa immediatamente a Liam, deve chiamarlo e informarlo, ma qualcuno la pensa diversamente.

“Ci penso io!”

Alza gli occhi al cielo, non può rispondere al suo professore come vorrebbe davanti ad altre persone, così non protesta e si lascia aiutare. Prende il certificato da consegnare in segreteria per giustificare le assenze dei prossimi giorni e zoppica, cercando di fare il duro.
Prima che Harry possa parlare, alza un dito, zittendolo.

“Non dire che sono stupido!”

Borbotta qualcosa di indefinito prima di appoggiarsi, di sua spontanea volontà, al corpo dell'altro. La sensazione di essere al poso giusto lo invade pesantemente. Ha paura di tutto questo, si sente così vulnerabile. Harry è un imprevisto che non aveva considerato nella sua carriera.
Lui vuole ballare, ha passato la vita a difendersi dagli insulti e dai pregiudizi. Ne ha fatto una questione di vita o di morte. Non era pronto ad un professore, di danza classica per giunta, interessato a lui. Aspetta che Harry vada a recuperare le sue cose dall'armadietto, seduto nell'atrio della scuola e quando lo vede scendere dalle scale con il suo borsone sulle spalle, vorrebbe tirargli tutti i capelli. Si sente arrabbiato e non sa perché.
Entra in macchina con un sospiro rumoroso. Lo fa di proposito e Harry lo sa. Cerca di respirare calmo, mentre fa il giro dell'auto per raggiungere il posto del guidatore. Sono cinque giorni che sente di star impazzendo. Non si pente di aver baciato Louis, sta impazzendo perché ne vuole ancora.
Non parlano durante il viaggio e quando arrivano Louis spera di incontrare meno gente possibile lungo la strada. Salgono nuovamente nell'ascensore, questa volta, però, i piani da fare sono di più.

“Questo silenzio è imbarazzante!”

“Sei tu che non mi parli!”

“Pff, io? Sei tu che oggi volevi ammazzarmi a lezione!”

Louis trattiene un gemito di dolore quando si gira per affrontare Harry. Il suo insegnante lo sta guardando mortificato, gli occhi verdi puntati nei suoi e un'espressione afflitta in volto.

“Oh, andiamo! Il cane bastonato no!”

“Cosa?”

“Stai facendo la faccia da cane bastonato! Guarda che quello che sta male sono io!”

Harry alza gli occhi al cielo. “Per stare male parli anche troppo!”

Louis lo guarda piccato. Vorrebbe incrociare le braccia in petto, ma il suo equilibrio è precario. Ci prova comunque, orgoglioso com'è, ma finisce per sbilanciarsi e sorreggersi alla maglia di Harry. Sono vicini, quel che basta a Louis per farsi prendere dall'ansia.

Baciami!” Vorrebbe dirlo e invece si ritrova a farlo. Si lascia stringere, abbassa le difese e si perde tra il profumo di fresco di Harry e la morbidezza delle sue labbra.

Si scosta in fretta, quando il suono dell'ascensore li avverte di essere arrivati, gira il viso e vorrebbe scappare anche lui, ma non può farlo. Questa volta sono costretti a starsi accanto ed è un bene per entrambi. Un sorriso sul volto di Louis e la premura di una carezza di Harry sulla schiena.
Recuperano le chiavi dal borsone e entrano nell'appartamento chiudendosi la porta alle spalle titubanti.

“Stenditi sul divano, devi alzare la gamba. Se mi dici dove sono dei cuscini ti aiuto!”

Harry fa avanti e indietro, seguendo le istruzioni di Louis.

“Dovrebbero essere nell'armadio in fondo al corridoio!”

“Ah no! Lì no, forse in camera mia!” dice ridendo. Sente Harry girare per casa e ride sotto i baffi mentre sistema i cuscini del divano sotto il suo piede.

“Prova nell'altra stanza, quella di Liam!” continua prima di accendere il televisore e sistemarsi con un braccio sotto la testa.

“Non riesco...” Harry fa capolino in salotto ritrovandosi il sorriso sfacciato di Louis ad attenderlo.

“Sei uno stronzo!”

“Grazie prof, anche lei!”

Non ha peli sulla lingua, non li ha mai avuti e ad Harry piace anche per questo. Lo ignora e prosegue verso la cucina, non ha lezioni per il resto della giornata così, per far dispetto a Louis, apre le ante della credenza. Ne estrae un pacchetto di nocciole e inizia a sgranocchiarle. Torna in salotto accomodandosi sulla poltrona, sotto lo sguardo attento del padrone di casa.

“Che stai facendo?” chiede sorpreso.

“Mangio, non vedi?”

Louis non sa di preciso cosa si aspettava, forse di vederlo andare via subito dopo averlo accompagnato. Vorrebbe avere dei momenti per riflettere su quello che ha fatto e invece si ritrova costretto sul divano, mentre Harry sembra irraggiungibile.
É troppo orgoglioso per chiedergli di avvicinarsi, sbuffa e torna a guardare il programma di cucina in televisione.

“Tra un'oretta rimettiamo il ghiaccio.”

“Hai intenzione di monopolizzare la mia casa?”

Harry si irrigidisce, pensava di essere il benvenuto, in realtà si era seduto sul divano per fargli un dispetto senza pensare di poter essere di troppo. “Tolgo il disturbo se vuoi!”

“Ah, falla finita! Sai che scherzo, puoi restare.” Gli risponde Louis. Poi distoglie lo sguardo. “Fatti più vicino però.”

Arrossisce mentre parla ed Harry si morde il labbro inferiore alzandosi. Si sistema la maglia sui fianchi e, con le sue gambe lunghe, si fa strada verso il divano. Sposta delicatamente la gamba di Louis, bloccandosi a mezz'aria quando quest'ultimo storce il naso per il dolore, poi torna a concentrarsi. Si siede, posizionando un cuscino sulle sue gambe per poi far ristendere quella del castano. È una situazione così intima e surreale e Louis, nel petto, sente un calore strano. Si muove a disagio, vorrebbe scappare sul serio, ma non si può scappare da un sentimento. Puoi allontanarti fisicamente, ma ti seguirà, anche in capo al mondo. Chi dice che la lontananza consuma l'amore, non ha mai amato. La lontananza consuma le persone, le fa crogiolare nella mancanza fino a portarle ad un bivio: combattere o arrendersi per non soffrire più.

“A cosa stai pensando?”

“Niente.” Mente. Mente spudoratamente e Harry lo sa, ma fa finta di niente. Recupera il cellulare dalla tasca dei pantaloni e controlla le chiamate. Ce n'è una di sua madre, ma la ignora.

Oggi non ci sono a pranzo, ci vediamo dopo!”

Manda il messaggio a Zayn e aspetta la risposta del suo amico prima di infilare il telefono in tasca e sbuffare. “Saluta Louis!”

“Che succede?”

“Niente.” Mente anche lui, ma a differenza suo l'altro ragazzo non fa finta di crederci.

“Ora parli!” dice lanciandogli addosso uno dei cuscini che aveva sotto la testa.

“Ehi!” Si lamenta Harry.

“Chi era al telefono?”

“Perché vuoi saperlo? Sei geloso?”

“Quanti anni hai? Quindici?” Sbuffa Louis, incrociando le braccia al petto e spostando lo sguardo verso il televisore per nascondere la verità, quasi scottante, agli occhi dell'altro.

“Mi farò bastare la tua reazione!” risponde Harry con un sorriso sornione sul volto. Continua a guardare Louis, mentre l'altro cerca di ignorarlo. Non è geloso! Non tanto almeno.

“Sei antipatico!”

“Ti posso baciare?”

Louis lo sa che la sua vita è ufficialmente andata in rovina.

 

*

 

“Quindi mi stai dicendo che non posso tornare a casa?”

Liam è appoggiato con la schiena ad una delle colonne nell'atrio della scuola. Sta aspettando Louis, ma a quanto pare il suo amico non c'è.

“Esatto, si è fatto male oggi a lezione e il professor Styles è andato con lui.”

Niall non dice più niente, non una parola, ma la sua espressione parla per lui. Liam sbuffa sonoramente, lui voleva solo andare a dormire e risvegliarsi domani.

“Magari è andato via!” Ci prova, ma Niall inarca un sopracciglio.

“Si, ho capito, non sono scemo.”

“Puoi venire da me. Mandagli un messaggio e vedi se risponde.”

Il biondo sistema il borsone sulle spalle e si cala gli occhiali da sole sul naso. Storce il naso in una smorfia per poi scrollare le spalle e le gambe. Si sente distrutto e il ginocchio fa male più del solito.

“Che succede?” chiede Liam dopo aver mandato l'sms. “Come stai? Io vado da Niall, voi fate i bravi.”

“Niente, oggi mi sento distrutto!”

L'altro annuisce, ma non si sente meglio. Ha dovuto realizzare una coreografia piuttosto complicata e i suoi piedi chiedono pietà. Una risata contagiosa cattura la sua attenzione e lo fa voltare verso le scale. Zayn, tornato al suo colore naturale, sta scendendo le scale affiancato da Ale. Quest'ultimo lo punzecchia sul fianco e a Liam lo stomaco fa improvvisamente male. Distoglie lo sguardo e afferra il braccio di Niall per trascinarselo fuori dalla scuola. Sta per farcela, solo tre passi.

“Ragazzi?”

“Maledizione!” borbotta sotto voce. È Niall a girarsi per primo, lo sguardo allegro e il solito sorriso sul viso. Liam si sistema la maglia stropicciata prima di voltarsi. Incrocia gli occhi di Zayn in meno di un secondo. Accenna un sorriso mentre saluta educato.

“Come state ragazzi? Avete pranzato? Noi stavamo giusto andando a mangiare qualcosa fuori, vi unite?”

Liam odia Niall. Loro non stavano andando da nessuna parte a mangiare, perché deve fargli questo? Si limita a sorridere però, per non fare la parte dell'antipatico. Vorrebbe passare del tempo con Zayn, è vero, ma da soli. Vorrebbe ricreare la magia del giorno in cui Zayn gli aveva dipinto il corpo, ma ha paura perché il compositore sembra aver preso le distanze.

“Perché no!” risponde allegro Ale e Zayn scrolla le spalle.

“Mich?” chiede allora Liam. È curiosità la sua, vuole sapere. Ale gli piace, è un ballerino come pochi e un ragazzo straordinario, proprio per questo lo teme.

“Meglio non toccare l'argomento per oggi.”

La risposta secca e il tono vuoto di Zayn lo fa zittire. Ale abbassa la testa per poi storcere il naso e tornare a sorridere. In pochi secondi sposta un braccio sulle spalle di Niall e lo conduce fuori.

“Allora biondo, quando organizziamo una serata divertente?”

Spariscono dietro la vetrata e Liam si sente osservato. Si gira incrociando nuovamente lo sguardo di Zayn e si sente spaesato e vivo allo stesso tempo. Zayn ha un modo di guardarti che ti fa sentire unico al mondo. Si fissano, nessuno dei due è disposto a spezzare lo sguardo. Nessuno fa caso a loro quando passano in fretta ai loro lati e per loro non esiste nessun altro. È Liam ad abbassare lo sguardo per primo e se ne pente quando un sorriso strafottente nasce sul viso dell'altro.

“Sei libero oggi pomeriggio?”

Liam vorrebbe dormire e riposarsi, sul serio e invece annuisce dandosi mentalmente dello stupido.

“Perfetto.”

Zayn lo supera uscendo all'aria fresca e Liam guarda in alto, scrollando le spalle e sbuffando prima di percorrere la stessa strada. Ale e Niall ridono in fondo alle scale mentre Zayn lo sta aspettando facendo peso sulla gamba sinistra. Ha una maglia rossa che gli fascia il corpo in modo quasi illegale e Liam scuote la testa iniziando a scendere le scale senza degnarlo di una parola.

“Mare o montagna?” Si sente chiedere alle spalle.

“Montagna.”

Non si gira quando risponde e non lo fa nemmeno quando contraccambia la domanda. Niall e Ale camminano, diretti verso una tavola calda, a pochi metri da loro due.

“Ti facevo un tipo da surf!”

“Sono un tipo da surf, ma questo non vuol dire che mi piaccia il mare più della montagna” ribatte con fare ovvio. Zayn ride affiancandolo. Cammina trascinando i piedi, facendo smuovere la polvere dall'asfalto. Ha le mani in tasca e gli occhiali da sole calati sugli occhi. Da fuori sembra proprio un ragazzacio da non frequentare mentre Liam, con la sua faccia buona, sembra tutto il contrario.

“Speravo di poterti dipingere al mare!” Zayn si lamenta e Liam ha un tuffo al cuore.

“Vuoi dipingermi ancora?”

“Io voglio dipingerti tutto il tempo.”

La gente dovrebbe smettere di giocare con le parole per evitare fraintendimenti. Le parole hanno un significato specifico. Liam preferisce rimanere in silenzio, non gli viene in mente nessuna frase ad effetto con cui ribattere. È sicuro che più tardi, quando ci ripenserà, troverà mille modi giusti, ma per ora si limita ad abbassare la testa. È così distratto da non rendersi conto che Ale e Niall sono spariti. Sente una leggera pressione sul fianco sinistro, poi una spinta verso destra. Zayn lo sta conducendo verso l'ingresso della tavola calda dove mangeranno. La porta è costernata di fiori bianchi e edera. Sembra quasi l'ingresso per un villaggio di folletti. Liam sorride. La mano è ancora ferma sul suo fianco e lui non ci sta a passare per la ragazzina di turno. Mentre aspettano all'ingresso che si liberi un tavolo, stringe la mano con la sua e la trascina verso il suo petto, facendo così scontrare Zayn con la sua schiena.

“Se devi toccarmi, almeno fallo bene.”

Ale ride sguaiatamente e Niall alza gli occhi al cielo scuotendo la testa.
Zayn, dal canto suo, stringe il petto di Liam e se lo trascina contro, poggiando il mento sulla sua spalla sinistra.

“Te la farò pagare!” dice, ottenendo in risposta una risata spontanea e felice.

“La smetti di ridere!” continua piccato Zayn.

“No, mi sono solo preso la prima lezione che mi spettava!” dice Liam, alludendo alla sua richiesta di voler imparare a conosce Zayn per capire la sua arte.

“Ah si? E cosa avresti imparato oggi?”
Liam non risponde, gli sorride soltanto prima di voltarsi e staccarsi da lui per raggiungere il tavolo pronto. Sente la sua presenza, ma non ha intenzione di dirgli che oggi ha imparato quanti battiti riesce a fargli perdere in un minuto. Non gli dice nemmeno che ha scoperto una sfumatura che non aveva notato prima nei suoi occhi. Vuole tenere quelle cose per se stesso.
Prendono posto vicini e Liam scopre anche cosa vuol dire, per il suo cuore, il suono della risata di Zayn.

________________________________________________________________________________

Nda.
Una nota d'autore semplice e di poche righe. 
Volevo ringraziare tutti voi per esserci in questa storia, sono felice che vi piaccia e spero di non deludere le vostre aspettative!
Dedico questo capitolo a mia sorella che tiene a questa storia a tratti più di me.
Ti auguro di trovare il tuo posto nel mondo e mi auguro che il mondo sia pronto alla tua mente brillante e alla luce che emani ogni volta. Ti voglio bene.
Un abbraccio,
Serena.

P.S. Buon compleanno a te Liam ormai sei diventato grande, ma resti sempre il "mio" ometto! (*spera negli auguri di Zayn!*).

 

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Capitolo 7
*** parte sette ***


Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità.
(Albert Einstein)


*

Liam esce dalla lezione di tessuti con un asciugamano avvolto intorno alle spalle e con le gambe a pezzi. Nell'ultimo periodo ha messo su parecchia massa muscolare e le sue gambe sembrano più slanciate del solito. Cammina a viso basso, frizionandosi i capelli sulla nuca per liberarli dalle gocce di sudore. Non ha tempo di fare una doccia e la cosa lo infastidisce, ma ha fatto tardi e la sua prossima lezione è tra tre minuti. Si affretta a scendere le scale per raggiungere l'aula, ed è talmente assorto nei suoi pensieri da non notare Zayn accanto ai distributori con un caffè in mano.

“Non si saluta?” Si ferma nel corridoio deserto prima di voltarsi verso di lui e sorridergli. “Non ti avevo visto, sono un po' in ritardo!” Sente il bisogno di giustificarsi, come sempre. Ha il busto rivolto per metà verso di lui, mentre l'altra parte è già pronta a correre via.

“Non ti trattengo allora!” Si sorridono entrambi in una tacita consapevolezza di vedersi più tardi. Liam alza la mano prima di raggiungere l'aula a passo spedito. È gremita di gente, c'è confusione e si guarda attorno alla ricerca della chioma bionda di Niall, ma non lo trova. Il professore entra in aula impedendogli di continuare la sua ricerca. Si siede nella quarta fila, nel posto più esterno occupando anche un altro posto per il suo amico. Batte il piede a terra, osservando la porta ed estrae il cellulare dalla tasca per mandare un messaggio: “Dove sei?”.
Lo poggia sul banco in legno chiaro, pieno di scritte di studenti annoiati e a quanto pare tristi. Ne legge un paio e storce il naso. “La vita fa schifo” “Voglio morì!”. Scuote la testa davanti a tutta quell'esagerazione e tira fuori il blocco degli appunti. Non ha mai amato le materie teoriche, ma storia della musica lo affascina e travolto dal suo entusiasmo anche Niall aveva iniziato a seguirla. Accende e spegne lo schermo ogni due secondi, come se questo servisse per far arrivare una risposta. Aspetta altri cinque minuti, dopo presta attenzione alle parole del professore. Sta parlando della musica dei primi anni del Novecento e sembra più entusiasta di tutti gli alunni presenti. Ed è quello che Liam vorrebbe fare nella vita, un qualcosa che lo faccia sentire sempre così felice ed interessato. Ama ballare, ma alcune volte si chiede se è davvero la sua strada. Picchietta il tappo sul banco e si distrae dalla lezione quando Daisy, con l'aria preoccupata e un borsone in spalla che ha l'aria di essere più pesante di lei, entra in aula. Si guarda attorno e Liam si raddrizza osservandola. Si chiede se anche lei è alla ricerca di Niall, ma quando gli occhi verdi della ragazza lo inquadrano sospira e si avvia dalla sua parte. Gli si avvicina spaventata, Liam osserva la sua andatura confusa, i suoi capelli spettinati e il viso stanco.

“Ehi!” Scala di un posto e la lascia sedere accanto a lui parlando a voce bassa.

“Puoi saltare la lezione? Mi hanno mandato a chiamarti, è successa una cosa.” Il tono di Daisy è piatto e Liam si spaventa subito. Allarmato rimette tutto a caso nella borsa e annuisce alzandosi in piedi. Le prende il borsone dalle mani mentre si allontanano. Una volta fuori si volta subito a chiederle spiegazioni e la ragazza lo guarda con le lacrime agli occhi.

“Niall si è fatto male.”
“Come si è fatto male? Dov'è ora?”

Liam è fatto così, si farebbe trafiggere con una freccia senza dir nulla, ma quando stanno male gli altri non riesce a stare calmo. È considerato da tutti quello saggio, la persona da cercare nei momenti di difficoltà per un consiglio, ma la realtà è che dentro di lui non riesce più a farsi carico dei problemi degli altri. Segue Daisy giù per le scale, svoltano a destra e percorrono il lungo corridoio verso l'infermeria. Lungo le pareti scorrono fotografie di personaggi del mondo dello spettacolo che si sono formati in quella stessa scuola. Come a voler indicare che possono esserci incidenti nella vita, ma ci si rialza e si può diventare qualcuno.
Liam ci pensa spesso a quelle persone. Camminavano nelle stesse aule, mangiavano nella stessa mensa, alcune volte avevano persino gli stessi professori. Chissà a cosa pensavano quando passavano di lì, si sarebbero mai aspettati di finire incorniciati?
Louis è seduto su una panca azzurra inarcato in avanti, con i gomiti sulle ginocchia e le mani in viso.

“Lou?” Liam lo richiama avvicinandosi a lui, sedendosi al suo fianco e circondandogli le spalle con un braccio. Il suo amico lo guarda con gli occhi lucidi e nasconde il viso nel suo petto prima di fare una smorfia e allontanarsi. “Lee puzzi come un maiale!”
Liam alza gli occhi al cielo e si lascia sfuggire un sorriso. “Ho fatto tardi alla lezione di tessuti, ma non fare lo stronzo, dimmi che succede!”
Louis non perde mai il sorriso, a Liam piace per quello la maggior parte delle volte. Beh, tranne quando lui è la vittima dei suoi scherzi post traumatici. Quando succede un qualcosa, le persone reagiscono in modi diversi e Louis tende a ridere più del solito quando è spaventato.

“Non so ancora niente di preciso, è lì dentro da venti minuti, c'è Har...il professor Styles con lui.”

Liam annuisce e si volta verso Daisy. “Quindi non sappiamo niente?”
La ragazza abbassa gli occhi a terra mortificata. “Eravamo in un'aula vuota e lui voleva farmi ballare, ma io sono negata, sul serio. Stavamo facendo gli scemi e all'improvviso il suo viso è diventato un manto di paura. Si è buttato a terra urlando che si era fatto male e sono corsa subito a chiamare aiuto!”
“Che scemo! Ad un mese dagli esami si mette a fare queste stronzate!”
Quello è un altro difetto di Louis, non sa contare fino a dieci prima di parlare, tira fuori tutto quello che gli passa per la testa senza pensare che potrebbe ferire i sentimenti di qualcuno. Daisy abbassa la testa mortificata e Liam sbuffa sonoramente appoggiando la testa contro la parete fredda del corridoio. “Poteva succedere in qualsiasi modo, dobbiamo sperare che non sia niente di grave.”
Restano lì in silenzio per diversi minuti, la confusione degli altri studenti come sottofondo dei loro pensieri. Louis passa una mano tra i capelli ripetutamente, sposta un ciuffo di capelli più lungo e per un secondo il suo mondo si ferma, quel gesto gli sembra così familiare da far male sotto le ossa. È abituato a vedere Harry farlo con i capelli sciolti e lui, ne è quasi sicuro, non l'ha mai fatto così spesso. Prendere le abitudine dell'altro è qualcosa che non ti aspetti quando inizi una relazione, di qualsiasi tipo, ma poi arriva un giorno in cui ti accorgi che un determinato tipo di camminare ti ricorda una persona, una parola non la usavi così frequentemente e capisci che determinate persone entrano nella tua vita per lasciarti qualcosa di duraturo, che va da un semplice gesto ad un più contorto pensiero. Louis si volta verso il suo miglior amico e lo osserva, cosa avrà preso da lui? E cosa gli avrà donato?

“Lee?”
“Mh?” Liam risponde con gli occhi chiusi e la testa ancora poggiata al muro.
“Ti ho trasmesso qualcosa?”

Alza un sopracciglio Liam, aprendo gli occhi per osservarlo e solo allora Louis si rende conto del doppio senso nella sua domanda e sbuffa sonoramente. Incrocia le braccia scuotendo la testa e Liam gli circonda le spalle con un braccio tirandoselo contro il petto. “Il modo di affrontare la giornata sempre con il sorriso” risponde tranquillo, poggiando le labbra sulla fronte dell'altro ed è così che li trovano Zayn ed Harry quando il primo avanza preoccupato lungo il corridoio e il secondo esce dall'infermeria. C'è un leggero tossicchiare imbarazzato e Louis scoppia a ridere avvicinandosi all'orecchio di Liam. “Forse il tempismo non è il nostro forte, magari lo impariamo da uno dei due.” Sorridono complici prima di staccarsi e dedicare la loro attenzione ad Harry. Daisy chiede immediatamente informazioni e intanto Louis cerca di spiare all'interno della stanza.
“Purtroppo le notizie non sono delle migliori. Non possiamo confermare niente se non attraverso una radiografia, ma siamo quasi certi si sia lesionato i legamenti del crociato anteriore.”
“Merda!” Louis si morde il labbro quando gli occhi di Harry lo ammoniscono con lo sguardo.
“Questo significa che è fuori per almeno sei mesi, tra intervento e fisioterapia!” Liam è incredulo e respira a fatica. Un giorno ti alzi scocciato di dover andare a lezione e quello dopo sai che non potrai andarci per sei mesi almeno. Siamo così stufi del nostro essere da non renderci conto che perdersi sarebbe peggio?
“Esatto, sta arrivando l'ambulanza. Dobbiamo portarlo al pronto soccorso per prassi e a seconda della gravità della situazione decideranno lì se ricoverarlo e operarlo subito o se aspettare.”

Harry finisce di parlare con calma nonostante vedere Louis afflitto lo sta rendendo incredibilmente ansioso. “Possiamo vederlo?” chiede Daisy.
“Si, certo” Harry le fa spazio sulla porta e aspetta che gli altri la seguano, ma Liam blocca Louis per un braccio. “Aspetta.” Si guardano negli occhi e annuiscono e ancora una volta Zayn tossisce dietro di loro e Liam allenta la presa come scottato. Non capisce perché il suo corpo reagisce così o forse lo sa, ma non è ancora in grado di ammetterlo a se stesso. Louis accenna un sorriso, ma è spaventato.
“Che succederà ora?” chiede infatti.
“Salterà l'anno intero e a Settembre ricomincerà il primo anno.” Harry vede l'effetto che le sue parole hanno su Louis crescere piano piano. Il suo viso diventa una maschera di preoccupazione e due secondi dopo lo vede camminare avanti e indietro per il corridoio blaterando qualcosa di insensato sotto lo sguardo incredulo suo e di Zayn. Liam sembra preoccupato invece e questo lo disturba, vorrebbe conoscere Louis bene, così da poter sapere quando deve preoccuparsi per lui, quando sta bene, quando nasconde i suoi pensieri.

“Lou, andrà tutto bene.”
“Lee mi fa male la pancia.”
Louis non ama farsi vedere debole davanti a persone che non lo conoscono, ma si sta sentendo male veramente e in fondo Harry la baciato e Zayn, beh non gli è ancora chiaro il suo ruolo, ma è ok e quindi può sentirsi male anche davanti a lui.
“Devi calmarti Lou, forza salutiamo Niall e ti porto a casa.”
“No!” Gli occhi di tutti si puntano sul professore sorpresi. Harry non sa perché l'ha detto, davvero ed è in imbarazzo mentre si avvicina a Louis. Gli circonda il busto con una mano per sorreggerlo e si schiarisce la voce. “Meglio controllare, eh?”
Finge di avere tutto sotto controllo mentre apre la porta dell'infermeria. Dentro Daisy è seduta accanto a Niall e accarezza dolcemente i suoi capelli biondi. Il ragazzo sorride vedendo i suoi amici e prova a tirarsi su dal lettino in cui è steso, ma subito Liam gli è accanto e lo stringe in un abbraccio fraterno. “Mi hai fatto spaventare a morte!”

“Sto bene, non ci voleva, ma sto bene!”
“Mi dici come fai a vedere sempre il lato positivo delle cose?” Louis parla accanto ad Harry, ma non lo tocca. Non gli sembra conveniente farsi vedere in atteggiamenti intimi con un suo professore davanti all'infermiera e a Daisy. Si avvicina al letto e si appoggia a Liam.
“Sono cose che succedono, non vedo l'ora di rimettermi a lavoro. O la prendo male o bene è successo comunque, quindi tanto vale non finire di buttarmi giù! Andiamo Tommo, è tutto ok!”
Louis annuisce e si stende ad abbracciarlo, tirando Liam nel loro abbraccio. Non lo sanno di preciso quando sono diventati un trio, ma va bene così, Niall è un raggio di sole nella loro vita e hanno bisogno di quel calore rassicurante, entrambi.
“Oh come siamo sentimentali! Su, basta, basta... devo fare l'uomo qui!” Niall parla con un tono di voce allegro e Daisy scoppia a ridere al suo fianco baciandogli le labbra screpolate.
Niall le accarezza una guancia tirandola più vicino a sé, per prolungare il bacio, mentre con l'altra mano scaccia via i suoi amici facendo ridere tutti. Apre gli occhi facendo l'occhiolino ai suoi amici ed entrambi scuotono la testa in risposta. Louis fa una smorfia e si massaggia la pancia prima di sedersi sul lettino accanto a quello di Niall e allungarsi. “Le dispiace se resto qualche minuto qui?” chiede gentile verso l'infermiera e la donna annuisce avvicinandosi a lui. “Non ti senti bene?”

“Un po' di mal di pancia.”
“Resta seduto qui, l'ambulanza è arrivata, sistemo lui e poi torno a dare un'occhiata” ribatte sistemandosi il camice mentre le sirene dell'ambulanza si fanno sempre più vicine. Aiuta Niall a scendere e lo fa accomodare su una sedia a rotelle e fa cenno a Zayn di aprire la porta sul retro per far cenno ai paramedici.
“Professor Styles lo accompagna lei in ospedale?” Harry guarda Louis sul lettino e non vorrebbe andare, non vuole prendersele le sue responsabilità, vuole restare lì. “Forse è meglio chiamare il direttore, in fondo non è caduto in orario di lezione e per questioni burocratiche è meglio non mandare altri insegnanti.” Zayn parla con tono fermo e la donna annuisce dandogli il via libera per andare.

“Grazie” sussurra piano Harry quando il suo amico gli è accanto. Riceve una stretta sul braccio e un sorriso confortante.
Intorno a loro c'è caos, Liam e Daisy seguono Niall fuori insieme all'infermiera e il suono delle sirene non accenna a smettere. Louis è ancora seduto sul bordo del lettino e non riesce a calmarsi così Harry si siede al suo fianco, in silenzio.
Louis sente la sua presenza accanto, le loro braccia si sfiorano e lui sente la pelle bruciare e la pancia far ancora più male.
“Sei nervoso per quello che è successo?” Harry prova a parlare con calma, vuole che l'altro ragazzo si fidi di lui e in realtà vorrebbe anche baciarlo.
“Mi sembra di avere una massa di insicurezze proprio qui” dice indicando la porzione di pelle al di sotto del suo ombelico. “So che quello che si è fatto male è Niall, che io sto bene, ma sono così dannatamente egocentrico che penso soltanto a me stesso e... oh mio Dio, sono pessimo!”

Harry scoppia a ridere al suo fianco e poggia una mano sulla sua gamba. “Non sei pessimo Louis. È un mal di pancia da ansia, ma sai cosa può alleviarlo?”
Louis nega con la testa, come un bambino, e lo guarda attento, con gli occhi azzurri liquidi.
“Allungati” sussurra Harry alzandosi e accompagnando le gambe del castano sul lettino. Titubante poggia le dita sulla sua maglia, all'altezza della pancia e la scosta rivelando la pelle candida.

“Tu hai detto di avere un peso qui” dice passando la punta delle dita con trepidazione sul suo corpo. “Ma il segreto è allungarsi Lou. In questo modo il peso si distende e non è concentrato tutto in un punto. Quando c'è qualcosa che ti fa stare male, dillo a qualcuno, in due un peso si porta meglio.”

Le sue labbra sono incredibilmente rosse, a Louis sembrano delle fragole e lui, maledizione a lui, ama le fragole in modo incontrollato. Si tira su e gli morde il labbro inferiore, tirandosi indietro lentamente fino a sentire la pelle scivolargli via dalla bocca. Harry è paralizzato al suo fianco e si lascia manipolare da quegli occhi blu che gli tengono compagnia la notte.
“Louis...” È una dolce preghiera la sua. È a lavoro e quello sul lettino è un suo allievo, eppure le gote di Louis sono colorite e i suoi occhi brillano mentre lo guarda dal basso verso l'alto e lui vorrebbe baciarlo fino a fargli male.
“Mi metterò nei casini per questo!” Sta per baciarlo, ma all'improvviso sente la voce di Zayn dal corridoio, parla con un tono di voce altissimo ed Harry si scosta da Louis in un baleno. Un secondo prima che il direttore della scuola faccia il suo ingresso nell'infermeria.
“Professor Styles!” dice tendendogli la mano. Harry l'afferra prontamente e nasconde Louis tirando la tenda bianca del divisorio e lasciando che Zayn conduca il loro superiore sul retro. Sta tremando, se ne accorge quando le mani di Louis si appoggiano sui suoi fianchi. “Andrò all'inferno per questo!”
“Baciami.” Louis se vuole qualcosa, la ottiene. Questo Harry l'ha capito da subito e non si lascia pregare ancora, gli accarezza il viso mentre l'altro si mette seduto e allarga le gambe per lasciarlo avvicinare. Harry ha una camminata da predatore, anche se deve fare pochi passi, i suoi fianchi si muovono in un modo che fa impazzire Louis. Con i jeans attillati calati sulle anche ossute, ondeggia perché sa di avere fascino e vuole vedere negli occhi di Louis la lussuria. Sta già imparando ad essere vanitoso da Louis? Avvicina le sue labbra a quelle del suo alunno, in un bacio delicato e morbido. Apre la bocca avvolgendo quelle dell'altro, lasciando che le mani di Louis vaghino lungo la sua schiena in cerca di appiglio. Un appiglio che trovano poco dopo nei passanti dei suoi jeans.
Si stacca da lui a fatica, perché deve farlo. Le sirene dell'ambulanza si fanno più lontane e qualcuno rientrerà da quella porta. Louis si sente meglio per quanto riguarda la pancia, ma il suo petto no, il suo petto sembra voler esplodere da un momento all'altro.
“Vieni a casa da me dopo.” Harry mormora quelle parole sulle labbra dell'altro e Louis annuisce con gli occhi ancora chiusi. Sentono le voci di Liam, Zayn e dell'infermiera avvicinarsi e si sorridono complici, sedendosi poco distanti l'uno dall'altro.
“Come ti senti?” chiede la donna a Louis. Zayn e Liam sorridono osservandoli mentre Louis spiega di stare meglio. “Ero solo preoccupato.” Non è una bugia e non si sente nemmeno meglio in realtà, solo che il dolore che prova adesso è un'ansia dolce, di quelle attese magiche prima di un evento importante.
“Se vuoi restare ancora per un po' non ci sono problemi, sei libero di andare quando vuoi.” Quella donna è simpatica, con i suoi capelli biondi raccolti in una coda e il viso segnato dall'età.
“No, va bene così. Vado via ora, grazie!”
“Dovere!”
Louis si lascia aiutare da Liam a mettersi insieme, ma sorride ad Harry e lo sfiora accidentalmente mentre passano accanto a lui. Si incamminano tutti e quattro fuori, attraversano il corridoio con una strana consapevolezza. Harry e Zayn seguono i due amici pochi passi dietro di loro e, per quanto Liam odi ammetterlo, questo lo conforta. Si volta e incontra gli occhi ambra di Zayn che lo stanno già guardando. Per la prima volta, dopo tanto tempo, sente di non essere lui a prendersi cura di qualcuno, ma di aver trovato qualcuno che si preoccupa per lui. Quella sensazione gli riscalda il cuore.
“Io ho lezione ora, devo andare. Per qualsiasi cosa chiamatemi.” Harry sta parlando di dover andare via, ma con il corpo rimane esattamente dov'è, a pochi passi da Louis. Vorrebbe stringerlo tra le braccia e coccolarlo, ma non può farlo. Sorride amareggiato e si congeda con un cenno del capo.
“Mi porti a casa?” chiede allora Louis a Liam e quest'ultimo annuisce.
“Dov'è il tuo borsone?”
“Nello spogliatoio.”
“Vado a prenderlo, aspettami seduto qui!”
Louis si siede su una delle panche di legno disposte nell'atrio e guarda Zayn seguire Liam con lo sguardo.
“Beh?”
“Cosa?”
“Non lo segui?”

Zayn lo guarda con un sopracciglio alzato prima di tossire e camminare verso lo spogliatoio degli alunni, con la risata di Louis nelle orecchie e un sorriso sulle labbra. Si guarda attorno mentre entra nella stanza per assicurarsi che non ci sia nessun altro, vede Liam intento a sistemare un borsone sulla panca e si appoggia allo stipite della porta.
“Se continui a fissarmi così finirò per sciogliermi!” Liam ride e sposta lo sguardo verso di lui, rimanendo affascinato dalla sua bellezza come ogni altra volta. Zayn è una di quelle persone che non ti stanchi mai di guardare. Rimarresti ore, incantato, a cercare di spiegarti come è possibile che sia venuto fuori così perfetto.
“Sei meno timido di quello che sembri a primo impatto.” Ride Zayn, mentre si avvicina con le mani in tasca e un sorriso sornione in viso
“Vero, ma non dirlo in giro o la mia scenetta da ragazzo nerd salterà!” Gli fa l'occhiolino sorridendo.
Stanno flirtando, lo sanno tutti e due.
Si girano attorno, come predatore e preda, in attesa di raggiungersi.

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Nda.
Hello people!
Come state? Eccomi qui con un altro capitolo di questa storia, grazie di cuore a tutti per l'appoggio che mi date con questa storia. Piace a tanti di voi e io ne sono veramente felice, nonostante faccia fatica a scriverla con scadenze precise. Vi anticipo che non ci saranno molti altri capitoli, due o al massimo tre ancora. 
Fatemi sapere cosa ne pensate, non abbiate paura di commentare o mandarmi un messaggio su twitter!
Mando un abbraccio a tutti voi, a presto!
Serena.

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Capitolo 8
*** parte otto ***


La danza non è un esercizio. E’ uno stato dell’anima che esce attraverso il movimento.
(Antonio Gades)

 

 

*

 

Sei mesi di stop. Louis calcia via un sassolino mentre ripensa alle parole di Niall. Sarebbe tornato a casa da lì a pochi giorni e avrebbe iniziato la terapia lì, circondato dall'affetto della sua famiglia e dei suoi amici di sempre. È felice che il suo amico avrà le persone che lo amano attorno eppure si sente scombussolato. Quando capita qualcosa di brutto in un modo o nell'altro si finisce a pensarlo sulla propria pelle e lui non sa proprio come avrebbe reagito. Non con la stessa forza di Niall, o forse si?

Tira su la zip della felpa grigia che indossa e ci affonda il viso, fino a coprirsi la bocca e metà naso. Le mani in tasca e lo sguardo perso. Ha sempre provato a tenere lontano il dolore, non perché non vuole affrontarlo, ma perché gli è stato insegnato che il dolore si combatte vivendo e che dalle situazioni difficili si può solo imparare. Mette un piede dopo l'altro confondendosi tra i passanti, cercando di non inciampare e di trovare il lato positivo in tutta quella situazione, ma la verità è che questa volta non vede niente, se non il sogno di un suo amico andato in frantumi per una sciocchezza. Sa che deve ballare anche per lui, affrontare gli esami con uno spirito in più eppure si sente solo stanco. Entra in un bar, lasciando che lo sbalzo di temperatura dall'esterno gli appanni gli occhiali da vista, non era solito portarli, ma aveva un gran mal di testa in quei giorni.

“Due paste alla marmellata da portar via, grazie.” Resta in piedi accanto alla cassa in attesa che il barista, ancora un po' assonnato, lo serva. Sembra stanco anche lui, con i capelli non del tutto sistemati e le occhiaie violacee. Louis si specchia in una porzione lucida del bancone di vetro e sistema un ciuffo dei suoi capelli, non ha una bella faccia e non vede l'ora di tornare a casa da Liam.

È uscito presto per andare da Niall all'ospedale e ha lasciato il suo miglior amico in camera a dormire tranquillo e non osa immaginare cosa potrebbe succedere se dovesse svegliarsi senza trovarlo. Controlla il cellulare, ma non c'è nessun messaggio minaccioso ad aspettarlo e tira un sospiro di sollievo. Paga la colazione e afferra il sacchetto lasciandosi alle spalle l'odore di caffè e la parlantina rumorosa dei lavoratori mattinieri.

Cammina isolandosi dal resto del mondo e non si accorge di qualcuno che lo sta chiamando a gran voce, fino a quando una mano lo trattiene, afferrandogli il braccio con dolcezza.

“Louis!” Lo sente quel brivido partirgli dal cuore, la riconosce quella voce e come non potrebbe? L'ha sognata persino di notte. Si gira battendo le ciglia ed è come se all'improvviso tutta la pesantezza dei suoi pensieri si fosse volatizzata, per lasciar spazio al suo sorriso.

“Harry.”

Non possono farsi vedere in atteggiamenti intimi al di fuori delle mura delle loro case, Harry è pur sempre il suo professore, ma agli occhi degli altri non sfugge il modo in cui i loro corpi si muovono insieme, attratti l'uno dall'altro.

“Che fai già fuori a quest'ora?” chiede il professore, lasciando la presa sul suo braccio riluttante.

“Sono stato a trovare Niall e ora torno a casa da Liam.” Louis sventola il sacchetto con la colazione davanti al suo viso e Harry, per un secondo, invidia Liam. Vuole essere libero di abbracciare Louis, svegliarsi e averlo nel letto; vuole la fiducia che Louis riservava solo a lui; vuole un Louis con gli occhiali, bello come il sole, con la colazione per loro. Ma non è Liam e allora fa un passo indietro, costringendosi ad allontanarsi da Louis fisicamente e mentalmente. Si erano baciati, certo, si desiderano, ma non possono essere niente, non senza rinunciare a qualcosa.

Louis lo osserva abbassare la testa e fingere un sorriso e si sente in difetto, colpevole. Osserva la busta nelle sue mani e si morde un labbro.

“Pensandoci a Liam non piace la marmellata, perché non andiamo a casa tua e fai colazione con me?”

A Liam piace la marmellata, tanto e Louis spera di non deluderlo.

 

*

 

Le luci della sala prove sono soffuse e Liam si muove a ritmo di musica liberamente, cercando di mettere nei suoi passi quello che sente dentro. Si libera dell'ansia per Niall in ospedale, di quella per Louis che lo aveva lasciato a casa dal mattino con un messaggio di scuse a ora di pranzo. Sente la musica fin dentro le ossa, si lascia travolgere e fissa i suoi movimenti nel grande specchio posto lungo la parete più lunga. Si ferma, asciugandosi il sudore con una tovaglietta nera prima di ripartire e correggere degli errori. Chiude gli occhi quando l'intera coreografia prende forma e riparte da capo, senza fare un errore ed è solo allora che si stende a terra, dopo aver spento la musica e respira a pieni polmoni. Allarga le braccia, disegnando a terra un angelo immaginario, godendosi il silenzio della stanza e della sua testa. Ama la sensazione che prova addosso quando finisce di ballare, la testa non fa più rumore, è libera e felice, come lui.

Il silenzio viene rotto dal suono insistente del suo telefono che lo avvisa dell'arrivo di alcuni messaggi. Gattona verso la sua borsa e lo estrae, mettendosi seduto con la schiena contro il muro freddo. Indossa una canotta nera e sobbalza al contatto della sua pelle bollente con la parete.

Ciao Liam!”

Legge il primo messaggio di Zayn e sorride come un ebete continuando a scorrere la loro conversazione.

Che fai? Io mi annoio da matti.”

Non sto scherzando, mi annoio tanto!”

Vieni a farmi compagnia?”

Liam deglutisce e poggia la testa contro il muro. Zayn lo manda fuori controllo, disturba la sua routine, il suo essere preciso e calcolatore. Non è una di quelle persone che passa e quando va via non ti lascia niente, no, Zayn è qualcuno che passa, se ne va e ti fa sentire la sua mancanza.

Lo odia un po' per questo eppure è tanto pesante la sua mancanza quanto bella la sensazione di sapere di poterlo rivedere. Si alza sistemando tutto e mentre raggiunge lo spogliatoio per fare una doccia digita una risposta: “Sono a scuola, dammi dieci minuti e sono da te”.

Non sa di preciso quando ha deciso di lasciar andare le sue paure e farsi vedere da Zayn, forse il primo giorno in cui si sono incontrati, si, dev'essere stato proprio quel giorno. Non si sono mai nemmeno baciati eppure ogni volta che si vedono si comportano come se stessero insieme da anni.

Si lava velocemente Liam, gli occhi bruciano a causa dello shampoo finitoci dentro e borbotta qualcosa di indecifrabile sulla fretta. Passa un asciugamano sui capelli, frizionandoli un bel po' prima di vestirsi con i suoi adorati jeans, gli scarponcini e una felpa grigia, calda e morbida. Prende tutte le sue cose e scende le scale agitato, ansioso e con il sorriso sulle labbra.

Lo sente ancora prima di vederlo, il rombo della moto lo fa voltare verso sinistra e il cuore gli si blocca nello stesso istante in cui Zayn alza la visiera e gli fa l'occhiolino. Si guarda attorno furtivo e corre verso di lui prima di infilarsi il casco e stringersi a lui. Non parlano, non si dicono nulla, vanno via semplicemente con il sorriso sulle labbra.

 

*

 

Louis controlla il cellulare per l'ennesima volta, mentre Harry è in bagno e sbuffa sonoramente non trovando nessun messaggio di Liam, incrociando le braccia al petto e distendendo le gambe sul tavolino di legno scuro al centro della stanza. Casa di Harry è ordinata e sistemata nei minimi dettagli e a Louis mettono un po' ansia le foto in bianco e nero sparse per il salotto. Si alza per osservarle una ad una, sono belle, particolari anche se a molte non riesce a dare un senso. Si incanta davanti a quella che dev'essere una delle ultime foto appese, se ne accorge perché non è in riga con le altre, sembra quasi che il posto dove metterla non c'era eppure Harry ha voluto appenderla comunque. Ritrae l'ombra di una figura maschile che danza, si vedono i polpacci sodi e le gambe non troppo lunghe, ne rimane affascinato e si avvicina ancora di più, per studiarla meglio. È così che lo trova Harry quando torna in salotto, rimane a fissarlo e si morde le labbra quando vede la foto che sta guardando.

“Sei tu” dice dando voce, senza pensarci, ai suoi pensieri.

Louis si gira a guardarlo sorpreso, boccheggia senza saper rispondere e torna ad osservare la foto. “Io?” Gli sembra di essere entrato in una dimensione parallela, non può essere lui, perché dovrebbe essere la sua ombra? Non sa come rispondere, tutto quello che gli passa per la testa sembra stupido o inappropriato. Sbatte le ciglia e Harry si avvicina di qualche passo per rimandare indietro, delicatamente, un ciuffo di capelli ricaduto sulla sua fronte. Sente le dita del suo professore sfiorarlo e chiude gli occhi di riflesso. Un soffio di vento poi delle labbra a premere sulle sue. Vorrebbe avere la forza di tirarsi indietro, ma Harry è così magnetico per lui. Si muove senza pensare, il suo corpo sa già cosa fare. Si scontra con quello dell'altro e prosegue il bacio. Harry gli accarezza la schiena e si sente morire, la testa gli scoppia, ma ne vuole ancora. Stringe le dita dietro la nuca di Harry, alzandosi sulle punte per averlo più vicino e dimentica tutto il resto dei problemi, gli esami, i loro ruoli, Niall e Liam. Si lascia baciare, si lascia coccolare da mani morbide e forti e si spoglia delle sue insicurezze. Harry se ne fa carico, le porta con sé e vuole buttarle perché diamine, Louis è bellissimo e deve saperlo. Continuano a baciarsi per secondi interminabili, si staccano sorridenti per poi rincontrarsi in piccoli baci a stampo che li fanno sentire due ragazzini. In fondo è un po' così, quando incontri la persona della tua vita è come se avessi quindici anni tutti i giorni.

 

*

 

La casa di Zayn era un po' come lui: bella e piena d'arte. Liam sfiorò i tasti del pianoforte mentre fissava il panorama dalla finestra del salotto. “Ecco!” disse Zayn porgendogli una birra già stappata e bevendo un sorso dalla sua. Con un salto si accomodò sulla coda chiusa dello strumento e Liam lo guardò intensamente prima di avvicinarsi e posizionarsi tra le sue gambe. Poggiò la sua bottiglia sul pianoforte e fece lo stesso con quella di Zayn dopo avergliela tolta dolcemente dalle mani, poi lo baciò. Lo baciò perché non ce la faceva più, perché ne sentiva un bisogno fisico e mentale. Si allontanò per poi rituffarsi su quelle labbra rosse e questa volta per molto più tempo. Zayn gli circondò il corpo con le gambe esili e strinse le dita attorno alla sua felpa, per non farlo andare via.

“Era ora” disse ridendo sulle sue labbra e Liam lo guardò curioso. “Lo stavi aspettando?”

Zayn annuì, prima di guardarlo con gli occhi ambra spalancati e lucidi. “Sei così bello!” disse Liam e se lo tirò addosso facendogli agganciare le gambe intorno al suo busto.

“Ma sei sicuro che mangi? Sei una piuma!”

“Ti sembra il momento di chiedermi se mangio?”

Zayn gli morse il labbro inferiore e scoppiarono a ridere entrambi, prima di buttarsi sul divano e ricominciare da dove avevano lasciato.

 

*

 

Le labbra gonfie le hanno entrambi, così come i sorrisi da ebeti e i vestiti sgualciti. Si ritrovano sul pianerottolo e entrano in casa senza parlare. Liam chiude la porta alle loro spalle e si gratta la nuca imbarazzato mentre Louis cammina verso la cucina per mettere su dell'acqua per una tisana. Si sfiorano le labbra entrambi, nello stesso momento e insieme si incamminano verso l'altro. Si scontrano in salotto e ridono come scemi. “Ci siamo baciati” dicono insieme e ridono ancora. “Solo baciati?” chiedono ancora all'unisono e si sentono scemi, si sentono felici e si sentono amati.

“Preparo una tazza anche per te, aspettami sul divano e ci raccontiamo tutto!”

Louis è agitato, ma questa volta anche Liam lo è. Annuisce seguendo le parole dell'amico e si lascia andare sul divano, coprendosi il viso con il cuscino, non sa se sarà in grado di parlare, di raccontare le emozioni vissute. Si sente come un bambino davanti allo zucchero filato, straordinariamente felice e per la prima volta dopo tanto tempo è disposto a condividere qualcosa di suo.

Quando Louis torna e si siede al suo fianco parte a parlare senza fermarsi. Gli racconta degli occhi liquidi di Zayn e del dolore al petto che ha sentito quando si è dovuto separare da lui. Louis lo guarda sorridendo e anche quando Liam non riesce a spiegare le emozioni provate lui lo rassicura. “So di cosa stai parlando” dice. E lo sa bene, sa cosa significa trovare qualcuno che ti manda il cervello in vacanza e il cuore a mille.

“Ti giuro, non mi spaventano più nemmeno gli esami!” dice Liam sorridendo e Louis annuisce. “Nemmeno a me, ce la possiamo fare Lee, ce la faremo!” conferma a parole e le sente dentro, sente la voce di Harry ripetergli che può farcela, che lui è lì per guidarlo e non sente più freddo.

Quella sera, in un tacito accordo, per la prima volta da quando si conoscono vanno a dormire separati e danno l'ultimo saluto del giorno a qualcun altro.

Non vedo l'ora di rivederti” è quello che scrivono entrambi.

 

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Capitolo 9
*** parte nove ***




«Sei stato selvaggio, un tempo. Non lasciarti addomesticare.»

(Isadora Duncan)



 

Louis abbassa la mano e si volta spazientito superando Liam, lasciandolo alle sue spalle ancora intento a salutare Niall da lontano. Affonda il naso nella sciarpa di lana nera che si ostina a portare seppur il clima non è così tanto freddo e aspetta che Liam lo affianchi per andare via. Sente il rumore delle sue scarpe eleganti avvicinarsi; è presto e l'aeroporto sembra assonnato quanto loro. Le luci dei negozi iniziano ad accendersi, i bar sono già colmi di persone fantasma che aspettano il proprio caffè per iniziare la giornata o affrontare un viaggio. Devono sembrare comici visti da fuori, Liam con un cappotto dello stesso colore del caramello appena fatto, i capelli leggermente più lunghi gli ricadono sulla fronte a far notare quei ricci che tenta di domare a tutti i costi e una camicia nera completamente chiusa fino al collo. Louis, invece, porta una giacca blu aperta davanti, a lasciar vedere quella maglia nera due volte più grande della sua taglia normale e un pantalone dello stesso colore altrettanto largo. Sembrano uno l'opposto dell'altro, ma si dirigono nello stesso posto con la stessa agitazione e lo stesso sogno.

"Potevi metterti almeno un jeans!"
"Non ne avevo voglia."

Liam sospira rassegnato. Non sanno spiegare quello che hanno provato accompagnando Niall quella mattina, non sanno e non vogliono farlo. Quello che Liam sa è che fingeranno di stare bene, fingeranno di aver accettato l'infortunio del loro amico chiudendo i pensieri negativi in un angolo remoto della loro testa, non sarà facile e sa anche che Louis crollerà e dopo di lui verrà il suo turno. "Sei pronto?"

"Se non muoio prima, sì."

Hanno un esame, il primo di metà semestre e l'unico che possono dare prima della chiusura per le vacanze natalizie. Liam ha costretto Louis a prepararsi con lui per sostenere l'esame di storia della musica, ma Louis sembra sul punto di svenire da un secondo all'altro e Liam non è più tanto sicuro di aver fatto la scelta giusta. Gli appoggia una mano sulla schiena e lo trascina in silenzio verso la fermata dell'autobus e Louis si lascia accompagnare ripetendo mentalmente delle nozioni imparate nelle settimane precedenti e si massaggia lo stomaco con la mano destra cercando di calmare la sensazione di disagio che gli pervade il corpo. Odia gli esami orali, non è bravo a parlare, non è mai stato bravo a farlo davvero. Si dimentica i concetti fondamentali e mischia le parole, sente di non essere all'altezza, ma Liam insiste che andrà tutto bene e un po' spera che sarà così perché fallire è l'ultima cosa di cui ha bisogno.

"Ci sarà Harry, pensa a questo. Non avevi detto che i suoi baci non ti fanno avere paura nemmeno degli esami?"

Liam lo punzecchia sul fianco e Louis alza gli occhi al cielo infilando le mani nelle tasche del pantalone della tuta. Aspettano l'arrivo del bus che li porterà in accademia ed entrambi si lasciano trasportare dalle nozioni studiate. Le ripetono più volte nella loro testa, persino quando si siedono sul pullman rimangono in silenzio. Venti minuti dopo scendono alla loro fermata, a pochi metri dall'accademia. Devono attraversare la strada e aspettano pazientemente che il semaforo dia loro il via per andare. Liam spalleggia Louis richiamandolo per poi inclinare la testa di lato e sporgere il labbro inferiore in fuori. Louis scuote la testa e lo schiaffeggia sul braccio prima di scoppiare a ridere. Liam sa che Louis non riesce a resistere a un faccino dolce, essere il figlio maggiore lo ha fatto finire nei guai un sacco di volte per quel gesto, ma lui proprio non resiste.

"Bene, stasera scelgo io il film perché tu fai lo stronzo!" dice Louis avviandosi sulle strisce appena il semaforo diventa verde. Liam lo segue blaterando qualcosa che l'amico non sta ascoltando. Quando raggiungono l'aula dove si svolgerà l'esame Liam non ha ancora smesso di disturbare Louis. "Dai, Lou. Sono due settimane che scegli tu! Trovi sempre una scusa!"

Louis alza le spalle e fa per sedersi contro il muro imitando alcuni ragazzi presenti. Manca ancora un quarto d'ora all'appello, ma sembrano essere tutti lì. Lascia scivolare la schiena contro la parete fredda senza preoccuparsi di sporcarsi. Liam, però, gli afferra un braccio e se lo trascina contro, facendogli il solletico. "Smettila Liam! Sei un orso, dio mio!"
Louis si lamenta ma non basta a far smettere Liam. 

"Parola d'ordine LouLou!"

"Fanculo Liam!"

"Ehi! Non si fa così!"

"Shh, sto ripassando!" Un ragazzo li richiama e Louis non riesce a trattenere una risata che soffoca nel collo del suo migliore amico. Liam ha disegnato sul viso un'espressione malandrina, si guardano prima di abbracciarsi. C'è più di un nascondere le risate degli altri, c'è una promessa di esserci. Restano fermi in quella posizione per  diversi minuti fino a quando Liam alza lo sguardo e incontra un paio di occhi dello stesso colore della sabbia bagnata che lo guardano intensamente. Si irrigidisce e questo porta Louis ad alzare lo sguardo verso di lui. "Che succede?"

Liam lo guarda. "Pensi che ci uccideranno?"

"Eh? Chi?" Louis segue lo sguardo di Liam fino a quando nella sua visuale entrano Zayn e Harry. Il riccio indossa un pantalone nero elegante e una maglietta di una band rock degli anni 80. Lo sta scrutando, l'espressione seria in volto, le mani in tasca e gli occhi fissi su di lui lo fanno deglutire rumorosamente. Non si farà intimidire, Harry è il suo insegnante e lì dentro Louis è in balia delle sue provocazioni, mentre in quel momento è lui a tenere le redini del gioco. Sfoggia un sorriso malizioso nella sua direzione prima di sussurrare qualcosa a Liam. 

"Puoi sceglierlo tu il film stasera" dice ma lo fa sembrare chissà cosa. Liam ridacchia prima di stringerlo per i fianchi. "Se ci arrivo a questa sera" sussurra anche lui nell'orecchio di Louis. Si staccano e Louis alza le sopracciglia divertito in direzione del riccio e vede Zayn ridere al suo fianco prima di fare un occhiolino in direzione di Liam. 
Si danno un contegno solo quando l'assistente del loro professore di Storia della Musica inizia a fare l'appello. Louis e Liam sono tra i primi dieci così entrano in aula con il primo gruppo di ragazzi mentre gli altri vengono smistati in diversi orari per i prossimi giorni. Louis riesce a cogliere lo sguardo di Harry prima di entrare e quello basta per scaldarlo un po'. Non riesce a stare fermo sulla sedia, è agitato e sta sudando. Liam sta rispondendo perfettamente alle domande che gli vengono poste, ma su questo Louis non aveva dubbi. Liam è in grado di trovare una risposta anche quando non la sa. Lui fa difficoltà, si blocca e prima di trovare qualcosa da dire, il suo interlocutore ha già cambiato domanda. Ha una parlantina notevole quando è sicuro di un argomento o quando deve discutere di qualcosa che per lui è importante, ma odia parlare davanti ai suoi compagni di studio, ha paura di fare una figuraccia e l'agitazione triplica quando Liam si alza e il professore fa il suo nome. Respira e mentre scende le scale dell'aula per accomodarsi alla cattedra Harry entra nell'aula. Trattiene il respiro, aspettando che la mente si annebbi, ma strizza gli occhi quando la sensazione che prova dentro non è agitazione di sbagliare, ma voglia di fare bene. Saluta il professore e cerca di sedersi in modo composto, si pente immediatamente di aver messo una tuta, non vuole sembrare disinteressato. 

"Mi parli della musica nella Roma antica sotto l'influsso del modello Greco."

Si prende un attimo di silenzio per ricercare le informazioni nella sua mente, sa di sapere la risposta, l'ha fatta lui stesso a Liam la sera prima durante il ripasso generale. Annuisce prima di iniziare a parlare degli strumenti introdotti dai romani ponendoli a confronto con quelli utilizzati dai greci. Pone differenze e somiglianze, infatti, spiega come la musica romana abbia ereditato la teoria e il sistema musicale proprio dalla musica greca. Parla e argomenta per dieci minuti, il professore lo guarda intervenendo ogni tanto, annuisce, fa un appunto e poi torna a guardarlo. Louis non sa da dove stanno arrivando tutte quelle nozioni che sta snocciolando, probabilmente ha assimilato più di quello che pensava.

"Secondo lei..." lo interrompe il professore. "...la differenza sostanziale tra le due qual è?"

"La differenza sostanziale..." Louis si guarda per un secondo le mani, poi alza il volto. "Beh, secondo me la differenza sta nel modo in cui la musica veniva vista."

Il professore sorride. "Cioè? Si spieghi meglio, continui." Fa un cenno con la mano per spronarlo a parlare. E Louis lo fa. "Per i greci la musica era un'arte complessa, che comprendeva anche la poesia, la danza, la medicina. Era fondamentale per la loro educazione mentre nel caso dei romani, la musica era popolare, rumorosa, accompagnava gli spettacoli dei gladiatori era vista come un qualcosa con cui divertirsi non come qualcosa di educativo."

"E lei cosa ne pensa? Con quale visione è d'accordo?"

Louis si morde il labbro, le domande personali lo mettono sempre in soggezione, sembra quasi che il suo cervello si spenga in quei momenti. Non può giocarsi l'esame in quel modo. Prende un respiro più profondo degli altri e si schiarisce la voce muovendosi sulla sedia. 

"Credo una fusione delle due. La musica come educazione al divertimento e come un qualcosa di divertente per venire educati" dice. Non è sicuro di quello che ha detto, non sa se ha un senso il suo ragionamento, ma il professore sembra apprezzarlo. "Interessante."

Risponde a un'altra domanda tentennando nella spiegazione sulla nascita della scrittura neumatica e la nota musicale moderna. Nonostante le incertezze riesce a portare a termine l'esame e quando capisce di averlo superato si alza sorridendo. Stringe la mano al professore e corre letteralmente fuori dall'aula. Liam l'ha preceduto e ora lo aspetta nel corridoio appoggiato alla balaustra del primo piano con le braccia aperte. Louis ci impiega cinque secondi a fiondarsi su di lui ridendo. Liam gli scompiglia i capelli mentre Louis parla alla velocità della luce come se l'amico non avesse assistito al suo esame. 

"Sei stato bravissimo!" 

"Anche tu Lee!" Stanno ancora parlando dell'esame quando Zayn si intromette tra loro. Allunga un braccio verso Liam con un casco tra le mani. Non dice nulla, lo sta solo guardando negli occhi.

"Ciao Zayn!" dice Louis sorridendo per farlo indispettire. Zayn si gira a guardarlo e alza gli occhi al cielo prima di lasciarsi sfuggire un sorriso. "Ciao Louis". Il tono che usa è quasi fraterno e Louis e Liam si guardano sorpresi prima di afferrare il casco nello stesso istante. Ridono della faccia sconvolta del ragazzo davanti a loro, poi Louis molla la presa e scrolla le spalle. "Era solo per vedere se mi avresti ucciso, è tutto tuo. Ci vediamo dopo a casa Lee."
Louis si allontana, ma riesce a sentire il sussurro di Zayn. "Forse."
Abbozza un sorriso, dà un ultima occhiata ai due ragazzi, stanno camminando accanto, le loro mani a sfiorarsi, sente Liam ridere e capisce che è il momento di spostare lo sguardo. Si dirige verso le scale che conducono alla mensa, visto che è lì ne approfitta per mangiare qualcosa, ma la sua corsa viene interrotta da uno strattone. Louis si ritrova in trappola tra una porta e il corpo muscoloso di Harry. Trattiene il respiro, il cuore che batte prima per lo spavento, poi per la consapevolezza di quello che sta succedendo. Sbatte le ciglia e quando le riapre le loro labbra sono incollate. Sente una mano risalire il suo fianco per poi insinuarsi al di sotto. La pelle di Harry a contatto con la sua lo fa tremare, inclina la testa poggiandola contro la parete mentre il resto del corpo è attaccato a quello del riccio. Sembra quasi un passo di danza, con le mani di Harry sotto il suo ginocchio a sorreggere la gamba accanto al suo bacino. Louis sa che la gamba sinistra cederà sotto la pressione, lo sa perché la sente tremare violentemente come dopo una corsa faticosa. Sposta le mani dietro il collo di Harry e lentamente accarezza la sua nuca fino a raggiungere la crocchia di capelli ben raccolti, ci mette un attimo a disfarla. Sente Harry mugugnare sulle sue labbra, si staccano per riprendere fiato, ma Louis tira dolcemente quei ricci e si spinge in avanti per baciarlo. 

"Mi fai diventare matto." Harry respira a fatica. Louis coglie l'occasione per riportare la sua gamba destra a terra. Si appoggia completamente alla parete, le mani di Harry sono strette sui suoi fianchi, le loro fronti ora si sfiorano. Ansimano ed entrambi pensano ai guai che passeranno quando qualcuno li scoprirà perché qualcuno li scoprirà, ne sono sicuri, ma non se lo dicono. 

"Sei stato bravissimo" sussurra Harry. Louis non può fare a meno di arrossire mentre un sorriso sincero spunta sul suo viso. "Grazie H. Pensavo che sarei morto quando ti ho visto entrare in aula, invece mi hai spronato a dare il meglio." Non sa perché si sta esponendo in quel modo, ma non gli importa, gli accarezza i capelli portando una ciocca dietro il suo orecchio. Harry chiude gli occhi. "Ed eri terribilmente sexy mentre rispondevi con enfasi alle domande." Lo dice senza guardarlo e Louis si spinge contro le sue labbra senza esitazione. Gli fa perdere l'equilibrio e ne approfitta per capovolgere la situazione, ora è Harry a essere intrappolato. Louis gli morde il labbro inferiore mentre si sporge al suo fianco e fa scattare la serratura della porta. Non è mai entrato nell'ufficio di un professore e di certo non si aspettava di farlo in quel modo, ma la situazione lo stuzzica all'inverosimile. Si spinge contro il corpo di Harry prima di iniziare a baciare il suo collo. Lascia una scia di baci tra l'orecchio e il pomo d'Adamo, si sofferma in alcuni punti quando lo sente ansimare. Harry se lo spinge letteralmente addosso e ringrazia silenziosamente il riccio per aver indossato una tuta. Riesce a sentire l'effetto che ha su di lui e sa che se non si fermeranno ora non lo faranno più. Harry a fatica cerca di staccarsi da lui, ma Louis sa come stupirlo. Lo vede abbassarsi a baciare il suo petto coperto da una camicia nera con piccoli pois bianchi. La lentezza con cui appoggia le labbra sulla sua pelle lo fa ansimare più forte, l'attesa gli sta logorando il corpo. Gli occhi di Louis cercano i suoi e quando li trova sorride sornione abbassandosi e tirando giù la lampo dei suoi jeans. 
Harry sa che non potrà più tornare indietro.

 

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