Fifty Shades of darkness

di FiftyShades97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** UN NUOVO INIZIO ***
Capitolo 2: *** CONFRATERNITA ***
Capitolo 3: *** LITIGI E INCOMPRENSIONI ***
Capitolo 4: *** UNA SECONDA POSSIBILITÀ? ***
Capitolo 5: *** UN NUOVO SCOPO ***
Capitolo 6: *** SENTIMENTI CONFUSI ***
Capitolo 7: *** PROGETTO DI STORIA ***
Capitolo 8: *** SVOLTA? ***
Capitolo 9: *** FESTA IN MASCHERA ***
Capitolo 10: *** AVVISO... ***



Capitolo 1
*** UN NUOVO INIZIO ***


                                     ~UN NUOVO INIZIO~
 
 
                                      
-Anastasia!- Gridò mia madre dalle scale. -Farai tardi se non ti sbrighi!- 
 
-Arrivo, arrivo!- Gridai di rimando. 
 
Era inutile. Per quanto tentassi di darmi un aspetto decente, o almeno presentabile, i miei capelli non ci pensavano neanche a restare ordinati.
 
Irritata li fermai con un elastico, tentando di creare una perfetta coda di cavallo castana. 
Bene, forse così poteva andare. 
 
Mi fissai allo specchio più a lungo di quanto avessi dovuto. 
Il riflesso della ragazza snella, pallida, e dagli occhi azzurri un po' incerti, mi fissava.
 
Sospirai, e dopo aver applicato del mascara sulle ciglia, ed essermi stirata nervosamente la gonna nera, mi avviai verso la porta. 
 
-Sono pronta, mamma.- Sospirai.
 
-Oh, tesoro..- sorrise lei. -Non posso credere che tu stia per entrare al college.-
 
Già, non potevo crederci neanch'io. 
 
Mia madre è un inguaribile romantica, e al momento è al marito numero quattro, Bob. 
Mio padre è morto non appena sono nata, ed è per questo che sono stata cresciuta dal mio patrigno, Ray. 
 
 
-Ana!- Strillò Kate, non appena mi vide. 
 
Kate è la mia migliore amica. 
È alta, bellissima, occhi verdi e capelli dorati. È anche molto talentuosa e sicura di sé. 
In poche parole è l'esatto opposto di me. Io sono timida e spesso molto impacciata. 
 
-Non posso credere che tra un paio di giorni entreremo ufficialmente a far parte alla Seattle University!- Batté le mani eccitata. -È uno dei migliori college del posto!- 
 
-Ve lo meritate!- Ci elogiò mia madre, abbracciandoci. 
 
Arrivammo al Savannah/Hilton Head International Airport, con un'ora e mezza di anticipo.
Kate era eccitatissima, così come mia madre. Io ero solo fin troppo nervosa, invece. 
 
Ero davvero pronta a far parte di un college? 
È quello che speravo vivamente. 
 
-Cos'è quel muso lungo?- Mi chiese la mia amica. -Andiamo, Ana! Dovresti essere traboccante di felicità!- 
 
-Ma io sono felice!- Borbottai, alzando gli occhi al cielo. -Sono solo un po' nervosa. Come fai ad essere così tranquilla, tu?- 
 
Volevo assolutamente conoscere il suo segreto. 
 
-Ana. Abbiamo già fatto i test e li abbiamo superati, o allora non ci avrebbero mai prese. Andrà tutto bene, vedrai. Saremo più che all'altezza di quel college.- 
 
-D'accordo.- Sorrisi. -Saremo all'altezza del college!- 
 
-Così ti voglio!- Esclamò, saltellando. -Ora prendiamo l'aereo e dirigiamoci verso il nostro nuovo futuro!- 
 
Mamma mi guardò con le lacrime agli occhi, ma mi sorrise fiera.
 
-Abbi cura di te, tesoro.- Singhiozzò, abbracciandomi. 
 
-Lo farò, mamma.- Sussurrai, ricambiando l'abbraccio. 
 
-Abbi cura di te, Kate. E tieni d'occhio la mia bambina.- Mamma le sorrise. 
 
-Certo, Carla. Stai tranquilla!- Esclamò. E detto questo mi afferrò per il polso e mi trascinò via.
 
 
Seattle era una città davvero grandiosa, e aveva superato di gran lunga le mie aspettative.
 
-Non posso credere che siamo davvero qui!- Esclamò eccitata, Kate. 
 
-Già, non posso crederci neanch'io...- mormorai affascinata. 
 
Posai l'enorme borsone che Kate mi aveva costretto a portare, e composi il numero di mio padre. 
 
Papà rispose al secondo squillo.
-Annie, tesoro!- Esclamò. -Siete già arrivate?-
 
-Ciao, papà.- Sorrisi. -Siamo appena arrivate in albergo.- 
 
-Allora, com'è Seattle?- 
 
-Sembra davvero fantastica.- Risposi. -Sono sicura che ti piacerebbe.- 
 
-Verrò a trovarti molto presto, te lo prometto.- Disse. -Ti lascio sistemarti, mi raccomando avvisa tua madre.- 
 
-Si, certo. Ciao papà! Ti voglio bene.- 
 
-Ti voglio bene anch'io, Annie.- Rispose.
 
Attaccai, e mandai un rapido messaggio a mia madre.
"Siamo appena arrivate in albergo. Ti chiamo appena posso." 
 
-Secondo te cosa dovrei mettere domani? Gonna o pantaloni?- Mi chiese Kate.
 
-Non saprei... Forse andrebbero bene i pantal...-
 
-Perfetto!- Mi bloccò. -Vada per la gonna, allora.- 
 
Le gettai un'occhiataccia che lei ricambiò con un'enorme sorriso.
 
-Metterai anche tu una gonna.- Disse. E la sua non era una richiesta.
 
Sospirai sonoramente e mi gettai sul letto.
 
Non avevo mai avuto molte gonne, in realtà. 
Avevo sempre preferito usare i pantaloni. Ma prima di venire qui a Seattle, Kate mi aveva portata a fare shopping con lei, e acquistammo così un sacco di nuove gonne.
 
Odiavo lo shopping. Era estremamente noioso. 
 
Il giorno dopo avevo protestato a lungo, ma alla fine vinse comunque Kate. Come sempre in fondo.
Avevo acconsentito ad indossare la gonna nera lunga quasi fino al ginocchio, una canottiera bianca, e una pesante felpa rossa con il cappuccio, sopra. 
 
-Vieni vestita così a scuola?.- Mi prese in giro, Kate.
 
Lei era fantastica come sempre. 
Aveva indossato una gonna nera, e sopra aveva optato per una camicia azzurra. Semplice ma bellissima.
 
Mi fissai allo specchio.
Di certo non ero elegante come Kate, ma almeno ero presentabile.
 
-Basta farsi belle.- Mi distrasse. -Dobbiamo andare.- 
 
 
Seattle University era un college davvero eccezionale.
Era enorme e ben curato. Lo adorai fin da subito. 
 
-Salve.- Borbottò una donna, parecchio annoiata. 
 
I suoi capelli castani erano legati sulla nuca disordinatamente. Portava gli occhiali, e sulla camicia aveva un cartellino con scritto 'Ambrosine'.
 
-Voi dovreste essere le nuove matricole.- Disse. 
 
-Si!- Rispose Kate. -Siamo Katherine Kavanagh e Anastasia Steele.- 
 
Ambrosine ci guardò a lungo, poi scosse la testa e riportò gli occhi sul computer.
-Si, eccovi qui.- Disse annoiata. -Bene, avete le stanze 315 e 456.- 
 
Si girò, prese le chiavi e ce ne diede una ciascuno. 
 
-Cosa?- Chiese Kate, sorpresa. -No, aspetti, mi scusi. Ci deve essere un errore. Noi dovevamo avere la camera insieme.- 
 
-Dovrete accontentarvi. Non c'era neanche una stanza libera per farvi stare insieme, mi dispiace.- Borbottò. 
 
-È sicura che non si possa fare nulla?- La supplicai. 
 
Ero già nervosa di essere in una nuova scuola, non potevo non stare con Kate!
 
-Certo.- Sorrise, riaccendendo in me una speranza. -Potete benissimo affittarvi una casa qui vicino, e così potrete vivere insieme.- 
 
La guardai male, ma la segretaria mi ignorò.
Mi stava prendendo in giro, era ovvio. 
 
-Bene.- Sibilò Kate, afferrando le chiavi. 
 
-Non abbiamo cominciato tanto bene.- Dissi, seguendola in corridoio.
 
-È solo una vecchia stronza!- Esclamò. -Senti, nel dormitorio dovremo passarci solo la notte, possiamo farcela.- 
 
-D'accordo. Possiamo farcela.- Dissi. -Oh, ehi. Qui c'è la mia camera.- 
 
-Ci vediamo tra mezz'ora alla mensa, allora. Va bene?- Chiese.
 
-Va bene..- mormorai. E detto questo Kate andò via.
 
Feci un profondo respiro e inserii la chiave.
"Puoi farcela, Ana." Mi incoraggiai mentalmente.
 
La camera non era molto spaziosa, ma mi sarei dovuta accontentare. 
Le pareti erano dipinte di un bianco-panna, e vicino al muro sinistro c'era un letto a castello, mentre nel muro destro, sotto una piccola finestra, c'erano due piccole scrivanie. Per terra invece, si trovava un vecchio tappeto un tempo arancione.
 
Più avanti, invece, c'era un frigo e un piano cottura, e al centro un tavolino con due sedie. 
Nella porta a destra, c'era probabilmente il bagno. 
 
La mia "coinquilina" non era in casa. 
Magari doveva ancora arrivare. 
 
-Chi sei tu?- Esclamò una voce. 
 
Per lo spavento gettai un urlo.
Mi girai di scatto, e mi ritrovai difronte un ragazzo dai capelli castano-ramati e da dei profondi occhi grigi. 
Era nudo, a parte forse per il piccolo asciugamano intorno alla vita. 
 
-Sono Anastasia... Anastasia Steele.- Balbettai arretrando. 
 
Per un attimo pensai di aver sbagliato camera.
Era impossibile che il mio coinquilino fosse un ragazzo! 
 
Il ragazzo alzò un sopracciglio, chiaramente divertito. 
 
-È... è la tua camera?- Chiesi viola in volto. 
 
-Può darsi.- Rispose superandomi, e raggiungendo il frigorifero. 
 
-Può darsi?- Chiesi confusa.
"Mi sta prendendo in giro?"
 
-Sono Christian, comunque.- Si presentò, addentando una mela. 
 
Lo fissai ammutolita, mentre passeggiava disinvolto per tutta la camera.
Notai subito che la sua pelle era rovinata da alcune cicatrici e bruciature, e mi chiesi vagamente chi fosse stato a rovinargli il suo bel corpo.
 
Aveva un fisico slanciato e muscoloso, e dovevo ammetterlo; era proprio un bel ragazzo.
 
-Hai finito di ammirarmi?- Mi chiese, inarcando un sopracciglio.
 
-Cosa?- Sbottai, di nuovo rossa in viso. -Non... non ti stavo ammirando!- 
 
-Tu dici?- Scherzò. 
 
Cavolo. 
Non potevo condividere una stanza con un ragazzo. Era completamente fuori discussione. 
 
Raccolsi il mio borsone e lo caricai in spalla.
 
Christian aggrottò la fronte.
-Che stai facendo?- Chiese. 
 
-Vado via.- 
 
-Vai via?- Ripeté sorpreso. 
 
-Si.- Risposi. -Di sicuro avranno sbagliato. Non posso condividere la stanza con un ragazzo.- 
 
-Sei un pochino schizzinosa, eh?- Sorrise. 
 
Il suo comportamento stava cominciando ad irritarmi. 
 
-Non sono schizzinosa.- Sibilai. -È solo che...-
 
-È solo che?- Mi stuzzicò lui. 
 
-Credo che faccia parte del regolamento.- Buttai lì. -Le camere dei dormitori sono divisi per sezioni: maschi e femmine.-
 
Avevo letto accuratamente tutte le regole della scuola, così che potessi essere ben preparata. 
 
Christian scoppiò a ridere, cosa che mi irritò di più.
-Rilassati!- Esclamò. -Stavo solo scherzando. Lo so benissimo come funzionano le cose qui. Sono venuto solo perché nella mia stanza non c'è acqua.- 
 
Rimasi a bocca aperta.
Fantastico. Non era passata neanche mezz'ora e mi ero già fatta prendere in giro. 
Da un lato, però, mi sentivo meglio a sapere che non avrei dovuto condividere la camera con un ragazzo; specialmente se quel ragazzo era Christian. 
 
-Allora come hai fatto ad entrare?- Chiesi, guardandomi intorno.
 
-Mi ha fatto entrare Bethany, e poi è andata via.- 
 
-Bethany?- Chiesi, curiosa. 
 
-La tua compagna di stanza.- Mi spiegò. 
 
-Oh...- mormorai. -Certo.- 
 
Rimasi in silenzio aspettando che Christian se ne andasse, ma al contrario, lui rimase fermo al centro della stanza a fissarmi. 
 
"Che cosa vuole, ancora?"
 
-Hai bisogno di qualcos'altro?- Fu stupidamente l'unica domanda che mi venne in mente. 
 
-No, grazie.- Sorrise. -Sono apposto così.- E si sdraiò sul letto. 
 
Aspetta. Cosa?
 
-Che stai facendo?- Sbottai. 
 
-Nulla.- Rispose. 
 
-Devo cambiarmi.- Dissi. -Potresti... potresti ritornare in camera tua?- 
 
-No, sto bene qui.- Mi prese in giro. -Sai che c'è il bagno in cui puoi cambiarti, vero?- 
 
-E tu sai che hai una camera tutta tua dove sdraiarti, giusto?- Ribattei ironicamente. 
 
-Suppongo di si.- Rispose, ma non accennò ad alzarsi. 
 
Sospirai. 
Era inutile. 
 
Presi il telefono. 
Cavolo. Ero già in ritardo. Kate mi stava di sicuro aspettando. 
 
Cambiai i miei scomodi stivali con della comode converse, e misi la chiave in tasca. 
 
-Ci vediamo, Christian.- Mormorai. 
 
-Vai via, di nuovo?- Chiese sorpreso. 
 
-Si, devo vedermi con Kate.- 
 
-Chi è Kate?-
 
-La mia migliore amica.- "Perché vuole saperlo?"
 
-Dove ti aspetta?-
 
-È un interrogatorio, forse?- Ironizzai. 
 
-No.- Sorrise. -Ma ho pensato che avrei potuto accompagnarti.- 
 
-Grazie.- Arrossii. -Ma non ce n'è bisogno. So arrivarci da sola.- 
 
-Sicura?- Chiese.
 
-Si.- 
 
-D'accordo, allora.- Sorrise. 
 
Lo fissai imbronciata.
Ovviamente non aveva nessuna intenzione di andarsene. 
 
-Ciao.- Mormorai, chiudendomi la porta alle spalle. 
 
Ma che cavolo..?
Cos'era appena successo? 
 
Mi passai una mano tra i capelli, e corsi alla mensa. 
Kate sarà furiosa, e come previsto lo fu davvero.
 
-È quasi un quarto d'ora che ti aspetto!- Esclamò. -Dove diavolo sei stata? E non dirmi che non trovavi la mensa perché non ti credo.- 
 
-Lo so, mi dispiace!- Piagnucolai. -Ma mi sono ritrovata un ragazzo in camera, e ho avuto qualche problema.- 
 
Il fatto che mi fossi ritrovata un ragazzo in camera, fu sufficiente per far ammutolire Kate. Per un minuto.
 
-Davvero?- Scoppiò, un minuto e un secondo dopo. -Come si chiama? Quanti anni ha? È carino? È il tuo coinquilino? Perché saresti davvero fortuna allora.- 
 
Sospirai.
Forse avrei dovuto tenere la bocca chiusa e inventarmi qualche scusa. 
 
-Si chiama Christian- dissi. -Ed è... carino, si.- Arrossii.
 
-Tutto qui?- Alzò un sopracciglio. -Tralasciando la parte in cui mi dirai che ti piace, non hai nient'altro da dire su di lui? O vuoi tenerti le informazioni riservate perché hai paura che te lo rubi?- 
 
-Kate!- Esclamai, rossa come un pomodoro. -È davvero tutto quello che so. E no, non è il mio coinquilino. Era nella mia camera perché nella sua non c'è acqua. È stato molto... arrogante.- 
 
-Capisco.- Mormorò lei, sorridendomi maliziosamente.
 
Alzai gli occhi al cielo. 
 
-Tu piuttosto.- Tentai di sviare la conversazione. -Hai conosciuto la tua coinquilina?-
 
-Si, ed è una stronza.- Borbottò. -Si chiama Deborah, ed è una di quelle miss.perfettine che mi fanno venir voglia di staccargli la testa.-
 
Ridacchiai.
-Sembra terribile.-
 
-Orribile.- Mi corresse. -La prima cosa che mi ha detto non appena ho messo piede nella camera è stata 'non voglio ragazzi qui dentro, né porcherie simili. Non ascoltare mai la musica senza cuffie, e sarà meglio per te che non russi durante la notte, o puoi già spostare il tuo letto da qualche altra parte'.- 
 
-Spero che Bethany non sia così.- Feci una smorfia. 
 
-Non l'hai conosciuta?-
 
-No, era già uscita quando sono arrivata.-
 
-Beh, ma almeno al suo posto hai trovato un bel ragazzo.- 
 
-Neanche lui è stato una passeggiata. Te l'ho detto, è stato arrogante.-
 
-Certo, lo immagino.- Rise. 
 
-A che ora hai la prima lezione, domani?- Chiesi. 
 
-La prima comincia alle 8.30, e la tua?- 
 
-Credo che sia alle 9.00- sorrisi. 
Avrei iniziato con la storia dell'arte. 
 
-Che ne dici di andare a visitare Seattle?- Mi chiese speranzosa. 
 
-Certo! Dammi il tempo di prendere la borsa e andiamo.- 
 
-D'accordo, ti aspetto qui. Non fare tardi questa volta.- Mi ammonì. 
 
Corsi verso la mia camera, e aprii in fretta e in furia la porta. 
All'interno trovai una ragazza dai lunghi capelli neri avvinghiata a un ragazzo dai capelli biondo cenere. 
 
I due si staccarono sussultando, non appena mi sentirono entrare.
 
-Scusate..- mormorai, rossa in viso. -Dovevo prendere la borsa.- 
 
Perché tutte queste scene devono succedere in questa camera?!
 
-Sono Anastasia.- Dissi. -Tu devi essere Bethany.- 
 
Lei mi guardò sorpresa.
-Si, come fai a saperlo?- 
 
-Sono la tua nuova coinquilina.- Sorrisi. -Prima ho trovato Christian qui dentro. È stato lui a dirmi il tuo nome.- 
 
-Oh, certo. Se avessi saputo che saresti arrivata oggi non lo avrei fatto entrare.- Rise imbarazzata. -Comunque è un piacere anche per me. Lui è Dallas. Il mio ragazzo.- 
 
-È un piacere.- Dicemmo entrambi.
 
Afferrai la borsa e mi affrettai verso la porta.
-Io esco per un po', ci vediamo dopo.- 
 
-Certo, divertiti!- Sorrise calorosamente. 
 
Per fortuna sembrava che Bethany non fosse come Deborah. Al contrario sembrava molto carina. 
 
Quando ritornai in mensa Kate era di nuovo arrabbiata. 
 
-Fammi indovinare.- Disse sarcasticamente. -Hai incontrato un altro bel ragazzo nella tua stanza.- 
 
-Non proprio...- risposi, mortificata. -Ho incontrato la mia coinquilina, che tra parentesi sembra molto simpatica, con il suo ragazzo.- 
 
-Non mi dirai che li hai beccati a scopare!- Kate spalancò gli occhi. 
 
-No. Certo che no!- Esclamai. -Si stavano solo baciando, ma è stato comunque imbarazzante.-
 
-Certo come no.- Borbottò. -Su, andiamo. Abbiamo già perso fin troppo tempo.- 
 
 
Seattle era davvero una bella città. Grande e brulicante di persone; tutte molto cordiali, tra l'altro.
Il Kerry Park, a mio parere, era miglior posto dove scattare fantastiche fotografie alla bellissima Downtown e allo Skyline di Seattle.
 
Tutte le vie erano piene di negozi, uno più bello dell'altro, ai quali Kate mi costrinse ad entrare, tanto per cambiare. 
 
Quando la sera, verso le 22.00, circa, ritornammo al college, Kate era piena di buste, mentre io ne avevo a malapena due. 
 
-Mi chiedo cosa dirà Deborah non appena mi vedrà con tutte queste buste.- Ridacchiò Kate.
 
-Credo che ti butterà fuori dalla camera prima di una settimana.- Risposi.
 
-Sei eccitata per l'inizio delle lezioni?- Mi chiese.
 
-Non immagini quanto.- Sorrisi. 
 
-Alla ci vediamo domani a colazione, d'accordo?-
 
-Certo. Buonanotte, Kate.- 
 
-'Notte, Ana. E vedi di non far tardi domani!- Mi gridò, mentre andò via. 
 
Sorridendo aprii la porta della camera.
Non c'era nessuno, ma Bethany aveva dimenticato la luce accesa. 
 
Sospirai; e dopo aver tolto le scarpe, presi l'accappatoio, l'elastico, la spazzola, il pigiama, e lo spazzolino, e mi diressi in bagno. 
 
Quando aprii la porta trovai Christian davanti lo specchio fischiettante intento a pettinarsi i capelli. 
 
-Christian!- Gridai. 
 
Lui si girò di scatto, quasi come se lo avessi spaventato, poi mi gettò un'occhiataccia.
-Non si usa più bussare?- Chiese.
 
Mi stava prendendo in giro?
 
-Nella mia stanza?- Chiesi. 
 
-Non hai notato che c'era la luce accesa?-
 
-Credevo che l'avesse dimenticata Bethany..- mormorai. 
 
Lui sorrise leggermente, e continuò a pettinarsi i capelli. 
 
-Devo fare anch'io la doccia.- Borbottai, sapendo che non aveva intenzione di uscire. 
 
-Ho paura di aver consumato tutta l'acqua calda.- Rispose.
 
-Cosa?!- "Oh, questo è troppo."
 
-Rilassati, stavo scherzando.- Rise, avvicinandosi. -Non c'è bisogno che ti scaldi così tanto.- 
 
Mi spostai di lato per farlo uscire. 
Lui mi superò, e nel farlo la sua spalla sfiorò il mio braccio, mandandomi una scarica elettrica lungo tutta la schiena. 
 
Chiusi in fretta la porta a chiave, e mi svestii. 
Perché quel ragazzo doveva essere così arrogante?
 
Non ci persi troppo tempo a pensarci, però. 
Mi infilai dentro la doccia, e rimasi lì per almeno una ventina di minuti.
Quando uscii, mi sentivo meglio.
Mi spazzolai i capelli, e dopo essermi lavati i denti, mi misi il pigiama e uscii dal bagno. 
 
Trovai Christian sdraiato nel letto intento a fare zapping in TV.
Istintivamente mi coprii il petto.
Cosa diavolo ci faceva ancora in camera mia?
 
-Ti senti meglio, adesso?- Chiese annoiato. 
 
-Si.- Brontolai. -Dove dorme Bethany, di solito?-
 
-Nel letto qui sopra.- Disse. 
Ovviamente.
 
-Per quanto ancora vuoi rimanere?- Sospirai.
 
-Non lo so.- Disse. -Ma mi annoio nella mia stanza. Quell'idiota di Evan non tornerà prima di questa notte.- 
 
-Non hai altri amici da infastidire con la tua presenza?- 
 
-Infastidire?- Chiese, sorpreso. 
 
-Già.- 
 
-Io non infastidisco nessuno.- Rispose. -Al massimo sono gli altri che infastidiscono me.- 
 
Non ero sicura se stesse parlando di me, ma non avevo tempo per pensarci. 
 
-Va bene, io però devo andare a dormire.- Dissi.
 
Christian si spostò un po', poi batté la mano sulla parte libera del mio letto.
-Puoi dormire qui.- Disse. -Vedrai che non mi sentirai nemmeno.- 
 
-Cosa?- Sbottai. -No, non se ne parla nemmeno!- 
 
-Perché no?- Chiese con finta innocenza. 
 
-Perché tu potresti...- mi bloccai. Sentivo il viso in fiamme. 
 
-Cosa? Hai paura che possa stuprarti?- Rise. -Terrò le mani a posto, te lo prometto.- 
 
-Fuori dal mio letto!- Gridai. 
 
Christian scoppiò a ridere, ma si decise ad alzarsi. 
-Sei la prima ragazza che mi rifiuta.- Sorrise. -Mi hai spezzato il cuoricino.- 
 
-Che peccato.- Incrociai le braccia. -Ma se vai da qualcun'altra però, sono sicura che potrai sempre divertirti questa sera.- 
 
-Sei sicura di non voler essere tu la fortunata?- Sorrise. -L'invito è sempre aperto.- 
 
-Fuori!- Risi, lanciandogli un cuscino che prese al volo. 
 
-Okay, okay. Me ne vado.- Alzò le mani in segno di arresa. -Buonanotte, Anastasia.-
 
-Buonanotte, Christian.- Mormorai. 
 
Mi buttai sul mio nuovo e per niente comodo letto, e chiusi gli occhi.
 
Questa giornata era finita esattamente per com'era iniziata. 
"Fantastico!" 
 
 
 
 
 
 
ANGOLINO AUTRICE:
Sono tornata con una nuovissima storia, tutta per voi!! 🙈 Ammettetelo, vi aspettavate che vi avrei fatto aspettare degli anni. E inveceeee, eccomi qui! 😇
 
Siete stati davvero in TANTISSIMI (così tanti che credevo di star sognando) a dirmi di scrivere una storia simile a cinquanta sfumature di cambiamento con Ana e Christian adolescenti (più o meno), e quindi, visto che la stragrande maggioranza di voi voleva questo tipo di storia, io vi ho accontentati. Spero solo di esserne all'altezza...😓
 
Detto questo, ci sarebbe qualcuno buono di cuore che è disposto ad aiutarmi a mandare avanti la storia (specialmente nelle scene molto HOT 😋)??? 
 
Vi voglio in tantissimi qui sotto se volete che continui!!! Vi adoro❤️❤️
P.S: I CAPITOLI SARANNO AGGIORNATI OGNI DUE GIORNI (spero) 😁 MA NON APPENA INIZIERÀ LA SCUOLA, VERRÀ AGGIORNATO UN CAPITOLO A SETTIMANA. 
 

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Capitolo 2
*** CONFRATERNITA ***


                                              CONFRATERNITA
 
-Anastasia.- Mi chiamò mia madre.
 
-Mh..- mugugnai, girandomi dall'altro lato del letto. -Due minuti e mi alzo, mamma.- 
 
-Mamma?- Ghignò la voce, che a quanto sembrava non apparteneva a mia madre. 
 
Aprii un occhio, e per un attimo rimasi confusa del posto in cui mi trovavo.
Poi ricordai. 
 
"Oh, merda!"
 
Scattai sull'attenti, e alzandomi, andai a sbattere contro Bethany. 
 
-Ahi!- Si lamentò, massaggiandosi la fronte. -Ti svegli sempre così?-
 
-Scusa!- Esclamai, mortificata. -Che ci fai qui?-
 
-Beh, io ci vivo qui, pasticcino.- 
 
-Pasticcino?- Scossi la testa. -Comunque, intendevo dire: che ci fai nel mio letto?-
 
-Volevo solo dirti che questa sera non torno, quindi hai la stanza libera.- Mi fece l'occhiolino.
 
-D'accordo..- Mormorai, arrossendo.
 
-Volevo solo fartelo sapere.- Rise, e si allontanò.
 
Sbadigliai sonoramente e accesi il cellulare.
 
Spalancai gli occhi. 
Il mio cellulare mi stava sicuramente giocando qualche brutto scherzo.
 
-Bethany, che ore sono?- Chiesi, timorosa della risposta.
Non poteva avermi davvero svegliata a quest'ora per dirmi solo che non sarebbe tornata di sera. 
 
Lei fissò il suo cellulare, e poi, come se fosse la cosa più normale del mondo, mi rispose: -Sono quasi le sei.- 
 
Mi gettai sul letto e mi coprii la faccia con il cuscino.
-Perché mi hai svegliata così presto?- Piagnucolai. 
 
-Perché così sarai sicura di non essere in ritardo.- Rise. -Dovresti ringraziarmi invece di lamentarti. Su, corri a cambiarti.- 
 
-Ma non devo vedermi con Kate prima delle otto.- Borbottai. 
 
-Allora andremo a fare un passeggiata, e poi ti vedrai con Kate.-
 
-Ho un'altra scelta?- Sospirai.
 
-No, nessuna.- Sorrise. -Dai, così ti faccio conoscere nuova gente. Sarà divertente.- 
 
Come no.
Socializzare non era esattamente il mio forte.
 
Mi tirai su' e mi trascinai verso il bagno.
 
-Sembri uno zombie.- Ridacchiò, prima che mi chiudessi la porta alle spalle. 
 
Mi concessi la doccia più lunga della mia vita, e mi ci sarei anche addormentata dentro, se Bethany non avesse iniziato a bussare alla porta come una forsennata. 
 
-Sto quasi finendo!- Esclamai, asciugandomi i capelli. 
 
Una volta asciutta, infilai gonna e maglietta, e uscii. 
Misi gli stivali neri e sospirai.
 
-Pronta.- Dissi. 
 
-Perfetto, andiamo!-
 
Bethany mi trascinò fuori dalla stanza.
Per essere così piccola era abbastanza forte.
 
-C'è anche Dallas con noi, spero non ti dispiaccia.- 
 
-No, per niente.- Mormorai. 
Essere la terza in comodo era il mio hobby preferito. 
 
Quando i due si incontrarono, si scambiarono un bacio esageratamente lungo, mentre io rimasi lì a fissare tutto, tranne che loro due.
 
Quando entrambi  si ricordarono finalmente della mia presenza, si staccarono, e Bethany mi prese a braccetto. 
 
-Andiamo al campo. Lì dovrebbero esserci Lily e Leila.- 
 
Non avevo idea di chi fossero, ma annuii e seguii Bethany. 
 
-Possono sembrare un po' antipatiche ed egocentriche, ma in fondo sono buone...-
 
-Molto in fondo.- Borbottò Dallas. 
 
Come preannunciato da Bethany, Lily e Leila erano davvero antipatiche. Al di sopra delle mie aspettative. Per fortuna, però, non dovemmo stare molto a lungo con loro, e prima che potessero lamentarsi della chiusura della fabbrica della loro marca preferita di make-up, ci dileguammo. 
 
-Cristo, ma non la smettono mai un attimo di parlare quelle due?- Si lamentò, Dallas. 
 
-Vorrei davvero vedere cosa intendi con parte buona.- Risi io. -Finora ho solo visto quella peggiore.- 
 
-Non vorrei deluderti, ma al contrario, non hai ancora visto nulla.- Rispose Bethany. -Dovresti sentire quanto sono fastidiose quando cominciano a parlare contemporaneamente.- 
 
-Sembrano due oche.- Dallas alzò gli occhi al cielo. -Non posso credere che tu abbia delle amiche così.-
 
-Non sono esattamente mie amiche.- Si difese lei, mettendo il broncio. 
 
-Certo, come no.- Alzò gli occhi al cielo.
 
Sorrisi. 
Nonostante l'imbarazzo iniziale, dovevo ammettere che stavano davvero bene insieme. 
 
-Devo vedermi con Kate.- Annunciai. 
 
-Certo, Ana.- Rispose Bethany. -Ci vediamo a pranzo?- 
 
-Certo!- Esclamai, indietreggiando. -Buona giornata.- 
 
Quando mi vidi con Kate, notai subito che era di cattivo umore. 
 
-Kate!- Esclamai. -Va tutto bene?-
 
-Per niente.- Sbottò. -Quella stronza di Deborah, ieri mi ha sequestrato le cuffie.-
 
-Sequestrato?- Scoppiai a ridere, ma la sua occhiataccia mi mise a tacere.
 
-Si, perché la sua "sanità mentale" aveva bisogno di silenzio, mentre io, invece, stavo disturbando la sua "quiete", poiché la musica era troppo alta. Te ne rendi conto?!- 
 
-Che incubo.- Feci una smorfia. 
 
-E non è finita qui!- Esclamò, prendendo posto al tavolo. -Questa notte non ho potuto dormire per colpa sua. Russa peggio di una motosega, e poi viene a dire a me che faccio troppo rumore?- 
 
Ridacchiai leggermente, ma riuscii a durare poco, e le scoppiai a ridere in faccia. Kate mi gettò un occhiataccia, ma poi, colse anche lei l'ilarità della situazione, e cominciò a ridere con me.
 
-È davvero un incubo!- Rise. 
 
Dopo aver preso le ordinazioni, le proposi di rimanere nella mia camera la notte.
 
-E che mi dici di Bethany?- 
 
-Anche lei è un po' fuori di testa.- Ammisi. -Oggi mi ha svegliata alle sei solo per dirmi che questa notte non sarebbe tornata, e poi mi ha portata in giro a fare nuove conoscenze.-
 
-Beh, di certo è più socievole di quella tipa che condivide la stanza con me.- Borbottò. 
 
-Non posso dire il contrario.- 
 
-Cavolo, è tardi.- Disse, bevendo l'ultimo goccio di caffè. -La prima lezione inizia tra un quarto d'ora. Devo sbrigarmi.- Raccolse la sua borsa e si alzò. 
 
-Buona giornata, allora.- 
 
-Ciao, Ana. Buona giornata anche a te. Ci vediamo a pranzo!- Disse, uscendo dalla porta automatica del bar. 
 
Per la mia prima lezione avevo ancora un'ora abbondante, così decisi di godermi il mio tè. Twinings English Breakfast Tea, era di sicuro la miglior marca in circolazione, in quanto io non ero una grande amante del caffè. 
 
Quando ritornai al college, mancavano poco più di cinque minuti all'inizio della mia prima lezione. 
Certo, sarei arrivata molto prima, se avessi tenuto conto che la strada potesse essere affollata. 
 
Molti studenti erano ancora in giro per i corridoi. C'era che rideva e chi scherzava, e nessuno sembrava deciso ad iniziare le lezioni. 
 
Iniziai a correre il più velocemente possibile, cercando di evitare le occhiatacce che ricevevo di tanto in tanto. Non potevo assolutamente permettermi di arrivare in ritardo il primo giorno. 
 
"Beh, ma che fantastica figura che stai facendo, Anastasia!"
 
Tre minuti. 
Avrei potuto farcela... se solo avessi saputo dove fosse la classe. 
 
-Merda.- Sospirai, bloccandomi di botto. 
 
-Brutta giornata?- Ghignò Christian, affiancandomi. 
 
"Oh, no. Non anche lui!"
 
-No.- Risposi, guardandolo velocemente. -Va tutto bene.-
 
-Davvero?- Inarcò un sopracciglio, e potevo vedere che si stava trattenendo dal ridere. 
 
-Senti, fammi un favore.- Sbottai. -La mia prima lezione è storia dell'arte e non posso proprio perderla. Puoi dirmi dov'è l'aula?- 
 
-Sei fortunata.- Rispose, facendomi cenno di seguirlo. -Stavo giusto andando lì.- 
 
-Cosa?- Esclamai, bloccandomi di botto. -Hai anche tu quella lezione?- 
 
"Non anche questo!"
Questa giornata non faceva che migliorare.
 
-Perché ti sembra così strano?- Aggrottò la fronte. 
 
-Ma no...- provai a rimediare. -Non è che mi sembra strano, è solo che...-
 
"Non puoi avere la mia stessa lezione!" Avrei voluto gridargli. 
Invece mi limitai a interrompere la frase e a sospirare.
 
-Non importa.- Scossi la testa.
 
Christian sorrise leggermente, poi mi indicò l'aula. 
-Ecco, questa è la tua nuova aula.- Disse. -Buona fortuna.- 
 
-Grazie...- risposi, confusa. -Non entri anche tu?-
 
Christian si avvicinò pericolosamente al mio viso, e poi al mio orecchio. 
-Stavo solo scherzando.- Sussurrò, tirandosi indietro improvvisamente. 
 
-Storia dell'arte non fa per me.- Disse, sorridendo. -Io studio politica ed economia.-
 
"Oh, ma che simpatico burlone!"
Tirai mentalmente un sospiro di sollievo.
 
-Allora grazie ancora per avermi accompagnata.- Sussurrai.
 
-Quando vuoi.- Sorrise lui. -Buona prima lezione, Anastasia.-
 
-Buona lezione anche a te, Christian.- Calcai il suo nome, esattamente come lui aveva fatto con il mio. 
 
Mi girai, e dopo aver raccolto un po' di coraggio, entrai. 
La sala era molto grande, piena di sedie e studenti.
 
Ero in ritardo di soli sette minuti, e per mia immensa fortuna il professore non era ancora arrivato.
 
Presi una delle sedie libere nei primi posti, che al contrario degli ultimi, erano quasi completamente liberi. 
 
-Ciao!- Esclamò un ragazzo, dai capelli castani e occhi azzurri. 
 
-Ciao...- mormorai, un po' meno spigliata.
 
-Tu sei nuova qui, vero?- Sorrise.
 
-Si.- Risposi. -Sono arrivata ieri.-
 
-Sono Michael.- Mi porse la mano. -Michael Lawrence.- 
 
-Anastasia Steele.- Sorrisi, afferrandogli la mano.
 
Due secondi dopo, il nostro professore irruppe nell'aula, e tutti si accomodarono.
Senza rivolgerci parola, e senza degnarci di uno sguardo, si alzò e andò a scrivere il suo nome alla lavagna. 
 
JOHNSON
 
È questo il nome che scrisse.
 
Pochi minuti dopo iniziò a fare molto svogliatamente l'appello, e fece anche una breve introduzione sulla materia, per tutte le matricole come me. 
 
-Sembra che abbia davvero tanto buona volontà di agevolarci.- Dissi verso Michael, il quale rise. 
 
-Può sembrare molto svogliato o menefreghista, ma è bravo nel suo lavoro, in realtà.-
 
Annuii leggermente, e per un breve istante mi chiesi se sarebbe finita proprio come con Lily e Leila. 
Per mia fortuna però, potei dichiarare che Michael aveva ragione; il professor Johnson era davvero molto bravo nella sua materia. 
 
-Visto?- Rise. -Te lo avevo detto che era bravo.- 
 
-Hai ragione.- Sorrisi. -Da quanto tempo è che lo conosci?- 
 
-Due anni.- Rispose. -Questo è il terzo anno per me.- 
 
-Wow...- sussurrai. 
 
-Ci arriverai anche tu.- Sorrise. -Allora, che lezione hai, ora?- 
 
Diedi un'occhiata al mio programma.
-Storia.- Annunciai. -E tu?- 
 
-Geografia.- Continuò a sorridere. -Sei arrivata ad iscriverti ad astronomia?-
 
-Si.- Risposi. -I posti si sono esauriti in un batter d'occhio.- 
 
-Perfetto!- Esclamò. -Allora ci vedremo anche in quarta ora.-
 
-Oh, fantastico!-
 
-Buona giornata, Ana.-
 
-Grazie, buona giornata anche a te, Michael.- 
 
Durante l'ora di storia feci la conoscenza di Amanda e Violet.
Erano entrambe carine e soprattutto molto amichevoli. Fu piacevole passare l'ora con loro. 
 
-Ti stai trovando bene qui, Ana?- Mi chiese Amanda.
 
-Molto bene.- Ammisi. -Sembrano tutti così gentili qui.- 
 
-Non tutti, in realtà.- Si intromise Violet. -Ma la maggior parte degli studenti sono apposto.-
 
-Grazie per l'informazione.- Risi. 
 
-È stato bello chiacchierare con te, Ana!- Esclamò Amanda. -Ci si vede in giro.- 
 
-Ciao, Ana.- Disse Violet. -È stato bello conoscerti.- 
 
-Anche per me!- Esclamai. 
 
 
La lezione di chimica fu abbastanza impegnativa, e non feci altre amicizie, ma mi limitai a scambiare una o due parole con il tipo vicino a me. 
Odorava di fumo e mi dava la nausea. È per questo che al termine della lezione, fuggii fuori. 
 
-Passate bene queste due ore?- Mi distrasse Michael. 
 
-Oh, si. Grazie.- Risposi, sorridendo. -E a te?- 
 
-Il solito.- Ridacchiò. 
 
L'aula per la lezione di astronomia era quasi al completo, e io e Michael ci sedemmo nella terza fila. 
 
-Come mai ti sei iscritta a questo corso?- 
 
-Ho visto molte recensioni positive.- Ammisi. -Molti lo hanno definito un buon corso, molto interessante, e così ho voluto provarlo.- 
 
-Hai fatto un'ottima scelta.- Sorrise. 
 
Il professor Pitman era davvero simpatico, e sapeva come coinvolgerci. Lo adorai fin da subito. 
 
 
-Vai a pranzo?- Mi chiese Michael, alla fine delle lezioni.
 
-Si, mi devo vedere con la mia amica, Kate.- 
 
-Allora immagino che ci vedremo domani.- Disse.
 
-Certo, a domani!- Lo salutai, e per un breve istante mi venne in mente che avrei potuto invitarlo a pranzare con noi. 
 
 
-Ana!- Mi salutò Kate. 
 
-Sembri di buonumore, adesso.- Sorrisi. 
 
-Si, è così. Stare alla larga da quella strega migliora l'umore.- 
 
-Ehi, Ana!- Gridò Bethany dall'entrata. 
Dopo di lei entrarono Dallas e Christian. 
 
Christian? 
"Oh, no..."
 
-Ciao, Bethany.- Mormorai. 
 
-Ho portato anche Christian, spero che non ti dispiaccia.- 
 
-Ma no, figurati.- 
 
"E anche se mi fosse dispiaciuto non penso che lo avresti cacciato."
 
-Ciao, Anastasia. È andata bene, oggi?- Christian sorrise, e si accomodò accanto a me. 
 
-Alla grande.- Arrossii leggermente. -E a te, invece?- 
 
-Bene.- Mormorò, studiandomi attentamente.
 
Il mio viso andò in fiamme. 
Kate lo notò e mi lanciò un'occhiataccia.
 
-Ragazzi... lei è Kate, la mia migliore amica.- Dissi a scoppio ritardato.
Mi ero concentrata così tanto su Christian che avevo dimenticato a fare le presentazioni.
 
-E così ecco la famosa, Kate.- Sorrise Bethany. -È davvero un piacere.- 
 
-Facciamo a cambio di coinquilina?- Piagnucolò Kate.
 
-Neanche per idea.- Risi.
 
-Cos'ha che non va la tua compagna di stanza?- Bethany sembrava interessata. 
 
-Oh, è una stronza totale.- Sbuffò, facendoci ridere. 
 
Dopo che arrivarono le nostre ordinazioni, Kate si tuffò nel suo racconto su Deborah. Non le prestai attenzione però. Primo: perché sapevo già abbastanza bene la storia. E secondo: perché Christian non la smetteva un attimo di fissarmi.
Da un certo punto di vista era assai inquietante.
 
-Tutto qui quello che hai mangiato?- Disse, poi. 
 
Guardai il mio piatto. 
Mi ero limitata a prendere un hamburger con le patatine. Tutta roba sana, certo. Ma avevo mangiato solo metà hamburger e un paio di patatine. 
 
-Non ho più fame.-
 
Vidi la sua mascella contrarsi, ma non disse nulla e distolse lo sguardo.
Un brivido mi percorse tutta la schiena. Sembrava arrabbiato, anche se non ne capivo il motivo, e anche se non lo conoscevo, sentivo che non avrei mai voluto vedere Christian arrabbiato. 
 
Kate continuò a parlare animatamente con Bethany e Dallas, mentre io e Christian restammo in silenzio. 
 
-Allora cos'avete in programma da fare questa sera?- Chiese Bethany. 
 
-Nulla, veramente.- Rispose Kate. 
 
-Allora dovreste venire con noi!- Esclamò. -C'è una festa alla confraternita qui vicino.- 
 
Gettai un'occhiata di supplica a Kate, che lei però ignorò.
 
-Certo, ci saremo!- Disse invece.
 
Christian si irrigidì leggermente, ma prima che potessi chiedergli cos'è che avesse, si era già rilassato. 
 
-Sei sicura di voler venire?- Sussurrò, invece. 
 
A quanto pare, però, lo sussurrò troppo forte, poiché Kate lo sentì, e si intromise prima che potessi rispondere. 
 
-Certo che è sicura!- Esclamò. 
 
Quando Katherine Kavanagh decideva qualcosa, io non avevo più libera scelta della mia vita.
Sospirai rassegnata.
 
Quanto mai potevano essere brutte le feste alle confraternite?
Molto, forse. Ma forse mi sarei anche potuta divertire.
 
-Ci sarai anche tu?- Chiesi.
 
-Figurati se in una festa in cui si beve gratis, Christian manchi.- Ridacchiò Bethany. -Si vede che non lo conosci per niente.- 
 
Christian le gettò un'occhiata, ma lei si limitò a fargli l'occhiolino. 
 
-Oh...- sussurrai. 
 
Questo era un altro motivo in più per stare alla larga da Christian. 
 
-Allora è deciso!- Esclamò Bethany. -Passo a prendervi alle otto in punto.- 
 
-Perfetto!- Sorrise Kate.
 
-Io vado a farmi una doccia.- Borbottò Christian, alzandosi. 
 
-Dove?- Chiesi, prima di riuscire a fermarmi.
 
-Nel tuo bagno, è ovvio.- Sorrise, e poi andò via. 
 
-Però, Ana!- Esclamò Kate. -Hai fatto colpo.-
 
-Per niente.- Sbuffai. -Devo stare alla larga da quel ragazzo.- 
 
-Certo, come no.- Alzò gli occhi al cielo. -Cos'è questa storia della doccia nella tua camera?-
 
-Te l'ho già detto; non c'è acqua nella sua..-
 
-E tu gli credi davvero?- Inarcò un sopracciglio.
 
-Certo.- Risposi, senza convinzione. 
No, non era vero. Neanch'io ci credevo molto.
 
Quando ritornammo al dormitorio, però, di Christian non c'era nessuna traccia. 
Ne fui felice, in realtà. Sapevo che sarebbe stato difficile cacciarlo se fosse stato qui. 
 
Quando finalmente alle otto meno un quarto finii di prepararmi, mi distesi sul letto. 
Kate mi aveva convinta a farmi truccare e a farmi ondulare i capelli. 
Avevo optato per un semplice vestito bianco, con giacca e stivali di pelle neri.
 
-Pronta!- Esclamò lei. E in perfetto tempismo Bethany bussò alla porta. 
 
-Ana, Kate, siete bellissime!- 
 
-Anche tu!- Esclamammo all'unisono io e Kate. 
 
Quando arrivammo alla confraternita, la casa era già piena, e questo mi fece ricordare uno dei tanti perché odiassi le feste. 
 
-Ci divertiremo, te lo prometto.- Mi gridò all'orecchio Kate, per sovrastare la musica. 
 
-Allora, ragazze!- Gridò Bethany. -È probabile che ci perderemo, quindi all'una ci vediamo tutti qui alla macchina, d'accordo?-
 
"All'una?"
 
Avrei voluto ribattere e dire che era troppo tardi, visto che l'indomani avevo lezione, ma Kate fu più veloce. 
 
-Perfetto! Ci vediamo dopo.- E detto questo mi trascinò dentro. 
 
La casa puzzava di fumo e alcol molto forti. 
Avevo già la nausea. 
 
-Benvenuti!- Gridò un ragazzo, difronte a noi. 
 
-Sono Jeremy. Posso portarvi qualcosa da bere?- 
 
-Si, grazie!- Gridò Kate. 
 
-Qualcosa di analcolico.- Dissi io.
 
Jeremy aggrottò la fronte, come se avessi appena detto un assurdità.
 
-Abbiamo dell'acqua, credo.- 
 
-Perfetta.- Risposi. 
 
Al centro della stanza c'era un'enorme tavolo da biliardo, dove vi erano riuniti numerosi ragazzi. Mentre attaccati ai muri c'erano diversi divani, dove in alcuni giacevano ragazzi ormai completamente ubriachi. 
 
In uno dei tanti divani, riuscii a scorgere Christian con una bottiglia in mano, birra forse, con accanto due belle bionde. 
 
Distolsi lo sguardo prima che potesse vedermi.
 
-Che fine ha fatto quell'idiota?- Sbottò Kate. Poi sospirò. -Aspetta qui, vado a prendere io da bere.- 
 
-No, aspetta Kate!- Esclamai. Ma lei era già scomparsa tra la folla. 
 
-Fantastico.- Borbottai. 
Poteva andare peggio di così?
 
Si. Poteva eccome.
 
-Ciao, bambola.- Biascicò un tipo, sicuramente ubriaco. 
 
-Ciao...- mormorai, indietreggiando. 
 
-Non ti ho mai vista qui. Sei nuova?- Sorrise.
Era inquietante. 
 
-Si.- Risposi cercando di indietreggiare, ma la folla si faceva sempre più fitta, e ben presto rimasi bloccata. 
 
-Vieni a ballare con me.- Mi afferrò per il polso. 
 
-Grazie, ma non ne ho voglia.- Risposi, cercando di liberarmi dalla sua presa.
 
-Insisto.- Disse. -Scommetto che sei un abile ballerina.- 
 
Avrei riso se mi fossi trovata in un'altra situazione.
Non ero per niente brava a ballare. Anzi, ero super scoordinata. 
 
-Magari un'altra volta.- "Oh, ti prego, lasciamo andare!" 
 
-Ha già detto che non vuole ballare.- Tuonò Christian, da dietro le sue spalle. 
 
-È la tua ragazza, per caso?- Ghignò, senza lasciare andare il mio polso. 
 
-Lasciala andare.- Rispose, ignorando la sua domanda.
 
-Non sto facendo nulla di male. Dobbiamo solo ballare.-
 
-Non mi sembra che lei voglia.- Rispose.
 
-Quindi adesso sei un bravo ragazzo, Christian?- Rise.
 
"Si conoscono?!"
 
-Sai cosa? Fottiti.- Esclamò il ragazzo, e dopo avermi lasciato il polso, gli sganciò un pugno dritto in faccia. 
 
Gridai per la sorpresa.
Non è così che doveva andare. 
 
Christian barcollò all'indietro, ma ristabilì subito il suo equilibrio e prese per il colletto il tipo.
 
-Di che cazzo ti sei fatto?- Ringhiò.
 
-Solite cose.- Rise il tipo, per niente intimorito. 
 
Christian lo spinse a terra.
-Vai al diavolo.- Sputò, asciugandosi il naso dal sangue che ne fuoriusciva. 
 
Poi mi prese per un braccio, in un modo tutt'altro che gentile, e mi spinse fuori dal cerchio di persone che si era creato.
 
-Mi dispiace così tanto.- Esclamai, mortificata. 
 
Mi lasciò andare bruscamente, e mi fissò in attesa. 
Avvicinai la mia mano al suo viso, per constatare la gravità della sua ferita, ma lui si scansò di scatto e mi afferrò la mano.
 
-No.- Disse. I suoi penetranti occhi grigi nei miei. 
 
-No?- Ripetei, confusa. "No, cosa?"
 
-Non voglio essere toccato.- Ringhiò.
 
Indietreggiai di qualche passo, confusa dal suo improvviso scatto d'ira.
 
-Mi... mi dispiace.- Balbettai. -Volevo solo vedere se era grave.- 
 
-No. Non è grave.- Rispose. La voce lievemente più morbida. -Che diavolo stavi facendo?-
 
-Stavo solo aspettando Kate, e quel tizio si è avvicinato a me- mormorai intimorita. "Perché è arrabbiato con me?"
 
-Sei sicuro che non vuoi che dia un'occhiata?- Chiesi, riavvicinando le mie mani al suo naso, da quale continuava a fuoriuscire del sangue. 
 
Lui si scansò nuovamente, e mi riafferrò le mani.
-Ti ho detto di no, dannazione!- Ringhiò. -Non toccarmi!- 
 
Detto questo se ne andò, lasciandomi sul ciglio del marciapiede. 
 
Rimasi interdetta qualche minuto, per cercare di capire cos'era appena successo.
Era davvero quello il ragazzo che mi aveva salvata minuti prima?
 
Le lacrime mi pizzicarono gli occhi.
 
"No."
 
Non avrei assolutamente pianto per uno stronzo del genere. 
 
Rientrai velocemente in casa, e individuai subito Kate. 
Al diavolo Christian. 
Ormai diventavano sempre di più gli elementi che mi assicuravano che genere di ragazzo fosse. 
 
-Al diavolo.- Mormorai, consapevole che nessuno potesse sentirmi.

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Capitolo 3
*** LITIGI E INCOMPRENSIONI ***


                                             LITIGI E INCOMPRENSIONI 

 
-Ana!- Esclamò Kate, che non appena mi vide mi raggiunse. -Non ti ho più vista. Mi stavo preoccupando!- 
 
-Mi dispiace. Avevo bisogno di una boccata d'aria...- mentii. 
 
-Sei sicura di stare bene?- 
 
-Si, benissimo.- 
Però! Stavo imparando a mentire. Non sapevo se esserne felice o meno.
 
-Perfetto! Ecco la tua acqua.- Esclamò raggiante, allungando la mano con il bicchiere pieno d'acqua.
 
"Fanculo." La mia vocina interiore mi stava incitando. 
 
-In realtà ho cambiato idea.- Dissi; e difronte la sua espressione confusa, aggiunsi: -Prenderò qualcosa di alcolico.- 
 
-Che cosa?- Sbottò. -Ana, sei impazzita per caso?-
 
-Cosa c'è di male?- Mi strinsi nelle spalle. -Siamo al college!-
 
-Si, ma tu... insomma non hai mai bevuto in vita tua, e...- 
 
-Questo è il momento buono per iniziare.- La bloccai. -Lo hai detto anche tu che devo saper divertirmi, no?-
 
-Si, ma cosa ti è preso tutto d'un tratto?- Kate era ovviamente confusa. E come biasimarla, non sapevo neanch'io cosa mi stava succedendo.
 
Le afferrai il polso e la trascinai in cucina. 
 
Sul tavolo vi erano un sacco di bottiglie vuote, così come i bicchieri, ma nonostante ciò, riuscii a trovare una bottiglia di birra, unica superstite dall'assalto.
 
-Ti prendo un bicchie...- provò a dire Kate, ma prima che finisse appoggiai la bottiglia alle labbra e iniziai a mandare giù il liquido. 
 
Era disgustosa, ma nonostante ciò, continuai a berla. 
 
-Vedi di andarci piano, signorina.- Rise Kate. 
 
Una cosa era certa: non andavo pazza per la birra, ma per qualche motivo a me inspiegabile, mi diede una strana carica. 
 
-Andiamo a ballare!- Esclamai. 
 
 
Non mi era mai capitato in diciannove anni della mia patetica esistenza, di divertirmi così tanto ad una festa. 
 
Non mi sarei mai sognata di mettere piede ad una confraternita, così come non mi sarei mai sognata di bere così tanto. 
E intanto, era passata all'incirca un'ora e mezza, ed ero già al quarto bicchierino di brandy. 
 
Forse ero leggermente brilla.
 
-Andiamo a prendere un altro bicchierino.- Sogghignai verso Kate. 
 
-Oh, no!- Esclamò. -Sei già abbastanza ubriaca, Ana. Per oggi va bene così.- 
 
-Oh, andiamo!- Biascicai ridendo. 
 
Andando indietro di qualche passo però, andai a sbattere contro qualcuno.
-Scusa!- Borbottai, girandomi.
 
-Cazzo!- Esclamò un ragazzo; ma non appena si girò la sua faccia arrabbiata si tramutò in sorpresa. 
 
-Scusa- ripetei intimorita. -Non ti avevo visto.- 
 
-È tutto okay.- Il ragazzo si aprì in uno scintillante sorriso. -Sono Elliot!- 
 
-Ed io Kate!- disse mettendosi in mezzo.
 
-Anastasia.- Risposi gettandole un occhiataccia.
 
'Che c'è?!' Mimò stringendosi nelle spalle.
 
-Siete nuove, qui?- Chiese senza toglierci gli occhi di dosso.
 
-Già!- Squittì Kate. -Siamo arrivate due giorni fa.- 
 
-Ecco perché non vi avevo mai viste prima!- Sorrise. -Volete da bere, per caso?- 
 
-Si!-
-No!- Esclamammo contemporaneamente io e Kate. 
 
Elliot ci guardò confuso.
 
-Per me va benissimo qualsiasi cosa.- Disse Kate, spintonandomi. -Anastasia ha già bevuto fin troppo per questa sera, invece.- 
 
"Che cosa?" 
 
Le gettai un occhiataccia assassina, che lei ricambiò con un'enorme sorriso. 
 
'Dovevi essere più veloce!' Mimò.
Sorrise dolcemente non appena alzai gli occhi al cielo. 
 
-Non ho bisogno della babysitter, Kate. So benissimo badare a me stessa!- Protestai.  
 
-Certo, come no.- Rispose lei. -Puoi aspettarmi un attimo, Elliot?- Chiese poi, sbattendo le ciglia.
 
-Si, certo.- Rispose lui, ancora piuttosto confuso. 
 
Prima che capissi cosa stesse facendo, mi ritrovai fuori dalla cerchia di persone che continuava a muoversi invece di ballare. 
 
-Kate, che cosa stai facendo?- Sbottai infastidita. 
 
-Ho promesso a tua madre che mi sarei presa cura di te.- Sorrise soddisfatta. -Ed è quello che sto facendo. Quindi ora su, da brava, siediti qui e resta ferma mentre Elliot ed io andiamo a prenderti dell'acqua.- 
 
Alzai gli occhi al cielo, ma feci come mi disse, e mi accomodai nel divano.
Era inutile protestare, mi ci avrebbe incollata se fosse stato necessario. 
Quando un ragazzo interessava a Katherine Kavanagh non c'era più nessuna possibilità per nessun'altra ragazza. 
 
-Aspetta. Non puoi portarmi qualcos'altro? Tipo una birra o...- mi bloccai, rendendomi conto di star parlando al muro. 
 
Qualcuno scoppiò a ridere e si sedette accanto a me. 
 
"Oh, no." Alzai gli occhi al cielo, spostandomi qualche posto più in là. 
 
-Sembri più simpatica da ubriaca.- Sorrise Christian, avvicinandosi. 
 
-Non sono ubriaca.- Borbottai spostandomi nuovamente. 
 
-Perché continui ad allontanarti da me?- Chiese innocentemente, avvicinandosi. 
 
-Perché sai, non vorrei prendermi nessuna malattia venerea standoti accanto.- Ironizzai, spostandomi ancora una volta. 
 
Prima che me ne rendessi conto, però, mi ritrovai seduta per terra. 
Normalmente avrei sentito il botto, e mi sarei lamentata per il dolore, invece mi ritrovai a ridere come se fossi ubriaca. Beh, forse lo ero veramente. 
 
Christian scoppiò a ridere un'altra volta, poi si alzò e mi tese la mano. 
 
-Non ho bisogno del tuo aiuto.- Brontolai, tentando di mettermi in piedi da sola. 
 
-Lo vedo.- Commentò sarcastico.
 
Barcollai leggermente, ma per fortuna finii sul divano. 
-Che cosa vuoi ancora?- 
 
-Mi chiedevo soltanto perché parlassi da sola.- Mi prese in giro.
 
-Vaffanculo.- 
 
Christian ridacchiò.
-Dove sono le tue amiche?- 
 
-Ana!- Esclamò con perfetto tempismo, Kate. 
 
-Proprio qui.- Risposi verso Christian. 
 
-Ecco l'acqua. Bevila tutta.- Disse, mettendomi il bicchiere davanti. 
 
Alzai gli occhi al cielo, ma feci come mi impose.
 
-Ehi, fratello! Non sei neanche sobrio. Che ti prende?- Chiese Elliot verso Christian. 
 
-Questa sera passo.- Rispose lui, lanciandomi un'occhiata. 
 
L'acqua mi andò di traverso. 
-Vi conoscete?- Chiesi tossendo. 
 
-Purtroppo.- Mormorò Christian. 
 
-Già.- Sorrise Elliot. -Purtroppo questo coglione rimbecillito è mio fratello.- 
 
-Coglione a chi?- Sbottò Christian.
 
Kate mi guardò di scatto.
-È destino!- Disse poi.
 
-Come no.- Risposi alzando gli occhi al cielo.
 
Ad un tratto la stanza prese a girare vorticosamente. 
Non avrei retto a lungo, me lo sentivo.
 
-Ho bisogno di una boccata d'aria.- Mormorai alzandomi. 
 
-Questo è il prezzo per chi beve troppo.- Ridacchiò Kate, prendendomi a braccetto. -Dai ti accompagno fuori. Elliot vieni con noi? Potrebbe servirci un uomo...- 
 
-Non è vero!- Ribattei io, non appena vidi che anche Christian si alzò per seguirci. 
 
-Certo, come no. Andiamo.- Kate mi spintonò fuori. 
 
La fresca brezza mi colpii in pieno viso. 
Rabbrividii leggermente, ma nonostante ciò, mi sentivo già meglio.
 
-Hai mangiato?- Mi chiese Christian, sedendosi nel muretto accanto a me. 
 
-No- mormorai.
 
-Devi mangiare qualcosa, Anastasia.- Sospirò lui. 
 
-Vado a vedere se è rimasto qualcosa.- Scattò Kate, trascinandosi via anche Elliot. 
 
Sospirai sonoramente.
"Di bene in meglio!" 
 
-Non dovevi bere così tanto.- La mascella di Christian era contratta. 
 
Decisi di ignorarlo. Era inutile lottare con lui.
 
-Perché non hai mangiato?- Insistette. 
 
-Non ho fame. E poi a te cosa importa?- Sbottai. -Prima mi tratti male, e adesso sei qui a preoccuparti per me. Mi spieghi che problemi hai?- 
 
-Ho un problema con la gente che non mangia.- Ribatté tranquillo. 
 
-Non mi interessa.- Sospirai. -Kate troverà di sicuro qualcosa, quindi ora puoi anche andartene.- 
 
-Ma sono tutti ubriachi.- Disse guardandosi intorno. -Te compresa.- 
 
-Ci faremo compagnia, allora.- Ironizzai. -Tu non fai parte di noi.-
 
-Perché hai bevuto così tanto?- Continuò, ignorandomi. -È bello testare i propri limiti, ma tu hai decisamente esagerato.- 
 
-A quanto ho capito anche tu sei un tipo a cui piace bere.- Esclamai. -Quindi perché vieni a fare la predica a me, ora?- 
 
-Dio, sei così... esasperante.- Sbottò passandosi una mano tra i capelli. 
 
-Quello ad essere esasperante qui, sei tu.- Ribattei. -E non capisco perché continui a restare qui. Non ho bisogno di te.- 
 
-Finora non ho mai conosciuto una singola ragazza che non volesse stare in mia compagnia.- Disse. 
 
Alzai gli occhi al cielo.
-Fattene una ragione.- Borbottai. -E come hai detto tu, tutte le ragazze cadono ai tuoi piedi. Quindi torna dentro e fa felice qualcuna di loro, invece che restare qui e infastidire me.- 
 
-Ti sto tenendo compagnia.- Sorrise. -Non ti sto infastidendo.-
 
-Oh, invece lo stai facendo eccome.- Protestai. -Io...-
 
"Oddio!" 
 
Mi alzai di colpo, e per mia fortuna riuscii ad arrivare alla siepe dietro di noi. Poi tutta la roba che avevo ingerito venne fuori. 
 
Christian fu subito accanto a me, e mi tenne i capelli alzati. 
 
-Va via!- Biascicai. "Dio, che schifo!" 
 
-Fammi indovinare- disse. -Non hai bisogno del mio aiuto.-
 
-Vedi che hai capito?- Borbottai. 
 
-Tieni.- Mormorò lui, passandomi un fazzoletto bianco. 
C'erano persino le sue iniziali incise.
 
-Grazie- sussurrai afferrandolo. -Lo porterò in lavanderia.- 
 
-Ti senti meglio ora?- 
 
-Si, si. Sto bene.- Borbottai scansandolo. 
 
Tornai a sedermi sul muretto. 
Kate per fortuna non era ancora tornata.
 
-È stato un piacere aiutarti.- Mi prese in giro.
 
-Piantala.- Esclamai. -Christian che cosa vuoi ancora?- 
 
-Volevo solo aiutarti.-
 
-Io non voglio il tuo aiuto.- Ripetei. -Così come tu non hai voluto il mio. Quindi ora puoi anche andartene.- 
 
-Quindi è per questo che sei così acida?- Ci mancò poco che ridesse.
 
"E poi sarei io ad essere esasperante?" 
 
Una cosa era certa: Christian erano davvero un ragazzo fin troppo lunatico.
 
-Sono acida perché tu sei insopportabile.- 
 
-Non puoi comportarti così solo perché non volevo che mi toccassi.- La sua espressione tornò ad essere spaventosamente seria. 
 
-Volevo solo vedere la ferita!- Esclamai. -Te la sei procurata per colpa mia. Volevo solo aiutarti.- 
 
-Ma io ti avevo già detto che stavo bene e che non volevo essere toccato.- 
 
"Oh signore, dammi la forza!"
Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa. Era inutile continuare la conversazione.
 
-Ora non dici più niente?-
 
-Non ho nulla da dire.- Dissi. -E tu non hai nessun motivo per restare.- 
 
-Ma ti comporti sempre così con tutti i ragazzi?- 
 
-Potrei chiederti la stessa cosa.- Lo accusai. 
 
-Nessuna ragazza, a parte te, si è mai lamentata di come mi comporto con loro.- 
 
-Lo immagino...- alzai gli occhi al cielo.
 
-Che vuoi dire con "lo immagino"?- Fece un sorrisetto. 
 
-Niente.- Scossi la testa. -Spero solo che tu dica la verità. O allora povera la tua ragazza.- 
 
-Povera la mia ragazza, eh?- Sorrise ancora. -Neanche per il tuo di ragazzo deve essere una passeggiata.- 
 
-Che vorresti dire?- Scattai. 
 
-E tu cosa volevi dire?- Mi prese in giro. 
 
-Sei tremendamente antipatico.- Commentai. -E non ho il ragazzo.- 
 
-Immagino il perché.- Sorrise. 
 
Lo fissai sbigottita e le lacrime cominciarono a pizzicarmi gli occhi.
Distolsi velocemente lo sguardo. Non mi ci sarei mostrata debole.
 
-Anastasia...?- Mi chiamò, un po' meno sicuro di se stesso.
 
-Che vuoi?- Sbottai fissandolo truce. -Che cosa vuoi?! Hai già chiarito il fatto che non ti piaccio! Ma allora mi vuoi spiegare perché continui a ronzarmi intorno?- 
 
-Non è così...- mormorò lui, lo sguardo leggermente preoccupato. -Non ho mai detto che non mi piaci, è solo che...- 
 
-Non mi interessa!- Gridai. -Lasciami in pace. Non mi va di essere presa in giro da uno come te! Va' via, Christian!-
 
-Anastasia ma io stavo solo cercando di dirti che...- 
 
-Va' via, ho detto!- Ripetei.
 
Lui sospirò, e dopo essersi passato una mano tra i capelli, si alzò e si affrettò verso la porta. Poi, prima di rientrare in casa si girò verso di me. 
 
-Non volevo offenderti.- Disse. -Stavo solo scherzando. Sappi che neanch'io ho una ragazza, e sei libera di dirmi che immagini il perché.- 
 
Non ottenendo nessuna risposta da parte mia, sospirò nuovamente e rientrò in casa.
 
Sperava che avrei avuto una qualche reazione sapendo che non aveva una ragazza?
Si sbagliava. E di grosso, anche. 
Avevo capito benissimo che persona fosse Christian. E da ragazzi come lui dovevo stare totalmente alla larga.
 
-Ana!- Kate venne verso di me, seguita da Elliot. 
 
"Finalmente!" 
 
-Purtroppo non abbiamo trovato nulla in cucina, ma io... aspetta, dov'è Christian?- Si distrasse, notando che mancava. 
 
-Quell'imbecille ti ha lasciata qui?- Chiese Elliot. 
 
-No!- Esclamai. -Gli ho detto io di andarsene.- 
 
-Non avrebbe comunque dovuto ascoltarti.- Borbottò. 
 
-Non fa niente, davvero. Va' tutto bene!-
 
-Te la senti di rientrare dentro?- Si intromise Kate. 
 
-Si, certo.- Mentii.
Sapevo che le avrei rovinato la sera se non avessi acconsentito. 
 
Entrando, l'odore del fumo e dell'alcol mi sembrò cento volte superiore di quando ero arrivata. 
 
-Vieni a ballare?- Mi chiese Kate?
 
-No.- Gridai per sovrastare la musica. -Mi metterò lì.- Indicai il divano.
 
-Sei sicura?- 
 
-Si, sta tranquilla!- 
 
 
Mezz'ora dopo, Kate era chiaramente ubriaca, e neanche Elliot scherzava. 
La mezzanotte era passata da un pezzo, e io non vedevo l'ora di poter ritornare al dormitorio. 
 
Nel divano accanto al mio scorsi Christian con una ragazza a me familiare sopra. 
Si stavano baciando, e Christian la stava palpando senza ritegno.
 
Girai la testa di scatto, infastidita dalla loro vista. 
 
"Dio Ana, qual'è il problema?" 
 
Mi soffermai a pensare alla ragazza e al perché mi sembrava familiare. 
Poi, in un lampo di genio, ricordai. Era Leila, la ragazza fastidiosa e antipatica che avevo conosciuto il mattino insieme a Bethany.
 
"Sarà la sua ragazza, piccola idiota!" Urlò la mia vocina interiore. "Lui si sarà solo preso gioco di te." 
Già. Probabilmente era davvero così.
 
Controllai l'orologio per la milionesima volta, fin quando l'una del mattino scoccò.
Balzai in piedi e... sbam! Tutta la stanza riprese a vorticare velocemente. 
 
Dio, non avrei mai più bevuto in vita mia! 
 
-Kate!- Gridai scuotendola. 
 
-Che c'è?- Rise.
 
-Dobbiamo andare!- 
 
-Oh, andiamo! Non fare la guastafeste, restiamo ancora un po'.- 
 
-Non possiamo! Domani abbiamo lezione, e Bethany ci starà aspettando!- Borbottai esasperata. 
 
-Bethany si sta ancora divertendo!- La indicò. -Quindi possiamo restare.- 
 
La fissai sbigottita.
Anche lei, insieme a Dallas, faceva parte del club degli ubriachi. 
 
Beh, fantastico. Avrei potuto dire addio alle ultime ore di sonno che mi sarei potuta fare. 
 
Mezz'ora dopo anche Kate si sentì male, e finalmente volle ritornare al dormitorio del college. 
Certo, ci saremmo ritornate subito se qualcuno avesse potuto guidare. Ma sia Bethany che Dallas avevano bevuto, proprio come me e Kate; e quindi ritornare al college era impossibile. 
 
Fantastico! Avrei potuto dire addio anche al mio secondo giorno di scuola. 
Davvero di bene in meglio. 
Perché diavolo mi ero fatta convincere ad andare ad una festa nel bel mezzo della settimana, poi? 
 
-Voglio dormire.- Piagnucolò Kate. 
 
-Possiamo farci dare un passaggio da Christian.- Biascicò Elliot. -Non dovrebbe essere ubriaco, visto che ha detto che non avrebbe bevuto per questa sera.- 
 
"Oh, no." Tutti i campanelli d'allarme iniziarono a suonarmi in testa. 
 
Avrei preferito dormire sul pavimento di questa casa, piuttosto che ritornare al college con Mr. lunatico. 
 
-Fratello!- Ridacchiò Elliot, verso Christian. -Ho bisogno che riaccompagni me e queste belle donzelle al college.- 
 
-Non ci penso neanche.- Tagliò corto Christian. 
 
-Oh, andiamo! Noi siamo tutti troppo ubriachi per guidare.- 
 
Christian mi gettò un'occhiata veloce, poi, dopo essersi passato una mano tra i capelli, sospirò e disse: -Se qualcuno vomita nella mia macchina si ritroverà con il culo sul marciapiede.- 
 
-Grandioso!- Rise Elliot, afferrando per mano Kate. -Problema risolto, piccola. Si torna a casa.- 
 
Casa. 
Era un po' esagerato considerare una piccola stanza, non troppo curata di un college, una casa. Ma lasciai perdere. Ognuno poteva considerare quel piccolo posto a due stanze come voleva.
 
-Aspettate.- Li bloccai. -Ma Bethany e Dallas?- 
 
-Hanno la loro macchina. Torneranno domani quando avranno superato la sbornia.- Christian mi superò, urtandomi leggermente la spalla. 
 
Lo guardai male, ma lui continuò a camminare e a farci cenno di seguirlo. 
 
Kate si addormentò quasi immediatamente sulla spalla di Elliot, mentre lui si assopì qualche minuto dopo. Io, per qualche strano motivo, mi sentivo sveglissima. 
 
-Facciamo un patto.- Mi disse Christian, accanto a me, senza staccare gli occhi dalla strada.
 
-Un patto?- Ripetei confusa. 
 
-È più un favore.- Mi spiegò. -Me ne devi uno per averti aiutata quando ti sei sentita male. E adesso me ne devi un altro, perché ti sto riportando al college.- 
 
-Non ci penso neanche!- Sbottai irritata. -Sei tu che hai insistito ad aiutarmi!-
 
-Ah, davvero?- Sorridendo gli apparve una fossetta. -A quest'ora ti saresti ritrovata tutti i vestiti pieni di vomito. E che mi dici del passaggio che ti sto gentilmente dando?- 
 
Arrossii violentemente, e ringraziai il fatto che fuori ci fosse buio. 
 
-Me la sarei comunque cavata.- Insistetti. -Per il passaggio ti ringrazio.- 
 
-Certo, come no.- Continuò a sorridere. -Ma, siccome oggi mi ritengo davvero buono, chiuderò un occhio, e tu mi dovrai solo un favore.- 
 
-Se oggi sei buono... allora non vorrò mai vedere il giorno in cui sarai cattivo.- Commentai sarcastica.
 
-No. Hai ragione. Non ti conviene.- Disse. Ed era spaventosamente serio. 
 
-Allora.- Continuò poi. -Io accompagno te, e tu mi lascerai dormire nella tua camera.- 
 
-Che cosa? No! Scordatelo! Ce l'hai benissimo la camera, e hai un letto, immagino.- 
 
-Ho una camera, è vero. Ma il mio letto è scomodissimo.- Commentò. -È questo il favore che mi devi. O accetti o ti lascio qui, nel bel mezzo della strada.- 
 
-Mi lasceresti qui?- Chiesi inorridita, guardandomi intorno.
 
-Solo se non accetti...- mormorò, ma sentii che stava esitando.
 
Non conoscevo Christian, ma sentivo che non mi avrebbe abbandonata nel bel mezzo della strada. Decisi comunque di attaccarlo, però. 
 
-E che mi dici della tua ragazza?- Chiesi. -Sarebbe felice di sapere che vuoi dormire in camera con me?- 
 
Christian aggrottò la fronte, quasi come se fosse confuso, e poi parlò: -Credevo di averti già detto che non ho la ragazza, Anastasia.- 
 
-E dovrei crederci?- 
 
-Perché non dovresti?- Sembrava sempre più confuso. 
 
-Oh, andiamo!- Esclamai, alzando gli occhi al cielo. -Ti ho visto alla confraternita con Leila. E ho visto come vi baciavate!- 
Arrossii di nuovo, rendendomi conto di cosa avevo appena detto. 
 
Christian scoppiò a ridere, cosa che mi fece arrossire ancora di più. 
-Mi hai tenuto d'occhio, o sei gelosa, forse?- 
 
-Nessuna delle due cose, non montarti la testa.- Dissi. -Ero solo seduta sul divano e vi ho visti.- 
 
-Davvero?- 
 
-Davvero.- Confermai. 
 
-E come fai a conoscere Leila?- 
 
-Me l'ha presentata Bethany...- 
 
-Capisco.- Commentò, ma non aggiunse altro. 
 
Decisi di lasciar cadere la conversazione ormai abbastanza imbarazzante, e guardai fuori dal finestrino. 
 
Qualche minuto dopo Christian sospirò, e poi riprese a parlare: -Non che mi interessi chiarire.- Puntualizzò. -Ma Leila non è la mia ragazza. È solo un simpatico passatempo.- E con questo spiegò tutto.
 
-Io non sono un tipo da fidanzate, Anastasia.- Disse, poi. -Non è questo che mi interessa delle ragazze.- 
 
-Se speri che anch'io finirò a letto con te, ti sbagli di grosso.- 
 
-Non ho nessuna intenzione di venire a letto con te.- Commentò. -Sei troppo noiosa.- 
 
-Scusami?- Scattai. 
 
-Mi hai sentito.- 
 
-Allora perché insisti a venire nella mia camera?- Chiesi. -Perché continui a starmi attorno? Mi spieghi cosa vuoi da me?- 
 
Christian restò in silenzio per un paio di minuti. Poi, dopo aver sospirato per la milionesima volta, se ne uscì con un semplice: -Non lo so.- 
 
-Non lo sai?- 
 
-Sei noiosa, e parecchio irritante. Ma da un certo punto di vista sei anche diversa.- 
 
-Io sarei diversa? E da chi?- Quasi risi. 
 
-Sei diversa. Non importa, da chi.-  
 
-Tu sei pazzo.- Dissi. -Sei completamente pazzo.- 
 
-Vedi- iniziò. -Il solo fatto che tu riesca a tenermi testa, ti rende diversa da tutte le altre ragazze.- 
 
-Oh, certo.- Risi. -Perché le altre cadono tutte ai tuoi piedi.- 
 
-Già.- Confermò. -Proprio così. Tu invece no. E questo in un certo senso mi attrae.- 
 
-Quindi io ti attraggo perché riesco a tenerti testa senza cadere ai tuoi piedi?- 
 
-Non farti strane idee, dolcezza.- Mi frenò. -Resti sempre molto irritante.- 
 
"Almeno non ha detto che sono antipatica. 
È già un passo avanti!"
 
-Non pensare che tu lo sia di meno.- Dissi. -Sei estremamente irritante. E lunatico, anche.-
 
-Lunatico? Io?- Chiese sorpreso. 
 
-Si. Decisamente tu.- Risposi. -A meno che non abbia un fratello gemello ma dal carattere diverso. Perché allora questo spiegherebbe molte cose.- 
 
-Certo, c'è sempre questa possibilità. Ma no, non ho nessun fratello gemello. Mi bastano già quelli che ho.- 
 
-Hai altri fratelli oltre a Elliot?- Chiesi.
 
-Una sorella.- Disse. -Si chiama Mia.- 
 
-È un bel nome.- Commentai. 
 
-E tu? Non hai fratelli o sorelle?- 
 
-No. Sono figlia unica.- Risposi. 
 
 
Christian posteggiò e svegliò Elliot. 
-Svegliati idiota. Siamo arrivati.- 
 
-Ma che razza di modi sono per svegliare tuo fratello, coglione!?- Sbottò Elliot. 
 
-Oh, scusami principessina, la prossima volta ti darò un bacio in testa.- 
 
-Vaffanculo.- 
 
-Ce la fai a tornare in camera?- Chiesi a Kate. 
 
-Andrò da Elliot.- Mi rispose maliziosa. -Probabilmente Deborah mi avrà chiusa fuori.- 
 
Non ci misi molto ad indovinare ciò che aveva in mente Kate. 
 
-D'accordo.- Sospirai. -Ci vediamo domani.- 
 
-Non dirmi che hai intenzione di andare a lezione, Ana! Saranno quasi le tre.- 
 
-Ma è solo il nostro secondo giorno!- 
 
-Riprenderemo il terzo.- Rise. -Non è la fine del mondo.- 
 
-D'accordo. Buonanotte- borbottai alzando gli occhi al cielo. 
 
Quando arrivai alla mia camera, uscii le chiavi ma non aprii la porta.
Mi girai e guardai Christian. Lui ricambiò lo sguardo, ma era confuso.
 
-Potrai dormire qui. Anche se non ho ancora capito il perché. Ma... prometti che non farai nulla, vero?- 
 
La sua espressione si incupì, e per un istante mi sembrò ferito. 
-Non ho intenzione di farti nulla, Anastasia.- 
 
"Ma intanto hai insistito per dormire in camera mia." 
Qui qualcosa non quadrava, ma ero troppo stanca per pensarci, così infilai la chiave ed entrai. 
 
Mi chiusi nel bagno un attimo prima che ci entrasse Christian. E dopo essermi data una bella rinfrescata e essermi messa il pigiama, uscii. 
 
Christian era ovviamente già sdraiato. Sul mio letto. 
 
-Credevo che saresti uscita dopo un'ora.- Commentò annoiato, guardando la TV. 
 
-E io credevo che avresti dormito nel letto di Bethany.- 
 
-No. Ho sempre odiato i letti a castello. Odio dover dormire di sopra.- 
 
Accidenti. Anch'io odiavo dormire di sopra. 
Dovevo avere all'incirca quattro anni quando caddi da un letto a castello. Da quel momento in poi mi ripromisi che non avrei mai più dormito sopra. 
 
-E allora come possiamo dormire?- Chiesi. 
 
-C'è abbastanza spazio qui per...- 
 
-No.- Tagliai corto. -Non dormirò con te.- 
 
-Non puoi dire di no.- Disse lui. -Mi devi un favore, ricordi?-
 
-Il favore consisteva nel farti dormire nella mia camera!-
 
-E nel tuo letto.- Aggiunse.
 
-E questo quando diavolo lo abbiamo stabilito?- 
 
-Prima, mentre eravamo in macchina.-
 
-Non è affatto vero.- 
 
-Si che è vero.- 
 
-Christian...- sospirai. -Non posso dormire con te.-
 
-Perché no?- Chiese innocentemente. 
 
-Tu trovi irritante me, esattamente come io trovo irritante te. Ma intanto vuoi comunque che dorma nel MIO letto insieme a te. Perché?- 
 
-Perché mi devi un favor...-
 
-Lascia perdere quello stupido favore!- Gridai. -Potevi chiedermi qualsiasi altra cosa. Come ad esempio di non rivolgerti mai più la parola. E invece è tutto il contrario!- 
 
-Vorrei solo provare ad essere tuo amico...- 
 
-Mio amico?- 
 
-Esatto.-
 
-E vorresti provare ad essere mio amico dormendo con me?- Scoppiai a ridere. 
 
-Dio, Anastasia! Che cosa ti costa? Ti ho promesso che non ti avrei fatto nulla.- 
 
-Si, ma...-
 
-E allora vieni qui. Credo che tu stia morendo di sonno.- 
 
Sospirai sonoramente e mi avvicinai.
"Al diavolo!" 
Avrei pensato alle conseguenze l'indomani.
 
-Buonanotte Ana...- sussurrò. 
 
Ci sdraiammo spalla contro spalla.
 
-Tu sei seriamente troppo lunatico.- 
 
-No. Sei tu troppo strana.- Ribatté. 
 
-Io non sono strana!- Scattai. -Lo sei tu semmai.-
 
-Buonanotte Anastasia.- Ripeté ridendo. 
 
"Oddio." 
Alzai gli occhi al cielo ma mi arresi, e sospirando dissi: -Buonanotte Christian.- 
 
Sarebbe stata una lunga nottata/mattinata.
Lunghissima. 

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Capitolo 4
*** UNA SECONDA POSSIBILITÀ? ***


                                            UNA SECONDA POSSIBILITÀ?


-Lasciati andare, Anastasia...- mormorò Christian contro il mio orecchio.
 
Un brivido di piacere mi percorse la schiena.
 
-Sarà divertente vedrai.- Continuò torturandomi lentamente. -Sei incredibilmente stupenda in questo momento.- 
 
La sua lingua mi accarezzò le labbra. 
 
-No..- ansimai.
 
-Si.- Ringhiò lui, per tutta risposta. -Voglio solo giocare con te.- 
 
-No.- Ripetei contorcendomi. -No, lasciami stare.- 
 
-Oh, andiamo. Di che cosa hai paura?- 
 
-No. Io...- 
 
 
 
Mi svegliai di soprassalto, grondante di sudore e con un assurdo mal di testa in omaggio. 
 
"Era solo un sogno. Solo uno stupido sogno. Calmati Ana." 
 
La figura avvinghiata a me che dormiva beatamente mi spaventò.
Christian mi teneva stretta con un braccio sul fianco, e una delle sue gambe era incastrata tra le mie.
 
"Oddio, come diavolo ci siamo finiti così?" 
 
Balzai in piedi, scostandomi bruscamente da quell'abbraccio. 
 
-Oddio.- Mormorai aggrappandomi alla scrivania.
 
Christian si svegliò di colpo. Quasi come se si fosse spaventato.
-Che c'è? Cos'è successo?- Chiese in allerta. 
 
Scrutò a lungo la stanza, in cerca di qualche eventuale vandalo, poi, i suoi occhi ancora un po' insonnoliti, si posarono su di me. 
 
-Anastasia.- Esclamò. -Che c'è? Ti senti male?- 
 
-Devi andare via.- 
 
-Devo andare via?- 
 
-Si...- sussurrai. -Tutto questo non ha senso!- Questa volta alzai la voce. 
 
-Non posso credere che tu mi abbia davvero svegliato per una sciocchezza simile.- Commentò tornando a sdraiarsi. 
 
-Esci fuori dalla mia camera!- Gridai, sorprendendo non solo lui, ma anche me stessa. 
 
-Si può sapere che diavolo ti prende?- Chiese sbigottito.
 
-Sul serio?- Quasi risi. -E che mi dici di te, Christian?-
 
-Di me?- 
Aveva anche la faccia tosta di fingersi confuso.
 
-Ieri ero ubriaca, ma oggi no. Quindi non pensare di potermi prendere per stupida.- Esclamai. -Che diavolo ci fai nel mio letto?-
 
-Non ricordi?- Chiese. -Avevamo fatto un patto ieri. Tu mi dovev...-
 
-Non mi interessa nulla di quello stupido patto!- Strillai. -Voglio sapere perché l'hai fatto! E perché eri appiccicato a me fino ad un attimo fa!- 
 
-Ma di che diavolo parli?-
 
-Del fatto che mi tenessi stratta quasi come se avessi paura che me ne scappassi via.- 
 
Sembrò molto confuso ma poi alzò le spalle e sospirò. 
-Mi dispiace. Stavo dormendo. Mi sarò mosso nel sonno.- 
 
"Come no." 
 
-Non alzare gli occhi al cielo, Anastasia.- Disse, infilandosi la maglietta. 
 
-Che cosa?- 
 
-Mi hai sentito. Non farlo perché mi verrebbe voglia di...- si bloccò immediatamente.
 
-Ti verrebbe voglia di fare cosa?- Sbottai, cercando di non sembrare intimorita.
 
-Niente. Lascia perdere.- Tagliò corto. 
 
Mi venne in mente qualche flash del sogno che avevo appena fatto, ma lo ricacciai immediatamente indietro. 
 
-Non può funzionare.- Disse poi, dopo parecchi minuti di silenzio.
 
-Che cosa?- 
 
-Questo!- Esclamò indicando se stesso e poi me. 
 
-Non capisco.- Scossi la testa. 
 
-Qual'è il tuo segreto?- 
 
-Il mio segreto?- Ripetei. 
 
-Senti Anastasia, hai già afferrato il concetto che io non cerco delle stupide relazioni sdolcinate dalle ragazze, ma accetto ben volentieri una semplice amicizia. Eppure con te...- 
 
-Io non voglio essere tua amica.- Lo bloccai. 
 
-Perché?-
 
-È una domanda seria?- Inarcai un sopracciglio.
 
-Immagino di si.- Rispose sicuro. 
 
-Senti Christian, perché vuoi provare ad essere mio "amico"? Cioè tu non mi sopporti ed io non sopporto te. E invece eccoci qui, a dormire nello stesso letto.-
 
-Tecnicamente adesso stiamo solo conversando.- 
 
-Non ti credo.-
 
-Non mi credi? Su cosa?- Aggrottò la fronte. 
 
-Sul fatto che tu voglia provare ad essere mio amico.- 
 
-Perché non dovresti credermi?- 
 
-Perché lo hai detto anche tu che dalle ragazze cerchi soltanto una cosa. E questa "cosa" io non sono affatto disposta a dartela.- 
 
Christian mi fissò serio, e poi, a peggiorare la situazione ormai disastrosa ci fu la sua arrogante risata. 
 
-È vero che dalle ragazze cerco solo del sesso, Anastasia.- Mi guardò dritto negli occhi. -Ma non ho mai costretto nessuna.- 
 
-Non è questo che volevo dire. E lo sai.- Risposi. -È solo che io non sono come le altre. È inutile che tu prova a diventare mio "amico" se poi il tuo unico scopo è quello di portarmi a letto. Non funzionerà, Christian. Sappilo.- 
 
-Questo me lo avevi già detto quando ci siamo conosciuti, ricordi?- Chiese. 
 
-E poi...- continuai ignorandolo. -Fino a ieri continuavi a ripetere che sono noiosa e irritante da morire. Quindi, soprattutto per queste ragioni non dovresti voler essere mio amico.- 
 
La sua espressione si incupì in un attimo.
-Non dicevo sul serio.- Mormorò. -Non volevo ferirti. Tu non sei noiosa, anche se è vero che sei parecchio irritante, ma... vorrei solo provare ad andare d'accordo con te. Perché dobbiamo litigare per ogni cosa? Cavolo ci conosciamo solo da tre giorni!- 
 
-Non dicevi sul serio..-  ripetei più a me stessa che a lui. -Mi sembra impossibile andare d'accordo con te.- 
 
-Se io avessi dei sentimenti li avresti feriti.- Commentò acido. 
 
-Allora è meglio che tu non li abbia.- 
 
-Senti.- Sospirò. -Ricominciamo daccapo. Ti dimostrerò che non sono così insopportabile come tu credi.-
 
Lo fissai a lungo, cercando di capire se fosse serio o meno, e alla fine decisi di crederlo.
-D'accordo...- Sospirai.
 
-Dovrai dimostrarmi anche tu di non essere esasperante come io credo, però.- Puntualizzò.
 
-Io non sono esasperante!- 
 
-È quello che mi dimostrerai, spero.- Sorrise, e gli si formò un adorabile fossetta.
 
-Sono Christian.- Disse porgendomi la mano. -Christian Grey.- 
 
Sospirai sonoramente e afferrai decisa la sua mano.
-Anastasia.- Sorrisi. -Anastasia Steele.- 
 
-Anastasia...- assaggiò il mio nome. -Posso dirti che sembri ancora più carina quando sorridi?- 
 
 
*
*
 
 
-Oddio non berrò mai più in vita mia.- Si lamentò Kate, appoggiando la testa sul tavolo del bar. 
 
-Dici sempre così.- Ridacchiai mettendole davanti un aspirina. 
 
-Grazie.- Sorrise leggermente, aprendo la bustina. -Tu piuttosto dopo la grande bevuta di ieri sera sembri stare bene.- 
 
-Ne ho presa una anch'io.- Mormorai indicandole con un cenno della testa l'aspirina. -E ho dormito tutto il giorno, al contrario di te.- 
 
-Elliot è stato fantastico.- Sospirò con aria trasognata. -È stato il giorno più bello della mia vita.- 
 
-Aspetta quando vi sposerete.- Ironizzai.
 
-Come no.- Alzò gli occhi al cielo. -Probabilmente non ci vedremo più.-
 
-Che vuol dire?- 
 
-È solo che... non lo so.- Disse. -Sento che magari dopo questa notte passerà a qualcun'altra.-
 
-Da quando sei così pessimista?- Chiesi realmente sorpresa. -Vedrai che non andrà così, Kate.- 
 
-Lo spero tanto...- mormorò. 
 
-Oh, Kate...- sorrisi dolcemente. -Non credevo che ti avrebbe preso così tanto in una sola notte.- 
 
-Lo so, lo so.- Sospirò. -Ma Elliot è davvero...-
 
-Ho capito.- Sorrisi. -Perché non provi a metterti in contatto con lui?-
 
-Ma potrei infastidirlo...-
 
-Sono sicura che succederà tutto il contrario.- 
 
-Basta.- Sorrise. -Del buono shopping ci risolleverà il morale.-
 
-No, Kate, ti prego! Lo shopping no.- 
 
-Non si discute signorina, su andiamo!- 
 
 
 
Il mal di testa iniziò a farsi risentire poco dopo un'ora.
Davvero fantastico. 
 
-Kate, dobbiamo ritornare. Sono davvero stanca.- Mi lamentai. 
 
-Okay, d'accordo. Ma dobbiamo ritornare. Non abbiamo comprato nulla.-
 
"Sai che tragedia." Alzai mentalmente gli occhi al cielo, e in un attimo mi venne in mente il commento di Christian: "Non alzare gli occhi al cielo, Anastasia. Non farlo perché mi verrebbe voglia di..."
 
-Mi stai ascoltando?-
 
-Cosa?-
 
-Ti ho chiesto cos'è successo ieri con Christian. Non pensare che non mi sia accorta come eviti di parlare di lui.- 
 
-Non sto evitando di parlare di lui!- Protestai. 
 
-E allora perché non mi dici cos'è successo?- 
 
-Nulla...- mentii. -Ma ho deciso di dargli una possibilità.-
 
-Una possibilità?-
 
-Per essere mio amico.- Chiarii velocemente. -Dobbiamo imparare ad andare d'accordo. Litighiamo sempre. Non possiamo andare avanti così.-
 
-Sei sicura che lui voglia solo questo?-
 
-Ma si, certo...- sperai di essere convincente.
 
-Non lo so, Ana.- Sospirò Kate. -Non metto in dubbio che sia veramente bello, ma quel ragazzo non mi convince. Vorrei sbagliarmi, ma ho una brutta sensazione su di lui.- 
 
"A chi lo dici!"
 
-Vedrai che non è niente.- Mormorai. -E comunque proveremo solo ad andare d'accordo, tutto qui.- 
 
-Sul serio?-
 
-Sul serio.- Confermai. 
 
-Bene. Perché non è davvero il ragazzo per te.- Disse. 
 
 
 
-Ci vediamo più tardi?- Mi chiese Kate.
 
-Si, promesso. Ma ora ho davvero bisogno di dormire.- 
 
-Già. È stato bello bere per la prima volta, ieri. Vero?- Ridacchiò.
 
-Scherzi?- La guardai male. -È orribile se ci si sente ogni volta così.- 
 
-Ieri non lo avresti detto.- 
 
-Certo. Ieri sono stata una ragazza cattiva.- Alzai gli occhi al cielo. -Ora vado. Ci vediamo dopo.- 
 
-Ti adoro!- Esclamò andandosene. 
 
Afferrai la chiave e aprii la porta.
Dentro sorprendentemente non c'era nessuno, ma la cosa che mi sorprese di più fu il fatto che provai un pizzico di delusione. 
La cacciai via in fretta, e corsi sotto la doccia. 
Una doccia fredda era decisamente ciò di cui avevo bisogno. 
 
Mi addormentai quasi immediatamente e due ore e mezza dopo, a svegliarmi fu il suono di un messaggio in arrivo. 
 
Aprii gli occhi controvoglia, e rotolai verso la scrivania per afferrare il telefono.
 
"Ti va di venire al bowling stasera?" 
 
Aggrottai la fronte e digitai un: "Chi sei?" 
 
La risposta fu immediata. "Un ragazzo molto lunatico." 
 
"Christian?!" 
Non appena inviai il messaggio un sorriso idiota mi si stampò in faccia. 
 
"Wow. Davvero perspicace, Anastasia." 
 
"Come hai avuto il mio numero?"
 
"Ricerche." 
Oh, non me lo avrebbe mai detto.
 
"Ricerche? Sai che questo si chiama stalking?" 
 
"Questo non è nulla. Sarei capace di fare altro." 
 
La sua risposta mi fece esitare un attimo.
"Tipo cosa?" 
 
"Sei sempre così curiosa?" 
 
"Oh, non immagini quanto." 
 
"Non sono affari tuoi." Arrivò anche un secondo messaggio. "Allora ci vieni o no al bowling?" 
 
"Christian come hai avuto il mio numero?"
Sorrisi immaginandolo a passarsi la mano tra i capelli, frustrato. 
 
"Ricerche." Rispose. "Non te lo chiederò un'altra volta, Anastasia. Vieni o no?" 
 
"Come sei prepotente!" Scrissi. "A che ora?" 
 
"Non immagini quanto. 
Che ne dici delle 19.30?" 
 
"D'accordo." 
 
Non mi aspettavo una risposta. Ma invece arrivò.
 
"Porta Katherine, se vuoi. Stasera ci sarà anche quel coglione di mio fratello.
Passo a prendervi io. E farete meglio ad essere puntuali." 
 
Alzai gli occhi al cielo, ma il sorriso non voleva lasciare il mio viso. 
 
"Sissignore!" 
 
Christian non rispose più, così ne approfittai per chiamare Kate. 
 
 
 
-Sul serio ci sarà anche Elliot?- Strillò.
 
-Si.- Borbottai. -Ha detto che ci sarebbe stato anche lui.- 
 
-Ana è fantastico! Allora forse ho un'altra possibilità!-
 
-Si. Ce l'avrai eccome.- Sorrisi. 
 
-Dammi due minuti e sarò da te!- Attaccò subito, e due minuti dopo bussò alla porta. 
 
-Cosa devo farci con tutti quei vestiti?- Chiesi sbigottita.
 
-Devo essere perfetta!- Esclamò. 
 
-Kate stiamo andando al bowling. Questi vestiti sono troppo eleganti.- 
 
-Si ma...-
 
-Mi sa che dovrai mettere dei pantaloni.-
 
-Non ci penso nemmeno!- Si lamentò. 
 
-Sono sicura che a Elliot piaceresti comunque.-
 
-Tu credi?- Chiese dubbiosa.
 
-Certo.- La rassicurai. -Insomma, tu sei bellissima!- 
 
 
 
Christian fu super puntuale, e anche io e Kate non fummo da meno. 
 
-Mi piacciono le persone puntuali.- Ci elogiò. -Non ci avrei mai scommesso.-
 
-Questo è un punto a mio favore. Giusto?- Lo stuzzicai. 
 
-Si, credo proprio di si.- 
 
-Elliot non c'è?- Chiese Kate, quasi spaventata. 
 
-È in macchina- borbottò lui. 
 
Lei trattenne un grido di gioia, e ci mancò poco che le scoppiassi a ridere in faccia. 
 
 
 
Il bowling era strapieno di ragazzi e di ragazze. 
 
-Che numero prendi?- Christian mi distrasse.
 
-Eh?- 
 
-Di scarpe.- Chiarì. -Che numero prendi di scarpe?- 
 
-Ah... si, certo. 38- mormorai imbarazzata. "Sei così patetica!" 
 
-Vado a prenotarci.- Sorrise divertito. 
 
Prima che potessi accorgermi cosa stesse facendo, Christian pagò anche il mio biglietto, e mi portò un paio di scarpe. 
 
-Grazie.- Sorrisi afferrando le scarpe. -Ti devo i soldi del mio biglietto.- 
 
-Non ce n'è bisogno. Consideralo un... regalo.-
 
-Un regalo? E per cosa?-
 
-Che ne dici per l'inizio di una nuova amicizia?- 
 
Scoppiai a ridere e l'espressione di Christian si incupì.
-Okay, okay. Scusa. Grazie mille.- 
 
 
La squadra era ovviamente formata da me e Christian, contro Elliot e Kate. 
 
-Sappi che con me in squadra perderai sicuramente.- Lo avvisai. 
 
-Sono sicuro che non sarai così male.-
 
-Io sono sicura del contrario, invece.- Ribattei. -Non ho mai tenuto in mano una palla da bowling, prima. Me l'aspettavo molto più pesante.- 
 
-Non hai mai giocato?- Christian spalancò la bocca come se gli avessi detto che la Terra è piatta. 
 
-No..- 
 
-Toglimi una curiosità... cosa diavolo facevi al liceo per divertirti?- 
 
Gli lanciai un'occhiataccia.
-Attento. Non sprecare l'unica opportunità che ti ho dato. E poi non ci vedo nulla di male.-
 
-No, è solo che... okay, non importa. Ti insegno.- 
 
-Mi insegni?- 
 
-Già. Non mi piace perdere.- Rispose. -E poi, a quanto pare neanche la tua amica sembra saper giocare, quindi siamo pari.- 
 
-Neanche Kate ci ha mai giocato prima.- Confessai.
 
-Bene.- Rispose. -Abbiamo cinque minuti prima di poter iniziare. Prendi una palla e vieni qui.- 
 
-D'accordo...- mormorai improvvisamente nervosa. 
 
Afferrai la prima palla che mi capitò sotto tiro, e raggiunsi Christian. Lui ne aveva già una in mano.
 
-Non è difficile.- Mi guardò negli occhi. -Devi solo essere mirare e fare un lancio deciso. Tutto qui.- 
 
-Facile a dirlo.- Alzai gli occhi al cielo.
 
Christian contrasse la mascella, ma rimase in silenzio. Poi sospirò, fece uno scatto in avanti, e con eleganza lanciò la palla. Fece strike al primo lancio.
 
-Però!- Esclamai. -Sei bravo.- 
 
-Questo perché non è così difficile.- Rispose. -Su, dai. Prova tu.- 
 
Io invece rimasi ferma sul posto indecisa su cosa fare.
Christian si mise dietro di me, e non appena le sue mani sfiorarono i miei fianchi, tutto il mio corpo di irrigidii. 
 
-Ti faccio vedere come muoverti.- Mormorò vicinissimo al mio orecchio.
 
Lanciai un'occhiata nervosa verso Kate, ma lei ed Elliot erano del tutto distratti. 
 
-Intanto è meglio spostarsi un po'.- Disse, trascinandomi con se. -E poi dovresti fare questo movimento con il braccio.-
 
Mise una mano sulla mia e simulò il lancio che avrei dovuto fare, per un paio di volte. Il mio cuore iniziò a battere molto più velocemente. Poi, però, lui si staccò di colpo e mi si mise accanto. 
 
-Su, dai. Prova a fare un lancio.-
 
Presi un profondo respiro e mi concentrai sui birilli.
Potevo farcela. Dovevo farcela. 
 
Imitai i passi di Christian e dopo aver mirato bene, lanciai la palla.
Rimasero in piedi solo tre birilli. 
 
-Bravissima!- Esclamò lui. -Vedi non è poi così difficile.-
 
-È più semplice di quello che pensavo.- Risposi sorridendo. 
 
-Adesso stracciamoli.- Disse sorridendo, e gli spuntò quella magnifica fossetta. 
 
 
*
*
 
 
-Okay, Ana. Devi solo buttare giù dieci birilli e la vittoria sarà nostra.- Disse Christian. 
 
Lui ed Elliot avevano preso questa "gara" davvero sul serio. 
 
-D'accordo.- Mormorai. -Posso farcela.-
 
-Si. Devi farcela!- Esclamò. 
 
"Devo farcela. Devo farcela." Continuai a ripetere. 
 
-Attenta Anastasia!- Cercò di distrarmi Elliot.
 
-Sta zitto, coglione!- Ribatté Christian.
 
Chiusi gli occhi e presi un profondo respiro.
"Devo farcela." 
Li aprii di scatto, e dopo aver preso una piccolissima rincorsa, lanciai la palla. 
 
La parola STRIKE, brillava sullo schermo difronte a me. 
 
-Cazzo, si!- Esclamò Christian. 
 
-Abbiamo vinto!- Dissi io. "Abbiamo vinto grazie a me!" 
 
-Si! Sapevo che ce l'avresti fatta!- Christian mi afferrò dalla vita, e prima che me ne rendessi conto mi alzò in aria, facendomi girare. 
 
Sembrava che grazie a me avessimo vinto un sacco di soldi, invece che una stupida partita di bowling. 
Mi aggrappai alle sue braccia e gli feci un mega sorriso. 
 
-Si, si. Non fate tante feste.- Brontolò Elliot. -Si sa che questa è solo la fortuna del principiante.- 
 
-Come no.- Lo rimbeccò Christian, mettendomi giù. -La verità è che hai fatto schifo.-
 
Io e Kate scoppiamo a ridere.
 
-La prossima volta vinceremo noi, Christian.- Si intromise Kate.
 
-Non contarci, tesoro.- Rispose lui. -Vinceremo comunque noi.-
 
Mi ritrovai stupidamente a sorridere pensando che ci sarebbe stata un'altra volta. Christian non era poi così male. 
 
-Vi va una pizza?- Proposi.
 
-Si.- Elliot rispose all'istante. -Muoio di fame.- 
 
-Ovviamente.- Ridacchiò Christian. -Andiamo. Conosco un'ottima pizzeria.- 
 
 
*
*
 
-Le finisci quelle?- Mi chiese Christian, indicando le ultime due fette di pizza sul mio piatto.
 
-Sono tue.- Spinsi il piatto verso di lui. Avevo davvero mangiato troppo. 
 
-Devo andare in bagno.- Disse Kate. 
 
-Veng...- non riuscii a parlare.
 
-Elliot mi accompagni?- 
 
-Certo signorina. Prego, da questa parte.- 
 
Kate mi guardò soddisfatta. 
Scossi la testa e le feci la linguaccia. 
 
-Allora..- mi distrasse Christian. -Divertita?-
 
-Davvero molto.- Confessai. -È stata una serata divertente.- 
 
-È quello che ho pensato anch'io.- Sorrise bevendo un sorso di birra. -Allora sai anche essere simpatica.-
 
-A quanto pare lo sai essere anche tu.- Lo sfidai. -Non ci avrei mai creduto.-
 
-Io so divertirmi in moltissimi modi, Anastasia.- Ghignò lui.
 
-Ah, davvero?- Alzai un sopracciglio.
 
-Già, ma mi piacerebbe scoprire come tu ti diverta.- 
 
-Beh... passare del tempo con Kate è divertente.-
 
-Ovviamente.- Sorrise.
 
-Che vorresti dire con ovviamente?- 
 
-Niente.- Alzò le mani in segno di arresa. -Proprio nulla.-
 
Gli gettai un'occhiataccia, ma non dissi nulla perché Kate ed Elliot ritornarono verso di noi. 
 
-Ehi piccioncini.- Ci rimbeccò Elliot. -Pronti per smontare le tende?- 
 
Io arrossii violentemente, ma Christian sembrò ignorare il commento.
 
-Certo.- 
 
 
*
*
 
 
-Allora...- Christian si appoggiò allo stipite della porta della mia camera.
 
-Non ti farò dormire di nuovo qui.-
 
-Che cosa? Perché no?-
 
-Ho già una compagna di stanza. E tu hai una camera tutta tua, Christian.- 
 
-La tua compagna di stanza passa più tempo da Dallas che qui. E si, ho una camera, ma ti ho già detto che il mio letto è scomodissimo.-
 
-Allora fa cambiare il materasso.- Sorrisi. 
 
-Mh..- rifletté lui. -Stai ritornando ad essere esasperante.- 
 
-Sei tu che mi fai impazzire.-
 
-Ti faccio impazzire?- Christian sembrò sorpreso. -E in che modo, esattamente?- Si avvicinò pericolosamente a me. 
 
Deglutii rumorosamente e mi bloccai davanti a lui, incapace di poter parlare. 
 
-Non riesci a pensare, Anastasia?- Si leccò un labbro. -Ti metto in soggezione, forse? O magari sei solo attratta da me.-
 
-Che... cosa ti prende?- 
 
-Sto solo ammirando il tuo nervosismo.- Disse. -Sono io che ti rendo nervosa?- 
 
-Non sono nervosa...- sussurrai. 
 
-Davvero? Ma il tuo corpo mi dice qualcos'altro.- 
 
-Il mio corpo?-
 
Si avvicinò ancora una volta, ed eravamo così vicini che anche con un solo piccolo spostamento le nostre labbra si sarebbero sfiorate. 
 
-Io ti attraggo Anastasia.- Mormorò, muovendo le labbra molto lentamente. -Non è così?- 
 
Il suono del mio schiaffo rimbombò in tutta la camera, e Christian si ritrasse indietro di scatto, sorpreso. 
 
-Sapevo che stavi mentendo.- Dissi con voce tremolante. -Sei un fottuto pervertito!- Gridai.
 
-Anastasia, io...-
 
-Vattene!- Gridai. -Vattene! Io non cadrò mai nella tua trappola! Io non sono come te.- 
 
-Mi disp...-
 
-Va via!- Gridai ancora una volta. E mi ascoltò.
 
Si massaggiò la guancia dolorante, e dopo avermi lanciato un altro sguardo "pentito" si chiuse la porta alle spalle.
 
Mi accasciai accanto a letto e mi presi la testa fra le mani.
"Sei ridicola, Anastasia. Sei solo ridicola!" 
Ed era la verità. Ero ridicola ad aver creduto che non avrebbe fatto nulla. Che avrebbe provato solo ad essere mio amico.
Ero totalmente ridicola. 
 
 
 
 
 
~ANGOLINO AUTRICE~
 
Mi stavo chiedendo... ma voi volete una storia a lieto fine? 
È difficile da una parte descrivere Christian così, ma da un'altra parte è anche molto divertente 😈
Grazie mille a voi ragazze che continuate a commentare ogni capitolo. Vi adoro *^* ❤️❤️

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Capitolo 5
*** UN NUOVO SCOPO ***


                                             UN NUOVO SCOPO


POV'S CHRISTIAN
 
"Dio sei un coglione, Grey. Un coglione." 
 
-Dannazione!- Gridai, tirando un pugno al muro della mia stanza. 
 
-Ehi amico!- Rise Evan, il mio compagno di stanza. -Finirai per buttarlo giù, quel muro.- 
 
Ed era vero. Probabilmente sarebbe crollato molto presto. Sfogavo sempre lì la mia rabbia. 
 
-Si, beh... non importa.-
 
Mi passai la mano tra i capelli, sporcandoli di sangue. 
-Cazzo.- 
 
-Dovresti smetterla di prendertela con i muri.- Rise. -Le tue mani ne soffrono.- 
 
Lo guardai storto, e lo superai per andare in bagno. 
 
-Sul serio, Christian.- Disse, ritornando serio. -Cos'è successo?-
 
-Niente.- Tagliai corto. -Non è successo niente.-
 
-Ah, davvero?- Il suo sguardo mi fece capire che non ci credeva per niente. 
 
-Si.- Ringhiai. -Davvero.-
 
-Cazzate.- 
 
-Non sono affari tuoi!- Lo presi per il colletto. 
 
-Non sono affari miei, è vero. Ma intanto queste cose continuano a succedere davanti a me.- Mi guardò dritto negli occhi. -Perché Christian? Non ti arrabbi mai se non hai un motivo.- 
 
-Lascia stare, cazzo!- Gridai, e puntai dritto alla porta. -Non sono affari tuoi.- 
 
Uscii con furia dalla camera, e mi sbattei la porta alle spalle. 
L'immagine della furia lampante negli occhi di Anastasia, mi balenò in mente. 
Cosa cazzo mi era saltato per testa?
Ero un coglione. Solo un coglione. 
 
Prima che riuscissi a fermarmi, estrassi il cellulare e composi il suo numero.
Partì subito la segreteria telefonica.
 
Era delusa. 
Ma chi volevo prendere in giro?
Era incazzata. 
Le avevo promesso che non avrei provato a fare nulla, e poi come un emerito coglione ho provato a baciarla.
 
"Ma bravo, Grey. Ottima mossa!" 
 
-Merda.- Ringhiai, avviandomi verso la macchina. 
 
Scusarsi sarebbe stato inutile. 
Meglio così. Doveva stare lontana da qualcuno come me. 
 
"Guarda che ti avrebbe accettato solo come amico! Sei tu che ti stai mettendo strane idee in testa." 
 
Merda.
Come sempre il mio subconscio aveva ragione. 
 
 
*
*
 
 
-Brutta serata, Christian?- 
 
-No, Logan. Sto benissimo.- Borbottai, alzando la bottiglia di birra. 
 
-Lo vedo.- Ridacchiò lui. -Andiamo amico, che ti succede?-
 
-Ma che diavolo avete tutti quanti, oggi?- Alzai la voce più di quanto volessi. -Non posso neanche bere in pace, adesso?- 
 
-Certo che puoi.- Rispose lui. -Ma non è da te. Non ad una festa.- 
 
-Perché? Cos'altro dovrei fare ad una festa?-
 
-Amico, a quest'ora saresti occupato con qualche bella ragazza. E invece eccoti qui. Solo con la tua birra.- 
 
-Ci teniamo compagnia.- Ironizzai. 
 
-Magari io potrei risollevarle il morale, signore.- Si intromise Leila. 
La sua minigonna e la sua camicetta sbottonata lasciavano davvero poco all'immaginazione. 
 
Lanciai un'occhiata a Logan, il quale capì il messaggio e con una scusa andò via. 
 
-C'è qualcosa che la turba, signore?- 
 
-No.- Sbottai. 
 
Leila si zittì, poi con un movimento fulmineo si mise a cavalcioni su di me. 
 
-Mi scusi...- mormorò a un centimetro dal mio orecchio. -Faccia di me quel che vuole.- 
 
E così feci.
 
 
 
 
POV'S ANASTASIA
 
Non c'era niente di meglio che iniziare la giornata con letteratura inglese per scacciare via il malumore. 
 
-Mi ha chiesto un appuntamento!- Bisbigliò Kate, elettrizzata.
 
-Chi?- 
 
-Che vuol dire chi?- Mi lanciò un'occhiataccia. -Elliot, ovviamente!- 
 
-Ah, fantastico.- Mormorai. 
 
Non ero decisamente dell'umore giusto per parlare di appuntamenti o cose simili.
 
-Che c'è che non va?-
 
-Nulla. Sto solo cercando di ascoltare la lezione.- Sbottai.
 
Kate sospirò, e dopo avermi guardata a lungo, sussurrò un: -okay.- 
 
Perfetto. Ora era arrabbiata anche lei. 
 
Christian aveva provato a richiamarmi, ma ieri, troppo infuriata per rispondere a qualsiasi chiamata o messaggio, avevo spento il cellulare. 
 
Non appena la lezione finì, Kate uscì dall'aula senza neanche guardarmi.
 
-Kate aspetta!- Gridai inseguendola in corridoio.
 
Lei si bloccò di colpo, ma non si girò. 
-Ho lezione.- Disse. -Che cosa c'è?- 
 
-Senti, mi dispiace, okay?- Sbottai. -Non ho idea di che cosa mi stia succedendo. Siamo qui da pochissimo, ma sento sta cambiando. Che io sto cambiando.- 
 
Kate mi guardò dubbiosa, poi si strinse nelle spalle e disse: -Lo so. Mi dispiace, dovevo capirlo. Non volevo reagire in quel modo scusa.- 
 
-Sono io che non avrei dovuto risponderti in quel modo, Kate.-
 
-No, non importa. Sei stressata e lo vedo.- Mi consolò. -Ha a che fare con Christian?-
 
La guardai di scatto.
Come poteva saperlo?
 
-Ana. Sei la mia migliore amica!- Rise. -Non guardarmi come se pensi che io sia una veggente. Ti conosco.- 
 
-No, certo, scusami.- Borbottai.
 
-Cos'è successo?- Mi chiese. -Non sta andando bene il vostro tentativo di diventare amici?-
 
-Ha provato a baciarmi, Kate.- Confessai. -Ieri sera mi ha accompagnata in stanza. Non sembrava neanche lui. Ad un tratto è diventato così serio... mi ha fatto paura. Ha cominciato a dire cose del tipo "tu sei attratta da me" e poi ha cercato di baciarmi.- 
 
-Non mi ha mai dato una buona impressione Christian.- Confessò. -E ora ho un motivo per staccargli la testa.- 
 
Risi.
-Si, beh, gli ho dato uno schiaffo e l'ho cacciato dalla camera.- 
 
-Hai fatto bene Ana!- Rispose lei. -Devi stargli alla larga, è meglio.-
 
-Non ho mai voluto stargli intorno.- Sussurrai. -Il fatto è che me lo ritrovavo sempre davanti.-
 
-Forse era proprio lui a cercarti.-
 
-Ma perché?- Chiesi. -Perché uno come lui dovrebbe volere una come me? In fondo gli ho espresso fin dal prima volta che non sarei andata mai e poi mai a letto con lui... non capisco.- 
 
-È un ragazzo problematico.- Sospirò. -Lascialo perdere. È meglio.- 
 
-Si. Molto meglio.-
 
 
*
*
 
 
-Oh, Ana, ciao!- Mi salutò Bethany.
 
-Allora ho anch'io una compagna di stanza!- La presi in giro. 
 
-Si... qualche volta si.- Sorrise lei. -È andata bene la giornata?-
 
-Si benissimo. E la tua?-
 
-Noiosa come sempre.- Rise. -Christian è venuto a cercarti, a proposito.-
 
-Ah davvero?- Chiesi nervosa. 
 
-Si. È successo qualcosa tra voi due, per caso?- 
 
-No. Niente. Proprio niente.- 
 
-Ah davvero?- Inarcò un sopracciglio. -E perché sembri nervosa?- 
 
-Non sono affatto nervosa.- Deglutii.
 
-Sarà.- Sospirò. -Ma non ci credo.-
 
-È tutto apposto, davvero.-
 
-Non è che siete andati a letto insieme?- Chiese.
 
-Che cosa? No! Certo che no!- Sbottai. -Come puoi pensarlo?-
 
-Chiedevo soltanto.- Sorrise. -Non mi posso aspettare altro.-
 
-Io non sono quel tipo di ragazza.- 
 
-Lo so.- Sorrise dolcemente. -A quest'ora saresti già il suo burattino.- 
 
-Credevo che voi due foste amici...- 
 
-E lo siamo, infatti.- Disse. -Da molti anni, anche. Lo conosco. È per questo che te lo dico.-
 
-E come mai tu non sei un suo burattino?-
 
-Ehi!- Esclamò. -Guarda che neanch'io sono quel tipo di ragazza! Non più, almeno...-
 
-No, si, certo, lo so. È solo che... aspetta, non più? Vuol dire che lo sei stata?- 
 
-Due anni fa. Abbiamo passato una nottata di fuoco io e Christian. Nulla di strano.-
 
-Nulla di strano?- Chiesi sbigottita.
 
-Nulla di strano per me.- Chiarì. -Sarebbe strano per te. Molto strano.-
 
-Molto strano?-
 
-Okay, non è che stai cercando di farmi raccontare com'è stato fare sesso con Christian, vero?-
 
-No, certo che no!- Sbottai viola in volto.
 
-Bene. È un caso passato. Ci siamo divertiti, e siamo rimasti amici, tutto qui.- 
 
-Buon per voi...- mormorai.
 
-Dovresti stargli alla larga, Anastasia. So come attrae le ragazze. E tu non sei una di quelle oche che gli ronzano intorno.- Disse. -Davvero, non è il ragazzo per te.-
 
"Ma perché tutti continuano a ripetermelo?"
 
-Non sono attratta da Christian, e non lo sarò mai.-
 
-Lo spero per te.- Sorrise tristemente. 
 
-Perché?- Chiesi. -Mi stai confondendo, Bethany.-
 
-Nulla, non importa.- Riprese il sorriso. -Esco con Dallas. Non torno questa notte. Ci vediamo domani, d'accordo?-
 
-D'accordo...- mormorai ancora spiazzata.
 
Christian nascondeva un segreto. E Bethany sapeva di cosa trattasse. 
 
 
 
 
POV'S CHRISTIAN
 
"Non andare da lei. Sarebbe inutile. Lasciala perdere. Lei non fa per te." 
 
Mi bloccai con il braccio a mezz'aria, indeciso se bussare alla porta della stanza di Anastasia.
 
"Perché dovresti bussare alla sua porta? Cosa dovresti dirle non appena aprirà? Che ti dispiace? Ti riderebbe in faccia." 
 
-Dannazione.- 
 
Bussai alla porta, e tre secondi dopo me ne pentii. 
Magari non mi avrebbe neanche aperto. Perché avrebbe dovuto? 
 
Aspettai qualche minuto, poi, quando mi convinsi che non avrebbe aperto, mi avviai alla mia camera. Ma lei aprì. 
 
-Anastasia!- Esclamai, con più "gioia" di quanto avessi voluto.
 
Lei mi lanciò un'occhiata velenosa e fece per chiudere la porta, ma io la precedetti e la bloccai con un piede. 
 
-Togliti!- Ringhiò. -Va via. Non ti farò entrare.-
 
-Okay, non importa.- Risposi. -Posso anche restare qui in corridoio, basta che mi ascolti.-
 
-Non ho intenzione di ascoltarti.-
 
-Ti prego.- "Da quant'è che sei così patetico, Grey?" 
 
-Christian, vattene.- Ripeté con voce spezzata. 
 
-Senti, mi dispiace!- Sembravo disperato.
 
"Perché sono disperato?
Cazzo Christian, è solo una ragazza!" 
 
-Si, come no.- Rispose.
Aveva tutte le ragioni per non credermi. 
 
-Non so cosa mi è preso ieri sera.- 
Ed ero sincero. Non ne avevo completamente idea. 
 
-Io lo so benissimo, invece.- Affermò lei. -Te lo ripeto un'ultima volta, Christian. Io non verrò a letto con te.-
 
-Lo so, lo so. Non avevo nessuna cattiva intenzione -"credo"- non volevo spaventarti.-
 
-Non mi hai spaventata!- Sbottò. -Hai soltanto sprecato la tua unica opportunità.-
 
-Ho combinato un casino.- Ammisi. -Ma permettimi di rimediare.-
 
-Scordatelo.- 
 
-Anastasia... ti prego.- 
 
-No. Non ho nessuna intenzione di darti un'altra possibilità, Christian. Ora ho finalmente la conferma del vero ragazzo che sei.- 
 
La sua frase mi colpii. Profondamente.
 
-Cosa vorresti dire?- 
 
-Secondo te cosa voglio dire?- Mi chiese. -Senti io non sono una puttana, okay? Non verrò a letto con te. Non sarò mai il tuo burattino.-
 
-Il mio burattino?- "E questa da dove salta fuori?" 
 
-Si, beh... non importa.-
 
-Importa e come!- Esclamai. 
 
-Christian che cosa vuoi?- Sospirò.
 
-Volevo solo scusarmi per come mi sono comportato ieri sera.- Dissi. -Non ero in me, mi dispiace.- 
 
-Okay.- 
 
-Okay?-
 
-Accetto le tue scuse, Christian.-
 
-Davvero?- 
 
-Si. Ma finisce qui. Non saremo amici ne niente di più.-
 
-Ma Anastasia...-
 
-Christian io l'ho visto, okay? L'ho visto ieri sera cosa volevi. E succederà un'altra volta, quindi è inutile continuare a darti possibilità. Sappiamo entrambi come finirà.-
 
-Okay...- sussurrai. -Grazie per aver accettato le mie scuse.-
 
Tolsi il piede dalla sua porta e mi avviai verso la mia camera. 
 
"Cos'è questo strano dolore che provo al petto?" 
 
"Andiamo Christian, è solo una ragazza. Qual'è il problema? Puoi averne quante ne vuoi!" 
 
C'era qualcosa in Anastasia che mi impediva di starle lontano.
Qualcos'altro oltre al fatto di volermela portare a letto... che mi stava facendo impazzire. 
 
Mi sarei arreso?
No. Neanche per idea.
Il gioco stava per cominciare. 
 
 
 
 
 
 
ANGOLINO AUTRICE:
 
Okay, lo so. Questo capitolo non è un granché, e per lo più è anche più corto rispetto agli altri. 
Domani però, parto per una breve vacanza prima di ricominciare la tortura T.T quindi ho dovuto preparare un po' le cose.
Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto! Grazie mille a tutti❤️❤️❤️

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Capitolo 6
*** SENTIMENTI CONFUSI ***


                                                   SENTIMENTI CONFUSI
 
 
Tre giorni dopo. ~ Sabato 5 ottobre.
 
 
-Sicura di non voler venire?- 
 
-Si, Kate.- Sbuffai alzando gli occhi al cielo. -Non ne ho proprio nessuna voglia.-
 
-Io non credo che per un ragazzo tu debba rinunciare a divertirti.- Insistette lei. 
 
-Non fa niente.- Risposi. -Mi va bene. E poi devo anche studiare.-
 
-Certo, certo.-
 
-È così, Kate.- Sospirai. 
 
-Christian non riuscirà a vincere senza la sua partner.- Mi rimbeccò.
 
-Io non sono la sua partner. E sono sicura che troverà qualcun'altra.-
 
-Ana.- Kate si fece immediatamente seria. -Sei sicura che non sia successo nulla di più grave?-
 
-Di più grave?-
 
-Lui non ha provato a fare nulla, vero?-
 
-Oddio Kate, no. Certo che no!- Esclamai. -Nulla oltre al bacio.- 
 
-Lo immaginavo, ma ti ho già detto che non mi piace quel ragazzo. È solo che mi sembra strano che tu voglia evitarlo a tutti i costi solo perché ha cercato di baciarti.-
 
-Non piace neanche a me.- Affermai più a me stessa che a lei. -È soprattutto per questo che devo sfargli lontana.- 
 
-E a te non dispiace che esco con suo fratello?- 
 
-No, Kate.- Alzai gli occhi al cielo. -Sono contenta che tu ed Elliot stiate continuando a frequentarvi.- 
 
Prima che potesse aggiungere qualcos'altro qualcuno bussò alla porta.
 
-Deve essere lui.- Sorrise. -Magari potremmo cambiare programma ed andare da qualche altra parte senza Christian...- 
 
-Non importa, Kate. Va e divertiti.- 
 
-D'accordo, ma domani passeremo un serata tra... Christian?- 
 
-Christian?- Ripetei confusa. 
 
Poi capii. 
Era lui ad aver bussato alla porta della mia camera, non Elliot. 
 
-Siete pronte?- Chiese indifferente.
 
-Anastasia non viene.- Tagliò corto Kate.
 
-Che cosa? Perché?- I suoi occhi scattarono nei miei. 
 
-Ho dei compiti da finire..- mormorai. "Sii più arrogante, Ana!" 
 
-Non se ne parla neanche.- Christian scansò Kate e venne verso di me. -I compiti possono aspettare. Ho bisogno di te.- 
 
Il mio cuore prese a battere più velocemente, ma, senza rendermene conto, mi ritrovai ad indietreggiare. 
 
-Non posso. Mi dispiace..- 
 
-Ha detto di no, Christian.- Lo bloccò, Kate. -Lasciala in pace. Andiamo.- 
 
Christian la ignorò deliberatamente e mi si piazzò davanti.
-Non me ne andrò finché non cambierai idea.- 
 
-Io non cambierò idea.- 
 
-Bene.- Si raddrizzò. -Vuol dire che passerò tutta la serata qui.- E detto questo si andò a sedere sul mio letto. 
 
-Che cosa?- Scattai. -No! Non se ne parla neanche.- 
 
-Christian devi andartene da qui.- Esclamò Kate. 
 
-Fa cambiare idea alla tua amica, allora.- Affermò.
 
Kate mi lanciò un'occhiata. 
 
-Trovati qualcun'altra.- Sussurrai.
 
-Ma io voglio te.- Ribatté, come se nulla fosse. -Siamo una bella squadra.- 
 
-Ma se non avevo mai giocato prima!- Esclamai esasperata.
 
"Andiamo Ana. Vai! Divertiti! Qual'è il problema? Hai paura di perdere?" La mia vocina interiore cercò di spronarmi. 
No. Avevo paura di quello che sarebbe potuto succedere. 
 
-Si, ma ti sei rivelata davvero brava.- 
 
-Non voglio venire..- tentai. 
 
-Non vuoi o non puoi? Allora non è vero che hai dei compiti da fare.- 
 
Scoperta.
 
-Si che li ho!- Esclamai disperata. 
 
-Ragazzi perché ci mettete così tanto?- Elliot entrò nella mia stanza.
 
-Anastasia non vuole venire.- Rispose Christian. 
 
-Te lo avevo già detto, Elliot.- Disse Kate. -Credevo l'avessi detto a Christian!- 
 
-E infatti è così.- Si difese lui. 
 
-Ma io non vengo senza di lei.- Esclamò Christian, testardo. 
 
"Oddio." 
Non ne usciremo mai più.
 
-E va bene.- Concessi, sentendo subito tre paia d'occhi su di me. -Ma alla fine della partita voglio ritornare qui.- 
 
-Possiamo andare a mangiare qualcosa come l'altra...- provò a dire Christian, prima che Kate lo bloccasse.
 
-Va benissimo!- Disse. -Ti riporteremo subito qui.- 
 
Lanciai un'occhiata a Christian il quale si strinse nelle spalle e distolse lo sguardo. 
 
-Datemi due minuti per prepararmi.- Sospirai.
 
Corsi in bagno e mi chiusi la porta alla spalle. 
Avrei voluto gridare. Gridare e sfogarmi su qualcosa. Qualsiasi cosa. Ma intanto, in qualche strano modo, sul mio viso comparii un sorriso. 
 
 
*~*~*~*
 
 
-Grazie per aver accettato di venire.- Mi bisbigliò Christian.
 
-Non l'ho fatto per te.- Commentai acida.
 
-Ah no?- Inarcò un sopracciglio.
 
-No.- 
 
-Senti tutta questa situazione è un'enorme casino.- 
 
-Oh, ma davvero? Chissà come mai.- Non potevo essere più sarcastica.
 
-Sono uno stronzo, okay?- Disse, mettendo in moto la macchina. -Lo so. Non c'è bisogno che tu me lo dica.-
 
-Io non ho detto niente.-
 
-Ma so che lo pensi.- "Beh, è ovvio." -E hai ragione. Sono pessimo come persona. Ma non posso farci niente. Io sono fatto così.- 
 
Lo guardai velocemente, insicura su quello che avrei dovuto dirgli.
Cosa si aspettava? Compassione, magari? 
 
-Mi dispiace.- Disse. -Non volevo ferirti, o spaventarti, o tantomeno allontanarti. Nessuna di queste cose erano mia intenzione.-
 
I secondi di silenzio tra di noi, spezzati dalle risate attutite di Elliot e Kate, furono imbarazzanti, e capii che dovevo dire qualcosa. 
 
-Non capisco perché tu ci tenga tanto.- 
 
Ecco. Lo avevo detto. Era un tarlo per me. Dovevo assolutamente sapere perché ci teneva così tanto a starmi intorno.
 
-A cosa?- Fece finta di non capire. 
 
-Perché nonostante tutto quello che è successo tu continui comunque a cercare di rimediare e a cercare di essermi 'amico'?- 
 
-Credo di aver già risposto a questa domanda.- Si picchiettò il mento. -Non lo so, Anastasia.-
 
-Non lo sai.- Ripetei. -Hai molti amici?-
 
-Meno di quanti tu ne pensi.-
 
-Perché?-
 
-Credo che tu lo sappia benissimo.- Rispose ironico.
 
-E cosa ti fa credere che io, dopo tutto quello che è successo, specialmente, diventerò tua amica?- 
 
-Niente.- Disse. -Lo speravo.-
 
-Perché?- Ritentai.
 
-Non lo so.- Rispose. -Quante altre volte me lo chiederai?-
 
-E chi me lo garantisce che non è un trucco per portarmi a letto?- Chiesi a bruciapelo. 
 
Dopo un attimo di esitazione rispose semplicemente: -Io.- 
 
-Senza offesa.- Risi sarcastica. -Ma io non mi fido di te.-
 
-Lo so.- Rispose. -Hai ragione. Ma non saprei come rassicurarti.- 
 
-Mi hai rassicurata anche la prima volta, e guarda com'è andata a finire.- 
 
-Lo so, lo so.- Diede una rapida occhiata allo specchietto retrovisore. -Ma non ero in me in quel momento, credimi.- 
 
-E se io non ti avessi fermato?- Chiesi con voce tremolante.
 
I suoi ardenti occhi grigi schizzarono nei miei. 
-Ti avrei baciata.- Rispose senza esitazioni. 
 
-Mi avresti baciata...- sussurrai. 
 
-Solo questo.-
 
-Solo questo?- Chiesi.
 
-So che stai pensando che probabilmente mi sarei approfittato di te. Ma non è così.- Lesse i miei pensieri. -Sono stronzo, ma non mi permetterei mai di fare qualcosa che tu non voglia.-
 
-Davvero?-
 
-Si, Anastasia. Davvero.- La sua mascella si contrasse. 
 
Dovevo credergli? E a quale scopo, poi? Era una buona idea riprovare a socializzare una terza volta? Sarebbe stato un bene per me?
 
Tagliammo lì la conversazione fino a quando non arrivammo al bowling.
Una volta arrivati lì, inizia a pentirmi della mia scelta.
Avrei dovuto restare in camera e rifiutare, e invece avevo accettato a venire con il ragazzo che giorni prima aveva provato a baciarmi. 
 
"Ottimo, Anastasia."
 
 
-Dobbiamo stracciarli, Ana.- Mi distrasse Christian. -Quindi ho bisogno che tu ti concentra.-
 
-Perché è così importante vincere, per te?-
 
Christian mi guardò come se fossi pazza.
-È una domanda seria?- 
 
Distolsi lo sguardo e mi strinsi nelle spalle.
Si. Era una domanda seria. Lo era eccome. Ma ovviamente mi limitai a restare in silenzio. 
 
-Non vincerete questa volta!- Esclamò Elliot. -Ho addestrato Kate alla grande. Vi stracceremo subito.- 
 
-In tre giorni?- Christian rise. -Continua a sperarci, fratello.- 
 
-Guardate che io sono qui!- Esclamò spazientita, Kate. 
 
-Faremo così: se vincete voi io e Kate vi offriremo la cena. In caso contrario sarete tu e Anastasia ad offrircela.- Disse Elliot.
 
-Con piacere.- Ribattè Christian. -Comincia ad uscire i soldi.- 
 
-Comincia ad uscirli tu.- Lo rimbeccò lui.
 
 
Alla fine i soldi dovettero comunque uscirli Kate ed Elliot. 
 
-Ma come diavolo fate?- Sbottò Elliot. 
 
-Non sai giocare. È questo il problema.- Lo prese in giro, Christian. -E noi siamo comunque troppo forti.- 
 
-Continua a ripetertelo.- Rispose lui. -Ma arriverà il giorno in cui vi stracceremo.- 
 
-E tu continua pure a sognare.- 
 
-Siete una spina nel fianco.- Borbottò estraendo dei soldi. -Ecco. E ora andata pure a godervi la vostra cenetta.-
 
-Che cosa?- Chiesi.
 
-Ce la siamo meritati.- Rise Christian, afferrandomi per mano. -Grazie per i soldi, fratello!-
 
-No, no! Aspetta che fai?-
 
-Andiamo a festeggiare per la vittoria.- Rispose. -Abbiamo vinto la scommessa, ricordi?-
 
-Avevi promesso che mi avresti riportata a casa dopo aver finito!-
 
-Io non ti avevo promesso proprio un bel niente.- Rispose lui. -È stata Kate a promettertelo.-
 
-Christian per favore! Riportarmi al dormitorio.-
 
-D'accordo.- Rispose. -Possiamo comprare qualcosa e mangiare lì.-
 
-No. Scordatelo!-
 
-Perché no?-
 
"Perché non mi fido delle tue intenzioni!"
 
-Senti non mi interessano i soldi, né la cena.- Sparai. -Puoi portare qualcun'altra.-
 
-Ma io voglio te.- Rispose come se fosse la cosa più naturale del mondo. -È la nostra vittoria.-
 
-È stata solo una stupida partita di bowling, Christian!-
 
-Non è affatto stupida!- Ringhiò. -E comunque sia l'abbiamo vinta.-
 
Alzai gli occhi al cielo e sospirai sonoramente.
 
-Non hai altre possibilità, Anastasia.- Disse. -O andiamo da qualche parte, o compriamo qualcosa e ceniamo nella tua camera.- 
 
-Ma io non voglio.- Esclamai. -Non puoi costringermi!-
 
Christian fece un passo indietro, e per un attimo mi sembrò spaventato.
-Non ti voglio costringere..- mormorò. -Volevo solo mangiare qualcosa con te.-
 
In qualche modo la sua espressione mi fece sentire in colpa.
-D'accordo.- Mi arresi. -Andiamo a mangiare qualcosa, ma dopo voglio essere riportata al dormitorio. Mi devi dare la tua parola, Christian.- 
 
La sua espressione si illuminò in un nano secondo.
-Si!- Esclamò. -Te lo giuro.- 
 
-Bene, allora.- Feci cenno verso la sua macchina. 
 
 
*~*~*~*
 
 
-Gradite del vino, signori?- Chiese il cameriere.
 
-Si, grazie.- Rispose Christian.
 
Abbassai lo sguardo sul piatto e mi torturai le mani.
Dire che fossi nervosa era un eufemismo. 
 
-Cos'hai Anastasia?- 
 
-Niente..- mormorai.
 
-Non è vero.- Rispose lui. -Cos'hai? Dimmelo.-
 
-È strano.- Sbottai. 
 
-Strano?- Ripeté sorpreso.
 
-Si, beh... io e te, seduti qui come se fossimo ad un...- mi bloccai, viola per l'imbarazzo. 
 
-Ad un appuntamento?- Christian inarcò un sopracciglio, divertito. 
 
-Si, esatto.- Risposi. -Fino a qualche ora fa ci detestavamo, e invece ora eccoci qui ad aspettare la cena e il vino.- 
 
-Non ci detestavamo affatto.- Puntualizzò. -E si. Ma non c'è nulla di male. Siamo solo due ragazzi che passano una serata insieme. E sappi che io non sono un tipo da appuntamenti o cose simili.-
 
-Ah, no?- Chiesi.
 
-No.- Mi guardò negli occhi. -Non mi interessano le relazioni, Anastasia.- 
 
-Okay.- Mormorai, distogliendo lo sguardo.
 
-Ti prego, non sentirti imbarazzata.- 
 
Prima che potessi rispondere il cameriere portò la prima portata e il vino. 
 
-Alla salute.- Disse Christian, alzando il bicchiere.
 
-Alla salute...- mormorai io, facendolo tintinnare contro il suo.
 
 
*~*~*~*
 
 
-Grazie per la cena.- Dissi tirando fuori la chiave della mia camera.
 
-Ringrazia la tua amica e Elliot.- Rispose Christian. -Ed è anche grazie alla tua bravura che abbiamo vinto.-
 
-Neanche tu sei tanto male.- Sorrisi. 
 
-Lo prenderò come un complimento.- Rise lui.
 
-Lo è.- Risposi. 
 
-È stata così male come serata?- Mi chiese.
 
-No. Per niente.- Mi sorpresi delle mie stesse parole. -È stata divertente.- 
 
Christian sorrise dolcemente.
-Menomale.- Mormorò. 
 
-Già...- sussurrai davanti lo stipite della porta.
 
Christian mi guardò a lungo, poi la sua mano mi sistemò una ciocca ribelle dietro le orecchie. Nel farlo, mi sfiorò la guancia che prese a formicolare velocemente. 
 
-Immagino che ci vedremo domani.- Disse.
 
-Credo di sì.- Bisbigliai con il cuore a mille.
 
-Okay..- 
 
Christian si avvicinò lentamente e tutti i campanelli d'allarme si accesero. Ma non fece ciò che pensavo. 
Mi baciò in fronte. Mi diede un semplicissimo bacio in fronte e si tirò indietro. 
 
-Buonanotte, Anastasia.-
 
E prima che potessi rispondere era già scomparso. 
 
 
 
 
 
 
ANGOLINO AUTRICE:
 
Io non so davvero come chiedervi scusa... Vi avevo promesso che avrei aggiornato una volta a settimana ora che è cominciata la scuola, e che comunque non vi avrei fatto aspettare molto, e invece sono quasi tre settimane(?) che non aggiorno. 
Mi dispiace tantissimo avervi lasciato in attesa per tutto questo tempo! La mia scusa non è solo la scuola, ma in realtà ho anche avuto il così detto 'blocco creativo'.
Sono davvero dispiaciuta, e spero di essermi fatta perdonare con questo piccolo momento di dolcezza tra Christian e Ana. 
Prometto solennemente che entro domenica avrete il vostro nuovo capitolo ricco di emozioni, colpi di scena e tutto quello che volete! 
 
Spero sul serio di essermi fatta perdonare.
Grazie di cuore a tutte voi che dimostrate tantissima dolcezza in ogni messaggio è in ogni recensione. Vi adoro!❤️

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Capitolo 7
*** PROGETTO DI STORIA ***


                                                        PROGETTO DI STORIA
 
 
-Voglio raccontato tutto nei minimi dettagli.- Kate balzò in piedi e mi puntò un dito contro.
 
-Ma non c'è nulla da raccontare, Kate.- Sbuffai io. -Abbiamo cenato insieme e poi lui mi ha riportata qui.-
 
-E non è successo nient'altro?-
 
-No. Certo che no!- 
 
-Secondo me tu gli piaci.- Commentò. 
 
Arrossii leggermente e distolsi lo sguardo.
-Io non credo..-
 
-Come no.- Kate afferrò lo smalto e lo passò sulle sue unghie. -A quest'ora non avrebbe lottato per cercare di restarti vicino.- 
 
-Non è così!- Ribattei. 
 
-Ne sei sicura?-
 
Lo ero?
Per un attimo il mio cervello cercò di elaborare le parole di Kate. 
E se a Christian fossi piaciuta davvero? 
 
-Non importa.- Scacciai i miei pensieri. -Non è un ragazzo di cui fidarsi, ricordi?-
 
-Certo che lo ricordo.- Rispose. 
 
-Bene. Allora concludiamo qui la faccenda.- 
 
-E tu?-
 
-Io cosa?- La fissai confusa. 
 
-Sei sicura che a te lui non piace?- Chiese. -Non ti piace neanche un po'?-
 
La parola 'no' si formò sulle mie labbra, ma non uscii alcun suono. 
Christian mi piaceva? 
No. Neanche per idea.
Non poteva piacermi. Era fuori discussione.
 
-Ana in che cosa ti stai andando a cacciare?-
 
-In nulla!- Esclamai. -Non mi piace. Non è il tipo di ragazzo per me, e lo sai.-
 
-A tutti capita di innamorarsi della persona sbagliata, Ana. Non è colpa tua.- Rispose lei. 
 
-Ma io non sono innamorata!- Esplosi. -Che assurdità, Kate. Smettila di dirlo. Christian non mi piace, okay?-
 
Kate smise di dipingersi le unghie, mi scrutò a lungo, e dopo aver sospirato, mormorò un -okay.- 
 
-Perché non mi racconti di te ed Elliot, piuttosto?- Proposi più conciliante. 
 
-Sai che ho scoperto che quando Christian è stato adottato non parlava?- 
 
-Davvero?- Chiesi genuinamente interessata. 
 
-Si. Elliot mi ha detto che detesta essere toccato. Fa a botte con chiunque provi anche solo a sfiorarlo.- 
 
Immagini di me e lui alla confraternita mi ritornarono in mente, e pian piano i tasselli del puzzle iniziarono a trovare il loro posto. 
 
-Perché?- "Impicciona." 
 
Non erano affari miei, lo so. Ma volevo saperlo a tutti i costi. 
 
-Non lo so.- Rispose Kate, pensierosa. -Mi ha detto che se Christian avesse saputo che me lo ha detto lo avrebbe ucciso.- 
 
-No, certo.- Scossi la testa. -Non è giusto, non sono affari nostri.- 
 
-Magari ha avuto una brutta infanzia.-
 
-Magari...- ripetei. 
 
E se fosse stato davvero così? Possibile che lui non sia mai riuscito a superarlo?
C'era dell'altro sotto. Me lo sentivo.
 
 
*~*~*~*
 
 
-So che è solo Lunedì, ma vorrei che iniziaste a prepararvi per il progetto di venerdì.- Disse il professore. -Dovrete fare un buon lavoro se volete superare questo semestre.-
 
-Hai già deciso con chi lavorare?- Mi bisbigliò un ragazzo accanto a me.
 
-Non ancorata..- mormorai. 
 
-Sono Jeremy, comunque. Mi dispiace di non essermi presentato prima.- 
 
-Oh, non preoccuparti.- Gli sorrisi. -Io sono Anastasia.-
 
Jeremy era un ragazzo apparentemente dolce, dai capelli castani e dagli occhi color caramello.
 
-Sei entrata da poco qui, non è vero?- Mi chiese.
 
-Si. Sono al primo anno.- 
 
-Ti trovi bene?- Sorrise dolcemente.
 
-Si, grazie. Sembra tutto molto divertente!-
 
-Molte cose lo sono.- I suoi occhi si illuminarono. -Allora Anastasia... lavoriamo insieme per il progetto di storia?-
 
-Si, sarebbe bello..- mormorai. 
 
-Grandioso!- Esclamò. -Che ne dici se ci vediamo domani?-
 
-Dom...domani?- Balbettai.
 
-Per il progetto di storia...- disse lentamente.
 
-Ah, sì, certo!- Esclamai. "Dio che stupida che sei, Anastasia!" -Domani va benissimo.-
 
-Grandioso!- Disse. -Allora ci vediamo alla mensa alla fine delle lezioni?-
 
-D'accordo.-
 
-A domani, allora.- Sorrise. 
 
 
 
"Ana devo prendere degli appunti importanti. Non posso venire a pranzo, ci vediamo questo pomeriggio.
KateXX" 
 
Meglio. Avrei pranzato in camera e mi sarei potuta dedicare allo studio. 
 
Digitai un veloce: "Okay, ci vediamo dopo." E mi diressi alla mia stanza.
 
 
-Sai, credevo che non saresti più tornata.- Un Christian annoiato giaceva sul mio letto. 
 
Sospirai sonoramente, e dopo essermi tolta la tracolla sbuffai verso di lui. 
-E io credevo che tu ogni tanto frequentassi le lezioni.-
 
-E infatti è così.- Rispose mettendosi a sedere. -Ma sono finite prima.-
 
-Ma guarda come sei fortunato.- Ironizzai. 
 
-Va tutto bene?- Chiese. 
 
-Certo. Perché non dovrebbe?- Sorrisi. 
 
-Chiedevo soltanto..- mi scrutò silenziosamente. 
 
Posai il cellulare sul tavolo e mi voltai verso di lui.
-Cosa ci fai qui?-
 
-Sono venuto a trovarti.- 
 
-Ah..-
 
-Ah?- Ripeté.
 
-Grazie.- Cercai di rimediare. -Per essere venuto a trovarmi.- 
 
-Figurati.- Disse. -Potremmo pranzare insieme.- 
 
-Non ho fame.- Risposi. -E devo finire i compiti.-
 
-Che vuol dire che non hai fame?-
 
"Oddio. Ecco che ci risiamo." 
 
-Volevo dire che ho già mangiato, e ora non ho fame.- Mentii. Ma ovviamente lui non se la bevve per niente.
 
-Sei una pessima bugiarda, Anastasia.- 
 
-Mangerò dopo, promesso.- "Perché diavolo glielo stai promettendo, Anastasia?!"
 
-Quindi immagino che tu mi stia cacciando...- 
 
-Non esattamente.- Risposi. -Ho solo bisogno di silenzio per poter studiare. E dubito sinceramente che tu mi farai concentrare.-
 
-Okay, okay.- Si arrese. -Che ne dici di domani, allora?-
 
-Vada per domani.- Mi arresi. Ma un pensiero mi colpii la mente. -No, anzi, non posso.- 
 
-Come? Perché no?- Scattò lui. 
 
-Mi dispiace. Ho promesso a Jeremy che avrei fatto coppia con lui per il progetto di storia. Dobbiamo vederci domani alla mensa.-
 
-Jeremy?- Le sue sopracciglia si aggrottarono. -Chi diavolo è Jeremy?- 
 
-Un compagno del mio corso...- mormorai. 
 
-Non ti avevo mai sentita parlare di lui.- Christian iniziò a camminare nervosamente avanti e indietro.
 
Il suo comportamento mi confuse.
 
-Si, lo so. Questo perché ci siamo conosciuti oggi.- Lo seguii con gli occhi. 
 
-E hai deciso di fare coppia con un ragazzo appena conosciuto?-
 
-Dobbiamo solo fare uno stupido progetto insieme, Christian!- Esclamai. -Qual è il problema?-
 
Lui si bloccò di scatto.
-Non c'è nessun problema.- Disse. -Chiedevo soltanto.-
 
-Davvero?- Non me la bevevo per niente. 
 
-Si. Davvero.- Rispose. -Beh, allora immagino che ci vedremo da qualche altra parte. Devo andare ora. Ci si vede in giro..-
 
-Okay...- fu l'unica cosa che riuscii a dire. 
 
Christian doveva sicuramente soffrire di doppia personalità. Un caso davvero molto grave. Non avevo altre spiegazioni.
 
 
*~*~*~*
 
 
-Sono disperata.- Kate poggiò la testa sul mio letto. 
 
-Cos'è successo?-
 
-Sai che ho scoperto che la settimana prossima sarà il compleanno di Elliot?-
 
-E allora...?- 
 
-Che vuol dire allora?- Esclamò lei. -Cosa dovrei regalargli? Forse potrei organizzare un festa a sorpresa! Ma se poi pensa che sono troppo appiccicosa?- 
 
Mi venne da ridere.
Kate era proprio cotta. 
 
-Beh? Cos'è quel sorriso?- 
 
-Sembra proprio che ti piaccia Elliot.- Commentai. 
 
Dopo un attimo di esitazione anche lei sorrise.
-Si. Credo proprio di sì, Ana.- Sospirò.
 
-C'è qualche problema?-
 
-No. Non credo...- mormorò. -Stiamo bene, anzi benissimo, quando siamo insieme. Ma se lui non prova ciò che provo io?- 
 
-Sono sicura che non è così, Kate!- Esclamai. -Potreste parlarne, magari.-
 
-Dovremmo..- rispose. -Ma non ora. Adesso devo pensare a cosa potergli regalare.- 
 
Quest'ultima frase non mi piacque per niente.
 
-Perché non andiamo a farci un giro al...-
 
-No.- La bloccai. -Ti prego, no.- 
 
-Ana, per favore!- Mi supplicò. -Sono davvero disperata!-
 
-Si, ma..-
 
-Perfetto allora!- Batté le mani. -Ti voglio pronta tra dieci minuti.- E detto questo si alzò e uscì in fretta dalla camera.
 
"Fantastico..!" 
 
 
*~*~*~*
 
 
-Un buco nell'acqua.- Esclamò Kate, furiosa. -Possibile che non ci sia nulla di adatto?-
 
-Magari potresti cercare su internet..- proposi. 
 
-Si, è quello che ho intenzione di fare.- Disse. -Grazie per avermi accompagnata. Ci vediamo domani.- 
 
-A domani Kate.- 
 
 
"Stai attenta domani. Jeremy potrebbe essere un potenziale serial killer."
 
Il messaggio di Christian mi fece scoppiare a ridere. 
 
"Starò attenta, capitano. Ti chiamerò subito nel caso provi ad uccidermi." 
 
La risposta fu immediata.
"Chiamami subito ugualmente." 
 
"Sei davvero preoccupato che mi faccia qualcosa?!" 
 
Perché mai Christian doveva essere preoccupato per me? 
 
"Sì che lo sono." 
 
Ah, fantastico.
Christian era preoccupato per me. Il solo pensiero mi fece accelerare i battiti del cuore. 
 
"Starò attenta. Promesso." 
 
"Ci conto. 
Buonanotte, Anastasia." 
 
Sorrisi.
"Buonanotte, Christian." 
 
Appoggiai il cellulare sul comodino e sospirai.
Era tutto così confuso... 
 
 
Il giorno dopo, alla fine delle lezioni, Jeremy fu puntualissimo. 
 
-È andata bene la lezione, oggi?- 
 
-Si, grazie.- Sorrisi. -E la tua?- 
 
-Abbastanza.- Sorrise a sua volta. 
 
-Allora, ti va di andare a pranzare al Berry's?- 
 
-Non ho ancora molta familiarità con Seattle.- Ammisi leggermente imbarazzata. 
 
-È un bar qui vicino. Molti ragazzi del campus lo frequentano.- Sorrise. 
 
-Bene, allora.- 
 
-Oh, aspetta.- Mi bloccò.
 
Mi raggiunse in fretta e mi aprii la portiera della macchina. 
 
-Grazie..- mormorai imbarazzata. 
 
-Allora, Anastasia. Da dove vieni?- 
 
-Da Savannah, in Georgia.- 
 
-Amo quel posto.- Commentò.
 
-Davvero?- Chiesi sorpresa. -Ci sei mai andato.- 
 
-Due o tre anni fa.- Mi lanciò una brev occhiata. -Con la mia famiglia.-
 
-Tu sei di Seattle, invece?- 
 
-Si. Sono nato qui.- Rispose. -È una bella città. Ti ci abituerai.-
 
-Ne sono sicura!- Esclamai entusiasta. -È sempre stato il mio sogno venire a vivere qui.- 
 
-Allora se magari qualche volta vuoi visitare la città puoi chiamarmi.- Sorrise. 
 
-Davvero? Grazie!- Esclamai entusiasta.
 
Era quasi passato un mese da quando ero entrata a far parte della Seattle University e non avevo mai avuto occasione di visitare per bene la città. 
 
Jeremy mi aprii la portiera della macchina e mi offrì la sua mano. 
Era galante. Fin troppo galante.
 
 
-Cosa prendi?- 
 
-Mh... un hamburger?- Proposi. 
 
-Ottima scelta.- Disse. -Ne prendo uno anch'io.- 
 
Sorrisi imbarazzata.
Jeremy era carino, ma questo suo modo di fare era davvero imbarazzante.
 
-Perché non mi parli dei tuoi genitori?-
 
-D'accordo..- mormorai. -Mia madre è al marito numero quattro al momento. È un inguaribile romantica... Mio padre invece, è morto poco prima che nascessi, e fino a qualche anno fa ho vissuto con Ray, il mio patrigno. Lui è fantastico.-
 
-Mi dispiace.- Rispose. -Come mai non hai vissuto con tua madre?-
 
"Cosa c'entra questo con il progetto di storia!?" 
 
-Il marito numero tre ed io non andavamo d'accordo, e poi Ray mi mancava.- Spiegai. 
 
-Capisco.- Sorrise.
 
-E i tuoi genitori?- Chiesi. 
 
-Ho tre fratelli più piccoli.- Disse. -Mia madre ci ha abbandonati quando io avevo tredici anni, quindi ci è rimasto solo nostro padre.-
 
-Oh...- sussurrai. -Mi dispiace.-
 
-No, non dispiacerti. Può andare all'inferno mia madre, per quanto mi riguarda.-
 
Rimasi zitta, incapace di dire qualcosa. 
 
-Hai già qualche idea per il progetto di storia?- Cambiò discorso.
 
-Che ne dici di parlare della guerra civile?- Proposi.
 
-Mi sembra un'ottima idea.- 
 
 
Tre ore dopo avevamo finito di raccogliere le idee. Dovevamo solo scriverle e fare quindi un buon compito. 
 
-È stato davvero divertente.- Commentò.
 
-Credo che andrà bene.- Sorrisi. 
 
-Io credo che siamo un'ottima squadra, Anastasia.- 
 
Sorrisi leggermente. 
-Credo di sì..-
 
-Che ne dici di vederci anche domani?- Chiese.
 
-Domani..?-
 
-Si. Domani sera.- Disse. -Potremmo andare a mangiare una pizza, magari.- 
 
-Ecco...-
 
-Che peccato amico.- Christian ci raggiunse. "Grazie a Dio!" -Domani sera è già impegnata.- 
 
Jeremy ci guardò sorpreso e fece un passo indietro.
-Mi dispiace..- si scusò. -Non sapevo che voi... non importa. Ci vediamo venerdì, Anastasia.- 
 
"Noi? Non c'è nessun noi."
 
-Perché l'hai fatto?- Esclamai.
 
-Prego, Anastasia.- Mi prese in giro.
 
Lo guardai male.
 
-Volevi uscire con lui?- Chiese.
 
Sospirai sonoramente.
-No. Ma non c'era bisogno che tu ti intromettessi.- 
 
-Non mi sono intromesso.- Mi seguì in corridoio. -Ti ho solo dato un piccolo aiuto. Anche perché, ad essere sinceri, dubito seriamente che avresti rifiutato.- 
 
-Guarda che non è affatto vero!- 
 
-Certo, certo.- Rise. -Vi siete divertiti?-
 
-Ti interessa sul serio?- 
 
-Certo.- La sua espressione mi parve vagamente ferita. 
 
-Scusa..- sospirai, estraendo le chiavi. -Si. È stato divertente.-
 
-Vorrei poterti credere.-
 
-È così!- Esclamai. Ma difronte la sua buffa faccia, sospirai e mi arresi. -Okay, forse divertente è una parola grossa, ma non è stato così male.- 
 
Christian rise e si sdraiò sul mio letto.
-Prima ho incontrato Katherine.- Disse. -Sembrava che avesse una crisi isterica.- 
 
Scoppiai a ridere.
-Si, beh, è disperata perché non sa cosa regalare ad Elliot per il suo compleanno.- 
 
-Che cosa stupida.- Borbottò. 
 
-A Kate piace davvero Elliot.- 
 
-Non so cosa ci trovi di speciale, ma credo che anche a lui lei le piaccia molto.- 
 
-Guarda che stai parlando della mia migliore amica.- Puntualizzai. 
 
-Si. Lo so.- Sorrise. -Credo comunque che inviterà l'intero campus a casa dei miei.-
 
-Davvero?- Chiesi sorpresa. "L'intero campus?" 
 
-Si. A lui piacciono le feste in grande.- 
 
-Oh..-
 
-Sarà divertente, credo.- 
 
-Non lo so..- mormorai. -Non mi piacciono molto le feste.-
 
L'espressione di Christian si incupì leggermente.
-Non ti lascerò bere come l'ultima volta.-
 
-Chi ti ha detto che verrò anch'io?- Chiesi. 
 
-Io.- Rispose. 
 
Il solo pensiero di conoscere la famiglia di Christian mi fece rabbrividire. 
 
-Non lo so...- 
 
-Sarà divertente, promesso.-
 
-Vedremo.- Sorrisi. -Magari verrà anche Jeremy.- Lo presi in giro.
 
-Lo metterò nella lista degli esclusi.- 
 
-Cos'hai contro quel povero ragazzo?- Risi.
 
Christian sorrise leggermente, ma non disse nulla. Si limitò a fissarmi. 
 
-Cosa c'è?- Chiesi.
 
-Niente.- Si mise seduto. -È solo che mi piace guardarti ridere.-
 
A quella piccola frase il mio cuore perse un battito.
Ero persa. Completamente persa. 
 
 
 
 
 
ANGOLINO AUTRICE:
Questa volta sono stata puntuale! 😇 
Ci tenevo a ringraziarvi davvero di cuore, non solo per avermi aspettata e per avermi perdonata, ma anche per la vostra infinita dolcezza. Davvero, non sapete quanto mi facciano felice i vostri messaggi! ❤️❤️
Detto questo, continuate pure a segnalarmi gli errori che commetto in modo che possa migliorare, non solo per me, ma anche per voi!
Vi adoro! Siete fantastici ❤️

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Capitolo 8
*** SVOLTA? ***


                                                              SVOLTA?
 
 
       ~15:57
         TRE GIORNI DOPO.~
 
"Tu sei pazza, Anastasia Steele. Completamente pazza." 
 
Per una volta la mia vocina interiore aveva ragione da vendere. 
Stavo impazzendo eccome. E se c'era qualcuno da incolpare... quel qualcuno era proprio Christian. 
 
"Cosa diavolo ti sta prendendo, Anastasia? Christian è antipatico, arrogante, e la lista potrebbe continuare all'infinito. Toglitelo immediatamente dalla testa!" 
 
Già. Il problema era come potessi evitare di pensarlo.
 
Perché doveva comportarsi sempre in quel modo? Mi confondeva.
Un attimo prima era arrabbiato e menefreghista, un attimo dopo dolce e simpatico. 
 
"Cosa c'è di sbagliato in quel ragazzo?!" 
 
Troppe cose. E io dovevo restarne fuori. Ma non potevo.
Per quanto ci provassi... non ci riuscivo.
 
 
*~*~*~*
 
 
-Invito ufficiale!- Kate mi si posizionò davanti. 
Il suo sorriso era talmente splendido che avrebbe potuto accecarmi. 
 
-Di che cosa parli?- Sorrisi.
 
-Di Elliot.- Squittì. -Ci ha invitate a casa sua per il suo compleanno.-
 
-Ci?-
 
-Si!- Esclamò. -È impegnato con gli studi, e mi ha chiesto di darti questo anche a te.- Mi passò un invito.
 
-Una festa in maschera.- Lessi. -Sul serio?- 
 
-Non bisogna travestirsi per forza.- Mi spiegò. -Ma noi ci travestiremo ugualmente.-
 
-Non ho nessun'altra scelta, è così?- 
 
-Esatto.- Sorrise. -Proprio nessuna.- 
 
"Fantastico." Sospirai. "Non potrei desiderare di meglio." 
 
-Ma ci pensi?- Esclamò battendo le mani. -Conosceremo per la prima volta i suoi genitori!- 
 
"Non devi esserne preoccupata, Anastasia. Tu non hai nessun motivo per essere felice. Christian è solo un... amico." 
 
-E perché dovrebbe essere così... 'bello', per me?- 
 
-Oh, andiamo!- Mi guardò come se fossi stupida. -Ormai tu e Christian state continuamente insieme. È chiaro che sarà lui a portarti a casa sua e a presentarti ai suoi genitori.- 
 
-Kate!- Sbuffai. -Ma che idea ti sei fatta?- 
 
-Un'idea ben precisa.- Rispose altezzosa. -Ma so che dicendotela ti farei arrabbiare. E tu ti arrabbieresti perché sai che è la verità, quindi è meglio che io non dica niente.- 
 
-Stiamo solo provando ad essere amici.-
 
-Io non ho detto nulla, infatti.- Si mise il mascara e sorrise.
 
-Ma pensi tutt'altro di ciò che io ti sto dicendo.-
 
-O magari sei tu a pensare tutto il contrario di quello che mi stai dicendo.- Alzò un sopracciglio in segno di sfida. 
 
"Non combattere, Ana. Perderesti alla grande." 
 
-Okay. Sai che ti dico?- Mi alzai e mi sistemai la gonna. -Andiamo a fare un po' di shopping. Non abbiamo abiti con cui mascherarci.- 
 
Kate si girò di scatto, completamente sconvolta. Poi scoppiò a ridere.
-Cavolo, Anastasia!-
 
-Che c'è?- 
 
-Devi proprio essere confusa sul vostro rapporto se usi addirittura lo shopping per tentare di sviare il discorso.-
 
Kate mi conosceva.
E molto, anche.
A volte la detestavo per questo.
 
-Continua a credere ciò che vuoi.- Continuai, tentando di restare indifferente. -Non m'importa.-
 
Non ottenendo nessuna risposta da lei, mi girai, e infastidita dissi: -Allora, vieni o no?- 
 
-Certo che vengo.- Esclamò, mettendo il lucida labbra. -Ma Anastasia... non c'è davvero nulla di male nell'innamorarsi.- Mi superò in fretta ed uscì. 
 
-Io non sono innamorata!- Esplosi. 
 
Non potevo esserlo. 
Non di Christian Grey, almeno.
 
 
*~*~*~*
 
 
-Anastasia!- Esclamò Jeremy, vedendomi.
 
-Jeremy... ciao.- Mormorai.
 
-Va tutto bene?- Chiese. 
 
-Si. Tutto alla grande.- "Più o meno.."
 
-Senti, volevo scusarmi con te per l'altro giorno..-
 
-Scusarti?-
 
-Si. Io non sapevo di te e Christian..- mormorò imbarazzato. -Non che volessi provare a fare qualcosa. Ma ci tenevo a chiarire.-
 
"Me e Christian?"
 
-Che cosa?- Esclamai. -No! No, Jeremy tu hai frainteso tutto! Non c'è nulla tra me e Christian!-
 
-Stai scherzando.- Spalancò gli occhi. -Ma lui sembrava così...-
 
-Lo so.- Lo bloccai. -Non so neanch'io perché si ostina a comportarsi in questo modo, ma non c'è nulla tra di noi. Posso assicurartelo.- 
 
-Wow...- sospirò. -Beh, la situazione è piuttosto imbarazzante.-
 
-Già..- risposi, senza sapere cos'altro dire. 
 
-È una fortuna, allora.- Commentò.
 
-Una fortuna?- Aggrottai le sopracciglia, confusa. -Che intendi?-
 
-No. Niente. Non importa.- Sorrise enigmatico. -Allora immagino che domenica sarai al compleanno di Elliot.- 
 
-Si..- risposi ancora frastornata. -Ha invitato anche te?-
 
-Credo che abbia invitato l'intero campus.- Rise di gusto. -Verrai mascherata?-
 
-Purtroppo non ho altra scelta.- 
 
-Magari potremmo andarci insieme... se ti va.- Propose.
 
"Oh, no.." 
 
-Certo.- La mia bocca parlò da sola. -Sarebbe bello. Ti farò sapere..- mi corressi. 
 
-Perfetto, allora!- I suoi occhi si illuminarono. -Ci vediamo domani.-
 
-Domani?-
 
-A lezione di storia.- Chiarì.
 
-Ah.. si, certo!- "Ma quanto sei stupida, Steele?" -A domani, allora.- 
 
 
 
'Spero che tu abbia già trovato un vestito per la stupida festa di mio fratello.' 
Il messaggio di Christian mi distrasse dai compiti.
 
Sorrisi come una sciocca, e digitai velocemente il messaggio.
'Possibile.' Scrissi. 'E tu? Da cosa ti travestirai?' 
 
'Vuoi fare la misteriosa?' Diceva il primo rigo. 'Io sarò un sexy spogliarellista.' 
 
Scoppiai a ridere.
'Vuoi attirare l'attenzione delle ragazze?' 
 
La risposta fu immediata.
'Non per vantarmene, ma attirerei l'attenzione delle ragazze anche senza uno spogliarello.' 
 
Non ne dubitavo, e il sol pensiero mi fece incupire. 
"Cavolo, Anastasia! Qual'è il problema?" 
 
Un secondo messaggio arrivò tre minuti dopo.
'Solo tu non ti sei ancora accorta di quanto sexy io sia.' 
 
Come si sbagliava.
"Piantala, Anastasia!" 
 
'Sei sempre così sicuro di te?' 
 
La sua semplice risposta mi fece sorridere.
'Si.' 
 
'Buono a saperlo.' 
 
'Non mi hai ancora detto da cosa ti travestirai tu, Anastasia.' 
 
Mi morsi un labbro e sorrisi.
'Da spogliarellista sexy.' Digitai. "E questo dà dove diavolo esce fuori?!" 
 
'Potresti ucciderci.' Fu la sua risposta. 'Meglio non rischiare. Che ne dici di travestirti da suora? Sono carine.'
 
'Da suora? Sul serio?' 
 
La risposta fu immediata.
'SI. SONO SERIO ECCOME. NON IMMAGINI NEANCHE COME SIANO I RAGAZZI A DELLE FESTE.' 
 
Era arrabbiato? Per cosa, poi?
Cavolo stavo solo scherzando! 
 
'Non urlare.' Scrissi. 'Stavo solo scherzando, Christian.' 
 
'Ti stavo solo mettendo in guardia.'
 
'Da cosa?'
 
'Dai ciò che i ragazzi potrebbero fare alle belle ragazze.' 
 
Il suo messaggio fu abbastanza per far aumentare i battiti del mio cuore.
 
'Aprimi.' 
 
Aggrottai la fronte.
'Cosa?' 
 
'La porta.' Scrisse. 'Apri la porta. Sono qui fuori.'
 
Scoppiai a ridere e mi tirai su. 
 
-Sei piuttosto lenta.- Christian mi scansò ed entrò.
 
-Accomodati pure.- Dissi ironica, chiudendo la porta. 
 
-Grazie.- Rispose, sdraiandosi sul mio letto. -Dove diavolo sei stata tutto il pomeriggio? Ti ho aspettata ma tu non c'eri.- 
 
-Sono andata a cercare un vestito con Kate, e poi ho incontrato Jeremy.- 
 
-Ancora lui?- Si mise un cuscino in faccia.
 
-Si è scusato con me per il comportamento di qualche giorno fa. Credeva che fossi il mio ragazzo, Christian.- Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa. 
 
-Dimmi che lo crede ancora.- Biascicò.
 
-Certo che no!- Esclamai con il cuore a mille. -Perché avrebbe dovuto?-
 
-Non mi piace quel ragazzo.- Commentò acido.
 
-Perché no? A me sembra un bravo ragazzo.- 
 
-L'apparenza spesso inganna, Anastasia.- 
 
-Davvero?- Alzai un sopracciglio. -È un peccato, perché mi ha offerto di accompagnarmi al compleanno di Elliot.-
 
-Che cosa?- Scattò lui. -E tu hai rifiutato, vero?-
 
-Non proprio..-
 
-Che vuol dire non proprio?- I suoi occhi erano talmente grigi che sembrava che stessero per prendere fuoco. -Dannazione, Anastasia!-
 
-Qual'è il problema? Perché te la prendi tanto, Christian?- 
 
-Te l'ho già detto.- Alzò la voce. -Quel ragazzo non mi piace.- 
 
-E perché dovrebbe interessarmi?- Chiesi. -Neanche tu mi piacevi, e intanto ho deciso di darti più di una possibilità!- 
 
Christian ammutolì, ma saltò in piedi. 
 
-Jeremy ti piace?- Sembrava confuso.
 
-No! È solo un amico.- 
 
-E io che cosa sono?- Chiese. 
 
Deglutii, ma rimasi in silenzio.
Cos'era Christian per me? 
 
-Perché te la stai prendendo tanto?- Sussurrai. 
 
-Non ci provare, Anastasia.- Scattò. -Rispondi alla mia domanda.-
 
-Non lo so.- Risposi. -Non lo so, okay? Che cosa sei, Christian?- Gridai. 
 
Questa volta fu lui a restare zitto. 
 
-Io credo di impazzire ogni volta che sto con te.- Confessai. -Ma al tempo stesso mi fai stare bene. Sei il ragazzo più complicato e lunatico che abbia mai conosciuto. E quando ti comporti così ti odio. Ti odio perché sei ingiusto nei miei confronti, ma in un attimo riesci a cambiare personalità, e ritorni ad essere il ragazzo più adorabile che io possa conoscere. Mi confondi Christian.- 
 
Lui continuò a restare zitto, il che mi innervosii parecchio. 
 
-Beh, di qualcosa!- Gridai. -Prima mi chiedi cosa sei per me e poi resti in silenzio? Qual'è il tuo problema, Christian? Dimmelo perché...-
 
I suoi passi furono fulminei, e in un attimo lui fu davanti a me. 
Fu come se tutto il mio corpo reagii alla sua presenza. Poi, come in un film a rallentatore, vidi le sue labbra avvicinarsi alle mie, lente e incerte. E dopo attimi di confusione su ciò che stava accadendo tra di noi, i miei occhi si chiusero istintivamente e le mie labbra bramarono le sue. 
 
Fu strano all'inizio. 
Christian era strano. 
Sembrava quasi spaventato all'idea di baciarmi. 
 
Ma Christian superò quasi immediatamente la fase dell'incertezza quando vide che non mi ritrassi, ma che al contrario, lo accolsi. 
Le sue labbra erano più morbide e più dolci di quanto mi aspettassi, e, anche se incerte, mi trasmisero calore e sicurezza. 
 
Era strano pensarlo di un ragazzo che credevo mi avrebbe trasmesso emozioni contrarie, ma era così. Dovevo proprio ricredermi. 
 
Le sue mani mi afferrarono i fianchi, e le sue labbra spronarono le mie ad aprirsi. E così fu. 
Le mie mani raggiunsero i suoi capelli, anch'essi morbidi, quasi come la seta. E le mie labbra... loro si arresero a quelle dolci ed esperte di Christian. 
 
I nostri corpi, così come le nostre labbra, sembrava che fossero in sintonia.
Christian mi spinse verso la scrivania, e tutto quello che vi si trovava sopra lo buttò giù in un istante.
Le mie mani raggiunsero il suo collo, e prima che me ne rendessi conto lui le afferrò di scatto e me le riportò tra i suoi capelli. 
 
Sembrava quasi volesse divorarmi. 
Poi, molto più lentamente, mi accarezzò il viso e staccò le sue labbra dalle mie. 
Ansimava leggermente, ma dopo attimi di silenzio alzò gli occhi e mi guardò.
 
-Credi che io sia l'unico a farti impazzire?- Mormorò. -Tu sei la ragazza più testarda che io abbia mai conosciuto. Ma sei anche l'unica che mi abbia mai tenuto testa, e questo mi è sempre piaciuto, Anastasia. Amo e odio questo tuo comportamento.-
 
Inumidii leggermente le mie labbra e deglutii, ma rimasi zitta.
 
-Io...- 
 
Delle risate dietro la porta mi fecero bloccare immediatamente, e in un attimo Bethany e Dallas apparvero sulla soglia.
Christian chiuse gli occhi e abbassò la testa, chiaramente frustrato. 
 
-Abbiamo... abbiamo interrotto qualcosa?- Bethany si bloccò sulla soglia, chiaramente a disagio.
 
-No!- Esclamai, rossa come il fuoco. -Proprio nulla.- Scansai bruscamente Christian e scesi dalla scrivania. 
 
Gli sguardi di Bethany e Dallas andarono dritti a tutti gli oggetti della scrivania rovesciati per terra. 
 
-Mi dispiace..- mormorai. -Ma non è come sembra. Noi..-
 
-Non è come sembra?- Scattò Christian. 
 
-È meglio se noi torniamo dopo..- mormorò Bethany. 
 
-Allora?- Christian sembrava furioso. 
 
-Mi dispiace.- 
 
-Per cosa?- Chiese. 
 
Per cosa?
In effetti non lo sapevo.
 
-Non lo so.- Confessai. -Sono confusa.-
 
Christian sospirò, ma poi disse: -Si. Anch'io.- 
 
-Non capisco.- Aggrottai la fronte. -Perché mi hai baciata?-
 
-E tu perché hai baciato me?- 
 
-Christian.- Sospirai. -Credevo che a te non interessasse avere relazioni.- 
 
Lui si passò una mano fra i capelli e iniziò ad andare avanti e indietro per la stanza.
Sembrava quasi un'animale in gabbia. 
 
-Sei tu.- Spiegò. -Io mi ero creato un mondo tutto mio. Stavo in pace. Ma poi sei arrivata tu. Hai stravolto tutto, Anastasia.- 
 
-Io?- Chiesi. -Come posso essere io?- 
 
-Non lo so.- Confessò. -Ma il fatto che tu mi tenga testa o che non sia ai miei... quello che voglio dire è che sei diversa. Te lo avevo già detto, e non mentivo, Anastasia. Devi credermi.-
 
-E questo ti piace di me?- Chiesi incerta.
 
-Mi piace tutto di te.- Rispose senza esitazione. -Mi fai impazzire.-
 
Deglutii per la centesima volta e abbassai lo sguardo. 
-Io...-
 
-Lo so.- Mi bloccò. -Sono più confuso di te, Anastasia. E so benissimo di essere uno stronzo. Io... forse è meglio che vada.- 
 
-Che cosa?- "No, ti prego no." 
 
-È meglio così.- Mormorò. -Ci vediamo domani, d'accordo?- 
 
Mi baciò la fronte, e come se non fosse successo nulla, aprì la porta e se ne andò, lasciandomi davanti il letto con mille domande in testa.
 
 
 
 
ANGOLINO AUTRICE:
 
Questa volta sono stata davvero puntuale 🎉🎉 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e se è così venite qui sotto a farmelo sapere!! Ho davvero bisogno di tutti i vostri pareri. Voi siete la mia unica e sola forza!
Non vorrei illudervi (e infatti non vi prometto nulla) ma magari prima di domenica prossima riesco a regalarvi un altro capitolo...😇
 
Vi adoro❤️❤️
 

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Capitolo 9
*** FESTA IN MASCHERA ***


                                                    FESTA IN MASCHERA (PRIMA PARTE)
 
-Anastasia!- Squittì mia madre dall'altro capo del telefono. -Cosa succede? Ti ho chiamata tre volte questa settimana.- 
 
-Lo so.- Mi passai una mano tra i capelli. -È solo che sono stata molto occupata.- 
 
-Davvero?- Chiese per niente convinta. -Ma tu stai bene?- 
 
-Si..- sussurrai. -Benissimo.-
 
-Oh, tesoro...-
 
-Va tutto bene, mamma.- La bloccai. -Il college mi sta risucchiando, ma io sto bene.- 
 
-C'entra qualche ragazzo?-
 
-No!- Esclamai. 
 
Mamma restò in silenzio.
 
-In verità si..- mi arresi. -Ma è complicato.- 
 
-Vuoi parlarmene, tesoro?-
 
-No.- Risposi. -Grazie mamma, ma non c'è davvero nulla da dire.-
 
-Sai che io sono qui, Anastasia. Chiamami quando vuoi.- Disse. -Vuoi che venga a trovarti?-
 
-No, mamma. Va tutto bene, sul serio! Smettila di preoccuparti.- Feci un breve sorriso. -Ora ti devo lasciare. Ti richiamo domani, però. Notte.- 
 
-Buonanotte, tesoro.- Rispose dolcemente lei.
 
Gettai il cellulare sul letto e iniziai ad andare avanti e indietro per la stanza, cercando di capire cosa avrei dovuto fare. 
Dopo il bacio di ieri, Christian aveva letteralmente iniziato ad ignorarmi. 
Gli avevo mandato SMS, lo avevo chiamato e mandato un mucchio di messaggi sulla sua segreteria telefonica, e lui nulla. Zero. Mai una risposta. 
Alla seconda ora delle lezioni lo avevo perfino incontrato in corridoio, ma lui, facendo finta di non vedermi, aveva cambiato direzione in fretta. 
In più, la mia critica vocina interiore non voleva smettere di parlare un attimo, e continuava a sussurrarmi: "Sei caduta nella sua trappola. Esattamente come voleva lui." E io sapevo che aveva ragione. 
 
Quando sentii delle chiavi aprire la serratura della stanza, mi ritrovai stupidamente a sperare che fosse Christian.
Invece era Bethany. Ovviamente.
 
Aprì la porta lentamente, quasi come se temesse di sorprenderci un'altra volta. 
Quando vide che ero da sola sorrise caldamente ed entrò.
 
-Cosa fai in piedi, al centro della stanza?- Mi chiese. 
 
-Stavo pensando.- Confessai. 
 
Bethany fece una smorfia.
-Christian è già passato a qualcun'altra?- 
 
La sua domanda mi colpii, e mi ferii, anche. 
Abbassai lo sguardo. 
 
-Oh, Ana..- Bethany si avvicinò. -Mi dispiace, non avrei dovuto dirlo.-
 
-No.- Mormorai. -Non è colpa tua. È solo la verità. Probabilmente lo avevo già stancato.- 
 
-Ma cos'è successo?- 
 
-Ci siamo baciati. E sembrava bello..- Dissi. "Molto più che bello." -Poi abbiamo iniziato a parlare, e subito dopo sei arrivata tu, e in quel momento tutto il suo comportamento è cambiato.-
 
-È colpa mia!- Esclamò lei. -Mio Dio, non posso credere di avervi rovinato quel momento!- 
 
-No, non è colpa tua, Bethany.- Sospirai. -Christian stava solo cercando una scusa per scaricarmi.-
 
Bethany restò in silenzio, ma vedevo nei suoi occhi che era dispiaciuta per me. 
 
-Ha detto che era meglio che se ne andasse. E da ieri non mi ha più rivolto la parola. Ho provato a chiamarlo, ma non risponde. E in corridoio... fa finta di non vedermi, e poi cambia direzione.- 
 
-Questo è strano..- commentò Bethany. -Ti assicuro che non si comporta mai così.- 
 
-E allora qual è il suo problema?- 
 
-Anastasia Christian è... complicato.- Rispose. -Dice sempre cosa vuole dalle ragazze. E tu hai due possibilità, o accetti o rifiuti. Ma con te... sono sicura che tu gli piaci.-
 
"Come no."
-Se fosse così non avrebbe nessun motivo di evitarmi.- Commentai. -Ma non importa. Non morirò per questo.-
 
-Tu non lo conosci, Anastasia.- Insisté lei. 
 
-No. Ed è meglio così.- Affermai. -Grazie Bethany. Avevo davvero bisogno di parlarne con qualcuno.- 
 
Lei sorrise tristemente, ma non aggiunse altro. 
 
 
*~*~*~*
 
 
-Terra chiama Anastasia. C'è nessuno?- Rise Jeremy. 
 
-Scusa!- Esclamai, riscuotendomi dai miei pensieri. 
 
-Va tutto bene?- Chiese.
 
-Si.- Risposi. -Ero solo soprappensiero.-
 
-Mh..- mi scrutò per qualche minuto. -Sei sicura?-
 
-Si, certo.- Abbozzai un sorriso. 
 
-Bene.- Rispose. -Allora, andiamo insieme al compleanno di Elliot?-
 
"No. Neanche per idea."
-Io... non credo che verrò.- Confessai. -Mi dispiace.-
 
-Che cosa?- Disse. -Perché no? Cos'è successo?-
 
-Non è successo nulla.- Mentii. -È solo che non mi va di andare ad una festa.-
 
-Credevo che non avessi altra scelta.- Citò le mie parole. -E poi non hai già comprato una maschera?- 
 
"Kate andrà su tutte le furie."
-Si è così.- Risposi. -Ma non ho davvero nessuna voglia di andarci.- 
 
Jeremy sorrise tristemente.
-Beh, è un peccato.- Commentò. -Ci saremmo divertiti.-
 
-Lo so, mi dispiace.- Mi strinsi nelle spalle.
 
-Okay, sai cosa ti dico?- Disse. -Non m'importa della festa. Potremmo prendere una pizza e cenare in stanza.-
 
"Che cosa? No! Non se ne parla neanche." 
-Jeremy voglio che tu vada a quella festa.- Dissi. -Io starò bene, e poi devo anche studiare.-
 
-Si, ma..-
 
-Va tutto bene.- Lo bloccai. -Potremmo andare a pranzo il giorno dopo, ti va?-
 
Il suo viso si illuminò.
-Si, credo che possa andare.- Rispose. -Ma se cambi idea e decidi di venire, chiamami, d'accordo?-
 
-Non succederà.- Dissi. -Ma d'accordo.-
 
-Ripensaci, Ana.- Mi sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. -Ci divertiremmo davvero tanto.-
 
-Ci vediamo, Jeremy.- Sorrisi.
 
 
*~*~*~*
 
 
"Arrivo tra dieci minuti." Scrisse Kate. 
 
Avevo evitato il discorso della festa, e ora non sapeva che non sarei andata con lei. 
 
"Non mi sento molto bene, Kate." Scrissi. "Non verrò questa sera, mi dispiace.
 
Avevo appena mentito alla mia migliore amica. 
Questo sì che era un comportamento da una ragazza di diciannove anni. 
 
Kate non rispose, il che era un brutto, bruttissimo segno. E come predetto, tre minuti dopo, qualcuno cominciò a bussare come un forsennato alla porta della mia stanza. 
Non appena aprii la porta, Kate mi scansò ed entrò come una furia.
 
-Che vuol dire che non vieni?- Scattò. 
 
-Non mi sento bene..- mentii, toccandomi la testa. 
 
-Non è vero. Non ti credo.- Disse. -Fino a qualche ora fa stavi benissimo, ti ho vista.-
 
"Accidenti!
-Non è così..-
 
-Ana, qual è il problema?- Si sedette sul mio letto e incrociò le braccia. 
 
-Te l'ho detto, non mi sento...-
 
-Non è vero.- Tagliò corto. -So quando menti. Sputa il rospo, cos'è successo?- 
 
Sospirai sonoramente e mi sedetti sul letto accanto a lei.
-Ieri io e Christian ci siamo baciati.-
 
-Che cosa?- Strillò Kate, balzando in piedi. -Tu e lui? E me lo dici soltanto adesso?-
 
-Lo so, mi dispiace. È solo che...- le lacrime mi inondarono gli occhi. 
 
-Ana cosa ti ha fatto?- Adesso il suo tono era velato di rabbia.
 
Le raccontai cosa successe.
 
-E non ti ha più rivolto la parola?- Kate era sbalordita. -È solo uno stronzo.-
 
-Si, beh... non voglio vederlo.- 
 
-Questo non è giusto, Anastasia!- Esclamò. -Devi andarci proprio per dimostrargli che il suo comportamento non ti ha minimamente turbata!- 
 
-Io non voglio dimostrare proprio un bel niente.-
 
-Okay. Allora mettiamola così: oggi è il compleanno del quasi ragazzo della tua migliore amica, e tu non vuoi accompagnarla, rovinando così la loro serata.- 
 
-Kate!- Esclamai. -Non è così, e tu lo sai bene! Ti prego non dire queste cose.- 
 
-Lo so, Ana. Mi dispiace.- Disse. -Ma devi venire, e non me ne andrò se tu non verrai con me.- 
 
-Kate, ti prego.. non voglio vederlo.- 
 
-Smettila di pensare a Christian! Non ti merita.- Disse. -Non rinunciare a questa serata per colpa sua!- 
 
-Io...-
 
-Ti prego.- Mi supplicò. -Ti divertirai.- 
 
Sospirai sonoramente. 
Da quando non potevo più scegliere liberamente?
 
-D'accordo.- Mi arresi. -Ma lo faccio solo per te.-
 
-Si. Grazie, grazie, grazie!- Squittì. -È ora di prepararsi, siamo già in ritardo.-
 
-Io non mi travestirò.- Dissi. 
 
-Anastasia..-
 
-Kate, no.- La bloccai. -Verrò con te. Ma non mi travestirò.-
 
-Okay.- Si arrese. -Posso accettarlo. In fondo non sarai l'unica a non essere travestita. Ma lascia che ti trucchi un po, però.- 
 
Alzai gli occhi al cielo e mi sedetti difronte le specchio. 
-Fa quello che vuoi, non importa.-
 
 
*~*~*~*
 
 
-Wow...- mormorò Kate, estasiata. -È ancora più grande di quanto mi aspettassi.-
 
In effetti, la casa dei fratelli Grey era immensamente enorme. 
La musica era talmente alta che poteva sentirsi già dall'inizio della stradina che conduceva verso quell'enorme villa illuminata da luci di ogni colore. 
 
-Pronta?- Kate mi strinse la mano. 
 
-No.- Confessai. -Ma ormai siamo qui, e non mi tirerò indietro.- 
 
-Così ti voglio!- Sorrise. 
 
Ad accoglierci fu Elliot seguito dai sua madre. 
Notai con sollievo che non c'era traccia di Christian. 
 
-Buon compleanno, Elliot.- Sorrisi.
 
-Grazie mille, Ana.- Sorrise lui, di rimando.
 
-È un piacere avervi qui!- Squittì Mrs.Grey. -Tu devi essere Kate, vero?-
 
-Salve Mrs.Grey- disse cortesemente, Kate. -Grazie per averci invitate.-
 
-Figurati, tesoro.- Mrs.Grey sorrise dolcemente. -E tu devi essere Anastasia.- Disse poi, rivolgendosi a me. -Christian mi ha parlato di te.-
 
-Davvero?- Fu stupidamente l'unica cosa che dissi. 
 
Kate ridacchiò leggermente.
 
-Cioè... grazie per avermi invitato Mrs.Grey.- Mormorai, rossa in viso. 
 
-Oh, chiamatemi Grace, vi prego.- Sorrise lei. -Spero che vi divertiate.-
 
-Si, si. D'accordo mamma, grazie.- Elliot sorrise e la spinse gentilmente in corridoio. -Anastasia.- Sorrise verso di me. -Credevo di aver capito che non saresti venuta.-
 
Difronte la mi espressione confusa, aggiunse: -Me lo ha detto Jeremy.-
 
"Jeremy! 
Mi sono completamente dimenticata di lui! 
Dannazione!
 
-Ci ha ripensato.- Si intromise Kate. -L'importante è che lei ora sia qui.-
 
-Già.- Sorrisi nervosamente. -Per caso è già qui?-
 
Elliot si guardò intorno.
-Si. Credo di averlo visto mezz'ora fa vicino alla piscina sul retro.- 
 
-Vado a cercarlo.- Annunciai. -Ci vediamo dopo.-
 
-Si. Chiamami se hai qualche problema.- 
 
Mi avviai a grandi passi in giardino e quasi mi scontrai con uno dei camerieri che servivano i cocktail. 
 
-Mi scusi.- Mormorai.
 
-Si figuri signorina.- Mi rispose cortese. -Vuole assaggiare? È stato Mr.Grey in persona a prepararli.- 
 
-Grazie.- Sorrisi afferrandone uno. 
 
Nel bordo piscina c'erano un sacco di ragazzi senza maglietta e un sacco di ragazza travestite. C'erano angeli, infermiere, e persino qualche ragazza travestita da Cappuccetto Rosso. Certo, in versione più provocante, ovviamente. 
 
-Credevo che non saresti venuta.- Una versione di Jeremy senza maglietta, mi affiancò. 
 
-Jeremy!- Esclamai, tentando disperatamente di distogliere lo sguardo dai suoi pettorali. -Ti stavo cercando.- 
 
-Davvero?- Alzò un sopracciglio. 
Sembrava vagamente arrabbiato.
 
-Avevo promesso che ti avrei avvisato se avessi cambiato idea, lo so!- Esclamai. -Mi dispiace così tanto, io...-
 
-Non fa niente.- Mi bloccò lui. -Speravo che mi avresti chiamato, ma adesso sei qui, giusto?-
 
-Mi dispiace.- Ripetei, stringendomi nelle spalle. 
 
-È tutto okay.- Sorrise. -Sono felice che tu sia qui.-
 
-Sono felice anch'io.- Risposi. 
 
-Da che cosa sei travestita?-
 
-Uhm... da me stessa, credo.- Risi. -Tu da cosa sei travestito?-
 
-Da me stesso senza maglietta.- Rispose sorridente. 
 
Sorrisi imbarazzata.
Aveva un bel fisico, certo. Ma era comunque imbarazzante. 
 
-Dovresti fare un bel bagno.- Propose. 
 
-Credo che ci sia troppo freddo per bagnarsi.- Sorrisi. 
 
-Ci saranno 30 gradi.- Rise. 
 
-Comunque non ho altri vestiti.- Sorrisi. -Quindi passo.- 
 
-Potrei sempre prestarti la mia maglietta.- Scherzò. -Vado a prendermi da bere, torno subito.- 
 
-Okay.- Sorrisi. 
 
Due ragazze furono gettate in acqua da due cowboy, che si buttarono a loro volta.
La festa sembrava divertente, tutto sommato. 
 
-Tu devi essere Anastasia.- Disse una ragazza vestita da angelo con delle corna.
 
-Si..- mormorai. -Ci conosciamo?- 
 
-Ho saputo che sei stata l'ultima conquista di Christian. Complimenti.- Rise. 
 
Spalancai la bocca. 
-Chi..-
 
-Oh, non esserne così sorpresa.- Mi bloccò. -Dobbiamo fare amicizia tra di noi.- 
 
-Noi?- 
 
-Le altre con cui è stato.- Rispose con naturalezza. -Non è che ti aspettavi che saresti diventata la ragazza della sua vita, non è vero?- 
 
-Certo che no.- Mormorai. 
 
-Ci siamo illuse tutte.- Sospirò lei. -Dovremmo creare un gruppo. Il club delle sottomesse.- Rise.
 
"Club delle sottomesse?"
Non riuscivo a capire se fosse seria o se fosse ubriaca. 
 
-Scommetto che ora sta illudendo qualche altra poveretta.- Commentò. -Pazienza.- 
Poi, come se non fosse successo nulla, se ne andò sculettando. 
 
Cosa intendeva dire con club delle sottomesse
Non mi piaceva per niente tutta quella storia.
 
-Chi era quella?- Jeremy tornò con il suo drink in mano.
 
-Non lo so. Era ubriaca.- Mormorai. 
 
-E tu?- Disse. -Hai intenzione di ubriacarti questa sera?- 
 
-Si, eccome.- Dissi. 
 
Jeremy iniziò a parlare ma io non lo sentivo. 
Sembrava quasi che tutto il mondo stesse andando a rallentatore. 
La musica mi rimbombava in testa, e mentre cercavo di tornare alla realtà, la figura di Christian che palpava una ragazza, mi si parò davanti.
 
Strizzai gli occhi per capire se il cocktail di Mr.Grey mi stesse facendo avere delle visioni, ma non era così. Era tutto reale. 
Christian rideva e stringeva a se una bella ragazza bionda, travestita da infermiera mezza svestita.  
 
"Scommetto che ora sta illudendo qualche altra poveretta." Le parole di quella ragazza iniziarono a farmi riflettere. 
 
Era la verità. 
Sapevo che Christian non era un ragazzo da relazioni, ma in fondo, molto in fondo, speravo che le sue parole fossero sincere.
 
-Anastasia?- Jeremy mi riportò alla realtà. -Stai bene?- 
 
-Si.- Risposi. -Andiamo via da qui. Ho bisogno di un altro cocktail.- 
 

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Capitolo 10
*** AVVISO... ***


Io non ho seriamente idea di come chiedervi scusa...
Vi ho lasciate in sospeso, per non dire che vi ho "abbandonate", e non ho dato nessuna spiegazione, quindi ora sono qui per chiarire. 
Volevo iniziare con il ringraziare tutte coloro che mi hanno mandato messaggi chiedendomi come stavo e se mi era successo qualcosa; vi chiedo anche scusa per non avervi risposto, ma i vostri messaggi mi hanno comunque fatto molto felice. 
Come molte di voi sapevano già, ho passato un brutto periodo. La persona più importante della mia vita, dopo mesi di sofferenza, ha finalmente smesso di soffrire e mi ha lasciata per sempre. Credo che perdere la persona con la quale hai passato l'intera vita sia una (se non l'unica) sofferenza enorme. 
É per questo che io vi chiedo scusa. Ho passato un bruttissimo periodo, e non ho davvero avuto tempo o voglia di portare avanti questa storia. E sarò sincera, non so se la porterò mai più avanti. 
Mi dispiace avervi deluso, ma non ho la forza di scrivere in questo momento, quindi è meglio che non aspettiate inutilmente. 
Forse é meglio che cancelli questa storia per evitare di lasciare in sospeso anche altri lettori che la scopriranno, o forse no. Questo non lo so ancora, ma ve lo farò sapere. Ditemi voi cosa vorreste che io facessi.
E niente, dopo molto tempo mi è sembrato giusto spiegarvi che io ho avuto i miei motivi per "abbandonarvi", spero solo che possiate perdonarmi.

Un bacione a tutte voi che mi avete sostenuto. 
Grazie mille di tutto! Spero che ci risentiremo presto...
Buon anno❤️

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