Amanti dannati di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Attesa ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 Incontro ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Revolution ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Incinta ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Intervista ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Il tuo fuoco ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Fiona ***
Capitolo 8: *** Cap.8 I giochi della memoria ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Diabolico Snow ***
Capitolo 10: *** Cap.10 Libreria ***
Capitolo 11: *** Cap.11 Amici? ***
Capitolo 12: *** Cap.12 I ribelli ***
Capitolo 13: *** Cap.13 La fuga di Josh e Prim ***
Capitolo 14: *** Cap.14 Kurt e Violet ***
Capitolo 15: *** Cap.15 Explosion ***
Capitolo 16: *** Cap.16 Mi piaci ***
Capitolo 17: *** Cap.17 Al Tredici ***
Capitolo 18: *** Cap.18 Le due sorelle si riuniscono ***
Capitolo 19: *** Cap.19 Kurt e Cato ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Attesa ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.1 Attesa
Oltre il finestrino, le abitazioni
diventavano sempre più
sporadiche ed il terreno s’ingrigiva, ricoprendosi di
sterpaglie. Cato chiuse
gli occhi.
Marvel era
steso a
faccia in su, le braccia aperte. Il suo cadavere affondava
nell’erba umida. I
suoi occhi sgranati erano grigi. La freccia conficcata nel suo collo
era sporca
di sangue rappreso.
Cato espirò rumorosamente
e strinse un pugno.
La testa di
Clove era
spaccata a metà, una roccia sporca di sangue e cervella era
abbandonata accanto
al suo corpo senza vita. Le braccia erano allungate davanti a
sé, era
raggomitolata su se stessa, abbandonata.
Cato strinse le labbra fino a farle
sbiancare, avvertendo
una fitta al cuore.
- Maledetto Tresh, non te
l’ho fatta pagare abbastanza –
pensò. Digrignò i denti e le sue narici si
dilatarono. Si portò un bicchiere
alle labbra, ne sorseggiò il contenuto e lo
allontanò dal viso. Osservò il
vetro e vide l’immagine del cadavere di Peeta, steso a testa
in giù. Sbatté un
paio di volte le palpebre e finì di bere il liquore
all’interno del bicchiere.
Si piegò in avanti e mise il bicchiere sul tavolo.
- Ed ora devo incontrare la Ragazza
in fiamme, probabilmente
non vede l’ora di strangolarmi. Chissà se
approfitterà della prima pausa
pubblicitaria -. Il finestrino si era ricoperto di uno strato di vapore
acqueo,
sentiva il rumore ritmico delle ruote del treno.
- Quella maledetta cocciuta, una
ribelle convinta di
potersela cavare senza allearsi con chicchessia. Beh, la sua
testardaggine l’ha
premiata, è sopravvissuta – rifletté.
Katniss era
semi-nascosta dietro una serie di felci. La lunga coda mora le copriva
metà del
viso olivastro. Da lei proveniva un forte odore di erbe e selvaggina.
Affondava
nel terreno umido, ricoprendosi di fango.
Cato ti deterse le labbra con la
lingua, le orecchie
accaldate.
“Probabilmente se ce le
fossimo date, quella specie di
animale selvatico mi avrebbe sbranato, più che
sconfitto” bisbigliò con voce
rauca. Il treno iniziò a rallentare, muovendosi a scatti.
“Poco male,
proverà a linciarmi appena scenderò da questo
treno. Non sono neanche sicuro che i pacificatori riusciranno a
fermarla in
tempo”. Le sue iridi tendevano al grigio, i suoi occhi erano
sporgenti e il suo
corpo rigido. Si alzò in piedi e si allontanò dal
tavolo di legno con una serie
di movimenti meccanici.
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Capitolo 2 *** Cap. 2 Incontro ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Se non puoi essere la cura, almeno cerca di essere il veleno
Cap. 2 Incontro
Il fiato si condensava davanti al
viso di Cato. Il giovane
avanzava con una serie di passi cadenzati, verso un edificio candido
lungo un
vialetto ricoperto di ciottoli.
- Non pensavo che il Distretto 2
fosse così deserto –
rifletté. Strinse un pugno fino a far scricchiolare le
nocche, inspirò ed
espirò un paio di volte, guardando la porta davanti a
sé.
“Non andrò a
letto con un assassino!” sentì
la giovane gridare dall’interno. Rabbrividì
e socchiuse gli occhi.
- Ecco perché non
è venuta ad accogliermi al treno – si disse.
“Presto le telecamere
saranno qui, non gridare!” sentì
sbraitare Effie. Socchiuse gli occhi, le sue nocche erano diventate
bianche e
la mano gli doleva.
“Se non sembrerete
improvvisamente innamorati, sarà la fine.
Vuoi fare morire la tua famiglia per un capriccio?!”
ululò Haymitch
dall’interno. Le unghie di Cato
graffiarono la pelle del suo palmo. Cato alzò il braccio e
bussò sulla porta
dell’appartamento degli Everdeen. Si sentirono dei passi, la
porta si aprì e
Cato si trovò davanti la giovane. Aveva la fronte corrugata
e i suoi occhi
erano ingrigiti.
“Tra
poco dobbiamo andare
al servizio fotografico per i vincitori. Hanno voluto che ti venissi a
prendere
io” disse con tono roco. Katniss uscì dalla porta,
chiudendosela alle spalle.
“Possiamo
andare anche
adesso” rispose con tono duro.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Revolution ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.3 Revolution
Katniss osservava Cato seduto davanti a lei, a ogni movimento del treno
il tavolo di legno davanti a lei tremava. Il giovane guardò
il viso della giovane a sua volta.
- Il suo sguardo mi sta trafiggendo come una lama accuminata
– pensò. Si morse l’interno della
guancia, rimanendo con la schiena ritta.
- Non so cosa dire, o fare, mi odia … e al momento sono
così vuoto che penso che il suo odio potrebbe
colmarmi – pensò. Guardò fuori dal
finestrino, guardando il set del Distretto Due avvicinarsi.
“Ti conviene mangiare adesso, dopo non avremo più
tregua … gli impegni saranno vari, pubblicità,
comparse, conferenze” disse atono. Deglutì e si
voltò nuovamente verso Katniss.
“Se ti serve del tempo da sola, prenditelo ora, poi saremo
sempre sotto i riflettori. Tranquilla, al distretto Due non mi aspetta
più nessuno” spiegò.
Tamburellò con le dita sul tavolo e un rivolo di sudore gli
scese lungo la fronte.
“Cosa significa la tua spilla?” chiese.
Katniss si portò la mano alla spilla e ne
accarezzò la superficie.
"E' una ghiandaia imitatrice" rispose secca.
"È un oggetto che ti s'addice. Non penso, però,
che i fotografi di stretta osservanza capitolina te la faranno
indossare sui loro sfarzosi abiti colorati e deleteri per la psiche"
disse atono. Incrociò le braccia sul petto muscoloso.
"Ha un significato preciso per te, immagino" sussurrò.
Sospirò, tenendo le labbra socchiuse. Katniss
osservò il ciuffo biondo del giovane che tendeva verso
l'alto.
"Al due ci sono solo piccioni" spiegò Cato. La luce del sole
faceva brillare i suoi occhi azzurro scuro di riflessi color fiordaliso.
Katniss appoggiò i gomiti sul tavolo e aggrottò
le sopracciglia.
"Nella mia zona le ghiandaie imitatrici sono comuni, tanto che so
imitare il loro verso. Però non credo che tu voglia parlare
della caratteristiche di questi ... non-piccioni" ribatté
secca. Cato sciolse le braccia e si sporse in avanti, il tavolinetto
gli premette contro il petto.
"No, in realtà vorrei svegliarmi in camera mia, la mattina
della Mietitura e scappare sotto le coperte ignorando mio padre che
minaccia di picchiarmi se non mi offro volontario" rispose. Katniss
rabbrividì sentendo il suo tono amozionale.
"Non voglio parlare di niente, vorrei solo ascoltare qualcuno
raccontarmi che mentre noi moriamo e ci affanniamo per vivere un'ora in
più, esistono ancora persone con ricordi felici,
perché non ne ho nemmeno uno, io". Ammise Cato.
Abbassò il capo e socchiuse gli occhi.
"Non dell'ultimo... quinquennio".
Katniss inarcò un sopracciglio e si sporse all'indietro,
appoggiandosi allo schienale.
"Eppure voi siete tra quelli messi meglio. Voi mangiate".
Calcò l'ultima parola e sentì un sapore acido in
bocca. - Non so cosa darei perché mia sorella possa avere i
tuoi agi - rifletté.
Cato distolse lo sguardo dalla ragazza.
"Se c'è una cosa che la Cornucopia mi ha insegnato
è che siamo tutti uguali. Non ho mai sofferto la fame, ma
...". Allargò leggermente le mani.
"C'è modo e modo di morire di fame". Chiuse gli occhi e
sospirò, una ruga di espressione gli comparve sulla fronte.
"Clove non era matta, Clove era una bambina meravigliosa".
Deglutì.
"Un giorno in accademia l'hanno mandata in un ufficio diverso dal
nostro e quando ci è uscita stava sventrando una lucertola
con un coltellino". Proseguì. Riaprì gli occhi,
le sue iridi liquide riflettevano gli occhi della ragazza di fuoco.
"Vuoi del pane? Su questo treno ce ne è per due
città e ad avanzarne. Non ha senso che ci recriminiamo ora
chi siamo o dove siamo nati e ...". La sua voce si fece più
roca.
"Siamo solo ricchi, non felici". Ammise.
Katniss lo guardò in viso, si sporse in avanti fino ad
avvicinarsi il suo viso a quello dell'altro.
"Su una cosa hai ragione, siamo uguali. Il nemico non era lei, il
nemico non sei tu" disse. Aprì le mani, distanziando le dita
e le appoggiò sul tavolo.
"Non posso accettare che questo pane sia solo qui. Sai
qual è la vera caratteristica delle ghiandaie imitatrici? Si
occupano anche degli altri uccelli". Si deterse le labbra, le sue iridi
erano liquide. "Ed io vorrei che, invece, di dividerci in una guerra
tra distretti, fossimo uniti. Il cibo c'è, se solo fosse
distribuito".
Cato annuì.
- Non potrei essere più d'accordo -
"Quello che però non sappiamo entrambi è come
portarli dalla nostra in una ribellione più o meno
annunciata. Da qui in poi temo sia conversazione da non tenere su un
treno che sfreccia verso un distretto fedelissimo alla capitale,ma
avremo pane per tutti". Riaprì del tutto gli occhi.
"Perché è semplicemente giusto così".
Concluse addolcendo il tono.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Incinta ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.4 Incinta
Katniss osservò il proprio vestito bianco davanti allo
specchio ed incassò il capo tra le spalle. Si
voltò verso Cato. Effie gli stava allacciando la cravatta.
"Mi raccomando, si aspettano che voi vi sposiate a breve.
Ricordatevelo" disse gentilmente. Katniss inarcò un
sopracciglio. "Vorranno una motivazione per delle nozze così
affrettate ... non ne vedo il motivo nemmeno io" sibilò.
Haymitch si portò una fiaschetta alle labbra e ne
sorseggiò il contenuto.
"Ve lo spiegherà per bene il protettore di questo
giovanotto. Piuttosto, cosa ne pensi di quel vestito?" chiese. Le iridi
di Katniss divennero liquide.
"Cinna mi ha fatto un'ultimo regalo e, vedrete, stupirà
tutti" sibilò la giovane indurendo il tono. Effie
finì di allacciare la cravatta del giovane.
"Grazie signora Trinkett" disse. Si voltò a sua volta verso
Katniss.
"vedremo di inventare qualcosa" le disse. Entrò una donna
dalla pelle bronzea. Katniss vide che era due volte più
massiccia di se stessa e alta pià di una testa. Enobaria
teneva la bocca socchiusa, i suoi denti erano rotti e scheggiati.
"Enobaria, il mio mentore" presentò Cato, allacciandosi i
polsini della camicia. Effie raggiunse Katniss e le tolse l'abito.
"Aspetta, prima c'è un ultimo ritocco" sussurrò.
Enobaria osservò la Ghiandaia Imitatrice.
"Se ti riesce, fai anche qualche pianto strategico, ragazzina"
sibilò. Effie mise un imbottitura all'altezza del ventre di
Katniss.
"L'idea che i tuoi mentori hanno concordato è che tu sia
incinta". Proseguì Enobaria a spiegare con tono duro.
Katniss digrignò i denti, assottigliò gli occhi e
si voltò di scatto verso Haymitch.
"Non mi interessa se sei d'accordo, la tua opinione è in
bilico fra il futile e il non richiesto" le intimò Enobaria.
Quest'ultima raggiunse Cato che si stava allacciando i lacci delle
scarpe.
"Tu trattala come tale, abbiamo gà abbastanza problemi"
ragguardì il suo protetto. Effie aiutò Katniss a
rimettersi il vestito. Cato vide Enobaria uscire e si diresse verso la
ragazza di fuoco.
"Io sono già abbastanza stupito di questa notizia, ma ora o
sei venuta a letto con me o ti sei fatta qualcuno di passaggio, magari
Mellark che fa pietà, dobbiamo intenerirli".
Chinò il capo, il suo viso era in ombra.
"Anche se, non sarà facile mettere in scena una cosa
così nemmeno per me" sibilò.
Katniss sentì una fitta al cuore.
- Peeta ... - pensò. Cato la guardò in viso.
"Dobbiamo andare,Everdeen" Concluse.
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Capitolo 5 *** Cap.5 Intervista ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.5 Intervista
Katniss seguì Cato verso le poltroncine.
- Peeta ... - pensò. Rischiò di inciampare un
paio di volte nell'orlo della gonna candida ed espirò
rumorosamente dalle narici. Raggiunse Cato e si sporse verso di lui,
avvicinandogli le labbra all'orecchio. "Dammi il braccio, ti ricordo
che sono 'incinta'" bisbigliò pianissimo. Cato le diede il
braccio, lei si appese e il giovane la sostenne delicatamente
accompagnandola fino alla poltroncina davanti a Ceasar Flickermann ,che
sorrideva raggiante.
"Oggi abbiamo dinnanzi la Coppia più applaudita di Panem"
disse. Una serie di telecamere si muovevano inquadrandolo. Cato
accarezzò la mano della Ghiandaia Imitatrice.
"Allora, Katniss Everdeen, La Ragazza di Fuoco! ...".
Il pubblico nella sala conferenza iniziò a urlare. Un paio
di ragazze avevano una lunga treccia. Ceasar si voltò verso
l'altro vincitore.
"E Cato, siete qui presenti perché avete vinto i Giochi. E
siete sfavillanti, oggi" li salutò". Ci furono un altro paio
di applausi e le urla si placarono.
"Come vi trovate,cosa ci raccontate prima del vostro primo servizio
fotografico promozionale del Tour?" domandò il presentatore.
Katniss sbatté un paio di volte le palpebre e si
voltò. Stringeva i denti così forte da sentire la
mascella dolerle.
"Devo ringraziarlo per essere al mio fianco in un momento
così difficile ... di lutto e felicità insieme"
mormorò roca. Cato le passò un braccio dietro le
spalle, la strinse gentilmente a sé e le diede un bacio
sulla fronte. Parecchie ragazzine sospirarono e una donna
singhiozzò, sorrisendo.
"Sono io in realtà a ringraziare il destino che mi ha messo
di fianco una ragazza di simile carisma e contemporaneamente
delicatezza". Incupì il tono e abbassò il capo.
"E' un momento doloroso per lei e io le starò accanto con
tutte le opzioni che ho".
"Ho sentito che bollono in pentola delle grandi notizie da voi" lo
interruppe Ceasar, Incrementò il sorriso e si
piegò in avanti, i suoi capelli blu facevano contrasto con i
suoi vestiti sgargianti.
"Allora, che cosa ci volete raccontare? Riviviamo insieme i momenti
salienti della vostra edizione dei Giochi, poi parliamo di questa
splendida pancetta e del Tour che avete appena iniziato,che dite?"
disse velocemente. Sorrise, accarezzando la pancia di Katniss
leggermente gonfia sotto una piega dell'abito.
Katniss si alzò in piedi e si voltò verso Cato.
"Vogliono delle sorprese ... per favore, mi accompagni al
centro del palco?" domandò rendendo più dolce la
voce. Sorrise mostrando i denti, sentendo le guance dolere.
"Più naturale, Non penso che tu sorrida sempre
così"le suggerì Cato e la accompagnò.
Dal pubblico si alzò un brusio e alcuni uomini trattennero
il fiato.
Katniss smise di sorridere ed annuì. Lo guardò
fare un paio di passi indietro, chiuse gli occhi e girò su
se stessa. Tra le urla della gente, il suo vestito prese fuoco. L'orlo
della gonna si ridusse, l'intero vestito divenne nero e il velo si
trasformò in due ali nere piumate che le ricaddero sulla
schiena. Katniss si passò le mani sul vestito da ghiandaia
imitatrice e sorrise, accarezzandosi il finto ventre rigonfio.
- L'imbottitura è stata un'ottima idea - pensò.
Cato aveva la bocca socchiusa e i suoi occhi erano liquidi.
- E' ... bellissima - pensò. La raggiunse, le prese la mano
sorridendole e la alzò verso l'alto. Il pubblico
applaudì con forza, alcuni fischiarono e parecchi si misero
a urlare, alzandosi in piedi.
"Signori, signore... Katniss! Wow! Beh,che dire? Sei davvero riuscita a
sorprenderci e questo tuo abito ti dona meravigliosamente".
Commentò Ceasar. Cato lasciò andare la mano della
giovane.
"Allora, diteci, si avvicina la vostra partenza per il Tour. Come
trascorrerete i viaggi in treno? E come vi preparerete a questa
Edizione della Memoria ormai incombente?"chiese.
"Beh, sul treno e in viaggio ci prenderemo del tempo per noi" si
inserì Cato con tono intimo. Ceasar fece l'occhiolino alla
folla e si sentirono delle risatine.
"Per rimetterci in sesto dai precedenti Giochi e per qualche coccola
sottobanco, ma senza esagerare, coi piccolini è meglio
essere prudenti" recitò Cato.
Katniss gli appoggiò la testa sulla spalla.
"Difatti, mi sento veramente stanchissima" mormorò.
Si voltò verso il pubblico con gli occhi liquidi.
"Spero che attraverso le foto di questo servizio fotografico, si possa
capire quanto è stupendo e insieme difficile, faticoso, il
prepararsi a essere madri. Spero di esserne all'altezza". Concluse.
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Capitolo 6 *** Cap.6 Il tuo fuoco ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.6 Il tuo fuoco
- Tutta Capitol ha applaudito la Ragazza di Fuoco - rifletté
Cato. Era appoggiato in un angolo in ombra del camerino.
"Mi raccomando, questi scatti privatissimi dovranno avere un che di
piccante. Provateci almeno, anche se so che con te niente è
facile, Katniss" brontolò Haymitch.
"Vogliono il vostro primo bacio" dichiarò Effie. Le piume
finto pavone grandi un mignolo appese alle sue ciglia tremavano ogni
volta che sbatteva le palpebre. Si ravvivò la parrucca su
cui si erano appuntate della farfalle d'oro.
"Siete andati benissimo per ora, ma attenta con quello che osi,
Katniss" avvisò la giovane con tono materno. Si
voltò verso Cato e gli tirò una guancia.
"Anche tu ti sei comportato benissimo. Quindi vi lascio ai truccatori,
avete quindici minuti di pausa" disse allontanandosi. Cato la vide
uscire, sbuffò e si sbottonò la camicia. Vide
allontanarsi anche Haymitch e si tolse la cravatta.
:"Credo di non essermi mai sentito così disgustosamente ...
manipolato"disse in un soffio di voce. Si voltò verso la
giovane e arrossì.
"Tu eri... stupenda Davvero,ti ho fissato anche io incantato" disse.
Katniss si rifece la lunga treccia e si voltò verso di lui.
"Credevo che fossi abituato a questo genere di sceneggiate. Quando sono
arrivata qui, tu avevi già molta più esperienza".
Fece notare.
"Sono abituato a sceneggiate di ogni genere" rispose secco Cato. Prese
una bottiglietta d'acqua vitaminizzata e gliela porse.
"Faccio un po' più fatica qui, con le persone ... vere"
spiegò. Katniss prese la bottiglietta ed inarcò
un sopracciglio.
"Tu eri vera. Tu non bruciavi perché il tuo vestito andava a
fuoco, ma perché brillava qualcosa dentro di sé"
rispose Cato. Man mano la sua voce si fece sempre più bassa.
Arrossì e deglutì, guardandosi i piedi.
"Lo hai davvero, quel fuoco" sussurrò. Katniss bevve dalla
bottiglia, la svuotò per metà e la mise sulla
toeletta che avevano davanti.
Due Senza-Voce portarono loro delle trousse per il trucco e un
biglietto dei fotografi con i disegni dei nuovi abiti che avrebbero
indossato. Katniss guardò il proprio e aggrottò
la fronte. Cato si sporse e lo guardò.
- Sembra avere un taglio castigato, ma probabilmente la sta
innervosendo il fatto che le stringerà abbastanza da
risaltarle il seno - rifletté. Abbassò lo sguardo
sul proprio foglio.
"Perché tu devi solo metterti un jeans e una camicia?"
brontolò Katniss.
Prese una delle trousse e la aprì, osservando il trucco
all'interno. - Cosa ci faccio con questa roba? - si chiese. Cato
nascose un sorriso e addolcì il tono.
- Non credevo potesse essere così imbranata, mi fa un po' di
compassione. La grande regina dell'arena sembra quasi spaventata da dei
semplici cosmetici, come se fossero delle bestie strane -
"Vieni,faccio io" disse gentilmente. Indicò i fard. "Sono
polveri per il trucco, si mettono sugli occhi e questi ...".
Indicò i rossetti. "... sulle labbra". Si voltò
verso di lei. "Se ti fidi, ovviamente".
Katniss schioccò la lingua sul palato e gli porse la trousse
e lo guardò in viso. "Penso di essere più
pericolosa per la mia salute se faccio da sola" ammise. Cato
ridacchiò.
"Sei divertente, Ragazza in fiamme" disse. Iniziò a
truccarla.
"Sul serio, sei il mio concetto preferito di essere umano". Le gote
della giovane s'imporporarono.
"Se senti prurito o fastidio da qualche parte dimmelo, così
provo con prodotti più leggeri, dato che potresti essere
allergica a qualche componente dei cosmetici "spiegò,
tracciando una linea di eyeliner sulla sua palpebra.
Katniss aggrottò la fronte ed osservò con gli
occhi socchiusi l'eyeliner. Le sue iridi grigie brillarono. "Sei il
primo di quelli che mi conoscono davvero, che mi associa ugualmente
alle fiamme" disse secca.
"Tu sei fiamme,Everdeen "rispose Cato. Finì con
l'eyeliner e passò a truccarle le labbra, colorandole
leggermente di rosa.
"E non per chissà quale metafora poetica da pochi soldi, ma
perché sei intrinsecamente te stessa" spiegò.
Risaltò le labbra della giovane, rendendole carnose.
"Perché anche se tanti tentano di spegnerti, tu... non hai
mai smesso di brillare, scegliendo sempre un momento incisivo per
farlo".
Le allacciò al collo la collana nella trousse ed
iniziò a metterle gli altri gioielli.
"Ma... stai attenta,sei un buon cacciatore, ma una preda difficile e le
prede difficili non piacciono a nessuno di quelli che le cacciano".
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Capitolo 7 *** Cap.7 Fiona ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.7 Fiona
- Per Capitol sono io la preda - ripensò Katniss.
Avanzò lungo il palco, tenendo un braccio alzato.
Guardò Cato sfilare davanti a lei, salutando. I flash delle
macchine fotografiche la abbagliavano e il brusio delle voci
rimbombavano tutt'intorno. Effie singhiozzò, seduta su una
poltroncina, dimenando un fazzolettino rosa di pizzo con disegnate
delle spighe di grano viola fosforescenti. "Fanno i loro primi servizi
fotografici" piagnucolò. Cato si voltò e Katniss
lo guardò cingerle la vita.
"Dobbiamo baciarci, vero?" bisbigliò con voce inudibile al
ragazzo. I muscoli di Cato erano rilassati, la sua espressione serena.
I flash dei fotografi si riflettevano nelle sue iridi chiare.
"Non diverte nemmeno me, ma basta solo che appoggi le labbra sulle mie
e mi abbracci" suggerì il giovane, "Possibilmente, evitando
di inciampare" commentò, prendendola al volo prima che
cadesse e baciandola fra i sospiri generali.
"Visto? Mi sono anche lavato i denti" sussurrò per scherzare.
Katniss assottigliò gli occhi e si raddrizzò,
passandosi la lingua sulle labbra. "Sai, mi sta venendo in mente un
soprannome con cui potrei chiamarti" sibilò a voce
inudibile. Gli sorrise, sbatté le palpebre facendo fremere
le ciglia e si rialzò in piedi. Si voltò verso il
pubblico, il suo viso brillava. Un paio di ragazzi sospirarono al suo
sorriso e un paio di giovani alzarono dei cartelloni olografici in cui
venivano riportate le sue foto con Cato. Katniss prese la mano
dell'altro vincitore e continuò la passerella. Raggiunsero i
truccatori, che gli rifecero il trucco nuovamente. Katniss sentiva il
sudore pizzicare, la luce bollente dei riflettori si abbatteva sui visi
di entrambi i giovani. Alcuni rivoli di sudore scendevano anche sul
viso di Cato, nonostante i muscoli del suo viso non fossero contratti.
"D'accordo pausa, dobbiamo far arrivare il prossimo cambio di vestiti"
disse una truccatrice. Un cameramen indicò un camerino.
"Andate lì, devono venire i bambini a fare visita ai
Vincitori" spiegò. Cato e Katniss seguirono l'indicazione.
*************
Una bambina si avvicinò a Katniss, appoggiandole accanto un
cesto di frutta adornato da un fiocco di seta rossa. Mise le mani sulla
gamba di lei e si sporse, facendo ondeggiare le treccine che portava ai
lati del capo.
"Io sono Fionda, del Distretto due" si presentò. Un bambino
con un ciuffetto biondo si avvicinò a Cato che lo prese in
braccio. La piccola sorrise alla vincitrice e ticchettò con
la punta dei piedi sul pavimento, guardò il suo coetaneo e
si voltò di nuovo verso Katniss.
"Posso stare in braccio a te?" chiese. Cato ghignò.
-Sarà divertente - pensò. "Come ti chiami?"
chiese al piccolo davanti a sé.
Katniss socchiuse gli occhi, sorrise e si sporse in avanti. I suoi
gesti erano meccanici, ma prese la bambina in braccio da sotto le
ascelle e se la mise sulle gambe. Le guance della ghiandaia imitatrice
erano arrossate. "Ciao Fiona, lo sai che ho una sorellina poco
più grande di te?" chiese.
"Come si chiama? Ha le treccine come me?"chiese Fiona. Le sue iridi
azzurre si specchiarono in quella della più grande.
"Sai, mia sorella parteciperà ai prossimi giochi, ma non
sono sicura che voglia andarci..." confessò. Cato intanto
ticchettò sulla fronte del più piccolo.
"Non basta solo il coraggio, bisogna usare il cervello quando sei
lì, nell'oscurità dell'arena" narrò.
Il piccolo spalancò la bocca ad o.
Katniss giocherellò con la treccina di Fiona e le
annuì.
"La mia paperetta si chiama Pym e ama le trecce" le spiegò.
Guardò il bambino in braccio a Cato, il piccolo dimenava le
mani e ridacchiava.
Katniss accarezzò la guancia della bambina. "Auguro tutta la
fortuna del mondo a tua sorella". Aggiunse e la voce le divenne
più roca.
- Non può essere giusto tutto questo. Non può! -
pensò.
"Tu puoi...". Fiona abbassò la voce. "Dire alla mia
sorellina di non andare, se non pescata? Io non voglio 'che muore'
"chiese piano. Vide una telecamera avvicinarsi, si voltò
verso di lei e le sorrise, sventolando la manina paffutella. Cato
guardò le due e passò la mano tra i capelli
biondi del piccolo sulle sue gambe.
"Alexander, sei adorabile, perché non andiamo a fare un giro
con tutti questi signori? Magari ci spiegano anche come fanno le loro
foto..." suggerì.
- Devo allontanare la gente da quelle due, speriamo che lo staff
abbocchi - pensò.
Alexander batté le mani e saltò giù
dalle gambe di Cato.
"Andiamo! Andiamo!" strepitò il piccolo. Le telecamere si
puntarono su di lui e sul biondo.
Katniss vide la troupe seguire loro e si voltò nuovamente a
guardare Fiona. Le strinse le mani e la guardò negli occhi.
"Penserò a cosa fare con la tua sorellina. Va bene?"
domandò. Le iridi di Fionda divennero liquide.
"Mamma e papà non capiscono, io si " sussurrò la
piccola. Consegnò a Katniss un biglietto, su di esso erano
scritte alcune indicazioni, delle frecce e la mappa di un archivio
bibliotecario.
"Lo dia al signor Cato, nessuno vuole veder morire altri bambini"
sussurrò la bambina. I suoi occhi si spalancarono e
rabbrividì.
"Se vado io nell'Arena, al posto di sorellina, mi farò male.
Mamma è stata lì, dice che è
bruttissimo, ma non ha voluto raccontarmelo perché sono
piccola. Il foglietto te lo manda la mamma" bisbigliò,
tremando più forte.uttissimo, ma non ha voluto raccontarmelo
perché sono piccola. Il foglietto te lo manda la mamma"
bisbigliò, tremando più forte.
Katniss le baciò la fronte e la mise a terra, nascondendosi
nel corsetto il foglietto.
"Sei
stata coraggiosa, ma da qui lascia fare a noi" le sussurrò
dolcemente.
Vide la telecamera tornare ed aiutò la piccola a salutare
ancora con la
manina. La bambina aveva smesso di tremare e stava sorridendo di nuovo.
"Spero di rivederti mia piccola fan. Così potrai conoscere
il mio bimbo" disse.
Guardò Fiona allontanarsi, si
voltò verso Cato e le sue iridi grigie divennero di un
colore più metallico.
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Capitolo 8 *** Cap.8 I giochi della memoria ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.8 I giochi della memoria
Cato guardò sopra di sé, osservando il cielo
scuro semi-coperto dai palazzi e strinse le labbra. Katniss camminava
al suo fianco, tenendo le braccia incrociate. Si fermarono davanti ad
Haymitch ed Effie, in piedi sulle scalinate davanti agli studi. Il
ragazzo si sporse in avanti avvicinando le labbra all'orecchio della
mora. "Cosa ti ha detto la piccola?" le chiese.
Katniss si guardò intorno, si appoggiò a lui
abbracciandolo. Perse la mano di Cato e se la mise sotto la maglia,
facendolo avvampare. Il giovane sentì un foglietto e lo
prese, nascondendoselo nella manica.
"Nel caso ci siano telecamere" bisbigliò la Ghiandaia
Imitatrice. Cato annuì.
*********
Cato estrasse il biglietto dalla manica e lo guardò.
"So dove si trova" sussurrò. Allungò il biglietto
a una lampada del camerino e lo bruciò.
"Se Haymitch è d'accordo, ci ansiamo subito"
sussurrò. Si sporse verso Katniss e con una matita da trucco
nera le scrisse una parola sul dorso della mano: geologia.
"Memorizzala e cancellala" le disse.
Katniss la guardò, annuì ed andò fino
al lavandino. Si lavò le mani e si deterse le labbra con la
lingua. Si mise la testa sotto il getto dell'acqua, inumidendo i propri
capelli. Raddrizzò il capo facendo scendere gocce lungo la
sua pelle, gocciolando. Chiuse il getto d'acqua e si voltò
verso di lui. Cato si alzò in piedi, appoggiò la
matita sulla scrivania e raggiunse il phone montato sulla parete,
porgendogliela.
"Stavi bene truccata, ma almeno asciugati i capelli" le disse. Katnisse
prese il phone in mano.
"Con i capelli umidi non si fanno... interviste, no?" chiese.
Sospirò e si passò la mano tra i corti capelli
biondi. Katniss osservò i tasti del phone tenendo gli occhi
socchiusi.
"Devo farti una domanda precisa dato che vieni dal giacimento: quanto
sai della composizione e della struttura di questa
federazione?" chiese Cato. Katniss accese il phone, inserendo
la modalità silenziosa ed iniziò ad asciugarsi i
capelli.
"Se ti riferisci a quella che si studia a scuola, molto bene, ma sono i
minatori i veri esperti" rispose. Cato attese che le finisse di
asciugarsi i capelli e raggiunse il lavandino. Riempì le
mani a coppa di acqua e le inumidì di nuovo la capigliatura
mora. Si asciugò le mani su un asciugamano e accese il phone
al massimo del rumore. Avvicinò le sue labbra all'orecchio
di lei.
"Dobbiamo andare ora in biblioteca. Da quello che so io è
una leggenda, ma forse potrebbe essere vero: pare che i minatori del
dodici abbiano prolungato i tunnel per i trasporti sotterranei della
capitale di molto. Il progetto fu abbandonato, ma quei tunnel sono
ancora lì. Anche se non so cosa potremmo farci al momento
attuale". Katniss spense il phone riconoscendo il suono delle
comunicazioni di Snow. Il camerino brillò di blu facendo
apparire un ologramma.
"Si avvicina l'Edizione della Memoria, la terza e si aprirà
al termine del Tour della Vittoria dei nostri due eroici vincitori. I
tributi verranno mietuti fra i famigliari delle vittime, a partire
dalla prossima settimana" diceva.
Cato divenne pallido e le sue labbra persero colore.
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Capitolo 9 *** Cap.9 Diabolico Snow ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.9 Diabolico Snow
Snow allungò una mano ed accarezzò una rosa
candida, sentendola morbida sotto le dita.
"Plutarch, lo sai perché il tuo predecessore ha... diciamo,
perso il suo posto?" domandò affabile.
"Immagino perché... non fosse in grado di adempiere
adeguatamente al suo incarico" commentò Plutarch lentamente.
"E che in ogni caso, la sua scelta sia stata guidata da motivazioni
più che adeguate, signor Presidente".
Snow sorrise, accarezzò la propria scrivania e
piegò di lato il capo facendo ondeggiare i propri capelli
bianchi e soffici.
"Vedi, ha sottovalutato l'irrazionalità della gente. Katniss
e Cato si sono scambiati solo un paio di parole, qualche sguardo
intenso dovuto solo alle loro personalità forti.
Però sono entrambi belli e la folla li ama".
Iniziò a spiegare.
Intrecciò le proprie dita e sbatté le palpebre.
"La gente li voleva vedere fidanzati senza nessun motivo logico.
Eppure, pur di vederli insieme, ha calpestato i loro veri sentimenti e
ha chiesto a gran voce che si salvassero entrambi. Se fosse morto uno
solo dei loro beniamini, si sarebbero ribellati.
Non lo fanno per la fame, per il freddo, per i morti, ma solo per due
bei visini".
"Capisco, è stato poco lungimirante" affermò
Plutarch. Il suo tono era conciliante.
"Crane non conosce le reazioni della folla e li ha resi dei martiri"
commentò"ora che si sono salvati da un primo ... incidente,
come vogliamo muoverci? Tentare di intaccare direttamente la loro fama
o azione, sarebbe a mio parere" si fermò inserendo una pausa
ben studiata, non gesticolava, era ossequioso e garbato, sicuro della
propria posizione" poco saggio,infiammerebbe ulteriormente la folla".
Snow accavallò le gambe e si piegò all'indietro,
appoggiandosi allo schienale della sedia. "Dopo che gli abbiamo dato la
grazia, sono diventati degli idoli intoccabili. Noi, però,
sappiamo che sono solo uomini e spesso i mortali sono troppo legati
agli affetti". Sciolse le mani ed indicò la porta
all'interlocutore. "Trova tra i familiari delle vittime persone care ai
nostri due sfortunati amanti e mandali a morire. Fai in modo che
perdano la vita e danna le anime di quei due falsi dei"
ordinò.
"Faremo in modo che sia un memento mori molto...scenografico, signore"
promise Plutarch. Si avviò verso la porta, si
fermò e si voltò.
"A proposito... si sta preparando questa Edizione della Memoria,
appunto e la nuova ambientazione sarà piuttosto originale,
speriamo sarà di suo gradimento, Presidente e
consentirà di far sparire i corpi dei nostri due adorati
dei, senza sospetti" annunciò.
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Capitolo 10 *** Cap.10 Libreria ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.10 Libreria
"Per il distretto dodici abbiamo Josh Mellark, il fratello
più grande di Peeta. E, visto che Peeta Mellark non ha
lasciato parenti donne in vita, è stata ripescata Prymrose
Everdeen". Annunciò Caesar. Katniss digrignò i
denti guardando lo schermo televisivo della biblioteca e strinse un
pugno. Cato le mise una mano sulla spalla, sentendola rabbrividire e
guardò a sua volta il messaggio olografico.
"Il fatto che la madre di Peeta sia morte nella notte per un incendio
misterioso alla panetteria è ovviamente un caso. Come
è un caso che Snow abbia scelto proprio mia sorella, quando
desidera tanto punirmi" sibilò Katniss.
"Per il distretto due abbiamo la cugina di Clove: Cinnamon".
Continuò a dire il presentatore. "Si assomigliano
tantissimo" bisbigliò Katniss. "Erano cugine di primo grado
come parentela, ma si comportavano come sorelle. I loro padri sono
gemelli" spiegò Cato, avvertendo una fitta al cuore, i suoi
occhi erano liquidi.
"Per il distretto undici, Armand, il padre di Rue, ultimamente
purtroppo noto per una rivoluzione mancata al suo distretto. Speriamo
che questi giochi della memoria gli facciano comprendere l'importanza
della pace e degli Hunger Games". Caesar sospirò e scosse il
capo, scuotendo i corti capelli blu.
"Questo è un memento mori così chiaro ed
esplicito che penso avrebbero fatto meno male delle frustate in piazza"
sibilò Cato. Raggiunse la finestra, guardando le cancellate
di metallo dell'edificio. "E' ora...". Respirò
profondamente.
< La bibliotecaria ha chiuso, non accorgendosi che noi eravamo
nascosti nel bagno dell'edificio> rifletté. Si
allontanò nuovamente dalla finestra, raggiungendo Katniss.
"Non dobbiamo fare niente se non ciò che avevamo in mente,
cioè seguire l'indicazione" disse.Le sue gote erano
arrossate e strinse un pugno, conficcando le unghie nella mano.
"Non possiamo fare niente, per loro, Katniss". Deglutì.
"Se non proseguire per la nostra strada, e sarà faticosa
quanto la loro, se non più sanguinaria" dichiarò.
Si mordicchiò un labbro.
"Dobbiamo camminare da soli e superare il Victory Tour, come primo
step, sono... sono con te.
Katniss si voltò verso di lui, lo guardò in viso
ed annuì.
"Allora, muoviamoci" sussurrò.
< Per quanto questo posto sia in un vicolo secondario della
capitale, nascosto tra due palazzi, possono comunque notarci qui dopo
l'ora di chiusura > rifletté. Cato avanzò
verso gli scaffali, Katniss lo seguì. Il giovane
avanzò lungo il dedalo di corridoi, si fermò
davanti a uno scaffale e si voltò.
"Questo è quello indicato dal biglietto. Hai mai
rubato?" domandò. Si guardò intorno
assottigliando gli occhi, un rivolo di sudore gli scese lungo la tempia.
Katniss ghignò e le sue iridi color argento brillarono.
"Insieme alla caccia di frodo, era il mio passatempo preferito"
bisbigliò.
"Cinque minuti, questi libri devono uscire con noi dalla libreria"
decretò Cato. Estrasse dalla tasca un microscopico
metal detector.
"Mio padre era ossessionato dalle spie e dalla Capitale...
perciò mi ha dato questo metal detector. Lo passò
sui libri, non suonò.
"Falli sparire, ci vediamo all'uscita e torniamo a casa, al Due".
Katniss lo guardò in viso ed annuì.
"Contaci" sibilò.
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Capitolo 11 *** Cap.11 Amici? ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.11 Amici?
Katniss
salì sul treno, seguita da Cato. Il biondo la
seguì fino alla loro
carrozza, chiudendosi la porta alle spalle.
<
Questo treno ci riporterà al Due > pensò.
Raggiunsero i sedili e vi
si accomodarono.
Si
trovarono all'uscita e salirono sul treno per tornare al Due.
"Ottimo
lavoro, Everdeen" si complimentò il ragazzo.
Allungò una
mano verso di lei.
“Hai…
tutti e due i libri?” domandò. Katniss tolse da
sotto i vestiti uno
dei due libri e glieli porse.
“Se
ne leggiamo uno a testa, magari ci sbrighiamo. Così possiamo
distruggerli subito dopo aver memorizzato le informazioni
necessarie” spiegò
Cato. Katniss inarcò un sopracciglio.
"Sai
leggere? Sono colpita" lo punzecchiò.
Cato
la colpì con lo spigolo del libro.
"Piuttosto,
sono io colpito dal fatto che tu
sappia leggere". Ghignò, sentendola ridacchiare.
“La
terrà, però, è la tua
materia”. Aggiunse. Scrollò le spalle ed
aprì il
libro.
"Andiamo,
stiamo anche diventando amici? E' un rischio, di questi
tempi..." la punzecchiò.
"Ma rubi meglio di
me,
immagino si possa fare, non pensi?" domandò.
Katniss
aprì il libro ed inarcò un sopracciglio.
"Finisci
di leggere il tuo libro prima che io finisca il mio, e potrò
anche considerare l'idea di essere tua amica" sussurrò,
socchiudendo le labbra.
Cato alzò il libro che teneva aperto sulle gambe.
"Mi
hai dato un libro alto il doppio del tuo, mi pare equo per provare
un'amicizia" decise. Katniss osservò il suo sorriso,
abbassò lo sguardo ed
aprì il proprio testo.
***************
Katnisse
alzò lo sguardo, osservando Cato bruciare il testo con uno
zolfanello. Il biondo la guardò.
"Possiamo
essere amici, allora?" domandò alla ragazza, fissandola.
Katniss
mise il segnalibro, chiuse il proprio testo e si massaggiò
le
palpebre. "Decisamente. Ti facevo più tonto, visto che non
ti arrampichi
sugli alberi". Cato soffiò sulle ceneri facendole cadere per
terra.
"Ti
facevo più analfabeta dato che tuo padre lavorava in
miniera, ma immagino
che a conoscersi, si capisca anche quanto certe valutazioni,no?"
rispose.
Rise.
“E’
bello sapere che ti sto simpatico".
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Capitolo 12 *** Cap.12 I ribelli ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.12 I ribelli
Cato si sedette sullo spalto di pietra guardando l'arena sotto di lui.
Katniss accavallò le gambe e strinse i pugni.
Guardò una serie di carri sfilare. Katniss si
alzò in piedi riconoscendo sua sorella, accanto a un giovane
simile a Peeta ma alto due teste di più, su uno dei carri.
La piccola indossava un lungo vestito giallo con due alucce di fuoco.
Cato le afferrò il polso.
"Siediti" sibilò.
Cato sentiva Katniss tentare vanamente di divincolarsi dalla sua
stretta,calmarsi è difficile. La capisce.
"Torneranno, si saranno messi d'accordo" le mormorò
all'orecchio".
Non siete sprovveduti, siete minatori e siete abituati a sopravvivere"
le ricordò. I carri si disposero in fila per ascoltare il
discorso del Presidente Snow. Discorso interrotto dalla comparsa sui
teleschermi di una donna in quella che pareva l'imboccatura di un pozzo
. Cato indicò gli schermi a Katniss.
"Everdeen... i tunnel".
Katniss sgranò gli occhi e si voltò, si sedette
nuovamente vedendo un dedalo di tunnel sullo schermo.
"I prossimi Hunger Games si svolgeranno in questi tunnel. Un ennesima
prova che per Snow siamo topi da esperimento" disse la donna.
"Chi è quella donna?" domandò Katniss. Un brusio
di voci risuonò nell'arena tutt'intorno.
"Sono Alma Coin, capo dei ribelli riunitisi sotto i vessilli di una
Panem più giusta e più libera,senza Hunger
Games!" dichiarò la donna. Parecchie persone trattennero il
fiato e i pacificatori imbracciarono i loro fucili.
"Il futuro riserva sempre sorprese e con oggi, il primo seme della
ribellione è stato piantato, e crescerà! Panem
oggi, Panem domani, Panem per sempre!"si concluse il comunicato.
"Stai seduta e segui la forma e la procedura" disse Cato a Katniss.
"Ci stanno guardando,stai seduta" ripeté, mentre intorno a
loro calava il silenzio.
"E fischia le tue note, è ora di prendere una posizione".
Katniss raddrizzò la schiena, mise la mani sulle ginocchia e
alzò il capo. Fischiettò il motivetto della
Ghiandaia imitatrice. Altri fischi fecero eco al suo. I Pacificatori
circondarono i tributi e i loro mentori. Vennero trascinati a forza,
mentre la gente iniziava ad alzarsi, muovendosi freneticamente per
l'anfiteatro.
I Pacificatori portarono via i tributi con i loro mentori. Cato
fischiettò il motivetto insieme ai ribelli. Le folle
iniziarono a correre verso le uscite, in preda al panico, alcuni furono
calpestati, mentre la gente urlava tutt'intorno.
Snow strinse un pugno, mentre negli schermi tornava a essere trasmesso
il suo viso ingrigito.
"Le perdite economiche, se sospendessimo i Giochi, sarebbero eccessive
per l'intero stato..." sussurrò un suo collaboratore alle
sue spalle.
Cato osservò Snow sullo schermo, lo vide digrignare i denti.
"Snow al momento è disorientato, incapace. Dobbiamo trovare
l'accesso ai tunnel prima di domani mattina, per far fuggire i ribelli
dall'arena" sussurrò.
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Capitolo 13 *** Cap.13 La fuga di Josh e Prim ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.13
La fuga di Josh e Prim
Josh si guardò intorno,
ansimando, il sudore gli rigava il
viso. Strinse la mano di Primrose, il battito cardiaco gli rimbombava
nelle
orecchie. Una gomitata lo raggiunse allo stomaco, la calca di persone
urlanti
in fuga intorno a lui gli impedivano la visuale e mantenne a fatica la
stretta
sull’arto della piccola. Schivò la testata di una
donna, insieme alla massa
uscì dall’Arena. Spintonando a destra e a sinistra
riuscì a sgattaiolare fuori
dalla gente e, trascinando la piccola con sé,
entrò in un vicolo.
“I Pacificatori non se ne
sono accorti” disse la piccola. Il
giovane annuì e si piegò, inginocchiandosi.
< E’ stato un puro
miracolo > pensò.
“Ora sei mia cugina Violet,
ok?” domandò. La sorella di Katniss
annuì e lui la trascinò con sé in un
bagno pubblico, tenendo il capo chino.
Entrarono insieme nel bagno delle donne e lui si chiuse con lei in un
box.
Estrasse dalla sacca che portava sulle spalle una forbice e
tagliò i capelli
della piccola. Rimise a posto la forbice e ne uscì una tinta
per capelli neri,
la utilizzò sulle capigliature di entrambi, tingendole.
“Dobbiamo arrivare al Due e
trovare tua sorella”. Continuò a
spiegare. Primrose deglutì ed annuì.
“Per favore,
collabora” disse Josh. Si strappò gli ornamenti
che gli decoravano i vestiti e, tirando nuovamente fuori le forbici,
iniziò a
tagliare maniche e gonna del vestito della ragazzina.
“Panem, in capo a
domattina, ci cercherà. Metterti in salvo
è la priorità e lo farò, te lo
prometto”. Aggiunse, mettendo dentro il borsone
gli scampoli di vestiti e le forbici. I piccoli contenitori delle tinte
li fece
andare giù con lo scarico del bagno.
“Chiaro, Violet?”
le chiese, mentre la trascinava fuori dal
bagno. La ragazzina lo seguì docilmente fino
all’esterno, nuovamente nel
vicolo, giocherellando con l’altra mano con le ciocche more.
“Sì…
cuginetto?” domandò con voce tremante.
“Puoi chiamarmi
Kurt” rispose Josh.
< Non voglio fare la stessa
fine di mio fratello Peeta
> pensò.
“Penso che si starebbe bene
una parrucca”. Aggiunse.
< Se parlo in codice, sempre,
Panem non potrà scovarmi
> rifletté.
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Capitolo 14 *** Cap.14 Kurt e Violet ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.14 Kurt e Violet
Prim
annuì un paio di volte, il suo battito cardiaco era
accelerato. Lo seguì docilmente, cercando di non tremare,
mantenendo un'espressione atona.
"Sai
tante cose" gli sussurrò, guardando i colori sgargianti
delle persone che camminavano nel vicolo dove si trovavano fare
contrasto con i grandi palazzoni grigi.
"Ci
provo,devo impararle tutte in fretta per
sopravvivere"replicò il ragazzo, tenendole la mano per
confortarla.
<
Non devo dimenticare che è una bambina spaventata >
pensò.
"Vieni,dobbiamo
pensare a un modo per salire su un treno". Si piegò,
avvicinandole le labbra all'orecchio.
"Non
visti, evitando i controlli" bisbigliò con voce inudibile.
Proseguirono lungo la città, Kurt si guardò
intorno vedendo un giardinetto vuoto. Raggiunse una panchina e si
sedette, facendola accomodare accanto a sé.
"Non
possiamo fabbricare i documenti e non ne abbiamo" disse con voce
inudibile. Si voltò verso la piccola ed espirò
rumorosamente dalle narici.
"Piccola,
tu sai se i treni fanno fermate intermedie o scaricano passeggeri solo
ai confini dei distretti?" domandò.
Prym
ricambiò la stretta, i suoi grandi occhi sporgenti si fecero
liquidi e negò con il capo.
"No"
ammise con tono sconsolato. Il giovane si rimise in piedi e la
portò con sé. Ghignò vedendo la
borsetta di una donna che si stava dirigendo verso il parco, spingendo
una carrozzina.
Prym
sorrise guardando il piccolo nella carrozzina.
"Vediamo
se...". Kurt si guardò intorno e sfilò una guida
della zona dalla borsa di una donna.
"A
volte le guide capitoline danno informazioni anche su dove e come fanno
controlli per agevolare i trasferimenti e far preparare i documenti a
'noi' cittadini". Parlò in codice, leggendo.
"Dobbiamo
scendere allo step intermedio" stabilì e si
grattò il capo, scompigliando i suoi capelli chiari. Si
piegò, mettendo in mano alla piccola l'opuscolo.
"Non
so ancora come salire e sperare di avere uno scompartimento per
noi,sarebbe troppa...fortuna " le sussurrò. Si
rizzò e ricominciò a camminare.
Violet
annuì concitatamente, sentì il naso pizzicarle e
cercò di camminare composta, con un passo preciso e
cadenzato, seguendolo.
"In
caso ci fosse compagnia, sul treno starò in silenzio.
Dormirò". Lui si piegò e le baciò la
fronte.
"Sei
un genio, Violet. Se avremo compagnia, dormiremo". Le sorrise, le
riprese l'opuscolo e si rizzò.
"Iniziamo
a cercare un treno consultando l'orario. Così capiamo se il
binario è affollato e possiamo salire indisturbati".
La
ragazzina arrossì ed incassò leggermente la testa
tra le spalle, si strofinò la mano lì dove
l'aveva baciata; si sporse sulle punte e controllò gli orari
insieme a lui.
"Questo
è il più vicino" disse, indicandone uno in terza
fila.
"Ecco
lì il binario" disse Kurt. Aveva un'andatura naturale, finse
uno sbadiglio. Violet sentiva la mano stretta da lui pulsarle e
cercò di saltellare, sorridendo.
Kurt
si guardò intorno,sentì l'annuncio del mezzo in
partenza. Salirono sul mezzo, superarono uno scompartimento pieno di
gente. Kurt spintonò a destra e a sinistra, facendo passare
anche lei. Entrarono in uno scompartimento con solo una coppia e due
anziane.
"Stiamo
qui" propose. Si sedettero e aprirono un tavolino. Violet
guardò un'anziana e sbatté le palpebre, era
vestita di fucsia fosforescente con dei neon nei capelli. Si
girò e vide che Kurt stava prendendo un giornale abbandonato
nel sedile davanti al suo.
"Non
è il mio genere di lettura" spiegò il giovane. La
piccola ridacchiò e lui sbuffò.
"La
stazione è a dodici chilometri, possiamo dormire un po', se
vuoi" le disse. Violet annuì, si abbracciò e
piegò di lato il capo, chiudendo gli occhi.
"'Notte"
biascicò. Kurt le sorrise.
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Capitolo 15 *** Cap.15 Explosion ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.15 Explosion
"Allora,
abbiamo i libri, le mappe e dobbiamo portarli fuori di qui"disse Cato.
Camminava dietro un manipolo di uomini, tenendo gli occhi socchiusi.
"Loro
sono entrati, ma non sanno cosa li aspetta "disse a Katniss, indicando
i ribelli. L'ambiente era illuminato da delle luci elettriche. I passi
degli uomini risuonavano nei dedali dei tunnel sotterranei. "Hanno
armi, ma non sanno in che misura e per quanti chilometri sono
sorvegliati i tunnel" sussurró Cato, continuando a parlare
con la mora.
Si
rivolse ai ribelli: "Dove stiamo andando? "domandò.
Katniss
guardò i volti dei ribelli, alcuni di loro avevano la pelle
nera, quasi tutti avevano dei caschetti, intravide un numero inferiori
di donne e ne scorse una con il viso dipinto come un felino.
"Non
sembrano abbastanza organizzati, quindi" sussurrò a Cato.
"Siamo
diretti al tredicesimo distretto" rispose una donna dalla pelle scura
come il carbone.
"Ma
qui sotto i nostri GPS non funzionano" commentó.
Cato
iniziò a camminare con passo più veloce ed
iniziò a calcolare mentalmente bisbigliando numeri.
"So
la mappa di mezza Panem a memoria "disse tranquillo.
"Da
qui sono due giorni in superficie, l'arena finisce fra due chilometri"
spiegó alla donna dalla pelle nera. Una delle luci
elettriche saltò, spegnendosi.
"Avete
abbastanza munizioni per due chilometri?" chiese Cato.
Katniss
si portò una mano alla faretra e accarezzò la
punta metallica delle sue armi.
"Alcune
sono esplosive, ma dovrebbero bastare" sussurrò roca. Cato
superò il gruppo e si mise a camminare a capofila, gli altri
lo seguirono lungo due chilometri.
"Dio
benedica i libri"sussurró il ragazzo a Katniss "ma non
possiamo marciare allo scoperto due giorni, Snow ci starà
cercando tutti".
Katniss
sorrise alla paola di Cato e chinò il capo.
<
Si vede che viene dal primo, ha una cultura > pensò.
Si sentirono dei fischi, le bombe sganciate sopra di loro, fecero
tremare tutt'intorno.
I
tunnel vennero invasi da dei polveroni, pezzi di soffitto franarono.
Katniss si appoggiò a una trave portante, una frana travolse
un paio di persone.
Katniss
si tappò la bocca, i suoi occhi lacrimarono. I tremiti
cessarono e raggiunse nuovamente Cato, tossendo.
"Dobbiamo
muoverci, questa è solo la prima ondata di bombe e droni!"
gridò una di loro.
"Avanti!
"la incoraggiò, correndo.
"Avanti,
manca poco! Presto riemergeremo, lontano dall'arena" la
spronò tenendo il suo passo.
"Non
fermiamoci, avanti! " incoraggiò anche i ribelli.
<
Capitol starà già cercando i cadaveri. Questa
parte di terreno è finalmente libera >
pensò Katniss, iniziando a seguire Cato, alcuni ribelli
bisbigliavano, li indicavano e si misero a seguirli, trascinando i
feriti.
"Siamo
fuori dall'Arena, avanti! "li chiamò Cato.
"Fra
poco riemergeremo e medicherete i feriti" promise e si rivolse a una
donna con in mano un gps.
<
Qui dovrebbero tornare a prendere > pensò.
"Quanto
manca al tredici? "chiese.
"Fuori
da qui scatteranno altri bombardamenti e ibridi" spiegò
"quando riemergeremo dovremo essere pronti".
Katniss
rabbrividí e accelerò il passo. Ci furono altre
esplosioni, Katniss si caricò in spalla un ribelle rimasto
senza gambe.
"Non
sono pronti per gli ibridi, forse nemmeno noi".
Cato
si leccò febbrilmente le labbra sentendo un ringhio alle
loro spalle e corse portando in braccio un'altra ribelle ferita al
petto, aprì una botola e la fece uscire.
"Katniss,
qualsiasi cosa sia che ringhia, colpiscila appena sentì che
è a meno di trenta passi" sussurró e si mise ad
aiutare i ribelli a uscire.
"Avanti,
forza! "mormorò e poi si issó oltre la botola
quando sentì un ringhio più vicino.
"Ora
KATNISS! "gridò e quando udì il sibilo della
freccia esplosiva tese la mano, nel vuoto, alla ragazza.
Katniss
afferrò la mano di lui, furono entrambi sbalzati indietro
dall'esplosione. Katniss perse la presa sull'uomo sulle sue spalle, che
precipitò nella voragine che si aprí nel terreno
delle gallerie che crollarono.
Cato
issò fuori dalla botola Katniss, insieme si misero a
correre, mentre tutto dietro e sotto di loro franava.
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Capitolo 16 *** Cap.16 Mi piaci ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.16 Mi piaci
Cato
ansimò, guardando dalla finestra la voragine sottostante e
si deterse la fronte sudata con la fronte.
<
Ancora non so come siamo sopravvissuti all'esplosione >
pensò.
"Ok,
se volete capire da che parte dobbiamo muoverci, dovete dirci
dov'è il Distretto 13" disse chinando il capo, teneva le
gambe leggermente piegate e la schiena curva.
"Siamo
riusciti a capire in che zona superficiale siamo, ma il Distretto non
è su nessuna mappa. Perché è da
lì che venite, no?" domandò al gruppetto di
rivoluzionari alle sue spalle. Si allontanò dalla finestra e
ne osservò un paio tremanti, altri due alle loro spalle
tenevano le mani sui calci delle pistole automantiche.
Katniss
ansimò, il fiato le mancava ancora e il fumo le pungeva le
narici, cenere aleggiava intorno all'edificio, entrando dalle fessure
dei muri, mischiandosi con la polvere. La giovane si
affacciò alla finestra del palazzo, osservando la voragine.
"Quasi
tutti i nostri sono morti per via delle bombe, ormai raggiungere quel
distretto è praticamente impossibile" disse uno dei
rivoluzionari.
"Dobbiamo
tornare sotto terra, se vogliamo avere una chance di arrivarci.
L'intera città è un dedalo di trappole, ormai
saranno scattate" disse un'altra.
"La
città si sta trasformando nei nuovi Hunger Games"
sussurrò con voce roca Katniss.
"E
sotto non è meglio, hanno appena tentato di farci esplodere"
ricordò Cato sarcastico.
"Qual
è il male minore?" domandò, voltandosi verso di
lei.
"Scegli
tu Katniss, io ti seguo". Aggiunse e si alzò un brusio di
voci dai rivoluzionari.
Katniss
raddrizzò la schiena, socchiuse gli occhi e strinse il pugno.
"Affronteremo
la città. Lì sotto si riempirà di
minacce ben peggiori. Dovranno far scappare la popolazione, faranno
girare delle mappe delle strade sicure. Dobbiamo procurarci quelle"
disse. Alzò il mentò, gonfiando il petto. Si
voltò guardando il gruppo di rivoluzionari che
rabbrividirono, guardandola illuminata dalla luce del sole che entrava
dalle finestre.
Cato
la osservò e sentì la bocca asciutta.
<
Emana vero ardore. E' la leader che può guidarci ed io la
seguirò ovunque, a qualsiasi costo.
Questa
è la guerra che ci serve e solo noi, i migliori combattenti
dell'Arena, possiamo affrontarla. Soltanto uniti trionferemo >
pensò, deglutendo.
"A
quelle possono pensarci quelli armati di pc, sarà meglio che
noi sorvegliamo questo posto con gli altri" formulò infine.
"Possono
triangolarci...". "Non abbiamo dei computer...". Iniziarono le
lamentele.
"Utilizzate
gli schermi che troverete in questa casa, come tutte le altre deve
poter ricevere le comunicazioni di Snow. E sbrigatevi. Certo che ci
troveranno, dobbiamo muoverci. Appena avremo qualcosa, abbandoneremo
questo posto... Chi resterà indietro, non potremo portarlo
con noi". La voce di Katniss si era abbassata all'ultima frase,
divenendo roca.
Cato
passò in mezzo ai mercenari, intenti a correre in direzioni
diverse. Raggiunse Katniss e le mise una mano sulla spalla.
"Ehy...
non è detto che lasceremo indietro qualcuno. Combattiamo per
loro in fondo, no?" chiese.
Katniss
lo guardò in viso ed annuì.
"Dobbiamo
controllare l'edificio" rispose.
<
Non so mai esattamente cosa dire, non sono fatta per i discorsi
> pensò.
"Andiamo"
le rispose Cato, annuendo. Iniziarono a esplorare il piano su cui si
trovavano.
C'erano
due stanze, una pareva un bagno. Raggiunse uno scaffale, la luce del
sole che entrava dalle finestre illuminava boccette di profumo e alcuni
contenitori di cosmetici.
"Qui
direi che non c'è nulla da temere" valutò il
biondo. Si girò verso la finestra e guardò
all'esterno.
"Nessuna
minaccia". Aggiunse.
Katniss
si raddrizzò la faretra e raggiunse un lavadino, guardandolo.
"Snow
sta facendo sgomberare i suoi stessi cittadini illustri. Non ha
rispetto per nessuno" ringhiò. Cato aprì uno
stipetto dei medicinali e guardò all'interno.
"Se
ne avesse avuto, ci saremmo incontrati in un tea party in centro, non
certo nell'Arena" rispose. Si mise in tasca alcune garze e una
fiaschetta con liquido rigenerante.
"Sta
usando i cittadini come deterrente, per sperare che i ribelli mitighino
la loro azione o, in caso, per farne dei martiri. Mi ci gioco tutto"
disse.
Katniss
aprì la finestra e si affacciò, appoggiandosi
contro lo stipite con il corpo, controllando la strada sottostante.
"Non
ci saremmo mai incontrati" ribatté con tono serio.
"Mi
sarebbe dispiaciuto" rispose Cato. Richiuse lo stipetto e si diresse
verso di lei.
"Vedi
qualcosa di interessante lì sotto?" domandò.
Katniss negò con il capo, si raddrizzò e si
voltò, trovandoselo davanti al viso.
"Mi
piaci" le disse Cato.
Katniss
si allontanò di scatto e si voltò, la sua lunga
treccia nera le ondeggiò dietro le spalle.
"Ci
conviene scendere" disse. < Ho sentito bene? > si chiese
mentalmente, mentre le aumentava il battito cardiaco.
Cato
prese un respiro, un profondo e guardò dalla finestra.
"Si,
ci conviene muoverci prima che lo faccia Snow" decretò. La
seguì fino alla porta della stanza.
"Non
lo ripeterò, ma nemmeno me lo rimangerò,
è quello che provo" disse Cato, proseguendo lungo il
corridoio. Raggiunse le scale ed iniziò a percorrerle.
Le
iridi grigie di Katniss ebbero un guizzo. La ragazza lo
guardò allontanarsi, sospirò e lo
seguì.
<
Al momento non posso permettermi nessun'emozione di questo tipo... devo
trovare mia sorella e sarebbe una distrazione >. Uscirono
dall'edificio, guardandosi intorno e si posizionarono vicino
all'entrata.
<
E poi non può piacermi, semplicemente non po'... l'amicizia
già era una concessione >. Si appoggiò
alla parete dell'edificio e strisciò, guardandosi intorno
con gli occhi socchiusi.
"Vedi
minacce?" chiese, il battito cardiaco accelerato.
Cato
le fece segno di premersi contro il muro, dei droni volanti solcavano
le strade.
"Sssh"
disse ed indicò un drone che stava passando nella strada
adiacente.
"Esci
solo sei sicura di centrarli al primo colpo, ok? Farsi vedere anche in
un solo fotogramma è troppo rischioso".
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Capitolo 17 *** Cap.17 Al Tredici ***
Ringrazio anche solo chi
legge.
Cap.17 Al Tredici
"Dobbiamo
ringraziare quelli del distretto Tredici, hanno depistato i droni"
sussurrò Cato. Katniss scrollò le spalle.
"Solo
per portarci da Capitol City al loro distretto" ribattè
secca. Cato strofinò le mani tra loro. Teneva le labbra
vicino all'orecchio della Everdeen.
"Certo
che non me lo aspettavo così il Tredici. Soffro
già di claustrofobia" sussurrò.
Osservò le pareti di metallo del montacarichi, che stava
scendendo per i vari livelli.
"Ci
guardano tutti, ed io che mi lamentavo di Capitol" bisbigliò
in risposta Katniss. Cato corrugò la fronte.
"Non
dirmi che non reggi la pressione, Ragazza in Fiamme. E' normale ti
guardino così, solo oggi hai salvato sedici persone dalle
grinfie di Capitol" le ricordò. Le sue iridi azzurre si
fecero terse. "Ritroveranno tua sorella, anche se in cambio penso
vorranno usarti. Ora sei un simbolo, la gente comune si ribella per
quello che rappresenti". Aggiunse.
Katniss
digrignò i denti e strinse un pugno.
"Voglio
solo salvare mia sorella" ribatté secca con tono acido.
Il
montacarichi si fermò all'ultimo livello. Cato
guardò le porte aprirsi.
"Mi
sa che qui avremo delle belle sorprese" disse. Katniss
sgranò gli occhi riconoscendo Haymitch, si
distanziò dai militari che la rincorsero e lo raggiunse.
"Vecchio
alcolizzato, allora anche tu ed Effie siete stati trascinati qui?" gli
domandò, gli occhi lucidi.
"Ragazzina,
smettila di essere così sdolcinata" ribattè
Haymitch. I soldati la spintonarono riportandola vicino a Cato e la
trascinarono lungo un corridoio.
"Che
maniere" ringhiò il biondo. Raggiunsero una saletta immersa
nell'ombra. Katniss sbatté le palpebre e riuscì a
scorgere al suo interno le figure di un uomo e una donna seduti a un
tavolo. Entrò, seguita da Cato.
"Signorina
Everdeen" parlò la donna, con voce serica. "Sono il
Presidente Alma Coin. Sono contenta che lei sia riuscita a
raggiungerci, rappresenta una speranza per tutti noi, esattamente come
sua sorella minore". Si alzò in piedi e strinse la mano a
Cato.
"Lei
era il tributo con cui la Everdeen è uscita dall'Arena,
esatto?" chiese. Cato annuì.
Katniss
socchiuse gli occhi e corrugò la fronte.
"Portandoci
qui mi avete impedito di riprendere mia sorella. Cosa volete?"
domandò, indurendo il tono.
"Lei
non si rende conto della sua importanza, signorina. Ora rappresenta la
ribellione in tutti i distretti. E' il volto della rivoluzione, lei che
ha cambiato le regole degli Hunger Games. Ci stiamo adoperando noi per
la ricerca di sua sorella" spiegò la Presidente.
"Non
mi sembra particolarmente equo. Voi trovate mia sorella e poi
potrò essere il vostro 'volto'" ribatté secca
Katniss. Alma strinse le labbra e il suo viso si riempì di
rughe.
"Non
è mio interesse che le appaia equo" disse secca. L'uomo
seduto alzò il capo tondo.
"Signorina,
io ho molta influenza a Capitol. Non si preoccupi. Stiamo cercando sua
sorella con ogni mezzo. Le nostre spie hanno occhi e orecchie ovunque.
La porteranno qui, dove sarà protetta" disse con tono dolce.
La Coin fece un mezzo sorriso.
"Mi
creda, non c'è niente che vorrei di più che
restituire a ciascuno qui la sua famiglia, ma tanti sono prigionieri
della Capitale. Sappiamo che sua sorella è viva ed
è stata vista con Mellark" spiegò. Katniss
impallidì.
"Peeta
è morto" disse Cato. Katniss negò con il capo.
"Il
fratello" rispose con voce roca. Cato annuì, abbassando lo
sguardo. Katniss diede le spalle alla Coin.
"Io
non sono interessata alla sua rivoluzione.
Mi
richiami quando sarà qui. Queste sono le mie condizioni, se
le faccia andare bene".
"Cerchiamo
un posto dove stare nel frattempo" gli propose. Cato annuì
ed entrambi uscirono.
"Penso
dovresti valutarla l'idea" bisbigliò, mentre venivano
circondati nuovamente dai soldati. "Le cose qui funzionano solo se tu
fai qualcosa per loro. Se non fai niente, non fanno niente per te. E'
l'arte della politica, bisogna mercanteggiare, non minacciare" le
spiegò. Katniss avanzò a passo di marcia.
"Vogliono
organizzare una sollevazione dei distretti contro Capitol. Se non li
aiutiamo, moriranno ben più persone di quelle decedute in
tutti gli Hunger Games". Le fece osservare Cato.
"Ti
giuro che appena avrò mia sorella, mi farò
insegnare da te a mercanteggiare" gli disse Katniss, addolcendo il
tono. Cato le sorrise.
"Te
la riporteranno in capo a due giorni. Pensano ancora di poterti usare
facilmente" rispose. I soldati si arrestarono e una donna in camice si
mise dinnanzi ai due giovani. Porse loro dei camicioni marroni
porgendoli con una mano, con l'altra teneva dei bracciali elettronici
di metallo.
"Dovete
indossare questi. Servono a controllare che eseguiate la mansione che
vi verrà assegnata. Sono le regole per i residenti" disse.
Katniss
corrugò la fronte e si guardò intorno.
"Qui
è tutto sterilizzato?" chiese, prendendo il camicione. La
donna mise l'altro in mano a Cato e fece indossare ad entrambi i loro
bracciali.
"Ora
la Presidente Coin ci comunicherà sui display dei bracciali
le vostre mansioni, assegnate da un'elaborazione di dati dai nostri
computer" disse. Gli schermi si illuminarono e la donna lesse.
"Sono
pronte. Potete seguirmi, vi faccio vedere dove dormirete" disse gelida.
Cato e Katniss seguirono la dottoressa.
Katniss
osservò il proprio bracciale.
"Ovviamente?
Avete avuto delle epidemie?" chiese.
"Tubercolosi,
signorina Everdeen. Indi per cui teniamo alte le condizioni igieniche.
Il vero problema è il ricambio costante di aria"
spiegò la donna.
"Lei
ha parlato di mansioni" le fece notare Cato.
"Sì.
I braccialetti segnaleranno il vostro programma giornaliero, compresi
pasti e allenamenti. La vostra mansione, infatti, è
l'allenamento insieme all'esercito e degli incontri con la Presidente
Coin" rispose la dottoressa. Si fermò davanti a una porta
metallica automatica.
"La
vostra residenza è questa, in comune. Non abbiamo spazio da
sprecare e non possiamo permetterci di affidarvi due camere separate.
Non siete in un albergo" sibilò.
"Non
desideriamo che lo sia" rispose Katniss, entrando nella stanza. La
donna entrò insieme a lei, Cato le seguì e la
porta si richiuse automaticamente alle sue spalle.
"Anche
il letto, l'armadio e il bagno sono unici. L'acqua corrente
sarà disponibile solo per alcune ore del giorno.
L'elettricità si interrompe automaticamente ogni sera alle
22:00 e inderogabilmente non si riattiva prima delle cinque del
mattino. Per raggiungere la palestra del distretto, potete seguire il
soldato che sta nella stanza accanto alla vostra. Gli allenamenti
iniziano alle otto, non potete tardare" spiegò la
dottoressa. Si voltò, aspettò che la porta si
aprisse, uscì e la porta automatizzata le si richiuse alle
spalle.
"Non
è peggio che lavorare nelle miniere" disse Katniss,
sedendosi sulla brandina. La sentì scricchiolare.
"Sicura
che non ti crolli sotto il sedere quella cosa?" chiese Cato. Si sedette
per terra, accanto alla brandina.
"Non
hai né le mani né i polmoni di una che ha passato
la vita in miniera" la punzecchiò. Katniss si
sdraiò e osservò il soffitto sopra di lei.
"Ho
visto mio padre distruggersi giorno per giorno lì dentro.
Esiste anche l'esperienza indiretta" rispose con voce roca.
"Lo
so che nel mio distretto siamo più agiati che nel tuo, ma
non per questo mio padre ha sofferto meno. Lui lavora in fabbrica, i
fumi tossici gli hanno rovinato i polmoni e ogni giorno tornava a caso
più vecchio, isterico, cieco. E l'unica cosa che mi ripeteva
era quanto fosse orgoglioso che io avrei partecipato ai giochi, negli
ultimi anni" spiegò con voce roca.
"Da
voi le fabbriche le gestiscono i robot. E diventate ciechi solo
perché non controllate adeguatamente le protezioni"
ribatté Katniss, voltandosi su un fianco. Cato fece una
risata gutturale.
"I
robot sono programmati, è vero, ma non a dare le protezioni.
I proprietari sono taccagni e programmano i loro robot a essere
più spilorci di loro. A cosa serve avere una tavola
imbandita, se non riesci neanche più a vederla? Se sputi
sangue mentre ti gusti la frutta fresca?" domandò, con voce
ringhiante.
Katniss
inarcò un sopracciglio.
"Da
noi dicono che i soldi vanno tutti a voi. Se non è
così, a chi vanno?" chiese.
"Dove
vuoi che vadano? A Capitol. Dove la gente li spende in bei vestiti. Al
due non moriamo di fame, ma di disperazione" disse Cato irriverente.
Katniss
tirò indietro le gambe e le abbracciò.
"Secondo
me vanno solo a Snow. La gente crede di averli", ma gli sfuggono tra le
dita. Cato appoggiò la mano sulla fiancata metallica della
branda.
"Snow
gestisce soldi e vite, questa cosa deve finire. Sai, al due abbiamo le
cure mediche, ma non ho mai visto un ospedale stabile. Chi è
malato, deve morire, altrimenti rovina l'aspetto della
città" ruggì. Katniss chiuse gli occhi.
"Non
è inquietante tutto questo?" le chiese Cato. Katniss si mise
su un fianco e affondò il capo sul materasso.
"Vieni
sul letto a riposare anche tu. Non abbiamo tempo per l'inquietudine".
"Se
i distretti si fossero inquietati un po' prima, non toccherebbe a noi
salvare il mondo" sussurrò Cato. Si sdraiò
accanto a lei, su un fianco a sua volta, dandole la schiena. "Dormi
anche tu. Ne hai più bisogno di quanto pensi".
Katniss
mugugnò e si addormentò profondamente.
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Capitolo 18 *** Cap.18 Le due sorelle si riuniscono ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.18 Le due sorelle si riuniscono
Violet
si strinse alla gamba di Kurt, che l'aveva nascosta dietro di
sé. Una serie di ribelli li avevano circondati.
"Seguiteci"
ordinò dura una donna bionda con il cranio parzialmente
rasato. "Sono il comandante Cressida,vi porteremo al sicuro".
La
ragazzina strinse un pugno e deglutì.
"Ci
porteranno lontano da Capitol?" domandò al più
grande.
"Molto
lontano e forse da Katniss"disse Kurt. "Non abbiamo altra scelta che
seguirli, siamo decisamente stati fortunati ad essere qui"
commentò.
La
bambina si avvicino a Cressidra, sporse il capo e vide il tatuaggio che
rappresentava dei rampicanti sulla parte rasata della giovane.
Cressida
diede segnale di abbassare le armi e scortarli al 13.
"Sei
Primrose?"domandò. "Primrose Everdeen?"
La
ragazzina si voltò verso l'altro giovane.
"Cosa
le rispondo?" gli bisbigliò.
"Dille
di sì"disse Kurt. Si passò la mano tra i capelli.
"Andiamo con loro, hanno lo stemma del 13" indicò uno dei
simboli sulla giacca della donna. "Fidati, ci porteranno da Katniss".
Primrose
strinse le labbra e si avvicinò a un altro giovane.
"Recuperarvi
è stato difficile" disse Cressida. "Qualcuno ne ha pagato il
prezzo" disse, allontanandola dal soldato.
"Andrà
in infermeria. Non puoi aiutarci, dobbiamo solo portarti da tua
sorella". Aggiunse.
Primrose
strinse le mani tra loro ed annuì.
"Non
posso aiutare nessuno nel frattempo?" chiese. Cressidra negò
con la testa.
"Mi
dispiace, dobbiamo andare, ora" disse imperiosa.
Primrose
teneva il capo chino.
<
Non mi piace il tredici e voglio Kurt > pensò. Si
sciolse la treccia e la rifece.
"Convocate
Katniss e Cato" ordinò Alma Coin. Era in piedi davanti alla
ragazzina nel corridoio.
"Tu
resti con me ad aspettarli. Decideremo dopo la tua mansione" disse
gelida. Le guardie si allontanarono.
Primrose
strinse i pugni e alzò il capo di scatto, assottigliando gli
occhi.
"Lei
decide le mansioni degli altri?" domandò secca.
"Decido
tutto quello che occorre" rispose Alma "ma le mansioni le elabora un
computer, non io, per mantenere alta l'efficienza del distretto".
Primrose
incrociò le braccia al petto.
"Non
credo che starà simpatica a mia sorella. Chi decide con un
computer, non è meglio di chi decide con un sorteggio"
borbottò.
Alma
aprì una stanza e la indicò.
"Entra
lì" ordinò. Una guardia spinse la ragazzina
all'interno e anche la presidentessa superò la porta
automatica.
"Le
decisioni vanno prese, piccola" disse Alma. "Non sto simpatica a
nessuno, non è mio compito" continuò.
Si
sentirono delle voci in corridoio e Katniss e Cato vennero fatti
entrare nella stanza.
Katniss
corse dalla sorella, la raggiunse e la abbracciò,
stringendola a sé.
Cato
restò ad osservare la scena.
"Mi
duole distruggere il pathos del momento,ora vorremmo sapere cosa vuole
fare di Katniss esattamente".
Katniss
prese il braccio la sorella e si rimise in piedi.
"Farò
quello che devo per questa rivoluzione, come nei patti" disse gelida.
Primrose nascose il viso nella spalla della sorella.
"A
me quella tipa non piace" bisbigliò.
"Se
fossi in te mi farei dire come funziona nei dettagli" disse Cato e
abbassò la voce. "Sai quando si parlava di mercanteggiare?
È sempre meglio sapere per cosa stai pagando, specie
perché la propaganda è un termine molto ampio in
un mondo molto vago" sussurrò. Tornò nell'angolo
della stanza e rialzò la voce. "La piccola e il marmocchio
li vorremmo nel nostro alloggio, dopo che gli avrete dato il
braccialetto". Teneva le braccia conserte.
Katniss
mise giù la sorella e la nascose dietro di sé.
"Però
ovviamente, per fare un lavoro decente, dovrò essere serena.
Perciò voglio mia madre al sicuro, la garanzia che non
allontanerete da me né mia sorella, né l'altro
giovane" ordinò.
Primrose
sporse il capo in avanti.
"E
il mio gatto!" s'inserì.
"Sarà
fatto... anche il gatto. Sarà utile contro i topi" disse
Alma Coin con tono acido.
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Capitolo 19 *** Cap.19 Kurt e Cato ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.19 Kurt e Cato
"Hanno
aggiunto un letto a castello nella nostra stanza, ma ci hanno fatto
capire chiaramente che noi dobbiamo continuare a condividere questo" si
lamentò Cato. Katniss si tolse le scarpe e si
appoggiò un piede sul ginocchio, massaggiandolo.
"Almeno
ti ho convinto che dormire con me non è un problema per
nessuno dei due. Più siamo riposati, meglio reggeremo a
questa routine sfibrante". Gli occhi le dolevano e la testa le pulsava.
"Se
solo non avessi la certezza che non mi lasceranno avvicinare Primrose
più del dovuto, spererei che quel letto a castello fosse per
lei e per il fratello di Peeta" sussurrò. Cato la
guardò.
"Posso capire perché lo
speri, non vuoi lasciare tua sorella da sola ad affrontare la routine
che ci aspetta. Per loro sarà sfibrante, ma a noi
toccherà l'addestramento". Aprì la schermata del
proprio braccialetto e lesse gli ordini per il giorno dopo.
"Però, sai, Kurt forse lo
sposteranno in questo letto a castello perché è
incluso negli allenamenti con me e te". La porta si aprì e
Kurt entrò.
"Sì, è stato
incluso tra i soldati" disse Cato.
Katniss
osservò il giovane, aveva il fisico asciutto, uno sguardo
cupo e un viso sbarbato.
<
Assomiglia a Peeta, ma è decisamente più
deciso... e grande > pensò.
"Parlavi di me?" domandò
secco il giovane. Cato si alzò dal letto e lo raggiunse.
"Io sono Cato". Iniziò. Lo
salutò e quello lo salutò a sua volta.
"Hai aiutato la sorella di Katniss, te
ne siamo profondamente grati. Cerchiamo di darci una mano qui, ok?" gli
chiese. Socchiuse gli occhi e gli sorrise. "Personalmente soffro
già di claustrofobia"ammise.
"Sono
pronto ad abituarmi. Ci sono zone del forno che erano molto
più claustrofobiche. E' l'allenamento militare che mi
preoccupa" disse Kurt atono. Incrociò le braccia muscolose
che facevano contrasto con il petto scarno.
"Devi
solo rifinirti un po'"rispose Cato. Corrugò la fronte.
"Hai forza, resistenza e anche
intelligenza se sei arrivato qui con lei da solo. Chiedo solo ...
Collaborazione, e supporto almeno fra noi".
"La
collaborazione mi sembra un'ottima idea" rispose Kurt. Katniss
schioccò la lingua sul palato.
"Ci stanno chiamando per la cena" lesse
Cato. Katniss controllò.
"Avremo dei vassoi pronti personali,
dobbiamo ritirarli. Così potremo mangiare con Primrose"
sussurrò. Le iridi di Mellark brillarono.
"Non è giusto. Hanno dato a
noi più carne e più pasti che a lei. Per farci
contenti le hanno dato solo un po' più di legumi"
ringhiò Kurt, leggendo a sua volta sul braccialetto.
"Se
potessi dare il mio cibo a mia sorella lo farei" disse Katniss. Si
rimise le scarpe e si alzò in piedi.
"Se ti
beccano credo scatterebbe una punizione"disse Cato. Uscirono dalla
stanza, dirigendosi verso la sala mensa.
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