Comatose

di Tigre Rossa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Caduta ***
Capitolo 2: *** Limbo ***
Capitolo 3: *** Luce ***



Capitolo 1
*** Caduta ***


 


Comatose


Caduta

 

 

 

A:Thorin –21:30 Giovedì 26 novembre

 

Thorin, dove sei? Pensavo che saresti tornato a casa presto oggi. . .

 

 

 

A:Bilbo - 21:35 Giovedì 26 novembre

 

Lo so, ma c’è stato un imprevisto in ufficio e devo restare qui ancora un bel po’. Mi dispiace.

 

 

 

A:Thorin - 21:38 Giovedì 26 novembre

 

Oh.

 

 

 

A:Bilbo -21:39 Giovedì 26 novembre

 

Mi dispiace moltissimo, davvero. Ci tenevo tanto a festeggiare l’uscita del nuovo libro con te. Avevo prenotato da Beorn e tutto il resto. Maledetto Tranduil e le sue pretese all’ultimo minuto!

 

 

 

A:Thorin -21:40 Giovedì 26 novembre

 

Non preoccuparti, non fa nulla. Vorrà dire che al tuo ritorno ci accontenteremo del camino, un po’ di vino e tante coccole, e la cena romantica ce la conserveremo per qualcosa di più speciale.

 

 

 

A:Bilbo - 21:42 Giovedì 26 novembre

 

Tu sei speciale abbastanza.

 

 

 

A:Thorin - 21:43 Giovedì 26 novembre

 

T-ti senti bene? Sudi, hai i brividi, vedi doppio per caso?

 

 

 

A:Bilbo – 21:44 Giovedì 26 novembre

 

Certo che sto bene. Perché non dovrei?

 

 

 

A:Thorin- 21:45 Giovedì 26 novembre

 

Perché tu non dici mai cose del genere, sai, romantiche o dolci o roba così. Sei più il tipo ‘Sentimenti? Non sono di mia competenza, spiacente. E ora fuori dai piedi.’, ecco.

 

 

 

A:Bilbo - 21:46 Giovedì 26 novembre

 

Rassicurante sapere che il mio ragazzo pensa questo di me dopo più di un anno di relazione, davvero.

 

 

 

A:Thorin - 21:47 Giovedì 26 novembre

 

Oh, andiamo, lo sai che è vero! Beh, non con le persone a cui tieni.

 

 

 

A:Bilbo - 21:48 Giovedì 26 novembre

 

E tu sei tra queste.

 

 

 

A:Thorin - 21:49 Giovedì 26 novembre

 

Dio, tu non ... non puoi assolutamente dire queste cose per telefono!

 

 

 

A:Bilbo - 21:50 Giovedì 26 novembre

 

Sinceramente preferirei dirtele di persona, ma grazie al mio odiosissimo capo temo che dovrai accontentarti di questi messaggi.

 

 

 

A:Thorin - 21:51 Giovedì 26 novembre

 

Ok, forse ti sei ubriacato. O drogato. O qualcosa del genere.

 

 

 

A:Bilbo - 21:52 Giovedì 26 novembre

 

No. Sono semplicemente innamorato di te.

 

 

 

A:Bilbo - 21:57 Giovedì 26 novembre

 

Bilbo?

 

 

 

A:Thorin - 21:58 Giovedì 26 novembre

 

. . . Non ho idea di cosa tu abbia stasera, ma sbrigati a tornare, Thorin Scudodiquercia, o vengo a prenderti io, ti trascino a casa di forza e dubito che ti lascerò uscire troppo presto.

 

 

 

A:Bilbo - 21:59 Giovedì 26 novembre

 

Sono indeciso se prenderla come una minaccia o una piacevole prospettiva.

 

 

 

A:Thorin – 22:00 Giovedì 26 novembre

 

Prendila come ti pare, ma sbrigati!

 

 

 

A:Bilbo – 22:01 Giovedì 26 novembre

 

D’accordo, d’accordo, come il sommo scrittore comanda! Farò più in fretta possibile. Ci vediamo più tardi.

 

 

 

A:Thorin – 22.02 Giovedì 26 novembre

 

Si, a più tardi.

 

 

 

A:Thorin – 22.03 Giovedì 26 novembre

 

Ah, Thorin?

 

 

 

A:Bilbo – 22:04 Giovedì 26 novembre

 

Cosa?

 

 

 

A:Thorin -  22:05 Giovedì 26 novembre

 

Ti amo, uomo ridicolo.

 

 

 

 

 

 


 

 

 

A:Bilbo – 01:10 Venerdì 27 novembre

 

Bilbo, sono Bofur. Corri subito all’ospedale.

 

 

 

A:Bofur - 01:13 Venerdì 27 novembre

 

All’ospedale? Cosa è successo?

 

 

 

A:Bilbo - 01:14 Venerdì 27 novembre

 

Un tentativo di rapina andato male. È stata portata qui la vittima, ed è in condizioni davvero pessime. Stiamo avvisando tutta la famiglia e, beh, tra di loro ci sei anche tu.

 

 

 

A:Bofur – 01:15 Venerdì 27 novembre

 

Chi è?

 

 

 

A:Bilbo - 01:16 Venerdì 27 novembre

 

Cielo, non so come dirtelo . . .

 

 

 

A:Bofur – 01:17 Venerdì 27 novembre

 

Bofur, mi stai davvero spaventando ora. Chi è?

 

 

 

A:Bilbo - 01:18 Venerdì 27 novembre

 

Thorin. La vittima è Thorin.

 

 

 

 


 

 

 

 

 

A:Thorin – 01:23 Venerdì 27 novembre

 

Mi ha appena contattato Bofur. Ti prego, dimmi che si tratta di un errore. Dimmi che sei ancora in ufficio a litigare con Tranduil, o che sei per strada e stai arrivando, o qualsiasi altra cosa. Dimmelo!

 

 

 

A:Thorin – 01:35 Venerdì 27 novembre

 

Sto arrivando, ok? Non farmi brutti scherzi. Non azzardarti, hai capito?

 

 

 

A:Thorin – 01:45 Venerdì 27 novembre

 

Tieni duro, tieni duro.

 

 

 

A:Thorin - 02:00 Venerdì 27 novembre

 

Sono qui, Thorin, hai capito? Sono qui, e non ti permetterò di lasciarti andare.

 

 

 

A:Thorin - 02:10 Venerdì 27 novembre

 

Ce la farai, devi farcela.

 

 

 

A:Thorin - 02:20 Venerdì 27 novembre

 

Sono arrivati i tuoi nipoti, insieme a Dis e Vili. Sono stravolti. Sai che te la faremo pagare per questo brutto spavento, vero?

 

 

 

A:Thorin – 02.25 Venerdì 27 novembre

 

Ora c’è anche Frerin.

 

 

 

A:Thorin – 02:30 Venerdì 27 novembre

 

E Dwalin.

 

 

 

A:Thorin – 02:35 Venerdì 27 novembre

 

E Balin.

 

 

 

A:Thorin – 02:40 Venerdì 27 novembre

 

E Dain.

 

 

 

A:Thorin - 02:45 Venerdì 27 novembre

 

Avrai molte persone da evitare una volta che aprirai gli occhi, se vorrai restare tutto intero per più di cinque minuti.

 

 

 

A:Thorin – 02:50 Venerdì 27 novembre

 

E giuro che io sarò tra quelle.

 

 

 

A:Thorin – 02:55 Venerdì 27 novembre

 

Perché non ci dice nulla nessuno, maledizione?

 

 

 

A:Thorin - 03:05 Venerdì 27 novembre

 

Non sappiamo neppure cosa ti è successo.

 

 

 

A:Thorin - 03:10 Venerdì 27 novembre

 

Ci hanno solo messo in un corridoio vuoto e ci hanno detto ‘Aspettate qui’.

 

 

 

A:Thorin - 03:11 Venerdì 27 novembre

 

Io non voglio aspettare qui.

 

 

 

A:Thorin - 03:12 Venerdì 27 novembre

 

Voglio trovare chi ti ha fatto questo ed ucciderlo.

 

 

 

A:Thorin - 03:15 Venerdì 27 novembre

 

Ucciderlo davvero.

 

 

 

A:Thorin - 03:17 Venerdì 27 novembre

 

Con le mie stesse mani.

 

 

 

A:Thorin - 03:25 Venerdì 27 novembre

 

È passato Bofur. Ci ha spiegato che è stato Bard a portarti qui. Ha raccontato che era appena uscito dall’ufficio ed arrivato nel parcheggio, quando ti ha sentito gridare. Si è voltato e ti ha visto poco lontano, accanto alla macchina, che cadevi in ginocchio. Davanti a te c’era una persona che si stringeva il braccio sanguinante. Ha fatto per avvicinarsi a te e strapparti la ventiquattrore ed allora Bard è accorso, chiedendo aiuto a gran voce, e l’uomo è scappato. Ti si è avvicinato e tu sei caduto a terra, una mano stretta attorno alla valigetta e l’altra dove quel bastardo ti aveva pugnalato. Ti ha preso, ha chiamato un’ambulanza e sei arrivato in ospedale in circa quindici minuti.

 

 

 

A:Thorin - 03:30 Venerdì 27 novembre

 

Bofur ha detto anche che al momento sei in sala operatoria. Quando abbiamo chiesto le tue condizioni ha distolto lo sguardo ed è rimasto in silenzio.

 

 

 

A:Thorin - 03:35 Venerdì 27 novembre

 

Ho paura, Thorin.

 

 

 

A:Thorin - 04:01 Venerdì 27 novembre

 

Dain ha detto una cosa strana, prima. Ha fatto ‘Doveva succedere una cosa simile proprio stasera che . . . ‘ e subito Frerin l’ha fulminato con lo sguardo e lui si è zittito, lanciandomi per un momento uno sguardo stranamente colpevole. Non capisco, ma non voglio pensare a niente, adesso. Solo che ce la farai. Devi farcela.

 

 

 

A:Thorin - 04:15 Venerdì 27 novembre

 

Tutti gli altri sono qua, seduti a fissare il muro o a passeggiare nervosi lungo il corridoio. Solo io, ogni tanto, tiro fuori il cellulare e digito questi messaggi, ma nessuno ci fa caso, preoccupati come sono.

 

 

 

A:Thorin - 04:20 Venerdì 27 novembre

 

Non so nemmeno perché sto continuando a scriverti, ma ho come la sensazione che se lo faccio forse, finalmente, mi risponderai e tutto questo si rivelerà essere solo un brutto sogno.

 

 

 

A:Thorin - 04:30 Venerdì 27 novembre

 

Perché è un brutto sogno, vero?

 

 

 

 A:Thorin - 04:40 Venerdì 27 novembre

 

Deve esserlo.

 

 

 

A:Thorin - 04:50 Venerdì 27 novembre

 

Deve.

 

 

 

A:Thorin – 05:20 Venerdì 27 novembre

 

Dio, ma non finisce più, questa maledetta notte?

 

 

 

A:Thorin - 05:40 Venerdì 27 novembre

 

Ti prego, non andartene dove non posso seguirti.

 

 

 

A:Thorin – 05:40 Venerdì 27 novembre

 

Resta con me. Per favore, resta con me.

 

 

 

 


 

 

 

A:Thorin: - 12:00 Venerdì 27 novembre

 

Ciao, Thorin. Io . . . sai che ho difficoltà a parlare ad alta voce, da sempre. Non riesco a dire ciò che vorrei, le parole mi si bloccano in gola e restano lì, senza mai uscire, e lo sai. Lo sai bene. L’unico con cui sono sempre riuscito a parlare senza la minima esitazione sei tu. Eppure, adesso . . . non ci riesco. Per cui, mi limito a scrivere. Sono bravo a scrivere. È l’unica cosa che so fare, dopotutto. Leggerò questo messaggio ad alta voce quando . . . quando ci riuscirò. Ma adesso, è l’unico modo che ho per farlo. Per dirti cosa è successo.

 

 

 

A:Thorin: - 12:05 Venerdì 27 novembre

 

Sono passate parecchie ore da quando sei stato pugnalato. Sei stato portato subito in sala operatoria, ma sono sorte delle complicazioni. Non so di che natura o di che genere. So solo che sei rimasto lì molto più del dovuto. Le tue condizioni, già gravi di loro visto che il coltello di quel malvivente è andato più a fondo di quanto nessuno avesse immaginato e ha preso di striscio non so quali organi vitali, si sono aggravate fortemente. Sei andato in arresto cardiaco. Sono riusciti a salvarti, ma . . .

 

 

 

A:Thorin: - 12:10 Venerdì 27 novembre

 

Sei in coma, Thorin. Il tuo corpo, il tuo cervello, il tuo cuore, sono tutti tenuti in vita da delle macchine. Sei addormentato, addormentato in un sonno che sa di morte, in bilico su un filo tra la notte eterna e la luce del giorno.

 

 

 

A:Thorin: - 12:15 Venerdì 27 novembre

 

Il dottor Gandalf Grey, il caporeparto di terapia intensiva, ci ha spiegato un po’ la situazione. Ha detto che il tuo è un tipo di coma profondo, ossia non presenti reazioni motorie. Non è grave come il coma vegetativo, ma quasi. Le possibilità di risvegliarsi sono molto basse. Però, visto che sei un uomo giovane e sano, lui è abbastanza ottimista. Dice che sei di una costituzione forte, ed ha visto molte persone più deboli risvegliarsi e riprendersi del tutto da situazioni peggiori. Ci ha detto di non smettere di sperare.

 

Noi... ci siamo rimasti, lo ammetto. Dis è sbiancata e Vili l’ha stretta forte a sé, Kili e Fili si sono stretti per mano come due bambini. Balin si è coperto il volto, e Dwalin gli ha posato una mano sulla spalla, mentre Dain stringeva forte i pungi e cercava di impedirsi di spaccare qualcosa. La tua famiglia sembrava sul punto di crollare in mille pezzi. Ed anche io.

 

Ma non abbiamo alcuna intenzione di crollare. Non ora. Resteremo al tuo fianco, Thorin, fino a quando non ti risveglierai. Perché ti risveglierai. Devi risvegliarti.

 

 

 

A:Thorin: - 12:19 Venerdì 27 novembre

 

Abbiamo organizzato dei turni. D’ora in avanti, avrai sempre uno di noi vicino, e ci alterneremo ogni mezza giornata. Io, essendo quello con meno impegni, probabilmente occuperò la maggior parte dei turni, ma mi va bene. Davvero. Se fosse per me non mi alzerei mai da questa sedia.

 

Ora, i ragazzi sono andati a dormire qualche ora, così come Dis, che si occuperà del turno di stanotte nonostante tute le mie remote a lasciare questa stanza anche solo per qualche minuto. Vili e gli altri sono andati a lavorare, seppur controvoglia, ma non possono proprio permettersi di assentarsi. E io sono qui, con Bofur che va e viene per controllare i segni vitali e roba simile, e i dottori che fanno un giro ogni ora.

 

 

 

A:Thorin: - 12:27 Venerdì 27 novembre

 

E...questo. Il dottor Grey mi ha detto che posso tenerti la mano, se voglio, anzi, dice che il contatto fisico con i pazienti è addirittura consigliabile. E mi ha detto di parlare. Tanto. Mi ha spiegato che la voce di coloro che amano spesso viene percepita dalle persone in coma, e a volte le guida verso casa.

 

Ma io non ci riesco. Sono qui, seduto in questa pallida stanza d’ospedale, e guardo te steso in questo letto freddo, il volto bianco, gli occhi chiusi, le labbra esangui, e, semplicemente, non ci riesco. Ti stringo la mano, ti tiro indietro ciuffi ribelli di capelli, ti accarezzo il braccio, ma non riesco ad emettere alcun suono. Ci ho provato, ma alla vista del tuo corpo, così vicino eppure allo stesso tempo così distante, mi si spezza. Ma non piango. Nemmeno se vorrei farlo. Perché so che tu ti arrabbieresti tantissimo se mi vedessi piangere adesso. So che mi vorresti vedere forte, in questo momento. E io sarò forte. Per te.

 

Resterò qui, al tuo fianco, fino a quando non aprirai gli occhi. Non importa quanto tempo ci vorrà. Resterò accanto a te e ti aspetterò fino a quando non tornerai indietro.

 

Ma devi tornare, hai capito?

 

Devi.

 

Tu non . . . non puoi . . . lasciarmi qui da solo.

 

Quindi, ti ripeto quello che ti ho detto ieri sera.

 

Sbrigati a tornare.

 

 

 

 

La tana dell’autrice

 

E rieccomi qui, a tormentarvi ancora una volta! Vi sono mancata? Uhm, stranamente ne dubito.

 

Piccola premessa prima di parlare di questa breve fic: per tutte le rare anime pie che stanno seguendo ‘Figlio di Erebor’ e ‘I've seen your eyes before’, non sono morta né le ho abbandonate, giuro! Ci sto lavorando, ma, come da copione, arriva il nuovo computer e l’ispirazione se ne va! Ci sto lavorando su, ma ho bisogno di un po’ di calma e tranquillità, cose che la scuola ultimamente non mi sta proprio concedendo –chi me l’ha fatto fare di scegliere il liceo, chiiii???-, per cui spero  di buttare giù qualcosa durante le vacanze. Ma vi prometto che avrete i vostri nuovi capitoli il prima possibile!

 

Tornando a Comatose: ecco a voi il mio regalo di Natale! Avrei voluto pubblicare un corposo aggiornamento, ma hanno agito, come al solito, cause di forza maggiore e non ci sono riuscita . . . così ho dato vita a questa fic, nata inizialmente come oneshort ma poi divisa in tre parti perché troppo lunga. Erano secoli che volevo pubblicare qualcosa del genere, una textfic con risvolti romantici e sfondi angst, e alla fine è nata questa.

Si tratta di una modern au dove Bilbo, giovane scrittore ai suoi primi successi, e Thorin, avvocato di grande successo, stanno insieme da quasi un anno, dopo secoli di frequentazione e tentativi andati a vuoto. Tutto va bene, fino a quando Thorin non viene aggredito da un misterioso ladro e finisce in coma.

Qui Bilbo, deciso a non lasciarlo solo in questo difficile momento, affida i suoi pensieri, le sue emozioni e le parole che non riesce a dire a testi di messaggi che forse non saranno mai letti, e si aggrappa disperatamente a quel poco della sua serenità che gli resta.

 

Non so a quanti di voi sia mai capitato di essere spaventati, preoccupati od ansiosi per qualcosa, e quindi di prendere il cellulare ed iniziare a mandare messaggi, spesso con poco e nessun senso, alle persone per voi più importanti. A me capita abbastanza spesso, per la sfortuna della mia migliore amica, di mio fratello e di mia madre. Ed è esattamente quello che fa Bilbo. Da solo in questa situazione all’apparenza senza uscita, si affida alla persona più importante per lui, che allo stesso tempo è la causa e la ragione di tutto.

 

Ok, ammetto di essere un po’ nervosa nel pubblicarla, essendo un po’ inusuale per me, ma ci tenevo a regalarvi qualcosa di diverso . . .

 

Al prossimo capitolo che si, arriverà davvero molto presto. :)

 

T.r.

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Capitolo 2
*** Limbo ***


 

Comatose



Limbo

 

 

 

 

A:Thorin: - 22:05 Venerdì 27 novembre

Sono tornato a casa da poco. Dovrei provare a dormire un po’, ma non ci riesco. Continuo a pensare a quello che è successo, al fatto che ieri, più o meno alla stesso ora di adesso, stavo messaggiando con te per quella che sarà forse per lungo tempo l’ultima volta, del tutto ignaro di ciò che sarebbe successo poco dopo. Rivedo davanti ai miei occhi il tuo viso immobile, il tuo corpo che mi è sempre sembrato tanto forte ora improvvisamente più delicato di un pezzo di vetro, i tuoi occhi chiusi. Risento sotto le mie dita la tua pelle fredda, il tuo battito appena percepibile. Tutto, stanotte, mi riporta in quella maledetta stanza di ospedale. Mi riporta da te.

 

A:Thorin: -08:10 Sabato 28 novembre

Ho appena rimandato una Dis spettinata e stanca morta a casa, e sono di nuovo qui, vicino al tuo letto. Il dottor Grey ha appena finito di fare i primi controlli e Bofur è passato a vedere come stavi. Beh, a dire il vero sembrava più voler analizzare come stavo io, e l’occhiata assassina che ha lanciato alle mie occhiaie era più eloquente di mille parole. Ma, sinceramente, non mi interessa. Ora, l’unica cosa importante sei tu.

 

A:Thorin: -17:30 Sabato 28 novembre

È passato a trovarti Bard, durante l’orario di visita, per sapere come andava. L’ho ringraziato da parte di tutti noi per quello che ha fatto per te e gli ho chiesto di raccontarmi della scorsa notte. È stato molto vago, ed ha ammesso di non aver visto bene in faccia l’uomo che ti ha fatto questo, ma è disposto a collaborare con la polizia per trovarlo.

È davvero un brav’uomo. Mi è sempre piaciuto, e lo sai. Non riesco proprio a capire come tu possa detestarlo tanto. Ho capito che è il compagno del tuo odiato capo, ma andiamo, è completamente diverso da lui, e questo lo dimostra.

 

A:Thorin: -21:35 Sabato 28 novembre

Dwalin mi ha appena cacciato dall’ospedale, nonostante le mie proteste ed il fatto che volessi restare qui anche stanotte. Ha detto che ho bisogno di riposare, e so che ha ragione, ma proprio non ci riesco. Vorrei solo stare lì e accertarmi che tutto vada per il meglio.

Ho preso in braccio Smeagol e mi sono messo a cercare qualcosa da vedere in tv, ma ho chiuso subito dopo. Non riuscivo a sopportare tante false tragedie e commedie quando tutto il mio mondo è in bilico sul baratro, ed un minimo soffio di vento potrebbe farlo precipitare.

 

A:Thorin: -14:00 Domenica 29 novembre

Mi hanno consegnato gli oggetti che avevi con te la sera della rapina. Strano che non me li abbiano dati prima, a dire il vero. Non è molto, comunque. La ventiquattrore nera che ti ho regalato per la tua prima causa, le chiavi di casa, il portafoglio, un pacchetto di sigarette e basta. Ah, il cellulare, che tenevi in tasca. Mi sono fatto prestare un caricatore e l’ho messo a caricare qui, visto che la batteria era praticamente a terra. Risultano ancora non letti tutti i messaggi che ti ho mandato da quella sera.

 

A:Thorin: -23:05 Domenica 29 novembre

Credo che dormirò sul divano, stanotte. Il letto sembra così grande e vuoto, senza di te.

 

A:Thorin: -07:05 Lunedì 30 novembre

Cielo, quanto odio il lunedì. È il giorno della settimana più grigio e pesante. Ed oggi lo è particolarmente, senza di te che ti svegli presto, ti prepari un caffé a dir poco disgustoso, mangi di tutta fretta un tost e litighi con il nodo della cravatta, come ogni inizio settimana.

 

A:Thorin: -21:30 Lunedì 30 novembre

Mi ha appena dato il cambio Dain, anche per stanotte. Mi ha detto che la polizia sta cercando l’uomo che ti ha accoltellato, con l’aiuto di Bard. Spero che lo trovino, e che passi esattamente quello che stai passando tu, se non peggio.

 

A:Thorin: -13:10 Martedì 1 dicembre

Com’è possibile che tu sembri così sereno, nonostante tutto? Se non fosse per la mascherina che ti copre il volto, dire quasi che stai solo dormendo.

 

.A:Thorin: -18:35 Mercoledì 2 dicembre

Fili e Kili vengono qui tutti i pomeriggi, dopo l’università. Hanno delle facce serie serie che mai avrei pensato di vedere sui loro visi, ma si stanno comportando con molta forza e coraggio, ed allo stesso tempo riescono a tenere su Dis e tutti noi altri. Saresti orgoglioso di loro. Ma, dopotutto, tu sei sempre orgoglioso dei tuoi ragazzi.

 

A:Thorin: -10:20 Giovedì 3 dicembre

Il tuo cellulare è ancora qui in carica. Ho deciso di non staccarlo e di lasciarlo accanto al tuo letto, in modo che possa farlo tu quando ti risveglierai, e leggere poi da te tutto quello che è successo. Si, sono uno stupido sentimentale, lo so, ma non posso farci niente.

 

A:Thorin: -01:05 Venerdì 4 dicembre

Non riesco a dormire. Sono qui, in salotto, a guardare fuori dalla finestra, e mi sono appena reso conto che è passata una settimana da quando tutto è crollato. Sembra che sia passato molto di più.

 

A:Thorin: -11:45 Venerdì 4 dicembre

Bofur passa con me ogni pausa che ha e continua ad indicarmi infermiere carine e chirurghi affascinanti, mettendomi a parte di tutti i pettegolezzi possibili ed immaginabili sulla loro vita sentimentale e non solo. Apprezzo il suo tentativo di distrarmi, ma sinceramente mi sta facendo venire uno spaventoso mal di testa ed adesso ogni volta che incontro un qualsiasi impiegato di questo ospedale devo trattenere le risate al pensiero di tutte le cavolo di storie che girano sul suo conto. Sembra di stare all’interno di qualche episodio di Grey’s Anatomy, giuro.

 

A:Thorin: -23:45 Domenica 6 dicembre

Il cuscino ha ancora il tuo odore.

 

A:Thorin: -15:12 Mercoledì 9 dicembre

Dopo l’ultimo controllo, il dottore si è fermato a chiacchierare un po’. È un tipo simpatico ed alla mano, anche se un po’ stravagante. Sa fare certi giochi di parole davvero divertenti, e conosce alcuni buffi aneddoti senza capo né coda. Se te lo stai chiedendo, si, è quel tipo di persona che io adoro e tu butteresti fuori dalla porta senza esitare.

 

A:Thorin: -20:30 Venerdì 11dicembre

Per strada si respira un’aria di festa, eppure non mi sono mai sentito più giù.

 

A:Thorin: -11:50 Martedì 15 dicembre

Ancora nessuna notizia dell’uomo che ti ha accoltellato.

 

A:Thorin: -01:45 Domenica 20 dicembre

Sta nevicando. È uno spettacolo bellissimo.

 

A:Thorin: -01:47 Domenica 20 dicembre

E vorrei tanto che tu fossi qui con me per vederlo.

 

A:Thorin: -09:30 Lunedì 21 dicembre

Mi ha chiamato il mio editore e mi ha chiesto se volevo fare una piccola conferenza prima di Natale, visto che le vendite stanno andando bene. Gli ho chiuso la telefonata in faccia.

 

A:Thorin: -10:35 Martedì 22 dicembre

Sta continuando a richiamare. Il mio editore, intendo. Non gli ho più risposto.

 

A:Thorin: -14:25 Mercoledì 23 dicembre

Hanno addobbato l’ospedale per Natale. Ci sono lucine, palline ed angioletti ovunque. Gli infermieri sono costretti a girare con in testa un orrendo berretto alla Babbo Natale. L’unico veramente entusiasmo di questa imposizione è, ovviamente, Bofur. È ridicolo, sul serio. Tu ti staresti sbellicando dalle risate se potessi vederlo, ne sono certo.

 

A:Thorin: -15:55 Mercoledì 23 dicembre

L’editore mi ha appena mandato un messaggio. ‘Ho saputo della tua situazione e mi dispiace davvero tanto. Prenditi tutto il tempo che ti serve e cerca di stare bene. Ti auguro un sereno Natale’. L’ho cancellato subito. Beh, immagino che almeno non mi disturberà per un po’.

Comunque, domani resterò qui tutto il tempo. Non voglio lascarti da solo il giorno della Vigilia di Natale. Se fosse per me, non ti lascerei mai da solo.

 

A:Thorin: -19:55 Giovedì 24 dicembre

Ti ricordi l’anno scorso? Tu non volevi saperne di festeggiare. Dicevi che Natale era una festa stupida, da bambini, e io c’ero rimasto male. Ma poi, la sera della Vigilia, mi hai fatto trovare tutta la casa addobbata, un grande abete proprio in mezzo al salotto e sotto di esso un cucciolo di cane con un fiocco dorato attorno al collo, Smeagol. E poi c’eri tu, in un angolo, con gli occhi che brillavano, e sopra la tua testa c’era quel rametto di vischio grosso quanto un pallone di basket. Hai riso quando ti ho abbracciato, e mi hai baciato i capelli, e poi la mascella, il collo, ed infine la bocca, sussurrando piano“Ti amo.”.

Per quest’anno, vorrei solo vederti riaprire gli occhi.

 

A:Thorin: -00:01 Venerdì 25 dicembre

Buon Natale, Thorin.

 

A:Thorin: -07:10 Venerdì 25 dicembre

Sono venuti a trovarti tutti, sai? Dis, Vili, Dwalin, Balin, Dain, Frerin, Kili e Fili. Abbiamo deciso di tacito accordo di trascorrere questo 25 qui. In fondo, dove altro dovremmo essere, se non dove sta il nostro cuore?

 

A:Thorin: -19:35 Venerdì 25 dicembre

Sono passati a trovarti anche un paio di colleghi, poco fa. Bard ha chiamato, ed è arrivato un cesto natalizio senza nome. Non ho idea da parte di chi sia.

 

A:Thorin: -23:05 Venerdì 25 dicembre

Ho mandato gli altri a casa, dicendo che per stanotte ti avrei tenuto ancora compagnia io. Stranamente, stavolta nessuno ha obbiettato. Credo che vederti steso in questo letto anche in un giorno di solito così felice come quello di Natale sia stato davvero troppo per loro.

 

A:Thorin: -23:35 Venerdì 25 dicembre

Ci manchi davvero tanto, Thorin.

Mi manchi davvero tanto.

 

A:Thorin: -09:00 Sabato 26 dicembre

È passato tuo fratello a darmi il cambio e mi ha intimato, abbastanza ferocemente tra l’altro, di andare a casa a dormire un po’ e di non farmi vedere fino a domani mattina, altrimenti chiederà l’aiuto di Bofur per mettermi dei sonniferi nel tea pomeridiano. Mi vedo costretto ad obbedire, perché Frerin è seriamente capace di tutto.

 

A:Thorin: -11:25 Lunedì 28 dicembre

Il dottor Grey si è preso un paio di giorni di vacanza ed è passato a fare gli auguri di buone feste a tutti i pazienti. Mi ha stretto forte la mano e mi ha detto “Non perda mai la speranza, Bilbo Baggins.”.

Non lo farò. Non posso permettermelo.

 

A:Thorin: -23:35 Giovedì 31 dicembre

Avevamo pensato di passare da te la sera di Capodanno, ma ci è stato impedito di entrare. Preferiscono non avere visitatori, durante la notte più chiassosa dell’anno, né familiari dei pazienti tra le corsie. Così, per la prima volta da quando sei in ospedale, sei rimasto totalmente solo. Ho chiesto a Bofur, che è di turno, di fare un salto da te ogni volta che può, ma non sono comunque tranquillo. Anche adesso, in mezzo a Dwalin, Kili e Fili che fanno a gara di rutti, Vili, Frerin e Dain che si stanno scolando tra bottiglie di champagne di seguito e Dis che chiacchiera senza sosta, non faccio che pensare a te.

 

A:Thorin: -00:01 Venerdì 1 gennaio

Buon anno nuovo, Thorin.

 

A:Thorin: -08:00 venerdì 1 gennaio

Secondo la tradizione, quello che si fa durante il primo gennaio si farà poi per il resto dell’anno. Spero che non sia così, perché non voglio che tu resti ancora a lungo in questo maledetto letto.

 

A:Thorin: -10:00 Sabato 9 gennaio

Il mio editore ha chiamato ed ha detto che ‘Un viaggio inaspettato’ è stato il libro più venduto degli ultimi due mesi. Mi vogliono intervistare non so quanti giornali ed almeno quattro programmi televisivi. Gli ho detto chiaro e tondo che non ho alcuna intenzione di rilasciare alcuna intervista e lui mi ha fatto “Non puoi restare chiuso in quella stanza d’ospedale per sempre, Bilbo. Per quanto sia brutto, devi capire che la vita continua.”. A quel punto, gli ho chiuso il telefono in faccia. Di nuovo.

 

A:Thorin: -00:06 Mercoledì 20 gennaio

Buon compleanno, Thorin.

 

A:Thorin: -18:15 Mercoledì 20 gennaio

Sono venuti qua tutti quanti, a portarti mazzi di fiori e roba simile. Dis doveva aver pianto, perché aveva gli occhi rossi, e Vili le stringeva la mano come se fosse fatta di vetro, ma per il resto è andata bene.

L’anno scorso abbiamo festeggiato con una giornata in montagna tutti insieme, ti ricordi? Abbiamo organizzato tutto noi senza farti sospettare nulla, per poi trascinarti lì quasi contro il tuo volere quella mattina stessa. Per quest’anno, temo dovrai accontentarti di carezze che non puoi percepire, fiori che non puoi vedere ed auguri che non puoi sentire.

 

A:Thorin: -19:10 Domenica 31 gennaio

Fa sempre più freddo. Ho tirato fuori quei maglioni pelosi che non sopporti e che dici che mi fanno sembrare Smeagol. Si, anche quello vecchissimo blu che ritiro fuori tutti gli anni e che mi hai regalato il giorno del mio ventesimo compleanno. Non sono riuscito ad indossarlo. Mi ricorda troppo te.

 

A:Thorin: -10:20 Giovedì 4 febbraio

Gli infermieri iniziano ad essere imbarazzati, quando entrano nella tua stanza. Così anche i medici. Solo il dottor Grey mantiene sempre il suo umore allegro e continua a dirci di sperare.

 

A:Thorin: -15:25 Domenica14 febbraio

San Valentino. Odio questa festa. L’ho sempre odiata. Tutti a coccolarsi, a riempirsi di regali senza senso, ad abbracciarsi e a dirsi ‘ti amo’. Io e te prima ci prendiamo a male parole un giorno si e l’altro pure, ma puntualmente ci chiediamo scusa a vicenda entro poche ore. Non abbiamo tempo per coccolarci, ma ogni gesto l’uno verso l’altro è una coccola. I regali sono pochi ma pieni di importanza, così come gli abbracci o i baci. E i ‘ti amo’ . . . ce lo siamo detto tre volte in tutto. La sera in cui, dopo anni, ho ceduto e ti ho baciato, e tu mi hai baciato a tua volta, la prima volta che abbiamo fatto l’amore e quel primo ed unico Natale passato insieme.

Due persone non devono dimostrarsi il proprio amore in modo superficialmente, solo per un giorno. Bisogna dimostrare tutti i giorni a chi si ama quanto è importante, perché non si sa mai quanto tempo si ha per dirglielo. Non bisogna aspettare il giorno di San Valentino. E noi non lo facciamo. E continueremo a farlo. Ne sono sicuro.

 

A:Thorin: -15:30 Domenica14 febbraio

Ora che ci penso, l’ultimo messaggio che ti ho mandato quella sera è stato proprio un ‘ti amo’.

Mi chiedo se tu l’abbia mai letto.

 

A:Thorin: -12:30 Domenica 28 febbraio

L’hanno trovato! Hanno trovato l’uomo che ti ha accoltellato!

 

A:Thorin: -12:32 Domenica 28 febbraio

Sto correndo in centrale. Ti dirò di più quando saprò qualcosa.

 

A:Thorin: -21:00 Domenica 28 febbraio

L’ho visto. È un uomo alto, magro, con gli zigomi sporgenti, i capelli rosso fiamma e gli occhi gialli come l’oro. Ha uno sguardo malvagio ed astuto, ed un ghigno crudele. Si chiama Smaug qualcosa. I detective sospettano che sia coinvolto in un più ampio gruppo di malviventi, ladri e assassini. Secondo le loro ricostruzioni, è messo male a livello economico e quindi sta rubacchiando qua e là. Continua a sostenere di non essere coinvolto, e per adesso è solo in stato di fermo. Stanno cercando qualcosa che lo incrimini totalmente, ma è molto bravo nel suo lavoro. Il coltello che ha usato per ferirti e che era ancora conficcato nella tua carne quando sei arrivato in ospedale non presenta impronte digitali od altri indizi, ed in casa sua non hanno trovato niente che possa essere ricollegato a pratiche illegali, a parte un vecchio cellulare che mostra parecchie telefonate sospette con un paio di mafiosi catturati da poco più di quattro mesi, Azog Moran e suo figlio Bolg, ma che non ha attinenza con il nostro caso.

 

A:Thorin: -21:15 Domenica 28 febbraio

Se non trovano niente, tra ventiquattro ore saranno costretti a lasciarlo andare. Non è giusto. Non dopo tutto quello che ci ha fatto. Tutto quello che ti ha fatto.

 

A:Thorin: -21:35 Domenica 28 febbraio

Devo trovare un modo, ad anche solo un piccolo dettaglio che possa incastrarlo . . . ci sono! Dio, come ho fatto a non pensarci prima?

 


 

A:Bard – 21:36 Domenica 28 febbraio

Bard, sono Bilbo. La sera del fatto, hai detto di aver visto l’uomo tenersi un braccio che sanguinava, giusto?

 

A: Bilbo – 21:40 Domenica 28 febbraio

Si, è esatto.

 

A:Bard – 21:44 Domenica 28 febbraio

Se conosco anche solo un po’ Thorin, sono certo che non è rimasto lì a farsi derubare da un delinquente qualunque. Deve aver reagito. E, visto che tra loro c’era un coltello, deve essere riuscito a ferire il suo assalitore, prima di venire pugnalato.

 

A: Bilbo – 21:46 Domenica 28 febbraio

Ok, fin qui ti seguo. Ma a cosa può servire questo?

 

A:Bard – 21:48 Domenica 28 febbraio

Lo ha ferito con lo stesso coltello che è stato usato per colpire lui. E i tagli delle lame lasciano sempre delle cicatrici, per quanto ben curate, soprattutto a distanza di poco tempo. Per cui, se Smaug ha una cicatrice sul braccio . . .

 

A: Bilbo – 21:49 Domenica 28 febbraio

Significa che era davvero lui l’uomo del parcheggio, ma certo! Avviso subito l’ispettore!

 

A: Bilbo – 23:54 Domenica 28 febbraio

Bilbo, è fatta. L’abbiamo incastrato. Ha ceduto, e sta vuotando il sacco. Vuoi . . .?

 

A:Bard – 23:55 Domenica 28 febbraio

Arrivo subito.

 

A:Bard – 23:56 Domenica 28 febbraio

Credi che sarebbe possibile parlargli?

 

A: Bilbo – 23:58 Domenica 28 febbraio

Te la senti?

 

A:Bard – 23:59 Domenica 28 febbraio

Si.

 



A:Thorin: 11:35 Lunedì 29 febbraio

L’interrogatorio è andato avanti per tutta la notte. Smaug ha confessato di essersi nascosto nel parcheggio, sfruttando i punti ciechi delle telecamere, e di aver minacciato con un pugnale la prima persona che è riuscito ad avvicinare. Te. Ma tu non sei rimasto inerme. Senza mai mollare la ventiquattrore, ti sei lanciato addosso a lui per prendergli l’arma, e sei riuscito a ferirlo al braccio. Ma lui aveva, nascosto ed attaccato alla cintura, un piccolo coltello, che ha tirato fuori quando ancora eri abbastanza vicino, e te l’ha conficcato nel petto. Tu hai lasciato cadere il pugnale dal dolore ed hai gridato, portandoti la mano libera alla ferita, ma prima che lui potesse ferirti nuovamente con il pugnale caduto è accorso Bard e, vedendo che stava per avere la peggio, è fuggito via.

È stato dichiarato in stato di arresto e portato in cella, dove dovrebbe restare fino al momento di un futuro processo, ma forse uscirà prima, se collaborerà con la polizia per prendere altri appartenenti alla sua cerchia e a quella di Azo e Bolg. L’ispettore ha ringraziato di persona me e Bard per la nostra collaborazione, e io ho chiesto di poter parlare con lui faccia a faccia. Mi è stato concesso.

 

A:Thorin: 11:40 Lunedì 29 febbraio

Quando sono entrato nella sua cella, lui era lì, al centro, i polsi ammanettati ed il volto impassibile. Mi ha lanciato un sguardo strano, come quello di un predatore che scruta la preda ferita. Un po’ divertito, un po’ incuriosito, un po’ seccato per la sua ostinata resistenza. È stato lui a parlare per primo. Ha detto che sapeva chi ero, ed perché ero lì, in quel momento. Ha detto che ero il compagno dell’uomo che ha quasi ucciso, colui che l’ha condannato al carcere. Ha detto che ero lì perché volevo sapere di quella notte, volevo sentire con le mie stesse orecchie cosa era successo. Volevo che mi raccontasse gli ultimi momenti della persona che amo. Sbagliava, forse? Oh, eccome, se sbagliava. Non mi interessava sapere come ti avesse conficcato quel coltello nella carne, né risentire ancora una volta la descrizione di come sei caduto a terra per non rialzarti più. Non mi interessava. Ma ovviamente, lui non poteva capirlo. Come avrebbe potuto, dopotutto?

 

A:Thorin: 11:45 Lunedì 29 febbraio

Sono rimasto in silenzio, a guardarlo fisso, e l’unica parola che sono riuscito a dire è stato ‘Perché?’. Lui è sembrato stupito per un attimo, e poi ha riso. Una risata profonda, di gola, crudele. La risata del diavolo.

“Sul serio è questo che vuole sapere? Perché l’ho fatto?” ha chiesto, la voce bassa e sibilante come quella di un serpente. Non ho detto niente, e lui ha continuato, sorridendo appena “Sa, non era necessario che il suo compagno morisse. Doveva semplicemente darmi la sua ventiquattrore, e poi sarebbe potuto tornare a casa, ed andare avanti con al sua vita. Ma non ha voluto. Si è attaccato a quella borsa come se contenesse il più grande dei tesori, e non ha voluto cedere. È stato stupido, testardo, ed arrogante. Ha tentato di combattermi, e nessuno può permettersi di farlo. Nessuno. Per cui, può incolpare solo lui se sta morendo. ”.

A quelle parole, sono scattato. Mi sono mosso in avanti così velocemente da quasi nemmeno accorgermene, e l’ho colpito. Forte, in volto, mettendoci dentro tutto quel dolore e quella rabbia che mi porto dietro da mesi. E’ caduto all’indietro, e io sono rimasto lì, a fissarlo, con i pugni stretti.

“Lui non sta morendo.” ho ringhiato, con così tanto veleno nella voce da farla quasi sembrare quella di un altro. “E’ in coma, e lo è a causa tua. Solamente tua.”.

Poi, mi sono voltato e me ne sono andato, lasciando dietro di me un paio di guardie sbigottite e un Bard senza parole. E se te lo stai chiedendo no, non mi sento in colpa nemmeno un po’.

 

A:Thorin: 12:35 Lunedì 29 febbraio

Ho parlato agli altri di Smaug, e devo dire che sono molto sollevati. Nessuno di loro mi ha biasimato per averlo colpito, anzi. Credo che siano appena andati a dargli il resto.

 

A:Thorin: 12:37 Lunedì 29 febbraio

Come dici sempre? Mai mettersi contro ad un Durin? Beh, adesso quel bastardo dovrà affrontarne ben sette.

 

A:Thorin: 22:15 Venerdì 5 marzo

Smeagol ha iniziato a dormire sul divano con me. Credo si senta solo. Gli manchi, nonostante tutte le volte che hai attivato la lavatrice con lui dentro o ti sei scordato di portarlo fuori e lui ha fatto i suoi bisogni sulle tue pantofole.

 

A:Thorin: 13:05 Sabato 12 marzo

I medici sono sempre più diplomatici, quando si tratta di visitarti o di parlare della tua condizione. Leggo la pietà mal celata nei loro occhi e nelle parole non dette. Cosa credono, che sia stupido? So bene che più tempo passa più le tue possibilità di risvegliarti si riducono. Ma non smetto comunque di sperare. Tu aprirai gli occhi, presto o tardi. Devo solo aspettare.

 

A:Thorin: 10:25 Domenica 20 marzo

Kili sta uscendo con una ragazza, sai? Si tratta di una specializzanda di questo ospedale, dai lunghi capelli rossi e gli occhi gentili. L’ha conosciuta durante una delle sue visite giornaliere e ieri sera l’ha invitata a mangiare fuori. Fili mi sta raccontando ora tutti i dettagli. Temo li abbia seguiti. Non esiste discrezione nella tua famiglia, eh? Comunque, credo che Kee sia abbastanza preso da lei. Non parla d’altro ed i suoi occhi si illuminano come stelle quando lo fa. E’ bello vederlo sorridere spensierato dopo tanto tempo.

 

A:Thorin: 16:35 Giovedì 31 marzo

L’editore mi ha contattato per propormi di rispondere a qualche intervista. Gli ho risposto che posso pubblicare qualche articolo in cui parlo del libro, ma che non ho intenzione di incontrare nessun giornalista. Ha accettato.

 

A:Thorin: 09:12 Lunedì 4 aprile

Sto lavorando all’articolo. Tornare a scrivere, anche se si tratta di qualcosa di così impersonale, mi aiuta a distrarre molto la mente. Magari potrei iniziare a spulciare alcune delle trame che ho scartato per i vecchi libri, durante le lunghe ore di visita in ospedale.

 

A:Thorin: 00:20 Domenica 10 aprile

Ho avuto un incubo, stanotte. Ti ho sognato. Ho sognato che eri di fronte a me, e cercavi di dirmi qualcosa, e poi una lama spuntava all’improvviso dal tuo petto. Ti ho preso prima che potessi cadere per terra e tu hai emesso il tuo ultimo respiro tra le mie braccia. Mi sono svegliato urlando il tuo nome.

Ho paura di chiudere di nuovo gli occhi, ora. Non voglio perderti anche nei miei sogni.

 

A:Thorin: 00:04 Giovedì 21 aprile

Oggi è l’anniversario del nostro primo incontro. Te lo ricordi? Io avevo sedici anni, tu diciotto. In quel periodo lavoravo come cameriere da Bombur per mettere da parte qualcosa per il college, ed una mattina, improvvisamente, sei entrato tu. Io, distratto com’ero da Bofur che mi stava stonando, non ti ho visto e ti sono praticamente finito addosso. Tu mi hai guardato in quel modo travolgente che mi lascia sempre senza fiato, e mi hai detto con un accenno di sorriso “Stai attento a dove vai, piccoletto.”. Mi sono arrabbiato a morte e ti ho risposto per le rime, sorprendendoti e dando il via ad una discussione parecchio accesa. Da allora, sei venuto a stuzzicarmi nel bar tutti i giorni per tipo sei mesi, prima che smettessimo di aggredirci a vicenda. Non il più romantico degli inizi, lo devo ammettere. Ma è il nostro inizio, e va bene così.

 

A:Thorin: 00:10 Giovedì 21 aprile

Mi manchi da impazzire, Thorin.

 

A:Thorin: 13:50 Mercoledì 27 aprile

Mi ha chiamato Bard. Hanno rilasciato Smaug con la libertà vigilata, perché ha collaborato con le forze dell’ordine ed ha messo dietro le sbarre un mucchio di suoi vecchi collaborativi. Non so se essere più arrabbiato o disgustato. Non è giusto che una persona del genere, meschina, traditrice ed egoista, sia libera dopo tutto quello che ha fatto. Dopo tutto quello che ha fatto a te.

 

A:Thorin: 10:25 Domenica 1 maggio

Una notizia divertente, finalmente! Kili si è fidanzato con la specializzanda dai capelli rossi. E, senti senti: il suo nome è Tauriel ed è la figliastra di Thranduil! Ahah, non posso fare a meno di immaginare la tua faccia orripilata quando scoprirai che tuo nipote più giovane si è innamorato della figlia del tuo nemico mortale. Fili, qui, non riesce a smettere di ridere. Si, è stato lui ad aggiornarmi. Ma cos’è, la spia personale di casa Durin per caso?

 

A:Thorin: 10:30 Domenica 1 maggio

Vili vuole disconoscere Kili per questo, comunque. E anche Frerin, Dain e Dwalin sono d’accordo. Balin e Dis, invece, sono seriamente preoccupati che il giovane innamorato sia impazzito od abbia almeno una qualche grave malattia celebrale che lo rende incapace di intendere e volere.

 

A:Thorin: 10:35 Domenica 1 maggio

Erano mesi che non ridevamo tutti così di cuore, davvero.

 

A:Thorin: 18:55 Lunedì 9 maggio

Bofur mi ha rimproverato, stamattina. Dice che sto troppo tempo in ospedale, che praticamente passo le mie giornate accanto al tuo letto e che non dormo a sufficienza. So che vuole solo aiutarmi, ma non riesco a dargli ascolto. Semplicemente, non posso comportarmi diversamente.

 

A:Thorin: 18:55 Giovedì 12 maggio

Inizia a far bel tempo. Ho tirato fuori le camicie più leggere, e ho trovato quella argentata che mi hai regalato il giorno in cui ho firmato il contratto per il mio primo libro, ‘Andata e Ritormo’. Solo guardarla mi fa male al cuore.

 

A:Thorin: 23:08 Martedì 24  maggio

Gli incubi non vogliono saperne di andarsene.

 

A:Thorin 09:00 Lunedì 30 maggio

Ho incontrato la famosa Tauriel. E’ una ragazza carina, molto dolce e gentile, ma dal carattere deciso e forte. Kili ne è follemente innamorato. Fanno tenerezza, insieme.

 

A:Thorin 11:15 Domenica 5 giugno

Frerin sta avendo molto tempo libero a lavoro, quindi il pomeriggio spesso sale e mi fa compagnia. A volte si porta dietro i bozzetti dei gioielli a cui lui e Dis stanno lavorando e mi fa dare un’occhiata. Dei veri capolavori. A volte penso che sia un peccato che tu non abbia mandato avanti con loro questa tradizione familiare, visto che anche tu non te la cavi male con i gioielli e via dicendo.

 

A:Thorin 10:45  Mercoledì 22 giugno

Anche il dottor Grey inizia ad essere malinconico quando passa a controllare le tue condizioni.

 

A:Thorin 09:10  Mercoledì 13 luglio

Ti stanno mantenendo i capelli corti. Non so se te l’ho mai detto, prima d’ora. E’ la prassi per situazioni simili. Tenere capelli e barba corti eccetera. Non sembri quasi tu così. Sembri una persona più giovane, più fragile, e più lontana. Ma stai bene, davvero. Forse, quando ti risveglierai, ti costringerò a tenerli così.

 

A:Thorin 11:34 Giovedì 28 luglio

Li sto leggendo ad alta voce. Questi messaggi, intendo. Non riesco ancora a parlarti direttamente, ma se metto prima i miei pensieri per iscritto e poi provo a leggerli, la voce finalmente esce fuori. Non so perché. Parlo, e cerco in te qualche segnale che mi dimostri che le mie parole ti hanno raggiunto, ovunque tu sia. A dire il vero, ti guardo sempre alla ricerca del più piccolo movimento, battito di ciglia o spostamento delle dita. Cerco sempre qualcosa a cui aggrapparmi per sapere che, in un modo o nell’altro, stai tentando di tornare da noi, da me.

 

A:Thorin 12:05 Venerdì 5 agosto

Sto progettando una nuova storia. Sai, tanto per fare qualcosa e far star zitto il mio editore, che continua a premere per un nuovo libro. Scrivere mi aiuta a mantenermi sano di mente, ma continuo a ritrovarti in ogni parola che imprimo sulla carta.

 

A:Thorin 00:15 Giovedì 18 agosto

Due anni fa, esattamente a questa ora, ci stavamo baciando per la prima volta in vita nostra. È stato prima che partissi per seguire quell’importante causa a Parigi. Mi avevi invitato ad un falò sulla spiaggia, ma poi, a parte noi due, non è venuto nessuno. Chissà, forse c’era lo zampino di Dis dietro questo. Non ne ho idea. Comunque, abbiamo passato la serata insieme, a nuotare nel mare ancora caldo, ridere, scherzare, chiacchierare e guardare le stelle. Poi, all’improvviso, ti ho guardato e tu eri . . . così semplicemente tu, steso tranquillamente su quella spiaggia fredda, lo sguardo perso nella volta celeste e il volto per una volta sereno e senza preoccupazioni illuminato dalla luce delle stelle, che non ho più ragionato. Tanti anni di seghe mentali, autocontrollo e timori sono andati a farsi benedire, io ti ho afferrato per le spalle ed ho poggiato, con forza ma allo stesso tempo con esitazione, le mie labbra sulle tue, in un bacio a lungo proibito, desiderato e temuto. Dopo qualche istante, mi sono fatto indietro, realizzando improvvisamente quello che avevo fatto, ma tu mi hai poggiato una mano sul collo per impedirmi di fuggire e, ad occhi chiusi, mi hai restituito quel bacio con una dolcezza ed una delicatezza tali da farmi tremare.

 

A:Thorin 00:25 Giovedì 18 agosto

Cielo, sembra passato così tanto. Non riesco neppure a ricordare l’ultimo bacio che si siamo scambiati. È stato prima che andassi a lavoro, quella mattina? O quando sono passato a trovarti in pausa pranzo e tu mi hai preso in giro perché nella fretta di farti una sorpresa avevo infilato la maglia al rovescio? O quando mi hai detto che avevi organizzato una cena a sorpresa da Beorn e di non azzardarmi ad indossare anche quella volta quegli orribili maglioni che ‘sembrano cuciti da un gatto cieco ‘ altrimenti mi avresti lasciato? O quando mi hai accarezzato la guancia per quella che sarebbe stata l’ultima volta, prima che tornassi a casa? Non lo so, non riesco a ricordarlo. E questo mi spaventa.

 

A:Thorin 19:10 martedì 30 agosto

Oggi, il dottor Grey mi ha preso da parte. Mi ha detto che io e la tua famiglia dovremmo iniziare a prendere in considerazione l’idea che tu potresti non risvegliarti più. Solitamente, i comatosi si risvegliano nei primi sei mesi, e se ciò non avviene in questo arco di tempo le possibilità che ciò avvenga si riducono di ora in ora drasticamente. Tu hai già passato nove mesi senza alcun miglioramento. Da questo momento in avanti, ha detto, i tuoi parenti dovrebbero iniziare a considerare con più attenzione la decisione di staccare le macchine, per evitarti altro tempo in questo limbo senza ritorno, ed io ad accettare che non tornerai più, nonostante tutto.

Gli ho risposto che nessuno di noi ti farebbe mai una cosa simile. Se c’è anche solo una remota possibilità che tu possa tornare tra noi, non ti lasceremo mai andare. Che io non ti lascerei mai andare. E poi sono tornato nella tua stanza, ho preso la tua mano e non l’ho più lasciata, come se con questo semplice gesto potessi tenerti ancorato alla vita.

 

A:Thorin 19:20 martedì 30 agosto

Per favore, dimostrarli che si sta sbagliando. Dimostra a tutti che si stanno sbagliando.

 

A:Thorin 21:10 martedì 30 agosto

Ho saputo che il dottore ha parlato anche con i tuoi fratelli. La loro reazione? Gli hanno riso in faccia e se ne sono andati.

Sapevo che l’avrebbero fatto. Nessuno di noi ti farebbe mai una cosa del genere.

 

A:Thorin 09:25 Domenica 11 settembre

Oggi, esattamente un anno fa, ti sei trasferito a casa mia. Nessuno si è stupito più di tanto che tu avessi compiuto un gesto tanto importante e grande dopo così poco tempo assieme come coppia. Dis e Frerin hanno commentato solo, shcerzando ‘Era ora. Pensavamo che saremmo dovuti diventare vecchi per vedere questo giorno.’. A pensarci bene, è la stessa cosa che ci hanno detto tutti i nostri amici quando ci siamo messi insieme. I nostri sentimenti sono sempre stati così evidenti? Ma allora perché abbiamo sprecato così tanto tempo, prima di rendercene conto e di cercare quella felicità che ci è stata strappata via alla prima occasione? Dio, non lo so, e non voglio pensarci.

 

A:Thorin 23:55 Mercoledì 14 settembre

Alla tv stanno dando l’ennesimo film di guerra, uno di quelli che tu adori e io vedo solo per farti

compagnia. Ricordi che, quando avevi diciannove anni, sei stato quasi sul punto di arruolarti? Al solo pensiero io ero distrutto, e per quanto avessi cercato di farti cambiare idea tu eri irremovibile. Così, ho accettato la cosa. Ma tu, all’ultimo momento, hai fatto un passo indietro. Quando ti chiesi perché, tu mi rispondesti che non avresti mai potuto combattere nessuna guerra senza il tuo compagno di battaglia. Ecco, adesso sono io a dover combattere senza di te, ma non posso né voglio tirarmi indietro.

 

A:Thorin 16:45 Venerdì 16 settembre

Il mio compleanno si avvicina. I ragazzi vogliono organizzare una grande festa e, per quanto non en abbia voglia, il loro entusiasmo è troppo puro per sopprimerlo. Così, li sto lasciando fare. Qualsiasi cosa, pur di vedere Fili e Kili sorridere.

 

A:Thorin 16:45 Martedì 20 settembre

I tuoi nipoti sono delle dannate pesti scatenate. Stanno organizzando una festa per il mio compleanno a casa Durin, tutta alcool e cibo a non finire. È forse il primo anno che non mi va di festeggiare il mio compleanno. Ma devo farmi forza. Per loro. Per tutti noi.

 

A:Thorin 23:55 Giovedì 22 settembre

Cazzo, Thorin.

 

A:Thorin 23:56 Giovedì 22 settembre

Sono appena tornato dalla festa e ho . . .ho sentito . . .

 

A:Thorin 23:57 Giovedì 22 settembre

Per favore, dimmi che non è vero.

 

A:Thorin 23:58 Giovedì 22 settembre

Dimmelo, Thorin Scudodiquercia, dimmelo!

 

A:Thorin 00:05 Venerdì 23 settembre

Ero alla festa. Tentavo di mostrarmi allegro e di scherzare, nonostante tutto. C’erano tutti; Dain, Fili, Kili, Dis, Vili, Balin, Dwalin, Bombur, Bofur . . . mancavi solo tu. Cercavo di non pensarci, ma era difficile, così sono uscito un attimo in giardino a prendere una boccata di aria fresca, un bicchiere di champagne ancora stretto in mano. E li ho sentiti.

 

A:Thorin 00:08 Venerdì 23 settembre

In un angolo del giardino, seminascosti dal tronco della vostra quercia centenaria, c’erano Dain, Dwalin e Frerin che discutevano tra loro. Non si erano accorti di me. La voce di Dain mi ha raggiunto. “Credo che dovremmo dirglielo. Dovremmo dire a Bilbo la verità.”.

Mi sono bloccato, incredulo. Quale verità? Che cosa mi stavano nascondendo?

Quasi senza accorgermene, mi sono avvicinato un po’, in silenzio, anche se dentro di me qualcosa mi gridava di andarmene, andarmene subito.

“Basta, Dain” ha fatto Frerin, scuotendo la testa “Ne abbiamo già parlato, e sai che nessuno di noi è d’accordo.”.

“Perché?” ha esclamato lui, quasi ringhiando “Bilbo si merita di saperlo. Lui...”

“Lui non si merita una cosa simile.” ha sbottato tra i denti Dwalin “Ma l’hai visto? Da quella sera passa tutto il suo tempo in quel dannato ospedale, anche se sa che Thorin potrebbe non risvegliarsi mai più. Continua a sperare, a restare forte nonostante tutto quello che è successo in questi mesi. Ci sta tenendo uniti, ci sta impedendo di crollare. Ed è sempre lì, nella speranza di vedere anche solo un minimo indizio che gli dimostri che le sue speranze non sono del tutto vane. Non possiamo fargli una cosa del genere.”.

“Bilbo deve sapere.” ha insistito tuo cugino “Ne ha tutto il diritto proprio per quello che sta facendo. E’ capace di restare in quella camera per sempre, fino a quando ne avrà le forze, se lui non si risveglierà. Glielo dobbiamo. Thorin vorrebbe così.”.

“No, Thorin non vorrebbe mai una cosa del genere.” ha ribattuto Frerin, scuotendo la testa “Lui vorrebbe proteggerlo a tutti i costi, e quello che stai proponendo è esattamente il contrario. Lo spezzerebbe, Dain. L’ucciderebbe. Come potrebbe sopravvivere ad una cosa del genere? Nessuno potrebbe farlo. Thorin non è qui, e spetta a noi prenderci cura di lui. E non possiamo permetterci che lo sappia.”

“Ma ti senti quando parli? Come può spezzarlo sapere quanto Thorin lo amava? Quello che era pronto a fare, se avesse avuto il tempo?”

“Dain...”

“No, Dwalin, ora mi fai parlare. Io c’ero, quando Thorin progettava i dettagli di quella sera, la sera in cui tutto sarebbe dovuto cambiare per sempre, ed ho visto i suoi occhi brillare come mai prima di quel momento. Doveva essere la loro sera. E voi vorreste tenerglielo nascosto? Volete privare Bilbo della consapevolezza di quanto Thorin tenesse a lui, quanto lo amasse? Quella sera doveva chiedergli di sposarlo, dannazione!”.

Il bicchiere di champagne mi è sfuggita dalle mani ed è precipitata a terra, rompendosi in mille pezzi.

Tutti, sentendo quel rumore, si sono voltati verso di me e mi hanno visto. Sono sbiancati. Frerin ha fatto per avvicinarsi, chiamandomi per nome, ma io mi sono voltato e me ne sono andato senza dire una parola, né voltarmi indietro.

 

A:Thorin 00:17 Venerdì 23 settembre

Per favore, dimmi che non è vero. Dimmi che si stanno sbagliando, che è tutto un maledetto errore. Dimmelo!

 

A:Thorin 00:20 Venerdì 23 settembre

Tu non potevi . . . insomma . ..  non mi avresti mai chiesto una cosa del genere! Non dopo così poco tempo! Stavamo insieme da appena un anno! Ti eri trasferito da me da così poco! Non potevi aver progettato una cosa così . .. così . . .

 

A:Thorin 00:23 Venerdì 23 settembre

Dannazione.

 

A:Thorin 00:25 Venerdì 23 settembre

Ecco il perché di quella cena inaspettata, di quel tuo nervosismo per il ritardo dal lavoro, quei messaggi, quelle parole . . . tu volevi . . . volevi . . .

 

A:Thorin 00:27 Venerdì 23 settembre

Non è giusto. Non è dannatamente giusto.

 

A:Thorin 00:30 Venerdì 23 settembre

Thorin...

 


 

A:Bilbo 07:00 Venerdì 23 settembre

Bilbo, sono Frerin. Per favore, rispondi al cellulare.

 

A:Bilbo 07:05 Venerdì 23 settembre

Andiamo, Bilbo.

 

A:Bilbo 07:10 Venerdì 23 settembre

Devo parlarti.

 

A:Frerin 07:20 Venerdì 23 settembre

Non voglio parlare.

 

A:Bilbo 07:22 Venerdì 23 settembre

Lo so, ma è necessario. Se preferisci, possiamo farlo così. Tramite messaggi. Ma devi giurarmi che non chiuderai il cellulare all’istante né lo lancerai giù dalla finestra senza leggere niente di quello che ti scriverò.

 

A:Frerin 07:25 Venerdì 23 settembre

Non vedo come tu possa fare pretese simili, dopo ieri sera.

 

A:Bilbo 07:27 Venerdì 23 settembre

Ne sono consapevole, e mi dispiace per ieri, comunque. A tutti noi dispiace. Non avremmo mai voluto che lo scoprissi così.

 

A:Frerin 07:30 Venerdì 23 settembre

Da quanto lo sapevate?

 

A:Bilbo 07:35 Venerdì 23 settembre

Da quando Thorin ha iniziato a preparare tutto. Voleva fare qualcosa di speciale, e ci ha chiesto aiuto. Voleva sorprenderti, una volta tanto. Farti felice. Farti capire quanto teneva a te. Ogni cosa era stata preparata con cura, il posto, il momento, l’anello. Cielo, per l’anello ha torturato me e Dis per settimane. Ci ha fatto una testa così affinché creassimo qualcosa di unico solo per te, ma non era mai come lo voleva, così ha preso e l’ha disegnato lui, per poi dare i progetti a Dain e farlo forgiare esattamente come lo voleva. Doveva dartelo quella sera, quando ti avrebbe portato fuori con la scusa di festeggiare il tuo nuovo libro. Lo conservava nella ventiquattrore, l’unico posto dove sapeva che tu non l’avresti mai trovato. Da quella sera, avresti dovuto portarlo al tuo dito per il resto dei vostri giorni. Ma poi è arrivato Smaug, e, beh, il resto lo sai.

 

A:Frerin  07:40 Venerdì 23 settembre

Se era nella ventiquattrore, perché non l’ho .. ah, certo. L’avete tolto prima che mi venisse consegnata, non è vero?

 

A:Bilbo 07:45 Venerdì 23 settembre

Abbiamo chiesto a Bofur di farlo. Per questo i suoi effetti personali ti sono stati dati un paio di giorni dopo. Non volevamo che lo sapessi così. Forse abbiamo sbagliato a nascondertelo, ma pesavamo di essere nel giusto. Volevamo solo impedirti altro dolore. Sapere quello che sarebbe potuto essere quando tutto ti è stato strappato via in questo modo ti avrebbe reso ogni cosaancora più difficile, e non lo volevamo. Ti conosciamo da una vita, Bilbo. Ormai sei parte della nostra famiglia. Sei uno di noi. Volevamo solo proteggerti.

 

A:Frerin  07:50 Venerdì 23 settembre

Lo so.

 

A:Frerin  07:53 Venerdì 23 settembre

Ma questo non significa che non avessi il diritto di saperlo.

 

A:Bilbo 07:54 Venerdì 23 settembre

Mi dispiace . . . Dain ha insistito tanto per rivelarti la verità, ma io e gli altri lo abbiamo sempre ridotto al silenzio. In parte anche perché, quasi inconsciamente, speravamo che non sarebbe stato mai necessario dirtelo e tutto sarebbe ripreso da dove si è interrotto quando Thorin avrebbe riaperto gli occhi.

 

A:Frerin  07:58 Venerdì 23 settembre

E spero che sarà così, nonostante tutto.

 


 

A:Thorin 10:00 Venerdì 23 settembre

Tuo fratello mi ha spiegato tutto. Uomo ridicolo. Dannato uomo ridicolo. Quando ti sveglierai, giuro che te la farò pagare.

 

A:Thorin 15:05 Giovedì 6 ottobre

Ho consegnato al mio editore un nuovo progetto. Non mi va molto di parlarne, sinceramente, e non è nemmeno granché, ma mi sta aiutando a restare legato alla realtà. E poi, almeno questo mi darà un po’ di respiro dal mio editore che, seriamente, non ha ancora capito il significato della frase ‘lasciami in pace’.

 

A:Thorin 18:15 Sabato 15 ottobre

Non crederai mai a quello che è appena successo. Hai ricevuto una visita a dir poco inaspettata.

Ricordi Tauriel, la ragazza di Kili? Spesso viene a trovarmi il pomeriggio, tra un paziente e l’altro, per farmi compagnia. Ma oggi non è venuta  da sola. Con lei c’erano Bard ed una persona che io e te conosciamo anche troppo bene. Thranduil.

Bard mi si è avvicinato e mi ha stretto la mano, cercando di sorridere, e Tauriel è venuta ad abbracciarmi. Lui, invece, si è solo avvicinato al tuo letto ed è rimasto a fissarti così, per qualche secondo. Ha borbottato qualcosa tra sé e sé che non sono riuscito a cogliere, e poi ha alzato lo sguardo su di me. Aveva un’aria quasi colpevole. “Se avessi saputo cosa sarebbe successo, non l’avrei mai trattenuto così tanto in ufficio. In un certo senso, tutto questo è anche causa mia. Mi dispiace.” ha detto, con una voce roca che non avrei mai immaginato potesse usare. Sono rimasto senza parole, ma per fortuna non ho dovuto cercarne a lungo, perché subito dopo si è voltato ed è uscito senza dire più nulla. Al mio fianco, Bard ha sospirato “Scusalo, ma per mister Cuore di Ghiaccio questo è il massimo che può dare in situazioni simili. Ma gli dispiace davvero per Thorin. Non andavano d’accordo, ma lo rispettava per quello che faceva a lavoro, per la sua forza e la sua determinazione. Non sarebbe mai venuto qui, altrimenti.” E poi è corso fuori a raggiungere il suo compagno senza più dire niente. Tauriel si è affrettata a spiegare “Sono mesi che mio padre si sente in colpa, per quanto cerchi di non dimostrarlo, ed alla fine Bard è riuscito a convincerlo, quasi contro suo volere, a venire qui. Gli ha detto che un cesto natalizio anonimo non sarebbe mai bastato a risolvere tutto.” Al mio sguardo interrogativo, ha alzato gli occhi al cielo “Per favore, non chiedere.”.

Almeno, è stato un gesto gentile, anche se strano. Non ti azzardare mai a rinfacciare tutto questo al tuo capo quando tornerai a lavoro, ok?

 

A:Thorin 23:25 Lunedì 31 ottobre

Halloween. La notte delle streghe, del buio e della paura. Secondo le nostre leggende, in questa notte i nostri peggiori timori possono diventare reali. Per me però penso non valga, visto che sto vivendo ogni giorno nella mia più grande paura. Quella di perderti.

 

A:Thorin 12:00 mercoledì 2 novembre

Ti ho sentito. Mi sono addormentato accanto al tuo letto, stamattina, e mi sono risvegliato quando ho sentito qualcosa accarezzarmi dolcemente la mano. Qualcosa di leggero, e caldo, e dolorosamente familiare. Eri tu, vero? Devi essere stato tu. Devi.

 

A:Thorin 12:10 mercoledì 2 novembre

Cielo, sono ridicolo. Non può essere. Forse sto impazzendo. Si, deve essere così.

 

A:Thorin 19:40 Giovedì 10 novembre

Sto lavorando al libro. Lo sto facendo leggere a Bofur, quando passa per controllare i tuoi segni vitali. Dice che è la cosa più bella e straziante che io abbia mai scritto.

 

A:Thorin 22:10 martedì 15 novembre

Fili presto finirà l’università. Gli mancano giusto gli ultimi esami, e ha già trovato un ottimo studio da cui iniziare ad esercitare dopo. Kili, invece, sta allo stesso tempo studiando, lavorando presso la gioielleria dei tuoi fratelli e mantenendo una relazione stabile con la sua bella dai capelli rossi. Saresti fiero dei tuoi ragazzi almeno il triplo di quanto lo siamo tutti noi, ne sono certo.

 

A:Thorin 13:50 Sabato 19 novembre

Oggi, per l’anniversario di Dis e Vili, gli abbiamo preparato una festa a sorpresa. Si, lo so, di solito queste occasioni si festeggiano da soli, ma quest’anno abbiamo tutti bisogno di sentire l’affetto di ognuno di noi più del solito. E comunque, dopo li abbiamo lasciati in pace. Ho dovuto trascinare via dallo buco della porta Frerin e Dain, però. Tuo fratello e tuo cugino sono più infantili di due bimbi di cinque anni, davvero.

 

A:Thorin 11:20  Martedì 22 novembre

Il tuo cellulare è ancora qui in carica, comunque. Un altro po’ e sparirà sotto tutta la polvere che sta raccogliendo.

 

A:Thorin 23:50  Giovedì 24 novembre

Continuo a sognarti. Ogni notte. E, dopo che mi sveglio urlando, non riesco più a chiudere gli occhi per il timore di vederti svanire di nuovo, e di nuovo, e di nuovo.

 

A:Thorin 07:50 Sabato 26 novembre

Domani sarà un anno. Esattamente un anno da quando ti sei addormentato senza più svegliarti. Un anno senza il tuo sorriso, la tua risata, le tue labbra, i tuoi occhi.

Un anno senza di te.

 

 

 

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Capitolo 3
*** Luce ***


 

 Comatose


Luce

 


 

A:Thorin – 01:18 Domenica 27 novembre

Ecco. Adesso è esattamente un anno. Un anno da quando Bofur mi ha detto che eri in ospedale. Un anno da quando il mio mondo è crollato. Un an-

 

No. Non ce la faccio. Pensò sconfortato Bilbo, distoglievo lo sguardo dallo schermo del suo cellulare.

Era seduto, come ogni giorno da ormai un anno, accanto ad un freddo letto d’ospedale, dove riposava, immobile ed incosciente, il suo Thorin.

Thorin, l’uomo di cui si era innamorato praticamente dalla prima volta che l’aveva visto, più di dieci anni prima. L’uomo a cui aveva donato il suo cuore, a cui aveva legato la sua felicità e che ora, per quanto fosse vicino, era irraggiungibile, il bilico su un filo sottilissimo che poteva spezzarsi da un momento all’altro.

Era lì, così lontano ed allo stesso tempo così vicino. Il suo volto pallido era lo stesso di sempre, anche se più scavato e i profondi occhi color ghiaccio erano eternamente coperti da quelle palpebre sottilissime che lo scrittore conosceva a memoria. I capelli, una volta lunghi fino al petto, erano tagliati cortissimi, così come la barba, ed era stato lui stesso, più di una volta, ad aiutare gli infermieri a tenerli così. Gli piaceva sapere che in qualche modo riusciva a prendersi cura di lui, nonostante tutto. La bocca, che tante volte nel breve tempo passato insieme aveva sfiorato la sua, era coperta da una mascherina che garantiva il giusto quantitativo di ossigeno a tutto il corpo.

Thorin era in coma da ormai un anno. Un tempo troppo lungo per chiunque, dannatamente troppo lungo. Ora le speranze che avevano li avevano sorretti durante quei lunghi mesi erano sparite quasi del tutto, lasciando solo paura e dolore. Bilbo continuava ancora ad aggrapparsi con le unghie e con i denti alla certezza che si sarebbe svegliato, ma ormai anche per lui era diventato troppo difficile.

Era stato forte, Bilbo. In tutti quei mesi non aveva mai ceduto completamente allo sconforto, aveva sempre creduto in Thorin, nel suo risveglio, anche nei momenti più difficili. Aveva resistito, era rimasto sempre presente e sempre pronto a risollevare la sua famiglia ed a donargli coraggio, anche quando il suo non bastava nemmeno per lui.

Aveva creduto, quel piccolo uomo innamorato. Aveva stretto la mano del suo compagno per tutti quei interminabili mesi, senza mai accettare l’idea che forse non avrebbe mai sentito restituirgli la stretta. Era andato avanti, ma non aveva mai lasciato indietro la persona a cui più tenesse. Aveva combattuto, per gli altri e per lui.

E, soprattutto, non aveva mai pianto. Mai, nemmeno nei momenti peggiori, quando aveva saputo della sua condizione, quando era stato il suo compleanno, quando aveva scoperto che Thorin voleva chiedergli di sposarlo la sera stessa del suo incidente. Aveva sempre ricacciato indietro le lacrime, sapendo che lui avrebbe voluto così, l’avrebbe voluto forte, e che doveva esserlo a qualunque costo.

Ma adesso. . .

 

Lo scrittore sospirò, mentre si allungava per stringere nella mano libera quella fredda del compagno.

Un anno.

Era passato un anno dall’ultima volta che aveva incontrato i suoi occhi, visto il suo sorriso, sentito la sua voce. Tutto gli era stato strappato via così all’improvviso e così velocemente che il suo cuore sanguinava al solo pensiero di ciò che aveva avuto e che avrebbe potuto avere e gli era stato negato. In quei mesi infiniti aveva lottato contro quel dolore e si era fatto forza con piccole cose, semplici ma potenti. Aveva fatto sorridere i nipoti di Thorin, Fili e Kili, che considerava ormai quasi come dei fratelli minori, era stato al fianco dei fratelli e dei cugini Durin, deciso a combattere quella battaglia senza fine con loro, si era aggrappato al passato, deciso a non dimenticare il bello che c’era stato, aveva continuato a lavorare nella speranza che le parole potessero sollevargli l’animo. E, soprattutto, era rimasto sempre accanto al letto di Thorin, silenziosa sentinella del suo sonno di morte, a tenergli la mano, ad accarezzargli i capelli, a sfiorargli il volto. Ed a scrivergli. Si, gli aveva scritto, durante quel lungo calvario. Tanto, forse troppo. Brevi messaggi, a volte leggeri, a volte così forti da far tremare anche il più intrepido dei cuori. Corti sms in cui aveva riversato paure, speranze, frammenti di vita, ricordi, preghiere, destinati sempre e solo a lui. Li aveva scritti e poi, seppur con un poco di difficoltà, li aveva letti ad alta voce, nella speranza che le sue parole potessero raggiungerlo ovunque egli fosse. Non era mai riuscito a parlargli direttamente, all’infuori delle parole digitate con cura sullo schermo del suo cellulare. Non sapeva perché. Era una cosa che, semplicemente, non riusciva a fare, come mettere via le sue cose, arrendersi al pensiero che non sarebbe più tornato indietro da lui, o smettere d’amarlo. Non poteva, e basta. Forse perché sapeva che parlargli veramente e poi non riceve risposta lo avrebbe spezzato in modo definitivo, gli avrebbe dato il colpo finale, la ferita dal quale non sarebbe più riuscito a guarire, e lui questo non poteva sopportarlo.

Ma adesso, non ce la faceva più. Non riusciva più a scrivergli, a scrivere quelle parole che gli si erano impigliate nel cuore e che lo stavano soffocando ad ogni battito. Non poteva più aggrapparsi a quello schermo luminoso per sopravvivere.

Però, doveva dirglielo. Doveva dire quello che gli stava straziando l’anima. Glielo doveva, e lo sapeva.

 

Bilbo rimase per qualche minuto a guardare il viso del corvino, gli occhi azzurri stanchi ma ancora tremendamente innamorati. Si mordicchiò l’interno della guancia, e si costrinse a far scivolare il cellulare in tasca ed a prendere con entrambe le mani quella di lui.

Fece un grande respiro, e poi iniziò a parlargli davvero, per la prima e, molto probabilmente, l’ultima volta.

 

“Ciao, Thorin.” sussurrò piano, la voce roca e tesa, accarezzando appena con i polpastrelli le nocche ruvide dell’altro “Sai, in questo momento non sto leggendo niente. Nessuno dei mie chilometrici messaggi, nessuno dei mie bei pensierini preconfezionati, come li chiamavi sempre da ragazzo. Ti sto parlando, beh, direttamente. Nessun sms, nessuno schermo, questa volta. Solo io e le mie parole. Non so quanto tu possa sentire di ciò che dirò, anzi, non so nemmeno se puoi davvero sentirmi. Ma voglio provare a parlarti, ancora una volta. O forse è meglio dire almeno una volta.”.

Si fermò, cercando di calmarsi e di chiarire, almeno dentro di sé, quell’uragano di frasi, sussurri ed emozioni che gli stavano sconvolgendo la testa, e che doveva buttare fuori nel modo più delicato e corretto possibile.

“Oggi . . . oggi è esattamente un anno. Un anno da quando Smaug ti ha accoltellato, un anno da quando Bofur mi ha cercato nel mezzo della notte per dirmi che eri in ospedale, un anno da quando sei finito in coma. “ la sua voce si spezzò, e Bilbo dovette costringersi a controllala ed andare avanti, stringendo più forte quella mano fredda come se fosse l’unica cosa che poteva aiutarlo a restare intero.

“È passato un anno da quando tutto è bruciato davanti ai miei occhi, senza che potessi fare niente per impedirlo. Sono successe tante cose, ed allo stesso tempo tutto si è fermato, come se senza di te la vita non esistesse.

Io sono rimasto qui, ad aspettarti, anche se tutti avevano detto che difficilmente ti saresti risvegliato, anche se sapevo che le probabilità erano tutte a nostro sfavore. Sono rimasto qui, al tuo fianco. In fondo, cos’altro avrei potuto fare? Tu sei l’altra faccia della medaglia, Thorin, l’altra parte di me, il mio cuore e la mia forza. Sei tutto ciò che ho di più caro, e per cui sarei disposto a sacrificare tutto. E credo che tu lo sappia, per quanto non te l’abbia mai detto così esplicitamente. Tu hai sempre capito tutto di me, in fondo.” Per un attimo, gli sembrò quasi di sentire le dita immobili di Thorin sfiorare le sue. Bilbo deglutì, cercando di ricacciare indietro questa dolorosa illusione, e continuò, simulando una voce sicura e decisa.

“Come avrei potuto lasciarti da solo ad affrontare tutto questo? Ma nemmeno per sogno. Mi sono detto che, anche se c’era una sola, effimera speranza di riaverti indietro, io avrei combattuto per essa e non avrei smesso di sperare. Dopotutto, sapevo che tu avresti fatto la stessa cosa, al mio posto. Così, sono rimasto qui, per mesi e mesi, continuando a sperare, infischiandomene del tempo, dei medici e di tutto il resto. Pensando solo a te.

È passato il tempo, ed ho dovuto fare i conti con quello che ti sei lasciato alle spalle. Ovunque guardavo, vedevo te, i tuoi occhi, il tuo sorriso, il futuro che avremmo potuto avere insieme. Ho saputo dei tuoi progetti spezzati, e di quell’anello che non hai mai avuto modo di darmi. Ho dovuto confrontarmi con i limiti dell’uomo, con la crudeltà del caso, con l’impossibilità di cambiare il destino di coloro che si amano.”

Si morse il labbro, cercando di mantenere la voce ferma “Molti non capiscono come faccia a tenere duro, dopo tutto questo tempo. Anche la tua famiglia mi osserva con  qualcosa misto tra stupore e compassione. Ma ho resistito, perché noi ne valiamo la pena, tu ne vali la pensa. Tu vali qualsiasi attesa, qualsiasi sacrificio, qualsiasi sofferenza. E mi dispiace di avertelo detto solo ora, quando probabilmente non puoi nemmeno sentirmi, e tutto è crollato, e niente tornerà più come prima. Avrei voluto farlo prima. Avrei voluto poterti dire di persona che ti amavo, quella maledetta sera di tanti mesi fa. Avrei voluto abbracciarti, e baciarti, ed accettare con tutto il mio cuore quella proposta che mai mi sarei aspettato, e restare con te per sempre. Ma non ne ho avuto l’occasione. Mi sei stato portato via, Thorin, troppo presto, ed adesso sei lontano, in un limbo da cui non posso venirti a prendere, in un luogo dove non posso raggiungerti.”

Dovette fermarsi, ora, perché le prime lacrime da molto tempo iniziavano a premere per uscire, e lui non voleva permettergli di farlo, perché sapeva che non sarebbe riuscito a continuare, dopo. Chiuse gli occhi, con forza, e la sua voce vacillò quando riprese a parlare.

S-sai che ho difficoltà in queste cose. Cielo, tu sai tutto di me. Sai che mentre dormo mi tiro la coperta tutta dalla mia parte, sai che odio essere preso in giro per la mia altezza, sa che amo leggere seduto davanti al fuoco ed avvolto nelle tue braccia, sai che quando scrivo canticchio sempre tra me e me la ninna nanna di mai madre, l’unica cosa che mi è rimasta di lei e che ti ho insegnato senza nemmeno pensarci, poco tempo dopo il nostro primo incontro. E soprattutto, sai che io, senza di te, non sono niente. Che ho bisogno di te per andare avanti. Che non posso farcela da solo. I-io. . .”

Un singhiozzo gli sfuggì dalla gola, e lo scrittore si coprì la bocca con una mano, forzando di nuovo gli occhi chiusi. No, non doveva piangere. Non doveva.

Si lascò scivolare lentamente e con delicatezza contro il corpo freddo del compagno e poggiò la propria testa sul suo petto, come se quel pallido contatto potesse in qualche modo donargli la forza di cui aveva bisogno.

“Solo, torna indietro. Torna da me, Thorin. Ti prego.”.

Una lacrima, una sola, gli scivolò lungo la guancia, silenziosa e gelida perla di dolore, ma Bilbo la lasciò fare, gli occhi chiusi ed il cuore stretto in una morsa. Restò lì, immobile, una mano poggiata sul petto del suo amore perduto e l’altra ancora stretta attorno alla sua, per quelle che furono ore, o forse qualche decina di minuti, ma che a lui parvero secoli interminabili.

E poi, la sentì.

 

“B-Bilbo . . .”

 

Una voce.

Una voce roca, impiastrata ed affaticata, che pronunciava il suo nome.

Una voce stanca ed in difficoltà, ma familiare, spaventosamente familiare.

Una voce che dubitava avrebbe mai più udito.

 

Non può essere.

 

L’uomo spalancò gli occhi e, dopo un momento di esitazione, sollevò la testa, il cuore che gli martellava come un tamburo impazzito nel petto.

Gli occhi color del ghiaccio di Thorin, stanchi, confusi ma aperti, finalmente aperti, incontrarono per la prima volta dopo mesi i suoi.

Bilbo si alzò di scatto, portandosi una mano alla bocca, stupefatto ed incredulo.

“Thorin...” sussurrò, come se avesse paura che non fosse reale, che fosse tutto solo una crudele illusione della sua anima stanca e sofferente.

Quando l’uomo steso nel letto lo sentì pronunciare il suo nome i suoi occhi si illuminarono, ma dopo qualche secondo iniziò ad agitarsi e tentò di muoversi, per poi essere fermato con dolcezza dalla mano del compagno sulla sua guancia.

“No, non muoverti. Resta fermo. H-hai . . . dormito per molto tempo, ma ora stai bene. Andrà tutto bene, vedrai.” mormorò Bilbo, accarezzandogliela delicatamente per calmarlo e reprimendo l’istinto di stringerlo forte a sé e di non lasciarlo più andare. Mai più.

Thorin gli restituì lo sguardo, e dentro quelle pallide pupille lo scrittore vide riflesso il suo stesso sollievo e la stessa tempesta che gli stava sconvolgendo l’anima, più qualcosa che da tanto, troppo tempo aveva perso.

 

Si, ora tutto sarebbe andato bene.

 


 

A:Frerin 02:00 Domenica 27 novembre

Si è svegliato! Thorin si è svegliato!

 

A:Bilbo 02:05 Domenica 27 novembre

Che cosa?!

 

A:Frerin 02:07 Domenica 27 novembre

Thorin . . . gli stavo parlando ed all’improvviso ha aperto gli occhi ed ha detto il mio nome! I medici lo stanno controllando in questo stesso momento, ma sembra che non ci siano gravi complicazioni a livello celebrale e fisico.

 

A:Bilbo 02:09 Domenica 27 novembre

Oddio, non posso crederci! Avviso gli altri e ti raggiungiamo entro mezz’ora all’ospedale.

 

A:Frerin 02:10 Domenica 27 novembre

D’accordo, vi aspetto.

 

A:Bilbo 02:12 Domenica 27 novembre

Cielo, questo è un miracolo.

 

A:Frerin 02:15 Domenica 27 novembre

Si, lo è.

 


 

Il dottor Grey si passò una mano sul volto, trattenendo a stento un sorriso.

“Non ci avrei mai creduto, se non l’avessi visto con i miei occhi.” disse, la voce profonda e stanca piena di calore “Un anno di coma e nessuna speranza di risvegliarsi ed ecco che, contro qualsiasi stima medica, il più grave comatoso del nostro ospedale riapre gli occhi senza nessun grave danno al sistema nervoso o alle funzioni vitali. È incredibile. Semplicemente incredibile.”.

Bofur, che era corso quando aveva ricevuto la chiamata di Bilbo, avvisando il resto del personale sanitario, ed aveva aiutato il medico a fare gli ultimi controlli, scosse la testa.

“Forse, o forse no.” rispose, gli occhi che gli brillavano di gioia “Lei non conosce Thorin Scudodiquercia come lo conosciamo Bilbo, la sua famiglia od anche io stesso. È il più ostinato e testardo degli uomini, e non sa rinunciare od arrendersi. Se decide di fare qualcosa, può compiere degli autentici miracoli per poterci riuscire. E se vuole qualcosa, è capace di tornare dal mondo dei morti per ottenerla. E qui c’era qualcosa che non avrebbe mai abbandonato, comatoso o meno che fosse.”.

I suoi occhi grandi e pieni di affetto corsero alla porta della stanza, da cui poteva scorgere Thorin, adesso vigile e lucido, circondato da tutta la sua famiglia, ma la mano ben stretta attorno a quella di Bilbo e gli occhi che non si staccavano dai suoi nemmeno per un secondo.

Il dottor Grey seguì il suo sguardo e, capendo cosa l’infermiere volesse dire, sorrise.

 


A: Bilbo – 09:00 Domenica 27 novembre

Bilbo, sono Bard. Ho saputo da Tauriel che Thorin si è risvegliato.

 

A: Bard – 09:05 Domenica 27 novembre

Si, ha aperto gli occhi stanotte.

 

A: Bilbo – 09:10 Domenica 27 novembre

Come sta? Cosa hanno detto i medici?

 

A: Bard – 09:20 Domenica 27 novembre

Incredibilmente, sta bene. Nessun danno alle funzioni celebrali, nonostante tutto il tempo che è rimasto in coma, e i muscoli sono ovviamente addormentati e lo saranno ancora per un bel po’, ma non è niente a cui la fisioterapia non può porre rimedio. Può già parlare, anche se poco, e muovere un po’ le mani. Ha chiesto che cosa gli è successo, e quando gli abbiamo spiegato tutto è rimasto per un secondo senza parole, per poi iniziare ad aggredire Smaug con le più fantasiose maledizioni che mente umana possa inventare, per cui direi che è già ampiamente in via di guarigione.

 

A: Bilbo – 09:22 Domenica 27 novembre

Wow, è fantastico.

 

A: Bard – 09:25 Domenica 27 novembre

Già, è vero. Puoi venirci a trovare quando vuoi, ci farebbe davvero piacere.

 

A: Bilbo – 09:27 Domenica 27 novembre

Verrò senz’altro, promesso. Adesso cosa farai, resterai in ospedale o...?

 

A: Bard – 09:29 Domenica 27 novembre

Si, resterò in ospedale fino a quando non sarò sicuro che la situazione sia sotto controllo. O fino a quando Bofur non mi rimanderà a casa a suon di calci.

 

A: Bilbo – 09:30 Domenica 27 novembre

Ci avrei scommesso. Non stancarti troppo però, ormai il peggio è passato. Thorin è di nuovo lì con te, ora.

 

A: Bard – 09:35 Domenica 27 novembre

Ed io non smetterò mai di ringraziare il cielo per questo.

 


 

Thorin sbatté un paio di volte le palpebre e sbadigliò, troppo stanco anche solo per coprirsi la bocca con la mano libera.

Erano ormai le cinque di pomeriggio e la stanza si era svuotata pian piano col passare delle ore, fino a quando non erano rimasti solamente lui e, ovviamente, il suo compagno, che non sembrava minimamente intenzionato ad alzarsi dal bordo del suo letto.

Bilbo gli lanciò un’occhiata attenta, stuzzicandosi appena il labbro con i denti. “Hai sonno?” domandò, accarezzando delicatamente con la punta del pollice la pelle della mano, finalmente di nuovo calda, dell’altro.

Lui scosse piano la testa, prima di ricordassi quando quel movimento facesse male ai suoi muscoli ormai disabituati al movimento. “No, sono solo un po’ stanco.” si affrettò a rispondere, la voce, seppur roca, ormai più vicina al suo timbro naturale “E poi, ho dormito anche troppo ultimamente.”.

La sua voleva essere una battuta scherzosa, ma a quelle parole un’ombra scese sugli occhi dell’uomo, anche se cercò di nasconderlo.

Thorin lo osservò attentamente. Da quando si era risvegliato, Bilbo era rimasto sempre al suo fianco, anche quando i medici lo avevano sottoposto ai dovuti esami. Non aveva voluto saperne di allontanarsi da lui nemmeno per un secondo, e l’uomo dubitava che avesse intenzione di farlo in un qualunque momento dell’immediato futuro. Era luminoso, pieno di gioia, entusiasmo ed attenzione, e mai, nemmeno una volta, gli aveva lasciato la mano. Eppure . ..

Sollevò con fatica la mano libera e sfiorò il viso dell’altro, accarezzandogli con delicatezza una guancia. Sentì lo scrittore tremare appena sotto il suo tocco leggero.

“A differenza tua, a quanto pare. Hai delle occhiaie profondissime, e sei pallido come un morto.” mormorò piano, cercando gli occhi dell’altro con i suoi “Cos’è, ti hanno sostituito con un panda?”.

Bilbo accennò ad un sorriso e voltò il viso dentro quella carezza, per baciare il palmo della sua mano mentre la copriva con la sua. “Può darsi.” rispose leggero, ma attento a non incontrare il suo sguardo “E ti conviene riposare, se non vuoi subire lo stesso trattamento.”.

 “Tu dovresti riposare. Mi sono appena risvegliato da un coma, ma questo non significa che sia diventato stupido. “ lo rimproverò l’uomo, non senza una punta di dolcezza nella voce “Pensi che non veda che sono secoli che non dormi?”.

Lo scrittore sobbalzò appena, per poi abbassare le loro mani intrecciate e portarsele in grembo “Sto bene, Thorin. Smettila di preoccuparti per me, quando dovrei essere io a farlo per te.”.

Thorin sbruffò “Ma lo stai facendo. E sono sicuro che l’hai fatto in tutti questi mesi. Ti conosco, dopotutto. E poi . . .” lasciò la frase in sospeso e non continuò, per poi assottigliare gli occhi “ Quello laggiù è il mio cellulare?”.

Bilbo si voltò, confuso, per poi aggrottare le sopracciglia“Oh si, me ne ero scordato. Dopo, beh, che ti hanno ricoverato, l’ho messo a caricare qui visto che la batteria era a terra, e con il tempo me lo so, diciamo, scordato.”.

Negli occhi chiari del corvino passò un lampo che l’altro non poté cogliere, e subito si schiarì la voce e esclamò, cercando di cambiare discorso “Allora, spiegami ancora una volta come diavolo ha fatto mio nipote a mettersi con la figliastra di Thranduil e perché mai non dovrei ucciderlo per questo.”

Il biondo ridacchiò, voltandosi verso di lui e scuotendo al testa divertito.

 


 

“Smeagol, di nuovo?!” sbruffò Bilbo, mentre si tamponava i capelli con un asciugamano e lanciava uno sguardo a metà tra l’arrabbiato e l’affettuoso al suo cane, che come al solito si era fatto trovare fuori dalla porta del bagno con l’ennesimo oggetto indefinito in bocca.

Era ormai sera, e lo scrittore dai capelli dorati era di nuovo nel suo appartamento, per quanto volesse essere altrove. Secondo il regolamento dell’ospedale, secondo lui del tutto insensato, una persona non poteva restare più di ventiquattrore assieme ad un paziente, comatoso o meno che fosse. E poiché aveva passato gli ultimi tre giorni senza mai allontanarsi dalla stanza d’ospedale del suo ragazzo, alla fine i medici avevano perso la pazienza e l’avevano praticamente cacciato fuori, giurando che avrebbero trasferito Thorin dall’altra parte dell’Inghilterra se si fosse presentato prima delle dodici della mattina seguente. Non che le loro minacce l’avessero scalfito, ma alla fine aveva ceduto, anche per l’insistenza di Bofur e, stranamente, lo stesso Thorin. Gli avevano detto di andare a riposare e farsi una nottata decente di sonno perché ‘ne aveva decisamente bisogno’. Come se potesse dormire, dopo tutto quello che era successo.

“Quante volte ti ho detto che non devi prendere in bocca le mie cose o quelle di Thorin? Cielo, sei proprio incorreggibile.” borbottò, mentre si faceva scivolare l’asciugamano sulle spalle e si accovacciava davanti Smeagol per prendere l’oggetto che aveva in bocca.

Litigò un po’ con il cane per riuscire a sfilarglielo, e quando ci riuscì fu sorpreso nel rendersi conto che si trattava del suo cellulare.

“E questo come l’hai preso? Era nella tasca del mio giaccone.” fece sorpreso, mentre con un lembo dell’asciugamano lo ripuliva dalla bava dell’animale.

Il cagnolino scodinzolò, come se avesse compiuto una qualche impresa eroica, gli lecco una mano e se ne andò tutto contento, sotto lo sguardo confuso dello scrittore.

Scosse la testa e, notando che l’apparecchio era spento, l’accese.

Quando sbloccò lo schermo, notò che c’erano in memoria alcuni massaggi non letti. Incuriosito, li aprì, e rimase senza fiato.

 

A: Bilbo – 22:05 martedì 29 novembre

Ciao, Bilbo. Sono io, Thorin. So che non pensavi di ricevere un mio messaggio, non ora almeno. So che hai aspettato una risposta da parte mia per tanto, troppo tempo. Si, ho letto i messaggi che mi hai inviato durante questo anno. Mi sono fatto dare  il cellulare da Bofur appena te ne sei andato, e quando ho visto quel numero enorme di messaggi non letti sono rimasto senza parole. Li ho aperti, ed ho iniziato a leggerli. Li ho letti tutti, da quel ‘Ti amo, uomo ridicolo’, all’ultimo che mi hai inviato, la sera prima che riaprissi gli occhi. E mi sono sentito morire dentro ad ogni singola parola.

Avrei voluto chiamarti e dirti di tornare indietro all’ospedale, per poterti abbracciare e cacciare via dal tuo cuore tutto il dolore e la paura che hai dovuto passare a causa mia in quest’ultimo anno. Ma poi, ho cambiato idea. Ho deciso di raggiungerti così, nel modo in cui tu hai continuato a tenerti aggrappato a me per tutti questi mesi, come per continuare quella conversazione lascia a metà, come se non fosse successo niente. Ma sappiamo entrambi che non è così.

 

A: Bilbo – 22:10 martedì 29 novembre

Il mio Bilbo . . . sei stato tanto triste, in questo anno di interminabile attesa. Lo so. L’ho visto sul tuo viso, ferito a morte e quasi irriconoscibile, quando mi sono risvegliato. L’ho visto nelle tue labbra torturate a sangue, tormentate per impedirti di urlare. L’ho visto nelle macchie scure sotto i tuoi occhi, silenziosi testimoni di un tormento che non ti ha dato pace nemmeno nel sonno. L’ho visto nella tua mano stretta attorno alla mia come se fosse una roccia in mezzo al mare in tempesta. L’ho visto nei tuoi occhi attenti e tesi, così diversi dagli occhi che con gli anni ho imparato ad amare, ma al contempo ancora loro, con quella forza e decisione che ti hanno sempre distinto.

E, ora, l’ho letto. Ho letto le tue parole, i tuoi sfoghi, le tue paure, le tue lacrime d’inchiostro, le tue urla silenziose, le sue preghiere mascherate.

E l’ho sentito. Non so come spiegartelo, ma è così.

 

A: Bilbo – 22:15 martedì 29 novembre

Ti ricordi di quel programma sui misteri che si siamo visti una volta, quello che parlava della luce alla fine del tunnel che vedono sempre le persone in fin di vita o i comatosi?

Beh, io non ho visto nessun tunnel in questi mesi, nessuna luce, niente di niente. E’ stato . . . come se stessi semplicemente dormendo. Un attimo prima ero lì, in piedi, che fronteggiavo un delinquente da quattro soldi, ed un secondo dopo tutto non riuscivo più a tenere gli occhi aperti e sono scivolato nel buoi. Hai presente quei sogni dove tu hai la consapevolezza di dormire, ma allo stesso tempo non lo sai, ed è tutto buoi e lontano e sei solo in un’oscurità eterna? Ecco, io ero così. Addormentato in un eterno limbo buio.

Però succedeva che, delle volte, qualcosa illuminava quell’oscurità. Non una luce, no. Era una voce. La tua voce.

 

A: Bilbo – 22:20 martedì 29 novembre

Sentivo la tua voce, Bilbo. A volte ne avvertivo solo il suono, come una musica lontana di cui però non riesci a riconoscere le note, altre volte riuscivo a cogliere qualche parola confusa ed indistinta. La prima cosa che sono riuscito a comprendere con chiarezza è stato il mio nome, pronunciato come solo tu fai. Poi, ho iniziato a distinguere delle parole compiute e, man mano che passava il tempo, delle frasi. A volte le sentivo e le comprendevo, a volte no, ma lentamente riuscivo a sentirti sempre di più, ogni volta un po’ di più. E la tua voce mi rassicurava, in mezzo a quel limbo senza fine. Mi dava luce, in quell’oscurità senza senso. Mi dava la forza di non lasciarmi annullare da quell’oblio infinito.

Ti sentivo. Sentivo i messaggi che mi leggevi, quando credevi che non avrei mai potuto udirti, ma io lo facevo. Ti sentivo, e la tua voce illuminava un po’ di più il mio limbo.

Ho sentito quando mi hai raccontato di Smaug e del vostro scontro, della mai famiglia che teneva duro assieme a te, del dottor Grey che continuava a darvi coraggio, del tuo agente e delle sue pressioni per un nuovo libro. Ho sentito di quando i medici non mi davano più speranze, e tu hai continuato a sperare, imperterrito. Ho sentito di quando Dain ti ha rivelato dell’anello, e dei preparativi per quella che doveva essere la nostra notte, in cui ti avrei chiesto di essere mio per sempre e di accettarmi come tuo per l’eternità. Ho sentito quando, lentamente, dentro di te stavi crollando ed io non potevo fare nulla per impedirlo.

 

A: Bilbo – 22:25 martedì 29 novembre

Poi, l’altra sera, ti ho sentito di nuovo. Ma questa volta non stavi leggendo. Mi stavi parlando direttamente, per la prima volta dopo un anno. Ho sentito ogni parola. E, attraverso di esse, ho sentito il tuo dolore, la tua sofferenza, e il tuo dolore. Li sentivo come se fossero miei, ed in parte lo erano. Ti ho sentito farti forte per non crollare, tenere duro per arrivare alla fine di una frase, e poi di un’altra, e poi di un’altra ancora. Ti ho sentito trattenere le lacrime, e dirmi quelle cose che mai ti aveva sentito dire prima di quel momento, eppure le sapevo, e ti ho sentito crollare e, nonostante tutto, continuare a sperare. E poi, ho sentito la tua preghiera.

Torna da me.

E io l’ho fatto. Ho lottato contro quelle catene di tenebre che mi tenevano lontano da te, ho urlato dentro ancora e ancora, come avevo fatto per mesi quando la tua voce mi raggiungeva, e ho combattuto per tornare a casa. Per tornare da te.

Non so come ho fatto, come ci sono riuscito. Tutto quello che so è che dovevo tornare da te ad ogni costo. E l’ho fatto.

Quando sono finalmente riuscito ad aprire gli occhi, la prima cosa che ho visto, per quanto confusa ed evanescente, è stato il tuo viso poggiato sul mio petto, pallido e spezzato, la scia di una lacrima solitaria che ti rigava una guancia e gli occhi serrati come se fosse tutto solo un brutto sogno e tu non volessi svegliarti più. Ti ho visto lì, di fronte a me, e mi sono sentito finalmente bene. Facendo violenza contro il mio stesso corpo, ho mosso le labbra per chiamarti. E posso giurarti che i tuoi occhi illuminati per aver finalmente incontrato i miei sono stati le cose più belle che io abbia mia visto in vita mia.

 

A: Bilbo – 22:30 martedì 29 novembre

Avrei voluto dirtelo prima, quando ho iniziato a notare che, nonostante il tuo sollievo, l’ombra che ho visto sul tuo viso quando mi sono risvegliato non era ancora scomparsa del tutto. Ma sai che non sono bravo in queste cose. Sei sempre stato tu quello coraggioso, tra noi due. E non dire il contrario, perché è così, e l’hai dimostrato ancora una volta. Sei rimasto qui, al mio fianco, sapendo che probabilmente non sarei più tornato da te, e non hai mai smesso di sperare, anche quando tutto il tuo mondo stava crollando attorno a te. Hai aspettato ed aspettato, continuando a credere che mi sarei risvegliato, fregandotene di quello che pensavano o dicevano gli altri. Sei andato avanti ed allo stesso tempo sei rimasto con me, senza mai abbandonarmi quando chiunque altro, al tuo posto, l’avrebbe fatto. Hai addirittura preso a pugni Smaug per quello che ci ha fatto! Sei rimasto forte, quando chiunque altro sarebbe crollato. Hai continuato a sperare, ed ad aspettarmi. Ed ad amarmi. Ed io non potrò mai ringraziarti abbastanza per questo. Se già prima pensavo di doverti molto, ora so di doverti semplicemente tutto, perché mi hai tenuto in vita quando stavo scomparendo per sempre. Non mi hai lasciato andare, ed hai fatto in modo che avessi la forza di risvegliarmi per te.

Hai continuato ad amarmi con tutto il tuo cuore, quando io non lo meritavo, né lo meriterò mai.

 

A: Bilbo – 22:35 martedì 29 novembre

Mi dispiace, Bilbo.

Mi dispiace di essere stato così sciocco da non riconoscere il vero pericolo quando l’avevo davanti, e di precipitare in quel barato trascinandoti dietro con me. Mi dispiace di averti costretto a questo, ad un anno di attesa, oblio, paura e dolore. Mi dispiace di averti fatto così male da spezzarti dentro, e di non essere stato lì per darti forza come avrei sempre voluto fare. Mi dispiace di averti lasciato ad affrontare tutto questo da solo, e di essere stato troppo, lontano per poterti raggiungere. Mi dispiace di non aver avuto il coraggio di darti quel anello prima, e di aver rovinato tutto prima ancora che potesse iniziare. Mi dispiace di aver buttato un anno della tua vita, e di averti abbandonato. Mi dispiace di averti fatto soffrire tanto, e di non aver mai risposto a tutti questi messaggi. Mi dispiace di averci messo tanto a tornare da te. Mi dispiace per tutto.

 

A: Bilbo – 22:40 martedì 29 novembre

Tu . . . tu sei la cosa migliore che mi sia mai capitata, lo sei sempre stata. Sei l’unico per cui sarei disposto a rinunciare ad ogni cosa, e l’unica per cui affronterei ancora tutto questo. Sei la mia casa, ed il mio tesoro più grande. Sei il mio passato, il mio presente, e vorrei che fossi anche il mio futuro. Sei il mio Bilbo, e voglio che sia così per sempre.

Voglio che tutto ricominci da dove l’avevamo interrotto, da quella proposta che non ho mai avuto modo di farti, da quell’anello che non ho mai avuto modo di darti, da quel bacio che non ho mai avuto modo di donarti, da quel messaggio a cui non ho mai avuto modo di rispondere. So che ci vorrà del tempo prima che tutto torni alla normalità, prima che possa uscire da questo maledetto ospedale e tornare a casa nostra, e poterti offrire quell’anello e con esso la mia vita come avevo tanto a lungo immaginato. Lo so, ma non voglio aspettare, non più. Voglio riprendere da dove ci siamo interrotti, per quanto questo sia possibile.

Per cui . . .

 

A: Bilbo – 22:45 martedì 29 novembre

Ti amo anche io, sciocco di uno scrittore.

 

 

 

 

La tana dell’autrice

 

Ohohoh, buone feste! –un po’ in ritardo, ma meglio di niente, no?-

 

E rieccoci qui, con la parte finale di questa piccola avventura. Sono quasi commossa, è la prima volta che termino sul serio una fic a capitoli. Questo 2016 inizia nel migliore dei modi, devo proprio dire.  . .

E si, questa volta la vostra Tigre è stata buona. Un lieto fine, ogni tanto, ci sta. Si, so che probabilmente le basi mediche e scientifiche di questa storia sono completamente riviste e insensate, ma beh, la medicina non sarà mai la mia vita, per quanto mai madre lo desideri, quindi non vedo dove sia il problema, eh eh.

Vi ringrazio di cuore per essermi stati accanto in questo breve viaggio, lettori silenziosi o meno, e spero di avervi donato un sorriso che illumini questo anno nuovo.

 

Un abbraccio

 

T.r.

 

P.S. Si, la frase ‘Il mio Bilbo . . . sei stato tanto triste’ è un tributo a Magnus, che dice proprio una frase simile al suo dolce Alec nell’ultimo libro della saga di Shadowhunters, la mia nuova droga. . . devo dire che quei ragazzi mi stanno dando tante belle soddisfazioni, nonostante tutto. Bilbo, Thorin, imparate un po’ da loro e sbrigatevi ad ottenere il vostro lieto fine anche voi!

P.P.S: Si, credo che il mio buon umore sia dovuto anche allo speciale di Sherlock che tra l’altro urla Johnlock da tutte le parti, ma sono dettagli.

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