Rebirth

di Recchan8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue: Just to see you ***
Capitolo 2: *** Into the Darkness ***
Capitolo 3: *** Drawing your memories ***
Capitolo 4: *** Room 1: Fire ***
Capitolo 5: *** Room 2: Formerly ***
Capitolo 6: *** Remember ***
Capitolo 7: *** The hearts is strong. Even mine, and even yours ***
Capitolo 8: *** Room 3: Io ***
Capitolo 9: *** Welcome back ***



Capitolo 1
*** Prologue: Just to see you ***


-"E' inutile!"-.
Sora e i suoi compagni erano completamente circondati dai Simili nel Passaggio. Per ogni Nessuno che eliminavano ne comparivano altri due; era una battaglia persa in partenza.
-"Non statevene fermi, o l'Oscurità prenderà il sopravvento!"-.
Il Nessuno dai capelli rosso fuoco comparve e con due rapidi fendenti eliminò un gruppo di Simili di fronte a Sora. Si girò di scatto verso il trio e li spronò a continuare a combattere.
-"Ma... Perché?"- domandò Sora.
I Simili non accennavano a smettere di materializzarsi. Axel si guardò rapidamente intorno e poi riposò lo sguardo sul ragazzo.
-"Niente domande. Fallo e basta!"-.
Tre Nessuno si staccarono da un gruppo e si gettarono addosso ad Axel, il quale venne gettato a terra dal loro peso. Sora gli corse incontro e col Keyblade iniziò a eliminare i Simili che si stavano avvicinando al corpo steso a terra di Axel.
-"Stai bene?!"- chiese Sora, vedendo che il ragazzo dai capelli rossi si stava rialzando.
-"Avevo rapito Kairi, ma mi è sfuggita. Dopo è stata catturata da Saix"- iniziò.
Sora si chinò su di lui per ascoltare il resto del suo racconto: doveva assolutamente sapere dove si trovava Kairi. Paperino e Pippo potevano resistere da soli per qualche minuto, ma niente di più.
-"E' un membro dell'Organizzazione XIII. Saix. L'hai memorizzato? Ora va' a salvarla!"-.
I Simili avevano circondato Paperino e Pippo, e adesso si apprestavano a fare lo stesso con Sora e Axel.
-"Lasciateci in pace!"- esclamò Sora alzandosi in piedi.
Axel lo imitò e si prepararono a combattere. Come si era aspettato Sora, continuare a colpire quei Nessuno era completamente inutile; sembravano non finire mai. Anche ora che poteva contare sull'aiuto di Axel... Perché lo stava aiutando? Cosa voleva Axel da lui?
A un certo punto si ritrovarono spalla a spalla, con innumerevoli Simili che avanzavano verso di loro.
-"Mi piacevano di più quando stavano dalla mia parte"- disse Axel.
-"Ti stai... pentendo?"- gli domandò Sora.
Il ragazzo dai capelli rossi esitò per un attimo, poi si girò verso Sora.
-"Nah... Li sistemo io quelli. Guarda questo!"-.
Con un salto si gettò in mezzo ai Simili; si piegò su se stesso e i chakram che prima teneva in mano iniziarono a roteargli intorno creando un turbine di fuoco. Poi spalancò improvvisamente le braccia, e l'intero Passaggio venne investito da una luce accecante. Sora dovette coprirsi gli occhi, e quando li riaprì vide che tutti i Nessuno erano svaniti. Davanti a lui, steso al suolo, c'era Axel. Corse verso il Nessuno e si chinò su di lui; il suo corpo stava svanendo in cenere nera che saliva lentamente verso l'alto.
-"Stai... svanendo..."-.
-"Be', questo è quello che accade quando metti tutto te stesso in un attacco. Capisci cosa voglio dire? Non che i Nessuno abbiano un "se stesso"... giusto? Comunque, sto divagando. Vai, trova Kairi. Oh, quasi dimenticavo... Mi dispiace per quello che le ho fatto"-.
-"Quando la troveremo, glielo potrai dire di persona!"- disse Sora con convinzione.
Axel sorrise e volse lo sguardo verso l'alto.
-"Scusa, ma passo. Sai, non ci metterei il cuore, visto che non ce l'ho!"- rispose sforzandosi di ridere. Anche se non aveva un cuore era sempre riuscito a ridere.
-"Axel, cosa stavi cercando di fare?"- gli domandò Sora di punto in bianco.
-"Volevo vedere Roxas"- rispose semplicemente -"Lui... era l'unico che mi piaceva all'interno dell'Organizzazione. Mi faceva sentire... come se avessi avuto un cuore. Che strano... Tu mi fai sentire allo stesso modo..."-.
Chiuse gli occhi e abbandonò definitivamente il suo flusso di ricordi.
-"Kairi è nelle segrete del Castello. Ora andate!"-.
Axel alzò un braccio e con le sue ultime forze creò un Corridoio Oscuro per permettere a Sora, Paperino e Pippo di raggiungere la Citta Che Non Esiste e da lì il Castello. Le forze lo abbandonarono e il braccio gli ricadde pesantemente per terra. Il suo corpo svanì nelle ceneri nere.
-"Axel..."-.

 



NOTE DELL'AUTRICE
Salve a tutti! Ecco il prologo della terza fanfiction della mia serie "Ignis' Chronicles". Come avrete notato, si tratta di una trasposizione della scena del gioco KH2. 
Nella descrizione della fic ho messo solo Axel come personaggio perché gli altri saranno delle sorprese :> 
Un'ultima cosa: questa storia è ambientata tra KH2 e Dream Drop Distance.
Chissà cosa succederà ora ad Axel... Il suo viaggio è appena iniziato ;)
Alla prossima!
 

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Capitolo 2
*** Into the Darkness ***


-"Dove accidenti sono finito?"-.
Avrebbe dovuto essere morto, eppure era seduto in riva al mare. Non il solito mare però, e nemmeno la solita spiaggia: tutto era più scuro... Davanti a lui, all'orizzonte, vi era una luna piena, simbolo di una notte perenne in un regno oscuro. Dalle acque scure e torbide fuoriuscivano delle rocce appuntite e nere. Axel si guardò intorno e notò che anche nella sabbia grigia c'erano le stesse rocce che sbucavano dall'acqua.
Sospirò e si passò una mano fra i capelli rosso fuoco. Cos'era l'ultima cosa che aveva visto prima di svegliarsi in quello strano posto? Ah già, Sora. Si era sacrificato per aiutare Sora, sì.
Una mano sulla sua spalla lo fece scattare in piedi; si girò e si trovò faccia a faccia con una ragazza dai capelli corti azzurri e dagli occhi altrettanto azzurri. Gli rivolse un sorriso gentile e si sedette dove poco prima si era seduto Axel. Tutto ciò gli fece tornare in mente qualcosa, ma decise di ricacciare indietro i ricordi.
-"Non capita spesso di trovare qualcuno qui"- disse la ragazza.
Axel si sedette accanto a lei. I vestiti di quella ragazza gli erano tremendamente familiari.
-"Come ti chiami?"- le domandò diretto.
-"Aqua"- rispose sorridendo. -"E tu?"-.
-"Axel. A-X-E-L. L'hai memorizzato?"-.
-"Memorizzato, Axel"- rispose Aqua facendogli l'occhiolino.
Axel si strinse le gambe al petto e appoggiò il mento sulle ginocchia. Aqua notò il suo sguardo perso di fronte a sé, volto probabilmente alla luna.
-"Aqua?"-.
-"Sì?"-.
-"Dove siamo?"-.
-"Questo è il Regno dell'Oscurità, Axel"-.
Il ragazzo dai capelli rossi sorrise debolmente e chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal suono delle onde.
-"Quindi è qui che finiscono i Nessuno..."- disse più a se stesso che ad Aqua.
La ragazza alzò un sopracciglio.
-"Che cos'è un Nessuno?"- domandò.
Axel alzò la testa e la guardò storto.
-"Ma come"- disse puntando gli occhi addosso a lei. -"Tu non sei un Nessuno?"-.
-"No"- rispose semplicemente lei. -"Sono un essere umano. A meno che un Nessuno non sia un particolare tipo di essere umano..."-.
-"Ma allora... Come sei finita quaggiù?"- le domandò.
-"Io ho... Diciamo che mi sono sacrificata per un mio amico"-.
-"Da quanto tempo ti trovi qui?"-.
-"Non lo so. Potrebbero essere passati pochi giorni come anche un decennio..."-.
Tra i due calò il silenzio. Axel approfittò dell'occasione per osservare meglio la ragazza; i suoi vestiti... li aveva già visti da qualche parte.
Già, la ragazza dai capelli rosso Tiziano, la ragazza che aveva rinunciato alla sua vita per salvare quella del ragazzo che amava.
Axel si guardò i palmi delle mani guantate. Quante persone si erano sacrificate per il bene altrui? Quante persone aveva visto andarsene? E lui era ancora lì a contemplare un chiaro di luna perenne con le mani in mano.

-"Ehi ragazza"- disse rivolto ad Aqua. -"E' possibile uscire da questo posto?"-.
La meraviglia sul volto di Aqua si trasformò in un sorriso. Chiuse gli occhi e, sempre sorridendo, si alzò in piedi. Axel la imitò.
-"No, ma..."- disse. -"Complimenti Axel, sei una delle poche eccezioni"-.
Quasi come a voler confermare le parole della ragazza dagli occhi azzurri, una luce comparve sulla superficie delle acque del mare; una piccola fonte di luce, che dopo pochi attimi divenne un portale luminoso. Aqua lo indicò ad Axel con un cenno della mano, e il ragazzo le rivolse un'occhiata interrogativa.
-"Quel portale è lì per te, non per me"- rispose con aria triste. -"Io starò qui ad aspettare... la mia nascita dal sonno. Ora vai"-.
Axel rimase qualche istante a fissare la luce, poi si girò verso Aqua, la salutò con un sorriso, e si incamminò verso il portale appena apparso.
-"Se... Se dovessi incontrare un ragazzo di nome Ventus o uno di nome Terra... Ti prego, salutali da parte mia e di' loro che... sto bene!"- gli urlò dietro.
-"Tranquilla Aqua, lo farò"- disse prima di svanire all'interno della luce.




 

 

 

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Capitolo 3
*** Drawing your memories ***


Dopo aver attraversato il portale di luce si aspettava di tornare nel Passaggio Oscuro in cui aveva lasciato Sora, o almeno in un posto a lui familiare; invece intorno a lui era apparso un lunghissimo corridoio completamente bianco e privo di finestre.
-"Questa è una presa per il culo bella e buona"- sbottò.
Guardò di fronte a sé e poi dietro: da nessuna delle due parti era possibile vedere la fine, così decise di incamminarsi verso la parte dove era rivolto appena aveva aperto gli occhi.
-"Complimenti Axel, sei una delle poche eccezioni!"- disse Axel scimmiottando Aqua. -"Aah, ma fammi il piacere!"-.
Eppure Aqua gli era sembrata sincera, una brava ragazza. Come aveva fatto una come lei e finire nel Regno dell'Oscurità? Certo, lo aveva fatto per aiutare un amico. Anche se lì per lì non le aveva creduto, era certo che Aqua non era un Nessuno e nemmeno un Heartless, era... umana. Una ragazza che sicuramente non si meritava di stare in quel tetro reame.
Continuando a pensare alla ragazza dai capelli azzurri, Axel non si era accorto di aver sorpassato uno strano punto della parete. Si fermò di colpo e tornò sui suoi passi per controllare di cosa si trattasse. Appeso al muro bianco c'era un quadro: due ragazzi, uno seduto e uno in piedi, stavano osservando il cielo stellato, mentre una ragazza, seduta anche lei, stava mostrando loro dei ciondoli a forma di stella. Tutti e tre erano di spalle, cosicchè era impossibile riconoscerli. Fu la ragazza ad attirare l'attenzione di Axel: capelli corti blu e vestiti strani che aveva già visto.
Quella ragazza era Aqua.
Sbalordito, indietreggiò di qualche passo e si guardò istintivamente attorno. La parte di corridoio da dove era venuto continuava ad essere immacolata, ma il resto...

Si accorse solo allora che le pareti erano tappezzate di immagini: quadri, dipinti, schizzi, disegni e frasi scritte, tutti appesi alle pareti bianche del corridoio. Un'immagine rappresentava una ragazza dai capelli rossi seduta a gambe incrociate in mezzo a una piazza. Dietro di lei si intravedeva una scalinata e l'entrata di un enorme palazzo, forse un castello. In mano teneva un Keyblade rosso fuoco. Axel si guardò sbalordito intorno e decise di proseguire. Un dipinto sulla sua destra mostrava uno strano personaggio, un uomo anziano pelato con un pizzetto bianco che tendeva la mano verso l'osservatore. Per qualche strano motivo, Axel sentì il panico prendere il sopravvento del suo corpo e si mise a correre. Tutte quelle immagini... La maggior parte raffigurava la ragazza dai capelli rossi nell'intento di fare qualcosa e in posti diversi. In Mondi diversi.
I dipinti sfrecciavano accanto al ragazzo in corsa, ostacolato un poco dal suo soprabito nero. Lo scampanellio dei pendagli argentati non faceva altro che urtargli i nervi, e poco dopo la sua corsa divenne una ricerca disperata verso la fine del corridoio.

-"Io... Io non ho un cuore! Perché mi sento così?!"- urlò.
A un certo punto Axel inciampò nell'orlo del soprabito e rotolò per terra. Si ritrovò supino e lo sguardo gli scivolò su una scritta di un foglio appeso al soffitto.
"
Ti ricordi quando mi salvasti da quel branco di Nesciens? Adesso tocca a me salvarti".
Accanto alla frase c'era un quadro incorniciato d'argento: la ragazza dai capelli rossi di spalle e di fronte a lei un ragazzo dai capelli castani armato di un Keyblade.

-"Ma..."-.
I quadri successivi raffiguravano il continuo della vicenda: i due ragazzi che combattevano tra loro sferrando colpi con i rispettivi Keyblade, la ragazza che perdeva di mano la sua arma, il ragazzo che vinceva lo scontro e aiutava la rivale ad alzarsi dall'erba, il vincitore che a bordo di uno strano mezzo lasciava quel Mondo, la ragazza dai capelli rosso fuoco che piangeva al tramonto su un promontorio. Senza distogliere lo sguardo dall'ultima rappresentazione, Axel si alzò lentamente in piedi, e un nome e un volto si fecero strada nella sua mente, fino a raggiungere le sue labbra. Ricominciò a correre, questa volta cercando un disegno in particolare; doveva confermare la sua teoria. Dopo un lasso di tempo che gli parve interminabile, ormai allo stremo delle forze, lo trovò: un semplice foglio con disegnato sopra a matita un ragazzo dai capelli rossi sdraiato con in bocca un gelato celeste e con le mani sotto la testa. Lo sguardo del personaggio era rivolto verso l'osservatore e tradiva una certa curiosità. Sotto il disegno vi era un altro foglio con un'altra scritta: "Organizzazione XIII, numero VIII: Axel, il Soffio di Fiamme Danzanti. Ci vediamo presto!".
Era proprio come aveva immaginato: tutti quei dipinti, quei fogli, quelle immagini... erano i ricordi di un'unica persona, i ricordi della ragazza dai capelli rosso Tiziano. Nello stesso momento in cui un sorriso solcò le labbra di Axel, la fine del corridoio comparve. Una porta bianca dalle rifiniture rosso fuoco con un'anta semiaperta era lì di fronte a lui, e lo stava invitando ad entrare. Il ragazzo lanciò un'ultima occhiata al corridoio ricoperto dalle memorie, e varcò la soglia sperando che le sue supposizioni fossero corrette.

 


 

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Capitolo 4
*** Room 1: Fire ***


Uno spazio completamente bianco. Gli unici corpi che stavano occupando quello spazio erano una poltrona bianca, una scrivania bianca, Axel con ancora la mano sulla maniglia, e la ragazza dai capelli rosso Tiziano, seduta sulla scrivania.
Axel si staccò dalla porta e fece qualche passo in avanti.
-"...Nixis!"-.
La ragazza indossava gli stessi vestiti che aveva addosso il giorno del loro primo incontro sulla torre dell'orologio della stazione di Crepuscopoli: una maglia monospalla bianca con la manica larga e i bordi di questa arancioni, una fascia rossa arrotolata in vita con un'estremità che pendeva dal nodo sulla sua destra, un paio di pantaloncini corti attillati che riprendevano le sfumature del fuoco e due fasce nere che si incrociavano sul petto.
-"Nixis? Chi è Nixis?"- disse scendendo dalla scrivania.
Restò ferma qualche secondo per gustarsi lo smarrimento sulla faccia di Axel, poi sorrise a gli si gettò tra le braccia.
-"Mi chiamo Ignis, Axel! Ignis!"-.
Il ragazzo le restituì l'abbraccio, poi la prese per le spalle e la scostò da sé per poterla guardare meglio.
-"Le punte dei capelli non sono azzurre"- disse.
-"Visto?"- rispose lei prendendosi una ciocca tra le dita. -"Qui sono... umana. Sono com'ero una volta"-.
-"Quindi se sei tornata umana, significa che..."-.
-"Siediti"- gli disse Ignis indicando la poltrona.
Axel obbedì e Ignis tornò alla sua postazione iniziale, seduta sulla scrivania. I due ragazzi erano le uniche fonti di colore in mezzo al bianco abbagliante dello spazio e dei mobili.
-"E così"- iniziò la ragazza. -"Ti sei fatto eliminare. Ma guarda, pensavo tu fossi un ragazzo in gamba, sai? Forte, simpatico, esuberante..."-.
-"E' stata una mia scelta"- la interruppe Axel sorridendo.
Ignis inclinò la testa di lato e sorrise beffardamente.
-"Ah sì? Prima mi fai la ramanzina e poi fai la stessa cosa? Che ragazzo incoerente!"- disse iniziando a dondolare i piedi.
-"Non sono incoerente, è solo che allora non sono riuscito a comprendere il tuo gesto. Sacrificarsi per il bene altrui... Una cosa inimmaginabile per me, assurda e senza senso. Però poi sono successe varie cose..."-.
-"...Ed eccoti qui"- concluse Ignis.
-"Ed eccomi qui"- confermò Axel. -"Sì, ma qui dove?"-.
-"E' difficile da spiegare, sai? E' uno strano posto. Mmh... è una specie di limbo"-.
Axel si grattò distrattamente la testa e storse la bocca.
-"Un limbo?"-.
Ignis notò la sua espressione e si strinse nelle spalle.
-"Sì, diciamo pure che è così"- disse alla fine la ragazza.
-"Ignis, continuo a non capire"-.
La ragazza dagli abiti di fuoco si guardò distrattamente le mani; come aveva immaginato non le rimaneva più molto tempo. Il marchio bianco sui suoi palmi stava iniziando a scomparire, presto sarebbe dovuta tornare indietro.
-"Ascoltami Axel"- esordì a un tratto.
Axel sobbalzò sulla poltrona e fermò il suo sguardo sugli occhi azzurri di Ignis.
-"Non è vero che i Nessuno non hanno un cuore, non è assolutamente vero"-.
Il ragazzo spalancò gli occhi e si alzò di scatto dalla poltrona.
-"Cosa vorresti dire?"- disse avanzando di qualche passo verso la scrivania dove Ignis era seduta con le gambe accavallate.
-"Quello che ti ho appena detto. I Nessuno in realtà ce l'hanno un cuore. E' piccolo e va... coltivato, ma c'è"-.
-"Ignis, ma cosa stai dicendo?"-.
La ragazza scese dalla scrivania, prese la mano di Axel e gliela guidò verso il petto, nel punto dove sotto il soprabito nero si sarebbe dovuto trovare il cuore. Sul momento Axel non sentì nulla, poi piano piano uno strano calore cominciò a scladargli la mano e il petto.
-"Le tue sensazioni, le tue emozioni, i tuoi sentimenti... Il tuo cuore"- sussurrò la ragazza.
-"Ma non è possibile!"-.
Ignis si allontanò da Axel e sorrise, mettendosi le mani sui fianchi.
-"E' stato Xemnas a dirvi che i Nessuno non hanno un cuore, vero? Tsk, Xehanort"- disse scuotendo la testa.
Ignis si scostò i capelli dal viso, sospirò e poi schioccò le dita. Una porta bianca comparve in mezzo allo spazio, sotto gli occhi stupefatti di Axel.
-"Quella è la porta per proseguire attraverso questo limbo"- disse Ignis indicando la porta con un cenno del capo. -"Ti conviene andare"-.
Axel spostò lo sguardo dalla porta alla ragazza, poi di nuovo sulla porta e infine sul viso della ragazza che tempo prima aveva aiutato in un'impresa folle che le era costata la vita.
-"Cos'è, siamo all'interno del Castello dell'Oblio?"- sbottò, scoppiando poi a ridere. -"Ehi Marluxia! Dove sei?"-.
-"Axel, piantala"- sbottò Ignis.
Axel bloccò la sua ilarità forzata e abbassò lo sguardo a terra sospirando.
-"Che mi sta succedendo, eh?"- domandò Axel.
Il marchio sui palmi delle mani di Ignis iniziò a bruciare; il tempo stava per scadere, doveva sbrigarsi a far proseguire Axel. Se fosse scomparsa prima di avergli fatto varcare la porta, il ragazzo sarebbe rimasto in quello spazio bianco per sempre. Non poteva permettere che finisse così. Se Axel era riuscito a tornare dal Regno dell'Oscurità senza alcun vincolo temporale, significava che aveva ancora un compito importante nella vicenda che si stava svolgendo nei Mondi.
-"Non c'è più tempo"-.
Ignis corse incontro ad Axel, lo afferrò per un braccio e lo trascinò verso la porta bianca.
-"Avanti, aprila e prosegui"- gli ordinò.
-"Ehi"- disse Axel liberandosi dalla presa della ragazza. -"Dammi almeno qualche spiegazione! Ti rendi conto che io non sto capendo niente? Mi sono sacrificato per permettere al Qualcuno di Roxas di raggiungere il Castello Che Non Esiste, poi mi sono risvegliato nel Regno dell'Oscurità dove sono passato attraverso un portale di luce, poi mi sono trovato in un corridoio bianco tappezzato dai tuoi ricordi..."- disse quasi urlando.
-"Stammi bene a sentire!"- ringhiò Ignis. -"Ho un marchio sulle mie mani, lo vedi? Bene; appena questo marchio scomparirà, io svanirò per tornare nel Regno dell'Oscurità e la porta qui di fronte a te farà la stessa cosa! Non credo che tu voglia restare qui per sempre, giusto?"-.
Axel annuì lentamente, gli occhi sgranati.
-"Non ho tempo per perdermi in chiacchiere, tra poco il marchio svanirà e io me ne dovrò tornare in quel maledettissimo posto ad aspettare... ad aspettare la mia nascita dal sonno"-.
Nascita dal sonno. Anche Aqua aveva detto la stessa cosa. Axel si riscosse, annuì con più vigore e posò una mano sulla maniglia della porta.
-"Quindi io... devo andare?"-.
-"Sì Axel, devi andare avanti"-.
-"Cosa c'è dietro questa porta?"- le domandò.
-"Non lo so. Dovrai scoprirlo... da solo"- gli rispose lei stringendosi nelle spalle.
La mano di Axel esercitò una lieve pressione sulla maniglia, e l'anta della porta si aprì lentamente cigolando. Ignis strinse i pugni cercando di controllarsi, ma non resistette all'impulso e afferrò il ragazzo per un gomito. In fondo non l'avrebbe mai più rivisto. Lo fece girare verso di sé e lo abbracciò. Axel rimase per qualche istante immobile, sorpreso dall'azione della ragazza, poi le cinse la vita con le braccia e la strinse a sé. Aveva capito che quella era l'ultima volta che l'avrebbe vista. Ignis si staccò di qualche centimetro, passò una mano dietro alla nuca di Axel e avvicinò il volto del ragazzo al suo, fronte contro fronte.
-"Nixis...?"- disse Axel esitando.
Ignis sorrise dolcemente e lo baciò sulla guancia. Axel si accorse con stupore di essere arrossito un po'.
-"Consideralo come un ringraziamento per quello che hai fatto per me. E non mi chiamo Nixis, il mio vero nome è Ignis!"- rispose scoppiando a ridere.
-"Ignis"- ripeté il Nessuno..
Axel distese un braccio di fronte a sé ed evocò un chakram, con il quale si bucò un dito e tracciò una riga sulla guancia della ragazza.
-"Rosso sangue. Rosso fuoco. Siamo legati dal fuoco, no?"-.
I due ragazzi si scambiarono un sorriso. Una lacrima solcò il viso di Ignis. Axel interruppe l'evocazione del chakram, girò le spalle alla ragazza e aprì definitivamente la porta bianca, rimasta fedelmente in sua attesa.
-"Un'ultima cosa"- disse voltandosi. -"Il mio nome da umano, il mio vero nome è Lea. L-E-A. L'hai memorizzato?"-.
Nello stesso istante in cui Axel attraversò la porta, Ignis svanì, questa volta in particelle di luce che si dispersero nell'ambiente circostante.





 

 

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Capitolo 5
*** Room 2: Formerly ***


La porta si spalancò su un altro spazio bianco; non c'erano né la poltrona né la scrivania della "sala" precedente, solo una porta molto simile a quella che aveva appena attraversato e una figura vestita di nero e incappucciata di fronte a essa. La prima porta si chiuse con un suono sinistro, lasciando Axel in compagnia della seconda porta e della misteriosa persona.
-"Ah, ecco..."- iniziò Axel passandosi una mano tra i capelli. -"Ehm... Salve? Sì, salve. Mi chiamo Axel. A-X-E-L, l'hai mem.."-.
-"Sei irritante"- disse la figura parlando lentamente.
Axel alzò un sopracciglio e strinse la mano che poco prima si stava picchiettando sulla tempia. Incrociò le braccia e spostò il peso su una gamba.
-"Aah, mi fa piacere saperlo"- disse sarcastico. -"E tu mi faresti la cortesia di levar..."-.
Le parole gli morirono sulle labbra quando la figura di voltò verso di lui, mettendo in mostra i lacci e la catenina argentati del soprabito nero che indossava. Le braccia di Axel gli ricaddero pesantemente lungo i fianchi.
-"Organizzazione XIII...?"-.
Una mano guantata tirò indietro il cappuccio, rivelando una chioma azzurra, due occhi felini gialli e una cicatrice a X in mezzo a essi.
-"Tu..."- sussurrò Axel sprezzante.
-"Guarda guarda chi si vede, il Soffio di Fiamme Danzanti"- rispose Saix con lo stesso tono di voce del ragazzo dai capelli rossi.
-"Ti hanno fatto fuori, eh?"- domandò Axel sorridendo malignamente.
-"Sempre meglio morire in un combattimento piuttosto che uccidersi per permettere a un pidocchio di proseguire. Traditore"- rispose Saix.
Axel stava per ribattere, quando ci ripensò, scosse la testa e passò oltre Saix scontrandolo con la spalla.
-"Dove credi di andare?"-.
Il ragazzo dai capelli rossi si ritrovò la lama del claymore di Saix lungo il collo. Il contatto con la lama fredda lo fece trasalire un poco. La stessa arma che aveva trafitto Ignis adesso era premuta contro il suo collo. Axel evocò un chakram e lo puntò contro il fianco di Saix. I due ragazzi, uno di spalle all'altro, sfalsati, si stavano tenendo d'occhio; al minimo movimento dell'uno, l'altro lo avrebbe colpito.
-"E tu invece? Cosa credi di fare?"- domandò Axel con lo sguardo fisso sulla porta distante da lui di una decina di passi.
-"Avrei dovuto ucciderti molto tempo fa. Non avresti nemmeno dovuto far ritorno dal Castello dell'Oblio"- rispose l'altro con gli occhi socchiusi.
-"Sai, lo sospettavo. Da quando siamo diventati dei Nessuno il nostro rapporto..."-.
Saix premette più forte la lama sul collo di Axel e lo guardò di sottecchi senza voltare la testa.
-"Risparmiati i tuoi stupidi discorsi"- lo interruppe Saix.
Axel sospirò esasperato.
-"Ascolta, non ho tempo da perdere qui a discutere con te. Pensi che ti abbia perdonato per quello che hai fatto a Ignis?"- gli domandò spingendo una delle punte del chakram contro il fianco del ragazzo dai capelli azzurri, il quale di rimando premette ancora di più il claymore.
-"Ignis?"- disse Saix sprezzante. -"Ah, quella ragazza che ho ucciso? Mh, se lo meritava"-.
Axel resistette all'impulso di affondargli il chakram nella carne e strinse più forte l'impugnatura dell'arma.
-"Mettere le mani addosso al Sir! Che sporca put..."-.
Il ragazzo dagli occhi verdi fletté il ginocchio e tirò un calcio all'indietro al polpaccio di Saix, il quale, più per la sorpresa che per il dolore, lasciò cadere a terra il claymore, permettendo ad Axel di voltarsi verso di lui e di evocare il secondo chakram.
-"Alzati! Prima dai dell'essere inutile a Roxas, poi del pidocchio a Sora, della puttana a Ignis, del pupazzo a..."-. Axel ebbe un attimo di smarrimento ma poi riprese con forza. -"Alzati e prova a ripetere tutto!"-.
La rabbia dipinta sul volto di Axel fece sorridere malignamente Saix. Si alzò in piedi, si spolverò con la mano le spalle e recuperò la sua spada dalla forma singolare.
-"Guarda guarda, come siamo diventati sentimentali!"- disse Saix socchiudendo gli occhi felini. -"Un tempo non eri così. Eri ancora normale prima di far ritorno dal Castello dell'Oblio. Ammettilo Axel, ti sei fatto abbindolare dalle stupidaggini del ragazzino!"-.
-"Se ti stai riferendo a Sora, non si tratta di stupidaggini"- ribattè Axel.
-"Vogliamo parlare allora di quella sgualdrina dai capelli rossi?"-.
Saix iniziò a camminare lentamente intorno ad Axel mantenendo una distanza di sicurezza.
-"Dimmi, Axel"- disse a un tratto. -"Tu ce l'hai un cuore?"-.
Axel, che per tutto il tempo aveva seguito Saix con lo sguardo, girò tutto il corpo verso di lui e si posò istintivamente una mano sul petto.
-"Se ho un cuore, dici? Sì, ce l'ho"- rispose semplicemente.
Saix scoppiò in una risata fragorosa.
-"Sei davvero patetico"- disse a voce bassa. -"Troppo patetico"-.
Axel lanciò un'occhiata alla porta per accertarsi che fosse ancora lì: lo era, lo stava pazientemente aspettando. Saix lo notò e si pose tra la via d'uscita e il ragazzo.
-"Lo sapevi? Solo uno di noi può oltrepassarla. Mh, credo che andrò avanti io. Con permesso"- disse Saix incamminandosi.
Axel lanciò i chakram e creò un cerchio di fuoco intorno a loro due; aveva fatto la stessa cosa in passato con Roxas.
-"Solo uno di noi due, hai detto?"-.
-"Fatti da parte, traditore"- disse Saix cambiando improvvisamente tono di voce.
-"Dov'è finito tutto il tuo entusiasmo di prima? Non è che forse hai paura senza la tua adorata luna?"- lo beffeggiò Axel.
Saix scattò in avanti e tentò un affondo contro Axel, che lo schivò agilmente, avendo previsto la sua mossa. Saix sorrise.
-"Posso farti il culo anche senza l'aiuto della luna"-.
-"Sì? Non vedo l'ora di farti fuori, lurido bastardo"-.
Il ragazzo dagli occhi di gatto si rigirò tra le mani il claymore e dopo aver passato una mano sulla sua forma bizzarra corse contro Axel, il quale scomparve in un lampo infuocato e ricomparve dietro a Saix, dondolandosi i chakram tra le dita. Saix si girò di scatto, ringhiò contro Axel e si lanciò di nuovo all'attacco. Il ragazzo dai capelli rossi si parò il viso incrociando i chakram che produssero scintille nello scontro col claymore. Axel balzò all'indietro facendo vacillare Saix e lanciò una delle sue due armi contro il rivale, che la evitò all'ultimo secondo.
-"Lo vedi? Senza la presenza della luna non puoi fare niente"- constatò Axel prendendosi gioco di Saix. -"Ora come ora sei solo paragonabile a un misero Simile. Che pena"-.
-"Avanti Axel, sappiamo benissimo entrambi che stiamo solo giocando ora"- ribatté l'altro.
Come per dimostrare le sue parole, Saix piantò a terra il suo claymore e generò una potente onda d'urto che fece cadere sulla schiena Axel; il ragazzo dai capelli azzurri approfittò dell'occasione per recuperare la sua arma e bloccare a terra Axel piantandogli un piede sul petto. Axel afferrò la caviglia di Saix e tentò di spostare il piede, ma invano; in tutta risposta l'altro aumentò la forza e Axel si lasciò sfuggire un gemito di dolore.
-"Adesso non ridi più, stupido pagliaccio?"- gli domandò Saix con un ghigno dipinto sul volto.
-"...Spostati"- disse Axel quasi in un sussurro.
-"Chi è il lurido bastardo adesso? Chi è il misero Simile? Avanti, dimmelo!"-.
-"Te lo dico... molto volentieri..."-.
Axel svanì in un vortice di fiamme e ricomparve dietro Saix. Massaggiandosi il petto con una mano, puntò un chakram verso il ragazzo di fronte a se.
-"Mi hai fatto male, lurido misero Simile bastardo"- disse Axel col fiato corto.
Saix strinse l'impugnatura della sua arma e, cacciando un grido, la gettò ai suoi piedi. Cadendo il claymore produsse un suono metallico sinistro che si disperse nello spazio circostante. Axel guardò Saix sbalordito; le fiamme del cerchio disegnavano strane ombre sul volto deformato dalla rabbia di Saix.
-"Perché diamine hai...?"-.
Axel non riuscì a terminare la domanda che Saix gli era addosso. Il ragazzo con la cicatrice a X in mezzo agli occhi aveva optato per il combattimento corpo a corpo; eppure, accecato dalla rabbia, non aveva fatto caso ai chakram in mano ad Axel. Dopo aver incassato due o tre pugni nello stomaco, Axel squarciò il petto di Saix con entrambi i chakram; ciò provocò un grido disumano e una pioggia di sangue sul soprabito nero del ragazzo dagli occhi verdi. Saix si accasciò di lato premendosi le mani sui tagli insaguinati che stavano macchiando di rosso lo spazio bianco intorno ai due rivali; per un attimo, nella mente di Axel, riaffiorò il ricordo della fine di Ignis che, ferita a morte e sfinita in un bagno di sangue, si era alzata per concludere la sua missione. Axel si alzò in piedi, prese il claymore e lo conficcò al suolo a poca distanza dal viso di Saix.
-"Non... Io non credevo di..."- iniziò Axel rendendosi conto di essere un po' spaesato.
Saix alzò lo sguardo e sorrise debolmente.
-"Ti stai pentendo?"- gli domandò l'altro in un sussurro.
-"Non pensavo che i chakram fossero affondati talmente in profondità"- disse tutto d'un fiato.
Saix, sempre sdraiato per terra, si guardò i palmi insanguinati delle mani e scosse lievemente la testa.
-"Mi scoccia ammetterlo ma... ma avevi ragione tu... Senza la luna non..."-.
-"Ehi"- lo interruppe Axel. -"Non mi sono pentito, questa è la tua punizione per aver troncato la vita di Ignis e per tutti i peccati che hai commesso"-.
-"La... vita di Ignis? Tsk... i Nessuno non... hanno una vita"-.
Axel lo squadrò.
-"Xemnas ci ha ingannati, sai? Noi un cuore ce l'abbiamo. Riflettici mentre io proseguo"-.
Detto ciò, Axel si aprì un varco tra le fiamme del cerchio, che poco dopo svanì lasciando Saix in mezzo allo spazio spaventosamente bianco.
-"Lea...?"-.
Nonostante avesse già la mano sulla maniglia della porta, il ragazzo si voltò.
-"Ci stavo... ripensando, sai?"- disse Saix.
Axel lo guardò, steso a terra e circondato dal sangue che sgorgava a fiotti dai tue tagli sul petto. Chissà se in quel limbo si poteva morire una seconda volta.
-"A cosa?"-.
-"Te la ricordi... quella volta... di undici anni fa? Dov'è che eravamo?"-.
-"...Al Giardino Radioso"- disse Axel in un sussurro.
-"Ecco. Cos'è che ti dissi? Una... una cosa tipo..."-.
-"Ehi"- lo interruppe Axel. -"Tieni per te i tuoi sentimentalismi"-.
Gli tremava un po' la voce e Saix lo notò. Sorrise e chiuse gli occhi, sospirando.
-"Come vuoi"-.
Nonostante si fossero odiati per quasi undici anni, nessuno dei due poteva dimenticare quella loro amicizia che c'era stata prima di divente dei Nessuno: migliori amici.
Axel esercitò una leggera pressione sulla maniglia della porta, e l'anta si aprì.
-"Ciao Isa"-.
-"Ciao Lea"-.

 

 

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Capitolo 6
*** Remember ***


Se la ricordava eccome quella volta di undici anni prima al Giardino Radioso, quel luogo ora conosciuto col nome di Fortezza Oscura. Quel giorno lui e Isa avevano incontrato nella piazza principale un ragazzino biondo che giocherellava con una spada di legno.
Un Keyblade di legno.
Lea non era riuscito a resistere all'impulso di fare subito amicizia con lui, e, dopo essersi salutati con la promessa di essere diventati amici, aveva subito ricevuto la ramanzina da Isa.
-"Ma devi proprio farti notare da tutti quelli che incontri?"-.
-"Voglio entrare nei ricordi di tante persone. Nei ricordi si vive per sempre, no?"-.
Con questa premessa erano entrati insieme nel castello del Giardino Radioso, insieme erano diventati Nessuno, e avevano scritto il loro futuro separatamente.
Il corridoio che stava percorrendo era terribilmente simile a quello precedente, con la differenza che non era tappezzato da immagini. Axel sperò vivamente che non comparissero all'improvviso i ricordi di qualche altra persona; era già fin troppo turbato da quello che stava succedendo, e tanto per completare l'opera, non riusciva a capire dove si trovasse e dove stesse andando. Era tutto un continuo mettersi in gioco.
-"Non ti sei perso"-.
Axel si fermò e si guardò intorno. Gli era parso di sentire una voce.
-"Continua, sei sulla strada giusta"-.
Una voce femminile risuonava tutt'intorno a lui.
-"Ehi...!"-.
-"Che succede, non ti fidi di me?"- domandò la voce divertita.
-"Non è che non mi fidi di te"- ribattè Axel indietreggiando di qualche passo. -"E' che il non vederti mi disorienta"-.
Una risata cristallina avvolse il ragazzo e poi si disperse per il corridoio.
-"Tu non pensarci, prosegui. Il resto si vedrà poi"-.
-"Quale resto?"-.
-"Vai!"-.
Axel alzò le mani in segno di resa e proseguì, guardandosi intorno ogni tanto nella speranza di cogliere in flagrante la ragazza che lo stava rassicurando.
-"Posso farti una domanda?"- domandò il ragazzo a un certo punto.
-"Certamente"-.
-"Tu... Che cosa sei? Cioè"- si corresse subito. -"Sei qualcosa?"-.
La voce rispose dopo una breve risata.
-"Non saprei dirtelo. Io non sono mai stata qualcuno, nemmeno quando ero in vita"-.
-"Sei morta?"-.
-"Te l'ho detto, non lo so. Forse ero già morta prima di nascere"-.
Né Axel né la voce aggiunsero altro, così il ragazzo dai capelli rossi si limitò a proseguire per il corridoio. Constatò con un certo sollievo che non erano ancora apparsi i dipinti sulle pareti; molto probabilmente quel corriodio era un po' diverso dal precedente.
-"Sei quasi arrivato"-.
-"Alla fine...?"-.
-"Alla fine del corridoio. Ma ti manca poco per terminare il tuo viaggio"- lo rassicurò.
-"Quanto poco?"-.
-"...Abbastanza"-.
-"E dove andrò a finire? Voglio dire, dove sto andando?"-.
Dopo qualche passo, una figura incappucciata comparve avvolta da particelle luminose di fronte ad Axel. Indossava il soprabito dell'Organizzazione XIII, ma la figura era molto più bassa del ragazzo e la sua silhouette più elegante e morbida. Dietro alla figura si materializzò la porta che segnava la fine del corridoio.
-"Forse non esisto, ma una forma ce l'ho"- disse la ragazzina incappucciata.
-"Dunque eri tu che parlavi"-.
-"Esatto. Dimmi Axel, hai mai dimenticato qualcuno?"- gli domandò.
-"No, mai. Ehi, ma il mio nome...!"-.
La ragazzina si scoprì il volto: grandi occhi neri e corti capelli altrettanto neri. Axel la scrutò in volto per qualche attimo, poi lei tornò al discorso.
-"Lo sai come mi chiamo?"- gli domandò.
-"Non vedo come potrei. Non ti ho mai incontrata"- rispose il ragazzo.
La ragazzina sorrise malinconicamente.
-"Xion"- disse tenendo gli occhi neri su quelli verdi di Axel.
-"Xion. Piacere di averti conosciuta"-.
Xion strinse i pugni e si fece da parte per far passare Axel, il quale raggiunse la porta e vi si appoggiò.
-"Suppongo che tu non possa oltrepassarla, vero?"- le chiese.
-"Vero"- rispose Xion distratta.
-"Bene, allora... Io vado. Grazie per quello che hai fatto per me...?"-.
-"Xion"- lo aiutò.
-"Xion, giusto. Grazie"-.
Con un sorriso Axel aprì la porta e se la richiuse alle sue spalle.
-"Tu che non vuoi essere dimenticato dimentichi gli amici? Che persona orribile. Scusami, è colpa mia. Perdonatemi, Axel, Roxas..."- mormorò Xion.

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Capitolo 7
*** The hearts is strong. Even mine, and even yours ***


In quella piazza circondata da un prato e da degli alberi, illuminata da alcuni lampioni e dal chiaro di luna, un ragazzo dai capelli castani si stava allenando col suo Keyblade; facendo perno su un palo, dei bersagli dalla forma circolare ruotavano forsennatamente producendo un rumore metallico dovuto alle catene con le quali erano appesi.
Axel, in piedi dietro a un albero, notò con un certo disagio che quel ragazzo non gli risultava del tutto estraneo: capelli castani e occhi azzurri, li aveva già visti da qualche parte; e quegli strani pantaloni beige... Hakama? Distolse l'attenzione dal ragazzo e si guardò intorno. Anche quel posto gli era familiare, specialmente quella parte dietro l'attrezzo per gli allenamenti, un muretto basso che si affacciava su uno strapiombo. Delle immagini si fecero largo nella sua mente e Axel si ricordò di quel dipinto nel corriodio di Ignis che raffigurava una ragazza e due ragazzi di spalle seduti con le gambe che penzolavano nel vuoto. Quei ragazzi erano seduti proprio in quel posto laggiù.
-"Zantetsuken!"-.
Axel venne riportato alla realtà dallo strano nome dell'attacco. Perplesso, sporse un poco la testa da dietro il tronco dell'albero e vide il Keyblade del ragazzo lontano pochi metri dal suo "nascondiglio".
-"Non è possibile!"- esclamò il ragazzo dai capelli castani. -"E' già la terza volta che mi scappa di mano!"-.
Axel uscì da dietro l'albero, si avvicinò all'arma per terra e la raccolse; poi la lanciò verso il ragazzo, che la afferrò al volo per l'impugnatura.
-"E' da tanto che aspetti?"- gli domandò cortese.
Il Nessuno alzò un sopracciglio e inclinò di lato la testa.
-"Stavi aspettando me?"- chiese Axel perplesso.
-"Non proprio. Ho sentito una strana presenza e mi stavo chiedendo di chi si trattasse"-.
-"Quando...?"-.
-"Un po' di tempo fa"- lo interruppe il ragazzo dagli occhi azzurri. -"Ti ho avvertito un po' di tempo fa. Giorni, mesi, anni... Quanto sarà passato? Non saprei. Però adesso sei riuscito ad arrivare quaggiù"-.
Interruppe l'evocazione del Keyblade e si sedette su una panchina di pietra affiancata da due alberi. Con un cenno del capo invitò Axel a sedersi accanto a lui. Il Nessuno obbedì e appena si fu seduto il ragazzo iniziò a stirarsi le braccia, la schiena e il collo; nonostante si fosse allenato per molte ore consecutive, non era quasi per niente sudato e nemmeno stanco.
-"Toglimi una curiosità"- disse a un tratto. -"Ti tingi i capelli?"-.
Axel sorrise al ricordo della stessa domanda fattagli da Ignis.
-"No, è il mio colore naturale"- rispose.
-"E quei segni sotto gli occhi cosa sono?"- domandò il ragazzo indicandosi un punto all'altezza degli zigomi.
-"Ah, queste. Non lo so, ma mi piacciono. E no, non me le disegno io"- disse prevedendo la domanda successiva.
-"E' un bel colore il rosso. Una volta avevo un'amica con dei bei capelli rosso Tiziano. Delle due ragazze che mi venivano dietro lei era quella più diretta; mi piaceva come pensava. Arrivava subito dritta al nocciolo della situazione, sempre e comunque. L'altra invece era un po' più riservata, ma aveva un cuore forte... Forse troppo forte per una ragazza"-.
Notò la strana occhiata di Axel, la interpretò male e si affrettò a correggersi.
-"No, non intendevo in quel senso! Mi venivano dietro nel vero senso della parola! Entrambe cercarono di fermarmi, una per dovere e amicizia, l'altra per..."- si bloccò un attimo, pensoso. -"Non lo so perché"-.
Axel abbassò lo sguardò verso le sua mani chiuse a pugno. Quello che sedeva accanto a lui era quel ragazzo per il quale Aqua si era sacrificata, quel ragazzo per il quale Ignis aveva gettato al vento la sua vita. Era lui...
-"...Terra"- sussurrò Axel.
Terra, che stava osservando il cielo stellato sopra di loro, spostò rapidamente lo sguardo sul viso di Axel e sgranò gli occhi.
-"E' il tuo nome, no?"- gli domandò.
-"Sì... Ma mi sorprende che tu lo conosca"-.
-"Ignis"- rispose Axel semplicemente.
Terra si abbandonò sulla panchina e chiuse gli occhi.
-"Vero. Tu sei...?"-.
-"Axel. A-X-E..."-.
-"Il ragazzo che l'ha portata nel Castello Che Non Esiste"-.
Questa volta fu il turno di Axel a rimanere sbalordito. Come poteva quel ragazzo essere a conoscenza della sede dell'Organizzazione XIII e del fatto che lui e Ignis avevano fatto irruzione là dentro?
-"Non dirmi che non te ne sei accorto!" esclamò Terra sorpreso. -"Guardami bene. Il corpo di Xemnas, il vostro leader, è il mio corpo"-.
Dopo qualche minuto di silenzio, Axel alzò lo sguardo verso gli occhi azzurri di Terra.
-"Ignis me ne aveva parlato, ma non avevo capito molto"- disse a mo' di scusa.
-"A causa dell'Oscurità nel mio cuore, il Maestro Xehanort prese il controllo del mio corpo. Pensavo di essere abbastanza forte da riprenderne il possesso, ma evidentemente mi sbagliavo. Dopo lo scontro contro Aqua al Giardino Radioso, io fui per cadere nel Regno dell'Oscurità per un gesto folle di Xehanort che controllava il mio corpo, ma Aqua mi raggiunse, o ci raggiunse, e si sacrificò per me... Da quando è caduta nel Regno dell'Oscurità non l'ho più vista. In seguito a questo episodio la volontà di Xehanort ebbe il sopravvento sulla mia, e fu lì che nacque Xehanort, l'apprendista di Ansem. Da qui in poi credo che anche tu conosca la storia a grandi linee"-.
Axel annuì.
-"Poi è tornata Ignis..."- iniziò Axel.
-"Poi è tornata Ignis"- proseguì Terra. -"E ha fatto scattare qualcosa in me"-.
-"E' stata la tua volontà a lasciare la presa sul collo di Ignis?"- domandò Axel ricordando l'episodio.
-"Il mio Sentimento Persistente forse, quello che un po' di tempo fa combatté contro Xehanort che si era appena impossessato di me"-.
-"Frena, ragazzo: se il tuo corpo lo possiede questo Xehanort e la tua volontà è ancora all'interno di esso, tu cosa sei?"-.
-"Io sono io, come tu sei tu"- rispose sorridendo Terra.
-"Lo sai che non ha molto senso quello che hai appena detto?"- constatò Axel alzandosi in piedi e appoggiandosi le mani sui fianchi.
Axel si mise a camminare ricalcando coi passi il bordo della piazza; Terra nel frattempo lo seguiva con lo sguardo.
-"Davvero?"- domandò Terra divertito.
-"Io sono un Nessuno, non so se l'hai notato"-.
-"Cos'è di preciso un Nessuno?"- chiese Terra incrociando le braccia.
-"Un Nessuno è un Nessuno. N-E-S-S-U-N-O. L'hai memorizzato?"- disse Axel picchiettandosi l'indice sulla tempia.
Terra rimase perplesso dall'esibizione di Axel e non disse nulla, così il ragazzo dai capelli rossi riprese in mano il discorso, continuando a camminare con le mani sui fianchi.
-"Quando una persona dal cuore forte viene divorata dall'Oscurità, il suo corpo, privo di cuore ma con ancora le sue memorie, diventa un Nessuno"- spiegò.
-"Quindi un Nessuno è una persona a metà"- disse Terra massaggiandosi il mento con un espressione pensosa.
-"Così mi piace definirmi"- disse l'altro con un'alzata di spalle.
-"Però sai, tu un cuore ce l'hai. Percepisco qualcosa... Quindi non sei un Nessuno"-.
Axel si fermò, abbandonò le braccia lungo i fianchi e posò lo sguardo sui suoi piedi. Non sapeva come spiegare la faccenda a Terra con meno parole possibili e senza tirare in ballo Ignis, eppure sembrava non ci fosse un'altra scelta.
-"Ignis mi ha detto che in realtà i Nessuno un cuore ce l'hanno, anche se davvero piccolo. Chi riesce a farlo crescere sarà in grado di provare emozioni, quelle cose che noi Nessuno abbiamo perso durante il divoramento del cuore"-.
-"Come faceva Ignis a saperlo?"- domandò Terra serio.
Axel esitò per qualche secondo.
-"Anche lei è diventata un Nessuno"-.
Terra si alzò in piedi di scatto e strinse le mani a pugno.
-"Cosa...? E' diventata un Nessuno?!"-.
-"Esattamente"- rispose Axel sedendosi in mezzo alla piazza. -"E persino per scelta"- aggiunse con leggerezza.
-"Ehi!"- esclamò il ragazzo dai capelli castani avvicinandosi ad Axel con rapide falcate. -"Cosa vuol dire per scelta? Da quel che ho capito non è una bella cosa essere un Nessuno!"-.
Axel lo guardò male.
-"Senza offesa, eh"- si affrettò ad aggiungere.
Il Nessuno liquidò la faccenda con un gesto della mano.
-"Per scelta significa per scelta. L'ha fatto per aiutarti. Voleva provare a salvarti, e dal momento che diventando un Nessuno si acquisiscono certe potenzialità, ha evidentemente reputato la cosa essere la migliore da fare"- spiegò Axel piatto.
-"Sì ma..."-. Terra crollò seduto di fronte al ragazzo dagli occhi verdi.
-"Le potenzialità? Per esempio, la forza si accresce notevolmente in quanto non è più controllata dai sentimenti, e il tempo per noi Nessuno passa diversamente rispetto agli esseri umani"-.
-"Al Castello Che Non Esiste... Non pensavo fosse diventata un Nessuno, non ho avvertito nessun cambiamento in lei"- disse Terra lentamente.
-"Forse perché..."- iniziò Axel.
-"Il cuore è forte. Anche il mio, e anche il tuo"-.
Dopo qualche minuto di silenzio e di riflessione, Terra si alzò in piedi e invitò Axel a fare lo stesso.
-"Tra poco dovrai proseguire, ma prima voglio farti vedere una persona"-.
Attraversarono la piazza e Terra condusse Axel attraverso un ponticello di legno sopra un grande stagno fino a raggiungere un'altra panchina di pietra. Un ragazzino biondo stava risposando raggomitolato lì sopra. Axel sobbalzò e fece per correre verso il ragazzino, ma Terra lo trattenne per un gomito, scuotendo la testa.
-"Ti ricordi di lui?"- gli domandò.
-"Certo che mi ricordo di lui!"- esclamò cercando di liberarsi dalla stretta d'acciaio di Terra che non accennava a lasciarlo andare. -"Ma cosa ci fa qui?"-.
-"Axel, sai dirmi il suo nome?"-.
-"E' Roxas!"- rispose come se fosse una cosa ovvia.
Terra scosse di nuovo la testa e si fece serio in volto.
-"Guardalo bene, lui non è Roxas. Avanti, osservalo! Vi siete già incontrati una volta"-.
Axel sentì la morsa al gomito allentarsi e fece qualche passo verso il ragazzino biondo, la fotocopia di Roxas. Doveva essere per forza lui, eppure gli abiti erano diversi e aveva un che di malinconico. Dopo qualche minuto Axel si ricordò di lui: l'aveva incontrato undici anni prima al Giardino Radioso, quando era ancora amico di Saix, e quando era ancora un umano.
Si voltò di scatto verso Terra, in piedi dietro di lui.
-"Non è Roxas"- disse sottovoce.
-"No, si chiama Ven. Ventus"- rispose Terra calmo.
-"Perché mi hai fatto rivedere questo ragazzino?"-.
-"Volevo che tu vedessi il vero...Qualcuno di Roxas"-.
Axel non riuscì a ribattere.
-"Ven ha sacrificato se stesso in una battaglia fin troppo importante, ha distrutto il suo cuore per il bene degli altri; eppure una parte del suo cuore è riuscita a sopravvivere e ha trovato rifugio nel cuore di un'altra persona che all'epoca non era altro che un bambino"-.
-"Sora"- disse Axel in un sussurro.
-"Già, Sora"- rispose Terra sorridendo.
-"Roxas è il Nessuno di Ventus..."-.
L'attenzione di Terra venne catturata da un corpo bianco fluttuante parecchi metri sopra il centro della piazza. Axel seguì lo sguardo del ragazzo e notò la porta bianca con le ante aperte rivolte verso il basso.
-"Sembra sia arrivato il momento che tu prosegua"- constatò Terra.
-"Già. Mi domando come farò però ad arrivare lassù"- disse Axel ancora un po' scosso per la rivelazione.
Terra attraversò il ponte con Axel alle calcagna e quando furono sotto la porta, Terra evocò il Geoflagello.
-"Sali qua sopra, ti darò una spinta verso l'alto"- disse Terra indicando con un cenno del capo il suo Keyblade.
-"Non credo che tu ce la faccia a sollevare il tuo Keyblade con me sopra"-.
-"Sai Axel, l'ho capito solo adesso; noi due possiamo considerarci migliori amici visto che praticamente siamo i migliori amici della stessa persona"-.
Axel, dopo essersi accucciato sulla grande lama del Geoflagello, sorrise a Terra.
-"Hai ragione"-.
Terra iniziò a concentrarsi e a radunare le forze necessarie.
-"Userò un Mors tua verso l'alto..."-.
-"Aqua mi ha chiesto di dirti di non preoccuparsi per lei, che sta bene. Potresti dirlo anche a Ventus?"- disse Axel ricordandosi della promessa fatta alla ragazza dai capelli azzurri.
Terra sorrise e strinse le mani intorno all'impugnatura con più forza.
-"Un'ultima cosa, Terra. Ignis ha fatto tutto questo perché ti..."-.
-"Ti ringrazio per avermi portato il messaggio di Aqua e per esserti preso cura di Ignis. Spero di rivederti un giorno, Axel"-.
Axel venne lanciato verso la porta dal Mors tua del ragazzo, e la attraversò al volo. La porta, come sua consuetudine, si chiuse e svanì nel cielo stellato.
-"La mia nascita dal sonno arriverà presto, ne sono sicuro"-.

 

 

NOTE DELL'AUTRICE
Axel e Terra sono i miei personaggi preferiti di KH; scrivere questo capitolo mi è piaciuto tantissimo.
Il fatto che per i Nessuno il tempo scorra in maniera differente rispetto agli umani è una cosa che mi sono inventata per giustificare l'aspetto di Nixis, rimasta perfettamente identica a quando era ancora Ignis (tranne per le punte azzurre dei capelli). L'ambiente in cui si svolge questo capitolo è ispirato a una scena del video del finale segreto di Birth by Sleep, in cui si vedono Terra e Ventus nella piazzola d'allenamento della Terra di Partenza.
Axel è quasi giunto alla fine del suo viaggio :> Chissà cosa accadrà...
Alla prossima! ^^

 

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Capitolo 8
*** Room 3: Io ***


Per la terza volta la porta lo condusse in un ambiente completamente bianco. Axel, esasperato, si sdraiò per terra e si portò le mani dietro alla nuca. Era stremato, sia fisicamente che mentalmente; aveva subito troppi colpi, troppi chiarimenti e troppe rivelazioni. Chiuse gli occhi e varie immagini si fecero largo tra la sua mente confusionaria: Ignis seduta sulla torre dell'orologio di Crepuscopoli coi capelli rosso Tiziano mossi dal vento; Aqua seduta sulla spiaggia del Regno dell'Oscurità con lo sguardo fisso di fronte a sé, rivolto alla bianca e tondeggiante luna; Saix affiancato dall'immagine del suo Qualcuno, Isa; la ragazzina mora dagli occhi neri e dolci, Xion, sola nel mezzo di un corridoio bianco; Terra e Ventus che osservavano il cielo stellato seduti su una panchina di pietra; Naminé sdraiata per terra con in mano un foglio e due matite colorate; Roxas e Sora per mano, il viso rivolto verso Kingdom Hearts.
Axel si passò una mano sul viso, si massaggiò gli occhi e si tirò su a sedere, poggiando una mano sul ginocchio rialzato. Una mano comparve nel suo campo visivo. Axel, prima di afferrarla per rialzarsi in piedi, seguì la linea dell'avanbraccio e del braccio, per poi spalancare gli occhi e socchiudere la bocca per la sorpresa. Un ragazzino dai capelli rossi e dal taglio simile a quello di Axel gli aveva teso una mano per incitarlo ad alzarsi. La cannottiera bianca portata con sopra un gilet arancione aperto, i pantaloni beige a palloncino, le scarpe da ginnastica rosse e bianche, e la sciarpa gialla e marrone intorno al collo fecero indietreggiare Axel.
-"Che ti prende?"- domandò il ragazzino guardandolo coi suoi occhi verdi. -"Sono così brutto?"-. Incorciò le braccia al petto e si imbronciò, poi scoppiò subito a ridere divertito. Axel si alzò in piedi lentamente, senza distogliere lo sguardo dal ragazzino che aveva davanti. La differenza di altezza era abbastanza evidente, Axel lo superava di almeno una quindicina di centimetri.
-"O meglio"- disse dopo un po'. -"Sei così brutto?"-.
Mentre un sorriso solcava il volto del ragazzino, le parole trovarono la forza di uscire dalla bocca di Axel.
-"Tu sei me!"- disse tutto d'un fiato.
-"No, tu sei me"- lo corresse l'altro. -"Oppure io sono te?"-.
-"Lea..."- sussurrò Axel ricadendo di nuovo per terra.
-"E' davvero così scioccante rivedere il proprio Qualcuno? Io al tuo posto sarei felice"-.
Axel si guardò le mani guantate: tremavano, così come il resto del corpo. Non pensava che fosse possibile per lui rivedere il suo Qualcuno, credeva che solo Roxas e Sora potessero convivere insieme, anche se solo in parte, perché Sora era il custode del Keyblade.
-"Che stupidaggine!"- esclamò Lea.
Axel gli rivolse per l'ennesima volta un'occhiata sbalordita. Possibile che gli avesse appena letto nel pensiero?
-"Ehi pagliaccio, svegliati! Quello che hai davanti a te è solo un'illusione"-. Lea corrugò la fronte e si portò una mano al mento. -"Sono un'illusione generata da...? Ah be', poco importa"-.
-"Illusione...?"-. Axel tese una mano per cercare di toccare Lea, ma quello si spostò.
-"Lea non esiste più. Il suo cuore è caduto nell'oscurità e il suo corpo ha dato vita a un altro essere. Di' "- disse scrutando Axel. -"Tu...ce l'hai un cuore?"-.
Axel, che stava iniziando ad abituarsi al ragazzino, con quella domanda cadde di nuovo nella confusione. Ripensò all'Organizzazione XIII e alle parole di Xemnas, Noi Nessuno non abbiamo un cuore, ma con il potere di Kingdom Hearts tutto cambierà. Con lo sguardo rivolto ai suoi piedi, si portò una mano al petto.
Non è vero che i Nessuno non hanno un cuore, non è assolutamente vero.
-"Io... Io credo di sì"- rispose dopo un po'.
Lea si sedette per terra e incrociò le gambe.
-"Ne sei sicuro?"- gli domandò.
-"Sì"-.
-"Quanto è forte il tuo cuore?"-.
-"E' forte abbastanza"- rispose Axel dopo un attimo di esitazione.
-"Abbastanza per tornare?"-.
Axel guardò Lea con un'aria interrogativa.
-"Davvero non l'hai ancora capito? Ti è stata data una seconda opportunità, Axel. Evidentemente il tuo ruolo è troppo importante per essere tralasciato. Per cosa pensi che tutte quelle persone ti abbiano aiutato? Aqua, Ignis, Xion, Terra... persino Saix, persino lui sapeva che avrebbe dovuto sacrificarsi per te. Pensi che l'abbiano fatto per divertimento? No Axel, hanno capito che tu li avresti potuti aiutare"-.
Il Nessuno ascoltò con attenzione le parole del Qualcuno, il viso abbassato. Quando poi Lea ebbe finito, Axel si ritrovò a dover trattenere le lacrime.
-"Io... No, non ci ero arrivato. Ma come potevo sapere il motivo di questo mio viaggio assurdo?! Non è colpa mia se ho fatto soffrire tutta quella gente!"- proruppe Axel improvvisamente.
Lea si rialzò in piedi e si portò le mani dietro alla nuca.
-"Non ti sto accusando di nulla, mi sono solo sorpreso del fatto che un tipo sveglio come te non si sia accorto della situazione, tutto qui. Ora, sei pronto per tornare?"-.
-"Per tornare..."-.
-"Non abbiamo mica tutto il tempo che vogliamo, non possiamo perdere un solo secondo"-.
-"Aspetta un attimo"- lo interruppe Axel. -"Come faccio a tornare?"-.
Lea si portò le mani sui fianchi e battè un piede a terra con impazienza.
-"Come faccio a tornare? Dannazione, sei davvero un tipo stupido! Ora, ascoltami bene. Unendoti a me avrai finalmente ritrovato il tuo io, tornerai a essere una persona a tutti gli effetti. Potrebbe però esserci un piccolo intoppo"-.
Il Nessuno dai capelli Rossi strinse vistosamente i pugni.
-"Che genere di intoppo?"-.
-"Ecco... Potresti perdere i tuoi ricordi da Nessuno e risvegliarti come Lea, e non come Axel"- rispose Lea grattandosi a disagio una tempia.
Axel si avvicinò di qualche passo a Lea e lo guardò dall'alto con aria di sfida.
-"Sono pronto a correre questo rischio. Altri prima di me si sono sacrificati per il bene altrui perdendo qualcosa di più importante dei loro ricordi. E sia"-.
Il corpo di Axel iniziò lentamente a trasparire, e le piccole sfere di luce provenienti da esso confluirono nel cuore di Lea.
-"Facciamo una scommessa"- disse a un tratto Axel. -"Io dico che i miei ricordi resteranno"-.
-"Allora io dico di no. Sarà la mia volontà ad avere la meglio"-.
Axel scoppiò a ridere di gusto.
-"Non essere tanto sicuro del tuo ritorno, perché il mio cuore è forte. Sarò io a rinascere!"-.
Lea gli sorrise dolcemente.
-"Lo so, Axel. Lo so"-.
Con un cenno di saluto, Axel svanì nella luce. Lea chiuse gli occhi e lo spazio bianco intorno a lui venne inghiottito dal buio.

 

 

 

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Capitolo 9
*** Welcome back ***


"Scommetto che non sai perché il tramonto è rosso. La luce è formata da molti colori e il rosso è quello in grado di arrivare più lontano".
Quella volta il tramonto di fronte a loro era più rosso del solito.

-"Ce l'avevi promesso, non ricordi? Continuate pure a scappare, io sarò sempre pronto a riportarvi indietro"- disse improvvisamente il ragazzino biondo.
Il ragazzo dai capelli rossi scosse la testa incredulo e le sue labbra si inarcarono in un sorriso.
-"L'hai memorizzato?"- domandò Roxas divertito.

 

La prima cosa che sentì fu il suo braccio. Provò a muovere le dita della mano; dopo qualche tentativo gli risposero. Quando aprì gli occhi notò che era sdraiato supino su una superficie fredda. Il soffitto celeste e lucido non gli diceva niente, non riusciva a capire dove fosse capitato e come ci fosse arrivato. Si alzò lentamente in piedi massaggiandosi la testa. Gli faceva malissimo, era come se avesse preso una tremenda botta. Si toccò la testa in vari punti per cercare una qualche traccia di sangue o di dolore superficiale, ma non trovò nulla. Quando poi si guardò intorno notò che in quella stanza, oltre a lui e a uno strano macchinario simile a un enorme computer, c'erano altre quattro persone, anch'esse sdraiate sul pavimento e ancora prive di sensi. Con suo grande stupore si rese conto di conoscerle tutte; del resto aveva passato gli ultimi undici anni avendoli intorno.
Non ebbe il tempo di avvicinarsi al ragazzo in camice bianco coi capelli grigio-azzurro che qualcos'altro aveva attirato la sua attenzione: di fronte a lui c'era un ragazzo dai capelli rossi. Indossava un soprabito nero e aveva la sua stessa faccia stupita. Fece qualche passo verso il ragazzo, e notò che quella figura stava copiando tutti i suoi movimenti. Tese una mano di fronte a se e finalmente capì: quella che aveva davanti era un'ampia finestra di vetro e il ragazzo che lo stava imitando era proprio lui. Si avvicinò ancora di più e con sua enorme sorpresa vide che i segni viola sotto gli occhi erano scomparsi. Si passò un dito sugli zigomi e sorrise.
-"Ho vinto io, Lea"- disse Axel.

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE
E anche "Rebirth" si è conclusa, riallacciandosi a una scena del gioco "Dream Drop Distance". Niente accade mai per caso ;)
Questa non è l'ultima fanfiction della serie, per cui stay tuned <3
Grazie a tutti per aver letto "Rebirth" :>
Alla prossima! ^^

 

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