Magnetic melody

di k_Gio_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Magnetic melody ***
Capitolo 2: *** Capitolo #2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo #3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo #4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo #5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo #6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo #7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo #8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo #9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo #10 ***
Capitolo 11: *** #Special! ***



Capitolo 1
*** Magnetic melody ***


                                                                     Magnetic melody



 

Sapeva che anche quella volta sarebbe finita in quel modo. Lo immaginava. L'eccitazione del momento lo aveva spinto ad accettare l'invito dei suoi amici, dicevano che si sarebbe divertito o alleggerito la mente, o quantomeno avrebbe potuto incontrare nuove persone ovvero potenziali clienti, dicevano che quel locale pullulava di “ricconi spendaccioni” almeno secondo Whale.
La verità era quella che gli si palesava ogni volta invece: una marea di gente ubriaca che non si ricordava neppure il suo nome .
Lo sapeva, ma aveva accettato comunque.
Aveva buttato giù un paio di bicchierini di rum e si era alzato, diretto verso l'uscita, la musica a palla non gli piaceva più come prima, o meglio sarebbe stata più sopportabile una volta che si fosse avvicinato all'essere stordito dagli alcolici...ma quella sera non ne aveva voglia.
Si accorse che i suoi amici si erano già buttati nella mischia a ballare e strusciarsi con perfetti sconosciuti, ottimo, prese la palla al balzo e filò verso l'uscita indisturbato.
L'aria pungente della sera lo investì appena varcata la soglia.
Si guardò intorno, gente poco raccomandabile in giro, un via vai di taxi, qualche coccio rotto proveniente dal vicolo a fianco del locale...tutto nella norma, voleva solo tornare a casa e buttarsi sul suo letto.
Con una mano nella tasca dei pantaloni e l'altra che teneva il cellulare. Stava lì, a qualche metro dall'entrata, senza un motivo apparente. Trascinava il pollice lungo il display per vedere se aveva ricevuto qualche chiamata.
00.30 a quell'ora era improbabile che qualche cliente lo chiamasse. Ultimamente gli affari stavano andando stranamente bene; in quel periodo c'era sempre più gente che lo contattava per vedere i suoi yacht. Che la gente fosse diventata improvvisamente ricca?! Chissà, tanto meglio per lui. Gli incassi erano saliti vertiginosamente, che la fortuna finalmente lo avesse trovato?!

Mentre fissava lo schermo e con i pensieri da tutt'altra parte venne investito da qualcosa sbucato dal nulla.
Abbassò lo sguardo e si ritrovò un ragazzino che si strofinava  il volto, forse a causa dell'impatto.
« Ehi ragazzino, guarda dove corri, potevi farti male. Tutto bene?!» Killian lo guardò ma il ragazzino non accennava ad alzare lo sguardo. Alzò lo sguardo per cercare di capire cosa stava succedendo.
«Ehi, dove sono i tuoi genitori?!»
Il bambino finalmente alzò la testa puntando i suoi occhioni lucidi che trattenevano a stento le lacrime verso di lui « Mi sono perso...» soffiò tanto che sembrava impossibile giurare che avesse detto qualcosa.
« Ti sei perso?!» Killian era abbastanza sorpreso in realtà, era piuttosto tardi, non immaginava che a quell'ora potesse incontrare gente sobria figuriamoci un bambino.
Dal canto suo il piccolo si ricompose e fissò su di lui uno sguardo fin troppo...adulto per un bambino, quanti anni aveva , 9 ? 10? 
«Si è così» disse questa volta più forte e deciso.
«D'accordo,» fece Killian  «tieni,è il mio telefono, chiamali»
Il ragazzino lo prese e mentre portava il dito sul display questo si arrestò a metà strada. Uno sguardo di nuoco angosciato prese posto su quel piccolo volto.
«Io...io non me lo ricordo ...» ed ecco che che le lacrime stavano per rifare capolino.
«  NO no no, ehi ehi non piangere»  si inchinò all'altezza del bambino e poggiò le mani su quelle piccole spalle. Ci mancava solo questa, pensò. Alzò la testa e volse lo sguardo al locale affianco  «facciamo così , hai fame?  Prendiamo qualcosa da mangiare e appena ti sarai calmato un po' vedrai che il numero ti tornerà in mente»
Fece cenno di si con la testa «Ok, grazie...?»
«Killian Jones» gli sorrise e gli tese la mano che il piccolo strinse energicamente
« Ok, grazie Killian Jones» e mentre si avviavano al locale vicino il bambino si sporse per prendergli la mano.

Quando era agitato o nervoso il suo stomaco si chiudeva e pensava che fosse così anche per il resto delle persone ma a quanto pareva dovette ricredersi davanti a quel piccoletto che stava ingurgitando di tutto e di più...come faceva entrare tutto quel cibo in un piccolo corpo?!
«Allora,» iniziò Killian quando vide che il bambino sembrava a suo agio e e con lo stomaco abbastanza pieno, quegli occhi apparivano più vispi e allegri ora.
  « ...che ci facevi in giro a quest'ora?»
« Io e la mia mamma eravamo andati a trovare un'amica che si è trasferita qui vicino...e mentre tornavamo alla macchina e lei era ferma a cercare le chiavi nella sua borsa  io...io mi sono distratto...»
«Ti sei distratto?!» Killian sospettava che non era tutto
«  Si, beh... non conosco il posto ma...» abbassò lo sguardo, sembrava imbarazzato ,c'era qualcosa che non voleva ammettere
« Ma...»gli fece eco Killian
«Ma, non prendermi in giro, mentre mamma inveiva contro la sua borsa e al fatto che non trovava le chiavi ,all'improvviso ho sentito ...una melodia, è spuntata dal nulla, ne sono stato attratto e non ho potuto fare a meno che seguirla...» sembrava meditare su quanto aveva appena detto e poi continuò «e poi mi sono ritrovato davanti a quel locale...»
«Beh non si può certo dire che quella del locale fosse melodia» sorrise Killian verso il bambino
«Già,» sorrise di rimando «infatti appena mi sono ritrovato lì davanti è come se mi fossi risvegliato da un sogno e mi sono accorto che non riconoscevo il posto e mi sono messo a correre....anche se la mamma mi ha sempre detto di non farlo...» e abbassò lo sguardo di nuovo. Killian cercò di sollevargli il morale «Beh ,fa tanto fiaba ,cos'era il pifferai magico...o qualcosa del genere, no?!»
Al che il volto del bambino si alzò di scatto illuminandosi «Conosci quella fiaba?!» era tra lo sgomento e l'entusiasta    «Ti piacciono le storie?! Io ho un lib...» non riuscì a terminare la frase che Killian lo interruppe «Ehi frena ragazzino, Intanto perchè non mi dici come ti chiami, il mio nome te l'ho già detto»
«Si scusa ,hai ragione. Mi chiamo Henry, Henry Swan»
«Bene Henry, tieni, ora riprova a chiamare tua madre, sarà abbastanza preoccupata non pensi?» sorrise verso Henry porgendogli il cellulare che lo prese e ricambiò con un timido e colpevole sorriso. «Hai ragione»
«Di nuovo»
«Di nuovo» fece eco Henry sorridendo più tranquillo
Digitò il numero che come per magia era tornato nella sua testa e attese.
«Pronto?!»
«Pronto mamma sono Henry»
«Henry!!! O mio Dio Henry ma dove diavolo sei finito?!»
Killian riuscì a sentire chiaramente l'intera conversazione ,la donna dall'altro capo del telefono stava urlando come una furia rendendo semplice origliare sebbene Killian sapeva che no fosse un comportamento da gentiluomo, ma d'altronde non pensava di poter fare qualcosa per placare l'ira della donna.
Henry lo riportò alla realtà «Killian dove siamo?»
Prima di poter rispondere venne interrotto dalla donna
«Killian?! E ora chi è Killian ...» Henry sospettò che avesse detto l'ultima frase poggiandosi  una mano sul volto con fare esausto.
«E' il signore che mi ha prestato il telefono» le spiegò il figlio
«Nel locale accanto al Rabbit Hole, è impossibile non notarlo ,comunque» rispose Killian rubando una patatina dal vassoio del ragazzino.
Henry passò l'informazione alla madre e dopo aver promesso che non si sarebbe spostato attaccò passando il telefono al suo proprietario. «Sarà qui tra pochissimo.»
«Perfetto» e rubò un'altra patatina.
«Allora...» riprese Henry che ora era piuttosto allegro e rilassato «...conosci la fiaba del flauto magico, non ti facevo il tipo, sai .» proseguì
«Che tipo?! E comunque chi non la conosce e ammettilo la tua avventura è abbastanza simile...e direi anche inquietante»  disse ridendo appena e Henry lo seguì «Già ,come se fossi stato attirato da una sorta di collegamento magico...»
«Ehi frena frena» ora rideva di cuore all'ingenuità del bambino, la magia in quel mondo avrebbe fatto comodo; Henry non se la prese e anzi ne approfittò per indagare sull'uomo di fronte a lui, non lo aveva visto mentre correva andandogli a sbattere contro...che fosse davvero magia!?
«Che lavoro fai?!»
«Uhm...Vendo yacht» rispose
«Perchè hai esitato?» no perdeva un colpo quel ragazzino.
«Beh, stavo pensando se dirti la verità o mentire» continuò calmo e sorridendo in modo furbo .
«E?!?!? quella che mi hai detto è una bugia o una verità?!» ora non riusciva più a stare fermo, un eccesso di zuccheri, possibile?
«Chissà...» fece Killian con nonchalance. Killian non era certo il tipo che poteva definirsi amante dei bambini, e ne aveva incontrati per il suo lavoro, i genitori lasciavano che quei piccoli viziati corressero come forsennati lungo l'abitacolo, come avere spazio per correre fosse un requisito necessario per acquistare lo yacht. Bah ,vai a capirli. Stranamente Henry gli era simpatico ,un tipo in gamba.
«Killian non puoi lasciarmi sulle spine!!!!»
«Ok ,ok ma calmati altrimenti tua madre mi farà fuori se ti vede così su di giri; allora , attenzione però, non ti dirò se questa è bugia o verità» altro sorriso perfido «Sono una sorta di Capitan Uncino» sorrise trionfante e si tirò su dato che per creare un'atmosfera più tesa si era avvicinato assumendo un tono cospiratorio mentre parlava.
Henry, o meglio la sua mascella per poco no toccava il tavolo, gli occhi spalancati, sembrava mancargli il fiato. Temeva potesse sentirsi male
«Henry...» tentennò Killian...che avesse esagerato?!
«Non...ci posso...credere!!!» lo disse aumentando sempre di più il tono della voce . «Killian è fortissimo!!!Prima ti parlavo del mio libro e ora sono sicuro che devo fartelo assolutamente far vedere , ti piacerà !!!» I suoi occhi brillavano , non se la sentiva di interromperlo, era contento di vederlo felice...e poi lui non aveva specificato se quella fosse una bugia o una verità. Si, Henry gli piaceva.
Iniziarono a parlare di storie. Killian gli raccontò di quando da piccolo i suoi genitori gli raccontavano le storie più strambe, assurde e belle che avesse mai sentito, diceva che forse se le inventavano sul momento ma a lui piacevano.
Henry da parte sua gli narrava le avventure dei personaggi del suo libro, storie bizzarre certo ma lui non poteva certo giudicare.

Un tonfo li distolse dalla loro conversazione appassionata e si voltarono verso l'origine di quel rumore.
Una bionda con il fiatone e un volto stravolto si precipitò sul ragazzino che le corse incontro.
«Henry!!! Oh mio Dio!»  lo stritolò ,vide il piccolo che all'inizio ricambiò per poi annaspare in cerca d'aria. La madre lo allontanò tenendolo per le spalle «Non ti azzardare più a fare una cosa del genere. Ma che diavolo ti è saltato in mente?! Mi dici come è possibile che riesco a scovare la peggior feccia della città mentre mio figlio riesco a perdermelo quando è ad un palmo dal mio naso?!?!» e si riportò una mano sul volto, sembrava esausta. Se lo riportò tra le braccia e gli diede un bacio sulla testa.
Killian, rimasto in disparte a vedere la scena tossicchiò per ricordare che c'era anche lui. Certo la scena era una delle cose più tenere che avesse mai visto e la bionda era un belvedere ma lui non era mica invisibile.
«Mamma lui  è Killian» disse Henry ancora tra le braccia di sua madre.
La madre si ricompose , si alzò e assunse una postura che Killian potè definire fiera, nonostante le spalle tradivano una certa aria stanca. Dopotutto aveva appena ritrovato suo figlio, un po' di stanchezza era il minimo.
La donna per la prima volta da quando era arrivata si ricordò che se suo figlio era sano e salvo doveva ringraziare quel perfetto sconosciuto che aveva badato ad Henry fino a quel momento.
Si voltò per ringraziarlo, aprì la bocca ma le parole morirono tra le sue labbra.
Per un momento si immobilizzò tutto, aria,tempo,spazio .
Due paia d'occhi che non si erano mai incontrati prima d'allora si incatenarono gli uni agli altri, c'erano solo loro, due pozze verdi e due azzurre destinate a fondersi . Solo loro. Nessun altro. Perché ?!
Un tempo interminabile fermato da Henry che le tirava la giacca facendola rinvenire, le sussurrò «Mamma dovresti ringraziarlo»
Stava cercando di recuperare le facoltà mentali che sembrava avesse perso. Stupida. «Si si...certo..Grazie...Killian» fece esitante sul nome ma ferma e sincera mentre lo ringraziava .
Lui annuì. La donna stava per voltarsi ma lui la bloccò «Tutto qui? Ho salvato tuo figlio da mani sicuramente più pericolose delle mie, un po' di gratitudine sarebbe gradita» mano nella tasca e una a grattarsi dietro l'orecchio. Disinvolto, la cosa più normale del mondo no?!
Scioccata, era scioccata, non lo conosceva da neanche un minuto e già così sfacciato. Mise la sua miglio faccia da poker sfoderando anche un sorrisetto. Il primo che Killian vide da quando era arrivata. Era bella.
«Già ,il grazie era per quello»
«Andiamo, ho salvato tuo figlio, offrimi da bere» sorriso malizioso. Spaccone. Sfacciato. Sperò che suo figlio non ne fosse rimasto troppo influenzato
«Mamma, ha ragione mi ha salvato, ti pregooooooo» Henry e quel suo sguardo da cucciolo, doveva accettare.
«D'accordo andiamo» Rassegnata. Prese la mano del figlio.
Vide Henry e Killian scambiarsi un sorriso complice. Due bambini.
«Ehi tesoro, non mi hai detto il tuo nome!»
La sua chioma oscillò mentre si voltava e da sopra la spalla rispose «Emma, Emma Swan.»
Killian poteva giurare di aver visto un accenno di sorriso.
Si avviarono.
Henry udì di nuovo quella melodia e si voltò verso Killian e gli tese la mano libera, lui gliela stinse. Perfetto. Si sentiva più leggero e felice.


 

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Salve, allora, io non so cosa è preso alla mia testa ma l'altra sera è come fossi posseduta xD la mente non riusciva a fermarsi e ha fatto tutto da sola dalla prima all'ultima parola ,quindi prendetevela con lei se non vi piace u.u.
Comunque se qualcuno è arrivato fin qui grazie, non sono una scrittrice e se avete qualcosa da dirmi ,insulti o consigli ,non fatevi problemi e fatemi sapere ;)

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Capitolo 2
*** Capitolo #2 ***


                                                                                      Capitolo #2



 

 

Sembravano una normale famiglia felice diretta a casa.
Se non fosse stato che la situazione non era del tutto normale.
Non erano diretti a casa.
E tanto meno non erano una famiglia.

 

Ormai che ore erano, le due del mattino? Probabile. Invece di andare a casa erano diretti a riscuotere una sorta di ricompensa. Divertente. Per una volta non era lui a pagare.
Quel piccoletto spronava entrambi ad andare avanti sebbene non sapeva dove si trovasse il locale di cui aveva parlato Killian.
Avrebbe dovuto immaginarlo. A quell'ora anche Granny aveva chiuso il suo locale.
«E ora...» Henry sembrava deluso, possibile?
«Uhm...bhe casa mia è qui vicino, potete salire da me e vi offro qualcosa» come non detto, anche quella volta avrebbe pagato lui. Strano, non gli dispiaceva anzi sembrava il contrario, gli faceva piacere.
«Ottima idea» esclamò Henry
«Pessima idea» esclamò Emma
Killian sorrise. Madre e figlio non erano sulla stessa lunghezza d'onda. Chi avrebbe vinto, aveva qualche idea.
«Henry è già troppo tardi. A quest'ora saremmo già dovuti essere a casa» era tesa, Killian potè vedere le sue spalle irrigidirsi. Da quando si erano avviati la bionda non aveva più incrociato il suo sguardo, anzi faceva tutto per evitarlo.
« E daiiiii mamma! Non devo andare a scuola domani e dieci minuti in più non faranno la differenza. Ti pregoooo!!!» occhi da cucciolo. Come resistere.
Aveva già detto che adorava quel ragazzino?! Avrebbe cercato lui stesso a far accettare l'invito alla donna ma Henry gli stava facilitando tutto.
« Mhh ...ok, dieci minuti e poi filiamo dritti a casa.» non era sicura di quello che aveva detto, si sentiva troppo  nervosa vicino a quell'uomo e la cosa non gli piaceva affatto, ma dopotutto aveva aiutato suo figlio...
« Ottimo, andiamo!» Killian scoprì i denti in un sorriso e cercò Emma che lo sorprese vedendola sorridere e incontrare il suo sguardo. Era felice, poteva essere felice per un gesto tanto banale e per di più con una persona incontrata da nemmeno un giorno? 

 

Si fermarono poco lontano da quel locale. Giunti all'entrata dell'imponente edificio Emma si accorse che non sapeva assolutamente nulla di quell'uomo e fidarsi così non era da lei anche se aveva aiutato Henry; lei andava con i piedi di piombo in ogni situazione.
Un ascensore. Troppo piccolo per i suoi gusti.
«Penso che prenderò le scale» esclamò di getto.
Killian si volse stupito ed Henry fece altrettanto.
«Swan sono all'ultimo piano, per quanto tu possa essere un tipo atletico non penso reggeresti, e poi non ti preoccupare entreremo senza problemi, ci sono entrato con cinque persone.»  la vide irrigidirsi, quella donna si stava  rivelando ingestibile, cosa c'era che non andava in lei? Per fortuna il più saggio della situazione giunse in suo soccorso.
«Mamma per favore...» il ragazzino la guardò con uno sguardo che la diceva lunga, forse si era già trovato in situazioni del genere? Forse.
« Pensi che non ce la farei ?» come se suo figlio non avesse nemmeno aperto bocca. Sfida nei suoi occhi.
« Dico solo che sarebbe più facile e veloce...non avevi detto che era tardi?!» sorrise furbo. Emma non potè controbattere, aveva ragione. Chiuse la bocca ed entrò nell'ascensore ponendo Henry come linea divisoria tra lei e quel tizio che continuava a sorridere. Era bello quando sorrideva. E questo lei non lo aveva di certo  notato,no, assolutamente no.

 

5,6,7 ma quanti piani aveva quel palazzo?
«Eccoci qua» esclamò contento. Girò le chiavi nella serratura . Un attico, un attico affacciato su tutta la città. Era qualcosa di incredibile.
« Wow...Killian è …è bellissimo!!!» Henry dopo un momento di stupore entrò dentro come fosse casa sua e corse da una vetrata all'altra per vedere il panorama.
Emma era entrata anche lei e non aveva ancora spiccicato parola, non era da lei pensò Killian. La guardò e vide che poco a poco i suoi occhi si facevano lucidi.
«Ehi Swan tutto bene?!» chiese cauto seguendo lo sguardo di lei che non era fisso sul panorama bensì su suo figlio.
«...è felice...» e lo mormorò con un lieve sorriso. Si riscosse. Passò le mani sugli occhi e lo sguardo fiero e determinato riprese il suo posto  su quel volto che teneva lontano da lui che sembrava leggerle dentro, e questo non andava bene, non poteva essere vulnerabile.
Killian non voleva andare oltre, sapeva che se avesse chiesto altro si sarebbe arrabbiata e in quel momento non voleva intavolare futili discussioni  quindi si voltò verso Henry, ora intento a leggere i titoli dei libri nella grande libreria del salotto « Allora Henry»disse e avviandosi in cucina che poi era proprio nel salotto, come l'aveva definita l'agente immobiliare...ah si un'open space « cosa ti offro: una birra o preferisci qualcosa di più forte come un bicchiere di rum?»
Henry rise.
Emma impallidì.
« Calma Swan, scherzavo» e rise anche lui. Porse ad Henry un bicchiere di succo alla pesca che neppure si ricordava di avere, mentre per lui ed Emma versò del rum. Si sedettero sugli sgabelli vicino al bancone mentre Henry tornò sul divano a leggere qualche libro.
«Quindi..»
«Quindi..» fece eco Emma. Due adolescenti imbranati. Ecco cos'erano.
«Siete nuovi della zona, Henry mi ha detto che siete a trovare un'amica» non era una domanda.
«Si, è così» donna di poche parole.
«Dai Swan, sto cercando di essere un buon padrone di casa ma tu non mi stai facilitando il  compito» sorrise inclinando la testa verso di lei, che celava dietro a quegli occhi più ferite di quante potesse immaginare.
«Cosa vuoi sapere?» Killian fu sorpreso da quella domanda e lo fu ancora di più da quei due occhi che si puntarono nei suoi.
«Tutto» sicuro come mai lo era stato. Lei rise amaramente e a lui inaspettatamente fece male.
«Ne dubito, nessuno vorrebbe conoscere una storia triste, per di più la mia» lo disse fissandolo. Lui vide dolore e paura. Possibile che dietro a quella donna forte si celasse uno spirito spezzato. Forse e forse era ancora troppo presto affinchè lei si sentisse al sicuro...e quel pensiero lo portò alla realtà dei fatti: lui voleva rivederla.
« Facciamo così : mi racconterai la tua storia quando mi inviterai a bere, perchè sia chiaro questo non conta anzi, ora mi devi ben due uscite» e agitò un dito verso i due bicchieri. La tristezza di un minuto prima era svanita. Sbigottita. Sul serio la stava aggiornando di come i debiti con lui stavano crescendo?! Era il colmo!
«Beh si da il caso che sia stato tu ad invitarci a casa tua, quindi non conterebbe...e ora che ci penso sei tu che dovresti dirmi qualcosa di te, magari sono a casa di un maniaco» si stava agitando.
Sorrise tranquillo « Vendo yacht.»
«Tutto qui?»
«Tutto qui.»affermò «sembri delusa Swan, cosa ti aspettavi?» era divertito. Lei non gli aveva detto nulla sul suo conto e lui avrebbe fatto lo stesso. A quel gioco avrebbero giocato entrambi.
«Uhm...» Emma girò la testa alla ricerca di qualcosa, dopotutto era il suo lavoro scoprire le cose, non si aspettava di certo che la verità le fosse servita su un piatto d'argento « non lo so...in realtà mi aspettavo di più» quella sera era stanca, non voleva lavorare. Abbassò lo sguardo imbarazzata e con un leggero rossore sulle guance, per poi rialzare gli occhi e guardandolo come a volersi scusare. Forse era stata maleducata.
Gli stava per saltare addosso. E glielo stava per dire. «Swan ti salterei addosso» ecco, lo aveva detto «Ma non lo faccio solo perchè ad un metro da noi su quel divano c'è tuo figlio» quella donna lo attraeva come mai nessuna donna aveva fatto. E non sapeva dire se quello fosse un bene o un male...ma poi perchè chiederselo?
Emma era esterrefatta. Non poteva averlo detto, e non poteva averlo detto a lei. A lei che che non gli aveva detto niente della sua vita e sapeva solo che aveva un figlio. Figlio. Henry. « Henry, vado a vedere cosa sta facendo» era arrossita e lo sapeva ed era scappata.. Forse se fosse rimasta  seduta li...no non doveva neanche pensarci. Per quanto fosse attratta era un perfetto sconosciuto. M a che stava succedendo quella sera.
Vide Henry, si era addormentato su un libro. Il suo bambino. Sorrise e si chinò per lasciargli un bacio sulla fronte e togliendo quel libro, riponendolo poi sul tavolino li davanti.
« Si è addormentato» Killian era rimasto li dietro a guardarli.
« Già» voleva fare una qualche battuta acida sull'ovvietà della sua frase ma tutta la stanchezza di quella giornata calò sulle sue spalle, si sarebbe volentieri accoccolata vicino ad Henry per chiudere gli occhi solo per dieci minuti.
« Se vuoi potete rimanere qui stanotte, ho una camera per gli ospiti» propose Killian.
Emma si irrigidì «No, ma grazie» alla fine era stato gentile. Cercò di sorridere ma immaginò fosse uscita una smorfia, davvero troppo esausta.
«D'accordo, posso almeno accompagnarvi a casa? Scommetto che la tua macchina è a qualche isolato da qui e che avresti qualche difficoltà a raggiungerla con un bambino addormentato» il sorriso della vittoria stampato su quella faccia.
«Va bene» concesse lei e svegliò Henry.
Si misero il cappotto e mentre stavano per uscire Henry si voltò verso Killian «Potresti prestarmi quel libro sui velieri che stavo leggendo prima? Ti prometto che non te lo rovino» assonnato era ancora più dolce, come dirgli di no.
«Ma certo» acconsentì Killian recuperandolo dal tavolino.
«Grazie»  gli occhi del bambino brillarono e strinse il libro tra le braccia.

 

Entrarono in quella bella Mercedes nera. Il fatto che fosse in ottime condizioni economiche ormai era palese. Henry sui sedili posteriori crollò appena chiuse lo sportello.
Si ritrovarono loro due in silenzio che guardavano avanti, pensando a quella strano serata che avevano appena trascorso. Qualcosa di molto bizzarro.
Killian ruppe il silenzio « Emma magari se mi dici dove abiti posso accompagnarvi». Lei tremò. Non l'aveva mai chiamata per nome e non le dispiacque, affatto. Era sicuramente la stanchezza. Fornì le indicazioni  e partirono.
Sorrise voltandosi per non farsi vedere da lui. Inutile. Lui la vide e fu inevitabile non imitarla.





 

Ok, buonasera a tutti. Entro proprio in punta di piedi perchè non so se quello che ho scritto abbia senso o sia accettabile ma ho voluto provare a dare un seguito, giusto per curiosità. Spero non sia un obbrobrio totale >.< Forse era meglio che lasciavo in forma One Shot o forse no, ditemi voi.

Buona serata :D

 

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Capitolo 3
*** Capitolo #3 ***


                                                                                     Capitolo #3



 

«Sono a casa!!!»
«Ciao mamma!»
«Ciao Swan!»
Le due teste che spuntavano da dietro il divano neanche si voltarono verso di lei. Maschi e videogiochi, accoppiata vincente...per avere casa in un totale caos.
«Mamma lo sai che che Killian è super bravo in questo gioco, lo è quasi quanto te!» quel quasi le suscitò un moto d'orgoglio.
«Mi fa piacere, ma Henry non ti avevo detto che avresti dovuto sistemare casa prima di ogni cosa?!»
Non la guardava nemmeno e l'occhiataccia che rivolse a Killian non valse a nulla, dopotutto  cosa si aspettava ,era figlio suo non di Killian.
«Henry mi stai ascoltando!»il tono di voce era aumentato notevolmente.
«Lo faccio appena finiamo la partita» rispose il ragazzino.
«No, lo fai ora!» come poteva la situazione essere degenerata in pochi secondi? Non sapeva perchè si stesse arrabbiando così, davvero non lo sapeva. Voleva dimostrare che fosse una buona madre facendosi rispettare a tutti i costi? Davvero ?!
Henry mise il gioco in pausa e in collera quasi quanto lei urlò «Tanto che sistemiamo a fare la casa se poi tra poco la cambieremo di nuovo e di nuovo e di nuovo!!!»
Silenzio.
Questo aveva fatto male. Eccome se le aveva fatto male.
Henry consapevole di ciò che aveva appena detto abbassò la testa.
Killian era ammutolito. Non se l'aspettava .
«Scusa mamma, non volevo urlarti contro. Scusa»
Gli occhi di Emma erano lucidi. Killian temette che avrebbe pianto da un momento all'altro ma come aveva ormai iniziato a capire lei era una donna che non mostrava le sue debolezze.
Henry iniziò a riordinare i cuscini sul divano. Emma si stampò un sorriso tirato «Finisci qui e poi vai a fare i compiti, immagino tu non li abbia neanche toccati»
«Già» mormorò il bambino.
Lei si avviò in cucina seguita da Killian, si sentiva in colpa, forse sarebbe dovuto intervenire per non far incrinare la situazione così come era successo, ma davvero non sapeva cosa avrebbe dovuto fare o dire...non era abituato a tali confronti.
«Avete fatto i popcorn, siete riusciti a mangiarne un po'?» il suo tono era più tranquillo sebbene lui sapesse che stava solo cercando di mantenere il controllo.
Il pavimento era invaso da puntini bianchi.
«Si, beh forse la situazione ci è sfuggita un po' di mano» si grattò dietro la nuca con fare colpevole.
«Ripetimi perchè sei qui?!» chiese portandosi le mani a strofinarsi gli occhi. « Sono qui perchè tuo figlio doveva ridarmi il libro e visto che tu dovevi andare al lavoro e la tua amica non poteva badare a lui abbiamo unito l'utile al dilettevole, e quindi eccomi qui» scoprì i denti perfetti incorniciati da quella barba che più di una volta si era immaginata ad accarezzare...Falso!!! No, non era vero....accidenti, bugiarda anche con se stessa. Che fine avrebbe fatto.
«E poi» continuò lui «Henry mi adora...e sono sicuro che anche sua madre non faccia eccezione» parlò con la massima nonchalance. Come se fosse scontata una cosa del genere.. Che tipo irritante...certo un pizzico di verità c'era ma ovviamente lui non lo avrebbe saputo. «Siamo fin troppo sicuri di noi signor :ho un attico favoloso, una mercedes nera all'ultimo grido e si, sono ricco sfondato!» anche lei ora con un sorriso divertito sulle labbra. Killian rise e lei lo seguì. Sembrava tutto troppo bello.
Infatti sembrava.
Il crollo arrivò.
Mentre lui spazzava e lei riponeva le ciotole e i piatti sporchi nella lavastoviglie il frantumarsi di un bicchiere fece voltare Killian che la vide appoggiata al bancone. Le fu subito vicino e la fece voltare verso di lui, le mani le afferrarono  il volto alla ricerca di un contatto.
«Ehi Swan cos'hai!? Stai bene. Guardami!»
«Sono una pessima madre...» la voce incrinata e le lacrime che iniziavano a scendere.
«Ma cosa dici! Che ti passa per quella testa bionda? Henry è fortunato ad avere una madre come te» era sincero.
«Ma se nemmeno mi conosci» disse mestamente.
«Mi è bastato quello che ho visto e sopratutto mi è bastato vedere Henry»
«Quasi ogni anno dobbiamo cambiare casa a seconda di dove il mio lavoro chiama ,Henry non dice nulla ma lo so che ne soffre. Chi non ne soffrirebbe» strinse la sua camicia e si poggiò sul suo petto. Questo atteggiamento non era della Emma che stava iniziando a conoscere, poi l'aveva vista quante, tre volte? Ma forse è così, ci si apre più facilmente con chi non si conosce bene.
La strinse a se. «Emma sai anche tu che Henry è felice di quello che ha perchè tutto ciò di cui ha veramente bisogno sei tu e non una bella casa o una macchina all'ultimo grido» citò facendole il verso.
La sentì ridere contro il suo petto. «Ora asciuga quelle lacrime che non sono della Emma Swan che conosco e finiamo di sistemare questo posto» stranamente gli diede ascolto. Stranamente. Tirò su con il naso «Hai ragione» e lo spinse via da lei non prima di avergli rivolto uno di quei suoi sorrisi disarmanti. La sua Swan. Sua. Forse un giorno.

Il pomeriggio stava trascorrendo tranquillo, dopo quel piccolo confronto madre-figlio e poi Emma-Killian gli animi si erano rasserenati. Henry e Killian avevano ricominciato la partita interrotta mentre Emma stava caricando la lavatrice.
« MA PORCA...!!!!» si sentì urlare
I due si guardarono e scattarono verso il bagno. Si fermarono sulla soglia e iniziarono a ridere come matti alla vista di Emma che cercava di coprire la fuoriuscita dell'acqua dal lavandino  rotto.
«Smettetela subito di ridere!» cercava di fare la seria ma veniva da ridere anche a lei «Henry vai a chiamare Marco per favore, e tu Killian non rimanere impalato lì vieni a darmi una mano.
Si avvicinò cercando di coprire gli spruzzi ancora liberi «Quindi hai anche un vicino idraulico» iniziò lui
«Che c'è, sei geloso?» fece con tono fintamente ingenuo.
«Marco...anche italiano» sembrava irritato
«Già» fece civettuola « è un piacere quando si rompe qualcosa, sai, è un tutto fare» sbattè  le ciglia con fare ammaliante. Per risposta lui rafforzò la presa sul rubinetto e inconsapevolmente anche le mani di lei che si trovavano sotto.
Per tutta risposta lei ebbe l'idea di togliere una mano così che l'acqua lo colpì in pieno volto. Lei rise, lui un po' meno.
«Ah è questo che vuoi Swan? D'accordo e guerra sia» Cominciarono ad indirizzare l'acqua verso l'altro ,ridendo come due bambini.
«Mamma ecco Marco». Si voltarono entrambi sulla nuova figura vicino ad Henry.
Killian non se l'aspettava. Gliela aveva fatta e brava Swan.
Marco ,un uomo sulla sessantina, quasi stempiato e con la faccia buona come quella di un nonno. Si sentiva un cretino.
Si girò verso Emma che sorrideva vittoriosa.
Marco li salutò e si avvicinò al lavandino, ora ci avrebbe pensato lui.
In meno di un quarto d'ora finì. « Posso offrirti qualcosa Marco, un caffè?»
« Oh no Emma grazie» le sorrise per poi riporre gli attrezzi nella cassetta.
«Come posso sdebitarmi?!» voleva dargli qualcosa ma lui non accettava mai. « Figurati Emma, se non ci aiutiamo tra di noi, qui crollerebbe tutto a pezzi» si rivolse a Killian « il padrone di casa si fa pagare profumatamente l'affitto ma per la manutenzione del palazzo non ci sono i soldi...più sono ricchi e più li spendono male» li salutò e usci dall'appartamento.
«Una fortuna dietro l'altra, visto Jones» disse amara Emma.
«Siete completamente fradici!» Henry rise.
«Ma davvero!» fece Emma « Allora sarà meglio che ci andiamo a cambiare mentre tu asciughi tutto, no?» Henry smise di ridere all'istante al contrario di Emma e Killian che non riuscirono a trattenersi davanti alla faccia del ragazzino.
La casa non era grande e in poche falcate raggiunsero quella che probabilmente era la stanza di Emma. La bionda aprì l'armadio e si mise a cercare vestiti puliti.
«Attacca il phon intanto, lo trovi nel secondo cassetto» gli indicò lei. Lo prese e inserì la spina poi si puntò il calore addosso. Si stava beando di quel tepore quando qualcosa lo colpì ,si voltò e prese una maglietta grigia con scritto KEEP CALM  AND.... ,più una felpa di un grigio più scuro. « Ehi Swan non metterò vestiti da donna»  e si voltò verso di lei. Si era cambiata alla velocità della luce, la maglietta bagnata era finita sul letto e si era infilata una canottiera nera e ora si stava mettendo una maglietta dello stesso colore grigio che aveva dato a lui ma con sopra, cos'era una tazza di caffè? In mano una felpa nera.
«Non è da donna, è unisex e lo è anche la felpa» e gli si avvicinò sedendosi sul letto accanto a lui e sfilandogli l'asciugacapelli dalle mani.
Era rimasto come un pesce lesso. Emma si era cambiata con lui nella stanza e lui non si era accorto di nulla, che tonto, ecco cos'era ,un tonto.
Come se fosse la cosa più normale del mondo mentre Emma si asciugava i capelli umidi lui si tolse la camicia fradicia proprio li vicino a lei. Lei fece finta di niente anche se il rossore che si fece strada sulle sue guance non passò inosservato.
«Avanti Swan, non dirmi che ti imbarazzo» disse mentre si infilava la maglietta pulita « sono troppo bello per te , non ti aspettavi tanta bellez...»non finì che Emma gli indirizzò l'aria calda sulla faccia cogliendolo di sorpresa « Swan...smettila!» cercava di deviare il phon  ma inutilmente.
«La smetto se tu la smetti di dire queste sciocchezze !» lo disse nascondendo un sorriso e non smettendo di comportarsi come neanche Henry aveva mai fatto.
«Ok ok la smetto! Pace!» e alzò le mani in segno di resa.
«Bene.»
«Bene» e riprese ad asciugarsi i capelli mentre lui si infilava la felpa.. Ogni tanto asciugava anche i suoi passandogli la mano tra quei capelli scuri, un po' come faceva con Henry ,ma Killian non era Henry. No. Lui si limitava a guardarla, quel contatto gli piaceva.
Finì di asciugare entrambi. 3,2,1...silenzio imbarazzante. Si guardavano. Si studiavano. Si cercavano negli occhi dell'altro.
Emma iniziò ad avvicinarsi lentamente e lui fece altrettanto, erano così vicini, stavano per toccarsi e...Emma gli alzò la maglietta e accese il phon alla massima velocità. Killian saltò. E lei rise e per lui fu impossibile rimanere indifferente a quella risata.
«Swan potrei insultarti nel peggiore dei modi per questo» ed indicò loro due alludendo a quello che pensava starebbe accaduto «ma fortuna per te sono un gentiluomo» finì risoluto.
«Buon per me allora» sorrise e ripose il phon nel cassetto.
«Swan ma che razza di magliette sono?!» indicò la sua e quella di lei quando si alzò dal letto.
«Secondo te?! Magliette coordinate ovviamente, non potevo non comprarle» disse con fare ovvio.
«La mia, ok, è comprensibile, ma la tua? Cosa sei, una tazza di caffè?» chiese confuso. Emma sembrò scandalizzata «Caffè!? Certo che no! E' cioccolata calda!» e tese la maglia per far vedere meglio il disegno. Strana ragazza. «D'accordo non ti scaldare era una domanda» e scrollò le spalle.
«Mai contraddire la mamma se si parla di cioccolata Killian!». Henry era entrato e aveva assistito al loro ultimo scambio di battute. Guardò sua madre e lei guardò lui per poi avvicinarsi e stringerlo forte alla vita.
«Il mio ometto preferito»
«E l'unico»
«E l'unico» concordò lei e rivolgendogli uno dei sorrisi più dolci che Killian le avesse mai visto fare.
«Mamma perchè non andiamo da Granny? Killian ha detto che cucina da favola»
La vide mordersi il labbro. Intervenne « Henry magari facciamo un'altra volta, tua madre sarà stanca». Emma non si aspettava che Killian giungesse in suo aiuto e inaspettato fu anche Henry che concordò senza fare storie. «Ok allora cosa mangiamo per cena?» domandò.
«Bhe,io pensavo di ordinare una pizza e guardare un film» ammise lei ;no non aveva voglia di uscire.
«Perfetto ,ordino io, tu Killian cosa prendi?»
Emma e Killian si scambiarono uno sguardo indecifrabile:
doveva rimanere?
Doveva invitarlo a restare?
« Non so se sia il caso che io resti...»disse poco convinto.
«No, non c'è problema, anzi meglio così almeno pago uno dei debiti» gli sorrise.
«Brava mamma!» e corse in cucina a prendere il telefono.
«Brava ragazza» e mentre la superava gli diede un buffetto sul naso. Un calcio, un calcio era d'obbligo. Da comprensivo e gentiluomo a sbruffone e seduttore in un battito di ciglia. Peccato che avesse schivato quel calcio.


 

Ordinarono le pizze e mentre aspettavano Henry andò a cambiarsi, i pantaloni zuppi per aver asciugato il pavimento.
Emma stava prendendo i bicchieri e quello che serviva per la cena, Killian era seduto sulla sedia e la guardava.
«Smettila» disse all'improvviso lei.
«Smettila di fare cosa» chiese
«Di fissarmi» proseguì lei, non era abituata a quelle attenzioni, la facevano sentire strana.
Stava per ribattere ma fu interrotta dal campanello.


 

Henry si era voluto mettere al centro, con Emma e Killian ai lati, e per lei andava più che bene.
Alla fine aveva deciso Henry il film da vedere e la scelta era ricaduta su Pocahontas. La serata trascorse piacevolmente con discussioni sul film, qualche aneddoto divertente tirato fuori così, la pizza che piano piano finiva e i cartoni abbandonati sul tavolino. Henry si era appoggiato a Killian ed inevitabilmente si era addormentato. Nessuno dei due si mosse. Lei prese il telecomando e cominciò a cambiare canale senza guardare realmente i programmi, una specie di tic. Troppo silenzio e non era da lui, per quanto poco l'aveva conosciuto ora stava iniziando ad inquadrarlo. Si voltò verso di lui e lo vide con lo sguardo perso nel vuoto.
«Tutto bene? Il film non ti è piaciuto?» chiese e pensava avrebbe fatto qualche battuta. Non fu così. Continuando a fissare davanti a se le rispose « Io sarei rimasto con lei» poche parole, lei perse un battito...parlava del film, si riferiva al film, calma Emma.
«Ma lui era ferito, doveva curarsi» davvero stavano avendo quella discussione?
Lui la guardò , non l'aveva mai guardata così ,una strana luce brillava nei suoi occhi «Se si fossero davvero amati avrebbero trovato un modo per stare insieme no!?» e amaramente proseguì « e sappiamo che non sono tornati insieme, il sequel ha messo in chiaro le cose» e sorrise triste.
«Beh se forse lui fosse tornato da lei una volta guarito sarebbero tornati insieme e sarebbero stati felici» si stava scaldando un po' troppo per una discussione nata su un cartone animato...anche se sapeva che dietro quei commenti c'era più verità di quanta ne volesse ignorare.
«Già forse hai ragione» concesse lui e le sorrise mentre con una mano le sfiorava la guancia. Quel contatto inaspettato la fece rabbrividire ma non lo diede a vedere e si rimise a fare zapping. Lui mise la mano sul divano, dietro la testa di lei.


 

«Si è fatto tardi, forse è meglio che vada». Si erano addormentati e nemmeno sapeva quando; aveva aperto gli occhi e si era ritrovato Henry quasi del tutto in braccio e Emma appoggiata alla sua spalla. Non avrebbe detto nulla se la sua schiena fosse stata in una posizione più comoda. Prima di parlare però si era permesso di accarezzare quella chioma bionda  che in quel momento era proprio sotto il suo naso. Lei sembrò prendere coscienza di ciò che le era intorno e si tirò su fin troppo velocemente, la colse un capogiro.
«Che ore sono» e si sporse verso l'orologio alle loro spalle «Quasi l'una» mormorò e si stropicciò gli occhi. Sembrava una bambina.
«Porto Henry a letto e poi vado» doveva alzarsi o si sarebbe giocato la schiena.
«Ok vieni» e si alzò anche lei per fargli strada e aprirgli la porta.
Con Henry non più in braccio riuscì a stiracchiarsi provando un immediato sollievo. Emma lo stava fissando.
«Cosa c'è Swan, troppa bellezza ti acceca» chiese maliziosamente.
Lei alzò gli occhi al cielo «Ma per favore» e lo spinse verso la porta di ingresso.
«Mi stai cacciando per caso?» si finse offeso.
«Non mi permetterei mai!» anche lei poteva giocare a quel gioco.
«A me sembra di sì»
«Ti sbagli; avevo capito che eri stanco e volessi tornare a casa» e si appoggiò allo stipite della porta.
Intanto recuperò il giacchetto «Se preferisci rimango qui» sorrise malizioso come lui sapeva fare.
«E' la frase che dici a tutte» sorrise divertita.
«Tu non sei tutte Emma». Lei tremò.
«Buonanotte Killian» tagliò corto lei, strani movimenti nello stomaco.
«Buonanotte Swan» e si chiuse la porta alle spalle non interrompendo  il contatto fino all'ultimo.
Fissò la porta per dieci secondi buoni per poi spostare gli occhi sulle chiavi che si era dimenticato sul tavolino all'entrata. Le afferrò ,stava per urlare mentre apriva la porta ma se lo ritrovò ad un palmo dal naso. Troppo vicino, lui era troppo vicino. «Hai scordato...le..chiavi»soffiò sulle sue labbra. Un attimo e si ritrovarono sulle labbra dell'altro. La mano di lui tra i capelli biondi di lei mentre l'altra unita a quella di Emma che teneva ancora le chiavi. Mentre lei se lo portava più vicino.
Si separarono per prendere fiato appoggiandosi alle loro fronti.
«Se vuoi resto» soffiò lui sorridendo, conoscendo già la risposta.
«Ciao Killian» sorrise anche lei, ma non si spostò.
«Domani ci vediamo» non era una domanda. Ora che l'aveva assaggiata non poteva lasciarla andare. Non ci sarebbe riuscito.
«Forse» continuò a sorridere per poi prendere coraggio e allontanarlo.
«'Notte»
«'Notte» 


                                                                                     ______oOo______





Ooook eccoci qui alla fine di questo terzo capitolo!!!
Se siete arrivati fin qui vuol dire che non è stato male...oppure vuol dire che non avevate niente di meglio da fare xD ok scherzi a parte spero che vi siate divertite un po' leggendo questo capitolo perchè a me scriverlo ha divertento un sacco x')
Piccolo chiarimento io non so se esistano magliette coordinate come quelle che ha Emma, se esistono meglio così ahahah
Se ci sono eventuali errori che sono riusciti ad eludere la mia supervisione segnalate ;)

Buona giornata a tutti!!!!
Gio



 

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Capitolo 4
*** Capitolo #4 ***


                                                                                            Capitolo #4


 

Un messaggio. Da Swan.

''Ciao Killian''
Si era rotolato per prendere il telefono ma leggere il mittente lo aveva fatto cadere letteralmente dal letto tanto era lo schock. Strabuzzò gli occhi e si guardò intorno, ma che ora erano?! Le 7 di mattina?! Ma scherziamo?!
''Ehi Swan sei caduta dal letto?'' aveva inviato il messaggio e stava per inviarne uno un po' più...colorito, uno di quelli che le avrebbe fatto alzare gli occhi al cielo.
''No sono Henry! Ho preso il cellulare di mamma''
Killian era sbiancato. Se lo sentiva. Ringraziava la sua buona stella che ogni tanto si ricordava di lui. Aveva sfiorato la tragedia, lo sapeva, Emma lo avrebbe scuoiato vivo. Lì su qualcuno gli voleva veramente bene.
''Ciao Henry , com'è già in piedi?''
''Devo andare a scuola ;) che fai?''

Si guardò intorno, era troppo buio per vedere qualcosa ed era davvero troppo presto per inventarsi qualcosa.
''Mi sono appena svegliato in realtà xD  Dopo dovrei andare al cantiere per vedere come procedono i lavori ;)....Henry tua madre sa che stai usando il suo cellulare?''
Nessuna risposta.
''Henry''
Nessuna risposta.
''Killian!''
''Henry?!''

''No Emma!'' era leggermente confuso, forse stava ancora dormendo? In ogni caso...
''Buongiorno Swan! Dormito bene?''
''Si...Henry ti ha svegliato?''
''Si ma non è un problema, andrò a fare colazione''
si era messo dei vestiti puliti, doveva mettere in ordine quella casa,assolutamente.
''Programmi per oggi Swan?'' era andato in bagno e una volta tornato in stanza non vide risposta, lo stava ignorando?
''Swan mi stai ignorando?''
''Swan''
''Swan''

Niente. D'accordo Swan, per ora ti lascio stare.

Era passata mezz'ora e dopo aver fatto colazione si era recato al cantiere. Erano in procinto di finire il nuovo yacht che avrebbe portato alla società un bel guadagno. Avevano lavorato ininterrottamente e si era promesso che avrebbero chiuso per una settimana per un meritato riposo...e anche perchè qualche giorno prima una donna, una certa signorina French, lo aveva contattato per conto del suo superiore che aveva preferito rimanere anonimo per la costruzione di uno yacht lasciando alla donna dalla voce gentile e dolce il controllo della trattativa e di tutto quello che riguardava le decisioni da prendere. Qualcosa di fantastico ma niente di sfarzoso, aveva detto.  Voleva la luna ma solo uno spicchio, cosa c'era di più facile. Ci avrebbe dovuto lavorare su quel progetto e quella settimana avrebbe buttato giù qualche idea così da poter confrontarla con i suoi soci. Stava pensando da che parte iniziare con qual nuovo disegno quando la vibrazione nel suo giacchetto lo distolse dai suoi pensieri. Un nuovo messaggio.
''Stavo accompagnando Henry a scuola. I miei programmi di oggi prevedono lavoro, lavoro, pausa pranzo, ancora lavoro ed Henry'
Sbaglio o gli aveva dato una piccola piccolissima possibilità per vedersi? Colse la palla al balzo.
''Allora a pausa pranzo vengo da te ;) ''
''...ma se non sai nemmeno dove lavoro...''

Aveva ragione.
''Allora vieni tu, il tuo lavoro è trovare le persone da quanto ho capito, sarà un gioco da ragazzi trovarmi no? O forse non sei così in gamba come Henry ti dipinge ;)''
L'aveva sfidata apertamente e se aveva imparato a conoscerla non avrebbe ceduto.
''Stai mettendo in dubbio le mie abilità Jones?''
''Ho avuto il piacere di conoscere una tua abilità l'altra sera Swan e non ne sono rimasto deluso...vediamo se anche in quest'ambito sarai all'altezza :D ''
''Ti troverò Jones''
''Ci conto Swan''

Mise il cellulare in tasca e si avviò in ufficio.

Guardava il cellulare con un sorriso simile ad un ghigno quando la consapevolezza di ciò che aveva appena fatto dipinse sul suo viso un'espressione scioccata .
«Ma che diavolo ho fatto?!» e la testa cadde a peso morto sul volante della sua auto ancora parcheggiata sotto la nuova scuola di Henry.

«Immagino che il caso a cui stai lavorando ti isoli dal mondo esterno Emma ma tra dieci minuti andiamo a pranzo, ti unisci a noi?». Trasalì .David Nolan era sbucato dal nulla ,o così le parve, per invitarla ad andare in pausa pranzo con loro. Pausa pranzo. Tra dieci minuti. Jones . Cavolo .
« Mi piacerebbe David ma...devo cercare una persona, come se il tipo del caso non fosse già abbastanza» brontolò, David era stato il più gentile di tutti appena era arrivata sul nuovo posto di lavoro e le dispiaceva dargli un no come risposta, le era simpatico.
«Ok, questioni personali?» chiese tranquillo, non era offeso.
«Mmm una sfida direi» disse criptica dietro un fugace sorriso.
«D'accordo fammi sapere se la vinci, torno a consegnare i rapporti a Regina» e si diresse all'ufficio del capo udendo comunque le parole della bionda.
«Certo che la vincerò» e impiegò quei dieci minuti che le rimanevano per fare una ricerca su quell'uomo incontrato da nemmeno una settimana. Di lui sapeva per certo che era discretamente ricco, forse collegato al fatto che aveva un'azienda che realizzava yacht, e che probabilmente era solo, nessun ninnolo o oggetto che quella volta a casa sua le avesse fatto pensare ad un altro inquilino...o inquilina...
La ricerca risultò più facile di quanto avesse sospettato. Killian Jones e la sua azienda erano notevolmente conosciuti, si era affermato piano piano e gli yacht che produceva non erano affatto male. In ogni caso aveva trovato l'indirizzo del cantiere e non era molto lontano, in un'ora e mezza di pausa ce l'avrebbe fatta con tutta calma.
Salutò gli altri e Regina che era appena uscita dal suo ufficio. La Mills era una donna forte ma piena di incrinature .I primi giorni del suo arrivo in ufficio le era stata con il fiato sul collo ,non si fidava. Era stata trasferita in quel distretto per nessun motivo apparente, perchè Emma aveva deciso che era ora di cambiare aria e  così Regina se l'era ritrovata in ufficio visto che sua madre, Cora ,lì dai piani alti aveva visto in Emma Swan un buon acquisto per la squadra.
Regina era stata acida e scorbutica, questo fino a quando una settimana dopo la scuola di Henry aveva chiamato Emma per dirle che suo figlio non stava bene e quindi aveva dovuto dirlo a Regina, la quale era all'oscuro che la Swan avesse un figlio in quanto non ne aveva mai parlato. Lo sguardo della mora si era addolcito di colpo mettendo la bionda quasi in imbarazzo quando aveva detto di tornare a casa e stare con il figlio.
Era rimasta disorientata da quel confronto e guardandola un'ultima volta prima di uscire lesse in quegli occhi scuri una malinconia e tristezza che inaspettatamente l'aveva avvolta. Lo sguardo di Regina perso in qualche pensiero lontano da quella stanza. Una donna che aveva deciso di mostrare agli altri il lato più duro di sé. Emma dovette ammetterlo ,in un modo o nell'altro lei e Regina Mills si assomigliavano.
Dopo quell'incontro in ufficio l'atmosfera era migliorata.

Alla guida del suo maggiolino giallo impiegò dieci minuti per arrivare sul luogo, niente traffico per fortuna. Parcheggiò nel vicolo affianco al cantiere. Non si accorse nemmeno di essersi fermata davanti allo specchio per sistemarsi....quando però se accorse gli occhi che la guardavano dall'altro lato dello specchio si spalancarono. Da quando si preoccupava del suo aspetto? E per di più quando doveva incontrare Jones. Già, non più Killian ma solo Jones, meglio mantenere le distanze...e allora perchè si stava ancora guardando allo specchio per vedere se fosse presentabile?! L'avrebbero internata se qualcuno avesse letto ciò che le passava per la testa, essere normale era tanto difficile? Prima di iniziare a prendersi a schiaffi scese dall'auto sbattendo forse un po' troppo forte la portiera.
C'era poca gente, probabilmente anche gli operai erano in pausa pranzo. Vide un ragazzo. «Ehi scusa!! dove posso trovare il signor Jones?»
Il tipo la squadrò dalla punta dei capelli alla punta degli stivali, ma li trovava tutti lei? La stava irritando. «Quando hai finito di appurare che sono tutta intera e che sono pronta per ricevere una risposta fammelo sapere» essere acida era inevitabile.
Lui rise divertito «Simpatica, ti accompagno dal...''signor'' Jones» accompagnando il signor con tono divertito, poi fece un inchino a dir poco teatrale.
Mentre  la accompagnava la onorò di metterla a conoscenza del suo nome « Ad ogni modo sono Jefferson, mi occupo della parte estetica di questo impero» e allargò le braccia coinvolgendo tutto ciò che lo circondava.
«Sono Emma,» fece con un cenno del capo  «quindi sei socio di Killian?» . Lui fece di si con la testa e mentre procedevano le illustrava ciò che gli si presentava davanti, lei ascoltava volentieri. Quel tipo era strano era strano ma non era così insopportabile come le era parso poco prima.
«Eccoci, sali le scale e troverai Killian...pardon il ''signor'' Jones» rise e se ne andò.
D'accordo...salì le scale, stava per bussare quando la porta si aprì «Emma!»
«Killian» e abbassò il pugno ancora a mezz'aria.
«Mi hai trovato» sorrise e gli brillarono gli occhi. Lei scrollò le spalle come se fosse scontato, per lui non lo era affatto.
«Andiamo, sono affamato,c'è un locale...» e continuò a parlare afferrando il giacchetto e poggiando una mano al centro della schiena di Emma per spingerla fuori.
Era successo tutto troppo in fretta :trovarselo davanti,lui che dice di andare a mangiare insieme, lui con la mano sulla sua schiena...ma cosa?!
«Ehi cosa?!» sembrava frastornata...anzi no lo era!
Killian era confuso  «Cosa?» tolse  la mano,forse era quel contatto ad averla fatta agitare? La tolse «Scusa» non pensava lo irritasse a tal punto.
«Cosa hai detto?»
«Scusa...?» lo mandava in confusione ogni volta quella donna.
«No prima, sei affamato?»
«Si, è pausa pranzo, tu sei qui, andiamo insieme...altrimenti perchè sei venuta?» e sorrise sornione «oppure sei venuta solo per vedermi?» e incrociò le braccia al petto in attesa di una risposta, ora si stava divertendo.
Lei arrossì fino alla punta di capelli. Già perchè era li? Ah si ,la sfida ovvio...e poi? Che stupida!
«Andiamo» borbottò e questa volta fu lei a prenderlo per le spalle e spingerlo verso l'uscita .
«Ah Swan che devo fare con te « e rise di cuore.

Si fermarono a mangiare un pezzo di pizza in un piccolo locale all'angolo della strada, Seduti al tavolino più lontano dalla porta d'entrata guardavano  il via vai di gente che entrava ed usciva. Le aveva detto che a quell'ora il locale si riempiva e l'aveva trascinata a quel tavolino ancora miracolosamente vuoto.
«Allora Swan,di cosa vogliamo parlare?». Killian sembrava a suo agio in qualunque contesto.
«Dobbiamo per forza parlare?» addentò la sua fetta di pizza . Era tremenda.
«No Swan, non per forza, possiamo fissarci a vicenda se preferisci» scoprì i denti in un ghigno. Lei alzò gli occhi al cielo «D'accordo parliamo» era esasperante.
«Mmh il padre di Henry?»
«E' morto»
Quasi non aveva terminato la domanda che lei aveva risposto. Troppo veloce Swan, troppo veloce. Non lo aveva nemmeno guardato, aveva distolto lo sguardo e i tratti del volto si erano induriti immediatamente.
«Uno stronzo?» domandò ignorando la risposta, era stato avventato, non sapeva se aveva fatto bene.
La vide giocherellare con il tovagliolo e un abbozzo di sorriso fece capolino. Era un sorriso malinconico.
«Più o meno» e puntò i suoi smeraldi nelle iridi blu di lui. Lo guardava e si chiedeva come potesse riuscire a farla sorridere anche con uno di quei capitoli più bui della sua vita, non pensava ci sarebbe mai riuscito qualcuno...beh lei non ne parlava con nessuno in effetti. Ma lui sembrava davvero interessato e non sembrava volerla prendere in giro. Attenta Emma, così potresti scottarti un'altra volta.
Abbassò di nuovo lo sguardo e Killian immaginava che la conversazione fosse finita quando lei inizio a parlare.
«Sai, quando ho saputo di aspettare Henry non lo volevo,» gli occhi persi nel passato, sembrava stesse parlando a se stessa «io ero da sola, nemmeno una casa, un maggiolino e basta. Ruby è stata una sorta di ancora, un punto fermo» sorrise « Mi è stata vicina ospitandomi a casa sua e con tutto il resto, io non so se me la meritavo tutta quella gentilezza. Comunque ero decisa a dare in adozione Henry appena fosse nato, meritava di meglio di me. Ruby aveva provato a farmi cambiare idea, ma ti sarai reso conto che sono abbastanza ferma quando prendo una decisione» tirò su gli angoli della bocca e lo guardò negli occhi «Poi quando era finalmente giunto il momento e il dottore lo teneva in braccio ho sentito quella melodia e mi è stato impossibile non tenerlo con me. Mi sono vergognata di me stessa. Non avrei mai potuto abbandonarlo come lo era stata io. Mai .» un velo di lacrime permeava i suoi occhi. «Ora non saprei come fare senza di lui»
Killian si sarebbe volentieri alzato per abbracciarla ma non lo avrebbe fatto, voleva sapere di più.
«E il padre?» avrebbe scoperto di più su quell'essere.
Si asciugò velocemente una lacrima scappata sulla sua guancia. «Non l'ho più rivisto, non è ironico, il mio lavoro è cercare persone e l'unica che non riesco a trovare è il padre di mio figlio» scosse la testa e una risata amara fuoriuscì da quella bocca distorta da una smorfia.
Si guardarono, lui vide delusione dietro quei muri che si erano momentaneamente abbassati, lei glielo permise.
E fu sempre lei a porre fine alla lettura della sua anima. Non sapeva perchè glielo avesse concesso ma aveva voluto farlo.
Il momento era terminato. Era il turno di Emma ora.
«Tu invece? Mogli, fidanzate...figli?»
Killian sembrò rifletterci «No, né mogli né fidanzate.» poi continuò ridendo « e nemmeno figli che io sappia almeno».
E continuarono così, ridendo delle storie che lui raccontava, di come Jeff ci provasse con ogni essere vivente del sesso opposto che varcava le porte del cantiere e di come le avesse prese da lui quando al tempo la sua ex ragazza aveva ricevuto lo sue avance ...e di come ci era pure stata! Emma rise e non potè non dirgli di come l'aveva squadrata poco prima . Lei aveva continuato a ridere , lui aveva smesso di colpo. Emma se accorse  e la sua risata scemò fino a cessare del tutto. Lui aveva contratto la mascella e la fissava serio. «Killian tutto bene, mi fai quasi paura» e gli afferrò la mano. Al contatto inaspettato entrambi poggiarono il loro sguardi sulle loro mani unite. Lei ritirò la sua. Come se non fosse successo niente. Come.
Lei tossicchiò e guardò l'orario sul telefono.
«Accidenti è tardi, tra cinque minuti devo essere in ufficio» e si alzò in fretta e furia mettendosi il giacchetto rosso e il cappello grigio. Lui si alzò di riflesso e la seguì fuori, il loro tempo era scaduto, si sentiva un po' Cenerentola versione maschile.
«Allora ci sentiamo...»chiese lui speranzoso.
«Si...certo..»era spaventata da quella promessa, poi si ricordò «Ah Killian, l'altra sera Henry non ti ha più dato il libro e voleva farti vedere il suo...quindi...quando vuoi puoi venire a trovarci....sempre se ti va ovviamente.» arrossì lievemente e sorrise.
Lui era entusiasta «Certo Swan» sorrise come un ebete, non sapeva che altro dirle.
«Ok»
«Ok» si stava avvicinando per darle un bacio sulla guancia ma lei porse la mano che lui strinse scuotendo la testa.
«Sempre la solita Swan.»
« A presto Jones» gli regalò un sorriso vero e a lui bastava. Per ora.





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Holaaaaaaaa,eccoci qui ancora una volta!
Allooooora inizio subito dicendovi che io di cantieri navali e di yacht non ne so un tubo quindi mi manterrò sul più vago possibile cercando di non scrivere troppe stupidaggini >.<
Fatemi sapere se i capitoli sono troppo lunghi o troppo corti, sono alle prime armi e mi piacerebbe qualche consiglio ;) se c'è qualche orrore ortografico ditemi xD
Grazie di cuore a chi ha recensito e messo la storia nelle varie categorie,  mi fate davvero felice :') ed ovviamente anche a chi legge soltanto, spero che la storia vi piaccia e continui a piacere!
Volevo dirvi qualche altra cosa ma me la sono dimenticata ç-ç e vabbè sarà per la prossima volta xD
A presto!!!!
Gio

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Capitolo 5
*** Capitolo #5 ***


                                                                         Capitolo #5

 

Erano le 18.30, per quel giorno avevano lavorato abbastanza. Si era rivelata una giornata piacevole, soprattutto la pausa pranzo, sorrise al ricordo. Cercò con lo sguardo Jeff, aveva aspettato la chiusura per parlargi.
All'improvviso gli era montata una collera dentro che non riusciva a placare, pensare ad Emma e Jeff gli faceva vedere rosso e gli stringeva lo stomaco.
«Ehi Jeff»
«Ehi socio!» si stava preparando per andare a casa da sua figlia che lo aspettava con la babysitter.
Jeff amava sua figlia e diceva che ci provava con tutte per trovare una buona figura femminile per la piccola...ragionamento un po' malsano, e glielo aveva detto. Però sapeva per certo che non aveva frequentato mai una ragazza per più di una settimana, diceva che non era quella giusta, ma entrambi sapevano quanto Jeff aveva sofferto quando aveva perso la madre di Grace e un dolore del genere non voleva riprovarlo e affidare di nuovo il cuore a qualcuno non era cosa da niente.
«Hai incontrato Emma oggi»
«Si, simpatica la bionda, ti ha definito ''signore'', immagino sia una nuova» ghignò per poi guardarlo con sguardo strafottente. Erano amici da neanche lui sapeva quanto e si conoscevano fin troppo bene. Entrambi dongiovanni che cercavano di mettere la testa a posto. Killian sorrise.
«No Jeff, davvero, lei lasciala stare» era serio, quasi una supplica. Per quanto gli voleva bene se avesse provato a portargli via Emma non gliela avrebbe perdonata.
«Non ti preoccupare Killian, se ti piace così tanto mi metterò da parte...anche se sappiamo tutti e due che nessuna riesce a resistermi» e lo disse come se quella fosse una maledizione. Risero entrambi. Poi lo sorpassò battendogli una pacca sulla spalla.
Stava per uscire anche lui quando il cellulare iniziò a squillare. Swan.
«Ehi Swan non riesci a fare a meno di me?» e alzò la mano per salutare gli ultimi operai che andavano via. Dall'altro capo sentì ridere. E non era la risata di Emma, gelò.
«No Killian sono sempre Henry» e rise ancora.
Prima o poi avrebbe combinato un casino se Henry continuava a fare quei giochetti.
«Henry ma un cellulare tuo non ce l'hai? Dov'è tua madre?» entrò in macchina.
«E' scesa e sta facendo benzina, e io volevo sapere: sai costruire un veliero?» Semplice come solo un bambino di quell'età sapeva fare.
«Un veliero no, uno yacht si» sorrise mettendo in moto.
«...quindi questa era la verità...?» percepiva in quella vocina una nota di delusione.
«Anche quell'altra era una mezza verità ragazzino, ok ti dico una cosa e tu sei l'unico che la saprà quindi acqua in bocca». Sentì Henry che sussurrava una serie di sì, la trepidazione per quel nuovo segreto.
«Allora, questo progett...» venne interrotto dalla voce di Emma in sottofondo.
«Henry!!! Devi smetterla di di prendere il mio telefono! Se non la finisci ti metto in punizione per una settimana!»
« Ma mamma! Killian mi deve dire una cosa importante!»
Silenzio.
«Mmm...ok...» sentì mormorare.
«Grazie, allora Killian ora puoi parlare» Henry era di nuovo euforico.
«Sei sicuro che tua madre non senta?»
«Si sì»
«Ok, sto progettando uno yacht Henry, uno yacht speciale che appena riuscirò a completare mi porterà nell'oceano e toccherò ogni costa di ogni terra di questo mondo».
Altro silenzio. Tra madre e figlio non sapeva chi fosse più snervante.
«Henry ? Henry ci sei ancora ?» era caduta la linea?!
«Killian posso venire con te!!! Ti aiuterò a costruirlo o in tutto il resto, posso venire con te?!» urlò e se non avesse messo in vivavoce era sicuro gli avrebbe perforato l'orecchio.
«Henry mi hai fatto prendere un colpo! Ma cosa ti urli! E dove vuoi andare?» sentì Emma urlare e lo stridio dei pneumatici dell'auto che con molta probabilità avevano inchiodato bruscamente.
«Mamma una cosa troppo forte, Killian...no niente» si era fermato, non poteva dire niente, lui manteneva i segreti.
«Killian cosa?!» ora voleva sapere.
«No ,niente ,davvero» rispose e tornò a Killian ancora al telefono «Killian ora non ne possiamo parlare, ci possiamo vedere?»
Era rimasto in silenzio ascoltando quello scambio di battute tra madre e figlio e la cosa era stata divertente.
«Certo Henry, ma fino a venerdì sono impegnato qui al cantiere, quindi magari ci sentiamo al telefono...e per favore se mi chiami dimmi subito se sei tu ok!» entrambi sorrisero
«Ok, ciao Killian»
«Ciao Henry, salutami tua madre» Henry lo fece e sentì in sottofondo Emma mormorare un «Ciao Jones»
«Ciao Swan» mormorò anche lui.

«Mammaaaa il campanello!» urlò Henry da sopra il divano.
«Si si ho sentito»corse dalla sua stanza fino alla porta d'entrata.
Una Ruby con entrambe le mani impegnate a portare buste piene di scatole di cibo cinese si palesò davanti a lei. «Servizio a domicilio!» urlò e l'abbracciò nonostante l'ingombro delle buste.
«Ruby, sono già le otto?» e l'abbracciò a sua volta.
«Oggi la nonna mi ha dato la serata libera e quindi perchè aspettare le otto, sono arrivata un po' prima non sei contenta? Ciao Henry!» il piccolo agitò una mano in segno di saluto poi tornò al programma in tv.
«E' da sabato che non ti fai sentire, ti sei già trovata una nuova amica?» disse ridendo mentre iniziavano a smistare le varie scatole. « Allora, come va il nuovo lav... cos'è questo odore?» e le si avvicinò improvvisamente.
« Che odore?» lei non sentiva assolutamente niente.
La bruna si voltò di nuovo verso Henry «Hai iniziato a mettere il profumo giovanotto?» e intanto continuava ad ''annusare'' come un cane...a volte era inquietante quella ragazza. Henry rise e scosse la testa.
«Ruby sono stata in giro tutto il giorno, avere strani odori addosso è inevitabile, e dato che sei anche arrivata in anticipo non ho avuto modo di lavarmi» scosse le spalle.
Ruby sembrava pensierosa «Mmm sarà, ma questo odore mi è familiare, non riesco a ricordarmi dove l'ho già sentito....Oppure ti stai frequentando con un uomo e no me lo hai detto!» aveva detto l'ultima frase urlando.
«Ma cosa gridi, l'unico uomo che ho visto ultimamente è il tipo che ha aiutato Henry quando si è perso quella sera» non voleva far sapere alla sua migliore amica di Killian, parlarne avrebbe cambiato le cose e lei non voleva.
«E che tipo è?» la curiosità della ragazza era snervante a volte.
«E' un tipo..» rispose criptica e sorridendo inconsciamente.
«Stai sorridendo...ti piace!» era un'affermazione bella e buona.
«Ma che dici,» era arrossita, o sentiva « è diventato amico di Henry tutto qua»
«Mmm se lo dici tu...ma un giorno voglio conoscerlo» e così abbandonarono quella conversazione, sapeva che c'era di più ma non voleva che Emma si chiudesse a riccio quindi sarebbe stato per la prossima volta.
«Ora che vi siete sistemati uno di questi giorni dovete venire al locale, alla nonna sei mancata e vuole assolutamente vedervi».
Si erano conosciute al liceo quando Emma era affidata ad una famiglia di cui ora non si ricordava neppure. Quella sera però non avrebbe di certo pensato all'infanzia che le era toccata. Ora stava bene. Ora stavano bene.
«Venerdì sera va bene ?» propose Emma.
«Perfetto! La nonna sarà felice e vi farà assaggiare di tutto!» e l'abbracciò di nuovo. Sarebbe stato come ritrovarsi con un pezzo della famiglia che non aveva mai avuto.
 

Si era addormentato sul divano, era davvero distrutto, quella settimana era stata frenetica e la riunione di quel pomeriggio lo aveva stremato. Normale amministrazione certo ma era davvero stanco. La vibrazione del telefono lo riportò alla realtà lontano ormai da quel sogno che sfumava in una chioma bionda...
«...Pronto?» biascicò
«Killian dormivi?» Henry e la sua vocina lo svegliarono quasi del tutto.
«Si più o meno, che mi dici ragazzo?» in  quei giorni si erano sentiti per parlare del più e del meno, niente di più, solo per fare due chiacchiere.
«Domani ci vediamo?»
«Che giorno è domani?» chiese stropicciandosi  gli occhi.
«Sabato!» esclamò ridendo.
«Ah già, ok.»
«Che facciamo?» chiese. Immaginava dove Henry dove volesse andare a parare quindi gli facilitò il tutto.
«Beh potrei farti vedere il cantiere , sempre se la cosa non ti annoia ovviamente, così vedi dove realizziamo questi velieri moderni.» rise sotto i baffi, di velieri avevano ben poco, ma salpavano i mari quindi...
«Si! Certo che mi va, è perfetto» era entusiasta.
«A domani allora, alle 10.00 , tua madre lo sa dove si trova il posto...» poi un dubbio lo colse «Henry tua madre sa di questa telefonata?»
«Si si a domani» lo disse ridendo e non sapeva se fosse una buona cosa...ma era Henry, si poteva fidare di lui no?! Avrebbe chiamato Emma più tardi.
Si guardò intorno, quella sera non aveva voglia di cucinare, sarebbe andato da Granny. Si, e quel pensiero gli diede la forza per alzarsi completamente e andarsi a preparare.

Un giorno o l'altro avrebbe portato Emma ed Henry da Granny, magari anche il giorno seguente, dopo avergli fatto fare un giro al cantiere. Si avrebbe fatto così.
Lo scampanellio annunciò la sua entrata e quando vide una chioma bionda al bancone rimase spiazzato. Quante possibilità c'erano che fosse davvero lei. Poche. Emma si voltò e lo vide.
«Killian..» lei era scioccata quanto lui.
«Emma..» era confuso «che ci fai qui?» domandò.
«Oddio, non ci posso credere...ma certo era il tuo profumo!» Ruby subentrò nella conversazione euforica, come se con la sua osservazione avesse tutto un senso. Senso che a loro ancora sfuggiva. « Ruby lo conosci?»
«Swan sono io che dovrei chiederglielo! E tu Ruby, vengo qui quasi tutti i giorni e non mi hai mai parlato di lei!» e indicò la figura di Emma che ci sta capendo sempre di meno « Sei la peggior amica di sempre!» esclamò con fare fintamente offeso, ma sorridendo quando incontrò lo sguardo della bruna...poi come se gli si fosse accesa la lampadina unì tutti i pezzi del puzzle che Emma aveva lasciato qui e lì :la sera in cui si erano conosciuti erano li per andare a trovare una sua amica, e guarda caso Ruby abitava lì nei dintorni;  quel giorno in cui gli aveva parlato della sua storia e aveva nominato di una Ruby che l'aveva aiutata da giovane... Pensava di essere più perspicace...a quanto pareva aver incontrato Emma lo aveva rincretinito. Allora era vero che chi era innamorato perdeva colpi. Innamorato. Oddio.
Cambiò repentinamente i suoi pensieri.
«Henry dove lo hai lasciato? Se eri da sola avresti potuto chiamare, sarei venuto subito» ammiccò e alzò un sopracciglio con fare provocatorio, intanto si accomodò sullo sgabello affianco a quello di Emma.
«Henry è in bagno...non posso credere che tu conosca Ruby. Non mi ricordavo fosse questo il locale dove ci volevi portare sabato scorso...»sembrava fare considerazioni con se stessa ritornando a quella sera quando aveva perso Henry e il mondo sembrava caderle addosso.
Stava entrando gente e Ruby consigliò loro di sedersi ad uno dei tavoli per stare più comodi.
«Killian!» Henry gli corse incontro e lo abbracciò. «E' vero questo era il locale! Quindi conosci Ruby! E' un bel posto qui!» parlava a raffica.
Si sedettero e Ruby portò loro qualcosa da mangiare, Granny appena l'aveva rivista l'aveva stretta talmente forte che quasi le era mancato il fiato. Henry non sfuggì al medesimo trattamento. Era contenta di rivederli e voleva fargli assaggiare ogni piatto del locale.
«Allora, per domani vi vengo a prendere io o ci incontriamo direttamente lì?» chiese Killian tranquillo.
Emma parve cadere dalle nuvole «Di cosa stiamo parlando?». Ovviamente.
«Henry, Emma non era a conoscenza di niente vero?» non si era stupito più di tanto.
«Volevo dirglielo dopo, appena tornati a casa...» e si nascose dietro il bicchiere di succo che aveva preso. Killian scosse la testa. Emma continuava a non capire. Quella serata si stava prospettando fin troppo  strana.
Henry le spiegò il programma per il giorno seguente.
«Bene, mi pare che abbiate già deciso tutto» borbottò incrociando le braccia al petto e poggiandosi allo schienale. Poi le venne una domanda apparentemente ovvia «Quando vi siete messi d'accordo voi due quest'uscita?» .Henry fuggì dal suo sguardo indagatore.
«Hai di nuovo preso il mio telefono» constatazione di fatto. Ormai aveva perso le speranze.
«Swan perchè non gliene compri uno tutto suo?» domandò innocentemente Killian. Lei lo fulminò sul posto.
«Dovevi vedere quando mi ha beccato la prima volta, mi ha rincorso per tutta casa» ricordò il piccolo ridendo genuinamente come un bambino di 10 anni sapeva fare e contagiando anche quei due davanti a lui.
Killian immaginò la scena ,ed effettivamente sarebbe stato divertente vederla in azione; Emma scuoteva la testa poggiandosi una mano sul viso quasi a volersi nascondere dall'imbarazzo.
Dopo un'ora che erano lì a parlare del più e del meno Henry dovette tornare in bagno. Rimasero loro due. Fissavano il vuoto davanti a loro. Killian si voltò verso di lei.
«Lo stai rifacendo» disse lei senza voltarsi.
«Rifacendo cosa?» lo sapeva benissimo.
«Mi stai fissando, di nuovo» abbozzò un sorriso e lo fissò a sua volta.
«Mi viene spontaneo, non posso farci niente» scrollò le spalle come se fosse una cosa ovvia.
Continuavano a fissarsi e si stavano avvicinando pericolosamente...
«Allora vi state divertendo?» Ruby era arrivata all'improvviso e si era seduta al posto dove prima c'era Henry. Si allontanarono come se si fossero bruciati.
«Fino a cinque secondi fa si Ruby» brontolò Killian poggiando il braccio sullo schienale dietro di loro e rifilando a Ruby uno sguardo ironico.
Lei rise «Emma è troppo per te Killian» e rise anche lui. Emma era sbiancata, lei troppo per qualcuno? « Smettiamola con questa conversazione per favore!». Una conversazione assurda ecco cos'era! Gli altri due continuarono a ridere.
Il locale si stava svuotando e Ruby rimase a chiacchierare con loro. Parlarono di come quei due si erano conosciuti, lui era reduce da una serata devastante e appena aveva visto il locale aperto ci si era infilato subito dentro e si era buttato su uno sgabello, era il primo cliente della giornata e per di più neanche sobrio, come poteva Ruby non intavolare una conversazione con un soggetto del genere. A quel punto i racconti erano discordanti ,Ruby  diceva di avergli rivolto uno sguardo compassionevole e di avergli proposto di parlare di cosa gli era successo senza giudicarlo, Killian aveva ricordi completamente diversi, la ricordava come un lupo di fronte ad un agnellino in difficoltà: lo mangiava con gli occhi.
Emma e Ruby si guardarono e scoppiarono a ridere. Probabilmente entrambi non erano rimasti indifferenti al fascino dell'altro ma nessuno dei due riusciva a vedere di più, l'amicizia che si era poi creata via via nel tempo si era consolidata e tutti e due erano felici di questo. Entrambi troppo libertini per prendersi, si capivano e questo bastava.
Emma a sentir parlare della complicità tra loro aveva sentito montare una sorta di fastidio che aveva brutalmente scacciato sul nascere.
«Qui c'è qualcuno che ha sonno» cantilenò Ruby.
Emma e Killian spostarono gli occhi su Henry che davanti a loro si era appoggiato a Ruby e cercava in ogni modo di tenere gli occhi aperti.
«...Chi?» mormorò lui stropicciandosi gli occhi.
Emma durante la conversazione si era inconsciamente avvicinata  a Killian poggiandosi quasi completamente al suo petto.
Lui se ne era accorto ma non aveva detto niente aveva lasciato che il braccio sullo schienale avvolgesse le spalle di lei, spalle che inizialmente si erano tese ma poi avevano accettato quel contatto sorprendendo Killian come non mai, era talmente imprevedibile.
«Credo che la serata sia finita» sospirò Emma. Le dispiaceva, quell'atmosfera creatasi le aveva fatto bene.
Ruby accarezzò la testa di Henry, lo aveva viso nascere e crescere e in quel periodo che non si erano visti le era mancato. «Spero tornerete, la nonna sarebbe contenta»
«Ma certo» e sorrise a quella donna che le era stata accanto quando più ne aveva avuto bisogno.
Cercarono di svegliare Henry ma il dormiveglia è uno dei momenti più odiosi :non sei completamente addormentato ma nemmeno del tutto cosciente e ti ritrovi confuso e disorientato, oscilli tra due realtà.
Ruby si alzò cercando di non sballottarlo troppo e facendolo mettere in piedi ma senza risultato.
Killian gli si avvicinò e lo prese in braccio, salutò Ruby e poi si avvicinò al bancone per salutare Granny, quella santa donna che lo sfamava quando a casa non aveva niente...e la cosa accadeva spesso.
Le due donne lo seguirono con lo sguardo. La bruna si voltò «Ti piace vero?» sussurrò.
«Chi?» chiese lei senza ascoltarla veramente.
«Come chi, Killian!» sussurrò un po' più forte stavolta.
«Un po'....» mormorò sovrappensiero, ma resasi conto di ciò che aveva detto trasalì...ma che aveva detto?
«Cioè, no...no, assolutamente...ci vediamo Ruby» tagliò corto non guardandola nemmeno in volto, si sentì avvampare per quella confessione sfuggitale. Salutò Granny ed uscì tenendo poi la porta per far passare Killian ed Henry che dormiva beatamente.
Aprì la portiera della sua auto parcheggiata davanti al locale. Killian si era fermato e non dava cenno di volersi muovere, anzi iniziò a ridere senza però muoversi troppo per non svegliare Henry. Emma non capiva.
«Questa è la tua macchina?»
«Problemi?» chiese acida.
«Io?! No! Però tu in gusto di auto probabilmente si!» e continuando a ridere depositò Henry nell'auto. Offesa. Decisamente. Nessuno poteva offendere il suo maggiolino. Nessuno.
« E menomale che eri un gentiluomo...» ironizzò lei incrociando le braccia.
Killian chiuse la portiera e vi si poggiò contro. La guardava sereno con un sorriso appena accennato.
Silenzio imbarazzante. Almeno per Emma lo era.
«Allora..»iniziò lei.
«Allora..» fece eco lui.
Altro silenzio imbarazzante. Poi lui lo interruppe con una risata.
Cosa si era persa?
«Beh cos'hai ora da ridere ? Altre battute sulla mia macchina?» domandò brusca.
«Oh ,beh, io non la chiamerei proprio macchina Swan. Ma comunque no, ridevo perchè ogni volta che ci dobbiamo salutare finiamo sempre con queste frasi spezzate...» nessun segno d'ilarità ora. Quello sguardo si stava rivelando più potente di quanto Emma volesse ammettere, non era serata per affrontare quegli occhi, meglio tenersi in allerta.
«Se hai qualche idea sono qui per sentirla» assunse quell'atteggiamento sfrontato che la distingueva ma la leggera incurvatura delle labbra tradiva la sua figura da dura.
Killian in modo apparentemente innocente continuò quello strano scambio «Beh io qualche idea l'avrei...potremmo terminare, o iniziare, dipende dai punti di vista, la serata come stavamo facendo l'altra sera a casa tua...» sguardo da predatore.
«Ma davvero?» chiese  divertita, ma cosa stava facendo? Ora flirtava anche lei ?!
Lui per tutta risposta le si fece più vicino « Paura Swan?» soffiò nel suo orecchio.
Un brivido l'attraversò.
Inclinò la testa, i loro nasi si sfiorarono.
«Sarebbe tanto assurdo?» mormorò. Si staccò da lui, aprì la portiera ,mise in moto e sparì tra i vicoli.
Quella frase lo aveva gelato. Uno di quei muri era crollato mostrandogli quanto profonda fosse la ferita di quella donna. Gli aveva mostrato una parte di lei ,quella che teneva più nascosta. La paura di fidarsi. La paura di abbandonarsi anche solo per un attimo a ciò che il cuore chiedeva. Anche lui nella sua vita aveva perduto, e anche molto, ma lui non era stato abbandonato senza un perchè, rimanendo in sospeso in sospeso tra la convinzione di non essere stati abbastanza o l'aver fatto qualcosa di sbagliato. Lui in un modo o nell'altro sapeva perchè era rimasto solo.
Emma era più spezzata di lui.
E in quel momento se ne accorse sul serio.
Lui la voleva. La voleva per sempre.

E sebbene lei ancora non lo volesse ammettere lui la faceva sentire bene.
Le lacrime silenziose che calavano piano sul suo viso erano testimoni di quel conflitto interiore che le attanagliavano il cuore.
Sarebbe rimasta lì se immagini di un nuovo abbandono non avessero fatto capolino davanti ai suoi occhi.
Ma aveva ceduto. Gli aveva mostrato la parte che più odiava di se stessa. Quella che aveva paura.

 

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Buonasera bella gente!!!
Avete passato una bella giornata? Spero di si ;)
Qui le cose vanno come sulle montagne russe, si sale e si scende >.< è una vita movimentata.
Io spero che i presonaggi mantengano il carattere originale, cioè non mi pare di averli stravolti...se è così non esitate a dirmelo perchè non è mia intezione xD
Quale sarà la prossima mossa di Emma? scapperà o affronterà i suoi demoni? bella domanda, lo scoprieremo, la ragazza è parecchio imprevedibile :'D
Buona serata e buon weekend

Gio

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo #6 ***


                                                                                       Capitolo #6


 

Quello era l'ultimo giorno prima della pausa settimanale e per di più a momenti sarebbero arrivati Emma ed Henry, già. Non si erano più sentiti dal pranzo del giorno precedente.
Quindi aveva dato per scontato che sarebbero venuti direttamente lì.
Non aveva idea di come si sarebbe comportata. Vide Henry correre verso di lui. «Ciao Killian!» e lo abbracciò.
«Ciao Henry, dov'è tua madre?» contraccambiò l'abbraccio e cercò la chioma bionda.
«Ha detto che aveva del lavoro arretrato, mi viene a prendere tra un'ora» commentò arrabbiato, un'ora era troppo poco.
La fuga. Aveva scelto la fuga. Scosse la testa. «Ma come fai a sopportarla?» si sentiva un po' frustrato.
«Anni di esperienza. Imparerai.» scrollò le spalle e iniziò a guardare da una parte all'altra. «Allora cosa mi fai vedere?!» voleva correre e vedere più cose possibili, poi si ricordò «Parlami del tuo progetto!» e gli brillarono  gli occhi. L'entusiasmo di un bambino è una cosa ipnotizzante, ti trasporta in  un mondo che a volte è dimenticato dai grandi e tutto diventa più bello. Killian sorrise e  gli scompigliò i capelli. Era strano sapere di avere ancora un lato tenero nascosto da qualche parte.
«Ehi Killian! Non sapevo che oggi fosse la giornata: porta tuo figlio a lavoro, avrei potuto portare Grace» Jeff era andato loro incontro non appena aveva visto la piccola figura correre verso Killian.
«Molto divertente Jeff, davvero,  questo è Henry , il figlio di Emma; Henry questo è Jeff il mio socio» fece le presentazioni.
«Ciao Henry, figlio di Emma» Jeff ghignava, era particolarmente inquietante. Killian gli avrebbe tirato un pugno, ma non lo avrebbe fatto in presenza di Henry.
«Ciao Jeff!» sembrò non fare caso al fatto che aveva puntualizzato che fosse figlio di Emma. Meglio così.
«Henry  perchè non vai a vedere più da vicino il nostro ultimo yacht, dopo saliamo nel mio ufficio e ti faccio vedere qualche idea per il progetto» propose Killian e il piccolo era già partito a metà frase.
Killian scambiò uno sguardo con un operaio li vicino per fargli intendere di controllare  il bambino, poi si rivolse di nuovo a Jeff «Che c'è?!» era irritato.
«E' il figlio di Emma» e sorrise più apertamente come tutto fosse chiaro. Per Killian non lo era.
«Esatto, e quindi? Qual è il problema?!» non capiva dove volesse andare a parare.
«Oh ma non c'è nessuno problema...» finse indifferenza guardandosi le unghie « ti conquisti il figlio per arrivare alla madre, non pensavo ti interessasse tanto da arrivare persino ad usare questi mezzucci»
«Ma che cavolo dici?! Io non devo conquistare proprio nessuno...Henry già mi adora» e sorrise scaltro , Jeff esplose in una risata «Lo sapevo che c'era ancora un ragazzaccio in te Jones!»
Killian gli diede una spinta «In ogni caso doveva esserci anche lei, quindi..» e scrollò le spalle , avrebbero potuto trascorrere una bella giornata...
«D'accordo vado da Henry, oggi facciamo solo mezza giornata ricordalo anche agli altri» e si avviò verso quella piccola figura che stava parlando ad un operaio per fugare le sue curiosità. «Allora andiamo in ufficio?» e si avviarono.

 

Distesa sul sedile della sua auto fissava il rivestimento interno della sua auto. Brava Emma, meglio starsene li in macchina in balia di pensieri invadenti e pedanti che insieme a tuo figlio e a Killian che si è offerto di fargli passare una bella giornata. Già, complimenti. E si portò una mano sugli occhi per scacciare quel senso di vergogna che gli si stava cucendo addosso. E soprattutto per sfuggire a quella verità ingombrante. Si era mostrata debole e non se lo perdonava, aveva abbassato la guardia e non lo accettava.
«Ok basta!» troppe voci nella testa. Lei era più forte e aveva affrontato di peggio quindi si sarebbe alzata de quel sedile e li avrebbe raggiunti. Si sarebbe concessa una giornata senza dover pensare se ciò che stava facendo fosse giusto o meno. Senza ripensamenti o congetture che avrebbero portato a galla le motivazioni logiche che la spingevano ad allontanarsi da Killian. Avrebbe seguito ciò che le diceva il cuore, e ora non le stava dicendo di starsene li in quella macchina ma in un ufficio a qualche passo da li.
Dopo che aveva accompagnato Henry si era fermata nel vicolo a fianco dove aveva parcheggiato la prima volta che era andata lì. Si sentiva davvero scema, aveva passato 40 minuti in una macchina quando quei due erano a due passi da lei,a divertirsi probabilmente, non si prendeva a schiaffi in faccia solo perchè ora doveva farsi vedere da Killian...e da Henry ovviamente! Ovviamente.
Entrò e Jefferson quasi le fece prendere un colpo, era sbucato alla sua destra all'improvviso «Ciao bionda, pensavo che la giornata padre-figlio durasse fino a fine turno» e guardò il suo orologio..a forma di cappello., alquanto singolare.
Si irrigidì alle parole padre e figlio riferite a Killian ed Henry. Sviò la domanda.
«Ad ogni modo sono qui, dove sono?»
«Si sono rinchiusi nel suo ufficio e non sono più usciti» disse indicando la porta che dava agli uffici.
«Ok li raggiungo allora» e fece un cenno col capo a Jeff che intanto continuava a guardarla con uno strano ghigno.
Salì le scale.
Il bussare alla porta li distolse dai disegni che stavano facendo. Una chioma bionda fece capolino nella stanza «Scusate, per caso c'è una piccola peste che ruba sempre il cellulare a sua madre?» chiese divertita ma Henry non  sembrava altrettanto «Oh no mamma! E' presto, mancano ancora venti minuti!» si lamentò.
«Wow queste si che sono le frasi che ogni madre vorrebbe sentirsi dire...» ed entrò chiudendosi la porta alle spalle.
«Torna più tardi dai! Ci stavamo divertendo!» implorò.
«Veramente...» sembrava imbarazzata « non potrei rimanere qui con voi ?»
Killian che non aveva detto niente fino a quel momento si illuminò alla richiesta di Emma «Ma certo Swan» . Ultimamente era sempre felice, era stupito.
«Ma Killian!» Henry fece segno ai disegni che stavano facendo e fece per nasconderli , Killian capì e gli fece una proposta «Potremmo arruolarla...» e alzò un sopracciglio con fare cospiratorio al che Henry lo ricambiò ed Emma rabbrividì, potevano essere così in sintonia quei due? Era una scena inquietante.
Henry che aveva avuto l'onore di sedersi sulla sedia del capo dietro la scrivania si rivolse alla madre  con fare quasi mafioso « D'accordo signorina Swan si accomodi» e fece cenno con la mano di sedersi  alla sedia libera accanto accanto a Killian ,lei non potè che fare come richiesto. Killian la guardò non riuscendo a non sorridere allo sguardo scioccato di Emma, poi si volse nuovamente verso Henry che stava prendendo la faccenda fin troppo seriamente.
«Allora, ripeti quello che dico» e sia lui che Killian  si portarono una mano sul cuore e l'altra a mezz'aria, lei li imitò.
«Giuro solennemente di non rivelare a nessuno ciò di cui verrò a conoscenza; di essere fedele alla missione e non ostacolarla in nessun modo, e soprattutto di parlare dell'operazione solo con il suo nome» Emma ripetè ogni parola poi mentre i due stavano per farle vedere i progetti si accorse che non le avevano svelato il nome in codice.
«Operazione Capitan Swan» pronunciò Killian guardandola intensamente negli occhi. Emma fu percorsa da un brivido che non accennava a scemare. «Capitan Swan?» domandò confusa.
Henry spiegò immediatamente «Capitan, beh Killian è il capitano dell'operazione , dello yacht e in definitiva di tutto; Swan, penso tu possa arrivarci da sola mamma.» e sfoderò il sorriso più monello che avesse mai fatto.
«Accidenti come è spiritoso questo bambino, farai di sicuro il comico» esclamò Emma scompigliando i capelli di suo figlio.
«Quindi in cosa consiste l'operazione?» non aveva ancora ben capito in che guaio si era andata a cacciare. Davanti a lei solo disegni e bozzetti di interni, se aveva interpretato bene quello che aveva visto.
«Killian ha in mente di costruire un super yacht per girare il mondo. Ma te lo immagini mamma! Un sacco di avventure, vedere nuovi posti, guarderemo le stelle ogni notte!» continuò a mormorare le cose che avrebbero fatto, si sdraiò sulla poltrona reclinabile e iniziò a girare su se stesso perso in sogni ad occhi aperti.
Killian era contento di come Henry fosse felice per quell'avventura; ogni bambino meritava di essere spensierato e di poter guardare al futuro come una bella avventura.
D'altro canto Emma accanto a lui che inizialmente si era ritrovata a sorridere per l'entusiasmo di suo figlio poco a poco prese coscienza di ciò che stava accadendo. Temeva che Henry stesse volando troppo di fantasia, non voleva che ci rimanesse deluso. Però si era promessa che sarebbe stata ottimista, almeno per quel giorno, e se Killian glielo aveva promesso avrebbe mantenuto la parola data, no?! Certo non si aspettava che la cosa andasse in porto se doveva essere onesta, ma se fossero riusciti a costruirlo questo yacht probabilmente lo avrebbero usato durante l'estate...Henry doveva andare a scuola, bisognava scontrarsi con la realtà prima o poi.
«Killian dove li trovo i colori?» domandò Henry di ritorno dalle sue fantasie.
«Nella stanza di Jeff, tra lui e sua figlia non so se li abbiano già consumati tutti» e indicò con il pollice dietro di sé verso la porta, ed Henry corse a cercarli.
«Dove sei stata fino a quest'ora Swan? Non ci credo che hai avevi del lavoro arretrato. Magari sei stato in macchina per sfuggirmi.»e si accomodò meglio sulla sua sedia e si ringraziò mentalmente per averle comprate, erano davvero comode.
Emma strabuzzò gli occhi, come aveva fatto a capirlo?!
«Oddio...non dirmi che ho ragione, Swan ma sei pessima» era scioccato , aveva preferito rimanersene in macchina per quaranta minuti anziché stare con lui ,con loro...almeno ci aveva ripensato a quanto pareva, forse si era resa conto di quanto era scema. Scosse la testa.
«Ma la smetti!» nonostante fosse rossa come un pomodoro per essere stata scoperta gli dava pure addosso. E gli aveva dato pure uno schiaffo su una gamba.
«Ma di fare cosa adesso?!» non si aspettava che potesse colpirlo, da quando era diventata violenta?!
«Di scuotere la testa come se fossi una bambina che ne ha combinata un'altra delle sue! E' esasperante!» e mise il broncio incrociando le braccia al petto.
«Accidenti Swan! Devo smetterla di fissarti, devo smetterla di di scuotere la testa, ma non posso fare niente?!» si avventò  sulle labbra della bionda cogliendola di sorpresa. Dopo un attimo di stupore Emma alzò le mani e Killian immaginò che lo avrebbe allontanato, invece gliele portò dietro la testa e se lo avvicinò ancora di più . Mentre lei ricambiava il bacio lui sorrise sulle sue labbra.
La voce di Henry che urlava dall'altra stanza chiedendo se poteva prendere tutti i colori li fece separare, ma non in modo drastico, lui si era allontanato giusto per rispondere di si ed era rimasto con gli occhi incatenati a quelli di lei.
«Devo smetterla anche con questo?» soffiò.
Lei non rispose e lo spinse indietro per farlo rimettere seduto, poi sussurrò «No...» e sorrise senza riuscire a mantenersi neutra, poi fecero come se non fosse successo niente non appena tornò Henry con le mani piene di quello che aveva trovato.
Continuarono a scambiarsi occhiate e sorrisi furtivi per tutto il resto della mattinata.

 

Quando fu ora di chiudere bottega e tutti stavano mettendo a posto le loro cose una macchina appartenente sicuramente a qualche personaggio importante si fermò davanti al cantiere.
Con somma sorpresa degli operai che stavano guardando l'auto scommettendo a chi appartenesse ,uscì una giovane donna. I lineamenti dolci e un'esile figura coperta da un raffinato cappotto color crema. No, quell'auto non centrava assolutamente nulla con quella ragazza.
La brunetta si avvicinò ad un operaio chiedendogli qualcosa e questo le indicò Killian che era appena sceso seguito da Henry ed Emma.
«Killian Jones!»salutò cordiale come se già si conoscessero.
Killian impallidì per un momento, cercò di fare mente locale se la conoscesse, non sarebbe stato il massimo l'entrata in scena di una sua ex o avventura di una notte con Emma lì presente, no, non era proprio il caso.
«Salve, signorina...»cercò di mantenersi calmo.
«French! Ho chiamato qualche giorno fa» sorrise facendo un cenno con la testa  anche ad Henry ed Emma.
«Oh, si,salve non mi aspettavo questa visita. I progetti non sono ancora pronti ,per la prossima settimana le farò vedere sicuramente qualcosa.» Accidenti non era mica Flash, non aveva avuto il tempo materiale per mettere le sue idee su carta.
«Oh no,no non sono qui per questo lo so che non sono pronti, ma ero nei paraggi e quindi ho fatto un salto» sorrise timidamente, non stava dicendo tutta la verità e sia Killian che Emma lo intuirono.
«D'accordo non so dire le bugie, il mio superiore voleva sapere come e dove lavorava quindi eccomi qua ,gli ho detto che non ce ne era bisogno perchè tutti parlano bene della sua attività ma non ha voluto sentire storie e quindi...»si strinse nelle spalle.
Killian la guardava e continuava a sentire una vocina che gli diceva che qualcosa non andava. «Perchè non è venuto lui? Se davvero voleva informarsi sarebbe stato meglio che lui in prima persona fosse venuto qui» il fatto che non avesse rivelato la sua identità la diceva lunga.
«Beh lui si fida di me, quindi è come se ci fosse lui ora» spiegò lei.
«Ne dubito, ma ok. Vuole fare un giro veloce? Stavamo chiudendo ma posso tenere aperto un altro po'» Non gli andava per niente in verità ,lì vicino  Emma ed Henry stavano in silenzio senza intromettersi ma lui avrebbe preferito stare con loro invece di adempiere ai suoi dovere di responsabile.
«Oh non si preoccupi, ho visto abbastanza e mi pare tutto a posto quindi non si disturbi stia con la sua famiglia, io devo proprio scappare ora. E' stato un piacere, alla prossima settimana. Arrivederci!» salutò tutti e tre e raggiunse l'auto ancora parcheggiata lì davanti.
La situazione sfiorava l'assurdo. Non gli era mai capitata conversazione più strana.
«Vi giuro che i miei clienti non sono tutti così. Io penso che possiamo andare a mangiare ora, a questo punto mi sembra l'unica cosa sensata» e si grattò dietro l'orecchio, non sapeva che altro dire.
Gli altri due acconsentirono con un cenno del capo e si avviarono.

 

Raggiunsero il locale di Granny e ordinarono qualcosa per per pranzo.
«C'è qualcosa che non quadra in questa storia. Perchè questo tizio vuole mantenersi anonimo? Io davvero non lo capisco, bah» e buttò giù il resto del rum che gli era rimasto nel bicchiere «non sono così male no?!».
Emma sorrise «in effetti no,non lo sei. Se vuoi posso scoprire di chi si tratta» si offrì Emma « non dovrebbe essere difficile»
«E come faresti, non sappiamo assolutamente nulla» sapeva che Emma fosse brava ma non avevano nulla.
«Sono sicura che la ragazza sia la moglie dell'uomo, si è toccata l'anulare e ti ha risposto che di lei lui si fidava quando le hai chiesto perchè non fosse venuto di persona. E sono anche certa che si trovasse in quell'auto.» specificò lei come se la cosa fosse palese. «Si girava spesso verso l'auto.Certo potrebbe essere l'amante ma non ce la vedo quella ragazza in quel ruolo» e sorrise .
«Io non ci ho fatto proprio caso...»mormorò Killian. Si sentiva stupido nel non aver notato un cosa del genere ma la sua testa era impegnata a rimanere calmo nei confronti di quell'uomo che non si preoccupava neanche di incontrarlo di persona.
«Non preoccuparti Killian, questo è il lavoro di mamma, ci penserà lei. E' brava, puoi stare tranquillo.» disse contento Henry orgoglioso di sua madre.
Emma diede un bacio a suo figlio accanto a lui e si voltò di nuovo verso Killian davanti a lei. «Per te va bene?»
«Certo Swan, basta che il conto non sia troppo salato» ammiccò lui.
«Salatissimo Jones» e sorrise divertita. Tutti e tre scoppiarono a ridere.

 

Ormai era sera, dopo il pranzo da Grany erano rimasti a chiacchierare per un po' e poi erano tornati ognuno a casa propria.
''Killian, ho scoperto il nome del tipo, non è stato facile come avevo pensato perchè si sono sposati in segreto ma alla fine ce l'ho fatta''
''Brava la mia Swan ;) allora chi è l'uomo misterioso?''
''Un certo signor Gold, è un personaggio molto ricco da quanto ho capito, ma non gli piace farsi vedere  in giro.''
Nessun messaggio. Strano. Pensava volesse farle qualche altra domanda ma non ricevette nessuna risposta.
«Killian? Ci sei ancora?''
''Killian?!''















Buonasera gente!
Buon inizio weekend e buon venerdì!
Allora premetto che questo capitolo non mi convince e mi fa pure un po' schifo in realtà xD Ma è uscito così , quindi se qualcosa non quadra o avete perplessità è del tutto normale ahahahah u.u cercherò di rifarmi con il prossimo.
Mi pare che il capitolo sia corto e a dire il vero anche un po' noioso...oddio lo sto massacrando, ecco come vendere male un prodotto ragazzi x'D non prendetelo come esempio!!!
Grazie per chi legge e a chi recensisce mi fate davvero felice :') non sapete quanto!
Alla prossima :*
Gio



 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo #7 ***


Capitolo #7




 

Ok, era strano ma si stava preoccupando ,forse un po' troppo. Perchè non rispondeva?
Non era da lui.
«Cosa succede mamma?» Henry si era infilato il pigiama e l'aveva raggiunta in salotto.
«Mmm non lo do, Killian non risponde ai messaggi. Non è strano?» forse era più strano che stesse cercando una sorta di conforto in suo figlio riguardo ad un uomo...
«Vai da lui e vedi se sta bene» Henry lo disse come se fosse scontato che lei dovesse uscire di casa alle dieci di sera, prendere la macchina e andare a casa di Killian lasciando suo figlio da solo a casa. Ma  certo perchè non ci aveva pensato lei....ok ci aveva pensato ma aveva cestinato subito l'idea, che razza di madre sarebbe stata se avesse considerato anche solo per un istante l'idea. Ma una vocina le diceva che c'era qualcosa che non andava con Killian.
«Non posso lasciarti da solo Henry»  obbiettò guardando il cellulare sperando di vedere l'arrivo di un messaggio che però non arrivava.
«Possiamo chiedere a Marco se può venire qui» propose Henry.
«Non voglio disturbarlo. Sento Ruby se è libera» chiamò la sua amica e le spiegò velocemente la situazione ,Ruby era già in macchina.
«Non posso andare lì così però» Emma non era una che si presentava a casa della gente senza un motivo valido ed un presentimento per quanto i suoi risultassero attendibili, non era un motivo valido. Si guardò intorno cercando un'idea.
«Puoi riportagli il libro che mi aveva prestato» Henry lo prese e glielo porse.
«Sei un genio!» e lo stritolò in un abbraccio.
«Lo so, lo so»
Prese la giacca e si infilò gli stivali senza guardarsi allo specchio o aggiustarsi un po', prese le chiavi e non appena Ruby varcò la soglia di casa salutò entrambi e filò in macchina.
Mentre guidava si dava della sciocca. Probabilmente non era successo niente, forse gli era morto il cellulare o magari era con qualcuno e quindi non aveva tempo per risponderle... forse era meglio se tornava a casa, sarebbe stata  una scena imbarazzante se lo avesse trovato con qualcuno...o qualcuna. Solo al pensiero le stava nascendo uno strano senso di fastidio che non riusciva a placare.
«D'accordo Emma, calmati, devi solo portagli questo libro, vedere se tutto è a posto e tornartene a casa da tuo figlio. Semplice ,basta cercare altri problemi» l'auto convincimento di solito funzionava. Di solito.
Trovò parcheggio subito, bene, la scusa: non ho trovato parcheggio ,era andata a farsi benedire. Persino l'ascensore sembrò andare più veloce.
Bussò.
Sentì dei passi andare avanti e indietro, ma nessuno le aprì.
Bussò di nuovo.
Niente.
«Killian, lo so che ci sei ,ho visto la tua macchina e sentito i tuoi passi» disse alla porta davanti a lei ,certo, quei passi potevano appartenere ad un ladro ,ma era certa che non fosse così.
Dopo aver bussato una terza volta la porta venne aperta bruscamente ed un Killian dal volto devastato le si parò davanti.
In una mano una bottiglia di quello che le sembrava rum e nell'altra un bicchiere del medesimo contenuto.. la guardò senza vederla.
Emma si trovò senza parole, non sapeva cosa dire.
Lui fece altrettanto, le diede le spalle continuando a bere.
«Killian, cosa è successo, perchè non mi hai risposto?»Emma ci provò a far finta che fosse tutto normale, ma con Killian palesemente ubriaco, o poco ci mancava, le era impossibile.
«Ma come Swan, ti facevo più sveglia» disse sprezzante alzando il bicchiere che prontamente raggiunse la sua bocca.
«Ti ho portato il libro» e lo appoggiò sul bancone della cucina «Perchè non posi quella bottiglia e mi dici perchè ti sei ridotto in questo stato?» voleva mantenersi calma  ma vederlo in questo stato le faceva male.
Lui rise cupamente poi il suo sguardo si fece più duro quando la guardò «Ma cosa pensi di fare Swan?! Venire qui e comandarmi?! Non ti ho risposto perchè non volevo sentirti, ti è chiaro il concetto?!» le urlò con rabbia, sputandole addosso quelle parole.
Emma si irrigidì . Cosa era venuta a fare, se non era la ben accetta avrebbe subito tolto il disturbo. Stava per tornare verso la porta quando si accorse di non volerlo fare, lei era andata lì per lui, lui aveva bisogno di lei e lei non sarebbe scappata , era dura venire a patti con la verità dei fatti ma lei teneva a lui.
Lui le aveva rivolto nuovamente le spalle sedendosi su uno sgabello, incurante se lei fosse ancora lì o no.
Emma si avvicinò e gli stappò la bottiglia dalle mani. «Ora  tu parli con me e la smetti con questa» e agitò la bottiglia vuota per più della metà.
Killian come una furia si alzò dallo sgabello una luce furiosa brillava nei suoi occhi ,Emma non si aspettava un comportamento del genere. No non era preparata.
«Swan dammi quella maledetta bottiglia! Non sto scherzando!» urlò ancora una volta e questa volta avvicinandosi a lei che stava tenendo l'oggetto in questione più lontano possibile.
«Killian, guardami ,per favore» quasi lo supplicò.
«Ti ho detto dammela!» la chiuse tra lui e la parete. Ora la stava guardando ma non era lo sguardo che voleva. Questo Killian non lo conosceva e iniziava a temerlo.
«Ma chi ti credi di essere , venire qui starmi addosso...se vuoi possiamo possiamo stare anche più vicino...» fece lascivo non lasciando più spazio tra i loro corpi.
Aveva avuto davvero paura poche volte nella sua vita , si era dimostrata forte nella maggior parte delle occasioni ma quella volta si stava rivelando più difficile di quanto avesse immaginato. I suoi occhi si erano fatti lucidi ma non avrebbe pianto , non davanti a lui in quelle condizioni, non gliela avrebbe data vinta, sapeva che  lui lo stava facendo apposta per farla fuggire via da lui.
«Avanti Swan...cosa c'è è passato troppo tempo dall'ultima volta? Scommetto che il primo e l'ultimo è stato il padre di Henry, magari ti ha lasciata  proprio perchè questo...magari non sei tanto brava» lo schiaffo che arrivò sulla sua guancia non lo vide arrivare ma ne sentì tutta la potenza.
Emma lo guardava con occhi gelidi, qualche lacrima che le scendeva sulle guance.
«Vuoi la tua bottiglia, tieni, fa come vuoi» la sua voce uscì piatta. Avevano fatto male quelle parole. Poggiò la bottiglia sul suo petto spingendogliela contro per farlo arretrare.
Lui chinò il capo toccandosi con una mano la guancia dolorante  mentre l'altra prendeva la bottiglia. Non riusciva a guardarla. Lei rimase immobile.
In un impeto di rabbia Killian gettò la bottiglia a terra rompendola in mille pezzi.
Le si avvicinò di nuovo, stavolta privo di ogni energia o rabbia . Si accucciò contro la spalla di lei nascondendosi dalla vergogna che stava provando.
La razionalità le stava dicendo di scansarlo e di uscire il prima possibile da quella casa. Le bracia che lo avvolsero mettevano in chiaro ciò che il cuore le stava dicendo e chi lei stava ascoltando. Lo strinse a se. Non sapeva perchè fosse in quello stato ma non lo avrebbe lasciato solo nemmeno dopo che le aveva sputato addosso quelle parole.
«Scusa Emma,» mormorò contro la sua pelle  «non volevo davvero dire quello che ho detto, non volevo farti male ma quella bottiglia ha preso il sopravvento» sembrava aver finito ed Emma gli accarezzò la testa, come a rassicurarlo che andava tutto bene. «Quella era davvero una buona bottiglia di rum» constatò infine lui .
«Ma smettila scemo» e gli dette uno scappellotto dove prima lo stava accarezzando. Gli prese la testa e lo guardò fisso negli occhi «Immagino che ora tutta la casa stia girando , quindi ti accompagno a letto e domani quando sarai in te parleremo, perchè sia chiaro, parleremo. Non puoi ridurti così senza darmi una spiegazione. Capito?!» Lo aveva detto seria ma i suoi occhi erano più tranquilli e sereni.
«D'accordo» e poggiò la sua fronte su quella di lei.
Barcollava poco, Emma ne dedusse che non probabilmente non era nuovo a ritrovarsi in stati del genere.
Killian si stese ed Emma si sedette  sullo stesso lato in modo da guardarlo in faccia .Una faccia occupata da una smorfia ora. Era carino comunque...
Erano entrambi in silenzio, ma non era il solito silenzio imbarazzante.
Killian teneva gli occhi chiusi. Ne aprì uno per cercare la mano di Emma e incatenarla nella sua. Lei non obbiettò.
«Tempo fa ero innamorato di una donna, una donna molto bella» iniziò a raccontare sempre ad occhi chiusi « ci eravamo incontrati per caso ,in un bar, abbiamo iniziato a parlare del più e del meno, due perfetti sconosciuti che poco a poco lo erano sempre di meno.» sorrise « Quando cominciai a pensare di evolvere il nostro rapporto in qualcosa di più serio lei mi disse che era sposata e aveva un figlio. Ci rimasi male,davvero tanto...Ora che ci penso anche tu hai un figlio, mi perseguitate» e fece una risata amara « In ogni caso mi disse che lei non amava più suo marito  e che temeva di lasciarlo solo perchè aveva paura che le portasse via il figlio. Eravamo destinati a vivere nell'ombra ma a nessuno piaceva l'idea. Non avemmo il tempo per capire come procedere che il marito venne a sapere di noi, fu troppo tardi per tutto.» strinse la mano di Emma un po' più forte «Come aveva predetto lei suo figlio venne mandato da qualche parente in Russia mi pare, non mi ricordo bene, fece in modo e maniera che le carte del divorzio non le lasciassero niente ,custodia del figlio inclusa. Non riuscì più a vederlo, ha conoscenze ovunque quindi l'esito del processo non fu una sorpresa , non ci aspettavamo nulla di diverso.» aprì gli occhi e guardò un punto imprecisato della stanza buia. « Dicono che tanta sofferenza porti ad ammalarsi e per lei fu così, non riusciva più a pensare lucidamente, stava diventando l'ombra di se stessa, una persona  diversa da quella che avevo conosciuto. Cercavo di capirla e di starle accanto come meglio potevo, ma è stato davvero difficile. Non riuscì a riprendersi, cadde in depressione  e si ammalò. Era chiaro come sarebbe andata a finire. Ho cercato di parlare con quell'essere chiedendogli di farle vedere il figlio almeno un'ultima volta perchè le cose stavano precipitando velocemente, lui mi rise in faccia .Si è lasciata morire e dopo qualche giorno è andata via.» rimasero in silenzio per un po' poi  riprese parola «Ero andato a bere  quando ho conosciuto Ruby, dovevo evadere da quello che mi circondava, mi sentivo schiacciato. Per l'ennesima volta mi ritrovavo da solo, nessun punto di riferimento se non me stesso...e devo dire che non sto facendo nemmeno un buon lavoro su questo fronte.» una risata sarcastica. Poi guardò Emma che aveva ascoltato la sua storia in rigoroso silenzio .Nei suoi occhi non vi lesse compassione o pietà ma comprensione e solidarietà ,si stavano scoprendo così simili.
«Cosa è successo alla tua famiglia?» non voleva essere invadente ma le parole erano uscite da sole.
«Morti, uno dietro l'altro. Una specie di domino»
«Killian! Ma che cavolo dici!»  non credeva avesse detto una cosa del genere.
«E' la verità, e poi ricorda che sono in piena sbronza , non sono proprio in ottime condizioni mentali... e poi un po' di humor nero non ha mai ucciso nessuno no?!» rideva più apertamente ora.
«Killian! Smettila!»  non voleva ridere ma si stava rivelando difficile.
«Rimani» Killian era tornato serio.
«Cosa?! Ma Henry...» in realtà non si preoccupava per suo figlio, era in buone mani, la preoccupazione nasceva dal sapere di rimanere a casa da sola con lui.
Lui non cercò di convincerla , doveva scegliere lei, i suoi occhi però la stavano implorando, non voleva rimanere da solo  con i suoi demoni.
«D'accordo, ma solo per un po'» si stava rammollendo a quanto pareva, probabilmente se glielo avesse chiesto un qualche suo ex con cui era stata massimo una settimana lo avrebbe mandato a quel paese senza tanti convenevoli.
Ma  Killian non era un suo ex, ancora non sapevano cos'erano ma non ci avrebbe di certo pensato in quel momento.
Si tolse gli stivaletti e il giacchetto di pelle rossa mostrando una di quelle magliette coordinate che gli aveva prestato quella volta a casa sua e si infilò sotto le coperte mettendosi su un fianco di fronte a lui, pochi centimetri a separarli.
«Grazie Emma» mormorò non lasciando i suoi occhi nemmeno per un secondo.
Lei sorrise e gli accarezzò una guancia.
Lui chiuse gli occhi, poi fece una smorfia ,un pensiero fastidioso prese piede nella sua mente.
«Swan perchè indossi la maglietta coordinata? Chi ha l'altra metà?  Con chi sta Henry ?»  ora la sua testa iniziava davvero ad essere pesante.
«Calma capitano ,Henry è con Ruby e l'altra maglia è ancora nell'armadio, ho messo questa perchè è la prima cosa che ho trovato.» poteva fare il geloso anche in quella situazione? Evidentemente si.
Sembrò tranquillizzarsi e il suo viso tornò sereno, gli angoli della bocca ad accennare un sorriso.
«Buonanotte Emma» ormai stava abbandonando il mondo reale.
«Buonanotte Killian» continuò ad accarezzarlo fin quando Morfeo non prese anche lei.

Emma si svegliò per prima, un raggio di sole era riuscito ad entrare colpendola in pieno volto.
Durante la notte Killian si era agitato, non aveva avuto un sonno tranquillo. Se lo era portato al petto e aveva cercato di tranquillizzarlo. Sembrava esserci riuscita perchè non si era più mosso e si era accoccolato meglio stringendola come poteva.
Lei era rimasta semi sdraiata, con la schiena appoggiata alla testiera, non era la posizione più comoda del mondo ma il contatto con lui lo rendeva sopportabile.
Non voleva svegliarlo ma lo sentì mugugnare qualcosa e stiracchiarsi non lasciando la presa su di lei.
«Buongiorno?» domandò Emma ,ora sarebbe dovuta arrivare la parte peggiore della faccenda, il post sbornia.
«Diciamo di si, pensavo peggio» alzò la testa per guardarla e la trovò più bella ,o meglio, svegliarsi e trovarsela vicino era bello, un nodo allo stomaco lo colpì , voleva quei risvegli più spesso.
Poi fece quello che probabilmente non avrebbe dovuto neanche sognato di fare, la baciò. Era una mossa azzardata, poteva finire male con Emma, lui non la stava baciando come le altre volte, lui voleva di più.  Magari lei non voleva e lui stava rovinando tutto, temeva che sarebbe scappata.
Continuò a baciarla infischiandosene di tutte quelle supposizioni.
Emma rispose con più foga di quanto lui avesse potuto immaginare.
Ovviamente ogni divertimento ha una fine e ad Emma piaceva particolarmente interrompere questi momenti.
Se lo allontanò il tanto che bastava per prendere fiato «Cosa hai intenzione di fare con Gold?»
«Accidenti Emma, ci stiamo baciando come non abbiamo mai fatto prima e tu pensi  ad altro? A Gold addirittura!» Pensavo di baciare meglio» e si accasciò un'altra volta su di lei nascondendo il volto nell'incavo tra collo e spalla.
Le stava facendo il solletico con la barba facendola divincolare sotto di lui.
«Baci molto bene,ma...» ma cosa?! Non lo sapeva nemmeno lei ,le veniva naturale rovinare i giochi. Killian sospirò e si buttò supino al suo fianco guardando il soffitto. Almeno aveva ammesso che baciava bene.
Ora si sentiva a disagio, stava andando tutto bene ed aveva rovinato tutto per l'ennesima volta, lo guardava e si sentiva in colpa, forse era solo una codarda...No! Tutto si poteva dire di lei ma non che fosse una codarda.
E fece quello che non avrebbe fatto se fosse stata una persona coerente con ciò che pensava.
Si mosse talmente veloce mettendosi cavalcioni su di lui trovandolo impreparato. Si chinò sulle sue labbra e lo baciò con più trasporto di prima.
«Non...devi sentirti...obbligata...» mormorò lui tra un bacio e l'altro.
«Zitto prima che ci ripensi» Killian sentì il suo sorriso sulle labbra. Si abbandonarono a quei sentimenti che avevano tenuto a bada per giorni. Insaziabili. Volevano entrambi di più ,e lo ebbero. Trovarono nella braccia dell'altro quello che da troppo tempo non avevano più: calore.
C'erano solo loro, tutto il mondo fuori poteva aspettare ,non c'era fretta.
I loro corpi combaciavano come non avevano mai fatto con altri , non c'era altro luogo dove dovevano essere.
Crollarono esausti nella posizione in cui si erano addormentati , uno di fronte all'altro occhi negli occhi.
Questa volta a spezzare il momento stranamente non fu Emma, ma il suo cellulare. Tirandosi le coperte per nascondere ciò che fino a qualche attimo prima non si era preoccupata di nascondere. Si sporse per cercare il telefono caduto da qualche parte.
Numero privato.
Si tirò a sedere, Henry non poteva essere, doveva rispondere?
«Pronto?»
Niente.
«Pronto?!..finiscila!» rimanere concentrata con Killian che le baciava la pelle visibile per richiamare la sua attenzione si stava rivelando un'impresa.
«Emma»
Il suo nome detto da quella voce le fece morire il sorriso sulle labbra.
Chiuse la chiamata e lanciò il cellulare ai piedi del letto. Paralizzata.
«Emma chi era?» aveva visto il cambio repentino del suo corpo , sembrava una statua ,il colorito della pelle terreo.
Con occhi spaventati lo guardò. Quel nome pesava troppo per uscire fuori.
«...Neal.» si accovacciò contro il petto di Killian, non versò neppure una lacrima, era scioccata, non riusciva a pensare lucidamente e dire che era Killian ad aver bevuto la sera precedente.
Lui tacque ,Emma aveva bisogno di tempo per metabolizzare quindi se la strinse più forte al petto.
Dopo qualche minuto il sangue ricominciò a fluire normalmente nel corpo di lei, si staccò velocemente da Killian e cercò i suoi vestiti.
«Emma» non sapeva cosa le frullasse nella testa, ma temeva niente di buono.
«Va tutto bene, torno a casa da Henry. Ci sentiamo.» Lo aveva guardato giusto un attimo prima di  sparire in corridoio. La porta di ingresso che si apriva e richiudeva. 

 

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Salve gente!
passato una buona settimana? spero di sì :D
Allora inizio subito con il dire che non ho mai scritto capitoli del genere e spero che non ne sia uscita una schifezza xD
Tra l'altro ho fatto anche un abbozzo di disegno, perchè lo così si può definire, sulla scena di loro ma al momento non so come fare ad aggiungerlo quindi non potrete vedere il mio capolavoro...ahahahh no non è vero non vi perdete niente ahahhaha
Altro punto, non ho riletto il capitolo, lo so che non si fa, ma ho i minuti contati devo vedere le puntate di flash e arrow altrimenti rischio di trovarmi davanti troppi spoiler ahahahah quindi per eventuali errori fatemi sapere, sicuramente lo rileggerò in ogni caso xD
Devo anche finire di leggere le vostre storie che non sono riuscita a leggere durante la settimana quindi mi devo dare da fare ;)
Grazie per chi legge, inserisce la storia nelle categorie e soprattutto chi recensisce, mi fate sempre moooolto contenta :')
Alla prossima
Gio

P.S.
è da un po' che non disegno come si deve quindi sono un po' arruginita e questo..disegno(?) è uscito fuori così, di getto :') se avrò altre ispirazioni cercherò di fare meglio ^-^

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Capitolo 8
*** Capitolo #8 ***


Capitolo #8

 

«Emma!» esclamò Ruby
«Dov'è Henry?»
«Sta ancora dormendo»
Emma la tirò per un braccio verso la sua stanza chiudendo la porta alle loro spalle.
«Cosa è successo a Killian?»
«Sta bene, più o meno...»era una mezza verità no?
«Hai il suo odore addosso...Oddio hai il suo odore addosso! Ci sei andato a letto!» Ruby sembrava un adolescente tanto si stava esaltando...cioè lo avrebbe fatto anche lei se non  fosse stato che nella sua mente ora c'erano ben altri pensieri.
«Shhh, abbassa la voce! E smettila di comportarti come un cane» Ruby le fece la linguaccia.
«Allora, dimmi, perchè sembra che un fantasma ti stia inseguendo?» chiese la bruna.
«Perchè è così...»trovò perplessità negli occhi di Ruby «Neal»
Tutta l'ilarità di poco prima scomparve.
«Cosa? Come? Quando?» non capiva.
«Poco fa ho ricevuto una chiamata ed era lui, ne sono sicura» perche doveva sempre essere tutto così complicato.
«Cosa ti ha detto?»
«Ha solo detto il mio nome, poi ho attaccato e ho lanciato via il telefono» spiegò.
«Che hai fatto? Hai lanciato il telefono?» non era un comportamento da Emma.
«Mi sono spaventata...»si giustificò la bionda.
«Cosa hai intenzione di fare?»
«Niente?!» che doveva fare, l'unica cosa che voleva fare era far finta che non fosse successo niente...cioè non niente niente ,solo l'incidente 'Neal'. Tutto il resto andava bene.
Si ritrovò a sorridere come un ebete e Ruby non potè fare a meno di farglielo notare.
«Stai sorridendo come una ragazzina con una cotta» cantilenò
«Non è vero!»
«E' vero!»
«Ok è vero...» e sorrise guardandola negli occhi  «Sono così stupida» si rimproverò.
«No sei solo innamorata»
«No! Zitta!» non ci sarebbe ricaduta, è vero era stata con Killian e provava qualcosa per lui ma non voleva correre,e non lo avrebbe fatto.
«Ok, ok ...tanto lo so come finirà» disse con fare angelico Ruby.
No non poteva saperlo perchè nemmeno Emma lo sapeva e in questo momento era una domanda troppo ingombrante a cui pensare.

Ruby se ne era andata, doveva passare a casa e poi andare al locale; Henry si era svegliato l'aveva salutata e ora stava mangiando i suoi cereali davanti alla tv, guardando i cartoni della domenica mattina.
Lei si era andata a fare una doccia. Voleva farsi scivolare via tutte le preoccupazioni almeno per dieci minuti...anche venti magari.
Non voleva pensare a nulla. Era impossibile e lo sapeva. Cosa voleva Neal, perchè ora la cercava dopo dieci anni, cosa voleva da lei.
Voleva sparire.
Ora che con Killian le cose stava prendendo forma, non sapeva che forma, con quella chiamata si erano affievolite quelle illusioni che piano piano stavano nascendo in lei. Fantastico.
Uscì dal bagno e si chiuse in camera sua. Prese il telefono.
Un messaggio da 'Il Capitano'.
«Il Capitano?? ma cosa...» Henry aveva rimesso le mani sul suo telefono, ormai ci aveva rinunciato.
' Ehi Swan ,tutto bene? La doccia ti ha rilassato i nervi? Sei più in te ora?'
Il battito cardiaco era accelerato. Si guardò intorno, le tende celavano l'interno della stanza, anche se sfidava chiunque a spiarla dal quarto piano della palazzina.
'Come fai a saperlo...'
'Sei davvero sexy con solo quell'asciugamano addosso ;)'
D'accordo ora si stava spaventando, non riusciva a capire cosa stesse succedendo.
Si strinse l'asciugamano addosso quasi fosse una seconda pelle.
Aprì la porta per tornare in bagno...
«Aaaah!» l'urlo che le uscì quando si trovò davanti Henry e Killian li fece scoppiare a ridere.
«Mamma hai urlato come una femminuccia!» Henry lacrimava per quando stava ridendo e Killian lo seguiva a ruota.
«Brutto idiota mi hai fatta spaventare!» e iniziò a dargli pugni a raffica sul petto mentre lui con una mano teneva ancora il telefono e con l'altra cercava di stringerla in abbraccio ma con scarsi risultati.
Henry e Killian si batterono il cinque.
«Che ci fai qui? Quando sei arrivato? Ti ho detto che volevo stare a casa con Henry non con Henry e Killian!» incrociò le braccia al petto.
«Swan così mi offendi. Sono arrivato mentre eri in bagno....E poi pensavo che la mia compagnia ti piacesse...» disse rivolgendole uno sguardo allusivo.
«Sta zitto» si portò una mano sul viso.
«Tu e la mamma avete fatto cose zozze?» chiese candidamente Henry.
«HENRY!!!» era paonazza e Killian stavolta non era da meno. Perchè ci si metteva anche suo figlio ora?!
«Vai a vedere i cartoni con Killian, per favore» voleva stare tranquilla per cinque minuti,era chiedere tanto ?!
Henry corse di là, lei si girò per tornare in camera a cambiarsi... «Killian cosa pensi di fare? Il televisore è nell'altra stanza.»
«Andiamo Swan, sei diventata timida tutto d'un tratto!»
La mano di Emma fu fulminea, coprì la bocca di Killian in modo che non potesse dire altro.
«Shhh, la smetti!!! Ma non hai altro da fare? Sul serio Killian, volevo rimanere da sola per capire cosa fare con...quella cosa» non voleva parlarne apertamente con suo figlio nei paraggi.
«Va bene ti lascio  il tempo per cambiarti per pensare, e no, non ho niente da fare perchè ho deciso che rifiuterò l'ordine di Gold» semplice e diretto.
«Anche se vi porterebbe un grosso guadagno?»
«Si, non riuscirei a progettare qualcosa di sicuro, il mio inconscio cercherebbe di manomettere più cose possibili...preferisco non far chiudere l'azienda né tanto meno di finire in galera...come faresti poi senza di me?» gesticolò con le mani e alzò un sopracciglio nel pronunciare l'ultima frase.
«Certo...non fa una piega» concordò lei non sapendo se fosse serio o no «In ogni caso vai da Henry se proprio non vuoi andartene» e si chiuse la porta alle spalle.
Se la prese davvero molto comoda. Si asciugò i capelli, se li spazzolò e poi li raccolse in una coda morbida. Si infilò la tuta più comoda e più scialba che trovò nell'armadio, magari così Killian avrebbe afferrato il concetto e se ne sarebbe andato...o forse no.
Tornò dai due maschi nell'altra stanza intenti a dibattere sul cartone animato di turno. Entrambi  seduti sugli sgabelli che mangiavano latte e cerali. Quando Killian la vide fece un fischio «Swan cosa ti sei messa...vuoi farmi scappare per caso?!» se la tirò vicino e la cinse con un braccio «Mi dispiace ma ti trovo adorabile anche così» se la tenne vicino e le sorrise furbo mentre lei simulava uno sbuffo per nascondere che in realtà ,seppur inconsciamente, aveva sperato che lui dicesse una cosa del genere.
«Giochiamo!»urlò Henry e in fretta e furia sparecchiò il tavolo prendendo poi il suo gioco preferito, una sorta di 'Indovina Chi' con i personaggi delle favole.
Giocarono per buona parte della mattinata per poi fermarsi e pranzare con quello che Emma trovò nel frigo. Si stavano divertendo, nonostante ciò sia Emma che Killian lanciavano occhiate ogni due minuti al telefono di lei, un comportamento quasi ossessivo compulsivo. Non sapevano nemmeno loro cosa aspettarsi ma non riuscivano a rimanere tranquilli.
Poi arrivò.
La vibrazione del cellulare fece piombare il silenzio.
«Pausa bagno, torno subito» Henry corse via.
Sia lei che lui guardavano quell'oggetto con timore neanche troppo celato. Nessuno dei due osava parlare.
Emma prese coraggio e lesse il testo  di quel messaggio del numero che aveva salvato come 'N'.
«Cosa dice Emma?»
«Vuole vedermi...»poco più di un sussurro. Perchè la sua vita doveva sempre essere così?
«E allora incontralo, lui non sa di Henry quindi non devi preoccuparti per lui, posso tenerlo io mentre tu chiudi questa storia» Emma fece cenno di si con la testa anche se non lo stava ascoltando completamente, la mente persa in altri pensieri. Tornò in se, digitò quasi con furia il testo del messaggio «Puoi tenere Henry questo pomeriggio? Io devo chiudere questa storia» nessun segno di cedimento o accenno di paura. Killian le sorrise e le prese una mano.
«Certo» gliela strinse tra le sue.
La riconoscenza nello sguardo di lei.
«Pronti per il quarto round?! Vi straccerò ancora una volta!»
Henry ignaro di tutto trotterellò contento verso di loro.

«Ok ragazzino, io torno tra poco, non combinate troppi danni e mi raccomando tienilo d'occhio»disse al figlio indicando Killian che parve sorpreso di una tale raccomandazione.
«D'accordo» e le diede un abbraccio.
Emma si voltò verso Killian «Grazie»
«Per cosa?»
«Per starmi vicino» e gli diede un veloce bacio sulle labbra stando attenta che Henry fosse andato in camera sua. La mano di lui raggiunse la sua guancia.
«Tranquilla Swan, ce la farai» le sorrise «e poi se hai bisogno di aiuto qui hai due uomini che verranno a salvarti» e ammiccò.
Si sentì così felice che cercò di non pensarci, troppe volte le era parso che la felicità l'avesse finalmente raggiunta per poi accorgersi che era tutta una grande beffa della vita.
Lo baciò più intensamente ed uscì.
Rimasto a guardare la porta chiusa si rese conto che una paura rimasta nascosta fino a quel momento ora risaliva piano piano dentro di lui.
Temeva di rimanere solo per l'ennesima volta.
Con Emma si stava creando qualcosa, lui teneva a lei. Era un dato di fatto.  Ma tra loro c'era qualcosa, lui lo sentiva ,lei lo sentiva..che poi lei faticava a venirne a patti era altra storia.
Doveva essere positivo e non pensare solo a se stesso, come poteva essere così egoista.
Henry ricomparso magicamente accanto a lui gli tirò la camicia «Killian guardiamo un film, guardiamo Nemo!» esclamò mostrando il DVD
«Alla ricerca di Nemo?! ok...» era un cartone con un inizio tra i più tristi, lui non lo avrebbe mai scelto.

 

Arrivati alla metà del film Killian si voltò verso Henry  e lo vide molto concentrato sulle scene che si susseguivano. «Tutto bene Henry?»
«Mmh...sisi...tutto bene...» non lo convinse nemmeno un po'.
«Avanti che c'è» si voltò con il busto verso quella piccola figura che si stava contorcendo le mani in modo nervoso.
«Io penso che anche il mio papà mi stia cercando, non so come siano andate le cose perchè mamma non ne parla mai, ma io lo spero tanto che un giorno arrivi.» i suoi occhietti luccicarono di speranza pura.
«Forse è così...dagli un po' di tempo, noi grandi ci accorgiamo troppo tardi dei nostri errori» come poteva resistere a tanta dolcezza? Semplice non poteva ,e se lo strinse in un abbraccio.
«Sai Killian tu saresti un buon papà, se lui non arriva tu andrai super bene, sei uno forte»
Ora erano gli occhi di Killian a luccicare.


 

Gli aveva  dato appuntamento al parco, voleva avere delle vie di fuga per scappare  se ce ne fosse stato bisogno. Si sentiva irrequieta. Cosa doveva aspettarsi?! Come doveva comportarsi?
«Emma». La voce alle sue spalle le fece perdere un battito. Da quanto tempo era che non sentiva quella voce così vicino alla sua pelle? Tanto, troppo.
Si voltò piano ,per non cedere a quei sentimenti che contrastanti lottavano gli uni  contro gli altri.
Il suo volto era più maturo, non più il ragazzino di un tempo. I loro occhi si incontrarono per la prima volta dopo più di dieci anni. Un altro battito mancato, il cuore le si strinse. Le era mancato così tanto che trovarselo lì davanti la stava per far cedere.
Ma non lo avrebbe fatto, non si sarebbe fatta influenzare da quei sentimenti, non lo avrebbe permesso.
«Neal» quanto pesavano quelle quattro lettere.
«Ti trovo bene» esordì lui, impacciato.
«Cosa vuoi» tagliò corto lei non voleva prolungare quella sofferenza. Perchè sì ,stava soffrendo, tutti i loro momenti le scorrevano davanti agli occhi, tutto quello che erano stati e che ormai non erano più.
Lui sorrise triste. Ma cosa si aspettava?!
«Ho sbagliato Emma, mi dispiace. Non sarei dovuto sparire così . Non te lo meritavi» fece una pausa per vedere se lei lo stesse ascoltando veramente «Eravamo così giovani, sapevo di non essere abbastanza per te, meritavi di megl..» non riuscì a terminare la frase che Emma iniziò ad urlargli contro.
«E questi ti ha dato la scusa per lasciarmi senza dirmi niente?! Per sparire da un momento all'altro lasciandomi da sola e con mille domande?! Come hai potuto giocare così con me?» i suoi occhi lanciavano fiamme e poi ...« Io ti amavo» ora si sentiva esausta, così esausta.
Neal tacque accettando tutto quello che Emma gli stava sputando addosso. E anche quella confessione dolorosa.
«Per favore Emma, io vorrei solo parlare con te» i suoi occhi erano lucidi, lo sapeva che aveva sbagliato tutto ma il passato non si poteva cambiare.
Non seppe per quale arcano motivo acconsentì, cioè lo sapeva, ma era meglio fingere, faceva meno male.
Parlarono, Emma parlò della sua vita, omettendo dettagli come il fatto che Henry fosse figlio di entrambi, ma gli parlò ugualmente di quel piccoletto che le aveva cambiato la vita. Neal non poteva credere che Emma avesse avuto un figlio, era così strano, e quando le chiese quanti anni avesse lei cambiò discorso chiedendo della vita di quell'uomo sparito più di dieci anni prima.
Lui aveva viaggiato con la famiglia, all'epoca era dovuto partire all'improvviso ed era per quel motivo che nessuno aveva avuto più sue notizie...beh era anche stata colpa sua che non aveva voluto lasciare traccia.
Nonostante quello che le aveva fatto, nonostante l'avesse abbandonata, nonostante le stava per incasinare la vita di nuovo, nonostante tutto, lui le era mancato. Una parte di lei sopita per tutto quel tempo ora si stava risvegliando mostrando al suo cuore pieno di lividi che era felice di averlo ritrovato.
Passarono il pomeriggio così. Il disagio iniziale mutò trasformandosi in quella complicità che temevano fosse scomparsa. Non era così, continuavano a capirsi.
«Ora devo proprio andare»
«Va bene, un giorno di questi mi piacerebbe conoscere tuo figlio»
Il gelo cadde su di lei.
Tranquilla Emma, tranquilla.
«Certo perchè no» sfoderò la sua migliore faccia da poker. Ma non lo aveva guardato negli occhi.
Lo salutò. Andò via, ma non sentì il bisogno di voltarsi.

 

Il rumore delle chiavi nella toppa li distolse dai loro disegni.
«Mamma!» Henry si sporse sulla sedia per salutarla «abbiamo fatto un sacco di disegni, vieni a vederli! Sono stra belli!»
Killian non le aveva tolto gli occhi di dosso da quando aveva varcato la soglia di casa. Era agitato. Neal era stato il suo primo amore era normale essere gelosi...gelosia, ecco da dove veniva quella morsa allo stomaco.
«Come è andata?» le domandò.
«Penso bene...è stato strano» ammise lei, eccome se lo era stato.
«Cosa hai fatto mamma?» chiese curioso Henry.
«Ehm...»cercò una mezza verità da rivelargli «ho incontrato una persona, per una faccenda un po' complicata»
«Tutto risolto ?»
«Non del tutto, ci sto lavorando»
«Ok» il bambino capì che non si sarebbe sbilanciata più di tanto quindi prese i suoi disegni e andò in camera a ripassare la lezione per scuola.
Killian voleva sapere tutto, moriva dalla voglia di sapere cosa era successo. Ma era un gentiluomo, avrebbe aspettato che fosse lei ad iniziare la conversazione.
La vedeva strana,nervosa. Si era seduta di fronte a lui ma non lo guardava, si torceva le mani.
«Gli ho parlato di Henry, omettendo la parte più importante ovviamente, ha detto di volerlo conoscere. Ho detto che andava bene» mormorò. Si alzò e cominciò  a cercare nella credenza il preparato per la cioccolata calda.
Killian sapeva che c'era qualcosa che non gli stava dicendo. Non riusciva a pensare a qualcosa da dirle. Lei non gli facilitava la cosa.
«Non dici nulla?» esordì lei, quasi arrabbiata che lui tacesse.
Alzò le spalle «Non pensavo glielo avresti permesso, tutto qua.»
«Già nemmeno io...è stato così strano Killian io...io non me lo aspettavo, trovarmelo davanti è stato uno shock.» parlava senza guardarlo.
Una domanda premeva nel petto di Killian, voleva uscire e lui le facilitò il percorso «Tu lo ami ancora Emma?»
Le spalle di lei si tesero. Un pezzo di marmo. Si voltò verso di lui guardandolo negli occhi, in quegli occhi azzurri che chiedevano la verità, e lei gliela diede sebbene sapesse che avrebbe fatto male ad entrambi « Non lo so»
Killian si sentì pesante. Rimasero occhi negli occhi per qualche minuto poi si alzò «Meglio che vada, salutami Henry»
e si avviò verso la porta.
«Killian...» ne uscì in un debole sussurro. Voleva piangere, la sua testa stava scoppiando. Spense il fornello con la cioccolata lasciandola lì poi si chiuse in bagno finchè Henry dopo un'ora le bussava per  chiederle cosa avrebbero mangiato per cena.









Buona sera gente!
Sembrava impossibile (almeno per me xD) ma siamo arrivati all'ottavo capitolo :') che poi piaccia o meno è  comunque una soddisfazione per la sottoscritta u.u
Io volevo davvero ringraziare le splendide ragazze che non mancano di farmi sapere i loro pensieri e le loro opinioni, davvero mi fate commuovere...e mi fate felice ovviamente u.u
Allora questo capitolo è stato un'incognita fino alla fine per me, ci ho lavorato fino a qualche minuto fa, ero scettica su un sacco di cose, ma alla fine ho steso questo testo e mi pare possa funzionare...poi la parola sta a voi.
Allora vi dico subito che il prossimo capitolo potrebbe variare di data, quindi potrebbe uscire sabato o forse no, non lo so nemmeno io xD ma per postarlo ora ho fatto i salti mortali ahaha
Non mi dilungo oltre perchè devo assolutamente mettermi in pari con le vostre fic che non sono riuscita a leggere durante la settimana T.T quindi devo sbrigarmi altrimenti mi troverò sommersa :D
Aspetto di leggere i vostri commenti, positivi e negativi che siano.
Alla prossima 
Gio
 

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Capitolo 9
*** Capitolo #9 ***


Capitolo #9





 

«Perchè Killian non vien più a trovarci?» Henry era comparso all'improvviso alle sue spalle, lei intenta a leggere al computer dei file che David le aveva mandato per un nuovo caso, niente di impegnativo, negli ultimi giorni solo furti da parte di qualche ragazzino scapestrato, normale amministrazione. Niente di eccitante...niente per impegnarla mentalmente e distrarla da quel grande casino che era la sua vita.
«Te l'ho detto Henry, Killian ha la sua vita, non può stare sempre con noi e vale la stessa cosa per noi.» quanto le faceva male quella verità, si rese conto che non avrebbe mai voluto dire parole del genere.
«Ma io pensavo che voi due...» sembrava davvero deluso «ok ,non fa niente» mogio mogio stava per tornarsene in camera sua con i disegni che teneva  in mano.
Il cuore di Emma non poteva sopportare di vedere suo figlio così triste, e per colpa sua poi. Gli aveva dato false speranze e le aveva date anche a se stessa.
Non lo aveva più sentito ed erano passati ben quattro giorni, anche lui però non si era fatto vivo...Si diede della stupida, era ovvio che non l'avesse più cercata, dopo che lei gli aveva dato quella risposta cosa si aspettava?!
Lei però era stata cercata da qualcun altro. Neal l'aveva chiamata più volte in quei giorni chiedendole di vedersi ma lei aveva sempre declinato, pensare di incontrarlo la faceva sentire in colpa, come se tradisse...Killian.
«Henry usciamo,ti porto a conoscere un mio...vecchio amico, ha detto che gli farebbe piacere conoscerti» sorrise,un sorriso colpevole ma Henry non vi badò.
«D'accordo» acconsentì, anche non era particolarmente entusiasta.
Emma non perse tempo e inviò il messaggio a Neal. Il messaggio di risposta non tardò ad arrivare.
Si sarebbero incontrati tra un'ora al parco, meglio non chiudersi in qualche locale.
Far incontrare Henry e Neal la rendeva irrequieta, la cosa poteva finire davvero male, non ci voleva nemmeno pensare. Perchè le era venuta quell'idea suicida?
Avrebbe voluto parlare con Killian. Voleva sentirsi rassicurata, voleva sentire la sua voce che le diceva che sarebbe andato tutto bene. Che razza di presuntuosa egoista! Non lo aveva nemmeno richiamato per chiedergli se stesse bene, anche se immaginava che dopo quello che gli aveva detto forse neanche le avrebbe risposto. Era precipitato tutto in una frazione di secondo, non se ne era quasi accorta.
Aveva il cellulare in mano. La mano le tremava. Voleva scrivergli. Voleva sentire la sua voce. Ma il pensiero di un rifiuto da parte di lui le faceva troppo male.
«Dai mamma andiamo, prima di andare dal tuo amico devo comprare un altro album da disegno» disse Henry infilandosi il cappotto.
«Ma te l'ho comprato una settimana fa!» obbiettò lei.
«L'ho finito, ho disegnato i progetti per  lo yacht insieme a...lasciamo stare» scosse la testa e voltò lo sguardo verso la finestra.
Le si strinse un'altra volta il cuore. Era una madre orribile.
«D'accordo andiamo»
Il viaggio fu pervaso da un pesante silenzio. Scesero dall'auto per comprare l'album per poi tornare e dirigersi al luogo dell'incontro.
Il sole di quel pomeriggio riscaldava la giornata invernale che ormai stava per volgere al termine, poco più di due ore e si sarebbe fatto buio ma lo spiazzo verde era ancora pieno di famiglie.
Si sedettero su una panchina aspettando che arrivasse Neal.
Madre e figlio ancora non si erano rivolti parola. Emma voleva dirgli così tante cose, Henry non aveva voglia di dirle niente.
«Ehi Emma!». I due si voltarono all'unisono verso la voce. Neal che stava quasi quasi correndo, alla vista del bambino, più grande di quanto si era aspettato, si bloccò e quasi incespicò nei suoi passi.
Lo sguardo confuso, un cipiglio che non accennava a stendersi.
Emma sudava freddo, sapeva come sarebbe finita. Purtroppo. «Ciao Neal, questo è mio figlio Henry; Henry questo è il mio amico Neal»
Henry sorrise all'uomo che gli ispirava simpatia.
Neal fece un sorriso che non raggiunse gli occhi,stava pensando a qualcosa «Ciao Henry» guardò Emma e in meno di un secondo gli fu tutto chiaro. Ma voleva una conferma.
«Quanti anni hai Henry?». Ed ecco che tutto iniziava a degenerare.
«Henry vai sull'altalena, ora ti raggiungiamo.» l'ansia nella voce di lei.
«Emma quanti anni ha?!» Neal si stava scaldando, la sensazione a pelle che quel bambino fosse sangue del suo sangue.
Henry non stava capendo nulla, la situazione gli stava sfuggendo di mano. «Mamma che succede?»
«Henry vai, devo parlare con Neal» lo supplicò.
«Dimmi quanti anni ha»
«Ne ho dieci! Mi dite perchè state urlando?»
Attimi di silenzio seguirono alla rivelazione del piccolo.
«E' mio figlio» non era più una domanda, ma una costatazione di fatto.
«Che stai dicendo? Mamma è vero? Mamma ?!» nella testa di Henry solo tanta confusione.
Lo sguardo sconfitto di Emma passò da Neal a suo figlio. Ammise a se stessa che sapeva sarebbe finita in quel modo, lo aveva voluto lei. Era una cosa da fare, prima o poi sarebbe successo ,in un modo o nell'altro.
Alla tacita conferma Henry le rivolse uno sguardo che andò dallo stupore allo smarrimento. Scappò. Corse via. Emma non lo perse di vista finchè non lo vide fermarsi a qualche panchina più in la. Sperò che non avesse preso da lei l'arte della fuga...anzi no, Neal in qualche modo era anche più bravo di lei in quella disciplina. Pregò che suo figlio non fosse un codardo come loro.
«Emma, io...io, lui è mio figlio. Non so cosa dire»
«Non dire niente, non ce n'è bisogno» era arrabbiata con se stessa.
«Se lo avessi saputo...»
«Tu sei sparito, non io» era un dato di fatto «è inutile parlare di ciò che poteva essere»
La guardò cercando di immaginarla da sola con un figlio da crescere. Loro figlio. Si era perso così tanto. Era stato un tale stupido, non si era mai perdonato e se prima aveva intravisto una speranza di essere perdonato da lei ora che era venuto a conoscenza di Henry erano sfumate all'istante.
«Vado da lui» disse Emma ma Neal la bloccò.
«No, vado io» si incamminò verso quel nuovo figlio che aveva appena trovato.

Henry guardava davanti a se, padri che spingevano i figli sulle altalene, che si rincorrevano... lui aveva vissuto quelle esperienze solo con sua madre, e per lui andava bene ,era felice della sua vita, ma ora che si erano trovati voleva recuperare ciò che non avevano vissuto.
Neal gli si sedette vicino «Quindi sono tuo padre e tu sei mio figlio»
«Già»
«Scusami Henry» cercò i suoi occhi «scusa se ci ho messo tanto»
«Non lo sapevi» non era arrabbiato, era contento di poter finalmente dare un volto all'immagine di suo padre che aveva nella testa. Stava solo metabolizzando e assorbendo le nuove novità.
Emma li guardava d lontano. Gli occhi improvvisamente lucidi. Sembravano andare d'accordo ,li raggiunse.
«Mamma Neal ha girato quasi tutto il mondo! Ha detto che mi farà vedere le foto dei posti che ha visto1» era contento e poi ancora più felice esclamò « E poi andremo a vederli anche noi con Killian quando l'operazione sarà completata!» ma appena finito di parlare si coprì la bocca come se avesse rivelato troppo.
«Killian? Chi è questo Killian?»
Emma fu vaga, non voleva parlarne, specialmente non con lui e non in quel momento. Non era il caso.
Iniziarono a parlare. Henry gli raccontò della scuola ,dei suoi passatempi e Neal ascoltava rapito, voleva conoscere tutto di suo figlio.
Emma partecipava ogni tanto con qualche aneddoto ma per lo più taceva  e li guardava, avevano perso tanto.
Il tempo era corso via e due ore erano volate ed era ora di tornare a casa.
Si salutarono dopo che Emma ebbe declinato l'invito a cena di lui, un passo alla volta.
I due tornarono alla macchina e una volta seduti ed essere partiti Henry ruppe il silenzio « Mamma posso mandare un messaggio a Killian?» chiese cauto.
«Ok» acconsentì, cercò di capire cosa frullasse per la testa di suo figlio «Henry ,ce l'hai con me?»
Lui prese il telefono andando alla lettera K « No mamma, non ce ne sarebbe il motivo, non è stata colpa tua, ma non ce l'ho nemmeno con Neal, pensava di fare qualcosa di buono anche se non era così».
Suo figlio la stupiva ogni giorno, e pensare che lo aveva cresciuto lei,da sola, la riempiva di orgoglio.
Henry si concentrò sul testo del messaggio da scrivere.
''Ciao Killian, sono Henry :) devo dirti tre cose:
   1) Sto usando il telefono di mamma e lei lo sa! Mi ha dato il permesso x)
   2)Oggi ho comprati un nuovo album da disegno perchè l'altro l'ho riempito di disegni per la nostra missione...perchè tu non hai abbandonato la missione vero?!
   3) Ho trovato mio padre...
Killian quando ci vediamo? Non so cosa sia successo con la mamma ma lei è una femmina, dobbiamo capirla...o cercare di capirla, le femmine combinano sempre guai!!!

Killian in un bar sorrise nel leggere il messaggio, quel ragazzino era troppo in gamba.
Quindi alla fine Emma aveva svelato il segreto ad entrambi. Henry dal messaggio non sembrava troppo turbato...forse il tanto temuto Neal non era un tale mostro...rise sarcasticamente, aveva lasciato Emma senza una spiegazione e ora si ripresentava nella sua vita, si era un mostro. Bevve altro rum.
Quei giorni erano stati relativamente inutili, l'unico momento movimentato era stato quando aveva dovuto chiamare per la faccenda Gold; alla signora French-Gold aveva detto che ci aveva ripensato e che non voleva avere più nulla che fare con loro, o meglio le disse che era una questione puramente personale con il suo capo nonché suo marito nonché l'uomo che gli aveva portato via la sua Milha. A quelle parole lei non seppe cosa rispondere, aveva capito solo metà di ciò che le aveva detto, avrebbe dovuto chiedere a suo marito. Lui la salutò chiedendole quasi scusa e lei farfugliò un debole '' No,mi scusi lei''.
Il resto di quelle giornate erano passate tra ricerche sul computer per forniture ed eventuali clienti; pranzi e cene con quello che trovava in giro per casa perchè di uscire non se ne parlava proprio; film visti a metà  poiché la mente poi cambiava direzione senza avvisarlo e lo trascinava a qualche kilometro di distanza, in un appartamento dove c'erano due  figure, e se li immaginava che cenavano o che guardavano un film come lui.
Davvero deprimente.
Aveva ragione Henry , forse doveva fare lui la prima mossa, come sempre del resto. Buttò giù anche il terzo bicchiere. Mentre aspettava per la quarta volta che il barista gli riempisse il bicchiere un uomo gli si sedette affianco.
«Mi dia la cosa più forte che avete per favore»
Killian guardò lo strano tipo che alle sette di sera sembrava messo peggio di lui, un record «Amico devi essere proprio nei casini per volerti tramortire fino a questo punto» Killian aveva fatto diverse amicizie in quel modo, altre volte invece non erano nate amichevoli conversazioni...
L'uomo sorrise stanco guardandosi le mani. Forse parlare ad uno sconosciuto gli avrebbe fatto bene.
«Già è proprio così, ma scoprire dopo dieci anni che hai un figlio da una donna che hai amato e poi abbandonato non ti fa sentire la persona più felice del mondo» e assaggiò il liquido che il barista gli aveva versato nel bicchiere.
Killian quasi si strozzò. Ma cos'era uno scherzo?!
Rise scuotendo la testa, forse era il troppo rum ,forse solo un gioco della sua mente. Poteva essere così sfigato? Si portò le mani sugli occhi e se li strofinò cercando di svegliarsi da quell'incubo.
Prese un respiro. Già che c'era poteva capire con che tipo d'uomo avesse a che fare «Una giornata impegnativa a quanto pare»
«Non immagini quanto. Vedermela davanti con quel bambino...non lo so ,ho subito sentito fosse mio» guardò un punto imprecisato davanti a sé « e io l'ho lasciata facendoglielo crescere da sola, certo non lo sapevo ma...sono un mostro» si coprì il volto.
Killian voleva concordare con quanto detto ma forse era meglio tacere. Poi si voltò con sguardo stralunato verso Killian « e continuerò ad esserlo...io tra poco riparto e li lascerò di nuovo...io non so cosa fare»era devastato.
Killian provò quasi pena, poi da brav'uomo qual'era disse qualcosa di cui sapeva si sarebbe pentito. «Beh perchè non li porti con te? Se...se vi amate ancora il problema non dovrebbe esserci...giusto?» perchè non stava zitto, perchè doveva dargli suggerimenti che andavano contro ciò che voleva li? Ah si, lui amava Emma e avrebbe voluto vederla finalmente felice e libera dai suoi demoni e ...ed era un uomo d'onore ,se Neal avesse voluto riunire la sua famiglia lui si sarebbe fatto da parte. Il suo cuore avrebbe affrontato l'ennesimo colpo ma aveva imparato a sue spese che era bravo a sopravvivere.
Henry se lo meritava, aveva bisogno di entrambi i genitori.
Vide Neal in difficoltà, cosa stava succedendo?
«Beh la cosa è più complicata...». Killian gli rivolse un'occhiata interrogativa.
«Io sto per sposarmi...ero venuto solo per scusarmi con Emma e per chiederle perdono. Io non immaginavo un risvolto del genere ,un figlio accidenti...ma chi se lo aspettava» e si perse in pensieri.
«Oh caz...» questo si che era un colpo di scena, chi lo avrebbe immaginato...forse quel tipo poteva anche iniziare ad essergli simpatico. Forse.
«E glielo hai detto?» ne dubitava .
Scosse la testa .
«E cosa aspetti?!» forse lo aveva detto con troppa foga perchè Neal sobbalzò.
«Lo farò,» balbettò «devo farlo, fra due giorni devo andarmene, ma ho paura di deluderli di nuovo»
«Mi pare scontato che sarà così» disse quasi fra sé e si scolò anche il quarto bicchiere.
«Già, lo so»concordò afflitto lui.
Bevvero un altro po in silenzio ,il chiacchiericcio nel locale come sottofondo.
Preso da una nuova forza, data forse dall'alcool  Neal si alzò di scattò «Hai ragione, devo dirglielo! E lo farò ora. Grazie amico» pagò, gli diede una pacca sulla spalla e uscì correndo.
Che serata ragazzi.
Saper che Neal doveva sposarsi lo fece sentire meglio. Che ragazzaccio che era. Rise sotto i baffi.
Probabilmente Emma avrebbe sofferto.
Probabilmente Henry avrebbe sofferto.
Pagò ed uscì. Forse un giorno si sarebbero rincontrati, e ci sarebbe stato da ridere.

Bussarono alla porta. Emma non aspettava nessuno a quell'ora, stavano per mettersi a tavola.
Dentro di se sperò di trovare dall'altra parte due occhi azzurri...
«Neal?!» era confusa, si erano visti qualche ora prima ,cosa era successo? «Che ci fai qui? Come fai a sapere dove abito?» di solito era lei che trovava le persone non il contrario!
«Io, beh è di questo che dovrei parlarti.» aveva il fiatone, doveva aver corso.
«E non potevi aspettare domani?» erano rimasti sulla porta, quello era il suo rifugio e lui era ancora un pericolo.
«No» le rispose implorandola con gli occhi.
«Ok...»si scostò per farlo entrare «stavamo per cenare, ti unisci a noi?» non era entusiasta ma era pur sempre una persona civile.
«No grazie, voglio parti e poi togliere il disturbo.»
«Mamma chi è?! E' Killian?» Henry si era precipitato rimanendo quasi deluso ma non dandolo a vedere.
«Un giorno me lo dovrete far conoscere questo Killian» disse tranquillo, nessuna punta di gelosia.
«Quando mamma gli chiederà scusa e faranno pace ci andremo a prendere un gelato tutti inseme.» ed incrociò le braccia rivolgendo a sua madre un'occhiata di rimprovero.
«Henry parli troppo» Emma era imbarazzata «perchè non ti vai a lavare le mani?»
«No aspetta, io devo parlare ad entrambi» Neal iniziava ad essere nervoso.
«D'accordo» madre e figlio si scambiarono sguardi preoccupati.
Si sedettero sul divano mentre Neal sulla poltrona affianco.
«Io...io devo dirvi una cosa, io sto per sposarmi»
Emma si aspettò di rimanerci male. Non accadde. Anzi provò ad immaginare la reazione di Killian se fosse stato lì ad ascoltare. Avrebbe scosso la testa.
«E' una bella cosa no?» domandò Henry, in fin dei conti lo aveva conosciuto solo qualche ora prima e non lo aveva neanche lontanamente sfiorato l'idea che Neal potesse far parte della loro famiglia nel senso stretto del termine.
Non voleva che sparisse di nuovo, tutto qua.
«Si si, certo, amo Tamara» guardò con occhi colpevoli Emma ma non trovò risentimento o rancore «ma il fatto è che tra due giorni devo partire e tornare da lei. Siamo a due ore di distanza, possiamo continuare a vederci....se vi va»
«Certo che ci va!» esclamò Henry , ora che lo aveva trovato non lo avrebbe fatto scappare. «E siamo invitati al tuo matrimonio?»
«Certo che sì! Non si aspettava tanto entusiasmo in realtà ma meglio così «e potete portare anche il vostro amico Killian». Sorrise ad entrambi. Se questo Killian faceva felice la sua Emma allora era il benvenuto, Emma si meritava un uomo che la rendesse felice e che le rimanesse accanto come lui non era stato in grado di fare.
Emma sembrava serena, né turbata o scossa. Accettava quella verità, se inizialmente rivedendolo aveva provato emozioni contrastanti ora si rendeva conto che erano state frutto di quella ritrovata vicinanza ,le era mancato e tanto e ora era felice di riaverlo nella sua vita e in quella di Henry, tutto qua, la cosa finiva lì.
Suo figlio si meritava due genitori anche se non sarebbero rimasti insieme, l'importante era che lo amassero.
«Forse è meglio che vada, oggi è stata una giornata fin troppo strana»
Mentre Emma lo accompagnava alla porta lo bloccò «Non mi hai detto come hai fatto a trovarmi»
Neal sorrise « Tamara è un poliziotto, non è stato difficile, lavorate nello stesso settore» fece una risatina poi  colto da un'idea le disse «Domani posso stare con Henry, se per lui va bene ovviamente»
«Va bene!» si sentì urlare e poi una testolina castana sbucò dietro Emma.
«Perfetto, ci divertiremo!» Neal era davvero contento,  ritrovarsi padre da un giorno all'altro non era stato tanto male.
«A domani» li salutò e sparì giù per le scale.
Chiusa la porta Emma fece uscire un grosso sospiro. Voleva dormire, solo dormire.
«Mamma io domani vado con Neal ma tu devi far pace con Killian» Henry non ammetteva repliche.
E ovviamente quella giornata non sarebbe finita lì, ovviamente.
«Henry non ti ci mettere, domani divertitevi, io vedrò cosa fare» era così stanca.
«E io non ci vado» la risolutezza su quel visino.
«Cos'è un ricatto?!» ma stavano diventando tutti pazzi?
Lui fece cenno di si con la testa.
«Va bene! Ci  parlerò, sei contento?!»
«Si, e lo sei anche tu, lo so» andò a lavarsi le mani per poi andare finalmente a mettersi a tavola e cenare.
Finita la cena rimasero a guardare la tv per un po' poi andarono ognuno nella sua stanza.
Seduta ai piedi del letto prese il telefono e prese coraggio.
''Ciao Killian, sono Emma. Come stai?'' Lo sapeva che era una domanda inutile ma era per rompere il ghiaccio.
''Oh ma guarda chi si risente! Io sto magnificamente nonostante tu mi abbia spezzato il cuore :'( cos'è successo il tuo principe azzurro si è di nuovo comportato male?''
''Se non vuoi parlare con me basta che tu me lo dica''
''Permalosa u.u Allora Swan ci sei rimasta male?
''Per cosa?''
''Come per cosa?! Il tuo primo amore ti dice che si sposa con un'altra e tu non ci rimani nemmeno un po' male? Hai un cuore di ghiaccio''
Come diamine sapeva di questa storia? Henry non gli aveva detto niente, ne era sicura.
''Come fai a saperlo''
''Non è importante, vuoi che ti chiami?''
''No, preferirei tu fossi qui ma ora come ora voglio solo buttarmi sul letto e dormire''
Il messaggio arrivò dopo qualche minuto.
''Oddio Swan, oddio. Non puoi uscirtene con queste frasi ! Il mio cuore non regge a tanta tenerezza da parte tua!''
'' -.-'''' idiota''
''Ohhh ecco la mia Emma :') ''
''Killian domani Henry passerà la giornata con Neal quindi...''
''Quindi cosa?''
Faceva sul serio?
''Come: quindi cosa?!''
''Voglio che tu lo dica''
''Bene. Killian domani ti andrebbe di passare la giornata con me? Sei contento ?!''
''Con molto piacere Emma''
''Buonanotte Killian''
'''notte Swan''





























Eccoci anche questa volta!!!!!
Cioè non per dire niente ma se non mi sbaglio io sto su questa storia da nove settimane! cioè due mesetti, io mi commuovo, non ci credo ancora che sono arrivata qui >.<
Vi ringrazio tanto, sul serio.
Sembra un po' una sorta di ringraziemento di fine storia, in effetti se tutto procede come sta scritto nella mia testa il prossimo dovrebbe essere l'ultimo capitolo T.T
Spero che anche questo capitolo non vi abbia deluse, questi con Neal sono stati un po' pesanti da scrivere a dir la verità, io volevo fare qualcosa di divertente e invece ecco quello che vi ho rifilato ahahaha
Non ho riletto scusatemi, provvederò a correggere eventuali errori in un prossimo momento.
Io ringrazio chi continua a recensire e a chi lo ha fatto per la prima volta. Davvero grazie :'D
Volevo dire altro ma mi scordo sempre quindi nada.
Spero di sentirvi presto nelle recensioni ;)
Alla prossima
Gio

Ahhhh ecco ,si, è una cavolata ma sono troppo gasata. In America OUAT andrà in onda domenica notte ma noi ,o meglio quelli che come me aspettano i sottotitoli dovrà aspettare lunedì, e questo lunedì sarà il mio compleanno, e sono davvero davvero troppo contenta!!!!! Un regalo migliore per una fan di OUAT non ci può essere ahahahahahh
Ok ho finito ciao e buon fine settimana!!!!!!!!!!!!


 

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Capitolo 10
*** Capitolo #10 ***


Capitolo #10





 

Neal era arrivato alle nove quella mattina ed Henry con il suo zainetto era già pronto sulla porta per passare la sua prima giornata con suo padre.
Vederlo così entusiasta le faceva passare la preoccupazione, dopotutto si fidava di suo figlio e questo era più che sufficiente.
La cosa che ora la preoccupava davvero era l'arrivo imminente di Killian. Era talmente nervosa che non si riconosceva...ok, questo non era del tutto vero, era in quello stato da quando lo aveva conosciuto.
Si era tolta il pigiama ed era rimasta per 10 minuti davanti all'armadio senza sapere cosa mettere, alla fine non avevano deciso niente e non sapeva cosa avrebbero fatto. Jeans e maglietta a maniche lunghe, abbigliamento tranquillo.
Non sapeva se fare colazione, ma il suo stomaco decise per lei.
Ed ecco il campanello.
Le sudavano le mani.
Sapeva il perchè.
Neanche il tempo di aprire completamente del tutto la porta che Killian si impossesò delle sue labbra. Chiuse la porta con un piede non lasciandola nemmeno per un istante.
Anche Emma non perse tempo, se lo tirò più vicino più di quanto già non fosse. Si muovevano in sincrono come se entrambi già sapessero cosa fare.
«Killian...» voleva solo dire il suo nome, chiamarlo ,fargli capire che lei lo voleva lì e che non necessitava di altro.
Le loro bocche come calamite.
Le mani che vagavano sul corpo dell'altro senza arrestarsi. Volevano di più, volevano riprovare le sensazioni di quando erano stati insieme.
Irruenti. Voraci. Ardevano.

Emma svegliati.

Killian ancora fuori dalla porta la guardava con un sopracciglio alzato e un sorrisetto furbo «Mi fai entrare o no? A cosa stai pensando Swan? Provo ad indovinare?»
Si era immaginata tutto.
Era diventata rossa come la sua amata giacca. Voleva sotterrarsi...o nascondersi nel petto di Killian.
Si fece da parte per farlo passare. Lo sguardo basso mentre cercava di riprendere un colorito normale.
«Killian...»
«Mmm» lui incrociò le braccia, voleva fare il serio ma gli risultava difficile, per essere arrossita in quel modo chissà cosa le era passato per la testa, una mezza idea ce l'aveva...
Rivederla dopo quasi una settimana di 'astinenza' gli confermò quanto ormai fosse dipendente da quella donna e purtroppo per lui la cosa non gli dispiaceva.
Ora che l'aveva davanti era come non si fossero mai lasciati. Il vuoto creatosi in lui in quei giorni era magicamente scomparso.
Voleva solo sorridere come un ebete e tenerla tra le braccia. Ma non era il momento.
Killian fece cenno con la testa affinchè iniziasse a parlare.
«Ho sbagliato»
Ok, ammettere che aveva sbagliato era un passo in avanti, glielo riconosceva, ma doveva essere più precisa.
«Quando ho rivisto Neal sono tornata indietro a dieci anni fa, è stato come se non se ne fosse mai andato,ma poi ho guardato Henry e mi sono ricordata che non è così» prese un respiro, Killian fece altrettanto «ma io tengo ancora a lui, Killian, e questo non cambierà mai, in un certo senso lo amo ancora»
Glielo aveva sbattuto dritto in faccia , guardandolo negli occhi e non lasciandolo neanche un secondo.
Killian si stava preoccupando e anche arrabbiando a dir la verità, cavolo, gli aveva chiesto di andare da lei solo per dirgli questo? Poteva essere così crudele? C'era dell'altro, doveva esserci dell'altro!
La continuò a fissare, non distolse lo sguardo, attese che continuasse. Lui non sapeva come reagire.
«Ed ho capito anche un'altra cosa»  lo sguardo più deciso , i pugni serrati lungo il busto «Ci conosciamo da meno di un mese Jones, sei entrato nella mia vita senza permesso ma hai aiutato mio figlio e per questo ti sarò per sempre grata. Sei riuscito a fare uscire quella parte di me che odio, quella più vulnerabile, più debole e ti detesto per questo Jones, davvero. Sei talmente radicato nella mia testa che anche quando cerco di non pensarti mi accorgo che è impossibile lo sto già facendo, e sei così irritante, vedo quel tuo ghigno praticamente ovunque. Mi fai sentire come un adolescente alle prese con la sua prima cotta, ed il fatto che sono qui e ti sto dicendo tutto questo la dice lunga su quanta influenza hai su di me, non ho mai parlato, mai,  in questo modo a nessuno nemmeno a Neal» riprese fiato « Ma io ti amo Killian Jones»
La confessione le portò un velo di preoccupazione. Non era tipo da esternare così palesemente tali sentimenti e vederlo lì davanti in silenzio non faceva che accrescere il senso di panico.
Lo sguardo pensieroso mentre la fissava non la faceva bene sperare.
«Hai finito?»
Lei annuì, era ferita, forse lui non provava i suoi stessi sentimenti e lei si era solo resa ridicola.
Lui si grattò il mento per poi volgere lo sguardo a terra come a cercare qualcosa da dire.
Alzò la testa «Ok, posso baciarti ora?»
La bocca di Emma si aprì un un sorriso a trentadue denti e lui lo prese come un sì.
Le fu addosso in una falcata. La baciò come se dovesse recuperare tutto il tempo in cui non erano stati insieme.
Le braccia di Killian l'avvolsero mentre quelle di Emma lo attiravano più saldamente.
Continuando a baciarsi Killian la stava spingendo verso la camera da letto di lei, facendo ben intendere cosa avesse intenzione di fare.
Ma era pur sempre Emma.
«Cosa...stai...facendo?» gli domandò tra un bacio e l'altro.
«Pensavo fosse piuttosto palese» sorrise mentre i suoi occhi blu si incatenavano a quelli verdi di lei.
La vide sorridere di nuovo. La baciò di nuovo.
«Killian ti ho detto di voler passare la giornata con te e non passare la giornata a letto con te» le uscì  una risatina mentre poggiava la sua fronte a quella di lui.
Lui parve confuso «Io non vedo differenze» e continuò a far vagare le sue mani sul corpo di Emma.
Non gliela avrebbe data vinta, prese in mano la situazione ,era brava in queste cose.
Con un colpo di reni lo chiuse tra lei e il muro come lui aveva fatto quella sera dalle circostanze poco piacevoli ma che alla fine li aveva avvicinati più di quanto entrambi si aspettassero.
«Swan, fai la prepotente di nuovo? Mi piace» e le catturò le labbra.
«Esatto Jones, e visto che siamo a casa mia comando io, quindi...»
Fu interrotta dal campanello.
«Quindi andrò ad aprire la porta»
Assurdo come il destino fosse contro di lui.
Quando aprì si ritrovò davanti un altro paio di occhi azzurri. Non intesi come quelli di Killian ma su quel viso ci stavano davvero bene.
«Ciao sono August, il figlio di Marco, devi essere Emma, giusto?!» andava di fretta lo si capiva da come aveva corso nel presentarsi, ma le rivolse comunque un sorriso cordiale.
Emma giurò di aver sentito borbottare Killian e le venne da ridere ma si trattenne prestando attenzione al nuovo arrivato.
«Si sono io, ciao August, Marco mi ha parlato molto di te, non vedeva l'ora che tornassi. Entra pure» Marco le aveva parlato talmente tanto di suo figlio che poteva affermare di conoscerlo.
«Non vorrei disturbare ma sono nei guai mi servirebbe una doppia spina, stavo scrivendo al computer ma ora sta per abbandonarmi e la spina non entra in nessun attacco. Lo so che come prima presentazione tra vicini non è il massimo...» un sorriso nervoso ma sincero.
«Certo entra, vado a cercarla, dovrei averla in qualche cassetto» lo fece entrare e chiuse la porta, girandosi verso Killian lo vide con un espressione quasi stupita. Cosa si aspettava che facesse? Che gli sbattesse la porta in faccia?! Sapeva come avrebbe risposto Killian.
«Accomodati, ah, questo è il mio...è Killian» una presentazione alquanto sbrigativa.
Killian non sapeva se ridere o piangere, come doveva fare con quella donna non lo sapeva nemmeno lui.
Strinse forse troppo forte la mano che August gli porse ma quest'ultimo non vi badò, ma se ne accorse.
Emma aprì i cassetti del mobile in salotto e fortuna volle che trovò subito quello che stava cercando. I due non si erano rivolti parola, se non qualche sguardo poco cordiale da parte di Killian e non si stupiva che il poveretto tacesse.
«Ecco qua»
«Grazie Emma, te l riporterò appena possibile, scappo, è stato un piacere Emma, Killian» salutò con un cenno del capo e sparì dietro la porta.
Silenzio,
«'E' stato un piacere Emma'» gli fece il verso lui.
«Se non ti conoscessi bene penserei che sei geloso Jones» ora si che si sentiva potente
«Io geloso? Di quello lì? Pff...» gli si avvicinò come un predatore si avvicina alla sua preda « io di te sono geloso con chiunque» la cinse per i fianchi baciandole poi il collo.
Non era abituata a  sentirsi dire frasi del genere e sapere che per lui era importante fino a tal punto la rendeva felice come una ragazzina.
«In ogni caso non finirà come vuoi tu...non ora almeno»
«Fare la preziosa ti riesce davvero bene Swan» abbandonò la testa sulla sua spalla poi si tirò su e si staccò completamente dal corpo di lei, meglio non prolungare la tortura. «Ok allora cosa facciamo?» si buttò sul divano per poi rialzarsi come se fosse stato una molla « Oggi è una bella giornata, andiamo»
«Dove?» prese la giacca e fece per prendere le chiavi della macchina ma lui le impedì di farlo.
«Lo scoprirai» ammiccò.
«Dovrei preoccuparmi?» aveva appena ammesso di amarlo, ma il rapporto complicato che aveva con la fiducia era impossibile risolverlo in una giornata.
«Certo che no! Sono una persona affidabile!» le rubò un bacio per poi avviarsi giù per le scale.
Seduti in macchina lei non riuscì a trattenersi «Dai mi dici dove andiamo?! Non farmi stare così, voglio sapere!»
«Emma sei peggio di una bambina, goditi il momento» era troppo felice, gli angoli della bocca che non accennavano ad abbassarsi.
La rivelazione di Emma lo aveva preso contropiede, non aveva mai, nemmeno lontanamente osato immaginare che lei gli dicesse una cosa del genere. E aveva fatto bene a non averlo fatto perchè non avrebbe mai retto il confronto con la realtà.
Il nodo allo stomacosi era sciolto come burro, la tensione che lo aveva accompagnato fino all'arrivo in appartamento era sparito.
Si era trovato incapace di rispondere con una frase di senso compiuto. E se ne era uscito con la prima cosa che gli era venuta in mente, e aveva fatto bene.
Poi era arrivato August.
Strinse più forte il volante, possibile fosse geloso a tal punto di uno sconosciuto? A quanto pare si.
Con la coda dell'occhio la vide con il broncio e le mani incrociate  mentre scrutava fuori dal finestrino cercando di capire dove la stesse portando. Alla fine non era così difficile immaginarlo.
La trovava irresistibile ogni momento di più e quel senso di leggerezza nel cuore lo disorientava a volte.
«Quindi mi ami»
«A quanto pare...» sorrise «Mi dici dove siamo diretti?»
«Swan non ti dirò niente! La mia bocca è sigillata»
«Oh ma davvero? Allora me ne ricorderò più tardi e farò altrettanto» fece allusiva.
«Sei perfida Swan»
«Hai cominciato tu! Disse scrollando le spalle.
Arrivarono a destinazione e una volta scesi dall'auto fu impossibile non capire dive si trovassero. L'odore di salsedine li investì di colpo.
Le prese la mano e si avviarono verso la spiaggia. Tirava un leggero vento ma il sole mitigava l'aria rendendo piacevole starsene li davanti a quella distesa di blu.
Lei si era accoccolata più a lui poggiando la testa sulla sua spalla.
«Questo è l'unico luogo dove riesco a pensare alla mia famiglia e a Milha in modo sereno. Li immagino finalmente liberi da tutti i dolori di questo mondo. Che abbiano raggiunto quella pace che qui non hanno trovato.»
Emma in silenzio lo strinse un po' di più.
Entrambi i loro sguardi persi sull'orizzonte.
Lei non cercava di pensare mai al suo passato, alle famiglie che l'avevano lasciata, ai genitori che l'avevano abbandonata. Faceva troppo male. Stettero in silenzio ancora per un po' poi Emma decise che era tempo di cambiare quel momento malinconico in qualcosa di più leggero.
«Quindi mi hai portato qui per farmi credere che sei un tipo romantico?» voltò la testa in cerca dei suoi occhi che da pensierosi si fecero più rilassati al tentativo di Emma di stemperare l'atmosfera.
«Io sono un tipo romantico! Sei tu che non lo sei Swan, ma ti perdono perchè eccelli in altre cose...»
«Possibile che devi sempre finire con queste frasi a doppio senso?!» lei partiva in buona fede e lui cambiava le carte in tavola.
«Ma io parlavo del tuo lavoro! Come sei maliziosa» ghignò. E l'abbracciò. Sembravano due fidanzati, e forse lo erano.

Killian la portò a mangiare ad un ristorante poco lontano da lì, con vista sul mare ovviamente.
Ordinarono e quando i loro piatti arrivarono non potè non farlo notare «Tra poco ti si siederà sulle gambe»
Killian sembrò cadere dalle nuvole. «Di cosa stai parlando?» non capiva.
«Andiamo, è da quando siamo arrivati che la cameriera ti fa gli occhi dolci, per non parlare dei bottoni della camicetta che si stanno aprendo uno dopo l'altro.»  disse portandosi il tovagliolo alla bocca.
Lui non aveva fatto caso a niente, ma un  sorrisetto prese piede sul suo viso «Se non ti conoscessi bene penserei che tu sia gelosa Swan» disse riprendendo la frase che quella mattina lei gli aveva rivolto.
«Pff...tu pensi di conoscermi bene Jones?» l'ilarità nella sua voce.
«Penso di essere sulla buona strada»
Continuarono a parlare e tra una chiacchiera e l'altra terminarono il pranzo.
«Sai Swan, tu mi devi ancora un'uscita, non me lo sono scordato.»
Aveva davvero una faccia da schiaffi. Ma aveva anche ragione.
«Ok, questa sera. Chiamo Henry per sapere a che ora torna a casa. Va bene?
«Perfetto.» 

Di nuovo in macchina Emma prese il cellulare.
«Pronto Henry, come sta andando?»
«Tutto bene mamma, Neal è un tipo in gamba. Mi sto divertendo un sacco. Tu hai fato pace con Killian?»
«Sono contenta che ti stia divertendo e si ho fatto pace con Killian e ora è qui con me» Killian le disse di salutarlo « e ti saluta. A che ora ti riaccompagna a casa?»
«Non lo so, tardi, facciamo le undici?!»
«Se per lui va bene, ok»
«Ok ciao mamma, saluta di nuovo Killian»
Si voltò verso Killian «Abbiamo la serata libera fino alle undici»
«Wow, più di quanto sperassi»
Risero entrambi.

Erano tornati nel centro abitato.
«Allora cosa vogliamo fare ora? Andiamo a casa mia?» propose Killian.
Emma non potè controbattere che il cellulare di lui squillò.
Rispose.
«Ok, ok, non puoi andarci tu? ok, va bene, vado» sembrava scocciato. Rimise in moto e ripartì.
«Cosa è successo? Problemi?»
«Jeff si è scordato di firmare un documento e visto che ora lui non può andarci ci devo andare io, sarà una cosa rapida» si giustificò.
«Non c'è un problema Killian. Sono le sei abbiamo ancora tutto il tempo.»
Lui fece cenno di si senza convinzione. Quella settimana non era mai andato al cantiere e ora che si ritrovava solo con Emma gli arrivava quella chiamata. Odio.
«Torno subito» uscì quasi di corsa avviandosi dentro.
Emma seduta in macchina cominciò a far vagare i pensieri. Si ritrovò a pensare a come sarebbe potuta finire la serata; alle mani di Killian sul suo corpo. La volta in cui erano finiti a letto insieme era stata uno dei momenti più intensi che aveva vissuto in quegli ultimi anni. Era stato bellissimo. Erano anni che un uomo non le prestava attenzioni del genere, l'ultima volta era stato con....
Oddio.
Prese di fretta e furia il cellulare, andò sul calendario e contò. Quattro giorni di ritardo. Non poteva succedere di nuovo. No, non poteva. Un rabbia le montò dentro, contro se stessa, contro Killian, contro il destino, contro tutto.
Scese dalla macchina come una furia. Raggiunse l'ufficio e lo trovo di spalle e chino su dei documenti.
Gli si avventò contro.
«E' tutta colpa tua!»
Dopo un momento di spavento per l'arrivo inaspettato Killian cercò di placare le mani di lei che iniziavano a colpirlo «Ehi calma, forse è così, ma di cosa stai parlando?»
Emma non accennava a fermarsi, sembrava posseduta.
«Emma cosa è successo?»
Si fermò con i pugni bloccati dalle mani di lui.
Gli occhi che cominciavano a velarsi di lacrime.
«Ho un ritardo»  la voce sul punto di cedere.
Killian capì a cosa si riferisse, ma non era particolarmente scosso «Per voi femmine non è normale? Può succedere no?»
Voleva rimanere calmo e lucido, perdere la testa per qualcosa di incerto poteva solo peggiorare le cose.
«A me non è mai successo, sono precisa. Killian non voglio che succeda quello che è accaduto con Henry.» lei non lo avrebbe permesso di nuovo.
«Ehi io non ti lascerò» si avvicinò cauto, non sapendo se volesse quel contatto ma lei non si tirò indietro. Si fece piccola piccola contro il suo petto «Emma non rimarrai da sola, non lo permetterei mai. Se dovessi aspettare un figlio vedremo cosa  fare, lo abbiamo fatto insieme dopotutto e insieme decideremo. Ma non sappiamo se è così quindi calmati.» le braccia che l'avvolgevano in modo protettivo, l'avrebbe protetta dal mondo intero.
«Io ti amo Emma, qualunque cosa succederà io ti amerò incondizionatamente. Questo non cambierà.» era la pura e semplice verità.
Emma non riuscì a trattenersi, pianse. Non riusciva a controllarsi.
Però era più tranquilla. Killian non l'avrebbe abbandonata, e l'amava.
L'amava, bastava quello.
Si asciugò gli occhi. Sguardo ancora basso.
«Ehi» le prese il viso tra le mani  e fece si che si guardassero negli occhi «tranquilla, un piccolo Killian o una piccola Emma che girano per casa non penso siano una grossa disgrazia no?!» voleva tirarla su di morale. Parve esserci riuscito.
Lei scosse la testa sorridendo.
«Ti amo Killian»
«Ti amo anche io Emma»

Finito di firmare dei documenti e chiuso di nuovo il cantiere si diressero alla prima farmacia che trovarono. Emma scese per comprare un test e tornò più in fretta che potè, la metteva in imbarazzo fare queste cose.
«Ho un 'idea,» fece Killian «andiamo ora a riscuotere la mia uscita, così festeggiamo subito per quello che sarà il risultato. Che ne dici?»
«D'accordo, ma io non potrò bere in caso fosse positivo...»
«Io però sì ,e se fosse positivo avrò bisogno di bere» ironizzò lui ricevendo un pugno sulla spalla da parte di Emma.
«Sei un cretino»
Sorrisero, dopotutto la prospettiva di un nuovo piccoletto li metteva di buon umore.
Poi Killian se ne uscì con qualcosa che prese impreparata Emma.
«Sai che dovrai venire ad abitare da me vero? Io non ti lascio abitare lì con un vicino del genere, finchè era Marco ok, ma suo figlio no.»
Emma rise «Vieni tu da noi allora»
«Casa mia è più grande, ci staremmo più comodi»
Aveva ragione. Ci averebbero pensato più tardi però.

«Ok, vado» Emma non accennava a muoversi.
«Ok, io ti aspetto qui» si era seduto allo sgabello vicino al bancone. Ma era ancora rivolto verso di lei. Lei immobile. «Emma rimarremo qui in eterno se non vai, io avevo altri piani prima del ritorno di Henry...» Emma non sembrava aver sentito niente, era come in trance. La baciò «Emma, tranquilla, andrà tutto bene. Festeggeremo in ogni caso.» la baciò di nuovo.
Lei prese coraggio e lasciò la mano che gli aveva stretto fino a quel momento. Si avviò al bagno delle signore.
Ora che era solo tirò fuori un sospiro che non sapeva di aver trattenuto. Tutto si sarebbe aspettato fuorchè un epilogo del genere. Niente era certo ancora, ma sapere che c'era una possibilità che da lì a qualche istante la sua vita sarebbe cambiata non lo faceva stare fermo sullo sgabello. L'idea che sarebbe potuto diventare padre lo eccitava, non ci si era mai fermato veramente a pensare ad avere figli. Tutto ora era nelle mani di Emma. Le sue gli tremavano. Cavolo, non sapeva in cosa sperare. E non voleva farlo perchè temeva di rimanerci male.
«Ma quanto ci mette» borbottò tra se, non stava più nella pelle, voleva sapere!
Eccola, vide con la coda dell'occhio una chioma bionda uscire dalla porta del bagno.
Si voltò sorridendo. Lei sorrideva.
Se Emma non avesse parlato gli sarebbe venuto un infarto da li a poco.
«Quindi?» cercò di spronarla.
«Quindi ordiniamo» fece allegra lei. E si sporse per baciarlo forse più intensamente del dovuto.
«D'accordo» Si voltarono verso il barista «Io prendo del rum» si voltò di nuovo verso di lei, trepidante.
Serena, lei non stacco gli occhi da quelli blu di lui «Io prendo...»



 

Fine







 

Sto per piangere!!!!!!!
Intanto Buon OUAT Day!!!!
Dopodichè scusate per il ritardo ma è stato un parto questo capitolo xD
Non ci dovrebbero essere errori, ma se ci sono provvederò a correggerli in un secondo momento.
Mi sono accorta che dovevo fare una precisazione che mi sono scordata di fare prima, i luoghi in cui è ambientata la storia non sono definiti perchè neppure io so dove collocarli xD nella mia testa è un po un mix tra Storybrooke e New York quindi ...ahahhaha
Cioè io sono con questa storia da 2 mesi, e mi sembra ieri che ho iniziato tutto!!! che strano effetto che fa.
Vi dico che io odio i finali aperti ma qui ci stava così bene ahahahahahha lo so sono pessima ma ho preferito così u.u
Io spero vi siate divertite almeno un po'. A me a fatto super piacere leggere le vostre recensioni e sapere che non era poi tanto male quello che scrivevo. Spero di non avervi deluso xD
Grazie anche a coloro che hanno solo letto, avrei avuto piacere di sapere cosa ne pensavate ma in ogni caso grazie comunque ;)
Mi pare sia tutto, sicuramente mi sto scordando qualcosa ma non fa niente xD
Alla prossima, devo rimettermi in pari con tutto >.<
E' stato davvero un  piacere condividere con voi questa  mia piccola avventura :')
Gio

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Capitolo 11
*** #Special! ***


#Special


 

«Io prendo...» sfoderò un sorrisetto birichino «uno shot, rum e para,grazie».
Gli occhi di Killian parvero perdere un po' di quella luce che li aveva animati fino a quel momento. A lei quasi dispiacque.
«Sei deluso?» gli posò una mano sulla testa iniziando a giocare con i capelli scuri.
«No...» non era per niente sincero, guardò il bancone. Era deluso? Non lo sapeva, ma il contatto della mano di lei parve consolarlo in qualche modo.  Forse lo era solo un po'. «non sono deluso...» occhi bassi.
«Ma ?» lo spronò lei.
«Ma l'idea di noi due con un bambino nostro non era tanto brutta no?!» voleva una conferma, cavoli stava diventando uno smidollato. «Ma forse è troppo presto...»
«Ehi non dimenticarti di Henry!» ci tenne a precisare Emma, non era stata acida, sembrava sollevata invece.
Lui sorrise pensando a quel ragazzino «Ma certo che non mi dimentico di Henry, come potrei. E' stato una sorta di piccolo cupido».
Si sentiva egoista, un tremendo egoista. Vedere Emma così tranquilla e serena gli fece male. Ma era Emma che avrebbe dovuto portare per nove mesi una nuova vita, non lui, e lei ci era già passata in condizioni meno rosee di quelle che stavano attraversando ora certo, ma era comunque un lavoro impegnativo, come poteva biasimarla se era contenta di quell'epilogo. Non poteva e non lo avrebbe fatto.
Lei notò la facciata tranquilla che lui aveva assunto, mascherava ciò che provava davvero, erano così simili che ogni volta la attraversava un brivido.
Il sorriso che aveva sulle labbra non arrivava agli occhi. Lei voleva vedere quel sorriso magnifico che lui le riservava ogni volta che erano insieme.
Emma si portò più vicino con lo sgabello, la mano che scese fino ad incrociarsi con quella di lui.
«Siamo fidanzati Swan?» domandò Killian all'improvviso riemergendo dal vortice di pensieri in cui era caduto.
Emma strabuzzò gli occhi e si discostò un po' dal corpo di lui «Certo che no!» mostrò la sua mano sinistra « Io qui non vedo nessun anello!». Scoppiarono entrambi a ridere. Una strana ansia le era salita ma aveva deciso di sedarla sul nascere e buttarla sul ridere.
«Però stiamo insieme, Jones» la determinazione e la consapevolezza permeavano ogni singola parola di quell'affermazione.
Si guardarono negli occhi perdendosi per qualche secondo.
«Su questo non ci sono dubbi» sorrise sghembo e si avvicinò per baciarla «E l'anello arriverà»
Emma perse un battito «Non c'è fretta, davvero...» ora si che stava sudando freddo.
Lui trattene una risata e la baciò di nuovo. Non c'era fretta, ora che anche lei era venuta a patti con la realtà e l'aveva accettata potevano stare tranquilli. Per il momento almeno.
Il barista servì le loro ordinazioni.
«Brindiamo Swan». Emma portò anche il suo bicchierino in alto vicino a quello di Killian. «Brindiamo a noi, a quello che non è successo , a quello che accadrà, ad Henry, a....»
«A tutto insomma» concluse lei con tono divertito.
«Esatto , a tutto» lo sguardo che le rivolse era talmente intimo che si sentì quasi a disagio, si sentiva talmente nuda e indifesa che non sapeva come comportarsi. «Sei la cosa migliore che mi sia successa da qui a qualche anno Emma, non pensavo di poter essere così felice di nuovo, anche se non avremo il nostro bambino oggi io voglio passare la mia vita con te, ed Henry ovviamente, voglio che siate le mia famiglia...e non sto delirando quindi smettila di guardarmi con quella faccia Swan, vanifichi il brindisi!»
Gli occhi di Emma luccicavano ma camuffò bene, sembrava che lo stesse prendendo per pazzo. Finalmente aveva trovato la famiglia che aveva sempre desiderato. Avrebbe pianto. Avrebbe aspettato per farlo.
Killian fece per scontrare i bicchieri ma si accorse che qualcosa non andava.
«Emma prima si beve il rum poi il succo» precisò lui.
E gli ci volle un secondo...facciamo cinque.
La mente gli si svuotò per qualche attimo.
Killian non aveva mai visto sorriso più bello e puro di quello che Emma gli mostrò in quel momento, poteva un essere umano fare quell'effetto che di umano non aveva niente ad un suo simile?
Quel sorriso era più che significativo.
Si alzò dallo sgabello non sapendo neanche lui cosa fare. Si sentiva su di giri, non ci stava capendo nulla. Le prese il volto tra le mani facendo aderire le loro fronti, da entrambi iniziarono a scivolare calde lacrime che stavolta non avevano il sapore della tristezza o del dolore. No, gioia allo stato liquido.
E la baciò, e lei baciò lui, se stessero dando spettacolo poco gli importava ,l'unica cosa davvero importante erano loro. Loro e basta.
La strinse forte,se avesse potuto non se ne sarebbe mai staccato.
«Non ci posso credere. Sei stata una strega Swan, è stata una mossa davvero sleale, neanche io sarei arrivato a tanto!» voleva essere arrabbiato almeno un po'. Gli riuscì impossibile.
Lei rise, non riusciva a smettere di sorridere.
Quando quell'aggeggio gli aveva rivelato che le sue ansie erano fondate non ci voleva credere. La mano era scesa  inconsapevolmente verso la pancia ancora piatta.
E non era stata la paura ad arrivare. Si guardava nello specchio di quel bagno neanche troppo pulito e sorrideva alla figura nello specchio. Era l'ultima reazione che si sarebbe aspettata da se stessa.
Sapere che questa volta non sarebbe stata sola come quando aveva scoperto di Henry la faceva stare tranquilla, ok tranquilla era un parolone ma più serena sì.
Voleva correre e dirglielo ma si trattenne, avrebbe prima visto la sua reazione, dopotutto a parole erano tutti buoni e lei aveva bisogno di certezze. Ora più che mai. Se fosse andato come lei sperava Killian avrebbe capito e un giorno ci avrebbero riso su, forse.
Quindi aveva scelto di sondare il terreno ed era stata dura non dirglielo subito, le guance le tiravano per assumere un'espressione almeno normale e non da 'donna che ha appena saputo di essere incinta ed è super contenta'. No non poteva farglielo capire subito.
«Volevo vedere come avresti reagito» ammise lei.
«Ed ho passato il test?» fece quel gioco con il sopracciglio che le faceva tremare le gambe.
«Direi che lo abbiamo passato entrambi» e risero di nuovo.
Killian non riusciva staccarsi da lei, necessitava di un contatto costante. La sua mano dopo averle continuato ad accarezzare la guancia iniziò a scendere su quel corpo che aveva amato fin da subito. Si arrestò su quella pancia dove tra qualche mese si sarebbe iniziato a vedere un rigonfiamento. Emma portò la sua mano su quella di lui stringendola.
Si poteva essere così felici?
Un altro bacio poi Killian pagò ed uscirono dal locale.


 

«E questo è quello che è successo, poi siamo arrivati a casa e...e hai capito» le guance di Emma si imporporarono.
Ruby era rimasta senza parole.
Emma aveva fatto una foto al test e gliela aveva mandato. Poi però aveva messo in silenzioso il cellulare per non sentirlo. Ne avrebbero parlato in seguito. Ed ora il momento era arrivato.
La mora si lanciò sulla bionda e la strinse forte ed Emma fece altrettanto felice di condividere con lei questa nuova avventura. Era felice per la sua amica. Ed anche per il suo amico. Ma sapere che Emma non sarebbe stata sola e che stava con un uomo che l'amava davvero le sollevava il cuore.
«Ed Henry?» chiese mentre riprendevano a respirare normalmente.
«Henry,no...cioè ...lui è arrivato più tardi, non ci ha...visti..»
Ruby abbassò gli occhi e fece una risatina «No, intendevo Henry come l'ha presa»
Avvampò, per l'ennesima volta. Si diede della stupida. «Non glielo abbiamo ancora detto, forse è ancora troppo presto, non so forse aspetteremo almeno un mese...o due...» non voleva ammetterlo ad alta voce ma temeva che Henry non avrebbe accettato una nuova presenza, Killian gli piaceva e sembrava averlo accettato fin da subito ma un nuovo fratellino/sorellina chissà, confidava nel suo buon cuore ma era pur sempre un bambino di dieci anni, la gelosia era dietro l'angolo.
Quasi a capire su che strada correvano i pensieri della bionda Ruby la riportò alla realtà «Henry gli vorrà bene da subito, è un bambino troppo in gamba per cadere in capricci degni dei suoi coetanei.» le sorrise per infonderle coraggio e parve funzionare, i nervi di Emma si distesero.
«Comunque chiamarti strega è stato un eufemismo, sei stata una gran stronza Emma!» e scoppiarono a ridere.
Sembrava tutto perfetto ,era così felice.
Furono interrotte dal campanello.
Emma si alzò per andare ad aprire e una volta aperta la porta si ritrovò un August con la spina in mano e l'aria quasi imbarazzata e Killian, il suo Killian, in evidente stato di gelosia. August non fece in tempo a dire nulla che Killian si impossessò delle sue labbra, marcava il territorio e non se ne vergognava. Lei non seppe dire se valeva lo stesso . Se lo staccò e lui dopo un sorrisetto soddisfatto entrò e salutò Ruby che dopo aver assistito alla scena scuoteva la testa.
«Vuoi entrare, ti offro qualcosa» Emma non si era girata ,ma l'occhiataccia di Killian l'aveva colpita eccome. Era il minimo dopo che Killian aveva dato spettacolo.
«Non vorrei disturbare» August le diede la spina.
«Oh no, non disturbi affatto!» Ruby li aveva raggiunti sulla porta lanciando al nuovo arrivato un'occhiata maliziosa.
«Già come ha detto Ruby» Emma sorrise. Almeno ora Killian poteva stare tranquillo. Passarono la mattinata tra una chiacchiera e l'altra. Finchè non erano rimasti solo Emma e Killian.

 

Erano andati a scuola a prendere Henry, insieme. Passarono il pomeriggio, insieme. Cenarono. Insieme. Guardarono la tv, insieme.
Insieme, avrebbero fatto tutto insieme.


 

FINE
(sul serio ora :') )





 

Buona Pasqua gente!!!!!!!!!!!!
Ecco la mia sorpresa per voi! Spero gradirete :D
Insomma, ve lo aspettavate? Emma birichina che cosa combini ahahahah Povero Killian, non si aspettava che lei potesse fare una cosa del genere ma ora ha scoperto che è in grado di fare anche queste cose xD
Mi ci sono impegnata con questo capitolo e mi auguro che sia uscito bene come il resto della storia ^-^
Passate una buona giornata e ancora buona Pasqua!
Alla prossima!
Gio

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