keijukainen: taika vihrea

di Mylu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO: Lumottu metsa ***
Capitolo 2: *** Spin off ***



Capitolo 1
*** PROLOGO: Lumottu metsa ***


PROLOGO

 

-Ehhciiù-

Starnutì Jo, senza più riuscire a contenersi.

Aveva provato, a tapparsi il naso per non farlo, ma non era servito.

L'aria era secca quella sera, troppo secca.

A ogni boccata d'aria, tirava su solo polvere.

Non le piaceva per niente!

Le sembrava di ingoiare, continuamente, i biscotti di zia Rosaria; talmente salati, da lasciarle sempre la bocca asciutta.

Ma Jo era una brava bambina, quindi li mangiava lo stesso, per far contenta la mamma, che diceva sempre, che zia faceva fatica a farli, e che zia era tanto cara, e che c'erano poche persone, care quanto lei, quindi dovevano tenersela stretta.

Ma la polvere non la faceva nessuno.

Quindi, perché tenersela stretta?

Nel pensarlo, assorta, prese addosso, a quello che doveva essere, un grosso masso ed inciampò.

-Ahia!- gemette poi, a terra, toccandosi il ginocchio ora sbucciato.

-Shh!- le fece Silvia, con gli occhi spalancati dall'ansia, -Fai piano, Jo!-

Jo la guardò male. Era davvero cattiva! Pensò accigliata.

Le fece una linguaccia.

Tanto, con quel buio, non poteva vederla.

-È tutta colpa tua!- le sussurrò poi arrabbiata, -Sono i TUOI sandali. Sono troppo grandi!- mentì Jo, facendo ciondolare gli enormi calzari.

In realtà le scarpe grandi le piacevano, erano comode.

Si divertiva un mondo a ballarci dentro, con i piedi liberi e felici!

-Se tu sapessi metterti le scarpe da sola, non ce ne sarebbe stato bisogno.- le rispose Silvia di rimando.

-Io le scarpe ME LE SO METTERE.- protestò Jo, incrociando le braccia al petto.

Fra neanche una settimana, avrebbe compiuto sei anni, e sarebbe andata alle elementari. Non era più una bambina piccola!

-E allora, perché non te le sei messe da sola?- le domandò Silvia continuando a camminare.

Jo sbuffo, avrebbe voluto prendere Pezzie e tirarglielo in testa!

Ma magari, poi, con quel buio non lo avrebbe trovato più...

Guardò, l'amato peluche, con la forma di un coniglio, stretto nella sua manina, e lo abbracciò forte.

Nessuno l'avrebbe mai separata da lui! Giurò Jo, stringendoselo al petto.

-Dai Jo sbrigati! Ci siamo quasi.- la chiamò Silvia a mezza voce, per non fare troppo rumore.

La bambina sbadigliò, stanca.

Stava dormendo beata, insieme a Pezzie e Livia, quando, alle 3:12 di mattina (così diceva, l'orologio ciccione sul muro del salotto), sua sorella era venuta all'improvviso a svegliarla, dicendole che doveva mostrarle qualcosa. Qualcosa che le sarebbe piaciuto.

Jo aveva sbuffato, e si era rimessa a dormire.

Era stanca, ed inoltre c'era buio... e il buio non le piaceva per niente!

Ma Silvia non ne aveva voluto sapere! L'aveva messa seduta, ed infilato le prime scarpe che c'erano. Una volta finito l'aveva tirata su di peso, e trascinata di fuori... nel bosco.

 

Buio.. bosco.. solo le parole, le facevano venire i brividi.

 

Eppure, vi stava camminando da mezzora, incitata dalla sorella, vero, ma comunque lo stava facendo.

Pensò Jo, tutta orgogliosa di se stessa.

Talmente orgogliosa, da dimenticarsi di tenere a freno la lingua..

-Si può sapere, dove mi stai portando?- domandò alla sorella, alzando un po la voce.

Non si vedeva nulla li, e da un po, non riusciva più a capire dove fosse.

-Shhhhh!- le arrivò, istantanea, la reazione di Silvia.

Jo allora, abbassò la voce-Dove stiamo andando?-

-Lo vedrai- le rispose lei, sempre a bassa voce.

Lasciò passare qualche secondo, cercando di seguire la sua voce; ma quando, finalmente, credeva di averla trovata, la sua manina si chiuse sul nulla, e le ricadde verso il basso.

Iniziava ad aver paura.

Insomma.. il bosco ed il buio, potevano anche andarle bene... li aveva superati, dopotutto. Ma da sola no!

-Silvia.?.- la chiamò con voce tremolante.

-Shhh! Ti ho detto di fare piano!- le rispose lei.

Jo la ignorò. Non c'era spazio per la rabbia. Ora aveva solo paura.

-Dove sei?- domandò di nuovo, con voce ferma però... non era una piagnona!

-Sono qui, lagna.- disse Silvia, dietro di lei.

Jo sobbalzò per lo spavento, ma se ne stette zitta.

Non voleva darle, altri motivi per prenderla in giro..

Silvia era sempre stata la migliore tra loro due. Lei faceva ginnastica artistica, lei pattinava sul ghiaccio, lei aveva già delle amiche, lei era intelligente.. LEI, LEI, LEI!

Uff! Ed era persino la maggiore, anche se solo di due anni, come se non bastasse.

Anche Jo era brava; lei sapeva fare le bolle di sapone con il naso, sapeva sollevare le sopracciglia una alla volta, sapeva curare i lombrichi, e gli uccellini, e fare le polverine con le rocce... e nessuna di queste cose, era in grado di fare, Silvia.

Ma non a tutti importava...

All'asilo, le maestre, avevano fatto una faccia strana, quando lei aveva gonfiato il sapone con il naso.

Forse non gli piacevano le bolle..

Aveva pensato.

Solo alla sua mamma piacevano le sue doti. La mamma era la sua migliore FAN! Apprezzava molto, i suoi trucchi “fai da te”, ed era molto contenta delle cure, che riservava ai suoi pazienti. Diceva che era una bambina buona e generosa, e a Jo, piaceva molto, essere definita così.

 

Silvia, vedendo che non si dava una mossa, la affero per il pigiamino e la strattonò, fino a strapparle un lamento, che però, zittì subito con un occhiataccia.

Jo, riluttante, si lasciò trascinare, mentre si inoltravano, sempre di più, nel fitto bosco.

 

Dopo molti e molti passi, finalmente Silvia si bloccò.

Di colpo però! Jo le andò quindi a finire addosso, ma fu come sbattere su un muro. Vi rimbalzò praticamente contro, e ricadde sul sedere, facendosi piuttosto male.

Silvia non se ne era nemmeno accorta!

Le era spuntato uno strano sorrisino sul volto, e aveva lo sguardo perso in lontananza.

Qualche istante dopo, fece un cenno veloce, a Jo con la mano.

Voleva che la seguisse.

Lei, dolorante, ubbidì, controllandosi i pantaloni , per assicurarsi di non averli bucati. Erano i suoi preferiti! Con Dumbo e tutto il circo!

Seguì, la vestaglia cangiante della sorella, che era parecchi passi più aventi, ma che ora camminava con circospezione, tentando di non fare rumore.

A Jo, ricordava molto l'andatura dei gatti...

con i loro passetti felpati e silenziosi, ma allo stesso tempo, agili e forti.

Silvia svoltò a sinistra, e poi a destra, e poi ancora a sinistra, per due volte.

La bambina era costretta, a guardarsi in continuazione le mani, per starle dietro!

Quando finalmente, la sorella si fermò, Jo le distava solo di pochi passi, che cercò di colmare, imitando il passo agile di Silvia.. anche se, non con buoni risultati.

Era sicura, di aver spezzato, almeno una decina di rami, in neanche qualche secondo!

Silvia nemmeno se ne accorse. Il suo sguardo era perso, davanti a se; illuminato, da un arcobaleno di colori sgargianti.

Jo, terminò gli ultimi passi quasi di corsa, per la curiosità.

Si dimenticò all'istante del rumore, del buio e del bosco.

Quei colori, l'attiravano come una calamita.

E quando il suo sguardo li incontrò... ne rimase completamente affascinata!

Non erano colori! Erano luci!

E volavano tutt'intorno a loro.

Ciò su cui si affacciavano lei e la sorella, era una specie di radura... ma di come non ne avevano mai viste!

La terra e le rocce, erano opalescenti e limpide come uno specchio,

gli alberi che la circondavano, erano, come illuminati dall'interno.

I ciuffi d'erba, i ramoscelli e le foglie delle piante sembravano iridescenti; i cespugli, di solito acuminati e ruvidi, sembravano morbidi come il manto di una pecorella, e brillavano di un vivido colore dorato.

Le corolle brillanti dei fiori, apparivano come gemme preziose, e i rivoli d'acqua che si facevano largo tra le rocce, sembravano impalpabili al tatto.

Jo, non aveva mai visto nulla più meraviglioso!

Fu quasi tentata di ringraziare la sorella, che osservava lo spattacolo in muta ammirazione.

Poi si ricordò della manica strappata del pigiamino, e del suo sedere dolorante e cambiò idea..

Tuttavia un luogo così bello e magico, non andava sprecato ma ammirato!

La cosa più stana di quel luogo, che sembrava appartenere a tutto, fuorché al loro misero, buio bosco, erano le creature che vi abitavano.

Ad una prima occhiata, Jo, aveva pensato, che si trattasse di lucciole; ma si era ricreduta..

Le lucciole erano bianche o gialle, ma non rosse , verdi, viola e blu!

Non aveva senso.

Con uno sguardo più attento, si accorse, che quelle minute, deliziose creature luminose, avevano delle piccole braccina e gambine, molto simili alle loro.

In effetti, osservandole ancora, si accorse, che l'unica cosa che le distingueva da loro, a parte le dimensioni e il colore sgargiante, erano delle sottilissime ali, di velo, che ricoprivano tutto lo spazio intorno a loro.

Erano le ali, si accorse la bambina, ad irradiare la luce.

Ali così piccole, da poterle stare tra le mani, eppure così grandi, rispetto al loro corpicino!

Una delle creaturine , che giravano in tondo, muovendosi in una danza antica ed armoniosa, di colpo si bloccò, uscendo dal cerchio.

A Jo parve una cosa molto strana, e ne rimase quasi delusa.

Quella danza era così bella e unica, ed ora che lei era uscita, le sembrava di intravvedere la sua assenza, in quel girotondo.

La luce della creaturina solitaria, si oscurò un poco, quasi a conferma delle teorie di Jo, sul fatto che doveva tornare al suo posto.

Ma lei rimase immobile, sul posto.

Jo aggrottò la fronte, perplessa.. c'era qualcosa che non andava.

Lo capiva, lo sentiva. Sentiva sempre, quando qualcuno, stava male... per questo si occupava sempre delle sue bestioline. Le sembrava di capile meglio di chiunque altro, e non si sbagliava mai.

Neanche quella volta.

Dopo un attimo di esitazione, la delicata creatura, cadde.... precipitando.

Jo non ci pensò due volte, e di getto, preoccupata per l'incolumità di quel fragile esserino viola, si gettò a terra dentro ala radura , e ne bloccò la caduta con le sue manine, giunte a coppa.

Calò un'enorme silenzio.

Pure Silvia tratteneva il fiato.

Jo neanche se ne accorse; stava osservando la creaturina che teneva stretta tra le mani.

Per un attimo questa rimase immobile, poi all'improvviso, la bambina si sentì le mani le bruciare, e scottata la lasciò cadere.

Questa volta però, non precipitò, ma si alzò in volo, tramutando il suo aspetto, da un incantevole colore viola, ad un violento blu.

Tutt'intorno, la stessa radura taceva, immobile.

Quella, che poco prima gli era sembrata , una docile e vulnerabile personcina, ora stava di fronte a lei, all'altezza della sua testa.... e non sembrava affatto docile.

All'improvviso, gli si gettò addosso, ad una velocità sorprendente.

Guardandola avvicinarsi,non percepiva altro che pericolo.

Scatto indietro, uscendo dalla radura , ma la luce blu, gli fu addosso in un istante.

A Jo mancò un battito.

Rieccola , la famigliare sensazione..... la paura!

Talmente forte da bloccarla, da farla rimanere immobile , nonostante il pericolo, da congelare il suo sguardo, in un'unica, profonda, espressione di terrore.

In un riflesso istantaneo, portò le mani al volto, aspettando pietrificata, l'arrivo del dolore.

Ma il dolore non arrivò.

Al suo posto, sentì un improvvisa folata di vento, davanti a se, e un ombra oscurarle la vista.

Silvia!

Era davanti a lei.

La sorpresa ebbe la meglio, ed abbassò le braccia;

appena in tempo , per vedere sua sorella, sferrare un colpo alla creatura volante, con la mano destra, per allontanarla da loro.

Nell'istante in cui, le due vennero in contatto, un'enorme onda blu scaturì da loro, propagandosi in tutta la radura, facendo volare in aria la stessa Jo.

Subito tutto si fece buio.

Ogni fiore, ogni foglia, ogni ramo, ogni luce, spazzata via. Sostituita dal buio.

Jo sentì il suo corpo tremare, in reazione a quanto era appena accaduto.

Sconvolta, cercò con lo sguardo la sorella , aiutata solo dal leggero bagliore delle stelle.

La trovò accovacciata in un angolo, al limitare estremo della radura.

IMMOBILE.

Le fu subito al fianco, e la scosse, con le braccine che ancora le tremavano.

-Silvia! Silvia! Silvia!- la chiamò implorante, senza smettere di scuoterla.

La chiamò ancora, e ancora, la voce sempre più incrinata.

Sentiva, una muta disperazione, crescerle dentro, come un rampicante spinato, e attorcigliarsi attorno al suo stomaco.

Una sensazione, che una bambina della sua età non avrebbe mai dovuto provare.

La chiamò di nuovo, e ancora e ancora.

Stava per abbandonarsi contro la terra umida, priva di forze, quando, un leggero rumore, la blocco.

Un battito.

Alzò la testa di scatto, e guardo la sorella negli occhi.

Un altro battito.

Aspettò di sentirne un altro, immobile.

-Tum............................tum.tum,tum. Tum.tum,tum. Tum.tum,tum...-

Jo esultò, e lasciò andare il fiato, che aveva trattenuto fino a quel momento. Assieme a questo, sgorgarono le lacrime, che in un istante le bagnarono il viso, corrodendolo, acide e salate,ma sopratutto amare.

Non appena Silvia, aprì gli occhi, le si getto addosso, abbracciandola.

C'era qualcosa di diverso in lei... si, ma non le importava.

Non le importava di nulla ora. Pensò stringendola a se.

Stretta in quell'abbraccio, Jo si sentì al sicuro, come mai prima d'ora.

Li, al buio, nel bosco. Si sentì al sicuro.

E stretta in quell'abbraccio, sostenendo la sorella, che debole, era accasciata su di lei; giurò a se stessa, con una nuova ed insolita determinazione, che MAI E POI MAI, D'ORA IN AVANTI, AVREBBE Più AVUTO PAURA!

 

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Capitolo 2
*** Spin off ***


SPIN OFF: PALAJASTAVA UNET

 

-shhhuuuii shuuuiiiiii sccciiiuuuhhhiiii-

Sentiva il vento rimbalzare sulle fronde e risalire le colline, e poi scendere nella placida e desolata campagna, come un impavido gabbiano che sfidava le intemperie, per arrivare ad un porto sicuro.

Sentiva i suoi sussurri, la sua melodia, cantata apposta per lei, mentre l'avvolgeva, la circondava, la coccolava...

Se ne stava seduta li, con le gambe distese, le spalle rilassate, il collo abbandonato, nel mezzo di un'enorme distesa di granturco e papaveri.

Li, nel silenzio, nella pace, accarezzata da una dolce brezza che le scostava piano i capelli...

Le sembrava il paradiso!

Dall'orizzonte, sollevò lentamente lo sguardo al cielo,socchiudendo gli occhi,lasciandosi riscaldare dalla tiepida luce del tramonto.

Poteva intravvederne la luce aranciata perfino con le palpebre serrate, così bella, così rassicurante, così naturale...

D'improvviso, un lampo di luce viola interruppe lo spettacolo, seguito istantaneamente da uno di un vivido colore blu..

Spalancò gli occhi.

Il sole era sceso ormai e aveva lasciato spazio al buio notturno.

Si sollevò di scatto, mentre una terribile sensazione attraversava i suoi pensieri.

Silvia!

Prima ancora di accorgersene stava già correndo.

Non sapeva dove e non aveva idea di cosa stesse seguendo.

Sapeva solo che si stava muovendo, e molto velocemente , guardandosi intorno, alla ricerca di qualcosa.

Erano gesti meccanici, come una routine, come se lo avesse già fatto...

D'improvviso, di fronte a lei comparvero in fila altri brevi lampi di viola e di blu, come fuochi fatui che le indicassero la strada.

Li rincorse, senza fermarsi un secondo!

Correva sempre più veloce, e non aveva idea del perché...

Le sembrava di essere in un corpo estraneo, che non poteva controllare.

Le sue gambe, aumentarono ancora di velocità, quasi non toccassero più nemmeno il suolo!

Nel pensarlo, un altra idea le passò per la mente...

Se lei stava inseguendo le luci,

Chi inseguiva lei?

Perché qualcuno la stava seguendo....

Lo aveva appena realizzato, e anche questa volta non aveva idea del come.

Senza smettere di correre, girò la testa di scatto, prima a destra e poi a sinistra, guardando ovunque tranne che difronte a se.

Era un miracolo che non fosse già inciampata!

Una luce blu attirò il suo sguardo e lei la segui, senza fermarsi e senza smettere di guardarsi le spalle.

La luce blu era più vicina, lo sentiva.

-Drrrrrrrrrrrrrr..-

un suono stridente le colpì all'improvviso le orecchie, costringendola a tapparsele, ma non smise di correre, anzi aumentò lavelocità...

-Drrrrrrrrrrrrdddrrrrrrrrrr-

Di nuovo dietro di lei!

Si mise a correre a perdifiato.... ora stava davvero scappando!

-Drrrrrrrrrddddrrrrrrrrrrrrrrrddddrrrrrr-

Il suono era sempre più forte,

il che voleva dire che era anche sempre più vicino; sapeva anche quello, si.

Corse ancora più forte.

Ora la terra sotto i piedi non la sentiva proprio..

Ma le luci erano sempre di più e sempre più intense e grandi, quindi anche più vicine.

Ma anche ciò che seguiva lei era più vicino...

e poi... di colpo, silenzio.

Non c'era più nessun rumore.

Si fermò, riprendendo fiato.

Le luci sempre li ad aspettarla.

Un lieve fiato sula nuca, le spostò i capelli,

e un lungo brivido freddo le precorse la schiena.

Si girò di scatto.

-Drrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrddddddddddddddrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddrrr rrrrrrrrrrrddddddddddddddrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr-

E calò il buio.
-------------------------------------------------------------------------------------------------

 

-Joooo!! Jo!-

Jo aprì piano le palpebre, sbattendole ripetutamente, e osservo confusa Marco che la scuoteva per le spalle, ridacchiando.

-Suvvia, bell'addormentata! Che fai dormi?-

esclamò lui allegro.

Jo continuò a guardarlo confusa.

-è una FESTA!- esclamò lui allora, facendo un salto in aria, col sorriso stampato sulle labbra.

Jo si guardò in torno.

Erano al lago!

L'acqua brillava limpida, davanti ai suoi occhi, e le persone sulla spiaggia e sui pontili, ridevano e si buttavano in acqua a vicenda, circondati dal bagliore dorato del sole.

Poi guardò se stessa.

Era in costume, il suo preferito... verde scuro con i bordi argentati.

Si mise seduta e si alzò , leggera.

Che strano, non si sentiva affatto insonnolita... chissà come mai si era appisolata.. non era proprio da lei!

Guardò di nuovo Marco, che ora reggeva in mano, senza pudore, un bicchiere pieno di verdone, intento a trangugiarlo soddisfatto.

-Non è giusto! Ne voglio un po' anche io! Dove sono finite le tue buone maniere?- lo accusò Jo corrucciata.

Marco sorrise, e le si avvicinò suadente, stringendole la vita con un braccio.. -Se vuoi puoi prendere il mio.- le sussurrò poi all'orecchio.

Lei sorrise , sentendosi sciogliere tra le sue braccia e butto giù il verdone rimasto nel bicchiere.

Poi si sciolse ancora di più, sentendo le sue labbra tiepide sul collo...

-Drrrrrrrrrr-

Jo non ci badò, sentiva solo le sue labbra e le sue mani che le accarezzavano i fianchi.

-Drrrrrrriiiiiiiiiiirrrrrr-

Marco dietro di lei si irrigidì un poco, -è il tuo cellulare?- chiese lui al suo orecchio, Jo annui, imapaziente,-Si si, deve essere il telefono.. tu continua- mugolò poi.

Quel suono aveva un che di familiare... mah!

Marco sorrise, contro la sua pelle e riprese a baciarla, spostandosi in punti sempre più delicati...

-Drrrrrriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii-

Tipo dietro l'orecchio sinistro, per poi risalire su fino al lobo..

-Drrrrrrrrrrrrriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii-

e mordicchiarglielo un poco, facendole scorrere piacevoli brividi in tutto il corpo.

-Dddrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii-

Jo sbuffò mentalmente.

Stupido telefono! E poi.. non somigliava neanche ad un telefono... sembrava più un trattore, anzi NO... PEGGIO, un carro armato!

Non che lei ne avesse visti, si intende... ma questo sembrava proprio esserlo......... un carro armato che si muoveva su lastre di metallo... e cocci di vetro... e che faceva sempre più rumore..

-Tutto ok?- le sussurrò Marco baciandole l'orecchio e la pelle attorno ad esso.

Uuuuuu!!! che bello!

-mm, mm- annuì Jo, incapace di fare altro, in quella posizione...

Avrebbe tanto voluto ricambiare... avvicinarsi di più..

Marco le sfiorò la mascella con le labbra, e le stuzzicò il mento con la lingua; poi, sempre da dietro di lei, si porto i suoi fianchi più vicini e le accarezzò le cosce.

Col cavolo che avrebbe pensato ora!

Si lasciò avvolgere dal suo profumo, così inebriante, e ignorando quel fastidioso rumore, che non faceva altro che guastarle l'atmosfera, girò il volto verso di lui, cercando di incontrare le sue labbra.

La vista iniziò ad oscurarlesi, e macchie di luce viola e blu le riempirono il capo visivo.

Sbatte forte gli occhi per scacciarle via.

Non adesso! Per favore non adesso!

Non ora, che le era così vicino.... abbastanza da respirare il suo stesso fiato.

Mancava solo un centimetro, un piccolo insignificante cent..

-Dddddrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnnnnnndddddddddddddrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr-

ANGOLO AUTORE: Scusate per la brevità del capitolo, ma più che un capitolo è una specie di, appunto, spin off, che in origine avrei voluto mettere fra qualche capitolo, ma che per mancanza di tempo ho dovuto anticipare.
Lo sistemerò appena avro scritto i prossimi due capitoli ok?
Intanto vi lascio qui sotto delle foto di Jo e Silvia, come me le immagino io.

Alla prossima !

 

 

JO a 18 anni Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic JO bambina Image and video hosting by TinyPic SILVIA bambina Image and video hosting by TinyPic SILVIA a 21 anni Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic

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