The Black Book - l'era dei demoni

di Francy_Kid
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** _Cap. 1: Shibusen sotto attacco ***
Capitolo 2: *** _Cap. 2: Allenamento speciale ***
Capitolo 3: *** _Cap. 3: Kyra ***
Capitolo 4: *** _Cap. 4: La missione ***
Capitolo 5: *** _Cap. 5: Stonehenge ***
Capitolo 6: *** _Cap. 6: Dove dimora il male ***
Capitolo 7: *** _Cap. 7: Sconfitta ***
Capitolo 8: *** _Cap. 8: Infermeria ***
Capitolo 9: *** _Cap. 9: Valac ***
Capitolo 10: *** _Cap. 10: Nuove strategie ***
Capitolo 11: *** _Cap. 11: Una settimana di fine settembre ***
Capitolo 12: *** _Cap. 12: Allenamento con Stein ***
Capitolo 13: *** _Cap. 13: Aniva Rock ***



Capitolo 1
*** _Cap. 1: Shibusen sotto attacco ***


_Cap. 1: Shibusen sotto attacco



-Sommo Shinigami. Servono maggiori difese sulla torre ovest della Shibusen. Il nemico è penetrato all'interno delle mura!-

-Mandate subito Stein e Spirit con la Squadra A alla torre e Sid e Nygus in aiuto agli studenti della Squadra D nel lato est.-

Il caos regnava all'interno della DWMA: un gruppo di uova di kishin era riuscito ad entrare all'interno della scuola, attaccando chiunque fosse loro d'intralcio.

 

Il Sommo Shinigami, il preside dell'istituto e Dio della Morte, guidava le squadre dalla Camera della Morte, aiutandosi con le immagini che venivano trasmesse dall'enorme specchio al centro della stanza. Ciò che vedeva era spaventoso: mostri dalle sembianze non umane, deformi, che attaccavano gli studenti della scuola.

Shinigami era senza parole e cercava un metodo per placare la furia omicida dei nemici e sconfiggerli.

 

Come mai così tante uova di kishin avevano deciso di attaccare la Shibusen tutto ad un tratto? Non era mai capitato un'ondata di nemici così numerosa, soprattutto all'interno della scuola.

 

A far tornare alla realtà il Dio fu il volto pallido di Stein, che apparì su una piccola zona dello specchio, come in una finestra di chat. -Shinigami. L'attacco alle torri est ed ovest era una trappola! Lui è riuscito ad entrare.-

Shinigami rimase pietrificato -Come ha fatto a superare le barriere difensive?- riuscì a domandare quasi balbettando. -Stein. Tu e Spirit raggiungetemi alla biblioteca. Mi raccomando: nessuno studente deve essere coinvolto.-

Il dottore annuì per poi sparire dallo specchio. Il Sommo respirò profondamente prima di recarsi al punto stabilito, pronto a difendere la scuola e la sua città.

 

 

Shinigami arrivò e quello che gli si presentò davanti non fu un bello spettacolo: le porte della biblioteca erano completamente distrutte, pezzi di legno penzolavano pericolosamente dai cardini, oscillando a destra e a sinistra, in equilibrio precario; ma quello che vide all'interno della stanza fu ancora più sconcertante. I libri presenti nelle sezioni del primo e del secondo livello erano dappertutto e gli scaffali erano distrutti quasi del tutto, e la squadra in difesa era priva di sensi nella stanza.

 

Shinigami soccorse l'unico ancora sveglio, inginocchiandosi affianco a lui.

-Cos'è successo?- domandò cercando di mantenere la sua voce buffa.

-Mi... mi dispiace, Lord Shinigami... Non siamo riusciti a fermarlo... È riuscito ad entrare nella sezione del quarto livello...- rispose appena prima di andare incosciente anche lui.

 

Shinigami si alzò e, malgrado la sua maschera, lanciò un'occhiata cupa alla zona interessata, percependo una lunghezza d'onda molto potente e malvagia.

-Sommo Shinigami. Abbiamo fatto più in fretta possibile...- Stein si bloccò alla vista delle vittime all'interno della biblioteca -Cos'è successo? Dov'è?- chiese in preda al panico.

-Stai calmo, Stein. Ora vorrei che tu andassi a guidare le squadre dallo specchio della Death Room che è ancora attivo.- spiegò il Dio sentendo i passi del dottore allontanarsi -In quanto a te, Spirit, trasformati e stai pronto alla battaglia. Dobbiamo assolutamente fermarlo.-

La Death Scythe annuì e, subito dopo aver saltato, atterrò in forma d'arma nelle mani del Sommo, che lo afferrò con facilità e lo fece ruotare, per poi mettersi in posizione d'attacco.

 

-Era ora che facessi la tua entrata in scena, Shinigami.- esclamò una voce proveniente dalla zona del quarto livello.

-Sai com'è: non posso lasciarti prendere quello che vuoi, soprattutto se non chiedi neanche "per favore". Ashura.-

 

Una figura slanciata e molto magra sbucò dal buio degli scaffali, vestito solo delle sue lunghe fasce bianche che riusciva a comandare. Alla luce del sole si poté notare quanto il kishin fosse pallido, come un fantasma che infestava una casa abbandonata, i capelli neri arrivavano quasi alle spalle, caratterizzati da strani ciuffi bianchi, i suoi occhi che brillavano di un rosso soprannaturale erano in grado di mostrare i suoi sentimenti: rabbia, odio, divertimento e, soprattutto, follia.

 

Le orbite vuote della maschera del Dio seguirono una delle sue bende, finendo su tre libri. Ciò che aveva temuto si era rivelato reale.

 

-È sgarbato da parte tua non ricevere gli ospiti. Soprattutto dopo un lungo periodo di assenza.- sghignazzò Ashura mostrando i denti in un sorriso agghiacciante. Di solito, con la sua sola presenza, riusciva a far scappare chiunque gli intralciasse la strada, ma non Shinigami.

-Beh. A dire il vero non sei un ospite ben gradito a Death City. Anzi- aggiunse subito dopo assumendo un'aria minacciosa -Dovevo ammazzarti prima, anziché rinchiuderti in quella sacca di pelle.-

-Andiamo, non dire che non ti sei divertito a scuoiarmi vivo e a dissanguarmi. Il dolore che ho provato quella volta è stato indescrivibile; mi viene la pelle d'oca solo a pensarci.- esclamò con tono spaventato, con un ghigno ironico e che faceva accapponare la pelle.

 

Shinigami serrò i pugni intorno a Spirit. L'arma non era presente quando il Sommo aveva imprigionato Ashura, ma doveva essere persino peggio del kishin se l'aveva fatto. Questi erano i pensieri che correvano nella mente della falce mentre, cercando di restare concentrato, provava paura. Paura che l'essere malvagio potesse sconfiggere il Lord e creare il mondo che aveva sempre voluto.

 

-Spirit, l'ho fatto ottocento anni fa, ma se dovesse servire lo rifarei.- disse percependo lo stato d'animo del suo partner.

 

Il Dio si scagliò contro Ashura che, anziché attaccare, preferì difendersi.

-Dopo tutti questi anni, e i tuoi strambi cambiamenti esteriori, la tua potenza è rimasta spaventosa. Complimenti.- sorrise allontanandosi dal suo avversario.

 

Shinigami non perse tempo e attaccò di nuovo, cercando di lacerare la fascia con i volumi in suo possesso, ma il kishin era più veloce e riuscì a spostarsi.

 

-Anche la tua codardia è rimasta la stessa; non mi meraviglio del fatto che sei rimasto nascosto per tutto questo tempo a preparare un attacco a sorpresa di questo genere. Mi fai ribrezzo.-

-Non sono solo rimasto nascosto, ma mi sono potenziato.-

Ashura preparò Vajra, l'arma che un tempo combatteva al suo fianco ma che, per paura, aveva inghiottito. Dalla punta della lama fuoriuscì una luce rossa, quasi accecante; ma Shinigami non riuscì a spostarsi e venne colpito.

 

Tutto quello che vide più tardi, fu il nero.

 

 

-Ragazzi. Non c'è tempo da perdere! Dobbiamo recarci assolutamente alla torre ovest; hanno bisogno di rinforzi.-

Una ragazza dai capelli biondi, legati in due codini da bambina, occhi verdi, e tenuta da combattimento, correva per i lunghi corridoi della DWMA per arrivare al suo obbiettivo, affiancata dai suoi amici e dalle loro rispettive armi.

-Maka, sei sicura che possiamo passare per di qua? Stein ci aveva avvertiti di non passare dalla biblioteca.- la sua arma, Soul, parlò dalla sua forma di falce, apparendo nella lunga lama rossa e nera, avvisandola della strada.

-Lo so, ma questa è la strada più corta.- rispose lei non rallentando il passo.

-Sai com'è fatta: le piace leggere e lo fa anche durante un'invasione di uova di kishin. È proprio un topo di biblioteca!- rise il ragazzo alla sua sinistra di nome Black Star. Aveva i capelli azzurri pettinati in una strana maniera, un ego smisurato e la sua partner, Tsubaki, aveva la peculiarità di essere un'arma ninja mutaforma, o lama oscura, che le dava la possibilità di trasformarsi in diversi tipi di arma a seconda delle necessità del suo Maestro d'Armi. Si poteva trasformare in kusarigama, in shuriken, in una bomba fumogena o nella Lama incantata, un tipo di katana corrotta dall'anima oscura del fratello Masamune.

-Black Star non scherzare sulla lettura. E poi Maka infrange le regole solo durante le battaglie; ma devo ammettere che ci torna molto utile per la vittoria.- ribatté l'amico alla destra della meister. Death the Kid era il figlio di Shinigami; era un maestro d'armi molto forte per via della sua natura divina, ma il suo più grande difetto era la sua ossessione per la simmetria che, molte volte, determinava l'esito della battaglia. Le sue partner, Liz e Patty Thompson, erano due sorelle in grado di trasformarsi in pistole; in passato venivano chiamate "I Diavoli di Brooklyn" perché seminavano il panico nelle vie dell'immensa città, finché non ebbero conosciuto Kid.

 

Questo gruppo di ragazzi era il più forte della Shibusen, infatti erano rinomati tra gli studenti e gli insegnanti per questo titolo e per le molte missioni che riuscivano a completare anche singolarmente.

 

Dopo aver corso per il lungo corridoio che conduceva più velocemente alla torre ovest Maka si fermò di scatto, a pochi metri dalla biblioteca. -C'è qualcosa che non va. Sento una lunghezza d'onda diversa dalle uova di kishin contro cui abbiamo combattuto fino ad ora.-

-È vero, ma malgrado se ne sia andato riesco a percepire la sua potenza.- disse Kid percependo la stessa sensazione della ragazza. I due si bloccarono, per poi guardarsi negli occhi terrorizzati.

-Non è possibile... Come mai è stato qui?- domandò la meister allo shinigami tra lo stupore e lo spavento.

-Non ne ho idea, ma dobbiamo andare a controllare.-

 

Gli unici a non capire ciò che intendevano erano le armi e Black Star, siccome lui non riusciva a captare le lunghezze d'onda e a vedere le anime come i suoi amici.

 

Kid e Maka corsero verso la biblioteca e ciò che videro fu la stanza quasi completamente distrutta.

 

I due entrarono e videro svenuti contro uno scaffale Shinigami e Spirit.

 

I ragazzi lasciarono andare le loro armi, che ripresero le loro sembianze umane, in soccorso ai loro genitori che, per fortuna, si ripresero poco dopo.

-Padre, cos'è successo qua dentro?- chiese Kid dopo che Shinigami si alzò in piedi.

-Siamo stati attaccati da molte uova di kishin, figliolo...-

 

Era ovvio che stava mentendo. Anche se i nemici fossero stati più di mille il Sommo sarebbe riuscito a sconfiggerli come niente; non poteva essere andato a K.O con un esercito di nemici che, in confronto a lui, erano niente.

 

-Padre, ti prego, non mentire ancora. Non mi sembra il momento di inventarsi scuse su chi ha fatto tutto questo.- Kid iniziava ad innervosirsi. Non sopportava quando il padre, l'unica sua famiglia oltre a Liz e Patty, non gli diceva il vero. -Ormai abbiamo capito tutti chi è stato.-

-Veramente non tutti.- intervenne Black Star con Soul, Tsubaki, Liz e Patty a mano alzata.

-Ok... io e Maka abbiamo capito chi è stato qua. Per cosa?-

 

Shinigami e Spirit si guardarono per chi dovesse dar loro le spiegazioni.

 

-Forza, Death Scythe, dì loro cosa vogliono sapere?- parlò la Divinità cercando di prendere tempo.

-Cosa?! Kid l'ha chiesto a te!-

 

Il giovane shinigami stava perdendo la pazienza, e neanche Maka era entusiasta di restare sulle spine; soprattutto durante un'emergenza come questa.

 

-Non importa chi di voi parla, l'importante è che lo faccia!- esplose il corvino ricevendo degli sguardi sorpresi dai presenti.

-Va bene. Come avrete già percepito, la lunghezza d'onda della persona che era qui presente poco fa, non era un uovo di kishin qualunque, ma era Ashura.- le armi, e persino Black Star rimasero impietriti.

-Ciò che non capisco è come ha fatto ad entrare a Death City. La sua lunghezza d'onda sparge follia ovunque vada; come hai fatto a non percepirlo?- chiese ancora alterato per le negligenza, se così si poteva chiamare, del padre.

-Per la verità avevo percepito quando era entrato in città. Riesco a percepire le anime di chiunque entri, siccome la mia anima è legata Death City, ma la Shibusen era sotto assedio e non potevo permettere che i miei studenti perdessero la vita contro un nemico contro cui non possono combattere.- spiegò il Dio cercando di non sire qualcosa di sbagliato che poteva far arrabbiare maggiormente il figlio. Ma a quanto pare l'aveva fatto.

 

Kid strinse i pugni e digrignò i denti. -Un nemico contro cui non possono combattere?- ripeté come se quelle parole fossero la scusa più assurda -Padre, tu hai creato questa scuola per fare in modo che le armi e i loro maestri affrontassero questo tipo di nemici. Ognuno dei ragazzi presenti in questa scuola sono qui per proteggere gli altri e, soprattutto, sono al tuo servizio; sotto le tue regole per creare "l'ordine perfetto", ciò a cui tu... io aspiro. Quindi, per favore, non allungare ulteriormente la tua lista di bugie.- concluse cercando di rimanere più calmo possibile, non riuscendoci. 

 

Shinigami sospirò e chiese a Spirit di aiutare la squadra di difesa, poi iniziò a spiegare: -Ok. Non ho voluto che nessuno studente affrontasse Ashura perché, appena l'ho percepita, la sua anima era gigantesca. Inoltre, da come hai potuto constatare tu stesso, nemmeno io e Spirit siamo stati in grado di fermarlo; è troppo potente anche per me. Per questo ho voluto che gli studenti affrontassero le uova di kishin cosicché, se io fossi rimasto sconfitto, tu avresti potuto prendere il mio posto.-

-NO!- sbottò il corvino portandosi le mani alla testa e tapparsi le orecchie. -Non puoi dire questo! Io non posso prendere il tuo posto! Tu sei il Sommo Shinigami, io non sono neanche un Dio della Morte completo.-

-Ma un giorno dovrai farlo...-

-Basta! BASTA!- Kid corse fuori dalla stanza sotto gli occhi stupiti di tutti. Shinigami sospirò e diede una mano a Spirit a soccorrere i feriti.

-Ragazzi, aiutate il Sommo e mio padre con i feriti, io vado a cercare Kid.- esclamò Maka correndo fuori dalla biblioteca senza ascoltare la sua arma che la chiamava.

 

La ragazza corse per i corridoi della Shibusen, aiutandosi percependo il segnale segnale dell'anima di Kid; per fortuna le innumerevoli uova di kishin erano state sconfitte, quindi la situazione si era calmata. Maka continuava a correre, seguendo la traccia e, poco dopo, raggiunse il terrazzo della Shibusen dove, seduto alla base dello spuntone centrale, c'era Kid con le gambe al petto e la testa china poggiata sulle braccia.

 

La meister si avvicinò piano a lui e, poggiandosi alla ringhiera, guardò verso il sole che tramontava.

-Certo che quassù c'è una bella vista.- disse Maka cercando di attaccare bottone, ma Kid non emise alcun suono.

-Kid, posso capire come ti senti, ma la tua reazione è stata un po'... esagerata.- spiegò cercando la parola giusta.

-Non è vero. Tu non puoi capire.- ribatté con un gemito.

Maka si morse il labbro inferiore. -Già, è vero... Non sono uno shinigami, quindi non posso sapere come ti senti in questo momento, ma posso immaginarlo: anch'io alla sola idea di perdere mio padre mi spezza il cuore. Malgrado fosse un donnaiolo di prim'ordine e abbia tradito mia madre innumerevoli volte, ma è pur sempre mio padre.-

Il ragazzo alzò lo sguardo verso la meister. Aveva gli occhi lucidi, come sull'orlo del pianto.

-Già. Il padre è unico. Soprattutto se è l'unico membro della tua famiglia.- mormorò Kid a bassa voce, ma Maka riuscì a sentire e annuì. Subito dopo gli fece cenno di scavalcare la ringhiera e venire dalla sua parte, cosa che il ragazzo fece, mettendosi in parte a lei.

-Non posso immaginare che un giorno dovrò prendere il posto di mio padre. Se non sarò un grado? Se con me al comando Death City, solo dopo il primo attacco, venisse distrutta? Maka, io non credo di poterci riuscire...- la voce gli si fece tremante.

 

Non poteva immaginare di diventare il nuovo Shinigami, prendendo così il posto di suo padre; almeno non all'età di sedici anni!

 

Maka si voltò verso di lui, prendendogli le spalle e guardandolo dritto in viso.

-Tu ce la farai. È normale che tu sia spaventato, ma l'unica persona al mondo in grado di prendere il posto di tuo padre sei tu; non solo perché sei suo figlio, ma perché tu sei il migliore, tu hai sempre seguito le regole di Shinigami alla lettera, e anche se a volte andavi contro esse l'hai fatto per salvare una vita innocente o un tuo amico. E per questo io ti rispetto. Sei la persona adatta a diventare il nuovo Sommo Shinigami.- rispose con gli occhi fissi nei suoi.

 

Kid la fissò stupito; nessuno gli aveva mai risposto in quel modo: con tanta determinazione. Ma lei era Maka e non poteva scegliere miglior persona con cui confidarsi.

 

Il ragazzo si rianimò e rivolse alla meister la stessa espressione che aveva lei. -Hai ragione. Io sono perfetto. Sarò perfetto! Grazie di tutto Maka.- disse l'ultima frase con un sorriso.

 

La bionda restituì il sorriso e poi allargò le braccia. Kid la guardò crucciato.

-Ora avrai bisogno di un abbraccio. Un abbraccio racchiude parole che nessuno, neppure il coraggio è in grado di pronunciare. Io sono qua per abbracciarti ogni volta che hai bisogno.- sorrise a trentadue denti non muovendosi dalla sua posizione.

 

Lo shinigami rimase senza parole per ciò che gli aveva detto e, poco dopo aver pensato, aveva capito che aveva ragione; così l'abbracciò.

 

I due stettero stretti luna nelle braccia dell'altro per vari secondi, finché non sentirono Spirit, con il fiatone, che li chiamava dal lungo corridoio (caratterizzato da scale) che precedeva il terrazzo; quindi si staccarono e rimasero fermi poco distanti dall'altro ad aspettare la Falce della Morte.

 

 

-Quante vittime abbiamo avuto?- domandò Shinigami vedendo il Dottor Stein avvicinarsi allo specchio.

-Per fortuna nessuna. Tutte le uova di kishin sono state sconfitte e le loro anime raccolte, ma abbiamo avuto diversi feriti: il 5% grave ed il restante 95% se la caverà con qualche graffio.-

-Bene. E a quanto ammontano i feriti?-

-Circa 50 tra alunni e insegnanti. Molto meno rispetto a ciò che temevamo.- rispose il dottore sistemandosi gli occhiali sul naso.

 

Shinigami annuì un po' sollevato dalla notizia, ma non poteva sopportare che avesse fallito nel proteggere tutti i presenti nell'istituto.

 

-Sommo Shinigami.- lo chiamò lo scienziato attirando la sua attenzione. -Posso farle una domanda?-

-Certo, chiedo pure.-

-Che cos'ha preso Ashura di tanto importante?-

 

Shinigami stette in silenzio per qualche secondo, voltandosi nello specchio e dando le spalle a Stein. - Ashura ha preso dei volumi importanti: "Seliphem" il libro delle anime; "Demorium" il libro sui demoni; "Bliblios Anamastano" il libro sulla rinascita e "Biblios Athanasia" il libro immortalità.-

 

Stein rimase senza parole.

 

Non capiva come quei libri potessero servire al Kishin.

 

-So quello che vuoi chiedere, e la mia risposta è: quei volumi sono essenziali se Ashura vuole fare ciò che penso. E nelle sue mani sono pericolosi.- spiegò il Dio voltandosi di nuovo verso l'insegnante. -Hai capito ora? Dobbiamo fare il possibile per recuperarli, sennò sarà la fine del mondo che conosciamo.-

 

Stein, preoccupato, annuì indicando che aveva capito.

 

Davvero Ashura era in grado di evocare demoni? Ma quale scopo voleva raggiungere? Queste domande e molte altre riempirono la mente del dottore, ma non riusciva a trovare nessuna spiegazione.

 

-Stein.- lo chiamò Shinigami riportandolo alla realtà, ora di nuovo girato di schiena. -Chiama i ragazzi. Ho una cosa importante da comunicare loro.-

 

Solo dopo che ebbe finito di parlare, Stein si accorse del tono usato dal Dio: era sempre la solita voce buffa e stridula, ma questa volta era contrastata da sentimenti come rabbia, paura e timore. Shinigami temeva per ciò che stava per accadere: stavamo per andare incontro ad una guerra che, molto probabilmente, non avrebbe vinto.

 

 

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Salve ragazzuoli :D

Finalmente ho deciso di pubblicare la storia che stavo programmando dall'età della pietra!

Spero che il prologo vi abbia interessati e che continuiate a leggere ^^

Ma vorrei fare presente una cosa: due mesi fa ho iniziato a leggere Shadowhunters e, solo dopo essere arrivata al 5º libro, mi sono accorta che ci sono alcune peculiarità... ma questo NON È UN CROSSOVER!

Volevo soltanto avvisare, siccome è molto probabile che lo noterete (per chi ha letto i libri) ^^'

Ma "The Black Book - L'era dei demoni" l'ho programmata mesi fa (più precisamente ad Aprile, subito dopo aver finito "La speranza di un frammento)! Mentre Shadowhunters l'ho iniziato a leggere a inizio agosto.

Inoltre, questa fanfiction è presente su Wattpad ;D

Ok, ora la smetto xD

Detto questo, spero che vi sia piaciuto l'inizio e che seguiate la fic ^^

I capitoli verranno aggiornati ogni settimana perché vorrei farli bene(?)

Buona serata a tutti :D

Francy_Kid

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Capitolo 2
*** _Cap. 2: Allenamento speciale ***


_Cap. 2: Allenamento speciale
 

La Camera della Morte si fece presto affollata: le due squadre più forti della Shibusen (i cui membri erano Kid, Maka, Black Star, Ox, Kim, Kilik e le loro armi) erano al cospetto di Shinigami, in silenzio, attendendo ciò che il Dio doveva dire loro.

-Eccellente. Ora che siete arrivati tutti vorrei assegnarvi ai nuovi compagni che Stein ha trovato meglio appropriati per voi.- anticipò il Sommo prima di volgere lo sguardo verso il dottore, che si schiarì la gola prima di parlare.
-Come ha detto Shinigami, ho osservato entrambe le squadre durante gli esercizi di risonanza a catena e le missioni; i membri di ogni gruppo che sceglierò potranno essere cambiati se ci saranno problemi. Consideratelo come un semplice esperimento.-

I ragazzi iniziarono a lamentarsi perché volevano mantenere le squadre originarie, ma Stein e Shinigami non riuscivano a capire ciò che dicevano poiché parlavano tutti assieme.

-Calmatevi. Per chi non è in grado di riuscire a mantenere una connessione stabile cambieremo il compagno.- ripeté lo scienziato per evitare un mal di testa per i lamenti dei suoi studenti. -Le squadre sono queste: Black Star e Tsubaki con Kilik, Pot of Thunder e Pot of Fire; Ox e Harvar con Maka e Soul; Kid, Liz e Patty con Kim e Jacqueline.-

I ragazzi guardarono i propri nuovi compagni di squadra, come per spiare il livello dell'altro.

L'unica leggermente contraria era Maka, poiché il suo nemico in campo scolastico ora è diventato il suo "collega".

-Come mai non facciamo le solite squadre?- chiede Kim un po' arrabbiata.
-Perché così potrete, oltre che conoscervi meglio, imparare la risonanza a catena con coloro che combatteranno al vostro fianco in futuro, soprattutto se non faranno parte del vostro solito gruppo di risonanza.- rispose annoiato; come fosse la cosa più ovvia che potesse capitare!

I ragazzi si scambiarono ancora uno sguardo accigliato, non sicuri che l'idea del professore potesse funzionare; anche perché lui era matto.

-Suvvia ragazzi.- esclamò il Sommo. -Non fate quelle facce. Andate ad allenarvi; vi assisterà il Dr Stein.-
-Vedremo come ve la caverete.- ghignò lo scienziato con la luce che rifletteva sulle lenti degli occhiali, dandogli uno sguardo ancora più... pazzo.

-Shinigami.- intervenne Maka attirando l'attenzione della divinità su di sé. -Cosa vuole fare Ashura? Sappiamo che ha rubato dei testi dalla sezione di quarto livello, ma per quale motivo l'ha fatto?-

Questa era la domanda che tutti i ragazzi si chiedevano, ma non avevano il coraggio di fare al Dio per paura di non ricevere nessuna spiegazione, o che quel "qualcosa" contro cui dovranno scontrarsi era più grande delle loro aspettative.

Il Sommo annuì. Ormai dovevano sapere contro chi dovranno lottare, non poteva continuare a mentire loro dicendo che è un uovo di kishin più potente degli altri. -Ashura ha rubato quei libri perché vuole evocare dei demoni.- rispose facendo gelare il sangue ai ragazzi. -Quindi dovrete impegnarvi al massimo negli allenamenti per migliorare e sconfiggere le creature demoniache e il Kishin.- spiegò a grandi linee.

Non voleva spaventarli e farli rinunciare alla missione; anche perché loro erano gli studenti più forti della DWMA.

-Bene! Oltre che sconfiggere Ashura, avrò la possibilità di uccidere anche un demone. La mia gloria salirà fin sopra le stelle! Supererò gli Dèi una volta e per tutte!- urlò Black Star pompando il pugno e interrompendo il silenzio dato dal terrore tra i presenti.
-Non essere avventato Black Star. Non sono di certo come le uova di kishin!- esclamò Maka esasperata dalla stupidità dell'amico. -Ma questo non basta per farmi tirare indietro.-
-Stessa cosa per me. Potranno anche essere più forti del Primo Kishin, ma noi ce la faremo.- intervenne Kid con un lieve sorriso.

La meister lo guardò triste. Sapeva che il suo sorriso era falso; cercava di nascondere ciò che aveva provato poco fa alla biblioteca. Le veniva ancora in mente il loro discorso sulla terrazza della scuola e come, in quel momento, gli era sembrato come lei, come un normale essere umano: fragile e bisognoso d'aiuto.

-Grazie ragazzi.- disse Shinigami risvegliando la bionda dai suoi pensieri. Di sicuro avevano detto qualcosa anche gli altri, ma lei non li aveva sentiti.

-Bene, ora andiamo pure.- sghignazzò Stein camminando verso le ghigliottine che conducevano all'uscita della Camera della Morte, per poi essere raggiunto dagli studenti.

I vari gruppi uscirono dalla stanza, accompagnati dal professore che spiegava loro in cosa consistevano gli esercizi; mentre Shinigami riprese le ricerche di Ashura attraverso il suo specchio. Le vuote orbite della sua maschera erano puntate sulle immagini di zone sperdute nel mondo: una fitta foresta, un deserto, una vetta innevata, una grotta buia...

Dove poteva essere? Dove si nascondeva?

Ad un certo punto gli venne un'idea.

Le immagini sparirono e al loro posto comparse il volto azzurro di Sid.

-Oh professor Sid. Appari al momento giusto!- canticchiò il Dio della Morte.
-Buono a sapersi. Le volevo chiedere una cosa, ma prima lei.-
-Mi servirebbe un'informazione. Per prima cosa: la biblioteca è agibile?-
-Quasi. Per fortuna molti studenti stanno dando una mano a riordinare e a ricostruire gli scaffali. Servirà un po' di tempo, ma sono molto efficienti.-
-Bene. Secondo: mi servirebbe un libro specifico; l'autore è Eibon, il creatore degli Artefatti Demoniaci, si chiama "Luoghi demoniaci. Dove trovarli" e si trova nella sezione "fantasy".- spiegò Shinigami sperando che non fosse andato perduto nell'attacco.
-Poche sezioni sono rimaste intatte e il fantasy è una di esse.- rispose felicemente lo zombie alzando il pollice. -Come mai le serve questo libro, se posso chiedere?-
Il Dio annuì prima di parlare: -Era l'epoca in cui le armi ed i maestri d'armi non esistevano e, io ed Eibon, eravamo gli unici con dei poteri per distruggere le prime uova di kishin. Tutto filava liscio ed eravamo acclamati per il nostro operato, ma poco tempo dopo, il villaggio in cui vivevamo venne attaccato da delle strane creature. All'inizio riuscivamo ad ucciderle, ma ben presto, le creature si sparsero per i paesi rendendo più faticoso il nostro lavoro. Così, io ed Eibon iniziammo delle ricerche su questi strani esseri e scrivemmo in un quaderno per appunti le zone sparse per il mondo da dove la presenza di questi mostri era maggiore per fermarli. E ci riuscimmo; ma era solo una situazione temporanea e Ashura vuole evocare quegli esseri malvagi, iniziando da pochi per poi creare un esercito. Se ci riesce siamo spacciati.- rispose con voce monotona, alzando lo sguardo a fissare un punto fisso. -Maggior parte della popolazione mondiale morì, il nostro villaggio venne completamente distrutto e fummo costretti a vagare per il globo in cerca di un altro posto dove vivere...-

Gli venne la pelle d'oca a ripensare a cosa aveva passato, e non voleva che succedesse una seconda volta.

Sid rimase in silenzio per qualche secondo non volendo interrompere i ricordi del Sommo, e per elaborare le informazioni date dal capo.

-Ora ti starai chiedendo cosa fossero quelle creature di cui ti ho raccontato.- disse il Dio tornando a guardare il professore.
-In effetti è così...- esclamò imbarazzato grattandosi la nuca.
-Be'... Quelle creature non erano semplici uova di kishin, ma erano qualcosa di più forte e di soprannaturale. Qualcosa che né io, né Eibon avevamo mai visto e che non vorremmo mai più rivedere. Erano esseri orrendi, tutto tranne che umani o animali; avevano varie sembianze: alcuni avevano dei tentacoli, alcuni pungiglioni, altri zanne e artigli affilati intrisi di sangue...- rispose cercando di mantenere la voce ferma. Altri brividi di terrore percorsero il corpo di Shinigami a quei ricordi, alle immagini che tanto avrebbe voluto dimenticare per sempre. -Quei... mostri... erano demoni.-


 

L'allenamento era sfiancante. Non solo combattere contro Stein stancava parecchio, ma se i ragazzi non riuscivano a mantenere la risonanza a catena il livello di difficoltà aumentava.

-Facciamo una pausa.- esclamò il professore prendendo una sigaretta ed iniziare a fumare.

Kim, Ox, Maka e le loro armi caddero a terra esausti, grondanti di sudore e con il fiatone.

-Non capisco come voi non riusciate a connettere le vostre anime.- rise Black Srar poggiandosi con il braccio contro un albero.
-Ox non mi sta dietro! È colpa sua se la sua anima è troppo lenta nel collegamento!- sbraitò Maka ancora a terra.
-Macché dici? Sei tu che vai troppo veloce!- rispose lui allo stesso modo.
-Io invece non raggiungo minimamente l'anima di Kid.- inspirò Kim asciugandosi il sudore sulla fronte. -Mi chiedo come facciate tu e Black Star a fare una risonanza a catena con uno shinigami.- biascicò stanca rivolgendosi a Maka.
-Ed io mi chiedo come tu faccia a non riuscirci.- esclamò Kid annoiato al centro tra Liz e Patty.
-Non faccio per niente fatica a risuonare con Kid.- rispose la bionda alzandosi in piedi dopo aver recuperato abbastanza energie.
-Mi meraviglio che Black Star sia riuscito al primo tentativo.- disse Soul con tono sorpreso, ancora a terra.
-Cosa vorresti insinuare?- domandò il ragazzo guardandolo storto.
-Se ci ripensi, non molto tempo fa interrompevo la risonanza a catena tra Kid, Maka e noi che siamo le loro armi. Come mai con Kilik ci sei riuscito subito?-
-A quanto pare ho trovato qualcuno all'altezza della mia anima. Non è vero?-
Kilik fece un sorriso a trentadue denti e batté il pugno con Black Star.

Stein, dopo aver buttato il mozzicone della sigaretta, si avvicinò al gruppo di studenti. -A quanto pare alcune persone sono da cambiare.- rifletté lo scienziato.
-La prego professor Stein- esclamò Ox inginocchiandosi di fronte a lui. -Mi metta nella squadra con Kim.-
-Io invece starò con Kid, siccome riusciamo già nella risonanza a catena. Così non avremo problemi.- suggerì Maka facendo segno con lo sguardo verso l'amico.

L'aveva detto non solo perché il motivo era quello che aveva esposto, ma anche perché, per ciò che è successo con suo padre, gli serviva qualcuno al suo fianco. Un amico con cui sfogarsi come aveva fatto sul terrazzo qualche ora prima.

Ormai era il tramonto e Stein acconsentì ai nuovi gruppi (per gioia di Ox) e, finalmente, i ragazzi poterono tornare a casa per riposare e prepararsi ad un'altra giornata di allenamenti.

 

Ashura stava avidamente sfogliando i libri che era riuscito a rubare, memorizzando ogni singola parola contenuta nei molti capitoli.

Un quella grotta l'umidità penetrava nelle carni facendo rabbrividire chiunque, ma il Kishin con le sue lunghissime bende era in grado di resistere al gelo.

Si leccava le labbra al pensiero di ciò che avrebbe potuto fare con i poteri a sua disposizione; così, chiudendo il libro che stava leggendo, e aiutandosi con le sciarpe, iniziò a graffiare il pavimento fatto di roccia, raschiando abbastanza per creare dei simboli che aveva visto, e imparato, studiando i volumi.

Poco dopo ebbe finito. Un cerchio evocativo era stampato nella dura roccia: la Stella di Davide circondata da un cerchio, sulla linea esterna c'erano, secondo i punti cardinali, al nord l'alfa e al sul l'omega, con altri simboli che non si sapeva esattamente cosa stessero a significare; il tutto circondato da un altro cerchio.

-Perfetto. Ora mancano solo anime e sangue umano, poi il mio piano potrà finalmente essere attuato.- sussurrò Ashura.

Sul suo volto comparve un ghigno folle che, poco dopo, divenne una risata stridula e agghiacciante.


 

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Eccoci nel secondo capitolo :3

Lo pubblico oggi per essere alla pari con Wattpad, così ogni volta che aggiorno sull'altro sito lo faccio anche qua XD

Scusate per qualsiasi errore di scrittura, ma scrivendo e pubblicando da cellulare è molto probabile che il correttore abbia cambiato qualcosa e non me ne sono accorta (anche perché sono abbastanza distratta xD); quindi, se trovare qualcosa di sbagliato, ditemelo che correggo >_<

Mi scuso per il capitolo corto, ma dal prossimo inizia la vera e propria storia, promesso U^U

Alla prossima :)

Francy_Kid

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Capitolo 3
*** _Cap. 3: Kyra ***


_Cap. 3: Kyra


-Non posso credere che abbiamo saltato la scuola per un allenamento di risonanza a catena di tre ore!- esclamò Soul stirandosi. -Certo, è stato sfiancante, ma n'è valsa la pena!-
-Stare in forma d'arma per così parecchio tempo mi ha irrigidita tutta.- si lamentò Liz mentre sua sorella se la rideva e le dava ragione.

Le tre armi stavano camminando beatamente sotto il sole del primo pomeriggio; era passata da poco l'una e un vento caldo di fine estate avvolgeva l'intera città.

-Sono distrutta!- urlò Maka, qualche metro più in dietro, trascinandosi con i piedi.
-Oh andiamo! Non fare polemiche!- rispose l'albino in testa alla fila. -Non può essere tanto male.-
-Non può essere tanto male?! Voglio vederti combattere contro Stein e, nel mentre, mantenere una risonanza stabile per tre ore!- sbraitò la meister agitando il pugno in aria e sentendo delle fitte dolorose ogni qual volta che muoveva il braccio. -Diglielo anche tu che noi meister siamo più stanchi di loro, Kid.- lo esortò sperando che l'amico potesse capirla.

Lo shinigami, che si trovava a pochi passi più avanti di lei, si voltò, non togliendo le mani dalle tasche dei pantaloni. -Io non sono stanco.- rispose semplicemente. -Sto benissimo.-

Maka spalancò la bocca stupita.

-Sono uno shinigami. Sono più resistente di te.- spiegò prima che la bionda potesse ribattere.

In effetti aveva perfettamente ragione, pensò Maka dopo essersi ricordata che l'amico non era un semplice essere umano.

Il corvino si fermò e attese che Maka gli fosse abbastanza vicino.
-Non ti preoccupare, domani starai già meglio; soprattutto perché ci spettano molti allenamenti come questo e devi essere in forma.- esclamò mentre la ragazza cadde a terra al solo pensiero di dover fare altri allenamenti come quello di poche ore fa, esausta.

-Shinigami, abbiamo ricevuto una comunicazione da parte della Falce della Morte responsabile dell'Europa: una piccola città nel Galles del nord è stata rasa al suolo, ma non sono riusciti a scoprire il colpevole.- disse Spirit tenendo tra le mani un figlio di carta spiegazzato.

Il Dio aveva le spalle rivolte all'arma, impegnato a leggere il libro recuperato dal professor Sid.

Rimase in silenzio per pochi secondi prima di rispondere: -È Ashura. Sta raccogliendo anime umane che gli serviranno per evocare i demoni; non abbiamo più molto tempo... Grazie Spirit, puoi andare.-

La falce annuì e uscì dalla stanza.

Poteva solo immaginare ciò che il suo capo provava: il Primo Kishin, con l'aiuto di Medusa, è riuscito a scappare dalla sua prigionia e, dopo vari mesi di cui non si avevano notizie, era tornato per radunare i demoni e creare il caos assoluto.

Tutto questo era difficile da sopportare persino per Shinigami.

Il Sommo rimase da solo per qualche minuto, leggendo le pagine scritte da Eibon molti anni prima.

C'erano disegni di luoghi sparsi per il mondo e delle annotazioni di dove si trovassero e sulle attività demoniache dell'epoca che, pensò il Dio, non erano per niente cambiate.

Triangolo del Drago, Foresta Amazzonica, Isola di Pasqua...

Ad un certo punto, al Dio venne un lampo di genio. Si ricordò di un luogo che una volta era utilizzato per riti sacri e, malgrado oggi fosse una meta turistica, Ashura si doveva nascondere proprio in quel luogo.

Teneva il libro con l'enorme mano sinistra e fissava l'immagine di una specie di cerchio fatto con delle enormi pietre; alcune erano a terra, altre erano ancora in piedi, ma non era rimasto quasi nulla della figura originaria.

-Avrei dovuto pensarci prima. Che stupido sono stato; era più che ovvio!- si rimproverò chiudendo il libro. -Devo assolutamente avvisare Stein! Ma prima...- la divinità schioccò le dita e, davanti a sé, apparì un tavolo basso e rotondo. -Meglio prendere un po' di tè.- concluse inginocchiandosi al tavolino e versando l'acqua calda in una tazza con filtro incorporato.

Maka si buttò sul letto, gemendo al contatto con il materiale morbido e comodo. Al solo pensiero che domani doveva sostenere un altro allenamento come quello della mattinata le faceva venir voglia di fingersi malata; ma doveva prepararsi per sconfiggere Ashura.

Per tenere a freno la stanchezza (anche perché erano solo le due del pomeriggio), decise di scrivere sul suo diario segreto gli eventi della giornata: l'allenamento; Stein che passava per il maniaco di turno, anche se lo era sempre; la fortuna che Black Star non era lì a rompere; le battute stupide di Soul; i lamenti di Liz; le risate di Patty e la solita tranquillità di Kid, senza tralasciare un commento personale sul resoconto delle ore passate all'Inferno, come diceva lei.

Chiuse il piccolo quaderno con il lucchetto per poi riporlo nel cassetto, nascondendo la chiave nel portapenne. Poteva sembrare un nascondiglio facile, ma proprio perché era così ovvio Soul non era ancora riuscito a trovarle; anche perché la prima (e l'ultima) volta che l'aveva sorpreso a leggere il suo diario, l'aveva quasi mandato all'ospedale per i Maka-chop.

La ragazza decise di fare una doccia per far scivolare via la stanchezza e poi andare in biblioteca a leggere qualcosa.

Appena finito di lavarsi ed essersi infilata in vestiti puliti, gettando in una cesta quelli sporchi, andò in cucina per un piccolo spuntino a base di metà piatto di pasta avanzato la sera prima e, siccome la sua arma stava dormendo sul divano con la televisione accesa, lasciare un biglietto su dove stesse andando e per che ora fosse tornata.

Dati gli ultimi ritocchi (essersi lavata i denti e spazzolata i capelli) uscì di casa.

Shinigami era preoccupato. In due giorni erano già sparite una cinquantina di persone.

Il Dio camminava avanti e indietro in cima ai gradini all'interno della Camera della Morte, sbuffando rumorosamente e non fermandosi neanche un secondo. A Spirit venne il mal di testa ad osservare il suo capo.

-Shinigami, non vedo in che modo continuando a fare così la situazione possa migliorare.- borbottò l'arma sommerso dall'ansia.
-Lo so, ma non so che fare. Molti esseri umani sono morti e ancora non sono sicuro di dove possa trovarsi Ashura.-
A quelle parole Spirit alzò lo sguardo di scatto. -Stai dicendo che sai dove si nasconde?-
-Sto dicendo che ho delle teorie, ma non sono molto sicuro a riguardo.- rispose alzando leggermente il tono di voce.

La Falce della Morte tornò a fissare il pavimento. -Scusa, non dovevo comportarmi in questo modo; io posso solo immaginare ciò che provi.-
-È il contrario: io devo chiederti scusa. Non dovevo risponderti in quella maniera. Sono solo un pochino stressato...- si scusò tornando con la sua voce buffa e stridula.
-Comunque, davvero ha capito dove potrebbe trovarsi?-
-Ho fatto delle ricerche e, per ora, tre luoghi sono quelli che ho trovato i più "adatti" come nascondiglio per il Kishin.- spiegò alzando l'indice.
Spirit annuì. -Quindi mandiamo i ragazzi a perlustrare le aree?-
-Non ancora; devono prima migliorare. Intanto parlerò con le altre Falci della Morte, in modo tale che mi contattino per eventuali attacchi importanti o, in caso estremo, la scoperta del nascondiglio di Ashura.-

Per ora Shinigami non poteva fare niente. Mandare gli studenti, anche se uno era suo figlio e gli altri erano i più forti della Shibusen, era troppo rischioso; far lasciare i loro paesi alle Death Scythe, non avendo un capo a cui ubbidire, comporterebbe maggiori pericoli per le persone.

Aveva le mani legate.

Non poteva far altro che aspettare miglioramenti da parte dei suoi allievi, per poi mandarli in missione.

Ashura sistemò le anime raccolte in un angolo della grotta, per poi sistemarsi di fronte al cerchio evocativo da lui disegnato; da una fiala fece cadere un paio di gocce di sangue umano, poco dopo si tagliò il palmo della mano con una delle sue bende, da cui gocce di sangue nero colarono all'interno della figura e, leggendo dal libro, iniziò a formulare parole in una lingua strana, diversa dalle solite lingue che si parlano. Anzi, non era nemmeno umana; era una lingua antica, della quale si sentiva parlare nei libri più vecchi, oppure non se ne sentiva parlare affatto perché maledetta.

Era lingua demoniaca.

Le parole fecero eco all'interno dello spazio cavo e, poco dopo, il cerchio s'illuminò e uscirono fiamme rosse. Da lì un corpo di donna prese vita e, accasciandosi al suolo, chiese a bassa voce e roca di essere nutrito.

Ashura prese due anime umane e le porse alla ragazza, che le inghiottì in un un boccone. Il Kishin gliene porse altre e, quando erano abbastanza, la creatura si alzò in piedi e solo ora si poteva vedere interamente: bellissima, seducente, aggraziata, sensuale. Il fascino della donna non stava nelle forme prorompenti e volgari, che ella non possedeva, ma nell'armoniosità e la perfetta proporzione del suo corpo, nelle movenze lascive ma eleganti, nello sguardo languido e invitante, nelle labbra rosse intrise di lussuria.

Gli occhi erano rossi come rubini, attraversato di tanto in tanto da bagliori carichi di passione e desiderio, la sua pelle non era né scura né pallida, liscia e sempre calda, e i suoi capelli erano neri come la notte e ondulati come il mare in tempesta.

Possedeva canini da vampiro che, al contrario di ciò che si pensava, non servivano a succhiare il sangue ma a far cadere le vittime del suo morso sotto il suo pieno controllo.

I mortali che in passato l'avevano vista, la scambiarono spesso per una di quelle creature dal fascino letale, dote che in lei abbonda.

I seni erano coperti da una stoffa nera senza spallini e indossava dei pantaloncini di pelle nera; degli stivali con il tacco in pelle nera arrivavano sin sopra il ginocchio, facendola sembrare ancora più alta.

Le cose che si potevano notare subito, oltre la sua bellezza, erano le grandi ali nere da pipistrello sulla schiena, la lunga coda a punta, anch'essa nera, e i due pugnali che riposavano nella rispettiva elsa attaccate ad entrambi i lati della cintura in cuoio nero.

La donna, che dimostrava sulla ventina d'anni, fissò il Kishin ed un ghigno sensuale apparse sul suo viso.

-Ashura. Non mi aspettavo che fossi tu ad evocarmi.- esclamò il demone portando la mano al fianco e spostando il peso su una gamba.
-È un piacere incontrarti di nuovo.- s'inchinò. -Duchessa Kyra.-

Maka sbuffò rumorosamente. Non era ancora riuscita a trovare informazioni utili sui demoni o le evocazioni.

La biblioteca ora era stata sistemata e, per la gioia della meister, tutti i libri erano tornati al loro posto o, per quelli irrecuperabili, sostituiti. Per fortuna i danni non erano stati gravissimi, ma i segni di graffi sul pavimento erano ancora visibili.

La ragazza si rilassò contro lo schienale della sedia, cercando di trovare un modo per sconfiggere Ashura e chiunque avrebbe evocato, senza nessuna fonte a sua disposizione. Ma niente.

Esausta si alzò dal tavolo, ripose il libro che aveva letto e si diresse verso l'uscita; quando aprì la porta mancò poco che si scontrasse con il ragazzo che stava entrando a sua volta: Death the Kid, che la guardava con gli occhi spalancati per la sorpresa.

-Maka, che ci fai qui?- domandò stupito.
-Potrei farti la stessa domanda.- rispose un po' più brusca di quel che credeva.
-Io volevo fare alcune ricerche sui demoni; siccome mio padre ha detto che Ashura vuole evocarli per i suoi scopi folli.- rispose mettendo le mani nelle tasche della giacca.
-È inutile. Non ho trovato niente che possa esserci utile.- disse la meister chinando leggermente il capo, sentendosi inutile.

Kid le si avvicinò e le sollevò il mento con l'indice, facendo in modo che potesse guardarlo negli occhi. Lei arrossì leggermente per la distanza dei loro volti (pochi centimetri), e lui le sorrise. -Ti sei già dimenticata che, essendo figlio di Shinigami, posso accedere all'area "vietata agli studenti con grado inferiore alle tre stelle"?- chiese con aria sarcastica.

In effetti al momento, per la stanchezza e la mente piena di informazioni inutili, non ci aveva pensato.

-Siccome stai andando a casa posso continuare io le ricerche. Tu vai pure a riposarti.- le disse lasciandole il mento e camminando all'interno della biblioteca, superando l'amica.
-Vorrei darti una mano.- esclamò voltandosi a guardarlo.
-So che sei stanza; ti si legge in faccia.- rispose mantenendo un tono di voce annoiato, mentre la bionda abbassò lo sguardo.
"È così evidente?" pensò amareggiata.
-Non ti preoccupare, qui ci penso io. Torna a casa a riposare che domani voglio risuonare al meglio con te.- aggiunse notando la sua espressione.

Maka alzò lo sguardo determinata. Non voleva mostrarsi debole davanti nessuno, nemmeno se non avesse dormito per giorni. -No. Io ti voglio aiutare.-
Lo shinigami le sorrise e, tenendo la tessera tra il medio e l'indice, la estrasse dalla tasca. -Bene, andiamo allora.-

I due camminarono al bancone per la sezione dei libri accessibili solo ai meister o armi di tre stelle e, dopo aver mostrato il retro della tessera al bibliotecario e aver ricevuto i libri che gli interessavano, Kid si diresse verso un tavolo abbastanza isolato (dov'era solito sedersi) seguito da Maka.

I ragazzi, prendendo un libro a testa e cercando tra i capitoli, iniziarono a leggere e a trascrivere su un block note portato dal corvino le informazioni che potevano servire.

I minuti passavano lenti, ma non furono riusciti a trovare granché. Solo qualche informazioni sull'aspetto fisico dei demoni, la loro gerarchia e i poteri che possedevano; ma nulla su come sconfiggerli o evocarli.

A quanto pare ciò che loro volevano sapere era scritto solo sui libri rubati da Ashura.

Kid chiuse il testo che aveva finto di leggere, per poi voltarsi verso Maka e notare che si era addormentata. Aveva il mento appoggiato sulla mano, la matita dietro l'orecchio e la bocca semiaperta, da dove iniziava ad uscire un rivolo di saliva. Il ragazzo soffocò una risata e, malgrado fosse contrario, decise di svegliarla per tornare a casa.

Non gli sembrava una buona idea portare l'amica in stile sposa fino a casa, anche perché, una volta giunto là, si sarà trovato davanti Soul che gli urlava contro e lo minacciava di farlo a pezzettini.

-Maka.- la chiamò scuotendole leggermente la spalla.
-Soul... esci dalla mia stanza... Maniaco...- biascicò corrugando la fronte in un'espressione arrabbiata.
-Maka, non sono Soul. È meglio tornare a...-
-Maka-chop!- esclamò interrompendo il corvino e colpendolo con il libro che aveva davanti.

Kid cadde dalla sedia in una pozza di sangue e Maka, subito dopo, si svegliò stropicciandosi gli occhi. Guardandosi attorno capì che non era a casa sua e, guardando a terra, notò lo shinigami privo di sensi.

La meister, capito che colui che aveva colpito non era Soul ma Kid, si chinò in parte all'amico e lo punzecchiò con il dito sulla guancia. -Kid? Tutto apposto?- domandò dispiaciuta dell'accaduto.
Il ragazzo diede un gemito di dolore per poi mettersi a sedere sul pavimento, sfregandosi dove l'aveva colpito. -Ricordami di non svegliarti quando fai un sogno su Soul che entra in camera tua.- disse con sguardo impaurito.
-Scusa, non volevo.- si scusò grattandosi la nuca.

Kid si alzò in piedi, e con lui Maka ancora imbarazzata per avergli piantato un Maka-chop senza motivo.

-Torniamo a casa; ormai sono le dieci passate.- esclamò il ragazzo raccogliendo i libri sul tavolo per portarli dal bibliotecario, mentre la meister recuperava gli appunti e annuiva, concordando con lui.

I due uscirono dalla Shibusen per tornare alle loro abitazioni.

Maka rabbrividì, stringendosi il corpo con le braccia per cercare di mantenere un po' di calore, siccome a fine estate la brezza autunnale soffiava già durante la sera. Subito dopo sentì qualcosa di soffice e caldo avvolgerle le spalle; guardò verso Kid e si accorse che si era tolto la giacca per coprirla.

-Ho notato che hai freddo, quindi ho pensato che, con la mia giacca, ti saresti un po' protetta dall'aria.- spiegò tenendo le mani nelle tasche dei pantaloni.
La ragazza lo ringraziò.

Aveva ragione: ora non sentiva più freddo, ma solo un dolce tepore e il profumo di cui era intrisa la giacca; sapeva di colonia e di qualcos'altro più delicato che, immediatamente, la maestra d'armi riconobbe come l'odore naturale dell'amico. La meister inspirò profondamente lasciandosi cullare dalla sensazione di tepore e sicurezza. Una sensazione che provava solo con Soul, ma questa era diversa.

I suoi pensieri furono interrotti dalla voce del corvino, ma non riuscì a capire ciò che aveva detto.
-Cosa...?- chiese agitando un po' la testa.
-Siamo arrivati a casa tua. Sei proprio stanca per non capire ciò che dico.- ridacchiò incrociando le braccia al petto; la meister gli fece la linguaccia e salì le scale, seguita dal ragazzo, fino alla porta del suo appartamento.
-Ti ringrazio per avermi accompagnata... e per la giacca.- aggiunse con un senso di mancanza e freddo quando la restituì al suo proprietario.
-Non c'è problema. E poi devo ancora sdebitarmi con te per l'altro giorno; non tutti conoscono quel mio lato.- esclamò grattandosi la nuca imbarazzato.
-Non c'è motivo di parlare in questo modo. Se ti devi ancora sfogare o prendere qualcuno a pugni, io ci sono.-
-Non potrei mai prendere a pugni una ragazza. A meno che sia un uovo di kishin.-

I loro occhi s'incontrarono per l'ennesima volta e, solo ora, Kid si accorse di quanto fossero belli.

Il tempo sembrava scorrere più lentamente e l'aria fresca che era presente nel corridoio in tutte le stagioni era sparita, lasciando spazio ad un dolce tepore.

I due si guardarono, non interrompendo il contatto visivo che era venuto a crearsi e, senza accorgersene, si stavano avvicinando sempre di più, finché i loro volti non erano a poca distanza; poco dopo vennero interrotti da un acuto miagolio a pochi passi da loro.
-Ciao Maka, non sapevo che fossi uscita.- esclamò Blair in forma di gatta facendo allontanare i due, ora arrossiti. -Guarda guarda, c'è anche il figlio di Shinigami. Ciao Kid.- salutò, ma notò subito i loro sguardi. -Ho interrotto qualcosa di bello?- chiese con un sorrisetto furbo.
-N... No! N... Niente!- balbettò la bionda con un piccolo urlo.
-Ora devo andare, ci vediamo domani Maka. Ciao Blair.- disse il giovane Dio della morte dando un'ultima occhiata alla meister per poi percorrere a grandi passi il corridoio che conduceva alle scale e poi all'uscita.

Per un attimo, a Maka parve di vedere Kid arrabbiato, come se l'arrivo della gatta l'avesse seccato, ma forse è stata soltanto la sua immaginazione.

La meister e la stregatta entrarono in casa, chiudendo a chiave la porta.
-Certo che sei crudele.- esclamò dispiaciuta Blair sedendosi di fronte alla ragazza e leccandosi la zampa destra anteriore.
-Come scusa?- domandò ancora intontita per l'accaduto.
-Stai uscendo con Death the Kid e tu non me lo dici?! Questa è cattiveria!- rispose imbronciata.
La maestra d'armi scattò sull'attenti. -Io non sto uscendo con Kid!-
-Ah no? Allora perché ti ha accompagnata a casa?- chiese malignamente, cercando di ottenere le notizie più piccanti.
-L'ho incontrato in biblioteca per caso e lui, gentilmente, mi ha accompagnata fino a casa. Ora scusa, ma vorrei andare a dormire.- rispose seccata per poi precipitarsi in camera sua.

Maka, una volta chiusa a chiave la stanza, si appoggiò alla porta e, solo in quel momento, si accorse di non aver smesso di arrossire da quando Blair aveva interrotto lei e l'amico.

La ragazza si diede una piccola pacca sulle guance, come se quel gesto potesse mettere in ordine la sua mente confusa; subito dopo si infilò il pigiama e si mise sotto le coperte calde, sospirando pensando alla serata.

Come si era permessa Blair dire quelle cose? Lei e Kid erano solo amici, nulla di più.

La meister sbadigliò, cercando di concentrarsi su qualcos'altro, ma l'ultima cosa che vide prima di addormentarsi furono i meravigliosi occhi dorati e il dolce sorriso di Kid.

 

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Rieccoci nel capitolo numero tre! :D

Vorrei dire che il nome del demone, Kyra, non c'entra niente con Kira (la figlia di Kid e Maka ne "La speranza di un frammento"), ma ho fatto delle "ricerche" su questo demone.

Quindi si può dire che ""esiste(???)"".

Era solo un piccolo dettaglio che, a mio parer, era meglio chiarire ^^

Detto ciò, ci vediamo nel prossimo capitolo :)

Francy_Kid

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Capitolo 4
*** _Cap. 4: La missione ***


_Cap. 4: La missione
 

-Sommo Shinigami, è passata una settimana e non sono sparite altre persone.- disse Spirit leggendo da un foglio.

La tensione nella camera della morte era palpabile. Erano giorni che Shinigami rimaneva informato su possibili sparizioni di altre persone, ma, fortunatamente, non aveva ancora ricevuto cattive notizie.

-Non so se essere felice o prepararmi al peggio...- sospirò il Dio con le mani dietro la schiena.
-Dovrebbe essere positivo, no? A quanto pare Ashura ha lasciato perdere il suo piano di evocare i demoni.-
-Non credo. È più probabile che il Kishin sia riuscito ad evocare il primo demone e sta rivedendo il da farsi. Possiamo dire che è la calma prima della tempesta.- spiegò con voce cupa e lo sguardo fisso nel vuoto.

-Sai cosa mi piacerebbe fare ora che sono libera?- domandò Kyra ad Ashura mentre leggeva uno dei testi rubati. -Mi piacerebbe andare ad uccidere qualcuno. Vedere gli umani implorare per la loro vita per poi mangiare la loro anima.- aggiunse notando nessuna risposta dal Kishin.

Il demone era seduto su una roccia, mentre giocherellava con una ciocca dei suoi capelli lunghi e faceva ondeggiare la coda nera, entusiasta di essere nel mondo umano.

-Ne abbiamo ancora una cinquantina, se hai fame. Poi, tra una settimana andremo a prenderne altre per evocare un altro demone.- commentò lui sfogliando il volume.
-Per cosa ci hai preso? Noi demoni non siamo mica oggetti da collezione!- sbraitò la ragazza scattando in piedi.
-Mica vi evoco per non fare niente! Devi soltanto attendere che le preparazioni siano ultimate e poi potremmo scatenare tutto ciò che c'è di più oscuro nel mondo, e comandare sulla razza umana!- rispose con una risata che riecheggiò nell'intera grotta, facendo quasi tremare le pareti.

-Kid! Alle tue spalle!-

L'allenamento stava andando avanti ormai da due settimane ed i ragazzi avevano fatto notevoli progressi. Riuscivano a prevedere maggior parte delle mosse del Dottor Stein, le altre le schivavano o le paravano all'ultimo.

Erano aumentati di forza e velocità.

Anche il loro eco dell'anima e la risonanza a catena erano migliorati.

Kid, grazie all'avvertimento di Maka, evitò l'attacco del professore saltando in aria, non venendo così colpito dall'onda della sua anima.

I tre maestri avevano ormai il fiatone.

-Va bene. Per oggi basta.- esclamò Stein asciugandosi il sudore con la manica del camice.

I giovani maestri si sdraiarono a terra, sollevando polvere quando toccarono il suolo con un tonfo sordo, e le loro armi tornarono in forma umana.

Il sole era caldo sui volti madidi di sudore dei ragazzi a terra, e i raggi si posavano leggiadri su di loro, scaldandoli di un dolce calore accompagnato da una piccola brezza estiva.

-Ragazzi, mi viene in mente la scena di quando dovevamo iniziare ad allenarci con la squadra di Ox. Mi meraviglio solo che Black Star sia riuscito a risuonare così in fretta.- disse Soul portando le mani dietro la nuca e spostando il peso da un piede all'altro.
-C'era da aspettarselo. D'altronde, se li osservi bene, Kilik e Black Star hanno quasi lo stesso carattere.- spiegò lo shinigami alzandosi e spolverando la polvere dai pantaloni, ma restarono macchiati, per fortuna, simmetricamente. -Dico "quasi" perché, almeno, uno è più simpatico dell'altro.- aggiunse riferendosi ovviamente a Kilik.

Soul, Liz e Patty vennero chiamati dallo scienziato per dei consigli su come non perdere la concentrazione in combattimento, anche se non sarebbero serviti a molto siccome, con i loro maestri, formavano già una squadra affiatata, ma dei consigli dall'artigiano più forte della Shibusen potevano sempre tornare utili.

Maka era ancora a terra che prendeva grandi respiri, tenendo gli occhi chiusi per il sole che le dava fastidio agli occhi; un'ombra le coprì il viso e le permise di aprire un occhio per vedere la fonte di quella piccola protezione dai raggi solari. Era Kid in parte a lei, che la guardava divertito.
-Vedo che l'allenamento ti ha distrutta.-
-Da gentiluomo quale sei non credi sia meglio aiutare la damigella anziché schernirla?- domandò ironica tendendo la mano verso l'amico che, non ribattendo alla frase della compagna, la prese e, tirandola verso sé, l'aiutò ad alzarsi.

I due si scambiarono occhiate di sfida, stringendo di poco la presa sulla mano dell'altro.

Ora che le loro anime riuscivano a risuonare con più facilità, erano in grado di capirsi con un solo sguardo, come succedeva con le loro armi durante la battaglia.

La ragazza interruppe la connessione dei loro occhi, guardando dietro le spalle del meister perché aveva visto il professor Sid correre verso di loro.
-Ragazzi, il Sommo Shinigami vuole parlarvi.- esclamò respirando pesantemente per la corsa, anche se Maka non era realmente sicura che gli serviva l'aria siccome era già morto.

Il gruppo seguì il professore e, dopo aver attraversato la Shibusen vuota (visto che era sabato), arrivarono nella Camera della Morte, dove Shinigami li aspettava. Solo dopo che ebbero superato la lunga fila di ghigliottine si accorsero che non c'era soltanto il Dio, ma anche gli altri due gruppi: Black Star, Kilik, Ox, Kim e lo loro armi.

Doveva essere parecchio importante se il Sommo aveva chiamato tutti, pensò Kid fermandosi in mezzo alle sue partner Liz e Patty.

-Ora che ci siamo tutti possiamo iniziare.- si schiarì la gola la divinità battendo le mani. -Allora. Come già sapete, Ashura sta raccogliendo anime umane per evocare dei demoni e, dalle mie fonti, sono molto forti, ed uno è già riuscito a portarlo nel mondo umano. Fino a poco fa non sapevamo dove potessero essere, ma ora abbiamo delle teorie sul suo nascondiglio.-
-Voi siete i gruppi più forti della Shibusen, per questo andrete nei luoghi a voi assegnati per sapere esattamente dove si trova Ashura. Ci sono domande?- continuò Sid guardando gli studenti che, a loro volta, si scambiarono occhiate determinate tra loro. -Bene. Allora, i gruppi saranno questi: Black Star e Kilik andranno in Messico per controllare il tempio di Comalcalco; Kim e Ox al Colosseo di Roma; Kid e Maka a Stonehenge, in Inghilterra.-
-Aaaah l'Italia!- sospirò sognante Ox. -La patria della pasta e della pizza.-
-Ma tu non penso ad altro che a mangiare?!- sbuffò Kim incrociando le braccia al petto, offesa per la frase del compagno.
-Io invece non vedo l'ora di mangiare un bel taco.- intervenne Kilik con la bava alla bocca.
-A chi lo dici.- concordò Black Star anche lui con l'acquolina.

Maka sospirò pesantemente. Non poteva credere di essere circondata da un branco di idioti; le sembrava di essere tornata all'asilo, solo che i bambini erano più intelligenti di loro. Si era meravigliata del fatto che suo padre fosse rimasto calmo per tutto il tempo, impegnato a parlare con Stein a pochi metri di distanza da loro; a giudicare dai loro movimenti e dai loro volti doveva essere qualcosa di serio.

Anche Soul, Liz e Patty si erano uniti ai ragazzi; mentre Tsubaki, Harvar, Jacqueline, e Kim restarono in disparte, fissandoli esasperati.

-Padre, quando partiamo?- domandò Kid sollevando lo sguardo verso la maschera bianca.
-Domani mattina presto. Organizzatevi voi per il viaggio.- rispose il Dio liquidando la domanda.

Tra i due c'era tensione; non dovevano aver ancora superato la questione della successione. Era da settimane che andava avanti così: non si parlavano molto e, quando lo facevano, era solo quando il Dio della Morte doveva riferire delle missioni.

Il loro rapporto non era più lo stesso dall'attacco di Ashura, pensò amareggiata Maka guardando i due.

-Bene! Ora dobbiamo solo prepararci. Tsubaki, per cena doppia razione di polpette di riso! Dobbiamo essere in forma!- esclamò il meister, mentre la sua arma concordava con lui.
-Kim, ci incontriamo domani al mio appartamento, così poi potremmo partire.- disse Ox avvicinandosi alla ragazza, ma venne spinto via.
-Ok, ma devi preparare la colazione. È il minimo che tu possa fare per farmi camminare fino a casa tua.- sbuffò incamminandosi verso l'uscita della Camera della Morte, seguita dalla sua arma e dagli altri due membri del suo gruppo.
-Black Star, che ne dici di trovarci a casa mia? So preparare dei pancakes strepitosi!- aggiunse Kilik ottenendo piena approvazione da parte dell'egocentrico, che lo prese sottobraccio e lo spinse verso l'uscita, non vedendo l'ora della colazione, seguiti dalle loro armi.

-Kid, potresti restare qua un attimo? Vorrei parlarti di una cosa...- esclamò Shinigami facendo fermare il figlio prima che raggiungesse la prima ghigliottina. Il ragazzo annuì e disse alle sue partner di aspettarlo a casa; anche Maka stava per uscire, ma venne fermata da suo padre che le chiedeva di andare a cena con lui.

A quanto pare Stein doveva essere già tornato a casa, perché sennò avrebbe fermato Spirit, pensò la bionda cercando Soul per essere aiutata, ma lui era già uscito con Liz e Patty; a quanto pare non voleva immischiarsi negli affari famigliari della "tavola da surf" e del "vecchio porco", come lo chiamava lui.

-Cosa volevi dirmi?- domandò il corvino avvicinandosi al Dio che lo guardava tristemente.
-Volevo chiederti scusa... sono stato troppo "diretto" riguardo la tua successione al trono.-
-Direi.- sbottò lui. -Padre, ho sedici anni, non mi sento ancora pronto per affrontare questo discorso.-
-Però dovrai essere preparato.-
-È solo che... io non sono forte come te, non ho le tue capacità, la tua esperienza. Non sono te...-

Kid abbassò gli occhi al suolo. Non riusciva neanche a pensare che suo padre sparirà e lui prenderà il suo posto.

Shinigami gli poggiò la mano sulla testa, scompigliandoli leggermente i capelli. -Tu sei e sarai uno shinigami fantastico. L'esperienza si fa sempre, anche se in quel momento non si è pronti per un grande cambiamento, ma non ti devi preoccupare. Comunque vada io sarò sempre fiero di te.- esclamò con gli occhi a forma di lunetta, segno che stava sorridendo.

Il corvino gli sorrise, in un ringraziamento silenzioso.

Maka, che aveva sentito tutto (aveva messo a K.O Spirit con un Maka-chop da un po'), non poté che sorridere a sua volta, felice che i due abbiano chiarito la questione e che il loro rapporto era tornato stabile.

-A proposito Kid.- prese la parola il Dio. -Le tue strisce bianche sono sempre più belle.- esclamò preso dalla tenerezza, mentre al giovane shinigami si contrasse l'occhio per aver ripreso l'argomento "linee asimmetriche sui miei capelli perfetti"; la meister ridacchiò, attirando l'attenzione del Sommo che le sorrise a sua volta.

Poco dopo, i due ragazzi uscirono dalla Camera della Morte, mentre Shinigami li salutava agitando la mano, e Spirit era seduto in un angolo, circondato da un alone di tristezza, a giocare con una bambola con le fattezze di sua figlia.

-Vedo che finalmente hai chiarito con tuo padre.- canticchiò Maka felicemente, intrecciando le mani dietro la schiena e tenendo la testa alta come ricordare a Kid che tutto quello che gli aveva detto era vero.
-Ok, lo ammetto: avevi ragione. Anche se è una cosa che mi preoccupa devo essere pronto.- sospirò il giovane Dio tenendo le mani in tasca.

Pensare che suo padre sparirà faceva sempre male, ma la vita di un Dio della Morte è così: per far sì che il nuovo Shinigami salga al trono, quello precedente deve cedere i suoi poteri al successore, cosicché sarà in grado di governare.

Sarà successo anche con suo "nonno", pensò lo shinigami immaginandosi una versione di suo padre con la barba bianca, le rughe sulla maschera e che si sosteneva con un bastone che, in confronto alle sue manine bianche, anch'esse rugose, era un ramoscello; ma di sicuro non poteva essere così.

Il ragazzo ricacciò in dietro quegli strani pensieri.

-Ho notato che tuo padre ti ha chiesto nuovamente di uscire con lui. Perché non accetti?- domandò restando sul tema "genitore & figlio".
-Quell'uomo non è così facile da perdonare. Ha tradito la mamma e me; per questo non lo considero più mio padre.-
-Tranne quando ti serve la sua tessera per prendere dei libri nella sezione di quarto livello.-
Maka ridacchiò. -In effetti hai ragione.-

I sue amici passarono per il parco, usandolo come scorciatoia. Durante il pomeriggio faceva ancora caldo e un vento umido soffiava facendo frusciare le foglie; c'erano minimo trenta gradi, ma se ne percepivano trentacinque.

-Senti, Maka, posso chiedere com'era tua madre?- domandò voltandosi verso di lei. -Ma se non ne vuoi parlare va bene.- si affrettò ad aggiungere.
-No no, va bene.- rispose con un lieve sorriso sulle labbra. Gli fece cenno di sedersi su una panchina all'ombra.

A parlare di sua madre la prendeva un senso di malinconia. Le mancava.

-Mia madre era una donna straordinaria.- iniziò giocando con i guanti da combattimento che si era sfilata, lasciando respirare le mani sudate. -Ai miei occhi non aveva difetti, ma essendo la figlia che, tuttora, sogna di diventare esattamente come lei ti saresti aspettato di sentire questa frase.- ridacchiò alzando gli occhi, fissandoli sulle foglie verdi che ondeggiavano al vento, da dove filtravano i raggi del sole pomeridiani, che andavano ad illuminare maggiormente i suoi occhi verdi che aveva ereditato dalla madre. -È una donna alta quanto Liz, magra e con curve ben pronunciate; ha i capelli leggermente mossi, di un biondo cenere, ma che alla luce del sole sembrano fili dorati, e che cadono leggiadri incorniciandole il viso; i suoi occhi sono verde smeraldo, che si accendono di un fuoco di determinazione quando combatte; la sua anima è piccola e di colore azzurro. È gentile, dolce, intelligente e ha carattere, anche se testarda. Quando combatte è determinata forte come un leone, ma anche aggraziata come una farfalla. Mi rende felice il fatto che ora sia riuscita a realizzare il suo sogno: girare il mondo; e per ogni posto che visita mi manda una cartolina con una parola nella lingua del luogo. Certo, mi manca, ma lei ha il diritto di sentirsi libera.- sospirò sentendo le lacrime pungenti che le si formarono agli angoli degli occhi.
-Da come l'hai descritta è identica a te.- disse il corvino dopo un breve momento di silenzio.
-Non è vero. Io sono completamente diversa da lei.- obiettò la ragazza ora voltandosi verso l'amico.
-È come dico io, invece. Si vede che sei sua figlia; da quello che mi hai raccontato è una donna molto forte, esattamente come te. E, malgrado io non la conosca, posso dire che sarebbe orgogliosa di te se sapesse che tu, sua figlia, presto ucciderai il Primo Kishin e i demoni che ha evocato. Certo, non sarai identica, ma è questo che ti rende la persona che sei: una ragazza forte, coraggiosa e determinata a raggiungere il suo scopo.- spiegò guardandola.

A sentire quelle parole, Maka venne invasa dalla felicità. Non era come quando glielo diceva suo padre, ma erano le parole del giovane shinigami a farle quest'effetto.

Doveva ammettere che le piaceva sentirsi dire che era come sua madre e, detto da Kid non potevano che essere vere.

La ragazza scattò in avanti, intrappolando l'amico in un abbraccio che, passata la sorpresa e dopo aver recuperato l'equilibro, restituì.

Sentiva il suo profumo; la colonia era diversa, ma il dolce odore che aveva sentito quando aveva messo la sua giacca si sentiva allo stesso.

In quel momento sembrava che il tempo si fosse fermato. La mente della meister si soffermò sul ragazzo che stava abbracciando: solo ora si era accorta di quanto fossero belli i suoi occhi dorati, di quanto fosse calda la sua voce e di come i suoi sorrisi la facessero sciogliere.

"Che mi sta succedendo...?" si chiese Maka interrompendo l'abbraccio e sentendo che il tempo era ripreso a scorrere. -Fo... Forse è meglio tornare a casa.- biascicò alzandosi, cercando di riprendersi dalla sensazione di capogiro, ma perse l'equilibro.

Kid la prese appena prima che cadesse a terra, prendendola sotto le braccia. -Ti senti bene?- domandò preoccupato.
-S... Sì...- gemette mettendosi dritta e voltandosi, non volendo far notare che era arrossita.
-Sapevo che le ragazze cadevano ai miei piedi, ma non credevo che il mio fascino avesse effetto anche su di te.- ridacchiò il corvino facendola sbuffare.

La meister si allontanò di qualche passo. -Ci vediamo domani mattina alle sei in punto davanti a casa tua. Mi raccomando: sii puntuale.- esclamò prima di correre verso l'uscita del parco, mentre l'amico rimase senza parole, ma con un lieve sorriso.

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Capitolo 5
*** _Cap. 5: Stonehenge ***


_Cap. 5: Stonehenge


Maka e Soul raggiunsero i cancelli di Villa Patibolo con cinque minuti d'anticipo, e con Liz e Patty aspettarono che Kid uscisse da casa.

-È mai possibile che quello là debba farsi sempre aspettare?!- sbraitò la maggiore delle sorelle stropicciando il cappello con il quale, poco prima, si stava facendo aria, sventolandolo a pochi centimetri dal viso.
-Di solito sono le ragazze che si fanno attendere.- rise la più giovane seduta a terra, appoggiata al muro.

La maestra stava camminando avanti e indietro, con aria nervosa, mentre la falce sbadigliava per essersi svegliato ad un'ora indecente, per quello che diceva lui.

Cinque minuti più tardi il cancello si aprì e Kid li raggiunse.
-Era ora! Avevamo concordato per le sei fuori da casa tua!- lo rimproverò la meister incrociando le braccia al petto, assumendo un'espressione arrabbiata.
-Sono le sei in punto ora.- rispose con nonchalance mostrando l'orologio da taschino che era solito portare; segnava le sei, con la lancetta dei secondi esattamente sul numero dodici. -Comunque, il mio "ritardo" è giustificato. Ho parlato con mio padre e ha detto che ha prenotato un volo per l'Inghilterra per voi.-
-E tu scusa? Vieni a piedi?- domandò Soul tenendo le braccia sollevate, incrociandole dietro la testa, con un'espressione annoiata e assonnata.
-Io andrò con Belzebù. Vi aspetterò direttamente all'aeroporto di Londra.-
-E dove sono i biglietti?- domandò la maestra d'armi.
-Non sono necessari. Dovete mostrare alla ragazza della zona d'imbarco la vostra tessera della Shibusen, dirle che il Sommo Shinigami ha prenotato un volo per Londra per una missione.- rispose Kid materializzando il suo skateboard, che iniziò a fluttuare a mezz'aria appena ci saltò sopra. -L'aereo parte alle sei e mezza. Vi consiglio di sbrigarvi.- aggiunse facendo l'occhiolino ai suoi amici per poi partire a gran velocità, mentre il vento copriva le urla e gli insulti che gli rivolgevano.

Liz, Patty, Soul seguirono Maka fino alla zona d'imbarco dove, appena la donna chiese loro i biglietti, la meister le riferì ciò che l'amico aveva spiegato, mostrando le loro tessere.

La signora li fece passare e, seguendo il lungo corridoio, si trovarono direttamente sulla pista. Il rumore dei motori e l'odore di gomma bruciata fu la prima cosa che sentirono i ragazzi; aerei che venivano da tutto il mondo atterravano, producendo fischi dalle ruote appena toccavano terra, e altri che decollavano.

I quattro notarono un jet bianco, colorato sulla punta della coda di nero con al centro il teschio della maschera di Shinigami bianca. Non credevano che il Sommo usasse un jet privato per mandare gli studenti in missione. Persino Liz e Patty erano sorprese.

Vennero condotti da un'hostess, che indossava una divisa con gli stessi colori dell'aereo, verso il mezzo di trasporto e, dopo aver occupato i posti, la donna iniziò ad esporre le indicazioni in caso d'emergenza.

Un quarto d'ora dopo il jet partì e, guardando dal finestrino, si poteva già vedere quanto fossero in alto.

La stessa donna passò tra i sedili chiedendo se volessero qualcosa da mangiare. Soul e Patty presero un cheeseburger, Liz uno snack al cioccolato e Maka una bibita energetica.

-Allora Maka,- iniziò la ragazza più grande deglutendo l'ultimo pezzo della barretta. -ho saputo che tu è Kid vi siete incontrati in biblioteca qualche giorno fa.-
Maka la guardò storta. -Sì, è così. Come fai a saperlo?- rispose con una nota acida.
-Me l'ha raccontato lui. Mi dice sempre tutto e, anche stavolta, non ha mancato i minimi dettagli.- ammiccò.

La maestra d'armi divenne rossa. Non sapeva se più per l'imbarazzo o più per la rabbia; le dava fastidio il fatto che Liz sapesse qualcosa che la riguardava, ed era imbarazzata ricordando che lei e Kid, dopo averla accompagnata a casa, si stavano per baciare. E quella lì lo sapeva!

L'artigiana lanciò un'occhiata glaciale all'hostess che, dopo aver origliato, aveva iniziato a ridacchiare.

Per fortuna Soul e Patty si erano addormentati subito dopo aver mangiato, così non c'erano altre orecchie ad ascoltare.

Se doveva essere sincera, l'arma le stava simpatica, ma non così tanto da invitarla a casa per un pigiama party e, mentre si dipingevano le unghie, parlare dei loro segreti e di quanto fossero fighi i ragazzi!

Assolutamente no, pensò Maka sorseggiando un po' della sua bibita.

-Cos'è per te Kid?- domandò Liz notando che stava pensando ad altro.
-Cosa scusa?-
-Kid ti piace?-
-N... No! Cioè... sì, ma come amico.- rispose ancora più rossa. "Perché le sto rispondendo?!" pensò bevendo un altro sorso.
-Te lo chiedo non perché mi voglio impicciare della tua vita privata, ma perché a Kid, mentre mi raccontava del vostro "pseudo-appuntamento"- esclamò facendo il segno delle virgolette. -gli si illuminavano gli occhi e sorrideva. Non quei sorrisi ironici o che ti danno la carica mentre combatti, ma un sorriso dolce...- spiegò l'arma guardando fuori dal finestrino immersa nei ricordi del loro dialogo. -Non sorride quasi mai in quel modo, neanche a casa.-

Tra le due ci fu silenzio.

-Be', forse non sai di che sto parlando perché non lo conosci molto e non l'avrai mai visto.- esclamò alzandosi dal sedile e camminando verso il bagno, mentre la meister la seguiva con lo sguardo. -Quindi, dimenticati di questa chiacchierata.- aggiunse liquidando l'argomento con un gesto della mano prima di aprire la porta della toilette.
-Ti sbagli... invece lo so.- sussurrò la ragazza dopo che la porta si chiuse.

Finalmente, dopo due ore passate sul jet, i quattro atterrarono all'aeroporto di Londra. Usciti dal corridoio per gli sbarchi, videro Kid seduto su una sedia nella zona d'attesa a leggere una rivista vecchia di almeno una settimana.

Il ragazzo alzò lo sguardo; di sicuro aveva percepito le loro anime visto che se n'era accorto quasi subito.
-Finalmente siete arrivati.- esclamò posando il giornale sul tavolino alla sua sinistra.
-E tu da quanto saresti qui, scusa?- domandò Maka un po' sorpresa di trovarlo lì.
-Da un'oretta, ma devo dire che quest'aeroporto è davvero grande. Ora andiamo.- rispose alzandosi e camminando verso l'uscita.

Lo shinigami venne immediatamente raggiunto da Liz che, dopo che i due si distanziatono abbastanza dagli altri, iniziò a parlare con il suo maestro.

La meister fu invasa da uno strano senso di rabbia. Di sicuro gli stava raccontando di cosa si erano dette sul jet e che non la sopportava, pensò lei serrando involontariamente i pugni.

-Che cos'hai?- le chiese Soul notando che il suo umore era cambiato in un secondo.
-Niente.- rispose secca scacciando quei pensieri e cercando calmarsi, ma non ci riusciva.

Persino il giovane Dio se ne accorse e, girando la testa di lato, spiò con la cosa dell'occhio l'amica.

Il gruppo di amici uscì dall'aeroporto e, sotto indicazioni di Kid, si duressero verso Waterloo Station, dove presero un treno per Salisbury, poi un taxi verso Stonehenge; ovviamente tutto pagato da Shinigami.

Il sito era chiuso ormai da settimane e, per via delle sparizioni, i turisti e i locali preferivano restarsene al sicuro nelle proprie case. Infatti, già alle sette di sera, bar, night club e negozi chiudevano e le strade rimanevano deserte; le città facevano paura.

I ragazzi entrarono nel cerchio fatto di pietra e, dividendosi, iniziarono a cercare qualche segno del passaggio di Ashura, ma niente.

Maka camminò in direzione opposta ai suoi compagni, continuando a guardarsi attorno, finché non notò una strana incisione sulla pietra esattamente al centro. Passò la mano sui segni scalfiti nella pietra e, stranamente, si sentiva attratta, come se quei graffiti potessero dirle qualcosa; sembrava che quelle lettere la chiamassero, ma lei non riusciva a capire ciò che c'era scritto.

-Sono rune.-
La meister fece un balzo, squittendo e, guardandosi alle spalle, vide che Kid l'aveva raggiunta. -Cosa?- domandò risvegliandosi da quella specie di trance in cui si trovava.
-Sono rune celtiche.- ripeté lo shinigami. -È una specie di avvertimento.-
-Sai leggere le rune celtiche?!-
-Certo; so molte altre lingue antiche. Mio padre me le fa studiare sin da quando ero piccolo.- rispose gonfiando il petto con fare vanitoso.
-E sentiamo.- s'intromise Soul accompagnato da Liz e Patty. -Cosa significano quelle sulla pietra? "Vietato sedersi"?- domandò sbuffando.
-No, c'è scritto: "A voi che nella roccia passare volete / Ivi le gocce scure scorreranno / Con codeste braccia la pietra tingete / Le vene e i polsi tremeranno / Molti soffrirete in questo acquisto / Ma la breccia infine avrete visto."- tradusse.

Maka fu percorsa da un brivido lungo la schiena. Si chiese il perché di questa sua reazione ed ora che conosceva il significato la spaventavano ancora di più.

-E cosa vuol dire di preciso?- domandò la pistola maggiore seccata.
-Che serve del sangue.- rispose la meister immediatamente. -A quanto pare c'è una grotta sotterranea e per aprire il passaggio bisogna versare del sangue.-

Kid tirò fuori un coltellino svizzero da una tasca interna della giacca e, facendo scattare la lama, se la poggiò sul palmo della mano e si fece un taglio poco profondo. Il sangue iniziò a gocciolare ai lati e, avvicinandosi alla pietra, fece cadere un po' di sangue.

Le lettere incise brillarono di rosso e la terra iniziò a tremare. Da dietro la roccia si aprì un passaggio fatto di scale a spirale, che portava sotto terra.

Lo shinigami si legò un fazzoletto bianco alla mano tagliata e un altro alla mano sana (per simmetria) e, con un cenno del capo, scese nel passaggio appena aperto, seguito dagli altri.

Nella Camera della Morte, Shinigami controllava altri luoghi in cui, secondo gli appunti sul libro, Ashura potrebbe essersi nascosto, ma non notava niente di strano.

-Sommo Shinigami.- lo chiamò Spirit.
-Sì?-
-Come mai continui a guardare lo specchio se hai già mandato i ragazzi? Anzi, non dovresti controllare loro?- chiese l'arma con le mani nelle tasche dei pantaloni.

Anche se il suo atteggiamento non lo faceva notare, era preoccupato, non solo per sua figlia, ma anche per gli altri.

Sono pur sempre demoni quelli contro cui dovranno scontrarsi, senza contare che c'era anche il Primo Kishin.

-È sempre meglio fare altre ricerche a riguardo.- sospirò il Dio facendo sparire le immagini di un'isola dispersa in chissà quale mare. -E poi, so che se la caveranno: sono i più forti della DWMA, se proprio va male torneranno a Death City con un graffietto.-
-Questo non lo metto in dubbio, ma ho un brutto presentimento. Sarei dovuto andare anch'io con loro.- esclamò rimproverando se stesso.
Shinigami si mise in parte al suo partner, poggiandogli la mano sulla schiena. -Non dire così. E poi, anch'io vorrei poter andare ad aiutare tutti e uccidere Ashura di persona, ma devo restare qui.-
-Però potevi mandare me, Stein, Sid e Nygus ad aiutarli.- ribatté portandosi le mani al viso, cercando di tener a freno le lacrime di frustrazione che minacciavano di uscire.
-Voi mi servite qua. Stein e Sid stanno allenando gli studenti, Nygus li cura perché, come ben di sa, il dottore esagera, mentre tu mi dai una mano a mantenere i contatti con le Death Scythe. Sembra una cosa da poco, ma mi stai aiutando più di tutti.- spiegò cercando di consolarlo.

Anche se la sua voce era stridula e buffa la falce sapeva che stava dicendo la verità e, annuendo, sorrise al capo che sollevò il pollice.

Shinigami si raddrizzò e tornò davanti allo specchio continuando a controllare le varie immagini. Questa volta erano perlopiù caverne o tunnel sotterranei.

-Comunque, come mai hai deciso di dividere i ragazzi con solo due meister per gruppo? Non era meglio mantenere le vecchie squadre di risonanza a catena?- domandò il rosso sedendosi a terra.
-All'inizio l'avevo pensato anch'io, ma poi mi sono reso conto che i luoghi per le evocazioni demoniache erano troppi, così ho dovuto fare dei piccoli "tagli al personale".- rispose facendo il segno delle virgolette con le dita, sottolineando la frase.

Spirit annuì, dopo aver capito a ciò cui si riferiva il Sommo; subito dopo, tra i due ci fu silenzio, mentre il Dio continuava a fissare lo specchio.

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Capitolo 6
*** _Cap. 6: Dove dimora il male ***


_Cap. 6: Dove dimora il male
 

-Accidenti a queste maledette zanzare! Non le sopporto più!- sbraitò Black Star agitando Tsubaki, in forma d'arma, cercando di scacciare gli insetti.
-Dacci un taglio. Non vorrai farci scoprire.- esclamò Kilik spostando un ramo pieno di foglie verdi.
-Tsk. Ormai non c'è più nessuno.- rispose prima di essere colpito in faccia dal ramo.

I due camminarono e, dopo essere usciti dalla fotta foresta, si trovarono davanti ad una gigantesca piramide fatta di pietra, caratterizzata da scale che conducevano alla cima.

-Chissà il perché mi ricorda tanto la Shibusen... ma moooolto più piccola.- disse il ragazzo sistemandosi gli occhiali sul naso.
-Non pensare alla scuola in un momento come questo. Anzi, facciamo una gara: chi arriva per ultimo in cima alla piramide è una mezza sega!- propose l'azzurro mettendosi in posizione di partenza.
-Ci sto.- rispose mettendosi alla pari del compagno.
-Ragazzi, non vedo sia una buona idea...- cercò di dire Tsubaki, ma il suo meister aveva già iniziato a contare.
-... due, uno... VIA!-

I due scattarono in avanti, correndo su per la scalinata del templio; pochi secondi più tardi arrivarono in cima, terminando la corsa con un salto.

-Ho vinto io.- festeggiò Black Star urlando quanto fosse grande.
-Ti sbagli, ho vinto io.- ribatté Kilik pulendosi il sudore dato dall'umidità del luogo.
-Sei tu che dici balle! Solo perché ti da fastidio perdere contro di me.- s'indicò il maestro.
-Per la verità,- intervenne Tsubaki. -siete arrivati assieme.-

I due ragazzi si guardarono in silenzio, per poi scoppiare a ridere.

-Finalmente ho trovato qualcuno degno di me nella corsa.-

L'altro non fece in tempo a rispondere che subito si fece serio.

-Che c'è?- domandò l'azzurro assumendo la stessa espressione.
-C'è qualcuno... no, qualcosa qua dentro.- disse Kilik mettendosi in posizione d'attacco, con Pot of Fire e Thunder già in forma d'armi.

Si sentivano suoni di sibili e di qualcosa che strisciava sul pavimento, che aumentavano per ogni secondo che passava, segno che quella cosa si stava avvicinando abbastanza velocemente.

I due artigiani si scambiarono un'occhiata e, allontanandosi di poco dall'entrata del templio, attivarono la risonanza a catena.

I rumori aumentavano d'intensità finché, a sorpresa dei ragazzi, smisero quasi all'improvviso.

Black star rilassò la postura, mantenendosi vigile, e guardò nel tunnel buio.

All'improvviso una creatura mostruosa, accompagnata da un basso ringhio, uscì allo scoperto, distruggendo l'entrata, e fece per attaccare i meister.

Entrambi saltarono all'indietro, schivando l'attacco e atterrarono sulle scale.

-Che roba è?- domandò Black Star impugnando saldamente Tsubaki.
-Credo sia un demone.- rispose osservando il mostro.

Assomigliava ad una specie di enorme serpente a sonagli: aveva il corpo coperto di scaglie nere e rosse, gli occhi erano gialli, con le orbite allungate, la bocca caratterizzata da tre file di denti acuminati, ricoperti di sangue e carne marcia, la punta della coda era un pungiglione acuminato, ricoperto da uno strano liquido verde.

A quanto pare usava il pungiglione per avvelenare, per poi uccidere le vittime mangiandole, pensò Tsubaki.

-Allora Ashura è qua dentro!- esclamò l'egocentrico.
-No, non percepisco la sua lunghezza d'onda.- spiegò l'altro, disattivando la percezione. -Ma perché c'è un demone anche qua?-
-Non ne ho idea, ma io direi di farlo a pezzetti!-

Senza aggiungere nient'altro, Black Sfar si lanciò verso il mostro, che iniziò a sibilare, spalancando l'enorme bocca, e preparando il pungiglione per attaccarlo.

Il ragazzo, avvicinatosi abbastanza al demone, lo colpì con più fendenti, facendolo ritrarre con un sibilo di dolore.

Kilik, che fino a quel momento era rimasto immobile, si unì anche lui alla lotta, colpendo il serpente al fianco, per poi passare velocemente all'altro.

La creatura non riusciva a contrattaccare e cercava di proteggersi usando il pungiglione avvelenato, ma le azioni dei due ragazzi erano troppo veloci.

-Black Star, attuiamo il colpo finale!- urlò Kilik per farsi sentire dal compagno che stava colpendo più volte il rettile al volto.
-Sì.-

I due si allontanarono momentaneamente dal mostro che tentò di riprendersi dagli attacchi subiti, ma rimase intontito.

Le anime dei meister si espansero, creando un turbinio di foglie e detriti intorno a loro, sollevando un caldo vento che partiva da terra e si levava verso l'alto.

-Eco dell'anima!- esclamarono insieme alle loro armi (malgrado Pot of Fire e Pot of Thunder non parlassero).

Gli artigiani ripresero l'attacco. Black Star saltò in aria, caricando la Lama Incantata e tagliò il pungiglione del serpente che, ancora, sibilò dal dolore; dal taglio uscì uno strano liquido verde che, Tsubaki, dedusse fosse sangue, e si sentì un forte odore pungente.

Kilik, a poca distanza dal compagno, finì di caricare l'attacco: tra le sue mani si generò una grande fiamma blu ricoperta di fulmini. -Aphex Twin!- urlò lanciando la sfera che colpì il rettile e lo bruciò, fulminandolo.

Le armi tornarono nella loro forma umana, dopo aver interrotto la risonanza, atterrando in parte ai loro meister mentre guardavano la creatura bruciare.

-È stato facile.- esclamò l'egocentrico un po' deluso.
-Sin troppo facile. Andiamocene, non mi piace questo posto.- rispose cupo l'altro, iniziando a camminare verso le scale, seguito dalle sue armi; vennero subito raggiunti Black Star e Tsubaki, entrambi in silenzio.

Intanto, alle loro spalle, il demone sconfitto aveva lasciato spazio ad un cumulo di cenere ancora fumante, ma senza traccia dell'anima.

-Come diamine fai a mangiare in un momento come questo?!- domandò Kim alterata.
-Siamo in Italia! Almeno una pizza dovevo farmela!- rispose Ox prendendo un altro boccone della Margherita.
-Ci rinuncio...- sospirò Harvar aprendo la strada che conduceva al Colosseo.

I quattro seguirono l'arma senza batter ciglio, guardandosi attorno; a tutti passo per la mente di quanto fosse strano non vedere nessuno in giro (tranne qualche persona di passaggio), ma come biasimarli.

I ragazzi varcarono i cancelli che conducevano all'interno del Colosseo ed un'estesa piazza fu la prima cosa che videro.
-Qui è dove i gladiatori combattevano tra loro per divertire l'imperatore o il popolo.- spiegò Harvar.
-Era considerato una specie di circo.- disse Jacqueline facendosi ombra con la mano.
-Chissà quanti soldi avranno recuperato con queste messe in scena.- esclamò Kim sbadigliando annoiata.
-Non era il circo che intendi tu. I gladiatori dovevano combattere per la loro stessa vita; o vincevano o venivano uccisi.-
-Un circo della morte, si può dire.- rispose Jacqueline dopo aver ascoltato i suoi amici.
-Sarebbe il nome più adatto. Cerchiamo in giro qualunque cosa che riguardi Ashura o i demoni.- riprese l'alabarda allontanandosi dal gruppo.
-Non percepisco l'anima del Kishin, quindi non è qui.- disse Ox seguendo la sua arma.
-Cerchiamo comunque. Se Shinigami ci ha mandati qui significa che questo posto ha a che fare con i demoni; quindi, se trovate qualcosa chiamate.-


Kim e la sua compagna si diressero verso un arco che conduceva in una zona sotto gli spalti da dove, a quanto pare venivano tenuti i leoni per poi essere liberati, ma, appena entrate, notarono due paia di occhi rossi che brillavano nell'oscurità.

Le ragazze non fecero in tempo a chiamare gli altri che la creatura le attaccò, balzando verso di loro con un ringhio; per fortuna furono abbastanza veloci da schivarla, spostandosi dall'arco. Solo ora potevano vedere chiaramente che cosa le aveva attaccate: l'animale era alto più o meno due metri, aveva il corpo e la testa di leone, una testa di capra sulla schiena e la coda di serpente.

-Ox! Harvar! Abbiamo trovato qualcosa!- urlò Kim per poi fare cenno a Jacqueline di trasformarsi in arma; appena gli altri le raggiunsero rimasero stupiti. Non avevano mai visto un uovo di kishin come quello.

-Ma che roba è?- chiese Ox.
-È una chimera. Un essere mitologico che ha parti del corpo di animali diversi.- rispose il ragazzo poco dopo essersi trasformato in arma.
-Questo l'abbiamo notato, ma che ci fa qui?!- esclamò la ragazza dai capelli rosa, mettendosi in posizione d'attacco.
-Ah non lo so. Perché non glielo chiedi?!- sbraitò il meister.

La bestia li osservava a poca distanza, camminando in torno a loro digrignando i denti, mentre la cosa da serpente sibilava e sputava gocce di veleno.

-Io direi di attaccare.- disse Jacqueline.

I maestri annuirono e attivarono la risonanza a catena. Neanche all'espansione delle loro anime la chimera di smosse; anzi, si era piegata sulle zampe e il suo sguardo divenne più minaccioso. Solo dopo pochi secondi saltò, ruggendo e tendendo in avanti le enormi zampe anteriori con artigli che sembravano coltelli.

I ragazzi saltarono a lato, ed Ox attaccò per primo, aprendo sul fianco della belva uno squarcio di almeno quaranta centimetri e molto profondo; la chimera emise dei versi di dolore, ma non si scompose più di tanto.

Stavolta fu Kim ad attaccare e, con una fiammata, creò un cerchio di fuoco attorno al mostro, impedendogli l'uscita.

Il meister conficcò la punta dell'arma nel terreno. -Sisma del fulmine reale!-
Dalla punta della lancia si generò una scarica elettrica che, attraverso il terreno, raggiunse la chimera, colpendola in pieno.

L'animale ruggì finché non cadde a terra provo di vita; 
Le fiamme attorno all'essere si spensero, e i ragazzi si poterono avvicinare al nemico.

-È stato troppo facile...- commentò Jacqueline tornata in forma umana.
-Già, noi non abbiamo fatto nulla!- rispose la compagna.
-Io direi di tornare a Death City per far rapporto a Shinigami.- disse Harvar non staccando gli occhi dalla chimera.
-Concordo. Ma prima: pasta!- esclamò Ox mentre i suoi amici sbuffarono, con un brontolio allo stomaco.


Gocce di acqua, formatasi per l'umidità della caverna, cadevano a terra a ritmo disconnesso, attivando, ad ogni ticchettio, l'udito dei meister, mentre camminavano lungo il corridoio roccioso, seguiti dalle loro armi.

L'odore di muffa e pietra bagnata solleticava le narici di Kid, ma seppe tener a freno l'istinto di starnutire; era una missione importante e non poteva permettersi di essere scoperto, mettendo così in pericolo la vita dei suoi compagni.

Maka camminava a passo lento e costante accanto al corvino, tenendo in mano una piccola torcia appesa come portachiavi al mazzo che stringeva per la tensione, sentendo i denti seghettati degli oggetti in ferro attraversargli i guanti bianchi. Per via dell'umidità e del terreno pieno di ciottoli aveva già rischiato di scivolare un paio di volte, ma era riuscita a restare in equilibrio.

Intanto, le loro armi li seguivano da pochi metri di distanza, tenendosi pronti in caso i loro maestri li chiamassero. Persino Patty era in silenzio.

Kid poteva vedere il suo respiro mentre espirava con la bocca, cercando di calmare il battito del cuore. Aveva un brutto presentimento, anche se non aveva ancora percepito nulla, ma i suoi sensi, la sua mente e la sua anima, erano in subbuglio, come se in fondo a quel lungo ed inquietante corridoio ci fosse qualcuno di molto potente.

Maka notò lo stato d'animo dell'amico alla sua destra, ma non seppe trovare le parole giuste per dirgli di star tranquillo, perché anche lei si sentiva in quel modo.

Camminarono ancora per quel che sembrava un'eternità, finché lo shinigami non si bloccò, indicando una luce in lontananza. La bionda spense la torcia e porse il mazzo di chiavi al suo partner che, assieme alle sorelle, andò avanti.

La meister si voltò verso il corvino ed ora poté vedere che era peggiorato rispetto a poco fa: aveva iniziato a sudare freddo, le pupille si erano ristrette, malgrado l'assenza di luce nel tunnel, e aveva iniziato a tremare.

-Kid, devi stare calmo.- gli disse poggiando una mano sulla spalla.
-Sto... Sto bene... Non ti preoccupare...- rispose inspirando, ma la situazione non era migliorata.

Non lo aveva mai visto così: preso dal panico, esitante.

Maka si mise davanti a lui, in modo tale da guardarlo in faccia. -Anch'io ho paura. Anch'io non so cosa ci aspetta qui in fondo, ma tuo padre ha scelto noi per questa missione e non possiamo deludere lui e coloro che credono in noi.- esclamò cercando di farlo tornare in sé. -E poi, grazie all'allenamento speciale di Stein siamo migliorati.- aggiunse flettendo il braccio destro, facendo gonfiare il muscolo.

Kid non cambiò espressione e, per l'ennesima volta, deglutì rumorosamente. -Maka... non è vero che non so cosa ci aspetta in fondo a questo tunnel...- riuscì a dire malgrado la gola secca.

La ragazza lo guardò confusa.

-Non la percepisci anche tu... questa lunghezza d'onda?- 
Solo ora riuscì a capire perché si sentiva così. Il suo istinto aveva ragione e la percezione dell'anima lo confermava.

Alla meister manco un battito. Anche lei la sentiva. -Kid... è realmente...-
-Sì. Ashura... è qua dentro.-


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Angolino autrice:

Salve a tutti :D

Vorrei sapere come vi sembra la storia fino a questo punto, anche se ora sembra un po' noiosetta non preoccupatevi che le cose si faranno interessanto >:)
Ok, ora vi lascio XD
Ci sentiamo al prossimo capitolo :)

Francy_Kid

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Capitolo 7
*** _Cap. 7: Sconfitta ***


Cap. 7: Sconfitta


Kid, Maka e le loro armi camminarono seguendo la luce che conduceva in fondo al tunnel, percorrendo la leggera discesa stando attenti a non scivolare.

Lo shinigami si era ripreso dall'episodio di poco fa, ma la follia stava già soggiogando la sua mente: vedeva le pareti deformarsi, formando le forme di tre occhi verticali, o i suoi compagni morti in un lago di sangue, mentre Ashura ghignava e gli diceva "Tu sarai il prossimo".

A fatica riusciva a scacciare le allucinazioni provocate dall'onda dell'anima del Kishin; man mano che si avvicinavano, però, diventavano sempre peggiori e più macabre.

Maka non sembrava influenzata dalla follia, e le loro armi non sembravano dar retta a ciò che veniva proiettato nella loro mente.

Forse era grazie alla sua lunghezza d'onda anti demone che l'amica riusciva a rimanere sana, pensò il corvino ricordandosi una delle abilità speciali dell'amica; lei sembrava sicura e concentrata, mentre lui aveva paura ed il cuore gli batteva freneticamente nel petto.

Sentimenti che, prima d'ora, aveva provato solo quando Ashura si era liberato. Anche se all'apparenza era calmo, nella sua mente c'era una vicina che gli diceva "Scappa", "Lascia qui gli altri; loro non sono come te" o "Tu devi sopravvivere"; voci a cui, ovviamente, non dava ascolto.

Finalmente, per loro fortuna (e sfortuna) raggiunsero il fondo, ritrovandosi in un luogo molto spazioso e illuminato da dei focolari e da un mucchietto di circa venti anime umane.

-Ashura è qua, senza alcun dubbio.- disse Maka riaprendo gli occhi, dopo aver usato la percezione.
-Ma ora non c'è, a quanto pare se n'è andato.- rispose Soul guardandosi intorno.
-No. Lui è qui.- esclamò Kid.

Nessuno poté ribattere perché si sentì una risata maschile provenire dai cunicoli della grotta. -Sei proprio figlio di Shinigami.-

Ashura sbucò dal buio, avvolto dalle lunghe sciarpe bianche, con un ghigno sul volto. -Finalmente Shinigami ha deciso di inviare qualcuno; sapete, molte persone sono morte ed il colpevole non è ancora stato fermato. Questo non gioverà alla reputazione della Shibusen.-
-Non dire stronzate. E comunque siamo qua per farti a pezzetti.- s'intromise Soul venendo avvolto da una luce azzurra, per poi ritrovarsi tra le mani della sua meister, sotto forma di falce; anche Liz e Patty si trasformarono.

Il Kishin rise di nuovo. -So che durante queste settimane vi siete allenati, l'ho so dalle vostre anime che siete aumentati di forza; ma il vostro spirito è ancora debole e non siete abbastanza forti per battermi. Potete passare anni ed anni ad allenarvi, ma non mi batterete mai.-

Maka strinse la presa attorno alla sua arma, serrando i denti e cercando di mantenere la calma; quando Ashura apriva bocca le faceva venire il voltastomaco. Voleva tagliarlo in due, prendere la sua anima e portarla al Sommo come trofeo, ma lo sguardo intimidatorio di Kid, in parte a lei, la facevano restare ferma.

-Così, credete di potermi battere?- sghignazzò guardando divertito lo sguardo della bionda; il Kishin si spostò di fianco, una figura femminile comparve da dietro di lui, leccandosi le labbra.

-Se siete tanto sicuri di poterci riuscire, allora provate a combattere contro di lei.- esclamò facendo un cenno con la testa verso la ragazza.
-È un demone...- sussurrò Kid, ma Maka riuscì a sentirlo ed il suo battito cardiaco accelerò.

Paura. Timore. Debolezza.

Questo era ciò che provavano i ragazzi davanti al demone ed al Primo Kishin. Due soggetti molto potenti nello stesso posto.

-Ragazzi miei, lei è Kyra.- la presentò brevemente, ghignando. -Mi raccomando: non ucciderli.- sussurrò nell'orecchio della donna, poco prima di sparire nell'oscurità del cunicolo da chi era venuto.
-Non credo riuscirei nemmeno a divertirmi con questi piccoletti.- li schermo lei sbadigliando.

Kid serrò i denti; riusciva a percepire la lunghezza d'onda del demone: in fatto di potenza non era nemmeno comparabile ad Ashura.

Forse lui aveva ragione: non erano abbastanza forti per sconfiggerlo, almeno non finché non sapranno battere Kyra.

-Allora, vogliamo iniziare?- chiese la donna pulendosi le unghie.
Nessuno rispose e i maestri, effettuata la risonanza con le loro armi, si misero in posizione d'attacco.
-Direi di sì.- esclamò poco prima di sparire, lasciando i ragazzi senza parole.

In pochi secondi si trovava già dietro Kid, che parò il suo calcio con il braccio, ma venne scaraventato allo stesso di lato, contro la parete, cadendo a terra.

"È veloce e parecchio potente." pensò tossendo per la polvere, che gli era entrata nel naso e negli occhi; malgrado l'impatto si rialzò immediatamente, e caricò il Death Cannon.

Intanto, Kyra era corsa verso Maka, estraendo dalla cintura i suoi due pugnali. La bionda cercò di colpirla tagliando con la falce da destra verso sinistra, ma la donna saltò, evitando l'attacco con estrema facilità; subito dopo, il demone mosse i pugnali verso l'artigiana, ma anche lei si spostò, sfiorandole il viso e la gola, ma non vide la coda, che la colpì all'altezza delle costole e la buttò a terra.

-Maka!- la chiamò Soul, preoccupato; a giudicare dal colpo della loro nemica, si doveva essere incrinata qualche costola, pensò l'albino.

-Death Cannon.- mormorò lo shinigami subito dopo aver caricato i cannoni. Due proiettili d'anima grandi quanto palle da bowling si diressero verso Kyra, che non provò nemmeno ad evitarli; infatti, dopo che il fumo si dissolse, si vide il demone camminare verso il ragazzo, ondeggiando i fianchi e ghignando.

Il corvino era più spaventato che stupito: si aspettava che il Death Cannon non l'avrebbe sconfitta, ma non le aveva neanche fatto un graffio e non vacilla a nemmeno. La donna lo raggiunse in poco tempo e, dopo aver riposto un pugnale nell'elsa, lo prese per la gola, sollevandolo da terra.

-I tuoi stupidi giochetti non funzionano, ragazzino. E poi, mi hai anche sporcato i vestiti di terra.- aggiunse con una nota offesa. Kyra sollevò la mano con cui teneva il pugnale e posò la lama affilata sulla guancia di Kid, procurandogli un taglio da cui iniziarono ad uscire delle gocce di sangue, che colarono lungo il collo.

-Ma tu hai le Linee di Sanzu.- osservò lei, portando verso il basso il pugnale. -Ciò significa che sei un Dio della Morte. Che ironia- continuò ghignando. -Il figlio di chi mi ha sconfitta con i miei compagni la prima volta è qua, nelle mie mani. Vorrei torturarti per poi lasciarti morire lentamente, ma Ashura non vuole che ti uccida.- disse dispiaciuta, prima di conficcare la lama nel fianco del ragazzo.

Lo shinigami cercò di soffocare l'urlo di dolore, serrando i denti, ma, malgrado la mano di Kyra che stringeva attorno al collo, si riuscì a sentire un gemito strozzato; lungo i lati del viso iniziarono a scendere le lacrime, che si mischiarono con il sangue del taglio sulla guancia destra.

Kid non sentiva più niente. Non sentiva le voci di Liz e Patty, le parole della donna, o anche l'urlo di Maka mentre correva per colpire il nemico, che si spostò con un salto, lasciandolo cadere a terra; sentiva solo il dolore nel fianco a l'orrenda sensazione che sarebbero morti tutti come nelle allucinazioni di poco fa.

La risonanza tra lui e le sue armi si interruppe, facendo assumere loro la forma originaria di due pistole, che il ragazzo posò a terra, dicendo loro di restare un forma umana.

Lo shinigami tossì, prendendo fiato, sentendo il sapore del sangue invadergli la bocca; si portò la mano dov'era stato colpito e notò che il pugnale era ancora puntato nel fianco. Alzò lo sguardo e vide la sua compagna in difficoltà: Kyra che, con l'altra arma, stava mettendo alle strette la bionda, il Majogari ormai non funzionante, con una serie di fendenti e agitando la lama, mentre l'altra non poté far altro che difendersi con Soul e indietreggiando.

Kid prese un lungo respiro e, serrando i denti, afferrò l'impugnatura del pugnale nel suo fianco, iniziando a tirare per estrarlo. Il dolore era insopportabile e solo quando il braccio scattò si accorse di averlo estratto del tutto.

Con la vista annebbiata dalle lacrime e per la perdita di sangue, osservò la lama intrisa dal liquido cremisi e, senza pensarci due volte, lo lanciò verso le due; fortunatamente la sua mira era ancora buona e colpì il dorso della mano di Kyra, che fece cadere a tera l'arma che stava usando con un verso sorpreso. Il demone si voltò verso il corvino con sguardo minaccioso, scoprendo i denti da vampiro e facendo un suono simile ad un sibilo.

Maka ebbe così il tempo di contrattaccare; caricò il colpo con la falce, ma la donna, con un movimento fulmineo, scattò di fronte alla meister prendendola alla gola.

Soul cadde a terra, con un forte tintinnio, restando in forma d'arma, mentre chiamava la sua partner.

-Ho promesso ad Ashura che non vi avrei uccisi, ma la tua anima ha qualcosa di interessante. Potrei renderti la mia schiavetta.- ridacchiò spalancando la bocca, mostrando le zanne affilate.

Maka si agitava, cercando di liberarsi, ma la presa del demone era troppo forte, e l'aria iniziava a mancare, annebbiandole la vista.

Ad un certo punto, Kyra lanciò un grido di dolore e mollò la presa attorno al collo della bionda, facendola cadere a terra; dopo aver ripreso fiato, e la vista tornata normale, vide Kid con in mano i due pugnali del demone e la coda a terra, tagliata, mentre si muoveva ancora con piccoli spasmi.

La donna scattò verso lo shinigami e, dopo averlo disarmato e recuperato le armi, lo scaraventò a lato, per poi tornare a guardare Maka, che aveva afferrato Soul per difendersi.

-Lascia... Lascialo stare...- ansimò reggendosi a malapena sulle gambe.
-Mi ha tagliato la coda. Dovrebbe pagarla cara, ma ora vorrei occuparmi di te.- ridacchiò avvicinandosi all'artigiana, ondeggiando i fianchi e mostrando i pugnali: uno ricoperto del sangue di Kid, l'altro leggermente sporco di liquido verde,

Senza pensarci due volte, la bionda attaccò il demone, che parò la lama della falce con i lunghi coltelli.

Kid era ormai privo di energie, ma doveva combattere anche lui; recuperate Liz e Patty, iniziò a sparare dei colpi, che centrarono il bersaglio, ma non provocò molti danni.

I due erano esausti, ed i loro movimenti ne risentivano; Kyra, al contrario, era nel pieno delle sue forze. Notando ciò, il demone scattò per l'ennesima volta di fronte a Maka, colpendola con un calcio e facendole picchiare la testa contro la parete, facendole perdere i sensi; subito dopo si mise davanti a Kid, sorridendo malignamente e trafiggendo una seconda volta la ferita sul fianco. -Andatevene prima che vi uccida.- esclamò estraendo la lama.

Lo shinigami si piegò in due, sostenuto da Liz e Patty in forma umana.

La donna ripose i pugnali nelle rispettive else, voltando le spalle ai tre, per poi incamminarsi verso uno dei cunicoli bui e sparire.

Kid si alzò a fatica e, seguito dalle sue armi, si avvicinò a Soul, che cercava di far rinvenire la sua maestra, ma senza risultati; il corvino controllò la ferita alla testa della ragazza e vide che aveva perso parecchio sangue, oltre che dai tagli subiti dagli attacchi di Kyra, ma il forte trauma alla testa era più grave di quel che credeva.

-Devo portarla subito a Death City...- esclamò preoccupato Kid, sollevandola in stile sposa, iniziando a zoppicare verso l'uscita.
-Kid, sei ferito! Non ce la puoi fare ad andare a Death City da solo!- disse Liz sorpresa e, anche lei, preoccupata.
-Non c'è tempo! Ha perso parecchio sangue!- ribadì l'artigiano, senza badare alle fitte lancinanti al fianco, che aveva ripreso a sanguinare.
-Anche tu! Non fai prima a portarla in un ospedale qua vicino?-
-Non mi fido a lasciarla nelle mani degli sconosciuti...- rispose cupo, raggiunto da Soul.

Lo sguardo dell'arma diceva che era d'accordo con lui e, aiutando l'amico ad ad uscire camminarono verso il tunnel da cui erano entrati; stando attenti a non scivolare, arrivarono in superficie in poco tempo.

Kid evocò Belzebub e, assicurando la presa su Maka, si levò in volo.

Iniziava a pensare a cosa sarebbe potuto accadere se Ashura non avesse detto a Kyra di lasciarli ancora in vita, se il combattimento sarebbe andato avanti ancora; per fortuna c'era il vento, che gli impediva di sentire i suoi pensieri, quindi si focalizzò sul salvare Maka.

Dopo solo un quarto d'ora di viaggio la perdita di sangue e l'assenza di energie iniziavano a farsi sentire: la vista gli si stava annebbiando e, lentamente, perdeva quota.

Lo shinigami cercava di restare cosciente, ma si stava rivelando impossibile, solo le forti fitte al fianco gli impedivano di perdere i sensi del tutto.

Finalmente, dopo quel che gli parve un'eternità, scorse in lontananza Death City e la Shibusen.

Ora erano in salvo; potevano curare lui e la sua amica. Erano tornati a casa.

Nella Camera della Morte, i ragazzi avevano appena riferito il rapporto sull'accaduto nelle zone a loro assegnate, non trascurando i particolari.
-E tu mangi la pizza durante la missione?!- chiese Shinigami sorpreso a Ox.
-Avevo fame! E poi è d'obbligo assaggiare i prodotti del luogo.- rispose lui, sistemandosi gli occhiali sul naso.
-Shinigami.- li interruppe Kilik. -La cosa che non ho capito è il perché non hanno lasciato l'anima appena li abbiamo sconfitti.- aggiunse facendo tornare seri gli altri ragazzi.
-Quelli che avete sconfitto non sono uova di kishin, ma demoni; i demoni sono esseri ultraterreni non legati al nostro mondo, ma agli inferi. L'unico modo per avere la loro anima è ucciderli nel loro mondo.-
-Scusi, ma non la seguo...- disse Spirit, confuso.
-Quando vengono evocati, i demoni non posseggono una vera e propria anima, ma una specie di contenitore che racchiude la loro energia vitale. La chimera e il serpente che i ragazzi hanno ucciso, in verità non sono morti, ma tornati nel loro mondo.- spiegò il Dio, ormai serio.
-Io non ho capito un'accidenti di quello che ha detto...- esclamò Black Star sforzandosi nel ragionamento.
-Il lungo biscione che tu e Kilik avete fatto fuori non ha un'anima ed ha solo fatto PUFF, ma non è morto.- rispose secca Kim, con tanto di gesti, ma il ragazzo non aveva ancora capito, a giudicare dall'espressione accigliata.
-Comunque,- riprese il Sommo. -Ora sappiamo che Ashura non si nasconde né in Messico né in Italia; direi che è abbastanza buono come rapporto.- si congratulò alzando il pollice.

Stein era in infermeria, trascrivendo i nomi degli studenti che aveva visitato quel giorno (soprattutto a causa dei suoi folli esperimenti), fumando beatamente una sigaretta e, qualche volta, girando la vite conficcata nella sua testa.

Poco dopo aver finito di scrivere, si rilassò contro lo schienale della sedia e prese una lunga boccata dalla sigaretta.

Il dottore non fece in tempo ad espirare che la porta dell'infermeria si spalancò di colpo; si volto per vedere chi fosse e ne rimase sorpreso: Kid insanguinato e pallido (più pallido del solito), che quasi cadde a terra, ma l'uomo riuscì a prenderlo in tempo.

-Cos'è successo?- chiese sollevandolo di poco, in modo tale da poter vedere le ferite (quelle non coperte dai vestiti).
-Ma... Maka...- sussurrò a voce talmente bassa che Stein dovette porgere l'orecchio per sentirlo. -Lei... è qua fuori... Ti prego... a-aiutala...-

Il dottore non se lo fece ripetere due volte; fece stendere lo shinigami su un lettino dell'infermeria e corse fuori dalla stanza, per poi tornare poco dopo con in braccio la meister.

La vista del corvino si fece sfuocata e scura, e gli sembrava di stare in una bolla d'acqua, tant'è che non sentì Nygus arrivare per aiutare Stein.

Vide solo la dottoressa iniziare a togliere i vestiti della ragazza per visitarla meglio, poi il dottore mettersi davanti a lui, iniziando a parlare, ma non riusciva a sentirlo.

Poi, tutto fu nero.
 

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Angolo autrice:


HELLO, HELLO!

Come va? Da me... meglio(?)

Vorrei chiedere scusa visto che è da un po' (un bel po'!) che non pubblico, ma ho avuto una serie di problemi personali (dai quali sto ancora uscendo) e scolastici ^^'

Da oggi i capitoli saranno aggiornati normalmente (salvo altri problemi... la vita di una teenager –mi correggo: la vita in generale– fa schifo!): ogni venerdì; quindi si procede!

Non voglio stare ad annoiarvi ulteriormente, perciò...

CI VEDIAMO ALLA PROSSIMA :)

Francy_Kid

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Capitolo 8
*** _Cap. 8: Infermeria ***


_Cap. 8: Infermeria


La luce era fastidiosa e nella stanza faceva freddo, pensò Kid prima di svegliarsi, aprendo gli occhi a fatica; infatti era a petto nudo, con il fianco fasciato, e altre bende sulle braccia.

Si guardò in torno e si ricordò che subito dopo la missione, che si era rilevata un completo fallimento, si era precipitato a Death City per soccorrere Maka.

"Maka..."

-Ma...!- la voce gli si smorzò in gola quando una fitta al fianco lo costrinse a rimanere sdraiato; si era dimenticato della ferita provocatagli dal pugnale del demone, che era quella più grave, e delle altre che aveva subito durante il corso del combattimento.

Ora era tutto dolorante e neanche il fatto di essere uno Shinigami serviva per alleviare il dolore; inoltre, gli antidolorifici o le altre medicine non avevano alcun effetto, quindi doveva aspettare e guarire per conto suo.

-Stein ha detto che devi rimanere a letto.-

Il corvino sentì sbuffare e, girando la testa a lato, vide Soul seduto accanto al letto Maka.

-Come sta?- domandò il giovane Dio, riferendosi all'amica.
-Si riprenderà; le ferite riportate non erano così gravi come si credeva. Per fortuna l'hai portata subito alla Shibusen, così sono riusciti a contenere il trauma cranico prima che potesse peggiorare.- rispose l'arma con nonchalance.
-Meno male...- sospirò. Era felice che la meister si sarebbe salvata. -Per quanto tempo ho dormito?- domandò ancora un po' rintontito.
-Tre giorni. Era ora che ti svegliassi; tuo padre, Liz, Patty e gli altri erano preoccupati.-
-A proposito, Liz e Patty dove sono?-
-Sono andate a casa un'oretta fa per mangiare un boccone e riposarsi, anzi, sono state obbligare da Stein; sono rimaste qua da quando siamo tornati dalla missione.-
-Vedo che anche tu hai fatto le ore piccole.- ridacchiò Kid notando le profonde occhiaie sotto gli occhi di Soul.
-A chi lo dici! Patty russava a tutte le ore, quindi non sono riuscito a dormire molto.- rispose con uno sbadiglio, per poi allungare le braccia e le gambe, stirandosi i muscoli.
-Dovresti andare a casa anche tu; riposa, mangia qualcosa è fatti una doccia, il tuo tanfo mi dà fastidio.- scherzò, sventolando la mano davanti al naso.
-Ehi! Però hai ragione.- disse alzandosi e camminando verso la porta dell'infermeria. -Tieni d'occhio Maka; tornerò domani.- esclamò facendo un cenno con la mano in segno di saluto, che venne ricambiato.

Kid si rilassò contro il cuscino, sospirando. Pensò a cosa sarebbe successo se suo padre avesse mandato qualcun altro al loro posto; sicuramente Kyra non avrebbe avuto alcun riguardo e li avrebbe uccisi.

Il ragazzo si mise a sedere, cercando di ignorare le dolorose fitte al fianco e ai muscoli.

-Finalmente hai aperto gli occhi.- mormorò Stein entrando nella stanza. -Come ti senti?-
-Dolorante, stanco e un po' rimbambito.-
-Allora va tutto bene.-
-Dottor Stein, come mai la ferita al fianco non è ancora guarita del tutto?- chiese notando una macchia rossa filtrare dalle bende bianche.
-Perché hai perso parecchio sangue ed energie, quindi il tuo corpo guarisce più lentamente del normale. Parlando in tempistiche di uno shinigami, ovviamente.- rispose lo scienziato posando una cartella gialla sulla scrivania. -Vado a chiamare tuo padre; sarà felice di sapere che ti sei ripreso.- aggiunse con un sorriso, uscendo dall'infermeria.

Il ragazzo sospirò. In quel momento voleva soltanto dormire ancora un po' e recuperare al più presto tutte le energie per tornarsene a casa, ma non voleva lasciare Maka da sola e circondata da dottori che la controllavano e Black Star che poteva entrare anche quando doveva cambiarsi.

I suoi pensieri vennero interrotti da Stein che rientrò in stanza, accompagnato da Shinigami e Spirit.

-Kid.- sospirò sollevato il dio. -Non sai quanto sia felice di vedere che ti sei ripreso.-
-Ciao padre, ciao Spirit.- li salutò sorridendo, ricevendo un cenno di capo dall'arma.
-Come ti senti?-
-Abbastanza meglio, grazie.-
-Ti va di raccontare cos'è accaduto a Stonehenge?- chiese il Sommo, avvicinandosi al letto su cui riposava il figlio.

Kid deglutì rumorosamente; i ricordi dello scontro erano ancora vivi nella sua testa. Gli raccontò l'accaduto, non trascurando i dettagli, da quando erano entrati nella grotta a quando il corvino aveva portato Maka alla Shibusen.

-Kyra, eh?- mormorò Shinigami pensoso.
-La conosci?- domandò Spirit, ancora scosso dal racconto del giovane dio.
-L'ho già sentito questo nome. Mi documenterò.-
-Ora vorrei che usciste.- s'intromise Stein. -Devo cambiare le bende a Kid e visitare Maka. Potete tornare domani.-
-Insomma Stein. Posso pur guardare il fisico di Kid, anche se facendolo mi verrebbero in mente dei ricordi di quand'era bambino... era così paffutello!- esclamò con sguardo sognante, facendo arrossare le guance sulla maschera.
-PADRE!- abbàio imbarazzato il ragazzo.
-Ed io posso fare lo stesso con Maka!- aggiunse il rosso con gli occhi luccicanti.
-Shinigami-chop!- disse colpendo la testa della falce. -Tu faresti solo la parte del pervertito. Andiamocene. Ci vediamo Kid.- lo salutò uscendo dall'infermeria, trascinando la Death Scythe con sé, seguiti da Stein, che disse a Kid di riposare.

-Se n'è andato?-

Il corvino si guardò intorno, cercando la fonte della voce (l'acustica non era delle migliori). -Ehm... sì...-
-Finalmente!- sbuffò Maka aprendo, gli occhi e cercando di mettersi a sedere. -Non vedevo l'ora di sgranchir... Ahi!- esclamò sentendo delle fitte alla testa e alle costole, ma riuscendo comunque a sedersi.
-Stein ha detto di restare a letto ad entrambi.-
-Non voglio riposare! Voglio tornare in Inghilterra e prendere l'anima di...-
-Se vuoi farti uccidere questa è la giusta soluzione, ma ricorda: non sei da sola a combattere, anche Soul rischia di lasciarci le penne, e non credo tu voglia questo.- la interruppe, sistemandosi i ciuffi della frangia.

La ragazza strinse i denti; più ci pensava più si convinceva che Kid aveva ragione. Avevano già rischiato di morire una volta, non poteva mettere a repentaglio la vita dei suoi compagni per un suo capriccio.

-Quanto ho dormito?- chiese cambiando argomento.
-Tre giorni; io mi sono svegliato mezz'ora fa. Scusa un attimo: ma di preciso, quando avresti ripreso conoscenza?- domandò leggermente divertito.
-Quando ho sentito Shinigami entrare e, avendo percepito anche l'anima di mio padre, ho deciso di fare ancora la finta morta finché non fossero usciti.-
-Scusa se mio padre ti ha svegliata, molte volte non sa regolare il tono di voce.- di scusò un po' imbarazzato.
-Non fa niente, anzi, mi ha fatto un favore; non mi piace l'idea di dover restare inchiodata ad un letto per troppo tempo.-
-Almeno puoi leggere quanto vuoi.- sorrise, alzando il pollice.
-Quello è vero.- rise fecondo smorfie di dolore per le costole.

Tra i due ci fu un attimo di silenzio.

-Senti Kid.- esclamò Maka imbarazzata, attirando la sua attenzione. -Prima, mentre stavo parlando con tuo padre, ho sentito che mi hai portato tu qui...-
-È vero. Credevo il tuo trauma cranico fosse più grave di quel che era, ma avevo perso parecchio sangue ed energie, quindi ti ho portato con Belzebub.-
-Ma perché non portarmi in un ospedale più vicino?-
Kid divenne rosso e distolse lo sguardo. -Non volevo che degli sconosciuti ti toccassero...- mormorò.

La ragazza sorrise. -Grazie per avermi aiutata.-

 

Si era ormai fatta notte, e gli abitanti di un piccolo villaggio nelle campagne inglesi stavano dormendo nelle loro case.

In una casa a limite del villaggio, la luce della cucina si accese e un adolescente aveva recuperato un bicchiere di vetro per bere un po' d'acqua, dopo una giornata passata a fare i compiti; subito dopo sistemò il contenitore di vetro nel lavandino e spense la luce per tornarsene in camera.

Il ragazzo sbadigliò e, aprendo la porta della sua camera, vide la sorella più piccola davanti a lui, con in mano un orsacchiotto di peluche, che lo fissava con occhi vitrei.
-Annah! Mi hai spaventato!- sussurrò non volendo svegliare i genitori nell'altra stanza. -Che ci fai qui? Torna a letto.-
-Mamma e papà stanno dormendo. Connie è ancora sveglio.- disse con voce monotona.
-Ho appena finito di studiare...- rispose sbadigliando di nuovo. -Hai fatto un incubo?- domandò inginocchiandosi davanti alla bambina, accarezzandole la testa.-
-La donna con i capelli neri mi ha detto di farlo. Devo ubbidire a quello che dice.-
-Su su. Non c'è nessuna strega qui.- cercò di tranquillizzarla Connie, volendo andare a dormire.
-Il mio fratellone è sempre stato buono con me, ed ora ha sonno. Ora può dormire. Anche Annah andrà a dormire.-
-Brava la mia sorelli...-

Connie sentì una fitta dolorosa allo stomaco, e il sapore metallico del sangue gli invase la bocca. -A... Annah... Che cosa...?-
-Ora Connie può dormire. Anche Annah dorme.-

Un sorriso agghiacciante comparve sul volto della ragazzina, macchiato di sangue del fratello; la bambina sfilò il coltello dall'addome dell'adolescente, che si accasciò a terra, premendo sulla ferita.

Annah portò il coltello al collo. -Buona notte, fratellone.- disse prima di tagliarsi la gola con un colpo secco.

Il corpo della piccolina cadde a terra con un tonfo e, intorno a lei, si fece subito una pozza di sangue scuro.

Connie cercò di alzarsi, ma le forti fitte allo stomaco lo costringevano a restare a terra; uscì dalla stanza, trascinandosi sui gomiti fino alla camera dei suoi genitori. Appena poggiò la mano sulle coperte toccò un liquido viscido e, alzandosi a fatica, vide che i suoi genitori erano privi di vita, con la gola tagliata.

-Mamma... Papà... Annah...- sussurrò con le lacrime agli occhi e la vista che si stava offuscando.

Decise comunque di provare ad avvisare qualcuno. Gli venne in mente che sua mamma lasciava sempre il cellulare sul comodino con la sveglia attivata, così, con mano tremante e sporca di sangue, annaspò sul mobile, in cerca dell'apparecchio della madre; appena lo trovò, attivò la tastiera, ma l'occhio gli scappò su una figura nera nell'angolo della stanza.

Il telefono gli cadde a terra con un tonfo: una bellissima donna dai lunghi capelli neri e dagli occhi rossi era poggiata al muro, guardando affamata l'adolescente; l'intrusa si avvicinò al ragazzo, incapace di muoversi, e solo ora notò le due ali nere, la coda (ormai guarita) e il pugnale che teneva in mano.

-Io non sono una strega.- sghignazzò, mostrando i denti bianchi da vampiro. -Il mio nome è Kyra, duchessa dei demoni.-

Il ragazzo la fissò spaventato, cercando di urlare, ma il demone gli tagliò la gola, lasciando il corpo del giovane in una pozza di sangue.

L'anima azzurra di Connie abbandonò il suo corpo, galleggiando a mezz'aria e permettendo al demone di raccoglierla, divertita.

-Il mio lavoro qua è finito.- sghignazzò con l'anima in mano, uscendo dalla casa e, dopo aver aperto le sue bellissime ali nere, volare verso il sito archeologico di Stonehenge.
 

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Angolo autrice:

Salve a tutti, e ben ritrovato in un nuovo capitolo :D

Devo proprio dirlo: FINALMENTE! Mi mancava scrivere questa storia, ma i problemi mi saltano addosso come fossi una calamita T^T

Che barba...

Comunque, chiedo scusa se il capitolo è un po' cortino, ma meglio di niente, no? XD

Che combinerà Ashura? Kid e Maka usciranno mai dall'infermeria, o saranno sottoposti agli strani esperimenti del Dr Stein? L'ego Black Star diventerà... "più piccolo"? Spirit smetterà di rompere le scatole a Maka?

Seguire la storia per saperne di più :D

Alla prossima :)

Francy_Kid

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Capitolo 9
*** _Cap. 9: Valac ***


_Cap. 9: Valac

Il cerchio evocativo brillava di rosso, mentre Ashura recitava in lingua demoniaca le parole scritte sul libro e Kyra restava in disparte, guardando divertita.

Le piaceva l'idea che un altro suo compagno si sarebbe presto unito a loro per portare scompiglio nel mondo.

Dal cerchio uscirono delle fiamme blu e, quando si estinsero, si poteva riconoscere una figura accasciata al suolo; il Kishin gli porse qualche anima umana, così da fargli recuperare le forze.

Il demone si alzò, dopo aver divorato le sfere azzurre, stirandosi gli arti e facendo scroccare il collo. Era un uomo alto almeno due metri; aveva la pelle bluastra e coperta da squame azzurre e bianche, i capelli corvini e lunghi fino alle spalle incorniciavano il viso; gli occhi erano bianchi, senza orbite e pupille; la bocca era una linea sottile, dalla quale s'intravedevano denti appuntiti come quelli di uno squalo; aveva un fisico muscoloso, simile ad un dio greco: muscoli scolpiti, spalle larghe e addominali ben visibili; era vestito solo da un paio di pantaloni in tessuto simile ai jeans, neri, mentre i piedi erano nudi.

Oltre l'aspetto fisico, un'altra cosa che si poteva notare erano due grandi ali nere da drago e la lunga coda, anch'essa da drago.

Le sue uniche armi erano: una lancia in metallo, decorata da un serpente che correva lungo il bastone, fino alla cima dove apriva la bocca, che faceva uscire la lama; gli artigli affilati che aveva al posto delle unghie; la coda di drago e la forza sovrumana.

-Finalmente qualcuno ha deciso di evocarmi.- esclamò l'uomo annoiato.
-Ci si rivede, Valac.- salutò Kyra avvicinandosi a lui.
-Kyra.- disse sorpreso. -Non pensavo di trovare anche te; sapevo che avevi lasciato il nostro mondo perché ti avevano chiamata, ma chi è il folle che evoca due demoni?-
-Credo che tu lo conosca molto bene.- rispose facendo cenno con la testa verso destra, indicando Ashura.

L'espressione di Valac divenne di pura sorpresa: non solo era curioso di conoscere chi aveva tale potere da evocare due demoni, ma il fatto che fosse stato il Primo Kishin lo lasciava spiazzato. Ma per un altro motivo.

-Ed ecco tra noi il Presidente Valac.- lo presentò Ashura con fare teatrale.
-Non prendermi in giro!- ringhiò l'uomo puntando la lancia contro di lui. -Con che coraggio mi chiami nel mondo umano?-
-Mi servi per attuare il mio piano.- rispose con un ghigno, non spaventato dalla lama che gli sfiorava la gola.
-Non sei nella posizione per darmi ordini. Soprattutto dopo quello che hai fatto.- sputò, trattenendosi dal trafiggerlo.
-Ti devo ricordare che ti ho evocato io? Sei obbligato a fare ciò che voglio.- sorrise.

Valac abbassò l'arma, facendo un suono seccato. -Dammi una sola ragione per cui non devo farti fuori ora.-
-Semplice: la vendetta. Vendetta verso Shinigami; è stato lui il vero artefice della tua sconfitta.-
-Sì, ma tu ci hai tradito.-
-Lo ammetto, volevo salvarmi la pelle. Però sono stato ripagato con ottocento anni di prigionia.-
-Una punizione più che meritata.- ridacchiò Kyra, che stava ascoltando indisturbata.

Il demone assunse un'espressione pensierosa, ragionando sul fatto se dose stato meglio collaborare con i due o uccidere Ashura e conquistare il mondo per sé, anche se comportava maggiori rischi.

-Allora, ci stai?- domandò il Kishin con un ghigno di divertimento.
-Ok, ma al primo accenno di tradimento sarò il primo a farti fuori.- rispose dandogli le spalle, per poi camminare verso un tunnel buio e sparire nell'ombra.

 

Erano passate ormai due settimane e Kid era sottoposto all'ennesimo controllo e al cambio delle bende da parte del Dottor Stein.

-Bene Kid, sei guarito quasi completamente. Potrei dimetterti anche oggi stesso.- sorrise il dottore. -Ma avendo ancora i punti sul fianco ti consiglierei minimo un paio di giorni di riposo.- aggiunse scrivendo su un foglio, che poi ripose nella cartella medica del ragazzo.
-Bene, e Maka? Quando potrà uscire?- domandò allacciandosi la camicia del pigiama.
-Maka dovrà restare qua ancora per un po'; le sue costole non sono ancora del tutto guarite e preferisco tenerla sotto controllo riguardo il trauma cranico che, devo dire, si è notevolmente ridotto.- rispose pulendosi gli occhiali con fare annoiato.

Il ragazzo ci rifletté sul da farsi: se tornare a casa, urlando dietro a Liz e Patty, non riuscendo così a riposare, o restare in infermeria e fare compagnia a Maka, rilassandosi con dei libri o parlando con l'amica. La risposta era semplice.

-Potrei posticipare la mia dimissione? Sono più che sicuro che qua recupererei più in fretta, e poi non voglio tornare per farmi togliere i punti.- spiegò mantenendo la sua solita faccia da poker.
-Ho capito.- esclamò lo scienziato recuperando un altro foglio. -Puoi dirmi tranquillamente che vuoi uscire quando Maka sarà guarita.- aggiunse iniziando a scrivere.
Kid divenne rosso come un pomodoro. -No... Aspetti... Non ho detto questo...- balbettò agitato, facendo ridacchiare Stein che gli disse che poteva tornare nel letto.

Il corvino se ne andò imbarazzato, sdraiandosi, con cautela, sul materasso morbido.

-Allora, com'è andata?- chiese Maka posando sulle gambe il libro che stava leggendo.
-Devo rimanere qua ancora per un po'; almeno finché Stein non mi toglie i punti.- rispose sbadigliando.
-Vorrà dire che dovrai sopportarmi ancora per un po'.- scherzò la ragazza con un sorriso maligno.
-Credo che sia il contrario: sono io quello con un OCD per la simmetria, quindi tu dovrai sopportarmi.- ribatté facendola ridere.

Stein, che dall'altra parte della stanza aveva sentito la conversazione, sorrise, ricordando gli anni passati.
 

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Angolo autrice:

Ri-salve a todos :D

Scusate se sono in ritardo, ma neanche le vacanze sono servite per i miei problemi (in più il mio pc non funziona -.-'')....

In più sono stata ad una festa durata due giorni, quindi non ho scritto perché (scusate se sono schietta) mi stavo divertendo e ho attuato una vendetta che attendevo da tempo.

Chi la fa, l'aspetti.

Comunque, il capitolo è corto perché dovevo pur aggiornare per venerdì scorso ^^''

Scusate ancora per il ritardo, e ci ritorniamo al prossimo :)

Francy_Kid

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Capitolo 10
*** _Cap. 10: Nuove strategie ***


_Cap. 10: Nuove strategie


-Dopo la strage nel villeggio di Grasmere il numero delle vittime si è notevolmente ridotto.- rispose Azusa attraverso lo specchio. -Sembra che Ashura abbia preso nuovamente una pausa.-
-Queste sue "pause" mi preoccupano... non si sa quand'è che potrebbe attaccare di nuovo, soprattutto dove.- disse Shinigami, portando la manona bianche sotto le punte della maschera ad assumere una posa pensierosa.
-Almeno sappiamo che prende di mora i piccoli villaggi.- parlò Spirit a qualche metro di distanza.
-Sì, ma ce ne sono un sacco al mondo; senza contare che potrebbe attaccare le grandi città quando vuole e rader le al suolo in pochi secondi. Inoltre ha accanto a se degli esseri potenti che non sono di questo mondo.- ribatté il Dio, ora più preoccupato di prima; sapeva che la seconda pausa di Ashura era dovuta alle vocazione di un secondo demone, e anche gli altri l'avevano intuito.
-Allora che facciamo? Gli unici studenti più forti della Shibusen sono in infermeria e, da quanto ho capito, convocare tutte le falci della morte non serve per sconfiggere i demoni.- esclamò esasperato la Falce della Morte dai capelli rossi, con la testa che gli scoppiava.
-Non ne ho idea. Io e Eibon avevamo appuntato tutto del primo attacco demoniaco, ma mancano delle parti.- rispose la divinità cercando di mantenere la calma. -Eibon ha nascosto i suoi appunti in modo tale da non cadere nelle mani sbagliate. Il libro che custodivamo alla DWMA è come un libro fantasy, che racconta degli avvenimenti ed i luoghi; nulla di più.-
-Allora dobbiamo soltanto trovare gli appunti di Eibon per sconfiggere i demoni.- rispose Azusa al di là dello specchio, sistemandosi gli occhiali sul naso.
-Eibon era un grande scienziato, ma anche un abile stratega. Lui ha creato le armi magiche, prendendo d'ispirazione Excalibur;- rabbrividì al ricordo di quei momenti. -all'inizio ero in disaccordo sul creare una nuova specie di esseri umani, siccome riuscivamo a combattere benissimo senza armi, ma quando Eibon era finalmente riuscito nel suo intento, le streghe iniziarono ad attaccarci e a rapire le persone con sangue d'arma per torturarli e fare esperimenti, ma vedendo che le loro anime erano incompatibili decisero di ucciderli perché pericolosi. Solo pochi riuscirono a scampare al massacro, tra cui la famiglia Nakatsukasa; per cercare di fermare le streghe ha creato anche gli artefatti demoniaci, ma molte cose andarono storte, così decise di abbandonare gli Otto Guerrieri. È da anni che non si hanno notizie di lui e molti dicono che sia morto.- spiegò Shinigami immerso nei suoi pensieri.

Azusa e Spirit si guardarono, rimanendo senza parole e, con questa notizia, pensarono che non ci fosse più nulla da fare per salvare l'umanità intera.

-Perché non cerchiamo nei vari laboratori in cui Eibon praticava i suoi esperimenti? Sono più che sicuro che ha lasciato qualcosa.- esclamò Stein sbucando dalle ghigliottine.
-Stein. Finalmente sei arrivato.- disse il partner, sperando che il dottore potesse alleviare la tensione.
-Non penso funzionerà; avendo lavorato in parecchi laboratori, molti potrebbero essere distrutti.- rispose Azusa con la mano sotto il mento in un'espressione pensierosa.

A Shinigami venne un lampo di genio; afferrò il libro e, sfogliandolo in fretta, arrivò alla fine, ricordando che l'ultima pagina aveva una nota scritta sul l'angolo in basso a destra:
Triora
Hashima Island
Faro di Aniva Rock - Sakhalinskaya Oblast.

-Ecco qua!- esultò indicando il foglio. -Questi sono i luoghi in cui Eibon aveva i suoi laboratori.- spiegò facendo leggere i nomi a Stein e Spirit.
-Per quel che so io, sono tutti posti abbandonati.- esclamò il rosso.
-Ogni volta che Eibon riusciva ad inventare qualcosa di "geniale" abbandonava il laboratorio per poi sceglierne un altro. Non so il perché facesse così, ma credo che abbia lasciato qualche indizio sui suoi appunti.-
-Organizzerò le squadre di ricerca.- intervenne Azusa prima di salutare i tre e interrompere la connessione.

Subito dopo, il Sommo inviò la falce da Sid, per riferirgli ciò che era stato detto e per avere, così, aiuti in più.

-Stein, come stanno Kid e Maka?- chiese la divinità, aspettando che l'arma fosse uscita. Non voleva tirare in ballo l'argomento "Maka", conoscendo la reazione del padre.
-Maka è quasi completamente guarita, le servono ancora un po' di giorni per le costole; Kid potrebbe già tornare a casa, ma ha preferito restare con Maka e, quindi, lo dimetterò con lei.-

Shinigami fece un suono sorpreso. Non si aspettava un comportamento simile dal figlio nei confronti di una sua amica; se lo sarebbe aspettato se Liz o Patty fossero in questa situazione, ma non con una sua compagna di classe. Malgrado questa notizia, era felice che i due stessero bene, quindi torno a parlare della questione "Ashura e i demoni" con il dottore.

 

Kid stava leggendo le ultima pagine di un libro che, pochi minuti fa, Liz e Patty gli avevano portato da casa; era già il terzo libro che finiva da quando si trovava in quella stanza. Anche Maka ne aveva letti un paio (era il secondo che stava leggendo).

Il ragazzo posò l'oggetto sul comodino accanto al letto, stropicciandosi gli occhi, che avevano le parole ancora stampate sulle pupille; notando che l'amica era ancora immersa nella lettura, decise di non disturbarla, così fissò davanti a sé, sulla mensola dei medicinali.

Il suo occhio si contrasse alla visione di così tanto disordine: le bende non erano arrotolate bene, i vasetti delle pillole non erano a uguale distanza e i nomi sulle etichette erano scritti storti. La simmetria era inesistente!

-Non iniziare a pensare alla simmetria.- mormorò Maka, non staccando gli occhi dal libro.
-Ma non hai visto quegli scaffali?! Gli oggetti sono messi totalmente a caso!- sbraitò alzandosi dal letto e iniziando a sistemare in modo tale che per lui fosse in totale ordine, mentre la bionda sospirò, pensando che fosse un caso perso.

Un quarto d'ora più tardi, finalmente, lo shinigami aveva finito di riordinare e, rimase ad ammirare il suo lavoro. -Ora è perfetto.-
-Se lo dici tu...- commentò l'amica, che era ormai da cinque minuti che aveva messo giù il libro ed era rimasta a fissare il corvino. -Non vedo l'ora di uscire da questo posto!- sbuffò alzando la testa al cielo, annoiata.
-Già, non ne posso più di questa stanza asimmetrica...-
-Ma se hai appena sistemato i medicinali?- rispose divertita.
-Certo, ma Stein non ha senso dell'estetica in generale. Guarda com'è ridotta l'infermeria!-
-Ti prego, non farmi ridere che ho delle fitte alle costole.- si lamentò cercando di trattenere le risate per non sentire dolore.

Anche se Kid era serio, era felice di far ridere un'amica. In quelle due settimane che era costretto a letto aveva imparato a conoscerla meglio: sapeva che le piaceva leggere soprattutto libri fantasy; che il suo colore preferito era il verde; che le piacerebbe viaggiare e raggiungere la madre, ma non vuole abbandonare i suoi amici e Death City.

Anche lui si era aperto di più con la meister: le ha raccontato di come si trova con i suoi amici; di quanto sia difficile per lui rapportarsi con le persone a causa della sua natura da shinigami; di quanto non sopportasse le persone bugiarde e doppiogiochiste.

Queste cose le sapeva soltanto Liz, ma si sentiva a suo agio raccontarle anche a Maka.

Il giovane dio notò che la ragazza assunse un'espressione triste e, avvicinandosi al suo letto, le chiese che cosa avesse.

-Niente... sto solo pensando che siamo stati sconfitti malgrado il nostro a allenamento. Sapevo che sarebbe stata dura, ma rimetterci quasi la vita...- rispose fissandosi le mani, cercando di non piangere.
-Noi, con le nostre armi, siamo in pericolo di vita ogni volta che ci scontriamo contro un uovo di kishin e, anche se alla fine riusciamo a batterli, non è detto che altri sopravvivano. Quel demone non faceva alcuna eccezione.-
-Lo so, ma credevo che avremmo potuto farcela. Che avremmo potuto sconfiggere Ashura, per poi tornare alla pace che c'era prima della sua rinascita.- sibilò a denti stretti e serrando i pugni intorno alle coperte, sentendo che le lacrime pungerle gli occhi. -Invece avrei dovuto fidarmi del mio istinto: da leader, per il bene della mia squadra, dei miei compagni, avrei dovuto rifiutare l'incarico, anche se sarei passata per una codarda.-
Kid poggiò le mani sulle sue, guardandola negli occhi. -Non autocommiserarti. Non potevi sapere che Ashura si trovava proprio lì.-
-Però dovevamo scappare quando avevamo percepito la sua anima...-
-Ma non sapevamo che aveva già evocato un demone.- la interruppe, volendo confortarla. -Se Ashura non avesse evocato Kyra, a quest'ora noi saremmo con gli altri a giocare a basket o ad allenarci. Non è colpa tua se abbiamo perso, non è la colpa di nessuno. Sai cosa dobbiamo fare appena usciti di qui? Allenarci. Allenarci per diventare più forti; solo così potremmo vincere.-

La voce dello shinigami era morbida, e la meister si stava convincendo che l'amico avesse pienamente ragione. La ragazza lo guardò con gli occhi lucidi e vide che il corvino le sorrideva.

"Ancora quel dolce sorriso..." pensò sentendo il sangue defluire alle guance, facendola arrossire. "Liz si sbaglia; io conosco Kid."
-Grazie.- esclamò restituendogli il sorriso. -Grazie per tutto: per avermi salvata, per sopportarmi durante la convalescenza, per tirarmi su di morale. Grazie, Kid.- ripeté facendo fuoriuscire le lacrime.
La giovane divinità posò le mani sulle guance e le asciugò con il pollice. -Grazie a te, Maka.- ringraziò a voce bassa, avvicinandosi a lei per abbracciarla.

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Capitolo 11
*** _Cap. 11: Una settimana di fine settembre ***


_Cap. 11: Una settimana di fine settembre
 

Un'altra settimana era passata e Maka era sottoposta all'ennesima visita di controllo –per sua fortuna non da Stein– per controllare le ferite riportate tre settimane prima. La ragazza reggeva la maglia del pigiama sopra il seno, scoprendo l'area delle costole, mentre Nygus le controllava.

-Perfetto. Posso dire che sei completamente guarita.- esclamò facendole abbassare la maglia.
-Davvero? Posso riprendere gli allenamenti?- chiede eccitata.
-Potresti iniziare già domani.- annunciò la dottoressa prendendo la cartella della bionda. -Ma siccome i primi giorni sentirai ancora un po' di dolori, ti consiglio di andarci piano. Chiamami Kid appena torni di là, per favore.- aggiunse sorridendo sotto le bende alla felicità dell'alunna che, dopo aver ringraziato, tornò verso il suo letto.

-Allora, che ti ha detto Nygus?- chiede Kid seduto a gambe incrociate sulle coperte appena fatte.
-Oggi posso lasciare questo "posto asimmetrico", come lo chiami tu, e tornare ad allenarmi!- rispose in preda all'eccitazione, facendo una piroetta.
Lo shinigami le sorrise. -Sono felice per te.-
-Ah sì. Nygus ti vuole di là; intanto che ti visita io m'infilo i vestiti per tornare a casa.-

Il ragazzo la ringraziò e raggiunse la dottoressa, ancora impegnata a scrivere, stavolta sulla cartella di Kid.

-Ora puoi tornare a casa anche tu.- esclamò la donna alzando lo sguardo verso la divinità. -Vorrei solo dare un ultimo sguardo alla tua ferita.- aggiunse fissandolo con i suoi grandi occhi azzurri come il ghiaccio.

Il corvino alzò la maglia del pigiama quel tanto che bastava per scoprire la cicatrice biancastra, che risaltava malgrado la sua carnagione pallida: era lunga circa sei/sette centimetri e larga tre, per via del colpo ricevuto due volte, e aveva una forma allungata e frastagliata. A guardarla, Kid rabbrividì: ora il suo corpo era asimmetrico.

-Per via dei tuoi poteri di guarigione non sentirai dolore, ma la cicatrice non sparirà. Penso perché ti è stata inflitta con una lama demoniaca, quindi dovrai stare molto attento la prossima volta che lotterai contro un demone.- si raccomandò Nygus. -Tu e Maka potete uscire.- sorrise attraverso le bende che le avvolgevano la parte bassa del viso.
-Grazie.- esclamò lo shinigami tornando nella zona dei letti.

Appena svoltò l'angolo, separato da una tenda, vide Maka vestita solo di una gonna in blue jeans, parigine nere e reggiseno nero, che aveva allungato la mano per afferrare una maglietta grigia scura, ma si erano bloccati entrambi appena si videro.

-Maka...- mormorò la ragazza, rossa in viso.
-No... aspetta, Maka...-
-CHOP!-


 

Kid e Maka camminavano lungo le ve di Death City, verso le loro abitazioni; la ragazza aveva le guance rosse di rabbia (e imbarazzo), mentre il corvino si massaggiava la testa, dov'era stato colpito con il libro.

-Non occorreva colpirmi con il libro!- disse la divinità, rompendo il silenzio.
-Così impari a sbucare fuori mentre mi cambio!- sbraitò lei alzando il volume della voce.
-Ti ho già chiesto scusa, non lo sapevo che ti stavi cambiando.- sospirò esasperato. -Comunque, non sei finalmente contenta di tornare a casa?- domandò, cambiando discorso.
-Certo che sono felice, ma posso già sapere cosa mi attende: la casa sporca, Soul ancora a letto e Blair che gli sta sopra.- rispose disgustata.
-Già, come probabilmente sarà anche a casa mia. Senza Soul e Blair, ovviamente.-
-Come mai non sei tornato a casa prima?- chiese l'amica, incuriosita.
Il ragazzo s'irrigidì, ma cercò di mantenere la sua faccia da poker. -Non potevo uscire prima perché non ero ancora guarito...-
-Non mentire.- sbottò la meister piantandosi davanti a Kid. -I letti e dove Stein –o Nygus– visitano i pazienti sono separati da solo una tenda, pensi che non vi abbia sentiti la settimana scorsa?-
Il ragazzo sospirò. -Mi hai scoperto. È vero, potevo già uscire una settimana fa, ma ho preferito rimanere con te.- rispose grattandosi la nuca, in imbarazzo.
-Perché l'hai fatto?-
-Perché, insomma, non potevi rimanere totalmente da sola in un posto in cui regnava la totale asimmetria.- rispose riprendendo a camminare, superandola di un paio di passi, per poi fermarsi. -E poi, non volevo lasciarti da sola. So che Soul e gli altri sarebbero venuti a farti visita tutti i giorni durante il pranzo e dopo scuola, ma durante tutta la giornata non ci sarebbe stato nessuno per via delle lezioni o per le missioni. Volevo stare con te.- aggiunse prima di riprendere a camminare.

Maka restò a guardarlo per un paio di secondi, rossa in viso, per poi correre per raggiungerlo. -Grazie...- mormorò giocando nervosamente con il codino destro; Kid le sorrise, prima di spostare lo sguardo davanti a sé.

I due ragazzi camminarono tra le vie di Death City, parlando delle loro prime missioni con i propri partner, illuminati dalle ultime luci del pomeriggio, con il vento di fine settembre che soffiava leggero.

Poco più tardi raggiunsero la casa di Maka; la ragazza salì i gradini davanti alla porta d'ingresso, voltandosi verso l'amico. -Vuoi entrare per un tè?- chiese dopo aver riso per una battuta fatta dal corvino.
-No grazie, devo tornare a casa a controllare se è tutto simmetrico; di sicuro Patty ha buttato tutto all'aria e Liz non ha sistemato perché ha paura di rompersi un'unghia.- sbuffò. -Sarà per la prossima volta.- sorrise, declinando l'invito.
-Ok. Allora ti propongo un'altra cosa: domani a casa di Stein per un allenamento speciale!- esclamò entusiasta, alzando i pollici. -Ho già parlato io con il professore, e ha detto che per le nove e mezza dobbiamo essere pronti.- aggiunse notando la faccia sorpresa dell'amico.
-Alla faccia del riposo!- disse facendo ridacchiare la bionda.

Nygus le aveva detto che poteva iniziare ad allenarsi, ma con cautela, e conoscendo la testardaggine dell'artigiana, Kid sapeva che sarebbe tornata presto a combattere.

-Allora ci vediamo domani.- salutò lo shinigami facendo per andarsene, ma Maka lo fermò, prendendogli la manica della giacca.

Il ragazzo non riuscì a chiederle che cos'avesse che la meister gli diede un bacio sulla guancia.

-G... Grazie ancora... A domani.- balbettò entrando in casa, lasciando il ragazzo senza parole e rosso in volto.

La bionda spalancò la porta del suo appartamento, per poi chiuderla dietro di sé in tutta fretta; ci si appoggiò contro, pensando al perché volava far entrare Kid a tutti i costi. Il cuore le martellava nel petto e le guance erano calde per l'imbarazzo.

Eliminando i pensieri che le affollavano la testa, la ragazza provò a chiamare Blair o Soul, ma nessuno le rispondeva; così, pensando che la gatta fosse al lavoro, decise di cercare il partner. Lo cercò in salotto, in cucina e bussò alla porta del bagno, ma non lo trovò. L'ultimo posto era camera sua. Maka entrò bella camera da letto della falce e lo vide sdraiato sul letto con la bava alla bocca; l'unica cosa che la tenne a freno dal piantargli in Maka-chop in testa era il fatto che tutto era in ordine: a quanto pare aveva pulito casa in attesa che lei rientrasse dall'ospedale.

Maka sorrise e uscì dalla stanza, chiudendo piano la porta, e dirigendosi in cucina per uno spuntino a base di un tramezzino lasciato in parte dall'albino. Finito di mangiare si recò in camera sua, inspirando l'aria famigliare di casa sua. Si sdraiò sul letto, volendo riposare un po' prima di sorbirsi le lamentele di Soul sul perché non l'avesse svegliato quand'era tornata a casa.

La ragazza fissò il soffitto e i pensieri iniziarono a passarle per la testa come acqua corrente: Stonehenge, lo scontro con Kyra, il ghigno malefico del demone, il risveglio in infermeria ed il ritorno a casa.

"Volevo stare con te."

Maka scattò seduta, rossa in viso. -Ma a cosa diavolo vado a pensare?!- mormorò sorpresa. -No Maka. Non devi pensare a ciò che ti ha detto Kid. Lui l'ha fatto perché è un gentiluomo ed è voluto restare per farti compagnia.- si ripeté, schiaffeggiandosi leggermente le guance prima di sdraiarsi e continuare a fissare il soffitto.

"Volevo stare con te."

-Spero che Soul si svegli presto...- mugugnò voltandosi di pancia, in modo tale da tenere il viso sul cuscino, come a soffocarsi.


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ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti :D

Volevo scusarmi per il ritardo, ma il pc è... distrutto... e non funziona molto bene ^^'
Comunque, volevo ringraziare
CandyBlueWings (anche il nome blu XD Ma quanto sono simpy!) per la recensione ^^
Mi fa piacere leggere i commenti con i vostri pensieri più intimi(?) riguardo la storia :)
Recensite, anche per dire "non hai messo lo spazio tra la virgola e la parola successiva", ma anche per sapere se vi piace la fanfiction ^^
Detto ciò, ci vediamo al prossimo capitolo (nella speranza che non mi esploda il pc...) :3
Kiss ;*
Francy_Kid

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Capitolo 12
*** _Cap. 12: Allenamento con Stein ***


_Cap. 12: Allenamento con Stein


La mattinata era stata piuttosto traumatizzante per le armi: siccome era sabato avevano pensato di poter dormire fino a mezzogiorno, se non di più, mangiare per poi rimettersi a dormire fino al giorno successivo. O almeno era ciò che credeva Soul.

Mentre Liz credeva che il suo maestro l'avesse svegliata per una mattinata di shopping, e Patty per andare al parco giochi, alla maggiore caddero le braccia quando vide che si stavano dirigendo verso la casa di Stein.
"Addio vestiti nuovi... Benvenuti abiti sudati e pieni di terra." pensò amaramente, iniziando ad immaginare gli esercizi che saranno costretti a fare.

-Ma perché ci dobbiamo allenare di sabato? E per di più sono le nove e mezza di mattina!- si lamentò la falce assonnata.
-Te l'ho già detto: dobbiamo riuscire a sconfiggere Kyra, o almeno avere uno scontro alla pari.- rispose Maka poco convinta.
-Ed io che volevo fare shopping...- piagnucolò Liz, mentre la sorella stava ammirando il paesaggio attorno a loro, facendo qualche commento di quanto fossero bianche e grandi le nuvole o di quanto fossero piccole le formiche, ridendo ogni volta.

Kid, che da quando si erano incontrati con Maka e Soul non aveva detto nulla, si fermò davanti all'entrata della casa del Dottor Stein, macabra come sempre, anche durante il giorno, per poi suonare al campanello.

Nessuno rispose, ma conoscendo lo scienziato, lo shinigami aprì la porta d'ingresso e si spostò a lato; iniziò a sentire il rumore delle rotelle che si avvicinava sempre di più, finché l'uomo non arrivò, seduto al contrario sulla sedia, poggiato con il mento allo schienale, e inciampando con le piccole ruote nel ferma porta per poi cadere a terra, picchiando la fronte contro il pavimento.

-Devo ricordarmi del ferma porta...- mormorò tra sé e sé alzandosi, sotto gli sguardi esasperati dei ragazzi. -Vedo che siete in perfetto orario: le nove e mezza in punto!- esclamò con aria compiaciuta. D'altronde c'era Kid nel gruppo, quindi non si meravigliò del fatto che avessero spaccato il secondo.

-Dottor Stein, le ho chiesto questo favore perché vorrei... vorremmo migliorare per sconfiggere Kyra e Ashura. So che per lei potrebbe essere un disturbo, e per questo la ringrazio di aver accettato la mia richiesta.- disse Maka, inchinandosi in segno di rispetto e ringraziamento.
-Nessun disturbo, al contrario, è un vero piacere. Almeno anch'io potrò trovare una fonte di sfogo durante le mattinate noiose.- rispose l'insegnante, spostando a lato la sedia e facendo scrocchiare rumorosamente le dita delle mani.

Liz e Soul deglutirono spaventati. Entrambi conoscevano la reputazione di Stein, ed entrambi l'avevano già visto in azione, chi in prima persona e chi dietro ad uno specchio.

-Bene, per prima cosa scaldatevi con un po' di stretching, visto che in teoria Maka dovrebbe stare ancora un po' a riposo,- spiegò voltandosi verso la ragazza che si era messa a fischiettare nervosamente, alzando gli occhi al cielo. -e poi si può passare al vero allenamento: inizieranno Kid e Maka con una lotta corpo a corpo contro di me, poi esercizi a tempo sulla risonanza a catena ed infine lotteranno le armi contro di me. Ci sono domande?- chiese il dottore guardando i ragazzi. -Nessuna? Perfetto, cominciamo.-

I due ragazzi, dopo essersi scaldati braccia e gambe, si misero in posizione d'attacco, mentre le loro armi si spostarono di qualche metro, guardando i loro compagni come per dire: "Ci vediamo al vostro funerale".

-Attaccatemi pure entrambi, non ho alcun problema a fermarvi.- esclamò Stein con un'espressione folle sul viso, che fece accapponare la pelle all'artigiana.
-Stai attento Kid. L'ultima volta che ho combattuto contro di lui ha sconfitto sia me che Black Star.- sussurrò in modo tale che la giovane divinità possa sentirla, per poi chiudere le mani a pugno.
-Lo so, ma non ti preoccupare, vedrai che riusciremo a tenergli testa.- rispose fiducioso; il ragazzo iniziò a correre verso il professore, non dando il tempo alla bionda di ribattere, e iniziando a sferrare pugni, ma Stein li evitava o li parava con estrema facilità, ridacchiando.

-Sei abbastanza veloce e forte, l'allenamento dell'ultima volta ti ha fatto bene, ma non è abbastanza.- disse colpendo il ragazzo al torace con il palmo della mano, facendogli fare un volo di quasi dieci metri, ma Kid riuscì ad atterrare in piedi, tossendo per la mancanza di fiato dovuta dal colpo.

Maka si lanciò quasi immediatamente, credendo che l'insegnante si fosse distratto per almeno in secondo, ma anche i suoi colpi non andarono a segno.

-Tu dovresti andarci piano, non vorrai farti ancora male.- mormorò con aria di finta preoccupazione –sapeva che Maka se la sarebbe cavata benissimo–, per poi alzare lo sguardo e spostarsi di lato, evitando così il calcio dello shinigami –che era tornato ad attaccare– e un pugno della ragazza, facendola sbilanciare; Stein approfittò del momento: afferrò Maka per il braccio destro, con il quale aveva cercato di colpirlo, tirandola e facendola girare, finché non finì addosso al suo compagno, facendo cadere anche lui.

Entrambi fecero un suono di sorpresa e di dolore, ma tornarono alla carica, ancora più determinati di prima.

-Sai che non si arrenderanno mai, vero?- domandò Liz a Soul, sbadigliando e sedendosi contro il muro della casa, in modo tale che un ramo secco dell'albero le faceva abbastanza ombra per non tenere gli occhi continuamente socchiusi.
-Eccome se lo so.- rispose annoiato.
-A quanto pare ci toccherà guardarli per un bel po'.- canticchiò Patty, accucciata per disegnare sulla terra arida con il dito. A quanto pare era ancora fissata con le giraffe, pensò la sorella vedendo che l'animale che aveva rappresentato, anche se molto stilizzato, era proprio una giraffa.
-Credo che andranno avanti per le lunghe...- intervenne l'albino sedendosi accanto a Liz. -A giudicare dall'espressione del pazzoide, direi proprio che si sta divertendo.- aggiunse guardando il sorriso spaventoso sul volto del dottore. Anche la pistola maggiore l'aveva notato, ma credeva che fosse dovuto per la sua indole alla pazzia; senza dire nient'altro, la ragazza si rilassò contro il muro –per quanto scomodo fosse– e chiuse gli occhi, immaginando quei tanti bei vestiti che non era potuta andare a comprare.


 

Nella Camera della Morte, Sid e Nygus, in tenuta da combattimento, stavano ripassando il piano della missione con Shinigami e Azusa, arrivata la mattina presto per aiutare il dio della morte con le faccende di cui si era discusso.

-Ricapitoliamo: il luogo che dovrete ispezionare è uno degli ex laboratorio di Eibon, ormai abbandonato da anni. Crediamo che lì abbia lasciato degli indizi che ci conducano all'oggetto che poi ci aiuterà a sconfiggere i demoni.- spiegò la donna porgendo un fascicolo giallo contenente la descrizione della missione.
-Faro di Aniva Rock, Russia.- lesse Nygus porgendolo poi al partner.
-Il faro di Aniva si trova sul capo a sud-est dell'isola russa di Sachalin, nell'oceano Pacifico settentrionale. Si trova su uno scoglio difficilmente accessibile, all'estremità dello stretto promontorio roccioso di Aniva, sul lato nord dell'ingresso orientale dello stretto di La Pérouse. Costruito nel 1939, il faro venne progettato perché fosse autonomo, siccome nessun uomo sarebbe riuscito a vivere a quell'altitudine, così, con l'aiuto dei giapponesi, l'Unione Sovietica installò dei sistemi in grado di produrre corrente a base di energia nucleare. Pochi anni dopo, nel 1945, il faro venne abbandonato per via delle condizioni atmosferiche e per il materiale radioattivo al suo interno. Dalla nota da lui lasciata sappiamo che Eibon l'ha usato come laboratorio subito dopo che le persone se ne sono andate e che abbia lasciato un indizio che ci dica dove si trova il libro che ha nascosto.- spiegò Azusa orgogliosa dei risultati delle sue ricerche.
-Perfetto.- esclamò Shinigami, battendo le enormi mani bianche. -Ora che conoscete la sua storia, direi che siete pronti per recarvi ad Aniva Rock.-

Sid e Nygus annuirono, pronti per la missione.

-Finite i preparativi, partirete questa sera.- disse la divinità con una nota d'entusiasmo.

 

-Kyra, lascia qualche anima anche per me!- si lamentò Valac, asciugandosi con la mano artigliata la saliva provocata dall'acquolina. Era giorni ormai che non mangiava e la fame iniziava a farsi sentire.
-Prima si servono le donne, sennò che gentiluomo sei?- ridacchiò la ragazza afferrando una sfera azzurra, esaminandola.

Kyra, come tutti gli altri demoni, riusciva a leggere l'anima: scoprire l'identità della persona a cui era appartenuta e spiare nella sua vita. Il demone fissò l'anima e le sue pupille, già allungate come quelle dei gatti, divennero più strette, così il colore rosso dell'iride risaltava maggiormente alla luce azzurra.

Una ragazza, più o meno intorno ai tredici anni d'età, camminava tra le vie del suo paese di nascita, tenendo la mano ad un bambino di circa sette anni. Erano le otto di sera e i due, con delle buste piene di cibo in mano, stavano tornando a casa dopo la spesa settimanale.
-Secondo te dopo che la mamma avrà mangiato il tuo stufato si sentirà meglio?- domandò il bambino, guardando la ragazza con occhi pieni di speranza.
-Certo, vedrai che si rimetterà.- sorrise lei, per poi tornare a guardare davanti a sé.
I due fratelli abitavano lungo il perimetro del paese, lontano dalle vie affollate del centro, e preferivano così, almeno c'era più calma.
Mentre camminavano, iniziò a sollevarsi una fitta nebbia e la ragazza iniziò a far fatica a vedere da pochi metri di distanza, non riuscendo più a distinguere una persona da un palo se ce l'avesse davanti.
-Elen... come mai quadra nebbia?- domandò spaventato il bambino, stringendosi alla sorella.
-Non lo so... Stammi vicino, Samuel.- rispose cercando di restare calma. Era strano che ci fosse la nebbia in quel periodo dell'anno, soprattutto così fitta.
Elen abbassò lo sguardo, guardando dove camminava per non inciampare e cadere assieme a suo fratello, finché la sua attenzione non venne richiamata dal bambino, che indicò davanti a sé. La ragazzina riuscì a scorgere una figura tra la nebbia, ferma a qualche metro di distanza; pensando che sia uno scherzo della sua immaginazione, o che fosse un suo compaesano sorpreso dall'improvviso cambio di tempo, si avvicinò cautamente, tenendo stretta la mano di Samuel.
Appena fu abbastanza vicina capì che si trattava proprio di una persona. -Scusi, si è perso?- domandò alzando un po' la voce, in modo tale che lo straniero potesse sentirla.
Nessuna risposta.
-Se vuole andare verso il centro del paese le consiglio di aspettare che la nebbia si dilegui.- aggiunse cercando di ottenere il minimo cenno, ma nulla.
All'improvviso, la figura iniziò a muoversi verso di loro, con una movenza lenta e sicura, e l'unica cosa che riuscì a vedere Elen furono un paio di occhi rossi, poi sentì una fitta dolorosa all'addome e suo fratello che urlava il suo nome in preda al panico; guardò dove sentiva dolore, facendo cadere le buste della spesa a terra, notando che una sciarpa bianca l'aveva trafitta. La sua vista si offuscò a causa delle lacrime. Pensò a sua madre, malata ormai da giorni; a suo padre, che lavorava per mantenere la famiglia intanto che la moglie era a letto; a Samuel, che era il suo unico fratellino, e anche lui nelle grinfie di quella strana persona.
Poi tutto fu buio.

-Vedo che neanche i bambini ti fanno pena, Ashura.- commentò la duchessa, con un ghigno beffardo, tenendo in mano ancora la sfera azzurra.
Ashura restituì il sorriso. -Niente e nessuno m'impietosisce.-

Senza aggiungere altro, il demone divorò l'anima, con gli spaventosi occhi rossi che aveva visto Elen e le grida del fratellino impressi nella mente.


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Salve popolo di EFP :)

Vorrei scusarmi per il ritardo della pubblicazione del capitolo, stavolta non ho scuse (oltre al pc), ma è stata la mia pigrizia e la fissa per i videogames e Shadowhunters (due libri in due settimane...) che mi ha tenuta lontano dalla fanfiction ^^''

Chiedo ancora scusa T^T

Prometto che venerdì pubblico in nuovo capitolo U^U

Stavolta vedrà come protagonisti Sid e Nygus, che s'improvviseranno pseudo-ricercatori di indizi nel faro di Aniva Rock. Speriamo trovino qualcosa...

A venerdì (^ω^)

Francy_Kid

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Capitolo 13
*** _Cap. 13: Aniva Rock ***


ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti ^^
Vorrei occupare un piccolo spazietto in cima per dire una cosuccia: la storia è ambientata subito dopo la liberazione di Ashura (cap. 22 del manga • ep. 24 dell'anime), con la differenza degli eventi avvenuti in seguito; le Falci della Morte non si riuniscono, Arachne e i suoi scagnozzi non si fanno vedere, il Brew non è ancora stato trovato e Spirit non rischia di essere trasferito (LOL). In poche parole, gli eventi presenti nella mia storia non corrispondono con la trama del manga o dell'anime a seguito della fuga del Primo Kishin.
Ora vi lascio al capitolo ^^
Buona continuazione :)

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_Cap. 13: Aniva Rock

La piccola barchetta a motore scivolava sull'acqua, saltando sulle onde e facendo schizzare quel poco d'acqua sul viso di Sid, che cercava di asciugarsi dai continui spruzzi. Malgrado l'imbarcazione non fosse una delle migliori – la vernice era completamente sbiadita e in alcuni punti il legno era perino marcio, mentre il motore faceva un rumore assordante –, ma era in grado di sorreggere uno zombie e la sua partner armati fino ai denti e il proprietario di quella bagnatola, che avevano pagato abbastanza bene per convincerlo ad accompagnarli – seppur fosse ancora titubante –.

Finalmente, raggiunsero le coste frastagliate dell'isola Sachalin; per fortuna era mattina, così potevano vedere fin dove la barca non colpiva gli scogli.

Scesi dall'imbarcazione, Sid e Nygus diedero una rapida occhiata in giro, dicendo al proprietario che li aveva accompagnati di aspettarli a bordo; anche se lui non voleva neppure scendere.

I due partner si camminarono verso il faro, percorrendo le scale scheggiate dal vento e dall'acqua, fino a raggiungere l'immensa – e decadente – costruzione.

La prima cosa che saltò all'occhio furono gli insistenti avvertimenti di pericolo in russo, scritti su dei cartelli deteriorati o spezzati.

Il meister, seguito dalla sua arma spalancò la porta arrugginita, facendola cigolare in maniera agghiacciante; la puzza di muffa e ruggine invase le narici di Nygus, che respirò lentamente per adattarsi all'odore nauseabondo.

Quel piano del faro era ridotto piuttosto male: c'erano buchi nel muro e finestre rotte a terra; sulla destra, delle scale poco sicure conducevano al piano superiore, dove, pensò l'artigiano, ci doveva essere il faro che guidava le navi; sotto le scale erano presenti delle scatole di metallo, e dei tubi che portavano al piano superiore, circondati da cartelli che dicevano di non toccare; sulla sinistra erano presenti altre scatole, solo più grandi, caratterizzati da sei simboli di attività radioattiva; tutto il resto, era un cumulo di macerie, polvere e corpi di gabbiani morti in putrefazione.

Nessuna traccia del laboratorio di Eibon.

Sid fece segno alla sua compagna di salire al piano superiore, magari avrebbero avuto più fortuna, così salirono le scale pericolanti, sperando che non si fossero sbriciolate mentre camminavano; raggiunta la fine della scalinata, furono accolti dal disordine: l'enorme lampada che avrebbe dovuto far luce per guidare le navi era rotta in mille pezzi, sparsi a terra; le apparecchiature che regolavano il funzionamento del faro erano piene di polvere e ragnatele, con alcuni circuiti circondati da un alone nero e bruciati.

I due cercarono dei segni del passaggio di Eibon, ormai riluttanti al pensiero che quello potesse essere un suo laboratorio; non c'erano marchingegni, martelli, viti o altri elementi caratteristici.

Era un normalissimo farò abbandonato, pensò l'arma spostando con il piede un tipo morto.

L'artigiano continuava a cercare, finché non si trovò di fronte uno strano pulsante sulla tastiera del computer: era l'unico intatto e sembrava essere stato aggiunto di recente, e sopra era stata incisa una "E" scritta con uno strano carattere. Sid lo premette e dal piano terra di udì un rimbombo.

I due corsero verso la fonte del suono, notando che al centro della sala si era aperta una scala a chioccia che conduceva nel buio. Nygus si trasformò in arma, atterrando nelle mani dello zombie, che scese cauto, accendendo una torcia che si era portato appresso.

Il meister entrò in una stanza fredda, piena di apparecchiature elettroniche risalenti agli anni cinquanta: sulle pareti erano appesi dei fili di rame e dei pezzi di chissà quali marchingegni.

La donna riprese le sue sembianze umane e, con la sua torcia, iniziò a cercare con lo sguardo qualcosa che possa attirare la sua attenzione.

-Questo è il laboratorio di Eibon.- esclamò Sid rabbrividendo per l'atmosfera agghiacciante.
-Sid.- lo chiamò la donna in fondo alla stanza. -Credo di aver trovato qualcosa.-

Lo zombie camminò verso di lei, aiutandosi con la torcia per non inciampare nei fili che is ramificavano a terra; appena raggiunse la compagna guardò il figlio che aveva in mano: era una pianta fi un edificio, con una grande "X" rossa a segnare una stanza.

-Che costruzione è?- domandò il maestro d'armi inclinando la testa di lato, come se potesse aiutarlo a capire di che luogo si tratti.
-Non ne ho la minima idea. Portiamola da Shinigami, forse saprà dirci a quale edificio appartiene.- rispose Nygus arrotolando la carta, per poi riporla nella sacca di Sid.

I due, terminata la loro missione, tornarono al piano terra, salendo le scale e lasciando il laboratorio alle loro spalle. Usciti dal faro, salirono sull'imbarcazione –malgrado lo zombie era sicuro di dover tornare a Death City a nuoto–, e partirono per la terraferma.

-Mi è appena arrivata la comunicazione che Sid e Nygus stanno rientrando da Aniva Rock, e che hanno trovato qualcosa.- disse Spirit, raggiungendo la piattaforma su cui c'era Shinigami, intento a guardare lo specchio.
-Molto bene!- esclamò felice. -Grazie per avermi avvertito, Spirit.- aggiunse voltandosi verso l'arma, che gli rispose con un sorriso.
-Dov'è andata Azusa?- chiese la falce, notando che l'assenza della sua collega.
-È andata con Marie. Sai come sono fatte le donne...- mormorò l'ultima frase con un gesto della mano.

Ovvio che Spirit conosceva le donne. Ci passava maggior parte del tempo libero! Per questo Maka lo odiava, senza contare il fatto che aveva tradito la moglie... più volte.

-Come procede l'allenamento dei ragazzi con Stein?-
-Molto bene. Anche se Maka dovrebbe rimanere a riposo ha deciso di allenarsi ugualmente.- cinguettò la divinità con un tocco di fierezza nella voce.

Certe volte, il Lord sentiva come se Maka fosse la sua seconda figlia –oltre Liz e Patty, loro erano le "sorellastre" di Kid, e ormai facevano parte della famiglia–, non solo perché era una ragazza gentile e beneducata, anche se un po' irascibile, ma lui si era parecchio legato alla ragazzina.

Gli ricordava molto la madre, Kami.

Valac e Kyra erano rimasti in quell'umida caverna, in attesa che Ashura rientrasse dalla sua caccia a nuove anime umane, e si stavano annoiando.

La duchessa si guardava le unghie, sbuffando ogni cinque minuti, il che faceva irritare il "compagno di grotta", che stava scarabocchiando sul terreno con i suoi artigli affilati.
-Allora.- cominciò la donna. -Come stai?-
Valac si voltò verso di lei, fissando la con gli occhi bianchi. -Non c'è male...- rispose per poi tornare a guardare verso il basso. -Tu invece?-
-Annoiata...- sbuffò, sdraiandosi sulla roccia piatta su cui era seduta.
-Non si era notato!- esclamò con sarcasmo.

Tra i due ci fu ancora silenzio, finché non fu l'uomo ad interromperlo. -Davvero tu ti fidi di Ashura?- chiese, facendola sbuffare.
-Valac, ne abbiamo già parlato...-
-Lascia stare il fatto che lui ci ha evocati e quindi non ci possiamo ribellare; intendo personalmente.- spiegò un po' adirato.
Kyra assunse un'espressione pensierosa. -Non saprei. L'idea di conquistare il mondo mi ha sempre alettato...-
-Ma chi ti dice che dopo non ci rispedisce negli inferi? Che dopo aver distrutto il regno pacifico di Shinigami ci tradisce un'altra volta?-
La duchessa si mise a sedere di scatto, irritata. -Tanto vale rimanere con lui.- esclamò esasperata. -Valac, ho atteso centinaia di anni prima di essere libera, di vagare per il mondo degli umani a portare caos e distruzione; non voglio tornare in quel luogo desolato solo perché tu ti sei legato al dito fatti accaduti quasi mille anni fa!-

Detto ciò, Kyra si diresse verso l'entrata della grotta, agitando la lunga coda per l'irritazione.

Il demone rimase senza parole, lasciato da solo nella caverna e, mentre sentiva la roccia spostarsi in lontananza, iniziò a pensare a cosa sarebbe giusto fare: dare ragione a Kyra e fidarsi di Ashura, o fare in modo di rompere il contratto con lui ed essere così libero?

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