Nessuno ci potrà mai separare

di EmilyG66
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La festa ***
Capitolo 2: *** Simili ***
Capitolo 3: *** Complicazioni e lieto fine ***



Capitolo 1
*** La festa ***


Nella lontana isola di Berk era arrivato ormai l’inverno e faceva freddo.
-Brrr…–fece Astrid mentre accarezzava la sua Tempestosa.
-Hai freddo mia signora? –le chiese il suo fidanzato arrivandole vicino e sfregandole le spalle.
-No, sto gelando! Se un certo tuo amico non venisse qui quasi tutti i giorni Berk sarebbe un po’ più calda non trovi? –chiese la bionda lievemente irritata.
Hiccup rise e le diede un bacio.
-Andiamo, dovresti sentirti fortunata. Non è da tutti riceve assiduamente la visita dello spirito dell’inverno. –tentò di convincerla il bruno.
-Sono perfettamente d’accordo. –si intromise una voce.
I due alzarono lo sguardo e videro Jack Frost svolazzare davanti a loro.
-Ehi. –lo salutò Hiccup con la mano.
-Heilà Hiccup, Astrid. –rispose rivolgendosi prima al bruno poi alla bionda.
Astrid alzò gli occhi al cielo fintamente infastidita.
-Che facciamo oggi Jack? –gli chiese.
Lo spirito dagli occhi azzurri mise su il suo solito ghigno.
-Vi va di fare una volata? –chiese con mistero nella voce.
-Dove? –domandò Hiccup preparando Sdentato.
-Oh beh sai, ad una festa nel…castello della Disney. –disse infine.
Sia Hiccup che Astrid si osservarono per un momento.
-Jack non possiamo andare lì e intrufolarci come se niente fosse. –ammise il bruno.
-Ha ragione. No, no, no. Io non vengo. –decretò Astrid.
-Perché no? –chiesero in coro i due ragazzi.
-Uno: li ci sono solo principessine viziate che si sposano a diciotto anni e due: capiranno subito che non siamo dei loro. –affermò gesticolando.
-Per me ti sbagli. Noi non conosciamo loro e loro non conoscono noi, quindi problema risolto no? Tu che ne dici Hiccup? –domandò il guardiano.
-Ahm…va bene. –rispose.
-Sì! –esultò Jack librandosi in aria.
-Dai Astrid vieni con noi. Non sei curiosa di vedere quelle “principesse viziate” da vicino? –disse l’erede al trono di Berk guardando la sua fidanzata.
La bionda, che aveva incrociato le mani al petto, le abbassò sospirando.
-Solo perché così potrò sparlarne dopo. –ammise salendo sopra Tempestosa.
Tutti e tre volarono via e quando giunsero in prossimità del castello della Disney, che si ergeva accanto ad un enorme lago, era già notte.
Hiccup e Astrid lasciarono i loro draghi fuori e seminascosti mentre Jack tenne il suo bastone.
Arrivarono di fronte al portone e il guardiano, trepidante dalla curiosità, dalla voglia di infrangere e di divertirsi, aprì il portone ed entrò seguito dai suoi amici.
Il castello era enorme e la sala da ballo dove si trovavano era tutta illuminata da candelabri che proiettavano una luce color oro.
Quel posto era pieno di personaggi strani che Jack non sapeva neanche che esistessero.
Lui, Hiccup e Astrid si misero in un angolino ad osservare.
In fondo alla sala c’era una grande scalinata dove scendevano alcuni personaggi, vecchi e nuovi, animali e umani, che chiacchieravano tra loro.
Jack fu abbastanza colpito da una specie di genio blu e stravagante e dal fatto che vi fossero davvero tante principesse.
-Guardate, che via avevo detto? –domandò Astrid indicando una donna dai capelli rossi e lunghi.
-Solito cliché. Una principessa giovane si innamora e dopo neanche un mese si sposa. Quella si chiama Ariel, ho sentito parlare di lei. Visto? Ha già una figlia. –affermò osservando Melody.
Jack alzò gli occhi al cielo ma in una frazione di secondo il suo sguardo si posò sulla creatura più bella che avesse mai visto.
Era circondata da due ragazze. Una con i capelli corti e marroni e l’altra con i capelli castani-arancioni raccolti in due treccine.
Entrambe erano carine e ben vestite ma Jack non aveva occhi che per quell’angelo dalla pelle pallida che stava parlando in quel momento.
Aveva due occhi color ghiaccio e dei capelli raccolti in una treccia biondi e chiarissimi.
Il suo corpo era rivestito da un bellissimo abito azzurro con velo e strascico.
Il guardiano del divertimento doveva assolutamente parlare con quella dea e ne approfittò quando le due ragazze attorno a lei trascinarono i loro compagni sulla pista da ballo.
Jack arrivò alle spalle della donna pronto per presentarsi quando un ruggito dietro di lui lo fece sobbalzare voltandosi il guardiano urtò con la schiena quella della bionda.
Quando lo spirito dell’inverno si accorse che si trattava solo di un leone che stava testando il suo ruggito si rilassò e si voltò di nuovo con rapidità verso la splendida ragazza che aveva spinto involontariamente.
Essa girò la testa nello stesso istante e Jack fu investito da quelle iridi azzurre.
“Wow…” pensò con occhi sognanti.
-Scusami, non volevo urtarti. –si scusò lui.
La ragazza gli sorrise mestamente.
-Non fa niente. –lo rassicurò lei prima di osservarlo meglio.
Era uno strano ragazzo, strano e affascinante.
Elsa si permise di pensare che non esistesse qualcuno più bello di lui.
-Non ti ho mai visto qui. –ammise la bionda.
Jack colto in fragrante si sfregò la nuca passandosi poi il suo lungo bastone da una mano all’altra.
La sovrana di Arendelle non avrebbe potuto neanche immaginarne l’utilizzo.
-Non…non vengo qui spesso…Comunque, io sono Jackson Overland Frost ma chiamami pure Jack Frost. –affermò lui.
La ragazza si voltò completamente verso di lui mettendo elegantemente una mano sull’altra e il guardiano trovò quel gesto estremamente regale.
-Io sono-
-Regina Elsa! –la chiamò una donna con dei lunghissimi capelli bruni dall’altro lato della sala.
La sovrana salutò con un gesto della mano la regina Elilor e tornò a guardare Jack.
-Regina? –chiese lui sorpreso ma mantenendo un sorriso divertito.
Lei annuì.
-Dovrei inchinarmi e darti del voi? –domandò nuovamente appoggiandosi al suo bastone.
-Non occorre. –rispose lei sorridendo.
Improvvisamente la musica di sottofondo si arrestò e tutti cominciarono ad applaudire e a parlottare rumorosamente.
-Ti va di andare fuori a parlare? –domandò Jack incrociando le dita.
Elsa si guardò in torno per un attimo.
-Mi piacerebbe. –acconsentì alla fine.
Lo spirito dell’inverno sorrise e con finta galanteria le porse il braccio.
Lei ridacchiò mettendosi una mano davanti alla bocca e poi agganciò il braccio a quello di Jack.

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Capitolo 2
*** Simili ***


Mentre uscivano dal portone Elsa si sentì insolitamente tranquilla e si rimproverò mentalmente per abbassare la guardia di fronte ad uno sconosciuto che forse poteva essere anche peggio del principe Hans.
In quel momento la regina lasciò andare il braccio del ragazzo camminandogli affianco lungo il lago, lui non se la prese.
-Prima nel salone ti ho vista parlare con due ragazze, chi erano? –domandò il guardiano incuriosito.
-Oh, la ragazza con i capelli corti si chiama Rapunzel ed è mia cugina mentre l’altra ragazza è mia sorella. –ammise lei.
-Anch’io avevo una sorellina. –affermò lui.
Elsa lo guardò in modo interessato.
-Da dove vieni esattamente? –gli chiese.
-Beh, attualmente vivo al polo nord. E tu? Di quale posto sei la regina? –le domandò a sua volta.
Andarono avanti così per quelle che parvero ore ed Elsa trovò molto piacevole la compagnia di Jack, anche lui doveva trovarla gradevole perché la osservava con occhi scintillanti.
Il guardiano infatti non si era mai sentito meglio in vita sua e voleva fare qualcosa per stupire la ragazza di fianco a lui. Stupire, non spaventare.
-Elsa, se ti chiedessi di chiudere gli occhi lo faresti? –le domandò ad un tratto.
La regina si voltò verso di lui leggermente stupita e confusa.
Non è che voleva baciarla?
Elsa arrossì.
-Dipende…-rispose incerta.
-Prometto che non ti farò niente. –disse lui mettendosi una mano sul cuore come a giurarlo.
La bionda gli lanciò uno sguardo scettico ma poi chiuse gli occhi.
Jack fece un respiro profondo e si concentrò.
La regina non si mosse e non avvertì niente di strano finché Jack non le disse che poteva aprire gli occhi.
Come le sue palpebre si sollevarono la regina rimase sotto shock.
Il cielo notturno era sereno e non c’era neanche una nuvola ma sopra le loro teste stava nevicando.
Elsa era sicura di non aver interferito ma se fosse stata colpa delle sue emozioni?
-Sei stato tu? –chiese lei più preoccupata che stupita.
Il guardiano non si aspettò una reazione del genere.
A chi non piaceva un’innocua nevicata?
-Sì. –ammise lui riguadagnandosi lo sguardo della bionda.
-Non sapevo se dirtelo o meno ma…-cominciò a dire volando sopra il centro del lago.
-…io sono lo spirito dell’inverno. –concluse di dire poggiando i piedi sull’acqua.
Questa si ghiacciò in parte.
Il cuore di Elsa fece un rantolo e osservò tutto con più chiarezza come se non credesse a quello che stava vedendo.
Jack quasi si pentì di essersi rivelato ma fu stretto in un leggero abbraccio che svanì subito dopo.
-Oh perdonami ma non credevo che esistesse qualcuno come me! –si scusò Elsa per l’abbraccio improvviso.
Il guardiano la osservò con il cuore in gola, come era arrivata in poco tempo lì?
Guardò per terra.
I piedi della ragazza posavano esattamente su un fiocco di neve e altri si estendevano da quel punto fino alla riva del lago dove lei doveva aver corso.
Jack tornò ad osservare Elsa con occhi e bocca sgranati e lei sorrise.
-Se tu sei lo spirito dell’inverno, io sono la regina delle nevi. –ammise creando un fiocco di neve.
Jack osservò il palmo della propria mano e ne fuoriuscì un fiocco identico a quello creato dalla regina.
Tutti e due si osservarono negli occhi e dissero in coro: -Abbiamo gli stessi poteri.
Dopodiché entrambi sorrisero quasi complici guardandosi in un modo diverso da prima.
Elsa sarebbe voluta rimanere lì con lui a lungo ma Anna si sarebbe chiesta sicuramente dove fosse andata quindi chiese a Jack di rientrare.
Quando Hiccup vide Jack accompagnato da una bionda, stranamente simile alla sua Astrid, quasi voleva trascinarlo via.
-Scusate ma voi avete un’aria familiare, ci conosciamo? -disse una voce alle spalle dei due vichinghi.
Loro si voltarono osservando una ragazza munita di arco con i capelli molto ricci e arancioni.
-Ehm…no. –rispose Hiccup indietreggiando lievemente per paura di essere stati scoperti.
-Oh va bene, colpa mia. Ciao. –lo salutò lei andandosene.
-Chiama Jack, credo sia meglio tornare a casa. –disse Hiccup alla sua fidanzata.
Astrid annuì e andò da Jack strappandolo dalla vista di Elsa.
-Ehi! Abbiamo rischiato di farci beccare, dobbiamo andare. –ammise lei.
-Va bene, fammi solo ballare con quell’angelo lì poi andiamo. –affermò Jack mettendole il proprio bastone in mano e ritornando da Elsa.
-Cosa!? Ballare? Jack! –cercò di richiamarlo Astrid senza alzare la voce ma lui era già andato e lei ritornò da Hiccup.
La ragazza riccia di prima continuò ad osservarli e la bionda deglutì stringendo il bastone di Jack.
-Scusami ma la ragazza di un mio amico mi trascinato via. –ammise il guardiano.
-Non fa niente. Mi piacciono i suoi capelli. –disse lei osservando la treccia bionda di Astrid.
In quel momento la musica cambiò e Jack non perse tempo.
-Posso avere l’onore di ballare con te? –le chiese porgendole una mano in modo galante e divertito.
La regina sorrise.
-Di solito non ballo. –ammise.
-Beh allora devo essere fortunato. –le disse amabilmente.
Elsa alzò gli occhi al cielo e ridacchiando mise la mano sulla sua facendosi condurre sulla pista.
Jack neanche sapeva come si facesse a ballare ma tentò di muoversi senza sembrare un pezzo di legno.
Fece fare qualche giravolta a Elsa rimettendo subito la propria mano sulla vita di lei.
Tutti gli altri ballerini ballavano in modi diversi quindi lui non se ne curò e continuò a tenere gli occhi incollati a quelli della regina.
Lei non si era mai divertita tanto.

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Capitolo 3
*** Complicazioni e lieto fine ***


Quando il brano giunse al termine Jack fece fare un casquè alla sua compagna e lei rise.
Poi mentre la sollevava verso di se i loro visi si avvicinarono lentamente e quando entrambi stavano per chiudere gli occhi un frastuono di applausi spezzò il loro momento.
I due sorrisero un po’ imbarazzati e si allontanarono rimanendo però fianco a fianco.
Elsa si unì all’applauso generale ben consapevole di chi stava entrando.
-Ehilà! Salve! –disse una voce squillante.
Il personaggio che la possedeva si trovava in cima alle scale ed era uno topo davvero grande.
-Oh no…-disse Jack osservando Topolino.
-Vi state divertendo?! Ah bene perché……che cosa ci fanno qui tre personaggi della DreamWorks!? –chiese irritato il topo sporgendosi dalla balaustra delle scale.
Nessuno lo aveva mai sentito con quella voce, ma chi lo conosceva a fondo sapeva che quel tono l’aveva usato spesso in passato.
Elsa si guardò in torno come gli altri ma quando capì che Topolino fissava Jack il suo cuore si spezzò.
-Tu?! –esclamò lei guardandolo con shock.
Anche il cuore del guardiano si arrestò.
-Jack andiamo! –gli gridò Astrid prima che tutti e tre cominciassero a correre.
-Prendeteli! –ordinò Topolino.
Elsa che tra tutti i personaggi magici avrebbe potuto fare qualcosa rimase ferma e si portò entrambe le mani al cuore abbassando la testa.
Anna e Rapunzel si avvicinarono a lei.
Intanto Jack aveva recuperato il suo bastone e lui e i suoi amici erano riusciti a scappare nel cielo.
Ora però il guardiano si sentiva malissimo.
-Abbiamo rischiato grosso. Mai più Jack, mi sono spiegata? –lo rimproverò Astrid.
Lui però non rispose e deviò il suo percorso.
-Ci vediamo. –disse solamente.
Hiccup e Astrid pensarono che stesse tornando al polo e non se ne curarono.
Intanto nel castello della Disney…
-Sapevo di averli già visti. –ammise Merida gesticolando.
-D’accordo. Riprendiamo la festa! –disse Topolino come se niente fosse.
Tutti ripresero a ballare e a festeggiare tranne Elsa.
-Elsa…-la chiamò Anna tentando di confortarla.
Non le era certo sfuggito il ballo di sua sorella.
-Cugina…-le disse Rapunzel dall’atro lato della sua spalla.
-Sto bene non preoccupatevi. Voglio…solo tornare a casa. –ammise delusa.
Non appena tornò ad Arendelle senza Anna, Elsa si diresse verso il suo palazzo di ghiaccio.
Era ancora buio ma tra qualche minuto sarebbe stata l’alba.
Come aprì il portone sorrise nel ritrovarsi davanti: Marshmallow che scappava dagli snowgies aggrappati a lui mentre Olaf li rincorreva.
Non appena questi si accorsero della sua presenza i mini pupazzi le si fecero in contro e Elsa entrò.
Jack era ritornato al castello della Disney e quando aveva visto Elsa salire a bordo di una nave l’aveva seguita per tutto il tragitto da sopra le nuvole.
Ora era davanti al castello e non sapeva se entrare o meno, e se l’avrebbe fatto, cosa dire alla regina di ghiaccio.
Essendo di natura abbastanza impulsiva aprì il portone sena bussare ed entrò.
Rimase di stucco sia per le decorazione del palazzo sia per i suoi abitanti.
Elsa era inginocchiata tra una folla di piccoli pupazzi di neve vivi e senza braccia, un bestione di neve stava alla sua sinistra e un vero pupazzo di neve si trovava alla sua destra.
Tutti si voltarono verso di lui.
-Elsa. –disse.
-Jack…-rispose lei prima di alzarsi.
-Vattene. –gli ordinò.
-No. –rispose lui secco.
A quelle parole Marshmallow si alzò in piedi e mise in bella mostra i suoi spuntoni di ghiaccio.
Il guardiano lo osservò con gli occhi sgranati ma tornò ad osservare Elsa.
Lei aveva le mani giunte al petto come per difendersi e dietro di lei si nascosero tutti i pupazzi di neve assieme a Olaf.
-Possiamo parlare? ...Da soli? –domandò lo spirito guardingo nei confronti del gigante davanti a lui.
-Non voglio parlare con te. –decretò lei guardando a terra.
-Elsa, ti prego. –la implorò.
Lei rialzò lo sguardo con occhi docili.
-Andiamo di sopra. –disse infine.
Jack annuì e Marshmallow fece sparire gli spuntoni di ghiaccio.
Proprio mentre Elsa cominciò a salire le scale gli snowgies la seguirono.
La regina si voltò e si abbassò lievemente.
-No, voi restate qui. –gli ordinò dolcemente.
Elsa salì di sopra e Jack la seguì volando.
Una volta al piano superiore la bionda gli diede le spalle e il guardiano cominciò a parlare.
-Senti mi dispiace. Non ti ho mentito, te l’avrei detto. –tentò di dirle lui.
La regina si voltò guardandolo con disappunto.
-Credimi, siamo fatti per stare insieme. Non ho mai provato niente di simile a quello che provo per te. –ammise serio e arrossendo lievemente.
-Ti sbagli. Se fossimo fatti per stare insieme ci avrebbe creato entrambi una sola casa produttrice. –affermò lei convinta e un po’ toccata dalle sue parole.
Lui scosse la testa e volò davanti a lei.
-La Disney e la DreamWorks posso avere creato il nostro passato e il nostro futuro ma non possono sapere quello che sentiamo. E io sento…- continuò a dire prendendo la mano di Elsa e posandosela sul cuore -che tu mi capisci. –ammise.
Elsa lo guardò negli occhi senza battere ciglio e Jack continuò.
-Forse tu sei un po’ più rigida e io sono più divertente ma noi ci-
-completiamo. –concluse Elsa assieme al guardiano.
-Esatto. –affermò prendendo entrambe le mani della regina tra le proprie e poggiando la fronte contro la sua.
Entrambi sorrisero poi Elsa si lanciò verso di lui allacciando le braccia attorno al suo collo e abbracciandolo.
Jack ne fu sorpreso ma l’abbracciò a sua volta.
-Non amerai mai nessun’altra vero? –gli domandò la bionda con tono di supplica al suo orecchio.
Il guardiano sorrise senza essere visto.
Il cliché della principessa che si innamora in pochissimo tempo gli piaceva adesso.
Si staccò per rispondere alla sua adorata e per toglierle una lacrima randagia dal viso niveo.
-Solo te. –affermò prima di baciarla e abbracciarla nuovamente.
Non importava cosa pensassero gli altri o cosa sarebbe successo in futuro. Nessuno avrebbe potuto dividerli, mai.
Fine.

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