Il Natale per Elsa

di EmilyG66
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La vigilia di Natale ***
Capitolo 2: *** Passato e presente ***
Capitolo 3: *** Presente e futuro ***
Capitolo 4: *** Il sogno più bello sta alla fine ***
Capitolo 5: *** Un regalo di Natale speciale ***



Capitolo 1
*** La vigilia di Natale ***


Arendelle era completamente ricoperta da uno strato di neve, le candele dei lampioni erano accese e nelle stradine si respirava la tipica aria natalizia di Dicembre.
Era pomeriggio ma sembrava già sera.
Elsa si trovava nel suo studio quando qualcuno bussò alla sua porta.
Un servitore entrò e le disse che un principe era venuto a farle visita da lontano chiedendo udienza.
La regina di Arendelle accettò e dopo poco tempo che il servitore si fu allontanato un principe dai capelli rossi varcò la soglia dello studio.
L’uomo ara più alto di lei, aveva gli occhi verdi, alcune lentiggini sulla pelle rosea e vestiva di bianco.
-Vostra altezza. –disse questo inchinandosi.
Lei si alzò osservandolo con sguardo critico.
-Mi presento, sono il principe Hadams delle isole del sud. –si presentò lui tornando in posizione eretta.
-Dunque voi siete il fratello del principe Hans. –ipotizzò con freddezza la regina.
-Precisamente, e sono venuto a scusarmi personalmente per il comportamento inaccettabile di mio fratello. Avete quasi perso la vostra vita e quella di vostra sorella se non erro. Sono davvero mortificato. –si scusò lui.
Elsa accettò le sue scuse ma stette in guardia, sapeva bene che potevano essere fasulle.
-Vi ringrazio per la premura. –rispose tentando di congedarlo.
-Mi hanno anche riferito che voi avete dei poteri speciali. –continuò a dire il principe.
Elsa si irrigidì e lo guardò severamente.
-Esatto. –ammise osservando bene la sua reazione.
Lui sorrise.
-Allora spero di vedere il vostro dono quanto prima. –ammise con tono mieloso.
La regina non sapeva se fidarsi ma quella confessione le aveva fatto piacere.
Il principe salutò e uscì mentre Elsa fu pervasa da un dubbio.
Quell’uomo aveva un secondo fine, come quasi tutti del resto, o poteva essere seriamente interessato a lei e ai suoi poteri senza tramare alle sue spalle?
Per un momento si figurò come una ragazza normale magari con un fidanzato accanto che diceva di amarla ma allontanò in fretta quel pensiero.
Uscì dal suo studio e scese al piano inferiore.
Nel salone tutto era pronto per il Natele.
C’erano le decorazioni, i regali, i dolci e un’enorme albero di Natale al centro della stanza.
La sovrana di Arendelle scese le scalinate e osservò con occhi amorevoli sua sorella.
Kristoff stava sorreggendo Anna per la vita in modo che lei potesse mettere l’ultima decorazione su un ramo e quando ebbe fatto il biondo la mise giù dandole un bacio.
Elsa avvertì un’orribile sensazione alla bocca dello stomaco e distolse lo sguardò osservando Olaf che giocava con una stella filante vicino, ma non troppo, al camino acceso.
Quando Anna si accorse della sorella Elsa le sorrise.
-Elsa! –la salutò correndo ad abbracciarla.
-Oh è tutto così meraviglioso! È perfetto! –ammise la principessa staccandosi dalla bionda.
La sovrana la guardò con scetticismo.
-Davvero? Io credo che manchi ancora qualcosa. –affermò Elsa prima di fare una sfera di neve e lanciarla in aria.
Questa esplose e cominciò a nevicare lievemente.
-Hai ragione ora è perfetto. –confermò Anna con dolcezza e mettendo una mano sulla spalla di sua sorella.
-Dai Elsa andiamo a prendere della cioccolata calda! –tentò di convincerla la principessa prendendo la regina per le braccia.
-Anch’io! –si unì Olaf.
Elsa lo guardò teneramente.
-Olaf ne abbiamo già parlato. Non puoi mangiare le cose calde. –gli ricordò prima di fargli una carezza e avviarsi verso le cucine.
Il pupazzo di neve mise su un’espressione così triste che fece sciogliere Anna.
-Però puoi prendere tutti i cioccolatini che vuoi…-gli disse in un sussurro lei.
Olaf si rianimò e corse via.

Dopo qualche minuto Anna, Kristoff e Elsa erano seduti nel salone a sorseggiare cioccolata mentre Olaf era stato mandato a letto dalla sua “mamma”.
-Non ti sembra incredibile Kristoff? Questo è il primo Natale che passiamo insieme! –gli fece notare Anna euforica.
Lui annuì e Elsa sospirò.
Sua sorella temendo di aver detto qualcosa di sbagliato si apprestò subito a dire:
-E anche il primo Natale che festeggiamo di nuovo insieme Elsa. –
La regina alzò lo sguardo e fece un sorriso tirato.
-Hai ragione Anna…Sono stanca, è meglio che vada a letto. –disse alzandosi dalla comoda poltrona.
-Buona notte Anna. Buona notte Kristoff. –li salutò.
-Notte Elsa. –risposero entrambi.
Non appena la sovrana fu fuori dal loro campo visivo i due innamorati si guardarono negli occhi, si presero le mani e…
Elsa li abbandonò in quel momento tornandosene in camera sua.
Dopo essersi infilata una lunga vestaglia da sera azzurra con le maniche lunghe la bionda si gettò a pancia in giù sul letto in modo poco signorile.
-Che cosa mi sta succedendo? Dovrei essere felice, Anna e io stiamo recuperando il tempo perduto, il popolo mi vuole bene, è Natale…eppure…- disse alzando lo sguardo verso la finestra.
-Eppure mi sento vuota in un certo senso…-affermò scendendo dal letto e sedendosi davanti alla finestra.
Osservò la luna piena e chiuse gli occhi.
-Vorrei davvero sapere cosa c’è che non va in me…e –cominciò a dire pensando poi al fratello di Hans.
-e che cosa mi riserverà il futuro. Come devo agire luna? –domandò alla sfera bianca.
Non ricevendo alcuna risposta Elsa espirò e si mise sotto le coperte.

Dopo qualche ora di sonno la regina fu svegliata dal un lieve picchiettio e aprì gli occhi.
Ci mise un po’ per mettere a fuoco la sua stanza ma quando i suoi occhi si abituarono all’oscurità non vide nessuno.
Capì che il rumore proveniva dalla finestra così si alzò dal letto, andò verso le imposte e le aprì.
Non fece in tempo a guardare fuori che qualcosa di grosso e colorato entrò nella sua stanza velocemente.
La regina si girò verso quella cosa e rimase sbalordita.
Di fronte a lei c’era una donna uccello con delle lunghe piume colorate che stava svolazzando per la stanza.
-Chi sei?! –chiese Elsa.
La strana donna le sorrise forse troppo felicemente e le volò molto vicina.
Aveva degli occhi incredibilmente rosa.
-Ciao io sono Dentolina e solo per questa sera ti guiderò nei ricordi dei tuoi Natali passati! È la prima volta che faccio una cosa simile! –ammise lei eccitata.
-Ma- tentò di obbiettare la sovrana prima di trovarsi le mani dell’essere nella bocca.
-Oh ma che denti brillanti come la neve che hai! –esclamò questa.
Elsa si allontanò bruscamente e mise le mani di fronte a se.
Dentolina fu ferita da quella reazione e si scusò in fretta.
-Scusami a volte mi faccio prendere la mano, sai io sono la fatina del dentino. L’uomo della luna ha detto che hai chiesto il nostro aiuto, non è così? –le domandò la fata.
La bionda ci mise un po’ per elaborare il tutto e alla fine si voltò verso la finestra osservando la sfera bianca.
-Ma…io gli avevo solo chiesto cosa mi aspettava nel futuro. –ammise Elsa con tono docile tornando poi a guardare Dentolina.
Questa si rilassò e sorrise.
-Beh per sapere il futuro bisogna prima conoscere il passato. –affermò lei porgendole un piccolo contenitore giallo.
-Cosa…cos’è? –chiese la sovrana.
-Denti, o meglio, ricordi di quando eri piccola. Hai detto alla luna che ti mancava qualcosa, scopriamo cosa. –la incoraggiò.
La regina fissò quella lunga scatolina con incertezza e la fata del dentino le prese la mano poggiandola sul piccolo contenitore.
Questo cominciò a brillare e tutto intorno a loro cambiò.
Ora entrambe si trovavano nel salone privato che usavano Elsa e sua sorella per giocare, ma non erano da sole.
La regina quasi pianse vedendo i suoi genitori che attendevano l’arrivo delle loro figlie.
-Madre, padre…-qualche lacrima disubbidiente scese dai suoi occhi e Dentolina si dispiacque per questo.
Elsa si asciugò gli occhi mentre nel salone irruppero due bambine piccole.

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Capitolo 2
*** Passato e presente ***


La magica sovrana si ammorbidì osservando lei e sua sorella da bambine.
I loro genitori le abbracciarono entrambe, dissero: “Buon Natale” e poi le principessine corsero ad aprire i regali.
Anna ricevette un peluche a forma di gattino e tanti altri regali mentre Elsa prese nelle sue piccole mani un vestitino blu.
Andò alla finestra per osservare il suo riflesso e si compiacque per come le sarebbe stato l’abitino.
La sua attenzione tuttavia fu catturata da un ragazzino dai capelli marroni che si trovava nella piazza sottostante e che stava sfuggendo a sua madre fintamente arrabbiata.
Il ragazzino si accorse di lei e la salutò ricominciando poi a correre, la piccola Elsa ricambiò.
-Mi ero dimenticata di quel bambino. -affermò la magica sovrana che era giunta alla finestra affiancando la piccola se stessa.
-Io lo conosco. –ammise Dentolina con un sorrisetto.
Elsa si voltò nuovamente verso la sua famiglia e osservò come fossero felici prima.
-Mi mancano i miei genitori, ma non credo sia per questo che mi sento in modo strano. –affermò lei rivolgendosi alla fata.
-Beh allora dovremmo andare più avanti. –decretò Dentolina prendendo nuovamente il contenitore con i ricordi.
Elsa sospirò e annuì.
Sapeva già che nei Natali futuri i suoi genitori non ci sarebbero stati e diede loro un’ultima occhiata prima che la scena cambiasse nuovamente.
Ora si trovavano nella sua camera e a far loro compagnia vi era una piccola Elsa triste e affranta.
-Oh mi ricordo di questo periodo. –ammise la bionda.
Dentolina voleva chiederle cosa sarebbe successo ma la giovane Elsa si alzò dal suo letto e cominciò a scartare i regali che si trovavano sul pavimento.
Quello era il suo primo Natale senza Anna da quando l’aveva colpita con i poteri.
La fatina accanto alla sovrana osservò come la luce negli occhi della bambina fosse flebile.
-I regali erano belli ma non avevo nessuno con cui scartarli o con cui giocarci. –ammise Elsa.
-Qui mi mancava mia sorella. –disse più a se stessa che alla fata.
Dentolina la condusse fuori dalla stanza e insieme scesero nel salone adorno di decorazioni.
Una piccola Anna stava scartando i suoi regali e abbracciava tutti, domestici e genitori.
Elsa provò di nuovo quel sentimento di tristezza e rabbia a cui ancora non sapeva dare un nome.
-Madre, padre posso andare da Elsa a farle vedere i miei regali? –chiese la piccola principessa.
Il re e la regina dissero di no e lei diventò triste.
La magica sovrana fu toccata dal comportamento di sua sorella. Sapeva che aveva sempre tentato di riallacciare il loro legame ma non pensava che, anche avendo tutto quello che si potesse desiderare, si sentiva lo stesso sola.
Un po’ come si sentiva lei in questi ultimi giorni.
Dentolina a quel punto passò ad un altro ricordo.
Questa volta si trattava di un Natale recente in cui Elsa doveva avere quindici o sedici anni.
I suoi capelli erano raccolti nell’acconciatura che sua madre amava e indossava un vestito viola.
La quindicenne stava leggendo un libro e ad un certo punto si fermò.
Si alzò dalla scrivania e osservò qualcosa fuori dalla finestra sorridendo tristemente.
La Elsa del presente ricordava bene che quel giorno stava leggendo un libro d’amore e poi si era alzata per osservare, giù nel villaggio, le coppie felici e innamorate che si regalavano baci sotto il vischio.
Quasi si vergognò per le sue azioni ma infin dei conti era una ragazza e anche lei sognava il principe azzurro.
Più precisamente aveva sempre pensato di avere al suo fianco un ragazzo con gli occhi e i capelli marroni come l’autunno ma se avesse avuto i capelli chiari e gli occhi azzurri le sarebbe piaciuto ugualmente.
Un’ondata di disagio si impossessò di lei quando realizzò che forse non avrebbe mai potuto avere l’amore romantico.
Forse era proprio questo quello che le mancava…
-Vostra altezza credo sia ora di andare. –disse Dentolina.
-Così presto? –domandò Elsa sorpresa.
-Beh l’uomo nella luna dice di sì. –affermò la fata indicando la luna.
La bionda fece in tempo ad osservarla fugacemente prima che tutto ritornasse normale.
-È stato un piacere conoscerti Elsa, te e i tuoi ricordi. –ammise Dentolina prima di stringerle la mano e volare fuori dalla finestra.
-E lava sempre i tuoi splendidi denti! –le gridò da lontano.
La sovrana si avvicinò alla finestra e sorrise, che tipa strana che era la fatina del dentino.
Scuotendo la testa divertita la bionda si rimise sotto le coperte e si addormentò.

Dopo qualche ora Elsa si svegliò con la gola secca e decise di andare nelle cucine a prendere da bere.
Scostò le coperte, scese dal letto, aprì la porta e percorse le scale fino ad arrivare nel salone, ma proprio quando stava per oltrepassarlo un rumore la mise in allerta.
Dal camino cominciò a scendere qualcosa di grosso e quando questo uscì Elsa si avvicinò. Che fosse…
-Ah eccomi qua. –disse l’omone con un accento russo.
-Oh biscotti! –dichiarò scoprendoli su un piattino e prendendone alcuni.
Ci mise un po’ per accorgersi della sovrana in vestaglia.
-Tu devi essere Elsa, uomo nella luna detto te di me? –chiese l’omone mangiando un altro biscotto e cominciando a depositare i regali sotto l’albero.
-No, voi chi siete? –domandò Elsa.
-Non vedi? Io sono Babbo Natale ma tu puoi chiamare me Nord. –ammise lui.
-D’accordo…sei qui per farmi vedere il Natale presente? –domandò lei cercando una conferma a quello che aveva detto.
L’omone annuì bevendo il latte e rimettendosi il sacco in spalla.
-Il presente però mia cara puoi vederlo da sola. –le ricordò.
Elsa non capì.
Babbo Natale le fece cenno di tacere e di seguirla.
Entrambi si incamminarono per i corridoi e arrivarono nel salotto in cui Anna aveva quasi rischiato di morire congelata.
Nord aprì un po’ la porta invitando Elsa a sbirciare.
Lei trovò quel modo di fare deplorevole ma incuriosita lo fece.
Nel salotto c’erano Anna e Kristoff che stavano parlando seduti sul divano dando le spalle alla porta.
Evidentemente volevano aspettare svegli l’arrivo di Babbo Natale per essere i primi a festeggiare e, per non rovinarsi la sorpresa, dal salone erano andati in salotto.
Elsa si allontanò velocemente dalla porta.
-Non posso spiare mia sorella nei suoi momenti con Kristoff. –ammise lei severamente.
-Non è bello, vero. Ma neanche se parlano di te? –chiese l’omone.
La sovrana rimase perplessa ma poi lentamente tornò a guardare attraverso lo spiraglio della porta sua sorella.
-Che cos’hai Anna? –le domandò Kristoff.
Lei sopirò accoccolandosi di più a lui.
-Elsa è meno allegra ultimamente l’hai notato? –chiese lei a sua volta.
Il fidanzato annuì.
-Forse il Natale le ricorda i nostri genitori, o gli anni della nostra lontananza o forse-
-O forse è un po’ invidiosa…-ipotizzò Kristoff non con cattiveria ma con dolcezza.
Anna, ed Elsa, lo guardarono sbigottite.
-Non nel senso cattivo ma…- lui si grattò la testa cercando un esempio da fare.
-Ecco, tu mi hai detto che ti piacerebbe possedere i poteri di Elsa giusto? –chiese lui.
La principessa per la sorpresa di Elsa annuì.
-Beh questo vuol dire che un po’ la invidi. –le fece notare.
-Sì, beh quando ho visto tutto quello che era in grado di fare avrei voluto saperlo fare anch’io. Mi sarebbe piaciuto avere i capelli come i suoi e adoro i vestiti riesce a creare, e come le stanno bene! –affermò Anna con ammirazione.
La magica sovrana da dietro la porta fu contenta nel sapere che sua sorella la apprezzava e che voleva essere come lei. Si sentì davvero fortunata.

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Capitolo 3
*** Presente e futuro ***


-Vedi? Tu invidi un po’ tua sorella e credo…che lei invidi noi…per…il nostro amore. –affermò Kristoff diventando un po’ rosso in viso.
Elsa fu colta da un’illuminazione. Era invidiosa allora. Quando i suoi genitori stavano con Anna anche lei avrebbe desiderato stare con la sua famiglia e invidiava sua sorella perché aveva un ragazzo “splendido” come Kristoff al suo fianco.
Finalmente la sovrana poté dare un nome a quel sentimento di rabbia e tristezza che provava e capì che cosa le mancasse…l’amore romantico.
Si allontanò dalla porta con gli occhi fissi sui suoi piedi.
-Ora capito tu? –le chiese Nord sorridendole con fare paterno.
Elsa alzò la testa e annuì.
-Ti ringrazio…Nord, per il tuo aiuto. È stato davvero prezioso, anche se non capisco perché l’uomo nella luna mi abbia fatto rivivere il passato visto che le risposte erano nel presente. –disse lei.
-QUASI…tutte risposte. Ricordi? Non sai cosa aspetta te nel futuro. –le fece notare Nord.
La sovrana guardò altrove.
-Già, chissà come sarò nel futuro. –si chiese Elsa un po’ preoccupata.
Babbo Natale sorrise complice.
-Sai una volta un ragazzo, molto simpatico, mi disse: Non saprò mai chi sono, finché non scoprirò chi ero. –ripeté.
Elsa fu toccata da quelle stupende parole e le sentì in qualche modo sue.
Guardò Nord negli occhi azzurri e gli sorrise.
-Oh no, ritardo, ritardo! –disse Nord improvvisamente correndo via ma ritornando subito dopo da Elsa.
-Piacere di conoscere te! –disse Babbo Natale prendendole una mano e baciandola.
-E Buon Natale! –le augurò prima di sparire verso il salone e su per il camino.
La bionda ridacchiò e dolcemente chiuse la porta alle sue spalle che era rimasta socchiusa poi se ne ritornò a letto ritrovando un po’ di serenità.
La sovrana si addormentò e cominciò a sognare…
Era ancora in camicia da notte e si trovava all’aperto, di notte, su una collina piena di neve. Nessuno era in vista.
La regina delle nevi fece qualche passo guardandosi meglio intorno.
Avvertì come un fruscio e alzò lo sguardo verso in cielo.
Qualcosa si stava avvicinando ed era di un giallo oro.
Quando fu abbastanza vicino Elsa sgranò gli occhi, era una persona!
O meglio, era un omino basso e rotondo tutto giallo a bordo di un aereoplanino.
Questo la salutò felice con la mano, atterrò davanti a lei facendo scomparire il veicolo e si inchinò.
Elsa lo salutò con un cenno del capo.
-Tu devi essere colui che mi mostrerà i miei prossimi Natali giusto? –chiese all’omino.
Quello annuì e tentò di presentarsi.
Prese con la sua mano quella della regina e con l’altra libera indicò se stesso.
-Hm…voi…-tentò di capire lei.
Il piccolo uomo giallo, con i capelli da pazzo e che sembrava fatto di sabbia, congiunse le mani come in una preghiera e poi le mise sotto il capo inclinandolo.
-Sonno? ...L’omino del sonno! Tu conosci i miei sogni. –decretò lei abbassandosi un po’ all’altezza dello spirito.
Lui alzò entrambi i pollici verso l’alto e poi le fece cenno di seguirlo.
In quel paesaggio completamente deserto, tranne che per loro due, si aprì un portale d’orato.
L’omino del sonno le fece un sorriso sposando i suoi occhi color miele sul portale cercando di farle capire che dovevano entrare lì dentro.
Elsa diede un segno affermativo e stava per entrare quando l’omino del sonno la fermò e alzò tre dita.
-Tre…-cominciò a dire Elsa.
Il piccoletto annuì e le indicò il portale.
-Tre portali? Attraverseremo tre portali…cioè tre tipi di futuro? –domandò.
L’omino del sonno mimò il sì con la testa e si avviò nel portale seguito da Elsa.
Ci volle un attimo perché i dettagli della stanza si materializzassero, dopo tutto erano in un sogno no?
La stanza divenne più nitida anche se immersa nell’oscurità e la regina poté riconoscere il salotto dove erano stati prima Anna e Kristoff.
Una Elsa più grande di cinque o sei anni dalla sua età attuale era seduta sul divano davanti al camino acceso.
Era sciupata in viso, gli occhi erano lucidi e la sua espressione era davvero triste.
Doveva essere successo qualcosa davvero orribile per averla resa così.
La sovrana attuale stava per parlare quando l’omino del sonno le fece segno di tacere e dalla porta entrò una persona che mai Elsa si sarebbe sognata di vedere.
-Ciao tesoro…-disse quest’ultimo da dietro il divano posandole le mani sulle spalle.
La regina del futuro si spaventò e un po’ di ghiaccio ricoprì il soffitto.
L’uomo le si fece davanti dandole un bacio e sedendosi accanto a lei sul divano.
-Ti ho detto che non devi usare i tuoi poteri. –le ricordò lui.
-Scusa Hadams ma mi hai spaventata. –rispose la regina senza felicità nella voce.
La Elsa del presente sgranò gli occhi.
“Cosa!?” pensò decisamente sorpresa.
-Dovresti anche smetterla di rintanarti qui dentro appena puoi. Le cose non cambieranno, tua sorella non tornerà. –ammise quest’ultimo in tono di rimprovero che solo la Elsa del futuro, e l’omino del sonno, afferrarono.
-Come sarebbe a dire Anna non tornerà?! Cosa è successo!? –chiese la sovrana con disperazione.
La Elsa del futuro sospirò.
-Non posso farne a meno, da quando lei e Kristoff sono morti su quella montagna…-cominciò a dire, ma le lacrime le impedirono di continuare.
Il cuore della bionda si spezzò.
Sua sorella sarebbe morta!? No mai!
L’avrebbe tenuta lontana da qualunque montagna!
-Lo so c’ero anch’io. –ammise il principe alzandosi e andando verso la porta.
La sovrana del presente si avvicinò a se stessa come a volerla confortare e solo allora notò che indossava un anello d’oro all’anulare.
Lei si era sposata?! E con chi? Non…non con il principe Hadams.
-Molto spesso le cose non vanno come vorresti vero? –chiese il rosso estraendo un pugnale dalla fodera della cinta che portava e cominciando a giocarci distrattamente.
La Elsa del futuro si voltò verso…suo marito…con rabbia.
-Non parlare così! Lei era mia sorella e- si bloccò improvvisamente.
-Aspetta…quando hai riportato il corpo di Anna e di Kristoff loro…loro avevano dei tagli che i medici ipotizzarono fossero stati fatti dal ghiaccio caduto sopra di loro…-cominciò a dire alzandosi e andando verso Hadams.
-ma il ghiaccio non lascia dei segni così profondi. –affermò lei rabbiosa e improvvisamente sgranò gli occhi.
-Se stato tu! Tu li hai uccisi! –gli urlò contro.
Mentre sia la Elsa del futuro, che quella del presente erano sotto shock Hadams rise.
-Perspicace. Vedi io e te avevamo deciso di non avere figli perché tu eri sicura che sarebbero nati con i tuoi stessi poteri, ma una volta morti entrambi nessuno si sarebbe ricordato di me e la nostra discendenza sarebbe caduta nelle mani di...quella stolta di tua sorella e di quel plebeo montanaro di suo marito. –ammise Hadams.
Elsa lo inchiodò con i poteri al muro ma troppo ferita dalla scoperta che la sua adorata sorellina fosse stata uccisa abbassò le mani e si gettò in ginocchio.
Il ghiaccio sparì e il…re…cadde a terra.
-Io…io…ti farò uccidere! –decretò la regina del futuro alzando lo sguardo verso Hadams che intanto si rimise in piedi.
-Sei tu che hai accettato di sposarmi per non rimanere da sola e sono il re adesso. Senza prove non puoi fare proprio un bel niente e se mi lascerai il tuo popolo ne risentirà e tu rimarrai sola per sempre, senza contare che i miei fratelli mi vendicherebbero di sicuro. Quindi goditi la vita al mio fianco…perché ho vinto. –decretò Hadams uscendo incolume dalla questione.
La Elsa del futuro cominciò a piangere e quello fu il momento, secondo l’omino del sonno, più opportuno per andarsene.

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Capitolo 4
*** Il sogno più bello sta alla fine ***


Quando la regina e l’ometto giallo uscirono dal portale Elsa si sentì improvvisamente meglio e più sollevata.
-Questo potrebbe non accadere vero? –domandò lei quasi spaventata ripensando a ciò che aveva visto.
Per la sua gioia l’omino del sonno annuì e la regina sopirò di sollievo poggiandosi momentaneamente a terra.
Lo spirito accanto a lei si mise a sua volta a sedere aspettando che Elsa fosse pronta per vedere un altro futuro.
La sovrana riordinò le idee e dopo quello che aveva visto nel primo portale sapeva cosa fare.
Doveva scacciare Hadams subito dal suo regno e non doveva farsi coinvolgere emotivamente.
“È semplice.” Si disse dopo essersi massaggiata le tempie più volte.
Fece un bel respiro e si rimise in piedi.
-Prossimo portale. - disse decisa.
L’omino del sonno si alzò e senza dire o fare niente, un portale si formò davanti a loro.
Entrambi lo attraversarono.
L’immagine cominciò a definirsi e la sovrana vide con sollievo che si trovava in compagnia di sua sorella passeggiando per le strade di Arendelle.
Entrambe erano ormai due donne adulte e di sicuro sui trent’anni.
La Elsa del futuro teneva sottobraccio sua sorella Anna mentre chiacchieravano.
-Che ne dici di tornare indietro? –chiese la sovrana.
-Sì mi sembra ora. Chissà cosa staranno combinando quei tre. –disse la principessa ridacchiando.
La sovrana del futuro e l’omino giallo seguirono le due donne fino ai giardini reali e lì Elsa rimase piacevolmente sorprese nel vedere una mini Anna e un mini Kristoff giocare con il montanaro nonché marito di sua sorella.
-Ragazzi fermatevi…oh è arrivata vostra madre andate da lei! –li implorò Kristoff steso a terra.
I due bambini corsero dalla loro mamma mentre Elsa aiutò il biondo a rimettersi in piedi.
-Zia Elsa! Zia Elsa! Fai la magia ti prego! –disse la bambina.
Elsa le accarezzò la testa e fece come le aveva chiesto.
Formò una palla di neve, la scagliò in cielo e tutti ne furono felici.
-Che bello. –affermò la Elsa del presente.
Quel futuro le piaceva.
Rimase a guardare la loro famiglia allargata finché Kristoff e Anna non misero a letto le bambine poi la Elsa del futuro salutò e si ritirò in camera sua.
Non appena la porta fu chiusa lei cominciò a singhiozzare lievemente e si infilò la vestaglia.
La sovrana del presente non capì perché fosse triste in futuro ma quando si vide stringere il cuscino come se stesse stringendo una persona comprese.
Era felicissima per Anna e per Kristoff ma era anche intristita perché lei non aveva un uomo accanto a se che l’amasse, né un figlio da accudire e su cui riversare l’amore di una madre. E da quello che aveva visto con Hadams non l’avrebbe mai avuto.
Sarebbe stato tutto più semplice se fosse stata da sola e lontana da ogni persona che potesse ostentare la felicità che lei non poteva avere.
Sandman pensò che fosse il momento di andare e tutto svanì.
Elsa era turbata.
-Credevo che sarei stata felice anche senza nessuno accanto…ma non è così. –disse più a se stessa che all’omino in giallo accanto a lei.
Questo fece comparire un altro portare e la incoraggiò a varcarlo con un sorriso fiducioso.
-No! Basta così…non voglio illudermi ancora. –ammise lei portandosi le braccia al petto e dando la schiena allo spirito come se fosse stato lui a ferirla.
Sandman non demorse e le afferrò il lembo della vestaglia strattonandola.
Lei si voltò con sguardo freddo e duro quando notò nel portale d’orato un viso. Un bel viso niveo.
Con lentezza si avvicinò al portale attratta da due occhi azzurri come il giaccio e accentuati da dei capelli bianchi come la neve.
Elsa si fermò proprio di fronte al portale e allungò una mano come a voler toccare quella persona ma si trattenne e lasciò cadere entrambe le braccia lungo i fianchi.
Osservò per un po’ quella figura finché all’improvviso quel ragazzo le sorrise in modo accattivante mostrando i denti splendenti.
Elsa arrossì e guardò alla sua sinistra Sandman che le era accanto con le mani incrociate e un’espressione di chi la sapeva lunga.
-Chi…chi è questo ragazzo? –chiese con lentezza lei.
L’omino in giallo indicò la propria gola.
-Giusto, l’omino del sonno non parla. Perdonami. –si scusò la regina.
Sandman gesticolò di rimando e si avviò verso il portale, Elsa lo seguì.
Questa volta si ritrovarono subito nel castello di ghiaccio e la regina si guardò intorno.
Apparentemente niente sembrava essere cambiato.
Si udirono dei rumori dal piano di sopra e Elsa cominciò a salire le scale.
Aveva il cuore in gola e una stranissima sensazione.
Senza rendersene conto cominciò a correre e quando finalmente arrivò al piano di sopra rimase sotto shock.
La Elsa del futuro si trovava insieme allo sconosciuto che aveva visto nel portale.
Le loro mani erano intrecciate ed entrambi osservavano il tramonto dalla portafinestra aperta.
La sovrana vide inoltre che il ragazzo accanto a se era vestito in modo strano, con una felpa blu ghiacciata in vari punti e un paio di pantaloni lacerati sul fondo. Infine non indossava scarpe e reggeva in una mano un lungo bastone ricurvo in cima.
-Non è meraviglioso Jack? –domandò la lei del futuro.
Il ragazzo poggiò la testa sulla sua.
-Ogni giorno è meraviglioso se posso passarlo per sempre con te. –ammise.
La sovrana del presente si portò una mano chiusa a pugno sul cuore e abbassò le palpebre facendo uscire dalla sua bocca un sospiro.
Com’era dolce!
Dietro di lei l’omino del sonno sorrise.
La Elsa del futuro e quello che doveva essere il suo fidanzato si osservarono per un momento e avvicinarono i loro visi.
La regina del presente aprì la bocca con poca eleganza arrossendo mentre Sandman tentava di non ridere.
Quando ormai i due innamorati erano arrivati a chiudere gli occhi…
-Mamma! –disse una voce stridula e femminile.
Entrambi sorrisero e Elsa rimase di stucco.
-Come mamma?! –domandò la sovrana voltandosi verso l’omino del sonno.
Questo la guardò altrettanto sorpreso allargando le braccia come a volerle dire: “io non ne so niente.”
Si udirono dei passi trafelati e poi due testoline bionde fecero la loro comparsa nella sala.
-Mamma! Papà! Guardate che cosa mi ha fatto Crystal! –disse il bambino di circa sei.
Aveva la pelle pallida, gli occhi azzurri e i capelli corti e biondi sparati un po’ ovunque.
Indossava…un vestito?
-Crystal, lo sai tesoro che non devi modificare gli abiti di tuo fratello. –ammise la Elsa del futuro con tono di rimprovero ma tuttavia dolce.
La bambina in questione era identica alla sovrana quando era piccola: pallida, capelli biondi raccolti in una treccina, occhi azzurri e indossava un abitino celeste con un piccolo velo.
-Ma Jake ha distrutto il mio castello di ghiaccio! –rispose la ragazzina di sette anni incrociando le braccia al petto.
Elsa scosse la testa mentre Jack fece segno al figlio minore di venire da lui e poi lo prese in braccio.
-Jake chiedi scusa. –gli ordinò in tono docile.
-No! –rispose il piccolo.
Sua madre mosse il polso e una scia di fiocchi di neve modificarono nuovamente i panni del bambino che tornò ad indossare una camicetta bianca con una giacchetta celeste e dei pantaloncini bianchi.
Jack guardò con finta cattiveria il figlio, con una mano creò un piccolo pupazzo di neve che poi gli diede e Jake lo prese contento.
La regina del presente aprì la bocca e prontamente si portò una mano alle labbra.
Quel ragazzo aveva i suoi stessi poteri!
Non appena registrò quella preziosa informazione il suo cuore si scaldò piacevolmente.
Era felice. Felice che ci fosse qualcuno come lei e che potesse capirla.
Già stava cominciando ad innamorarsi di quel Jack.

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Capitolo 5
*** Un regalo di Natale speciale ***


-Scusa…-sussurrò Jake amaramente e senza voltarsi verso la sorella.
La Elsa del futuro sorrise e prese la mano della figlia.
-Forza andiamo dai vostri cuginetti. Abbiamo promesso alla zia Anna e allo zio Kristoff di tornare presto. –affermò cominciando ad incamminarsi assieme a Jack che teneva ancora in braccio Jake.
La regina del presente era letteralmente allibita ma anche molto felice.
Sembrava quasi un sogno, una vita perfetta…
-Mamma ma è vero che io e Jake resteremo sempre piccoli? –domandò Crystal.
La regina del presente inarcò un sopracciglio, cos’era quella storia?
Intanto la Elsa del futuro annuì.
-Vedi, quando la luna…Manny mi donò vostro padre –cominciò a dire guardando con amore il marito che contraccambiò il suo sguardo –io dovetti diventare immortale per stare sempre al suo fianco e la stessa cosa vale per voi. Non crescerete ma neanche io e vostro padre. L’uomo nella luna non ha bisogno che altri spiriti portino la neve. –ammise in tono scherzoso la regina e accarezzando sua figlia sulla testa mentre scendevano le scale.
-Però anche voi avete un compito. Aiutare me e la mamma a congelare le cose e a far divertire i bambini come voi. –disse Jack.
Tutti e quattro furono soddisfatti della risposta e uscirono dal castello.
Il sogno si concluse così e Elsa si ritrovò nella distesa di neve assieme a Sandman.
La regina delle nevi gli dava le spalle.
Stava pensando, e non riusciva a capacitarsi di quello che aveva appena visto e appreso.
Lei…sposata con un uomo con i suoi stessi poteri…immortale…e con due bambini adorabili!
Anna era in salvo e anche lei aveva avuto dei figli!
Cosa poteva chiedere di più dalla vita?!
Elsa si girò sorridente verso l’omino in giallo.
-Omino del sonno io ho deciso. Voglio quello, l’ultimo sogno. Voglio che sia quello il mio futuro. –ammise lei.
Sandman sorrise dolcemente e annuì. Salutò con la mano e poi si dissolse.
Elsa scivolò in un sonno senza sogni finché la mattina un bussare alla sua porta la svegliò.
-Elsa! –la chiamò sua sorella.
La regina fu contenta nel sentire la sua voce e si mise a sedere sul letto.
-Cosa c’è Anna? –domandò cominciando a gestire i suoi capelli biondi.
-Volevo dirti che è Natale finalmente! Non posso augurartelo da dietro una porta chiusa, perciò vestiti in fretta e raggiungimi di sotto. A dopo! –gridò allontanandosi di corsa.
Elsa sorrise e si vestì.
Dopo pochi minuti si stava già dirigendo verso il salone ma durante il tragitto…
-Vostra maestà, speravo di rivedervi. –ammise il principe.
Lo sguardo della sovrana si indurì di colpo. -Anche io stavo cercando proprio voi principe Hadams. Dopo un’attenta riflessione ho convenuto che la vostra permanenza ad Arendelle non è più gradita. –affermò con autorità.
Hadams sbiancò.
-C…come? –domandò.
Elsa alzò la testa in maniera impostata e sovrappose le mani davanti allo stomaco drizzando la schiena.
-Visti i trascorsi recenti con vostro fratello devo ordinarvi di lasciare Arendelle oggi stesso. Non posso permettere che il regno venga minacciato nuovamente, inoltre proibisco a voi e ai membri della vostra famiglia di sbarcare su queste terre. Guardie! –disse ad alcune di loro che stavano passando proprio in quel momento.
-Scortate il principe Hadams alla sua nave per favore. –decretò.
Queste si inchinarono e portarono via uno scioccato principe dai capelli rossi.
Elsa abbandonò la sua aria seria e sopirò, sorrise e poi scese nel salone.
-Elsa sei bellissima! –decretò Anna appena la vide.
La regina di fatti indossava un abito aderente con strascico, come quello di ghiaccio, ma tutto rosso e bianco. In puro stile natalizio.
-Grazie, anche tu Anna. –ammise vedendo che anche sua sorella indossava un abito rosso dalla gonna a ruota e un buffo cappellino in testa.
Con euforia cominciarono tutti a scartare i regali e il sorriso sul volto della sovrana non scomparì neppure per un attimo.
-Elsa ti vedo…diversa. Cioè non nel senso che tu sia strana solo-
La sovrana rise interrompendo la sorella.
-Sì Anna ho capito. Ultimamente ero giù di corda perché ero gelosa che tu avessi un uomo fantastico al tuo fianco come Kristoff. –confessò lei sorprendendo la principessa.
-Oh Elsa…-tentò di dire sua sorella prendendole le mani.
-Tranquilla, sono felice per te e Kristoff. Non preoccuparti per me. –le disse in tono rassicurante e sicuro.
La principessa la osservò con sguardo docile poi l’abbracciò.
Quando entrambe si separarono sentirono un rumore strano provenire dal camino.
Cadde della cenere e poi un omone vestito di rosso.
-Buon Natale! –decretò quest’ultimo.
-Babbo Natale? –domandò Kristoff stupito.
-Wow! –esclamò Anna.
Elsa sorrise.
-Nord, cosa ci fai qui? –domandò.
-Elsa tu conosci Babbo Natale?! –chiese Anna sorpresa.
La sovrana osservò sua sorella e annuì poi tornò a guardare Nord.
-Sono venuto a vedere se regali piaciuti. –disse lui facendo un gesto teatrale con le braccia.
-Sì, erano fantastici! –ammise Anna con entusiasmo.
-Ah bene, però ho qui con me altro regalo. Una persona che ci tenevo farvi conoscere maestà. –affermò Babbo Natale facendo l’occhiolino a Elsa che rimase interdetta.
Nord si voltò dunque verso il camino e fischiò.
Questa volta la cenere non cadde e un ragazzo piombò giù dalla cappa del camino, senza fare il minimo rumore, atterrando sui talloni.
Anche se il viso era rivolto verso il basso Elsa poté notare che quel ragazzo aveva i capelli bianchi, inossava una felpa blu, dei pantaloni marroni e che non calzava scarpe. Inoltre nella mano destra impugnava lo stesso bastone del suo sogno.
Elsa lo riconobbe immediatamente, si trattava di Jack.
Alla sovrana mancò un battito e finalmente il guardiano alzò la testa incatenando il suoi occhi ai propri.
Lo spirito si tirò su in tutta la sua altezza e uscì dal camino.
Nessuno fiatò.
-Tu sei Jack non è vero? –chiese la sovrana con calma apparente.
Il guardiano sorrise e la regina si sentì sciogliere.
Era bellissimo quando sorrideva e i suoi occhi erano glaciali.
-Sì, e tu devi essere la regina Elsa. –ipotizzò lui con una voce ammaliante.
-Sì…-rispose quasi flebilmente lei.
Jack le si avvicinò e le prese una mano baciandola con galanteria.
-È un piacere conoscerti. –ammise con uno sguardo un po’ malizioso.
Elsa arrossì e dalla mano che poggiava su quella dello spirito uscirono delle scintille azzurre, segno che entrambi possedevano un potere simile.
La sua mano scivolò via da quella di Jack ma i loro occhi non smisero di osservarsi.
Entrambi avvertirono come il nascere di qualcosa di magico tra di loro…e letteralmente stava accadendo qualcosa!
Sopra le loro teste infatti, sul bastone ricurvo che il guardiano teneva nella mano sinistra, crebbe magicamente del vischio.
Lo spirito dell’inverno osservò con stupore quella “cosa” spuntata sul suo bellissimo e specialissimo bastone ma…a dirla tutta non gli dispiacque la sua presenza, Elsa al contrario osservò la pianta con preoccupazione.
Non è che adesso loro dovevano…
-Voi non baciare? –domandò Nord con sguardo innocente ritirando una mano dietro la schiena.
Sia Jack che Elsa lo osservarono per un attimo prima di guardarsi nuovamente.
-Io non bacio ragazzi che non conosco o che conosco appena. –ammise la sovrana con tono risoluto.
Jack la osservò con sguardo divertito e la regina si sentì nuovamente a disagio.
-Ma è una tradizione natalizia Elsa. –ammise Anna molto di parte.
-Già, voi no potere tirare indietro. –ammise Babbo Natale incrociando le braccia complice.
Elsa sospirò, guardò lo spirito dell’inverno che non osava dire una parola e gli si avvicinò abbassando lentamente le palpebre.
Jack si chinò verso di lei e chiuse gli occhi a sua volta.
Le loro labbra si toccarono incastrandosi perfettamente.
La regina arrossita baciò lo spirito dolcemente e in quel momento il vischio sul bastone del guardiano si ricoprì di ghiaccio.
Fine.

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