Tradimento e lealtà.

di cin75
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** .4. ***
Capitolo 5: *** .5. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


 
Piccolo avviso: WARNING!! SPOILER per chi non segue la serie in streaming.
Poi: giuro che stavo già scrivendo questa storia, quando è andata in onda la 11x14.
Quindi, leggendo, capirete il perché di questa mia precisazione. Prendetela così!! Questa storia è di pochi capitoli ed è il modo in cui io avrei visto la cosa!!!
Buona lettura. ( Si spera!!)
 
 

Quando Dean entrò nella casa in fondo alla strada che stavano tenendo d’occhio, l’odore del sangue lo investì come una folata di vento improvvisa e violenta.
“Dio…” disse tra i denti, mettendosi una mano alla bocca per attenuare il tanfo che gli impestava gola e narici.
“Cosa c’è, Dean?!” fece l’angelo alle sue spalle.
“Cavolo, Cas!!” sembrò quasi rimproverarlo il cacciatore. “D’accordo  che voi angeli siete dei maghi a trattenere le emozioni, ma non dirmi che questa puzza di sangue e putrefazione non stordisce anche te!”
L’angelo lo fissò per un attimo e poi gli passò davanti con indifferenza.
“Il mio tramite ormai non può più distinguere nulla né di fisico, né di incorporeo né di emozionale e io, da essere celeste, non sono soggetto a certi mutamenti olfattivi!” spiegò con la sua solita flemma.
“Mutamenti olfattivi? Mutamenti olfattivi?? Io tra un po’ vomito anche l’anima e lui dice che non è soggetto a mutamenti olfattivi!” replicò offeso Dean, sorpassandolo a sua volta e raggiungendo l’ultima stanza infondo al corridoio.

Quando vi giunsero, ciò che videro li lasciò decisamente a corto di parole. Quattro corpi orrendamente martoriati, le gole squarciate,  gli occhi vitrei che ormai fissavano inespressivi la morte che li aveva raggiunti in una maniera così feroce.
“Credo che siamo arrivati tardi!” asserì convinto Castiel.
“Tu…tu credi?” esclamò sconvolto Dean fissandolo. “Ma che diavolo ti prende , oggi!?” fece a mo’ di rimprovero.
“Niente. Non mi prende niente. Voglio solo cercare di capire chi sta facendo questo!” rispose a quel , non tanto velato, rimprovero del cacciatore.
“Beh! se ci vuoi….se ci vogliamo capire qualcosa, lascia stare i tuoi mancati mutamenti olfattivi e tutto il resto e vedi di trovare qualcosa che ci sia utile in tutto questo casino!” lo invitò con decisione. “Io nel frattempo chiamo Sam e gli dico che sei con me e che deve raggiungerci.”
“Perché?”
“Perché c’è qualcosa che non mi convince in tutto….questo!” fece indicando la scena che avevano davanti.
“Cosa non ti convince?!” volle sapere Castiel, mentre gli si faceva vicino.
“Per quanto sia un casino, è un casino un po’ troppo ordinato!” asserì guardandosi intorno.
“In che senso, non capisco!”
“Guarda questi poveri disgraziati. Guarda il modo in cui sono stati massacrati. E poi guarda la stanza.” fece infine mentre Castiel spostava, di volta in volta, lo sguardo su ciò che Dean gli mostrava.
“Ok, e allora?!”
“E allora?...dov’è il sangue, Castiel?!” domandò retorico e vedendo lo sguardo perplesso dell’angelo. “Con ferite del genere, questa stanza avrebbe dovuto avere le pareti rosse come  la stanza rossa di Christian Grey. Invece, niente. Nulla. Nada. Nichts.”
“Ma sono evidentemente morti!” asserì perplesso l’angelo.
“Già. Ma forse lo erano anche prima di essere…uccisi. Di nuovo!” replicò ironico.
“Stai pensando a..dei…demoni!”
“Bingo!” esclamò. “E sto pensando che questa è una gran presa per il culo!” fece poi, seccato, ma anche preoccupato. “Quindi ora chiamo Sam e vedo lui che cosa…”, ma Castiel, alle sue spalle , disse qualcosa che lasciò confuso il cacciatore.

“Ed io che pensavo di aver fatto un ottimo lavoro!” replicò l'angelo con un tono e una voce che nemmeno sembrarono sue, in quel momento.

“Ma cosa…” stava per dire Dean, nel mentre si girava , colpito da quell’affermazione.
Ma il cacciatore non fece in tempo a voltarsi completamente che un pugno forte e violento, dritto sotto il mento, lo fece volare lontano dall’angelo, e lo lasciò tramortito sul pavimento.
L’angelo gli si fece vicino, lo fissò per un attimo, piegando le labbra all’in giù come se fosse stato deluso che Dean avesse perso i sensi.
“Ok!” esclamò. “Ora tocca a te!” fece , poi, guardando verso la porta da cui loro erano entrati.

Un Crowley, dall’aria frustrata, sconfitta ma rabbiosa, dall’aspetto insolitamente sfatto, fece capolino nella stanza.
“Non funzionerà!” sembrò quasi costringersi a dire.
“Vedremo. Per adesso, prendilo e portalo al casale che ti ho mostrato ieri. Io ti raggiungerò lì.” ordinò senza guardarlo. “A quanto pare devo dare una sistemata al mio capolavoro.”
L’ex Re degli Inferi, si avvicinò al corpo inerme del cacciatore fissandolo quasi con dispiacere e prendendolo per un braccio lo issò appena e con lui scomparve dalla visuale dell’angelo.
 

Quando Dean aprì gli occhi, la faccia gli doleva tutta. Si rese conto di essere legato ad una sedia e di essere al centro di una stanza vuota, fredda e con una gran puzza di muffa e morte.
Cercò di mettere a fuoco quanti più particolari del posto in cui si trovava, di mettere a fuoco l’ennesima situazione di merda in cui era finito e poi….
Poi lo vide. E capì la puzza di morte!
Crowley, poco distante da lui. Con, tra le mani, una lama angelica. Era lui, ma non sembrava lui. Il demone era teso, nervoso, pareva addirittura febbricitante tanto era sudato.

“Cazzo, Crowley. Hai ricominciato a farti di sangue umano?!” fece sarcastico il cacciatore.  “Lasciami andare. Ti riporto in riabilitazione e quando sarai di nuovo lindo e pinto,  ti rimetto sul tuo bel trono infernale, che ne dici?!”
“Mi …dis…piace, Dean!” proferì con fatica l’ex re e facendoglisi vicino e senza preavviso fece saettare la lama sul braccio di Dean. Il cacciatore gemette furioso quando sentì la carne del suo braccio lacerarsi e bruciare.
“Figlio di…puttana!” ringhiò cercando di controllare il dolore. “Ma che ti prende?? Ora ti sei messo anche a fare i lavori di basso livello? Ora… torturi?!” lo ammonì ma solo per prendere tempo e recuperare. Tempo che però, il demone non gli diede, infierendo su di lui con altri due fendenti. Uno all’altro braccio e uno in pieno petto.
Dean ansimava affannosamente. Il dolore cominciava a bruciare sul serio e il sangue che stava perdendo di certo non aiutava.

Poi, fece mente locale di quello che era successo.

“Dov’è Castiel? Crowley, che hai fatto? Dov’è Castiel?” urlò in cerca di una risposta, dato che lui era lì, ma dell’angelo non vi era traccia alcuna. Forse era in un'altra stanza, forse l’amico era riuscito a scappare all’attacco a sorpresa di Crowley ed era corso ad avvisare Sam?
No, impossibile, Castiel non lo avrebbe mai lasciato , a costo di morire.
Forse….
No!, Dean non volle considerare nemmeno l’idea che l’amico fosse morto.
“Crowley???” lo richiamò con più forza, ma il demone sembrava non riuscire a reagire. Il demone agiva solo. Era quasi un automa comandato a distanza.
 
“Ancora non hai capito?!” fece una voce conosciuta, proveniente dall’angolo buio alle spalle di Dean.
 
“Castiel? Castiel???” lo chiamò Dean, sollevato ma anche sorpreso del fatto di essere in quella situazione data la presenza dell’angelo.
 
Castiel gli si palesò, fermandosi al suo fianco e passando un dito sulla ferita aperta sul braccio di Dean che gemette a quel tocco.
“Cas, ma cosa….”
“Già!! perché tu credi ancora che io sia Castiel. Che io sia ….Cas!” sibilò mellifluamente e chinandosi appena verso il volto del cacciatore, due occhi di brace inghiottirono quelli blu dell’angelo.
“O…Dio!” si ritrovò a mormorare quasi istintivamente Dean.
L’altro si tirò su, con fare offeso ma divertito al tempo stesso e lo corresse.
“No! Decisamente il suo antagonista per eccellenza!” esclamò soddisfatto mostrandosi al prigioniero e facendo un accenno minimo al demone accanto a lui. Crowley , sebbene cercasse di combattere quella forza, dovette cedere e la sua lama affondò nel fianco del cacciatore che gridò dal dolore.
“No, no, no….piano. Non così, Crowley. O il divertimento durerà poco!” fece e il demone ritrasse la punta della lama. Dean esalò un respiro quasi di sollievo quando l’acciaio celeste abbandonò la sua carne comunque ferita.
Un po’ più affondo e “Addio, Dean Winchester!”. Di nuovo. E forse definitivamente.
“Non può essere….come…come è possibile…” balbettò cercando di riprendere fiato. “Rowena…Rowena ha portato a termine …l’incantesimo. Tu …tu non dovresti….essere qui.” fece fissando anche Crowley ancora al suo fianco sempre pronto a colpirlo.
“Ok!, hai ragione. A volte capita che lavorando giorno e notte, uno perda qualche puntata dello show. Ma vedrò di farti un riassunto. Ma prima…” e ammiccò appena al demone che provando a fermare la sua mano, inutilmente, colpì al volto Dean , con una serie di pugni ben assestati. 
“Dio!! quanto mi piace vederlo godere e soffrire allo stesso tempo!” esclamò  sorridendo biecamente mentre , afferrando per i capelli Dean, lo costringeva a tenersi su.
“Che significa…”
“Sì, devi sapere che il nostro caro ex Re, è sotto un incantesimo di doppia volontà.” Confidò con aria complice colui che ormai era chiaro essere Lucifero. Ma quando vide lo sguardo perso del cacciatore, si fece prendere dalla delusione. “E’ vero. Tu sei quello svelto di mano. E’ Sam quello svelto di comprendonio!”
“Va’ a farti fottere!”
“Magari dopo. Ora ti spiego!” fece entusiasta il falso angelo. “Un incantesimo di doppia volontà ti costringe a fare quello che hai sempre desiderato fare, ma che sai che non devi fare perchè farlo non ti porterà altro che guai. Quindi il nostro Crowley in questo momento è felice di prenderti a pugni e magari sta assaporando anche l’idea di farti in mille pezzi, ma sa anche che farlo gli complicherà la vita a tal punto che sarebbe meglio che invece non facesse niente. In pratica nella sua testa ci sono due criceti che si rincorrono su una ruota e uno dice“Fallo!Fallo!Fallo!”, l’altro invece gli dice “Non farlo!Non farlo!Non farlo!”. Ma a quanto pare il criceto del “Fallo!Fallo!Fallo!” è ancora in vantaggio.” e attese un attimo in silenzio. Forse nella sua mente contorta si aspettava che il cacciatore lo elogiasse.

Invece Dean, lo fissò. E poi stranamente gli sorrise.
“Ti ho detto…di andare a farti fottere!?”

“Ok! Come vuoi!” fece deluso. “Vediamo quale criceto vince adesso!” dichiarò, guardando di nuovo il demone sotto scacco.
Dean vide Crowley avvicinarsi con aria sofferta ma stranamente feroce.
“Crowley…combatti…resisti…”
“Ci provo, Dean…ma troppi anni…..troppe sfide…troppe sconfitte….troppa rabbia…Io sono ancora….un demone…” biascicò mentre le sue mani iniziarono a colpire di nuovo il cacciatore che era costretto a subire inerme, non potendosi difendere.
Dopo quella sembrò una sessione interminabile di pugni e fendenti, Dean cercò di richiamare l’attenzione di Lucifero.
“Il riassunto…..il riassunto….” diceva fra un pugno e l’altro.
 Lucifero che in quel momento si stava guardando ad uno specchio cercando di sistemarsi la cravatta, si voltò verso i due e li guardò stranito.
“Hai ragione. Giusto. Il riassunto delle puntate precedenti!” e a quelle parole, Crowley sembrò come spegnersi e si allontanò da Dean, che con doloroso sollievo, potè riprendere a respirare.
“Come…come fai..ad essere ancora qui? ….Come fai ad essere nel corpo di Castiel?”
“Allora. Ti spiego. Quando eravamo tutti insieme appassionatamente nella gabbia giù all’Inferno, durante il nostro incontro di Celebrity Death Match in cui io, stavo avendo decisamente la meglio..” sembrò tenerci a precisare con orgoglio. “Mentre tu te ne stavi in un angolo a coccolare il tuo adorato fratellino, io sussurravo a Castiel, con la mia voce soave, che solo io potevo sconfiggere l’Oscurità. Che solo io  potevo rinchiuderla nel pozzo senza fondo in cui Nostro Padre l’aveva rinchiusa fin dall’alba dei tempi.”
“Cosa…cosa…”
“Vedi mio caro Dean, uno dei punti deboli di Castiel è l’umanità.” asserì con visibile disgusto. “In particolare due elementi in particolare di quella misera e miserabile specie chiamata uomo. Tu e tuo fratello. Il mio caro fratello Cas si farebbe uccidere, immolare come il più martire dei martiri pur di salvaguardare voi e i vostri simili. Quindi mi è bastato spingere sul quel tasto e lui ha detto un grande meraviglioso e armonioso “Sì!”..”
“NO! Non puoi…tu non puoi…” fece quasi sconvolto Dean.
“Cosa?.. possedere un angelo dato che sono un angelo io per primo?!”, domandò sarcastico. “Ma vedi io sto possedendo un tramite umano. Questo corpo è umano in tutto e per tutto…” fece tastandosi un po’ ovunque. “Ora, che il "Sì" sia stato pronunciato da un angelo al suo interno, per me, non fa differenza!”
“Lascialo andare. Lascia andare Castiel!” gli ringhiò contro , furioso. “Figlio di puttana , lascia andare il mio amico!!” gridò alla fine, ignorando il dolore che sentiva in tutto il corpo.
“Ma che brutto carattere!” e poi prendendo una sedia e mettendosi a sedere di fronte a Dean, continuò. “La cosa snervante per me ed estenuante per lui..” fece indicandosi il petto come a voler dire che lì c’era Castiel prigioniero. “…è che lui è qui, e grida e si agita e vede e sente tutto. E tu puoi immaginare il casino che sta facendo adesso che vede te in queste condizioni. Ti giuro che se continua di questo passo , gli metterò il bavaglio e lo metterò a dormire. Già devo sopportare il fatto di dovermi spostare con una macchina, dato che il fratellino si è fatto bruciare le ali, ma sentirlo anche in continuazione è….sfiancante. Ti confesso che il suo linguaggio è decisamente mutato da quando ha a che fare con voi e a volte farebbe arrossire anche me!!” ironizzò come tanto gli piaceva fare.

“Non …fargli…del male!” sibilò Dean.

“Oooh!! Ma che premuroso. Ma vedi, io non voglio fare del male a nessuno. Io voglio prendermi solo quello che mi spetta di diritto.”
“E che sarebbe? L’universo, il Paradiso, l’Inferno….”
“Tutto. Io voglio tutto.” proferì sibillino e con un tono talmente deciso che a Dean vennero i brividi, ma fu quello che disse dopo, che mandò completamente nel panico il cacciatore. “E voglio Sam!”

Dean strabuzzò gli occhi, una rabbia violenta lo investì fin nel profondo. Il terrore che ciò potesse accadere sul serio lo atterrì definitivamente. Sparì il dolore, sparì l’affanno, sparì la preoccupazione per l’amico angelo. Puntò i piedi a terra e si spinse corpo e sedia contro Lucifero che fece appena in tempo a scansarsi.
“Noooo!!!” gli inveì contro Dean, che nel frattempo era stato bloccato di nuovo da Crowley, che alle sue spalle, gli aveva passato un braccio intorno al collo e stringeva fino quasi a fermargli il respiro. “Sta lontano… da mio fratello! Non azzardarti… ad avvicinarti a Sammy!” biascicava nonostante la presa ferra del demone sul suo collo.
“E lo sai la cosa sorprendente quale sarà? Che sarà lui a cercarmi.” Continuò a provocarlo Lucifero.
“No. Sam, non lo farà mai!” disse con difficoltà.
“Vedi, io , nelle scomode vesti di Cas, sarò l’angelo sui cui Sam si appoggerà quando saprà che il suo adorato fratello è morto per mano del loro acerrimo nemico Crowley. Gli offrirò la spalla su cui piangere. Sarò presente , sempre, al suo fianco e con devota discrezione cercherò di sostituirmi al compianto Dean. Consiglio dopo consiglio, passo dopo passo, caccia dopo caccia, Sam si fiderà talmente di me, come non si è mai fidato prima. Gli concederò lo spazio che ha sempre desiderato e che tu gli hai sempre negato. Gli permetterò di scegliere ciò che tu hai sempre scelto al suo posto!”
“No. No. No….” cominciava a disperarsi Dean. Sapeva che quelli erano punti deboli per Sam.
“Penderà dalle mie labbra e al momento opportuno dirà sì, mi dirà di sì.”
“No!!” ringhiò Dean, mentre non potè fermare le lacrime che , ignare del suo orgoglio, iniziarono a bagnargli il viso segnato dai colpi.
“Devi capire, Dean. Dovrai accettarlo alla fine. Sam è mio. Sam è sempre stato mio. È nato per essere mio!” fece con doloroso compiacimento, mentre con un dito rubava una di quelle lacrime e si allontanava da lui, accingendosi a lasciare quel posto e a lasciarsi alle spalle un Dean che si dimenava furiosamente nella stretta di Crowley. “Un ultima cosa. Solo per chiarezza di informazioni. Rowena è morta. E nessuno oltre lei può aprire la gabbia. Quindi ricordi quello che ti dissi tempo fa?....” e facendo apparire una rosa rossa tra le sue mani, se la infilò nell’asola del trench. “Qualunque dettaglio tu alteri, qualunque strada tu intraprenda. Io vinco!”
“No…”
“Io ho vinto!” e poi guardando severo, il demone sotto incantesimo, ordinò deciso: “Fallo a pezzi e getta quello che rimane nel lago!” e andò via.

Dean vide Crowley fare il giro. Il demone gli si mise di fronte e stringendo con forza, l’elsa della lama tra le sue mani, sembrava stesse cercando il tutti i modi di non affondare il colpo, ma allo stesso tempo , pareva che altro non volesse fare che aprirgli il petto in due.
“Crowley, resisti…combatti….se mi uccidi, chi credi sarà il prossimo sulla lista di Lucifero….credi davvero che ti lascerà vivere?...che…” ma il demone , anche se strascicando i passi verso la sua vittima, sembrava comunque, lo stesse ascoltando.
“Io non…..io devo….” si sforzava di dire. Di convincersi o forse di desistere.
“Lucifero non combatterà mai Amara, perché sa che non può vincerla….me se anche noi…uscimao di scena…allora…”
“Io….” E alzò la mano verso Dean.

Il cacciatore non voleva arrendersi ma in quella situazione non intravedeva scampo e quando vide la mano armata di Crowley issata su di lui, istintivamente strinse gli occhi e serrò la mascella in attesa che il dolore arrivasse
.

Era finita. Lui era finito.
 
 

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Capitolo 2
*** 2. ***


Sam , in attesa che Dean lo chiamasse, era ancora al bunker. Stava portando avanti le ricerche su cosa potesse o meno fermare l’Oscurità.
Ormai, andava avanti da giorni in quella maniera.

Si erano chiusi nel rifugio, ma dopo i primi tre libri , Dean aveva iniziato a dare di matto e così si era scovato un caso poco lontano dal bunker.
Sembra una cosa semplice, Sammy! Una cosa alla “Vado, l’ammazzo, e torno!!”....ho bisogno di una buona sana caccia o divento matto qui dentro, in mezzo a tutte questa scartoffie!”, gli aveva detto Dean, mentre preparava la solita borsa con le armi che potevano servirgli.
E così, Sam, dopo essersi raccomandato di stare comunque attento e di tenerlo aggiornato, aveva , come dire, dato una buona uscita al maggiore.
Era ritronato ai suoi libri e aveva tirato fuori ogni tipo di faldone possibile ed immaginabile che potesse aiutarlo a mettere insieme un incantesimo che li aiutasse in quella assurda situazione. Doveva farlo.
Per Dean!
Da quando il maggiore gli aveva confessato ciò che gli succedeva, suo malgrado, alla presenza di Amara, Sam doveva essere pronto a tutto pur di proteggerlo e salvare entrambi.
 
Ad un tratto, il suo cellulare squillò.
Credeva fosse Dean, ma quando vide il numero assurdo, 666, che lampeggiava sul display, non ne comprese il motivo.
Aprì la comunicazione comunque.
“Che cazzo vuoi Crowley!?” fu il saluto.
“Sam…” fece la voce sfiancata dall’altro lato del telefono.
Sam notò subito l’affaticamento, decisamente non tipico del demone. Lo sentì respirare affannosamente, quasi come se facesse fatica a parlare.
“Crowley, che succede!?” fece con tono severo. “Che hai combinato?”
“Devi…raggiungermi….tu devi…”
“Scordatelo. Non ho intenzione di scendere di nuovo all’Inferno!” gli rispose con decisione.
Dean di certo non gliel’avrebbe perdonata.
 
Perfetto! Ora mi preoccupo anche di non disobbedire ad un fratello assente. Grandioso, Sam!! , pensò il giovane cacciatore, rimproverando sé stesso.
 
“Non sono…all’Inferno. Io…io sono in vecchio…..casolare …in una zona ….boschiva…appena fuori Cawker City, vicino al lago Wakonga!” riferì a fatica.
“E che diavolo ci fai nei boschi?!” chiese curioso ma anche sorpreso.
“Sam….vieni e ti spiegherò tutto. Non….non è una trappola….io…io non volevo farlo…ma…non potevo….non sono riuscito a resistere…io…”
“Non volevi fare cosa, Crowley?” chiese allarmato ma un attimo dopo la comunicazione cadde e Sam si ritrovò a chiamare il nome del demone invano.
 
Cosa fare?
Andare e azzardare?
O aspettare che Dean tornasse e andare insieme?
 
Provò a chiamare il cellulare del fratello che però risultava essere irraggiungibile. Non poteva ignorare la chiamata di Crowley, nemmeno il tono e il modo in cui il demone gli aveva parlato.
Forse aveva fatto del male a qualcuno , forse quel qualcuno poteva essere ancora aiutato.
Così decise. Lasciò un messaggio alla segreteria telefonica di Dean, e anche un messaggio scritto messo in bella vista sul tavolo della grande sala del bunker. Gli lasciò le coordinate del posto e andò via.
 
Raggiunse il luogo indicato da Crowley in poco tempo. Cawker non era molto distante, circa mezzora di strada. Fortunatamente non c’erano molti casolari vicini al lago e quindi fu facile individuare quello in cui il demone lo stava aspettando.
Appena fuori la porta, Sam, tirò fuori la sua pistola, la caricò e la tenne ben ferma davanti a sé. Con una mano aprì la porta e poi con la punta del piede la spalancò del tutto. Prima di entrare diede una rapida occhiata all’interno. Non c’era nessuno. O almeno nessuno di visibile.
L’unica presenza era Crowley.
Fermo al centro della stanza.
Le braccia lungo i fianchi e le mani appena davanti a lui.
Le mani completamente imbrattate di sangue.
Ai suoi piedi una lama angelica completamente coperta di sangue.


Sam entrò del tutto nella stanza e chiuse la porta per evitare che qualcuno , magari, anche per caso, potesse vedere dal di fuori.
Il demone alzò appena lo sguardo su di lui e Sam, con un movimento accennato gli mostrò la pistola.
“Proiettili ricavati da una lama angelica. E tu sai che funzionano anche su quelli come te. Quindi pensaci bene prima di fare qualche stronzata!” lo avvertì Sam, tirando indietro il cane della pistola.
Colui che Sam credeva fosse ancora il Re dell’Inferno, annuì remissivo e poi tornò a fissare le sue mani.
“Che hai fatto, Crowley?!” chiese a bassa voce indicandogli le mani insanguinate.
“Io non volevo….ma non sono riuscito a fermarmi…” rispose.
Sam gli si fece ancora più vicino, senza mai , però abbassare la guardia. Crowley, sembrava sfinito, era lurido, sporco di terra e sangue. I suoi abiti non erano affatto quelli con cui Sam lo aveva sempre visto. Niente capi firmati , nessun cappotto di lusso. Il demone indossava una camicia sdrucita e dei pantaloni ridotti ancora peggio.
“Che ti è successo?...che cosa hai combinato?!” domandò fissandolo con perplessità.

Crowley lo fissò confuso a quella domanda. Al dire il vero, a Sam, parve quasi che lo fissasse spaventato.

“Lui…lui non doveva essere qui…lui non sarebbe dovuto essere…. e mi ha costretto….ho cercato di resistere al suo potere….ma…non….”
Sam seguiva le sue parole sconnesse. Le sue labbra presero quasi a ripetere quello che il demone diceva e di tanto in tanto anche il cacciatore si ritrovava a fissare una porta chiusa che anche il demone di sfuggita, e colpevole, guardava.
“Lui ? Lui chi, Crowley? Di chi stai parlando….dannazzione, riprenditi!!” lo ammonì con  decisione.
“Io vi odio….noi siamo…nemici….ma è l’ordine naturale tra noi….e mi sta…bene…” blaterò confuso. “ Ma..io…io… non sono riuscito a fermarmi. Dovevo colpire…dovevo colpire…” biascicava ancora stordito dagli effetti dell’incantesimo di cui Sam non sapeva niente.
“Smettila di dire cose senza senso….cerca di spiegare che cosa è successo, che cosa hai fatto??!” inveì a questo punto Sam, spingendo il demone contro la parete della stanza. “Di che è tutto questo sangue??!”

Crowley gemette e di istinto si fissò le mani sporche di sangue.
“Non volevo..colpirlo così…non così….ho cercato di trattenermi, ma….”
“Chi? Chi hai colpito?!...di chi è quel sangue?! Parla…o giuro che ti ammazzo all’istante, brutto figlio di puttana!!” e Sam ora, era davvero infuriato.
Crowley inspirò a forza, quando la mano di Sam gli premette con forza contro il petto.

“Dean.” disse in un sussurro il demone.

Sam strinse gli occhi e poi scosse la testa come a voler riattivare tutto dopo aver sentito il nome di suo fratello.
 “Dean….io credo di aver ucciso….Dean!” confessò Crowley certo che anche lui adesso sarebbe morto.
Sam sembrò congelarsi a quella rivelazione. Il suo cuore si fermò per un attimo. Il respiro gli si bloccò in gola. Le mani anche se ancora ferme sul torace del demone, per bloccarlo, tremarono impercettibilmente. Le gambe, anche.

“Che hai detto?!” e fu appena un mormorio.

“Io…ho…ucciso…Dean.” confessò di nuovo guardando ancora la porta chiusa nell’angolo della stanza.
Sam, senza spiegarsi perché, lasciò la presa che aveva sul demone e guardò quella stessa porta.
Con passi lenti, pesanti e timorosi avanzò verso la stanza chiusa. Mettere la mano su quella maniglia fu un impresa dolorosa. Costringersi ad girarla e ad aprire la porta , fu peggio.

Ma non appena la soglia fu completamente aperta, gli occhi di Sam iniziarono a bruciare.
 
Dean era ancora seduto alla sedia. Legato. Indifeso. Indicibilmente torturato. Vigliaccamente colpito. La testa calata mollemente sul petto. Il sangue che copriva la maggior parte del suo corpo e una parte del pavimento e della sedia che lo teneva prigioniero.
“No…no…no…no..” sussurrò tremante mentre con un gesto disperato si lanciava verso il fratello inerme.

“DEEEAAANNN!!!”

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Capitolo 3
*** 3. ***


“Sam?!” fece la voce di  Cas al cellulare.
“Castiel…dove sei?!” chiese con voce atona e spenta il giovane cacciatore.
“Sono appena stato sul luogo dell’ultimo omicidio. Dean mi aveva detto di raggiungerlo, ma non lo trovo.” rispose.
“Dean…è con me, Cas.”
“Al bunker?!” e la voce era decisamente sorpresa.
“Sì.” Rispose appena udibile.
 
Poi silenzio. Come se il cacciatore non volesse parlare e “l’altro” lo intuisse , concedendogli quel tempo di cui aveva bisogno.
 
 “Cas?” richiamò poi, il giovane Winchester.
“Sì, Sam!”
“Dovresti tornare anche tu, qui. È importante.” e la voce si fece più bassa e incerta.
“Tu e Dean avete trovato qualcosa?” domandò con tono fiducioso.
“Cas…torna al bunker…..per favore.” e la richiesta parve quasi supplichevole.
“Sam, ma che succede?!” fece la voce dal cellulare.
“Cas….lui…Dean…” incerto sull’andare avanti.
“Sam, ma che succede?” alternando appena la voce.
“Dean….Dean è morto!”
 
Dall’altra parte ancora silenzio. Di nuovo.
 
“Sam, ma cosa…”
“Non so chi è stato. Quando l’ho trovato….lui….lui era già ….era poco distante da qui…. E lui… lui…era…era già morto.” riferì infine, in modo decisamente confuso.
“Sam.” e la voce sembrò addolorata anche dall’altra parte del telefono.
“Ascolta , Cas….Fra un po’ accenderò la pira e ….e credo che a lui…avrebbe fatto piacere se tu…se tu fossi …fossi stato qui. Ne ho bisogno anche io…per favore…Cas…vieni! Ho bisogno…di averti qui…Io non …non ce la faccio a farlo da solo.”  e mise giù.
 
Dall’altro capo del telefono, colui che era in ascolto, altro non voleva sentire che un Sam addolorato e disperato che chiedeva di lui e che gli confessava di aver bisogno di lui.
Si infilò in  macchina e si avviò al bunker. Era ancora nella casa in cui aveva colpito a tradimento Dean. Poco distante dal bunker. Quindi non ci pensava nemmeno a perdersi i fuochi d’artificio che si sarebbero portati via per sempre l’unico vero ostacolo che lo separava dal suo obiettivo. Sam Winchester.
 
Quando arrivò al bunker, la porta era aperta, appena socchiusa.
Il finto Cas, entrò e scese e non appena fu nel grande atrio, vide Sam seduto al tavolo.
Una bottiglia di whisky mezza vuota.
Un bicchiere tra le mani, vuoto.
Lo sguardo fisso nel nulla. Una posizione scomposta. L’espressione addolorata o forse feroce o in cerca di vendetta o ancora di una qualche possibile spiegazione. La penombra che gli nascondeva il viso. Gli occhi , perfino in quella semioscurità, erano arrossati e gonfi.
“Sam?”
“Dove sei stato , Cas?” chiese atono.
“Cercavo Dean, quando mi hai chiamato!” rispose pacatamente. “Ma lui non è mai arrivato a quella casa.”
“Lui ci è arrivato, invece. Ma qualcuno lo ha portato via.” fece affranto. “Per fargli questo!” ringhiò facendo scivolare sul grande tavolo, la brillante lama angelica che a questo punto di brillante aveva solo ciò che rimaneva del sangue di Dean ad imbrattarne completamente la lama.
L’angelo seguì con lo sguardo quella lama che scivolava verso di lui e più l’arma gli si avvicinava , più l’odore del sangue del maggiore dei fratelli, gli arrivava forte nelle narici.
E segretamente si esaltò.
E segretamente, prigioniero del suo stesso tramite, il vero Cas, urlava di rabbia e disperazione.
 
 “Dove? Dov’era Dean?!” doveva chiederlo. Cas lo avrebbe chiesto con quel suo tono affranto e costipato.
“In un vecchio casolare , poco distante il Wakonga Lake!” fece riempiendosi un altro bicchiere e buttandolo giù tutto di un fiato. “Io ero qui , immerso in questi stupidi libri e mio fratello veniva massacrato e ucciso a meno di mezzora di strada da qui. Io ero qui….” continuò con più rancore ed esasperazione. “…. al sicuro da ogni male …..mentre lui veniva torturato e massacrato da…..” e solo allora con un gesto rabbioso e violento gettò contro un muro la bottiglia e tutto quello che riuscì a racimolare, per poi cadere di nuovo, sconfitto sulla sedia.
 
Lucifero avrebbe voluto esultare da quello che vedeva, perché era convinto che in quella situazione emotiva, cavolo!, se Sam sarebbe stato vulnerabile. Ma se la stava godendo troppo per far finire tutto in quel momento. Così, cercò di contenersi e si concentrò a mantenere il solito tono di Castiel.
 
“Dov’è tuo fratello….dov’è Dean?!” avanzando ancora, appena un po’.
“ Poco distante dall’entrata secondaria del bunker, c’è uno spiazzo circondato da alberi. La pira funebre è lì.” rispose e per la prima volta, il cacciatore guardò l’angelo. “Dean.. è lì!”
Castiel raggiunse il centro della sala e poi cercò di essere il più convincente possibile.
“Allora andiamo, Sam.” disse con voce risoluta. “Andiamo a dirgli addio. Andiamo a dire addio a Dean e poi torneremo qui e scopriremo chi ha fatto questo. Gli daremo caccia. Lo uccideremo. Tu lo ucciderai…” fece con più decisione. “… e avrai finalmente la tua vendetta! Quella vendetta che hai sempre cercato.” e furono parole talmente strane e dette con un tono talmente freddo, che Sam segretamente, ne provò terrore.
Sam lo fissò un attimo stranito da quelle sue parole così…distaccate. Quasi non fosse di Dean che stavano parlando.
“Come fai a non mostrare…..dolore, Cas?” domandò con tono ferito. “E’ di Dean che ti sto parlando. Di mio fratello. Del tuo migliore amico. E tu…tu..”
Lucifero, capì di aver spinto troppo, ma l’ansia di sbarazzarsi definitivamente di Dean era tanta, così interpretando il più contrito dei Castiel, replicò a quella sofferente accusa del giovane Winchester.
“Chi ti dice che io non stia provando dolore, Sam?” lo fermò. “Chi ti dice che io non stia provando quella che voi chiamate disperazione, nel profondo della mia Grazia?! Lo so che si tratta di Dean. Credimi, lo so. Ma bere e ubriacarmi a me non servirebbe. Stare qui al buio a compiangere chi invece deve essere celebrato non mi serve….” fece, mostrandosi a tratti anche turbato. “Quello che mi serve è dire addio al mio amico. Salutare un’ultima volta l’uomo che mi ha mostrato ciò che da secoli non vedevo più. Quello che mi serve è cercare di convincere me stesso che un giorno ci rivedremo in tempi e posti migliori!” disse ancora e quando vide il giovane che lo ascoltava, soffocare un tremore commosso, seppe di aver recitato bene la parte dell’amico disperato.
“Mi dispiace , Cas!” mormorò Sam e il finto angelo annuì comprensivo.
Il giovane bevve ancora finendo quello che era rimasto nel bicchiere che era scampato alla sua furia e poi si alzò e distrattamente si tastò le tasche. Prima quelle sul davanti, poi quelle di dietro. Poi , di nuovo quelle sul davanti.
“Cosa cerchi, Sam?!” chiese l’altro vedendo quei gesti.
“Il suo accendino. Mi serve il suo accendino…io…io ho bisogno del…mi…mi serve…”
“Sam…” lo richiamò. “Sam…è lì. Sul tavolo!” gli fece notare  “l’amico”.
Sam guardò sul tavolo e vide il vecchio zippo di Dean, che era quello di John prima. Il maggiore non la smetteva di ricaricarlo e l’aveva perfino fatto riparare quando iniziava ad incepparsi.
“Era di nostro padre.” confessò guardando l’oggetto tra le sue mani. “Dean lo ha sempre tenuto con lui. E una volta che avrà fatto il suo dovere per un ultima volta, resterà con Dean per sempre.” fece mentre lo faceva scintillare tra le sue mani.
Il falso Castiel annuì e poi con un espressione che voleva portare conforto disse: “D’accordo, allora. Fagli accendere il suo ultimo fuoco!”
Sam a quell’espressione lo fissò. Sorrise appena, accese la fiammella e sorrise ancora. Poi con un rapido movimento lanciò sul pavimento  l’accendino e in meno di un secondo, un possente cerchio di fuoco sacro circondò l’arcangelo traditore.
“E fuoco sia, gran figlio di puttana infernale!” fece con disprezzo Sam, allontanandosi appena dal cerchio sacro.
“Ma cosa….cosa….Sam che cosa fai?!” chiese allarmato e sorpreso.
 
“Ciao, Lucy! Sono a casa!!” fece la voce di Dean alle sue spalle.

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Capitolo 4
*** .4. ***


Nel casolare a Cawker City….

“DEEAAANNN!!” gridò disperato Sam che si gettò letteralmente accanto al fratello legato alla sedia.

Dean sobbalzò appena alle attenzioni del minore. Deglutì nauseato saliva e sangue e poi si sforzò di alzare lo sguardo sul fratello accoccolato accanto a lui che con gesti ansiosi lo liberava dalla sedia.
“Sta’ calmo, Sammy. Sono ancora qui, fratellino. Ma onestamente….. vorrei essere su una spiaggia.. a prendere il sole in questo momento….con una bella birra ghiacciata al mio fianco!” trovò la forza di ironizzare mentre con movimenti quasi isterici , Sam lo liberava definitivamente e lo aiutava a spostarsi da quella stanza, tenendogli premuto un fazzoletto sulla ferita al fianco, che sembrava quella più grave.
“Ma cosa….Crowley….Crowley mi ha detto che ti aveva ucciso…che lui…”
“Credimi, nelle condizioni in cui adesso è quel figlio di puttana, non si rende nemmeno conto di chi è in realtà.” spiegò ansimando a causa del dolore, Dean.
“Ma che significa? “
“Era sotto un incantesimo di doppia volontà!”
“Doppia volontà? Ma è un incantesimo potente!” convenne Sam che si vide addosso lo sguardo stranito e sorpreso del fratello maggiore.
“Ma cos’è? Gli opuscoli “Incantesimi più potenti del mese” arrivano solo a te o cosa?!” domandò sarcastico ricordando la presa in giro di Lucifero.
“No, è che io leggo anche libri senza le figure, Dean.” lo provocò Sam, aiutandolo ad alzarsi, dopo avergli messo un fazzoletto sulla ferita al fianco.
“Stronzo!”
“Fesso!”
“Ok! Fammi uscire di qui e ti dico tutto.” fece , sconfitto, Dean.
 
Quando i due tornarono nella stanza in cui, un ancora spaesato Crowley, si guardava in giro, sperduto, Sam aiutò Dean a sedersi su una vecchia poltrona.
“Ok! Ascolta Sam. Cas non è Cas.” Rivelò il maggiore.
“Cosa?” fece confuso.
E Dean gli raccontò tutto. Della gabbia, di Rowena morta, del sì di Castiel e della motivazione per quel sì. Del piano di Lucifero per il mondo e su Sam stesso.
“Non possiamo permettere che vada avanti con il suo piano, Dean!” fece allarmato il giovane cacciatore.
“Ci puoi contare che non lo permetteremo. Ci riprenderemo Castiel, rispediremo all’Inferno Lucifero, cercheremo di rimettere il catenaccio anche ad Amara e salveremo il culo a questo mondo una volta ancora.” e poi guardando il minore che ancora si affaccendava sulle sue ferite. “E lo terremo lontano da te, Sammy. Lo giuro!”
“Lo so, Dean. Lo so!” convenne complice.
 
Poi il maggiore, guardò alle spalle del fratello e vide Crowley ancora leggermente scombussolato.
“Ehi, tu. Bambino sperduto!!” lo richiamò. “Vieni qui e vedi di rimettermi a posto. Se ci riesce un mezzo angelo, di certo anche tu puoi fare qualcosa. E’ il minimo dopo il modo in cui mi hai ridotto!” lo ammonì.
Crowley si avvicinò cautamente e si chinò verso Dean, ma non appena una sua mano fece per sfiorarlo, la presa forte di Sam, gli bloccò il polso.
Il giovane cacciatore lo fissò feroce e appena sibilando lo minacciò.
“Attento a quello che fai, Crowley. O sarà l’ultima cosa che farai. Ci siamo capiti?!” lo avvertì mentre con un movimento veloce gli piazzava il coltello di Ruby alla gola.
Il demone annuì e concentrandosi, toccò la spalla di Dean.
Qualche momento dopo , la maggior parte delle ferite dal corpo del cacciatore erano scomparse. Ma non tutte e quelle più importanti continuavano comunque a far male.
“E’ il meglio che sai fare?!” fece seccato Dean.
“Nelle condizioni in cui sono, in cui mi ha ridotto l’incantesimo di Lucifero è già tanto!” replicò visibilmente sfinito il demone.
“Sei ancora sotto l’effetto dell’incantesimo?!” volle assicurarsi Sam, tenendogli ancora il pugnale puntato contro.
“No, credo…penso di no. Il fatto di aver resistito e di non aver ucciso Dean, deve avermi…svincolato!” riflettè il demone.
“Credi? Pensi? Ne sei fuori o no??!” lo incalzò Sam minaccioso.
“Sono fuori. Sono fuori!!” fece con più convinzione il demone.
“Ok!” fece Dean che si tirò su da solo, anche se vide Sam, pronto al suo fianco, a prenderlo se ce ne fosse stato bisogno. “Resta qui, e se lui torna… vedi di recitare bene la tua parte!”
“Cosa devo dirgli?!” domandò Crowley.
“Che hai obbedito e Dean Winchester è passato alla storia!” riferì, cercando di ignorare lo sguardo atterrito di Sam che aveva ascoltato a quale sorte era scampato il fratello.
“Voi cosa farete adesso?!”
“Vediamo di rimediare, almeno in parte, a questo gran casino!” rispose Dean.
“Se non torna e non avrò notizie da voi entro domani, tornerò all’Inferno a dare un occhiata. Se lui non è lì, mi darò da fare.” Riferì Crowley.
“Che intendi?!” chiese Sam non proprio convinto su quel darsi da fare.
“Ero imprigionato ma non sordo. Lucifero ha perso parecchio vantaggio sui demoni. Erano perplessi, scontenti, disorientati. I demoni vogliono essere comandati, guidati, puniti e lui non lo faceva, troppo distratto dall’essere tornato all’aria aperta.” spiegò. “Quindi vedrò di racimolare più seguaci possibili, con le buone o con le cattive che credo faranno più effetto.”
“Fa’ come credi. Ma tieni gli occhi aperti!” fece Dean.
“Preoccupato per me, Dean!?” fece sarcastico il demone.
“Affatto. Ma ho un conto in sospeso con te , stronzo. E voglio riscuotere prima che Lucifero ti faccia la pelle!” lo rassicurò sprezzante e andò via con Sam.
 


Nel bunker….

Lucifero, ormai scoperto, guardò con occhi infuriati appena dietro di lui, da dove la voce del cacciatore “redivivo” gli era giunta. Poi lo vide muoversi e lentamente lo vide raggiungere Sam, che era rimasto fermo nella sua posizione.
“Errore mio!” ammise con aria colpevole, guardando Sam. “Avrei dovuto chiederti come eri arrivato a Dean! Ma ero così colpito dalla tua disperazione…” virgolettando la parola . “…e quegli occhi arrossati fino alle lacrime!” ammise con un sorriso amaro sulle labbra strette fino a sbiancare.
“Cominci a perdere colpi, Lucifero!” replicò il giovane Winchester, mostrandogli una semplice boccetta di mentolo che poi gettò sul tavolo.
“Per essere cibo per pesci , mi sembri abbastanza forma!!” ironizzò poi, verso il maggiore e notando però, che Dean ancora si teneva il fianco.
“A quanto pare il nostro caro amico Crowley aveva delle priorità che tu hai sottovalutato!” gli fece presente Dean.
“Stupido demone inutile!” ringhiò l’arcangelo. “Fammi indovinare la battuta ad effetto : “Sei il prossimo sulla lista di Lucifero”, giusto?”
“Sai, Crowley ha qualche problema con le liste. Le detesta. E’ così che l’ho fregato anche quando ho avuto a che fare con Caino!” rammentò il cacciatore.

Lucifero strinse con fare scocciato le labbra. “E’ proprio vero. Se vuoi un lavoro fatto bene, fattelo da solo.”

“Non sai quanto è vero!” fece Sam.
“Già. Vuol dire che la prossima volta ci penserò io a farlo a pezzi!” provocò verso il maggiore dei fratelli e poi guardando il minore: “Così non avrai bisogno di quella per piangere quello che resterà di tuo fratello!” indicando la boccetta sul tavolo.
“Non ci sarà una prossima volta, stronzo!” e la voce di Sam si fece più alterata.
“Wow!!! Sammy, Sammy, Sammy…..vedo che il giovane Skywalker è ancora dentro di te!!....magnifico. Davvero magnifico!” lo stuzzicò.
“Ok! Vediamo di finirla con questa cosa da viale dei ricordi. Lascia Castiel, figlio di puttana. Ridacci il nostro amico e forse tornerai nella gabbia tutto di un pezzo!” lo minacciò Dean.
“E come credi di fare, mio stupido stupido amico!?” sogghignò Lucifero. “Questo cerchio di fuoco sacro non mi terrà bloccato ancora per molto e lo sai cosa succederà quando potrò uscire da qui?!” lo provocò mimando qualcosa che avrebbe stritolato tra le mani.
“Abbiamo ancora tempo.” fece Sam e un attimo dopo battè la mano su un sigillo apposto sul muro accanto a lui e lo stesso fece Dean con quello che c’era sulla colonna al suo fianco.

Il sigillo si illuminò incandescente come lava. Lo stesso sigillo che tempo addietro Dean aveva usato o che avrebbe dovuto usare per parlare con un Sam soggiogato da Gadreel.
Lucifero vacillò all’interno del cerchio sacro e dopo alcuni momenti, restò piegato con le mani che poggiavano sulle ginocchia come a volersi sostenere.

“Cas?!” lo chiamò tentennante Dean.
“Castiel?!” replicò Sam, vedendo che l’essere, comunque angelico, restava immobile al centro del fuoco.
“Dean?...Sam?...” fece la voce familiare dell’angelo. Del vero angelo.
“Oddio, Cas. Sei tu?” si preoccupò Dean avanzando appena verso il fuoco, ma prontamente fermato da una mano di Sam che ne voleva essere davvero sicuro. Era comunque di Lucifero che si trattava.
“Sì, Dean. Sono io. Ma cosa….cosa credete di fare? E’…è pericoloso quello che state facendo…..il fuoco non lo tratterà a lungo e vi ucciderà quando riuscirà a svincolarsi…andate via….andate via prima che…” sembrava pregarli disperatamente, poi all’improvviso la sua espressione mutò e divenne decisa e convinta. “No!, aspettate!”
“Cosa…cosa c’è Cas!?” fece Dean ansioso di sapere.

“Uccidetemi!”

“Cosa??!” fecero all’unisono i due fratelli.
“Uccidetemi. Avete la possibilità di uccidere Lucifero, ora, adesso.  Attraverso me. Lui è dentro di me. La lama angelica funzionerà su di lui come funziona su ogni angelo!” li esortò a sbrigarsi.
“Sì, ma ucciderà anche te e non stiamo facendo questo per essere noi quelli a farti fuori!” lo rimproverò Dean.
“Uccidimi Dean!!!” gridò ancora e poi guardò verso Sam, sperando che la mente pragmatica del più giovane avesse il sopravvento su quella più istintiva ed a volte più emotiva del maggiore.  “Ascoltami, Sam. Lucifero mi ha ingannato. Gli ho detto di sì perché mi aveva detto che avrebbe sconfitto l’Oscurità. Ma da quando ha preso possesso di me, non ha fatto altro che uccidere e ingannare. Chiunque e ovunque. Ora, ora …potete fermarlo. Potete eliminare dalla scacchiera almeno uno dei vostri avversari. Per favore…per favore non fare che il mio tentativo di compiere il bene, si riveli un fallimento. Sai che ho ragione…ti prego. Uccidetemi! ORA!!” disse ancora.

Sam lo guardò e sapeva che l’angelo aveva maledettamente ragione. Sapeva che se uno dei due avesse oltrepassato quella linea di fuoco e l’avesse trafitto , lui non avrebbe opposto resistenza e così guardò Dean, che spaesato, ascoltava quella conversazione assurda. Quella richiesta di una sorta di suicidio assistito.
“Sam…tu non vorrai….” balbettò appena il maggiore.

Sam guardò ancora l’angelo e poi il fratello e poi il fuoco davanti a lui.
“Cas ha ragione….” convenne il giovane cacciatore. "E' la cosa giusta da fare!"

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Capitolo 5
*** .5. ***


“Cas ha ragione….” fece Sam, fissando l’amico angelo.

“Cosa?!” esclamò inorridito Dean che non avrebbe mai creduto che il fratello sarebbe stato in grado di un gesto simile.
“Cas ha ragione, ma questo non significa che faremo quello che dice!” asserì, poi, guardando Dean. E poi tornò a guardare l’angelo. “Tu non morirai. Nessuno morirà. Ho perso già troppi amici. Non ne perderò altri!” fece risoluto Sam.
“Sam..noooo!!” cercò di fermarlo e di richiamarlo Castiel, mentre vedeva anche Dean seguirlo verso uno scaffale poco lontano da loro.

“Sam, che vuoi fare? Che hai in mente?!” chiese Dean.
“Quando siamo usciti dalla gabbia , abbiamo portato via a Rowena tutto. Il libro dei dannati, il codex e anche il suo quaderno degli appunti.” gli ricordò Sam, frugando tra quei libri impolverati che facevano solo da copertura a qualcosa di più antico e potente.
“Ma Sam , non abbiamo tempo per tradurre l’incantesimo. Rowena sapeva dove guardare e dove leggere. Noi non…” cercò di fargli presente Dean, che teneva d’occhio il cerchio assicurandosi che le fiamme non si affievolissero troppo.
“Ma abbiamo il suo quaderno.” lo fermò Sam, fiducioso.
“Il quaderno…” ripetè Dean. Aveva capito le intenzioni del minore.
“Lì sopra c’è l’incantesimo che ha Rowena usato per rispedire Lucifero nella gabbia e che avrebbe funzionato se Cas non gli avesse detto di si , esatto?” fece Sam.
“Sì, è così. Ma noi, però, non siamo in grado di aprire la gabbia. Che….”
“No, ma se Castiel lo spinge dall’interno e noi dall’esterno, Lucifero sarebbe costretto abbandonarlo. E’ comunque un angelo che viene rifiutato dal suo tramite e non avendone un altro, dovrà darsi da fare in giro per il mondo perché qualcuno gli dica di sì. E oggi come oggi non è più così facile avere… compassione per il diavolo!!” fece sorridendogli fiducioso.
“Mi piace quando citi i grandi del rock, fratellino. Ok! Facciamo il culo a Lucifero!” lo assecondò Dean e tornò dall’amico angelo per metterlo al corrente.
 
“E’ una follia, Dean. E’ una follia. Non funzionerà e lui vi ucciderà!” cercò di farlo ragionare Castiel, ancora convinto di doversi immolare definitivamente per la causa.
“Ora stammi a sentire, Cas. Lo sai, ci conosci, e fin quando c’è una strada che possiamo tentare, noi la tentiamo. Soprattutto se è della pelle di un amico che stiamo parlando. Specie se quell’amico sei tu.” confessò il cacciatore.
“Dean, io…..io ho fatto un casino….ancora…” provò a giustificarsi Castiel, sentendosi fortemente in imbarazzo.
“Ascoltami!! Quando avremo finito qui e ci saremo liberati di Lucifero, ne avrai di tempo per cospargerti il capo di cenere. Ora, devi solo concentrarti e quando sarai di nuovo lì dentro, combattilo più che puoi, lotta con tutta la forza che puoi, ma spingilo fuori da te. L’incantesimo che sta preparando Sam, farà il resto.” volle rassicurarlo.
“Dean…”
“Castiel, per favore!” sussurrò l’uomo e l’angelo sapeva quando era dura per Dean mostrare quella debolezza , soprattutto quando lo chiamava “Castiel”. Capì che in quella supplica, c’era la tacita speranza di non voler perdere nessun altro.
“Lotterò. Te lo giuro!” disse infine l’angelo.

Un attimo dopo vennero raggiunti da Sam che aveva tra le mani una ciotola con gli ingredienti che sarebbero serviti per l’incantesimo e il quaderno di Rowena.
“Ok, Cas! Ora ascoltami. So che è strano che sia io a dirti una cosa del genere. Ma credimi so che cosa stai passando. So che stare lì dentro mentre è lui al comando è straziante.” fece Sam ricordandosi quando lui accettò ad essere il tramite di Lucifero ai tempi dell’Apocalisse.
“Lo è.” ammise avvilito, Castiel
“Già. Ma una volta che sarai di nuovo in quella sorta di inferno, puoi combatterlo, puoi resistergli, credimi.” lo incoraggiò il giovane. “Io l’ho fatto e di certo puoi farlo anche tu, amico!”
“Come, come posso fare?!”
“Aggrappati a qualsiasi cosa lui non possa portarti via. Un volto, un luogo, un ricordo, un’emozione…qualsiasi cosa. E poi sputa fuori quel figlio di puttana infernale!” fece cercando di rassicurarlo.
“Tu a cosa ti sei aggrappato?!” chiese Castiel, preoccupato di non avere un simile “background” a cui aggrapparsi.

Sam non rispose, ma si limitò a guardare il fratello al suo fianco.

Castiel comprese e capì a quali volti si sarebbe dovuto tenere, a quali ricordi, a quali emozioni…Quelle, Lucifero non poteva portargliele via.
“Ok! Facciamolo!” fece l’angelo tornando al centro del cerchio di fuoco sacro.
 
I due fratelli si spostarono appena. Dean versò gli ultimi ingredienti nella ciotola e poi accese le candele. Sam recuperò la formula dell’incantesimo e la lesse attentamente per essere sicuro di non sbagliarla.
Il maggiore fece appena in tempo ad accendere l’ultima candela che, i due , videro Castiel gemere e piegarsi in due. Un attimo dopo, un sorriso sghembo apparve sul volto dell’angelo e due occhi di brace sembrarono illuminargli il viso.
“Pronti a morire, ragazzi?!” fece con quella voce che non era più di Castiel.
“Non ancora , figlio di puttana!” ringhiò Dean e poi sperando che l’amico angelo lo sentisse, ovunque lui fosse, gridò: “Ora, Castiel. Ora!!”
Lucifero anche se non capì quell’esortazione, avanzò deciso verso il maggiore dei Winchester che era quello più vicino , ma non appena stava per oltrepassare il cerchio, qualcosa lo bloccò. Una forza quasi disperata che spingeva dal suo oscuro interno , che gridava furiosa e guerriera di voler riconquistare la sua libertà.
“Castiel…non è il momento…per fare i capricci….fratello!” ringhiò mentre cercava di tenere a bada l’angelo prigioniero dentro di lui. “Smettila di… gridare e di puntare…i piedi!” sembrava provare a sottometterlo ma nonostante tutto, quell’essenza reclusa in lui, non smetteva, anzi, si esasperava con ancora maggior vigore.

In quello stesso momento, Sam iniziò il rituale.
Si incise il palmo della mano e sputò nell’altro, esattamente come c’era scritto sul quaderno e come evidentemente aveva fatto anche Rowena. Battè insieme le mani e con voce forte gridò:

“  ANAN AVAR KARVAK !” 

Un grido furioso e rabbioso , sfuggì dalle labbra di Lucifero che poi erano le stesse di Castiel.
“Nooooo!!!” inveì l’arcangelo mentre cercava ancora di oltrepassare il fuoco sacro, ma nel momento esatto che cercò di farlo, l’ennesimo attacco di Castiel lo sconfisse del tutto e Lucifero , in un lampo di grazia immeritata, abbandonò il tramite di Castiel, rendendolo al suo legittimo proprietario.
 Il fuoco si spense immediatamente dopo e Castiel crollò esanime a terra.
 
I due fratelli gli corsero vicino per aiutarlo e quando, lentamente, gli videro aprire gli occhi , tirarono un sospiro di sollievo.
“Dov’è? Lui dov’è?” fu la prima cosa che domandò l’angelo, preoccupato.
“A caccia, oserei dire!” rispose Dean che, insieme al fratello, lo afferrarono per le braccia e lo aiutarono a rimettersi in piedi.
“Come stai, Cas?!” domandò premuroso Sam.
Castiel , per un attimo chiuse gli occhi, come se si stesse assicurando che ogni parte della sua essenza e della sua grazia fossero esattamente dove e come dovevano essere.
“Sto bene, Sam. Grazie a voi, sto bene!” lo rassicurò con una di quelle sue espressioni mezze angeliche e mezze umane che ancora non riusciva a comandare.

Dopo un breve momento di silenzio, fu Dean ad agire.
Con un deciso scappellotto, il cacciatore, colpì la testa dell’angelo che lo fissò perplesso , così come Sam.
“Ma cosa…” fece appena.
Dean lo fissò severo.
“Questo, è per aver detto di sì a Lucifero. Anche se con buone intenzione.” e prima che l’angelo potesse spiegare da sé, quelle buone intenzioni, Dean lo colpì ancora e un po’ più forte.
“Smettila, Dean!!” si lamentò l’amico.
“Questo, è per averci chiesto di farti fuori come se avessi chiesto un'altra birra al bar!!” lo rimproverò ancora.
“Avreste fatto fuori il diavolo, Dean. Prova a comprendermi!” cercò di giustificarsi Castiel.
“No, non voglio comprendere. Non una cosa come questa. Io e Sam ammazziamo mostri e tu…per quanto ora ti senta un mostro, non lo sei. Sei solo uno che ha fatto un gran casino. E pensa un po’?!…Hai di fronte due degli emblemi dei gran casini soprannaturali.” e poi fissando il fratello che lo guardava sbalordito per quelle affermazioni, precisò: “Senza offesa , Sammy!”
“No, figurati. Io lo avrei detto solo in modo diverso, ma va bene comunque!” convenne il minore , sorridendo appena.

Castiel annuì e accettò il rimprovero. Anche quello fisico.
“Che si fa adesso?!” chiese poi, pensieroso.
I due fratelli si guardarono e scambiandosi un veloce sguardo di intesa, annuirono a vicenda.
“Ci rimettiamo a lavoro. Cerchiamo Amara e teniamo gli occhi aperti in caso Lucifero trovi un nuovo passaggio. Infondo se il diavolo cammina sulla terra, tra gli uomini, non può passare inosservato a lungo!” suggerì Dean.
“Prima o poi farà qualcosa che lo metta di nuovo sul nostro radar!” fece Sam. “Ma nel frattempo…ben tornato, Cas!” disse sinceramente sollevato.
“Già!!” si accodò, Dean. “Ben tornato, gran casinista di un angelo!!”
 

Scampati all’ennesimo attacco del male, i tre si spostarono dalle grande sala, insieme.
“Sai, Dean…” fece l’angelo. “Sei stato molto …paterno….poco fa!”
“Come scusa?!” esclamò Dean, mentre Sam se la rideva sommessamente.
“Sì, il rimprovero, l’esortazione a reagire, perfino gli scappellotti. Saresti un ottimo padre!” asserì con decisione.
“Ehi! ho fatto da padre a Sam , il che è un impresa di notevole impegno!”
“Ehi!!” si lamentò Sam, offeso ma divertito.
“Perciò credo che riuscirei a fare da “padre” anche un moccioso con l’impermeabile di Colombo!” ironizzò. “Anzi, sai che ti dico? Che se vuoi vedere l’ultima stagione di “The Wire”, rimetti a posto il casino che c’è di là. O col cavolo che ti lascio accendere Netflix!”
“Ma è l’ultima stagione!!” si lagnò l’angelo.
“Fa’ brillare di nuovo quel parquet e ne riparliamo!”
“Andiamo Dean!” provò ad intercedere Sam.
“Tu sta’ zitto, Sammy. O le Cenerentole diventano due!!”
“Chiaro!!” fece il giovane alzando le mani in segno di resa. “Cas, c’ho provato, amico! Buona fortuna!!!”

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