L'unico sole è nei tuoi occhi

di Kore Flavia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Until dawn ***
Capitolo 2: *** The light from one ***



Capitolo 1
*** Until dawn ***


Note d'autrice: Eccomi con la terza storia in questo fandom e questa volta è persino una Raccolta, cosa sarà successo mai? 
Questa è la Yukino!Centric e ambientata di notte, non ho vere e proprie spiegazioni da darvi in realtà, perciò vi lascio direttamente alla storia ^^
Bye bye
Kore



Until dawn
 
Yukine aveva sempre avuto paura del buio, l’aveva evitato, aveva tremato alla vista del cielo oscurarsi, aveva chiuso gli occhi sperando che, una volta riaperti, davanti a lui ci sarebbe stato il sole. Aveva stretto i pugni, aveva digrignato i denti, aveva resistito. Aveva resistito all’ennesimo buio, all’ennesima oscurità calata ed ogni volta pensava che quella sarebbe stata l’ultima volta. Era stato certo che non sarebbe più riuscito a superare un’altra notte, un’altra soffocante e claustrofobica assenza di luce.

Si rigirò nel caldo della giacca, sospirando per il freddo dell’ombra.

Era stato certo di non riuscir più a svegliarsi, di non riuscire più a muoversi, non riuscire più ad osservare la rassicurante figura del sole. Non riuscirne più a sentirne il calore, la dolce carezza che ogni mattina lo risvegliava da quel terrore. Da quella sensazione di perdita, di desolazione e abbandono, che lo destava in un nuovo giorno. Un nuovo giorno in cui sarebbe riuscito a sopravvivere, con un poco di coraggio in più, con un poco di forza in più.

Una figura scura corse sulla parete, che fosse Nora? Udì una risata e fu certo che provenisse da Yato. Si sentì sicuro. 

Con l’alba non doveva più temere nulla, non ne aveva bisogno, perché con l’alba Yukine sarebbe stato bene, avrebbe avuto accanto Hiyori, avrebbe avuto accanto Yato. Con l’alba non sarebbe più stato solo, perché con il sole a scaldargli il cuore sarebbe andato tutto bene. Anche se era morto, anche se di amici ne aveva ben pochi, anche se un’altra notte sarebbe arrivata. Anche se per un’altra notte avrebbe sentito l’angoscia salirgli in gola, bloccargli il respiro. Anche se avrebbe nuovamente boccheggiato alla vista del sole scomparire all’orizzonte.

Il cuore gli si strinse appena la luce dell’altra stanza si spense e, sotto la fessura della porta, non arrivò altro che tenebra.

Solo la prospettiva di un sole più luminoso, di un giorno più incantevole di prima. Di un combattimento assieme ad Hiyori e Yato, di un’altra difficoltà superata. Di un’altra risata condivisa assieme a loro, di un altro pianto, lo tranquillizzava in una notte tanto buia, in qualsiasi notte, poiché di loro aveva bisogno, come aveva bisogno della luce ad illuminargli il cammino, la luce del dolce sole che da tempo sembrava essersi raffreddato. Il calore che solitamente lo rassicurava sembrava non arrivare più, sembrava bloccarsi a mezz’aria, tra le fronde degli alberi, tra i rivoli di ruscello e seppur il calore non gli arrivasse più a lui stava bene così. Gli bastava osservare il sole, vedere i suoi amici e si sarebbe sentito al sicuro.

Al di fuori della finestra le alte pareti dei palazzi prendevano il colore rossastro dell’alba. I primi uccelli sbucarono tra le rami degli alberi intorpiditi. I primi rumori dei camion della spazzatura arrivarono alle sue orecchie. Il terrore della notte si allontanarono assieme alle ombre. Yukine respirò e si senti bene. Era arrivata l’alba. 

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Capitolo 2
*** The light from one ***


Note d'autrice: Salve! Questa è una storia su Bishamon con accenni alla Bishamon/Kazuma.
Se voleste recensire mi fareste molto felice, io provvederò a rispondervi appena possibile. *^*



The light from one
 
 
Bishamon si rigirò tra le candide e calde coperte, il chiarore del sole a rischiararle le lunghe ciocche di capelli biondi con una carezza debole, timida. Il cuscino si ricoprì in poco tempo di ombre e luci che giocavano a rincorrersi e che continuarono a giocare in tutta la stanza della dea. Le labbra chiare si piegarono in una smorfia di fastidio e la donna nascose il proprio volto sotto le coltri lasciando qualche ciocca bionda preda della luce.
Non aveva mai amato la mattina, la luce che filtrava dalle ampie finestre era conturbante mentre dipingeva quelle lunghe ombre sul terreno. Bishamon doveva ammettere a se stessa che quelle lunghe ombre la spaventavano, come poteva angosciarla l’idea di un altro giorno, un altro giorno dalle lunghe ore, dal grande calore solare, scandito dalla fatica, dal dolore. Per lei l’unico momento di pace era composto dai momenti sereni passati con Kazuma e con i suoi Shinki e la notte. La notte in cui ogni suo pensiero spariva, vorticava, si trasformava in sogni.
-Viina. – La voce di Kazuma esplose in quel silenzio, tra quelle luci e quelle coperte. La dea si stirò come una gatta ancora nascosta nel letto. L’idea d’alzarsi non la allettava, come non le allettava l’idea di affrontare quella forte luce che prima l’aveva ferita. Una luce cattiva e violenta che si abbatteva sulla sua pelle bianca ogni mattina, trapassando come lame l’armatura di stoffa. Ma qualcosa in quella voce maschile, calda e rassicurante le diceva che doveva alzarsi. Se non per lei, per loro, per lui. Per incontrare i suoi occhi verdi, quegli occhi che avevano sempre visto per lei, guidandola a prendere scelte giuste.
Senza di quella voce e di quegli occhi probabilmente lei sarebbe già morta svariate volte.
E fu solo grazie a quella voce che si alzò, ferita e martoriata dalla luce e dalla prospettiva di una nuova giornata, ed era sempre grazie a lui che si faceva violenza levandosi da quel letto e da quelle protezioni morbide.
Ma lei alla fine si scopriva felice di aver preso quella decisione, quella di seguirlo come sempre, di guardarlo con tenerezza ed  a essere fiera di lui, di scoprirsi a stimarlo più di quanto non facesse con se stessa.
Era lui ad averla sempre protetta, non era mai stato il contrario e, se lui non lo sapeva, lei ogni mattina, ad ogni addio verso quel letto, si girava grata verso di lui. 

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