Nel 2550 della Terra era rimasto quasi nulla.
Un ammasso di macerie e terra secca da una
parte e una fitta
boscaglia con nuove e splendide erbe dall’altra.
Monti più alti e fiumi più profondi….ma i
monti erano fatti
di rocce nuove e sconosciute e l’acqua era violacea. Le
piante stesse avevano forme mai viste prima
e sapori e odori nuovi, a volte letali.
Tutto questo nacque per così dire
all’improvviso, quando nel
2540 ci fu un’esplosione talmente forte da colpire ogni angolo sulla
Terra. Il
materiale in questione era una combinazione chimica di acidi e composti
complessi, il cui scopo sarebbe stato quello di fornire energia di
qualunque
genere a chiunque, sempre, costantemente.
Allora si parlava di una forma nuova di
energia, una che può
essere convertita all’istante in ciò che più ti serve: energia
elettrica,
eolica, geotermica, persino quella solare e persino la gravità stessa.
Qualcosa però andò storto e la Niavally (così
si chiamava la
sostanza in questione) provocò un boato che assorbì ogni cosa in una
nube
bluastra. Nessuno morì, o forse tutto, per come il mondo era stato
conosciuto
fino a quel momento.
Le persone si guardarono le une con le altre:
tutto sembrava
ovattato nell’istante dell’esplosione, ed un’immensa gravità circondò
tutti.
Chi era vicino ad un animale ne prese alcuni geni in una sorta di
combinazione
genetica che portava alla nascita di un ibrido. Questi, venivano
chiamati
“ibridi doppi” in quanto erano la fusione di due sole entità ed erano
considerate innocenti, perché fondamentalmente semplici. Si sapeva come
una tigre
poteva reagire alla carne e si sapeva che un paio di catene e la
razionalità
dell’uomo avrebbero equilibrato la reazione. Nessun cambiamento
radicale dal
punto di vista dei geni stessi: l’uomo presentava alcuni geni umani e
altri
animali ma entrambe le categorie rimanevano inalterate in esso,
conservandosi
così com’erano, pur imparando a convivere nel nuovo corpo.
C’erano però persone a cui capitò la stessa
cosa con più
animali contemporaneamente…questi esseri, i cosiddetti “ibridi
multipli” erano
qualcosa di assolutamente nuovo: nel momento in cui l’uomo veniva a
contatto
con molti altri geni animali, l’ibrido non si limitava a conservare le
caratteristiche di molti esseri, ma fondeva insieme più geni e ne
nascevano
alcuni mai visti prima. Geni nuovi, geni sconosciuti e imprevedibili.
Prima dell’esplosione non c’era stato alcun
preavviso per
nessuno, tranne per chi conduceva l’esperimento stesso: un certo Harry
Norton
fece in tempo ad avvisare tutti i maggiori Capi di Stato del pericolo e
solo
loro riuscirono a mettersi in salvo uscendo dall’atmosfera terrestre
con uno
shuttle, dirigendosi verso Marte.
Per tutti gli altri, non ci fu nulla da fare:
divennero
tutti ibridi.
Dopo aver a lungo studiato i nuovi abitanti
della Terra con
i nuovi mezzi tecnologici, i Capi di Stato decisero di fondare la
M.G.U. (Mars.
Great.Union) e presero la decisione di trasportare tutti gli ibridi
doppi su
Marte, in quanto non erano considerati pericolosi, sarebbero riusciti a
domarli.
C’erano però queste nuove razze, che creavano
confusione: un
giorno uno dei membri della M.G.U. vide una donna bellissima, con la
pelle
dorata scagliata di verde e i capelli bianchi, lunghi fino alle
caviglie che si
aggirava splendida e famelica per i boschi. Era un essere aggraziato,
magro e
flebile come un soffio di vento. Ella cantava mentre camminava e
sembrava
intonare una ninna nanna di una dolcezza infinita, tanto che l’uomo
pensò
immediatamente di mandare uno shuttle anche per lei. Nel momento stesso
in cui
aveva deciso di fidarsi a pelle di quella creatura mistica, ella balzò
in uno
stagno, spalancando le fauci in un ringhio acuto e i suoi capelli prima
bianchi
e scintillanti si avvolsero forti intorno ad una piccola preda che come
l’uomo
era rimasta incantata dalle movenze e dalla musica di lei.
La creatura meravigliosa le staccò la testa
senza esitazione
e ne bevve in sangue: l’uomo smise di osservarla e si sentì uno sciocco
per
averle dato fiducia immediata.
Per 10 anni i membri della M.G.U. osservarono
le razze, ma
ne venivano sempre fuori nuove sfaccettature: erano impossibili da
conoscere
totalmente e aleggiava la segreta paura che nascondessero la ferocia
sotto i
musini docili. Inoltre, la Terra era troppo grande e dispersiva e non
si
riuscivano a tenere sotto controllo gli esseri senza perderli di vista.
Da qui nacque l’idea di creare un
osservatorio più grande su
Marte e di limitare la zona abitabile della Terra ad un solo
continente: la
vecchia “America”.
Nel nord era tutto secco e brullo per chi era
abituato a quel
genere di clima, al centro invece era medio caldo e in basso
decisamente
freddo: si potevano accontentare tutti. E così la M.G.U. mandò un
messaggio sulla
Terra e avvisò tutti coloro che erano interessati ad una nuova casa, a
recarsi
nel Continente dove si sarebbe tenuto questo “gioco”.
In pratica, le varie razze avrebbero dato
prova di chi
erano, della loro natura a contatto con gli altri, con altre razze. Non
c’era
nessuna sfida in particolare, bisognava solo farsi conoscere dagli
“osservatori” e guadagnare la fiducia della M.G.U. che in cuor suo
sperava di
poter tenere sotto controllo tutti quegli esseri e trovare razze buone
e degne
di vivere con loro.
Ogni razza sarebbe stata costretta a
comunicare con le altre
in quanto un solo continente sarebbe risultato “piccolo” e ci sarebbero
sicuramente
stati contatti fra ibridi di tutti i generi.
L’idea iniziale era quella appunto di
“premiare” le razze
che avevano dimostrato intelligenza, innocenza, spirito di gruppo e
bontà e di
portarli su Marte.
Gli ibridi furono contenti di questa
iniziativa: la Terra
era sempre e comunque scarsa di ogni cosa e invece Marte era nuovo e
ricco. Si
raggrupparono tutti in “America”, ma ben presto le cose precipitarono:
la
M.G.U. si rese conto che nonostante avesse limitato lo spazio, ce n’era
sempre
troppo; non riusciva a farsi bene
un’idea di ogni singolo essere. Alcuni sembravano tranquilli, ma di
nascosto
tendevano ragnatele e intrappolavano le prede, facendo prevalere
l’istinto
animale che la voglia di andare su Marte.
Non c’era speranza: non c’era modo di
conoscere per bene gli
ibridi multipli.
A meno che qualcuno non avesse vissuto con
loro.
Nel 2550, mese di gennaio, la M.G.U. aveva
arruolato un
“ibrido doppio” dotato di coraggio e astuzia, geni ereditati da un
leone.
Si chiamava Seed Bromwell e avrebbe vissuto
sulla Terra,
dopo 10 anni che viveva su Marte. Lo voleva fare perché aveva perso sua
moglie
Valery dopo l’esplosione e sapeva per certo che non era su quel pianeta
con
lui.
Seed Bromwell voleva trovarla e portarla con
lui…e voleva
anche rendere un servizio a tutto il genere umano. O meglio…. Il genere ibrido.
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