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di tylersanchor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo quinto ***
Capitolo 6: *** Capitolo sesto ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo ***


Maneggiare con cautela: questa storia è una STHEO as known as Stiles e Theo. Stiles e Theo insieme, come coppia. Niente Derek, niente Stydia, se la coppia non vi piace è il momento di chiudere e farsi un bagno nell'acqua santa. La storia è ambientata in un ipotetica sesta stagione, dove Theo è l'unica chimera rimasta e convive pacificamente con il branco - la cosa è spiegata anche nella storia -. Era una one shot che è diventata decisamente lunga, quindi ho deciso di pubblicare un punto a capitolo, che quindi saranno abbastanza brevi. Ne uscirà uno a settimana, la domenica, generalmente la sera, anche se mi concedo di variare casomai dovessi uscire. Spero che vi piaccia e che questa ship improbabile abbia qualche altro shipper disagiato.

 
 



 

1. Questo punto fa schifo. Potete pensare che il peggio verrà dopo ma non è così. Perché quando l'amore della vostra vita vi annuncia che ha l'ennesimo fidanzato e stavolta è una cosa seria mentre voi avete appena finito di mandare a puttane la vostra pseudo relazione, quello è il momento più schifoso della vostra vita. E dovete pure fingere di supportarla.




 

Stitches




 

*

 

"Don't let what he wants eclipse what you need. 
He's very dreamy, but he's not the sun, you are."
(Cristina Yang)



 


Il mondo di Stiles Stilinski andò in pezzi un mercoledì, quando Lydia annunciò che lei e Jordan avevano intenzione di fare sul serio.
La sua prima reazione fu di bestemmiare. Okay che si sentiva finalmente meno preso da Lydia, anche grazie al suo patetico tentativo di stare insieme a Malia ma adesso che lei lo aveva appena mollato, beccarsi quella notizia in pieno petto gli faceva solo voglia di prendere il calendario e insultare ogni santo, perché andiamo. Era già emotivamente instabile e in più Lydia, la sua Lydia, andava a fidanzarsi ufficialmente con quel bietolone di Parrish. Certo, era stato abbastanza utile, ma era comunque un idiota.
«Che bello Lydia!»
Kira si allungò ad abbracciare la nuova Mrs Parrish mentre Stiles rifletteva sul dire o meno il suo reale pensiero, ovvero "che schifo". E qualche bestemmia, giusto perché gliene venivano tante.
Anche Scott si congratulò, idem Malia, e tutti gli rivolsero uno sguardo carico di aspettative.
«Sono felicissimo per te, Lydia!» esclamò con entusiasmo, abbracciandola e rivolgendole un caloroso sorriso, mentre snocciolava mentalmente tutte le parolacce che conosceva.




 

*



«PARRISH? Cioè quel tizio appena arrivato pensa di poter competere con me? Io la conosco dalla terza elementare! Io la amo dalla terza elementare! E quello arriva e mi incasina tutto? E cosa ci trova poi in lui? Mio padre doveva proprio assumerlo? È tutta colpa di mio padre, accidenti! Se fosse andato in pensione tutto ciò non sarebbe successo!»
Stiles tirò un calcio a uno degli armadietti dello spogliatoio deserto. Si fece più male che altro ma almeno trovò una scusa per dire tutte le parolacce che gli frullavano in mente.
Odiava non poterne parlare con nessuno perché tutti pensavano avesse finalmente superato la fase Lydia. Odiava che Lydia andasse con praticamente qualunque cosa camminasse tranne lui. Odiava doversi reprimere e stare in un angolo perché non sarebbe mai andato bene per lei, odiava Parrish e odiava anche lei.
«Avessi almeno una possibilità porca miseria!»
Tirò un altro calcio all'armadietto che crollò a terra.
Stiles stava giusto per scappare via, per nulla desideroso di aggiungere una sospensione al suo cuore spezzato ma Theo Raeken nudo gli bloccò la visuale.
Non avrebbe saputo dire se era peggio che Theo avesse sentito tutta la sequela di bestemmie e insulti o che il suo primo pensiero, dopo un "mannaggia la miseria", era stato che vederlo senza vestiti era la cosa migliore della giornata. Tanto per capire quanto la giornata facesse schifo.
«Sei impazzito?!» esclamò Theo, neanche girasse ogni giorno nudo e bagnato negli spogliatoi.
«Non sono quello nudo, io.» replicò Stiles, cercando di andarsene con un briciolo di dignità.
«Stavo facendo la doccia e tu sei arrivato isterico a parlare di amore eterno, Lydia e Parrish e a prendere tutto a calci.»
Theo alzò un sopracciglio.
«Beh, l'amore della tua vita non ha mai deciso di farsi qualunque cosa respirasse tranne te?»
«L'amore della mia vita.»
Theo rise e Stiles gli tirò un calcio negli stinchi che naturalmente non ebbe effetto.
«Beh io ho dei sentimenti. Mi rende umano, a differenza tua.»
«Sentimenti che vengono calpestati dalla terza elementare, sono invidioso.»
Stiles davvero non sapeva che cosa aveva fatto in una vita passata per avere un karma così orrendo. Probabilmente aveva fatto un paio di genocidi.
«Beh, sai, tra qualche anno io sarò felice e sposato e tu invece sarai solo e infelice. Perché io continuo a provarci e non mi arrendo e ...»
«E a Lydia non piaci e non piacerai mai.»
Theo si avviò verso il suo armadietto per vestirsi e Stiles gli tirò una scarpa che manco clamorosamente l'obiettivo. Theo la raccolse e la rimandò indietro.
«È inutile che ti disperi. La tua vita è uno schifo perché accetti lo schifo. Lydia non ti vuole? Ti va bene e le stai dietro anziché mandarla a quel paese come merita. Se vuoi che la tua vita smetta di fare schifo, poniti standard più alti.»
Theo si infilò una maglietta turchese e lo fissò.
Stiles non sapeva quando Theo Raeken era stato sostituito da Cristina Yang o quando aveva deciso di iniziare a dare consigli, aveva solo l'orrenda sensazione che avesse ragione. E non perché Theo era bravissimo a ingannare o un bugiardo abilissimo, ma perché era proprio una verità universalmente conosciuta che Stiles aveva finto di non sentire per tanto tempo.
«Beh grazie tante per i tuoi preziosi consigli. Andrò a disperarmi dove Theo il saggio della foresta non sarà disturbato dalla mia presenza.»
Theo roteò gli occhi e Stiles lasciò la stanza, deciso a passare la serata nel modo migliore per il suo povero cuore, ovvero a casa, con Star Wars e la bottiglia di tequila di suo padre.




 

*


 


La tequila era stata veramente una pessima idea. Infatti si era ritrovato a camminare disperato per le strade di Beacon Hills, cercando disperatamente di andare da Lydia per dirle che la amava e di lasciare quell'inutile Parrish per sposarlo. E anche se stava barcollando e aveva l'orrenda sensazione che il contenuto del suo stomaco si sarebbe presto riversato sul marciapiede, stava procedendo verso il suo scopo. Lydia doveva sapere che lui la amava, doveva sapere che lui ci sarebbe sempre stato per lei e l'avrebbe aspettata, perché era sicuro che Lydia fosse la sua anima gemella e sapeva che se due persone si amano alla fine trovano un modo per stare insieme. Anche se probabilmente per lui e Lydia la cosa sarebbe successa a novant'anni, dato come girava il mondo.
Si aggrappò a uno steccato dato che la testa aveva iniziato a girargli, ma sbagliò la mira e si schiantò con un gran fracasso in mezzo ai cespugli, finendo nel giardino di qualcuno. Stiles stava giusto pensando che peggio di così non poteva andare quando vide una luce accendersi nella casa e qualcuno - verosimilmente il proprietario della casa - uscire.
Fantastico. Una denuncia per violazione di proprietà privata che si aggiungeva al suo cuore spezzato era esattamente ciò che ci voleva.
«Stiles, cosa ci fai nel mio giardino?» domandò una voce dolorosamente familiare.
«Lieto di vedere che almeno adesso sei vestito.» borbottò Stiles, rivolgendo a Theo uno sguardo che doveva essere di puro odio.
«E sei ubriaco? Puzzi come una distilleria.»
Stiles si alzò, deciso a difendere il suo onore da quel cretino di Theo che sembrava sbucare sempre quando meno serviva ma si tirò su un po' troppo velocemente e sentì la sua cena a base di hamburger e ali di pollo fritto risalire. E in effetti, ciò che ne rimaneva finì sulle all'apparenza molto costose scarpe di Theo che probabilmente lo avrebbe ucciso.
Infatti alzò gli occhi, ora gialli, ringhiando e fece per tirargli un pugno nello stomaco, ma poi probabilmente si rese conto che non avrebbe aiutato la causa di nessuno dei due e si calmò, facendo tornare del solito azzurro i suoi occhi.
«Hai degli occhi bellissimi.» si ritrovò a dire Stiles, inciampando nei suoi stessi piedi e aggrappandosi al petto di Theo «guarda non mi reggono le gambe a guardarti, sei bellissimo.»
«Sei ubriaco.»
Stiles quasi sentiva la mancanza di Lydia. Oh giusto, l'amore della sua vita per colpa della quale si era ridotto a appiccicarsi a Theo - che naturalmente se lo stava scrollando di dosso la e quindi Stiles si aggrappò ancora di più -.
«Ho deciso. Ho chiuso con le donne. Sicuro ai maschi piacerò di più.» biascicò «Ehi, Theo, secondo te piaccio ai ragazzi gay?»
«Ma ti paio gay brutto deficiente»
Theo lo spinse via e si avviò verso casa e Stiles avrebbe anche cercato di seguirlo, ma d'improvviso gli si appannò la vista e cadde a terra e quella fu l'ultima cosa che riuscì a ricordare.





 

*



Stiles si svegliò con qualcosa di pesante addosso e un mal di testa tremendo. A un primo impatto aveva pensato che Malia fosse di nuovo a dormire da lui, ma poi ricordò che si
erano lasciati. E poi ricordò di Lydia e gli venne voglia di bestemmiare e lo avrebbe pure fatto se non si fosse ricordato delle sue figuracce con Theo che probabilmente lo avrebbe preso in giro a vita. Certo che fra tutte le persone, doveva proprio farsi vedere in crisi dalla sua nemesi.
Cercò di alzarsi, ma un braccio gli impedì di muoversi. Si girò e con suo sommo orrore vide Theo raggomitolato contro di lui. Inoltre, notò che indossava dei vestiti decisamente troppo grandi per lui e che si trovava su un divano sconosciuto in una casa sconosciuta. Meglio dire, indossava i vestiti di Theo ed era sul divano di Theo, nella casa di Theo con Theo che gli dormiva sopra.
Riuscì con difficoltà a districarsi senza svegliarlo e notò che sul tavolino di fronte al divano c'erano un bicchiere d'acqua mezzo pieno, una tazza con dei rimasugli di caffè e svariate salviette e fazzolettini. Ignorando il mal di testa che lo consumava decise di fare un giro per la casa, giusto per vedere se c'era qualcosa di compromettente per Theo e magari anche un'aspirina per il suo mal di testa, ma non fece tempo a raggiungere la cucina che una voce scocciata lo rimproverò: «Cosa stai facendo?»
«Cerco un'aspirina, non siamo tutti malvagi complottisti come te.» borbottò Stiles, girandosi per vedere Theo alzarsi e stropicciarsi gli occhi, «e tra l'altro, dove sono i tuoi genitori?»
«Non li ho uccisi e seppelliti in giardino come pensi tu.» rispose Theo, che dopo avergli lanciato un'occhiata si diresse verso il frigo e iniziò a tirare fuori le cose che dovevano probabilmente essere la sua colazione.
«Non lo penso, ne sono sicuro, sai che io non mi fido, no?» domandò Stiles.
Theo si limitò a mettere 
a tostare tre fette di pane e sorridergli.
Di bene in meglio.

«E comunque, cosa ci faccio qui? Mi sembrava mi avessi abbandonato nel tuo giardino.»
«Saresti soffocato nel tuo stesso vomito e saresti morto, cosa che mi avrebbe portato un sacco di rogne, e nonostante mi stessi particolarmente sul cazzo dato che hai rovinato le mie scarpe preferite ho fatto appello alla mia bontà e quindi ti ho portato qui. I tuoi vestiti sono stesi ad asciugare, te li porterò domani.»
«Beh, grazie, credo.» borbottò Stiles.
«Sei in debito con me.»
Stiles trovò quell'affermazione decisamente sinistra e deglutì rumorosamente.
«Ti lavo la macchina se vuoi.»
Theo gli fece un sorrisone. Oh, Scott lo avrebbe ucciso, altroché. In debito con Theo Raeken, senza menzionare lo schifo con Lydia. Probabilmente non sarebbe sopravvissuto.  

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Capitolo 2
*** Capitolo secondo ***


 






2. Per questo punto ci vuole coraggio. Perché o ci si chiude in casa facendo gli eremiti oppure il momento in cui si dovrà fare i conti con l'amore della propria vita - per giunta in una seria relazione con Jordan Parrish - arriverà. Non si deve piangere. Non si deve disperarsi. Non si deve correrei in macchina ad ascoltare Taylor Swift. Bisogna camminare a testa alta, o almeno provarci.




 

*

 


 

“If you want crappy things to stop happening to you,
then stop accepting crap and demand something more.”
(Cristina Yang)

 

 

Theo aveva accompagnato Stiles a scuola. Era abbastanza divertente andare a scuola senza libri o compiti fatti ma sicuramente Stiles preferiva quello a farsi beccare da suo padre dopo essersi ubriacato e aver passato la notte a fare il barbone su divani di gente dalla dubbia moralità. Gli aveva detto che si era fermato da Scott e sperava tantissimo che quel cretino del suo migliore amico non avesse qualche uscita infelice che lo facesse scoprire.
«Grazie del passaggio» borbottò a Theo e fece per andarsene ma Theo lo bloccò.
«Ti ricordi che avevo detto eri in debito con me?»
Stiles iniziò a sudare, immaginandosi legato a un tavolo a farsi asportare organi da Theo versione scienziato pazzo. Perché non aveva potuto spiaccicarsi al suolo e morire anziché sentirsi male e collassare addosso a Theo?
«Mi serve aiuto con geometria. Non riesco a fare i problemi.»
«Pensi davvero di riuscire a ingannarmi? So benissimo che è una tua tattica per tirarmi dalla tua parte ...»
«... ma io ti odio e odierò sempre, Theo, perché io sono coerente e preferisco amare chi mi dà due di picche da quando so come si scrive arancia che aiutare qualcuno a cui ho rovinato un paio converse nuove?»
Stiles rimase in doloroso silenzio.
«Ci vediamo dopo la scuola in biblioteca?»
Stiles lo avrebbe mandato a quel paese ma esattamente in quel momento Lydia Martin, splendida nel suo vestito rosa chiaro, scese dall'auto di Jordan Parrish, baciò quest'ultimo sulle labbra e si diresse a scuola come se nulla fosse. Stiles stritolò con ambedue le mani la cosa più vicina lui e iniziò a bestemmiare internamente. Le bestemmie raggiunsero il loro apice quando Lydia si girò verso di lui e lo salutò.
Se Theo in quel momento non avesse rivolto un saluto a Lydia, distraendolo, probabilmente si sarebbe messo a piangere o a urlare o a fare entrambe le cose, ma in qualche modo si aggrappò al suo nuovo anti stress e riuscì a buttare fuori un «buongiorno Lydia» abbastanza credibile. Lei lo guardò un po' stranita ma poi proseguì senza dirgli nulla.
Quando la vide sparire finalmente si rilassò, solo per notare che la cosa che aveva usato per sfogare la rabbia era la maglietta di Theo, che adesso penzolava stropicciata addosso a lui.
«Odi proprio i miei vestiti, vedo.» disse quest'ultimo, cercando di sistemare il disastro che Stiles aveva fatto con le dita.
«Odio cosa contengono.» replicò Stiles, cercando di darsi una parvenza di decenza, anche se ormai la sua dignità nei pressi di Theo rasentava lo zero assoluto, grazie tante Miss Martin.
Theo roteò gli occhi e gli passò uno zaino. Il suo zaino.
«Sono passato a prendertelo mentre facevi la doccia. Ci sono tutti i libri che ti serviranno per oggi. Ci vediamo in biblioteca finite le lezioni.»
«Neanche morto.»
«Vedremo.»




 

*




Stiles non aveva assolutamente intenzione di assecondare Theo. Stiles, appena suonata la campanella, decise che sarebbe andato a casa senza guardarsi indietro, ma non fece tempo a fare due passi che vide Theo appoggiato all'armadietto di Lydia che parlava amabilmente con lei.
"Brutto viscido bastardo" pensò e corse subito da loro, sfoggiando il suo migliore sguardo omicida e dicendo angelicamente a Theo:«Ma io e te non dovevamo andare a studiare in biblioteca?»
Theo gli rivolse un sorriso gigantesco e vittorioso che fece venire a Stiles voglia di prenderlo a pugni in faccia.
«Ma certo. Scusami Lydia, parleremo dopo.»
Stiles non diede a Lydia neanche il tempo di replicare che trascinò via Theo e non appena furono abbastanza lontani lo aggredì:«Cosa stavi facendo!? Tieni le tue luride zampe lontane da lei!»
«Stavamo solo parlando di fisica.»
«Come no! Se solo osi ...»
«Non sono interessato a Lydia. Volevo solo capire cosa diavolo ci trovi, ma è un bel faccino come tanti.»
«Lydia è anche intelligente e ...»
«Lydia è tante cose ma tu non sei uno stupido, Stiles. Lei non è il sole del tuo universo.»
Stiles non aveva alcuna intenzione di stare a sentire le baggianate da Cristina Yang di Theo, quindi lo bloccò sul nascere:«Lei è una sognatrice ma non è il sole, io sono il sole. Okay, grazie della paternale. Non volevi studiare?»




 

*




Studiare con Theo non era così male. Certo, era davvero una capra, ma man mano che gli si spiegavano i concetti arrivava alle cose ed era molto più sveglio di Scott o Malia. Avevano finito in davvero poco tempo e poi avevano deciso di fare ognuno i propri compiti. Peccato che dopo aver risposto alla prima domanda di storia Stiles si fosse ricordato di Lydia e avesse iniziato a deprimersi. Era finalmente un bel periodo, dopo tutto lo schifo che lui e gli altri avevano passato: erano tornati uniti, avevano sconfitto i Dread Doctors e messo a cuccia Theo e si erano leccati le ferite a vicenda. Era tornato tutto normale e quasi il tempo sembrava non essere passato, era tornato ad avere come problema più grande con chi usciva Lydia e le interrogazioni di chimica. Poi era bastato un giorno ed eccolo lì a questionare tutte le sue scelte perché l'amore della sua vita usciva con Parrish e lui era scapolo e per giunta faceva da babysitter a Theo. Che vita orrenda.
«Non ti merita.» disse Theo di punto in bianco, facendo cadere la matita a Stiles dalla sorpresa.
«Eh?»
«Lydia non ti merita e tu meriti di meglio.»
Stiles lo guardò male:«Io voglio Lydia e non sono fatti tuoi. Lydia è il meglio.»
«Il meglio dovrebbe farti stare bene. Il meglio dovrebbe pensare che il sole sorge e tramonta con Stiles Stilinski, non a farsi chiunque tranne te. Lydia non ti ha mai guardato come meriti.»
Stiles cercò di ignorare quanto le parole di Theo avessero un senso. Aveva sempre sperato che Lydia riuscisse a vederlo in modo almeno leggermente positivo ma sembrava quasi impossibile. Come se lei fosse stata geneticamente programmata per non vederlo e lui fosse stato programmato per farle da alza autostima quotidiano. Certo, se solo Lydia non fosse stata così meravigliosa, sarebbe stato tutto più semplice, dimenticarla, andare avanti ...
«Stiles, dico sul serio.»
«Stai dicendo cavolate.» borbottò lui, chiudendo il libro di scatto.
«Sto dicendo che potresti anche considerare l'idea che Lydia Martin non è l'unico essere sulla terra e darti una svegliata.»
«So benissimo che non è l'unico essere umano sulla terra per il semplice fatto che tu sei qui a seccarmi.» sibilò Stiles.
«Non riesci neanche a fare le domande di storia perché pensi a lei. Ti sembra normale? Ho visto come cincischiavi con la biro. È da idiota.»
Stiles cercò davvero di ignorarlo, ma Theo continuò: «Pensi che stare qui a deprimerti servirà a qualcosa? Per lei, poi. Santo cielo, Stiles, amor proprio! Meriti di meglio e sei il primo a negartelo. Lydia non ti vuole? È lei che ci perde! Non devi mandare a puttane la tua vita per lei, devi anzi concentrarti su di te, falle vedere cosa si perde. Metti te stesso come priorità, per una volta.»
Theo aveva ragione. Come sempre, era la voce della verità, Cristina Yang con i pettorali più fighi del mondo. Stiles sapeva di essere messo veramente male, sapeva che Lydia ormai gli era più dannosa che altro, dato che grazie a lei si era solo trovato in situazioni o pericolose o imbarazzanti negli ultimi due giorni e per la prima volta dalla terza elementare si trovò a pensare che, effettivamente, se non fosse stato innamorato di lei, la vita sarebbe stata più semplice. Forse starle dietro non era esattamente rispettoso di se stesso.
«Puoi avere molto di più, Stiles.» disse Theo quasi indovinando i suoi pensieri, riprendendo a sottolineare il suo libro con l'evidenziatore giallo.

 


 

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Capitolo 3
*** Capitolo terzo ***





 


3. Ci sono cose che si possono superare facendo binge watching di serie tv e cose che invece restano lì ad andare avanti e indietro nella tua mente anche se sei davanti al tuo show preferito. Immaginare l'amore della tua vita che si limona un collega di tuo padre, ecco che cosa non ti fa venire gli occhi a cuore quando stai vedendo Shameless. E allora c'è una sola alternativa, triste e solitaria: trovarsi qualcosa per occupare mente e energie.




 

*

 

 

“There comes a point where it all becomes too much.
When we get too tired to fight anymore.
So we give up. That’s when real work begins:
to find hope where there seems to be absolutely none at all.
(Cristina Yang)

 

 

Stiles aveva deciso che Theo aveva ragione su una cosa, ovvero che non poteva comportarsi come se esistesse solo Lydia al mondo. Quindi aveva deciso di guardarsi intorno e naturalmente la prima cosa su cui gli erano caduti gli occhi era Theo. Quindi si era concentrato su di lui e sullo scoprire come mai avesse iniziato a interessarsi dei suoi problemi di cuore.
«Sono sicuro che sta macchinando qualcosa. Mi ha sorriso!» stava dicendo a Scott, che non sembrava particolarmente entusiasta della conversazione.
Tirò fuori i libri per la lezione successiva, trovando con disappunto il suo quaderno con un'orecchia grande come una casa. Cercò di lisciare con le dita la copertina azzurra, sulla quale era ben visibile la riga di dove era stata piegata, mentre ascoltava Scott rispondergli.
«Stiles, magari è solo educato e si è accorto che lo fissi tutto il tempo. E lo stalkeri anche.»
Stiles non poteva credere a una tale mancanza di interesse da parte del suo migliore amico, che stava tranquillissimo componendo la combinazione del suo armadietto sul lucchetto come se Theo non fosse un problema incalzante.
«Scott! Okay che abbiamo una tregua ma non puoi dire che non sia sospetto!»
Scott sospirò e prese il libro di matematica, cercando di non far cadere la copertina che era tenuta attaccata alle pagine solo da un fragile lembo di scotch.: «Theo si è limitato a darti consigli e aiutarti quando stavi male. Non ci vedo nulla di sospetto.»
«Ma continua a dire che merito di meglio di Lydia e mi ha chiesto aiuto coi compiti! È questione di giorni prima che se ne esca con altre chimere!»
«Stiles, non ha un senso logico ciò che dici.»
Scott riprese tranquillamente a raccogliere le sue cose e a riempire lo zaino e Stiles gli lanciò un'occhiataccia per poi avviarsi. verso la sua classe senza neanche salutare.
Scott era troppo ingenuo. Aveva iniziato a fidarsi di Theo per il semplice fatto che ora Theo si comportava come un qualunque diciottenne e non aveva più un branco di chimere alle calcagna. Beh, non che gli dispiacesse non vederlo più lanciare sguardi languidi a quella gallina di Hayden, per non parlare di Tracy, ma sicuramente quello non bastava a renderlo innocente.
«Buongiorno.» disse Theo entrando in classe e sedendosi accanto a Stiles che si limitò a guardarlo male.
Quel giorno indossava una maglietta azzurro cupo e dei jeans grigio chiaro un po' stropicciati e aveva i capelli leggermente scombinati, come se quella mattina avesse dormito troppo e non avesse avuto molto tempo di pettinarsi o scegliere vestiti stirati. Anche il suo zainetto era aperto a metà, come se ci avesse infilato i libri di fretta e fosse subito saltato in macchina per non perdere la prima ora.
Stiles si trovò a chiedersi se avesse fatto tardi la sera prima con qualcuno, e chi fosse questo qualcuno. Lo immaginò sdraiato sul divano rosso cupo del suo soggiorno a vedere un film con la luce spenta, forse anche a parlare, quasi fino all'alba e la cosa lo fece sentire strano per un attimo, ma poi si riscosse, rendendosi conto che c'erano cose più importanti a cui pensare.
«Cosa ci fai qui?» borbottò, cacciando via ogni altro pensiero.
«Lezione di francese ...?»
«Intendo accanto a me. Dobbiamo fare conversazione e tu sei in coppia con Hayley.»
Non sapeva perché ma gli era venuto da aggiungerci "quella grandissima troia" dopo ma si era trattenuto. Del resto, gli stava pure simpatica.
«Ho fatto cambio di partner. E me la cavo bene col francese, posso aiutarti con la pronuncia.»
«Se stai ancora cercando di farmi capire che Lydia non mi merita con questa manovra contorta puoi anche andartene a quel paese, Theo.»
«Sto solo dicendo ...»
«Stai solo dicendo cazzate. E sì, va bene, morirò solo aspettando che Lydia mi veda e cosa te ne frega?»
«Sto dicendo,» ripeté Theo, «che potresti pensare ad altro.»
«Io ti penso sempre, altro che Lydia. Lydia non mi rende certo così imbecille da non cercare di capire che cosa stai cercando di fare.»
Theo lo guardò interrogativo, i suoi occhioni azzurri quasi perplessi e con ancora qualche traccia di sonno. Anche se poco visibili, notò Stiles, aveva delle occhiaie leggere e un neo sulla guancia sinistra. Poi si chiese perché diavolo stesse guardando cose così insignificanti e tornò alla carica.
«Hai un piano, vero?»
Stiles lo scrutò cercando di non perdersi neanche una microespressione. Aveva fatto un binge watching di Lie To Me per consolarsi da Lydia ed era sicuro che tutti quegli episodi a identificare i criminali in base alle loro espressioni lo avrebbe aiutato, ma Theo sembrò quasi sorpreso, poi però sorrise come a suo solito e disse:«Anche se dicessi di no, non mi crederesti, vero?»
Stiles alzò un sopracciglio.
«Vieni a casa mia dopo la scuola.» propose Theo con voce limpida.
«Ma neanche se mi paghi.» replicò e cerco di ignorarlo aprendo il libro di francese.
Theo gli bloccò la mano stringendola con la sua e Stiles si immobilizzò, non ben consapevole di come doveva gestire la pelle soffice di Theo contro la sua. Theo aveva le mani grandi, quasi quanto quelle di Stiles, anche se meno affusolate e più curate. Erano molto più calde di quelle di Stiles, forse per colpa dei suoi poteri, forse semplicemente perché la circolazione di Stiles faceva schifo. Erano belle, si trovò a pensare, sicure, tiepide.
«Sei già stato da me e non è successo nulla. Possiamo fare i compiti insieme.»
Stiles si riscosse bestemmiando internamente per essersi fatto distrarre da una semplice mano stretta sulla sua. Di Theo, per giunta. Gli sarebbe servita l'amuchina, altro che godersi il lieve calore della sua stretta, altroché. Perlomeno, cercò di convincersene.
«No, non voglio essere tuo amico.»
Stiles si chiese perché diamine la sua mano non si spostava da sotto quella di Theo, che la teneva allacciata alla sua, muovendo quasi impercettibilmente il pollice come se volesse accarezzarlo.
«Hai paura? Non ti farò niente, andiamo.»
Finalmente Stiles trovò il coraggio di sottrarsi alla sua stretta e si nascose dietro il libro di francese, fingendo che il dialogo fra Julien e Fleur fosse la cosa più importante della sua vita, giusto per avere una scusa per ignorare Theo e le sue dannatissime mani.
«Non parlarmi più. Ho detto no.»






 

*


 




A pranzo, giusto perché la sfiga era la sua eterna compagna e non bastava avere la bizzarra sensazione del calore della mano di Theo sulla sua da ore, Lydia si sedette accanto a lui. Era bella come sempre, con un vestito a fiori e i capelli raccolti in due trecce fermate sopra la testa. Naturalmente non era particolarmente interessata a lui, dato che stava leggendo un libro e lui in teoria avrebbe dovuto essere impegnato ad ascoltare Scott che si lamentava di come sua madre avesse sempre bisogno della macchina quando lui doveva uscire con Kira. Normalmente, però, si sarebbe lasciato distrarre da Lydia, dal modo in cui qualche ricciolo sfuggiva alla sua acconciatura, dal modo in cui leggeva libroni di cui non avrebbe capito mezza parola, perché Lydia mon era solo bellissima, era praticamente un genio. Tuttavia, la sua attenzione fu catturata da Theo, che stava seduto con altri ragazzi e mangiava tranquillamente dandogli le spalle. Conosceva quasi tutti quelli del gruppetto, erano nel loro stesso corso di storia e probabilmente stavano ripassando per il test che avevano l'ora dopo a giudicare dai libri aperti. Stiles si concentrò su Theo, che indicava qualcosa sul libro e iniziava a spiegarla, bloccandosi a un certo punto e tornando a rileggere il paragrafo mentre dava un morso al suo panino. Si concentrò sul modo in cui si toccava il viso perplesso mentre leggeva, su come quando alla fine dopo aver capito avesse fatto un minuscolo sorriso al libro e avesse letteralmente sbranato ciò che restava del suo pranzo discutendo animatamente con gli altri. La mente di Stiles percepì a malapena le lamentele di Scott e Lydia che si vantava del fatto che Parrish avesse un'auto tutta sua e per un attimo si trovò a pensare che avrebbe voluto essere seduto lì accanto a lui e ascoltarlo parlare della Rivoluzione Americana con gli altri, anziché pensare come avrebbe dovuto a cosa diavolo quello stesse macchinando. Stava giusto per insultarsi mentalmente e dare uno schiaffo alla mano che quel dannato aveva stretto e che pizzicava in modo fastidioso è inspiegabile quando Theo si girò e gli rivolse un grande sorriso.
Stiles gli lanciò un'occhiataccia, sbattendo la mano contro il tavolo per farla smettere di pizzicare. Naturalmente centrò il piatto in cui aveva dello spezzatino che gli schizzò sulla maglietta.
Theo rise e tornò a studiare mentre lui cercava di darsi una ripulita e si sorbiva Lydia che gli faceva una ramanzina perché aveva macchiato anche lei. Si scusò a mezza voce, prestando un'attenzione quasi nulla agli strepiti dell'amore della sua vita.
La mano continuava a infastidirlo.  

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo quarto ***












4. Questo è il punto migliore. Perché quando qualcosa finisce tutti proviamo l'impulso di cambiare, di avere un nuovo inizio. Quindi questo è il punto in cui cerchiamo qualcosa di nuovo, un taglio di capelli, un nuovo paio di jeans, qualcosa che ci aiuti a sentirci nuovi e pronti a ricominciare. Sì, anche Theo Raeken vale.



 

 

  *

 

 

 

“Sometimes the future changes quickly and completely,
and we’re left with only the choice of what to do next.
We can choose to be afraid of it,
to stand there trembling not moving,
assuming the worst that can happen or
we step forward into the unknown
and assume it will be brilliant.”
(Cristina Yang)




 

Stiles sentiva la mano pizzicare da due giorni ormai, nonostante l'avesse lavata, ci avesse messo sopra ghiaccio, pomate e ogni genere di cosa fosse riuscito a trovare. Non che fosse qualcosa di totalmente spiacevole ma era come un promemoria del fatto che Theo esisteva e gli stava ammorbando la vita. Ormai a francese era fisso accanto a lui e cercava sempre di parlargli, approfittando del fatto che dovevano fare conversazione. Dopo le domande assegnate dall'insegnante su che cosa avessero mangiato a colazione o quale fosse il loro sport preferito iniziava subito a chiedergli di Lydia, a dare consigli non richiesti e soprattutto a cercare di toccarlo. Okay, a onor del vero aveva semplicemente sfiorato una spalla a Stiles, ma quella aveva iniziato a pizzicare proprio come la sua mano, infastidendolo oltre misura e non solo. Ogni volta che Theo si avvicinava era come se le parti che aveva toccato volessero essere toccate di nuovo e non poche volte si era trovato a cercare di sfiorarlo per poi maledirsi e cercare di studiare qualcosa. Quando aveva provato l'impulso di accarezzarlo, però, si era reso conto che qualcosa non andava. Qualcosa di molto grosso. Quindi era seduto da Deaton che lo visitava, osservandolo perplesso da qualche minuto.
«Non hai niente che non va, Stiles. Theo non ti ha fatto nulla.»
«Ma pizzica!» esclamò lui in risposta, sventolandogli in faccia la mano incriminata.
«Stiles, se hai qualcosa è nella tua testa. Provi un tale fastidio ad avere contatto fisico con Theo?»
«Beh,» borbottò Stiles «non mi dava fastidio prima. In realtà abbiamo dormito anche insieme e ...»
«Oh, penso di aver capito.»
Stiles ebbe l'impressione che Deaton non avesse davvero capito una ceppa.
«Dormire, nel senso, dormire. Mi sono fermato da lui una sera perché ... per parlare di Lydia.»
Deaton lo guardò con tutta l'aria di credere che "parlare di Lydia" fosse un codice per chissà che porcherie e si sentì avvampare. Come se lui avesse anche potuto solo pensare a Theo in quel senso. Era come fare pensieri impuri su Deucalion. Beh, ovvio, Deucalion non era così bello e non aveva tutto quel fascino o quel sorriso così angelico, ma comunque, no. Theo era boyfriend material quanto lo poteva essere un coyote assassino. Solo dopo si ricordò che effettivamente Malia era un coyote assassino e ebbe la tentazione di sbattere la testa contro il tavolo di Deaton fino a dimenticarsi il suo nome.
«Penso dovresti parlarne con Theo.» disse Deaton, forse intuendo i suoi pensieri suicidi e il fatto che avrebbe dovuto pulire lui.
«Certo, come no.» borbottò Stiles ad alta voce.
Non sarebbe andato da Theo neanche morto, ne era sicuro.





 

*





Non sapeva neanche come, forse perché la mano e la spalla continuavano a pizzicare, forse perché delle orribili immagini di lui e Malia che si baciavano durante le quali Malia si trasformava in Theo continuavano a balzargli in testa, si era ritrovato sul portico di casa di Theo.
Theo naturalmente, giusto perché la sfiga non era mai abbastanza, era fuori e quindi lo stava aspettando da ore e iniziava a congelare, dato che tirava vento e non aveva la giacca.
Theo arrivò solamente quando il sole era già tramontato, sudato e con gli auricolari. Probabilmente era andato a correre. Camminava lentamente e quando vide Stiles si fermò per un secondo, poi sorrise e si sedette accanto a lui.
«Cosa ti porta a casa del nemico?» domandò.
Stiles rabbrividì e gli lanciò un'occhiataccia.
«Neanche mi inviti a entrare? Sai non tutti siamo chimere malvagie e quindi sto congelando. Aspetto da ore.»
Theo lo guardò con un'espressione indecifrabile e lo circondò con le braccia, scaldandolo col suo calore sovrannaturale.
«Scusa, sono sudato.» mormorò da qualche parte decisamente troppo vicino al collo di Stiles, che sentì il suo respiro sulla pelle e ebbe un brivido.
Theo era caldo, su questo non c'erano dubbi. Stiles sentiva il suo battito - o forse era il proprio? - accelerato e il suo respiro ancora corto per via della corsa. Si accorse a malapena che Theo gli aveva anche stretto le mani fra le sue per scaldarle e che da quando lo stava toccando, tutto quel pizzicare si era placcato. Si trovò a rilassarsi per un secondo, ma appena quello fu passato scattò come una molla cercando di liberarsi.
«Non sono qui per gli abbracci! Non voglio i tuoi abbracci! Ho un problema serio! So che cosa mi stai facendo!»
Praticamente lo urlò ad un'ottava più alta del normale e Theo fece una smorfia divertita senza però lasciarlo.
«Cosa starei facendo?»
«Mi hai fatto qualcosa. Ogni volta che mi tocchi inizia a pizzicare e non smette a meno che ...»
«A meno che?»
«A meno che non mi tocchi ancora. Ed è sicuro qualcosa di strano perché sai io non sono affatto una persona fisica. Odio il contatto fisico. Specie con te.»
Theo lo fissò senza dire nulla, quasi stesse valutando ciò che Stiles gli aveva appena detto e continuò così qualche secondo.
«Andiamo dimmi qualcosa. So che è parte del tuo piano e ...»
Theo gli sorrise.
«Stai facendo tutto tu, Stiles.»
«Se magari mi lasci andare così almeno evito di avere ogni centimetro di pelle che pizzica ...» borbottò, cercando di divincolarsi.
Stavolta Theo lo lasciò fare e Stiles si trovò a guardarlo negli occhi desideroso di estorcergli una confessione.
«Allora, so benissimo che ...»
Non fece tempo a iniziare a parlare che Theo lo tirò a sé lo baciò. Un semplice labbra contro labbra, da terza elementare, un bacio così leggero che quasi avrebbe potuto darglielo Scott e non se ne sarebbe preoccupato, ma che di colpo fece sparire dalla sua mente ogni singolo bacio che aveva dato, incluso quello con Lydia. C'era solo Theo con le labbra leggermente screpolate premute contro le sue per quella manciata di secondi che a Stiles sembrarono dilatarsi all'infinito.
Fu sempre Theo a interrompere il contatto, tirandosi leggermente indietro e guardandolo di sbieco, mentre Stiles passava tutti i colori dell'arcobaleno e tutte le emozioni possibili si avvicendavano nel suo petto. Voleva prenderlo a pugni, voleva scappare via, voleva cancellargli quello stupido sorriso dalla faccia e voleva baciarlo fino a non avere più fiato. Voleva anche piangere e buttarsi sotto una macchina, ma quelle cose le aveva escluse a priori, perché aveva ancora un minimo di autoconservazione, anche se tutto il suo buon senso era andato a quel paese quando si era reso conto che per tutto quel tempo aveva aspettato il momento in cui Theo lo avrebbe baciato.


 

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Capitolo 5
*** Capitolo quinto ***







 
*






5. Sapete che farà ancora male, ma ormai i giorni buoni sono più che quelli cattivi. Sapete che lei continuerà a farsi baciare da qualcuno che non siete voi e sorriderà a lui e non a voi, ma vi si stringe il cuore solo per un secondo. Perché sapete che c'è qualcosa di altro, qualcosa di diverso in serbo per voi e non vedete l'ora di andare avanti.



 

And it's not easy for me to sit in front of you,
or any other authority figure for that matter,
and not be able to give you the exact answer that you want to hear.
I'm the one with the answers.
I've always been the one with the answers.
But right now sir, I don't have any.
(Cristina Yang)

 



Stiles aveva cercato di processarlo razionalmente. Era consapevole del fatto che i suoi sentimenti per Lydia erano stati messi in secondo piano dal problema Theo, si era quasi abituato a non desiderare più morire ma a tollerare la vista di Parrish che la veniva a prendere a scuola, ma da lì a baciare Theo Raeken ne passava di acqua sotto i ponti, né passava un intero oceano. Eppure eccolo lì, seduto al tavolo della cucina di Theo con davanti una tazza di tè dato che non aveva spiccicato parola o reagito, limitandosi a farsi condurre dentro e farsi mettere seduto da un attonito Theo che gli aveva fatto un tè per chissà che diavolo di ragione e lo fissava.
«Puoi dire qualcosa, sai. Insomma, io dovrei essere sconvolto. Era il mio primo bacio.»
«Non ci credo neanche un po'.» riuscì a buttare fuori Stiles bevendo un grande sorso di tè.
«Avevo altre cose per la mente.»
«Mi hai detto che non sei gay.»
«Mai sentito parlare di pansessualità?» replicò Theo.
Stiles decise di lasciar perdere, dato che aveva abbastanza rogne per i fatti suoi in quanto a capire quale fosse il suo orientamento sessuale. Che i ragazzi non gli dispiacevano era assodato, ma da lì a baciarne uno ne passava di acqua sotto i ponti. Effettivamente, tutta quella situazione era da interi oceani di acqua che passavano sotto i ponti fra ciò che Stiles era e ciò che stava provando e facendo. «Beh, per la cronaca. Non mi piaci per niente, Theo. Sei l'ultima persona sulla terra che bacerei.»
Si avvicinò a Theo, alzandosi in piedi e sentendo le guance bruciare.
«Ti detesto. Non sopporto come dici le cose e il fatto che siano sempre vere. Odio il modo in cui le usi per manipolarmi e entri nella mia testa mettendomi dubbi e facendomi questionare tutte le mie scelte. Quindi se speravi che baciarmi mi avrebbe fatto cadere ai tuoi piedi, beh, ti sbagli di grosso caro Theo, perché mai, mai nella mia vita ti sfiorerò anche solo con un dito.»
Stiles sapeva che il suo battito lo contraddiceva, sapeva che il suo odore diceva a Theo l'opposto e sapeva perfettamente che non sarebbe riuscito a resistere che qualche secondo perché Theo lo guardava con quei suoi occhioni falsamente innocenti e sembrava quasi ferito dalle sue parole.
«Davvero, Stiles?»
Stiles strinse i pugni, abbassando lo sguardo. Theo si fece più vicino, tanto che era una questione di pochi centimetri e si sarebbero sfiorati.
«Ti odio.» mormorò Stiles, conficcandosi le unghie nei palmi.
Theo gli prese il mento con due dita e lo obbligò a guardarlo negli occhi.
«Davvero, Stiles?» ripeté.
«Assolutamente no.»
Stiles annullò la distanza fra loro, tirando Theo per il collo della maglietta e baciandolo con foga, obbligandolo ad aprire la bocca, con un tale impeto che per poco in finirono per terra.
Theo sembrò spaesato all'inizio, come se davvero non avesse mai baciato nessuno in questo modo, poi sembrò abituarsi e prese il viso di Stiles fra le mani delicatamente. La cosa lo fece a dir poco infuriare e approfondì ancora il bacio, mordendo le labbra di Theo così forte che sentì il sapore del sangue, ma non smise finché letteralmente non fu sul punto di soffocare. Si staccò mal volentieri e guardò Theo, che ricambiò con uno sguardo stranito mentre si asciugava il sangue dalle labbra, la ferita ormai guarita.
«Cos'è quella faccia? Non ti aspettavi che il tuo piano riuscisse? Qual è il tuo scopo ora che ci siamo baciati?»
«Continuare a baciarti per molto, molto tempo.»
Stiles sapeva che sicuramente c'era una trappola, sapeva che avrebbe dovuto scappare a gambe levate perché Theo non portava nulla di buono, ma il suo istinto di sopravvivenza era contrario al suo raziocinio e gli imponeva di restare.
«Per una volta sono d'accordo.» borbottò, attaccando nuovamente le labbra di Theo.





 

*

 


 

Quando erano riusciti a staccarsi, Theo era andato a fare una doccia. Stiles non aveva neanche avuto il tempo di iniziare ad avere seri dubbi sulla sua sanità mentale che Theo, presumendo probabilmente che lasciarlo troppo tempo solo lo avrebbe solo convinto che averlo baciato fosse una pessima idea, corse giù dalle scale facendo i gradini due a due. Aveva i capelli ancora leggermente umidi, come se non avesse avuto il tempo di preoccuparsi di asciugarli bene, e indossava una felpa rossa con la zip e il cappuccio abbinata a un paio di pantaloni della tuta grigio scuro e calzini dello stesso colore.
Si fermò a pochi passi da Stiles, fissandolo un po' incerto. Effettivamente anche Stiles, dopo essersi preso un minuto per sentire quanto Theo profumasse di borotalco e di buono e quanto bene stesse anche con i vestiti da casa, si trovò leggermente perplesso. Stava giusto cercando di obbligare il suo cervello a dire qualcosa di intelligente per scappare a gambe levate ma se ne uscì con un misero: «I calzini antiscivolo? Seriamente?»
Theo non fece una piega, come se tutti portassero calzini antiscivolo per casa, e andò a sedersi sul divano, facendo cenno a Stiles di sedersi accanto a lui.
Se Stiles fosse stato un essere razionale, se ne sarebbe andato. Se fosse stato nel pieno delle sue facoltà non si sarebbe messo accanto a lui perché Theo profumava di buono e era adorabile nei suoi calzini antiscivolo. Era quasi sicuro che fosse una sua manovra per circuirlo con quegli occhietti innocenti, il suo sorriso e tutto il resto. Peccato che si lasciò circuire e si accoccolò contro di lui, appoggiando la guancia contro il suo petto e lasciandosi cingere con un braccio, mentre con l'altra mano Theo gli accarezzava i capelli, sollevandogli il viso di tanto in tanto per dargli un bacio.
«Non farti strane idee» borbottò Stiles, «ti odio sempre. Compresi i calzini antiscivolo.»
Theo emise una risatina e gli schioccò un bacio umido su una guancia.
«Non c'è niente da ridere.»
«Sh, stai tranquillo. Mi prendo cura io di te. Ti puoi riposare.»
Stiles era sicuro, ora al cento per cento, che Theo non la contasse giusta. Perché era come se avesse fatto scattare un interruttore con quelle parole. Come se semplicemente avesse aspettato una vita intera per sentirle e ora potesse finalmente prendere un respiro e abbandonarsi contro di lui.
Tutto quel tempo dietro Lydia era stato un continuo rincorrerla, cercare di capirla, cercare di farsi vedere. Erano stati una serie di tentativi tanto estenuanti quanto vani, anche quando finalmente lei si era accorta della sua esistenza. Certo, Lydia sapeva il suo nome adesso, ma non lo guardava come lui voleva. Non lo faceva sentire come lui voleva, come Theo gli aveva detto che meritava di sentirsi. Non si sentiva protetto, non si sentiva guardato, figurarsi amato. Era come se lui avesse combattuto tutto quel tempo per Lydia ma lei per lui non avesse mosso un dito. E si rese conto che non andava più bene così. Lydia era bellissima, intelligente, il sogno di ogni ragazzo, ma tutti i piccoli momenti in cui lei lo aveva trascurato, quelli in cui lo aveva fatto sentire minuscolo e insignificante, si sommarono nella sua mente e fu come se ne fosse trasfigurata. Era sempre bellissima, solo non era da amare. Perché l'amore di Stiles sarebbe stato concesso, ne era sicuro ormai, solo a qualcuno che lui si meritava davvero. Qualcuno che lo scegliesse sempre, qualcuno che lo mettesse al primo posto senza trovare scuse per metterci altri, qualcuno che si prendesse cura di lui. Meritava una pausa dall'affannarsi dietro a lei.
Chiuse gli occhi e annusò ancora Theo. Certo, tutto il suo bellissimo ragionamento di essere finalmente indipendente e oltre Lydia falliva miseramente visto chi lo stava coccolando ma pensò che, per una sera, poteva davvero prendersi una pausa. E pazienza se la trascorreva baciando Theo.
Alzò il viso per stampargli un bacio sulle labbra che lo fece sobbalzare leggermente.
«Non dico che mi fido di te,» esordì Stiles, «dico semplicemente che per stasera sospendo il giudizio. Tregua.»
Theo rise piano affondando il viso nei suoi capelli.
«Non sono il tuo pupazzetto, mollami.»
Stiles cercò di divincolarsi, aspettandosi più resistenza da Theo che invece lo lascio subito andare. Risultato: si spiaccicò sul pavimento fra le risate di quella stupida chimera malvagia.
Stiles lo maledisse, sentendosi davvero detestato da Dio o chi per lui, perché una serie di sfortunate cadute come quella che gli era capitata da quando aveva iniziato a frequentare Theo non era sicuramente mai capitata a nessuno nella storia, neanche a lui, che era la persona più sbadata della terra e inciampava ovunque e dato che non sapeva bene con chi prendersela rivolse uno sguardo di puro odio a Theo che gattonò per terra accanto a lui e lo prese di nuovo fra le braccia.
«E levami le mani di dosso.» borbottò, spingendolo ancora via ma incontrando per la seconda volta resistenza nulla, cosa che lo fece cadere addosso a Theo, spiaccicando il poverino a terra.
«Ehi, frena,» disse Theo sorridendo angelico, «non mi sento ancora pronto a certe cose e il pavimento è freddo.»
Stiles si trattenne dal tirargli un pugno, ormai sapendo che ogni tentativo di fargli male sarebbe finito con una sua figuraccia.
Si alzò e si sedette imbronciato sul divano, tempo pochi secondi e Theo si sedette all'estremità opposta, mettendo le gambe su quelle di Stiles.
I calzini antiscivolo sotto avevano delle piccole impronte di lupo di gomma.
«Togli quegli obbrobri da sopra di me. Con le improntine di lupo, poi.»
Spostò sgraziatamente le gambe di Theo dal suo grembo ma non fece tempo a farlo che questo si era già sistemato accoccolato contro il suo petto.
«Oh e va bene, stai lì. Sei appiccicoso.»
Theo strofinò il viso contro il suo petto e poi alzò lo sguardo verso di lui. Stiles stava giusto gioendo del fatto che erano al semi buio e Theo non poteva vedere quanto era diventato rosso quando si ricordò che Theo al buio vedeva benissimo. Era tutto preso a bestemmiare mentalmente che non si accorse quasi del bacio che Theo gli aveva dato sulle labbra finché non gliene diede un secondo. Stiles gli appoggiò una mano dietro il collo, tirandosela più vicino.
«Ti odio.» borbottò prima di baciarlo lui con foga.
«Non credo proprio.» replicò Theo quando si staccarono, prendendogli il viso fra le mani.

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo sesto ***









 

She stands face-to-face with the man
she almost destroyed herself loving.
She'd once lost herself in his orbit,
revolving around him, desperately in need of his sun.
She'd made herself smaller to accomodate his greatness.
Now she has surpassed him.
And he's paying his respects.”
(Shonda Rhimes about Cristina Yang and Burke)

 



Stiles aveva dormito da Theo, di nuovo. Non che fosse successo qualcosa, dopo una quantità esagerata di baci avevano cenato davanti a The Avengers - scelto ovviamente da Stiles - si erano baciati ancora un bel po' e poi si era fatto davvero tardi perché Stiles tornasse a casa, quindi Theo gli aveva proposto di dormire da lui. Stavolta aveva gonfiato un materassino nella sua stanza, dato che aveva un letto singolo, ma dopo un po' era diventato troppo freddo sul pavimento e quindi si erano strizzati nel letto di Theo, dove ne avevano approfittato per baciarsi ancora fino ad addormentarsi.
Stiles si era svegliato presto, con molto su cui riflettere, dato che aveva appena passato una serata a pomiciare con la sua nemesi e gli era sembrata la miglior decisione mai presa. Non si fidava di Theo, razionalmente parlando, ma in qualche modo non riusciva a staccarsi. In fin dei conti, Theo lo guardava davvero e l'idea che non fosse sicuro fidarsi di lui non sminuiva affatto la sua attrattiva, anzi. Lo rendeva ancora più affascinante. E rendeva Stiles pronto per un ricovero psichiatrico, certo, ma erano dettagli.
«Sei sveglio?» domandò Theo, con la voce impastata dal sonno, dandogli un bacino sul collo.
«Sì» borbottò Stiles, sentendo una scarica di piacere quando le labbra di Theo toccarono la sua pelle.
«A cosa pensi?»
«A quanto sia masochistico e totalmente irrazionale che tu mi piaccia.»
Theo, che si era appoggiato con il viso contro il suo collo, sorrise.
«Non esserne così soddisfatto.» borbottò Stiles, tirandogli un colpetto sulla fronte ma poi piazzando un bacio nello stesso punto, «mi passerà.»
Theo gli rivolse uno sguardo ferito. Era un ottimo attore, nulla da dire, ma Stiles si trovò a cascare in pieno nella sua trappola.
«Se continuiamo così, ci vorrà troppo tempo.» borbottò cercando di calciare via le lenzuola per alzarsi, ma Theo lo trattenne per un bacio del buongiorno, umido e abbastanza lungo perché Stiles ne pretendesse un altro, ormai pienamente sveglio e consapevole di essere un idiota.
«Puzzerò di te tutto il tempo. Scott ti ucciderà.»
Theo rise e si alzò, cercando vestiti puliti nel suo armadio.
«Non penso proprio. Semmai tu ucciderai lui quando ti dirà che era palese che ti piacessi visto quanto eri ossessionato da me.»
«Non sono ossessionato da te.»
«Mi controllavi sempre e sono sicuro che neanche ora smetterai di farlo.»
Stiles lo guardò male, rimettendosi la maglietta del giorno prima.
«Devo pur controllare con chi te la fai, potrei prendermi chissà che malattie se non sto attento.»
«Siamo esclusivi.» disse Theo tranquillamente, scendendo a fare la colazione.
Stiles lo seguì: «Siamo tu e chi?» domandò, «non penserai che stiamo insieme ora.»
Theo lo guardò quasi divertito: «Non stiamo insieme?»
Stiles andò un attimo in brodo di giuggiole per quei begli occhioni azzurri e dopo aver detto addio definitamente alla sua dignità borbottò:«Quello che vuoi, che mi frega. Stiamo insieme, okay?»





 

*

 




Theo lo aspettava fuori dalla classe, con in testa un cappellino nero messo all'incontrario dal quale usciva un ciuffo di capelli biondi.
Stiles ormai si era abituato a quella routine: erano insieme a quasi tutti i corsi e quando non lo erano Theo lo aspettava fuori. Quel giorno Stiles aveva finito una straziante lezione di storia americana mentre Theo aveva avuto biochimica.
Stiles aveva cercato di impedirgli di venirlo a prendere neanche fosse Hachiko, ma Theo si presentava puntuale e lui alla fine l'aveva lasciato fare.
«Come è andata la lezione? Ti ho preso il pranzo stamattina: sandwich al pollo e insalata, va bene? C'è anche una mela e uno yogurt, li ho portati da casa.»
Altra abitudine irritante di Theo: quando Stiles aveva storia americana e usciva sempre tardissimo, quando ormai la mensa era affollatissima, Theo gli portava il pranzo. A volte cercava anche di farlo lui, ma l'ultima volta che Stiles lo aveva visto tentare di cucinare qualcosa per poco Theo non ci aveva rimesso una mano. Era, a dire la verità, successo una sera in cui Stiles si era fermato da lui e avevano deciso di non ordinare come al solito su justeat ma di cucinare qualcosa, o meglio, Theo aveva esordito dicendo che avrebbe cucinato lui. Due ore dopo, con una padella carbonizzata, sanguinante e bruciacchiato, Theo aveva chiamato Nando's per una consegna a domicilio. Stiles lo aveva trovato esilarante, dato che Theo sembrava sempre così perfettino quando invece era una catastrofe in cucina e girava per casa con i calzini antiscivolo. Naturalmente non gli aveva fatto capire quanto avesse trovato adorabile il tentativo né si era dimostrato preoccupato per le ferite da lui riportate - il bacino che aveva dato a ognuna di esse non contava - e lo aveva liquidato con un: "se pensi che comportarti come un essere umano normale e farmi vedere i tuoi difetti possa farmi fidare di te ti sbagli di grosso".
Eppure Theo non smetteva di provare: se Stiles era assente gli portava a casa le fotocopie degli appunti di Lydia il giorno stesso, lo andava a vedere a ogni allenamento di lacrosse, quando Stiles dormiva da lui si alzava sempre per primo per preparare la colazione - che consisteva in semplice pane tostato con la marmellata, frutta e del caffè, cose che persino lui riusciva a preparare senza danni - e se per caso durante un film Stiles si addormentava si svegliava sempre con una coperta addosso e un cuscino sotto la testa. Stiles ormai aveva preso l'abitudine di passare i non solo la giornata scolastica ma anche pomeriggi con Theo, a studiare oppure semplicemente a casa sua a vedere film avvinghiati sul divano. Qualche volta erano anche usciti, proprio come un vero appuntamento, Theo aveva pagato per lui e lo aveva riportato a casa alle undici baciandolo prima di andare via. Se non fosse stato Theo Raeken, Stiles avrebbe pensato di avere il migliore fidanzato del mondo.
Erano queste piccole cose a farlo vacillare. Era quando si era dimenticato il libro di geometria e Theo gli aveva passato il suo sorbendosi una ramanzina per averlo dimenticato al suo posto. Era quando la sua jeep non partiva e Theo passava le ore a cercare di aiutarlo a farla ripartire. Era il pigiama di Theo che ormai era suo e aveva un posto speciale dentro il suo armadio, così ogni volta che Stiles si fermava da lui lo aveva lì ad aspettarlo. Era quando Theo aveva rifiutato di uscire con i suoi amici, nonostante Stiles lo accusasse del fatto che non fossero amici ma un nuovo branco di chimere assassine, per passare insieme a Stiles il giorno dell'anniversario della morte di sua madre.
In quei momenti Stiles si dimenticava di non fidarsi di Theo, si dimenticava di quanto era rischioso anche solo abbracciarlo e si accoccolava contro il suo petto lasciandosi cullare e gli parlava. Raccontava cose che non avrebbe dovuto sapere, si esponeva, era come spogliarsi di tutto di fronte a lui. Theo stava a sentire, dalla paranoia più stupida agli incubi del nogitsune e lo rassicurava con parole e baci. E in fondo, andava bene così. Era sempre convinto stesse macchiando qualcosa e in fondo sempre lo odiava, ma molto spesso se ne dimenticava. Spesso si limitava a baciarlo pigramente davanti al televisore, a farsi prendere per mano e a rubargli le patatine dal piatto solo per farlo arrabbiare. Spesso abbassava la guardia, spesso gli parlava di cose che Theo neanche avrebbe dovuto sapere e in fondo andava bene così. Perché anche se non lo avrebbe mai ammesso con nessuno - tranne una volta, con Theo mezzo addormentato addosso, ma non contava - stare con lui lo faceva stare bene. Lo faceva stare bene ricevere le attenzioni che meritava e sentirsi ricambiato.
«Stancante. Se mi dai un panino lo mangio mentre andiamo fuori. Sto morendo di fame.» disse riscuotendosi dai suoi pensieri.
Theo gli sorrise e gli passò il sandwich che Stiles fece fuori in due morsi, il tempo di arrivare al tavolo nel cortile della scuola dove si sedevano di solito e aveva già finito.
Theo sistemò le cose sul tavolo, lanciando anche il secondo panino a Stiles che gli si avventò sopra e lo divorò. Theo mangiava tranquillamente i suoi panini, bevendo ogni tanto il succo di frutta, sempre guardandolo e sorridendo.
«Manca l'insegnante di francese oggi pomeriggio,» disse Theo casualmente, sbucciando una mela e lasciandone metà per Stiles, «possiamo andare a fare un giro. Possiamo vedere un film al cinema o ...»
«Se andassimo semplicemente da me e uscissimo stasera? Voglio liberarmi subito dei compiti.»
Era una mezza verità. Se fossero rimasti a casa, Theo lo avrebbe coccolato sul divano e sicuramente sarebbero finiti a baciarsi a un certo punto e Stiles si era reso conto che i baci di Theo erano davvero una bella cosa, così bella che non poteva farne a meno.
Theo in qualche modo capì perfettamente che cosa Stiles stava macchinando e gli sorrise.
«Non vedo l'ora.»





 

*


 



Stiles a volte si chiedeva se suo padre non sospettasse qualcosa, data l'enorme quantità di tempo che passava con Theo. Come se non bastasse lo lasciava spesso fermare a dormire e naturalmente dormiva nel letto di Stiles e un paio di volte lo sceriffo li aveva quasi beccati a darsi i baci del buongiorno. Una volta li aveva anche visti tenersi per mano ma non aveva fatto una piega, forse pensando che fosse un tenersi per mano amichevole. Stiles era consapevole che prima o poi avrebbe dovuto uscirsene con un "papà, esco con una chimera malvagia e mi fa stare meglio di qualunque relazione o aspirazione a relazione che abbia mai avuto" ma cercava di non pensarci. In fondo, era passato troppo poco tempo. Era meglio pensare ad altro, tipo a quanto confortevole era il petto di Theo sul quale era appoggiato.
«A cosa pensi?» domandò Theo mentre gli accarezzava i capelli.
«A te.»
Theo gli regalò uno dei suoi sorrisoni che gli facevano perdere ogni cognizione di causa.
«Magari pensavo cose brutte.» borbottò, girandosi però per dargli un bacio sulle labbra.
«Il tuo odore mi dice di no.»
«Magari sei annebbiato dal troppo amore per me. Modestia a parte, sono meraviglioso.»
«Lo sei, » concordò Theo, dandogli un morso leggerò alle labbra, «e non puoi mentirmi.»
Fu il turno di Stiles di dargli un morso, stavolta sul collo, molto più intenso di quello che gli aveva dato Theo.
«Ti odio.»
«Non è vero.»
«Lo so fin troppo bene.»
Stiles sospirò e si mise più comodo contro di lui, mente Theo lo strinse a sé e strofinò il naso contro i suoi capelli.
«Un giorno mi dirai che mi ami, Stiles.»
«Non ci penso nemmeno. Sarò morto prima di quel giorno.»
Theo non rispose, limitandosi a posare un bacio languido sulle sue labbra, giusto per fargli presente che quel giorno non solo avrebbe visto uno Stiles totalmente in negazione e irritato da suoi sentimenti oltre che pienamente in salute, ma che poteva anche essere pericolosamente vicino.

 




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CONFESSIONS OF A TEENAGE DRAMA QUEEN:

Avevo in programma di fare un pippone alla Taylor Swift su com'è non piacere mai abbastanza alle persone eccetera, siccome nonostante la mia età sia ancora sotto le due decine ho un ego assolutamente esagerato che mi porta a credere di sapere tutto. Probabilmente per questo ho deciso di scegliere i liceo più difficile che esisteva e di provare ad essere ammessa all'università in cui praticamente non entri neanche se paghi. Ma la verità è che devo fare delle confessioni, quindi ecco a voi tutta la verità: sono una ragazzina che non è neanche mai stata in grado di tenersi un ragazzo per un mese senza stufarsi - Taylor Swift who - che vuole sempre essere immotivatamente al centro dell'attenzione e che pensa di sapere tutto. Sono probabilmente anche viziata e drama queen a livelli epici, ma sapete, who cares. Mi piaccio così come sono. Ho scritto questa storia nel nobile intento di redimermi da alcuni comportamenti poco rispettosi di me stessa - narcisista ma che si fa mettere i piedi in testa, da scriverci libri - ed è servito assolutamente a niente, continuo a sbattere ripetutamente contro il muro e a rimettere insieme i pezzi del mio fragile cuoricino facendo test per le facoltà a numero chiuso e vedendo Girl meets World. Quindi, in sintesi, questa storia è un colossale disagio partorito dalla mia mente che voleva mandare chissà che profondo messaggio sul non perdere tempo dietro a chi non ci guarda. E, davvero, se avete qualcuno nella vostra vita: amici, fidanzato/a, conoscenti, vicini di banco, che non vi fa sentire importante o vi tratta come meritate di essere trattati, non prendete esempio da me ma da Taylor Swift: scrivete una canzone su di lui/lei, fateci miliardi, vincete una valaga di premi e lasciate che questa persona pianga nella sua miseria mentre voi vi fate il bagno nei vostri awards. E non dimenticate di madargli/le una selfie. 

WHAT HAPPENS NEXT:

Probabilmente avete skippato tutta la parte prima nella quale sproloquiavo senza senso per arrivare qui, perché volete sapere che cosa succederà finita questa storia. Quindi, vi dico subito: potrei scrivere una future!fic sugli stheo al college indipendente da questa, continuerò sicuramente la sterek che ho in corso, potrei scrivere qualcosa sui riarkle o sugli hobrien. Sapete qual è il bello? Che non ne ho assolutamente idea.

RINGRAZIAMENTI:

Ebbene sì, the biggest ego in the room lascia un piccolo spazio anche agli altri. Perché queste settimane sono state difficili per me e vedere qualcuno che sclerava sulla mia otp e che addirittura perdeva tempo a leggere il disagio che ne scrivevo mi ha fatto tantissimo piacere. E se volete leggere altro mio disagio o semplicemente disagiare insieme a me, vi lascio il mio profilo fake Ronnie T O'bristian, in cui scrivo praticamente tutto ciò che mi passa per la testa.
E niente, grazie di cuore. Grazie del vostro sostegno che, consapevole o no, mi ha aiutata moltissimo, grazie per aver ascoltato la mia vocina irritante raccontarvi in questa storia molte delle mie sensazioni e grazie per aver ascoltato il mio sclero su questa ship improbabile. Vi voglio bene, e dico davvero <3

 

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