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“D’accordo, ma stammi dietro, Lennon, pensi di
farcela?”
Un altro sorriso. Indignato.
“Sicuro, che domanda del cazzo… com’è che ti chiami?
McCartney? Evidentemente non sai quanto siano impeccabili le mie performance.”
“Non mi farai venire l’ansia da prestazione, anch’io
sono molto bravo in questo campo.”
“Ah sì, e ti sembra di impugnare correttamente quel…
coso?”
Una mano si allunga, copre la sua. Indugia un
secondo di più.
Un brivido lo travolge.
Cos’è?
“Per i mancini è diverso.”
Balbetta, come se sapesse che è in gioco qualcosa
d’importante.
“Allora vai, Macca. Posso chiamarti Macca?”
E Paul ha tanta voglia di giocare.
“Certo, Lennon.”
(110
parole)
Note
dell’autrice: dopo un mese si torna a pubblicare, ahaha. Oddio quanto mi manca avere la super ispirazione
come i primi tempi. D’oh. ç_ç
Comunque dicevamo, dopo la ff
di Natale mi si son accumulate così tante idee che non sapevo da dove iniziare.
Poi ho trovato questa challenge su internet, sui 10
modi di flirtare e ho pensato di provarci. Quindi sarà una raccolta di 10 drabble o double, perché come dice Anya, il flirt deve
essere una cosa rapida.
I 10 capitoli sono tutti già pronti e corretti,
quindi andremo veloci con la pubblicazione.
Il primo è Holding hands e
partiamo proprio dall’inizio della loro conoscenza. <3
Grazie ad Anya per il costante incoraggiamento,
perché sopporta me e le mie paturnie, perché beta e lo fa sempre con la massima
sincerità, e io senza di lei sarei proprio persa.
Grazie anche a Claudia e Paola che sono due
personcine carine e mi sostengono sempre. :3
Il prossimo è “Grabbing
the arm” e arriverà venerdì, spero. :)
Paul ride malizioso e John sa di odiarlo. Non è
ammissibile che proprio lui debba chiedere consigli a Paul – mocciosetto- McCartney. Ma a mali estremi…
“E’ questione di furbizia.”
“Io sono furbo.”
“Non abbastanza, a quanto pare. Ma il buon vecchio Paulie sarà lieto di darti alcuni consigli.”
John drizza le orecchie mentre Paul gli si avvicina
di più sul letto.
“Se lei si volta per andarsene, indossi il tuo
migliore sguardo lascivo e le afferri il braccio. Così.”
Gli occhi di John si spalancano quando la mano di
Paul si stringe attorno al suo braccio, forte sì, ma anche dolce.
“Proprio così?”
Deglutisce sonoramente sotto lo sguardo malizioso
dell’altro. Che succede?
“Certo. Poi ti avvicini e le sussurri, ‘è stato bello conoscerti, Johnny’.”
Il sospiro di Paul gli sfiora l’orecchio, facendogli
trattenere il fiato.
Strano come ora John sembri una delle ragazze
ammaliate da Paul.
Ma non può essere.
Lui è un ragazzo. È John Lennon!
“E vedrai che cadrà subito ai tuoi piedi. Che ne
dici?”
Eppure John sorride, abbandonandosi a quello strano
fremito perché…
“Dico…anche per me è stato bello conoscerti.”
(200
parole)
Note
dell’autrice: e andiamo col secondo e con Paul che
prova a fare il marpione con John. XD
Mi son dimenticata di dire l’altra volta che questa challenge l’ho scoperta grazie a Fiona Fu, avete presente
la grandissima artista che ci ha regalato tante bellissime fanartMcLennon? Lei sta facendo questa challenge
con un altro fandom (*piange*), e io ho provato ad
adattarla in scrittura. Ma fidatevi, scrivere il flirt è super super complicato. Per me. ç_ç
Comunque grazie come sempre alla mia beta preferita,
Anya, santa donna, tanto cara e paziente. <3
Grazie anche Claudia e Paola per la loro amicizia e
grazie a chi ha recensito. *^*
Paul sospira quando John si arrende ancora. Quell’accordo
proprio non funziona.
“Sei senza speranza.”
“Ti prego, Paul, aiutami.”
“Non eri quello che non voleva l’aiuto di un
moccioso come me?”
“Prima di sapere che fossi un fottuto genio della
chitarra.”
Paul ride, sedendosi alla sua sinistra, “Non
esagerare, mi avevi già convinto al ‘ti prego’.”
John che lo prega è raro ma estremamente efficace: riesce
sempre a ottenere quello che vuole.
Affascinante come la sua voce possa risultare
insieme beffarda e supplice. Paul non capirà mai come ci riesca. Sa solo che non
sa resistervi, da quando conosce John.
“Ecco. Metti le dita così.”
La sua mano posiziona correttamente quella di John sul
manico della chitarra, la guida come una marionetta.
“Forse volevi dire così?”
John ride, divertito, disattento, le sue dita s’intrecciano
con quelle dell’altro.
Dolcemente?,
pensa Paul, trattenendo il respiro. Non vorrebbe, perché è solo uno scherzo,
vero?
Eppure è più forte di lui.
“Finiscila, John. Riesci a essere serio qualche
volta?”
Come sempre, anche se Paul conduce il gioco, alla
fine è John a vincere.
“Rilassati, stavo solo scherzando.”
Paul arrossisce, di vergogna.
Sì, è solo uno scherzo. Un gioco.
Ma continuare a giocare ora fa paura.
(200
parole)
Note
dell’autrice: dita intrecciate, sigh, mi piaceva tanto
come prompt, ma dubito che sto capitolo sia uscito
come me l’ero immaginato. ç_ç
Che ansia. >_<
Comunque come sempre grazie ad Anya per essere la
mia beta e una delle amiche più care.
Grazie a Claudia e Paola che mi incoraggiano
nonostante tutte le mie paturnie, e grazie chi ha recensito. <3
La situazione comincia a diventare incredibilmente
noiosa. Sono tutte uguali, queste feste.
Chi l’avrebbe mai detto?
John ride uscendo dalla sala. Subito si mette alla
ricerca di una sigaretta nel pacchetto ben nascosto dentro la giacca.
La porta alle labbra, accorgendosi di una figura fin troppo familiare
per i suoi occhi sempre così maledettamente miopi.
Paul, in mezzo alla neve, avvolto nel suo cappotto
pesante. Anche lui ha una sigaretta in bocca e sta cercando di accenderla con
mani tremanti.
Senza pensarci troppo John si avvicina, avvolge un
braccio intorno al suo collo e lo attira vigorosamente a sé.
“Ma che-?”
“Necessito di un accendino disperatamente, Paul,
sai, ho dimenticato il mio nella borsa di Cyn e
dubito che lei approverebbe ciò che sto facendo.”
Paul sbuffa, ma non sembra arrabbiato mentre John lo
tiene ancora stretto a sé per accendere la sigaretta.
“E non potevi chiederlo più gentilmente?”
John sorride fra sé. No, Paul non sembra arrabbiato
e nello stesso momento non ha fatto il minimo sforzo per sciogliersi dal suo
abbraccio.
“E perdermi la tua reazione? Stai scherzando, Paul?”
E sa che non è affatto una cosa buona. Eppure…
“E’ così divertente!”
(200
parole)
Note
dell’autrice: e andiamo col 4… yuuppieee
???
Questa è una di quelle che avevo scritto in un modo,
ma poi non mi convinceva e non convinceva neanche Anya e quindi l’ho riscritto
e ora sembra essere accettabile? Non so, aspettiamo i vostri riscontri. :3
Grazie ad Anya che è sempre tanto disponibile e
paziente e sincera con me e io piango perché sono fortunata da morire a poter
contare su di lei. <3
Grazie anche a Claudia e Paola, come sempre, per la
loro amicizia. :D
Ha rimesso l’anima in quel gabinetto. Fortunatamente
è un bagno molto pulito. Ma d’altra parte si trovano nel più lussuoso albergo
di Key West.
Bloccati per un tornado. Stupida Florida.
Paul torna in camera barcollando. Atterra con un
tonfo accanto a John, stravaccato con la schiena appoggiata al letto, gli occhi
chiusi, sta dormendo?
Paul non lo sa, fino a poco fa lo scherniva perché
era così principessina da vomitare solo per qualche bicchiere in più.
Certo, nessuno può battere la sua virilità.
La testa gira, sembra un vortice infinito. Comprensibile,
con tutto quel bere, le risate, i pianti e le non molto attendibili
dichiarazioni d’amore. Paul ha bisogno di aggrapparsi a qualcosa per non
perdere l’equilibrio.
Appoggia la testa sulla sua spalla, avvolgendo le
braccia intorno a lui.
“Ti prego, in futuro
impediscimi di bere ancora così.”
John ride, portando un
braccio intorno alla sua vita.
Dio, tra le braccia di
John si sta così fottutamente bene che fa male.
“Solo se farai lo stesso.”
Fa male da morire.
“Anche se non so quanto potrò fidarmi di te, Paulie.”
“Perché?”
John lo guarda con la coda dell’occhio,
pizzicandogli il sedere e facendolo sobbalzare.
“Una principessa non dovrebbe mai ubriacarsi.”
(200 parole)
Note
dell’autrice: e andiamo con Embracing.
Ora la domanda sorge spontanea. O me la sono posta solo io? Qual è la
differenza tra hugging e embracing?
Ebbene, embrace è abbracciare in modo più
appassionato, diciamo, mentre hug è più leggero.
Fattto
sta che è stato comunque difficile da scrivere, lol. Quello
non cambia mai, me tapina. ç_ç
Comunque al solito grazie ad Anya, alle sue
correzioni, ai suoi saggi consigli, e alla sua pazienza. Come sempre. Un abbraccio
anche a lei. <3
Un altro per Claudia e Paola, sempre tanto carine
con me. :3
E last, butnotleast, uno per tutti quelli
che recensiscono e leggono. Siete l’amore. <3
Prossimo capitolo, “Holding from behind”,
venerdì.
Paul sussulta quando due braccia lo avvolgono da
dietro, intrappolandolo in una gabbia che, nonostante tutti i tentativi di
convincersi del contrario, è il luogo a cui Paul sente di appartenere.
“Che stai facendo, John?”
“Ti sto reclamando.”
Il suo sussurro è così lieve, ma sa come far fremere
Paul tra le sue braccia.
“Cosa?”
“Non dice così la spilla? ‘Se nessuno mi reclama fra trenta giorni, sono tuo’. Beh, ti sto
reclamando.”
Paul ride, mentre John indica la spilla appuntata
sulla camicia dell’amico, che riporta le parole da lui citate.
“Non puoi reclamarmi.”
“Perché no?”
“Perché si reclama qualcosa che hai perso e tu non
mi hai perso.”
“Ma…”
Paul ignora la sua protesta, voltandosi verso l’altro.
John non ha perso Paul. Non potrà mai accadere.
Tuttavia Paul è quasi convinto che è lui che sta per
perdere John. Ed è un dolore più atroce di qualunque altra cosa abbia mai
provato finora per lui.
“Però potresti riprovare fra trenta giorni.”
“Dici?”
“Certo, è quella la scadenza.”
Sorridendo, tocca la punta del suo naso, prima di
sciogliersi dall’abbraccio.
“Se sei fortunato, potrei essere tuo.”
Gli rivolge un occhiolino sfacciato, ma Paul sa che
non lo sarà.
Ebbene, era troppo bella per non scriverci qualcosa
sopra. Paul ne ha diverse, di spille, interessanti, e di un paio io e Anya
abbiamo parlato cercando di scoprire cosa ci fosse scritto. E poi ce le siamo
divise, a lei ne tocca una e a me toccava questa. Ora, sinceramente, dubito che
questa flash sia uscita come la volevo, ma portate pazienza. Nonostante tutto,
non mi sento più ispirata come una volta. Non so perché. ç_ç
Comunque, intanto grazie ad Anya per la correzione e
per incoraggiarmi nei momenti peggiori di sconforto. <3
E grazie a Claudia e Paola per esserci sempre. :D
A domenica, per una os di
San Valentino, e a martedì col prossimo capitolo, “Lifting up – Princess style”.
Hanno appena terminato l’esibizione in mondovisione.
Faceva paura, ma ora sembra una passeggiata.
“Potevamo fare meglio. Immagino che dovremmo
accontentarci.”
“Il solito pignolo rompipalle.”
Paul gli rivolge una smorfia contrariata. Per John è
irresistibile. Come sempre.
“Un pignolo molto carino. Il fiore ti donava.”
“Davvero?”
“Era in stile PaulMcCharmly.”
“Ancora quel nomignolo del cazzo?”
“Non ti piace? È appropriato per una principessina
affascinante come te.”
“McCharmly fa venire in
mente più un principe che una principessa.”
Paul scuote il capo in modo esageratamente
effeminato.
Oh, è una fottuta principessina! E lo sa benissimo anche
lui.
“Fammi controllare.”
Paul batte le palpebre, mentre John si avvicina
minaccioso.
“Cosa vu-?”
Non riesce a formulare alcuna domanda perché, senza poter
protestare, John lo solleva facendo scivolare un braccio sotto le sue gambe e
l’altro attorno alle spalle.
“JOHN!”
“Ehi, sai che hai ragione?”
Lo fa saltare un paio di volte, tra le sue braccia.
“Mettimi subito giù!”
“Ai vostri ordini, sire.”
Di nuovo a terra, Paul cerca di ricomporsi,
ignorando il rossore sulle guance e il respiro appena affannato.
“Sei impazzito?”
“Dovevo controllare. E hai ragione. Non sei una
principessa.”
“Perché?”
“Le principesse non pesano così tanto.”
(200
parole)
Note dell’autrice: ok questa è stata veramente
difficile. ç_ç E dire che non sembrava così
complicata, per il nomignolo di John…
Insomma, questo è il risultato.
Al solito, grazie ad Anya per la correzione, i
consigli, per tutto tuttotutto.
:3 Seguite la sua nuova long QUI.
<3
John non rifiuta mai un bel trip da acido, soprattutto
se c’è Paul, pronto a sorreggerlo prima di cadere.
“Ce la fai, John?”
“Mm?”
“A salire in camera?”
John appoggia il peso sull’amico, “No.”
Sussurra sul suo collo, sorridendo quando la pelle
d’oca scoppia proprio lì.
“Allora dormi sul divano.”
“Mm, Paul…”
Avvolge le braccia intorno al suo collo, pregandolo
di portarlo su.
“Se non t’avessi visto prendere un acido, ti
lascerei a congelare sul pavimento.”
John strofina il naso nello stesso punto sensibile
del suo collo.
“Ti prego.”
“Oh, vaffanculo, John, sei un opportunista del
cazzo.”
Paul lo prende sulle spalle, sorprendendosi di
sentire quanto sia leggero, più di quanto possa pensare. Vorrebbe parlargliene,
chiedergli se stia bene, ma ora non può.
Vuole solo portarlo a letto e dormire.
La camera di John è buia e Paul avanza traballante,
fino a quando non inciampa e cadono sul letto.
John ride, “Paul, sei un imbranato.”
“Tu un ingrato.”
Fa per alzarsi, ma John lo trattiene.
“Resta qui.”
“Cosa?”
“Dormi qui.”
“Perché?”
“Perché lo voglio io.”, John lo stringe,
sbadigliando, “Vuoi?”
Paul ci pensa, portando le mani sopra le sue.
“Voglio.”
Ma John non sente, perché è già tra le braccia di
Morfeo.
“Voglio tutto quello vuoi tu.”
(200
parole)
Note
dell’autrice: e ormai siamo a -2 dalla fine. Per fortuna,
neh? :P
Dunque, altro capitolo difficile e altre paturnie
infinite. Il flirt probabilmente è poco presente perché sono fatti dall’acido,
ma insomma, è uscita così. ç_ç
Che amarezza.
Btw,
grazie come sempre ad Anya per la correzione, i consigli e l’incoraggiamento.
:3
Grazie anche a Claudia e Paola che sopportano le mie
paturnie e i miei problemi con infinita pazienza. :D
A martedì con il penultimo capitolo, “Hiding the face in”.
“Perché sì, perché non fai più questo per vivere.”
Paul ci mette tutta la passione che ha in corpo,
quando appoggia la mano sopra le dita di John che si muovono abilmente sulla
tastiera del pianoforte bianco.
“Non capisco. Come fai a stare senza?”
“Impari.”
“Prima era la tua vita.”
“La vita ti cambia, Paul.”
“Cambiano
molte cose. Come fai a stare qui da solo tutto il giorno? Una volta l’avresti
odiato.”
“Beh, ma non sono solo, vero?”
La mano di John s’intreccia con quella di Paul,
attirandolo un po’ a sé sul seggiolino.
Paul sente il suo cuore perdere un battito. Per
qualche strano motivo.
“John, sono serio.”
Ma John lo guarda con un sorriso che ha lo
straordinario potere di renderlo felice.
Nonostante il suo cuore stia galoppando imbizzarrito.
Nonostante le gambe siano improvvisamente deboli.
Nonostante tutto.
“Anche io.”
Si china verso di lui e Paul arrossisce, e non potendo
più trattenersi, ricambia la stretta di John.
“In fondo, c’è tutto quello che mi serve.”
“Cos’è, John?”
John sorride e si china sempre più su di lui,
ignorando il balbettio di Paul.
Paul sta per morire, lo sa, ne è sicuro. Non è mai
stato più certo di qualcosa nella sua vita come in questo momento, col viso di
John a un soffio dal suo.
Morirà sul fottuto pianoforte bianco di John.
Forse di crepacuore.
Forse di sorpresa, se John ora lo…
Che poi… sarebbe una sorpresa?
Dopo tutti quegli anni di sorrisi, sguardi, carezze
nascoste…
Sarebbe davvero una sorpresa?
Tuttavia, all’ultimo momento, John si ferma e lascia
toccare le loro fronti.
E Paul pensa di essere stato graziato.
“Sei tu, Paul.”
O forse no.
(300
parole)
Note
dell’autrice: sì, lo so, dovevo aggiornare venerdì, ma
per alcuni imprevisti non ce l’ho fatta. E allora oggi finiamo questa raccolta,
che non è uscita assolutamente come me la immaginavo, ma ormai è andata. :(
Comunque sia, grazie mille ad Anya per aver fatto
moltissimo per questa storia (senza di lei la storia avrebbe preso una piega
totalmente incasinata, sappiatelo), per il bellissimo
avatar che ha fatto lei e in generale per quello che fa per me, come amica. Grazie.
<3
Grazie anche a Chiara, Claudia e Paola perché sono
sempre pronte a incoraggiarmi e sostenermi con le loro dolci parole.
Grazie a chi ha recensito, Vintage Penny Lane, Athelye, laragazzadicarta, JennyWren, Let_it_beatles e
Gloria Lovely, e a chiunque abbia seguito questa
raccolta.
Prossimo lavoro… non lo so, ho ripreso in mano il
sequel di I’llgetyou, che ho iniziato l’anno scorso, ma sinceramente, non lo
pubblicherò fino a quando non lo troverò almeno accettabile.