Memento!

di Avenal Alec
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm Sorry - post 3x03 ***
Capitolo 2: *** Ritorno - post 3x04 ***
Capitolo 3: *** May we meet again -post 3x05 ***
Capitolo 4: *** Sempre - post 3x07 ***
Capitolo 5: *** Son - Post 3x08 ***



Capitolo 1
*** I'm Sorry - post 3x03 ***


I’M SORRY
 
Dall’alto della torre di Polis Clarke osservava la Sua gente allontanarsi da lei per raggiungere Arkadia.
Sentì un nodo alla gola, sul palmo ancora il calore della mano di Lexa quando si era inginocchiata di fronte a lei per giurarle fedeltà.
L’acre sapore dell’odio nella sua bocca ma, doveva essere fatto, non per lei, la sua anima era ormai persa fra le ombre dei morti di Mount Weather, ma per la sua gente.
Senti gli occhi bruciarle per le lacrime che non poteva versare. Non poteva essere debole, non poteva rincorrere i suoi, raggiungere Bellamy e urlargli “Portami a casa” cercando conforto fra le sue braccia.
Ricordava il suo sguardo quando gli aveva detto che sarebbe rimasta a Polis. Lo aveva ferito ma in cuor suo era certa che avrebbe capito.
Doveva tenerli al sicuro e, solo quando ciò sarebbe avvenuto, avrebbe potuto raggiungere Bellamy e dirgli “Riportami a casa”.
Clarke abbassò gli occhi verso la sua mano, la strofinò nel vano tentativo di cancellare il calore di colei che l’aveva tradita.
Sarebbe stata forte per la sua gente, per se stessa, per un futuro diverso, per poter guardare negli occhi Bellamy e vedere nuovamente il suo sorriso.



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NOTA: sono perfettamente consapevole che dovrei andare avanti con Sacrifice&Life la mia long ma dopo la visione della 3x03 questa double drabble mi chiamava....spero capirete :P

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Capitolo 2
*** Ritorno - post 3x04 ***


RITORNO 
 
 
“Se continui così, non rimarrà niente di quel tappeto!”
Clarke sentì la voce di Lexa provenire da lontano. La sua mente proiettata verso problemi più grandi di un tappeto che stava continuando a calpestare da ore, da quando aveva saputo ciò che era successo ad Arkadia 
-maledetto Pike e Bellamy che si stava comportando da idiota, 
Perché lo aveva fatto, perché non aveva aspettato che lei ritornasse?, aveva così poca fiducia in lei per fare una scelta del genere?.
“Clarke non puoi fare niente.” disse la Heda alzandosi e avvicinandosi a lei-
“Fermati! Stammi lontana! Nulla di questo sarebbe dovuto succedere!”
“E quindi cosa pensi di fare Clarke?” chiese il comandante sfiorandole con le dita i lunghi capelli biondi.
Clarke sentì correrle un brivido che fece a fatica a trattenere. Si scostò cercando di mettere maggior spazio fra loro due.
“Lexa!” sussurò con voce rauca e minacciosa “Non è ciò che voglio, lo sai!”
“Sei sicura?” chiese ammiccante la giovane.
Clarke sbuffò irritata “Non vuoi capire che stiamo parlando della mia gente! devo fare qualcosa e capire cosa stia  succedendo a Bellamy!!”
“Clarke, Bellamy ha scelto di non credere in te, nella nostra alleanza. Ormai è solo un nemico per noi!”
“Cosa dovrei fare secondo te? Abbandonarlo a se stesso?”
“Uccidilo” rispose Lexa scrollando le spalle “Tanto sai che presto dovrò farlo io e, non sarà l’unico”
"Perchè non riesci a capire che forse c' è una soluzione che non implichi la morte di qualcuno?” chiese infastidita Clarke, 
“Clarke, io sono l’Heda, è mio dovere proteggere la mia gente e distruggere chiunque la metta a rischio. Non posso permettere che la tua gente mi sfidi”
Clarke alzò gli occhi di scatto e osservò intensamente il viso di Lexa che in quel momento sembrava freddo e distante, così simile alla donna che l’aveva tradita solo pochi mesi prima.
“Cosa stai dicendo Lexa?”
“Che ho fatto quello che doveva essere fatto!”
Clarke si avvicinò alla giovane.
“La mia gente è al sicuro vero Lexa?” 
“Sarà al sicuro finchè rimarrà dentro le mura di Arkadia e non attaccherà i miei, in tal caso, non ci sarà pietà!”
Clarke si pietrificò all’istante, non poteva permetterlo, troppi innocenti sarebbero morti, doveva far ragionare Bellamy, fermare Pike in qualunque modo.
Osservò un ultimo istante Lexa, aveva creduto che fosse cambiata, che ci fosse qualcosa in lei e invece, nuovamente, aveva avuto la conferma che il comandante e il mondo in cui viveva non poteva essere anche il suo.
“Devo andare”
“Dove vuoi andare?, tutto è ormai stato deciso! Questo è il tuo posto, accanto a me” ribatté Lexa.
“No Lexa,” sussurrò Clarke “questo non è il mio posto, solo ora l’ho capito.  Presto ci rivedremo di nuovo, ma non sarò più ciò che tu desideri io sia. Addio”
Clarke uscì dalla stanza, un peso nell’animo, una parte di lei era morta a Mount Weather mesi fa e ora, un altro piccolo pezzo della sua anima era andato in frantumi quando aveva scelto di non seguire il suo cuore ma solo la sua mente.
Forse tornare, vedere i suoi, avrebbe rimesso assieme ciò che aveva perso tanto tempo prima.
Non aspettò l’arrivo del giorno, partì diretta ad Arkadia con la speranza che non fosse troppo tardi.

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Capitolo 3
*** May we meet again -post 3x05 ***


May we meet again

Clarke uscì dalla tenda sulla collina ancora disseminata di cadaveri. L’odore di morte aleggiava su ogni luogo creando una pattina umidiccia sulla sua pelle.
Un conato di vomito l’assalì, avrebbe voluto rientrare ma non riusciva a guardare negli occhi Lexa. Sapeva cosa le aveva chiesto. 
Forse non ci sarebbe stata una guerra ma, Lexa, ne avrebbe pagato di certo lo scotto.
Si chiese se anche l’Heda, come Bellamy sarebbe stata rovinata da lei. Sembrava che tutti coloro che le stavano vicino prima o poi dovessero soffrire o morire. Pensò a Wells che non era mai riuscita a salutare, a Finn…
Il suo sguardo corse subito alle sue mani che, alla luce della luna, sembravano lorde di sangue. 
E, pensò a Bellamy.
Rivide con la mente i suoi occhi pieni di fantasmi, rabbia, senso di colpa, paura per ciò che era diventato. Rivide il ragazzo fragile che si sentiva un mostro per ciò che aveva fatto, che voleva fuggire per paura di causare altro dolore.
Clarke crollò in ginocchio fra i morti. Singhiozzi incontrollati sfuggivano dalle sue labbra mentre le lacrime che non riusciva a trattenere bagnavano le sue mani. 
Quelli erano i morti di Bellamy ma erano anche i suoi. 
Lo aveva abbandonato una volta quando era scappata, lo aveva abbandonato una seconda quando era rimasta a Polis e, si chiese, per la prima volta, con un moto di terrore, se mai avrebbe rivisto il Bellamy che aveva conosciuto e imparato ad amare.

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Capitolo 4
*** Sempre - post 3x07 ***


Rieccomi con una nuova oneshot. Difficile scrivere qualcosa direttamente collegato alle 3x06 e alle 3x07 visto lo sviluppo della serie e dei personaggi ma, il mio cuore Bellarke è sempre lì che palpita…nasce così questa Oneshot nata ora ma che guarda al futuro…alle fine della stagione.

SEMPRE
 
Un’ esplosione scosse il silenzio della valle, il fumo cominciò a levarsi dalla Città della luce. La sua presenza nello spazio reale ridotta oramai ad un cumulo di macerie aveva cancellato la sua ombra nella mente delle persone.
Clarke lasciò uscire il respiro che aveva trattenuto fino a quel momento. Era fatta, la tensione che non l’aveva mai abbandonata dalla morte di Lexa le scivolò via, trasformando il suo corpo in gelatina.
Temette di non riuscire a reggersi in piedi.
Cedette, ma un braccio apparve accanto a lei per sorreggerla. Volse lo sguardo verso la presenza che si era materializzata vicino a se: Bellamy.
Lo guardò di sottecchi un’istante, una vicinanza che sentiva così lontana, come sempre era accaduto dopo la ribellione di Pike.
“Tutto bene?”  le chiese senza guardarla, lo sguardo concentrato davanti a se.
“Si!” rispose Clarke in un sussurro.
Lentamente dalla valle i capo clan la stavano raggiungendo sulla sommità della collina. Vide i volti di coloro che aveva cominciato, suo malgrado, a conoscere da quando Lexa era morte e, la minaccia di A.L.I.E si era fatta più pressante.
Ce l’avevano fatta, gli Skykru e i clan avevano lottato insieme contro una nemico comune.
Una parola sussurrata cominciò a dilagare, un eco fra le montagne.
“Heda! Heda! Heda!”
Clarke si volse di scatto pensando irrazionalmente che dietro di lei apparisse Lexa, l’unica vera Heda, ma lei era morta.
Ora i clan stavano acclamando lei, si rese conto in un attimo di lucidità.
Le gambe le tremarono nuovamente, cercò con lo sguardo Bellamy ma lui non le era più accanto. Prese un respiro profondo mentre il clangore degli scudi battuti con le armi e le urla risuonavano in ogni dove.
Non era ciò che voleva, non lo aveva mai voluto ma era ciò che doveva essere fatto perché tutti loro. Erano la gente di Lexa e ora erano diventati anche la sua gente da quando avevano accettato di combattere con lei e non contro gli Skykru.
Lo doveva a Lexa, in suo onore e per ciò che avevano condiviso.
Di scatto alzò il coltello che portava con sè e lasciò che il suo urlo di vittoria si levasse nell’aria.
Un urlo che dilagò fra la gente che si unì a lei.
 
Quella sera…
 
E così era giunto anche il suo momento, non sapeva se esserne contento o meno ma, per lo meno la situazione, comunque andasse, si sarebbe conclusa e sarebbe potuto andare avanti con la sua vita. Se tale ormai si poteva chiamare.
Sentiva di aver perso molto in quegli ultimi mesi. Pensava di aver trovato una vita sulla terra eppure, mattone dopo mattone ogni cosa era crollata e, in quel momento, si sentiva solo, abbandonato.
Si fece avanti alle guardie di fronte alla tenda dell’Heda. Anche alla luce dei fuochi vedeva i loro sguardi di odio. Non poteva essere diversamente. Lui stesso si odiava per ciò che era diventato.
“Facciamola finita” sussurrò e superò la coltre che chiudeva l’ingresso della tenda.
Il fioco chiarore delle candele rischiarava a malapena l’enorme tenda che una volta apparteneva a Lexa e che ora era occupata da Clarke.
La vide subito, piegata in avanti, i capelli dorati a coprirle il volto, intenta ad osservare delle carte accanto al re della Ice nation.
Quando si accorsero di lui, Clarke fece un breve cenno al guerriero della nazione del ghiaccio che ricambiò prima di uscire.
Bellamy lo seguì con la coda dell’occhio notando il suo sorriso di scherno. Ricordava forse come lo aveva pugnalato nel suo maldestro tentativo di salvare Clarke?
Scosse la testa, non aveva più importanza.
Alzò lo sguardo verso Clarke, lo stava scrutando, distante come non l’aveva mai sentita da quando erano atterrati sulla Terra.
Era cambiata, dura, sicura e consapevole del suo nuovo ruolo.
“Heda” disse in modo formale chinando il capo. Aveva capito troppo tardi cosa Clarke aveva fatto per tutti loro, quanto di se aveva sacrificato e, ora, accettava quello che sarebbe accaduto.
Una piccola pena rispetto a tutta la sofferenza che sentiva dilaniare il suo petto.
Sentì Clarke avvicinarsi.
“Bellamy, sai perché sei stato chiamato?”
Il ragazzo alzò lo sguardo, incrociando così gli occhi chiari della nuova Heda che lo scrutavano.
Annuì “Kane mi ha avvertito: I clan hanno votato, gli skykru diventeranno il 13 esimo clan, non ci saranno più rappresaglie ma io dovrò essere esiliato.” Rispose in tono monocorde. Aveva capito che quello era l’unico modo per proteggere i suoi. Seguire delle regole che non gli appartenevano ma che avrebbero permesso a tutti di prosperare senza più spargimenti di sangue. Era il prezzo che doveva pagare per il sangue che lordava le sue mani.
Bellamy vide gli occhi di Clarke farsi più grandi, umidi di lacrime che non poteva versare. Qualcosa gli si spezzò dentro. Tutto questo non sarebbe successo se… ma non lascio che quel pensiero mettesse radice.
“Domani mattina lascerò le terre della coalizione se mi sarà concesso un libero passaggio sulle terre dei Clan.”
“Sai già dove andare?” chiese Clarke con un filo di voce.
“Verso sud, forse troverò il popolo delle Barche di cui spesso abbiamo sentito parlare.”
Bellamy vide i suoi gli occhi farsi ancora più grandi “No, non ho intenzione di levare nuovamente le armi contro la coalizione se è questo che ti preoccupa.” fraintendendo lo sguardo di Clarke poi vide la giovane  volgere lo sguardo altrove.
“Clarke?” chiese in un sussurro facendosi più vicino e poggiandogli la mano sulla spalla “Guardami!”
La ragazza puntò il suo sguardo su di lui, due lacrime le rigavano le guance.
“Non doveva finire così …” si lasciò sfuggire in un sospiro mentre Bellamy l’attirava a se cullandola fra le sue braccia.
“Questo è l’unico modo per rimediare agli errori che abbiamo commesso e proteggere i nostri” le sussurrò “Lotta Clarke, lotta per quello che volevamo costruire, lotta per questo mondo come io non sono riuscito a fare.”
Sentiva le lacrime calde di Clarke bagnargli la maglia “Sono stanca di lottare” sussurrò fra i singulti. Bellamy avrebbe voluto trattenerla fra le braccia per sempre tentando di attenuare la sofferenza che Clarke provava ma, non poteva farlo.
Poggiò le sue mani sulle spalle e l’allontanò da se “Guardami Clarke” disse deciso “tu sei Clarke degli Skypeople, la Wanheda, l’ambasciatrice della skykru e ora sei Heda. Hai la forza per lottare, è il tuo compito, il tuo dovere e il tuo destino. Lo è sempre stato da quando ti rifiutasti di darmi il bracciale elettronico anche sotto minaccia. Questa sei tu, la nostra Brave Princess” concluse con un mezzo sorriso.
“Non voglio lasciarti andare Bellamy” rispose con un sussuro Clarke.
“Non ti sto abbandonando Clarke, io ci sarò sempre come ci sono sempre stato. Quando avrai bisogno di me io tornerò. Ora devo andare per ciò che stiamo costruendo ma, un giorno di rincontreremo.” Concluse prima di baciarle la fronte, un istante per sentire il tepore della sua pelle, un contatto che per loro valeva più di mille parole e promesse.
“May we meet again Clarke” le sussurrò prima di prendere la strada dell’uscita lasciando sola Clarke.
Sentiva la sua anima lacerata, avrebbe voluto tornare dentro e dirle che tutto sarebbe andato bene, che ci sarebbe stato lui a proteggerla come non era riuscito a fare tante altre volte ma sapeva che ora, il modo migliore per proteggerla era andarsene. Lasciarle costruire un nuovo mondo sulle macerie di quello che avevano appena distrutto.
 
 
 
 
N.d.A : Ecco come al solito io parto con un’idea e TAC la storia prende un’altra direzione. Non so se essere contenta di questo parallelismo con la 2x16 ma, visti i presupposti di questa stagione e le colpe che Bellamy deve espiare e i “danni” che sta combinando, mi sembra in linea con la serie. Mi piace però l’idea che questa volta l’uno si allontani dall’altro con ogni cosa detta. Nessuno sta abbandonando l’altro, si stanno allontanando per poter tenere al sicuro i loro ed è l’unica scelta che possono fare. Insomma #mainagioia Bellarke ma …non so…mi piace lo stesso :P…spero anche a voi!!
 

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Capitolo 5
*** Son - Post 3x08 ***


Una cosetta dedicata a Kane e al momento in cui non ha messo sotto Bellamy con la Jeep per portare fuori Pike dal campo.
 
SON

Il cervello mi urla di pigiare l'acceleratore, è l'unico modo per terminare questa follia.
Guardo oltre la canna della pistola che mi punta addosso.
In fondo ai suoi occhi la verità. 
Non riesco, non posso farlo, non contro di lui.
Sta sbagliando, lo so!. Lui non è così, non vuole farlo ma crede di dovermi fermare.
Non voglio continuare , se lo facessi, lo perderei per sempre e con lui ogni speranza per questo mondo.
C'è un modo di fare le cose, di costruire il futuro. Fargli male o costringerlo ad allontanarsi non è il modo giusto.
Non posso farlo e non lo farò.
Arriverà il momento in cui capirà e potremmo ricominciare a sperare. 
Lentamente alzo il piede dall'accelleratore.
Alzo le mani, pronto ad arrendermi.
Le conseguenze saranno durissime ma oggi, forse, ho salvato comunque un mondo.

 
 

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