Le Sacre 28

di Signorina Granger
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Tradizione ***
Capitolo 3: *** Invito inaspettato (Scelta OC) ***
Capitolo 4: *** Tutti a Malfoy Manor! ***
Capitolo 5: *** Purosangue in sfida ***
Capitolo 6: *** Invito a cena con delitto ***
Capitolo 7: *** Test a sorpresa ***
Capitolo 8: *** Passeggiatina al chiaro di luna ***
Capitolo 9: *** Duelli a gogò ***
Capitolo 10: *** Match improvvisato ***
Capitolo 11: *** Assassini nel labirinto ***
Capitolo 12: *** Non c'è festa senza imbucati ***
Capitolo 13: *** Nuovo gioco, nuove regole ***
Capitolo 14: *** Tante domande... ***
Capitolo 15: *** ... Nessuna risposta ***
Capitolo 16: *** Alcuni pezzi al loro posto ***
Capitolo 17: *** Spiegazioni ***
Capitolo 18: *** Segreti di famiglia ***
Capitolo 19: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


~~Prologo


Abbott
Avery        
Black      
Boulstrode
Burke
Carrow     
Crouch     
Fawley
Flint
Gaunt      
Greengrass
Lestrange  
Paciock
MacMillan
Malfoy
Nott
Ollivander
Parkinson
Prewett       
Rosier         
Rowle          
Selwyn         
Shacklebolt
Shafiq
Lumacorno
Travers        
Weasley
Yaxley   
        


Eccole: le Sacre 28. Le famiglie Purosangue rimaste tali nei secoli, le famiglie che Salazar Serpeverde riteneva degne di frequentare Hogwarts.
E' passato quasi un secolo dalla Caduta di Voldemort, quel 2 Maggio 1998 è ormai lontano. 
Molte di queste famiglie non ci sono più ormai, il loro nome è sparito dopo la Seconda Guerra: diversi tra questi 28 nomi erano Mangiamorte e molti di loro sono morti, altri rinchiusi a vita ad Azkaban...
Ma non è stato il destino di tutte: diverse sono ancora in auge, il loro nome circola ancora.
I loro eredi stanno per incontrarsi tutti insieme per la seconda volta nella storia. Cosa porterà questo incontro?








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Angolo Autrice:

Un paio di giorni fa ho letto l'articolo su queste "Sacre 28" e ne sono uscita davvero incuriosita... così eccoci qui.
La storia è ambientata diversi anni dopo la guerra, ERGO i Weasley non saranno figli di Ron, Ginny e compagnia bella, saranno tutti OC nuovi.
Le famiglie sparite ve le scrivo qui:
- Avery
- Black
- Crouch
- Carrow
- Gaunt
- Lestrange
- Prewett
- Rosier
- Rowle
- Selwyn
- Travers
- Yaxley

Si, sono parecchie, quasi metà. Ne rimangono 16, i vostri OC dovranno appartenere a quelle.
Se siete interessati recensite richiedendo il sesso e la famiglia, dovete mandare la scheda dopo la mia conferma e avete due giorni di tempo.
Gli OC verranno selezionati, accetterò uno o due OC per famiglia... per favore, NON CREATE tutti Weasley o Malfoy!
i ragazzi devono aver concluso la formazione ad Hogwarts, l'età dev'essere di 18 o 19 anni, fate voi.
La scheda da completare è questa:

Nome:
Età:
Ex Casa:
Ora cosa fa? (lavoro)
Aspetto:
Carattere:
Passione/Talento:
Fobia/Debolezza:
Altro: (es, oggetto particolare)
Andrebbe d'accordo con persone:
Non andrebbe d'accordo con persone:
Patronus:
Disponibile per coppia? Si/No
Se si, partner ideale:
Se no, ha già un ragazzo/ragazza? Si/No

Spero parteciperete in molti :)

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Capitolo 2
*** Tradizione ***


~~Tradizione


“Devo proprio farlo?”          Charles Malfoy piegò le labbra in una smorfia mentre guardava le numerose lettere sparse sul tavolino di legno, illuminato dalla luce del fuoco nel camino.
“Immagino che tu non sia esattamente pazzo di gioia Charles, ma è giusto così…  La tua è la terza generazione dopo la Guerra, se non lo facciamo ora quando?”
“D’accordo nonno, ma perché proprio qui, a casa nostra?”
 

Scorpius Malfoy sorrise, lo sguardo fisso sul camino.  Probabilmente avrebbe detto la stessa cosa se suo nonno, Lucius Malfoy, gli avesse parlato allo stesso modo.
“Perché anche la prima volta, l’incontro tra le Sacre 28 si è tenuto qui, a Malfoy Manor… e noi chi siamo per rompere una tradizione, Charles?”
 

Il più giovane tra i Malfoy sbuffò, passandosi una mano tra i capelli chiarissimi, segno distintivo dei Malfoy ancora intatto nella famiglia.
Quando suo nonno gli aveva chiesto di vedersi, Charles non aveva di certo pensato che volesse dirgli una cosa simile… un incontro tra tutti gli eredi delle Sacre 28? SCONTRO, altro che incontro!
Alcuni erano amici tra loto certo, ma altri non si sopportavano!
Charles li conosceva circa tutti, chi più chi meno: tutte le famiglie tra le 28 i cui nomi giravano ancora avevano un membro di 18 o 19 anni, l’età di Charles. Li conosceva tutti almeno di vista, ma ad Hogwarts era diventato amico di alcuni… e acerrimo nemico di altri.

Suo nonno lo aveva praticamente costretto a scrivere a tutti loro, invitandoli a passare del tempo al Manor per celebrare l’opera di Nott, “Sacre 28”… in realtà ormai le famiglie Purosangue si erano più che dimezzante, non erano rimaste che in 12: molti nomi erano scomparsi in seguito alla Guerra, come Selwyn, Avery, Travers, Lestrange, Yaxley o Rowle perché finiti a vita ad Azkaban o uccisi; altri ancora erano scomparsi negli anni seguenti per assenza di eredi maschi, come i Greengrass, Black e Parkinson. Alcuni invece erano spariti prima, nella Prima Guerra contro Voldemort degli anni ’70: Rosier e Prewett, per esempio.
Abbott, Boulstrode, Burke, Fawley, Lumacorno, McMillan, Nott, Paciock, Shacklebolt, Shafiq e persino Weasley.   Queste, oltre a Malfoy, le restanti tra le famiglie Purosangue inglesi… e Scorpius Malfoy aveva costretto il suo unico nipote diciannovenne a scrivere ai suoi coetanei di tutte e undici le altre famiglie.

“Come vuoi, tanto ottieni sempre quello che vuoi, giusto?”
Scorpius sorrise, diventando improvvisamente identico a suo padre e a suo nonno, i quali ritratti erano appesi nel grande salotto insieme a tutti gli altri uomini Malfoy. Dopo la sua morte, anche il ritratto di uno Scorpius quarantenne si sarebbe unito alla collezione.
“Ti sbagli, Charles… non io. Noi Malfoy otteniamo sempre ciò che vogliamo, tienilo a mente.”






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Angolo Autrice:
Buonasera! Mi sono arrivate quasi tutte le schede tranne alcune entro il limite di tempo, alla fine le famiglie saranno 12 invece che 16 anche per assenza di richieste nei confronti di due (Parkinson e Flint).
Gli OC si incontreranno presto, spero di non deludere le vostre aspettative :) 
buona serata!

Signorina Granger

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Capitolo 3
*** Invito inaspettato (Scelta OC) ***


~~Capitolo 2: Invito inaspettato (Scelta OC)

 


“Scarlett, prendi tu la posta per favore?”      
“Si, ci penso io mamma.”           Scarlett Abbott aprì la grande porta intagliata e uscì di casa, rabbrividendo leggermente per l’aria fredda mentre attraversava il vialetto di ghiaia per raggiungere la cassetta delle lettere.
Ce n’erano tre e la ragazza le prese in fretta, desiderosa di tornare in fretta dentro casa per fare colazione insieme a sua madre, come ogni sabato.
Mentre si chiudeva la pesante porta alle spalle, Scarlett fece scorrere lo sguardo sulle lettere, soffermandosi con stupore sull’ultima.
Era indirizzata a lei…

In realtà non era tanto basita dal fatto che fosse indirizzata a lei, quanto più dal nome del mittente.
No, doveva essere uno scherzo… per forza, non era possibile.

Perché accidenti quel pallone gonfiato di Charles Draco Malfoy le scriveva?       


                                                                                                                          *


Stephen sorrise, appoggiando la lettera sul tavolo.      Non era rimasto particolarmente sorpreso nel vedere la lettera di Charles nelle mani del padre, dopotutto si scrivevano spesso… erano sempre stati ottimi amici ad Hogwarts e avevano continuato a vedersi anche dopo il diploma. Il contenuto della lettera… si, quello l’aveva lasciato stupito.
Aveva sentito parlare di queste fantomatiche 28 famiglie Purosangue, ma non avrebbe mai pensato che un giorno si sarebbero riuniti, lui e gli altri eredi.
Ne aveva immediatamente parlato con il padre, che era scoppiato a ridere per poi assicurargli che lui ci sarebbe andato di certo, a Malfoy Manor.
“Sarà interessante”, così aveva detto Jason Burke. E naturalmente lui non avrebbe potuto obbiettare nulla, neanche volendo; in realtà però non era particolarmente dispiaciuto dall’invito di Charles: a suo avviso il padre aveva ragione, sarebbe stato interessate…
E avrebbe avuto l’occasione di vivere nuovamente sotto lo stesso tetto di Charles e Declan: qualcosa gli diceva che si sarebbero divertiti parecchio, proprio come ad Hogwarts.

                                                              
                                                                                                                                 *


“Adelaide, il tuo dannato gufo mi ha morso, ANCORA.”
Adelaide MacMillan chiuse di scatto il libro che stava leggendo, alzandosi dal letto e affrettandosi ad uscire dalla sua camera per raggiungere la cucina.
Innanzi tutto, non era mai un buon segno quando sua madre la chiamava con il nome di battesimo… e poi se Klaus era tronato vuol dire che c’era posta per lei.

“Lo so, scusalo… morde tutti eccetto me, dovresti saperlo ormai.”          Haidi sguainò un sorriso colpevole mentre accarezzava il pelo marroncino di Klaus, con sua madre Gabrielle che guardava l’animale in cagnesco: tutti in famiglia sapevano che la donna moriva dalla voglia di mettere in pentola il gufo, anche se quel desiderio non era mai stato espresso ad alta voce.

Gabrielle tornò ai fornelli e Haidi si concentrò su Klaus e sulla busta che aveva legata alla zampa, una busta con un sigillo verde scuro.
Gli occhi nocciola di Haidi si dilatarono, mentre la ragazza guardava la busta, sconcertata: CHARLES MALFOY?

La giovane MacMillan deglutì, pensando all’ultima volta in cui aveva visto il ragazzo… l’ultimo giorno di scuola di due anni prima, quando lei aveva concluso il sesto anno e lui il settimo.
Charles Malfoy aveva un anno più di lei e si conoscevano di vista… anzi, lui conosceva lei di vista, lei naturalmente sapeva un sacco di cose sul suo conto, come del esto tutta Hogwarts. Il rampollo della famiglia più conosciuta d’Inghilterra era una specie di icona a scuola, tutti sapevano il suo nome e tantissime ragazzine gli morivano dietro.
Lei era stata tra quelle? Decisamente no, il suo essere una Grifondoro l’aveva portata a disprezzarlo più che adorarlo.
E ora le scriveva. Charles Malfoy scriveva una lettera ad Adelaide MacMillan; doveva esserci qualcosa sotto, un errore o uno scherzo di cattivo gusto.

La diciottenne spiegò in fretta la lettera di pergamena, impaziente e curiosa di leggere cosa le aveva scritto Malfoy.

“…mamma.”
“Si tesoro?”
“Che accidenti sono le “Sacre 28”?”


                                                                                                                 *


“Arthur, c’è una lettera per te.”            Arthur guardò accigliato suo padre William, che gli stava porgendo una busta.  Il ragazza abbandonò la colazione e prese la lettera dalle mani del genitore, aprendola.
Charles Malfoy a Arthur Weasley…  Un errore, o uno scherzo. Un Malfoy che scrive ad un Weasley era probabile e plausibile quanto mangiare la panna montata sulla carne a colazione.
Gli occhi azzurri del ragazzo, identici a quelli del Weasley del quale portava il nome, vagarono sulla lettera, sempre più sgranati man mano che proseguiva nella lettura.
Sacre 28? I Weasley? Ma i Malfoy odiavano i Weasley e in più non erano più del tutto Purosangue: il suo bisnonno aveva sposato una Nata Babbana, dopotutto.
Tuttavia, Purosangue o no il nome dei Weasley era tra le 28 citate da Nott e li sarebbe rimasto finché non ci sarebbe stato nessun Weasley in vita.
E vista la vastità della famiglia, probabilmente ci sarebbe voluto un bel po’ perché ciò accadesse.

“Beh, che ci crediate o no il mio caro ex compagno di scuola Charles Malfoy mi ha invitato a casa sua, a Malfoy Manor.”


                                                                                                                *


“2 ad 1 per Shacklebolt.”    

Hydra sorrise, avvicinandosi a Jonathan per aiutarlo ad alzarsi: l’’aveva decisamente steso con l’ultimo Schiantesimo.
“Bel duello Johnny, ma devi ancora allentarti parecchio per battermi.”

“Oh, taci Shacklebolt.”   Sbuffò sonoramente il ragazzo mentre si alzava in piedi, massaggiandosi la nuca dolorante.   Hydra gli rivolse un sorrisetto vittorioso prima di scendere dalla pedana, lasciando così il posto ad altri due allievi dell’Accademia per duellare.
Quando aveva espresso la volontà di diventare Auror, nessuno aveva avuto nulla in contrario in famiglia: dopotutto era la pronipote di un grandissimo Auror e anche ex Ministro della Magia, lo aveva nel sangue.
Forse non sarebbe mai stata all’altezza del prozio Kingsley, ma almeno poteva provarci e fare del suo meglio; stava frequentando i corsi all’Accademia e anche se di strada da percorrere ne aveva molta, se la cavava piuttosto bene… era sempre stata molto brava nei duelli.

La ragazza sedette su una sedia, raccogliendosi i lunghi ricci neri mentre Daisy, un’aspirante Auror più grande ed esperta di lui di un paio d’anni, le si stava avvicinando con una busta in mano.
“Hydra, è passato tuo padre e mi ha dato questa per te… pare sia importante.”     

L’ex Grifondoro prese la lettera con cipiglio incuriosito, chiedendosi chi le avesse scritto per far smuovere suo padre per portarle la busta.
Quando lesse il nome, la bocca della ragazza si piegò in una smorfia, capendo all’istante: Malfoy.   


                                                                                                                 *


“Will, c’è una lettera per te.”
William non batté ciglio alle parole della sorella, continuando a leggere come se nulla fosse.  La ragazza ci era abituata, così ripeté la frase al fratello minore, che però continuò a non prestarle attenzione.
La ragazza sbuffò, esasperata: quando leggeva ci volevano le cannonate per farlo tornare nel mondo reale...
“WILL! Ascoltami!”     Jasmine Fawley perse la pazienza, appellando con un colpo di bacchetta il libro che il fratello William stava leggendo, ignorandola completamente.

A quel punto l’ex Corvonero fu costretto ad accorgersi di lei, alzando lo sguardo sulla sorella e guardandola con un che di seccato negli occhi azzurri.
“Che c’è Jas?”
“Ti ho chiamato due volte ma come sempre tu non senti… è arrivata questa per te.”    Jasmine lanciò la busta al fratello, lasciando il libro sul comodino prima di lasciare la camera del ragazzo, chiudendosi la porta alle spalle.

William non ci fece troppo caso, impegnato a scrutare con attenzione e sorpresa la busta: c’era un sigillo di cera verde scuro, raffigurante un’elaborata M intorno alla quale si attorcigliavano due serpenti. Non era particolarmente difficile intuire chi gli avesse scritto, anche senza leggere il nome del mittente... 
Ma perché accidenti quel cretino di Malfoy gli aveva scritto?     Aveva passato praticamente tutti i sette anni di scuola a punzecchiarlo, che voleva ancora da lui?


                                                                                                         *


Nessie Paciock accarezzò il soffice pelo chiaro di Ken, che le stava annusando la maglietta con aria interessata.  Mandy, la Kneazel nera della ragazza, guardava il cane con stizza dalla sua cuccia, non osando però muoversi da lì: quei due litigavano sempre e Nessie si faceva sempre in quattro per dividerli… alla fine era arrivata a minacciare entrambi, insegnando ai due di non tormentare l’altro per stupide gelosie.

Nessie adorava gli animali, a scuola stravedeva per le ore di Cura delle Creature Magiche.  Non aveva mai dovuto studiare granché, stava molto attenta durante le lezioni e aveva sempre fatto ricerche per conto suo, era sempre andata benissimo in quella materia senza alcuna fatica… la cosa non era valsa per Pozioni, tanto per fare un esempio.
La ragazza si alzò, lasciando Ken deluso mentre invece Mandy seguiva la scena con interesse, osservando la padrona che si avvicinava alla gabbia di Mimì e Cocò, i pappagallini blu e gialli della ragazza.

Ken seguì Nessie fino alla gabbia dei due volatili, osservando con aria torva la padrona che dava da mangiare a Mimì e Cocò. 
“Si, lo so che vuoi le coccole ma devo dare da mangiare anche a loro, no?”       Domandò in tono divertito Nessie rivolta al cane, chinandosi per accarezzargli brevemente il capo; L’Akita abbaiò e poi si allontanò scodinzolando e saltellando, cercando di richiamare l’attenzione di Nessie.
Alla comitiva si era aggiunto anche Gerard, il Jarvey di Nessie. Il grande furetto si era appostato sulla sedia a dondolo in legno nel giardino sul retro della casa, che ormai la madre di Nessie aveva soprannominato “Zoo”.    
“Tranquillo, dopo penserò anche a te e a Paffy… anzi, chissà dov’è…”   Mormorò in tono vagamente preoccupato l’ex Grifondoro mentre si passava una mano tra i capelli castani, guardandosi intorno: era da un po’ che non vedeva la sua Puffola Pigmea.

“Nessie, ho preso la posta e c’è questa per te…”
Lupus in fabula.       Jacqueline, la madre di Nessie, era appena uscita dalla porta sul retro della cucina con Paffy appollaiata su una spalla e una busta in mano.  Nessie sorrise e si avvicinò alla madre, con la quale condivideva i luminosi occhi verdi.
“Grazie.”    La ragazza prese la busta che la madre le tendeva, abbassando con curiosità lo sguardo su di essa prima di ammutolire.
Eh?
“Sicura che sia per me?”
“Sono sorpresa quanto te cara… Si può sapere perché Charles Malfoy ti scrive?”


                                                                                                                       *


“Come fai ad essere sicuro che tutti accetteranno? Per quanto ne so, diversi potrebbero tranquillamente scoppiare a ridere davanti ad una mia lettera.”
“Non ne dubito, ma sono certo che dopo aver letto la lettera cambieranno idea e verranno… la curiosità è un’arma molto potente ragazzo.”

Charles preferì non rispondere, limitandosi a guardare il suo piatto ormai vuoto. In realtà lui lo SPERAVA, che qualcuno non venisse… insomma, non moriva esattamente dalla voglia di trovarsi 11 ospiti in casa, molti dei quali indesiderati, soprattutto.

Sfortunatamente, Charles aveva sottovalutato suo nonno. Scorpius Malfoy aveva teso l’imboscata proprio al momento giusto, quando i genitori di Charles erano via… e via sarebbero rimasti, per i due mesi successivi, ospiti di alcuni amici in Lussemburgo.
Charles aveva praticamente esultato alla notizia: aveva l’opportunità di starsene in tranquillità nell’immenso Maniero… e invece no. Non solo suo nonno era piombato lì ad una velocità assurda, ma lo aveva pure costretto ad invitare altre persone! Roba da matti.

Charles rivolse un’occhiata al nonno, che stava leggendo la Gazzetta del Profeta seduto al tavolo, come se nulla fosse.
Stava quasi cominciando a chiedersi se fosse stata un’idea di Alexander e Astrid Malfoy, quella di assentarsi da casa per due mesi…


                                                                                                                          *


Simone stava osservando le lancette dell’orologio, guardando il tempo scorrere senza davvero vederlo.
Aveva aperto la lettera di Malfoy circa dieci minuti prima, basita quanto curiosa…      Lo conosceva, naturalmente; avevano la stessa età e quindi avevano frequentato Hogwarts nello stesso periodo, ma erano finiti in Case diverse (lui Serpeverde, lei Corvonero) e quindi non avevano mai avuto modo di conoscersi a fondo, anche se a prima vista non le era mai sembrata una persona che potesse piacerle troppo…
Vanesio, pieno di se, abbastanza viziato e molto affascinante.
Marchio di fabbrica dei Malfoy insieme ai capelli biondo platino, ormai era un dato di fatto nel mondo magico inglese.

Quella famiglia sembrava destinata a non sparire: ogni generazione aveva avuto un Malfoy, un solo maschio… sembrava quasi che lo facessero apposta, per avere un erede che portasse avanti il nome e per non sperperare il patrimonio.
Simone Boulstrode non era una stupida, non per niente il Cappello Parlante l’aveva Smistata a Corvonero, otto anni prima.
Non ci voleva certo un IQ sopra la media per rendersi conto che c’era un motivo ben preciso se Charles Malfoy le aveva scritto, visto che non erano mai stati amici ne altro.
La ragazza si alzò, dirigendosi in camera sua per cercare della pergamena: doveva scrivere una lettera a William.    Non sapeva bene perché, ma qualcosa le diceva di non essere l’unica ad aver ricevuto un inusuale invito da Mr Malfoy…


                                                                                                                         *


Declan ripiegò con attenzione il foglio di pergamena prima di infilarlo nella busta, doveva aveva già scritto mittente e destinatario.  Il ragazzo si alzò e diede la busta al gufo reale che aspettava, appollaiato sul davanzale della finestra della camera da letto del padrone.

Il giovane Shafiq seguì per qualche istante il gufo che si allontanava in volo prima di chiudere la finestra, sorridendo.
E così Charles aveva organizzato una “rimpatriata” …  Interessante.

Sarebbe stato molto divertente trovarsi di nuovo sotto lo stesso tetto di Charles, Stephen e Irina.   Insieme ne avevano passate tante e non gli dispiaceva l’idea di alloggiare per un periodo a Malfoy Manor, era pur sempre la dimora più grande e lussuosa dove fosse mai stato in vita sua.

Se loro c’erano però, voleva dire che Charles aveva invitato tutti… e quel tutti comprendeva anche nomi non esattamente cari a Declan Shafiq, come Arthur Weasley tanto per fare un esempio lampante.
Ma pazienza, era fin troppo curioso per declinare l’offerta solo per un nome fastidioso.
Ok, in realtà più di uno. Ma poco importava: non doveva far altro che portare pazienza e fare come aveva sempre fatto, cioè ignorarli, deriderli o stuzzicarli.
Declan si lasciò cadere sul letto a due piazze, accarezzandosi i capelli castano scuro tenuti come sempre nel ciuffo che portava da anni… dal quinto anno ad Hogwarts, se non ricordava male.
Il ragazzo sorrise, pensando a tutte le volte in cui Charles l’aveva preso in giro per quel taglio di capelli: il biondino aveva sempre preferito tenere i capelli lisci e pettinati.
Come se a lui importasse: poteva dirgli quello che voleva, nessuna ragazza si era mai lamentata di nessuna caratteristica estetica di Declan Shafiq, a cominciare dai capelli.

Ora che ci pensava, c’era una ragazza che non aveva mai dimostrato apprezzare quel taglio… una ragazza con la quale non parlava da due anni, ma che stava per rivedere, con molta probabilità.


                                                                                                                            *


“Meg, c’è una lettera per te.”            Margaret Nott si rigirò nel letto, guardando sua madre Alice nella penombra della stanza. Sentì chiaramente sua madre sospirare per poi essere invasa dalla luce: aveva aperto le persiane con la magia.
“Uffa, mamma ho appena iniziato le ferie… che c’è?”    Alice Nott diede alla figlia la busta, mentre la diciottenne si alzava a sedere sul letto, strofinandosi gli occhi azzurri.   
La bionda abbassò lo sguardo sulla busta, restando basita: tralasciando che non riceveva mai molta posta… Charles Malfoy che le scriveva?
In un primo momento la ragazza pensò che avesse sbagliato, non aveva senso che lui le scrivesse.
Aveva un anno in più di lei e non si erano mai nemmeno rivolti la parola!  Probabilmente lui non aveva mai nemmeno saputo come si chiamasse, figuriamoci scriverle.

Eppure sulla busta di pergamena c’era proprio scritto il suo, di nome: Margaret Nott.
L’ex Corvonero aprì la busta in fretta e furia, spinta dalla curiosità. Sua madre non sembrava aver intenzione di uscire dalla camera, era curiosa quanto la figlia se non di più e questo Meg lo sapeva bene, così fece finta di niente e iniziò a leggere la lettera, come se fosse sola.

“Beh mamma… mi sa che starò via di casa per un po’.”

 
                                                                                                                     *

Irina inarcò un sopracciglio, confusa. Stava guardando il fondo della tazza da the, ma non era esattamente certa di aver capito correttamente.
La ragazza prese la tazza e la fece ruotare: comparve la stessa immagine, di nuovo.
L’ex Serpeverde si appoggiò allo schienale della sedia, incrociando le braccia al petto: che cosa voleva dire?  A quanto pare avrebbe presto avuto notizie di un vecchio amico, e ciò avrebbe portato a diverse conseguenze.
Diverse conseguenze… già, non restava che sperare fossero positive e non negative.
Un vecchio amico? Naturalmente Irina Lumacorno qualche nome in testa lo aveva, ex compagni di Hogwarts per fare un esempio; effettivamente era da un po’ che non aveva notizie di Charles o Stephen.

“Irina! E’ arrivata una lettera per te, è di Charles!”
La ragazza sorrise, alzando lo sguardo sulla sorella minore in piedi sulla soglia della sua stanza. In genere l’avrebbe rimproverata per essere entrato senza bussare, ma in quel momento non ci badò affatto: si limitò ad alzarsi e a prendere la busta, impaziente e soddisfatta allo stesso tempo.

Beh, quel presto era stato davvero letterale… meno di cinque minuti! Il vecchio amico era il caro Charlie, alla fine.       Non restava che scoprire che cosa volesse il rampollo del Malfoy dalla giovane Lumacorno.







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Angolo Autrice:
mi è venuta voglia di scrivere tardi e... ecco il risultato!  Che dire, spero che vi sia piaciuto e grazie per le recensioni che avete lasciato nello scorso capitolo :)
Gli OC scelti sono questi, mi spiace per gli autori degli OC non selezionati.
Per quanto riguarda le coppie... ovviamente ora è presto poichè non conoscete bene gli OC, però vi comunico comunque che sono praticamente tutti disponibil eccetto Charles.   Se in futuro dovesse piacervi un OC che vedreste bene insieme al vostro scrivetemi, accetto richieste anche se non assicuro che verranno accettate... non so quante coppie ci saranno poichè le ragazze sono 7, i ragazzi 5 e in più uno non è disponibile... si vedrà.
A presto, spero e ditemi cosa ne pensate!

Signorina Granger

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Capitolo 4
*** Tutti a Malfoy Manor! ***


~~Capitolo 3: Tutti a Malfoy Manor!
 


“Grazie Jelbyns, vai pure.”       Alle parole di Irina l’elfo domestico fece un piccolo inchino e poi si ritirò in fretta, chiudendosi la porta dello studio alle spalle.
“E’ così che saluti una vecchia amica quindi? La fai scortare da un elfo domestico?”             
Charles Malfoy le dava le spalle, seduto sul divano di pelle davanti al camino spento.   

“Beh, mi conosci… sai che non sono l’esempio lampante del perfetto padrone di casa.”
Irina sospirò, lasciando i bagagli sul pavimento e avvicinandosi al ragazzo, facendo il giro del divano per posizionarsi davanti a lui.  
“Perché sono qui, Charlie? Non sei stato molto chiari nella lettera.”

“Questo perché nessuno è stato troppo chiaro neanche con me Irina.”   Charles alzò gli occhi chiarissimi sull’ex compagna di scuola, guardandola. Il ragazzo si alzò, sorridendo appena mentre si guardava intorno:
“Ricordi quando giocavamo a nascondino? Tu venivi sempre qui. E’ da molto che non ci entravo, mio padre tiene sempre la porta chiusa a chiave.”

“Si, certo che me lo ricordo... Sono la prima?”     Charles annuì, avvicinandosi alla scrivania in mogano, facendo scorrere un dito sul ripiano di legno. Ogni cassetto, l’armadio… tutto chiuso a chiave.
“Si, ma Declan dovrebbe arrivare a breve. Dai, andiamo di sotto, mio nonno vorrà di certo salutarti.”

I due ex Serpeverde uscirono dalla stanza, anche se Charles si lanciò uno sguardo curioso alle spalle prima di chiudere la porta: che accidenti nascondeva suo padre che lui non aveva mai potuto sapere? Un giorno quello studio sarebbe stato suo e avrebbe saputo tutto, o almeno lo sperava.

                
                                                                                                                                        *


“Lo sai che probabilmente non ne usciremo mai vivi, vero?”     
“La solita melodrammatica…”
“No, sono realista.”                                Arthur sorrise, in piedi accanto a Scarlett.   Un elfo domestico aveva aperto loro i cancelli, ma i due non avevano poi una gran voglia di entrare nel Maniero dei Malfoy…    
I due ex Grifondoro erano stati molto felici di vedersi, quando si erano incrociati davanti ai cancelli, peccato solo che la situazione non fosse proprio una delle più allegre per i due.
“Sai se viene anche Hydra?”    Domandò Arthur voltandosi verso la giovane Abbott, che annuì mentre faceva vagare lo sguardo sulla dimora dei Malfoy: antica, enorme, austera… inquietante. La perfetta casa di Charles Malfoy, non c’erano dubbi.
“Non l’ho sentita ma sono più che certa che si, verrà anche lei. Forza e coraggio amico mio, siamo Grifondoro e non ci faremo intimidire da questo… posto.”
Scarlett afferrò l’amico sottobraccio e iniziò a procedere sul viale di ghiaia che conduceva alla casa, intorno al quale si snodava un labirinto di siepi che contribuiva a rendere l’atmosfera da film horror.
“Ok, va bene, non spingere!”     Arthur sbuffò, desiderando ardentemente di girare sui tacchi e Smaterializzarsi a casa sua; ormai però era dentro e sapeva che Scarlett non gli avrebbe mai permesso di tirarsi indietro, sarebbe stata capace di rincorrerlo per ore se necessario.

“Guarda il lato positivo, magari avremo occasione per avvelenare Malfoy!”   Scarlett rivolse un sorriso ad Arthur, che annuì passandosi una mano tra i lisci capelli neri, non esattamente convinto:
“Certo, ma ricorda che siamo a casa SUA. Ha lui il coltello dalla parte del manico Scarlett…”

“Oh, andiamo! Smettila di pensare negativo o spiffero alla Gazzetta del Profeta che uno degli scapoli d’oro d’Inghilterra ha paura di un ALTRO scapolo d’oro del mondo magico.”
Scarlett rise, ricordando quell’articolo trovato poco meno di un anno prima, dove sia Arthur Weasley che Charles Malfoy erano stati definiti appunto così, “scapoli d’oro”.  Lei l’aveva trovato immensamente divertente e si era pure tenuta l’articolo, che Arthur aveva più volte tentato di strappare, bruciare o anche solamente sottrarre dalla camera dell’amica, senza però esiti positivi.

“To’ guarda chi si rivede, il finto Purosangue e la sua amica del cuore.”

Entrambi si bloccarono al sentire quelle parole, con due smorfie disgustate che comparivano sui loro volti in perfetta sincronia.
“Ti prego, dimmi che è questo posto che mi fa venire le allucinazioni e che tu NON HAI sentito la voce di Stephen Burke.”

“Ho paura di non poterti accontentare.”   Sibilò a denti stretti Arthur mentre i due si voltavano, guardando torvi il ragazzo che invece sorrideva, in piedi davanti a loro: proprio lui, un sorridente Stephen Burke.

“Ciao Burke. Come mai non sono sorpreso di vederti qui?”    Domandò Arthur in tono aspro mentre squadrava l’ex compagno di scuola, notando che non era molto cambiato… stesso fisico eccessivamente magro, stessi occhiali, stesso sorrisetto irritante.
“Io invece sono sorpreso di vederti Weasley… insomma, lo sanno tutti che non sei esattamente Purosangue nonostante il tuo cognome.”
Scarlett alzò gli occhi al cielo, pensando a quanto NON le era mancato quel ragazzo mentre Arthur scrollava le spalle con indifferenza:

“Non me ne può fregare di meno di essere Purosangue o meno… ho cose più importanti a cui pensare.” 
“Ad esempio?”
“Ad esempio guadagnarsi da vivere, visto che noi comuni mortali non viviamo sulle spalle di mamma e papà, a differenza tua Burke.”    Scarlett girò sui tacchi e procedette nel viale trascinandosi dietro Arthur, ribollendo dal nervoso che solo un Serpeverde Purosangue rincretinito e viziato poteva procurarle.
“Belle parole Scarlett… hai affrontato Burke, ora ci mancano solo Malfoy, Shafiq, Lumacorno e…”
“Taci e cammina Weasley, o ti trasformo in Stephen Burke II la Vendetta!”

                            
                                                                                                            *


“Ah, siete voi.”   Commentò Charles in tono piatto, osservando Arthur e Scarlett davanti nell’ingresso: quando un elfo l’aveva avvertito che erano arrivati degli ospiti aveva sperato in Stephen o Declan…
“Che caldo benvenuto. E’ bello vederti Malfoy, grazie per l’invito… ciao Irina.”
“Scarlett, Weasley.”     Irina osservò i due ex Grifondoro, con i quali aveva se non altro un rapporto civile... lei e Scarlett si chiamavano persino per nome e quantomeno si salutavano se si incrociavano al Ministero.  Probabilmente Arthur e Charles si sarebbero lanciati contro una maledizione.

Intanto anche Stephen aveva raggiunto l’ingresso del Maniero e rivolse un gran sorriso ai due ex compagni di Casa, ignorando deliberatamente Scarlett e Arthur.
“Malfoy, è da un po’ che non ci si vede, ciao Irina!”     Irina sorrise a abbracciò il ragazzo, che salutò il giovane padrone di casa con una pacca sulla spalla:
“Dov’è Dec?”

“Deve ancora arrivare, voi siete i primi.”          
“Ehm… giorno a tutti.”          La bocca di Scarlett si piegò in un gran sorriso al vedere la persona sulla porta prima di correre ad abbracciarla:
“Hydra, ciao! Come stai?”       La giovane Shacklebolt sorrise all’amica, decisamente felice e sollevata di vederla lì:
“Bene, grazie… ciao Arthur! Sono felice di vedervi, avevo paura di trovarmi sola nella tana dei serpenti… salve gente.”       

Hydra sorrise ad Arthur, ignorando il borbottio non ben definito che probabilmente doveva essere il saluto di Charles, Stephen e Irina, che si guardò intorno e domandò, rivolta a Charles:
“Scusa Charlie, ma hai invitato solo Serpeverde e Grifondoro? Cos’è, vuoi fare una partita di Quidditch?”

“Beh, non sarebbe una cattiva ide-“       Arthur non finì la frase, venendo colpito nello stesso istante da due gomitate perfettamente sincronizzate di Hydra e Scarlett, che guardarono il ragazzo a mo’ di “TACI”.       
Charles dal canto suo finse di non aver sentito le parole di Arthur, rispondendo all’amica con una scrollata di spalle:
“No, in teoria dovrebbero esserci anche degli ex Corvonero.” 

“Togli pure il “in teoria” Malfoy… facciamo in pratica.”  
L’attenzione di tutti si spostò sulla ragazza che era appena entrata dalla porta lasciata semi aperta da Hydra, dagli occhi verdi e i capelli castano chiaro raccolti in uno chignon.
“Ecco, appunto… Ciao Boulstrode.”    

Simone Boulstrode rivolse un cenno ai presenti prima di incrociare le braccia al petto, spostandosi da davanti alla porta per isolarsi leggermente dagli altri sei.
“Ricapitolando… siamo Abbott, Burke, Boulstrode, Weasley, Malfoy, Shacklebolt e io… Chi manca a parte Declan?”    Domandò Irina rivolta a Stephen, intento a fare un riepilogo mentale sui dodici nomi rimasti tra le Sacre 28.
“Nott, Fawley, Paciock e MacMillan.”    

“No, togliete MacMillan e Paciock dalla lista, noi ci siamo!”       Nessie rivolse un gran sorriso agli ex studenti di Hogwarts in piedi nell’Ingresso dei Malfoy, mentre lei e l’amica Haidi facevano atterrare i bagagli accanto a loro, sul pavimento di marmo della grande sala.
“Bene, altre due Grifondoro… Dov’è Declan quando serve? Mi sento circondato!” 

Stephen ricevette cinque occhiatacce dai Grifondoro in questione, ma il ragazzo sembrò non badarci, in piedi sui gradini della scalinata principale accanto a Charles ed Irina.
“Quindi c’è anche Shafiq?”     Domandarono in coro Hydra e Arthur rivolti all’ex Serpeverde, che annuì con aria sollevata mentre invece Nessie dava una gomitata ad Haidi, sorridendole: non ci avevano mai parlato con Declan Shafiq, ma non ci voleva una laurea o un incontro ravvicinato per constatare quanto bello fosse quel ragazzo.
La giovane MacMillan sorrise, guardando l’amica con cipiglio divertito:
“Si si, pensa ai ragazzi tu… ma dov’è la tua scorta di animali?”
“L’ho dovuta lasciare a casa, anche se mi sarebbe piaciuto portare Ken o Mandy… ma mia madre me l’ha impedito, sostenendo che avrebbero combinato un devasto qui.”

Haidi e Arthur si scambiarono un’occhiata, senza però dire niente anche se stavano pensando la stessa cosa: non sarebbe stato un gran danno ai loro occhi.

Hydra invece stava rivolgendo l’attenzione di Scarlett, mentre Irina, Charles e Stephen discutevano su quella “riunione” così particolare.
“Beh? Non sei contenta che ci sia anche Shafiq?”
“Oh, contentissima… Malfoy più Burke più Shafiq uguale tortura. Meraviglioso.”            Hydra rise alle parole dell’amica, passandosi una mano tra i lunghi capelli scuri.   Scarlett invece continuava a torturarsi i capelli color castano scuro, sciolti e mossi sulle spalle: lo faceva sempre quando era impaziente o nervosa.

Naturalmente Hydra non l’avrebbe mai detto ad alta voce, ma la ragazza mulatta aveva sempre trovato gli… scambi di battute tra Declan e Scarlett immensamente divertenti, se non altro si davano filo da torcere a vicenda.

“Noto che sei come sempre la mia fan numero uno Abbott, naturalmente la cosa non può che farmi piacere.”           Scarlett piegò le labbra carnose in una smorfia prima di voltarsi, fulminando Declan Shafiq con uno sguardo:  non le era mancato affatto.
L’ex Serpeverde si avvicinò agli amici, abbracciando Irina per poi salutare anche Stephen e Charles, che invitò tutti a spostarsi in salotto visto che ormai erano arrivati quasi tutti.

Nessie prese Haidi sotto braccio e se la trascinò dietro nel grandissimo salone, seguendo Arthur, Hydra e Scarlett.
Simone stava per entrare nel salotto dietro al gruppetto di Grifondoro quando si sentì toccare una spalla, voltandosi:
“Beh, era anche ora! Ti eri perso Will?”

“Nah, ma me la sono presa abbastanza comoda…     Scusa se non morivo esattamente dalla voglia di rivedere Malfoy & Company. E poi ho incontrato Meg qui fuori.”    William indicò la ragazza in piedi appena dietro di lui, che rivolse un timido sorriso a Simone, che ricambiò più apertamente:
“Ciao Meg, come stai? In ogni caso sono felice di vedervi, mi sentivo un pesce fuor d’acqua tra Grifondoro e Serpeverde.”   
    Will rivolse un sorriso alla compagna di scuola, appoggiandole un braccio sulle spalle per poi trascinare lei e Margaret dietro agli altri, nel salotto.
Ora erano tutti presenti… o almeno così credevano.







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Angolo Autrice:
Buona... boh, sera o notte, vedete voi.    Alloooora, so che fa decisamente schifo ma questo è uscito purtroppo... Colpo di scena è, gli OC non sono solo questi ;)        
So che non è facile inquadrarli tutti ma dovreste riuscirci con qualche capitolo... per aiutarvi vi metto una specie di schema.

- GRIFONDORO
19 anni:  Arthur, Hydra, Scarlett
18 anni: Nessie, Haidi

- SERPEVERDE
19 anni: Charles, Stephen, Irina, Declan

- CORVONERO
19 anni: William, Simone
18 anni: Margaret

Spero che vi sia un po' utile, a presto spero!
Signorina Granger

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Capitolo 5
*** Purosangue in sfida ***


~~Capitolo 3: Purosangue in sfida
 


Declan, Irina e Stephen sedevano sul divano di pelle di fronte al tavolo basso in vetro, mentre Arthur sedeva tra Nessie e Scarlett su uno dei divano di pelle laterali, con Hydra accanto a Scarlett.     Charles invece stava in piedi per essere visto da tutti i suoi ospiti, appoggiandosi al tavolo da caffè in vetro mentre sul terzo divano si erano accomodati William, Simone, Margaret e Haidi.              

“Bene Malfoy, ora che siamo tutti ti degni di spiegarci per bene perché siamo qui?”     Alla domanda di William tutti annuirono, mentre invece il giovane Malfoy sbuffò incrociando l braccia al petto:
“Per questo dovrete parlare con mio nonno, che non è stato molto chiaro neanche con me… e in ogni caso non siamo tutti.”

“Come no?”   Domandò Arthur confuso, inarcando un sopracciglio: erano rimaste solo in 12 le famiglie in circolazione, e loro in 12 erano… chi stavano aspettando ancora?
“Scusa, chi altro hai invitato?”    Alla domanda di Simone Scarlett iniziò a pregare mentalmente, implorando il cielo che Charles non avesse qualche cugino ancora più insopportabile di lui.
“Mancano due persone che arriveranno a momenti, due Paciock.”

Gli occhi di tutti si spostarono nello stesso istante su Nessie, che quasi si strozzò con l’acqua che stava bevendo.   Scarlett le diede qualche pacca sulla schiena, mentre l’ex Grifondoro guardava Malfoy con gli occhi verdi fuori dalle orbite:
“STAI SCHERZANDO? Hai invitato… hai invitato anche i miei cugini?” 

“O dio no, ve ne prego…”   Mormorò Irina passandosi una mano sugli occhi, piegando le labbra in una smorfia al pensiero di dover rivedere quell’irritante ragazza che non incrociava da due anni, per sua fortuna.
“Credimi Nessie, ne sono felice quanto te… ma mio nonno ha insistito visto che sono pur sempre nostri coetanei.”
“Beh, in realtà non sarebbero ESATTAMENTE dei Paciock…”   Borbottò Stephen in tono scettico, mentre Irina analizzava mentalmente l’opzione di prendere le sue cose e darsela a gambe alla velocità della luce… Nah, Charles l’avrebbe di certo bloccata.

“Lo so, ma non si discute con mio nonno… e vorrei sapere perché non arriv-“
“Scusa Charles, abbiamo avuto un piccolo contrattempo, spero capirai.”

Le teste di tutti si voltarono in perfetta sincronia, guardando i due ragazzi sulla soglia della grande stanza: entrambi alti, mori e molto belli… i gemelli Paciock erano ufficialmente arrivati.

 
                                                                                                                                        *


“Bene, ora SI, ci siamo tutti a meno che mio nonno non abbia fatto altri inviti a tradimento. Ah, ciao nonno.”      Scorpius Malfoy era appena entrato nella stanza tramite la porta accanto al camino, che si collegava alla sala da pranzo.    L’uomo fece scorrere i penetranti occhi chiarissimi su tutti i ragazzi seduti sui divano, che salutarono il padrone di casa con rispetto mentre questo sedeva davanti alla sua poltrona, davanti al camino:
“Ora che siete arrivati tutti vi spiegherò per bene perché siete qui visto che nemmeno mio nipote lo sa perfettamente…  Allora, come sapete voi portate tutti un nome importante: un nome che rientra tra le Sacre 28.   Queste famiglie sono tutte antichissime, i nostri nomi sono antichissimi: esistevano già all’epoca dei quattro Fondatori di Hogwarts. I 28 nomi citati dall’antenato di Margaret, Cantankerus Nott, sono quelli che Salazar Serpeverde riteneva degni di frequentare Hogwarts, le 28 famiglie Purosangue della Gran Bretagna. Ora, come sapete molti di questi nomi sono spariti nel corso di un paio di decenni, tra la Prima e la Seconda Guerra contro Lord Voldemort.   Molti erano infatti Mangiamorte, come Rosier, Lestrange, Avery, Yaxley, Rowle e Travers… rinchiusi ad Azkaban a vita o uccisi.    Diversa è stata invece la sorte dei Black: uno dei due rami aveva avuto tre figlie femmine che non hanno portato avanti il nome e il primo ramo non ha avuto figli, così è sparita la “Nobile e antichissima Casata dei Black”.      Faccenda simile per i Parkinson e i Greengrass: solo figlie femmine.    E quindi eccoci qui, rimasti in 12.  Negli anni 50, poco dopo la pubblicazione del testo di Nott “Sacre 28”, si tenne una specie di raduno tra tutti gli eredi appena maggiorenni e usciti da Hogwarts delle famiglie, proprio qui a Malfoy Manor.   Ci fu una competizione tra questi ragazzi, con come giudice Cantankerus Nott in persona. Alla fine vinse Abraxas Malfoy, il mio bisnonno.  E’ passato più di un secolo da quei giorni, è ora di rimettere in piedi quella competizione anche se ormai siete più che dimezzati.”

“Ecco perché mi hai fatto invitare anche i cugini adottivi di Nessie… per fare numero.”    Constatò Charles annuendo, capendo finalmente il gesto del nonno: gli era parso strano che gli avesse detto di invitarli, dal momento che non erano imparentati con un rapporto di sangue con i Paciock, a differenza di Nessie.

“Perciò siamo qui per questo… per una specie di gara tra noi.”      Non era una domanda quella di Declan, quanto più un affermazione. Scorpius sorrise e annuì, osservando con aria quasi divertita i ragazzi: oh, si sarebbe divertito… eccome.

“Precisamente. Naturalmente non siete costretti a restare: se volete potete andarvene, ma dovete farlo ora. Alzatevi adesso e siete fuori, ma non potrete farlo una volta iniziato.”

Tutti i ragazzi si scambiarono degli sguardi, come a voler vedere se qualcuno avesse intenzione di lasciar perdere. Tuttavia nessuno si mosse, esattamente come Scorpius aveva previsto: si, la curiosità è molto potente.
“Bene, vedo che nessuno vuole tirarsi indietro. Prima di iniziare dovete firmare questo.”     Il padrone di casa schioccò le dita, facendo comparire un lungo foglio di pergamena che atterrò con grazia sul tavolino di vetro insieme ad una particolare penna d’aquila. 

“Che cos’è?”      Simone inarcò un sopracciglio, sporgendosi leggermente per vedere, imitata da Irina, Stephen e Hydra.
“Un contratto magico. Una volta firmato non si torna indietro, è un po’ come un Voto Infrangile meno drastico. E’ per questo che vi ho detto che se volevate ritirarvi, dovevate farlo prima… Charles, inizi tu?”

Come se avessi scelta   

Pensò con amarezza il ragazzo mentre prendeva la penna e firmava in fretta, senza nemmeno prendersi la briga di leggere: non si fidava troppo di suo nonno, ma non era così cinico da proporre a suo nipote qualcosa di eccessivamente pericoloso… o almeno lo sperava.
Il giovane Malfoy passò la penna a Declan e lentamente, uno alla volta, firmarono tutti ad uno ad uno.                        Quando la processione finì Scorpius fece sparire il contratto così come l’aveva fatto comparire, sorridendo compiaciuto ai ragazzi: avevano firmato, ora potevano ufficialmente iniziare.

“Bene, ora che la parte burocratica è stata svolta direi di cominciare… Alloggerete tutti qui, quando avrò finito di parlarvi verrete accompagnati nelle vostre stanze dagli elfi.  
Io ci tengo alle tradizioni e non ho intenzione di storpiare troppo la prima versione di questo… gioco, chiamiamolo così.  Nott organizzò così: divise i ragazzi in due squadre di uguale numero di componenti, queste squadre si sarebbero poi sfidate e alcuni ragazzi sarebbero poi stati eliminati quando la propria squadra perse.”

“Quindi funzionerà così? Verremo eliminati finché non rimarrà il vincitore?”                  Alla domanda di Michela, la cugina di Nessie, Scorpius scosse la testa, sempre sorridendo:
“No, non ci sarebbe più divertimento se restaste in pochi… no, verranno eliminati un determinato numero di ragazzi, poi le squadre si scioglieranno e ognuno gareggerà per proprio conto.  Nella prima edizione vennero eliminati 16 concorrenti, finché i ragazzi non rimasero in 12… voi siete in 14, ho deciso di fare così: verranno eliminati quattro di voi e basta, così rimarrete in 10.    Ora, prima di lasciarvi riposare un po’ vi dividerò nelle due squadre che mi sono già preparato.”

Hydra e Scarlett si guardarono, pregando entrambe di finire insieme mentre invece Irina implorava mentalmente Scorpius Malfoy di NON, non metterla con Michela Paciock… non si erano mai sopportate, mai.
Domenico invece, il fratello di Michela, sedeva accanto all’ex compagna di scuola Haidi, con la quale era sempre andato abbastanza d’accordo insieme alla cugina, Arthur e Scarlett… no, con Hydra non c’era mai stato molto feeling…
Anche Nessie, che non aveva mai amato troppo sua cugina, stava implorando mentalmente di non finirci in squadra assieme: era già abbastanza dura doverla vedere ad ogni cena o pranzo di famiglia, venendo perennemente messa a confronto con lei.
Charles invece sperava che suo nonno avesse il sano buon senso di metterlo insieme ad almeno uno dei suoi amici, anche se avrebbe scommesso 70 Galeoni che lo aveva infilato nella stessa squadra di Weasley apposta…

“Allora, la prima Squadra è composta da: mio nipote Charles, Declan, Arthur, Irina, Scarlett, Michela e Nessie.”     

Irina alzò lo sguardo su Scorpius, imitata da Nessie e Charles.   Quest’ultimo sorrise amaramente: beh, se l’era aspettato, ma quanto meno era insieme a Declan…
L’amica invece non la pensava esattamente allo stesso modo: con Michela. Era insieme alla sua ex compagna di scuola.
No, non andava bene per niente: le due ex Serpeverde si guardarono, entrambe certe che prima o poi si sarebbero prese per i capelli.        Scarlett era decisamente sollevata di essere con Arthur e Nessie, anche se l’idea di stare con Malfoy e Shafiq non la rendeva troppo entusiasta.
“E ovviamente la seconda con gli altri: Stephen, Hydra, Domenico, Margaret, William, Simone e Adelaide.     Detto ciò potete andare ragazzi, ci vediamo stasera a cena alle 8 in punto.”








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Angolo Autrice:
Cosa non si fa per non studiare... si scrive!      Il caitolo è corto ma spero comunque che vi piaccia, i due nuovi OC qui vengono solo citati brevemente ma vi garantisco che avrete modo di conoscere anche loro due. 
Abbiamo le due squadre, ora che sucederà? Ho idea che qualcuno potrebbe finire avvelenato durante la cena, ma è solo un'ipotesi...
a presto e veramente grazie mille per le numerose recensioni! :)     Mi scuso per errori vari ma l'ho scritto abbatsanza in fretta, ora me ne torno a studiare Psicologia...

Signorina Granger

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Capitolo 6
*** Invito a cena con delitto ***


Capitolo 4: Invito a cena con delitto



“Allora, chiariamo immediatamente le cose visto che saremo pure in squadra assieme. Sono arrivata in questa casa prima di te, in questa stanza anche e sono pure più grande, perciò questa stanza me la prendo io.”       Irina Lumacorno sarebbe potuta essere descritta con diversi aggettivi: ambiziosa, sarcastica…. Testarda.
Decisamente Testarda.

Michela assottigliò gli occhi azzurri, guardando l’ex compagna di scuola con stizza: non erano mai state amiche e per fortuna non avevano mai dovuto condividere una stanza; ora invece stavano litigando con una camera da letto.

“Se devo essere onesta, piaceva anche a me quella camera…”   Mormorò Simone in tono leggermente deluso, mentre Scarlett girava sui tacchi e si allontanava dalla porta:
“Si, pure io. Ma ti consiglio di lasciar perdere Simone.”     La Corvonero sbuffò e seguì la Grifondoro nel corridoio, lasciando Irina e Michela ai loro battibecchi per cercare una stanza libera.
Hydra si era già accaparrata una stanza con balcone ed ora stava appoggiata allo stipite della porta, osservando con aria divertita l’amica e Simone che abbandonavano la prospettiva di avere una delle più belle stanze della villa.
“Ottima idea, direi che è meglio lasciare che se la sbrighino da sole… In ogni caso, questa ha due letti, ti va di tornare a stare in stanza insieme Scarlett?”
La ragazza sorrise e annuì, facendo planare i bagagli nella stanza con un colpo di bacchetta:
“Molto volentieri, grazie! Ci vediamo dopo Simone.”
“A stasera!”
“A dopo.”

Quando la porta si fu chiusa la ragazza avanzò nel corridoio, fermandosi davanti alla porta di legno scuro che stava a due di distanza rispetto alla stanza di Scarlett e Hydra. Simone bussò per accertarsi che non ci fosse nessuno dentro e l’aprì, non ricevendo nessuna risposta.    
Una dannata camera da letto libera e dall’aria non terrificante: perfetto.
Simone sorrise ed entrò, decisamente sollevata che la stanza non fosse interamente decorata nei toni del nero e del verde scurissimo, come gran parte della casa.
La ragazza si passò una mano tra i capelli castani, sciogliendo lo chignon per rifarlo mentre si guardava intorno con gli occhi chiari che osservavano ogni dettaglio.
Una sfida tra ragazzi Purosangue da poco diplomati… quella sì che sarebbe stata un’avventura.      Non era mai stata una persona troppo competitiva, ma naturalmente il cervello non le mancava: non le sarebbe dispiaciuto vincere, tanto per dimostrare che Grifondoro e Serpeverde non sono le case migliori, come un po’ tutti pensavano.
In effetti l’assenza di Tassorosso era un po’ deprimente: poverini.
Simone sorrise mentre sedeva sul letto, tirando fuori dalla borsa una boccetta blu scuro di profumo… aveva come la sensazione che quello le sarebbe stato molto utile.


                                                                                                           *


“Secondo te qui cosa c’è?” 
“Non so, ma non mi piace andare in giro a curiosare… Scorpius Malfoy mi mette i brividi!”      Haidi rabbrividì appena al pensiero del padrone di casa: quel tipo la metteva in soggezione!    E l’idea di essere beccata insieme a Nessie a ficcanasare a destra e a sinistra non la rendeva troppo entusiasta, specialmente perché erano appena arrivate a Malfoy Manor: non voleva di certo essere cacciata dopo nemmeno un giorno!
Nessie però parve come non sentirla, aprendo appena la porta e lanciando uno sguardo alla stanza: evidentemente non ci trovò nulla di interessante, perché la richiuse prima di trotterellare alla porta successiva, infondo al corridoio.
Haidi roteò gli occhi e si affrettò a seguire l’amica: aveva come la sensazione che si stessero perdendo.

“Ehm… Nessie? Ti ricordi da dove siamo venute?”
“E’ chiusa a chiave! Uffa, che scatole.”  Sbuffò Nessie, provando a tirare la maniglia d’ottone della porta di legno nero ed intagliato.
 Haidi tirò fuori la bacchetta e provò ad aprire la porta usando Alohomora (sapendo che l’amica ci avrebbe comunque provato da sola), ma niente: la porta non si apriva.
“Beh, niente da fare. Ora torniamo indietro, dai! Sono due ore che andiamo in giro, dobbiamo finire di sistemare i bagagli nella nostra stanza!”
Nessie sbuffò e seguì l’amica, infilando le mani nelle tasche dei jeans e rivolgendo alla porta uno sguardo quasi di sfida; come a dire “prima o poi ti aprirò”.

“Ok, d’accordo… in ogni caso non finisce qui: porta chiusa a chiave significa qualcosa da nascondere e scopriremo cosa! Andiamo, ad Hogwarts ci divertivamo così tanto!”
“Si, anche quando abbiamo rischiato di essere espulse al quinto anno…”


 
                                                                                                                    *

 

“Entra pure Charlie.”                           Alle parole di Irina Charles aprì la porta della stanza, guardando l’amica seduta su una poltrona con tanto d’occhi:
“Come facevi a sapere che ero io?”

Irina chiuse il libro e si alzò, sorridendo: 
“Sei l’unica persona che conosco in questa casa che bussa sempre due volte… che c’è, comunque?”  
“Dobbiamo parlare, noi tre.”

Al sentire la parola “tre” Irina inarcò un sopracciglio, guardando l’amico leggermente confusa. Charles invece sorrideva ancora e la bionda capì il perché poco dopo, quando Declan fece il suo ingresso nella sua nuova stanza, che aveva sottratto alle sgrinfie di Michela circa due ore prima.
“Ah certo, dovevo immaginarlo. Ciao Dec… di che dobbiamo parlare esattamente?”    

Declan si chiuse la porta alle spalle per poi andare a sedersi sul letto della ragazza, passandosi come sempre una mano tra i lisci capelli scuri, sorridendo appena mentre Charles prendeva posto su una delle due poltrone:
“Semplice. Siamo in squadra insieme e sono certo che nessuno di voi due vuole vedere vincere un Grifondoro, soprattutto tu Charlie visto che è anche casa tua… perciò, dobbiamo metterci d’accordo, anche perché ci metto la mano sul fuoco che Weasley e la Abbott voteranno uno di noi nel giro di un nanosecondo.”
“Parla per te Shafiq, io non scaturo istinti omicidi nel prossimo…”    Al commento di Irina Charles ridacchiò, anche se la ragazza stava pensando ad una persona: Michela. Era da lei che doveva guardarsi, non da Scarlett o ad Arthur…

“Ok, sentite: voi volete far fuori Weasley e io invece Miss Michela Paciock. Perciò ok, uniamo le forze come ai vecchi tempi ma AD OGNUNO il suo. Io aiuto voi, voi aiutate me… Dare per ricevere.”

Declan e Charles si scambiarono uno sguardo prima di sorridere entrambi: era bello essere di nuovo tutti insieme.
“Perfetto… Sapete ragazzi, penso che ci divertiremo.”


                                                                                                       *


Margaret fece vagare lo sguardo sui libri posti ordinatamente sugli scaffali, stando ben attenta a non toccarne nemmeno uno: non voleva certo rimanere senza un dito.

“Fai bene a non toccarli, nemmeno io mi fiderei…”

Meg si voltò e sorrise, sfoggiando il suo dolce e candido sorriso che incantava tutti, insieme agli occhi chiari. 
“Già, ho come la sensazione che uno di questi potrebbe togliermi un dito se lo toccassi. Mi spiace che Irina ti abbia fregato la stanza.”

Michela scrollò le spalle, sedendo sul letto: non le importava troppo della stanza, alla fine era più una questione d’orgoglio… l’idea che Irina Lumacorno l’avesse avuta vinta la irritava ben più di non aver avuto la camera.
“Non fa niente, anzi, grazie a te per aver accettato di condividere questa.”

L’ex Corvonero si limitò a sorridere a Michela, andando a sedersi sul suo letto, lontana da quella libreria leggermente inquietante… “Morte indolore”, “Veleni”… wow, che titoli entusiasmanti!

La bionda si lasciò cadere sul morbido materasso del letto a due piazze mentre Michela sorrideva, pensando a suo fratello: lei non l’aveva avuta vinta con Irina, chissà come se la stava passando Domenico.
I gemelli erano molto diversi, erano sempre stati i primi a dirlo: si somigliavano molto fisicamente, ma non per niente erano finiti Smistati in due Case totalmente opposte.
Lui aveva rafforzato il rapporto con la cugina Nessie standoci in Casa assieme, mentre lei non ci era mai andata troppo d’accordo… non avevano niente in comune.

Michela sorrise, pensando ad Irina e ricordando che erano anche in squadra insieme… sul momento le aveva dato abbastanza fastidio, ma ora non le sembrava poi così male come prospettiva: avrebbe potuto eliminarla con le sue mani e fargliela pagare personalmente.                   In realtà era abbastanza contenta della sua squadra: Scarlett era abbastanza innocua se non le si dava fastidio, senza contare che lei e quei pezzi di ragazzi di Malfoy, Weasley e Shafiq sarebbero stati troppo impegnati a farsi la guerra a vicenda per badarle troppo…  Perciò avrebbe avuto tranquillamente l’opportunità di farla pagare a Miss Lumacorno, anche se avrebbe dovuto guardarsi anche dalla sua cuginetta.
Eh si, Michela Paciock era così: abbastanza vendicativa.

Margaret dal canto suo era piuttosto sollevata di essere finita sia con William che con Simone: perlomeno il padrone di casa aveva avuto il buonsenso di metterli insieme, i pochi Corvonero presenti. Certo Simone e William avevano un anno più di lei, ma almeno li conosceva ed erano persone tranquille e che non l’avevano mai messa a disagio parlando del suo problema, della sua maledetta malattia.
Meg si passò una mano tra i capelli biondi, sospirando: perlomeno era uscita dalla campana di vetro dentro alla quale sua madre l’aveva sempre tenuta… Ora non doveva fare altro che cercare di starci fuori il più a lungo possibile.


                                                                                                         *


“Tra poco dobbiamo scendere per la cena… Sono io ad essere paranoica oppure anche tu infondo hai paura di finire avvelenata?” 
Alle parole di Scarlett Hydra non alzò lo sguardo sull’amica, che stava misurando la stanza a grandi passi come faceva sempre quando era un po’ nervosa: era una persona estremamente esuberante.

“Rilassati, i Malfoy tengono troppo alla purezza del sangue per uccidere qualche membro di una famiglia Purosangue, anche se tu e il nipote non vi sopportate dubito che Scorpius Malfoy attenterà alla tua vita.”

“Non è lui che mi preoccupa, ma quel viscido rettile con il quale mi trovo in squadra! Per non parlare del suo amico-sistema-ciuffo…”
Hydra rise, alzando lo sguardo sulla sua migliore amica: anche da nervosa o arrabbiata non abbandonava mai la sua ironia e la cosa l’aveva sempre divertita… Scarlett Abbott aveva il potere di farti sorridere, sempre e comunque: dopotutto l’aveva consolata moltissimo quando lei e il suo ragazzi si erano lasciato, un paio di mesi prima.
“Suvvia, ricorda che io ho Stephen Burke, non ti è andata molto peggio… e poi guarda che so benissimo che sotto sotto hai una cotta segreta per Declan.”

Scarlett si voltò di scatto verso l’amica, guardandola con una delle sue famose espressioni sconvolte/accigliate.  Al vedere il sorriso sulle labbra di Hydra però scoppiò a ridere, capendo che la ragazza stava scherzando:
“Mi hai fatto spaventare! Coraggio, andiamo… ci aspetta la prima cena a casa Malfoy!   Speriamo solo che non vada come in Invito a cena con delitto…”
“Che?”
“Niente, lascia stare… andiamo.”

 
                                                                                                                *


“Non avrei mai pensato di vedere te e tua sorella, devo dirlo.”
“Beh, nemmeno io mi sarei aspettato di essere invitato se avessi saputo di questa “competizione”. Sarei stato certo che avrebbero chiamato Nessie e basta.”  

Domenico guardò i vestiti che fluttuavano dalla valigia fino al grande armadio, piegandosi da soli e sistemandosi sugli scaffali.
Arthur invece stava steso sul letto, leggendo l’ultimo numero della Gazzetta del Profeta.           Il giovane Weasley sorrise appena, ricordando la faccia che aveva fatto Irina quando aveva sentito che sarebbe stata in squadra con Michela o quella di Nessie quando aveva capito che ci sarebbero stati anche i cugini.

“Quindi Nessie e Michela non vanno molto d’accordo, vero?”
“Si, è sempre stato così. Io le conosco bene entrambe e posso dire che sono molto diverse, quindi non è così strano infondo… Io invece mi trovo bene con Nessie, è simpatica.”
“Si, è a posto.”       I due ex Grifondoro rimasero in silenzio per un attimo, mentre Domenico si passava una mano tra i capelli neri tenuti come sempre leggermente alzati.
Adorava sua sorella, ma era il primo a dire che sapeva essere una gran stronza, nonostante a prima vista fosse gentile e dolce… aveva fregato diverse persone con quel bel faccino.
Arthur invece sorrideva, divertito: a differenza di Domenico era in squadra sia con Michela che con Nessie e Irina… era certo che ne avrebbe viste delle belle, aggiungendo il carattere irruente ed esplosivo di Scarlett combinato alle frecciatine di Malfoy e Shafiq.
Si, si sarebbe proprio divertito.


                                                                                                             *

 

William stava scendendo le scale quando li vide.  Scorpius Malfoy era in piedi vicino ad una porta semiaperta e stava parlando a voce bassa con due elfi, impedendo al ragazzo di sentire cosa si stessero dicendo.     L’ex Corvonero si bloccò, osservando la scena con curiosità: chissà cosa gli stava dicendo… probabilmente qualcosa sulla cena, dopotutto i Malfoy rimanevano ancora fedeli allo sfruttamento degli elfi, cosa che invece molte altre famiglie avevano abbandonato da secoli, come i Lumacorno, i Paciock, gli Abbott o gli Shacklebolt.
William riprese così a scendere i gradini di legno pregiato rivestito da un morbido tappeto verde molto scuro, incontrando Simone davanti alla rampa:
“Ciao Simone.”
“Ciao Will… entriamo? Sto morendo di fame e sono le 8 ora, quindi siamo in orario.”     William annuì, accigliato: era l’ora che aveva detto Malfoy… e allora perché stava parlando con quegli elfi fino ad un minuto prima, fuori dalla sala da pranzo?
Tuttavia il ragazzo seguì l’amica nella sala, dove diversi posti erano già stati occupati dai loro compagni.   

Nessie sedeva tra Domenico e Haidi di fronte ad Arthur, Scarlett e Hydra, mentre Irina si era seduta nel posto accanto a Capotavola, dove aveva preso posto Malfoy Jr.

“William, siediti qui ti prego!”
Will sorrise, annuendo per sedere accanto ad Arthur, mentre Simone faceva il giro per prendere posto accanto a Domenico…        
“Fammi indovinare, avevi il terrore che Burke o Shafiq si sedessero qui.”     Alle parole di William Arthur sfoggiò un sorriso colpevole, mentre invece Irina sgranava gli occhi, orripilata:

“NO. Fermi tutti! In questo modo io sono vicina a Michela!”

“Rilassati Lumacorno, chiederemo a Meg di sedersi accanto a te, così avrò io il piacevole onere di intrattenere Michela… senza offesa, Domenico.”

“Tranquilla, ci sono abituato…”

Come se gli avessero chiamati, Declan e Stephen entrarono in fretta nella camera, seguiti subito dopo da Margaret e Michela. I due ex Serpeverde presero posto nelle due sedie accanto a William, tra lui e Charles mentre Michela sedeva tra Simone e Margaret, con gran gioia e sollievo di Irina.

“Bene… ma dov’è il padrone di casa?”    Domandò Margaret inarcando un sopracciglio mentre si guardava intorno. Hydra roteò gli occhi, commentando:

“E menomale che dovevamo essere tutti qui puntuali…”
“In genere mio nonno tiene alla puntualità, di certo sta per arrivar-“

Ma Charles non riuscì mai a finire la frase: venne interrotto da due elfi domestici, che portarono in mezzo al tavolo un vassoio coperto.    Nessuno così muoversi o parlare per un paio di istanti, finché Declan non si sporse e sollevò la cupola.
Nel giro di un paio di secondi accaddero un bel numero di cose: Declan sbiancò, facendo cadere la cupola di metallo per terra.   Irina scattò in piedi, come del resto Scarlett, Simone, Haidi e anche Arthur mentre Stephen e William si ritrassero di botto, allontanandosi con la sedia dal tavolo con gli urli di Nessie, Michela, Margaret e Hydra come sottofondo.
Charles invece non disse o fece nulla, limitandosi a guardare il vassoio con gli occhi sgranati; Domenico era rimasto impassibile, gli occhi confusi e spaventati insieme mentre li teneva fissi sul centro del tavolo.

Sotto alla cupola, sul vassoio, era stata messa la testa di Scorpius Hyperion Malfoy.

 

 

 


……………………………………………………………………………………………………………………………………………………
Angolo Autrice:
Buonasera! Scusate l’assenza ma ieri proprio non sono riuscita a scrivere… detto questo.
Pare che Scarlett alla fine avesse ragione, una cena non esattamente tranquilla… anzi, non siamo ancora agli antipasti!
Grazie per le scorse recensioni, ditemi cosa ne pensate!

Signorina Granger

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Capitolo 7
*** Test a sorpresa ***


~~Capitolo 5: Test a sorpresa
 


“O mio dio!   Charles, che cavolo ci fa la… la testa di tuo nonno sul tavolo?”     Esclamò Irina passandosi nervosamente una mano tra i capelli, mentre come tutti evitava accuratamente di guardare.
Charles non rispose, lanciando una fugace occhiata al vassoio mentre rifletteva.
Haidi si versò un bicchiere d’acqua e lo bevve tutto d’un fiato, mentre Nessie usciva dall’iperventilazione e Declan stava seduto, piuttosto pallido: dopotutto aveva passato mezza infanzia in quella casa in compagnia di Scorpius…

Stephen invece pareva abbastanza tranquillo mentre beveva un bicchiere di vino, cosa che Irina non riusciva a capire: ma come diavolo faceva a bere?
“Beh, io l’avevo detto che qualcuno sarebbe schiattato…”

“Grazie Abbott per queste parole consolatorie, davvero.”    Declan rivolse alla ragazza uno sguardo velenoso, che Scarlett ricambiò mentre Arthur teneva le braccia conserte, osservando la testa sul piatto: nah, non era morto davvero… improbabile.

“Ok, scusa ma stavo scherzando… non ci credo che tuo nonno è morto Malfoy, è altamente improbabile.”

Alle parole di Scarlett tutti si voltarono verso di lei, mentre Michela inarcava un sopracciglio, scettica:

“Oh si, immagino che ora stia vagando in giro per casa senza testa come il vostro fantasma, Abbott.”

“Era QUASI senza testa.”     Puntualizzò Domenico a mezza voce, ricevendo un’occhiataccia da sua sorella mentre Scarlett si stringeva nelle spalle, in piedi accanto ad Arthur:

“So benissimo che uno non può vivere senza testa, Michela… sto dicendo che…”

“Che è tutto un trucco e che Scorpius Malfoy non è morto: si, sono d’accordo.”   Simone annuì e a quel punto tutti si voltarono verso Charles, che intanto aveva preso la cupola e aveva coperto il vassoio: testa di suo nonno o meno, non era certo un bello spettacolo.

“Io conosco mio nonno… e credo che sarebbe da lui: vuole metterci alla prova, quindi ciò che stanno dicendo Simone e Abbott avrebbe senso. Chi pensa che sia morto?”

Nessie alzò una mano tremante, osservando con una smorfia il vassoio coperto. Anche Michela alzò la mano, imitata da Declan, Irina, Hydra, Arthur e Margaret.
William invece sorrise appena, quasi divertito: ecco spiegato perché aveva visto il padrone di casa parlare con gli elfi… era tutto un trucco, aveva deciso di iniziare a metterli alla prova già dalla prima sera.

“Will, che cavolo ci trovi di divertente?”         Domandò Meg inarcando un sopracciglio, ricevendo un sorriso e un’alzata di spalle come risposta dall’ex Corvonero:

“Non credo sia morto, la penso come Simone. Certo non lo conosco, ma sarebbe un modo per metterci già alla prova, no?”


“Weasley, secondo te perché mio nonno sarebbe morto?”      Alla domanda di Charles Arthur scrollò le spalle, limitandosi a rigirarsi tra le mani il calice di cristallo:
“Beh, essendo tuo parente sono certo che sta sulle scatole a un bel po’ di persone, quindi il movente ci sarebbe pure.”

“ARTHUR.”     Esclamarono in coro Hydra e Scarlett alzando gli occhi al cielo, mentre Domenico ridacchiava e Stephen continuava a non esprimersi, anche se aveva l’aria divertita.

“Fingerò di non aver sentito… Stephen mi dici perché stai ridendo?”

Il ragazzo rivolse un sorriso all’amico prima di parlare, nel tono più calmo e pacato che Charles gli avesse mai sentito usare:

“Dico solo che è troppo… plateale. Se avessimo trovato il corpo ci avrei anche creduto, ma è troppo scenografica come morte, credo che tuo nonno ci stia prendendo in giro e ora stia ridendo, da qualche parte.”

“Esatto! Insomma Malfoy, è tuo nonno dopotutto… tu che ne pensi?”      Alla domanda di Simone Charles esitò, prima di rispondere:

“Penso che mio nonno sia un perfetto macchinatore, doppiogiochista e calcolatore.  Quindi si, sta ridendo di me, probabilmente fuori da questa porta.”

“Come mi conosci bene Charlie… anche se è triste che tu abbia un’opinione così brutale di tuo nonno.”

Scarlett e Haidi sobbalzarono per la seconda volta nella serata: Scorpius era proprio accanto a loro, seduto a capotavola.

“DIO… Basta con gli spaventi, vi prego!”     Sospirò Haidi passandosi una mano tra i capelli, mentre Meg soffocava una risata e Simone e Will si davano il cinque: tutto come avevano detto loro.

Scarlett rivolse un sorrisetto beffardo a Michela, come a dirle “alla-faccia-tua-stronzetta”.        Charles sospirò, mentre Irina intimava a Stephen di passarle il vino e Declan appoggiava i gomiti sul tavolo, coprendosi il viso con le mani: incredibile.

“Suvvia Declan, non fare così… devo dire che mi ha quasi commosso il tuo dispiacere dalla mia presunta morte, ma rilassati ragazzo: sarò in circolazione ancora per un bel po’; sempre che uno dei miei nemici non mi faccia uno scherzo, come ha suggerito Arthur.”

Arthur sorrise con aria colpevole al padrone di casa, mentre Declan annuiva e si passava una mano tra i lucidi capelli scuri:

“Grazie, Signor Malfoy…”

Nella sala regnò il silenzio per qualche istante, con i due Malfoy che si scrutavano e gli altri che li osservavano, in attesa di una qualche reazione da parte di uno dei due.
Dopo quelli che sembrarono secoli, Scorpius sorrise, alzandosi in piedi:

“Allora, devo quindi complimentarmi con mio nipote, Stephen, Simone, William e Scarlett… Niente male ragazzi, ammetto che avete superato la prova meglio di quanto pensassi.”

“Nel senso che pensava ci saremmo cascati quasi tutti?”       Simone rivolse al padrone di casa un sorrisetto, come se fosse soddisfatta di averlo “fregato”.   
Scorpius ricambiò il sorriso beffardo, annuendo:

“Diciamo di sì, ovviamente il contrario mi ha sorpreso positivamente.  Questa non era una sfida, più una prova per vedere le vostre reazioni e la vostra capacità di mantenere il sangue freddo e ragionare… Ora, se avete fame possiamo iniziare a mangiare.”

Irina e Declan si guardarono, seduti uno di fronte all’altro: no, non avevano più tanta fame…

“Scusi Scorpius, ma credo di aver perso l’appetito, vado a dormire… a domani.”    Irina si alzò e posò il tovagliolo sul tavolo, imitata da Nessie e Haidi.
Le tre ragazze uscirono, lasciano gli altri 11 ragazzi a guardarsi, chiedendosi silenziosamente a vicenda se seguire o meno l’esempio di Irina e le due Grifondoro.
Charles decise di darci un taglio e si alzò, spostando rumorosamente la sedia all’indietro senza smettere di guardare suo nonno:

“Nemmeno io ho molta fame.”      Nonno e nipote si guardarono attentamente prima che il ragazzo girasse sui tacchi per uscire dalla sala, mentre Scarlett e Hydra osservavano i loro piatti con aria indecisa: il cibo che avevano appena portato gli elfi sembrava piuttosto appetitoso, ma la fame era passata in un baleno alla vista del contenuto del vassoio, vero o meno.

“Credo che andrò anche io a questo punto… Stephen?”        Alla domanda di Declan l’amico scosse la testa, sistemandosi il tovagliolo sulle gambe.  Declan annuì e si alzò, uscendo dalla sala per essere seguito da Arthur e Demonico.

“Beh, non sanno quello che si perdono…”    Commentò Scorpius mentre mangiava l’arrosto, con Meg che lo osservava con aria basita: mangiava come se fosse niente, incurante dello spavento che aveva fatto prendere a tutti con quello scherzetto poco piacevole.

Hydra fece un cenno a Scarlett e anche le due si alzarono: ormai erano rimasti in pochi e l’idea di mangiare con Michela e Stephen non era esattamente delle migliori.

Quando anche le due ex Grifondoro furono uscite, Margaret seguì il loro esempio e si congedò: effettivamente non aveva molta fame anche prima della “sorpresa”, figuriamoci dopo.
La bionda lasciò la sala, con Michela, Stephen e Scorpius che mangiavano in silenzio e Simone e William che si scambiavano occhiate, indecisi se seguire gli altri oppure rimanere…

Alla fine sembrò prevalere la voglia di starsene in tranquillità in camera a riflettere e i due si alzarono quasi contemporaneamente, dopo essersi rivolti reciprocamente un cenno d’intesa.
I due salutarono e si congedarono, con gli occhi azzurri di William che si posarono sulla tavola un’ultima volta di uscire: l’idea di Malfoy, Michela e Stephen soli a cena non lo entusiasmava troppo, chissà di che avrebbero parlato… ma il mangiare in completo silenzio in loro compagnia era una prospettiva ancora peggiore.


Quando la porta si fu chiusa con uno scatto per l’ennesima volta Scorpius sorrise, prendendo il calice di vino bianco e sollevandolo leggermente:

“Beh, a questo punto brindiamo alla Casa di Serpeverde… e nel fatto che un suo ex membro vinca, si spera.”

Stephen e Michela sorrisero prima di annuire, sollevando i calici a loro volta: già, si spera…


               
                                                                                                                                            *


“Scarlett, spegni la sveglia…”

Hydra sbuffò, rigirandosi nel letto senza aprire gli occhi.   Scarlett invece borbottò qualcosa di poco comprensibile, senza ben collegare quello che stava succedendo, come sempre in stato di dormi-veglia.

“Uffa Scarlett, voglio dormire, spegnila!”    Hydra aprì gli occhi scuri, girandosi sul fianco per vedere Scarlett, che si sollevò di botto a sedere sul letto, voltandosi verso l’amica:
“Ma io non ho messo nessuna sveglia!”

Hydra si alzò, accorgendosi di quanto fosse buio… non era affatto mattina.

 

                                                                                                                                  *

 

“Se trovo chi scassa le palle all’una di notte giuro che lo uccido!”   Esclamò Declan scalciando le coperte del letto e alzandosi, mentre Stephen si passava una mano tra i capelli con aria assonnata, prima di infilarsi gli occhiali.
Declan aprì la porta della loro stanza, che venne invasa ancora di più dal suono di campanelli che continuava ininterrottamente da un quarto d’ora, ormai.

“Ma che cacchio…”


Mentre Stephen si alzava, Declan uscì dalla camera, trovando William nella sua stessa posizione, fuori dalla porta di fronte: i due si guardarono e William inarcò un sopracciglio:
“Pensavo venisse dalla vostra camera…”

“No, viene dal piano terra. Scommetto quello che volete che è un altro scherzetto del nostro caro ospite. Stephen muoviti, andiamo di sotto a controllare!”

“Si, arrivo… che scatole.”

 

                                                                                                                        *

 

“Fatemi capire una cosa. PRIMA ci rovina la cena e DOPO non ci lascia nemmeno dormire? Ma che gentilezza!”   Sbottò Arthur mentre scendeva le scale insieme a Domenico, Hydra e Scarlett, tutti piuttosto assonnati e irritati allo stesso tempo.
“Sarà di certo la prima sfida… però che palle, neanche dormire si può ora?”

“Beh, gli conviene che sia una sfida vera e non un altro scherzo, perché altrimenti vado IO a fargli un salutino… e poi si che vedrete un suo arto sul tavolo a colazione.”   Borbottò Scarlett in tono minaccioso mentre Domenico sbadigliava e Hydra sorrideva, immaginandosi una Scarlett furiosa in vestaglia che piombava nella stanza di Scorpius e gli tagliava la testa.      
I quattro incrociarono Nessie e Haidi, entrambe arruffate e dall’aria assonnata… anche se Nessie aveva un’aria contrariata abbastanza simile a quella di Scarlett.

“E io ti farò compagnia, Scarlett…”  Sibilò Irina, che era appena apparsa da un corridoio buio, i capelli scuri raccolti e gli occhi fiammeggianti di irritazione.
“Oh ciao Irina.”


“Che cos’è, un pigiama party?”          Alle parole sarcastiche di Michela tutti si voltarono, vedendola scendere in fretta le scale in compagnia di Meg, dall’aria abbastanza stravolta di sonno.

“Oh dio… Dai Haidi, andiamo. Non mi va di parlare troppo con la mia cara cuginetta…” Mormorò Nessie rivolta all’amica prima di riprendere a camminare, venendo seguita da Haidi e da Irina: nemmeno l’ex Serpeverde moriva dalla voglia di sorbirsi Michela.       
   
Margaret sbadigliò mentre il gruppo raggiungeva l’ingresso al piano terra, dove ad aspettarli c’erano già William, seduto sul divano accanto a Simone e la combriccola Charles-Declan-Stephen, il primo in piedi accanto al camino e gli altri due seduti su due poltrone.
L’irritante scampanellio finalmente cessò e Scorpius, seduto sulla sua poltrona, sorrise ai ragazzi:

“Ah, eccovi qui! Ci avete messo un po’…”  

Michela piegò le labbra in una smorfia, ricordando a se stessa che era casa SUA e che quindi non poteva lanciargli contro una maledizione…
Il gemello sembrò pensarla allo stesso modo, perché evitò accuratamente di prendere la bacchetta mentre nessuno parlava: l’attenzione di tutti era fissa sul padrone di casa.
Charles aveva una gran voglia di mandare il nonno a quel paese, ma sapeva che in caso questi gli avrebbe probabilmente riservato uno dei suoi “scherzi”, così non parlava, restando fermo e appoggiato al camino bianco.

“Beh, ora siamo qui… ci spiegherebbe il perché, di grazia?”

Alla domanda di Hydra Scorpius sorrise, annuendo:

“Con piacere. Come avrete di certo capito, la prima sfida di terrà proprio stanotte… e alla fine uno di voi lascerà questa casa.”










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Angolo Autrice:

Buongiorno a tutti! Come alcuni avevano dedotto, Scorpius NON è morto... figuratevi se lo faccio crepare subito, che divertimento c'è?
Spero che vi sia piaciuto il capitolo e grazie mille per le numerose recensioni, siete davvero gentili!
Ora devo chiedervi di fare una cosa, che dovrete ripetere alcune volte in futuro: dovete scrivermi via messaggio personale due nomi. Un nome per squadra, devono essere i nomi delle due persone che vorreste vedere andar via.

Vi chiedo di farlo tutti, se dovessi ricevere pochi voti... prenderò provvedimenti :)
Ditemi cosa ne pensate e a presto spero!

Signorina Granger

 

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Capitolo 8
*** Passeggiatina al chiaro di luna ***


~~Capitolo 6: Passeggiatina al chiaro di luna
 


Scorpius Malfoy tendeva spesso a fare il prezioso? Decisamente si.

Non ci voleva una conoscenza approfondita per rendersene conto, i ragazzi in effetti ci misero neanche un giorno a capirlo.
Li aveva rimandati nelle loro camere per vestirsi senza dare spiegazioni sulla sfida che avrebbero dovuto affrontare, cosa che aveva irritato i 13 ragazzi più di quanto già non fossero; sì, 13: Charles ci era abituato.

Quando, dieci minuti dopo, furono tutti di nuovo nel salone vestiti di tutto punto, il padrone di casa si degnò finalmente di dare qualche spiegazioni agli ospiti:

“Bene, ora possiamo cominciare! Essendo la prima sfida vi propongo qualcosa di abbastanza piacevole, leggero: un gioco. Conoscete “alce rossa”?”

Alle parole di Scorpius le labbra di Domenico si piegarono in un sorriso, mentre invece Michela si passò una mano sugli occhi, mormorando qualcosa sulla sua sfiga inesauribile.    Anche Margaret sorrise: ci aveva giocato una volta anni prima e si era decisamente divertita. 

“Vedo che alcuni di voi già lo conoscono… Margaret, vuoi spiegare?”

La bionda annuì appena, leggermente a disagio dal dover parlare a tutti:  
“D’accordo. Si gioca quasi sempre di notte poiché così è più difficile, ogni giocatore ha un numero che viene legato sulla fronte o su un braccio. Ogni squadra ha una base, dalla quale non si riesce a vedere quella dell’altra… alcuni giocatori rimangono nella base, altri invece vanno nel bosco per cercare gli avversari: se viene letto e detto ad alta voce il numero sulla propria fronte da un membro dell’altra squadra, il concorrente è eliminato.  Ogni giocatore ha due vite, quindi quando il suo numero viene visto per la seconda volta ha perso definitivamente e perde la squadra che rimane per prima senza giocatori.  Ah, non ci si può coprire il numero con le mani.”

“Precisamente. Ora, le due squadre già ci sono, quindi non avremo problemi. In genere questo gioco si tiene in un bosco, quindi noi ci recheremo in quello qui vicino, dietro la tenuta. Squadra 1, qui intorno a me: ci Smaterializzeremo nella vostra base.”

“Beh, sembra divertente!”   Scarlett sorrise mentre si avvicinava al padrone di casa, con Arthur che sbadigliava accanto a lei e Michela che aveva l’aria imbronciata: detestava a morte quel gioco, ci aveva giocato spesso in famiglia e non aveva mai, mai vinto.

Nessie invece sembrava di un parere diverso: le piaceva l’idea di giocare ad Alce Rossa specialmente perché sua cugina era scarsa.

“Oh, si divertentissimo. Andare in giro nel bosco all’una e mezza è sempre stato il mio sogno.”        Alle parole di Declan Scarlett lo fulminò con lo sguardo, appena prima di sparire alla vista della Squadra 2: si erano Smaterializzati con Scorpius.

“Dite che se vado a dormire se ne accorge?”                Domandò Simone in tono dubbioso, facendo sorridere William, che annuì:
“Ho paura di si…”


                                                                                                                            *


“Ti pareva se non atterravo sul fango, grazie nonno!”        Tutti scoppiarono sincronizzatamente a ridere alle parole di Charles, che però era tutto fuorché divertito mentre strofinava i piedi sull’erba.
Scorpius li aveva portati al limitare del bosco, in una zona quadrata delineata dal nastro segnaletico.   

“Bene ragazzi, questa è la vostra base. In quel sacco ci sono 14 foglietti di carta con numeri diversi scritti sopra: due per ciascuno, quando il vostro numero viene detto da un avversario toglietevelo dalla fronte e fatelo evanascere, alla seconda volta siete eliminati e dovrete Smaterializzarvi a Malfoy Manor. E’ l’una e trentacinque, tra cinque minuti potete partire.”      

Detto ciò l’uomo si Smaterializzò di nuovo, lasciando soli i sette ragazzi.
“Ook… beh, se non altro non è una cosa faticosa.”     Osservò Irina con una scrollata di spalle mentre si appoggiava al tronco di un albero, mentre Charles aveva già la mente al lavoro:

“Si, peccato che io abbia sonno!”
“Ma Scarlett tu hai sempre sonno!”
“Che vuol dire, all’una è normale!”
“Sono d’accordo per una volta.”
“Grazie Shafiq!”
“Dicevo a Weasley.”    

Il giovane Malfoy mise fine al dialogo botta-e-risposta tra Declan, Arthur e Scarlett schiarendosi rumorosamente la voce, richiamando l’attenzione dei compagni di squadra su di sé:

“Posso avere la vostra attenzione? Grazie. Allora, chiariamo subito che non ho intenzione di perdere la prima sfida, quindi diamoci da fare… una parte di noi deve restare qui mentre altri devono andare a cercare la base avversaria… Facciamo che quattro restano e tre vanno?”

“Si, va bene, poi si ruoterà visto che quando si è eliminati la prima volta bisogna tornare qui e prendere un altro numero.”
Alle parole di Nessie Charles annuì, mentre Irina, Michela e Scarlett si legavano i capelli scuri per evitare che dessero loro fastidio.  

“Bene, io rimango qui.”     Scarlett rivolse un gran sorriso a tutti e Irina la imitò, proponendosi all’istante per rimanere in base.

“Ok, allora facciamo così: Irina, Abbott, Declan e Nessie rimangono qui mentre io, Michela e Weasley andiamo avanti, va bene?”

“Si si, assolutamente perfetto.”     Nessie si affrettò a rispondere affermativamente vista la sua voglia sotto zero di andarsene in giro al buio, di notte, in un bosco, senza bacchetta e insieme a sua cugina.      Irina annuì mentre Declan e Scarlett si rivolsero uno sguardo in cagnesco, entrambi seccati dall’aver dovuto lascare la bacchetta a Malfoy Manor: sarebbe stata una bella opportunità per affatturarsi a vicenda, finalmente.

Arthur lanciò un’occhiata di soccorso a Scarlett, che gli rivolse un sorrisino divertito: poveraccio, bloccato tra Michela e Malfoy.

“Ma non si potrebbe fare magari che le ragazze rimangono qua e noi maschi andiamo?”     Alle parole leggermente speranzose di Declan, il bel ragazzo ricevette quattro occhiate funeree insieme a quattro risposte poco carine sui maschilisti e sul fatto che fosse un cretino.

Come non detto.

 

                                                                                                                               *

 

“Ok, basta adesso! Stiamo solo perdendo tempo, quindi tireremo a sorte. Simone testa, Meg croce.”      William tirò fuori dalla tasca uno zellino e lo lanciò, riprendendolo al volo per poi vedere da che parte era caduto:

“Croce.”

Meg esultò mentre Simone invece incrociò le braccia al petto, borbottando qualcosa di incomprensibile: non aveva nessuna voglia di fare quel gioco… o almeno avrebbe preferito rimanere in base.  
William si rimise in tasca la moneta mentre Haidi e Hydra si mettevano i biglietti con elastico in fronte e Meg sedeva sull’erba con aria sollevata, appoggiandosi ad un tronco con la schiena.

“Bene, quindi Margaret, Hydra, Haidi e Domenico restano qui mentre io, Simone e William andiamo a cercare la base della Squadra 1.” 

Mentre Stephen parlava i tre ex Grifondoro imitarono Meg e sedettero per terra, Haidi e Domenico vicini e Hydra di fronte a loro accanto all’ex Corvonero.

“Evviva.”   Commentò Simone a mezza voce mentre invece William le rivolgeva un sorriso, accendendo e spegnendo una delle tre torce che Scorpius aveva lasciato nella base: aveva vietato ai ragazzi di portare le bacchette ma almeno gli aveva lasciato una fonte di luce.

“Bene, allora possiamo andare… cercate di non fare rumore, speriamo che non vi scoprano subito. A dopo!”     Stephen scavalcò il nastro segnaletico e si avviò, camminando sull’erba vicino agli alberi e seguito da Simone e William, che camminavano subito dietro di lui parlando a bassa voce.

“Cavoli, mi sento vecchia in mezzo a voi.”      Osservò Hydra a voce non troppo alta mentre appoggiava il capo sul tronco, pensando a quanto sarebbe stato bello starsene a letto a dormire invece che nel bosco, al buio.

“E’ vero, sei l’unica diciannovenne tra noi quattro!”  

“Shh, parla a voce bassa Haidi o ci sentiranno!”
“Si, scusa… Ma perché tua sorella odia questo gioco scusa?”

Domenico sorrise al buio, benché nessuna delle tre ragazze poteva vederlo in volto:
“Beh, diciamo che non è mai stata troppo fortunata… Nessie lo sa, abbiamo giocato spesso in famiglia.”

“In effetti dà l’idea di una persona che non ama perdere… mi sbaglio?”                     Alla domanda di Meg Domenico annuì, pensando alla determinazione e alla competitività della sorella gemella:
“Si, è vero. Non ha mai amato perdere.”

 


                                                                                                                            *

 

“Avete sentito?”
“Certo che abbiamo sentito, solo un sordo non sentirebbe!”        Sia Irina che Scarlett lanciarono un’occhiataccia alla simpaticissima e vivace Michela, in piedi in un punto non ben definito dietro di loro.

Scarlett decise di ignorarla, voltandosi di nuovo verso il campo davanti a loro: il rumore di rami che si spezzano… o erano vicini a qualche ex compagno di scuola oppure c’era un animale non esattamente piccolo nei paraggi.

“Beh, io vado a vedere, magari è qualcuno della Squadra 2.”     Scarlett scavalcò in fretta il nastro e si allontanò con passo felpato nella direzione del rumore, lasciando i tre ex Serpeverde nel più completo silenzio: avevano deciso di non parlare troppo, per evitare di essere sentiti dai rivali.
Dopotutto non sapevano quanto le basi fossero distanti, magari Scorpius le aveva sistemate a solo un centinaio di metri… e nel silenzio completo era facile distinguere delle voci, anche a 100 m di distanza.

Irina e Declan rimasero in piedi uno accanto all’altra per un paio di minuti, entrambi cercando con lo sguardo qualche traccia di una figura umana.
Un lieve rumore giunse alle orecchie di entrambi, che si scambiarono uno sguardo al buio: o era Scarlett che tornava indietro, oppure era davvero uno dei loro avversari.

Del resto il nastro segnaletico non era esattamente difficile da vedere al buio… grazie tante Scorpius.

“C’è qualcuno!”    Sibilò a denti stretti Michela senza osare muoversi, per paura di far rumore.  Anche Declan e Irina rimasero immobili, con il ragazzo che teneva lo sguardo fisso sulla figura che si stava avvicinando…

“85!” 

“… RAZZA DI IDIOTA, SONO IN SQUADRA TUA!”    

Non ci fu nulla da fare: Irina scoppiò incontrollabilmente a ridere, appoggiandosi al tronco di un albero mentre anche Michela si mordeva il labbro per non imitarla, guardando Scarlett che inveiva contro Declan:

“Complimenti genialoide, ora sanno dove siamo e magari hanno pure sentito il num-“

“85!”

“ECCO. Bravo Shafiq, bravissimo!”

Irina cercò di smettere di ridere mentre Scarlett si levava con rabbia il biglietto dalla fronte, avvicinando al sacchetto di nylon per prenderne un altro tra i sette restanti.
Declan non disse niente, anche se in realtà un po’ gli veniva da ridere… insomma, non l’aveva fatto apposta, non l’aveva riconosciuta!

Tra i quattro regnò il silenzio per qualche istante, mentre invece delle voci si stavano avvicinando: Arthur, Nessie e Charles stavano tornando verso la base di corsa, mentre anche Simone, Stephen e William si stavano avvicinando, seguendo la voce di Declan udita poco prima.

“Merda… tutti con la fronte contro gli alberi!”   

Scarlett, Irina, Declan e Michela si avvicinarono all’albero più vicino a loro per appoggiarcisi la fronte… appena in tempo.

E luce fu.

Torce contro torce, Simone quasi accecata e Charles pure mentre invece gli altri urlavano numeri alla velocità della luce:

“77!”

“15”

“66”

“29!”

“37!”

“98!”

“TOMBOLA!”               Tutti risero alla voce di Scarlett, che a sua volta rideva mentre Charles sbatteva le palpebre, tornando a vedere chiaramente prima di tornare in base, prendendo un altro numero come Nessie e Arthur.     
Anche i tre componenti dei Blu fecero marcia indietro per tornare in base e prendere dei biglietti… eccetto Stephen.   Mentre Arthur e Scarlett parlavano, il ragazzo scivolò silenziosamente accanto a loro, vicino alla base e con la torca spenta.

“Si può sapere perché hai urlato il numero di Scarlett, Shafiq? Ti abbiamo sentito dall’altra parte della radura!”
Alle parole di Arthur Scarlett roteò gli occhi, mentre tutti guardavano circa in direzione del Serpeverde, in cerca di spiegazioni:

“Ehm… pensavo fosse dell’altra squadra a dire il vero. Beh, non cambia molto, dopotutto a parte me, Irina e Michela siete tutti con una vita in meno.”
“Si, quindi cercate di non perderla, non voglio rimetterci io!”    Sbottò Charles in tono seccato mentre si metteva un numero in fronte.

“Ok, ora facciamo cambio… Io, Declan e Irina andiamo avanti visto che abbiamo tutte e due le vite, voi restate qui e cercate di non farvi eliminare subito!”

Nessie scimmiottò sua cugina al buio mentre la ragazza usciva dalla base in compagnia di Declan e un’Irina non troppo felice.
La diciottenne si avvicinò a Scarlett, sistemandosi accanto a lei vicino ad un albero mentre Charles se ne stava seduto in isolamento, così come Arthur:

“In realtà è stato un bene che Declan ti abbia chiamata, sai? Noi stavamo andando dalla parte opposta, almeno così abbiamo fatto perdere qualche vita agli altri… e ora sappiamo che la loro base è a occidente e non ad oriente del bosco.”

“Beh, almeno quello… cerchiamo solo di non morire ora o tua cugina ci mangia per colazione, domani mattina.”

 

                                                                                                                                      *


“Sono io, oppure si sta avvicinando qualcuno?”   Mormorò Meg rivolta ai tre compagni di squadra, che tesero le orecchie all’istante:
“No, hai ragione… c’è qualcuno!”   Hydra si alzò all’istante, imitata da Haidi, Domenico e Margaret.

“Ok, facciamo così… tutte a terra dietro quei cespugli!”    Ordinò Domenico correndo verso dei cespugli, scaturendo occhiate sconcertate dalle tre ragazze:

“Emh… perché?”    Domandò Haidi in tono dubbioso mentre inarcava un sopracciglio.    Il ragazzo fece segno alle tre di fare come aveva detto per evitare di parlare ancora e Meg lo ascoltò, accovacciandosi accanto a lui.
Haidi scrollò le spalle e seguì la Corvonero, lasciando Hydra da sola e in piedi.    Al vedere il lampo di una torcia però la ragazza cambiò idea, affrettandosi ad imitare i tre compagni.

“Bene. E ora?”
Sibilò Hydra a denti stretti rivolta a Domenico, che sussurrò a voce bassissima per non farsi sentire da nessuno se non dalle tre ragazze:

“Al mio tre, gli saltiamo addosso, ok?”

“CHE? Ma ci hai preso per giocatrici di rugby?”   Mormorò Haidi sbarrando gli occhi e facendo ridacchiare Meg, mentre Hydra si affrettava a coprirle la bocca con la mano per non essere scoperti dalla persona che si stava avvicinando alla loro base.

“Fate come dico, punto! Uno…”

Passi sempre più vicini, un mormorio.

“Due…”

Un altro lampo di luce artificiale accanto a loro.

“Tre. ADDOSSO!”


“AHHH! MA CHE CACCHIO FATE IMBECILLI, SONO IO!”      

“Oh cavoli! Scusa Simone!”

“Io l’avevo detto che era una cattiva idea…”  Borbottò Haidi alzandosi mentre Hydra e Meg trattenevano le risate, con una Simone non troppo contenta mentre Domenico la aiutava a rialzarsi.  Pochi istanti dopo William comparve accanto a loro, divertito dalla scenetta alla quale aveva avuto il piacere di assistere:

“Siamo tornati per cambiarci i numeri… speriamo solo che non ci abbiano sentito, maledizione… Domenico, spegni la torcia!”    I due ragazzi spensero immediatamente le luci mentre Simone si cambiava numero in silenzio, con il resto della squadra eccetto Stephen in ascolto.

“Cacchio!”    Hydra si buttò a terra trascinandosi dietro Haidi mentre una luce li investiva completamente, seguita da tre voci che urlarono:

“53!”

“21!”

“178!”

“36!”

Simone imprecò ad alta voce mentre si levava il foglietto che si era appena legata in fronte con l’elastico: grandioso, era stata eliminata.
Hydra alzò leggermente lo sguardo da terra, scorgendo appena Irina e Declan…

“72, 68!” 

Haidi seguì il suo esempio, perché alzò leggermente il capo e scorse il numero di Michela illuminato appena dalla torcia di Declan prima che la ragazza riuscisse a coprirlo, appoggiando la fronte su un tronco:

“81.”

“Merda.”        Sbottò Declan pestando con rabbia l’erba e passandosi nervosamente una mano tra i capelli: avevano eliminato William e Simone più tolto una vita a Domenico e Margaret, ma ne avevano persa una anche loro tre…

“Io e Simone siamo eliminati, dobbiamo tornare al Manor… auguri ragazzi e cercate di vincere.”     William rivolse un cenno ai compagni prima di prendere Simone sottobraccio e Smaterializzarsi insieme all’ex compagna di scuola, dal canto suo piuttosto infelice di essere stata eliminata per prima.

 

                                                                                                                                *

 

Stephen imprecò mentalmente, osservando le due scintille rosse che avevano appena illuminato il cielo sopra Malfoy Manor, ad un paio di km dal bosco dove si trovavano.
Due eliminati quindi… e di certo si trattava di due suoi compagni di squadra.  
Il ragazzo continuò a strisciare sul terreno, lieto di non essersi più incastrato: all’inizio si era incastrato continuamente in qualcosa, ma non aveva ben capito in cosa… mah.
Stava facendo il giro intorno alla base della Squadra 1, avvicinandosi alle deboli voci di Scarlett e Nessie, deboli ma che riusciva comunque ad udire appena anche se non sentiva cosa stessero dicendo.

 

*

 

Scarlett si zittì all’istante, udendo il rumore di qualcosa che si spezza alla sua destra. Era in piedi vicino al limitare della base insieme a Nessie, proprio accanto ad un albero.
Immediatamente una lampadina le si accese in testa e prese il braccio della giovane Paciock, sussurrandole di voltarsi verso sinistra.

“Ma… perché?”
“Ho sentito un rumore, potrebbe essere qualcuno della Squadra 2!”

“Che state dicendo voi due!”     Domandò Arthur da un punto davanti alle due non ben definito, ma Scarlett non rispose per evitare di far capire all’avversario ignoto che aveva sentito la sua presenza.
Nessie stava per rispondere che non stavano parlando di niente d’importando quando Arthur accese sfortunatamente la torcia, puntandola verso le due ragazze e quindi anche su Stephen.
Nel farlo il Serpeverde riuscì a scorgere il viso di Arthur e sorrise, ringraziando mentalmente il gesto del giovane Weasley:

“Grazie mille Weasley, 44!”        

Scarlett e Nessie si voltarono verso il ragazzo per poter vedere il suo numero, ma Charles fu più veloce:

“48! Grazie a te Stephen.”

Il Serpeverde sbuffò, irritato poiché era stato eliminato come Arthur, che si alzò mentre si toglieva il biglietto:

“Beh, io ho perso quindi torno dal tuo caro nonno Malfoy… ah, Burke? Auguri per uscire da lì!” 

“Che stai dicend-“ Stephen però non riuscì a finire la frase, perché Arthur si Smaterializzò dopo aver rivolto al ragazzo un sorrisetto. 
A quel punto Charles, Nessie e Scarlett si voltarono verso il ragazzo, curiosi come lui di capire le parole di Weasley… finché Nessie non scoppiò a ridere.

Il mondo è pieno di misteri che non troveranno mai risposta… tra questi c’è anche il come abbia fatto Stephen Burke a superare il filo spinato e a infilarsi nel recinto dei cavalli senza rendersene conto.

 

                                                                                                                    *

 


“Allora, ricapitolando.  Simone e William sono stati eliminati e a giudicare dalle due scintille rosse che abbiamo appena visto, di certo anche Stephen.”

Domenico, Hydra, Haidi e Margaret sedevano sull’erba disposti a rombo, mentre Declan, Irina e Michela erano tornati alla loro base lasciando ai 4 un po’ di respiro.
Alle parole di Haidi Hydra annuì, proseguendo il discorso:

“Quindi siamo rimasti noi 4 e Meg e Domenico hanno una sola vita… mentre io e Haidi entrambe.”
“Dell’altra squadra sappiamo per certo che tutti hanno perso una vita e c’è stato un eliminato vista la quarta scintilla… probabilmente è stato Stephen prima di essere stato visto.”

Ipotizzò Margaret con una scrollata di spalle, lasciando il testimone a Domenico:

“Esatto, quindi dobbiamo organizzarci così: Haidi e Hydra, voi due andate nella loro base visto che avete tutte e due le vite, mentre io e Margaret resteremo qui, pronti: di certo si stanno organizzando per tornare e farci fuori tutti.”

“Ok, allora noi andremo a cercarli.” Le due ex Grifondoro si alzarono e, prese le torce, uscirono dalla base per avviarsi nel bosco, camminando appena oltre il margine degli alberi mentre Domenico e Meg su cambiavano i numeri, sistemandosi accanto a due alberi per essere pronti a coprirsi in caso di ricevere visite dalla Squadra 1.


In effetti dopo che Irina, Declan e Michela erano tornati per scoprire che erano stati eliminati Arthur e Stephen (che era uscito dal filo spinato con un po’ d fatica prima di Smaterializzarsi), la Squadra 1 si era data il cambio e Declan, Nessie e Scarlett avevano lasciato la base, diretti alla base della Squadra 2 sotto la guida di Declan.

“Sei sicuro che la strada sia questa?”   Domandò Nessie a voce bassa rivolta a Declan, che camminava davanti alle due ragazze con la torcia puntata dritta davanti a se:

“Certo, ho fatto la strada due volte… coraggio, dobbiamo eliminare quelli nella base, così per vincere ci mancherà poco!”     Scarlett rimase in silenzio, tenendo lo sguardo basso per evitare di pestare fango o di inciampare in qualche radice…. E probabilmente fu quella la salvezza della squadra:

Margareth, sentendo le voci, aveva acceso la torcia che si era tenuta e l’aveva puntata verso il trio, non riuscendo però a leggere il numero di Scarlett.

“67!”

Nessie imprecò appena mentre Declan si buttava a terra, trascinandosi dietro Scarlett dopo averla afferrata per un polso:

“Ahia Shafiq, mi hai fatto male!”      Nessie si Smaterializzò dopo aver sussurrato ai due il numero che aveva intravisto sulla fronte di Margaret, quando questa le aveva puntato la torcia contro.

Declan piegò le labbra in un sorriso mentre teneva Scarlett ferma a pancia in giù sul terreno, prima di esclamare a gran voce il numero suggeritogli dall’ex Grifondoro:

“50.”

“Che? Oh, ma che cavolo! Tieni Domenico, cerca di vedere i loro numeri!”  Margaret lanciò la torcia a Domenico con uno sbuffo prima di seguire Nessie, Smaterializzandosi a Malfoy Manor.

“Shafiq, mi stai praticamente spiaccicando… ti dispiacerebbe toglierti?”   Mormorò a mezza voce Scarlett rivolta al ragazzo, che però non mollò la presa, limitandosi a risponderle a bassa voce:

“Sati zitta e ringraziami per averti parato il sedere! E comunque non lamentarti, molte ragazze ucciderebbero per sentire la mia voce così da vicino.”

Scarlett roteò gli occhi, non potendo però fare a meno di pensare che Declan un po’ di ragione ce l’aveva: la sua voce era adorata da moltissime ragazze, lo ricordava dai tempi della scuola; quando avevano iniziato il quarto anno la voce di Declan Shafiq era cambiata, diventando calda e leggermente roca… una voce seducente e ammaliante.
In realtà piaceva anche a lei la sua voce, ma sarebbe morta piuttosto che ammetterlo.

“Si, si, certo… peccato che io non sia –molte ragazze-.” 

Declan non rispose, riflettendo sulle parole della ragazza: effettivamente… l’unica ad aver commentato sarcasticamente i suoi capelli e l’unica ad avergli mai risposto a tono, oltre ad Irina, che però non faceva testo essendo sua amica da anni.
Si, non si era mai comportata come le altre.

“Bene Shafiq, ora facciamoci venire in mente qualcosa per uscire da questa situazione ed eliminare Domenico perché mi sta venendo il mal di schiena.”
“La smetti di lamentarti?”
“Ma se mi schiacci che colpa ne ho?”
“Non è nemmeno colpa mia se ho un fisico di presenza e tu minuta!”

“Si si, abbiamo capito, ok. Ma sul serio, che si fa? Se ci muoviamo lui ci punta la torcia contro e ci elimina!”

Declan non rispose alle parole di Scarlett, sapendo che Domenico era in ascolto, prontissimo ad accendere la torcia ad un loro movimento.

“Facile… ci giriamo.”

“… Scusami?”

 

                                                                                                                  *

 

“Ho pestato qualcosa di circa morbido…”

“Era il mio piede!”        Hydra imprecò mentalmente mentre Haidi le rivolgeva delle scuse a bassa voce, mentre continuava a camminare accanto alla compagna. Le due non avevano ancora trovato la base, ma avevano seguito delle brevissime accensioni di torce e si stavano avvicinando.

“Manca poco, mi è parso di sentire la voce di Malfoy, il suo tono arrogante è distinguibile dalla Luna!”
Haidi sorrise alle parole di Hydra senza però rispondere, non volendo correre il rischio di essere scoperta dagli avversari ormai vicini: si, la voce di Charles era perfettamente udibile mentre parlava con Irina.

“Pronta? Al mio tre accendiamo le torce! Uno… due…”

“TRE!”   

Hydra accese la torcia, non rendendosi conto subito che a parlare non era stata Haidi… ma Michela, che era piombata all’improvviso davanti a loro da dietro un albero.
Le tre torce si accesero all’istante, scaturendo un insieme di numeri:

“132!”

“354!”

“98!”

Hydra aveva chiamato il numero di Michela, Haidi quello di Charles e Michela quello di Haidi.

Irina sbatté le palpebre per togliersi l’immagine della luce dagli occhi e lesse il numero di Hydra appena in tempo, prima che la ragazza puntasse la torica su di lei:

“145!”

“Beh, per una volta sei stata utile Irina.”   Osservò Michela in tono sarcastico mentre si levava il numero dalla fronte, lanciando la sua torcia alla ragazza prima di Smaterializzarsi.

Haidi intanto aveva fatto dietro front ed era tornata indietro verso la loro base per cambiarsi il numero, mentre Hydra si era nascosta dietro un albero.
Esattamente Stephen aveva fatto in precedenza, la ragazza si tolse dalla tasca un numero e lo scambiò con quello che già aveva in fronte: così non doveva tornare indietro.

Charles si Smaterializzò a Malfoy Manor dopo aver lasciato la sua torcia ad Irina, che stava perlustrando con attenzione gli alberi mentre Hydra aspettava il momento giusto per voltarsi e leggere il numero della ragazza, così da eliminare anche lei.

Intanto, a qualche metro di distanza…

 

                                                                                                                            *


Domenico sorrise, vedendo le due scintille rosse che illuminarono il cielo buio: altri due eliminati… fantastico. Hydra e Haidi avevano fatto un ottimo lavoro, aveva fatto più che bene a mandare loro due, visto che non avevano perso nemmeno una vita.

Il ragazzo spostò lo sguardo su Scarlett e Declan, ancora stesi per terra. Avevano continuato a battibeccarsi per un po’ ma poi erano rimasti zitti, intendi a pensare a chissà cosa per riuscire a cavarsela in quella situazione difficile.

Ormai le squadre erano pari: lui, Hydra e Haidi contro Declan, Scarlett e Irina.

O almeno così credeva…      Una scintilla rossa comparve nel cielo buoi e Domenico alzò lo sguardo quasi involontariamente su di essa. Errore fatale.
Declan ne approfittò per alzare lo sguardo e leggergli il numero sulla fronte, mentre Scarlett rotolava su un fianco liberandosi finalmente dalla presa di Declan:

“144! Finalmente!”

“Merda… Beh, complimento Shafiq, ti sei salvato.  Speriamo solo che quella scintilla non fosse per Hydra o Haidi.”     Il ragazzo si Smaterializzò, incrociando le dita perché fosse stata eliminata Irina o Charles o Michela e non una delle due compagne: se così fosse stato sarebbe rimasta sola una ragazza per la Squadra 2 in gioco.

Le speranze di Domenico si dissolsero quando aprì gli occhi, trovandosi nel salotto di Malfoy Manor: tutti erano seduti su divani e poltrone, davanti al camino e abbastanza assonnati; Hydra seduta accanto ad Arthur, davanti a lui.

“Oh cavolo! Ma allora è rimasta solo Haidi!”   Esclamò Hydra passandosi nervosamente una mano tra i capelli, mentre Stephen imprecava e Scorpius faceva partire l’ennesima scintilla rossa, segnalando un’altra eliminazione mentre Michela incrociava le braccia al petto, guardando con aria soddisfatta Hydra e Domenico.

“Beh, speriamo che ce la faccia, anche se da sola ho qualche dubbio… Poveretta.”   Osservò a mezza voce Margaret mordendosi un labbro, mentre Simone e William si scambiavano uno sguardo: anche se avessero perso, loro già sapevano chi avrebbero votato.

 


                                                                                                                                    *

 

Sfortunatamente per loro, Declan e Scarlett non avevano fatto in tempo ad alzarsi: Haidi era spuntata dal nulla un attimo dopo la sparizione di Domenico. La ragazza si era cambiata numero (l’ultimo rimasto ormai) e si era messa in attesa, puntando la torcia verso i due ragazzi stesi a terra: aveva capito che Domenico era stato eliminato ma non poteva che sperare che Hydra la stesse raggiungendo, che fosse riuscita ad eliminare Irina.

Haidi non poteva invece sapere che era successo il contrario e che Irina si stava avvicinando alla base della Squadra 2, sperando che fossero stati eliminati Haidi o Domenico e non Scarlett o Declan.
La ragazza non poté non sorridere quando li vide: i suoi due compagni stesi a terra per non permettere ad Haidi di leggere il loro numero, mentre la ragazza stava seduta su un ceppo, puntando la torcia contro di loro, pronta a leggere il loro numero se si fossero mossi:    peccato solo che non stesse prestando attenzione a ciò che accedeva attorno a lei...

Irina procedette camminando pianissimo, sapendo che al minimo rumore Haidi le avrebbe puntato la torcia contro, eliminandola all’istante.   Domenico doveva per forza essere stato eliminato, doveva soltanto sorprendere Haidi e avrebbero vinto loro.
Irina si avvicinò alla radura, arrivando vicino al nastro segnaletico che delineava la base senza essere vista o sentita dall’ex Grifondoro, che teneva lo sguardo fisso sui suoi due compagni di squadra.
Irina sorrise e sollevò il braccio verso di lei, accendendo la torcia che teneva in mano:

“…100.”

Un numero così facile, così veloce da leggere e da dire… il numero della vittoria.

Haidi si voltò di scatto verso di lei mentre Scarlett si alzava, esultando per potersi finalmente muovere mentre anche Declan la imitava, rivolgendo un sorriso ad Irina prima di andare ad abbracciarla.
“Beh, brava Irina, mi hai colto di sorpresa. Peccato, c’eravamo quasi. Beh, ora torniamo al Manor, vi prego!”

“Certo, non ho intenzione di rimanere qui un minuto di più, saranno due ore che siamo in giro per questo bosco!”   Sbuffò Scarlett mentre Irina spegneva la torcia, prima che i quattro si Smaterializzassero nel salone del Manor, finalmente.

Inutile dire il sollievo di Simone e William quando li videro: vinto o perso, era ora! Avevano una gran voglia di andare a dormire dopo un’ora e mezza passata su quel divano… in effetti Will si era appisolato, ma l’amica l’aveva svegliato dopo qualche minuto anche se a malincuore.

Vedendoli arrivare tutti insieme, Arthur, Charles, Michela e Nessie si alzarono esultando, mentre Arthur stringeva in un abbraccio Scarlett e Charles dava una pacca sulla spalla dell’amico, sorridendo e complimentandosi con i due ex compagni di scuola.

Haidi rivolse un sorriso colpevole a Hydra, che fece un gesto con la mano come a dire che non importava, supportata da Meg che rivolse ad Haidi un sorriso consolatorio.  Stephen invece non sembrava pensarla allo stesso medo, perché contrasse la mascella mentre incrociava le braccia, seccato per aver perso la prima sfida.


“Complimenti ragazzi, la Squadra 1 vince la prima sfida! Ora potete andare a dormire, ci vedremo domani mattina quando, dopo colazione, la Squadra 2 dovrà mandare a casa un compagno: vi consiglio di cominciare a pensare a chi votare ragazzi.”









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Angolo Autrice:

Buonasera!     Mi è dispiaciuto non aggiornare ieri ma proprio non ho avuto tempo, il capitolo è stato abbastanza lungo da scrivere. Spero che vi sia piaciuto, ho messo questa sfida ispirandomi ad una partita di alce rossa giocata in prima persona, in effetti le parti più... demenziali del capitolo si ispirano a fatti realmente avvenuti, non prendetemi per ebete XD   
In ogni caso, voglio ringraziarvi sinceramente per le recensini, graie mille!  Ho notato che le persone che hanno mandato i voti sono le stesse che recensiscono... alcune persone sono scomparse nel nulla quindi vi faccio un annuncio: mi dispiace perchè volevo darvi partecipazione ma eliminerò per primi gli OC delle persone scomparse perchè non mi sembra giusto nei vostri confronti. Voi mandate comunque i voti ma ne terrò conto solo relativamente. Il primo eliminato lo vedrete nel prossimo capitolo, a presto!


Signorina Granger

 

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Capitolo 9
*** Duelli a gogò ***


~~Capitolo 7: Duelli a gogò

 


“Io non mi alzo.”               Annunciò Declan con il volto sprofondato nel cuscino mentre nemmeno Stephen sembrava aver molta voglia di alzarsi, ignorando la luce che filtrava nella grande stanza attraverso le ampie finestre.

“Però un po’ di fame l’avrei, correre a destra e a sinistra nei boschi è stancante.”       Borbottò Stephen passandosi una mano tra i capelli, mentre Declan continuava a non dare segni di vita: sembrava di essere tornati a scuola.

La porta della stanza si spalancò all’improvviso e Charles entrò, guardando con aria esasperata i due ex compagni di scuola:
“Oh dio, siete ancora a letto? Come se fossimo ad Hogwarts proprio… coraggio alzatevi!”

Declan si voltò e gli tirò il cuscino, che il biondo schivò con una prontezza di riflessi che solo sette anni di cuscini in faccia potevano portare.   Il biondo posò lo sguardo su Stephen, che si stava infilando gli occhiali borbottando qualcosa a mezza voce:

“In realtà ero passato per assicurarmi che non fossi stato eliminato. Chi avete votato alla fine?”
“Paciock.”   Si limitò a rispondere l’amico sbadigliando mentre anche Declan si alzava… o meglio rotolava giù dal letto, sibilando qualcosa sulle ferie e sulle ore di sonno represse.

“Dai Dec, smettila di lamentarti o ti rado i capelli domani notte.”
“Provaci solo e ti appendo al lampadario in salotto.”

 

                                                                                                                        *

 

Michela teneva lo sguardo sulla sedia vuota davanti a lei, immersa nei suoi pensieri: suo fratello era stato eliminato e sapeva che, se avessero perso, lei sarebbe di certo stata la prossima.   L’essere in squadra con Irina e sua cugina di certo non l’aiutava, visto che la prima era amica di Malfoy e Shafiq. 

Gli occhi azzurri di Michela si spostarono, posandosi su Arthur, Nessie e Scarlett. I tre erano seduti insieme ad Haidi e Hydra e stavano chiacchierando come se nulla fosse.
Non voleva andare via per seconda, non voleva essere la prima eliminata della sua squadra.

Grifondoro e Serpeverde: due Case opposte, da sempre in rivalità.      Antipatia o meno, lei e Irina erano state nella stessa Casa ed ora erano in squadra insieme con dei Grifondoro.  Per restare in gioco doveva solo riuscire ad entrare nell’alleanza che Irina, Declan e Charles avevano di certo formato: dopotutto la conosceva, la mentalità dei Serpeverde.


E non era la sola.

“Si può sapere a cosa stai pensando? Sembri apatica!”      William schioccò le dita davanti al volto di Simone, che gli rivolse uno sguardo irritato prima di ribattere:

“No, non sono apatica Will! Stavo solo riflettendo… Malfoy, Shafiq e Lumacorno hanno sempre formato una specie di banda insieme a Burke, ci scommetto quello che vuoi che quei tre sono d’accordo per eliminare i compagni, se perderanno questa sfida.”

“Togli pure il SE, Boulstrode. La vinciamo, la seconda sfida.”      Replicò Stephen in tono piatto guardando il suo piatto ormai vuoto, deciso a non perdere una seconda volta: non aveva alcuna intenzione di essere eliminato, non voleva nemmeno correre il rischio.    Aveva avuto l’immensa sfiga di essere l’unico Serpeverde nella sua Squadra, mentre Scorpius aveva gentilmente messo i suoi amici in quella avversaria.

“Beh, se o non se, di certo l’avranno fatto. Voi Serpeverde siete davvero prevedibili.”   Decretò Simone con un lieve sorriso mentre Stephen le lanciava un’occhiataccia.   Margaret si astenne dal concordare con Simone sotto suggerimento di uno sguardo di William: lo sapevano tutti e tre, il motivo della determinazione di Stephen.

Ovviamente non amava comunque perdere, ma il fattore principale stava nel timore di essere eliminato dopo Domenico e tutti e tre i Corvonero lo sapevano benissimo.
Non che avesse torto, dopotutto Simone e William non si sarebbero mai votati a vicenda e nemmeno Haidi e Hydra… aggiungendoci poi che Hydra provava una sorta di odio verso di lui fin dallo Smistamento, la condizione di Stephen non era delle migliori.
In effetti non doveva essere troppo piacevole essere l’unico Serpeverde tra tre Corvonero e tre (ormai due) Grifondoro: un pesce fuor d’acqua.

 

                                                                                                                                     *


“Buongiorno ragazzi, vedo che avete finito di fare colazione quindi ne approfitto per spiegarvi la sfida di oggi.   Ieri notte vi siete destreggiati in un gioco puramente Babbano, oggi le cose prenderanno una piega diversa, più adatta a noi diciamo.  La sfida consiste in un torneo di duelli magici, il vincitore porterà di conseguenza la vittoria alla sua squadra.”

“D’accordo… e dove ci scontreremo, in soggiorno?”     Domandò Michela inarcando un sopracciglio con aria scettica, scaturendo una risata da Charles e una smorfia sul volto del padrone di casa:

“Certo che no, non voglio rischiare che colpiate qualche quadro o soprammobile… No, visto che c’è bel tempo vi sfiderete in giardino. La Squadra 2 è leggermente svantaggiata poiché Domenico è stato eliminato, ma vedremo come andranno le cose; ora venite tutti fuori, poi vi elencherò le coppie che ho già formato.”


“Beh, sarà divertente!”    Sorrise Margaret rivolgendosi a Simone, che annuì mentre rivolgeva a Charles un’occhiata divertita: oh si, molto divertente.  Sarebbe stata bello dare una lezione a quei palloni gonfiati, una volta tanto.
Anche Hydra sembrava estremamente contenta della sfida, speranzosa di finire contro Malfoy o Shafiq; in effetti Scarlett ed Arthur erano abbastanza imbronciati per non potersi sfidare con i loro cari amici Serpeverde, anche se rimaneva comunque Stephen.
Non restava che sperare di finire contro di lui.


 
                                                                                                                              *

“Allora, ecco il primo turno: Charles contro William, Irina contro Hydra, Arthur contro Stephen, Scarlett contro Simone, Michela contro Haidi, Nessie contro Margaret.”
“E io?”   Domandò Declan in tono abbastanza deluso mentre invece Arthur sorrideva a Stephen: meglio di così non sarebbe potuto andargli. 
  

“La Squadra 2 ha un membro in meno Declan, quindi tu per ora stai in panchina, diciamo.” 
Sia Charles che Stephen ridacchiarono, ma un’occhiata cinerea dell’amico li fece tacere all’istante in una muta minaccia di colpirli alle spalle.

“I vincitori dei vari duelli passeranno il turno, i perdenti ovviamente no. Potete cominciare, direi di iniziare con le prime tre coppie… e mettetevi abbastanza distanti gli uni dagli altri per favore, non vorrei ci fossero incidenti spiacevoli.”

Charles, William, Irina, Hydra, Arthur e Stephen si allontanarono leggermente dai compagni per sistemarsi nello spiazzo tra il viale e la villa.  Gli altri sedettero suoi gradini di pietra che portavano alla porta d’ingresso del Manor mentre Scorpius si spostava, fermandosi a metà tra Charles e William per vedere tutti e sei i ragazzi, disposti uno davanti all’altro a circa dieci passi di distanza davanti a lui.

“Bene…   OVVIAMENTE evitate di uccidervi o altro, non voglio vedere ferite sanguinose o peggio.  Se venite disarmati avete perso. Potete cominciare.”

Hydra sorrise, spostando lo sguardo su Irina e alzando la bacchetta: ora cominciava a divertirsi sul serio.


 
                                                                                                                        *


“Beh, credo che sia una specie di record Hydra… Molto brava davvero.”      Commentò Scorpius in tono ammirato guardando l’ex Grifondoro, che sorrise all’uomo mentre ridava la bacchetta ad Irina.

“Beh, diciamo che all’Accademia insegnano bene.”

“Anche troppo! Brava però.”   Si complimentò Irina in tono leggermente aspro mentre lei e Hydra raggiungevano i compagni, camminando a debita distanza da Charles e William.   Il giovane Malfoy aveva l’aria di uno che si sta divertendo un mondo e infatti aveva sempre adorato duellare, all’ultimo anno aveva praticamente implorato il Professor Kenneth di Difesa contro le Arti Oscure di farli provare.

Irina sedette sui gradini accanto a Declan, che dal canto suo non si stava perdendo neanche una mossa del duello tra Stephen e Arthur: ovviamente in teoria avrebbe dovuto tifare per Weasley, ma in pratica stava tifando silenziosamente per l’amico, così come Hydra del resto.

“Experlliarmus!”   

Un lampo di luce viola e la bacchetta di William sfuggì dalle mani del ragazzo, venendo poi afferrata al volo da Charles, che sorrise soddisfatto prima di restituirla al Corvonero:

“Beh, sei stato comunque bravo, mi hai tenuto testa per quasi dieci minuti.”

“Immagino che sia una specie di complimento… in caso grazie Malfoy.”   Rispose William guardando il biondo con aria leggermente accigliata prima di tornare verso gli altri.  Simone accolse l’amico con un sorrisetto, rassicurandolo che ci avrebbe pensato lei a portare onore alla loro Casa.

“Grazie Simone. Guarda che non mi fai sentire meglio!”

“Lo so!”


Margaret dal canto suo non era agitata: perlomeno era insieme a Nessie, che per quanto conosceva non era certo aggressiva nei duelli come Hydra o Charles.   
La preoccupava di più il fatto che Stephen l’avrebbe probabilmente uccisa con le sue mani se avesse perso.

Il ragazzo in questione era ancora alle prese con il duello con Arthur, fatto per lo più da una serie infinita e rapida di Protego:

“E CHE CAVOLO WEASLEY! SMETTILA DI PARARE O FINIAMO A NATALE!” 

Esclamò in tono esasperato Stephen prima di lanciare un Experlliarmus non verbale, riuscendo finalmente a disarmare l’avversario, distratto dalle sue parole.
Stephen guardò quasi sbalordito la bacchetta del moro che volava in aria prima di sorridere: beh, era anche ora.


“Allora, i vincitori sono Stephen, Charles e Hydra che passano al secondo turno. Ora tocca alle altre tre coppie.”
Alle parole di Scorpius Arthur e Stephen andarono a sedersi mentre invece Nessie, Margaret. Scarlett, Simone, Haidi e Michela si alzavano per prendere il posto dei compagni.

Stephen sedette accanto a Declan, sorridendo più soddisfatto che mai:

“Ovviamente dovrei essere di parte, ma sono felice che tu abbia battuto Weasley.”

“Non l’avrei mai detto Dec.”      Commentò Irina in tono neutro mentre osservava i tre duelli iniziare contemporaneamente: in realtà moriva dalla voglia di vedere Michela sconfitta, ma non le andava di farlo sapere troppo.
Declan replicò qualcosa in risposta, ma la mora non ci badò, presa nell’osservare Michela e Haidi.

Sarebbe stato così brutto disarmare Michela alle spalle?


 
                                                                                                                                *


“Come diamine…”  Haidi guardò accigliata la bacchetta di Michela che schizzava dalle mani della ragazza, sferzando l’aria e atterrando proprio accanto a lei.  L’ex Grifondoro si chinò e la raccolse, confusa: come aveva fatto a disarmarla senza neanche volendo?    Non aveva pronunciato alcun incantesimo ma era certa di non aver lanciato un incantesimo non verbale…   

Michela sembrava della stessa opinione, perché rivolse alla ragazza uno sguardo stralunato mentre si riprendeva la bacchetta, basita e irritata allo stesso tempo.
Gli occhi di Haidi si spostarono così sui gradini, posandosi su Irina.    La mora sembra molto divertita e stava, almeno all’apparenza, trattenendo una risata.

L’ex Grifondoro sorrise appena, non sapendo se essere seccata o divertita dal gesto di Irina: certo aveva vinto, ma avrebbe preferito che accadesse grazie alle sue capacità, anche se le veniva da ridere per l’idea che la Serpeverde aveva avuto.

“Complimenti per la vittoria Haidi.”    Commentò Irina nel tono più serio che le uscì mentre Declan chinava il capo cercando di trattenere una risata, con Stephen nella stessa situazione.

Davanti a loro invece Nessie, Margaret, Simone e Scarlett stavano ancora duellando.   Tra le prime due quella più determinata era Meg, che non moriva esattamente dalla voglia di perdere di nuovo: non era una persona competitiva ma vincere è comunque sempre piacevole… anche quando la bacchetta del tuo avversario va a finire proprio dove volevi: per terra.

Nessie sbuffò mentre andava a raccoglierla, abbastanza frustrata per aver perso, specialmente perché la sua squadra era in netto svantaggio anche se Scarlett se la stava fortunatamente cavando piuttosto bene, parando con aria divertita i colpi di Simone.
Le due erano, infondo, fatte di una pasta molto simile e a scuola si erano spesso messe in competizione, tra il grande cervello e la passione per i vestiti eleganti in comune.

“Andiamo Scarlett, non sei stanca?”    Domandò Simone con un sorriso guardando l’altra con gli occhi chiari, mentre l’ex Grifondoro le sorrideva di rimando:
“No, come non lo sei tu… anche se ti sei un po’ rammollita Simone, a scuola ti battevo più difficilmente.”         

Tempismo perfetto.  Scarlett finì di parlare quasi nello stesso istante in cui la bacchetta volò dalle mani si Simone, permettendo alla mora di prenderla al volo, sorridendo con soddisfazione.

“Suppongo sia l’esito inevitabile del lavorare a Diagon Alley in una profumeria… ma in futuro mi aspetto la rivincita, chiaro?” 

Scarlett sorrise e annuì mentre restituiva a Simone la bacchetta, raggiungendo il gruppo sui gradini per lasciare l’attenzione su Scorpius:

“Bene, anche il secondo turno è stato giocato… Adesso i duelli saranno tra i vincitori precedenti più Declan. I suddetti interessati possono alzare la mano, per favore?”

Alle parole di Scorpius Declan alzò la mano, imitato da Stephen, Charles, Haidi, Margaret, Scarlett e Hydra.
“D’accordo, le coppie saranno quindi: Charles contro Stephen, Scarlett contro Haidi e Declan contro Margaret. Hydra, per questo turno rimani seduta tu e passi direttamente al prossimo.”

Hydra annuì, abbastanza dispiaciuta, mentre gli altri si alzavano.    Declan sorrise con aria sollevata mentre si allontanava dai gradini insieme a Stephen: era ora!   Stare in panchina non gli era mai piaciuto molto.

Hydra guardò Charles e Stephen duellare, sperando che a vincere non fosse il suo compagno di squadra bensì Mr Biondo Platino: le sarebbe piaciuto molto potersi misurare con lui, dopotutto a scuola erano sempre stati loro i più bravi… sarebbe stata una bella finale.

Come se il fato avesse ascoltato le sue parole, la bacchetta di Stephen finì nelle mani di Charles nel giro di pochi minuti. Hydra piegò le labbra in un sorriso mentre il giovane Malfoy esultava, prendendo un po’ in giro l’amico per la sconfitta.
Stephen gli rivolse uno sguardo inceneritorio e borbottò qualcosa che suonava molto come “la partita non è ancora finita…”     Mentre tornava a sedersi, sistemandosi proprio accanto ad Hydra mentre Charles e Irina si davano il cinque, sorridendo entrambi.

“Che scatole, Malfoy ha battuto Burke. Beh, in realtà non mi dispiace poi molto, ma comunque è a svantaggio della nostra squadra.”      Sospirò Simone guardando con aria speranzosa Margaret: probabilmente l’avrebbe abbracciata di corsa se avesse battuto Shafiq.

“Non ci resta che sperare che Margaret e Haidi vincano… ma non dimenticare che noi abbiamo Hydra. Ho sentito che è la migliore nel suo corso, all’Accademia.”

“Non mi sorprende, suo zio è o non è stato uno dei più grandi Auror della Seconda Guerra?”   Osservò Simone rivolgendosi a Will, mentre i due amici tenevano lo sguardo sulle due coppie rimaste in gioco.

Dal canto suo, Haidi si stava chiedendo come facesse Scarlett a portare così tanta pazienza: lei sarebbe già esplosa.     Declan continuava infatti a fare commenti sarcastici sulla ragazza, che però teneva la mascella serrata e continuava ad ignorarlo, tenendo lo sguardo sulla sua avversaria.  
In realtà la mora stava ardentemente sperando che Margaret non solo lo battesse, ma che magari lo disintegrasse anche.          

“Concentrati sulla tua avversaria Shafiq. L’arroganza non porta a buoni risultati.”   Osservò Scarlett a denti stretti, trattenendosi dal voltarsi e affatturarlo di persona anche se non fu necessario: diciamo che ci pensò Margaret al posto suo.

La bionda sorrise con gioia quando la bacchetta di Declan disegnò un arco in aria, prima di finire nelle sue mani.

“Scarlett ha ragione Declan, l’arroganza non porta da nessuna parte e sottovalutare un avversario alla sconfitta.”
La Corvonero sorrise a Declan prima di girare sui tacchi e avvicinarsi ai suoi compagni, sorridendo appena al vedere che William, Hydra, Stephen e Simone stavano applaudendo.

“E’ così che si fa, brava Meg.”     Sorrise Hydra dando una pacca sulla spalla della ragazza, mentre Stephen sfotteva Declan ridendo come un matto e anche Scarlett tratteneva una risata mentre lei e Haidi si avvicinavano ai compagni, la prima sorridente e l’altra invece più corrucciata, seccata per la sconfitta.

“A questo punto rimangono Charles, Scarlett, Margaret e Hydra: due ragazzi per squadra.  Per la semifinale vediamo Charles contro Margaret e Scarlett contro Hydra.”

Scarlett fece una smorfia mentre invece Hydra sorrideva all’amica: sapevano entrambe chi avrebbe vinto, anche se la prospettiva di Hydra che batteva a tempo record Malfoy era una prospettiva non proprio spiacevole per tutte e due.

 

                                                                                                                              *


“Margaret e Scarlett hanno perso, quindi sono fuori. Rimangono Charles e Hydra: siete i finalisti, chi vincerà porterà la vittoria alla proprio squadra.”

Hydra sorrise a Charles mentre i compagni di entrambi facevano il tifo, chi seguendo la squadra e chi meno, come Arthur e Scarlett che ovviamente tifavano per l’amica e non per Charles.
Irina, Declan e Stephen dal canto loro erano curiosi: sapevano che l’amico era molto bravo, lui e Hydra a scuola erano i migliori. Una sfida tra i due era un’interessante prospettiva.

Simone e William morivano dalla voglia di vedere la sconfitta dipinta in faccia a Malfoy, che aveva passato sette anni a decantare la sua bravura.

“Cinque galeoni che vince Hydra.”   Mormorò William senza staccare gli occhi dai due e Simone annuì, sorridendo:

“Ci sto.”

“Non serve scommettere, ci metto la mano sul fuoco che vince lei.”    Commentò Haidi in tono sicuro mentre guardava la compagna di Casa che parava gli incantesimi di Charles con aria del tutto rilassata, come se stesse guardando un film e non duellando.

“Beh, speriamo che tu abbia ragione allora.”    Disse Margaret tenendo gli occhi chiari fissi sui due ragazzi, mentre con la mano si tormentava una cioccia di capelli biondi.

Simone invece si stava sistemando con tutta calma le maniche della camicia color carta da zucchero, più che certa sull’esito della sfida.
Stephen aveva un gran sorriso dipinto in volto: non solo avrebbe avuto la soddisfazione di vedere l’amico battuto al suo stesso gioco, ma la sua squadra avrebbe anche vinto con molta probabilità.


“Andiamo Malfoy, questo non basta per battermi, non siamo più a scuola.”     Hydra rivolse all’avversario un sorriso divertito, lieta di poter finalmente avere una scusa per deridere Charles e quindi rendergli pan per focaccia dopo sette anni di frecciatine.

Il biondo guardò la ragazza con antipatia più che evidente mentre Scarlett si tratteneva dal tifare a voce alta: l’avrebbe anche fatto, ma sapeva che Malfoy si sarebbe appostato fuori dalla sua porta armato di scure.

Arthur invece non si stava facendo troppo problemi, così come Nessie.  

“Ma voi da che parte state?”   Domandò con stizza Michela rivolta ai due, che si voltarono contemporaneamente a sorriderle per rispondere:

“Da quella di Hydra!”

Michela roteò gli occhi, annotandosi mentalmente di votare per uno dei due in casi avessero perso.
Declan e Irina stavano parlottando a bassa voce, decidendo chi eliminare se Charles avesse perso:

“Che ne dici di Weasley? Di certo Charlie sarà d’accordo, lo voterebbe più che volentieri.”   Mormorò Declan rivolto all’amica, che annuì:

“Si, è vero. Ma siamo comunque in tre e di certo Nessie, Arthur e Scarlett si metteranno d’accordo a loro volta.”

“Quindi rimane…”     Declan non finì la frase, mentre sul volto di Irina compariva una smorfia: Michela. Rimaneva Michela per far ricadere il peso su uno dei due piatti della bilancia.

“Io non glielo chiederò mai, scordatelo Dec.”    Decretò a mezza voce la ragazza incrociando le braccia al petto, rifiutandosi categoricamente di andare dalla tanto detestata ex compagna di Casa per chiederle di aiutarla a buttare fuori qualcuno.
Declan, che naturalmente se l’aspettava, annuì roteando gli occhi scuri prima di voltarsi e rivolgersi a bassa voce a Michela.

La giovane Paciock sorrise al sentire le parole di Declan e accettò seduta stante: non desiderava altro, così non correva il rischio di venire eliminata.

 

                                                                                                                          *

 

“Beh, suppongo che non ci sia bisogno di dirlo, ma vince la Squadra 2! Complimenti quindi ad Hydra che, avendo vinto, si aggiudica anche l’Immunità nel caso la sua squadra dovesse perdere la prossima sfida.”

“Quindi sono salva anche nella prossima? Grande!”    Esclamò Hydra con un gran sorriso mentre lei e Haidi si davano il cinque.  Stephen rivolse un’occhiata mezza derisoria in direzione di Declan, Irina e Charles.  I tre si trattennero dal prendere l’amico a gestacci mentre il gruppo tornava nel Manor per l’eliminazione.


“Ok… chi votiamo? Malfoy?”   Domandò Scarlett rivolta ad Arthur, che annuì:

“Si, Per te va bene Nessie?”

“Confesso che preferirei eliminare Michela… ma va bene, sarà per la prossima volta.”     La mora annuì, passandosi una mano tra i capelli scuri mentre i suoi occhi verdi saettavano sulla cugina, che stava pericolosamente parlando con Declan. 

Un campanello d’allarme suonò nella testa dell’ex Grifondoro, che assottigliò gli occhi chiari in direzione della coetanea: la conosceva bene, sfortunatamente. Non le era difficile immaginare perché stava parlando con Declan.


“La Squadra 2 può andare in Sala da Pranzo, noi vi raggiungeremo tra poco per mangiare ma prima c’è l’Eliminazione… dovete scrivere su un foglio il nome del compagno che volete eliminare e poi darlo a me.”    Spiegò brevemente Scorpius ai ragazzi mentre la Squadra 2 si dirigeva chiacchierando allegramente verso la Sala da Pranzo. 

Arthur, Nessie, Scarlett, Charles, Michela, Irina e Declan sedettero sui divani nel salone mentre Scorpius distribuiva dei pezzi di pergamena e delle penne, che i sette usarono per scrivere in fretta il nome.

Scorpius fece scorrere gli occhi chiarissimi sui nomi, senza aver bisogno di calcoli per arrivare al nome dell’eliminato.

“Avete votato solamente due persone: una ha ricevuto tre voti mentre l’altra quattro, quindi quest’ultima è stata eliminata.   Charles, hai ricevuto tre voti… mentre tu Arthur quattro.  Mi dispiace ragazzo, ma sei eliminato.”

Charles e Declan si scambiarono un sorrisetto mentre invece Arthur rimase impassibile.   Scarlett ebbe una gran voglia di lanciare la penna addosso ai due Serpeverde, con Michela che sogghignava con aria soddisfatta e Irina sembrava invece abbastanza indifferente: in effetti Arthur non le era mai stato troppo antipatico, ma sia Declan che Charles morivano dalla voglia di eliminare l’eterno rivale dall’inizio dei giochi.

“Mi dispiace, ci saremmo divertiti insieme…”    Sospirò Scarlett mentre si alzava prima di abbracciare l’amico, con il gruppetto di Serpeverde più Scorpius che stavano invece raggiungendo la Sala da Pranzo.

“Già, è un peccato… vedete di farli fuori, mi raccomando. Specialmente la tua cuginetta Nessie.”   Nessie sorrise ad Arthur e annuì prima di dargli una pacca su un braccio:

“Tranquillo, la prossima volta sarà eliminata lei, te lo garantisco.”

“Già, basta parlare con Irina e il gioco è fatto, nemmeno lei la sopporta.”   Osservò Scarlett mentre i tre lasciavano il salone, le due ragazze per andare a mangiare e Arthur invece per raccogliere le sue cose.

“Beh, speriamo. Tienimi aggiornato Scarlett e salutami Hydra… ci vediamo presto.”      Il giovane Weasley strizzò l’occhio alla sua migliore amica prima di girare sui tacchi e raggiungere le scale, con lo sguardo delle due ragazze addosso.

“Beh, ora siamo solo noi due contro un branco di viscidi rettili Nessie… direi che è ora di tirare fuori gli artigli se non vogliamo che una di noi sia la prossima ad andarsene.”

“Su questo non ci piove.”

 








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Angolo Autrice: 

Buongiorno! Vi sono mancata? Scusate l'assenza ma ci ho messo tre giorni a scrivere questo dannato capitolo, non riuscivo a scrivere per più di dieci minuti.
Spero che vi sia piaciuto!  Da questo momento potete ricominciare a votare, ovviamente NON votate Hydra questa volta perchè ha l'Immunità.

Solo altri due OC sarannop eliminat, quindi mi raccomando votate gente che proprio non sopportate XD.
Ho due cose da chiedervi, inoltre:



1) Che ruolo ricoprirebbe il vostro OC in una partita di Quidditch?
2) Se volete potete mandarmi la descrizione di un abito elegante del vostro OC, se volete potete descrivere anche i capelli per le ragazze


Grazie davvero per le recensioni come sempre! :)
A presto!


Signorina Granger

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Capitolo 10
*** Match improvvisato ***


~~Capitolo 8: Match improvvisato

 

 
“Ciao, a che cosa stai pensando?”         Simone scrollò le spalle alle parole di Haidi, che sedette di fronte a lei per fare colazione.

“Niente di che, solo che molto probabilmente oggi ci sarà una sfida, visto che ieri Scorpius ci ha lasciato liberi.”         Haidi annuì, sperando in cuor suo che la ragazza avesse ragione: il giorno prima dopo un po’ aveva finito con l’annoiarsi al non aver nulla da fare, aveva passato un paio d’ore in camera a leggere e poi aveva fatto una passeggiata con Nessie nel labirinto, finendo pure con il perdersi.

“Lo spero, ieri è stato strano non avere nulla da fare.”   Osservò Haidi mentre spalmava sul pane tostato del burro, con Irina e Michela che quasi si azzuffavano sul tavolo accanto a loro.

“Nessie, visto che è tua cugina, non puoi dirle qualcosa?”   Domandò Margaret inarcando un sopracciglio, guardando Hydra che tentava di far tornare seduta Michela, con Scarlett che cercava di fare lo stesso con Irina dall’altra parte del tavolo.

“Preferisco astenermi, credo che farei solo danni ulteriori.”   Decretò in tono neutro la giovane Paciock prima di bere un sorso di the: in realtà ere abbastanza certa che Michela se la sarebbe presa con lei se avesse osato avvicinarsi… meglio strane fuori.

“Scusate, ma c’è qualcuno che ci darebbe una mano?”   Sbottò Hydra a voce alta lanciando un’occhiata inceneritoria in direzione di Declan, Stephen e Charles.  I tre ragazzi stavano tranquillamente seduti dall’altra parte del lungo tavolo rettangolare, come se fossero abituati alla scena.
Charles alzò gli occhi al cielo e si alzò, senza essere imitato dai due amici.   Il biondo prese Irina di peso e la fece sedere a forza sulla sedia, mentre ad una muta minaccia oculare di Scarlett anche Declan si alzava per fare la stessa cosa con Michela.

“So che non la sopporti, so che ti provoca… ma per favore, lasciala perdere.”    Irina sbuffò e borbottò qualcosa d’incomprensibile alle parole di Charles, che piegò la bocca in un sorrisetto prima di tornare a sedersi.   Scarlett tirò un sospiro di sollievo e sedette accanto alla mora, che lanciava occhiate truci a Michela (peraltro ricambiate).

“Si può sapere perché vi stavate per prendere per i capelli?”    Domandò l’ex Grifondoro rivolgendosi ad Irina, che scrollò le spalle mentre anche Simone e Haidi ascoltavano, curiose:

“La solita storia, lei fa frecciatine e commenti poco gentili e io ad un certo punto mi stanco.”

“Secondo me dovresti ascoltare Charles e stare calma, se non le dai corda e la ignori lascerà perdere.”    Consigliò saggiamente Haidi con un sorriso e Irina annuì: lo sapeva, se lo era detto tantissime volte… ma era più forte di lei, dopo un po’ esplodeva.


“Ascolta Michela, so che non ci siamo mai adorate, ma per favore evita di parlare con Irina se sai che non vi sopportate e che lei tende a stancarsi delle frecciatine.”

Sospirò Nessie alzando gli occhi chiari al cielo, mentre la cugina incrociava le braccia al petto guardandola con stizza:
“Non sono affari tuoi Nessie. E a dirla tutta nemmeno tuoi, Shacklebolt.”

Hydra assottigliò gli occhi mentre guardava la ragazza, annuendo appena:

“Vero. In effetti la prossima volta lascerò che vi uccidiate con l’argenteria dei Malfoy. Abbassa la cresta Michela, credo che dovresti portare rispetto ad Irina visto che è più grande di te e anche a me, visto che non mi conosci.”

Margaret, Nessie e Haidi stavano per farle l’applauso mentre Simone e Scarlett soffocavano le risate nelle tazze, con la diciottenne che rivolse uno sguardo seccato ad Hydra, senza però replicare.


“Innalzerò un monumento ad Hydra.”   Decretò Irina a bassa voce con un sorrisetto soddisfatto stampato in volto: non aveva mai giocato la carta dell’età perché alla fin fine avevano solo un anno di differenza, ma il tono duro e seccato di Hydra avevano probabilmente fatto più effetto delle parole.

Simone sorrise, divertita come non mai mentre William la raggiungeva, sedendo accanto all’amica:

“Ehy, che facce da funerale. Mi sono perso qualcosa?”

“Sapessi Will, ti sei perso la scena migliore del giorno.”     Margaret abbozzò un sorriso in direzione del Corvonero, che rivolse a Simone uno sguardo accigliato senza capire le parole della bionda; Margaret sembrava divertita, dell’opinione che una bella raddrizzata non potesse che essere utile a Michela.


 
                                                                                                                              *

 

“Buongiorno ragazzi.  Ieri vi ho lasciato tranquilli dopo due sfide molto vicine, ma oggi si torna in gioco.  Letteralmente, visto che oggi la sfida consiste in un gioco, in effetti.”

“Se è la versione di giorno di Alce Rossa Signor Malfoy, se lo può scordare.”    Decretò Simone in tono piatto facendo sorridere William e Nessie, seduti accanto a lei sul divano di pelle.
Scorpius finse di non sentirla e continuò a parlare: no, non era di nuovo Alce Rossa…

“E’ un gioco che conoscete tutti molto bene, a prescindere che vi piaccia o meno. Ragazzi, oggi mi mostrerete che cosa siete in grado di fare a cavallo di un manico di scopa.”

“EVVAI!”    Charles alzò le braccia sorridendo con gioia, dando il cinque a Declan mentre invece Haidi e Scarlett si scambiavano uno sguardo quasi schifato: a nessuna delle due piaceva troppo il Quidditch.

“Che bello…”  Commentò Irina a mezza voce in tono sarcastico, pensando a quanto avrebbe preferito starsene in pace, in camera sua e con dei fondi di the piuttosto che rincorrere una pallina d’orata, schivarne una di cuoio scuro e passarne un’altra rossa.

“Si, ma a Quidditch si gioca in sette, noi siamo in sei per squadra.”    Obbiettò Hydra inarcando un sopracciglio, ricevendo un cenno del capo da parte di Scorpius come risposta, che stava in piedi davanti ai 12 ragazzi:

“Lo so, purtroppo l’idea mi è venuta in un secondo momento. Ma non importa, giocherete ugualmente e la squadra vincente vincerà naturalmente la sfida. Basterà togliere un Cacciatore: due anziché tre.”

“E possiamo decidere noi i ruoli, giusto?”     Domandò Margaret in tono speranzoso: non moriva esattamente dalla voglia di stare in porta o tirare Bolidi a destra e a sinistra senza contare che se fosse stata colpita da un bolide avrebbe rischiato grosso, stare in porta era abbastanza rischioso…

Con gran sollievo della ragazza e di tutti gli altri il padrone di casa annuì, rispondendo che potevano mettersi d’accordo tra di loro per i ruoli.

“Fortunatamente qui abbiamo diversi manici di scopa… non abbiamo ovviamente un campo, giocherete sopra al labirinto e ho già fatto comparire gli anelli, quindi avete tutto quello di cui c’è bisogno per una partita di Quidditch.”

“Che bello. Non so perché ma sarei stata felice anche senza anelli e quant’altro.”   Commentò Simone in tono aspro alzandosi, mentre Charles sembrava invece felice come una pasqua.

“Scommetto che ora vi spiace di aver fatto fuori Arthur, vero ragazzi?”   Scarlett rivolse un sorriso a Charles e Declan prima di girare sui tacchi e seguire Hydra e Haidi fuori dal salone.  I due Serpeverde si guardarono, senza osare dire ad alta voce che la ragazza aveva ragione: Weasley gli avrebbe fatto più che comodo, bravo com’era a scuola…

“Che tempismo nonno, non c’è che dire.”  Commentò Charles a mezza voce mentre Irina lo prendeva sottobraccio e se lo trascinava dietro, fuori dalla stanza insieme agli altri.
Declan preferì non esprimersi, tenendo una mano in tasca e una tra i lisci capelli scuri, riflettendo: effettivamente Weasley avrebbe quasi di certo garantito la vittoria, purtroppo per loro.
La sua attenzione però era presa maggiormente da altro: soffriva di vertigini. Aveva superato quella stupida paura anni prima, ma in parte era sempre rimasta e non era mai facile salire su un manico di scopa… ma non era il momento di farsi prendere da stupide debolezze: era in sfida, in competizione.
Doveva vincere, non c’era spazio per la preoccupazione e la paura.

 

                                                                                                                          *


“Ok, allora… fate come volete, ma io sto in porta.”   Dichiarò Charles in un tono che non ammetteva repliche, facendo scorrere i freddi occhi chiari sui compagni di classe come a sfidandoli ad obbiettare. Ovviamente il suo sguardo si soffermò sulla sua migliore amica Scarlett, che si limitò a guardarlo senza dire nulla: in un altro contesto avrebbe replicato, ma non le poteva importare di meno del Quidditch.

“Fa’ come vuoi, a me non importa. Io vorrei fare la Cercatrice se non è un problema.”

“Tu odi il Quidditch, come mai questa richiesta?”  Domandò Declan inarcando un sopracciglio, mentre la ragazza scrollava le spalle:
“Non voglio prendermi la responsabilità di segnare visto che non ne sarei capace… come fai a ricordarti che odio il Quidditch?”

Scarlett guardò il moro accigliata, che si limitò a scrollare le spalle e ad incrociare le braccia al petto, senza dire niente.

“Ok, allora io faccio la Battitrice.”   Nessie sorrise a Declan, quasi implorandolo silenziosamente di autoproporsi per non farla stare insieme a Michela: non era assolutamente certa che non l’avrebbe colpita di proposito con un Bolide.

“Anche io, di certo sono più forte di Irina o Michela.”       Irina e Michela ignorarono le parole di Declan, guardandosi in cagnesco mentre invece Nessie tirava un sospiro di sollievo: sarebbe stata molto rilassata senza la cugina con una mazza in circolazione.

 

          
                                                                                                                                 *


“Io vorrei dirvi subito che non starò mai, mai in porta.”   Decretò Margaret alzando una mano facendo sorridere invece Haidi: era l’unico ruolo che l’attirava minimamente.

“Posso farlo io!”          Simone, William, Hydra e Stephen si guardarono e non notando segni di disaccordo negli altri, tutti e quattro annuirono.
“Io faccio la Cacciatrice… chi è con me?”    Domandò Hydra guardando Simone e William, che però si dichiararono più propensi a fare i Battitori anziché dover segnare.

“Beh, allora lo faccio io, non mi cambia molto.”    Stephen prese un manico di scopa e lo passò a Hydra, mentre tutti ne prendevano uno dall’armadio eccelsamente fornito posto nel “capanno degli attrezzi” di casa Malfoy.  Si, tra “   “ perché era grande quanto la Sala Comune di Grifondoro a detta di Haidi e Hydra.

I sei ragazzi tornarono da Scorpius, che li aspettava con il baule aperto, dentro al quale c’erano la Pluffa, i Bolidi e naturalmente il Boccino d’Oro.

“Immagino di non dovervi spiegare le regole del gioco, quindi possiamo cominciare direi… disponetevi in un cerchio intorno a me, Squadra 1 a destra e 2 a sinistra.”

I dodici ragazzi obbedirono e si disposero in un cerchio intorno a Scorpius, sul grande spiazzo che anticipava il labirinto di siepi sopra al quale avrebbero giocato.  Sei anelli luccicanti erano stati fatti magicamente comparire alle estremità del labirinto, rendendo il tutto piuttosto simile ad un vero campo da Quidditch.
L’anziano padrone di casa tirò fuori la Pluffa dal baule mentre i ragazzi si sollevavano da terra, fluttuando ad una decina di metri sopra di lui.

“Io conterò i punti e farò se necessario da arbitro… cercate di non buttarvi giù a vicenda.”     Gli occhi freddi di Scorpius si soffermarono appena sul nipote, conoscendolo fin troppo bene e sapendo come diventava in sella ad una scopa.

Fortunatamente anche i suoi ex compagni di scuola conoscevano Charles: sia Hydra che Stephen sapevano di dover stare abbastanza alla larga dall’ex Portiere e Capitano della squadra di Serpeverde.
Scorpius tirò con forza la Pluffa, che restò libera nell’aria per solo una manciata di millesimi di secondo prima che Stephen si lanciasse in avanti, afferrandola.
Charles schizzò a tutta velocità verso gli anelli, assottigliando gli occhi chiari e sorridendo: ora si che si sarebbe divertito… era nel suo campo, letteralmente e metaforicamente.

Scorpius liberò i Bolidi e il Boccino mentre Declan sorrideva, facendo roteare la mazza nella mano e seguendo con gli occhi i movimenti della Pluffa, che era passata dalle mani di Stephen a quelle di Hydra.

“Ora ci divertiamo.”   Declan sorrise passandosi una mano tra i capelli, mentre Scarlett gli sfrecciava affianco, inseguendo il Boccino e fuggendo allo stesso tempo da un Bolide:

“SHAFIQ, FA’ IL TUO LAVORO E DIREZIONA I BOLIDI INVECE DI TOCCARTI I CAPELLI!”

Margaret si lasciò sfuggire una risata mentre Declan sbuffava, destandosi e affrettandosi ad andare dietro all’ex Grifondoro per salvarla dal Bolide impazzito.

 

                                                                                                                 *


Haidi non riusciva a stare ferma.   Continuava a muoversi, andando da una parte all’altra davanti agli anelli: terrorizzata. Era quasi terrorizzata… non ricordava di essere stata così agitata dal primo giorno all’Accademia.

Era riuscita a parare due tiri di Nessie, ma si sentiva comunque a disagio: non voleva essere la causa di un’eventuale sconfitta! 
Nel frattempo Hydra era riuscita a segnare, fregando Charles con un passaggio molto rapido insieme a Stephen.

Il punteggio era di 40 a 30 per la sua squadra, mentre Scarlett e Margaret perlustravano il campo in lungo e in largo, cercando un luccichio dorato.


Hydra passò la Pluffa a Stephen, che l’afferrò al volo e volò verso gli anelli protetti da Charles.   Nessie prese la mira e batté con forza un Bolide verso di lui, che venne però colpito e direzionato verso Scarlett da Simone.

“SCARLETT!”    Al grido di Hydra la mora si voltò e sgranò gli occhi, chinandosi appena in tempo per evitarsi un’impronta a forma di bolide sulla faccia:

“Porca vacca… grazie! Simone, vuoi ammazzarmi?”

La mora si limitò a ridacchiare mentre rivolgeva alla Grifondoro un sorrisetto, sposandosi.      Declan imprecò a mezza voce e si spostò di qualche metro, piazzandosi nella piena traiettoria di un Bolide e alzando la mazza, pronto a colpirlo verso Hydra: Charles aveva parato il tiro di Stephen e aveva tentato di passar e la Pluffa ad Irina, che però era stata bloccata dal bolide di Simone e aveva fatto cadere la palla.   

“Oh, finalmente!”  La bocca di Declan si piegò in un sorriso vedendo la Pluffa che scivolava dalle mani della mora, che si era distratta per evitare il Bolide.

Michela afferrò la palla al volo e la lanciò ad Irina, che si era già avvicinata agli anelli, verso Haidi. 
La mora prese la palla e la lanciò subito verso l’anello destro, mandando mentalmente al diavolo tutto e tutti senza esitare: o la va, o la spacca.

“SI! Miracolo!”   Irina alzò le braccia esultando, affrettandosi a stringere di nuovo il manico di scopa per evitare di cadere.   Declan le diede una pacca sulla spalla mentre invece Haidi imprecava, andando a recuperare la Pluffa da una siepe per poi lanciarla con stizza ad Hydra, che approfittò nell’euforia generale per sfrecciare accanto a Declan e Michela, arrivando davanti a Charles nel giro di poco, tirando la palla che venne però parata dal biondo.

“Scusa Shacklebolt, magari la prossima volta. Michela!”    La mora afferrò la Pluffa mentre Hydra guardava male Charles prima di voltarsi, inseguendo in fretta l’avversaria.

Nel frattempo Margaret stava facendo vagare lo sguardo per il campo, speranzosa: ma dove si era ficcato quel maledetto Boccino? Ormai era da quasi un’ora che giocavano e ancora niente, l’aveva solo intravisto dieci minuti prima.

La bocca della bionda però finì con il piegarsi, sorridendo: beh, era anche ora.
Afferrò saldamente il manico di scopa e sfrecciò in avanti, chinandosi leggermente per sfruttare l’aerodinamicità.   

Sia Nessie che Scarlett se ne accorsero e mentre la prima lanciò un Bolide in direzione della Cercatrice, l’altra si affrettò ad inseguirla, mentre William ricambiava lanciandone un altro in direzione della Grifondoro.

“Occhio!”   Declan sfrecciò verso Scarlett e colpì il Bolide, facendolo sfrecciare di rimando verso William, che si salvò grazie a dei buoni riflessi, chinandosi per evitarsi la perdita della faccia.

“Grazie Shafiq!”   Gridò Scarlett mentre si allontanava in fretta, stando alle calcagna di una Margaret sorridente: finalmente l’aveva sotto tiro, era a pochi metri da lei.

Michela segnò un goal ma nessuno ci badò troppo: Margaret aveva preso il Boccino prima di Scarlett e ora lo teneva alzato, sorridendo e con delle ciocche di capelli biondi davanti al viso.

“Che bello, finalmente la tortura è finita!”   Haidi sorrise a trentadue denti planando verso terra, mentre Charles imprecava e Stephen invece sorrideva, dando a Declan una pacca consolatoria sulla schiena prima di raggiungere la sua squadra.

“Bravissima Meg, abbiamo vinto grazie a te!”   Simone sorrise e diede il cinque alla bionda, che sorrise mentre sia Stephen che Hydra si schiarivano la voce.  La mora roteò gli occhi mentre Haidi rideva, annuendo:

“Certo ragazzi, anche grazie a voi.” 

“E vogliamo parlare dei mie Bolidi allora?”

“Si si va bene Will, anche merito tuo… facciamo che è merito di tutti e chiudiamola.”

 

                                                                                                                         *


“Beh, i miei più vivi complimenti Abbott.”    Charles fulminò Scarlett con lo sguardo, che incrociò le braccia al petto e sbuffò appena, abbassando lo sguardo.

“Mi dispiace, ma non sono una giocatrice professionista.”

“Dai, non importa, ci sono Cercatori che giocano da anni e perdono comunque!”       Nessie rivolse un sorriso comprensivo a Scarlett, dandole una pacca su una spalla.

Charles guardò Irina e indicò la Grifondoro con un cenno del capo, come a volerle chiedere se volesse votarla o meno visto che avevano perso.

La mora però non rispose, limitandosi a spostare lo sguardo da Scarlett a Michela, riflettendo.


“Per la seconda volta di fila vince la Squadra 2!  Voi siete liberi ragazzi, mentre la Squadra 1 deve di nuovo seguirmi in salone per l’Eliminazione.”

“Evviva.”  Commentò Michela in tono acido, sbuffando mentre tutto il gruppo seguiva Scorpius sui gradini di pietra, dentro la villa.

“Irina.”      La mora, sentendosi chiamare, si voltò per trovarsi gli occhi di Nessie e Scarlett su di sé, mentre gli altri le superavano per entrare nell’ingresso.

“Si?”

“Possiamo parlarti un attimo?”


 
                                                                                                                        *


“Allora ragazzi, avete votato e l’eliminazione è piuttosto schiacciante, nel senso che eccetto due, avete votato tutti la stessa persona. Scarlett, hai ricevuto due voti ma sei naturalmente salva.”

La mora guardò in cagnesco Charles, che ricambiò mentre invece Irina sorrideva appena, lieta che Declan avesse seguito il suo consiglio e avesse votato Michela.  Ovviamente quel caprone testardo di Charles aveva fatto di testa sua, ma ormai ci era abituata.

“Ad aver ricevuto quattro voti e quindi a dover andare a casa invece… è Michela.”

Sia Irina che Nessie esultarono mentalmente, mentre Scarlett, Declan e Charles rimanevano impassibili e la ragazza invece contorceva la mascella, probabilmente trattenendosi dall’affatturare la cugina o Irina.

“Beh, ovviamente me l’aspettavo visto in che squadra sono capitata…”

Normalmente Irina avrebbe chiesto spiegazioni, ma era troppo contenta per fare troppo caso alle parole di Michela, così si limitò a sorridere.


La mora si alzò, rivolse un saluto a Scorpius e uscì dalla sala, seguita poco dopo dai compagni di squadra.     Hydra, che stava aspettando fuori dalla porta seduta su un divanetto, alzò lo sguardo su Scarlett con aria interrogativa e ricevette un sorriso come risposta:

“Salva! Michela è stata eliminata.”

“Beh, non è una tragedia. Scommetto che Nessie è tristissima.”      Nessie annuì e fece una finta smorfia addolorata prima di ridere e salutare le due, avviandosi verso le scale per andare in camera a riposarsi e chiacchierare con Haidi.

“Dai, andiamo anche noi così ci rilassiamo per bene.”   Hydra prese l’amica a braccetto e se la trascinò dietro verso le scale, mentre invece Irina e Charles discutevano sulla testardaggine di quest’ultimo, fermi nell’ingresso.
Declan invece sembrava non aver voglia di fare come al solito da mediatore tra i due e stava salendo le scale con le mani sprofondate nelle tasche.  Scarlett alzò lo sguardò sul ragazzo, ricordandosi di una cosa:

“Ahh… Shafiq.”

“Hm?”   Il ragazzo si voltò, abbastanza sorpreso dal sentire la voce di Scarlett che lo chiamava: in genere se si parlavano era per insultarsi reciprocamente o prendersi in giro.

“Grazie per non avermi votato.”

“Diciamo che Michela mi sta ancora più antipatica di te, il che è tutto dire… non pensare di starmi simpatica tutto ad un tratto Abbott.”

Scarlett sorrise appena, superando il Serpeverde insieme ad Hydra, che guardava i due con interesse crescente: non ricordava di averli mai sentiti fare un discorso civile…

“Rilassati, non lo penso. E comunque la cosa è reciproca.”
























Angolo Autrice:
E finalmente ce la fece a pubblicare!  Scusate il ritardo.
Spero che vi sia piaciuto, grazie per le recensioni come sempre. Michela se n'è andata, questa è l'ultima volta in cui voterete, vedremo chi se ne andrà.
Buonanotte!

Signorina Granger

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Capitolo 11
*** Assassini nel labirinto ***


~~Capitolo 9: Assassini nel labirinto
 



“Ehy, si può sapere che fine avevi fatto? Mi sono svegliata presto ed eri sparita.”     Haidi sedette sul divano di pelle accanto a Nessie, che ripiegò la lettera che aveva appena letto guardando l’amica:

“Avevo fame dopo la cena/digiuno di eri… ma chi mangia il fegato d’oca?”

“Io no di certo. Chi ti ha scritto?”

Nessie abbassò lo sguardo sulla lettera di pergamena, sorridendo:

“Mia madre che mi aggiorna sulla situazione dello “zoo”…”

 

                                                                                                                                 *

 

Simone si chiuse la porta della sua camera alle spalle prima di avanzare nel corridoio, fermandosi però davanti alla porta più particolare e allo stesso tempo bella che avesse mai visto: si era fermata a guardarla un paio di volte, ma non aveva mai provato ad aprirla…

Le dita della ragazza sfiorarono gli intagli della porta nera, che formavano delle rose dai rami intrecciati.

Prese il pomello nero e opaco della porta e provò a spingerla, senza ottenere risultati: non che si aspettasse di trovarla aperta… una porta così particolare doveva pur celare qualcosa e Scorpius Malfoy non era tipo da rendere pubblici i suoi affari.

La giovane Boulstrode fece un paio di passi indietro senza staccare gli occhi dalla porta per poi riprendere a camminare, anche se nella mente l’immagine della porta era ancora lì, perfettamente vivida insieme alla curiosità.

 

                                                                                                                             *

 

“Buongiorno ragazzi!  Charles, c’è una festa e non mi hai detto nulla?”        Il biondo alzò lo sguardo su Irina, inarcando un sopracciglio come a chiederle di che cavolo stesse parlando. L’amica alzò gli occhi al cielo, spiegandosi meglio agli sguardi curiosi di Declan e Stephen:

“Mia madre mi ha scritto, a quanto pare la mia famiglia è stata invitata ad una festa qui, a Malfoy Manor che si terrà sabato prossimo.”

“Beh, io non se so niente, quindi c’è lo zampino di mio nonno.”      Charles sospirò, domandandosi mentalmente perché suo nonno non lo tenesse mai informato su cosa succedeva… cominciava a pensare di dover ingaggiare un investigatore privato per scoprire gli affari della sua stessa famiglia.


“Beh, le feste qui non sono una novità… suppongo che siano stati invitati anche i miei genitori.”    Commentò Stephen con una scrollata di spalle mentre rifiutava i biscotti offertogli da un elfo domestico, limitandosi a bere la sua tazza di the.

“Probabile. Ma mi spieghi perché mangi sempre così poco? Sei troppo magro!”        Al rimprovero di Irina Stephen si limitò a scrollare le spalle, ricordandole che non faceva quasi mai colazione.

“Non ho mai molta fame alla mattina.” 

“E’ vero, mi ricordo… una volta non hai fatto colazione per un mese, ad Hogwarts.”    Ricordò Declan facendo vagare lo sguardo sul tavolo, dove Hydra e Scarlett stavano facendo colazione ad un paio di posti di distanza insieme a William e Margaret.

“Allora, sei felice che Michela se ne sia andata? Non oso pensare a come sia condividere la stanza con lei.”     Alle parole di Hydra Margaret si limitò a scrollare le spalle, rispondendo che in realtà non si erano mai date fastidio a vicenda nei pochi giorni di convivenza.

“Questo perché tu sei molto paziente… Probabilmente io l’avrei affatturata dopo due minuti.”   Sorrise Scarlett rivolgendosi alla bionda, che sorrise con divertimento all’idea:

“Immagino. In realtà è abbastanza innocua, basta essere calmi e un po’ distaccati.” 

“Beh, ma tu hai questa indole e quindi vai d’accordo un po’ con tutti… non tutti sono così.”  

Gli occhi dei quattro ragazzi si sollevarono per posarsi su Declan, che aveva appena parlato rivolgendo un mezzo sorriso da schiaffi a Scarlett:

“Scusa. Sati dicendo che sono isterica, irascibile o altro?”

“Beh, un po’ irascibile fors-“ Scarlett si voltò di scatto verso Hydra, che evitò accuratamente di finire la frase per bere un sorso di the, facendo ridacchiare con quanta più discrezione possibile William.

“Ma figurati Abbott, non mi permetterei mai.”           Scarlett contorse la mascella senza smettere di osservare il ragazzo, pensando a quanto le sarebbe piaciuto prendere a sberle quella faccia da schiaffi.

Fortunatamente Simone entrò nella sala da pranzo in quel momento e andò a sedersi accanto a William, rilassando la situazione.

“Buongiorno! Che succede?”      Simone fece scorrere lo sguardo da Declan a Scarlett mentre appellava la piccola brocca con il latte.   La Grifondoro si voltò verso la ragazza per poi inzuppare un biscotto nel the:

“Niente di che, solo qualcuno che non si fa gli affari suoi.”

Declan ridacchiò appena continuando a fare colazione, mentre Charles non ascoltava la conversazione tra Irina e Stephen sulle feste: era troppo occupato a pensare a suo nonno e al suo essere sempre così sibillino con lui.     Se non li aveva informati prima della festa significava che non era capitata a proposito.


“Ce ne hai messo di tempo… che fine avevi fatto?”    Alle parole di William Simone si limitò a scrollare le spalle, versando un po’ di latte nella tazza di the:

“Mi sono fermata a guardare una cosa… E’ vicina alla vostra camera, avete per caso notato una porta nera intagliata?”

“Certo, è molto bella… ma non ho provato ad aprirla per paura che qualcuno l’avesse occupata. Perché?”

Alle parole di Hydra Simone si accigliò, riflettendo:

“E’ sempre stata chiusa dal primo giorno a quanto mi ha detto Haidi… chissà che c’è dentro.”            


“Beh, puoi sempre chiedere a Malfoy, anche se dubito che te lo dirà…”   Alle parole di Margaret Simone si voltò verso Charles. 
In realtà lo aveva anche, un modo per farlo parlare… la sua preziosa boccetta era ancora sigillata, chiusa in un cassetto del comodino nella sua stanza ad aspettare di essere usata, se necessario.  
Ma aveva come la sensazione che nemmeno lui sapesse cosa c’era dietro quella porta… o almeno non tutto.

 

                                                                                                                          *


“Buongiorno ragazzi! Dopo una partita di Quidditch, oggi vi ripropongo un gioco Babbano.”

“Fantastico nonno. Piuttosto, che ne dici di parlarci della festa che hai organizzato?”

Alle parole di Charles nonno e nipote si scambiarono uno sguardo che rasentava il truce e che non passò inosservato ai dieci ospiti, seduti sui divani in salotto.

“Più tardi Charles, dopo la sfida. Come dicevo, la sfida di oggi consiste in un altro gioco Babbano… Assassino. Ricordo che questa è l’ultima sfida a squadre e che quello di oggi sarà l’ultimo eliminato.”

“Grazie al cielo.”   Borbottò Scarlett lanciando uno sguardo seccato a Declan, che ricambiò mentre Scorpius continuava a parlare:

“Non so se lo conoscete, ma consiste nell’”uccidersi” metaforicamente a vicenda e l’ultimo che rimane, vince. In questo caso il vincitore porterà la vittoria alla squadra e avrà l’Immunità per la prossima sfida. Ognuno di voi avrà una propria fotografia appesa al collo con uno spago, se qualcuno dei vostri avversari ve la toglie, anche un compagno di squadra, siete “morti” e quindi eliminati. Quando venite uccisi dovete consegnare a chi vi ha tolto la foto quelle che avete eventualmente già tolto ad altri, tutto chiaro?”

I ragazzi si scambiarono degli sguardi come a voler vedere se qualcuno avesse domande, ma nessuno parlò.     Nessie e Haidi si scambiarono un sorriso, trovando entrambe il gioco molto divertente.
Charles e Stephen si scambiarono un mezzo sorriso, entrambi decisi ad eliminare l’altro mentre anche Scarlett sorrideva, pregustandosi l’”uccisione” di Declan o in alternativa di Charles.

“Beh, visto che non avete domande vi consegno le vostre foto.”  

Ad un colpo di bacchetta del padrone di casa, 11 fotografie appese ad uno spago planarono dal tavolino in vetro fino ai rispettivi ragazzi, che le presero.

“Ti pareva! Sono venuta malissimo qui!”    Borbottò Margaret con una smorfia mentre Haidi, curiosa, si sporgeva per spiare. La bionda se ne accorse e la piegò sbuffando, per farla vedere alla coetanea.

“Ma dai, non è vero! Guarda la mia invece!”

Quando tutti si furono messi al collo le rispettive foto, Scorpius disse ai ragazzi di seguirlo, fuori dal Manor fino al labirinto:

“Il gioco si terrà qui, nel labirinto. Se venite eliminati ma non riuscite ad uscire sparate delle scintille e vi aiuterò, stessa cosa vale per il vincitore. Avete due minuti per separarvi, quando vedrete delle scintille blu potrete cominciare. Via!”


 
                                                                                                                                   *


“Facciamo una cosa… se vedi per caso Malfoy, fammi un fischio.”

“Scordatelo Scarlett, se vedo Malfoy lo uccido con le mie mani.”

“Ma non vale, l’hai già stracciato al torneo di duelli… lasciami un po’ di divertimento!”         Hydra rise alle parole dell’amica, camminandole fianco a fianco nel labirinto di siepi.

“Beh, sarà meglio dividerci adesso, non voglio doverti uccidere... a dopo!”         Scarlett rivolse un sorriso ad Hydra prima di allontanarsi, imboccando una strada a destra mentre invece Hydra continuò a camminare dritta, aspettando di vedere le scintille blu per poter finalmente cominciare.

Continuando a camminare finì con l’imbattersi in Nessie, che si fermò di botto al trovarsi davanti l’ex compagna di Casa e ora avversaria.

“Oh, ciao Hydra!”     Nessie sorrise alla ragazza, sfiorandosi la fotografia animata appesa al collo.

“Ciao.”   L’aspirante Auror vide Nessie alzare lo sguardo e voltandosi sorrise, vedendo le scintille blu che segnavano l’inizio ufficiale della sfida e del gioco.

“Beh... scusa Nessie ma credo di doverti uccidere adesso.”

“Beh, puoi sempre provarci.”

 

                                                                                                                        *


“Ah, ho vinto! Alla faccia tua Charlie!”        Esclamò Irina con un gran sorriso, sventolando davanti al volto dell’amico la sua fotografia.  Stephen spuntò di corsa sulla scena, sbuffando:

“E che cavolo Irina, volevo ucciderlo io!”

“Grazie Stephen, siete veramente dei veri amici.”

“Mi spiace Stephen, ma sono arrivata prima io!”      Irina rivolse un sorriso all’amico, mentre Charles superava la ragazza e si avvicinava a Stephen, dandogli una pacca su una spalla prima di allontanarsi:

“Auguri amico mio...”

“Grazie!”

Stephen e Irina rimasero fermi a guardarsi per qualche attimo, entrambi decisi a non farsi fregare dall’altro.

“Beh? Non stiamo giocando a bella statuina Irina, ma ad Assassino.”      Alle parole di Stephen la mora sorrise, avvicinandosi in fretta per poi staccare la foto dallo spago malgrado il ragazzo si fosse spostato:

“Lo so. E infatti sei morto caro mio.”

 

                                                                                                                          *


“Oh, to’ guarda chi si vede.   Accio.”      Scarlett si voltò di scatto, afferrando appena in tempo la fotografia che si era staccata dallo spago e aveva iniziato a muoversi verso Declan, che le sorrideva con la bacchetta in mano.

“Il solito scorretto… non pensarci neanche Shafiq o da qui non ne esci vivo sul serio.”  Minacciò la ragazza togliendosi la bacchetta dalla tasca dei pantaloni attillati grigi.

Declan si lasciò sfuggire una mezza risata, quasi sprezzante.   Ovviamente cambiò immediatamente idea quando dovette chinarsi per evitare un incantesimo di Scarlett, che lo fulminò con i grandi occhi scuri:

“Sfortunatamente non abbiamo avuto modo di duellare l’altro giorno… ma possiamo sempre rimediare se non cominci a giocare onestamente.”

“Ok, va bene Abbott… armi pari, ok?”    Domandò il ragazzo riponendo la bacchetta in tasca.        Scarlett esitò ma poi lo imitò: non le era mai piaciuto quando qualcuno le diceva cosa fare e Declan Shafiq aveva sempre avuto una particolare abilità a costringere gli altri a fare ciò che voleva… stupida, bellissima voce.

 


Sbuffò.   Stupidi ragazzini… giocavano, ecco che cosa facevano.
Uno stupido gioco Babbano, ma presto le cose sarebbero cambiate.   Sorrise, guardando attraverso la siepe il ragazzo e la ragazza che si guardavano con sfida, attenendo l’uno la pria mossa dell’altra.    Il tempo di giocare stava per concludersi per Malfoy… Tra poco sarebbe stato lui a dettare le regole.


            
                                                                                                                          *


“Ho vinto! Grazie mille Irina, accetto volentieri le tue foto.”    Irina sbuffò con amarezza mentre consegnava ad Haidi le foto di Charles e Stephen.   La Grifondoro le sorrise con aria allegra, felice di essere riuscita a battere sul tempo l’avversaria staccandole la foto per prima. 

“Si, prego… beh, io me ne torno all’entrata allora.”

“Attenta a non perderti!”          Alle parole di Haidi Irina sorrise, voltando il capo a 90°:

“Tranquilla… sono venuta qui tante di quelle volte, so a memoria il percorso.”             

Haidi s’infilò in tasca le tre foto che aveva raccolto mentre osservava Irina allontanarsi: e così era andata molte volte al Manor…  Dal canto suo aveva sempre pensato che ci fosse qualcosa tra la ragazza e Malfoy ma non aveva notato nulla tra i due in quei giorni se non una considerevole complicità e qualche discussione.

Haidi si voltò e continuò a camminare, abbandonando i pensieri Malfoy/Lumacorno per concentrarsi sul suo obbiettivo: vincere, naturalmente.
Non aveva mai amato sbagliare e le aveva dato fastidio quando, il giorno prima, si era fatta sfuggire dei goal… voleva rimediare vincendo, così da portare alla sua squadra la vittoria e ottenendo l’Immunità, che male non le avrebbe di certo fatto.

 

                                                                                                                          *


“Ben ti sta!”      Irina rivolse una smorfia a Stephen, che invece la guardava divertito: lui e Charles stavano in piedi uno accanto all’altro, entrambi visibilmente soddisfatti dal vedere l’amica.

“Gne gne, che simpatici… almeno posso dire di avervi eliminato.”

“Chi ti ha ucciso?”    Domandò Charles appoggiando un braccio sulle spalle dell’amica, che sbuffò prima di borbottare il nome a mezza voce:

“Adelaide.”

“Beh, grandioso, la mia squadra è più vicina alla vittoria in questo modo.”     Stephen sorrise allegramente, lieto della notizia mentre Charles faceva comparire una sedia, stanco di stare in piedi per poi sedercisi sopra.

“Il solito cavaliere.”    Commentò Irina in tono sarcastico, guadagnandosi un sorrisetto divertito da parte dell’amico:

“Certo Irina… come sempre.”

“Potevi anche far sedere me!”


“E basta, finitela! Sembrate una coppia sposata.”

 


                                                                                                                               *

 

Hydra imprecò a mezza voce, estraendo la bacchetta dalla tasca dei jeans: si era persa, dannazione.     Avrebbe preferito arrangiarsi, ma ormai vagava nel labirinto da quasi venti minuti dopo essere stata eliminata da Nessie, voleva uscire da lì e alla svelta.

Come aveva detto Scorpius, la ragazza sparò delle scintille rosse in aria, aspettando una qualche risposta.        La bocca della ragazza si piegò in un sorriso sollevato quando vide una linea verde smeraldo illuminare il suolo di ghiaia, disegnando un percorso che l’avrebbe portata fuori da lì.

“Oh, ciao Shacklebolt.”     Hydra si voltò, trovandosi accanto Declan senza foto al collo e l’aria abbastanza seccata.

“Ciao Shafiq… anche tu eliminato, vedo.”

I due iniziarono a seguire la linea verde, anche se Declan sembrava conoscere da solo la strada per uscire dall’intricato labirinto dei Malfoy.

“Chi ti ha ucciso?”

“La tua amica…”     Al borbottio seccato del ragazzo, Hydra sorrise, soffocando una risata: di certo Scarlett in quel momento era felice come una pasqua per aver eliminato il ragazzo con le sue mani.

“Ne sarà felice immagino… io sono stata eliminata da Nessie. Ma come fai a conoscere il percorso?”  

Declan scrollò le spalle, continuando a camminare e a tenere lo sguardo fisso davanti a se:

“Ci sono stato molte volte, da bambini giocavamo spesso qui. Visto dall’alto il labirinto è lo stemma dei Malfoy, basta sapersi orientare anche se è un po’ complicato.”

I due proseguirono in silenzio per un po’, finché Declan non ruppe il silenzio con una domanda:

“Posso chiederti una cosa? Weasley e Scarlett sono mai stati insieme per caso?”

Alle parole del Serpeverde Hydra scoppiò spontaneamente a ridere, non riuscendo ad immaginare i due amici che si baciavano o tenevano per mano.

“Oh, no!  Sono sempre stati molto amici e si vogliono molto bene, ma non sono mai stati insieme… non so Arthur, ma a Scarlett non è mai piaciuto. Ma perché me lo chiedi Shafiq?”

Il ragazzo non rispose subito, limitandosi a scrollare le spalle:

“Semplice curiosità, mi sono sempre sembrati molto affiatati, ecco tutto. E poi se lo chiedessi a Scarlett mi tirerebbe dietro qualcosa, lo sai anche tu.”

“Beh, anche Irina e Malfoy sono molto amici ma non credo stiano insieme… fammi indovinare, tu non credi nell’amicizia tra uomo e donna?”

“Dipende… io sono amico di Irina e anche Stephen, quando a Charlie non saprei… secondo me lei gli piaceva.”

Hydra sorrise con aria soddisfatta mentre Declan si malediceva mentalmente: la sua stupida lingua… perché non se la mordeva, ogni tanto?

 


                                                                                                                          *

 

“Meg!”    Margaret smise di camminare e si voltò, commettendo un errore: lo fece quasi senza pensarci e si ritrovò davanti Nessie, che le strappò sorridendo la foto dallo spago.

“Grazie mille!” 

“Oh, al diavolo.”    Borbottò la bionda sbuffando, consegnando alla ragazza anche la foto di Simone, strappata poco prima dalla Corvonero.

“Scusa, ma sai com’è… in quanti siamo rimasti secondo te?”           Margaret si accigliò, riflettendo: lei era stata eliminata, così come Simone… e Nessie in mano aveva la foto di Hydra, quindi doveva essere stata eliminata anche lei.

“Prima ho intravisto Hydra e Declan che camminavano ed erano entrambi senza foto, quindi anche lui è stato eliminato. Non saprei Nessie ma credo in quattro al massimo oltre a te.”

“Beh, meglio così, speriamo siano quasi tutti della mia squadra… ci vediamo dopo, fammi gli auguri!”    Nessie rivolse un sorriso allegro alla bionda, che ricambiò appena prima che la ragazza la superasse, continuando ad avanzare nel labirinto senza ben sapere dove stesse andando.
Quando fu sparita Margaret estrasse la bacchetta e sparò qualche scintilla: non aveva una gran voglia di vagare per ore nel labirinto per trovare l’uscita, preferiva uscirne in fretta. La bionda sorrise vedendo la sottile linea verde che era comparsa sulla ghiaia, iniziando a seguirla con calma.

L’ultimo eliminato… doveva solo superare l’ultima eliminazione, poi sarebbe rimasta nel gioco fino alla fine. 
Si sentiva quasi in dovere di vincere: dopotutto a scrivere Sacre 28 era stato il suo trisavolo e nella prima “edizione” dell’avvenimento aveva vinto Abraxas Malfoy e non il suo bis bisnonno. 

Vincendo avrebbe tolto i Malfoy dal piedistallo dov’erano sempre stati, o almeno un po’… e poi avrebbe dimostrato ai suoi genitori che nonostante la malattia sapeva badare a se stessa.
Sua madre non le aveva mai permesso di giocare a Quidditch: se fosse stata colpita da un Bolide o avesse fatto una brutta caduta avrebbe rischiato una emorragia interna, lo sapeva.   Ma il giorno prima aveva vinto, aveva portato la vittoria alla sua squadra afferrando il Boccino nella sua prima partita.

Se avesse iniziato a 12 o 13 anni sarebbe potuta diventare davvero brava… che spreco. 

 

                                                                                                                                    *

 

“Presa! Scusa Nessie.”     

“Non vale! Mi batti con il io stesso trucco.”      Nessie consegnò di controvoglia le foto di Simone, Margaret e Hydra a William, che le rivolse invece un sorriso:

“Sai come si dice no? Chi di spada ferisce, di spada perisce.  Ormai credo che siamo rimasti in pochissimi.”

“Si, di sicuro. Beh, io cerco di uscire da qui, a dopo!”        La mora girò sui tacchi e tornò da dove era venuta, sperando vivamente che chiunque fosse rimasto della sua squadra non si facesse eliminare da William.

Quando la giovane Paciock, dopo qualche minuto, riuscì a trovare l’uscita con un colpo di fortuna, imprecò mentalmente mentre invece Charles non se ne preoccupò, parlando ad alta voce.

Irina, Declan, Hydra, Simone, Margaret, Stephen e Charles erano li.  Quindi erano rimasti solamente William, Haidi e Scarlett… il gioco era quindi nelle mani della Grifondoro, se fosse stata eliminata avrebbe vinto la Squadra 2 per la terza volta di fila.

“Dannazione, ora è rimasta solo Scarlett!”  Esclamò Irina incrociando le braccia al petto mentre invece Stephen e Simone si scambiavano un sorrisetto, entrambi più che lieti di vedere Nessie davanti a loro.

Una scintilla rossa però catturò l’attenzione di tutti: un altro eliminato.

“Oh merda…”   Mormorò Declan a mezza voce mentre Scorpius agitava la bacchetta, facendo comparire la consueta linea verde smeraldo.

“Speriamo solo che non sia Scarlett!”     Implorò Nessie passandosi una mano tra i capelli scuri, mentre invece sia Margaret che Hydra incrociavano le dita perché fosse proprio la ragazza ad essere stata eliminata.

Le speranze delle ragazze però andarono in frantumi poco dopo, quando Haidi fece la sua comparsa.   Charles esultò dando il cinque a Declan, mentre anche Irina sorrideva con gran sollievo:

“Fantastico! Possiamo vincere a questo punto… sono rimasto solo Scarlett e William.”

“Peccato solo che se vincerà Abbott avrà l’Immunità e quindi non potrò farla fuori nella prossima sfida.”      Alle parole di Charles Hydra gli lanciò un’occhiataccia mentre invece Irina roteò gli occhi: dal canto suo, non aveva alcun problema con Scarlett… sperava solo che li facesse vincere, perché non avrebbe assolutamente saputo per chi votare a quel punto.

Nessie implorava mentalmente che Scarlett vincesse, così come Hydra: la ragazza aveva mandato mentalmente al diavolo lo spirito di squadra, sapendo che Malfoy avrebbe votato l’amica e avrebbe convinto anche Irina e Shafiq… non voleva che Scarlett se ne andasse.

“Ti prego William…”    Mormorò a mezza voce Simone, sperando che il ragazzo riuscisse a vincere.  Per chi avrebbe votato? Di certo non per lui o Margaret… quindi rimaneva o Stephen oppure Haidi, ma non aveva niente contro nessuno dei due.    Non sapeva per chi votare, eventualmente avrebbe deciso insieme a William.

 

                                                                                                                               *

 

Scarlett sbuffò, osservando le foto che aveva in mano: Haidi, Irina, Declan, Charles e Stephen.     Insieme alla sua facevano sei, rimanevano quindi Simone, Hydra, Nessie, Margaret e William…
Ma aveva visto con i suoi occhi Simone cercare l’uscita senza la foto al collo, quindi doveva essere stata eliminata per forza… Era molto probabile che le cinque foto fossero nelle mani di una stessa persona, dopotutto aveva visto una scintilla rossa pochi minuti prima.

“Ciao Scarlett.”    La ragazza si voltò quasi sobbalzando, trovandosi William a pochi metri di distanza.  Il moro le sorrise, la foto appesa al collo e alcune in una tasca.

“Ciao… che foto hai raccolto?”

“Ho eliminato Nessie prima e lei mi ha dato le foto di Margaret, Simone e Hydra oltre la sua. Tu?”

“Io ho appena eliminato Haidi, che mi ha dato la sua, quella di Irina, Malfoy e Stephen. In più avevo già quella di Shafiq, quindi…”

“Quindi si, siamo rimasti solo noi due.” 

I due ragazzi si scambiarono un sorriso, entrambi felici di essere finalmente arrivati alla fine.  Chi avrebbe staccato la foto all’altro avrebbe ottenuto l’Immunità e la vittoria, quindi entrambi erano più che decisi a staccare la foto all’altro.

 

                                                                                                                         *

 

“Ma quanto ci mettono?”       Simone sbuffò, appoggiando le mani sulla mascella, seduta su una sedia e i gomiti appoggiati sulle ginocchia.

“Spero che stiano arrivando, è orrendo stare qui ad aspettare.”      Sospirò Haidi incrociando le braccia al petto, sussultando quando Margaret esclamò:

“Qualcuno ha vinto, guardate!”     Tutti alzarono lo sguardo, sorridendo alla vista delle consuete scintille rosse.

“Beh, finalmente.”    Commentò con un sorriso Charles, indeciso sul cosa sperare: se avesse vinto William, avrebbe avuto l’occasione per eliminare Scarlett, che se avesse vinto sarebbe stata salva anche nella sfida successiva.
Un pensiero opportunista, ma perfettamente da Charles Malfoy.

Irina non disse nulla, limitandosi a tenere lo sguardo fisso sull’entrata del labirinto davanti a lei, esattamente come Declan, Hydra e Nessie.

Poco dopo William e Scarlett comparvero insieme sulla soglia del labirinto, impassibili.

“Chi ha vinto?”    Domandò Scorpius ad alta voce guardando i due ragazzi.  William abbassò lo sguardo su Scarlett, che sorrise alzando una mano e mostrando la foto che aveva in mano: quella di William.

Nessie esultò e andò ad abbracciare la ragazza, mentre Simone e Stephen imprecavano.    Margaret sospirò mentre invece Hydra sorrideva appena, comunque contenta che l’amica avesse vinto.

“Complimenti, questa volta vince la Squadra 1 e tu, Scarlett, hai l’Immunità per la prossima sfida. Forza, torniamo tutti dentro… la Squadra 2 con me in salone, abbiamo un’ultima eliminazione!”

Tutti obbedirono e seguirono il padrone di casa, che fece evanascere le sedie mentre si avvicinava ai gradini di pietra.    La Squadra 2 aveva facce da funerale, mentre la 1 esultava.

“Beh? Non sei contento, Charlie?”    Charles non rispose ad Irina, limitandosi a scrollare le spalle.  La ragazza rivolse a Declan uno sguardo interrogativo, che però le consigliò di lasciar perdere con un cenno del capo.

“Auguri.”    Disse Nessie in labiale rivolta ad Haidi mentre quest’ultima entrava nel salone.  La giovane MacMillan le sorrise con aria ottimista per poi chiudersi la porta alle spalle, dando inizio all’ultima eliminazione.


Sorrise, con soddisfazione e divertimento insieme alle parole del padrone di casa. Ultima eliminazione? Dipende dai punti di vista.

 

                                                                                                                                 *

 

“Allora ragazzi… siete rimasti in sei e ci sarebbe potuta essere parità di voti, ma così non è stato perché una persona ha ricevuto quattro voti.   Simone, hai ricevuto due voti ma sei salva; invece qualcun altro ne ha presi 4 e quindi è stato eliminato.”

Simone tirò un sospiro di sollievo mentre William le sorrideva, dandole una pacca su una spalla: erano a posto, ormai erano dentro e ci sarebbero rimasti fino alla fine.

“Questa persona è, con mio dispiacere, Stephen. Mi dispiace.”


Il ragazzo annuì, passandosi distrattamente una mano tra i lisci capelli castani mentre si alzava, stringendo la mano al padrone di casa:

“Non importa, Signor Malfoy… grazie come sempre per l’ospitalità.”      

Il ragazzo rivolse un sorriso all’uomo per poi lanciare uno sguardo agli ex compagni di squadra, senza aggiungere altro mentre usciva dal salone, lasciando la porta aperta alle sue spalle come gli chiese Scorpius.

“Kennie.”      Un elfo domestico comparve immediatamente accanto alla poltrona dov’era seduto, come sempre, il padrone di casa.

“Si, signor Malfoy?”

“Per favore, dii ai ragazzi di raggiungerci subito.”     L’elfo annuì e sparì all’istante, sotto lo sguardo dei ragazzi: né William né Hydra avevano elfi domestici.   Margaret e Simone invece sì, ma di certo non come i Malfoy… loro ne avevano più di uno.

Dopo pochi minuti passati in silenzio gli altri ragazzi cominciarono ad entrare nella stanza, tutti curiosi su chi se ne fosse andato e sul motivo della convocazione.

Irina e Charles ammutolirono al non vedere Stephen, mentre Declan già lo sapeva visto che il ragazzo erano andato nella loro stanza per raccogliere le proprie cose poco prima.

“Prego, sedetevi ragazzi, devo dirvi giusto due parole.”      Charles, Irina, Declan, Nessie e Scarlett sedettero sui divani davanti all’uomo, che aspettò che tutti fossero seduti e di avere la loro attenzione prima di parlare:

“Prima Charles mi ha chiesto della festa e gli ho detto che ve ne avrei parlato dopo la sfida… e così intendo fare.  La festa si terrà sabato prossimo e inizia alle 8, naturalmente dovrete essere tutti presenti perché consiste in una sfida, anche se agli occhi degli invitati non sarà che una normalissima festa di gala a Malfoy Manor come tante altre.”

“E che cosa dovremo fare?”   Alla domanda di Hydra Scorpius sorrise mentre Charles rideva mentalmente: figuriamoci se l’avrebbe detto…

“Rimarrà una sorpresa, dovrete aspettare un paio di giorni… vi consiglio invece di procurarvi un abito da sera, se non l’avete.”

Nessie e Haidi si scambiarono un’occhiata allarmata: nessuna delle due si era portata un abito elegante in valigia, come del resto Hydra, Scarlett, Simone e Margaret.

Simone fece una smorfia: non le andava molto di aspettare.    Scarlett invece era del parere che li attendesse un’altra specie di delitto, come alla prima sera… una festa con un morto? Molto nello stile del padrone di casa.

“Detto questo, vi lascio liberi, non ho altro da aggiungere… da questo momento le squadre sono sciolte. Ognuno gioca per se stesso.”

“Ottimo, direi.”    Commentò Declan con un sorrisetto, già pregustandosi la festa e chiedendosi che cosa li aspettava… aveva la sensazione che si sarebbe divertito parecchio, sabato.

















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Angolo Autrice:

Salve!  Spero che vi sia piaciuto perchè è tutto il giorno che vado avanti a scriverlo, è abbastanza lunghetto in effetti.
Grazie come sempre per le recensioni, se volete mandarmi gli abiti siete in tempo, altrimento farò io... avete scoperto a cosa mi servono, finalmente XD 
Da qui la storia prenderà una piega leggermente diversa, spero che vi piacerà comunque.     Dovete fare una cosa per me in effetti: questa volta invece di votare chi eliminare dovete scrivermi i nomi dei 5 OC tra i 10 rimasti che preferite, OVVIAMENTE escluso il vostro/vostri.
 A presto, spero!

Signorina Granger

 

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Capitolo 12
*** Non c'è festa senza imbucati ***


~~Capitolo 10: Non c’è festa senza imbucati

                                 

“E’ strano, non sei ancora andata nel panico per qualche motivo.”   

“Zitta o te li brucio, questi capelli.”    

Hydra sorrise a Scarlett, guardandola allo specchio davanti a lei: stava seduta su una sedia mentre l’amica era in piedi dietro di lei, intenta a passare la piastra incandescente tra i capelli scuri che, per una volta, aveva deciso di farsi stirare.      

Ogni volta in cui la ragazza avevo detto una frase del genere a Scarlett, questa si era ritrovata nel panico cinque minuti prima di dover andare da qualche parte per trucchi dispersi, abiti rovinati o capelli indomabili.

“Ecco fatto. Stai bene, dovresti stirarli più spesso.”    Scarlett spense la piastra prima di appoggiarla sulla credenza, mentre Hydra si passava una mano tra i capelli scuri guardandoli con aria critica.

“Non ne ho mai voglia in realtà… e poi all’Accademia non credo durerebbero.  Piuttosto… credo che dovresti preparati Scarlett, non voglio sorbirmi un tuo attacco di panico perché ti prendi in ritardo.”

Hydra si voltò a guardare l’amica, che indossava dei pantaloni blu navy e una camicia bianca senza maniche, i capelli raccolti nel suo classico chignon disordinato.
Scarlett sorrise e annuì, prendendo la sua scatola dei trucchi dal letto e avvicinandosi al bagno:

“Tranquilla Hydra, farò in tempo… come sempre.”

“Ti invidio, sei sempre velocissima! Io ci metto il doppio di te a prepararmi!”     Hydra sbuffò mentre si alzava, sistemando la sedia davanti alla scrivania in mogano mentre l’amica si truccava nel bagno collegato alla loro stanza.

“E allora inizia a truccarti tesoro, o finiremo a Natale…”

 

                                                                                                                             *


Irina sorrise con sollievo, guardando la treccia che era finalmente riuscita a farsi. Non si era mai fatta una treccia francese da sola, ma il risultato era comunque piuttosto soddisfacente.

Gli occhi scuri della ragazza si posarono sull’orologio sul suo comodino: le 7:30.      Aveva mezz’ora per mettersi l’abito e truccarsi… niente di impossibile.  
Sul letto aveva già sistemato il vestito che si era fatta mandare da sua madre il giorno prima: lungo e dalla gonna in chiffon e il corpetto color viola scuro dalla scollatura a cuore che sembrava formato da fasce intrecciate, mentre la gonna variava di tonalità dal viola fino a schiarirsi sull’orlo, arrivando ad un quasi azzurro.

Frugando nel portagioie aperto sul comodino, Irina prese un bracciale nero abbinato ad un paio di orecchini pendenti, che mise in fretta prima di infilarsi l’abito: grazie al cielo era senza lampo, quindi non dovette fare movimenti da contorsionista per chiuderlo.

Irina si guardò allo specchio, parzialmente soddisfatta del risultato anche se mancavano ancora le scarpe, un paio di tacchi neri aperti a fascia già pronti accanto al letto, e il trucco.

La mora sollevò con un colpo di bacchetta i cosmetici e se li portò dietro in bagno, auto intimandosi di fare in fretta per evitare di fare tardi… altrimenti chi l’avrebbe sentita, sua madre.

 

                                                                                                                               *


“Mi allacci la collana, per favore?”

“Certo.”    Nessie appoggiò sulla scrivania la spazzola e allacciò ad Haidi il gancio del suo ciondolo: un fiore rosa chiaro.

“Grazie.” Haidi si voltò e sorrise all’amica, che con un colpo di bacchetta si acconciò magicamente i capelli in boccoli, dopo aver spazzolati.
Haidi si sistemò le sottili spalline dell’abito rosa antico con scollo a V, guardando l’amica attraverso lo specchio:

“Stai bene con i capelli così, bello anche il vestito… ma non commento le scarpe, è meglio.”       

Nessie scoppiò a ridere e sollevò l’orlo ornato di swarovski dell’abito rosso, mostrando le ballerine bianche che portava ai piedi: aveva sempre odiato i tacchi.

“Lo sai che non amo i tacchi… non so come farai con quei trampoli, sono certa che a fine serata mi invidierai da morire.”

“Forse, ma a me piace portare i tacchi… anche se non sono esattamente comodissimi, certo.”          Convenne Haidi mentre stendeva con cura l’ombretto rosa chiaro sulla palpebra mobile, in piedi a pochi cm dallo specchio e il pennellino in mano.

“Diciamo piuttosto che sono torture!  Trucchi anche me dopo, per favore? Sai che non ho la mano ferma…”  

“Ok, ci penso io. Pronta, che ne dici?”      Haidi ripose il pennellino per l’ombretto e il rossetto rosa che si era appena messa sulla scrivania e si voltò verso l’amica, sfoggiando un gran sorriso.

“Benissimo! E siamo pure in perfetto orario, stranamente…”

“Non chiamare disgrazie, potrebbe sempre accadere una catastrofe ad un vestito!”

 

                                                                                                                              *


“Chi è?”

“Sono io, Simone.”

“Ah, entra pure.”                 Simone si aggiustò il ciondolo viola che, come sempre portava al collo mentre si guardava allo specchio. La collana apparteneva alla sua famiglia da generazioni e la ragazza la metteva sempre da quando le era stata donata qualche anno prima, dalla nonna.

La porta si aprì e William entrò nella stanza, sorridendo all’amica attraverso lo specchio.

“Non sei da buttare.”

“Grazie. Ti sei sprecato.”      William ridacchiò alle parole di Simone, che roteò gli occhi chiari prima di voltarsi per guardarlo in faccia.
Lui, poco amante degli abiti eleganti, si era messo un completo blu scuro lucido senza cravatta o papillon, senza curarsi troppo dei capelli.

Simone al contrario li aveva lasciati sciolti sulle spalle e resi mossi in morbidi boccoli (con la magia, non era mai stata capace di usare una piastra in vita sua, finiva sempre con l’ustionarsi) e indossava un abito lungo molto bello che richiamava i suoi occhi per via del colore: un verde tendente al verde acqua estremamente tenue, senza spalline e con la scollatura a cuore plissettata ornata di brillanti, come l’attaccatura della gonna al corpetto.

“Sto scherzando, dai… sei molto bella. Sei pronta?”   

“Grazie Will, anche tu stai bene… si, quasi, dammi solo un secondo e arrivo.”                  La mora girò letteralmente sui tacchi e sparì in bagno, lasciando William solo nella stanza. Il ragazzo s’infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e prese ad osservare la stanza dell’amica, muovendosi sul tappetto e avvicinandosi all’elaborata toeletta di mogano.

La sua attenzione venne catturata non dai trucchi, ormai era quasi un esperto grazie a sua sorella, ma da una boccetta scura senza nessuna scritta o etichetta sopra.

A Simone piacevano i profumi, non per niente lavorava a Diagon Alley in una profumeria… non era strano che se ne fosse portato con se un po’.    Il ragazzo prese la boccetta e la sollevò, guardandola meglio e trovando strano che non ci fosse alcuna etichetta sopra, visto che doveva averlo di certo preso nel luogo di lavoro.

Stava per spruzzarne un po’ per sentirne l’aroma quando Simone tornò nella stanza, fermandolo all’istante:

“Will! No, non spruzzare quello!”

“Perché?”    Il ragazzo si voltò a guardare l’amica, che fece lavorare in fretta gli ingranaggi del cervello in cerca di una scusa da rifilargli:

“Perché… è orrendo. E’ solo un tester, una specie di esperimento… ma non è venuto un granché, credimi è meglio se non lo provi.”     

“Come vuoi.”     Con gran sollievo di Simone, William appoggiò la boccetta sul ripiano di legno della toeletta, anche se conoscendolo era certa di averlo incuriosito non poco con quelle parole.

La ragazza prese sottobraccio l’amica e si affrettò a spingerlo fuori dalla stanza, tanto per essere sicura che non si avvicinasse di nuovo alla sua preziosa boccetta.

Peccato che nella fretta non l’avesse riposta dentro ad un cassetto o protetta con un incantesimo…

 

        
                                                                                                                                           *


Charles si passò una mano tra i capelli biondi, tirandoli indietro mentre camminava con calma nel corridoio vuoto, i quadri dei suoi antenati appesi lungo tutto il corridoio.
Suo nonno gli aveva detto che quella era la parte più antica della casa, dove non erano mai state fatte ristrutturazioni, quello era il corridoio più lungo di tutto il maniero e le stante adiacenti erano tra le più lussuose e vecchie.

La sua attenzione venne catturata da un rumore, tanto che si fermò.    I suoi occhi chiari si posarono sulla porta dello studio del nonno… una delle tante. 
Non gli era quasi mai capitato di sentire dei rumori provenire da lì, solo il padre e il nonno potevano entrarci.

Quando l’aveva trovata aperta circa una settimana prima era rimasto spiazzato: non gli capitava da anni e anni. Era ovviamente subito entrato e aveva trovato tutto esattamente come lo ricordava: ordinato, come se nessuno avesse toccato nulla.

Mosse qualche passo sul tappeto verde, nero e rosso scuro per avvicinarsi alla porta intagliata, arrivando a sfiorarla con le dita prima di ritrarre la mano, sussultando.

Charles imprecò a bassa voce mentre si guardava la mano arrossata dal calore, sentendo quasi la risata beffarda del nonno nelle orecchie: così impari a tenere il naso lontano dalle cose che non ti riguardano.

Il giovane Malfoy lanciò un ultimo sguardo furioso alla porta prima di allontanarsi in fretta: non aveva troppa voglia di andare alla festa ma almeno suo nonno non avrebbe avuto una scusa per rimproverarlo se fosse arrivato puntuale per l’arrivo degli ospiti.

 


                                                                                                                                     *

 

Margaret si sistemò con cura l’ultima molletta color oro tra i capelli, guardando con soddisfazione il risultato: per una volta ci era riuscita, a farsi un dannato chignon laterale.   Il risultato era un po’ disordinato con un paio di ciocche che le ricadeva sulle tempie, ma era esattamente ciò che la ragazza voleva.
Sorrise con sollievo mentre si metteva un rossetto chiaro sulle labbra, già abbastanza rosse per natura.    Non aveva mai avuto molte occasioni per farsi bella e quella sera ci aveva messo parecchio a prepararsi, felice della festa imminente; non aveva mai messo un abito da sera in vita sua e le piaceva l’idea di poterlo fare per una volta.

La ragazza si alzò dalla toeletta, finalmente pronta con capelli e trucco a posto, scarpe e abito indossati.
In realtà quell’abito era stato chiuso nel suo armadio per quasi un anno prima di aver occasione di indossarlo: l’aveva comprato tempo prima e se l’era fatto spedire da sua madre, lieta di poterlo provare.
Era di seta color blu notte e monospalla, con un fermaglio sulla spallina ornato da uno zaffiro che richiamava molto i due fermagli di famiglia che la ragazza aveva sistemato tra i capelli, d’argento e con due zaffiri.

Margaret si guardò un’ultima volta allo specchio prima di mostrarsi il riflesso di un suo sorriso: bianco, felice e luminoso. Sveva sempre avuto un gran bel sorriso, peccato che non lo facesse troppo spesso… si era sempre sentita dire di non avere molti motivi per farlo, ma quella sera aveva deciso di non pensarci, si era quasi imposta di far vagare i pensieri altrove per godersi la sua prima festa di gala.

Aveva tutta l’intenzione di divertirsi.

 

 
                                                                                                                                *

 

Declan stava facendo vagare lo sguardo sulla grande sala, illuminata e tirata a lucido più del solito per la serata.
Aveva incrociato diversi volti conosciuti tra gli ospiti, tra i quali i genitori di Stephen e quelli di Irina che era già andato a salutare… quelli di Charles invece non sarebbero venuti, con probabilmente sollievo dell’amico.   
Anche i suoi erano stati invitati, ma Declan ancora non li aveva visti, anche se forse erano già arrivati.

Nella sala c’erano membri di famiglie importati e ricche, personalità di spicco al Ministero della Magia e anche celebrità del Quidditch, come il ragazzo aveva potuto constatare.
Non che ci trovasse nulla di strano, era abituato alla cosa… non era il primo ballo a Malfoy Manor al quale prendeva parte.

Gli occhi scuri si Declan si posarono su Charles, vedendolo per la prima volta: vestito interamente di nero tranne per il fazzoletto e la cravatta verde scurissimo con ricami neri, i capelli lisci pettinati all’indietro e l’aria posata ed elegante come sempre mentre parlava con Irina e i genitori della ragazza, in piedi di fronte a lui.

Irina sollevò lo sguardo e lo posò su Declan, rivolgendogli un cenno del capo indicando qualcosa.   Declan seguì le indicazioni dell’amica a rabbrividì, trovandosi a guardare le sorelle Winstor dall’altra parte della sala.  

Avrebbe giurato che Irina stesse quasi ridendo, ma non ci badò troppo mentre si affrettava a fare dietro front e a immischiarsi tra la ressa, verso la scalinata di marmo della sala da ballo che portava ai piani superiori.    

Il ragazzo si passò una mano tra i capelli castani, curatissimi come sempre, mentre si guardava intorno con un po’ di nervosismo: l’ultima cosa che voleva era avere quelle due anguille appiccicate per tutta la sera! Gli era già successo un paio di volte e non ci teneva a ripetere ancora l’esperienza.

Gli piaceva essere guardato, gli piaceva essere ammirato… ma tutto ha un limite e quelle due oche lo erano di certo, per quando si divertisse a flirtare con le ragazze.

“Ti nascondi?”          Declan si voltò e tirò quasi un sospiro di sollievo al trovarsi davanti Hydra, che pareva divertita mentre lo guardava sorridendo.

“In un certo senso… bel vestito, tranne il colore.”   

Hydra abbassò lo sguardo sul suo lungo abito rosso dalle spalline abbassate sotto le spalle, roteando poi gli occhi per le ultime parole del ragazzo:

“A me piace il rosso, a prescindere da Grifondoro… Hai per caso visto Scarlett? L’ho persa poco fa e non la trovo!”

“No, non l’ho ancora vista c’è un sacco di gente… tu la conosci bene, dove potrebbe essere andata?”

Hydra borbottò qualcosa che somigliava moltissimo a “banco dei dolci” mentre si guardava intorno, i grandi occhi scuri in cerca dell’amica.   La giovane Shacklebolt però quasi sobbalzò quando intravide nientemeno che il Capo degli Auror Kenneth James, a venti metri da lei mentre parlava con un altro tizio che le dava le spalle.

“Oddio… c’è James che parla con… il mio professore. Perfetto, ho la scusa di conoscerlo salutando Swan. Se vedi Scarlett dille che la cerco per favore e evitate di uccidervi nella sala da ballo dei Malfoy… indossa un vestito rosa cipria.”

Declan stava per chiederle in che cavolo doveva consistere il “rosa cipria”, ma la ragazza era già scomparsa. 
Sbuffando, il ragazzo si sistemò il colletto della camicia blu scuro mentre si guardava intorno, incurante dei commenti e degli sguardi che ragazzine di dodici o tredici anni gli rivolgevano, cercando un cavolo di abito rosa.

Non che morisse dalla voglia di vedere Abbott, ma almeno così avrebbe avuto qualcosa da fare E una scusa per filarsela in caso si fosse imbattuto nei suoi genitori/Sophia e Emma Winstor.
Tutti gli uomini della sala indossavano completi a tinta unita, oppure camicia bianca e giacca/pantalone di un colore differente… lui no, come sempre aveva preferito distinguersi e andare leggermente fuori dagli schemi, indossando pantaloni neri, camicia blu scuro e giacca grigia bordata di nero con un paio di gemelli che probabilmente valevano l’intero abito di una delle invitate.

La folla stava cominciando a lasciare la sala per spostarsi verso quella leggermente più piccola, il Salone da Pranzo per le grandi occasioni. Le due sale erano collegate da una grande porta aperta e gli invitati stavano lentamente fluendo per il banchetto, lasciando finalmente modo di respirare e di guardarsi come si deve intorno.

Allarme rosso, allarme rosso

MERDA.

Sophia Winstor l’aveva visto. La bellissima e ricchissima Sophia Winstor aveva dato una gomitata a sua sorella, facendole cenno nella sua direzione.

Mai una volta che gliene andasse bene una, in quelle occasioni.    Disperato, il ragazzo si guardò intorno in cerca di una via di fuga, ma non poteva entrare di corsa nella sala da pranzo perché davanti a lui c’era una ragazza dai lunghi capelli scuri sciolti.
Declan fece un paio di passi avanti per aggregarsi al gregge di invitati nella vana speranza di riuscire a far finta di non aver visto le due gemelle, mentre davanti a lui la ragazza se la prendeva comoda, chiacchierando e sorridendo con il suo amico/accompagnatore/fidanzato, non gliene fregava assolutamente niente.

E dai, muoviamoci!

Declan sbuffò appena, accigliandosi subito dopo mentre guardava meglio la ragazza davanti a lui: le aveva intravisto il volto quando si era voltata di profilo.

“Scusate, potreste andare più veloce, avrei una certa fretta…”   

Alle parole di Declan ragazzo e ragazza si voltarono, avendo due reazioni piuttosto diverse.   Lui si limitò a guardarlo con fare accigliato, mentre lei invece piegò le labbra carnose in una smorfia:

“Scusa Maestà, ma non ti faccio passare prima di me nemmeno morta, Shafiq.”

A quelle parole Declan non poté non sorridere: oh sì, era proprio Scarlett Abbott al 100% 


“Ahh, sei tu Abbott. Scusa, non ti avevo riconosciuta.”

“Cos’è sei cieco? Magari hai perso vista a furia di specchiarti.”     Scarlett roteò gli occhi mentre si voltava nuovamente, prendendo Daniel sottobraccio e avanzando.
In realtà si stava trattenendo dal spingere le due vecchie pettegole che si erano praticamente fossilizzate davanti a lei per commentare tutti gli invitati, ma decise di lasciar perdere e di concentrarsi sul non cadere: non portava i tacchi da un po’, ci aveva perso un po’ la mano e quelle decolleté di pizzo bianche erano belle quanto scomode.


“Amico tuo?”     Scarlett fulminò Daniel con lo sguardo, che rise sotto i baffi mentre si voltava verso Declan, che gli aveva teso la mano sorridendo:

“Declan Shafiq… no, non siamo amici ma compagni di scuola.”

“Daniel Swan. Davvero? Com’era Scarlett ad Hogwarts?”   

Declan stava per rispondergli ma Scarlett glielo impedì, trascinandosi in fretta Daniel dietro, lontano dalla lingua biforcuta di Declan.

 

                                                                                                                       *

 

“Scarlett!”        Scarlett si voltò e sorride con sollievo al vedere Nessie e Haidi. Quest’ultima le stava facendo segno con la mano, seduta accanto all’amica ad uno dei numerosi tavolini rotondi finemente apparecchiati.

“Ci sediamo vicini?”       Daniel le rivolse un sorriso, annuendo con gli occhi azzurri scintillanti:

“Certo, sono venuto apposta per salutarti.”

I due raggiunsero il tavolo e Scarlett sedette di fronte a Nessie, mentre l’amico d’infanzia prendeva posto accanto a lei.

“Nessie, Haidi, lui è il mio amico Daniel… sono rinchiuse qui anche loro.”

“Capisco… molto piacere. Hydra?”    

“SCARLETT ABBOTT. DOVE ACCIDENTI ERI FINITA?”      Scarlett si sentì raggelare il sangue nelle vene al sentire la voce di una Hydra non proprio felice, mentre Nessie e Haidi si presentavano a Daniel.    

“Scusa… mi sono messa a cercare Dan.”      Scarlett rivolse all’amica un sorriso nervoso, sfiorandosi i capelli castani sciolti e tenuti su una spalla, mentre sull’altro lato del capo erano tenuti indietro con un fermaglio.

“Va beh, lasciamo perdere… ciao Daniel!”     Hydra sorrise a Dan mentre gli sedeva accanto, iniziando subito a parlare del programma dell’Accademia.
Al sentire quelle parole il volto di Haidi s’illuminò, schioccando le dita e guardando Daniel:

“Ecco perché mi sembrava di averti già visto… frequenti l’Accademia anche tu!”

“Si, ma sono un paio d’anni più avanti di te se sei più piccola di Scarlett e Hydra… e si, prima che tu me lo chieda solo il figlio di Jonathan Swan.”

“Ho sempre pensato che essere figli di un insegnante sia una condanna.”   Constatò Nessie con aria pensierosa, mentre Hydra sgranava gli occhi:

“Vi immaginate il figlio della Collins?”

“Per carità, menomale che non ne ha!”       Replicò Haidi prima di scoppiare a ridere, mentre invece Scarlett tamburellava con le dita sul tavolo, guardandosi intorno.

Incrociò per caso lo sguardo di Declan, seduto insieme a Charles, Irina e a due tizi molto eleganti.  La ragazza inarcò un sopracciglio e lo guardò come a dire “Che vuoi?”
Ma il ragazzo si limitò a rivolgerle un sorrisetto prima di voltarsi, distogliendo lo sguardo.

 


“Che stai guardando? Controlli che non ci sia Sophia nei paraggi?”    Alle parole di Irina Declan la guardò male, mentre la ragazza invece ridacchiava: aveva sempre trovato immensamente divertente le situazioni in cui si ficcava l’amico, talvolta imbarazzanti…
Gli piaceva flirtare, ma alla fine scappava dalle ragazze.


“Non nominarla, potrebbe comparire a moment- “

“Ciao, Sophia!”     Charles sorrise e alzò un braccio, lo sguardo sollevato su qualcuno di inesistente. Declan sobbalzò e si voltò di scatto, tirando un sospiro di sollievo non vedendo nessuno.

“Idiota…”  Bofonchiò il moro mentre Charles se la rideva, con i genitori di Irina che guardavano il trio con fare accigliato.

“Lascia stare mamma, fanno sempre così…”

 


                                                                                                                              *

 

“Com’è l’aragosta?”

“Molto buona… e l’arrosto?”

“Buono. Facciamo cambio?”     Simone e Margaret tagliarono una porzione ciascuna del loro piatto per darla all’altra, mentre William le osservava con l’aria di uno che ha perso le speranze.
Le due Corvonero se ne accorsero e alzarono lo sguardo sul ragazzo, entrambe accigliate:

“Che c’è?”

Alle parole di Simone William alzò gli occhi chiari al cielo, sospirando:

“Andate in bagno insieme, vi scambiate trucchi e vestiti, spettegolate, vi pettinate… voi ragazze vi scambiate pure il cibo ora?”

“Finché il Ministro non promulgherà una legge che lo vieti, non vedo perché no.”       Osservò Margaret mentre Simone sorrideva, annuendo mentre assaggiava l’aragosta.

“Avevi ragione, è più buona dell’arrosto!  Will, vuoi provare?”


“Ok, ma non chiedetemi di tenervi la porta del bagno mentre vi truccate dopo!”

“Rilassati, a quello ci pensiamo tra di noi.”

 

                                                                                                                          *

 

“Scusate, sono io oppure nemmeno voi avete capito che cosa dobbiamo fare stasera?”    

Alle parole di Nessie Scarlett alzò lo sguardo sulla ragazza, smettendo di parlare con Daniel mentre anche Hydra e Haidi le rivolgevano l’attenzione.

“Effettivamente no. Forse era uno scherzo, magari non è una sfida e non dobbiamo fare niente.”

“Ne dubito. Secondo me non ce lo verrà a dire direttamente… magari ci farà avere un messaggio o una cosa del genere.”     Haidi si guardò intorno con attenzione, cercando Scorpius con lo sguardo.
Lo trovò seduto nel tavolo al centro della sala, tra il Ministro della Magia e il Preside di Hogwarts, Joseph Barwon.
Stava parlando e mangiando in tutta calma e tranquillità, come se nulla fosse e quella non fosse altro che l’ennesima festa alla quale prendeva parte come padrone di casa.

Ma Haidi non ci credeva per niente, e nemmeno Hydra. 
Di certo presto gli avrebbe fatto sapere che cosa dovevano fare.

 


                                                                                                                    *


“Che diamine… un pezzo di carta? Charlie, scusa ma la cucina di casa tua non è più quella di un tempo.”   Irina tirò fuori dalla sua fetta di torta alla vaniglia un pezzetto di carta ripiegato.  Charles si sporse per vedere, inarcando un sopracciglio mentre prendeva il foglietto dalle mani dell’amica, spiegandolo.

“E’ la scrittura di mio nonno, come sempre lascia molto a desiderare… c’è scritto che c’è una persona che non è chi dice di essere alla festa e dobbiamo individuarla.”

Charles parlò a voce bassa, in modo che solo Declan e Irina potessero sentirlo mentre i genitori di quest’ultima si erano alzati per salutare degli amici ad altri tavoli.

“Qualcuno che non è chi dice di essere? E come dovremmo fare scusa, ci saranno duecento persone qui dentro!”      Mormorò Declan in tono seccato mentre prendeva il biglietto dalle mani dell’amico, sperando che si fosse sbagliato.

Charles invece sapeva perfettamente di aver inteso benissimo. Suo nonno era tranquillamente capace di affibbiargli una sfida del genere, conoscendolo.

Alla festa c’era qualcuno che non sarebbe dovuto essere lì, di certo sotto una Pozione Polisucco.

 

                                                                                                                         *

 

“Ok, riflettiamo. Secondo voi è un intruso REALE o è stato diciamo ingaggiato da Scorpius?”   

Alle parole di Margaret sia Simone che William si voltarono a guardare il padrone di casa, intento a bere vino in tutta tranquillità insieme al Ministro della Magia.

“Improbabile che sia un intruso vero, sarebbe agitato e non così rilassato… avrà fatto bere una Pozione Polisucco a qualcuno.”

“Esattamente, il problema è che c’è molta, moltissima gente qui.”          William si passò una mano tra i capelli, mentre dei camerieri passavano tra i tavoli con vassoi di digestivi e sorbetti.

Simone ne prese uno al limone mentre William osservava Scorpius, sperando di cogliere uno sguardo dell’uomo verso un invitato particolare.
Ma ciò non avvenne: posato e rilassato, austero e pacato. Il solito Scorpius Malfoy.

“Allora, facciamo così. Ora osserviamo un po’ tutti e quando la festa si sposterà di là per i balli ci divideremo, se notiamo qualcuno con atteggiamenti strani lo prenderemo in considerazione.”

Margaret bevve un sorso di sorbetto, parlando con fare pragmatico ai due Corvonero, che annuirono.
Scovare un “attore” tra tutti quegli invitati… roba da matti.

 


                                                                                                                          *

 


“Che ne dici di dividerci? Così faremo prima.”      Alle parole di Haidi Scarlett annuì, mentre Hydra ballava insieme a Daniel al centro della sala. Nessie invece stava percorrendo la sala, osservando le coppie danzanti con attenzione, in cerca di un qualche atteggiamento strano o una persona all’apparenza tesa o concentrata su qualcosa.

“Si, è meglio.”    Le due ex Grifondoro si spostarono, separandosi.  Haidi si allontanò leggermente dalla pista da ballo per concentrarsi sulle persone sedute su divanetti e in piedi, intenti a parlare o a bere calici di vino bianco.

Scarlett invece preferì imitare Nessie e restare nel raggio visivo della pista, osservando però più le persone in piedi intorno a lei che quelle che stavano ballando.

“Scarlett, balliamo?”        Alla domanda di Daniel Scarlett sorrise nervosamente: non sapeva assolutamente ballare il ballo da sala.

“Lo so che non sai ballare, ma se l’ho fatto io puoi anche tu… su, ti do il cambio.”       Hydra le diede una pacca sulla spalla lasciata scoperta dall’abito di chiffon indossato dall’amica.  Il corpetto era bianco ma la gonna si scuriva diventano man mano dal rosa cipria al rosa antico; in vita portava una cinturina di pizzo bianco che riprendeva i ricami sulla scollatura trasparente in tulle dell’abito.

“Veramente preferirei di no… Nessie, balla tu con Dan!”

Nessie le rivolse uno sguardo da “tienimi-fuori-dannazione” mentre la ragazza rivolgeva un gran sorriso a Daniel, quasi implorante.  L’aspirante e quasi diplomato Auror roteò gli occhi e annuì, prendendo sottobraccio Nessie e portandola sulla pista.

Scarlett tirò un sospiro di sollievo e riprese a muoversi tra le persone, udendo appena le parole di Hydra “non cambierai mai” mentre le si allontanava.

 


                                                                                                                             *

 

“Lo faccio solo per te Dec, sai che odio ballare.”     Sibilò Irina all’orecchio dell’amico, che la fece roteare mentre le sorrideva con gratitudine: l’aveva quasi implorata di ballare insieme a lui, giusto per sfuggire alle sorelle Winstor, che puntualmente ad ogni festa cercavano di trovare un modo di ballare con lui.

“Lo so, te ne sarò per sempre grato.”

“Non prendermi per i fondelli o il tuo piede non sarà più lo stesso, Dec.”            Declan abbassò lo sguardo sui piedi della ragazza, immaginando che razza di trampoli doveva indossare… no, non ci teneva a provarli sui suoi, di piedi.

“Scusa… Charles? L’hai mandato in avanscoperta?”

“Diciamo di sì, così si rende utile… chi è il ragazzo che sta ballando con Nessie?”   

Alle parole di Irina Declan si guardò intorno, cercando Nessie con lo sguardo. Quando la vide a pochi metri di distanza si limitò a scrollare le spalle, rispondendo all’amica:

“Un amico di Scarlett, credo.”

“E’ carino.”  

Irina sorrise, quasi a voler osservare la reazione dell’amico che però non disse nulla, lo sguardo su un punto non ben definito sopra la spalla della ragazza.
Quando la musica finì Irina lasciò la mano di Declan per applaudire come tutti gli altri invitati, mentre Declan invece si guardava intorno.

Quando trovò quello che stava cercando si mosse in fretta, sparendo alla vista della povera Irina che quando si voltò non lo trovò più:

“Ma che… ma guarda tu, una fa un favore ad un amico e quello pure sparisce…”

Irina sbuffò, allontanandosi dal centro della pista per rincorrere un cameriere con un vassoio di calici di champagne.

 


                                                                                                          *

 

“Che c’è Meg, ti annoi?”    Margaret sollevò lo sguardo, ritrovandosi a guardare Haidi che le sorrideva, in piedi davanti a lei.

“No, ma queste scarpe mi stanno uccidendo!  Simone e William stanno setacciando la sala da cima a fondo, da quel che ne so.
                                                                       
“Anche Hydra, Nessie e Scarlett… qualche idea su chi possa essere?”         Haidi sedette sul divanetto accanto alla bionda, che scosse il capo con aria dispiaciuta: ancora niente, era un’impresa quasi impossibile.

“Niente, c’è troppa gente. Ma di certo non capirò chi è il nostro intruso standomene qui seduta, quindi scusa Haidi ma vado a farmi un giro…a dopo!”

“Si, a dopo.”     Haidi le rivolse un sorriso e la seguì con lo sguardo mentre si allontanava nel suo abito di seta blu.     Haidi sospirò, appoggiando il capo alla parete verniciata color crema alle sue spalle.
Era una persona piuttosto ottimista, ma trovava difficile quell’impresa…

Quando sentì una specie di scatto, la ragazza sussultò, voltandosi a guardare il muro prima di sfiorarlo con le dita: era sicura di aver sentito qualcosa… che ci fosse un passaggio segreto?”    

La giovane MacMillan si alzò, bussando piano sul muro prima di sorridere: cavo.    Seguì camminando con calma il perimetro di quella che doveva essere una stanza interna o un corridoio, cercando di essere il più indiscreta e naturale possibile mentre si allontanava lentamente dalla musica e dalla luce.

Arrivata accanto ad un’antica credenza a metà del corridoio che collegava le cucine alla sala, la ragazza spinse leggermente il muro, sorridendo quando vide il pannello che rientrava, spostandosi.

Sfortunatamente non fece in tempo a rendersi appieno conto di ciò che aveva di fronte, né di muoversi o parlare.
Sentì solo una mano coprirle la bocca e poi nulla… il buio.

 


                                                                                                                        *

 


“Intruso, ma quale intruso… è impossibile.”      Simone si passò una mano tra i capelli, sospirando.  Detestava fallire e l’idea di non riuscire a portare la sfida a termine non le piaceva… ma non aveva idea di come fare.

Lo sguardo della ragazza si soffermò su Scorpius, che stava ridendo insieme ad un paio di uomini eleganti accompagnati dalle mogli.

Stramaledetto, astuto e vecchio Malfoy!  Li stava fregando tutti con quella sfida.
Come potevano trovare un intruso tra tutta quella gente? Ne conoscevano nemmeno la metà dopotutto, era quasi impossibile.

La mora rimase ferma, in piedi e in equilibrio sui tacchi alti.    Gli occhi chiari erano fissi su Scorpius, osservandolo attentamente.

Aveva imparato a sue spese che a volte la soluzione è così semplice e vicina che non la consideriamo, tendendo invece a complicarci la vita in strade più intricate.

Forse quella sera la situazione era la stessa, forse non era poi così difficile la risposta.   Simone sorrise, vedendo con la coda dell’occhio un cameriere che stava camminando nella sua direzione.

E sempre sorridendo lo fece: non staccò gli occhi dal padrone di casa, alzando il braccio e colpendo appieno il vassoio con i calici, che volarono per aria prima di frantumarsi sul pavimento con un gran fracasso.
Tutti gli invitati nel raggio di diversi metri di voltarono, ma non Scorpius. Lui rimase fermo e con lo sguardo sul bicchiere che teneva in mano, l’aria pensierosa.

Bingo

Simone sorrise, facendo dietro front e sgomitando tra gli invitati: doveva trovare Will e Margaret, subito.

 


                                                                                                                   *

 

“Che è stato quel rumore?”      Nessie si alzò in punta di piedi, senza però riuscire a vedere nulla oltre il muro di testa davanti a lei.  La mora sbuffò, maledicendo mentalmente l’idea di non mettere i tacchi mentre invece Hydra si limitava a scrollare le spalle, come se nulla fosse:

“Solo qualche bicchiere rotto, niente di cui preoccuparsi. Hai visto Haidi? E’ da un p’ che non si vede.”

“In effetti no, l’ho persa di vista quasi un’ora fa.”

Le due ragazze rimasero in silenzio per qualche minuto, mentre entrambe si chiedevano mentalmente dove potesse essere finita l’amica.

“Oh, ecco Scarlett! Era da un po’ che non la vedevo.”    Nessie fece un cenno ad Hydra verso Scarlett, che effettivamente era appena comparsa vicino alla pista da ballo.

La ragazza incontrò lo sguardo di Hydra, che sollevò le sopracciglia come a volerle chiedere se aveva trovato niente, ma la ragazza scosse la testa, facendo segno di no.


“Ah, eccoti qui. Balli con me?”          

Scarlett distolse all’istante lo sguardo di Hydra al sentire quella voce: no, doveva essersi sbagliata, forse era svenuta o aveva battuto la testa.
Perché accidenti Shafiq le chiedeva di ballare?

“Emh… veramente non so ballare e comunque non vedo perché dovrei ballare proprio con TE.”

Declan le sorrise, prendendola per un polso e trascinandosela dietro sulla pista, mentre la Grifondoro tentava invano di divincolarsi, minacciandolo a mezza voce.
Quando la lasciò erano ormai sotto gli occhi di tutti: impossibile tirarsi indietro.


Lurido bastardo

Declan le rivolse un sorrisetto mentre le prendeva la mano e Scarlett considerò seriamente l’idea di dargli un calcio alle parti basse, scartandola: nah, sarebbe venuto fuori un casino per niente… meglio pestargli i piedi a morte.

“Si può sapere perché vuoi ballare con me? Credo che non ti manchino le ragazze con cui ballare.”

“Affari miei. Il tuo amico piuttosto, dov’è finito Abbott?”

A quelle parole Scarlett alzò lo sguardo per guardare il ragazzo negli occhi, mentre la musica iniziava per l’ennesima volta intonando il Danubio Blu di Strauss.

“Affari miei.”


I due rimasero in silenzio per qualche attimo, mentre Declan teneva il palmo sulla schiena di Scarlett, che non perse occasione di pestargli immediatamente un piede.

“Ahia! Attena Abbott, questa scarpe costano un occhio della testa!”

“Te l’ho detto che non so ballare.”     Scarlett gli rivolse un sorrisino strafottente che suggerì a Declan che non era poi così poco capace da pestargli i piedi ogni due secondi… ma se l’era cercata trascinandola a ballare con lui, probabilmente.

“Beh, lasciati guidare.”

“Da chi? Da te o dalla musica?”

“Entrambi.”

“Che cosa ti fa pensare che io mi fidi di te Declan, a prescindere dal ballo?”

Lui abbassò leggermente lo sguardo per guardarla negli occhi scuri, limitandosi a rispondere con poche semplici parole:

“Dovresti iniziare a farlo.”

 

 
                                                                                                             *

 

“Charlie, sto sognando o Dec sta ballando con Scarlett?”  

Charles si voltò verso la pista da ballo e stava per dire all’amica di non scherzare quando ammutolì: no, Irina non scherzava.
Stavano DAVVERO ballando.

“Emh… no, li vedo anche io… probabilmente Dec ha mangiato qualcosa di avariato.”

Irina sbuffò appena e diede all’amico una pacca sul braccio, scuotendo la testa:

“Malfoy, sei ottuso come una capra.”

“In che senso?”           

Irina alzò gli occhi scuri al cielo: si, ottuso al 100%.

“Lascia stare Charlie, non fa niente. Piuttosto, andiamo a ballare altrimenti mi annoio…”

“Va bene, dopotutto è tradizione che noi due balliamo assieme… non dimenticare che ti ho insegnato io a ballare il Valzer.”

Irina quasi rise mentre camminava sulla pista insieme al biondo, che la prese per mano e le mise l’altra sulla schiena, avvicinandola a se:

“Avevamo 8 anni, non credo fosse esattamente Valzer…”    

Charles sorrise come se non avesse troppa importanza, facendole fare una giravolta.

Irina sorrise appena, come se roteando fosse tornata indietro ad undici anni prima, in quello stesso salone e quella stessa musica.
Quando erano bambini, e tutto era bellissimo.
Quando non c’erano problemi, quando tuti andavano d’accordo e tutti erano felici ai loro occhi.
Quando non c’erano segreti o parenti che ti usano, nascondendoti le cose.

 

                                                        
                                                                                                                   *

 

“Will! Ho capito chi è l’intruso, dobbiamo solo trovare Scorpius!”     Simone sorrise, piombando all’improvviso davanti a William, che quasi sobbalzò al trovarsi l’amica di fronte.

“Davvero? Beh, fantastico, come hai fatto?”

“Te lo spiego dopo, ora dobbiamo trovare in fretta Scorpius prima che- “

Simone non completò mai la frase, sentendo una voce alle sue spalle.

“Non c’è problema Simone, sono qui.” 

Questa volta fu il turno della ragazza per sobbalzare, che però sorrise al vedersi davanti proprio chi cercava, il padrone di casa.

“Oh, fantastico! Beh, l’intruso è lei. Ha bevuto una Pozione Polisucco e ha preso le sembianze del Signor Malfoy, dico bene?”

Dopo un attimo di esitazione l’uomo sorrise, annuendo leggermente con il capo prima di parlare:


“Complimenti Signorina Boulstrode, ha fatto centro… vediamo se sarà così brava anche in futuro.”

“Spero di sì. Che cosa dobbiamo fare ora, andare dal vero Signor Malfoy?”    

A quella domanda il finto Scorpius sorrise, bevendo un sorso di vino prima di parlare un’ultima volta a bassa voce:

“No, non serve… sarà lui a venire da voi al momento giusto.

Simone stava per chiedergli spiegazioni, ma non fece in tempo: nel giro di un secondo era scomparso, dileguandosi tra gli invitati.

“Beh… immagino intenda a fine serata, quando gli invitati se ne saranno andati.”


Simone annuì mentre Margaret raggiungeva i due ragazzi, camminando con i tacchi in mano:

“Ciao! Allora, come procede?”

“Simone ha vinto, l’intruso era nientemeno che un finto Scorpius Malfoy… come l’hai capito, comunque?”

“Ho rotto dei bicchieri, l’unico a non essersi voltato è stato lui… era così concentrato nella sua recita dal non comportarsi con naturalezza e quindi avere reazioni spontanee.”

Margaret annuì, sorridendo con ammirazione a Simone che sembrava decisamente più che soddisfatta di se.

“Beh, brava davvero, così hai accumulato punti!”


“Esattamente… ora che questa storia è finita direi di rilassarci e divertirci, almeno per il tempo che ci resta…”

Alle parole di William le due ragazze annuirono, non potendo intuire che il tempo di divertirsi stava davvero per finire.













Angolo Autrice
~~Ed ecco finalmente questo cavolo di capitolo! Non uccidetemi vi prego… mi spiace per il ritardo!
Allora allora allora… da cui la storia prenderà una piega leggermente diversa che non avevo previsto inizialmente ma chi mi è venuta in mente all’improvviso.
Spero che vi piacerà e che vi sia piaciuto il capitolo… ci vediamo presto al prossimo e grazie mille per le recensioni!

Signorina Granger

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Capitolo 13
*** Nuovo gioco, nuove regole ***


~~Capitolo 11: Nuovo gioco, nuove regole


 


Charles si massaggiò la mascella, sentendo i muscoli quasi indolenziti: aveva passato gli ultimi venti minuti a sorridere e a stringere mani, ormai gli era rimasto il sorriso finto in faccia.

“Bene, finalmente se ne sono andati tutti… Hai trovato mio nonno?”

Charles si voltò verso Irina, che gli si stava avvicinando con la gonna viola del vestito che le fluttuava attorno, i tacchi neri in mano.

“No, ho chiesto anche agli elfi ma nessuno l’ha visto di recente… probabilmente è stato chiuso nella sua stanza per tutta la sera.”

Charles non rispose, riflettendo: non ne era certo, conoscendo suo nonno… era più probabile che si fosse nascosto da qualche parte per osservarli.

“Beh, spero solo che si sbrighi, perché voglio sapere cosa ho vinto! Intanto vado a cambiarmi, se salta fuori chiamatemi.”

“D’accordo, ti farò un fischio.”     William si lasciò cadere sul divano nel salotto, sfilandosi la giacca e lasciandola sullo schienale di pelle scura, esausto: aveva una gran voglia di dormire, ma voleva sapere che fine aveva fatto il padrone di casa…

Simone intanto era sparita sulla rampa principale di marmo, mentre gli altri erano sparpagliati tra l’ingresso, il salotto e la sala da ballo.

Nessie stava seduta su uno dei divani, pensando a dove accidenti si era ficcata Haidi più che Scorpius.
Non era tipo da sparire così senza dire niente… forse era solo andata in camera.

La mora si alzò e annunciò che sarebbe andata in camera sua per vedere se l’amica era lì e Hydra si offrì di accompagnarla, mentre Margaret si massaggiava i piedi distrutti e indolenziti, seduta su una poltrona.   Irina e Charles erano ancora nell’ingresso a parlare ma si spostarono per tornare con gli altri.

“Io non vado a dormire, voglio prima vedere mio nonno. Prima ci fa fare una sfida e poi nemmeno si fa cedere? Non esiste.”   Decretò il biondo incrociando le braccia al petto.  Irina roteò gli occhi senza dire nulla, sedendo vicino a Declan che teneva le braccia sullo schienale del divano, l’aria stanca ma rilassata.

“Passata una bella serata Dec?”

“Si, perlomeno non ho dovuto ballare con Sophia… grazie ancora per prima.”

“Figurati. Piuttosto, mi spieghi perché stavi ballando con Scarlett?”
Il moro non rispose alla domanda dell’amica, mentre Margaret alzò lo sguardo, accigliata:

“A proposito. Dov’è Scarlett?”

“Non lo so ma spero compaia in fretta, non voglio passare la notte a cercare gente!”

                                                                         *

“Grazie per essere venuta con me Hydra! Ti dirò, questo posto al buio è leggermente inquietante…”

“Leggermente? Diciamo pure che è molto inquietante… spero che Haidi sia in camera altrimenti non so proprio dove potrebbe essere.”

Giunte davanti alla stanza di Nessie, questa prese la maniglia e aprì la porta, sperando di trovare l’amica sul suo letto, magari già in pigiama e lamentandosi del dolore ai piedi provocato dai tacchi.

Ma niente: di Haidi nessuna traccia.

“Cavoli… dove accidenti è finita?”     Nessie entrò nella stanza sospirando, guardandosi intorno per cercare qualche traccia del passaggio dell’amica: magari le sue scarpe oppure l’abito a dimostrare che era passata di lì…
Invece era tutto esattamente come l’aveva lasciato quasi cinque ore prima: era notte fonda ormai e di Haidi nessun segnale.

                                                                          *

Simone aprì la porta della sua stanza, sfilandosi i tacchi con un gesto secco della mano nello stesso istante in cui la porta si chiuse con uno scatto alle sue spalle: le era sempre piaciuto vestirsi elegante, ma dopo un po’ i tacchi non li reggeva più…
Avrebbe ucciso per un paio di morbidi calzini.

La mora lasciò le bellissime scarpe color argento ai piedi del letto a due piazze, facendo vagare lo sguardo sulla toeletta quasi per caso.

Era tutto in ordine come lo aveva lasciato, solo che mancava una cosa.   Simone si avventò di scatto alla toeletta, aprendo i cassetti in fretta e furia. 

I pensieri le martellarono la mente alla rinfusa, confusi e preoccupanti: no, non era possibile.

La sua boccetta era sparita.
Non ebbe però molto tempo di formulare un’ipotesi su dove potesse essere o chi l’avesse presa perché la sua attenzione venne catturata improvvisamente da qualcosa di impossibile da ignorare: un grido dal piano inferiore.

                                                                  *

“Che succede? Ho sentito un urlo da fuori!”      Declan, William, Margaret e Charles si voltarono di scatto al sentire la voce di Scarlett, che stava in piedi a qualche metro da loro, abbastanza nervosa.

“Irina… Ha trovato…”  

Scarlett si accigliò mentre guardava Margaret, che non concluse la frase per passarsi una mano tra i capelli biondi, arruffandoli appena: non ce la faceva neanche a dirlo.

Charles tornò a guardare davanti a se, chinandosi per prendere Irina per le spalle.

“Dai Irina, vieni via…”      

La mora si alzò tremando appena, il volto rigato dalle lacrime mentre abbracciava Charles. 
Scarlett si avvicinò lentamente al gruppetto, non capendo la causa dello shock di Irina.

Quando si fermò accanto a William e Margaret sgranò gli occhi, portandosi una mano alla bocca.

Scorpius Malfoy giaceva a terra, la schiena piegata in modo innaturale contro la parete di pietra del piccolo sgabuzzino.

“Oh mio dio…”   Mormorò la Grifondoro a bassa voce, mentre Charles spostava lo sguardo dalla scena, evitando di guardare mentre Irina tratteneva i singhiozzi.    Declan deglutì, fissando il corpo inerme dell’uomo che quasi l’aveva cresciuto immobile e pallido.

“Che accidenti sta succedendo in questa casa?”     Simone irruppe nella stanza e si avvicinò in fretta al gruppo e benché William tentò di trattenerla, gli occhi chiari della ragazza si soffermarono comunque sulla scena non propriamente allegra.

“Come è successo?” 

Mormorò la mora strabuzzando gli occhi, sconvolta mentre Margaret incrociava le braccia al petto, tremando appena.

“Emh… ragazze, forse è meglio se vi sedete.”       Charles annuì alle parole di William e chiamò all’istante un elfo per far portare all’amica un bicchiere d’acqua, consigliandole poi con gentilezza di andare a sedersi in salotto.

William e Margaret la seguirono nella stanza affianco, lasciando Charles, Declan, Simone e Scarlett in silenzio e immobili, in piedi davanti allo sgabuzzino aperto.

“Quando l’avete trovato?”

“Poco fa, Irina lo ha aperto perché la porta era socchiusa e… l’ha trovato.”

Scarlett sollevò lo sguardo su Charles, che stava guardando il nonno paterno con inespressività negli occhi chiari, quasi come se non provasse nulla.

“Mi dispiace, Charles.”

Declan mormorò qualcosa di incomprensibile mentre si passava nervosamente una mano tra i capelli.   Simone invece non guardava più il corpo, concentrandosi sulla scritta scura sulla parete:

E questa volta non è un gioco

                                                                                      *

“Scorpius è stato ucciso e Haidi è sparita… credete che…”     Nessie non finì la frase, chiudendo gli occhi per trattenere le lacrime: l’idea dell’amica morta era insopportabile.   Hydra le appoggiò una mano su una spalla con aria comprensiva, mentre tutti gli altri si erano seduti sui divani di pelle del salotto. 

Scarlett entrò nella stanza con due bicchieri d’acqua in mano e ne porse uno a Declan, senza parlare.
Lui alzò lo sguardo dal pavimento e guardò con sorpresa la ragazza prima di prendere il bicchiere:

“Grazie…” 

“Figurati.”    Scarlett andò a sedersi accanto ad Hydra, mentre Irina stava tra Declan e Charles.    Simone si era sistemata tra Margaret e William sul terzo divano e fissava il camino come se stesse riflettendo, le braccia conserte.

“No, non credo che sia morta Nessie, altrimenti ci avrebbero fatto trovare il suo corpo.” 
                                                                       
Nessie guardò Charles con aria basita, sconcertata: ovviamente trovava conforto nelle parole del biondo, ma non riusciva a capire come potesse sembrare tanto calmo e inespressivo mentre Irina aveva ancora gli occhi lucidi e Declan era pallido come un lenzuolo.

“Charles ha ragione, fatto sta che non è un caso che Haidi sia sparita… se penso che mi sono trovato un assassino davanti senza saperlo…” 

Mormorò William mettendosi le mani ni capelli, pensando a quando lui e Simone si erano trovati faccia a faccia con quello che avevano pensato fosse una specie di attore ingaggiato da Malfoy.

“Beh, ormai mi sembra chiaro che è iniziato tutto prima della festa.  Sono sicuro che mio nonno non aveva organizzato tutto questo, di certo aveva in mente un’altra sfida… questa persona l’ha sorpreso prima della festa mentre noi ci cambiavamo, l’ha ucciso e gli avrà tolto qualche capello per prendere le sue sembianze.  Poi ha organizzato questa sfida per distrarci, prendersi gioco di noi e rapire Haidi per qualche motivo.”

Alle parole di Charles Simone annuì: non faceva una grinza.   In quel momento si sentiva a disagio, non sapendo se dire o no che qualcosa era sparito dalla sua stanza dopo la festa…
Tuttavia solo William aveva visto la sua boccetta e non gli aveva detto cosa conteneva.  Se avesse parlato avrebbe anche dovuto dare delle spiegazioni agli altri e non le andava proprio.

“E questa volta non è un gioco… fa di certo riferimento alla prima sera, quando Scorpius ci ha fatto trovare la sua testa a cena.”         Mormorò Hydra a bassa voce, ripensando alla settimana prima.  
Erano passati solo pochi giorni, ma in quel momento le sembrò molto di più, quasi un mese.

“Beh, non so mai ma io di certo non me starò qui ad aspettare di essere la prossima a sparire o peggio.”  Irina si alzò e appellò le sue cose, mentre Declan e Charles cercavano di trattenerla.

Simone e Hydra borbottarono qualcosa sullo scarso coraggio tipico dei Serpeverde, ma la mora non ci badò e si rivolse a Charles:

“Charlie, mi dispiace per tuo nonno, lo sai che gli voglio bene… ma devi chiamare gli Auror, qui è morto qualcuno nel bel mezzo di una festa! Poteva succedere al Ministro!”

“In effetti è successo tutto sotto il naso di diversi Auror… non ne saranno troppo felici.”    Mormorò Margaret a mezza voce mentre Irina chiudeva gli occhi, facendo per Smaterializzarsi a casa sua.

Quando li riaprì però si ritrovò a guardare Simone, che le rispose con uno sguardo scettico:

“Beh? Ti sei ricordata di aver dimenticato qualcosa?”

“No… non riesco a Smaterializzarmi!  Charles, avete incantesimi di protezione?”

Charles scosse la testa, ma poi sentì il sangue raggelarsi nelle vene: merda.

“No… almeno non fino alla settimana scorsa.”

“Che vuoi dire?”    Domandò Nessie inarcando un sopracciglio, mentre Scarlett mormorava qualcosa su quanto poco promettesse bene quella frase.

“Il contratto magico che mio nonno vi ha fatto firmare quando siete venuti. Che CI ha fatto firmare… siamo vincolati alla gara e a questo posto, non possiamo muoverci da qui finché il gioco non sarà finito, a meno che il contratto venga distrutto.”

“Mica scemo, tuo nonno… ma dobbiamo trovarlo allora, altrimenti siamo bloccati qui!”    Esclamò William in tono nervoso, mentre Nessie e Scarlett si scambiavano uno sguardo: entrambe avevano pensato la stessa cosa; se erano vincolati con il contratto, allora Haidi era ancora lì da qualche parte.

“Lo so, ma mio nonno non era tipo da lasciare in giro le sue cose, tantomeno se preziose! Sarà dio certo nel suo studio e come Irina ben sa, io non posso entrarci e voi tantomeno. Perciò si, siamo fregati.”

“Aspetta un attimo, ma noi siamo usciti da qui la prima sera! Cervo rosso, o come si chiamava.”

Alce rossa, Meg.”

“Quel che è. In ogni caso siamo usciti, no?”

Alle parole di Margaret tutti si voltarono in sincronia verso Charles, che esitò prima di rispondere: in effetti era vera, non ci aveva pensato… erano usciti, ma Irina non era riuscita a Smaterializzarsi.

“Non so, probabilmente se chi ha stipulato il contratto lo vuole chi ha firmato può uscire… avevamo il permesso di mio nonno in quella situazione.”

“E ora decisamente no. Bene, che situazione allegra… non ci resta che aspettare che qualcuno venga a salvarci, dobbiamo scrivere ai nostri genitori!”

Alle parole di Hydra Charles e Declan si lasciarono sfuggire una risata sprezzante: la ragazza li fulminò con lo sguardo in cerca di spiegazioni, trovandole in Declan:

“Beh… non credo sarà possibile. Sono abbastanza certo che chi ci sta gentilmente tenendo qui non permetterà che mandiamo richieste di aiuto a destra e a sinistra. Le lettere verrebbero di certo intercettate.” 


“Declan ha ragione, è improbabile che le lettere arriverebbero a destinazione. Siamo messi abbastanza male.”    Mormorò William in tono drammatico mentre si torturava il colletto della camicia bianca. 
Simone si voltò a guardarlo, studiando l’amico: possibile che l’avesse presa lui, la sua boccetta?

“Quindi ora che dovremmo fare?  Andarcene a dormire come se nulla fosse?”     Domandò Scarlett guardando i compagni ad uno ad uno, non trovando risposta in nessuno di loro.

“Io non dormo assolutamente, devo trovare Haidi! E’ qui da qualche parte, il contratto lo dimostra!”

Nessie si alzò di scatto e uscì in fretta dalla stanza, seguita da Hydra che si alzò:

“Aspetta accidenti, non dobbiamo andare in giro da soli!”

La porta si chiuse alle spalle della mora e il silenzio calò nella stanza, mentre tutti fissavano il camino e le fiamme scoppiettanti.

Poi anche Simone si alzò, annunciando che si ritirava e chiedendo a William di accompagnarla.

“Irina, ti accompagno anche io… meglio se dormi un po’.”

“Oh no mio caro, io da qui non mi levo, pianto le tende su questo divano! Chi si unisce a me?”

Alle parole di Irina Margaret alzò una mano con un debole sorriso, agitando la bacchetta e comparendo in pigiama anziché in abito da sera.  Nessuna delle due aveva la benché minima intenzione di dormire da sola…

Charles sospirò ma no replicò, appellando invece coperte e cuscini per l’amica e Margaret:

“Come volete, in effetti è meglio non stare da soli… Vorrà dire che rimarrò qui anche io.”

Irina si sporse per abbracciarlo per le spalle, ringraziandolo a bassa voce mentre Scarlett si alzava e facendo per uscire dalla stanza in silenzio.

Declan la seguì con lo sguardo e si affrettò ad alzarsi, andandole dietro:

“Aspetta Abbott, ti accompagno…”

“Se proprio vuoi Shafiq.”

I due uscirono dal salone e si avviarono in fretta sulle scale, entrambi abbastanza nervosi nel camminare al buio nei corridoio leggermente lugubri della villa.

“Dov’eri prima? Sei comparsa quando Irina ha trovato Scorpius, ma sei sparita per un po’.”

Scarlett alzò lo sguardo e malgrado tutto sorrise a Declan, quasi leggendolo nel pensiero:

“Dimmi un po’ Shafiq, stai pensando che sono un serial killer con le sembianze di una diciannovenne? Rilassati, sono io al 100%... ero solo uscita a prendere una boccata d’aria e a chiacchierare con un amico.”

Declan si limitò ad annuire, abbastanza sollevato: in effetti l’idea che Scarlett fosse stata rapita come Haidi l’aveva sfiorato, specialmente quando lei gli aveva portato l’acqua. Sentì una gran voglia di chiederle di cosa avesse parlato con Daniel e che rapporto avessero, ma decise che non era proprio il momento, vista la situazione attuale.

“Posso chiederti una cosa? Che c’è nello studio di Scorpius?  Tu sei venuto qui mille volte.”

“Si, anche se meno di Irina… in realtà non ci sono mai entrato, non so cosa ci sia dentro… Anche Charlie ci è entrato poche volte, suo nonno teneva sempre sigillata la stanza.  Quell’uomo aveva molti segreti e diversi nemici Scarlett, di certo costudiva qualcosa di importante lì dentro.”

Scarlett annuì: era plausibile il fatto che qualcuno volesse impadronirsi di qualcosa che custodiva Scorpius… ma loro cosa centravano?
Perché ucciderlo proprio mentre cerano loro nella casa? Oltretutto erano rinchiusi nella villa, quindi chiunque avesse ucciso Malfoy li voleva tenere sotto tiro.

In un modo o nell’altro, loro centravano.
Doveva solo scoprire perché.

                                                                                                             *

“Simone, dimmi che sto capendo male e che non mi stai chiedendo indirettamente se te l’ho rubata io, quella cavolo di boccetta.”

“Beh, scusa ma il dubbio mi è venuto!”

“Ma andiamo, ti pare? Anzi, mi dici che cosa c’è dentro? Ormai è abbastanza chiaro che non è un profumo.”

Simone sospirò, sedendosi sul letto. William stava invece in piedi davanti a lei, osservando l’amica in attesa:

“Mi dispiace, ma vista la situazione credo che ti metterei solo nei guai dicendoti tutto. Diciamo solo che è un esperimento che ho fatto con il mio capo, anche se non sappiamo come sia uscito…”

“Esperimento? Vale a dire?”

“Niente di serio Will, solo per provare delle storie… su una sostanza magica, ma probabilmente è solo una leggenda.”

“Anche i Babbani credono che la Pietra Filosofale sia una leggenda, ma è stata creata sul serio! Avanti Simone, di me ti puoi fidare!”

“Lo so Will, ma lo faccio perché non voglio che tu sparisca come Adelaide! Chissà che accidenti le è successo, poveretta! E ora per favore, torna giù con gli altri…”

“E tu?” 

“Io preferisco rimanere qui.” 

I due ragazzi si guardarono per qualche istante: Will voleva sapere, chiederle che accidenti stesse combinando.
La scusa del “non te lo dico per proteggerti” non gli era mai piaciuta, men che meno in quella situazione delicata.

“Ok, non dirmelo se non vuoi… ma almeno stai insieme agli altri, non qui da sola! Se qualcuno è entrato qui durante la festa può farlo di nuovo.”

“Rilassati, sono bravina negli incantesimi di protezione… pensa a guardarti le spalle piuttosto che a me Will, me la caverò.”

William sospirò, sapendo che non ci sarebbe stato verso di far cambiare idea all’amica.  Le rivolse un ultimo sguardo prima di uscire dalla stanza, sperando che non le accadesse niente.

Buio. Il corridoio era completamente buio… ma William non ci fece caso a lungo: ben presto la sua attenzione venne presa dal dolore lancinante alla gamba che lo costrinse a inginocchiarsi, prima di perdere i sensi.

                                                                                                             *

“Stupida, stupida casa enorme.”

Nessie si sbattè la porta alle spalle e sedette sul suo letto, sfilandosi le scarpe e lanciandole con forza sulla parete opposta, proprio sopra al letto di Haidi.
Fu solo allora che se ne accorse: seguendo il percorso delle ballerine fino al muro, scattò in piedi sbalordita, gli occhi chiari sgranati e un senso di nausea mentre leggeva la frase scritta sul muro che quando era tornata poco prima con Hydra non c’era:
 

Ora detto io le regole







...............................................................................................................................
Angolo Autrice:
Buonsalve!  Come state?    Il fine settimana si avvicina, ergo divento di buonumore e mi viene voglia di scrivere :)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e grazie come sempre per le recensioni!
Scorpius è morto davvero questa volta?
Che fine ha fatto Haidi?
Che c'è in quel dannato studio?
Cosa combina Simone?
Chi è sto' pazzo psicopatico che si diverte a lasciare scritte in giro?

Ehh, belle domande.  In tutta onestà le sto definendo ancora queste risposte, ma abbiate pazienza XD
A presto e ditemi cosa ne pensate!  

Signorina Granger

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Capitolo 14
*** Tante domande... ***


~~Capitolo 12: Tante domande…

 


“Ora detto io le regole… beh, mi sembra chiaro ormai che vuole divertirsi a torturarci.”

Nessie non disse nulla alle parole di Hydra, restando seduta sul suo letto tenendosi le ginocchia con le mani:

Era schizzata fuori dalla sua stanza e si era precipitata nella camera di Hydra e Scarlett, chiedendo alle due ex compagne di Casa di seguirla nella sua camera per vedere una cosa.

“A me preoccupa di più il fatto che si muova nell’ombra e che lasci queste “tracce” senza essere minimamente notato… ogni volta che siamo distratti, fa qualcosa. Siamo sicuri che non sia una specie di sfida?”

Hydra si accigliò alle parole dell’amica, riflettendo sulla possibilità che fosse tutta una farsa e che Malfoy stesse ridendo di loro, da qualche parte nella casa.

“Potrebbe essere… avrebbe un senso il motivo del contratto: ci ha fatto firmare vincolandoci qui apposta per questa situazione. Dall’altra parte però qualcuno potrebbe star approfittando di questa competizione per avere qualcosa da noi, anche se non so cosa.”

“Simone era nervosa. Quasi più di me, che stavo pensando ad Haidi.”

Scarlett e Hydra si voltarono verso Nessie, che aveva parlato a voce bassa ma con tono deciso, come se fosse sicura delle sue parole:

“Beh, in effetti non era esattamente rilassata, ma eravamo in una situazione un po’ tesa, è comprensibile.”

“Si ma lei era agitata! E non vedeva l’ora di tornarsene nella sua stanza, se non ve ne siete accorte!”

Scarlett e Hydra si scambiarono un’occhiata d0intesa, prima che Scarlett sorridesse:

“Bene. Vorrà dire che andrò a fare un salutino a Simone… Voi state qui e cercate di cancellare quello schifo.”

La ragazza rivolse uno sguardo disgustato alla scritta prima di uscire dalla stanza, percorrendo in fretta il corridoio per raggiungere la stanza della Corvonero.
Nel farlo passò davanti all’unica porta che non era mai riuscita ad aprire: quella nera, intagliata.  Da alcuni discorsi di Charles aveva intuito che fosse lo studio del nonno, ma da qual che aveva capito nemmeno lui ci era quasi mai entrato.


Scarlett accelerò il passo, sentendosi orribilmente osservata mentre lanciava uno sguardo fugace alla porta: c’era qualcosa lì dentro. Qualcosa di importante.

                                                                            *

Charles si chiuse lentamente la porta alle spalle, guardando un’ultima volta Irina, Margaret e Declan che dormivano sui divani.

Come potessero dormire, davvero non lo comprendeva… lui non ci sarebbe di certo riuscito, non quella notte.
Una gioiosa e intrigante nottata di festa si stava lentamente trasformando in un incubo.

I pezzi del puzzle che suo nonno gli aveva lasciato sin da quando era piccolo erano riaffiorati: era il momento di capire cosa aveva nascosto per anni, o ora o mai più.

Non poteva fare a meno di chiedersi chi si fosse introdotto in casa sua… suo nonno era molte cose, ma uno stupido no di certo.
Aveva sempre protetto la casa nei minimi particolari e si sarebbe di certo accorto di un intruso, così come Charles.

A meno che non si trattasse di un vero e proprio intruso.
Chissà, forse suo nonno l’aveva volutamente lasciato entrare in casa… e poi gli si era rivoltato contro.
In effetti non l’aveva mai visto il giorno precedente, prima della festa: forse si era incontrato con qualcuno, che l’aveva ucciso.

Charles si guardò appena intorno prima di sfiorare lo stemma dei Malfoy, cucito sull’arazzo appeso nell’ingresso. Lo ruotò con le dita e sorrise quando vide l’arazzo arrotolarsi su se stesso, mostrando l’ingresso del tunnel.

Aveva sempre adorato casa sua. Specialmente i passaggi segreti.

Suo padre gli aveva raccontato che erano stati costruiti anni prima, quando il Manor era stato edificato da poco… per nascondersi in caso di bisogno, aveva detto.

Charles non aveva mai notato niente di strano, mai visto nessuna faccia estranea… senza contare che il loro ospite indesiderato si muoveva indisturbato nel Manor senza essere visto.
Non poteva che essere quella la soluzione: stava usando i passaggi segreti della casa.

Mentre percorreva il tunnel fioche mente illuminato, Charles sospirò, pensando al casino in cui si era messo: nonno morto, intrappolato in casa sua senza poter avere contatti con il mondo esterno… meraviglioso.
Non poteva far altro che sperare che i suoi genitori non decidessero di presentarsi a casa, almeno per un po’.

Arrivato davanti alle tre porte, Charles si fermò.  La prima a sinistra portava nello studio, la terza nel Salone delle feste e quella in mezzo… nella camera di suo nonno.

Non si avvicinò nemmeno alla prima porta: ci aveva provato milioni di volte e ogni volta non era riuscito ad entrare. Suo nonno aveva fuso la maniglia e la pietra anni prima, così che fosse impossibile che la porta si aprisse.    Si avvicinò così nella porta di mezzo, sperando di trovarla aperta:  forse avrebbe trovato qualcosa di interessante, nella stanza del nonno… o almeno ci sperava.

Prese la maniglia e provò ad aprire la porta, senza risultati. Imprecando mentalmente, il biondo sospirò, passandosi una mano tra i capelli: 

Scorpius Malfoy l’aveva sempre tenuto fuori. Da tutto, non l’aveva mai reso partecipe in nulla… no, non era stato esattamente un nonno modello, ma perlomeno qualcosa glie l’aveva insegnati. Come i segreti del Manor, o almeno alcuni.

La voce di Scorpius affiorò nella mente di Charles con parole che non ricordava nemmeno di aver mai udito.
Niente se ne va dalla nostra mente: è tutto rinchiuso nel cervello, nella Memoria a Lungo Termine.
Solo che alcune cose vengono rimosse con il tempo… e a volte tornano, quando ne abbiamo davvero bisogno.

Non ho scelto io quella stanza… vedi, può essere aperta solo dal padrone di casa, la porta è protetta da una magia fin dal mio trisavolo.   E’ sempre stato cosi Charlie.

Il padrone di casa.  Quindi il Malfoy più anziano presente nella casa, maschio o femmina.

Charles sorrise, parlando guardando la porta:

“Mio nonno è morto, mio padre non c’è. Sono l’unico Malfoy in questa casa.”

La porta si aprì con uno scatto, ma all’improvviso Charles Draco Malfoy non seppe se essere felice.

Con l’apertura della porta aveva avuto una certezza: suo nonno era morto per davvero.

Questa volta non era un gioco.

                                                                  *

“Che cosa c’è, Scarlett?” 

Simone guardò con i penetranti occhi chiari la ragazza in piedi sulla soglia della sua stanza, che ricambiò con interesse negli occhi scuri:

“Niente in particolare… mi chiedevo solo come mai non hai paura a dormire qui da sola sapendo che la gente sparisce.”

“Beh, non essere Grifondoro non include essere codardi per forza, no?”

“No, è vero… e poi non tutti i Grifondoro sono coraggiosi.”

Scarlett fece vagare lo sguardo nella stanza, come cercando qualcosa di strano o fuori posto.

“In ogni caso, Nessie ha trovato una scritta sul muro nella sua camera poco fa… sopra il letto di Haidi per la precisione: “Ora detto io le regole.”  Tu che cosa ne pensi?”

“E perché lo chiedi a me?”

“Non so, siete voi i cervelloni, giusto?”

Scarlett sorrise, sedendo sulla poltroncina della toeletta.   Simone non rispose, osservandola: era sempre stata brava a mentire, un’attrice con i controfiocchi… peccato che lei non fosse ingenua, anche se sapeva che Scarlett non la sottovalutava.

“Mi sembra chiaro che qualcuno vuole divertirsi a spaventarci, altrimenti non ci avrebbe fatto trovare il corpo di Scorpius… Ma non credo che Haidi sia morta, altrimenti ce l’avrebbe fatta trovare, o perlomeno avrebbe messo una scritta diversa sopra al suo letto.  Non so perché Scarlett, ma credo che stia togliendo di mezzo le persone che non gli servono… vuole qualcosa da alcuni di noi, secondo me.”

“E toglierà quelli che invece gli sono scomodi, come Scorpius. Sai, mi sei sembrata nervosa in salotto, perché tanta fretta di tornare in stanza da sola?”

“Eravamo tutti nervosa Scarlett, a volte preferisco stare da sola, non sono come te.”

Scarlett si limitò a sorriderle, dicendole con lo sguardo che secondo lei invece erano piuttosto simili, loro due.  
Si alzò dopo aver fatto passare una mano sul ripiano di legno levigato della toeletta:

“Bene, allora ti lascio… ci vediamo domani Simone, sempre che non ci sia qualche altra sorpresa dietro l’angolo.”

“Che vuoi dire?”

“No so, ho come la sensazione che sarà una lunga notte.”

               
Simone guardò la Grifondoro uscire dalla stanza per poi chiudersi la porta alle spalle: non le piaceva quando qualcuno faceva il sibillino…
Non le piaceva non sapere e non capire.

 

Scarlett si chiuse la porta alle spalle, guardandosi la mano.  Strofinò il pollice contro l’indice, osservandosi le dita e sentendo quello strano liquido a contatto, anche se erano solo un paio di gocce.

Suo padre era un Auror e le aveva sempre detto una cosa fin da piccola: osservare è l’arma vincente. Chi osserva vince.

I dettagli fanno la differenza, in quella camera i dettagli erano tutti lì, su quella toeletta.
C’erano molte boccette, cosmetici e flaconi… eppure in un angolo era vuota, come se mancasse qualcosa. Per non parlare delle gocce azzurre che formavano un piccolo cerchio, come quando si solleva un bicchiere d’acqua e rimane lo stampo sul tavolo, a volte.

Non si fermò però troppo a lungo, non morendo dalla voglia di stare da sola in quel corridoio: in effetti l’idea di dormire accanto a quella porta non le piaceva particolarmente.

                                                                                *

“Ahia, che male…”       William si massaggiò la testa, imprecando a mezza voce.    Aprì lentamente gli occhi, non vedendo però quasi niente.

“William?”

Il ragazzo quasi sobbalzò a sentire una voce, guardandosi intorno anche se era ancora un po’ stordito: era sicuro di aver sentito qualcuno dire il suo nome.

“Oddio, menomale!”     Sentì il rumore di qualcuno che si trascina sul pavimento, riconoscendo questa volta la voce prima di sorridere con sollievo:

“Haidi! Eccoti finalmente! Ma dove accidenti siamo?”

“Abbassa la voce, non vorrei che ci dividesse… non lo so, mi ha addormentata e poi mi sono svegliata qui, credo che siamo nei sotterranei della casa o una cosa del genere.”

“Io ero uscito dalla camera di Simone e qualcuno mi ha colpito alle spalle. In ogni caso, devo raccontarti delle cose…  L’intruso alla festa l’ha trovato Simone, era proprio Scorpius… qualcuno aveva bevuto la Pozione Polisucco prendendo le sue sembianze.”

“E..?”

“Beh, due ore dopo abbiamo trovato il cadavere di Malfoy in uno sgabuzzino con una scritta sopra: Questa volta non è un gioco.”

“Cristo… in che razza di casino ci siamo cacciati? Comunque c’è davvero qualcosa di strano in questa casa. Sono stata rapita appena dopo aver trovato un passaggio segreto, alla festa.  Ho aperto un pannello nel muro, vedendo una stanza dove non ero mai stata. Sembrava uno studio, ma l’ho potuta vedere solo per un paio di secondi.  Credo che sia la porta che io e Nessie abbiamo notato fin dalla prima sera, non siamo mai riuscite ad aprirla.”

“Può darsi, di certo questa casa nasconde un sacco di cose… Nessie era preoccupatissima per te, ti ha cercato per lungo e in largo. Ah, c’è un’altra cosa… non riusciamo a Smaterializzarci.”

“Si beh, naturalmente ci ho provato anche io ma pensavo fosse una magia per questo posto, non in tutta la casa!”

“Charles ha detto che è un effetto del contratto che Malfoy ci ha fatto firmare appena arrivati: non possiamo andarcene da qui finché la competizione non sarà finita o il contratto distrutto. Quindi si, siamo bloccati qui.”

                                                                              *

Quante volte ci era entrato, in quella stanza?  Forse due al massimo.  Suo nonno era sempre stata una persona molto riservata sulle sue cose, non amava renderle pubbliche, nemmeno alla sua famiglia.

Charles sedette sul letto a baldacchino, osservando il quadro appeso davanti a lui, sopra lo scrittoio.

Raffigurava lo stemma dei Malfoy, naturalmente.  Charles spostò lo sguardo sul comodino, sorridendo appena al vedere la fotografia dalla cornice d’argento.

La prese, osservandola.

Raffigurava suo nonno diversi anni prima, doveva avere circa una quarantina d’anni… c’era anche suo padre, ventenne.    Non mancavano ovviamente sua madre Astrid e sua nonna Esmeralda, che teneva in braccio un bambino appena nato… lui.

Sorrise al vedere il volto bello e sorridente della nonna, pensando a quanto gli sarebbe piaciuto poterle parlare un’ultima volta.
Poi il suo sguardo venne catturato da una sesta persona, che non aveva mai visto di persona a sua memoria ma che riconosceva senza problemi: l’aveva visto diverse volte in foto e ritratti.

Draco Lucius Malfoy, padre di suo nonno e quindi suo bisnonno. Aveva preso da lui il secondo nome per volere del padre, a sue parole gli era molto affezionato.

Charles quasi rise, vedendo il bisnonno nella foto: doveva avere più o a meno l’età di suo nonno adesso, ed erano quasi identici.
Di certo non dovevano essere stati diversi nemmeno di carattere: tale padre, tale figlio.

Charles ripose la foto sul comodino del nonno, non potendo fare a meno di pensare a quanto fosse strano che avesse una foto di famiglia accanto al letto: non era mai stato il più grande sostenitore della famiglia come valore.

Evidentemente non aveva mai conosciuto realmente suo nonno.
Charles si alzò, avvicinandosi allo scrittoio mentre osservava il quadro.
Lo stemma era lì, davanti a lui. L’aveva visto tante, tante di quelle volte…

Eppure nel quadro notò una cosa, qualcosa alla quale non aveva mai fatto caso… o che era presente solo in quel quadro.

Vicino alla grande M, tra i ghirigori c’era qualcosa. Un numero, il 40.

Beh, questa era bella.  Si sarebbe aspettato un 28, ma il 40?  Che accidenti c’entrava?  Cominciava a chiedersi quante cose non sapesse della sua famiglia…

Ma non ebbe molto tempo per pensarci, la sua attenzione venne improvvisamente catturata da un rumore: il bussare alla porta.

Charles rimase immobile, senza dire nulla mentre guardava la porta quasi con terrore: chi accidenti era alle tre del mattino che bussava nella stanza di suo nonno?

“Charles, lo so che sei qui. Vieni fuori, è successa una cosa.”

Al sentire la voce di Declan il cuore di Charles sembrò ricominciare a battere, mentre il biondi tirava un sospiro di sollievo mentre apriva la porta, trovandosi davanti l’amico.

Il ragazzo era sempre molto attraente, ma non aveva i capelli perfetti come sempre, cosa che lasciò il biondo quasi sorpreso: doveva essere importante se si era mosso senza pettinarsi.

“Che succede Dec?”

“William non si trova e Nessie ha trovato una scritta sopra il letto di Haidi “Ora detto io le regole”.”

“Oh, meraviglioso. Beh, andiamo a vedere.”

Declan stava per chiedergli come avesse fatto ad entrare nella camera del nonno, ma il biondo non gli diede il tempo, superandolo e percorrendo a passo svelto il corridoio.

Declan roteò gli occhi, chiudendo la porta prima di seguirlo.

                                                                         *


Spostò lo sguardo dalla ragazza stesa a terra, guardandola: si era aspettato un atteggiamento più intelligente da parte sua.
Si, un po’ era deluso doveva ammetterlo… dalla nipote di Josephine si sarebbe aspettato di meglio.

Spostò lo sguardo da lei per riportarlo sul muro, affrettandosi a scrivere la terza frase.

Doveva dirlo: si stava divertendo moltissimo… lasciare quelle scritte e poi gustarsi le loro reazioni gli piaceva troppo.

Sentì dei passi nel corridoio e delle voci, ma non se ne curò affatto: era certo che stessero tutti andando nella camera della MacMillan, doveva aveva lasciato la scritta sopra al letto.
Questa volta invece aveva scelto un posto diverso: non voleva di certo cadere nella banalità.
 

Oh, no… sarebbe stato originale fino alla fine.





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Angolo Autrice:

Nella speranza di rendervi un po' piacevole l'inizio settimana, eccomi con un altro capitolo questa volta con un tempo decente.
Spero che vi sia piaciuto, devo dire che scrivere questa storia mi piace molto, grazie per aver creato OC interessanti e per contribuire :)
Siamo verso la fine della storia, spero di non deludervi!

Signorina Granger

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Capitolo 15
*** ... Nessuna risposta ***


~~Capitolo 13: … Nessuna risposta

 


“Niente da fare, maledizione! Vorrei proprio sapere con cosa è stata fatta, questa scritta!”  Nessie gettò a terra lo straccio, guardando con irritazione crescente la scritta integra e minacciosa davanti a lei.

Lei e Hydra avevano provato di tutto, dalla magia alla manualità… ma nulla: lei rimaneva lì, perfettamente intatta e senza alcuna sbavatura.

La porta si aprì e Scarlett entrò nella camera, facendo voltare le due more:

“Allora Detective… scoperto niente?”

“Non esattamente, ma Simone nasconde qualcosa. Però magari ha parlato con William, sono molto amici.”

“E’ possibile, anche se non so dove sia… lo cercheremo domani.”    Hydra sospirò e fece evanascere gli stracci che aveva fatto comparire poco prima, mentre Nessie sedeva sul suo letto:

“Posso dormire in camera con voi due stanotte? Non mi va di stare qui da sola con quella scritta orrenda…”

“Certo, non è un problema! Anzi, sarà meglio riposare un po’, è quasi l’alba ormai…”

Le tre ragazze uscirono dalla stanza, mentre Nessie si lasciava un ultimo sguardo alle spalle: era sicura che Haidi fosse viva, doveva assolutamente trovare la sua amica.


                                                                          *


Declan si passò una mano sugli occhi, sospirando: aveva un’aria orrenda. Non aveva dormito molto e si vedeva, aveva una faccia…
Era in piedi davanti allo specchio in camera sua, mentre Charles era ancora in salone con Margaret e Irina.

Il moro spostò prese il pettine appoggiato sulla credenza senza staccare gli occhi scuri dallo specchio.
Tuttavia sussultò quando si accorse di una cosa, mentre alzava il pettine per sistemarsi i capelli:

C’era una cosa… una piccola scritta bianca sul pettine scuro.
Non riuscendo a leggerla riflessa nello specchio, Declan abbassò immediatamente lo sguardo sul pettine, certo che non ci fosse mai stata alcuna scritta sopra.

Finora aveva provato poche volte cosa voleva dire “raggelare”, non aveva mai colto davvero cosa volesse dire.  In quel momento però si, lo provò sentendo un brivido freddo lungo la schiena, esitando per un istante prima di lasciare il pettine sul mobile per poi correre fuori dalla camera senza neanche chiudersi la porta alle spalle.

Ti sei perso una ragazza stanotte, Declan

                                                     
                                                                            *


“Abbott! Abbott se ci sei aprimi!”

Non parlava, quasi urlava. Non bussava, diciamo che prendeva a pugni la porta.

Tuttavia sentì un macigno svanire quando la porta si aprì, mostrando una Scarlett abbastanza confusa e irritata:

“Shafiq, che c’è? Si può sapere perché urli alle 8 del mattino?”

“Io… niente, pensavo fosse successo qualcosa.  Comunque anche William è scomparso, non si trova da ieri notte.”

“Merda, dovevamo chiedergli di Simone!”   Sbuffò Hydra imprecando mentalmente da dentro la camera, pensando alla sfiga che avevano oltre al fatto che il povero William era finito chissà dove.

“Chiedergli cosa?”

Alla domanda di Declan nessuna delle tre ragazze disse nulla per un attimo, prima che Nessie rompesse il silenzio uscendo dalla camera:

“Abbiamo qualche domanda da fare a Simone in effetti… se vieni con noi in camera sua sentirai.”
Scarlett stava per insinuare che non era necessaria la sua presenza, ma Declan sorrise e si aggregò alle tre ex Grifondoro, seguendole nel corridoio fino alla porta di Simone.

“Ok, in teoria dovrebbe esserci.”   Hydra bussò un paio di volte, non ottenendo alcuna risposta.

“Forse sta dormendo…”    Mormorò Nessie in tono dubbioso, mentre Scarlett provava ad aprire la porta con la magia: aveva qualche dubbio al riguardo.

“Ne dubito. Shafiq, renditi utile e sfonda la porta.”

“CHE?”

“Sei alto sei spanne più di me, dovrei farlo io?” 

Declan roteò gli occhi, ma non riuscì a trattenere un sorrisetto: in un modo o nell’altro, lei lo divertiva sempre con quel tagliente senso dell’umorismo.

“Ok, va bene… spostati, dolcezza.”

“E non chiamarmi dolcez- “

“Finitela, sembrate i miei genitori quando discutono!”

Alle parole di Hydra Nessie trattenne una risata, mentre sia Scarlett che Declan rivolgevano alla mora uno sguardo allarmato e basito insieme.


                                                                        *


“40 hai detto? Sei sicuro?”

“Si, certo! Solo che poi è arrivato Dec, non ho avuto tempo di rifletterci sopra… Stanno succedendo un mucchio di cose tutte assieme Irina.  Haidi e William sono spariti, mio nonno è morto e poi ci sono questi messaggi poco piacevoli in giro…”

Charles e Irina stavano seduti uno di fronte all’altro, lei sul divano e lui sul tavolino di vetro. Parlavano a bassa voce, soli nella stanza perché Margaret era salita al piano di sopra poco prima per vedere cime stessero le altre ragazze.

“Lo so Charlie, ma non so cosa possa voler dire quel numero. A te dice qualcosa?”

“Niente. Avevo sentito di sfuggita la storia delle 28, ma 40…”

Charles si passò una mano tra i capelli, sospirando: non stava capendo più un cavolo di niente.
Lei gli rivolse un debole sorriso, prendendogli una mano e stringendogliela nelle sue:

“Coraggio, prima o poi tutto andrà al suo posto e avrai le risposte che cerchi da anni, te lo assicuro.”

“L’hai visto nella sfera?”       Irina gli diede uno scappellotto sulla testa, facendolo ridere appena come succedeva sempre quando la prendeva in giro per la sua passione per la Divinazione.

“Cretino! Io cerco di consolarti e tu mi ridi pure dietro! Vado a cercare Dec.”

Irina fece per alzarti, ma Charles la prese per un polso mentre si alzava, facendola voltare per abbracciarla:

“Dai, scusa… grazie per esserci sempre.”

“Emh… ragazzi. Scusate se vi interrompo ma dovreste venire di sopra.”

I due si staccarono e si voltarono verso Margaret, piuttosto pallida e in piedi sulla soglia della stanza:

“Che succede Meg?”

“S-simone…”

                                                                         *

“Beh, questa non ci voleva proprio.”

Irina, Scarlett, Charles, Margaret, Declan, Hydra e Nessie… erano tutti in piedi dentro la stanza di Simone, gli occhi sul muro.

Quando Declan aveva aperto la porta aveva trovato la stanza in disordine, il letto sfatto e i cassetti ribaltati. Ma soprattutto una scritta, precisamente sopra la toeletta.

“Credo sia la peggiore finora… mi mette ansia da morire.”     Mormorò Nessie guardando la scritta sul muro e sapendo già che non sarebbero riusciti a cancellarla facilmente, esattamente come quella che aveva trovato la sera prima in camera sua.

E’ difficilissimo parlare senza dire qualcosa di troppo

Scarlett non disse nulla, mordendosi il labbro mentre distoglieva lo sguardo dalla scritta scura: che la frase si riferisse alla conversazione che aveva avuto con Simone poche ore prima?

O forse la ragazza aveva nel frattempo o precedentemente parlato con William, visto che anche lui era sparito.

“E fu così che rimasero in sette… evidentemente Simone sapeva qualcosa, deve averne parlato con William.”    Sospirò Margaret incrociando le braccia al petto, mentre Hydra e Scarlett si scambiavano uno sguardo, mentre entrambe pensavano la stessa cosa:

Simone aveva cercato di dirle qualcosa che non aveva colto? 
Scarlett stava cercando di ricordare con precisione le parole della Corvonero, ma non le era sembrata una conversazione strana.

“Si, è molto probabile. Poveretti, chissà dove sono.”     Sospirò Irina passandosi una mano tra i capelli scuri, mentre Charles girava sui tacchi per uscire dalla stanza:

“Ma dove va?”    Domandarono in coro Nessie e Margaret, mentre Irina e Declan si limitavano a guardarsi: non c’era bisogno di chiedere, lo sapevano entrambi.

“In cerca di risposte.”

                                                                        *

“Simone? Svegliati, Simone!”

Simone Boulstrode aprì lentamente gli occhi, lasciando che le iridi chiare vagassero sul soffitto… che non vedeva.

Si trovava nel buio quasi totale, sentendo però la presa di due mani sulle spalle.    Si tirò a sedere di scatto, pentendosene immediatamente: dolore, alla testa.

Si mise una mano sulla nuca con un gemito, mentre coglieva una voce femminile dire qualcosa. Una voce familiare:

“Haidi?”

“Si, sono io… ma rimani seduta se ti fa male la testa, deve averti colpito lì.”

“Si diverte a quanto pare… ha colpito lì anche me!”   

Cogliendo la voce di William davanti a lei la mora si sporse per abbracciare l’amico, felice di vederlo:

“Will, non pensavo avessero preso anche te… ma dove siamo?”

“Bella domanda. Credo nei sotterranei, ma il Manor è molto grande, non saprei dire.”

Simone sbuffò alle parole di Haidi, guardandosi intorno: da una grata rettangolare nell’angolo delle stanza entrava della luce, ma non abbastanza da potersi guardare intorno. Naturalmente nessuno dei tre aveva la bacchetta sotto mano, quindi non avevano modo di fare luce.

“E’ mattina ormai… dite che ci porterà da mangiare?”

Haidi rabbrividì, incrociando le braccia al petto: a differenza di Simone e William lei indossava ancora l’abito da sera che aveva messo per il ballo… ed era senza maniche.

“Non lo so, ma lo spero… se non ora almeno per l’ora di pranzo.”

“Io credo che lo farà. Non penso voglia ucciderci, altrimenti l’avrebbe già fatto: non ha avuto problemi a farci trovare il corpo di Scorpius.”

“Allora speriamo che tu abbia ragione, Simone.”

                                                                            *

“Niente!”         Charles chiuse di scatto il cassetto, facendo tremare tutto il mobile.
Aveva cercato per tutta la camera del nonno una traccia, qualcosa… un libro sulla loro famiglia, qualcosa che gli facesse capire cosa significasse quel numero, quel 40.

Era certo che c’entrasse qualcosa con la sua famiglia, ma non aveva idea di come avere delle risposte.
Sedette stancamente sul letto a baldacchino, mettendosi le mani nei lisci capelli chiarissimi che contraddistinguevano la sua famiglia da innumerevoli generazioni.

La biblioteca? Forse…  C’erano moltissimi scritti nella biblioteca di famiglia, ma poteva sempre chiedere ad Irina e Declan di aiutarlo.

Ma c’era ancora la questione dello studio: ormai era un dato di fatto, le risposte erano lì… e qualcosa gli diceva che non era l’unico che voleva entrare nella stanza. 
Chi aveva ucciso suo nonno l’aveva fatto per un motivo ed era quasi certo che c’entrasse con la stanza insieme a ciò che racchiudeva.

Tuttavia era dell’idea che, chiunque fosse, non era ancora entrato nella stanza. 
Le risposte erano nello studio, ma la chiave per entrarci era nella camera del nonno, ad un passo da lui.

Charles alzò lentamente lo sguardo, pensando a suo nonno.  
Quante volte si era sentito dire di somigliarli? Tante, molte, troppe.

Suo padre l’aveva sempre detto: nonno e nipote erano piuttosto simili… quindi doveva essere lui per davvero, solo per un secondo.

Dove avrebbe nascosto una cosa realmente unica e importante, se fosse stato suo nonno?

In una cosa preziosa?  No, troppo banale…   In un posto dove non l’avrebbero cercata, probabilmente.

Charles fece vagare lo sguardo nella stanza, soffermandosi principalmente sul quadro.  Si alzò lentamente, avvicinandosi al dipinto e alzando una mano quasi senza accorgersene, sfiorandolo.

Nello stesso istante in cui le sue dita pallide sfiorarono la tela, notò una minuscola fessura nella parte c’entrale del quadro che formava un quadrato. 

Bingo

Sorridendo, il ragazzo fece una leggera pressione sul pannello, che si aprì con uno scatto come se fosse una porticina.

C’era qualcosa dentro, in effetti. Una busta di pergamena.

Charles la prese e l’aprì, permettendo ad una piccola chiave d’argento e leggermente opaca dagli anni gli scivolasse sul palmo della mano.
Era certo di non averla mai vista prima, ma provò un sollievo e d una gioia insieme che non ricordava di aver sentito da diverso tempo a quella parte.  Sedendo sul letto, tirò fuori dalla busta anche una lettera, che aprì in fretta e furia per leggerne il contenuto:

“Come vedi mio caro Charles, non è vero che non do importanza alla famiglia.   Anche se, dato che stai leggendo questa lettera, ormai è tardi per dimostrartelo.”

                                                                           *

“Sei sicura?”

Scarlett annuì, continuando a camminare tenendo lo sguardo fisso davanti a sé:

“Si, assolutamente… nessuno sospetta niente.”

“Lo spero, altrimenti andrà tutto a rotoli.”

“Rilassati… ti ho mai deluso?”     Scarlett si fermò davanti alle scale, voltandosi verso il suo interlocutore, che si mise le mani in tasca e annuì:

“Bene, allora mi fido. Ci vediamo dopo Scarlett, tu raggiungi pure gli altri per il pranzo… mi farò vivo.”





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Angolo Autrice:

Buongiorno! Eccomi di ritorno con un altro capitolo, di questo passo finirà la storia prima di Pasqua...
Spero che vi sia piaciuto, le risposte alle vostre domande stanno per arrivare e spero non saranno troppo scontate!
Ditemi cosa ne pensate!

Signorina Granger

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Capitolo 16
*** Alcuni pezzi al loro posto ***


~~Capitolo 14: Alcuni pezzi al loro posto




Studio
Chiave
Risposte
Segreti

 

Tutte queste parole risuonavano nella testa di Charles come un allarme, mentre correva verso la Sala da Pranzo.
Aveva aspettato anni, finalmente ora era in possesso della chiave.
Suo nonno non aveva scritto niente nella lettera, dicendo che avrebbe trovato tutte le risposte nella stanza.

Sapeva che stava per succedere qualcosa, altrimenti non avrebbe nascosto la chiave nella busta indirizzata a lui… Scorpius Malfoy sapeva che poteva essere ucciso, dunque.

Charles spalancò la porta della Sala da Pranzo, sperando che tutti i compagni fossero lì e che nessun’altro fosse sparito.
Tirò un sospiro di sollievo nel vedere Margaret, Declan, Scarlett, Hydra, Irina e Nessie seduti intorno al tavolo rettangolare, intenti a mangiare.     Tutti e sei si voltarono quando lo videro entrare, curiosi e speranzosi che fosse successo qualcosa di positivo:

“Che succede Charlie?”

Alla domanda di Irina Charles sorrise, alzando la busta che teneva in mano per mostrarla ai compagni:

“Ho la chiave per entrare nello Studio di mio nonno… pensavo fosse giusto che veniste anche voi, visto che siamo tutti coinvolti.”

Declan si era alzato ancor prima che finisse di parlare, imitato da Irina: dal canto suo, la ragazza aveva sempre pensato che ci fosse qualcosa di importante dietro quella porta, dopotutto sapeva benissimo quanti segreti avessero i Malfoy.

Anche Nessie si alzò e si avvicinò in fretta al ragazzo, curiosa: aveva notato la porta fin dal loro arrivo e si era chiesta mille volte che cosa contenesse… finalmente era arrivato il momento di scoprilo.

“Beh, ovviamente siamo tutti molto curiosi… facci strada.”   Margaret sorrise, sollevata: sperava che sarebbe cambiato qualcosa, una volta nello studio… magari avrebbero trovato il contratto, cosicché se ne sarebbero potuti andare.

Hydra e Scarlett si alzarono nello stesso istante, seguendo gli altri fuori dalla stanza: la prima non vedeva l’ora che quella storia finisse, la seconda invece non vedeva l’ora di entrare nello Studio e scoprire cosa ci fosse dietro, finalmente.

Mentre saliva le scale dalle quali era scesa solo pochi minuti prima, la giovane strega si voltò: era più che certa che fosse nei paraggi ad osservarli, felice quanto se non più di Charles di poter trovare delle risposte.

                                                                                     *

“Si può sapere dov’era la chiave?”

“Nascosta nella stanza di mio nonno.”      Rispose in fretta Charles mentre tirava fuori la chiave dalla busta, impaziente di poter entrare nella stanza e curiosare, come aveva sempre voluto fare fin da bambino.

Infilò la chiave nella serratura antica, girandola con emozione.  Quando sentì lo scatto e vide la porta socchiudersi, Charles sorrise, aprendo la porta con una piccola spinta della mano.

Tutti e sei i compagni tesero il collo per vedere dentro la stanza, mentre Scarlett imprecava e malediceva l’altezza che le impediva di vedere bene.

“Ok, allora… visti i recenti avvenimenti, credo che due di noi dovrebbero restare fuori a fare la guardia. Chi si offre?”     Charles si voltò verso i compagni, ricevendo da Declan e Irina due identici sguardi da “noi-ti-seguiamo”.  

Hydra si guardò intorno e sospirò, intuendo che nessuno si sarebbe offerto se non avesse fatto lei la prima mossa:

“Ok, ci penso io… Non chiedo a te Scarlett di farmi compagnia perché sei troppo curiosa per restare fuori, Nessie?”

“Ok, d’accordo… sto io qui fuori con te.”     Nessie non sembrava particolarmente felice, ma Charles annuì ed entrò nella stanza, seguito da Irina, Declan, Margaret e Scarlett.

Scarlett si chiuse la porta alle spalle dopo aver rivolto un’occhiata ad Hydra, che la guardò come si guarda un bambino che ama mettersi nei guai.

“Non fare pasticci, Scarlett.”

Scarlett sorrise allo sguardo dell’amica, annuendo e lasciando che la porta si chiudesse dietro di lei prima di voltarsi, guardando per la prima volta l’interno del famoso Studio.

                                                                       *

“Beh, è esattamente come lo ricordavo. Noti niente di diverso?”       Alla domanda di Irina Charles non rispose subito, guardandosi intorno con attenzione.

Il camino vuoto, il divano di pelle scura con la coperta bianca sopra, il tappeto nero e il pavimento in mogano.
Si, sembrava tutto come l’aveva lasciato…

“Controllate se ci sono scritte in giro, anche se non credo che il nostro “amico” sia già entrato qui.”

“Tu credi? Allora perché ha ucciso tuo nonno?”

“Perché sapeva che non gli avrebbe mai dato la chiave.”    Mormorò Scarlett mentre apriva una credenza, facendo scorrere lo sguardo sugli oggetti d’oro e d’argento che conteneva.

“Si, immagino sia andata così.”     Convenne Charles chinando il capo, osservando la busta di suo nonno che ancora teneva in mano.

“Charlie.”      Charles alzò lo sguardo su Declan, che gli aveva appoggiato una mano sulla spalla:

“Sai esattamente dove cercare.”   

I due amici si guardarono per un attimo, mentre Charles cercava di capire a cosa l’amico si riferisse.

Vide Irina fargli un cenno col capo, indicando… la scrivania.

Era entrato qualche volta in quello studio, ma non era mai riuscito ad aprire nessun cassetto del mobile del nonno.
Forse quella era la volta buona.

“Non c’è nessuna scritta Charles. Tu hai trovato qualcosa Scarlett?”

“Niente.”     Margaret sollevò un lembo del tappeto per vedere se c’era qualcosa sotto, trovando solo un leggero strato di polvere sopra il parquet: niente nemmeno lì.

Intano Charles si era avvicinato alla credenza, sfiorando la serratura del cassetto più grande.  Era d’oro e parecchio elaborata. 

Suo nonno gli aveva lasciato solo quella chiave… possibile che gli stesse nascondendo qualcosa anche da morto?

“Charlie, come hai detto che hai aperto la porta della stanza di tuo nonno?”

Alla domanda di Irina Charles la guardò, accigliato:

“Beh, la porta era magica…”

Irina gli sorrise, come quando erano a scuola a Divinazione e lei gli suggeriva indirettamente le risposte, aiutandolo ad arrivarci.

“Giusto. Magica.”        Charles abbassò lo sguardo sulla scrivania, pensando le esatte parole che aveva rivolto alla porta qualche ora prima.

Tutti eccetto Irina sgranarono gli occhi di fronte al cassetto che si aprì di scatto, scaturendo un sorriso da parte di Charles.

“Che c’è dentro Malfoy?”   Scarlett si avvicinò, imitata da Margaret mentre Charles sollevava il contenuto del cassetto con mani quasi tremanti.

“Un libro?”    Margaret inarcò un sopracciglio, confusa: dal canto suo, si era aspettata una pozione o cose del genere… non un libro.

“Non fare quella faccia Nott, i libri possono essere più utili di quanto non possiamo pensare a volte.”   Declan sorrise, avvicinandosi a Charles per vedere il libro mentre Scarlett annuiva, concordando con il Serpeverde una volta tanto.

Charles stava per aprirlo, ma venne interrotto da qualcosa.  Un rumore piuttosto forte, proveniente dal corridoi.
Tutti e cinque si voltarono di scatto, spaventati.

Scarlett fece per fiondarsi verso la porta, venendo trattenuta da Declan che la prese un braccio:

“Lasciami Declan, ci sono due mie amiche lì fuori!”

“Scordatelo! Probabilmente le ha già rapite Scarlett, lascia stare.”

“Ma non possiamo lasciarle in balia di chissà quale psicopatico!”   Protestò Margaret a voce abbastanza alta, fregandosene che il loro “coinquilino” potesse sentire le sue parole.

“Muovetevi dobbiamo andarcene da qui.”

“E come? Usando la Polvere Volante?”    Domandò Scarlett in tono sarcastico, divincolandosi dalla presa di Declan e guardando la porta con occhi quasi lucidi, pensando ad Hydra e Nessie e al fatto che le aveva lasciate lì fuori, da sole.

Oh, ma gliene avrebbe detto quattro: si era detto che non avrebbe permesso che venisse fatto del male a nessuno.

“No simpaticona, c’è una porta qui dentro, da qualche parte!  CERCHIAMOLA.”

“Non serve Charles, non hai mai letto un fottuto giallo?”    Esclamò Declan con impazienza mentre si avvicinava ad un quadro: lo stemma dei Malfoy.

“Hai detto che c’è uno così nella stanza di mio nonno, non è di certo un caso!”     Declan spinse il quadro, premendo sul centro dello stemma.     Accanto a lui la credenza si spostò, mostrando ovviamente la porta della quale Charles aveva visto l’altro lato.

“Forse dovrei davvero leggere di più… spostatevi. Bombarda.”

Non c’era decisamente tempo per trovare il modo di risolvere l’ennesimo ostacolo di suo nonno, ovvero una porta fusa con la pietra. 
Suo padre gli aveva sempre detto che la magia serve a facilitare la vita dei maghi… quella era decisamente una di quelle situazioni, mentre la porta si staccava dalla pietra con forza, volando verso il fondo del corridoio interno.

“Coraggio, dentro.”    Tutti e cinque uscirono in fretta dalla stanza, Charles per ultimo.    Il biondo si guardò indietro un’ultima volta mentre chiudeva la credenza, scorgendo con un brivido la maniglia della porta che si piegava lentamente.

                                                                       *

“Siamo fregati.”        Mormorò Margaret, in piedi accanto alla finestra e piuttosto pallida in volto.
Si erano chiusi nella stanza di Scorpius, sapendo che era probabilmente l’unica stanza della casa dove erano realmente al sicuro da chiunque.

Charles stava seduto sul letto, il libro tra le mani.   La copertina era scurissima e senza alcuna scritta sopra, sembrava un libro abbastanza vecchio viste le pagine ingiallite.

“Posso?”     Charles annuì e lo passò ad Irina, seduta accanto a lui mentre Declan osservava invece il quadro con lo stemma, scrutando quel “40”.

“Sai, credo di sapere cosa sia.”   Mormorò la mora mentre lo apriva piano, trovando uno stemma sulla prima pagina.

“Davvero?”

“Si. Meg, puoi venire qui un attimo per favore?”     La bionda annuì e raggiunse lentamente il grande letto a baldacchino, osservando la prima pagina del libro che Irina le mostrò.

“Lo riconosci, per caso?”

“Certo… è lo stemma della mia famiglia. Ma che ci fa lo stemma dei Nott in un libro di Scorpius Malfoy?”

“Mi sembra chiaro.”      Sorrise Irina con una gran soddisfazione negli occhi scurissimi mentre incontrava lo sguardo di Scarlett, sapendo che stavano pensando la stessa cosa:

“Abbiamo tra le mani “Sacre 28”.”

                                                                               *

Si lanciò uno sguardo alle spalle, osservando i corpi delle due ragazze che fluttuavano dietro di lui, seguendolo nel corridoio.

Senza volerlo l’avevano notevolmente aiutato, lasciando fuori proprio Hydra e Nessie… ora erano in gioco solamente Malfoy, Lumacorno, Shafiq, Nott e Scarlett…  Quelli che gli servivano.
Naturalmente Scarlett non avrebbe preso bene il fatto che avesse prelevato gentilmente due sue amiche, ma non gli importava granché: per quanto la rispettasse, non si sarebbe fermato se avesse provato ad ostacolarlo.

                                                                              *

“Beh, devo ammettere che non pensavo fosse un libro vero e proprio… credevo fosse un rotolo di pergamena con scritti i nomi delle famiglie e cose del genere.”

“Si, anche io… ma ci sbagliavamo a quanto pare.  Mi chiedo perché sia così importante però, mio nonno non ha mai detto che ce l’avevamo noi… Non dovreste averlo voi, in teoria?”

Charles guardò Margaret, che si limitò a scrollare le spalle:

“Effettivamente sì, ma tuo nonno ha detto che la prima edizione dei “giochi” è stata vinta dal tuo antenato. Probabilmente il mio trisavolo glie l’ha dato come premio o una cosa del genere.”

“Margaret ha ragione, di certo è andata così. Però non capisco perché tenertelo nascosto Charles… conoscendo tuo nonno, sarebbe stato orgoglioso di sbandierare il fatto che avete vinto voi la prima edizione, no?”

Alle parole di Declan, che stava in piedi e appoggiato con la spalla alla credenza, Charles non rispose: conoscendo suo nonno sì, avrebbe fatto così. Ma allora doveva esserci altro, dentro quel libro.

“Si è vero. Quindi c’è altro qui dentro, dev0essere così… non è solo una lista di nomi.”   Mormorò Charles sfogliando le pagine del libro, che anche se breve aveva comunque diverse pagine.

Ma le ultime erano vuote, completamente bianche.  Il biondo inarcò un sopracciglio, fermandosi ad osservarle:

“Pagine bianche^ Beh, ecco perché è così lungo.”  Commentò Irina mentre Scarlett restava in silenzio, in piedi e con le braccia conserte mentre osservava fuori dalla finestra, chiedendosi dove fossero Nessie, Hydra e gli altri.

“Credo che dovremmo leggerlo: ci sarà per forza qualche risposta al suo interno, dopotutto ormai è ovvio che il misterioso rapitore vuole questo libro. Ci sarà un motivo.”

“E se fosse un Nott?”       Alle parole di Declan tutti lo guardarono, Margaret compresa.
La bionda gli rivolse uno sguardo accigliato, fulminandolo con gli occhi:

“Ne dubito. I miei genitori non mi hanno mai parlato di questo libro, se fosse così importante l’avrebbero fatto… e mi avrebbero chiesto di prenderlo prima di venire qui, cosa che non è avvenuta.”

“Non devono essere per forza i tuoi genitori… un tuo zio, magari.”

“Declan, no. Se lo volessero l’avrebbero chiesto, è nostro di diritto visto che è stato scritto da un Nott! Non ci sarebbe bisogno di tutto questo casino per prenderlo, se a volerlo fosse un mio parente.”

Declan non obbiettò, limitandosi a guardarsi in cagnesco con la bionda.

“Dec, sai che ti adoro ma mi trovo d’accordo con Meg.”

Declan sbuffò alle parole di Irina, mentre Charles non si esprimeva: era impegnato a leggere in fretta il libro, anche se decifrare la scrittura di Cantankerus Nott non era esattamente un’impresa facile.

“Scarlett?”       Declan, Margaret e Irina si voltarono verso la castana, che si voltò di scatto al sentirsi chiamare:

“Eh? Scusate, mi ero persa…”

“Declan sostiene che il nostro rapitore misterioso sia un mio parente perché vuole riprendersi Sacre 28. Tu che ne pensi?”

“Emh… potrebbe essere, ma non sarebbe vostro di diritto? Non credo ci sarebbe bisogno di tutti questi casini per prenderlo, giusto?”

“Precisamente, grazie Scarlett.”

La mora si sforzò di sorridere appena, mentre Declan la osservava con aria inquisitoria: non che lo stupisse il fatto che non fosse d’accordo con lui, ma era abbastanza distratta da quando avevano lasciato lo Studio, con la mente rivolta chissà dove.

“In effetti dovrei andare in camera mia a prendere una cosa.”

“Che?”    Domandarono in coro Irina, Declan e Margaret mentre guardavano la Grifondoro con aria stupita, che si limitò a scrollare le spalle:

“Non ci vorrà molto, starò attenta.”

“Ti ricordo che Nessie e Hydra erano in due. E come abbiamo provato sulla nostra pelle Hydra è decisamente forte a duellare…”

“Magari posso accompagnarti, almeno non saresti da sola.”   

“Grazie Irina, ma non ce n’è bisogno… Se passo per lo studio di Scorpius, la mia camera è proprio lì accanto. Chiunque abbia preso Hydra, Nessie, Haidi, Simone e William non può entrare qui e nemmeno nello studio, quindi basterà che non mi faccia vedere per i due secondi che passerò nel corridoio.”

“D’accordo, ma fai in fretta.”   L’ammonì Margaret mentre Scarlett annuiva, sorridendo con naturalezza prima di uscire dalla porta.

Si era chiusa da pochi secondi quando Declan si spostò verso di essa, facendo per aprirla:

“Dec, dove vai? Non dirmi che devi andare a pettinarti!”

“No Irina.”    Declan alzò gli occhi al cielo mentre Margaret tratteneva una risata, senza che Charles si accorgesse di nulla: era troppo preso dalla fretta di leggere anche per accorgersi di una grandinata.

“Vado dietro a Scarlett, preferirei che non rimanessimo in quattro.” 

Irina rivolse un sorrisetto all’amico prima che questi uscisse, chiudendosi la porta alle spalle per poi avvicinarsi all’uscio dello studio, rimasto ormai senza porta.

Il ragazzo non si fermò ad osservare niente nella stanza, tenendo la bacchetta stretta in una mano mentre apriva lentamente la porta, controllando che non ci fosse nessuno nel corridoio prima di uscire, assicurandosi di chiudere la porta: non era certo il caso che il loro misterioso amico ci entrasse per causa sua.

Si avvicinò alla porta della stanza di Scarlett e Hydra, che fortunatamente era davvero a due passi dalla porta scura dello Studio.  
Stava per bussare, ma la sua mano si fermò a mezz’aria quando sentì qualcosa: delle voci, anche se flebili.

Una era ovviamente di Scarlett, mentre l’altra era impossibile da riconoscere: non riusciva a capire cosa si stessero dicendo, ma era certo che Scarlett stesse parlando con qualcuno.

Declan si affrettò a bussare con forza, stoppando la conversazione all’istante.    Ci furono un paio di secondi di silenzio nei quali s’immaginò Scarlett che non sapeva se aprire o no la porta; prima che questa si aprisse appena mostrando la ragazza sulla soglia:

“Shafiq, che ci fai qui?”

“Mi assicuro che tu non venga rapita.  Con chi stai parlando?”      Il Serpeverde teste il collo per vedere dentro alla camera, ma Scarlett la stava tenendo aperta troppo poco perché il ragazzo potesse vedere altro eccetto l’armadio infondo alla stanza.

“Con nessuno! Senti, quel che dovevo fare l’ho fatto, possiamo tornare di là dagli altri.”

Scarlett parlò in tono frettoloso mentre faceva per chiudere la porta, venendo però bloccata da Declan, che la spostò di lato con un braccio mentre con l’altra mano spingeva la porta, aprendola.

“Shafiq, che cavolo fai?”

“Ho sentito chiaramente che parlavi con qualcuno, non prendermi per idiota Abbott.”

Declan entrò nella stanza guardandosi intorno mentre Scarlett imprecava a mezza voce, seguendolo dentro la stanza.

“Ciao Declan, è un piacere rivederti.”

Il moro sgranò gli occhi al vedere l’ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere, seduto sul letto di Scarlett.

“… Che accidenti ci fa LUI qui, Scarlett?”  

Declan si voltò verso Scarlett, che abbassò il capo e borbottò qualcosa di incomprensibile, le guance leggermente rosse.

“Non è come pensi, Declan.”

“Non è come penso? Scusa, come dovrebbe essere allora?   Entro in camera tua e ci trovo quello che penso sia un tuo amico, ma a questo punto potrebbe anche essere di più, mentre tutti in questa casa spariscono e dovremmo essere soli insieme ad un rapitore psicopatico!”

 

“Ma… Ma quale “qualcosa di più”, non dire cavolate!”    Esclamò Scarlett arrossendo appena, mentre Declan guardava Daniel come se volesse affatturarlo.

“Rilassati Declan, lascia che ti spieghiamo per bene cosa sta succedendo e metti la gelosia da parte.”

“BENE. Fatelo ORA, grazie… e non sono geloso.”

 

 

 

 

 

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Angolo Autrice:
Buongiorno a tutti e buona Domenica! :)
Stamattina non avevo niente da fare, mi sono messa a scrivere e alla fine ho finito il capitolo!
Allora, spero che vi sia piaciuto anche se non è lunghissimo, qualche risposta qui ve l'ho data anche se c'è altro da scoprire ancora... non preoccupatevi, le risposte arriveranno XD
A presto, spero!

Signorina Granger

 

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Capitolo 17
*** Spiegazioni ***


~~Capitolo 15: Spiegazioni
 


“Simone?”

“Mh?”

“Senti, credo che ora dovresti dirmelo… che cos’era quella boccetta?”

Haidi, Hydra e Nessie tacquero all’istante, osservando la Corvonero, che stava seduta con la schiena appoggiata al freddo muro di pietra.

“Ma allora c’era davvero qualcosa! Scarlett aveva detto che le sembravi strana.”

Alle parole di Hydra Simone annuì, incrociando le braccia al petto:

“Ok, d’accordo, ma non è niente di così eclatante. Io e il mio capo abbiamo provato a fare un esperimento, qualche tempo fa.”

“Cioè?”

“Aveva sentito una storia, mi ha detto. Di una pozione molto particolare e voleva provare a farla, anche se aveva poche indicazioni sul come prepararla.  Non avevamo il coraggio di provarla, così mi ha detto di portarla con me per magari sperimentarla su qualcuno, ma non l’ho mai fatto… evidentemente il nostro rapitore ha capito cosa avevo provato a fare e me l’ha presa, anche se dubito che fosse preparata correttamente: è più una specie di leggenda.”

“Davvero? E che effetti avrebbe questo intruglio?”

“E’ una specie di Maledizione Imperius in versione materiale… se la spruzzi su qualcuno, pare che questa obbedirà a qualunque cosa tu dica ad effetto indeterminato, o almeno così ho sentito.  Ma pochi ci credono, è molto difficile da preparare e nessuna sa bene come, è stata inventata qualche decennio fa ma non si sa bene da chi.”

“Beh, in effetti al nostro amico farebbe utile una cosa del genere, visto che chiaramente vuole qualcosa da noi. Speriamo solo che tu e il tuo capo abbiate fallito, Simone.”

Alle parole di Haidi Simone quasi sorrise, annuendo: buffo. Aveva sempre odiato fallire, ma ora sperava ardentemente di averlo fatto.

                                                                         *

“Ok, allora… cosa vuoi sapere?”      Scarlett guardò Declan, seduto di fronte a lei su una sedia, la schiena piegata in avanti e i gomiti appoggiati sulle ginocchia:

“Non so, tutto. Perché lui è qui… sei coinvolta con chi ci sta rapendo, Scarlett?”

Delusione.    Scarlett vide quello, negli occhi scuri di Declan. 
Era normale, dopotutto lui stava di certo pensando che fosse in combutta con un assassino… cosa non vera. 

Ciò che la stupiva era il fatto che LUI fosse deluso da lei: devi tenere ad una persone, per rimanere deluso.

“No, certo che no. Ma sto cercando di capire chi sia, insieme a Danny.     Tutto è cominciato il giorno della festa… qualche ora prima, provai a Smaterializzarmi e naturalmente non ci riuscii.  Mi parve subito strano, così sono andata a cercare Scorpius ma non l’ho trovato, probabilmente era già morto ma non potevo saperlo.      Quando l’ho visto al ballo ho pensato che mi stavo preoccupando per niente, ma poi Haidi è sparita… sono andata in panico perché sapevo che non poteva essersene andata, così ho chiesto a Daniel di restare qui ed aiutarmi a capire cosa stava succedendo. Ricordi che ero sparita per un po’? Parlavo con lui in giardino, ha finto di essersene andato ma in realtà è sempre stato qui, anche se a differenza nostra lui può andarsene.   Quando abbiamo trovato il corpo di Scorpius ho avuto la conferma che eravamo nei casini e poi sono iniziate le scritte, le sparizioni…”

“Ma perché non ci hai detto di Daniel?”

“E a chi potevo dirlo? Per quel che ne sapevo, ognuno di voi poteva essere d’accordo con il killer.  Ho pensato a Charles come complice e non potevo certo dirlo a te o a Irina!  Poi sono andata a parlare con Simone. Ho trovato qualcosa di strano non camera sua, tracce di una pozione strana… ed è sparita poche ore dopo.        Non ho detto a nessuno di Daniel perché qui c’è un killer che se ne va in giro a rapire persone e a scrivere sui muri senza che noi ci accorgiamo di nulla, avevo paura che lo scoprisse e che lo uccidesse, capisci?”

Declan annuì, riflettendo sulle parole della ragazza: non faceva una piega, non poteva che essere sollevato del fatto che non avesse a che fare direttamente con quella storia.

“Io e Danny avevamo pensato di fare una cosa: volevamo fare finta di rapire un altro dopo Simone, per vedere se il vero rapitore si sarebbe mostrato… quando sono sparite Hydra e Nessie ho creduto fosse stato Danny, ma parlando con lui prima che tu arrivassi ho capito che non è così. Sono state prese sul serio e chissà dove sono adesso.”

                                                                            *

“Declan e Scarlett non tornano, sono in ansia. Non dovremmo cercarli?”    Domandò Irina mordendosi un labbro, mentre Margaret continuava a fare avanti e indietro per la stanza con aria inquieta.

“No, almeno non ora.”    Irina spostò lo sguardo su Charles, sorpresa di sentirlo parlare: negli ultimi dieci minuti non aveva fiatato, restando a leggere per conto suo.

“Ho capito abbastanza leggendo… prima di rischiare di sparire per cercare Dec e Scarlett, devo spiegarvi per bene la situazione, o almeno quello che ho capito.”

Margaret e Irina si scambiarono uno sguardo curioso, non dicendo nulla e aspettando che Charles prendesse la parola.

“Allora… a quanto pare c’è qualcosa che mio nonno non ci ha detto. Tra gli anni 30 e 40 Cantankerus Nott scrisse la lista delle 28 famiglie Purosangue inglesi, spiegando anche la loro origine.  Tuttavia, non è stato il primo: come lui stesso spiega qui, ci sono stati incontri e competizioni tra le famiglie Purosangue già durante il Medioevo, quando il loro numero non era 28 ma qualcosa come quasi 100…”

“Tipo gli York e i Lancaster?”     Domandò Irina con un velo di ironia nella voce, prima di guardare con stupore Charles: aveva annuito.

“Beh si, erano famiglie Purosangue che si scontrarono di brutto… scomparse nel tempo.  In ogni caso, ora ho capito cosa significa il 40: lo stemma dei Malfoy è stato modificato alcune volte nella storia e la versione recente risale ai primi del 900, quando le famiglie Purosangue erano appunto 40.  Tuttavia non mi è ben chiaro perché qualcuno lo voglia così disperatamente. Non c’è scritto niente di così eclatante o segreto.”

“Beh, se tuo nonno l’ha tenuto nascosto per anni ci sarà un motivo.”

Margaret si avvicinò al giovane Malfoy, prendendogli delicatamente il libro dalle mani, sfogliando e facendo scorrere gli occhi chiari sulle pagine, cercando un qualche segno particolare.

Un bussare alla porta fece sobbalzare tutti e tre i ragazzi, prima che Irina si avvicinasse alla porta.

“Siamo noi, aprite!”        Irina tirò un sospiro di sollievo e aprì la porta, permettendo a Scarlett e Declan di entrare.

“Dove accidenti eravate finiti? Mi stavo preoccupando!”

“Volevo vedere se trovavo in giro Hydra e Nessie, ma niente… Voi avete scoperto qualcosa?”

“Solo che quella che vinse Abraxas Malfoy non è stata la prima riunione tra membri delle nostre famiglie… pare abbiano cominciato a riunirsi e a formare un gruppo nel Medioevo.”

“Ook… nient’altro?”    Domandò Scarlett appoggiandosi alla spalliera del letto, osservando il libro aperto che Margaret teneva in mano.

“No per ora no… ma c’è altro di sicuro.”   Mormorò Irina osservando attentamente il libro.  
Nessuno parlò per qualche istante, mentre tutti pensavano a diverse ipotesi riguardanti il libro; Margaret girò in fretta le pagine, arrivando alla fine dove c’erano alcune pagine bianche, completamente vuote e ingiallite.

Margaret sfiorò la superficie della pergamena con le dita, sgranando gli occhi quando si accorse che qualcosa stava cambiando sulla pagina: non era più vuota, ma stavano cominciando a comparire delle scritte a mano.

“Emh, ragazzi… credo di aver capito perché Scorpius teneva nascosto il manoscritto.”

                                                                               *

Dieci minuti prima

“Cioè, mi state chiedendo di non dire niente? Di fare finta di nulla?”

“E’ meglio così Declan… correremo meno rischi di essere scoperti se lo sanno in pochi.”

Declan non guardò Daniel, tenendo gli occhi scuri fissi in quelli di Scarlett.

“Si Declan… ti sto chiedendo di fare questo. Non è propriamente mentire, è nascondere qualcosa. Danny può aiutarci, è il migliore tra gli Auror più giovani.”

Declan tacque per un attimo, prima di annuire appena con un cenno del capo, alzandosi dalla media:

“Ok, come volete. Spero solo che serva a qualcosa, quindi non stare con le mani in mano.”

Declan uscì dalla stanza di Scarlett, che lo seguì dopo aver rivolto a Daniel un saluto e, come sempre, la raccomandazione di stare attento.

La mora uscì dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle, affrettando il passo per raggiungere Declan:

“Aspettami, tu fai falcate più lunghe!” 

“E vorrei vedere, vista la differenza tra le nostre gambe.”         Declan abbassò lo sguardo e rivolse alla ragazza un sorrisetto divertito, mentre lei invece lo guardò male: avevano passato sette anni di scuola a discutere sull’argomento, quando lui la chiamava “nanetta”.

“Si, certo… comunque, grazie per avermi ascoltata. Sai, un mese fa avrei detto che saresti corso fuori senza nemmeno prestarmi attenzione, giungendo a conclusioni affrettate e facendomi finire nei pasticci.”

“Si? Beh, ora hai visto come reagisco in realtà davanti a situazioni simili. Sorpresa?”

“Si, ma piacevolmente.” 

“Ovviamente.”       Lei gli diede una pacca sul braccio, ammonendolo di non fare troppo il vanesio come suo solito:

“Oh dai, non sono così vanesio… mi piace atteggiarmi, tutto qui. A volte basta solo conoscere meglio una persona per cambiare idea su di essa… spesso detestiamo persone che infondo nemmeno conosciamo.”

“In effetti è vero, anche se non puoi dire che ti sia impegnato per farti adorare da me nei sette anni ad Hogwarts, e nemmeno il tuo amico Malfoy.”

Mentre entravano nello studio, Declan sorrise alle parole di Scarlett: l’aveva sempre reputata una ragazza intelligente, eppure non si era mai accorta del fatto che avesse cercato di attirare la sua attenzione per tutto l’ultimo anno di scuola… e forse anche prima, inconsciamente.

“Forse no, ma ci sto riuscendo adesso?”

Scarlett si voltò a guardarlo a quelle parole, sorridendo dopo aver esitato per un attimo:

“Non te lo dico.”

“Esitazione fatale Abbott, mi hai già dato una risposta.”

“Come no.”

Declan sorrise, prendendo Scarlett per un braccio e facendola voltare verso di lui, avvicinandola leggermente.

“Sei una testa di legno Abbott.”

“E tu arrogante.”

“Però sei bella.”


Declan sorrise appena al vedere il rossore sulle guance di Scarlett, alzando una mano per accarezzarle i capelli e spostarglieli dietro l’orecchio.

“Dovremmo andare dagli altri.”        Scarlett si ritrasse dopo qualche istante per poi girare sui tacchi e dirigersi verso la credenza, abbastanza rossa in volto.

Declan s’infilò le mani in tasca e la seguì, senza staccarle lo sguardo di dosso:

“Si, ma non troverai sempre una via di fuga.”

Era abituato a prendersi qualcosa, quando la voleva… e lei non avrebbe fatto eccezione.

Quando era entrato in camera sua e aveva visto Daniel aveva quasi perso un battito: già alla festa si era chiesto se ci fosse qualcosa tra loro, trovarselo davanti nella sua camera non era stato proprio il massimo...
Senza contare che, per un attimo, aveva pensato che ci fosse in parte lei dietro quella situazione.

Fortunatamente Scarlett gli aveva dato le spiegazioni che le aveva chiesto, togliendogli ogni dubbio da un suo possibile coinvolgimento sia con il killer misterioso sia con Daniel... anche se la sua presenza lì non gli piaceva troppo in ogni caso.







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Buongiorno a tutti!
Credo di aver già scritto questa frase, ma spero che questo capitolo vi abbia rallegrato e non demoralizzato... anche se è lunedì.
Chi altro sta contando i giorni per le vacanze di Pasqua? ... Solo io? Ok...
*segna sul calendario i giorni che mancano alle vacanze*  
Vi auguro una buona Primavera, anche se ho recentemente scoperto che il primo giorno è stato ieri a causa dell'anno Bisestile.....

pardon, oggi sono chiacchierona e sto divagando.

Spero vi sia piaciuto il capitolo, l'ho incentrato maggiormente su Scarlett perchè:

a) mi è parso di capire che in generale vi piace molto
b) la coppietta mi piace troppo
c) dovevo spiegare per bene il suo invischiamento/non invischiamento in tutto sto' casino

Anche se è corto, un paio di chiarimenti in più dovrebbero esservi arrivati... ma cosa ci sarà scritto nelle pagine bianche/non tanto bianche?

La risposta vi arriverà presto, grazie mille per le recensioni dello scorso capitolo! :)

Signorina Granger

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Capitolo 18
*** Segreti di famiglia ***


~~Capitolo 16: Segreti di famiglia

 


“Che? Fa vedere!”     Charles prese il libro dalle mani di Margaret, guardando con stupore quanto lei le scritte che stavano comparendo velocemente sulla carta.

“E continuano, non è solo una pagina…”   Mormorò Irina osservando il libro sbigottita, mentre Charles girava la pagina: disegni, numeri e frasi erano comparsi anche nelle due pagine dopo.
 

“Beh, almeno ora sappiamo perché era nascosto. Sapevo che c’era qualcosa sotto.”     Sorrise Declan con aria soddisfatta mentre incrociava le braccia al petto, guardando il libro.

Scarlett si sporse per vedere, osservando la calligrafia con aria accigliata:

“Non è stata scritta da Cantankerus, questa parte. La calligrafia è diversa…”
 

“Scarlett ha ragione, anzi. Oserei dire che queste pagine sono state scritte da più persone, non da una sola… ma nessuna calligrafia è come quella del resto del libro: Cantankerus non ha scritto queste pagine, nemmeno una riga.”
 

Alle parole di Irina Charles tornò alle prima pagine del libro, come a voler verificare che le calligrafie fossero realmente differenti.
Quando ebbe avuto la conferma, tornò alle ultime pagine e sorrise appena, alzando lo sguardo sui compagni:

“C’è qualcuno che è bravo a decifrare le calligrafie? Perché io sono penoso in questo.”

“Da qua.”       Sospirò Scarlett prendendogli il libro dalle mani e osservando il titolo della pagina, accigliata:

Estratto di Sodalite… non ne aveva mai sentito parlare in vita sua.

                                                                                                                                 *

Erano entrati nello Studio, lo sapeva per certo… e non erano degli idioti, ormai dovevano aver per forza messo le mani sul libro. Quindi era finalmente arrivato: il momento di entrare in azione sul serio.

Fece scorrere le dita sull’arazzo finemente ricamato, prima di ruotare lo stemma dei Malfoy.   Sorrise nel vedere l’arazzo che si arrotolava su se stesso: suo padre non gli aveva mai dato retta, ma alla fine l’arte dell’osservazione gli era davvero tornata molto utile.
 

Entrò nella galleria del passaggio segreto, camminando in fretta nel buio corridoio tenendo la bacchetta davanti a sé.      Quando arrivò davanti al pianerottolo, si soffermò con lo sguardo sull’apertura nella pietra fino alla porta appoggiata al muro di fronte… dovevano aver fatto saltare tutto per fare in fretta.

Non si avvicinò nemmeno allo studio, non gli serviva. Tutto ciò che voleva era lì, nella stanza del vecchio Scorpius… il libro e i ragazzi.

                                                                                                                           *

Un colpo alla porta.    Sobbalzarono tutti e cinque, voltandosi sincronicamente verso la porta.
 

Nessuno proferì parola né si mosse, aspettando che a parlare o a fare qualcosa fosse chiunque si trovasse a pochi metri da loro, oltre la porta chiusa.

“So che siete qui dentro ragazzi. Apritemi o i vostri amici faranno una brutta fine… tutti i vostri amici.”
 

Declan spostò lo sguardo su Scarlett, che deglutì: tutti… una sottile frecciatina a lei, riferita a Daniel?  Probabile.

Irina si voltò verso Charles, che guardò l’amica a sua volta: che fare?  Avevano solo una manciata di secondi per decidere.
 

“Dovremmo fare come dice ragazzi.” Mormorò Margaret prima di alzarsi, avvicinandosi alla porta mentre guardava gli altri in cerca di una conferma da parte loro.

Charles annuì e la bionda aprì lentamente la porta, permettendo al loro interlocutore di entrare.
 

Spostò leggermente Margaret ed entrò nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle e appoggiandosi a dessa con la schiena, bloccando l’unica via di fuga che avevano.

Nessuno proferì parola per qualche istante, mentre Scarlett sgranava gli occhi, osservando con orrore la persona che le si trovava davanti.

“Non è possibile.”

“Ciao Scarlett. Come stai? Non ci si vede da un po’.”

                                                                                                            *

Si erano tutti e quattro voltati a guardarla quando aveva parlato, domandandosi come potesse conoscere il loro killer misterioso.

Charles aveva la sensazione di averlo già visto un paio di volte, ma non ricordava assolutamente come potesse chiamarsi l’uomo che aveva di fronte.

Era alto e ben piazzato, con due occhi chiarissimi e i capelli brizzolati.
 

“Lei chi è? Ci siamo già incontrati.”   Mormorò Charles mentre lo scrutava.   Scarlett annuì, serrando la mascella:

“Certo che l’hai già visto Charles… lui è Jonathan Swan, uno degli Auror più importanti del Paese.”
 

Ecco dove l’aveva visto… a casa sua. A delle feste naturalmente, e anche al Ministero doveva averlo incrociato un paio di volte.

Declan aggrottò le sopracciglia, osservandolo: Swan? Aveva già sentito quel cognome, recentemente.
 

Si voltò a guardare Scarlett, che gli disse qualcosa in labiale come se avesse intuito i suoi pensieri: Daniel.
 

Declan sgranò gli occhi, quando gli tornò in mente il suo incontro con l’amico d’infanzia di Scarlett: ma certo, Daniel Swan.

Ecco perché si conoscevano lui e Scarlett… era amico di suo padre.
 

“Che cosa vuole da noi? Non si è già divertito a far sparire i nostri amici?”

“Non ho fatto loro del male, state tranquilli. Mi servivate solo voi cinque… e ora non più.”

Margaret assottigliò gli occhi, spostando appena lo sguardo sul libro: intendeva quello? Sveva bisogno di loro perché prendessero il libro per lui dallo studio?  Oppure si riferiva alle scritte nascoste nelle ultime pagine?

“Immagino vi sarete resi conto che ci sono pagine sotto incantesimo alla fine del libro… quelle scritte potevano comparire solo grazie ad un membro di una delle vostre famiglie: Lumacorno, Malfoy, Abbott, Nott e Shafiq.”
 

“Perché?”

“Perché sono state scritte da cinque vostri antenati, Abraxas Malfoy, Elizabeth Abbott, Ariadne Shafiq, Ian Nott e Aghata Lumacorno. Erano molto amici e si trovarono qui, sotto lo stesso tetto, negli anni 40. Erano qui a competere sotto la giuria di Cantankerus Nott, che aveva da poco scritto “Sacre 28”. Al termine della competizione, quando si separarono, fecero un incantesimo sulle pagine per far sì che nessuno leggesse la loro opera, eccetto un loro discente. Erano tutti ottimi alchimisti, i loro genitori avevano già iniziato a cercare una formula per un distillato che garantisse eterna fedeltà dagli altri, senza dover usare la Maledizione Imperius.”
 

“Quindi è questo che vuoi zio John. La formula per creare l’Estratto di Sodalite… e hai anche rivoltato Danny contro di me. Complimenti vivissimi.”

Mormorò Scarlett guardando quello che chiamava zio da tutta la vita, non potendo fare a meno di provare un moto di disgusto verso di lui e di profonda delusione: doveva aver fatto un serio lavaggio del cervello a Daniel per metterlo in quel modo contro di lei…
 

“Lei è venuto qui quest’estate per parlare con mio padre, me lo ricordo chiaramente. Mi faccia indovinare, ha sentito qualcosa sull’idea di mio nonno di radunarci qui e ha colto la palla al balzo per avere più possibilità di prendere queste pagine.”

“Esattamente Charles… Ti confesso che mi è dispiaciuto ucciderlo, ma non sarei mai riuscito nel mio intento con lui intorno. La sua mania di nascondere tutto a tutti gli si è ritorta contro, alla fine. E ora, gentilmente, consegnami il libro Scarlett.”

La ragazza quasi rise alle parole dell’uomo, sorridendo:
 

“Non vedo perché dovrei, visto che ci ucciderai comunque… non vorrai permettere che usciamo da qui a dire ai quattro venti che hai ucciso una delle personalità più influenti del mondo magico inglese, dico bene?”

“Pensala come ti pare Scarlett, ma qui dentro la magia non funziona… non potete farmi niente usando la magia e nemmeno io, ma vi ricordo che posso fare quello che voglio dei vostri amici.  All’Accademia ci insegnano a torturare molto bene, sapete?”
 

Prendi tempo
 

Margaret annuì allo sguardo che le lanciò Scarlett prima di parlare:

“C’è per caso un altro motivo per qui vuoi l’Estratto? E’ solo per i suoi poteri o c’è altro… vendetta, magari.”

Swan non rispose subito, annuendo impercettibilmente:

“Anche la mia famiglia dovrebbe essere tra le Sacre 28, ma il suo nome non compare. In origine erano 29 ma poi Nott ha modificato la lista, togliendo i Swan.”
 

“Perché?”

“Perché secondo il tuo tris-trisavolo Margaret, non eravamo degni di rimanerci… il nome della mia famiglia è stato tolto perché Malfoy scoprì che c’erano delle parentele Babbane nella mia famiglia, così ci hanno escluso.”
 

“Ma anche i Weasley hanno sangue Babbano, eppure Arthur è venuto qui.”     Obbiettò Irina in tono sbrigativo, volendo guadagnare un po’ di tempo: avevano solo un modo per uscire da lì, ed era il contratto.       Sapeva che era lì in quella stanza, doveva solo trovarlo… aveva già frugato nei comodini, ma non aveva guardato nello scrittoio, accanto al quale c’era Declan.
 

“Si è vero, ma a quei tempi erano più bigotti, si vede. Fatto sta che grazie a Malfoy la mia famiglia è stata infangata.”

Swan, Margaret e Scarlett guardarono Charles come a volergli dire “Malfoy-mai-farmi-i-cazzi-vostri” mentre Irina faceva cenni a Declan, indicando lo scrittoio e facendogli capire di frugarci dentro per trovare quel dannato contratto che avevano firmato.
 

“Non guardate me, sono passate cinque generazioni, non sono così!”

“Era questo il contenuto della boccetta di Simone che immagino tu abbia rubato, dico bene? Estratto di Sodalite.”
 

CHE?      Margaret, Irina e Charles guardarono Scarlett con gli occhi sgranati, che invece teneva lo sguardo fisso su Swan che annuì:
 

“Si, speravo che ci fosse riuscita ma non era l’Estratto originale… Sua nonna Josephine è stata famosissima per le sue invenzioni alchemiche e speravo fosse come lei, ma mi sbagliavo. La formula originale è su quel libro e da nessun’altra parte quindi Scarlett… o me lo dai, o me lo prenderò con la forza.”

Declan gettò l’occhio sull’ultimo cassetto che aveva lentamente aperto, trovandolo vuoto come tutti gli altri.
 

Merda

 

“Si? Beh scusa zio John… ma non te lo possiamo permettere.” 
 

Accadde tutto contemporaneamente: Scarlett strappò dal libro le pagine con la formula per l’Estratto di Sodalite, mentre Margaret si accorse di un pezzo di carta che spuntava da un pezzo di Parquet, sul pavimento.

La bionda si chinò di scatto e sollevò l’asse, prendendo con un gran sorriso il foglio di carta.
 

Il contratto, finalmente.   Scorpius doveva averlo appositamente messo leggermente in mostra per far sì che potessero uscire senza problemi e senza morire, soprattutto.

“VIA!”   

Esclamò Margaret mentre strappava in quattro pezzi il contratto prima di Smaterializzarsi, seguita da Irina, Scarlett (che si portò dietro le pagine e anche Sacre 28) e Declan.
 

Charles si sporse in avanti, afferrando la foto di famiglia prima di imitare i compagni, svanendo appena prima che Swan gli mettesse le mani addosso.


                                                                                                                               *


“Scarlett!”                 Hydra abbracciò la sua migliore amica, quasi trattenendo le lacrime nell’atrio del Ministero. 

Declan, Charles, Scarlett, Irina e Margaret si erano Smaterializzati lì e avevano immediatamente cercato aiuto, facendo mandare molti Auror a Malfoy Manor per aiutare i loro amici prima di contattare i loro genitori. Le pagine erano state distrutte sotto il volere collettivo dei ragazzi e il libro erano tornate, come di diritto, a Charles.

Venire serviti e adorati dalla comunità magica? Non interessava minimamente a nessuno di loro, volevano solo tornare a casa dalle loro famiglie in quel momento.
 

“Hydra! Meno male… stai bene?”

“Si, tranquilla stiamo bene… come siete usciti?”

“Il contratto, Margaret l’ha rotto… era Jonathan Swan il nostro killer.”
 

“Swan? Ma non è il padre del tuo amico?”    Domandò Nessie inarcando un sopracciglio prima che Scarlett le sorridesse, annuendo appena:

“Si.”  

Nessie e Haidi si scambiarono un’occhiata confusa, ma Hydra fece segno alle due di non aggiungere altro mentre Margaret abbracciava Simone, che aveva sul volto un sorriso soddisfatto:
 

“Beh, per una volta sono lieta che una mia creazione sia andata male! E complimenti per la tempistica Meg, altrimenti non so se ne saremmo mai usciti vivi.”

“Già, Simone ha ragione… brava Meg.”    Margaret sorrise timidamente alle parole di Will e Simone, mentre il ragazzo le dava una pacca su una spalla.

“Beh, finalmente è finita… i nostri genitori arriveranno a momenti. Tutto bene Charlie?”  
 

Charles annuì alle parole di Declan, osservando la foto della sua famiglia.   Come glie l’avrebbe spiegato, a suo padre, che il nonno era morto?  Non sarebbe stato facile e nemmeno piacevole.
 

Irina mise una spalla sulla mano del biondo, facendo cenno a Declan di spostarsi:

“Vai pure dalla tua ragazza Dec, ci penso io a tirare su di morale il biondo…”
 

“Ma quale ragazza!?”

Irina fece cenno al moro di darsi una mossa con una luce pericolosa negli occhi scurissimi, e Declan decise di darle retta, allontanandosi appena dai due Serpeverde per avvicinarsi al gruppetto Grifondoro, dove Haidi, Nessie e Hydra si stavano facendo raccontare tutto da Scarlett.

“Posso rubarvela per un attimo ragazze? Credo che Irina sarà felice di spiegarvi tutto…”
 

Irina alzò lo sguardo di scatto e lo fulminò con gli occhi: in realtà no, ma va beh…
 

“Certo, non c’è problema.”  Haidi sorrise e, afferrata Nessie sottobraccio, se la trascinò dietro insieme ad Hydra per lasciarli da soli.

“Mi dispiace Scarlett… tutto bene?”

“Certo. Dovresti preoccuparti più per Charles Declan, è lui che ha perso suo nonno dopotutto.”

Il ragazzo annuì mentre Margaret e Irina raccontavano tutto per filo e per segno agli altri alle loro spalle:

“E’ vero, ma credo che non sia stato il massimo trovarsi una persona cara davanti una quella situazione. E’ come se mi fossi trovato a parlare con il padre di Charles come assassino, credo. E non mi avrebbe fatto piacere.”

“Non importa, credo che mio padre ci starà peggio, anche se mi dispiace per Daniel.”
 

A me non è mai piaciuto

Declan avrebbe sinceramente voluto dirle quelle parole, ma si trattene: forse sarebbe stata una bella e buona mancanza di tatto in quel momento.

“Immagino, so che vi conoscevate da molto… ma non restarci troppo male, se si è comportato così non era un vero amico. E poi ci ha perso più lui a chiudere i rapporti con te.”

Scarlett distese le labbra in un sorriso divertito, guardando il ragazzo con il quale, una volta, aveva fatto a guerra di fialette di pozioni nei sotterranei di Hogwarts; aveva predetto la sua morte imminente a Divinazione e lui le aveva pure lanciato sulla veste del letame a Cura delle Creature Magiche.

“Senti senti, da quando mi apprezzi così tanto Declan?”

“Non saprei dire in realtà… bella domanda.  Forse da quando hai cominciato a chiamarmi per nome invece che sempre per cognome.”

“Beh, era anche ora.”    Si lasciò sfuggire Irina interrompendo il racconto di Margaret e facendo voltare tutti verso Scarlett e Declan che, incuranti dei compagni, si stavano baciando nel bel mezzo dell’atrio del Ministero.

Hydra sorrise appena mentre Charles inarcava le sopracciglia in un modo a dir poco assurdo:

“CHE? E da quando?”

“Malfoy… se solo avessi un po’ più spirito di osservazione.”    Sospirò Simone alzando gli occhi al cielo mentre Irina ridacchiava, dando una pacca sulla spalla dell’amico e dicendo qualcosa sul fatto che si sarebbe trovato Scarlett Abbott come cognata.
 

“Beh, scusate tanto se non passo il tempo a vedere coppiette ovunque come fa Irina! E William, smettila di ridere!”

Malgrado le parole del Serpeverde però, William non la smise di ridacchiare mentre Haidi sorrideva con aria rilassata, guardando i compagni:

Finalmente la tranquillità. Ora aveva bisogno solo di un’altra cosa.

“Sono davvero felice di vedervi ragazzi… solo una cosa?”

“Cioè?”     Domandò Nessie con aria sinceramente curiosa, guardando la migliore amica che sbuffò con aria esasperata:

“Sto morendo di fame! ESIGO un panino con prosciutto e formaggio.”
 

“Se è per questo, anche io avrei fame… per due giorni abbiamo mangiato un bel niente tranne acqua e pane.”

Margaret e Irina scoppiarono a ridere alle parole di William e Haidi: dal canto loro, erano state così preoccupate per tutte quelle sorprese che non avevano pensato troppo alla fame.

“Qualcuno ha parlato di cibo? Perché alla fine non abbiamo nemmeno pranzato, vorrei ricordarvi.”
 

Obbiettò Scarlett con un sorriso avvicinandosi insieme a Declan, mentre Hydra alzava gli occhi al cielo e borbottava qualcosa sul fatto che avesse sempre fame mentre il ragazzo abbracciava Scarlett da dietro, appoggiando il mento sul suo capo.
 

“Beh, anche io avrei un po’ fame… Ed dai Charlie, non guardarmi con quella faccia da funerale.”
 

Scarlett e Nessie risero al vedere l’espressione impassibile di Charles, che guardava l’amico come se l’avesse appena tradito.

“Beh, allora facciamo così, visto che mi pare di capire che abbiamo tutti fame.  Malfoy offre la cena.”

“IO? Ma se siete stati miei ospiti per due settimane? Semmai offrirete voi!”

“Ok, allora offre Will.”

William si voltò a guardare Nessie con aria un po’ contrariata, obbiettando:

“E perché io?”

“Beh, perché offre sempre la parte maschile… quindi tu e Declan dovete tirare fuori il portafoglio.”


“Io appoggio Nessie!”      Decretò Meg alzando una mano, mentre Declan e Will si scambiavano uno sguardo dà ci-hanno-fregato e Charles pareva invece molto soddisfatto.

“Ok, allora va bene… domani sera vo offriremo la cena, ma ora voglio andare a casa mia, nella mia stanza e il mio comodissimo letto… non ne voglio sapere di studi, libri, pozioni, balli e segreti per un pezzo.”

“Io appoggio Will. Ahh, chi sarebbe così gentile da ospitarmi a casa sua per qualche giorno? Gli Auror voglio perquisire il Manor.”

Charles passò in rassegna i volti dei compagni, mentre Hydra osservava con interesse il soffitto dell’atrio, Haidi e Nessie si guardavano le scarpe a vicenda e Scarlett mormorava qualcosa a Declan, toccandogli i capelli e borbottando che doveva smetterla di torturarli per 23 ore al giorno.
Infine, Simone e Margaret erano improvvisamente molto prese in una conversazione con William su dove andare a cenare la sera dopo.
 

A quel punto il biondo guardò Irina, che sorrise e annuì:

“Tranquillo, mia madre è sempre contenta quando vieni a trovarci.”
 

“Grazie Irina, tu sì che sei un’amica. Dec ci ha lasciati, ho idea.”

“Guarda che ti sento, idiota.”


"Emh... Scusate se vi interrompo."

Il gruppo si voltò, trovandosi a guardare il capo degli Auror James:

"Volevo solo comunicarvi che abbiamo preso Swan e suo figlio, ci dispiace per qusnto vi è capitato e confdoglianze per suo nonno, Signor Malfoy. Ora potete andare, per eventuali domande vi contatteremo."


"Bene... finisce così la nostra avventura allora."     Decretò Simone incrociando le braccia al petto mentre l'Auror si allontanava, facendo sorridere Margaret:

"Beh, non è stata un'avventura da poco direi... Ma la vita ci riserverà di certo moltre altre sorprese Simone, non temere."


"Meg ha ragione... mio nonno diceva sempre che nel mondo magico è imnpossibile vivere in pace e tranquillità."

"Beh, tuo nonno avrà anche ragione Haidi, ma in questo momento voglio solo una pizza e il mio letto, al resto ci penserò domani."







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Angolo Autrice:

Buonasera! Presa dall'euforia delle vacanze mi sono messa a scrivere et voilà.  
Spero che vi sia piaciuto, questo è in un certo senso l'ultimo capitolo della storia ma non è ancora finita, intendo scrivere l'Epilogo :)

Non mi dileguo in frasi stappalacrime, saluti o ringraziamenti perchè per quelli c'è spazio nel prossimo capitolo, che arriverà molto presto!

Signorina Granger

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Capitolo 19
*** Epilogo ***


~~Epilogo

 


Hydra teneva lo sguardo sulla tovaglia bianca, pensando.

In realtà era immersa nei ricordi, ma poco cambia…       Pensava ai giorni passati a Malfoy Manor, ormai quattro anni prima.

E dopo quattro anni era lì: seduta su quella stessa sedia come sempre, quando ogni 365 giorni si ritrovavano tutti a cena per stare insieme, parlando e scherzando.

In realtà ormai i discorsi inerenti alla loro esperienza a casa di Charles erano quasi inesistenti… erano cresciuti, avevano trovato il loro posto e di tutto quello che doveva essere affrontato se n’era parlato abbastanza.
Però era comunque bello ritrovarsi ogni anno, più precisamente all’anniversario della morte di Scorpius Malfoy.

Jonathan Swan era stato rinchiuso ad Azkaban e condannato a vent’anni, mentre Scarlett aveva ribaltato mari e monti per aiutare Daniel ad evitare la prigione. Il ragazzo, grazie al buon cuore e all’affetto che comunque Scarlett provava per lui, se l’era cavata con la libertà vigilata per un po’, ma ora era libero e viveva la sua vita, lontano dalla sua amica d’infanzia e da suo padre.

Stava proprio pensando alla sua migliore amica quando sorrise, senza alzare lo sguardo.

Sentiva un rumore familiare, il suono dei tacchi a spillo sul pavimento… i suoi tacchi a spillo.
Ad 11 anni Scarlett Abbott diceva che da grande avrebbe sempre messo i tacchi e così era stato: ultimamente Hydra la vedeva sempre con scarpe alte.

In effetti non si vedevano da un po’, l’amica era stata all’estero per un periodo ed era tornata solo da un paio di giorni, giusto in tempo per non perdersi la loro rimpatriata annuale.

Si trovavano spesso in realtà con Haidi, Nessie e anche Margaret, ma di rado erano tutti insieme.
 

La futura Capo Auror alzò lo sguardo, sorridendo alla vista della sua migliore amica abbronzata e sorridente mentre si avvicinava al suo tavolo camminando insieme al suo ex fidanzato, che le teneva una mano intorno alla vita come sempre.

Hydra sorrise e sollevò una mano in segno di saluto, appena prima di alzarsi per abbracciare la sua amica:
 

“Sempre la prima! Sei qui da molto?”

“No, tranquilla… ciao Declan. Allora, devi raccontarmi tutto… come sono le Hawaii?”

“Molto belle… e piene di belle donne.”
 

Declan sollevò un braccio in automatico per attutire il colpo sferrato da Scarlett con la borsetta, mentre Hydra sorrideva divertita:

“Cominci bene Dec… siete sposati da un mese e già la fai arrabbiare.”
 

“Oh beh, sa che pagherà le conseguenze delle sue azioni… Ehy, ci sono Nessie e Haidi.”

Nessie corse da Scarlett per abbracciarla, mentre Haidi camminava qualche passo indietro, maledicendosi come sempre per aver messo i tacchi e non aver seguito l’esempio dell’amica che li evitava puntualmente ad ogni occasione.
 

“Ciao sposini! Come state? Ho intravisto Simone e William fuori, ma stavano discutendo e non mi sono fermata a salutare…”

Con Hydra a capotavola, Scarlett sedette alla sua destra con accanto Declan mentre le altre due Grifondoro sedettero di fronte ai due, aspettando di venire raggiunti al ristorante dagli altri.

“Oh, ecco i Corvonero.”  Declan alzò un braccio per far segno a Simone, che li vide e puntò dritta nella loro direzione, elegante come sempre nel tubino scuro e i tacchi.
 

“Ciao a tutti, scusate il ritardo… Vi vedo abbronzati.”        Scarlett e Declan sorrisero alla mora, che sedette accanto ad Haidi mentre anche Will li raggiungeva, salutando tutti e facendo il giro per sedersi accanto a Declan, che dal canto suo non vedeva l’ora di vedere Charles, Stephen e Irina.

“Ok ragazzi, ho un’idea… quando entrano Charles e Irina, li facciamo vergognare e ci mettiamo a fischiare e ad applaudire.” 

Alle parole di Nessie Scarlett rise, concordando subito con lei:
 

“Ci sto!”

“Si, anche io… è successo qualcosa tra voi due?”      Domandò Haidi rivolta a Simone e William, che mandò alla ragazza uno sguardo cinereo:

“Le solite cagate, niente si serio Haidi… oh, ecco Margaret.”
 

“Buonasera a tutti! Menomale che non sono l’ultima.”        Sorrise la bionda avvicinandosi al tavolo, salutando gli amici e sedendo accanto a Simone.

“Aspetta! Ma noi volevamo conoscere Andrew!”      Sbottò Hydra in tono accusatorio, notando che la ragazza si era presentata da sola.  La bionda rivolse alla mora un sorriso colpevole, mentre Nessie e Haidi sbuffavano: erano entrambe curiose di conoscere il fidanzato dell’amica.
 

“A me l’ha già presentato.”     Sorrise Simone con l’aria di chi la sa lunga, guadagnandosi una smorfia da parte di Nessie mentre Scarlett sospirava, una mano sul mento:

“Che peccato, ci sarebbe piaciuto conoscerlo… e Simone, non gasarti troppo.”
 

“Già, solo perché hai preso il bouquet al matrimonio dio Scarlett non vuol dire che sei diventata la prossima moglie del gruppo.”

“Beh, quel posto è già stato occupato da…”

“IRINA E CHARLES!”   


“Dio no, vi prego…”                                Mormorò Irina passandosi una mano sugli occhi, mentre gli amici applaudivano dal loro tavolo.

“Ammazzo Dec.”   Sibilò Charles a denti stretti mentre procedeva tenendo la fidanzata a braccetto, mentre Stephen rideva sotto i baffi.

“Stephen, se provi ad applaudire ti uccido.”

“Gentile con i tuoi futuri testimoni Charlie…”     Sorrise Stephen mentre raggiungevano il loro tavolo.   Declan si alzò e abbracciò i due amici ridacchiando, mentre tutti gli altri si affrettavano a fare ai due fidanzatini le congratulazioni.
 

“Però dobbiamo darci una mossa anche noi ragazze, se no qui rimaniamo le uniche zitelle!”   Esclamò Haidi facendo ridere tutta il tavolo, mentre Irina faceva vedere a Scarlett il suo anello di fidanzamento.

“Bellissimo… visto, e tu che ti disperavi per non aver preso il bouquet.”

“Io non ci credo a quelle cose.”    Decretò Simone in tono secco, guadagnandosi da Hydra uno sguardo di traverso: crederci o no, l’aveva comunque preso lei quasi uccidendo una povera cugina di Scarlett.
 

William alzò lo sguardo sulla mora a quelle parole, inarcando un sopracciglio:

“Ma se prima mi hai quasi ucciso quando ti ho detto che non mi voglio sposare per ora!”

 

“Emh… perché avete tutte una faccia da urlo di Munch?”    Domandò Stephen aggrottando le sopracciglia, osservando le espressioni stupite di tutte le ragazze.

“Che? Non bisogna mai dire una cosa così alla propria ragazza Will! Io Declan l’avrei ucciso!”

“Ma di che ti lamenti tu, ti ha praticamente implorato di sposarlo.”

“Contento lui.”

“Charles! Non fare il cafone!”

“Ascolta la tua futura moglie Charlie… e non offendere la MIA di moglie.”


Scarlett sorrise, sporgendosi per dare un bacio su una guancia a Declan, che puntualmente la prese e la fece sedere sulle sue ginocchia, facendole allacciare le braccia dietro al suo collo come sempre.
 

“Rilassatevi, ormai io e Charles siamo grandi amici… vero, Malfoy?”    Domandò Scarlett strizzando l’occhio al biondo, che le rivolse un sorriso e annuì’ con un cenno del capo: avevano dovuto imparare a convivere, alla fine.

L’attenzione di tutti tornò su Will e Simone, che si guardavano con aria seria, uno di fronte all’altro.

Margaret stava cominciando a chiedersi se doveva preoccuparsi quando Simone parò, rompendo il silenzio:
 

“… Te l’ho fatta!”


Tutti gemettero con aria esasperata mentre invece Hydra scoppiò a ridere insieme a Simone, che lanciò il tovagliolo in faccia al fidanzato:

“Così impari a farmi quello stupido scherzo del secchio d’acqua ieri sera, farabutto! Chi la fa l’aspetti, si tenga i danni e i dispetti.”

“E questa dove l’hai sentita, cervellona?”
 

“E’ un detto italiano.”

“Grazie tante Simone, ora sì che non ti sposerò mai!”


“Ah, dicono tutti così.”     Sorrise Irina tra le risate generali, rivolgendo al fidanzato un sorriso prima che lui le prendesse la mano, baciandole il palmo.

Erano stati amici per quanti? 20, 21 anni?  Poi si erano messi insieme e al matrimonio di Declan, dove Charles gli aveva fatto da testimone insieme a Stephen, il giovane Malfoy aveva capito che forse lo voleva anche lui, un matrimonio.
 

Simone rivolse a William un sorrisetto, mandandogli un bacio e ridendo mentre un cameriere arrivava al rumoroso tavolo per prendere le ordinazioni.

 

Hydra sorrise, facendo scorrere lo sguardo sul tavolo: poteva chiaramente vederli tutti, da lì.
 

Scarlett e Declan non si erano lasciati per un attimo da quella lontana sera al Ministero e si erano sposati un mese prima tra l’emozione di tutti e delle due amiche in primis.
 

Irina aveva continuato perfettamente la sua carriera di Obliviatrice e ora stava per sposarsi con il più giovane Malfoy, nonché suo migliore amico.
 

Haidi e lei avevano fatto strada e carriera insieme tra gli Auror, diplomandosi entrambe a pieni voti e lavorando con piacere, amando la strada che avevano intrapreso.
 

Margaret, con il suo carattere gentile e la sua spiccata intelligenza e sensibilità per le malattie, era probabilmente la Guaritrice più amata del San Mungo e aveva imparato a convivere con la sua malattia forse grazie all’esperienza a Malfoy Manor, riuscendo a convivere sua madre a smetterla di preoccuparsi di proteggerla e aveva anche un nuovo ragazzo da un paio di mesi.
 

William aveva continuato a lavorare per la Gringott e Simone, da sempre bravissima nella materia, aveva iniziato da un paio d’anni a lavorare come Pozionista al Ministero… i due stavano insieme da un anno ormai, con grande gioia da parte degli amici (in particolare Margaret, a detta della quale Simone era sempre piaciuto a Will).
 

Stephen aveva smesso di vivere sulle spalle dei genitori e dava una mano a suo padre nel lavoro, anche perché era stanco di non fare nulla da un po’ di tempo: voleva sentirsi utile.
 

Nessie, da sempre grande amante degli animali, non si era smentita e continuava a lavorare con loro, curando la sua “frotta” di animali che teneva nella casa dove viveva da sola da due anni, con grande sollievo di sua madre che aveva passato la vita tra cani e creature magiche di ogni genere.
Anche se, a detta di Haidi, la Signora Paciock non era mai troppo entusiasta di andare a trovare la figlia per la gran quantità di animali che girava per casa: ormai aveva perso le speranze.
 

Arthur aveva proseguito la carriera nel Quidditch e proprio per questo non si vedeva spesso, anche se era andato al matrimonio di Scarlett che l’avrebbe probabilmente cercato fino in capo al mondo se non l’avesse accompagnata all’altare.



Erano cresciuti, erano maturati ed avevano le loro vite, anche se si sentivano ancora legati da qualcosa.

Erano amici ormai, ma facevano parte di un gruppo: erano loro ormai, le Sacre 28.

O almeno quel che ne rimane…
 

Forse tra un secolo non ce ne saranno più, di queste famiglie purosangue: basti pensare che nel giro di vent’anni ne sono sparite più di una decina… ma a chi importa?

Non è la purezza del sangue che conta, ma ciò che si è e ciò che si sceglie di diventare.


Charles adesso lo sapeva.   Anzi, probabilmente l’aveva sempre saputo, infondo…   Perché quella sera, mentre sedeva insieme ai suoi amici e alla donna che amava, spostò lo sguardo sul piccolo tavolo dove da piccolo sedeva sempre insieme al nonno e la nonna, mentre i genitori erano fuori casa per feste o cene.    

Il giovane Malfoy sorrise, quasi salutando suo nonno che era morto per lui quattro anni prima: solamente ora si rendeva conto di quanto gli avesse insegnato, anche se indirettamente.  

Li aveva coinvolti in quella storia per quel motivo: per insegnargli che la purezza del sangue non è altro che una stupidaggine, una superficialità.
 

Esattamente come, se me lo permettete, il colore della pelle, la lingua e il posto dove viviamo.







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Angolo Autrice:

Ed eccoci alla sacrosanta fine della storia.     
Sono felice di averla finita ma anche triste, perchè è una gran soddisfazione a livello personale (tengo a dire che ora mi autoproclamo Signora delle Interattive per averne finite 2) ma triste perchè mi è piaciuto molto scriverla, mi sono divertita davvero tanto e i vostri OC li ho adorati.


Ringraziamenti


Grazie a:

HadleyTheImpossibleGirl, la mia Recensitrice Onoraria con tanto di statua
Sesilia Black, grazie per il supporto e la pazienza di una santa
Moonstatic, con le sue ship realizzate (spero sarai contenta)
Claireroxy, ricorda che i Malfoy hanno radici Giapponesi ma sono biondi comunque (non prendetemi per matta con questa frase)
Shiori Lily Chiara, all'inizio mi chiesi se mi sarei impegnata davvero nel finire la storia... ce l'ho fatta, alla fine
TatianaRomanova, con un OC particolare che ho adorato
Alimanga, grazie per i consigli
Principessac, con le recensioni che non sono mai mancate
Forever_night7, con la fantastica Simone
LilyGPotter, con l'unico Weasley moro che abbia mai incontrato
ChicaCate94, con i gemelli diversi


per aver partecopato,

Grazie alle 12 persone che hanno messo la storia tra le Seguite, tra le quali anche un paio che non hanno partecipato... grazie di cuore a Lyls, bocty e _imjusteri
Grazie alle 5 persone che hanno messo la storia tra le Preferite

Grazie a chi ha solamente letto, spero vi sia piaciuta


Bene, ora solo un paio di cose e poi mi ritiro, non preoccupatevi:

sto pensando di pubblicare una raccolta di One Shot, ognuna dedicata ad un OC e ambientate dopo la storia

Grazie per avermi seguito in questa impresa, sto per iniziarne una nuova... tanto per darmi la zappa sui piedi, sono una vera maestra in questo.
Starò mai per un periodo senza Interattive? ... ne dubito


A presto e grazie!


Signorina Granger

 

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