Se ami la vita, la vita ricambia il tuo amore di Pancake_2309 (/viewuser.php?uid=310598)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Famiglia ***
Capitolo 2: *** Fratello ***
Capitolo 3: *** Viaggio ***
Capitolo 4: *** Compleanno ***
Capitolo 5: *** Fiducia ***
Capitolo 1 *** Famiglia ***
Se
ami la vita, la vita ricambia il tuo amore
{Arthur
Rubinstein}
Non
c’è niente che ti rende più folle del vivere in
una famiglia.
O
più felice. O più esasperato. O più…
sicuro.
-Jim
Butcher
Quel
pomeriggio di metà estate, a Rasembool, il vento scuoteva
violentemente le fronde degli alberi e gli uccelli si riunivano
intorno ai laghi che fungevano da abbeveratoio per gli stessi.
Il
sole era più luminoso che mai e il cielo era persino più
blu degli occhi di Winry.
Den
osservava la scena dall'ombra di un salice, socchiudendo gli occhi e
sbadigliando, era uno dei periodi che più preferiva, in cui la
campagna sembrava in pace con il mondo e in cui poteva sonnecchiare
tranquillamente, indisturbato.
Si
mosse appena per girarsi e l'automail della zampa cigolò.
Quanto
era meravigliosa l'estate in quel piccolo paese.
Pinako
continuò a stendere le lenzuola seguendo un ritmo tutto suo,
allineandoli alla perfezione sul filo in modo simmetrico, non proferì
parola e di tanto in tanto lanciava qualche occhiata alla nipote.
“E'
una giornata splendida oggi “ bofonchiò, tenendo tra le
labbra la sua immancabile pipa” non è così
Winry?” si voltò da un lato, osservando la giovane
seduta sulla sedia a dondolo del portico.
La
sottoscritta aprì gli occhi lentamente, richiamata dalla voce
dell'anziana “ mph...scusa nonna mi ero appisolata, cosa stavi
dicendo?” mormorò sfiorandosi con la mano sinistra, in
cui brillava un semplice cerchio d'argento sull'anulare, il pancione
“ solo tre mesi e questa quiete finirà” sorrise
tra sé e sé.
Pinako
la sentì, scuotendo la testa, “ mi toccherà fare
le ore piccole “ Winry rise allegra.
“Già,
vale lo stesso anche per me”.
Il
rumore di un motore scossè l' omertà del momento, una
morgan plus nero grafite si avvicinò alla casa.
Lei si
alzò, sistemandosi il vestito turchese e rimettendosi le
infradito, prese l'elastico dal polso e si legò i capelli,
andando incontro agli ospiti.
“Comandante
Mustang! Maggiore Hawkeye! Colonnello Armstrong!” .
Riza
fu la prima ad avvicinarsi con un sorriso, “ sei in gran forma
a quanto vedo “ la salutò, Ayate saltò dalla
macchina, raggiungendo Dan per giocare.
Winry
ricambiò al gesto, “ bè non credevo di diventare
mamma così presto, ho compiuto da poco la maggiore età,
ma non mi lamento”.
Le
toccò la pancia, da poco lei e Mustang aveva ufficializzato la
loro unione, “ hai già pensato al nome?”.
“Nomi
“ la corresse educatamente, “ saranno un maschio e una
femmina, quindi io e Ed abbiamo pensato a Trisha e Van “.
“Come
i suoi genitori, un bel gesto in loro memoria“ s'intromise Roy,
“ è un piacere rivederti Winry, vorrei parlare con
Edward, è in casa?”.
Lei
negò con la testa, “ lui e Al sono usciti, dovrebbero
tornare verso sera, Alphonse è andato a Central, doveva
parlare con Jelso e Zampano per farsi accompagnare a Xing. Edward è
con lui, ma si era diretto alla biblioteca per riportare dei libri “
spiegò, “ ma entrate, vi offro qualcosa” li
invitò.
“WINRY
ROCKEBELL!!!” Louis Armstrong si lanciò verso di lei,
afferrandole una mano e baciandola sul dorso, “ SEI SPLENDIDA
RAGAZZA!”.
Lei
ridacchiò a disagio, nascondendo lo sconvolgimento per i modi
irruenti e eccentrici dell'uomo a cui non si era ancora abituata.
Pinako
li raggiunse, “ suppongo rimarrete per cena, è da un po'
di tempo che non riceviamo ospiti “.
I tre
ringraziarono la donna ed entrarono in casa.
Alphonse,
insieme a Zampano e Jelso uscì dalla caffetteria, “
quindi è deciso, partiremo questa notte, zia Pinako mi uccide
se non rimango a cena” si giustificò imbarazzato con gli
altri due, “ quindi vi converrebbe venire da me, facciamo così,
troviamoci tra un' ora alla stazione per tornare a Resembool,
intesi?”.
“Agli
ordini!” esclamarono i due all'unisono.
“Io
vado a recuperare il fratellone alla biblioteca “ si avviò,
salutandoli con la mano, “ a dopo ragazzi!”.
Edward
si era appisolato su una pila di libri, il volto illuminato dal
tramonto, quando aprì gli occhi dorati, Alphonse lo stava
guardando con un sorriso, la testa appoggiata alle mani.
“Da
quanto sei qui?” bofonchiò il più grande, “
mi sentivo osservato, per quanto ho dormito”.
“Da
dieci minuti, tu dormi sempre fratellone, Winry ti sta facendo fare
le ore piccole?” domandò canzonatorio.
“Mph...”
mugugnò, “ è una schiavista incinta, vai a
comprarmi del pompelmo...” imitò la voce della moglie, “
ha sempre odiato i pompelmi”.
Al
rise, “ d'accordo, sarà il nostro segreto, non le dirò
che vieni qui per recuperare le ore di sonno”.
Ancora
steso con la testa su un braccio, allungò l'altro per dare un
buffetto sulla fronte all'altro, “ bravo fratellino”.
Salutarono
Sheska di sfuggita ed uscirono dall'imponente palazzo.
Edward
si sistemò i capelli in una coda, aggiustandosi il colletto
stropicciato della camicia chiara a maniche corte, in modo che Winry
non si accorgesse della sua – finta – fuga, ripose gli
occhiali da lettura nel taschino davanti.
“Allora,
Al, hai deciso di quando partire per Xing?”.
“Sì,
stanotte” affermò risoluto.
Il
fratello maggiore arrestò la sua camminata, “ caspita “
si rabbuiò, “ a volte mi dimentico che hai solo un anno
in meno di me” non avrebbe mai ammesso il suo senso protettivo
fraterno per Alphonse e nemmeno che aveva una paura tremenda per l'
imminente nascita dei suoi figli e aveva un bisogno disperato di
averlo vicino per il periodo che stava passando a chiedersi mille
domande e mille perchè...
“Te
la caverai, fratellone. Sarai un ottimo papà” come se
gli avesse letto nei pensieri, si parò davanti a lui,
appoggiandogli entrambe le mani sulle spalle.
“Al...”
lo chiamò.
“Ti
prometto che per la nascita dei miei nipoti cercherò di essere
a casa, voglio stare vicino a te, a Winry e a zia Pinako...non posso
perdermi una cosa così importante, siete la mia famiglia
dopotutto e inoltre diventerò zio”.
“Stupido...”
borbottò commosso, cercando di celarlo.
Alphonse
gli sorrise bonario, “ forza, torniamo a casa”.
Winry
fece accomodare gli ospiti dentro, parlando vivacemente con i due neo
fidanzati quando Armstrong si fermò ad osservare la bacheca
delle foto.
“Qualcosa
non và?” domandò Pinako, affiancandosi a lui.
“Signora,
a volte mi rendo conto che al giorno d'oggi i giovani sono più
maturi della loro età” precisò.
“Sì,
questi due ragazzi hanno dovuto vedersela faccia a faccia con molte
cose, anche se la maggior parte sono state orribili, hanno dovuto
crescere in fretta” rispose in tono secco.
“Sono
stati due esempi per tutti noi”.
“Credo
che non siano gli unici su questo pianeta, ma ammetto, che sì,
sono davvero speciali”.
I due
Elric raggiunsero la stazione come stabilito dal più giovane,
Jelso e Zampano in abiti borghesi e con una valigia a testa, li
stavano aspettando vicino al treno.
“Buonasera
Edward” disse Zampano.
“Guarda
un po' chi si rivede” sbottò allegro Jelso.
“Ragazzi
“ li salutò con un cenno e salì a bordo.
Al
fece spallucce, seguendo il fratello.
“Allora,
verranno con te?” il modo e il tono in cui lo domandò,
fece supporre ad Alphonse che suo fratello nutriva una fitta
d'invidia per i suoi accompagnatori.
“Sei
geloso?” lo stuzzicò.
“Mph...di
due chimere poi” ribattè, girando la testa verso il
finestrino.
Per un
momento l'altro rimase sorpreso da una reazione così
controllata, conoscendolo si sarebbe arrabbiato subito, forse stava
davvero prendendo sul serio il ruolo che da lì a tre mesi gli
sarebbe spettato.
Sorrise.
“Comunque
non siamo solo – animali da compagnia -, non si sa mai, Xing è
pur sempre un luogo sconosciuto a noi, se dovesse succede qualcosa
meglio qualche arma segreta in più” spiegò
Zampano.
“Già,
anche se dovessimo godere del favore del nuovo imperatore, potrebbe
lo stesso ritorcersi contro di noi. Non sappiamo nulla, meglio essere
prudenti”.
Poi
ognuno di loro si chiuse in un personale mutismo.
Alphonse
si accorse che gli occhi dorati di suo fratello, riflessi sul
finestrino, lo stavano scrutando.
Ci
furono due colpi alla porta.
“Vado
io, cara “ l'anziana fermò la nipote che si era alzata
dal divano.
Gli
altri seguirono con lo sguardo Pinako, zittendosi all'improvviso,
pensando fossero i due fratelli.
“Ah,
signor Garlfield! Paninya!”.
“Buonasera
signora, dov'è Winry?” chiese subito la mora, correndo
poi incontro a quest'ultima abbracciandola.
“Ehi,
che entusiasmo!” rispose la bionda, ridendo.
Gli
altri la seguirono a ruota.
“Accidenti,
è tardissimo. Fratellino, non ti conviene partire domani
mattina?” consigliò Ed, appena sceso dal treno.
“A
questo punto direi è un idea, per voi è un problema
fermarmi da me questa notte?”.
“Direi
di no” rispose l'uomo-rospo.
“Se
non lo è per te “ ribatte l'altra chimera.
Di
nuovo, la porta venne scossa da dei pugni.
“Devono
essere loro, vado io” questa volta fu la ragazza a fermare la
nonna.
Con
passo lento, per la sua delicata condizione, arrivò davanti
l'ingresso.
“Finalmente,
era ora arrivaste” sentenziò lei, Al la salutò
con un sorriso di scuse mentre Jelso e Zampano con un sorriso
allegro.
Il
marito le pizzicò giocoso una guancia, era molto trattenuto
con le effusioni in pubblico, “ ciao tesoro” gli rispose
lei con un sorriso rassegnato.
“Guarda
un po', Acciaio” lo salutò Roy.
“Allora
qualche volta si scolla dalla scrivania e viene a trovare i vecchi
amici”.
“Molto
spiritoso, Ed “ proruppe Riza, posando la tazzina di the sul
tavolino basso davanti il divano.
“EDWARD
E ALPHONSE ELRIC!” come al solito i due si ritrovarono in una
morsa d'acciaio.
“Co...colonnello!”
soffiò il più grande.
“So..soffoco...”
impallidì Al.
“Ciao,
ragazzi”.
“Sei
venuta anche tu furfantella?” gli scompigliò i capelli
Edward, questa lo guardò di storto.
“Paninya!”
la salutò felice il più piccolo, “ e il signor
Garfield!”.
“Ciao
anche a voi ragazzi” rispose l'uomo, ricambiando i saluti.
Dan e
Ayate rimasero sdraiati fuori dall'ingresso, accarezzati dalla
corrente d'aria.
“Per
fortuna c'è abbastanza stufato per tutti, forza tutti a
tavola!” decretò Pinako.
“E
per dolce la mia personale torta di mele e canditi” irruppe la
futura mamma.
“E'
la versione avanzata di quella classica?”.
“Simpatico”
fece la linguaccia al marito.
Nonostante
tutto, erano pur sempre molto giovani.
La
serata procedette tranquillamente, tutti che parlavano tra di loro e
ridevano, un baccano piacevole che riscaldava il cuore.
La sua
famiglia, pensò Alphonse intristendosi un po'.
Gli
sarebbero mancati tutti loro, non appena sarebbe arrivato il momento
di salutarsi.
Li
osservò uno alla volta con un sorriso luminoso.
D'altronde,
la famiglia sono tutte quelle persone che ti rendono migliore,
nonostante non ci siano legami di sangue tra di voi, constatò.
Ma
legami molto più importanti e duraturi che, lui ne era certo,
sarebbero durati tutta la vita.
NOTA
DELL'AUTRICE: Eccoci alla fine del primo capitolo, spero vi sia
piaciuto.
Alla
prossima,
Kokoro
|
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Capitolo 2 *** Fratello ***
A
volte essere un fratello è ancora meglio che essere un
supereroe.
-Marc
Brown
Pinako
si fece aiutare dal maggiore Armstrong per portare le sedie fuori sul
portico, quella era la notte delle stelle cadenti a Rasembool.
“Non
potevate scegliere un momento migliore “ alzò un po' la
voce la donna per farsi sentire da tutti i presenti.
Riza e
Roy si guardarono con un tenero sorriso, tenendosi la mano e
sedendosi vicini.
Edward
prese una sedia, portandola dietro la moglie e l'abbraccio,
incrociando le mani sul suo petto.
Winry
tenne le sue mani con una, gli sorrise “ sei preoccupato per
Al?” di solito non era tipico di Edward essere così
affettuoso.
“A
cena ho parlato con Mustang, mi ha detto che ultimamente le cose non
vanno molto bene a Xing, a quanto pare ci sono delle faide tra i clan
per aggiudicarsi il posto successivo a quello di Ling. E a quanto
pare, May è coinvolta direttamente” abbassò la
voce, anche se Alphonse era diviso da lui, da Paninya, Garfield e le
due chimere.
Poteva
comunque sentirlo.
Winry
capì e la sua voce divenne un soffio di vento, “ May
Chang?”.
“Già...tra
lui e Ling distavano solo cinque posti di differenza per ereditare il
trono, ma dato che è la prossima a raggiungere il sedicesimo
anno di età, l'esatto equivalente della maggiore età ad
Amestris, e quelle tra di loro sono troppo piccole, deve sposarsi con
l'erede di un altro Clan. E dato che lei e Ling erano di due Clan
diversi, lei sarà contesa tra due Clan a cui manca la stessa
differenza di successione che mancavano a lei e Ling. E inoltre, sono
due Clan parecchio importanti, il primo, il Clan Xiung si occupa
della politica di Xing e il secondo il Clan Maong, dell'economia.
Purtroppo le leggi della nazione sono sacre e molto antiche, non
possono essere infrante ne modificate, Ling non può farci
nulla, infatti so che ci sono dei dissapori tra di loro ultimamente e
tra i loro Clan, c'è il rischio di una guerra per la
successione...”.
“Oh
no...” mormorò avvilita la compagna, “ solo che se
dovessi dirlo ad Alphonse...”.
“Non
posso dirgli una cosa simile, Winry, lo sai anche tu. Ho visto come
si guardavano, lo stesso sguardo tra me e te...io non posso
distruggere la felicità di mio fratello. E' successo già
una volta, non permetterò che accada di nuovo”.
“Cosa
intendi fare, allora?”.
Ed
sospirò, “ aspetterò, le cose si aggiustano alla
fine, in un modo o nell'altro. Se andrà a Xing lo scoprirà
da solo, in ogni caso. Prima o poi Ling glielo dirà. Al non è
un tipo impulsivo, è molto più maturo di me su certe
cose, troverà una soluzione, ho fiducia in lui. Quando sarà
il momento, gli dirò tutto. Mi odierà per non
avergliene parlato subito però...sono pur sempre il suo
fratellone, mi perdonerà anche se ci vorranno anni “.
Lei
gli accarezzò una guancia, “ sei troppo duro con te
stesso. Vedrai, come hai detto tu, le cose si aggiusteranno”.
Lui
trattenne la sua mano, lo sguardo dorato sprizzava amore e
gratitudine.
Una
stella cadente solcò il cielo, i due la guardarono
contemporaneamente riponendo le loro speranze in quella sfuggente
luce, pregando che anche a lui venisse concessa la possibilità
di amare qualcuno ed essere amato con la stessa intensità.
Volevano
entrambi un bene dell'anima al più giovane degli Elric.
Anche
Alphonse, un po' seduto in disparte dagli altri osservò la
stella.
Improvvisamente
i suoi pensieri virarono su May Chang, anche lei aveva la stessa luce
di una stella, soprattutto nel suo sorriso e nei suoi occhi.
Arrossì,
sorridendo da solo per le sue riflessioni su quella ragazzina
incredibilmente piena di vita e di coraggio da vendere.
Erano
passati due anni dall'ultima volta che l'aveva vista, non era tanto
tempo, ma sperò in cuor suo che una volta arrivato a Xing
avrebbe ritrovato la stessa persona positiva un minuto prima che
poteva diventare incredibilmente attaccabrighe il minuto dopo.
Insomma,
la May Chang di due anni prima.
Arrivò
in fretta la mezzanotte, Paninya e Garfield furono i primi ad
andarsene dopotutto dovevano prendere un pelo la coincidenza per
Rushvalley.
Poi
Armstrong, Riza e Roy.
“Ah!
Domani mattina mi aspetta un'altra bellissima giornata con le mie
scartoffie preferite”.
“Buon
per lei “ lo prese in giro Edward mentre con un braccio
circondava i fianchi prosperosi della moglie tenendola al suo fianco.
“Venite
a trovarci più spesso “ si raccomandarono quest'ultima
insieme alla nonna.
Riza
fece un occhiolino, “ contateci”.
Ayate
salutò tutti con un – wof- seguendo la padrona.
Armstrong
abbracciò di più Alphonse, mentre Roy si limitò
a una stretta di mano come Riza, seguito da un “ arrivederci “.
Il
diciassettenne sbadigliò, era andato a risedersi sulla sedia,
pensieroso.
Era
davvero sicuro di voler compiere un passo così importante?
Voleva
con tutte se stesso imparare l' Alkhaestry e rivedere May, ma il suo
sesto senso lo metteva in guardia.
Da
cosa poi non lo sapeva.
Edward
diede un bacio veloce sulle labbra di Winry dicendole di andare a
riposarsi che se voleva salutare Al doveva svegliarsi molto presto.
Pinako
lo salutò e accompagnò la ragazza in camera, aiutandola
a fare le scale.
Jelso
e Zampano se l'erano già svignata nella stanza che Pinako
aveva adibito per loro.
Il più
grande mise le mani in tasca, voltandosi a osservare il fratellino,
si incamminò verso di lui, afferrando la sedia e avvicinandola
al suo fianco.
“Nervoso?”.
“No...e
che quello di domani è un passo importante per me, fratellone.
Sai, era arrivato a pensare che dopo che sarei ritornato normale,
avrei passato il resto della mia vita a Resembool con tutti voi. Non
pensavo di fare chissà cosa nella mia vita. Però...non
so se ho preso la decisione giusta”.
“Se
spegni la mente e lasci acceso quello che hai qui dentro “ gli
posò un dito sul petto, “ cosa senti”.
“Che
devo farlo”.
“Hai
la risposta, visto?”.
“Ve
la caverete?”.
“Andiamo
abbiamo tante persone affidabili, d'accordo che io non sono più
un alchimista ma anche come ragazzo normale me la caverò”
sogghignò, “ tu oramai sei abbastanza grande per capire
quello che è giusto fare per te stesso, potrai sempre
chiedermi consigli e avrai sempre il mio supporto, qualunque siano le
tue scelte”.
“Umph-umph”
sorrise rassicurato.
Era il
modo più serio che suo fratello usava per dirgli che gli
voleva bene.
Per
Alphonse, Edward anche senza più poteri era il supereroe
migliore di tutti.
Anzi
era molto di più.
Cosa
c'era di meglio di un supereroe se non un fratello?
“Forse
è meglio che andiamo a dormire, l'alba fa in fretta ad
arrivare” il ventò divenne più freddo e gli fece
venire ad entrambi la pelle d'oca.
Ed si
alzò, facendo per voltarsi.
“Fratellone?”.
“Mph?”
non si voltò, mentire a suo fratello era una cosa che gli
spaccava l'anima in mille pezzi e non voleva se ne accorgesse.
“Grazie”.
Quelle
parole lo fecero sentire impotente e tremendamente codardo.
Non
era neanche capace di proteggere la persona che più amava tra
tutte.
“Non
ringraziarmi, Alphonse “ gli rispose, allontanandosi.
Il più
giovane non capì dato che la stanchezza si faceva sentire.
Strano,
suo fratello raramente lo chiamava per nome intero.
E poi,
senza neanche accorgersene.
Incrociò
le braccia e si addormentò all'aperto sulla sedia.
Pinako
lo vide, gli posò una coperta addosso e gli accarezzò
la testa.
Lasciando
tra le braccia di Morfeo e andandosene a dormire anche lei.
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Capitolo 3 *** Viaggio ***
Da
un certo punto in là non c’è più ritorno.
È questo il punto da raggiungere
-
Franz Kafka
I
primi raggi del sole, illuminarono il viso di Alphonse che si svegliò
di soprassalto con un -ah!- cadde indietro dalla sedia, rendendosi
conto di dove si era addormentato.
“Davvero?
“ mugugnò, sfregandosi gli occhi ancora avvolto nel
torpore del sonno.
A
tentoni si diresse verso il bagno, dandosi una ripulita veloce.
“Buongiorno,
Al!” lo salutarono le due chimere, intente a fare colazione,
lui si aggregò a loro.
“Gli
altri?”.
“La
signora Pinako è andata a comprarci qualcosa da mettere sotto
i denti per il viaggio insieme a Winry mentre tuo fratello credo sia
andato in camera tua...”.
“Giusto!
Ha detto di andare da lui appena potevi”.
Alphonse
aveva agguantato metà panino farcito con la marmellata, lo
tritò in sol boccone bevendo con un sorso tutto il bicchierone
di latte.
Si
pulì la bocca e corse sulle scale.
I due
si osservarono basiti sollevando le spalle e continuando a mangiare.
Quando
Al entrò in camera sua trovò Ed seduto sul suo letto,
gli dava le spalle ma le braccia erano in dentro come se tenesse
qualcosa tra le mani.
Lui
fece per bussare ma ci rinunciò tanto lo aveva sentito.
“Ehi,
fratellino! Ben svegliato” gli fece cenno di andare a sedersi
vicino a lui.
Al si
avvicinò, sedendosi sul suo letto.
Notò
l'orologio d'argento, simbolo degli alchimisti di stato, tra le sue
mani.
“Jelso
e Zampano mi hanno detto volevi parlarmi”.
“Sì...in
realtà, volevo darti questo” gli allungò
l'orologio.
“Ma...questo...io
non posso accettare”.
“Voglio
che lo tenga tu, però prima, aprilo” lo incitò.
Si
ricordò che il fratello non poteva più aprirlo, evocò
l'alchimia in una mano e aprì l'orologio.
Guardo
la prima data incisa e poi la seconda, e la scritta – Non
dimenticare -.
La
prima era quando avevano bruciato la loro casa, per non tornare
indietro e la seconda data era quando lui era ritornato di nuovo
umano.
“Dopo
che non ho potuto più utilizzare l'alchimia ho chiesto a
Winry, in modo un po' brusco è riuscita a riaprirlo...”.
Alphonse
sentì gli occhi pizzicare, Ed avvolse le spalle del fratello
minore con un sorriso a trentadue denti, si staccò quasi
subito.
“Mi
tocca ringraziarti di nuovo, fratellone” si asciugò le
lacrime, ricambiando il sorriso e richiudendo l'orologio.
“Vuoi
una mano a fare la valigia?” domandò Ed.
“Saresti
così gentile?Sì per favore...” accettò
l'altro.
Winry
tagliò la torta in diverse parti avvolgendola in un panno di
cotone e riponendola insieme alle altre cose nel cestino.
“Fortunatamente
Ling ha avuto la grandiosa idea di collegare un treno sotterraneo da
Amestris a Xing, nel giro di questa notte dovreste arrivare”.
“Già,
voi comunque abbondate signorina, siamo due buone forchette” la
invitò Jelso.
Lei
rise e annuì.
“Ma
certo! Nessun problema!”.
Ad un
certo punto la ragazza lasciò cadere il coltello per terra,
afferrandosi al bancone.
“Winry!”
Edward si precipitò da lei.
“Sto
bene...scalciano di continuo, sono impazienti, chissà da chi
hanno preso “ scherzò, sedendosi sulla sedia che Zampano
gli aveva portato.
Alphonse
osservò la scena distrattamente.
Nel
giro di un ora i preparativi erano terminati, “ quindi
dall'ultima città Est City verso Xing” ripete Jelso a
Zampano.
“Mi
spiace non poterti accompagnare fino a Est, Al” mormorò
la bionda sconfortata, stringendo il giovane in un abbraccio.
“Non
preoccuparti” le diede delle leggere pacche sulla spalla, “
tu fai meno sforzi possibili e stai tranquilla, niente automail”
la ammonì bonariamente.
“Non
posso promettertelo” gli fece l'occhiolino, staccandosi da lui
con un sorriso.
“Ciao,
piccoli” salutò posando una mano sul pancione della
cognata.
“Hanno
scalciato!” si stupì la stessa, sorpresa.
“Zia
Pinako!” Al si abbassò, questa gli diede la pipa in
testa, “ mi raccomando, Al”.
Fu il
turno di Edward, “ fratellone” lo salutò
posandogli una mano sulla spalla.
“Fratellino
“ rispose questo, dandogli un buffetto sulla fronte.
Si
staccarono, salutarono anche Jelso e Zampano.
Dan
diede una leccata in faccia ad Al e poi si avviarono verso il viale
sterrato.
Alphonse
si girò un'ultima volta, Pinako si stava pulendo gli occhiali
con il grembiule, Edward aveva un braccio intorno alle spalle di
Winry, questa tratteneva a stento le lacrime con un sorriso radioso.
Si
voltò.
Edward
guardò il fratello incamminarsi in mezzo agli altri due.
“Se
la caverà?” domandò apprensiva la giovane al suo
fianco.
“E'
più forte di quello che credi” la rassicurò.
Presero
il treno da Rasembool fino a Est City e poi da lì salirono su
quello di Xing, partirono che era già mezzogiorno.
Si
sistemarono nel vagone, i posti erano spaziosi e il finestrino molto
grande.
“Quanto
lusso” fischiarono i due.
“Credo
sia per un fattore di comodità, il viaggio è lungo”
chiarì Al, lanciando la valigia vissuta nello scomparto in
alto e sedendosi vicino al finestrino.
Prese
l'orologio del fratello in mano.
“Non
è l'orologio di Edward?” domandò Zampano.
“Sì
me lo ha affidato”.
“Capisco,
tu e tuo fratello avete un legame molto forte”.
“Suppongo
di sì” affermò sicuro.
Quest'ultimo
sorrise.
Jelso
chiuse gli occhi, cercando di dormire.
Il
tunnel sotterraneo era perennemente buio, Alphonse non capiva cosa
potessero servire dei finestrini così grandi per vedere la più
completa oscurità, incominciò a perdere la cognizione
del tempo, poteva scrutare nell'orologio ma preferì non farlo
per non aggiungere ulteriore agitazione in lui.
Per
passare quel tempo che sembrava infinito, incominciò a leggere
un libro sulla scomposizione dei minerali.
Ma per
quanto volesse scacciarli i pensieri facevano capolino dentro la sua
mente, uno solo anzi, ed era May, certo anche Ling e Lan Fa, ma prima
di loro, lei.
Aveva
una voglia tremenda di rivederla, ma dall'altra era alquanto confuso.
Nonostante
tutto, lei rimaneva comunque una principessa ed avrebbe dovuto
comportarsi come tale, però, sarebbe riuscito a vederla? A
parlarle?
Non
l'aveva neanche avvertita che stava per andare a Xing e se per via
dei suoi impegni non poteva insegnarli l'Alkhaestry?
Che
poi, quali potevano essere l'impegni di una ragazza appartenente alla
famiglia reale?
Poteva
chiedere a Zampano e Jelso, ma credeva non fossero i più
adatti, li guardò sbafarsi il cestino di Pinako e Winry,
sovrappensiero.
Non
aveva fame, aveva un enorme nodo allo stomaco.
Doveva
rilassarsi...provò a chiudere gli occhi e assurdamente finì
per addormentarsi.
Venne
svegliato dall'interfono e dal suo nome ripetuto velocemente.
“Mmm...cosa?”
la lampadina sopra di lui produceva una luce fioca, si voltò
verso il finestrino, rimanendo di sasso.
Un
enorme lago si stagliava per diversi chilometri, i fuochi d'artificio
si riflettevano sopra, e tante lanterne colorate volteggiavano nel
cielo stellato.
I
tetti delle case erano a punta e poi dietro alla miriade di case, il
palazzo reale.
Un
monumento vivente.
A
guardia due imponenti draghi dorati.
Non
poteva più tornare indietro ora.
Deglutì
a vuoto ed il treno incominciò a frenare.
“C'è
qualche celebrazione particolare?” chiese il biondo agli altri
due che lo fissarono, atterriti anche loro.
Una
figura incappucciata si sedette al suo fianco, “ in realtà
sì, ma dovreste venire a vederla con i vostri occhi”
spiegò questa.
Alphonse
si girò, “ mi avete spaventato, chi siete?”.
La
figura si abbassò il cappuccio.
“Lan
Fa!” esclamò, riconoscendo la fedele guardia di Ling.
“Sua
maestà sarà felice di rivederti, Alphonse Elric e anche
le tue guardie del corpo”.
“Noi
abbiamo un nome” borbottarono i due.
“Benvenuti
a Xing” proruppe la ragazza d'un tratto mentre il treno
continuò la frenata.
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Capitolo 4 *** Compleanno ***
Che
tu possa esaudire tutti i tuoi desideri tranne uno perché
nella vita bisogna sempre desiderare qualcosa.
-
dal film Star Trek
Lan
Fa, aggregatasi agli altri li scortò lungo le strade di Xing,
Alphonse era folgorato da tanto splendore che superava persino la
festa nazionale di Central City.
Ad
un tratto, una donna anziana irruppe in mezzo a loro, “ LAN
FA!” .
“ Nonna?!
Ti ho detto che non devi chiamarmi per nome quando sono a servizio di
sua maestà” borbottò esasperata.
L'anziana
rise, “ come vuoi cara, e loro?”.
“ Lui
è l'alchimista Alphonse Elric e loro...bè...le sue
guardie suppongo” sbottò dubbiosa.
I
due nominati si scurirono in volto, depressi da così poca
considerazione.
“ Eh”
ridacchiò Al, “ esattamente cosa sta succedendo qui?”.
“ Si
tratta di una festa. Precisamente, quella in onore del sedicesimo
compleanno di May Chang”.
Il
biondo rimase interdetto, “ Coosa?! Io non le ho portato nulla,
non lo sapevo” proruppe rammaricato.
“ In
realtà lei sarà molto felice di vederti, gli hai fatto
un regalo, sei venuto qui credo sia il migliore di tutti, quindi
fossi in te non mi preoccuperai” gli sorrise, dandogli una
pacca sulla spalla.
Il
palazzo reale colpì ancora di più Alphonse dal vederlo
a pochi centimetri da lui.
L'androne
era alto almeno dieci metri dal pavimento ricoperto di giada, i
disegni sul soffitto rappresentavano l'intera storia del regno,
uomini coraggiosi ritratti in epiche battaglie, poi, si voltò
di lato, osservando una rappresentazione di una donna e un uomo, una
era disegnata in un angolo e l'altro nello stesso punto parallelo, in
mezzo un filo rosso, per quanto sottile e appena accennato, legava le
loro mani giunte.
“ Lo
chiamano il filo rosso del destino” Ling Yao fece la sua
comparsa dalle enormi scale di marmo, avvolto nell'abito tradizionale
di cerimonia, l'hanfu “ nella leggenda si dice che ognuno di
noi abbia un anima gemella, questo filo invisibile ed indistruttibile
le lega per sempre, nonostante il tempo e lo spazio tra di loro”
concluse sorridendo ai nuovi arrivati.
“ E'
un piacere rivederti Al” .
Appena
parlò, la nonna di Lan Fa, rimasta ancora con loro gli arrivò
ad un metro dal naso con il piede puntato sotto il suo mento.
Ling
non fece una piega, i presenti rimasero sconcertati, tranne la
giovane guerriera.
“ Nonna!
Lascia in pace sua maestà”.
“ Oh,
mio caro imperatore, se mia figlia non fosse così legata a te,
potrei ucciderti per aver permesso la morte di mio marito Fuu”.
“ Co...cosa
dici?!” la mora bofonchiò imbarazzata, dopo le prime
parole dell'anziana, poi si ricompose, “ lascialo in pace, lui
non c'entra”.
Ling
che per tutto il tempo non mosse un muscolo, con la mano spostò
il piede della donna, avvolto nella ballerina, sorrise beato, come se
niente fosse.
“ E'
un piacere rivederla signora Fa” esclamò, beccandosi
comunque un pugno in testa.
“ Ahio...che
ho detto?” mormorò massaggiandosi la parte lesa.
Gli
altri che erano rimasti ad osservare la scena risero.
“ Ling
Yao! Mi sembra che-” una giovane comparve in cima alle scale,
inferocita.
Alphonse
spalancò gli occhi, May Chang, avvolta in un maestoso furisode
cobalto con una cascata di fiori bianchi disegnati sulla gonna. I
capelli erano sciolti, le arrivavano oltre la vita, divisi in due
lati portati in avanti, fermati sopra le orecchie da dei fiori simili
ricamati sulla veste mentre la frangetta ribelle era stata sistemata
in un ciuffo corto ed ordinato di lato.
Anche
lei si era zittita, poi resuscitò dal suo stato di shock,
“ AL...ALPHONSE?!”
prese due lembi del vestito e si catapultò giù dalle
scale, mostrando i sandali alti che portava ai piedi.
Il
corpo, anche se celato da metri di stoffa, era più maturo,
snello e formoso.
Il
ragazzo si vide una cascata di capelli neri volargli letteralmente
addosso.
“
Ma...May Chang” la
chiamò con un sorriso un po' impacciato, ritrovandosela
distesa sopra di lui sull'orlo delle lacrime e un sorriso
abbagliante.
Gli
occhi scuri si piantarono nel suo sguardo, incatenandolo, si asciugò
le lacrime con la manica del kimono, “ sono così felice
di rivederti” balbettò.
Lui
si mise a sedere e l'aiutò ad alzarsi, “ buon
compleanno, principessa” le baciò una mano.
Lei
rise.
“
Ah, togliti quei formalismi
dalla bocca, per te solo May” lo intimò fintamente
autoritaria.
Una
cosa però non sfuggi al giovane alchimista, era come se lei
non vedesse Ling.
Come
se per lei non esistesse.
L'imperatore
salutò gli altri e tolse il disturbo con Lan Fa e la nonna
uscì dal palazzo.
La
giovane lo prese sotto braccetto, seguiti dalle due chimere, “
allora com'è andato il viaggio?”.
Prima
che potesse risponderle Jelso e Zampano domandarono al biondo se
poteva andare al banchetto e a vedere di trovare una sistemazione
almeno per la notte.
“
Che sciocchezze, siete i
benvenuti a Palazzo” li informò la mora, invitandoli a
fermarsi per tutto il loro soggiorno lì.
La
ringraziarono e girarono i tacchi.
“
Comunque il viaggio molto
noioso. Ti mandano i saluti Ed e Winry e gli altri, ed inoltre ti
invitano a tornare con me a Rasembool per la nascita dei bambini”.
“
Un momento, Winry è
incinta?” berciò come fulminata.
“
Già, devo tornare a
casa tra tre mesi. E c'è un motivo per cui sono venuto qui,
oltre che rivedere te e Ling”.
Si
rabbuiò brevemente sull'ultimo nome per poi ritornare con il
viso sereno “ e qual'è?”.
“
Vorrei mi insegnassi
l'alkhaestry”.
Si
fermarono nel corridoio aperto ai lati da delle finestre.
“
Bè, io non so se
posso...”.
“
Sono sicuro che saresti una
buona insegnante”.
“
Non è per quello
Al...” posò le mani sul rialzò di marmo,
guardando le lanterne volteggiare fuori, il giovane si mise al suo
fianco, appoggiandosi su un solo braccio, rivolto verso di lei.
Ci
fu un lungo silenzio, “ lo sai quando ero ad Amestris non avevo
mai preso seriamente il mio futuro, sì il mio scopo era
ottenere la pietra filosofale ma c'erano poche possibilità
diventassi io l'erede al trono, quindi ero arrivata ad un punto a
sentirmi tremendamente sola e perduta...poi ho conosciuto tutti
voi...” Shao Mei apparve dal nulla dal davanzale, posandosi
sulla spalla di Al che la salutò con una carezza, “ ho
scoperto il valore dell'amicizia e della speranza. E quando sono
ritornata a casa a mani vuote, dentro di me si era creato un vuoto
più grande di quello che avevo lasciato alla mia partenza. Ora
ho sedici anni e devo incominciare a pensare a quello che sarà
il mio futuro...vedi le cose a Xing in questo periodo non vanno molto
bene...” furono interrotti da un servo della casata.
“
Altezza reale, siete
richiesta alla vostra festa” lei fece spallucce al giovane
“
Parleremo in un altro
momento”.
Si
voltò e con passo svelto e aggraziato seguì l'uomo.
Xiao
Mei mugugnò, posando la zampa in miniatura sul viso di lui.
“
Chissà cosa voleva
finire di dirmi, in ogni caso, meglio la raggiunga”.
Quando
Alphonse uscì dal Palazzo si ritrovò una calca di
persone ammassate l'una sull'altra.
“
Festeggiamo gioiosi il
compleanno della principessa May Chang, popolo di Xing...” vide
su un rialzo un uomo che teneva una pergamena e leggeva, dietro di
lui, Ling non proferiva parola mantenendo un espressione fiera e
seria, “ il nostro sovrano, il sessantacinquesimo imperatore di
Xing Ling Jun Yao, augura a tutti voi, una serena serata e invita
Ying Xiung dodicesimo erede del Clan Xiung e Sen Maong
diciassettesimo erede del Clan Mong, qui, a invitare sua altezza
reale la principessa May Chang ad un ballo, per ufficializzare la
loro conoscenza. Questo è il volere dell'imperatore”
scoppiarono una serie di applausi.
Non
capendo cosa stesse succedendo osservò la giovane, avanzare
titubante verso il primo candidato, un ragazzo mingherlino con i
baffi dritti come spaghetti e i capelli tenuti in una treccia che
sfiorava quasi il pavimento, vestito con una casacca rosso fuoco.
“
I miei omaggi, principessa
Chang” s'inchinò questo, invitandola a danzare.
“
Ricambiati, principe Xiung”
rispose lei poco convinta.
Incominciarono
a ballare, per tutto il tempo Al continuò a chiedersi cosa
stesse succedendo.
Finita
la danza, arrivò il secondo, un energumeno dai capelli rasati
se non per una cresta appuntita al centro, privo di barba, sfoggiava
i muscoli sotto la casacca bianca, si scambiarono gli stessi
convenevoli e anche lui ballò con lei.
Sempre
più confuso, decise di andarsene, Xiao Mei scivolò
dalla sua spalla.
Attraversò
il ponte che univa la città dal palazzo, doveva tornare da
Jelso e Zampano.
Ma
soprattutto, doveva rischiarirsi le idee prima di ritornare a palazzo
per riposare.
Forse
era stato tutto un sogno.
Decise
che la mattina seguente doveva farsi spiegare tutto da May.
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Capitolo 5 *** Fiducia ***
Non
ci può essere amore dove non c’è fiducia
-
Edith
Hamilton
Alphonse
si ritrovò ad appisolarsi davanti ad un lago, immerso nei suoi
pensieri, esattamente come gli era capitato la notte prima della
partenza a Resembool.
Le
prime luci dell'alba illuminarono Xing e lui venne scosso brutalmente
dal suo sonno dalle urla di Jelso e Zampano, in apprensione per lui
per poi sentirli sollevati nel ritrovarlo.
“ Ragazzi...”
si alzò, doveva essere in uno stato pietoso, poiché i
due lo osservavano comprensivi dalla testa ai piedi.
“ Ti
conviene ridarti una sistemata, Alphonse. Ling vuole vederti”
lo avvisò Jelso.
“ Sì
d'accordo, dove ci incontriamo?”.
“ Palazzo,
ala ovest, stanza del ciclamino” sbottò Zampano a mo' di
navigatore.
Al
si incamminò come uno zombie a palazzo, seguito dagli amici.
“ A
noi è stato chiesto di aspettarti fuori, rimaniamo nei
dintorni, se avessi bisogno di qualcosa, fai un fischio o messaggi
volanti con l'alchimia”.
Il
ragazzo rise.
Mentre
camminava per gli imponenti corridoi trovò una domestica, si
avvicinò titubante, “ mi scusi sono Alphonse Elric,
vorrei sapere dove posso trovare la mia stanza”.
“ Oh,
il signorino Alphonse!” la donna alzò lo sguardo,
posando la scopa sul pavimento immacolato, “ mi segua per
favore, non è rincasato ieri sera”.
“ Temo
di essermi addormentato nel posto sbagliato “ sghignazzò.
“ Capisco,
ecco la sua stanza”.
“ La
ringrazio”.
Si
diresse verso la porta del bagno senza prestare minima attenzione
all'ambiente, sbottonandosi la camicia con nonchalance, non
rendendosi conto che due occhioni neri come la pece lo stavano
fissando sbarrati e imbarazzati.
“ M...May?!”
si richiuse di corsa i bottoni, a disagio, rosso come un peperone.
Era
seduta sul davanzale, indossando un kimono tinta unita con le maniche
a tre quarti e molto striminzito che lasciava in mostra le gambe
affusolate.
“
Sc...scusaAlphonseiononpensavochetu...insomma...tu”
farfugliò, muovendo velocemente le mani, Xiao Mei, sulle
spalle della giovane sbuffò.
“ Cosa
ci fai qui?Aspetta...solo un secondo che mi sistemo” le disse,
sparendo nel bagno.
Dieci
minuti dopo uscito, cambiato e lavato, sistemandosi i capelli corti
con una mano.
“ Credevo
avessi molte domande da farmi” spiegò la ragazza,
alzandosi per andargli a sistemare il colletto della camicia.
“ Infatti,
ma Ling vuole vedermi” lei si fermò con le mani a
mezz'aria, allacciate alla stoffa.
“ E'
un egoista, pensa solo a quello che è conveniente per lui e il
popolo, il mio Clan è alla deriva, quello che faccio lo faccio
solo per la mia gente non per lui” concluse.
“ Non
c'è un altro modo?”.
“ Se
non voglio far scoppiare una guerra, no. Non ho scelta”.
“ C'è
sempre una scelta, potresti non scegliere nessuna delle alternative
che ti sono state proposte e crearti tu stessa un'alternativa”.
Lei
gli sorrise rincuorata, “ la fai facile tu, per le persone
normali è così, se sei una discendente della famiglia
reale devi attenerti alle leggi del paese. Lo sai che le nostre sono
molto antiche e non possono essere modificate e infrante?” si
affacciò alla finestra, guardando il cielo azzurro senza
neanche una nuvola.
“ Bè...magari
Ling che è l'imperatore”.
“ Ha
le mani legate o almeno così mi ha detto, che non sia una
sciocca scusa”.
“ Non
ti mentirebbe mai”.
“ Capirai
presto che qui sono poche le persone di cui puoi fidarti”.
Alphonse
non capì quella constatazione.
“ Riporrei
la mia vita nelle tue mani” disse con un sorriso, per poi
rendersi conto di quello che aveva appena pronunciato, “
cioè...io...ecco nel senso che...”.
May
sorrise genuina, “ sì sì faccio finta di non aver
capito queste tue parole” lo prese in giro.
“ MAY?!”.
Scoppiò
in una risata fragorosa che le veniva dal cuore, si teneva la pancia
in mano, poi ritornò seria, “ anche io comunque, lo
farei”.
Al
la guardò, sorridendo e incrociando le braccia al petto “
meglio che vado da Ling”.
“ Quando
finisci vieni in quel giardino “ indicò un punto fuori
dalla finestra, “ ti mostrerò l'Alkhaestry”.
La
ringraziò giungendo le mani e si congedò.
Quando
Alphonse giunse nella stanza indicata, Ling lo fulminò, da
dietro un pilastro Lan Fa li teneva d'occhio.
“ Non
preoccuparti di lei, puoi fidarti”.
“ Volevi
vedermi?”.
Ling
spostò la pergamena ad un lato dell'immenso tavolo, “
sì...hai parlato con May?”.
“ Può
darsi” si sedette al fianco dell'amico.
“ Mi
odia, da un lato non le do torto dall'altro potrebbe mettersi nei
miei panni. Non mi fa piacere condannarla, ma non ho scelta”.
“ E
se lei rifiutasse?”.
“ Nutri
dei sentimenti per lei, Al?” chiese schietto l'altro,
strizzando un occhio.
“ Io...cioè
le voglio molto bene, non voglio vederla soffrire tutto qui”
quella domanda l'aveva preso in contropiede.
“ Non
ti biasimo per questo, se quella testona lo capisse che non voglio
vederla soffrire, invece di condannarmi come sta facendo. Credo che
lei sia innamorata di te” affermò tranquillo,
sorseggiando una tazzina di tè.
Il
cuore di Alphonse perse un battito, anche suo fratello gli aveva
detto una cosa simile.
Era
l'unico a non vederla sotto quel punto di vista?
“ Non
saprei, May non è mai stata implicita nei miei confronti. Non
sono rimasto indifferente a quanto sia cresciuta...comunque è
molto bella”.
“ Ma
non si è ancora accesa la scintilla”.
“ No...”.
“ Non
voglio metterti fretta, rifletti bene su quello che provi per lei.
Chissà un giorno le cose cambieranno” gli sorrise.
Dopo
l'assurda conversazione avvenuta con l'imperatore di Xing, andò
a cercare Jelso e Zampano.
Li
trovò ad abbuffarsi in un locale, “ voi non mollate mai
il tiro” commentò sedendosi con loro.
Jelso
gli allungò della zuppa di miso e Zampano del latte, non
rifiutò facendo colazione così.
“ Devo
incontrarmi con May per la prima lezione sull'Alkhaestry, venite con
me?”.
“ In
realtà, avevamo intenzione di visitare un po' la città”.
“ D'accordo”.
Quando
arrivo nel luogo di incontro con May la trovò seduta sulla
testa di un drago di marmo alto sei metri insieme a Xiao Mei.
Il
giardino era circolare, avvolto da una miriade di fiori di diversi
colori, la chiamò e in un balzo saltò giù,
finendo per poco in un laghetto pieno di carpe.
Le
prese la mano all'ultimo.
“ Sei
distratta”.
“ Ultimamente
molto spesso, grazie. La vedi quella statua lassù dove ero
poco prima?”.
“ Sì”.
“ Salici”.
“ Cosa?”.
“ Hai
capito, devi salirci. Devi incominciare ad avvertire il flusso di Ci
racchiuso nella terra. A quell'altezza sei anche vicino alle
montagne, dovrebbe essere più potente” spiegò.
Riluttante,
il ragazzo fece come gli venne detto.
“ Ah!
Ti sto prendendo in giro! “ esclamò divertita.
“ Maledetta!”
la rimproverò, mettendo il piede in fallo.
“ Alphonse!”
urlò lei.
Il
ragazzo cadde dal monumento.
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