UNDERNAME di Holy Hippolyta (/viewuser.php?uid=249593)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 Wake up on the surface ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 Fool's Mask ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 Shadows from the Underground ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 Tulip Ashes ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 Best friend's back ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 Nothing to lose ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 Revenge and Determination ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 Anomaly ***
Capitolo 9: *** Chapter 9 Bleeding Heart ***
Capitolo 10: *** Chapter 10 Take Control ***
Capitolo 11: *** Chapter 11 Flow of Dreams ***
Capitolo 12: *** Chapter 12 Training a Hero ***
Capitolo 13: *** Chapter 13 To the Core ***
Capitolo 14: *** Chapter 14 The Break Solution ***
Capitolo 15: *** Chapter 15 Soul Arise ***
Capitolo 16: *** Chapter 16 Sunset Again ***
Capitolo 1 *** Chapter 1 Wake up on the surface ***
Chapter 1
WAKE UP ON THE SURFACE
La luce non era mai stata così bella come quella del sole né l’aria era stata così fresca… eppure per lui non era sufficiente. Non bastava così poco per dimenticare il terribile destino a cui era condannato.
Erano tornati sulla superficie, la Barriera era stata infranta e i Mostri avevano rivisto la terra dopo millenni nell’Underground. Ognuno aveva avuto il suo finale felice, ma quanto sarebbe durato prima che ogni cosa fosse ricaduta nel tempo perpetuo?
Sans non riusciva a smettere di chiederselo.
Dopo l’eccitazione iniziale, in cui aveva riassaporato la dolcezza della speranza di un futuro migliore, era tornato a tormentarsi con domande senza risposta. Si sentiva inquieto ed ogni volta che si svegliava cercava di convincersi che al posto del giardino di casa e della strada in cemento avrebbe rivisto la neve di Snowdin, sentenziando la fine di quel sogno troppo bello per essere vero.
Così fece anche quella mattina, la venticinquesima dalla liberazione, e rimase puntualmente deluso davanti alla finestra della sua camera. Ma quanto ci metteva a resettare? Stava diventando seccante.
Stiracchiandosi, fece scricchiolare le ossa e sbadigliò ancora assonato. Si svegliava spesso stanco come se non si fosse mai riposato o non avesse dormito abbastanza.
Da quando era sulla superficie aveva dormito bene soltanto le prime notti nella nuova abitazione, cosa inconsueta in quanto in genere dopo un trasloco si è nervosi per il cambiamento in corso, lui però non la sentiva come una cosa definitiva. Papyrus invece, suo fratello, era entusiasta ed iperattivo come un ragazzino, attento ad ogni novità e mai sazio di scoperte. Paps, come era soprannominato, era sempre così spontaneo e gentile che era impossibile non assecondarlo, eppure Sans si sentiva in colpa perché sapeva di non poter fare tutto il possibile per lui. Il vederlo così energico, propositivo… vivo, lo riempiva di gioia e al contempo di oscure angosce di caducità. Tale sensazione non lo abbandonava e tentava di metterla da parte per non far sospettare il fratello, sebbene fosse difficile. Non doveva far sapere i suoi terrori segreti perché sarebbe stato inutile e doloroso per entrambi.
La superficie non gli dispiaceva e offriva molte occasioni per distrarsi: passeggiate nei parchi, programmi TV diversi dagli shows di Mettaton, vedere per la città volti diversi dal solito… Forse troppi volti che si mescolavano in maschere deformate. Inoltre era ancora palese dalle occhiate di sospetto degli abitanti di Dengleen che ci sarebbe voluto tempo per completare l’integrazione. Era imbarazzante e si sentiva a disagio quando veniva additato come un fenomeno da baraccone per il suo essere uno scheletro.
A furia di riflettere su ciò, finì per appisolarsi di nuovo e s’alzò in ritardo.
: < Meglio godersi il momento, finché dura… >
Sceso in cucina, trovò l’alta ed atletica figura di Papyrus indaffarata tra pentole, tegami ed altri attrezzi di ultima generazione che producevano rumori metallici assordanti.
: < OH, ALLA BUON’ORA, SANS! – Lo accolse con la sua voce giovanile – STAVO COMINCIANDO A PENSARE CHE FOSSI CADUTO IN LETARGO! >
: < Ancora non è stagione. Piuttosto, ti vedo già al lavoro. >
: < IO SONO SEMPRE AL LAVORO! NON STO MICA A POLTRIRE COME FAI TU! GUARDA CHE DEVI INIZARE A DARTI UNA REGOLATA: NON POSSO SVEGLIARTI IO OGNI MATTINA, ORMAI SEI GRANDE! >
: < Hai ragione Paps, ma sai quanto mi pesa. È una… grossa responsabilità. >
: < MM? VERAMENTE NON MI PARE SIA UNA GRO… - S’interruppe di colpo e la sua espressione divenne seria ed irritata – SANS, ERA UNA BATTUTA QUELLA? >
: < Ed era una bella battuta… di servizio ! Eh? – Paps gli lanciò un’occhiata tremendamente contrariata. Detestava quelle battutacce sebbene spesso ne ridesse lui stesso. Per non farlo alterare, Sans decise di andarsene – Va bene, va bene ti lascio in pace insieme ai tuoi spaghetti! >
: < ASPETTA! VOLEVO FARTI UNA DOMANDA.>
: < Che c’è? >
: < TI… TI PIACE VIVERE QUI? – Sans trattenne il respiro per non mostrare il contraccolpo che ebbe a quelle parole – INTENDO… SICURAMENTE SÍ, DATO CHE VIVI CON IL GRANDE PAPYRUS, PERÓ HO COME LA SENSAZIONE CHE TI MANCHI CASA… VOLEVO DIRE SNOWDIN… >
Egli comprese e lo interruppe: < Intendi nostalgia? Non direi. È solo che sai, dopo tanti anni laggiù… ma alla fine è solo questione di farci l’abitudine. Sai che sono lento in queste cose. Non ti devi preoccupare per me, davvero. È solo una… sans-azione! >
: < FUORI DALLA MIA CUCINA!! – Gridò indicando con l’indice ossuto la porta – NON SI PUÓ MAI PARLARE SERIAMENTE CON TE… È UNA COSA ASSURDA ! OH MIO DIO! >
Mentre si allontanava udiva il fratello sbattere violentemente le padelle per sfogare il suo fastidio dopo quell’ultima battuta. Non poteva fare a meno di ridere: adorava farlo andare fuori dai gangheri, era troppo buffo… e poi sapeva che in realtà non si arrabbiava sul serio. Era un fratello fantastico , sapeva di non poter vivere senza di lui e avrebbe fatto di tutto per proteggerlo da qualsiasi minaccia, eppure…
L’amore non basta …
Chi gliel’aveva detta questa frase? Erano parole che riemergevano dalle rovine di memorie antiche e irriconoscibili. Sapeva di soffrire di momenti di vuoto, di incubi, di confusione, però non voleva preoccuparsene troppo. Tanto tutto sarebbe ricominciato come al solito. |
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Capitolo 2 *** Chapter 2 Fool's Mask ***
Chapter 2
FOOL’S MASK
Chiusa la porta della nuova casa ( assegnata loro dal sindaco della città, così come era successo per gli altri mostri ), camminò lentamente per le strade di Dengleen osservando la frenesia degli Uomini e il loro stupore quando incrociavano qualche ex abitante del Monte Ebott intento ad esplorare quel nuovo mondo.
Non era stato facile per Frisk farsi ascoltare dalle autorità locali quale ambasciatore, non solo per la sua giovane età ma soprattutto per la visione di quelle creature che erano state relegate alle leggende dalla memoria collettiva. Dopo tante insistenze del bambino e di fronte fatto che i Mostri parevano presenze innocenti , il Sindaco decise di adottare un protocollo straordinario di convivenza come momentaneo provvedimento per iniziare a regolarizzare la vita urbana: ad esempio assegnando alcuni appartamenti o case alle creature dell’Underground e permettendo loro di aprire alcune attività commerciali per promuovere il loro inserimento. Il Sindaco pareva una buona persona, disponibile, aperta di mente ma i suoi consiglieri erano molto sospettosi e perplessi riguardo a quelle creature dall’apparenza disturbante. E come poteva essere il contrario? Non era certo normale vedere sui mezzi pubblici, insieme ad avvocati ed imprenditori, Doggo che andava a fare shopping o simili.
Dengleen era la città più vicina all’entrata dell’Underground e per questo praticamente tutti i Mostri decisero ( alcuni provvisoriamente ) di abitarvi. Era graziosa: c’era molto verde tra parchi ed aiuole nonostante la grande cementificazione, le abitazioni e i locali erano decorati con pitture che ricordavano trifogli appena nati o rami nodosi intrecciati tra loro assieme a boccioli variopinti. Non era una metropoli e forse per questo aveva conservato un’aria pittoresca da paese di provincia, prossimo però all’assorbimento della modernità incalzante ed investita della grande responsabilità di integrare un popolo diverso. Era dunque vero che l’aspetto esteriore influenzava l’occhio umano; senza accorgersi che spesso l’aspetto innocente è il più falso… Sans lo percepiva ma non gli dava importanza proprio perché sapeva che non sarebbe durato. Era solo questione di tempo.
Fedele alle sue vecchie abitudini, lo scheletro si diresse presso il pub appena aperto da Grillby che si trovava solo a qualche chilometro di distanza dal suo quartiere, verso il centro della città.
Facendo suonare il campanello posto sull’ingresso Sans respirò l’aria familiare degli hamburger cotti alla piastra, delle patatine che danzavano friggendo nell’olio bollente ma vi era anche qualcosa di differente: sugli scaffali e negli espositori vi erano bevande e altri generi di ristori in voga tra gli Umani, benché ne venissero pochi. Il buon Grillby, sempre aggiornato ed intraprendente per il suo amato locale, era pronto ad accattivarsi nuova clientela e rimettersi al lavoro. Quanto sforzo che non gli sarebbe stato riconosciuto!
: “ Ehi Grillby! Il solito, per favore.” Disse mentre si sedeva su uno degli sgabelli imbottiti, i medesimi che c’erano a Snowdin.
Con la testa fiammeggiante, il proprietario annuì e servì all’affezionato cliente una bottiglia di ketchup per poi tornare a sistemare la merce nella cantina posta dietro al bancone. Sans nel frattempo sorseggiava mestamente, tentando di concentrarsi sul sapore agrodolce per non pensare.
: “ Come mai tutto solo? “ Una voce lo distolse da quel suo tentativo e lo fece sobbalzare sullo sgabello dalla sorpresa.
: “ Ciao Toriel. – La salutò, voltandosi ed invitandola a sedere accanto a lui con un gesto della mano – A Papyrus non piace molto questo posto. Dice che non trova bevande di suo gradimento.”
: “ Peccato! Io mi trovo molto bene.” Aggiunse lei appoggiando la grossa borsa marrone a tracolla sulla superficie lignea, stando attenta che nulla uscisse.
: “ Non ti ho mai vista, ci vieni spesso?” Le domandò bevendo a tratti.
: “ Ogni tanto, quando ho la pausa pranzo più lunga. Essendo così vicino alla scuola per me è comodissimo.” Vedendo Grillby, la capra antropomorfa lo fermò e gli chiese gentilmente dell’insalata mista.
: “ Vero… e come va? Ti piace il lavoro da maestra?”
: “ Davvero tanto! Questi bambini umani sono così intelligenti e simpatici! – Era radiosa e glielo si leggeva nello sguardo, tanto che non si accorse nemmeno che le era stata servita la pietanza ordinata – All’inizio erano sospettosi ma si sono abituati presto. Sono i genitori un po’ più difficili da convincere sulle mie capacità. Però sono certa che i figli dimostreranno loro che bisogna andare oltre l’apparenza! E tu, Sans? Che lavoro fai?”
: “ Io? Faccio il comico. – Il muso di Toriel si illuminò per un breve momento, diventando serio quando egli concluse – Ma senza portafogli.”
: “ Dovresti provare a vedere se fanno qualche audizione al Teatro delle arti. Penso tu sia portato! “ Lo incoraggiò ella iniziando a mangiare.
: “ Nah – Fece lui, sorridendo e facendo spallucce – Non amo mettermi in mostra, lo sai. E poi ho una comicità troppo…. sottile, se capisci cosa intendo.” E con l’indice indicò le proprie ossa.
: “ Ahah! – Rise lei. Aveva una risata piacevole da ascoltare, piena e sincera. Era l’unica ad apprezzare le sue brutte battute e di farne a sua volta. Se le scambiavano spesso in passato, quando ancora non sapevano i rispettivi nomi ed erano separati dalla porta delle rovine nell’Underground – Dai, sul serio! Devi pensare a cosa farai in futuro. Tu e tuo fratello dovrete pur vivere di qualcosa, non ti pare? “
Sans rispose con un verso per indicare che non c’era fretta, dando un altro sorso alla bottiglia. Aveva uno sguardo cupo che non sfuggì all’attenzione sensibile di Toriel, la quale gli si accostò ulteriormente ed abbassò la voce in tono confidenziale: “ Sans… c’è qualcosa che non va?”
: “ Affatto. Perché? “
: “ Scusami, ma ho come la sensazione che non ti importi nulla di questa vita. – Quell’affermazione lo irrigidì, colto in una verità profonda – Nel senso… pare che tu non voglia vivere qui, come se non lo accettassi o aspettassi di andartene da un momento all’altro. Il fatto che non cerchi lavoro ad esempio… non vuoi prenderti impegni. Lo capisco, sai? Lasciare la sicurezza del nostro mondo chiuso per affrontare qualcosa di ignoto può spaventare. Anche io temevo di non riuscire ad integrarmi tra gli Umani, di venire derisa per il mio essere beh, quella che sono, di non essere accettata... Però sai cosa ho pensato? Anche Frisk è un Umano e se lui è stato capace, piccolo com’è, di compiere così tante buone azioni e di volerci bene andando oltre la barriera dei nostri stessi limiti, perché non potrebbero essercene altri come lui? Mi rendo conto che non sia facile crederci se uno ricorda che furono gli Umani a costringerci nell’Underground… ma concedi loro una possibilità! Datti la possibilità di vivere felice qui.”
Il discorso di Toriel era intenso e materno, proprio da lei, e quel moto di protezione che ebbe verso di lui gli fece piacere giacché raramente si sentiva veramente protetto da qualcuno. In parte ella aveva anche sfiorato alcuni suoi timori nascosti, eppure non poteva svelarle l’oscuro tormento della sua anima come avrebbe voluto per cui mentì, indossando la sua solita maschera buffa per non farla sospettare.
: “ Grazie del consiglio, Tori. Non preoccuparti, sono solo abituato a starmene con … l’osso in bocca e fare poco o niente. Dovrò darmi una … m-ossa altrimenti mio fratello mi farà passare un brutto quarto d’ora! “
: “ Ahahah !! Sans, sei spassosissimo! Non esagerare con le battute … altrimenti perdi… la vena ! “
Risero forte all’unisono, divertiti dai rispettivi moti di spirito che per tutti erano stati decisamente orribili, infatti alcuni avventori si erano discostati dai due per non udire altro.
: “ Va bene, se lo dici tu… - Soggiunse Toriel per concludere l’argomento precedente ed iniziandone un altro – Ascolta, perché non vieni da noi per cena? È da tempo che non passi… Frisk chiede sempre di te e gli manchi. ”
: “ Massì, vengo volentieri. In effetti non vedo il marmocchio da un po’… Posso portare anche Papyrus? ”
: “ Ovviamente! Sarà l’anima della festa! Potrei invitare anche gli altri amici, per fare una bella serata tutti insieme. So già cosa preparare per dolce… – L’occhio le cadde sull’orologio appeso ad una parete del locale e si scosse frettolosa – Accidenti, devo andare! La mia pausa è quasi finita! Ci conto eh, non mancare! A dopo!” Pagò Grillby e corse rapidamente verso l’uscita in direzione della scuola per le lezioni pomeridiane, saltellando per la contentezza all’idea della cena.
Sans disse tra sé e sé che Toriel era donna stramba e adorabile. Incamminandosi anch’egli verso l’uscita disse: “ Metti sul mio conto!” e quegli annuì nuovamente, ricambiando il saluto con un cenno, come di consueto.
Sortito, si sistemò la felpa celeste chiudendo la cerniera lampo fino a coprirlo sotto alla cavità nasale per nascondere la bocca che s’era ripiegata in un’agghiacciante sorriso. La sua maschera da buffone lo aveva aiutato in molte occasioni a sfuggire a domande stringenti sui suoi sentimenti, a spostare l’attenzione da un discorso scomodo, ad evitare di lasciarsi avvolgere dal pesante mantello delle sue misteriose angosce. Era talmente fissa in lui che la sentiva incastonata sul volto e non riusciva facilmente a cambiare espressione per liberarsene, divenendo un’inquietante seconda faccia. Si dette un pugno in testa per impedire di pensarci e tornò a casa per avvisare Papyrus.
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Capitolo 3 *** Chapter 3 Shadows from the Underground ***
Chapter 3
SHADOWS FROM THE UNDERGROUND
Papyrus passò tutto il pomeriggio ai fornelli per preparare gli spaghetti al sugo per sfamare tutti gli ospiti previsti, sebbene le quantità andassero ben oltre le dosi normali.
: “ DELIZIERÓ OGNI PALATO CON LA MIA RICETTA SUPER SEGRETA ! NYE HE HE HE !! “ Sghignazzò, finendo di chiudere i containers da asporto.
: “ Non metterci troppo… olio di gomito! Sai che lo digerisco poco. “ Replicò suo fratello mentre lo osservava.
: “ SANS! LE TUE BATTUTE SONO INDIGESTE! DACCI UN TAGLIO! “
: “ Piuttosto, perché non hai preparato un pollo? “
: “ PERCHÉ AVREI DOVUTO?” Gli domandò, sorpreso di quel cambio di argomento improvviso.
: “ Per vederti… disossare!”
: “ FAMMI CAPIRE, PASSERAI TUTTA LA SERA COSÍ? “
: “ Non lo so… dipende da…”
: “ SANS, NO! “
: “ Quanto sarò… cotto. “
: “ AAAAARGH ! – Gridò Papyrus, alzando le braccia al cielo in un gesto di esasperazione – AH, CI RINUNCIO… QUANTO MENO SEI CONTENTO DI QUESTA SERATA! STAI FACENDO PIÚ BATTUTE DEL SOLITO.”
: “ Sì, lo sono. Soprattutto perché con Toriel posso fare tutti i giochi di parole che voglio. “
: “ VE LO IMPEDIRÓ COSTRINGENDOVI A MANGIARE TUTTO IL TEMPO! “
: “ Buona idea, fratello.” Disse infine Sans, offrendosi di aiutarlo a portare i containers.
Leggermente in ritardo rispetto all’ora concordata, con gran disappunto di Papyrus, raggiunsero l’abitazione di Toriel. Quando suonarono al campanello ad accoglierli fu Frisk stesso, il quale si gettò tra loro per abbracciarli in segno di benvenuto.
: “ CIAO!! SEI SEMPRE STATO BRAVO NEGLI ABBRACCI! ” La voce dal tono alto di Paps brillava di entusiasmo nel rivedere il piccolo umano e ritrovarne l’immutata affettività.
: “ Ehi, marmocchio! Ti trovo bene… ti sei alzato o hai comprato degli up dogs? “ Gli domandò scherzando Sans e il bambino rise gioiosamente: si vedeva che era felice della loro presenza. Li accompagnò all’interno della casa fino alla familiare sala da pranzo dalle pareti rosee e il grande tavolo in legno al centro.
La padrona di casa, recante in mano una pattina, indossava un vezzoso grembiulino lilla e appena vide i due fratelli li salutò con dolcezza: “ Benvenuti! Non potevano iniziare senza di voi.”
: “ SCUSATECI! SE SANS NON SI FA ATTENDERE NON È SODDISFATTO.”
: “ Suvvia fratello, lascia perdere. In questo momento mi sento come un orologio affamato.”
: “ OH MIO DIO, ECCOLO CHE INIZIA…”
: “ Non vedo l’ora.”
Toriel rise di gusto mentre Papyrus si passò una mano sul volto, prevedendo lo squallore dei futuri giochetti. Nel frattempo la capra antropomorfa, chiamati a sedere gli altri ospiti, iniziò a servire il cibo in ogni piatto di porcellana.
: “ Pivelli!! – Gridò elettrizzata Undyne rizzando in piedi dalla sedia sulla quale era seduta – Da quanto non ci vediamo. Voi siete sempre gli stessi!”
: “ Squadra che vince non si cambia. E tu sempre in forma, eh? ”Domandò, dando un occhio all’abbigliamento informale e attillato della ragazza.
: “ Certo! Ho lasciato l’impiego alle poste. La scrivania non fa per me… dopo tre giorni ho insultato qualche anziano rimbambito e mi han consigliato di stare a casa. Ma vorrei vedere loro a parlare con gente sorda ! Ad ogni modo, ora faccio un bellissimo lavoro: l’insegnante di difesa personale in palestra! Ah che soddisfazione menare gente flaccida! “
Quando ci si rivolse alla Dottoressa Alphys, giunta precedentemente in compagnia di Undyne, ella rispose con meno balbettii rispetto al passato: “ Io sono stata assunta al Museo della Scienza e della Tecnica. Faccio da guida alle mostre. Mi piace molto ma a volte mi imbarazzo a parlare in p-pubblico… fortuna che al massimo vengono cinque persone alla volta!”
: “ E VOI, MAESTÁ? “ Il giovane scheletro indirizzò la domanda ad Asgore, presente per volere di Frisk nella speranza che lui e la sua madre adottiva facessero pace. Egli tentò di essere il più amichevole e remissivo possibile, ciò nonostante Toriel era abbastanza glaciale nei suoi confronti.
: “ Oh, non chiamarmi così, Papyrus! Il mio regno è finito con la rottura della barriera e credimi, non ne potrei essere più contento. Per ora lavoro come giardiniere presso una piccola impresa, però il mio sogno è di aprirne una tutta mia… la “Green Asgore”! Suona bene, no?”
: “ Mica tanto – Lo smorzò Toriel – Penseranno che sei un enorme mostro-cespuglio!”
: “ Beh il nome verrà inseguito! – Soggiunse Undyne – L’importante è l’intraprendenza! E degli altri, sapete niente? ”
Frisk disse che ogni tanto si sentiva con Napstablook e sapeva che il fantasmino si era iscritto ad un corso da DJ online. Troppo timido per vedere in faccia l’insegnante. Mettaton, suo cugino, gli aveva promesso che, se avesse superato il corso, lo avrebbe portato con sé in tournée… sebbene le date non fossero state ancora fissate, e manco la tournée stessa. Stava scoprendo una piattaforma elettronica in cui si poteva fare video e caricarli sulla rete. Il suo canale contava già molti iscritti e mirava a diffondersi sulle televisioni umane per essere la più famosa Star Robotica.
Sans avrebbe voluto chiedere cosa ne fosse del laboratorio di Alphys, degli Amalgamates, del Core… ma preferì tacere per non guastare la convivialità della cena.
: “ E tu, Frisk? Che ci racconti?”
Il bambino disse loro che andava tutto bene: frequentava la scuola dove insegnava Toriel ed era in classe con altri bambini della sua età, alcuni erano simpatici però non lo erano così tanto come i mostri.
: “ BEN DETTO, UMANO! NESSUNO POI, RICORDATELO, È MAGNIFICO COME IL GRANDE PAPYRUS! “
: “ Il solito modesto! “ Osservò sorridendo Undyne e ciò fu contagioso per tutti, che risero rilassati nella gioia di quel momento sereno e spensierato.
D’improvviso udirono il campanello.
: “ Mancava qualcuno?” Chiese Alphys, sorpresa come gli altri.
: “ Non credo… vado a controllare. Con permesso. – Toriel s’alzò da tavola e andò a vedere chi fosse. Passati pochi secondi durante i quali i conviviali si guardarono tra loro perplessi, ella ritornò trafelata – Da bere, per favore! “
: “ Ecco! – Disse Asgore, porgendole prontamente un bicchiere– Che succede?!”
: “ Venite a vedere!”
Riuniti tutti nel salotto, osservarono disteso su uno dei divani il corpo di un mostro dalla fattezza di ranocchio, tremante, con alcuni graffi e macchie di terra nera sparse qua e là sulla pelle squamosa.
: “ Froggit! – Dissero in coro alcuni ospiti, accostandosi – Che è successo? Ferito?! Chi ti ha ridotto così?”
: “ Non l’ho visto… - Gracchiò quello dolorante dopo aver sorseggiato un poco di acqua offerta da Toriel – Era buio… ad un tratto apparve solo una fioca luce rossa, come un’alone…poi un’ombra enorme si scagliò contro di me! Cominciai a scappare ed uscì da dove ero giunto. C’era qualcuno, ne sono certo, non era un sogno… ma non saprei dire cosa fosse!”
: “ Dove è successo?!” Chiese Undyne, sentendosi muovere le vecchie viscere da eroina protettrice dei deboli.
: “ Ero andato al Monte Ebott. Volevo rivedere casa mia un’ultima volta…Attraversai un pezzo del palazzo del re quando d’improvviso fui attaccato… Non so dire di più…” Piagnucolò il ranocchio tra lo spaventato e il dolorante.
: “ Hai qualcuno a cui possa chiamare per farti venire a prendere?” Gli domandò premurosa Toriel e Froggit rispose che aveva un fratello a cui rivolgersi e le dettò il numero.
: “ C’è qualcuno laggiù… “ Bisbigliò Asgore impensierito, allontanandosi con gli altri per non inquietare Froggit.
: “ Un mostro rimasto indietro? Probabile…” Intervenne Undyne cercando di calibrare il tono della sua voce.
: “ Non lo so… perché mai avrebbe dovuto attaccare Froggit?”
: “ E se fosse una creatura misteriosa?”
: “ Gente! È davvero così importante sapere chi o cosa abita adesso nell’Underground? Insomma… se non ha trovato altro posto dove andare, perché disturbarlo?” Aggiunse Sans.
: “ STAI SOLO CERCANDO DI EVITARE DI ANDARE A CONTROLLARE, NON È VERO? PIGRONE CHE NON SEI ALTRO!” Lo rimproverò Papyrus.
: “ Anche – Ammise quello – ma non è questo il punto. Se non crea problemi a nessuno io non andrei a chiedergli l’affitto. Laggiù è disabitato… lasciatelo lì finché vuole! ”
: “ E se non fosse una creatura pacifica? Ha attaccato Froggit con la complicità delle tenebre… Quanto meno è qualcuno di vigliaccio! “ Replicò la giovane donna dai capelli rossi mordendosi un labbro.
Frisk ascoltava tutto attentamente ma non sapeva bene cosa pensare.
: “ SE NON HAI VOGLIA , NON SCOMODARTI! IO, IL GRANDE PAPYRUS, SVELERÓ QUESTO MISTERO!”
: “ E noi verremo con te, ovviamente. Ci manca pure che mi faccia sorpassare da un ammasso di ossa ! Domani ci andremo! “ Esclamò Undyne prendendo per un braccio il suo allievo di cucina. Un duo a cui era difficile resistere, tanto che dopo un sospiro Sans concluse: “ Vi farò compagnia allora. Tanto non ho altro da fare.”
: “ Deciso, allora!”
Nel frattempo il fratello di Froggit era giunto a recuperare il ferito e se ne erano andati tranquillamente, così Toriel si diresse verso i suoi ospiti: “ Per ora dovete decidere un’altra cosa. Cosa volete sul gelato? Caramello o Cannella?”
Sans sorrise e chiese della cannella per aromatizzare il suo gelato al fior di latte.
Ultimata la serata e salutati tutti gli amici con l’accordo di vedersi per il giorno seguente, i due fratelli andarono a letto, ognuno nella propria stanza.
Papyrus s’addormentò in fretta dopo la lettura del libro preferito, Sans invece sdraiò sul materasso e fissò il soffitto.
Ombre ignote stavano occupando l’Underground… questa era una cosa inconsueta. Non aveva l’abituale sensazione di aver già vissuto quella situazione, come gli capitava spesso.
Forse stava esagerando con i dubbi e le percezioni, però non poteva far a meno di avvertire un’opprimente manto che ricopriva ogni attimo felice con sciagura. Aveva le sue teorie per giustificare ciò ma erano solo supposizioni e alcune volte gli pareva di impazzire dietro a quei ragionamenti.
: “ Basta! Non serve pensarci… domani faremo una scampagnata e scopriremo che non c’è alcun essere maligno. Spero.”
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Capitolo 4 *** Chapter 4 Tulip Ashes ***
Chapter 4
TULIP ASHES
Ancora niente Reset. Fu il primo pensiero che ebbe appena si destò. Sbuffò scostando le coperte e infine appoggiò i piedi per terra, infilandoli nelle comode pantofole.
Alzarsi era la vera fatica non tanto per il gesto in sé ma per quello che comportava: affrontare una giornata dall’esito incerto, gestire le proprie ansie nel miglior modo possibile, cercare un senso in un mondo sempre in balìa dell’incertezza. Era una scocciatura particolarmente sentita le volte in cui si svegliava frastornato ed infastidito da una nottata difficile come lo fu quella. Era rimasto impensierito da quella faccenda della creatura misteriosa che aveva occupato un angolo dell’Underground, però non ne sapeva nemmeno lui il motivo. Gli pareva di esser rimasto vittima di una trappola di fango e sabbia, infatti al risveglio si sentì la bocca arida e le ossa dolenti, più lente nei movimenti.
Si diresse in cucina alla ricerca di qualcosa con cui fare colazione anche se avrebbe voluto restarsene a letto, ciò nonostante un’altra di quelle sensazioni inspiegabili lo spingeva contro la propria volontà a muoversi.
: “ BUONGIORNO! – Lo accolse calorosamente Papyrus mentre metteva la propria tazza nel lavello – INCREDIBILE, TI SEI GIÁ ALZATO ! CHE MIRACOLO!”
: “ Beh sappiamo tutti che la fame fa fare le cose più strane. “ Rispose con la voce più bassa del solito per il cattivo risveglio.
: “ TANTO MEGLIO! ALLA FINE VERRAI CON NOI, GIUSTO?”
: “ Dove?” Domandò distrattamente mentre mangiava alcuni biscotti al cioccolato.
: “ AH, SEI ANCORA ADDORMENTATO! NELL’UNDERGROUND… ALLA RICERCA DELLA CREATURA MISTERIOSA. DAI CHE CI DIVERTIREMO UN MONDO! E POI… POTREMO RIVEDERE SNOWIN…”
: “ Ah sì, hai ragione. Va bene va bene.” Replicò ancora sbadatamente, sorvolando sulle ultime parole riferite a Snowdin.
: “ GUARDA CHE SE NON HAI VOGLIA DI VENIRE NON SEI COSTRETTO, DAVVERO.” Aggiunse Papyrus, notando lo sguardo vuoto e cupo del fratello. Spesso gli era capitato di vederlo in quello stato ma non sapeva cosa fare per aiutarlo se non evitare di obbligarlo a fare qualcosa e di lasciarlo libero il più possibile.
: “ Vengo. Aspettatemi.” Concluse dopo essersi passato le dita sulla fronte pulsante dalla stanchezza, celando il male che stava iniziando a provare. Cosa gli impediva di rimanere a casa, provare a riposarsi sul serio? L’istinto era così forte che non poteva resistere e questo lo inquietava maggiormente. Razionalmente sapeva che era una sciocchezza e si dava del pauroso per i timori infondati… o no?
Papyrus accese la televisione per cercare qualche cartone animato un po’ per sollevare il morale a Sans, un po’ per occupare tempo in attesa che Undyne gli rispondesse al cellulare. Purtroppo per lui le avventure degli “amici del bosco”( un programma per bambini che davano ogni mattina) furono bruscamente interrotte dal telegiornale locale in edizione straordinaria: l’annunciatore informò che uno spaventoso essere stava attaccando il centro commerciale di Dengleen spargendo il panico tra la popolazione inerme.
I due scattarono in piedi stupefatti da quella comunicazione.
: “ SANS! DOBBIAMO ANDARE AD AIUTARE QUELLE PERSONE!” Esclamò Paps e senza riflettere oltre, trasportato dalle immagini dello schermo, uscì di corsa di casa. A stento Sans riuscì a stargli dietro fin sulla strada principale, dove vi trovarono anche Undyne ed Asgore abbigliati con le loro armature. Il frastuono delle gride e delle macerie che crollavano si udivano perfettamente e la coltre di pesante fumo guidò i loro passi fino alla zona sotto attacco. Sul posto trovarono Metatton in preda ad urla isteriche perché era stato rovinato il suo costume di scena, gesticolando infuriato mentre altri Umani correvano alla ricerca di un riparo.
Undyne scosse il capo contrariata e puntò il suo sguardo verso una massa di foglie e rovi tentacolari che fuoriuscivano da un corpo dalla forma ovale con al centro solo un’enorme bocca piena di canini affilati e schiumante una bava violacea. Pareva una grande pianta carnivora dotata di piedi vegetali che si trascinavano sull’asfalto grumoso calpestando i disastri compiuti in quel supermercato. Senza riflettere oltre, l’eroina dell’Underground creò una delle sue lance di luce e la scagliò con forza in direzione del nemico il quale non ne fu minimamente scalfito. Ciò la fece tremare di rabbia e dalle sue mani ne creò altre, lanciandole una dopo l’altra eppure provocava solo dei graffi sulla massa mobile.
Sans, rimasto fermo, rivolgendosi al fratello disse con il suo consueto sorriso: “ Beh penso che qualcuno dovrebbe dire a quella cosa di… piantarla!”
: “ OH MIO DIO, SANS!! – Esclamò quello, che gli stava accanto –PURE IN QUESTI CASI…!”
Non riuscì ad ultimare la sua strigliata al fratello che la creatura scaraventò nella loro direzione dei fendenti vegetali e Papyrus fu colto completamente impreparato, emettendo un grido. Sans invece ebbe dei riflessi fulminei e disintegrò il nemico con tre dei suoi micidiali Gaster Blasters, i quali emisero dalle larghe bocche scheletriche dei fasci di luce accecanti. Dopo che il momento più abbagliante cessò, al posto dell’ ammasso di fogliame apparve un piccolo tulipano rosso agonizzante che infine si decompose in un mucchietto di cenere vagamente rossastro, spazzato poi via da una folata di vento. Di fronte a quella scena lo scheletro provò un brivido gelido percorrergli la schiena come una scossa elettrica e lo lasciò attonito senza trovare una spiegazione logica che spiegasse quel senso di orrore.
Con disappunto della guerriera privata della sua battaglia e con stupore di Asgore tutto ebbe termine con una rapidità inaspettata, specialmente se pensavano a chi fu l’autore di quel decisivo attacco. Da quando Sans si dimostrava così risoluto ? A lui stesso parve strana una reazione così impulsiva… si giustificò con gli istinti protettivi, ricadendo nelle solite battute per distogliere l’attenzione.
Papyrus si sentì grato ovviamente per l’aiuto ma al contempo in colpa per esser stato un peso, sebbene Sans non lo avesse affatto pensato. Se era così grande come diceva di essere, come mai suo fratello era dovuto intervenire per salvarlo? E se fosse successo qualcosa a Sans stesso? Sarebbe stato in grado di aiutarlo? La verità era che restava sempre il fratello minore ancora inesperto, non abbastanza forte per cavarsela da solo… un fardello. Ecco perché Undyne allungava gli allenamenti e rimandava sempre il discorso della Guardia Reale… Ma presto, si disse, avrebbe dimostrato il suo valore e sarebbe stato riconosciuto come uno scheletro guerriero degno di stima come ogni altro membro della compagnia, non più lo chef, l’amico, il fratello… bensì il guerriero, protettore delle persone a cui voleva bene e su cui contare in caso di necessità.
Passò una settimana da quel fatto e nel comune si scatenò l’inferno: molti cittadini protestarono chiedendo l’allontanamento dei Mostri che, a loro vedere, si erano dimostrati violenti e poco pacifici. Il sindaco, su pressione anche del consiglio che appoggiava la popolazione ( non potendo sapere che il tulipano malefico non facesse parte della comunità dei Mostri ), dovette aumentare i controlli presso le abitazioni in nome della sicurezza ed imposero un coprifuoco. Alcuni avevano proposto il ghetto, però non era materialmente possibile per il momento in quanto avrebbe richiesto energie e funzionari per un provvedimento non definitivo. Potevano ancora incontrarsi in luoghi comuni ma erano vincolati a degli orari di rientro e per loro fu come tornare ad essere rinchiusi, rigettati.
Quella situazione fece infuriare Undyne: “ Non è colpa nostra! Che pretendono? Li abbiamo salvati e questo è il ringraziamento?!”Gridò ella, sbattendo un pugno sul tavolo della casa di Toriel, luogo designato come ritrovo. Si discuteva delle ultime decisioni prese dal governo di Dengleen e molti ne erano desolati.
: “ Calmati, ragazza! – Le disse Asgore, ponendole una mano su una spalla – Bisogna capire che non sanno come stanno le cose e ora, senza prove, non potremmo convincerli della nostra versione dei fatti. Prima risolveremo il mistero del Monte Ebott prima potremo ritornare ad avere una convivenza serena con gli Umani. In fondo anche noi avremmo reagito allo stesso modo, non è così?”
: “ Non abbiamo un momento da perdere. Dobbiamo andare laggiù a vedere se c’è un qualche collegamento con il racconto di Froggit.”
: “ Era un tulipano rosso, avete detto?” Chiese Toriel, servendo del thé con biscotti.
: “ Sì, che divenne polvere dopo pochi momenti per poi sparire. Una cosa curiosa.” Narrò l’ex sovrano dell’Underground con aria pensierosa al ricordare l’evento.
: “ Povero fiore innocente… deve esser stato sotto l’effetto di un sortilegio.”
: “ Le apparenze ingannano.” Affermò Sans per sottolineare quanto quel bocciolo non fosse stato così innocente e chissà quanti danni avrebbe ancora causato se non fosse stato fermato. E poi ancora non sapeva scrollarsi da dosso l’immagine delle ceneri che si sperdevano nell’aria… un inquietante deja-vù di cui non voleva ricordare altro.
: “ In effetti potrebbe essere plausibile… intendo un… come dire… fiore potenziato da qualche pozione…” Confermò Alphys, sovvenendole dei suoi esperimenti con i fiori gialli del giardino reale. Non ebbero begli esiti ed evitò di rammentare il fatto anche agli altri amici riuniti, ma chi avrebbe potuto usare simili magie? Troppe domande e nessuna risposta.
Dopo alcuni minuti di ragionamenti, Asgore proruppe infine serioso: “ Una creatura avvolta nell’ombra… un orribile fiore mutante… Abbiamo solo una soluzione: tornare nell’Underground e controllare di persona se quel tulipano era o meno il misterioso aggressore.”
Papyrus ed Undyne annuirono entusiasti all’idea di scoprire quel mistero e chiarire con gli Umani che non c’entravano nulla con l’attacco di quel tulipano. Toriel si raccomandò di stare ugualmente attenti e a Frisk che voleva unirsi al gruppo di amici, fu perentoria nel suo rifiuto: “ Non sono avventure per bambini come te! Resterai con me ad aiutarmi in casa e a fare la spesa… ho bisogno di un assistente!”
Sans non si lasciò sfuggire l’occasione alla vista del volto deluso dell’amico: “ Non prendertela, marmocchio. Sia mai che… ti-bia-mo sulla coscienza eheh !”
Calò un silenzio imbarazzante fino a quando Undyne non bisbigliò a Papyrus: “ Ma ha fatto una battuta?”
: “ NON SOTTOLINEARMELO, TI PREGO!”
Ma Frisk iniziò a protestare vivamente: non voleva essere lasciato indietro e voleva aiutare.
: “ Non ha tutti i torti… - Intervenne timidamente Alphys, sistemandosi gli occhiali – Se lui venisse insieme a voi potrebbe testimoniare davanti agli altri Umani della veridicità del racconto.”
: “ Grande idea, secchiona!! – Esclamò soddisfatta la ragazza dalla pelle squamosa, dandole una pacca generosa sulle spalle – Ma quindi non vieni con noi?”
: “ I-io?! Meglio di no! Preferisco aiutare Toriel…”
: “ Beh, ti perdi un bel divertimento! Ahah già rido al pensiero delle facce degli Umani che dovranno chiederci perdono in ginocchio per il loro errore! Andiamo, su!”
Alla fine Toriel dovette cedere, non senza preoccupazione, ma fu rassicurata da Sans: “ Tengo d’occhio io Frisk, non temere.” Anche Asgore si dimostrò disponibile a proteggere il bambino ma la capra antropomorfa non ne sembrò entusiasta. Diede al piccolo uno zainetto nel quale vi erano alcuni dolcetti fatti da lei come nutrimento in caso di bisogno.
Sempre apprensiva, disse fra sé e sé Sans, per poi incamminarsi con gli amici verso l’antica entrata dell’Underground.
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Capitolo 5 *** Chapter 5 Best friend's back ***
-Chapter 5-
BEST FRIEND’S BACK
Tornare davanti al varco dal quale erano passati da un mondo all’altro fece un po’ impressione a tutto il gruppetto. Essere dall’altra parte della Barriera e osservare quell’ingresso così spasmodicamente odiato, fece toccare con mano ad ognuno il fatto che la vita fosse cambiata e che erano stati fortunati ad essere tutti insieme.
Undyne fu la prima ad avvicinarsi all’entrata con passo marziale per strappare come un cerotto l’ansia che provava. Cosa sarebbe accaduto tornando laggiù? Sarebbero rimasti bloccati per qualche sorta di incantesimo?
: “ Nargh! Che razza di scrupoli!!” Pensò tra sé e sé Undyne volendo sopprimere i propri timori.
A ruota gli altri seguirono il suo esempio intrepido e scacciarono ogni dubbio dalle loro menti. Ormai la Barriera era stata infranta e nessuna magia poteva farla ricomparire!
Oltrepassata la soglia attraversarono la camera nella quale si erano riuniti tutti tempo fa, ancora in penombra e deserta. Sempre con atteggiamento accorto proseguirono fino a raggiungere l’antico giardino del sovrano, impolverato e decadente, con le finestre in vetro giallo che filtravano una luce ai loro occhi artificiale e smorta rispetto a quella del vero sole. C’era ancora la poltrona coperta dal telo, cimelio che impensierì Asgore con ricordi incancellabili e che si sollevavano ora come quei granelli di polvere.
La cosa che colpì maggiormente fu il giardino, nel quale pareva che per sortilegio i fiori dorati continuassero a vivere e a prosperare nonostante l’incuria che li aveva resi ribelli e disordinati.
: “ E quello da dove salta fuori? – Domandò Undyne indicando una grande cavità attorniata da terra arida collocata quasi al centro del tappeto floreale – Non ricordavo ci fosse un pozzo!”
: “ In effetti non c’era – Ammise Asgore – Qualcuno deve averlo costruito…”
: “ DIAMO UN’OCCHIATA.” Papyrus s’accostò per analizzare quel rudimentale pozzo, si sporse leggermente verso la bocca e vi guardò giù. Ad un tratto vide dal buio fitto una fioca lucina rossa sul fondo che man mano s’ingrandiva, pulsando.
: “ FORSE C’É QUALCOSA QUI!”
Con un suono spaventoso qualcosa di enorme fuoriuscì dal pozzo, rivelando che non era una semplice lucetta rossa… ma un essere terrificante, composto di tubature, macchinari, vegetazione al posto delle braccia puntellate di spine e quattro bulbi oculari sbarrati che scrutavano il gruppetto attaccati a due prolungamenti di teste raggelanti ed indefinite. Infine, come capo principale, c’era uno schermo rettangolare bianco su cui facevano la loro comparsa due occhietti sanguinolenti e un sorriso raccapricciante.
Frisk riconobbe immediatamente quell’orrore ed iniziò a gridare.
: “ Umano, non aver paura: ti difendiamo noi! Dio mio… è spaventoso!” Proferì l’ex sovrano, ponendosi con il suo corpo massiccio davanti al piccolo.
Il bambino però intervenne informando ognuno che conosceva quella creatura, che dovevano stare attenti perché era pericolosissima e mortale. Sapeva di cosa stava parlando ed il terrore lo fece tremare.
: “ Salutini! – Disse con una voce stridula e disturbante guardandoli con aria divertita – Non ci si vede da un po’, non è così?”
: “ Cosa diavolo sei, tu?! “ Esclamò la guerriera inorridita da quella visione deforme.
: “ Sono Flowey. Flowey il fiore. Dalle vostre facce deduco che non vi aspettavate di vedermi.”
: “ Sei tu che hai attaccato Froggit?! “ Domandò Asgore, stringendo il suo tridente per nascondere lo spavento.
: “ Se lo avessi attaccato veramente non sarebbe nemmeno tornato a casa. Diciamo che l’ho usato come … ambasciatore.”
: “ Di che parli?!”
: “ Vi stavo aspettando. In fondo, adesso siamo ad un altro livello di gioco e bisogna spiegare le regole nuove… per correttezza. Le ho imparate di recente anche io. Non ero mai arrivato fino a questo punto.”
: “ Stramboide, non so di cosa tu stia parlando ma stammi a sentire. Vedi di smetterla di fare del male agli altri senza motivo! È da vigliacchi!” Disse ringhiando la ragazza in armatura.
: “ Oh Undyne, sei sempre la solita. Vuoi fare l’eroina solo perché questo ti rende più rispettabile. Povera ingenua.” La sprezzò egli con ironia.
: “ Quante chiacchiere! Vediamo se sei bravo anche a combattere o se sai solo farneticare!”
: “ Non avere in fretta. Abbiamo tutto il tempo per quello. Le presentazioni sono d’obbligo, giacché non sapete chi sono. Tranne Frisk, non è così? E pure tu… Sans.”
Gli altri guardarono lo scheletro come allibiti, non riuscendo a comprendere: anche Sans lo conosceva?! Il bambino volse lo sguardo a terra, non sapendo come reagire. In passato lo aveva combattuto ed aveva ottenuto diversi finali ma questa volta era differente da tutto ed incontrollabile. Sans invece rimase impassibile, non lasciando trasparire alcuna emozione.
: “ In teoria voi dovreste avere il vostro finale felice sulla superficie fino a quando l’Umano non attui il Reset secondo il suo capriccio facendo ripartire tutto dall’inizio. – Continuò Flowey intanto che con i suoi arti si appoggiava meglio alle pareti della stanza, quasi fosse stato un ragno – Beh, dopo tante volte adesso io e il mio Miglior Amico abbiamo acquisito abbastanza memoria e potere per sopravvivere senza di te, Umano, e i tuoi comandi. Vedi, non sei l’unico ad attuare il Reset.”
Non si stava capendo nulla: quel mostro diceva di essere un fiore quando non ne aveva nemmeno un lontanissimo aspetto, parlava di Reset, di potere e memoria. Cosa stava succedendo? Chi era questo Miglior Amico? Cos’era inoltre quel tono confidenzialmente odioso che stava utilizzando con loro?
: “ Sì, esatto. – Proseguì come se avesse letto le domande nelle loro menti confuse – Grazie al mio Miglior Amico ho assunto la mia forma definitiva, la stessa di quando ottenni in me le sette anime umane… lo ricordi, Frisk? Ah, quante volte ti uccisi! Bei tempi. Ma adesso vogliamo essere noi a guidare il gioco. Il mio Miglior amico ha ottenuto il potere magico sufficiente, dopo centinaia e centinaia di Resets, per regalarmi questa conformazione. Purtroppo ciò gli è costato molto in energia magica per cui deve aspettare ed ottenerne dell’altra affinché assieme, partendo dal Monte Ebott, conquisteremo anche il Mondo Umano ed ogni cosa apparterrà a noi! Chiunque intralcerà il nostro cammino verrà distrutto senza pietà perché né io né lui abbiamo un’anima; non sappiamo cosa sia compassione e ciò rende il tutto più facile e divertente. “
: “ DIREI CHE NON MI PARE UNA COSA MOLTO AMICHEVOLE…” Bisbigliò Papyrus perplesso e ancora incapace di intendere il discorso fatto da Flowey. E come poteva? Non ricordava tante cose… cose che solo Sans e Frisk potevano aver presente.
: “ Ma questi sono completamente pazzi!!” Proruppe Undyne sempre più nervosa per i piani diabolici appena esposti con tanta tranquillità.
: “ No, siamo solo bene organizzati. – S’interruppe di colpo e si concentrò sullo scheletro in felpa azzurra – Che ne dici, Sans? Non lo trovi perfetto? Non parli… non vorrei che qualcuno ti avesse… mozzato la lingua!” E lanciò nella sua direzione due cannoni lanciafiamme che lo avrebbero centrato sicuramente in pieno.
Egli avrebbe potuto scomparire ed evitarlo ma non poté: l’immobilità provata la mattina tornò prepotentemente unito ad un suono disturbante ed acuto che gli ronzava nel cranio, un’interferenza che lo stordiva. Era certo che sarebbe stato colpito, paralizzato com’era ed invece avvertì come uno scudo che lo difese. Riaprendo gli occhi vide come era riuscito a salvarsi.
: “ Papyrus !! Cosa stai facendo?! ” Proruppe mentre contemplava il fratello intento a creare uno strato protettivo con uno dei suoi ossi magici. Sfortunatamente era troppo debole per poter resistere a lungo ed entrambi lo sapevano.
: “ VEDI, SANS? ANCHE IO SO ESSERE UTILE…” Disse lui riferendosi al salvataggio dei giorni scorsi. Si era sentito così in colpa che con quel gesto era certo di recuperare la propria dignità.
D’improvviso l’osso si ruppe a metà e il corpo di Papyrus fu totalmente investito dalle fiamme, che lo divorarono senza possibilità di impedirlo e soffocarono le sue urla.
: “ Papyrus, no!! “ Gridò Sans atterrito e colto alla sprovvista.
Del fratello non rimasero nemmeno le ceneri, le quali erano finite certamente carbonizzate a loro volta e si erano volatilizzate. Cadde al suolo, dopo aver ondeggiato per qualche secondo, soltanto un brandello della sua lunga sciarpa rossa leggermente bruciacchiato.
Nessuno ebbe fiato per respirare o dire qualcosa: fu tutto così rapido e imprevisto che ancora non potevano rendersi conto dell’atroce morte dell’innocente giovane.
: “ Ahaha! – Rise perfidamente Flowey – Si è dimostrato un vero idiota. Credeva sul serio di poter resistere ad un attacco del genere?”
Undyne fu l’unica a scuotersi dal silenzio ed esplodere in una furia cieca che la spinse a lanciare attacchi a ripetizione ma talmente annebbiati dal dolore da essere paradossalmente inefficaci.
Per farla stare buona, Flowey le rimandò indietro una delle sue lance e la gettò a terra.
: “ La prossima volta non sfuggirete alla vostra sorte. Il mio Miglior Amico si sta preparando ad una devastazione spettacolare! Gli necessita solo di un po’ di tempo per creare il suo nuovo corpo ed insieme partiremo dall’Underground per estendere il nostro dominio al mondo degli Umani! Peccato che voi non vivrete a lungo per vedere il nostro trionfo! Se però volete provare a fermarci… scendete di nuovo quaggiù se avete il coraggio.” E si inabissò nelle tenebre facendo echeggiare la sua risata stridente in ogni angolo.
Asgore era accorso per trattenere Undyne, furente e disperata per ciò che con così tanta fretta era accaduto, in quanto voleva inseguire quell’essere spregevole.
Frisk si avvicinò a Sans per tentare di scuoterlo, chiedergli come stava… il terrore però lo fece indietreggiare: sul volto dello scheletro s’era stampata un’espressione asciutta ed inquietante.
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Capitolo 6 *** Chapter 6 Nothing to lose ***
- Chapter 6 -
NOTHING TO LOSE
Usciti dall’Underground non ebbero ancora coraggio di rivolgere parola a Sans, il quale a sua volta era stato così muto che non lo si era nemmeno sentito respirare.
Poco prima di incamminarsi per le strade di Dengleen, lo scheletro favellò pacatamente, quasi non fosse accaduto nulla: “ Ehi, scusate ma andrei a casa mia. Ci si vede!” E senza dare il tempo loro di replicare prese una delle sue scorciatoie appena girato il primo angolo.
Undyne a stento conteneva la sua collera e il vedere l’indifferenza e la stranezza dell’amico la fecero ancor più uscire di senno. Frisk ed Asgore dovettero calmarla nuovamente ma il loro pensiero era rivolto proprio a Sans, fuggito in quel modo probabilmente per sfogare il proprio dolore in solitudine. Non era soggetto a mostrare i propri sentimenti e quella terribile occasione ne fu l’ennesima conferma. Aveva visto morire carbonizzato il proprio fratello… ucciso mentre lo proteggeva… erano sensi di colpa che non potevano essere cancellati. Non avrebbero voluto lasciarlo solo in quel dolore e il bambino infatti volle correre alla sua ricerca, però la grande mano pelosa del sovrano dei Mostri lo afferrò per un braccio: “ Lasciamolo in pace per un po’. È stata una tragedia e dobbiamo rispettare la sua sofferenza. Nel frattempo Frisk, credo che dovresti raccontarci delle cose…” Egli annuì tristemente consapevole di quello che doveva fare. Era la prima volta che ne parlava con i Mostri però c’erano troppe cose strane e la storia non procedeva secondo il consueto.
Sans, appena mise piede in casa, per prima cosa si recò in bagno per raffreddare le ossa bollenti per il fuoco che le aveva sfiorate, o più probabilmente per il dolore cocente che cercava di trattenere. Con una spugna umida si accarezzò le braccia e il volto ma servì a poco. Infine si diresse in camera sua e si coricò. Era convinto che finalmente fosse giunto il momento del Reset e che addormentandosi sarebbe tornato a Snowdin con il fratello ancora vivo che lo sgridava per la sua pigrizia; lui avrebbe avuto la certezza che tutti stavano bene… Nonostante vari tentativi: cambiando posizione sul materasso, coprendosi il capo con le coperte o accostando le finestre, non accadeva nulla. I minuti, le ore passavano e restava bloccato in quella maledetta dimora e lo facevano sentire appesantito da un macigno di terrori. Dopo tre ore cominciò a comprendere che qualcosa non stava andando come al solito.
: “ Questo è totalmente diverso! Non ho ricordo di un fatto simile… In genere tutto si ripete, si torna indietro al giorno in cui quel maledetto marmocchio è precipitato nell’Underground, indipendentemente dal finale che egli ottiene a seconda di come si comporta… Il Reset però tarda a scattare. Flowey ha detto che un tale “Migliore Amico” ha ottenuto un grande potere dai Resets. So quanto quel fiore sia malvagio, l’ho sconfitto decine di volte, questa frase però non risuona in me. Non dovrei stupirmi perché alla fine son ricordi vaghi, contorni di sogni… Quella che mi son costruita in merito alla mia vita è una teoria che son certo non si discosti dalla realtà: la morte dei Mostri e la mia medesima tornano ciclicamente. Eppure qualcosa non torna in questa occasione… sono preoccupato. Papyrus non era mai morto così… Le ceneri di quel tulipano han predetto la fine di mio fratello tra le fiamme. Fiamme… - Ripeté assorto, quasi stesse trasferendo la sua mente ad altre scene lontane ma la sua razionalità lo bloccò, scuotendosi – Ma che dico! Forse non lo ricordo e basta. Quanti scrupoli stupidi… inutili. Che altro aspetto? Che faccio? Tanto qualsiasi mia azione verrà cancellata, dimenticata...Mi sembra di impazzire…! ”
Alzatosi, camminò avanti e indietro per riflettere su come comportarsi davanti a quella stranezza di caso che lo spiazzava per la sua novità.
Poi fu illuminato di colpo: “ Alphys! Alphys… forse lei è la chiave.”
Il giorno appresso, con una delle sue scorciatoie, riuscì ad essere rapidamente nella cantina della casa di Alphys, laboratorio casalingo per le sue personali ricerche. Osservò nella semi oscurità di quel luogo gli scaffali su cui erano collocati vari intrugli colorati, ampolle con etichette dall’inchiostro vecchio. Nella sua esplorazione ebbe un flash che lo fece tremare: quelle tenebre assomigliavano alle stesse che ingoiarono, dopo una vampa, il povero Papyrus. Quel decesso così crudele faceva montare in lui una rabbia contenuta a stento dalle costole, gabbia delle sue emozioni. Non doveva palesare nulla, si diceva, eppure doveva trovare un modo per liberarsi altrimenti sarebbe esploso e Paps sarebbe rimasto inulto. Scrutando con lo sguardo gli angoli della stanzetta maniacalmente ordinata, constatò: “ Non c’è nessuno. Meglio.”
Ma la solitudine durò ben poco, infatti dalla porta entrò la dottoressa in persona che sbalordì alla vista dello scheletro: “ S-Sans! Ciao! Che ci fai qui? Perché non sei entrato dalla porta?...”
: “ Sorpresa.” Replicò in maniera approssimativa.
Ella si sentì in imbarazzo in quanto sapeva cosa fosse successo nell’Underground, Undyne stessa era venuta da lei la sera prima in lacrime a raccontarle tutto. Davanti al consanguineo della vittima disse : “ Mi dispiace per Papyrus… ma io credo che…”
: “ Grazie – La troncò con il suo consueto tono mascherato da impassibile – Ascolta, volevo chiederti: ti è per caso avanzato un po’ di quel distillato… Determinazione? ”
: “ Determinazione?! – Esclamò la donna di razza rettile – Oh beh… penso che sia rimasto qualcosa ma sapendo quanti danni ha provocato l’ho chiuso in quell’armadietto.”
: “ Posso darci un’occhiata?” Più che una richiesta pareva un’asserzione.
: “ N-Non credo sia il caso…” Balbettò ella avvertendo salire il nervosismo: la voce dello scheletro era misteriosamente angosciante.
Sans con un gesto aprì automaticamente lo stipetto senza avere il consenso della proprietaria e fece giungere in propria mano, tramite la magia, la piccola fiala.
: “ Che importa? Non ho nulla da perdere, ormai.” Si disse intanto che faceva passare tra le dita ossute la boccettina di vetro con aria esaminatrice. Passati pochi secondi la strinse nel suo palmo mentre Alphys aggiungeva agitata: “ Cosa hai intenzione di fare? Sans, ti prego, può essere pericoloso! ”
: “ Scusami – Disse infine lui con aria di sfida – Ma non sono fatti tuoi, nerd.” E con uno schiocco delle dita della mano libera scomparì dalla vista di Alphys, la quale rimase sconcertata e cominciò a gridare angosciosamente: “ Sans ! Sans! Dio mio!!” Corse a zig zang in preda alla confusione più totale fino a quando non sbatté il muso occhialuto sull’anta precedentemente forzata dallo scheletro. Il dolore della botta la fece rinsavire e ragionare: chissà cosa aveva intenzione di fare quel povero disperato.
: “ Undyne, non dirai sul serio?” Le domandò Asgore con un’inflessione di rimprovero.
Il pomeriggio dopo la disgrazia si erano nuovamente radunati assieme a casa di Toriel da un lato per consolarsi a vicenda della perdita di Papyrus, dall’altro per cercare di comprendere come affrontare la minaccia di Flowey.
: “ Se non fosse stato lì impalato a quest’ora…!!” La ragazza sfogava la sua frustrazione dando tutta la responsabilità a Sans e a stento non spaccava qualsiasi cosa le capitasse a tiro in quella sala da pranzo. La stessa in cui poco tempo prima erano stati tutti assieme felici.
: “ Non dire così! Era paralizzato… che colpa può avere?” Le fece notare Toriel saggiamente.
: “ Avete ragione… che egoista che sono. Penso solo che ho perso il mio migliore amico… lui invece ha perso un fratello che amava tanto. Il peso è diverso. Non riesco però a vederla diversamente! Fa troppo male…” Ammise Undyne calmando la propria rabbia e diventando cupa.
: “ Papyrus s’è dimostrato un degno soldato della Guardia Reale, se ancora esistesse l’ordine.” Affermò solennemente Asgore chinando leggermente il capo in segno di rispetto.
: “ Ma sarà vendicato, per il cielo! Lo giuro! Fino a che avrò fiato!” Risorse fremente la giovane stringendo i pugni e mordendosi le labbra per non far colare nuove lacrime.
: “ Non voglio parere insensibile, sono profondamente addolorato per Papyrus, vittima innocente di un folle… tuttavia per onorarlo credo che dovremmo svelare il segreto della minaccia che ci è stata rivolta.”
A quel punto Frisk si sentì chiamato in causa: era l’unico in quel momento a poter dare qualche spiegazione ed era giunto il momento di farlo. Quella partita era diversa da ogni altra e non riusciva a controllare più nulla di essa. Forse il sistema era entrato in crisi e quelle erano le conseguenze. La verità che aveva in fondo al suo cuore però era probabilmente un’altra: era stanco di tornare indietro, annullare ogni cosa e rischiare di macchiarsi di spaventosi peccati. Fu lì che prese la parola e narrò ai presenti del perché conoscesse Flowey, della sua battaglia per salvare le anime di tutti… Fu tentato di svelare la vera identità del fiore ma non ebbe il coraggio di far soffrire i due antichi sovrani con quella notizia, per cui tenne per sé quella parte. Ognuno ebbe una sua particolare reazione alla storia del ragazzino: perplessità, stupore, timore… al termine concordarono su una cosa: era un vantaggio che almeno uno di loro conoscesse il nemico.
: “ Ha parlato anche di un miglior amico … dite che era un bluff? “
: “ Potrebbe essere di tutto con un soggetto fuori di testa come quello!” Ribatté Undyne alla domanda del sovrano.
In quel preciso momento suonarono alla porta ripetutamente. Il primo pensiero andò a Sans, magari in bisogno di soccorso ed affetto ed invece Toriel fece accomodare un’altra persona scossa dall’agitazione.
: “ Ragazzi! Sans! L’ha preso! Oddio! Sans! È terribile! Sans!” Era Alphys.
: “ Ehi, datti una calmata! – Intervenne l’amica guerriera afferrandola per la testa al fine di immobilizzarla – Parla con calma!”
Frisk scese dalla sedia sulla quale era seduto e chiese se fosse successo qualcosa allo scheletro superstite.
: “ Sans… Sans! È entrato di nascosto in casa mia ed ha rubato una fiala con il distillato di Determinazione… quella che usai per gli esperimenti!”
: “ Rubato?! Non è possibile!” Esclamò allibita la padrona di casa.
: “ L’ho visto con i miei occhi! – Contestò la dottoressa – Quando gli ho chiesto cosa volesse farne… mi ha risposto… mi ha risposto… Non sono affari tuoi, nerd! Ma non era scherzoso come al solito… era terribilmente serio!”
: “ Ma cosa se ne fa?!” Undyne scostò una seggiola per far sedere la scienziata.
: “ Che voglia usarla per riportare in vita Papyrus?”
: “ E come potrebbe? Il suo corpo è stato incenerito, così mi avete detto. Non è possibile…” Aggiunse Alphys, iniziando a sorseggiare una bevanda calda preparata da Toriel per tranquillizzarla.
: “ C’è solo una risposta: che voglia usarla su se stesso.” Sentenziò Asgore con gravità.
Frisk sobbalzò in apprensione mentre la dottoressa palesò i suoi pensieri: “ Oddio! È impazzito?! Come se non ne conosce le conseguenze… “
: “ Il suo dolore è troppo grande. Vorrà vendicare il fratello ucciso… con ogni mezzo.”
: “ Dobbiamo fermarlo! Io non so cosa potrebbe accadergli! “ Ed era vero. Sapeva cosa era accaduto agli Amalgamates e il timore era che lo sconvolto scheletro potesse restare deformato o peggio, morire. Questa preoccupazione attanagliava tutti, avendo essi conosciuto di quegli esperimenti tenuti nascosti per tanto tempo.
: “ Corriamo al Monte Ebott!” Incitò Undyne già pronta a scattare: non poteva permettere a quello sciocco di commettere una simile idiozia.
: “ Aspettate ! – Li fermò Alphys– Ho un’altra notizia… Quando mi avete detto come era scomparso Papyrus ne fui molto triste però qualcosa non mi aveva convinta del tutto. Noi Mostri (gli scheletri in questo caso) tendiamo a tramutarci in cenere, indipendentemente dalla modalità di morte. Il fatto che voi non abbiate visto della polvere nera mi ha fatto sperare. Mi ricordai di avere tra le mie invenzioni un rilevatore di energia vitale. Era un prototipo ma con una percentuale di veridicità abbastanza elevata. Volevo parlarne anche con Sans ma con quello che è successo non ho potuto…”
: “ Quindi?!” Domandarono tutti con il fiato sospeso temendo di non aver compreso bene.
: “ Probabilmente Papyrus è ancora vivo!”
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Capitolo 7 *** Chapter 7 Revenge and Determination ***
- Chapter 7 -
REVENGE AND DETERMINATION
Non era da lui scomporsi così tanto. Anni di controllo sulle proprie emozioni gettate al vento davanti ad una Alphys atterrita. Non era stato un bel gesto quello di entrare di soppiatto in casa sua come un ladro, salutando a malapena, non dandole una spiegazione e rubando la fiala forzando lo stipetto. Eppure non aveva potuto farne a meno: fu come se la stessa Determinazione l’avesse spinto a comportarsi in quel modo. Inoltre era sicuro che la dottoressa lo avrebbe perdonato, di più, dimenticato… come dopo ogni Reset.
: “ Sono stato fortunato. Se avesse terminato la Determinazione avrei avuto dei bei problemi. Grazie a questa – E strinse la fiala in mano – Ho qualche speranza.”
Si trovò nuovamente davanti all’ingresso dell’Underground, incerto su quale sarebbe stato il suo destino. Non era come quando lottava nel corridoio del palazzo reale contro l’Umano dove sapeva cosa sarebbe successo: o avrebbe vinto o sarebbe stato ucciso. Ora invece anche la terribile solidità che gli davano i Resets era compromessa da un qualche fattore che aveva rotto il sistema. Iniziò a temere che questa volta non ci fossero più salvataggi o ritorni indietro… forse era giunto il tremendo giorno in cui tutto sarebbe rimasto fisso, Papyrus morto per sempre ed ogni cosa destinata alla rovina. No, era impossibile: l’Umano era troppo sadico per non godere dei privilegi dei Resets. Questa era una variante che non era ancora stata provata… tutto qui.
Ripercorse lo stesso tratto che fece con gli amici, fino al giardino dei fiori dorati e al maledetto pozzo dal quale era sortito quello scarto di natura di Flowey. Ci passò accanto reprimendo il dolore e con il desiderio di vendetta che aumentava per la malvagità gratuita che veniva sparsa per la terra. Giunto a quel punto non voleva far più finta di niente, non voleva aspettare che il tempo si cancellasse.
Rivide il corridoio reale spento, le finestre decorate con il simbolo di Asgore erano infrante e da esse penetrava una luce sbiadita, smorta anche per la polvere che ricopriva i frammenti di vetro acuminati. Giunto a metà passaggio vide un dislivello causato come da uno scavo, un secondo pozzo che conduceva ad antri tenebrosi o tane terribili. Vi scese comodamente perché non era molto alto e intanto stringeva tra le mani la fiala.
Avanzò ancora di pochi metri nella penombra di quella nuova galleria fino a quando udì una voce: “ Sei diventato prevedibile, Sans.” Era Flowey, la cui figura iniziò a delinearsi in quella forma orripilante che aveva visto la scorsa volta.
: “ Mi spiace, non tutti sono bravi ad improvvisare come te.” Ribatté prontamente.
: “ Ammetto che questa volta avrei potuto fare ben poco senza un piccolo aiuto. Ho vissuto per tanto tempo le stesse cose e non avevo più immaginazione per creare delle modifiche alla storia. Immagino che ti sia accorto delle differenze.”
: “ Ora che siamo io e te, vuoi spiegare meglio cosa diavolo hai in mente? Non sei stanco di combinare guai? ”Tagliò corto Sans, non dandogli la soddisfazione di mostrare la sua confusione.
: “ Non ho altro da aggiungere rispetto all’ultima chiacchierata, vecchio mio. Io e il mio Miglior Amico conquisteremo entrambi i mondi e li assoggetteremo ad ogni nostro capriccio.”
: “ No, invece. Molte cose sono diverse rispetto alle altre partite e non ne capisco il motivo. La sola cosa che non è cambiata è il fatto che te la prendi sempre con i più deboli. Il riferimento a persone è puramente casuale.”
: “ Suvvia, dovresti esserci abituato. Quante volte è morto? Un po’ io, un po’ l’Umano… - Non lo lasciò terminare che gli lanciò inaspettatamente uno dei suoi Gaster Blaster, non tollerando quel discorso – Oh, vedo che te la prendi ancora.” Osservò con un ghigno beffardo.
: “ Scusa, ma con certe cose… non mollo l’osso.”
A quel punto entrambi sapevano che sarebbe iniziata la loro battaglia ma prima di iniziare Sans aprì la fiala di Determinazione e la bevve d’un fiato, sentendo il denso liquido scivolargli sulle ossa. La cosa strana che accadde, diversamente dalle altre bevande, fu che quella iniziò ad adagiarsi come una membrana, facendolo brillare nell’oscurità di quel luogo come un fuoco fatuo azzurro acceso. Immediatamente avvertì in sé una forza nuova che cresceva ad ogni secondo, un tremito lo percosse e provò un senso di soddisfazione e di vendetta talmente solidi che nemmeno una valanga avrebbe potuto scalfirlo.
Era pieno di determinazione.
Il suo occhio brillò con un’intensità che fu notata anche da Flowey, sebbene non gli interessò così tanto perché convinto di avere la vittoria in tasca questa volta.
Cominciò un combattimento senza esclusioni di colpi e sul campo Flowey poté percepire che il suo nemico aveva qualcosa di insolito: i suoi attacchi erano più violenti, le sue strategie ed inganni con le sue ossa magiche erano più efficaci sebbene sapesse tenergli testa abbastanza bene.
Non si resero conto bene di quanto tempo era passato tra Gaster Blasters multidirezionali, giochi di luce e tenebra, lame volanti e cannoni sputafuoco. D’un tratto però Sans avvertì una fitta lacerante tra le costole che lo costrinse a fermarsi.
: “ Già ti arrendi? Ti credevo migliorato rispetto al passato … “
: “ Il passato non mi piace. Preferisco il ketchup.”
All’udire quella battuta oscena, per Flowey fu più facile tornare a lottare ma dopo qualche scambio di attacchi lo scheletro avvertì un dolore maggiore rispetto al precedente sempre nello stesso punto, come se dovesse rompersi qualcosa e cadde in ginocchio con una mano sul petto. Appena la allontanò da sé con orrore indescrivibile vide una sostanza bianca tra il granuloso e il gelatinoso di color biancastro che proveniva dal suo costato. Sans stava iniziando a subire le conseguenze della Determinazione distillata… il suo corpo si stava sciogliendo.
L’avversario cominciò a rendersi conto della situazione e rise perfidamente: “ Ti credevo più intelligente ! Usare la Determinazione creata da Alphys… sei proprio disperato, eh? –
Per cercare di non farlo parlare, Sans gli scagliò un Gaster Blaster che quasi staccava un braccio a Flowey ma quello seguitava – Non sapevi degli Amalgamates? Così mi rendi più semplice il lavoro!”
Sans tossì nervosamente ma non lo degnò di risposta. Sapeva delle conseguenze della sostanza ma quale altra soluzione aveva? Aveva solo sperato di riuscire ad uccidere Flowey prima che potesse accadergli qualcosa ma la sorte lo stava abbandonando.
: “ Ti ridurrai ad un mucchietto informe e non potrai difenderti né attaccare. Ti sei fregato con le tue stesse mani. A questo punto posso svelarti qualche dettaglio del nostro piano. In effetti c’è un motivo per cui ho ucciso proprio Papyrus: per attirarti qui.”
Sans perdeva sempre più il controllo e la solidità che prima lo avevano animato, ma cercava di nasconderlo come meglio poteva per non dare ulteriore vantaggio.
: “ Facendo un bilancio dei Resets precedenti io e il mio Miglio Amico siamo giunti alla conclusione che tu hai dei poteri interessanti, che potrebbero esserci molto utili per i nostri progetti… ecco perché ti ho teso una trappola e ho cercato di farti fuori. Siccome ti sei già avvelenato con la Determinazione è questione al massimo di qualche ora e potrò assorbirti nel mio corpo creando un’altra evoluzione di me stesso. E nessuno potrà farci niente: sei in nostro potere.”
: “ Catturarmi direttamente non sarebbe stato più facile? In fondo ero già impreparato la scorsa volta. “
: “ E privarmi così del divertimento di vederti nei tuoi patetici tentativi di nascondere il lutto?”
: “ Sei solo un lurido bastardo. Un assassino.”
: “ Niente di nuovo, insomma. Un altro piccolo segreto posso svelartelo, giusto perché sei tu. Hai sempre pensato che l’Umano avesse una doppia natura, una angelica e una assassina, non è così? La verità invece è che esistono Frisk e un’altra persona, anch’ella in grado di usare i Resets… vissuta secoli fa, un tempo amata dai Mostri e dai Reali soprattutto. Io lo chiamo Miglior Amico perché di fatto siamo stati inseparabili in passato e lo saremo per sempre ora che ci siamo ritrovati. Il suo nome è Chara. Non ti dice nulla? E dire che tu lo conosci molto bene… Lo hai incontrato spesso nel corridoio del re.”
Sans s’irrigidì: “ Ma era Frisk! Che diamine mi racconti?! ”
: “ Frisk vendette la sua anima in uno dei Resets a Chara affinché l’Underground non andasse perduto per sempre a seguito delle sue malvagità. Gli Umani… che razza idiota! Sanno sterminare impietosi per poi sacrificare sé stessi pur di salvare chi volevano eliminare. “
Quelle informazioni illuminarono i ragionamenti di Sans di una luce sinistra, chiarificando molti atteggiamenti bipolari di cui a volte sembrava che il bambino soffrisse. Allora era vero… c’era qualcun altro che partecipava alle partite.
: “ Consolati! Alla fine il tuo fratellino è stato solo il primo a cadere, presto tutti lo raggiungerete. Scommetto che ne senti la mancanza, perché non lo raggiungi? Sciogli i tuoi poteri, corri da lui…”
Sans continuava a sentire dolore e invano cercava di nasconderlo al suo rivale, che lo lusingava con le sue parole melliflue e malvage. Di certo il suo scopo era quello di farlo crollare psicologicamente oltre che fisicamente e in effetti ci stava riuscendo abbastanza bene.
: “ Papyrus era necessario perché tu venissi qui da solo. Grazie al tuo grande potere completerò in meno tempo il corpo di Chara e faremo prima a portare a termine il nostro piano. – Ripeté di nuovo Flowey, affondando moralmente il coltello nella piaga, beandosi della perfetta riuscita dei suoi intenti con il minimo sforzo. Era davvero irritante. – Prevedibile. Intendo quel tuo sorrisetto; credi che tanto con il Reset tutto ricomincerà e niente di questo sarà più che un incubo. Forse sarà così se il gioco non ci piacerà, per ora ti assorbiremo e uccideremo tutti senza possibilità di ritorno.”
Comparvero in quel preciso momento Frisk e gli altri in lontananza, impotenti e sconfortati temendo che fosse troppo tardi per un loro possibile intervento, riuscendo solo a invocare invano l’amico.
Sans, distrutto e con le ossa dolenti per il calore, si mise a carponi ed infine bisbigliò, ormai giunto alla fine: “ Perdonami Paps… Ho fallito ancora…”
Flowey si preparò a scagliare uno dei suoi rami acuminati per trafiggere Sans quando si fermò.
Una barriera magica aveva trattenuto il colpo in aria e dopo una forte luce si cominciò a intravedere chi avesse creato quell’incantesimo così resistente.
: “ MI HAI DATO PER SPACCIATO COSÍ IN FRETTA? FRATELLO, QUESTO NON É PROPRIO DA TE! “
Era la voce di Papyrus!
Gli occhi degli amici iniziarono a brillare dall’emozione: Toriel emise un sospiro di sollievo, Undyne sollevò in aria un pugno, Frisk si portò una mano sul cuore in segno di contentezza mentre Alphys esultò: “ Lo diceva il rilevatore che era ancora vivo!”
Flowey per la prima volta apparve sconcertato ed indietreggiò: “ Non ci credo! … Come hai fatto a liberarti?!”
: “ SONO UN ASSO CON I PUZZLES, AVRESTI DOVUTO SAPERLO. – Disse lui con un sorriso per poi cambiare stranamente espressione – IO SONO BUONO CON TUTTI, NON PORTO RANCORE. PUOI ANCHE UCCIDERMI MA AVRÓ FIDUCIA CHE POTRAI ESSERE UNA PERSONA MIGLIORE. È IL MIO CREDO. NON MI PREOCCUPO PER ME… PERÓ MI DISPIACE TANTO, NON POSSO PERMETTERE A NESSUNO DI FARE DEL MALE A MIO FRATELLO!” Appena pronunciate quelle parole apparvero decine di ossa magiche che assunsero la forma di una raggiera al cui centro apparve il muso ossuto di un possente Gaster Blaster che lanciò istantaneamente un attacco laser che centrò in pieno il nemico. Con una potenza impressionante uno dei bracci vegetali fu violentemente troncato e dalla ferita fuoriuscì un denso sangue nero come petrolio.
Non solo Flowey ma anche tutti gli altri rimasero senza fiato all’udire quelle parole. Papyrus non era mai stato volontariamente aggressivo e i suoi passati tentativi di dimostrarsi minaccioso erano stati vani. Ora, alla vista di Sans in serio pericolo, pareva totalmente diverso e stava sprigionando una potente energia volitiva.
Sans non riusciva a capire se era tutto vero oppure se la sofferenza gli stava facendo vivere delle allucinazioni crudeli prima del trapasso. Quello fu il suo ultimo pensiero perché si accasciò sul pavimento privo di sensi.
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Capitolo 8 *** Chapter 8 Anomaly ***
Chapter
8
ANOMALY
Papyrus
si accorse del tonfo e si chinò verso Sans per
scuoterlo. Sopraggiunsero Alphys e Toriel per soccorrere lo scheletro
in quanto
sapevano che la situazione era impellente. La dottoressa estrasse una
siringa
con un liquido celeste al suo interno e lo iniettò in un
osso del braccio di
Sans, il quale pochi secondi dopo cominciò a divincolarsi e
a rantolare
dolorante come se sentisse dei crampi e delle nuove fitte. Flowey,
vilmente,
tentò di approfittare della distrazione di tutti per
colpirli a tradimento ma
Undyne protesse loro le spalle, ringhiando ferocemente: “ Non
muovere una
foglia o sei morto! ”
:
“ Non temere, Papyrus – Lo rassicurò
Alphys
leggendogli negli occhi la preoccupazione – Adesso
è salvo. La cura che gli ho
somministrato lo farà stare meglio.”
:
“ LO AFFIDO A VOI! “ Soggiunse, ponendo ogni sua
fiducia negli amici e
Toriel annuì con
fermezza, invitando il giovane a prestare attenzione
all’avversario senza
scrupoli. Infine ella prese tra le sue braccia Sans e si misero ad una
distanza
di sicurezza sufficiente per osservare la lotta pur non restandone
coinvolti.
Alphys avrebbe voluto tornare a casa però l’ ex
sovrana sentiva che doveva
restare e, nel caso, intervenire a sua volta in soccorso.
Nel
frattempo sia Asgore che Frisk avevano raggiunto
Papyrus ed Undyne in prima linea davanti a Flowey. L’eroina
in particolare
volle mettersi accanto al suo allievo e disse fieramente: “
Ehi, non vorrai
tenerti il divertimento tutto per te! “
:
“ VUOI UNIRTI, MAESTRA? “
:
“ Ti affianco, compagno d’arme! “
Replicò
orgogliosamente, comprendendo che Papyrus era finalmente pronto per
cimentarsi
in una vera battaglia e voleva dargli coraggio per evitare che la sua
istintiva
bontà prevalesse in lui.
Frisk
ebbe un’illuminazione, un’idea per provare ad
evitare il conflitto. Era rischioso, soprattutto di fronte ai due
sovrani,
eppure doveva tentare il tutto per tutto: gridò il nome di
Asriel. Voleva che
la sua voce risuonasse in lui per poterlo salvare ancora una volta.
Toriel
ed Asgore rimasero stupefatti, non
potendo comprendere cosa c’entrasse il
loro defunto figlio in quella situazione.
Flowey
rise perfidamente e si rivolse al bambino: “ Idiota!
Chi chiami? Asriel non esiste più in questo corpo! Dopo
tanti Resets la sua
anima si è dissolta per sempre per la stanchezza di
un’esistenza maledetta. Per
tanto tempo è vissuto dentro questo fiore ed ha giocato con
le vite dei suoi
amici e parenti, finendo addirittura per aizzarti verso il male e
risvegliare Migliore
Amico. Alla fine la sua debolezza ha prevalso e piuttosto che fare del
male ha
trovato il modo per dissolversi e togliersi dai piedi. Chi ti sta ora
davanti
non è Asriel Dreemur, ma Flowey il Fiore! Sono la
malvagità che Asriel ha
alimentato quando era senz’anima e grazie al mio Migliore
Amico ho finalmente un’esistenza
autonoma… ma anche grazie a te, Frisk! Sei tu che hai
permesso tutto questo,
sarà per colpa tua se tutti quanti moriranno tra atroci
tormenti ! “
Il
ragazzino avvertì tutte le colpe passate apparirgli
davanti, arrampicarsi sulla sua schiena e immobilizzarlo al suolo.
Aveva
ragione, atrocemente ragione e non c’era scampo. La
responsabilità del dolore
di mostri innocenti era unicamente sua… a quando aveva
ceduto ad uno spirito
guida maligno che lo aveva condotto a imbrattarsi le mani di polvere ed
infine compiere
il più sacrilego atto: vendere la propria anima pur di
recuperare ciò che aveva
devastato. Arrendersi a lui
…
A
quei ricordi Frisk non resse e scoppiò in un pianto
disperato,
bagnando il suolo di calde lacrime di pentimento e spavento al pensiero
che
aveva perso il controllo della situazione, non potendo porvi rimedio.
Toriel
era attonita e confusa da quel discorso assurdo…
Asriel? Il suo Asiel era stato malvagio sotto le spoglie di un
fiore…? No, non
era possibile! Avrebbe voluto fare qualche domanda e rivolgerla a
quella
creatura spaventosa per appagare la sua sete di sapere quando
sentì il corpo di
Sans fremere. Stava ancora reagendo all’antidoto di Alphys e
la donna decise
che in quel momento era l’amico che teneva fra le braccia
colui che aveva più
bisogno e doveva proteggerlo, come aveva promesso a Papyrus. Forse
presto si
sarebbe chiarita ogni cosa… Aiutata dalla scienziata, la
capra antropomorfa
fece distendere delicatamente Sans al suolo ed afferrato il suo capo lo
pose sulle
proprie gambe per fargli da cuscino.
I
mostri intanto attaccarono, ognuno a loro modo, il
perfido Flowey il quale però aveva ripreso vigore, venendo
solo sfiorato dalle
lance di luce e dai colpi di tridente solitamente efficaci. Asgore,
rimasto
profondamente turbato dalle affermazioni udite, decise di interrompere
i suoi
attacchi e di far scudo con il suo corpo a Frisk, inerme e fragile.
Papyrus ad
ogni attacco aumentava il suo potere perché mosso dal suo
istinto e dalla sua
ritrovata determinazione, risultando essere l’avversario che
con le sua ossa
taglienti come lame e i raggi laser stava mettendo a dura prova il
deformato
fiore.
Ad
un tratto i contendenti di fermarono per riprendere
fiato mentre ancora Frisk singhiozzava, incapace di fermare il flusso
di
rimorsi che gli sgorgava dagli occhi. Quando anch’egli
s’interruppe un attimo
per respirare osservò un fatto curioso: le lacrime che
gocciolavano dal suo
viso, ricadendo al suolo, formavano delle piccole chiazze nere e spesse
simili
ad inchiostro. Magari era solo il terreno sporco e impregnato di
cattiveria
perché calpestato da Flowey… ma la stranezza si
presentò anche davanti agli
altri guerrieri.
Papyrus
alzò lo sguardo sul volto squadrato del nemico
e notò, oltre agli occhietti rossi e al sorriso
diabolicamente sagace, alcune
macchioline nere che lo puntellavano. Incuriosito, domandò:
“ SCUSA, MA È
NORMALE CHE TI STAI RICOPRENDO DI MACCHIE? “
:
“ Di che parli, stupido? Quali macchie? “
:
“ Le vedo anche io! – Esclamò Undyne,
stringendo i
pugni – Ti stai trasformando in qualcosa di più
terribile?! Non c’è limite al
tuo orrore! “
:
“ No! Questa è la mia forma completa…
siete dementi?
“
:
“ Allora che vuol dire? …”
Infine
pure Flowey stesso ebbe la vista coperta da
puntini scuri e invano tentava di toglierseli di dosso, diventando
più isterico
e nervoso.
Le
gocce oscure sparse per quel luogo si radunarono poi
magicamente al centro del campo di battaglia e tutte insieme composero
una
figura vestita di nero, dalla fisionomia non ben delineata ma
tendenzialmente
alta e snella, i cui soli punti bianchi erano la mani scheletriche con
i palmi
bucati e un viso che più che altro pareva una maschera
sciolta. Quando ebbe
terminato di unificare se stesso, lo sguardo dello sconosciuto si
posò sul
nemico comune.
In
quel punto Sans riacquistò i sensi e voltando la
testa notò l’uomo misterioso che era appena
comparso. Non riuscì a muoversi
perché Toriel lo tenne stretto nel suo abbraccio, credendolo
preda di una crisi
di tremito: “ Sans, calmati! “ Gli disse.
Era
talmente debilitato che non poteva neanche
esprimersi se non attraverso delle parole frammentarie e balbettate in
preda
allo shock di quella visione che non gli era sconosciuta.
L’incognito
favellò con un suono disturbante, una sorta
di cupo gracchiare :
SONO
TORNATO. DISTURBO?
“Cosa
hai detto?! “ Gli domandò Flowey tra il
terrorizzato e l’irritato, palesando la domanda che si
stavano ponendo tutti.
:
“ Sono tornato. Disturbo? “
Sebbene
adesso fosse comprensibile, il suo tono di voce
era lugubre come l’eco proveniente da una profonda caverna e
scosse
interiormente ogni presente.
:
“ E tu chi saresti?! Uno in più da uccidere?!
“
:
“ Spero sia dalla nostra parte –
Bisbigliò Asgore ai
suoi amici – altrimenti siamo messi male…
“
:
“ Diciamo che è meglio se sparisci se non vuoi
sentire sulla tua pelle la risposta. “
:
“ Ah ah ah ! -
Rise – Illuso ammasso di spazzatura! Sembri uno che
è stato masticato e
sputato… cosa pensi di fare? “
:
“ Non dire che non ti avevo dato la possibilità di
salvarti . “
L’uomo
sollevò una mano e mimò il gesto di afferrare
qualcosa in direzione di Flowey per poi innalzare solo
l’indice e il medio. Con
essi anche il corpo del nemico si sollevò e seguì
la direzione che indicavano
le dita ma con una violenza notevole, venendo sballottato tra il
pavimento ed
il soffitto. Osservando quella scena Frisk rimase sorpreso
perché gli ricordava
la stessa tecnica che Sans aveva utilizzato con lui in antiche
battaglie
proprio nel corridoio reale. Anche questo misterioso soggetto conosceva
quella
magia?
:
“ Sconterai ogni azione malvagia, fiorellino, e
nessuno potrà sottrarti al tuo destino. Hai giocato
abbastanza… ora è il mio
turno. “
Avendolo
in tal modo stordito, fece poi dei rapidi
gesti con le mani dai palmi bucati e appena le sciolse da quella sorta
di incantesimo
la figura di Flowey iniziò a sgranare, frantumarsi in
piccoli quadrettini scomposti
come se si stesse smembrando.
Incredulo,
iniziò ad imprecare attanagliato dal panico
per l’incapacità di difendersi da quella
stregoneria.
Tutti
rimasero sbalorditi ugualmente in quanto la
tecnica di battaglia che stava attuando l’ignoto non gli
causava alcuna fatica
eppure era efficacissima. Sans cercava di restare sveglio il
più possibile per
non perdere conoscenza ma ciò gli era molto difficile,
ciò nonostante doveva
restare vigile ad ogni costo.
Mentre
Flowey perdeva la sua solidità, il nuovo alleato
fece apparire due Gaster Blaster dal muso particolarmente appuntito che
scagliarono ognuno un raggio laser che ferirono ulteriormente il
perfido
vegetale e privandolo così di altri due arti; nel contempo
avevano anche creato
una voragine poco lontana.
Ormai
il malvagio fiore era ridotto unicamente ad una
poltiglia informe dove solo il volto a fattezza di schermo era rimasto
integro.
Immobile e privo di forze, comprese di esser stato sconfitto
però non volle
darlo a vedere: “ Non illuderti… morirete tutti ed
io tornerò…! “
A
quel punto per la prima volta il volto serafico dello
sconosciuto si incupì di uno sdegno contenuto e allungando
la mano aperta fece
uscire dal buco del palmo un nuovo raggio laser che perforò
la fronte dello
schermo, riempiendolo di crepe. Prima di gettarlo nella voragine che
aveva
creato poc’anzi concluse: “ E salutami il tuo
migliore amico. “
Vedendo
sprofondare il cadavere di Flowey nella
profondità del terreno ognuno trasse un sospiro di sollievo
e Sans svenne
nuovamente, stremato per aver resistito così a lungo.
Frisk,
istintivamente, corse verso il misterioso individuo
e si fermò dietro di lui in attesa che si voltasse. Quando
lo fece, il viso
tornò a quella serafica espressione precedente e si rivolse
al bambino
gentilmente ma con parole indecifrabili
CIAO
PICCOLO. NON SEI CHARA, LO SO. NON TEMERE:VOGLIO AIUTARVI
[ “ Ciao
piccolo. Non sei Chara, lo so. Non
temere: voglio aiutarvi. “ ]
E
porgendo quella mano micidiale gli dette una carezza
e gli
asciugò le ultime lacrime.
Frisk non aveva compreso ma sapeva che ci si
poteva fidare di lui e gli afferrò le dita scheletriche per
tenerle dolcemente
nella propria stretta.
Asgore
schiarì la voce roca e si rivolse all’uomo
vestito di nero: “ Grazie per averci salvato! Eravamo in
serio pericolo. Sei
stato fortissimo! “
Anche
Papyrus si sentì attratto verso di lui ed
aggiunse: “ GRAZIE, AMICO ! “
:
“ Di nulla. – Rispose normalmente – Ora
dobbiamo
uscire da qui.”
I
combattenti si riunirono con Toriel ed Alphys, le
quali li aggiornarono sulle condizioni di Sans. L’ignoto
parve contemplarlo con
preoccupazione e Papyrus, notando ciò, gli disse con la sua
solita positività:
“ È MIO FRATELLO!
NON STARE IN PENSIERO:
LA DOTTORESSA ALPHYS LO HA CURATO E SI RIPRENDERÁ!
“
:
“ Vieni con noi a riposarti! Sarai stanco dopo la
battaglia.” Lo invitò Toriel mentre consegnava a
Papyrus suo fratello per
portarlo fino in città in spalla.
:
“ Sarai nostro ospite! “ Soggiunse Asgore
entusiasta.
:
“ Grazie, Maestà. “ Ringraziò
con un leggero inchino.
:
“ No, non c’è bisogno di tanto ossequio!
Non so se lo
sai, ma l’Underground è
libero grazie a
questo bambino. Eri rimasto bloccato quaggiù?”
:
“ Sì, ero bloccato ma non esattamente
qui.“
:
“E come ti sei liberato? “
:
“ Diciamo che è stata una piacevole anomalia.
“
:
“ La chiamerei piuttosto una fortuna ! -
Si fermò impensierito per poi proseguire con
sincerità – Sai, mi sei familiare…
“
:
“ Grazie, è un privilegio. “
L’ex
sovrano voleva chiedergli infine il nome ma Undyne
lo interruppe : “ A dopo le presentazioni! Torniamo a casa
adesso! Ne avremo di
cose da chiarire! “
Ognuno
le dette ragione e si incamminarono verso
Dengleen con il loro nuovo amico e convinti che ogni cosa fosse
finalmente
risolta. Non sapevano ancora che quello non era che l’inizio
…
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Capitolo 9 *** Chapter 9 Bleeding Heart ***
-
Chapter 9 -
BLEEDING
HEART
Ancora
nell’oscurità ricominciò a percepire.
Sul capo
una morbidezza non sconosciuta, attorno al corpo un calore gentile ed
accogliente che consolava la sua spossatezza. Aprì gli occhi
e cercò di capire
dove si trovasse. Non era più in quella galleria, non
c’erano più folate di
vento per lo scambio di attacchi, non c’era più
dolore. Il silenzio aveva preso
il posto delle grida di battaglia e così le sue orecchie
potevano finalmente
riposare. Si guardò lentamente intorno e notò di
essere in una camera, in un letto
ben fatto e in penombra, forse per impedire alla luce di infastidire il
suo
riposo. Si toccò il petto e sospirò sollevato:
non era successo niente. La
prima cosa che pensò fu di aver sognato, che tutto
ciò che era successo era
stato un altro incubo ed ogni cosa era finalmente tornata alla
normalità…
Voltò
il capo alla sua destra e si paralizzò. Accanto a
lui, seduto su una sedia, vide una figura magra e nera, con un viso
pallido e uno
sguardo che lo fissava con apprensione. No,
non aveva sognato nulla… era successo tutto per davvero !
Una
mano affusolata di quella persona si accostò per
toccarlo ma prontamente Sans lo bloccò prima che potesse
anche solo sfiorarlo.
Ricambiò lo sguardo ma non con gratitudine per la
preoccupazione che dimostrava
bensì con un amaro distacco, quasi gli desse fastidio la
pietà che proveniva
proprio da quell’uomo.
In
questo modo comprese che Sans si ricordava di lui e
quando egli sciolse la presa, si allontanò lentamente
richiudendo la porta ed
infine scendendo le scale che conducevano al piano di sotto.
:
“ Com’è
possibile….?
“ Chiese a sé stesso prima di nascondersi sotto le
coperte.
Giunto
nel salotto dove erano riuniti tutti in un
rispettoso mutismo per non disturbare il risposo dell’amico
infermo, l’uomo
disse: “ Si è appena svegliato …
“
Papyrus
scattò in piedi e con esclamazioni di festose
corse al piano di sopra per vedere il fratello mentre anche gli altri
furono
rincuorati: tutto era andato bene e Sans era salvo.
Paps
entrò con gioiosa foga nella stanza del fratello e
gridò: “ SANS !! “ Quegli
sobbalzò colto alla sprovvista, riapparendo da sotto
la trapunta e non ebbe il tempo di replicare che
fu
avvolto dal suo abbraccio.
:
“ SANS !! DIO MIO, STAI BENE ?! COME TI SENTI? COSA
È
SUCCESSO ? PERCHÉ TI SEI MESSO IN PERICOLO ?! DIO MIO, NON
FARMI PREOCCUPARE
MAI PIÚ COSÍ! “
Fu
sommerso dalle sue domande ma
in quel momento la cosa che sentì
maggiormente era la presenza fisica ed affettiva di
quell’amato fratello che
era convinto di aver perduto per sempre, che adesso era lì
con lui ed era
incolume. Sans si strinse semplicemente a lui senza rispondere,
trattenendo il
sentimento di felicità che aveva dentro per non lasciarsi
trasportare
eccessivamente. Era troppo avvezzo a nascondersi con il distacco
emotivo per
abbandonarsi ad una subitanea gioia che poteva essergli strappata in
qualsiasi
istante. Papyrus invece, sensibile com’era, si
lasciò sopraffare e lacrimò di
contentezza per la vita salvata di Sans.
:
“ Su
su, Paps non piangere!
Cos’è successo alla fine ?
“
:
“ COSA È SUCCESSO?! SANS, HAI RISCHIATO DI MORIRE!
TI
PARE POCO?! “
:
“ Nah…
come vedi non è
accaduto niente.
Sono
ancora qui che respiro… a pieni polmoni! “ Ed
indicò il
suo costato, nel punto in cui aveva iniziato a sciogliersi.
:
“ ASCOLTA, - Continuò con serietà
– LO SO
CHE CERCHI DI SMINUIRE LE COSE PER NON
FARMI PREOCCUPARE… MA NON CREDERE DI RIUSCIRCI, NON QUESTA
VOLTA ALMENO! ERI IN
PERICOLO DI VITA E SO CHE LA COLPA È MIA…
“
:
“ Colpa
tua?
– Ribatté sbalordito – Cosa
dici! Non sei stato certo tu a tentare di uccidermi.”
:
“ NO, MA TU HAI BEVUTO LA DETERMINAZIONE PER ME…
PERCHÉ PENSAVI FOSSI MORTO MENTRE INVECE ERO VIVO. SONO
STATO UN IMPRUDENTE E A
CAUSA DI CIÓ TI HO QUASI PERSO… PERDONAMI SANS,
NON VOLEVO FARTI SOFFRIRE COSÍ
TANTO DA COMPIERE UN GESTO DISPERATO. “
:
“ Fratello,
non devi
angustiarti tanto… davvero! È l’ultima
cosa che voglio. Ero solo furioso e sono
stato anche io imprudente. Piuttosto, come facesti a sopravvivere a
quella
cascata di fuoco?
“
:
“ SAPRAI TUTTO E FORSE CAPIRAI MEGLIO PERCHÉ PARLO
DI
COLPA. SE TE LA SENTI DI SCENDERE CON ME, ANCHE GLI ALTRI POTRANNO
SENTIRE COME
SONO ANDATE LE COSE. “
:
“
Certo! Dammi una mano,
sono ancora un po’… scomb-ossolato!
“
:
“ ARGH! QUESTA L’HAI DETTA A TRADIMENTO !
– Esclamò,
per poi iniziare a ridere - MA
NON ERA
MALACCIO! NYE HE HE ! “
E
lo aiutò a scendere al piano inferiore.
:
“ QUESTO È
CIÓ CHE
MI ACCADDE.
–
Incominciò il suo racconto Papyrus dopo che
tutti si furono accomodati sulle poltroncine o sul divano –
QUANDO MI GETTAI
PER PROTEGGERE SANS DA
FLOWEY, LUI FECE
UN INCANTESIMO
DEL FUOCO
MA NON
ERA
FINALIZZATO AD UCCIDERE,
INFATTI NON PROVAI
ALCUN DOLORE. DOPO LA
GRAN LUCE CHE
MI ACCECÓ
MI RITROVAI IN UNA
SORTA DI
PRIGIONE INCASTONATA NELLA ROCCIA,
DI CERTO
NON
MOLTO LONTANA DA
DOVE
MI TROVAVO
PRIMA. PARLAI
CON FLOWEY PER
CHIEDERGLI COSA STESSE
SUCCEDENDO ED EGLI
MI SVELÓ
LE
SUE INTENZIONI: IO ERO
STATO RAPITO
PER ESSERE USATO
COME ESCA
PER SANS. EGLI
INFATTI VOLEVA CATTURARE
MIO FRATELLO PER
ASSORBIRE
I SUOI
POTERI
MAGICI E DONARLI
A QUEL
SUO MIGLIORE AMICO,
PORTANDO A TERMINE
I LORO
PIANI DI STERMINIO.
PER ORA NON
MI AVREBBE UCCISO, DISSE,
PERCHÉ
GLI SERVIVO VIVO…
NEL
CASO LA SUA
BATTAGLIA CONTRO MIO FRATELLO
NON FOSSE
ANDATA COME DESIDERAVA.
CERCAI DI
DISSUADERLO NEI SUOI
PROPOSITI MA NON
OTTENNI RISULTATI.”
:
“ Ah, maledetto ! “ Ringhiò Undyne,
torturando un
cuscino.
:
“ INNANZITUTTO DEVO
FARE UNA
CONFESSIONE CHE NON
MI FA
ONORE.
MI ERO
VANTATO
DI ESSERMI
LIBERATO RISOLVENDO UN
PUZZLES… EBBENE, NON
MI SONO
LIBERATO
PROPRIAMENTE DA SOLO.
COMINCIAI
A PENSARE A COME
LIBERARMI ED AVVERTIRE
SANS MA NON
C’ERANO BUCHI NÉ
AVEVO
STRUMENTI PER SCAVARE.
NOTAI CHE COME
LUCCHETTO DELLA MIA
PRIGIONE
C’ERA UNA SORTA
DI
PUZZLES NUMERICO.”
Frisk
chiese se per caso si trattava di un sudoku ma lo
scheletro replicò: “NON SO, NON
NE AVEVO MAI VISTO UNO
SIMILE
EPPURE TENTAI DI
RISOLVERLO. PROVAI E
PROVAI TANTE VOLTE,
SENZA
PERDERMI D’ANIMO: TUTTO ERA
NELLE MANI MIE,
DEL GRANDE PAPYRUS,
E NON
POTEVO FALLIRE. IMPROVVISAMENTE
UN RAGGIO DI LUCE MI DISTOLSE
DAI MIEI TENTATIVI DI SCIOGLIERE IL PUZZLES NUMERICO.
APPARVE DAVANTI A ME UNA PERSONA .”
Toriel
si sorprese e domandò chi poteva essere.
:
“AVEVA IL
CORPO SIMILE
A QUELLO
DI
FRISK, SOLO PIÚ
GRANDE
E LUNGO…
PER
CUI PENSO FOSSE
UN
UMANO MA ERA
TALMENTE LUMINOSO CHE
NON
SAPREI DESCRIVERLO. NOTAI SOLO
CHE REGGEVA UNA
SORTA DI BASTONE
CHE LO SUPERAVA
IN ALTEZZA.
MI DISSE
CHE
NON DOVEVO TEMERE
PERCHÉ VOLEVA AIUTARMI.”
A
quella descrizione l’uomo vestito di nero si scosse
con un brivido, camuffato da un movimento per mettersi più
comodo sulla sedia
offerta dalla padrona di casa.
:
“ CON LA MANO SBLOCCÓ
COME PER MAGIA
IL LUCCHETTO
E
MI PREGÓ
DI NON
DIRE DAVANTI A
FLOWEY CHE MI
AVEVA LIBERATO.
REPLICAI CHE NON
VOLEVO MENTIRE PERÓ
INSISTETTE PER AMORE
DI SANS…
MI SORPRESI
E QUELLO MI
RISPOSE CHE SAPEVA
DEI PIANI DI FLOWEY
E CHE
DOVEVO
FIDARMI. GLI CHIESI
COME SI CHIAMASSE,
ALMENO PER RINGRAZIARE
MA DISSE
UNICAMENTE CHE ERA UN
ANGELO.”
A
quella parola il nuovo alleato dei Mostri sussultò
nuovamente e Sans se ne accorse, in quanto ogni tanto lo teneva
d’occhio
sospettoso.
:
“ INFINE, PRIMA
DI LASCIARMI
ANDARE, MI POSE
IL BASTONE
SUL CAPO
E MI
DONÓ
UNA NUOVA FORZA.
DOPO DI CHE
MI TELETRASPORTÓ
PROPRIO NEL MOMENTO
IN CUI
MI VEDESTE…
ED ECCO
FINALMENTE LA VERITÁ.
AH, MI SONO
TOLTO UN PESO!
– Sospirò forte lo scheletro. Non amava dire le
bugie ed essersi liberato la
coscienza lo fece sentire più leggero. Riprese il discorso
con tono più mesto –
LA SOLA COSA CHE
MI DISPIACE È CHE TU
SANS,
TRATTO IN INGANNO,
HAI SFIORATO LA MORTE.
AVESSI
POTUTO AVVISARTI PER
TEMPO…
MI DISPIACE
DAVVERO TANTO. SE
FOSSI STATO PIÚ
ATTENTO QUEL GIORNO
E
NON MI FOSSI
LASCIATO CATTURARE IN
QUEL
MODO ... MA CREDEVO
DI DIMOSTRARMI
UN GUERRIERO,
UNO SU CUI
CI SI
PUÓ FIDARE
E RISCATTARMI
DALLA PESSIMA FIGURA
CHE
FECI CON LA
STORIA DEL TULIPANO
… MA DA QUESTA
FACCENDA HO IMPARATO
UNA COSA
IMPORTANTE: IL VERO
GUERRIERO NON È
QUELLO CHE
SI GETTA
SENZA
RIFLETTERE NEL PERICOLO,
BENSÍ QUELLO CHE
DIFENDE LE PERSONE
AMATE SENZA GIOCARE
CON LA PROPRIA
VITA, PERCHÉ
SPESSO PROTEGGENDO SÉ STESSI
SI PREVIENE
IL DOLORE
DEI PROPRI CARI.
“
Wudy,
come aveva detto di chiamarsi al gruppo il nuovo
amico, a quel punto intervenne: “ Un angelo, hai detto?
“
:
“ DISSE COSÍ! PERCHÉ? “
:
“ Perché incontrai anche io
quell’angelo.”
:
“ Raccontaci! “ Lo incoraggiò Asgore.
:
“ Vi dissi che ero bloccato … non è
importante sapere
dove fossi. – Disse, prevenendo qualsiasi domanda –
Ero immerso nel buio e non
potevo muovermi, ad
un tratto un raggio
di luce simile a quello che apparve a Papyrus si palesò e mi
liberò, dicendo
che dovevo aiutarvi ed infine se ne andò. “
:
“ Anche tu lo hai visto, allora! E non ha aggiunto
altro? “
:
“ Nient’altro. “
.
“ A quanto pare questo angelo è dalla nostra parte
e
ciò ne sono lieto. Grazie a lui abbiamo sconfitto quel fiore
malvagio. Wudy hai
detto che ti chiami, giusto? Adesso ci conosci ma noi non sappiamo
nulla sul
tuo conto, perché non ci parli un po’ di te?
“
Wudy
tacque, abbassando lo sguardo quasi fosse stato in
incerto su come esprimersi. A quel punto Sans si rivolse a lui
direttamente: “ Inutile
nasconderti, ormai. Wudy gli hai detto? Sei proprio poco
originale.
“
Rimasero
tutti sorpresi da quell’uscita e ne chiesero
specificazioni.
Con
gli occhi l’uomo parve chiedergli: “
Perché lo fai,
Sans? “ Lo scheletro però, mosso da un mal celato
fastidio, proseguì
imperterrito: “ In
fondo…
Gaster
è un nome come un
altro.
“
:
“ Gaster? Non mi è nuovo questo nome…
“Asserì Asgore,
grattandosi la barba bionda in segno di riflessione. Dove lo aveva
già udito?
Volle sforzarsi ma stranamente gli risultava molto difficile.
:
“ Hai per caso scritto qualche manuale scientifico?
“
Chiese Alphys prendendo la parola, pure lei avvertendo quel nome
risuonarle in
qualche angolo della memoria.
:
“ Può
darsi, anzi credo sia
certo che tu abbia davvero alcuni sui suoi scritti, fosse anche solo
per
imparare il suo mestiere.
“
Un
fulmine parve colpirli a quelle parole.
:
“ Che dici?! “Proruppe la dottoressa sobbalzando
sulla sedia.
:
“ Era
lo scienziato reale
prima di te, Alphys.
“ Confermò Sans.
:
“ Possibile ?! Gaster…! Come ho fatto a
dimenticarti
! “ L’ex sovrano lo fissò interdetto.
:
“ Oh,
è normale! Nessuno di
voi lo ricorda perché lui si è voluto distruggere e così si
è cancellato dai vostri ricordi.
“
:
“ Fu un incidente…” Intervenne
finalmente Gaster, scoperto
e quasi in imbarazzo.
:
“ Ah
ah, ancora lo chiami
incidente.
“ Lo derise Sans,
insensibile.
:
“ Tu non sai tutto, Sans… “
:
“ So
abbastanza! Io c’ero, non
puoi più continuare a mentire. Ci avevi preso troppo la
mano...”
:
“ EHI EHI ! CALMA, FERMI
TUTTI! NON CI STO
CAPENDO NIENTE !” Papyrus
si levò in piedi e li
interruppe.
:
“ Manco noi, veramente. “ Intercalò
Undyne.
:
“ CERCATE DI SPIEGARVI !”
:
“ Allora,
glielo vuoi dire?
– Nuovamente Gaster ripiegò il capo in evidente
disagio e Sans prese in mano la situazione – No?
Allora lo farò io. Paps, lui è nostro fratello
maggiore Gaster.”
:
“ COME ?! È VERO?! “ Spalancò
gli occhi e li
indirizzò verso di lui, in attesa di una risposta.
:
“ Sì, Papyrus… sono vostro fratello. Un
tempo eravamo
una famiglia ma per una malaugurata sorte… “
:
“ Ancora
con questa storia?
Hai uno strano concetto di accidentale, tu. Credo che tu
stia… cadendo nel
ridicolo.”
:
“ SANS ! LASCIALO PARLARE ! “
:
“ Eh…
Io non ho voglia di sentire
queste sciocchezze. Quando avrà finito fatemelo sapere. Vado
a sdraiarmi.
“ Si diresse verso le scale ed appena girato
l’angolo
usò una delle sue scorciatoie per ritrovarsi già
nel letto precedentemente
lasciato, reprimendo sul cuscino il proprio nervosismo.
:
“ GASTER… SONO
UN PO’
STORDITO
DA QUESTA
NOTIZIA, MA SONO
DAVVERO FELICE DI
AVER CONOSCIUTO UN
ALTRO FRATELLO
! – E lo
strinse a sé, come era per lui
spontaneo fare – SIAMO
UNA FAMIGLIA ! PERMETTIMI
DI ANDARE DA SANS
ORA… SE LUI
NON È PRESENTE LA
MIA GIOIA NON
È
COMPLETA. TI DISPIACE
? VORREI ANDARGLI A
PARLARE…”
Gaster
ovviamente acconsentì, ritenendosi già fortunato
per la buona reazione che stava avendo lui. Paps gli sorrise e si
recò dal
fratello, assetato di conoscenza.
:
“ Sans non conosce bene tutta la storia, ecco
perché
reagisce così. Lo temevo ma è comprensibile. La
dirò a voi, se vi interessa… “
Ed egli narrò in breve cosa accadde quel lontano giorno ed
ogni ascoltatore
dovette dargli ragione: era stata una disgrazia spaventosa ed Asgore ne
fu
quasi commosso, tanto
che lo abbracciò a
sua volta come un vecchio amico. Alphys poi si fece coraggio e si
avvicinò con
ammirazione. Gaster si sentì accettato e si sentì
sollevato.
Suonarono
al campanello e Toriel andò ad aprire,
facendo entrare in casa una compagna di classe di Frisk, giunta per una
visita improvvisata
al suo amico.
:
“ Sei molto gentile ad essere passata, Carol. Siamo
un po’ indaffarati ma se voi due volete andare a giocare
andate pure in
giardino! Oggi è una così bella
giornata… “
:
“ Grazie, Maestra Toriel – Rispose cordialmente la
bambina dai capelli ramati e mossi, vestita con una maglietta verde ed
una
gonna in stile scozzese – ma vorrei restare qui!” I
mostri restarono sorpresi
di quella richiesta e dallo sguardo di quella bambina.
:
“ SANS ! -
Esclamò spalancando la porta della camera con
energia –
COSA TI È
PRESO?! “
:
“ Hhm?
A cosa ti riferisci ?
“
:
“ NON FARE
IL
FINTO TONTO ! PERCHÉ TI SEI ARRABBIATO CON GASTER? CI HA
TANTO AIUTATO,
BISOGNEREBBE ESSERGLI
GRATI ! “
:
“ Grati,
dici? Poteva
risparmiarsela la figura da eroe dopo così tanti anni di
assenza.
“ Replicò stringendo i denti.
:
“ ERA BLOCCATO ! E FORSE LO ERA DA TEMPO… NON
CAPISCO, NON TI HO
MAI VISTO COSÍ
AGITATO. NON
È DA TE, SANS ! DEVO
DIRTELO… PENSO TU MI STIA NASCONDENDO DELLE COSE.”
:
“ Ancora,
Paps?...
“
:
“ SÍ, ANCORA ED ANCORA FINO A CHE NON AVRAI DETTO
TUTTO ! SONO TUO
FRATELLO, SONO UN
AUDLTO ED HO IL
DIRITTO DI SAPERE COSA
TI TURBA. TU SEMBRI RICORDARE
BENE GASTER…
PERCHÉ NOI NO? C’ENTRANO
I TUOI POTERI DELLO SPAZIO-TEMPO,
NON È
VERO? “
:
“ Non
complicare troppo le
cose. Mi ha irritato il fatto che solo adesso si sia ricordato di avere
dei
fratelli e se ne fa bello davanti a tutti. In ciò non
c’è segreto. Riguardo ai
miei poteri… non so nemmeno io perché lo ricordo
meglio di voi. Alcune cose mi
sono confuse, son passati anni ed io ero molto giovane… ma
certe cose le
ricordo e lui mente quando afferma che è stato vittima di un
incidente! Ma
nessuno mi crederebbe…“
:
“ NARRAMI TU COSA ACCADDE. IO TI CREDERÓ. PRETENDO
PERÓ
ONESTÁ! “
:
“ Va
bene. Sarò breve dato la
faccenda alla fine è solo questa. Gaster al tempo lavorava
al Core, la fonte
energetica dell’Underground. Era completamente assorbito dal
progetto che non
tornava mai a casa da noi. Lo aspettavo con te bambino per ore ed ore,
rimanendo puntualmente deluso. Poi, non rammento bene come mai, iniziai
a
frequentare ogni tanto il laboratorio. Lui era diventato sempre
più scontroso e
anche se gli ero di fianco era come se non mi vedesse. Il giorno che
lui chiama
accidentale fu una sua volontaria scelta. Dopo aver esplorato alcune
sale del
laboratorio lo andai a cercare non so per cosa… lo vidi
nella stanza che era
più in contatto con il Core, vicino ad una balaustra e
pareva intendo ad
oltrepassarla. La terra tremò all’improvviso, il
calore aumentò
vertiginosamente … chiamai Gaster, tentai di convincerlo a
non lanciarsi e
quello invece scavalcò la ringhiera, precipitando nel fuoco.
“
Papyrus
impallidì e domandò: “
PERCHÉ LO FECE? “
:
“ Perché
era arrivato ad un
punto tale che non poteva più vivere senza il Core. Io e te
eravamo un peso da
mantenere. Quel progetto per lui era più caro di noi. E ci
abbandonò…
“
:
“ QUANTI ANNI AVEVI? “ Aggiunse, abbassando la voce
in segno di rispetto per la sofferenza che doveva aver provato in
passato.
:
“ Non
saprei, forse
quattordici o quindici…
“
Papyrus
abbracciò forte Sans, comprendendo che la scena
terribile rimasta impressa nel fratello doveva aver fatto sanguinare
un’antica
ferita del suo cuore alla vista di Gaster. Quanti sacrifici aveva
dovuto
compiere, così giovane!
A
sua volta Sans si lasciò stringere, volendo
rimangiarsi già tutto quello che aveva appena detto per non
risentire nelle
ossa quella sensazione di disperazione.
: “ MI DISPIACE TANTO
CHE
TU ABBIA
DOVUTO
VEDERLO MORIRE. CAPISCO
CHE TU NON
ME NE
ABBIA
MAI PARLATO PER
NON
DARMI LA NOTIZIA DI
QUEL
LUTTO …
MA VEDI, NON ERA
MORTO! EGLI È
QUI CON
NOI, PENTITO SICURAMENTE
DI QUEL
CHE FECE… FU UN ATTIMO
DI FOLLIA!
NON CREDO
CHE ORA STIA
MENTENDO PER CATTIVERIA,
BENSÍ PER
NON FARTI STAR
MALE…
“
:
“ Se
lo dici tu, fratello…
“ Disse infine, arrendendosi a lui. Forse aveva
ragione e quanto meno doveva dargli la possibilità di
narrare la sua versione
dei fatti.
Sciolti
dalla stretta, Sans si era calmato e si
dimostrò accondiscendente verso la richiesta di Papyrus di
lasciar spiegare
Gaster. Scesero le stesse scale di prima però, appena giunti
nel salottino,
Papyrus si immobilizzò davanti al fratello con
un’espressione sbalordita e
sgomenta per ciò che stava vedendo.
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Capitolo 10 *** Chapter 10 Take Control ***
- Chapter 10 -
TAKE
CONTROL
Sans
afferrò
un
braccio di Papyrus e lo scosse per tentare di farsi spiegare cosa
stesse
succedendo. Passati pochi secondi di stupore, egli esclamò:
“ QUELLO È
L’ANGELO!”
Davanti
a tutti i mostri riuniti, al posto della
piccola Carol, era apparsa una giovane donna dai lunghi capelli rossi e
mossi
che le sfioravano le spalle rivestita di un leggero alone bianco
mistico.
Indossava una tunica verde ampia e svolazzante ed al centro di esso vi
stava un
ciondolo molto vistoso dalla forma insolita, ossia quello di tre
spirali
incrociate dove una stava in altro e le altre due rispettivamente in
basso alla
prima. Ella teneva in mano il bastone di cui aveva narrato Papyrus e
pareva
fatto di un legno nodoso, antico e resistente decorato con fiori e
foglie vive.
La cosa che colpì la maggior parte dei presenti furono gli
occhi: grandi,
profondi, di color smeraldo con ricche sfumature indefinite ma
ammalianti e
pacifiche. La giovane donna sorrise gentilmente e proferì
con una voce gentile
e calma: “ Ciao! Scusate se mi sono presentata con un altro
aspetto, credetemi
che era necessario affinché non dessi nell’occhio.
Il mio nome è Gardh, piacere
di rivedervi tutti sani e salvi! “
L’unico
che riuscì a parlare in quel momento fu Sans il
quale, avvicinandosi a lei, le chiese: “ Sei tu che hai
salvato Papyrus e
Gaster? – Gardh annuì – Allora credo di
doverti ringraziare. “
:
“ Lieta di vedere che stai meglio. Non affaticarti
troppo. “
:
“ Oh, quello mi viene facile. “
:
“ Non dovete esser così spaventati, sono qui per
aiutarvi. – Aggiunse lei rivolgendosi agli astanti
– Con la
morte di Flowey Omega purtroppo i guai
non sono finiti e i vostri mondi sono ancora in pericolo.”
Toriel
si lasciò cadere sulla poltrona ed Asgore le
prese una mano come per sorreggerla moralmente in quel momento di
stupore. Frisk
rimase abbagliato dallo splendore e dalla dolcezza che emanava Gardh,
percependola
come una conoscenza familiare… eppure non l’aveva
mai vista! Una confusione che
la giovane donna placò accarezzando il viso del bambino.
Undyne
si era messa in guarda ma presto fu convinta da
Alphys ad
abbandonare ogni riserva: la
sua bontà non poteva essere un’illusione.
:
“ Cosa intendi dire – Intervenne appena ne ebbe il
fiato l’eroina – con pericolo?
C’è altro allora… “
:
“ Purtroppo sì. – Ammise dispiaciuta
lei, per poi
proseguire più serenamente – Ma lasciate prima che
vi spieghi meglio chi sono
io. Di certo avete molte domande e cercherò di rispondere a
tutto con sincerità.”
Superando
l’imbarazzo la padrona di casa la invitò ad
accomodarsi in mezzo a loro ed ella poté iniziare:
“ Io sono uno degli Angeli
Guardiani che protegge la Terra e i suoi abitanti dalle
entità maligne che
coesistono con noi. Siamo invisibili agli Umani ma se sono puri di
cuore
possiamo far avvertire la nostra presenza consolatrice, alcune volte
possiamo
materialmente intervenire nella vita delle persone per salvaguardarle o
prevenirle da traviamenti. Il nostro scopo principale è di
diffondere amore, la
forza più grande che possa essere sprigionata nel bene e nel
male. Cito spesso
il male apposta in quanto ci corrispondono altrettanti Demoni che
procurano
sofferenza e cattiveria come piante infestanti.”
:
“ E perché non sconfiggerli? “
Domandò Undyne.
:
“ Le lotte sono continue, forte guerriera! Assai
crudeli, aspre… ma non arrivano mai con la nostra o la loro
morte. È un mistero
della vita che ancora non ho potuto comprendere. “
:
“ Ci stai dicendo insomma che uno di questi Demoni ha
intenzione di distruggere i nostri mondi. “ Asserì
Gaster, andando al nocciolo
della questione avendolo facilmente intuito. Gardh si compiacque di
ciò ed
aggiunse: “ Esattamente. Ma questo Demone voi lo conoscete
già. Toriel, Asgore
– E si rivolse a loro – Voi l’avete
accolto in casa come un figlio. “
Le
due capre antropomorfe avrebbero voluto essere
ingoiate dalla terra per la terribile notizia che li aveva colpiti ed
esclamarono all’unisono un nome: “ Chara !
“
Sans
s’irrigidì: quel nome… Flowey gli aveva
parlato di
lui ! Il suo Miglior Amico… Ma non disse una parola,
preferendo continuare ad
ascoltare prima di intervenire.
:
“ Ne siete sconvolti, lo capisco. Non vorrei
infierire sul vostro dolore ma le cose sono arrivate ad un punto tale
che è
indispensabile che sappiate. Chara è
l’incarnazione di un odio talmente
profondo e radicale da superare la fortezza delle querce. Una
determinazione
all’odio che è raramente riscontrabile negli altri
Demoni. “
:
“ Buona Gardh… verremo puniti per dato amore a chi
ne
aveva bisogno? “ Domandò retorica Toriel, la prima
dell’ex coppia reale che
ebbe coraggio di favellare.
:
“ Affatto. Ciò che è donato dal cuore
non può essere
giudicato, anche se ha conseguenze nefaste. Fu Chara stesso a portare
alla
morte il vostro unico figlio, il quale dopo secoli prese vita sotto
forma... “
:
“ Di fiore. “ Completò la frase Asgore,
incupendosi.
Adesso tutto era chiaro e spaventosamente lineare.
:
“ Era vero… mio figlio… ! - Toriel emise un singhiozzo
strozzato,
trattenuto dal contegno di essere davanti a tante persone. La sua
regalità riemerse
come un diamante perduto – Ma Flowey ci disse che la sua
anima era sparita per
sempre. Anche questo corrisponde a verità? “
:
“ Sì, povera cara. Non voleva essere
più vittima di
quella malvagità che lo aveva reso meschino e assassino.
“
:
“ Fatalità ! “ Esclamò Alphys.
:
“ Egli morì tanto tempo fa. – Gaster, da
buon
scienziato, continuò ad essere analitico – Se
però ne parli al presente… “
:
“ Chara è vivo e sta tentando di compiere la
devastazione che aveva sempre sognato per entrambe le vostre razze.
Quale
guardiana, devo impedire un eccidio di innocenti, indipendentemente dal
popolo a cui si
appartiene. Se così non
fosse, l’equilibrio della Terra verrebbe meno e tutto
cadrebbe in rovina… e periremmo
così anche noi angeli. “
:
“ DOBBIAMO TROVARE QUESTO
CHARA E
CONVINCERLO CHE SIAMO
SUOI AMICI. IN
FONDO PENSO CHE
MOLTI SI
COMPORTINO MALE PER
PAURA
O BISOGNO…
SARÁ COSÍ
ANCHE PER LUI!
“
:
“ Papyrus, temo che le parole non saranno
sufficienti. Sono entità malevole per natura, il nostro
opposto. Bramano
sangue, sofferenza, terrore e miseria. Io che professo
l’amore, proprio per
amore della Terra e delle creature che vi abitano devo impedire che
questo
piano venga attuato. Ho due soluzioni in mente delle quali solo una
potrà
essere percorribile. Ma prima di comunicarvele, ho bisogno di parlare
in
provato con Sans. “
:
“ Perché
?
- Chiese lo
scheletro, finalmente dicendo qualcosa – Non
credo di essere così… es-sans-ziale
.
“
Toriel
sghignazzò, recuperando il sorriso che le si era
spento, gli amici rimasero impietriti mentre Papyrus gridò:
“ SANS, PER
AMOR DI DIO!
QUESTA È UNA COSA
SERIA
! ”
:
“ Allora
penso che abbiate
proprio sbagliato partito con me.
“
:
“ No, Sans… credimi, è importante. Ti
prego, parla in
privato con me. “
:
“ E
va bene. Non dirmi che
non ti avevo avvisata, eh !
“ Si dovette per
forza arrendere a quegli occhi e a quella gentilezza così
delicata.
Gardh,
alzatasi in piedi, colpì tre volte il pavimento
con il suo bastone e sia lei che lo scheletro scomparvero sotto gli
sguardi
sorpresi dei loro compagni d’avventura.
:
“ Apri gli occhi. “ Gli disse quella voce cortese.
Quando lo fece si ritrovò immerso in un bianco lucente ma
non fastidioso, vuoto,
senza suolo e senza cielo eppure così concreto che poteva
toccarlo.
:
“ Dove
siamo?
“
:
“ Siamo in uno spazio sicuro e riservato. È il
luogo
dove in genere medito. “
:
“ Ebbene?
“
:
“ Prima di iniziare devi sapere che conosco bene i
tuoi poteri spazio-temporali, so dei Resets, del genocidio compiuto da
Frisk…
so tutto. “
:
“ Come
lo sai?
“
:
“ Permetti che ti narri dal principio. Ogni Guardiano
ha un Demone da affrontare in una lotta nel tentativo, come detto
poc’anzi, di
stabilire un equilibrio tra bene e male. Il mio personale avversario si
chiamava
Tannah e la sua natura era
particolarmente feroce e violenta. Tanti secoli fa egli
fuggì, alla ricerca di
un suo angolo di mondo in cui esercitare la sua sovranità e
sfogare così le sue
crudeltà senza che io lo disturbassi. Un giorno
osservò a distanza Chara, un
bambino che, per disperazione ed odio, tentò di suicidarsi
gettandosi in un
burrone… ma il bambino non morì:
precipitò su un letto di fiori e fu soccorso
da una famiglia, vivendo per alcuni anni felice. Il suo animo
però era troppo
piccolo ed era già stracolmo di una disperazione senza
eguali così maturò un
piano ingegnoso. Ingerì
del veleno e
alla sua dipartita la sua anima fu assorbita dal proprio fratello
adottivo, il
quale volle ricondurre il cadavere dell’amico al proprio
villaggio d’origine.
Purtroppo al tempo la popolazione non comprese e lo scambiarono per
l’assassino
del piccolo, per cui lo ferirono mortalmente. Il giovane
riportò il corpo e se
stesso a casa per morire davanti agli occhi dei propri
genitori.”
:
“ Conosco
questa tragedia
familiare.
– Asserì Sans – Ma
ancora non spiega…
“
:
“ Ascolta ancora. Tannah, alla morte del bambino,
trovò in lui un involucro perfetto per passare inosservato,
come se fosse stato
un travestimento, e finalmente trovò il luogo in cui
esercitare le sue manie di
controllo: l’Underground. “
Sans
ebbe un sussulto e a quella reazione Gardh
seguitò: “ Io dopo diverso tempo riuscì
a scoprire che Tannah si era nascosto
nell’Underground ma essendoci la Barriera non potevo
oltrepassarla e stanarlo.”
:
“ Perché?
Non sei un Angelo
Divino? Pensavo potessi superare i muri e cose del genere.
“
:
“ La Barriera non era un ostacolo qualunque. Gli
Umani, quando sapevano usare la magia, usarono una formula tale che
impediva perfino
agli Angeli di oltrepassarla. Mi domandai come vi fosse riuscito
Tannah…
semplicemente aveva dissolto il proprio corpo e la sua anima dannata
poté
infiltrarsi. Noi Angeli, essendo che il nostro spirito è
legato al nostro corpo
indissolubilmente, non potremmo esistere senza uno dei due. I Demoni
sono di
altra razza e per questo gli è stato possibile. Insomma, si
era reso incorporeo
e si era nascosto nelle viscere dell’Underground in attesa
che il suo involucro
venisse risvegliato. Egli conosceva la vostra profezia: un angelo
avrebbe
svuotato il vostro mondo. Egli volle renderlo però un angelo
del male. “
Lo
scheletro ascoltava con curiosità, sebbene la cosa
non lo toccasse molto: erano storie centenarie, leggendarie…
veritiere ma
inutili nel caso contingente. Eppure si dimostrò paziente.
:
“ Attese per tanto tempo fino a quando non scese
colui che solo, con i suoi poteri, poteva risvegliare il bambino e con
esso
dargli un corpo. Questo… era Frisk. “
A
quel nome ebbe un nuovo moto di stupore eppure gli
parve che non c’era da sorprendersi. Era Frisk che aveva
deciso la pace o il
genocidio fino a quel momento…
:
“ Chara era il bambino che si era suicidato,
Tannah il Demone che prese il corpo
dell’umano defunto e la sua sete di sangue da usare come
travestimento. Frisk
era l’unico in grado di esercitare un tale potere da essere
l’ago della bilancia.
Sapevo dei piani di Tannah e sapevo anche che non potevo intervenire a
causa
della Barriera. Dopo i molti umani caduti compresi che era in loro che
dovevo
riporre la mia fiducia e scelsi Frisk per la sua grande determinazione.
Fui io infatti
ad attirarlo, creando delle luci, sul Monte Ebott, fui
io che lo guidai nel vostro mondo. Doveva
essere la mia arma contro il male di Tannah e con le sue buone azioni
avrebbe
impedito il risveglio di Chara… ma la mia influenza e
protezione erano deboli
da così lontano. Purtroppo avvenne che Tannah prese il
sopravvento e lo
condusse sulla via della perdizione fino all’atto
più sacrilego: cedere la
propria anima a Tannah. Per farla breve Tannah e Chara sono diventati
ora una
cosa sola. Chara è il nome che Tannah ha deciso di assumere
per nascondersi
nell’Underground e sfuggirmi, per sfogare le proprie pulsione
su voi,
innocenti.“
A
Sans si aperse uno squarcio.
:
“ Ecco
il vero nome del
nemico. Tannah… lui si è impossessato di
Frisk…?
“
:
“ Esattamente. E la mia influenza benigna, che doveva
portarvi pace, diminuì ancora di più dopo che il
piccolo perse la sua anima. Se
ci ripenso mi sento in colpa per la vita di quel fanciullo…
“
:
“ Ma
quando tornammo la prima
volta in superficie e
la Barriera fu infranta,
perché non facesti nulla?”
:
“ Perché la regola del gioco rimaneva invariata e
quindi la Barriera non si rompeva mai veramente. Fino a che Tannah e
Frisk
usavano i Resets seguendo le regole preimpostate io rimanevo bloccata.
Finalmente però Tannah ha rotto lo schema classico, si
è deciso a voler uscire
allo scoperto credendo di avere abbastanza forza. E qui entri in scena
tu,
Sans. Io sapevo delle intenzioni di Tannah, dei primi tentativi di
Asriel (al
tempo Flowey ) con i Resets, delle tue capacità e di quello
che hai dovuto
sopportare. Anche Tannah ne era a conoscenza… per cui
credette che tutti quei
Resets ti indebolissero a tal punto da non risultare più una
minaccia per lui.
“
:
“ Aveva
paura di me ?
“
:
“ Sì, temeva quello che potevi diventare. Fece di
tutto per renderti inerme, cinico, distaccato dalla vita…
depresso. Voleva
privarti della tua forza. I tuoi poteri spazio-temporali erano un
cruccio e
sapeva che, se usati correttamente, potevano rovesciare i suoi piani.
Però si è
sbagliato: quei Resets ti hanno reso più vigoroso che mai e
con una
determinazione sbalorditiva.“
:
“ Mi
pare assurdo. Prendo
solo delle scorciatoie ogni tanto, non mi pare granché. Ed
io non ho tutta
questa determinazione che dici tu…
“
:
“ Invece ce l’hai, bisogna solo risvegliarla.
Adesso
ti dirò la mia strategia, quella che ti riguarda
direttamente. Attraverso il
tuo controllo spazio-temporale potrai impedire i Resets che Tannah
proverà ad
usare in battaglia contro di me, poiché è destino
che lo scontro sia tra di
noi. “
:
“
Sei una strana divinità.
Che poteri hai tu, se usi sempre gli altri?
“
:
“ Domanda sagace e corretta. Io ho enormi poteri
sulla terra… quando però vi sono di mezzo magie
umane la mia forza viene
limitata, come nel caso della Barriera. Io posso bloccare i Resets di
Tannah,
però questo consuma molte energie e di questo passo finirei
per non risolvere
la situazione. “
:
“ E
la soluzione sarebbe?
“
:
“ Sigillare Tannah. Secondo le leggi del mio ordine
non dovrei ucciderlo, ma egli ha superato ogni limite e pretende di
usare i
Resets ed altre magie simili sulla Terra, causando uno sbilanciamento
tale
nell’equilibrio che porterebbe alla distruzione. Non posso
permetterlo. Sono
Angelo dell’Amore e in quanto amore, di Vita. Tannah
verrà sigillato in questo
ciondolo che porto, che come vedi assomiglia ad un cuore rovesciato se
unisci i
tre rami che lo compongono. “
:
“ Bel
progetto, ma come
dovrei fare? Non sono capace di una cosa del genere.
“
:
“ Nel caso non riuscissi ho un piano di riserva…
sebbene sia molto più rischioso. Da dire è
semplice: devi controllare due
linee temporali: il passato e il presente.
Il presente da controllare è relativamente semplice ma il
passato è un po’ più
complesso. E ciò può avvenire quando avrai
coscienza di tutti i tuoi ricordi,
di tutta la tua linea temporale. “
:
“ Non
sarà possibile. A
tratti ho delle lacune.
“
:
“ Basterà semplicemente che io liberi i ricordi
che
cerchi di non riportare alla luce perché ti causano dolore o paura. Dovrai
controllarli, averli tutti in
mente… solo così poi potrai bloccare il tempo ed
impedire così i Resets. “
:
“ Mi
pare assurdo.
“
:
“ Sans, ti prego! Abbi fiducia in te… sei la
speranza
di Umani e Mostri.”
Sans
stette in silenzio per qualche attimo,
impensierito dalla grande quantità di informazioni che lo
avevano investito. Infine
riprese a parlare: “ Metti
caso che io ci
provi… se non dovessi farcela?
“
:
“ Beh, in quel caso dovrei sigillare me stessa e
Tannah nel ciondolo, lottando
all’interno di esso in una battaglia dall’esito
incerto. In quel caso non so
cosa potrebbe accadere, quali cataclismi si abbatterebbero sulla Terra.
Per
questo dico che è rischiosa. “
Rimasto
muto per altri secondi, Sans trovò in sé una
risposta che echeggiava disperata: doveva cercare di porre fine alle
sofferenze
dei suoi amici, di Papyrus soprattutto.
:
“ Va
bene. Ci proverò. In
fondo basta solo ricordare, no
? “
:
“ Non sottovalutare questo compito, ti prego. Sarà
terribile... eppure sono certa che ce la farai. Sei l’unico
in grado. “ Appena
ebbe terminato ciò, con la punta del suo bastone
toccò lievemente la fronte di
Sans, il quale in breve cominciò a provare
un’ansia che lo travolse di colpo,
un senso di vertigine gli fece tremare le ginocchia, il capo fu
riempito di
colpo di mille immagini e suoni che si confondevano tra loro e
diventavano un
ammasso rumoroso e caotico. Si afferrò la testa fra le mani
e cadde in
ginocchio davanti a Gardh. Passato il culmine di quella sensazione,
respirando
affannosamente, si rimise in piedi e fissò intensamente
l’angelo: “ Dio…
“ Sussurrò.
A
quel punto Gardh teletrasportò Sans a casa sua, nella
propria camera da letto, per farlo riposare mentre ella, riapparsa nel
salottino di Toriel, dava sommarie indicazioni agli altri Mostri.
Lo
scheletro si gettò sul letto e si accorse che una
mano aveva iniziato a vibrare senza controllo: “ Cosa
ho fatto? …
“
|
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Capitolo 11 *** Chapter 11 Flow of Dreams ***
-
Chapter 11 -
FLOW OF
DREAMS
Papyrus
s’incamminò verso casa propria con passo meno
celere del solito. Stava ancora ripensando alle parole che Gardh aveva
pronunciato poco prima nel salotto di Toriel davanti a tutti.
:
“ Non ci sarà bisogno del vostro intervento
– Aveva
detto lei – Solamente Sans verrà con me.
“
:
“ SONO
SUO FRATELLO
! – Aveva invece
esclamato lui, risentito – DEVO
ESSERCI ANCHE IO, IL
GRANDE PAPYRUS
! SONO O
NO
UN GUERRIERO
?! “
:
“ Lo sei – Lo aveva rassicurato sorridendo ma
dimostrandosi
inflessibile sull’argomento – però sarai
più utile insieme ai tuoi amici. In
caso di necessità ci sarai tu a proteggerli. “
A
quella proposta il giovane scheletro si era sentito
lusingato e la sua smania di essere utile fu appagata… sul
momento.
Gardh
aveva assicurato che a Sans non sarebbe successo
niente ma che era l’unico, per i suoi poteri speciali, a
poterla aiutare nella
sua lotta contro Chara. Eppure gli parve che qualcosa non tornasse, che
la
donna-angelo avesse tenuto nascosto qualche dettaglio. Non era di certo
la
prima volta che aveva quella percezione, con suo fratello ad esempio
era una
costante. Da diverso tempo Sans non era più quello di una
volta: era divenuto
solitario, dedito ai vizi, si divertiva con quelle oscene battute che
gli
venivano così spontanee, dormiva spesso e anche quando si
riposava lo vedeva
sempre stanco, fuori forma… e così fragile che il
minimo sforzo poteva
debilitarlo. Aveva cercato di allenarlo però con scarso
successo ed aveva perso
la pazienza.
“
SE VORRÁ PARLARMI
LO FARÁ. SA
CHE PUÓ CONTARE
SU DI ME.” Si era
detto allora. Il tempo passava e
Sans non diceva una parola, anzi pareva peggiorare giorno dopo giorno,
come se
fosse stato prosciugato da una malattia che lo corrodeva.
Mise
le chiavi nella toppa ed entrò, respirando l’odore
di quelle stanze: gli era sembrata un’eternità da
quando era stato rapito da
Flowey ed era così contento di esser tornato!
Per prima cosa si mise in cucina a preparare degli
spaghetti,
pregustandoli con l’immaginazione. Quando ebbe finito si
accorse di esser stato
così assorto che s’era scordato di chiamare il
fratello per mangiare insieme.
Dovevano festeggiare il suo ritorno! Gardh lo aveva informato che era
nell’abitazione e cominciò a chiamarlo a gran
voce: “ SANS ! EHI,
CI SEI
? VIENI
A TAVOLA, È
PRONTO! SANS
! “
Nessuna
risposta.
Scocciato,
pose vicino al piano cottura le pattine con
le quali aveva scolato la pasta e, slacciatosi il grembiule,
salì su per le
scale per dirigersi in camera del fratello. Entratovi vide che era
tutto buio e
una massa indistinta giaceva sul letto, respirando forte. Si
avvicinò…
Era
troppo. Come
avrebbe potuto farcela ?
Non
era riuscito a
salvare suo fratello da una morte che aveva previsto… questo
era decisamente
troppo per lui. Non era mai stato bravo in niente, sapeva solo infilare
il naso
nei libri o dietro un telescopio e osservare le cose da lontano. La
verità era
che era un codardo! Non aveva il coraggio di gettarsi in mezzo alle
situazioni
per paura, perché era distratto e svogliato, incapace di
fare alcunché di
buono. Però non era cattivo! Voleva bene a tante persone:
Paps, Toriel, Frisk…
:
“ L’amore non
basta.”
Ancora
quelle
parole ! Da dove venivano? Un’ombra alta e magra si
accostò, allungano le mani
su di lui. Indietreggiò per non farsi toccare, spaventato da
cosa potesse
accadere…
Allora
una figura
di umana illuminata fermò l’ombra nera e gli disse
che non c’era bisogno del
suo aiuto, almeno per ora.
L’ombra
sorrise …
:
“ L’amore non
basta, Sans …”
:
“ SANS? SVEGLIATI ! “
Sans
sobbalzò, scostando le coperte con forza: “ Che
c’è
?! “
:
“ SONO
VENUTO A DIRTI
CHE HO PREPARATO
LA CENA. STAI
BENE? “
:
“ Sì,
tutto ok. Adesso
arrivo.
“ Gli rispose
nascondendo i suoi sentimenti.
Papyrus
tornò al piano di sotto con la certezza che il
fratello gli stava mentendo. Lo aveva sentito lamentarsi nel sonno,
farfugliare
qualcosa in tono angoscioso e ciò non andava affatto bene:
doveva intervenire
in qualche modo per aiutarlo.
Lo
scheletro, dopo esser rimasto qualche secondo ancora
seduto sul letto per riprendere controllo di sé stesso, si
infilò le ciabatte
ai piedi e a passo di bradipo raggiunse Papyrus in cucina per consumare
la
consueta porzione di spaghetti. Era felice di riaverlo a casa, aveva
sofferto
tanto senza di lui eppure il disagio di quella specie di sogno che
aveva avuto
lo aveva impensierito. Forse il processo di ricordo era già
iniziato ma era
indomabile, come un cavallo imbizzarrito ed altrettanto spaventoso.
Mentre
le forchette ticchettavano sui piatti, Sans
domandò all’improvviso: “ Gaster
non è venuto con te?
“
:
“ OH, GLI
CHIESI CON INSISTENZA
DI VENIRE A
STARE DA NOI,
PERÓ DISSE CHE
NON ERA ANCORA
IL MOMENTO. NON
VOLEVA IMPORTI LA
SUA PRESENZA, SAPENDO
CHE ANCORA NON LA
GRADISCI.”
:
“ Capisco.
“ Replicò solamente, tagliando il discorso. Non
avrebbe dovuto fargli quella domanda eppure ne aveva sentito il
bisogno.
Ultimato di mangiare Sans lo ringraziò e gli disse che se lo
avesse cercato era
in camera in sua: aveva bisogno di riposare. Si aspettò di
sentire Papyrus
sbraitare sul suo essere pigrone e nullafacente, che doveva impegnarsi
per la
missione che gli aveva affidato Gardh… invece lo
salutò semplicemente e si mise
a sistemare. Gli parve strano però salì
nuovamente le scale senza aggiungere
altro. Ma Paps sapeva perfettamente cosa fare.
Lo
lasciò in solitudine per un’oretta, durante la
quale
si era intrattenuto sistemando la cucina, pulendo
casa, mettendo in ordine per cognome
dell’autore i pochi libri che avevano in casa, guardando un
po’ di televisione.
Infine si decise: era il momento di raggiungere Sans.
Giunto
davanti alla sua porta, bussò ed una voce
all’interno rispose: “ Chi
è
? “
:
“ NO, TI PREGO!” Sapeva quello che sarebbe
successo:
come aveva fatto a dimenticarsi che appena Sans udiva bussare pretendeva il gioco del
“chi è”!
:
“ Non
ti apro altrimenti.
– Poi riprese – Chi
è
? “
:
“ SONO TUO FRATELLO !”
:
“ Marcondiron
diron dello?
“
:
“ NO,
PAPYRUS! CHI È
QUESTO MARCONDIRON? CI
SONO ALTRI FRATELLI
DI CUI IGNORO
L’ESISTENZA,
SANS? “
:
“ No,
per carità, scherzavo.
Vieni!
“
Entrò
con cautela e notò che Sans stava leggendo un
libro su un letto disfatto. Dopo aver represso il suo istinto di
buttarlo giù
per rincalzare meglio le coperte, disse: “ TI DISTURBO?
“
:
“ Affatto!
È ora della
storia del Coniglietto Sofficetto?
“
:
“ NO, NO… HO BISOGNO DI SENTIRE UN’ALTRA
STORIA.”
:
“ Oh…
- Sans rimase spiazzato per un attimo – Ma
tu adori quel libro.”
:
“ CERTO, MA
STASERA VOGLIO CHE
TU MI RACCONTI
COSA TI HA
CHIESTO VERAMENTE DI
FARE GARDH. RICORDI
CHE DA TORIEL
TI DISSI
CHE PENSO
TU MI NASCONDI
DELLE COSE? ECCO,
LO RIBADISCO E
VOGLIO CHE TU
MI NARRI.”
La
determinazione fece brillare gli occhi di Paps e lui
ne rimase colpito. Forse doveva davvero iniziare ad
informarlo… ma se fosse
capitato un Reset tutto sarebbe stato vano. Fece una promessa con
sé stesso e
poi si rivolse al fratello che non gli staccava gli occhi di dosso:
“ Va
bene. Possiamo fare domani? Sono davvero stanco stasera.”
:
“ DOMANI !
GUARDA CHE CI
CONTO EH? TE
LO VERRÓ A
RICORDARE ! “
:
“ Certo.
Sicuro che non vuoi
il Coniglietto Sofficetto?
“
La
tentazione fu irresistibile: “ TI ASPETTO IN CAMERA
MIA !! “
E
saltellò via, contento di aver strappato una promessa
al fratello e in fremente attesa del suo racconto preferito. Sans
sospirò e
pensò intanto che andava nell’altra stanza:
“ Se
domani sarà ancora tutto così
parlerò… se ce la farò.
“
Aveva
nevicato
parecchio quella notte e il freddo era particolarmente pungente. Gli
alberi non
erano che immagini statiche. Una delle piante prese vita, si recise da
sola e
creò un tavolo ben apparecchiato, seduti al quale stavano
due figure: uno
scheletro e un bambino, intenti a cenare. Lo scheletro disse:
“ Non amo
mantenere le promesse. Però questa volta non potevo farne a
meno. “
Il
bambino parve
cambiare aspetto e divenne un mostro dagli occhi assassini che con voce
demoniaca gli disse: “ Tu non sai mantenere la parola. Sei
come tuo fratello…
un fallito. “
Sans
volle
ucciderlo per quell’impertinenza ma si trattenne e rise:
“ Eheh, sai cosa ti
sarebbe successo se non avessi fatto una promessa in passato? Saresti
già morto
su quella sedia. “
:
“ Ma fammi il
piacere. – Ribatté afferrando un coltello che era
appoggiato sul tavolo. Poi
spinse via quest’ultimo
e fece apparire
il corridoio del re nel suo antico splendore – Hai paura
perfino della tua
ombra. “
:
“ Forse. Di certo
non temo la tua, marmocchio…” Dicendo questo
però notò che effettivamente l’ombra
che la luce rifletteva si stava trasformando in quella di Gaster e Sans
fu
colto dal panico per quella distorsione.
:
“ Che ti dicevo?
– Lo schernì quello che non poteva più
chiamato bambino – Non hai speranze
contro di me. Giocherò con voi per sempre e sarà
mio spasso vederti rantolare
nel terrore ! “
La
risata
disturbante lo assordò ogni cosa divenne di color rosso
mentre con una mano
reggeva la testa mozzata di Papyrus e la faceva rimbalzare come una
palla.
:
“ Basta !! “
Si
destò in un bagno di sudore, tremante e con un
affanno che pareva mordergli la gola, privandolo di una regolare
respirazione.
Era mattina, era ancora nella casa in Superficie, non c’era
stato alcun Reset…
Quel flusso di sogni lo stava intontendo e cominciava a perdere la
cognizione
della realtà. Gardh
aveva ragione: non è
facile controllare il passato. Tante scene si mischiavano assieme e
creavano
fantasmi dalla consistenza palpabile giacché quelle cose le
aveva vissute
davvero.
:
“ SANS !! – Papyrus si presentò di buon
ora,
gettandosi nel letto del fratello – BUONGIORNO !! OGGI MI
DEVI RACCONTARE, HAI
PROMESSO! ”
Era
la conferma che tutto era rimasto uguale e Paps non
aveva perso la memoria… non ancora almeno.
:
“ SANS?
PERCHÉ FAI QUELLA
FACCIA? HAI DORMITO
MALE? PERCHÉ NON
MI RISPONDI?“
|
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Capitolo 12 *** Chapter 12 Training a Hero ***
-
Chapter 12 -
TRAINING
A HERO
:
“ SANS, PERCHÉ NON MI RISPONDI?”
:
“ Scusa
Paps, mi sono
distratto. Senti, per quella cosa che dicevamo ieri… io non
so…”
:
“ AH, COME ! VUOI RITIRARE LA PROMESSA? NON PUOI! “
:
“ Non
è così facile…”
:
“ DICIAMO LE COSE COME STANNO: TU CREDI CHE IO SIA
UNO STUPIDO, CHE NON POSSA CAPIRE, NON È COSÍ?!
“ Era raro vedere Papyrus
arrabbiarsi seriamente e in quel momento lo sguardo corrucciato era un
brutto
segnale.
:
“ No,
no! Lo sappiamo
entrambi che sei il più intelligente tra noi due.”
:
“ E ALLORA
ANCORA PEGGIO!
VUOL DIRE CHE NON TI
FIDI DI
ME! SE È
COSÍ
… AVREI
PREFERITO CHE MI
CONSIDERASSI STUPIDO. “ Le sue
domande erano pressanti ma
erano la voce di impellenti chiarimenti e confessioni rimandate per
tanto
tempo.
:
“ Cosa
dici ! Non fidarmi di
te? Sei la sola persona che abbia al mondo! Sei mio
fratello… ti voglio bene..
se non avessi te io…
“ Anche sulle
emozioni stava perdendo il controllo: iniziò a tremare, la
voce si spense e
trattenne a fatica le lacrime. Tutti quei ricordi erano troppi,
eccessivamente
veloci e tutti insieme! Era davvero difficile.
:
“ SCUSA SANS, NON
TE LA
PRENDERE…
LO SO CHE MI
VUOI BENE (
E COME NON POTRESTI ), MA IO
NON CAPISCO
TUTTA QUESTA SEGRETEZZA
CON ME.”
:
“ Sarebbe
inutile! Non
ricorderesti…”
:
“ AH AH ! – Esclamò con una esultanza
amara – VEDI
CHE MI RITIENI UNO STUPIDO? “
:
“ Papyrus,
ti prego, non è
così! Non potresti tu come non potrebbe nessuno. Nessuno
ricorderebbe le mie
parole perché vi verrebbero… cancellate.
“
:
“ CANCELLATE? DA CHI? “
:
“ Da
Frisk.
“Disse dopo un attimo di pausa.
:
“ FRISK?! “ Ripeté allibito.
:
“ Lui
ha dei poteri speciali
superiori ai miei. Lui può a suo piacere cancellare linee
temporali,
ricominciare, salvare e tornare a un punto prestabilito. Questo potere
si chiama
Reset.
“
:
“ NE AVEVA ACCENNATO GARDH, PERÓ RIFERITO A CHARA!
“
:
“ Chara
non è il solo che
può utilizzarlo, anzi se lui esiste ancora oggi è
grazie a Frisk e alla sua
determinazione.
“
:
“ COME PUÓ ESSERE?! “
:
“ Vedi,
tu conosci questo
Frisk: dolce, amichevole, amico di tutti. Ma non è sempre
stato così. Lui, con
i Resets, si è comportato in tanti modi diversi e ha fatto
delle cose che hanno
cambiato il corso delle nostre vite.
“
:
“ QUALI COSE? “
:
“ Di
tutti i tipi, spesso
non buone.
– Prese coraggio e
concluse la frase – Ha
ucciso.
“
:
“ LUI?! UCCISO?! CHI?! “
:
“ Mah…
dipendeva dal suo
estro. A volte Toriel, Undyne o Asgore, in altre occasioni faceva una
strage. Per
lui era come essere in un videogioco.
“
:
“ FRISK CAPACE
DI QUESTO?
UCCIDERE TUTTI! VUOI
DIRE… ANCHE NOI
DUE? “
:
“ Sì.
“
:
“ POSSIBILE…! MA SCUSA,
COME
FAI A RICORDARE
QUESTE ALTRE TIMELINE?
PER I TUOI
POTERI, VERO? “
:
“ Credo
di sì, però spesso
non ho ricordi nitidi. Sembravano sogni, incubi o realtà.”
:
“ QUINDI SE
QUALCHE MATTINA TI VEDEVO
STRAVOLTO
ERA PERCHÉ ERA AVVENUTO UN
RESET?
“
:
“ Ah,
può darsi, difficile
dirlo. Non li so più distinguere da un pezzo.
“
:
“ DA QUANTO
TEMPO AVVIENE
TUTTO QUESTO? “
:
“ Ammetto
di aver perso
anche la cognizione del tempo. Ma abbastanza da perdere la voglia di
tentare di
reagire a un gioco che si ripeteva senza fine. Tentai, non credere, di
cambiare
le cose. Non è servito a niente, qualsiasi cosa facessi.”
:
“ OH SANS… -
Sospirò contrito – È TERRIBILE ! ORA CAPISCO
DAVVERO TUTTO ! LA
TUA
SVOGLIATEZZA, LE TUE SOLITUDINI…
ED IO NON HO
FATTO NULLA PER
TE. BEL FRATELLO CHE
SONO…
SONO PESSIMO!
“
:
“Paps,
non potevi fare
nulla giacché non potevi sapere. Io stesso te lo nascondevo
il più possibile.
Rivelartelo sarebbe stato un dolore inutile: dopo ogni Reset avresti
dimenticato, come tutti gli altri.
“
:
“ GARDH CI
HA DETTO
CHE QUESTA VOLTA
È
DIVERSA E CI
CREDO : I RESETS
NON CI SARANNO
PIÚ E I
TUOI INCUBI FINIRANNO,
RIAVRAI LA TUA VITA
E SEREMO
FELICI!
IO, PROPRIO IO, TI AIUTERÓ ALLENANDO I
TUOI RICORDI
E SARAI
L’EROE DEI MOSTRI
COME
TUO FRATELLO, IL
GRANDE
PAPYRUS! ”
:
“ E
come pensi di fare? Mica
puoi entrarmi in testa.”
:
“ NO, MA POSSO SPINGERTI
NELLA TUA TESTA!
– E gli afferrò il cranio – DIMMI. MI
HAI MAI VISTO MORIRE
?”
:
“ Credo
una volta.
“
Sans
chiuse gli occhi e rivide quel momento come se avesse
avuto luogo in quel preciso istante . . .
Mi
ero allontanato
dalla mia postazione per fare un giro e sgranchirmi le ossa. Passavo dietro i tronchi degli
alberi e le case per
non essere visto, magari potevo fare qualche scherzo. D’un
tratto raggiunsi il
confine di Snowdin, dove stavi parlando con l’umano. Tu eri
in piedi e gli
parlavi di amicizia, di conoscervi meglio, di fargli apprezzare i
puzzles.
Allargasti le braccia e sorridesti. Lui invece era rimasto impassibile,
con lo
sguardo scocciato e rigido nella sua posizione ritta. Era davvero
inquietante e
anche tu lo avevi notato, però non gli davi importanza. Tu
volevi fidarti di
lui… All’improvviso lui alzò la lama
del coltello che impugnava nella destra.
Si gettò su di te e…
:
“ E…? “ Incalzò Papyrus
anch’egli in apprensione per
il racconto.
Ti
staccò la testa
con un colpo solo. Il corpo cadde in ginocchio ed infine si dissolse al
vento
freddo in polvere. Il tuo teschio invece parlava ancora e dicevi...
“
BEH, NON
INTENDEVO PROPRIO
UNA COSA DEL GENERE,
MA IO CREDO ANCORA IN TE. PUOI FARE DI MEGLIO. SO CHE PUOI, ANCHE SE TU
NON LO
PENSI. “
Lui premette con un piede
sulla tua bocca e
con uno scricchiolio agghiacciante frantumò i tuoi resti
… Ed io vedevo … Io
vedevo…
Sans
riaprì gli occhi e respirò a fatica, come se si
fosse destato da un sonno agitato.
:
“ SANS, COSA
È SUCCESSO?
PAREVI FUORI DI
TE!”
:
“ Sono
i ricordi che mi
appaiono come immagini vive. Gardh mi ha detto che, per usare i miei
poteri
nella battaglia finale, devo saper controllare la linea temporale del
passato e
per fare ciò ha
liberato nella mia mente
tutto quello che cercavo di obliare.”
Quel flusso di coscienza lo stava spingendo ad essere onesto fino in
fondo con
suo fratello, anche se non capiva quanto fosse un bene.
:
“ E COME FARAI A
CONTROLLARLI?”
:
“ Non
lo so, ricordo solo
delle scene. Forse però è troppo per me.”
:
“ NO NO, CE LA PUOI FARE! CONTINUA A RACCONTARE. CHE
ALTRO PUOI VEDERE?”
:
“ Va
bene
… “
Ero
paralizzato.
Aspettai che l’umano se ne andasse per recuperare la tua
sciarpa. Era ancora
calda del recente omicidio. Non seppi parlare per giorni e giorni.
Posai la
sciarpa sul tuo letto e mi misi alle calcagna dell’umano per
tutto il suo
viaggio. Non risparmiava nemmeno i fiori, distruggeva qualsiasi cosa
respirasse. Era spietato, senza rimorsi, sempre con quella faccia
inespressiva
che metteva ansia anche da lontano. Quei pochi che sopravvivevano si
nascondevano in ogni angolo, percependo la minaccia che camminava per
le
strade. Io non sapevo cosa fare. Da una parte volevo cercare di
fermarlo, di
chiedergli perché stesse facendo del male a degli innocenti,
perché ti avesse
ucciso così vilmente. Dall’altra però
ero bloccato.
:
“ PERCHÉ ? “ Gli domandò
Papyrus.
Forse
perché… avevo
paura. Quello sguardo diventava sempre più folle ad ogni
cadavere, era assetato
di morte, immergeva le piccole mani nella cenere dei defunti e ci
giocava in
maniera macabra. Continuavo ad osservarlo da lontano, nella speranza
che
capisse le sue crudeltà, che si pentisse… Attesi
invano. Nel frattempo la mia
angoscia… la mia angoscia cresceva quando
sorrideva…
Sans
si riprese di nuovo, maggiormente in apprensione,
e strinse tra le dita ossuta le lenzuola. Iniziava ad avvertire la
fatica che
comportavano quelle visioni.
:
“ SEI STRAVOLTO!
FRATELLO, TI PREGO
RIPOSATI
UN PO’
!”
:
“ No,
Papyrus. Devo andare
avanti o perderò il coraggio.”
Papyrus
lesse la determinazione di Sans e lo incoraggiò:
“ VAI AVANTI
ALLORA. COSA ACCADDE
DOPO?”
Ricordo…
che ad un
certo punto vidi che si stava avvicinando senza ostacoli al palazzo del
Re,
accompagnato a tratti da un piccolo fiore giallo. Era Flowey. Una nuova
forza
mi spronò, mi mosse e
mi convinse che
tanta malvagità non poteva restare impunita, non potevo
continuare a fare finta
di niente. Inoltre la vendetta mi stava soffocando
e non potevo resistere. L’umano giunse nel
corridoio nel re con passo spavaldo. A metà di esso gli
sbarrai la strada. Gli parlai.
Ehi.
Ti sei dato da fare,
eh? Comunque, avrei una domanda da farti. Credi che anche la peggiore
delle
persone possa cambiare? Che tutti potrebbero essere buoni, se ci
provassero?
Lui
non rispose ed
avanzò di due passi.
Eheh.
Va bene. Eccoti
un’altra domanda. Vuoi passare un brutto quarto
d’ora? Perché se fai un altro
passo avanti, non credo proprio che ti piacerà quello che
succederà.
Zitto,
avanzò.
Eh
eh. Scusami, signora. È
per questo che non prometto mai nulla.
Pronunciai
delle
parole che mi sembravano stantie, ripetitive eppure sempre piene di
nuovo
dolore.
È
una bella giornata
fuori. I fiori sbocciano, gli uccelli cantano. In giorni come questi i
ragazzini come te… dovrebbero bruciare all’inferno.
Poi
dissi altro
mentre combattevo. Avveniva a turni. Io non solo stavo combattendo
contro di
lui, ma anche contro me stesso… lui un tempo forse era stato
diverso. No, ne
ero sicuro! E dissi altre cose.
Che
strano, prima di tutto
questo speravo che saremmo potuti diventare amici. Ho sempre creduto
che
l’anomalia ci fosse perché eri infelice. E che
quando avresti avuto ciò che
volevi, avresti fermato tutto questo. E che forse quello di cui avevi
bisogno
era… non lo so… un po’ di cibo, qualche
risata, un po’ di amici…
Amico,
non ti ricordi di
me?
Ridicolo,
non è vero? Già,
tu sei il tipo di persona che non sarà MAI felice.
Continuammo
a
combattere. Quante volte, oh quante ! Riuscivo ad ucciderlo con le mie
ossa
acuminate, incenerendolo con un laser, avvelenandolo con quello stesso
che
stava consumando la mia vita. Vidi la sua anima spezzarsi davanti a me
e non
provavo rimorso, non dopo quello che lui aveva fatto. Però
le mie forze
diminuivano e lui tornava sempre, sempre… cominciai a
pensare che mi avrebbe
ucciso se non avessi fatto qualcosa.
Dopo
la mia prossima mossa
userò il mio attacco speciale.
Lo
tenni bloccato
nel mio turno. Non sapevo come fare per sconfiggerlo ed impedirgli di
arrivare
alla superficie. Dovevo comunque tentare il tutto e per tutto per
fermare la
sua avanzata. Però ero davvero tanto stanco: di combattere,
di farmi domande,
di resistere. Sentì i suoi passi avanzare verso di me mentre
avevo gli occhi
chiusi per il torpore che mi aveva assalito. La lama vibrò
nell’aria ed io la
avvertì, per cui seppi schiavarla.
Ehe,
davvero credevi che
ti avrei la…
Ah…
mi aveva
colpito… Faceva male. Mi aveva squarciato il petto. Il
dolore mi era familiare
eppure era potente uguale. Persi sangue e ne sentivo il sapore in
bocca.
…
Quindi è finita, uh? …
una cosa… non dire che non ti ho avvertito.
Gli
avevo detto
tante altre cose, però chissà quali. Mi alzai.
Non volevo dargli anche la
soddisfazione di vedermi morire. Mi trascinai a fatica, cercando di
reggere con
una mano la ferita quasi per impedire di morire, eppure lo avevo
desiderato. O
forse avevo solo sperato che quell’agonia terminasse.
Oh
beh, io vado da
Grillby.
Papyrus…
tu che prendi?
Stavo
morendo… sto
morendo…sto svanendo…
:
“ SANS ! SANS,
SVEGLIATI! NON STAI
SVANENDO,
SONO QUI, SANS
! “
Lui
si ridestò tremando violentemente, sbarrò gli
occhi
ed emise un grido soffocato.
Papyrus
lo afferrò e lo strinse a sé saldamente,
accarezzandogli la schiena.
:
“ BASTA COSÍ.
È SUCCESSO TANTO
TEMPO FA.
ADESSO SEI AL
SICURO, SONO QUI, SANS.
“
Sans
non riusciva a piangere, ormai avvezzo a quelle
immagini e
ricambiò l’abbraccio,
nascondendo il volto nel petto del fratello per godere della
consolazione di
qualcuno che gli diceva che andava tutto bene. Eppure sapeva che non
era
davvero al sicuro, che doveva ancora proteggere lui tutti
quanti… ma in quel
momento non ci pensò e volle restare stretto a Papyrus per
parecchio tempo,
quasi volesse essere sicuro che stava toccando l’amato
fratello.
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Capitolo 13 *** Chapter 13 To the Core ***
- Chapter
13 -
TO THE CORE
Le
visioni vivide che scossero i ricordi di Sans
proseguirono per tre giorni, alternandosi tra momenti di
felicità in una
timeline perduta ad atroci fatti di sangue. Papyrus non
lasciò mai solo il
fratello se non per preparare i pasti: la sua dedizione fu totale e
prese
seriamente il suo ruolo di allenatore della memoria di Sans. Nonostante
la sua
determinazione cominciò a patire un po’ di
spossatezza per quei racconti che
facevano raccapricciare il suo animo e lo rattristavano, specialmente
ripensando al fatto che Sans aveva sofferto per tanto tempo in silenzio
senza
che nessuno lo facesse sfogare. Tutto quel dolore che riemergeva come
un fiume
dissotterrato non era facile da contenere e da accettare. Paps forse
avrebbe
dovuto soffermarsi a riflettere: Frisk era stato spietato, aveva fatto
del male
a tante persone ed aveva giocato con le loro vite per puro
divertimento, dimentico
del rispetto, dell’amicizia, della bontà che gli
era stata concessa… Se si
fosse soffermato su ciò probabilmente avrebbe provato
sentimenti contrastanti e
magari, per la prima volta nella sua esistenza, si sarebbe dovuto
confrontare
con la rabbia o l’odio per quelle ingiustizie a lungo
perpetrate impunemente
dal bambino. Ma non lo fece, o quanto meno non volle affrontare la
cosa: doveva
concentrarsi sul fratello che aveva bisogno di lui e dimostrarsi forte,
incoraggiarlo nel suo compito. Scoprire il passato però
permise anche a Papyrus
di avere un quadro più nitido e se da una parte voleva
evitare a Sans i dolori
e le angosce nascondendolo nei suoi abbracci e nelle sue premure,
dall’altro
era in trepidazione ed assetato di notizie per comprendere, forse tra le altre cose, se
stesso.
Con
il trascorrere delle ore e delle immagini Sans provava
un minor senso di smarrimento e una maggiore padronanza, consapevole
veramente
dell’alternanza avvenuta tra un destino pacifico, neutrale o
genocida. Avvertì
in sé un controllo che non aveva da chissà quanto
sulla sua vita e questo lo
fece sentire più forte e convinto di poter portare a termine
la sua missione,
cambiare la storia ormai logora e portare una pace perpetua.
Sapeva
che c’erano ancora dei pezzi, ancora più remoti,
che bussavano nella sua testa come alla porta del cuore ma non volle
tornare
così indietro. In fondo non lo credette essenziale: per
affrontare Tannah era
importante avere in mente i Resets iniziati da Frisk. Così
almeno volle
convincersi.
La
mattina del quarto giorno, dopo aver fatto colazione,
si rivolse al fratello che gli stava davanti anch’egli
intento a mangiare: “ Oggi
vado.”
:
“ DOVE, SANS?”
:
“ A
sgranchirmi le ossa.”
:
“ TU NON FAI PASSEGGIATE
SENZA MOTIVO. SEI
TROPPO
PIGRO.”
:
“ Eh,
ma prima o poi dovrò
fare … la prima mossa.”
Papyrus
rimase interdetto e fu tentato di ingoiare per
il intero il cucchiaio che reggeva in mano, salvo poi trattenersi:
“ SANS, FARÓ
FINTA CHE TU NON
ABBIA DETTO
NIENTE.
SEI ANCORA SCONVOLTO
DALLE VISIONI.”
:
“ Hai
ragione, probabilmente
sono ancora… scosso.”
:
“ HO
CAPITO COSA STAI
CERCANDO DI FARE!
VUOI CHE IO
TI BUTTI FUORI
DI CASA SENZA
DIRMI DOVE VAI. FATICA
SPRECATA, IO LO
SO GIÁ.
– Sans tacque, sentendo
il tono basso che aveva assunto il suo energico fratello. Si fissarono
nelle cavità
oculari come se si leggessero i rispettivi pensieri. Paps fu il primo a
manifestarli – SEI SICURO
? “
Quello
asserì, tentando si allentare la tensione: “ Ehi,
fratello, mica vado al patibolo! Tranquillo che sarò
presto di ritorno.”
:
“ VOGLIO VENIRE ANCHE
IO. “
:
“ Fuori
questione. Non
ricordi quello che ha detto Gardh?
“
:
“ CERTO! PERÓ
NON POSSO LASCIARTI
ANDARE DA
SOLO. “
:
“ Sei
molto premuroso
– Gli rispose, usando un escamotage necessario per
farlo desistere – Ma
se sei così insistente vuoi
dirmi che non credi che possa farcela?”
L’idea
ebbe effetto e Papyrus replicò immediatamente: “
NO NO, ASSOLUTAMENTE ! IO
PENSO CHE SARAI FANTASTICO! OVVIO, CON L’ALLENAMENTO
CHE TI
HO FATTO ! EPPURE
… - Si rimangiò subito le
parole prima ancora di averle espresse – LO
SO, SARAI FORTISSIMO PERCHÉ
LO SEI ! NON DUBITARE
DI TE !”
Sans
lo ringraziò e si alzò da tavola per dirigersi
verso la porta. Paps lo seguì ma prima che uscisse di casa
lo abbracciò
nuovamente e gli disse infine con profondità di sentimento:
“ TI PREGO,
NON
PERDERE LA SPERANZA!
ANCHE SE
TI SEMBRERÁ
DIFFICILE, CONTINUA A PROVARE. NON
ARRENDERTI, SANS ! SONO
CON TE. “
Ricambiando
quel gesto affettuoso, lo scheletro ebbe la
percezione che l’energia vitale di Papyrus lo avvolgesse con
un’aura protettiva
e gli fu grato per quell’incoraggiamento.
Richiuse
la porta alle sue spalle e s’incamminò in
direzione dell’abitazione di Toriel. Giunto nei pressi,
chiuse gli occhi e
chiamò con la mente l’angelo, il quale apparve in
pochi secondi.
:
“ Ciao, Sans. “ Lo salutò ella sempre
con quella
dolcezza che la contraddistingueva e la rendeva simile a Frisk.
:
“ Sono
qui. Quando andiamo?
“ Le domandò senza mezzi termini.
:
“ Ne sei certo? Non voglio che tu venga in battaglia
se non sei pronto.”
:
“ Non
sarei qui se non lo
fossi, no? E poi sai come si dice: prima si va, prima si finisce.”
:
“ Il tuo buonumore mi dà fiducia. Allora
incamminiamoci: Tannah ha deciso di rendere il Core la sua dimora
momentanea,
base del suo nero dominio. “
Quel nome lo
fece rabbrividire per un momento: proprio quel luogo? Teatro di quei
ricordi
che Sans non aveva voluto ancora affrontare? In effetti era coerente:
il Core
era la fonte energetica dell’Underground e se egli aveva
bisogno, come detto da
Flowey, di recuperare forze per iniziare il suo attacco alla
Superficie. Era
logico.
Ciò
nonostante non gli parve una semplice coincidenza.
Gardh
rassicurò lo scheletro che gli amici sapevano che
lui stava per affrontare la lotta e gli mandavano i loro auguri
più sinceri di
buona fortuna. L’angelo sostenne che non era conveniente
salutarsi tutti
assieme, col rischio di creare malinconie, pianti o presagi di addii
che non
dovevano esserci per distrarli. Sans in particolare doveva restare
concentrato.
:
“ Avevi
ragione
– Disse lui mentre si dirigevano verso l’ingresso
del
Monte Ebott – non
è stato per niente semplice
affrontare le linee temporali del passato. Ma ce l’ho fatta
grazie a mio
fratello. Spero che il tuo piano funzioni, perché non voglio
che soffra.”
:
“ Non accadrà. A costo di sacrificare la mia vita,
non lo permetterò. “
Sans
sorrise un po’ cinico, quasi non si fidasse
completamente. Non gli sembrava ancora possibile che presto avrebbero
avuto un
lieto fine, che sarebbe riuscito in un’impresa che solo
all’udirla pareva
assurda. Poi gli tornarono alla mente le parole di Paps: non perdere la
speranza. Aveva smesso di cercarla, come aveva smesso di credere alle
favole da
piccolo, ma brillò il desiderio di voler dare una
possibilità alla sorte.
:
“ Gaster, che ci fai qui? “ Domandò
Gardh, fermandosi
di colpo e rivolgendosi ad un albero, proprio a pochi passi
dall’ingresso
dell’Underground.
Lo
scheletro non fece in tempo a chiedersi se la donna
fosse impazzita che apparve la figura esile di Gaster.
:
“ Voglio venire con voi. Non posso lasciarvi andare
da soli. “ Affermò lui, palesando una sicurezza
che solo nella battaglia contro
Flowey Omega aveva dimostrato.
:
“ Sei gentile
a preoccuparti ma veramente, non è il caso.
“ Ecco perché aveva voluto
evitare gli incontri: erano struggenti e persuadere un caro a lasciarli
andare
era arduo.
:
“ Lo sai che ho forti poteri, Gardh. Sarò utile.
DEVO
PARLARGLI, NON CAPISCI?
[
Devo parlargli, non capisci? “ ]
L’angelo,
comprendendo il suo linguaggio misterioso,
gli rispose senza far intendere a Sans : “ Conosco le tue
capacità però devo
pregarti di desistere. Per quanto tu sia potente in questa occasione
potresti
essere… un ostacolo. Cerca di capire.”
:
“ Oh,
finalmente qualcuno
che fa un’affermazione decente.
“ Intervenne con
tono sagace lo scheletro mettendosi le mani nelle tasche della felpa.
:
“ Ancora così rude con me, Sans? “ Gli
chiese
rammaricato Gaster, spostando il proprio corpo magro che pareva avere
la
consistenza di una stoffa leggera.
:
“ Non
ho motivo di fare
altrimenti.
“ Vederlo in quel
momento che cercava di fare il fratello protettivo lo
innervosì e si impuntò
nell’idea di volergli dimostrare che sapeva cavarsela
benissimo da solo, come
aveva fatto fino a quel momento.
:
“ Non posso lasciarti andare ad una battaglia fatale
con questo pensiero di me.”
:
“ Cosa
c’entri tu, adesso?”
:
“ Sans… quel giorno mi gettai, hai ragione, lo
feci
di mia spontanea volontà. Ma non per il motivo che pensi.
Credimi stupido,
smemorato, incapace ma non che non amassi te e Papyrus!
“ La veemenza implorante con la quale si
stava esprimendo era intensa e la sua sincerità lo rese
perplesso.
:
“ Non temere, Gaster. – Proferì Gardh,
rompendo il
silenzio che si era creato e preoccupata di interrompere quel dialogo
– Andrà
tutto bene… ma non possiamo discutere ora! Abbi pazienza,
amico mio, torneremo
il prima possibile. Sans, andiamo. “
TI SCONGIURO, SANS! RICORDA
CHE TI VOGLIO BENE. TI PROTEGGERò.
[
Ti scongiuro, Sans ! Ricorda che ti voglio bene. Ti
proteggerò. ]
Forse
c’era davvero qualcosa che non ricordava in
merito a quella faccenda. Egli iniziò a dubitare di
ciò che aveva visto anni fa,
da una parte però credette che quel fare contrito fosse un
mezzo per farsi
perdonare, inventando una nuova realtà per eludere le sue
colpe. Eppure quel fervore
che traspariva dallo sguardo, quella pietà che sgorgava da
quella voce
prostrata gli avevano intenerito il cuore, facendogli sovvenire le
parole di
Papyrus quando lo aveva pregato di non detestare il loro fratello
maggiore. Si
smosse in lui una pietà che non provava da tempo ma Gardh
gli toccò una spalla
per ridestarlo dai suoi pensieri: un combattimento decisivo doveva
essere vinto
prima, per cui Sans mise da parte quei sentimenti come sapeva fare bene
e seguì
i passi dell’angelo.
Oltrepassarono
nuovamente la soglia dell’Underground
immergendosi nell’oscurità davanti agli occhi di
Gaster.
|
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Capitolo 14 *** Chapter 14 The Break Solution ***
- Chapter 14 -
THE BREAK SOLUTION
Pensandoci,
c’era qualcosa di divertente in quella
situazione. Spesso aveva immaginato, durante i suoi sonnellini a
Snowdin, come
sarebbe finita la storia di quella sua vita disgraziata. Non poteva
godere del
requiem eterno giacché Frisk continuava a ricaricare la
partita per proseguire
il suo spasso, per cui aveva creato delle ipotesi per cercare di porre
la
parola “game over”. Nulla si era mai avvicinato a
ciò che stava vivendo:
l’apparizione provvidenziale di Gardh, il ritorno inaspettato
del fratello
Gaster, la sopravvivenza di Papyrus e il suo prezioso aiuto nel
controllo sui
ricordi delle passate linee temporali. Gli veniva da sorridere
perché non era
riuscito a prevedere lontanamente queste cose. Oltretutto ancora non si
sentiva
sicuro che il piano architettato dall’angelo sarebbe andato
in porto: troppe
volte era stato deluso da svariati tentativi e ancora cercava di
proteggersi
con lo scudo del cinismo.
Gardh
illuminava il cammino con il bastone legnoso che
fungeva da faro in quell’umidità oscura; la sua fermezza nel passo
faceva pensare che
ella sapesse ogni strada dell’Undergorund come se ci fosse
vissuta per anni. L’angelo,
intuendo questo dubbio nel suo compagno, disse che riusciva a percepire
l’energia
di Tannah e questo la rendeva sicura nella sua guida. Sans
annuì, in verità
poco interessato.
Ad
un tratto si fermarono, vedendo che c’era un grande
cratere difficilmente superabile e così lo scheletro ne
approfittò e intervenne:
“ Perdonami, ma io avrei una proposta più rapida
per raggiungere Hotland:
usiamo una scorciatoia.”
Lei
si voltò e rispose: “ No, se lo fai potrebbe
avvertire la tua energia vitale mentre io voglio tenerti nascosto il
più
possibile per farti agire furtivo. Lo farò io, anche se
verrò già scoperta. “ Così,
senza che Sans potesse aggiungere altro, con il suo bastone
tracciò la forma di
un piccolo triangolo sul suolo e appena lo ebbe finito batté
con la punta al
centro di esso. In questo modo furono teletrasportati direttamente
all’ingresso
della centrale avvolta dal calore della lava sottostante.
Il
Core aveva mantenuto la sua apparenza esteriore di
un maniero costruito con tubi e canali però, oltre al suo
alone blu, vi erano
anche ombre oscure che lo rendendevano ancora più lugubre
rispetto al passato. E
non solo sulle mura, ma anche sul resto della regione pesava una nube
minacciosa da covo di una qualche bestia feroce.
Entrambi
respirarono profondamente ed oltrepassarono
l’entrata in silenzio, dopo che le porte si aprirono
automaticamente grazie
alla fotocellula. Calpestarono i pavimenti ornati di intricati motivi,
riuscendo
ad orientarsi con la luce artificiale che i ronzanti condotti al neon
emanavano.
:
“ Prendiamo l’ascensore – Disse Gardh,
sempre meno
serafica e più seriosa mentre pigiava con un pulsante – Appena arrivati
ci sarà un ponte da
sorpassare, dopo di che ci sarà una sala con alcuni vecchi
macchinari. Tu cerca
di nasconderti dietro uno di essi, io invece terrò impegnato
Tannah. Tutto chiaro?
Dobbiamo agire con fermezza. “
:
“ Quando dovrò entrare in azione?”
Domandò Sans con
il medesimo tono.
:
“ Cercherà di attuare il Reset attraverso un
particolare incantesimo: alzerà la mano verso
l’alto e tenterà di far apparire
una casella diafana. Sarà lì che lo
bloccherai.”
:
“ Ricevuto.”
Entrarono
nell’ascensore e furono sollevati da terra
fino al secondo piano, superando cavi sospesi e luci intermittenti.
Stettero
muti qualche secondo, poi la ragazza ruppe il silenzio e
tornò ad essere dolce
come suo solito: “Ti ringrazio di cuore. So che non
è facile per te essere qui.“
Lui
fece spallucce e sorrise rigidamente per simulare
una tranquillità che non aveva.
Ella
lo intuì e
si inginocchiò per porsi alla sua altezza:
“ Non temere, Sans. Andrà
tutto bene, te l’ho promesso. “
:
“ Lo ricordo. Solo che non mi piacciono le promesse
perché sembra che portino già in loro la
delusione.”
:
“ A questa puoi credere. Abbi fiducia in te stesso e
non perdere la speranza.”
E
gli dette un bacio lieve come un respiro di foglia
sulla fronte ossuta, facendolo leggermente imbarazzare per quel gesto
materno
fatto proprio in quel momento.
Giunsero
a destinazione quando udirono un acuto suono.
Da
quel momento tornarono seri entrambi e con brevi
cenni si intesero: era ora di agire.
Come
aveva detto l’angelo oltrepassarono un ponte che
collegava ad un locale pieno di macchine alte e massicce, perfette per
celarsi
e come concordato Sans si mise dietro alla prima che vide mentre Gardh
avanzava, facendo svolazzare la tunica. Lo scheletro spiò da
quella posizione
privilegiata la situazione.
Verso
il fondo della sala c’era qualcuno seduto per
terra, di spalle, intento a fare qualcosa di non molto chiaro.
Sans
credette che fosse Frisk dal maglione a righe che
indossava e dal taglio dei capelli castani, infatti si sentì
quasi venir meno
per il timore che fosse lui.
Gardh
si fermò a pochi metri dal bambino e disse
imperiosa: “ Voltati, dannato. Non puoi più
sfuggirmi.”
Il
bambino interruppe la sua attività, si girò prima
torcendo il busto e poi mostrandosi in tutta la sua figura.
Non
c’era dubbio per lo scheletro: quello era Frisk,
quando lo aveva visto nel corridoio del re! Lo sguardo impregnato di
sangue, il
sorriso sadicamente beffardo… Ma no, si sbagliava: era
Chara, il Primo Umano,
riesumato dalla tomba con la magia di Tannah e la malvagità
di Frisk.
Chara
finalmente parlò con una acuta voce disturbante:
“ Troppo tardi. Non puoi più fermarmi.”
Dicendo ciò si portò la mano destra
sulla parte sinistra della tempia e con grande orrore il pargolo
sollevò la
pelle rosea, strappandosela diagonalmente quasi fosse stata una molle
maschera
di cera. Rivelò così la vera lurida materia di
cui era fatto.
Sans
si trattenne dal rigettare per il disgusto di
quella scena: voleva coprirsi gli occhi però una
irresistibile curiosità lo
costrinse a restare ad osservare.
Il
demone si spogliò del corpo di Chara e lo gettò
di
lato con una pedata, come fosse stato un vecchio costume di Halloween.
Tannah
allora apparve nella sua reale configurazione: aveva dei contorni
vagamente antropomorfi
per la presenza di un paio di braccia, due gambe, un tronco ed una
testa, però
il resto era mostruoso. Dagli occhi composti solo di un’iride
rossa, colava una
sostanza oscura e gelatinosa che gocciolava fino alla bocca munita di
fauci a
doppia arcata. Dietro la schiena comparvero altre bocche, le stesse
appartenute
a Flowey Omega. Doveva averlo assorbito in sé rendendosi
ancor più
terribilmente mutante. Al posto delle mani aveva lunghi artigli
ricurvi, i
medesimi che si vedevano alle unghie dei piedi. Il corpo, esile ed
agile alla
maniera dei ragni, era
totalmente nero,
rivestito da una peluria dalle sfumature violacee.
Sans
deglutì per cercare di non avere la gola secca dal
nervosismo ma fu impossibile trovare ristoro. Gardh aveva lottato per
secoli
contro quell’obbrobrio della natura?! Doveva certamente avere
coraggio
nonostante il suo aspetto dolce.
Tannah
favellò: “ Non hai speranze: ho due anime
potenti in me e verrai spezzata via insieme al resto di quegli insulsi
sulla
Superficie.”
:
“ Restituisci quelle anime! Non ti appartengono. In
me ci sono tutti gli spiriti del creato: arrenditi subito o sarai
schiacciato
dal giudizio!”
Quando
dialogavano, l’angelo e il demone si
rispondevano con un botta e risposta che denotava una lunga conoscenza.
In quel
momento Sans si immedesimò in Gardh, la quale
anch’ella era alla resa dei conti
con un nemico storico che tornava sempre e dal cui scontro non
c’era mai un
vero vincitore, per cui si combatteva perpetuamente. Fu quel pensiero
che lo
fece di smettere di tremare: forse non era solo.
Tannah
rise: “ Solito copione! Non capisci che questa
volta è diverso?”
:
“ Sì, è diverso: questa volta la
sentenza è chiara.
Sparirai dalla faccia del pianeta e non ci saranno Underground
abbastanza
profondi dove rintanarti!”
La
ragazza sollevò il suo bastone e dopo averlo fatto
roteare tre volte una magia avvolse l’oggetto di un bagliore
verdeggiante che
lo trasformò in un’arma vera e propria. Infatti
una lama lucente prese il posto
della pietra coronata di foglie e il pacifico pezzo di legno divenne
un’enorme
falce, impugnata a due mani da una agguerrita Gardh che concluse:
“ È ora di
estirpare l’erbaccia.”
Sans
pensò, ammirandola: “ Quando si dice… double-face!”
Senza
altre parole cominciò la lotta tra le due entità
tra attacchi, schivate, colpi sfiorati, finte ed usavano tutto il
perimetro
della stanza fino a sfondare la parete in fondo, svelando
un’ulteriore sala
scientifica. Tannah tentava di ferire Gardh con i suoi artigli, palle
di fuoco
o proiettili esplosivi ma l’angelo conosceva troppo bene
quelle mosse e con la
leggerezza d’una libellula veniva solo scalfitta.
Vedendosi
in difficoltà, il demone intuì che le loro
forze parimerite avrebbero riprodotto un conflitto nuovamente senza la
conclusione sperata. Gardh era ancora potente nonostante lui possedesse
in sé
due anime umane ( quella di Chara e quella di Frisk ). Si
indispettì a tal
punto per il suo piano a rischio di fallimento che decise per puntiglio
di
cancellare tutto e trovare una soluzione alternativa. Alzò
una mano deforme
verso il cielo al fine di far comparire il Reset ma presto vide il
tasto
diafano spezzarsi e scomparire. Stupefatto di
quell’avvenimento urlò di rabbia.
:
“ Ehilà. Sembra tu sia frustrato da qualcosa. A
quanto pare sono bravo nel mio lavoro.”
Lo
scheletro uscì dal suo nascondiglio e si palesò
placidamente, con le mani in tasca, soddisfatto per aver compiuto
l’incantesimo
con successo. Era stata una sensazione piacevole: tenere sotto
controllo il
tempo e la propria sorte fu come acciuffare un assassino per la gola,
un corpo
vivente, pulsante e possibile da sottomettere.
L’inconveniente
era che ci voleva molta concentrazione
e resistenza per poter bloccare un
Reset, poiché ci si doveva focalizzare con la propria
energia vitale sul lasso
temporale e sintonizzarsi a tal punto da percepirlo come un oggetto e,
con la
telecinesi, afferrarlo e romperlo nel proprio pugno.
Tannah,
scoperta la presenza di Sans , gridò e gli si
avventò contro con la bava alla bocca per il furore
però egli si teletrasportò,
schivandolo, mentre Gardh sopraggiungeva con la sua falce tentando di
colpire
il nemico, spostando solo aria.
Sans
a sua volta attaccò ed ingannò Tannah senza
risultati efficaci. Ad un tratto il demone lanciò verso di
lui una sfera nera
che lo ingoiò in
un alone altrettanto
oscuro, potendo soltanto udire da lontano Gardh chiamarlo a piena voce.
Si
ritrovò a terra,
in un luogo senza luce e attorniato dal nulla, con una nebbiolina
nebulizzata e
l’aria opprimente.
Non
sapeva cosa
fosse successo e se lo chiese intanto che si faceva leva sulle gambe
per
rizzarsi in piedi. Appena indirizzò lo sguardo davanti a
sé vide la figura del
demone che rideva sarcastico.
Sans
stava per
evocare i Gaster Blasters quando udì l’avversario
parlare: “ Credi davvero che per
te sarà diverso? Cosa te lo fa pensare?”
:
“ Non lo dico io.
Ma perché no? Le linee temporali si alternano
continuamente.”
:
“ Sciocco! Non ti
rendi conto che se impedisci i Resets non ci sarà
più possibilità di tornare
indietro, sistemare le cose… di sopravvivere. Guardati: hai
un solo HP, un
colpo ben assestato e cadresti morto stecchito. Se morirai non potrai
essere
salvato.”
:
“ Beh, quanto
meno mi riposerò per sempre. Non ho paura del buio della
morte.” Ribatté Sans
senza far trasparire alcuna emozione, mantenendo il suo consueto
sorriso.
:
“ Sei un idiota.
– La voce di Tannah iniziò a sentirsi distorta,
sembrando a tratti quella di
Flowey o quella di Chara – Basta un mio cenno per distruggere
tutto! Vi tengo in
vita solo per mio spasso. Voglio vedervi soffrire e morire, uno ad uno.
Se di
te stesso non t’importa nulla, dovrebbe invece interessarti
qualcun altro.”
Finito
di dire ciò
apparve inaspettatamente Papyrus , il quale salutò il
fratello con
l’espressione spensierata che lo contraddistingueva, ignaro
del pericolo.
:
“ Vai via, Paps!
– Esclamò quello spaventato –
Scappa!!”
Quel
corpo atletico
fu però squarciato all’istante dagli artigli di
Tannah, che lo polverizzarono.
Sans
cadde in
ginocchio e si coprì il capo, pensando che nulla era
cambiato e il gioco
tornava al suo terribile corso originario.
:
“ No… No!! Non
può essere… Gardh mi ha mentito?! Ho sperato
invano! Sono ancora impotente…
Dio…”
L’oscurità
assunse
il peso del piombo e lo schiacciò al suolo, rievocando ombre
di antichi
terrori.
Una
voce
all’improvviso lo distolse dalle sue ansie.
:
“ SANS ! NON
TI RICORDI
MAI NIENTE,
VERO? TI DISSI DI
NON PERDERE LA
SPERANZA E INVECE COSA
FAI?! “ Era Papyrus, il quale era ricomparso in
consistenza eterea,
luminoso come un bel sole pomeridiano, irradiando le tenebre.
:
“ Fratello…”
Disse a fil di voce, non credendo ai propri occhi. Cosa stava accadendo?
:
“È UN’ILLUSIONE!
NON LASCIARTI INGANNARE! “ E
gli allungò uno dei suoi ossi.
:
“ Coraggio,
punk!” Proferì energica Undyne, radiosa come Paps,
porgendogli una delle sue
lance.
:
“ Non temere,
caro! – Soggiunse Toriel, offrendogli uno sei suoi fuochi
fatui – Siamo tutti
qui per proteggerti.”
:
“ Sei tutti noi,
Sans!” La scienziata intervenne
entusiasta a supporto degli altri.
:
“ Sei la speranza
di Umani e Mostri.” Concluse Asgore amichevolmente.
I
suoi amici
avevano assunto quella forma per stargli accanto e, come uno
schieramento di
guardie, fecero scudo allo scheletro ed infine sopraggiunse Frisk,
leggiadro e
tenero, che si avvicinò a Sans nascondendo qualcosa tra le
piccole mani.
:
“ Ehi, Frisk…Ci
sei anche tu? “ Domandò lui, tornato in piedi e
guardandolo con dolcezza.
Il
bambino annuì e,
aprendo i palmi quali scrigni, gli porse un cuoricino rosso acceso e
pulsante:
era la sua determinazione. Gli disse che
ognuno gli prestava la propria forza per affrontare gli
ultimi dubbi che
volevano imprigionarlo in un vecchio schema. Gli chiese anche perdono
per tutto
il dolore che gli aveva causato e trattenne le lacrime. Sans gli
passò le dita
tra i capelli e lo carezzò, replicando che non doveva
preoccuparsi ed era sicuro
che sarebbe andato tutto bene alla fine. Ringraziò tutto ed
allargando le
braccia accolse nel suo petto le luci dei compagni e, per dispetto a
Tannah, evocò
alcuni ossi magici e con essi ruppe la gabbia di illusioni in cui il
demone lo
aveva imprigionato.
Quel
vigliacco di Tannah aveva tentato di debilitarlo
per l’ennesima volta creando un incantesimo di illusioni e
fantasmi… ma era
l’ultima, si ripromise il giovane scheletro facendo brillare
di azzurro il suo
occhio.
Gardh,
ammirandolo, fu lieta della determinazione che
stava dimostrando e si scordò della sua pelle eburnea
graffiata e sporca, la
chioma ramata scapigliata e la veste strappata in più
angoli.
Ritornarono
allo scontro più agguerriti e il demone,
che tanto s’era vantato di possedere le due anime umane,
risultò incapace di
gestirle astutamente, lasciandosi trasportare dall’odio cieco
e violento, dato
che la furia di Chara prevalse e la riluttanza di Frisk lo fece
confondere.
Tentò un secondo Reset ma nuovamente fu impedito, non senza
fatica.
Sans
ad un certo punto riuscì a creare una magia imprevista:
grazie alla sua telecinesi e alla concentrazione sul tempo fece
imprimere sul
corpo di Tannah un nuovo tasto diafano color bianco con la scritta:
BREAK.
Era
riuscito a mettere in pausa per mezzo della sua
determinazione potenziata con quella degli amici e
dell’umano, immobilizzando
l’avversario. Gardh, passato un attimo di meraviglia per quel
prodigio, ne
approfittò : prese tra le mani il ciondolo che portava al
petto ed iniziò
l’incantesimo per sigillare il demone al suo interno.
L’angelo
sprigionò un bagliore smeraldino e un forte
vento si sollevò, rafforzato dal calore che la lava
sottostante emanava. Rami
di luce intanto tenevano Tannah in più parti e lo privavano
del corpo
antropomorfo per meglio renderlo incapace di difendersi; Gardh recitava
dei
versi incomprensibili di una lingua misteriosa che creavano cerchi
concentrici
incisi di caratteri simil runici.
Sans
però ebbe un calo di energia: fermare due Resets e
combattere lo aveva spossato molto e la sua presa sulla creatura venne
meno.
In
una frazione di secondi Tannah liberò un braccio dai
rami e si voltò verso lo scheletro, il quale era collocato
dietro di lui,
protese gli artigli su di lui per passarlo da parte a parte.
Sans
cadde supino, Gardh gridò disperata con le lacrime
agli occhi, la luce aumentò in maniera esponenziale e fu
impossibile vedere
anche solo un’ombra che si spostava da un angolo
all’altro della stanza.
Divenne
tutto bianco.
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Capitolo 15 *** Chapter 15 Soul Arise ***
- Chapter 15 -
SOUL
ARISE
Era
stato tutto così veloce e inaspettato.
L’ultima
cosa che ricordava era l’attacco di Tannah e
l’onda di luce che aveva ricoperto ogni cosa di un bianco
accecante. Quando
scomparve, le stanze avevano su di esse i segni della battaglia
violenta: macerie,
oggetti rovesciati, buchi nel terreno e polvere ovunque.
Gardh
riprese il controllo della situazione: si guardò
intorno per esaminare l’ambiente, immerso in un freddo
silenzio, e infine
esaminò il suo ciondolo per assicurarsi che il rito fosse
andato a buon fine.
Notò che le incisioni su di esso erano diventate nere e
ciò confermava che
Tannah era stato sigillato.
Appena
ebbe finito si diresse velocemente verso l’amico,
ancora steso a terra immobile.
:
“ Sans ! “ Lo chiamò, toccandogli le
spalle ossute
ricoperte dalla soffice felpa.
Lui,
dopo qualche secondo, riprese i sensi e,
riconoscendola, sussurrò stordito: “
Gardh…?”
:
“ Stai bene! Che sollievo! Ho temuto il peggio per un
attimo.”
:
“ Tannah… dov’è
Tannah?” Chiese.
:
“ È sigillato. – Disse, accennando al
ciondolo che le
pendeva dal collo – Sans… è
finita.”
Lo
aiutò a sollevare la schiena dal suolo e a mettersi
in posizione seduta, poi lo fissò negli occhi e
ripeté: “ È
finita…”
Sans
fece fatica, tra la stanchezza che ancora lo
opprimeva e i dolori ovunque, comprendere veramente il significato di
quelle
parole.
Finita.
Il loro vero nemico era stato sconfitto. Il
circolo infinito s’era infranto. Lo scheletro rimase fermo,
intontito e senza
fiato per parlare. Finita. Dunque era vero? Cosa sarebbe successo
adesso? E
l’anima di Chara dov’era andata? Troppe
domande e lui era troppo spossato per pensarci. Si limitò a
sorridere alla fanciulla
che gli stava davanti, gioiosa e fremente di soddisfazione per la
vittoria
ottenuta.
Gardh
non ci rifletté oltre ed afferrò Sans per
stringerlo tra le sue braccia fresche, ridendo lieta senza riuscire a
smettere
di ripetere: “ Ce l’abbiamo fatta! È
finita, Sans !” Anche per lei era una
liberazione importante: un avversario spaventoso e secolare, che aveva
causato
tante apprensioni ed inseguimenti mozzafiato era stato chiuso per
sempre in una
dimensione per cui era impossibile che potesse tornare. Il suo cuore
scoppiava
di felicità e la sua delicata compostezza fu messa
momentaneamente da parte. Sans
ricambiò quel gesto affettuoso, in fondo avendone anche lui
bisogno.
Trascorsi
alcuni minuti la
giovane s’alzò in piedi ed allungò una
mano
per agevolare lo scheletro, il quale accettò ma nel rizzarsi
fu troppo rapido e
sentì girargli la testa, per cui perse
l’equilibrio. L’angelo, prontamente, lo
afferrò: “ Attento! Ti senti bene?”
:
“ Uh – Sospirò forte – ora va
meglio. Spero di non
aver un … coll-osso.”
:
“ Questa era forzata e lo sai.”
:
“ Vero. Con le battute temo si esser giunto… all’osso.”
Gardh
rise pacatamente, intenerita. Era sicura che Sans
ci avrebbe messo del tempo per capire che la sua vita era finalmente
cambiata.
Probabilmente però le sue freddure sarebbero rimaste
immutate.
:
“ Sono contento di vedervi sani e salvi.” Disse una
voce.
I
due si voltarono e videro una figura nera apparire
vicino a loro.
:
“ Gaster! – Esclamò Sans – Che
ci fai qui?”
:
“ Sono venuto a prendervi. Dobbiamo tornare a casa.
Non c’è più nulla da fare
qui.”
:
“ Andiamo, allora…” Ma non fece in tempo
a compiere
un passo che ebbe un forte fremito e una vampata di sonnolenza gli
salì dai
piedi al capo. Vedendolo in quello stato gli chiesero se era certo di
non stare
male. Egli farfugliò qualcosa di incomprensibile e
collassò per davvero dopo un
forte tremito. L’angelo lo afferrò al volo e
vedendolo addormentato decise di
prenderlo in braccio ma Gaster si fece avanti:
LASCIA
FARE A ME
[
Lascia fare a me]
Gardh
non s’oppose e gli passò il corpo debole del
fratello, in seguito lei prese la sua arma facendola tornare nella sua
forma di
bastone e s’incamminarono assieme verso l’uscita
dell’Underground.
Dallo
sguardo dell’uomo aveva capito che dovevano
parlarsi.
:
“ Mi dispiace per il disordine al laboratorio.”
Iniziò a dire lei, tenendo un tono di voce medio-basso.
:
“ Non ti preoccupare, non è importante. Difficile
che
ci tornerò. “
:
“ Sei stato molto bravo ad annullare la tua energia
vitale. Tannah non si era accorto minimamente della tua presenza.
È stato rischioso
ma efficace.”
:
“ Grazie, ma sono stato anche fortunato: era
abbastanza impegnato e questo ha giocato in mio favore. So sparire
bene, mi
dicono.”
:
“ Devo dirglielo a Sans?” Chiese, per evitare di
approfondire il significato di quell’ultima frase.
:
“ No, non è necessario.”
:
“ Gli hai salvato la vita mettendoti fra lui e gli
artigli di Tannah. Se non fossi intervenuto probabilmente sarebbe
morto. Penso
tu debba…”
:
“ La tecnica della smaterializzazione parziale mi ha reso immune a quel demone
sciocco. È mio
fratello, mi sarei lasciato uccidere per lui. Inoltre è
giunto il momento di
fargli quel discorso…”
:
“ Giusto. Aspetta solo che si sia ripreso. “
:
“ Certamente. Ho aspettato tanti anni, due giorni non
faranno la differenza.”
Ultimata
questa conversazione Gardh teletrasportò tutti
direttamente a casa di Toriel, dove gli amici li stavano aspettando
trepidanti.
Bussarono
alla porta e
giunse la padrona di casa ad aprire loro, radiosa per il
felice ritorno
però l’angelo pregò lei, e poi anche
agli altri quando li raggiunsero, di non
fare troppa confusione: Sans era profondamente addormentato ed aveva
bisogno di
riposo.
Papyrus
e Gaster assieme lo coricarono, per poi
abbracciarsi tra loro due per la contentezza, gesto che fu ripreso da
Alphys,
Asgore, Undyne, Frisk e Toriel, ovviamente, quando si radunarono nel
salotto.
:
“ Grazie a tutti. – Disse Gardh – Il
vostro affetto
ci ha aiutato in un momento difficile.”
:
“ SIAMO
STATI BRAVI VERO?! –
Intervenne Papyrus – ABBIAMO
FATTO
COME CI
AVEVI DETTO:
CONCENTRARE LE
NOSTRE MAGIE VERSO
IL CORE.”
:
“ Ha funzionato perfettamente.” Annuì
lei, procurando
nello scheletro l’ennesimo senso di comica onnipotenza.
:
“ È andato tutto bene, allora?”
Domandò la
scienziata.
:
“ Sì, ora ogni cosa è sistemata e
potrete vivere
felici sulla Superficie senza ulteriori minacce.”
:
“ Ma raccontaci della battaglia! “
Incalzò Undyne,
però l’angelo voleva rimandare quella discussione
a quando Sans fosse stato
presente.
:
“ SANS È STATO
CORAGGIOSO, VISTO?! CHE
VI DICEVO
IO! È MIO FRATELLO
DOPOTUTTO NYE
HE HE
!”
:
“ Ragazzi miei, da oggi comincia la nostra vera
vita.” Asserì Asgore, quasi commosso
dall’occasione.
In
attesa che Sans si riprendesse, Toriel organizzò una
festa per celebrare la vittoria, Frisk si recò dalle
autorità di Dengleen ed
espose i fatti, riabilitando così i Mostri agli occhi della
comunità. Per la
settimana seguente ci sarebbe stata una cerimonia, dei giochi a premi
ed altre
attività per sancire un nuovo e definitivo patto di pacifica
convivenza, con le
pubbliche scuse del comune e degli abitanti umani, per grande
soddisfazione di
Undyne.
Sans
rimase a letto per due giorni interi. Mentre era
disteso, a volte cosciente e altre in dormiveglia, raccoglieva i
pensieri. Era
finita. Possibile? Davvero finita? Non riusciva a convincersi eppure
era così.
La felicità, la speranza, la paura di essere in errore,
tutto ciò ed anche di
più si
mischiò in lui e lo fece quasi
ammalare. Avrebbe dovuto piangere dall’allegria per la vera
liberazione dalle
catene del perfido gioco eppure non ci riusciva. Forse
perché mancava qualcosa
per essere davvero contento ? Non riusciva a spiegarselo. Magari era
solo
matto. Dopo tanti anni di tormenti non si poteva cancellare ogni
incubo, ogni
stilla di sangue, ogni granello di polvere con una parola,
“finito”, quasi
fosse stato un pulsante.
Passate
quelle quarantotto ore, lo scheletro tornò in
piedi e fu accolto festante come eroe dei Mostri, sebbene lui si
schernisse e
desse il merito al fratello Papyrus.
:
“ BEH, IN EFFETTI
HO CONTRIBUITO NYE HE HE ! MA ANCHE
TU HAI FATTO
LA TUA PARTE. SONO
FIERO DI TE !”
La
festa intima in casa di Toriel fu ricca di musica,
battute oscene, karaoke, giochi e buon cibo. Ad un certo punto Sans,
con la
scusa di prendere una boccata d’aria, uscì in
giardino. Vedere quel praticello
tenero accarezzato dal vento faceva tutto un altro effetto con gli
occhi di un
uomo libero.
Alle
sue spalle avvertì una presenza: “ Arrivo tra
poco.
– Si voltò per capire chi fosse venuto a cercarlo
e la snella figura dell’ex
scienziato reale lo fece imbarazzare ed irrigidire. Non voleva restare
da solo
con lui – Gaster…”
Quegli,
abbandonando la sua timidezza, favellò con
fermezza: “ Non dire nulla. Ascoltami e basta, non ti chiedo
altro.”
Quando
comparve pure Gardh alle spalle di Gaster, il
giovane in felpa fece spallucce e sorrise com’era solito
fare, arrendevole a
quello che pareva un simpatico complotto per fargli affrontare una
questione
spinosa.
:
“ Va bene, va bene ho capito.” Dicendo
ciò si mise le
mani in tasca e si lasciò guidare dal fratello maggiore, il
quale dopo aver
fatto un cenno d’intesa con l’angelo, gli si
accostò e lo accompagnò verso il
fondo del giardino. Gardh aveva fatto apparire con la sua magia un
portale
candido che li avrebbe condotti in una dimensione dai contorni labili
ed
evanescenti da sogno.
Era
giunto il momento che Sans sapesse.
:
“ Vi siete messi d’accordo, eh?” Chiese,
camminando
nel bianco.
:
“ Siamo in buona fede.”
L’ambiente
iniziò a delinearsi ed apparve il Core com’era
tanti anni prima: pieno di scienziati,
con le macchine funzionanti e ferventi.
:
“ Queste sono ombre delle cose che furono. Non
possono né vederci né sentirci.”
Spiegò Gaster prima di udire la domanda. Sans
annuì semplicemente e da una parte si sentì a
disagio: erano tornati indietro
nel tempo attraverso delle illusioni.
:
“ Perché tutto questo?”
:
“ Dovevi vedere, altrimenti non mi avresti
creduto.”
:
“ Forse hai ragione.”
All’improvviso
apparve un giovanissimo scheletro,
vestito con un camice bianco molto più grande di lui che
girava un po’ confuso
per i corridoi.
Sans
fu impressionato: non ricordava com’era a
quell’età e gli fece effetto vedersi dopo oltre
dieci anni di distanza. Era
diverso non solo nel fisico, che era più snello, ma anche
nello sguardo acceso
e vivace, nel passo rapido e leggero. Ancora assorto nella visione di
sé stesso
ragazzino, udì la voce del fratello che principiava a
raccontare.
:
“ Lavoravo per il re già da parecchio tempo quando
iniziasti a venire al laboratorio. Eri molto curioso ed affascinato dai
nostri
strumenti tecnologici. Ovviamente non potevi accedere a tutte le sale,
in
alcune c’erano degli esperimenti segreti da proteggere.
“
:
“ Come l’estrattore di anime.”
:
“ Esattamente. Eravamo alla ricerca dell’elemento
così
caratterizzante negli Umani da permettere loro tanto potere. In
verità portavo
avanti più progetti contemporaneamente: uno era quello delle
anime, un altro
riguardava il Core e l’altro... beh, una macchina speciale in
grado di
spostarsi nel tempo. “
:
“ La ricordo bene. È ancora al suo posto, sotto il
telo azzurro. La trovai dopo la tua scomparsa. Dio, quante ore sprecai
per
tentare di aggiustarla. Credevo che, se fossi riuscito a farla
funzionare,
avrei potuto impedirti quel gesto. Ma non ero così bravo
come te e ad un certo
punto dovetti arrendermi. – Sorrise amaramente –
Che stupido che ero. Mi
sentivo così in colpa…”
:
“ Lo so, ti vedevo dall’alto del Void. Mi si
spezzava
il cuore.”
:
“ Credevo ti si fosse sciolto, dopo il volo che hai
fatto. – Si bloccò, rendendosi conto di stare
esagerando con la sua amarezza –
Scusa. “
:
“ Tranquillo,
è normale. Hai sofferto a lungo ed io ne sono la causa. La
macchina del tempo
era il progetto che proposi al Re per tentare di salvare la vita del
figlio
Asriel e così restituirgli la famiglia che aveva perduto. In
realtà lo scopo
per cui concepì l’invenzione era diverso. Volevo
tornare nel passato per
scoprire cosa fosse successo ai nostri genitori. “
:
“ Davvero? – Quella risposta era totalmente
inaspettata. I loro genitori? Non ricordava nemmeno più di
averne mai avuti – I
nostri…? Cosa pensavi di scoprire?”
:
“ Qualsiasi cosa. Per certo sono morti dopo la
nascita di Papyrus, però non ho mai saputo cosa fosse
accaduto. Al fine di
avere i finanziamenti necessari, convinsi Asgore che poteva essere
utile
soprattutto a lui. Su questo sono stato un po’ disonesto, lo
confesso.”
:
“ Nah. Non tutti i doppi fini sono negativi, non
pensi?”
:
“ Hai ragione, Sans.”
:
“ E per il Core?”
:
“ Stavo lavorando su un metodo per incanalare
l’energia ed analizzavo la lava per capirne le
caratteristiche. Magari potevano
avere delle proprietà magiche speciali utilizzabili anche
per altri
esperimenti. Ad un certo punto il Core dette segnali di anomalia che
nessuno
riusciva a comprendere. La questione era preoccupante perché
non sapevamo cosa
stesse succedendo. – Mentre narrava la scena era cambiata e
si vedeva un gran
fermento di persone andare avanti e indietro con cartelle ed analisi in
mano. Il Gaster del
passato era
pensieroso e cupo ed accanto c’era il piccolo Sans, affranto.
– Comprendi
adesso perché fui scostante? Non era colpa tua.”
:
“ Potevi anche spiegarti. Non ero ancora così
stupido
per non capire. “
:
“ Vero. Sbagliai io. Ero troppo assorbito dal
problema.”
:
“ Qual era?”
:
“ I valori di temperatura erano instabili e il
rischio che si poteva correre era di un’esplosione a livelli
spaventosi,
considerando la quantità di lava. Non riuscivamo a
regolarizzarli se non che
per pochi giorni. Un pomeriggio purtroppo il sistema andò
fuori uso e il calore
aumentò vertiginosamente. I supporti avevano ceduto ed
eravamo in codice
rosso.”
Si
vide la scena di un allarme che partiva, tutti che
correvano in ogni direzione e il piccolo Sans che tentava di superare
la folla
per cercare il fratello.
:
“ Io ero nella sala principale a tentare
l’impossibile per stabilizzare la situazione. Tutto inutile.
Ero disperato. Eravamo
in pericolo. D’un tratto sentì la tua voce
chiamarmi e mi gelai: tu eri ancora
al laboratorio!.”
Apparve
il momento in cui il giovane scienziato
arrancava tra monitor e diagrammi di frequenza.
:
“ Persi il controllo della situazione. Stavo fallendo
ma volevo convincermi di poter rimediare. Quando ci fu il rischio di un
collasso ebbi la folle idea: se fossi diventato l’involucro
del Core… esso
sarebbe sopravvissuto e voi sareste stati tutti salvi. E forse,
assorbendo
quella gran quantità di energia mi sarei trasformato in una
creatura
fortissima, che avrebbe infranto la Barriera.. come una
divinità. Mi feci forza
di questo pensiero e corsi alla balaustra più vicina.
Però davanti a quella
lava incandescente ebbi paura. Non ero molto sicuro della mia
supposizione. E
se non ci fossi riuscito? E se l’esplosione fosse avvenuta
ugualmente?
C’eravate tu, Papyrus… tutta la zona attorno
sarebbe stata polverizzata. Non
c’era abbastanza tempo per riflettere. Ero combattuto tra
l’amore che provavo
con voi, la mia voglia di vivere e la vostra salvezza e quella dei
mostri. Fu
un bivio terribile. Ad un certo punto fui illuminato: l’amore
non basta, ci
vuole anche il sacrificio per risolvere un problema del gnere. Mi feci
forza di
quell’idea e mi lanciai di schiena per affrontare meglio
l’urto.”
:
“ Come puoi negare? Mi hai guardato in faccia e ti
sei gettato dicendo quelle parole… Ti ho visto! “
:
“ Dio… ! – Esclamò,
comprendendo di quale malinteso
era stato vittima – Sans, no! Non era rivolto a te! Quando mi
gettai parlavo a
te, capisci? Quando dissi
che l’amore
non basta… Parlavo da solo! Fu un momento di consapevolezza:
io amavo tutti ma
non certo con l’amore vi avrei salvato… dovevo
sacrificarmi in prima persona
per dimostrare il mio affetto. Pensai che diventando io stesso
l’involucro
dell’energia del Core avrei impedito la deflagrazione, sarei
potuto diventare
anche una sorta di entità suprema e rompere la
Barriera… fu una deduzione
errata. Lo compresi troppo tardi. Quando caddi nel
Core mi sciolsi nel calore e venni sparso
nello spazio-tempo. Sapevo però
di
vivere: vedevo ogni cosa dall’alto, mi sentivo come una
divinità senza poteri.
Non riuscivo né
ad agire né a comunicare.
Quando iniziarono i Resets cominciai a percepire frammenti del mio
corpo materializzarsi,
ad avere schegge di parola ma ci sarebbe voluti tanti
Resets… centinaia.”
:”
Per anni mi sono sentito in colpa perché credevo che
tutte queste tragedie fossero dovute al mio essere inetto. Mi lasciai
andare
alla disperazione, credendo non ci fosse possibilità di
rimediare per la mia
incapacità… e adesso tu mi dici …!
Ecco perché non sei mai intervenuto.”
:
“ Non per quello! – Ribatté, intuendo il
riferimento
a voler assumere un corpo nuovo – Cosa
credi, che non ci abbia provato? Credi che essere costretto a vedere e
rivedere
sempre sia bello? Sapevo tutto… sapevo chi c’era
dietro Frisk e ho provato a
comunicare con lui, invano. Sapevo che per fare qualcosa dovevo
aspettare anche
se facendo così… tu sai cosa è
successo.”
:
“ Se facciamo a gara di chi ha visto più cose
dolorose non so chi vincerebbe ma sarei un tuo degno avversario.
“
:
“ Non voglio comparare le nostre sofferenze. Sarebbe
inutile e terribile. Voglio solo farti capire che ti ero vicino
più di quanto
credessi, che non fu per egoismo o vanagloria che mi gettai nel Core.
“
:
“ Lo so, adesso so tutto. E in fondo sai, ho sempre
avvertito la tua animo svolazzare intorno a me. Ero convinto che tu mi
potessi
vedere. A volte mi consolavo con questa idea, altre volte ti
detestavo.”
:
“ Lo so. E dire che un tempo mi volevi
bene…”
La
scena delle ombre si spostò con una dissolvenza
nella loro prima casa. Gaster era molto più giovane, Papyrus
era in una grande culla
mentre Sans era un bambino. Era notte ed erano a letto ognuno nelle
proprie
camere. Ad un certo punto si vide il piccolo Sans che camminava in
punta di
piedi per i corridoi, con il cuore in gola, che si apprestava alla
camera del
fratello maggiore. Stava piangendo in silenzio.
:
“ Quando eri piccolo eri molto dolce.” Disse
Gaster,
sorridendo a quella vista.
:
“ Un frignone, vorrai dire. Non lo ricordavo, sai?
“ Replicò
l’altro con un tono tra il nostalgico e
l’autoironico.
Lo
scheletrino si
avvicinò al lettone, rimanendo in piedi dal lato in cui
riposava il fratello.
Quest’ultimo, udendo dei forti respiri, si destò e
notò quella timida presenza.
:
“ Sans! Che
succede? Ti senti poco bene? “Gli domandò a bassa
voce, mettendosi seduto sul
materasso.
:
“ No… cioè…
io…”Balbettò
senza riuscire a comporre una frase, preso dai tremiti.
:
“ Hai fatto un
brutto sogno?”
Sans
si nascose il
viso nelle manine ossute, non riuscendo a trattenersi oltre.
:
“ Oh, Sansy! Va
tutto bene, non è successo niente.” Gaster lo
prese dolcemente fra le braccia
per consolarlo.
:
“ L’ho visto… era
il cattivo del film… voleva…! “Furono
le sole cose che il bambino riuscì a dire
tra i singhiozzi, mentre si nascondeva nell’affettuosa
stretta per cercare un
riparo dalle sue paure.
:
“ Non temere,
sono solo sogni. Sai cosa sono i sogni? Sono immagini che crea la
nostra testa
ma che non esistono nella realtà. E sai cosa è la
realtà? Quella che tocchi,
che senti viva e concreta e ti dice: sei qui con me. “
:
“ Capito…” Mentre
bisbigliava ciò si asciugò gli occhi con una
manica del pigiama e si calmava
all’udire le rassicurazioni.
:
“ Resta qui con
me stanotte, ti proteggerò io dagli incubi. Stai tranquillo:
nessuno ti farà
mai del male, te lo prometto. Anzi, sai che ti dico? Quando sarai un
po’ più
grande verrai in laboratorio da me: potrò darti delle armi
segrete per diventare
più forte e sconfiggere quei brutti sogni, che ne
dici?”
Il
fratellino annuì
entusiasta ed entrambi si coricarono assieme.
:
“ Eheh… non hai mantenuto la promessa.”
Proferì Sans,
incupendosi.
:
“ Sans…” Allungò una mano per
sfiorargli un braccio
ma il suo interlocutore lo allontanò con uno scatto rabbioso.
:
“ Non toccarmi!”
:
“ Ti prego…” Lo implorò con
quella voce carezzevole
che lo aveva consolato in quelle immagini di ricordi che aveva rimosso
della
sua infanzia.
Sans
si lasciò trascinare gentilmente per un braccio e
Gaster lo avvolse in un abbraccio forte, paterno e protettivo, come non
provava
da anni. Si sentì tornare quel piccolo ammasso di ossa,
spaurito, bisognoso d’
amore. Quella sensazione lo travolse violentemente e senza che potesse
accorgersene singhiozzò, prima in silenzio e poi esplose in
un pianto disperato,
spezzato come una notte dai fulmini, rapido come un fiume in piena e fu
scosso
da tremiti e singulti che non riuscivano a farlo respirare. Quante
volte si era
represso o si era sentito talmente arido e apatico da non ricordare
più il
sapore delle lacrime. Ed ora tutto di colpo le emozioni soffocate
emergevano
prepotenti perché solo adesso, tra le braccia di Gaster, si
sentiva davvero al
sicuro da tutte le ombre che avevano popolato i suoi incubi, provocato
le sue
angosce, rapito il sonno.
“
Mi dispiace tanto di non aver mantenuto la parola.
Perdonami, Sansy. So di averti deluso più di tutti. Ho
dovuto aspettare così
tanto solo per poter risolvere ogni cosa. Sei qui con me. Non ti
accadrà più
nulla. È tutto finito.”
A
quel finito immerse la testa nel petto del fratello,
preso da nuovi tremiti: a quel “finito” poteva
credere e lo stupore, la gioia,
la meraviglia, la nostalgia, il rimorso del tempo sprecato in un astio insano,
ogni sensazione lo portava allo sfogo della sua infanzia
perduta.
:
“ Gaster… io… perdonami…
sono stato così …”
:
“ Ssh, non dire niente. Va tutto bene .”
:
“ Avevo bisogno di te. Ero solo. Paps era piccolo ed
io mi sentivo incapace… mi sentivo in colpa… con
gli anni mi lasciai andare.”
:
“ Lo so. Mi dispiace. La responsabilità
è mia.”
:
“ No, che dici? – Soggiunse, quasi in
contraddizione
con ciò che aveva detto poco prima – Non
avevi scelta. Sono stato io l’idiota.”
:
“ Non potevi sapere. Credevo che ti saresti scordato
di me con i Resets, ma non fu così. – Si
immedesimarono l’uno nell’altro sul
tema del ricordo, sul timore di essere dimenticati e di svanire nelle
menti dei
cari – Fu una tragica fatalità. Fu crudele che un
ragazzo così giovane fosse
privato della gioia di vivere.”
:”
Sai, credo che ti volessi più di quanto ammettessi a
me stesso. Ti voglio bene, fratello.”
:
“ Anch’io ti voglio bene, Sansy.”
Le
emozioni lo stavano asfissiando, le tempie
iniziarono a dolergli per il gran lacrimare e tornò la
stanchezza a coprirlo
come una trapunta ma non angosciante questa volta, bensì
accogliente. Gli
occhi, annebbiati dalle gocce salate, si chiusero e si
lasciò sprofondare
dall’oscurità, sicuro che era sorretto da Gaster
che nel frattempo gli
sussurrava: “ Grazie...”.
Quando
si risvegliò era nella sua dimora della
superficie, nel tempo presente. Udì al piano di sotto il
tono squillante di
Papyrus che tentava di insegnare al fratello maggiore come cucinare gli
spaghetti. Si rese conto che quel mondo di ricordi erano il tassello
che gli
mancava per vivere in pace: smettere di odiare sé stesso e
Gaster. Resosi conto
di questo, nuove lacrime gli rigarono il volto per la contentezza:
finalmente
poteva essere felice con la sua famiglia.
:
“ SANS ! – Esclamò Paps, entrando
inaspettatamente in
camera con il suo solito grembiule e vedendolo con le mani sugli occhi
– CHE
HAI? TUTTO BENE?”
:
“ Sì, fratello. Non potrebbe andare meglio di
così…” Rispose
con un luminoso sorriso, avvertendo che in sé la propria
anima risorta.
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Capitolo 16 *** Chapter 16 Sunset Again ***
- Chapter 16 -
SUNSET AGAIN
Doveva
essere quella, la vita: godersi ogni giorno
avendo la consapevolezza che, nel bene o nel male, non si
può tornare indietro
ma solo andare avanti. Molti rimpiangono di non poter cancellare i
brutti
momenti o riavvolgere il nastro e rivedere attimi di
felicità trascorsi per
recuperarli e salvarli in una cartella file. Per quanto
possa apparire ingiusto, il tempo che ci è
concesso va assaporato, indipendentemente dall’asprezza o
dalla dolcezza, non
sperando mai di resettare, perché in fondo sarà
impossibile riprovare la
medesima situazione anche se conservata e rivista centinaia di volte.
Sans
era ormai consapevole che tutto era cambiato ed
aveva ottenuto quella pace per cui aveva tanto pregato, imparando ad
accettare
le cose avvenute in passato con la speranza ritrovata di un futuro non
più
segnato dal sangue e dal dolore.
La
terza mattina dalla vera liberazione, Gardh chiamò
gli amici nel giardino della casa di Toriel per comunicare loro
qualcosa di
importante.
:
“ Sono stata fortunata ad aver conosciuto tutti voi,
ragazzi. Siete meravigliosi e ciò che vi rende unici
è la vostra determinazione
nell’amarvi a vicenda, ad esserci gl’uni per
gl’atri nonostante i difetti.
Continuate così. Io purtroppo vi devo salutare: ci sono
altri popoli da salvare
ed hanno bisogno del mio aiuto.”
:
“ Oh Gardh! Senza di te oggi non potremmo godere di
questa felicità. Ti saremo per sempre debitori.”
Disse Asgore, palesando il
pensiero degli astanti, già commossi.
:
“ Avrei potuto fare ben poco senza la vostra forza.
Avete meritato questa gioia.” Replicò ella,
sorridendo e passando da ognuno per
salutarli individualmente.
:
“ Ci rivedremo, spero.” Proferì Sans,
mantenendo
ancora la sua compostezza usuale.
:
“ Chissà, forse un giorno. –
E gli sorrise in maniera particolare,
dandogli un bacio sulla fronte come fece prima della battaglia. Ultimo
fu il
piccolo umano, verso il quale l’angelo porse un cuore
splendente come un rubino
– Ecco,
Frisk. Questa è la tua anima.
L’ho recuperata dopo lo scontro con Tannah. L’ho
purificata da tutto il male
che c’era… solo che per fare ciò ho
dovuto privarla della possibilità del
Reset. “
:
“ Quindi niente più caricamenti o
cancellazioni…”
:
“ Esatto, Alphys.”
A
Frisk non importava, anzi era molto meglio così.
Dette
le spalle agli amici per incamminarsi quando si
girò un’ultima volta e disse a Gaster: “
Vieni?”
E
lui, incupendosi nel tono di voce perché aveva capito
a cosa si riferisse, rispose: “ Ti raggiungo.”
Infine
ella sorrise e proseguì il cammino,
dissolvendosi lentamente con il suo alone angelico confondendosi tra il
verde
dei prati.
Ognuno
era rimasto impietrito da quelle parole: cosa
stava succedendo? Per quale motivo Gaster doveva raggiungere Gardh? E
dove?
:
“ Aspetta – Intervenne Sans, folgorato da un
ragionamento . – Se non ci sono più Resets
allora…” E guardò il fratello
maggiore negli
occhi senza finire la
frase.
:
“ CHE DICI, SANS?”
:
“ Paps, - Disse Gaster prendendolo per le spalle
gentilmente, intenzionato a fargli comprendere esplicitamente la
situazione –
Purtroppo il mio corpo non è completo. Quando mi ero gettato
nel Core mi ero
dissolto nel Void, il vuoto dello spazio-tempo. Solo con i Resets
riuscivo pian
piano a materializzarmi. Senza la magia di Gardh ora io non potrei
essere qui. Con
la sua partenza a breve finirà anche l’
incantesimo.”
:
“ TORNARAI ALLORA NEL
…VOID?”
:
“ È così, fratellino mio.”
: “ NON C’É
MODO PER IMPEDIRLO?
PROPRIO ADESSO CHE
STAVAMO RICOSTRUENDO
LA NOSTRA
FAMIGLIA…”
:
“ Perdonami.”
:
“ NON… TORNERAI MAI
PIÚ?! SE
NON CI SARAN
PIÚ RESETS TU…
- Cominciarono nel frattempo a scorrere le prime lacrime che gli
rigarono il
volto ossuto. Provò una vana ribellione –
NO, GASTER! HO COSÍ
TANTE COSE DA
FARTI VEDERE…! OH, VORREI CHE
CI FOSSERO
ANCORA RESETS!”
Volle
mordersi la lingua che non aveva in quel preciso
istante: era crudele chiedere un reset, la cosa che aveva fatto tanto
soffrire
Sans e tutti gli altri.
:
“ Paradossale rimpiangere ciò che volevamo
distruggere. – Disse Sans per far capire
che pure lui ci
aveva pensato – Non preoccuparti Gas, comprendiamo entrambi
la situazione. Come
hai detto una volta: è una fatalità. Le cose
importanti ce le siamo dette,
giusto?”
Annuirono
e i presenti si dimostrarono contriti per la
tremenda circostanza che si era creata.
:
“ ODIO
GLI ADDII…
- Intervenne Paps,
ricomponendosi – MA DEVO
ACCETTARLO. NON
DUBITARE: TI MOSTRERÓ
UGUALMENTE I MIEI PROGRESSI.
MI VEDRAI?”
:
“ Certo, vedrò tutti voi da
lassù.” Affermò lo
scienziato pacatamente per infondere serenità, sebbene lui
stesso fosse
dilaniato per quello strazio che sapeva di non poter evitare.
Asgore
lo abbracciò vigorosamente e così fecero gli
altri nel proprio modo particolare, ringraziandolo tante volte per il
soccorso
che aveva prestato. Frisk gli dette un bacio sull’ossuta
guancia ed infine
Gaster si strinse ai suoi due fratelli un’ultima volta, quasi
volesse
tramutarsi in pietra pur di sigillare quell’istante.
:
“ Mi mancherai.” Bisbigliò Sans. Paps
invece non
riuscì a parlare, strozzato da un nodo in gola.
:
“ Anche voi. Addio, vi voglio bene.”
Proferì
dolcemente e con alcuni segni delle mani si
congedò, sciogliendosi nell’aria quasi fosse
evaporato, senza dolore.
Papyrus
cadde in ginocchio e scoppiò a piangere mentre
Sans cercò di consolarlo come poteva. Era
tornato ad essere il fratello maggiore ma sapeva di non essere
più solo.
Passarono
due settimane. La vita trascorreva tranquilla
ed ognuno era dedito alle proprie passioni e lavori in totale armonia
con il
contesto cittadino.
Una
sera, verso l’ora del desinare, Papyrus era ai
fornelli come di consueto e nel frattempo il fratello era sdraiato
comodamente
sul divano, intento a guardare la televisione. Le vecchie abitudini non
muoiono
mai.
All’improvviso
udirono suonare alla porta.
:
“ SANS ! – Chiamò il cuoco dalla cucina
– BUSSANO
ALLA PORTA, VAI AD APRIRE!”
:
“ Ok.” Replicò sbadatamente
l’altro, non muovendo un
solo indice dalla sua postazione. Il campanello vibrò
nuovamente.
:
“ SANS?!” Esclamò innervosito lo
scheletro,
impossibilitato a muoversi perché indaffarato con salse ed
acqua calda per il
suo piatto prediletto.
:
“ Ok ok, vado! – Si sollevò lentamente
dal comodo e
soffice divano e s’avvicinò alla porta domandando
ad alta voce – Chi
è?”
:
“ Sono io.”
:
“ Io chi?”
:
“ Il tuo fratell-osso”
Sans
sbalordì. Aprì la porta di scatto e si
ritrovò
davanti Gaster, tutto intero. Il volto con i segni dello scioglimento
ma molto
più solido delle volta scorsa.
:
“ Battute del genere non sono da te.”
:
“ Ci ho pensato molto. Non arriverò mai ai tuoi
livelli.”
:
“ Quindi sei tornato?”
:
“ Sì, come vedi.”
:
“ Quanto resterai?”
:
“ Per sempre.”
:
“ Se è uno scherzo giuro che ti ammazzo qui sul
pianerottolo.”
:
“ Fortuna che è tutto vero. “
Sans
non poté contenere oltre la propria gioia e si
gettò tra le braccia di Gas, che lo strinsero
amorevolmente.
:
“ GASTER?! SEI TORNATO !!” Gridò
Papyrus, venendo a
vedere come mai ci volesse così tanto per capire chi fosse
giunto alla loro
soglia. Sgranò gli occhi e per poco non gli cadde il
cucchiaio di legno per la
sorpresa.
:
“ Sì Paps, e rimarrò con voi per
sempre. – Ripeté con
un grandissimo sorriso, invitando anche lui ad unirsi a
quell’abbraccio di
gruppo – Gardh
non voleva che fossimo
separati per l’eternità per cui si è
recata dai suoi Ordini superiori per
chiedere l’autorizzazione ha compiere una magia speciale. Non
era sicura di
poter ottenere il loro appoggio per questo non aveva informato neanche
me della
sua iniziativa. Dopo
un serio consulto e
mossi a pietà, acconsentirono al compimento del rituale e
sono riusciti a
materializzarmi definitivamente. Non ci lasceremo mai
più.”
:
“ Quella Gardh è proprio da sposare.”
Pensò Sans.
L’affetto
dei tre li unì in un alone magico che univa
le rispettive energie vitali in un iride di serafici colori. La gioia
inaspettata li aveva investiti e quasi non sapevano se credere a quel
sogno o
desiderare di svegliarsi. Era vero, dunque? Avevano ottenuto un vero
finale
felice?
:
“ OH, GUARDATE! IL TRAMONTO!” Disse Paps,
allungando
una mano per indicare la luce rossastra che si mescolava al limpido
cielo.
:
“ Non è bellissimo?” Chiese Gaster,
voltandosi per
godere di quello splendore.
:
“ Mozzafiato.” Concluse Sans, tornandogli alla
mente
i tramonti che aveva visto in alcune giocate al tempo in cui erano
imprigionati
nel vecchio schema. Una lacrima dispettosa volle sfuggire ai suoi occhi
ma fu
subito asciugata da una manica della felpa. Non si doveva guastare
quella scena
con eccessivi turbamenti: era troppo perfetta.
:
“ VIENI, GAS! HO
APPENA PREPARATO LA
CENA! INDOVINA COSA HO
CUCINATO?”
:
“ Spaghetti?”
:
“ SANS, NON
VALE, DOVEVI LASCIARLO INDOVINARE
!! “
E
risero rientrando in casa con felici sorrisi stampati
sui volti intanto che ancora un tramonto poneva fine a quella giornata
per
annunciarne altre infinitamente più belle.
Fine
ANGOLO
DELL’AUTRICE
Ciao
a tutti! Sono Holy
Hippolyta, la matta autrice di questa lunga fanfiction su
Undertale.
È
la prima volta che intervengo, in genere non lo
faccio ma questa storia e fandom eccezionali mi han spinta a dire
qualche
parola.
Per
prima cosa vi ringrazio di cuore, sono stata
lusingata dal vostro apprezzamento per questa folle avventura
nell’Underground,
maturata in così tanto tempo.
Grazie
a tutti quelli che hanno letto, a tutti i
recensori [ e quelli futuri, se ci saranno ] :
Aladidragocchiodiluce; Manga_9000; HoshiOujo;
Manuel
Darknight; Golden Fredbear, Ilarya Kiki; emmevic; I_am_V
a
chi ha inserito la fanfic nelle preferite o seguite [
e quelli futuri, se ci saranno ]:
Aladidragocchiodiluce;
Cavaliere; Girlforjapan02; Golden Fredbear; KiryPuff; NoStarsAbove;
NekoNyx
Grazie
a Ilarya Kiki, per il sostegno speciale <3
Seconda
cosa, il titolo che ho scelto, UNDERNAME,
è ovviamente riferito al
demone Tannah, personaggio di mia invenzione così come
quello di Gardh,
celatosi spesso sotto il nome di Chara.
Ma
il rapporto tra Tannah e Gardh è davvero finito?
Asriel
tornerà in vita in qualche modo?
Ci
sarà davvero pace per Sans e i Mostri?
Frisk
recupererà il potere del Reset attraverso la sua
Determinazione?
Sono
domande che mi sono fatta di cui però non ho la risposta.
Con
questa storia volevo creare un lieto fine per Sans
e gli altri perché li adoro e vederli soffrire in eterno mi
faceva piangere il
cuore.
Grazie
a Toby Fox per aver creato questa meravigliosa
storia, ricca di significati e di sorprese!
Grazie
ancora a
tutti voi e… STAY DETERMINATED!
<3
Hippolyta
|
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