UNDERNAME

di Holy Hippolyta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 Wake up on the surface ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 Fool's Mask ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 Shadows from the Underground ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 Tulip Ashes ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 Best friend's back ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 Nothing to lose ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 Revenge and Determination ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 Anomaly ***
Capitolo 9: *** Chapter 9 Bleeding Heart ***
Capitolo 10: *** Chapter 10 Take Control ***
Capitolo 11: *** Chapter 11 Flow of Dreams ***
Capitolo 12: *** Chapter 12 Training a Hero ***
Capitolo 13: *** Chapter 13 To the Core ***
Capitolo 14: *** Chapter 14 The Break Solution ***
Capitolo 15: *** Chapter 15 Soul Arise ***
Capitolo 16: *** Chapter 16 Sunset Again ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 Wake up on the surface ***


 Chapter 1
WAKE UP ON THE SURFACE
 
La luce non era mai stata così bella come quella del sole né l’aria era stata così fresca… eppure per lui non era sufficiente. Non bastava così poco per dimenticare il terribile destino a cui era condannato.
Erano tornati sulla superficie, la Barriera era stata infranta e i Mostri avevano rivisto la terra dopo millenni nell’Underground. Ognuno aveva avuto il suo finale felice, ma quanto sarebbe durato prima che ogni cosa fosse ricaduta nel tempo perpetuo?
Sans non riusciva a smettere di chiederselo.
Dopo l’eccitazione iniziale, in cui aveva riassaporato la dolcezza della speranza di un futuro migliore, era tornato a tormentarsi con domande senza risposta.  Si sentiva inquieto ed ogni volta che si svegliava cercava di convincersi  che al posto del giardino di casa e della strada in cemento avrebbe rivisto la neve di Snowdin, sentenziando la fine di quel sogno troppo bello per essere vero.
Così fece anche quella mattina, la venticinquesima dalla liberazione, e rimase puntualmente deluso davanti alla finestra della sua camera. Ma quanto ci metteva a resettare?  Stava diventando seccante.
Stiracchiandosi, fece scricchiolare le ossa e sbadigliò ancora assonato. Si svegliava spesso stanco come se non si fosse mai riposato o non avesse dormito abbastanza.
Da quando era sulla superficie aveva dormito bene soltanto le prime notti nella nuova abitazione, cosa inconsueta in quanto in genere dopo un trasloco si è nervosi per il cambiamento in corso, lui però non la sentiva come una cosa definitiva. Papyrus invece, suo fratello, era entusiasta ed iperattivo come un ragazzino, attento ad ogni novità e mai sazio di scoperte. Paps, come era soprannominato, era sempre così spontaneo e gentile che era impossibile non assecondarlo, eppure Sans si sentiva in colpa perché sapeva di non poter fare tutto il possibile per lui. Il vederlo così energico, propositivo… vivo, lo riempiva di gioia e al contempo di oscure angosce di caducità. Tale sensazione non lo abbandonava e tentava di metterla da parte per non far sospettare il fratello, sebbene fosse difficile. Non doveva far sapere i suoi terrori segreti perché sarebbe stato inutile e doloroso per entrambi.
La superficie non gli dispiaceva  e offriva molte occasioni per distrarsi: passeggiate nei parchi, programmi TV diversi dagli shows di Mettaton, vedere per la città volti diversi dal solito… Forse troppi volti che si mescolavano in maschere deformate. Inoltre era ancora palese dalle occhiate di sospetto degli abitanti di Dengleen che ci sarebbe voluto tempo per completare l’integrazione. Era imbarazzante e si sentiva a disagio quando  veniva additato come un fenomeno da baraccone per il suo essere uno scheletro.
A furia di riflettere su ciò, finì per appisolarsi di nuovo e s’alzò in ritardo.
: < Meglio godersi il momento, finché dura… >
Sceso in cucina, trovò l’alta ed atletica figura di Papyrus indaffarata tra pentole, tegami ed altri attrezzi di ultima generazione che producevano  rumori metallici assordanti.
: < OH, ALLA BUON’ORA, SANS! – Lo accolse con la sua voce giovanile – STAVO COMINCIANDO A PENSARE CHE FOSSI CADUTO IN LETARGO! >
: < Ancora non è stagione. Piuttosto, ti vedo già al lavoro. >
: < IO SONO SEMPRE AL LAVORO! NON STO MICA A POLTRIRE COME FAI TU! GUARDA CHE DEVI INIZARE A DARTI UNA REGOLATA: NON POSSO  SVEGLIARTI IO OGNI MATTINA, ORMAI SEI GRANDE! >
: < Hai ragione Paps, ma sai quanto mi pesa. È una… grossa responsabilità. >
: < MM? VERAMENTE NON MI PARE SIA UNA GRO… - S’interruppe di colpo e la sua espressione divenne seria ed irritata – SANS, ERA UNA BATTUTA QUELLA? >
: < Ed era una bella battuta… di servizio ! Eh? – Paps gli lanciò un’occhiata tremendamente contrariata. Detestava quelle battutacce sebbene spesso ne ridesse lui stesso. Per non farlo alterare, Sans decise di andarsene – Va bene, va bene ti lascio in pace insieme ai tuoi spaghetti! >
: < ASPETTA! VOLEVO FARTI UNA DOMANDA.>
: < Che c’è? >
: < TI… TI PIACE VIVERE QUI? – Sans trattenne il respiro per non mostrare il contraccolpo che ebbe a quelle parole – INTENDO… SICURAMENTE SÍ, DATO CHE VIVI CON IL GRANDE PAPYRUS, PERÓ HO COME LA SENSAZIONE CHE TI MANCHI CASA… VOLEVO DIRE SNOWDIN… >
Egli comprese e lo interruppe: < Intendi nostalgia? Non direi. È solo che sai, dopo tanti anni laggiù… ma alla fine è solo questione di farci l’abitudine. Sai che sono lento in queste cose. Non ti devi preoccupare per me, davvero. È solo una… sans-azione! >
: < FUORI DALLA MIA CUCINA!! – Gridò indicando con l’indice  ossuto la porta –  NON SI PUÓ MAI PARLARE SERIAMENTE CON TE… È UNA COSA ASSURDA ! OH MIO DIO! >
Mentre si allontanava udiva il fratello sbattere violentemente le padelle per sfogare il suo fastidio dopo quell’ultima battuta. Non poteva fare a meno di ridere: adorava farlo andare fuori dai gangheri, era troppo buffo… e poi sapeva che in realtà non si arrabbiava sul serio. Era un fratello fantastico , sapeva di non poter vivere senza di lui e avrebbe fatto di tutto per proteggerlo da qualsiasi minaccia, eppure…
L’amore non basta …
Chi gliel’aveva detta questa frase? Erano parole che riemergevano dalle rovine di memorie antiche e irriconoscibili. Sapeva di soffrire di momenti di vuoto, di incubi, di confusione, però non voleva preoccuparsene troppo. Tanto tutto sarebbe ricominciato come al solito.

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Capitolo 2
*** Chapter 2 Fool's Mask ***


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Chapter 2
FOOL’S MASK

Chiusa la porta della nuova casa ( assegnata loro dal sindaco della città, così come era successo per gli altri mostri ), camminò lentamente per le strade di Dengleen osservando la frenesia degli Uomini e il loro stupore quando incrociavano qualche ex abitante del Monte Ebott intento ad esplorare quel nuovo mondo.
Non era stato facile per Frisk farsi ascoltare dalle autorità locali quale ambasciatore, non solo per la sua giovane età ma soprattutto per la visione di quelle creature che erano state relegate alle leggende dalla memoria collettiva. Dopo tante insistenze del bambino e di fronte fatto che i Mostri parevano presenze innocenti , il Sindaco decise di adottare un protocollo straordinario di convivenza come momentaneo provvedimento per iniziare a regolarizzare la vita urbana: ad esempio assegnando alcuni appartamenti  o case alle creature dell’Underground e permettendo loro di aprire alcune attività commerciali per promuovere il loro inserimento. Il Sindaco pareva una buona persona, disponibile, aperta di mente ma i suoi consiglieri erano molto sospettosi e perplessi riguardo a quelle creature dall’apparenza disturbante. E come poteva essere il contrario? Non era certo normale vedere sui mezzi pubblici, insieme ad avvocati ed imprenditori, Doggo che andava a fare shopping o simili.
Dengleen era la città più vicina all’entrata dell’Underground e per questo praticamente tutti i Mostri decisero ( alcuni provvisoriamente ) di abitarvi. Era graziosa: c’era molto verde tra parchi ed aiuole nonostante la grande cementificazione, le abitazioni e i locali erano decorati con pitture che ricordavano trifogli appena nati o rami nodosi intrecciati tra loro assieme a boccioli variopinti. Non era una metropoli e forse per questo aveva conservato un’aria pittoresca da paese di provincia, prossimo però all’assorbimento della modernità incalzante ed investita della grande responsabilità di integrare un popolo diverso. Era dunque vero che l’aspetto esteriore influenzava l’occhio umano; senza accorgersi che spesso l’aspetto innocente è il più falso… Sans lo percepiva ma non gli dava importanza proprio perché sapeva che non sarebbe durato. Era solo questione di tempo.
Fedele alle sue vecchie abitudini, lo scheletro si diresse  presso il pub appena aperto da Grillby che si trovava solo a qualche chilometro di distanza dal suo quartiere, verso il centro della città.
Facendo suonare il campanello posto sull’ingresso  Sans respirò l’aria familiare degli hamburger cotti alla piastra, delle patatine che danzavano friggendo nell’olio bollente ma vi era anche qualcosa di differente: sugli scaffali e negli espositori vi erano bevande e altri generi di ristori in voga tra gli  Umani, benché ne venissero pochi. Il buon Grillby, sempre aggiornato ed intraprendente per il suo amato locale, era pronto ad accattivarsi  nuova clientela e rimettersi al lavoro. Quanto sforzo che non gli sarebbe stato riconosciuto!
: “ Ehi Grillby! Il solito, per favore.” Disse mentre si sedeva su uno degli sgabelli imbottiti, i medesimi  che c’erano a Snowdin.
Con la testa fiammeggiante, il proprietario annuì e servì all’affezionato cliente una bottiglia di ketchup per poi tornare a sistemare la merce nella cantina posta dietro al bancone. Sans nel frattempo sorseggiava mestamente, tentando di concentrarsi sul sapore agrodolce per non pensare.
: “ Come mai tutto solo? “ Una voce lo distolse da quel suo tentativo e lo fece sobbalzare sullo sgabello dalla sorpresa.
: “ Ciao Toriel.  – La salutò, voltandosi ed invitandola a sedere accanto a lui con un gesto della mano – A Papyrus non piace molto questo posto. Dice che non trova bevande di suo gradimento.”
: “ Peccato! Io mi trovo molto bene.” Aggiunse lei appoggiando la grossa borsa marrone a tracolla sulla superficie lignea, stando attenta che nulla uscisse.
: “ Non ti ho mai vista, ci vieni spesso?” Le domandò bevendo a tratti.
: “ Ogni tanto, quando ho la pausa pranzo più lunga. Essendo così vicino alla scuola per me è comodissimo.” Vedendo Grillby, la capra antropomorfa lo fermò e gli chiese gentilmente dell’insalata mista.
: “ Vero… e come va? Ti piace il lavoro da maestra?”
: “ Davvero tanto! Questi bambini umani sono così intelligenti e simpatici! – Era radiosa e glielo si leggeva nello sguardo, tanto che non si accorse nemmeno che le era stata servita la pietanza ordinata – All’inizio erano sospettosi ma si sono abituati presto. Sono i genitori un po’ più difficili da convincere sulle mie capacità. Però sono certa che i figli dimostreranno loro che bisogna andare oltre l’apparenza! E tu, Sans? Che lavoro fai?”
: “ Io? Faccio il comico. – Il muso di Toriel si illuminò per un breve momento, diventando serio quando egli concluse – Ma senza portafogli.”
: “ Dovresti provare a vedere se fanno qualche audizione al Teatro delle arti. Penso tu sia portato! “ Lo incoraggiò ella iniziando a mangiare.
: “ Nah – Fece lui, sorridendo e facendo spallucce – Non amo mettermi in mostra, lo sai. E poi ho una comicità troppo…. sottile, se capisci cosa intendo.” E con l’indice indicò le proprie ossa.
: “ Ahah! – Rise lei. Aveva una risata piacevole da ascoltare, piena e sincera. Era l’unica ad apprezzare le sue brutte battute e di farne a sua volta. Se le scambiavano spesso in passato, quando ancora non sapevano i rispettivi nomi ed erano separati dalla porta delle rovine nell’Underground – Dai, sul serio! Devi pensare a cosa farai in futuro. Tu e tuo fratello dovrete pur vivere di qualcosa, non ti pare? “
Sans rispose con un verso per indicare che non c’era fretta, dando un altro sorso alla bottiglia. Aveva uno sguardo cupo che non sfuggì all’attenzione sensibile di Toriel, la quale gli si accostò ulteriormente ed abbassò la voce in tono confidenziale: “ Sans… c’è qualcosa che non va?”
: “ Affatto. Perché? “
: “ Scusami, ma ho come la sensazione che non ti importi nulla di questa vita. – Quell’affermazione lo irrigidì, colto in una verità profonda – Nel senso… pare che tu non voglia vivere qui, come se non lo accettassi o aspettassi di andartene da un momento all’altro. Il fatto che non cerchi lavoro ad esempio… non vuoi prenderti impegni. Lo capisco, sai? Lasciare la sicurezza del nostro mondo chiuso per affrontare qualcosa di ignoto può spaventare. Anche io temevo di non riuscire ad integrarmi tra gli Umani, di venire derisa per il mio essere beh, quella che sono, di non essere accettata... Però sai cosa ho pensato? Anche Frisk è un Umano e se lui è stato capace, piccolo com’è, di compiere così tante buone azioni e di volerci bene andando oltre la barriera dei nostri stessi limiti, perché non potrebbero essercene altri come lui? Mi rendo conto che non sia facile crederci se uno ricorda che furono gli Umani a costringerci nell’Underground… ma concedi loro una possibilità! Datti la possibilità di vivere felice qui.”
Il discorso di Toriel era intenso e materno, proprio da lei, e quel moto di protezione che ebbe verso di lui gli fece piacere giacché raramente si sentiva veramente protetto da qualcuno. In parte ella aveva anche sfiorato alcuni suoi timori nascosti, eppure non poteva svelarle l’oscuro tormento della sua anima come avrebbe voluto per cui mentì, indossando la sua solita maschera buffa per non farla sospettare.
: “ Grazie del consiglio, Tori. Non preoccuparti, sono solo abituato a starmene con … l’osso in bocca e fare poco o niente. Dovrò darmi una … m-ossa altrimenti mio fratello mi farà passare un brutto quarto d’ora! “
: “ Ahahah !! Sans, sei spassosissimo! Non esagerare con le battute … altrimenti perdi… la vena ! “
Risero forte all’unisono, divertiti dai rispettivi moti di spirito che per tutti erano stati decisamente orribili, infatti alcuni avventori si erano discostati dai due per non udire altro.
: “ Va bene, se lo dici tu… - Soggiunse Toriel per concludere l’argomento precedente ed iniziandone un altro – Ascolta, perché non vieni da noi per cena? È da tempo che non passi… Frisk chiede sempre di te e gli manchi. ”
: “ Massì, vengo volentieri. In effetti non vedo il marmocchio da un po’… Posso portare anche Papyrus? ”
: “ Ovviamente! Sarà l’anima della festa! Potrei invitare anche gli altri amici, per fare una bella serata tutti insieme. So già cosa preparare per dolce… – L’occhio le cadde sull’orologio appeso ad una parete del locale e si scosse frettolosa – Accidenti, devo andare! La mia pausa è quasi finita! Ci conto eh, non mancare! A dopo!” Pagò Grillby e corse rapidamente verso l’uscita in direzione della scuola per le lezioni pomeridiane, saltellando per la contentezza all’idea della cena.
Sans disse tra sé e sé che Toriel era donna stramba e adorabile. Incamminandosi anch’egli verso l’uscita disse: “ Metti sul mio conto!” e quegli annuì nuovamente, ricambiando il saluto con un cenno, come di consueto.
Sortito, si sistemò la felpa celeste chiudendo la cerniera lampo fino a coprirlo sotto alla cavità nasale per nascondere la bocca che s’era ripiegata in un’agghiacciante sorriso. La sua maschera da buffone lo aveva aiutato in molte occasioni a sfuggire a domande stringenti sui suoi sentimenti, a spostare l’attenzione da un discorso scomodo, ad evitare di lasciarsi avvolgere dal pesante mantello delle sue misteriose angosce. Era talmente fissa in lui che la sentiva incastonata sul volto e non riusciva facilmente a cambiare espressione per liberarsene, divenendo un’inquietante seconda faccia. Si dette un pugno in testa per impedire di pensarci e tornò a casa per avvisare Papyrus.

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Capitolo 3
*** Chapter 3 Shadows from the Underground ***


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Chapter 3
SHADOWS FROM THE UNDERGROUND

Papyrus passò tutto il pomeriggio ai fornelli per preparare gli spaghetti al sugo per sfamare tutti gli ospiti previsti, sebbene le quantità andassero ben oltre le dosi normali.
: “ DELIZIERÓ OGNI PALATO CON  LA MIA RICETTA SUPER SEGRETA ! NYE HE HE HE !! “ Sghignazzò, finendo di chiudere i containers da asporto.
: “ Non metterci troppo… olio di gomito! Sai che lo digerisco poco. “ Replicò suo fratello mentre lo osservava.
: “ SANS! LE TUE BATTUTE SONO INDIGESTE! DACCI UN TAGLIO! “
: “ Piuttosto, perché non hai preparato un pollo? “
: “ PERCHÉ AVREI DOVUTO?” Gli domandò, sorpreso di quel cambio di argomento improvviso.
: “ Per vederti… disossare!”
: “ FAMMI CAPIRE, PASSERAI TUTTA LA SERA COSÍ? “
: “ Non lo so… dipende da…”
: “ SANS, NO! “
: “ Quanto sarò… cotto. “
: “ AAAAARGH ! – Gridò Papyrus, alzando le braccia al cielo in un gesto di esasperazione –  AH, CI RINUNCIO… QUANTO MENO SEI CONTENTO DI QUESTA SERATA! STAI FACENDO PIÚ BATTUTE DEL SOLITO.”
: “ Sì, lo sono. Soprattutto perché con Toriel posso fare tutti i giochi di parole che voglio. “
: “ VE LO IMPEDIRÓ COSTRINGENDOVI A MANGIARE TUTTO IL TEMPO! “
: “ Buona idea, fratello.” Disse infine Sans, offrendosi di aiutarlo a portare i containers.
Leggermente in ritardo rispetto all’ora concordata, con gran disappunto di Papyrus, raggiunsero l’abitazione di Toriel. Quando suonarono al campanello ad accoglierli fu Frisk stesso, il quale si gettò tra loro per abbracciarli in segno di benvenuto.
: “ CIAO!! SEI SEMPRE STATO BRAVO NEGLI ABBRACCI! ” La voce dal tono alto di Paps brillava di entusiasmo nel rivedere il piccolo umano e ritrovarne l’immutata affettività.
: “ Ehi, marmocchio! Ti trovo bene… ti sei alzato o hai comprato degli up dogs? “ Gli domandò scherzando Sans e il bambino rise gioiosamente: si vedeva che era felice della loro presenza. Li accompagnò all’interno della casa fino alla familiare sala da pranzo dalle pareti rosee e il grande tavolo in legno al centro.
La padrona di casa, recante in mano una pattina, indossava un vezzoso grembiulino lilla e appena vide i due fratelli li salutò con dolcezza: “ Benvenuti! Non potevano iniziare senza di voi.”
: “ SCUSATECI! SE SANS NON SI FA ATTENDERE NON È SODDISFATTO.”
: “ Suvvia fratello, lascia perdere. In questo momento mi sento come un orologio affamato.”
: “ OH MIO DIO, ECCOLO CHE INIZIA…”
: “ Non vedo l’ora.”
Toriel rise di gusto mentre Papyrus si passò una mano sul volto, prevedendo lo squallore dei futuri giochetti. Nel frattempo la capra antropomorfa, chiamati a sedere gli altri ospiti, iniziò a servire il cibo in ogni piatto di porcellana.
: “ Pivelli!! – Gridò elettrizzata Undyne rizzando in piedi dalla sedia sulla quale era seduta  – Da quanto non ci vediamo. Voi siete sempre gli stessi!”
: “ Squadra che vince non si cambia. E tu sempre in forma, eh? ”Domandò, dando un occhio all’abbigliamento informale e attillato della ragazza.
: “ Certo! Ho lasciato l’impiego alle poste. La scrivania non fa per me… dopo tre giorni ho insultato qualche anziano rimbambito e mi han consigliato di stare a casa. Ma vorrei vedere loro a parlare con gente sorda ! Ad ogni modo, ora faccio un bellissimo lavoro: l’insegnante di difesa personale in palestra! Ah che soddisfazione menare gente flaccida! “
Quando ci si rivolse alla Dottoressa Alphys, giunta precedentemente in compagnia di Undyne, ella rispose con meno balbettii rispetto al passato: “ Io sono stata assunta al Museo della Scienza e della Tecnica. Faccio da guida alle mostre. Mi piace molto ma a volte mi imbarazzo a parlare in p-pubblico… fortuna che al massimo vengono cinque persone alla volta!”
: “ E VOI, MAESTÁ? “ Il giovane scheletro indirizzò la domanda ad Asgore, presente per volere di Frisk nella speranza che lui e la sua madre adottiva facessero pace. Egli tentò di essere il più amichevole e remissivo possibile, ciò nonostante Toriel era abbastanza glaciale nei suoi confronti.
: “ Oh, non chiamarmi così, Papyrus!  Il mio regno è finito con la rottura della barriera e credimi, non ne potrei essere più contento. Per ora lavoro come giardiniere presso una piccola impresa, però il mio sogno è di aprirne una tutta mia… la “Green Asgore”! Suona bene, no?”
: “ Mica tanto – Lo smorzò Toriel – Penseranno che sei un enorme mostro-cespuglio!”
: “ Beh il nome verrà inseguito! – Soggiunse Undyne – L’importante è l’intraprendenza! E degli altri, sapete niente? ”
Frisk disse che ogni tanto si sentiva con Napstablook e sapeva che il fantasmino si era iscritto ad un corso da DJ online. Troppo timido per vedere in faccia l’insegnante. Mettaton, suo cugino, gli aveva promesso che, se avesse superato il corso, lo avrebbe portato con sé in tournée… sebbene le date non fossero state ancora fissate, e manco la tournée stessa. Stava scoprendo una piattaforma elettronica in cui si poteva fare video e caricarli sulla rete. Il suo canale contava già molti iscritti e mirava a diffondersi sulle televisioni umane per essere la più famosa Star Robotica.
Sans avrebbe voluto chiedere cosa ne fosse del laboratorio di Alphys, degli Amalgamates, del Core… ma preferì tacere per non guastare la convivialità della cena.
: “ E tu, Frisk? Che ci racconti?”
Il bambino disse loro che andava tutto bene: frequentava la scuola dove insegnava Toriel ed era in classe con altri bambini della sua età, alcuni erano simpatici però non lo erano così tanto come i mostri.
: “ BEN DETTO, UMANO! NESSUNO POI, RICORDATELO, È MAGNIFICO COME IL GRANDE PAPYRUS! “
: “ Il solito modesto! “ Osservò sorridendo Undyne e ciò fu contagioso per tutti, che risero rilassati nella gioia di quel momento sereno e spensierato.
D’improvviso udirono il campanello.
: “ Mancava qualcuno?” Chiese Alphys, sorpresa come gli altri.
: “ Non credo… vado a controllare. Con permesso. – Toriel s’alzò da tavola e andò a vedere chi fosse. Passati pochi secondi durante i quali i conviviali si guardarono tra loro perplessi, ella ritornò trafelata – Da bere, per favore! “
: “ Ecco! – Disse Asgore, porgendole prontamente un bicchiere– Che succede?!”
: “ Venite a vedere!”
Riuniti tutti nel salotto, osservarono disteso su uno dei divani il corpo di un mostro dalla fattezza di  ranocchio, tremante, con alcuni graffi e macchie di terra nera sparse qua e là sulla pelle squamosa.
: “ Froggit! – Dissero in coro alcuni ospiti, accostandosi – Che è successo? Ferito?! Chi ti ha ridotto così?”
: “ Non l’ho visto… - Gracchiò quello dolorante dopo aver sorseggiato un poco di acqua offerta da Toriel – Era buio… ad un tratto apparve solo una fioca luce rossa, come un’alone…poi un’ombra enorme si scagliò contro di me! Cominciai a scappare ed uscì da dove ero giunto. C’era qualcuno, ne sono certo, non era un sogno… ma non saprei dire cosa fosse!”
: “ Dove è successo?!” Chiese Undyne, sentendosi muovere le vecchie viscere da eroina protettrice dei deboli.
: “ Ero andato al Monte Ebott. Volevo rivedere casa mia un’ultima volta…Attraversai un pezzo del palazzo del re quando d’improvviso fui attaccato… Non so dire di più…” Piagnucolò il ranocchio tra lo spaventato e il dolorante.
: “ Hai qualcuno a cui possa chiamare per farti venire a prendere?” Gli domandò premurosa Toriel e Froggit  rispose che aveva un fratello a cui rivolgersi e le dettò il numero.
: “ C’è qualcuno laggiù… “ Bisbigliò Asgore impensierito, allontanandosi con gli altri per non inquietare Froggit.
: “ Un mostro rimasto indietro? Probabile…” Intervenne Undyne cercando di calibrare il tono della sua voce.
: “ Non lo so… perché mai avrebbe dovuto attaccare Froggit?”
: “ E se fosse una creatura misteriosa?”
: “ Gente! È davvero così importante sapere chi o cosa abita adesso nell’Underground? Insomma… se non ha trovato altro posto dove andare, perché disturbarlo?” Aggiunse Sans.
: “ STAI SOLO CERCANDO DI EVITARE DI ANDARE A CONTROLLARE, NON È VERO? PIGRONE CHE NON SEI ALTRO!” Lo rimproverò Papyrus.
: “ Anche – Ammise quello – ma non è questo il punto. Se non crea problemi a nessuno io non andrei a chiedergli l’affitto. Laggiù è disabitato… lasciatelo lì finché vuole! ”
: “ E se non fosse una creatura pacifica? Ha attaccato Froggit con la complicità delle tenebre… Quanto meno è qualcuno di vigliaccio! “ Replicò la giovane donna dai capelli rossi mordendosi un labbro.
Frisk ascoltava tutto attentamente ma non sapeva bene cosa pensare.
: “ SE NON HAI VOGLIA , NON SCOMODARTI! IO, IL GRANDE PAPYRUS, SVELERÓ QUESTO MISTERO!”
: “ E noi verremo con te, ovviamente. Ci manca pure che mi faccia sorpassare da un ammasso di ossa ! Domani ci andremo! “ Esclamò Undyne prendendo per un braccio il suo allievo di cucina. Un duo a cui era difficile resistere, tanto che dopo un sospiro Sans concluse: “ Vi farò compagnia allora. Tanto non ho altro da fare.”
: “ Deciso, allora!”
Nel frattempo il fratello di Froggit era giunto a recuperare il ferito e se ne erano andati tranquillamente, così Toriel si diresse verso i suoi ospiti: “ Per ora dovete decidere un’altra cosa. Cosa volete sul gelato? Caramello o Cannella?”
Sans sorrise e chiese della cannella per aromatizzare il suo gelato al fior di latte.
Ultimata la serata e salutati tutti gli amici con l’accordo di vedersi per il giorno seguente, i due fratelli andarono a letto, ognuno nella propria stanza.
Papyrus s’addormentò in fretta dopo la lettura del libro preferito, Sans invece sdraiò sul materasso e fissò il soffitto.
Ombre ignote stavano occupando l’Underground… questa era una cosa inconsueta. Non aveva l’abituale sensazione di aver già vissuto quella situazione, come gli capitava spesso.
Forse stava esagerando con i dubbi e le percezioni, però non poteva far a meno di avvertire un’opprimente manto che ricopriva ogni attimo felice con sciagura. Aveva le sue teorie per giustificare ciò ma erano solo supposizioni e alcune volte gli pareva di impazzire dietro a quei ragionamenti.
: “ Basta! Non serve pensarci… domani faremo una scampagnata e scopriremo che non c’è alcun essere maligno. Spero.”

 

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Capitolo 4
*** Chapter 4 Tulip Ashes ***


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Chapter 4
TULIP ASHES

Ancora niente Reset. Fu il primo pensiero che ebbe appena si destò. Sbuffò scostando le coperte e infine appoggiò i piedi per terra, infilandoli nelle comode pantofole.
Alzarsi era la vera fatica non tanto per il gesto in sé ma per quello che comportava: affrontare una giornata dall’esito incerto, gestire le proprie ansie nel miglior modo possibile, cercare un senso in un mondo sempre in balìa dell’incertezza. Era una scocciatura particolarmente sentita le volte in cui si svegliava frastornato ed infastidito da una nottata difficile come lo fu quella. Era rimasto impensierito da quella faccenda della creatura misteriosa che aveva occupato un angolo dell’Underground, però non ne sapeva nemmeno lui il motivo. Gli pareva di esser rimasto vittima di una trappola di fango e sabbia, infatti al risveglio si sentì la bocca arida e le ossa dolenti, più lente nei movimenti.
Si diresse in cucina alla ricerca di qualcosa con cui fare colazione anche se avrebbe voluto restarsene a letto, ciò nonostante un’altra di quelle sensazioni inspiegabili lo spingeva contro la propria volontà a muoversi.
: “ BUONGIORNO! – Lo accolse calorosamente Papyrus mentre metteva la propria tazza nel lavello – INCREDIBILE,  TI SEI GIÁ ALZATO ! CHE MIRACOLO!”
: “ Beh sappiamo tutti che la fame fa fare le cose più strane. “ Rispose con la voce più bassa del solito per il cattivo risveglio.
: “ TANTO MEGLIO! ALLA FINE VERRAI CON NOI, GIUSTO?”
: “ Dove?” Domandò distrattamente mentre mangiava alcuni biscotti al cioccolato.
: “ AH, SEI ANCORA ADDORMENTATO! NELL’UNDERGROUND… ALLA RICERCA DELLA CREATURA MISTERIOSA. DAI CHE CI DIVERTIREMO UN MONDO! E POI… POTREMO RIVEDERE SNOWIN…”
: “ Ah sì, hai ragione. Va bene va bene.” Replicò ancora sbadatamente, sorvolando sulle ultime parole riferite a Snowdin.
: “ GUARDA CHE SE NON HAI VOGLIA DI VENIRE NON SEI COSTRETTO, DAVVERO.” Aggiunse Papyrus, notando lo sguardo vuoto e cupo del fratello. Spesso gli era capitato di vederlo in quello stato ma non sapeva cosa fare per aiutarlo se non evitare di obbligarlo a fare qualcosa e di lasciarlo libero il più possibile. 
: “ Vengo. Aspettatemi.” Concluse dopo essersi passato le dita sulla fronte pulsante dalla stanchezza, celando il male che stava iniziando a provare. Cosa gli impediva di rimanere a casa, provare a riposarsi sul serio? L’istinto era così forte che non poteva resistere e questo lo inquietava maggiormente. Razionalmente sapeva che era una sciocchezza e si dava del pauroso per i timori infondati… o no?
Papyrus accese la televisione per cercare qualche cartone animato un po’ per sollevare il morale a Sans, un po’ per occupare tempo in attesa che Undyne gli rispondesse al cellulare. Purtroppo per lui le avventure degli “amici del bosco”( un programma per bambini che davano ogni mattina) furono bruscamente interrotte dal telegiornale locale in edizione straordinaria: l’annunciatore informò che uno spaventoso essere  stava attaccando il centro commerciale di Dengleen spargendo il panico tra la popolazione inerme.
I due scattarono in piedi stupefatti da quella comunicazione.
: “ SANS! DOBBIAMO ANDARE AD AIUTARE QUELLE PERSONE!” Esclamò Paps e senza riflettere oltre, trasportato dalle immagini dello schermo, uscì di corsa di casa. A stento Sans riuscì a stargli dietro fin sulla strada principale, dove vi trovarono anche Undyne ed Asgore abbigliati con le loro armature. Il frastuono delle gride e delle macerie che crollavano si udivano perfettamente e la coltre di pesante fumo guidò i loro passi fino alla zona sotto attacco. Sul posto trovarono Metatton in preda ad urla isteriche perché era stato rovinato il suo costume di scena, gesticolando infuriato mentre altri Umani correvano alla ricerca di un riparo.
Undyne scosse il capo contrariata e puntò il suo sguardo verso una massa di foglie e rovi tentacolari che fuoriuscivano da un corpo dalla forma ovale  con al centro solo un’enorme bocca piena di canini affilati e schiumante una bava violacea. Pareva una grande pianta carnivora dotata di piedi vegetali che si trascinavano sull’asfalto grumoso calpestando i disastri compiuti in quel supermercato. Senza riflettere oltre, l’eroina dell’Underground creò una delle sue lance di luce e la scagliò con forza in direzione del nemico il quale non ne fu minimamente scalfito. Ciò la fece tremare di rabbia e dalle sue mani ne creò altre,  lanciandole una dopo l’altra eppure provocava solo dei graffi sulla massa mobile.
Sans, rimasto fermo, rivolgendosi al fratello disse con il suo consueto sorriso: “ Beh penso che qualcuno dovrebbe dire a quella cosa di… piantarla!”
: “ OH MIO DIO, SANS!! – Esclamò quello, che gli stava accanto –PURE IN QUESTI CASI…!”
Non riuscì ad ultimare la sua strigliata al fratello che la creatura scaraventò nella loro direzione dei fendenti vegetali e Papyrus fu colto completamente impreparato, emettendo un grido. Sans invece ebbe dei riflessi  fulminei e disintegrò il nemico con tre dei suoi micidiali Gaster Blasters, i quali emisero dalle larghe bocche scheletriche dei fasci di luce accecanti. Dopo che il momento più abbagliante cessò, al posto dell’ ammasso di fogliame apparve un piccolo tulipano rosso agonizzante che infine si decompose in un mucchietto di cenere vagamente rossastro, spazzato poi via da una folata di vento. Di fronte a quella scena lo scheletro provò un brivido gelido percorrergli la schiena come una scossa elettrica e lo lasciò attonito senza trovare una spiegazione logica che spiegasse quel senso di orrore.
Con disappunto della guerriera privata della sua battaglia e con stupore di Asgore tutto ebbe termine con una rapidità inaspettata, specialmente se pensavano a chi fu l’autore di quel decisivo attacco. Da quando Sans si dimostrava così risoluto ? A lui stesso parve strana una reazione così impulsiva… si giustificò con gli istinti protettivi, ricadendo nelle solite battute per distogliere l’attenzione.
Papyrus si sentì grato ovviamente per l’aiuto ma al contempo in colpa per esser stato un peso, sebbene Sans non lo avesse affatto pensato. Se era così grande come diceva di essere, come mai suo fratello era dovuto intervenire per salvarlo? E se fosse successo qualcosa a Sans stesso? Sarebbe stato in grado di aiutarlo? La verità era che restava sempre il fratello minore ancora inesperto, non abbastanza forte per cavarsela da solo… un fardello. Ecco perché Undyne allungava gli allenamenti e rimandava sempre il discorso della Guardia Reale… Ma presto, si disse, avrebbe dimostrato il suo valore e sarebbe stato riconosciuto come uno scheletro guerriero degno di stima come ogni altro membro della compagnia, non più lo chef, l’amico, il fratello… bensì il guerriero, protettore delle persone a cui voleva bene e su cui contare in caso di necessità.

Passò una settimana da quel fatto e nel comune si scatenò l’inferno: molti cittadini protestarono chiedendo l’allontanamento dei Mostri che, a loro vedere, si erano dimostrati violenti e poco pacifici. Il sindaco, su pressione anche del consiglio che appoggiava la popolazione ( non potendo sapere che il tulipano malefico non facesse parte della comunità dei Mostri ), dovette aumentare i controlli presso le abitazioni in nome della sicurezza ed imposero un coprifuoco. Alcuni avevano proposto il ghetto, però non era materialmente possibile per il momento in quanto avrebbe richiesto energie e funzionari per un provvedimento non definitivo. Potevano ancora incontrarsi in luoghi comuni ma erano vincolati a degli orari di rientro e per loro fu come tornare ad essere rinchiusi, rigettati.
Quella situazione fece infuriare Undyne: “ Non è colpa nostra! Che pretendono? Li abbiamo salvati e questo è il ringraziamento?!”Gridò ella, sbattendo un pugno sul tavolo della casa di Toriel, luogo designato come ritrovo. Si discuteva delle ultime decisioni prese dal governo di Dengleen e molti ne erano desolati.
: “ Calmati, ragazza! – Le disse Asgore, ponendole una mano su una spalla – Bisogna capire che non sanno come stanno le cose e ora, senza prove, non potremmo convincerli della  nostra versione dei fatti. Prima risolveremo il mistero del Monte Ebott prima potremo ritornare ad avere una convivenza serena con gli Umani. In fondo anche noi avremmo reagito allo stesso modo, non è così?”
: “ Non abbiamo un momento da perdere. Dobbiamo andare laggiù a vedere se c’è un qualche collegamento con il racconto di Froggit.”
: “ Era un tulipano rosso, avete detto?” Chiese Toriel, servendo del thé con biscotti.
: “ Sì, che divenne polvere dopo pochi momenti per poi sparire. Una cosa curiosa.” Narrò l’ex sovrano dell’Underground con aria pensierosa al ricordare l’evento.
: “ Povero fiore innocente… deve esser stato sotto l’effetto di un sortilegio.”
: “ Le apparenze ingannano.” Affermò Sans per sottolineare quanto quel bocciolo non fosse stato così innocente e chissà quanti danni avrebbe ancora causato se non fosse stato fermato. E poi ancora non sapeva scrollarsi da dosso l’immagine delle ceneri che si sperdevano nell’aria… un inquietante deja-vù di cui non voleva ricordare altro.
: “ In effetti potrebbe essere plausibile… intendo un… come dire… fiore potenziato da qualche pozione…” Confermò Alphys, sovvenendole dei suoi esperimenti con i fiori gialli del giardino reale. Non ebbero begli esiti ed evitò di rammentare il fatto anche agli altri amici riuniti, ma chi avrebbe potuto usare simili magie? Troppe domande e nessuna risposta.
Dopo alcuni minuti di ragionamenti, Asgore proruppe infine serioso: “ Una creatura avvolta nell’ombra… un orribile fiore mutante… Abbiamo solo una soluzione: tornare nell’Underground e controllare di persona se quel tulipano era o meno il misterioso aggressore.”
Papyrus ed Undyne annuirono entusiasti all’idea di scoprire quel mistero e chiarire con gli Umani che non c’entravano nulla con l’attacco di quel tulipano. Toriel si raccomandò di stare ugualmente attenti e a Frisk che voleva unirsi al gruppo di amici, fu perentoria nel suo rifiuto: “ Non sono avventure per bambini come te! Resterai con me ad aiutarmi in casa e a fare la spesa… ho bisogno di un assistente!”
Sans non si lasciò sfuggire l’occasione alla vista del volto deluso dell’amico: “ Non prendertela, marmocchio. Sia mai che… ti-bia-mo sulla coscienza eheh !”
Calò un silenzio imbarazzante fino a quando Undyne non bisbigliò a Papyrus: “ Ma ha fatto una battuta?”
: “ NON SOTTOLINEARMELO, TI PREGO!”
Ma Frisk iniziò a protestare vivamente: non voleva essere lasciato indietro e voleva aiutare.
: “ Non ha tutti i torti… - Intervenne timidamente Alphys, sistemandosi gli occhiali – Se lui venisse insieme a voi potrebbe testimoniare davanti agli altri Umani della veridicità del racconto.”
: “ Grande idea, secchiona!! – Esclamò soddisfatta la ragazza dalla pelle squamosa, dandole una pacca generosa sulle spalle – Ma quindi non vieni con noi?”
: “ I-io?! Meglio di no! Preferisco aiutare Toriel…”
: “ Beh, ti perdi un bel divertimento! Ahah già rido al pensiero delle facce degli Umani che dovranno chiederci perdono in ginocchio per il loro errore! Andiamo, su!”
Alla fine Toriel dovette cedere, non senza preoccupazione, ma fu rassicurata da Sans: “ Tengo d’occhio io Frisk, non temere.” Anche Asgore si dimostrò disponibile a proteggere il bambino ma la capra antropomorfa non ne sembrò entusiasta. Diede al piccolo uno zainetto nel quale vi erano alcuni dolcetti fatti da lei come nutrimento in caso di bisogno.
Sempre apprensiva, disse fra sé e sé Sans, per poi incamminarsi con gli amici verso l’antica entrata dell’Underground.

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Capitolo 5
*** Chapter 5 Best friend's back ***


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-Chapter 5-
BEST FRIEND’S BACK

Tornare davanti al varco dal quale erano passati da un mondo all’altro fece un po’ impressione a tutto il gruppetto. Essere dall’altra parte della Barriera e osservare quell’ingresso così spasmodicamente odiato, fece toccare con mano ad ognuno il fatto che la vita fosse cambiata e che erano stati fortunati ad essere tutti insieme.
Undyne fu la prima ad avvicinarsi all’entrata con passo marziale per strappare come un cerotto l’ansia che provava. Cosa sarebbe accaduto tornando laggiù? Sarebbero rimasti bloccati per qualche sorta di incantesimo?
: “ Nargh! Che razza di scrupoli!!” Pensò tra sé e sé Undyne volendo sopprimere i propri timori.
A ruota gli altri seguirono il suo esempio intrepido e scacciarono ogni dubbio dalle loro menti. Ormai la Barriera era stata infranta e nessuna magia poteva farla ricomparire!
Oltrepassata la soglia attraversarono la camera nella quale si erano riuniti tutti tempo fa, ancora in penombra e deserta. Sempre con atteggiamento accorto proseguirono fino a raggiungere l’antico giardino del sovrano, impolverato e decadente, con le finestre in vetro giallo che filtravano una luce ai loro occhi artificiale e smorta rispetto a quella del vero sole. C’era ancora la poltrona coperta dal telo, cimelio che impensierì Asgore con ricordi incancellabili e che si sollevavano ora come quei granelli di polvere.
La cosa che colpì maggiormente fu il giardino, nel quale pareva che per sortilegio  i fiori dorati continuassero a vivere  e a prosperare nonostante l’incuria che li aveva resi ribelli e disordinati.
: “ E quello da dove salta fuori? – Domandò Undyne indicando una grande cavità attorniata da terra arida collocata quasi al centro del tappeto floreale – Non ricordavo ci fosse un pozzo!”
: “ In effetti non c’era – Ammise Asgore – Qualcuno deve averlo costruito…”
: “ DIAMO UN’OCCHIATA.” Papyrus s’accostò per analizzare quel rudimentale pozzo, si sporse leggermente verso la bocca e vi guardò giù. Ad un tratto vide dal buio fitto una fioca lucina rossa sul fondo che man mano s’ingrandiva, pulsando.
: “ FORSE C’É QUALCOSA QUI!”
Con un suono spaventoso qualcosa di enorme fuoriuscì dal pozzo, rivelando che non era una semplice lucetta rossa… ma un essere terrificante, composto di tubature, macchinari, vegetazione al posto delle braccia puntellate di spine e quattro bulbi oculari sbarrati che scrutavano il gruppetto attaccati a due prolungamenti di teste raggelanti ed indefinite. Infine, come capo principale, c’era uno schermo rettangolare bianco su cui facevano la loro comparsa due occhietti sanguinolenti e un sorriso raccapricciante.
Frisk riconobbe immediatamente quell’orrore ed iniziò a gridare.
: “ Umano, non aver paura: ti difendiamo noi! Dio mio… è spaventoso!” Proferì l’ex sovrano, ponendosi con il suo corpo massiccio davanti al piccolo.
Il bambino però intervenne informando ognuno che conosceva quella creatura, che dovevano stare attenti perché era pericolosissima e mortale. Sapeva di cosa stava parlando ed il terrore lo fece tremare.
: “ Salutini! – Disse con una voce stridula e disturbante guardandoli con aria divertita – Non ci si vede da un po’, non è così?”
: “ Cosa diavolo sei, tu?! “ Esclamò la guerriera inorridita da quella visione deforme.
: “ Sono Flowey. Flowey il fiore. Dalle vostre facce deduco che non vi aspettavate di vedermi.”
: “  Sei tu che hai attaccato Froggit?! “ Domandò Asgore, stringendo il suo tridente per nascondere lo spavento.
: “ Se lo avessi attaccato veramente non sarebbe nemmeno tornato a casa. Diciamo che l’ho usato come … ambasciatore.”
: “ Di che parli?!”
: “ Vi stavo aspettando. In fondo, adesso siamo ad un altro livello di gioco e bisogna spiegare le regole nuove… per correttezza. Le ho imparate di recente anche io. Non ero mai arrivato fino a questo punto.”
: “ Stramboide, non so di cosa tu stia parlando ma stammi a sentire. Vedi di smetterla di fare del male agli altri senza motivo! È da vigliacchi!” Disse  ringhiando la ragazza in armatura.
: “ Oh Undyne, sei sempre la solita. Vuoi fare l’eroina solo perché questo ti rende più rispettabile. Povera ingenua.” La sprezzò egli con ironia.
: “ Quante chiacchiere! Vediamo se sei bravo anche a combattere o se sai solo farneticare!”
: “ Non avere in fretta. Abbiamo tutto il tempo per quello. Le presentazioni sono d’obbligo, giacché non sapete chi sono. Tranne Frisk, non è così? E pure tu… Sans.”
Gli altri guardarono lo scheletro come allibiti, non riuscendo a comprendere: anche Sans lo conosceva?! Il bambino volse lo sguardo a terra, non sapendo come reagire. In passato lo aveva combattuto ed aveva ottenuto diversi finali ma questa volta era differente da tutto ed incontrollabile. Sans invece rimase impassibile, non lasciando trasparire alcuna emozione.
: “ In teoria voi dovreste avere il vostro finale felice sulla superficie fino a quando l’Umano non attui il Reset secondo il suo capriccio facendo ripartire tutto dall’inizio. – Continuò Flowey intanto che con i suoi arti si appoggiava meglio alle pareti della stanza, quasi fosse stato un ragno – Beh, dopo tante volte adesso io e il mio Miglior Amico abbiamo acquisito abbastanza memoria e potere per sopravvivere senza di te, Umano, e i tuoi comandi. Vedi, non sei l’unico ad attuare il Reset.”
Non si stava capendo nulla: quel mostro diceva di essere un fiore quando non ne aveva nemmeno un lontanissimo aspetto, parlava di Reset, di potere e memoria. Cosa stava succedendo? Chi era questo Miglior Amico? Cos’era inoltre quel tono confidenzialmente odioso che stava utilizzando con loro?
: “ Sì, esatto. – Proseguì come se avesse letto le domande nelle loro menti confuse  –  Grazie al mio Miglior Amico ho assunto la mia forma definitiva, la stessa di quando ottenni in me le sette anime umane… lo ricordi, Frisk? Ah, quante volte ti uccisi! Bei tempi. Ma adesso vogliamo essere noi a guidare il gioco. Il mio Miglior amico ha ottenuto il potere magico sufficiente, dopo centinaia e centinaia di Resets, per regalarmi questa conformazione. Purtroppo ciò gli è costato molto in energia magica per cui deve aspettare ed ottenerne dell’altra affinché assieme, partendo dal Monte Ebott, conquisteremo anche il Mondo Umano ed ogni cosa apparterrà a noi! Chiunque intralcerà il nostro cammino verrà distrutto senza pietà perché né io né lui abbiamo un’anima; non sappiamo cosa sia compassione e ciò rende il tutto più facile e divertente. “
: “ DIREI CHE NON MI PARE UNA COSA MOLTO AMICHEVOLE…” Bisbigliò Papyrus perplesso e ancora incapace di intendere il discorso fatto da Flowey. E come poteva? Non ricordava tante cose… cose che solo Sans e Frisk potevano aver presente.
: “ Ma questi sono completamente pazzi!!” Proruppe Undyne sempre più nervosa per i piani diabolici appena esposti con tanta tranquillità.
: “ No, siamo solo bene organizzati. – S’interruppe di colpo e si concentrò sullo scheletro in felpa azzurra – Che ne dici, Sans? Non lo trovi perfetto? Non parli… non vorrei che qualcuno ti avesse… mozzato la lingua!” E lanciò nella sua direzione due cannoni  lanciafiamme che lo avrebbero centrato sicuramente in pieno.
Egli avrebbe potuto scomparire ed evitarlo ma non poté: l’immobilità provata la mattina tornò prepotentemente unito ad un suono disturbante ed acuto che gli ronzava nel cranio, un’interferenza che lo stordiva. Era certo che sarebbe stato colpito, paralizzato com’era ed invece avvertì come uno scudo che lo difese. Riaprendo gli occhi vide come era riuscito a salvarsi.
: “ Papyrus !! Cosa stai facendo?! ” Proruppe mentre contemplava il fratello intento a creare uno strato protettivo con uno dei suoi ossi magici. Sfortunatamente era troppo debole per poter resistere a lungo ed entrambi lo sapevano.
: “ VEDI, SANS? ANCHE IO SO ESSERE UTILE…” Disse lui riferendosi al salvataggio dei giorni scorsi. Si era sentito così in colpa che con quel gesto era certo di recuperare la propria dignità.
D’improvviso l’osso si ruppe a metà e il corpo di Papyrus fu totalmente investito dalle fiamme, che lo divorarono senza possibilità di impedirlo e soffocarono le sue urla.
: “ Papyrus, no!! “ Gridò Sans atterrito e colto alla sprovvista.
Del fratello non rimasero nemmeno le ceneri, le quali erano finite certamente carbonizzate a loro volta e si erano volatilizzate. Cadde al suolo, dopo aver ondeggiato per qualche secondo, soltanto un brandello della sua lunga sciarpa rossa leggermente bruciacchiato.
Nessuno ebbe fiato per respirare o dire qualcosa: fu tutto così rapido e imprevisto che ancora non potevano rendersi conto dell’atroce morte dell’innocente giovane.
: “ Ahaha! – Rise perfidamente Flowey – Si è dimostrato un vero idiota. Credeva sul serio di poter resistere ad un attacco del genere?”
Undyne fu l’unica a scuotersi dal silenzio ed esplodere in una furia cieca che la spinse a lanciare attacchi a ripetizione ma talmente annebbiati dal dolore da essere paradossalmente inefficaci.
Per farla stare buona, Flowey le rimandò indietro una delle sue lance e la gettò a terra.
: “ La prossima volta non sfuggirete alla vostra sorte. Il mio Miglior Amico si sta preparando ad una devastazione spettacolare! Gli necessita solo di un po’ di tempo per creare il suo nuovo corpo ed insieme partiremo dall’Underground per estendere il nostro dominio al mondo degli Umani! Peccato che voi non vivrete a lungo per vedere il nostro trionfo! Se però volete provare a fermarci… scendete di nuovo quaggiù  se avete il coraggio.” E si inabissò nelle tenebre  facendo echeggiare la sua risata stridente in ogni angolo.
Asgore era accorso per trattenere Undyne, furente e disperata per ciò che con così tanta fretta era accaduto, in quanto voleva inseguire quell’essere spregevole.
Frisk si avvicinò a Sans per tentare di scuoterlo, chiedergli come stava… il terrore però lo fece indietreggiare: sul volto dello scheletro s’era stampata un’espressione asciutta ed inquietante.

 

 

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Capitolo 6
*** Chapter 6 Nothing to lose ***


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- Chapter 6 -
NOTHING TO LOSE
 

Usciti dall’Underground non ebbero ancora coraggio di rivolgere parola a Sans, il quale a sua volta era stato così muto che non lo si era nemmeno sentito respirare.
Poco prima di incamminarsi per le strade di Dengleen, lo scheletro favellò pacatamente, quasi non fosse accaduto nulla: “ Ehi, scusate ma andrei a casa mia. Ci si vede!” E senza dare il tempo loro di replicare prese una delle sue scorciatoie appena girato il primo angolo.
Undyne a stento conteneva la sua collera e il vedere l’indifferenza e la stranezza dell’amico la fecero ancor più uscire di senno. Frisk ed Asgore dovettero calmarla nuovamente ma il loro pensiero era rivolto proprio a Sans, fuggito in quel modo probabilmente per sfogare il proprio dolore in solitudine. Non era soggetto a mostrare i propri sentimenti e quella terribile occasione ne fu l’ennesima conferma. Aveva visto morire carbonizzato il proprio fratello… ucciso mentre lo proteggeva… erano sensi di colpa che non potevano essere cancellati. Non avrebbero voluto lasciarlo solo in quel dolore e il bambino infatti volle correre alla sua ricerca, però la grande mano pelosa del sovrano dei Mostri lo afferrò per un braccio: “ Lasciamolo in pace per un po’. È stata una tragedia e dobbiamo rispettare la sua sofferenza. Nel frattempo Frisk, credo che dovresti raccontarci delle cose…” Egli annuì tristemente consapevole di quello che doveva fare. Era la prima volta che ne parlava con i Mostri però c’erano troppe cose strane e la storia non procedeva secondo il consueto.

Sans, appena mise piede in casa, per prima cosa si recò in bagno per raffreddare le ossa bollenti per il fuoco che le aveva sfiorate, o più probabilmente per il dolore cocente che cercava di trattenere. Con una spugna umida si accarezzò le braccia e il volto ma servì a poco. Infine si diresse in camera sua e si coricò. Era convinto che finalmente fosse giunto il momento del Reset e che addormentandosi sarebbe tornato a Snowdin con il fratello ancora vivo che lo sgridava per la sua pigrizia; lui avrebbe avuto la certezza che tutti stavano bene… Nonostante vari tentativi: cambiando posizione sul materasso, coprendosi il capo con le coperte o accostando le finestre, non accadeva nulla. I minuti, le ore passavano e restava bloccato in quella maledetta dimora e lo facevano sentire appesantito da un macigno di terrori. Dopo tre ore cominciò a comprendere che qualcosa non stava andando come al solito.
: “ Questo è totalmente diverso! Non ho ricordo di un fatto simile… In genere tutto si ripete, si torna indietro al giorno in cui quel maledetto marmocchio è precipitato nell’Underground, indipendentemente dal finale che egli ottiene a seconda di come si comporta… Il Reset però tarda a scattare. Flowey ha detto che un tale “Migliore Amico” ha ottenuto un grande potere dai Resets. So quanto quel fiore sia malvagio, l’ho sconfitto decine di volte, questa frase però non risuona in me. Non dovrei stupirmi perché alla fine son ricordi vaghi, contorni di sogni… Quella che mi son costruita in merito alla mia vita è una teoria che son certo non si discosti dalla realtà: la morte dei Mostri e la mia medesima tornano ciclicamente. Eppure qualcosa non torna in questa occasione… sono preoccupato. Papyrus non era mai morto così… Le ceneri di quel tulipano han predetto la fine di mio fratello tra le fiamme. Fiamme… - Ripeté assorto, quasi stesse trasferendo la sua mente ad altre scene lontane ma la sua razionalità lo bloccò, scuotendosi – Ma che dico! Forse non lo ricordo e basta. Quanti scrupoli stupidi… inutili. Che altro aspetto? Che faccio? Tanto qualsiasi mia azione verrà cancellata, dimenticata...Mi sembra di impazzire…! ”
Alzatosi,  camminò avanti e indietro per riflettere su come comportarsi davanti a quella stranezza di caso che lo spiazzava per la sua novità.
Poi fu illuminato di colpo: “ Alphys! Alphys… forse lei è la chiave.”
Il giorno appresso, con una delle sue scorciatoie, riuscì ad essere rapidamente nella cantina della casa di Alphys, laboratorio casalingo per le sue personali ricerche. Osservò nella semi oscurità di quel luogo gli scaffali su cui erano collocati vari intrugli colorati, ampolle con etichette dall’inchiostro vecchio. Nella sua esplorazione ebbe un flash che lo fece tremare: quelle tenebre assomigliavano alle stesse che ingoiarono, dopo una vampa, il povero Papyrus. Quel decesso così crudele faceva montare in lui una rabbia contenuta  a stento dalle costole, gabbia delle sue emozioni. Non doveva palesare nulla, si diceva, eppure doveva trovare un modo per liberarsi altrimenti sarebbe esploso e Paps sarebbe rimasto inulto. Scrutando con lo sguardo gli angoli della stanzetta maniacalmente ordinata, constatò: “ Non c’è nessuno. Meglio.”
Ma la solitudine durò ben poco, infatti dalla porta entrò la dottoressa in persona che sbalordì alla vista dello scheletro: “ S-Sans! Ciao! Che ci fai qui? Perché non sei entrato dalla porta?...”
: “ Sorpresa.” Replicò in maniera approssimativa.
Ella si sentì in imbarazzo in quanto sapeva cosa fosse successo nell’Underground, Undyne stessa era venuta da lei la sera prima in lacrime a raccontarle tutto. Davanti al consanguineo della vittima disse : “ Mi dispiace per Papyrus… ma io credo che…”
: “ Grazie – La troncò con il suo consueto tono mascherato da impassibile – Ascolta, volevo chiederti: ti è per caso avanzato un  po’ di quel distillato… Determinazione? ”
: “ Determinazione?! – Esclamò la donna di razza rettile – Oh beh… penso che sia rimasto qualcosa ma sapendo quanti danni ha provocato l’ho chiuso in quell’armadietto.”
: “ Posso darci un’occhiata?” Più che una richiesta pareva un’asserzione.
: “ N-Non credo sia il caso…” Balbettò ella avvertendo salire il nervosismo: la voce dello scheletro era misteriosamente angosciante.
Sans con un gesto aprì automaticamente lo stipetto senza avere il consenso della proprietaria e fece giungere in propria mano, tramite la magia, la piccola fiala.
: “ Che importa? Non ho nulla da perdere, ormai.” Si disse intanto che faceva passare tra le dita ossute la boccettina di vetro con aria esaminatrice. Passati pochi secondi la strinse nel suo palmo mentre Alphys aggiungeva agitata: “ Cosa hai intenzione di fare? Sans, ti prego, può essere pericoloso! ”
: “ Scusami – Disse infine lui con aria di sfida – Ma non sono fatti tuoi, nerd.” E con uno schiocco delle dita della mano libera scomparì dalla vista di Alphys, la quale rimase sconcertata e cominciò a gridare angosciosamente: “ Sans ! Sans! Dio mio!!” Corse a zig zang in preda alla confusione più totale fino a quando non sbatté il muso occhialuto sull’anta precedentemente forzata dallo scheletro. Il dolore della botta la fece rinsavire e ragionare: chissà cosa aveva intenzione di fare quel povero disperato.

: “ Undyne, non dirai sul serio?” Le domandò Asgore con un’inflessione di rimprovero.
Il pomeriggio dopo la disgrazia si erano nuovamente radunati assieme a casa di Toriel da un lato per consolarsi a vicenda della perdita di Papyrus, dall’altro per cercare di comprendere come affrontare la minaccia di Flowey.
: “ Se non fosse stato lì impalato a quest’ora…!!” La ragazza sfogava la sua frustrazione dando tutta la responsabilità a Sans e a stento non spaccava qualsiasi cosa le capitasse a tiro in quella sala da pranzo. La stessa in cui poco tempo prima erano stati tutti assieme felici.
: “ Non dire così! Era paralizzato… che colpa può avere?” Le fece notare Toriel saggiamente.
: “ Avete ragione… che egoista che sono. Penso solo che ho perso il mio migliore amico… lui invece ha perso un fratello che amava tanto. Il peso è diverso. Non riesco però a vederla diversamente! Fa troppo male…” Ammise Undyne calmando la propria rabbia e diventando cupa.
: “ Papyrus s’è dimostrato un degno soldato della Guardia Reale, se ancora esistesse l’ordine.”  Affermò solennemente Asgore chinando leggermente il capo in segno di rispetto.
: “ Ma sarà vendicato, per il cielo! Lo giuro! Fino a che avrò fiato!” Risorse fremente la giovane stringendo i pugni e mordendosi le labbra per non far colare nuove lacrime.
: “ Non voglio parere insensibile, sono profondamente addolorato per Papyrus, vittima innocente di un folle… tuttavia per onorarlo credo che dovremmo svelare il segreto della minaccia che ci è stata rivolta.”
A quel punto Frisk si sentì chiamato in causa: era l’unico in quel momento a poter dare qualche spiegazione ed era giunto il momento di farlo. Quella partita era diversa da ogni altra e non riusciva a controllare più nulla di essa. Forse il sistema era entrato in crisi e quelle erano le conseguenze. La verità che aveva in fondo al suo cuore però era probabilmente un’altra: era stanco di tornare indietro, annullare ogni cosa e rischiare di macchiarsi di spaventosi peccati. Fu lì che prese la parola e narrò ai presenti del perché conoscesse Flowey, della sua battaglia per salvare le anime di tutti… Fu tentato di svelare la vera identità del fiore ma non ebbe il coraggio di far soffrire i due antichi sovrani con quella notizia, per cui tenne per sé quella parte. Ognuno ebbe una sua particolare reazione alla storia del ragazzino: perplessità, stupore, timore… al termine concordarono su una cosa: era un vantaggio che almeno uno di loro conoscesse il nemico.
: “ Ha parlato anche di un miglior amico … dite che era un bluff? “
: “ Potrebbe essere di tutto con un soggetto fuori di testa come quello!” Ribatté Undyne alla domanda del sovrano.
In quel preciso momento suonarono alla porta ripetutamente. Il primo pensiero andò a Sans, magari in bisogno di soccorso ed affetto ed invece Toriel fece accomodare un’altra persona scossa dall’agitazione.
: “ Ragazzi! Sans! L’ha preso! Oddio! Sans! È terribile! Sans!” Era Alphys.
: “ Ehi, datti una calmata! – Intervenne l’amica guerriera afferrandola per la testa al fine di immobilizzarla – Parla con calma!”
Frisk scese dalla sedia sulla quale era seduto e chiese se fosse successo qualcosa allo scheletro superstite.
: “ Sans… Sans! È entrato di nascosto in casa mia  ed ha rubato una fiala con il distillato di Determinazione… quella che usai per gli esperimenti!”
: “ Rubato?! Non è possibile!” Esclamò allibita la padrona di casa.
: “ L’ho visto con i miei occhi! – Contestò la dottoressa –  Quando gli ho chiesto cosa volesse farne… mi ha risposto… mi ha risposto… Non sono affari tuoi, nerd! Ma non era scherzoso come al solito… era terribilmente serio!”
: “ Ma cosa se ne fa?!” Undyne scostò una seggiola per far sedere la scienziata.
: “ Che voglia usarla per riportare in vita Papyrus?”
: “ E come potrebbe? Il suo corpo è stato incenerito, così mi avete detto. Non è possibile…” Aggiunse Alphys, iniziando a sorseggiare una bevanda calda preparata da Toriel per tranquillizzarla.
: “ C’è solo una risposta: che voglia usarla su se stesso.” Sentenziò Asgore con gravità.
Frisk sobbalzò in apprensione mentre la dottoressa palesò i suoi pensieri: “ Oddio! È impazzito?! Come se non ne conosce le conseguenze… “
: “ Il suo dolore è troppo grande. Vorrà vendicare il fratello ucciso… con ogni mezzo.”
: “ Dobbiamo fermarlo! Io non so cosa potrebbe accadergli! “ Ed era vero. Sapeva cosa era accaduto agli Amalgamates e il timore era che lo sconvolto scheletro potesse restare deformato o peggio, morire. Questa preoccupazione attanagliava tutti, avendo essi conosciuto di quegli esperimenti tenuti nascosti per tanto tempo.
: “ Corriamo al Monte Ebott!” Incitò Undyne già pronta a scattare: non poteva permettere a quello sciocco di commettere una simile idiozia.
: “ Aspettate ! – Li fermò Alphys–  Ho un’altra notizia… Quando mi avete detto come era scomparso Papyrus ne fui molto triste però qualcosa non mi aveva convinta del tutto. Noi Mostri (gli scheletri in questo caso) tendiamo a tramutarci in cenere, indipendentemente dalla modalità di morte. Il fatto che voi non abbiate visto della polvere nera mi ha fatto sperare. Mi ricordai di avere tra le mie invenzioni un rilevatore di energia vitale. Era un prototipo ma con una percentuale di veridicità abbastanza elevata. Volevo parlarne anche con Sans ma con quello che è successo non ho potuto…”
: “ Quindi?!” Domandarono tutti con il fiato sospeso temendo di non aver compreso bene.
: “ Probabilmente Papyrus è ancora vivo!”

 

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Capitolo 7
*** Chapter 7 Revenge and Determination ***


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- Chapter 7 -
REVENGE AND DETERMINATION
 

Non era da lui scomporsi così tanto. Anni di controllo sulle proprie emozioni gettate al vento davanti ad una Alphys atterrita. Non era stato un bel gesto quello di entrare di soppiatto in casa sua come un ladro, salutando a malapena, non dandole una spiegazione e rubando la fiala forzando lo stipetto. Eppure non aveva potuto farne a meno: fu come se la stessa Determinazione l’avesse spinto a comportarsi in quel modo. Inoltre era sicuro che la dottoressa lo avrebbe perdonato, di più, dimenticato… come dopo ogni Reset.
: “ Sono stato fortunato. Se avesse terminato la Determinazione avrei avuto dei bei problemi. Grazie a questa – E strinse la fiala in mano – Ho qualche speranza.”
Si trovò nuovamente davanti all’ingresso dell’Underground, incerto su quale sarebbe stato il suo destino. Non era come quando lottava nel corridoio del palazzo reale contro l’Umano dove sapeva cosa sarebbe successo: o avrebbe vinto o sarebbe stato ucciso. Ora invece anche la terribile solidità che gli davano i Resets era compromessa da un qualche fattore che aveva rotto il sistema. Iniziò a temere che questa volta non ci fossero più salvataggi o ritorni indietro… forse era giunto il tremendo giorno in cui tutto sarebbe rimasto fisso, Papyrus morto per sempre ed ogni cosa destinata alla rovina. No, era impossibile: l’Umano era troppo sadico per non godere dei privilegi dei Resets. Questa era una variante che non era ancora stata provata… tutto qui.
Ripercorse lo stesso tratto  che fece con gli amici, fino al giardino dei fiori dorati e al maledetto pozzo dal quale era sortito quello scarto di natura di Flowey. Ci passò accanto reprimendo il dolore e con il desiderio di vendetta che aumentava per la malvagità gratuita che veniva sparsa per la terra. Giunto a quel punto non voleva far più finta di niente, non voleva aspettare che il tempo si cancellasse.
Rivide il corridoio reale spento, le finestre decorate con il simbolo di Asgore erano infrante e da esse penetrava una luce sbiadita, smorta anche per la polvere che ricopriva i frammenti di vetro acuminati. Giunto a metà passaggio vide un dislivello  causato come da uno scavo, un secondo pozzo che conduceva ad antri tenebrosi o tane terribili. Vi scese comodamente perché non era molto alto e intanto stringeva tra le mani la fiala.
Avanzò ancora di pochi metri nella penombra di quella nuova galleria fino a quando udì una voce: “ Sei diventato prevedibile, Sans.” Era Flowey, la cui figura iniziò a delinearsi in quella forma orripilante che aveva visto la scorsa volta.
: “ Mi spiace, non tutti sono bravi ad improvvisare come te.” Ribatté prontamente.
: “ Ammetto che questa volta avrei potuto fare ben poco senza un piccolo aiuto. Ho vissuto per tanto tempo le stesse cose e non avevo più immaginazione per creare delle modifiche alla storia. Immagino che ti sia accorto delle differenze.”
: “ Ora che siamo io e te, vuoi spiegare meglio cosa diavolo hai in mente? Non sei stanco di combinare guai? ”Tagliò corto Sans, non dandogli la soddisfazione di mostrare la sua confusione.
: “ Non ho altro da aggiungere rispetto all’ultima chiacchierata, vecchio mio. Io e il mio Miglior Amico conquisteremo entrambi i mondi e li assoggetteremo ad ogni nostro capriccio.”
: “ No, invece. Molte cose sono diverse rispetto alle altre partite e non ne capisco il motivo. La sola cosa che non è cambiata è il fatto che te la prendi sempre con i più deboli. Il riferimento a persone è puramente casuale.”
: “ Suvvia, dovresti esserci abituato. Quante volte è morto? Un po’ io, un po’ l’Umano… - Non lo lasciò terminare che gli lanciò inaspettatamente uno dei suoi Gaster Blaster, non tollerando quel discorso – Oh, vedo che te la prendi ancora.” Osservò con un ghigno beffardo.
: “ Scusa, ma con certe cose… non mollo l’osso.”
A quel punto entrambi sapevano che sarebbe iniziata la loro battaglia ma prima di iniziare Sans aprì la fiala di Determinazione e la bevve d’un fiato, sentendo il denso liquido scivolargli sulle ossa. La cosa strana che accadde, diversamente dalle altre bevande, fu che quella iniziò ad adagiarsi come una membrana, facendolo brillare nell’oscurità di quel luogo come un fuoco fatuo azzurro acceso. Immediatamente avvertì in sé una forza nuova che cresceva ad ogni secondo, un tremito lo percosse e provò un senso di soddisfazione e di vendetta talmente solidi che nemmeno una valanga avrebbe potuto scalfirlo.
Era pieno di determinazione.
Il suo occhio brillò con un’intensità che fu notata anche da Flowey, sebbene non gli interessò così tanto perché convinto di avere la vittoria in tasca questa volta.
Cominciò un combattimento senza esclusioni di colpi e sul campo Flowey poté percepire che il suo nemico aveva qualcosa di insolito: i suoi attacchi erano più violenti, le sue strategie ed inganni con le sue ossa magiche erano più efficaci sebbene sapesse tenergli testa abbastanza bene.
Non si resero conto bene di quanto tempo era passato tra Gaster Blasters multidirezionali, giochi di luce e tenebra, lame volanti e cannoni sputafuoco. D’un tratto però Sans avvertì una fitta lacerante tra le costole che lo costrinse a fermarsi.
: “ Già ti arrendi? Ti credevo migliorato rispetto al passato … “
: “ Il passato non mi piace. Preferisco il ketchup.”
All’udire quella battuta oscena, per Flowey fu più facile tornare a lottare ma dopo qualche scambio di attacchi lo scheletro avvertì un dolore maggiore rispetto al precedente sempre nello stesso punto, come se dovesse rompersi qualcosa e cadde in ginocchio con una mano sul petto. Appena la allontanò da sé con orrore indescrivibile vide una sostanza bianca tra il granuloso e il gelatinoso di color biancastro che proveniva dal suo costato. Sans stava iniziando a subire le conseguenze della Determinazione distillata… il suo corpo si stava sciogliendo.
L’avversario cominciò a rendersi conto della situazione e rise perfidamente: “ Ti credevo più intelligente ! Usare la Determinazione creata da Alphys… sei proprio disperato, eh? –
Per cercare di non farlo parlare, Sans gli scagliò un Gaster Blaster che quasi staccava un braccio a Flowey ma quello seguitava – Non sapevi degli Amalgamates? Così mi rendi più semplice il lavoro!”
Sans tossì nervosamente ma non lo degnò di risposta. Sapeva delle conseguenze della sostanza ma quale altra soluzione aveva? Aveva solo sperato di riuscire ad uccidere Flowey prima che potesse accadergli qualcosa ma la sorte lo stava abbandonando.
: “ Ti ridurrai ad un mucchietto informe e non potrai difenderti né attaccare. Ti sei fregato con le tue stesse mani. A questo punto posso svelarti qualche dettaglio del nostro piano. In effetti c’è un motivo per cui ho ucciso proprio Papyrus: per attirarti qui.”
Sans perdeva sempre più il controllo e la solidità che prima lo avevano animato,  ma cercava di nasconderlo come meglio poteva per non dare ulteriore vantaggio.
: “ Facendo un bilancio dei Resets precedenti io e il mio Miglio Amico siamo giunti alla conclusione che tu hai dei poteri interessanti, che potrebbero esserci molto utili per i nostri progetti… ecco perché ti ho teso una trappola e ho cercato di farti fuori. Siccome ti sei già avvelenato con la Determinazione è questione al massimo di qualche ora e potrò assorbirti nel mio corpo creando un’altra evoluzione di me stesso. E nessuno potrà farci niente: sei in nostro potere.”
: “ Catturarmi direttamente non sarebbe stato più facile? In fondo ero già impreparato la scorsa volta. “
: “ E privarmi così del divertimento di vederti nei tuoi patetici tentativi di nascondere il lutto?”
: “ Sei solo un lurido bastardo. Un assassino.”
: “ Niente di nuovo, insomma. Un altro piccolo segreto posso svelartelo, giusto perché sei tu. Hai sempre pensato che l’Umano avesse una doppia natura, una angelica e una assassina, non è così? La verità invece è che esistono Frisk e un’altra persona, anch’ella in grado di usare i Resets… vissuta secoli fa, un tempo amata dai Mostri e dai Reali soprattutto. Io lo chiamo Miglior Amico perché di fatto siamo stati inseparabili in passato e lo saremo per sempre ora che ci siamo ritrovati. Il suo nome è Chara. Non ti dice nulla? E dire che tu lo conosci molto bene… Lo hai incontrato spesso nel corridoio del re.”
Sans s’irrigidì: “ Ma era Frisk! Che diamine mi racconti?! ”
: “ Frisk vendette la sua anima in uno dei Resets a Chara affinché l’Underground non andasse perduto per sempre a seguito delle sue malvagità. Gli Umani… che razza idiota! Sanno sterminare impietosi per poi sacrificare sé stessi pur di salvare chi volevano eliminare. “
Quelle informazioni illuminarono i ragionamenti di Sans di una luce sinistra, chiarificando molti atteggiamenti bipolari di cui a volte sembrava che il bambino soffrisse. Allora era vero… c’era qualcun altro che partecipava alle partite.
: “ Consolati! Alla fine il tuo fratellino è stato solo il primo a cadere, presto tutti lo raggiungerete. Scommetto che ne senti la mancanza, perché non lo raggiungi? Sciogli i tuoi poteri, corri da lui…”
Sans continuava a sentire dolore e invano cercava di nasconderlo al suo rivale, che lo lusingava con le sue parole melliflue e malvage. Di certo il suo scopo era quello di farlo crollare psicologicamente oltre che fisicamente e in effetti ci stava riuscendo abbastanza bene.
: “ Papyrus era necessario perché tu venissi qui da solo. Grazie al tuo grande potere completerò in meno tempo il corpo di Chara e faremo prima a portare a termine il nostro piano. – Ripeté di nuovo Flowey, affondando moralmente il coltello nella piaga, beandosi della perfetta riuscita dei suoi intenti con il minimo sforzo. Era davvero irritante. – Prevedibile. Intendo quel tuo sorrisetto; credi che tanto con il Reset tutto ricomincerà e niente di questo sarà più che un incubo. Forse sarà così se il gioco non ci piacerà, per ora ti assorbiremo e uccideremo tutti senza possibilità di ritorno.”
Comparvero in quel preciso momento Frisk e gli altri in lontananza, impotenti e sconfortati temendo che fosse troppo tardi per un loro possibile intervento, riuscendo solo a invocare invano l’amico.
Sans, distrutto e con le ossa dolenti per il calore, si mise a carponi ed infine bisbigliò, ormai giunto alla fine: “ Perdonami Paps… Ho fallito ancora…”
Flowey si preparò a scagliare uno dei suoi rami acuminati per trafiggere Sans quando si fermò.
Una barriera magica aveva trattenuto il colpo in aria e dopo una forte luce si cominciò a intravedere chi avesse creato quell’incantesimo così resistente.
: “ MI HAI DATO PER SPACCIATO COSÍ IN FRETTA? FRATELLO, QUESTO NON É PROPRIO DA TE! “
Era la voce di Papyrus!
Gli occhi degli amici iniziarono a brillare dall’emozione: Toriel emise un sospiro di sollievo, Undyne sollevò in aria un pugno, Frisk si portò una mano sul cuore in segno di contentezza mentre Alphys esultò: “ Lo diceva il rilevatore che era ancora vivo!”
Flowey per la prima volta apparve sconcertato ed indietreggiò: “ Non ci credo! … Come hai fatto a liberarti?!”
: “ SONO UN ASSO CON I PUZZLES, AVRESTI DOVUTO SAPERLO. – Disse lui con un sorriso per poi  cambiare stranamente espressione – IO SONO BUONO CON TUTTI, NON PORTO RANCORE. PUOI ANCHE UCCIDERMI MA AVRÓ FIDUCIA CHE POTRAI ESSERE UNA PERSONA MIGLIORE. È IL MIO CREDO. NON MI PREOCCUPO PER ME… PERÓ MI DISPIACE TANTO, NON POSSO PERMETTERE A NESSUNO DI FARE DEL MALE A MIO FRATELLO!” Appena pronunciate quelle parole apparvero decine  di ossa magiche che assunsero la forma di una raggiera al cui centro apparve il muso ossuto di un possente Gaster Blaster che lanciò istantaneamente un attacco laser che centrò in pieno il nemico. Con una potenza impressionante uno dei bracci vegetali fu violentemente troncato e dalla ferita fuoriuscì un denso sangue nero come petrolio. 
Non solo Flowey ma anche tutti gli altri rimasero senza fiato all’udire quelle parole. Papyrus non era mai stato volontariamente aggressivo e i suoi passati tentativi di dimostrarsi minaccioso erano stati vani. Ora, alla vista di Sans in serio pericolo, pareva totalmente diverso e stava sprigionando una potente energia volitiva.
Sans non riusciva  a capire se era tutto vero oppure se la sofferenza gli stava facendo vivere delle allucinazioni crudeli prima del trapasso. Quello fu il suo ultimo pensiero perché si accasciò sul pavimento privo di sensi.

 

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Capitolo 8
*** Chapter 8 Anomaly ***


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Chapter 8
ANOMALY
 
Papyrus si accorse del tonfo e si chinò verso Sans per scuoterlo. Sopraggiunsero Alphys e Toriel per soccorrere lo scheletro in quanto sapevano che la situazione era impellente. La dottoressa estrasse una siringa con un liquido celeste al suo interno e lo iniettò in un osso del braccio di Sans, il quale pochi secondi dopo cominciò a divincolarsi e a rantolare dolorante come se sentisse dei crampi e delle nuove fitte. Flowey, vilmente, tentò di approfittare della distrazione di tutti per colpirli a tradimento ma Undyne protesse loro le spalle, ringhiando ferocemente: “ Non muovere una foglia o sei morto! ”
: “ Non temere, Papyrus – Lo rassicurò Alphys leggendogli negli occhi la preoccupazione – Adesso è salvo. La cura che gli ho somministrato lo farà stare meglio.”
: “ LO AFFIDO A VOI! “ Soggiunse, ponendo ogni sua fiducia negli amici  e Toriel annuì con fermezza, invitando il giovane a prestare attenzione all’avversario senza scrupoli. Infine ella prese tra le sue braccia Sans e si misero ad una distanza di sicurezza sufficiente per osservare la lotta pur non restandone coinvolti. Alphys avrebbe voluto tornare a casa però l’ ex sovrana sentiva che doveva restare e, nel caso, intervenire a sua volta in soccorso.
Nel frattempo sia Asgore che Frisk avevano raggiunto Papyrus ed Undyne in prima linea davanti a Flowey. L’eroina in particolare volle mettersi accanto al suo allievo e disse fieramente: “ Ehi, non vorrai tenerti il divertimento tutto per te! “
: “ VUOI UNIRTI, MAESTRA? “
: “ Ti affianco, compagno d’arme! “ Replicò orgogliosamente, comprendendo che Papyrus era finalmente pronto per cimentarsi in una vera battaglia e voleva dargli coraggio per evitare che la sua istintiva bontà prevalesse in lui.
Frisk ebbe un’illuminazione, un’idea per provare ad evitare il conflitto. Era rischioso, soprattutto di fronte ai due sovrani, eppure doveva tentare il tutto per tutto: gridò il nome di Asriel. Voleva che la sua voce risuonasse in lui per poterlo salvare ancora una volta.
Toriel ed Asgore rimasero stupefatti,  non potendo comprendere cosa c’entrasse il loro defunto figlio in quella situazione.
Flowey rise perfidamente e si rivolse al bambino: “ Idiota! Chi chiami? Asriel non esiste più in questo corpo! Dopo tanti Resets la sua anima si è dissolta per sempre per la stanchezza di un’esistenza maledetta. Per tanto tempo è vissuto dentro questo fiore ed ha giocato con le vite dei suoi amici e parenti, finendo addirittura per aizzarti verso il male e risvegliare Migliore Amico. Alla fine la sua debolezza ha prevalso e piuttosto che fare del male ha trovato il modo per dissolversi e togliersi dai piedi. Chi ti sta ora davanti non è Asriel Dreemur, ma Flowey il Fiore! Sono la malvagità che Asriel ha alimentato quando era senz’anima e grazie al mio Migliore Amico ho finalmente un’esistenza autonoma… ma anche grazie a te, Frisk! Sei tu che hai permesso tutto questo, sarà per colpa tua se tutti quanti moriranno tra atroci tormenti ! “
Il ragazzino avvertì tutte le colpe passate apparirgli davanti, arrampicarsi sulla sua schiena e immobilizzarlo al suolo. Aveva ragione, atrocemente ragione e non c’era scampo. La responsabilità del dolore di mostri innocenti era unicamente sua… a quando aveva ceduto ad uno spirito guida maligno che lo aveva condotto a imbrattarsi le mani di polvere ed infine compiere il più sacrilego atto: vendere la propria anima pur di recuperare ciò che aveva devastato. Arrendersi a lui
A quei ricordi Frisk non resse e scoppiò in un pianto disperato, bagnando il suolo di calde lacrime di pentimento e spavento al pensiero che aveva perso il controllo della situazione, non potendo porvi rimedio.
Toriel era attonita e confusa da quel discorso assurdo… Asriel? Il suo Asiel era stato malvagio sotto le spoglie di un fiore…? No, non era possibile! Avrebbe voluto fare qualche domanda e rivolgerla a quella creatura spaventosa per appagare la sua sete di sapere quando sentì il corpo di Sans fremere. Stava ancora reagendo all’antidoto di Alphys e la donna decise che in quel momento era l’amico che teneva fra le braccia colui che aveva più bisogno e doveva proteggerlo, come aveva promesso a Papyrus. Forse presto si sarebbe chiarita ogni cosa… Aiutata dalla scienziata, la capra antropomorfa fece distendere delicatamente Sans al suolo ed afferrato il suo capo lo pose sulle proprie gambe per fargli da cuscino.
I mostri intanto attaccarono, ognuno a loro modo, il perfido Flowey il quale però aveva ripreso vigore, venendo solo sfiorato dalle lance di luce e dai colpi di tridente solitamente efficaci. Asgore, rimasto profondamente turbato dalle affermazioni udite, decise di interrompere i suoi attacchi e di far scudo con il suo corpo a Frisk, inerme e fragile. Papyrus ad ogni attacco aumentava il suo potere perché mosso dal suo istinto e dalla sua ritrovata determinazione, risultando essere l’avversario che con le sua ossa taglienti come lame e i raggi laser stava mettendo a dura prova il deformato fiore.
Ad un tratto i contendenti di fermarono per riprendere fiato mentre ancora Frisk singhiozzava, incapace di fermare il flusso di rimorsi che gli sgorgava dagli occhi. Quando anch’egli s’interruppe un attimo per respirare osservò un fatto curioso: le lacrime che gocciolavano dal suo viso, ricadendo al suolo, formavano delle piccole chiazze nere e spesse simili ad inchiostro. Magari era solo il terreno sporco e impregnato di cattiveria perché calpestato da Flowey… ma la stranezza si presentò anche davanti agli altri guerrieri.
Papyrus alzò lo sguardo sul volto squadrato del nemico e notò, oltre agli occhietti rossi e al sorriso diabolicamente sagace, alcune macchioline nere che lo puntellavano. Incuriosito, domandò: “ SCUSA, MA È NORMALE CHE TI STAI RICOPRENDO DI MACCHIE? “
: “ Di che parli, stupido? Quali macchie? “
: “ Le vedo anche io! – Esclamò Undyne, stringendo i pugni – Ti stai trasformando in qualcosa di più terribile?! Non c’è limite al tuo orrore! “
: “ No! Questa è la mia forma completa… siete dementi? “
: “ Allora che vuol dire? …”
Infine pure Flowey stesso ebbe la vista coperta da puntini scuri e invano tentava di toglierseli di dosso, diventando più isterico e nervoso.
Le gocce oscure sparse per quel luogo si radunarono poi magicamente al centro del campo di battaglia e tutte insieme composero una figura vestita di nero, dalla fisionomia non ben delineata ma tendenzialmente alta e snella, i cui soli punti bianchi erano la mani scheletriche con i palmi bucati e un viso che più che altro pareva una maschera sciolta. Quando ebbe terminato di unificare se stesso, lo sguardo dello sconosciuto si posò sul nemico comune.
In quel punto Sans riacquistò i sensi e voltando la testa notò l’uomo misterioso che era appena comparso. Non riuscì a muoversi perché Toriel lo tenne stretto nel suo abbraccio, credendolo preda di una crisi di tremito: “ Sans, calmati! “ Gli disse.
Era talmente debilitato che non poteva neanche esprimersi se non attraverso delle parole frammentarie e balbettate in preda allo shock di quella visione che non gli era sconosciuta.
L’incognito favellò con un suono disturbante, una sorta di cupo gracchiare :
 
SONO TORNATO. DISTURBO?
 
“Cosa hai detto?! “ Gli domandò Flowey tra il terrorizzato e l’irritato, palesando la domanda che si stavano ponendo tutti.
: “ Sono tornato. Disturbo? “
Sebbene adesso fosse comprensibile, il suo tono di voce era lugubre come l’eco proveniente da una profonda caverna e scosse interiormente ogni presente.
: “ E tu chi saresti?! Uno in più da uccidere?! “
: “ Spero sia dalla nostra parte – Bisbigliò Asgore ai suoi amici – altrimenti siamo messi male… “
: “ Diciamo che è meglio se sparisci se non vuoi sentire sulla tua pelle la risposta. “
: “ Ah ah ah !  - Rise – Illuso ammasso di spazzatura! Sembri uno che è stato masticato e sputato… cosa pensi di fare? “
: “ Non dire che non ti avevo dato la possibilità di salvarti . “
L’uomo sollevò una mano e mimò il gesto di afferrare qualcosa in direzione di Flowey per poi innalzare solo l’indice e il medio. Con essi anche il corpo del nemico si sollevò e seguì la direzione che indicavano le dita ma con una violenza notevole, venendo sballottato tra il pavimento ed il soffitto. Osservando quella scena Frisk rimase sorpreso perché gli ricordava la stessa tecnica che Sans aveva utilizzato con lui in antiche battaglie proprio nel corridoio reale. Anche questo misterioso soggetto conosceva quella magia?
: “ Sconterai ogni azione malvagia, fiorellino, e nessuno potrà sottrarti al tuo destino. Hai giocato abbastanza… ora è il mio turno. “
Avendolo in tal modo stordito, fece poi dei rapidi gesti con le mani dai palmi bucati e appena le sciolse da quella sorta di incantesimo la figura di Flowey iniziò a sgranare, frantumarsi in piccoli quadrettini scomposti come se si stesse smembrando.
Incredulo, iniziò ad imprecare attanagliato dal panico per l’incapacità di difendersi da quella stregoneria.
Tutti rimasero sbalorditi ugualmente in quanto la tecnica di battaglia che stava attuando l’ignoto non gli causava alcuna fatica eppure era efficacissima. Sans cercava di restare sveglio il più possibile per non perdere conoscenza ma ciò gli era molto difficile, ciò nonostante doveva restare vigile ad ogni costo.
Mentre Flowey perdeva la sua solidità, il nuovo alleato fece apparire due Gaster Blaster dal muso particolarmente appuntito che scagliarono ognuno un raggio laser che ferirono ulteriormente il perfido vegetale e privandolo così di altri due arti; nel contempo avevano anche creato una voragine poco lontana.
Ormai il malvagio fiore era ridotto unicamente ad una poltiglia informe dove solo il volto a fattezza di schermo era rimasto integro. Immobile e privo di forze, comprese di esser stato sconfitto però non volle darlo a vedere: “ Non illuderti… morirete tutti ed io tornerò…! “
A quel punto per la prima volta il volto serafico dello sconosciuto si incupì di uno sdegno contenuto e allungando la mano aperta fece uscire dal buco del palmo un nuovo raggio laser che perforò la fronte dello schermo, riempiendolo di crepe. Prima di gettarlo nella voragine che aveva creato poc’anzi concluse: “ E salutami il tuo migliore amico. “
Vedendo sprofondare il cadavere di Flowey nella profondità del terreno ognuno trasse un sospiro di sollievo e Sans svenne nuovamente, stremato per aver resistito così a lungo.
Frisk, istintivamente, corse verso il misterioso individuo e si fermò dietro di lui in attesa che si voltasse. Quando lo fece, il viso tornò a quella serafica espressione precedente e si rivolse al bambino gentilmente ma con parole indecifrabili
 
CIAO PICCOLO. NON SEI CHARA, LO SO. NON TEMERE:VOGLIO AIUTARVI
 
 [ “ Ciao piccolo. Non sei Chara, lo so. Non  temere: voglio aiutarvi. “ ]
 
E porgendo quella mano micidiale gli dette una carezza e  gli asciugò le ultime lacrime.  Frisk non aveva compreso ma sapeva che ci si poteva fidare di lui e gli afferrò le dita scheletriche per tenerle dolcemente nella propria stretta.
Asgore schiarì la voce roca e si rivolse all’uomo vestito di nero: “ Grazie per averci salvato! Eravamo in serio pericolo. Sei stato fortissimo! “
Anche Papyrus si sentì attratto verso di lui ed aggiunse: “ GRAZIE, AMICO ! “
: “ Di nulla. – Rispose normalmente – Ora dobbiamo uscire da qui.”
I combattenti si riunirono con Toriel ed Alphys, le quali li aggiornarono sulle condizioni di Sans. L’ignoto parve contemplarlo con preoccupazione e Papyrus, notando ciò, gli disse con la sua solita positività: “ È MIO FRATELLO!  NON STARE IN PENSIERO: LA DOTTORESSA ALPHYS LO HA CURATO E SI RIPRENDERÁ! “
: “ Vieni con noi a riposarti! Sarai stanco dopo la battaglia.” Lo invitò Toriel mentre consegnava a Papyrus suo fratello per portarlo fino in città in spalla.
: “ Sarai nostro ospite! “ Soggiunse Asgore entusiasta.
: “ Grazie, Maestà. “ Ringraziò con un leggero inchino.
: “ No, non c’è bisogno di tanto ossequio! Non so se lo sai, ma l’Underground  è libero grazie a questo bambino. Eri rimasto bloccato quaggiù?”
: “ Sì, ero bloccato ma non esattamente qui.“
: “E come ti sei liberato? “
: “ Diciamo che è stata una piacevole anomalia. “
: “ La chiamerei piuttosto una fortuna !  - Si fermò impensierito per poi proseguire con sincerità – Sai, mi sei familiare… “
: “ Grazie, è un privilegio. “
L’ex sovrano voleva chiedergli infine il nome ma Undyne lo interruppe : “ A dopo le presentazioni! Torniamo a casa adesso! Ne avremo di cose da chiarire! “
Ognuno le dette ragione e si incamminarono verso Dengleen con il loro nuovo amico e convinti che ogni cosa fosse finalmente risolta. Non sapevano ancora che quello non era che l’inizio …

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Capitolo 9
*** Chapter 9 Bleeding Heart ***


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 - Chapter 9 -

BLEEDING HEART

 

Ancora nell’oscurità ricominciò a percepire. Sul capo una morbidezza non sconosciuta, attorno al corpo un calore gentile ed accogliente che consolava la sua spossatezza. Aprì gli occhi e cercò di capire dove si trovasse. Non era più in quella galleria, non c’erano più folate di vento per lo scambio di attacchi, non c’era più dolore. Il silenzio aveva preso il posto delle grida di battaglia e così le sue orecchie potevano finalmente riposare. Si guardò lentamente intorno e notò di essere in una camera, in un letto ben fatto e in penombra, forse per impedire alla luce di infastidire il suo riposo. Si toccò il petto e sospirò sollevato: non era successo niente. La prima cosa che pensò fu di aver sognato, che tutto ciò che era successo era stato un altro incubo ed ogni cosa era finalmente tornata alla normalità…

Voltò il capo alla sua destra e si paralizzò. Accanto a lui, seduto su una sedia, vide una figura magra e nera, con un viso pallido  e uno sguardo che lo fissava con apprensione. No, non aveva sognato nulla… era successo tutto per davvero !

Una mano affusolata di quella persona si accostò per toccarlo ma prontamente Sans lo bloccò prima che potesse anche solo sfiorarlo. Ricambiò lo sguardo ma non con gratitudine per la preoccupazione che dimostrava bensì con un amaro distacco, quasi gli desse fastidio la pietà che proveniva proprio da quell’uomo.

In questo modo comprese che Sans si ricordava di lui e quando egli sciolse la presa, si allontanò lentamente richiudendo la porta ed infine scendendo le scale che conducevano al piano di sotto.

: “ Com’è possibile….? “ Chiese a sé stesso prima di nascondersi sotto le coperte.

Giunto nel salotto dove erano riuniti tutti in un rispettoso mutismo per non disturbare il risposo dell’amico infermo, l’uomo disse: “ Si è appena svegliato … “

Papyrus scattò in piedi e con esclamazioni di festose corse al piano di sopra per vedere il fratello mentre anche gli altri furono rincuorati: tutto era andato bene e Sans era salvo.

Paps entrò con gioiosa foga nella stanza del fratello e gridò: “ SANS !! “ Quegli sobbalzò colto alla sprovvista, riapparendo da sotto la trapunta e non ebbe il tempo di replicare che

fu avvolto dal suo abbraccio.

: “ SANS !! DIO MIO, STAI BENE ?! COME TI SENTI? COSA È SUCCESSO ? PERCHÉ TI SEI MESSO IN PERICOLO ?! DIO MIO, NON FARMI PREOCCUPARE MAI PIÚ COSÍ! “

Fu sommerso dalle sue domande  ma in quel momento la cosa che sentì maggiormente era la presenza fisica ed affettiva di quell’amato fratello che era convinto di aver perduto per sempre, che adesso era lì con lui ed era incolume. Sans si strinse semplicemente a lui senza rispondere, trattenendo il sentimento di felicità che aveva dentro per non lasciarsi trasportare eccessivamente. Era troppo avvezzo a nascondersi con il distacco emotivo per abbandonarsi ad una subitanea gioia che poteva essergli strappata in qualsiasi istante. Papyrus invece, sensibile com’era, si lasciò sopraffare e lacrimò di contentezza per la vita salvata di Sans.

: “ Su su, Paps non piangere! Cos’è successo alla fine ?

: “ COSA È SUCCESSO?! SANS, HAI RISCHIATO DI MORIRE! TI PARE POCO?! “

: “ Nah… come vedi non è accaduto niente. Sono ancora qui che respiro… a pieni polmoni!  “ Ed indicò il suo costato, nel punto in cui aveva iniziato a sciogliersi.

: “ ASCOLTA, - Continuò con serietà –  LO SO CHE CERCHI DI SMINUIRE LE COSE PER NON FARMI PREOCCUPARE… MA NON CREDERE DI RIUSCIRCI, NON QUESTA VOLTA ALMENO! ERI IN PERICOLO DI VITA E SO CHE LA COLPA È MIA… “

: “ Colpa tua? – Ribatté sbalordito – Cosa dici! Non sei stato certo tu a tentare di uccidermi.”

: “ NO, MA TU HAI BEVUTO LA DETERMINAZIONE PER ME… PERCHÉ PENSAVI FOSSI MORTO MENTRE INVECE ERO VIVO. SONO STATO UN IMPRUDENTE E A CAUSA DI CIÓ TI HO QUASI PERSO… PERDONAMI SANS, NON VOLEVO FARTI SOFFRIRE COSÍ TANTO DA COMPIERE UN GESTO DISPERATO. “

: “ Fratello, non devi angustiarti tanto… davvero! È l’ultima cosa che voglio. Ero solo furioso e sono stato anche io imprudente. Piuttosto, come facesti a sopravvivere a quella cascata di fuoco? “

: “ SAPRAI TUTTO E FORSE CAPIRAI MEGLIO PERCHÉ PARLO DI COLPA. SE TE LA SENTI DI SCENDERE CON ME, ANCHE GLI ALTRI POTRANNO SENTIRE COME SONO ANDATE LE COSE. “

: “ Certo! Dammi una mano, sono ancora un po’… scomb-ossolato!  

: “ ARGH! QUESTA L’HAI DETTA A TRADIMENTO ! – Esclamò, per poi iniziare a ridere -  MA NON ERA MALACCIO! NYE HE HE ! “

E lo aiutò a scendere al piano inferiore.

 

: “ QUESTO  È  CIÓ  CHE  MI  ACCADDE.  – Incominciò il suo racconto Papyrus dopo che tutti si furono accomodati sulle poltroncine o sul divano – QUANDO  MI  GETTAI PER  PROTEGGERE  SANS  DA  FLOWEY,  LUI  FECE  UN  INCANTESIMO  DEL  FUOCO  MA  NON  ERA  FINALIZZATO  AD  UCCIDERE,  INFATTI  NON  PROVAI ALCUN  DOLORE.  DOPO  LA  GRAN  LUCE  CHE  MI  ACCECÓ  MI RITROVAI  IN  UNA  SORTA  DI  PRIGIONE  INCASTONATA  NELLA  ROCCIA,  DI  CERTO  NON  MOLTO  LONTANA  DA  DOVE  MI  TROVAVO  PRIMA.  PARLAI  CON  FLOWEY  PER  CHIEDERGLI  COSA  STESSE SUCCEDENDO  ED  EGLI  MI  SVELÓ  LE  SUE  INTENZIONI:  IO  ERO  STATO  RAPITO  PER  ESSERE  USATO  COME  ESCA  PER  SANS.  EGLI  INFATTI  VOLEVA  CATTURARE  MIO  FRATELLO  PER  ASSORBIRE  I  SUOI  POTERI  MAGICI  E  DONARLI  A  QUEL  SUO  MIGLIORE  AMICO,  PORTANDO  A  TERMINE  I  LORO  PIANI  DI  STERMINIO.  PER  ORA  NON  MI AVREBBE  UCCISO,  DISSE,  PERCHÉ  GLI  SERVIVO  VIVO…  NEL  CASO  LA  SUA  BATTAGLIA  CONTRO MIO  FRATELLO  NON  FOSSE  ANDATA  COME  DESIDERAVA.  CERCAI  DI  DISSUADERLO  NEI  SUOI  PROPOSITI  MA  NON  OTTENNI  RISULTATI.”

: “ Ah, maledetto ! “ Ringhiò Undyne, torturando un cuscino.

: “ INNANZITUTTO  DEVO  FARE  UNA  CONFESSIONE  CHE  NON  MI  FA  ONORE.  MI  ERO  VANTATO  DI  ESSERMI  LIBERATO  RISOLVENDO  UN  PUZZLES…  EBBENE,  NON  MI  SONO  LIBERATO  PROPRIAMENTE  DA  SOLO.  COMINCIAI  A PENSARE  A  COME  LIBERARMI  ED  AVVERTIRE  SANS  MA  NON  C’ERANO  BUCHI   AVEVO  STRUMENTI  PER  SCAVARE.  NOTAI  CHE  COME  LUCCHETTO  DELLA  MIA  PRIGIONE  C’ERA  UNA  SORTA  DI  PUZZLES  NUMERICO.”

Frisk chiese se per caso si trattava di un sudoku ma lo scheletro replicò: “NON SO,  NON NE  AVEVO  MAI VISTO  UNO  SIMILE  EPPURE  TENTAI  DI  RISOLVERLO.  PROVAI  E  PROVAI  TANTE  VOLTE,  SENZA  PERDERMI  D’ANIMO:  TUTTO  ERA  NELLE  MANI  MIE,  DEL  GRANDE  PAPYRUS,  E  NON  POTEVO  FALLIRE.  IMPROVVISAMENTE UN RAGGIO DI LUCE MI DISTOLSE DAI MIEI TENTATIVI DI SCIOGLIERE IL PUZZLES NUMERICO.  APPARVE DAVANTI A ME UNA PERSONA .”

Toriel si sorprese e domandò chi poteva essere.

: “AVEVA  IL  CORPO  SIMILE  A  QUELLO  DI  FRISK,  SOLO  PIÚ  GRANDE  E  LUNGO…  PER  CUI  PENSO  FOSSE  UN  UMANO  MA  ERA  TALMENTE  LUMINOSO  CHE  NON  SAPREI  DESCRIVERLO.  NOTAI  SOLO  CHE  REGGEVA  UNA  SORTA  DI  BASTONE  CHE  LO  SUPERAVA  IN  ALTEZZA.  MI  DISSE  CHE  NON  DOVEVO  TEMERE  PERCHÉ  VOLEVA  AIUTARMI.”

A quella descrizione l’uomo vestito di nero si scosse con un brivido, camuffato da un movimento per mettersi più comodo sulla sedia offerta dalla padrona di casa.

: “ CON  LA  MANO  SBLOCCÓ  COME  PER  MAGIA  IL  LUCCHETTO   E  MI  PREGÓ   DI  NON  DIRE  DAVANTI  A  FLOWEY  CHE  MI  AVEVA  LIBERATO.  REPLICAI  CHE  NON  VOLEVO  MENTIRE  PERÓ  INSISTETTE  PER  AMORE  DI  SANS…  MI SORPRESI  E QUELLO  MI  RISPOSE  CHE  SAPEVA  DEI PIANI  DI  FLOWEY  E  CHE  DOVEVO  FIDARMI.  GLI  CHIESI  COME  SI  CHIAMASSE,  ALMENO  PER  RINGRAZIARE  MA  DISSE  UNICAMENTE  CHE ERA  UN  ANGELO.”

A quella parola il nuovo alleato dei Mostri sussultò nuovamente e Sans se ne accorse, in quanto ogni tanto lo teneva d’occhio sospettoso.

: “ INFINE,  PRIMA  DI  LASCIARMI  ANDARE,  MI  POSE  IL  BASTONE  SUL  CAPO  E  MI  DONÓ  UNA  NUOVA  FORZA.  DOPO  DI  CHE  MI  TELETRASPORTÓ  PROPRIO  NEL  MOMENTO  IN  CUI  MI  VEDESTE…  ED  ECCO  FINALMENTE  LA  VERITÁ.  AH,  MI  SONO  TOLTO  UN  PESO! – Sospirò forte lo scheletro. Non amava dire le bugie ed essersi liberato la coscienza lo fece sentire più leggero. Riprese il discorso con tono più mesto – LA  SOLA  COSA  CHE  MI DISPIACE  È  CHE  TU  SANS,  TRATTO  IN  INGANNO, HAI   SFIORATO   LA  MORTE.  AVESSI  POTUTO  AVVISARTI  PER  TEMPO…  MI  DISPIACE  DAVVERO  TANTO.  SE  FOSSI  STATO  PIÚ ATTENTO   QUEL  GIORNO  E  NON  MI  FOSSI  LASCIATO  CATTURARE  IN  QUEL  MODO ...  MA  CREDEVO  DI  DIMOSTRARMI  UN  GUERRIERO,  UNO  SU  CUI  CI  SI  PUÓ   FIDARE  E  RISCATTARMI  DALLA  PESSIMA  FIGURA  CHE  FECI  CON  LA  STORIA  DEL  TULIPANO …  MA  DA  QUESTA  FACCENDA  HO  IMPARATO  UNA  COSA  IMPORTANTE:  IL  VERO  GUERRIERO  NON  È  QUELLO  CHE  SI  GETTA  SENZA  RIFLETTERE  NEL  PERICOLO,  BENSÍ  QUELLO  CHE  DIFENDE  LE  PERSONE  AMATE  SENZA  GIOCARE  CON  LA  PROPRIA  VITA,  PERCHÉ  SPESSO  PROTEGGENDO   STESSI  SI  PREVIENE  IL  DOLORE DEI  PROPRI CARI. “

Wudy, come aveva detto di chiamarsi al gruppo il nuovo amico, a quel punto intervenne: “ Un angelo, hai detto? “

: “ DISSE COSÍ! PERCHÉ? “

: “ Perché incontrai anche io quell’angelo.”

: “ Raccontaci! “ Lo incoraggiò Asgore.

: “ Vi dissi che ero bloccato … non è importante sapere dove fossi. – Disse, prevenendo qualsiasi domanda – Ero immerso nel buio e non potevo muovermi,  ad un tratto un raggio di luce simile a quello che apparve a Papyrus si palesò e mi liberò, dicendo che dovevo aiutarvi ed infine se ne andò. “

: “ Anche tu lo hai visto, allora! E non ha aggiunto altro? “

: “ Nient’altro. “

. “ A quanto pare questo angelo è dalla nostra parte e ciò ne sono lieto. Grazie a lui abbiamo sconfitto quel fiore malvagio. Wudy hai detto che ti chiami, giusto? Adesso ci conosci ma noi non sappiamo nulla sul tuo conto, perché non ci parli un po’ di te? “

Wudy tacque, abbassando lo sguardo quasi fosse stato in incerto su come esprimersi. A quel punto Sans si rivolse a lui direttamente: “ Inutile nasconderti, ormai. Wudy gli hai detto? Sei proprio poco originale.

Rimasero tutti sorpresi da quell’uscita e ne chiesero specificazioni.

Con gli occhi l’uomo parve chiedergli: “ Perché lo fai, Sans? “ Lo scheletro però, mosso da un mal celato fastidio, proseguì imperterrito: “ In fondo… Gaster è un nome come un altro. “

: “ Gaster? Non mi è nuovo questo nome… “Asserì Asgore, grattandosi la barba bionda in segno di riflessione. Dove lo aveva già udito? Volle sforzarsi ma stranamente gli risultava molto difficile.

: “ Hai per caso scritto qualche manuale scientifico? “ Chiese Alphys prendendo la parola, pure lei avvertendo quel nome risuonarle in qualche angolo della memoria.

: “ Può darsi, anzi credo sia certo che tu abbia davvero alcuni sui suoi scritti, fosse anche solo per imparare il suo mestiere.

Un fulmine parve colpirli a quelle parole.

: “ Che dici?! “Proruppe la dottoressa sobbalzando sulla sedia.

: “ Era lo scienziato reale prima di te, Alphys. “ Confermò Sans.

: “ Possibile ?! Gaster…! Come ho fatto a dimenticarti ! “ L’ex sovrano lo fissò interdetto.

: “ Oh, è normale! Nessuno di voi lo ricorda perché lui si è voluto distruggere  e così si è cancellato dai vostri ricordi.

: “ Fu un incidente…” Intervenne finalmente Gaster, scoperto e quasi in imbarazzo.

: “ Ah ah, ancora lo chiami incidente. “ Lo derise Sans, insensibile.

: “ Tu non sai tutto, Sans… “

: “ So abbastanza! Io c’ero, non puoi più continuare a mentire. Ci avevi preso troppo la mano...”

: “ EHI EHI ! CALMA,  FERMI TUTTI!  NON  CI  STO  CAPENDO  NIENTE !” Papyrus si levò in piedi e li interruppe.

: “ Manco noi, veramente. “ Intercalò Undyne.

: “ CERCATE DI SPIEGARVI !”

: “ Allora, glielo vuoi dire? – Nuovamente Gaster ripiegò il capo in evidente disagio e Sans prese in mano la situazione – No? Allora lo farò io. Paps, lui è nostro fratello maggiore Gaster.”

: “ COME ?! È VERO?! “ Spalancò gli occhi e li indirizzò verso di lui, in attesa di una risposta.

: “ Sì, Papyrus… sono vostro fratello. Un tempo eravamo una famiglia ma per una malaugurata sorte… “

: “ Ancora con questa storia? Hai uno strano concetto di accidentale, tu. Credo che tu stia… cadendo nel ridicolo.

: “ SANS ! LASCIALO PARLARE ! “

: “ Eh… Io non ho voglia di sentire queste sciocchezze. Quando avrà finito fatemelo sapere. Vado a sdraiarmi. “ Si diresse verso le scale ed appena girato l’angolo usò una delle sue scorciatoie per ritrovarsi già nel letto precedentemente lasciato, reprimendo sul cuscino il proprio nervosismo.

: “ GASTER…  SONO  UN  PO’  STORDITO  DA  QUESTA  NOTIZIA,  MA  SONO  DAVVERO  FELICE  DI  AVER  CONOSCIUTO  UN  ALTRO  FRATELLO !  – E lo strinse a sé, come era per lui spontaneo fare –  SIAMO  UNA  FAMIGLIA !  PERMETTIMI  DI ANDARE  DA  SANS  ORA…  SE  LUI  NON  È  PRESENTE  LA  MIA  GIOIA  NON  È COMPLETA.  TI  DISPIACE ?  VORREI  ANDARGLI  A  PARLARE…”

Gaster ovviamente acconsentì, ritenendosi già fortunato per la buona reazione che stava avendo lui. Paps gli sorrise e si recò dal fratello, assetato di conoscenza.

: “ Sans non conosce bene tutta la storia, ecco perché reagisce così. Lo temevo ma è comprensibile. La dirò a voi, se vi interessa… “ Ed egli narrò in breve cosa accadde quel lontano giorno ed ogni ascoltatore dovette dargli ragione: era stata una disgrazia spaventosa ed Asgore ne fu quasi commosso,  tanto che lo abbracciò a sua volta come un vecchio amico. Alphys poi si fece coraggio e si avvicinò con ammirazione. Gaster si sentì accettato e si sentì sollevato.

Suonarono al campanello e Toriel andò ad aprire, facendo entrare in casa una compagna di classe di Frisk, giunta per una visita improvvisata al suo amico.

: “ Sei molto gentile ad essere passata, Carol. Siamo un po’ indaffarati ma se voi due volete andare a giocare andate pure in giardino! Oggi è una così bella giornata… “

: “ Grazie, Maestra Toriel – Rispose cordialmente la bambina dai capelli ramati e mossi, vestita con una maglietta verde ed una gonna in stile scozzese – ma vorrei restare qui!” I mostri restarono sorpresi di quella richiesta e dallo sguardo di quella bambina.

 

: “ SANS ! -  Esclamò spalancando la porta della camera con energia  – COSA TI  È PRESO?! “

: “ Hhm? A cosa ti riferisci ?

: “ NON  FARE IL FINTO TONTO ! PERCHÉ TI SEI ARRABBIATO CON GASTER? CI HA TANTO AIUTATO, BISOGNEREBBE  ESSERGLI  GRATI ! “

: “ Grati, dici? Poteva risparmiarsela la figura da eroe dopo così tanti anni di assenza. “ Replicò stringendo i denti.

: “ ERA BLOCCATO ! E FORSE LO ERA DA TEMPO… NON CAPISCO,  NON TI HO MAI VISTO COSÍ AGITATO.  NON È DA TE, SANS ! DEVO DIRTELO… PENSO TU MI STIA NASCONDENDO DELLE COSE.”

: “ Ancora, Paps?...

: “ SÍ, ANCORA ED ANCORA FINO A CHE NON AVRAI DETTO TUTTO !  SONO TUO FRATELLO, SONO UN AUDLTO  ED HO IL DIRITTO DI  SAPERE  COSA TI  TURBA.  TU SEMBRI  RICORDARE  BENE  GASTER… PERCHÉ NOI NO?  C’ENTRANO  I TUOI POTERI  DELLO  SPAZIO-TEMPO,  NON È VERO? “

: “ Non complicare troppo le cose. Mi ha irritato il fatto che solo adesso si sia ricordato di avere dei fratelli e se ne fa bello davanti a tutti. In ciò non c’è segreto. Riguardo ai miei poteri… non so nemmeno io perché lo ricordo meglio di voi. Alcune cose mi sono confuse, son passati anni ed io ero molto giovane… ma certe cose le ricordo e lui mente quando afferma che è stato vittima di un incidente!  Ma nessuno mi crederebbe…“

: “ NARRAMI TU COSA ACCADDE. IO TI CREDERÓ. PRETENDO PERÓ ONESTÁ! “

: “ Va bene. Sarò breve dato la faccenda alla fine è solo questa. Gaster al tempo lavorava al Core, la fonte energetica dell’Underground. Era completamente assorbito dal progetto che non tornava mai a casa da noi. Lo aspettavo con te bambino per ore ed ore, rimanendo puntualmente deluso. Poi, non rammento bene come mai, iniziai a frequentare ogni tanto il laboratorio. Lui era diventato sempre più scontroso e anche se gli ero di fianco era come se non mi vedesse. Il giorno che lui chiama accidentale fu una sua volontaria scelta. Dopo aver esplorato alcune sale del laboratorio lo andai a cercare non so per cosa… lo vidi nella stanza che era più in contatto con il Core, vicino ad una balaustra e pareva intendo ad oltrepassarla. La terra tremò all’improvviso, il calore aumentò vertiginosamente … chiamai Gaster, tentai di convincerlo a non lanciarsi e quello invece scavalcò la ringhiera, precipitando nel fuoco.

Papyrus impallidì e domandò: “ PERCHÉ LO FECE? “

: “ Perché era arrivato ad un punto tale che non poteva più vivere senza il Core. Io e te eravamo un peso da mantenere. Quel progetto per lui era più caro di noi. E ci abbandonò…

: “ QUANTI ANNI AVEVI? “ Aggiunse, abbassando la voce in segno di rispetto per la sofferenza che doveva aver provato in passato.

: “ Non saprei, forse quattordici o quindici…

Papyrus abbracciò forte Sans, comprendendo che la scena terribile rimasta impressa nel fratello doveva aver fatto sanguinare un’antica ferita del suo cuore alla vista di Gaster. Quanti sacrifici aveva dovuto compiere, così giovane!

A sua volta Sans si lasciò stringere, volendo rimangiarsi già tutto quello che aveva appena detto per non risentire nelle ossa quella sensazione di disperazione.

:  “ MI  DISPIACE  TANTO  CHE  TU  ABBIA  DOVUTO  VEDERLO  MORIRE.  CAPISCO  CHE  TU  NON  ME  NE  ABBIA  MAI  PARLATO  PER  NON  DARMI  LA NOTIZIA  DI  QUEL  LUTTO … MA  VEDI,  NON  ERA  MORTO!  EGLI  È  QUI  CON  NOI,  PENTITO  SICURAMENTE  DI  QUEL  CHE  FECE… FU  UN  ATTIMO  DI  FOLLIA!  NON  CREDO  CHE  ORA  STIA  MENTENDO  PER  CATTIVERIA,  BENSÍ  PER  NON  FARTI  STAR  MALE… “

: “ Se lo dici tu, fratello… “ Disse infine, arrendendosi a lui. Forse aveva ragione e quanto meno doveva dargli la possibilità di narrare la sua versione dei fatti.

Sciolti dalla stretta, Sans si era calmato e si dimostrò accondiscendente verso la richiesta di Papyrus di lasciar spiegare Gaster. Scesero le stesse scale di prima però, appena giunti nel salottino, Papyrus si immobilizzò davanti al fratello con un’espressione sbalordita e sgomenta per ciò che stava vedendo.

 

 

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Capitolo 10
*** Chapter 10 Take Control ***


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 - Chapter 10 -

TAKE CONTROL

 

Sans  afferrò un braccio di Papyrus e lo scosse per tentare di farsi spiegare cosa stesse succedendo. Passati pochi secondi di stupore, egli esclamò: “ QUELLO È L’ANGELO!”

Davanti a tutti i mostri riuniti, al posto della piccola Carol, era apparsa una giovane donna dai lunghi capelli rossi e mossi che le sfioravano le spalle rivestita di un leggero alone bianco mistico. Indossava una tunica verde ampia e svolazzante ed al centro di esso vi stava un ciondolo molto vistoso dalla forma insolita, ossia quello di tre spirali incrociate dove una stava in altro e le altre due rispettivamente in basso alla prima. Ella teneva in mano il bastone di cui aveva narrato Papyrus e pareva fatto di un legno nodoso, antico e resistente decorato con fiori e foglie vive. La cosa che colpì la maggior parte dei presenti furono gli occhi: grandi, profondi, di color smeraldo con ricche sfumature indefinite ma ammalianti e pacifiche. La giovane donna sorrise gentilmente e proferì con una voce gentile e calma: “ Ciao! Scusate se mi sono presentata con un altro aspetto, credetemi che era necessario affinché non dessi nell’occhio. Il mio nome è Gardh, piacere di rivedervi tutti sani e salvi! “

L’unico che riuscì a parlare in quel momento fu Sans il quale, avvicinandosi a lei, le chiese: “ Sei tu che hai salvato Papyrus e Gaster? – Gardh annuì – Allora credo di doverti ringraziare. “

: “ Lieta di vedere che stai meglio. Non affaticarti troppo. “

: “ Oh, quello mi viene facile. “

: “ Non dovete esser così spaventati, sono qui per aiutarvi. – Aggiunse lei rivolgendosi agli astanti –  Con la morte di Flowey Omega purtroppo i guai non sono finiti e i vostri mondi sono ancora in pericolo.”

Toriel si lasciò cadere sulla poltrona ed Asgore le prese una mano come per sorreggerla moralmente in quel momento di stupore. Frisk rimase abbagliato dallo splendore e dalla dolcezza che emanava Gardh, percependola come una conoscenza familiare… eppure non l’aveva mai vista! Una confusione che la giovane donna placò accarezzando il viso del bambino.

Undyne si era messa in guarda ma presto fu convinta da Alphys  ad abbandonare ogni riserva: la sua bontà non poteva essere un’illusione.

: “ Cosa intendi dire – Intervenne appena ne ebbe il fiato l’eroina – con pericolo? C’è altro allora… “

: “ Purtroppo sì. – Ammise dispiaciuta lei, per poi proseguire più serenamente – Ma lasciate prima che vi spieghi meglio chi sono io. Di certo avete molte domande e cercherò di rispondere a tutto con sincerità.”

Superando l’imbarazzo la padrona di casa la invitò ad accomodarsi in mezzo a loro ed ella poté iniziare: “ Io sono uno degli Angeli Guardiani che protegge la Terra e i suoi abitanti dalle entità maligne che coesistono con noi. Siamo invisibili agli Umani ma se sono puri di cuore possiamo far avvertire la nostra presenza consolatrice, alcune volte possiamo materialmente intervenire nella vita delle persone per salvaguardarle o prevenirle da traviamenti. Il nostro scopo principale è di diffondere amore, la forza più grande che possa essere sprigionata nel bene e nel male. Cito spesso il male apposta in quanto ci corrispondono altrettanti Demoni che procurano sofferenza e cattiveria come piante infestanti.”

: “ E perché non sconfiggerli? “ Domandò Undyne.

: “ Le lotte sono continue, forte guerriera! Assai crudeli, aspre… ma non arrivano mai con la nostra o la loro morte. È un mistero della vita che ancora non ho potuto comprendere. “

: “ Ci stai dicendo insomma che uno di questi Demoni ha intenzione di distruggere i nostri mondi. “ Asserì Gaster, andando al nocciolo della questione avendolo facilmente intuito. Gardh si compiacque di ciò ed aggiunse: “ Esattamente. Ma questo Demone voi lo conoscete già. Toriel, Asgore – E si rivolse a loro – Voi l’avete accolto in casa come un figlio. “

Le due capre antropomorfe avrebbero voluto essere ingoiate dalla terra per la terribile notizia che li aveva colpiti ed esclamarono all’unisono un nome: “ Chara ! “

Sans s’irrigidì: quel nome… Flowey gli aveva parlato di lui ! Il suo Miglior Amico… Ma non disse una parola, preferendo continuare ad ascoltare prima di intervenire.

: “ Ne siete sconvolti, lo capisco. Non vorrei infierire sul vostro dolore ma le cose sono arrivate ad un punto tale che è indispensabile che sappiate. Chara è l’incarnazione di un odio talmente profondo e radicale da superare la fortezza delle querce. Una determinazione all’odio che è raramente riscontrabile negli altri Demoni. “

: “ Buona Gardh… verremo puniti per dato amore a chi ne aveva bisogno? “ Domandò retorica Toriel, la prima dell’ex coppia reale che ebbe coraggio di favellare.

: “ Affatto. Ciò che è donato dal cuore non può essere giudicato, anche se ha conseguenze nefaste. Fu Chara stesso a portare alla morte il vostro unico figlio, il quale dopo secoli prese vita sotto forma... “

: “ Di fiore. “ Completò la frase Asgore, incupendosi. Adesso tutto era chiaro e spaventosamente lineare.

: “ Era vero… mio figlio… !  - Toriel emise un singhiozzo strozzato, trattenuto dal contegno di essere davanti a tante persone. La sua regalità riemerse come un diamante perduto – Ma Flowey ci disse che la sua anima era sparita per sempre. Anche questo corrisponde a verità? “

: “ Sì, povera cara. Non voleva essere più vittima di quella malvagità che lo aveva reso meschino e assassino. “

: “ Fatalità ! “ Esclamò Alphys.

: “ Egli morì tanto tempo fa. – Gaster, da buon scienziato, continuò ad essere analitico – Se però ne parli al presente… “

: “ Chara è vivo e sta tentando di compiere la devastazione che aveva sempre sognato per entrambe le vostre razze. Quale guardiana, devo impedire un eccidio di innocenti, indipendentemente dal popolo  a cui si appartiene. Se così non fosse, l’equilibrio della Terra verrebbe meno e tutto cadrebbe in rovina… e periremmo così anche noi angeli. “

: “ DOBBIAMO   TROVARE  QUESTO  CHARA  E  CONVINCERLO  CHE  SIAMO  SUOI  AMICI.  IN  FONDO  PENSO  CHE  MOLTI  SI  COMPORTINO  MALE  PER  PAURA  O  BISOGNO…  SARÁ  COSÍ  ANCHE  PER  LUI!  

: “ Papyrus, temo che le parole non saranno sufficienti. Sono entità malevole per natura, il nostro opposto. Bramano sangue, sofferenza, terrore e miseria. Io che professo l’amore, proprio per amore della Terra e delle creature che vi abitano devo impedire che questo piano venga attuato. Ho due soluzioni in mente delle quali solo una potrà essere percorribile. Ma prima di comunicarvele, ho bisogno di parlare in provato con Sans. “

: “ Perché ?  - Chiese lo scheletro, finalmente dicendo qualcosa – Non credo di essere così… es-sans-ziale . “

Toriel sghignazzò, recuperando il sorriso che le si era spento, gli amici rimasero impietriti mentre Papyrus gridò: “  SANS,  PER  AMOR  DI  DIO!  QUESTA  È  UNA  COSA  SERIA ! ”

: “ Allora penso che abbiate proprio sbagliato partito con me. “

: “ No, Sans… credimi, è importante. Ti prego, parla in privato con me. “

: “ E va bene. Non dirmi che non ti avevo avvisata, eh ! “ Si dovette per forza arrendere a quegli occhi e a quella gentilezza così delicata.

Gardh, alzatasi in piedi, colpì tre volte il pavimento con il suo bastone e sia lei che lo scheletro scomparvero sotto gli sguardi sorpresi dei loro compagni d’avventura.

 

: “ Apri gli occhi. “ Gli disse quella voce cortese. Quando lo fece si ritrovò immerso in un bianco lucente ma non fastidioso, vuoto, senza suolo e senza cielo eppure così concreto che poteva toccarlo.

: “ Dove siamo?

: “ Siamo in uno spazio sicuro e riservato. È il luogo dove in genere medito. “

: “ Ebbene?

: “ Prima di iniziare devi sapere che conosco bene i tuoi poteri spazio-temporali, so dei Resets, del genocidio compiuto da Frisk… so tutto. “

: “ Come lo sai? “

: “ Permetti che ti narri dal principio. Ogni Guardiano ha un Demone da affrontare in una lotta nel tentativo, come detto poc’anzi, di stabilire un equilibrio tra bene e male. Il mio personale avversario si chiamava Tannah e la sua natura era particolarmente feroce e violenta. Tanti secoli fa egli fuggì, alla ricerca di un suo angolo di mondo in cui esercitare la sua sovranità e sfogare così le sue crudeltà senza che io lo disturbassi. Un giorno osservò a distanza Chara, un bambino che, per disperazione ed odio, tentò di suicidarsi gettandosi in un burrone… ma il bambino non morì: precipitò su un letto di fiori e fu soccorso da una famiglia, vivendo per alcuni anni felice. Il suo animo però era troppo piccolo ed era già stracolmo di una disperazione senza eguali così maturò un piano ingegnoso.  Ingerì del veleno e alla sua dipartita la sua anima fu assorbita dal proprio fratello adottivo, il quale volle ricondurre il cadavere dell’amico al proprio villaggio d’origine. Purtroppo al tempo la popolazione non comprese e lo scambiarono per l’assassino del piccolo, per cui lo ferirono mortalmente. Il giovane riportò il corpo e se stesso a casa per morire davanti agli occhi dei propri genitori.”

: “ Conosco questa tragedia familiare. – Asserì Sans – Ma ancora non spiega… “

: “ Ascolta ancora. Tannah, alla morte del bambino, trovò in lui un involucro perfetto per passare inosservato, come se fosse stato un travestimento, e finalmente trovò il luogo in cui esercitare le sue manie di controllo: l’Underground. “

Sans ebbe un sussulto e a quella reazione Gardh seguitò: “ Io dopo diverso tempo riuscì a scoprire che Tannah si era nascosto nell’Underground ma essendoci la Barriera non potevo oltrepassarla e stanarlo.”

: “ Perché? Non sei un Angelo Divino? Pensavo potessi superare i muri e cose del genere. “

: “ La Barriera non era un ostacolo qualunque. Gli Umani, quando sapevano usare la magia, usarono una formula tale che impediva perfino agli Angeli di oltrepassarla. Mi domandai come vi fosse riuscito Tannah… semplicemente aveva dissolto il proprio corpo e la sua anima dannata poté infiltrarsi. Noi Angeli, essendo che il nostro spirito è legato al nostro corpo indissolubilmente, non potremmo esistere senza uno dei due. I Demoni sono di altra razza e per questo gli è stato possibile. Insomma, si era reso incorporeo e si era nascosto nelle viscere dell’Underground in attesa che il suo involucro venisse risvegliato. Egli conosceva la vostra profezia: un angelo avrebbe svuotato il vostro mondo. Egli volle renderlo però un angelo del male. “

Lo scheletro ascoltava con curiosità, sebbene la cosa non lo toccasse molto: erano storie centenarie, leggendarie… veritiere ma inutili nel caso contingente. Eppure si dimostrò paziente.

: “ Attese per tanto tempo fino a quando non scese colui che solo, con i suoi poteri, poteva risvegliare il bambino e con esso dargli un corpo. Questo… era Frisk. “

A quel nome ebbe un nuovo moto di stupore eppure gli parve che non c’era da sorprendersi. Era Frisk che aveva deciso la pace o il genocidio fino a quel momento…

: “ Chara era il bambino che si era suicidato,  Tannah il Demone che prese il corpo dell’umano defunto e la sua sete di sangue da usare come travestimento. Frisk era l’unico in grado di esercitare un tale potere da essere l’ago della bilancia. Sapevo dei piani di Tannah e sapevo anche che non potevo intervenire a causa della Barriera. Dopo i molti umani caduti compresi che era in loro che dovevo riporre la mia fiducia e scelsi Frisk per la sua grande determinazione. Fui io infatti ad attirarlo, creando delle luci, sul Monte Ebott,  fui io che lo guidai nel vostro mondo. Doveva essere la mia arma contro il male di Tannah e con le sue buone azioni avrebbe impedito il risveglio di Chara… ma la mia influenza e protezione erano deboli da così lontano. Purtroppo avvenne che Tannah prese il sopravvento e lo condusse sulla via della perdizione fino all’atto più sacrilego: cedere la propria anima a Tannah. Per farla breve Tannah e Chara sono diventati ora una cosa sola. Chara è il nome che Tannah ha deciso di assumere per nascondersi nell’Underground e sfuggirmi, per sfogare le proprie pulsione su voi, innocenti.“

A Sans si aperse uno squarcio.

: “ Ecco il vero nome del nemico. Tannah… lui si è impossessato di Frisk…?

: “ Esattamente. E la mia influenza benigna, che doveva portarvi pace, diminuì ancora di più dopo che il piccolo perse la sua anima. Se ci ripenso mi sento in colpa per la vita di quel fanciullo… “

: “ Ma quando tornammo la prima volta in superficie  e la Barriera fu infranta, perché non facesti nulla?

: “ Perché la regola del gioco rimaneva invariata e quindi la Barriera non si rompeva mai veramente. Fino a che Tannah e Frisk usavano i Resets seguendo le regole preimpostate io rimanevo bloccata. Finalmente però Tannah ha rotto lo schema classico, si è deciso a voler uscire allo scoperto credendo di avere abbastanza forza. E qui entri in scena tu, Sans. Io sapevo delle intenzioni di Tannah, dei primi tentativi di Asriel (al tempo Flowey ) con i Resets, delle tue capacità e di quello che hai dovuto sopportare. Anche Tannah ne era a conoscenza… per cui credette che tutti quei Resets ti indebolissero a tal punto da non risultare più una minaccia per lui. “

: “ Aveva paura di me ?

: “ Sì, temeva quello che potevi diventare. Fece di tutto per renderti inerme, cinico, distaccato dalla vita… depresso. Voleva privarti della tua forza. I tuoi poteri spazio-temporali erano un cruccio e sapeva che, se usati correttamente, potevano rovesciare i suoi piani. Però si è sbagliato: quei Resets ti hanno reso più vigoroso che mai e con una determinazione sbalorditiva.“

: “ Mi pare assurdo. Prendo solo delle scorciatoie ogni tanto, non mi pare granché. Ed io non ho tutta questa determinazione che dici tu…

: “ Invece ce l’hai, bisogna solo risvegliarla. Adesso ti dirò la mia strategia, quella che ti riguarda direttamente. Attraverso il tuo controllo spazio-temporale potrai impedire i Resets che Tannah proverà ad usare in battaglia contro di me, poiché è destino che lo scontro sia tra di noi. “

: “ Sei una strana divinità. Che poteri hai tu, se usi sempre gli altri?

: “ Domanda sagace e corretta. Io ho enormi poteri sulla terra… quando però vi sono di mezzo magie umane la mia forza viene limitata, come nel caso della Barriera. Io posso bloccare i Resets di Tannah, però questo consuma molte energie e di questo passo finirei per non risolvere la situazione. “

: “ E la soluzione sarebbe?

: “ Sigillare Tannah. Secondo le leggi del mio ordine non dovrei ucciderlo, ma egli ha superato ogni limite e pretende di usare i Resets ed altre magie simili sulla Terra, causando uno sbilanciamento tale nell’equilibrio che porterebbe alla distruzione. Non posso permetterlo. Sono Angelo dell’Amore e in quanto amore, di Vita. Tannah verrà sigillato in questo ciondolo che porto, che come vedi assomiglia ad un cuore rovesciato se unisci i tre rami che lo compongono. “

: “ Bel progetto, ma come dovrei fare? Non sono capace di una cosa del genere. “

: “ Nel caso non riuscissi ho un piano di riserva… sebbene sia molto più rischioso. Da dire è semplice: devi controllare  due linee temporali: il passato e il presente. Il presente da controllare è relativamente semplice ma il passato è un po’ più complesso. E ciò può avvenire quando avrai coscienza di tutti i tuoi ricordi, di tutta la tua linea temporale. “

: “ Non sarà possibile. A tratti ho delle lacune. “

: “ Basterà semplicemente che io liberi i ricordi che cerchi di non riportare alla luce perché ti causano dolore  o paura. Dovrai controllarli, averli tutti in mente… solo così poi potrai bloccare il tempo ed impedire così i Resets. “

: “ Mi pare assurdo. “

: “ Sans, ti prego! Abbi fiducia in te… sei la speranza di Umani e Mostri.”

Sans stette in silenzio per qualche attimo, impensierito dalla grande quantità di informazioni che lo avevano investito. Infine riprese a parlare: “ Metti caso che io ci provi… se non dovessi farcela?

: “ Beh, in quel caso dovrei sigillare me stessa e Tannah nel ciondolo,  lottando all’interno di esso in una battaglia dall’esito incerto. In quel caso non so cosa potrebbe accadere, quali cataclismi si abbatterebbero sulla Terra. Per questo dico che è rischiosa. “

Rimasto muto per altri secondi, Sans trovò in sé una risposta che echeggiava disperata: doveva cercare di porre fine alle sofferenze dei suoi amici, di Papyrus soprattutto.

: “ Va bene. Ci proverò. In fondo basta solo ricordare, no ? “

: “ Non sottovalutare questo compito, ti prego. Sarà terribile... eppure sono certa che ce la farai. Sei l’unico in grado. “ Appena ebbe terminato ciò, con la punta del suo bastone toccò lievemente la fronte di Sans, il quale in breve cominciò a provare un’ansia che lo travolse di colpo, un senso di vertigine gli fece tremare le ginocchia, il capo fu riempito di colpo di mille immagini e suoni che si confondevano tra loro e diventavano un ammasso rumoroso e caotico. Si afferrò la testa fra le mani e cadde in ginocchio davanti a Gardh. Passato il culmine di quella sensazione, respirando affannosamente, si rimise in piedi e fissò intensamente l’angelo: “ Dio… “ Sussurrò.

A quel punto Gardh teletrasportò Sans a casa sua, nella propria camera da letto, per farlo riposare mentre ella, riapparsa nel salottino di Toriel, dava sommarie indicazioni agli altri Mostri.

Lo scheletro si gettò sul letto e si accorse che una mano aveva iniziato a vibrare senza controllo: “ Cosa ho fatto? …

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Chapter 11 Flow of Dreams ***


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 - Chapter 11 -

FLOW OF DREAMS

 

Papyrus s’incamminò verso casa propria con passo meno celere del solito. Stava ancora ripensando alle parole che Gardh aveva pronunciato poco prima nel salotto di Toriel davanti a tutti.

: “ Non ci sarà bisogno del vostro intervento – Aveva detto lei – Solamente Sans verrà con me. “

: “ SONO  SUO  FRATELLO ! – Aveva invece esclamato lui, risentito – DEVO  ESSERCI  ANCHE  IO, IL  GRANDE  PAPYRUS !  SONO  O  NO  UN  GUERRIERO ?! “

: “ Lo sei – Lo aveva rassicurato sorridendo ma dimostrandosi inflessibile sull’argomento – però sarai più utile insieme ai tuoi amici. In caso di necessità ci sarai tu a proteggerli. “

A quella proposta il giovane scheletro si era sentito lusingato e la sua smania di essere utile fu appagata… sul momento.

Gardh aveva assicurato che a Sans non sarebbe successo niente ma che era l’unico, per i suoi poteri speciali, a poterla aiutare nella sua lotta contro Chara. Eppure gli parve che qualcosa non tornasse, che la donna-angelo avesse tenuto nascosto qualche dettaglio. Non era di certo la prima volta che aveva quella percezione, con suo fratello ad esempio era una costante. Da diverso tempo Sans non era più quello di una volta: era divenuto solitario, dedito ai vizi, si divertiva con quelle oscene battute che gli venivano così spontanee, dormiva spesso e anche quando si riposava lo vedeva sempre stanco, fuori forma… e così fragile che il minimo sforzo poteva debilitarlo. Aveva cercato di allenarlo però con scarso successo ed aveva perso la pazienza.

“ SE  VORRÁ  PARLARMI  LO  FARÁ.  SA  CHE  PUÓ  CONTARE  SU  DI  ME.” Si era detto allora. Il tempo passava e Sans non diceva una parola, anzi pareva peggiorare giorno dopo giorno, come se fosse stato prosciugato da una malattia che lo corrodeva.

Mise le chiavi nella toppa ed entrò, respirando l’odore di quelle stanze: gli era sembrata un’eternità da quando era stato rapito da Flowey ed era così contento di esser tornato!  Per prima cosa si mise in cucina a preparare degli spaghetti, pregustandoli con l’immaginazione. Quando ebbe finito si accorse di esser stato così assorto che s’era scordato di chiamare il fratello per mangiare insieme. Dovevano festeggiare il suo ritorno! Gardh lo aveva informato che era nell’abitazione e cominciò a chiamarlo a gran voce: “ SANS !  EHI,  CI  SEI ?  VIENI  A TAVOLA, È  PRONTO!  SANS ! “

Nessuna risposta.

Scocciato, pose vicino al piano cottura le pattine con le quali aveva scolato la pasta e, slacciatosi il grembiule, salì su per le scale per dirigersi in camera del fratello. Entratovi vide che era tutto buio e una massa indistinta giaceva sul letto, respirando forte. Si avvicinò…

 

 

 

Era troppo. Come avrebbe potuto farcela ?

Non era riuscito a salvare suo fratello da una morte che aveva previsto… questo era decisamente troppo per lui. Non era mai stato bravo in niente, sapeva solo infilare il naso nei libri o dietro un telescopio e osservare le cose da lontano. La verità era che era un codardo! Non aveva il coraggio di gettarsi in mezzo alle situazioni per paura, perché era distratto e svogliato, incapace di fare alcunché di buono. Però non era cattivo! Voleva bene a tante persone: Paps, Toriel, Frisk…

: “ L’amore non basta.”

Ancora quelle parole ! Da dove venivano? Un’ombra alta e magra si accostò, allungano le mani su di lui. Indietreggiò per non farsi toccare, spaventato da cosa potesse accadere…

Allora una figura di umana illuminata fermò l’ombra nera e gli disse che non c’era bisogno del suo aiuto, almeno per ora.

L’ombra sorrise …

: “ L’amore non basta, Sans …”

 

 

: “ SANS? SVEGLIATI ! “

Sans sobbalzò, scostando le coperte con forza: “ Che c’è ?! “

: “ SONO  VENUTO  A  DIRTI  CHE  HO  PREPARATO  LA  CENA.  STAI  BENE? “

: “ Sì, tutto ok. Adesso arrivo. “ Gli rispose nascondendo i suoi sentimenti.

Papyrus tornò al piano di sotto con la certezza che il fratello gli stava mentendo. Lo aveva sentito lamentarsi nel sonno, farfugliare qualcosa in tono angoscioso e ciò non andava affatto bene: doveva intervenire in qualche modo per aiutarlo.

Lo scheletro, dopo esser rimasto qualche secondo ancora seduto sul letto per riprendere controllo di sé stesso, si infilò le ciabatte ai piedi e a passo di bradipo raggiunse Papyrus in cucina per consumare la consueta porzione di spaghetti. Era felice di riaverlo a casa, aveva sofferto tanto senza di lui eppure il disagio di quella specie di sogno che aveva avuto lo aveva impensierito. Forse il processo di ricordo era già iniziato ma era indomabile, come un cavallo imbizzarrito ed altrettanto spaventoso.

Mentre le forchette ticchettavano sui piatti, Sans domandò all’improvviso: “ Gaster non è venuto con te? “

: “ OH,  GLI CHIESI  CON  INSISTENZA  DI  VENIRE  A  STARE  DA  NOI,  PERÓ  DISSE  CHE  NON  ERA  ANCORA  IL  MOMENTO.  NON  VOLEVA  IMPORTI  LA  SUA  PRESENZA,  SAPENDO  CHE  ANCORA  NON  LA  GRADISCI.”

: “ Capisco. “ Replicò solamente, tagliando il discorso. Non avrebbe dovuto fargli quella domanda eppure ne aveva sentito il bisogno. Ultimato di mangiare Sans lo ringraziò e gli disse che se lo avesse cercato era in camera in sua: aveva bisogno di riposare. Si aspettò di sentire Papyrus sbraitare sul suo essere pigrone e nullafacente, che doveva impegnarsi per la missione che gli aveva affidato Gardh… invece lo salutò semplicemente e si mise a sistemare. Gli parve strano però salì nuovamente le scale senza aggiungere altro. Ma Paps sapeva perfettamente cosa fare.

Lo lasciò in solitudine per un’oretta, durante la quale si era intrattenuto sistemando la cucina, pulendo  casa, mettendo in ordine per cognome dell’autore i pochi libri che avevano in casa, guardando un po’ di televisione. Infine si decise: era il momento di raggiungere Sans.

Giunto davanti alla sua porta, bussò ed una voce all’interno rispose: “ Chi è ? “

: “ NO, TI PREGO!” Sapeva quello che sarebbe successo: come aveva fatto a dimenticarsi che appena Sans udiva bussare  pretendeva il gioco del “chi è”!

: “ Non ti apro altrimenti. – Poi riprese – Chi è ? “

: “ SONO TUO FRATELLO !”

: “ Marcondiron diron dello? “

: “ NO,  PAPYRUS!  CHI  È  QUESTO  MARCONDIRON?  CI  SONO  ALTRI  FRATELLI  DI  CUI  IGNORO  L’ESISTENZA,  SANS? “

: “ No, per carità, scherzavo. Vieni!

Entrò con cautela e notò che Sans stava leggendo un libro su un letto disfatto. Dopo aver represso il suo istinto di buttarlo giù per rincalzare meglio le coperte, disse: “ TI DISTURBO? “

: “ Affatto! È ora della storia del Coniglietto Sofficetto? “

: “ NO, NO… HO BISOGNO DI SENTIRE UN’ALTRA STORIA.”

: “ Oh… - Sans rimase spiazzato per un attimo – Ma tu adori quel libro.”

: “ CERTO, MA  STASERA  VOGLIO  CHE  TU  MI  RACCONTI  COSA  TI  HA  CHIESTO  VERAMENTE  DI  FARE  GARDH.  RICORDI  CHE  DA  TORIEL  TI  DISSI CHE  PENSO  TU  MI  NASCONDI  DELLE  COSE?  ECCO,  LO  RIBADISCO  E  VOGLIO  CHE  TU  MI  NARRI.”

La determinazione fece brillare gli occhi di Paps e lui ne rimase colpito. Forse doveva davvero iniziare ad informarlo… ma se fosse capitato un Reset tutto sarebbe stato vano. Fece una promessa con sé stesso e poi si rivolse al fratello che non gli staccava gli occhi di dosso: “ Va bene. Possiamo fare domani? Sono davvero stanco stasera.”

: “ DOMANI !  GUARDA  CHE  CI  CONTO  EH?  TE  LO  VERRÓ  A  RICORDARE ! “

: “ Certo. Sicuro che non vuoi il Coniglietto Sofficetto? “

La tentazione fu irresistibile: “ TI ASPETTO IN CAMERA MIA !! “

E saltellò via, contento di aver strappato una promessa al fratello e in fremente attesa del suo racconto preferito. Sans sospirò e pensò intanto che andava nell’altra stanza: “ Se domani sarà ancora tutto così parlerò… se ce la farò.

 

Aveva nevicato parecchio quella notte e il freddo era particolarmente pungente. Gli alberi non erano che immagini statiche. Una delle piante prese vita, si recise da sola e creò un tavolo ben apparecchiato, seduti al quale stavano due figure: uno scheletro e un bambino, intenti a cenare. Lo scheletro disse: “ Non amo mantenere le promesse. Però questa volta non potevo farne a meno. “

Il bambino parve cambiare aspetto e divenne un mostro dagli occhi assassini che con voce demoniaca gli disse: “ Tu non sai mantenere la parola. Sei come tuo fratello… un fallito. “

Sans volle ucciderlo per quell’impertinenza ma si trattenne e rise: “ Eheh, sai cosa ti sarebbe successo se non avessi fatto una promessa in passato? Saresti già morto su quella sedia. “

: “ Ma fammi il piacere. – Ribatté afferrando un coltello che era appoggiato sul tavolo. Poi spinse via  quest’ultimo e fece apparire il corridoio del re nel suo antico splendore – Hai paura perfino della tua ombra. “

: “ Forse. Di certo non temo la tua, marmocchio…” Dicendo questo però notò che effettivamente l’ombra che la luce rifletteva si stava trasformando in quella di Gaster e Sans fu colto dal panico per quella distorsione.

: “ Che ti dicevo? – Lo schernì quello che non poteva più chiamato bambino – Non hai speranze contro di me. Giocherò con voi per sempre e sarà mio spasso vederti rantolare nel terrore ! “

La risata disturbante lo assordò ogni cosa divenne di color rosso mentre con una mano reggeva la testa mozzata di Papyrus e la faceva rimbalzare come una palla.

: “ Basta !! “

 

Si destò in un bagno di sudore, tremante e con un affanno che pareva mordergli la gola, privandolo di una regolare respirazione. Era mattina, era ancora nella casa in Superficie, non c’era stato alcun Reset… Quel flusso di sogni lo stava intontendo e cominciava a perdere la cognizione della realtà.  Gardh aveva ragione: non è facile controllare il passato. Tante scene si mischiavano assieme e creavano fantasmi dalla consistenza palpabile giacché quelle cose le aveva vissute davvero.

: “ SANS !! – Papyrus si presentò di buon ora, gettandosi nel letto del fratello – BUONGIORNO !! OGGI  MI  DEVI  RACCONTARE,  HAI  PROMESSO! ”

Era la conferma che tutto era rimasto uguale e Paps non aveva perso la memoria… non ancora almeno.

: “ SANS?  PERCHÉ  FAI  QUELLA  FACCIA?  HAI  DORMITO  MALE?  PERCHÉ  NON  MI  RISPONDI?“

 

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Capitolo 12
*** Chapter 12 Training a Hero ***


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 - Chapter 12 -

TRAINING A HERO

 

: “ SANS, PERCHÉ NON MI RISPONDI?”

: “ Scusa Paps, mi sono distratto. Senti, per quella cosa che dicevamo ieri… io non so…”

: “ AH, COME ! VUOI RITIRARE LA PROMESSA? NON PUOI! “

: “ Non è così facile…”

: “ DICIAMO LE COSE COME STANNO: TU CREDI CHE IO SIA UNO STUPIDO, CHE NON POSSA CAPIRE, NON È COSÍ?! “ Era raro vedere Papyrus arrabbiarsi seriamente e in quel momento lo sguardo corrucciato era un brutto segnale.

: “ No, no! Lo sappiamo entrambi che sei il più intelligente tra noi due.”

: “ E  ALLORA  ANCORA  PEGGIO! VUOL  DIRE CHE  NON  TI  FIDI  DI  ME!  SE  È  COSÍ …  AVREI  PREFERITO  CHE  MI  CONSIDERASSI  STUPIDO. “ Le sue domande erano pressanti ma erano la voce di impellenti chiarimenti e confessioni rimandate per tanto tempo.

: “ Cosa dici ! Non fidarmi di te? Sei la sola persona che abbia al mondo! Sei mio fratello… ti voglio bene.. se non avessi te io… “ Anche sulle emozioni stava perdendo il controllo: iniziò a tremare, la voce si spense e trattenne a fatica le lacrime. Tutti quei ricordi erano troppi, eccessivamente veloci e tutti insieme! Era davvero difficile.

: “ SCUSA SANS,  NON  TE  LA  PRENDERE… LO  SO  CHE  MI  VUOI  BENE  ( E COME  NON  POTRESTI ),  MA  IO  NON  CAPISCO  TUTTA  QUESTA  SEGRETEZZA CON  ME.”

: “ Sarebbe inutile! Non ricorderesti…”

: “ AH AH ! – Esclamò con una esultanza amara – VEDI CHE MI RITIENI UNO STUPIDO? “

: “ Papyrus, ti prego, non è così! Non potresti tu come non potrebbe nessuno. Nessuno ricorderebbe le mie parole perché vi verrebbero… cancellate. “

: “ CANCELLATE? DA CHI? “

: “ Da Frisk. “Disse dopo un attimo di pausa.

: “ FRISK?! “ Ripeté allibito.

: “ Lui ha dei poteri speciali superiori ai miei. Lui può a suo piacere cancellare linee temporali, ricominciare, salvare e tornare a un punto prestabilito. Questo potere si chiama Reset. “

: “ NE AVEVA ACCENNATO GARDH, PERÓ RIFERITO A CHARA! “

: “ Chara non è il solo che può utilizzarlo, anzi se lui esiste ancora oggi è grazie a Frisk e alla sua determinazione. “

: “ COME PUÓ ESSERE?! “

: “ Vedi, tu conosci questo Frisk: dolce, amichevole, amico di tutti. Ma non è sempre stato così. Lui, con i Resets, si è comportato in tanti modi diversi e ha fatto delle cose che hanno cambiato il corso delle nostre vite. “

: “ QUALI COSE? “

: “ Di tutti i tipi, spesso non buone. – Prese coraggio e concluse la frase – Ha ucciso. “

: “ LUI?! UCCISO?! CHI?! “

: “ Mah… dipendeva dal suo estro. A volte Toriel, Undyne o Asgore, in altre occasioni faceva una strage. Per lui era come essere in un videogioco. “

: “ FRISK  CAPACE  DI  QUESTO?  UCCIDERE  TUTTI!  VUOI  DIRE…  ANCHE  NOI  DUE? “

: “ Sì.

: “ POSSIBILE…! MA  SCUSA,  COME  FAI  A  RICORDARE  QUESTE  ALTRE   TIMELINE?  PER  I  TUOI  POTERI,  VERO? “

: “ Credo di sì, però spesso non ho ricordi nitidi. Sembravano sogni, incubi o realtà.”

: “ QUINDI  SE QUALCHE   MATTINA TI  VEDEVO  STRAVOLTO  ERA  PERCHÉ ERA  AVVENUTO  UN  RESET? “

: “ Ah, può darsi, difficile dirlo. Non li so più distinguere da un pezzo. “

: “ DA  QUANTO  TEMPO  AVVIENE  TUTTO  QUESTO? “

: “ Ammetto di aver perso anche la cognizione del tempo. Ma abbastanza da perdere la voglia di tentare di reagire a un gioco che si ripeteva senza fine. Tentai, non credere, di cambiare le cose. Non è servito a niente, qualsiasi cosa facessi.”

: “ OH SANS…  - Sospirò contrito – È TERRIBILE ! ORA  CAPISCO  DAVVERO  TUTTO !  LA  TUA SVOGLIATEZZA,  LE  TUE  SOLITUDINI… ED  IO  NON  HO  FATTO  NULLA  PER  TE. BEL  FRATELLO  CHE  SONO… SONO  PESSIMO! “

: “Paps, non potevi fare nulla giacché non potevi sapere. Io stesso te lo nascondevo il più possibile. Rivelartelo sarebbe stato un dolore inutile: dopo ogni Reset avresti dimenticato, come tutti gli altri. “

: “ GARDH  CI  HA  DETTO  CHE  QUESTA  VOLTA  È  DIVERSA E  CI  CREDO : I  RESETS  NON  CI  SARANNO  PIÚ  E  I  TUOI  INCUBI  FINIRANNO,  RIAVRAI  LA TUA  VITA  E  SEREMO  FELICI!  IO,  PROPRIO IO,  TI AIUTERÓ  ALLENANDO  I TUOI  RICORDI  E  SARAI  L’EROE  DEI  MOSTRI  COME  TUO  FRATELLO,  IL  GRANDE  PAPYRUS! ”

: “ E come pensi di fare? Mica puoi entrarmi in testa.”

: “ NO,  MA  POSSO  SPINGERTI  NELLA  TUA  TESTA! – E gli afferrò il cranio –  DIMMI.  MI HAI  MAI  VISTO  MORIRE ?”

: “ Credo una volta. “

Sans chiuse gli occhi e rivide quel momento come se avesse avuto luogo in quel preciso istante . . .

 

Mi ero allontanato dalla mia postazione per fare un giro e sgranchirmi le ossa. Passavo  dietro i tronchi degli alberi e le case per non essere visto, magari potevo fare qualche scherzo. D’un tratto raggiunsi il confine di Snowdin, dove stavi parlando con l’umano. Tu eri in piedi e gli parlavi di amicizia, di conoscervi meglio, di fargli apprezzare i puzzles. Allargasti le braccia e sorridesti. Lui invece era rimasto impassibile, con lo sguardo scocciato e rigido nella sua posizione ritta. Era davvero inquietante e anche tu lo avevi notato, però non gli davi importanza. Tu volevi fidarti di lui… All’improvviso lui alzò la lama del coltello che impugnava nella destra. Si gettò su di te e…

 

: “ E…? “ Incalzò Papyrus anch’egli in apprensione per il racconto.

 

Ti staccò la testa con un colpo solo. Il corpo cadde in ginocchio ed infine si dissolse al vento freddo in polvere. Il tuo teschio invece parlava ancora e dicevi...

“ BEH, NON INTENDEVO  PROPRIO UNA COSA DEL GENERE, MA IO CREDO ANCORA IN TE. PUOI FARE DI MEGLIO. SO CHE PUOI, ANCHE SE TU NON LO PENSI. “

 Lui premette con un piede sulla tua bocca e con uno scricchiolio agghiacciante frantumò i tuoi resti … Ed io vedevo … Io vedevo…

 

Sans riaprì gli occhi e respirò a fatica, come se si fosse destato da un sonno agitato.

: “ SANS,  COSA  È  SUCCESSO?  PAREVI  FUORI  DI  TE!”

: “ Sono i ricordi che mi appaiono come immagini vive. Gardh mi ha detto che, per usare i miei poteri nella battaglia finale, devo saper controllare la linea temporale del passato e per fare ciò  ha liberato nella mia mente tutto quello che cercavo di obliare.” Quel flusso di coscienza lo stava spingendo ad essere onesto fino in fondo con suo fratello, anche se non capiva quanto fosse un bene.

: “ E  COME  FARAI  A  CONTROLLARLI?”

: “ Non lo so, ricordo solo delle scene. Forse però è troppo per me.”

: “ NO NO, CE LA PUOI FARE! CONTINUA A RACCONTARE. CHE ALTRO PUOI VEDERE?”

: “ Va bene … “

 

Ero paralizzato. Aspettai che l’umano se ne andasse per recuperare la tua sciarpa. Era ancora calda del recente omicidio. Non seppi parlare per giorni e giorni. Posai la sciarpa sul tuo letto e mi misi alle calcagna dell’umano per tutto il suo viaggio. Non risparmiava nemmeno i fiori, distruggeva qualsiasi cosa respirasse. Era spietato, senza rimorsi, sempre con quella faccia inespressiva che metteva ansia anche da lontano. Quei pochi che sopravvivevano si nascondevano in ogni angolo, percependo la minaccia che camminava per le strade. Io non sapevo cosa fare. Da una parte volevo cercare di fermarlo, di chiedergli perché stesse facendo del male a degli innocenti, perché ti avesse ucciso così vilmente. Dall’altra però ero bloccato.

 

: “ PERCHÉ ? “ Gli domandò Papyrus.

 

Forse perché… avevo paura. Quello sguardo diventava sempre più folle ad ogni cadavere, era assetato di morte, immergeva le piccole mani nella cenere dei defunti e ci giocava in maniera macabra. Continuavo ad osservarlo da lontano, nella speranza che capisse le sue crudeltà, che si pentisse… Attesi invano. Nel frattempo la mia angoscia… la mia angoscia cresceva quando sorrideva…

 

Sans si riprese di nuovo, maggiormente in apprensione, e strinse tra le dita ossuta le lenzuola. Iniziava ad avvertire la fatica che comportavano quelle visioni.

: “ SEI  STRAVOLTO!  FRATELLO,  TI  PREGO  RIPOSATI  UN  PO’ !”

: “ No, Papyrus. Devo andare avanti o perderò il coraggio.”

Papyrus lesse la determinazione di Sans e lo incoraggiò: “ VAI  AVANTI  ALLORA.  COSA  ACCADDE  DOPO?”

 

Ricordo… che ad un certo punto vidi che si stava avvicinando senza ostacoli al palazzo del Re, accompagnato a tratti da un piccolo fiore giallo. Era Flowey. Una nuova forza mi spronò, mi mosse  e mi convinse che tanta malvagità non poteva restare impunita, non potevo continuare a fare finta di niente. Inoltre la vendetta mi stava soffocando  e non potevo resistere. L’umano giunse nel corridoio nel re con passo spavaldo. A metà di esso gli sbarrai la strada. Gli parlai.

Ehi. Ti sei dato da fare, eh? Comunque, avrei una domanda da farti. Credi che anche la peggiore delle persone possa cambiare? Che tutti potrebbero essere buoni, se ci provassero?

Lui non rispose ed avanzò di due passi.

Eheh. Va bene. Eccoti un’altra domanda. Vuoi passare un brutto quarto d’ora? Perché se fai un altro passo avanti, non credo proprio che ti piacerà quello che succederà.

Zitto, avanzò.

Eh eh. Scusami, signora. È per questo che non prometto mai nulla.

Pronunciai delle parole che mi sembravano stantie, ripetitive eppure sempre piene di nuovo dolore.

È una bella giornata fuori. I fiori sbocciano, gli uccelli cantano. In giorni come questi i ragazzini come te… dovrebbero bruciare all’inferno.

Poi dissi altro mentre combattevo. Avveniva a turni. Io non solo stavo combattendo contro di lui, ma anche contro me stesso… lui un tempo forse era stato diverso. No, ne ero sicuro! E dissi altre cose.

Che strano, prima di tutto questo speravo che saremmo potuti diventare amici. Ho sempre creduto che l’anomalia ci fosse perché eri infelice. E che quando avresti avuto ciò che volevi, avresti fermato tutto questo. E che forse quello di cui avevi bisogno era… non lo so… un po’ di cibo, qualche risata, un po’ di amici…

Amico, non ti ricordi di me?

Ridicolo, non è vero? Già, tu sei il tipo di persona che non sarà MAI felice.

 

Continuammo a combattere. Quante volte, oh quante ! Riuscivo ad ucciderlo con le mie ossa acuminate, incenerendolo con un laser, avvelenandolo con quello stesso che stava consumando la mia vita. Vidi la sua anima spezzarsi davanti a me e non provavo rimorso, non dopo quello che lui aveva fatto. Però le mie forze diminuivano e lui tornava sempre, sempre… cominciai a pensare che mi avrebbe ucciso se non avessi fatto qualcosa.

Dopo la mia prossima mossa userò il mio attacco speciale.

Lo tenni bloccato nel mio turno. Non sapevo come fare per sconfiggerlo ed impedirgli di arrivare alla superficie. Dovevo comunque tentare il tutto e per tutto per fermare la sua avanzata. Però ero davvero tanto stanco: di combattere, di farmi domande, di resistere. Sentì i suoi passi avanzare verso di me mentre avevo gli occhi chiusi per il torpore che mi aveva assalito. La lama vibrò nell’aria ed io la avvertì, per cui seppi schiavarla.

Ehe, davvero credevi che ti avrei la…

Ah… mi aveva colpito… Faceva male. Mi aveva squarciato il petto. Il dolore mi era familiare eppure era potente uguale. Persi sangue e ne sentivo il sapore in bocca.

… Quindi è finita, uh? … una cosa… non dire che non ti ho avvertito.

Gli avevo detto tante altre cose, però chissà quali. Mi alzai. Non volevo dargli anche la soddisfazione di vedermi morire. Mi trascinai a fatica, cercando di reggere con una mano la ferita quasi per impedire di morire, eppure lo avevo desiderato. O forse avevo solo sperato che quell’agonia terminasse.

 

Oh beh, io vado da Grillby.

Papyrus… tu che prendi?

 

Stavo morendo… sto morendo…sto svanendo…

 

: “ SANS !  SANS,  SVEGLIATI!  NON  STAI  SVANENDO,  SONO  QUI,  SANS ! “

Lui si ridestò tremando violentemente, sbarrò gli occhi ed emise un grido soffocato.

Papyrus lo afferrò e lo strinse a sé saldamente, accarezzandogli la schiena.

: “ BASTA  COSÍ.  È  SUCCESSO  TANTO  TEMPO  FA.  ADESSO  SEI  AL  SICURO, SONO  QUI,  SANS. “

Sans non riusciva a piangere, ormai avvezzo a quelle immagini  e ricambiò l’abbraccio, nascondendo il volto nel petto del fratello per godere della consolazione di qualcuno che gli diceva che andava tutto bene. Eppure sapeva che non era davvero al sicuro, che doveva ancora proteggere lui tutti quanti… ma in quel momento non ci pensò e volle restare stretto a Papyrus per parecchio tempo, quasi volesse essere sicuro che stava toccando l’amato fratello.

 

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Capitolo 13
*** Chapter 13 To the Core ***


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 - Chapter 13 -

TO THE CORE

 

Le visioni vivide che scossero i ricordi di Sans proseguirono per tre giorni, alternandosi tra momenti di felicità in una timeline perduta ad atroci fatti di sangue. Papyrus non lasciò mai solo il fratello se non per preparare i pasti: la sua dedizione fu totale e prese seriamente il suo ruolo di allenatore della memoria di Sans. Nonostante la sua determinazione cominciò a patire un po’ di spossatezza per quei racconti che facevano raccapricciare il suo animo e lo rattristavano, specialmente ripensando al fatto che Sans aveva sofferto per tanto tempo in silenzio senza che nessuno lo facesse sfogare. Tutto quel dolore che riemergeva come un fiume dissotterrato non era facile da contenere e da accettare. Paps forse avrebbe dovuto soffermarsi a riflettere: Frisk era stato spietato, aveva fatto del male a tante persone ed aveva giocato con le loro vite per puro divertimento, dimentico del rispetto, dell’amicizia, della bontà che gli era stata concessa… Se si fosse soffermato su ciò probabilmente avrebbe provato sentimenti contrastanti e magari, per la prima volta nella sua esistenza, si sarebbe dovuto confrontare con la rabbia o l’odio per quelle ingiustizie a lungo perpetrate impunemente dal bambino. Ma non lo fece, o quanto meno non volle affrontare la cosa: doveva concentrarsi sul fratello che aveva bisogno di lui e dimostrarsi forte, incoraggiarlo nel suo compito. Scoprire il passato però permise anche a Papyrus di avere un quadro più nitido e se da una parte voleva evitare a Sans i dolori e le angosce nascondendolo nei suoi abbracci e nelle sue premure, dall’altro era in trepidazione ed assetato di notizie per comprendere,  forse tra le altre cose, se stesso.

Con il trascorrere delle ore e delle immagini Sans provava un minor senso di smarrimento e una maggiore padronanza, consapevole veramente dell’alternanza avvenuta tra un destino pacifico, neutrale o genocida. Avvertì in sé un controllo che non aveva da chissà quanto sulla sua vita e questo lo fece sentire più forte e convinto di poter portare a termine la sua missione, cambiare la storia ormai logora e portare una pace perpetua.

Sapeva che c’erano ancora dei pezzi, ancora più remoti, che bussavano nella sua testa come alla porta del cuore ma non volle tornare così indietro. In fondo non lo credette essenziale: per affrontare Tannah era importante avere in mente i Resets iniziati da Frisk. Così almeno volle convincersi.

La mattina del quarto giorno, dopo aver fatto colazione, si rivolse al fratello che gli stava davanti anch’egli intento a mangiare: “ Oggi vado.”

: “ DOVE,  SANS?”

: “ A sgranchirmi le ossa.”

: “ TU  NON  FAI  PASSEGGIATE  SENZA  MOTIVO.  SEI  TROPPO  PIGRO.”

: “ Eh, ma prima o poi dovrò fare … la prima mossa.”

Papyrus rimase interdetto e fu tentato di ingoiare per il intero il cucchiaio che reggeva in mano, salvo poi trattenersi: “ SANS,  FARÓ  FINTA CHE  TU  NON  ABBIA  DETTO  NIENTE.  SEI  ANCORA  SCONVOLTO  DALLE  VISIONI.”

: “ Hai ragione, probabilmente sono ancora… scosso.”

: “ HO  CAPITO  COSA  STAI  CERCANDO  DI  FARE!  VUOI  CHE  IO  TI  BUTTI  FUORI  DI  CASA  SENZA  DIRMI  DOVE  VAI. FATICA  SPRECATA,  IO  LO  SO  GIÁ. – Sans tacque, sentendo il tono basso che aveva assunto il suo energico fratello. Si fissarono nelle cavità oculari come se si leggessero i rispettivi pensieri. Paps fu il primo a manifestarli – SEI  SICURO ? “

Quello asserì, tentando si allentare la tensione: “ Ehi, fratello, mica vado al patibolo! Tranquillo che sarò presto di ritorno.”

: “ VOGLIO  VENIRE  ANCHE  IO. “

: “ Fuori questione. Non ricordi quello che ha detto Gardh?

: “ CERTO! PERÓ  NON  POSSO  LASCIARTI  ANDARE  DA SOLO. “

: “ Sei molto premuroso – Gli rispose, usando un escamotage necessario per farlo desistere – Ma se sei così insistente vuoi dirmi che non credi che possa farcela?”

L’idea ebbe effetto e Papyrus replicò immediatamente: “ NO  NO, ASSOLUTAMENTE  ! IO  PENSO CHE  SARAI  FANTASTICO! OVVIO, CON  L’ALLENAMENTO  CHE  TI HO  FATTO ! EPPURE … - Si rimangiò subito le parole prima ancora di averle espresse – LO  SO, SARAI  FORTISSIMO  PERCHÉ  LO SEI ! NON  DUBITARE DI TE !”

Sans lo ringraziò e si alzò da tavola per dirigersi verso la porta. Paps lo seguì ma prima che uscisse di casa lo abbracciò nuovamente e gli disse infine con profondità di sentimento: “ TI  PREGO, NON  PERDERE  LA  SPERANZA!  ANCHE  SE TI  SEMBRERÁ  DIFFICILE, CONTINUA  A  PROVARE. NON  ARRENDERTI, SANS !  SONO CON TE. “

Ricambiando quel gesto affettuoso, lo scheletro ebbe la percezione che l’energia vitale di Papyrus lo avvolgesse con un’aura protettiva e gli fu grato per quell’incoraggiamento.

Richiuse la porta alle sue spalle e s’incamminò in direzione dell’abitazione di Toriel. Giunto nei pressi, chiuse gli occhi e chiamò con la mente l’angelo, il quale apparve in pochi secondi.

: “ Ciao, Sans. “ Lo salutò ella sempre con quella dolcezza che la contraddistingueva e la rendeva simile a Frisk.

: “ Sono qui. Quando andiamo? “ Le domandò senza mezzi termini.

: “ Ne sei certo? Non voglio che tu venga in battaglia se non sei pronto.”

: “ Non sarei qui se non lo fossi, no? E poi sai come si dice: prima si va, prima si finisce.”

: “ Il tuo buonumore mi dà fiducia. Allora incamminiamoci: Tannah ha deciso di rendere il Core la sua dimora momentanea, base del suo nero dominio. “

 Quel nome lo fece rabbrividire per un momento: proprio quel luogo? Teatro di quei ricordi che Sans non aveva voluto ancora affrontare? In effetti era coerente: il Core era la fonte energetica dell’Underground e se egli aveva bisogno, come detto da Flowey, di recuperare forze per iniziare il suo attacco alla Superficie. Era logico.

Ciò nonostante non gli parve una semplice coincidenza.

 

Gardh rassicurò lo scheletro che gli amici sapevano che lui stava per affrontare la lotta e gli mandavano i loro auguri più sinceri di buona fortuna. L’angelo sostenne che non era conveniente salutarsi tutti assieme, col rischio di creare malinconie, pianti o presagi di addii che non dovevano esserci per distrarli. Sans in particolare doveva restare concentrato.

: “ Avevi ragione – Disse lui mentre si dirigevano verso l’ingresso del Monte Ebott – non è stato per niente semplice affrontare le linee temporali del passato. Ma ce l’ho fatta grazie a mio fratello. Spero che il tuo piano funzioni, perché non voglio che soffra.”

: “ Non accadrà. A costo di sacrificare la mia vita, non lo permetterò. “

Sans sorrise un po’ cinico, quasi non si fidasse completamente. Non gli sembrava ancora possibile che presto avrebbero avuto un lieto fine, che sarebbe riuscito in un’impresa che solo all’udirla pareva assurda. Poi gli tornarono alla mente le parole di Paps: non perdere la speranza. Aveva smesso di cercarla, come aveva smesso di credere alle favole da piccolo, ma brillò il desiderio di voler dare una possibilità alla sorte.

: “ Gaster, che ci fai qui? “ Domandò Gardh, fermandosi di colpo e rivolgendosi ad un albero, proprio a pochi passi dall’ingresso dell’Underground.

Lo scheletro non fece in tempo a chiedersi se la donna fosse impazzita che apparve la figura esile di Gaster.

: “ Voglio venire con voi. Non posso lasciarvi andare da soli. “ Affermò lui, palesando una sicurezza che solo nella battaglia contro Flowey Omega aveva dimostrato.

: “ Sei gentile  a preoccuparti ma veramente, non è il caso. “ Ecco perché aveva voluto evitare gli incontri: erano struggenti e persuadere un caro a lasciarli andare era arduo.

: “ Lo sai che ho forti poteri, Gardh. Sarò utile.

 

DEVO PARLARGLI, NON CAPISCI?

 

[ Devo parlargli, non capisci? “ ]

 

L’angelo, comprendendo il suo linguaggio misterioso, gli rispose senza far intendere a Sans : “ Conosco le tue capacità però devo pregarti di desistere. Per quanto tu sia potente in questa occasione potresti essere… un ostacolo. Cerca di capire.”

: “ Oh, finalmente qualcuno che fa un’affermazione decente. “ Intervenne con tono sagace lo scheletro mettendosi le mani nelle tasche della felpa.

: “ Ancora così rude con me, Sans? “ Gli chiese rammaricato Gaster, spostando il proprio corpo magro che pareva avere la consistenza di una stoffa leggera.

: “ Non ho motivo di fare altrimenti. “ Vederlo in quel momento che cercava di fare il fratello protettivo lo innervosì e si impuntò nell’idea di volergli dimostrare che sapeva cavarsela benissimo da solo, come aveva fatto fino a quel momento.

: “ Non posso lasciarti andare ad una battaglia fatale con questo pensiero di me.”

: “ Cosa c’entri tu, adesso?

: “ Sans… quel giorno mi gettai, hai ragione, lo feci di mia spontanea volontà. Ma non per il motivo che pensi. Credimi stupido, smemorato, incapace ma non che non amassi te e Papyrus!  “ La veemenza implorante con la quale si stava esprimendo era intensa e la sua sincerità lo rese perplesso.

: “ Non temere, Gaster. – Proferì Gardh, rompendo il silenzio che si era creato e preoccupata di interrompere quel dialogo – Andrà tutto bene… ma non possiamo discutere ora! Abbi pazienza, amico mio, torneremo il prima possibile. Sans, andiamo. “

 

TI SCONGIURO, SANS! RICORDA CHE TI VOGLIO BENE. TI PROTEGGERò.

 

[ Ti scongiuro, Sans ! Ricorda che ti voglio bene. Ti proteggerò. ]

 

Forse c’era davvero qualcosa che non ricordava in merito a quella faccenda. Egli iniziò a dubitare di ciò che aveva visto anni fa, da una parte però credette che quel fare contrito fosse un mezzo per farsi perdonare, inventando una nuova realtà per eludere le sue colpe. Eppure quel fervore che traspariva dallo sguardo, quella pietà che sgorgava da quella voce prostrata gli avevano intenerito il cuore, facendogli sovvenire le parole di Papyrus quando lo aveva pregato di non detestare il loro fratello maggiore. Si smosse in lui una pietà che non provava da tempo ma Gardh gli toccò una spalla per ridestarlo dai suoi pensieri: un combattimento decisivo doveva essere vinto prima, per cui Sans mise da parte quei sentimenti come sapeva fare bene e seguì i passi dell’angelo.

Oltrepassarono nuovamente la soglia dell’Underground immergendosi nell’oscurità davanti agli occhi di Gaster.  

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Capitolo 14
*** Chapter 14 The Break Solution ***


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 - Chapter 14 -

THE BREAK SOLUTION

 

Pensandoci, c’era qualcosa di divertente in quella situazione. Spesso aveva immaginato, durante i suoi sonnellini a Snowdin, come sarebbe finita la storia di quella sua vita disgraziata. Non poteva godere del requiem eterno giacché Frisk continuava a ricaricare la partita per proseguire il suo spasso, per cui aveva creato delle ipotesi per cercare di porre la parola “game over”. Nulla si era mai avvicinato a ciò che stava vivendo: l’apparizione provvidenziale di Gardh, il ritorno inaspettato del fratello Gaster, la sopravvivenza di Papyrus e il suo prezioso aiuto nel controllo sui ricordi delle passate linee temporali. Gli veniva da sorridere perché non era riuscito a prevedere lontanamente queste cose. Oltretutto ancora non si sentiva sicuro che il piano architettato dall’angelo sarebbe andato in porto: troppe volte era stato deluso da svariati tentativi e ancora cercava di proteggersi con lo scudo del cinismo.

Gardh illuminava il cammino con il bastone legnoso che fungeva da faro in quell’umidità oscura;  la sua fermezza nel passo faceva pensare che ella sapesse ogni strada dell’Undergorund come se ci fosse vissuta per anni. L’angelo, intuendo questo dubbio nel suo compagno, disse che riusciva a percepire l’energia di Tannah e questo la rendeva sicura nella sua guida. Sans annuì, in verità poco interessato.

Ad un tratto si fermarono, vedendo che c’era un grande cratere difficilmente superabile e così lo scheletro ne approfittò e intervenne: “ Perdonami, ma io avrei una proposta più rapida per raggiungere Hotland: usiamo una scorciatoia.”

Lei si voltò e rispose: “ No, se lo fai potrebbe avvertire la tua energia vitale mentre io voglio tenerti nascosto il più possibile per farti agire furtivo. Lo farò io, anche se verrò già scoperta. “ Così, senza che Sans potesse aggiungere altro, con il suo bastone tracciò la forma di un piccolo triangolo sul suolo e appena lo ebbe finito batté con la punta al centro di esso. In questo modo furono teletrasportati direttamente all’ingresso della centrale avvolta dal calore della lava sottostante.

Il Core aveva mantenuto la sua apparenza esteriore di un maniero costruito con tubi e canali però, oltre al suo alone blu, vi erano anche ombre oscure che lo rendendevano ancora più lugubre rispetto al passato. E non solo sulle mura, ma anche sul resto della regione pesava una nube minacciosa da covo di una qualche bestia feroce.

Entrambi respirarono profondamente ed oltrepassarono l’entrata in silenzio, dopo che le porte si aprirono automaticamente grazie alla fotocellula. Calpestarono i pavimenti ornati di intricati motivi, riuscendo ad orientarsi con la luce artificiale che i ronzanti condotti al neon emanavano.

: “ Prendiamo l’ascensore – Disse Gardh, sempre meno serafica e più seriosa mentre pigiava con un pulsante  – Appena arrivati ci sarà un ponte da sorpassare, dopo di che ci sarà una sala con alcuni vecchi macchinari. Tu cerca di nasconderti dietro uno di essi, io invece terrò impegnato Tannah. Tutto chiaro? Dobbiamo agire con fermezza. “

: “ Quando dovrò entrare in azione?” Domandò Sans con il medesimo tono.

: “ Cercherà di attuare il Reset attraverso un particolare incantesimo: alzerà la mano verso l’alto e tenterà di far apparire una casella diafana. Sarà lì che lo bloccherai.”

: “ Ricevuto.”

Entrarono nell’ascensore e furono sollevati da terra fino al secondo piano, superando cavi sospesi e luci intermittenti. Stettero muti qualche secondo, poi la ragazza ruppe il silenzio e tornò ad essere dolce come suo solito: “Ti ringrazio di cuore. So che non è facile per te essere qui.“

Lui fece spallucce e sorrise rigidamente per simulare una tranquillità che non aveva.

Ella lo intuì e  si inginocchiò per porsi alla sua altezza: “ Non temere, Sans. Andrà tutto bene, te l’ho promesso. “

: “ Lo ricordo. Solo che non mi piacciono le promesse perché sembra che portino già in loro la delusione.”

: “ A questa puoi credere. Abbi fiducia in te stesso e non perdere la speranza.”

E gli dette un bacio lieve come un respiro di foglia sulla fronte ossuta, facendolo leggermente imbarazzare per quel gesto materno fatto proprio in quel momento.

Giunsero a destinazione quando udirono un acuto suono.

Da quel momento tornarono seri entrambi e con brevi cenni si intesero: era ora di agire.

Come aveva detto l’angelo oltrepassarono un ponte che collegava ad un locale pieno di macchine alte e massicce, perfette per celarsi e come concordato Sans si mise dietro alla prima che vide mentre Gardh avanzava, facendo svolazzare la tunica. Lo scheletro spiò da quella posizione privilegiata la situazione.

Verso il fondo della sala c’era qualcuno seduto per terra, di spalle, intento a fare qualcosa di non molto chiaro.

Sans credette che fosse Frisk dal maglione a righe che indossava e dal taglio dei capelli castani, infatti si sentì quasi venir meno per il timore che fosse lui.

Gardh si fermò a pochi metri dal bambino e disse imperiosa: “ Voltati, dannato. Non puoi più sfuggirmi.”

Il bambino interruppe la sua attività, si girò prima torcendo il busto e poi mostrandosi in tutta la sua figura.

Non c’era dubbio per lo scheletro: quello era Frisk, quando lo aveva visto nel corridoio del re! Lo sguardo impregnato di sangue, il sorriso sadicamente beffardo… Ma no, si sbagliava: era Chara, il Primo Umano, riesumato dalla tomba con la magia di Tannah e la malvagità di Frisk.

Chara finalmente parlò con una acuta voce disturbante: “ Troppo tardi. Non puoi più fermarmi.” Dicendo ciò si portò la mano destra sulla parte sinistra della tempia e con grande orrore il pargolo sollevò la pelle rosea, strappandosela diagonalmente quasi fosse stata una molle maschera di cera. Rivelò così la vera lurida materia di cui era fatto.

Sans si trattenne dal rigettare per il disgusto di quella scena: voleva coprirsi gli occhi però una irresistibile curiosità lo costrinse a restare ad osservare.

Il demone si spogliò del corpo di Chara e lo gettò di lato con una pedata, come fosse stato un vecchio costume di Halloween. Tannah allora apparve nella sua reale configurazione: aveva dei contorni vagamente antropomorfi per la presenza di un paio di braccia, due gambe, un tronco ed una testa, però il resto era mostruoso. Dagli occhi composti solo di un’iride rossa, colava una sostanza oscura e gelatinosa che gocciolava fino alla bocca munita di fauci a doppia arcata. Dietro la schiena comparvero altre bocche, le stesse appartenute a Flowey Omega. Doveva averlo assorbito in sé rendendosi ancor più terribilmente mutante. Al posto delle mani aveva lunghi artigli ricurvi, i medesimi che si vedevano alle unghie dei piedi. Il corpo, esile ed agile alla maniera dei ragni,  era totalmente nero, rivestito da una peluria dalle sfumature violacee.

Sans deglutì per cercare di non avere la gola secca dal nervosismo ma fu impossibile trovare ristoro. Gardh aveva lottato per secoli contro quell’obbrobrio della natura?! Doveva certamente avere coraggio nonostante il suo aspetto dolce.

Tannah favellò: “ Non hai speranze: ho due anime potenti in me e verrai spezzata via insieme al resto di quegli insulsi sulla Superficie.”

: “ Restituisci quelle anime! Non ti appartengono. In me ci sono tutti gli spiriti del creato: arrenditi subito o sarai schiacciato dal giudizio!”

Quando dialogavano, l’angelo e il demone si rispondevano con un botta e risposta che denotava una lunga conoscenza. In quel momento Sans si immedesimò in Gardh, la quale anch’ella era alla resa dei conti con un nemico storico che tornava sempre e dal cui scontro non c’era mai un vero vincitore, per cui si combatteva perpetuamente. Fu quel pensiero che lo fece di smettere di tremare: forse non era solo.

Tannah rise: “ Solito copione! Non capisci che questa volta è diverso?”

: “ Sì, è diverso: questa volta la sentenza è chiara. Sparirai dalla faccia del pianeta e non ci saranno Underground abbastanza profondi dove rintanarti!”

La ragazza sollevò il suo bastone e dopo averlo fatto roteare tre volte una magia avvolse l’oggetto di un bagliore verdeggiante che lo trasformò in un’arma vera e propria. Infatti una lama lucente prese il posto della pietra coronata di foglie e il pacifico pezzo di legno divenne un’enorme falce, impugnata a due mani da una agguerrita Gardh che concluse: “ È ora di estirpare l’erbaccia.”

Sans pensò, ammirandola: “ Quando si dice… double-face!”

Senza altre parole cominciò la lotta tra le due entità tra attacchi, schivate, colpi sfiorati, finte ed usavano tutto il perimetro della stanza fino a sfondare la parete in fondo, svelando un’ulteriore sala scientifica. Tannah tentava di ferire Gardh con i suoi artigli, palle di fuoco o proiettili esplosivi ma l’angelo conosceva troppo bene quelle mosse e con la leggerezza d’una libellula veniva solo scalfitta.

Vedendosi in difficoltà, il demone intuì che le loro forze parimerite avrebbero riprodotto un conflitto nuovamente senza la conclusione sperata. Gardh era ancora potente nonostante lui possedesse in sé due anime umane ( quella di Chara e quella di Frisk ). Si indispettì a tal punto per il suo piano a rischio di fallimento che decise per puntiglio di cancellare tutto e trovare una soluzione alternativa. Alzò una mano deforme verso il cielo al fine di far comparire il Reset ma presto vide il tasto diafano spezzarsi e scomparire. Stupefatto di quell’avvenimento urlò di rabbia.

: “ Ehilà. Sembra tu sia frustrato da qualcosa. A quanto pare sono bravo nel mio lavoro.”

Lo scheletro uscì dal suo nascondiglio e si palesò placidamente, con le mani in tasca, soddisfatto per aver compiuto l’incantesimo con successo. Era stata una sensazione piacevole: tenere sotto controllo il tempo e la propria sorte fu come acciuffare un assassino per la gola, un corpo vivente, pulsante e possibile da sottomettere.

L’inconveniente era che ci voleva molta concentrazione e resistenza per poter bloccare  un Reset, poiché ci si doveva focalizzare con la propria energia vitale sul lasso temporale e sintonizzarsi a tal punto da percepirlo come un oggetto e, con la telecinesi, afferrarlo e romperlo nel proprio pugno.

Tannah, scoperta la presenza di Sans , gridò e gli si avventò contro con la bava alla bocca per il furore però egli si teletrasportò, schivandolo, mentre Gardh sopraggiungeva con la sua falce tentando di colpire il nemico, spostando solo aria. 

Sans a sua volta attaccò ed ingannò Tannah senza risultati efficaci. Ad un tratto il demone lanciò verso di lui una sfera nera che lo ingoiò  in un alone altrettanto oscuro, potendo soltanto udire da lontano Gardh chiamarlo a piena voce.

 

Si ritrovò a terra, in un luogo senza luce e attorniato dal nulla, con una nebbiolina nebulizzata e l’aria opprimente.

Non sapeva cosa fosse successo e se lo chiese intanto che si faceva leva sulle gambe per rizzarsi in piedi. Appena indirizzò lo sguardo davanti a sé vide la figura del demone che rideva sarcastico.

Sans stava per evocare i Gaster Blasters quando udì l’avversario parlare: “ Credi davvero che  per te sarà diverso? Cosa te lo fa pensare?”

: “ Non lo dico io. Ma perché no? Le linee temporali si alternano continuamente.”

: “ Sciocco! Non ti rendi conto che se impedisci i Resets non ci sarà più possibilità di tornare indietro, sistemare le cose… di sopravvivere. Guardati: hai un solo HP, un colpo ben assestato e cadresti morto stecchito. Se morirai non potrai essere salvato.”

: “ Beh, quanto meno mi riposerò per sempre. Non ho paura del buio della morte.” Ribatté Sans senza far trasparire alcuna emozione, mantenendo il suo consueto sorriso.

: “ Sei un idiota. – La voce di Tannah iniziò a sentirsi distorta, sembrando a tratti quella di Flowey o quella di Chara – Basta un mio cenno per distruggere tutto! Vi tengo in vita solo per mio spasso. Voglio vedervi soffrire e morire, uno ad uno. Se di te stesso non t’importa nulla, dovrebbe invece interessarti qualcun altro.”

Finito di dire ciò apparve inaspettatamente Papyrus , il quale salutò il fratello con l’espressione spensierata che lo contraddistingueva, ignaro del pericolo.

: “ Vai via, Paps! – Esclamò quello spaventato – Scappa!!”

Quel corpo atletico fu però squarciato all’istante dagli artigli di Tannah, che lo polverizzarono.

Sans cadde in ginocchio e si coprì il capo, pensando che nulla era cambiato e il gioco tornava al suo terribile corso originario.

: “ No… No!! Non può essere… Gardh mi ha mentito?! Ho sperato invano! Sono ancora impotente… Dio…”

L’oscurità assunse il peso del piombo e lo schiacciò al suolo, rievocando ombre di antichi terrori.

Una voce all’improvviso lo distolse dalle sue ansie.

: “ SANS !  NON  TI  RICORDI  MAI  NIENTE, VERO?  TI  DISSI  DI  NON  PERDERE  LA SPERANZA E INVECE  COSA  FAI?! “ Era Papyrus, il quale era ricomparso in consistenza eterea, luminoso come un bel sole pomeridiano, irradiando le tenebre.

: “ Fratello…” Disse a fil di voce, non credendo ai propri occhi. Cosa stava accadendo?

: “È UN’ILLUSIONE! NON  LASCIARTI  INGANNARE! “ E gli allungò uno dei suoi ossi.

: “ Coraggio, punk!” Proferì energica Undyne, radiosa come Paps, porgendogli una delle sue lance.

: “ Non temere, caro! – Soggiunse Toriel, offrendogli uno sei suoi fuochi fatui – Siamo tutti qui per proteggerti.”

: “ Sei tutti noi, Sans!” La scienziata intervenne  entusiasta a supporto degli altri.

: “ Sei la speranza di Umani e Mostri.” Concluse Asgore amichevolmente.

I suoi amici avevano assunto quella forma per stargli accanto e, come uno schieramento di guardie, fecero scudo allo scheletro ed infine sopraggiunse Frisk, leggiadro e tenero, che si avvicinò a Sans nascondendo qualcosa tra le piccole mani.

: “ Ehi, Frisk…Ci sei anche tu? “ Domandò lui, tornato in piedi e guardandolo con dolcezza.

Il bambino annuì e, aprendo i palmi quali scrigni, gli porse un cuoricino rosso acceso e pulsante: era la sua determinazione. Gli disse che  ognuno gli prestava la propria forza per affrontare gli ultimi dubbi che volevano imprigionarlo in un vecchio schema. Gli chiese anche perdono per tutto il dolore che gli aveva causato e trattenne le lacrime. Sans gli passò le dita tra i capelli e lo carezzò, replicando che non doveva preoccuparsi ed era sicuro che sarebbe andato tutto bene alla fine. Ringraziò tutto ed allargando le braccia accolse nel suo petto le luci dei compagni e, per dispetto a Tannah, evocò alcuni ossi magici e con essi ruppe la gabbia di illusioni in cui il demone lo aveva imprigionato.

 

Quel vigliacco di Tannah aveva tentato di debilitarlo per l’ennesima volta creando un incantesimo di illusioni e fantasmi… ma era l’ultima, si ripromise il giovane scheletro facendo brillare di azzurro il suo occhio.

Gardh, ammirandolo, fu lieta della determinazione che stava dimostrando e si scordò della sua pelle eburnea graffiata e sporca, la chioma ramata scapigliata e la veste strappata in più angoli.

Ritornarono allo scontro più agguerriti e il demone, che tanto s’era vantato di possedere le due anime umane, risultò incapace di gestirle astutamente, lasciandosi trasportare dall’odio cieco e violento, dato che la furia di Chara prevalse e la riluttanza di Frisk lo fece confondere. Tentò un secondo Reset ma nuovamente fu impedito, non senza fatica.

Sans ad un certo punto riuscì a creare una magia imprevista: grazie alla sua telecinesi e alla concentrazione sul tempo fece imprimere sul corpo di Tannah un nuovo tasto diafano color bianco con la scritta: BREAK.

Era riuscito a mettere in pausa per mezzo della sua determinazione potenziata con quella degli amici e dell’umano, immobilizzando l’avversario. Gardh, passato un attimo di meraviglia per quel prodigio, ne approfittò : prese tra le mani il ciondolo che portava al petto ed iniziò l’incantesimo per sigillare il demone al suo interno.

L’angelo sprigionò un bagliore smeraldino e un forte vento si sollevò, rafforzato dal calore che la lava sottostante emanava. Rami di luce intanto tenevano Tannah in più parti e lo privavano del corpo antropomorfo per meglio renderlo incapace di difendersi; Gardh recitava dei versi incomprensibili di una lingua misteriosa che creavano cerchi concentrici incisi di caratteri simil runici.

Sans però ebbe un calo di energia: fermare due Resets e combattere lo aveva spossato molto e la sua presa sulla creatura venne meno.

In una frazione di secondi Tannah liberò un braccio dai rami e si voltò verso lo scheletro, il quale era collocato dietro di lui, protese gli artigli su di lui per passarlo da parte a parte.

Sans cadde supino, Gardh gridò disperata con le lacrime agli occhi, la luce aumentò in maniera esponenziale e fu impossibile vedere anche solo un’ombra che si spostava da un angolo all’altro della stanza.

Divenne tutto bianco.

 

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Capitolo 15
*** Chapter 15 Soul Arise ***


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 - Chapter 15 -

SOUL ARISE

 

Era stato tutto così veloce e inaspettato.

L’ultima cosa che ricordava era l’attacco di Tannah e l’onda di luce che aveva ricoperto ogni cosa di un bianco accecante. Quando scomparve, le stanze avevano su di esse i segni della battaglia violenta: macerie, oggetti rovesciati, buchi nel terreno e polvere ovunque.

Gardh riprese il controllo della situazione: si guardò intorno per esaminare l’ambiente, immerso in un freddo silenzio, e infine esaminò il suo ciondolo per assicurarsi che il rito fosse andato a buon fine. Notò che le incisioni su di esso erano diventate nere e ciò confermava che Tannah era stato sigillato.

Appena ebbe finito si diresse velocemente verso l’amico, ancora steso a terra immobile.

: “ Sans ! “ Lo chiamò, toccandogli le spalle ossute ricoperte dalla soffice felpa.

Lui, dopo qualche secondo, riprese i sensi e, riconoscendola, sussurrò stordito: “ Gardh…?”

: “ Stai bene! Che sollievo! Ho temuto il peggio per un attimo.”

: “ Tannah… dov’è Tannah?” Chiese.

: “ È sigillato. – Disse, accennando al ciondolo che le pendeva dal collo – Sans… è finita.”

Lo aiutò a sollevare la schiena dal suolo e a mettersi in posizione seduta, poi lo fissò negli occhi e ripeté: “ È finita…”

Sans fece fatica, tra la stanchezza che ancora lo opprimeva e i dolori ovunque, comprendere veramente il significato di quelle parole.

Finita. Il loro vero nemico era stato sconfitto. Il circolo infinito s’era infranto. Lo scheletro rimase fermo, intontito e senza fiato per parlare. Finita. Dunque era vero? Cosa sarebbe successo adesso?  E l’anima di Chara dov’era andata? Troppe domande e lui era troppo spossato per pensarci. Si limitò a sorridere alla fanciulla che gli stava davanti, gioiosa e fremente di soddisfazione per la vittoria ottenuta.

Gardh non ci rifletté oltre ed afferrò Sans per stringerlo tra le sue braccia fresche, ridendo lieta senza riuscire a smettere di ripetere: “ Ce l’abbiamo fatta! È finita, Sans !” Anche per lei era una liberazione importante: un avversario spaventoso e secolare, che aveva causato tante apprensioni ed inseguimenti mozzafiato era stato chiuso per sempre in una dimensione per cui era impossibile che potesse tornare. Il suo cuore scoppiava di felicità e la sua delicata compostezza fu messa momentaneamente da parte. Sans ricambiò quel gesto affettuoso, in fondo avendone anche lui bisogno.

Trascorsi alcuni minuti  la giovane s’alzò in piedi ed allungò una mano per agevolare lo scheletro, il quale accettò ma nel rizzarsi fu troppo rapido e sentì girargli la testa, per cui perse l’equilibrio. L’angelo, prontamente, lo afferrò: “ Attento! Ti senti bene?”

: “ Uh – Sospirò forte – ora va meglio. Spero di non aver un … coll-osso.”

: “ Questa era forzata e lo sai.”

: “ Vero. Con le battute temo si esser giunto… all’osso.”

Gardh rise pacatamente, intenerita. Era sicura che Sans ci avrebbe messo del tempo per capire che la sua vita era finalmente cambiata. Probabilmente però le sue freddure sarebbero rimaste immutate.

: “ Sono contento di vedervi sani e salvi.” Disse una voce.

I due si voltarono e videro una figura nera apparire vicino a loro.

: “ Gaster! – Esclamò Sans – Che ci fai qui?”

: “ Sono venuto a prendervi. Dobbiamo tornare a casa. Non c’è più nulla da fare qui.”

: “ Andiamo, allora…” Ma non fece in tempo a compiere un passo che ebbe un forte fremito e una vampata di sonnolenza gli salì dai piedi al capo. Vedendolo in quello stato gli chiesero se era certo di non stare male. Egli farfugliò qualcosa di incomprensibile e collassò per davvero dopo un forte tremito. L’angelo lo afferrò al volo e vedendolo addormentato decise di prenderlo in braccio ma Gaster si fece avanti:

 

LASCIA FARE A ME

 

[ Lascia fare a me]

 

Gardh non s’oppose e gli passò il corpo debole del fratello, in seguito lei prese la sua arma facendola tornare nella sua forma di bastone e s’incamminarono assieme verso l’uscita dell’Underground.

Dallo sguardo dell’uomo aveva capito che dovevano parlarsi.

: “ Mi dispiace per il disordine al laboratorio.” Iniziò a dire lei, tenendo un tono di voce medio-basso.

: “ Non ti preoccupare, non è importante. Difficile che ci tornerò. “

: “ Sei stato molto bravo ad annullare la tua energia vitale. Tannah non si era accorto minimamente della tua presenza. È stato rischioso ma efficace.”

: “ Grazie, ma sono stato anche fortunato: era abbastanza impegnato e questo ha giocato in mio favore. So sparire bene, mi dicono.”

: “ Devo dirglielo a Sans?” Chiese, per evitare di approfondire il significato di quell’ultima frase.

: “ No, non è necessario.”

: “ Gli hai salvato la vita mettendoti fra lui e gli artigli di Tannah. Se non fossi intervenuto probabilmente sarebbe morto. Penso tu debba…”

: “ La tecnica della smaterializzazione parziale mi  ha reso immune a quel demone sciocco. È mio fratello, mi sarei lasciato uccidere per lui. Inoltre è giunto il momento di fargli quel discorso…”

: “ Giusto. Aspetta solo che si sia ripreso. “

: “ Certamente. Ho aspettato tanti anni, due giorni non faranno la differenza.”

Ultimata questa conversazione Gardh teletrasportò tutti direttamente a casa di Toriel, dove gli amici li stavano aspettando trepidanti.

Bussarono alla porta e  giunse la padrona di casa ad aprire loro, radiosa per il felice ritorno però l’angelo pregò lei, e poi anche agli altri quando li raggiunsero, di non fare troppa confusione: Sans era profondamente addormentato ed aveva bisogno di riposo.

Papyrus e Gaster assieme lo coricarono, per poi abbracciarsi tra loro due per la contentezza, gesto che fu ripreso da Alphys, Asgore, Undyne, Frisk e Toriel, ovviamente, quando si radunarono nel salotto.

: “ Grazie a tutti. – Disse Gardh – Il vostro affetto ci ha aiutato in un momento difficile.”

: “ SIAMO  STATI  BRAVI  VERO?! – Intervenne Papyrus – ABBIAMO  FATTO  COME  CI AVEVI  DETTO: CONCENTRARE  LE  NOSTRE  MAGIE  VERSO  IL  CORE.”

: “ Ha funzionato perfettamente.” Annuì lei, procurando nello scheletro l’ennesimo senso di comica onnipotenza.

: “ È andato tutto bene, allora?” Domandò la scienziata.

: “ Sì, ora ogni cosa è sistemata e potrete vivere felici sulla Superficie senza ulteriori minacce.”

: “ Ma raccontaci della battaglia! “ Incalzò Undyne, però l’angelo voleva rimandare quella discussione a quando Sans fosse stato presente.

: “ SANS  È  STATO  CORAGGIOSO, VISTO?! CHE  VI  DICEVO  IO! È  MIO  FRATELLO  DOPOTUTTO  NYE  HE  HE !”

: “ Ragazzi miei, da oggi comincia la nostra vera vita.” Asserì Asgore, quasi commosso dall’occasione.

In attesa che Sans si riprendesse, Toriel organizzò una festa per celebrare la vittoria, Frisk si recò dalle autorità di Dengleen ed espose i fatti, riabilitando così i Mostri agli occhi della comunità. Per la settimana seguente ci sarebbe stata una cerimonia, dei giochi a premi ed altre attività per sancire un nuovo e definitivo patto di pacifica convivenza, con le pubbliche scuse del comune e degli abitanti umani, per grande soddisfazione di Undyne.

Sans rimase a letto per due giorni interi. Mentre era disteso, a volte cosciente e altre in dormiveglia, raccoglieva i pensieri. Era finita. Possibile? Davvero finita? Non riusciva a convincersi eppure era così. La felicità, la speranza, la paura di essere in errore, tutto ciò ed anche di più  si mischiò in lui e lo fece quasi ammalare. Avrebbe dovuto piangere dall’allegria per la vera liberazione dalle catene del perfido gioco eppure non ci riusciva. Forse perché mancava qualcosa per essere davvero contento ? Non riusciva a spiegarselo. Magari era solo matto. Dopo tanti anni di tormenti non si poteva cancellare ogni incubo, ogni stilla di sangue, ogni granello di polvere con una parola, “finito”, quasi fosse stato un pulsante.

Passate quelle quarantotto ore, lo scheletro tornò in piedi e fu accolto festante come eroe dei Mostri, sebbene lui si schernisse e desse il merito al fratello Papyrus.

: “ BEH,  IN  EFFETTI  HO  CONTRIBUITO  NYE HE HE ! MA  ANCHE  TU  HAI  FATTO  LA  TUA  PARTE. SONO  FIERO  DI  TE !”

La festa intima in casa di Toriel fu ricca di musica, battute oscene, karaoke, giochi e buon cibo. Ad un certo punto Sans, con la scusa di prendere una boccata d’aria, uscì in giardino. Vedere quel praticello tenero accarezzato dal vento faceva tutto un altro effetto con gli occhi di un uomo libero.

Alle sue spalle avvertì una presenza: “ Arrivo tra poco. – Si voltò per capire chi fosse venuto a cercarlo e la snella figura dell’ex scienziato reale lo fece imbarazzare ed irrigidire. Non voleva restare da solo con lui – Gaster…”

Quegli, abbandonando la sua timidezza, favellò con fermezza: “ Non dire nulla. Ascoltami e basta, non ti chiedo altro.”

Quando comparve pure Gardh alle spalle di Gaster, il giovane in felpa fece spallucce e sorrise com’era solito fare, arrendevole a quello che pareva un simpatico complotto per fargli affrontare una questione spinosa.

: “ Va bene, va bene ho capito.” Dicendo ciò si mise le mani in tasca e si lasciò guidare dal fratello maggiore, il quale dopo aver fatto un cenno d’intesa con l’angelo, gli si accostò e lo accompagnò verso il fondo del giardino. Gardh aveva fatto apparire con la sua magia un portale candido che li avrebbe condotti in una dimensione dai contorni labili ed evanescenti da sogno.

Era giunto il momento che Sans sapesse.

 

: “ Vi siete messi d’accordo, eh?” Chiese, camminando nel bianco.

: “ Siamo in buona fede.”

L’ambiente iniziò a delinearsi ed apparve il Core  com’era tanti anni prima: pieno di scienziati, con le macchine funzionanti e ferventi.

: “ Queste sono ombre delle cose che furono. Non possono né vederci né sentirci.” Spiegò Gaster prima di udire la domanda. Sans annuì semplicemente e da una parte si sentì a disagio: erano tornati indietro nel tempo attraverso delle illusioni.

: “ Perché tutto questo?”

: “ Dovevi vedere, altrimenti non mi avresti creduto.”

: “ Forse hai ragione.”

All’improvviso apparve un giovanissimo scheletro, vestito con un camice bianco molto più grande di lui che girava un po’ confuso per i corridoi.

Sans fu impressionato: non ricordava com’era a quell’età e gli fece effetto vedersi dopo oltre dieci anni di distanza. Era diverso non solo nel fisico, che era più snello, ma anche nello sguardo acceso e vivace, nel passo rapido e leggero. Ancora assorto nella visione di sé stesso ragazzino, udì la voce del fratello che principiava a raccontare.

: “ Lavoravo per il re già da parecchio tempo quando iniziasti a venire al laboratorio. Eri molto curioso ed affascinato dai nostri strumenti tecnologici. Ovviamente non potevi accedere a tutte le sale, in alcune c’erano degli esperimenti segreti da proteggere. “

: “ Come l’estrattore di anime.”

: “ Esattamente. Eravamo alla ricerca dell’elemento così caratterizzante negli Umani da permettere loro tanto potere. In verità portavo avanti più progetti contemporaneamente: uno era quello delle anime, un altro riguardava il Core e l’altro... beh, una macchina speciale in grado di spostarsi nel tempo. “

: “ La ricordo bene. È ancora al suo posto, sotto il telo azzurro. La trovai dopo la tua scomparsa. Dio, quante ore sprecai per tentare di aggiustarla. Credevo che, se fossi riuscito a farla funzionare, avrei potuto impedirti quel gesto. Ma non ero così bravo come te e ad un certo punto dovetti arrendermi. – Sorrise amaramente – Che stupido che ero. Mi sentivo così in colpa…”

: “ Lo so, ti vedevo dall’alto del Void. Mi si spezzava il cuore.”

: “ Credevo ti si fosse sciolto, dopo il volo che hai fatto. – Si bloccò, rendendosi conto di stare esagerando con la sua amarezza – Scusa. “

: “  Tranquillo, è normale. Hai sofferto a lungo ed io ne sono la causa. La macchina del tempo era il progetto che proposi al Re per tentare di salvare la vita del figlio Asriel e così restituirgli la famiglia che aveva perduto. In realtà lo scopo per cui concepì l’invenzione era diverso. Volevo tornare nel passato per scoprire cosa fosse successo ai nostri genitori. “

: “ Davvero? – Quella risposta era totalmente inaspettata. I loro genitori? Non ricordava nemmeno più di averne mai avuti – I nostri…? Cosa pensavi di scoprire?”

: “ Qualsiasi cosa. Per certo sono morti dopo la nascita di Papyrus, però non ho mai saputo cosa fosse accaduto. Al fine di avere i finanziamenti necessari, convinsi Asgore che poteva essere utile soprattutto a lui. Su questo sono stato un po’ disonesto, lo confesso.”

: “ Nah. Non tutti i doppi fini sono negativi, non pensi?”

: “ Hai ragione, Sans.”

: “ E per il Core?”

: “ Stavo lavorando su un metodo per incanalare l’energia ed analizzavo la lava per capirne le caratteristiche. Magari potevano avere delle proprietà magiche speciali utilizzabili anche per altri esperimenti. Ad un certo punto il Core dette segnali di anomalia che nessuno riusciva a comprendere. La questione era preoccupante perché non sapevamo cosa stesse succedendo. – Mentre narrava la scena era cambiata e si vedeva un gran fermento di persone andare avanti e indietro con cartelle ed analisi in mano.  Il Gaster del passato era pensieroso e cupo ed accanto c’era il piccolo Sans, affranto. – Comprendi adesso perché fui scostante? Non era colpa tua.”

: “ Potevi anche spiegarti. Non ero ancora così stupido per non capire. “

: “ Vero. Sbagliai io. Ero troppo assorbito dal problema.”

: “ Qual era?”

: “ I valori di temperatura erano instabili e il rischio che si poteva correre era di un’esplosione a livelli spaventosi, considerando la quantità di lava. Non riuscivamo a regolarizzarli se non che per pochi giorni. Un pomeriggio purtroppo il sistema andò fuori uso e il calore aumentò vertiginosamente. I supporti avevano ceduto ed eravamo in codice rosso.”

Si vide la scena di un allarme che partiva, tutti che correvano in ogni direzione e il piccolo Sans che tentava di superare la folla per cercare il fratello.

: “ Io ero nella sala principale a tentare l’impossibile per stabilizzare la situazione. Tutto inutile. Ero disperato. Eravamo in pericolo. D’un tratto sentì la tua voce chiamarmi e mi gelai: tu eri ancora al laboratorio!.”

 

Apparve il momento in cui il giovane scienziato arrancava tra monitor e diagrammi di frequenza.

: “ Persi il controllo della situazione. Stavo fallendo ma volevo convincermi di poter rimediare. Quando ci fu il rischio di un collasso ebbi la folle idea: se fossi diventato l’involucro del Core… esso sarebbe sopravvissuto e voi sareste stati tutti salvi. E forse, assorbendo quella gran quantità di energia mi sarei trasformato in una creatura fortissima, che avrebbe infranto la Barriera.. come una divinità. Mi feci forza di questo pensiero e corsi alla balaustra più vicina. Però davanti a quella lava incandescente ebbi paura. Non ero molto sicuro della mia supposizione. E se non ci fossi riuscito? E se l’esplosione fosse avvenuta ugualmente? C’eravate tu, Papyrus… tutta la zona attorno sarebbe stata polverizzata. Non c’era abbastanza tempo per riflettere. Ero combattuto tra l’amore che provavo con voi, la mia voglia di vivere e la vostra salvezza e quella dei mostri. Fu un bivio terribile. Ad un certo punto fui illuminato: l’amore non basta, ci vuole anche il sacrificio per risolvere un problema del gnere. Mi feci forza di quell’idea e mi lanciai di schiena per affrontare meglio l’urto.”

: “ Come puoi negare? Mi hai guardato in faccia e ti sei gettato dicendo quelle parole… Ti ho visto! “

: “ Dio… ! – Esclamò, comprendendo di quale malinteso era stato vittima – Sans, no! Non era rivolto a te! Quando mi gettai parlavo a te, capisci? Quando  dissi che l’amore non basta… Parlavo da solo! Fu un momento di consapevolezza: io amavo tutti ma non certo con l’amore vi avrei salvato… dovevo sacrificarmi in prima persona per dimostrare il mio affetto. Pensai che diventando io stesso l’involucro dell’energia del Core avrei impedito la deflagrazione, sarei potuto diventare anche una sorta di entità suprema e rompere la Barriera… fu una deduzione errata. Lo compresi troppo tardi. Quando caddi  nel Core mi sciolsi nel calore e venni sparso nello spazio-tempo. Sapevo  però di vivere: vedevo ogni cosa dall’alto, mi sentivo come una divinità senza poteri. Non riuscivo  né ad agire né a comunicare. Quando iniziarono i Resets cominciai a percepire frammenti del mio corpo materializzarsi, ad avere schegge di parola ma ci sarebbe voluti tanti Resets… centinaia.”

:” Per anni mi sono sentito in colpa perché credevo che tutte queste tragedie fossero dovute al mio essere inetto. Mi lasciai andare alla disperazione, credendo non ci fosse possibilità di rimediare per la mia incapacità… e adesso tu mi dici …! Ecco perché non sei mai intervenuto.”

: “ Non per quello! – Ribatté, intuendo il riferimento a voler assumere un corpo nuovo –  Cosa credi, che non ci abbia provato? Credi che essere costretto a vedere e rivedere sempre sia bello? Sapevo tutto… sapevo chi c’era dietro Frisk e ho provato a comunicare con lui, invano. Sapevo che per fare qualcosa dovevo aspettare anche se facendo così… tu sai cosa è successo.”

: “ Se facciamo a gara di chi ha visto più cose dolorose non so chi vincerebbe ma sarei un tuo degno avversario. “

: “ Non voglio comparare le nostre sofferenze. Sarebbe inutile e terribile. Voglio solo farti capire che ti ero vicino più di quanto credessi, che non fu per egoismo o vanagloria che mi gettai nel Core. “

: “ Lo so, adesso so tutto. E in fondo sai, ho sempre avvertito la tua animo svolazzare intorno a me. Ero convinto che tu mi potessi vedere. A volte mi consolavo con questa idea, altre volte ti detestavo.”

: “ Lo so. E dire che un tempo mi volevi bene…”

La scena delle ombre si spostò con una dissolvenza nella loro prima casa. Gaster era molto più giovane, Papyrus era in una grande culla mentre Sans era un bambino. Era notte ed erano a letto ognuno nelle proprie camere. Ad un certo punto si vide il piccolo Sans che camminava in punta di piedi per i corridoi, con il cuore in gola, che si apprestava alla camera del fratello maggiore. Stava piangendo in silenzio.

: “ Quando eri piccolo eri molto dolce.” Disse Gaster, sorridendo a quella vista.

: “ Un frignone, vorrai dire. Non lo ricordavo, sai? “ Replicò l’altro con un tono tra il nostalgico e l’autoironico.

 

Lo scheletrino si avvicinò al lettone, rimanendo in piedi dal lato in cui riposava il fratello. Quest’ultimo, udendo dei forti respiri, si destò e notò quella timida presenza.

: “ Sans! Che succede? Ti senti poco bene? “Gli domandò a bassa voce, mettendosi seduto sul materasso.

: “ No… cioè… io…”Balbettò senza riuscire a comporre una frase, preso dai tremiti.

: “ Hai fatto un brutto sogno?”

Sans si nascose il viso nelle manine ossute, non riuscendo a trattenersi oltre.

: “ Oh, Sansy! Va tutto bene, non è successo niente.” Gaster lo prese dolcemente fra le braccia per consolarlo.

: “ L’ho visto… era il cattivo del film… voleva…! “Furono le sole cose che il bambino riuscì a dire tra i singhiozzi, mentre si nascondeva nell’affettuosa stretta per cercare un riparo dalle sue paure.

: “ Non temere, sono solo sogni. Sai cosa sono i sogni? Sono immagini che crea la nostra testa ma che non esistono nella realtà. E sai cosa è la realtà? Quella che tocchi, che senti viva e concreta e ti dice: sei qui con me. “

: “ Capito…” Mentre bisbigliava ciò si asciugò gli occhi con una manica del pigiama e si calmava all’udire le rassicurazioni.

: “ Resta qui con me stanotte, ti proteggerò io dagli incubi. Stai tranquillo: nessuno ti farà mai del male, te lo prometto. Anzi, sai che ti dico? Quando sarai un po’ più grande verrai in laboratorio da me: potrò darti delle armi segrete per diventare più forte e sconfiggere quei brutti sogni, che ne dici?”

Il fratellino annuì entusiasta ed entrambi si coricarono assieme.

 

: “ Eheh… non hai mantenuto la promessa.” Proferì Sans, incupendosi.

: “ Sans…” Allungò una mano per sfiorargli un braccio ma il suo interlocutore lo allontanò con uno scatto rabbioso.

: “ Non toccarmi!”

: “ Ti prego…” Lo implorò con quella voce carezzevole che lo aveva consolato in quelle immagini di ricordi che aveva rimosso della sua infanzia.

Sans si lasciò trascinare gentilmente per un braccio e Gaster lo avvolse in un abbraccio forte, paterno e protettivo, come non provava da anni. Si sentì tornare quel piccolo ammasso di ossa, spaurito, bisognoso d’ amore. Quella sensazione lo travolse violentemente e senza che potesse accorgersene singhiozzò, prima in silenzio e poi esplose in un pianto disperato, spezzato come una notte dai fulmini, rapido come un fiume in piena e fu scosso da tremiti e singulti che non riuscivano a farlo respirare. Quante volte si era represso o si era sentito talmente arido e apatico da non ricordare più il sapore delle lacrime. Ed ora tutto di colpo le emozioni soffocate emergevano prepotenti perché solo adesso, tra le braccia di Gaster, si sentiva davvero al sicuro da tutte le ombre che avevano popolato i suoi incubi, provocato le sue angosce, rapito il sonno.

“ Mi dispiace tanto di non aver mantenuto la parola. Perdonami, Sansy. So di averti deluso più di tutti. Ho dovuto aspettare così tanto solo per poter risolvere ogni cosa. Sei qui con me. Non ti accadrà più nulla. È tutto finito.”

A quel finito immerse la testa nel petto del fratello, preso da nuovi tremiti: a quel “finito” poteva credere e lo stupore, la gioia, la meraviglia, la nostalgia, il rimorso del tempo sprecato in un astio  insano,  ogni sensazione lo portava allo sfogo della sua infanzia perduta.

: “ Gaster… io… perdonami… sono stato così …”

: “ Ssh, non dire niente. Va tutto bene .”

: “ Avevo bisogno di te. Ero solo. Paps era piccolo ed io mi sentivo incapace… mi sentivo in colpa… con gli anni mi lasciai andare.”

: “ Lo so. Mi dispiace. La responsabilità è mia.”

: “ No, che dici? – Soggiunse, quasi in contraddizione con ciò che aveva detto poco prima –  Non avevi scelta. Sono stato io l’idiota.”

: “ Non potevi sapere. Credevo che ti saresti scordato di me con i Resets, ma non fu così. – Si immedesimarono l’uno nell’altro sul tema del ricordo, sul timore di essere dimenticati e di svanire nelle menti dei cari – Fu una tragica fatalità. Fu crudele che un ragazzo così giovane fosse privato della gioia di vivere.”

:” Sai, credo che ti volessi più di quanto ammettessi a me stesso. Ti voglio bene, fratello.”

: “ Anch’io ti voglio bene, Sansy.”

Le emozioni lo stavano asfissiando, le tempie iniziarono a dolergli per il gran lacrimare e tornò la stanchezza a coprirlo come una trapunta ma non angosciante questa volta, bensì accogliente. Gli occhi, annebbiati dalle gocce salate, si chiusero e si lasciò sprofondare dall’oscurità, sicuro che era sorretto da Gaster che nel frattempo gli sussurrava: “ Grazie...”.

 

Quando si risvegliò era nella sua dimora della superficie, nel tempo presente. Udì al piano di sotto il tono squillante di Papyrus che tentava di insegnare al fratello maggiore come cucinare gli spaghetti. Si rese conto che quel mondo di ricordi erano il tassello che gli mancava per vivere in pace: smettere di odiare sé stesso e Gaster. Resosi conto di questo, nuove lacrime gli rigarono il volto per la contentezza: finalmente poteva essere felice con la sua famiglia.

: “ SANS ! – Esclamò Paps, entrando inaspettatamente in camera con il suo solito grembiule e vedendolo con le mani sugli occhi – CHE HAI? TUTTO BENE?”

: “ Sì, fratello. Non potrebbe andare meglio di così…” Rispose con un luminoso sorriso, avvertendo che in sé la propria anima risorta.

 

 

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Capitolo 16
*** Chapter 16 Sunset Again ***


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 - Chapter 16 -

SUNSET AGAIN

 

Doveva essere quella, la vita: godersi ogni giorno avendo la consapevolezza che, nel bene o nel male, non si può tornare indietro ma solo andare avanti. Molti rimpiangono di non poter cancellare i brutti momenti o riavvolgere il nastro e rivedere attimi di felicità trascorsi per recuperarli e salvarli in una cartella file. Per quanto  possa apparire ingiusto, il tempo che ci è concesso va assaporato, indipendentemente dall’asprezza o dalla dolcezza, non sperando mai di resettare, perché in fondo sarà impossibile riprovare la medesima situazione anche se conservata e rivista centinaia di volte.

Sans era ormai consapevole che tutto era cambiato ed aveva ottenuto quella pace per cui aveva tanto pregato, imparando ad accettare le cose avvenute in passato con la speranza ritrovata di un futuro non più segnato dal sangue e dal dolore.  

La terza mattina dalla vera liberazione, Gardh chiamò gli amici nel giardino della casa di Toriel per comunicare loro qualcosa di importante.

: “ Sono stata fortunata ad aver conosciuto tutti voi, ragazzi. Siete meravigliosi e ciò che vi rende unici è la vostra determinazione nell’amarvi a vicenda, ad esserci gl’uni per gl’atri nonostante i difetti. Continuate così. Io purtroppo vi devo salutare: ci sono altri popoli da salvare ed hanno bisogno del mio aiuto.”

: “ Oh Gardh! Senza di te oggi non potremmo godere di questa felicità. Ti saremo per sempre debitori.” Disse Asgore, palesando il pensiero degli astanti, già commossi.

: “ Avrei potuto fare ben poco senza la vostra forza. Avete meritato questa gioia.” Replicò ella, sorridendo e passando da ognuno per salutarli individualmente.

: “ Ci rivedremo, spero.” Proferì Sans, mantenendo ancora la sua compostezza usuale.

: “ Chissà, forse un giorno.  – E gli sorrise in maniera particolare, dandogli un bacio sulla fronte come fece prima della battaglia. Ultimo fu il piccolo umano, verso il quale l’angelo porse un cuore splendente come un rubino –  Ecco, Frisk. Questa è la tua anima. L’ho recuperata dopo lo scontro con Tannah. L’ho purificata da tutto il male che c’era… solo che per fare ciò ho dovuto privarla della possibilità del Reset. “

: “ Quindi niente più caricamenti o cancellazioni…”

: “ Esatto, Alphys.”

A Frisk non importava, anzi era molto meglio così.

Dette le spalle agli amici per incamminarsi quando si girò un’ultima volta e disse a Gaster: “ Vieni?”

E lui, incupendosi nel tono di voce perché aveva capito a cosa si riferisse, rispose: “ Ti raggiungo.”

Infine ella sorrise e proseguì il cammino, dissolvendosi lentamente con il suo alone angelico confondendosi tra il verde dei prati.

Ognuno era rimasto impietrito da quelle parole: cosa stava succedendo? Per quale motivo Gaster doveva raggiungere Gardh? E dove?

: “ Aspetta – Intervenne Sans, folgorato da un ragionamento . – Se non ci sono più Resets allora…” E guardò il fratello maggiore  negli occhi senza finire la frase.

: “ CHE DICI, SANS?”

: “ Paps, - Disse Gaster prendendolo per le spalle gentilmente, intenzionato a fargli comprendere esplicitamente la situazione – Purtroppo il mio corpo non è completo. Quando mi ero gettato nel Core mi ero dissolto nel Void, il vuoto dello spazio-tempo. Solo con i Resets riuscivo pian piano a materializzarmi. Senza la magia di Gardh ora io non potrei essere qui. Con la sua partenza a breve finirà anche l’ incantesimo.”

: “ TORNARAI  ALLORA  NEL …VOID?”

: “ È così, fratellino mio.”
: “ NON  C’É MODO  PER  IMPEDIRLO?  PROPRIO  ADESSO  CHE  STAVAMO RICOSTRUENDO  LA  NOSTRA  FAMIGLIA…”

: “ Perdonami.”

: “ NON… TORNERAI  MAI  PIÚ?!  SE  NON  CI  SARAN  PIÚ  RESETS  TU… - Cominciarono nel frattempo a scorrere le prime lacrime che gli rigarono il volto ossuto. Provò una vana ribellione  – NO, GASTER!  HO  COSÍ  TANTE  COSE  DA  FARTI  VEDERE…!  OH, VORREI  CHE  CI  FOSSERO  ANCORA  RESETS!”

Volle mordersi la lingua che non aveva in quel preciso istante: era crudele chiedere un reset, la cosa che aveva fatto tanto soffrire Sans e tutti gli altri.

: “ Paradossale rimpiangere ciò che volevamo distruggere.    Disse Sans per far capire che pure lui ci aveva pensato – Non preoccuparti Gas, comprendiamo entrambi la situazione. Come hai detto una volta: è una fatalità. Le cose importanti ce le siamo dette, giusto?”

Annuirono e i presenti si dimostrarono contriti per la tremenda circostanza che si era creata.

: “ ODIO  GLI  ADDII…  - Intervenne Paps, ricomponendosi – MA  DEVO  ACCETTARLO.  NON  DUBITARE:  TI  MOSTRERÓ UGUALMENTE  I  MIEI  PROGRESSI.  MI  VEDRAI?”

: “ Certo, vedrò tutti voi da lassù.” Affermò lo scienziato pacatamente per infondere serenità, sebbene lui stesso fosse dilaniato per quello strazio che sapeva di non poter evitare.

Asgore lo abbracciò vigorosamente e così fecero gli altri nel proprio modo particolare, ringraziandolo tante volte per il soccorso che aveva prestato. Frisk gli dette un bacio sull’ossuta guancia ed infine Gaster si strinse ai suoi due fratelli un’ultima volta, quasi volesse tramutarsi in pietra pur di sigillare quell’istante.

: “ Mi mancherai.” Bisbigliò Sans. Paps invece non riuscì a parlare, strozzato da un nodo in gola.

: “ Anche voi. Addio, vi voglio bene.”

Proferì dolcemente e con alcuni segni delle mani si congedò, sciogliendosi nell’aria quasi fosse evaporato, senza dolore.

Papyrus cadde in ginocchio e scoppiò a piangere  mentre Sans cercò di consolarlo come poteva. Era tornato ad essere il fratello maggiore ma sapeva di non essere più solo.

 

Passarono due settimane. La vita trascorreva tranquilla ed ognuno era dedito alle proprie passioni e lavori in totale armonia con il contesto cittadino.

Una sera, verso l’ora del desinare, Papyrus era ai fornelli come di consueto e nel frattempo il fratello era sdraiato comodamente sul divano, intento a guardare la televisione. Le vecchie abitudini non muoiono mai.

All’improvviso udirono suonare alla porta.

: “ SANS ! – Chiamò il cuoco dalla cucina –  BUSSANO ALLA PORTA, VAI AD APRIRE!”

: “ Ok.” Replicò sbadatamente l’altro, non muovendo un solo indice dalla sua postazione. Il campanello vibrò nuovamente.

: “ SANS?!” Esclamò innervosito lo scheletro, impossibilitato a muoversi perché indaffarato con salse ed acqua calda per il suo piatto prediletto.

: “ Ok ok, vado! – Si sollevò lentamente dal comodo e soffice divano e s’avvicinò alla porta domandando ad alta voce –  Chi è?”

: “ Sono io.”

: “ Io chi?”

: “ Il tuo fratell-osso

Sans sbalordì. Aprì la porta di scatto e si ritrovò davanti Gaster, tutto intero. Il volto con i segni dello scioglimento ma molto più solido delle volta scorsa.

: “ Battute del genere non sono da te.”

: “ Ci ho pensato molto. Non arriverò mai ai tuoi livelli.”

: “ Quindi sei tornato?”

: “ Sì, come vedi.”

: “ Quanto resterai?”

: “ Per sempre.”

: “ Se è uno scherzo giuro che ti ammazzo qui sul pianerottolo.”

: “ Fortuna che è tutto vero. “

Sans non poté contenere oltre la propria gioia e si gettò tra le braccia di Gas, che lo strinsero  amorevolmente.

: “ GASTER?! SEI TORNATO !!” Gridò Papyrus, venendo a vedere come mai ci volesse così tanto per capire chi fosse giunto alla loro soglia. Sgranò gli occhi e per poco non gli cadde il cucchiaio di legno per la sorpresa.

: “ Sì Paps, e rimarrò con voi per sempre. – Ripeté con un grandissimo sorriso, invitando anche lui ad unirsi a quell’abbraccio di gruppo –  Gardh non voleva che fossimo separati per l’eternità per cui si è recata dai suoi Ordini superiori per chiedere l’autorizzazione ha compiere una magia speciale. Non era sicura di poter ottenere il loro appoggio per questo non aveva informato neanche me della sua iniziativa.  Dopo un serio consulto e mossi a pietà, acconsentirono al compimento del rituale e sono riusciti a materializzarmi definitivamente. Non ci lasceremo mai più.”

: “ Quella Gardh è proprio da sposare.” Pensò Sans.

L’affetto dei tre li unì in un alone magico che univa le rispettive energie vitali in un iride di serafici colori. La gioia inaspettata li aveva investiti e quasi non sapevano se credere a quel sogno o desiderare di svegliarsi. Era vero, dunque? Avevano ottenuto un vero finale felice?

: “ OH, GUARDATE! IL TRAMONTO!” Disse Paps, allungando una mano per indicare la luce rossastra che si mescolava al limpido cielo.

: “ Non è bellissimo?” Chiese Gaster, voltandosi per godere di quello splendore.

: “ Mozzafiato.” Concluse Sans, tornandogli alla mente i tramonti che aveva visto in alcune giocate al tempo in cui erano imprigionati nel vecchio schema. Una lacrima dispettosa volle sfuggire ai suoi occhi ma fu subito asciugata da una manica della felpa. Non si doveva guastare quella scena con eccessivi turbamenti: era troppo perfetta.

: “ VIENI, GAS!  HO  APPENA  PREPARATO  LA CENA!  INDOVINA  COSA  HO CUCINATO?”

: “ Spaghetti?”

: “ SANS,  NON VALE,  DOVEVI  LASCIARLO  INDOVINARE !! “

E risero rientrando in casa con felici sorrisi stampati sui volti intanto che ancora un tramonto poneva fine a quella giornata per annunciarne altre infinitamente più belle.  

 

Fine

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

 

Ciao a tutti! Sono Holy Hippolyta, la matta autrice di questa lunga fanfiction su Undertale.

È la prima volta che intervengo, in genere non lo faccio ma questa storia e fandom eccezionali mi han spinta a dire qualche parola.

Per prima cosa vi ringrazio di cuore, sono stata lusingata dal vostro apprezzamento per questa folle avventura nell’Underground, maturata in così tanto tempo.

Grazie a tutti quelli che hanno letto, a tutti i recensori [ e quelli futuri, se ci saranno ] :

Aladidragocchiodiluce; Manga_9000; HoshiOujo; Manuel Darknight; Golden Fredbear, Ilarya Kiki; emmevic; I_am_V

a chi ha inserito la fanfic nelle preferite o seguite [ e quelli futuri, se ci saranno ]:

Aladidragocchiodiluce; Cavaliere; Girlforjapan02; Golden Fredbear; KiryPuff; NoStarsAbove; NekoNyx

Grazie a Ilarya Kiki, per il sostegno speciale <3

 

Seconda cosa, il titolo che ho scelto, UNDERNAME, è ovviamente riferito al demone Tannah, personaggio di mia invenzione così come quello di Gardh, celatosi spesso sotto il nome di Chara.

Ma il rapporto tra Tannah e Gardh è davvero finito?

Asriel tornerà in vita in qualche modo?

Ci sarà davvero pace per Sans e i Mostri?

Frisk recupererà il potere del Reset attraverso la sua Determinazione?

Sono domande che mi sono fatta di cui però non ho la risposta.

Con questa storia volevo creare un lieto fine per Sans e gli altri perché li adoro e vederli soffrire in eterno mi faceva piangere il cuore.

Grazie a Toby Fox per aver creato questa meravigliosa storia, ricca di significati e di sorprese!

Grazie ancora  a tutti voi e… STAY DETERMINATED! <3

 Hippolyta

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