Una settimana alla Nelson e Murdock

di kamy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Monday ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Tuesday ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Wednesday ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Thursday ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Friday ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Saturday ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Sunday ***



Capitolo 1
*** Cap.1 Monday ***


Cap.1 Monday

Foggy si portò la fetta di torta al rabarbaro alla bocca e le diede un morso, chiuse gli occhi e deglutì rumorosamente. Allungò le gambe, facendo tremare il suo ventre rigonfio e si abbandonò sulla seggiola che scricchiolò. Alcune briciole gli rotolarono sul doppio mento, altre gli aderirono alle guance. Il vento che entrava dagli infissi cigolanti gli faceva ondeggiare i capelli lunghi.

“Te la stai proprio godendo?” si sentì domandare da Matt.

“Amo i compensi che riceve la Nelson and Murdock, socio” sussurrò.

Matt avanzò ticchettando il bastone e sorrise.

La luce del sole si rifletteva nelle lenti rosse dei suoi occhiali da sole.

“Non mi hai sentito entrare?” domandò Daredevil. Raggiunse una scrivania, appoggiò il bastone accanto il computer e si andò a sedere su una poltrona dietro di essa.

“Sei tu quello che sente tutto” rispose Foggy. Si mise l’intera torta in bocca, mentre Matt montava il proprio portatile sulla scrivania.

Foggy si sporse in avanti, rimettendo i piedi per terra e piegando le ginocchia in fuori.

“Hai mai pensato che se mettessi delle lenti nere, invece che rosse, non vedresti più il mondo in fiamme?” chiese.

Matt scosse il capo e iniziò a digitare sui tasti in braille del proprio portatile.

“Mi dispiace. Ci ho provato. Sei di cattivo umore?” domandò.

Foggy sospirò.

“Nemmeno la signora delle torte può rincuorarmi quando è lunedì. È una noia andare a fare bisboccia la domenica senza di te, perciò il giorno dopo è ancora più dura tornare al lavoro” spiegò.

Matt si massaggiò il collo, sentendolo scricchiolare.

“Il lunedì è sempre stato un problema per te” ribatté.

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Capitolo 2
*** Cap.2 Tuesday ***


Cap.2 Tuesday

 

Foggy si sedette sul divanetto accanto a Matt e gli posizionò un cerotto sulla fronte insanguinata.

“Socio, sono contento che finalmente tu abbia deciso di raccontarmi alcuni di questi… casi che segui diversamente” sussurrò.

Matt inarcò un sopracciglio.

“Ora inizi a considerarli anche tu un prolungamento del nostro fare gli avvocati?” domandò.

La luce perenne dei cartelloni pubblicitari illuminava il salotto.

“Non proprio. Il fatto che sono un avvocato non devo nasconderlo a Karen” ribatté Foggy. Si voltò e frugò nella cassetta del pronto soccorso, appoggiata sul divano insieme a loro.

“Forse avrei dovuto fare il macellaio. Il mio socio al massimo poteva essere sadico, ma solo verso gli animali. No, aspetta, poteva capitarmi un cannibale. Ecco, quello forse era peggio…”. Continuò a parlare per qualche minuto, Matt si concentrò sulle voci in strada, udiva rumori di macchine, clacson e segreterie telefoniche.

“Il numero da lei chiamato non è…”. “Siamo al verde!”. “Entro fine mese…”. Si deconcentrò dai vari discorsi e tornò alla voce di Foggy.

“Dai, nessuno ti benda meglio di me. Sono meglio della tua infermiera”. Si stava vantando il suo socio.

Matt accentuò il sorriso.

“Oggi ti sento più rilassato di ieri” sussurrò.

Foggy finì di bendargli l’abrasione alla spalla.

“È martedì e finalmente abbiamo dei ventilatori portatili in ufficio”.

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Capitolo 3
*** Cap.3 Wednesday ***


Cap.3 Wednesday



"Oggi si muore di caldo" si lamentò Foggy. Si portò la bottiglia di birra alle labbra, sentendola gelida sulla lingua e sul palato.

Matt si allentò il nodo della cravatta e si appoggiò a una parete di legno, sfiorando con il gomito il bancone, su cui erano appoggiati delle brocche colme d'acqua e dei bicchieri di plastica a testa in giù.

Foggy strinse con entrambe le mani la stecca e si voltò. Vide la bandiera americana sgualcita e annerita sopra il bancone e si voltò, si piegò in avanti e il suo ventre premette contro il tavolo da bigliardo. Mandò una palla in buca, la camicia rosa che indossava gli aderiva alla pelle.

"Se qui ci fossero i condizionatori, farebbe meno caldo" gli rispose Matt.

Foggy scoppiò a ridere.

"Qui persino le tubature non vanno. Ti devo ricordare che nell'acqua ci sono dei batteri così grossi che li posso vedere a occhio nudo?" domandò.

Matt inarcò un sopracciglio.

"Temo di non poterli vedere" ribatté ironico.

"In ogni caso, oggi è il giorno più caldo dell'anno" brontolò Foggy. Si deterse le labbra con la lingua e vide una palla da bigliardo bianca e arancione rotolare sfiorando una palla verde.

"Lo hai detto anche mercoledì scorso" ribatté Matt.

Foggy scrollò le spalle.

"Evidentemente tutti i mercoledì con te sono bollenti" si lamentò.

 

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Capitolo 4
*** Cap.4 Thursday ***


Cap.4 Thursday

Foggy sorseggiò il contenuto della tazza di caffè, abbassò lo sguardò e si allontanò la tazza dalle labbra.

“Questo caffè è orrendo” brontolò. Si appoggiò contro la parete lercia del vicolo e si voltò verso Matt.

“Mai quanto quello che beveva Frank” rispose quest’ultimo, dando una serie di calci a vuoto. Foggy guardò la figura dell’amico illuminata dalla luce del lampione.

“Certo che io devo sembrare davvero un tenero orsacchiotto rispetto a quel soldato” sussurrò con voce più rauca.

Matt rimise il piede a terra e diede una gomitata al nulla.

“Per lui io sono un bambinetto in pigiama rosso che non ha mai fatto la guerra. Preferisco te, almeno non mi leghi in giro” si lamentò.

Foggy gettò il resto del caffè per terra, si piegò e mise la tazza accanto al termos.

“Però è più bello, vero?” chiese.

Matt si avvicinò a Foggy e gli baciò la guancia.

“Tu mi lasci decisamente meno insoddisfatto” gli sussurrò all’orecchio.

Foggy ridacchiò, arrossendo.

“Adoro il giovedì notte” bisbigliò.

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Capitolo 5
*** Cap.5 Friday ***


Cap.5 Friday

“Non mi piace per niente il nome che hanno dato a quelli che tentano di fare i vigilantes” si lamentò Foggy. Salì su una sedia e montò una tapparella bianca che si era smontata.

Matt ticchettò con il bastone per terra, accanto alla sedia.

“A me non piace ci siano quelli che vogliono imitare Daredevil” si lamentò. Ascoltò il corridoio e si deterse le labbra con la lingua.

< Speriamo non entri Karen > rifletté.

La tapparella era annerita dalla polvere in più punti.

“Sì, però adoratori del diavolo dovrebbe essere più il nome da dare a chi fa parte del tuo gruppo” brontolò Foggy.

Il rumore della plastica della tapparella che sbatteva contro il vetro risuonava tutt’intorno.

“Io non ho un gruppo… E non voglio che degli uomini inesperti si facciano ammazzare” sibilò Matt.

L’altro avvocato sospirò, vedendo che la tapparella era storta.

“Penso che io e la tua ex infermiera saremmo più adatti a quel nome. Anche se ciò non toglie che sia orribile” si lamentò. La raddrizzò, sorrise ed annuì.

“Ti sei drogato di caffè o c’è un motivo particolare perché sei così su di giri?”. S’informò Matt. Foggy ridacchiò, strofinò le mani tra loro e con un saltello scese dalla sedia.

“È venerdì. Voglio godermi il fine settimana” spiegò.

Matt roteò gli occhi dietro le lenti degli occhiali rossi.

“Questa volta, però, non andare a ballare. O lunedì sarai di nuovo nervoso” lo ragguardì.

Foggy gli diede una pacca sulla spalla.

“Ci andrei solo se venissi anche tu, socio” ribatté.

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Capitolo 6
*** Cap.6 Saturday ***


Cap.6 Saturday

 

Foggy alzò lo sguardo, sentiva lo scrociare della pioggia risuonare tutt’intorno, facendo tremare il tendone sopra di lui. La porta a vetri del locale dietro di lui sbatté, facendolo voltare.

Foggy notò Matt e lo raggiunse. Sorrise e guardò la pioggia cadere copiosa, riversarsi sulla strada, rendendo sfocate le luci delle macchine e dei lampioni.

“Attento, Matt” disse.

Daredevil inarcò un sopracciglio.

“A cosa?” domandò.

Foggy gli mise una mano sulla spalla e Murdock sorrise.

“Lì dentro tra una birra e l’altra mi stavi guardando con aria felice. Potresti sembrare davvero coinvolto con me” disse il collega.

Matt ascoltò il rumore delle macchine reso ovattato da quello della pioggia.

“… E sono cose che i ragazzi cattolici non devono fare”. Aggiunse Foggy.  

Matt si deterse le labbra con la lingua e sorrise.

“Anche i ragazzi cattolici si divertono il sabato sera, alle volte” ribatté. Appoggiò la testa sulla spalla di Foggy che aumentò la stretta sulle sue spalle.

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Capitolo 7
*** Cap.7 Sunday ***


Cap.7 Sunday


“Ehy, Matt, mi spieghi perché preferisci me a Karen?” domandò Foggy, appoggiando la testa sul petto nudo dell’altro.

Matt sentì i capelli di Foggy sotto le dita, percepì il suo respiro e si concentrò sulle sue parole.

“Per lo stesso motivo per cui non la preferisci tu. Non dice molto” rispose.

Foggy fece una risata roca.

“Ok. Vogliamo parlare di gente tosta?” chiese. Il suo alito puzzava di martini.

“Lo sai che, se non dormi, domani mattina non ce la farai a stare sveglio?” chiese Murdock. Foggy si mordicchiò il labbro.

“Abbiamo quasi litigato. Quindi ho diritto di sapere perché poi hai preferito tornare da me” disse con tono polemico.

Matt si piegò in avanti, flettendo l’addome muscoloso e gli diede un bacio sulla testa.

“Perché preferisco un avvocato cicciottello con la fissa per i salumi a donne stupende come Elektra o uomini fascinosi come Frank, anche se quest’ultimi mi attirano?” chiese.

“Ecco, vedi, sminuiscono di molto il mio orgoglio virile” brontolò Foggy, sporgendo il labbro inferiore.

Matt sorrise.

“Perché tu sei un bravo ragazzo. Sei buono e mi permetti di esserlo a mia volta. Loro invece amano uccidere, gli sale l’adrenalina e trascinano anche me in un turbinio di sangue” spiegò. Foggy sbadigliò.

“Ora sì che posso dire che è stata una domenica, anzi una settimana, soddisfacente” sussurrò. Chiuse gli occhi e sorrise, addormentandosi su Matt.

 

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