Sky and sea

di Yati
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cielo e mare ***
Capitolo 2: *** Forse, forse ***
Capitolo 3: *** Non così semplice ***
Capitolo 4: *** Fiume di anime ***



Capitolo 1
*** Cielo e mare ***


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SKY AND SEA
scritta da Yati, tradotta da Alessia Heartilly
Sky and sea

Mi fece una domanda quando entrai nel suo naos la prima volta, e la sua voce era insieme giovane e antica ed era un ricordo di cielo e mare. Mi fece una domanda, e non avevo saputo rispondere subito.

"Chi sei?" chiese, e io rimasi lì, bloccata.

Ci fu silenzio ed era pesante di mille anni di dolore tranquillo. Chinai la testa, i capelli che mi coprivano gli occhi.

Le dissi che mi chiamavo Yuna. Yuna, perché era il nome che mio padre mi aveva dato; il nome che mia madre aveva trovato dolce e un po' strano ma che aveva amato comunque. Per un breve attimo pensai di sentire una risata, molto simile a quella di un bambino, genuina e spensierata, ma terminò prima di potersi liberare.

"Sì. So come ti chiami - ti conosco da molto tempo." Era dolce, familiare. "Ti chiami Yuna, la figlia di Braska. Ma chi sei?"

I frammenti dell'inno mi sfuggivano di mente. Lei aveva smesso di cantarlo e io cercai di trattenerlo, ma semplicemente si affievolì e svanì. Non avevo la sua grazia o la sua bellezza per cantarlo da sola e fallii, cercando la risposta nell'improvviso silenzio. La sua voce era la voce che avevo sentito sin da bambina, più tranquillizzante del mormorio del vento e delle onde, l'eco che era stato mio compagno in quelle lunghe notti passate al tempio, assorbita dagli studi.

Una domanda così semplice, eppure non conoscevo la risposta, allora.

Chi sono, mi chiesi? Sono Yuna, sono la figlia di Braska. Sono un'apprendista di Besaid. Ma sono un'altra seguace di Yevon, che cerca la purificazione per i nostri peccati. Sono una bambina che ha dovuto vedere morire troppe persone, sono una ragazza che ha visto troppo poche albe. Sono il mare e sono il cielo e sono la sabbia. Sono Spira.

Sono un'invocatrice, le dissi. Un'invocatrice, come mio padre prima di me.

"Sì." Questa volta era un sospiro mentre l'intercessore mi concedeva i suoi poteri. La voce squillò di qualcosa simile al trionfo mentre l'inno riempiva di nuovo il naos vuoto. "Sì, amore mio, lo sei."

*****
Nota della traduttrice: ogni recensione e commento, anche in messaggio privato, sarà tradotto e inviato all'autrice, e ogni eventuale risposta verrà poi riportata qui. Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! - Alessia Heartilly

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Capitolo 2
*** Forse, forse ***


SKY AND SEA
scritta da Yati, tradotta da Alessia Heartilly
Perhaps, perhaps

Lasciare Besaid non fu difficile come pensavo che sarebbe stato. Forse era perché mi dicevo che sarebbe stata un'avventura; una grandiosa avventura finale, l'epica liberatoria del bene contro il male. Forse era perché sarei stata finalmente in grado di seguire i passi di mio padre lungo quelle coste lontane e trovarlo: trovare mio padre, l'uomo che mi amava e mi ha cresciuta e mi ha lasciata, e non Lord Braska, il Grande Invocatore riverito da tutta Spira.

Forse incontrare nuove persone, nuovi amici, rendeva tutto più semplice. Forse le loro storie mi davano speranza. Con la coda dell'occhio riuscivo a vedere Tidus che spiegava una qualche strategia di blitzball agli Aurochs, le mani che gesticolavano, ed era tutto energia e risate e vita. Si grattò la nuca e perse il filo quando notò che lo guardavo. Gli sorrisi e lui mi fece un cenno con la mano, un sorrisone stupido sul viso. Wakka lo colpì con una palla e io mi voltai, e il sorriso che cercavo di nascondere sembrò più reale di quello che avevo rivolto a lui.

Mi chiesi se tutti questi affetti avrebbero reso più dura la fine, ma la fine, per quanto ignominioso suonasse, sembrava insieme lontanissima e vicinissima. Forse ero egoista, ma non potevo dire no a quello che avevo nel presente.

Ci stavamo avvicinando a Kilika quando qualcuno gridò "Sin!" a squarciagola. Forse era Datto. O forse era Letty. O forse non era nessuno dei due, solo qualche marinaio della nave. Non importava; non voleva dire niente. La nave ondeggiava e io stavo scivolando verso il bordo e Tidus mi afferrò la mano, sembrando sorpreso (e forse spaventato) quanto me. La sua presa si fece meno salda, e prima che potessi comprendere pienamente che stavo cadendo, ero tra le braccia gentili di Kimarhi.

Valefor tremolò, a disagio per l'avvicinamento di Sin. Non sembrava spaventata - perché avrebbe dovuto esserlo? Di sicuro era stata invocata molte, molte volte davanti a Sin? - ma la sua rabbia era palpabile. "È il distruttore" mormorò e anche da lei proveniva malinconia, e non capivo perché. "È sorto di nuovo."

Non le feci domande - la invocai e lei volò nel cielo, tutta maestà e bellezza e grazia. I suoi attacchi erano implacabili ma alla fine non fu comunque abbastanza.

I nostri sforzi non importavano. Sin si allontanò e non c'era nulla che potessimo fare. Sedevo sul ponte, con la testa di Tidus in grembo (era stato gettato in acqua ed era solo semicosciente quando Wakka lo aveva riportato a galla), e fissava il cielo rosso come incantato. Sembrò confuso e stanco e disperato, e mi chiesi se stava pensando alla sua Zanarkand e allo stadio di blitzball tutto illuminato di notte.

Che meraviglioso posto deve essere, quella Zanarkand. Forse, un giorno...

Il sospiro di Valefor risuonò come vento che fruscia nell'erba, e mi fece pensare a mille anni di dolore.

*****
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Capitolo 3
*** Non così semplice ***


SKY AND SEA
scritta da Yati, tradotta da Alessia Heartilly
Not that simple

Era strano, a dire il vero. Kilika era stata rasa a livello del mare; legname ovunque, corpi nelle loro bare che galleggiavano sull'acqua, cullati dalle onde. Il sole accarezzò l'orizzonte, dipingendo ogni cosa di oro e rosso. Era pacifico. Era orrendo. Le onde non risuonavano in maniera diversa mentre si infrangevano sul molo distrutto di Kilika; dolci come sempre, che promettevano di continuare per l'eternità.

"Non c'è nessuna eternità, amore" mormorò Valefor. Non capivo.

Feci le uniche cose che sapevo come fare: ballai e ballai e ballai e mandai le anime cadute al cielo.

Valefor sospirò, quasi con desiderio. Non capivo.

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Capitolo 4
*** Fiume di anime ***


SKY AND SEA
scritta da Yati, tradotta da Alessia Heartilly
River of souls

Lunioli e lillà lunioli. Una relazione davvero curiosa.

Non erano insetti, per essere attratti dal nettare dolce. Non erano senzienti, per desiderare di annegare nel Fluvilunio in maniera così meravigliosa. Non erano nemmeno vivi.

Mi chiesi perché alcuni lunioli diventavano mostri mentre altri indugiavano tra i lillà. Mi chiesi perché alcuni morti provavano risentimento per i vivi, mentre altri se ne andavano e basta, finendo nell'Oltremondo. Se io fossi morta (quando sarei morta) e nessuno mi avesse trapassato, sarei diventata un mostro?

Ero pronta a morire. Non ero sicura di volerlo.

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