Un solo cielo, un solo destino

di ShawnSpenstar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Figli di una storia minore ***
Capitolo 2: *** Lacrime della notte ***
Capitolo 3: *** La ballata dei fratelli di sangue ***
Capitolo 4: *** E buonanotte a tutti i sognatori ***
Capitolo 5: *** Grazie... solo questo ***
Capitolo 6: *** Attimi di disperata gioia ***



Capitolo 1
*** Figli di una storia minore ***


Figli di una storia minore

 

 

Sta piovendo, una pioggia sottile ma fitta e insistente… proprio come quelle due notti di venti anni fa.

 

È da un po’ che ci penso: quando questa guerra sarà finita, quelle due insignificanti notti della plurimillenaria vita del pianeta terra si trasformeranno nell’istante che ha salvato tutti noi dalla rovina, il momento in cui è “nato” il grande Ichigo Kurosaki.

Per due giornate, la storia di un mondo e delle tre realtà che lo compongono è stata quella di un capitano Shinigami e di una ragazza quincy, rappresentanti di due razze in costante tensione tra loro, che si sono incontrati e innamorati dando vita all’eroe capace di porre fine all’apocalisse perpetrata dal malvagio imperatore del Vandenreich.

 

Narrata così, suona decisamente come una di quei grandi racconti del passato, a metà tra l’epica della tradizione nostra o occidentale e una grande opera shakespeariana, che sono destinate a rimanere impresse nell’umanità.

 

I futuri genitori e nonni, che ebbero un ruolo consapevole in essa, la racconteranno ai loro figli e nipoti come nei tempi antichi facevano i bardi e i poeti.

 

Un’indelebile leggenda incisa per sempre nelle pagine dal grande libro del destino: la storia di Isshin Shiba e Masaki Kurosaki.

 

 

Nessuno invece si ricorderà dell’altra storia che quel brevissimo arco di tempo cambiò irrimediabilmente: la storia di come un triste ragazzo idiota, nemmeno tu potresti affermare che non lo fossi, si rese conto di quanto fosse stato cieco ed insensibile fino ad ora e di come una ragazza, che lui aveva sempre visto ma mai guardato, venne immeritatamente ad illuminare la sua esistenza.

 

Se tu potessi sentire questi miei pensieri probabilmente replicheresti con uno dei tuoi sorrisi, rari ma bellissimi; diresti che mi colpevolizzo troppo, che stavo solo seguendo i dettami della tradizione quincy e il volere di mia madre; mentiresti, assicurandomi che in realtà non ti ho mai fatto soffrire e, come sempre, riusciresti a farmi sorridere… tu e Uryu siete gli unici in grado di farlo.

 

Ma tu non ci sei ed io ho paura.

 

Ho paura che tu sia dimenticata.

 

Moltissime volte mi hai detto di non aver mai desiderato essere una grande storia e l'hai poi sempre confermato con fatti: i tuoi movimenti in battaglia erano sobri ed essenziali e ricordo bene il disagio che provavi nelle uscite a quattro che Masaki organizzava ogni settimana, quanto fossi imbarazzata ogni volta che lei e quell'idiota di Shiba attiravano l’attenzione sul nostro gruppo o che io ti baciavo.

Se te l'avessero chiesto, avresti risposto che non ti interessava nemmeno una piccola menzione in un'unica pagina; era sufficiente che ti permettessero di contribuire alla scrittura del grande libro della famiglia Ishida, ovunque conducessero le linee di sviluppo della sua trama, e questo sarebbe bastato a farti felice, la mia gioia era la tua gioia.

 

Ma la verità è che tu eri forte, non fisicamente, forse, ma solo perché il tuo corpo era stato messo a dura prova dalle privazioni cui eri stata sottoposta al fine di diventare la mia ideale guardia del corpo; possedevi capacità spirituali che certi echt quincy definirebbero "sorprendenti per una semplice gemischt" e le alimentavi con un'incrollabile perseveranza nel cosiddetto "unico scopo della tua esistenza".

E poi eri bellissima, di una bellezza e una dolcezza che io, per anni, non sono riuscito nemmeno a cogliere, da giovane idiota quale ero, ma che è stata capace di cambiarmi la vita. Saresti potuta partire dopo il fallimento del matrimonio con Masaki, mia madre ti aveva sollevato dai tuoi doveri e tu eri libera di andare a cercare finalmente una qualche felicità che ti ripagasse di tutti i tuoi sacrifici.

Avresti potuto lasciare quella casa per te così priva d'amore.

 

Quello sarebbe dovuto essere il tuo destino, spiegare le ali e spiccare il volo verso una vita vera; saresti diventata una potente cacciatrice di hollow, un'incantevole donna raggiante di gioia per l'esistenza piena e soddisfacente che le era capitata, una quincy il cui ricordo sarebbe rimasto impresso nelle generazioni… l'esatto contrario della storia minore che la nobile famiglia Ishida aveva pensato per lei.

 

Eppure, nemmeno il fato è stato capace di prevedere quanto ti saresti rivelata speciale.

 

Perché la meravigliosa Kanae Katagiri ha scelto liberamente di rinunciare alla grandezza e all'eterna memoria per restare al fianco di un uomo immeritevole, ha avuto fiducia in me quando neppure io ne avevo più e, infine, mi ha insegnato a vivere davvero la vita, liberandomi dalle rigidità delle tradizioni, dalla vergogna per la vicenda di Masaki, dal senso di inferiorità nei confronti di Shiba.

 

Perché la meravigliosa Kanae Katagiri era destinata ad essere una grande storia, ma ha preferito vivere la storia minore della "nobile" famiglia Ishida e condividere con il suo più indegno rappresentante, con l'uomo che, per anni, ha fatto a pezzi i tuoi sentimenti, la sua felicità.

 

Perché la meravigliosa Kanae Katagiri, in due giorni di pioggia, è riuscita, con il suo coraggio, a scrivere una nuova storia.

 

Una breve e piccola narrazione, ma assolutamente degna di affiancarsi alla leggenda di Isshin e Masaki.

 

La favola di Kanae e Ryuken.

 

 

 

SPAZIO DELL'AUTORE

 

Buongiorno a tutti i lettori, benvenuti a quella che è la prima one-shot della mia prima storia su Bleach.

 

Ho voluto aprire la raccolta con Ryuken e Kanae perché sono rimasto molto colpito da questi due personaggi e dal loro rapporto nel mini-arco "Everything But The Rain" (e a Kubo sono bastate QUATTRO/CINQUE vignette per evidenziarlo) e mi dispiace che il tutto passi in secondo piano perché le luci della ribalta sono tutte per Masaki e Isshin che, per carità, hanno una bella storia ma non sono gli unici personaggi esistenti in quel flashback; potremmo, in un certo senso, dire che la preoccupazione di Ryuken che Kanae venga dimenticata è un po' anche la mia.

 

Ammetto poi che questa storia ha senso solo se avete le mie stesse idee sui fatti del flashback e cioè:

1) Tutti sappiamo che Masaki non è mai stata realmente innamorata di Ryuken, ma secondo me nemmeno Ryuken è MAI stato innamorato di lei; sicuramente le vuole bene ma al massimo come un'amica o una sorella e, ovviamente, acconsente al matrimonio solo e soltanto perché in questo momento è ancora un giovane quincy "plagiato" dalla madre (che, tra l'altro, sembra la versione Bleach della signorina Rottermaier di "Heidi").

2) Ryuken è stato davvero innamorato di Katagiri ed è proprio durante il flashback che inizia la loro storia, Ryuken inizia a capirla nel capitolo 534 (quello in cui la "inchioda" al muro) ascoltando la sua ultima risposta e poi comincia a provare qualcosa per lei nel loro incontro sotto la pioggia  nel capitolo 536 (quello in cui Kanae gli dice che il vedere Ryuken triste le spezza il cuore).

3) Kanae e Ryuken durante la loro vita insieme hanno mantenuto i rapporti con Masaki e Isshin diventando anche amici; lo so che è difficile immaginarsi Ryuken amico di qualcuno, men che meno di Isshin, ma non sappiamo niente di ciò che è successo nell'arco di tempo tra gli anni del flashback alle morti di Masaki e Kanae e sinceramente penso che Katagiri, una volta liberatasi dalle violenze psicologiche che la madre di Ryuken ha sicuramente attuato su di lei, si sia lasciata alle spalle il senso di inferiorità nei confronti degli Echt e sia voluta diventare amica di Masaki, trascinandosi dietro anche Ryuken.

 

Temo di aver scritto anche troppo, spero che la storia vi sia piaciuta e che le spiegazioni vi siano servite (in caso contrario, mi scuso); fatemi sapere cosa ne pensate e ditemi se e cosa dovrei migliorare.

 

Arrivederci al prossimo capitolo.

 

Ciao a tutti.

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Capitolo 2
*** Lacrime della notte ***


Lacrime nella notte

 

 

Il silenzio che pervade questa casa è qualcosa di surreale, riesco perfino ad avvertire fisicamente il senso del vuoto e la cosa mi da i brividi perché questa non dovrebbe essere una sensazione realmente percepibile; non puoi veramente "sentire" il vuoto, non dovrebbe esistere…  proprio come questi passi che sono appena giunti alle mie orecchie.

 

E' come ogni altra notte, come nel racconto di quello scrittore umano.

 

E' il mio "fantasma dei natali passati" che viene a visitarmi.

 

 

Impiega più tempo del solito prima di mostrasi: gioca con le pareti, striscia, corre e rotola proprio come una bambina, poi, appena vede che non ottiene da me nessuna reazione, si calma e prende posizione in piedi sulla porta della mia camera; osservando il suo sguardo, mi sembra quasi di notare del disagio, ma poi capisco che è solo dispiacere.

 

E' quel giorno e lei deve adempiere al suo compito.

 

La piccola si avvicina silenziosamente al mio letto, si inginocchia e mi osserva, come se non avesse ancora capito se sono sveglio o no; concluso il controllo, allenta le sue fasce ed estrae dal nascondiglio un oggetto avvolto in un telo di stoffa che immediatamente porge a me.

Scarto il dono con poco entusiasmo: so già cosa contiene, è un vecchio rito che si ripete ogni anno e che ogni volta mi sottrae un pezzo d'anima, ironico, considerando che io sono un'anima, ma è anche un'antica promessa che non ho alcuna intenzione di disattendere e così vado avanti…

 

… e lei è sempre lì.

 

Mi specchio nei riflessi prodotti dalla spada senza lama ed è come ritrovarsi ad osservare il proprio subconscio; non so se sia realmente un suo potere, non dovrebbe, non sono un membro della famiglia Ise, ma sulla superficie della Shinken Hakkyouken vedo immagini spezzarsi in frammenti, evidenziare sfaccettature del mio carattere e riportare alla memoria alcuni istanti della mia vita e l'immagine più ricorrente è il mio volto in lacrime.

 

"Assurdo!"

 

"Il capitano Shunsui Kyoraku in lacrime? Ma se è il più goliardico dei capitani del Gotei!"

 

Nessuno sa delle lacrime che verso ogni notte, non fa parte della maschera che mostro in pubblico; anzi, di più, non sono fatte per il pubblico, sono private: sono per mio fratello che mi manca e che rivorrei al mio fianco; sono per la sorellona che ha avuto fiducia in me per un compito di tale importanza; sono per la povera Lisa che le somiglia troppo per non suscitarmi tristezza; ma, più di tutti, sono per lei.

 

Lei non ha idea di quanto abbia faticato per convincere il comandante dei Corpi del Kido a trasferirla nella mia squadra, difficile dare una motivazione quando sei conscio che quella reale equivale ad un biglietto di sola andata per il Sokyoku, ne di quante ore abbia passato ad osservarla di nascosto, lei sempre seduta sulle gambe di Lisa pronta ad ascoltare una nuova storia ed io a fingere di prestare attenzione al resto della divisione; era una scena troppo bella per rimanerne indifferenti, in braccio al luogotenente Yadomaru, la piccola Nanao ritornava la neonata che avevo visto la prima volta avvolta tra le braccia della madre, sotto lo sguardo protettivo di suo padre e… suo zio.

 

Più la guardo, più penso a come sarà una volta cresciuta: una donna forte e intelligente dal fisico alto e slanciato, con lunghi capelli neri raccolti, un paio di occhiali a coprire i suoi occhi azzurri e un sorriso che è "un balsamo per l'anima"; è l'espressione con cui mio fratello descriveva sua moglie.

Dovrei essere felice di questa prospettiva, eppure è questo il momento in cui quelle gocce totalmente prive di gioia scendono più copiose.

 

 

Perché, più penso a come sarà lei più mi rendo conto di come dovrò essere io.

 

I pegni che nascondo nella mia camera, il kimono e le forcine, sono le prove delle antiche promesse che ho fatto alle due persone che più amavo al mondo; ogni volta che sono solo in casa gli indosso ed è come se sentissi le loro voci dirmi "proteggi la nostra bambina, per favore!" o "ti preghiamo, se puoi, salva Nanao dal destino che la attende"… non potrei mai dirgli di no.

 

Nanao non dovrà mai sapere la verità su ciò che nascondo, se lo scoprisse verrebbe travolta dalla maledizione della famiglia Ise e sarebbe condannata a trovare la felicità solo per poi perderla come è successo a tutte le altre capofamiglia.

 

 

Ma la realtà è che lei la conosce già.

 

Mi ha visto il giorno in cui sua madre mi ha affidato la sua vita e per questo da che è entrata in accademia ho dovuto indossare la maschera anche con lei: ho pilotato il suo ingresso nell'ottava divisione e poi ho finto di non conoscerla; ho cercato di tenerla il più spesso possibile lontana da me finche è ancora una bambina e, una volta cresciuta, la tratterò come tratto tutte le altre donne, la corteggerò e farò l'idiota in modo che lei non sospetti nulla.

 

 

Mi sento un maiale.

 

Non è così che dovrebbe comportarsi uno zio.

 

Avrei dovuto essere io ad accoglierla dopo che sua madre fu giustiziata, avrei dovuto prenderla con me e crescerla con tutto l'amore che sono capace di provare; ed ora, dovrei essere io a giocare con lei, a prenderla sulle ginocchia per raccontarle storie affascinanti, a portarla in giro in spalla per tutto il Seireitei e il Rukongai e a rispondere ad ogni suo sorriso.

 

Perché potrà non esserlo in senso letterale, ma, per me, lei è la mia bambina; è un tesoro che solo l'unione delle anime e dei corpi delle due persone che più amo poteva generare ed io sono il suo custode, non tradirò mai il mio giuramento dovesse costarmi la vita.

 

 

E' l'unico modo che ho per dimostrare il mio affetto alla mia amata nipotina.

 

 

E' il motivo per cui quello del mio volto in lacrime è l'unico riflesso per cui provo orgoglio.

 

 

 

SPAZIO DELL'AUTORE

 

Secondo capitolo della serie ed è il momento di Shunsui e Nanao, due personaggi che mi piacciono molto (in particolare Shunsui che è uno dei miei capitani e personaggi preferiti) e che, dopo i recenti eventi del manga mi piacciono ancora di più.

 

So bene che, per vari motivi più o meno validi, molti non amano (eufemismo stratosferico) lo scontro Shunsui & Nanao vs Lille; effettivamente la battaglia è tutt'altro che perfetto e ha alcuni momenti che lasciano un po' interdetti  ma, per quel che mi riguarda, il flashback di Shunsui non è tra questi, anzi lo ritengo uno dei migliori flashback di tutto il manga.

Nell'arco di una battaglia è passato da capitano idiota a candidato per il titolo di miglior zio della storia, capace di auto-torturarsi per secoli per quello che considera il bene della sua nipotina; sinceramente l'ho trovata una storia commovente e spero di essere riuscito a rendere bene, nel capitolo, quelle che, immagino, siano state le sensazioni di Shunsui durante gli anni, la tristezza che sicuramente deve aver provato nel non poter mai trattare Nanao come sua nipote solo per evitare che scoprisse della loro parentela e il peso di avere sempre con se l'oggetto che si era portato via la vita di suo fratello, che aveva causato la morte della "sorellona" e che avrebbe potuto portare tristezza anche alla sua nipotina.

 

E' stato proprio questo nuovo legame, che tanti hanno finto non esistesse perché annullava le possibilità di una relazione romantica tra i due, a dare il la a questa raccolta, per cui spero di avere reso giustizia al personaggio e a quelli che potrebbero essere i suoi sentimenti.

 

Fatemi sapere, tramite le vostre recensioni, che cosa ne pensate e, perché no, magari provate ad indovinare quale sarà il prossimo duo (vi do qualche indizio: sono cresciuti insieme e sono in un certo senso fratelli)

 

Grazie a tutti e alla prossima.

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Capitolo 3
*** La ballata dei fratelli di sangue ***


La ballata dei fratelli di sangue

 

 

Mi chiamo Jugo e sono una leggenda.

Per quanto possa sembrare presuntuoso, questa frase potrebbe davvero essere l'inizio di una mia autobiografia.

 

Purtroppo però, la leggenda che si è incarnata in me non è una di quelle epiche storie di eroi del destino protagonisti di imprese leggendarie, e nemmeno una narrazione più realistica di uomini geniali e visionari capaci di condurre la razza umana verso il futuro; io sono un tipo di quincy che, si narrava, nascesse ogni vent'anni circa ma che in realtà non si era mai manifestato, un quincy completamente privo di poteri.

Più ci penso, più mi viene da piangere; che senso ha appartenere ad una particolare razza di umani nata per cacciare gli spiriti malvagi se poi nasci così? E perché, tra tutti quelli esistenti al mondo, dovevo essere io questo quincy "leggendario"?

 

Ormai non sono più un bambino eppure, nel villaggio, nessuno mi vuole come compagno di battaglia, del resto è rischioso uccidere hollow insieme a qualcuno che non è in grado di difendersi… e poi io sarei "speciale".

Li odio quando fanno così, li odio tutti, dicono che lo fanno perché mi vogliono bene, che cercano semplicemente di farmi sentire accettato; sono solo degli egoisti desiderosi di lavarsi la coscienza, in poco tempo si dimenticheranno perfino che esisto.

Se davvero tenessero a me non mi definirebbero "speciale"; io sono un rifiuto, un essere imperfetto che non è stato soppresso da piccolo solo perché non c'era un familiare che volesse farlo dato che sono orfano dalla nascita e mio zio non aveva alcuna intenzione di privarsi di un paio di braccia in più.

 

Io sono un incapace e lui è stato l'unico che ha avuto il coraggio di dirmelo.

 

Bazzard Black, il mio migliore amico.

 

Lui sì che è davvero un quincy speciale: non solo è un talento naturale, ha la mia stessa età eppure riesce a creare un Heilig Bogen per mano mentre io non riesco nemmeno ad usare il Blut, ma è anche l'unica persona che mi capisce fino in fondo, che invece di provare a blandirmi con belle parole per poi abbandonarmi ha deciso di diventare il mio compagno di allenamenti e di battaglia, pur conscio del fatto che, per lui, sarei stato più un peso che un aiuto; ricordo che quando gli ho chiesto perché volesse proprio me ma ha risposto che cercava qualcuno che avesse la sua stessa forza d'animo perché solo una persona simile avrebbe potuto stare al suo passo.

 

Io stare al passo di Bazz, sarebbe ridicolo anche solo pensarlo.

 

Eppure lui mi ha detto che non dovevo assolutamente preoccuparmi, che avevo tutto il tempo per migliorare perché lui mi avrebbe protetto fin quando non sarei stato capace di farlo da solo, come avrebbe fatto un vero fratello maggiore.

 

Da quel giorno abbiamo sempre combattuto insieme come veri fratelli, sostenendoci reciprocamente nei rispettivi progressi; all'epoca il nostro desiderio era solo quello di diventare due quincy degni di essere ricordati nella storia della nostra razza ma sempre senza scadere nell'egoismo o nel rischio di abbandonare l'altro al suo destino… Bazz ripeteva che questo era essere una famiglia.

 

 

Poi, una notte, su di lui si abbatté un rosso inferno di sangue e morte, e, quando uscì da quel pandemonio, era come se quel fuoco l'avesse consumato fin nell'anima e fosse rinato dalle ceneri; era completamente diverso da come era prima: più determinato nel diventare forte; più aggressivo verbalmente e soggetto ad improvvisi scatti d'ira o violenti sfoghi.

 

Ma più di tutto era ossessionato dall'idea di vendicarsi dell'assassino dei suoi genitori: il re, anzi, il dio dei quincy, l'onnipotente Yhwach. Era un'impresa titanica per cui perfino un talento naturale come Bazz avrebbe dovuto allenarsi per decenni senza attimi di riposo, era impossibile che ci riuscisse con un peso come me a frenarlo.

 

Lo supplicai di rompere la nostra alleanza: gli raccontai come, grazie a lui, fossi migliorato a sufficienza da potermi  difendere da solo; mentii affermando di aver fatto amicizia con un piccolo gruppo di giovani quincy del villaggio e che questi si erano offerti di aiutarmi al posto suo nel mio percorso di crescita; gli dimostrai in modo logico e inequivocabile che, se avesse continuato ad allenarsi con me, non sarebbe mai riuscito a raggiungere il suo scopo…

 

ma il nostro è un legame di sangue, e un legame così non può essere rotto.

 

Quella risposta mi rimarrà incisa nella memoria per sempre.

Non era ciò che volevo sentire, non sono nemmeno sicuro che abbia un senso… eppure quelle parole sono il motivo per cui, anche se sono un incapace, continuerò a scagliare le mie frecce di legno fino a che non sfrecceranno alla stessa velocità di quelle di Reishi.

 

Perché se il fratello maggiore ha un sogno, il fratello minore deve aiutare a realizzarlo.

 

 

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Mi chiamo Jugram Haschwalth e sono una leggenda.

 

Solo due parole cambiate in una frase, eppure la distanza che separa quelle due frasi è molto superiore ai dieci anni indicati sui calendari.

 

In questi anni ho imparato bene il valore delle parole, esse sono in grado di cambiare il destino degli uomini anche più delle azioni in certi casi; io lo so bene, sono state proprio delle parole a trasformare colui che ero in colui che sono ora, a distruggere totalmente la mia strada e i legami, o meglio il legame, che avevo costruito lungo il percorso e a cui tenevo più della mia vita.

I sacrifici sono necessari per chi desidera una nuova esistenza mi hanno detto, e forse è vero, ma io non riesco a non pensare che certe cose siano cambiate troppo e troppo in fretta , in modo estraneo alla mia volontà; non avrei mai voluto tradire la fiducia di Bazz, ne vedere un legame, da lui stesso definito indistruttibile, distorcersi nella versione malata di oggi.

 

Ma io… perdonami Bazz, io proprio non posso tradire Sua Maestà; Lui mi ha chiamato per nome e, con le sole parole, mi ha reso ciò che ho sempre voluto essere.

 

Non sono più Jugo, il ragazzino impaurito che sottostava alle violenze e alle sevizie di quel maiale di suo zio.

 

Non sono più Jugo, il perdente, il fratellino debole del grande Bazz sempre bisognoso di protezione.

 

Io sono Jugram Haschwalth, il più giovane capitano della storia dell'esercito dei quincy.

 

Di PIÙ, SONO IL FUTURO GRAN MAESTRO DEL CORPO SCELTO DEGLI STERNRITTER!

 

ANCORA DI PIÙ, SONO L'ALTER EGO DEL RE DEI QUINCY CHE, NEL MOMENTO IN CUI SUA MAESTÀ CHIUDE GLI OCCHI, INDOSSA LA MASCHERA DEL REGGENTE E DIVENTA IL GUERRIERO CHE NESSUN QUINCY, SHINIGAMI O HOLLOW PUÒ' SCONFIGGERE!

 

IO SONO JUGRAM HASCHWALTH, IL THE ALMIGHTY!

 

 

E devo a Yhwach tutto questo.

 

Ricordo ancora come se fosse ieri le parole che mi disse quel giorno, il suo "sei speciale" era così diverso da quello ipocrita degli abitanti del nostro villaggio, era profondamente sentito e carico di affetto familiare; erano parole dette da qualcuno che era realmente interessato al mio destino.

Solo una volta nella mia vita solo una volta ho ricevuto un "sei speciale" comparabile a quello, anche se dal significato diametralmente opposto.

 

Ed è stato il tuo, Bazz.

 

Avevi ragione, fratello, per quanto le situazioni, i sogni o gli ideali possano cambiare, i legami di sangue non si possono spezzare; una famiglia resta tale per sempre, e ora, grazie al re, osservo la realtà dalla giusta prospettiva: Sua Maestà è il nostro vero padre, noi quincy siamo i figli e tu, Bazz, sei mio fratello.

 

So bene che fatichi ad accettare il modo in cui le nostre vite sono cambiate, ma non devi preoccuparti di nulla: mi hai insegnato che in una famiglia si cresce insieme senza egoismo e rifuggendo dal pericolo di abbandonare l'altro al suo destino, e, per anni, li hai messi in pratica, proteggendomi.

 

Ora lascia che sia io a proteggerti.

 

Lascia che sia io… il fratello maggiore.

 

 

 

SPAZIO DELL'AUTORE

 

Tercer capítulo de esta colecciòn (visto, sono pure poliglotta) ed eccovi due personaggi cui scommetto nessuno aveva pensato e se qualcuno l'ha fatto… beh, sappiate che non vi credo (scherzo, ovviamente).

 

 E quindi dopo lo zio migliore della storia di Bleach (Shunsui), in questo capitolo abbiamo lo zio peggiore della storia di Bleach (ovviamente quello di Jugo, immagino di non essere l'unico che dopo aver visto l'espressione di Haschwalth e aver letto quel "mio piccolo caro Jugo" del capitolo 631 ha pensato che lo zio lo picchiasse e, forse, abusasse di lui) ma anche una delle "fratellanze" più complesse e ben scritte di tutto il manga.

Il mio obiettivo in questo capitolo era soprattutto far risaltare, tramite il POV del personaggio che nel manga non è narratore, il tratto più meraviglioso della loro amicizia, per quanto sia finita male, e cioè che, da ambo le parti, era totalmente sincera; entrambi credevano nell'altro fermamente, desideravano fare il bene dell'altro e nessuno dei due era lì solo perché gli faceva comodo, forse Bazz B è un po' egocentrico e, infatti, al momento della grande rivelazione fatica a sopportare la verità ma, a mio parere, non vuol dire che si fosse scelto Jugo come sottoposto solo per auto-glorificarsi. Probabilmente è anche per questo che è finita in tragedia.
 

La loro "battaglia" nel manga (da leggersi: Jugo gioca a tris su Bazz B con la spada) è molto sottovalutata ed ha perfino un che di poetico che spero di essere riuscito a trasmettere anche in questa storia mentre con il climax di frasi in stampato volevo rappresentare la progressiva perdita della ragione di Jugo (evidentissima nei recenti capitoli in cui è comparso) di fronte alla consapevolezza di essere passato dai traumi dell'infanzia ad essere un guerriero micidiale a tratti addirittura onnipotente.

 

Spero che, nonostante i personaggi non siano tra i più popolari, il capitolo sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate e, se volete, provate a sbilanciarvi su chi potrebbe essere la prossima coppia di personaggi (indizio: saranno due shinigami e il loro non sarà un legame amoroso).


hasta la vista, companeros! Alla prossima.

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Capitolo 4
*** E buonanotte a tutti i sognatori ***


E buonanotte a tutti i sognatori

 

 

Un folle delirio di onnipotenza.

Il più ambizioso progetto scientifico di un genio.

 

Sono molti i modi in cui potrebbe essere definito ciò che vorrei, alcuni anche poco dignitosi, ma se ci definiamo "dei della morte" dovremo pur dimostrare di essere capaci di qualcosa di divino, no?

Io desidero tentare quest'impresa, dimostrerò di essere più grande di Urahara e creerò, partendo da sole componenti artificiali, una vita vera e propria, perfettamente comparabile a quella dei normali umani o shinigami, con una personalità propria e che si evolverà col tempo seguendo le mie direttive.

 

 

Raccontati così, sembrano davvero i vaneggiamenti di un pazzo,  ma io preferisco "sognatore".

 

Ed è per questo che il mio progetto avrà il nome di un sogno.

 

Il progetto Nemuri.

 

 

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Non sta affatto andando come dovrebbe.

 

Secondo i miei calcoli, sarebbero dovuti bastare due prototipi per arrivare a formare almeno un feto; invece le Nemuri Ichigou, Niigou e Sangou non hanno mostrato alcun segno di vitalità e l'esemplare Yongou non è riuscito ad andare al di la della semplice formazione di un misero cervello.

 

Tutto questo MI FA. VERAMENTE. INCAZZARE!!

 

 

Dove ho sbagliato.

 

Ho ricalcolato le dosi sessantasette volte.

Ho svolto cinquantadue test virtuali per verificare la validità del procedimento.

Ho eseguito in prima persona, con Akon, ogni fase dell'esperimento perché la fase operativa del progetto restasse nelle mani più capaci dell'Istituto di Ricerca degli Shinigami.

 

Eppure non è servito a nulla.

 

Cosa manca al mio progetto.

 

 

Cosa mi manca.

 

 

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Se fossi uno shinigami come tutti gli altri, forse potrei dire di avere avuto, oggi, dal mio progetto la prima soddisfazione; è, infatti, grazie al cadavere della Nemuri Gogou che sono riuscito a modificare la mia Zanpakuto per acquisire il Bankai e, di conseguenza, la posizione, fino ad ora vacante, di capitano della dodicesima divisione.

 

Ma io non sono un banale shinigami… io sono un genio e tutto questo non è abbastanza per me.

 

Ci sono voluti ben quattro prototipi perché il Gigai raggiungesse quantomeno lo stadio di feto, due in più rispetto a quanto risultasse dai miei calcoli.

 

E quello che ho ottenuto non è nemmeno il vero Bankai di Ashisogi Jizo, non credo abbia neppure metà del suo potere reale; non sono fatto per intavolare amichevoli dialoghi con la mia spada, ma avrei desiderato che fosse potente almeno quanto è terrificante.

 

E invece è debole… debole e disgustosamente simile al Bankai di quel bastardo di Urahara.

Anche lui ha forzato l'ottenimento del Bankai, eppure la sua Zanpakuto lo adora ed esprime al massimo il suo devastante potere.

 

Devo superarlo.

 

Devo riuscire in un impresa in cui quello stronzo non si è mai nemmeno cimentato.

 

Il progetto non deve fallire.

 

 

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MERDA! MERDA! MERDA!!!

 

SONO STATO UN POVERO IDIOTA DEL CAZZO!!!

 

STAVA ANDANDO TUTTO BENE, DURANTE IL PRIMO ANNO DI VITA NON C'ERANO STATI PROBLEMI ED ORA, QUASI AI DUE ANNI, QUELLA STRONZA MUORE!!!

 

AVREI DOVUTO PREVEDERLO, LA PROBABILITÀ CHE LE CELLULE DEL KONPAKU MOSTRASSERO QUESTO TIPO DI PROBLEMA ERANO ALTISSIME, MA IO ERO TROPPO IMPEGNATO A CROGIOLARMI NEL MIO MERDOSO SOGNO!!!

 

 

Brutta… bastarda… Nemuri… Rokugou.

 

Ho davvero… creduto di avercela fatta questa volta, ero già pronto a sbatterti in faccia a quel rifiuto di Urahara.

 

Non tutti i mali vengono per nuocere però, ora so che il mio progetto è realizzabile e non mi fermerò di fronte a nulla pur di compierlo.

 

Preparati Kisuke, sto per uscire definitivamente dalla tua ombra.

 

 

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La settima esemplare è viva, ha avuto il suo primo pianto poche ore fa ed ora sta dormendo sotto la costante sorveglianza di Akon.

Le mie macchine mi aggiornano in ogni momento sulle sue condizioni: i suoi segni vitali sono nella norma, il Gikon si è legato perfettamente al Gigai e le cellule non presentano difetti o deterioramenti.

 

Stavolta non mi farò cogliere impreparato: ho impiantato nel cervello del prototipo un organo che, in caso di necessità, accelera il ricambio cellulare e monitoro le sue condizioni ogni giorno per verificarne la stabilità sui livelli ottimali.

 

 

Ora dipende tutto da lei.

Potrà essere il mio più grande trionfo o il mio più grande fallimento.

 

Non sono mai stato un estimatore delle frasi fatte ma, forse, in questo caso non c'è nulla di più adatto.

 

Per cui, su, io sono pronto.

 

Fammi sognare, Nemuri Nanagou.

 

 

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A volte il destino è un vero bastardo con un senso dell'umorismo tutto suo.

 

Il mio impegno nel creare un organo che permettesse al prototipo di cambiare velocemente le cellule morte non è servito; la Nemuri Nanagou ha adattato il suo corpo ed è riuscita a trovare un ritmo di ricambio cellulare che le consentisse la sopravvivenza… e  ormai ha quasi sette anni.

 

Se non fossi completamente estasiato, probabilmente m'incazzerei a morte.

 

 

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La ragazzina ha superato con successo i dieci anni di vita.

 

La tengo d'occhio ogni giorno e, ogni giorno, la vedo imparare qualcosa di nuovo, sviluppare un suo carattere o comprendere meglio il mondo che la circonda.

Probabilmente si è anche accorta che la tengo costantemente d'occhio. La vedo, ogni tanto, che tenta imprese che sono fuori dalla sua portata solo per attirare ancora di più la mia attenzione; una stupidaggine da bambino, ma è impressionante la velocità con cui ha compreso il mio carattere.

 

Sarebbe quasi apprezzabile se non somigliasse sempre di più a quella puttana di Shutara, ma di quello non posso fargliene una colpa; del resto sono io che mi sono ispirato a Senjumaru per le fattezze della mia creatura.

 

 

Già… la mia creatura.

 

In lei scorre il mio stesso sangue, in un certo senso… lei è mia figlia.

 

 

Dovrei darle un nome… mmm, vediamo… ah, ho trovato!

 

Sarà Nemu, Nemu Kurotsuchi.

 

 

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QUELLA. DANNATA. MERDA!!

 

QUELLA SCHIFOSA BASTARDA INGRATA DI NEMU!!

 

E' LA TERZA VOLTA NELLE ULTIME DUE SETTIMANE CHE SUBISCE PIÙ DANNI DI CIÒ CHE DOVREBBE DAGLI ATTACCHI DEGLI HOLLOW E QUESTO MI FA IMBESTIALIRE!!!

 

QUELLA STRONZETTA NON HA ANCORA CAPITO CHE PUÒ PERMETTERSI DI MORIRE SOLO QUANDO LO DICO IO!!!

 

 

E QUEI MORALISTI DEL CAZZO DEI MIEI "COLLEGHI" DOVREBBERO. SOLO. STARE. ZITTI; NESSUNO DI LORO HA UNA FIGLIA, SOLO IO… ANZI, IO E ZARAKI!

 

 

Ahahahah… i-io e Zaraki.

 

I-il destino ha davvero un senso dell'umorismo unico… più cerchi di comprenderlo, più lui ti stupisce.

 

 

Proprio come lei.

 

 

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Quanti anni sono passati dal giorno in cui l'ho creata?

 

Potrà sembrare incredibile, ma non so più rispondere a questa domanda… forse è perché, ormai, sono abituato a lei, do per scontato che si trovi al mio fianco, non mi importa più da quanto tempo.

 

 

E' molto cambiata, in questi ultimi tempi, lei con tutta la soul society: dal giorno dell'invasione dei ryoka, qualcosa ha cominciato a sgretolarsi alle fondamenta e ora, con questa guerra, il "nostro" mondo e il "nostro"  Gotei cadranno per rinascere dalle rispettive ceneri… proprio come successe mille anni fa.

 

Non saprei dire a quale "mondo" appartengo, non sono annoverabile tra le prime generazioni del Gotei ma non sono certamente un giovane come il capitano Hitsugaya, e quindi non so se sopravviverò o meno.

Una cosa però mi è certa: lei deve vivere.

 

E' sopravvissuta agli scontri con quell'Ishida e con lo pseudo-scienziato espada adattandosi a ciò che la battaglia richiedeva; ha mutato il suo carattere e affinato le sue capacità per sopravvivere; ha messo in pratica tutto ciò che le ho insegnato e non ha mai trasgredito gli ordini.

 

Si è evoluta negli anni e dovrà continuare a farlo in futuro.

 

Perché lei sopravviverà a questa guerra.

 

 

Perché io non voglio smettere di sognare.

 

 

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Sono desto.

 

Per la prima volta, dopo così tanti anni, ho riaperto i miei occhi.

E' stato doloroso ma, probabilmente, anche necessario. Non credo che sarei mai stato in grado di sconfiggere quel Pernida da solo; quel demonio aveva una capacità di accumulare e fare proprie le informazioni fuori dal comune, io stesso, in tutta la mia vita, ho incontrato solo una volta una tale propensione ad apprendere… ovviamente, parlo di lei.

 

Già… lei.

 

Non sono nemmeno così sicuro di poter dire che sono stato io a sconfiggere quel maledetto quincy, dato che due su tre dei suoi corpi li ha distrutti Nemu; è assurdo, quella ragazza ha sviluppato una personalità del tutto personale, è arrivata prendere decisioni in completa libertà, a compiere azioni estranee al mio controllo e, perfino, ad creare uno stile di combattimento altrettanto personale sfruttando al massimo le potenzialità del suo corpo, un qualcosa che nemmeno io ero stato in grado di prevedere.

Il mio burattino è diventato un bambino vero.

 

Chissà, forse quella merda di un espada non sbagliava del tutto riguardo alla perfezione.

 

Forse qualcosa di assimilabile a quel concetto può esistere anche in questo mondo.

 

Forse è simile a questa ragazza che allunga le sue braccia verso di me mentre sprofondo nell'abisso del sonno rigeneratore.

 

 

Non preoccuparti, figlia, non ho alcuna intenzione di smettere di sognare; quando avrò recuperato le forze, utilizzerò il tuo cervello per darti una nuova vita.

 

Ma non sarai Nemuri Hachigou, perché non è stata lei a strapparmi dall'ombra di Urahara.

 

 

Tu sarai ancora te stessa.

 

Tu sarai Nemuri Nanagou…

 

… anzi…

 

Sarai Nemu Kurotsuchi.

 

 

 

SPAZIO DELL'AUTORE

 

Ecco a voi il mio capitolo preferito di questa raccolta.

Se Shunsui e Nanao e Ryuken e Kanae sono le due coppie che mi hanno spinto ad iniziarla, Mayuri e Nemu sono quelli che cui, probabilmente, tengo di più, innanzitutto perché sono tra i personaggi che preferisco (Mayuri è con Shunsui, Komamura e Gin il mio capitano preferito e Nemu la metto sotto solo a Renji, mio personaggio preferito in assoluto, e Hisagi) e poi perché per un motivo o per l'altro le battaglie in cui sono coinvolti sono sempre tra le più belle e quella contro Pernida, in particolare, è nella mia personale top five di battaglie di Bleach.

 

Sul capitolo ci sarebbe davvero molto da dire:

1) per prima cosa, so che questa stesura "a mo di diario" può essere complicata da leggere ma ho pensato che fosse la più efficace per il tipo di capitolo che volevo realizzare; tra l'altro l'ispirazione mi è venuta da una fanfiction in inglese sempre su Mayuri e Nemu e sempre di questo tipo (anche se la trama poi era diversa).

2) nel caso desse fastidio a qualcuno, perdonate la volgarità di alcune parti del capitolo, ho solo cercato di rappresentare al meglio quelle che penso possano essere le reazioni di uno come Mayuri.

3) mi rendo conto che, in alcune parti, Mayuri potrebbe sembrarvi OOC se confrontato con il solito scienziato pazzo che tutti noi conosciamo ma nella sua ultima battaglia ha subito una mezza metamorfosi (stile Daemon Spade di Katekyo Hitman Reborn se conoscete il manga) che ci ha dimostrato che in realtà lui è realmente affezionato a Nemu come ad una figlia, si potrebbe quasi dire che le vuole bene (alzi la mano chi immaginava che un giorno avremmo detto una cosa del genere su Mayuri).

4) anche in questo capitolo, come negli altri, ci sono alcune delle mie visioni personali, ad esempio il fatto che Nemu sia fisicamente modellata su Senjumaru Shutara (sappiamo che lei e Mayuri si conoscono e molto probabilmente lei è la fondatrice dell'Istituto di Ricerca) oppure il fatto che le due guerre contro i quincy abbiano un valore simbolico e che come dalla prima guerra è nato il primo Gotei (quello di Yamamoto, Unohana, Shunsui, Ukitake e Chojiro Sasakibe, il vice di Yamamoto) da questa seconda guerra nascerà il nuovo Gotei (quello dei vari Hitsugaya, Zaraki, Ichigo, Renji, Momo, Shuhei, Rukia, ecc.); siccome queste sono concezioni personali potrebbero non essere valide per voi lettori quindi spero non intacchino troppo la storia.

 

Concludo ringraziandovi della vostra attenzione e invitandovi a lasciarmi le vostre opinioni sul capitolo. Quale dei  vari "momenti" raccontati da Mayuri vi è piaciuto di più?  Fatemelo sapere (sempre che ve ne sia piaciuto qualcuno).

 

Ciao a tutti e al prossimo capitolo.

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Capitolo 5
*** Grazie... solo questo ***


Grazie… solo questo

 

 

Ho avuto una vita meravigliosa.

 

 

Sinceramente, non avrei mai il coraggio di affermare pubblicamente ciò che ho appena pensato; la vita di cui parlo non consiste solo in ciò che accade a me, ma viaggia in parallelo con la vita della soul society, una storia che, durante i miei tanti anni, ha avuto capitoli di lacrime e grande disperazione.

Se ripenso, ad esempio, ad una vita stroncata dalla violenza come quella di Kaien Shiba, mi vergogno di aver anche solo formulato mentalmente una frase simile.

 

Eppure non riesco davvero a rinnegarla… è la verità.

 

I miei occhi hanno visto alcune delle pagine più grandi della storia della soul society: ho assistito a ben tre nomine di capitani a membri della squadra zero quando ci sono capitani oggi che non hanno mai conosciuto tale evento; ho avuto l'onore di ricevere la mia Zanpakuto da Oetsu Nimaya, il dio della spada, in persona; ho visto talenti sorprendenti diplomarsi all'accademia dopo un anno e diamanti grezzi capaci di compensare la mancanza di propensione naturale con l'allenamento e la determinazione.

 

I miei occhi hanno visto sogni, incubi, glorie, tragedie, vite e morti.

 

I miei occhi hanno visto tutto…

 

… eppure…

 

… eppure non avrebbero dovuto vedere nulla.

 

Perché, in verità, io non avrei dovuto vivere questa vita.

 

 

Quante volte in questi anni, Shunsui ha cercato di convincermi a sistemarmi.

 

"Dovresti trovare una ragazza, sposartela e avere tanti bambini, Jushiro; l'amore di una famiglia è capace di dare un colore nuovo alla tua vita e tu, sinceramente, cominci a tendere un po' troppo al bianco" oppure "Non c'è cosa più bella che tornare a casa dopo una dura giornata di lavoro e trovare i tuoi figli che ti aspettano per salutarti e ascoltare le storie che hai da raccontare, diventerà il momento preferito di ogni tuo giorno"

 

Io credo alle tue parole, amico mio, e so che dici solo per il mio bene, perché sai che cosa si prova a perdere la propria famiglia, ma io non posso proprio farle mie.

 

A chi si ama, bisognerebbe donare tutta la propria vita.

 

Ma questa vita non mi appartiene, non la considero mia.

 

I miei occhi possono schiudersi solo perché lui ha chiuso il suo, quel giorno di centinaia di anni fa.

 

 

Perché?

 

Non dovevi niente in particolare ne a me ne alla mia famiglia e l'offerta a te tributata era ridicola, un paio di polmoni divorati dalla malattia, quasi un insulto; sono certo che ci siano state famiglie più potenti a richiedere il tuo aiuto, che altri abitanti del mio distretto abbiano offerto doni ben più degni per un essere del tuo calibro, che la devozione dei miei genitori non fosse superiore a quella di altri che si sono presentati al tuo tempietto.

 

E allora perché?

 

 

Per tante volte sono tornato al quel tempietto diroccato e abbandonato che la gente del settantottesimo distretto del Rukongai est ti aveva dedicato secoli fa e altrettante volte sono stato tentato di richiamarti per chiederti direttamente un chiarimento, ma non ho mai trovato il coraggio di farlo.

 

Probabilmente la mia domanda è destinata a rimanere senza risposta per l'eternità.

 

Forse perché non esiste una vera e propria risposta.

 

Non c'è una ragione per cui tu avresti dovuto prestare ascolto proprio alle preghiere dei miei genitori così come essi non avevano motivo di dubitare delle parole dei medici riguardo al mio destino, ma loro hanno deciso di seguire solo ciò che gli diceva il loro cuore e questo li ha portati ad affidarmi a te.

 

Chissà, magari anche tu hai deciso di seguire il tuo "cuore".

 

Non so nemmeno se mi è concesso pensarlo, ma mi piace immaginare che vedere la devozione di mio padre e mia madre, di come fossero pronti ad ogni sacrificio pur di salvare la vita del loro figlio, abbia mosso i tuoi sentimenti e così, anche se ero solo uno dei tanti, anche se l'offerta era misera, hai deciso di concedermi la tua divina protezione permettendomi di aprire di nuovo gli occhi sul mondo.

 

 

E di questo io non posso che dirti… grazie.

 

Grazie per ogni giorno che ho trascorso accanto a miei genitori, fratelli e sorelle, giorni felici che non avrei dovuto vivere e che invece ho vissuto.

 

Grazie per tutte le volte che, con la mia Zanpakuto e il mio Kido, ho potuto difendere il Gotei, il Seireitei e il Rukongai dei pericoli che ne hanno minacciato la caduta.

 

Grazie per Sogyo No Kotowari, mia fedele compagna durante tutti questi anni di servizio nonché unica, essendo parte della mia stessa anima, a custodire il mio segreto.

 

Grazie per l'incontro con il capitano comandante Genryusai Shigekuni Yamamoto che è stato per me come un secondo padre, una figura fondamentale nella mia crescita fisica e morale come uomo e come shinigami.

 

Grazie per il tempo che ho potuto trascorrere con Shunsui Kyoraku, il mio migliore amico e un uomo dall'insospettabile intelligenza e sensibilità; è solo merito suo se oggi sono un rispettato capitano del Gotei, molte volte, durante i giorni all'accademia, avrebbe potuto lasciarmi indietro… non l'ha mai fatto.

 

Grazie per avermi concesso l'opportunità di incontrare, lungo la mia strada, l'onore del capitano Soifon, il complesso animo del capitano Ichimaru, la gentilezza del capitano Retsu Unohana e la furia del capitano Yachiru Unohana, la machiavellicità del capitano Aizen, la devozione verso le leggi e la famiglia del capitano Kuchiki, la fedeltà incrollabile del capitano Komamura, l'eterno rancore del capitano Tosen, l'intelligenza del capitano Hitsugaya, la sete di sangue del capitano Zaraki e la folle genialità del capitano Kurotsuchi, perché sono state tutte queste caratteristiche, assieme alle altre che li contraddistinguono,  a fare della mia vita un esistenza piena e straordinaria, nel bene e nel male.

 

Grazie per i giorni che ho trascorso insegnando ai miei amati compagni di divisione il credo della tredicesima brigata; grazie per Kaien e Miyako, per Rukia, per Kiyone, per Sentaro, per Hidetomo, per Zennosuke e per i giovani Ryunosuke e Shino, sono stati la cosa più vicina a dei figli che abbia mai avuto.

 

Grazie, infine, per avermi permesso di conoscere i ryoka Ichigo Kurosaki, Uryu Ishida, Orihime Inoue e Sado Yasutora, coloro che saranno i pilastri della nuova soul society.

 

Grazie, perché nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza di te. Ti devo ogni sorriso, ogni pianto, ogni grido, ogni sussurro, ogni arrabbiatura e ogni momento di pace che ho vissuto in tutti questi anni.

 

 

E' come quel giorno di secoli fa.

 

Non ho nient'altro da offrirti, Mimihagi-Sama… se non i miei polmoni malati e il mio grazie…

 

… solo questo.

 

 

 

SPAZIO DELL'AUTORE

 

Non avrei mai creduto di riuscire a finire questo capitolo così in fretta, anche perché era quello in cui mi sentivo meno in fiducia, e invece eccoci qua.

 

Sinceramente sono abbastanza soddisfatto di come è venuto il capitolo, non è il mio miglior scritto però se penso che quando ho inserito questa coppia nell'elenco di one-shot da scrivere l'ho fatto quasi solo per fare numero, posso dire che il risultato finale è nettamente superiore a come mi aspettavo (anche perché le aspettative erano basse).

 

L'idea di fondo era quella di un misto fra una sorta di invocazione religiosa e un testamento.

Nella mia idea, Ukitake ha, in realtà, un rapporto a senso unico con Mimihagi in quanto questi non può parlare e quindi nemmeno rispondere alle sue domande; questo, tuttavia, non può sminuire, agli occhi di Jushiro, ciò che il braccio destro del Re Spirito ha fatto per lui, gli ha donato una vita che non avrebbe dovuto avere e quindi lo shinigami lo ringrazia raccontandogli ogni momento della vita che il dio gli ha regalato.

 

Nella parte in cui Jushiro cita i suoi sottoposti, nel caso qualcuno di voi non ricollegasse tutti i nomi alle rispettive facce, vi do qualche breve informazione per aiutarvi:

1) Kiyone è la sorella di Isane mentre Sentaro è l'uomo che discute quasi sempre con lei.

2) Hidetomo è l'ufficiale del sesto seggio della tredicesima divisione, quello che viene ucciso da Haschwalth all'inizio dell'invasione.

3) Zennosuke è il mitico shinigami con l'afro che sostituisce Rukia come guardiano dell'area di Karakura (quello che Ichigo chiama sempre Imoyama); in realtà, non viene mai detto a che brigata appartenga ma siccome Karakura è sotto la giurisdizione della tredicesima compagnia suppongo che appartenga a quella.

4) Ryunosuke e Shino sono i due giovanissimi shinigami (il ragazzino timido e la ragazza che lo maltratta in continuazione) che appaiono all'inizio della saga della guerra dei mille anni come sostituti di Zennosuke nel compito di sorvegliare Karakura.

 

Spero che questo capitolo possa sorprendevi come ha sorpreso me e vi do appuntamento con il capitolo finale di questa breve raccolta.

 

Ciao a tutti e grazie della vostra attenzione.

 

P.s: provate ad indovinare quale sarà l'ultima coppia di personaggi… uno lo sapete di già.

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Capitolo 6
*** Attimi di disperata gioia ***


Attimi di disperata gioia

 

 

In cuor mio, ho sempre saputo che questo momento sarebbe arrivato; si trattava di un segreto troppo grande perché rimanesse per sempre a te celato, anzi, se tutto fosse andato come desideravo, non sarebbe dovuto esistere nessun segreto… ma si sa, nessuno di noi ha il potere di decidere la trama delle storie altrui.

 

Sin dalla prima volta che ti ho incontrato, ho capito che avevo già perso la mia occasione.

 

Se tu fossi stato capace di viaggiare tra le pieghe del tuo mondo spirituale prima di tutte quelle prove d'iniziazione forse nessuna menzogna sarebbe stata necessaria, avrei potuto rivelarti chi io fossi e chi tu fossi sin dall'inizio e, ora, l'uomo di cui riproduco le fattezze non sarebbe costretto ad ucciderti.

 

Ma tu sapevi già troppo: sapevi chi siamo, sapevi di quali capacità disponiamo e sapevi come lei era morta; mi avresti fatto quella domanda e io sarei stato costretto a risponderti… e poi, tu non avresti mai più voluto sentirmi parlare.

 

 

E così ti ho indirizzato sulla via dei miei nemici.

 

Ho sfruttato lo stato di stasi in cui era relegato il tuo autentico spirito shinigami, impegnato a tenere sigillato l'hollow che avevi ereditato da tua madre, e mi sono spacciato per lui; avrei voluto indirizzati su una debole via intermedia, ne shinigami ne quincy, nella speranza che questo ti spingesse a tirarti indietro, ma tu non l'hai fatto e  mi hai costretto a fare di te uno shinigami pur sapendo che questo ti avrebbe condotto ad un orrenda fine.

 

Quando poi hai attaccato la soul society e ti sei addentrato poco alla volta nell'immenso mondo degli shinigami, scoprendo le proprietà delle Zanpakuto, lo Shikai e il Bankai, avevo ormai compreso che avrei dovuto fermarti con la forza.

Ho cercato di assopire il tuo potere già durante il tuo scontro con il terzo seggio dell'undicesima divisione, Ikkaku Madarame, e sono arrivato ad imporre delle vere e proprie limitazioni nello scontro con il vicecomandante Renji Abarai; speravo farti credere che il tuo potere non fosse poi così grande, mi ripetevo che se tu avessi creduto di non essere all'altezza nemmeno di un vicecomandante, avresti desistito dalla tua impresa.

 

 

Eppure, ancora una volta, non hai desistito.

 

Il tenente Abarai ha dominato lo scontro, ma tu non hai desistito.

 

Stavi perdendo pur conoscendo il nome della tua spada, quando invece lo avevi sconfitto con una spada senza nome, e nonostante ciò desideravi provarci ancora, volevi colpire con un altro fendente.

 

Come potevo rimanere insensibile di fronte a tanto coraggio?

 

 

Da li in poi è stato un crescendo: abbiamo combattuto insieme contro quel mostro di Zaraki, uno shinigami il cui semplice reiatsu faceva tremare la terra, e per tutta la battaglia ho cercato di esserti utile sia come shinigami, provando ad insegnarti qualcosa sui tuoi veri poteri, sia come quincy, bloccando con il Blut Vene la spada del Kenpachi; ti ho assistito nell'addestramento forzato per il raggiungimento del Bankai di lady Shionin, in cui mi sono presentato, mentendo, come il vero spirito della tua Zanpakuto, ho combattuto con te e ti ho consentito di ottenere un "Bankai"; siamo andati avanti nella nostra avventura fino ad incontrare il capitano Kuchiki e, solo a questo punto, io mi sono fatto definitivamente da parte per consentirti di diventare un vero shinigami.

 

Qualcosa che io non potevo fare dato che io sono un quincy.

 

Quella è stata la tua prima battaglia da shinigami; ricordo come se fosse ieri ogni tuo movimento e fendente, il momento in cui hai parato ogni singolo petalo di Senbonzakura Kageyoshi, quando il bianco si è risvegliato per salvarti la vita e lo scontro finale tra il tuo Getsuga Tenshou e il suo Hakuteiken dal  quale sei uscito vincitore; ricordo soprattutto che ho pianto alla tua vittoria.

 

Sono certo che stessi piangendo dal dolore in quei momenti, perché ormai eri uno shinigami a tutti gli effetti e quindi un nemico per il nostro re, ma in quelle lacrime c'era anche tanta felicità.

 

Non è comune incontrare un ragazzo dal cuore così indomabile.

 

Non è comune aiutarlo a crescere e a diventare uomo.

 

 

Dopo quello scontro vennero i vizard ed io ricordo di averli odiati con tutto il mio cuore: erano un misto tra shinigami e hollow, non credo esistano esseri più repellenti per un quincy, e per di più erano convinti di conoscerti anche meglio di te stesso; quanta arroganza nelle loro parole, "a causa del tuo hollow, sarai abbandonato da tutti" dicevano.

Non hanno mai capito cosa tu fossi realmente.

 

Quel branco di spazzatura ti ha indirizzato verso la via peggiore; dicevano di volerti aiutare, ti avrebbero insegnato a controllare la furia del bianco e a canalizzare la sua forza in una maschera così da renderti più forte… ti hanno allontanato sempre di più da me.

 

Quando entrasti a Hueco Mundo, eri ormai un completo seguace di Zangetsu, l'autentico spirito della tua Zanpakuto, e definitivamente indirizzato se non sulla via dei Vizard perlomeno su quella degli shinigami.

 

Non potei fare niente per te laggiù, l'aria mefitica del regno degli hollow, purtroppo, non si può certamente definire salutare per un quincy. Fui costretto a rimanere in disparte, mentre tu combattevi per salvare la tua amica, sperando di vederti uscire trionfatore da ogni battaglia che dovesti affrontare.

 

Ricordo che fu proprio in quel luogo che piansi per la seconda volta per te.

 

Accadde quando ti vidi ritornare dal mondo dei morti con le fattezze feroci di un Vasto Lorde.

 

E so per certo che quelle non erano lacrime amare.

 

 

E' tutto sbagliato, lo so; come potrebbe un quincy piangere di gioia nel vedersi trasformato nella peggior forma di hollow esistente.

 

Tuttavia…

 

… in quel momento, riuscivo solo a pensare a quanto fossi felice di rivederti ancora in vita… era la sola cosa che mi importasse.

 

 

Dovettero trascorrere giorni prima che ti ripresentassi, in persona, di fronte a me perché ti aiutassi ad ottenere il Getsuga Tenshou finale, dopo aver saputo della sua esistenza da tuo padre…

 

… già, tuo padre.

 

Non credevo che sarebbe mai arrivato il giorno in cui sarei stato grato ad uno shinigami, eppure vederlo interrompere quel discorso di Aizen sul fatto che tu fossi uno shinigami e un quincy mi provocò uno strano sollievo; per quanto desiderassi che il mio castello di menzogne crollasse, non avrei mai voluto che tu lo venissi a sapere così… per questo ho deciso di seguire il progetto che Isshin aveva in mente, anche se significava fondersi con un ibrido tra shinigami e hollow.

 

Insieme, siamo stati l'arma che ha sconfitto la più grande minaccia presentatasi nella soul society fino ad oggi; ho provato molto orgoglio in quel momento e non tanto, o non solo, per l'avermi reso parte di un'impresa leggendaria, ma, soprattutto, perché quel giorno ho visto un ragazzo diventare adulto.

Ho visto un giovane rinunciare a tutto per proteggere coloro che amava.

 

 

E' stato l'addio più degno a cui abbia mai assistito.

 

E, ancora una volta, sentii che non mi interessava se il tuo saluto non era quello di un quincy.

 

Solo che fosse il tuo.

 

 

Infine ci siamo rincontrati nel momento in cui si è spezzato il velo e la mia menzogna è stata rivelata.

 

Anche se avrei preferito farlo di persona, vedermi smascherato mi ha tolto un grande peso; era tutto finito, finalmente avevo smesso di mentire a colui che ha sempre riposto in me la sua fiducia, affidandomi la sua vita in numerosi scontri mortali, ed ero pronto a dare risposta a tutte le sue domande prima di andarmene per sempre.

 

Raccontai tutto, senza censure, ti rivelai perfino la grande verità che avevo taciuto anche a me stesso, quella che fino all'ultimo avevo cercato di negare: che la tua immensa forza d'animo era riuscita a smuovere perfino me; mi ero affezionato a te, shinigami o quincy che fossi, e proprio per questo ero pronto a farmi definitivamente da parte.

 

Ormai non avevi più bisogno di me, potevi andare avanti con le tue sole forze.

 

 

Ma tu non hai voluto abbandonarci… ne me, ne il bianco.

 

Ancora una volta hai compreso meglio di me il significato di tutti quei viaggi tra le pieghe della tua anima alla ricerca di te stesso; hai ragione, noi non siamo solo la tua spada.

 

Noi siamo te.

 

E con te resteremo sempre.

 

 

Sai, ho sempre pensato che non potesse essere solo un caso il fatto che le mie fattezze fossero quelle dell'uomo che si definisce il "padre di tutti i quincy", che ci dovesse essere qualcosa in più della semplice condivisione del sangue.

 

Forse ora l'ho capito.

 

Un padre, per potersi definire tale, ha bisogno di qualcosa.

 

Un figlio.

 

Io ti ho insegnato a camminare ed ora sono, finalmente, pronto a farmi potare da te, lungo la tua strada.

 

 

Addio.

 

Mio figlio, nato nell'oscurità.

 

 

 

SPAZIO DELL'AUTORE

 

Ultimo capitolo, e non si poteva che concludere con il nostro protagonista e con uno dei più grandi plot twist dell'intero manga.

 

Ho faticato molto nello scrivere questo capitolo, il rapporto tra Ichigo e la manifestazione della parte quincy della sua anima è complicato e per di più il fu "vecchio Zangetsu" è mancato dalle pagine del manga per qualcosa come quattrocento capitoli; io qui ho tentato di immaginare cosa può avere provato nel vedere il suo protetto allontanarsi sempre più dalla via per lui ideale (le lacrime di cui parla spesso non sono di commozione, lui soffre veramente della scelta fatta da Ichigo, anche perché sa che se questi diventerà uno shinigami, Yhwach sarà costretto ad ucciderlo).

 

Il lavoro è stato complicato anche perché, per l'occasione, sono andato a riguardarmi i vecchi numeri per cercare di rileggere le situazioni alla luce delle rivelazioni fatte sulla natura del vecchio Zangetsu (in particolare vi invito a rileggervi il capitolo 397 alla luce degli eventi del mini-arco "Everything but the rain" (quello su Isshin e Masaki), e poi c'è gente che dice che Ichigo-quincy Kubo l'ha pensato all'ultimo minuto) e da li ho sviluppato alcune idee come il fatto che contro Kenpachi, Ichigo abbia attivato per la prima volta il suo Blut Vene (cosa che, se non ricordo male, è considerata canon), l'odio di Zangetsu/Yhwach per i vizard, il dominio del suo lato shinigami-hollow a Hueco Mundo (come detto da Urahara nel capitolo 552, gli hollow sono una sorta di veleno vivente per i quincy) e il senso di gratitudine verso Isshin nel momento in cui questi impedisce ad Aizen di concludere il suo discorso.

Al di la di tutti questi particolari, però, ciò che più mi premeva sottolineare è l'evoluzione del pensiero di Zangetsu/Yhwach: all'inizio cerca di ostacolare Ichigo, limitando il suo potere per spingerlo ad abbandonare la via dello shinigami e abbracciare quella del quincy; col passare delle battaglie, tuttavia, vedendo il coraggio e la capacità di sacrificio dello shinigami, perfino lo spirito quincy si addolcisce al punto che non è più nemmeno interessato al fatto che, per esempio, il saluto di Ichigo non sia "il saluto di un quincy". Spero che, anche se non si tratta del mio miglior capitolo, questo traspaia durante la lettura.

 

Che dire ancora… solo grazie mille a tutti voi lettori e recensori, spero che questa raccolta sia piaciuta a voi da leggere quanto a me da scrivere.

 

Ciao a tutti da ShawnSpenstar.

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