Ho bisogno d'amore

di Coxin98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Il piano ***
Capitolo 3: *** Lo scontro ***
Capitolo 4: *** La Bestia ***
Capitolo 5: *** Il suo volto ***
Capitolo 6: *** I suoi interessi e le sue emozioni ***
Capitolo 7: *** La risposta di Corvina ***
Capitolo 8: *** L'appuntamento ***
Capitolo 9: *** La sua storia ***
Capitolo 10: *** Terra ***
Capitolo 11: *** Il guaio ***
Capitolo 12: *** Tradimento ***
Capitolo 13: *** L'abbandono ***
Capitolo 14: *** Il portale ***
Capitolo 15: *** La pace prima della tempesta ***
Capitolo 16: *** Trigon ***
Capitolo 17: *** La sconfitta di Trigon ***
Capitolo 18: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


HO BISOGNO DI AMORE CAPITOLO 1: INTRODUZIONE Mi chiamo Garfield Mark Logan. Ho 30 anni. Sono stato membro dei Teen Titans di Jump City dai 14 fino ai 20 anni. Sono sposato ed ho 3 figli. Un giorno decido di salire in soffitta e trovo il mio vecchio annuario dei Titans. Inizio a sprofondare nei ricordi. I miei compagni erano altri 4 ragazzi, uno dei quali aveva già 19 anni quando io fui arruolato. Il leader del mio gruppo era un giovane soprannominato “ragazzo meraviglia”, ma per noi era Robin: portava una spessa maschera sul viso, maneggiava con abilità un bastone ed era l’unico di noi senza superpoteri. Il ragazzo diciannovenne era costituito in parte da componenti robotiche ed era chiamato, appunto, Cyborg. C’erano poi, anche due ragazze, che sembravano l’una l’opposto dell’altra. Una di loro era solare, sempre felice, con i capelli fucsia e gli occhi completamente verdi: principessa del regno di Tamaran, Koriand’r, ma per noi Stellarubia, soprannominata Stella. L’altra ragazza mi colpì fin da subito: sembrava molto più grande dei suoi 14 anni, seria, all’apparenza scontrosa, taciturna, per noi era Corvina. Durante la presentazione disse a malapena il suo nome e rifiutò di scoprire il suo volto,di lei si vedevano solo gli occhi, viola, bellissimi. Io, al contrario, feci un po’ il pagliaccio e scherzai sul mio soprannome: dato che ero capace di mutarmi in qualunque animale esistente o estinto, scelsi di chiamarmi Beast Boy. Alla T-Tower, durante la cena Corvina ingurgitò il suo cibo senza dire una parola: terminato il pasto fece per andarsene in camera ma Robin chiese a tutti noi di mostrargli i nostri poteri. Io mi trasformai in un gorilla, poi in un cane ed infine in un t-rex, Stella incenerì con il raggio prodotto dai suoi occhi una statua dal valore inestimabile che ci era appena stata donata, Cyborg mostrò le sue doti di genio della meccanica e Corvina… sbalordì tutti quanti. Aveva più poteri di tutti noi messi insieme: era un maga potentissima, aveva poteri come telecinesi, magia bianca e nera, levitazione, empatia e molti altri poteri, che però avrei scoperto successivamente. Ero meravigliato dalle sue capacità e non solo io: aveva lasciato tutti a bocca aperta. Dopo la sua breve dimostrazione salì in camera sua e non si fece più vedere fino alla mattina dopo. Ma io ero intrigato dal suo essere, così misteriosa e scostante, e ne volevo sapere di più, così architettai un piano per conoscerla meglio.

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Capitolo 2
*** Il piano ***


CAPITOLO 2: IL PIANO Non fu affatto facile elaborare una strategia: dopo aver ingoiato circa 15 pizze (sapete, mangiare mi aiuta a pensare) non avevo ancora trovato un’idea e, lo ammetto, mi stavo scoraggiando. Cyborg, che nel frattempo era diventato il mio migliore amico mi chiese che problema avessi. Io gli risposi: “ Mi incuriosisce il fatto che Corvina sia così chiusa con noi, è l’ unica che ancora non ha menzionato i suoi genitori, il suo luogo d’origine, eccetera… e se lei non vuole collaborare, vorrei scoprire da solo tutti i suoi segreti!” Cyborg, con uno sguardo furbetto mi rispose: “ Non è che hai già perso la testa per lei? Perché se è così dovrai sudare settemila camicie solo per avvicinarla! Dammi retta, non puoi farcela da solo, se vuoi io ti aiuterò, non credere che a me non interessino i fatti che la riguardano.” Io divenni di tutti i colori e gli assicurai di essere ancora con la testa sulle spalle, ma neanch’io sapevo se ciò corrispondesse al vero. Dopo aver accettato l’offerta di Cyborg iniziammo a pensare e decidemmo di agire quello stesso pomeriggio. Ecco le nostre conclusioni: prima di tutto, avrei provato con il contatto visivo, cioè avrei provato a parlare con lei, per carpire informazioni senza dare troppo nell’occhio, mentre Cy sarebbe andato nella sua stanza a cercare un diario o un libro contenente almeno una foto della sua famiglia. Dopo il pranzo Corvina si sedette sul divano, ma dopo pochi minuti si sollevò lentamente: stava meditando. In quel momento decisi di rompere il ghiaccio e di parlarle: fu una pessima idea, infatti capii subito che non gradiva essere disturbata durante il suo rituale, ma lo compresi a mie spese. Iniziai con la classica frase: “Ciao Corvina, come stai?” Lei non mi rispose, ma all’inizio aprì un occhio, poi fece uscire una strana aura nera da sotto il suo mantello, che mi afferrò per un piede e mi portò ad un centimetro dal suo viso. A quel punto Corvina mi disse: “Questo è un avvertimento, apri bene le orecchie perché detesto ripetermi: non amo essere disturbata mentre medito, perché potrei avere reazioni istintive e molto violente, mi sono spiegata?” Un po’ spaventato le risposi, balbettando come un ebete: “S-s-sissignora!”. Allora lei mi lasciò andare e rientrò nella sua stanza. Un attimo dopo Cyborg tornò con un misterioso libro in mano: era un libro di incantesimi.

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Capitolo 3
*** Lo scontro ***


CAPITOLO 3: LO SCONTRO Il testo era scritto in uno strano alfabeto e riuscii a comprendere solo poche parole: scritti in piccolo vi erano due nomi: Trigon e Arella Roth. Poi notai, scritto in forma più grande una frase molto strana: Azarath Metrion Zinthos. Mentre mi domandavo cosa significasse il televisore esplose davanti ai miei occhi: un attimo dopo mi trovai davanti una Corvina totalmente diversa, con tre paia di occhi rosso fuoco, denti aguzzi e un’aura demoniaca molto più grande rispetto a quella che avevo visto non prima di dieci minuti fa. Con una tranquillità davvero poco rassicurante chiese: “ Chi è stato l’idiota che ha rubato il mio libro?” Per proteggere Cyborg mi addossai la colpa di quanto successo: mi ritrovai completamente immobilizzato addosso alla finestra e, sicuro che mi avrebbe ucciso, chiusi gli occhi per non vedere. Mentre recitavo tutte le mie preghiere sentii un campanello d’allarme: il supercattivo conosciuto come Adone stava seminando il panico in città. “TITANS GO!!!” esclamò Robin. Corvina mi lasciò andare sussurrandomi: “Considerati fortunato, in un altro caso saresti già andato all’altro mondo”. Non fu difficile individuare il nostro obiettivo, dopotutto con quella Battlesuit non puoi certo passare inosservato. Ma Adone si rivelò più forte del previsto: con un colpo solo riuscì a stendere Stella e Cyborg, piegò senza alcuno sforzo il bastone di Robin e mi colpì con un pugno così forte da stordirmi. Però, con gli occhi appannati dalla semincoscienza, vidi una scena che mi restituì quel vigore necessario per reagire: vidi Adone immobilizzare Corvina sul pavimento e, mentre lei si dibatteva cercando di sfuggirgli, il criminale le diceva: “Sei irascibile, ma molto affascinante, mi piacerebbe conoscerti un po’ meglio…” Detto questo, si chinò in avanti per darle un bacio. Non ci vidi più dalla rabbia e pronunciai, anzi, urlai una frase che lasciò tutti, me compreso, di sasso. Gridai ad Adone: “STAI LONTANO DALLA MIA RAGAZZA!!!!!”

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Capitolo 4
*** La Bestia ***


CAPITOLO 4: La Bestia Più rosso di un pomodoro, mi tappai la bocca con le mani, ma ormai il danno era fatto: dato che tutti gli sguardi erano puntati su di me, Corvina approfittò della situazione e scomparve, molto probabilmente diventando invisibile, dalla sua scomoda posizione. Dopo un attimo di smarrimento Cyborg iniziò a prendere a pugni il criminale e Robin e Stella completarono l’opera. Come prova della mia rabbia, mi azzuffai con Adone proprio sopra uno strano componente chimico. Dopo che fui soddisfatto, tornammo alla base, però alcune parti di quella sostanza mi rimasero attaccate ai vestiti ed ai capelli. Alla T-Tower Robin costrinse tutti a recarsi in soggiorno per una riunione inderogabile: indovinate qual era l’argomento. Lo scontro con Adone, ovviamente. Stella, con il suo cervello da adolescente tamariana, mi chiese, senza un minimo di tatto: “BB, perché hai detto ad Adone che Corvina era la tua ragazza? Insomma, perché glielo hai detto?” “Beh, ecco, io volevo solo distrarlo per….” “Per evitare che mi mettesse ulteriormente le mani addosso!” intervenne Corvina. “Certo, certo, ma siamo proprio sicuri che il nostro ragazzo verde non sia già caduto ai tuoi piedi?” “NO!” urlai io, e scappai in camera mia, rosso in viso. Il mio migliore amico fece irruzione nella mia stanza dicendo: “ Eh no, a me non la racconti. Seriamente, cosa ti ha spinto a pronunciare quella frase?” “Cy, arrivati a questo punto non lo so nemmeno io: cosa mi è venuto in mente di urlare quello che ho urlato? Io proprio non capisco.” “Io invece credo che tu fossi un po’ geloso, dimmi la verità, ti dava fastidio che quello stava addosso a Corvina, confessa” “Cerca di capirmi, quella ragazza oltre ad avere tutti i poteri che ha, ne ha un altro, che però funziona solo con me: ha il potere di mettermi in soggezione e quando lo fa io non capisco più nulla. Che devo fare fratello?” “Non correre troppo: innanzitutto non l’hai neanche ancora vista in faccia, come sei così sicuro che ti mandi in estasi?” “Lo so e basta!” Però Cyborg aveva ragione: non l’avevo neanche mai guardata in viso, ma il solo vedere i suoi occhi mi donava una pace fuori dal comune per uno come me. Dopo che Cy se ne fu andato, iniziai a sentirmi male: mi tramutai in una Bestia enorme, poi non ricordai più nulla. Mi svegliai alla base, ma mi raccontarono che ero fuggito dalla torre mentre tenevo Corvina tra i denti, svenuta. Robin mi fece pressione affinchè ricordassi quanto successo, ma io persi la calma e diventai di nuovo una Bestia verde di dimensioni gigantesche. Ricordai di essermi scontrato con un altro enorme essere, che altri non era che Adone rimasto come me contaminato dai prodotti chimici, di averlo sconfitto e di essere crollato a terra. Dopo aver ricevuto un antidoto da Cyborg andai all’esterno della torre a riflettere. Qualche minuto dopo Corvina mi raggiunse e mi raccontò tutto. Adone si era infiltrato nella torre per attaccarmi, ma aveva trovato Corvina (chissà che ci faceva nella mia stanza) ed aveva aggredito lei al posto mio. Poi ero arrivato io e, per salvarle la vita, l’avevo stordita e l’avevo portata via. “BB, tu in quell’occasione mi hai visto in faccia: ricordi il mio volto?” Con tutte le mie forze cercai di rammentare il suo viso, ma non ci riuscii. Allora le proposi: “Dato che non me lo ricordo, potresti farmelo vedere un’altra volta?” E allungai una mano per toglierle il cappuccio: tutto ciò che ottenni fu uno schiaffo tale da farmi cadere a terra. Ma dopo aver saputo di averla vista in volto, il mio desiderio di guardarla (quando magari ero cosciente) fu ancora più forte di prima. Aumentò ulteriormente quando appresi da Cyborg che sia lui che Robin che Stella avevano visto in viso Corvina, e nessuno dei tre volle descrivermelo. Allora decisi che, in un modo o nell’altro, il giorno dopo le avrei sollevato il mantello. Non sapevo ancora che il destino mi avrebbe aiutato.

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Capitolo 5
*** Il suo volto ***


CAPITOLO 5: IL SUO VOLTO Passai tutta la notte sveglio a pensare. La mia mente tornò indietro nel tempo, in Africa, quando io avevo pochi anni: ricordai la mia malattia causata da un virus letale per l’uomo, l’intervento dei miei genitori e la mia mutazione genetica. Dopo questo mi trovai a rammentare il primo giorno alla torre dei Titans, quindi pensai alla mia amicizia immediata con Cyborg, gli orribili piatti tamariani di Stella, gli allenamenti di Robin e Corvina… sì, quella ragazza che con un solo sguardo mi aveva rapito: anche se irascibile, aggressiva ed altro, mi aveva colpito profondamente. Alla mattina avevo le occhiaie, così profonde che quando mi guardai allo specchio, stentai a riconoscermi. A colazione Corvina notò il mio stato e mi chiese se ci fossero problemi. Quando le risposi di non aver dormito mi domandò il perché. “ Mi sono messo a pensare a tante cose, così intense da non farmi dormire…” “E si può sapere a cosa pensavi?” Naturalmente, decisi di omettere il suo ricordo: “ Ho pensato alla mia infanzia. Non è stata proprio felice, mi sono successi dei fatti che non sono comuni ad un bambino normale. Poi ho ricordato il nostro primo giorno alla T-Tower” Stavo diventando rosso, quindi trovai una scusa qualunque e me la filai. Avevo appena finito di mangiare il mio taco vegetariano (sapete, amo il cibo messicano) quando suonò l’allarme. Questa volta in città c’erano gli H.I.V.E Five. Nel bel mezzo della battaglia Corvina riuscì a stendere Billy Numerous, ma Mammoth la colpì alle spalle. Cadde svenuta. Io, che ero vicino a lei, la vidi perdere i sensi e massacrai Mammoth di botte. Terminata la battaglia, portai Corvina in braccio fino alla base, entrai in camera sua, la misi sul letto e decisi di aspettare lì il suo risveglio, anche se consapevole che una volta risvegliata, mi avrebbe cacciato a pedate, se non peggio. Dopo molte ore iniziò a tormentarmi la curiosità di vederla in faccia approfittando del suo stato incosciente. Non seppi resistere e le tolsi il mantello, badando bene a non svegliarla. Ciò che vidi non so se riuscirò a descriverlo: il mio cuore perse un battito. Adagiata su quel letto c’era la creatura più bella che avessi mai visto: capelli lunghi fino alle spalle, viola come i suoi occhi, pelle bianca, fine e compatta come porcellana, aveva una gemma rossa incastonata in mezzo alla fronte. Non avevo mai visto nulla di più magnifico, eppure così semplice, in vita mia. E la parte inferiore era ancora meglio, se possibile. Era vestita solo con un body nero, che la copriva solo sulla parte superiore del corpo, perché le gambe erano nude. Rimasi a lungo a guardarle incantato, quasi stregato: erano così belle, così perfette, non riuscivo a staccare gli occhi da lì. Corvina non si mosse fino alla mattina dopo: durante la notte io non feci altro che restare accanto a lei, osai perfino accarezzarle quel viso che, alla luce della luna, era ancora più bello. Mi sentii in dovere di proteggerla sempre, di rimanerle sempre vicino, di farla stare bene in qualunque momento. Mi addormentai con la mia mano nella sua. All’alba Corvina iniziò a fluttuare nel sonno e ciò mi destò di soprassalto: si sollevò di pochi centimetri dal letto e poi si abbassò di nuovo. “Chissà come si fa a meditare nel sonno…” pensai. Feci per uscire dalla sua stanza, ma mi bloccai. Non riuscivo a lasciarla, continuai a guardare quella ragazza, quell’eroina, quella maga che con i suoi occhi ed il suo corpo mi aveva stregato. Dopo un suo movimento brusco, iniziai a temere che si fosse svegliata: con molta difficoltà (con lei che si muoveva continuamente) riuscii a rimetterle il mantello, in modo che non si accorgesse di nulla. Prima di rimetterle il cappuccio però, non resistetti e la baciai su una guancia. Poi, dopo averla guardata un’ultima volta, uscii dalla sua stanza. Per un attimo, ma solo per un attimo, mi sembrò di vederla sorridere, ma probabilmente lo avevo sognato. Per le restanti due ore, che passai sul mio letto a fissare il soffitto, pensai e ripensai a ciò che avevo fato: darle un bacio! Mi detti dello stupido anche solo per averlo pensato, come mi era venuto in mente, ma ormai era troppo tardi. Per tutto il giorno seguente, parlai solo se interrogato, ma quando Cyborg, notato il mio misero stato, mi chiese spiegazioni, gli raccontai tutto. “Cy, sono un essere spregevole, ho approfittato del fatto che Corvina fosse svenuta per..” “Non le avrai fatto qualcosa vero? Guarda che se l’hai toccata ti faccio sputare i denti!” “No fratello, cosa hai capito? Non mi sognerei nemmeno di farlo!!! Le ho sfilato il mantello e l’ho vista in faccia!” “Finalmente BB, era ora. Ed adesso che hai soddisfatto questa tua curiosità di vedere il suo viso che impressione ti ha fatto?” “Un’impressione stupenda Cy. Dopo averle tolto il mantello sono rimasto come pietrificato: era magnifica in tutto e per tutto, non so neanche spiegarti che emozioni ho provato…” “Ma se ti ha colpito così tanto, posso sapere perché oggi non l’hai nemmeno degnata di uno sguardo?” “Non lo so. Perché lei è…è talmente bella che è una sofferenza guardarla. E adesso non dormirò più la notte, perchè penso a lei notte e giorno. Ricordi quando mi hai chiesto se avessi già perso la testa per lei? Ebbene, ora è vero. Mi sono innamorato di lei e se non faccio qualcosa mi consumerò rapidamente. Che devo fare Cy?” “BB, sei proprio imbranato. Se ci tieni così tanto vorrà dire che ti aiuterò a combinare un appuntamento con Corvina, ma in cambio mi dovrai cedere metà della tua pizza ogni giorno per una settimana. Siamo intesi?” “E se il tuo piano va a rotoli per qualunque motivo?” “Io ti darò metà della mia pizza ogni giorno per due settimane. Ok?” “Va bene Cyborg, ci sto!”

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Capitolo 6
*** I suoi interessi e le sue emozioni ***


CAPITOLO 6: I SUOI INTERESSI E LE SUE EMOZIONI “Allora Cy, cosa mi consigli?” “ Allora, il ricatto lo escluderei. Anche se è la forma più classica per attaccare bottone, lei non è una che cede molto facilmente, e poi, se le prendi qualcosa dalla stanza…devo ricordarti cosa è successo circa tre giorni fa? Sei stato fortunato che proprio in quel momento è suonato l’allarme, perché ti avrebbe spedito all’altro mondo in due secondi. Potresti trasformarti in un insetto così piccolo da essere quasi invisibile, in modo da scoprire quali sono i suoi gusti senza rischiare di essere condannato a morte. Poi mi vieni a riferire i risultati, ok?” “D’accordo, cercherò di fare del mio meglio.” Tuttavia, non seguii alla lettera la tattica di Cyborg. Già dopo il pranzo mi ero messo all’opera. Prima che si mettesse per l’ennesima volta a meditare, riuscii a ricavare qualche informazione: “Corvina, posso chiederti una cosa?” “Cosa?” “Prima però promettimi che non cercherai di uccidermi né ferirmi in nessun modo. “ “Va bene ma parla. Sto già perdendo la pazienza:” “Posso chiederti quali sono i tuoi interessi?” “Potresti essere più preciso? Cosa vorresti sapere esattamente?” “Mi piacerebbe conoscere il tuo genere di film preferito, il cibo che ti piace di più, dato che ti piace leggere il tuo tipo di libro preferito, ecc.” “Per quanto riguarda i film, mi piacciono molto i film horror, il mio cibo preferito è la pizza ed il genere di libro che amo di più è quello di fantascienza. Qualcos’altro?” “Riguardo ai regali, cosa ti piace, ad esempio, gradiresti di più un mazzo di fiori, un braccialetto, altro..? “Se devo essere sincera, mi piacerebbe molto di più essere lasciata in pace. Dopotutto, dovessi essere ricolmata di attenzioni, mi sentirei soffocare. Hai finito con il terzo grado? Posso tornare a meditare in pace?” “Sì, certamente, e grazie per avermi risparmiato” Mezz’ora dopo mostrai il foglio con gli appunti che avevo preso al mio consulente. “Vediamo un po’: film horror, pizza, fantascienza, niente regali, molto bene, mi stupisco che tu sia ancora vivo. Ma non basta ancora. Devi carpire più informazioni possibili e intanto io farò una cosa per conto mio, che ti riguarda.” “Cy, mi stai preoccupando…” “Fai bene!” mi rispose lui. Calata la notte, tutti i miei compagni andarono nelle loro stanze. Dopo un certo tempo, non saprei dire quanto, mi trasformai in una farfalla ed entrai nella stanza di Corvina: non la trovai nel suo letto. La vidi seduta con le gambe allungate sul davanzale della finestra: aveva il cappuccio abbassato e la luce della luna le rischiarava il volto. Ero così incantato da quella visione, che quasi mi persi il suo dialogo. Apparentemente parlava da sola, ma non era così. Infatti lei mormorò: ”Chissà perché BB mi ha fatto tutte quelle domande…” e subito dopo da lei uscirono, letteralmente, cinque copie di se stessa, ognuna con un colore del mantello diverso: rosso, viola, rosa, arancione e grigio. Per evitare di essere scoperto, mi nascosi dietro la spalliera del letto. In risposta alla Corvina originale quella con il mantello rosso, l’unica di loro che aveva gli occhi demoniaci, le rispose: “Perché vuole prenderti in giro. Ancora mi stupisco che tu lo abbia lasciato vivere!”. Quella rosa la pensava diversamente: “Perché vuole farti felice. Vorrebbe fare qualcosa per te!” L’arancione replicò: “Ma cosa ti importa del perché? Non hai neanche veramente voglia di sapere il motivo delle sue richieste, altrimenti io non sarei qui!” La Corvina grigia mormorò: “Non so il perché, ma quel ragazzo mi mette tristezza e per me il motivo delle sue domande è il pretesto per farti uno scherzo di pessimo gusto!” La viola, invece, le disse, semplicemente: “Secondo me, Beast Boy si è innamorato di te e credo che tu debba dargli una possibilità!” Un momento dopo, tutte e cinque tornarono nella testa di Corvina, ma lì iniziarono a litigare, così forte che io le sentii. Poco più tardi, l’originale gridò: “Zitte tutte quante! Sento la presenza di qualcuno nella mia stanza! Feci appena in tempo a nascondermi sotto al letto, prima che mi trovasse. Subito dopo però, la ragazza si coricò sul letto, ed io passai di nuovo la notte vicino a lei. Mi mutai in gallo, in modo da svegliarmi all’alba per evitare di farmi trovare lì, la guardai un’ultima volta e mi addormentai, ma successe qualcosa. Infatti, quando mi svegliai, convinto che fossero più o meno le cinque del mattino, scoprii con orrore che erano le otto e, appena mi mossi, Corvina si svegliò: “BB.....BB????? Cosa diavolo ci fai in camera mia?????? Esigo una spiegazione. E che sia convincente!!!!!”

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Capitolo 7
*** La risposta di Corvina ***


CAPITOLO 7: LA RISPOSTA DI CORVINA “Allora? Che cercavi nella mia stanza?”mi chiese lei, rossa in viso. Iniziai a inventarmi le scuse più assurde e ridicole, ma poi, dopo non poche esitazioni, decisi di essere sincero con lei: “Corvina, io sono entrato nella tua stanza perché…volevo sapere qualcosa di più su di te. Sei l’unica di noi che non ha ancora parlato dei suoi genitori e del suo luogo di origine. C’è un motivo? E se esiste, me ne vuoi parlare?” “Un motivo c’è, e ti basti sapere questo, perché non sono affari tuoi. Però scommetto che non è questa la ragione per cui sei qui. Dimmi qual è. Io la so già, ma voglio che me lo dica tu”. "Come fai a saperlo?" "Non ti ricordi che ho anche il potere di leggere nel pensiero?" " Ah, già, è vero." Comunque aveva ragione. Avevo un altro pretesto per entrare: “Beh, ecco… vorrestiuscireconme?” “Scusa, non ho afferrato.” “Secondo me hai capito benissimo, ma te lo ripeto: vorresti uscire con me?” “Promettimi di lasciarmi in pace per sempre e ci penserò su. Ed ora fuori di qui.” “Ti posso vedere con il cappuccio abbassato?” “Vattene.” “Ti prego.” “FUORI PRIMA CHE TI RIEMPIA DI BOTTE!” Uscii in fretta, ma ero felicissimo: mi aveva detto che ci avrebbe pensato, anche prima di quanto avessi sperato. Andai da Cyborg e gli riferii tutto quanto: “Cy, ho chiesto a Corvina di uscire e mi ha risposto che ci avrebbe meditato sopra. Sono al settimo cielo!” “Ottimo amico, ma non correre troppo: non ti ha detto né sì né no, e sai che ti aspetta se ti dà una risposta negativa, vero?” “Sì, certamente, mi ricordo. Ora posso sapere cosa hai fatto per conto tuo?” “Non ancora. Pazienta altre quattro ore e ti racconterò tutto.” Quattro ore dopo era ora di pranzo. Dopo il pasto, mentre Robin andava con Stella ad allenarsi (a chissà cosa, visto che andavano da soli e nella direzione opposta alla palestra) e Corvina meditava sul divano, io andai con Cy nella mia stanza. Lì mi disse: “Ho scoperto che il suo film horror preferito è Profondo Rosso. Guarda caso lo danno al cinema locale fra due giorni. Avresti il coraggio di invitarla e, soprattutto, di sopportare quel film?” “Certo Cy, per chi mi hai preso?” “Per uno che si mette a gridare solo vedendo un coltello piantato nel petto!” Un po’ arrabbiato gli risposi: “Stai tranquillo, ce la farò. E poi, se vado con lei, sarò occupato a guardare ben altro tipo di spettacolo, quindi non dovrei correre il rischio di fare una figuraccia davanti a Corvina.” “Va bene BB, va bene, allora inizia a pregare che accetti il tuo invito, ma intanto dimmi cosa vorresti fare dopo il cinema.” “Beh, dopo il cinema, pensavo di portarla al luna park: ho sentito dire che ci sono delle montagne russe così alte da provocarti un’adrenalina a livelli da Oscar. Poi non ho altre idee.” “Riguardo alle montagne russe, credo sia un’ottima idea. Per una tosta come lei, sarà una passeggiata. Poi? Magari in un posto romantico, come il tetto della Torre, visto che sarete soli…” “Come saremo soli?” “Sì, devo tenere d’occhio Robin che fa un po’ troppo il cascamorto con Stella e le ha chiesto un appuntamento, con risposta positiva, proprio il giorno in cui tu potresti uscire con Corvina. Quindi, se tutto va bene, esci con lei per mezza giornata e l’altra metà siete completamente soli. Altrimenti sarete soli alla T-Tower da pomeriggio fino a notte fonda. Ho pensato che, verso sera, avresti potuto guardare il tramonto con lei sul tetto.” “Grazie Cy, di tutto. Se mai capiterà, un giorno mi sdebiterò, oltre a cederti la mia pizza.” “Figurati fratello, è stato un piacere.” In quel momento arrivò Corvina: mi prese per mano e mi portò nel corridoio, dove non c’era nessuno. Mi disse: “BB, ho deciso di accettare il tuo invito. Quando vuoi uscire?” “Beh, dato che ti piacciono gli horror, che cosa ne dici di andare a vedere Profondo Rosso tra un paio di giorni?” “Si… certamente. Allora usciamo venerdì.” Mi sembrò di toccare il cielo con un dito. I restanti due giorni e due notti rimasti li trascorsi ad immaginare il mio appuntamento. Finalmente, il fatidico giorno arrivò: non immaginavo neanche lontanamente cosa mi sarebbe successo.

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Capitolo 8
*** L'appuntamento ***


CAPITOLO 8: L'APPUNTAMENTO Per tutta la mattina non feci che pensare al mio primo appuntamento: la mia prima uscita, e soprattutto con Corvina! Quando giunse l’ora di prepararsi, mi vestii e mi pettinai con così tanta cura che quasi rischiai di arrivare in ritardo: indossavo una giacca nera, una camicia bianca (che per l’occasione avevo lavato la sera prima), un paio di jeans neri, e delle scarpe da ginnastica nere a strisce blu. Cy provò anche a stringermi al collo una cravatta, ma riuscii a sfuggirgli nascondendomi nella mia stanza e sbarrando la porta finchè non lo sentii mentre se ne andava. Aspettai la mia compagna fuori dalla Torre, ma attesi molto poco. Infatti, circa cinque minuti dopo, la vidi comparire, splendente di bellezza come il sole e la luna: indossava un lungo vestito viola che le copriva interamente le gambe (peccato), portava i capelli molto mossi e, stentai a crederlo, si era truccata! Ero così incantato da quella visione che non sentii neanche ciò che mi stava dicendo: “BB!” Disorientato, le risposi: “Sì, dimmi pure” “Hai sentito ciò che ti ho detto?” “Veramente no.” “Iniziamo bene. Ti ho chiesto se avevi proprio voglia di vedere un horror. Da quello che mi ha detto Cyborg, ti spaventi facilmente…” “Bell’amico!” pensai. Per non sembrarle un fifone, le assicurai di essere di stomaco forte: allora lei mi prese per mano ed aprì un portale: un attimo dopo mi trovai davanti al cinema. Ero un po’ sorpreso, ma non le feci domande. Entrammo in sala e qualche minuto dopo, iniziò il film: per me fu un vero incubo. Parecchie volte fui tentato di urlare a pieni polmoni, ma, come se lo avesse intuito, ogni volta che stavo per strillare, Corvina mi prendeva la mano e non la lasciava finchè non mi ero calmato. Dopo una scena in particolare, che non racconto perchè per me è stata così orribile da volerla rimuovere, casualmente mi cadde lo sguardo su di lei: le guardai il bel viso e mi accorsi che stava rapidamente diventando rosso, la vidi tenere gli occhi incollati allo schermo, ma questi erano bagnati di lacrime. Allora le misi un braccio intorno alla spalla e lei appoggiò la testa vicino al mio petto, singhiozzando: desiderai restare in quella posizione per sempre, ma proprio quando stavo per darle un bacio…..le luci si accesero. Profondo Rosso era terminato. A differenza di altre volte, lei non si spostò immediatamente, ma lo fece con lentezza quasi studiata, mentre si asciugava le lacrime. Per tirarla su di morale, la trascinai sulle montagne russe: raggiungemmo l’altezza di novanta metri e scendemmo in picchiata a circa sessanta chilometri orari: la sentii gridare di gioia: ripetemmo il giro per cinque volte e nonostante stessi per vomitare, non glielo feci notare. Al tiro a segno, per stupirla, sparai con la precisione di un cecchino, vincendo un pollo gigante di peluche. Glielo donai insieme ad un bastoncino di zucchero filato, ma mentre apprezzò molto il dolce, rifiutò il pupazzo gigante. In poche parole mi spiegò il motivo: non le piacevano i polli perché era allergica alle loro piume. Intanto si erano fatte le cinque del pomeriggio. Allora le chiesi: “Corvina, adesso dove vorresti andare?” “Per me è indifferente BB, fai tu.” Salimmo insieme sulla ruota panoramica: da lì si godeva di uno spettacolo incredibile e, mentre arrivavamo in cima, i nostri sguardi si incontrarono. Mi feci coraggio, le presi le mani e le dissi: “Corvina, è da molto tempo che vorrei dirti una cosa, ma non ho mai avuto il coraggio di ammetterlo. Io ti…” Non potei completare la frase perché, in quel momento, la ruota si bloccò. In nostro soccorso arrivarono gli altri tre Titans ed insieme aiutammo tutti i malcapitati a scendere dalla giostra. Ormai non ci speravo più, ma Robin e Stella se ne andarono per terminare ciò che stavano facendo e Cy li seguì. Mi trovai di nuovo da solo con Corvina e lei mi chiese: “Allora, cosa volevi dirmi da così tanto tempo?” Io le risposi: “Aspetta ancora un momento. Intanto torniamo a casa” Atterrai sul tetto, io finsi di cadere dalle nuvole: “Guarda che bel tramonto!” le dissi. Ci sedemmo vicinissimi e lei appoggiò la testa sulla mia spalla. Mentre ammiravamo il tramonto, lei mi sussurrò: “ Grazie BB, sono stata benissimo con te….” Non riuscii più a trattenermi, le afferrai il viso, la guardai negli occhi e le dissi: “Corvina, ti amo.” Lei mi rispose: “Io no.” E se ne andò. Mi sembrò che il mondo mi crollasse addosso.

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Capitolo 9
*** La sua storia ***


CAPITOLO 9: LA SUA STORIA Dopo quella figuraccia caddi in depressione. Non volevo mangiare né bere, volevo solo morire. Tentai perfino il suicidio, ma Cyborg, che era riuscito a sfondare la porta, mi salvò la vita. Subito dopo mi diede un gran ceffone. “Cosa diavolo ti è venuto in mente? Perché volevi ucciderti?” “Cy, mi dispiace e ti giuro che non cercherò di rifarlo. Mi sono dichiarato a Corvina e lei mi ha respinto: la mia vita non ha più alcun senso se lei non è con me.” “BB, veramente non dovrei dirtelo, ma io sono sicuro che lei ti corrisponda. Sai perché? Non fa altro che litigare con le sue emozioni: Felicità e Passione non la lasciano in pace, controlla tu stesso.” Mi precipitai davanti alla stanza di Corvina, mi trasformai in una libellula e passai attraverso la fessura della porta: vidi il mio amore discutere animatamente con le due emozioni dal mantello rosa e viola. Passione le chiese: “Posso sapere perché lo hai trattato in quel modo? Al cinema, probabilmente lui non se ne sarà accorto, ma avevi il mantello del mio colore, ed anche quando guardavate il tramonto. Perché lo hai rifiutato? Gli avrai come minimo spezzato il cuore!” “Te lo avrò ripetuto almeno dieci volte, non voglio soffrire di nuovo. Devo ricordarti cosa è successo un anno fa?” “Sì, sì, lo so. Acqualad ti aveva tradito dopo averti giurato amore eterno, lo so. Corvina, ha tentato il suicidio per te. Mi sembra abbastanza come prova d’amore…” Stentai a crederlo, si mise a piangere: il suo mantello diventò grigio. “Lasciatemi sola, devo riflettere.” Le due emozioni obbedirono. Si mise a pensare ad alta voce: “BB, vorrei poterti raccontare tutto…ma ho paura. Ho paura che tu possa tradire la mia fiducia, spezzarmi il cuore. Mi è già successo una volta e non voglio ripetere lo stesso errore.” “Adesso mi racconti tutto Corvina. Non puoi più scappare, io sono qui, vicino a te e non ti lascerò mai, se è quello che vuoi” le dissi. “BB, grazie. Siediti, parleremo più comodamente” mi rispose. Poi iniziò: “Il mio vero nome è Rachel Roth. Sono la principessa del regno di Azarath, Trigon e Arella Roth sono i miei genitori. Mio padre è il demone più potente del mondo e mia madre è stata uccisa da lui davanti a me quando io avevo cinque anni. Dopo mi mandò in un monastero dove imparai tutte le tecniche che conosco oggi. Appena compiuti i tredici anni, lui volle usarmi per sottomettere l’universo intero sotto il suo potere, ma io, a costo di ridurmi in fin di vita, mi ribellai a mio padre e riuscii a sconfiggerlo. Prima di diventare spirito, mise su di me un segno, la gemma che ho in fronte, che simboleggiava la mia parte demoniaca, che sarebbe stata sempre sotto il suo controllo: per questo medito molte ore ogni giorno e non voglio essere disturbata, perché basta che mi arrabbi un po’ troppo per scatenare l’Apocalisse. Se Trigon rinasce, è la fine del mondo.” Ascoltai affascinato tutta la sua storia: quando terminò iniziò a piangere e tra le lacrime mi disse: “Tempo fa giurai di raccontare la mia storia solo al ragazzo che sentivo di amare dal profondo del cuore. Acqualad, Stellarubia, Robin, Cyborg e tutti coloro che mi sono stati vicini non lo sanno. Ne sei a conoscenza solo tu e confido nella tua discrezione, Ti supplico, non raccontarlo a nessuno.” “Dalla mia bocca non uscirà una sola parola, te lo giuro sulla mia vita: Rachel, io sono al tuo fianco, sono un appoggio, sono un tuo alleato.” [Dame tu mano, BnK] “BB, Ti amo.” “Chiamami Garfield, se lo desideri: è il mio vero nome. Anch’io ti amo Corvina e ti amerò per sempre.” Ci scambiammo il più dolce dei baci, che durò parecchi istanti. Proprio quando stavo per unirmi a lei, con il mio vero aspetto, qualcuno bussò alla porta. Era Cyborg. Mentre io mi nascondevo, Corvina aprì la porta: “Cyborg? Cosa vuoi?” “Volevo chiederti se avevi visto BB. Non so se lo sai, ma qualche ora fa era andato ad impiccarsi.” “Sì, me lo ha detto, ma non è nella mia stanza. Avvisami quando lo trovi, perché devo chiedergli una cosa” Appena il ragazzo-robot se ne fu andato lei mi disse: “Gar, non mi sento ancora di farlo. Puoi restare con me se vuoi, ma se mi tocchi un po’ troppo fai una brutta fine.” “Certo Rach, non ti farò pressione, ma cosa volevi chiedermi dopo il mio ritrovamento?” “So che hai una voce stupenda, ti ho sentito cantare qualche giorno fa. Potresti cantarmi una canzone?” Non chiedevo altro. Le intonai una delle mie canzoni preferite: “…..Ed io come uomo, ti proteggerò, dandoti il meglio che ho….Apro le ali ad una nuova esistenza, che voglio passare con te, mentre mi accorgo che nulla ha più senso se adesso il tuo abbraccio non c’è, sei un pensiero speciale, emozioni e colore, sei una notte orientale, la mia isola nel mare…” [Sei un pensiero speciale. Eros Ramazzotti] Quando finii stava già dormendo, appoggiata al mio petto, con un sorriso stampato sul volto. Un sorriso bello e dolce, come le parole di quella canzone.

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Capitolo 10
*** Terra ***


CAPITOLO 10: TERRA Pensavo fosse un giorno normale, come tanti altri, ma mi sbagliavo. Infatti Robin strillò: “Titans, riunione inderogabile. Adesso!!!!” Il motivo era semplice: alla nostra squadra si sarebbe aggregato un nuovo membro. Quando tutti furono presenti, il nostro leader presentò la recluta: era una ragazza. “Ragazzi, lei è Terra, che sarà una Titan come noi a partire da oggi stesso!” Per qualche ragione strana mi sembrò di conoscerla da sempre: somigliava in maniera impressionante a Tara Markov, la mia migliore amica d’infanzia e primo interesse amoroso. La mia curiosità verso la nuova arrivata non sfuggì alla mia ragazza, infatti notai che il vaso alle spalle di Robin si stava incrinando. Le chiesi: “Corvina, che ti prende?” “Io? Niente.” “Menti. Lo vedi quello? Si sta per rompere e guarda caso, da quando è comparsa Terra. Non sarai mica gelosa?” Il vaso si ruppe. “NO!” mi rispose lei. Ciononostante, prima di sparire, disse a Terra: “Piacere di conoscerti, io sono Corvina.” Finite le presentazioni, alla recluta fu assegnata una camera di fronte alla mia (per inciso, la stanza di Corvina si trova alla destra della mia). Io però non ero tranquillo: sentivo che un pericolo mi minacciava ma non riuscivo a scoprire quale. Lo capii quasi subito, infatti Terra venne nella mia stanza: mi disse: “ Ciao Garfield, ti ricordi di me?” “Tu chi sei? Come fai a sapere il mio nome?” “Però, ci hai messo poco a dimenticarmi. Tu stesso mi hai detto il tuo nome, dieci anni fa, mentre giocavamo insieme. So come ti chiami perché io sono Tara. Tara Markov.” Stavo per risponderle, ma non mi fu possibile. Perché? Perché Terra mi baciò sulle labbra, cosa che mi lasciò alquanto confuso. “Perché lo hai fatto Terra? Io non ti conosco, tu non puoi essere Tara!” “Gar, ti dimostrerò che sono chi dico di essere, anche subito. Io so che tu, prima di entrare nei Teen Titans, mi hai amato, lo sento. Ti ho cercato dappertutto ed ora che ti ho trovato, non ti lascerò andare molto facilmente” “Terra, io non ti conosco, non so chi sei. Anche se tu fossi Tara, apri bene le orecchie: non provarci mai più. Io ora sono innamorato di un’altra e sono felicemente fidanzato con lei.” “Forse non hai capito. Ho girato mezzo mondo per tornare con te e non ti permetterò di mettermi in un angolo. Quindi stai molto attento.” Mi tirò un ceffone e se ne andò. In quel momento, arrivò Corvina: “Cosa ti è successo Gar? Perché hai lo zigomo arrossato?” Istintivamente, decisi di coprire la mia conversazione di poco prima, quindi le risposi: “Oh, nulla. Mi stavo improvvisando giocatore di rugby ed ho sbattuto la guancia contro il muro.” “Questa non me la bevo BB. Non ti fidi di me?” “Certo che sì, ma te la racconterò in un secondo momento, non me la sento adesso.” La mia finestra si incrinò. “Va bene, quando deciderai di dirmelo, sai dove trovarmi.” Se ne andò sbattendo la porta: non ci feci troppo caso, di solito usciva così dalla mia stanza, ma questa volta era diverso, infatti non aveva mai rischiato di rompere il vetro della mia finestra. Pensandoci su, mi addormentai. Il giorno seguente, alle prime luci dell’alba, Robin decise di sottoporci ad un allenamento a sorpresa: fu un’esperienza massacrante, ma cosa ancora più massacrante fu la scoperta che Terra era davvero Tara Markov, infatti da piccola aveva manipolato le rocce davanti a me, scrivendo il suo nome con quelle. Fece la stessa cosa alla T-Tower e mi lasciò di sasso, letteralmente: Robin, Cyborg e Stella si complimentarono con lei, mentre io e Corvina restammo muti. “BB posso parlarti un attimo?” mi chiese Terra, dopo l’allenamento. “A me sembra che non abbiamo nulla da dirci.” “ Per favore….” “Che vuoi?” “ Potresti dirmi chi è la tua ragazza? Fa parte dei Titans?” “ Non sono affari che ti riguardano.” “ Ho capito. Mi hai detto di essere fidanzato per allontanarti da me, ma non funzionerà. Tu sei ancora innamorato di me e cerchi di compensare la mia mancanza creandoti un’ illusione.” Caddi nella sua trappola come uno sciocco: “ Il fatto che non mi hai visto per quattro anni ti ha dato alla testa? Se proprio vuoi saperlo, prima ti amavo, ora ti odio. Adesso ho una ragazza stupenda, che mi ama per quello che sono, non per il conto in banca dei miei genitori. La mia ragazza fa parte dei Titans ed è Corvina.” “ Allora lo ammetti? Mi amavi? Lo sapevo, infatti al fatto che tu mi odi non crederei neanche se me lo ripetessi per cent’anni. Stai pure tranquillo che farò tutto ciò che è in mio potere affinchè tu torni strisciando ai miei piedi!” “Sono ansioso di vederti provare, non sarò mai uno strumento nelle tue mani.” “Lo sei già tesoro…” mi stampò un bacio sulla guancia ed uscì. Sfortunatamente, Corvina mi vide con Tara e quasi tutte le finestre del soggiorno andarono in frantumi. “Garfield Logan: voglio sapere come fate tu e quella a conoscervi così tanto. E vedi di non raccontarmi frottole, perché sono già parecchio nervosa!” [ANGOLO DELL’AUTRICE: Ciao a tutti! Volevo solo informarvi che dal capitolo precedente a questo c’è stato un salto temporale di tre anni, quindi BB è fidanzato con Corvina da tre anni ed ora tutti i Titans (inclusa Terra), hanno 17 anni, tranne Cyborg, che ne ha 22. Vi saluto e vi invito a recensire. A presto, Coxin98]

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Capitolo 11
*** Il guaio ***


CAPITOLO 11: IL GUAIO “ Forza. Dimmi chi è Terra, è impossibile che si comporti così con te se vi conoscete da poco più di un giorno.” “Ehm, Corvina, lei è…è matta da legare!” “Cosa ti ho detto moccioso? Potrà anche essere pazza, ma avrà significato qualcosa per te, anche in passato” “Sì, in effetti sì, è giusto. Vieni con me.” La guidai nella mia stanza e sbarrai la porta. “Il vero nome di Terra è Tara Markov ed era una mia cara amica d’infanzia. L’ho conosciuta quando avevo cinque anni e giocavamo sempre insieme: mi dispiace dirtelo solo adesso, ma lei è stata molto più di un’amica per me, il mio primo amore. Mi sono fidanzato con lei quando avevo tredici anni e ci siamo lasciati quando io sono stato ammesso al gruppo dei Titans. Ma ora è tornata ed è evidentemente impazzita. Vuole riconquistarmi e, testarda com’è, non si fermerà prima di esserci riuscita.” “ Quindi per te ora sono un peso inutile vero?” “Ma che stai dicendo? Tu per me non sarai mai un peso Corvina, tu sei la persona più importante della mia vita!” Lei mi credette ed uscì. In quel momento suonò l’allarme: erano gli H.I.V.E Five. Durante la battaglia Terra si rese utile, ci aiutò a sconfiggerli, ma mi stava un po’ troppo vicino: fino alla fine dello scontro rimase al mio fianco e, se devo essere sincero, la cosa non mi dispiaceva più di tanto, anche se la odiavo. Dopo la nostra schiacciante vittoria, combinai un guaio: decisi di fare una sorpresa a Corvina ed andai nella sua stanza. La trovai intenta a meditare dentro un cerchio tracciato con una sostanza simile al sale: ben consapevole del fatto che non amava essere disturbata, attesi che finisse. Subito dopo le chiesi: “Corvina, oltre a tutti i tuoi poteri, puoi leggere il futuro?” “Certamente, perché?” “ Potresti predirmelo? Vorrei essere sicuro che non mi succeda nulla di male.” “ D’accordo. Sappi solo che, se il tuo futuro cambia, io non sono responsabile in alcun modo.” “Come fa il futuro a variare?” “Dipende dalle azioni che compi nel presente. Vogliamo cominciare?” “Certamente. Non troppo lontano però, nel senso, mi predici ciò che farò tra una settimana?” “D’accordo.” Ciò che mi rivelò non fu affatto piacevole. “Vedo…. qualcosa che si rompe, due persone insieme che litigano, una delle due si inginocchia davanti all’altra, chiede perdono, ma l’altra non vuole ascoltarlo e poi….” Non riuscii a sapere altro, perché Corvina svenne. Quando riprese i sensi mi chiese cosa fosse successo. “Mentre mi predicevi il futuro sei svenuta. Perché?” “BB, non lo so. E ti assicuro che è la prima volta che mi succede. Vattene, per favore, devo parlare con le mie emozioni.” “Come vuoi” ed uscii dalla sua stanza, ma la vidi tirare fuori uno strano specchio, che la risucchiò subito dopo. Fuori dalla camera, incontrai Terra. “Ci stavi spiando per caso?” “Veramente no, passavo solo di qui. Posso parlarti un attimo?” “Vuoi ancora minacciarmi? Vuoi di nuovo fare una scenata di gelosia?” “No Gar, tutt’altro. Ti prego, ascoltami, ti giuro che è l’ultima volta che ti chiedo di starmi a sentire” “D’accordo, ma che sia una cosa veloce.” “Gar, mi dispiace. Ci ho riflettuto molto e ti chiedo perdono per ciò che ti ho detto. Non ti starò più addosso se lo desideri, ma ti prego di restare buoni amici. Ora tu mi odi e ne sono consapevole, ma, per favore, dammi un’ultima possibilità, per ricucire un rapporto solido di amicizia. Solo questo.” Fui indeciso: fino a pochi minuti prima, la odiavo con tutto me stesso ma, dato che detesto contrariare le ragazze, accettai. “D’accordo Terra, ma se vuoi che funzioni e, soprattutto, se non vuoi ucciderti, non dire nulla a Corvina.” “Sì, certamente.” In poco tempo, Terra si guadagnò la fiducia di Cyborg, Stella e Robin: durante le missioni, eccelleva nell’arte del combattimento e con il suo potere, cioè il manipolare le rocce, offriva un aiuto importante. Si conquistò a fatica anche la fiducia di Corvina (stentai a crederlo) e poi, con molta difficoltà anche la mia: dopo cena Corvina si mise a meditare sul divano con Stella, Cyborg giocava ai videogiochi con Robin e Terra era andata ad allenarsi fuori. Io decisi di andare un momento nella stanza di Corvina e trovai quello strano specchio. Lo trovai strano perché la mia ragazza non mi sembrava una da trucco e robe varie, ma dopo un po’ iniziai ad osservarlo meglio: era tetro e cupo, con riflessi violacei. Mentre lo contemplavo, un’ombra nera uscì fuori dall’oggetto ed io combinai un guaio di proporzioni gigantesche, se non di più: per lo spavento lasciai cadere lo specchio ed il vetro andò in mille pezzi. Terrorizzato, raccolsi i frammenti e li nascosi, rimediando dei profondi tagli alle mani, poi uscii dalla stanza chiudendo bene la porta. Pallido come un morto (nel senso, il mio colorito era verde chiarissimo) mi trovai davanti Corvina. “BB, cosa ti è successo alle mani?” “B-b-beh, m-m-mi sono tagliato c-c-con dei v-v-vetri...” “Dammi qua” disse, afferrandomi gli arti superiori. Provai un senso di terrore indescrivibile, ma mi tranquillizzai subito quando vidi che me le stava curando. Prima o poi però mi avrebbe scoperto, e la cosa non si fece aspettare. Infatti la mattina dopo, abbastanza presto, si sentì un urlo da fracassare i vetri (infatti si ruppero) della Torre: era di Corvina, che subito dopo gridò: “CHI HA ROTTO IL MIO SPECCHIO PER LA MEDITAZIONE?” Cogliendomi in flagrante mentre cercavo di svignarmela mi disse, con una tranquillità poco rassicurante: “Beast Boy…..sei stato tu?” “Eeeeeeehm, sì, ma non l’ho fatto app…” “ Non m’importa se l’hai fatto apposta o no. Quello era lo specchio che conteneva tutte le mie emozioni. Se sono sparse per la città e qualcuno le vede è la fine!” “ Scusa Corvina, sono quelle le tue emozioni?” chiese Robin guardando fuori. “ Purtroppo sì e se Rabbia si scatena potrebbe anche fungere da tramite per il portale.” “ Quale portale?” le chiese il nostro leader. “ Niente, andiamo.” Poi disse, rivolta a me: “I conti li faremo più tardi, se riusciremo a catturarle tutte.”

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Capitolo 12
*** Tradimento ***


CAPITOLO 12: TRADIMENTO Fu meno facile del previsto: le sue emozioni erano molto veloci a muoversi e molto brave a nascondersi. Con abbastanza facilità riuscimmo a recuperare Pigrizia. Tristezza fu individuata dai raggi x di Cyborg (si era mimetizzata), Felicità non stava ferma un attimo, ma Robin e Stella riuscirono a catturarla, io dovetti, a malincuore, imprigionare Passione. Perché a malincuore? Perché non faceva altro che baciarmi e non mi dispiaceva per niente. Per Rabbia fu tutta un’altra faccenda, perché Terra riusciva a tenerle testa, ma solo Corvina poteva sconfiggerla: dopo un combattimento agguerrito tra lei e la sua emozione, Corvina riuscì a spuntarla, ma qualcosa mi faceva pensare che non si sarebbe conclusa qui. Infatti, tornati alla T-Tower, io stavo riposando tranquillamente quando la mia ragazza fece irruzione nella mia stanza e mi disse: “Hai idea di cosa sarebbe successo se Rabbia avesse risvegliato Trigon? Saremmo tutti morti, non te ne rendi conto? Te la farò pagare cara!” Presi tante di quelle botte da non riuscire neanche ad elencarle: da bravo cavaliere quale mi reputo, non reagii, lasciandomi ridurre in fin di vita. Non so se per rimorso oppure per non far scoprire nulla agli altri, mi curò tutte le ferite e tutte le ossa rotte. “Grazie Rach.” “Non chiamarmi mai più così. Mai più mi hai sentito? Non voglio più sentire parlare di te.” “Cosa?” “Mi hai sentito benissimo. Ora fuori di qui.” “Ehm, Corvina, questa è la mia stanza.” Se ne andò sbattendo la porta. Pensai che stesse scherzando, quindi non ci pensai troppo, ma la mattina dopo non mi rivolse davvero la parola, né mi aiutò mentre combattevamo. Così decisi di andare nella sua stanza per chiederle spiegazioni: tutto ciò che rimediai fu un braccio rotto, due occhi neri e un’altra sfuriata riguardo all’incidente del giorno prima. Mi rinnovò il suo disprezzo nei miei confronti e fu sul punto di uccidermi, ma Passione uscì (pensai di sognare) dalla sua testa e mi salvò la vita. “BB, non riuscirò a tenerla buona ancora per molto, esci da qui e non tornarci per un bel pezzo!” Scioccato, me ne andai quasi senza rendermene conto, ma ebbi il coraggio di origliare attraverso la porta: la sentii mentre parlava con Passione e sentii queste parole: “Passione, mi dispiace. Voglio solo fargli capire che ha rischiato di ucciderci tutti con la sua sbadataggine.” “Uccidendolo? Bel modo, complimenti. Ora tu vai in camera sua, gli chiedi scusa per aver cercato di ammazzarlo e lo perdoni per aver rotto il tuo specchio.” In quel momento mi mutai in un insetto e vidi tutte le altre emozioni uscire e litigare tra loro, solo Pigrizia se ne stava in disparte. “Ora basta! Tornate subito nella mia testa, voglio stare sola.” Feci in tempo a vedere Rabbia dire qualcosa a Corvina. Poi nient’altro, perchè decisi di aver sentito abbastanza e me ne andai. Una volta fuori ripresi il mio vero aspetto ed andai nella mia stanza. Mio malgrado, mi addormentai solo all’alba e feci uno stranissimo sogno: un forziere dove vi erano alcune particolari pietre preziose. Un’ ametista che si spezzava, mentre davanti a lei c’erano uno smeraldo ed un lingotto d’oro. Senza l’ametista il forziere diventava grigio e vuoto, mentre tutte le altre pietre la rimpiangevano, poi un rubino enorme distruggeva il forziere ma l’ametista si ricomponeva e con un insolito splendore polverizzava il rubino, mentre il lingotto d’oro diventava grigio e poi riprendeva colore vicino ad uno zaffiro. Non chiedetemi cosa sogno di notte, perché non lo so nemmeno io. Avrei capito solo più tardi che sarebbe stato una specie di profezia. Dormii un po’ più del previsto e fui risvegliato da un secchio d’acqua gelida: era Robin, che mi disse: “Muoviti pelandrone, è la prima volta che riposi così tanto! Abbiamo ricevuto una chiamata dalla polizia, Adone è tornato e vuole vendicarsi di te!” “D’accordo Robin, arrivo, solo un momento…” “No ti muovi adesso. Se tra due minuti ti trovo ancora qui ti sveglio a furia di calci” Riuscii a svegliarmi in fretta e raggiunsi i miei compagni. Adone era diventato più forte dell’ultima volta e ridusse in fin di vita Robin, Corvina e Terra, disattivò, non so come, Cyborg e mi riempì di botte. Stava per uccidermi ma Terra, prima di svenire, riuscì a tramortirlo. Alla T-Tower tutti si congratularono con lei per la sua prontezza di riflessi, ma io preferii ritirarmi nella mia stanza: lì ricevetti la visita di Corvina che mi disse: “Garfield, dobbiamo parlare: credo di essere cambiata da quando mi hai rotto lo specchio. Sono diventata molto aggressiva nei tuoi confronti e ti chiedo perdono.” Mentre mi curava le ferite della battaglia continuava a chiedermi perdono, ma io feci, probabilmente, uno degli errori più grandi della mia vita. Le risposi: “ Quindi hai deciso di ascoltare Passione vero?” “Si, è così. Ma…un attimo: come fai a sapere che io ho parlato con le mie emozioni? Mi hai spiata?” Con tutta tranquillità le dissi: “Sì. Perché?” “Adesso sono arrabbiata: non permetterti più di spiare ciò che faccio nella mia stanza. Capito?” “D’accordo, d’accordo, ma posso sapere cosa ti ha detto Rabbia dopo che me ne ero andato?” “Mi ha consigliato di lasciarti! Ed io non ho voluto ascoltarla, ma vedendoti così sfrontato credo di darle ascolto.” Mi spaventai molto e le dissi: “No Rachel, ti prego non farlo! Voglio dire, Corvina, non farlo. Morirei se succedesse: sei l’amore della mia vita, non potrei sopportare il tuo abbandono!” “Non sono affari miei. Sto pensando seriamente di mollarti, quindi non irritarmi ulteriormente, perché fai un passo falso e non mi vedrai mai più.” “Non farò nulla, te lo prometto.” Tuttavia non mantenni la mia promessa perché, frustrato dalla situazione, andai non nella stanza di Cyborg (per ricevere conforto dal mio migliore amico), ma in quella di Terra, a cui raccontai tutto: lei ascoltò attentamente la mia situazione e mi rivolse parole che, in quel momento, mi sembrarono molto dolci: “Gar, non aver paura, ci sono io con te, appoggiati a me. Sono una tua amica e ti voglio aiutare.” “Come potresti aiutarmi, tu?” “Credo di avere un’idea…” Essendo molto debole in questioni di questo genere, cedetti alla tentazione e la baciai sulle labbra, con trasporto. Nessuno di noi due si accorse che la porta della stanza era aperta: fu allora che successe l’irreparabile. Tutti gli oggetti di vetro della Torre si frantumarono: mentre stringevo ancora Terra, mi trovai davanti una Corvina che dire incandescente per la rabbia è dire poco. Dalla predizione che mi aveva fatto era passata esattamente una settimana.

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Capitolo 13
*** L'abbandono ***


CAPITOLO 13: L'ABBANDONO Mi staccai subito da Terra, ma sapevo anch’io che era inutile: vidi Corvina diventare letteralmente di fuoco mentre mi diceva: “Come hai potuto tradirmi in questo modo? Io mi fidavo di te ed ero venuta a cercarti per dirti che mi dispiaceva e che volevo dimenticare ciò che era successo, ma dopo quello che ho visto, il mio perdono te lo puoi scordare per almeno un paio di secoli!” “Corvina, aspetta, non è come sembra, io…” “Abbi almeno la decenza di tacere, ho visto anche troppo. Ricordati che non sono cieca.” Uscì dalla stanza di Tara ed io le corsi dietro. Nel corridoio riuscii a fermarla e le dissi: “Ti prego Corvina ascoltami, lei non conta nulla per me, te lo giuro!” “Zitto, zitto, non voglio più sentirti. Ormai non potrò più crederti. Non voglio più vederti. Anzi, sai cosa farò?” “Cosa farai?” “Sarei tentata di farvi a pezzi tutti quanti, ma dato che Robin, Stella e Cyborg non c’entrano niente, me ne vado. Domani mattina lascerò la Torre ed i Titans, per sempre. Ora, se vuoi scusarmi, devo andare a fare i bagagli” Caddi in ginocchio davanti a lei, quasi piangendo: “No Corvina, ti prego, non farlo” Vedendo che mi stavo avvicinando, lei esplose di rabbia: “Fai un altro passo e ti faccio saltare la testa: è inutile che mi preghi, tanto ho deciso. Adesso vai pure con Terra se è quello che vuoi. Non sarò più la tua palla al piede!” “Ti prego, ripensaci. Ti giuro che non ti tradirò un’altra volta, se rimani qui.” “Te l’ho raccontato di Acqualad, vero? Mi ha rivolto le stesse parole. Lui mi aveva tradito dopo avermi giurato amore eterno, esattamente come te. Ora io sono stata stupida a commettere lo stesso errore e ne pago le conseguenze.” Detto questo, Corvina sparì, ma qualcuno era felice di quanto successo. “Gar, non sei contento? Ora che quella seccatrice se ne va, avremo più tempo per noi.” “Tu avevi previsto tutto, vero? Hai lasciato apposta la porta aperta per far sì che lei ci vedesse!” “E anche se fosse?” “Tu non lo capisci Tara, ma te lo spiego subito. Dalla prima missione di questa squadra dei Titans, Corvina ci ha salvato moltissime volte e senza di lei niente sarà più come prima.” “Dai, per il momento non ci pensare, scommetto che so come farti sparire il broncio.” “Non ti azzardare Tara, non provarci nemmeno. Tu hai architettato tutto per separarmi da Corvina e per farmi correre tra le tue braccia. Vorrei tanto poterti dare una lezione, ma preferisco cercare di trattenere Corvina.” Senza perdere altro tempo corsi da Rachel, ma trovai la porta della sua stanza sbarrata, con delle chiusure anche nelle fessure, in modo tale da non poter entrare in nessuna maniera. Allora mi misi a gridare: “Corvina, lo so che sei lì dentro, quindi ascoltami bene: è vero, ti ho tradito, ho baciato Terra, ma sono pentito, credimi. Lei ha architettato tutto per dividerci, non sto mentendo. Ha lasciato la porta aperta apposta, in modo tale che tu vedessi, ma se lo avessi saputo, non avrei mai fatto ciò che ho fatto.” Lei mi rispose: “E quindi? Anche se avesse tenuto la porta chiusa, sono sicurissima che mi avresti nascosto il tuo tradimento, pur di farmi rimanere vicino a te. Sei così falso ed insensibile da farmi schifo. Devi solo ringraziare che mi stia controllando dal farti a pezzi con le mie mani, perché altrimenti non saresti più qui da parecchio tempo. Hai deciso di baciare un’altra? Bene, perfetto. Mi sto solo togliendo di mezzo. Se ti è piaciuto così tanto, fidanzati con Terra, Tara o come si chiama. Da domani non saprai più nulla di me, quindi sii felice.” “Non sarò mai felice senza di te. Perché non vuoi capirlo?” “Perché non ti credo.” “Allora, quando mi hai raccontato la tua storia, dicendomi che l’avresti detta solo al ragazzo che sentivi di amare dal più profondo del cuore, era una bugia?” “Certo che no. Ma tu mi hai spezzato il cuore con questo gesto, quindi non voglio più vederti. Non vorrei neanche che tu venissi a salutarmi domani mattina, ma fai come vuoi.” “Buonanotte Rachel. A domani” Sentii qualcosa di vetro rompersi, quindi scappai in fretta. Mi rifugiai nella mia stanza e piansi finchè qualcuno bussò alla mia porta: andai ad aprire, nella speranza che fosse Rachel, ma mi infuriai ancora di più quando vidi che davanti a me c’era Terra. “Tara, che ci fai qui?” “Voglio tirarti su il morale. Posso entrare?” Le urlai a pieni polmoni: “ Ma come fai ad essere così sfacciata? Ti arruoli nei Titans e mi minacci, dici che ti dispiace e ti conquisti la mia fiducia, rovini il rapporto con la mia ragazza, che è la persona a cui tengo di più in questo mondo, lei mi lascia per causa tua e sei così tranquilla? Mi chiedo proprio come fai. Fuori dalla mia stanza e non tornarci mai più!” Dette queste parole, le sbattei la porta in faccia. Lei rimase fuori e mi disse delle cose, ma non sentii nulla, perché non facevo altro che piangere, così forte da non udire niente. Però ad un certo punto, sentii Terra gridare, mentre Cyborg e Robin la trascinavano via. Sentii Cyborg dirle: “Ora basta Terra. Lo hai già rovinato abbastanza e non merita affatto che tu continui ad infastidirlo. Lascialo in pace.” Poi non sentii altro. Piansi tutta la notte e la mattina vidi l’amore della mia vita andarsene dalla T-Tower con gli occhi velati di lacrime: dopo aver volato per pochi metri però, la vidi cadere sempre più in basso. Stava precipitando nel fiume, priva di sensi. Spaventato, corsi a soccorrerla e riuscii ad afferrarla prima che cadesse. La portai subito nella sua stanza e notai, sollevatole il mantello, che era coperta da marchi di fuoco, mentre la gemma sulla sua fronte era incandescente.

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Capitolo 14
*** Il portale ***


CAPITOLO 14: IL PORTALE Visibilmente spaventato, chiamai tutti i miei compagni e cercai con loro una soluzione. Siccome ero molto agitato Stella riuscì (non so come) a prepararmi una tisana bevibile e, mentre la sorseggiavo, Robin mi disse: “BB, non preoccuparti. Quando si sveglierà ci spiegherà tutto.” Dopo un po’ i miei tre amici uscirono ma io rimasi nella sua stanza: dato che erano passate molte ore, iniziai a singhiozzare seduto di fianco a lei. Le dissi: “Corvina, Rachel, Raven, tre nomi per una persona sola: ora, non so se puoi sentirmi, ma te lo dico lo stesso. Ti prego di perdonarmi: ho tradito la tua fiducia, il tuo amore e non posso fare altro che sentirmi colpevole, di tutto quello che ti sta succedendo. Forse tu sei coperta di marchi di fuoco per causa mia e non passa un minuto senza che io mi penta di tutto ciò che ho fatto. Per il mio essere maldestro ho rotto il tuo specchio, poi ho baciato un’altra ragazza, capace di insinuarsi nei miei punti deboli e sfruttarli a suo favore, Terra ha giocato abilmente per farmi cadere ai suoi piedi e separarci, e ci è riuscita. Tu ora sei coperta di segni rossi perché la tua rabbia, forse, è uscita fuori, ed è tutta colpa mia. Mi dispiace.” Poi, senza nemmeno rendermene conto, iniziai a cantarle sottovoce una canzone, che avevo sentito tempo prima e che, secondo me, rispecchiava la mia situazione: “…Cerco le intenzioni migliori, piango tutti gli errori, perché…Ho bisogno d’amore, e di aprire il mio cuore, in un mondo che corre, più veloce di me…di cercare un mio senso, nelle cose a cui penso, ho bisogno di te, dimmi dove sei.” [Ho bisogno d’amore, Paolo Meneguzzi]. In quel momento, Corvina si svegliò e mi disse: “Un’ottima canzone, ma insufficiente. Credi che bastino delle scuse e una canzone romantica per farmi dimenticare tutto? Non tanto per lo specchio, ma per il fatto di aver baciato un’altra. Ti sembrerò esagerata, ma dato che mi è già successo una volta, sarà tutto tranne che semplice guadagnarti di nuovo la mia fiducia.” “Permettimi almeno di provarci. Ti dimostrerò che Terra non conta più nulla per me, solo, abbi pazienza” “Ho tutta quella che vuoi, ma se diventi irritante, fai una brutta fine.” Uscii dalla sua stanza ed andai ad avvisare che si era svegliata. Subito dopo Robin la sommerse di domande, ma lei rispose a monosillabi, anche perché Tara mi stava troppo addosso e, nonostante cercassi di allontanarla, non fece altro che sorridere in maniera beffarda a Corvina, cosa che la fece infuriare ancora di più. “Uscite tutti. Voglio stare sola, quando mi sarò calmata un po’ vi racconterò tutto.” Rimase nella sua stanza per quattro giorni di fila: più volte fui tentato di fare irruzione per verificare che tutto fosse a posto, ma chissà come, Cyborg indovinava sempre le mie intenzioni e mi fermava prontamente e Robin continuava a ripetermi: “Abbi pazienza, non credere che anche a noi non interessi vedere che stia facendo in camera sua per non scendere neanche a mangiare, ma ormai la conosciamo e se non ci vuole tra i piedi c’è sicuramente un motivo valido.” Anche se sapevo benissimo che aveva ragione, non riuscivo a non pensare a lei, era più forte di me. La notte del quarto giorno, non resistetti e mi misi a origliare attraverso la porta e la sentii dire: “Domani sarà il mio compleanno: sarà un giorno speciale, per tutti…” A quella inaspettata notizia, decisi di organizzare una festa a sorpresa per lei, trovando il consenso dei miei tre compagni: sì, tre, perché ovviamente Terra si rifiutò. Ciononostante riuscimmo a preparare tutto in tempo record, difatti Corvina uscì dalla sua stanza esattamente il giorno dopo. Quando, durante la festa, scoprì che l’avevo spiata, iniziò ad arrabbiarsi e Cyborg, per calmarla, le mostrò una pignatta fatta appositamente a mia immagine e somiglianza. Il rimedio fu peggiore del male, infatti Corvina disse, calma: “Vi ringrazio per il pensiero, davvero, lo apprezzo molto, ma non mi sembra il caso di festeggiare.” Di fronte alle nostre insistenze urlò: “Non voglio festeggiare, non c’è nulla da festeggiare, non immaginate neanche cosa potrebbe accadere oggi, il giorno della mia nascita, se mi arrabbiassi un po’ troppo: potrei aprire il portale e saremmo tutti in un mare di guai!” Si tappò subito la bocca con le mani, ma tutti avevamo sentito ogni cosa. Robin allora le rispose: “Corvina, siamo i tuoi amici, se siamo in pericolo, per la sicurezza della città devi raccontarci tutto!” Per tutta risposta Rachel scomparve, diventando invisibile. “Dobbiamo cercare di capire che succede: parla di portali, grandi catastrofi e un sacco di guai, ma non vuole dirci niente. Voi ne sapete qualcosa?” ci chiese il ragazzo meraviglia. “Ragazzi, io credo di sapere cosa le prende, ma sono sicuro che non mi perdonerà mai se ve lo dico.” “Tanto è già furente con te, non potrà mai esserlo più di adesso.” “E va bene, ma poi darò la colpa a voi se si arrabbia ancora di più” “D’accordo, ma parla!” Stavo per iniziare il racconto, ma mi interruppi ancora prima di cominciare: il mio sesto senso mi diceva che stava per accadere qualcosa di molto brutto. Non mi sbagliavo. Corsi nella stanza di Corvina, lasciando i miei compagni sbigottiti, ma la trovai chiusa, come sempre: allora ascoltai attraverso la porta e sentii la voce di Tara che, in maniera evidente, stava litigando con Rachel. “Devi stare lontano da Garfield, strega. Non ti avvicinare a lui, non lo devi nemmeno guardare, è chiaro? Un solo sguardo verso di lui e la tua vita diventa un inferno!” “Mi stai minacciando Terra? Tu a me? Chi ti credi di essere per venire in camera mia a dirmi cosa devo fare? Non conosci neppure lontanamente l’inferno che sarei capace di scatenare io, se mi fai arrabbiare. Quindi, abbi un po’ di cervello ed esci dalla mia stanza, prima che sia troppo tardi.” “Decido io quando andarmene. Questo cos’è?” “Ridammi il mio libro di incantesimi, insensata!” “E se non lo facessi?” “Ti prego di ridarmelo e di uscire dalla mia stanza, devo iniziare a meditare.” “Quindi ti serve a questo uno stupido libro, tutto scarabocchiato….ma sei capace di leggere una lingua terrestre? E poi, chi abbiamo qui? Una foto di te e Garfield nel tuo prezioso libro di magia?” Ero al settimo cielo, quasi mi perdetti il resto della conversazione, tutto tranne che amichevole: udii uno strano suono e poi un rumore di vetri rotti, quasi assordante. Allora mi allontanai un momento e chiamai Robin e Cyborg: subito dopo mi accostai alla porta e sentii Corvina, con una voce profondissima urlare: “Vieni in camera mia, mi insulti, mi dici cosa devo fare, rubi le mie cose, ci guardi dentro senza il mio permesso ed hai anche il coraggio di sputare sopra la foto a cui tengo di più davanti ai miei occhi? La pagherai cara!” “Guarda, tremo già di paura…” Con tutte le probabilità iniziarono a picchiarsi ed insieme ai miei due compagni, riuscii a sfondare la porta: vidi una scena incredibile: mentre Robin e Cyborg tenevano ferma Tara, vidi Corvina staccarsi dal suolo, mentre si copriva di marchi di fuoco, pronunciando: “Azarath….Metrion....Zinthos….” Disse anche altro, che non compresi, perché ero troppo occupato a guardare il cielo, che da limpido, diventava sempre più grigio con una strana colorazione rossa. “BB, cosa succede?” mi chiesero in coro Stella, Robin e Cy, mentre Terra era impietrita dallo stupore. “Credo sia accaduto l’irreparabile: probabilmente sta creando un varco per permettere a suo padre di rinascere!” [ANGOLO DELL’AUTRICE: Ciao a tutti! Vi chiedo perdono per questo ritardo nell’aggiornare, ma tra interrogazioni e verifiche di ogni tipo (come latino e tedesco, per intenderci) ed il classico blocco dello scrittore, aggiorno la storia solo adesso. Vi avviso anche che non sempre potrò pubblicare un nuovo capitolo quotidianamente, ma farò il possibile per limitare il tempo di attesa. Spero che questo capitolo vi ripaghi per la pazienza. Vi saluto e vi invito a recensire. A presto, Coxin98]

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Capitolo 15
*** La pace prima della tempesta ***


CAPITOLO 15: LA PACE PRIMA DELLA TEMPESTA “Beast Boy, ci vuoi spiegare? Che vuol dire che sta per aprire il portale? E chi è suo padre? Perché deve rinascere?” “Una domanda alla volta Robin. Piuttosto, prima di rispondere, cerchiamo di calmarla, se è ancora possibile!” Ci riuscimmo dopo parecchi tentativi e fu davvero un colpo di fortuna, perché normalmente avrebbe già scatenato l’Apocalisse. La chiudemmo nella sua stanza, sorvegliata a vista da Cyborg. In soggiorno, raccontai ai miei amici la storia di Corvina e fui circondato da altre domande, ad esempio, Stella mi chiese: “Ma perché non ce l’ha raccontato prima?” Io le risposi: “Il membro dei Titans Est Acqualad era il suo ex-ragazzo e l’ha tradita dopo averle giurato eterno amore. Corvina mi ha detto che avrebbe raccontato la sua storia a colui che sentiva di amare dal più profondo del cuore, a me, appunto. Mi aveva chiesto di rimanere in silenzio, ma data la situazione in cui ci troviamo, non potevo più tenere la bocca cucita.” “Hai fatto bene BB, ma credo che dovremo darle un’orribile delusione. Per evitare sorprese spiacevoli avremo bisogno di reclute e, per mancanza di tempo, dovremo allearci con i Titans Est.” “Scherzi Robin? Come pensi che reagirà Rachel alla vista di quell’uomo di mare?” “Malissimo, lo so. Ma dobbiamo pensare prima al bene della città e, a quanto ho capito, del mondo intero.” “Tu e le tue manie di fare il leader! Non accetterò mai di cooperare con quello che ha trattato Corvina come un pupazzo!” E invece, dovetti farlo per forza. Chiaramente, tra me e Acqualad non ci fu mai simpatia reciproca, ma riuscimmo a collaborare abbastanza bene. Comunque, dopo quella notizia, uscii dal soggiorno più infuriato che mai e andai a dare il cambio al mio migliore amico, che mi disse: “BB, fai attenzione, si è svegliata, quindi tieni d’occhio Terra e non irritarla!” “Contaci Cy.” Quando se ne fu andato, rimasi per un bel pezzo davanti alla porta, ma poi, decisi di entrare, dopo aver bussato ed aver ottenuto il suo permesso: “Perché sei voluto entrare? Hai già goduto delle grazie di quella maledetta e vuoi rifarti con me?” “Non dire sciocchezze, per favore. Tu sai benissimo che amo solo te, ma non lo dici apertamente per…” “Perché è la verità! Tu, come tutti i ragazzi, hai la mentalità di chi pensa che le ragazze siano tutte peluches con cui poter giocare e poi, quando ci si stanca, buttarle via ed io sono stufa di questo. Comunque, non mi interessa che tu comprenda, tanto io non piaccio neppure a me stessa, figuriamoci agli altri.” A quel punto, non ci vidi più e le dissi: “ Sei complicata. A volte ti fai talmente tante paranoie che è quasi impossibile non odiarti. Non ti piaci perché non sei perfetta. E sì, non sei perfetta, ma chi lo è? Ti lamenti in continuazione dei tuoi difetti, sei lunatica, insicura, un totale controsenso. Ma sei anche la persona più sensibile che io conosca. Ti nascondi dietro strati di sarcasmo, fingi di essere una stronza, ma non lo sei. Dici di odiare il romanticismo e poi ti perdi dentro un abbraccio. Ti affezioni facilmente e doneresti il cuore per quelli a cui vuoi bene. Ami tanto, ami forte e mai a metà. E resti anche quando non c’è più niente per cui lottare, resti fino alla fine, anche a costo di perdere te stessa. Quindi sì, potrei andarmene adesso, voltarti le spalle e convincermi di odiarti, ma non posso. Preferisco amarti.” [NOTA DELL’AUTRICE: Questa frase non mi appartiene. Ho trovato su Internet un’immagine che mostrava un messaggio WhatsApp che aveva come contenuto questa frase, tuttavia non conosco né il mittente di questo messaggio né il destinatario]. Avrei detto anche altro, ma non mi fu possibile, perché chiusi gli occhi in attesa di un ceffone come minimo, ma la sberla non arrivò: allora, sentendo uno strano contatto, aprii gli occhi e vidi Corvina, vicino a me, con le lacrime agli occhi che mi chiudeva la bocca con un bacio. Quello che successe dopo potete immaginarlo, ma ve lo dico lo stesso: passai il resto della giornata nel suo letto, non saprei neanche definire la mia felicità né il tempo in cui rimasi con lei, però qualcosa mi turbò. Infatti, alle 23:58, la mia ragazza mi disse: “Gar, è stato bellissimo, avevo bisogno di farlo prima di perdere totalmente il controllo del mio corpo.” “Posso sapere che vuoi dire?” “Ieri non ho aperto il portale per un soffio, ma ho creato un buco nell’atmosfera. Tra poco meno di due minuti, mi riunirò a mio padre e lo farò rinascere, a causa di Terra, che ha sporcato con la sua saliva la nostra fotografia, facendo esplodere tutta la mia rabbia. Io non potrò più controllare il mio corpo, perché sarà posseduto da Trigon!” Mi rivestii in tempo di record e corsi dai miei compagni. “Wow BB, che hai combinato per tutte queste ore davanti alla porta della stanza di Corvina?” mi chiese Stella. “Dopo ti spiego. Ma ora dobbiamo fermarla: mi ha detto che tra pochi secondi farà rinascere Trigon, contro la sua volontà!” Ci precipitammo subito nella sua stanza, ma ormai, era troppo tardi: il cielo diventò completamente rosso e Corvina non c’era più.

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Capitolo 16
*** Trigon ***


CAPITOLO 16: TRIGON Ci precipitammo fuori dalla T-Tower ed io vidi Corvina sospesa per aria, circondata da un’aura rossa. Il portale intanto diventava sempre più grosso: poi assistetti ad una scena che non so se riuscirò a descrivere bene. Vidi scendere letteralmente dal cielo qualcosa: a prima vista mi parve una montagna, ma poi, quando la nebbia che lo circondava si dissolse, osservai meglio. Non era una montagna, ma un individuo gigantesco, dalle sembianze lievemente umanoidi, con i capelli bianchi, sulla testa delle corna simili a quelle di un cervo e due paia di occhi dello stesso colore della sua pelle, cioè rosso fuoco. Portava degli strani segni, simili a tatuaggi, neri, sulle braccia e sul torace. Era vestito solo con una sorta di corazza che però gli copriva unicamente mezzo busto ed arrivava fino all’inizio delle gambe: portava anche delle protezioni sui polsi. Il mostro, appena toccata terra, iniziò a seminare il panico (più che comprensibile) in città, urlando: “Rendete omaggio a Trigon, signore dei demoni, sovrano di Azarath, distruttore di universi e conquistatore del mondo!” In quel momento capii tutto: in vita mia non avevo mai visto nulla di più mostruoso ed iniziai seriamente a pensare come un essere tanto orrendo avesse potuto generare una creatura stupenda quanto Corvina. Trigon cominciò a distruggere interi palazzi, strade ed ogni tipo di infrastruttura, compresa la T-Tower: ora non avevamo più un posto dove rifugiarci. Poi il demone mirò agli uomini, dicendo: “Dovrei distruggervi tutti ma, se lo facessi, non avrei più degli schiavetti da mutare in demoni, perciò ritenetevi fortunati: invece di essere ridotti in polvere, diventerete statue di pietra fino a quando vorrò io!” Detto ciò, iniziò a sparare dei raggi dagli occhi, che mutarono in sassi tutti i presenti: noi Titans fummo gli unici che si salvarono dal suo incantesimo. Tra le macerie della torre Robin ci disse: “Dobbiamo escogitare in fretta un piano per distruggere quel mostro. Se non ci sbrighiamo, quello ucciderà tutti!” Io risposi: “Hai ragione Robin, ma senza Corvina non ce la faremo. Dobbiamo trovare il modo di farla ritornare in sé.” “Avete notato che la nostra amica, durante l’incantesimo del padre, non si è mai mossa da sotto il portale? Forse, se riuscissimo a spostarla da lì…” “Pessima idea Stella. Se il portale si chiude, Trigon rimarrebbe qui e lui lo sa bene. Ci ha in pugno.” “Cyborg, ne sei sicuro?” “Beh, questo è quello che ho capito dal racconto di BB. Ho ragione fratello?” “Sì Cy, è giusto. Se Corvina smette di riversare energia all’interno di quel buco, non riusciremo mai più a far tornare quell’essere da dove è venuto. Siamo nei guai, forse dovremmo gettare la spugna.” Robin disse: “I Titans non si arrendono mai: chiaramente avremo bisogno di aiuto e come vi ho già detto, ho appena contattato i Titans Est e stanno per arrivare.” Infatti, giunsero alle rovine della torre in pochi minuti. Il gruppo era composto da Acqualad, i gemelli provenienti dal Guatemala Màs e Menos, Speedy (che ben presto, come me con Acqualad, sarebbe diventato una specie di rivale di Robin a causa di una ragazza dei Titans) e, unica ragazza del gruppo oltre che leader, Bumblebee. Insieme elaborammo un piano, ma perché funzionasse, si doveva lavorare in coppia: indovinate io con chi fui costretto a collaborare. Con Acqualad, ovviamente! Fatto sta che, per una mossa di Trigon, il piano andò a rotoli: infatti il demone rosso creò dal nulla delle copie negative di tutti i membri del gruppo che avevano i nostri stessi poteri. Ne fece una anche di Corvina che fu messa a combattere contro di me, mentre il mio clone fu messo a difesa del portale. Così, dovetti scontrarmi con un’imitazione di Rachel. Era talmente somigliante che non riuscii a reagire, non so se per l’effetto che mi faceva dover colpire il mio amore oppure se mi avesse lanciato un incantesimo di immobilità. Quindi il mio avversario mi massacrò di botte e proprio quando stavo per rassegnarmi sentii Robin urlarmi: “BB non ti arrendere. Conosco benissimo la sensazione che di da batterti con lei, ma quella non è Corvina! Lei è un’imitazione mal riuscita, immagina di trovarti davanti qualcosa o qualcuno che odi, sarà più facile colpirla.” Decisi di accettare il consiglio del ragazzo meraviglia ed il primo volto che focalizzai fu quello di Acqualad. Pensando a ciò che aveva fatto alla Corvina originale, riuscii a sconfiggere la sua imitazione. Subito dopo, andai in direzione del portale, affrontai il Beast Boy alternativo ma fu molto più difficile, perché si trasformava in ogni animale in cui mi mutavo io e quindi eravamo alla pari (per spiegarmi meglio, immaginate di lottare contro la vostra immagine riflessa su uno specchio). Riuscii a sconfiggerlo solo con l’aiuto di Acqualad che, non so se riuscirò a spiegare bene, travolse il mio clone con dei getti d’acqua e lo fece morire annegato. Anche i miei compagni se la cavarono abbastanza bene, ma quando tutte le imitazioni furono scomparse, Terra e Robin erano in fin di vita. Il nostro leader si riprese tutto sommato in fretta, ma per Tara era tutta un’altra faccenda, perché sapendo che era stata lei a scatenare la rabbia di Corvina, le stavano ben lontano e, di conseguenza, non le offrivano molti aiuti. Nonostante questo, Cy e Stella la portarono nel nostro luogo di ritrovo dopo la distruzione della torre. Lì Terra chiese di vedermi: “Che cosa vuoi Tara?” “BB, ti prego perdonami. Lo so che è colpa mia se ci troviamo in questa situazione, lo so che è colpa mia se Trigon è rinato, sono colpevole di tutto. Ma ti prego, scusami. Io…” “Mi hai chiesto troppe volte perdono, troppe volte ti ho dato retta e troppe volte hai sprecato l’opportunità di ricominciare da zero. Non devi chiedere scusa a me, dovresti farlo a Corvina, anche se trovarti davanti a lei in questo momento sarebbe come se ti condannassero a morte. Sei fortunata: invece di cacciarti come traditrice, abbiamo deciso di tenerti con noi, ma se riusciremo ad uscire da questa situazione stai pure tranquilla che il minimo che ti può succedere è che tu venga bandita per sempre dai Titans.” “Se capiterà l’occasione, sacrificherò la mia vita per voi. Lo giuro.” Scese la sera e poi la notte: mi sedetti su un sasso ed iniziai a guardare il cielo. Mi cadde lo sguardo su Corvina, sempre sospesa per aria sotto a quel buco interdimensionale che diventava sempre più grande. Pensai a quante ne avevo passate insieme a lei, da quando avevo visto il suo volto per la prima volta al risveglio di suo padre: rammentando ciò, mi addormentai piangendo. Nel cuore della notte fui svegliato da un’esplosione. A causarla, ovviamente, era stato quel mostro di Trigon, che ci urlò: “Così siete sopravvissuti, complimenti: mi piacerebbe avervi dalla mia parte, sareste un elemento prezioso. Cosa ne dite? Vorreste unirvi a me?” Robin disse, fieramente: “A nome di tutti i Titans qui presenti, la risposta è no!” “Come volete. Siete degli insetti coraggiosi dopo tutto: non avrei dovuto farvi distruggere dai cloni, sarebbe stato meglio se vi avessi schiacciato personalmente. Ma non preoccupatevi, rimedierò all’istante!” [ANGOLO DELL’AUTRICE: So che ho sempre le solite scuse, ma è l’unica verità: aggiorno dopo due settimane per problemi scolastici, in particolare dovevo riprendermi da un 3 di matematica (cosa pressoché impossibile per me :-D). Ho anche un’altra cosa da dirvi, forse non interesserà a nessuno, ma io ve la dico lo stesso: questa storia sta per concludersi. Pubblicherò ancora un capitolo (massimo due) e poi l’epilogo. Non vi faccio perdere altro tempo, pregandovi di scusarmi per il ritardo e, visto che ormai ci siamo, augurandovi buona pasqua. Vi saluto, Coxin98]

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Capitolo 17
*** La sconfitta di Trigon ***


CAPITOLO 17: LA SCONFITTA DI TRIGON Si scatenò una battaglia di proporzioni gigantesche: Trigon era fortissimo, e non solo per la sua corporatura: poteva lanciare enormi quantità di incantesimi senza stancarsi, mentre noi correvamo da una parte all’altra, cercando di sfuggirgli. Intanto, Corvina, sempre immobile sotto al portale, parlò in una strana lingua al padre, pronunciò una formula ed iniziò a muoversi verso di noi (probabilmente era un incantesimo per mantenere aperto quella specie di buco mentre combatteva). Ovviamente, fu messa contro di noi e ci stese tutti quanti senza il minimo sforzo, anche se usò molta della sua forza più con Acqualad e Terra che con noialtri, tranne che con me: lei non riuscì a colpirmi e mentre le parlavo, provando a farla tornare in sé, suo padre mi venne alle spalle e caddi svenuto. Mi ritrovai in mezzo a una strada, legato da degli strani cerchi luminosi come tutti i miei compagni. “Bella mossa, Goblin. Se tu non avessi avuto la brillantissima idea di provocarla, ora saremmo ancora liberi invece di essere appiccicati al cemento!” “Che ne sai Acqualad? Tu che l’hai abbandonata spezzandole il cuore osi anche criticarmi? Mi permetto di ricordarti che io ormai Corvina la conosco e che i suoi attacchi contro te e Terra erano controllati in modo da non potervi uccidere, come con tutti gli altri Titans, perché evidentemente vuole farlo suo padre. Se non ci liberiamo subito, sarà la fine.” Trigon arrivò e sollevò i blocchi di cemento dove eravamo imprigionati, buttandoli qua e là ma in modo tale che potessimo guardarlo negli occhi. In modo del tutto inaspettato, ci liberò, tutti. Ci disse: “Ho deciso di restituirvi la libertà, ma perché voglio che combattiate contro di me al massimo delle vostre forze. Quando sarete stremati, vi darò il colpo di grazia.” Lo affrontammo tutti insieme, ma non riuscimmo a fare granché, anzi, ottenemmo solo il risultato di fare infuriare il demone ancora di più. Oltre a lui, c’era anche Corvina da tenere a bada, quindi immaginate i risultati, ma io non mi arresi: mi mutai in un uccello e colpii Trigon in un occhio, facendolo urlare di dolore. Per tutta risposta, mi afferrò con una mano e mi fece roteare per aria, per poi sbattermi a terra, ferendomi gravemente: sentii Corvina sussurrare il mio nome. Cercai di chiamarla, ma tutto ciò che riuscii a dire furono parole confuse e senza senso: così, mentre Stella mi portava fuori dal campo di battaglia, mi misi a pensare e conclusi che Corvina stava cercando di ricordare i suoi amici. Mi ripresi e tornai subito ad aiutare i miei amici, alcuni dei quali (Bumblebee, Menos, Cyborg e Speedy) ormai senza forze. Il padre di Corvina poi, iniziò ad infierire sui miei compagni, specialmente su Robin, Stella e Bumblebee, infliggendo loro molte sofferenze con i suoi incantesimi, senza che noi potessimo fare nulla, perché eravamo troppo occupati ad impedire a Corvina di fare lo stesso. Senza pensarci troppo, la afferrai alle spalle e la abbracciai con tutte le mie forze: questo sembrò tranquillizzarla e, quando stava per abbassare le mani per non combattere più, un raggio rosso come il fuoco mi sfiorò e perciò la colpì, provocandole un lunghissimo segno dello stesso colore sul collo: la maga rimase immobile. Sconcertato, notai che quella ferita stava creando dei marchi di fuoco come quelli di qualche settimana prima e vidi anche che a lanciarli era stato suo padre, per obbligarla a combattere, infatti era a causa mia che si era rifiutata di continuare e quindi lui l’aveva punita. Pieno di rabbia, mi lanciai contro di lui, che mi derise dicendo: “Vuoi provarci di nuovo? D’accordo, vieni pure, ma sappi che questa volta non ti lascerò in vita come prima, ti ucciderò direttamente.” Infatti, mi colpì in pieno viso con un pugno, mi afferrò per i capelli e mi premette la faccia contro il terreno, poi mi prese per i piedi e mi sbatté contro palazzi semidistrutti, vetrine rotte, blocchi di mattoni ed ogni altra parete. Voleva finirmi, ma si fermò, perché Corvina continuava a ripetere il mio nome, sempre più forte, fino a gridarlo: subito dopo parlò a suo padre, dicendogli: “Padre, per favore, smetti di fargli del male, non se lo merita.” Questo lo fece infuriare ancora di più, ma non rivolse la sua aggressività contro di me, ma contro la figlia che, vessata dal demone, ricordò tutto. Ci disse: “Ragazzi, vi prego di scusarmi se vi ho ridotto in fin di vita, ma agivo sotto l’influenza di quel mostro…” “Come osi chiamare me in quel modo? Io sono tuo padre, il tuo signore e padrone e fai quello che dico io. Distruggi i Titans, a cominciare da lui, che mi ha sfidato.” disse indicandomi. Lei gli rispose: “Se vuoi tanto la sua morte, uccidilo tu, perché non ho alcuna intenzione di togliere la vita a colui che mi ha restituito la gioia di vivere e se lo vuoi morto, dovrai ammazzare prima me!” “Come vuoi, figliola. Vorrà dire che farò un sacrificio e ucciderò anche te, dopo aver preso mio nipote, per creare un essere a mia immagine e somiglianza, visto che con te è stato un fiasco. Colpa di tua madre, indubbiamente.” Io intanto, non stavo capendo più nulla, ma ciò che mi importava veramente era morire insieme a Corvina, l’amore della mia vita. In quei brevi istanti, Corvina mi baciò: ero felice, ma lo fui ancora di più quando mi disse: “Non capisci quale nipote, vero? In queste tre settimane di battaglia, mentre ero ferma sotto al portale, ho iniziato a vomitare del liquido simile a sangue. Mio padre si è messo a ridere e mi ha detto che, su Azarath, chi ha questi sintomi aspetta un bambino.” “No, non ci posso credere, io…” “E invece sì Gar: sono incinta” La notizia mi lasciò senza fiato, non sapevo cosa dire, ma fui interrotto dal demone che, ridendo sguaiatamente, urlò: “Bene, Corvina: sono stato anche fin troppo paziente. Ora che gliel’hai detto posso farvi fuori tutti e due, ma non preoccuparti, penserò io ad educare bene mio nipote!” Detto ciò, ci lanciò un raggio di energia potentissimo, capace di distruggere la vita di un essere umano, ma avvenne un fatto che mi permise di raccontare tutta questa mia storia: infatti Trigon ci mandò contro tutta la sua ira e aggressività, ma Terra, avendo sentito tutto, urlò: “Non ti permetterò di distruggerli, mostro senza cuore!” Si gettò davanti a noi per proteggerci….e ci salvò la vita: fu colpita in pieno petto dal raggio e si accasciò a terra. Con le lacrime agli occhi, Corvina, in preda alla rabbia più sfrenata, cacciò un urlo fortissimo ma, invece di cedere all’influenza del padre come al solito quando si infuriava, i suoi vestiti diventarono tutti bianchi, mentre i suoi capelli si allungarono moltissimo: risplendente di luce bianca, lanciò incantesimi contro suo padre. Lui cercò di difendersi, ma fu sopraffatto dalla figlia che lo ridusse in fin di vita mentre diceva: “Hai ucciso una nostra compagna, non ti perdonerò mai! Non sei il benvenuto su questo pianeta, la mia vera casa. Non farti mai più vedere!” Trigon sparì dentro al portale, che scomparve con lui. Tutti gli esseri umani tornarono ad essere persone viventi: l’incantesimo di Trigon si era spezzato dopo la sua scomparsa. Corvina corse subito vicino a me, che tenevo Terra, ancora viva, tra le mie braccia, ma invece di fare una scenata di gelosia, cercò di curarla, ma presto disse, piangendo: “La ferita è molto grave e non c’è assolutamente niente da fare: le restano pochi minuti di vita.” Terra allora si rivolse prima a Corvina e poi a me: “Corvina…ti prego, perdonami, è…l’ultima volta che chiedo perdono…ma adesso sono pentita davvero. Ho pagato..con la mia vita…il desiderio di riscatto tra i Titans, ma sono felice di aver conosciuto persone come voi, anche se..sono stata la causa di tutto questo male. Se tu mi perdoni Corvina…potrò andarmene in pace.” Corvina l’abbracciò: “Hai salvato la mia vita, quella di Garfield e di una creatura innocente, io ti perdono tutto quanto, Tara” Poi Terra si rivolse a me, dicendomi: “Hai visto? Ho mantenuto la promessa Gar..ho sacrificato la mia vita per salvarti…e sono felice di aver fatto…almeno qualcosa di buono nella mia vita. Sii felice con Corvina, con tuo figlio…e non dimenticarmi.” Dette queste parole, Terra spirò tra le mie braccia. La seppellimmo con tutti gli onori dovuti ad un membro valoroso dei Titans, ed io misi, sulla sua lapide una frase che citava testuali parole: “Qui giace Terra, una membra dei Teen Titans, una vera amica.”

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Capitolo 18
*** Epilogo ***


CAPITOLO 18: EPILOGO Sono ormai giunto alla fine dell’annuario: in fondo è incollata una foto (la mia preferita) di due persone. Siamo io e mia moglie nel giorno del nostro matrimonio, ma voglio raccontarvi cosa avvenne prima di ciò. Erano passati già sei mesi dalla sconfitta di Trigon: il 24 maggio decisi di fare una sorpresa a Corvina e la invitai a cena nel ristorante più lussuoso della città. Per l’occasione le avevo comprato un anello bellissimo (mi era costato una cifra esorbitante, ma speravo che ne sarebbe valsa la pena). Durante il pasto rimasi zitto per buona parte del tempo, infatti la mia compagna mi chiese: “Gar, tutto bene? Se vuoi possiamo anche andarcene…” “No Rach, tutto a posto. Stavo pensando: ecco, io…” “A cosa pensi?” Per il nervoso iniziai a trasformarmi in vari animali, gettando parecchio scompiglio all’interno del locale. Presi fiato e le dissi: “Rach, in tutti questi anni sono successe tante cose: il mio arruolamento nei Titans, l’arrivo e la morte di Terra, battaglie di ogni genere. Ma di tutto questo, l’unico fatto che sono fiero di ricordare senza versare lacrime sei tu: mi sono innamorato di te abbastanza rapidamente, abbiamo avuto alti e bassi, ci siamo lasciati, ci siamo amati.” “Gar, io…” “Ti prego, fammi finire. Già dal primo giorno io mi sono sentito attratto da te e quando ti ho vista in faccia, non so nemmeno io cosa ho provato: mi invaghivo di te ogni istante di più e nemmeno una tosta come Terra è riuscita a separarci definitivamente, anche se ci è andata molto vicino. Tu ora sei incinta di mio figlio e non mi sembra vero di diventare padre di una creatura che sarà sicuramente forte e bella quanto la madre…” Mi alzai dal mio posto, tirai fuori l’anello dalla tasca, mi inginocchiai davanti a lei e continuai: “Tutto questo per dirti che voglio passare il resto dei miei giorni al tuo fianco: io lo so che non sono perfetto, ma con te io sarò sempre sincero, te lo prometto, perché tu sei la mia stella senza cielo ed io sono il tuo cielo, beh, almeno credo. [Dove ti porta il cuore, Manuel Aski] Rachel Roth, vorresti diventare mia moglie?” “Garfield Mark Logan, a volte mi domando se vivrei lo stesso senza te, se ti saprei dimenticare. Ma passa un attimo e tu sei, sei tutto quello che vorrei, incancellabile oramai. [Incancellabile, Laura Pausini] Ti amo, ora e per sempre. Diventerò la tua sposa, perché è quello che desidero.” [NOTA DELL’AUTRICE: Mi scuso se ho reso Corvina un po’ OOC] Mi sentii avvampare, provai a risponderle di essere felicissimo, ma non ci riuscii, perché Corvina mi chiuse la bocca con un bacio, accompagnato da uno scroscio di applausi del resto dei clienti presenti. Per l’emozione, mi mutai di nuovo in animali enormi e con tutta la mia grazia (pari a zero), tra i danni provocati da questa e la cena dovetti pagare un conto stratosferico, ma non me ne importava: mi sentivo la persona più felice del mondo e la data prevista era tra pochissimi giorni, il 10 di giugno di quest’anno [NOTA DELL’AUTRICE: Il 10 giugno è il mio compleanno =D] e furono invitati tutti i membri dei Titans, inclusi i Titans Est (Acqualad mi disse che non provava più rancore con me, avendo trovato una ragazza che io conoscevo molto bene, che, parole sue, era migliore di Corvina, ma non ci feci troppo caso). Stella e Cyborg erano i nostri testimoni: la principessa di Tamaran non faceva altro che piangere (cosa alquanto strana per una come lei) mentre Cy continuava a ripetermi: “Visto a che traguardo sei arrivato alla fine? Rendila felice o te la vedrai con me, mi sono spiegato?” “Non preoccuparti fratello, farò del mio meglio!” Al momento del “sì lo voglio” stavo per svenire e fui preso da molti dubbi inutili: iniziai a temere che Corvina si tirasse indietro, che mi lasciasse all’altare e che poi sarebbe sparita dalla mia vita, tutti questi pensieri si dissolsero quando mi infilò la fede al dito. Io feci altrettanto e poi ci scambiammo il primo bacio da marito e moglie, uno dei più belli e dolci che io abbia mai dato. Tre mesi dopo, una notte, Rachel si sentì male: corremmo in ospedale e mi dissero che stava per partorire. Cominciarono le ore più lunghe della mia esistenza e solo all’alba mi decisi a tramutarmi in insetto. Un’infermiera che stava passando in quel momento, mi vide e per poco non cacciò un urlo: “Scusi, cosa sta facendo?” “Mi spiace moltissimo di averla spaventata, ma mia moglie sta per partorire e sono molto nervoso…” “Si rilassi, andrà tutto bene.” Per tutta risposta sentii un vagito: ora ero padre! Mi rilassai solo quando mi comunicarono che sia Rachel che il bambino stavano bene: il feto non era un maschio come pensavamo, ma una femmina a cui, per volere di Rachel, fu imposto il nome di Tara, in onore della persona che l’aveva salvata. Misi incinta mia moglie un’altra volta e nacquero due gemelli, questa volta un maschio e un’altra femmina: i miei figli si chiamano Tara Logan, Mark Logan Jr e Arella Logan e, oggigiorno hanno, rispettivamente, 10 e 7 anni. Chiudo l’annuario e, scendendo in salone, con la mente ritorno al presente, mentre Rachel mi raggiunge con i bambini e mi dice: “Hai trovato l’annuario finalmente!” Ed io le rispondo: “Certamente. Qui dentro, in queste pagine, è scritta la nostra storia: non possiamo dimenticarla!” [ANGOLO DELL’AUTRICE: E così si conclude la mia prima fan fiction in assoluto, sperando di aver ripagato la vostra pazienza, dato il fatto che è da quasi un mese che non aggiorno. Ringrazio tutti coloro che hanno recensito e che recensiranno questa storia in futuro, ma sono grata anche a chi ha semplicemente letto questo racconto. Pubblicherò altre fan fiction, specialmente sui cartoni animati citati nella mia bio, ma anche in altre categorie. Alla prossima storia, vi saluto, Coxin98]

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