Memorie di un giocattolaio

di Dotta Ignoranza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Che senso ha l'eternità? ***
Capitolo 2: *** Profumo ***
Capitolo 3: *** Mi manchi ***



Capitolo 1
*** Che senso ha l'eternità? ***



Caro diario da quanto tempo non ti scrivevo? Troppo forse o troppo poco. Sono tornato da pochi giorni qui alla villa in paese e già sento la mancanza delle voci al maniero, ma cosa vogliamo farci? Ci siamo scavati da solo la nostra fossa e rifiuto dopo rifiuto stiamo seppellendoci vivi. Non diventerò mai un mostro come loro, questo è certo.
Non voglio che io e le mie bambine incontriamo un destino tanto blasfemo e crudele, loro credono che quello di Viktor sia un dono, ma poveri sciocchi è solo la prima di una lenta discesa senza ritorno.
Inoltre sono fermamente deciso a riposare per l'eternità nel loculo vicino a mia moglie Ekaterina, questi anni in sua assenza sono stati talmente tanto difficili che mi logora il fegato solo a immaginare un'eternità così.
Già, un'eternità nei panni di un vecchio rugoso e invertito.
Perché quale altro destino potrebbe mai riservarmi l'eternità?
Magari se questo "dono" si fosse presentato quando avevo trenta o quarantanni l'avrei accettato immediatamente, ma adesso? A cosa serve? A niente, la mia vita è già trascorsa con le sue gioie e i suoi dolori, non mi interessa continuare a soffrire in eterno per le mie mancanze. Sembrerà egoistico, caro diario, ma voglio che pure le mie figlie stiano lontano da quel mondo.Loro non sanno ancora cosa significa soffrire in silenzio per mille e mille lune.

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Capitolo 2
*** Profumo ***





 
Ah le mie povere mani, ormai non sono più sveglie come quelle di una volta e un'intera giornata di ferreo lavoro inizia a farsi sentire sulle ossa.
Eppure sono felice quest'oggi. Ho finito quella batteria di soldatini russi che era in cantiere da troppi mesi.
Ora finalmente posso rilassarmi un poco, giusto il tempo per medicare le mie dita e coccolare un poco il mio dolce Pasquino.
Eppure il sonno non mi viene a trovare questa notte.
Mi giro e rigiro nel letto, ancora ho una faccenda in sospeso da sistemare prima di potermi coricare e rilassarmi decentemente. Ho lasciato la casacca "prestatomi" da Boris sulla poltrona,
dunque devo assolutamente sistemarla nell'armadio insieme alle altre.

Eppure, nuovamente, non posso fare a meno di passarci la mano sopra o di annusarne per qualche attimo il colletto rigido e inamidato. Sono costretto a mordermi le labbra e nascondere il viso a quel mio gesto.
Corro verso l'armadio e con maniacale precisione la sistemo dietro a quella regalatami a natale da Olga.
Chiudo l'armadio.
Il fiatone mi assale e sono costretto a portarmi la mano sul cuore tremante. Sorriso scuotendo la testa.
Sono uno sciocco ma l'ho sempre saputo. Conosco le mie debolezze e la mia malattia quindi ormai non mi sorprendo più se il cuore mi palpita e il senso di colpa mi assale.
Torno a letto, forse questa notte sognerò tempi felici, caro diario.

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Capitolo 3
*** Mi manchi ***




Mi manchi, Iddio solo sa quanto mi manchi, Ekaterina.

Il tempo pare essersi annullato da quando te ne sei andata. La vita con te era più bella, più solare e meravigliosa.
Otto anni fa ero un uomo migliore, mi sentivo un uomo migliore. Averti al mio fianco era tutto molto più semplice.
Mi bastava accarezzarti la mano per ricordare i miei doveri, i miei obblighi e le mie gioie. Tu e le bambine mi facevate stare meglio.

Adesso che non ci sei non so più a quale rettitudine aggrapparmi, a quale labbra nascondere le mie lacrime.
So che in cuor tuo sapevi tutto di me, so che in cuor tuo conoscevi il mostro di uomo che ero e che tutt'ora sono, eppure non mi hai mai negato un bacio, un abbraccio, un sorriso.
Mai.

Mi bastava davvero poco per essere felice, ed è proprio questo il mostro che so di essere, la mia felicità nasceva nel baciarti la notte,
quando le tue labbra e i tuoi occhi verdi prendevano le sue sembianze e le lancette dei miei orologi correvano indietro di vent'anni.

Adesso non ci sei più, non c'è più la tua dolcezza ad accogliermi ogni notte.
Mi manchi come il Sole, Ekaterina perché con te lui mi mancava meno di ora.

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