L'EREDE DELL'IMPERO

di darkjedi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 CAP. ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13 ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14 ***
Capitolo 15: *** LEGGETE VI PREGO ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 15 ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 16 ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 17 ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 18 ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO 19 ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 20 ***
Capitolo 22: *** CAPITOLO 21 ***
Capitolo 23: *** CAPITOLO 22 ***
Capitolo 24: *** CAPITOLO 23 ***
Capitolo 25: *** ULTIMO CAPITOLO ***



Capitolo 1
*** 1 CAP. ***


Owen Lars aveva attraversato tutto il deserto di Tatooine fino ad arrivare ad una casupola nascosta, bussò e venne ad aprire un uomo anziano che quando lo vide rimase sbalordito “Owen? Ma cosa ci fai qui.” Poi guardando attentamente l’uomo vide lo sguardo preoccupato nei suoi occhi ed esclamò “E’ successo qualcosa a Luke?”

Owen Lars entrò e sedendosi su una sedia e mettendosi le mani sugli occhi mormorò “Luke se n’è andato. Mi ripeteva sempre che voleva entrare nell’Accademia Imperiale e diventare un pilota come suo padre, ma io gli dicevo che erano tutte stupidaggini, invece lo ha fatto davvero. Ben, Obi Wan devi fermarlo.”

“Va bene, tu torna a casa. Io lo andrò a cercare.” disse Obi Wan.

Obi Wan arrivo ad Anchorhead e chiese notizie di Luke a tutti i suoi amici ma nessuno lo aveva visto, arrivo fino ad Mos Eisley ma di Luke nessuna traccia.

 

CINQUE ANNI DOPO

La grande sala delle feste del palazzo Imperiale era gremita di gente ansiosa di festeggiare i giovani piloti appena usciti dalla Scuola di volo che si trovava lì a Coruscant. Un gruppetto di giovani ufficiali, tutti in divisa di gala, si guardavano intorno frastornati dopo tanti mesi di fatica e sacrifici finalmente avevano raggiunto il loro obiettivo e presto avrebbero avuto la loro destinazione. Lord Darth Vader si aggirava per la sala osservandoli, erano tutti giovani eleganti e altezzosi chissà se qualcuno di loro sarebbe stato all’altezza di entrare nella sua unità. Improvvisamente sentì qualcuno gridare tra la folla “Skywalker, ehi Skywalker dove sei?”.

Il Signore dei Sith si girò di scatto per vedere chi aveva gridato il suo nome e chiedendosi chi fosse e come faceva a conoscerlo. Erano passati 20 anni da quando l’aveva sentito per l’ultima volta, era stata la sua Padme, la sua amata moglie a gridarlo. Poi vide uno dei giovani con la divisa di gala rispondere “sono qui, Biggs.”

I due si salutarono con  calore come se non si vedessero da parecchio tempo. Vader si avvicinò per vedere meglio il giovane che aveva risposto a quel cognome che era anche il suo. Sentì quello di nome Biggs dire “allora ce l’hai fatta eh ragazzaccio sei riuscito a risultare il primo del corso.”

“Già è stata una faticaccia ma ci sono riuscito: Sono il primo del corso della scuola di volo. E ha te come va Biggs?”

“Primo ufficiale sulla Ecliptic. Non mi è andata tanto male.” disse l’uomo facendogli vedere i gradi.

Quando Biggs  vide Vader avvicinarsi scattò sull’attenti e fece segno al giovane compagno di fare lo stesso.

I due si girarono verso di lui entrambi sull’attenti e Vader potè vederli bene. Il più giovane aveva i capelli biondo scuro e gli occhi chiari, sulla divisa di gala aveva le mostrine di tenente e le ali da pilota, l’altro scuro di capelli e occhi scuri, indossava una normale divisa e portava le mostrine di sottotenente e un distintivo con il nome di una nave.

Vader lo guardò fisso valutandolo, quel giovane biondo gli ricordava qualcuno, poi disse brusco “Mi dica il suo nome Tenente.”

“Luke Skywalker, Signore!” rispose il giovane pronto.

Un lampo di sorpresa passò negli occhi del Signore dei Sith, ‘no, non può essere.” Fu il primo pensiero di Vader, poi si riprese velocemente e disse “Bene tenente Skywalker, si goda la serata.”

Quando il Signore Oscuro si fu allontanato, Luke fece un sospiro di sollievo “Umf credevo di morire quando mi ha rivolto la parola. Dai ora andiamoci a divertire.”

Lord Darth Vader guardò da lontano Luke che chiacchierava affabile con tutti, era veramente un gran bel ragazzo, ed era suo figlio, suo e di Padme.

Il giorno dopo l’avrebbe fatto chiamato per parlare con lui, voleva sapere tutto su suo figlio, dov’era stato tutto quel tempo, che aveva fatto, con chi era cresciuto, probabilmente Padme era ancora viva, non era morta come gli aveva detto l’Imperatore ed era stata proprio lei a crescere suo figlio. Ma se era ancora viva, allora perchè non lo aveva mai cercato, forse perchè lo credeva morto come lui di lei.

Tutti questi pensieri gli stavano tormentando la mente, ma il giorno dopo avrebbe finalmente saputo tutto.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


Il giorno seguente, aspettando che gli dicessero a quale destinazione era stato assegnato, Luke stava nell’officina dei caccia TIE in riparazione. Gli piaceva passare il tempo libero aggiustando congegni meccanici, era la sua passione, quando un’ufficiale lo chiamò “Tenente Skywalker venite con me, Lord Vader vuole vedervi. E faccia in fretta a Lui non piace aspettare.”

Luke uscì da sotto l’ala di un caccia tutto sporco di grasso e dichiarò “ma Signore non posso andare così conciato mi dia qualche minuto  per ripulirmi.”

“Lord Vader ha detto subito, e ti consiglio di obbedirgli.” fu la brusca risposta dell’uomo.

Luke entrò nella sala dei rapporto dove si trovava  Lord Darth Vader e si mise subito sugli attenti. Il Signore Oscuro stava leggendo alcuni data-pad, quando Vader alzò la testa e lo guardò attentamente, Luke  disse “mi perdoni per il mio aspetto mio Signore ma mi trovavo nell’officina dei caccia. Mi hanno detto che voleva vedermi subito.”

Aspettandosi chissà quale punizione per il suo comportamento Luke rimase sorpreso quando invece  Vader disse “Stavo controllando i suoi risultati Tenente Skywalker e sono veramente straordinari. Mi complimento con lei.”

“Grazie, Signore.” balbettò Luke, tutto si sarebbe aspettato tranne che il temutissimo Signore Oscuro gli facesse i complimenti.

Poi Darth Vader si alzò e si avvicinò a Luke e guardandolo di nuovo con attenzione disse in tono cupo “Lo sa Tenente che ci sono i meccanici per aggiustare i caccia. Quello non è compito suo.”

Il giovane ingoiò a fatica e mormorò. “Si Signore lo so, ma a me piace e sono bravo ad aggiustare le cose. Ci passo solo il mio tempo libero.”

Proprio come era lui pensò Darth Vader, anche lui quando era giovane gli piaceva...  poi fermò la mente dal divagare in pensieri che l’avrebbero portato dove non preferiva non andare e chiese “E’ una passione che ha preso da suo padre, Tenente?”

“Non lo so Signore, i miei genitori sono morti quando ero molto piccolo. Non li ho mai conosciuti”

poi vedendo che Darth Vader lo fissava senza dire niente, Luke si arrischiò a continuare “Sono stato allevato da mio zio Owen Lars e da mia zia Beru che hanno una fattoria di vaporizzatori su Tatooine.”

Quando sentì il nome del fratellastro e della sua compagna gli ritornò in mente il periodo passato lì in loro compagnia, e pensò a cosa fosse accaduto se sua madre non fosse morta e se lui fosse rimasto lì insieme a Padme, una vita pacifica lontano dalle guerre, dalla politica e dai jedi. No! Non doveva pensare queste cose non sarebbe mai potuto rimanere lì a fare la vita del contadino. Non era la sua vita. Però era una situazione veramente particolare che suo figlio fosse cresciuto sullo stesso pianeta sabbioso dove anche lui era cresciuto. Solo una persona lo sapeva e avrebbe potuto portarlo lì da loro, Padme, oppure.... Un’altro pensiero gli venne in mente, perchè Luke se n’era andato via da Tatooine, cos’era successo?

“Non ti piaceva il lavoro di agricoltore, Luke?” disse Vader in tono cordiale e passando improvvisa- mente al tu.

“No Signore, a me piace volare ed esplorare la galassia. In questo assomiglio a mio padre, così mi ha sempre detto mio zio, noi Skywalker non sappiamo tenere i piedi a terra e così me ne sono andato.” finì Luke con un sorriso cauto.

Era proprio figlio suo, non c’erano dubbi.

Vader si avvicinò ad una finestra chissà cosa gli aveva raccontato Owen su di lui e dandogli le spalle e mormorò “Luke, tuo zio ti ha mai detto cosa faceva tuo padre.”

Tutte queste domande lo stavano confondendo, Luke non riusciva a capire il motivo per cui il Signore Oscuro fosse tanto interessato al suo passato. 

“Mi ha detto soltanto che era un ufficiale di rotta su un’astronave da carico, è morto in un incidente. Non mi ha voluto dire altro.”

Vader si lasciò andare in una risata aspra e ripete “ufficiale su un’astronave da carico, questo si che è veramente ridicolo.”

Luke fece un passo in avanti avvicinando alla finestra, dimenticando chi aveva davanti e dichiarò “Lei conosceva mio padre? Me lo dica.”

“Si lo conoscevo, anzi diciamo che lo conosco molto bene. Perchè io sono tuo padre!” dichiarò Lord Darth Vader girandosi verso il giovane.

Luke rimase a bocca aperta a fissarlo, poi mormorò scuotendo la testa “No, non è possibile, non ci credo.”

Vader gli si avvicinò e gli mise le mani guantate sulle spalle e disse “Si, Luke, è vero. Guarda dentro di te ragazzo, e scoprirai che è vero!”

Luke chiuse gli occhi e chinò la testa, stette così alcuni minuti poi alzò la testa lentamente e mormorò “Si lo so, non so come,  ma so che è vero.” Poi con un tono disperato nella voce gli chiese “Ti prego dimmi cosa è successo a mia madre, dov’è? Come sta?”

Darth Vader scosse la testa “Non lo so. Mi avevano detto che era morta e che tu eri morto con lei. Ma quando ti ho visto ho sperato che lo sapessi tu. Invece non è così, neanche tu sai cosa le è accaduto.”

“L’unica cosa che zia Beru mi ha detto è che è morta quando sono nato io. Padre raccontami qualcosa di mia madre, com’era?”

“La mia Padme era dolce e molto bella” e con lo sguardo perso nel vuoto Lord Darth Vader, Anakin Skywalker si mise seduto accanto a suo figlio e gli raccontò tutto quello che si ricordava di sua moglie.

Quando ebbe finito di parlare Darth Vader disse “ti promuoverò comandante e sarai assegnato al mio Star Destroyer, l’Executor. Starai al mio fianco come mio secondo e pilota della mia squadriglia.”

Luke fissò l’uomo che gli stava davanti, suo padre, il suo Comandante, il Comandante della Flotta dell’Impero, secondo solo all’Imperatore  “Si Signore” disse Luke scattando sull’attenti.

“Potete andare Comandante Skywalker. Hai la giornata libera ma voglio che tu sia raggiungibile in qualsiasi momento.”

Quando Luke fu uscito Veder pensò che ora doveva andare a parlare all’Imperatore.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


Darth Vader si recò negli appartamenti privati dell’Imperatore, era l’unico ad avere il permesso di entrarci.

“Mio Signore” disse Veder inchinandosi al suo cospetto.

L’imperatore Palpatine era seduto sul suo trono in quella che era l’ex sala del Senato della Repubblica.

“Sento che c’è qualcosa che ti turba, Lord Vader.”

“Si mio Signore. Ho incontrato mio figlio. E’ uno dei giovani piloti che hanno superato il corso giorni fa.”

Il primo impulso di Palpatine fu quello di ordinargli di ucciderlo immediatamente, la profezia che sarebbe stato il figlio di Skywalker a distruggerlo lo inquietava. Poi la brama di conoscere ebbe il sopravvento, se riusciva a far passare il giovane al Lato Oscuro forse la profezia non si sarebbe realizzata e i Sith avrebbero regnato per sempre.

“Portalo da me, Lord Vader.”

“Si, mio Signore.”

Quando riferì il colloquio con l’Imperatore a Luke, il giovane sbiancò e mormorò “io al cospetto dell’Imperatore?”

“Si Luke, l’Imperatore Palpatine vuole conoscerti, devi essere fiero della sua benevolenza nei tuoi confronti.”

“Lo sono padre, è... che ho un pò di timore di essere al suo cospetto. Ho sentito voci di persone che non gli erano gradite e sono scomparse misteriosamente.”

“Non preoccuparsi tu sei mio figlio e piacerai all’Imperatore.”

Padre e figlio avanzavano fianco a fianco lungo la sala del trono, la sala era completamente vuota e il silenzio, rotto solo dai passi dei due uomini, era opprimente.

Arrivati davanti al trono entrambi s’inginocchiarono al cospetto dell’Imperatore Palpatine.

“E’ lui, Lord Vader.” chiese Palpatine mentre il suo sguardo acuto passava dal suo braccio destro al giovane, in uniforme, al suo fianco

“Si, mio Signore, lui è il Comandante Luke Skywalker, mio figlio.”

“Alzati giovane Skywalker.” disse Palpatine poi si alzò dal trono e si avvicinò a Luke, mentre il giovane si drizzava lo guardò con interesse, poi senza dire una parola tornò seduto sul trono. Quello che aveva visto gli piaceva, il giovane era ben fatto e con lo sguardo saldo e senza paura come aveva una volta Darth Vader, ora voleva vedere se aveva ereditato dal padre anche i poteri.

Luke stava fermo, in piedi, sotto lo sguardo intenso dell’Imperatore non sapendo cosa fare o cosa dire, quando improvvisamente senti una forza sconosciuta tentare di penetrargli nella mente, istintivamente la bloccò impedendogli di andare oltre.

Palpatine scoppiò in una risata aspra “molto bene giovane Skywalker, sono rimasto molto sorpreso dalla tua reazione. Hai dei poteri molto sviluppati, nonostante, penso che nessuno ti abbia ancora insegnato a usarli.”

“Poteri?” ripeté Luke sorpreso.

Palpatine si voltò verso il suo apprendista “non sa chi è?”

“No, mio Signore, mio figlio non è al corrente del suo retaggio.”

“Insegnagli tutto ciò che deve sapere, Lord Vader, poi riportalo da me, completerò io il suo addestramento.” disse Palpatine.

Mentre padre e figlio stavano uscendo Palpatine stava già iniziando a fare i suoi progetti sul giovane Skywalker. Quando Lord Vader avesse terminato il suo compito e portato il giovane al suo cospetto ci avrebbe pensato lui a persuadere il giovane a uccidere il padre e diventare il suo nuovo apprendista, e finalmente avrebbe avuto un apprendista giovane, forte e soprattutto sano.

Quando furono da soli Luke disse “padre di cosa parlava l’Imperatore, che poteri ho?”

“Dopo ti spiegherò tutto. Ora andiamo sul mio incrociatore  il nostro dovere è dare la caccia ai traditori dell’Impero, quella feccia che si fa chiamare Alleanza Ribelle.”

Mentre camminava con suo figlio al fianco, Lord Vader fu sfiorato da un pensiero inebriante, avrebbe addestrato Luke e quando il ragazzo fosse diventato abbastanza esperto nelle arti sith, insieme avrebbe- ro sconfitto l’Imperatore e finalmente avrebbe governato la galassia con suo figlio al suo fianco.

Nei primi giorni trascorsi sulla nave comandata dal padre Luke scoprì che suo padre era temuto da tutti i suoi soldati e dagli ufficiali. Di riflesso anche Luke era temuto ma gli ufficiali lo detestavano perchè non riuscivano a capire il motivo per cui il loro Signore lo stimasse a tal punto da tenerlo al suo fianco. Ma Luke non importava,  pensava solo ad eseguire gli ordini di suo padre e a fare tutto quello che gli ordinava.  

Un giorno suo padre lo aveva portato in un grande spazio occultato accanto ai suoi alloggi e  gli aveva spiegato che la Forza, un’energia misteriosa, scorreva potente in entrambi, e  gli aveva insegnato i primi elementi base del combattimento con la spada laser e della meditazione, poi gli aveva dato dei datapad sopravvissuti alla vecchia Repubblica che spiegavano come si esercitavano gli studiosi della Forza, i Sith.

Presto Darth Vader scoprì, proprio come aveva fatto l’Imperatore, che Luke aveva un abilità naturale alla Forza e imparava subito ciò che lui gli insegnava e durante i loro lunghi duelli iniziava a tenergli testa.

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


Mentre si stava allenando sotto lo sguardo vigile di suo padre giunse una chiamata dal ponte dell’Executor.

“Signore abbiamo intercettato una nave senatoriale con le insegne Alderaan gli abbiamo intimato di fermarsi ma tenta di sfuggirci.”

“Statele dietro, questa volta non ci sfuggirà.” gridò Veder, poi girandosi verso suo figlio disse “vieni Luke ti farò vedere come l’Impero tratta i traditori.”

Sulla plancia dello Star Destroyer, al fianco del padre, Luke segui l’inseguimento alla piccola astronave. Finalmente la piccola nave, colpita più volte, si fermò e il grande incrociatore calò su di lei impedendole di fuggire ancora.

Darth Vader si girò verso un ufficiale e disse “Mandate due squadre di soldati voglio quella nave e tutto il suo equipaggio.”

Quando il combattimento si fu concluso Darth Vader salì sulla nave, nella plancia erano radunati tutti i prigionieri, Vader si avvicinò a quello che sembrava il più alto in comando e stringendo la mano intorno al collo lo sollevo da terra.

Un soldato gli si avvicinò “Signore i piani rubati non sono nel computer principale.”

Con gli occhi che ardevano di rabbia, Vader guardò fisso l’uomo e ringhiò “dove sono i piani rubati che vi hanno trasmesso.”

“Non abbiamo ricevuto nessuna trasmissione.” balbettò l’uomo, poi continuò dandosi un contegno “questa è un nave consolare, non avete visto i contrassegni. Siamo in missione diplomatica.”

“Al diavolo la vostra missione. Voglio i piani che vi hanno trasmesso.”gridò Vader stringendo ancora più forte la presa.

L’uomo gorgoglio qualche parola intelligibile poi tacque immobile. Darth Vader  lo gettò contro una paratia poi gridò “cercate i passeggeri li voglio vivi.”

Luke era accanto a suo padre quando i soldati portarono all’interno della nave l’unico passeggero della nave catturata.

Era un’esile ragazza in abiti senatoriali, anche se aveva le mani legate dietro la schiena aveva un atteggiamento impassibile.

Quando lo vide la giovane trasalì e disse seccamente “Darth Vader, solo tu potevi osare tanto. Non so come potrai giustificarti quando sentiranno che hai attaccato una missione diplomatica.”

“Senatore Leia Organa.” disse Vader chinando leggermente la testa, poi continuò “questa volta  non potete mettere la scusa che era una missione di soccorso, avete attraversato un sistema proibito ignorando gli avvertimenti e gli ordini di invertire la rotta. Abbiamo anche rintracciato le trasmissioni che vi hanno mandato le vostre spie. Voglio sapere che fine hanno fatto i piani che vi hanno trasmesso.” tuonò poi avvicinandosi minacciosamente alla giovane.

La giovane rimase impassibile e disse “non so neanche di cosa stai parlando, sono un membro del Senato Imperiale in missione ad Alderaan.”

“Voi fate parte dell’Alleanza e siete una traditrice.” gridò Vader poi rivolgendosi ai soldati che l’avevano portata li disse “portatela in prigione.”

Luke la seguì con lo sguardo mentre la portavano via, era bella ed aveva del coraggio, pensò, di solito tutti tremavano davanti a suo padre.

Poi si ricordò quello che aveva visto quando suo padre si trovava sulla nave catturata. “Signore quando eravate a bordo hanno lanciato dei gusci di salvataggio, è probabile che li abbia nascosti li dentro.”

“Ottima intuizione Luke.” disse Vader poi si girò e disse ad un ufficiale “mandi giù una squadra e recuperi quei gusci.”

Il giorno dopo Luke non seppe resistere alla curiosità e scese giù nel livello  più basso della nave dove si trovavano le prigioni.

“Devo vedere la prigioniera.” disse Luke ad uno dei soldati di guardia.

“Non sono stato avvisato comandante, dovrò chiedere.”

“E’ stato Lord Vader in persona ad ordinarmi di venire a vedere la prigioniera. Vuoi disturbarlo, soldato.” rispose Luke con voce dura.

“No Signore. La cella è la numero 8721, vuole un soldato di scorta?”

“No, vado da solo”. Fu la risposta di Luke mentre voltava le spalle alle guardie e si diresse dove si trovavano le celle.

Aprì la cella con il numero che il soldato gli aveva detto, entrò e richiuse la porta alle sue spalle, appoggiandosi su di essa.

La giovane donna era distesa sulla branda che era l’unico oggetto che si trovava nella cella, sollevò la testa e disse “E tu chi sei?”

Luke non rispose e continuò a fissarla, era proprio bella, era un peccato che fosse contro l’Impero

“Allora vuoi dirmi chi sei? Sei muto forse? L’Impero è così a corto di uomini che prende anche gente ritardata?” disse in tono derisorio.

“Sono il Comandante Luke Skywalker, Senatrice Organa” disse Luke chinando appena la testa in un inchino beffardo, poi con lo stesso tono di lei continuò “mi stavo chiedendo perchè una donna bella come voi si deve occupare di queste stupidaggini come la ribellione contro l’Impero.”

Quando comprese il significato della frase un tenue rossore si diffuse sul viso della ragazza che si alzò in piedi  furiosa e disse “Senti sottospecie di soldatino...”

Ma Luke sollevò una mano fermando l’insulto della giovane e disse aprendo la porta della cella “vedo che non ha voglia di fare due chiacchiere in modo civile perciò me ne vado.”

Luke uscì dalla cella lasciando Leia di stucco in piedi al centro della cella.

Luke s’incamminò verso l’uscita della prigione sorridendo tra sé e sé. Si era veramente divertito a ridurre al silenzio la giovane. Ma non era ancora finita, il giorno dopo sarebbe tornato, si ripromise.

Infatti il giorno dopo, quando il padre era occupato in altri incarichi, si diresse verso la prigione, questa volta oltrepassò la sala di controllo senza rivolgere la parola ai soldati che si trovavano lì in servizio e si diresse verso la cella di Leia.

Entrò e disse “Buongiorno senatrice, oggi siete di umore migliore? Vi va di parlare o volete ancora insultarmi?”

Leia stava per insultarlo di nuovo ma decise di comportarsi bene e preferì tacere e mormorò “di cosa volete parlare.”

“Della ribellione” disse Luke prendendola alla sprovvista.

Leia lo guardò sospettosa e disse “io non c’entro niente con la ribellione l’ho già detto,”

“Non m’interessa se siete della ribellione o no, voglio solo sapere perchè questi ribelli vogliono riget- tare la galassia in un’altra guerra. L’Impero ha portato la pace ma loro vogliono combattere ancora.” disse Luke duramente.

“Che cosa? Senti  brutto stupido il tuo Impero sta schiavizzando interi mondi e tu la chiami pace. La ribellione sta....”

Ma Luke la fermò sollevando una mano e gli ordinò “zitta!” Aveva sentito suo padre che lo stava convocando. Si girò e uscì dalla cella senza dire una parola, e Leia rimase lì ferma a guardare la porta chiusa e a chiedersi cosa era successo.

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


Luke entrò nella plancia dell’Excutor e la vista dello schermo lo lasciò senza fiato. Una stazione spaziale, la più grande che avesse mai visto era visibile sullo schermo.

Luke si avvicinò al padre e Vader disse “Questa Luke è la Morte Nera, la nuova micidiale arma dell’Impero. Con questa schiacceremo finalmente la ribellione. Ora saliamo a bordo devo presentarmi al Governatore Tarkin.”

Una volta dentro l’enorme stazione Darth Vader e Luke si diressero verso i piani superiori, Luke si manteneva ad alcuni passi di distanza da suo padre, come un qualsiasi sottoposto, quando i due incontrarono il Governatore Tarkin, l’uomo gli diede una veloce occhiata e poi si rivolse a Darth Vader e disse “Venite Lord Vader siamo ansiosi di ascoltare il vostro rapporto.”

Il Signore Oscuro si girò verso suo figlio e disse “Comandante Skywalker può ritirarsi negli alloggi per gli ufficiali, quando avrò bisogno di lei la farò chiamare.”

Luke scattò sull’attenti e disse “Si signore.”  Era felice di andarsene quell’uomo non gli piaceva per niente, anche se era il governatore della regione.

Luke si diresse verso gli alloggi ma poi cambiò idea e fermò un soldato e gli disse “Soldato sono il comandante Skywalker accompagnami alle prigioni.”

Luke voleva vedere Leia, l’ultima volta avevano lasciato in sospeso un’interessante discussione.

L’uomo lo accompagnò nelle viscere della base con un turboascensore, ma quando fu al posto di controllo della prigione, si presentò e disse "Lord Vader mi ha ordinato di controllare la senatrice Organa, ditemi il numero della cella in cui è rinchiusa." Ma l’ufficiale di guardia rispose “mi dispiace comandante ma per ordine del governatore Tarkin, nessuno può vedere la prigioniera.”

“Sono l’attendente di Lord Vader e la prigioniera era sotto la mia responsabilità. Voglio vederla immediatamente.” dichiarò Luke alzando la voce minaccioso.

L’ufficiale impallidì e disse “Mi... dis...piace ma non posso farla passare comandante. Gli ordini  del Governatore Tarkin sono stati chiari, nessuno può vedere e parlare alla prigioniera.”

Luke se ne andò furioso, stava nei suoi alloggi a pensare a come risolvere quel ostacolo quando fu chiamato sul ponte. Quando arrivò un ufficiale gli disse che era atteso nella sala riunione e lo accompagnò davanti alla porta, Luke bussò poi entrò, davanti a lui c’era suo padre e seduto a un lato del lucido tavolo, che lo fissava, c’era il Governatore Tarkin.

L’uomo disse “Comandante Skywalker mi hanno detto che ha cercato di vedere la prigioniera.”

“Si Signore.” rispose Luke poi guardando suo padre continuò “sull’Executor avevo iniziato ad interrogare la prigioniera e lei si stava iniziando a dirmi qualcosa sulla Ribellione.”

“Non si preoccupi comandante, qui abbiamo i nostri metodi per far parlare la gente. I nostri Droidi Inquisitori non falliscono mai.” disse Tarkin con un ghigno.

Luke sentì un brivido lungo la schiena, aveva sentito parlare dei droidi inquisitori e sapeva di cosa erano capaci, quell’uomo era un mostro.

Riuscì a tenere ferma la voce mentre rispondeva “Molto bene, Signore. Posso andare.”

Tarkin annuì e fece un gesto con una mano e Luke uscì.

Dopo un pò fu raggiunto da Darth Vader, il Signore Oscuro lo guardò negli occhi e disse “stavi davvero cercando di farla parlare o la andavi a trovare perchè provi qualcosa per la Senatrice Organa.”

Luke fisso a sua volta suo padre e rispose con voce ferma “No Signore, volevo solo sapere qualcosa di più sulla ribellione. Non sento niente per lei.”

“Molto bene Luke. Ho detto al Governatore Tarkin che sei il miglior pilota della Flotta Imperiale e che addestrerai i piloti assegnati alla Morte Nera.”

“Benissimo Signore, mi metto subito al lavoro.”

I giorni passavano e Luke non era ancora riuscito a sapere cos'era accaduto alla Senatrice Organa e per non pensarci aveva preso seriamente il suo compito di addestratore e ben presto i piloti della Morte Nera avevano raggiunto un buon livello di abilità. Un giorno, mentre era nell’hangar a controllare i caccia TIE, come era sua abitudine nei momenti liberi senti una chiamata del padre.

Quando giunse sul ponte, sullo schermo era appena visibile un meraviglioso pianeta di un verde splendente. Né Tarkin e né suo padre notarono la sua presenza, Luke si mise ad osservare il pianeta che diventava sempre più grande mentre la stazione spaziale si avvicinava.

Un ufficiale si avvicinò a Lord Vader e a Tarkin e disse “ Signore, siamo appena entrati nel sistema di Alderaan.”  

E così quello era Alderaan, pensò Luke, ne aveva già sentito parlare, era molto diverso dal pianeta dove era cresciuto lui, chissà com'era vivere in un pianeta dove non mancava mai l'acqua.

Sentì le porte del ponte che si aprivano e si girò e vide due guardie che entravano portando tra di loro Leia Organa. 

“Buongiorno, Altezza è un vero piacere rivederla.” disse Tarkin con voce melliflua.

“Il piacere è tutto vostro Tarkin, ma non il mio." disse Leia.

“Gentile come sempre, non siete cambiata affatto.” rispose Tarkin, poi continuò “siete qui per assistere alla prima dimostrazione della nuova arma dell’Impero, ed è stata la vostra testardaggine a non rivelarci la posizione della base ribelle a determinare la scelta del bersaglio. Collauderemo questa stazione da battaglia contro il vostro pianeta Alderaan.”

“No vi prego Alderaan è pacifico non abbiamo armi.”

“Allora datemi un nuovo bersaglio, ditemi dove è situata la base ribelle o farò fare fuoco.”

Sollevo una mano per ordinare di fare fuoco, ma Leia gridò “no aspettate! Sono su Dantooine. La base ribelle è su Dantooine.” disse poi in tono abbattuto.

“Vedete Lord Vader la nostra ospite sa anche essere ben disposta quando le si fanno le domande giuste.” disse Tarkin con un sorriso cattivo. Poi continuò rivolto ai suoi uomini “potete fare fuoco appena l’arma sarà pronta.”

“Cosa! Ma lei aveva detto..”

“Mia cara principessa, Dantooine è troppo lontano per servire da esempio. La distruzione di Alderaan servirà per dimostrare la potenza di questa stazione da battaglia e scoraggerà tutti quelli che vogliono ribellarsi all’Impero. Non si preoccupi mi occuperò al più presto anche dei suoi amici ribelli su Dantooine”

Luke era sconvolto dagli eventi che stavano avvenendo sotto i suoi occhi, fece per fare un passo in avanti e intervenire che sentì la voce del padre nella sua mente che gli ordinava di stare fermo.

Assistette senza poter intervenire alla distruzione del pianeta Alderaan, nel momento in cui Tarkin ordinò di fare fuoco vide Leia lanciarsi in avanti gridando ma suo padre la tenne saldamente, non poteva crederci che il ‘suo’ Impero fosse responsabile di un tale crimine. Uscì di corsa dal ponte e si andò a rifugiare nel suo alloggio.

Crollò seduto sul letto con la faccia tra le mani, rivedeva ancora il lampo accecante dell’arma e l’esplosione che aveva distrutto il pianeta.

Come era potuto accadere, quel Tarkin era davvero un essere ignobile, aveva distrutto un mondo di migliaia, forse di milioni di abitanti senza alcuna esitazione e suo padre aveva assistito alla scena senza opporsi minimamente, come aveva potuto.

In quel momento la porta si aprì di scatto ed entrò Lord Darth Vader.

“Perchè?” gridò Luke alzandosi in piedi furioso, fronteggiando suo padre.

Vader guardò suo figlio, sentiva la sua rabbia, nessuno degli ufficiali imperiali avrebbe osato tanto, tutti accettavano quello che vedevano senza reagire.

“Erano nemici dell’Impero, Luke E i nemici vanno annientati.” rispose Vader con logica ferrea.

“Quelli non erano ribelli che stavano combattendo contro di noi, era un pianeta di persone pacifiche che non avevano fatto niente.” replicò Luke.

“Sapevamo per certo che stavano complottando contro l’Impero e questo le bastare Comandante Skywalker. Ora sei un soldato dell’Impero e il tuo dovere è annientare i suoi nemici chiunque essi siano. Hai capito bene?”

Il tono di Darth Vader era duro e inflessibile, come quando parlava alle sue truppe.

“Si Signore.” rispose Luke in tono altrettanto duro.

Poi Vader continuò con voce più quieta “Luke, tu sei mio figlio e non puoi lasciarti andare a queste debolezze. Non puoi permetterti di avere scrupoli di questo tipo se vuoi essere un sith come me.”

“Ho capito padre, non accadrà più.”

Mentre il giovane usciva  Vader disse “Tarkin ha mandato una squadriglia ad ispezionare Dantooine. Vai sul ponte e resta in contato con loro, poi fammi sapere.”

"Si Signore" rispose Luke.

Mentre Luke camminava con i pugni stretti per la rabbia  repressa e diretto al Ponte di Comando della Morte Nera il suo pensiero fisso era ‘mi dispiace padre, ma  non riuscirò mai a uccidere popolazioni inermi a sangue freddo come fate tu e Tarkin e se questo significa non diventare mai un sith, ebbene non lo diventerò.

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


Intanto su un mercantile corelliano due persone, una giovane e una anziana, stavano discutendo.

“Per me è una pazzia andare solo noi due, Ben, non riusciremo mai a liberarla. Là dentro ci saranno migliaia di soldati.”

“Abbi fiducia in me, Han. E’ proprio perchè siamo solo in due che non ci scopriranno mai. In tre scusami Chewbacca lo so che ci sei anche tu.” disse in risposta ad un borbottio del copilota peloso della nave. “E poi ho alcuni assi nella manica.” disse Ben  mettendo una mano sulla spalla di Han che stava pilotando la nave, continuò “dai andiamo, buttiamoci nella tana del leone.” 

Lord Darth Vader insieme al governatore Tarkin e ad alcuni tecnici stavano riguardando i risultati del primo impiego della più efficiente macchina di distruzione dell’Impero, la Morte Nera.  Il Signore Oscuro era soddisfatto dei risultati, con quell’arma in suo possesso avrebbe sottomesso tutta la galassia.

Con la coda dell’occhio vide suo figlio entrare e fermarsi accanto alla porta in atteggiamento di attesa, allora fermò gli uomini che stavano parlando e si girò verso di lui e disse “Ci sono novità Comandante Skywalker?”

“Si Signore.” rispose Luke, poi continuò “i nostri ricognitori hanno raggiunto Dantooine ma non hanno trovato traccia di installazioni dei ribelli. Ora stanno setacciando i pianeti vicini.” 

Nonostante il viso impassibile e la voce ferma Darth Vader sentiva nel figlio un’indefinita sensazione di compiacimento, come se fosse contento che le truppe imperiali non avessero trovato nessuno sul pianeta.

Vader fissò il figlio facendogli sentire tutta la sua disapprovazione, ma Luke non diede segno di averlo percepito, anzi continuava a guardare fisso davanti a sé con aria seria.

Tarkin all'oscuro della prova di forza tra padre e figlio aveva iniziato a inveire furiosamente. “Mi ha mentito! La principessa mi ha mentito.”

“Le avevo detto che non avrebbe mai tradito la Ribellione volontariamente.” replicò Vader.

Tarkin si girò per rispondere a Vader e vide che Luke era ancora lì fermo accanto alla porta e gridò “Cosa fa ancora lì Comandante. Esca. Se ne vada.”

“Agli ordini Eccellenza.” disse Luke chinando la testa leggermente poi stava girandosi per andarsene quando sentì la voce di suo padre che disse “Voglio parlare con lei più tardi comandante Skywalker.”

“Si Signore, ho appena finito il mio turno e può trovarmi miei alloggi.” rispose Luke.

Quando uscì incrociò un altro ufficiale che si stava dirigendo alla sala riunioni, lo fermò e disse “non ti conviene entrare lì dentro, il governatore Tarkin è furioso.” Infatti si sentivano le grida rabbiose dell’uomo.

Riconoscendolo come l’attendente di Vader, l’uomo disse “abbiamo appena catturato un mercantile corelliano.”

“Va bene. Lo dirò io a Lord Vader più tardi, intanto andiamo a perquisirlo.” disse Luke camminando a fianco dell’uomo mentre si dirigevano verso l’hangar.

Quando arrivarono all’hangar alcuni soldati erano già lì, e vedendo Luke, uno di loro disse “lo abbiamo controllato da cima a fondo Comandante, ma la nave è deserta.”

“Un rottame simile sarà sicuramente alla deriva da un pò.” rispose Luke guardandolo con aria critica. “Ributtatelo fuori.” Poi un’idea gli si formò nella mente ‘la nave avrebbe potuto servire per nascondere e poi far scappare la ragazza, i progetti di Tarkin nei suoi confronti erano ignobili, lo aveva sentito gridare minacce spregevoli e poi chi avrebbe potuto incolpare lui, l’attendente di Lord Vader. Allora disse “No aspettate, lasciatelo lì Lord Vader vorrà ispezionarlo di persona.”

Luke entrò nel settore delle prigioni, aveva deciso di usare la Forza per piegare le menti dei soldati e liberare Leia, il pensiero che Tarkin la uccidesse... non voleva nemmeno pensarci. Suo padre avrebbe capito subito chi era il colpevole ma a Luke non importava. Il dubbio che lo tormentava invece era: Lord Vader lo avrebbe denunciato a Tarkin oppure avrebbe taciuto e lo avrebbe coperto. Notò subito che c’era qualcosa che non andava sentiva delle voci agitate, fece alcuni passi e vide un soldato solo che parlava nervosamente al microfono, era senza elmetto. Entrò dentro ed gridò “che succede qui!”

L’uomo si girò e mentre gli sorrideva impudente disse “Qui tutto bene. Non si preoccupi comandante, abbiamo avuto un problema con delle armi difettose. E’ meglio che adesso torni su al sicuro ”

Luke lo guardò attentamente quell’uomo non gli piaceva di solito nessun soldato si rivolgeva a lui in modo così sfacciato, sapevano che era l’attendente di Lord Vader, poi si guardò intorno e notò che non c'erano altri soldati e mancava anche l'ufficiale che doveva comandare il posto di guardia. Tirò fuori il suo blaster  e lo puntò sull’uomo “soldato ti ordino di dirmi il tuo nome e il tuo numero di identificazione.”

L’uomo lo guardò senza battere ciglio e Luke sollevò ancora la sua arma e ribadì “Sto aspettando soldato.”

Improvvisamente sentì due forti braccia che lo stringevano, erano due lunghe braccia pelose: uno Wookiee. Luke lasciò cadere la pistola e cercò di liberarsi ma lo scimmione peloso lo stringeva sempre di più, ormai faceva fatica a respirare, l’uomo intanto era lì fermo a guardare, anzi il suo sguardo era diretto ai corridoi delle celle. Ormai stava diventando tutto buio intorno a lui e Luke era certo che sarebbe morto stritolato da quella bestia, l’ultima cosa che sentì prima di svenire fu una voce che disse “fermo Chewie, non ucciderlo.”

Obi Wan Kenobi entrò in quel momento nella sala seguito da Leia, e vide Luke tra le zampe del Wookie e gridò “fermo Chewie, non ucciderlo.”

Il Wookie spalancò la braccia e Luke scivolò a terra svenuto, l’uomo si avvicinò a lui e mettendogli due dita sul collo gli sentì il battito che era debole ma regolare, si alzò con un sospiro “per fortuna è ancora vivo. Aiutami a tirarlo su  Han, dobbiamo portarlo con noi.”

Il giovane uomo che rispondeva al nome di Han sbottò “ma sei pazzo Kenobi, è un Imperiale.”

“E’ importante che venga con noi, poi ti spiegherò Han.”

“Ok. Chewie tiralo su.”

Il Wookie borbottò un pò poi tirò su il giovane e se lo mise sulle spalle come un sacco di patate. Poi il gruppetto iniziò a correre verso l’uscita della prigione.

Erano quasi arrivati all’Hangar della Morte Nera, evitando le pattuglie quando furono bloccati  da un gruppo di soldati e uno di loro gridò “Fermi arrendetevi.”

Han gridò “abbiamo come ostaggio un vostro ufficiale, se non ci farete passare lo farò fare a pezzi dal mio amico wookie, e sapete che loro non hanno molta simpatia per voi imperiali.”

“Han non puoi....” disse Kenobi allarmato.

Han si girò e gli fece un gesto come per tranquillizzarlo.

Improvvisamente si sentì una voce cupa “Che succede qui?”

Darth Vader aveva cercato Luke nei suoi alloggi e non trovandolo stava mandando un soldato a cercarlo, quando aveva sentito l’allarme di una fuga dalla prigione.

Seguendo uno strano impulso si diresse verso l’hangar.

Il comandante della squadra quando lo vide disse “Mio Signore ci sono dei ribelli. ma li abbiamo fermati. Però hanno un nostro ufficiale come ostaggio e minacciano di ucciderlo se non li lasciamo andare.”

Darth Vader fece alcuni passi avanti fino a trovarsi quasi di fronte ai ribelli di cui parlava l’uomo e gli si gelò il sangue vedendo suo figlio tra le zampe dello wookie. Il suo primo impulso fu di usare la Forza per uccidere la bestia e liberare suo figlio, ma conosceva troppo bene quegli esseri e sapeva che Luke sarebbe morto all’istante, poi c’era lui, il suo ex maestro, Obi Wan Kenobi. Lui  avrebbe sicura- mente capito le sue intenzioni. L’unica scelta era lasciarli andare, Luke era un ragazzo intelligente e avrebbe trovato il modo per fuggire.

“Lasciateli passare” disse.

“Come ha detto Mio Signore.” disse l’uomo credendo di non aver capito bene.

“Lasciateli andare via. Ho detto!” ringhiò furibondo, poi mentre il gruppo passava tra i soldati diretto alla loro nave, Darth Vader guardò fisso Obi Wan e quando il maestro Jedi passò accanto a lui disse con voce piena di rabbia e odio “questa te la farò pagare Obi Wan, te lo giuro.”

“Lo sto salvando dai malvagi progetti tuoi e del tuo Imperatore.” disse Obi Wan.

Mentre guardava la nave decollare Darth Veder si chiese il motivo per cui il suo ex maestro aveva rischiato tanto per salvare la figlia di Organa, sicuramente la notizie che un jedi era tra i capi della ribellione era vera, un motivo in più per distruggere quella feccia ribelle.

Il Millenium Falcon partì senza che nessuna nave dell’Impero la fermasse, la minaccia aveva funzionato.

“Stai bene Leia?”

“Si Obi Wan, grazie per essere venuti a salvarmi.”

“Tuo padre era molto preoccupato per te e lui non si reggeva.” replicò Obi Wan indicando la cabina di pilotaggio dell’astronave dove si trovava Han.

In quel momento Han uscì dalla cabina e ripeté “stai bene Leia.”

Fu Obi Wan a rispondere “si Han non ti preoccupare sta bene.”

Han continuò ”quando abbiamo sentito che eri stata intercettata siamo corsi in tuo aiuto ma quando siamo arrivati eri stata già portata via e la Tantive distrutta.”

“Dobbiamo scendere su Tatooine a ritrovare i droidi. Ho nascosto lì i piani.”

“Va bene. Tra poco saremo lì” disse Han tornando nella cabina.

“Obi Wan grazie ai tuoi insegnamenti sono riuscita a resistere agli interrogatori. Ma l’Impero ha distrutto Alderaan.” disse Leia.

Obi Wan l’abbracciò calorosamente e mormorò “Oh no! Leia mi dispiace immensamente.”

“Appena troveremo i miei droidi con i piani riusciremo a distruggere quella maledetta arma così nessun altro pianeta sarà distrutto.”

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***


Luke si svegliò mentre qualcuno gli passava un straccio umido sul viso, aprì gli occhi e vide che era Leia, la giovane donna gli chiese “stai bene?”

Luke cercò di sollevarsi ma si accorse di avere ai polsi un paio di manette elettroniche, Leia fu subito al suo fianco per aiutarlo ma lui la respinse bruscamente e tirandosi su borbottò “ce la faccio da solo.” Poi si guardò intorno si trovava sicuramente nella sala passeggeri di un’astronave, c’erano Leia, il vecchio che aveva impedito al wookie di ucciderlo, e l’uomo che si era travestito da soldato imperiale, il Wookie doveva essere nella cabina di pilotaggio.

Erano sicuramente il gruppo di ribelli mandato a salvare la senatrice Organa. Almeno lei ora era salva, adesso però era lui ad essere prigioniero del nemico, l’Alleanza Ribelle. Se avessero saputo la sua vera identità lo avrebbero ucciso all’istante.

“Devo proprio farvi tanta paura se mi tenete legato e sotto stretto controllo.” disse Luke guardandosi intorno con aria sdegnosa.

“Quelli della tua specie, ragazzino, sarebbero capaci di danneggiare questa nave e farla esplodere solo per eliminare uno di noi ribelli.” ribatte sprezzante  Han.

Luke si alzò in piedi furioso “io sono un ufficiale, non mi confondere con quella gentaglia dei cloni della fanteria.”

I due si fissarono rabbiosamente come se stessero lanciarsi uno contro l’altro, in quel momento anche Chewie si era unito a Han digrignando i denti.

In quel momento Obi Wan si alzò e disse “avanti state calmi voi due. Han per favore vai a controllare la rotta. Dobbiamo arrivare al più presto su Tatooine.”

“Come vuoi Kenobi.”

“E tu Luke siediti e stai calmo.”

Luke lo fissò con attenzione poi si mise seduto senza reagire mentre la sua mente ribolliva, quel vecchio doveva essere Obi Wan Kenobi, l’ultimo jedi a cui suo padre stava dando la caccia. Chiuse gli occhi cercando di raggiungerlo ma un’altra voce s’intromise nella sua mente ‘è inutile che cerchi di raggiungere tuo padre, Luke non sei forte abbastanza.’

Luke aprì gli occhi di scatto e vide Kenobi che sorrideva leggermente poi disse a bassa voce “E’ inutile avvertirlo, Darth Vader sa già che sono tornato.”

Luke spalancò gli occhi e mormorò “tu... sai chi sono. Come?” 

“Ti racconterò tutto un’altra volta, e non temere il tuo segreto è al sicuro con me.” affermò Obi Wan sempre a voce bassa..

Dopo qualche ora Han fece capolino dalla cabina di comando e disse “Stiamo arrivando a Tatooine, dove devo atterrare.”

Luke sollevò di scatto la testa, erano arrivati su Tatooine! Il suo primo impulso fu di correre all’oblò e guardare il suo pianeta natale, ma si costrinse a rimanere seduto stringendo i pugni stretti resistendo all'impulso.

Obi Wan si alzò e si diresse alla cabina e disse “Han atterriamo laggiù” poi continuò “ ho degli amici che ci possono aiutare a ritrovare i droidi.”

Atterrarono accanto ad una delle tante fattorie per l’estrazione dell’umidità e Obi Wan disse a voce bassa e in tono serio “Han devi togliergli le manette.”

“Cosa? Ma sei pazzo?” gridò Han.

“Quelli che andiamo ad incontrare e che, spero ci aiuteranno, sono suoi parenti, non voglio che si preoccupino per lui, lo hanno fatto già per troppo tempo.”

L’uomo si girò e vide che il giovane ufficiale imperiale stava seduto con la testa tra le mani sembrava tormentato da qualcosa.

“Han per favore.” mormorò Leia mettendogli una mano sul braccio.

 “Maledizione, e va bene” disse Han e alzandosi si diresse verso il giovane, poi bruscamente gli disse “avanti alzati, e dammi le mani ragazzo.”

Luke lo guardò senza capire ma si alzò e porse i polsi ammanettati, Han infilò in una fessura una chiave elettronica e le manette caddero a terra con un tonfo.

Luke si guardò i polsi liberi e poi disse “perchè?”

“Me l’ha chiesto Kenobi.”

Luke si girò verso il maestro Jedi ma l’uomo anziano gli disse “vieni con me Luke.”

Intanto un uomo e una donna di una certa età erano usciti da un cortile interrato e guardavano incuriosi- ti la nave appena atterrata.

Il giovane fece alcuni passi ma poi dando un’occhiata fuori si fermò e stava per tornare indietro ma Obi Wan lo fermò, Luke si girò verso di lui e mormorò scuotendo la testa “Non posso andare da loro, anni fa sono scappato via senza neanche salutarli, e ora come posso....”

“Va da loro Luke.” disse gentilmente Obi Wan spingendolo un po'.

Luke e Obi Wan scesero dalla rampa seguiti da Han e Leia, prima di scendere Han si voltò verso il suo copilota e disse "Chewie rimani qui e tieni d'occhio la nave"

Quando furono giù Obi Wan disse “Hai visto Owen te l’ho riportato proprio come ti avevo promesso.”

“Zio Owen, zia Beru” mormorò Luke.

La donna gli corse incontro e lo abbracciò strettamente con le lacrime che gli uscivano dagli occhi e balbettò “oh Luke sei tornato, finalmente sei tornato.”

Il giovane ricambiò l'abbraccio della donna, stringendola a sè con affetto mormorandogli "si zia sono tornato." Poi la scostò leggermente guardando suo zio avvicinarsi lentamente con espressione seria.

Arrivato di fronte al nipote Owen Lars lo osservò dall’alto in basso e disse “Alla fine lo hai fatto! Sei diventato un pilota imperiale.”

“Si, zio.” disse Luke poi notò il tono di disgusto quando suo zio disse la parola ‘imperiale’. Iniziava solo ora a capire che l’Impero non era per niente ben visto da molta più gente di quanto non immagi-

nasse.

Suo zio lo abbracciò e disse “bentornato Luke.” poi dopo averlo lasciato esclamò “accidenti ragazzo sei diventato robusto quanto me.”

Luke fece un sorriso storto “bhe all'Accademia Imperiale non ci sono molti comfort, ho dovuto faticare parecchio per diventare un pilota.”

Owen Lars si girò verso gli altri e disse “scusatemi ma rivedere mio nipote mi ha fatto dimenticare i doveri dell’ospitalità. Venite dentro è più fresco.”

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***


Quando furono dentro, mentre Beru offriva agli ospiti delle bevande fresche, Obi Wan presentò i suoi compagni e gli disse "Stiamo cercando due droidi che sono atterrati qui cinque o sei giorni fa."

"No, è passata più di una settimana da quando la nave è stata catturata." si intromise all'improvviso Luke con lo sguardo cupo, poi tornò a sedersi in silenzio e in disparte come aveva fatto fino a quel momento. Dal momento in cui era entrato nella casa in cui era cresciuto, i ricordi lo avevano sommerso, si ricordava dei giorni passati in quella stanza a sognare di diventare un grande pilota. Si, era diventato un grande pilota, però gli era costato molto, più di quello che pensava. Dopo quello che aveva visto e sentito, non aveva idea di quello che avrebbe fatto. Adesso, però, l'unica cosa certa era che era prigioniero della ribellione.

Sentì suo zio dire "Ben descrivimi questi droide che cercate."

"Sono un piccolo astrodroide blu e un droide protocollare dorato."

"Mi immaginavo che non erano droidi normali, visto che anche l'Impero li sta cercando."

"Allora li ha visti, dove sono?" gridò Han alzandosi in piedi.

"Hei calma ragazzo" disse Owen, poi continuò "Si, li abbiamo trovati. Ben ti ricordi ancora dove si trova il tuo rifugio? Abbiamo nascosto i droidi lì e li abbiamo disattivati per non farli scoprire dalle truppe imperiali."

"Andiamo a prenderli Obi Wan prima che li scoprano le truppe imperiali." disse Leia.

"Prendete il mio speeder, non potete andarci con quell'enorme astronave." disse Owen Lars

"Ma non possiamo salire tutti sullo speeder, non c'entriamo."

"Io e mio zio rimaniamo qui. Andate solo voi" dichiarò Luke e allo sguardo sospettoso di Han replicò con un sorrisino "non si preoccupi capitano Solo, mi ritroverà qui quando tornerà, non ho intenzione di andare da nessuna parte."

Quando Obi Wan, Leia e Han furono partiti, Luke si avvicinò a suo zio e disse "Zio Owen perchè mi hai mentito?"

Beru Lars che era appena uscita dalla cucina esclamò " ma Luke non è vero, tuo zio ed io non ti abbiamo mai mentito."

"Aspetta Beru." disse il marito, poi rivolto a Luke disse "dimmi tutto, ragazzo."

Luke fece un lungo sospiro poi disse "mi avevi detto che mio padre era morto, invece l'ho incontrato. Mio Padre è Darth Vader il comandante della Flotta Imperiale e il braccio destro dell’Imperatore." 

"Comprendo il tuo shock quando lo hai scoperto. Ascolta Luke io ti posso raccontare solo quello che so, il resto devi chiederlo ad Obi Wan, lui conosceva tuo padre molto meglio di me. Io ho conosciuto tuo padre, Anakin, quando venne a cercare sua madre, che si era appena sposata con mio padre, purtroppo  era stata catturata dai sabbipodi parecchi giorni prima. Mi ricordo che era con una giovane donna di nome Padme. Quando tornò, il giorno dopo, aveva trovato sua madre ma era  morta. La riportò qui da noi ed io gli chiesi di restare ma lui si rifiutò e partirono. Durante gli anni ho seguito le sue azioni come generale della Repubblica, insieme ad Obi Wan, durante la Guerra dei Cloni. Poi un giorno arrivò Obi Wan con te tra le braccia e mi disse che Anakin era morto e mi chiedeva di prendermi cura di te. Io e Beru accettammo immediatamente, eri così piccolo. In seguito decidemmo di lasciarti il cognome di tuo padre e non farti prendere il nostro. Con il passare degli anni, Obi Wan, mi raccontò come era morto tuo padre e che tua madre era Padme, ed era morta alla tua nascita. Mi rivelò anche che Impero, non doveva sapere della tua esistenza altrimenti ci avrebbero ucciso tutti. Mi raccomando anche di non dirti la verità sui tuoi genitori, voleva parlartene lui quando saresti stato più grande, ma tu sei scappato prima che lui ti parlasse."

“Mi dispiace zio. Ma non potevo immaginare, io volevo solo diventare un pilota.” mormorò Luke.

Dopo un pò Obi Wan, Han e Leia ritornarono con i droidi e Han “Presto andiamo via prima che le truppe imperiali scoprano che siamo qui.” disse Han poi lanciò un’occhiata intimidatoria a Luke, il giovane ricambiò lo sguardo fermamente, poi si girò verso i suoi zii e disse “Zio Owen, zia Beru, mi dispiace ma devo andare via.”

La donna lo abbracciò e mormorò “no, Luke non andartene di nuovo.”

“Mi dispiace zia, se potessi rimarrei, ma non posso.” disse Luke liberandosi dalla presa della donna poi strinse la mano che suo zio gli porgeva e l’uomo disse “non preoccuparti per noi Luke e buona fortuna.” Il giovane sorrise e si allontanò. L’idea di rimanere gli aveva sfiorato la mente, ma erano cambiate troppe cose, lui era cambiato.

Obi Wan si avvicino ai due coniugi e disse “Owen, Beru non preoccupatevi, mi prenderò io cura di Luke.”

Owen Lars mormorò “Obi Wan ho raccontato a Luke tutto quello che sapevo. Ora tocca a te dirgli il resto, e glielo devi dire.”

Han si avvicinò a Owen Lars e allungò la mano stringendo quella che l’uomo gli porgeva e disse “grazie per quello che ha fatto per noi.” Owen strinse la mano e, tenendola  per qualche secondo in più, mormorò “non so cosa ha fatto mio nipote, Capitano Solo, ma deve sapere che Luke è un bravo ragazzo che ha seguito un sogno che aveva fin da piccolo ed ora che ha scoperto che non è come pensava è confuso.”

Quando Luke fu a bordo si diresse verso Han e porgendogli i polsi disse “Ora può rimettermi le manette, Capitano Solo. Sono ancora suo prigioniero.”

Han fisso il giovane e nello sguardo saldo non vide traccia di sarcasmo.

“No. Kenobi ha detto che non ce n’è bisogno.” borbottò Han e gli voltò le spalle dirigendosi verso la cabina.

Luke si mise seduto rigido tenendosi distante dal Maestro Jedi e da Leia. Gli dava fastidio che Obi Wan si fidasse così tanto di lui e soprattutto gli dava fastidio essergli riconoscente.

Han era rimasto sorpreso dal comportamento di Luke, pensava che al loro ritorno non lo avrebbe ritrovato, che se ne fosse andato raggiungendo le truppe imperiali che si trovavano sul pianeta, invece, come aveva detto Ben, il giovane era rimasto lì. Però ne aveva di orgoglio il ragazzino, proprio come era lui, aveva detto Leia ridacchiando. Al contrario di Luke, però Han aveva capito quasi subito la falsità dell’impero e aveva abbandonato la divisa, salvando da morte sicura quello che ora era il suo amico più fedele e copilota. Al contrario, quel ragazzo, si vedeva, che era ancora fiero dell’uniforme che portava.

Intanto sulla Morte Nera Lord Vader stava parlando con il comandante della sua Ammiraglia, l’Executor.

“Non siete ancora riusciti a trovarlo?” gridò Darth Vader infuriato, “un intera flotta alla caccia di una sola astronave, e ancora non siete riusciti a trovarlo.”

Lord Darth Vader chiuse la comunicazione furioso ‘Dovevano trovarlo al più presto, non poteva permettere che Luke gli sfuggisse, aveva bisogno di lui se voleva distruggere l’Imperatore Palpatine.

Un ufficiale gli si avvicinò “Lord Vader l’Imperatore ci ha contattato, le ordina di mettersi in contatto con lui.”

Dart Vader sentì un brivido di apprensione ‘speriamo che l’Imperatore non ne sia ancora venuto a conoscenza’.

“Mi passi la comunicazione nella mia stanza privata.” disse Vader allontanandosi.

Vader entrò nella stanza e rimase in attesa della chiamata del suo Signore. Pochi minuti dopo una luce tremolante di un ologramma prese a baluginare e l’ologramma dell’Imperatore apparì. Lord Darth Vader s’inginocchiò profondamente davanti a lui.

“Sono ai vostri ordini mio Padrone.”

“Lord Vader mi è giunta una cattiva notizia, ho saputo che il Capitano Skywalker non è più ai tuoi ordini.” disse l’Imperatore.

“Purtroppo si, Mio Signore. Mio figlio è stato catturato dai ribelli che hanno liberato la senatrice Organa. La nostra flotta li sta cercando in tutta la galassia.” confermò Vader.

“Devi trovarlo Lord Vader! Sai cosa succederà se il ragazzo si unisce alla Ribellione? Sarà la fine dell’Impero. Trovalo e se ci ha tradito uccidilo.”

Lord Darth Vader chiuse gli occhi poi mormorò “Si mio Padrone.”

L’ologramma scomparve e Darth Vader si alzò in piedi, tremava leggermente per la rabbia, ‘come osava pensare l’Imperatore che Luke potesse tradirlo? Era suo figlio. Luke non avrebbe mai tradito suo padre o l’Impero.

In quel momento su Coruscant, l’Imperatore la pensava diversamente, dopo aver ordinato di chiudere la comunicazione con la Morte Nera, si girò verso uno dei suoi aiutanti e disse “mandate un comunicato a tutti i nostri reparti di uccidere il capitano Luke Skywalker  Hai capito bene”

“Si, mio Padrone.” disse l’uomo inginocchiandosi..

Mentre stava andando a fare ciò che il suo padrone gli aveva detto di fare che l’Imperatore lo fermò e con un sorriso maligno disse “naturalmente il comunicato non deve arrivare né alla Morte Nera e né all’Executor. Non vorrei che Lord Vader credesse che non mi fido di lui.”

Ma era proprio così, Palpatine era convinto che il suo braccio destro non sarebbe stato capace di uccidere il proprio figlio. Il potere del giovane Luke, se impiegato in altro modo, ossia contro di lui, era troppo pericoloso, era meglio eliminarlo, decise. Se non poteva essere suo, non sarebbe stato di nessun altro.

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 ***


Dopo qualche ora il Millennium Falcon arrivò su Yavin, il rifugio segreto dell’Alleanza. Luke scese dall’astronave e si guardò intorno, allora era qui che si nascondevano, pensò Luke, se suo padre l’avesse saputo.

Mentre era lì fermò ad aspettare che gli dicessero qual’era il suo destino, vide arrivare un uomo anziano  che abbracciò affettuosamente Leia e saluto Han e Obi Wan con una certa famigliarità.

Il Generale Jon Dodonna dopo aver salutato la ragazza a cui voleva bene come a una figlia e che credeva di aver perso e i suoi due salvatori che facevano parte degli alti ranghi della Ribellione, si girò e vide fermo accanto alla nave con Chewbacca, il wookiee, che gli faceva la guardia, un giovane con la divisa da ufficiale imperiale.

Quando l’uomo gli fu davanti disse “sono il generale Jon Dodonna, il comandante di questa base”. Luke chinò appena la testa in atteggiamento militare e disse “Capitano Luke Skywalker, capo squadriglia dei Black Eight di Lord Vader. La avverto, che come suo prigioniero, saprà solo questo da me.”    

“Non si preoccupi capitano, sappiamo già quello che ci serve.” gli rispose il generale Dodonna

“Molto bene, allora sono fortunato.” disse Luke guardando Leia, poi continuò “Perciò visto che sono vostro prigioniero, portatemi subito in una delle celle della vostra prigione e lasciatemi in pace.” replicò Luke in tono insolente.  

“Mi dispiace capitano, ma qui non abbiamo né delle celle, né una prigione, sarete ospitato in uno dei nostri alloggi. Maestro Kenobi volete accompagnarlo voi ?” rispose l’uomo in tono accondiscendente, poi si girò e se ne andò, seguito da Leia e Han.

Obi Wan accompagnò Luke davanti ad una porta l’aprì ed entro. Luke si guardò intorno, era poco più grande del suo alloggio sulla Morte Nera, pensò, ma arredata molto meglio, poi disse “niente male per essere la cella di una prigione.”

“Questa non è una prigione, e tu non sei un prigioniero. Vuoi capirlo Luke!” disse Obi Wan, “tieni ti lascio qui un comlink, chiamami se vuoi. Ah! Dentro l’armadio c’è una tuta da pilota indossala se vuoi toglierti quella divisa.”

Quando Obi Wan fu uscito Luke si mise seduto su un divano e si guardo intorno ancora una volta.  

‘E ora cosa faccio ’ pensò. ‘Il suo dovere sarebbe stato quello di fuggire e tornare nell’Impero, ricongiungersi a suo padre e rivelargli dove si nascondevano i ribelli e aiutarlo a distruggerli. Suo padre sarebbe stato fiero di lui. Ma lui sarebbe stato capace di tradire Leia, Kenobi, Solo e tutti gli altri e lasciare che li uccidessero a sangue freddo così come avevano distrutto il pianeta Alderaan? In quel caso non aveva potuto fare niente per impedirlo, anche se lo avrebbe voluto, ma ora poteva. Ma come poteva tradire suo padre e l’Imperatore? Lui era un soldato e aveva giurato fedeltà all’Impero.’

Mentre stava lì a rimuginare su cosa doveva fare la porta si aprì ed entrò Leia, portava un vassoio in mano, sorrise leggermente e disse “pensavo che non ti andasse di venire alla mensa e così tu ho portato un vassoio con qualcosa da mangiare. Non so cosa ti piace così ti ho portato un pò di tutto.”

Luke guardò Leia, aveva cambiato abito e si era sciolta i capelli, era così bella. Senti qualcosa cambiare dentro di lui, non capiva cosa fosse ma in quel momento prese la decisione che avrebbe cambiato la sua vita. Anche che se avesse deciso di tornare da suo padre, nell’Impero, non l’avrebbe mai tradita, non avrebbe mai tradito la causa in cui credeva. ‘Bugiardo, ‘disse tra se e se, ‘non ti importa niente della sua causa, a te piace lei, ti piace dal momento in cui i soldati l’hanno portata sulla nave ammiraglia di Vader.

Vide Leia uscire e sorridendo disse “mi raccomando Luke mangia tutto.”

Il giovane guardò il vassoio ma non aveva fame, era troppo irrequieto per mangiare. Si distese sul letto e chiuse gli occhi, si sentiva così spossato. Con gli occhi chiusi rivide tutto quello che era successo negli ultimi giorni, l’ultima immagine che vide prima di addormentarsi fu quella di Leia che si allontanava stretta a Han, quando erano arrivati alla base ribelle. No, Leia non sarebbe mai stata sua, ma    decise che sarebbe rimasto ugualmente al suo fianco.

Si svegliò quando sentì qualcuno che bussava alla porta, si alzò e aprì la porta e si trovò di fronte Leia. Quando la giovane vide il suo aspetto arruffato mormorò “oh, Luke stavi dormendo, mi dispiace di averti disturbato.”

Poi vide il vassoio del cibo intatto disse “ma non hai mangiato niente?”

Luke si passò una mano tra i capelli arruffati e disse “mi dispiace Leia, ma non avevo fame.”

La giovane donna si avvicinò a lui con aria preoccupata e gli mise una mano sulla fronte e mormorò “stai male forse? Andiamo, ti porto in infermeria.”

Leia era così vicina che poteva sentire il calore del suo corpo,  l’odore dei suoi capelli puliti e qualcosa gli si agitò dentro. Stava per abbracciarla quando torno in sé stesso e la spinse via da sé come se il suo tocco lo bruciasse e in tono brusco disse “non ho niente e ora vuoi lasciarmi in pace.”

Leia si allontanò da lui, e con un sguardo ferito disse “va bene come vuoi.” Poi uscì dalla stanza.

Luke mormorò verso la porta chiusa “mi dispiace Leia.”

Si guardò la divisa tutta sgualcita, si spoglio e si fece una doccia lunga e rilassante poi indossò la tuta marrone da pilota che si trovava nell’armadio, e iniziò a mangiucchiare il cibo che c’era sul vassoio, non perchè avesse fame ma perchè non sapeva cosa fare.

Sentì bussare di nuovo, questa volta era Obi Wan Kenobi, il maestro Jedi entrò nella stanza e lo guardò con cautela poi disse “Leia mi ha detto che non ti sentivi bene, e non hai mangiato niente ieri sera, ma ora vedo che stai mangiando qualcosa.”

“Solo perchè non so che fare.” replicò Luke.

“Se ti va di uscire, ti porto a fare un giro per la base.” disse Obi Wan.

Luke si alzò e lo guardò fisso e disse “Voglio che tu mi parli di mio padre, voglio sapere tutto di lui. Ma prima di tutto voglio sapere perchè hai detto a mio zio che mio padre era morto, quando invece è vivo.”

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ***


Obi Wan guardò Luke e con un sospiro disse “Va bene. Come ha detto Owen hai il diritto di sapere tutta la verità. Però, è meglio che ti siedi Luke, è una storia piuttosto lunga.”

Quando il giovane si sedette sul letto, Obi Wan prese una sedia e si sedette di fronte a lui, poi iniziò a raccontare “Quando lo conobbi, tuo padre Anakin, era già un grande pilota e rimasi sorpreso da come la Forza scorresse potente in lui, anche se era ancora un bambino, e decisi di addestrarlo e farlo diventare un Jedi. All’inizio il nostro rapporto era quello tipico tra Maestro e allievo, poi con il passare degli anni la nostra amicizia si approfondì e diventammo come fratelli, scherzavamo e ridevamo spesso insieme, finche un giorno incontrammo di nuovo Padme Amidala, la tua futura madre.

L’avevamo già incontrata quasi 10 anni prima durante il blocco di Naboo quando lei era la regina del pianeta, avevo notato una sorta di forte simpatia tra loro ma finsi di non vedere, Anakin aveva appena lasciato sua madre per venire con noi e si sentiva molto solo. Il Cancelliere Supremo e il Consiglio dei Jedi ci incaricarono di proteggerla da alcuni attentati alla sua vita, però a causa di alcune circostanze dovetti seguire un’altra pista e lasciai Anakin solo con Padme. Quando ci riunimmo tuo padre e tua madre erano già profondamente innamorati uno dell’altra, anche lì sottovalutai la situazione, anche perchè Anakin era rimasto seriamente ferito durante lo scontro con il Signore dei Sith e, come venni a sapere più tardi da Padme, aveva anche perso sua madre. Quando guarì gli intimai di lasciarla, credevo che mi avrebbe obbedito, invece quando l’ha riaccompagnò su Naboo tuo padre e tua madre si sposarono in segreto. Iniziò la Guerra dei Cloni e tutti i jedi vennero impegnati nella guerra. Io e Anakin combattevamo fianco a fianco e grazie alle nostre prime vittorie, Anakin fu nominato cavaliere Jedi ed io entrai nel Consiglio dei Jedi. Durante la guerra, tra una battaglia e l’altra passavamo poco tempo su Coruscant, e quando riuscivamo a passare qualche giorno al Tempio per riposarci, Anakin spariva, non gli chiedevo mai dove andava o cosa faceva, io, dall’altro ero troppo occupato con le riunioni del consiglio a decidere le nuove strategie di battaglia. Poi sapevo dove potevo trovarlo, il cancelliere Supremo Palpatine aveva sempre avuto un debole per lui e Anakin passava molto tempo al Senato, lo aveva anche nominato suo rappresentante al Consiglio dei Jedi. Allora non lo sospettavamo ma Palpatine era un Signore Oscuro e stava cercando di far passare Anakin dalla sua parte, lentamente gli stava avvelenando la mente convincendolo che il Consiglio non si fidava di lui perchè era troppo potente. Devi sapere una cosa, non mi sono mai fidato dei politici di professione ma tua madre era diversa, era speciale, ed era quasi l’unica di cui mi fidassi un pò. L’avevo conosciuta su Naboo e mi era subito piaciuto il suo coraggio e la sua forza d’animo. Se nell’Ordine Jedi non fosse stato vietato l’attaccamento, forse avrebbe potuto nascere qualcosa tra noi due, ma io sono un Jedi fino alle ossa e non mi è mai venuto in mente di infrangere i suoi codici.           

Ad un certo punto della guerra, mentre sembrava che stessimo vincendo, non so come, ma Palpatine persuase Anakin che il consiglio dei Jedi voleva prendere il potere ed escluderlo perchè avevamo paura di lui. Ero appena tornato da una missione importante contro i separatisti e venni a sapere che Padme mi stava cercando. Andai all’entrata per incontrarla e appena la vidi capì il perchè ultimamente l’avevo vista poco: era incinta. E c’era una sola risposta: Anakin. Ma lasciai perdere, quando vidi il suo sguardo preoccupato  e irrequieto, aveva anche gli occhi arrossati. Le chiesi se voleva entrare e riposarsi un pò ma lei rifiutò voleva parlarmi e poi andare via subito. Gli chiesi cosa era successo, mi disse che Anakin la preoccupava, era strano parlava di complotti, gli aveva intimato di non avvicinarsi  al Tempio, anzi doveva negare addirittura di aver avuto una simpatia nei nostri confronti, ne andava della sua sicurezza.

Poi vidi una smorfia sul suo viso e la vidi piegarsi in avanti e la presi tra le braccia, è il bambino, mormorò, si muove continuamente.

In quel momento sentimmo alle nostre spalle una voce rabbiosa, che ci accusava di averlo tradito: era Anakin.

Tua madre si staccò da me e andò verso di lui dicendogli che non lo aveva mai tradito che lo amava, Anakin le gridò che era una bugiarda, che era venuta da me a chiedermi di ucciderlo così sarebbero stati insieme, feci un passo avanti e dissi con voce più calma possibile che si sbagliava, che era tutto falso, ma poi vidi nei suoi occhi una luce rossastra e capi tutto. Tutti gli adepti al lato oscuro avevano quella luce negli occhi, era la rabbia, l’odio che li consumava, anche Padme lo vide e fece un passo indietro ma Anakin aveva già allungato una mano e con la Forza la stava soffocando. Padme si portò le mani alla gola e scivolò a terra svenuta. Io mi inginocchiai accanto a lei, le sentì il polso e mi accorsi che era ancora viva. Sentì un fremito nella Forza, feci appena in tempo a girarmi e accendere la spada laser che Anakin mi stava attaccando. Mentre le nostre spade erano allacciate, notai che la sua era rossa. Gli dissi che Padme stava male e doveva essere portata in un ospedale. Lui mi ringhiò che era sua ed io non l’avrei mai avuta, sembrava impazzito.

Mi attacco con rabbia furiosa, poi si girò verso la porta e ordinò a qualcuno che stava fuori di entrare, in quel momento una massa di soldati cloni entrarono sparando all’impazzata. Nel mezzo di quella carneficina io e Anakin combattevamo. Io all’inizio cercai solo di difendermi ma poi visto che lui attaccava con ferocia iniziai ad attaccarlo anche io.  Combattemmo impetuosamente uno contro l’altro per un pò, mentre intorno a noi i soldati clone uccidevano i jedi. Non so come, ma con una mossa fortunata riuscì a penetrare la sua guardia e a trapassarlo da parte a parte con la spada.  Anakin cadde in ginocchio, io disattivai la spada e mormorai “Anakin perchè.”

“Ti odio” mi gridò totalmente in preda del Lato Oscuro, poi morì o almeno così pensai  perchè la ferita era davvero grave.

Presi Padme tra le braccia e mi guardai intorno e vidi i miei compagni, i miei amici che combattevano e venivano uccisi dai soldati cloni, avrei voluto unirmi a loro per aiutarli  ma dovevo salvare Padme. Non sapevo dove andare o cosa fare, i cloni dell’Impero avevano invaso il Tempio, improvvisamente sentì qualcuno chiamarmi al comlink, era il Senatore Bail Organa che aveva saputo dell’assalto al Tempio Jedi. Gli dissi dov’ero e lui venne a recuperarmi da un’uscita segreta che riuscì a raggiungere non so come. Una volta al sicuro sull’astronave di Organa scoprì che ero l’unico sopravvissuto insieme al Maestro Yoda. Solo noi avevamo risposto alla sua chiamata, degli altri jedi non sapeva nulla. Gli raccontai di Anakin e di come era stato lui a far entrare i soldati nel Tempio, Yoda lo sapeva aveva avuto un violento scontro con l’Imperatore Palpatine, e ridendo gli aveva raccontato di come aveva attirato Anakin dalla sua parte.”

“Ecco perchè indossa sempre quell’armatura, mi ha detto che non può toglierla. Deve essere quella che lo tiene in vita.” disse Luke interrompendo il racconto di Obi Wan, poi continuò “mia madre, Kenobi, dimmi di mia madre.”

“Bail ci portò, con la sua astronave in una sua base segreta situata nella cintura degli asteroidi di Polis Massa, lì si trovava un’attrezzatura medica di prim’ordine dove venne ricoverata Padme. Era molto debole e stava per partorire. C’è un’altra cosa che devi sapere Luke, tua madre ebbe 2 figli, 2 gemelli, un maschio e una femmina.”

Luke sollevò la testa “Cosa? Io non ho...” poi si bloccò sbalordito e mormorò “no! non è possibile, vuoi dire che.... che Leia Organa è mia...” non riuscì a finire la frase, poi un altro pensiero lo colpì e alzandosi in piedi dichiarò “Darth Vader, mio padre lo sa?”

“No. Non sapeva neanche di te, e non deve saperlo, Luke.”

“Non ti preoccupare Kenobi, se non l’ha scoperto quando ci trovavamo tutti insieme sulla sua astronave, non sarò certo io a dirglielo. E lei lo sa? Sa chi sono io” chiese di nuovo Luke.

“No, non lo sa lei pensa di essere figlia di Bail Organa.”

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 ***


“Leia è stata affidata agli Organa ed io ai Lars.” mormorò Luke;"

Dopo un breve momento di silenzio, Luke riprese “ perchè ci avete separati.”

“L’Imperatore sa che i figli di Anakin Skywalker lo distruggeranno è per questo che vuole eliminarvi. Tu e Leia siete l’ultima speranza della Galassia. quando sarete ben addestrati nelle arti dei Jedi potrete affrontare l’Imperatore e distruggerlo.

“Addestrato come Jedi? Non posso essere un jedi” disse Luke scuotendo la testa “io sono un sith, così hanno detto l’Imperatore e mio padre. Aveva già iniziando ad addestrarmi. Ormai sono suo” fini Luke in tono abbattuto.

“Ascoltami Luke, saresti capace di uccidere Leia, Han, me o chiunque altro a bordo di questa base?”

“No. Non ne sarei mai capace” mormorò il giovane a voce bassa voce.“Allora dammi retta ragazzo mio, tu non sei un sith e non lo sarai mai. Io lo so. Ho conosciuto dei sith e ti assicuro che non avrebbero avuto nessuno scrupolo di uccidere persone innocenti. Se tuo padre ti avesse veramente convertito al Lato Oscuro, io lo sentirei.” dichiarò Obi Wan chinandosi verso di lui e mettendogli una mano sulla spalla per confortarlo. Poi continuò “ Credimi Luke qui dentro c’è solo la luce e con il mio aiuto tu diventerai un grande jedi e libererai la galassia dalla tirannia dell’Impero." E gli mise un mano sul petto enfatizzando le sue parole.

Luke sollevò la testa guardandolo speranzoso “Tu credi che nonostante tutto, io potrò diventare un jedi, Keno...Obi Wan.”

“Si, la forza scorre potente in te, anche più di Leia. Se seguirai i miei insegnamenti diventerai un grande jedi, Luke.” disse Obi Wan, poi continuò “ora basta stare chiuso qui dentro. Dai usciamo di qua, ti porto a fare un giro per la base.” E prendendolo per un braccio lo strascinò fuori.

Luke e Obi Wan camminavano fianco a fianco lungo i corridoi della Base Ribelle, dopo un pò il maestro Jedi appoggiò, con fare amichevole il suo braccio sulla spalla del giovane. Luke senza sapere il perchè non si scostò e non gli dava neanche fastidio anzi provava una strana sensazione di calore che non aveva mai provato.

Le persone che incrociavano lungo i corridoi salutavano tutti Obi Wan, alcuni con rispetto mentre altri più amichevolmente e tutti guardavano Luke con curiosità. Alcuni, forse quelli che  conoscevano da più tempo il maestro Jedi, gli chiesero chi fosse il giovane al suo fianco, Obi Wan rispose a tutti con un sorriso “è Luke, il figlio di un mio vecchio amico, si è unito a noi da poco.”

E tutti lo accoglievano con affetto e cordialità.

Luke si sentiva in imbarazzo per quelle manifestazioni di amicizia e cordialità, non ci era abituato, se solo sapessero chi era stato non sarebbero stati così cordiali.

Scosse la testa, no! Quello era il passato, ora era tempo di iniziare una nuova vita insieme a quelle persone.

Arrivarono all’hangar e a Luke sembrò di essere entrato in un sogno, decine di Caccia Ala-X e altre navi erano allineate davanti a lui.

Dimenticando la presenza di Obi Wan fece un passo in avanti incantato di vedere i famosi caccia ribelli. Nel mezzo di quella confusione sentì un rumore diverso dagli altri e si diresse da quella parte come se fosse attratto da un richiamo. Raggiunto il suo obiettivo vide un uomo accanto ad un caccia che emetteva uno strano rumore.

“Ma cos’hai dannato aggeggio” gridò l’uomo spazientito.

Luke si avvicinò e disse “Sono gli accoppiatori posteriori non sono allineati bene.”

L’uomo si giro di scatto e lo guardo con attenzione, poi chiese “sei sicuro?”

“Si, sono sicuro.” rispose Luke con un lieve sorriso.

“Va bene. E’ tuo fammi vedere cosa sai fare”.

Intanto Obi Wan, raggiunti Han e Leia, si era accorto che Luke non era più al suo fianco. Tornando indietro lo vide parlare con Ike uno dei meccanici umani della Ribellione, e lo chiamò e disse “Ecco dove stavi Luke ti stavo cercando, sei scomparso all’improvviso”. 

Luke si girò verso di lui e con un sorriso fanciullesco gli disse “vorrei rimanere qui ad riparare questo caccia, posso Obi Wan.”

Obi Wan annuì senza parlare, all’improvviso si sembrò di essere ritornato indietro nel tempo e di rivedere Anakin quando gli chiedeva se poteva rimanere nell’hangar del Tempio Jedi a lavorare sul suo caccia invece di andare alle riunioni con il consiglio dei Jedi.

Arrivarono Han e Leia e la ragazza chiese “Obi Wan sei riuscito a trovare Luke.”

Il maestro Jedi indicò un caccia Ala –X da cui sotto spuntavano un paio di gambe, Luke era già immerso nella riparazione del caccia.

Dopo un pò che stava lavorando Luke disse “prova ad accenderlo adesso.”

Ike salì sul caccia e avviò il motore che si accese con un rombo e l’uomo gridò “è tutto ok ottimo lavoro ragazzo.”

“Il mio nome è Luke.” disse mentre guardava l’uomo scendere dall’aereo, Ike gli si avvicinò e disse “bene Luke, io sono Ike, ti piacerebbe lavorare qui con me e darmi una mano ad riparare i caccia, o ti hanno già dato un altro incarico.”

“Sono appena arrivato e non ho niente da fare. Accetto molto volentieri di lavorare qui, e poi mi piace occuparmi dei motori.”

Poi si guardò intorno e vide che non c’era più nessuno.

Ike  rispose alla sua muta domanda e disse “se ne sono già andati tutti, sono andati alla mensa, è ora di mangiare. Dai andiamo anche noi, non hai fame?”

Luke annuì sentiva un brontolio allo stomaco e seguì l’uomo in un grande salone pieno di tavoli, quasi tutti occupati da umani e alieni di varie razze, piloti e meccanici che mangiavano tutti insieme chiacchierando.

Luke si guardò intorno sorpreso sulle navi imperiali gli ufficiali e i piloti mangiavano in sale separate anche dai soldati, addirittura lui mangiava sempre da solo nel suo alloggio.

 “Hei Luke svegliati andiamo a prendere qualcosa altrimenti tra poco non troveremo più niente.”

 I due con i vassoi in mano si diressero verso i tavoli, ad un certo punto Luke sentì una voce chiamarlo, si girò era Leia, si avvicinarono al tavolo e la giovane donna disse “Vieni Luke mettiti seduto accanto a me.”

Obi Wan invitò anche Ike a sedersi con loro, poi gli chiese “Allora Ike che ne pensi di Luke.”

“E’ bravo, è riuscito a mettere a punto il caccia numero 5 quello che non riuscivamo a sistemare. Ora sono tutti operativi. Gli ho chiesto di lavorare con me e lui ha accettato, se non avete niente in contrario.” disse Ike guardandosi intorno.

“No assolutamente niente, Luke può fare quello che vuole.” rispose il Maestro Jedi.

 “E’ meraviglioso Luke, sono così contenta che resterai insieme a noi, avevo paura che te ne volessi andare via.” disse Leia felice e gli mise una mano sulla sua stringendogliela.

In quel momento arrivò il Gen. Dodonna e disse “Principessa, Capitano Solo, Maestro Kenobi dopo faremo una riunione con tutti gli alti ufficiali dobbiamo parlare di alcuni problemi.”

“Jon, Luke ha deciso di restare qui e aiuterà Ike e gli altri meccanici a sistemare i caccia.” disse Obi Wan.

“Ottimo, Maestro Kenobi.” disse il Generale Dodonna  poi rivolgendosi a Luke continuò “ Sono contento che abbia deciso di restare con noi Comandante Skywalker. Scoprirà presto che abbiamo bisogno di gente esperta”

Ike si girò verso di lui e sorpreso disse “Comandante?”

Luke alzò le spalle e assentì “ Si, ero un ufficiale dell’esercito Imperiale. Ma me ne sono andato.”

“Mi sembrava che eri troppo bravo come meccanico. Ma non preoccuparti, la maggior parte dei ribelli viene dalle file dell’Impero, altri sono profughi che sono fuggiti dal loro pianeta occupato dall’impero.”

Finito di mangiare Obi Wan  riaccompagnò Luke al suo alloggio e quando furono lì davanti il Maestro Jedi disse “ Più ti guardo e più assomigli a tuo padre, Luke, lo sapevi che anche a lui piaceva passare il tempo tra i motori.” Poi spingendolo all’interno dell’alloggio disse “ora vai a riposarti domani ti aspetta una lunga giornata di  lavoro e oltre a questo dobbiamo anche iniziare il tuo addestramento Jedi.”

Luke ripensò ai cambiamenti accaduti negli ultimi giorni: prima era un’ufficiale dell’Impero, temuto e rispettato, addestrato da suo padre a destinato a diventare un futuro signore dei sith, tenuto d’occhio addirittura dall’Imperatore stesso, ora era un semplice meccanico della ribellione e apprendista Jedi di Obi Wan Kenobi, il peggior nemico di suo padre, inoltre aveva scoperto di avere una sorella che era uno dei capi della ribellione. Tutti questi cambiamenti lo avevano scosso profondamente, ma stranamente si addormento con la strana sensazione di essere in un posto dove si sentiva al sicuro, come non si sentiva da tanto tempo, dai tempi in cui stava ancora con lo zio Owen e la zia Beru su Tatooine.

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12 ***


Nei giorni seguenti le giornate di Luke presero un svolgimento normale e quasi monotono, era sempre il primo ad arrivare nell’hangar riparazioni, a parte i droidi naturalmente, e sempre l’ultimo ad andarsene, spesso era così impegnato nel lavoro che si dimenticava di andare a mangiare e Leia gli portava il pranzo e restava con lui finche non aveva finito, altre volte era Ike che lo costringeva a lasciare il lavoro e ad andare a mangiare.

La sera si allenava o meditava insieme a Obi Wan, la prima sera il maestro Jedi gli aveva consegnato la spada laser di suo padre.

“Tieni Luke questa era la spada laser di tuo padre quando era un jedi. Voglio che la tenga tu, poi quando sarai in grado di costruirtene una tua deciderai tu cosa farne.”   

Luke la prese e poi l’accese guardandola a lungo, la lama scintillante era di un blu profondo, e così era quella la spada di suo padre quando era  giovane, pensò, quando era un jedi, la spense e  poi disse “ti ringrazio Obi Wan è un dono bellissimo. La terrò con me per sempre e ti giuro che mi impegnerò con tutte le mie forze per diventare un jedi di cui tu sarai orgoglioso.”

 “Lo so Luke. Adesso iniziamo l’allenamento.” rispose il maestro Jedi.

Con il passare dei giorni Luke fece progressi incredibili, suo padre gli aveva già insegnato a combattere con la spada laser ma seguendo gli insegnamenti di Obi Wan sulla Forza stava acquisendo un’abilità che aumentava giorno dopo giorno. All’inizio aveva avuto qualche difficoltà con la meditazione a causa della sua natura irrequieta ma grazie agli incoraggiamenti di Obi Wan stava imparando a sentire la Forza intorno a sè e calmare la mente per servirsene quando ne aveva bisogno soprattutto durante i lunghi duelli con dei droidi programmati, a cui il Maestro Jedi lo sottoponeva giornalmente.

Separatamente da Luke, Obi Wan stava continuando ad addestrare anche Leia. Anche lei era molto sensibile alla Forza e imparava molto velocemente. Obi Wan era molto soddisfatto di entrambi i figli di Anakin, ed era sicuro che un giorno molto vicino avrebbero affrontato l’Imperatore e restituito la pace e la libertà alla galassia e riportato  l’ordine dei Jedi alla luce.

In queste giornate intense ma soddisfacenti la maggiore preoccupazione di Luke era Leia. Nonostante i suoi doveri di principessa, appartenente alla Casa Reale degli Organa e i suoi doveri di capo della Ribellione, Leia trovava sempre il tempo per portargli da mangiare, preoccuparsi per lui e chiedergli se stava bene, se dormiva, si preoccupava se lavorava troppo e lo vedeva stanco. I suoi compagni lo prendevano scherzosamente in giro chiamandola ‘mamma chioccia’. A Luke non dava molto fastidio avere qualcuno che si prendeva cura di lui, nessuno l’aveva mai fatto escludendo sua zia, ma come avevano notato anche i suoi compagni, il Capitano Han Solo ne era molto infastidito. Ultimamente l’uomo era diventato irascibile e nervoso, soprattutto quando incontrava Luke, lo guardava in cagnesco poi gli girava le spalle e se ne andava, anche le liti con Leia erano molto frequenti.

Una sera mentre Obi Wan si stava allenando con Leia si fermò e disse "Cosa c'è Leia? Ti sento turbata, la tua mente non è qui La ragazza spense la spada laser annuì e disse "Hai ragione Obi Wan. C'è un problema che mi assilla da un pò di giorni Il maestro Jedi  si mise seduto e fece segno alla sua allieva di mettersi seduta accanto a lui, poi disse "Vieni qui e raccontami tutto. E' qualcosa che riguarda i tuoi rapporti con Luke e Han, vero.”

Leia spalancò gli occhi ed esclamò "come fai a saperlo "Sono un maestro Jedi e noi sappiamo tutto" disse sorridendo, poi continuo "ho notato che in questi ultimi giorni tu e Han avete dei problemi.”

"Si, Obi Wan. Tu lo sai che io amo Han, lo amo moltissimo e so che anche lui mi ama molto, però ultimamente si sta comportando in modo strano, ce l'ha con me perché sto sempre accanto a Luke e mi preoccupo per lui. Mi ha anche accusato di essermi innamorata di Luke, ma non è vero, Obi Wan, io non sono innamorata di Luke, almeno credo, però sento di volergli molto bene."

Poi coprendosi il viso con le mani mormorò "non riesco più capire me stessa e quello che provo.”

Obi Wan sorrise e disse "Sei una brava ragazza Leia e con un grande cuore, Bail sarebbe fiero di te e anch'io lo sono, non devi preoccuparti dei tuoi sentimenti per Luke, perchè devi sapere che Luke è tuo fratello "Mio fratello? Non è possibile, io non ho fratelli.”

"Tu e Luke siete stati separati alla nascita, tu sei stata affidata a Bail Organa, che era grande amico di tua madre, mentre Luke ai Lars che io conoscevo bene. Pensavo che foste al sicuro dalle grinfie dell'Impero, ma poi Luke si è arruolato proprio nell’Impero e per parecchio tempo non ho avuto notizie di lui. Poi l’ho ritrovato e l’ho portato via con me, ma questo lo sai anche tu.”

"Ma chi erano mia madre e mio padre."

"Te lo dirò un'altra volta, ora abbiamo un allenamento da finire.”

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 13 ***


Luke aveva appena finito di sistemare un caccia Ala-X e lo sfiorò con ammirazione, doveva essere bello volare su uno di quegli aerei, sicuramente erano più leggeri e manovrabili dei TIE dell'Impero. Volare era la cosa che più gli mancava.

All'improvviso sentì una voce chiamarlo "hei amico, mi hanno detto che sei un asso con i motori, daresti una controllata al mio caccia.”

"Si ora arrivo" disse Luke girandosi verso l’uomo che aveva parlato e si trovò di fronte Biggs Darklighter, il suo vecchio amico d’infanzia.

“Biggs cosa ci fai qui?"

Il giovane pilota spalancò gli occhi e sorpreso esclamò "Luke!"

L'ultima volta che lo aveva visto indossava l’elegante divisa di gala dell'Accademia, poi aveva saputo che era addirittura entrato nella squadriglia di Lord Vader ed era diventato il suo pilota personale. Ed ora se lo ritrovava davanti con la tuta sporca da meccanico intento a riparare i caccia ribelli.

"No, tu cosa ci fai qui?" dichiarò sorpreso.

"E' una lunga storia, Biggs. Ma come mai ti sei unito alla Ribellione.”

"Volevano farci distruggere un avamposto indifeso, io ed alcuni amici ci siamo rifiutati e ci siamo uniti alla ribellione. Ed eccomi qui." disse Biggs

“Ma lo sanno che razza di pilota da strapazzo sei?” disse Luke ritrovando un pò dello spirito che li aveva legati tanto tempo fa.

“Certo che lo sanno. Ma devi essere pazzo per stare qui. Passiamo invece a te: lo sanno che tu  potresti batterli tutti a occhi chiusi e ti fanno fare il meccanico? Aspetta che vado a dire due paroline al nostro capo squadriglia.”

“Lascia perdere a me piace ...” disse Luke, poi s’interruppe perchè aveva visto Leia attraversare l’hangar. Da un pò di giorni la ragazza lo evitava e Luke non ne capiva il motivo, se era davvero sua sorella, forse aveva anche lei i suoi stessi poteri e poteva sentirlo e la chiamò con la mente. Leia si girò di scatto come se lo avesse sentito veramente e dopo averlo visto si diresse verso di lui.

Luke sentiva a malapena Biggs che continuava a chiacchierare, mentre vedeva Leia avanzare verso di lui con un’espressione seria. 

Quando giunse accanto ai due, Biggs la vide e disse “buongiorno Principessa, lo sa che io e Luke abbiamo iniziato l’Accademia insieme? Questo ragazzo potrebbe battere tutti i nostri piloti anche a occhi chiusi.”

Ma Leia disse “Biggs per favore vorrei parlare da sola con Luke.”

“Ma certo Principessa.” disse Biggs, poi rivolto a Luke continuò “Ci vediamo dopo Luke?”

 Ma il giovane non rispose, invece fissava Leia e sorridendo disse “Qui ti chiamano tutti Principessa o Altezza, devo farlo anch’io?”

Poi vedendo che la ragazza non ricambiava il sorriso disse in tono serio “Cosa c’è Leia? Qualcosa non va.” La fece sedere accanto a se su dei contenitori e le disse gentilmente “Su, dimmi tutto.” Vederla così turbata lo faceva stare male.

“Ho parlato con Obi Wan e mi ha detto una cosa che riguarda la mia nascita, una cosa che mi è stata tenuta segreta.” disse Leia con la testa bassa.

Luke senti il respiro mancargli, non era possibile che il maestro Jedi avesse rivelato a Leia la vera identità del loro padre. Poi sentì che Leia aveva ricominciato a parlare e a voce molto bassa “Mi ha detto che tu sei mio fratello. E’ vero?” Sollevò il viso guardandolo negli occhi Luke sorrise e gli strinse le mani tra le sue e mormorò “Si, è vero. Siamo fratello e sorella, oltretutto siamo gemelli, nati a pochi minuti di distanza uno dall’altra.”  

“Dimmi,  la nostra vera madre e nostro padre sono vivi? Cosa gli è successo?”

Luke sentì di nuovo il respiro bloccarsi, non poteva dirgli la verità, anche se una vocina dentro di lui gli ripeteva ‘dirglielo, digli che il suo vero padre è il mostro che ha distrutto il pianeta dove è cresciuta, che l’ha torturata.”

Luke prese un profondo respiro e disse “Nostra madre, Padme Amidala, era una senatrice della vecchia Repubblica. Nostro padre...”

E di nuovo quella vocina si rifece sentire, ma Luke scosse la testa scacciandola via e disse “Nostro padre, Anakin Skywalker era un cavaliere Jedi, un grande cavaliere Jedi.”

“E... “ bisbigliò Leia, “sono morti.”“Si, mi dispiace Leia, sono morti entrambi. Nostra madre è morta quando siamo nati. Nostro padre è morto quando c’è stato l’attacco al Tempio Jedi da parte dell’Impero, ha tentato di salvarla ma è stato ucciso, per fortuna Obi Wan è riuscito ad arrivare in tempo per salvarla e portarla via.”

“Perché Obi Wan non mi ha mai detto niente. “

“Forse perché non voleva farti soffrire, e voleva tenerti al sicuro, ma io credo che dovresti saperlo. Ora non devi più tormentarti perchè ci sono io vicino a te.”

“Grazie Luke.” disse Leia abbracciandolo con affetto, e Luke ricambiò l’abbracciò stringendola forte a se.

Improvvisamente sentì qualcuno staccarlo brutalmente da Leia e poi colpirlo al viso con un pugno. Luke andò a sbattere contro dei contenitori lì accanto, poi aprì gli occhi e vide Han che lo guardava rabbioso con i pugni chiusi.“Ora basta! Non osare mai più sbaciucchiare la mia donna. O te la vedrai con me.” ringhio furioso.

Luke lo guardò con gli occhi spalancati e stava per rassicurarlo che tra loro non c’era niente e dirgli la verità quando Leia, che fino al quel momento era rimasta in silenzio, sbottò“come ti permetti ! Io non sono la 'tua donna’ Ti stai comportando come un primitivo, Han.”

“Bhe ‘Altezza’ non sapevo che gli appartenenti alla nobiltà si divertissero a passare da un uomo all’altro, noi primitivi siamo fedeli alla persona che diciamo di amare.” rispose amaro Han Solo “Aspetta Han non è come credi ascoltami...” disse Luke alzandosi, ma venne fermato da Leia che rispose “Lascia perdere Luke, questo idiota presuntuoso non si merita una spiegazione se pensa questo di me allora non è la persona che credevo che fosse.”

Detto questo la giovane donna se ne andò a testa alta. Han la guardò allontanarsi poi sbuffando se ne andò dalla parte opposta. Luke li guardò allontanarsi uno dall’altra poi scosse la testa, non poteva lasciare che quei due si separassero in quel modo, si amavano troppo e lui lo sapeva e doveva fare qualcosa.

 

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 14 ***


Dopo un’incontro particolarmente combattuto Obi Wan sollevò una mano e mormorò respirando a fatica “ora basta Luke sei diventato veramente forte, ormai faccio fatica a combattere contro di te.”

Luke sorrise poi spense la spada laser mentre anche lui ansimava “sono contento di sentirtelo dire Obi Wan.” poi più seriamente continuò “ecco perchè devo dirti una cosa importante.”

Il maestro Jedi si mise seduto e disse “cosa c’è Luke.”

Il giovane fece un lungo sospiro poi disse “ho deciso di tornare nell’Impero.”

Il maestro Jedi si alzò in piedi di scatto e disse “Cosa? No, Luke non puoi tornare nell’Impero. Io credevo che tu  ti trovassi bene qui con noi”

“Non è come pensi tu, Obi Wan, qui sto molto bene, ed ho imparato molto da tutti voi, ma ci ho pensato a lungo e non posso più rimanere, il rapporto tra Han e Leia sta peggiorando sempre di più ed è tutta colpa mia.”

Obi Wan stava per ribattere ma Luke alzo una mano per fermarlo  e continuò “devi avere fiducia in me, Obi Wan. Io non voglio tornare nell’Impero per riunirmi a mio padre per ritornare ad essere quello che ero prima. Voglio tornare nell’Impero per aiutare la ribellione. Vi servono notizie sui movimenti dell’Impero, e chi meglio può farlo se non un alto ufficiale che si trova al fianco di Lord Darth Vader. Ne ho parlato anche con il Generale Dodonna, ed è d’accordo. Ti chiedo solo una sola, non devi dirlo a Leia perchè sono sicuro che cercherà in tutti i modi a convincermi a restare.” Poi continuò sorridendo “E’ meglio che tu glielo dica, però quando sarò già andato via.”

La mattina dopo molto presto Luke era già pronto per la partenza, sperava che Biggs si fosse offerto per accompagnarlo, così durante il viaggio si sarebbero raccontati qualche storiella sugli anni passati, invece vide arrivare Obi Wan e il Generale Dodonna insieme a Wedge Antilles, un pilota che conosceva un pò.

“ Comandante Skywalker, questo è Wedge Antilles, il nostro miglior pilota, lo accompagnerà sul pianeta Phindar, là c’è un grosso contingente dell’Impero.”

“Grazie Generale. Wedge lo so che in questo viaggio corri un grosso pericolo, per questo ti ringrazio.”

“No, sono io che devo ringraziarti, da quando hai messo le mani sul mio caccia fila che è una meraviglia. Ci dispiace a tutti che tu te ne vada.” disse Wedge, poi continuò “ma adesso partiamo, altrimenti potrebbe arrivare qualcun altro e sarà difficile per te andartene senza salutare tutti.”

Luke salutò con una stretta di mano il Generale Jan e con un forte abbraccio Obi Wan, il Maestro Jedi ricambiò l’abbraccio e mormorò “stai attento Luke.”

Poi Luke salì sullo shuttle dove già si trovava Wedge e la navetta partì.

Obi Wan stava meditando nella sua stanza quando la porta si aprì ed entrò Leia, quando vide che il Maestro Jedi stava meditando da solo si fermò e mormorò” Scusa maestro se ti ho disturbato pensavo che ci fosse anche Luke, lo sto cercando dappertutto ma non riesco a trovarlo.”

Obi Wan si alzò e disse “vieni qui Leia devo parlarti di una cosa importante.”

La giovane si avvicinò e disse esitante “cosa c’è Obi Wan.”

Obi Wan fece un grosso sospiro e disse” E’ inutile che lo cerchi dappertutto, Luke non c’è, se ne è andato via.”

“Come se n’è andato? E dov’è andato?”  gridò Leia.

“Luke è tornato nell’Impero.” dichiarò Obi Wan, poi prima che la giovane potesse reagire continuò “ l’ha fatto per aiutarci Leia, ci riferirà i movimenti delle forze dell’Impero.”

“Lo uccideranno, Obi Wan. Io so che lo uccideranno e non lo vedremo mai più” ripeté Leia agitata.

Obi Wan non aveva mai visto Leia così agitata e mormorò “Stai calma Leia, non devi preoccuparti per Luke è molto in gamba, ti assicuro che non correrà nessun pericolo.”

La giovane si calmo e facendo un grosso sospiro disse “ questa notte ho avuto un sogno Obi Wan, ho visto Luke in pericolo, era in un lago di sangue. Io lo chiamavo ma lui non mi rispondeva e l'ho visto  allontanarsi sempre più da me. Sento che è in pericolo Obi Wan. E devo andare a salvarlo”

Detto questo la giovane si alzò e corse fuori, dopo qualche secondo Obi Wan la seguì.

Intanto il viaggio di Luke e Wedge  verso Phindar continuava, Luke era stato silenzioso per tutto il viaggio, pensava a cosa aveva lasciato e cosa stava per affrontare. Sicuramente suo padre gli avrebbe chiesto dove lo avevano portato, cosa poteva dirgli? Non poteva certo dirgli dove era ubicata la base della ribellione. In quel momento la voce di Wedge lo distrasse dai suoi cupi pensieri.

 “Ehi Luke ci stiamo avvicinando al sistema di Phindar, mi avevi detto di avvertirti.”

Luke guardò fuori attraverso lo schermo poi si alzò e si diresse verso il fondo dello shuttle. Lì si tolse la tuta da meccanico e si mise la divisa da ufficiale imperiale. Così vestito non gli avrebbero dato noie e l’avrebbero accompagnato sulla nave di suo padre. Quando ritornò nella cabina  con indosso la divisa imperiale  Wedge lo guardò storto e disse “mi rendi nervoso vestito così, se devo dirti la verità non mi piacciono molto gli imperiali, ti preferivo prima.”

“Se devo dirti la verità anch’io, ma vestito così non avrò problemi e neanche tu.” disse Luke poi si rimise seduto accanto a Wedge sul sedile del co-pilota.

Improvvisamente Wedge si voltò verso di lui e disse in tono fermo “cosa dirai ai tuoi superiori se ti chiedono dove sei stato tutto questo tempo.”

“Ci ho pensato per tutto il viaggio, non posso certo dire di essere stato ospite in una base ribelle.”

“Già.” lo interruppe Wedge “Rischieresti di finire male. Senti è meglio tornare indietro.”

“Non ti preoccupare per me non rischio di finire male,  ho... degli appoggi nell’Impero. Essere il miglior pilota dell’Impero ha i suoi vantaggi.”

Dopo un pò Luke riprese “Ascolta stavo pensando, tu che stai nella Ribellione da molto tempo non sai se c’è una base abbandonata da poco dove posso mandare le armate imperiali.”

Wedge ci pensò un pò poi disse “si, c’è la base su Dantooine, è stata abbandonata da qualche mese da un altro gruppo. Che ne dici?”

“Dico che andrà bene.”rispose Luke.

In qual momento chiamarono alla radio “qui il Controllo Centrale  a navetta sconosciuta, fatevi identificare.”

Luke fece un cenno a Wedge poi si avvicinò alla radio e disse “Qui il Comandante Supremo Luke Skywalker, sto atterrando sul pianeta. Voglio al mio arrivo una pattuglia che mi accompagni al Quartier Generale.”

“Si Signore” fu la pronta risposta.

Wedge sussultò alla voce secca e autoritaria del suo amico, di certo non se lo sarebbe mai immaginato una simile trasformazione.

Quando atterrarono Luke si alzò e strinse la mano la Wedge e disse “Addio Wedge salutami Leia e Han e di ad Obi Wan che è andato tutto bene.”

“Va bene, lo farò. Addio Luke è stato interessante conoscerti, sei un tipo in gamba per essere un imperiale.” rispose l’uomo stringendo la mano di Luke.

Luke uscì dallo shuttle e vide la pattuglia di stormtrooper che era venuto a prenderlo, il capo della pattuglia si avvicinò e disse salutandolo militarmente “Comandate siamo venuti a scortarla alla base così potrà risposarsi e rinfrescarsi. Prego salga sul landspeeder”

“Grazie Tenente.” rispose Luke.

Luke salì trasporto e si diressero verso la città.  

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Capitolo 15
*** LEGGETE VI PREGO ***


Mi dispiace di non aver ancora aggiornato la mia storia ma a novembre  ho perso il mio papà pensavo di superarlo presto e ricominciare a scrivere, ma per ora non me la sento ancora. Non temete la storia è tutta nella mia testa, ma per ora non riesco a metterla sul computer. 

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Capitolo 16
*** CAPITOLO 15 ***


Han entrò nell’Hangar e vice un gruppetto di meccanici e piloti intorno ad una nave e chiese “che succede, hanno portato i nuovi caccia B.”

“Magari. No, sono il Maestro Obi Wan e Leia che stanno discutendo.”

Vedere Obi Wan e Leia che discutevano era un avvenimento inconsueto e Han si avvicinò e vide Leia che si dava da fare intorno ad un caccia e Obi Wan lì vicino che gli diceva “Ascoltami Leia, non puoi andare, ripensaci.”

Ma la ragazza non lo ascoltava.

Han si avvicinò ad Obi Wan e disse “Che c’è che non va Kenobi.”

Obi Wan appena lo vide disse “Oh finalmente sei qui Han, cerca tu di far ragionare Leia.” E allo sguardo interrogativo che l’uomo gli diede, Obi Wan capì che Han non sapeva nulla di ciò che era accaduto quella mattina, e continuò “Luke se ne andato, è tornato nell’Impero e Leia vuole seguirlo per fargli cambiare idea e farlo tornare qui.”

Han si avvicinò a Leia e la prese per un braccio, la ragazza si rigirò e dichiarò “tanto è inutile non mi farete cambiare idea, né tu né Obi Wan.”

“Non voglio farti cambiare idea.” disse Han e poi sorprendendo tutti continuò “Voglio accompagnarti da lui con il Falcon, così vedrai che sta bene tra gli imperiali perché è uno di loro. E poi con me non rischierai di farti catturare di nuovo.”

“Han…” fece Obi Wan.

“Non ti preoccupare Kenobi so quello che faccio.” rispose Han andando verso la sua nave trascinandosi dietro Leia.

Il Falcon decollò verso la sua destinazione sotto lo sguardo dubbioso dei presenti.

Giunto al Quartier Generale, Luke fu accompagnato in un lussuoso alloggio dove potè rinfrescarsi, riposare e mangiare qualcosa  perché gli avevano riferito che il comandante della base era fuori.

Dopo qualche ora, un soldato venne ad avvertirlo che il Comandante era tornato e lo avrebbe ricevuto subito, anzi si scusava per averlo fatto aspettare così tanto.

Luke entrò nell’ufficio e l’uomo era di spalle e disse “ Benvenuto Luke, è veramente un piacere inaspettato.”

Il giovane rimase scioccato, di solito gli dimostravano più rispetto quando lo incontravano, chi era questo che lo trattava con tanta famigliarità.

L’uomo si girò e Luke lo riconobbe.

“Aaron Tagge! Cosa ci fai qui?”

“Vedi Luke, quando tu e Biggs mi avete fatto espellere dall’Accademia, qualcuno mi ha aiutato ad arruolarmi nell’esercito Imperiale e con le mie sole forze sono arrivato fino a qui.” disse l’uomo con voce stranamente cortese. Poi continuò con voce più cattiva e tirando fuori la pistola “ho sempre sperato di vendicarmi di te e di Biggs, ma soprattutto di te perché mi hai ostacolato dal primo giorno che ci siamo incontrati.”

“Eri un bastardo prepotente Tagge, ti divertivi ad infierire sui nuovi arrivati ma per una volta hai scelto la vittima sbagliata. Non mi pento di quello che ho fatto e lo rifarei altre mille volte.” dichiarò Luke.

“Allora adesso la pagherai.” disse Tagge sollevando la pistola e puntandola su Luke.

Luke lo guardò disgustato e disse “Vuoi uccidermi qui e ora? Sei più stupido di quello che pensassi.”

“Questa volta sei tu lo stupido, Skywalker, lo sapevi che sei accusato di tradimento e l’Imperatore ha dato l’ordine di ricercarti e di ucciderti.”

Poi vedendo lo sguardo sconcertato del giovane, continuò “Ah, vedo che non lo sapevi! Il nostro Imperatore pensa che tu abbia tradito l’Impero e ha dato l’ordine di cercarti e se sei colpevole, di ucciderti,”

“Io non ho tradito l’Impero, portami da Lord Vader e glielo dirò a lui.”

“Già ho sentito che Lord Vader ha un debole per te, anche se non riesco a capire il motivo. Se io ti portassi da lui o se lo avvertissi sicuramente la passeresti liscia, invece no, la tua sfolgorante carriera finirà qui e per mano mia.”

“Intendi uccidermi? Qui e ora. Qualcuno dei tuoi ufficiali si chiederà il perché tu non mi abbia voluto consegnare all’Imperatore, visto che sono un traditore.”

“Non sono così stupido come pensi, Skywalker. Io e te andremo a fare un giro in città e durante questa passeggiata alcuni ribelli ci attaccheranno e tu, sfortunatamente, rimarrai ucciso.” Ti piace il mio piano.”

“Il tuo piano non funzionerà, Lord Vader non ci crederà, nessuno ci crederà.”

“Sapevo che avresti detto così. Avanti ora usciamo di qui e non fare scherzi.”

Luke e Tagge uscirono dalla stanza, l’uomo teneva la pistola nascosta in modo che nessuno la vedesse. Luke si fermo e si guardò intorno per cercare un modo per uscire da quella situazione ma Tagge gli spinse la pistola contro la schiena e gli mormorò “non pensare di chiedere aiuto a qualcuno o ucciderò anche lui, tu sai che ne sarei capace. Non vuoi un’innocente sulla coscienza, vero?”

“Sei proprio un bastardo.” sibilò Luke e continuò a camminare fino a quando non uscirono dall’edificio.

Quando furono fuori, Tagge gli indicò uno speeder e gli disse “Sali li sopra e cerca di non fare scherzi.”

Luke salì, e mentre la sua mente meditava su come riuscire a cavarsela, Tagge gli si sedette accanto e partirono. Dopo qualche minuto l’uomo disse “fermati qui.” Luke si guardò intorno e vide che il posto era completamente deserto e non si vedeva nessuno. Tagge gli spinse la pistola contro e gli disse “ scendi, siamo arrivati.”

Luke scese dallo speeder, poi, mentre anche Tagge scendeva  e veniva verso di lui Luke mosse leggermente la mano e l’uomo sbatte contro il muro dietro di lui, subito Luke si girò per raccogliere la pistola lasciata cadere dal suo avversario, ma sentì un colpo al braccio e un dolore bruciante lo attraversò.

Si girò lentamente e vide due uomini con le armi puntate contro di lui, Tagge si alzò, raccolse la pistola e la puntò su Luke.

“Come hai fatto?” ringhiò l’uomo.

Con un sorrisetto sprezzante Luke dice “Prova ad indovinare, visto che sei così intelligente.”

I due si fissarono per qualche secondo Tagge era furioso perché era sicuro che Luke lo stesse prendendo in giro con quel sorriso sarcastico sul viso, poi con forza si calmo e disse “non mi importa quali poteri hai, tanto adesso morirai.” poi rivolto ai due uomini che stavano con lui disse “uccidetelo.”

Luke guardò i due uomini sollevare le pistole su di lui, il suo ultimo pensiero andò a Leia, non avrebbe mai più rivisto sua sorella, suo padre, Obi Wan, Han e tutti gli amici che si era fatto nella Ribellione, ma quello che lo faceva soffrire di più era non rivedere più Leia, e dirgli quando gli voleva bene, e mormorò tra se e se “addio Leia mi mancherai sorellina.”

Nel frattempo Leia e Han erano sul pianeta e lo stavano cercando a bordo di uno speeder, improvvisamente Leia disse “da questa parte Han presto aumenta la velocità.”

Entrarono in una strada completamente deserta e sentirono dei colpi di blaster e quando si avvicinarono la scena li paralizzò: Luke era a terra, e degli uomini erano lì vicino con le armi puntate su di lui.

Han e Leia saltarono giù dallo speeder e spararono ai tre uomini uccidendoli. Leia si precipitò accanto a Luke e lo chiamò disperata. Il giovane aveva una brutta ferita al petto ma riuscì a sorridere alla sorella, poi chiuse gli occhi perdendo conoscenza.

“No Luke, ti prego, non lasciarmi.” gridò Leia piangendo.

Han gli si avvicinò e disse “Quei tre non uccideranno più nessuno, sono morti. Uno era un ufficiale Imperiale e gli altri due non lo so. Chissà cosa è successo.”   Poi piegandosi accanto a Leia mormorò “su dai Leia, andiamo via, non puoi più fare niente per lui.”

La ragazza si rifiutò di alzarsi, e stringendo il corpo esamine del fratello a sé disse “No, non lo lascio.”

Leia sentiva la forza vitale di Luke farsi sempre più debole e implorò “Han, ti prego, aiutami a portarlo via.”

Han era stanco del atteggiamento iperprotettivo di Leia nei confronti di Luke esclamò “ Ma si può sapere perché tieni così tanto a lui, io... io non ti capisco più. Pensavo che io e te fossimo importanti l’uno per l’altra ma a quanto vedo mi sbagliavo. Tieni più a lui che a me.”

Leia lo guardò stupita, allora Luke aveva ragione, Han pensava che lei lo amasse. che si fosse innamorata di lui e mormorò “no, non è come pensi tu. Luke è mio fratello, mio fratello gemello.”

Han la guardò sconcertato come se all’improvviso avesse parlato in huttese, e disse “Cosa? Lui è tuo fratello?”

“Si, è stato Obi Wan a rivelarcelo pochi giorni fa. Io e Luke siamo fratello e sorella.”

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Capitolo 17
*** CAPITOLO 16 ***


Han guardò con attenzione il giovane a terra e poi Leia, ‘si,’ pensò ‘c’era una certa somiglianza tra i due’ poi disse “ Va bene ti aiuterò a portarlo via, ma sbrighiamoci prima che arrivi qualcuno.”

Han aiutò Leia a mettere Luke a bordo dello speeder e poi partirono a tutta velocità diretti al porto spaziale del pianeta.

Il Falcon volava veloce verso la base ribelle su Yavin. Han e Chewie erano nella cabina a guidare il Falcon mentre Leia era in infermeria accanto a Luke. Leia tramite la Forza sentiva la presenza del fratello indebolirsi sempre di più e stringendogli la mano mormorava “ti prego Luke non lasciarmi, resisti fratello.”

Intanto Luke si stava lasciando scivolare in una calda oscurità che lo attirava a se, non sentiva più dolore solo una grande debolezza e si lasciò andare a quella forza che lo stava trascinando via, improvvisamente sentì una voce che lo chiamava ma la ignorò lasciandosi scivolare sempre più giù nell’oscurità.

Appena il Falcon atterrò nell’Hangar della base ribelle Leia uscì fuori di corsa e appena vide Obi Wan si precipitò verso di lui  e gridò disperata “ Obi Wan devi aiutare Luke, gli hanno sparato ed è molto grave, non riesco più a sentirlo.”

Il Maestro Jedi prima di correre all’interno della nave disse “ qualcuno faccia venire qui una barella, dobbiamo portarlo a Centro Medico della Base.”  Poi seguì Leia che era già entrata nel Falcon, Obi Wan si avvicinò a Luke gli mise una mano sul viso e chiuse gli occhi concentrandosi, poi scosse la testa mormorando “lo sento appena” poi  rispose a Leia che lo guardava cercando di trattenere le lacrime, “mi dispiace Leia, ma io non sono un guaritore, non saprei cosa fare.”

In quel momento arrivò la barella con il droide medico 2-1D che gli passo un braccio meccanico con un sensore medico sul corpo e disse “Il Comandante Skywalker deve essere portato immediatamente in infermeria le sue condizioni sono molto critiche.”

Nell’infermeria gli furono messi degli impacchi di bacta sulla ferita, Luke era troppo debole per essere immerso in un serbatoio, aveva detto il droide-dottore a Obi Wan e a Leia. Le ore passavano e Obi Wan, Leia e Han erano nell’infermeria a vigilare su di lui, il giovane comandante era ancora svenuto e non dava segni di ripresa, Han stringeva Leia a se per dargli forza, la giovane donna aveva il viso bagnato dalle lacrime e  mormorò “Obi Wan, non possiamo fare niente.”

“Solo stargli vicino Leia, e dargli la forza di ritornare tra di noi.” disse Obi Wan.

Han disse “Leia prova a chiamarlo, cerca di raggiungerlo tu e Kenobi siete come lui forse potete aiutarlo.”

“Si, si può fare. Te la senti Leia, è molto difficoltoso, ci vuole molta energia psichica.”

“Si voglio provarci.” mormorò Leia sciogliendosi dall’abbraccio di Han.

Intanto Luke si trovava in un prato dove l’erba era alta e rigogliosa, riusciva a sentire in rombo delle cascate che vedeva in lontananza, si guardò intorno sorpreso, dove si trovava? L’ultima cosa che si ricordava era che Tagge e i suoi tirapiedi gli avevano sparato, poi aveva visto Leia e sentito la sua voce chiamarlo, ma doveva essere un’allucinazione, sua sorella non poteva essere lì con lui, lei era al sicuro su Yavin 3. Si guardò il petto e vide che era intatto, in quel momento sentì una voce femminile che disse “ questo è il posto in cui io e tuo padre ci siamo amati tantissimo, Luke. Questo è il mio pianeta natale, Naboo.”

Luke si girò e vide una bella donna con occhi scuri e lunghi capelli castani, e mormorò “ Padme, madre.”

“Si.” disse  la giovane donna annuendo, poi si avvicinò e lo accarezzo dolcemente su una guancia e disse “sei uguale a tuo padre quando aveva la tua età, lo sai Luke.”

Luke non riusciva a dire una parola mentre la guardava, poi mise una mano su quella di lei e chiuse gli occhi, beandosi nel calore che proveniva dalla mano della madre.

“Luke ascoltami, abbiamo poco tempo. Tu devi salvare tuo padre, Anakin è prigioniero del Lato Oscuro e l’unico modo per liberarlo è sconfiggere l’Imperatore e solo tu puoi farlo. Tu sei la sua Luce ed è questo che significa il tuo nome nella lingua nubiana.”

“Davvero? E quello di Leia, cosa significa?”

“Speranza. Tu e Leia siete la Luce e la Speranza della galassia.”

Improvvisamente Luke sentì delle voci flebili che lo chiamavano insistentemente, si girò verso sua madre e vide che iniziava a svanire.

“No!.” gridò allungando una mano.

“Ora vai figlio mio devi tornare da tua sorella e Obi Wan. Ti stanno chiamando e devi tornare da loro, io ti starò sempre vicino..” disse Padme prima di svanire definitivamente come nebbia al sole e Luke si ritrovò da solo e nel buio più assoluto, sentiva le voce di Leia e di Obi Wan farsi sempre più forti, ma iniziava anche a sentire anche un dolore al petto e si sentiva terribilmente debole.

Aprì gli occhi a fatica  e vide davanti a sé Leia e Obi Wan, strinse debolmente la mano della sorella e mormorò “Leia...”

“Shh, Luke, non parlare, sei ancora debole ma presto starai bene, mi prenderò io cura di te. Ora riposa” gli disse Leia, mentre Luke chiudeva di nuovo gli occhi e scivolava nell’incoscienza.

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Capitolo 18
*** CAPITOLO 17 ***


Intanto sull’Executor, la nave ammiraglia di Lord Darth Vader, il Signore Oscuro aveva ricevuto notizie su suo figlio, Luke era stato visto sul pianeta Phindar, poi era scomparso senza lasciare traccia per questo motivo aveva mandato il suo migliore agente ad indagare.

 

Nel frattempo nella base segreta ribelle, le condizioni di Luke miglioravano lentamente e il giovane si sentiva sempre più forte, ma Leia si ostinava a  farlo stare a riposo in infermeria, inoltre aveva proibito a chiunque di disturbarlo.

“Leia, mi sento bene, e voglio uscire da qui.” insistette Luke ancora una volta, anche se ha volte doveva ammettere di sentirsi ancora un pò stanco.

“2-1D ha detto che sei ancora debole e non ti sei ancora ripreso completamente, perciò tu rimarrai qui in questa stanza finché non lo dirà lui.” replicò Leia al limite dell’irritazione, avevano avuto più di una volta questa discussione, e Luke iniziava a diventare irrequieto. Obi Wan entrò nella stanza e disse “Ehi che succede, vi si sente urlare da fuori.”

“Qualcuno non riesce proprio a capire quando ci si preoccupa per lui, è un irriconoscente.” sbottò Leia uscendo dalla stanza.

Obi Wan guardò Luke imbronciato e disse “Cosa succede?”

“Obi Wan  non ce la faccio più a stare chiuso qui dentro, mi sento bene, ma Leia non vuole capirlo.”

“Devi capire il suo punto di vista, Luke, Leia ti ha visto in  fin di vita, ha rischiato di perderti per sempre e questo l’ha turbata. Dopo aver perso tutta la sua famiglia adottiva e il suo pianeta, non vuole perdere anche te, è per questo che è diventata iperprotettiva nei tuoi confronti. Se vuoi posso venire io a farti compagnia così possiamo riprendere le nostre lezioni di meditazione.”

“Si mi piacerebbe, mi mancano le tue lezioni .”

 

L’agente Imperiale K36 era appena tornato dalla sua missione, con le notizie richieste dal Signore Nero, e ora, stava aspettando di essere ricevuto da lui. Lord Vader, dopo la riunione con i suoi ufficiali disse “Dite all’agente K36 di venire nella sala riunioni, lo vedrò lì.”

“Si Signore.” rispose uno dei suoi subordinati.

Quando l’uomo entrò Lord Vader gli ordinò “Parla.”

L’agente iniziò “ Mio Signore, il comandante Skywalker è atterrato su Phindar alcuni giorni fa, ed ha incontrato il Comandante della Base, il Comandante Aaron Tagge. Poi ho saputo che c’è stato un agguato e un conflitto a fuoco in cui sono morti il Comandate Tagge e due uomini, il Comandante Skywalker è stato portato via ferito da due ribelli le cui identità sono ben conosciute dagli archivi Imperiali, il Capitano Han Solo e la Principessa Organa. Questo è tutto ciò che ho scoperto.”

“Molto bene, puoi andare.” disse Lord Vader, mentre stava ripensando a quello che gli aveva detto il suo agente. Poi si alzò e iniziò a camminare avanti e indietro nella grande sala, Luke era ferito, ma cosa poteva essere accaduto, se fosse morto lui l’avrebbe sentito, invece sentiva ancora la sua firma nella Forza, era debole ma la sentiva.

Darth Vader sentiva che l’Imperatore cominciava ad essere nervoso, perché  non aveva ancora notizie di Luke, ormai erano passati parecchi mesi dalla sua assenza, poi un pensiero molesto gli attraverso la mente, e se Luke fosse passato con i ribelli? No, suo figlio non lo avrebbe mai tradito, era un soldato che aveva giurato fedeltà all’Impero. Però non doveva dimenticare che insieme ai ribelli c’era Obi Wan e quel vecchio era diabolico, chissà  cosa aveva raccontato al ragazzo per convincerlo a passare dalla sua parte. Il dubbio lo stava tormentando, doveva saperlo e poi doveva riprendere Luke con se il più presto possibile. A qualunque costo.

Poi spinse un bottone sul tavolo e disse “Rintracciate Fett immediatamente e ditegli di venire da me.”

“Si my Lord.”

 

Grazie alle lezioni di Obi Wan, Luke perfezionò molto la sua padronanza nella Forza, al punto che quando 2-1D veniva a visitarlo si divertiva a farlo volteggiare per aria prima di permettergli di  avvicinarsi per visitarlo.

Un giorno mentre era da solo nella stanza a leggere alcuni I-Pad, la porta si aprì e fece capolino Han Solo.

“Hei ragazzo, come ti senti.?”

“Molto meglio, Capitano Solo, grazie.” rispose Luke cortesemente.

“Chiamami Han, ragazzo, Capitano Solo mi fa sentire come quei capoccioni che comandano.”

“Va bene, vada per Han. E il mio nome è Luke.” rispose il giovane più rilassato.

“Senti ragazzo volevo chiederti scusa per il pugno, non potevo neanche immaginare che tu fossi suo fratello, ti...”

Vedendo l’uomo in imbarazzo Luke disse “non c’è problema Han, non preoccuparti ho capito.”, poi vedendo che era ancora lì fermo, chiese “c’è qualcos’altro.”

“Bhe, vedi ci sono i piloti e i meccanici  che vogliono sapere come stai, volevano venire a trovarti ma Leia ha dato ordine di non far passare nessuno.”

Luke ridacchiò “Si, è particolarmente iperprotettiva nei miei confronti. E tu come hai fatto a passare?”

“Non c’era nessuno, neanche quel dottore robot. Leia e Kenobi saranno in riunione con gli altri generali tutto il giorno.” Poi pensandoci disse “perché non vieni tu a trovarli, non hai detto che ti senti bene.”

Luke ci pensò, uscire finalmente da quella stanza sarebbe stato meraviglioso, ormai si sentiva veramente bene, la debolezza era passata, ci pensò su un pò, poi disse “mi piacerebbe, ma non ho niente da indossare.”

Han sogghignò poi gettandogli una tuta di colore arancione disse “ti va bene questa?”

Luke la prese al volo poi la osservò attentamente, era una tuta da pilota. Con un sorriso ampio disse “è perfetta. Sarò pronto fra due minuti.”

Quando arrivò all’Hangar tutti lo accolsero cordialmente, chiedendogli come stava, cosa era successo.

Luke sorridendo li rassicurò che stava bene raccontò in brevi linee cosa gli era accaduto, poi una voce alle spalle esclamò “certo che ce l’aveva con te, sei sempre stato un piantagrane.”

Luke si girò e vide il suo vecchio amico Biggs e puntandogli un dito sul petto gli dichiarò “guarda che lui ce l’aveva anche con te.”

“Hei ma voi due da quanto vi conoscete.”

“Siamo cresciuti nella stessa area abitata su Tatooine, poi ci siamo arruolati insieme nell’esercito Imperiale.” disse Luke

Biggs mettendogli una mano sulle spalla esclamò “voi non lo sapete ma questo ragazzo è risultato primo alla scuola di volo su Coruscant e so che per breve tempo ha comandato i famigerati Black Eight, la squadriglia di Vader.”

Luke si schermì e mormorò “Dai smettila Biggs.”

Tra i piloti e i meccanici si udirono dei mormorii sorpresi poi uno dei piloti disse “Ehi Wedge, tu sei il miglior pilota della Ribellione, perché non lo sfidi così vediamo chi è più bravo.”

“No, non sarebbe leale, Luke non hai mai volato sui caccia Ala-X.” disse Wedge.

“Bhe, se qualcuno mi spiega i comandi ci posso provare, io sono uno che impara in fretta. “ replicò Luke che non vedeva l’ora di volare di nuovo tra le stelle.

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Capitolo 19
*** CAPITOLO 18 ***


Mentre i meccanici modificavano le armi dei caccia, Biggs spiegava a Luke i comandi del Caccia Ala X.

“Devi stare attento, Luke, i comandi degli Ala X sono più leggeri dei Tie e Wedge è un grande pilota.”

 “Ok starò molto attento, almeno nei primi scambi.” rispose Luke.

I due aerei decollarono, Wedge lasciò a Luke non pò di tempo per abituarsi ai comandi del Caccia Ala X, poi lo chiamò e disse “tutto bene Luke.”

“Si. Aveva ragione Biggs è molto più leggero dei caccia dell’Impero. Devo dire però che è molto divertente volare su questi aerei. Io sono pronto chi inizia..”

“Io direi di allontanarci uno dall’altro e poi iniziare la caccia, il primo che abbatte l’altro a vinto. Ci stai!” disse Wedge.

“OK, per me sta bene.”

I due giovani stavano volando da un pò cercando di colpirsi uno con l’altro senza riuscirci, erano entrambi molto abili come piloti, quando all’improvviso nella radio tuonò la voce della principessa Leia Organa.

“Luke si può sapere che fai lassù su quella nave, dovevi rimanere nella tua stanza a riposarti.”

“Um, mi sa che siamo in guai, eh Luke.” mormorò Wedge.

“Diciamola giusta, Wedge, sono io ad essere nei guai e in guai grossi.” replicò Luke, “ok, il divertimento è finito.”

Fece per virare e tornare indietro e Wedge lo seguì, all’ultimo momento Luke raddrizzò il suo caccia e si trovò sopra a Wedge e sparò. Lo schermo del giovane Comandante Ribelle si illuminò di rosso, e Wedge gridò “Ehi non è giusto, mi hai imbrogliato.”

“Wedge, non ti hanno mai insegnato che non bisogna mai fidarsi. Lo sai che in guerra tutto è permesso.” disse Luke ridacchiando, poi virò di nuovo e si diresse verso la base ribelle.

Una volta atterrati Luke vide che lo aspettava una furiosa Leia. Han e tutti gli altri si erano defilati sapevano che era meglio non affrontare la giovane donna quando era così infuriata.

Luke scese dalla nave e si diresse verso di lei sorridendo. Leia andò verso di lui dicendo“Luke, ti avevo detto di stare a riposo, sei ancora debole.”

Il fratello la sollevò sulle braccia e la fece girare, poi disse “Sto bene Leia,”  poi continuò “io sono un soldato, un pilota da quando avevo  15 anni non puoi tenermi chiuso in una stanza solo perché hai paura di perdermi.”

“Ma Luke...” mormorò  Leia.

“Non ti lascerò sorellina, non me ne vado più. Ho deciso di restare qui con voi.” poi contando sulle dita continuò “allora, primo devo completare il mio addestramento con Obi Wan, poi devo diventare un Jedi, altrimenti non potrò mai sconfiggere l’Imperatore e per ultimo devo insegnare un paio di trucchi in stile imperiale ai piloti della Ribellione.” finì con un sorriso malizioso rivolto a Wedge e ai piloti che li stavano guardando cupamente.

Qualche giorno dopo alla fine di un estenuante sessione di allenamento con i droidi, Luke e Obi Wan erano seduti a meditare, Luke dopo un pò chiese” Obi Wan, mi sto già  addestrando da parecchio tempo, quando saprò che sono diventato un jedi. C’è qualche esame, una prova va sostenere, se c’è io mi sento pronto.”

“Sei impaziente proprio come era tuo padre.” disse Obi Wan sorridendo, poi continuò “Capisco la tua fretta, Luke e ti dirò quello che so, si c’è una prova ed è diversa per ognuno di noi, però non sappiamo quando affronteremo questa prova perché è la Forza stessa che decide quando e che tipo di prova  dovrai superare.”

“E tu che prova hai dovuto superare per diventare un jedi”

Luke vide lo sguardo del Maestro Jedi rattristarsi allora dichiarò “Obi Wan se non vuoi dirmelo non importa.”

Obi Wan scosse la testa “No, non c’è problema. E’ stato tanto tempo fa, durante un combattimento ho ucciso il Sith che aveva appena assassinato il mio Maestro. E’ accaduto durante la battaglia su Naboo, il pianeta natale di tua madre.”

Poi mettendogli una mano sulla spalla gli disse “avanti continuiamo l’allenamento, hai ancora molto da imparare.”

Nel frattempo sull’Executor, l’Ammiraglia di Darth Vader, Boba Fett era di fronte al Signore dei Sith.

“Lord Vader, mi avete fatto cercare, sono ai vostri ordini.” disse beffardo il cacciatore di taglie.

“Mi hai fatto aspettare a lungo Fett, e non mi piace aspettare. Ma tu sei il migliore e per quest’incarico ho bisogno del migliore. Voglio che tu catturi il Capitano Solo e la Principessa Organa.”

“E’ un incarico molto rischioso, Lord Vader,  altre volte ho cercato di vendicarmi per le volte che ha intralciato la strada ma quel maledetto pirata è riuscito sempre a sfuggirmi.”

“La tua ricompensa sarà più alta di quanto immagini. Per i miei progetti è indispensabile avere quei due ribelli nelle mie mani il più presto possibile.”

“Va bene Lord Vader, ma a un patto: voglio, oltre alla ricompensa, anche Solo. C’è qualcun altro che lo vuole nelle sue mani e pagherebbe parecchio per averlo.”

“Va bene, non mi importa cosa gli accadrà dopo” disse Vader e poi parlando tra se e se continuò “mi serve solo per costringere Luke a tornare da me.” Poi si girò e vide che il cacciatore di taglie era ancora lì e ribadì “Ora vai! Però ricordati Fett come sono generoso con chi ha successo così sono spietato con chi mi delude.”

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Capitolo 20
*** CAPITOLO 19 ***


Un giorno mentre Obi Wan stava addestrando entrambi i gemelli Skywalker entrò Han e disse” Leia ho ricevuto un messaggio da Bespin. Lando ci ha chiesto di andare da lui perché a delle informazioni  su alcuni movimenti imperiali.”

“Mi dispiace Han ma non posso venire, sono occupata con delle riunioni, ma tu vai se vuoi. So che è parecchio tempo che non vi vedete, e se Lando ti chiama vuol dire che è importante.” rispose Leia.

Poche ore dopo mentre Han si stava preparando a partire, Luke e Leia stavano nell’Hangar a guardare  i suoi preparativi. Leia aveva raccontato a Luke che Lando era un vecchio amico di Han dai tempi  in cui entrambi erano contrabbandieri.

“Leia pensi sia sicuro lasciarlo andare, ho un brutto presentimento.”

“Anch’io Luke ma Han se la saprà cavare e dopotutto Lando è un amico di vecchia data.” Rispose Leia.

Han si avvicinò per salutarli e dopo aver salutato Leia con un bacio si girò verso Luke.

“Hei ragazzo sei ancora in tempo per venire con me. Lando è un ottimo ospite.”

“No grazie Han, mi basta conoscere te come contrabbandiere.”

“Ora vai Han e ricordati di tornare presto.” Disse Leia, poi rivolta allo Wookiee  continuò “ Mi fido di te Chewie riportamelo a casa al più presto, e non farlo bere troppo.”

Il Wookiee rispose con un grugnito rassicurante.   

Luke lavorava nell’hangar quando vide Leia passare con lo sguardo scuro e pensieroso, la raggiunse e disse ““Leia cosa c’è. Ti sento inquieta.”

“Sono preoccupata Luke, Han doveva tornare già da qualche giorno e non mi ha neanche chiamato per avvertirmi.” disse Leia.

“Non preoccupati sorellina vedrai che si saranno messi a parlare dei vecchi tempi e Han si sarà scordato, vedrai che tra poco tornerà.” disse Luke.

In quel momento arrivò Obi Wan aveva un’espressione angosciata e teneva in mano un foglio e disse “Luke, Leia, leggete qui, ho delle brutte notizie.”

Luke prese il foglio e sbiancò di colpo e mormorò “maledizione”, Leia gli chiese “cosa c’è Luke.”

Il giovane gli passò il comunicato e mormorò “leggi.”

Il comunicato diceva ‘il famoso capo dei ribelli Han Solo è stato catturato dall’Impero e sarà giustiziato nella Città delle Nuvole sul pianeta Bespin.”

“Oh no! Han.” gridò  Leia, poi si girò verso il fratello e disse “Luke non possiamo lasciarlo nelle mani dell’Impero.”

“Non ti preoccupare Leia, lo andremo a liberare.” dichiarò Luke.

“Aspetta Luke. Dobbiamo parlarne e decidere tutti insieme.” disse Obi Wan.

La sera alla riunione con i capi della Ribellione e tutti gli ufficiali, Luke ribadì la sua idea: andare a liberare Han.

“Luke capisco cosa provi, ma pensaci bene e se Vader l’avesse fatto per riprendersi te.”

“Lo so, Obi Wan. Non credere che non ci abbia pensato, ma non posso vedere Leia in quello stato. E poi pensa a cosa staranno facendo a Han, credimi l’Impero ha molti modi per far parlare le persone. Anche se Han è forte, è probabile che a quest’ora gli avranno già fatto dire dove ci troviamo e in quanti siamo.”

Il generale Rieekan, uno dei generali presenti disse “sono d’accordo con il Comandante Skywalker, non possiamo lasciare il comandante Solo nelle mani dell’Impero.”

Avevano deciso, Luke, Obi Wan e Leia sarebbero partiti il giorno seguente insieme a un piccolo gruppo di ribelli che facevano parte del reparto speciale del generale Rieekan, sarebbero sbarcati di nascosto alla Città delle Nuvole e liberato Han e Chewie. Luke avrebbe preferito che Leia non li avesse seguiti, ma la sorella era stata inamovibile..

Intanto sulla Città delle Nuvole Lord Vader stava assistendo in silenzio all’interrogatorio di Han, il droide inquisitore lanciava potenti scariche elettriche contro l’uomo che si contorceva e lanciava urla strazianti. Lord Vader rimase a guardarlo ancora un pò poi uscì dalla stanza, quell’uomo si meritava il trattamento a cui lo stava sottoponendo, era stato lui insieme a Kenobi, a portare via Luke, e a farlo diventare un ribelle. Ed ora aveva trovato il modo di riprenderselo, conosceva bene suo figlio, sarebbe venuto lui stesso a salvare il suo amico. E lui lo avrebbe catturato e persuaso a tornare al suo fianco.

Fuori incontrò Lando Carlissian, l’amministratore della Città delle Nuvole. L’uomo si avvicinò e dichiarò “non mi aveva detto che avrebbe torturato Han in quel modo.”

“E’ un ribelle, cosa si aspettava che facessi?” replicò Lord Vader, “e speri  che vengano a salvarlo e tra loro ci sia Skywalker, altrimenti lo farò giustiziare come ho promesso.”

 

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Capitolo 21
*** CAPITOLO 20 ***


Lo shuttle volava veloce diretto al pianeta Bespin, Luke si avvicinò a Leia e stringendogli le mani tra le sue le mormorò “non preoccuparti per Han lo salveremo. Ma ora devi promettermi una cosa, qualunque cosa succeda tu devi fuggire via con lui.” Vedendo che la sorella non rispondeva  insistette con forza

“Devi promettermelo, Leia.”

“Luke cosa c’è?” sentiva il forte turbamento del fratello attraverso il legame che avevano forgiato, non l’aveva mai visto così, nel poco tempo che avevano passato insieme Luke si era sempre mostrato forte e padrone di se stesso.

“Luke dimmi cosa c’è”

Il giovane fece un profondo sospiro e a fatica mormorò “Darth Vader vuole me. Ha catturato Han perché vuole me.”

“No, non lascerò che ti catturi riusciremo a fuggire tutti insieme.” poi vedendo il fratello scuotere la testa e mormorare un ‘no’ a fior di labbra, continuò disperata “Ma Luke, ti ucciderà.”

“No, non lo farà” dichiarò il giovane.

“Ma perché ne sei così sicuro. L’Impero ha già tentato di ucciderti una volta. Perchè questa volta non dovrebbe farlo.”

“Leia non lo farà, perché Darth Vader è mio padre” disse Luke, poi vedendo l’espressione sconvolta della sorella continuò a voce bassissima “....è nostro padre.”

Leia cercò di liberarsi dalla presa di Luke e scuotendo la testa mormorò “No, non è possibile, non ci credo.”

Luke la prese tra le braccia e mormorò “Leia, mi dispiace di averti mentito, ma nostro padre Anakin Skywalker è Darth Vader.”

In quel momento Obi Wan entrò nella saletta e vedendo i due giovani a parlare e sentì che c’era qualcosa che non andava e si avvicinò e disse “che cosa c’è ?”

“Obi Wan non posso crederci, Luke e io siamo...” mormorò Leia.

“Non devi preoccuparti per lui Leia, Obi Wan lo sa già.” disse Luke, poi rivolto a Obi Wan continuò “saI già che Darth Vader è nostro padre, non è vero Obi Wan?”

Il Maestro Jedi ebbe il buon senso di mostrarsi imbarazzato e disse “si, lo sapevo.”

“Perciò sai anche che io sono l’unico che può batterlo.” affermò Luke.

“No Luke non puoi farlo, non sei forte abbastanza per affrontare sia  lui che l’Imperatore.” disse Obi Wan.

“Forse hai ragione ma questa sarà l’unica opportunità che avrò di far smettere questa guerra.” mormorò Luke.

Obi Wan stava per ribattere, quando uno dei ribelli del comando entro nella saletta e disse “Signore siamo arrivati in vista di Bespin.”

“Molto bene di al pilota di avvicinarsi il più possibile alla città delle nuvole e sbarchiamo poi deve nascondersi dietro Bespin. Se tutto andrà bene riusciremo a fuggire con il Falcon.”

Luke, Leia, Obi Wan e il gruppo dei ribelli camminavano lungo i corridoi della città delle Nuvole, improvvisamente si imbatterono in Lando Carlissian. L’uomo di colore appena li vide rimase sorpreso e Leia, puntandogli il blaster contro gli disse “Lando sei un traditore, hai consegnato Han agli Imperiali.”

Luke posò la mano su quella della sorella e spostandola verso il basso disse “Aspetta Leia, chiediamogli perché ha agito così.”

“Mi dispiace Leia  ma sono stato costretto. Quel maledetto di Boba Fett  ha minacciato di distruggere la città di Cloud City. C’era uno StarDestroyer  pronto a fare fuoco. se non avessi fatto venire qui Han.” disse Lando, “Ma mi sono pentito, venite vi porto dove lo tengono prigioniero, così lo potete liberare.”

“Non mi fido di te, Carlissian.” dichiarò Leia.

Luke disse “Non sta mentendo Leia. Io mi fido di lui, andiamo.”

Riuscirono ad arrivare alle celle da un passaggio secondario, purtroppo c’erano due soldati dell’Impero di guardia.

“Accidenti e ora cosa facciamo, se si accorgono di noi è finita.” disse Lando ma Luke passandogli avanti disse “non preoccuparti ci penso io.” Il giovane jedi si concentrò un attimo e subito dopo le due guardie si scambiarono qualche parola poi si allontanarono.

Carlissian si girò verso di lui e mormorò “come hai fatto?”

“Gli ho fatto credere che sono stati chiamati da un superiore. Le menti deboli sono facilmente influenzabili dalla Forza.” disse Luke.

“Ah.” fu tutta la risposta dell’uomo di colore.

Il Maestro Jedi si avvicinò a Luke e mormorò “ottimo lavoro, apprendista.”

 

Leia entrò di corsa nella cella e si chinò su Han disteso su una branda, era svenuto, Chewbacca era accanto a lui..

“Han svegliati, sono io Leia.”

L’uomo aprì gli occhi e mormorò “Leia! Oh no, ora hanno catturato anche te.”

“No. Siamo venuti a liberarti. C’è anche Luke.”

In quel momento Luke si fece avanti e sorridendo disse “Ehi pirata, è possibile che ti metti sempre nei guai.”

Obi Wan si avvicinò e disse “Luke sento che qualcuno si sta avvicinando, dobbiamo andarcene.”

“Si Obi Wan, lo sento anch’io. Temo che sia arrivato mio padre.” mormorò Luke.

Dopo aver liberato Han stavano tornando indietro alla piattaforma d’atterraggio. L’uomo era debole e portato a braccia da uno dei ribelli, Leia era accanto a lui dall’altro lato. Arrivati all’approdo dove si trovava il Falcon  vennero circondati dai soldati, il loro comandante disse “siete circondati ribelli, non avete modo di fuggire, arrendetevi.”

Il gruppo si guardò intorno erano circondati, ma erano pronti a combattere per fuggire da là.

Improvvisamente apparve Lord Darth Vader, Luke guardò suo padre e vide un bagliore di trionfo nei suoi occhi, allora era vero! Suo padre aveva catturato Han solo per riavere lui indietro, ma anche lui aveva un piano da portare a termine: uccidere l’Imperatore.  Il gruppo sì guardò intorno e vide che non avevano scampo, non potevano affrontare tutti quei soldati e Darth Vader senza che qualcuno venisse ferito o peggio ucciso, Luke aveva solo un modo per salvarli tutti e rimanere nell’Impero senza far sospettare suo padre, forse in quel momento i suoi amici non avrebbero capito ma doveva farlo.

Fece un passo avanti poi piegò un ginocchio davanti a suo padre e disse “mio Signore sono tornato e vi ho anche portato degli importanti prigionieri ribelli e il Maestro jedi Obi Wan Kenobi.”

Senti alle sue spalle delle esclamazioni sorprese ma non si girò, aveva ancora la testa piegata in avanti in atto di sottomissione aspettando che suo padre gli dicesse qualcosa.

Il Signore Oscuro lo osservò attentamente sondando la sua mente in cerca di falsità, poi disse “Molto bene. Ora alzati Comandante Skywalker.” Poi Vader si girò verso Obi Wan  e disse “Finalmente ci incontriamo di nuovo Obi Wan” e con una potente spinta della Forza lo scagliò indietro. Obi Wan sbatté violentemente contro il muro e rimase momentaneamente stordito.

Il Signore Oscuro ordinò “portateli sullo Star Destroyer, li interrogherò più tardi. State molto attenti al jedi, per lui ho un trattamento speciale.”

Luke sentì Leia che lo chiamava ma chiuse la mente ai richiami della sorella non poteva tradirla, e si girò con aria distaccata  Il padre gli disse” seguimi Luke, torniamo a bordo.”

Quando furono da soli a bordo dello Shuttle, il Signore Oscuro disse “dimmi cosa è successo, perché non sei tornato prima.”

“Non sono potuto tornare padre,” disse Luke, poi continuò “Kenobi non mi lasciava un attimo, voleva fare di me il suo allievo. Quando sono riuscito ad allontanarmi e a raggiungere una base imperiale sono rimasto ferito...”

“Si questo lo so.” lo fermò Vader, poi mettendogli una mano sulla spalla disse “e ora come stai figlio mio ?” 

Luke sorrise “Bene padre ora sono completamente guarito.”

“Un soldato ti accompagnerà nel tuo alloggio, riposati, io penserò a sistemare il nostro importante ospite, poi andrò a riferire all’Imperatore il successo della tua missione.”

Quando chiuse la porta dell’alloggio dietro di se, Luke si rilassò, doveva agire al più presto e liberarli, una volta arrivati a Coruscant dall’Imperatore non avrebbe più potuto fare niente. Indossò la divisa Imperiale e si diresse verso le prigioni.

C’erano di guardia solo tre soldati e un ufficiale, Luke si avvicinò e disse “sono il Comandante Skywalker e devo vedere i prigionieri.”

L’uomo vide i gradi di Luke e scattò sull’attenti” Si Signore” poi disse ad uno dei soldati al suo comando”tu, accompagna il comandante alle celle dei prigionieri.”

Quando il soldato aprì la porta della cella e Luke entrò dentro Han iniziò a insultarlo, e Luke bruscamente disse “zitto Han” poi muovendo impercettibilmente una mano disse a bassa voce “Devi liberali!” L’uomo mormorò come in trance “devo liberarli.” Mentre il soldato liberava i prigionieri Luke  guardò Han e sorridendo disse “Allora Han ora non hai più niente da dire.” Ma poi si guardò intorno e disse “Dov’è Obi Wan?”

“E’ stato portato in un altra cella, non so dove” disse Leia, poi avvicinandosi al fratello mormorò “Cosa c’è Luke.” Lo sentiva distante e non era solo la divisa imperiale che indossava, non riusciva a sentire i suoi pensieri come se lui avesse chiuso la sua mente a tutto.

“Non ora Leia, dobbiamo sbrigarci” disse Luke, poi si rivolse al soldato e disse “Dov’è il Jedi?”

“E’ stato rinchiuso nelle celle di massima sicurezza” rispose l’uomo ancora sotto l’effetto della Forza.

‘Maledizione’ pensò Luke doveva immaginare che suo padre avrebbe voluto tenere Obi Wan sotto stretto controllo, poi si rivolse di nuovo al soldato e disse “tu devi accompagnarli al ponte dell’hangar se ti chiedono qualcosa di che sono ordini di Lord Vader. Hai capito!”

“Si, Signore.” Rispose il soldato.

“Luke e tu che farai?”

“Devo andare a liberare Obi Wan, ci vediamo sul ponte dell’hangar.”

Tornò in fretta al posto di guardia e si avvicinò all’ufficiale e ai suoi uomini e sollevando appena la mano disse “fammi vedere dove si trova il jedi” e poi ripeté l’ordine che aveva dato al soldato, anche loro obbedirono al comando. La Forza era veramente utile in situazioni come questa.

Dopo che si fu assicurato che i suoi amici, accompagnati dai soldati imperiali si furono diretti  verso l’hangar del Star Destroyer, si rilassò un attimo, il primo compito era stato portato a termine ora doveva andare a liberare Obi Wan. Controllò con la Forza cosa stava facendo suo padre e vide che stava ancora a colloquio con  l’Imperatore. ‘Bene’ pensò aveva ancora del tempo e si diresse verso le celle di massima sicurezza dove venivano rinchiusi i prigionieri pericolosi. 

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Capitolo 22
*** CAPITOLO 21 ***


Luke entrò nella cella e vide Obi Wan legato al muro con delle catene e portava al collo un collare inibitore della Forza.

“Mio padre ti ha sistemato proprio bene, eh Obi Wan.” disse Luke e accendendo la spada laser e spezzò le catene che trattenevano il Maestro Jedi al muro.

Il maestro Jedi si appoggiò a lui e Luke chiese “Ce la fai a camminare?”

L’uomo annuì e poi disse “Levami questo coso, presto.”

“Non posso Obi Wan, “ mormorò Luke, “se lo faccio mio padre sentirà la tua presenza e si insospettirà. Andiamo, dobbiamo raggiungere al più presto l’Hangar, gli altri ci aspettano lì.”

Arrivati sul ponte dell’Hangar Luke vide che stavano tutti lì con i soldato che li controllavano e Luke avvicinandosi disse ”Per fortuna siete arrivati senza problemi “ poi girandosi verso i soldati mormorò “Voi adesso andrete via e non vi ricorderete niente”

“Noi non ricorderemo niente” i soldati ripeterono la frase all’unisono.

“Ora tornate ai vostri posti. “ordinò Luke.

Quando i soldati si furono allontanati, Luke disse “Presto dovete andarvene prima che ci scoprano.”

Leia si avvicinò al fratello e disse “tu verrai con noi, vero?”

“No Leia, io devo rimanere. Tra poco partiremo per Coruscant e lì mio padre mi porterà davanti all’Imperatore. Una volta davanti a lui avrò solo quell’occasione per ucciderlo e far finire questa guerra. E’ mio dovere Leia.”

“Non puoi Luke è troppo pericoloso, non sei ancora pronto per affrontare l’Imperatore.” disse Obi Wan debolmente.

“Lo so Obi Wan.” mormorò Luke, “io spero che mio padre si ravveda e mi aiuti contro l’Imperatore. C’è del buono in lui l’ho percepito.”

Abbracciando Leia, Luke disse “Addio sorellina, se dovessi fallire, il compito di abbattere l’Impero  sarà tuo.”

Quando vide il Falcon decollare si diresse in fretta al suo alloggio. Si era appena disteso sul letto quando suo padre entrò senza neanche bussare e vedendolo sul letto disse “Sei rimasto qui tutto il tempo.”

Luke si sollevò stupito e disse “Si, mi sono fatta una doccia e mi sono cambiato. Perchè padre cosa è successo?”

“Mi hanno appena avvisato che i prigionieri sono fuggiti. Stanno interrogando le guardie ma non si ricordano niente.” disse Darth Vader.

Luke si alzò in piedi e disse “Padre credo che nel gruppo ci sia stato un altro jedi.”

“Cosa te lo fa pensare.” chiese Vader.

“So che Kenobi stava addestrando un apprendista, ma non sono riuscito a scoprire chi era.”

“Ne sei proprio sicuro.” Dopo Luke ebbe annuito, Vader continuò “strano perché io non ho percepito niente.” Dopo un po’ continuo  “In ogni caso saranno puniti per essersi lasciati fuggire i prigionieri. Ora  partiamo per la Morte Nera. L’Imperatore è ansioso di rivederti.”

“La Morte Nera?  L’Imperatore non è su Coruscant? E cos’è questa Morte Nera, padre?” disse Luke  intrigato. Chissà cos’era, pensò Luke, non l’aveva mai sentita.

“La Morte Nera è la nuova stazione da battaglia dell’Imperatore, è lì che ormai si trova  quasi sempre. disse Darth Vader.

Vide suo padre che stava uscendo dall’alloggio e disse “Padre posso venire con te in Plancia. Non mi va di restare qui da solo.” Luke sperò che suo padre acconsentisse. Rimanere solo lo faceva pensare al compito che lo attendeva e lui non voleva pensarci, lo rendeva nervoso.

Vader annuì poi disse “Va bene puoi venire.” 

Salirono fianco a fianco sulla Plancia dell’Executor. Così vestito la somiglianza tra Vader e Luke era evidente, stessi capelli color sabbia, stessi occhi azzurri, stesso aspetto, ed entrambi con la spada laser al fianco. Darth Vader colse all'istante la curiosità che suscitava la presenza di Luke e nel chiedersi chi fosse ma non gli diede importanza. Stava  avvertendo  il cambiamento che era avvenuto in suo figlio, la sua presenza nella Forza era ora molto forte, mentre l’aurea intorno a lui era calma e serena e molto sicura di sè, gli ricordava quella del  suo vecchio maestro. Iniziava a sospettare che, diversamente da come gli aveva detto Luke,  Kenobi  doveva averlo addestrato. Ora non aveva nessun dubbio, era stato Luke ad aiutare i suoi amici a fuggire? Allora perché era rimasto? Cosa aveva in mente. Guardò suo figlio, teneva  le mani strette dietro la schiena, immobile in una posa marziale e fissava lo spazio che scorreva al di là dello schermo. Cercò di sondare i suoi pensieri  ma i suoi schermi erano molto potenti, avrebbe potuto sondare più in profondità ma lui se ne sarebbe accorto.  

Lo avvertì con la mente che si allontanava dal ponte per un po’, doveva controllare alcuni rapporti che gli erano arrivati dagli Avamposti Imperiali e ricevette un leggero accenno di consenso.

Stava leggendo dei rapporti quando sentì la nave che stava uscendo dall’iperspazio, ormai riconosceva i movimenti della nave tramite il rumore dei motori. Si allungò nella Forza e senti suo figlio irrigidirsi, sì pensò, si stavano avvicinando alla Morte Nera. Anche a lui faceva quell’effetto quando la vedeva. Si alzò e si diresse verso la plancia dell’Executor. Quando giunse sul ponte vide sullo schermo l’enorme stazione da battaglia..

Attraverso il legame che aveva con suo figlio, Darth Vader disse “vieni Luke l’Imperatore ci sta aspettando.”

Luke si girò e annuendo lo seguì, era arrivato il momento.

Lord Darth Vader e suo figlio Luke stavano camminando lungo i corridoi della Stazione diretti alla Sala del Trono, la sala era completamente vuota,  salirono la gradinata e s’inginocchiarono ai piedi del trono e Vader disse “siamo qui come avete ordinato, mio padrone.”

Palpatine fissò Luke, sentiva nel giovane la Forza e diversamente dall’ultima volta i suoi scudi erano potenti e abbassati, lo sondò e il giovane lo fece entrare con facilità.

“Allora giovane Skywalker, disse Palpatine dopo aver concluso il suo esame. “Cosa hai da dire in tua difesa.”

“Difesa! Mio Signore.” replicò sorpreso Luke.

“Sei accusato di tradimento contro l’Impero.” dichiarò l’Imperatore.

“Mio Signore, mio figlio non....” affermò Vader alzandosi.

“Fa silenzio Vader.” sibilò l’Imperatore, poi rivoltò a Luke ripeté “allora?”

“Mio Signore avete la mia parola di ufficiale che non ho mai tradito il giuramento fatto a voi e all’Impero.” dichiarò Luke con voce chiara e forte.

“Molto bene giovane Skywalker. Lord Vader tu puoi andare, voglio parlare da solo con vostro figlio.” disse l’Imperatore congedando il suo braccio destro.

Vader cercò di opporsi ma sapeva che sarebbe stato inutile mentre si alzava mandò velocemente un messaggio al figlio ‘stati attento Luke stai giocando con il fuoco, l’Imperatore non è un nemico da sottovalutare.’

Quando Vader fu uscito Palpatine disse “ora siamo soli giovane Luke dimmi quello che è successo.”

“Si mio Signore.” disse Luke alzandosi, ‘era arrivato il momento’ pensò ‘ora o mai più.’

Luke si scagliò sull’Imperatore con la spada laser accesa, ‘se uccideva l’Imperatore tutto sarebbe finito, e ora aveva quella opportunità.’

Invece di colpire l’Imperatore la spada di Luke venne bloccata da una lama rossa. Il giovane venne preso alla sprovvista, e con un colpo violento l’Imperatore lo spinse indietro e poi  fece volare via la spada di Luke. Il giovane era disarmato e alla mercé  dell’Oscuro Imperatore.

“Sciocco, pensavi che fossi disarmato, sapevo già cosa intendevi fare, ma adesso pagherai caro il tuo tradimento.” sibilò l’Imperatore mentre l’odio bruciava nei suoi occhi.

Palpatine sollevò entrambe le braccia e dei fulmini uscirono dalle sue mani e colpirono Luke. Il giovane sentì il corpo bruciare e cadde a terra gridando. I fulmini continuarono a colpire il giovane a terra che si contorceva dal dolore, tra le ondate di dolore Luke sentì una volontà oscura che cercava di  prendere possesso della sua mente, l’oscurità cercava di possederlo. “No.” gridò Luke, ma la sua mente, già indebolita dal dolore, alla fine cedette  l’ultimo pensiero di Luke fu per la sorella ‘ho fallito Leia, addio.’

Palpatine guardò il giovane svenuto ai suoi piedi e mormorò “e così hai una sorella gemella, sei riuscito a nasconderla a tuo padre ma non a me. Presto anche lei sarà mia, così non dovrò più temere la profezia.”

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Capitolo 23
*** CAPITOLO 22 ***


In quel momento in una base ribelle, Leia Organa si svegliò gridando, Han che dormiva accanto a lei, la prese tra le braccia e stringendola a sè disse “Calma Leia, che succede.”

La giovane donna  guardò Han e poi disse “Oh Han, ho avuto un incubo terribile. Luke stava precipitando in un abisso oscuro, mi chiamava ma io non riuscivo a raggiungerlo poi è scomparso. Ho paura che gli sia successo qualcosa di terribile.”

In quel momento entrò Obi Wan e disse “Leia cosa succede. Ti ho sentito gridare.”

“Obi Wan deve essere successo qualcosa di tremendo a Luke.”  E gli raccontò l’incubo che aveva avuto.

“Lo temo anch’io. Devo meditare su questo tuo incubo.” disse il Maestro Jedi uscendo dalla stanza, ‘non doveva lasciare Luke indietro sulla nave imperiale,’ Fu il pensiero che turbava Obi Wan mentre rientrava nel suo alloggio. ‘Anche lui, come Leia sentiva che era accaduto qualcosa di brutto a Luke. Pregò gli dei che non avesse fallito ancora una volta.’  

Darth Vader stava sulle plancia della Morte Nera, aveva sentito anche lui la corrente oscura nella Forza che oscurava la presenza del figlio ed era preoccupato per lui.

 In quel momento arrivò la chiamata dell’Imperatore, Vader accese il comlink e apparve l’ologramma di Darth Sidious che disse “Vader voglio che tu vada su Endor e ti occupi del avamposto che si trova sul pianeta.”

“Mio figlio, mio Signore, cosa gli è accaduto?” chiese Vader tentando di celare la preoccupazione che provava.

Conoscendo l’Imperatore sicuramente ne avrebbe goduto. Infatti la risposta dell’uomo fu “tuo figlio ormai è mio, come lo sei tu. Altro non deve interessarti Lord Vader,” poi aggiunse con un accenno di cattiveria nella voce “hai qualcosa da obbiettare, mio servitore.”

“No, mio Signore.”

“Bene.” Rispose Sidious e poi chiuse la comunicazione.

‘Lord Vader mi preoccupa,’ pensò Palpatine guardando lo schermo olografico ormai spento, ‘era troppo attaccato al ragazzo, aveva percepito la sua preoccupazione nei suoi confronti anche se Vader aveva tentato di occultargliela. Lo avrebbe tenuto ancora un po’ e poi avrebbe persuaso il giovane Skywalker ad eliminarlo, il senso di colpa per aver ucciso suo padre avrebbe spinto il giovane dritto nelle braccia del Lato Oscuro. Doveva pensare anche all’altra Skywalker, la gemella, doveva averla al più presto nelle sue mani.

Poi si girò verso il giovane inginocchiato ai piedi del trono e disse “Lord Skywalker ora vai sull’ammiraglia e fai come ti ordino.”

“Si mio signore.” Rispose Luke. 

Intanto anche i pensieri di Lord Darth Vader erano altrettanto simili. ‘Sidious ha distrutto la mia vita e non permetterò che distrugga anche quella di mio figlio, devo impedirglielo, ma come fare?

Gli unici a cui poteva rivolgersi erano i suoi amici, ma non gli avrebbero mai creduto. La principessa Organa avrebbe preferito vederlo morto che fidarsi di lui, poi gli venne un idea improvvisa era rischiosa, ma era l’unico modo.

Qualche giorno dopo alla base ribelle Leia Organa, Han e il Maestro Kenobi furono chiamati con urgenza nella sala di comando dal Generale Riekaan. L’uomo appena arrivarono gli fece vedere dei file appena arrivati e disse “guardate cosa ci è arrivato pochi minuti fa.”

Leia diede una veloce occhiata al file e esclamò sorpresa “ma questi sono i piani della nuova arma dell’Imperatore. Chi può essere stato a mandarceli. Obi Wan pensi che sia stato Luke.”

“Non lo so ma chi ce li ha mandati ci ha fatto un enorme favore. Adesso sappiamo dov’è e come fare a distruggerla.” Disse il generale Riekaan, mentre il maestro Jedi taceva pensieroso.

 

Era arrivato il momento della riscossa della Ribellione, i tecnici dell’Alleanza avevano studiato bene i file e avevano preparato un piano per distruggere la nuova arma dell’Imperatore, Leia, Han e Obi Wan insieme ad una squadra di specialisti sarebbero sbarcati sul pianeta e disattivato lo schermo che proteggeva la Morte Nera, così la flotta della Alleanza Ribelle guidata dal Generale Riekaan con Lando e Wedge  avrebbero distrutto la micidiale stazione-arma. Ma durante la riunione finale c’era stata una problema, Leia aveva deciso di andare sulla Morte Nera a cercare Luke.

“Io devo andare, Luke è in pericolo. L’ho sentito, non posso abbandonarlo. Obi Wan diglielo tu.”

“Leia, prima dobbiamo distruggere lo schermo e poi entreremo nella base Imperiale. Non puoi andarci da sola. Lo so bene che senti la Forza scorrere in te ma non potrai mai farcela da sola contro tre Sith.”

“Tre? Perché tre sith Non ci sono solo l’Imperatore e Vader”

“L’Imperatore Palpatine, Darth Vader e .... Luke.” mormorò Obi Wan.

Leia impallidì dalla rabbia, “tu pensi che Luke possa essere passato al Lato Oscuro, come ti viene in mente, Obi Wan.”

“Leia non sento più la presenza di Luke nella Forza è offuscata dall’oscurità. Mi dispiace ma ho paura che Luke sia ormai perso..”

“No, non posso crederci, non posso.” Mormorò la giovane donna in preda alla lacrime.

Luke Skywalker stava camminando avanti e indietro sulla plancia dello Star Destroyer che gli aveva affidato l’Imperatore, e i suoi ordini erano di controllare chiunque si avvicinasse al pianeta Endor,  improvvisamente si fermò aveva sentito una presenza nella Forza che si stava avvicinando. Sperava che prima o poi lei sarebbe venuta a cercarlo, ora doveva sfruttare l’affetto che Leia provava per lui e il resto sarebbe venuto da solo,allora si avvicino ad una postazione e disse “Tenente chiami lo shuttle che si sta avvicinando al pianeta.”

A bordo dello Shuttle che si stava avvicinando ad Endor, c’erano Han, Leia, Obi Wan e Chewbacca e nella carlinga c’era la squadra che li affiancava nella missione.

“Obi Wan ci stanno chiamando dalla nave Imperiale.” Disse improvvisamente Han.

“Perché ci staranno chiamando,  Han rispondi, non dobbiamo suscitare sospetti.”

Han accese il piccolo schermo dello shuttle e apparve Luke.

“Salve Obi Wan, ciao sorellina.” disse il giovane.

I tre lo guardarono scossi, Luke indossava  la divisa nera Imperiale e un mantello nero gli copriva le spalle, ma la cosa più inquietante erano gli occhi gialli cerchiati di rosso.

“Luke cosa ti è successo.”

“E’ come avevi detto tu Obi Wan, io sono uguale a mio padre. Ora sono io il Comandante Supremo della Flotta  e il braccio destro dell’Imperatore.”

“Ma Luke, perché.”

Invece di rispondere al Maestro Jedi Luke disse “ Il mio Star Destroyer vi ha sotto mira posso distruggervi in ogni momento, ma non lo farò se Leia verrà da me.”

“Non se ne parla, soldatino, Leia non si muove da qui.”

Luke ignorò Han e guardando fisso Leia disse quasi sussurrando “ Allora sorellina, cosa vuoi fare.”

Leia chiuse gli occhi, sentiva ancora nel profondo del suo animo la voce di Luke che gli chiedeva aiuto, e ripenso al sogno fatto in cui aveva visto il fratello precipitare nel vuoto e gridare il suo nome, Luke aveva bisogno di lei per liberarsi dalla presa del Lato oscuro, Leia ne era certa, allora riapri gli occhi e disse “ se io vengo da te, ho la tua parola che li lascerai andare.”

“Certo non mi importa quello che hanno intenzione di fare. Io voglio solo che tu stia  al mio fianco.”

“Va bene Luke, verrò da te.”

Leia sentì che Han stava per esplodere e gli mise una mano sul braccio e poi continuò “ Vuoi che venga ora.” chiese Leia.

“No. Ti lascerò ancora qualche ora con i tuoi amici. Consegnati domani al Presidio che c’è sul pianeta e nostro padre ti porterà da me.”

La comunicazione si chiuse bruscamente.

“Signore dobbiamo informare l’Imperatore che ci sono dei ribelli che si stanno avvicinando ad Endor?”

Chiese il tenente alla postazione.

Luke lo guardò male, poi disse con voce fredda “perché tenente, lei pensa che quel gruppo di ribelli siano un pericolo per le nostre truppe stanziate sul pianeta. Ha così tanta  sfiducia nel nostro Impero.”

L’ufficiale sbiancò e mormorò “no Signore. Certo che no”

“Molto bene. Si metta in contatto con Lord Vader e me lo passi nel mio ufficio. Passerò a lui questo  problema con i ribelli. In questo modo potrà rifarsi agli occhi dell’Imperatore.”

Appena apparve l’immagine di Lord Vader, Luke fece un inchino beffardo “saluti Lord Vader, immagino che sia stata opera tua l’arrivo della Flotta Ribelle.”

Il Signore Nero lo guardò sospettoso e disse “Cosa hai intenzione di fare Luke, denunciare tuo padre a Palpatine?”

“No, non ti preoccupare, padre non ho nessuna intenzione di denunciarti al nostro Imperatore” rispose Luke sempre con lo stesso tono derisorio, “anzi mi hai fatto un favore, non sapevo come far venire mia sorella da me, invece tu con la tua trovata ci sei riuscito.” Poi vedendo l’espressione scioccata sul viso del padre, Luke scoppio a ridere e disse “non sapevi che Leia era mia sorella. Che bella scoperta, vero? Domani lei verrà da te e tu l’accompagnerai da me sulla Morte Nera e la vedrai inchinarsi davanti all’Imperatore o morire.” Dopo questo Luke chiuse la comunicazione.

Il Commando Ribelle era atterrato su Endor senza altri problemi e i ribelli avevano trovato dei validi alleati nella popolazione del pianeta. Quella sera dopo la pianificazione dell’attacco c’era stata un’altra accesa discussione tra Han e Leia. La giovane donna  era intenzionata ad andare a consegnarsi alle truppe Imperiali e così raggiungere il fratello, Han insisteva che era una stupidaggine.

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Capitolo 24
*** CAPITOLO 23 ***


Han si svegliò la mattina dopo e non trovando più Leia al suo fianco si precipitò dove stava Obi Wan e il resto dei Ribelli e disse “ Qualcuno di voi ha visto Leia?”
Tutti risposero di no e Obi Wan si avvicinò a Han e disse “Cosa c’è Han, perché sei così agitato.”
“E’ da stamattina che sto cercando Leia, ma non riesco a trovarla. Ieri sera abbiamo discusso perché lei voleva andare da Luke, insiste a dire che Luke è in pericolo. Gli ho detto di non andare, ma stamattina quando mi sono svegliato lei non c’era più. Non vorrei che....”
“Ci sia andata ugualmente.” fini Obi Wan, poi continuò “invece penso proprio di si. Quella ragazza è più cocciuta di un mulo. “
Intanto Leia era stata catturata dai soldati che l’avevano portata da Vader.
“Ecco la ribelle che abbiamo catturato, Lord Vader. Questa è la sua arma. Insiste a dire che è qui da sola. Ma io credo che ci siano anche i suoi compagni, continuò la ricerca?”
“Molto bene Comandante. Si, continui la ricerca dei suoi compagni e mi avverta quando li avrà trovati.”
Quando furono soli Leia disse “ Dov’è Luke, cosa gli avete fatto tu e il tuo Imperatore.”
“Tra poco lo vedrai, figlia mia. Tuo fratello è insieme all’Imperatore. E’ molto cambiato.” rispose Darth Vader.
“Non chiamarmi così.” sbottò Leia. “Tu non sei mio padre. Mio padre era Bail Organa che tu hai ucciso.”

Leia entrò nella sala del trono a fianco di Darth Vader, la prima cosa che vide fu Luke al fianco del trono, indossava sempre la divisa nera con il mantello e il suo sguardo cupo le fece venire i brividi.
“Luke?” lo chiamò, ma l’Imperatore disse “è inutile  che lo chiami piccola jedi, tuo fratello è ormai sotto l’influsso del Lato Oscuro, è diventato un mio fedele servitore, come lo sarai anche tu tra poco.”
“No, mai. Non passerò mai al lato Oscuro.” disse Leia.
“Vedremo piccola jedi, anche il tuo stolto fratello aveva detto la stessa cosa, ma ora come vedi è diventato il mio più fedele servitore.” disse con un sorriso maligno.
Vader si avvicinò al trono e allungò la spada laser di Leia a Palpatine. “Questa è la sua arma mio Padrone.”
Palpatine prese l’arma e la guardò attentamente poi la posò accanto a sé e disse “Molto bene. Sei potente, piccola jedi, quasi quanto tuo fratello, e come lui presto sarai mia.”
“Non sarò mai vostra,  non so come avete costretto mio fratello a diventare schiavo del Lato Oscuro, ma con me non ci riuscirete mai.”
“Skywalker insegna a tua sorella l’ubbidienza che si deve al proprio padrone.”
“Si mio Signore” rispose il giovane inchinandosi ai piedi del trono, poi si alzò e accese la spada laser.
Era rossa notò Leia con rammarico, allora aveva ragione Obi Wan, suo fratello era diventato veramente un Sith, allungò la mano e la sua spada le volò in mano, non voleva uccidere Luke ma non si sarebbe mai inchinata davanti all’Imperatore, era venuta lì per salvare il fratello e non per diventare anche lei una vittima del Lato Oscuro.

Vader guardava i suoi due figli che combattevano uno contro l’altro, gli sembrava di vivere un incubo, non poteva essere vero. All’improvviso vide Luke disarmare Leia e calare il colpo per ucciderla e gridò “No Luke non farlo, è tua sorella.”
“Fai silenzio Vader.” sibilò furioso Palpatine e due guardie rosse affiancarono il Signore Nero. ‘Palpatine voleva essere sicuro che lui non interrompesse più il duello.’ Pensò Vader.
Ma l’avvertimento raggiunse ugualmente il giovane che fermò la spada laser a pochi cm dal collo di Leia. Luke era immobile e respirava affannosamente, chiuse gli occhi scuotendo leggermente la testa come se stesse cercando di svegliarsi da un incubo.
Leia allungò la mano e la posò su quella del fratello e mormorò “Luke, sono io Leia. Ti prego torna in te fratello.”
Luke aprì lentamente gli occhi, il rosso era scomparso e i suoi occhi erano tornati di nuovo azzurri, e mormorò riconoscendola “Leia cosa è successo, non mi ricordo niente”.
Poi  vide che cosa stava per fare e spense immediatamente la spada laser e aiutò la sorella ad alzarsi e mormorò guardandosi intorno confuso “ma cosa...”
Ma prima  che  Leia potesse parlare, una voce maligna e stridula disse “maledetta sei riuscita a liberarlo dalla mia presa, ma adesso me la pagherai.”
L’imperatore scendendo le scale sollevò le mani lanciando i suoi fulmini di Forza Oscura contro Leia ma Luke si mise davanti alla sorella e sollevando le mani bloccò i fulmini facendoli rimbalzare poi disse “Adesso ricordo tutto e non vi premetterò di far del male a mia sorella, Altezza. Io sono un Jedi e il mio dovere è distruggere il Male che voi rappresentate” Poi rivolto a Leia disse “Stai dietro di me, Leia. Ti proteggerò io.”
I fulmini colpivano ripetutamente lo schermo creato da Luke, ma il giovane non cedeva, anzi con incredibile forza di volontà iniziò ad avanzare verso l’Imperatore, ad un certo punto mormorò “Leia, ascoltami non resisterò ancora per molto a bloccare i suoi fulmini, appena hai l’occasione devi uccidere l’Imperatore, hai capito.”
“Si, ma tu..”mormorò Leia posandogli una mano su una spalla.
“Devi farlo, Leia non pensare a me, io ti proteggerò finché posso. Ma tu devi riuscire ad ucciderlo altrimenti tutto sarà perduto.”
“Va bene.” sussurrò Leia.

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Capitolo 25
*** ULTIMO CAPITOLO ***


Darth Vader guardava sconvolto la scena, i suoi figli che affrontavano l’Imperatore. Un sentimento molto simile all’orgoglio paterno stava nascendo nel suo animo. Suo figlio, il suo meraviglioso e temerario figlio stava affrontando l’Imperatore senza la minima incertezza.

Ma sentì con crescente preoccupazione che l’energia di  Luke si stava indebolendo e la sua aurea nella Forza farsi sempre più debole. Attraverso la Forza lo incitò a resistere e per risposta ebbe solo un debole sorriso. L’Imperatore se ne accorse e con un ringhio furioso aumentò l’intensità dei fulmini ma anche lui, notò Vader, sembrava visibilmente affaticato. Luke resistette ancora un po’ poi cadde su un ginocchio. Con una mano a terra per sorreggersi e l’altra ancora tesa in avanti resistette ancora qualche secondo poi cadde a terra e i fulmini lo colpirono senza pietà, Anche Leia, senza più la protezione di Luke fu colpita dai fulmini. I due giovani si contorcevano al suolo mentre i fulmini crepitavano intorno a loro.

All’improvviso Darth Vader senti nella sua mente la flebile voce di Luke che lo supplicava “ti prego padre salva Leia, salva tua figlia. Lei porta in sé gli eredi della Forza.” Poi l’aura di suo figlio scomparve nel flusso della Forza.

Darth Vader urlò il nome di suo figlio ma il giovane non rispose e né si mosse sotto l’implacabile pioggia di fulmini. Palpatine rise sguaiatamente e disse “finalmente sei morto, maledetto. Ora anche tua sorella farà la tua fine e così la stirpe degli Skywalker sparirà definitivamente.”

Finalmente Vader capì perché Palpatine aveva così paura della profezia: Uno Skywalker lo avrebbe ucciso, non sapeva chi, così per far tacere questo suo terrore nei confronti della profezia doveva  sottometterli od annientarli. Non essendo riuscito a assoggettare i suoi figli alla sua volontà, Palpatine li avrebbe uccisi. Non avrebbe lasciato vivere neppure lui, ora ne era certo. La sua paura nei loro confron- ti era troppo forte. Allora prese una decisione, forse la più importante della sua intera vita, allungò la mano e una spada laser gli saltò in mano, non sapeva a chi appartenesse  a Luke o a Leia oppure era proprio la sua, ma non gli importava, la accese e si scagliò sull’Imperatore tagliandolo a metà. Palpatine se ne accorse all’ultimo momento e lanciò i suoi fulmini contro di lui, ma era troppo tardi la spada laser lo trapassò da parte a parte.

La morte dell’Imperatore creò un uragano di forza oscura che travolse i tre. Darth Vader si chinò sui suoi figli per proteggerli da quel vento oscuro. Quando si esaurì la tormenta Vader si girò per vedere come stavano, Leia si stava rialzando ma Luke rimaneva immobile a terra.

“Come stai?” chiese alla figlia.

“Bene” rispose Leia.

Poi Vader si girò verso suo figlio chiamandolo, ma il giovane non rispose rimanendo immobile.

Vader gli posò leggermente una mano sulla fronte, sentiva la sua presenza ma era tenue e mormorò “ Luke svegliati ti prego” poi stringendogli  forte la mano continuò “perdonami è tutta colpa mia se solo fossi intervenuto prima.”

Sentì una mano posarsi sulla sua sollevò la testa e vide Leia accanto a sé che sorrise e disse “Padre, vedrai che Luke si riprenderà presto, è molto forte lo sai?”

Quel gesto le era costato molto, aveva sempre considerato Darth Vader un mostro senza cuore,freddo e crudele, invece ora leggeva  sul suo viso l’ansia e  la preoccupazione per Luke.

Alla fine lo aveva ammesso, anche con se stessa, Darth Vader era suo padre, si sentiva finalmente  libera da questo fardello emotivo.

“Padre,  dobbiamo andare via, la Ribellione è pronta a distruggere la Morte Nera.

“Non posso i fulmini dell’Imperatore mi hanno colpito, non riesco più a muovermi. Vai tu Leia e porta via da qui tuo fratello.”

“No padre, non voglio lasciarti qui.”

“Sei così forte, Leia, bella e forte proprio come tua madre.” Mormorò Vader e allungando una mano le carezzò il viso poi chiuse gli occhi.

Leia gli strinse la mano mormorando “no, padre.” E delle lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi.

In quel momento  la porta della Sala del Trono si aprì di botto ed entrarono Han Chewie, Obi Wan e un gruppo di incursori ribelli.

Han corse subito da Leia e la strinse tra le braccia mormorandole “stai bene?”

“Si.” Mormorò la giovane donna, poi si rivolse a Obi Wan che era chinò su Luke “come sta?”

“Se la caverà, che cosa è successo?”

“Nostro padre, Darth Vader ci ha protetti contro la furia di Palpatine, è morto per salvarci Obi Wan.”

“Dobbiamo sbrigarci a uscire di qui altrimenti finiremo arrosto.” Disse Han aiutando Leia ad alzarsi.  

“Voglio portare via anche mio padre, non voglio lasciarlo qui.” Disse Leia, poi continuo “se lo lasciamo qui Luke non me lo perdonerà mai, e neanch’io.”

Mentre la Morte Nera esplodeva Leia sentì un sospiro di sollievo da tutta la galassia, l’Imperatore era morto, ora erano tutti liberi.

Quando Luke si riprese trovò accanto a sé Leia e Obi Wan e chiese alla sorella “nostro padre?”

Leia gli strinse forte la mano e mormorò “è morto Luke. È morto per salvarci la vita.”

Il giovane jedi chiuse gli occhi. Qualche ora dopo sul pianeta sottostante una pira era pronta che incenerire il corpo di Darth Vader, Anakin Skywalker, fu Leia ad accendere il fuoco, Luke era seduto su una sedia portatile, ancora debole . Mentre il corpo bruciava Obi Wan gli parve di vedere il volto di Anakin che sorrideva e attraverso la Forza sentì la sua voce serena ‘grazie Obi Wan ora abbi cura dei miei figli e falli diventare due grandi Jedi.’

Obi Wan sorrise anche lui finalmente sereno ‘lo farò, Anakin.’   

 

 FINE

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