L'EREDE DELL'IMPERO di darkjedi (/viewuser.php?uid=2296)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 CAP. ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13 ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14 ***
Capitolo 15: *** LEGGETE VI PREGO ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 15 ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 16 ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 17 ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 18 ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO 19 ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 20 ***
Capitolo 22: *** CAPITOLO 21 ***
Capitolo 23: *** CAPITOLO 22 ***
Capitolo 24: *** CAPITOLO 23 ***
Capitolo 25: *** ULTIMO CAPITOLO ***
Capitolo 1 *** 1 CAP. ***
Owen
Lars aveva attraversato
tutto il deserto di Tatooine fino ad arrivare ad una casupola nascosta,
bussò e
venne ad aprire un uomo anziano che quando lo vide rimase sbalordito
“Owen? Ma
cosa ci fai qui.” Poi guardando attentamente l’uomo
vide lo sguardo preoccupato
nei suoi occhi ed esclamò “E’ successo
qualcosa a Luke?”
Owen
Lars entrò e sedendosi
su una sedia e mettendosi le mani sugli occhi mormorò
“Luke se n’è andato. Mi
ripeteva sempre che voleva entrare nell’Accademia Imperiale e
diventare un
pilota come suo padre, ma io gli dicevo che erano tutte stupidaggini,
invece lo
ha fatto davvero. Ben, Obi Wan devi fermarlo.”
“Va
bene, tu torna a casa. Io
lo andrò a cercare.” disse Obi Wan.
Obi
Wan arrivo ad Anchorhead
e chiese notizie di Luke a tutti i suoi amici ma nessuno lo aveva
visto, arrivo
fino ad Mos Eisley ma di Luke nessuna traccia.
CINQUE ANNI DOPO
La
grande sala delle feste
del palazzo Imperiale era gremita di gente ansiosa di festeggiare i
giovani
piloti appena usciti dalla Scuola di volo che si trovava lì
a Coruscant. Un
gruppetto di giovani ufficiali, tutti in divisa di gala, si guardavano
intorno
frastornati dopo tanti mesi di fatica e sacrifici finalmente avevano
raggiunto
il loro obiettivo e presto avrebbero avuto la loro destinazione. Lord
Darth
Vader si aggirava per la sala osservandoli, erano tutti giovani
eleganti e
altezzosi chissà se qualcuno di loro sarebbe stato
all’altezza di entrare nella
sua unità. Improvvisamente sentì qualcuno gridare
tra la folla “Skywalker, ehi
Skywalker dove sei?”.
Il
Signore dei Sith si girò
di scatto per vedere chi aveva gridato il suo nome e chiedendosi chi
fosse e come
faceva a conoscerlo. Erano passati 20 anni da quando l’aveva
sentito per
l’ultima volta, era stata la sua Padme, la sua amata moglie a
gridarlo. Poi
vide uno dei giovani con la divisa di gala rispondere “sono
qui, Biggs.”
I
due si salutarono con calore
come se non si vedessero da parecchio
tempo. Vader si avvicinò per vedere meglio il giovane che
aveva risposto a quel
cognome che era anche il suo. Sentì quello di nome Biggs
dire “allora ce l’hai
fatta eh ragazzaccio sei riuscito a risultare il primo del
corso.”
“Già
è stata una faticaccia
ma ci sono riuscito: Sono il primo del corso della scuola di volo. E ha
te come
va Biggs?”
“Primo
ufficiale sulla
Ecliptic. Non mi è andata tanto male.” disse
l’uomo facendogli vedere i gradi.
Quando
Biggs vide Vader
avvicinarsi scattò sull’attenti e
fece segno al giovane compagno di fare lo stesso.
I
due si girarono verso di
lui entrambi sull’attenti e Vader potè vederli
bene. Il più giovane aveva i
capelli biondo scuro e gli occhi chiari, sulla divisa di gala aveva le
mostrine
di tenente e le ali da pilota, l’altro scuro di capelli e
occhi scuri,
indossava una normale divisa e portava le mostrine di sottotenente e un
distintivo con il nome di una nave.
Vader
lo guardò fisso valutandolo,
quel giovane biondo gli ricordava qualcuno, poi disse brusco
“Mi dica il suo
nome Tenente.”
“Luke
Skywalker, Signore!”
rispose il giovane pronto.
Un
lampo di sorpresa passò
negli occhi del Signore dei Sith, ‘no, non può
essere.” Fu il primo pensiero di
Vader, poi si riprese velocemente e disse “Bene tenente
Skywalker, si goda la
serata.”
Quando
il Signore Oscuro si
fu allontanato, Luke fece un sospiro di sollievo “Umf credevo
di morire quando
mi ha rivolto la parola. Dai ora andiamoci a divertire.”
Lord
Darth Vader guardò da
lontano Luke che chiacchierava affabile con tutti, era veramente un
gran bel
ragazzo, ed era suo figlio, suo e di Padme.
Il
giorno dopo l’avrebbe
fatto chiamato per parlare con lui, voleva sapere tutto su suo figlio,
dov’era
stato tutto quel tempo, che aveva fatto, con chi era cresciuto,
probabilmente Padme
era ancora viva, non era morta come gli aveva detto
l’Imperatore ed era stata
proprio lei a crescere suo figlio. Ma se era ancora viva, allora
perchè non lo
aveva mai cercato, forse perchè lo credeva morto come lui di
lei.
Tutti
questi pensieri gli
stavano tormentando la mente, ma il giorno dopo avrebbe finalmente saputo tutto.
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Capitolo 2 *** CAPITOLO 2 ***
Il giorno seguente,
aspettando che gli dicessero a quale destinazione era stato assegnato,
Luke
stava nell’officina dei caccia TIE in riparazione. Gli
piaceva passare il tempo
libero aggiustando congegni meccanici, era la sua passione, quando
un’ufficiale
lo chiamò “Tenente Skywalker venite con me, Lord
Vader vuole vedervi. E faccia
in fretta a Lui non piace aspettare.”
Luke uscì da sotto
l’ala di
un caccia tutto sporco di grasso e dichiarò “ma
Signore non posso andare così
conciato mi dia qualche minuto per
ripulirmi.”
“Lord Vader ha detto
subito, e ti consiglio di obbedirgli.” fu la brusca risposta
dell’uomo.
Luke entrò nella sala
dei
rapporto dove si trovava Lord
Darth
Vader e si mise subito sugli attenti. Il Signore Oscuro stava leggendo
alcuni
data-pad, quando Vader alzò la testa e lo guardò
attentamente, Luke disse
“mi perdoni per il mio aspetto mio
Signore ma mi trovavo nell’officina dei caccia. Mi hanno
detto che voleva
vedermi subito.”
Aspettandosi chissà
quale
punizione per il suo comportamento Luke rimase sorpreso quando invece Vader disse “Stavo
controllando i suoi
risultati Tenente Skywalker e sono veramente straordinari. Mi
complimento con
lei.”
“Grazie,
Signore.” balbettò
Luke, tutto si sarebbe aspettato tranne che il temutissimo Signore
Oscuro gli
facesse i complimenti.
Poi Darth Vader si alzò
e
si avvicinò a Luke e guardandolo di nuovo con attenzione
disse in tono cupo “Lo
sa Tenente che ci sono i meccanici per aggiustare i caccia. Quello non
è
compito suo.”
Il giovane ingoiò a
fatica
e mormorò. “Si Signore lo so, ma a me piace e sono
bravo ad aggiustare le cose.
Ci passo solo il mio tempo libero.”
Proprio come era lui
pensò
Darth Vader, anche lui quando era giovane gli piaceva... poi fermò la
mente dal divagare in pensieri
che l’avrebbero portato dove non preferiva non andare e
chiese “E’ una passione
che ha preso da suo padre, Tenente?”
“Non lo so Signore, i
miei
genitori sono morti quando ero molto piccolo. Non li ho mai
conosciuti”
poi vedendo che Darth Vader
lo fissava senza dire niente, Luke si arrischiò a continuare
“Sono stato
allevato da mio zio Owen Lars e da mia zia Beru che hanno una fattoria
di
vaporizzatori su Tatooine.”
Quando sentì il nome del
fratellastro e della sua compagna gli ritornò in mente il
periodo passato lì in
loro compagnia, e pensò a cosa fosse accaduto se sua madre
non fosse morta e se
lui fosse rimasto lì insieme a Padme, una vita pacifica
lontano dalle guerre,
dalla politica e dai jedi. No! Non doveva pensare queste cose non
sarebbe mai
potuto rimanere lì a fare la vita del contadino. Non era la
sua vita. Però era
una situazione veramente particolare che suo figlio fosse cresciuto
sullo
stesso pianeta sabbioso dove anche lui era cresciuto. Solo una persona
lo
sapeva e avrebbe potuto portarlo lì da loro, Padme,
oppure.... Un’altro
pensiero gli venne in mente, perchè Luke se n’era
andato via da Tatooine,
cos’era successo?
“Non ti piaceva il lavoro
di agricoltore, Luke?” disse Vader in tono cordiale e
passando improvvisa-
mente al tu.
“No Signore, a me piace
volare ed esplorare la galassia. In questo assomiglio a mio padre,
così mi ha
sempre detto mio zio, noi Skywalker non sappiamo tenere i piedi a terra
e così
me ne sono andato.” finì Luke con un sorriso cauto.
Era proprio figlio suo, non
c’erano dubbi.
Vader si avvicinò ad una
finestra chissà cosa gli aveva raccontato Owen su di lui e
dandogli le spalle e
mormorò “Luke, tuo zio ti ha mai detto cosa faceva
tuo padre.”
Tutte queste domande lo
stavano confondendo, Luke non riusciva a capire il motivo per cui il
Signore
Oscuro fosse tanto interessato al suo passato.
“Mi ha detto soltanto che
era un ufficiale di rotta su un’astronave da carico,
è morto in un incidente.
Non mi ha voluto dire altro.”
Vader si lasciò andare
in una risata aspra e ripete “ufficiale su
un’astronave da carico, questo si che è veramente
ridicolo.”
Luke fece un passo in
avanti avvicinando alla finestra, dimenticando chi aveva davanti e
dichiarò
“Lei conosceva mio padre? Me lo dica.”
“Si lo conoscevo, anzi
diciamo che lo conosco molto bene. Perchè io sono tuo
padre!” dichiarò Lord
Darth Vader girandosi verso il giovane.
Luke rimase a bocca aperta
a fissarlo, poi mormorò scuotendo la testa “No,
non è possibile, non ci credo.”
Vader gli si avvicinò e
gli
mise le mani guantate sulle spalle e disse “Si, Luke,
è vero. Guarda dentro di
te ragazzo, e scoprirai che è vero!”
Luke chiuse gli occhi e
chinò la testa, stette così alcuni minuti poi
alzò la testa lentamente e
mormorò “Si lo so, non so come,
ma so
che è vero.” Poi con un tono disperato nella voce
gli chiese “Ti prego dimmi
cosa è successo a mia madre, dov’è?
Come sta?”
Darth Vader scosse la testa
“Non lo so. Mi avevano detto che era morta e che tu eri morto
con lei. Ma
quando ti ho visto ho sperato che lo sapessi tu. Invece non
è così, neanche tu
sai cosa le è accaduto.”
“L’unica cosa
che zia Beru
mi ha detto è che è morta quando sono nato io.
Padre raccontami qualcosa di mia
madre, com’era?”
“La mia Padme era dolce e
molto bella” e con lo sguardo perso nel vuoto Lord Darth
Vader, Anakin
Skywalker si mise seduto accanto a suo figlio e gli raccontò
tutto quello che
si ricordava di sua moglie.
Quando ebbe finito di
parlare Darth Vader disse “ti promuoverò
comandante e sarai assegnato al mio
Star Destroyer, l’Executor. Starai al mio fianco come mio
secondo e pilota
della mia squadriglia.”
Luke fissò
l’uomo che gli
stava davanti, suo padre, il suo Comandante, il Comandante della Flotta
dell’Impero, secondo solo all’Imperatore
“Si Signore” disse Luke scattando
sull’attenti.
“Potete andare Comandante
Skywalker. Hai la giornata libera ma voglio che tu sia raggiungibile in
qualsiasi momento.”
Quando Luke fu uscito Veder
pensò che ora doveva andare a parlare
all’Imperatore.
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Capitolo 3 *** CAPITOLO 3 ***
Darth Vader si recò
negli
appartamenti privati dell’Imperatore, era l’unico
ad avere il permesso di
entrarci.
“Mio Signore”
disse Veder
inchinandosi al suo cospetto.
L’imperatore Palpatine
era
seduto sul suo trono in quella che era l’ex sala del Senato
della Repubblica.
“Sento che
c’è qualcosa che
ti turba, Lord Vader.”
“Si mio Signore. Ho
incontrato
mio figlio. E’ uno dei giovani piloti che hanno superato il
corso giorni fa.”
Il primo impulso di
Palpatine fu quello di ordinargli di ucciderlo immediatamente, la
profezia che
sarebbe stato il figlio di Skywalker a distruggerlo lo inquietava. Poi
la brama
di conoscere ebbe il sopravvento, se riusciva a far passare il giovane
al Lato
Oscuro forse la profezia non si sarebbe realizzata e i Sith avrebbero
regnato
per sempre.
“Portalo da me, Lord
Vader.”
“Si, mio
Signore.”
Quando riferì il
colloquio
con l’Imperatore a Luke, il giovane sbiancò e
mormorò “io al cospetto
dell’Imperatore?”
“Si Luke,
l’Imperatore
Palpatine vuole conoscerti, devi essere fiero della sua benevolenza nei
tuoi
confronti.”
“Lo sono padre,
è... che ho
un pò di timore di essere al suo cospetto. Ho sentito voci
di persone che non
gli erano gradite e sono scomparse misteriosamente.”
“Non preoccuparsi tu sei
mio figlio e piacerai all’Imperatore.”
Padre e figlio avanzavano
fianco a fianco lungo la sala del trono, la sala era completamente
vuota e il
silenzio, rotto solo dai passi dei due uomini, era opprimente.
Arrivati davanti al trono
entrambi s’inginocchiarono al cospetto
dell’Imperatore Palpatine.
“E’ lui, Lord
Vader.”
chiese Palpatine mentre il suo sguardo acuto passava dal suo braccio
destro al
giovane, in uniforme, al suo fianco
“Si, mio Signore, lui
è il
Comandante Luke Skywalker, mio figlio.”
“Alzati giovane
Skywalker.”
disse Palpatine poi si alzò dal trono e si
avvicinò a Luke, mentre il giovane
si drizzava lo guardò con interesse, poi senza dire una
parola tornò seduto sul
trono. Quello che aveva visto gli piaceva, il giovane era ben fatto e
con lo
sguardo saldo e senza paura come aveva una volta Darth Vader, ora
voleva vedere
se aveva ereditato dal padre anche i poteri.
Luke stava fermo, in piedi,
sotto lo sguardo intenso dell’Imperatore non sapendo cosa
fare o cosa dire,
quando improvvisamente senti una forza sconosciuta tentare di
penetrargli nella
mente, istintivamente la bloccò impedendogli di andare oltre.
Palpatine scoppiò in una
risata aspra “molto bene giovane Skywalker, sono rimasto
molto sorpreso dalla
tua reazione. Hai dei poteri molto sviluppati, nonostante, penso che
nessuno ti
abbia ancora insegnato a usarli.”
“Poteri?”
ripeté Luke
sorpreso.
Palpatine si voltò verso
il
suo apprendista “non sa chi è?”
“No, mio Signore, mio
figlio non è al corrente del suo retaggio.”
“Insegnagli tutto
ciò che
deve sapere, Lord Vader, poi riportalo da me, completerò io
il suo
addestramento.” disse Palpatine.
Mentre padre e figlio
stavano uscendo Palpatine stava già iniziando a fare i suoi
progetti sul
giovane Skywalker. Quando Lord Vader avesse terminato il suo compito e
portato
il giovane al suo cospetto ci avrebbe pensato lui a persuadere il
giovane a
uccidere il padre e diventare il suo nuovo apprendista, e finalmente
avrebbe
avuto un apprendista giovane, forte e soprattutto sano.
Quando furono da soli Luke
disse “padre di cosa parlava l’Imperatore, che
poteri ho?”
“Dopo ti
spiegherò tutto.
Ora andiamo sul mio incrociatore il
nostro dovere è dare la caccia ai traditori
dell’Impero, quella feccia che si
fa chiamare Alleanza Ribelle.”
Mentre camminava con suo
figlio al fianco, Lord Vader fu sfiorato da un pensiero inebriante,
avrebbe
addestrato Luke e quando il ragazzo fosse diventato abbastanza esperto
nelle
arti sith, insieme avrebbe- ro sconfitto l’Imperatore e
finalmente avrebbe
governato la galassia con suo figlio al suo fianco.
Nei primi giorni trascorsi
sulla nave comandata dal padre Luke scoprì che suo padre era
temuto da tutti i suoi
soldati e dagli ufficiali. Di riflesso anche Luke era temuto ma gli
ufficiali
lo detestavano perchè non riuscivano a capire il motivo per
cui il loro Signore
lo stimasse a tal punto da tenerlo al suo fianco. Ma Luke non importava, pensava solo ad eseguire
gli ordini di suo
padre e a fare tutto quello che gli ordinava.
Un giorno suo padre lo
aveva portato in un grande spazio occultato accanto ai suoi alloggi e gli aveva spiegato che la
Forza, un’energia
misteriosa, scorreva potente in entrambi, e
gli aveva insegnato i primi elementi base del
combattimento con la spada
laser e della meditazione, poi gli aveva dato dei datapad sopravvissuti
alla
vecchia Repubblica che spiegavano come si esercitavano gli studiosi
della
Forza, i Sith.
Presto Darth Vader
scoprì,
proprio come aveva fatto l’Imperatore, che Luke aveva un
abilità naturale alla
Forza e imparava subito ciò che lui gli insegnava e durante
i loro lunghi
duelli iniziava a tenergli testa.
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Capitolo 4 *** CAPITOLO 4 ***
Mentre si stava allenando
sotto lo sguardo vigile di suo padre giunse una chiamata dal ponte
dell’Executor.
“Signore abbiamo
intercettato una nave senatoriale con le insegne Alderaan gli abbiamo
intimato
di fermarsi ma tenta di sfuggirci.”
“Statele dietro, questa
volta non ci sfuggirà.” gridò Veder,
poi girandosi verso suo figlio disse
“vieni Luke ti farò vedere come l’Impero
tratta i traditori.”
Sulla plancia dello Star
Destroyer, al fianco del padre, Luke segui l’inseguimento
alla piccola
astronave. Finalmente la piccola nave, colpita più volte, si
fermò e il grande
incrociatore calò su di lei impedendole di fuggire ancora.
Darth Vader si girò
verso
un ufficiale e disse “Mandate due squadre di soldati voglio
quella nave e tutto
il suo equipaggio.”
Quando il combattimento si
fu concluso Darth Vader salì sulla nave, nella plancia erano
radunati tutti i
prigionieri, Vader si avvicinò a quello che sembrava il
più alto in comando e
stringendo la mano intorno al collo lo sollevo da terra.
Un soldato gli si
avvicinò
“Signore i piani rubati non sono nel computer
principale.”
Con gli occhi che ardevano
di rabbia, Vader guardò fisso l’uomo e
ringhiò “dove sono i piani rubati che vi
hanno trasmesso.”
“Non abbiamo ricevuto
nessuna trasmissione.” balbettò l’uomo,
poi continuò dandosi un contegno
“questa è un nave consolare, non avete visto i
contrassegni. Siamo in missione
diplomatica.”
“Al diavolo la vostra
missione. Voglio i piani che vi hanno
trasmesso.”gridò Vader stringendo ancora
più forte la presa.
L’uomo gorgoglio qualche
parola intelligibile poi tacque immobile. Darth Vader
lo gettò contro una paratia poi
gridò
“cercate i passeggeri li voglio vivi.”
Luke era accanto a suo
padre quando i soldati portarono all’interno della nave
l’unico passeggero
della nave catturata.
Era un’esile ragazza in
abiti senatoriali, anche se aveva le mani legate dietro la schiena
aveva un
atteggiamento impassibile.
Quando lo vide la giovane
trasalì e disse seccamente “Darth Vader, solo tu
potevi osare tanto. Non so
come potrai giustificarti quando sentiranno che hai attaccato una
missione
diplomatica.”
“Senatore Leia
Organa.”
disse Vader chinando leggermente la testa, poi continuò
“questa volta non
potete mettere la scusa che era una
missione di soccorso, avete attraversato un sistema proibito ignorando
gli
avvertimenti e gli ordini di invertire la rotta. Abbiamo anche
rintracciato le
trasmissioni che vi hanno mandato le vostre spie. Voglio sapere che
fine hanno
fatto i piani che vi hanno trasmesso.” tuonò poi
avvicinandosi minacciosamente
alla giovane.
La giovane rimase
impassibile e disse “non so neanche di cosa stai parlando,
sono un membro del
Senato Imperiale in missione ad Alderaan.”
“Voi fate parte
dell’Alleanza e siete una traditrice.”
gridò Vader poi rivolgendosi ai soldati
che l’avevano portata li disse “portatela in
prigione.”
Luke la seguì con lo
sguardo mentre la portavano via, era bella ed aveva del coraggio,
pensò, di
solito tutti tremavano davanti a suo padre.
Poi si ricordò quello
che
aveva visto quando suo padre si trovava sulla nave catturata.
“Signore quando
eravate a bordo hanno lanciato dei gusci di salvataggio, è
probabile che li
abbia nascosti li dentro.”
“Ottima intuizione
Luke.”
disse Vader poi si girò e disse ad un ufficiale
“mandi giù una squadra e
recuperi quei gusci.”
Il giorno dopo Luke non
seppe resistere alla curiosità e scese giù nel
livello più
basso della nave dove si trovavano le
prigioni.
“Devo vedere la
prigioniera.” disse Luke ad uno dei soldati di guardia.
“Non sono stato avvisato
comandante, dovrò chiedere.”
“E’ stato Lord
Vader in
persona ad ordinarmi di venire a vedere la prigioniera. Vuoi
disturbarlo,
soldato.” rispose Luke con voce dura.
“No Signore. La cella
è la
numero 8721, vuole un soldato di scorta?”
“No, vado da
solo”. Fu la
risposta di Luke mentre voltava le spalle alle guardie e si diresse
dove si
trovavano le celle.
Aprì la cella con il
numero
che il soldato gli aveva detto, entrò e richiuse la porta
alle sue spalle,
appoggiandosi su di essa.
La giovane donna era
distesa sulla branda che era l’unico oggetto che si trovava
nella cella,
sollevò la testa e disse “E tu chi sei?”
Luke non rispose e
continuò
a fissarla, era proprio bella, era un peccato che fosse contro
l’Impero
“Allora vuoi dirmi chi
sei?
Sei muto forse? L’Impero è così a corto
di uomini che prende anche gente
ritardata?” disse in tono derisorio.
“Sono il Comandante Luke
Skywalker, Senatrice Organa” disse Luke chinando appena la
testa in un inchino
beffardo, poi con lo stesso tono di lei continuò
“mi stavo chiedendo perchè una
donna bella come voi si deve occupare di queste stupidaggini come la
ribellione
contro l’Impero.”
Quando comprese il
significato della frase un tenue rossore si diffuse sul viso della
ragazza che
si alzò in piedi furiosa
e disse “Senti
sottospecie di soldatino...”
Ma Luke sollevò una mano
fermando l’insulto della giovane e disse aprendo la porta
della cella “vedo che
non ha voglia di fare due chiacchiere in modo civile perciò
me ne vado.”
Luke uscì dalla cella
lasciando Leia di stucco in piedi al centro della cella.
Luke
s’incamminò verso
l’uscita della prigione sorridendo tra sé e
sé. Si era veramente divertito a
ridurre al silenzio la giovane. Ma non era ancora finita, il giorno
dopo
sarebbe tornato, si ripromise.
Infatti il giorno dopo,
quando il padre era occupato in altri incarichi, si diresse verso la
prigione,
questa volta oltrepassò la sala di controllo senza rivolgere
la parola ai
soldati che si trovavano lì in servizio e si diresse verso
la cella di Leia.
Entrò e disse
“Buongiorno
senatrice, oggi siete di umore migliore? Vi va di parlare o volete
ancora
insultarmi?”
Leia stava per insultarlo
di nuovo ma decise di comportarsi bene e preferì tacere e
mormorò “di cosa
volete parlare.”
“Della
ribellione” disse
Luke prendendola alla sprovvista.
Leia lo guardò
sospettosa e
disse “io non c’entro niente con la ribellione
l’ho già detto,”
“Non
m’interessa se siete
della ribellione o no, voglio solo sapere perchè questi
ribelli vogliono riget-
tare la galassia in un’altra guerra. L’Impero ha
portato la pace ma loro
vogliono combattere ancora.” disse Luke duramente.
“Che cosa? Senti brutto stupido il tuo
Impero sta
schiavizzando interi mondi e tu la chiami pace. La ribellione
sta....”
Ma Luke la fermò
sollevando
una mano e gli ordinò “zitta!” Aveva
sentito suo padre che lo stava convocando.
Si girò e uscì dalla cella senza dire una parola,
e Leia rimase lì ferma a
guardare la porta chiusa e a chiedersi cosa era successo.
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Capitolo 5 *** CAPITOLO 5 ***
Luke entrò nella plancia
dell’Excutor e la vista dello schermo lo lasciò
senza fiato. Una stazione
spaziale, la più grande che avesse mai visto era visibile
sullo schermo.
Luke si avvicinò al
padre e
Vader disse “Questa Luke è la Morte Nera, la nuova
micidiale arma dell’Impero.
Con questa schiacceremo finalmente la ribellione. Ora saliamo a bordo
devo
presentarmi al Governatore Tarkin.”
Una volta dentro l’enorme
stazione Darth Vader e Luke si diressero verso i piani superiori, Luke
si
manteneva ad alcuni passi di distanza da suo padre, come un qualsiasi
sottoposto, quando i due incontrarono il Governatore Tarkin,
l’uomo gli diede
una veloce occhiata e poi si rivolse a Darth Vader e disse
“Venite Lord Vader
siamo ansiosi di ascoltare il vostro rapporto.”
Il Signore Oscuro si
girò
verso suo figlio e disse “Comandante Skywalker può
ritirarsi negli alloggi per
gli ufficiali, quando avrò bisogno di lei la farò
chiamare.”
Luke scattò
sull’attenti e
disse “Si signore.”
Era felice di
andarsene quell’uomo non gli piaceva per niente, anche se era
il governatore
della regione.
Luke si diresse verso gli
alloggi ma poi cambiò idea e fermò un soldato e
gli disse “Soldato sono il
comandante Skywalker accompagnami alle prigioni.”
Luke voleva vedere Leia,
l’ultima volta avevano lasciato in sospeso
un’interessante discussione.
L’uomo lo
accompagnò nelle
viscere della base con un turboascensore, ma quando fu al posto di
controllo della
prigione, si presentò e disse "Lord Vader mi ha ordinato di
controllare la
senatrice Organa, ditemi il numero della cella in cui è
rinchiusa." Ma
l’ufficiale di guardia rispose “mi dispiace
comandante ma per ordine del
governatore Tarkin, nessuno può vedere la
prigioniera.”
“Sono
l’attendente di Lord
Vader e la prigioniera era sotto la mia responsabilità.
Voglio vederla
immediatamente.” dichiarò Luke alzando la voce
minaccioso.
L’ufficiale
impallidì e
disse “Mi... dis...piace ma non posso farla passare
comandante. Gli ordini del
Governatore Tarkin sono stati chiari,
nessuno può vedere e parlare alla prigioniera.”
Luke se ne andò furioso,
stava nei suoi alloggi a pensare a come risolvere quel ostacolo quando
fu
chiamato sul ponte. Quando arrivò un ufficiale gli disse che
era atteso nella
sala riunione e lo accompagnò davanti alla porta, Luke
bussò poi entrò, davanti
a lui c’era suo padre e seduto a un lato del lucido tavolo,
che lo fissava,
c’era il Governatore Tarkin.
L’uomo disse
“Comandante
Skywalker mi hanno detto che ha cercato di vedere la
prigioniera.”
“Si Signore.”
rispose Luke
poi guardando suo padre continuò
“sull’Executor avevo iniziato ad interrogare
la prigioniera e lei si stava iniziando a dirmi qualcosa sulla
Ribellione.”
“Non si preoccupi
comandante, qui abbiamo i nostri metodi per far parlare la gente. I
nostri
Droidi Inquisitori non falliscono mai.” disse Tarkin con un
ghigno.
Luke sentì un brivido
lungo
la schiena, aveva sentito parlare dei droidi inquisitori e sapeva di
cosa erano
capaci, quell’uomo era un mostro.
Riuscì a tenere ferma la
voce mentre rispondeva “Molto bene, Signore. Posso
andare.”
Tarkin annuì e fece un
gesto con una mano e Luke uscì.
Dopo un pò fu raggiunto
da
Darth Vader, il Signore Oscuro lo guardò negli occhi e disse
“stavi davvero
cercando di farla parlare o la andavi a trovare perchè provi
qualcosa per la
Senatrice Organa.”
Luke fisso a sua volta suo
padre e rispose con voce ferma “No Signore, volevo solo
sapere qualcosa di più
sulla ribellione. Non sento niente per lei.”
“Molto bene Luke. Ho
detto
al Governatore Tarkin che sei il miglior pilota della Flotta Imperiale
e che
addestrerai i piloti assegnati alla Morte Nera.”
“Benissimo Signore, mi
metto subito al lavoro.”
I giorni passavano e Luke
non era ancora riuscito a sapere cos'era accaduto alla Senatrice Organa
e per
non pensarci aveva preso seriamente il suo compito di addestratore e
ben presto
i piloti della Morte Nera avevano raggiunto un buon livello di
abilità. Un
giorno, mentre era nell’hangar a controllare i caccia TIE,
come era sua
abitudine nei momenti liberi senti una chiamata del padre.
Quando giunse sul ponte,
sullo schermo era appena visibile un meraviglioso pianeta di un verde
splendente. Né Tarkin e né suo padre notarono la
sua presenza, Luke si mise ad
osservare il pianeta che diventava sempre più grande mentre
la stazione
spaziale si avvicinava.
Un ufficiale si avvicinò
a
Lord Vader e a Tarkin e disse “ Signore, siamo appena entrati
nel sistema di
Alderaan.”
E così quello era
Alderaan,
pensò Luke, ne aveva già sentito parlare, era
molto diverso dal pianeta dove
era cresciuto lui, chissà com'era vivere in un pianeta dove
non mancava mai
l'acqua.
Sentì le porte del ponte
che si aprivano e si girò e vide due guardie che entravano
portando tra di loro
Leia Organa.
“Buongiorno, Altezza
è un
vero piacere rivederla.” disse Tarkin con voce melliflua.
“Il piacere è
tutto vostro
Tarkin, ma non il mio." disse Leia.
“Gentile come sempre, non
siete cambiata affatto.” rispose Tarkin, poi
continuò “siete qui per assistere
alla prima dimostrazione della nuova arma dell’Impero, ed
è stata la vostra
testardaggine a non rivelarci la posizione della base ribelle a
determinare la
scelta del bersaglio. Collauderemo questa stazione da battaglia contro
il
vostro pianeta Alderaan.”
“No vi prego Alderaan
è
pacifico non abbiamo armi.”
“Allora datemi un nuovo
bersaglio, ditemi dove è situata la base ribelle o
farò fare fuoco.”
Sollevo una mano per
ordinare di fare fuoco, ma Leia gridò “no
aspettate! Sono su Dantooine. La base
ribelle è su Dantooine.” disse poi in tono
abbattuto.
“Vedete Lord Vader la
nostra ospite sa anche essere ben disposta quando le si fanno le
domande
giuste.” disse Tarkin con un sorriso cattivo. Poi
continuò rivolto ai suoi
uomini “potete fare fuoco appena l’arma
sarà pronta.”
“Cosa! Ma lei aveva
detto..”
“Mia cara principessa,
Dantooine è troppo lontano per servire da esempio. La
distruzione di Alderaan
servirà per dimostrare la potenza di questa stazione da
battaglia e scoraggerà
tutti quelli che vogliono ribellarsi all’Impero. Non si
preoccupi mi occuperò
al più presto anche dei suoi amici ribelli su
Dantooine”
Luke era sconvolto dagli
eventi che stavano avvenendo sotto i suoi occhi, fece per fare un passo
in
avanti e intervenire che sentì la voce del padre nella sua
mente che gli
ordinava di stare fermo.
Assistette senza poter
intervenire alla distruzione del pianeta Alderaan, nel momento in cui
Tarkin
ordinò di fare fuoco vide Leia lanciarsi in avanti gridando
ma suo padre la
tenne saldamente, non poteva crederci che il ‘suo’
Impero fosse responsabile di
un tale crimine. Uscì di corsa dal ponte e si
andò a rifugiare nel suo
alloggio.
Crollò seduto sul letto
con
la faccia tra le mani, rivedeva ancora il lampo accecante
dell’arma e
l’esplosione che aveva distrutto il pianeta.
Come era potuto accadere,
quel Tarkin era davvero un essere ignobile, aveva distrutto un mondo di
migliaia, forse di milioni di abitanti senza alcuna esitazione e suo
padre
aveva assistito alla scena senza opporsi minimamente, come aveva potuto.
In quel momento la porta si
aprì di scatto ed entrò Lord Darth Vader.
“Perchè?”
gridò Luke
alzandosi in piedi furioso, fronteggiando suo padre.
Vader guardò suo figlio,
sentiva la sua rabbia, nessuno degli ufficiali imperiali avrebbe osato
tanto,
tutti accettavano quello che vedevano senza reagire.
“Erano nemici
dell’Impero,
Luke E i nemici vanno annientati.” rispose Vader con logica
ferrea.
“Quelli non erano ribelli
che stavano combattendo contro di noi, era un pianeta di persone
pacifiche che
non avevano fatto niente.” replicò Luke.
“Sapevamo per certo che
stavano complottando contro l’Impero e questo le bastare
Comandante Skywalker.
Ora sei un soldato dell’Impero e il tuo dovere è
annientare i suoi nemici
chiunque essi siano. Hai capito bene?”
Il tono di Darth Vader era
duro e inflessibile, come quando parlava alle sue truppe.
“Si Signore.”
rispose Luke
in tono altrettanto duro.
Poi Vader continuò con
voce
più quieta “Luke, tu sei mio figlio e non puoi
lasciarti andare a queste
debolezze. Non puoi permetterti di avere scrupoli di questo tipo se
vuoi essere
un sith come me.”
“Ho capito padre, non
accadrà più.”
Mentre il giovane
usciva Vader disse
“Tarkin ha mandato
una squadriglia ad ispezionare Dantooine. Vai sul ponte e resta in
contato con
loro, poi fammi sapere.”
"Si Signore"
rispose Luke.
Mentre Luke camminava con i
pugni stretti per la rabbia repressa
e
diretto al Ponte di Comando della Morte Nera il suo pensiero fisso era
‘mi
dispiace padre, ma non
riuscirò mai a
uccidere popolazioni inermi a sangue freddo come fate tu e Tarkin e se
questo
significa non diventare mai un sith, ebbene non lo diventerò.
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Capitolo 6 *** CAPITOLO 6 ***
Intanto su un mercantile
corelliano due persone, una giovane e una anziana, stavano discutendo.
“Per me è una
pazzia andare
solo noi due, Ben, non riusciremo mai a liberarla. Là dentro
ci saranno
migliaia di soldati.”
“Abbi fiducia in me, Han.
E’ proprio perchè siamo solo in due che non ci
scopriranno mai. In tre scusami
Chewbacca lo so che ci sei anche tu.” disse in risposta ad un
borbottio del
copilota peloso della nave. “E poi ho alcuni assi nella
manica.” disse Ben mettendo
una mano sulla spalla di Han che
stava pilotando la nave, continuò “dai andiamo,
buttiamoci nella tana del
leone.”
Lord Darth Vader insieme al
governatore Tarkin e ad alcuni tecnici stavano riguardando i risultati
del
primo impiego della più efficiente macchina di distruzione
dell’Impero, la
Morte Nera. Il
Signore Oscuro era
soddisfatto dei risultati, con quell’arma in suo possesso
avrebbe sottomesso
tutta la galassia.
Con la coda dell’occhio
vide suo figlio entrare e fermarsi accanto alla porta in atteggiamento
di
attesa, allora fermò gli uomini che stavano parlando e si
girò verso di lui e
disse “Ci sono novità Comandante
Skywalker?”
“Si Signore.”
rispose Luke,
poi continuò “i nostri ricognitori hanno raggiunto
Dantooine ma non hanno
trovato traccia di installazioni dei ribelli. Ora stanno setacciando i
pianeti
vicini.”
Nonostante il viso
impassibile e la voce ferma Darth Vader sentiva nel figlio
un’indefinita
sensazione di compiacimento, come se fosse contento che le truppe
imperiali non
avessero trovato nessuno sul pianeta.
Vader fissò il figlio
facendogli sentire tutta la sua disapprovazione, ma Luke non diede
segno di
averlo percepito, anzi continuava a guardare fisso davanti a
sé con aria seria.
Tarkin all'oscuro della
prova di forza tra padre e figlio aveva iniziato a inveire
furiosamente. “Mi ha
mentito! La principessa mi ha mentito.”
“Le avevo detto che non
avrebbe mai tradito la Ribellione volontariamente.”
replicò Vader.
Tarkin si girò per
rispondere a Vader e vide che Luke era ancora lì fermo
accanto alla porta e
gridò “Cosa fa ancora lì Comandante.
Esca. Se ne vada.”
“Agli ordini
Eccellenza.” disse
Luke chinando la testa leggermente poi stava girandosi per andarsene
quando
sentì la voce di suo padre che disse “Voglio
parlare con lei più tardi
comandante Skywalker.”
“Si Signore, ho appena
finito il mio turno e può trovarmi miei alloggi.”
rispose Luke.
Quando uscì
incrociò un
altro ufficiale che si stava dirigendo alla sala riunioni, lo
fermò e disse
“non ti conviene entrare lì dentro, il governatore
Tarkin è furioso.” Infatti
si sentivano le grida rabbiose dell’uomo.
Riconoscendolo come
l’attendente di Vader, l’uomo disse
“abbiamo appena catturato un mercantile
corelliano.”
“Va bene. Lo
dirò io a Lord
Vader più tardi, intanto andiamo a perquisirlo.”
disse Luke camminando a fianco
dell’uomo mentre si dirigevano verso l’hangar.
Quando arrivarono
all’hangar alcuni soldati erano già lì,
e vedendo Luke, uno di loro disse “lo
abbiamo controllato da cima a fondo Comandante, ma la nave è
deserta.”
“Un rottame simile
sarà
sicuramente alla deriva da un pò.” rispose Luke
guardandolo con aria critica.
“Ributtatelo fuori.” Poi un’idea gli si
formò nella mente ‘la nave avrebbe
potuto servire per nascondere e poi far scappare la ragazza, i progetti
di
Tarkin nei suoi confronti erano ignobili, lo aveva sentito gridare
minacce
spregevoli e poi chi avrebbe potuto incolpare lui,
l’attendente di Lord Vader.
Allora disse “No aspettate, lasciatelo lì Lord
Vader vorrà ispezionarlo di
persona.”
Luke entrò nel settore
delle prigioni, aveva deciso di usare la Forza per piegare le menti dei
soldati
e liberare Leia, il pensiero che Tarkin la uccidesse... non voleva
nemmeno
pensarci. Suo padre avrebbe capito subito chi era il colpevole ma a
Luke non
importava. Il dubbio che lo tormentava invece era: Lord Vader lo
avrebbe
denunciato a Tarkin oppure avrebbe taciuto e lo avrebbe coperto.
Notò subito
che c’era qualcosa che non andava sentiva delle voci agitate,
fece alcuni passi
e vide un soldato solo che parlava nervosamente al microfono, era senza
elmetto. Entrò dentro ed gridò “che
succede qui!”
L’uomo si girò
e mentre gli
sorrideva impudente disse “Qui tutto bene. Non si preoccupi
comandante, abbiamo
avuto un problema con delle armi difettose. E’ meglio che
adesso torni su al
sicuro ”
Luke lo guardò
attentamente
quell’uomo non gli piaceva di solito nessun soldato si
rivolgeva a lui in modo
così sfacciato, sapevano che era l’attendente di
Lord Vader, poi si guardò
intorno e notò che non c'erano altri soldati e mancava anche
l'ufficiale che
doveva comandare il posto di guardia. Tirò fuori il suo
blaster e lo
puntò sull’uomo “soldato ti ordino di
dirmi il tuo nome e il tuo numero di identificazione.”
L’uomo lo
guardò senza
battere ciglio e Luke sollevò ancora la sua arma e
ribadì “Sto aspettando
soldato.”
Improvvisamente sentì
due
forti braccia che lo stringevano, erano due lunghe braccia pelose: uno
Wookiee.
Luke lasciò cadere la pistola e cercò di
liberarsi ma lo scimmione peloso lo
stringeva sempre di più, ormai faceva fatica a respirare,
l’uomo intanto era lì
fermo a guardare, anzi il suo sguardo era diretto ai corridoi delle
celle.
Ormai stava diventando tutto buio intorno a lui e Luke era certo che
sarebbe
morto stritolato da quella bestia, l’ultima cosa che
sentì prima di svenire fu
una voce che disse “fermo Chewie, non ucciderlo.”
Obi Wan Kenobi entrò in
quel momento nella sala seguito da Leia, e vide Luke tra le zampe del
Wookie e gridò
“fermo Chewie, non ucciderlo.”
Il Wookie spalancò la
braccia e Luke scivolò a terra svenuto, l’uomo si
avvicinò a lui e mettendogli
due dita sul collo gli sentì il battito che era debole ma
regolare, si alzò con
un sospiro “per fortuna è ancora vivo. Aiutami a
tirarlo su Han,
dobbiamo portarlo con noi.”
Il giovane uomo che
rispondeva al nome di Han sbottò “ma sei pazzo
Kenobi, è un Imperiale.”
“E’ importante
che venga
con noi, poi ti spiegherò Han.”
“Ok. Chewie tiralo
su.”
Il Wookie borbottò un
pò
poi tirò su il giovane e se lo mise sulle spalle come un
sacco di patate. Poi
il gruppetto iniziò a correre verso l’uscita della
prigione.
Erano quasi arrivati
all’Hangar della Morte Nera, evitando le pattuglie quando
furono bloccati da
un gruppo di soldati e uno di loro gridò
“Fermi arrendetevi.”
Han gridò
“abbiamo come
ostaggio un vostro ufficiale, se non ci farete passare lo
farò fare a pezzi dal
mio amico wookie, e sapete che loro non hanno molta simpatia per voi
imperiali.”
“Han non
puoi....” disse
Kenobi allarmato.
Han si girò e gli fece
un
gesto come per tranquillizzarlo.
Improvvisamente si sentì
una voce cupa “Che succede qui?”
Darth Vader aveva cercato
Luke nei suoi alloggi e non trovandolo stava mandando un soldato a
cercarlo,
quando aveva sentito l’allarme di una fuga dalla prigione.
Seguendo uno strano impulso
si diresse verso l’hangar.
Il comandante della squadra
quando lo vide disse “Mio Signore ci sono dei ribelli. ma li
abbiamo fermati.
Però hanno un nostro ufficiale come ostaggio e minacciano di
ucciderlo se non
li lasciamo andare.”
Darth Vader fece alcuni
passi avanti fino a trovarsi quasi di fronte ai ribelli di cui parlava
l’uomo e
gli si gelò il sangue vedendo suo figlio tra le zampe dello
wookie. Il suo
primo impulso fu di usare la Forza per uccidere la bestia e liberare
suo
figlio, ma conosceva troppo bene quegli esseri e sapeva che Luke
sarebbe morto
all’istante, poi c’era lui, il suo ex maestro, Obi
Wan Kenobi. Lui avrebbe
sicura- mente capito le sue
intenzioni. L’unica scelta era lasciarli andare, Luke era un
ragazzo
intelligente e avrebbe trovato il modo per fuggire.
“Lasciateli
passare” disse.
“Come ha detto Mio
Signore.” disse l’uomo credendo di non aver capito
bene.
“Lasciateli andare via.
Ho
detto!” ringhiò furibondo, poi mentre il gruppo
passava tra i soldati diretto
alla loro nave, Darth Vader guardò fisso Obi Wan e quando il
maestro Jedi passò
accanto a lui disse con voce piena di rabbia e odio “questa
te la farò pagare
Obi Wan, te lo giuro.”
“Lo sto salvando dai
malvagi progetti tuoi e del tuo Imperatore.” disse Obi Wan.
Mentre guardava la nave
decollare Darth Veder si chiese il motivo per cui il suo ex maestro
aveva
rischiato tanto per salvare la figlia di Organa, sicuramente la notizie
che un
jedi era tra i capi della ribellione era vera, un motivo in
più per distruggere
quella feccia ribelle.
Il Millenium Falcon
partì
senza che nessuna nave dell’Impero la fermasse, la minaccia
aveva funzionato.
“Stai bene
Leia?”
“Si Obi Wan, grazie per
essere venuti a salvarmi.”
“Tuo padre era molto
preoccupato per te e lui non si reggeva.” replicò
Obi Wan indicando la cabina
di pilotaggio dell’astronave dove si trovava Han.
In quel momento Han uscì
dalla cabina e ripeté “stai bene Leia.”
Fu Obi Wan a rispondere
“si
Han non ti preoccupare sta bene.”
Han continuò
”quando
abbiamo sentito che eri stata intercettata siamo corsi in tuo aiuto ma
quando
siamo arrivati eri stata già portata via e la Tantive
distrutta.”
“Dobbiamo scendere su
Tatooine a ritrovare i droidi. Ho nascosto lì i
piani.”
“Va bene. Tra poco saremo
lì” disse Han tornando nella cabina.
“Obi Wan grazie ai tuoi
insegnamenti sono riuscita a resistere agli interrogatori. Ma
l’Impero ha
distrutto Alderaan.” disse Leia.
Obi Wan
l’abbracciò
calorosamente e mormorò “Oh no! Leia mi dispiace
immensamente.”
“Appena troveremo i miei
droidi con i piani riusciremo a distruggere quella maledetta arma
così nessun
altro pianeta sarà distrutto.”
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Capitolo 7 *** CAPITOLO 7 ***
Luke si svegliò mentre
qualcuno gli passava un straccio umido sul viso, aprì gli
occhi e vide che era
Leia, la giovane donna gli chiese “stai bene?”
Luke cercò di sollevarsi
ma
si accorse di avere ai polsi un paio di manette elettroniche, Leia fu
subito al
suo fianco per aiutarlo ma lui la respinse bruscamente e tirandosi su
borbottò
“ce la faccio da solo.” Poi si guardò
intorno si trovava sicuramente nella sala
passeggeri di un’astronave, c’erano Leia, il
vecchio che aveva impedito al
wookie di ucciderlo, e l’uomo che si era travestito da
soldato imperiale, il Wookie
doveva essere nella cabina di pilotaggio.
Erano sicuramente il gruppo
di ribelli mandato a salvare la senatrice Organa. Almeno lei ora era
salva, adesso
però era lui ad essere prigioniero del nemico,
l’Alleanza Ribelle. Se avessero
saputo la sua vera identità lo avrebbero ucciso
all’istante.
“Devo proprio farvi tanta
paura se mi tenete legato e sotto stretto controllo.” disse
Luke guardandosi
intorno con aria sdegnosa.
“Quelli della tua specie,
ragazzino, sarebbero capaci di danneggiare questa nave e farla
esplodere solo
per eliminare uno di noi ribelli.” ribatte sprezzante Han.
Luke si alzò in piedi
furioso “io sono un ufficiale, non mi confondere con quella
gentaglia dei cloni
della fanteria.”
I due si fissarono rabbiosamente
come se stessero lanciarsi uno contro l’altro, in quel
momento anche Chewie si
era unito a Han digrignando i denti.
In quel momento Obi Wan si
alzò e disse “avanti state calmi voi due. Han per
favore vai a controllare la
rotta. Dobbiamo arrivare al più presto su
Tatooine.”
“Come vuoi
Kenobi.”
“E tu Luke siediti e stai
calmo.”
Luke lo fissò con
attenzione poi si mise seduto senza reagire mentre la sua mente
ribolliva, quel
vecchio doveva essere Obi Wan Kenobi, l’ultimo jedi a cui suo
padre stava dando
la caccia. Chiuse gli occhi cercando di raggiungerlo ma
un’altra voce s’intromise
nella sua mente ‘è inutile che cerchi di
raggiungere tuo padre, Luke non sei forte
abbastanza.’
Luke aprì gli occhi di
scatto e vide Kenobi che sorrideva leggermente poi disse a bassa voce
“E’
inutile avvertirlo, Darth Vader sa già che sono
tornato.”
Luke spalancò gli occhi
e
mormorò “tu... sai chi sono. Come?”
“Ti racconterò
tutto
un’altra volta, e non temere il tuo segreto è al
sicuro con me.” affermò Obi
Wan sempre a voce bassa..
Dopo qualche ora Han fece
capolino dalla cabina di comando e disse “Stiamo arrivando a
Tatooine, dove
devo atterrare.”
Luke sollevò di scatto
la
testa, erano arrivati su Tatooine! Il suo primo impulso fu di correre
all’oblò
e guardare il suo pianeta natale, ma si costrinse a rimanere seduto
stringendo
i pugni stretti resistendo all'impulso.
Obi Wan si alzò e si
diresse alla cabina e disse “Han atterriamo
laggiù” poi continuò “ ho
degli
amici che ci possono aiutare a ritrovare i droidi.”
Atterrarono accanto ad una
delle tante fattorie per l’estrazione
dell’umidità e Obi Wan disse a voce bassa
e in tono serio “Han devi togliergli le manette.”
“Cosa? Ma sei
pazzo?” gridò
Han.
“Quelli che andiamo ad
incontrare e che, spero ci aiuteranno, sono suoi parenti, non voglio
che si
preoccupino per lui, lo hanno fatto già per troppo
tempo.”
L’uomo si girò
e vide che
il giovane ufficiale imperiale stava seduto con la testa tra le mani
sembrava
tormentato da qualcosa.
“Han per
favore.” mormorò
Leia mettendogli una mano sul braccio.
“Maledizione,
e va bene” disse Han e alzandosi
si diresse verso il giovane, poi bruscamente gli disse
“avanti alzati, e dammi
le mani ragazzo.”
Luke lo guardò senza
capire
ma si alzò e porse i polsi ammanettati, Han
infilò in una fessura una chiave
elettronica e le manette caddero a terra con un tonfo.
Luke si guardò i polsi
liberi e poi disse “perchè?”
“Me l’ha
chiesto Kenobi.”
Luke si girò verso il
maestro Jedi ma l’uomo anziano gli disse “vieni con
me Luke.”
Intanto un uomo e una donna
di una certa età erano usciti da un cortile interrato e
guardavano incuriosi- ti
la nave appena atterrata.
Il giovane fece alcuni
passi ma poi dando un’occhiata fuori si fermò e
stava per tornare indietro ma
Obi Wan lo fermò, Luke si girò verso di lui e
mormorò scuotendo la testa “Non
posso andare da loro, anni fa sono scappato via senza neanche
salutarli, e ora
come posso....”
“Va da loro
Luke.” disse
gentilmente Obi Wan spingendolo un po'.
Luke e Obi Wan scesero
dalla rampa seguiti da Han e Leia, prima di scendere Han si
voltò verso il suo
copilota e disse "Chewie rimani qui e tieni d'occhio la nave"
Quando furono giù Obi
Wan
disse “Hai visto Owen te l’ho riportato proprio
come ti avevo promesso.”
“Zio Owen, zia
Beru”
mormorò Luke.
La donna gli corse incontro
e lo abbracciò strettamente con le lacrime che gli uscivano
dagli occhi e
balbettò “oh Luke sei tornato, finalmente sei
tornato.”
Il giovane ricambiò
l'abbraccio della donna, stringendola a sè con affetto
mormorandogli "si
zia sono tornato." Poi la scostò leggermente guardando suo
zio avvicinarsi
lentamente con espressione seria.
Arrivato di fronte al
nipote Owen Lars lo osservò dall’alto in basso e
disse “Alla fine lo hai fatto!
Sei diventato un pilota imperiale.”
“Si, zio.”
disse Luke poi
notò il tono di disgusto quando suo zio disse la parola
‘imperiale’. Iniziava
solo ora a capire che l’Impero non era per niente ben visto
da molta più gente
di quanto non immagi-
nasse.
Suo zio lo abbracciò e
disse “bentornato Luke.” poi dopo averlo lasciato
esclamò “accidenti ragazzo
sei diventato robusto quanto me.”
Luke fece un sorriso storto
“bhe all'Accademia Imperiale non ci sono molti comfort, ho
dovuto faticare
parecchio per diventare un pilota.”
Owen Lars si girò verso
gli
altri e disse “scusatemi ma rivedere mio nipote mi ha fatto
dimenticare i
doveri dell’ospitalità. Venite dentro è
più fresco.”
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Capitolo 8 *** CAPITOLO 8 ***
Quando furono dentro,
mentre Beru offriva agli ospiti delle bevande fresche, Obi Wan
presentò i suoi
compagni e gli disse "Stiamo cercando due droidi che sono atterrati qui
cinque o sei giorni fa."
"No, è passata
più di
una settimana da quando la nave è stata catturata." si
intromise
all'improvviso Luke con lo sguardo cupo, poi tornò a sedersi
in silenzio e in
disparte come aveva fatto fino a quel momento. Dal momento in cui era
entrato
nella casa in cui era cresciuto, i ricordi lo avevano sommerso, si
ricordava
dei giorni passati in quella stanza a sognare di diventare un grande
pilota.
Si, era diventato un grande pilota, però gli era costato
molto, più di quello
che pensava. Dopo quello che aveva visto e sentito, non aveva idea di
quello
che avrebbe fatto. Adesso, però, l'unica cosa certa era che
era prigioniero
della ribellione.
Sentì suo zio dire
"Ben descrivimi questi droide che cercate."
"Sono un piccolo
astrodroide blu e un droide protocollare dorato."
"Mi immaginavo che non
erano droidi normali, visto che anche l'Impero li sta cercando."
"Allora li ha visti,
dove sono?" gridò Han alzandosi in piedi.
"Hei calma
ragazzo" disse Owen, poi continuò "Si, li abbiamo trovati.
Ben ti
ricordi ancora dove si trova il tuo rifugio? Abbiamo nascosto i droidi
lì e li
abbiamo disattivati per non farli scoprire dalle truppe imperiali."
"Andiamo a prenderli
Obi Wan prima che li scoprano le truppe imperiali." disse Leia.
"Prendete il mio
speeder, non potete andarci con quell'enorme astronave." disse Owen
Lars
"Ma non possiamo
salire tutti sullo speeder, non c'entriamo."
"Io e mio zio
rimaniamo qui. Andate solo voi" dichiarò Luke e allo sguardo
sospettoso di
Han replicò con un sorrisino "non si preoccupi capitano
Solo, mi ritroverà
qui quando tornerà, non ho intenzione di andare da nessuna
parte."
Quando Obi Wan, Leia e Han
furono partiti, Luke si avvicinò a suo zio e disse "Zio Owen
perchè mi hai
mentito?"
Beru Lars che era appena
uscita dalla cucina esclamò " ma Luke non è vero,
tuo zio ed io non ti abbiamo mai mentito."
"Aspetta Beru."
disse il marito, poi rivolto a Luke disse "dimmi tutto, ragazzo."
Luke fece un lungo sospiro
poi disse "mi avevi detto che mio padre era morto, invece l'ho
incontrato.
Mio Padre è Darth Vader il comandante della Flotta Imperiale
e il braccio
destro dell’Imperatore."
"Comprendo il tuo shock quando lo
hai scoperto.
Ascolta Luke io ti posso raccontare solo quello che so, il resto devi
chiederlo
ad Obi Wan, lui conosceva tuo padre molto meglio di me. Io ho
conosciuto tuo
padre, Anakin, quando venne a cercare sua madre, che si era appena
sposata con
mio padre, purtroppo era
stata catturata
dai sabbipodi parecchi giorni prima. Mi ricordo che era con una giovane
donna
di nome Padme. Quando tornò, il giorno dopo, aveva trovato
sua madre ma
era morta. La
riportò qui da noi ed io
gli chiesi di restare ma lui si rifiutò e partirono. Durante
gli anni ho
seguito le sue azioni come generale della Repubblica, insieme ad Obi
Wan,
durante la Guerra dei Cloni. Poi un giorno arrivò Obi Wan
con te tra le braccia
e mi disse che Anakin era morto e mi chiedeva di prendermi cura di te.
Io e
Beru accettammo immediatamente, eri così piccolo. In seguito
decidemmo di
lasciarti il cognome di tuo padre e non farti prendere il nostro. Con
il passare
degli anni, Obi Wan, mi raccontò come era morto tuo padre e
che tua madre era
Padme, ed era morta alla tua nascita. Mi rivelò anche che
Impero, non doveva
sapere della tua esistenza altrimenti ci avrebbero ucciso tutti. Mi
raccomando
anche di non dirti la verità sui tuoi genitori, voleva
parlartene lui quando
saresti stato più grande, ma tu sei scappato prima che lui
ti parlasse."
“Mi dispiace zio. Ma non
potevo immaginare, io volevo
solo diventare un pilota.” mormorò Luke.
Dopo un pò Obi Wan, Han
e Leia ritornarono con i
droidi e Han “Presto andiamo via prima che le truppe
imperiali scoprano che
siamo qui.” disse Han poi lanciò
un’occhiata intimidatoria a Luke, il giovane
ricambiò lo sguardo fermamente, poi si girò verso
i suoi zii e disse “Zio Owen,
zia Beru, mi dispiace ma devo andare via.”
La donna lo abbracciò e
mormorò “no, Luke non
andartene di nuovo.”
“Mi dispiace zia, se
potessi rimarrei, ma non posso.”
disse Luke liberandosi dalla presa della donna poi strinse la mano che
suo zio
gli porgeva e l’uomo disse “non preoccuparti per
noi Luke e buona fortuna.”
Il giovane sorrise e si allontanò. L’idea di
rimanere gli aveva sfiorato la
mente, ma erano cambiate troppe cose, lui era cambiato.
Obi Wan si avvicino ai due coniugi
e disse “Owen, Beru
non preoccupatevi, mi prenderò io cura di Luke.”
Owen Lars mormorò
“Obi Wan ho raccontato a Luke tutto
quello che sapevo. Ora tocca a te dirgli il resto, e glielo devi
dire.”
Han si avvicinò a Owen
Lars e allungò la mano stringendo
quella che l’uomo gli porgeva e disse “grazie per
quello che ha fatto per noi.”
Owen strinse la mano e, tenendola per
qualche secondo in più, mormorò “non
so cosa ha fatto mio nipote, Capitano
Solo, ma deve sapere che Luke è un bravo ragazzo che ha
seguito un sogno che
aveva fin da piccolo ed ora che ha scoperto che non è come
pensava è confuso.”
Quando Luke fu a bordo si
diresse verso Han e porgendogli i polsi disse “Ora
può rimettermi le manette,
Capitano Solo. Sono ancora suo prigioniero.”
Han fisso il giovane e
nello sguardo saldo non vide traccia di sarcasmo.
“No. Kenobi ha detto che
non ce n’è bisogno.” borbottò
Han e gli voltò le spalle dirigendosi verso la
cabina.
Luke si mise seduto rigido
tenendosi distante dal Maestro Jedi e da Leia. Gli dava fastidio che
Obi Wan si
fidasse così tanto di lui e soprattutto gli dava fastidio
essergli
riconoscente.
Han era rimasto sorpreso
dal comportamento di Luke, pensava che al loro ritorno non lo avrebbe
ritrovato, che se ne fosse andato raggiungendo le truppe imperiali che si
trovavano
sul pianeta, invece, come aveva detto Ben, il giovane era rimasto
lì. Però ne
aveva di orgoglio il ragazzino, proprio come era lui, aveva detto Leia
ridacchiando. Al contrario di Luke, però Han aveva capito
quasi subito la
falsità dell’impero e aveva abbandonato la divisa,
salvando da morte sicura
quello che ora era il suo amico più fedele e copilota. Al
contrario, quel
ragazzo, si vedeva, che era ancora fiero dell’uniforme che
portava.
Intanto sulla Morte Nera
Lord Vader stava parlando con il comandante della sua Ammiraglia,
l’Executor.
“Non siete ancora
riusciti
a trovarlo?” gridò Darth Vader infuriato,
“un intera flotta alla caccia di una
sola astronave, e ancora non siete riusciti a trovarlo.”
Lord Darth Vader chiuse la
comunicazione furioso ‘Dovevano trovarlo al più
presto, non poteva permettere
che Luke gli sfuggisse, aveva bisogno di lui se voleva distruggere
l’Imperatore
Palpatine.
Un ufficiale gli si
avvicinò “Lord Vader l’Imperatore ci ha
contattato, le ordina di mettersi in
contatto con lui.”
Dart Vader sentì un
brivido
di apprensione ‘speriamo che l’Imperatore non ne
sia ancora venuto a
conoscenza’.
“Mi passi la
comunicazione
nella mia stanza privata.” disse Vader allontanandosi.
Vader entrò nella stanza
e
rimase in attesa della chiamata del suo Signore. Pochi minuti dopo una
luce
tremolante di un ologramma prese a baluginare e l’ologramma
dell’Imperatore
apparì. Lord Darth Vader s’inginocchiò
profondamente davanti a lui.
“Sono ai vostri ordini
mio
Padrone.”
“Lord Vader mi
è giunta una
cattiva notizia, ho saputo che il Capitano Skywalker non è
più ai tuoi ordini.”
disse l’Imperatore.
“Purtroppo si, Mio
Signore.
Mio figlio è stato catturato dai ribelli che hanno liberato
la senatrice
Organa. La nostra flotta li sta cercando in tutta la
galassia.” confermò Vader.
“Devi trovarlo Lord
Vader!
Sai cosa succederà se il ragazzo si unisce alla Ribellione?
Sarà la fine
dell’Impero. Trovalo e se ci ha tradito uccidilo.”
Lord Darth Vader chiuse gli
occhi poi mormorò “Si mio Padrone.”
L’ologramma scomparve e
Darth Vader si alzò in piedi, tremava leggermente per la
rabbia, ‘come osava
pensare l’Imperatore che Luke potesse tradirlo? Era suo
figlio. Luke non
avrebbe mai tradito suo padre o l’Impero.
In quel momento su
Coruscant, l’Imperatore la pensava diversamente, dopo aver
ordinato di chiudere
la comunicazione con la Morte Nera, si girò verso uno dei
suoi aiutanti e disse
“mandate un comunicato a tutti i nostri reparti di uccidere
il capitano Luke
Skywalker Hai
capito bene”
“Si, mio
Padrone.” disse
l’uomo inginocchiandosi..
Mentre stava andando a fare
ciò che il suo padrone gli aveva detto di fare che
l’Imperatore lo fermò e con
un sorriso maligno disse “naturalmente il comunicato non deve
arrivare né alla
Morte Nera e né all’Executor. Non vorrei che Lord
Vader credesse che non mi
fido di lui.”
Ma era proprio così,
Palpatine era convinto che il suo braccio destro non sarebbe stato
capace di uccidere
il proprio figlio. Il potere del giovane Luke, se impiegato in altro
modo,
ossia contro di lui, era troppo pericoloso, era meglio eliminarlo,
decise. Se
non poteva essere suo, non sarebbe stato di nessun altro.
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Capitolo 9 *** CAPITOLO 9 ***
Dopo qualche ora il
Millennium Falcon arrivò su Yavin, il rifugio segreto
dell’Alleanza. Luke scese
dall’astronave e si guardò intorno, allora era qui
che si nascondevano, pensò
Luke, se suo padre l’avesse saputo.
Mentre era lì
fermò ad
aspettare che gli dicessero qual’era il suo destino, vide
arrivare un uomo
anziano che
abbracciò affettuosamente Leia
e saluto Han e Obi Wan con una certa famigliarità.
Il Generale Jon Dodonna
dopo aver salutato la ragazza a cui voleva bene come a una figlia e che
credeva
di aver perso e i suoi due salvatori che facevano parte degli alti
ranghi della
Ribellione, si girò e vide fermo accanto alla nave con
Chewbacca, il wookiee,
che gli faceva la guardia, un giovane con la divisa da ufficiale
imperiale.
Quando l’uomo gli fu
davanti disse “sono il generale Jon Dodonna, il comandante di
questa base”.
Luke chinò appena la testa in atteggiamento militare e disse
“Capitano Luke
Skywalker, capo squadriglia dei Black Eight di Lord Vader. La
avverto, che
come suo prigioniero, saprà solo questo da me.”
“Non si preoccupi
capitano,
sappiamo già quello che ci serve.” gli rispose il
generale Dodonna
“Molto bene, allora sono
fortunato.” disse Luke guardando Leia, poi
continuò “Perciò visto che sono
vostro prigioniero, portatemi subito in una delle celle della vostra
prigione e
lasciatemi in pace.” replicò Luke in tono
insolente.
“Mi dispiace capitano, ma
qui non abbiamo né delle celle, né una prigione,
sarete ospitato in uno dei
nostri alloggi. Maestro Kenobi volete accompagnarlo voi ?”
rispose l’uomo in tono
accondiscendente, poi si girò e se ne andò,
seguito da Leia e Han.
Obi Wan accompagnò Luke
davanti ad una porta l’aprì ed entro. Luke si
guardò intorno, era poco più
grande del suo alloggio sulla Morte Nera, pensò, ma arredata
molto meglio, poi
disse “niente male per essere la cella di una
prigione.”
“Questa non è
una prigione,
e tu non sei un prigioniero. Vuoi capirlo Luke!” disse Obi
Wan, “tieni ti
lascio qui un comlink, chiamami se vuoi. Ah! Dentro l’armadio
c’è una tuta da
pilota indossala se vuoi toglierti quella divisa.”
Quando Obi Wan fu uscito Luke
si mise seduto su un divano e si guardo intorno ancora una volta.
‘E ora cosa faccio
’ pensò.
‘Il suo dovere sarebbe stato quello di fuggire e tornare
nell’Impero, ricongiungersi
a suo padre e rivelargli dove si nascondevano i ribelli e aiutarlo a
distruggerli. Suo padre sarebbe stato fiero di lui. Ma lui sarebbe
stato capace
di tradire Leia, Kenobi, Solo e tutti gli altri e lasciare che li
uccidessero a
sangue freddo così come avevano distrutto il pianeta
Alderaan? In quel caso non
aveva potuto fare niente per impedirlo, anche se lo avrebbe voluto, ma
ora
poteva. Ma come poteva tradire suo padre e l’Imperatore? Lui
era un soldato e
aveva giurato fedeltà all’Impero.’
Mentre stava lì a
rimuginare su cosa doveva fare la porta si aprì ed
entrò Leia, portava un
vassoio in mano, sorrise leggermente e disse “pensavo che non
ti andasse di
venire alla mensa e così tu ho portato un vassoio con
qualcosa da mangiare. Non
so cosa ti piace così ti ho portato un pò di
tutto.”
Luke guardò Leia, aveva
cambiato abito e si era sciolta i capelli, era così bella.
Senti qualcosa
cambiare dentro di lui, non capiva cosa fosse ma in quel momento prese
la
decisione che avrebbe cambiato la sua vita. Anche che se avesse deciso
di
tornare da suo padre, nell’Impero, non l’avrebbe
mai tradita, non avrebbe mai tradito
la causa in cui credeva. ‘Bugiardo, ‘disse tra se e
se, ‘non ti importa niente
della sua causa, a te piace lei, ti piace dal momento in cui i soldati
l’hanno
portata sulla nave ammiraglia di Vader.
Vide Leia uscire e sorridendo
disse “mi raccomando Luke mangia tutto.”
Il giovane guardò il
vassoio ma non aveva fame, era troppo irrequieto per mangiare. Si
distese sul letto
e chiuse gli occhi, si sentiva così spossato. Con gli occhi
chiusi rivide tutto
quello che era successo negli ultimi giorni, l’ultima
immagine che vide prima
di addormentarsi fu quella di Leia che si allontanava stretta a Han,
quando
erano arrivati alla base ribelle. No, Leia non sarebbe mai stata sua, ma decise che sarebbe rimasto
ugualmente al suo
fianco.
Si svegliò quando
sentì
qualcuno che bussava alla porta, si alzò e aprì
la porta e si trovò di fronte
Leia. Quando la giovane vide il suo aspetto arruffato
mormorò “oh, Luke stavi
dormendo, mi dispiace di averti disturbato.”
Poi vide il vassoio del
cibo intatto disse “ma non hai mangiato niente?”
Luke si passò una mano
tra
i capelli arruffati e disse “mi dispiace Leia, ma non avevo
fame.”
La giovane donna si
avvicinò a lui con aria preoccupata e gli mise una mano
sulla fronte e mormorò
“stai male forse? Andiamo, ti porto in infermeria.”
Leia era così vicina che
poteva sentire il calore del suo corpo,
l’odore dei suoi capelli puliti e qualcosa gli
si agitò dentro. Stava
per abbracciarla quando torno in sé stesso e la spinse via
da sé come se il suo
tocco lo bruciasse e in tono brusco disse “non ho niente e
ora vuoi lasciarmi
in pace.”
Leia si allontanò da
lui, e
con un sguardo ferito disse “va bene come vuoi.”
Poi uscì dalla stanza.
Luke mormorò verso la
porta
chiusa “mi dispiace Leia.”
Si guardò la divisa
tutta
sgualcita, si spoglio e si fece una doccia lunga e rilassante poi
indossò la
tuta marrone da pilota che si trovava nell’armadio, e
iniziò a mangiucchiare il
cibo che c’era sul vassoio, non perchè avesse fame
ma perchè non sapeva cosa
fare.
Sentì bussare di nuovo,
questa volta era Obi Wan Kenobi, il maestro Jedi entrò nella
stanza e lo guardò
con cautela poi disse “Leia mi ha detto che non ti sentivi
bene, e non hai
mangiato niente ieri sera, ma ora vedo che stai mangiando
qualcosa.”
“Solo perchè
non so che
fare.” replicò Luke.
“Se ti va di uscire, ti
porto a fare un giro per la base.” disse Obi Wan.
Luke si alzò e lo
guardò
fisso e disse “Voglio che tu mi parli di mio padre, voglio
sapere tutto di lui.
Ma prima di tutto voglio sapere perchè hai detto a mio zio
che mio padre era
morto, quando invece è vivo.”
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Capitolo 10 *** CAPITOLO 10 ***
Obi Wan guardò Luke e
con
un sospiro disse “Va bene. Come ha detto Owen hai il diritto
di sapere tutta la
verità. Però, è meglio che ti siedi
Luke, è una storia piuttosto lunga.”
Quando il giovane si
sedette sul letto, Obi Wan prese una sedia e si sedette di fronte a
lui, poi
iniziò a raccontare “Quando lo conobbi, tuo padre
Anakin, era già un grande
pilota e rimasi sorpreso da come la Forza scorresse potente in lui,
anche se
era ancora un bambino, e decisi di addestrarlo e farlo diventare un
Jedi. All’inizio
il nostro rapporto era quello tipico tra Maestro e allievo, poi con il
passare
degli anni la nostra amicizia si approfondì e diventammo
come fratelli, scherzavamo
e ridevamo spesso insieme, finche un giorno incontrammo di nuovo Padme
Amidala,
la tua futura madre.
L’avevamo già
incontrata
quasi 10 anni prima durante il blocco di Naboo quando lei era la regina del pianeta, avevo
notato
una sorta di forte simpatia tra loro ma finsi di non vedere, Anakin
aveva
appena lasciato sua madre per venire con noi e si sentiva molto solo.
Il
Cancelliere Supremo e il Consiglio dei Jedi ci incaricarono di
proteggerla da
alcuni attentati alla sua vita, però a causa di alcune
circostanze dovetti
seguire un’altra pista e lasciai Anakin solo con Padme.
Quando ci riunimmo tuo
padre e tua madre erano già profondamente innamorati uno
dell’altra, anche lì
sottovalutai la situazione, anche perchè Anakin era rimasto
seriamente ferito
durante lo scontro con il Signore dei Sith e, come venni a sapere
più tardi da
Padme, aveva anche perso sua madre. Quando guarì gli intimai
di lasciarla,
credevo che mi avrebbe obbedito, invece quando l’ha
riaccompagnò su Naboo tuo
padre e tua madre si sposarono in segreto. Iniziò la Guerra
dei Cloni e tutti i
jedi vennero impegnati nella guerra. Io e Anakin combattevamo fianco a
fianco e
grazie alle nostre prime vittorie, Anakin fu nominato cavaliere Jedi ed
io
entrai nel Consiglio dei Jedi. Durante la guerra, tra una battaglia e
l’altra
passavamo poco tempo su Coruscant, e quando riuscivamo a passare
qualche giorno
al Tempio per riposarci, Anakin spariva, non gli chiedevo mai dove
andava o
cosa faceva, io, dall’altro ero troppo occupato con le
riunioni del consiglio a
decidere le nuove strategie di battaglia. Poi sapevo dove potevo
trovarlo, il
cancelliere Supremo Palpatine aveva sempre avuto un debole per lui e
Anakin
passava molto tempo al Senato, lo aveva anche nominato suo
rappresentante al
Consiglio dei Jedi. Allora non lo sospettavamo ma Palpatine era un
Signore
Oscuro e stava cercando di far passare Anakin dalla sua parte,
lentamente gli
stava avvelenando la mente convincendolo che il Consiglio non si fidava
di lui
perchè era troppo potente. Devi sapere una cosa, non mi sono
mai fidato dei
politici di professione ma tua madre era diversa, era speciale, ed era
quasi
l’unica di cui mi fidassi un pò. L’avevo
conosciuta su Naboo e mi era subito
piaciuto il suo coraggio e la sua forza d’animo. Se
nell’Ordine Jedi non fosse
stato vietato l’attaccamento, forse avrebbe potuto nascere
qualcosa tra noi
due, ma io sono un Jedi fino alle ossa e non mi è mai venuto
in mente di
infrangere i suoi codici.
Ad un certo punto della
guerra, mentre sembrava che stessimo vincendo, non so come, ma
Palpatine persuase
Anakin che il consiglio dei Jedi voleva prendere il potere ed
escluderlo perchè
avevamo paura di lui. Ero appena tornato da una missione importante
contro i
separatisti e venni a sapere che Padme mi stava cercando. Andai
all’entrata per
incontrarla e appena la vidi capì il perchè
ultimamente l’avevo vista poco: era
incinta. E c’era una sola risposta: Anakin. Ma lasciai
perdere, quando vidi il
suo sguardo preoccupato e
irrequieto,
aveva anche gli occhi arrossati. Le chiesi se voleva entrare e
riposarsi un pò
ma lei rifiutò voleva parlarmi e poi andare via subito. Gli
chiesi cosa era
successo, mi disse che Anakin la preoccupava, era strano parlava di
complotti,
gli aveva intimato di non avvicinarsi
al
Tempio, anzi doveva negare addirittura di aver avuto una simpatia nei
nostri
confronti, ne andava della sua sicurezza.
Poi vidi una smorfia sul
suo viso e la vidi piegarsi in avanti e la presi tra le braccia,
è il bambino,
mormorò, si muove continuamente.
In quel momento sentimmo
alle nostre spalle una voce rabbiosa, che ci accusava di averlo
tradito: era
Anakin.
Tua madre si staccò da
me e
andò verso di lui dicendogli che non lo aveva mai tradito
che lo amava, Anakin
le gridò che era una bugiarda, che era venuta da me a
chiedermi di ucciderlo
così sarebbero stati insieme, feci un passo avanti e dissi
con voce più calma
possibile che si sbagliava, che era tutto falso, ma poi vidi nei suoi
occhi una
luce rossastra e capi tutto. Tutti gli adepti al lato oscuro avevano
quella
luce negli occhi, era la rabbia, l’odio che li consumava,
anche Padme lo vide e
fece un passo indietro ma Anakin aveva già allungato una
mano e con la Forza la
stava soffocando. Padme si portò le mani alla gola e
scivolò a terra svenuta.
Io mi inginocchiai accanto a lei, le sentì il polso e mi
accorsi che era ancora
viva. Sentì un fremito nella Forza, feci appena in tempo a
girarmi e accendere
la spada laser che Anakin mi stava attaccando. Mentre le nostre spade
erano
allacciate, notai che la sua era rossa. Gli dissi che Padme stava male
e doveva
essere portata in un ospedale. Lui mi ringhiò che era sua ed
io non l’avrei mai
avuta, sembrava impazzito.
Mi attacco con rabbia
furiosa, poi si girò verso la porta e ordinò a
qualcuno che stava fuori di
entrare, in quel momento una massa di soldati cloni entrarono sparando
all’impazzata. Nel mezzo di quella carneficina io e Anakin
combattevamo. Io
all’inizio cercai solo di difendermi ma poi visto che lui
attaccava con ferocia
iniziai ad attaccarlo anche io. Combattemmo
impetuosamente uno contro l’altro per un pò,
mentre intorno a noi i soldati
clone uccidevano i jedi. Non so come, ma con una mossa fortunata
riuscì a
penetrare la sua guardia e a trapassarlo da parte a parte con la spada.
Anakin cadde in
ginocchio, io disattivai la
spada e mormorai “Anakin perchè.”
“Ti odio” mi
gridò
totalmente in preda del Lato Oscuro, poi morì o almeno
così pensai perchè
la ferita era davvero grave.
Presi Padme tra le braccia
e mi guardai intorno e vidi i miei compagni, i miei amici che
combattevano e
venivano uccisi dai soldati cloni, avrei voluto unirmi a loro per
aiutarli ma dovevo
salvare Padme. Non sapevo dove
andare o cosa fare, i cloni dell’Impero avevano invaso il
Tempio,
improvvisamente sentì qualcuno chiamarmi al comlink, era il
Senatore Bail
Organa che aveva saputo dell’assalto al Tempio Jedi. Gli
dissi dov’ero e lui
venne a recuperarmi da un’uscita segreta che
riuscì a raggiungere non so come.
Una volta al sicuro sull’astronave di Organa
scoprì che ero l’unico sopravvissuto
insieme al Maestro Yoda. Solo noi avevamo risposto alla sua chiamata,
degli
altri jedi non sapeva nulla. Gli raccontai di Anakin e di come era
stato lui a
far entrare i soldati nel Tempio, Yoda lo sapeva aveva avuto un
violento scontro
con l’Imperatore Palpatine, e ridendo gli aveva raccontato di
come aveva
attirato Anakin dalla sua parte.”
“Ecco perchè
indossa sempre
quell’armatura, mi ha detto che non può toglierla.
Deve essere quella che lo
tiene in vita.” disse Luke interrompendo il racconto di Obi
Wan, poi continuò “mia
madre, Kenobi, dimmi di mia madre.”
“Bail ci
portò, con la sua astronave
in una sua base segreta situata nella cintura degli asteroidi di Polis
Massa,
lì si trovava un’attrezzatura medica di
prim’ordine dove venne ricoverata
Padme. Era molto debole e stava per partorire. C’è
un’altra cosa che devi
sapere Luke, tua madre ebbe 2 figli, 2 gemelli, un maschio e una
femmina.”
Luke sollevò la testa
“Cosa?
Io non ho...” poi si bloccò sbalordito e
mormorò “no! non è possibile, vuoi
dire che.... che Leia Organa è mia...” non
riuscì a finire la frase, poi un
altro pensiero lo colpì e alzandosi in piedi
dichiarò “Darth Vader, mio padre lo
sa?”
“No. Non sapeva neanche
di
te, e non deve saperlo, Luke.”
“Non ti preoccupare
Kenobi,
se non l’ha scoperto quando ci trovavamo tutti insieme sulla
sua astronave,
non sarò certo io a dirglielo. E lei lo sa? Sa chi sono
io” chiese di nuovo
Luke.
“No, non lo sa lei pensa
di
essere figlia di Bail Organa.”
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Capitolo 11 *** CAPITOLO 11 ***
“Leia
è stata affidata agli
Organa ed io ai Lars.” mormorò Luke;"
Dopo
un breve momento di
silenzio, Luke riprese “ perchè ci avete
separati.”
“L’Imperatore
sa che i figli
di Anakin Skywalker lo distruggeranno è per questo che vuole
eliminarvi. Tu e
Leia siete l’ultima speranza della Galassia. quando sarete
ben addestrati nelle
arti dei Jedi potrete affrontare l’Imperatore e distruggerlo.
“Addestrato
come Jedi? Non
posso essere un jedi” disse Luke scuotendo la testa
“io sono un sith, così
hanno detto l’Imperatore e mio padre. Aveva già
iniziando ad addestrarmi. Ormai
sono suo” fini Luke in tono abbattuto.
“Ascoltami
Luke, saresti
capace di uccidere Leia, Han, me o chiunque altro a bordo di questa
base?”
“No.
Non ne sarei mai capace”
mormorò il giovane a voce bassa voce.“Allora dammi
retta ragazzo mio, tu non
sei un sith e non lo sarai mai. Io lo so. Ho conosciuto dei sith e ti
assicuro
che non avrebbero avuto nessuno scrupolo di uccidere persone innocenti.
Se tuo
padre ti avesse veramente convertito al Lato Oscuro, io lo
sentirei.” dichiarò
Obi Wan chinandosi verso di lui e mettendogli una mano sulla spalla per
confortarlo. Poi continuò “ Credimi Luke qui
dentro c’è solo la luce e con il
mio aiuto tu diventerai un grande jedi e libererai la galassia dalla
tirannia
dell’Impero." E gli mise un mano sul petto enfatizzando le
sue parole.
Luke
sollevò la testa
guardandolo speranzoso “Tu credi che nonostante tutto, io
potrò diventare un jedi,
Keno...Obi Wan.”
“Si,
la forza scorre potente
in te, anche più di Leia. Se seguirai i miei insegnamenti
diventerai un grande
jedi, Luke.” disse Obi Wan, poi continuò
“ora basta stare chiuso qui dentro.
Dai usciamo di qua, ti porto a fare un giro per la base.” E
prendendolo per un
braccio lo strascinò fuori.
Luke
e Obi Wan camminavano
fianco a fianco lungo i corridoi della Base Ribelle, dopo un
pò il maestro Jedi
appoggiò, con fare amichevole il suo braccio sulla spalla
del giovane. Luke
senza sapere il perchè non si scostò e non gli
dava neanche fastidio anzi
provava una strana sensazione di calore che non aveva mai provato.
Le
persone che incrociavano
lungo i corridoi salutavano tutti Obi Wan, alcuni con rispetto mentre
altri più
amichevolmente e tutti guardavano Luke con curiosità.
Alcuni, forse quelli
che conoscevano da
più tempo il maestro
Jedi, gli chiesero chi fosse il giovane al suo fianco, Obi Wan rispose
a tutti
con un sorriso “è Luke, il figlio di un mio
vecchio amico, si è unito a noi da
poco.”
E
tutti lo accoglievano con
affetto e cordialità.
Luke
si sentiva in imbarazzo
per quelle manifestazioni di amicizia e cordialità, non ci
era abituato, se
solo sapessero chi era stato non sarebbero stati così
cordiali.
Scosse
la testa, no! Quello
era il passato, ora era tempo di iniziare una nuova vita insieme a
quelle
persone.
Arrivarono
all’hangar e a
Luke sembrò di essere entrato in un sogno, decine di Caccia
Ala-X e altre navi
erano allineate davanti a lui.
Dimenticando
la presenza di
Obi Wan fece un passo in avanti incantato di vedere i famosi caccia
ribelli.
Nel mezzo di quella confusione sentì un rumore diverso dagli
altri e si diresse
da quella parte come se fosse attratto da un richiamo. Raggiunto il suo
obiettivo vide un uomo accanto ad un caccia che emetteva uno strano
rumore.
“Ma
cos’hai dannato aggeggio”
gridò l’uomo spazientito.
Luke
si avvicinò e disse
“Sono gli accoppiatori posteriori non sono allineati
bene.”
L’uomo
si giro di scatto e lo
guardo con attenzione, poi chiese “sei sicuro?”
“Si,
sono sicuro.” rispose
Luke con un lieve sorriso.
“Va
bene. E’ tuo fammi vedere
cosa sai fare”.
Intanto
Obi Wan, raggiunti
Han e Leia, si era accorto che Luke non era più al suo
fianco. Tornando indietro
lo vide parlare con Ike uno dei meccanici umani della Ribellione, e lo
chiamò e
disse “Ecco dove stavi Luke ti stavo cercando, sei scomparso
all’improvviso”.
Luke
si girò verso di lui e
con un sorriso fanciullesco gli disse “vorrei rimanere qui ad
riparare questo
caccia, posso Obi Wan.”
Obi
Wan annuì senza parlare,
all’improvviso si sembrò di essere ritornato
indietro nel tempo e di rivedere
Anakin quando gli chiedeva se poteva rimanere nell’hangar del
Tempio Jedi a
lavorare sul suo caccia invece di andare alle riunioni con il consiglio
dei
Jedi.
Arrivarono
Han e Leia e la
ragazza chiese “Obi Wan sei riuscito a trovare
Luke.”
Il
maestro Jedi indicò un
caccia Ala –X da cui sotto spuntavano un paio di gambe, Luke
era già immerso
nella riparazione del caccia.
Dopo
un pò che stava
lavorando Luke disse “prova ad accenderlo adesso.”
Ike
salì sul caccia e avviò
il motore che si accese con un rombo e l’uomo
gridò “è tutto ok ottimo lavoro
ragazzo.”
“Il
mio nome è Luke.” disse
mentre guardava l’uomo scendere dall’aereo, Ike gli
si avvicinò e disse “bene
Luke, io sono Ike, ti piacerebbe lavorare qui con me e darmi una mano
ad
riparare i caccia, o ti hanno già dato un altro
incarico.”
“Sono
appena arrivato e non
ho niente da fare. Accetto molto volentieri di lavorare qui, e poi mi
piace
occuparmi dei motori.”
Poi
si guardò intorno e vide
che non c’era più nessuno.
Ike rispose alla sua muta
domanda e disse “se ne
sono già andati tutti, sono andati alla mensa, è
ora di mangiare. Dai andiamo
anche noi, non hai fame?”
Luke
annuì sentiva un
brontolio allo stomaco e seguì l’uomo in un grande
salone pieno di tavoli,
quasi tutti occupati da umani e alieni di varie razze, piloti e
meccanici che mangiavano
tutti insieme chiacchierando.
Luke
si guardò intorno
sorpreso sulle navi imperiali gli ufficiali e i piloti mangiavano in
sale
separate anche dai soldati, addirittura lui mangiava sempre da solo nel
suo
alloggio.
“Hei Luke
svegliati andiamo a prendere
qualcosa altrimenti tra poco non troveremo più
niente.”
I due con i vassoi in mano
si diressero verso
i tavoli, ad un certo punto Luke sentì una voce chiamarlo,
si girò era Leia, si
avvicinarono al tavolo e la giovane donna disse “Vieni Luke
mettiti seduto
accanto a me.”
Obi
Wan invitò anche Ike a
sedersi con loro, poi gli chiese “Allora Ike che ne pensi di
Luke.”
“E’
bravo, è riuscito a
mettere a punto il caccia numero 5 quello che non riuscivamo a
sistemare. Ora
sono tutti operativi. Gli ho chiesto di lavorare con me e lui ha
accettato, se
non avete niente in contrario.” disse Ike guardandosi intorno.
“No
assolutamente niente,
Luke può fare quello che vuole.” rispose il
Maestro Jedi.
“E’
meraviglioso Luke, sono così contenta che
resterai insieme a noi, avevo paura che te ne volessi andare
via.” disse Leia
felice e gli mise una mano sulla sua stringendogliela.
In
quel momento arrivò il
Gen. Dodonna e disse “Principessa, Capitano Solo, Maestro
Kenobi dopo faremo
una riunione con tutti gli alti ufficiali dobbiamo parlare di alcuni
problemi.”
“Jon,
Luke ha deciso di
restare qui e aiuterà Ike e gli altri meccanici a sistemare
i caccia.” disse
Obi Wan.
“Ottimo,
Maestro Kenobi.”
disse il Generale Dodonna poi
rivolgendosi a Luke continuò “ Sono contento che
abbia deciso di restare con
noi Comandante Skywalker. Scoprirà presto che abbiamo
bisogno di gente esperta”
Ike
si girò verso di lui e
sorpreso disse “Comandante?”
Luke
alzò le spalle e assentì
“ Si, ero un ufficiale dell’esercito Imperiale. Ma
me ne sono andato.”
“Mi
sembrava che eri troppo
bravo come meccanico. Ma non preoccuparti, la maggior parte dei ribelli
viene
dalle file dell’Impero, altri sono profughi che sono fuggiti
dal loro pianeta occupato dall’impero.”
Finito
di mangiare Obi
Wan riaccompagnò
Luke al suo alloggio e
quando furono lì davanti il Maestro Jedi disse “
Più ti guardo e più assomigli
a tuo padre, Luke, lo sapevi che anche a lui piaceva passare il tempo
tra i
motori.” Poi spingendolo all’interno
dell’alloggio disse “ora vai a riposarti
domani ti aspetta una lunga giornata di
lavoro e oltre a questo dobbiamo anche iniziare il tuo
addestramento
Jedi.”
Luke
ripensò ai cambiamenti
accaduti negli ultimi giorni: prima era un’ufficiale
dell’Impero, temuto e
rispettato, addestrato da suo padre a destinato a diventare un futuro
signore
dei sith, tenuto d’occhio addirittura
dall’Imperatore stesso, ora era un
semplice meccanico della ribellione e apprendista Jedi di Obi Wan
Kenobi, il
peggior nemico di suo padre, inoltre aveva scoperto di avere una
sorella che
era uno dei capi della ribellione. Tutti questi cambiamenti lo avevano scosso profondamente, ma stranamente si addormento con la strana sensazione di
essere
in un posto dove si sentiva al sicuro, come non si sentiva da tanto
tempo, dai
tempi in cui stava ancora con lo zio Owen e la zia Beru su Tatooine.
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Capitolo 12 *** CAPITOLO 12 ***
Nei
giorni seguenti le
giornate di Luke presero un svolgimento normale e quasi monotono, era
sempre il
primo ad arrivare nell’hangar riparazioni, a parte i droidi
naturalmente, e
sempre l’ultimo ad andarsene, spesso era così
impegnato nel lavoro che si
dimenticava di andare a mangiare e Leia gli portava il pranzo e restava
con lui
finche non aveva finito, altre volte era Ike che lo costringeva a
lasciare il
lavoro e ad andare a mangiare.
La
sera si allenava o
meditava insieme a Obi Wan, la prima sera il maestro Jedi gli aveva
consegnato
la spada laser di suo padre.
“Tieni
Luke questa era la
spada laser di tuo padre quando era un jedi. Voglio che la tenga tu,
poi quando
sarai in grado di costruirtene una tua deciderai tu cosa
farne.”
Luke
la prese e poi l’accese guardandola
a lungo, la lama scintillante era di un blu profondo, e così
era quella la
spada di suo padre quando era giovane,
pensò, quando era un jedi, la spense e poi
disse “ti ringrazio Obi Wan è un dono bellissimo.
La terrò con me per sempre e ti giuro che mi
impegnerò con tutte le mie forze per
diventare un jedi di cui tu sarai orgoglioso.”
“Lo so Luke.
Adesso iniziamo l’allenamento.”
rispose il maestro Jedi.
Con
il passare dei giorni
Luke fece progressi incredibili, suo padre gli aveva già
insegnato a combattere
con la spada laser ma seguendo gli insegnamenti di Obi Wan sulla Forza
stava
acquisendo un’abilità che aumentava giorno dopo
giorno. All’inizio aveva avuto
qualche difficoltà con la meditazione a causa della sua
natura irrequieta ma
grazie agli incoraggiamenti di Obi Wan stava imparando a sentire la
Forza
intorno a sè e calmare la mente per servirsene quando ne
aveva bisogno
soprattutto durante i lunghi duelli con dei droidi programmati, a cui
il
Maestro Jedi lo sottoponeva giornalmente.
Separatamente
da Luke, Obi
Wan stava continuando ad addestrare anche Leia. Anche lei era molto
sensibile
alla Forza e imparava molto velocemente. Obi Wan era molto soddisfatto
di
entrambi i figli di Anakin, ed era sicuro che un giorno molto vicino
avrebbero
affrontato l’Imperatore e restituito la pace e la
libertà alla galassia e
riportato l’ordine
dei Jedi alla luce.
In
queste giornate intense ma
soddisfacenti la maggiore preoccupazione di Luke era Leia. Nonostante i
suoi
doveri di principessa, appartenente alla Casa Reale degli Organa e i
suoi doveri
di capo della Ribellione, Leia trovava sempre il tempo per portargli da
mangiare, preoccuparsi per lui e chiedergli se stava bene, se dormiva,
si
preoccupava se lavorava troppo e lo vedeva stanco. I suoi compagni lo
prendevano scherzosamente in giro chiamandola ‘mamma
chioccia’. A Luke non dava
molto fastidio avere qualcuno che si prendeva cura di lui, nessuno
l’aveva mai
fatto escludendo sua zia, ma come avevano notato anche i suoi compagni,
il
Capitano Han Solo ne era molto infastidito. Ultimamente
l’uomo era diventato
irascibile e nervoso, soprattutto quando incontrava Luke, lo guardava
in
cagnesco poi gli girava le spalle e se ne andava, anche le liti con
Leia erano
molto frequenti.
Una
sera mentre Obi Wan si
stava allenando con Leia si fermò e disse "Cosa
c'è Leia? Ti sento
turbata, la tua mente non è qui La ragazza spense la spada
laser annuì e disse
"Hai ragione Obi Wan. C'è un problema che mi assilla da un
pò di giorni Il
maestro Jedi si
mise seduto e fece segno
alla sua allieva di mettersi seduta accanto a lui, poi disse "Vieni qui
e
raccontami tutto. E' qualcosa che riguarda i tuoi rapporti con Luke e
Han, vero.”
Leia
spalancò gli occhi ed
esclamò "come fai a saperlo "Sono un maestro Jedi e noi
sappiamo
tutto" disse sorridendo, poi continuo "ho notato che in questi ultimi
giorni tu e Han avete dei problemi.”
"Si,
Obi Wan. Tu lo sai
che io amo Han, lo amo moltissimo e so che anche lui mi ama molto,
però
ultimamente si sta comportando in modo strano, ce l'ha con me
perché sto sempre
accanto a Luke e mi preoccupo per lui. Mi ha anche accusato di essermi
innamorata di Luke, ma non è vero, Obi Wan, io non sono
innamorata di Luke,
almeno credo, però sento di volergli molto bene."
Poi
coprendosi il viso con le
mani mormorò "non riesco più capire me stessa e
quello che provo.”
Obi
Wan sorrise e disse
"Sei una brava ragazza Leia e con un grande cuore, Bail sarebbe fiero
di
te e anch'io lo sono, non devi preoccuparti dei tuoi sentimenti per
Luke,
perchè devi sapere che Luke è tuo fratello "Mio
fratello? Non è possibile,
io non ho fratelli.”
"Tu
e Luke siete stati
separati alla nascita, tu sei stata affidata a Bail Organa, che era
grande
amico di tua madre, mentre Luke ai Lars che io conoscevo bene. Pensavo
che
foste al sicuro dalle grinfie dell'Impero, ma poi Luke si è
arruolato proprio
nell’Impero e per parecchio tempo non ho avuto notizie di
lui. Poi l’ho
ritrovato e l’ho portato via con me, ma questo lo sai anche
tu.”
"Ma
chi erano mia madre
e mio padre."
"Te
lo dirò un'altra
volta, ora abbiamo un allenamento da finire.”
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Capitolo 13 *** CAPITOLO 13 ***
Luke
aveva appena finito di
sistemare un caccia Ala-X e lo sfiorò con ammirazione,
doveva essere bello
volare su uno di quegli aerei, sicuramente erano più leggeri
e manovrabili dei
TIE dell'Impero. Volare era la cosa che più gli mancava.
All'improvviso
sentì una voce
chiamarlo "hei amico, mi hanno detto che sei un asso con i motori,
daresti
una controllata al mio caccia.”
"Si
ora arrivo"
disse Luke girandosi verso l’uomo che aveva parlato e si
trovò di fronte Biggs
Darklighter, il suo vecchio amico d’infanzia.
“Biggs
cosa ci fai qui?"
Il
giovane pilota spalancò
gli occhi e sorpreso esclamò "Luke!"
L'ultima
volta che lo aveva
visto indossava l’elegante divisa di gala dell'Accademia,
poi aveva saputo che era
addirittura entrato nella squadriglia di Lord Vader ed era diventato il
suo pilota
personale. Ed ora se lo ritrovava davanti con la tuta sporca da
meccanico
intento a riparare i caccia ribelli.
"No,
tu cosa ci fai
qui?" dichiarò sorpreso.
"E'
una lunga storia,
Biggs. Ma come mai ti sei unito alla Ribellione.”
"Volevano
farci
distruggere un avamposto indifeso, io ed alcuni amici ci siamo
rifiutati e ci
siamo uniti alla ribellione. Ed eccomi qui." disse Biggs
“Ma
lo sanno che razza di
pilota da strapazzo sei?” disse Luke ritrovando un
pò dello spirito che li aveva
legati tanto tempo fa.
“Certo
che lo sanno. Ma devi
essere pazzo per stare qui. Passiamo invece a te: lo sanno che tu potresti batterli tutti a
occhi chiusi e ti
fanno fare il meccanico? Aspetta che vado a dire due paroline al nostro
capo
squadriglia.”
“Lascia
perdere a me piace
...” disse Luke, poi s’interruppe perchè
aveva visto Leia attraversare
l’hangar. Da un pò di giorni la ragazza lo evitava
e Luke non ne capiva il
motivo, se era davvero sua sorella, forse aveva anche lei i suoi stessi
poteri
e poteva sentirlo e la chiamò con la mente. Leia si
girò di scatto come se lo
avesse sentito veramente e dopo averlo visto si diresse verso di lui.
Luke
sentiva a malapena Biggs
che continuava a chiacchierare, mentre vedeva Leia avanzare verso di
lui con
un’espressione seria.
Quando
giunse accanto ai due,
Biggs la vide e disse “buongiorno Principessa, lo sa che io e
Luke abbiamo
iniziato l’Accademia insieme? Questo ragazzo potrebbe battere
tutti i nostri
piloti anche a occhi chiusi.”
Ma
Leia disse “Biggs per
favore vorrei parlare da sola con Luke.”
“Ma
certo Principessa.” disse
Biggs, poi rivolto a Luke continuò “Ci vediamo
dopo Luke?”
Ma il giovane non rispose,
invece fissava Leia
e sorridendo disse “Qui ti chiamano tutti Principessa o
Altezza, devo farlo
anch’io?”
Poi
vedendo che la ragazza
non ricambiava il sorriso disse in tono serio “Cosa
c’è Leia? Qualcosa non va.”
La fece sedere accanto a se su dei contenitori e le disse gentilmente
“Su,
dimmi tutto.” Vederla così turbata lo faceva stare
male.
“Ho
parlato con Obi Wan e mi
ha detto una cosa che riguarda la mia nascita, una cosa che mi
è stata tenuta
segreta.” disse Leia con la testa bassa.
Luke
senti il respiro
mancargli, non era possibile che il maestro Jedi avesse rivelato a Leia
la vera
identità del loro padre. Poi sentì che Leia aveva
ricominciato a parlare e a
voce molto bassa “Mi ha detto che tu sei mio fratello.
E’ vero?” Sollevò il
viso guardandolo negli occhi Luke sorrise e gli strinse le mani tra le
sue e
mormorò “Si, è vero. Siamo fratello e
sorella, oltretutto siamo gemelli, nati a
pochi minuti di distanza uno dall’altra.”
“Dimmi,
la nostra vera madre
e nostro padre sono vivi?
Cosa gli è successo?”
Luke
sentì di nuovo il
respiro bloccarsi, non poteva dirgli la verità, anche se una
vocina dentro di lui
gli ripeteva ‘dirglielo, digli che il suo vero padre è
il mostro che ha distrutto il
pianeta dove è cresciuta, che l’ha
torturata.”
Luke
prese un profondo
respiro e disse “Nostra madre, Padme Amidala, era una
senatrice della vecchia
Repubblica. Nostro padre...”
E
di nuovo quella vocina si
rifece sentire, ma Luke scosse la testa scacciandola via e disse
“Nostro padre,
Anakin Skywalker era un cavaliere Jedi, un grande cavaliere
Jedi.”
“E...
“ bisbigliò Leia, “sono
morti.”“Si, mi dispiace Leia, sono morti entrambi.
Nostra madre è morta quando
siamo nati. Nostro padre è morto quando
c’è stato l’attacco al Tempio Jedi da
parte dell’Impero, ha tentato di salvarla ma è
stato ucciso, per fortuna Obi
Wan è riuscito ad arrivare in tempo per salvarla e portarla
via.”
“Perché
Obi Wan non mi ha mai
detto niente. “
“Forse
perché non voleva
farti soffrire, e voleva tenerti al sicuro, ma io credo che dovresti
saperlo.
Ora non devi più tormentarti perchè ci sono io
vicino a te.”
“Grazie
Luke.” disse Leia
abbracciandolo con affetto, e Luke ricambiò
l’abbracciò stringendola forte a
se.
Improvvisamente
sentì
qualcuno staccarlo brutalmente da Leia e poi colpirlo al viso con un
pugno.
Luke andò a sbattere contro dei contenitori lì
accanto, poi aprì gli occhi e
vide Han che lo guardava rabbioso con i pugni chiusi.“Ora basta! Non
osare mai più
sbaciucchiare la mia donna. O te la vedrai con me.” ringhio
furioso.
Luke
lo guardò con gli occhi
spalancati e stava per rassicurarlo che tra loro non c’era
niente e dirgli la
verità quando Leia, che fino al quel momento era rimasta in
silenzio, sbottò“come
ti permetti ! Io non sono la 'tua donna’ Ti stai
comportando come un primitivo,
Han.”
“Bhe
‘Altezza’ non sapevo che
gli appartenenti alla nobiltà si divertissero a passare da
un uomo all’altro,
noi primitivi siamo fedeli alla persona che diciamo di
amare.” rispose amaro
Han Solo “Aspetta Han non è come credi
ascoltami...” disse Luke alzandosi, ma
venne fermato da Leia che rispose “Lascia perdere Luke,
questo idiota presuntuoso
non si merita una spiegazione se pensa questo di me allora non
è la persona che
credevo che fosse.”
Detto
questo la giovane donna
se ne andò a testa alta. Han la guardò
allontanarsi poi sbuffando se ne andò
dalla parte opposta. Luke li guardò allontanarsi uno
dall’altra poi scosse la
testa, non poteva lasciare che quei due si separassero in quel modo, si
amavano
troppo e lui lo sapeva e doveva fare qualcosa.
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Capitolo 14 *** CAPITOLO 14 ***
Dopo
un’incontro
particolarmente combattuto Obi Wan sollevò una mano e
mormorò respirando a
fatica “ora basta Luke sei diventato veramente forte, ormai
faccio fatica a combattere
contro di te.”
Luke
sorrise poi spense la
spada laser mentre anche lui ansimava “sono contento di
sentirtelo dire Obi
Wan.” poi più seriamente continuò
“ecco perchè devo dirti una cosa
importante.”
Il
maestro Jedi si mise
seduto e disse “cosa c’è Luke.”
Il
giovane fece un lungo
sospiro poi disse “ho deciso di tornare
nell’Impero.”
Il
maestro Jedi si alzò in
piedi di scatto e disse “Cosa? No, Luke non puoi tornare
nell’Impero. Io
credevo che tu ti
trovassi bene qui con
noi”
“Non
è come pensi tu, Obi
Wan, qui sto molto bene, ed ho imparato molto da tutti voi, ma ci ho
pensato a
lungo e non posso più rimanere, il rapporto tra Han e Leia
sta peggiorando
sempre di più ed è tutta colpa mia.”
Obi
Wan stava per ribattere
ma Luke alzo una mano per fermarlo e
continuò “devi avere fiducia in me, Obi Wan. Io
non voglio tornare nell’Impero
per riunirmi a mio padre per ritornare ad essere quello che ero prima.
Voglio
tornare nell’Impero per aiutare la ribellione. Vi servono
notizie sui movimenti
dell’Impero, e chi meglio può farlo se non un alto
ufficiale che si trova al
fianco di Lord Darth Vader. Ne ho parlato anche con il Generale
Dodonna, ed è
d’accordo. Ti chiedo solo una sola, non devi dirlo a Leia
perchè sono sicuro
che cercherà in tutti i modi a convincermi a
restare.” Poi continuò sorridendo
“E’ meglio che tu glielo dica, però
quando sarò già andato via.”
La
mattina dopo molto presto
Luke era già pronto per la partenza, sperava che Biggs si
fosse offerto per
accompagnarlo, così durante il viaggio si sarebbero
raccontati qualche
storiella sugli anni passati, invece vide arrivare Obi Wan e il
Generale
Dodonna insieme a Wedge Antilles, un pilota che conosceva un
pò.
“
Comandante Skywalker,
questo è Wedge Antilles, il nostro miglior pilota, lo
accompagnerà sul pianeta
Phindar, là c’è un grosso contingente
dell’Impero.”
“Grazie
Generale. Wedge lo so
che in questo viaggio corri un grosso pericolo, per questo ti
ringrazio.”
“No,
sono io che devo
ringraziarti, da quando hai messo le mani sul mio caccia fila che
è una
meraviglia. Ci dispiace a tutti che tu te ne vada.” disse
Wedge, poi continuò
“ma adesso partiamo, altrimenti potrebbe arrivare qualcun
altro e sarà
difficile per te andartene senza salutare tutti.”
Luke
salutò con una stretta
di mano il Generale Jan e con un forte abbraccio Obi Wan, il Maestro
Jedi
ricambiò l’abbraccio e mormorò
“stai attento Luke.”
Poi
Luke salì sullo shuttle
dove già si trovava Wedge e la navetta partì.
Obi
Wan stava meditando nella
sua stanza quando la porta si aprì ed entrò Leia,
quando vide che il Maestro
Jedi stava meditando da solo si fermò e
mormorò” Scusa maestro se ti ho
disturbato pensavo che ci fosse anche Luke, lo sto cercando dappertutto
ma non
riesco a trovarlo.”
Obi
Wan si alzò e disse
“vieni qui Leia devo parlarti di una cosa
importante.”
La
giovane si avvicinò e
disse esitante “cosa c’è Obi
Wan.”
Obi
Wan fece un grosso
sospiro e disse” E’ inutile che lo cerchi
dappertutto, Luke non c’è, se ne è
andato via.”
“Come
se n’è andato? E dov’è
andato?” gridò
Leia.
“Luke
è tornato nell’Impero.”
dichiarò Obi Wan, poi prima che la giovane potesse reagire
continuò “ l’ha
fatto per aiutarci Leia, ci riferirà i movimenti delle forze
dell’Impero.”
“Lo
uccideranno, Obi Wan. Io
so che lo uccideranno e non lo vedremo mai più”
ripeté Leia agitata.
Obi
Wan non aveva mai visto
Leia così agitata e mormorò “Stai calma
Leia, non devi preoccuparti per Luke è
molto in gamba, ti assicuro che non correrà nessun
pericolo.”
La
giovane si calmo e facendo
un grosso sospiro disse “ questa notte ho avuto un sogno Obi
Wan, ho visto Luke
in pericolo, era in un lago di sangue. Io lo chiamavo ma lui non mi
rispondeva
e l'ho visto allontanarsi
sempre più da
me. Sento che è in pericolo Obi Wan. E devo andare a
salvarlo”
Detto
questo la giovane si
alzò e corse fuori, dopo qualche secondo Obi Wan la
seguì.
Intanto
il viaggio di Luke e
Wedge verso Phindar
continuava, Luke era
stato silenzioso per tutto il viaggio, pensava a cosa aveva lasciato e
cosa
stava per affrontare. Sicuramente suo padre gli avrebbe chiesto dove lo
avevano
portato, cosa poteva dirgli? Non poteva certo dirgli dove era ubicata
la base
della ribellione. In quel momento la voce di Wedge lo distrasse dai
suoi cupi
pensieri.
“Ehi Luke ci
stiamo avvicinando al sistema di
Phindar, mi avevi detto di avvertirti.”
Luke
guardò fuori attraverso
lo schermo poi si alzò e si diresse verso il fondo dello
shuttle. Lì si tolse
la tuta da meccanico e si mise la divisa da ufficiale imperiale.
Così vestito
non gli avrebbero dato noie e l’avrebbero accompagnato sulla
nave di suo padre.
Quando ritornò nella cabina con
indosso
la divisa imperiale Wedge
lo guardò storto
e disse “mi rendi nervoso vestito così, se devo
dirti la verità non mi
piacciono molto gli imperiali, ti preferivo prima.”
“Se
devo dirti la verità
anch’io, ma vestito così non avrò
problemi e neanche tu.” disse Luke poi si
rimise seduto accanto a Wedge sul sedile del co-pilota.
Improvvisamente
Wedge si
voltò verso di lui e disse in tono fermo “cosa
dirai ai tuoi superiori se ti
chiedono dove sei stato tutto questo tempo.”
“Ci
ho pensato per tutto il
viaggio, non posso certo dire di essere stato ospite in una base
ribelle.”
“Già.”
lo interruppe Wedge
“Rischieresti di finire male. Senti è meglio
tornare indietro.”
“Non
ti preoccupare per me
non rischio di finire male, ho...
degli
appoggi nell’Impero. Essere il miglior pilota
dell’Impero ha i suoi vantaggi.”
Dopo
un pò Luke riprese
“Ascolta stavo pensando, tu che stai nella Ribellione da
molto tempo non sai se
c’è una base abbandonata da poco dove posso
mandare le armate imperiali.”
Wedge
ci pensò un pò poi
disse “si, c’è la base su Dantooine,
è stata abbandonata da qualche mese da un
altro gruppo. Che ne dici?”
“Dico
che andrà bene.”rispose
Luke.
In
qual momento chiamarono
alla radio “qui il Controllo Centrale
a
navetta sconosciuta, fatevi identificare.”
Luke
fece un cenno a Wedge
poi si avvicinò alla radio e disse “Qui il
Comandante Supremo Luke Skywalker,
sto atterrando sul pianeta. Voglio al mio arrivo una pattuglia che mi
accompagni al Quartier Generale.”
“Si
Signore” fu la pronta
risposta.
Wedge
sussultò alla voce
secca e autoritaria del suo amico, di certo non se lo sarebbe mai
immaginato
una simile trasformazione.
Quando
atterrarono Luke si
alzò e strinse la mano la Wedge e disse “Addio
Wedge salutami Leia e Han e di
ad Obi Wan che è andato tutto bene.”
“Va
bene, lo farò. Addio Luke
è stato interessante conoscerti, sei un tipo in gamba per
essere un imperiale.”
rispose l’uomo stringendo la mano di Luke.
Luke
uscì dallo shuttle e
vide la pattuglia di stormtrooper che era venuto a prenderlo, il capo
della pattuglia
si avvicinò e disse salutandolo militarmente
“Comandate siamo venuti a
scortarla alla base così potrà risposarsi e
rinfrescarsi. Prego salga sul
landspeeder”
“Grazie
Tenente.” rispose
Luke.
Luke
salì trasporto e si
diressero verso la città.
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Capitolo 15 *** LEGGETE VI PREGO ***
Mi dispiace di non aver ancora aggiornato la mia storia ma a novembre
ho perso il mio papà pensavo di superarlo presto e
ricominciare a scrivere, ma per ora non me la sento ancora. Non temete
la storia è tutta nella mia testa, ma per ora non riesco a
metterla sul computer.
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Capitolo 16 *** CAPITOLO 15 ***
Han
entrò nell’Hangar e vice
un gruppetto di meccanici e piloti intorno ad una nave e chiese
“che succede,
hanno portato i nuovi caccia B.”
“Magari.
No, sono il Maestro
Obi Wan e Leia che stanno discutendo.”
Vedere
Obi Wan e Leia che
discutevano era un avvenimento inconsueto e Han si avvicinò
e vide Leia che si
dava da fare intorno ad un caccia e Obi Wan lì vicino che
gli diceva “Ascoltami
Leia, non puoi andare, ripensaci.”
Ma
la ragazza non lo
ascoltava.
Han
si avvicinò ad Obi Wan e
disse “Che c’è che non va
Kenobi.”
Obi
Wan appena lo vide disse
“Oh finalmente sei qui Han, cerca tu di far ragionare
Leia.” E allo sguardo
interrogativo che l’uomo gli diede, Obi Wan capì
che Han non sapeva nulla di
ciò che era accaduto quella mattina, e continuò
“Luke se ne andato, è tornato
nell’Impero e Leia vuole seguirlo per fargli cambiare idea e
farlo tornare qui.”
Han
si avvicinò a Leia e la
prese per un braccio, la ragazza si rigirò e
dichiarò “tanto è inutile non mi
farete cambiare idea, né tu né Obi Wan.”
“Non
voglio farti cambiare
idea.” disse Han e poi sorprendendo tutti continuò
“Voglio accompagnarti da lui
con il Falcon, così vedrai che sta bene tra gli imperiali
perché è uno di loro.
E poi con me non rischierai di farti catturare di nuovo.”
“Han…”
fece Obi Wan.
“Non
ti preoccupare Kenobi so
quello che faccio.” rispose Han andando verso la sua nave
trascinandosi dietro
Leia.
Il
Falcon decollò verso la
sua destinazione sotto lo sguardo dubbioso dei presenti.
Giunto
al Quartier Generale,
Luke fu accompagnato in un lussuoso alloggio dove potè
rinfrescarsi, riposare e
mangiare qualcosa perché
gli avevano
riferito che il comandante della base era fuori.
Dopo
qualche ora, un soldato
venne ad avvertirlo che il Comandante era tornato e lo avrebbe ricevuto
subito,
anzi si scusava per averlo fatto aspettare così tanto.
Luke
entrò nell’ufficio e
l’uomo era di spalle e disse “ Benvenuto Luke,
è veramente un piacere
inaspettato.”
Il
giovane rimase scioccato,
di solito gli dimostravano più rispetto quando lo
incontravano, chi era questo
che lo trattava con tanta famigliarità.
L’uomo
si girò e Luke lo
riconobbe.
“Aaron
Tagge! Cosa ci fai
qui?”
“Vedi
Luke, quando tu e Biggs
mi avete fatto espellere dall’Accademia, qualcuno mi ha
aiutato ad arruolarmi
nell’esercito Imperiale e con le mie sole forze sono arrivato
fino a qui.”
disse l’uomo con voce stranamente cortese. Poi
continuò con voce più cattiva e
tirando fuori la pistola “ho sempre sperato di vendicarmi di
te e di Biggs, ma
soprattutto di te perché mi hai ostacolato dal primo giorno
che ci siamo
incontrati.”
“Eri
un bastardo prepotente
Tagge, ti divertivi ad infierire sui nuovi arrivati ma per una volta
hai scelto
la vittima sbagliata. Non mi pento di quello che ho fatto e lo rifarei
altre mille
volte.” dichiarò Luke.
“Allora
adesso la pagherai.”
disse Tagge sollevando la pistola e puntandola su Luke.
Luke
lo guardò disgustato e
disse “Vuoi uccidermi qui e ora? Sei più stupido
di quello che pensassi.”
“Questa
volta sei tu lo
stupido, Skywalker, lo sapevi che sei accusato di tradimento e
l’Imperatore ha
dato l’ordine di ricercarti e di ucciderti.”
Poi
vedendo lo sguardo
sconcertato del giovane, continuò “Ah, vedo che
non lo sapevi! Il nostro
Imperatore pensa che tu abbia tradito l’Impero e ha dato
l’ordine di cercarti e
se sei colpevole, di ucciderti,”
“Io
non ho tradito l’Impero,
portami da Lord Vader e glielo dirò a lui.”
“Già
ho sentito che Lord
Vader ha un debole per te, anche se non riesco a capire il motivo. Se
io ti
portassi da lui o se lo avvertissi sicuramente la passeresti liscia, invece no, la tua sfolgorante carriera finirà
qui e per mano
mia.”
“Intendi
uccidermi? Qui e
ora. Qualcuno dei tuoi ufficiali si chiederà il
perché tu non mi abbia voluto
consegnare all’Imperatore, visto che sono un
traditore.”
“Non
sono così stupido come
pensi, Skywalker. Io e te andremo a fare un giro in città e
durante questa
passeggiata alcuni ribelli ci attaccheranno e tu, sfortunatamente,
rimarrai
ucciso.” Ti piace il mio piano.”
“Il
tuo piano non funzionerà,
Lord Vader non ci crederà, nessuno ci
crederà.”
“Sapevo
che avresti detto
così. Avanti ora usciamo di qui e non fare
scherzi.”
Luke
e Tagge uscirono dalla
stanza, l’uomo teneva la pistola nascosta in modo che nessuno
la vedesse. Luke
si fermo e si guardò intorno per cercare un modo per uscire
da quella
situazione ma Tagge gli spinse la pistola contro la schiena e gli
mormorò “non
pensare di chiedere aiuto a qualcuno o ucciderò anche lui,
tu sai che ne sarei
capace. Non vuoi un’innocente sulla coscienza,
vero?”
“Sei
proprio un bastardo.”
sibilò Luke e continuò a camminare fino a quando
non uscirono dall’edificio.
Quando
furono fuori, Tagge
gli indicò uno speeder e gli disse “Sali li sopra
e cerca di non fare scherzi.”
Luke
salì, e mentre la sua
mente meditava su come riuscire a cavarsela, Tagge gli si sedette
accanto e
partirono. Dopo qualche minuto l’uomo disse
“fermati qui.” Luke si guardò
intorno e vide che il posto era completamente deserto e non si vedeva
nessuno.
Tagge gli spinse la pistola contro e gli disse “ scendi,
siamo arrivati.”
Luke
scese dallo speeder, poi,
mentre anche Tagge scendeva e
veniva
verso di lui Luke mosse leggermente la mano e l’uomo sbatte
contro il muro
dietro di lui, subito Luke si girò per raccogliere la
pistola lasciata cadere
dal suo avversario, ma sentì un colpo al braccio e un dolore
bruciante lo attraversò.
Si
girò lentamente e vide due
uomini con le armi puntate contro di lui, Tagge si alzò,
raccolse la pistola e
la puntò su Luke.
“Come
hai fatto?” ringhiò
l’uomo.
Con
un sorrisetto sprezzante
Luke dice “Prova ad indovinare, visto che sei così
intelligente.”
I
due si fissarono per
qualche secondo Tagge era furioso perché era sicuro che Luke
lo stesse prendendo in giro con quel sorriso sarcastico sul viso, poi con forza si calmo
e disse
“non mi importa quali poteri hai, tanto adesso
morirai.” poi rivolto ai due
uomini che stavano con lui disse “uccidetelo.”
Luke
guardò i due uomini
sollevare le pistole su di lui, il suo ultimo pensiero andò
a Leia, non avrebbe
mai più rivisto sua sorella, suo padre, Obi Wan, Han e tutti
gli amici che si
era fatto nella Ribellione, ma quello che lo faceva soffrire di
più era non
rivedere più Leia, e dirgli quando gli voleva bene, e
mormorò tra se e se
“addio Leia mi mancherai sorellina.”
Nel
frattempo Leia e Han
erano sul pianeta e lo stavano cercando a bordo di uno speeder,
improvvisamente Leia disse “da questa parte Han presto aumenta la
velocità.”
Entrarono
in una strada
completamente deserta e sentirono dei colpi di blaster e quando si
avvicinarono
la scena li paralizzò: Luke era a terra, e degli uomini
erano lì vicino con le
armi puntate su di lui.
Han
e Leia saltarono giù
dallo speeder e spararono ai tre uomini uccidendoli. Leia si
precipitò accanto
a Luke e lo chiamò disperata. Il giovane aveva una brutta
ferita al petto ma riuscì
a sorridere alla sorella, poi chiuse gli occhi perdendo conoscenza.
“No
Luke, ti prego, non lasciarmi.” gridò Leia piangendo.
Han
gli si avvicinò e disse
“Quei tre non uccideranno più nessuno, sono morti.
Uno era un ufficiale Imperiale
e gli altri due non lo so. Chissà cosa è
successo.” Poi
piegandosi accanto a Leia mormorò “su dai Leia,
andiamo via, non puoi più fare
niente per lui.”
La
ragazza si rifiutò di
alzarsi, e stringendo il corpo esamine del fratello a sé
disse “No, non lo
lascio.”
Leia
sentiva la forza vitale
di Luke farsi sempre più debole e implorò
“Han, ti prego, aiutami a portarlo
via.”
Han
era stanco del
atteggiamento iperprotettivo di Leia nei confronti di Luke
esclamò “ Ma si può
sapere perché tieni così tanto a lui, io... io
non ti capisco più. Pensavo che
io e te fossimo importanti l’uno per l’altra ma a
quanto vedo mi sbagliavo.
Tieni più a lui che a me.”
Leia
lo guardò stupita,
allora Luke aveva ragione, Han pensava che lei lo amasse. che si fosse innamorata di lui e
mormorò “no, non è
come pensi tu. Luke è mio fratello, mio fratello
gemello.”
Han
la guardò sconcertato
come se all’improvviso avesse parlato in huttese, e disse
“Cosa? Lui è tuo
fratello?”
“Si,
è stato Obi Wan a
rivelarcelo pochi giorni fa. Io e Luke siamo fratello e
sorella.”
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Capitolo 17 *** CAPITOLO 16 ***
Han
guardò con attenzione il
giovane a terra e poi Leia, ‘si,’ pensò
‘c’era una certa somiglianza tra i due’
poi disse “ Va bene ti aiuterò a portarlo via, ma
sbrighiamoci prima che arrivi
qualcuno.”
Han
aiutò Leia a mettere Luke
a bordo dello speeder e poi partirono a tutta velocità
diretti al porto
spaziale del pianeta.
Il
Falcon volava veloce verso
la base ribelle su Yavin. Han e Chewie erano nella cabina a guidare il
Falcon
mentre Leia era in infermeria accanto a Luke. Leia tramite la Forza
sentiva la
presenza del fratello indebolirsi sempre di più e
stringendogli la mano
mormorava “ti prego Luke non lasciarmi, resisti
fratello.”
Intanto
Luke si stava
lasciando scivolare in una calda oscurità che lo attirava a
se, non sentiva più
dolore solo una grande debolezza e si lasciò andare a quella
forza che lo stava
trascinando via, improvvisamente sentì una voce che lo
chiamava ma la ignorò
lasciandosi scivolare sempre più giù
nell’oscurità.
Appena
il Falcon atterrò
nell’Hangar della base ribelle Leia uscì fuori di
corsa e appena vide Obi Wan
si precipitò verso di lui
e gridò disperata
“ Obi Wan devi aiutare Luke, gli hanno sparato ed
è molto grave, non riesco più
a sentirlo.”
Il
Maestro Jedi prima di
correre all’interno della nave disse “ qualcuno
faccia venire qui una barella,
dobbiamo portarlo a Centro Medico della Base.”
Poi seguì Leia che era già entrata
nel Falcon, Obi Wan si avvicinò a
Luke gli mise una mano sul viso e chiuse gli occhi concentrandosi, poi
scosse
la testa mormorando “lo sento appena” poi
rispose a Leia che lo guardava cercando di trattenere le
lacrime, “mi
dispiace Leia, ma io non sono un guaritore, non saprei cosa
fare.”
In
quel momento arrivò la
barella con il droide medico 2-1D che gli passo un braccio meccanico con un sensore medico
sul corpo
e disse “Il Comandante Skywalker deve essere portato
immediatamente in
infermeria le sue condizioni sono molto critiche.”
Nell’infermeria
gli furono
messi degli impacchi di bacta sulla ferita, Luke era troppo debole per
essere
immerso in un serbatoio, aveva detto il droide-dottore a Obi Wan e a
Leia. Le
ore passavano e Obi Wan, Leia e Han erano nell’infermeria a
vigilare su di lui,
il giovane comandante era ancora svenuto e non dava segni di ripresa,
Han
stringeva Leia a se per dargli forza, la giovane donna aveva il viso
bagnato
dalle lacrime e mormorò
“Obi Wan, non
possiamo fare niente.”
“Solo
stargli vicino Leia, e
dargli la forza di ritornare tra di noi.” disse Obi Wan.
Han
disse “Leia prova a
chiamarlo, cerca di raggiungerlo tu e Kenobi siete come lui forse
potete aiutarlo.”
“Si,
si può fare. Te la senti Leia, è molto
difficoltoso, ci vuole molta energia psichica.”
“Si
voglio provarci.” mormorò
Leia sciogliendosi dall’abbraccio di Han.
Intanto
Luke si trovava in un
prato dove l’erba era alta e rigogliosa, riusciva a sentire
in rombo delle
cascate che vedeva in lontananza, si guardò intorno
sorpreso, dove si trovava?
L’ultima cosa che si ricordava era che Tagge e i suoi
tirapiedi gli avevano
sparato, poi aveva visto Leia e sentito la sua voce chiamarlo, ma
doveva essere
un’allucinazione, sua sorella non poteva essere lì
con lui, lei era al sicuro
su Yavin 3. Si guardò il petto e vide che era intatto, in
quel momento sentì
una voce femminile che disse “ questo è il posto
in cui io e tuo padre ci siamo
amati tantissimo, Luke. Questo è il mio pianeta natale,
Naboo.”
Luke
si girò e vide una bella
donna con occhi scuri e lunghi capelli castani, e mormorò
“ Padme, madre.”
“Si.”
disse la giovane
donna annuendo, poi si avvicinò e
lo accarezzo dolcemente su una guancia e disse “sei uguale a
tuo padre quando
aveva la tua età, lo sai Luke.”
Luke
non riusciva a dire una
parola mentre la guardava, poi mise una mano su quella di lei e chiuse
gli
occhi, beandosi nel calore che proveniva dalla mano della madre.
“Luke
ascoltami, abbiamo poco
tempo. Tu devi salvare tuo padre, Anakin è prigioniero del
Lato Oscuro e
l’unico modo per liberarlo è sconfiggere
l’Imperatore e solo tu puoi farlo. Tu
sei la sua Luce ed è questo che significa il tuo nome nella
lingua nubiana.”
“Davvero?
E quello di Leia,
cosa significa?”
“Speranza.
Tu e Leia siete la
Luce e la Speranza della galassia.”
Improvvisamente
Luke sentì
delle voci flebili che lo chiamavano insistentemente, si
girò verso sua madre e
vide che iniziava a svanire.
“No!.”
gridò allungando una
mano.
“Ora
vai figlio mio devi
tornare da tua sorella e Obi Wan. Ti stanno chiamando e devi tornare da
loro,
io ti starò sempre vicino..” disse Padme prima di
svanire definitivamente come
nebbia al sole e Luke si ritrovò da solo e nel buio
più assoluto, sentiva le
voce di Leia e di Obi Wan farsi sempre più forti, ma
iniziava anche a sentire
anche un dolore al petto e si sentiva terribilmente debole.
Aprì
gli occhi a fatica e
vide davanti a sé Leia e Obi Wan, strinse
debolmente la mano della sorella e mormorò
“Leia...”
“Shh,
Luke, non parlare, sei
ancora debole ma presto starai bene, mi prenderò io cura di
te. Ora riposa” gli
disse Leia, mentre Luke chiudeva di nuovo gli occhi e scivolava
nell’incoscienza.
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Capitolo 18 *** CAPITOLO 17 ***
Intanto
sull’Executor, la
nave ammiraglia di Lord Darth Vader, il Signore Oscuro aveva ricevuto
notizie
su suo figlio, Luke era stato visto sul pianeta Phindar, poi era
scomparso
senza lasciare traccia per questo motivo aveva mandato il suo migliore
agente
ad indagare.
Nel frattempo nella base
segreta ribelle, le condizioni di Luke miglioravano lentamente e il
giovane si
sentiva sempre più forte, ma Leia si ostinava a
farlo stare a riposo in infermeria, inoltre aveva proibito
a chiunque di
disturbarlo.
“Leia,
mi sento bene, e
voglio uscire da qui.” insistette Luke ancora una volta,
anche se ha volte
doveva ammettere di sentirsi ancora un pò stanco.
“2-1D
ha detto che sei ancora
debole e non ti sei ancora ripreso completamente, perciò tu
rimarrai qui in
questa stanza finché non lo dirà lui.”
replicò Leia al limite dell’irritazione,
avevano avuto più di una volta questa discussione, e Luke
iniziava a diventare
irrequieto. Obi Wan entrò nella stanza e disse
“Ehi che succede, vi si sente
urlare da fuori.”
“Qualcuno
non riesce proprio
a capire quando ci si preoccupa per lui, è un
irriconoscente.” sbottò Leia
uscendo dalla stanza.
Obi
Wan guardò Luke
imbronciato e disse “Cosa succede?”
“Obi
Wan non ce la
faccio più a stare chiuso qui
dentro, mi sento bene, ma Leia non vuole capirlo.”
“Devi
capire il suo punto di
vista, Luke, Leia ti ha visto in fin
di
vita, ha rischiato di perderti per sempre e questo l’ha
turbata. Dopo aver
perso tutta la sua famiglia adottiva e il suo pianeta, non vuole
perdere anche
te, è per questo che è diventata iperprotettiva
nei tuoi confronti. Se vuoi
posso venire io a farti compagnia così possiamo riprendere
le nostre lezioni di
meditazione.”
“Si
mi piacerebbe, mi mancano
le tue lezioni .”
L’agente
Imperiale K36 era
appena tornato dalla sua missione, con le notizie richieste dal Signore
Nero, e
ora, stava aspettando di essere ricevuto da lui. Lord Vader, dopo la
riunione
con i suoi ufficiali disse “Dite all’agente K36 di
venire nella sala riunioni,
lo vedrò lì.”
“Si
Signore.” rispose uno dei
suoi subordinati.
Quando
l’uomo entrò Lord
Vader gli ordinò “Parla.”
L’agente
iniziò “ Mio
Signore, il comandante Skywalker è atterrato su Phindar
alcuni giorni fa, ed ha
incontrato il Comandante della Base, il Comandante Aaron Tagge. Poi ho
saputo
che c’è stato un agguato e un conflitto a fuoco in
cui sono morti il Comandate
Tagge e due uomini, il Comandante Skywalker è stato portato
via ferito da due ribelli
le cui identità sono ben conosciute dagli archivi Imperiali,
il Capitano Han
Solo e la Principessa Organa. Questo è tutto ciò
che ho scoperto.”
“Molto
bene, puoi andare.”
disse Lord Vader, mentre stava ripensando a quello che gli aveva detto
il suo
agente. Poi si alzò e iniziò a camminare avanti e
indietro nella grande sala,
Luke era ferito, ma cosa poteva essere accaduto, se fosse morto lui
l’avrebbe
sentito, invece sentiva ancora la sua firma nella Forza, era debole ma
la
sentiva.
Darth
Vader sentiva che l’Imperatore
cominciava ad essere nervoso, perché non
aveva ancora notizie di Luke, ormai erano passati parecchi mesi dalla
sua
assenza, poi un pensiero molesto gli attraverso la mente, e se Luke
fosse
passato con i ribelli? No, suo figlio non lo avrebbe mai tradito, era
un
soldato che aveva giurato fedeltà all’Impero.
Però non doveva dimenticare che insieme
ai ribelli c’era Obi Wan e quel vecchio era diabolico,
chissà cosa
aveva raccontato al ragazzo per
convincerlo a passare dalla sua parte. Il dubbio lo stava tormentando,
doveva
saperlo e poi doveva riprendere Luke con se il più presto
possibile. A
qualunque costo.
Poi
spinse un bottone sul
tavolo e disse “Rintracciate Fett immediatamente e ditegli di
venire da me.”
“Si
my Lord.”
Grazie
alle lezioni di Obi
Wan, Luke perfezionò molto la sua padronanza nella Forza, al
punto che quando
2-1D veniva a visitarlo si divertiva a farlo volteggiare per aria prima
di
permettergli di avvicinarsi
per visitarlo.
Un
giorno mentre era da solo
nella stanza a leggere alcuni I-Pad, la porta si aprì e fece
capolino Han Solo.
“Hei
ragazzo, come ti
senti.?”
“Molto
meglio, Capitano Solo,
grazie.” rispose Luke cortesemente.
“Chiamami
Han, ragazzo,
Capitano Solo mi fa sentire come quei capoccioni che
comandano.”
“Va
bene, vada per Han. E il
mio nome è Luke.” rispose il giovane
più rilassato.
“Senti
ragazzo volevo
chiederti scusa per il pugno, non potevo neanche immaginare che tu
fossi suo
fratello, ti...”
Vedendo
l’uomo in imbarazzo
Luke disse “non c’è problema Han, non
preoccuparti ho capito.”, poi vedendo che
era ancora lì fermo, chiese
“c’è qualcos’altro.”
“Bhe,
vedi ci sono i piloti e
i meccanici che
vogliono sapere come
stai, volevano venire a trovarti ma Leia ha dato ordine di non far
passare
nessuno.”
Luke
ridacchiò “Si, è
particolarmente iperprotettiva nei miei confronti. E tu come hai fatto
a
passare?”
“Non
c’era nessuno, neanche
quel dottore robot. Leia e Kenobi saranno in riunione con gli altri
generali
tutto il giorno.” Poi pensandoci disse
“perché non vieni tu a trovarli, non hai
detto che ti senti bene.”
Luke
ci pensò, uscire
finalmente da quella stanza sarebbe stato meraviglioso, ormai si
sentiva
veramente bene, la debolezza era passata, ci pensò su un
pò, poi disse “mi
piacerebbe, ma non ho niente da indossare.”
Han
sogghignò poi gettandogli
una tuta di colore arancione disse “ti va bene
questa?”
Luke
la prese al volo poi la osservò
attentamente, era una tuta da pilota. Con un sorriso ampio disse
“è perfetta.
Sarò pronto fra due minuti.”
Quando
arrivò all’Hangar
tutti lo accolsero cordialmente, chiedendogli come stava, cosa era
successo.
Luke
sorridendo li rassicurò
che stava bene raccontò in brevi linee cosa gli era
accaduto, poi una voce alle
spalle esclamò “certo che ce l’aveva con
te, sei sempre stato un piantagrane.”
Luke
si girò e vide il suo
vecchio amico Biggs e puntandogli un dito sul petto gli
dichiarò “guarda che
lui ce l’aveva anche con te.”
“Hei
ma voi due da quanto vi
conoscete.”
“Siamo
cresciuti nella stessa
area abitata su Tatooine, poi ci siamo arruolati insieme
nell’esercito
Imperiale.” disse Luke
Biggs
mettendogli una mano
sulle spalla esclamò “voi non lo sapete ma questo
ragazzo è risultato primo
alla scuola di volo su Coruscant e so che per breve tempo ha comandato
i
famigerati Black Eight, la squadriglia di Vader.”
Luke
si schermì e mormorò
“Dai smettila Biggs.”
Tra
i piloti e i meccanici si
udirono dei mormorii sorpresi poi uno dei piloti disse “Ehi
Wedge, tu sei il
miglior pilota della Ribellione, perché non lo sfidi
così vediamo chi è più
bravo.”
“No,
non sarebbe leale, Luke
non hai mai volato sui caccia Ala-X.” disse Wedge.
“Bhe,
se qualcuno mi spiega i
comandi ci posso provare, io sono uno che impara in fretta. “
replicò Luke che
non vedeva l’ora di volare di nuovo tra le stelle.
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Capitolo 19 *** CAPITOLO 18 ***
Mentre
i meccanici
modificavano le armi dei caccia, Biggs spiegava a Luke i comandi del
Caccia Ala
X.
“Devi
stare attento, Luke, i
comandi degli Ala X sono più leggeri dei Tie e Wedge
è un grande pilota.”
“Ok
starò molto attento, almeno nei primi
scambi.” rispose Luke.
I
due aerei decollarono, Wedge
lasciò a Luke non pò di tempo per abituarsi ai
comandi del Caccia Ala X, poi lo
chiamò e disse “tutto bene Luke.”
“Si.
Aveva ragione Biggs è
molto più leggero dei caccia dell’Impero. Devo
dire però che è molto divertente
volare su questi aerei. Io sono pronto chi inizia..”
“Io
direi di allontanarci uno
dall’altro e poi iniziare la caccia, il primo che abbatte
l’altro a vinto. Ci stai!”
disse Wedge.
“OK,
per me sta bene.”
I
due giovani stavano volando
da un pò cercando di colpirsi uno con l’altro
senza riuscirci, erano entrambi
molto abili come piloti, quando all’improvviso nella radio
tuonò la voce della
principessa Leia Organa.
“Luke
si può sapere che fai
lassù su quella nave, dovevi rimanere nella tua stanza a
riposarti.”
“Um,
mi sa che siamo in guai,
eh Luke.” mormorò Wedge.
“Diciamola
giusta, Wedge,
sono io ad essere nei guai e in guai grossi.”
replicò Luke, “ok, il divertimento
è finito.”
Fece
per virare e tornare
indietro e Wedge lo seguì, all’ultimo momento Luke
raddrizzò il suo caccia e si
trovò sopra a Wedge e sparò. Lo schermo del
giovane Comandante Ribelle si
illuminò di rosso, e Wedge gridò “Ehi
non è giusto, mi hai imbrogliato.”
“Wedge,
non ti hanno mai
insegnato che non bisogna mai fidarsi. Lo sai che in guerra tutto
è permesso.”
disse Luke ridacchiando, poi virò di nuovo e si diresse
verso la base ribelle.
Una
volta atterrati Luke vide
che lo aspettava una furiosa Leia. Han e tutti gli altri si erano
defilati
sapevano che era meglio non affrontare la giovane donna quando era
così infuriata.
Luke
scese dalla nave e si
diresse verso di lei sorridendo. Leia andò verso di lui
dicendo“Luke, ti avevo
detto di stare a riposo, sei ancora debole.”
Il
fratello la sollevò sulle
braccia e la fece girare, poi disse “Sto bene Leia,” poi continuò
“io sono un soldato, un pilota
da quando avevo 15
anni non puoi tenermi
chiuso in una stanza solo perché hai paura di
perdermi.”
“Ma
Luke...” mormorò
Leia.
“Non
ti lascerò sorellina,
non me ne vado più. Ho deciso di restare qui con
voi.” poi contando sulle dita
continuò “allora, primo devo completare il mio
addestramento con Obi Wan, poi devo
diventare un Jedi, altrimenti non potrò mai sconfiggere
l’Imperatore e per
ultimo devo insegnare un paio di trucchi in stile imperiale ai piloti
della
Ribellione.” finì con un sorriso malizioso rivolto
a Wedge e ai piloti che li
stavano guardando cupamente.
Qualche
giorno dopo alla fine
di un estenuante sessione di allenamento con i droidi, Luke e Obi Wan
erano
seduti a meditare, Luke dopo un pò chiese” Obi
Wan, mi sto già addestrando
da parecchio tempo, quando saprò
che sono diventato un jedi. C’è qualche esame, una
prova va sostenere, se c’è
io mi sento pronto.”
“Sei
impaziente proprio come
era tuo padre.” disse Obi Wan sorridendo, poi
continuò “Capisco la tua fretta,
Luke e ti dirò quello che so, si c’è
una prova ed è diversa per ognuno di noi,
però non sappiamo quando affronteremo questa prova
perché è la Forza stessa che
decide quando e che tipo di prova
dovrai
superare.”
“E
tu che prova hai dovuto
superare per diventare un jedi”
Luke
vide lo sguardo del
Maestro Jedi rattristarsi allora dichiarò “Obi Wan
se non vuoi dirmelo non
importa.”
Obi
Wan scosse la testa “No,
non c’è problema. E’ stato tanto tempo
fa, durante un combattimento ho ucciso
il Sith che aveva appena assassinato il mio Maestro. E’
accaduto durante la
battaglia su Naboo, il pianeta natale di tua madre.”
Poi
mettendogli una mano sulla
spalla gli disse “avanti continuiamo l’allenamento,
hai ancora molto da
imparare.”
Nel
frattempo sull’Executor,
l’Ammiraglia di Darth Vader, Boba Fett era di fronte al
Signore dei Sith.
“Lord
Vader, mi avete fatto
cercare, sono ai vostri ordini.” disse beffardo il cacciatore
di taglie.
“Mi
hai fatto aspettare a
lungo Fett, e non mi piace aspettare. Ma tu sei il migliore e per
quest’incarico
ho bisogno del migliore. Voglio che tu catturi il Capitano Solo e la
Principessa Organa.”
“E’
un incarico molto rischioso,
Lord Vader, altre
volte ho cercato di vendicarmi per le volte che ha intralciato la strada
ma quel maledetto pirata è riuscito sempre a sfuggirmi.”
“La
tua ricompensa sarà più
alta di quanto immagini. Per i miei progetti è
indispensabile avere quei due
ribelli nelle mie mani il più presto possibile.”
“Va
bene Lord Vader, ma a un
patto: voglio, oltre alla ricompensa, anche Solo.
C’è qualcun altro che lo
vuole nelle sue mani e pagherebbe parecchio per averlo.”
“Va
bene, non mi importa cosa
gli accadrà dopo” disse Vader e poi parlando tra
se e se continuò “mi serve
solo per costringere Luke a tornare da me.” Poi si
girò e vide che il
cacciatore di taglie era ancora lì e ribadì
“Ora vai! Però ricordati Fett come
sono generoso con chi ha successo così sono spietato con chi
mi delude.”
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Capitolo 20 *** CAPITOLO 19 ***
Un giorno mentre Obi Wan stava
addestrando entrambi i
gemelli Skywalker entrò Han e disse” Leia ho
ricevuto un messaggio da Bespin.
Lando ci ha chiesto di andare da lui perché a delle
informazioni su
alcuni movimenti imperiali.”
“Mi dispiace Han ma non
posso venire, sono occupata con
delle riunioni, ma tu vai se vuoi. So che è parecchio tempo
che non vi vedete,
e se Lando ti chiama vuol dire che è importante.”
rispose Leia.
Poche ore dopo mentre Han si stava
preparando a partire,
Luke e Leia stavano nell’Hangar a guardare i
suoi preparativi. Leia aveva raccontato a
Luke che Lando era un vecchio amico di Han dai tempi
in cui entrambi erano contrabbandieri.
“Leia pensi sia sicuro
lasciarlo andare, ho un brutto
presentimento.”
“Anch’io Luke ma
Han se la saprà cavare e dopotutto Lando è
un amico di vecchia data.” Rispose Leia.
Han si avvicinò per
salutarli e dopo aver salutato Leia con
un bacio si girò verso Luke.
“Hei ragazzo sei ancora in
tempo per venire con me. Lando è
un ottimo ospite.”
“No grazie Han, mi basta
conoscere te come contrabbandiere.”
“Ora vai Han e ricordati di
tornare presto.” Disse Leia, poi
rivolta allo Wookiee continuò
“ Mi fido
di te Chewie riportamelo a casa al più presto, e non farlo
bere troppo.”
Il Wookiee rispose con un grugnito
rassicurante.
Luke lavorava nell’hangar
quando vide Leia passare con lo
sguardo scuro e pensieroso, la raggiunse e disse
““Leia cosa c’è. Ti sento
inquieta.”
“Sono preoccupata Luke, Han
doveva tornare già da qualche
giorno e non mi ha neanche chiamato per avvertirmi.” disse
Leia.
“Non preoccupati sorellina
vedrai che si saranno messi a
parlare dei vecchi tempi e Han si sarà scordato, vedrai che
tra poco tornerà.”
disse Luke.
In quel momento arrivò Obi
Wan aveva un’espressione
angosciata e teneva in mano un foglio e disse “Luke, Leia,
leggete qui, ho
delle brutte notizie.”
Luke prese il foglio e
sbiancò di colpo e mormorò
“maledizione”,
Leia gli chiese “cosa c’è
Luke.”
Il giovane gli passò il
comunicato e mormorò “leggi.”
Il comunicato diceva ‘il
famoso capo dei ribelli Han Solo è
stato catturato dall’Impero e sarà giustiziato
nella Città delle Nuvole sul
pianeta Bespin.”
“Oh no! Han.”
gridò
Leia, poi si girò verso il fratello e disse
“Luke non possiamo lasciarlo
nelle mani dell’Impero.”
“Non ti preoccupare Leia,
lo andremo a liberare.” dichiarò
Luke.
“Aspetta Luke. Dobbiamo
parlarne e decidere tutti insieme.”
disse Obi Wan.
La sera alla riunione con i capi
della Ribellione e tutti
gli ufficiali, Luke ribadì la sua idea: andare a liberare
Han.
“Luke capisco cosa provi,
ma pensaci bene e se Vader
l’avesse fatto per riprendersi te.”
“Lo so, Obi Wan. Non
credere che non ci abbia pensato, ma
non posso vedere Leia in quello stato. E poi pensa a cosa staranno
facendo a
Han, credimi l’Impero ha molti modi per far parlare le
persone. Anche se Han è
forte, è probabile che a quest’ora gli avranno
già fatto dire dove ci troviamo
e in quanti siamo.”
Il generale Rieekan, uno dei generali
presenti disse “sono
d’accordo con il Comandante Skywalker, non possiamo lasciare
il comandante Solo
nelle mani dell’Impero.”
Avevano deciso, Luke, Obi Wan e Leia
sarebbero partiti il
giorno seguente insieme a un piccolo gruppo di ribelli che facevano
parte del
reparto speciale del generale Rieekan, sarebbero sbarcati di nascosto
alla
Città delle Nuvole e liberato Han e Chewie. Luke avrebbe
preferito che Leia non
li avesse seguiti, ma la sorella era stata inamovibile..
Intanto sulla Città delle
Nuvole Lord Vader stava assistendo
in silenzio all’interrogatorio di Han, il droide inquisitore
lanciava potenti
scariche elettriche contro l’uomo che si contorceva e
lanciava urla strazianti.
Lord Vader rimase a guardarlo ancora un pò poi
uscì dalla stanza, quell’uomo si
meritava il trattamento a cui lo stava sottoponendo, era stato lui
insieme a
Kenobi, a portare via Luke, e a farlo diventare un ribelle. Ed ora
aveva
trovato il modo di riprenderselo, conosceva bene suo figlio, sarebbe
venuto lui
stesso a salvare il suo amico. E lui lo avrebbe catturato e persuaso a
tornare
al suo fianco.
Fuori incontrò Lando
Carlissian, l’amministratore della
Città delle Nuvole. L’uomo si avvicinò
e dichiarò “non mi aveva detto che
avrebbe torturato Han in quel modo.”
“E’ un ribelle,
cosa si aspettava che facessi?” replicò Lord
Vader, “e speri che
vengano a salvarlo e
tra loro ci sia Skywalker, altrimenti lo farò giustiziare
come ho promesso.”
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Capitolo 21 *** CAPITOLO 20 ***
Lo
shuttle volava veloce
diretto al pianeta Bespin, Luke si avvicinò a Leia e
stringendogli le mani tra
le sue le mormorò “non preoccuparti per Han lo
salveremo. Ma ora devi
promettermi una cosa, qualunque cosa succeda tu devi fuggire via con
lui.”
Vedendo che la sorella non rispondeva
insistette con forza
“Devi
promettermelo, Leia.”
“Luke
cosa c’è?” sentiva il
forte turbamento del fratello attraverso il legame che avevano
forgiato, non
l’aveva mai visto così, nel poco tempo che avevano
passato insieme Luke si era
sempre mostrato forte e padrone di se stesso.
“Luke
dimmi cosa c’è”
Il
giovane fece un profondo
sospiro e a fatica mormorò “Darth Vader vuole me.
Ha catturato Han perché vuole
me.”
“No,
non lascerò che ti
catturi riusciremo a fuggire tutti insieme.” poi vedendo il
fratello scuotere
la testa e mormorare un ‘no’ a fior di labbra,
continuò disperata “Ma Luke, ti
ucciderà.”
“No,
non lo farà” dichiarò il
giovane.
“Ma
perché ne sei così
sicuro. L’Impero ha già tentato di ucciderti una
volta. Perchè questa volta non
dovrebbe farlo.”
“Leia
non lo farà, perché
Darth Vader è mio padre” disse Luke, poi vedendo
l’espressione sconvolta della
sorella continuò a voce bassissima
“....è nostro padre.”
Leia
cercò di liberarsi dalla
presa di Luke e scuotendo la testa mormorò “No,
non è possibile, non ci credo.”
Luke
la prese tra le braccia
e mormorò “Leia, mi dispiace di averti mentito, ma
nostro padre Anakin
Skywalker è Darth Vader.”
In
quel momento Obi Wan entrò
nella saletta e vedendo i due giovani a parlare e sentì che
c’era qualcosa che non
andava e si avvicinò e disse “che cosa
c’è ?”
“Obi
Wan non posso crederci,
Luke e io siamo...” mormorò Leia.
“Non
devi preoccuparti per
lui Leia, Obi Wan lo sa già.” disse Luke, poi
rivolto a Obi Wan continuò “saI
già che Darth Vader è nostro padre, non
è vero Obi Wan?”
Il
Maestro Jedi ebbe il buon
senso di mostrarsi imbarazzato e disse “si, lo
sapevo.”
“Perciò
sai anche che io sono
l’unico che può batterlo.”
affermò Luke.
“No
Luke non puoi farlo, non
sei forte abbastanza per affrontare sia lui
che l’Imperatore.” disse Obi Wan.
“Forse
hai ragione ma questa
sarà l’unica opportunità che
avrò di far smettere questa guerra.”
mormorò Luke.
Obi
Wan stava per ribattere,
quando uno dei ribelli del comando entro nella saletta e disse
“Signore siamo
arrivati in vista di Bespin.”
“Molto
bene di al pilota di
avvicinarsi il più possibile alla città delle
nuvole e sbarchiamo poi deve
nascondersi dietro Bespin. Se tutto andrà bene riusciremo a
fuggire con il
Falcon.”
Luke,
Leia, Obi Wan e il
gruppo dei ribelli camminavano lungo i corridoi della città
delle Nuvole,
improvvisamente si imbatterono in Lando Carlissian. L’uomo di
colore appena li
vide rimase sorpreso e Leia, puntandogli il blaster contro gli disse
“Lando sei
un traditore, hai consegnato Han agli Imperiali.”
Luke
posò la mano su quella
della sorella e spostandola verso il basso disse “Aspetta
Leia, chiediamogli
perché ha agito così.”
“Mi
dispiace Leia ma
sono stato costretto. Quel maledetto di
Boba Fett ha
minacciato di distruggere
la città di Cloud City. C’era uno StarDestroyer
pronto a fare fuoco. se non avessi fatto venire qui
Han.” disse Lando,
“Ma mi sono pentito, venite vi porto dove lo tengono
prigioniero, così lo
potete liberare.”
“Non
mi fido di te, Carlissian.”
dichiarò Leia.
Luke
disse “Non sta mentendo
Leia. Io mi fido di lui, andiamo.”
Riuscirono
ad arrivare alle
celle da un passaggio secondario, purtroppo c’erano due
soldati dell’Impero di
guardia.
“Accidenti
e ora cosa
facciamo, se si accorgono di noi è finita.” disse
Lando ma Luke passandogli
avanti disse “non preoccuparti ci penso io.” Il
giovane jedi si concentrò un
attimo e subito dopo le due guardie si scambiarono qualche parola poi
si
allontanarono.
Carlissian
si girò verso di
lui e mormorò “come hai fatto?”
“Gli
ho fatto credere che
sono stati chiamati da un superiore. Le menti deboli sono facilmente
influenzabili dalla Forza.” disse Luke.
“Ah.”
fu tutta la risposta
dell’uomo di colore.
Il
Maestro Jedi si avvicinò a
Luke e mormorò “ottimo lavoro,
apprendista.”
Leia
entrò di corsa nella
cella e si chinò su Han disteso su una branda, era svenuto,
Chewbacca era
accanto a lui..
“Han
svegliati, sono io
Leia.”
L’uomo
aprì gli occhi e
mormorò “Leia! Oh no, ora hanno catturato anche
te.”
“No.
Siamo venuti a
liberarti. C’è anche Luke.”
In
quel momento Luke si fece
avanti e sorridendo disse “Ehi pirata, è possibile che ti
metti sempre nei guai.”
Obi
Wan si avvicinò e disse
“Luke sento che qualcuno si sta avvicinando, dobbiamo
andarcene.”
“Si
Obi Wan, lo sento
anch’io. Temo che sia arrivato mio padre.”
mormorò Luke.
Dopo
aver liberato Han
stavano tornando indietro alla piattaforma d’atterraggio.
L’uomo era debole e
portato a braccia da uno dei ribelli, Leia era accanto a lui
dall’altro lato.
Arrivati all’approdo dove si trovava il Falcon vennero circondati dai
soldati, il loro
comandante disse “siete circondati ribelli, non avete modo di
fuggire,
arrendetevi.”
Il
gruppo si guardò intorno
erano circondati, ma erano pronti a combattere per fuggire da
là.
Improvvisamente
apparve Lord
Darth Vader, Luke guardò suo padre e vide un bagliore di
trionfo nei suoi
occhi, allora era vero! Suo padre aveva catturato Han solo per riavere
lui indietro,
ma anche lui aveva un piano da portare a termine: uccidere
l’Imperatore. Il gruppo sì
guardò intorno e vide che non avevano
scampo, non potevano affrontare tutti quei soldati e Darth Vader senza
che
qualcuno venisse ferito o peggio ucciso,
Luke aveva solo un
modo per salvarli tutti e rimanere nell’Impero senza far
sospettare suo padre,
forse in quel momento i suoi amici non avrebbero capito ma doveva farlo.
Fece
un passo avanti poi
piegò un ginocchio davanti a suo padre e disse
“mio Signore sono tornato e vi
ho anche portato degli importanti prigionieri ribelli e il Maestro jedi
Obi Wan
Kenobi.”
Senti
alle sue spalle delle
esclamazioni sorprese ma non si girò, aveva ancora la testa
piegata in avanti
in atto di sottomissione aspettando che suo padre gli dicesse qualcosa.
Il
Signore Oscuro lo osservò
attentamente sondando la sua mente in cerca di falsità, poi
disse “Molto bene.
Ora alzati Comandante Skywalker.” Poi Vader si
girò verso Obi Wan e
disse “Finalmente ci incontriamo di nuovo
Obi Wan” e con una potente spinta della Forza lo
scagliò indietro. Obi Wan
sbatté violentemente contro il muro e rimase momentaneamente stordito.
Il
Signore Oscuro ordinò
“portateli sullo Star Destroyer, li interrogherò
più tardi. State molto attenti
al jedi, per lui ho un trattamento speciale.”
Luke
sentì Leia che lo
chiamava ma chiuse la mente ai richiami della sorella non poteva
tradirla, e si
girò con aria distaccata Il
padre gli
disse” seguimi Luke, torniamo a bordo.”
Quando
furono da soli a bordo
dello Shuttle, il Signore Oscuro disse “dimmi cosa
è successo, perché non sei
tornato prima.”
“Non
sono potuto tornare padre,”
disse Luke, poi continuò “Kenobi non mi lasciava
un attimo, voleva fare di me
il suo allievo. Quando sono riuscito ad allontanarmi e a raggiungere
una base
imperiale sono rimasto ferito...”
“Si
questo lo so.” lo fermò
Vader, poi mettendogli una mano sulla spalla disse “e ora
come stai figlio mio
?”
Luke
sorrise “Bene padre ora
sono completamente guarito.”
“Un
soldato ti accompagnerà
nel tuo alloggio, riposati, io penserò a sistemare il nostro
importante ospite,
poi andrò a riferire all’Imperatore il successo
della tua missione.”
Quando
chiuse la porta
dell’alloggio dietro di se, Luke si rilassò,
doveva agire al più presto e
liberarli, una volta arrivati a Coruscant dall’Imperatore non
avrebbe più
potuto fare niente. Indossò la divisa Imperiale e si diresse
verso le prigioni.
C’erano
di guardia solo tre
soldati e un ufficiale, Luke si avvicinò e disse
“sono il Comandante Skywalker
e devo vedere i prigionieri.”
L’uomo
vide i gradi di Luke e
scattò sull’attenti” Si
Signore” poi disse ad uno dei soldati al suo
comando”tu,
accompagna il comandante alle celle dei prigionieri.”
Quando
il soldato aprì la
porta della cella e Luke entrò dentro Han iniziò
a insultarlo, e Luke
bruscamente disse “zitto Han” poi muovendo
impercettibilmente una mano disse a
bassa voce “Devi liberali!” L’uomo
mormorò come in trance “devo liberarli.”
Mentre il soldato liberava i prigionieri Luke guardò
Han e sorridendo disse “Allora Han ora
non hai più niente da dire.” Ma poi si
guardò intorno e disse “Dov’è
Obi Wan?”
“E’
stato portato in un altra
cella, non so dove” disse Leia, poi avvicinandosi al fratello
mormorò “Cosa c’è
Luke.” Lo sentiva distante e non era solo la divisa imperiale
che indossava,
non riusciva a sentire i suoi pensieri come se lui avesse chiuso la sua
mente a
tutto.
“Non
ora Leia, dobbiamo
sbrigarci” disse Luke, poi si rivolse al soldato e disse
“Dov’è il Jedi?”
“E’
stato rinchiuso nelle
celle di massima sicurezza” rispose l’uomo ancora
sotto l’effetto della Forza.
‘Maledizione’
pensò Luke
doveva immaginare che suo padre avrebbe voluto tenere Obi Wan sotto
stretto
controllo, poi si rivolse di nuovo al soldato e disse “tu
devi accompagnarli al
ponte dell’hangar se ti chiedono qualcosa di che sono ordini
di Lord Vader. Hai
capito!”
“Si,
Signore.” Rispose il
soldato.
“Luke
e tu che farai?”
“Devo
andare a liberare Obi
Wan, ci vediamo sul ponte dell’hangar.”
Tornò
in fretta al posto di
guardia e si avvicinò all’ufficiale e ai suoi
uomini e sollevando appena la
mano disse “fammi vedere dove si trova il jedi” e
poi ripeté l’ordine che aveva
dato al soldato, anche loro obbedirono al comando. La Forza era
veramente utile
in situazioni come questa.
Dopo
che si fu assicurato che
i suoi amici, accompagnati dai soldati imperiali si furono diretti verso l’hangar
del Star Destroyer, si rilassò
un attimo, il primo compito era stato portato a termine ora doveva
andare a
liberare Obi Wan. Controllò con la Forza cosa stava facendo
suo padre e vide che
stava ancora a colloquio con
l’Imperatore. ‘Bene’
pensò aveva ancora del tempo e si diresse verso le
celle di massima sicurezza dove venivano rinchiusi i prigionieri
pericolosi.
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Capitolo 22 *** CAPITOLO 21 ***
Luke
entrò nella cella e vide
Obi Wan legato al muro con delle catene e portava al collo un collare
inibitore
della Forza.
“Mio
padre ti ha sistemato
proprio bene, eh Obi Wan.” disse Luke e accendendo la spada
laser e spezzò le
catene che trattenevano il Maestro Jedi al muro.
Il
maestro Jedi si appoggiò a
lui e Luke chiese “Ce la fai a camminare?”
L’uomo
annuì e poi disse
“Levami questo coso, presto.”
“Non
posso Obi Wan, “ mormorò
Luke, “se lo faccio mio padre sentirà la tua
presenza e si insospettirà.
Andiamo, dobbiamo raggiungere al più presto
l’Hangar, gli altri ci aspettano lì.”
Arrivati
sul ponte
dell’Hangar Luke vide che stavano tutti lì con i
soldato che li controllavano e
Luke avvicinandosi disse ”Per fortuna siete arrivati senza
problemi “ poi
girandosi verso i soldati mormorò “Voi adesso
andrete via e non vi ricorderete
niente”
“Noi
non ricorderemo niente” i
soldati ripeterono la frase all’unisono.
“Ora
tornate ai vostri posti.
“ordinò Luke.
Quando
i soldati si furono
allontanati, Luke disse “Presto dovete andarvene prima che ci
scoprano.”
Leia
si avvicinò al fratello
e disse “tu verrai con noi, vero?”
“No
Leia, io devo rimanere.
Tra poco partiremo per Coruscant e lì mio padre mi
porterà davanti
all’Imperatore. Una volta davanti a lui avrò solo
quell’occasione per ucciderlo
e far finire questa guerra. E’ mio dovere Leia.”
“Non
puoi Luke è troppo
pericoloso, non sei ancora pronto per affrontare
l’Imperatore.” disse Obi Wan
debolmente.
“Lo
so Obi Wan.” mormorò Luke,
“io spero che mio padre si ravveda e mi aiuti contro
l’Imperatore. C’è del
buono in lui l’ho percepito.”
Abbracciando
Leia, Luke disse
“Addio sorellina, se dovessi fallire, il compito di abbattere
l’Impero sarà
tuo.”
Quando
vide il Falcon
decollare si diresse in fretta al suo alloggio. Si era appena disteso
sul letto
quando suo padre entrò senza neanche bussare e vedendolo sul
letto disse “Sei
rimasto qui tutto il tempo.”
Luke
si sollevò stupito e disse
“Si, mi sono fatta una doccia e mi sono cambiato.
Perchè padre cosa è
successo?”
“Mi
hanno appena avvisato che
i prigionieri sono fuggiti. Stanno interrogando le guardie ma non si
ricordano
niente.” disse Darth Vader.
Luke
si alzò in piedi e disse
“Padre credo che nel gruppo ci sia stato un altro
jedi.”
“Cosa
te lo fa pensare.”
chiese Vader.
“So
che Kenobi stava
addestrando un apprendista, ma non sono riuscito a scoprire chi
era.”
“Ne
sei proprio sicuro.” Dopo
Luke ebbe annuito, Vader continuò “strano
perché io non ho percepito niente.”
Dopo un po’ continuo “In
ogni caso
saranno puniti per essersi lasciati fuggire i prigionieri. Ora partiamo per la Morte
Nera. L’Imperatore è
ansioso di rivederti.”
“La
Morte Nera? L’Imperatore
non è su Coruscant? E cos’è
questa Morte Nera, padre?” disse Luke
intrigato.
Chissà cos’era, pensò Luke, non
l’aveva mai sentita.
“La
Morte Nera è la nuova
stazione da battaglia dell’Imperatore, è
lì che ormai si trova quasi
sempre. disse Darth Vader.
Vide
suo padre che stava
uscendo dall’alloggio e disse “Padre posso venire
con te in Plancia. Non mi va
di restare qui da solo.” Luke sperò che suo padre
acconsentisse. Rimanere solo
lo faceva pensare al compito che lo attendeva e lui non voleva
pensarci, lo
rendeva nervoso.
Vader
annuì poi disse “Va
bene puoi venire.”
Salirono
fianco a fianco
sulla Plancia dell’Executor. Così vestito la
somiglianza tra Vader e Luke era
evidente, stessi capelli color sabbia, stessi occhi azzurri, stesso
aspetto, ed
entrambi con la spada laser al fianco. Darth Vader colse all'istante la
curiosità
che suscitava la presenza di Luke e nel chiedersi chi fosse ma non gli
diede importanza.
Stava avvertendo il cambiamento che era
avvenuto in suo figlio,
la sua presenza nella Forza era ora molto forte, mentre
l’aurea intorno a lui
era calma e serena e molto sicura di sè, gli ricordava
quella del suo
vecchio maestro. Iniziava a sospettare che,
diversamente da come gli aveva detto Luke, Kenobi
doveva
averlo addestrato. Ora non aveva nessun dubbio, era stato Luke ad
aiutare i
suoi amici a fuggire? Allora perché era rimasto? Cosa aveva
in mente. Guardò
suo figlio, teneva le
mani strette
dietro la schiena, immobile in una posa marziale e fissava lo spazio
che
scorreva al di là dello schermo. Cercò di sondare
i suoi pensieri ma
i suoi schermi erano molto potenti,
avrebbe potuto sondare più in profondità ma lui
se ne sarebbe accorto.
Lo
avvertì con la mente che si
allontanava dal ponte per un po’, doveva controllare alcuni
rapporti che gli
erano arrivati dagli Avamposti Imperiali e ricevette un leggero accenno
di
consenso.
Stava
leggendo dei rapporti
quando sentì la nave che stava uscendo
dall’iperspazio, ormai riconosceva i movimenti
della nave tramite il rumore dei motori. Si allungò nella
Forza e senti suo
figlio irrigidirsi, sì pensò, si stavano
avvicinando alla Morte Nera. Anche a
lui faceva quell’effetto quando la vedeva. Si alzò
e si diresse verso la plancia
dell’Executor. Quando giunse sul ponte vide sullo schermo
l’enorme stazione da
battaglia..
Attraverso
il legame che
aveva con suo figlio, Darth Vader disse “vieni Luke
l’Imperatore ci sta
aspettando.”
Luke
si girò e annuendo lo
seguì, era arrivato il momento.
Lord
Darth Vader e suo figlio
Luke stavano camminando lungo i corridoi della Stazione diretti alla
Sala del
Trono, la sala era completamente vuota, salirono
la gradinata e s’inginocchiarono ai
piedi del trono e Vader disse “siamo qui come avete ordinato,
mio padrone.”
Palpatine
fissò Luke, sentiva
nel giovane la Forza e diversamente dall’ultima volta i suoi
scudi erano
potenti e abbassati, lo sondò e il giovane lo fece entrare
con facilità.
“Allora
giovane Skywalker,
disse Palpatine dopo aver concluso il suo esame. “Cosa hai da
dire in tua
difesa.”
“Difesa!
Mio Signore.”
replicò sorpreso Luke.
“Sei
accusato di tradimento
contro l’Impero.” dichiarò
l’Imperatore.
“Mio
Signore, mio figlio
non....” affermò Vader alzandosi.
“Fa
silenzio Vader.” sibilò l’Imperatore,
poi rivoltò a Luke ripeté
“allora?”
“Mio
Signore avete la mia
parola di ufficiale che non ho mai tradito il giuramento fatto a voi e
all’Impero.” dichiarò Luke con voce
chiara e forte.
“Molto
bene giovane
Skywalker. Lord Vader tu puoi andare, voglio parlare da solo con vostro
figlio.” disse l’Imperatore congedando il suo
braccio destro.
Vader
cercò di opporsi ma
sapeva che sarebbe stato inutile mentre si alzava mandò
velocemente un
messaggio al figlio ‘stati attento Luke stai giocando con il
fuoco,
l’Imperatore non è un nemico da
sottovalutare.’
Quando
Vader fu uscito
Palpatine disse “ora siamo soli giovane Luke dimmi quello che
è successo.”
“Si
mio Signore.” disse Luke
alzandosi, ‘era arrivato il momento’
pensò ‘ora o mai più.’
Luke
si scagliò
sull’Imperatore con la spada laser accesa, ‘se
uccideva l’Imperatore tutto
sarebbe finito, e ora aveva quella opportunità.’
Invece
di colpire
l’Imperatore la spada di Luke venne bloccata da una lama
rossa. Il giovane
venne preso alla sprovvista, e con un colpo violento
l’Imperatore lo spinse
indietro e poi fece
volare via la spada
di Luke. Il giovane era disarmato e alla mercé
dell’Oscuro Imperatore.
“Sciocco,
pensavi che fossi
disarmato, sapevo già cosa intendevi fare, ma adesso
pagherai caro il tuo tradimento.”
sibilò l’Imperatore mentre l’odio
bruciava nei suoi occhi.
Palpatine
sollevò entrambe le
braccia e dei fulmini uscirono dalle sue mani e colpirono Luke. Il
giovane
sentì il corpo bruciare e cadde a terra gridando. I fulmini
continuarono a
colpire il giovane a terra che si contorceva dal dolore, tra le ondate
di
dolore Luke sentì una volontà oscura che cercava
di prendere
possesso della sua mente, l’oscurità
cercava di possederlo. “No.” gridò Luke,
ma la sua mente, già indebolita dal
dolore, alla fine cedette l’ultimo
pensiero di Luke fu per la sorella ‘ho fallito Leia,
addio.’
Palpatine
guardò il giovane
svenuto ai suoi piedi e mormorò “e così
hai una sorella gemella, sei riuscito a
nasconderla a tuo padre ma non a me. Presto anche lei sarà
mia, così non dovrò
più temere la profezia.”
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Capitolo 23 *** CAPITOLO 22 ***
In
quel momento in una base
ribelle, Leia Organa si svegliò gridando, Han che dormiva
accanto a lei, la
prese tra le braccia e stringendola a sè disse
“Calma Leia, che succede.”
La
giovane donna guardò
Han e poi disse “Oh Han, ho avuto un
incubo terribile. Luke stava precipitando in un abisso oscuro, mi
chiamava ma
io non riuscivo a raggiungerlo poi è scomparso. Ho paura che
gli sia successo
qualcosa di terribile.”
In
quel momento entrò Obi Wan
e disse “Leia cosa succede. Ti ho sentito gridare.”
“Obi
Wan deve essere successo
qualcosa di tremendo a Luke.”
E gli
raccontò l’incubo che aveva avuto.
“Lo
temo anch’io. Devo
meditare su questo tuo incubo.” disse il Maestro Jedi uscendo
dalla stanza, ‘non doveva lasciare
Luke indietro sulla
nave imperiale,’ Fu il pensiero che turbava Obi Wan mentre
rientrava nel suo
alloggio. ‘Anche lui, come Leia sentiva che era accaduto
qualcosa di brutto a
Luke. Pregò gli dei che non avesse fallito ancora una
volta.’
Darth
Vader stava sulle plancia
della Morte Nera, aveva sentito anche lui la corrente oscura nella
Forza che
oscurava la presenza del figlio ed era preoccupato per lui.
In quel momento
arrivò la chiamata
dell’Imperatore, Vader accese il comlink e apparve
l’ologramma di Darth Sidious
che disse “Vader voglio che tu vada su Endor e ti occupi del
avamposto che si
trova sul pianeta.”
“Mio
figlio, mio Signore,
cosa gli è accaduto?” chiese Vader tentando di
celare la preoccupazione che
provava.
Conoscendo
l’Imperatore
sicuramente ne avrebbe goduto. Infatti la risposta dell’uomo
fu “tuo figlio
ormai è mio, come lo sei tu. Altro non deve interessarti
Lord Vader,” poi
aggiunse con un accenno di cattiveria nella voce “hai
qualcosa da obbiettare,
mio servitore.”
“No,
mio Signore.”
“Bene.”
Rispose Sidious e poi
chiuse la comunicazione.
‘Lord
Vader mi preoccupa,’
pensò Palpatine guardando lo schermo olografico ormai
spento, ‘era troppo
attaccato al ragazzo, aveva percepito la sua preoccupazione nei suoi
confronti
anche se Vader aveva tentato di occultargliela. Lo avrebbe tenuto
ancora un po’
e poi avrebbe persuaso il giovane Skywalker ad eliminarlo, il senso di
colpa
per aver ucciso suo padre avrebbe spinto il giovane dritto nelle
braccia del
Lato Oscuro. Doveva pensare anche all’altra Skywalker, la
gemella, doveva averla
al più presto nelle sue mani.
Poi
si girò verso il giovane
inginocchiato ai piedi del trono e disse “Lord Skywalker ora
vai
sull’ammiraglia e fai come ti ordino.”
“Si
mio signore.” Rispose
Luke.
Intanto
anche i pensieri di
Lord Darth Vader erano altrettanto simili. ‘Sidious ha
distrutto la mia vita e
non permetterò che distrugga anche quella di mio figlio,
devo impedirglielo, ma
come fare?
Gli
unici a cui poteva
rivolgersi erano i suoi amici, ma non gli avrebbero mai creduto. La
principessa
Organa avrebbe preferito vederlo morto che fidarsi di lui, poi gli
venne un
idea improvvisa era rischiosa, ma era l’unico modo.
Qualche
giorno dopo alla base
ribelle Leia Organa, Han e il Maestro Kenobi furono chiamati con
urgenza nella
sala di comando dal Generale Riekaan. L’uomo appena
arrivarono gli fece vedere
dei file appena arrivati e disse “guardate cosa ci
è arrivato pochi minuti fa.”
Leia
diede una veloce
occhiata al file e esclamò sorpresa “ma questi
sono i piani della nuova arma
dell’Imperatore. Chi può essere stato a
mandarceli. Obi Wan pensi che sia stato
Luke.”
“Non
lo so ma chi ce li ha
mandati ci ha fatto un enorme favore. Adesso sappiamo
dov’è e come fare a
distruggerla.” Disse il generale Riekaan, mentre il maestro
Jedi taceva pensieroso.
Era
arrivato il momento della
riscossa della Ribellione, i tecnici dell’Alleanza avevano
studiato bene i file
e avevano preparato un piano per distruggere la nuova arma
dell’Imperatore,
Leia, Han e Obi Wan insieme ad una squadra di specialisti sarebbero
sbarcati
sul pianeta e disattivato lo schermo che proteggeva la Morte Nera,
così la
flotta della Alleanza Ribelle guidata dal Generale Riekaan con Lando e
Wedge avrebbero
distrutto la micidiale
stazione-arma. Ma durante la riunione finale c’era stata una
problema, Leia aveva
deciso di andare sulla Morte Nera a cercare Luke.
“Io
devo andare, Luke è in
pericolo. L’ho sentito, non posso abbandonarlo. Obi Wan
diglielo tu.”
“Leia,
prima dobbiamo
distruggere lo schermo e poi entreremo nella base Imperiale. Non puoi
andarci
da sola. Lo so bene che senti la Forza scorrere in te ma non potrai mai
farcela
da sola contro tre Sith.”
“Tre?
Perché tre sith Non ci
sono solo l’Imperatore e Vader”
“L’Imperatore
Palpatine,
Darth Vader e .... Luke.” mormorò Obi Wan.
Leia
impallidì dalla rabbia,
“tu pensi che Luke possa essere passato al Lato Oscuro, come
ti viene in mente,
Obi Wan.”
“Leia
non sento più la
presenza di Luke nella Forza è offuscata
dall’oscurità. Mi dispiace ma ho paura
che Luke sia ormai perso..”
“No,
non posso crederci, non
posso.” Mormorò la giovane donna in preda alla
lacrime.
Luke
Skywalker stava
camminando avanti e indietro sulla plancia dello Star Destroyer che gli
aveva
affidato l’Imperatore, e i suoi ordini erano di controllare
chiunque si avvicinasse
al pianeta Endor, improvvisamente
si
fermò aveva sentito una presenza nella Forza che si stava
avvicinando. Sperava
che prima o poi lei sarebbe venuta a cercarlo, ora doveva sfruttare
l’affetto
che Leia provava per lui e il resto sarebbe venuto da solo,allora si
avvicino
ad una postazione e disse “Tenente chiami lo shuttle che si
sta avvicinando al
pianeta.”
A
bordo dello Shuttle che si
stava avvicinando ad Endor, c’erano Han, Leia, Obi Wan e
Chewbacca e nella
carlinga c’era la squadra che li affiancava nella missione.
“Obi
Wan ci stanno chiamando
dalla nave Imperiale.” Disse improvvisamente Han.
“Perché
ci staranno
chiamando, Han
rispondi, non dobbiamo
suscitare sospetti.”
Han
accese il piccolo schermo
dello shuttle e apparve Luke.
“Salve
Obi Wan, ciao
sorellina.” disse il giovane.
I
tre lo guardarono scossi,
Luke indossava la
divisa nera Imperiale
e un mantello nero gli copriva le spalle, ma la cosa più
inquietante erano gli
occhi gialli cerchiati di rosso.
“Luke
cosa ti è successo.”
“E’
come avevi detto tu Obi
Wan, io sono uguale a mio padre. Ora sono io il Comandante Supremo
della Flotta
e il braccio destro
dell’Imperatore.”
“Ma
Luke, perché.”
Invece
di rispondere al
Maestro Jedi Luke disse “ Il mio Star Destroyer vi ha sotto
mira posso distruggervi
in ogni momento, ma non lo farò se Leia verrà da
me.”
“Non
se ne parla, soldatino,
Leia non si muove da qui.”
Luke
ignorò Han e guardando
fisso Leia disse quasi sussurrando “ Allora sorellina, cosa
vuoi fare.”
Leia
chiuse gli occhi,
sentiva ancora nel profondo del suo animo la voce di Luke che gli
chiedeva
aiuto, e ripenso al sogno fatto in cui aveva visto il fratello
precipitare nel
vuoto e gridare il suo nome, Luke aveva bisogno di lei per liberarsi
dalla
presa del Lato oscuro, Leia ne era certa, allora riapri gli occhi e
disse “ se
io vengo da te, ho la tua parola che li lascerai andare.”
“Certo
non mi importa quello
che hanno intenzione di fare. Io voglio solo che tu stia al mio fianco.”
“Va
bene Luke, verrò da te.”
Leia
sentì che Han stava per
esplodere e gli mise una mano sul braccio e poi continuò
“ Vuoi che venga ora.”
chiese Leia.
“No.
Ti lascerò ancora
qualche ora con i tuoi amici. Consegnati domani al Presidio che
c’è sul pianeta
e nostro padre ti porterà da me.”
La
comunicazione si chiuse bruscamente.
“Signore
dobbiamo informare
l’Imperatore che ci sono dei ribelli che si stanno
avvicinando ad Endor?”
Chiese
il tenente alla
postazione.
Luke
lo guardò male, poi
disse con voce fredda “perché tenente, lei pensa
che quel gruppo di ribelli siano
un pericolo per le nostre truppe stanziate sul pianeta. Ha
così tanta sfiducia
nel nostro Impero.”
L’ufficiale
sbiancò e mormorò
“no Signore. Certo che no”
“Molto
bene. Si metta in
contatto con Lord Vader e me lo passi nel mio ufficio.
Passerò a lui questo problema
con i ribelli. In questo modo potrà
rifarsi agli occhi dell’Imperatore.”
Appena
apparve l’immagine di
Lord Vader, Luke fece un inchino beffardo “saluti Lord Vader,
immagino che sia
stata opera tua l’arrivo della Flotta Ribelle.”
Il
Signore Nero lo guardò
sospettoso e disse “Cosa hai intenzione di fare Luke,
denunciare tuo padre a
Palpatine?”
“No,
non ti preoccupare,
padre non ho nessuna intenzione di denunciarti al nostro
Imperatore” rispose
Luke sempre con lo stesso tono
derisorio, “anzi mi hai fatto un favore, non sapevo come far
venire mia sorella
da me, invece tu con la tua trovata ci sei riuscito.” Poi
vedendo l’espressione
scioccata sul viso del padre, Luke scoppio a ridere e disse
“non sapevi che
Leia era mia sorella. Che bella scoperta, vero? Domani lei
verrà da te e tu
l’accompagnerai da me sulla Morte Nera e la vedrai inchinarsi
davanti
all’Imperatore o morire.” Dopo questo Luke chiuse
la comunicazione.
Il
Commando Ribelle era
atterrato su Endor senza altri problemi e i ribelli avevano trovato dei
validi
alleati nella popolazione del pianeta. Quella sera dopo la
pianificazione
dell’attacco c’era stata un’altra accesa
discussione tra Han e Leia. La giovane
donna era
intenzionata ad andare a consegnarsi
alle truppe Imperiali e così raggiungere il fratello, Han
insisteva che era una
stupidaggine.
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Capitolo 24 *** CAPITOLO 23 ***
Han si svegliò la mattina dopo e non trovando più
Leia al suo fianco si precipitò dove stava Obi Wan e il
resto dei Ribelli e disse “ Qualcuno di voi ha visto
Leia?”
Tutti risposero di no e Obi Wan si avvicinò a Han e disse
“Cosa c’è Han, perché sei
così agitato.”
“E’ da stamattina che sto cercando Leia, ma non
riesco a trovarla. Ieri sera abbiamo discusso perché lei
voleva andare da Luke, insiste a dire che Luke è in
pericolo. Gli ho detto di non andare, ma stamattina quando mi sono
svegliato lei non c’era più. Non vorrei
che....”
“Ci sia andata ugualmente.” fini Obi Wan, poi
continuò “invece penso proprio di si. Quella
ragazza è più cocciuta di un mulo. “
Intanto Leia era stata catturata dai soldati che l’avevano
portata da Vader.
“Ecco la ribelle che abbiamo catturato, Lord Vader. Questa
è la sua arma. Insiste a dire che è qui da sola.
Ma io credo che ci siano anche i suoi compagni, continuò la
ricerca?”
“Molto bene Comandante. Si, continui la ricerca dei suoi
compagni e mi avverta quando li avrà trovati.”
Quando furono soli Leia disse “ Dov’è
Luke, cosa gli avete fatto tu e il tuo Imperatore.”
“Tra poco lo vedrai, figlia mia. Tuo fratello è
insieme all’Imperatore. E’ molto
cambiato.” rispose Darth Vader.
“Non chiamarmi così.” sbottò
Leia. “Tu non sei mio padre. Mio padre era Bail Organa che tu
hai ucciso.”
Leia entrò nella sala del trono a fianco di Darth Vader, la
prima cosa che vide fu Luke al fianco del trono, indossava sempre la
divisa nera con il mantello e il suo sguardo cupo le fece venire i
brividi.
“Luke?” lo chiamò, ma
l’Imperatore disse “è inutile
che lo chiami piccola jedi, tuo fratello è ormai sotto
l’influsso del Lato Oscuro, è diventato un mio
fedele servitore, come lo sarai anche tu tra poco.”
“No, mai. Non passerò mai al lato
Oscuro.” disse Leia.
“Vedremo piccola jedi, anche il tuo stolto fratello aveva
detto la stessa cosa, ma ora come vedi è diventato il mio
più fedele servitore.” disse con un sorriso
maligno.
Vader si avvicinò al trono e allungò la spada
laser di Leia a Palpatine. “Questa è la sua arma
mio Padrone.”
Palpatine prese l’arma e la guardò attentamente
poi la posò accanto a sé e disse “Molto
bene. Sei potente, piccola jedi, quasi quanto tuo fratello, e come lui
presto sarai mia.”
“Non sarò mai vostra, non so come avete
costretto mio fratello a diventare schiavo del Lato Oscuro, ma con me
non ci riuscirete mai.”
“Skywalker insegna a tua sorella l’ubbidienza che
si deve al proprio padrone.”
“Si mio Signore” rispose il giovane inchinandosi ai
piedi del trono, poi si alzò e accese la spada laser.
Era rossa notò Leia con rammarico, allora aveva ragione Obi
Wan, suo fratello era diventato veramente un Sith, allungò
la mano e la sua spada le volò in mano, non voleva uccidere
Luke ma non si sarebbe mai inchinata davanti all’Imperatore,
era venuta lì per salvare il fratello e non per diventare
anche lei una vittima del Lato Oscuro.
Vader guardava i suoi due figli che combattevano uno contro
l’altro, gli sembrava di vivere un incubo, non poteva essere
vero. All’improvviso vide Luke disarmare Leia e calare il
colpo per ucciderla e gridò “No Luke non farlo,
è tua sorella.”
“Fai silenzio Vader.” sibilò furioso
Palpatine e due guardie rosse affiancarono il Signore Nero.
‘Palpatine voleva essere sicuro che lui non interrompesse
più il duello.’ Pensò Vader.
Ma l’avvertimento raggiunse ugualmente il giovane che
fermò la spada laser a pochi cm dal collo di Leia. Luke era
immobile e respirava affannosamente, chiuse gli occhi scuotendo
leggermente la testa come se stesse cercando di svegliarsi da un incubo.
Leia allungò la mano e la posò su quella del
fratello e mormorò “Luke, sono io Leia. Ti prego
torna in te fratello.”
Luke aprì lentamente gli occhi, il rosso era scomparso e i
suoi occhi erano tornati di nuovo azzurri, e mormorò
riconoscendola “Leia cosa è successo, non mi
ricordo niente”.
Poi vide che cosa stava per fare e spense immediatamente la
spada laser e aiutò la sorella ad alzarsi e
mormorò guardandosi intorno confuso “ma
cosa...”
Ma prima che Leia potesse parlare, una voce maligna
e stridula disse “maledetta sei riuscita a liberarlo dalla
mia presa, ma adesso me la pagherai.”
L’imperatore scendendo le scale sollevò le mani
lanciando i suoi fulmini di Forza Oscura contro Leia ma Luke si mise
davanti alla sorella e sollevando le mani bloccò i fulmini
facendoli rimbalzare poi disse “Adesso ricordo tutto e non vi
premetterò di far del male a mia sorella, Altezza. Io sono
un Jedi e il mio dovere è distruggere il Male che voi
rappresentate” Poi rivolto a Leia disse “Stai
dietro di me, Leia. Ti proteggerò io.”
I fulmini colpivano ripetutamente lo schermo creato da Luke, ma il
giovane non cedeva, anzi con incredibile forza di volontà
iniziò ad avanzare verso l’Imperatore, ad un certo
punto mormorò “Leia, ascoltami non
resisterò ancora per molto a bloccare i suoi fulmini, appena
hai l’occasione devi uccidere l’Imperatore, hai
capito.”
“Si, ma tu..”mormorò Leia posandogli una
mano su una spalla.
“Devi farlo, Leia non pensare a me, io ti
proteggerò finché posso. Ma tu devi riuscire ad
ucciderlo altrimenti tutto sarà perduto.”
“Va bene.” sussurrò Leia.
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Capitolo 25 *** ULTIMO CAPITOLO ***
Darth
Vader guardava
sconvolto la scena, i suoi figli che affrontavano
l’Imperatore. Un sentimento
molto simile all’orgoglio paterno stava nascendo nel suo
animo. Suo figlio, il
suo meraviglioso e temerario figlio stava affrontando
l’Imperatore senza la
minima incertezza.
Ma
sentì con crescente
preoccupazione che l’energia di
Luke si
stava indebolendo e la sua aurea nella Forza farsi sempre
più debole.
Attraverso la Forza lo incitò a resistere e per risposta
ebbe solo un debole
sorriso. L’Imperatore se ne accorse e con un ringhio furioso
aumentò
l’intensità dei fulmini ma anche lui,
notò Vader, sembrava visibilmente
affaticato. Luke resistette ancora un po’ poi cadde su un
ginocchio. Con una
mano a terra per sorreggersi e l’altra ancora tesa in avanti
resistette ancora
qualche secondo poi cadde a terra e i fulmini lo colpirono senza
pietà, Anche
Leia, senza più la protezione di Luke fu colpita dai
fulmini. I due giovani si
contorcevano al suolo mentre i fulmini crepitavano intorno a loro.
All’improvviso
Darth Vader
senti nella sua mente la flebile voce di Luke che lo supplicava
“ti prego padre
salva Leia, salva tua figlia. Lei porta in sé gli eredi
della Forza.” Poi l’aura
di suo figlio scomparve nel flusso della Forza.
Darth
Vader urlò il nome di
suo figlio ma il giovane non rispose e né si mosse sotto
l’implacabile pioggia
di fulmini. Palpatine rise sguaiatamente e disse “finalmente
sei morto,
maledetto. Ora anche tua sorella farà la tua fine e
così la stirpe degli
Skywalker sparirà definitivamente.”
Finalmente
Vader capì perché
Palpatine aveva così paura della profezia: Uno Skywalker lo
avrebbe ucciso, non
sapeva chi, così per far tacere questo suo terrore nei
confronti della profezia
doveva sottometterli
od annientarli. Non
essendo riuscito a assoggettare i suoi figli alla sua
volontà, Palpatine li avrebbe
uccisi. Non avrebbe lasciato vivere neppure lui, ora ne era certo. La
sua paura
nei loro confron- ti era troppo forte. Allora prese una decisione,
forse la più
importante della sua intera vita, allungò la mano e una
spada laser gli saltò
in mano, non sapeva a chi appartenesse a
Luke o a Leia oppure era proprio la sua, ma non gli importava, la
accese e si
scagliò sull’Imperatore tagliandolo a
metà. Palpatine se ne accorse all’ultimo
momento e lanciò i suoi fulmini contro di lui, ma era troppo
tardi la spada
laser lo trapassò da parte a parte.
La
morte dell’Imperatore creò
un uragano di forza oscura che travolse i tre. Darth Vader si
chinò sui suoi
figli per proteggerli da quel vento oscuro. Quando si esaurì
la tormenta Vader
si girò per vedere come stavano, Leia si stava rialzando ma
Luke rimaneva
immobile a terra.
“Come
stai?” chiese alla
figlia.
“Bene”
rispose Leia.
Poi
Vader si girò verso suo
figlio chiamandolo, ma il giovane non rispose rimanendo immobile.
Vader
gli posò leggermente
una mano sulla fronte, sentiva la sua presenza ma era tenue e
mormorò “ Luke
svegliati ti prego” poi stringendogli
forte
la mano continuò “perdonami è tutta
colpa mia se solo fossi intervenuto prima.”
Sentì
una mano posarsi sulla
sua sollevò la testa e vide Leia accanto a sé che
sorrise e disse “Padre,
vedrai che Luke si riprenderà presto, è molto
forte lo sai?”
Quel
gesto le era costato
molto, aveva sempre considerato Darth Vader un mostro senza
cuore,freddo e
crudele, invece ora leggeva sul
suo viso
l’ansia e la
preoccupazione per Luke.
Alla
fine lo aveva ammesso,
anche con se stessa, Darth Vader era suo padre, si sentiva finalmente libera da questo fardello
emotivo.
“Padre,
dobbiamo andare via,
la Ribellione è pronta a
distruggere la Morte Nera.
“Non
posso i fulmini
dell’Imperatore mi hanno colpito, non riesco più a
muovermi. Vai tu Leia e
porta via da qui tuo fratello.”
“No
padre, non voglio
lasciarti qui.”
“Sei
così forte, Leia, bella
e forte proprio come tua madre.” Mormorò Vader e
allungando una mano le carezzò
il viso poi chiuse gli occhi.
Leia
gli strinse la mano
mormorando “no, padre.” E delle lacrime iniziarono
a scendere dai suoi occhi.
In
quel momento la
porta della Sala del Trono si aprì di
botto ed entrarono Han Chewie, Obi Wan e un gruppo di incursori
ribelli.
Han
corse subito da Leia e la
strinse tra le braccia mormorandole “stai bene?”
“Si.”
Mormorò la giovane
donna, poi si rivolse a Obi Wan che era chinò su Luke
“come sta?”
“Se
la caverà, che cosa è
successo?”
“Nostro
padre, Darth Vader ci
ha protetti contro la furia di Palpatine, è morto per
salvarci Obi Wan.”
“Dobbiamo
sbrigarci a uscire
di qui altrimenti finiremo arrosto.” Disse Han aiutando Leia
ad alzarsi.
“Voglio
portare via anche mio
padre, non voglio lasciarlo qui.” Disse Leia, poi continuo
“se lo lasciamo qui
Luke non me lo perdonerà mai, e
neanch’io.”
Mentre
la Morte Nera
esplodeva Leia sentì un sospiro di sollievo da tutta la
galassia, l’Imperatore
era morto, ora erano tutti liberi.
Quando
Luke si riprese trovò
accanto a sé Leia e Obi Wan e chiese alla sorella
“nostro padre?”
Leia
gli strinse forte la
mano e mormorò “è morto Luke.
È morto per salvarci la vita.”
Il
giovane jedi chiuse gli
occhi. Qualche ora dopo sul pianeta sottostante una pira era pronta che
incenerire il corpo di Darth Vader, Anakin Skywalker, fu Leia ad
accendere il
fuoco, Luke era seduto su una sedia portatile, ancora debole . Mentre
il corpo
bruciava Obi Wan gli parve di vedere il volto di Anakin che sorrideva e
attraverso la Forza sentì la sua voce serena
‘grazie Obi Wan ora abbi cura dei
miei figli e falli diventare due grandi Jedi.’
Obi
Wan sorrise anche lui
finalmente sereno ‘lo farò, Anakin.’
FINE
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