Boys meet world

di tylersanchor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di come pensavo che sarei sopravvissuto a Stiles Stilinski ***
Capitolo 2: *** Di come Corey aveva idee totalmente sbagliate su di me (o forse no). ***
Capitolo 3: *** Le ragioni per cui Lydia Martin non dovrebbe esistere ***
Capitolo 4: *** Di come arrivai alla consapevolezza che Stiles sarebbe stato la mia rovina. ***
Capitolo 5: *** Di come non riuscii nemmeno a entrare in negazione decentemente ***
Capitolo 6: *** L'apocalisse ha i capelli rossi ***
Capitolo 7: *** Come è andata a finire ***



Capitolo 1
*** Di come pensavo che sarei sopravvissuto a Stiles Stilinski ***


MANEGGIARE CON CURA: questa storia è una Stheo, ovvero Stiles/Theo, Stiles e Theo insieme in modo romantico. Se questa coppia vi urta, potete tranquillamente fuggire e vivere il resto della vostra vita in pace lontano di questo orrore. Se invece siete parte del fandom disagiato che shippa questi due tizi, ancora un avvertimento: vengono nominati, come pairing alternativi, Stydia e Theo/Tracy. Se uno di questi vi disturba, fuggite con gli altri, c'è ancora posto sulla scialuppa di salvataggio. Ah, e c'è una coppia gay fissa, aka Corey e Mason, che appariranno parecchio.

MANEGGIARE CON CURA (a volte ritornano): Theo è fondamentalmente una testa di cazzo. La storia è scritta dal suo punto di vista, quindi chi vi parla è un ragazzino saccente e egocentrico che non risparmia a nessuno commenti acidi e critiche pesanti. Certo, è una storia d'amore, ma è soprattutto la storia di un ragazzo un po' troppo pieno di sé che arriva a fare i conti con la realtà intorno a lui e col fatto che non sempre le cose vanno come ci si aspetta e che, ogni tanto, per quanto possiamo essere le persone più fighe del mondo, abbiamo bisogno di appoggio, scleriamo e ci arrabbiamo e cerchiamo di non essere soli. 



Le cose che dovete sapere prima che possiate finalmente leggere il capitolo: allora, gli aggiornamenti avverrano una volta a settimana, il giorno stabilito è il giovedì. Saranno online la sera, presumo e mi riservo il diritto di fare ritardi o altro, siccome sono malata e per quanto abbia già scritto tutta la storia, potrebbe benissimo essere che un giovedì non mi senta bene e decida di non aggiornare e di farlo il giorno dopo. La storia, come ho già detto, è stata conclusa, ma devo ancora rivederla e forse ampliarla, aggiungendo magari un epilogo. Vedrò che idee mi vengono.
La storia è ambientata al primo anno di college di Stiles e Theo, mi sono inventata che tutti hanno la stessa età in modo da far sì che il branco di Theo sia insieme a lui - perché diciamo, se fosse da solo la storia non ci sarebbe - e non tiene conto della 5x20 che non era ancora stata mandata in onda quando ho iniziato a scrivere.

ps: il capitolo l'ho riletto cinque volte, finché non mi è venuto il mal di testa, ma ho trovato ogni santa volta dei verbi sbagliati. Non so come sia potuto succedere, forse perché l'inizio è al presente e poi scrivo al passato, se c'è qualche errore fatemelo notare e lo correggerò immediatamente.
 





 



Boys meet world



*



Di come pensavo sarei sopravvissuto a Stiles Stilinski




 

La serata arriva al punto di non ritorno quando, nel bel mezzo di Wildest Dreams che sto cantando a volume decisamente non tollerabile all'orecchio umano, Corey, che non so che accidenti ci faccia nel mio appartamento, decide che la preoccupazione che io sia andato completamente fuori di testa è superiore alla paura che ha di me e bussa timidamente alla porta della mia stanza, chiedendomi se qualcosa non va proprio nel momento in cui mi butto sul pavimento per cantare il bridge. Io non mi limito a cantare le canzoni, io le interpreto. Effettivamente, Taylor Swift potrebbe assumermi come ballerino.
“Sto avendo una crisi di nervi!” urlo appunto nel pieno della suddetta e apro la porta solo per lanciargli la prima cosa che mi capita a tiro, che capita essere una confezione formato famiglia di gelato al cioccolato. Solo quando è fuggito da qualche secondo mi rendo conto che era l'ultima delle tredici confezioni che ho ingurgitato nel corso di questi tragici momenti e che quindi mi sono fatto più male che bene. Forse dovrei vestirmi e andare a prenderne dell'altro, ma le mutande di SpongeBob e la mia maglietta con un buco sulla spalla sono fin troppo confortevoli, così come la mia stanza, nonostante la puzza di cadavere in putrefazione che aleggia attorno. Dandomi un'annusatina mi rendo conto che, effettivamente, sono io a emanare quell'odore. Non ricordo l'ultima volta che mi sono fatto una doccia e ho la dolorosa impressione che fosse prima del tragico evento che mi ha reso isterico, depresso e con una scarsa igiene personale.
Sospiro e decido di autolesionarmi guardando il suo profilo. Ovviamente, la prima cosa che vedo è una foto con Colei Che Non Deve Essere Nominata e la tentazione di lanciare il mio iPhone dalla finestra si fa sempre più forte. Quando vedo che lui ha commentato con un cuoricino penso che forse posso risparmiare l'iPhone e buttare direttamente me stesso sperando che un camion mi investa e metta fine alle mie sofferenze.
La cosa più ridicola di tutta questa storia, è proprio questo: io, narcisista, egocentrico ed egoista, non solo ho scoperto di avere dei sentimenti nel momento peggiore, ma i suddetti sono anche stati calpestati brutalmente. Più volte. Con un carro armato. E quindi sono qui, a cantare Taylor Swift sul pavimento della mia stanza che puzza come un ovile e a contemplare come prospettiva più rosea il farmi schiacciare da un tir.
Sapete, ogni storia ha una morale. Quella che sto per raccontarvi, infatti, è un avvertimento. Non innamoratevi mai. Comprate un cane, un gatto, un dromedario, ma non cedete mai alla tentazione di pensare che magari non sarebbe così male stare insieme a qualcuno. No, porterà dolore e devastazione che a confronto l'uragano Katrina sembrerà un venticello leggero e prima che ve ne rendiate contro vi troverete in mutande a cantare Taylor Swift per dar sfogo alla vostra disperazione.

 

 

 

*

 

 

Lasciate che vi dica una cosa: non ero una di quelle persone che pensa di essere migliore degli altri, io sono migliore degli altri. O perlomeno, così pensavo. Non a caso ero stato ammesso ad Harvard, che casomai non lo sapeste, è una delle università più prestigiose del mondo. E non ero un nerd assurdo e gobbo, ero anche discretamente belloccio. Insomma, nessuno poteva competere con me. Neanche Lydia Martin, una mia ex compagna dai voti stellari che però aveva scelto di andare solo al MIT, dove avevano ammesso anche gente come Corey e Mason quindi non pensavo che fosse così selettivo, mentre Harvard. Cioè, modestia a parte, mi avevano accettato tutte e cinque le università dell'Ivy League e Lydia Martin poteva solo lustrarmi le scarpe. Diciamo che ritenevo di aver vinto alla lotteria della vita e le cose per diciotto anni, a parte qualche insignificante incidente come quello con i Dread Doctors e Scott l'anno scorso, mi erano sempre andate alla grande.
Tuttavia, un giorno, mentre conducevo la mia vita migliore di quella degli altri in modo migliore degli altri, mi era successa una disgrazia. Se avessi saputo probabilmente sarei scappato a farmi vivisezionare dai Dread Doctors o da Deucalion o da tutti loro insieme, perché sicuramente sarebbe stato meno doloroso, meno umiliante e meno disagiato ma quel giorno non avevo la minima idea del fatto che sarei andato incontro all'apocalisse e quindi entrai di ottimo umore in quello che era il mio nuovo appartamento ad Harvard. Ero lì una settimana prima che iniziassero le lezioni, giusto per darmi una sistemata e accaparrarmi la stanza migliore, oltre che per dare un'occhiata ai miei futuri compagni che piano piano stavano iniziando ad arrivare. Il posto, ovviamente, lo conoscevo benissimo: volevo studiarci più o meno da quando portavo il pannolino e l'essere una chimera non mi aveva certo impedito di frequentare ogni sorta di campo estivo o corso possibile e immaginabile.

Quel pomeriggio stavo giusto decidendo cosa mangiare dopo la mia seduta di yoga quando qualcuno bussò alla porta. Siccome il campus era praticamente ancora vuoto potevano essere solo due persone: o Corey, siccome il MIT è dolorosamente vicino, magari con appiccato quella piattola del suo ragazzo Mason che continuava a chiedermi se i miei addominali erano veri, venuto a “fare una visitina”, che implicava il parcheggiarsi sul mio divano e raccontarmi la sua inutile vita – e se non c'è Mason, dei suoi problemi sentimentali con il suddetto decerebrato – mentre io facevo del mio meglio per ignorarlo, oppure Tracy. Tracy probabilmente era una delle piaghe d'Egitto che nella Bibbia si erano dimenticati di menzionare e penso che dovrei seriamente scoprire di che droga mi facevo quando l'ho scelta come parte del mio branco. Aveva fatto anche lei domanda per Harvard ma naturalmente, siccome qui sono sani di mente, non l'avevano accettata, quindi lavorava in uno Starbucks a qualche fermata della metro da qui, dicendo che le dispiaceva lasciarmi tutto solo al college, non supponendo che io avrei preferito farmi dare fuoco che stare in sua compagnia. Se non si fosse capito, era cotta di me. Non la biasimavo, mi reputavo veramente un figo della madonna, ma era un accollo mostruoso: dopo due ore che ero arrivato si era già presentata qui con un abbigliamento che sarebbe stato più appropriato per lavorare su un marciapiede dicendomi di farle vedere la mia stanza e in quel momento avevo seriamente avuto paura che mi stuprasse, quindi le avevo detto che dovevo fare la spesa e me la diedi a gambe prima che avesse potuto anche solo immaginare di seguirmi. Da quel giorno aveva continuato a presentarsi qui con una scusa o con l'altra, sempre meno vestita, con l'unico risultato di aver fatto vacillare il mio orientamento sessuale, siccome ero totalmente sicuro che avrei preferito farmi un ovino piuttosto che anche solo darle un bacio sulla guancia.
Pregando che fosse semplicemente qualcuno che aveva sbagliato appartamento e non la psicopatica assaltatrice della mia verginità – non che io sia vergine, sia chiaro – mi trascinai ad aprire la porta e mi trovai davanti Stiles Stilinski, che dopo avermi guardato allibito, piantò una sonora bestemmia.
Ricordate la cosa che ho detto su Tracy che mi faceva sentire pericolosamente attratto nei confronti delle pecore quando la guardavo? Stiles Stilinski era quel tipo di persona che, quando lo guardavo, mi faceva sentire particolarmente attratto nei confronti degli Stiles. Eravamo stati compagni di liceo l'ultimo anno e a causa di qualche scaramuccia con i suoi amici, mi odiava. Diciamo che era un rapporto del tipo che Stiles voleva sbattermi ripetutamente la testa contro un muro fino a farmi uscire materia cerebrale e io volevo sbattermelo e basta. Non che ci fossi mai riuscito, ero sicuro che avrebbe preferito farsi saltare in aria piuttosto che rotolarsi nudo con me e francamente penso mi avrebbe tagliato le palle se solo avessi provato ad approcciarmi a lui. Non che ci abbia mai provato, ci tengo ai miei organi riproduttivi. Comunque, all'epoca non mi interessava molto di Stiles se non, appunto, rivoltarlo come un calzino, quindi la sua comparsa oltre a sorprendermi non mi fece molto effetto.
- Cosa cazzo ci fai qui tu? Sarebbe la mia stanza, - mi ringhiò contro a mo' di saluto mentre mi guardava in cagnesco.

Ormai ero abituato a quelle sue dimostrazioni così palesi di affetto dal liceo e non mi scomposi affatto, anzi. La cosa in un certo senso era quasi eccitante.
- Veramente, è la mia, - puntualizzai, - piuttosto, tu ad Harvard?
Che grandissima botta di culo, solo io e te e l'occasione per farti capire che sono il sogno della tua vita e farti urlare il mio nome mentre battezziamo ogni superficie di questo appartamento.
- Ho vinto una borsa di studio. Lydia mi ha aiutato a fare la domanda e … perché mi devo giustificare con te? Naturalmente sei qui, come tutti gli snob schifosi …
- Non pensi, - dissi con disinvoltura, appoggiandomi allo stipite della porta in una posizione che sicuramente mi avrebbe procurato la scoliosi ma che metteva perfettamente in risalto il mio fisico e metteva in mostra i miei addominali, - che siccome vivremo insieme dovrai iniziare a trattarmi decentemente?
Stiles mi guardò per un secondo con una faccia da pesce lesso e poi si riprese subito, lanciandomi addosso una sequela di insulti insieme al suo borsone, per concludere che neanche morto avrebbe condiviso l'appartamento con me e si sarebbe fatto cambiare compagno, poi mi sbatté la porta in faccia con la grazia di un mammut obeso, dimenticandosi che avevo il suo borsone.
Se fossi stato un normale essere umano probabilmente l'atteggiamento di Stiles mi avrebbe infastidito, se non magari ferito ma, dato che l'unico interesse che avevo nei suoi confronti era appunto farlo giocare con Theo junior svariate volte e in svariate posizioni, la cosa non mi toccava più di tanto. Ero ben consapevole di essere gran parte delle cose che Stiles mi accusava di essere – snob, ipocrita, viscido, egoista, falso, doppiogiochista – e la cosa non mi disturbava affatto, anzi. Meglio che essere martiri e babbioni come il suo amico Scott, che l'unica cosa che riusciva a fare era a non morire a seguito di miracolose botte di culo inspiegabili dal punto di vista delle probabilità mentre cercava di salvare gente assolutamente inutile. Non a caso, mi sembra che avesse anche provato a salvare Tracy, il che la diceva lunga sulle sue sbagliatissime priorità. Ma per fortuna, Scott il Ritardato non sarebbe mai, o almeno così speravo, stato ammesso ad Havard e quindi non avrei di nuovo dovuto fingere che non mi stesse enormemente sul cazzo al solo scopo di cercare di sbombarmi Stiles, e okay, prima anche di mettere in opera un mio losco piano decisamente meno nobile che fare amicizia col contenuto delle mutande del sopracitato.
Senza contare che Stiles non sarebbe mai riuscito a farsi spostare di stanza, quindi mi sedetti a gambe incrociate sul pavimento, dopo aver appoggiato il suo borsone sul tavolo, aspettando che tornasse sconfitto.

 


 

*

 

 

Stiles era tornato tre ore dopo con un diavolo per capello e fermamente deciso a ignorarmi. Dopo aver trascinato dentro tutta la sua roba guardandomi male non appena provavo ad aiutarlo, aprì la porta della mia stanza, illudendosi che fosse libera, uscendone subito dopo con la stessa faccia che avevo io quando Tracy si era fatta trovare sul mio letto con addosso solo un completino intimo leopardato.
- Se vuoi la mia stanza facciamo cambio, - mi offrii magnanimo, con la speranza che tanto, di lì a qualche mese, avremo condiviso il letto.
Stiles mi ignorò e trascinò la sua roba nell'altra stanza, decisamente più piccola e meno luminosa. Iniziò a svuotare gli scatoloni sbattendo rumorosamente ogni oggetto, probabilmente nella speranza di infastidirmi, ma la sua incazzatura più che altro mi divertiva. Era l'unico del branco di Scott che ormai non si era convinto io fossi una povera vittima delle circostanze, come avevo fatto abilmente credere e forse un po' ero davvero, persino quella piattola di Liam alla fine mi aveva accettato, forse perché il suo decerebrato amico Mason, non capendo nulla della vita, aveva iniziato a chiedermi consigli su Corey, siccome io “lo conoscevo bene”. Se non avessi dovuto salvare le apparenze lo avrei incenerito, ma con qualche “mhmh” nei punti giusti ero diventato il cupido di Mason e avevo quindi conquistato per osmosi il suo migliore amico. Per quanto riguardava gli altri, Scott e Kira in due avevano un neurone e pure mezzo morto, quindi non era stato poi così difficile, a Malia era bastato vedermi un paio di volte senza maglietta per decidere che ero degno di fiducia – per un attimo avevo temuto di trovare anche lei mezza nuda e non invitata sul mio letto, per quanto mi sarebbe piaciuto sicuramente di più trovare lei che Tracy, ma alla fine era rimasta a Beacon Hills per mia somma sfortuna, - e Lydia probabilmente semplicemente se ne fregava della mia esistenza, cosa assolutamente reciproca.
- LYDIA – sentii urlare Stiles dalla sua stanza, neanche miavesse letto nel pensiero, e per un attimo ebbi paura di aver pensato ad alta voce, così sbirciai dalla porta e notai che, grazie al cielo, era al telefono, - SONO IN STANZA CON THEO RAEKEN! Capisci, quel grosso imbecille è in stanza con me! È l'apocalisse! Lo prenderei a schiaffi fino alla fine dei tempi è un … - e partì una sequela di epiteti non molto lusinghieri nei confronti del sottoscritto.
- Puoi venire a dormire da me quando vuoi, Stiles. Non avrò una compagna per tutto il semestre, - sentii Lydia dire dall'altro capo della linea grazie al mio udito da lupo, e mi resi conto di quanto Lydia Martin mi fosse sempre stata sul cazzo. Metaforicamente parlando, naturalmente. Non metto gente simile in certi posti sul serio.
Avevo notato, verso la fine della scuola, che lei e Stiles si erano avvicinati molto e che erano anche andati al ballo insieme – io ci ero andato con una tizia del primo anno beccata a caso quando mi ero reso conto che se fossi andato da solo Tracy l'avrebbe preso come un invito a buttarsi fra le mie braccia, o peggio, le mie gambe – anche se solo come amici. Non ci avevo fatto molto caso appunto per quello e perché la tizia del primo anno aveva delle tette fantastiche, ma allora mi resi conto che l'equazione io, Stiles e Lydia Martin da soli a Boston poteva non avere come risultato io e Stiles che ci strappavamo i vestiti di dosso a vicenda. Non che mi fregasse qualcosa di con chi stava Stiles, a meno che non si fosse sposato Tracy e allora gliene sarei stato grato in eterno per avermela levata dalle palle, era semplicemente fastidiosa l'idea di non potermelo fare nonostante Dio me lo stesse servendo su un metaforico piatto d'argento. Quindi entrai nella stanza, fingendo di star cercando qualcosa.
Stiles sulle prime mi ignorò, continuando la sua sequela di insulti e bestemmie, tuttavia dopo qualche minuto, siccome la mia regale presenza si fa sempre e comunque notare, lasciò perdere la telefonata e mi rivolse uno sguardo di puro odio.
- Fuori di qui, - disse con un ringhio.
- Condivideremo questo appartamento per i prossimi quattro anni, - dissi diplomaticamente, mentre valutavo quanto il letto di Stiles possa essere comodo rispetto al mio e su quale avrei perso la verginità – di nuovo, metaforicamente, perché non sono vergine -.
- Troverò un modo per farti cacciare, - mi sputò lui addosso.
- Non credo proprio.
In realtà, onestamente, avevo un po' di paura. Non che Stiles potesse competere con me in quanto a intelligenza, ma diciamo che non è un tipo che si fa fregare. Okay, poteva competere eccome. Principalmente per questo mi attraeva. Senza contare quanto fosse determinato, mi ricordo ancora quando alle elementari era ossessionato con Lydia Martin che lo considerava tanto quanto io considero uno scarafaggio – sempre più di quanto abbia mai considerato Tracy, comunque – e adesso facevano allegra comunella al telefono insieme. Certo, a onor del vero per tutte le superiori Stiles era stato sempre uno sfigato e probabilmente se fossi riuscito a farmelo molti lo avrebbero considerato un atto di carità, mentre Lydia era popolare quasi quanto me. Naturalmente so che erano diventati amici solo per una decisamente esagerata botta di culo che ha fatto sì che il migliore amico di Stiles, Scott il babbione, appunto, venisse morso da Peter Hale in pieno premestruo e Lydia Martin si fosse rivelata, sempre a causa degli scompensi ormonali di Peter, una banshee e quindi i tre, più una certa Allison che probabilmente si era talmente rotta il cazzo di stare con Scott che aveva preferito farsi ammazzare che sopportarlo ancora, erano diventati l'allegro gruppetto di creature sovrannaturali, a cui via via si era aggiunta gente sempre più strana e sempre più imbecille. Quando ero arrivato io le palle mi stavano già cadendo alla sola idea di dover sopportare Scott, ma poi avevo visto Stiles. Era un semplice umano, pure decisamente sfigato per la media, ma la sua determinazione e la sua intelligenza mi avevano subito colpito. Il lato negativo della medagliaera stato che aveva deciso di usare tutte le sue brillanti qualità per odiarmi, ma in un certo senso mi aveva fatto piacere avere un po' di sana competizione. E poi, diciamocelo, quella volta, l'unica della sua vita, in cui Tracy si era resa utile e lo aveva paralizzato e io avevo potuto, mentre fingevo di aiutarlo, dargli una toccatina, era decisamente valsa la pena.
- Fosse l'ultima cosa che faccio, - esclamò alzandosi in piedi e sovrastandomi, siccome io sarò il triplo di lui in quanto a muscoli ma è almeno dieci centimetri più di me, - ti farò sparire dalla mia vita per sempre.
- Che razzista, - dissi senza scompormi, anzi, pregustando sempre di più il momento in cui avrebbe cambiato idea e si fosse perdutamente innamorato di me, - sai benissimo che sono stato una vittima delle circostanze proprio come te e i tuoi amici.
- Non ci credo neanche se lo vedo.
Alzai le spalle ed esco dalla stanza, dicendogli che per cena avrei cucinato empanadas e che gliene avrei lasciato una porzione in frigo. In tutta risposta una sua scarpa mi colpì in piena nuca.
La strada sarebbe stata molto lunga. E sicuramente, pensai illudendomi, divertente
.
 

 

 

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Capitolo 2
*** Di come Corey aveva idee totalmente sbagliate su di me (o forse no). ***








Di come Corey aveva idee totalmente sbagliate su di me
(o forse no).





*

 



Due sere dopo, dopo giornate nelle quali le uniche interazioni che avevo avuto con Stiles erano stati alcuni insulti decisamente molto originali e coloriti che mi aveva rivolto ogni qualvolta mi incrociava nell'appartamento per poi rintanarsi in camera sua e lamentarsi con chiunque al telefono della mia presenza, ero in soggiorno insieme al mio branco per una “serata branco”. L'idea, che naturalmente era troppo idiota per essere stata concepita dalla mente superiore che posseggo, era di Corey, che in preda a un istinto Pollyannesco aveva deciso che per mantenere i rapporti non c'era nulla di meglio che passare una sera la settimana nel mio soggiorno a giocare a giochi di società o a vedere film che non avrei visto neanche sotto tortura. Così quella sera me ne stavo appollaiato sulla mia sedia Ikea, scelta apposta perché non reggeva il peso di due persone così a Tracy non era rimasto altro che andare sul divano vicino a Corey e Mason che facevano i piccioncini.
- Allora, - sentenziò Corey, smettendo per un attimo di guardare languido il suo fidanzato, - Stiles non si unisce a noi?
- Stiles preferirebbe farsi scuoiare che passare una serata con Theo! - strillò il diretto interessato da dietro la porta.
- Oh, beh … sai Theo, - disse poi, rivolgendosi a me, - dovresti davvero lavorare sulla socializzazione. Insomma, siete coinquilini e …
- Dillo a lui, - ribattei, stringendo forte un cuscino.
- Ma anche in generale, - si intromise Mason, come se qualcuno gli avesse chiesto qualcosa, - insomma, non hai neanche una ragazza.
Tracy si mise in bella vista speranzosa.
Non risposi neanche perché la sola idea di una relazione mi faceva cadere le palle, come se avessi potuto concedere tutto questo ben di Dio a una sola persona o esistesse qualcuno alla mia altezza.
- Andiamo, Theo, - cinguettò Corey, - hai avuto un brutto passato ma il college è il momento di ricominciare!
- Non mi interessano le ragazze, - dissi con disprezzo, - guardiamo un film?
Speravo che, essendo tutti e tre decerebrati con il quoziente intellettivo di un pesce rosso morto, la mia domanda li avrebbe distratti, ma non funzionò.
- Oh, Theo, ma tu sei … - iniziò Mason.
Sapevo già che ero troppo per questo mondo, non c'era bisogno di ripeterlo, grazie tante.
- Ecco perché tutti i nostri tentativi di farti mettere con Tracy sono andati a quel paese!
In quel momento ebbi come l'impressione che mi avessero totalmente frainteso, poi mi resi conto di cosa Corey aveva appena detto.
Avevo sempre pensato che lui fosse un idiota, ma non così idiota. Perché chiunque si sarebbe accorto che la mia attrazione per Tracy era direttamente proporzionale alla voglia che avevo di infilarmi un cactus nelle mutande. E no, se velo state chiedendo, non ho qualche strana perversione e non mi infilerei mai un cactus nelle mutande. Tuttavia, avevo evidentemente sottovalutato il ritardo che affliggeva il povero ragazzo che quindi aveva pensato che il solo fatto che Tracy fosse femmina fosse una qualità sufficiente a farmela piacere, siccome in lei non riuscivo a vedere molto altro. E per questo, Corey meritava di morire e anche male, naturalmente insieme all'altra mente geniale che lo aveva aiutato nel suo magnifico piano di farmi sposare con un rettile spastico.
- Quindi, - dissi con calma glaciale, - siete stati voi a farmela trovare mezza nuda in praticamente ogni angolo prima di casa mia e poi di questo appartamento, per tutta l'estate?
Corey si aggrappò a Mason e diventarono invisibili mentre Tracy mi fissò affranta. Ebbi per un attimo compassione di lei, il che era qualcosa di nuovo dato che fino ad allora avevo provato solo schifo, ma poi decisi che il duplice omicidio che dovevo compiere era qualcosa di più importante. Magari avrei potuto uccidere anche lei, tanto per porre fine alla sua sofferenza.
- Ho sempre saputo che eri gay! - strillò Stiles dalla sua stanza.
- Se non fossi educato ti manderei affanculo! - gli urlai di rimando, sentendo per qualche strana ragione le guance andarmi in fiamme, per poi accasciarmi sulla sedia e massaggiarmi le tempie mentre pensavo al modo più doloroso per uccidere tutto il mio branco.
Ero talmente assorto nel decidere se scioglierli nell'acido oppure farli divorare vivi da una tigre affamata che non mi resi conto di Corey che, tornato di nuovo visibile, mi fissava inginocchiato sul pavimento.
Gli lanciai un'occhiataccia, giusto per fargli capire che era morto e sepolto ma lui mi rivolse un caloroso sorriso. In quel momento, probabilmente presagendo che cosa Corey stava per dirmi, ebbi la netta sensazione che forse farsi uccidere dai Dread Doctors sarebbe stata una scelta migliore. Almeno avrei evitato il suo sguardo soddisfatto e le alzate di sopracciglia che si stava rivolgendo con Mason, probabilmente meditando un nuovo e doloroso accoppiamento a danni della mia persona.
- Ho capito, sai? Tutte quelle cose sull'aiutare Scott e il tuo cattivo umore stasera … ti ferisce che non ricambi il tuo amore, vero?
- Scott? - dissi con un'espressione che probabilmente ricordava quella che avevo assunto davanti a Tracy in intimo. La sola idea di noi due nudi che ci rotolavamo fra le lenzuola mi faceva venire voglia di correre nel monastero più vicino e prendere i voti, così, per sicurezza.
- Ovvio che no! Non sono stupido, Theo.
Mah, avrei qualche obiezione sulla cosa
- Però io ho capito tutto! Volevi aiutare il branco di Scott, al ballo di fine anno sei andato con quella ragazzina solo per tenerlo d'occhio e ora che finalmente pensavi di avere la tua occasione invece continua a non sopportarti.
Pregai che davvero non fosse così idiota da aver pensato che io potessi provare amore per qualcuno, ma naturalmente le mie preghiere non furono esaudite. Pregai che non stesse davvero per dire quel nome urlandolo ad alta voce in modo da umiliarmi di fronte al diretto interessato, che non doveva assolutamente interessarsi siccome io non provavo niente, ma Dio quella sera aveva altri impegni e le mie preghiere finirono dimenticate nella Segreteria Telefonica Celeste.
- Sei innamorato di Stiles! - trillò tutto felice, - ma non preoccuparti, io e Mason vi faremo mettere insieme.
Il pugno che tirai a Corey ebbe come sottofondo la risata isterica di Stiles che si prolungò svariati minuti.

 

 

 

*


 

La mattina del mio primo giorno di lezione stavo tranquillamente sistemandomi i capelli per andare ad anatomia quando un bussare decisamente fastidioso interruppe il mio rituale mattutino. Siccome ero e sono sempre stato una persona civile, ignorai il simpatico epiteto di “bastardo rognoso” che mi venne rivolto insieme a qualche minaccia di morte per obbligarmi ad uscire dal bagno.
- Stiles, dammi cinque minuti! E poi io mi sono alzato due ore fa e tu …
- Beh, - replicò lui -  non tutti siamo mister perfettino e quindi mi sono alzato dieci minuti fa e devo svuotare la mia vescica, cosa che ha sicuramente la precedenza su qualunque cosa da gay tu stia facendo chiuso lì dentro.
Alzai gli occhi al cielo e aprii la porta, bloccandomi però sulla soglia.
- Non sono gay.
- Corey mi ha parlato un pomeriggio intero del tuo amore segreto per me, magari dovresti informarlo della cosa, siccome sta praticamente scegliendo i colori dei tovaglioli per il nostro matrimonio.
Non avevo mai avuto una grande considerazione di Corey, ma diciamo che del mio branco era quello che mi stava meno sul cazzo, siccome l'altra era Tracy e lui non si era mai fatto trovare nudo da qualche parte dove una persona nuda non dovrebbe essere. Tuttavia alla luce dei recenti avvenimenti, avendo scoperto che lo scopo della sua vita era farmi accoppiare prima con una tizia dai capelli improbabili e vagamente somigliante a un procione deforme e poi con il tizio che, okay, volevo farmi disperatamente, ma che non mi sarebbe mai passato neanche per la testa di portare a baggianate come un appuntamento o chiamare “il mio ragazzo”.
Era un dato di fatto: Theo Raeken e l'amore erano due rette parallele e mai destinate a incontrarsi. Certo, avevo comunque degli impulsi e li volevo soddisfare, ma la sola idea di prendere per mano qualcuno o doverci sostenere una conversazione mi faceva decisamente cadere le palle. Non che qualcuno di esistente fosse alla mia altezza, naturalmente, ma io non ero proprio fatto per innamorarmi, era una di quelle verità assolute che all'epoca ritenevo inconfutabili, un po' come il fatto che la Terra girasse intorno al Sole, Scott McCall fosse un deficiente e, anche se sarei arrivato solo dopo a questa conclusione, Lydia Martin fosse un'infima sgualdrina che avrebbe dovuto farsi una vagonata di cazzi suoi. Purtroppo per me, non avevo minimamente ragione sul primo punto.
- Corey si fa di crack e di quello buono, non ho la minima intenzione di amare o sposare nessuno, meno che mai un uomo. Hai presente quanta gente omofoba c'è al mondo?Non sopporterei tutti quei preguidizi. Molto lusingato del fatto che tu voglia sposarmi – Stiles mi interruppe con un adirato “ma neanche morto” - ma rifiuto l'offerta. Però sei carino.
- E tu sei gay.
- Nel 2016 non è un insulto, hai perso tutta la tua creatività?
Naturalmente, neanche a farlo apposta, Stiles mi bombardò di parolacce per i seguenti quindici minuti, finché non uscii dalla porta augurandogli buon primo giorno.

 

 



*

 

 

Naturalmente, quella giornata era iniziata fin troppo bene, siccome Stiles mi aveva rivolto la bellezza di ben due frasi senza metterci insulti io parolacce, quindi per compensare il karma aveva deciso di punirmi e di far apparire Corey di fronte alla porta dell'aula dove si sarebbe tenuto un corso di anatomia.
- Cosa diavolo fai qui? - borbottai mentre lui mi seguiva.
- Al MIT le lezioni iniziano fra una settimana e ho pensato di farti compagnia.
Sto esultando, Mi mancava proprio un decerebrato come compagno per la prima lezione alla facoltà di medicina.
- E poi, - aggiunse Corey tutto entusiasta, - possiamo parlare di Stiles.
Mi seguì in aula, dove presi posto in fondo e sperai invano che l'anatomia avrebbe fatto scappare Corey. Sfortunatamente la vecchia carampana che insegnava pensò bene di iniziare dalle basi, e passammo i quaranta minuti successivi a parlare della cellula, cose che ormai sapevo a memoria, così mi ritrovai ad ascoltare Corey che delirava sui miei inesistenti sentimenti.
- Sai, ti capisco, - stava infatti dicendo, - Stiles è molto intelligente e, beh … carino, in un certo senso. E c'è sempre stata chimica fra di voi.
Beh, quella l'avrebbe notata anche un cieco, quindi grazie tante.
- Pensavo ti piacessero le ragazze, però, e non ci ho fatto molto caso. Con Tracy però è stato decisamente disastroso, - ma non avrei mai detto, guarda, mi ha solo fatto seriamente considerare di avere attrazione per gli ovini, - e pensavo che semplicemente tu non fossi il tipo da amore – ah quindi ogni tanto riesci anche a dire qualcosa di intelligente a parte le solite cazzate , -però poi ho visto come hai guardato tutta la sera la porta della stanza di Stiles e come sei diventato rosso quando ho detto che ti piaceva e sono così felice per te, Theo! Sareste una coppia bellissima.
Ritiro tutto ciò che ho detto prima.
Il fatto era che di Stiles, così come di Corey, Tracy, Mason e compagnia, non poteva fregarmi di meno. Li tenevo lì il primo nella speranza di portarmelo a letto e gli altri perché avrebbero potuto rendersi utili in qualche modo, ma la verità assoluta era che io non avevo assolutamente bisogno di nessuno. Theo Raeken, troppo figo per avere amici, figurarsi per averne bisogno. Non pensavo di avere tempo per degli stupidissimi legami: volevo e tutt'ora voglio diventare un chirurgo di fama mondiale, ricco da fare schifo e senza un problema al mondo e sicuramente baggianate come l'amicizia e l'amore non avrebbero fatto altro che ostacolarmi verso la mia scalata al successo. Un annetto fa pensavo che sarebbe stata una figata essere un potentissimo lupo mannaro, ma qualcosa è andato storto e sono tornato al piano originario di diventare un ricchissimo chirurgo. Tutta quella convivenza coi Dread Doctors così almeno si sarebbe rivelata utile.
- Andiamo, Theo, a me puoi parlare! Come ti senti?
La risposta più onesta sarebbe stata annoiato, perché se avessi sentito ancora la definizione di nucelolo una volta avrei iniziato a vomitare, figurarsi a sentire stronzate sul mio presunto bisogno di amore.
- Non sono innamorato di Stiles.
Almeno così si sarebbe tolto dalle palle, sperai, ma naturalmente tutte le mie aspettative venenro deluse, perché mi rivolse un grande e irritante sorriso.
- Oh! Sei in negazione? L'amore per lui ti ha fatto soffrire troppo quindi neghi di volergli bene, capisco.
Corey, come a suo solito, da bravo ragazzino cresciuto col Mondo di Patty, non capiva un'emerita sega e stavo giusto per ricordargli quanto fosse un cretino quando lui riprese il suo patetico discorso che mi fece tornare in mente quelle orrende canzoni argentine che cantavano in quel programma di dubbio livello.
A volaaaaar, vaaaaamos …
- Però penso ora tu abbia davvero una possibilità di fargli vedere che non sei il bastardo senza cuore che puoi sembrare se non ti si conosce bene.
Ah, non lo sono davvero? Avevo i miei dubbi.
- Insomma, non pensare male ma all'inizio ti trovavo un po' inquietante, sai, con tutte quelle cose sui Dread Doctors … ma poi mi hai aiutato con Mason e hai sempre ascoltato i miei problemi e ho capito che alla fine sei una bella persona.

Una parte di me avrebbe voluto scoppiare a ridere istericamente perché Corey doveva avere non solo il prosciutto ma direttamente un pranzo di venticinque portate sugli occhi per credere che io fossi una bella persona.
- Come no, - borbottai.
- Eddai! Non puoi negare di essere l'alpha più fantastico del mondo!
Corey, decisamente troppo esuberante per le dieci di mattina, mi si appiccicò nel disgustoso tentativo di un abbraccio, mentre io snocciolavo mentalmente tutte le bestemmie che conoscevo e cercavo di suicidarmi saltando dalla sedia nella speranza di cadere male, rompermi il collo e mettere fine alla tortura. Naturalmente Corey se ne accorse e mi tirò verso di sé.
- Stavi per cadere, meno male che ti ho preso in tempo, - mi disse con un sorriso gigantesco, mentre io ripetevo mentalmente tutti i sinonimi di idiota che mi venissero in mente.






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Hola! Ho deciso che è troppo impersonale non scrivere le note a fine capitolo, quindi eccomi qui. Per chi non mi conoscesse, piacere, mi chiamo Ron, sono una ragazza alta, bionda e con troppo tempo libero. Una volta, in un passato tanto lontano, somigliavo un po' a Theo in questa storia, ovvero davo molto per scontate le persone e le cose attorno a me. Forse continuo a farlo siccome questa cosa è successa ripetutamente stile eterno ritorno dell'uguale che Nietzsche who. Comunque sto ancora crescendo e sbaglierò tante volte etc etc. Anyways, oggi mi è arrivato un paccone gigante pieno di libri + il biglietto per un concerto, quindi la vita è belissima. In particolare, siccome sono a caccia di nuove letture, vi spammo i miei social così, oltre a magari farci una chiacchierata se vi va, sclerare sulla Stheo/Sterek/Hobrien/qualunque ship abbiamo in comune/le serie tv e tutto ciò che volete, potete darmi qualche consiglio di lettura, sia per quanto riguarda le fanfiction (premetto che non leggo su efp o cose troppo porno, mi piacciono i big plots con happy ending, un po' come The Vanishing proposal , che è una sterek bellissima che dovete assolutamente leggere, ma leggo in inglese, francese e spagnolo oltre che italiano) sia per quanto riguarda libri (e per questi leggo davvero DI TUTTO). Insomma, fatemi un fischio su Facebook (ho soltanto il fake),  Twitter  e Ask.fm. Vi mando un abbraccione e corro a rispondere alle vostre recensioni, di cui non mi capacito perché penso sempre che la stheo sia tipo la notp del fandom ahahah. Luh ya cuties <3

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Capitolo 3
*** Le ragioni per cui Lydia Martin non dovrebbe esistere ***






 

 

Le ragioni per cui Lydia Martin non dovrebbe esistere



 

*


 

Quella sera, probabilmente perché Corey mi aveva rimbambito per mezza giornata con le sue stronzate sulla pace nel mondo e sull'essere gentile, quando trovai Stiles seduto al tavolo del soggiorno che stava studiando, nonostante lui mi avesse salutato con una sequela di insulti come al solito, mi fermai lì a guardarlo mentre leggevo pigramente qualche capitolo dal mio libro di patologia.
Dopo un'ora e tre quarti durante la quale, a parte i momenti in cui alzava la testa per insultarmi in modo decisamente molto creativo invitandomi ad andarmene se andava bene nella mia stanza, se andava male a quel paese, era rimasto sulla stessa pagina, osai avvicinarmi e sbirciare oltre la sua spalla.
Non che fossi interessato al fatto che probabilmente non riusciva a capire il paragrafo e volessi aiutarlo, ero semplicemente curioso e patologia alla lunga era pesante.
- Non stai rispettando la distanza di sicurezza, - mi ringhiò lui addosso, - cos'è, non riesci a contenere l'attrazione e mi vuoi baciare?
- Guadavo cosa studi. Non capisci Freud?
Stiles mi guardò come avrebbe guardato un cadavere in putrefazione: - Come se tu ci capissi qualcosa.
- Veramente, - replicai, - ci capisco eccome.
Stiles alzò le sopracciglia e tornò al suo libro.
- L'impatto che ha avuto la teoria di Freud, dal punto di vista filosofico, - iniziai a spiegare, - è enorme. Nel periodo in cui l'anima era considerata un rifugio, un luogo sicuro, questo tizio se ne esce con “ehi, in realtà non è una cosa unitaria, ma è tripartita” e tutta l'altra roba che ha detto e praticamente i romantici dell'epoca vogliono spararsi, perché ha distrutto tutte le loro certezze.
Stiles ci rimuginò sopra qualche secondo, rilesse rapidamente il paragrafo e se ne uscì con un: - Ah.
Siccome era la cosa più gentile che mi aveva detto durante tutta la sua permanenza, lo considerai un passo avanti e decisi che Corey, forse, non doveva essere soppresso proprio immediatamente dalla faccia della terra.
Andai a sedermi sulla poltrona, continuando a leggere il mio libro e rimasi lì per ore, mentre Stiles prima studiava poi cazzeggiava col telefono fingendo di star continuando a studiare, senza che mi fossero rivolti insulti o minacce di alcun genere. E okay, a onor del vero, lessi davvero poco quella sera e ancora oggi il ruolo dell'epigenetica nello sviluppo delle patologie è ostico per me rimasi la maggior parte del tempo a godermi la calma. Non avrei mai pensato che mi sarebbe piaciuto stare seduto a guardare Stiles studiare. Insomma, nelle mie fantasie eravamo molto più vicini, molto meno vestiti e occupati in attività molto diverse dal sottolineare un libro e non avevo mai pensato che Stiles potesse procurarmi una piacevole compagnia anche da vestito. Rimasi lì a osservare il modo in cui mangiucchiava l'evidenziatore mentre leggeva e come si grattava la nuca quando qualcosa non gli era chiaro. Era piacevole in un certo senso, osservarlo fare quei gesti, forse addirittura intimo, perché mi chiesi chi era che sapeva tutte quelle cose su di lui, chi si era mai fermato a guardarlo quando era troppo assorto per rendersene conto.
Per fortuna, prima che quei pensieri degenerassero e io mi ritrovassi a pensare se c'era qualcuno che amava il modo in cui Stiles compiva quei gesti, lui si alzò e iniziò a cucinare la cena senza neanche rivolgermi uno sguardo, mentre io mi chiedevo che accidenti mi stesse succedendo. Insomma, dopo tutte le stronzate hippy su amare il prossimo e in particolare Stiles di Corey dovevo essermi proprio fumato il cervello, perché i miei ultimi pensieri erano decisamente fuori luogo, neanche mi fossi fatto chissà quante canne – il bello di essere una chimera è che alcool e fumo fanno effetto e alcune delle serate migliori della mia vita le ho passate fatto come una pigna. In effetti, anche alcune che a quanto pare non sono state le migliori della mia vita, come quella in cui mi sono ritrovato mezzo nudo a cercare di limonarmi Deucalion e per poco non ci ho rimesso la pelle o quando mi sono arrampicato su un albero per sfuggire a Tracy che mirava a Theo junior e non sono riuscito a scendere finché non mi è passata -. Forse era semplicemente che dovevo disintossicarmi dalla compagnia di minorati mentali quali i componenti del mio branco, quindi feci per alzarmi e andare a farmi un giretto per il campus alla ricerca di forme di vita intelligenti, quando Stiles mi sbatté sulle ginocchia un piatto di spaghetti con la carne.
Lo fissai.
- La cena, - disse lui, come se parlarmi gli costasse un enorme sforzo, rigorosamente guardando dalla parte opposta rispetto a me, - mangia.
Io non mangio carboidrati a cena, onestamente penso che sia un suicidio la sola idea di un piatto di pasta che non smaltirò mai siccome il metabolismo dopo le tre rallenta, e avrei voluto dirgli tutto questo, insieme al fatto che la cena potevo benissimo cucinarmela da solo e sono un cuoco nettamente migliore di lui. Però, forse perché avevo ancora in testa i deliri di Corey, forse perché avevo fame o forse perché semplicemente quella notte avevo sbattuto forte la testa nel sonno e avevo un trauma cranico che comprometteva le mie abilità intellettive, mi limitai a ringraziarlo e a sorridergli.
- Non ti ci abituare, - mi disse lanciandomi un'occhiataccia.

 

 

 


 

*

 

 

 

In realtà, mi ci abituai eccome. Stiles, senza dire una parola, aveva iniziato a cucinare anche per me. Quando tornavo da lezione mi aspettava sempre qualcosa da mangiare e quando la mattina uscivo dalla doccia, la colazione era lì ad attendermi insieme a lui che, a parte qualche raro insulto, raramente mi rivolgeva la parola.
Corey, che in qualche modo sapeva sempre tutto, aveva considerato la cosa come un gigantesco progresso e aveva continuato a rompere le palle alternativamente a me e Stiles, cercando di convincerci a uscire insieme, cosa che a me provocava indifferenza e a lui un attacco isterico di risate. Per fortuna le lezioni al MIT erano cominciate e quindi il suo tempo libero a tramare su come crearmi una vita sentimentale assolutamente non richiesta era passato in secondo piano rispetto alla mole di studio che lo aspettava, della quale si stava appunto lamentando alla serata branco, mentre un Mason più esausto del solito gli stava accoccolato in grembo.
Io, felicissimo che l'attenzione di fosse spostata da progetti matrimoniali che riguardavano il sottoscritto e Stiles, che tra parentesi era uscito, fingevo di compatirlo con dei mugolii strategici, ben attento a cosa faceva Tracy che mi fissava come se fossi ricoperto di Nutella.
- Sai, Theo, - stava dicendo Corey, - tutto questo studio mi sta veramente distruggendo. Ma non preoccuparti, ho pensato a un sacco di cose per te e Stiles!
Sperai che cadendo le mie palle non avessero fatto troppo rumore.
Tracy guardò Corey mentre probabilmente le passavano in testa tutti i modi in cui avrebbe potuto ucciderlo e per una volta mi trovai d'accordo anche io.
- Allora, Theo, - iniziò Mason, che evidentemente aveva uno spiccato desiderio di morire, - avevamo pensato …
Grazie a Dio, Allah, Buddah o chiunque lassù mi amasse, in quel momento la porta si spalancò e Stiles fece il suo ingresso nel nostro appartamento. Stavo giusto ringraziando le sopracitate divinità per l'interruzione quando mi accorsi che non era solo e la voglia di ringraziare mi passò completamente, sostituita da un impellente bisogno di bestemmiare.
Lydia Martin lo accompagnava e, per la precisione, gli afferrò un braccio e disse: - Non mi avevi detto che c'erano tutti!
Lydia si fermò a salutare tutti, persino me, mentre una strana sensazione albergava nel mio petto.
Non avevo mai considerato molto Lydia Martin, il fragile fiorellino vittima delle circostanze che l'unica cosa che sapeva fare era farsi rapire o mettersi nei guai, aspettando che i suoi amichetti la andassero a salvare. Era bella per alcuni, ma decisamente non per i miei canoni – troppo bassa e troppo poco magra, e a me piacciono i capelli castani, - popolare non si sapeva bene per cosa e, da quello che ricordavo dalle medie, una stronza patentata. A quanto mi avevano detto era migliorata, ma a me aveva comunque continuato a stare sul cazzo senza particolari ragioni. Non in modo eccessivo, semplicemente la trovavo uno spreco di ossigeno e la ignoravo gran parte del tempo. Tuttavia, quella sera, quando mi salutò, riuscì appena a risponderle perché l'istinto di strangolarla e fare a pezzi il suo corpo mi faceva prudere le mani.
Brutta troia, lurida puttana, sgualdrina …
Non era un odio immotivato, sapevo benissimo perché la odiavo. Perché respirava, per il modo in cui camminava, per come aveva salutato Corey, Mason e Tracy, perché aveva chiesto un bicchiere d'acqua, perché aveva proposto a Stiles di sedersi con noi, perché quando lui aveva detto no lo aveva seguito in camera. Bastò la sua presenza a rovinarmi la serata, che passai raggomitolato sulla mia sedia Ikea, stretto al cuscino e impegnato a dare rispostacce a Corey e Mason che si erano improvvisati psicologi e mi chiedevano cosa non andasse. Mi tolsi anche l'enorme soddisfazione di mandare a quel paese Tracy che mi aveva toccato una spalla per confortarmi.
- Dai, Theo, non essere geloso. Se seguiremo il mio piano Lydia o non Lydia Stiles si metterà con te!
- Fotte il cazzo di Stiles! - dissi, non sapendo perché queste parole mi sembrassero così false.
Era assurdo, perché era a Lydia che pensavo, Lydia che odiavo. Stiles non era minimamente coinvolto nell'equazione se non perché aveva portato quell'arpia nella mia casa. O almeno così credevo.



 

 

*

 

 

 

La mattina dopo ero ancora di pessimo umore. Neanche la colazione preparata da Stiles, che di solito mi metteva di buon umore, sortì alcuni effetto, anzi, non avevo fame e vedere Stiles mi ricordò Lydia, quindi mi incazzai ulteriormente. Giusto per non offenderlo afferrai una fetta di pane tostato, ci misi sopra un quintale di marmellata e tirai giù un sorso di caffè senza neanche dare il buongiorno a Stiles. Non notai che, a differenza delle altre mattine a quell'ora, quando di solito vagolava in pigiama lamentandosi della mia esistenza, era già vestito e reattivo e mi fissava.
- Hai intenzione di rivolgermi la parola? - mi domandò.
Per una volta fui io a lanciargli un'occhiataccia.
- Dobbiamo parlare, - mi disse e una spiacevole voglia di vomitare il pane tostato appena ingurgitato si impadronì di me.
- Fai pure la roba che devi fare con Lydia, okay? Avvisa solo, metti un calzino sulla porta o che so io, buona giornata.
Afferrai il mio zaino e feci per uscire insieme al mio pessimo umore, ma Stiles mi urlò dietro: - Ma guarda che tra me e Lydia non c'è niente!
Fu come se mi avessero scambiato gli occhi con quelli di Corey, perché da quel momento iniziai a vedere il mondo rosa pieno di coniglietti e arcobaleni, e il malumore di prima, per ragioni inspiegabili, era completamente svanito.
Avevo voglia di abbracciare qualcuno. Avevo voglia di ballare e cantare e fare le capriole. Mi fermai un attimo a riflettere e mi resi conto che ciò che pensavo, a meno che lo spirito di Corey non mi avesse posseduto per qualche arcana ragione, era decisamente anormale. Probabilmente Stiles aveva avvelenato la marmellata e mi si stava fondendo il cervello.
- Volevo dirti, - continuò Stiles, stranamente esitante, - che se ti piaccio, insomma …
- Tu ti fai di crack, - lo liquidai, mascherando il cinguettio con cui l'avevo detto con un colpo di tosse, - non mi piaci. Hai mangiato anche tu la marmellata stamattina?
Stiles mi guardò storto.
- Non ho fatto colazione, non ho lezione all'alba, io.
- Ah, beh, penso sia tipo avvelenata, quindi sarebbe stata una giustificazione per le cose senza senso che hai detto.
- Per fortuna ne hai mangiata, allora, - mi disse, - non vedo l'ora che tu muoia.
Repressi l'istinto di sorridere come un ebete – quanto accidenti era difficile? Ecco perché Corey e Mason avevano sempre quelle facce felici da imbecilli, reprimere questa dannata gioia era praticamente impossibile – perché adoravo il modo in cui Stiles, che non stava con Lydia, mi insultava come al solito. Adoravo la mia routine, adoravo Stiles, adoravo il mondo e Tracy non faceva così schifo come al solito.
- Lo so benissimo! - trillai e mi costrinsi a uscire dalla porta prima di cedere ai miei istinti e dare un appassionato bacio sulla guancia a Stiles.
Nemmeno l'aver incontrato Corey due passi fuori dalla porta – aveva la mania, siccome al MIT evidentemente non avevano abbastanza lezione, di venire da me nel tempo libero – in compagnia del suo degno compare Mason che osò persino abbracciarmi.
- Siamo venuti a tirarti su il morale! - esclamò orgogliossimo Corey, abbracciandomi anche lui.
Di norma avrei tirato qualche bestemmione e li avrei scaricati con una scusa, o almeno, ci avrei provato, siccome sono più appiccicosi del superattaccatutto e per liberarsi di loro l'unico modo sicuro è il duplice omicidio. Forse, se fossi stato davvero giù di morale come Corey professava, li avrei uccisi quel giorno, ma ero così felice che neanche essere abbracciato da quei due imbecilli mi guastò il buonumore o cancellò il sorriso dalla faccia.
Cosa che probabilmente, nonostante avessero le capacità di osservazione di un bradipo mummificato, i due fidanzatini ritardati notarono.
- Ehi Theo, - disse Mason, mentre il suo degno compare mi osservava da vicino, - sei … felice?
- Ma Theo! - esclamò Corey, - Stiles e Lydia …
Alzai gli occhi al cielo, cercando di smettere di sorridere, per quanto non ci riuscissi: - Non stanno insieme, - dissi quasi cantandolo.
Corey e Mason, da bravi imbecilli, si scambiarono uno sguardo complice.
- Sono così felice per te!
Corey mi abbracciò per la seconda volta in dieci minuti e per la seconda volta di troppo e Mason abbracciò entrambi. Se non avessi avuto l'imbarazzante voglia di cantare le canzoni di Come d'incanto, probabilmente li avrei uccisi, perché se c'è una cosa che detesto è i contatto fisico non autorizzato con la mia regale persona. Ma era una mattina stupenda, il sole splendeva, gli uccellini cantavano, ero ad Harvard, Stiles era single e probabilmente mi si stava fottendo il cervello, quindi gliela lasciai passare.

 

 


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I'm just gonna shake shake shake shake shake, I shake it off! Salve gente e scusate il ritardo nel postare: giovedì mi è successo un casino e ho dovuto cambiare nick su twitter (@theogitsune) e account di ask (mi chiamo sempre theogitsune) e alla fine era verament veramente tardissimo. 
Comunque, in questo capitolo vedete la questione Lydia, che probabilmente vi stranirà perché Stiles ha subito chiarito che non c'è nulla fra di loro, e questo poteva essere un buon punto di partenza per il triangolo. MA STILES AVEVA I SUOI MOTIVI lolololololol. Comunque, per farmi perdonare cercherò di essere puntuale, giovedì prossimo o magari, ma non assicuro nulla, di postarlo mercoledì. Ultimamente non sto dormendo niente e praticamente chi vi scrive è un nogitsune e mi scuso se il capitolo fa pena o ci sono errori ma sto davvero dormendo sulla tastiera, ho riletto due volte ma probabilmente avrò lasciato 2345 errori. 

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Capitolo 4
*** Di come arrivai alla consapevolezza che Stiles sarebbe stato la mia rovina. ***


 







Di come arrivai alla consapevolezza che Stiles sarebbe stato la mia rovina






 

*



 





Stiles quel pomeriggio, quando tornai da lezione, era strano. Mi ignorò completamente, il mio “buona sera”, che di solito riceveva in risposta un grugnito o un invito ad andare a farmi fottere, cadde nel silenzio tombale. Mi aveva lasciato un hamburger sul tavolo della cucina, lo ringraziai mentre lo scaldavo ma anche questa volta venni privato dal solito insulto o commento sagace.
Qualcosa non andava.

- Stiles, - dissi, mollando la mia cena ancora mezza fredda, - va tutto bene?
Silenzio di tomba. Mi alzai e andai a controllare che magari non fosse morto sulla poltrona, ma appena mi avvicinai ricevetti uno sguardo omicida degno di Deucalion quando non in possesso delle mie facoltà avevo provato a farmelo.
- Va tutto benissimo, - disse glaciale, e io riuscì a sentire perfettamente il “fottiti” sottinteso.
Non riuscivo a capire. Effettivamente, quella mattina si era già comportato in modo diverso dal solito, ovvero era stato più educato e ci eravamo scambiati qualche frase come avrebbero fatto due persone civili, il che per noi era un record, e non riuscivo a capire se fosse diventato bipolare o se avesse preso una botta forte in testa. Forse era la famosa marmellata avvelenata. Se la prima opzione fosse stata vera, probabilmente avrei potuto farmi pagare dagli studenti di psichiatria per farlo analizzare, il che probabilmente mi avrebbe fruttato un sacco di soldi. Se era la botta, eravamo in due, idem per la marmellata, che secondo me era l'indiziata numero uno.
- Non mi sembra, - dissi.
- Ti sbagli.
Riprese a cazzeggiare col telefono e io da bravo ficcanaso cercai di sbirciare, ma mi fulminò con lo sguardo neanche lo avessi scoperto a mandare nudes a Deaton. Le avesse mandate a me, fra parentesi.
- Andiamo, sta mattina eri tutto serio … problemi con Lydia?
Mi infastidiva solo pronunciare il suo nome.
- Ti stacco le palle a morsi.
Non era esattamente quello ciò che volevo che Stiles facesse con le mie palle, così decisi di mostrarmi ancora una volta superiore al suo comportamento da premestruo e dissi: - Non so che cosa succeda, ma non te la puoi prendere con me. Se le cose si possono cambiare, cambiale, se no non vale la pena di preoccuparsi.
Stiles alzò le sopracciglia quasi fosse sorpreso che io avessi detto qualcosa di intelligente.
- Prendersela con te è divertente, però.
Mi osservò con un'espressione quasi indecifrabile sul volto: sembrava rassegnato, forse, triste, anche se stava sorridendo e mi guardava per la seconda volta in una giornata come se non fossi stato la cosa peggiore che potesse capitargli. Siccome la cosa più vicina a un'emozione che avessi mai provato era stata la fame, la cosa mi confuse parecchio. Sia perché mi chiedevo come riuscisse a provare tutte quelle cose senza esplodere sia perché tutte quelle emozioni non avevano un minimo senso. Forse non ero poi così bravo a capire le persone, ma decisi di far finta di niente e g
li feci il mio ghigno migliore.
- Coglione, - mi disse, giusto per farmi vedere che, in qualche modo, eravamo a posto, rimanendo però sempre insipegabilmente giù di morale.
- Imbecille, - replicai, - ammettilo che senza di me da insultare la tua vita sarebbe vuota.
Provai a scherzare, sentendomi strano. Avrei voluto fare qualcosa per lui e non c'entrava niente il fatto che volevo farmelo, c'entrava che Stiles era triste e dentro di me stava suonando un allarme che mi esortava a fare qualcosa perché Stiles triste era qualcosa che mi riguardava personalmente. Cercai di scacciare quella sensazione ancora più insensata delle emozioni di Stiles.

- Anche troppo, - rispose e mi parve un secondo di sentire una nota amara nella sua voce, ma poi ogni compassione svanì perché un cuscino, tirato ovviamente da Stiles, mi colpì sulla nuca.
Roteai gli occhi e lo rilanciai.





 

*





 

Due giorni dopo ero convinto di avere un tumore al cervello. Non c'era nessun'altra spiegazione, perché andiamo, il mio umore, in genere sempre constante sul disgusto per il mondo e l'ammirazione per me stesso, stava facendo i salti mortali. Un attimo prima ero disgustosamente felice di quella felicità che neanche Corey nei suoi momenti migliori, un attimo dopo ero arrabbiato, poi triste. Avevo iniziato a preoccuparmi eccessivamente del modo in cui mi vestivo – come se non fossi divino con qualunque cosa addosso – e a passare ore in bagno, cosa che faceva uscire Stiles di testa e gli faceva tirare giù bestemmie decisamente originali. Fra me e lui, dopo il pomeriggio decisamente inquietante in cui aveva la luna storta e io gli avevo dato troppa importanza, le cose si erano più o meno normalizzate: in genere ci lanciavamo sempre insulti a vicenda a parte rari momenti durante i quali riuscivamo a sostenere una conversazione civile, mi cucinava i pasti e io avevo iniziato a fare il suo bucato. Tutto regolare, a parte la mia malattia terminale.
Avevo convocato il branco per comunicare loro la mia sentenza di morte una sera nella quale ero inspiegabilmente di cattivo umore. Stiles, come al solito, era tappato in camera sua a parlare al telefono con Scott – non ero certo dell'argomento, ma aveva nominato Malia e da quel momento il mio umore era calato verso lo zero assoluto – e io ero raggomitolato sul divano davanti a un film che Corey aveva abbandonato da me qualche settimana prima, che parlava di una tizia costantemente friendzonata. In qualche modo, forse perché entrambi eravamo vittime di un destino ineluttabile, lei zitella a vita e io con la mia malattia terminale, sentivo di comprenderla.
Corey, Mason e Tracy entrarono tutti insieme, e vedendomi avvolto in un plaid di Hello Kitty – non so che ci facesse in casa mia ma era l'unico plaid disponibile, - intento a divorare gelato da una confezione formato famiglia, per poco non si presero un colpo. Mason venne colto da un attacco isterico di tosse e Tracy, tanto per rovinarmi ancora di più la giornata, si precipitò al mio capezzale e cercò di provarmi la febbre appoggiando la fronte contro la mia. Le lanciai uno sguardo di puro odio che per fortuna fece sì che si allontanasse e aspettai che il mio branco si radunasse al mio capezzale.
- I sintomi sono chiari, - dissi con voce roca, - ho sbalzi d'umore, la mia personalità è alterata. Alterno momenti in cui mangerei un elefante a momenti in cui passerei la giornata senza mangiare, non dormo, non ho voglia di fare nulla o sono iperattivo …
Corey e Mason avevano un sorriso assolutamente idiota e si scambiavano sguardini decisamente inopportuni, così lanciai loro il telecomando.
- Sono serio! - ringhiai.
- Oh, Theuccio. - disse Corey, avvicinandomisi e abbracciandomi.
- E levati dal cazzo! - esclamai indispettito, - scrollandomelo di dosso, - ho una malattia terminale!
Mason scoppiò a ridere e gli lanciai il cucchiaio che avevo usato per mangiare il gelato.
- Theo, - disse dopo averlo schivato mannaggia a lui, - non hai mai pensato che siano legate a qualcosa di particolare?
- Tipo, - si intromise Corey, evidentemente felicissimo della mia prematura dipartita, - sei felice quando tu e Stiles parlate o siete insieme, sei triste quando non c'è e ti arrabbi se sta con altre
persone …?
Stavo giusto per notificargli quanto l'idea fosse assolutamente cretina, quando una vocina nella mia testa, molto simile a quella di Corey, sfortunatamente, che mi ricordò la spaventosa coincidenza del mio ultimo malumore con Stiles che nominava Malia. E quello prima con lui che parlava al telefono con Lydia. E l'ultima volta che ero stato di umore schifosamente ottimo era stata quella mattina, quando Stiles mi aveva preparato un panino per pranzo, siccome non avevo la pausa fra le lezioni.
- Ho un tumore al cervello, - dissi, più che altro per autoconvincermene.
- Sei innamorato di Stiles, - affermò semplicemente Corey.
Se fossi stato in me, probabilmente Corey non sarebbe sopravvissuto a quell'affermazione. Ho sempre considerato i sentimenti come qualcosa di adatto alle creature inferiori, vedi Scott, Kira, Mason, Corey, e assolutamente inutile per me. Insomma, un conto era farsi Stiles Stilinski che era una nobile missione, un conto era esserne innamorato. E da quanto sapevo dell'amore, era qualcosa che oltre a rendere imbecilli come i sopracitati, era anche abbastanza letale, o perlomeno così mi avevano insegnato dodici stagioni di Grey's Anatomy. Non guardatemi così, non c'è nessun aspirante medico che non abbia pianto tutte le sue lacrime per Meredith Grey e compagnia. Non che io abbia pianto, ovviamente. Comunque, la morale della favola era che sapevo benissimo che innamorarsi non era una cosa per me, era letale e mai nella mia vita mi sarei abbassato a tanto. Tuttavia, in quella desolata serata, con Stiles che stava raccontando a Scott di quanto antropologia fosse una palla e il mio branco che mi squadrava neanche fossimo in uno zoo, mi resi conto che l'idea di abbarbicarmi a Stiles come Meredith faceva con Derek non mi sembrava poi così ripugnante, anzi, in un certo senso era quasi piacevole.
No, no, no. Theo. Fermo. Almeno sii Derek, non Meredith.
- Voglio morire, - dissi, affondando la faccia nel plaid di Hello Kitty.




 

*





 

Avevo deciso che quelle di Corey e Mason erano tutte un mucchio di stronzate circa mezz'ora dopo quindi, avendoli dovuti buttare fuori dall'appartamento prima che corressero a riferire al diretto interessato cose che avrebbe saputo soltanto quando io sarei stato morto e sepolto e avessi finito il mio ciclo di reincarnazioni, ignorando il film mentale di me che correvo fra le braccia di Stiles implorandolo di prendere me, scegliere me e amare me che per ragioni sconsciute – probabilmente il tumore al cervello – continuava a ripetersi nella mia mente, invitai tutti a una festa che c'era al piano terra del dormitorio femminile, dove mi aveva invitato un mio compagno di corso, sperando che l'alcool inbisse qualunque progetto martimoniale che ero sicuro la piccola e malvagia mente di Corey stesse macchianando. Per fortuna funzionò, Tracy si attaccò al beer pong neanche ne andasse della sua vita e io riuscii a mollare Corey e Mason a ballare mentre, tanto per dimostrare che non me ne fregava assolutamente niente di Stiles, ero andato a provarci con una bionda niente male. La stavo giusto convincendo che nonostante fosse dieci centimetri più alta di me ero la persona ideale con cui appartarsi in una camera, senza naturalmente neanche immaginare come sarebbe stato portarci Stiles e senza star calcolando mentalmente il tempo minimo con cui gli avrei strappato i vestiti di dosso, quando sentii qualcosa di familiare.
Fu come se tutto ciò che avevo attorno, la musica, le persone, la ragazza con cui stavo parlando, fosse diventato grigio e indistinto rispetto alla sagoma che avanzava verso di me. La conoscevo bene, avrei potuto disegnarla ad occhi chiusi. Quando finalmente riuscii a vederlo in volto, la carnagione pallida su cui si riflettevano le luci, le labbra strette in una smorfia che mi aveva guardato da settimane ormai ogni mattina, piantai la ragazza senza pensarci due volte e andai verso di lui.
Stiles mi guardò, naturalmente scocciato, e io ero certo di sembrare un pesce lesso, perché non riuscivo a spiccicare parola. Stiles non era oggettivamente più bello del solito, aveva dei capelli tremendi e col gel aveva fatto un lavoro osceno, la maglietta di Star Wars era ridicola, non era neanche diverso da quando litigavamo in giro per casa o ci facevamo ognuno i sacrosanti affaracci propri, ma non riuscivo a smettere di guardarlo mentre la voce di Meredith Grey dentro di me mi urlava di buttarmi fra le sue braccia. Stavo impazzendo, questo era sicuro.
- Dove l'hai preso? - mi domandò Stiles, riferendosi al drink che avevo completamente scordato di avere in mano.
- Oh, ehm, vieni.
Avevo rinunciato in partenza a spiegarglielo, siccome le parole mi morivano in gola e il mio cervello si era completamente fuso perché a parte photoshoppare le teste mie e di Stiles su quelle di Meredith e Derek in ogni scena d'amore possibile e immaginabile non sembrava in grado di fare altro. Nonostante ciò, in qualche modo riuscì ad arrivare al tavolo dei drink, dove Stiles prese una birra e io non desiderai ardentemente di essere la bottiglia da cui aveva bevuto un sorso.
- Non torni dalla tua ragazza?
Repressi la risposta spontanea che mi era venuta immediatamente – hai degli occhi bellissimi – e cercai di focalizzarmi su cosa aveva chiesto. Il che era difficile, specie se continuava a fissarmi dritto negli occhi facendomi sentire un ammasso di gelatina decerebrato.
- Oh, eh, ehm, non era molto il mio tipo. Preferisco i capelli scuri.
Tipo i suoi, che immaginavo sparsi sul cuscino mentre dormiva accanto a me. Immaginavo di passarci le dita in mezzo mentre guardavamo la televisione abbracciati e pensai che il mio cervello fosse definitivamente partito, perché io volevo farmi Stiles, non sposarmelo. Ma per una volta l'idea di farmi sverginare – metaforicamente, perché non sono vergine – sul tavolo dei drink passò in secondo piano. Volevo mi baciasse. Volevo mi chiedesse di uscire. Volevo la mattina mi svegliasse con un bacio e addormentarmi contro il suo petto la sera.
Forse c'era qualcosa nel mio drink. Anzi, sicuramente, dovevo essere fatto come uno schifo, perché non solo pensavo con la mentalità di Corey, che aveva il quoziente intellettivo di una papera non molto perspicace, ma mi sentivo anche male. Mi faceva male la pancia, mi sudavano le mani e tremavano le gambe e sentivo la faccia andare a fuoco.
Notai solo allora che Stiles mi fissava da qualche minuto in silenzio, con un'espressione indecifrabile.
- Theo? - domandò, la sua voce che tradiva un'inequivocabile nota di preoccupazione, della quale mi compiacei, - stai bene?
Scossi la testa e lui mi venne così vicino che per poco non ci lasciai la pelle. Si chinò su di me e io stavo giusto riflettendo a chi lasciare tutti i miei averi siccome nel mio folle delirio pensavo mi avrebbe baciato. Naturalmente non fu così, appoggiò la fronte contro la mia per un secondo durante il quale presi seriamente in considerazione l'idea di mandare la mia reputazione a puuttane e baciarlo io, ma poi si staccò e mormorò fissandomi, anche lui leggermente rosso – o erano solo le luci della festa?
- Usciamo.
Mi prese per un braccio e mi trascinò fuori, ma neanche l'aria fresca riuscì a farmi recuperare un minimo di senità mentale. Desiderai ardentemente avere pulsioni sessuali nei confronti di Deucalion, desiderai che un meteorite cascasse dal cielo e mi schiacciasse, desiderai che i Dread Doctors mi usassero come cavia per un altro esperimento, desiderai tutto piuttosto che stare seduto accanto a Stiles con i pugni chiusi perché l'unica cosa che volevo, l'unica cosa che desideravo così ardentemente da star male era di poter prendergli la mano.
- Va meglio? - mi domandò con un tono gentile che non pensavo avrebbe mai usato con me.
Mi si seccò la gola e non riuscii a rispondere, cosa che mi riservò uno sguardo preoccupato da Stiles, che si fece più dolorosamente vicino.
- Sei proprio fuori, - disse arricciando il naso, - ti porto a casa.
- Ma sei appena arrivato – riuscii a mormorare, suonando dolorosamente come una ragazzina e mi maledissi, pensando di porre fine alla mia sofferenza prendendo a testate il marciapiede.
Stiles mi prese per mano.
Pensavo che la storia dei fuochi d'artificio e delle scosse elettriche fosse una balla, ma in quel momento mi si riversò tutto addosso con la dolorosa precisione di una canzone di Taylor Swift. Ricambiai la stretta sentendomi tremare. Anche Stiles se ne accorse e mi guardò ancora preoccupato, mandando il mio ultimo neurone in vacanza alle Hawaii con un biglietto di sola andata.
- Riesci a camminare?
Stavo giusto valutando l'idea di dire no solo per farmi portare a casa in braccio, quando un ultimo sprazzo di intelligenza mi ricordò che avevo ancora una dignità e quindi di alzai in piedi. Stiles mi sorrise e anche quella svanì, lasciandomi totalmente rimbambito con la mano stretta alla sua.
Ci avviammo lentamente, lui che mi lanciava lunghe occhiate che mi facevano sciogliere come un gelato al sole e io che, quando non morivo internamente a causa sua, imaginavo quanto i nostri figli sarebbero stati belli.
- Sai, - disse ad un certo punto, - sei molto meglio quando sei fatto.
Non ero molto sicuro che fosse un complimento.
- Almeno sembri umano, - continuò, - non ti ho mai visto essere meno che perfetto neanche quando le prendevi dai Dread Doctors. Pensavo non fossi neanche vero. Era una delle tante cose di te che mi stavano sul cazzo. Almeno ora so che sei umano, più o meno.
Cercai di lanciargli un'occhiataccia, anche se evvi la dolorosa impressione fosse più uno sguardo adorante, ma lui non ci fece caso.
- Sei sempre una testa di cazzo e ti odio, bada bene. Anzi, penso proprio che dovrei sopprimerti e liberarti da ogni sofferenza.
Per una volta, gli davo quasi ragione, ma al contrario mi trascinò prima in ascensore e poi dentro il nostro appartamento, dove mi diede anche un bicchiere d'acqua e si sedette sul divano accanto a me mentre io pensavo al suicidio. Non mi disse altro, rimanendo a fissarmi finché probabilmente non caddi addormentato in preda a pensieri e immagini confuse di me e lui. Pensavo ai baci, agli abbraci, a studiare insieme, a quanto sarei stato felice. E non avevo mai pensato realmente a questo, lo avevo dato per scontato: una volta divenato un chirurgo straricco sarei stato, ovviamente, felice ma non mi interessava più di tanto. In quel momento, pensavo che sarei potuto morire se non avessi avuto quei momenti con lui. Pensavo che niente avrebbe avuto più senso, senza Stiles.
Quando la mattina mi svegliai e lo trovai accoccolato sull'altra parte del divano, ancora vestito e mi trovai una coperta addosso, realizzai che ero troppo intelligente per raccontarmi bugie come quella di essermi drogato o che ci fosse qualcosa di strano nella marmellata.
Ero innamorato di Stiles.





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Hola! Questa settimana sono puntuale, perché ho finito di studiare alle 5 - e fidatevi, mi chiedo ancora come, siccome di solito faccio le 9 di sera - e ho avuto tempo di rileggere e sistemare le cose. Sono davvero felice di questa cosa e ancora di più perché questa settimana probabilmente rivedrò le mie amiche FINALLY e manca sempre meno alle cose belle come il concerto di Shawn Mendes, i Simple Plan o le vacanze. Il downside è che devo studiare per i test universitari e piango perché non so nulla. Anyways, ecco quando Theo realizza di essere completamente fregato e vi annuncio summa com gaudio che siamo circa a metà della storia. Quindi poche settimane e ci saluteremo! Casomai shippaste anche Sterek, vi ricordo una mia storia che non aggiorno da troppissimo tempo, Sweeter than fiction, che finita questa verrà aggiornata il più regoarmente possibile. Per il resto, spero che ve la passiate bene quanto me e vi mando un abbraccione <3

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Capitolo 5
*** Di come non riuscii nemmeno a entrare in negazione decentemente ***


 






*


Di come non riuscii nemmeno a entrare in negazione decentemente






 

Il risultato di quella serata, oltre a una Tracy scazzatissima e Corey e Mason che ridevano delle mie disgrazie, fu che non riuscii più a parlare con Stiles. Non che prima ci dilettassimo in disquisizioni filosofiche, ma riuscivo a dargli il buongiorno e qualche risposta sagace quando mi affibbiava epiteti fin troppo creativi. Da quel giorno, tuttavia, non appena Stiles mi diceva qualcosa, da “non passare la tua vita in bagno” a “brutto imbecille, ho trovato i tuoi calzini sporchi sotto il divano” io diventavo color pomodoro maturo, mi si seccava la gola e non riuscivo a spiccicare parola. Quindi, molto coraggiosamente, mi davo alla macchia o fingevo di aver trovato qualcosa di urgentissimo da fare in camera mia e mi ci tappavo per ore intere.
Lo studio, naturalmente, era andato bellamente a farsi benedire, perché l'unica cosa che avevo studiato seriamente era stata la lista di amici del profilo Facebook di Stiles – chi cazzo era poi questo Derek Hale che aveva messo mi piace a due sue foto nel 2013? - e allo scritto di istologia avevo copiato tutto dal mio vicino, grazie a dio. Per il resto, a parte evitare Stiles, avevo passato un sacco di tempo su Facebook cercando di fare l'amicone in chat con Scott, giusto per sapere che ne pensava Stiles di me – non che mi interessasse … no okay, era il mio più grande problema in quel momento, - ma l'unica cosa che aveva fatto era stato inondarmi di faccine sorridenti e menarmela sulla difficoltà della sua relazione a distanza con Kira. Già che passavo tutto il mio tempo attaccato a un computer, avevo anche segnalato il profilo di Lydia sia col mio account sia con un paio di profili fake creati per l'occasione, con l'accusa di postare contenuti molesti come le sue foto insieme a Stiles, per esempio.
Avevo deciso, per la mia sicurezza e soprattutto perché La Cosa Che Non Poteva Essere Rivelata – per i tardi, i miei sentimenti per Stiles, - trapelasse a causa di Corey e compagnia, avevo spostato nell'appartamento di Corey e Mason le riunioni di branco, che erano diventate per metà sostegno psicologico al sottoscritto quando vedevo che Stiles e Lydia erano online nello stesso momento, perché sicuramente stavano parlando, e metà tentativi di Mason e Corey di farmi accoppiare con Stiles mentre Tracy teneva il muso durante ambedue le fasi.
- Dovresti chiedergli di uscire! - stava infatti dicendo Mason, che naturalmente era ignaro del mutismo selettivo che mi colpiva ogni qualvolta Stiles fosse nel mio raggio di azione.
- Beh, - lo interruppe Corey, - vivono già praticamente insieme! Dovreste passare più tempo voi due, guardare un film sul divano, per esempio. E mentre lo guardate tu gli metti un braccio intorno alle spalle!
E lui mi atterra con una mossa di wrestling e finiamo romanticamente a fare a pugni finché lui non muore perché io sono nettamente più forte.
Roteai gli occhi in direzione di Corey che però non aveva naturalmente finito di spargere amore nel mondo e a vedere inesistenti possibilità di relazione fra me e la persona che mi detestava di più sulla faccia della terra.
- Oppure potresti aiutarlo a studiare e avvicinarti sempre di più a lui finché non siete praticamente abbracciati e poi …
Mai avevo desiderato più ardentemente di potermi sottoporre all'eutanasia.
- Oppure potreste aiutarmi ad esorcizzarmi da questa cosa, che ne dite? - borbottai, guardandoli male.
- Io appoggio – disse Tracy, dimostrando finalmente la sua utilità in questo mondo.
Forse avevo fatto bene a non ammazzarla.
- I sentimenti vanno affrontati! - se ne uscì Corey, ispirato da chissà che saggezza inutile.
- No, i sentimenti vanno sepolti sotto una montagna di gelato e puntate di Grey's Anatomy. Vediamo l'ottava stagione? - replicai, prendendo in mano il telecomando.




 

*

 




La vera maledizione era che, per quanto cercassi di fingere che lui non mi interessava minimamente, averlo incollato ogni singola ora del giorno rendeva la cosa pressoché impossibile.Vivevamo insieme, dannazione e non potevo certo dirgli "no, devi andartene perché sto iniziando a provare qualcosa per te". La parte peggiore era che non volevo neanche.La sola idea di separarmi da Stiles era per me devastante: quando lui usciva con Lydia o chissà chi altro e io non avevo niente da fare passavo il tempo a contare i minuti aspettando che tornasse, odiando segretamente chi poteva passare una serata con lui in giro perché per lui era una compagnia gradita. La cosa peggiore, in realtà, era che durante quei momenti avevo paura, quel tipo di paura che non riuscivo a scacciare neanche studiando o vedendo un film; le parole si confondevano e la trama del film mi risultava incomprensibile mentre mi chiedevo come un perfetto imbecille se quella sera sarebbe stata la sera in cui lui avrebbe incontrato quella che sarebbe diventata la sua ragazza, se sarebbe stata la sera in cui Lydia lo avrebbe baciato o quella in cui si sarebbe reso conto di provare qualcosa per Malia. Se sarebbe stato l'ultimo giorno in cui avrei potuto sperare di avere una minima possibilità con lui. Quasi mi preparavo mentalmente al momento in cui avrebbe iniziato a portare a casa una ragazza: ascoltavo le break up songs di Taylor Swift, cercavo di impiegare il tempo passato con lui sempre a fare qualcosa anziché a parlargli o a guardarlo, avevo persino iniziato a cucinarmi i pasti. 
Sapevo che non avrei avuto Stiles a meno di un miracolo, uno perché per quanto potesse mandare alcuni segnali che mi facevano ipotizzare la sua bisessualità - gli stessi per colpa dei quali tempo addietro ci avevo provato con lui - in quel momento mi sembrava impossibile potessero piacergli i ragazzi, meno che mai io. Probabilmente mi odiava, se andava bene gli facevo schifo, quindi no, grazie tante, Non volevo che mi piacesse qualcuno che non ricambiava, quindi mi piazzavo davanti a Grey's Anatomy cercando di usarlo come anestetico.Ed era quello che stavo facendo quel giorno quando Stiles si palesò e, come faceva ogni tanto, si mise accanto a me sul divano. 
- Fai spazio, - borbottò e io mi sistemai contro il bracciolo, cercando di guardare il meno possibile quei suoi dannatissimi occhi castani che mi facevano venire le farfalle nello stomaco.
- Vedi sempre quella porcheria per donne con la sindrome premestruale? Ti senti capito?
Lo fissai infastidito per un secondo, voltandomi poi verso lo schermo.
- Senti, non so che accidenti ti ho fatto, se era per quella festa o altro, ma sai, volevo solo aiutarti perché io sono una persona decente e tu è da settimane che non spiccichi una parola neanche ti avessi fatto chissà cosa. 
Come al solito, feci scena muta perché la mia testa era completamente partita al ricordo di quella sera e l'unica cosa vagamente razionale a cui riuscivo a pensare era Taylor Swift che cantava Fearless come sottofondo a me e Stiles che ci baciavamo sotto la pioggia.
- Oh santo cielo, è perché ti ho preso per mano? Avevo solo paura tu collassassi, brutto idiota.
Ero sicuro che farmi trafiggere dagli artigli della Bestia sarebbe stato meno doloroso che sentire quelo.
- Lo so, - dissi con quello che sembrava stranamente un pigolio, tanto che Stiles mi fissò stralunato.
- Ti senti bene? 
Non riuscendo a comunicare siccome mi stava fissando con un'aria improvvisamente preoccupata mi limitai ad annuire forse un po' troppo energicamente, mentre speravo mi lasciasse solo col mio dolore. 
- Certo che sei strano, porca miseria! Riesci a dirmi qualcosa almeno?!
Mi ero sempre reputato coraggioso, uno di quei tipi che non hanno paura di niente, ma quando riuscii a pronunciare quella frase, anche se detta quasi mormorando e arrossendo, mi stupii di me stesso, neanche avessi sconfitto un intero plotone di soldati a mani nude: - Perché ti interessa se parliamo? - sussurrai.
Stiles diventò più rosso di me e mi lanciò un'occhiataccia, concentrandosi sulla serie senza più rivolgermi la parola per svariati minuti di fila, mentre io pregavo ogni santo di non aver reso la situazione ancora peggiore di quanto essa non fosse in realtà.
- Perché siccome sono una persona bellissima, - saltò su a un certo punto, - spero sempre che un giorno, conoscendoti bene, non ti rivelerai orribile come appari.
Ingoiai la saliva e passai il resto della serata a cercare di non farmi troppi film mentali su questa affermazione.



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Salve a tutti e a tutte! Oggi è stata una giornata veramente faticosa, idem domani: fra studio, casini con i documenti e chi più ne ha più ne metta e penso che poi mi servirà seriamente una vacanza. Quindi, perdonatemi se posto a mezzanotte e mezzo e deliro ma davvero qui non ce la si fa più fra scuola e amici e tutto. Anche gli ANIME mi stressano. A questo proposito, se qualcuno per caso sarà al torino comics di venerdì /probabilmente/ mi incontrerà: farò solo una scappata veloce a buttare via soldi in manga e gadget idioti ma se vedete una tizia bionda con le gambe lunghe e una borsa nera Michael Kors probabilmente sono io, rispondo al nome di Ron e mi farebbe stra piacere fare una chiacchierata con voi o anche solo dire ciao (((sì per culminare il fatto che sono sfigata sarò insieme ai miei genitori perché se andavo con le amiche sarei dovuta stare tutto il giorno mentre con loro me la cavo con poche ore))). Pluuus fatemi sapere che anime della season primaverile avete iniziato - se non avete iniziato Super Lovers o Bungo Stray Dogs CORRETE - e cosa state leggendo di bello. Ancora, faccio un mini autospam e vi dico di passare a leggere Sweeter than fiction che è la mia long sterek che sta per riprendere presto con tante cose belle. Spero che stiate passando una buona settimana e auguratemi un in bocca al lupo <3

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Capitolo 6
*** L'apocalisse ha i capelli rossi ***





 

 

La verità era che, mentre i mesi avanzavano, la mia mole di studio aumentava e si era aggiunto anche il tirocinio in ospedale, mi ero quasi abituato a seppellire tutto. Certo, avevo ancora scompensi di fronte a Stiles, ma ero riuscito a sostenere con lui conversazioni quasi decenti. Aveva praticamente smesso di insultarmi, addirittura ogni tanto si univa a me per vedere Grey's Anatomy oppure studiavamo allo stesso tavolo senza scannarci, il che era comunque un progresso. Col tempo avevo imparato a ignorare il mio cuore che batteva all'impazzata ogni qualvolta lui era in giro e a ingoiare bocconi amari ogni volta che usciva con Lydia o lei veniva da noi. Avevo pensato che alla fine l'amore non era una gran cosa, che forse potevo sopportarlo appunto perché ero superiore a queste cose. Tuttavia, quella sera, proprio quando Lexie dichiarava a Mark il suo amore, arrivò l'apocalisse. Non sapevo che lo sarebbe stata. Era solo Lydia che se ne tornava a casa e Stiles che chiamava Scott, come al solito. Non ci prestai neanche tanta attenzione, ma avevo l'udito da lupo e certe cose le sentivo anche quando non volevo.
Lydia mi ha chiesto di andare con lei a una festa al MIT. E non come amici.”
Probabilmente vi aspettereste qualcosa di comico, tipo io che sclero e butto il telefono di Stiles dalla finestra, che faccio come a mio solito la drama queen e mi lamento, ma la verità è che mi limitai a stringermi più forte nella coperta di Hello Kitty, che ormai era diventata un must, guardando Grey's Anatomy senza capirci una parola.
Avevo pensato che l'amore fosse ridicolo, stupido e sdolcinato, ma neanche vedere Grey's Anatomy mi aveva fatto capire quanto potesse farti sentire piccolo. E solo. E inutile. Non ti uccideva, ma era proprio questo il problema. Ti faceva solo venire voglia di avvolgerti nella tua coperta aspettando che passasse. Perché, in fin dei conti, che senso aveva? Che senso aveva Corey che mi aveva riempito la testa di appuntamenti, dichiarazioni e passeggiate mano nella mano? Che senso aveva non riuscire neanche a parlargli senza avere un infarto? Lui sarebbe uscito con Lydia. Lui si sarebbe messo con Lydia, perché era questo che capitava alle belle persone. Si mettono con altre belle persone, stannp insieme ai loro amici e non hanno spazio per i ragazzini narcisisti ed egoisti. Stiles mi piaceva per tante ragioni, prima della quale perché era simile a me: intelligente, schietto, con un pizzico di malizia. Però aveva usato tutte quelle qualità, le qualità che avevo anche io, per fare qualcosa di buono. Io mi ero limitato a cercare di avere sempre più cose per me ed ero finito con un branco che meglio perderlo che trovarlo, abbarbicato in una coperta rosa a questionare ogni mia scelta di vita. Me l'ero meritato, naturalmente. Tutte le schifezze che avevo fatto alla fine si erano rivoltate contro di me e il karma mi aveva portato via l'unica persona di cui mi fosse interessato qualcosa.





 

*

 

 

In qualche modo, non sapevo neanche come, avevo trovato il coraggio di trascinarmi fino al MIT, da Mason e Corey. Era la prima volta che andavo spontaneamente da loro, realizzai, non li avevo neanche mai chiamati se non quando mi servivano contro il branco di Scott, quasi un anno prima. Se il karma avesse funzionato al cento per cento, probabilmente mi sarei ritrovato una porta in faccia, ma in qualche modo lassù qualcuno doveva volermi ancora bene e Corey mi aprì, vide la mia faccia da funerale e senza una parola mi fece accomodare sul divano, mi diede una coperta e del té e mi lasciò usare il suo iPod per ascoltare ogni singola break up song che Taylor Swift avesse scritto.
- Sopravviverai, - mi disse Mason, dandomi una pacca sulla spalla e passandomi una confezione gigantesca di gelato.
- Non tutto è perduto, - replicò Corey, lanciandogli un'occhiataccia, - so che Lydia e Stiles usciranno insieme. Stiles l'ha detto a Scott che l'ha detto a Liam che lo ha detto a Mason che lo ha detto a me. Ma tu puoi impedirglielo. Devi dichiararti.
Per un attimo tutta la depressione mi passò e lo fissai, perché non era possibile che Corey mi conoscesse da anni e non avesse capito che avrei preferito fare la lap dance nudo per Chris Argent che parlare di sentimenti con la persona per cui li provavo.
- No.
- Sì, Theo, sì. Insomma, sei sempre stato uno che se vuole qualcosa fa il diavolo a quattro per ottenerla e ora che devi dire due semplici paroline al ragazzo che ti piace non hai le palle e ti nascondi sotto una coperta? E non me la bevo la balla che non vuoi metterti fra Stiles e Lydia perché so benissimo che se potessi costruiresti un muro spesso dieci metri fra loro due.
Infatti, non mi sarebbe mai saltato in mente di dire un'idiozia del genere. Non me ne fregava niente dei sentimenti di Stiles, qui c'erano in gioco i miei. Perché farsi piacere qualcuno è una cosa masochistica, ad un tratto non sei più padrone del tuo umore, delle tue sensazioni. Un suo gesto e la giornata cambia, un tono di voce leggermente diverso e sei lì a farti mille paranoie mentre stalkeri il suo profilo Facebook. Ma quello era ancora accettabile, perché Stiles non sapeva di avere questo potere su di me. Ma nel momento in cui glielo avessi detto, nel momento in cui gli avessi dato, grazie al cielo metaforicamente, il mio cuore, mi avrebbe avuto in pugno. Avrebbe visto quanto ero fragile. Non gli ci sarebbe voluto niente per farmi a pezzi e non mi illudevo di certo che solo perché ci parlavamo ogni tanto e mi cucinava da mangiare fossimo in chissà che buoni rapporti. Stiles mi avrebbe fatto a pezzi, e no, grazie tante. Non che non lo stesse comunque inconsapevolmente facendo, ma era sicuramente meglio che non lo sapesse.
- No, - ripetei.
- Cosa hai da perdere? Insomma, se dice sì, a posto. Se dice no, la situazione è uguale ad ora, quindi …
- Quindi un cazzo! - esclamai, sentendo montare una rabbia esagerata, - non viviamo tutti nel paese degli arcobaleni e degli unicorni!
Mason mi lanciò un'occhiataccia e si fece più vicino a Corey che aveva l'aria di esserci rimasto parecchio male.
- Magari, disse gelido Mason, - c'è gente che ci vive perché ha capito cosa accidenti è essere innamorati. Tu sei un cazzo di egocentrico, Theo. Anche adesso, il problema non è Stiles che esce con Lydia, il problema è il povero Theo rimasto solo. Il problema, se ti dichiari, non è che Stiles potrebbe rifiutarti, è come questo potrebbe farti stare. Beh, congratulazioni, hai una bellissima storia d'amore con te stesso, ma se mai vorrai avere qualcosa di decente con Stiles, rassegnati al fatto che il tuo narcisismo non ti poterà da nessuna parte.
Forse mi dava così tanto fastidio perché Mason aveva ragione.



 

*



 

 

Il giorno della festa arrivò in sordina, mentre io mi aggiravo per la casa come uno zombie travestito da persona normale. Stile,s nonostante avessi cercato di dissimulare, si era fatto più silenzioso del solito e aveva deciso di insultarmi meno del normale. Io, da bravo attore, avevo svolto, in quei giorni, tutte le mie consuete attività, almeno in apparenza. In realtà, rimuginavo tutto il tempo su ciò che Mason mi aveva detto, su quanto io fossi miserabile – l'autocommiserazione era come il prezzemolo, andava con tutto, - e su quanto anche solo il nome Lydia mi facesse venire i conati di vomito, così l'avevo ribattezzata Colei Che Non Deve Essere Nominata, ma dato che era troppo lungo da pensare spesso e volentieri lo sostituivo con Voldemort. Naturalmente, mentre Stiles si preparava per la festa e io facevo un acronimo di parolacce indirizzate a Voldemort con “acido desossiribonucleico”, l'autocommiserazione si sedette accanto a me e mi tenne la mano mentre cercavo un insulto che iniziasse con la U, siccome per deformazione professionale l'unica parola che mi veniva in mente era uracile, che è una base azotata e quindi non c'entrava un emerito cazzo.
Stavo giusto pensando a quanto fosse miserabile la vita anche per il fatto che non riuscivo a trovare un insulto decente che iniziasse per u quando Stiles, che in qualche modo era arrivato di fronte a me, si schiarì la voce per attirare la mia attenzione.
Alzai lo sguardo, cercando di ignorare la camicia fresca di bucato, i jeans perfettamente stirati – che tra parentesi, mi sembravano proprio i miei American Apparel – e i capelli più ordinati del solito.
- Sì?
- Ehm, - disse Stiles, stranamente nervoso, - io esco.
- Ho notato, - risposi, desideroso di tornare allo studio del DNA prima che mi salissero le lacrime agli occhi.
- Vado a una festa.
- Lo so.
- Con Lydia.
Dio doveva proprio odiarmi quella sera.
- Ho intuito.
- Vado?
No, quel punto interrogativo non me lo ero affatto immaginato. Stiles mi guardava, torcendosi le mani e per un attimo pensai che mi avesse fatto quella domanda perché voleva che dicessi no. Voleva che fosse come nei film, che mi alzassi, che corressi da lui e gli dichiarassi amore eterno. Poi ci arrivai: mi stava chiedendo come stava. Era così in ansia per Lydia che chiedeva persino consigli alla sua nemesi.
Fu come con Corey, vederlo così felice mentre io mi riducevo a studiare per dimenticare i miei guai fu decisamente troppo.
- Vai, cazzo! Non sai neanche andare a prenderti una ragazza? Sei davvero uno sfigato.
Stiles mi guardò neanche gli avessi tirato un pugno in pancia. Il che non aveva totalmente senso, perché non gli avevo detto niente di che. Mi aveva detto di peggio a mo' di buongiorno le prime mattine che convivevamo, eppure aveva lo sguardo di chi si è sentito dire esattamente ciò che non voleva sentirsi dire. Ma che andasse al diavolo, a un certo punto: non me ne fregava niente dei suoi problemi di autostima e almeno lui aveva un appuntamento con la persona che gli piaceva.
- Vado, allora, - mi disse gelido, prendendo la giacca e chiudendo la porta, mentre io rimasi solo sulla poltrona, a chiedermi cosa accidenti avevo fatto di male.

 

 

 

 

 

 

 

 


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Lo so, lo so, sono in ritardo mostruoso ma la scorsa settimana è stata terribile per me, il giovedì in particolare è stato un vero disastro e non ho studiato neanche decentemente. Tuttavia questa settimana va molto meglio, adesso ho ancora qualche casino che mi ha fatta ritardare ma eccomi qui. E vi chiedo non recensioni ma preghiere perché tutto vada bene e perché giovedì prossimo, quando ci vediamo con l'ultimo capitolo, vi scriva "OMG E' ANDATO TUTTO BENISSIMISSIMO". Pregate per me, mi raccomando.

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Capitolo 7
*** Come è andata a finire ***


 
***
 

 









 

E così eccomi qui. In mutande, senza gelato e depresso, perché Stiles quella sera era tornato alle cinque senza dirmi neanche una parola – sì, lo so che alle cinque del mattino io sarei dovuto essere a letto, – e si era messo a dormire. A un certo punto mi ero addormentato anche io, per poi risvegliarmi con una strana sensazione. Avevo fatto un giro per l'appartamento per trovare un biglietto di Stiles che diceva che sarebbe stato via per qualche giorno, siccome approfittando della pausa delle lezioni lui e “gli altri” erano andati a farsi una vacanza. Da lì era partita Taylor Swift a palla e la mia grande capacità di fare drammi.
Ho passato gli ultimi tre giorni a piangere sulle mie disgrazie e a cacciare in malo modo chiunque provasse ad avvicinarsi, a non lavarmi e a maledire la sorte. E l'unica cosa che ho ottenuto è che ora puzzo come un'ovile, ho un brufolo enorme sul mento e la gente ormai si è stufata di bussare alla mia porta. Praticamente solo Corey, mosso a pietà, ogni tanto prova ancora, ma Mason e Tracy hanno rinunciato da un po'.
Del resto, me lo merito. Ci sono persone che quando piangono sono circondate da gente che le abbraccia, ci sono persone che quando si innamorano vengono ricambiate. E c'è una sorta di giustizia nel mondo, perché queste persone sono le persone che fanno cose buone. Quelle che non avrebbero sbottato con Stiles, quelle che non se la sarebbero presa con Corey e Mason, quelle che non avrebbero dato a Colei Che Non Deve Essere Nominata della troia. Se a una di queste persone fosse mai capitato di innamorarsi di Stiles, lui le avrebbe scelte. Mentre io sono qui, ad Harvard, alla facoltà che sognavo, a studiare ciò che amo. Tutto ciò che volevo si è realizzato, eppure quello che fino a qualche mese fa era il mio sogno ora si è rivelato qualcosa di vuoto.
Stiles è con la sua ragazza e i suoi amici e io sono qui a chiedermi che senso ha aver fatto tutto questo.
Che senso aveva essermi considerato superiore? Corey è un idiota totale, secondo me, ma alla fine è felice con Mason e piace a tutti. Persino quella cretina di Tracy ha più amici di me. Io che ero così migliore di loro ora invece mi trovo solo, abbandonato e rifiutato per Voldemort.
Sento quasi la vocina di Mason nella testa che mi dice che sono egocentrico e che potrei smettere, per una volta, di pensare solo a me stesso. Che se mi focalizzassi su come stanno gli altri, anziché pensare costantemente a come sto io, forse non sarei in questa situazione. Però appena penso a come stia Stiles in questo momento, l'unica immagine che mi balza in mente è lui fra le gambe di Colei Che Non Deve Essere Nominata, quindi, no, grazie tante. Stiles sta benissimo.
Mason, nella mia testa, scuote il capo e ho una grandissima voglia di prenderlo a pugni, poi mi rendo conto che sto definitivamente impazzendo siccome sto pensando di picchiare una voce nella mia testa. Forse lo stare troppo al chiuso mi ha reso definitivamente pazzo.
Il mio Mason mentale rotea gli occhi e sto giusto per cedere alla pazzia e iniziare a insultarlo ad alta voce quando il lampeggiare del mio telefono, che avevo ignorato per giorni, mi distrae. Ha ormai un misero tredici per cento di batteria, ma è strapieno di messaggi. Corey, Mason, Tracy, Scott e persino Liam e Malia mi hanno scritto, chiedendomi se sono vivo.

Corey – Tutto bene?
Corey – Perché sento Taylor Swift a palla?
Corey – Cosa è successo?
Corey – Oh cazzo.
Mason – Mi dispiace, forse ho esagerato.
Mason – Sicuramente non sono l'unico, però.
Mason – Cosa cavolo è successo?
Mason – Sei stato posseduto da Taylor Swift?
Corey – Mason è un idiota, ora gli ho detto tutto.
Mason – Mi dispiace, non ne avevo idea.
Tracy – Stiles è uno stronzo e non sa che si perde.
Tracy – Potrei paralizzarlo e tu lo uccidi.
Tracy – Vuoi che lo uccida io?
Corey – Perdona l'insensibilità degli altri due idioti.
Corey – Ti vogliamo bene e ti siamo vicini, Theo.
Corey – Però potresti abbassare la musica, ecco.
Scott – Corey mi ha detto che stai sclerando ma non ha voluto dirmi perché. Se ti serve qualcosa chiamami.
Liam – Non ci godo se non sono io a farti sclerare. Rimettiti presto.
Malia – In fondo te lo meriti.

Malia – Però mi dispiace.
Scott – Ma è vero che ti hanno friendzonato?


 

Corey @ Theo's pack – Penso ci sia stata una fuga di informazioni, ma ho detto che è stata una ragazza del college.
Mason @ Theo's pack – Ma io ho detto a Liam che era Tracy.
Corey @ Theo's pack – Cazzo.
Tracy @ Theo's pack - …
Sei stato aggiunto al gruppo “Theo è Taylor Swift?!”
Scott @ Theo è Taylor Swift?! - Cosa cazzo …
Corey @ Theo è Taylor Swift?! - Serve a dare sostegno morale al nostro alpha preferito :D
Scott @ Theo è Taylor Swift?! - Che cosa carina …
Scott @ Theo è Taylor Swift?! - Un momento.
Liam @ Theo è Taylor Swift?! - Ma chi diavolo è che lo ha friendzonato?
Malia @ Theo è Taylor Swift?! - Una persona sana di mente.
Corey @ Theo è Taylor Swift?! - Malia, ti rimuovo.
Mason @ Theo è Taylor Swift?! - Sta malissimo, poverino. Non esce da due giorni.
Mason @ Theo è Taylor Swift?! - E canta Taylor Swift.
Mason @ Theo è Taylor Swift?! - E piange.
Corey @ Theo è Taylor Swift?! - E ci urla contro.
Scott @ Theo è Taylor Swift?! - Doveva essere proprio innamorato! :D Come me di Kira!

Liam @ Theo è Taylor Swift?! - Beh anche io per Hayden ero messo male, ma almeno pensavo fosse morta.
Stiles ha abbandonato.
Scott @ Theo è Taylor Swift?! - Stiles!? Proprio tu che fino a qualche giorno fa ti disperavi per quella tizia del college …?
Corey @ Theo è Taylor Swift?! - Chi?
Scott @ Theo è Taylor Swift?! - Oh, pensava di piacere a una ragazza, ma poi lei gli ha detto di no :D
Lydia @ Theo è Taylor Swift?! - L'ho invitato a uscire per tirarsi su il morale e mi ha piantata a metà festa …
Scott @ Theo è Taylor Swift?! - Ed è tutto il viaggio che ascolta i Mayday Parade.
Lydia @ Theo è Taylor Swift?! - Che poi l'ho baciato e ha detto no. Certo, è stato come baciare mio fratello, ma è la prima volta che un ragazzo mi rifiuta, ci sono quasi rimasta male.
Scott @ Theo è Taylor Swift?! - Allora era una cosa seria! Pensavo continuassi a piacergli :D
Lydia @ Theo è Taylor Swift?! - Pensavi male.
Corey @ Theo è Taylor Swift?! - Interessante …
Mason @ Theo è Taylor Swift?! - Molto interessante …





 

*



 

Leggo i messaggi avvolto nella mia coperta, sorridendo a mio malgrado. Solo un giorno fa stavano facendo questo epico casino per me mentre ero troppo preso a fare la drama queen come al solito e a trattare male chiunque fosse nel raggio di dieci metri. Ho fatto stufare anche loro, perché il mio immenso ego non ha mai saputo lasciare neanche un minuscolo spazietto agli altri. Erano lì e ho dato per scontato che ci sarebbero rimasti per sempre, e ora che persino il mio branco ha deciso che sono troppo egocentrico per essere tollerato e mi hanno piantato mi rendo conto di quanto in realtà mi piacessero gli sproloqui hippy di Corey con Mason che gli stava dietro e Tracy che teneva il muso perché il fatto che mi piacesse Stiles le stava sul cazzo. Complimenti a me, penso, che non solo ho bruciato ogni possibilità col ragazzo che mi piace, ma mi sono fatto detestare dai miei stessi beta. E non c'è niente che io possa fare per cambiare le cose, per tornare indietro nel tempo e fare in modo che non se ne vadano, per essere meno deficiente e trattarli con un minimo di decenza.
Il Mason nella mia testa mi lancia un'occhiataccia e indica il telefono che ho in mano, come se fosse una macchina del tempo. Perfetto, ora pure la coscienza rincitrullita, ottimo. Qualche altra disgrazia si vuole aggiungere?

Mason, nella mia testa, sbatte ripetutamente la testa nel muro e dopo una sequela di epiteti poco lusinghieri alla mia persona, mi ripete in modo orrendamente simile all'originale di smettere di pensare a me stesso e di pensare agli altri. Gli notifico che ci sto pensando eccome e lui, dopo aver sbattuto di nuovo la testa nel muro, mi notifica che devo pensare a come si sentono. A cosa vorrebbero. Quando inizio a pensare a Stiles, però, si ferma e mi obbliga a pensare a Corey.
Uhm, probabilmente è stufo. Arrabbiato, magari, perché mi è stato dietro mesi e l'unica cosa che ho saputo fare è stata trattarlo con sufficienza. Probabilmente starà sfogando la sua rabbia disegnando aggressivamente coi pastelli o qualcosa del genere …
E cosa pensi tu possa fare per farlo stare meglio?
Mason Mentale sta diventando decisamente assillante. E mi rendo conto che questa è una delle poche volte in cui non so la risposta. Sono sempre stato saccente, ho sempre studiato più del necessario e raramente mi sono trovato a no saper rispondere a una domanda. Ma oggi, di fronte a lui, metaforicamente parlando, non so proprio che pesci pigliare.
Due parole, Theo, mi ripete la voce di Mason. Per un attimo penso che si sia fumato qualcosa, o meglio, che io stia iniziando a sclerare completamente, perché l'ultima volta che si è fatto riferimento a due parole erano un “mi piaci” che dovevo dire a Stiles, ma poi, giusto perché non sono completamente andato, ci arrivo.

 

 

 

 

 

*

 

 

Theo – Corey, mi dispiace. Sono un cretino e tu sei stato veramente troppo paziente con le mie manie da prima donna. Scusa.
Theo – Mason, mi dispiace. Avevi totalmente ragione su tutto e ti ho trattato male probabilmente perché la cosa mi bruciava. Scusa.
Theo – Tracy, mi dispiace. Sono stato un idiota per la gran parte del tempo che abbiamo passato insieme, perché anche un cieco avrebbe capito che ti piaccio e mi ci sono fatto due risate senza neanche rispettare i tuoi sentimenti. Però, ecco, apprezzo tu abbia visto qualcosa di positivo in me anche se sono un snob egocentrico. Spero che il prossimo ragazzo che ti piacerà farà meno schifo. Scusa.
Theo – Stiles, sono innamorato di te.

 

 

 

 

 

 

Un'ora dopo, la porta del mio appartamento si spalanca e Corey mi piomba addosso, abbracciandomi così stretto che un altro po' e mi soffoca.
- Lo sapevoooo! Mason pensava che tu non tenessi a noi e invece ho letto il tuo messaggio e lo sapevo! Sei l'alpha migliore del mondo!
Il fatto che lo stia dicendo a uno che non si lava da giorni e puzza come un procione in putrefazione potrebbe suscitare qualche obiezione, ma sono talmente contento che almeno questa cosa sia andata dritta che lo lascio abbracciare la mia regale persona.
Mason, dietro di lui, appena Corey mi molla mi si attacca anche lui, dicendomi che è orgoglioso di me e chiedendomi se, data la puzza, per consolarmi della perdita di Stiles io non abbia deciso di adottare un cammello.
Tracy per fortuna mi salva dall'imbarazzo, borbottando qualcosa che non riesco a capire e guardandomi indecisa sull'abbracciarmi o meno – non so se è perché ho lo stesso odore di un gregge di pecore o perché la situazione fra noi è abbastanza imbarazzante – e alla fine opta per stringermi la mano.
- Santo cielo, Theo, questo posto fa schifo, - dice Corey candidamente, dando un'occhiata in giro, - e anche tu sei messo male. Perché il tuo cellulare è attaccato al soffitto con lo scotch?
Balbetto qualcosa su un messaggio a Stiles e Corey, che non brillerà come beta ma come agenzia matrimoniale ha un brillante futuro, mi si arrampica letteralmente addosso e mi fissa negli occhi: - Cosa hai scritto.
- Delle parole …
- Quali parole.
Non usa neanche il punto di domanda, il che mi inquieta più del dovuto, quindi resto in silenzio.
- Mason, - dice con un tono che farebbe ubbidire persino me, - prendi il telefono e scopri cosa ha scritto. Theo, vatti a lavare. Tracy, aiutami a riordinare questo porcile.
Nonostante voglia morire, nonostante l'idea che leggano il messaggio mi faccia venire voglia di uccidermi quasi quando l'idea che Stiles potrebbe averlo letto e magari persino aver risposto, lascio che Corey mi spinga verso la doccia e mi chiuda in bagno, dicendomi che se non ne uscirò pulito e profumato mi farà rimpiangere di essere nato. E io, anche se Corey è un cosino grande la metà di me, ho la netta impressione che manterrà la parola.
Mi spoglio e entro nella doccia, godendomi la sensazione dell'acqua calda sulla pelle, che dopo così tanti giorni è più piacevole di quel che ricordavo. Mi rilasserei anche, ma i commenti a voce altissima dei tre che stanno cercando di sistemare il mio appartamento e contemporaneamente di districarsi nella mia situazione sentimentale non sono esattamente una ninna nanna rilassante.
- Cosa cavolo è questo …? - domanda Mason, con un tono schifato.
- Sono un paio di mutande, Mason, non fare lo schifiltoso.
- La fai facile, - lo sento replicare, - tu te ne stai lì seduto col cellulare di Theo in mano a gongolare.
- Io, - sentenzia Corey, - mi sto occupando di una questione di stato, chiamata Stiles e Theo.
- Stiles gli ha fatto visua, non penso ci sia molto da dire.
Valuto seriamente di annegarmi nella doccia. Evidentemente ho fatto talmente tanti casini da non meritare neanche una risposta. O forse Stiles è omofobo? Non mi è mai sembrato che avesse particolari problemi con Mason e Corey, ma magari è uno di quelli che tollera finché non capita a lui. Oppure, semplicemente, l'ipotesi più probabile è che io abbia passato più di un anno a fare la testa di cazzo bruciandomi ogni singola opportunità con lui perché troppo impegnato a fare il narcisista egocentrico.
- Fidati di me, - dice però Corey, con il tono di uno che ha appena comprato la torta nuziale per il mio matrimonio.
Lo so che siccome mi sono appena fatto una tirata sul dover dare fiducia agli altri o comunque considerare cosa pensano anche loro, tuttavia l'unica cosa che penso è che Corey deve aver fumato roba veramente buona, perché ho più possibilità che Deucalion corra qui dicendomi che dopo la nostra quasi pomiciata ha scoperto di essere gay e vuole sposarmi che Stiles abbia anche solo la decenza di rispondere ai miei sentimenti con qualcosa di più di un “che schifo”. Me lo merito, ormai sono rassegnato alla mia vita di solitudine. Potrei comprarlo davvero il cammello, almeno avrei compagnia e farei un ingresso trionfale a patologia.
Esco dalla doccia mentre Tracy si lamenta di aver trovato dei resti di cose non identificate sotto il mio letto – sono semplicemente i resti del cibo messicano che ho ordinato tre giorni fa su justeat e non vedo perché scandalizzarsi tanto, - e dopo essermi vestito faccio il mio ingresso in un appartamento che è quasi decente. Mi complimenterei anche con i fautori di questo miracolo, ma Corey, dopo avermi ispezionato e deciso che sono abbastanza pulito e mentalmente stabile, dichiara che il branco ha una cosa urgentissima da fare e prima che possa questionare su quanto la cosa mi sembri falsa, acchiappa gli altri due e sparisce, raccomandandomi di non uscire per nessuna ragione.

 

 

 

*

 

 

 

Un'ora e mezzo dopo ho notato che non solo mi è stato sequestrato ogni genere di cibo spazzatura, ma è anche stato sostituito con della roba salutare tipo i bastoncini di carota. Le mie stagioni di grey's anatomy sono sparite e il telecomando della tv è stato svuotato dalle batterie. I miei libri, quelli che avrei dovuto studiare per non avere voti desolanti questo semestre, sono stati ordinatamente sistemati nella libreria e la mia coperta di Hello Kitty è misteriosamente sparita. Non avendo quindi nulla per confortarmi e temendo che Corey abbia fatto installare qualche trappola mortale che sarebbe scattata non appena avessi messo l'alluce fuori dalla porta, mi sistemo sul divano intenzionato ad ascoltare un po' di musica. Manco a dirlo, mi hanno cancellato ogni singola canzone di Taylor Swift dall'iPod. Seccatissimo, vado in camera a cercare il computer per riscaricare tutto, ma il bussare alla porta mi tronca l'attività appena acceso il pc. Mi alzo, aspettandomi Corey con qualche idea bislacca per tirarmi su il morale o con il gemello di Stiles che ha rapito a mio uso e consumo e ci rimango di sasso quando vedo la causa dei miei problemi sulla soglia, che borbotta qualcosa sull'aver dimenticato le chiavi.
C'è da dire che io mi spaccio per una persona molto coraggiosa, anche se la notte tengo ancora la lucina accesa. Insomma, ho affrontato licantropi, bestie assassine, ho visto Tracy nuda, ho affrontato cacciatori di lupi mannari e i Dread Doctors. Non sono certo uno che scappa davanti ai problemi, ma quando mi trovo Stiles di fronte l'unica reazione sensata è sbattergli la porta in faccia e correre a nascondermi. Sulle prime penso al bagno, ma siccome era praticamente stato il mio habitat naturale durante tutta la nostra convivenza decido di barricarmi in camera sua, ma non faccio tempo ad attraversare il corridoio che qualcosa mi sfiora l'orecchio e va a schiantarsi contro il muro, rivalendosi essere il telefono di Stiles.
- Brutto infame! - urla Stiles, lanciandomi addosso il telecomando che non so dove accidenti abbia trovato.
- Come osi!
Stavolta è il turno di uno dei cuscini del divano.
- Ero in vacanza e ero felice e poi mi hai scritto quello!
Cerco di fuggire in cucina, ma lui mi segue, strillandomi insulti e lanciandomi tutto ciò che gli capita a tiro. Quando arriva a lanciarmi una sedia capisco che la situazione è degenerata, anche perché fissa il tavolo, probabilmente valutando come sarebbe bello spaccarmelo in testa.
- Non volevo! Cioè, sì, volevo, ma che cazzo! Non venire a far drammi tu!
- Non ero io – piatto che mi manca per un soffio, - quello che piangeva con Taylor Swift!
- Io non ti sto lanciando ogni singolo oggetto presente nella stanza!
Stiles si blocca un attimo, giusto il tempo di farmi fuggire verso la mia stanza e chiudermi dentro mentre lui mi insegue.
- Brutto idiota! - urla picchiando sulla porta, - apri e affronta i tuoi problemi!
- Non ci tengo!
I colpi si fanno ancora più forti e spero che il legno sia resistente prima di trovarmi la porta sfondata e Stiles imbufalito in camera, perché nonostante io sia un lupo mannaro ho paura che troverebbe comunque il modo di tritarmi e darmi in pasto a Scott alla prima luna piena.
-Devi dirmelo in faccia! - urla.
- No perché poi mi uccideresti e ci tengo alla vita!
I colpi smettono all'improvviso e dopo qualche minuto di silenzio mi arrischio a mettere il naso fuori dalla porta, giusto per vedere che a Stiles non sia partito un embolo dalla rabbia e sia collassato sul pavimento, ma non appena abbasso la maniglia il rumore di un vetro che si rompe mi fa voltare.
Stiles è sulla finestra, che sta cercando di aprire la finestra dall'esterno. Siccome non ricordavo di avere un balcone, mi avvicino e noto che è in precario equilibrio sul cornicione e, anche se per preservare il mio onore sarebbe stato molto meglio che si spiaccicasse al suolo, senza contare che così tutti i miei problemi sarebbero svaniti, apro la finestra e lo tiro dentro la stanza per un braccio finché non è al sicuro contro il mio petto. Solo dopo qualche secondo mi rendo conto che sto praticamente abbracciando la causa della mia morte e mi affretto a fare un passo indietro, evitando il suo pugno che mirava proprio al mio naso.
- Brutto imbecille!
E ricominciamo.
Cerco riparo nel letto, ma lui mi afferra per una spalla e butta per terra senza tanti complimenti. Mentre cado riesco a fargli lo sgmbetto, così mi finisce di nuovo addosso e stavolta, anziché prendermi a pugni, decide di provocare la mia morte urlando così forte che Lydia a confronto sarebbe appena udibile.
- Tu hai idea di quello che mi hai fatto passare?

- Se intendi limonarti Lydia sono sicuro di non averti lanciato fra le sue bracc …
Il pugno che mi arriva sui denti mi impedisce di finire la frase ma non faccio tempo a bestemmiare e a restiruirlielo che riprende a strillare.
- Mi hai detto che non ti piacevo. Perché io cretino ho dato retta a Corey e a tutte le cose belle che diceva su di te, e poi tu non ti arrabbiavi mai e mi avevi aiutato a studiare … e non ti piacevo. E lo stavo accettando, avevo anche provato a uscire con Lydia che hai idea da quanto mi piaccia? E invece quando mi ha baciato l'unica cosa a cui pensavo era come avrei baciato te. Ed è stato super strano e Lydia ha detto una roba che era stato come baciare suo fratello e le cose si sono sistemate anche durante il viaggio, pensavo di stare finalmente bene con i miei amici e poi tu mi scrivi quello e io non so come reagire. Santo cielo, io ti voglio uccidere. E baciarti. E picchiarti.
E io resto lì, fermo, con Stiles che mi guarda dopo avermi detto che gli piaccio. E mi viene una gran voglia di buttarlo giù e scappare via, perché ala fine che cosa mi ha portato l'andargli dietro se non l'essere stato probabilmente bocciato a tutti gli esami e aver scoperto cosa succede se non mi lavo per svariati giorni di fila? Potrei tornare a prima, alla normalità, a quando Corey era solo un rompipalle e Stiles me lo sarei fatto e basta. In fondo, la soddisfazione l'ho avuta, piaccio a Stiles, sono un figo. Perché impelagarmi in una relazione quando posso reprimere i miei sentimenti? Certo, per evitare che finisca fra le braccia di qualcun altro con i soliti effetti apocalittici che la cosa ha sul sottoscritto, ma sarebbe molto più semplice deprimersi che dirgli cosa provo o starci insieme.
Però poi Stiles mi bacia.
Tecnicamente, è il bacio peggiore che abbia mai ricevuto, sia perché mi fa sbattere una craniata sul pavimento, sia perché si limita semplicemente ad appoggiare le labbra contro le mie, una roba troppo casta anche per la prima elementare. In pratica, in realtà, per me è il bacio migliore di sempre. E in qualche modo mi trovo a rotolare sul pavimento abbarbicato a lui, mentre continuiamo a baciarci – stavolta con baci decisamente meno calmi – chiedendomi come ho fatto a sopravvivere diciotto anni senza questo. Pensavo che i baci fra noi sarebbero stati aggressivi, ma a parte alcuni, quelli che mi sta dando Stiles erano languidi e dolci. Suona cliché, ma non c'è alcun imbarazzo, non mi chiedo come accidenti devo mettermi o che cosa fare, semplicemente lo bacio ed è una cosa naturale, come respirare. Accarezzo con le dita i suoi capelli soffici sulla nuca e me lo tiro più vicino e ogni pensiero di piantarlo o di scappare a ottocento chilometri svanisce dalla mia mente, perché so per certo che una vita senza Stiles, senza questi baci, non varrebbe la pena di essere vissuta, per quanto magari sia libera dal drama e dai disastri che uno Stilinski possa comportare.

 

 

 

 

 


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Okay, sono finalmente riuscita a pubblicare. Chiedo scusa per il ritardo ma purtroppo sono stata (e sto) male e quindi ho preferito, nei momenti in cui stavo bene, uscire anziché stare al pc. E so che non riuscirò a rispondere ora alle recensioni siccome vorrei andare a dormire presto, siccome domani mi tocca andare a scuola anche da malata ew çç a voi come va la vita? Spero bene e spero che questo ultimo capitolo vi piaccia. Ho adorato scrivere questa storia e sono davvero felice di averla potuta condividere con voi. Non è la solita storia che scrivo, sia come POV sia come stile o qualunque cosa, ma è stato bello fare qualcosa di diverso una volta tanto. 
Penso che il mio prossimo lavoro, oltre al capitolo di STF, la ia storia sterek, sarà su un'altra coppia (una OS, probabilmente,molto disagio su una ship che ho creato in un gdr), e poi scriverò una hobrien in inglese su ao3, dove mi chiamo @taysmoon, quindi se vi piace l'inglese fate un salto. 
Ps: hobrien shippers, se ci siete scrivetemi da qualche parte che mi serve taaaaanto aiuto.
E niente, grazie per questa storia vissuta insieme e grazie per aver sopportato la mia mancanza di puntualità. Vi voglio bene, lo sapete <3

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