La Veggente

di mati1999
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Chissà cosa accadrà ***
Capitolo 3: *** Si Comincia Bene ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


-Allora??? È qui? È arrivata? Andiamo mamma. Non tenermi sulle spine. È qui?- chiesi forte scendendo velocemente le scale. Troppo velocemente.
-Tesoro, se corri così ti rompi un osso del collo- mi sgridò bonariamente mio padre.
-Non ora papà- lo rimbeccai io saltellando per tutta la cucina non riuscendo a stare ferma. Ero più eccitata della mattina di Natale, quando scendevo alle nove precise (perché prima mi era proibito) per aprire tutti i regali che avevo ricevuto. Ma quella mattina mi potevo concedere di essere più felice del venticinque Dicembre. Quel giorno era il giorno. Il giorno in cui tutto sarebbe cambiato. Il giorno del mio compleanno, e non di un compleanno qualsiasi, ma del mio undicesimo compleanno. Questo significava solo una cosa
-Calmati tesoro. È sul mobile in salotto- disse calma mia madre entrando in cucina con mia sorella in braccio e sorridendo divertita dal mio comportamento. Corsi veloce nell'enorme salone. E la vidi. Era lì. Mi avvicinai emozionata e la presi come se fosse la cosa più preziosa del mondo. I miei genitori che mi avevano seguita mi fissavano dall'uscio ridendo.
-Forza. Aprila- disse mio padre con un enorme sorriso. Sorrisi anche io in risposta. E l'aprii. L'inchiostro verde risaltava sulla pergamena giallastra. La lessi nonostante sapessi a memoria parola per parola. Essendo entrambi i miei genitori stati ad Hogwarts mi ero fatta raccontare tutto nei minimi dettagli. Così avevo atteso con impazienza di poter leggere sulla lettera il mio nome. Finalmente. Avrei visto il castello con i miei occhi. Avrei attraversato i corridoi non più solo grazie ai ricordi dei miei genitori ma con le mie gambe. O cavolo, quanto avevo aspettato questo momento. Urlai dalla felicità cominciando a correre intorno nel gigantesco salotto. Poi andai verso la mia sorellina di soli tre anni . La presi in braccio e la feci roteare. 
-Elena Elena. Andrò ad Hogwarts. Ti immagini?- Lei rise felice delle giravolte che le feci fare. Poi mi strinse le guance ridendo ancora di più.
-Mathilde, calmati- mi disse mio padre anche se sorrideva divertito da me e mia sorella
-Ma quindi te ne vai?- chiese. Io la lasciai andare
-Esatto nanerottola. Non mi avrai più fra i piedi. Contenta?- domandai. Lei mi guardò triste e scosse la testa
-Io ti voglio bene- disse. Mi chinai alla sua altezza.
-Anche io ti voglio bene puzzona. Vedrai che non sentirai troppo la mia mancanza. E poi a Natale ti racconterò ogni cosa. Ci stai?- le porsi la mano per fare un patto. Lei sorrise e me la strinse annuendo. Mi alzai in piedi. Mio padre mi guardò commosso
-Auguri tesoro- disse. Lo abbracciai stretto
-Grazie papà- risposi. Anche mamma si aggiunse all'abbraccio finché Elena non urlò per attirare l'attenzione su di lei. Infondo rimaneva sempre la più piccola.
-A proposito Mat, chi vincerà domani la partita di Quidditch?- chiese mio padre. Alzai un sopracciglio e anche la mamma lo fece
-Max...- disse infatti
-Oh andiamo, a che serve avere una figlia che vede il futuro se non puoi sfruttarla?- domandò mio padre facendomi l'occhiolino e facendomi ridacchiare. Eh già. Perché io vedevo il futuro. Avevo visioni. Più o meno quando volevo, anche se a volte arrivavano senza essere richieste. Nessuno sapeva di questa cosa. Solo i miei. Era iniziato per caso, quando a quattro anni avevo detto a mia mamma che le conveniva uscire con l'ombrello nonostante ci fosse il sole. Mi aveva sorriso dicendomi che non sarebbe piovuto. La sera tornò zuppa. Ridevo ancora a ripensare a quella scena.
-Punta sui Cannoni di Chudley. Vanno forte quest'anno- risposi. Lui mi schioccò una bacio sulla fronte. 
-Grande. Ti adoro- mi disse. Poi andò nel suo studio. Probabilmente a scommettere con i suoi amici per il gusto di vincere. Non di sicuro per i soldi, che a noi non mancavano. Essere una delle famiglie purosangue rimaste aveva i suoi vantaggi.
-MAX- urlò ancora la mamma. Io risi, e con me mia sorella. Le scenate che mia madre faceva a mio padre per il mio potere erano all'ordine del giorno e faceva ogni volta ridere come mio padre cercava di difendersi e come mia madre allo stesso modo lo minacciava di schiantarlo da qualche parte.
-Dai, andiamo a prepararci. Andiamo a Diagon Alley- dissi a mia sorella porgendole le mano. Lei la prese e andammo a vestirci per uscire.
 
Ancora poco. Ancora poco
-Andiamo lumaconi. Forza forza- gridai correndo avanti e poi tornando indietro, cosa che stavo facendo da più o meno dieci minuti abbondanti. Dietro di me arrancavano i miei genitori, mio padre portando il carrello con il baule al posto mio e mia madre mano nella mano con Elena, che rideva forte a vedermi così agitata. Avanzai ancora per poi tornare indietro ancora
-Dai dai dai. Faremo tardi. Ohh, lo so per certo. Tarderemo e il treno mi lascerà qua. Non andrò a Hogwarts, dovrò andare a stare con i Babbani, non troverò lavoro perché non sono capace e andrò a finire sotto i ponti. Me lo sento- dissi tragica portandomi le mani nei capelli mogano abbastanza lunghi e tirandomeli con aria disperata. Mia madre rise
-Su via, non fare la melodrammatica. Sono ancora le 10:45. Arriverai di sicuro in tempo. Dai, forza che il treno ti aspetta- disse calma sorridendo e mettendomi una mano dietro la schiena spingendomi. Annuii e per il resto del breve tragitto tacqui. Ad un certo punto i miei si fermarono. Alzai lo sguardo e un sorriso enorme si espanse sul mio viso. Ero davanti a un muro, ma non un muro qualsiasi. Era quello tra i binari nove e dieci. Urlai felice e senza neanche aspettare i miei genitori e le loro indicazioni mi tuffai nel muro tenendo gli occhi aperti per non perdermi nulla. Arrivai dall'altra parte. C'erano tante persone, ma la cosa che ovviamente monopolizzò la mia attenzione fu il grosso treno rosso. Il sorriso non lascio le mie labbra per niente al mondo. Tirai una manica a mio padre che si era appena materializzato accanto a me.
-Ehi ehi, guarda è là- disse contentissima. Lui mi accarezzò la testa e mi accompagnò più avanti. Mia madre per attraversare la barriera aveva preso in braccio mia sorella che ora guardava il treno meravigliata. Mi guardò indicandomelo.
-Ciuf ciuf- disse. Mi avvicinai a lei
-Non è un semplice ciuf ciuf- le dissi nell'orecchio facendole il solletico. Lei rise
-È il ciuf ciuf più bello del mondo- mormorai sorridendo.
-Avanti tesoro. Sali, fai la brava, non cacciarti nei...ok, ci rinuncio. Io alla tua età ne combinavo di tutti i colori. Non sono il tipo adatto a farti raccomandazioni. Quello è compito di tua madre- disse facendomi l'occhiolino. Io ridacchiai
-Max...- mormorò mia madre scuotendo la testa nonostante stesse sorridendo
-Allora amore- si piegò alla mia altezza
-Non combinare troppi guai...-
-Vuol dire che un po' posso?- chiesi innocente
-Studia. Non trattare male i professori. Non usare troppo il tuo potere. Qualsiasi cosa puoi chiedere a noi. E scommetto che la preside ti può aiutare se vuoi- disse lei
-Ma scusa, se glielo dico, poi come faccio ad usarlo per prevedere compiti e interrogazioni?- chiesi con un sorriso malandrino. Lei mi guardò male mentre mio padre rideva. Certo che la mia famiglia non fa altro che ridere pensai divertita. Mamma stava per aggiungere qualcos'altro ma uno schiamazzo ci raggiunse. C'era un'enorme famiglia. Davanti c'erano due ragazzini, uno con la pelle più scura, tipo costantemente abbronzato, con i capelli rossi, mentre l'altro aveva dei capelli castani ricci e un sorriso più malandrino del mio. Dietro di loro due donne (probabilmente le loro mamme) li stavano rincorrendo gridando forte. Dietro ancora c'erano due signori. Spalancai gli occhi. Uno era Harry Potter. L'eroe del mondo magico. L'altro l'avevo riconosciuto per quante volte era andata nel suo negozio. Era George Weasley. Mi voltai di nuovo verso i miei. Sorrisi
-Beh, allora ciao- dissi prendendo il baule e avvicinandomi al vagone più vicino
-Non così in fretta signorinella, non saluti i tuoi vecchi?- chiese mio padre guardandomi con sguardo fintamente severo. Mi girai e mi buttai tra le sue braccia
-Mi mancherai- dissi
-Anche tu. Mi raccomando. Ti voglio in Serpeverde. Nonno non ti perdonerebbe mai se finissi in Grifondoro- disse scherzando. Risi anche io. Era vero che la famiglia di mio padre era tutta Serpeverde ma non avevano mai pensato che fossero meglio degli altri (anche se la rivalità con i Grifoni c'era sempre stata, anche per loro). Durante la guerra i miei nonni erano andati in America portandosi dietro il figlio che aveva fatto tre anni in Serpeverde ad Hogwarts. Là avevano finito la sua istruzione a casa e poi finita la guerra erano tornati. Mio padre conobbe mia madre, si innamorarono e blah blah blah. Tutte cose troppo sdolcinate per me. 
-Conta su di medissi. Dopo mio padre toccò a mia madre mentre l'abbraccia o sentii una lacrima
-Che fai? Piangi?- chiesi cercando di sdrammatizzare. Lei annuì. Mi strinse forte, poi mi lasciò. Mi inginocchiai all'altezza della mia sorellina.
-Prometti che farai impazzire i genitori anche per me?- chiesi sorridendo. Lei mi si buttò fra le braccia
-Torni presto vero?- chiese con la sua vocina.
-Certo, vedrai. Tornerò a Natale. E poi ti scriverò tante lettere che mamma ti leggerà dove ti racconto tutto- dissi per calmarla
-È una promessa?-
-È una promessa- confermai
Sentii il primo richiamo del treno.
-Ora devo andare- dissi salutando con la mano
-Ciao ciao- fece Elena seguita dai miei.
Salii sul treno. Perfetto, ora devo solo cercare uno scompartimento cercando al tempo stesso di non farmi schiacciare dal baule mi ritrovai a pensare. 
 
Camminavo lentamente a causa del baule. Erano già quattro scompartimenti che mi liquidavano con "non c'è posto" oppure "deve ancora arrivare gente". Certo, come se non avessi capito che non mi volevano. Cavolo, ero un'undicenne, non un'idiota. All'ennesimo rifiuto sbuffai. E mi ritrovai per terra. Ovviamente perché avevo sbuffato. No, in realtà ero caduta perché un ragazzino mi era arrivato addosso facendomi ruzzolare
-E stai più attento- urlai furibonda. Poi lo riconobbi. Era quello con i ricci di prima
-Scusa. Sono James Sirius Potter- Mi alzai e me ne andai a cercare un altro posto non degnandolo di uno sguardo. Finalmente lo trovai. Era vuoto. Mi infilai. Tirai su il baule anche se con fatica e mi sedetti vicino al finestrino guardando fuori.
 
Grandioso, adoro le visioni che mi risparmiano tempo Cominciai a camminare evitando apposta tutti gli scomparti che sapevo mi avrebbero detto no. Poi ad certo punto mi schiacciai velocemente a una parete dello stretto corridoio del treno così potei vedere James Potter ruzzolare non addosso a me. Mentre era a terra lo guardai con sufficienza per poi saltarlo e andare avanti. Lui si alzò in fretta spazzolandosi i pantaloni e rincorrendomi
-Ehi aspetta- mi gridò
-Tu. Sì proprio tu. Fermati- Meno male eravamo gli unici in corridoio, altrimenti lo avrei già ucciso per come mi chiamava. Mi fermai e mi girai. Lui mi arrivò davanti. Nonostante avessimo la stessa età mi superava di qualche centimetro
-Che vuoi?- chiesi
-Presentarmi. Sono James Sirius Potter- disse aspettandosi chissà quale reazione da me. Io alzai solo un sopracciglio. 
-Bene. Ora posso andare?- chiesi cercando di scansarlo. Lui mi fermò
-Forse non hai sentito bene. Sono James Potter- disse guardandomi negli occhi. Il mio sopracciglio si alzò ancora di più
-Si, lo so. Avevo capito la prima volta. Senti se ti aspetti che inizi a gridare per il tuo cognome, beh, aspetti in vano. Tuo padre è un eroe, non tu. Non hai nessuno merito nell'essere suo figlio, mica lo hai deciso tu- dissi calma scuotendo la testa. Lo superai sempre con il mio fedele baule sotto mano. Arrivata quasi allo scompartimento che avrei trovato vuoto sentii un urlo
-Comunque come ti chiami, rompipluffe?- chiese
-Mathilde Elizabeth Blake, zuccone- urlai in risposta per poi entrare e chiudermi la porta alle spalle.
Passai la maggior parte del viaggio a guardare fuori dal finestrino mangiando dolci presi dal carrello o a rigirarmi la bacchetta fra le mani osservandola cercando di capirne tutte i segreti. Mi ero anche già messa la divisa dato che stando ai miei calcoli non mancava molto all'arrivo. Ma la mia pace non durò molto perché ad un certo punto la porta si aprì ed entrò dentro un ragazzino magro, abbastanza alto che si chiuse la porta alle spalle per poi scivolare a terra con il fiatone. Lo guardai impassibile. Aveva capelli neri ricci, occhi azzurri e un sorriso sghembo.
-Scusa...Io....Per sbaglio...Lei- disse parole sconnesse respirando a fatica
-Non è che mi muori qui davanti vero?- chiesi sorridendo. Lui rise per pochi secondi prima di accorgersi che non aveva più fiato e abbassare la testa fra le gambe. Dopo qualche minuto si rialzò e venne a sedere vicino a me porgendomi la mano
-Sono Seth Andrew Nott, futuro Serpeverde- La strinsi ma non gli dissi il mio nome
-E dimmi futuro Serpeverde, come mai correvi così tanto e perché ti sei nascosto qua dentro?- chiesi curiosa. Lui arrossì di botto
-Ehm, io non l'ho fatto apposta. Lo giuro. Non l'avevo vista. Avevo una cioccorana in mano e poi sono inciampato. La cioccorana mi è saltata dalla mano ed è finita nei suoi capelli. Si è arrabbiata e ha iniziato a rincorrerermi- disse velocemente senza neanche respirare
-Capisco- feci calma. Lui mi prese le spalle scuotendomi
-No. Non capisci. Quella è pazza- urlò. Feci per ribattere ma di colpo la porta si aprì. Una ragazzina della nostra età con i capelli castani pieni di cioccolato sparava scintille dagli occhi.
-Trovato- cantilenò guardando Seth e avvicinandosi. Io mi misi in mezzo. -Ehi. Calma i bollenti spiriti- le dissi. Lei mi guardò
-Ma lui...- fece come una bambina piccola. Mi girai verso Seth pensando. Poi presi una cioccorana e la spalmai sulla testa del mio nuovo amico (spero). Lui urlò mentre la ragazza rise
-Sono Beatrice Mylander- mi porse la mano. Sorrisi
-Mathilde Blake- risposi scuotendo la mano.
-E io Seth- disse il ragazzo. Non sembrava arrabbiato. Passammo il resto del viaggio a parlare di tutto e di più scoprendo di avere molte cose in comune con loro. Poi finalmente arrivammo. Dal finestrino non si vedeva nulla da quanto era buio.
Appena scendemmo seguimmo un omone che continuava a chiamarci
-Quello deve essere il mezzogigante, guardiano di Hogwarts. Mio padre me ne ha parlato. È anche un professore- ci sussurrò Seth. Hagrid (così si chiamava) si fece prendere delle barche magiche per arrivare a scuola attraverso il lago.
-Allora rompipluffe, ti sei fatta degli amici, o sei stata acida con tutti?- chiese Potter non appena mi vide. Sorrisi sarcastica non rispondendo. James Potter cadde nel lago quella sera. Nessuno seppe come fece, cioè non proprio nessuno, io lo sapevo. Con l'aiuto dei miei nuovi amici, che trovarono Potter irritante almeno quanto lo trovavo io, feci ondeggiare la sua barca proprio quando si stava sporgendo. Arrivammo a destinazione
-Sai Potter, i miei mi hanno detto che dentro il lago c'è la Piovra Gigante. Secondo te è vero?- chiesi con sguardo innocente. Lui mi fulminò e andò avanti con suo cugino che invece rideva. Entrammo nella Sala Grande. Tutti gli studenti erano seduti e ci fissavano, ma io non mi facevo intimorire da nessuno. Camminai da vera purosangue. Il professor Longbottom ci chiamò uno ad uno. 
-Seth Nott- chiamò. Il mio amico tremava un po'. Ma gli sorrisi per incoraggiarlo. Tornò ad essere il Nott perfetto e con passo sicuro di avviò verso il tavolo dei professori. Il Cappello Parlante ci mise qualche secondo prima di esclamare un sonoro
-SERPEVERDE- Seth si girò verso me e Tris (come avevo deciso l'avrei chiamata d'ora in poi) e fece il suo sorriso sghembo mentre la tavola all'estrema sinistra esultava e accoglieva Seth.
-Frederick Weasley- esclamò poi il professore. Il ragazzo accanto a Potter sbuffò. Anche io lo avrei fatto se mi avessero chiamato Frederick. Si sedette calmo e il Cappello non esitò un secondo a mandarlo in Grifondoro dove una ragazza bellissima si alzò in piedi per applaudirlo
Theresa Simmons finì in Corvonero, Jane Fold andò in Tassorosso, poi
-Beatrice Mylander- La ragazza affianco a me si avviò sorridendo verso il Cappello che la mandò senza indugi accanto a Seth. Entrambi si voltarono verso di me gridando forte. Risi vedendoli così. Poi altri nomi.
-James Sirius Potter- Il ragazzo in questione mi sorpassò dandomi una spallata che si guadagnò la mia peggior occhiataccia. Già lo odiavo. Il Cappello non fece in tempo a posarsi che gridò
-GRIFONDORO- Potter sorrise trionfante e si andò a sedere accanto al cugino. Finalmente quel professore chiamò anche me
-Mathilde Elizabeth Blake- Mi avviai a passo lento ma sicuro. Sorrisi ironica al povero professore davanti a me e sempre con studiata lentezza mi sedetti sullo sgabello. Il Cappello non aveva neanche sfiorato la mia testa che urlò
-SERPEVERDE- Nessuno quest'anno era stato smistato così velocemente, neanche Potter. Mentre il mio tavolo scoppiava in un applauso fortissimo mi girai verso quello dei Grifoni, incrociai un paio di occhi dorati  che mi guardavano duramente. Sorrisi cattiva facendo un saluto con la mano. Poi mi avvicinai alla mia nuova Casa. Tris mi aveva tenuto un posto accanto a lei e mi abbracciò non appena mi sedetti.
-Noi tre ne combineremo delle belle insieme- disse invece Seth davanti a noi. Io e Tris ci guardammo prima di annuire al nostro amico
-Saremo l'esatto opposto del Golden Trio. Voi che dite?- chiese Beatrice mettendo una mano avanti. Seth la mise sopra la sua. Alla sua seguì la mia
-Facciamo vedere i sorci verdi a questa scuola- affermai
 
 
Beh, non so che dire. Sono una tizia a cui piace troppo Harry Potter e che quindi ha deciso di scrivere questa fanfiction fantasticando sulla New Generation. Dico già da ora che questo era solo il prologo e che i prossimi capitoli saranno sul sesto anno. Se vi piace per favore recensite e date anche consigli. Sono pronta ad ascoltarli tutti.
Un saluto, Mat

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Capitolo 2
*** Chissà cosa accadrà ***


-Sveglia sveglia. Devi andare. È tardi. Dai alzati sorellona- Queste furono le parole che mi svegliarono quell'1 Settembre. Mi alzai di scatto
-Brutto mostriciattolo. Vieni qua che ti faccio passare la voglia di rompere a tua sorella a quest'ora del mattino- esclamai iniziando a rincorrerla mentre lei scappava ridendo. La presi, la buttai sul letto e iniziai a farle il solletico sulla pancia. Lei si dimenò molto
-Smettila. Per favore smettila. Lo dico alla mamma. Dai smettila- disse lei con le lacrime agli occhi
-Tanto la nostra creatrice non avrà tempo di mettermi in punizione dato che tra...- guardai l'orologio
-...un'ora e dieci sarò sul treno- dissi lasciandola libera di andarsene. Mi avvicinai alla mia scrivania. Presi la lettera che mi era stata consegnata tipo a Luglio con i risultati dei G.U.F.O. Naturalmente avevo preso tutte E. Insomma, ero la migliore studentessa di Hogwarts. Ed ero anche modesta. Sorrisi. Stavo per iniziare il mio sesto anno. Accanto ai miei migliori amici. L'unica cosa negativa era dover sopportare Potter ancora. Ma oramai la maggior parte degli anni era andata. Solo due ed addio Potter. Chiusi velocemente il baule che avevo fatto la sera prima e andai in bagno a cambiarmi. Scesi per fare colazione circa mezz'ora dopo
-Sbrigati. Ti rendi conto che mancano solo quaranta minuti??- Ogni anno la stessa storia. Mamma che gridava perché eravamo in ritardo, papà che beveva il suo caffè guardando la moglie un tantino spaventato, Elena che saltava per tutta cucina, e poi io che con calma finivo la colazione, sorridevo a mia madre a affermavo che ero pronta. E ogni anno arrivavamo a pelo, un secondo prima che il treno chiudesse le porte. Prima della fine dei miei sette anni, ero sicura, avrei perso il treno. Ma le abitudini sono dure a morire. Così mi ritrovai ad aver finito la colazione alle 10:45
-Ma io ti strozzo- mi urlò mia madre quando le comunicai che ero finalmente pronta. Mio padre la fermò in tempo, così che due minuti dopo ci eravamo smaterializzati in un vicolo della stazione. Cominciai a trascinarmi dietro il baule. Alle 10:55 attraversammo la barriera e alle 10:58 ero sul treno a sventolare la mano per salutare i miei. Mia madre si commosse, anche quell'anno.
Chiusi gli occhi. 
-Siamo qua Mat- mi gridò la voce della mia migliore amica. Avevo passato almeno due ore a cercare quel cavolo di scompartimento dove si erano infilati
Riaprii gli occhi e li raggiunsi
-Ma voi, un posto un po' più lontano no, eh?- chiesi sarcastica. Seth minimizzò con un gesto della mano.
-Non ti lamentare. Se ogni anno tu non facessi così tardi potremmo andare tutti insieme così da non perderci- esclamò infatti. Gli feci il verso aggiungendo anche qualche smorfia.
-Brutta ingrata- mi gridò saltandomi addosso e iniziando a farmi il solletico
-Ma che scenetta romantica. Da quanto è che va avanti questa storia?- chiese ironica una voce, che purtroppo riconobbi molto bene
-Più o meno da quanto va avanti quella fra te e tua cugina Dominique- dissi maligna ghignando. Lui perse il sorriso e mi si avvicinò minaccioso. Era ovvio che non avesse nessuna storia con sua cugina, ci mancherebbe. Ma avendo la stessa età ed essendo nella stessa Casa, quei due erano molto uniti. Così che, per divertirmi, avevo insinuato una volta che avessero una relazione segreta. La storia non era piaciuta molto a Potter, così avevo continuato. Sbuffai
-Non mi fai paura, Potter- 
-Vedrai Blake. Te la farò pagare-
-Se sei così stupido da provarci...- mormorai avvicinandomi ancora di più. I nostri nasi quasi si sfioravano, e i nostri occhi mandavo scintille.
-Solo io avverto tanta tensione sessuale qua?- chiese un'altra voce. Apparteneva a un ragazzo biondo, slanciato, con due occhi grigi da incantare chiunque. Chiunque tranne me. Scorpius Malfoy, del quinto anno di Serpeverde, cugino di Seth e migliore amico del fratello dell'imbecille.
-No, non sei l'unico- Accanto a lui si esibiva in un ghigno Serpeverde Albus Potter, detto Al, sopracitato fratello dell'imbecille e fiero di essere di questa Casa. Potter uno sbuffò. Si allontanò premurandosi di dare una spallata a Scorpius e uscì senza neanche salutare. Tornai con gli occhi sui due nuovi arrivati
-Ciao Scorp, ciao Al- salutai con un sorriso sincero i due ragazzi. Nonostante avessero un anno meno di noi ci eravamo trovati subito tutti d'accordo, così noi eravamo le cinque Serpi per eccellenza. Poi, avendo lezioni diverse capitava che stessero loro due da soli e noi tre per conto nostro, ma ai pasti specialmente eravamo insieme. Al mi aveva fatto ricredere sui Potter. Se prima pensavo che fossero una piaga, ora ritenevo che solo James Potter era venuto su male. Anche Lily (nonostante Grifondoro) era niente male.
-Ehi, guardate un po' qua- disse sorridendo Seth, mostrando a tutti la sua spilla da Capitano della squadra di Quidditch Serpeverde. Tris gli saltò addosso ridendo, felice per lui. Scorp e Al si congratularono. Poi lo sguardo di tutti si posò su di me che non avevo fatto nulla.
-Che c'è? Io già lo sapevo- ammisi lanciando uno sguardo eloquente ai miei due migliori amici. Gli unici a sapere del mio fantastico potere.
-Si, è vero. Deve essermi scappato in qualche lettera- disse Seth ad indirizzo dei due ragazzi. Loro annuirono. 
-Allora, quest'anno avete i G.U.F.O. Preoccupati?- chiese la mia amica, guardando più Scorp. Entrambi le sorrisero
-Mica tanto. Siamo i migliori. Ancora più di mia cugina Rosaline- esclamò Al. 
-Voi come siete andati?- chiese Scorp
-Qualche E ed alcune O- esclamò lei
-Io E, O e una A, in Divinazione- disse invece Seth, guardandomi all'ultimo
-Io tutte E- dissi tranquilla
-Ovvio- esclamò Al alzando gli occhi al cielo
-Che vorresti insinuare nanerottolo?- gli feci
-Sono più alto di te di almeno una spanna buona- disse
-Rimani il più piccolo- ribattei io. 
-Anche Scorpius ha la mia età-
-Veramente Albus, sono più grande di te- disse il biondo sedendosi composto, da vero Purosangue. Accanto a lui si buttò malamente il Potter in questione sbuffando. 
-Ehi gente. L'attenzione era su di me- esclamò Seth. Tris rise dandogli un pugno sul braccio. Mi alzai e detti un bacio sulla guancia a Seth.
-Dai, raccontaci le tue vacanze- dissi sedendomi accanto a lui. Tutti si misero in ascolto. Più che le vacanze in se era il modo in cui Seth raccontava. Ti faceva sembrare di essere con lui, che fosse una fiaba da bambini o il resoconto delle vacanze estive. Passammo il viaggio ad ascoltare il mio migliore amico che non chiuse la bocca un attimo. Arrivammo finalmente a Hogwarts. Io e i miei amici ci guardammo, prima di scattare veloci verso l'uscita. Era sempre stata una finta gara. Chi arrivava per primo alle carrozze aveva il diritto di scegliere il dolce per primo alla sera. Era nato tutto da Seth, con me e Tris che partecipammo solo per non far vincere Nott. Corremmo fuori spintonandoci. Di colpo mi fermai rallentando il passo. I miei amici, non accorgendosi di nulla, continuarono la loro corsa fino a che non caddero addosso a Potter, Weasley (Frederick) e Sam Baston, il ragazzo patito di Quidditch come suo padre che completava il trio. Li superai camminando lentamente sentendo i Grifondoro imprecare contro i miei amici che non lo ascoltavano per non perdere la gara. Ovviamente arrivai prima. Sfortunatamente nella nostra carrozza vennero a sedersi anche i Grifondoro di prima con Dominique in aggiunta
-Ma voi non vi separate mai? Da soli fareste schifo a tutti?- chiese Potter guardando me. Sbuffai. Ma perché voleva sempre attaccare briga. Io non volevo litigare. Ero una Serpeverde, non una la cui linfa vitale è il litigio
-Potter, perché non chiudi la bocca? Ci faresti più bella figura- gli dissi cattiva. Vidi Dominique tapparsi la bocca per non ridere. La cosa mi fece immensamente felice. Ghignai appoggiandomi con la schiena, incrociando le braccia e alzando un sopracciglio aspettando una sua risposta. Lui, notata la cugina, mi guardò ancora più male
-Lo stesso vale per te. Credo che ci sia un motivo per il quale voi Serpeverde siete disprezzati da tutti. Fatti due domande- mi informò Potter ghignando cattivo. Tutti all'interno della carrozza si zittirono. Albus guardò molto male il fratello e anche Dominique lo guardò sorpresa dalle sue parole dato che con lei era tanto buono
-D'accordo. Mi farò due domande. Quale dolce sceglierò a cena? Tiramisù o profiterole?- chiesi sarcastica rivolta ai miei amici con l'intento di distogliere l'attenzione dalle parole di Potter, che dovevo ammettere, avevano colpito anche me. I Serpeverde presenti risero, tranne io che tornai a fissare James Potter impassibile. Finalmente la carrozza arrivò a destinazione. Scesero tutti, gli ultimi eravamo io e l' imbecille. Scesi e mi fermai così che lui dovesse aspettare mi spostassi
-Fanno male Potter. Le cose che hai detto- dissi serissima senza neanche voltarmi. Poi mi avviai verso il castello dietro ai miei amici. Sentii lo sguardo di James ma non mi voltai, anche se sapevo di aver colpito un minimo il suo buon animo da Grifondoro. Mi concessi un sorrisetto vittorioso prima di entrare nella Sala Grande. Molte teste si voltarono. Non me ne stupii. Io, Tris e Seth eravamo tra i più popolari. Anche Albus e Scorpius. E anche quei Grifondoro. Ma noi eravamo meglio ovviamente. Mi sedetti accanto alla mia amica che fissò un attimo Scorp prima di scuotere la testa e girarsi sorridendo verso me. La guardai dubbiosa prima de ricambiare il sorriso. I primini arrivarono. Mi appoggiai con i gomiti sul tavolo e sbirciai il futuro.
-Aperte le scommesse. Cinque falci a testa- annunciai. I miei migliori amici mi guardarono male. Che potevo farci se avevo un piccolissimo vantaggio?
-Il piccolo brunetto con i riccioli. Dico che sarà Corvonero- disse subito Scorpius. Fissai il ragazzino e ghignai.
-Secondo me sarà Serpeverde-
-Punto anche io Serpeverde- disse subito Seth
-Idem- subito dopo Tris
-Io invece dico Grifondoro- disse Albus. Il ragazzino venne ovviamente smistato nella nostra Casa. Io e i miei amici allungammo le mani ghignando (non se si era capito, ma a noi piaceva ghignare). I due del quinto sbuffarono sganciando quindici falci ciascuno. Continuammo a scommettere, ma stavolta scommisi per ultima, così che a fine cena mi arricchii parecchio. Parlammo molto, mangiando tantissimo, soprattutto Seth, che si ingozzava come uno che non mangiava da settimane. Alla fine arrivò anche il dolce. Nott allungò le mani sul profiterole che avevo già adocchiato io. Diedi un piccolo schiaffo sulle mani facendo no con il dito e prendendolo io
-No no. Ricordi chi ha vinto?- chiesi felice. Lui si mise a piagnucolare chiedendomi di darglielo. Mi supplicò così tanto che alla fine sbattei le mani sul tavolo
-Ok Seth, lo vuoi?- domandai esasperata. Lui annuì tutto contento.
-Bene- esclamai. Presi il mio piatto e lo porsi a lui. Ma prima che potesse prenderlo glielo spalmai in faccia. 
-Dimmi, è buono?- Aveva tutto il volto coperto di cioccolato. Leccò le labbra (e giurai di aver sentito ragazzine intorno sospirare, bah)
-Molto. Grazie- mi disse. Scossi la testa ma sorrisi
-Sai cosa mi ricorda?- chiese Tris cominciando a ridere
-Il nostro primo incontro- esclamammo in coro ridendo come pazzi. La cena finì con il discorso della preside che non ascoltai. Andammo nella nostra Sala Comune e lì ci separammo quasi subito data la stanchezza che colpiva tutti. Io e Tris ci avviammo verso camera nostra. Dai Serpeverde le stanze erano tutte da tre o da due. Io e Tris avevamo avuto la fortuna di occuparne una tutta nostra, mentre le altre tre del nostro anno un'altra. Misi un pigiama non troppo leggero, semplice e poi salutai Tris
-Ed ecco un altro anno- la sentii mormorare
-Già. Chissà cosa accadrà- risposi prima di crollare nel sonno
 
 
Helloooo
Eccomi con un ritardo pazzesco ma perdonatemi. Ora, spero la storia continui a piacervi e farebbe piacere a me se lasciaste qualche recensione, così a caso....no scherzo, non a caso. Ma lasciatele pleaseee
Detto questo vi saluto e al prossimo capitolo

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Capitolo 3
*** Si Comincia Bene ***


Il primo giorno è sempre il più duro. È legge universale. È in quel momento che ti accorgi che l'estate è finita. Veramente. Ecco, quel momento lo stavo affrontando anche io. Ero seduta a fare colazione. Appoggiai la guancia sulla mano sinistra mescolando il latte con l'altra
-Sembri uno zombie- mi disse Seth sedendosi accanto a me. Alzai lo sguardo su di lui. Avrei volentieri risposto, ma dalla mia bocca uscì soltanto un grugnito che lo fece scoppiare a ridere
-Ci sono ci sono- urlò Tris correndo verso noi. L'avevo lasciata tra le coperte mentre imprecava contro me per averla svegliata
-Certo potevi anche svegliarmi- mormorò sedendosi. Alzai un sopracciglio, per quanto effetto avrebbe avuto quella mattina
-L'ho fatto. Ricordi? Mi hai detto che avresti volentieri resuscitato Voldemort per farmi uccidere- dissi calma. Lei spalancò la bocca
-Oh già- esclamò sedendosi e prendendo un cornetto al cioccolato e inzuppandolo nel caffè. La guardai mentre si infilava il cornetto intero in bocca sporcandosi. Feci un verso disgustato
-Che c'è?- chiese lei con la bocca piena
-Credo mi sia passata la fame- mormorai scansando il piatto che avevo davanti. Seth non se lo fece ripetere e prese una fetta di torta alle mele che avevo preso per me
-Magnifico, quindi se prendo questa non ti disturba, immagino?- Scossi la testa
-Oh eccovi ragazzi. Cercavo proprio voi- si sentì la voce del professor Lumacorno dietro di noi
-Evviva- sussurrai sarcastica a Seth seduto vicino a me. Lui rise piano. Non fraintendetemi, Lumacorno era un ottimo insegnante e io adoravo pozioni, ma lui aveva quel qualcosa di falso che mi faceva venire voglia di saltare tutte le sue fantastiche cene del LumaClub, al quale ero stata invitata insieme ai miei amici
-Questi sono i vostri orari, mi raccomando, non fate tardi- ci informò consegnandoceli prima di andare da qualcun altro
-Cavolo quanto non lo sopporto- dissi una volta lontano continuando a fissarlo
-A me non sembra così male- ribatté Tris
-Certo, perché sei la sua allieva preferita- rispose Seth
-Non è vero!- esclamò lei gonfiando le guance. Quella visione mi fece ridacchiare. Poi mi alzai
-D'accordo fanciulli. Vado a salutare Al e Scorp mentre voi finite quello che avete nel piatto. Passo a prendere i libri in dormitorio. Ci si vede a lezione- esclamai e cominciai a camminare
-Ah, Mat...- mi riprese Tris
-Certo! Li tiro fuori anche a te. Te li appoggio sul letto- disse senza neanche voltarmi e senza smettere di camminare
-Sei la migliore- mi urlò. Allora mi girai continuando a camminare all'indietro e le mandai un bacio volante ridendo.
Ora, voglio precisare che per quanto io sia figa con il mio potere di vedere il futuro non ho occhi dietro la testa, perciò, a mia discolpa, posso dire che urtare Potter e così facendo sporcargli la camicia con il latte che aveva in mano fu davvero un incidente, niente era premeditato. Ciò non mi impedì di scoppiare a ridere alla vista della sua faccia sconvolta
-Scusami Potter- dissi fra le risate -Non ti avevo visto- continuai
-Certo come no- disse lui guardandosi la camicia per poi spostare il suo sguardo furente su di me
-Lo hai fatto apposta- mi urlò contro. Allora smisi di ridere e misi le mani avanti come a proteggermi
-Wo wo. Vacci piano. Io ero girata, sei tu che avresti dovuto vedermi e evitarmi- esclamai in mia difesa
-Ma ti sembra normale camminare all'indietro??- continuò lui. A quel punto alzai un sopracciglio
-Eviterò di risponderti solo perché altrimenti faccio tardi. Ti auguro di strozzartici con quel latte. Buona giornata Potter- dissi affabile per poi continuare il mio percorso verso una testa bionda e una corvina.
Scorpius era seduto dandomi le spalle e Albus davanti a lui. Feci segno di stare zitto a quest'ultimo e lui annuì impercettibilmente, poi piano piano mi avvicinai fino ad arrivare dietro il biondo che stava bevendo il succo
-BU- urlai mettendogli le mani sulle spalle e piegandomi sul suo orecchio. Lui iniziò a tossire dandosi dei colpi sul petto mentre Albus se la rideva. Non appena Scorpius riuscì a fermare la tosse si girò verso di me e con quegli occhi grigi mi squadrò da capo a piedi
-Tu sai che sei una donna morta, Elizabeth?- 
Annuii senza smettere di sorridere
-Bene, volevo solo accertarmene- continuò glaciale lui tornando alla sua colazione. Per niente toccata allora mi rivolsi all'altro
-Come va Potter simpatico?- domandai
-Quando usi termini di paragone facilmente riconducibili a mio fratello è perché è successo qualcosa, quindi, cosa hai fatto, o ha fatto?- disse in tono calmo il mio amico
-Potrei accidentalmente, e sottolineo accidentalmente, aver fatto rovesciare il latte sulla camicia di quel troll che ti ritrovi per parente- mormorai
-Mat...- fece Al passandosi una mano sulla faccia
-Che c'è?- strascicai gli feci il verso
-Possibile che tu e James non possiate passare un secondo nella stessa stanza che finite per creare casini?- domandò retorico
Alzai le mani in difesa
-Ho detto che è stato un incidente- esclamai
-Questa è la tua versione dei fatti- rispose Al
-Oh, andiamo Severus, ha detto che è stato un incidente. Sarà così- prese le mie difese Scorpius
-Va bene, ti credo. E tu, non chiamarmi Severus-
-Come preferisci...Severus- fu la risposta del suo migliore amico. Al sbuffò ma poi si arrese. Sorrisi un'ultima volta prima di congedarmi.
Attraversai velocemente il castello per arrivare ai sotterranei, presi i libri che mi sarebbero serviti da lì al pranzo, sistemai quelli per Tris e mi avviai verso l'aula di pozioni che avremmo dovuto condividere con tutte le altre case dato che non tutti potevano continuare a seguire la materia dopo i G.U.F.O. Non fui la prima ad arrivare, fuori dalla stanza non ancora aperta c'erano in gruppetti alcuni Grifondoro e due Serpeverde. Fra i presenti scorsi la figura slanciata di Dominique Weasley così le sorrisi, alla fine contro di lei non avevo nulla, non era mica colpa sua se aveva come cugino un troglodita. Lei ricambiò, poi tornò a parlare con le sue compagne di Casa. Quando Lumacorno aprì la porta gli studenti cominciarono ad ammassarsi per prendersi i posti in fondo. Fra di loro si aggiunsero quelli che arrivavano in quel momento e riconobbi Seth che urlava qualcosa del tipo:
-Permesso, permesso. No Jane, quello è il mio braccio-
Vicino a me ritrovai Tris che guardò con sufficienza quell'ingorgo
-Che banda di deficienti- esclamò prima di entrare sicura facendosi largo solamente scoccando occhiate di fuoco agli altri. Io risi e la seguii all'interno dell'aula. I banchi erano da tre così mi sistemai in mezzo ai miei due migliori amici. Anche gli altri presero posto e notai che per essere le quattro Case tutte insieme non eravamo molti
-Molto bene, vedo che non tutti sono rimasti, ma che ci si poteva aspettare. Tengo solo i migliori, io- disse il professore, poi osservò meglio la stanza alla ricerca di qualcuno
-Signorina Weasley, sa per caso dove è il signor Potter?- chiese stupito di non vederlo
-Secondo me ha già rinunciato- sentii sussurrare Melissa Drip, una mia compagna di stanza. Ecco, diciamo che lei incarnava perfettamente tutte le caratteristiche dei Serperverde sempre criticate e odiate da tutti (tra le quali facevano particolarmente risalto stronzaggine allo stato puro, codardia e falsità). Per quanto odiassi Potter, odiavo molto di più quella tinta bionda.
-Non lo...- stava rispondendo Dominique quando la porta si aprì di colpo. Un Potter con il fiatone, con una camicia pulita ma mezza fuori e mezza dentro i pantaloni e una cravatta slacciata fece il suo ingresso trionfale nell'aula di pozioni
-Eccomi, eccomi. Ci sono- mormorò cercando di riprendere il fiato perduto nella corsa. Lumacorno lo guardò stupito, poi si riscosse
-Già il primo giorno ritardo? Poi a questa lezione!! Signor Potter, le devo forse ricordare che lei è qui solo perché senza questa materia dovrebbe rinunciare alla carriera che aveva pensato per sé e perché io sono convinto che lei potrebbe fare grandi  cose? Non mi faccia cambiare idea- esclamò rosso in viso il professore. James abbassò lo sguardo dispiaciuto
-No signore, lo so perfettamente. Mi scusi- Oh, lo ammetto, vedere Potter così sottomesso mi mise veramente di buon umore
-Che non ricapiti più! E si allacci la cravatta. Vada a sedersi- ordinò. Il Grifondoro obbedì e si mise accanto alla cugina non prima di avermi lanciato uno sguardo d'odio al quale io risposi con un sorriso e un saluto con la mano
-Non dirmi che è colpa tua- mormorò nel mio orecchio Seth. Ghignai
-Diciamo che non l'ho fatto volontariamente- risposi tornando a guardare il professore che introduceva il programma che avremmo svolto quell'anno. Per tutta la lezione sentii lo sguardo furente di Potter sulla mia schiena e non potei che gioirne. Era così divertente vederlo arrabbiato. Finite le due ore raccolsi la mia tracolla e con i miei amici uscii dall'aula.
-Blake- Potter mi richiamò appena fuori dalla stanza. Sbuffai fermandomi prima di girarmi
-Dimmi, come posso aiutarti Potter?- chiesi con finta gentilezza. Lui mi venne vicino
-La cosa non finisce qui. La colpa è tua e me la pagherai-
-Suvvia Potter, per così poco?- domandai sistemandogli il nodo della cravatta che si era fatto abbastanza a caso. Lui mi prese i polsi e strinse continuando a guardami con odio. Ovviamente ciò non tolse il sorrisetto che avevo sul volto. Passò qualche instante in cui tutti erano in silenzio, noi compresi. I nostri compagni di Casa aspettavano di vedere cosa sarebbe successo
-James, andiamo- mormorò piano piano Dominique appoggiando una mano sul braccio del ragazzo. Lui mi lasciò e poi cominciò ad andarsene
-Ah, Potter, la prossima volta che vuoi fissarmi usa una foto, dura di più- gli urlai mentre mi massaggiavo i polsi lesi. Lo vidi irrigidirsi e poi andarsene a passo molto più veloce
-Ok gente, lo spettacolo è finito. Smammare su- richiamò l'attenzione Seth
-Dovevi proprio?- mi chiese Tris sottovoce. In realtà no, non dovevo. Ma qualcosa nel farlo arrabbiare mi divertiva. Mi divertiva come si accendeva per un non nulla fatto da me. Mi divertiva come cambiava atteggiamento quando c'ero io nei paraggi. Mi divertiva e basta. Scossi la testa, poi mi incamminai
-Andiamo- dissi soltanto. I miei due migliori amici si scambiarono un occhiata, poi mi seguirono. La mattina passò veloce. Inutile dire che a pranzo già tutti sapevano dello scontro tra me e Potter, ma ormai non erano più una novità. Mi presi una specie di rimprovero da parte di Albus e una pacca sulle spalle da parte di Scorpius. Per il resto fu un primo giorno di scuola abbastanza normale.
Ero seduta in Sala Comune in attesa della cena. Ero su una poltrona con le gambe sul bracciolo, con in mano una pergamena vuota e in bocca una penna. Stavo pensando a cosa scrivere ai miei genitori. Sul divano si erano seduti Tris e Seth mentre per terra, sul tappeto Scorpius e Albus. Poi nei tavoli negli angoli altri Serperverde facevano gli affari loro, giocando o scrivendo. 
Sbuffai buttando giù giusto due righe per far sapere ai miei che ero ancora viva e poi mi rivolsi alla mia migliore amica
-Ehi Tris, mi accompagni alla Guferia?-
Lei alzò gli occhi dal libro che stava leggendo e annuì.
-Ci vediamo a cena- esclamai rivolta agli altri
-Vi tengo il posto- disse Seth. Io sorrisi e uscii dalla Sala Comune seguita da Tris. Salimmo un paio di piani prima che lei cedesse
-Ok, parla. Cosa ti turba amica mia?- mi chiese mettendomi il braccio intorno alle spalle. Mi morsi un labbro ancora indecisa se dirglielo o no, ma alla fine parlai
-Tu credi che quello che ha detto Potter ieri sia vero? Che noi Serpeverde siamo così e nessuno ci vuole. Insomma, che siamo cattivi- Dopo averlo detto mi sentii più libera. Lei mi guardò. Poi si mise le mani in tasca e tornò a fissare davanti a sé
-No, direi di no- rispose semplicemente
-Eppure io oggi mi sono comportata così. Sono stata cattiva con lui- ribattei. Lei scosse le spalle
-Non più di altre volte. E questo non vuol dire essere cattivi. È lui che ha esagerato con quella reazione. Certo, alcune battute potevi risparmiartele ma è sempre stato così fra di voi. Non vedo perché oggi dovrebbe essere diverso- mi disse calma
-Non ne ho idea- sussurrai
Eravamo salite sulla Guferia, ma non eravamo le sole.
-Ehi Edvige II, vieni qua- sentii dire da una voce conosciuta ma mai sentita con quel tono. Mi sporsi giusto per vedere James Potter accarezzare una bellissima civetta bianca sorridendole. Poi Tris mi trascinò fuori. Potter si girò d'improvviso facendo spaventare la civetta che volò in alto. Dopo un attimo di smarrimento sul volto di James ritornò lo stesso odio che avevo visto quella mattina
-Ah, siete voi. Beh, io me ne vado- disse soltanto superandomi dandomi una spallata. Scomparve giù per le scale
Mi riscossi
-Tris, perché non vai giù a cena? Io ti raggiungo subito. Passo a dare a Peck una lettera- dissi veloce. Volevo parlare con Potter da sola
-Hai visto qualcosa?- chiese. Io annuii e basta
-D'accordo, ma sappi che se c'è l'arrosto non te ne servo neanche un pezzo- esclamò incamminandosi verso la Sala Grande.
-Ricevuto- risi, poi mi incamminai a passo svelto verso la Guferia. Salii di corsa le scale e agli ultimi gradini rallentai
-Ehi Edvige II, vieni qua- esclamò la sua voce. Finii gli scalini entrando nell'enorme voliera. Come nella visione James si girò di scatto e Edvige se ne andò
-Ah, sei tu- disse, poi fece per andarsene, ma prima che scendesse le scale gli afferrai il braccio
-Potter, aspetta- Lui si fermò ma rimase zitto.
-Mi dispiace dispiace per oggi- affermai sincera. Lo sentii ridere, ma di una risata finta
-Ti dispiace? Come potrebbe dispiacerti? Voi Serpeverde siete fatti così- fece
-No. Non è vero!- esclamai rafforzando la presa sul braccio. Lui lo strattonò così che lo lasciai e si girò
-Invece sì, e lo hai dimostrato oggi- disse lui, poi scese definitivamente. Ma che razza di cretino era. E io che mi ero perfino sentita un po' in colpa. Frustrata consegnai la lettera al mio gufo scesi giù a cena. Io odiavo James Potter, e mai questo sarebbe cambiato
 
 
Saaaalve,
Allora, mi scuso per l'enorme ritardo con il quale questo capitolo arriva, solo che dopo la fine della scuola pensavo di avere più tempo e invece con tutti i viaggi che ho fatto non ne ho avuto modo.
Comunque volevo solo ringraziarvi se avete continuato ad avere questa storia tra le preferite nonostante il mostruoso ritardo con il quale arriva. Se avete voglia recensite che mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate
Alla prossima
Mat 

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