Remember me, Link?

di elefiore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un ragazzo in verde ***
Capitolo 2: *** Solo un brutto sogno ***
Capitolo 3: *** Nostalgia di casa ***
Capitolo 4: *** Addio ***
Capitolo 5: *** Lost Woods ***
Capitolo 6: *** Dark Link ***
Capitolo 7: *** La fine? ***



Capitolo 1
*** Un ragazzo in verde ***


Un brivido gelido mi scese lungo la schiena.
Cos’è quello?!
Indietreggiai, la mente completamente vuota, mentre quel coso avanzava nella mia direzione.
«Sta’ lontano da me!» gridai «Vattene!», ma lui sembrava non sentire.
Non voglio morire così! Non ora, non qui, non per mano di quel coso! Non voglio morire!
Qualcosa mi toccò le spalle, facendomi sussultare e gridare: un altro coso.
Mi voltai di scatto e, tenendo d’occhio entrambe le creature, tentai di allontanarmi.
Una vocina acuta fece «Hey! A terra!» ed io istintivamente feci per eseguire il suo ordine, ma per colpa del terreno bagnato per la pioggia scivolai, mi sbilanciai di lato e caddi rovinosamente, senza riuscire a trattenere un gridolino quando vidi una freccia quasi sfiorarmi la testa.
Con il cuore in gola, guardai una sagoma in verde lanciarsi contro il coso a destra, quello colpito dalla freccia, e colpirlo più volte con una spada fino a quando non lo vide accasciarsi a terra, per poi scattare verso l’altro e ucciderlo con tre colpi ben assestati.
Finalmente si fermò e si voltò ed incamminò verso di me, rinfoderando la spada.
Quando fu ad un solo passo di distanza, mi tese una mano.
«Grazie» dissi timidamente
Lui annuì e buttò uno sguardo alle proprie spalle, poi mi prese per un polso e corse quasi trascinandomi fino ad un bellissimo cavallo. Mi fece salire, poi saltò in sella a sua volta e partimmo al galoppo.
Mi concessi solo una veloce occhiata verso Hyrule, ma fui costretta a tornare a guardare avanti per mantenere l’equilibrio.
Poco dopo, sentii le sue mani mettere le redini nelle mie.
«Aspetta, cosa-?! Nononono, non sono capace!» feci per darle di nuovo a lui, ma la stessa vocina che mi aveva salvata poco prima mi disse «Devi solo tenerle, Epona conosce la strada. In questo modo Link potrà attaccarli per impedire che ci raggiungano.»
«Link?»
Una sferetta luminosa mi si parò davanti, ad una certa distanza.
«Una fata?!»
«Mi chiamo Navi.. ed è lui, Link.» disse «Stiamo andando al Lon Lon Ranch, se ti interessa saperlo.»
In quell’esatto momento le mani del ragazzo in verde sfiorarono di nuovo le mie per recuperare le redini.
Ha un buon profumo... Eh?! Ma che vado a pensare?! Nemmeno lo conosco!
Sentii le guance pizzicare, segno che ero arrossita, e mi affrettai a coprirmi il viso con il colletto della maglia.
Improvvisamente vidi qualcosa sfrecciare ad un soffio da me e sentii Link gemere di dolore.
«Che succede?!» chiesi, allarmata, ma prima che potessi finire la frase fui sfiorata da qualcosa.
Non arrivò a colpirmi, ma per un attimo ebbi la netta sensazione che avrebbe potuto uccidermi in tempo zero, qualunque cosa fosse, se ci fosse riuscito.
Solo pochi istanti dopo, mentre il cancello del ranch veniva chiuso in fretta e furia da una ragazza ed un uomo, sentii Link trattenere con fatica un grido e sbilanciarsi su di me come per un colpo, poi tirò le redini per fermare il cavallo e scese, ma le sue gambe cedettero e crollò carponi.
Aveva sulla schiena una ferita che aveva tutta l’aria di essere grave e sul braccio destro una più lieve.
La fatina gli volò accanto ed io riuscii in qualche modo a scendere ed avvicinarmi a lui.
Aveva il respiro affannato ed era bianco come un cadavere.
La ragazza, che doveva essere Malon, corse vicino a noi e gli porse una bottiglia con del latte.
«Forza, bevi, ti sentirai subito meglio!»
Lui, però, si girò verso di me e sul suo volto si dipinse una smorfia che sicuramente avrebbe dovuto essere un sorriso. Solo dopo averlo fatto bevve qualche sorso ed iniziò a riprendere colore.
Io e Malon lo aiutammo ad entrare in casa, salire le scale e stendersi sul letto di Malon.
«Rimani tu con lui?»
Guardai la ragazza ed annuii.
«Allora io vado di sotto a preparare qualcosa da mangiare, se ti serve qualcosa chiamami!» disse, poi fece per scendere ma si bloccò sulla porta ed aggiunse con un sorriso «Sono Malon, piacere!»
«Neshea,» risposi io, «ma puoi chiamarmi Nesh.»
Non rimasi a guardarla mentre scendeva, ma mi misi a guardare il ragazzo che mi aveva salvata con più attenzione.
Aveva i capelli biondo cenere lunghi fino alle spalle, con un cappellino a punta, verde come gli abiti che indossava. I suoi occhi, invece, erano di un azzurro intenso, luminoso, e sulle sue labbra era dipinto un lieve sorriso.
«Ti ringrazio, mi hai salvato la vita.. Sono in debito con te.. Sei anche rimasto ferito, per colpa mia..»
Negò leggermente con il capo e mi poggiò la mano sinistra sulla spalla, allargando il sorriso. Lo vedevo nei suoi occhi, era felice di averlo fatto, di avermi protetta da quei mostri.
«Ora cerca di riposare, domani ti sentirai sicuramente meglio.»
Annuì e si sistemò sotto alle coperte, poi chiuse gli occhi, e ben presto il suo respiro si fece più pesante.
«È sempre stato un gran dormiglione.» sentii Navi dire mentre gli svolazzava intorno «Non perde mai l’occasione di fare tardi la mattina! Vedrai, domani nemmeno un esplosione riuscirà a svegliarlo!»
Ridacchiai sottovoce. Dovevo ammettere che non sembrava quel tipo di ragazzo, ma forse era solo perché non lo conoscevo. Magari l’indomani avrei potuto fare una bella chiacchierata con lui, al suo risveglio! Mi sarebbe piaciuto sentirlo raccontare le sue avventure, sembrava il tipo di persona che si caccia sempre nei guai.
Una gran bella persona. E non solo dentro... era davvero carino, ora che avevo modo di guardarlo bene senza sembrare una maniaca. Il suo viso era così rilassato, con un’ombra di sorriso sulle labbra.. forse stava facendo un bel sogno, peccato non poterlo sapere. Magari stava sognando me.
Arrossii di colpo.
Cosa andavo a pensare? Lo avevo appena conosciuto e non mi aveva nemmeno mai parlato..
In effetti, a pensarci bene, era strano. Era stata Navi a dirmi come si chiamavano e a spiegarmi dove saremmo dovuti andare.. possibile che quel ragazzo fosse muto?
Proprio nel momento in cui lo pensai, la fatina confermò il mio dubbio.
«Link è muto.» disse, senza giri di parole, «Se te lo stai chiedendo, è per questo che non ha ancora scambiato con te nemmeno una parola.»
«Dalla nascita?»
«No, ma ormai sono dieci anni che è così. Quando era solo un bambino ha subito un brutto trauma e da quel giorno non ha più detto una sola parola.. io l’ho trovato solo un istante più tardi.. è stata una scena orribile, e se ne dà ancora la colpa..» esitò, poi concluse con un «Ma non posso raccontarti la sua storia.»
Potevo capire, sarebbe stato scorretto nei confronti del ragazzo. Se avesse voluto, avrebbe trovato un modo per raccontarmelo.. e sicuramente ci conoscevamo da troppo poco.. e se anche avesse voluto parlarmene, non volevo saperlo. Doveva essere stato qualcosa di devastante, per farlo diventare muto. Doveva esserne rimasto distrutto.
Presi un respiro profondo per allontanare la tristezza.
«Nesh!» sentii Malon chiamare a gran voce mentre saliva le scale «Se vuoi ti posso preparare una stanza!»
«Ti ringrazio» dissi, quando fu abbastanza vicina, «ma preferisco rimanere qui: è il minimo, dopo essere stata salvata a suo discapito. È colpa mia se è rimasto ferito, dopotutto.»
«Come vuoi. In caso avessi freddo, ci sono delle coperte in quell’armadio, e se ti serve qualcosa chiamami, sono nella stanza accanto a questa. Buonanotte!»
«Buonanotte anche a te, Malon, e grazie.»
Lei sorrise.
«Non devi ringraziarmi» disse, prima di sparire oltre la porta.
Tornai a guardare Link e mi ritrovai senza volerlo a sorridere. Era così carino, quando dormiva!
Arrossii di nuovo. Non potevo negarlo, mi ero presa una cotta per lui.. a prima vista, come nelle fiabe.. assurdo!
Dovevo essere impazzita.

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Capitolo 2
*** Solo un brutto sogno ***


Mi svegliai sentendo qualcosa accarezzarmi la testa, ma ero ancora intorpidita dal sonno e non mi mossi.
«HEY, Link!» sentii Navi quasi gridare «Che fai?!»
La mano si ritrasse ed una risatina imbarazzata mi solleticò le orecchie.
Ripreso del tutto il controllo del mio corpo, mi stropicciai gli occhi e mi stiracchiai. Il ragazzo in verde mi fissava con un sorrisetto imbarazzato ancora sulle labbra.
Per quel poco che avevo sentito, aveva anche una bella voce!
«Buongiorno, Link! Buongiorno, Navi!» salutai, ricambiata prontamente dal primo con un allegro sorriso e dalla seconda con il mio stesso saluto.
«Ti senti meglio, questa mattina?»
Annuì e appena mi spostai si alzò in piedi, si sgranchì le gambe e recuperò scudo e spada, poi andammo insieme al piano inferiore per un’ottima colazione a base di latte e biscotti appena sfornati.
Giusto il tempo di finire di mangiare, però, e Link corse fuori con Navi ed Epona, diretto verso i Campi di Hyrule.
«Non preoccuparti,» mi bisbigliò ad un orecchio Malon «Tornerà entro tre giorni! Già ti manca, non è vero?»
Avvampai in un istante.
«C-che cosa stai insinuando?! I-io.. no, perché? Cosa ti fa pensare che-»
«Il tuo sguardo. Mi interruppe «Forse lui non se n’è accorto, ma io ho notato come lo guardi..»
Mi fece un occhiolino dicendo che non l’avrebbe detto a nessuno, poi andò al fienile a riempire le mangiatoie dei cavalli. Non sapevo che fare: la città di Hyrule era infestata da quegli strano esseri umanoidi che cercano di uccidere le persone e per andare al lago Hylia serviva un cavallo veloce e almeno mezza giornata.
Decisi di aiutare Malon con il ranch, dopotutto se volevo restare dovevo rendermi utile in qualche modo.. e dovevo anche trovare come passare il tempo.
Ancora due giorni.

***

Un rumore improvviso mi fece voltare.
«Chi c’è?!» chiesi ad alta voce «Link, sei tu?»
«No.»
Una mano mi coprì le labbra ed un braccio mi bloccò all’altezza della vita.
«Il mio nome è impronunciabile per quelli della tua razza.»
Si avvicinò al mio orecchio.
«Conosco qualcuno che pagherebbe il tuo peso in oro per averti. Che ne dici? Ti arrendi a me o preferisci ritrovarti una spada nello stomaco?» fece, liberandomi le labbra.


Qualcosa mi toccò le spalle.

«Lasciami! Non diventerò la schiava di nessuno!»
«Devi pazientare solo qualche istante, poi ti lascerò andare.»
Mi prese una mano ed osservò l’anello che avevo al dito.
«Prenderò questo in cambio della tua vita.»
Cercai di divincolarmi.
«No! Ti prego, tutto ma non quell’anello! È l’anello che  mio fratello mi ha dato poco prima di morire, ti supplico lasciamelo, farò qualunque cosa!»
«Qualunque?»
«Cosa vuoi che faccia?»
Mi lasciò andare dicendomi di voltarsi verso di lui.
«Sei libera.» disse l’ombra, voltando la testa di lato e successivamente ancora verso di me «Libera di morire.»
Prima ancora che potessi reagire, sentii un brivido di freddo ed una forte fitta al ventre.
Sentii un «No!» gridato poco lontano e subito dopo vidi l’inconfondibile sagoma di Link lanciarsi sull’ombra che mi aveva ferita ed attaccarla fino a quando non riuscì a colpirla al cuore.
Prima di morire, sussurrò solo due parole.
«Ho.. vinto.»
Link si voltò verso di me, lasciando la spada nel corpo del mio aggressore, ed un lampo illuminò la sua figura.
I suoi occhi incontrarono i miei.



«No!» gridai, scattando a sedere e facendo sbilanciare Link all’indietro.
Con il cuore in gola, appena si voltò verso di me lo guardai dritto negli occhi.
Era solo un sogno. Solo un brutto, orribile sogno.
Presi qualche respiro profondo per calmarmi ma, prima che riuscissi ad evitarlo, delle lacrime mi rigarono le guance.
Link, che era finito con il sedere per terra, si alzò e sedette sul letto allargando le braccia. Mi buttai al suo collo senza pensarci due volte, scoppiando in singhiozzi.
Mi strinse a sé con forza - ma delicatamente – accarezzandomi la testa, fino a quando smisi di piangere.
«Sembrava così.. vero..» sussurrai, rivedendo per un istante gli ultimi istanti del mio sogno «.. così reale..»
Link mi allontanò quanto bastava per guardarmi negli occhi e nel suo sguardo lessi tutto ciò che mi voleva dire. Mi era vicino, anche a lui era successo di vivere una situazione simile.
«Grazie.» dissi con un triste sorriso «Sei.. molto gentile, con me, anche se ci conosciamo a malapena.»
A quelle parole le sue guance si tinsero di rosso, ma non si allontanò come pensavo. Al contrario, cercò la mia mano con la sua e la strinse.
Ora i nostri visi presero lo stesso colore.
Si avvicinò appena, poi ancora un poco, fino a quando non sentii il suo respiro sulle labbra.
Chiusi gli occhi.
«EHI!»
Ci allontanammo di scatto.. ed io sbattei la testa contro il muro dietro al letto.
Ovviamente.
«LINK!» strillò Navi «CHE STAI FACENDO?!»
Lui mi guardò, fece un mezzo sorriso ed arrossì di nuovo, proprio come me.
Non potevo crederci, soltanto un nulla e.. noi..
«Dobbiamo andare, ci sta aspettando Zelda!»
«Zelda?» chiesi, sorpresa, «Ma il castello era stato sigillato!»
«Siamo entrati ed usciti dal castello più volte, l’ultima delle quali è quella in cui abbiamo trovato te.»
«Ma io ero rimasta chiusa fuori solo poche ore prima.. mi ero trovata un rifugio, una casa abbandonata, ma non avevo fatto in tempo ad arrivarvi prima che fosse buio.»
Link guardò Navi con espressione dubbiosa.
«Ho capito, vuoi portarla con noi, non è vero?» fece la fatina, rassegnata.
Lui annuì.
«E va bene! Andiamo, allora! Sicuramente non sai cavalcare, o sbaglio?»
«Beh, ecco.. no.»
«Allora muoviti!»
Come qualche giorno prima, Link mi aiutò a salire su Epona, poi saltò in sella a sua volta, dietro di me.
Il suo profumo mi avvolse, insieme alle sue braccia, per tutto il tempo.

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Capitolo 3
*** Nostalgia di casa ***


Arrivammo ad Hyrule molte ore dopo, nel pomeriggio.
Mi faceva male tutto, ma non mi importava: finalmente sarei potuta tornare a casa! Dopotutto ero un’ancella della principessa e vivevo al Castello, vi ero perfino nata!
Attraversammo la città, completamente vuota, fino al cancello.
Vidi due guardie bisbigliare tra loro quando passammo, poi una delle due avvicinarsi a me fino a fermarmi poggiandomi una mano su una spalla. Quando mi voltai gridò «È lei!» all’altra guardia, che subito accorse per aiutare la prima ad immobilizzarmi.
«Che succede? Cosa.. che state facendo?! Lasciatemi! Sono un’ancella della principessa Zelda, vivo nel Castello!»
Link si fermò e si voltò verso di me, confuso.
«Tu va’ pure, Eroe del Tempo, noi penseremo a lei.»
Sembrò su punto di dire qualcosa ma, invece, si avvicinò a me e spostò lo sguardo tra me e le guardie più volte.
«Perché la bloccate?» chiese Navi, dando probabilmente sfogo ai pensieri del ragazzo, «Lei è venuta qui con noi!»
Le guardie si scambiarono una veloce occhiata.
«La scorteremo dalla principessa, allora, e lei deciderà cosa fare.»
«Potete almeno farmi arrivare lì con le mie gambe? Mi state facendo male!»
Esitarono, si guardarono e mi lasciarono.
«Grazie.» risposi, seccata.
«Ti controlleremo a vista.»
Ci accompagnarono alle porte del Castello e nella Sala del Trono, dove la principessa attendeva impazientemente il mio provvisorio “compagno di viaggio”.
«Link! Che piacere rivederti!» disse infatti con un gran sorriso.
Sorriso che si spense appena mi vide.
«Tu..! Cosa ci fai qui?!»
«Ci vivo, principessa.. ho sempre vissuto qui, non vi ricordate? Sono rimasta chiusa fuori solo qualche giorno f-»
«Come potrei dimenticarmi di te?» m’interruppe in tono amaro «Allontanati. All’istante.»
«Come?!»
«Sta’ lontana dal mio Castello, se non vuoi essere imprigionata!»
«Ma principessa! Questa è casa mia!» dissi allora io, sempre più confusa, «Perché volete cacciarmi?»
Il suo sguardo si fece duro come la pietra.
«Come se dovessi ricordarti io ciò che hai fatto a.. Impa..» abbassò lo sguardo mentre diceva il suo nome, poi tornò a posare su di me il suo sguardo gelido «Sparisci dalla mia vista, o ti farò scortare dalle mie guardie... fuori, o in cella!»
Quelle parole mi ferirono come una lama.
Caddi in ginocchio, lo sguardo perso nel vuoto, mentre continuavo a sentirle nella mia testa.
«Io non ho fatto nulla..» dissi, trattenendo le lacrime, «Non farei mai nulla che possa nuocervi.. sono una vostra ancella, come potrei anche solo pensare qualcosa di simile?!»
«Già, Neshea, come hai potuto ucciderla?»
Ucciderla?
«Non ho mai saputo impugnare una spada, come-?!»
«Te lo ripeto per l’ultima volta! Vattene o non sentirai mai più sulla pelle il calore del Sole! Sparisci dalla mia vista!»
Mi sentii mancare, ma raccolsi le mie poche forze e feci per correre via. Link mi prese per un polso.
«Lasciami andare!» gli dissi «Lascia che esegua l’ordine!» ma lui strinse più forte.
Mi voltai verso di lui.
«Ti prego, Link! Rimarrò ad aspettarti alla piazza del mercato, va bene?»
Lentamente, lasciò la presa ed annuì, quindi io iniziai a correre.
Non capivo. Non capivo! Perché era convinta che io.. Impa.. mi ero affezionata a lei fin dalla più tenera età, non avrei mai potuto farle del male!
Inciampai su un sasso e caddi a terra.
Perché avrei dovuto?
Sedetti sul bordo della fontana e mi portai le ginocchia al mento.
Piansi. Mi rinchiusi in me stessa e piansi. Per la notte in cui ero stata attaccata, per il sogno su Link, per Impa e per la casa che avevo ormai perso per sempre. Piansi fino a quando non mi accorsi di avere freddo.
Alzai lo sguardo e mi guardai intorno.
Notte! Era notte fonda!!
Quando erano passate le ore? Soprattutto, quando erano arrivati quegli esseri che infestavano le strade?
Fui percorsa da un brivido di terrore quando vidi che uno di loro si avvicinava.
Prima camminando, poi correndo.
Dimenticai per un attimo di essere sul bordo della fontana: mi ritrassi e vi caddi dentro.
Con un grido agghiacciate, il mostro mi si lanciò addosso e mi si strinse intorno al collo con le gambe, portandomi la testa sott’acqua. Tentai in qualche modo di liberarmi e di tenere le sue zanne lontane dalla mia faccia, ma presto iniziò a mancarmi l’aria. Mi sforzai per farlo staccare da me e mi alzai per uscire, stordita dal bruciare dei polmoni. Non feci in tempo a spostarmi quando mi si lanciò di nuovo addosso.
Mi divincolai, facendolo barcollare, ma lui strinse ancor di più la presa.. ed ecco che una strana melodia mi raggiunse e il mostro s’immobilizzò in una posizione sbilanciata verso un lato, poi non sentii più il suo peso, o meglio, lo sentii staccarsi da me.
Mi voltai e vidi Link colpire la creatura a morte.
Mi aveva salvata, di nuovo.
«Grazie, Link, grazie!» dissi, abbracciandolo di slancio.
Lui mi strinse, poi mi accompagnò fino ad Epona, ma si fermò come preso da un’idea.
Posò l’indice sulle labbra e mi fece l’occhiolino, poi iniziò a suonare con un’ocarina azzurra la stessa melodia di poco prima.. e la luna calò, lasciando posto al sole.
Cos’era successo? Come?
Link mi guardò con l’aria di chi ha appena combinato qualcosa.
«Sei stato tu?!»
Annuì e mi mostrò l’ocarina.
«Ascoltami, Link! Non dovresti fidarti di lei, hai sentito cos’ha detto Zelda!»
Lui la guardò storto.
«Non lo farei mai, non so nemmeno come si tenga in mano una spada!» mi difesi
«Questo è quello che dici tu!»
«Te lo posso giurare su qualunque cosa!»
«Stammi a sentire, tu-!»
Link si mise tra me e lei, allargando le braccia in modo protettivo.
«Stai dalla sua parte?!»
Si voltò e mi posò una mano sulla spalla, poi mi aiutò a salire su Epona.
«Finirai nei guai per colpa sua, prima o poi, Link! Non la conosci nemmeno!»
Il ragazzo sospirò e saltò in sella.
Si voltò verso di lei come per chiederle se volesse seguirlo ed in risposta lei si avvicinò.
«Dovresti ascoltarmi, qualche volta.» disse, ma si infilò comunque sotto al suo cappuccio.

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Capitolo 4
*** Addio ***


Malon aveva capito subito che qualcosa non andava. Le avevo raccontato tutto d’un fiato quello che era successo, da cos’aveva detto Zelda alla discussione tra Link e Navi. Non sapevo più dove andare a sbattere.
«Ehhh, che vita movimentata che avete, voi! Io passo dai cucco ai cavalli alle mucche ai cucco.. però dev’essere stato orribile sentirti accusare di cose che non faresti mai.»
«Tu mi credi?»
«Certo! Non sembri capace di uccidere qualcuno.»
«Beh, nemmeno Link...»
«Ma Link non uccide le persone! Lui sconfigge solo i mostri! Beh, poi ci sono le eccezioni, come Ganon.. Era costretto a farlo, o Hyrule sarebbe caduta con lui.»
Era comprensibile, lui avrebbe regnato al posto di Zelda, se non..
Zelda..
Sospirai.
«Sarei dovuta morire almeno due volte, fino ad ora.»
«Ma Link ti ha salvata, ed è questo l’importante, no?» fece Malon per tirarmi su «Ha salvato anche me, una volta. Ingo, sotto il controllo di Ganondorf, mi aveva rinchiusa nel fienile e aveva cacciato mio padre, ma Link ci ha salvati battendolo in una gara, a cavallo di Epona! Ha salvato tutti e tre, quella volta.»
Sorrisi. Potevo immaginarlo mentre cavalcava intorno al Ranch.
«Sai, quando ero piccola avevo una cotta per Link, ma lui aveva occhi solo per Zelda..»
«Io non sono sicura di cosa provo per lui. Voglio dire, mi piace, ma non so bene dire quanto sia seria la cosa.»
«Secondo me anche tu piaci a lui!»
Arrossii.
«Dici?»
«Dico! Ti guarda molto spesso!» rispose, e fece cenno verso di lui.
Non mi ero nemmeno accorta che fosse non lontano da noi ad allenarsi con la spada su un manichino.
Quando posai lo sguardo su di lui, s’incontrò con il suo. Mi fece un timido sorriso, con le guance un po’ arrossate, e venne nella nostra direzione rinfoderando la spada.
Malon mi diede una spintarella per farmi alzare dalla staccionata e fare un passo verso di lui.
Tese una mano ed io vi posai la mia.
Buttai un occhio a Malon, che ci guardava sorridente, poi Link attirò la mia attenzione tirando appena.
Mano nella mano, ci dirigemmo sul retro del ranch, dove c’era il granaio. Sedemmo nell’erba, l‘uno accanto all’altra.
Estrasse la sua ocarina azzurra ed intonò una melodia dolce, poi mi prese ancora per mano.
«L’hai composta tu?» gli chiesi sorridendo, piacevolmente sorpresa, «È molto bella!»
Lui annuì senza ricambiare il mio sorriso.
Portò una mano al mio viso per accarezzarmi la guancia e si avvicinò ancora e ancora, fino a quasi sfiorare le mie labbra con le sue. Chiusi gli occhi.
Non esisteva più nulla, eravamo solo io e lui.
Poi accadde.
All’improvviso Link si irrigidì, si allontanò da me scattando in piedi ed estrasse la spada, guardandosi intorno con aria allarmata.
Sentimmo Malon gridare e Talon, suo padre, chiamarla per nome. Il cielo divenne scuro e nuvoloso in pochi istanti.
Link sfrecciò dall’altra parte del Ranch dopo avermi intimato con lo sguardo di non muovermi, ed iniziò un combattimento con degli uomini dai volti coperti da ampi cappucci.
Qualcosa non andava, era tutto come..
Il sogno! Era un sogno premonitore!!
Dovevo trovare ad ogni costo come non rimanere sola, dovevo evitare che il resto del sogno si avverasse!
Un rumore improvviso mi fece voltare.
«Chi c’è?!» chiesi ad alta voce «Link, sei tu?»
«No.»
Una mano mi coprì le labbra ed un braccio mi bloccò all’altezza della vita.
«Il mio nome è impronunciabile per quelli della tua razza.»
Si avvicinò al mio orecchio.
«Conosco qualcuno che pagherebbe il tuo peso in oro per averti. Che ne dici? Ti arrendi a me o preferisci ritrovarti una spada nello stomaco?» fece, liberandomi le labbra.
«Lasciami! Non diventerò la schiava di nessuno!»
«Devi pazientare solo qualche istante, poi ti lascerò andare.»
Mi prese una mano ed osservò l’anello che avevo al dito.
«Prenderò questo in cambio della tua vita.»
Cercai di divincolarmi.
«No! Ti prego, tutto ma non quell’anello! È l’anello che mio fratello mi ha dato poco prima di morire, ti supplico lasciamelo, farò qualunque cosa!»
«Qualunque?»
«Cosa vuoi che faccia?»
Mi lasciò andare dicendomi di voltarsi verso di lui.
«Sei libera.» disse l’ombra, voltando la testa di lato e successivamente ancora verso di me «Libera di morire.»
Prima ancora che potessi reagire, sentii un brivido di freddo ed una forte fitta al ventre.
Sentii un «No!» gridato poco lontano e subito dopo vidi l’inconfondibile sagoma di Link lanciarsi sull’ombra che mi aveva ferita ed attaccarla fino a quando non riuscì a colpirla al cuore.
Prima di morire, sussurrò solo due parole.
«Ho.. vinto.»
Link si voltò verso di me, lasciando la spada nel corpo del mio aggressore, ed un lampo illuminò la su figura.
I suoi occhi incontrarono i miei per un istante, poi tutto si fece sfocato e sentii l’impatto con il terreno, ma non ci feci più di tanto caso.
Gli occhi di Link.
Avevo la vista appannata, ma riuscivo a capire che il viso davanti al mio era il suo. Sentivo una voce, in lontananza, una voce familiare. Mi chiamava per nome, mi diceva di non morire, di non chiudere gli occhi. Io però volevo dormire. Ero stanca, tanto da non riuscire a muovermi.
Eppure quella voce mi pregava di non chiudere gli occhi, ed ero sicura di conoscerne il proprietario.
Di chi era quella voce? E perché mi sentivo come se stessi levitando?
No, ero ancora distesa su qualcosa.
L’inconfondibile voce di Navi diceva a qualcuno di non farlo.
Di non fare cosa?
E di nuovo sentii quella voce. Diceva che era l’unico modo.
L’unico modo per cosa?
Per qualche secondo ci fu un vuoto di parole, poi la voce della fata lo riempì.
Disse che non capiva e iniziò a blaterare di problemi, di avvertimenti che aveva dato, poi l’altra voce la interruppe gridando: «Sta’ zitta, per una volta! È una mia scelta!»
Ancora qualche istante di silenzio, poi Navi gridò il nome di Link.
Perché gridava? Cos’era successo a Link?
Fui colta alla sprovvista da una forte fitta, poi iniziai finalmente a mettere a fuoco il soffitto.
«Troverà il modo.»
Ripresi il controllo del mio corpo e mi voltai verso la voce.
«Link?!»
I suoi occhi.. erano sempre stati di un limpido azzurro.. ora, invece, erano di un blu che andava scurendosi sempre più.
Sorrise.
«Sei viva.»
Era.. sua? La voce era la sua?!
Mi carezzò una guancia.
«Non posso spiegare, devo andarmene di qui. Finché sono ancora in me, mi rinchiuderò in un luogo dove solo tu potrai trovarmi e da cui solo tu potrai liberarmi.» anche la sua voce stava cambiando, stava diventando roca, «Lì non potrò nuocere a nessuno. So che mi troverai. Sta’ attenta a chi troverai.»
Ormai i suoi occhi erano completamente neri ed iniziavano a cambiare in toni sempre più luminosi di rosso.
«Non te ne andare..»
Mi abbracciò forte.
«Addio.» sussurrò, e corse via.

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Capitolo 5
*** Lost Woods ***


«È tutta colpa tua!» gridò Navi «Se solo non ti avesse mai incontrato, ora non si troverebbe in questa situazione! Per salvarti.. è diventato oscuro solo per salvare TE!»
Ci fu un lampo di luce che mi costrinse a chiudere e coprire gli occhi.
Quando li riaprii, ritrovai Navi in piedi di fronte a me.. in dimensione umana.
Mi guardava in modo minaccioso, ostile.
Era alta poco più di me, slanciata, con la pelle diafana e lunghi capelli bianchi.
«L’unico motivo per cui non tenterò di liberarmi di te è che mi servi per salvare Link!» disse «Ti farò addestrare da una persona che conosco all’uso della spada.»
«Spada?! Non sono fatta per queste-!»
«Lo farai, punto e basta! Non ti permetterò di abbandonare Link al suo destino, soprattutto dopo che si è sacrificato per salvarti la vita!»
Esitai. Aveva ragione. Lui mi aveva salvata molte volte, glielo dovevo. Era il minimo.
«Ora andiamo.»
«Dove?»
«Seguimi e sta’ zitta.»

***

Era deserta. Non una fata, non un animale, nulla. Solo alberi, alberi ed alberi.
Perché non c’era nessuno?
«Ehi! Non ti distrarre, tienimi sempre sott’occhio o ti perderai, e tu non vuoi rimanere qui per il resto dei tuoi giorni, giusto? Quindi sbrigati e stammi vicino.»
Meglio evitare.
Rimasi ad un solo passo di distanza da lei e mi lasciai condurre attraverso il bosco. Arrivammo a destinazione solo dopo un tempo interminabile.
Neshea..
«Cos’è stato?» chiesi, fermandomi di scatto, «Navi, hai sentito anche tu?»
«Sentito cosa?»
«Ne sono sicura, ho sentito una voce!»
«La paura ti gioca brutti scherzi, io non ho sentito nulla.»
Una figura emerse dal bosco, dirigendosi verso lo spiazzo in cui ci eravamo fermate io e Navi.
«Non è raro da queste parti.» disse.
Aveva tutta l’aria di essere uno Sheikah: pelle scura, capelli chiarissimi occhi tra il marrone e l’arancione. Somigliava tantissimo ad Impa, ai miei occhi, forse perché era della sua stessa razza.
«Navi, vedo che hai portato un’ospite.»
«È una Hylian di scarse abilità, si chiama Nesh. Puoi addestrarla?»
Lui si voltò verso di me e mi girò intorno, poi si fermò e mi tese la mano.
«Sono Haer.» disse «È un piacere.»
«Piacere mio» risposi stringendogli la mano.
Si rivolse a Navi: «Perché dovrei addestrarla?»
«Devo imparare a combattere!» intervenni io per lei «Lo devo ad una persona molto importante.»
«E perché? Non sembri una Hylian dall’indole adatta.»
«Lo diventerò! Devo farlo tornare com’era, a qualunque costo!»
Sul suo viso si dipinse un’espressione divertita e scocciata al tempo stesso.
«Lo fai perché devi e non perché vuoi.» fece, negando col capo «Non va affatto bene.»
«Io voglio salvarlo! Farò qualunque cosa!»
Il suo sguardo s’indurì.
«Va bene.» disse, sguainando la propria spada, «Vuoi combattere? Allora combatti!» e scattò verso di me.
Schivai il suo colpo per un soffio, rotolando verso un lato, ed indietreggiai.
Voleva uccidermi o voleva mettermi alla prova?
Mi abbassai appena in tempo, facendogli conficcare la spada nel tronco alle mie spalle, poi tentai di fargli uno sgambetto quando alzò un piede per colpirmi.
Non riuscii nel mio intento, ma lui si fermò.
«Hai fallito.» dichiarò «Se io fossi stato l’attuale Link, saresti morta.»
«Come s-?!»
«Te l’ho letto in faccia.» rispose.
Esitai.
«Hai decisamente bisogno di addestramento. Lui non si fermerà, non esiterà a ferirti o anche ad ucciderti. Quando lo incontrerai, ti parlerà.. e ti farà del male.»
«Non lo farebbe mai!»
«Non il Link che tu conosci.» mi contraddisse.
Si allontanò di qualche passo.
«Inizieremo ora.» disse, recuperando due spade di legno da dietro all’albero e porgendomene una «In guardia!»

***

L’addestramento di Haer era estenuante. A dir poco impossibile da affrontare. Erano settimane che passava il tempo a simulare combattimenti con me, o meglio, a colpirmi con la sua dannata spada di legno.
Io ci provavo, a combattere, ma la maggior parte delle volte riuscivo solo a schivare o a parare a fatica.
Finivo sempre per stancarmi e farmi ricoprire di lividi, non ne potevo più, ogni volta che mi colpiva, mi venivano lividi che mi facevano male per giorni. Non potevo farcela, ero completamente negata.
«Forza, alzati!» comandò dopo avermi fatta rovinare a terra con un colpo alla gamba «Lui non rimarrà ad aspettare che tu lo faccia, Hylian.» continuò «Ti ho detto di alzarti!»
«Non ce la faccio!» feci io, con il fiato corto, «Non ce la faccio più, facciamo una pausa!»
Mi faceva male tutto.
«Credi di poterlo dire ad una persona che ti vuole uccidere?»
«Questo è soltanto un addestramento!» sbottai.
Se uno sguardo avesse potuto uccidere, sarei morta in quell’istante.
Gettò a terra la spada di legno ed estrasse dal fodero quella vera, di metallo. Affilata.
«La prendi troppo alla leggera!» ringhiò poi, calando la lama verso di me: «Reagisci!»
Rotolai di lato per schivare, poi dall’altro ed infine mi alzai facendo leva sulle braccia e cercando di colpirlo alla testa con un calcio, che invece evitò.
Faceva sul serio.
Raccolsi la mia spada di legno da terra con una capriola e mi misi in posizione di difesa.
«Una spada di legno contro questa?» mi chiese in tono derisorio «Davvero?»
Corsi verso di lui e lo attaccai con un fendente, che schivò, poi con un affondo ed ancora un fendente. Parò quest’’ultimo con la sua spada ed io ne approfittai per portare tutto il peso sulla mia ed usarla come appoggio, una volta a terra, per un calcio ben assestato al petto, che finalmente andò a segno e gli fece scivolare di mano la spada.
Presi l’arma da terra e gliela puntai contro.
«Visto che ce la facevi?»
Caddi in ginocchio, improvvisamente priva di forse, e mi appoggiai alla spada.
«Non dire mai che non ce la fai, la determinazione è metà della forza. Come credi che abbia superato le sue avventure? Coraggio e determinazione.»
Forse aveva ragione. Da dove avevo tirato fuori quell’energia?
«Per oggi basta così. Domani concluderemo l’addestramento.»
«Domani?!»
«Non possiamo attendere oltre. Ti distrai sempre più spesso, e so il perché. Tu lo senti, non è vero? Ti chiama.
Annuii.
«Da queste parti è così che funziona: Solo una persona può trovare un disperso, ed è chi sente la sua voce. Tu la senti perché lui vuole che tu lo trovi. Solo tu puoi farlo.»
«Come devo fare?»
«Segui la sua voce.»
Neshea..
Era sempre stato poco più che un sussurro, ma non avevo modo di non sentirlo.
«Va’ a riposare. Domani sarà una lunga giornata.»
Annuii e mi trascinai fuori dal bosco e sulla casetta sull’albero in cui in quei giorni avevo dormito.
Navi mi aveva spiegato che una volta in quel luogo vivevano i Kokiri, una razza magica di soli bambini che non crescevano mai, e che la casa in cui dormivo era stata di Link prima che iniziasse la sua avventura.
Quasi mi dispiaceva restare lì.
Neshea.. dove sei?
Sospirai.
Domani, Link. Domani verrò a cercarti.

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Capitolo 6
*** Dark Link ***


«HEY!»
Scattai a sedere con il cuore in gola.
«Navi, c’era proprio bisogno di gridare?!»
«Non ti saresti svegliata! E oggi troveremo Link!»
Mi stiracchiai, mi alzai e mangiai le bacche che avevo trovato due giorni prima nel bosco, poi andai con Navi da Haer.
«Buongiorno» lo salutai quando lo vidi «Cosa facciamo oggi?»
Mi fece cenno di sedermi accanto a lui.
«Oggi meditiamo.»
«… Meditiamo?» ripetei, perplessa.
Annuì e chiuse gli occhi mentre io lo imitavo incrociando le gambe e svuotando la mente.
«Ascolta.»
Tesi le orecchie per sentire ogni più piccolo rumore.
Neshea.. Dove sei? Vieni da me, io non posso uscire.. Sono bloccato qui.. trovami, Nesh..
Sospirai.
«Non riesco a concentrarmi, non riesco a sentire altro che lui!» esclamai, scoraggiata, «Non vuole smetterla!»
«Ti parla? Credevo dicesse solo il tuo nome.»
«Mi dice di trovarlo, mi chiede dove sono.. è da eri sera che ha iniziato a fare così!»
«Capisco. In questo caso.. Non puoi fare altro che andare a cercarlo. Ormai è tempo.»
Mi alzai in piedi.
«Come lo libero?»
«Sta a te scoprirlo, ma ricorda: è una lotta tra lui e la sua parte più oscura.»
«Ma allora-»
«Vai. Capirai quando sarà tempo.»
Mi voltai verso il bosco.
«Grazie, Haer. Di tutto.» dissi, poi iniziai ad inoltrarmi tra gli alberi.
Neshea.. ti sento.. finalmente ti avvicini..
Seguii la sua voce. Era sempre più vicina, sempre più forte, poi svanì.
Quello fu il momento in cui lo vidi.
Stava tirando Deku Nuts ad un ramo, seduto al centro di uno spiazzo completamente bruciato.
Era vestito completamente di nero, lo stesso colore che avevano i suoi capelli, ma la sua pelle era bianca come quella di un cadavere.
Si fermò a metà gesto e ripose la Deku Nut, poi si alzò.
«Mi hai trovato.»
La sua voce era più scura di quanto la ricordassi.
Si voltò verso di me.
I suoi occhi.
«Sei stupita di vedermi così?»
Era lui e non era lui allo stesso tempo.
«Pensavo che il rosso fosse un colore.. attraente
«Sicuramente non nei tuoi occhi.»
si avvicinò lentamente a me e mi accarezzò una guancia.
«Mi sei mancata, Nesh.» sussurrò, abbassandosi per arrivare alla mia altezza.
Sta’ attenta a chi troverai.
Lo allontanai con una spinta prima che potesse sfiorarmi le labbra con le sue.
«Tu non sei Link!» dissi «Non mi toccare!»
Lui sospirò.
«Io sono Link. Sono solo un po’ più.. oscuro, da quando ti ho salvata.»
«Non è vero!»
«Ti concedo una cosa: non sono quel Link.. ma provo tutto ciò che lui prova.. ed in modo più intenso, più.. viscerale
«Viscerale?»
«L’odio per Ganon, il nervosismo per il perpetuo ronzio di Navi nelle orecchie, l’affetto per i Kokiri e l’amore per te. Tutto è amplificato, si ripercuote nella mia essenza, nel mio spirito e nel mio corpo. La mancanza di te mi ha distrutto, non riuscivo a pensare alla possibilità che non mi cercassi.»
«Infatti non cercavo te perché volevo trovarti, ma per salvare Link e farlo tornare com’era.»
«Non puoi tornare indietro.»
«Lui sì.»
Fece un mezzo sorriso.
«Sono io che comando. Lui non tornerà, non lo lascerò tornare. Mi ha represso per anni, ora tocca a lui.»
Sguainai la mia spada.
«Ti costringerò!»
Scoppiò in una risata, sguainando la propria.
«Sarà divertente. Non puoi combattermi con quella, e se anche potessi.. tutto ciò che accade a me accade anche a lui. Il corpo è il suo, dopotutto.»
Esitai. Se l’avessi ferito-!
Una fitta al braccio sinistro interruppe i miei pensieri.
«Non ti concentri nemmeno? Mi sottovaluti.»
Ignorai il dolore e mi lanciai verso di lui.
Sparì dalla mia vista per un istante.
«Dove-?!»
Mi voltai di scatto, ma non in tempo per schivar il calcio che mi arrivò in pieno stomaco, causandomi un attacco di nausea e facendomi indietreggiare.
Cercai di nuovo di attaccarlo, ma dopo appena un paio di colpi fece breccia nella mia guardia e fermò la spada ad un nulla dal mio petto.
«Avrei potuto ucciderti almeno tre volte, se avessi fatto sul serio.»
«Ma non l’hai fatto.»
«È troppo divertente per farlo finire così in fretta.»
Approfittai dell’attimo di deconcentrazione per tentare di disarmarlo, e finalmente riuscii a coglierlo di sorpresa, facendogli perdere la presa sulla spada.
Lo vidi fare per scattare a raccoglierlo, ma sì immobilizzò, quindi la raccolsi io.
Si sbloccò parte per parte e sogghignò.
«Non sarà così facile.»
Corse verso di me, stavolta a velocità normale, ed  io mi difesi schivando e ferendolo ad una gamba con la sua stessa spada, ma nel farlo feci cadere la mia, che lui prese.
«Scambio di lama?» chiese «La tua era troppo.. normale?»
Ci scontrammo ancora, più e più volte, poi lui si bloccò ancora ed io lo colpii ad un fianco solo un istante prima che si sbloccasse.
Tremava come una foglia, era visibilmente affaticato da qualcosa.
«Non lo farai!» ringhiò a denti stretti «Comando io!»
Scattò all’attacco.
Schivai i primi colpi, parai gli altri ed infine cedetti e lui mi colpì ad una spalla.
«Non riuscirai ad uccidermi!» disse, gli occhi rossi che scintillavano d’ira, «Non riuscirai a farlo!» e mi fece sbattere contro un albero.
Ma la spada nella mia mano incontrò il suo ventre.
Indietreggiò di qualche passo.
«No.. cos’hai fatto?!» gridò «Cos’hai fatto?!?!»
Fu come se fosse tirato indietro da qualcosa, con uno strappo si separò da Link, che recuperò la spada.
Mi guardò e sorrise.
«Sapevo che ce l’avresti fatta.» disse, e si voltò verso l’altro Link, che ora era completamente nero, ad eccezione degli occhi, rossi.
Se non l’avessi visto tridimensionale, avrei creduto che fosse un’ombra.
Erano identici, se non si contavano i loro colori.
Il Link dagli occhi rossi si preparò ad attaccare.
«Pagherai per questo!» ringhio, lanciandosi verso di me, ma il vero Link fu più veloce e si mise tra noi due.
«Sono io il tuo avversario.»

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Capitolo 7
*** La fine? ***


Incrociarono le spade in un combattimento all’ultimo sangue.
Il tempo sembrava essersi fermato, era scandito solo dal clangore delle armi dei due Link. Si copiavano a vicenda, erano perfettamente sincronizzati, come se si leggessero nel pensiero: un fendente, un affondo schivato, qualche altro fendente, un montante, un affondo mancato.
Non potevo non rimanere incantata da quella danza ipnotica.
Ad un tratto, però, il vero Link ruppe lo schema: scartò da un lato e ferì al braccio l’altro Link, facendogli cadere la spada, poi riuscì a colpirlo più volte in successione ed infine lo guardò crollare in ginocchio, sconfitto.
Con il fiato corto, l’altro Link si alzò in piedi.
«Non puoi uccidermi» disse, tra un respiro e l’altro, «Io sono te. Se io muoio, tu muori.. e viceversa.»
«Menti.»
Sorrise.
«Forse.» disse, e in un istante si dissolse.
Link si voltò verso di me ed allargò appena le braccia, un sorriso dolce in viso.
Corsi verso di lui e lo abbracciai di slancio, facendolo barcollare.
Inspirai il suo profumo, avvolta dalle sue braccia, e gli posai un bacio sulla guancia.
Lui mi allontanò appena per guardarmi, poi mi carezzò il viso e avvicinò il suo al mio fino a quando non sentii sulle labbra il suo respiro.. e finalmente annullò la nostra distanza.
Aveva le labbra morbide, delicate sulle mie.. eppure c’era qualcosa che non andava.
Forse perché era il mio primo bacio e non ero abituata, ma me l’aspettavo diverso. Credevo che baciando una persona che amavo avrei provato qualcosa di forte, qualcosa che mi lasciasse inebriata.. perché non era così?
Mi ritrassi, confusa.
«Qualcosa non va?»
Lo guardai negli occhi.
Avevo l’orribile sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato.. ma cosa?
Sospirai.
«Non lo so.»
Lui mi abbracciò ancora.
«Tranquilla, è finita.» disse al mio orecchio «Non ci tormenterà più.»
«Come puoi esserne così sicuro?»
«Ti fidi di me?»
«Certo, Link, ma-!»
«Tranquilla.»
Sospirai di nuovo.
Perché non riuscivo a rilassarmi?
Quando mi lasciò, mi voltai dall’altra parte.
E vidi la sua parte oscura.
«Non è così facile liberarsi di me.» disse «E non è così facile sottrarle qualcosa, soprattutto quando si parla dell’Eroe del Tempo.. e della sua concubina.»
«Non sono una concubina!» sbottai, guardandolo male.
«Non una qualunque, te lo concedo. Sarai mia una volta che mi sarò liberato di lui!»
Sfilai di mano a Link la spada ed alzai la guardia.
«Devi solo provarci!»
Esitò ed io ne approfittai per corrergli incontro e cercare di colpirlo.
Il mio fendente lo ferì solo di striscio al petto perché aveva reagito schivando all’ultimo momento.
Avanzai con un affondo, un fendente ed un altro affondo.
Uno, due, tre, quattro colpi ed infine riuscii a ferirlo ad una gamba, facendolo cadere in ginocchio.
«Non è me che devi combattere, Nesh.»
«Sta’ zitto!» gridai colpendolo alla testa con un calcio.
Rovinò su un fianco.
«Nesh, ascoltami!» continuò «Sono io, Link!»
«E dopo avermi dato della concubina ti aspetti che io ti creda?»
Mi guardò con espressione confusa, poi guardò alle mie spalle.
In quell’istante realizzai dai suoi occhi la verità. Troppo tardi.
Senza poter reagire, vidi Link scattare in piedi, lo sentii scansarmi di lato, inciampai, caddi e lo sentii gridare.
Alzai lo sguardo sui due Link, ora entrambi in verde. Cos’era successo?
Il Link con in mano la spada nera sorrise e mi guardò.
«Devo ringraziarti. Se tu non fossi caduta in pieno nella mia illusione non ce l’avrei mai fatta. Per fortuna non gli hai creduto nemmeno quando l’effetto stava per svanire e sentivi cosa diceva davvero.»
Illusione? Era stata tutta un’illusione?
«Ammetto che quel bacio sia stato piacevole.» continuò, estraendo la lama dal corpo di Link, che crollò in ginocchio e poi a terra «Vogliamo ripetere l’esperienza? Ora che sono completo posso fare tutto ciò che desidero.»
«Sta’ lontano da me!» gli dissi, ma non diede l’impressione di volermi ascoltare.
Più si avvicinava, più io indietreggiavo.
«Non puoi scappare, Neshea. Ti ho marchiata con quel bacio, non potrai uscire dalla mia prigione se io non lo vorrò, ogni tentativo è inutile.»
«I-io.. Troverò il modo!»
Sospirò, negando col capo, poi sul suo viso si dipinse un inquietante ghigno.
Piantò la spada nel terreno accanto ai suoi piedi e mi guardò in un modo che mi fece rabbrividire.
«Sei mia.»
Sentii qualcosa alle mie spalle e capii di essere arrivata al confine. Non potevo più indietreggiare.
Sbatté entrambe le mani sulla barriera dietro di me, avvicinando il suo corpo al mio.
Posò un bacio sul mio collo e risalì con la lingua fino all’orecchio.
«A-allontanati da me..!» balbettai, a metà tra l’imbarazzato e il disgustato, «Subito!»
«Altrimenti?»
Si appropriò delle mie labbra con la forza.
Cosa devo fare?
Gli morsi il labbro, riuscendo finalmente ad allontanarlo.
«Hmpf.» fece, scrutando nei miei occhi come per sondarmi l’anima, «Tutto qui?»
«Beh, è qualcosa!»
«Non abbastanza.»
Mi afferrò per i capelli e mi costrinse a baciarlo di nuovo.
«Perché ce l’hai con me?!»
«Te l’ho detto, o sbaglio? Io provo in modo amplificato tutto ciò che prova lui..» rispose.
Ridacchiò sottovoce, poi si corresse: «Provava..».
«Sei disgustoso!»
«Tanto e più di quanto lo fosse lui.»
Mi tirò da una parte, facendomi inciampare e cadere, poi si mise a cavalcioni su di me per tenermi ferma.
«Peccato che sia morto.»
Sorrise.
«Aspetta solo che io diventi re.. tu sarai la mia regina.»
«Non voglio essere la moglie di un verme!»
Mi tirò un forte schiaffo, poi mi prese il viso con una mano.
«Sta’ attenta a come parli!»
Questa volta fui io a provocarlo.
«Altrimenti?»
Recuperò la spada dietro di sé e la piantò ad un soffio dal mio viso.
«Ti basta come risposta?»
Aveva gli occhi rossi come il sangue.

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